L OB
A EM
R IL P
SOMMARIO
I nemici per la pelle
I NEMICI PER LA PELLE
3
ORTICARIA
5
USTIONI E SCOTTATURE
8
ERITEMI SOLARI
TESTI E CONSULENZA SCIENTIFICA professor Alberto Giannetti Direttore Clinica Dermatologica Università di Modena dottoressa Stefania Miglietta Clinica Dermatologica Università di Modena
11 ILLUSTRAZIONI Cristina Kiss
DERMATITI ACQUATICHE E DA CONTATTO
PUNTURE DI INSETTI
MICOSI E INFEZIONI BATTERICHE
14
17
20
I quaderni della salute Anno V n.2 - 4/2009 Direzione, redazione e marketing: Punto Effe, via Boscovich 61 20124 Milano Direttore responsabile ed editore: Ismaele Passoni Reg. Tribunale di Milano n 850 -10.11.2005.
L
a pelle, per le sue caratteristiche strutturali, rappresenta l’interfaccia tra l’individuo e l’ambiente che lo circonda, rispondendo con continui adattamenti agli insulti che da esso le provengono.
Grazie alle sue proprietà elastiche, è in grado di proteggerci da traumi fisici; è in grado di regolare il microcircolo per adattarsi agli sbalzi di temperatura esterna; ci protegge da agenti irritanti, tossici o dalla perdita eccessiva di acqua attraverso la sua funzione barriera. È, quindi, evidente che qualunque condizione in grado di alterarne l’in-
http://www.aida.it/ www.clinicadermatologica.mo.it/
E RN PE A R S IÙ PE DI P
tegrità può consentire a questi agenti esterni di causare un danno al nostro organismo. Per poter svolgere una corretta funzione barriera, la cute deve essere op-
www.dermatologiaonline.it/
portunamente idratata: lo stato idrico dello strato corneo, il più superfi-
http://www.schering-plough.it/itdermatologia/
ciale, infatti, ne condiziona la capacità di regolare la penetrazione di agenti esterni, di difenderci da agenti irritanti e, infine, ne condiziona anche le 3
L OB
A EM
R IL P
SOMMARIO
I nemici per la pelle
I NEMICI PER LA PELLE
3
ORTICARIA
5
USTIONI E SCOTTATURE
8
ERITEMI SOLARI
TESTI E CONSULENZA SCIENTIFICA professor Alberto Giannetti Direttore Clinica Dermatologica Università di Modena dottoressa Stefania Miglietta Clinica Dermatologica Università di Modena
11 ILLUSTRAZIONI Cristina Kiss
DERMATITI ACQUATICHE E DA CONTATTO
PUNTURE DI INSETTI
MICOSI E INFEZIONI BATTERICHE
14
17
20
I quaderni della salute Anno V n.2 - 4/2009 Direzione, redazione e marketing: Punto Effe, via Boscovich 61 20124 Milano Direttore responsabile ed editore: Ismaele Passoni Reg. Tribunale di Milano n 850 -10.11.2005.
L
a pelle, per le sue caratteristiche strutturali, rappresenta l’interfaccia tra l’individuo e l’ambiente che lo circonda, rispondendo con continui adattamenti agli insulti che da esso le provengono.
Grazie alle sue proprietà elastiche, è in grado di proteggerci da traumi fisici; è in grado di regolare il microcircolo per adattarsi agli sbalzi di temperatura esterna; ci protegge da agenti irritanti, tossici o dalla perdita eccessiva di acqua attraverso la sua funzione barriera. È, quindi, evidente che qualunque condizione in grado di alterarne l’in-
http://www.aida.it/ www.clinicadermatologica.mo.it/
E RN PE A R S IÙ PE DI P
tegrità può consentire a questi agenti esterni di causare un danno al nostro organismo. Per poter svolgere una corretta funzione barriera, la cute deve essere op-
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portunamente idratata: lo stato idrico dello strato corneo, il più superfi-
http://www.schering-plough.it/itdermatologia/
ciale, infatti, ne condiziona la capacità di regolare la penetrazione di agenti esterni, di difenderci da agenti irritanti e, infine, ne condiziona anche le 3
O IAN P IMO R P IN
Orticaria
I nemici per la pelle
proprietà meccaniche. A sua volta l’idratazione è condizionata dalla temperatura e dal grado di umidità, rendendo sole, alte temperature e vento situazioni ambientali a rischio.
