Puntoeffe 14 2016

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SOMMARIO Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione) Editore EDRA S.p.A. Direzione editoriale Giorgio Albonetti Direttore responsabile Laura Benfenati - l.benfenati@lswr.it

5 | Editoriale

Redazione Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

PARLIAMONE

Collaboratori Rachele Aspesi, Antonio Astuti, Enrica Bianchi, Paola Brusa, Stefania Cifani, Simona Dalla Costa, Francesco Fabietti, Corrado Giua, Bassano Gualteri, Luigi Marafante, Mauro Miserendino, Bruno Riccardo Nicoloso, Ambra Pedrazzini, Paolo Savigni

Tra noi

6 | Orgogliosi di essere farmacisti Tra noi

8 | Aderenza, nuova frontiera

Pubblicità Massimiliano Donati Responsabile Commerciale ADV dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.368

PRIMO PIANO Incontri

Roberto Tobia

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Attualità

Farmacisti negli Stati Uniti

Social

Occhio al post

Medicina 18

Le patologie tiroidee 30

Marketing

L’assortimento per creare up selling

Retail

Nuove tendenze

27

22 24

30

Farmacia clinica

L’onicomicosi 34

Nutraceutica Il micromondo dentro di noi

RUBRICHE

34

44 | Legale 46 | Previdenza 49 | Iniziative 50 | Spigolature 55 | Dalle aziende 58 | Intervista a... 60 | Consigli 64 | Il libro

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Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294 Abbonamenti Tel. 02.88184.317 Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it Tel. 02.88184.222 Immagini Fotolia, Thinkstock. I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori Stampa Tiber S.p.A., Via della Volta 179 25124 Brescia Prezzo di una copia euro 0,70. A norma dell’art. 74 lett. C del DPR 26/10/72 n° 633 e del DPR 28/12/72. Il pagamento dell’IVA è compreso nel prezzo di vendita. Ai sensi dell’art. 13 del D.lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Per il periodo 1/1/2015 - 31/12/2015 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 11.042 Diffusione media: 10.727 Certificato CSST n. 2015-2564 del 25/2/2016 Società di Revisione: Metodo

Testata Associata

2 | settembre 2016 |


www.recordati.it


OCCHIELLO | occhiello

4 | settembre 2016 |


EDITORIALE

di LAURA BENFENATI

Senza

alcun senso

I

n un Paese in cui si sta cercando di legalizzare la Cannabis ci si scanna sui social per il tentativo - a dir la verità maldestro - di un ottimo ministro della Salute di porre l’attenzione sul calo delle nascite e sul problema della fertilità. Un mondo privo di senso? A noi pare proprio di sì. Andiamo con ordine. L’idea di legalizzare l’uso della Cannabis non a scopo terapeutico è senza dubbio sbagliata e non occorre una laurea in Farmacia per capirlo. Non avrebbe concrete conseguenze sul fronte dell’indebolimento delle mafie, il cui guadagno sulla marijuana è ridicolo rispetto a quello del traffico di cocaina ed eroina - come è stato spiegato da autorevoli magistrati come Nicola Gratteri - ma sarebbe fonte di un messaggio banalizzante su una droga. Perché questo è la Cannabis, una droga, pericolosa per la salute. Avete notato quanti ragazzi davanti al liceo oggi fumano? Noi alla loro età non avevamo le conoscenze che loro dovrebbero avere sugli effetti dannosi delle sigarette, eppure fumano. E quanti in più rispetto a un tempo oggi abusano di alcol? Incoscienza, carpe diem o disinformazione? Bene ha fatto il senatore Andrea Mandelli, presidente dei farmacisti italiani - che su questi argomenti dovrebbero sempre essere in prima linea - a ribadire che ai più giovani vanno spiegate le conseguenze dell’uso delle sostanze stupefacenti: «Fare il contrario e incentivare la coltivazio-

ne a uso personale è davvero una pessima idea. Di più, sarebbe imperdonabile». Uno Stato deve cercare di proteggere i suoi cittadini e magari si deve anche preoccupare del calo delle nascite e fare corretta informazione su questo argomento. La campagna del ministero della Salute sul fertility day era talmente dozzinale che ha finito per travolgere il giusto messaggio che voleva trasmettere. Le nascite hanno toccato il minimo storico nel nostro Paese e non soltanto per motivi economici. Certo la vita delle donne è molto cambiata e i percorsi di realizzazione professionale sono più tortuosi ma nessuno può negare che messaggi sbagliati abbiano trasmesso alle nuove generazioni l’illusione che si possa posticipare la scelta di fare un figlio anche verso gli “anta”. Si può obiettare che non spetta allo Stato entrare nel merito di decisioni così personali ma il ministero della Salute ha il dovere di fare informazioni su questi temi, magari in modo meno grottesco. Le discussioni sui social sono spesso ideologiche e prive di reale conoscenza degli argomenti; la farmacia ha quindi un’altra occasione di continuare a essere un presidio fondamentale di informazioni corrette sul territorio. E non soltanto su Cannabis e fertilità, magari anche su terapie alternative di dubbia efficacia utilizzate senza senso al posto della chemioterapia. 5 | settembre 2016 |

L’idea di legalizzare la Cannabis è senza dubbio sbagliata e non occorre una laurea in Farmacia per capirlo


PARLIAMONE TRA NOI

di ENRICA BIANCHI, presidente dei Farmacisti volontari per la protezione civile

Orgogliosi di essere farmacisti

I

l risveglio di mercoledì 24 agosto è stato per noi farmacisti volontari molto brusco. Dalle prime ore del mattino ci è arrivata la notizia del terremoto e la preallerta dalla Sala Italia del Dipartimento della Protezione civile nazionale. Come da protocollo, il responsabile della colonna mobile nazionale, il collega di Cuneo Luca Matteo Galliano veniva informato che la prima squadra doveva essere allertata e pronta a partire qualora ve ne fosse la necessità. Il nostro gruppo su Whatsapp non ha più avuto tregua, si sono formate le prime due squadre e il primo camper farmacia di Verona è stato allestito con la dotazione de minimis, cioè con la scorta di farmaci per l’emergenza che sulla base delle esperienze passate era stata preparata con la “funzione sanità” del Dipartimento. Alle ore 19 è arrivato l’ordine di partire e di recarsi al campo di Arquata del Tronto. Alle 22.30 il camper di Verona con Paolo, Loredana ed Elena partiva alla volta di Arquata, poche ore dopo partivano dalla Puglia Roberta, Lea, Giuseppe e Giovanni Sabato c’è stato il

primo cambio squadra con i colleghi di Agrigento Silvia, Christian, Clara e poi, a seguire, l’avvicendarsi dei nostri magnifici colleghi: da Verona Matteo, Federico, Matteo, da Reggio Emilia Stefania, Giuseppe, Silvia. I nostri telefoni hanno continuato a essere incandescenti, per seguire l’operatività sul campo, organizzare le squadre, interfacciarsi con la “funzione volontariato”, la “funzione sanità”, la Regione Marche, i carabinieri dei Nas e tutte le realtà presenti, fino a che il nostro intervento, essendo stato ripristinato completamente il servizio farmaceutico, non si è reso più necessario e i nostri volontari hanno potuto rientrare alla base.

Testimonianze

Cronaca a parte, la cosa più bella di tutta questa avventura è stata la risposta pronta e fulminea a rendersi disponibile, a partire nel giro di poche ore, la disponibilità a lasciare il lavoro, la famiglia per recarsi in una zona pericolosa, con continue scosse di terremoto, per portare aiuto dove vi era un’emergenza sanitaria. Alcune testimonianze: «Abbiamo cercato di portare il volto umano della nostra professione a chi un sisma di pochi secondi ha tolto tutto, tranne la dignità». «Abbiamo messo cuore e anima in ogni giorno di lavoro intenso 6 | settembre 2016 |

e silenzioso al campo, prestando la nostra opera di esperti del farmaco agli sfollati, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco, alle squadre di soccorso che ne avevano bisogno. Siamo diventati in pochi giorni parte di una grande famiglia, di una umanità che mai scorderemo» «Un bacio il più sincero quello di una bambina... per riassumere tutte le emozioni». «Un’esperienza pazzesca. Avevo paura di non essere in grado, invece le ore scorrono veloci e ogni minuto imparo qualcosa, la nostra professionalità messa al servizio del medico di base, del presidio medico avanzato, del farmacista locale, tutti qui riuniti a lavorare insieme. Che bello essere farmacisti». «Quando frequentavo i corsi alcune frasi mi pareva rimanessero sospese nel l’aria. Ho capito invece, qui al campo, che è tutto reale: quando ti mettono a disposizione un’ambulanza per poter portare le ricette, fatte dal medico di base che ha trovato rifugio in un piccolo container al campo, con urgenza nella farmacia di Arquata, capisci cosa vuol dire lavorare in s i n e rg i a pe r u n bene comune».


PARLIAMONE TRA NOI

La cronaca dei repentini soccorsi portati, da varie parti d’Italia, alle zone terremotate «Non potrò mai scordare quel lo che visto». «La dignità e la fierezza di queste persone mi fanno capire che sono nel posto giusto». «Arquata è stata la prima esperienza di soccorso per il nostro gruppo. Non sapevamo cosa ci aspettasse e quanto ricchi ne saremmo tornati. È stato bello aver detto incondizionatamente sì». «Quanta ansia mi pervadeva mentre raggiungevo il campo. Poi, arrivata, proprio accanto alla tenda dove avremmo dormito, vedo una signora seduta su una panchina con accanto suo marito, collegato al bombolone dell’ossigeno liquido. Stava lì senza muoversi. Dal primo momento si è stabilita una sorta di empatia, quella che nasce spesso tra paziente e farmacista ma che, in quella circostanza, in mezzo a un campo, di fianco a una tenda sembrava una sorta di situazione surreale, che in fondo dava tranquillità a tutte e due». «Ho portato il mio lavoro ma quello che ho ricevuto è un tesoro dal valore inestimabile: un sorriso aperto verso il futuro, verso la vita nonostante tutto». Poche battute rubate qua e là per descrivere un’esperienza unica che rimarrà nel cuore e negli occhi dei nostri volontari per sempre. Un grazie di cuore al presidente della Fofi Andrea Mandelli per il suo instancabile supporto. Un grazie speciale a tutti i colleghi che ci hanno aiutato in questa missione.

Dopo L’Aquila

L’Associazione nazionale farmacisti volontari per la Protezione civile nasce nel 2009 per volontà della Fofi, dopo che i primi farmacisti volontari erano stati impegnati dopo il terribile sisma che il 6 aprile devastò L’Aquila e i paesi vicini. Quella devastante sciagura ha fatto sì che per la prima volta i farmacisti facessero parte della colonna dei soccorsi e nascesse all’interno del Dipartimento nazionale della Protezione Civile la consapevolezza che la professionalità del farmacista potesse essere molto utile nel gestire l’emergenza sanitaria. Dal terremoto dell’Abruzzo l’Associazione è stata impegnata nell’alluvione delle Cinque Terre e nel sisma dell’Emilia. La sua crescita è stata continua fino a essere iscritta all’Elenco centrale delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile. Questo è stato un passaggio fondamentale, in quanto consente al Dipartimento, in caso di calamità e dove ve ne fosse la necessità, di attivare i farmacisti volontari che a loro volta devono garantire entro le 24 ore dall’allerta la piena operatività alla partenza della prima squadra. I volontari farmacisti, per fortuna, non si occupano solo di grandi sciagure. In tempo di pace, per esempio, sono impiegati, nei territori di confine, nella gestione degli sbarchi dei profughi. E poi nelle campagne di sensibilizzazione per la popolazione, come quella denominata “Io non rischio”: nei giorni 15-16 ottobre, in varie piazze d’Italia, saranno presenti gazebo dove i volontari formati dal Dipartimento spiegheranno le cose da fare ma soprattutto le cose da non fare in caso di terremoto, alluvione, maremoto. A oggi l’Associazione conta su nove sezioni - Agrigento, Cagliari, Catania, Campania, Cuneo, Parma, Puglia, Reggio Emilia, Verona - su cinque unità mobili e su più di duecento iscritti, farmacisti preparati e addestrati a intervenire in situazioni di emergenza sanitaria. 7 | settembre 2016 |


PARLIAMONE TRA NOI

di MAURO MISERENDINO

Aderenza nuova frontiera

C’

è una nuova farmacia, che mette al centro il paziente e non il farmaco. E ci sono Regioni restie a prenderne atto, accanto ad altre “illuminate”. Il presidente della Sisac Vincenzo Pomo coordinatore della Sisac, l’agenzia che contratta la convenzione dei medici di famiglia e delle farmacie ha confermato che le Regioni si avviano a definire un nuovo modello di remunerazione. Ma con prudenza. Quanto oggi il servizio sanitario spende in meno nelle farmacie territoriali per i medicinali andrà in qualche modo rimpiazzato da compensi in cambio di prestazioni della “farmacia dei servizi”: analisi di prima istanza, preno-

tazione di esami e visite specialistiche, misurazione della pressione, spirometria, ecg, saturazione ossigeno. E ancora: attività infermieristiche e di altri sanitari ai quali ora il disegno di legge Lorenzin dà la possibilità di effettuare prestazioni in farmacia. Sisac però ha avvertito che sul fronte dell’appropriatezza prescrittiva i medici non accettano controlli dal farmacista. Quanto ai controlli sull’aderenza alla terapia, già avviati nell’ambito della farmacia dei servizi con risultati sorprendenti, si possono mettere a regime e remunerare ma a monte la farmacia deve saper fidelizzare l’utente. Il che non è scontato, in tempi di liberalizzazioni e di ricetta elettronica “spendibile” in tutte le farmacie italiane. Riflessioni che hanno suscitato polemiche: chi ha paura della farmacia di comuLE FRASI DEL COORDINATORE SISAC nità, il cui ruolo è definito da sei anni di leggi? Non certo «Si può premiare la miglior aderenza alla terapia ottenuta le regioni leader nelle spemonitorando i pazienti ma i medici hanno ribadito di non accettare controlli dal farmacista nel senso rimentazioni, come il Piedell’appropriatezza». monte che ha firmato in (…) «Realizzare una compliance adeguata agosto un accordo con presuppone una capacità della farmacista di fidelizzare l’utente, le 1.600 farmacie adecapacità che in parte verrà meno con l’introduzione della ricetta renti a Federfarma ed informatizzata, spendibile in tutte le farmacie Assofarm per valorizzae in tutte le Regioni». (…) «Occorrerà valutare se la farmacia intende mettere re, oltre alla distribuzioa disposizione i suoi spazi per attività a essa richieste in qualità ne per conto, l’offerta di di presidio Ssn o per attività connesse alla propria crescita prestazioni a particolari esclusiva. Credo che le disponibilità delle Regioni a incentivare c a t e g o r i e d i p a z i e nt i una farmacia siano legate alla scelta di tutelare il valore nell’ambito del programma di quest’ultima in quanto presidio Ssn». “farmacia dei servizi”. 8 | settembre 2016 |

In tema di appropriatezza

L’accordo piemontese prevede un investimento complessivo di 6,5 milioni di euro tra quest’anno e il 2019, 2 milioni all’anno saranno erogati alle farmacie dal 2017. Ma quanto firmato adesso prende le mosse anche dalle sperimentazioni sulla compliance delle categorie di pazienti cronici più a rischio, come spiega Loredano Giorni, responsabile del servizio farmaceutico piemontese. «Il controllo dell’aderenza in farmacia è un’attività fondamentale per un sistema sanitario. Abbiamo dati allarmanti, pazienti cronici che vanno trattati nell’arco di anni ma si fermano alla prima scatola, interrompono la cura o la praticano saltuariamente. Delle due l’una, o la cura non serve e il farmaco è stato prescritto impropriamente, o ce li ritroviamo in Pronto soccorso con acutizzazioni o in condizioni peggiori, e più grandi spese per i servizi sanitari. Il controllo dell’aderenza alle terapie evita tutto questo. Quanto al rapporto medico-farmacista, non si costruisce al tavolo della Sisac ma quotidianamente e a livello locale, di Comune. Ricordo una collaborazione avviata a Pistoia dove l’Asl ha fatto da spettatrice misurando endpoint. Se si vuol cercare di distinguere competenze con una linea retta si rischia di pestare i piedi davvero a questo o quel professionista, ma se ci si parla e si collabora insieme si cresce, e credo ciò si possa fare a livello aziendale». Il mo-


PARLIAMONE TRA NOI

Gli studi dei farmacisti sulla pharmaceutical care indicano nuovi criteri per la remunerazione, centrata non più sul farmaco ma sul monitoraggio dei pazienti nitoraggio dell’aderenza di un paziente a una terapia non incide sulla competenza prescrittiva del medico. Ne è convinto l’avvocato Quintino Lombardo, dello Studio Cavallaro, Duchi e Lombardo di Milano e Roma. «L’appropriatezza attiene l’atto prescrittivo, è una scelta del medico che valuta il rapporto costo-beneficio, e non tocca il farmacitabella

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sta. Perseguire l’aderenza alla terapia invece è un aiuto che il farmacista offre da sempre: prendendo in carico un paziente, egli certo non si sostituisce al medico ma lo aiuta ad applicare la cura prescritta. Si tratta di un compito formalmente riconosciuto dalla legge: al comma 571 della Finanziaria 2016, il Ministero della Salute limi-

Impatto dei progetti di prevenzione e aderenza in farmacia Finanziamenti Federfarma Piemonte e Regione Piemonte* (Farmacia di comunità e Fragilità) FORMAZIONE Diabete 2013: 900 farmacie, 1500 farmacisti Diabete 2014: 500 farmacie; 760 farmacisti Diabete 2015: 4 farmacie; 8 farmacisti BPCO 2014: 600 farmacie; 736 farmacisti BPCO 2015: 201 farmacie; 242 farmacisti

DEFINIZIONI DI ADERENZA ALLA TERAPIA- I LINK Agenzia del Farmaco - Il conformarsi del paziente alle raccomandazioni del medico riguardo ai tempi, alle dosi e alla frequenza nell’assunzione del farmaco per l’intero ciclo di terapia. http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/ aderenza-alle-terapie-e-strategie-migliorare-l’usosicuro-ed-efficace-dei-farmaci Diabetes Adherence - Il grado al quale il comportamento di una persona nel prendere le medicine, seguire una dieta o cambiare gli stili di vita corrisponde alle raccomandazioni concordate con un professionista sanitario (healthcare provider) http://www.ncbi.nlm.nih. gov/pmc/articles/PMC3889324/

Dislipidemie 2014: 600 farmacie; 776 farmacisti Dislipidemie 2015: 122 farmacie; 134 farmacisti Scompenso cardiaco 2014: 600 farmacie 667 farmacisti Scompenso cardiaco 2015: 180 farmacie 220 farmacisti STUDIO OSSERVAZIONALE: questionari ADERENZA e PREVENZIONE Diabete 10.000 + 3.000 (Fase I e II) FRAGILI POLITRATTATI Stabilito uno stanziamento, progetto da avviare *13 milioni disposti tra 2011-15 (non erogati) e 6,5 su quadriennio successivo

Finanziamenti FOFI + Finanziaria 2016 (Cefalee ed Asma**) CEFALEE 2012-13, finanziamento, Federazione Italiana Cefalee - In Piemonte distribuiti 9.100 questionari a utenti giunti in farmacia per mal di testa di cui 3.065 compilati bene. Un terzo dei pazienti non è emicranico, 61% dei probabili emicranici assume Fans e il 39% non si rivolge al medico, 27% degli emicranici va a un centro cefalee e il 20% fa da sé. ASMA Nel 2015 chiusa la 3a fase relativa alle interviste inerenti all’aderenza alla terapia. I dati in 15 Regioni, in 216 farmacie per un totale di 884 pazienti divisi in due gruppi: dopo l’intervento del farmacista, la percentuale dei pazienti con asma controllata è aumentata dal 43,7% al 54,4% (incremento 25%). ** su Asma stanziato per legge 1 milione di euro da Ministero Salute

9 | settembre 2016 |

tatamente ai pazienti affetti da asma e a prosecuzione del progetto internazionale I-Mur-Medicine Use Review stanzia un milione per un Fondo a finanziamento del servizio di revisione dell’uso dei medicinali tra tutte le Regioni - ripartiti in proporzione ai residenti - per sperimentazioni in farmacia volte ad assicurare l’aderenza alle terapie “con conseguente riduzione dei costi per le spese sanitarie”».

