Ragazze, che storia! L’universo femminile dagli anni sessanta a oggi
puntoeffe
Edizione fuori commercio riservata ai sigg. Medici Il volume Ragazze, che storia! L’universo femminile dagli anni sessanta a oggi è stato realizzato con il contributo di Grünenthal realizzazione
Punto Effe srl presidente
Ismaele Passoni testi
Regina Mezzera Rebecca Raineri progetto grafico
Gardel&Gardel picture editor
Emanuela Contieri coordinamento tecnico
Giancarlo Confalonieri Fotografie: © Corbis - www.corbis.com © Eredi Crepax - copyright Guido Crepax © ICP - www.icponline.it
In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori © 2009 by Punto Effe Via Boscovich 61 20124 Milano Tel. 02.2022941 info@puntoeffe.it www.puntoeffe.it Tutti i diritti sono riservati, nessuna parte del presente volume può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza l’autorizzazione scritta dell’Editore Finito di stampare nel mese di novembre 2009
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he incredibile susseguirsi di eventi in questi ultimi 50 anni! Donne di ieri, di oggi e di domani sono state, sono e saranno le protagoniste di una continua evoluzione della femminilità nel contesto sociale, in un intreccio inestricabile tra natura e cultura. Donne per ogni lettera dell’alfabeto e, da Anna a Zeudi, storie da raccontare al presente, ripensando al passato e anticipando il futuro. Molte le novità nel campo della riproduzione femminile che si sono intrecciate con la storia e il costume del nostro Paese e che sono tuttora fonte di ampio dibattito perché rappresentano dei momenti evolutivi chiave per il ruolo della donna nella società e per il senso stesso della specie umana. Le vicissitudini della donna l’hanno fatta crescere e hanno rivoluzionato il concetto della femminilità, oggi alla ricerca di un nuovo equilibrio che metta insieme maternità e lavoro, bellezza e salute, eroticità e sentimenti, in un percorso faticoso, ma esaltante, in sintonia con gli ideali della nostra epoca. Nell’adolescenza, la giovane donna getta le basi della femminilità adulta. Vive il suo corpo in libertà, ma è vulnerabile nel rapportarsi ai modelli inarrivabili che la società propone. La sessualità è una scoperta che si confronta con la scelta contraccettiva, il rischio delle malattie a trasmissione sessuale e il bisogno di intimità con un partner che condivida la progettualità femminile. Il raggiungimento della piena autonomia è propedeutico al progetto “di mettere al mondo un figlio”, non più destino biologico, ma scelta consapevole di una donna ormai più che adulta, che può scontrarsi con la difficoltà del generare in modo naturale. La competenza istintiva alla maternità viene sostituita dal mestiere di essere madre tra mille insicurezze e il timore di non riuscire a conciliare i molteplici ruoli nella famiglia e nella società. Poi arriva la menopausa, una nuova stagione da vivere fino in fondo attingendo a tutte le risorse disponibili a combattere i segni del tempo che passa e a permettere alla donna di ristrutturarsi sul piano personale e di coppia in un’ottica di prevenzione e benessere. Grazie a tutte le donne che incontro ogni giorno… Rossella E. Nappi Ginecologa Ricercatrice - Università di Pavia 3
gli anni sessanta
Arriva la pillola e anche la minigonna Si respira qualcosa di nuovo nell’aria negli anni sessanta, e quel qualcosa riguarda tutti ma in modo particolare le donne. Proprio nel 1960, infatti, viene messo in commercio negli Stati Uniti il risultato delle fatiche di Gregory Pincus: la prima pillola anticoncezionale. L’anno dopo sarà disponibile anche in Australia e in Europa. In Italia viene venduta dal 1967 e solo per fini terapeutici, bisognerà arrivare al 1971 per ottenerne la vendita anche come contraccettivo. La contraccezione ormonale sicura ha davvero rivoluzionato la vita di milioni di donne in tutto il mondo perché ha permesso la gestione conanni
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sapevole della propria vita sul versante riproduttivo e sessuale. Inoltre la ricerca scientifica ha sviluppato molecole sempre più innovative e ricche di benefici non contraccettivi per la salute della donna. Fin dagli esordi, l’evoluzione della contraccezione ormonale è andata