4
L’
orticaria è una frequente malattia cutanea caratterizzata dalla comparsa di pomfi, ovvero rilievi rossi, rotondeggianti o fi-
La perdita di integrità dello strato corneo, porta anche a perdita di acqua
gurati, che possono localizzarsi in ogni sede cor-
transepidermica (TEWL, TransEpidermal Water Loss), a sua volta rego-
porea. I pomfi compaiono in pochi secondi o
lata dallo spessore dello strato corneo stesso e dal grado di umidità e
minuti, causano intenso prurito, bruciore o for-
temperatura ambientale.
micolio, e sono transitori: tendono a scomparire
Anche il mantenimento del pH cutaneo (il valore che misura l’acidità della
dopo poche ore per ripresentarsi in altre sedi.
cute) rappresenta un meccanismo di difesa verso gli insulti esterni. Nor-
A volte all’orticaria si associa il cosiddetto angioedema, caratterizzato da
malmente il pH è 4,5; in alcune zone (ascelle, inguine e regione peri-
gonfiore di labbra, occhi, orecchie o mani, che spesso compare durante
neale), tuttavia, il pH è neutro rendendo queste sedi più esposte al
le ore notturne. A volte si associa malessere generalizzato, segni a ca-
rischio di infezioni. Analogamente, prodotti cosmetici o farmacologici in
rico delle prime vie aeree, del tratto digestivo o delle articolazioni.
grado di alterare il pH della cute possono interferire con le sue funzioni
La malattia può colpire il 15-20% della popolazione almeno una volta
e favorire infezioni batteriche e soprattutto fungine.
nella vita. In alcuni casi può diventare cronica e durare per più di sei
A questo scopo, anche la presenza di sebo rappresenta un ulteriore mec-
settimane. Esistono tanti tipi di orticaria: in alcuni casi i pomfi compaiono
canismo di protezione da agenti irritanti ed aggressivi. Il profilo stesso
quotidianamente, in altri sono intervallati da uno o più giorni/settimane o
della cute, infine, caratterizzato da rilievi utili per la funzione barriera, può
mesi. Non sempre è possibile identificare la causa dell’orticaria; quando
essere alterato da condizioni in grado di ridurre l’idratazione dello strato
non si trova la causa (e questo avviene nel 70-80% dei casi), si parla di
corneo, dall’utilizzo di prodotti topici (farmaci e cosmetici), dal progres-
orticaria cronica idiopatica (OCI). Durante gli episodi acuti di OCI è
sivo invecchiamento cutaneo e dalle patologie dermatologiche.
possibile osservare anche angioedema, localizzato prevalentemente a
Tutte queste considerazioni, con particolare accento sulla fotoesposi-
livello di palpebre e labbra.
zione e l’invecchiamento cutaneo indotto dall’esposizione a radiazioni
In circa il 20-25% dei casi, invece, è possibile trovare una causa scate-
UV, valgono anche per il grado di elasticità della pelle, la cui compromis-
nante, sebbene la sua identificazione sia estremamente difficoltosa e
sione ci rende più suscettibili ad insulti meccanici.
non giustifichi mai completamente il decorso della malattia. 5
O IAN P IMO R P IN
Orticaria
I nemici per la pelle
proprietà meccaniche. A sua volta l’idratazione è condizionata dalla temperatura e dal grado di umidità, rendendo sole, alte temperature e vento situazioni ambientali a rischio.