Farmacia come presidio Ssn

Il comma 571 costruisce un ombrello intorno ai progetti avviati in questi anni, targati Federfarma, Fofi, Regioni e Ate-


PARLIAMONE TRA NOI

nei italiani e internazionali: gli stessi alla base di accordi come quello piemontese. Quattro sperimentazioni diabete, scompenso, bpco, dislipidemienascono proprio in Piemonte con finanziamenti di Federfarma regionale nel filone “farmacia di comunità” e una quinta parte ora grazie alla Dgr a beneficio di pazienti fragili politrattati. In

parallelo, la Federazione degli Ordini dei farmacisti, oltre al progetto asma coordinato dall’University of Kent - che evidenzia, dopo l’intervento del farmacista, un aumento di un quarto dei pazienti sotto controllo - ha portato a termine un secondo progetto per monitorare le cefalee. «Siamo convinti che ove la ricerca sui modelli organizzativi in sanità, al

Cricelli (medici Simg): farmacia ovvia a vuoti Ssn nell’organizzare cure primarie

Dal farmaco al paziente: può il farmacista cambiare l’oggetto del suo servizio e della sua remunerazione? Claudio Cricelli presidente della Società italiana di medicina generale non nega che la farmacia possa dare un apporto importante. «Ma le scelte cliniche, quelle che mettono al centro il paziente, attengono al medico», spiega. «Sono tre i compiti del clinico, cioè del medico, il costruire una medicina d’iniziativa in grado di prevenire i fattori di rischio e anticipare l’insorgenza di patologie, l’effettuare scelte terapeutiche corrette, e quindi il monitorare l’aderenza alla terapia. Certo, in un contesto di organizzazione sanitaria carente, dove non sono stati dati ai medici di cure primarie strumenti per fare queste tre cose, abbiamo bisogno di chiedere aiuto a parti diverse del Ssn che rappresentano un’aggiunta a quanto noi non stiamo in realtà facendo. Ben venga il farmacista nei monitoraggi dell’aderenza, quindi». Tuttavia, «l’aderenza alla terapia non è il primo obiettivo di un medico. È uno dei tanti strumenti di controllo della terapia, oggi molto sottolineato. Ma il nostro obiettivo primario è la cura adeguata, la condizione necessaria da realizzare, la cui efficacia si misura valutando le condizioni del paziente prima e dopo. Dopodiché se il nostro paziente non segue le indicazioni, la cura spesso fallisce; entra in gioco l’aderenza, condizione che può portare alla guarigione o al controllo di una patologia, ma a nulla serve se la terapia è sbagliata. In un contesto di cronicità diventa importantissimo, a monte della scelta di una terapia, anche l’intervento sui fattori di rischio: se un diabete lo curo bene ma tardi i risultati sono molto meno buoni. In pratica - afferma Cricelli - l’aderenza è uno dei tanti strumenti che abbiamo a disposizione ma che diventa difficile utilizzare in una medicina d’attesa quale è la medicina di famiglia in Italia tuttora al 90 per cento». Progetti come quello sull’asma o sulle cefalee hanno prodotto dati che vanno al di là dell’aderenza, e che riescono a profilare i pazienti per migliorare le terapie. «La farmacia ha un contatto importante con il paziente ed è una carta per supplire alle carenze delle cure primarie, ma -come Simg ha dimostrato l’obiettivo ideale verso il quale la medicina generale può e deve tendere è un cruscotto di strumenti clinici validati per monitorare i pazienti, prevederne le evoluzioni patologiche, controllarli dallo studio convenzionato. Questa per me è medicina d’eccellenza». 10 | settembre 2016 |

pari che su qualunque tecnologia (terapie, percorsi diagnostici, ecc.), non abbia ancora prodotto dati, o non sia sufficiente, nasca lo spazio per nuova ricerca da condurre con il massimo rigore e nel pieno rispetto dei cittadini. Scelte decise solo sulla base dell’emozione rischiano di non tutelare proprio i cittadini ai quali dichiariamo di voler offrire i migliori livelli di salute possibile», afferma Paola Brusa, docente presso il Dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco all’università di Torino che ha coordinato i progetti in Piemonte. La scommessa è che il farmacista possa individuare con strumenti validati in letteratura internazionale, «sia i soggetti ad elevato rischio di sviluppare alcune patologie croniche, sia pazienti in cura non aderenti da indirizzare al curante per eventuali successive azioni». E qui, «Federfarma Piemonte, Ordine dei Farmacisti ed Università di Torino hanno individuato un grande vuoto nella gestione della salute del cittadino», continua Brusa. «Da alcuni anni con il Servizio di epidemiologia regionale stiamo coinvolgendo le farmacie piemontesi per coordinare screening su prevenzione e aderenza alla terapia, a partire dal diabete». Un progetto, avviato nel 2012, che ha dato già risultati. «Dal punto di vista della diagnosi precoce, su un totale di circa 7.000 questionari somministrati, il 5 per cento dei cittadini intercettati presenta valori glicemici molto elevati, prodromici all’insorgenza della patologia; e il rischio cresce con l’età e l’abbassarsi del titolo di studio. Dal lato dell’aderenza alla terapia e delle linee guida internazionali emergono invece percentuali elevate di pazienti che non rispettano i controlli dal medico di famiglia o dallo specialista ed emerge un mancato rispetto delle posologie le-


PARLIAMONE TRA NOI

gato a vulnerabilità sociale». Il progetto sul diabete ha dato risultati così eclatanti da essere riproposto su tre Regioni - Piemonte Umbria e Puglia - con un finanziamento del ministero della Salute da 355 mila euro. «A oggi si è realizzato un pacchetto standard di formazione a distanza. Nelle tre regioni sarà promossa un’azione di equity audit basata sull’analisi dei determinanti sociali della frequenza di diabete misconosciuto e la non aderenza alle terapie. In Piemonte dice Brusa - verificheremo pure l’impatto dell’intervento sulle disuguaglianze e sulla spesa in termini di riduzione dei ricoveri impropri e degli accessi al Ps. In Puglia il progetto è stato accolto con favore dai medici e dai direttori generali delle Asl coinvolte; a breve partirà l’esperienza umbra». Intanto, l’accordo sulla Dpc appena firmato, in Piemonte avvia un progetto di presa in carico della cronicità nei pazienti fragili politrattati «dove si prevede l’erogazione di servizi, anche a domicilio, monitorando l’aderenza in particolari ambiti terapeutici e facendo prevenzione».

Remunerazione

Torniamo infine ai dati del progetto Fofi sul monitoraggio delle cefalee, che hanno interesse “politico” oltre che clinico: si mira a intercettare il paziente misconosciuto al momento della richiesta di un medicinale di automedicazione e a coinvolgere attivamente il farmacista di comunità. L’utilizzo del test Id migraine ha messo in luce che un 30 per cento dei pazienti non ha il medico come interlocutore e quindi non ha una terapia “validata” da seguire, e spesso è comunque il farmacista il primo, a volte unico, riferimento per portare un soggetto emicranico a avere un’adeguata diagnosi, indirizzandolo a uno specialista e quindi

Da Ddl Lorenzin che arruola i sanitari in farmacia ricadute su responsabilità professionale

Certo, il farmacista non s’ingerirà di compiti del medico monitorando l’aderenza alle terapie, nulla è più lontano da lui dell’abusivismo della professione medica. Ma lo stesso non può dirsi per le prestazioni dell’infermiere chiamato a sorvegliare la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche dal decreto del 2010, per non parlare del fisioterapista e di tutte le altre professioni sanitarie chiamate in causa come attori della farmacia dei servizi dal nuovo disegno di legge Lorenzin. In questi casi il farmacista può essere responsabile di una situazione di abusivismo medico? «Se l’infermiere pratica un see and treat in farmacia le cose cambiano», ammette l’avvocato Quintino Lombardo. «Potrebbe teoricamente configurarsi la responsabilità del farmacista rispetto alla prestazione svolta dall’infermiere o da altro professionista sanitario. In linea generale ognuno risponde per quello che fa, ma il titolare della farmacia potrebbe essere chiamato a rispondere, almeno per la responsabilità civile, in funzione di com’è organizzata la sua azienda. A seconda se il servizio è erogato autonomamente dal professionista sanitario che collabora con la farmacia o se è erogato dalla farmacia anche solo mettendo a disposizione spazi, e avviene un danno, risponde il titolare. La questione va studiata con attenzione in relazione al modello organizzativo e al rapporto con i professionisti che potranno operare in farmacia. In astratto, il rischio di rispondere dell’operato di altri professionisti che lavorano in farmacia è possibile». a una corretta terapia. Accertato il raggiungimento degli obiettivi di prevenzione e aderenza, c’è però un endpoint ulteriore: riformulare la remunerazione del farmacista sulla base dei risultati ottenuti, nel rispetto del nuovo corpus legislativo sulla farmacia dei servizi. Solo conoscendo gli esiti si può stabilire in primis se la farmacia italiana sia utile nel gestire prevenzione e aderenza e quindi una remunerazione adeguata per il servizio professionale erogato, o un valore per un questionario di prevenzione o aderenza, magari differenziando per tipo di farmacia. In sintesi, è la ricerca epidemiologica a rispondere a un coordinatore Sisac perplesso, che ipotizza che persino la ricetta elettronica, offrendo la possibilità di ritrovare la prescrizione lontano da casa, possa ostacolare la fidelizzazione del paziente e in prospettiva i nuovi 11 | settembre 2016 |

servizi. Per l’avvocato Lombardo anche l’ultimo dubbio di Sisac è da fugare. «Fornire in tempo reale la dispensazione di un farmaco che si legge sul videoterminale - spiega l’avvocato - può essere visto come un vantaggio dall’utente di lunga data, un motivo per cui non abbandonare più quella farmacia. E lo stesso farmacista dai processi informatizzati può guadagnare tempo prezioso per parlare con il paziente. In un Paese come il nostro con il rapporto cittadinifarmacie più basso d’Europa, e pur in situazioni spesso di difficoltà economica, le farmacie hanno sostenuto sforzi imponenti per adeguarsi all’informatizzazione, anche perché hanno creduto nell’obiettivo di sburocratizzare l’attività e aumentare il tempo da dedicare alla prestazione professionale in favore del paziente».


INTERVISTA

Un impegno di GIUSEPPE TANDOI

rinnovato

S

ono uno dei più fedeli acquirenti del Calendario della salute visto che è presente nella mia farmacia da molti anni e i miei clienti lo richiedono regolarmente. È un “classico” che riesce a conciliare tradizione, qualità e professionalità trattando sempre argomenti di strettissima attualità. I clienti della farmacia non chiedono un calendario ma il Calendario della salute. Anche questo ha la sua importanza nella visione complessiva di una farmacia che sia punto di riferimento per la salute dei cittadini». Quella di Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo e vice presidente di Utifar, è una lunga esperienza dietro il banco della farmacia e la consuetudine quotidiana con i clienti lo ha reso consapevole che uno strumento come quello del Calendario della salute può essere di grande aiuto in termini di educazione sanitaria sul territorio. 12 | settembre 2016 |


INTERVISTA

Chiacchierata a 360 gradi con Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo. Dal Calendario della salute, giunto alla trentunesima edizione, alle prossime sfide che attendono la professione Quest’anno il Calendario è dedicato a esami clinici e test diagnostici nel corso della vita. Quale ruolo può svolgere il farmacista in questo ambito? La farmacia può svolgere un ruolo fondamentale anche in questo campo: prevenzione, screening, in un’ottica di servizio verso i cittadini, possono produrre grandi risparmi per il Ssn. La Legge 69/09 ce ne dà la possibilità, ma resta da risolvere la questione del gap che permane tra l’offerta di servizi e la giusta remunerazione che deve essere corrisposta alla farmacia per tali prestazioni. E qui la strada mi auguro non sia troppo lunga. Siamo ancora in attesa del rinnovo della Convenzione, che è l’ambito nel quale affrontare tali argomenti. L’auspicio è che in quella sede le istituzioni comprendano che la farmacia dei servizi comporta, in prospettiva, grandi risparmi per l’Ssn. Il nostro compito, il compito di Federfarma, è quello di fornire i dati utili a dimostrare questi risparmi e, nell’ottica complessiva del rinnovo della Convenzione, puntare a una remunerazione sul farmaco fortemente legata alla prestazione professionale che la farmacia può garantire attraverso l’attività di pharmaceutical care che il farmacista può svolgere. Quello che è certo è che si deve conferire alla farmacia il giusto riconoscimento non solo di ruolo ma anche economico,

se si vuole davvero che continui a essere un elemento portante dell’assistenza sanitaria sul territorio. Il rinnovo della Convenzione è fermo da anni; si era parlato di un possibile aggancio a quello dei Medici di medicina generale, ma a quanto pare i due rinnovi viaggiano a velocità diverse. Ribadisco: nel 2012 con la mancata approvazione della nuova remunerazione, abbiamo perso una grande occasione per valorizzare l’atto professionale del farmacista e dare alla farmacia una maggiore sostenibilità. Urge mettere mano a nuove forme di remunerazione, oggi più che mai necessarie, soprattutto per le numerosissime farmacie che vivono solo di farmaco Ssn, non per pigrizia mentale del titolare ma perché situate in zone nelle quali il potere d’acquisto della gente è veramente basso. Passiamo all’attualità: il Ddl Concorrenza è andato in vacanza con la discussione sul tetto alla proprietà fissato al 20 per cento su base regionale. Cosa ne pensa? La posizione del Consiglio di Federfarma Palermo è chiara da più di un anno e mezzo. In varie occasioni e in tempi non sospetti abbiamo ribadito la nostra posizione: siamo contrari, almeno in questi termini, a questa innovazione, che limita, per il farmacista, la possibilità di essere protago13 | settembre 2016 |

Un classico in farmacia Il Calendario della salute festeggia il suo trentunesimo compleanno. Concepito e realizzato per la prima volta in Italia nel 1986, anno dopo anno ha affrontato argomenti monotematici riguardanti la salute e si è avvalso del supporto scientifico di specialisti ed Istituti di elevato prestigio, riscuotendo sempre notevole successo. Anche per il 2017 il Calendario presenterà un argomento interessante e coinvolgente: “Esami clinici e test diagnostici nel corso della vita: Consigli in Farmacia”. I testi sono curati da Augusto Panà, docente di Igiene presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Tor Vergata di Roma. Le illustrazioni si devono, come di consueto, alla spiritosa penna di Monica Maaten che collabora con il Calendario da oltre vent’anni. I cittadini potranno trovare il Calendario a fine anno, gratuitamente, presso le numerose farmacie che aderiscono a questa campagna di educazione e informazione sanitaria. L’iniziativa, come tutti gli anni, si avvale del patrocinio di Fofi, Federfarma, Assofarm, Utifar, Fenagifar e Federfarma Servizi.


INTERVISTA

nista della sua professione.

In Italia le farmacie sono in crisi, e in Sicilia ancora di più; i contenuti del Ddl Concorrenza non miglioreranno certo la situazione

E il paletto del 20 per cento? Lo considero quasi una presa in giro, spacciata per una concessione a tutela della farmacia italiana, che in realtà offende l’intelligenza di una categoria che, per il ruolo che svolge nel Servizio sanitario nazionale, merita maggiore rispetto. Entriamo nel merito. Le esperienze di altri Paesi comunitari testimoniano che al capitale la quota del 20 per cento è più che sufficiente per ottenere una posizione di monopolio sul mercato. Tanto valeva non mettere alcun paletto. In Italia le farmacie sono in difficoltà e in Sicilia ancora di più; i contenuti del Ddl non miglioreranno la situazione. A priori bisogna però fare una considerazione. Quale? Le farmacie non sono tutte uguali: esistono enormi differenze sociali ed economiche, tra una a Palermo e una a Milano, oppure tra una cittadina e una rurale. I provvedimenti legislativi degli ultimi quindici anni, a partire dalla Legge 405/2001, hanno dato luogo a un progressivo “smontaggio” del sistema farmacia e la cosa ha avuto ripercussioni soprattutto al sud, dove il reddito medio è inferiore e i cittadini spendono pochi euro in farmacia, ricorrendo sempre al Ssn. In questo contesto dare la possibilità a soggetti terzi di entrare a “gamba tesa” nella proprietà delle farmacie non è una grande idea.