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nella direzione di offrire al maggior numero di donne in età fertile l’opportunità di inibire l’ovulazione in modo sicuro e reversibile con un buon profilo rischio-beneficio. Nel tempo, infatti, si sono via via ridotte le dosi di estrogeni e sono stati introdotti progestinici innovativi sempre più simili al progesterone naturale, come il clormadinone acetato, per limitare l’impatto sul metabolismo femminile, per migliorare la tollerabilità e il controllo del ciclo. Nel 1968, la rivolta studentesca e la rivoluzione sessuale incidono profondamente sulla società: la pillola, pur generando discussioni e resistenze, diventa uno dei simboli del cambiamento. Non solo mogli e mamme Nel 1963 esce, negli Usa, il libro di Betty Friedan, Mistica della femminilità, nel quale l’autrice rivendica l’uguaglianza nel campo professionale, culturale e politico. Sempre oltreoceano, nel 1966 William Masters, sessuologo e ginecologo, e Virginia Eshelman Johnson, psicologa, pubblicano nel volume L’atto sessuale nell’uomo e nella donna i risultati della loro indagine sulla fisiologia sessuale umana dopo aver esaminato oltre diecimila atti sessuali compiuti da circa 700 volontari. Una delle conclusioni più “sorprendenti” di queste ricerche è che la sessualità femminile non è inferiore a quella maschile: si esprime diversamente, il che però non significa che diverse siano le esigenze sessuali della donna rispetto a quelle dell’uomo... Una rivoluzione.
Indira Gandhi nel 1966 diventa primo ministro dell’India. Fino ad allora, nessuna donna aveva ricoperto questo ruolo.
Valentina Tereskova, russa, è la prima donna astronauta lanciata nello spazio nel 1963.
Madri e figlie, che stili diversi Intanto a Londra, siamo nel 1965, la giovane stilista Mary Quant porta sopra il ginocchio l’orlo delle gonne: nasce la minigonna. Le nuove tendenze sbarcano anche in Italia. A Milano, in galleria Passarella, apre il nuovo, folle negozio di Fiorucci. È inaugurato il 31 maggio del 1967, con una grande festa aperta al pubblico. Elio Fiorucci porta così in Italia le suggestioni che provengono da tutto il mondo, il tutto all’insegna della libertà e di un’allegra contaminazione. I genitori non condividono: i padri continuano a indossare abiti formali e le madri non rinunciano a guanti, cappellino e capelli cotonati. Le ragazze invece bandiscono il trucco, le più audaci anche il reggiseno, indossano abiti unisex (si vuole o no la parità dei diritti?), larghe camicie e gonne zingaresche. Madri e figlie seguono stili diversi, sempre più diversi, che mettono in evidenza il contrasto generazionale di due modelli femminili contrapposti: tradizionale l’uno, trasgressivo l’altro. Su La Zanzara un’inchiesta scandalosa «Qual è la posizione della donna nella società italiana? Quali sono i problemi che si trova ad affrontare? Qual è il suo atteggiamento di fronte all’educazione, alla cultura, alla morale, alla religione, al matrimonio e al lavoro?». A chiederselo, in quel lontano febbraio del 1966, è un’inchiesta de La Zanzara, il giornale del liceo Parini di Milano. anni
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Le ragazze chiedono un rapporto aperto con i genitori, l’introduzione dell’educazione sessuale a scuola, sono favorevoli ai rapporti prematrimoniali e all’utilizzo di metodi anticoncezionali, puntano al matrimonio a patto che si concili con il lavoro. L’inchiesta fa scandalo, solleva un polverone che si
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conclude in un’aula di tribunale e alla fine con un’assoluzione generale. Caterina Caselli ribadisce che Nessuno mi può giudicare e la canzone diventa l’inno del momento. Tuttavia in Italia l’adulterio femminile è ancora un reato (quello maschile no), il “matrimonio riparatore” evita la condanna per le violenze sessuali sulle minori, non ci sono ancora il divorzio, l’aborto e la pillola contraccettiva. Il 1968, nel bene e nel male a seconda dei punti di vista, segna la svolta: nelle università occupate si tengono corsi di educazione sessuale e per la prima volta ragazzi e ragazze dormono insieme. È l’inizio dell’emancipazione femminile, è abolito il reato di adulterio, due anni dopo entra in vigore la legge sul divorzio, comincia a diffondersi l’uso della pillola