4
L’
orticaria è una frequente malattia cutanea caratterizzata dalla comparsa di pomfi, ovvero rilievi rossi, rotondeggianti o fi-
La perdita di integrità dello strato corneo, porta anche a perdita di acqua
gurati, che possono localizzarsi in ogni sede cor-
transepidermica (TEWL, TransEpidermal Water Loss), a sua volta rego-
porea. I pomfi compaiono in pochi secondi o
lata dallo spessore dello strato corneo stesso e dal grado di umidità e
minuti, causano intenso prurito, bruciore o for-
temperatura ambientale.
micolio, e sono transitori: tendono a scomparire
Anche il mantenimento del pH cutaneo (il valore che misura l’acidità della
dopo poche ore per ripresentarsi in altre sedi.
cute) rappresenta un meccanismo di difesa verso gli insulti esterni. Nor-
A volte all’orticaria si associa il cosiddetto angioedema, caratterizzato da
malmente il pH è 4,5; in alcune zone (ascelle, inguine e regione peri-
gonfiore di labbra, occhi, orecchie o mani, che spesso compare durante
neale), tuttavia, il pH è neutro rendendo queste sedi più esposte al
le ore notturne. A volte si associa malessere generalizzato, segni a ca-
rischio di infezioni. Analogamente, prodotti cosmetici o farmacologici in
rico delle prime vie aeree, del tratto digestivo o delle articolazioni.
grado di alterare il pH della cute possono interferire con le sue funzioni
La malattia può colpire il 15-20% della popolazione almeno una volta
e favorire infezioni batteriche e soprattutto fungine.
nella vita. In alcuni casi può diventare cronica e durare per più di sei
A questo scopo, anche la presenza di sebo rappresenta un ulteriore mec-
settimane. Esistono tanti tipi di orticaria: in alcuni casi i pomfi compaiono
canismo di protezione da agenti irritanti ed aggressivi. Il profilo stesso
quotidianamente, in altri sono intervallati da uno o più giorni/settimane o
della cute, infine, caratterizzato da rilievi utili per la funzione barriera, può
mesi. Non sempre è possibile identificare la causa dell’orticaria; quando
essere alterato da condizioni in grado di ridurre l’idratazione dello strato
non si trova la causa (e questo avviene nel 70-80% dei casi), si parla di
corneo, dall’utilizzo di prodotti topici (farmaci e cosmetici), dal progres-
orticaria cronica idiopatica (OCI). Durante gli episodi acuti di OCI è
sivo invecchiamento cutaneo e dalle patologie dermatologiche.
possibile osservare anche angioedema, localizzato prevalentemente a
Tutte queste considerazioni, con particolare accento sulla fotoesposi-
livello di palpebre e labbra.
zione e l’invecchiamento cutaneo indotto dall’esposizione a radiazioni
In circa il 20-25% dei casi, invece, è possibile trovare una causa scate-
UV, valgono anche per il grado di elasticità della pelle, la cui compromis-
nante, sebbene la sua identificazione sia estremamente difficoltosa e
sione ci rende più suscettibili ad insulti meccanici.
non giustifichi mai completamente il decorso della malattia. 5
Orticaria
Tra i presunti colpevoli
5. Malattie autoimmuni come le tiroiditi autoimmuni e il Lupus erite-
1. Farmaci. Il principio attivo o gli additivi possono scatenare o aggravare
matoso sistemico (LES).
una orticaria cronica. I più frequenti sono penicilline, acido acetilsalicilico, in-
È possibile anche l’insorgenza di forme cosiddette “fisiche” di orticaria cau-
dometacina e altri FANS (antinfiammatori non steroidei), mezzi di contrasto
sate ripetutamente da: cambiamenti di temperatura, pressione, strofina-
iodati. In questi casi è opportuno utilizzare il paracetamolo. L’acido acetilsa-
mento, vibrazione, esposizione solare, acqua. Appartiene a questo gruppo
licilico è spesso chiamato in causa nelle forme di OCI, perché viene ag-
anche il dermografismo semplice che compare pochi minuti dopo lo sfre-
giunto in alcuni alimenti come conservante, per cui il paziente può
gamento, in assenza di prurito e tende a scomparire dopo 10-20 minuti. In altri
assumerlo senza esserne a conoscenza, provocando episodi acuti in pa-
casi è accompagnato da prurito e formazione di pomfi, non solo eritema, e
zienti con orticaria cronica da altri farmaci.