In che senso? In questo modo si consente l’ingresso nel settore - in Sicilia come nel resto d’Italia - a capitali di provenienza illecita. Il rischio che si ricicli nella farmacia denaro sporco esiste eccome. Un rischio che abbiamo già fatto presente, per iscritto, al Procuratore generale di Palermo e del quale è a conoscenza anche la Procura nazionale antimafia. Organizzazioni criminali a parte… Se il Ddl passerà così come oggi è strutturato, potranno entrare nella proprietà, con una quota di maggioranza o per intero, anche operatori che non conoscono affatto il sistema e hanno a cuore non tanto la salute dei cittadini quanto il profitto: gruppi assicurativi, bancari eccetera. È inaccettabile, prima di ogni altra cosa, che il “bene farmaco” sia oggetto di concorrenza. Io, come presidente di Federfarma Palermo, rappresento 329 titolari di farmacia che sostengono la logica di una farmacia che vuole provare a rimanere indipendente. Nel Ddl Concorrenza non è stata prevista alcuna misura a tutela del sistema farmacia che si è venuto a formare negli ultimi decenni. Cosa ne pensa del concorsone voluto dal governo Monti? Da un lato è vero che si aprono nuove sedi e quindi si danno ai cittadini mag14 | settembre 2016 |

giori opportunità di accesso al farmaco. Sul versante dell’occupazione assistiamo invece a un’altra presa in giro: un concorso solo per titoli non può favorire le giovani generazioni di farmacisti, come era negli obiettivi del concorso nella sua formulazione. A vincere legittimamente le sedi sono le associazioni tra farmacisti, delle quali fanno parte, a volte, anche docenti universitari. E intanto, mentre si aprono nuove sedi, alcuni titolari sono costretti a licenziare, a fronte dell’attuale crisi economica. In parole povere: l’offerta del servizio farmaceutico si amplia ma il sistema nel suo complesso ne risente. Per fronteggiare l’eventuale assalto dei gruppi multinazionali alla proprietà delle farmacie ritiene che quello dei network, o catene, sia uno strumento idoneo? Direi che è l’unico strumento che hanno i titolari che vogliano rimanere indipendenti. Intendiamoci, non è impresa facile. Il tempo delle analisi è finito: occorre che tutti gli attori del sistema - titolari e distribuzione in primis - cooperino per difendere la categoria dall’offensiva di chi vuole che non sia più indipendente. Un processo che sarebbe dovuto


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INTERVISTA

Sgombriamo il campo dai dubbi: qui non si tratta di beghe interne ma di questioni serie che riguardano l’avvenire della categoria. Quanto al caso Petrosillo-software house si è persa una buona occasione da parte di Federfarma nazionale per rafforzare quel concetto di trasparenza operativa su temi cruciali per il nostro futuro come quelli relativi alla creazione di piattaforme informatiche. Personalmente sono rimasto allibito da un certo modus operandi dei vertici sindacali.

partire già da molto, ma siamo ancora in tempo. Cosa si può fare? Al di là delle diverse forme di aggregazione, tutto passa da un rinnovamento culturale. È nel Dna della nostra professione uno spiccato individualismo che ci ha sempre frenato. Bisogna comprendere che il tempo dell’individualismo ė finito. Bisogna concretamente pensare alla creazione di reti a diverso livello, con sovrastrutture regionali e nazionali che devono aggregare le farmacie per produrre economie di scala. E in questo Federfarma deve avere un ruolo guida senza dimenticare mai che nella farmacia del futuro etica e professionalità sono le due parole d’ordine che ci devono guidare. Estate burrascosa per Federfarma: il caso software, le dimissioni di Petrosillo da Promofarma e Federfarma Lombardia. Come mai tante frizioni in ambito sindacale?

Il responsabile sanità del Pd Gelli ha dichiarato che, in prospettiva, si potrebbe ipotizzare «l’individuazione di un tetto per l’assistenza farmaceutica convenzionata (prezzo non stabilito da gare regionali) e un tetto per l’assistenza farmaceutica non convenzionata i cui prodotti sono acquistati dalle Regioni attraverso procedure pubbliche di acquisto». Un’uscita estemporanea? Niente affatto, ci si può lavorare sopra. L’idea di base è giusta: non distinguere più la spesa farmaceutica in base ai canali di distribuzione, territoriale e ospedaliero, ma in base ai meccanismi di acquisto dei farmaci. L’obiettivo, nell’immediato futuro, è quello di portare quanto più possibile i farmaci nel canale farmacia, che si conferma quello che comporta i maggiori risparmi per il Servizio sanitario nazionale. Non si tratta di spendere meno ma di spendere meglio, allocare meglio le risorse che saranno messe a disposizione della sanità pubblica. Senza dimenticare che negli anni a venire un ruolo sempre più importante lo rivestiranno le assicurazioni, magari 16 | settembre 2016 |

si ritornerà a un sistema simil-mutualistico come quello di tanti anni fa. Questioni da studiare con attenzione. Errori strategici del sindacato? Legarsi esclusivamente a una certa area politica è, a mio sommesso avviso, controproducente. Sbagliato invitar e a l l ’ a s s e mb l e a p u b b l i c a d i Federfarma del maggio scorso solo esponenti della maggioranza. E se il vento dovesse cambiare come la mettiamo? Credo che il sindacato debba aprire un confronto politico con tutte le forze dell’arco parlamentare. Dal confronto e dalla conoscenza del valore sociale della farmacia, e non solo, non può che nascere qualcosa di buono. Nella tragica circostanza del recente terremoto la categoria è stata ancora una volta in prima linea nell’offrire un contributo di solidarietà. Pensa che l’attuale sistema farmacia, capillare ed efficace anche nelle emergenze, corra il rischio di ridimensionarsi a causa di provvedimenti legislativi errati? I farmacisti hanno un grande cuore e lo dimostrano nel quotidiano dietro il banco della loro farmacia, non solo negli eventi eccezionali. Il rammarico è quello che, anche in occasione di questo terribile evento, abbiamo perso un’altra occasione per dimostrare maggiore unità all’interno della categoria. Abbiamo assistito a una serie di lodevoli iniziative di raccolta e di intervento immediato che se, coordinate sotto un’unica regia, avrebbero dato un senso più forte e concreto della presenza dell’istituzione farmacia. Per il resto non sono pessimista, la capillarità del sistema non è a rischio. La farmacia c’è e continuerà a esserci. Sempre.


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ATTUALITÀ

Farmacisti di ANTONIO ASTUTI, farmacista

negli Stati Uniti

N

on più tardi di tre mesi fa, sono stati pubblicati su una rivista di settore on line i dati riguardanti la remunerazione dei farmacisti nel mondo. Al primo posto, con uno stipendio superiore ai 100.000 dollari, si sono classificati gli Stati Uniti. La cifra ha destato scalpore, considerato che, praticamente in contemporanea, nel nostro Paese è in atto un durissimo braccio di ferro fra Federfarma e sindacati di categoria sul rinnovo del contratto. Detto che considerando il perdurare dello stato di crisi generale, che in questo 2016 praticamente privo di patologia sta investendo anche il comparto farmaceutico, non è il momento propriamente più adatto per perorare la causa degli aumenti salariali, abbiamo avuto l’occasione di approfondire la tematica grazie a un viaggio negli Usa, dove, oltre a visitare diverse farmacie, siamo riusciti a incontrare una coppia di farmacisti libanesi che lavorano entrambi in un punto vendita della Cvs, la seconda catena per importanza della nazione nordamericana. La prima, risalente addirittura all’inizio del secolo scorso, è la Wallgreens, con 8.300 rivendite anche grazie all’acquisizione da parte del gruppo Boots Alliance, capitanato dalla coppia tutta italiana Pessina-Barra. L’impostazione dell’assistenza farmaceutica negli States è profondamente diversa non solo da quella italiana, ma europea in generale.

Non esiste una pianificazione territoriale in relazione al numero degli abitanti: la possibilità di aprire le farmacie è esclusivamente legata alle zone cosiddette commerciali, uniche aree abilitate, per così dire, a ospitare i negozi e le varie attività imprenditoriali, motivo per cui i quartieri residenziali sono completamente sprovvisti di servizi e non si può certo parlare di capillarità nella dislocazione delle farmacie. Attualmente, negli Usa ce ne sono circa 60.000, di cui due terzi appartengono a catene mentre le indipendenti sono nemmeno 20.000. La nostra amica Nadine Srour Hadi è una libanese di 35 anni che ha deciso, insieme al marito, di provare a lavorare in America, nella zona di Daytona Beach (Florida), dove la richiesta di farmacisti era fino a poco tempo fa molto elevata: «Siamo in due, con altrettanti figli piccoli, e siamo stati assunti dalla Cvs in momenti diversi, visto che mio marito ha ottenuto la Green card molto prima di me e, infatti, lui è qui da più di 10 anni, mentre io sono riuscita a regolarizzare la mia posizione dopo di lui». Come è impostata la vostra vita? Siamo impiegati in due farmacie diverse, per cui tentiamo di conciliare i nostri orari in modo di poterci alternare alla cura dei nostri piccoli. Ciò comporta che, in pratica, non ci vediamo mai se non poche ore al giorno e la domeni18 | settembre 2016 |

ca, quando non lavoriamo poiché nei nostri store l’angolo dedicato ai farmaci nei festivi è sempre chiuso. Al turno, di solito, provvedono le farmacie private, che hanno interesse a sfruttare i pochi spazi lasciati liberi dai gruppi. L’orario prevede 40 ore alla settimana, con un giorno che può arrivare a coprire l’intera apertura della farmacia, 12 ore cioè, per poi diminuire gradualmente fino ad avere un giorno intero libero. Oltre ai festivi, potete contare anche su periodi di ferie, naturalmente… Non è così scontato. Per chi lavora da meno di dieci anni, le ferie sono limitate a una settimana all’anno ed è il mio caso. Mio marito invece, che è qui da molto prima di me, ne ha il doppio. Questa estate abbiamo deciso di trascorrere due settimane a Beirut, per vivere in famiglia la fine del Ramadan con la grande festa di fine digiuno


ATTUALITÀ

Intervista a una collega dipendente di una delle più importanti catene di farmacie degli Usa ne dei conti, capisco anche la scelta di una mia carissima amica che ha deciso di vivere e lavorare in farmacia in Italia, dove sicuramente guadagna meno ma in virtù del welfare, ha accesso a una serie di servizi e facilitazioni inimmaginabili negli Stati Uniti dove, peraltro, i ritmi sono ai limiti dell’insostenibile, se si pensa che io sono fortunata a lavorare a 40 chilometri da casa, quindi per noi molto vicino…. dell’Al-Fitr a luglio, e io ho chiesto una deroga speciale ai miei superiori ottenendo il permesso di stare fuori sette giorni in più rispetto al contratto, ovviamente senza retribuzione…. Beh, però a fronte di alcuni “sacrifici”, lo stipendio è buono. Indubbiamente, e non a caso possiamo permetterci il lusso di avere una bella casa anche se poi il sistema dei consumi negli Usa è tale da rendere quasi necessario spendere tutto ciò che si guadagna per mantenere un tenore di vita sufficientemente buono. Va detto comunque che dal nostro stipendio vanno decurtate le tasse (mediamente una quota compresa fra il 30 e il 35 per cento, più bassa in Florida dove vige un regime fiscale speciale, ndr) e, soprattutto, le spese per l’assicurazione sanitaria, che, per avere un’adeguata copertura, si aggirano intorno ai 1.2001.500 dollari al mese. Insomma, alla fi-

A proposito di assicurazioni sanitarie, senza non si può vivere. Se si vuole poter contare sulla conservazione della salute, decisamente no. Facendo solo riferimento al nostro settore, le medicine qui costano un’enormità, per esempio centinaia di dollari per una scatola di Crestor (ecco il perché dei tanti problemi italiani legati all’esportazione, ndr) e gli stessi farmaci equivalenti classificati come etici hanno prezzi al pubblico molto alti. Se non si possiede un’assicurazione adeguata si resta tagliati fuori. Un elemento da sottolineare è che nonostante la parte dedicata alla farmacia vera e propria di solito, nei grandi esercizi, non occupi uno spazio superiore al 5 per cento del totale, a essa è pertinente più o meno il 70 per cento del fatturato mentre alla restante area commerciale, dove si trova di tutto, compresa la possibilità di fare le foto per il passaporto, resta il 30 per cento. 19 | settembre 2016 |

Quindi si deduce che il farmacista ha una grande responsabilità, concernente pure la redditività dell’azienda… È così. Ed è davvero strano pensare che in realtà è presente solo un professionista alla volta, coadiuvato da uno o più pharmacist techniciant, ruolo cui si accede con un biennio di studi da aggiornare continuamente. Poi può anche accadere, come è successo a noi, che il farmacista si senta male improvvisamente e non possa però lasciare il posto di lavoro, pena licenziamento, se non è in grado di sopperire in qualche modo alla sua assenza: ho dovuto sostituire su due piedi mio marito, vittima di un attacco di ipertensione, e per fortuna ho potuto farlo perché era il mio giorno libero. Se no, non so come sarebbe andata a finire. Insomma, da questo interessante dialogo con Nadine appare chiaro che, malgrado lo stipendio, per i farmacisti negli Usa non siano tutte rose e fiori e che il nostro modello, seppur con tutti i tanti correttivi che sarebbe il caso di apportare, sia ancora in grado di rendere più che accettabile il rapporto fra il livello della qualità della vita professionale e quello della vita privata. Anche se, dopotutto, un’esperienza negli Usa… perché no?


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MARKETING

di BASSANO GUALTERI, direttore sviluppo commerciale di Pierre Fabre Italia

L’assortimento

per creare up selling

L

a farmacia italiana ha da sempre un approccio prudente alle marche di igiene del cuoio capelluto e di trattamento cosmetico del capello definite di prestigio o di alta gamma. Il fattore prezzo ha generato una certa diffidenza nei titolari di farmacia che, per una buona parte nel nostro Paese, si sono esentati dal proporre nel loro assortimento un’offerta di alta fascia con un posizionamento apparentemente accessibile a pochi. Altri canali ne hanno certamente approfittato a tal punto che oggi, nell’immaginario collettivo, l’alta cosmesi nel trattamento cosmetico del capello sembrerebbe di proprietà esclusiva della profumeria o dei saloni di coiffeur. Le tendenze di mercato e gli analisti ci danno indicazioni utilissime per riqualificare l’attenzione dei farmacisti verso le marche premium che strizzano volentieri l’occhio all’area del lusso accessibile. Un insieme di indicatori ci incoraggeranno a valutare con estrema attenzione il mercato mondiale del cosmetico di lusso che cresce più del mercato di riferimento: 5,2 per cento verso 3,6 per cento (fonte Emst & Young “The luxury and cosmetics financial faclbook”). Peraltro il mercato mondiale del lusso in senso lato (autovetture, hotel, arte ecc…) ha mantenuto trend positivi nell’ultimo decennio e il prestigioso Osservatorio Altagamma di Bain and

Company nel suo rapporto 2015 con- trice contribuiscono alla solidità e alla ferma un mercato in crescita del +5 spinta nel canale. per cento. Per onestà di cronaca l’onda del mer- Cosmetica di prestigio cato cosmetico, analizzato dal Sole 24 Quale nesso si osserva tra la cosmetica ore in un rapporto dell’ottobre scorso, di prestigio e il canale farmacia? cresce costantemente anche a livello In altre parole: quale opportunità gemondiale dal 2005 al 2015, attraver- nera un comparto cosmetico alto di sando indenne la fastidiosa crisi che gamma? oggi sembra essere alle nostre spalle. Qui introduciamo un elemento di estreNel nostro bel Paese gli indicatori sono mo valore gestionale e comportamentaaltrettanto positivi: il primo assist ce lo le: la crescita del comparto bellezza è serve l’Istat che proietta nel prossimo spinto da due fattori quali l’assortimenbiennio alcuni indici come Pil, Consumi to di prestigio e i collaboratori in up e Investimenti, tutti con un attraente selling (up selling: quando si offre al segno positivo. cliente un prodotto di maggior valore). La seconda alzata di palla arriva Il primo fattore è la base per il secondo. dall’autorevole fonte Unipro che nel suo I marchi alti di gamma diventano inrapporto 2007-2014 “Cura del viso”, fatti l’espressione dell’up selling in farevidenzia un trend in crescita macia, la vera motrice di un e una solidità di dati a atteggiamento declinato in valore veramente inuna tecnica di vendita coraggiante. che mira a offrire alla Il down selling Unipro mette inolconsumatrice qualcosa è un noto virus tre in evidenza di maggior valore ridannosissimo come la farmacia spetto alla sua scelta per il benessere cresca a discapito di acquisto iniziale. di qualsiasi della profumeria. Parliamo di uno stile attività In questi sette di vendita noto in anni il -8 per cento tutti i circuiti comcommerciale registrato a valore merciali ma che non apdalla profumeria ha partiene ancora alla lanciato la crescita della cultura stabile e continuativa farmacia con un +32 per cendella farmacia, anche se si osservato. Il ruolo consulenziale del farmacista no all’interno del canale alcuni punti e la sua forte credibilità sulla consuma- vendita che hanno già nell’up selling e 22 | settembre 2016 |


MARKETING

Quali opportunità genera un comparto cosmetico alto di gamma? nell’offerta di lusso un elemento riconoscibile e quindi un tratto distintivo del loro posizionamento.

La sindrome del down selling

Questo comportamento di vendita è l’opposto del down selling, noto virus dannosissimo per il benessere di qualsiasi attività commerciale, inclusa la farmacia. Il down selling infetta il team di un punto vendita e si manifesta con una modalità assai diffusa di approccio alla vendita con il portafoglio del cliente e quindi con l’offerta più economica disponibile in assortimento. L’effetto del down selling, spesso ignorato dal titolare della farmacia che non si accorge di questa flessione di offerta a valore all’interno della sua farmacia, porta a gravi perdite di margine. La sindrome del down selling ha riflessi su due fronti: spinge i collaboratori verso un vortice perpetuo di sola proposta a basso costo e addestra il consumatore ad associare il punto vendita sempre e solo ad acquisti economici, di miglior prezzo, allontanandolo da tutto ciò che sarà di alta gamma o di trattamenti completi. Comprendere questi fenomeni e indirizzare l’atteggiamento e l’azione concreta dei farmacisti e responsabili di reparto verso l’up selling, attraverso marchi e trattamenti di alta gamma, sarà indispensabile anche per il benessere finanziario dell’impresa farmacia.