come contraccettivo. Anche l’educazione sentimentale dei maschi comincia a cambiare rispetto ai primi del Novecento, quando la sessualità veniva considerata un aspetto completamente separato dall’amore. Casalinghe e magistrate Negli anni sessanta le trasformazioni coinvolgono quasi 20 milioni di italiane nell’ambito familiare, lavorativo e legale. L’istituto della famiglia è quello che più di tutti riflette i cambiamenti in atto. Sono tante le tappe del mutamento dei costumi e le ritroviamo nelle commedie di Pietro Germi, da Divorzio all’italiana a Sedotta e abbandonata, e soprattutto nei casi di cronaca. Emblematico quello di Franca Viola che, nel 1965 a 18 anni, è la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. Siamo in pieno miracolo economico, un momento di grazia che produce cambiamenti epocali e duraturi nella società e nell’economia italiane. Tra le immagini simbolo dell’universo femminile che cambia ci sono il carrello del supermercato o una lavatrice, magari con la centrifuga a manovella. E la donna, grazie anche alle “macchine”, riesce a ritagliarsi un po’ di tempo in più. Cresce la percentuale di donne lavoratrici che dal 1963 possono accedere a professioni un tempo riservate solo agli uomini come la magistratura e la diplomazia. 7
gli anni settanta
Tremate, tremate, le streghe son tornate! E ancora, «La gioia non ci spaventa donne si nasce, streghe si diventa». Sono due dei tanti slogan inventati dalle donne che, tra la fine degli anni sessanta e i primi settanta, partecipano numerose alle variopinte manifestazioni femministe all’insegna dell’impegno politico e dell’autocoscienza. Sono gli anni delle grandi battaglie civili: il referendum sul divorzio prima, la legge 194 poi, e ancora, nel 1978, l’approvazione della legge Basaglia sulla chiusura dei manicomi, la 180, e la nascita del Servizio sanitario nazionale. anni
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Non è facile il cammino per il riconoscimento dei diritti civili delle donne, per ottenere la possibilità di gestire la propria vita, il proprio corpo, il proprio patrimonio senza autorizzazione del marito. È il 22 maggio 1978 quando il Parlamento approva la legge 194 sulla
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“Tutela sociale della maternità e l’interruzione volontaria di gravidanza”. Polemiche ideologiche, religiose e morali accompagnano l’iter, lungo e sofferto di una legge che tocca le coscienze di tutti, e non solo dei cattolici. È troppo permissiva, troppo rigida, va abolita, va cambiata? Il dibattito è ancora aperto e molto acceso. Ma torniamo all’atmosfera di quegli anni, così ricchi di luci e di ombre. Sono gli anni di piombo: nel 1978 il sequestro e l’assassinio di Moro e, dopo soli due anni, la strage alla stazione di Bologna. Mina, proprio nel 1978, si congeda a modo suo dal pubblico, con il memorabile concerto alla Bussola. Pertini diventa presidente della Repubblica e Giovanni Paolo II inizia il suo lunghissimo pontificato... Sono anni che hanno segnato davvero una svolta nella storia, nella nostra storia, e in quella femminile in modo particolare. Sono tante le donne che cambiano stile, soprattutto mentale. Più sicure, consapevoli, talvolta addirittura aggressive. Gli aggettivi si sprecano per definire la loro metamorfosi. La rivoluzione sessuale diventa patrimonio culturale di tante. Non più o non solo slogan da urlare nei cortei, ma un modo diverso di affrontare la maternità, la vita di coppia, all’insegna della libertà. Le italiane si scoprono: non più sedotte ma seduttive Torniamo indietro nel tempo per capire quanto il comune senso del pudore sia cambiato in pochi anni. È il 1955 quando la ballerina Alba Arnova appare in un varietà televisivo con una calzamaglia rosa; sullo schermo (in bianco e nero) dà l’impressione di avere le gambe nude. Lo scandalo provoca diverse interrogazioni parlamentari, l’intervento del
Margaret Thatcher nel 1979 è eletta primo ministro del Regno Unito. 9
Nilde Iotti nel 1979 viene eletta presidente della Camera dei Deputati, carica che coprirà ininterrottamente fino al 1992. Tina Anselmi il 29 luglio 1976 viene nominata ministro del Lavoro e della Previdenza sociale da Giulio Andreotti. È la prima donna a far parte di un governo in Italia.