tende a scomparire in un’ora. Può accompagnare malattie come diabete, pa-
2. Alimenti. I più frequenti sono pesce, uovo, latte, pomodoro che indu-
tologie della tiroide, infestazioni parassitarie o presentarsi in associazione alle
cono vera allergia, ma anche fragole, crostacei, cioccolato e agrumi
6
Orticaria
altre forme di orticaria fisica sopra citate.
che liberano istamina. È possibile che causino orticaria additivi,
La cosiddetta orticaria da contatto può essere provocata da farmaci, ali-
conservanti e coloranti alimentari o che pazienti allergici ad ina-
menti, bevande, tessili, vegetali ed epiteli animali. La terapia consiste nell’al-
lanti sviluppino allergia verso alcuni alimenti (ad esem-
lontanamento della causa scatenante e nella prevenzione, su consiglio del
pio soggetti allergici alle graminacee possono sviluppare
medico. Nei casi di OCI si devono, per quanto possibile, eliminare fattori sca-
allergia a pomodori e patate; allergici alla betulla possono rea-
tenanti come acido acetilsalicilico, FANS, codeina, ACE-inibitori, alcool, crosta-
gire a pera, albicocca e prugna). È la cosiddetta sindrome orale-allergica.
cei, formaggi stagionati, vini rossi e stress psico-fisici. La terapia farmacologica,
3. Infezioni. Focolai infettivi cronici (polmonari, dentali, gastrointestinali o
solo sintomatica, è basata sull’uso di antistaminici, oggi meno sedativi rispetto
urinari), epatiti B e C, mononucleosi, parassiti intestinali, micosi possono
al passato. I principi attivi più usati sono gli antistaminici detti di seconda (lo-
indurre orticaria. È discusso il ruolo dell’Helicobacter pilori, possibile causa
ratadina, cetirizina ed ebastina) e di terza generazione (desloratadina e levo-
infettiva di gastropatie croniche; anche se non è confermato come causa
cetirizina). Assunti quotidianamente e/o al bisogno sono in grado di lenire il
certa di orticaria è sempre bene indagare la sua presenza ed eventual-
prurito e ridurre la gravità, l’estensione e la frequenza dei pomfi. Nelle forme
mente affrontare la terapia per eradicarlo.
acute severe e in caso di shock anafilattico è necessario l’uso di cortisonici
4. Punture di imenotteri quali api, vespe e calabroni.
(mometasone, metilprednisolone, prednisone, betametasone). 7
Orticaria
Tra i presunti colpevoli
5. Malattie autoimmuni come le tiroiditi autoimmuni e il Lupus erite-
1. Farmaci. Il principio attivo o gli additivi possono scatenare o aggravare
matoso sistemico (LES).
una orticaria cronica. I più frequenti sono penicilline, acido acetilsalicilico, in-
È possibile anche l’insorgenza di forme cosiddette “fisiche” di orticaria cau-
dometacina e altri FANS (antinfiammatori non steroidei), mezzi di contrasto
sate ripetutamente da: cambiamenti di temperatura, pressione, strofina-
iodati. In questi casi è opportuno utilizzare il paracetamolo. L’acido acetilsa-
mento, vibrazione, esposizione solare, acqua. Appartiene a questo gruppo
licilico è spesso chiamato in causa nelle forme di OCI, perché viene ag-
anche il dermografismo semplice che compare pochi minuti dopo lo sfre-
giunto in alcuni alimenti come conservante, per cui il paziente può
gamento, in assenza di prurito e tende a scomparire dopo 10-20 minuti. In altri
assumerlo senza esserne a conoscenza, provocando episodi acuti in pa-
casi è accompagnato da prurito e formazione di pomfi, non solo eritema, e
zienti con orticaria cronica da altri farmaci.
tende a scomparire in un’ora. Può accompagnare malattie come diabete, pa-
2. Alimenti. I più frequenti sono pesce, uovo, latte, pomodoro che indu-
tologie della tiroide, infestazioni parassitarie o presentarsi in associazione alle
cono vera allergia, ma anche fragole, crostacei, cioccolato e agrumi
6
Orticaria
altre forme di orticaria fisica sopra citate.