Vanno quindi accuratamente tenuti lontani gli alibi sulla stima del potere di acquisto del bacino di utenza e del proprio parco clienti. È stato più volte dimostrato che ritenere il bacino di utenza impossibilitato all’acquisto di marchi di prestigio con referenze di alto prezzo sia un errore in grado di facilitare soprattutto la concorrenza locale, spesso fatta di altri circuiti commerciali. Se pensate infine che la fragilità e l’insicurezza indotta dal down selling si annidi solo nel processo di rivendita, siete proprio ottimisti. La filiera negativa e il processo di involuzione colpisce anche il buyer della farmacia che a sua volta contrae in fase di acquisto e quindi di riassortimento la sua visione propositiva del business. Ecco dunque che il vortice negativo del processo commerciale del trade risulta totalmente infettato dalla sindrome della contrazione di offerta al 23 | settembre 2016 |

consumatore, che potrà inevitabilmente apprezzare nel punto vendita solo ed esclusivamente prodotti di basso prezzo e di scarso valore aggiunto. Sembrerebbe un finale di film tutt’altro che divertente se non ci fosse una considerazione conclusiva in grado di riportare visione e certezza nel nostro futuro. Un’offerta assortimentale equilibrata che possa presidiare anche la fascia prestige garantisce anche in farmacia attrattività verso quella clientela che desidera maggiore valore dai prodotti e assicura la fidelizzazione di chi viene attratto da altri circuiti selettivi. La cosmetica di lusso o premium, che qualcuno magistralmente chiama di eccezione, qualifica la farmacia e permette ai collaboratori del titolare di esprimersi verso l’up selling e contribuire così a creare margine indispensabile alla propria impresa. E così sia.


RETAIL

Nuove tendenze di STEFANIA CIFANI

Le vendite al dettaglio, una galassia tutta da scoprire

L’

Italia conta circa un milione e mezzo di aziende retail. Gli scenari attuali e le tendenze per il futuro sono state oggetto del convegno “Il futuro del retail tra crisi e progetti di espansione”, tenutosi a Milano nell’ambito del progetto “Retail Now”. Osservando il fatturato globale per segmenti, risulta che il 67 per cento proviene dal settore dei beni di largo consumo, il 10 per cento da abbigliamento e accessori, il 16 per cento da quello dei beni durevoli e tempo libero. A livello globale nella classifica delle prime dieci retailer compaiono marchi americani della Gdo, insieme a insegne tedesche, francesi e del Regno Unito. «Se nel Nord America si produce il 45 per cento del fatturato mondiale», afferma Dario Righetti, partner Deloitte, commentando l’analisi Global Powers of Retailing del 2016, «l’Europa, nonostante la crisi, pesa per il 39 per cento, con un aumento della spesa media del consumatore. Una lieve ripresa imputabile alla politica monetaria della Bce e al basso prezzo del petrolio; certo restano da valutare le conseguenze della Brexit». Anche a livello nazionale sono le insegne della Gdo a occupare i primi posti della classifica dei top retailer: Coop Italia, sessantaseiesima nel ranking mondiale, seguita da Conad ed Esselunga.

Consumatore e luogo di acquisto

Tecnologia dell’informazione e mutamenti nelle abitudini di vita rendono il consumatore sempre più “connesso e digitale”: 38 milioni di italiani utilizzano il web, sul quale trascorrono diverse ore al giorno. Ma il consumatore di oggi è anche più attento, informato, orientato all’uso dei social media (che assorbono mediamente oltre due ore al giorno del suo tempo) e alla multicanalità, passando indifferentemente dagli acquisti off line a quelli su canali non tradizionali. In uno scenario variegato e competitivo, inoltre, il consumatore non è fedele a un solo rivenditore ma guidato dalla ricerca del prezzo migliore, soprattutto nell’ambito dell’e-commerce, o di un servizio di valore e qualità elevata offerto da personale altamente qualificato. «Se oggi circa il 40 per cento dei consumatori è orientato a usare indifferentemente canali tradizionali e on line, tra qualche anno la metà degli acquisti avverrà su canali di vendita non tradizionali», dice Massimo Costa, segretario generale di Assomoda e Assotemporary. «A tal proposito in futuro ci si attende una integrazione tra lo spazio fisico e lo spazio virtuale: esisterà sempre più un unico spazio di vendita dove convivono il virtuale e il fisico, per cui il processo d’acquisto non sarà più sequenziale, ma frutto dell’intera24 | settembre 2016 |

zione fra canali e punti di contatto diversi. Anche per l’on line è indispensabile integrarsi sempre più con il mondo della strada: per esempio, l’insegna di e-commerce Zalando aprirà un punto vendita fisico. D’altra parte se il retail fisico non si evolve in sinergia con l’on line il rischio è che diventi “showroom permanente”».

Modalità differenti

La scelta del consumatore appare comunque sempre più condizionata dall’emotività, piuttosto che dalla ra-


RETAIL

Oggi la scelta del consumatore sembra sempre più condizionata dall’emotività piuttosto che dalla razionalità

zionalità. «Per questo occorre investire sulla sensorialità», continua Costa. «Nel luogo fisico di acquisto sempre più spesso saranno impiegati i cosiddetti fattori emozionali come musica e profumi, che si sono dimostrati in grado di aumentare la permanenza del consumatore nel punto vendita. Hollister e Abercrombie & Fitch sono esempi eclatanti di insegne in grado di coinvolgere i sensi e regalare al cliente un’esperienza di shopping unica». In quest’ottica, anche il temporary shop, punto vendita temporaneo, in quanto

strumento di marketing non convenzionale che gioca sui fattori sorpresa, intrattenimento ed esperienza, sarà sempre più utilizzato dalle aziende non solo nel campo di moda e design, ma in ogni settore merceologico. Un discorso a sé merita il franchising, che in Italia genera un giro d’affari che supera i 23 miliardi di euro e occupa oltre 180.000 addetti, in oltre 50.000 punti vendita. Un settore giovane e al femminile: l’85 per cento degli operatori ha meno di 45 anni e nel 40 per cento dei casi si tratta di una donna, anche in 25 | settembre 2016 |

ambiti in apparenza tipicamente maschili. «Questa formula offre un generale minor rischio d’impresa, per cui il tasso di chiusure è statisticamente inferiore. Inoltre i negozi in franchising presentano in genere una maggiore redditività del punto vendita», conclude Italo Bussoli, presidente e segretario generale Assofranchising. «Oltre al supporto da parte del franchisor, il franchisee può contare sulla promozione del punto vendita a livello locale e del brand a livello nazionale, con una elevata riconoscibilità del marchio».


SOCIAL

Un aiuto ai colleghi

delle zone colpite dal terremoto

Farma & Friends è un’importante iniziativa di solidarietà e di affermazione dell’etica dei farmacisti,

promossa da Edra spa e Federfarma Roma. Purtroppo abbiamo dovuto riaprire anticipatamente il conto corrente di Farma & Friends per il grave sisma che ha colpito l’Italia centrale. Come nostra abitudine, anche questa volta abbiamo preferito concentrare i nostri sforzi su progetti specifici e tangibili. Per questo motivo devolveremo tutti i fondi che riusciremo a raccogliere ai farmacisti di Amatrice, Accumoli e dintorni la cui farmacia è stata distrutta dal terremoto. Siamo infatti convinti che uno degli aiuti più grandi che possiamo dare alla popolazione colpita è ridare loro una farmacia nel più breve tempo possibile.

Fai una donazione libera tramite bonifico bancario sul conto corrente intestato a EDRA SPA utilizzando l’IBAN IT 22 V 03069 09502 100000001613 specificando come causale “donazioni terremoto agosto 2016”. 26 | febbraio 2016 |


SOCIAL

di FRANCESCO FABIETTI (SocialGraph srl)

Occhio al post Guida ai contenuti sponsorizzati in Facebook

N

el precedente intervento su Punto Effe abbiamo fatto una veloce panoramica circa le possibilità di sponsorizzazione dei nostri contenuti in Facebook e sui meccanismi attraverso cui il social network gestisce la diffusione dei contenuti (tradizionali o sponsorizzati) all’interno della piattaforma. In questa occasione ci addentriamo nei dettagli utili a comprendere quali siano i passaggi necessari per l’attivazione di una campagna sponsorizzata. Ci concentreremo prima sulle caratteristiche base di una sponsorizzazione post e poi procederemo andando ad analizzare il funzionamento del pannello di gestione dell’adv in Facebook.

Quando sponsorizzare

I motivi per cui si decide di promuovere un post sulla piattaforma social sono molteplici: vogliamo promuovere un evento o un’iniziativa; vogliamo aumentare il numero di like della nostra pagina e aumentare la sua diffusione; vogliamo che un particolare prodotto o contenuto abbia particolare risalto. In ogni caso le intenzioni vanno definite con attenzione perché queste determinano il tipo di contenuti da sponsorizzare, la durata, il tipo di pubblico da raggiungere e il budget da investire. Il primo compito quindi è quello di fare

mente locale e capire cosa ci aspettiamo dalla sponsorizzazione.

Cosa sponsorizzare

Una volta definito il perché possiamo scegliere con oculatezza cosa promuovere. Sicuramente l’oggetto più allettante sarà quello relativo a una campagna promozionale, un’offerta commerciale o un evento anche se a volte può essere più saggio scegliere di condividere con un’audience accresciuta uno dei contenuti organici della vostra produzione. Possiamo sintetizzare la questione con un piccolo schema. Nel caso stessimo cercando di incrementare la fan base possiamo sponsorizzare un post qualificante le nostre attività o crearne uno ad hoc (come un piccolo banner) che presenti la pagina. In questo caso la soluzione migliore è puntare su un pubblico di non fan, con una demografica che serva ad estendere quella della nostra clientela abituale, degli interessi in linea con i nostri servizi e localizzati nel quartiere (per città più grandi) o nella città (per piccoli centri). In questo caso il budget giornaliero può essere ridotto ma la durata più consistente (anche un mese). Nel caso provassimo a ingaggiare utenti per una promozione o una specifica attività meglio rivolgersi a un pubblico di fan esteso ai loro amici, puntando su una durata meno estesa 27 | settembre 2016 |

(al massimo una settimana), selezionando i valori sociodemografici in base al tipo di offerta (tutte le tipologie per offerte generaliste o centrato per promozioni particolari). Per esempio per un’offerta rivolta alle gestanti solo donne tra i 18 e i 40 anni. In questo caso il budget di giornata può essere più corposo.

Impostazioni di base

Una volta selezionato il tasto “metti in evidenza” che dovreste trovare nella vostra timeline sotto i contenuti che avete creato si aprirà un box in sovraimpressione contenente i settaggi di base della campagna. La prima selezione da fare è sotto l’etichetta pubblico e vi verrà chiesto di effettuare una scelta tra persone a cui piace la pagina: il post verrà inviato a più utenti dell’usuale ma solo tra quelli già fan; persone a cui piace la pagina e i loro amici: come sopra ma apparirà in timeline anche dei loro amici anche se non fan della pagina; persone scelte mediante targetizzazione: vengono esclusi fan e amici e si individua un pubblico di target sulla base di informazioni che andremmo a fornire alla piattaforma. La prima e la seconda opzione ci danno solamente, come filtri secondari, la location del pubblico che vogliamo raggiungere (per nazioni, regioni o cit-


SOCIAL

Qualunque sia il vostro obiettivo assicuratevi che il post sia conciso e comprensibile e che punti direttamente all’oggetto focale

tà) nel caso volessimo selezionare solo una particolare zona di provenienza per il nostro pubblico e il budget giornaliero speso. Questi due filtri aggiuntivi determinano il costo per click della campagna. La terza opzione è la più complessa ma la più proficua in fatto di campagne estese e nuove acquisizioni. Possiamo scegliere, ignorando i fan già acquisiti, il pubblico di riferimento in relazione a moltissimi parametri sociodemografici e di interesse. Nel box di opzioni analizzato in questa fase possiamo selezionare: provenienza (anche qui nazione, regione o città); fascia di età; genere; interessi. Questa ultima selezione è la più interessante e ci permette di scegliere il pubblico in base alle sue dichiarazioni di interesse. Nel caso della nostra farmacia potremmo decidere di circoscriverlo usando confini ampi (per esempio “salute” o “medicina”) in relazione a interessi più specifici (“gravidanza” o “mal di testa”) così da avere lettori sintonizzati sui contenuti che andremmo a proporre.

Accorgimenti indispensabili

Sono poche le regole da rispettare a livello formale per ottenere una buona campagna e per fare in modo che Face-

book la approvi senza problemi. Alcune sono appunto delle norme di buon senso circa l’efficacia dell’iniziativa mentre le seconde delle norme imposte dalla piattaforma e (quasi) tutte sono riconducili all’uso delle immagini: qualunque sia il vostro obiettivo assicuratevi che il post sia conciso e comprensibile e che punti direttamente all’oggetto focale; assicuratevi di avere sempre una buona (chiara, efficace e delle giuste dimensioni) immagine di copertina e se il post ne era privo modificatelo prima di iniziare a settare la campagna; assicuratevi che l’immagine non contenga indicazioni di un evento terzo o foto di volantini e simili perché Facebook considera la cosa una violazione delle norme della sponsorizzazione; assicuratevi che l’immagine, se contiene del testo (anche foto di testo), non ne sia ingombrata più del 20 per cento del totale (meglio se ne fosse totalmente priva). Anche questa è considerata una violazione. Lo stesso Facebook fornisce uno strumento per la verifica della percentuale di ingombro testo all’indirizzo www.facebook. com/ads/tools/text_overlay. Seguendo questi brevi accorgimenti sarete sicuramente in grado di passare i test di verifica di Facebook e di non perdere possibili lettori a causa di testi fuorvianti o immagini poco chiare. 28 | febbraio 2016 |

Investimento e misurazione dei risultati

Come già accennato il costo della campagna si basa su tre fattori decisivi: una sommatoria dei fattori sociodemografici e di interesse (che servono a definire qual è la platea potenziale di lettori che possiamo raggiungere); la durata della campagna (per quanto tempo vogliamo che Facebook promuova il post); il budget giornaliero e complessivo che intendiamo spendere. Dato che il costo dell’intera operazione è calcolato sulle volte che il nostro contenuto viene visualizzato e/o cliccato il nostro budget farà da “perimetro di campagna”. Un esempio: definisco un target di 20.000 persone stabilendo un costo per click con un budget massimo di cinque euro al giorno. Se Facebook calcola che ogni click vale 0,20 centesimi posso aspirare al massimo a 25 click al giorno dopo di che nessun altro vedrà la campagna perché il tetto di giornata è esaurito. Lo stesso calcolo viene ripetuto ogni giorno fino alla scadenza del periodo previsto o alla prematura saturazione del budget complessivo stanziato. Su uno dei prossimi numeri ci occuperemo di valutare gli effetti di una campagna, il costo e di capire come ottimizzare le nostre risorse attraverso gli strumenti di analisi del social network.


SOCIAL

29 | febbraio 2016 |


MEDICINA

di SIMONA DALLA COSTA

Le patologie tiroidee

Manifestazioni in età pediatrica e adulta

I

n Italia sono più di sei milioni le persone che soffrono di un problema alla tiroide e oltre il 15 per cento della popolazione anziana presenta disfunzioni a questa ghiandola. «La tiroide», spiega Paolo Vitti, presidente eletto della Società italiana di endocrinologia (Sia), «svolge un ruolo fondamentale nell’arco di tutta la vita, da prima della nascita alla terza età in quanto regola, grazie agli ormoni che produce, importanti processi quali lo sviluppo neuropsichico e l’accrescimento somatico nell’età evolutiva, mentre in tutte le età è fondamentale per la funzione cardiovascolare, il metabolismo basale, lipidico, glucidico e osseo. La causa più frequente della patologia tiroidea è la carenza iodica e garantire un adeguato apporto di iodio nell’alimentazione rappresenta pertanto il più efficace mezzo di prevenzione delle malattie tiroidee». Vitti sottolinea che le malattie della tiroide, sia la malattia nodulare sia

le alterazioni della funzione, sono molto frequenti. I noduli tiroidei sono palpabili nel 5 per cento dei soggetti, ma noduli di piccole dimensioni, rilevabili con l’esame ecografico, sono presenti nel 50-60 per cento della popolazione generale. L’ipotiroidismo, cioè la condizione caratterizzata da una ridotta produzione di ormoni tiroidei, può essere riscontrato in forma lieve in quasi il 10 per cento della popolazione e anch’esso aumenta con l’età. L’ipertiroidismo, ovvero l’eccessiva produzione di ormoni tiroidei, colpisce fino al 2-3 per cento della popolazione generale nella sua forma clinicamente manifesta, ma la prevalenza delle forme più lievi è del 4-6 per cento soprattutto nelle popolazioni più anziane. Mentre la diffusione della patologia nodulare tiroidea può essere ridotta in presenza di un’adeguata profilassi con iodio, per la malattia autoimmune della tiroide la causa è legata a una 30 | settembre 2016 |

predisposizione familiare e quindi non può esserci prevenzione. Sono quindi assolutamente importanti la diagnosi precoce e un trattamento adeguato.

Nei più giovani

«Nei bambini l’ipotiroidismo può essere congenito, cioè causato dalla mancata o incompleta formazione della tiroide durante la vita intrauterina», spiega Mohamad Maghnie, past president della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (Siedp). «Proprio perché la tiroide del nascituro comincia a produrre ormoni solo intorno alla 12° settimana di gravidanza, è molto importante che le future mamme garantiscano un adeguato apporto di iodio per se stesse e per il bambino. Una carenza nutrizionale di questo microelemento può comportare infatti un forte impatto negativo sullo sviluppo neurologico e neurocognitivo del nascituro. In gravidanza è quindi


MEDICINA

In tutte le fasi della vita la causa più frequente di patologia tiroidea è la carenza nutrizionale di iodio

ancor più raccomandato l’uso del sale iodato, potendo ricorrere anche a specifici integratori di iodio». In assenza di un adeguato livello di iodio, la tiroide produce una quantità insufficiente di ormoni tiroidei (ipotiroidismo), di conseguenza si ha un’aumentata secrezione di ormone ipofisario stimolante la tiroide (Tsh) e un gozzo. L’ipotiroidismo può essere congenito, ovvero già presente alla nascita, e acquisito. Nel primo caso la causa è la mancata o incompleta formazione della tiroide durante la vita intrauterina, mentre nel secondo è spesso un processo autoimmune che determina un progressivo malfunzionamento tiroideo. I noduli tiroidei sono rari durante l’età pediatrica, ma possono avere caratteristiche maligne (carcinoma tiroideo) con frequenza maggiore rispetto all’adulto. I tumori tiroidei più frequenti

in età pediatrica sono comunque quelli radioindotti, che si verificano in soggetti sottoposti a terapie radianti che abbiano interessato la regione anteriore del collo, a causa di patologie neoplastiche quali leucemie e linfomi oppure conseguenza di incidenti nucleari con emissione di radiazioni ionizzanti, come è accaduto dopo l’esplosione del reattore nucleare di Chernobyl. «In tutte le fasi della vita la causa più frequente di patologia tiroidea», continua Antonella Olivieri, responsabile scientifico dell’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi in Italia (Osnami), Istituto superiore di sanità, «è la carenza nutrizionale di iodio. Il programma nazionale di prevenzione della carenza iodica è stato attivato nel 2005 con la Legge n. 55, che prevede la vendita obbligatoria di sale iodato in tutti i punti vendita, nonché il suo utilizzo nella ristorazione collettiva e nell’industria alimentare. Anche se questo ha certamente portato un miglioramento dello stato nutrizionale iodico della popolazione negli ultimi dieci anni, i dati dell’Osservatorio Osnami mostrano chiaramente che la percentuale di sale iodato venduto in Italia è ancora ben al di sotto del 90 per cento indicato dall’Oms come ottimale. Per incrementare l’informazione su questo importante tema di salute 31 | settembre 2016 |

pubblica è in corso di formalizzazione un Protocollo di intesa, per il triennio 2016-2019, tra Miur, Istituto superiore di sanità e alcune associazioni e società scientifiche, che prevede un progetto formativo dal nome “Progetto iodoprofilassi per le scuole” rivolto a tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado italiane». Furio Pacini, presidente della European thyroid association (Eta), ricorda che sono passati trent’anni dell’incidente nucleare di Chernobyl, in Ucraina, del 1986. «La principale conseguenza dell’incidente è stato l’impressionante aumento dei casi di carcinoma tiroideo soprattutto nei bambini e negli adolescenti, dovuto all’assunzione di cibo contaminato da iodio radioattivo, che viene assorbito dalla tiroide al posto dello iodio normale e causa lesioni che innescano la formazione tumorale. Inoltre, nei Paesi colpiti dalla tragedia, le popolazioni erano in uno stato di carenza alimentare di iodio che ha comportato un assorbimento dell’elemento radioattivo molto elevato: questo incidente ha insegnato come la profilassi iodica della popolazione non solo è benefica per un normale sviluppo fisico e mentale, ma rappresenta anche un fattore fondamentale nella prevenzione dei danni indotti da radiazioni ionizzanti sulla tiroide».