Vaticano, e l’allontanamento dell’Arnova dalla televisione. Sei anni dopo, nell’autunno del 1961, le gemelle Kessler mostrano le gambe nella trasmissione Studio Uno, condotta da Mina. Passano gli anni, cadono altri tabù, ma farà ancora scalpore Raffella Carrà che nel 1970, a Canzonissima, balla il Tuca Tuca con l’ombelico scoperto. Gli anni settanta segnano il trionfo del nudo. I fumetti iniziano ad ospitare strisce con corpi nudi ed espliciti riferimenti sessuali e nel 1976 Guido Crepax, il papà di Valentina, disegna Histoire d’O. Valentina, uscita dalla penna di Crepax nel 1965, è perfettamente a suo agio nella Milano anni settanta con le sue atmosfere e il suo clima d’intellettualismo radical chic. Di professione fotografa, decisamente disinibita, rappresenta il mutamento dei tempi, dei costumi sociali e sessuali, l’emancipazione della donna. In Italia debutta al cinema il filone erotico che ha come indiscussa protagonista Edwige Fenech, una vera e propria star del grande schermo durante gli anni settanta. L’attrice, bella e sensuale, è anche intelligente, ironica, il che la rende ancora più seducente. Ma la pellicola che segna la svolta del genere sexyerotico in salsa italiana è Malizia, firmata nel 1973 da Salvatore anni
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Samperi, e interpretata da una splendida Laura Antonelli che, fotografata da Vittorio Storaro, sale sulla scaletta per spolverare mostrando calze nere, una maliziosa giarrettiera e, soprattutto, le sue bellissime gambe.
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Laura Antonelli
Mina
Ornella Vanoni
Due signore cambiano la musica I Settanta sono gli anni d’oro di Mina e Ornella Vanoni, due signore molto diverse rispetto alle Tonina Torielli o alle Nilla Pizzi, diverse per lo stile musicale ma anche di vita. Nel 1977 Ornella posa per la versione italiana di Playboy chiedendo come compenso, al posto del denaro, una sfera dello scultore Arnaldo Pomodoro, con il quale nasce una profonda amicizia. Mina negli anni sessanta aveva sconvolto i benpensanti per la sua storia d’amore con Corrado Pani. La relazione aveva creato scandalo, dato che l’attore era sposato. Il 18 aprile 1963 nasce Massimiliano e Mina viene bandita dalla televisione di Stato. Un anno dopo, però, passata la bufera rientra trionfalmente in televisione. La moda è anche protesta Nasce la moda “punk”, uno stile anarchico che compare per la prima volta nelle strade di Londra. Mira a fare scandalo, associando pantaloni neri con giacche di pelle personalizzate e pesanti stivali. Le donne portano minigonne, collants a rete e scarpe con tacchi alti. Fa tendenza uno stile sadomaso: collari di cuoio, strappi e tagli, spille, borchie e cerniere. Sulle t-shirt si stampano slogan aggressivi e anarchici. Anche l’abbigliamento diventa di protesta. Ci si sfila per sempre il grembiule nero e il colletto bianco per indossare, anche nei posti di lavoro, pratici pantaloni. Autentico simbolo di questi anni è il pantalone a zampa di elefante che si allarga vertiginosamente dagli stinchi in giù. 11
gli anni ottanta
Forever young, I want to be forever young Così recitava la famosa canzone degli Alphaville, uscita nel 1984, e le donne in quel decennio cominciano a prendere alla lettera l’invito. Sono gli anni in cui anche in Italia si diffondono, sia pure timidamente e solo nelle classi sociali più elevate, le terapie ormonali sostitutive. La menopausa è vissuta come una nuova stagione di una donna che ha ancora davanti a sé molti anni di vita. Anche il vissuto della gravidanza cambia: si diffonde il ricorso all’ecografia, il sesso del nascituro non sarà più un mistero che si svela al momento della nascita, e si ricorre sempre più spesso alle indagini prenatali, anche perché si diventa madri più tardi. anni
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L’importanza del look nella Milano da bere Gli anni ottanta sono gli anni del riflusso, degli yuppie: l’impegno politico lascia il posto alla ricerca del successo economico-professionale,