che liberano istamina. È possibile che causino orticaria additivi,
La cosiddetta orticaria da contatto può essere provocata da farmaci, ali-
conservanti e coloranti alimentari o che pazienti allergici ad ina-
menti, bevande, tessili, vegetali ed epiteli animali. La terapia consiste nell’al-
lanti sviluppino allergia verso alcuni alimenti (ad esem-
lontanamento della causa scatenante e nella prevenzione, su consiglio del
pio soggetti allergici alle graminacee possono sviluppare
medico. Nei casi di OCI si devono, per quanto possibile, eliminare fattori sca-
allergia a pomodori e patate; allergici alla betulla possono rea-
tenanti come acido acetilsalicilico, FANS, codeina, ACE-inibitori, alcool, crosta-
gire a pera, albicocca e prugna). È la cosiddetta sindrome orale-allergica.
cei, formaggi stagionati, vini rossi e stress psico-fisici. La terapia farmacologica,
3. Infezioni. Focolai infettivi cronici (polmonari, dentali, gastrointestinali o
solo sintomatica, è basata sull’uso di antistaminici, oggi meno sedativi rispetto
urinari), epatiti B e C, mononucleosi, parassiti intestinali, micosi possono
al passato. I principi attivi più usati sono gli antistaminici detti di seconda (lo-
indurre orticaria. È discusso il ruolo dell’Helicobacter pilori, possibile causa
ratadina, cetirizina ed ebastina) e di terza generazione (desloratadina e levo-
infettiva di gastropatie croniche; anche se non è confermato come causa
cetirizina). Assunti quotidianamente e/o al bisogno sono in grado di lenire il
certa di orticaria è sempre bene indagare la sua presenza ed eventual-
prurito e ridurre la gravità, l’estensione e la frequenza dei pomfi. Nelle forme
mente affrontare la terapia per eradicarlo.
acute severe e in caso di shock anafilattico è necessario l’uso di cortisonici
4. Punture di imenotteri quali api, vespe e calabroni.
(mometasone, metilprednisolone, prednisone, betametasone). 7
O IAN P O RIM P IN
Ustioni e scottature Ustioni e scottature
L’
ustione è una lesione causata dal calore
tutto spessore, che non tendono alla guarigione, riparano con gravi cica-
sulla pelle, per azione del fuoco o del con-
trici e richiedono trattamenti specifici di tipo chirurgico.
tatto con liquidi o solidi surriscaldati. È pos-
Le caratteristiche descritte, quindi, condizionano la prognosi e la scelta
sibile che anche la corrente elettrica o sostanze caustiche possano provocare ustioni.
Nei casi più severi, quando più del 30% della superficie corporea è interes-
La gravità del danno cutaneo è determinata dalla tempera-
sato e non si interviene tempestivamente, è possibile che i tessuti interes-
tura e dal tempo di esposizione, dall’agente ustionante in
sati si gonfino, con conseguente shock ipovolemico (secondario a tutte le
causa e dallo spessore della pelle nella sede colpita. Le zone più
cause di forti perdite di massa circolante) per perdita di acqua, sali e pro-
spesse e ricche di peli riparano meglio; bambini e anziani fanno più fatica
teine. Secondariamente, possono esserci complicanze ai vari organi (polmo-
a rimettersi rispetto agli adulti.
nari, renali, emorragiche gastrointestinali, neurologiche).
Si distinguono ustioni di 1° grado, 2° grado e 3° grado, o meglio ustioni
Altra possibile complicanza, sia nelle forme più localizzate che in quelle più
superficiali o profonde. La dicitura “superficiale” racchiude le ustioni di
estese, è l’instaurarsi di eventuali infezioni. Le zone danneggiate possono fa-
1° e 2° grado superficiale, che guariscono spontaneamente con buon
cilmente essere invase da batteri che aggravano la profondità del danno e,
esito; quella “profonda” comprende il 2° grado profondo e il 3° grado a
talvolta, nei grandi ustionati, possono diffondere a tutto l’organismo (sepsi).