MEDICINA

Diagnosi e terapia

«Con l’avanzare degli anni le disfunzioni della tiroide aumentano», ricorda Rinaldo Guglielmi, presidente dell’Associazione medici endocrinologi (Ama). «Nella terza età, infatti, la percentuale dei pazienti affetti da disfunzioni della tiroide sfiora il 15 per cento ed è necessaria una diagnosi tempestiva e una rapida correzione farmacologica, poiché tali disfunzioni, proprio nei pazienti più anziani, hanno un’importante influenza sul benessere generale e soprattutto sull’equilibrio cardiovascolare. Inoltre, le comorbilità e le complesse terapie farmacologiche negli anziani possono rendere ancora più complesso e meno tipico il quadro clinico e quindi meno facile la diagnosi. Benché le società scientifiche non abbiano raggiunto una visione univoca sullo screening universale della funzione tiroidea negli anziani, sembra opportuno consigliare il dosaggio del solo Tsh in soggetti che presentano sintomi e rimandare le indagini più approfondite ai casi in cui il Tsh risulti alterato». «I noduli tiroidei», aggiunge Pacini, «sono molto frequenti sopra i cinquant’anni, circa il 95 per cento di questi sono benigni e non necessitano di terapia mentre solo il 5 per cento viene considerato da trattare. Un importante screening ecografico è alla base della scoperta di tanti noduli che un tempo non venivano diagnosticati». «Va sottolineato che gli esami ecografici “a tappeto”», afferma Onelio Geatti, presidente dell’Associazione italiana di medicina nucleare (Aimn), «non devono rappresentare uno strumento di diagnosi indiscriminata di patologia tiroidea vista la bassa percentuale di tumori ma-

ligni nell’ambito della patologia nodulare. Uno screening universale ecografico può creare inutili preoccupazioni e pertanto si raccomanda un utilizzo mirato. L’utilizzo della medicina nucleare nel trattamento di patologie legate alla tiroide consente di rilevare un buon funzionamento o meno da parte della tiroide in esame. La scintigrafia tiroidea, per esempio, è un esame non invasivo di medicina nucleare che si basa sulla somministrazione, per via endovenosa, di un radiofarmaco che viene captato dalla cellule tiroidee, consentendo una mappa della funzionalità per aree. Consente di valutare la funzionalità della tiroide nella sede naturale e in sedi anomale (tiroidi ectopiche)». Un altro aspetto molto importante è il trattamento chirurgico. Luciano Pezzullo, presidente dell’Associazione delle unità endocrinochirurgiche italiane (Club delle Uec), conferma che «la tiroidectomia è un intervento sicuro ed efficace, ma delicato, in quanto la ghiandola da asportare è localizzata accanto a strutture nobili, che controllano importanti funzioni, fondamentalmente rappresentate dalla voce e dall’equilibro del calcio nel sangue e nei tessuti. Ne deriva che l’indicazione alla tiroidectomia deve essere attentamente ponderata». Recenti studi epidemiologici stanno dimostrando che in Italia si eseguono troppi interventi sulla tiroide. Nel 2014 sono state eseguite 37.217 tiroidectomie, per un totale di 127.734 giornate di degenze, con un costo ingente per il Ssn. Nell’ultimo decennio è divenuto sempre più palese che il carcinoma tiroideo, in generale, e in particolare alcune varianti (come quella follicolare) hanno un comportamento clinico peculiare che li differisce dagli altri carcinomi. Infatti quelli tiroidei sono caratterizzati da un’estre32 | settembre 2016 |

ma indolenza, sono tumori che non crescono, sono pigri, praticamente dormienti. In altre parole, non infiltrano i tessuti circostanti, non danno metastasi locali o a distanza. Un tempo anche queste varianti venivano considerate e trattate come veri cancri, quindi con l’asportazione totale della ghiandola tiroidea, la radioiodioterapia e le conseguenze indesiderate delle cure. Le nuove conoscenze derivate dalla clinica e dalle scienze di base hanno determinato un cambiamento nell’atteggiamento chirurgico, che sarà molto meno aggressivo. «Altri progressi fatti in ambito chirurgico», prosegue Pezzullo, «riguardano l’aspetto puramente tecnico della chirurgia tiroidea. Mentre gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati dalla diffusione della chirurgia miniinvasiva e dallo sviluppo di mezzi di sintesi tecnologicamente avanzati (ultrasuoni, radiofrequenza, eccetera) oggi si va diffondendo, anche in Italia, il neuromonitoraggio, in acronimo Ionm (IntraOperativeNeuroMonitoring). La metodica si basa sull’impiego di una tecnologia che consente di identificare e monitorare funzionalmente i nervi laringei in maniera da evidenziare o prevenire i danni neurogeni in chirurgia tiroidea e paratiroidea. In alcuni Paesi europei, per esempio la Germania, la quasi totalità degli interventi in questione vengono eseguiti con l’ausilio di questa tecnologia. In Italia, nel 2014 poco più del 10 per cento delle tiroidectomie sono state eseguite con il monitoraggio, comunque, il trend è in lenta ma progressiva crescita. Il neuromonitoraggio rappresenta un utile ausilio in corso di chirurgia tiroidea: una sorta di airbag preventivo, un tutor che avverte il chirurgo della sofferenza dei nervi coinvolti nella procedura chirurgica».


SOCIAL

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FARMACIA CLINICA

CORRADO GIUA, docente al Master Clinical Pharmacy-Università di Milano e Cagliari e AMBRA PEDRAZZINI, ricercatore Società italiana farmacia clinica (Sifac)

L’onicomicosi Riconoscimento clinico e trattamento in farmacia

L’

onicomicosi è una forma di onicopatia sostenuta da un’infezione fungina causata da diverse tipologie di agenti patogeni quali dermatofiti, lieviti e muffe. Più frequentemente vengono colpite le unghie del piede rispetto a quelle delle mani e questo è riconducibile essenzialmente a due fattori: l’ambiente umido e chiuso del piede che rappresenta un habitat ottimale per la crescita e la proliferazione del micete, e la ridotta circolazione sanguigna al livello del piede, che rende più complicata la debellatio dall’agente infettante. Si stima che questo tipo di patologia affligga circa il 5 per cento della popolazione mondiale, rappresentando il 2040 per cento delle infezioni micotiche cutanee conosciute. Inoltre questo tipo di disturbo colpisce in larga scala gli anziani: il 50 per cento della popolazione nazionale al di sopra dei 70 anni di età denuncia questa problematica. Nonostante si tratti di una patologia più frequentemente presente nella terza età, è stata riscontrata una crescente incidenza anche nella popolazione giovane e nell’ambito femminile. L’incalzante aumento di questo tipo di onicopatia è attribuibile da un lato alla maggiore aspettativa di vita della popolazione ma anche ai moderni stili di vita quali utilizzo di scarpe chiuse, talvolta strette, e inoltre alla pratica di

accorgimenti estetici quali gel per le unghie che spesso pongono le basi per una deformazione morfologica della struttura ungueale, rappresentando un importante fattore di rischio per l’infezione fungina. Il processo infettivo determina un ispessimento e una deformità ungueale accompagnata a una modificazione cromatica. Questo causa dolore e determina la compromissione della riuscita di alcune attività fisiche e lavorative. Non da meno è causa di un disagio estetico fortemente sentito da parte del paziente, che incide sensibilmente sulla qualità della vita e sul suo coinvolgimento psicosociale, portando il soggetto a una spontanea richiesta d’aiuto rivolta al farmacista e al medico. Sebbene possa sembrare un problema squisitamente di natura estetica non bisogna sottovalutare il peso dell’onicomicosi nella salute pubblica, da una parte per la sempre maggiore prevalenza della patologia, e dall’altro per quelle categorie di pazienti in cui l’onicomicosi può essere l’incipit di un quadro patologico ben più grave. Infatti, molti dei pazienti che manifestano questo tipo di onicopatia è rappresentata in particolare da soggetti affetti da diabete mellito, che peraltro sono tra i pazienti più frequentemente intercettati dal farmacista. Inoltre l’onicomicosi rappresenta un disturbo ricorrente tra gli immunodepressi, quali gli affetti da Hiv o Aids 34 | settembre 2016 |

conclamata, pazienti con tumori del sangue, soggetti trapiantati, o individui affetti di patologie su base autoimmunitaria. In definitiva si tratta di soggetti vulnerabili i quali sono sempre in maggiore aumento nel panorama nazionale. Il trattamento e la guarigione dell’onicomicosi è un processo lungo che può risultare anche molto complicato e frustrante per il paziente senza l’ausilio di professionisti sanitari che lo accompagnino in questo percorso. La prima difficoltà risiede nelle tempistiche relative alla diagnosi del problema. Molto spesso infatti il paziente riconosce di essere afflitto dal disturbo solo alcuni mesi dopo l’instaurarsi del processo infettivo. Inoltre, il trattamento farmacologico è spesso lungo. Per tanto è fondamentale in prima battuta una sincera collaborazione tra il farmacista e il paziente e, in secondo luogo, una costante e metodica cura del paziente stesso nei confronti della sua condizione. Non da meno è la difficoltà che il paziente accusa nella scelta di un trattamento farmacologico più adatto al suo disturbo e alle sue abitudini. In questo scenario si comprende quanto sia rilevante e fondamentale la figura del


FARMACIA CLINICA

È compito del farmacista identificarsi come ambasciatore del benessere attraverso l’esposizione chiara e concreta di consigli pratici per scongiurare l’insorgenza di onicomicosi

farmacista come veicolo verso la guarigione e come guida e sostegno per il paziente durante i mesi del trattamento. Il primo compito va svolto a monte del processo infettivo, ossia nella prevenzione. È compito infatti del farmacista identificarsi come ambasciatore del benessere attraverso l’esposizione chiara e concreta di consigli pratici per scongiurare l’insorgenza dell’onicomicosi. La miglior profilassi è senza ombra di dubbio rappresentata dal rispetto delle norme igieniche: è raccomandabile lavare mani e piedi più volte durante l’arco della giornata e soprattutto asciugarli con cura al termine dell’operazione. È importante indossare calzature adatte e comode che possano lasciar traspirare il piede, le quali dovrebbero inoltre essere sempre utilizzate in ambienti comuni quali piscine e docce. Un altro importante consiglio riguarda la cura stesse delle unghie: non farle crescere troppo e utilizzare sempre a tal fine degli strumenti puliti e disinfettati. Di cruciale importanza per il farmacista è dunque il riconoscimento clinico, anche differenziale, dell’onicomicosi. Infatti, esistono diverse patologie un-

gueali che sono sovrapponibili in termini di clinical sign a una micosi ungueale. In particolare queste patologie includono: la psoriasi, il Lichen Planus, le dermatiti da contatto, le onicodistrofie da trauma e alcune infezioni batteriche. Inoltre all’interno delle onicomicosi esistono diversi tipi di micosi, riconducibili a quattro esempi principali. Onicomicosi sub ungueale distale laterale (Dlso) È la forma di onicomicosi che si manifesta con più frequenza e si può presentare contemporaneamente sia sulle

Principali tipologie di onicomicosi Tipo Dlso

Red Sito preferenziale: alluce Flag Caratteristiche chiave

Manifestazione dell’infezione Strie giallastre nella porzione distale dell’unghia o al lato della stessa

Onicomicosi bianca superficiale

Spesso si verifica a seguito di un trauma ungueale. Chiazze bianche opache compaiono sulla superficie delle unghie, le quali possono essere raschiate via

Chiazze di colore giallo si presentano alla base dell’unghia

Pco

Pazienti preferenziali: soggetti immunocompromessi

Chiazze di colore giallo si presentano alla base dell’unghia

35 | settembre 2016 |

tabella

1


FARMACIA CLINICA

mani sia sui piedi. Spesso è una condizione asintomatica in cui la richiesta d’aiuto da parte del paziente verso il farmacista o il medico è per lo più dettata da un disagio estetico che dalla reale cognizione del problema. L’agente responsabile è nella maggior parte dei casi il Trichophyton rubrum. In questo tipo di onicomicosi si evidenzia ipercheratosi sub ungueale, frammentazione dell’unghia e onicolisi. Nella porzione centrale dell’unghia spesso è possibile notare una discromia e, in particolar modo, striature di colore giallo. Onicomicosi bianca superficiale L’agente infettante in questo tipo di micosi è rappresentato dal Trichophyton mentagrophytes, il quale invade lo strato superficiale del corpo delle unghie determinando la formazione di chiazze opache con bordi di colore bianco nettamente definiti. Come l’infezione avanza, le chiazze si espandono e si uniscono tra di loro, determinando una totale copertura ungueale e una deformazione morfologica dell’unghia che si presenta ruvida e altamente fragile, soggetta a rottura. Onicomicosi subungueale prossimale (Pco) È la forma più rara di onicomicosi ma anche una delle più rilevanti in quanto maggiormente riscontrata nei soggetti immunodepressi, in particolar modo nei pazienti affetti da Hiv. L’agente infettivo è il Trichophyton rubrum il quale instaura l’infezione a partire dalla plica ungueale prossimale, interessando dapprima la matrice ungueale e infine anche la lamina. L’infezione, se non trattata, comporta la perdita totale dell’unghia. Onicomicosi da Candida albicans L’agente patogeno in questo caso può invadere il territorio ungueale il quale è

stato soggetto a precedenti traumi o infezioni batteriche. È un tipo di micosi che interessa i soggetti affetti da candidosi cronica. Fondamentali quindi sono i segni chiave di riconoscimento clinico che il farmacista deve saper cogliere per inquadrare correttamente il problema e offrire al paziente una razionale terapia accompagnata da raccomandazioni e supporto emotivo.

Terapia topica

In commercio sono reperibili diversi dispositivi destinati a un’applicazione topica, differenti in termine di formulazione tecnologica e scelta del principio attivo. La penetrazione della lamina ungueale rappresenta il principale ostacolo della terapia locale. Per sovvertire questo impedimento la tecnologia farmaceutica ha dato luogo a particolari sistemi garanti di una efficace occlusione della superficie ungueale, assicurando così penetrazione e diffusione del farmaco attraverso la lamina anche attraverso l’applicazione topica.

Amorolfina

L’amorolfina è un derivato morfolinico con azione fungistatica e fungicida. La sua azione si esplica attraverso l’inibizione della sintesi dell’ergosterolo. La posologia prevede l’applicazione 1-2 volte alla settimana per 6-12 mesi. Trattandosi di una lacca insolubile in acqua necessita della rimozione con solventi prima della nuova applicazione. La permanenza nell’unghia è di circa due settimane dopo la sospensione della terapia. La frequenza ridotta di applicazione di amorolfina costituisce infine un indubbio vantaggio, in quanto favorisce l’aderenza del paziente nei confronti della terapia. L’impe36 | settembre 2016 |

gno relativamente ridotto richiesto da una terapia topica, che prevede una o due applicazioni ogni sette giorni, garantisce un’elevata probabilità di “persistenza” in terapia con aumento della probabilità di successo del trattamento.

Ciclopiroxolamina 8%

La ciclopiroxolamina è un derivato dell’idrossipiridone con azione fungicida verso dermatofiti, lieviti e alcune muffe. La posologia prevede l’applicazione quotidiana per 6-12 mesi. Trattandosi di una lacca idrosolubile non necessita della rimozione del prodotto con solventi prima della nuova applicazione. La permanenza nell’unghia è di circa 2 settimane dopo la sospensione della terapia. L’utilizzo di ciclopiroxolamina 8% in monoterapia ha portato a tassi di guarigione micologica del 4767 per cento e guarigione completa del 25 per cento.

Fattori diversi

Al fine di garantire il trattamento farmacologico più idoneo per il paziente e le sue necessità, il farmacista deve tener conto di diversi fattori quali: l’età, la sua health condition generale, il grado di collaborazione che ci si aspetta da quel individuo, le eventuali interazioni farmacologiche che potrebbero esserci tra l’antimicotico e i farmaci abitualmente assunti dal paziente, nonché i costi relativi al trattamento. Il ruolo del farmacista nel trattamento dell’onicomicosi è per tanto assai considerevole. Egli infatti, oltre a essere in grado di scegliere per il paziente il trattamento adatto, rappresenta una guida e un supporto psicologico fondamentale per il successo terapeutico nel lungo processo di debellazione dell’onicomicosi.