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da ostentare attraverso lo stile di vita. È un decennio all’insegna del colore: nella moda appaiono i colori flash, le stampe irriverenti, le forme maxi, i leggings, quel capo di abbigliamento a metà tra un fouseau e un collant ultra coprente, i pantaloni sono a vita alta, talvolta chiusi da uno zip all’altezza della caviglia. Le chiome sono “leonine”, decisamente importanti. Ma c’è dell’altro. Facciamo un piccolo passo indietro: la data ufficiale della nascita del made in Italy, o meglio del made in Milan, è il 1978, quando le sfilate di prêt-à-porter milanesi vedono l’affermarsi di Giorgio Armani, Gianni Versace e Gianfranco Ferrè... Le sfilate si trasformano in happening: Naomi Campbell, Claudia Shiffer e Linda Evangelista sono le nuove icone degli anni Ottanta. La moda diventa uno stile di vita e ogni donna può scegliere in quale modello o in quali modelli identificarsi: c’è quella in carriera, la seduttiva, la trasgressiva... È la competizione, bellezza Cresce il progresso in campo tecnologico e con esso il modo di vivere e di lavorare nella società moderna. Nascono i primi computer, i cd e la competizione tra i media televisivi. Finito il monopolio della televisione di Stato, la neonata Canale 5 darà subito del filo da torcere alla Rai, costringendola ad adeguarsi alla concorrenza. Drive In è il programma televisivo della domenica sera di Italia 1 che va in onda dal 1983 al 1988 ed è subito cult. Fanno scalpore le “ragazze fast-food” per la prima volta sul piccolo schermo. Sono loro l’archetipo delle varie veline, letterine eccetera che spopoleranno da allora in televisione e non solo in quelle commerciali. La competizione è un elemento dominante nel mondo del lavoro, anche tra uomini e donne. La donna in carriera, sempre bella, efficiente ed elegante rappresenta l’espressione più tipica dell’universo femminile degli anni ottanta. Dilaga il consumismo, i prezzi salgono alle stelle e l’inflazione raggiunge, nella prima parte del decennio, livelli altissimi. Gli uomini cominciano a interrogarsi sul pianeta donna che per loro è sempre più indecifrabile. 13
Sara Simeoni nel 1980 vince la medaglia d’oro per il salto in alto ai Giochi olimpici di Mosca.
Storie senza lieto fine Il 29 di luglio 1981, a Londra, si celebra uno degli avvenimenti del secolo che hanno più appassionato l’opinione pubblica: il matrimonio di Carlo d’Inghilterra con Diana Spencer. La storia tra i due sembra stregare il mondo intero, forse perché incarna il mito della favola in cui una ragazza qualunque, anche se Diana non è proprio una Cenerentola, arriva a sposare un principe. La fine della fiaba è nota. Nel 1980 Kramer contro Kramer sbanca la notte degli Oscar. Il film racconta il divorzio tra Ted (Dustin Hoffmann) e Joanna Kramer (Meryl Streep), che litigano su chi debba avere la custodia del figlioletto, Billy. La storia mostra una tipica condizione della famiglia di quegli anni in cui la donna rivendica maggior spazio e attenzioni. Chi avrebbe immaginato che sarebbe diventata una sorta di premonizione per la vita affettiva, sociale e lavorativa delle coppie? Nel 1979, il problema dei divorzi, già molto diffuso e sentito in America, è ancora relativamente marginale in Italia, con poco più di 10 mila casi, e circa 4 matrimoni su 100 destinati a concludersi con un divorzio. Dal sesso senza figli ai figli senza sesso Gli anni ottanta vedono l’emergere di due situazioni che hanno condizioanni
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nato l’atteggiamento nei confronti della sessualità: l’epidemia di Aids e l’affermarsi delle tecnologie della riproduzione. Le tecniche di fecondazione assistita ripropongono alcuni temi già emersi negli anni precedenti, in primo luogo la medicalizzazione della procreazione.
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Lilli Gruber nel 1987 diventa la prima donna in Italia a condurre un telegiornale di prima serata, il Tg2.
Tutte le donne, sia quelle che vogliono un figlio e magari non ci riescono, sia quelle che vogliono evitare la gravidanza si rivolgono al ginecologo. In quegli anni il nostro Paese ha uno dei tassi di crescita più bassi nel mondo occidentale e la dimensione delle famiglie si riduce. Grazie anche al contemporaneo aumento della durata media della vita, si modifica la struttura della popolazione formata da pochi bambini, pochi giovani, molti adulti e anziani. Tocca alle donne, tra l’altro tendenzialmente più longeve, occuparsi degli anziani, che ormai non vivono più nella stessa casa e spesso neppure nella stessa città. Il percorso che le ha portate a emanciparsi sembra arrivato a un punto morto. Le donne nate negli anni sessanta, quelle che, almeno nelle città del centro nord e nei ceti medioalti, sono state educate nella convinzione di essere uguali ai loro coetanei, si scontrano adesso con una realtà in cui la differenza di genere gioca un ruolo ancora profondo.