USTIONI DI 1° GRADO
Rossore, gonfiore e bruciore che si riduce in 2-3 giorni fino a guarigione con desquamazione in una settimana.
Superficiali
Cosa fare quando ci si ustiona? Nelle ustioni minori il primo soccorso si attua a domicilio, spesso sede del
USTIONI DI 2° GRADO Rossore, gonfiore e bolle a contenuto sieroso, anche grandi e lacerate. Dolore intenso e prolungato. La guarigione è spontanea in 2-3 settimane a partire dal bordo delle lesioni.
Intenso rossore, gonfiore e bolle, con danno alle strutture nervose superficiali. Per questo Profonde motivo il dolore e il bruciore possono essere inferiori. Guariscono in più di 4 settimane. Necessari innesti di pelle precoci per evitare cicatrici importanti. Escare (croste dure) di colore giallo-grigiastro, con possibile danno fino alle strutture muUSTIONI DI 3° GRADO scolari sottostanti. Superficie fredda e insensibile. Nessuna tendenza a riparare. Approccio chirurgico.
8
della terapia più adatta.
trauma, o nell’ambulatorio del curante o dello specialista. Innanzitutto, occorre raffreddare i tessuti immergendoli, se possibile, in acqua fredda e liberarsi di eventuali tessuti sintetici che coprono le zone ustionate. Si deterge la ferita con blandi antisettici (ipoclorito di sodio allo 0,05%, clorexidina, iodopovidone pomata al 10%, sulfadiazina d’argento pomata all’1%), che liberano ossigeno e principi attivi determinando un effetto antibatterico. In questo modo i tessuti danneggiati sono detersi, più asciutti e, 9
O IAN P O RIM P IN
Ustioni e scottature Ustioni e scottature
L’
ustione è una lesione causata dal calore
tutto spessore, che non tendono alla guarigione, riparano con gravi cica-
sulla pelle, per azione del fuoco o del con-
trici e richiedono trattamenti specifici di tipo chirurgico.
tatto con liquidi o solidi surriscaldati. È pos-
Le caratteristiche descritte, quindi, condizionano la prognosi e la scelta
sibile che anche la corrente elettrica o sostanze caustiche possano provocare ustioni.
Nei casi più severi, quando più del 30% della superficie corporea è interes-
La gravità del danno cutaneo è determinata dalla tempera-
sato e non si interviene tempestivamente, è possibile che i tessuti interes-
tura e dal tempo di esposizione, dall’agente ustionante in
sati si gonfino, con conseguente shock ipovolemico (secondario a tutte le
causa e dallo spessore della pelle nella sede colpita. Le zone più
cause di forti perdite di massa circolante) per perdita di acqua, sali e pro-
spesse e ricche di peli riparano meglio; bambini e anziani fanno più fatica
teine. Secondariamente, possono esserci complicanze ai vari organi (polmo-
a rimettersi rispetto agli adulti.
nari, renali, emorragiche gastrointestinali, neurologiche).
Si distinguono ustioni di 1° grado, 2° grado e 3° grado, o meglio ustioni
Altra possibile complicanza, sia nelle forme più localizzate che in quelle più
superficiali o profonde. La dicitura “superficiale” racchiude le ustioni di
estese, è l’instaurarsi di eventuali infezioni. Le zone danneggiate possono fa-
1° e 2° grado superficiale, che guariscono spontaneamente con buon
cilmente essere invase da batteri che aggravano la profondità del danno e,
esito; quella “profonda” comprende il 2° grado profondo e il 3° grado a
talvolta, nei grandi ustionati, possono diffondere a tutto l’organismo (sepsi).
USTIONI DI 1° GRADO
Rossore, gonfiore e bruciore che si riduce in 2-3 giorni fino a guarigione con desquamazione in una settimana.