FARMACIA CLINICA

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37 | settembre 2016 |


NUTRACEUTICA

Il micromondo di RACHELE ASPESI, farmacista e dietista

dentro di noi

D

entro di noi vive un intero ecosistema di cui per anni si sono sottovalutate l’importanza e la grandezza, valori riscoperti nel 2004, quando, alla conta dei geni del genoma umano, i ricercatori si accorsero di aver sottostimato l’ampiezza della comunità microbica.

microbiota è chiamata microbioma. I microrganismi risiedono in vari siti dell’organismo umano, tra cui la cute, il naso, la bocca e l’intestino, nel quale, in particolare, vive la colonia più ampia, costituita da circa 500 specie differenti, tra batteri, virus, funghi e protozoi, dei quali i batteri formano la componente prevalente: circa cento miliardi di esponenti raggruppati in vari generi, appartenenti a più di mille specie. La popolazione batterica è composta da probiotici, batteroidi e patogeni ed è presente in tutto il tratto gastrointestinale ma svolge specifiche funzioni solo in determinati distretti dell’intestino, attraverso una proprietà tipica detta dislocazione. Ogni batterio, infatti, è in grado di colonizzare tutto il tratto intestinale, ma solo in specifiche zone può svolgere azione salutistica. Questa

Popolazione batterica del tratto intestinale TRATTO GASTROINTESTINALE

CONTA MICROBICA

PRINCIPALI GRUPPI MICROBICI

<10³ /mL

Lactobacillus, Streptococcus, Candida

DUODENO & DIGIUNO

<10³ /mL

Lactobacillus, Streptococcus, Candida, Veillonella

ILEO

10³ -10 /mL

Bacteroides, Bifidobacterium, Enterobacteriaceae, Streptococcus, Lactobacillus, Veillonella

COLON

10 -10²²/mL

Bacteroides, Actinomyces, Clostridium, Bifidobacterium, Enterobacteriaceae, Streptococcus, Lactobacillus, Veillonella

STOMACO

Composizione del microbiota

La composizione dei microrganismi presenti nell’uomo viene chiamata microbiota, mentre la totalità dei geni del

38 | settembre 2016 |

tabella

1


NUTRACEUTICA

Conoscere e nutrire correttamente la flora batterica per vivere in eubiosi

titolo di IgA, delle cellule killer, di interferone e di interleuchine. Si è scoperto che il microbiota, inoltre, è in grado di contrastare la produzione di sostanze pro-tumorali del carcinoma del colon, grazie all’azione protettiva degli acidi grassi a catena corta, come acido acetico, propionico e butirrico, prodotti in seguito al processo di fermentazione del cibo ingerito.

Le origini

Il microcosmo che vive nel nostro intestino si stabilisce precocemente nella vita ancora prima della nascita, quando, durante la gravidanza, è il microbioma della madre a influire in maniera determinante su quello del nascituro. Il feto nel grembo materno è sterile e soggetto esclusivamente ai batteri materni e il microbioma si instaura con l’esposizione ai microrganismi durante il momento della nascita, per completarsi del tutto dall’ottavo al trentaseiesimo mese di vita. Gli ultimi dati dell’Associazione mondiale per malattie infettive e disordini immunologici (Waidid) sottolineano che i bambini nati attraverso il parto cesareo hanno un microbioma intestinale differente da coloro che nascono in maniera naturale e che sembra essere associato a un aumentato rischio di malattie, di sovrappeso e di obesità nella vita futura. Inoltre, i poppanti alimentati con latte artificiale ospitano, 39 | settembre 2016 |

oltre ai batteri anaerobi tipici dei neonati allattati al seno, anche molti batteri aerobi, come Escherichia Coli e Streptococchi tipici dell’adulto, ma che nel neonato inducono una resistenza immunitaria agli agenti infettivi di circa tre volte inferiore ai poppanti al seno. Dagli stessi dati, si evince, tuttavia, che, sebbene l’impronta batterica si stabilisca precocemente, essa possa poi modificarsi durante la vita, cambiando con l’età, lo stile alimentare, il mantenimento di un Bmi adeguato, la localizzazione geografica, l’apporto di integratori alimentari e farmaci. Nello specifico, si parla di disbiosi intestinale quando l’equilibrio della flora batterica viene a mancare. A seconda della componente batterica che prevale sull’altra si può parlare di differenti tipi disbiosi, da quella semplice, a quella putrefatfigura

1

Fasi di colonizzazione batterica intestinale

Bacteridaceae, Eubacterium, Peptococcaceae

12

Log. no. di bacteri per g feci

diversificata colonizzazione microbica all’interno della muscosa intestinale dipende dal pH, dall’ossigenazione e dalla peristalsi differenti nei vari tratti. Le principali funzioni del microbiota dalle ultime ricerche di un ampio studio microbiologico del 2012, svolto presso il dipartimento di microbiologia dell’Università di Cambridge, sono state sintetizzate in: funzione di barriera: grazie alle maglie strette della mucosa intestinale, il microbiota impedisce il passaggio di germi patogeni e di sostanze tossiche presenti nel lume; funzione nutritiva: la flora intestinale favorisce il trasporto e l’assorbimento di sostanze nutritive, garantendo la decomposizione dei nutrienti e intervenendo nei processi digestivi ed epatici; funzione di sintesi: il microbiota garantisce la formazione di alcune vitamine come la K e del gruppo B, e di alcuni amminoacidi; permette la sintesi di sostanze ad azione antimicrobica, quali batteriocine, acido lattico, perossido di idrogeno; funzione antinfettiva e immunitaria: la flora intestinale contrasta in termini di proliferazione batterica la moltiplicazione di batteri patogeni. Favorisce la salute gastrointestinale, evitando episodi di coliti, ipersensibilizzazioni, malattie infiammatorie intestinali. Stimola la risposta del sistema immunitario intestinale Galt, aumentando il

10

Bifidobacterium

8

E.coli, Streptococcus

6

Lactobacillus

4

C.perfrigens

2 nascita

svezzamento

Fonte: Bromatech Swiss S.A.

età adulta

vecchiaia


NUTRACEUTICA

figura

2

Il bambino in allattamento misto ha una carenza di bifidobatteri e un aumento di Bacteroides ed Escherichia Coli

L’alimentazione eubiotica

% del totale dei microrganismi fecali

100 90 80 70 60 50 40

Bacteroides

30

Bifidobacteria

20 10 0

stinale ci garantisce il mantenimento dell’eubiosi, condizione opposta alla disbiosi e dei vantaggi che essa comporta.

E.coli Giorni

5

10

15

20

25

Fonte: dati Waidid, 2013

tiva e fermentativa, fino a quella mista. Le cause di tale alterazione possono riguardare eventi endogeni oppure condizioni esogene con cui l’organismo viene a contatto: sostanze inquinanti, farmaci, alimentazione scorretta, sensibilità o allergie alimentari, stress emotivo, patologie intestinali o sistemiche. Le conseguenze dell’alterazione del microbiota, viste le importanti funzioni che esso svolge, sono numerose e riguardano ampi distretti corporei: patologie immunitarie: malattie autoimmuni, recidive influenzali, allergie; patologie intestinali: diverticolosi, colon irritabile, gonfiore, colite ulcerosa; patologie dermatologiche: acne, psoriasi, dermatite atopica; infezioni apparato genito-urinario: prostatite, uretrite, candidosi, cistite; alterazioni metaboliche: ipovitaminosi, ipercolesterolemia; patologie psicosomatiche. L’aiuto dall’esterno con cibi e sostanze amiche della flora batterica inte-

La ricerca sta ancora valutando come la dieta interagisca con il microbioma, ma è certo che il legame tra alimentazione e salute batterica intestinale sia molto stretto. La composizione macronutriente della dieta - ossia la proporzione di proteine, carboidrati e grassi introdotti sembra influire grandemente sulla composizione del microbiota e qualsiasi cambiamento nella dieta può portare a una modifica dell’equilibrio batterico intestinale. D’altra parte, l’eubiosi è strettamente correlata al mantenimento del peso corporeo e della forma fisica. Nemici della flora batterica intestinale, infatti, risultano essere le diete sbilanciate e iperproteiche, particolarmente ricche di proteine animali derivate da un consumo eccessivo di carni, che favorisce la predominanza di batteri patogeni (Escherichia coli e clostridi), e di latte e derivati, i quali inducono la riduzione di tutti i ceppi batterici, tranne

gli streptococchi. Per aiutare il mantenimento del benessere della flora intestinale o facilitarne il ripristino in caso di disbiosi, è necessario l’intervento dall’esterno di probiotici, ossia microrganismi che siano in grado di raggiungere l’intestino in condizioni di vitalità e di esercitare funzione salutistica. Il microrganismo probiotico per essere attivo e riconosciuto come tale deve essere di provenienza intestinale umana ed essere assolutamente sicuro, senza causare effetti collaterali. I probiotici devono, inoltre, possedere capacità di aderenza alla mucosa intestinale, di sopravvivenza alle condizioni ambientali che incontrano nel tubo digerente e di formazione di colonie permanenti nei siti adatti. Un microrganismo con tali caratteristiche si può trovare, in teoria, in alcuni cibi riconosciuti come probiotici, ma nella pratica nessuno di questi garantisce che la quantità di microrganismo in esso contenuto sia in grado di generare colonie permanenti intestinali, qualora riesca ad arrivare sano e salvo nel sito d’azione. La maggior parte dei cibi che contiene probiotici, inoltre, li produce

I fermenti lattici BUONI FERMENTI SPECIE-SPECIFICI di derivazione umana VIVI (liofilizzati) RIVIVIFICABILI DOTATI DI ACIDOFILIA ossia di resistenza all’acidità dello stomaco CAPACI DI ADERIRE ALLE PARETI INTESTINALI TOLLERATI E RICONOSCIUTI DAL NOSTRO SISTEMA IMMUNITARIO (compatibili) FORMANO COLONIE PERMANENTI ESPLICANO UN’AZIONE UTILE all’organismo

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FERMENTI NON CONFORMI NON DI SPECIE UMANA SCARSAMENTE RIVIVIFICABILI NON DOTATI DI ACIDOFILIA NON ADERISCONO ALLE PARETI INTESTINALI VENGONO DIGERITI E/O ESPULSI NON FORMANO COLONIE PERMANENTI NESSUNA AZIONE UTILE all’organismo

tabella

2


NUTRIZIONE

41 | settembre 2016 |


NUTRACEUTICA

attraverso reazioni di fermentazione di origine vegetale, quindi non sono microrganismi di derivazione umana. Tra i cibi più ricchi di probiotici troviamo: yogurt al naturale senza zucchero contenente fermenti probiotici (non basta la dicitura “fermenti lattici vivi”) della serie Lactobacillus Acidophilus, Bifidus, Lactobacillus casei; prodotto dalla fermentazione del latte di mucca, capra o pecora; kefir, bevanda ottenuta dal latte fermentato; viene preparata usando i grani di kefir, noti come kefiran, ossia colture di batteri lattici e lieviti raccolti in granuli. Il kefir contiene diversi importanti ceppi di batteri buoni e lieviti, apportando una più ampia varietà di probiotici rispetto allo yogurt; crauti, che si ottengono dalla fermentazione lattica di foglie di cavolo tagliate finemente, come prevedono le ricette tradizionali di Germania, Austria, nord Italia. Sono ricchissimi di probiotici di derivazione vegetale laddove non avvenga la pastorizzazione, ma anche di fibre, vitamine C, B e K, sodio, potassio, ferro, calcio e manganese; miso e tempeh, alimenti tipici della cultura giapponese, sono ricavati dalla fermentazione di semi di soia; in particolare, il miso prevede la fermentazione della soia con alcuni cereali come orzo, avena, segale o riso. Entrambi contengono una buona percentuale di batteri probiotici di origine vegetale, adatti soprattutto a garantire la formazione di vitamina B12 di cui gli alimenti vegetali a base di soia scarseggiano. In particolare, un cibo tipico della cultura culinaria coreana, il kimchi, è stato al centro di uno studio di ricerca del 2013 dell’Università di Busan, pubblicato dall’International journal of sistematic bacteriology. Il kimchi è un

alimento ottenuto dalla fermentazione in ambiente anaerobico di verdure, normalmente il cavolo cinese, e un mix di spezie, come peperoncino rosso, aglio, zenzero, scalogno e sale. Esso contiene il Lactobacillus kimchii e altri batteri probiotici utili soprattutto per un benessere gastrico prolungato; come si evince dallo studio, infatti, le popolazioni analizzate che ne fanno uso abituale dimostrano un rilevante 70 per cento in meno di patologie a carico della prima parte del tubo digerente, come alitosi, gastriti, ernie iatali, reflussi gastroesofagei. Essendo fonte di vitamina C e di indolo-3-carbinolo, la molecola caratteristica della famiglia delle crucifere, il kimchi è anche considerato un ottimo alimento per un’alimentazione preventiva nei confronti di forme tumorali di derivazione ormonale (mammella, ovaio). Accanto agli alimenti definiti probiotici hanno un ruolo fondamentale i prebiotici, che non sono organismi vivi ma rappresentano il nutrimento degli stessi probiotici e ne stimolano l’attività nel tratto gastrointestinale, facilitandone la sopravvivenza. Sono considerati prebiotici tutti i cibi ricchi di fibre come Fos (frutto-oligosaccaridi) e Gos (galatto-oligosaccaridi), ossia fibre idrosolubili non gelificanti, le quali favoriscono la proliferazione di lactobacilli e la riduzione della concentrazione di streptococchi, Escherichia coli e clostridi. I cibi prebiotici più ricchi sono gli ortaggi specialmente quelli fibrosi (asparagi, cipolla, verdure crude), miele, legumi, cereali integrali in chicco intero, frutta (banane, kiwi, mele). Il cibo, dunque, può avere un ruolo eubiotico principalmente per quanto riguarda la creazione di un ambiente adatto alla proliferazione e al mante42 | settembre 2016 |

nimento dei probiotici che introduciamo attraverso integratori alimentari mirati (fermenti lattici probiotici). Essi devono possedere le caratteristiche che sono state elencate in precedenza e devono essere assunti a stomaco pieno, in modo tale che il cibo li protegga dall’acidità gastrica e le fibre ne facilitino il transito; l’alimentazione adeguata deve, inoltre, garantire ai probiotici nutrimento per le loro necessità energetiche e vitali una volta che, introdotti nel tubo digerente, si reidratano e si risvegliano dal letargo indotto dalla liofilizzazione. Un buon probiotico, infine, non deve essere mescolato con generi o specie differenti di altri probiotici, come dimostra uno studio della Faculty of agricolture of the University of Tokyo del 2008, in quanto in natura non esiste solidarietà e prevale la competizione tra ceppi differenti. I fermenti lattici umano compatibili ad azione specifica appartengono a pochi generi : genus lactobacillus: l. acidophilus, l. r hamnosus genus Bifidobacterium: b. bifidum, b. longum, b. breve, b. infantis genus streptococcus: e. faecium.

Un consiglio al farmacista

Da farmacisti esperti non limitiamoci a chiedere quanto grande il nostro paziente desideri la confezione di fermenti lattici più richiesta in commercio. Informiamoci sullo stato di salute del nostro paziente, sulle sue abitudini alimentari e proponiamo un prodotto adatto, certi di consigliare un probiotico che sappia dare risultati sicuri sulla salute del suo intestino, ampio organo di benessere per tutto l’organismo.


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LEGALE

a cura dello studio dell’avvocato BRUNO RICCARDO NICOLOSO Firenze-Roma (b.r.nicoloso@tin.it)

Il mandato

professionale

U

na delle anomalie non saltuarie dell’approccio che hanno certi farmacisti specie se impegnati in qualche associazione di categoria o, peggio, se mai autoreferenziati “esperti” di diritto farmaceutico - con i loro consulenti legali è quella che li vorrebbe veder dettare o quanto meno suggerire loro la linea e la strategia difensive, se non di pretendere (da quelli tra detti consulenti legali che sono soliti attaccare il ciuco dove vuole il padrone, quando spesso ciò si risolve nell’attaccare il padrone dove vuole il ciuco: come Pedro sull’asinello nel dipinto di Picasso) di correggere in diritto gli scritti difensivi già predisposti, assumendo che tutto ciò rientri nel mandato professionale, recte che ciò ne rappresenti il presupposto e il limite. È questa la doléance che viene rivolta a questo osservatorio legale da parte di un giovane avvocato al quale sarebbe stato insegnato, a suo dire, da un cliente farmacista, come si fa (si dovrebbe fare) l’avvocato, ma non ne è pienamente convinto. Un tale stupefacente assunto ricorda ai meno giovani di noi che da qualche tempo si occupano di farmacie, quanto occorso a un farmacista, noto esponente di categoria, che, nell’affidare l’incarico per un ricorso al Consiglio di Stato a un illustre avvocato, docen-

te universitario in materia, s’era industriato di palesargli le questioni giuridiche e il modo di trattarle, e si sentì dire in tono garbato: «Dottore, il suo compito s’è esaurito con la sottoscrizione del mandato, che mi potrà pur sempre togliere come io declinare, ma fino a tale momento la gestione delle lite è tutta mia e la terrò informata» (e il ricorso, per la cronaca, andò bene); ma ricorda ancora quel meno illustre avvocato che era solito dire ai collaboratori del suo studio che i chirurghi nei loro interventi professionali hanno un anestesista che consente loro di lavorare in pace: noi no. Il che è meno aulico, ma ancor più incisivo anche per il suo riflesso sanitario. L’uno e l’altro aneddoto dovrebbero suggerire al giovane avvocato di non accettare un incarico professionale così mal riposto o di rinunciare a un mandato ricevuto in termini che di fiduciario non ha nemmeno il nome.