Rita Levi-Montalcini nel 1986 riceve il Premio Nobel per la medicina. Nella motivazione si legge: «La scoperta del NGF (fattore di crescita nervoso) all’inizio degli anni cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos».
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gli anni novanta
Matrimonio in estinzione? Separazioni e divorzi, nella seconda metà degli anni novanta, sono quasi raddoppiati nelle società occidentali. Le famiglie composte da una sola persona diventano milioni. A New York il numero delle donne sole è pari a quello delle sposate. Aumentano le convivenze. Il matrimonio è condannato a estinguersi? Il giovane filosofo Vincente Cespedes propone una soluzione “diversa”, la Costellazione, al cui centro ci sarebbe una donna «fatta per gli amori liberi e plurali, capace di affrancarsi dal bisogno di controllare l’altro», e tutt’intorno maschi satelliti. Provocatorio ma ben lontano dalla realtà. anni
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Che fatica essere donne Il problema è che, negli anni novanta, le donne sono ancora oberate dalla fatica, fuori e dentro casa, figuriamoci ad avere contemporanea-
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mente più relazioni! Sempre più spesso si trovano a svolgere molti ruoli: quello privato, quello pubblico, talvolta quello politico e sociale, assieme a quello lavorativo e domestico, con pochissimo sostegno da parte dei propri compagni e dello Stato. Per fortuna a fine decennio il telefono cellulare e prima il forno a microonde danno una mano a organizzare le giornate, ma insomma è ancora una parte da “acrobata” (come nell’omonimo film di Silvio Soldini, del 1997), quella che le donne devono o vogliono interpretare. Spesso a un buono stipendio continuano a preferire, quando possibile, un’attività piena di significato e di relazioni. E chi affida loro un lavoro, pur consapevole della passione che le muove, ne tiene conto al ribasso. Infatti le donne, a parità di competenze, guadagnano il 20-30 per cento in meno degli uomini. L’amore al tempo dell’Aids L’amore, nei Novanta, è sotto il segno dell’Aids. Nel nostro Paese si è passati da un caso del 1982 (il primo noto in Italia) ai 5.653 del 1995, con una crescita che è stata costante fino alla metà degli anni novanta. Dal 1996 si è assistito a una riduzione dei nuovi casi, prima molto rapida e dal 2001 meno marcata. Il virus si diffonde inizialmente tra la comunità gay e i tossicodipendenti ma, in seguito, non guarda in faccia nessuno. Entrano in scena le lolite A metà degli anni novanta, il programma televisivo Non è la Rai mostra decine e decine di ragazzine ammiccanti che si agitano in microabiti da collegiale come moderne lolite. Sulla medesima scia esplode il fenomeno “Britney Spears”, una sedicenne statunitense che con il sin-
Deborah Compagnoni tra il 1994 e il 1998 conquista tutti gli ori disponibili tra Olimpiadi e Mondiali.
Irene Pivetti deputato nella lista del Carroccio, nel 1994, a 31 anni, è la più giovane presidente della Camera dei Deputati in Italia.
golo Baby one more time scala le classifiche mondiali e inaugura il genere musicale Teen Pop. Nascono anche le boy-band declinate al femminile: sopra ogni altra, quella delle Spice Girls, cinque ragazze britanniche che fanno impazzire il mondo. Sharon Stone, nel 1992, ammalia gli spettatori di Basic Instinct con una sessualità ambigua, esibita, violenta. Nel 1998 scoppia il Sexgate: il presidente Usa Bill Clinton è coinvolto in uno scandalo per la sua relazione con una stagista adorante e grassoccia, Monica Lewinsky. Il Congresso apre una procedura di impeachment per l’accusa di intralcio alla giustizia (Clinton aveva negato la relazione, e in effetti la relazione non c’era stata, si era trattato solo di sesso orale!), ma sarà assolto. Così, mentre è lecito che le giovanissime siano trasformate in ninfette da esibire e in macchine da guerra per far soldi, i benpensanti americani si scatenano per l’avventura extra-coniugale del loro presidente, perdonato persino dalla moglie. La prevenzione dei tumori femminili L’Istat nel 2006 pubblica i dati di un’indagine svolta nel 2004 - 2005 per fornire un quadro d’insieme sulla diffusione in Italia della prevenzione femminile riguardo ai tumori al collo dell’utero e al seno. Dall’indagine risulta che, a partire dalla metà degli anni novanta, l’incremento degli screening di Pap test e mammografia ha contribuito senanni
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sibilmente a ridurre la mortalità per i tumori della mammella e al collo dell’utero. Rimane però ancora basso il livello di copertura del Pap test soprattutto tra i 25 e i 29 anni e il Sud continua a mantenere livelli molto bassi nel ricorso sia al Pap test sia alla mammografia.