Superficiali
Cosa fare quando ci si ustiona? Nelle ustioni minori il primo soccorso si attua a domicilio, spesso sede del
USTIONI DI 2° GRADO Rossore, gonfiore e bolle a contenuto sieroso, anche grandi e lacerate. Dolore intenso e prolungato. La guarigione è spontanea in 2-3 settimane a partire dal bordo delle lesioni.
Intenso rossore, gonfiore e bolle, con danno alle strutture nervose superficiali. Per questo Profonde motivo il dolore e il bruciore possono essere inferiori. Guariscono in più di 4 settimane. Necessari innesti di pelle precoci per evitare cicatrici importanti. Escare (croste dure) di colore giallo-grigiastro, con possibile danno fino alle strutture muUSTIONI DI 3° GRADO scolari sottostanti. Superficie fredda e insensibile. Nessuna tendenza a riparare. Approccio chirurgico.
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della terapia più adatta.
trauma, o nell’ambulatorio del curante o dello specialista. Innanzitutto, occorre raffreddare i tessuti immergendoli, se possibile, in acqua fredda e liberarsi di eventuali tessuti sintetici che coprono le zone ustionate. Si deterge la ferita con blandi antisettici (ipoclorito di sodio allo 0,05%, clorexidina, iodopovidone pomata al 10%, sulfadiazina d’argento pomata all’1%), che liberano ossigeno e principi attivi determinando un effetto antibatterico. In questo modo i tessuti danneggiati sono detersi, più asciutti e, 9
O IAN P O RIM P IN
Eritemi solari Ustioni e scottature
L’
quindi, questo tipo di approccio vale soprattutto per le ustioni più essudanti. Se invece sono ustioni particolarmente asciutte e circoscritte, si può ricorrere a pomate antibiotiche (gentamicina, acido fusidico, rifaximina, eritromi-
esposizione solare è fondamentale per il nostro organismo, ma può determinare conseguenze e rischi in
cina), sebbene vadano utilizzate con misura per non creare resistenze e
funzione del tipo e della quantità di radiazioni ul-
ritardare il processo di guarigione. I cortisonici (betametasone, mometasone,
traviolette (UV) che vengono assorbite e delle
idrocortisone, desossimetazone) possono essere utilizzati solo nell’imme-
difese individuali, determinate soprattutto dal fo-
diato per ridurre l’infiammazione dei tessuti e quindi evitare l’eccessivo ap-
totipo. Una corretta fotoprotezione, pertanto, è fondamentale per esporsi
profondirsi dell’ustione, oppure in fase di guarigione, per evitare che i tessuti
in sicurezza alle radiazioni UV.
siano troppo esuberanti e rilevati.
La più frequente conseguenza di una scorretta esposizione, infatti, è il co-
Quando si tende a formare fibrina, tessuto giallastro più o meno adeso al
siddetto eritema solare, che si caratterizza come vera e propria ustione
fondo del tessuto ustionato, per “scioglierla” si possono utilizzare dei pro-
di 1° grado che compare 4-6 ore dopo l’esposizione ai raggi UV (in parti-
dotti fibrinolitici, oltre a ricorrere a toilette chirurgica delle lesioni da parte
colare UVB) nelle zone esposte al sole. Il tempo di esposizione necessario
del medico. Garze di biostimoline e acido ialuronico trovano largo impiego
per indurre eritema dipende dal fototipo:
nelle forme estremamente superficiali o in fase di guarigione. Le forme più severe richiedono un trattamento esclusivamente ospedaliero, con neces-
Fototipo 1
Alta sensibilità agli UV Si scotta sempre con facilità, non si abbronza.
sità di ricorrere a rimozione chirurgica dei tessuti necrotici, posizionamento
Fototipo 2
Alta sensibilità agli UV Si scotta sempre con facilità, si abbronza poco.
di innesti cutanei, o di sostituti biologici (lamine di collagene, acido ialuronico,
Fototipo 3
Media sensibilità agli UV Si scotta sempre moderatamente, si abbronza gradualmente.
Fototipo 4
Scarsa sensibilità agli UV Si scotta minimamente, si abbronza sempre rapidamente.