Ardua impresa

Al giovane avvocato che si è lamentato di come possano andare le cose in professione e in particolare di come si possa instaurare il mandato alle liti con tali clienti vale, ben più del consiglio dato, il rileggere insieme una pagina di Piero Calamandrei che racconta: «Ardua impresa è difendere il cliente ingenuo, che sia del tutto ignaro delle 44 | settembre 2016 |

Disgraziato te, se tratterai la sua causa a modo tuo, senza mettere in bella luce quei suoi geniali argomenti

complicate alchimie giuridiche: quando gli parlerai di termini non osservati o di forme non rispettate e gli annuncerai che tutto è perduto a causa della prescrizione o del patto commissorio, egli ti ascolterà a bocca spalancata, tra il terrore e l’ammirazione, incapace di cogliere il misterioso significato di quelle formule: e tu ti sentirai dinanzi a lui nella incresciosa situazione di chi, non volendo recitare la parte del mago, rischia di fare agli occhi del volgo la figura dell’impostore. Ma più arduo è difendere il cliente che si crede un consumato giurista: come, per esempio, il pensionato che in vecchiaia passa le giornate a postil lar nelle pubbliche biblioteche le gazzette giudiziarie, o il benestante che trent’anni fa, prima di mettersi in pace a coltivare le sue terre, si laureò in Legge “tanto per avere un titolo”. Costui, trovandosi oggi a esser parte in un litigio, andrà per prima cosa a ricercare in fondo a un cassetto i codici polverosi, e trionfalmente crederà di averci trovato da sé, a colpo, la ricetta per il suo male: e quando verrà poi da te ad affidarti la sua causa, ti farà capire strizzando l’occhio che questa volta l’opera tua sarà ridotta a poco, perché in sostanza tu potrai sbrigartela col mettere in bella copia gli argo-


LEGALE

Il rapporto fiduciario del farmacista con il suo avvocato menti defensionali, invincibili al cento per cento, già preparati da lui. Disgraziato te, se tratterai la sua causa a modo tuo, senza mettere in bella luce quei suoi geniali argomenti: se la perderai, non ti sto a dire quali improperi ti ricopriranno; ma anche se la vincerai, costui non mancherà di serbar contro di te un sordo rancore. Il cliente farà presto a dimenticarsi che la causa, in fin dei conti, gliel’hai vinta; ma per tutta la vita il giurista incompreso ricorderà che gli hai inflitto lo smacco di vincergliela con argomenti non suoi». (Piero Calamandrei, Elogio dei giudici scritto da un avvocato, Firenze, 2a Ed., 1955, pag. 135). Non una parola di più.

Animo di liberalità Non attiene il diritto farmaceutico e non attiene direttamente il mandato professionale, ma può riguardare i consulenti dei farmacisti che operano nel sistema farmacia, i quali possono regalare ai clienti le loro prestazioni professionali, ma in violazione della normativa fiscale sulla congruità dei relativi studi di settore in riferimento alla omessa fatturazione dei corrispettivi di un’attività professionale effettivamente prestata e di conseguenza soggetti a tassazione. Questa è l’opinione del forum fisci: ciò almeno secondo la decisione della Commissione Tributaria Provinciale di Ancona 12 aprile / 16 maggio 2016 n. 1279 che, di contro alle «giustificazioni» espresse dal professionista che aveva ricondotto la mancata fatturazione delle competenze per l’attività prestata alla mancata percezione di onorari e/o alla percezione di onorari in misura irrisoria per il «rapporto di consuetudine e anche di amicizia che si era nel tempo instaurati con i clienti… legati da sentimenti di amicizia o da rapporti di collaborazione o di gratitudine», ha ritenuto tali argomentazioni difensive «singolari e patetiche», aggiungendo che «il contribuente pretenderebbe di omaggiare clienti/amici accollandone l’onere alla collettività dei cittadini e non già a se stesso: (infatti) se il professionista avesse voluto omaggiare i clienti/amici avrebbe dovuto regolarmente fatturare i compensi declinandone il pagamento e accollandosi l’onere fiscale che, invece, ha accollato allo Stato e quindi a tutti i cittadini contribuenti». C’è da chiedersi se mai avrà un seguito l’incredibile dictum!

45 | settembre 2016 |


PREVIDENZA

di PAOLO SAVIGNI, vice presidente Enpaf

Non solo pensioni L’Enpaf si fa carico anche di tutta una serie di prestazioni di assistenza

D

opo aver illustrato, il mese scorso, le basi della nostra previdenza, è giunto il momento di analizzare cosa l’Ente può fare in termini di assistenza. Infatti l’Enpaf non eroga solo trattamenti pensionistici a favore di iscritti, assicurati e superstiti, ma si fa carico delle prestazioni di assistenza, oltre che di quelle di indennità di maternità nei confronti degli aventi diritto. In questo ultimo caso l’Ente interviene quando il medesimo evento (gravidanza, adozione ecc.) non ottenga copertura indennitaria da parte di altro Ente di previdenza obbligatoria. In merito alla disciplina vigente in materia di assistenza, oggetto, peraltro, di un processo di riforma tuttora in atto, occorre premettere che questa si impernia su un numero limitato di disposizioni, presenti nel regolamento di previdenza e assistenza della Fondazione attualmente in vigore, che rimettono, nella sostanza, al Consiglio di amministrazione competenze attuative piuttosto ampie. Peraltro, uno degli obiettivi della riforma della materia, approvata dal Consiglio nazionale e tuttora al vaglio dei ministeri vigilanti, è quello di delimitare l’ambito dell’intervento del Consiglio di amministrazione fissando in modo più puntuale, nel regolamento, le caratteristiche dei singoli istituti. La sezione assistenza è autonoma ri-

spetto a quella previdenza nonché a quella relativa all’indennità di maternità ed è finanziata da un contributo stabilito in cifra fissa ogni anno dal Consiglio nazionale, obbligatorio e uguale per tutti gli iscritti.

Chi ne ha diritto

Presupposto per la corresponsione delle prestazioni di assistenza è la condizione di bisogno economico del nucleo familiare del richiedente, condizione individuata principalmente sulla base di tabelle che fanno riferimento al reddito complessivo pro capite dei componenti il nucleo stesso e che possono variare in relazione alla tipologia di intervento. È prevista una franchigia per la presenza di un figlio disabile, mentre la presenza di proprietà immobiliari diverse dalla casa di abitazione è, di norma, valutata negativamente ai fini della sussistenza dei requisiti economici. Occorre dire che, ogni anno, il Consiglio di amministrazione adotta una delibera di carattere generale che disciplina i requisiti e le caratteristiche delle principali tipologie di prestazioni; a essa si aggiunge una delibera “ad hoc” che regolamenta l’assegnazione di borse di studio a favore di figli di farmacisti. Nel corso dell’anno, in relazione alle disponibilità economiche della Sezione, vengono adottate altre iniziative assistenziali a favore di alcune categorie di farmacisti ritenute particolarmente meritevoli di 46 | settembre 2016 |

protezione, oltre alla copertura degli iscritti che subiscano danni a seguito del verificarsi di calamità naturali.

Le prestazioni

Riferendosi all’attuale assetto ordinamentale, di seguito una breve rassegna delle prestazioni che l’Ente corrisponde agli assistiti. Prestazioni assistenziali continuative per età: vengono riconosciute a pensionati e iscritti che abbiano compiuto il 65° anno di età ed eventualmente ai loro superstiti. Consistono in una erogazione mensile che si interrompe al 31 dicembre di ciascun anno per riprendere l’anno successivo sul presupposto dell’accertato mantenimento dei requisiti previsti. Prestazioni assistenziali continuative per figli disabili di età pari o superiore ai 21 anni: erogazione mensile a favore del farmacista che abbia un figlio affetto da grave minorazione fisica, psichica o sensoriale che ne abbia compromesso l’autonomia. La prestazione che è connessa, ancorché non direttamente, alle spese sostenute per la disabilità si interrompe al 31 dicembre di ciascun anno con il medesimo meccanismo di riattivazione previsto per l’emolumento collegato all’età. Accanto alle prestazioni assistenziali continuative si collocano quelle “una tantum” che possono essere ricondotte a due tipologie: rimborsi spese e indennità


PREVIDENZA

integrative del reddito dell’assistito. In merito alla prima categoria l’Ente riconosce a favore del pensionato Enpaf, dell’iscritto o di alcuni tra i familiari superstiti (coniuge, figli ecc.), il rimborso, nelle percentuali stabilite dal Consiglio: delle spese sostenute per il figlio disabile di età inferiore ai 21 anni in connessione con la condizione di disabilità; delle spese funerarie sostenute, in caso di decesso del farmacista, dai familiari superstiti ovvero dal farmacista stesso in caso di premorienza di un familiare tra quelli indicati nella delibera consiliare (coniuge, figli ecc.). Al rimborso si può cumulare una ulteriore erogazione “una tantum” a favore del coniuge del farmacista premorto e dei figli fiscalmente a carico, tale erogazione consente di configurare l’istituto come una sorta di “copertura rischio morte” sempre collegata alla condizione di bisogno economico; delle spese medico-sanitarie e delle altre spese direttamente connesse all’evento morboso; delle spese di ospitalità presso case di riposo; delle spese di frequenza di asili nido e scuole materne. Come accennato la sezione assistenza eroga anche prestazioni indennitarie legare alla condizione di difficoltà economica dell’iscritto, in particolare nel caso di:

intervenute difficoltà economiche conseguenti alla diminuzione di almeno il 30 per cento del reddito di lavoro o di impresa, nell’ambito della professione di farmacista, del richiedente; malattia o infortunio che abbia inciso negativamente sulla capacità lavorativa e, quindi, sul reddito del richiedente; iscritto con età compresa tra i sessanta e i sessantacinque anni titolare esclusivamente di reddito di lavoro o di pensione compreso nelle fasce di esenzione Irpef; disoccupazione temporanea e involontaria dell’iscritto intervenuta dopo i quaranta anni e protrattasi per almeno sei mesi. L’indennità è erogabile una seconda volta solo nel caso in cui l’iscritto abbia almeno 55 anni di età. Nell’ambito di questo quadro generale si inserisce il conferimento annuale di borse di studio a favore dei figli di farmacisti. Si tratta di una procedura strutturata sulla base di un bando, deliberato annualmente dal Consiglio di amministrazione, che, ripartito in cinque diverse sezioni, riconosce un certo numero di borse per sezione dalla scuola secondaria superiore all’università - la graduatoria viene formata per ciascuna sezione sulla base del punteggio complessivo attribuito in base al reddito pro capite del nucleo familiare e al merito scolastico/accademico. 47 | settembre 2016 |

Erogazioni “una tantum”

La Sezione assistenza, come già ricordavo, in relazione alle disponibilità economiche, eroga prestazioni assistenziali “una tantum” a favore di determinate categorie di iscritti, volta per volta individuate dal Consiglio di amministrazione. Così sono state previste iniziative a favore dei titolari di farmacie rurali a basso reddito, dei soggetti che svolgono attività professionali in regime di lavoro autonomo e, dunque, che versano la quota contributiva intera in una condizione di precarietà lavorativa. Più di recente si sono aggiunti i titolari di parafarmacia. Si tratta sempre di prestazioni che presuppongono una condizione di bisogno economico del richiedente. Per ognuna delle iniziative in questione il Consiglio di amministrazione adotta delle regolamentazioni specifiche. La regolamentazione del settore è piuttosto articolata; per questo motivo tutti i soggetti interessati a conoscere in modo più approfondito gli istituti e soprattutto i requisiti possono riferirsi alle pagine dell’assistenza presenti nel sito internet dell’Enpaf (www.enpaf.it). Per ogni dubbio che dovesse restare suggerisco di leggere le Faq: in questa area potrete trovare le risposte alle domande più frequenti rivolte all’ Enpaf. oppure di inviare una mail a info@enpaf.it.


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48 | settembre 2016 |


INIZIATIVE

Servizi

in farmacia

Proseguono i corsi Ecm 2016 di Punto Effe di PAOLA BRUSA, dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco, Università degli Studi di Torino

L

a farmacia è spesso percepita dalla cittadinanza come primo presidio territoriale al quale rivolgersi al fine di soddisfare i propri bisogni di salute. I servizi rappresentano una grande opportunità ma, per poterli erogare in maniera sostenibile, serve una programmazione aziendale che valuti i fabbisogni sanitari della propria area di competenza, in modo da optare per la strumentazione più adatta. Infine il farmacista deve saper porre il paziente nelle condizioni di valutare correttamente i valori rilevati dai macchinari di autoanalisi in modo, se necessario, da poterlo indirizzare correttamente verso una visita specialistica. In questo contesto il corso di Punto Effe ha l’intento di fornire ai farmacisti nozioni specifiche sulle principali normative che regolano l’erogazione di servizi di secondo livello presso le farmacie di comunità. In particolare saranno analizzate la Legge 69/09, il Decreto legislativo 153/09 e i successivi decreti

attuativi. Per ognuna delle normative elencate saranno analizzate le indicazioni principali, al fine di fornire un quadro riassuntivo ma completo al farmacista di comunità. Saranno inoltre fornite indicazioni pratiche in merito all’esecuzione di test di autodiagnostica. In particolare saranno trattati i seguenti argomenti: misurazione di glicemia, emoglobina, emoglobina glicata, creatinina, transaminasi, ematocrito, profilo lipidico, misurazione di componenti delle urine, rilevazione di sangue occulto nelle feci, ovulazione, gravidanza, menopausa, pressione arteriosa, tempo di protrombina, saturazione percentuale dell’ossigeno, capacità polmonare. Per quanto concerne le prestazioni analitiche di prima istanza saranno fornite specifiche indicazioni al fine di standardizzare le metodiche di esecuzione dei test e ottenere risultati sempre riproducibili. Saranno analizzate le diverse tecnologie su cui si basano i singoli test e i valori di riferimento previsti per ciascun parame-

Argomenti trattati

Modulo 1 - Legislazione vigente. Modulo 2 - Prestazioni analitiche di prima istanza:

apparecchiature per l’esecuzione di test di autodiagnostica, analisi del mercato italiano; test per la valutazione del profilo lipidico. Modulo 3 - Prestazioni analitiche di prima istanza: test per la valutazione di glicemia, emoglobina, emoglobina glicata, creatinina, transaminasi, ematocrito. Modulo 4 - Prestazioni analitiche di prima istanza C: test per la misurazione di componenti delle urine; test per la rilevazione di sangue occulto nelle feci. Modulo 5 - Prestazioni analitiche di prima istanza: test di ovulazione; test di gravidanza; test di menopausa. Modulo 6 - Prestazioni analitiche di prima istanza: dispositivi per la misurazione con modalità non invasiva della pressione arteriosa; valutazione del tempo di protrombina; dispositivi per la misurazione con modalità non invasiva della saturazione percentuale dell’ossigeno. Modulo 7 - Prestazioni analitiche di prima istanza: dispositivi per la misurazione della capacità polmonare tramite auto-spirometria. Modulo 8 - Erogazione da parte delle farmacie di specifiche prestazioni professionali.

tro rilevabile. Sarà inoltre oggetto del corso la gestione delle prestazioni professionali previste dalla normativa vigente.

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LINK UTILI FAD con 19,5 CREDITI ECM: PREPARAZIONI GALENICHE http://www.edracorsi.it/catalogo-corsi/ corso-ecm-farmacisti-preparazioni-galeniche/ FAD con 18 CREDITI ECM: FARMACIA DEI SERVIZI: PRESTAZIONI ANALITICHE DI PRIMA ISTANZA http://www.edracorsi.it/catalogo-corsi/ corso-ecm-farmacisti-18-crediti-ecm-2016-2017/


SPIGOLATURE

Pharmevolution a Catania Si tiene anche quest’anno presso il centro Etnafiere di Belpasso (Catania), dal 7 al 9 ottobre, l’edizione 2016 di Pharmevolution. Tra le principali novità l’introduzione di microconvegni della durata massima di 45 minuti, in cui gli espositori potranno presentare a una selezione di partecipanti il meglio dei prodotti e servizi di ultima generazione per la farmacia; il gemellaggio con una regione d’Italia per confrontare la realtà

farmaceutica siciliana con quella di altre aree geografiche del Paese (si parte con il Friuli Venezia Giulia) e infine la partnership con i dermatologi, che troverà il suo momento clou nel simposio con lo specialista Ivano Luppino, ambasciatore della salute della pelle e volto noto della tv nazionale. Senza dimenticare il nuovo contest, lanciato a giugno, “Uno spot in farmacia”, che vede farmacisti di tutta Italia impegnati nella realizzazione di un video in cui descrivono il loro modello ideale o reale di farmacia: come la vivono, come la vorrebbero, quale futuro immaginano per la professione. I video, della durata massima di due minuti, realizzati con telecamera, tablet o smartphone, sono stati inviati agli organizzatori il 31 agosto scorso. Tutti i dettagli sull’evento su www.pharmevolution.it.

Novità per l’Italian Biosimilars Group L’Italian Biosimilars Group (Ibg) - gruppo, appartenente ad Assogenerici, che rappresenta le aziende italiane leader nel comparto dei farmaci biosimilari - ha deciso di adottare un nuovo modello di governance. «Le nuove sfide», recita un comunicato dell’associazione, «prevedono la necessità di aprirsi all’esterno, a nuove realtà industriali non appartenenti ad Assogenerici, ad aziende operanti esclusivamente nel campo dei biosimilari e portatori di interessi in questo settore produttivo. Per meglio rispondere a questo nuovo approccio, l’Ibg ha assunto un nuovo assetto, più strutturato, con l’elezione di due nuovi vice coordinatori, Marco Filippini (Mundipharma) e Stefano Collatina (Baxter). Collatina, in virtù di questa nuova nomina, lascia il suo incarico di vice presidente di Assogenerici, con delega all’Area medicinali ospedalieri, al collega Massimiliano Rocchi (Accord Healthcare Italia)».

Master Chiara Colombo a Torino Sono aperte le iscrizioni per l’anno accademico 2016-2017 al Master universitario di secondo livello in Farmacia Territoriale “Chiara Colombo”. Il Master, che nasce dalla collaborazione tra Università degli Studi e Ordine dei farmacisti, è giunto alla settima edizione e ha per oggetto tutte quelle competenze che non fanno ancora parte del programma di studi accademico ma che sono imprescindibili per la pratica professionale in farmacia. Tra queste da ricordare: la conoscenza dei principi economico finanziari dell’impresa farmacia, le nozioni di contabilità e quelle riguardanti la materia fiscale, le medicine non convenzionali, la bioetica; oltre alle lezioni frontali riguardanti gli argomenti precedenti sono presenti interventi di singole personalità del mondo della farmacia italiana che illustreranno case history relative alle pratiche di eccellenza legate alla professione e ai fenomeni che li hanno maggiormente interessati negli ultimi anni. Anche per la settima edizione, grazie ai contributi dell’Ordine dei farmacisti di Torino, sarà possibile finanziare tre borse di studio a totale copertura della quota di iscrizione. Borse che saranno assegnate in base alla graduatoria di merito e all’autocertificazione del reddito. Sono previsti massimo 30 iscritti, con un numero minimo di 15. Naturalmente provenienti da tutta Italia. Per l’a.a. 2016-17 è anche prevista una sessione in streaming in una sede in Puglia con un massimo di 15 posti e un numero minimo di 5 iscritti. Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 30 settembre 2016. Per informazioni: www.farmacia-dstf.unito.it, www.ordinefarmacisti.torino.it, www.mastertorinofarmacia.it.