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E la moda gioca tra il vecchio e il nuovo Le top model diventano star, imponendo un modello di bellezza e perfezione che cambierà profondamente il rapporto delle donne con il loro corpo. Si gioca al ripescaggio: nel 1990-91 riappaiono i Sixty’s, con la minigonna, i fuseaux stampati e aderentissimi, citazioni da Pucci e dalla Swinging London... Poi è la volta dei Settanta, con gli immancabili gonnelloni, i pantaloni a zampa d’elefante, le zeppe... Nel 1993 il nuovo arriva da lontano: è lo stile grunge, letteralmente “stropicciato”, mutuato dalla musica dei Nirvana. Protagonisti sono gli anfibi e i sandali francescani, i cappelli a calza, le maglie sformate e infeltrite, le t-shirt decolorate… È il segnale che la moda ricomincia a occuparsi della donna comune e della sua comodità. Versace riprende il travestimento punk, lanciato nel 1976 a Londra dal leader dei Sex Pistols, ma disegna e crea anche per l’amica Diana Spencer che muore nel 1997, poco prima di madre Teresa di Calcutta. L’accostamento non sembri blasfemo: due icone femminili chiudono il decennio, entrambe paradigmatiche, ciascuna a modo suo, ciascuna portavoce di un femminile antico e moderno insieme. La prima, protagonista del gossip, ambasciatrice di pace, divorziata, fidanzata con un mussulmano; la seconda, granitica montagna d’amore profuso senza risparmio, e senza condizioni, autentico esempio di maternità simbolica.
Madeleine Albright dal 1997 al 2001 è segretario di Stato durante il secondo mandato presidenziale di Bill Clinton, prima donna a ricoprire questa carica. 19
il duemila e dintorni
Chi è più ricco, paga: è la parità, ragazze! La differenza tra uomo e donna, nel Duemila, si sente meno anche nelle cause di separazione. Secondo quanto osservato dal Centro Studi Ami (Associazione matrimonialisti italiani), infatti, nel 2007 e 2008, il 3,5 per cento delle sentenze ha stabilito che le mogli debbano mantenere i mariti. Il quadro delle donne coinvolte le dipinge autonome, benestanti e molto intelligenti. Il 60 per cento di loro esercita una libera professione, il 25 per cento ha un’azienda, e il 15 per cento svolge un’attività comunque ben remunerata. Hanno dai quaranta ai cinquant’anni e vivono per lo più nel Nordest, ma non solo. Tutte sono accomunate dalla anni
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lealtà verso l’ex-coniuge che nel 38 per cento dei casi è più giovane. Forse si sentono un po’ in colpa per la loro superiorità finanziaria, e cercano per questo di riequilibrare il rapporto versando quel che c’è da versare, senza creare ostacoli.
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Giovani “maschiette” crescono Le adolescenti di oggi, le figlie delle “emancipate” vogliono essere uguali ai coetanei maschi. Si comportano sessualmente e socialmente come loro, perché pensano che così facendo sarà più a portata di mano la libertà, soprattutto quella sessuale. E alla parola “femminismo” storcono la bocca. Sono talmente maschi da adoperare il loro corpo esattamente come gli uomini: come un optional, come un eccitante sex toy. Già, l’importante è essere sexy, perché se per le loro mamme rappresentare un oggetto sessuale costituiva un problema, adesso il problema è non incarnarlo. La ragazza perfetta deve avere tutto ed essere tutto: intelligente, disinibita, spiritosa, piena di amici, lanciata verso una luminosa carriera (da avvocato o da velina, è lo stesso!), e molto molto magra, troppo spesso anoressica. Finalmente in carriera, senza sensi di colpa Le mamme di queste adolescenti, sebbene in molti casi sentano la giovinezza come un dovere - la chirurgia estetica ha uno sviluppo impressionante, in questo primo decennio del nuovo millenio -, hanno un grande vantaggio: non devono dimostrare a tutti i costi di essere brave come gli uomini, nel lavoro, perché le donne venute prima di loro lo hanno già fatto. Sono più rilassate, e quando è nella carriera che decidono di investire, arrivano molto in alto. Come Emma Marcegaglia, prima donna a ricoprire il ruolo di presidente di Confindustria, o Hillary Clinton, ex first lady. prima donna candidata alla casa Bianca e attuale segretario di
Angela Merkel, classe 1954, è la prima donna a ricoprire dal 2005 la carica di Cancelliere della Germania. È considerata da Forbes Magazine “la donna più potente del mondo”.