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SPIGOLATURE

Consegna farmaci a domicilio un anno dopo A un anno dalla sua attivazione, il servizio di consegna gratuita dei farmaci a domicilio, attivato dalle farmacie private, conferma - evidenzia una nota di Federfarma - «la sua grande utilità e il gradimento da parte della popolazione più fragile». Il servizio è fornito da tutte le farmacie italiane aderenti a Federfarma e ha il patrocinio del ministero della Salute. Per richiedere la consegna, i soggetti non in grado di camminare, per una patologia cronica o grave,

che non abbiano a disposizione persone che possano recarsi in farmacia, possono chiamare il numero verde 800189521 (attivo i giorni feriali, dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00) e fornire all’operatore le generalità e l’indirizzo al quale recapitare il farmaco. «La consegna domiciliare», sottolinea la presidente di Federfarma Annarosa Racca, «conferma anche l’importanza del ruolo della farmacia in una riorganizzazione della sanità basata sulla deospedalizzazione e sul contestuale potenziamento dell’assistenza, con servizi al cittadino per la gestione della cronicità, la prevenzione, la semplificazione dell’accesso alle prestazioni sanitarie».

Credifarma, semestrale con utili Credifarma - la finanziaria dei farmacisti di proprietà di Federfarma (66 per cento), Unicredit (17) e Bnl (17) - dopo tre esercizi consecutivi di perdite rivede l’utile chiudendo la semestrale con un risultato, al lordo delle imposte, di 480.000 euro. Un comunicato della società rileva che «la leggera compressione del margine di intermediazione viene abbondantemente compensata dal contenimento dei costi, sia del personale e ancor di più dalle spese generali, proseguendo nel percorso virtuoso della rivisitazione di tutta la struttura di costo. La gestione caratteristica - 250.000 euro supera il budget del 65 per cento, a dimostrazione di un ritrovato riequilibrio aziendale che ha permesso a Credifarma di riposizionarsi con determinazione all’interno del settore della farmacia. A tale risultato si aggiunge una ripresa di valore per 230.000 euro, a dimostrazione di una sana e prudente gestione e di una elevata e diffusa cultura del rischio». Intanto l’amministratore delegato Marco Alessandrini annuncia l’imminente lancio del «nuovo portale che rappresenterà non un semplice sito bensì una sorta di agorà del farmacista». 52 | settembre 2016 |

BergamoScienza alla quattordicesima edizione Dal primo al 16 ottobre si svolgerà la XIV edizione di BergamoScienza, festival di divulgazione scientifica ideato e organizzato dall’Associazione BergamoScienza, che lo scorso anno ha fatto registrare oltre 145.000 presenze. La rassegna animerà la città con sedici giornate di eventi aperti gratuitamente al pubblico: laboratori, conferenze, mostre, spettacoli e incontri con scienziati di fama mondiale, tra cui il Premio Nobel Dan Shechtman. I temi saranno trattati come sempre con un linguaggio divulgativo e indagati in modo interdisciplinare: neuroscienze, chimica, fisica, spazio, tecnologia, robotica, neurobiologia, arte, lingua e narrazione, sociologia, musica e suono. Il festival sarà inaugurato sabato 1 ottobre alle 17,30 al Teatro Donizetti con la conferenza di presentazione dal titolo “Manager confusi tra algoritmi e neuroscienze”. Protagonisti dell’incontro due uomini d’impresa: Pier Luigi Celli e Andrea Moltrasio. Il programma dettagliato su www.bergamoscienza.it.


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13,5 Crediti ECM x 9 ore formative APPROPRIATEZZA PRESCRITTIVA, ADERENZA ALLA TERAPIA E GESTIONE DEI FARMACI nnn L’appropriatezza prescrittiva e aderenza alle terapie di condizioni patologiche croniche. Le terapie attuali diventano sempre più complesse e necessitano di un attento monitoraggio per il rischio di interazioni e per la possibile comparsa di eventi avversi, ma anche per assicurare l’aderenza del paziente alla terapia prescritta.

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LA BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA (BPCO): UN IMPORTANTE PROBLEMA DI SANITÀ PUBBLICA nnn Informazioni indipendenti e scientificamente rigorose sulla BPCO, sugli stili di vita per prevenirla e curarla, sui vantaggi ed effetti collaterali dei farmaci utilizzati per la sua terapia. I partecipanti acquisiranno la competenza di operare quali consulenti accreditati e formati per il pubblico delle persone con diabete e degli individui a rischio.

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Crediti ECM x 8 ore formative

LA MALATTIA DI PARKINSON nnn Aggiornamento e nozioni di una patologia complessa ed invalidante. La conoscenza dei sintomi con danno “motorio” e “non motorio” che interessano il Sistema Nervoso Autonomo come ad esempio ipotensione, scialorrea, disturbi urinari oltre a depressione dell’umore. Le competenze per diventare un operatore sanitario più attivo.

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DALLE AZIENDE

Stop alla cistite Da Naturlabor un alleato delle donne nel favorire la funzionalità delle vie urinarie

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a cistite è una fastidiosa infiammazione della mucosa vescicale. È una condizione molto frequente e colpisce prevalentemente il sesso femminile: si stima che circa il 25-35 per cento delle donne di età compresa tra i 20 e i 40 anni abbia manifestato almeno un episodio di cistite nel corso della sua vita e circa un quarto di queste svilupperà un’infezione entro 6-12 mesi. I sintomi ricorrenti sono un aumento transitorio o permanente del numero di minzioni durante le 24 ore, difficoltà saltuaria o continua nell’urinare, bruciore o dolore durante la minzione. Talvolta è presente anche ematuria, termine che indica la presenza di sangue e pus nelle urine. Naturcist è il nuovissimo integratore alimentare prodotto da Farmalabor, che grazie alla sua formula a base di D- Mannosio, estratto vegetale di mirtillo rosso e vitamina C favorisce la funzionalità delle vie urinarie. L’esclusiva presenza nella stessa formulazione di D-Mannosio e mirtillo rosso

determina un effetto sinergico tra i due componenti a favore di un’azione potenziata diretta sul tratto urinario, inibendo ulteriormente l’adesione batterica alla mucosa della vescica. Il mirtillo rosso svolge la sua azione agendo direttamente sulle componenti strutturali batteriche che consentono l’adesione del microrganismo alla parete vescicale, mentre il D-mannosio va a ricostituire lo strato protettivo della mucosa vescicale laddove esso sia stato distrutto dalle molteplici infiammazioni. La vitamina C invece svolge un’azione antiossidante contrastando l’aumento di radicali liberi dovuti ai processi infiammatori in corso. Naturcist è uno dei prodotti

della linea di integratori Na- integratori alimentari Naturlabor, nati dall’esperien- turlabor con l’obiettivo di za certificata di Farmalabor, offrire al farmacista forazienda leader nella produmulazioni innovative, effizione e commercializzazione caci e sicure. di materie prime farmaceuSi possono acquistare i protiche, cosmetiche e alimendotti Naturlabor per i protari, di packaging e di pri clienti personalizzandoli attrezzature per il laboratocon il logo e il nome della rio galenico. Gli integratori farmacia. Naturlabor sono prodotti a partire da materie prime di qualità, gestite nel pieno rispetto delle linee guiPer informazioni: da Gmp (Good manufacturing practices), Farmalabor Srl a garanzia della siVia Pozzillo, zona industriale, curezza dei prodotti 76012 Canosa di Puglia (Bt). e della completa Tel. 0883 1975 111; tracciabilità lungo e-mail info@farmalabor.it; tutta la filiera. www.naturlabor.it Tecnici ed esperti in nutrizione studiano, testano e preparano gli

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GALENICA

COSMESI FARMANEWS: i nuovi farmaci

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LEGALE:

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MEDICINA E FARMACOLOGIA

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INTERVISTA A...

Obiettivo qualità corre però distinguere tra quelle che improvvisano e quelle in possesso di una visione strategica. Senza dubbio di questo secondo gruppo fa parte PharmaSuisse Laboratories, protagonista di una crescita costante. La sua attività: ricerca di integratori innovativi, formulazione con ingredienti ed estratti vegetali ad alta standardizzazione, commercializzazione esclusivamente attraverso il canale grossista-farmacia.

Elementi distintivi

I

l mercato italiano degli integratori è in grande espansione e vanta una posiz ione di leadership in Europa. Nel mare magnum delle aziende che si sono affacciate su questo florido settore oc-

«Fin dall’inizio», ricorda il direttore commerciale di PharmaSuisse Michele Russo, «abbiamo deciso di puntare su una rete vendita formata da agenti monomandatari, veri e propri informatori scientifici del farmaco che si rivolgono alla classe medica. Al momento ne abbiamo sessanta nell’area osteoarticolare e circa una trentina in quella uroginecologica, un’area di cui ci occupiamo da poco tempo». 58 | settembre 2016 |

L’azienda è italiana e guarda soprattutto al mercato nazionale, non ha intenzione per il momento di aprire sedi all’estero ma accetta di buon grado, e con soddisfazione, le richieste di collaborazione provenienti, in particolare, da distributori che operano nei Paesi extra Ue. «Cina e Russia sono mercati difficili da approcciare ma potenzialmente enormi», sottolinea Russo, «ma i nostri prodotti sono presenti anche in Repubblica Ceca, Yemen, Azeirbajan, Cipro, Tunisia, Libano, Paesi con sistemi distributivi molto variegati. Il marchio italiano, quando si parla di salute, è molto ricercato». Un altro elemento caratterizzante è quello produttivo, visto che gli integratori in questione escono da uno stabilimento di proprietà del gruppo industriale di cui PharmaSuisse fa parte: «L’autonomia produttiva ci mette in una posizione di privilegio rispetto al 99 per cento delle aziende del settore. I vantaggi? Rapidità d’azione: tra il pensare un prodotto e l’averlo finito passa un mese (con il prodotto già sul mercato), mentre nella norma possono passare vari mesi. Non solo ma possiamo permetterci di produrre quantitativi ad hoc dell’integratore, in base alle nostre esigenze, e gestire con tempi di reazione estremamante ridotti tutte le situazioni di criticità. La nostra stra-


INTERVISTA A...

di GIUSEPPE TANDOI

PharmaSuisse Laboratories produce e commercializza integratori e ha concentrato la sua attività su due aree terapeutiche. A colloquio con il direttore commerciale Michele Russo tegia si articola su tre pilastri: proprietà, produzione, persone. E a proposito di persone, anche nel reclutamento dei nostri informatori abbiamo voluto puntare in alto: si tratta nella maggior parte dei casi di personale proveniente dalle multinazionali del farmaco, con una forma mentis completamente diversa da quella dei tradizionali venditori.

Lo scenario

Il boom della nutraceutica di questi ultimi anni ha fatto sì che oggi non sia affatto facile distinguere le aziende che offrono maggiori garanzie di qualità: «Attualmente per fare un integratore bastano pochi euro per la notifica al Ministero, dopo averne spesi qualche decina di migliaia per aprire una società che opera nel settore. Alla fine però i nodi vengono al pettine. Va detto che negli ultimi anni la qualità media è un po’ migliorata, per il fatto che le multinazionali, con il farmaco in declino, si stanno buttando anch’esse sugli integratori, portando un bagaglio di conoscenze e di valori che vanno a vantaggio dell’intero settore. Restano tuttavia quelle piccole realtà che si inseriscono nel settore senza alcuna visione strategica e dopo qualche anno lo abbandonano». All’inizio il consumatore è un po’ incerto nella scelta, anche se ormai avvezzo a documentarsi su in-

ternet, ma poi comincia a orientarsi. E l’informazione ai professionisti della sanità, in questo senso, è fondamentale. «Noi finora ci siamo concentrati sulla classe medica, non abbiamo azioni mirate sul canale farmacia, ma ci stiamo pensando. Vogliamo puntare, per esempio, sulla vendita diretta, per consolidare i rapporti con i titolari di farmacia. Quello che di certo non faremo sarà intraprendere politiche di scontistica che andrebbero a penalizzare i nostri prodotti. Il farmacista deve scegliere i nostri prodotti perché ne conosce il valore. La parola d’ordine per l’immediato futuro è prevenzione che, guarda caso, fa rima con integrazione». E i prezzi, si può limare ancora qualcosa? ««Abbiamo già prezzi estremamente competitivi anche grazie al risparmio sui costi che la nostra struttura ci permette. Il costo terapia giornaliera è sotto l’euro, una cifra che consideriamo più che accettabile considerando il profilo qualitativo estremamente elevato dei nostri prodotti».

I prodotti

Principali referenti degli informatori di PharmaSuisse sono ortopedici, fisiatri, reumatologi, medici sportivi e specialisti in uro-ginecologia: «Quella di puntare sui medici specialisti è stata una scelta strategica, così come 59 | settembre 2016 |

Michele Russo, direttore commerciale di PharmaSuisse

quella di supportare i prodotti da noi brevettati con studi clinici ad hoc. Non basta avviare uno studio clinico, bisogna anche considerare i partner scientifici ai quali ti rivolgi, che devono essere di assoluto valore. Per quanto ci riguarda abbiamo collaborato con l’Istituto Gaetano Pini di Milano, l’Università di Padova, l’Ospedale Careggi di Firenze e il Policlinico S. Maria Le Scotte di Siena». PharmaSuisse è presente, attraverso i grossisti, su tutto il territorio nazionale: «Entro fine anno vogliamo arrivare a quaranta informatori per la seconda linea, quella uro-ginecologica, in modo che anche per essa si possa arrivare a una copertura nazionale. È compito delle nostre persone informare non solo il medico ma anche il farmacista. Non dimentichiamo che il mercato degli integratori in Italia vale tre miliardi di euro e per il 90 per cento passa dal canale farmacia».


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Enterogermina® Gonfiore di Sanofi, il nuovo prodotto della linea Enterogermina®, è un integratore alimentare con una formulazione specifica che favorisce il regolare funzionamento e la motilità dell’intestino, aiutando l’eliminazione dei gas all’origine del gonfiore intestinale, grazie alla presenza di probiotici, estratti vegetali ed enzimi digestivi. È disponibile nella confezione da 10 + 10 bustine, che consentono la conservazione separata dei probiotici e degli enzimi fino al momento dell’assunzione. www.sanofi.it

Isomar Occhi Roll-On viene in aiuto per un pronto sollievo anche fuori casa. www.euritaliapharma.it

Alcuni disordini estetici cutanei ultra-specifici richiedono risposte ultramirate. Mesolift, Arkeskin+, Deridium e Diopti di Lierac, ogni linea risponde a un problema specifico. Nei Laboratoires Lierac lavorano équipe di farmacisti, chimici, biologi, dermatologi che hanno stretto solide collaborazioni con l’Unità di ricerca fondamentale sui meccanismi di regolazione endocrini del Cnrs, con la Società francese di biologia della Matrice extracellulare, con la Fondazione oftalmologica Rothschild.

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La conoscenza e lo studio della mesoterapia, della terapia di cicatrizzazione tissutale, dell’oculoplastica, accanto alle conoscenze in ambito endocrinologico, hanno permesso di mettere a punto prodotti dall’efficacia senza precedenti. www.lierac.it


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DOPO LA PUNTURA, SENZ’AMMONIACA Zanzarella Dopo Puntura, con la sua esclusiva Original Formula PREP a base di ingredienti naturali, attenua il fastidio provocato dalle punture di zanzara. La sua specifica composizione, dalle proprietà lenitive e rinfrescanti, dona sollievo immediato dalle sensazioni di prurito dovute alle punture di insetti. La formula priva di ammoniaca favorisce un immediato sollievo e una duratura sensazione di freschezza. Applicare dopo punture di zanzare, mosche, vespe, tafani, zecche, insetti in genere o dopo il contatto con piante urticanti e meduse. www.euritaliapharma.it

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SI PRENDE CURA DELLA PELLE Dermon Doccia Schiuma alla Vitamina E, con azione lenitiva-antiossidante, deterge in profondità lasciando sulla pelle un’intensa sensazione di morbidezza e freschezza. Le sue preziose sostanze lenitive e dermo-protettive sono state studiate appositamente per non alterare il film idrolipidico cutaneo. Usato quotidianamente, mantiene la pelle, anche quella più sensibile, piacevolmente levigata, morbida e setosa. La sua formulazione a base di vitamina E, inoltre, svolge un’efficace azione antiossidante, aiutando a combattere l’invecchiamento cutaneo e le aggressioni dei radicali liberi. www.avantgardesigma-tau.it

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IL LIBRO

Ricettario della salute I farmacisti italiani in cucina

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A cura della REDAZIONE

e la doppia accezione del termine “ricetta” rimanda alla prescrizione medica come alle indicazioni per preparare un buon piatto, perché non farne un progetto e poi un libro? Così è stato con la seconda edizione del Contest Farmacia Etica “Marco Belli”, che nel 2015, in coincidenza con Milano Expo, ha sollecitato i farmacisti italiani a proporre una o più ricet-

te di piatti consigliati in presenza di una particolare condizione fisiologica o patologica, a scelta fra una serie di temi proposti. Le ricette sono state poi raccolte in questo Ricettario del la salute, presentato a FarmacistaPiù 2016, che si deve alla collaborazione tra Elena Penazzi - farmacista e giornalista, nonché ideatrice del progetto - e il nutrizionista Attilio Speciani.

A cura di ELENA PENAZZI e ATTILIO SPECIANI Elaborazione delle ricette e fotografie a cura di MARINA NECCHI SPECIANI Ricettario della salute. Le ricette dei farmacisti italiani Lswr, 2016, pp. 191

La salute piatto per piatto

Ogni capitolo del libro comprende un certo numero di ricette “dedicate”: sovrappeso e obesità; sensibilità al glutine; alimentazione e invecchiamento; alimentazione e sport; alimenti e cibo per il cuore; colesterolo e grassi nel sangue; ritenzione d’acqua; gonfiori e cellulite; energia, cibo e fatica; alimentarsi bene in gravidanza; cibo e menopausa; sovrappeso nell’infanzia; zucchero, iperglicemia e diabete; pressione alta. Ogni ricetta viene commentata da Speciani che, come sottolinea Penazzi nella prefazione, «ci illumina sul percorso più adatto p er mantenerci sani e in forma attraverso il cibo, fornendoci

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piccoli e grandi consigli per utilizzare al meglio gli alimenti e mangiare cibo non solo sano, ma anche molto gustoso». Si può apprezzare la buona cucina senza rimetterci a salute? A quanto pare sì, eccome. Non solo, ma il farmacista di questa sua attitudine gastronomica può avvalersi, quotidianamente, anche dietro il banco, perché è anch’essa parte dei suoi doveri di professionista che si fa promotore dei corretti stili di vita presso i cittadini. Last but not least, tutti i proventi delle vendite del Ricettario della salute e i relativi diritti d’autore saranno devoluti al progetto alimentazione della Fondazione Rava Nph Onlus per i bambini dell’ospedale Saint Damien di Haiti.


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