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Stato, nel governo di Barak Obama. A proposito del presidente Usa, gli va riconosciuto il merito di aver firmato la prima legge del suo mandato per sancire la parità salariale tra uomini e donne, perché «tutte le persone sono create uguali» e meritano di «ricevere pari opportunità». Non solo rose e fiori: contraddizioni di un’epoca Già, naturalmente non sono solo rose e fiori. Flessibilità e precariato, per qualcuno sinonimi e comunque fenomeni dei quali si ritiene responsabile la legge Biagi sul Lavoro, approvata dal Parlamento italiano nel 2003, coinvolgono maggiormente neodiplomati e donne. E l’avvento delle badanti, immigrate che si prendono cura dei bambini e degli anziani, dopo aver lasciato i propri nei Paesi d’origine, mettono in evidenza le contraddizioni di quest’epoca. Sono ancora, terribilmente complicati i rapporti fra i sessi. In un mondo divenuto “puntocom”, dove i pc permettono di essere ovunque e chiunque in un istante, donne e uomini (e molti adolescenti) si incontrano, si amano e si tradiscono virtualmente, ma crescono stupri e molestie tragicamente reali. Figli per tutti! A metà decennio si comincia a discutere della necessità di una legge che tuteli le unioni di fatto (tra etero e tra gay), sempre più numerose. Inoltre, ultimamente è molto vivo il dibattito sulla maternità che sembra debba spettare di diritto a tutti. Superata l’era dei Dink (Double income-no kids, doppio stipendio-nessun bambino), infatti, spira adesso in America ma
Joanne Kathelen Rowling anni
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è la mamma della saga di Harry Potter (1997-2007). Da madre single, disoccupata, diventa la donna più ricca del Regno Unito, superando persino la regina Elisabetta II. solo grazie alla scrittura.
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Letizia Moratti dal 2006 è la prima donna Sindaco di Milano.
anche da noi il vento della Mommy Mystique. L’inversione di tendenza riguarda soprattutto le childless, donne che non hanno avuto prole perché non c’è mai stato il momento o l’uomo giusto, e che si stima possano essere 40 su 100 tra le laureate nate nei primi anni settanta. A quarant’anni assaporano il piacere di poter orientare la vita secondo le proprie attitudini, inclinazioni, desideri, e sono pronte per un figlio a tutti i costi. Moda e musica diventano “adulte” La moda, in questo nuovo millennio, ha un’identità più matura. È vissuta in termini affettivi e meno esibizionistici, e lascia libere le donne di inventarsi uno stile ciascuna secondo il proprio gusto. Profeta di questa svolta “intimista” è Prada, con i suoi abiti sobri, minimalisti, raffinati, e sperimentali nei materiali e nelle forme. Anche la musica cerca sound più adulti, dopo l’indigestione e la crisi delle girl band. Intanto Fiorella Mannoia, che nel 1987 cantava Quello che le donne non dicono, meraviglioso testo di Enrico Ruggeri sull’abnegazione e la fragilità delle donne, nel 2008 con la sua voce potente intona Io posso dire la mia sugli uomini. Sì, decisamente qualcosa è cambiato, ma tanto resta da fare perché “donna libera” non risulti più un ossimoro.
Valentina Vezzali è la schermitrice italiana numero uno al mondo (ininterrottamente dal 1996). Ha vinto l’oro ad Atlanta nel 1996 (squadra), a Sidney nel 2000 (individuale e squadra), ad Atene nel 2004 (individuale). Nel 2008 a Pechino ottiene ancora l’oro. 23
Cod. 66109528