Fototipo 5
Minima sensibilità agli UV Raramente si scotta, si abbronza intensamente e rapidamente.
cheratinociti). Una volta ottenuta la guarigione dei tessuti, spesso il problema è la gestione delle cicatrici. Alcune operazioni vanno iniziate subito per poter ridurre il rischio di danni deturpanti o fissità della zona colpita. Se sono interessate aree di articolazione, vanno subito messe in movi-
Fototipo 6
Nulla sensibilità agli UV Non si scotta mai, sempre intensamente abbronzato.
mento; è opportuno applicare presidi compressivi per ridurre le alterazioni sul
10
piano estetico e funzionale. Eventualmente si procede in un secondo mo-
Nei casi più gravi possono comparire bolle, malessere, febbre. Diversa
mento ad interventi chirurgici correttivi.
è la cosiddetta orticaria solare, rara, che si realizza pochi minuti dopo 11
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Eritemi solari Ustioni e scottature
L’
quindi, questo tipo di approccio vale soprattutto per le ustioni più essudanti. Se invece sono ustioni particolarmente asciutte e circoscritte, si può ricorrere a pomate antibiotiche (gentamicina, acido fusidico, rifaximina, eritromi-
esposizione solare è fondamentale per il nostro organismo, ma può determinare conseguenze e rischi in
cina), sebbene vadano utilizzate con misura per non creare resistenze e
funzione del tipo e della quantità di radiazioni ul-
ritardare il processo di guarigione. I cortisonici (betametasone, mometasone,
traviolette (UV) che vengono assorbite e delle
idrocortisone, desossimetazone) possono essere utilizzati solo nell’imme-
difese individuali, determinate soprattutto dal fo-
diato per ridurre l’infiammazione dei tessuti e quindi evitare l’eccessivo ap-
totipo. Una corretta fotoprotezione, pertanto, è fondamentale per esporsi
profondirsi dell’ustione, oppure in fase di guarigione, per evitare che i tessuti
in sicurezza alle radiazioni UV.
siano troppo esuberanti e rilevati.
La più frequente conseguenza di una scorretta esposizione, infatti, è il co-
Quando si tende a formare fibrina, tessuto giallastro più o meno adeso al
siddetto eritema solare, che si caratterizza come vera e propria ustione
fondo del tessuto ustionato, per “scioglierla” si possono utilizzare dei pro-
di 1° grado che compare 4-6 ore dopo l’esposizione ai raggi UV (in parti-
dotti fibrinolitici, oltre a ricorrere a toilette chirurgica delle lesioni da parte
colare UVB) nelle zone esposte al sole. Il tempo di esposizione necessario
del medico. Garze di biostimoline e acido ialuronico trovano largo impiego
per indurre eritema dipende dal fototipo:
nelle forme estremamente superficiali o in fase di guarigione. Le forme più severe richiedono un trattamento esclusivamente ospedaliero, con neces-
Fototipo 1
Alta sensibilità agli UV Si scotta sempre con facilità, non si abbronza.
sità di ricorrere a rimozione chirurgica dei tessuti necrotici, posizionamento
Fototipo 2
Alta sensibilità agli UV Si scotta sempre con facilità, si abbronza poco.
di innesti cutanei, o di sostituti biologici (lamine di collagene, acido ialuronico,
Fototipo 3
Media sensibilità agli UV Si scotta sempre moderatamente, si abbronza gradualmente.
Fototipo 4
Scarsa sensibilità agli UV Si scotta minimamente, si abbronza sempre rapidamente.
Fototipo 5
Minima sensibilità agli UV Raramente si scotta, si abbronza intensamente e rapidamente.
cheratinociti). Una volta ottenuta la guarigione dei tessuti, spesso il problema è la gestione delle cicatrici. Alcune operazioni vanno iniziate subito per poter ridurre il rischio di danni deturpanti o fissità della zona colpita. Se sono interessate aree di articolazione, vanno subito messe in movi-
Fototipo 6
Nulla sensibilità agli UV Non si scotta mai, sempre intensamente abbronzato.
mento; è opportuno applicare presidi compressivi per ridurre le alterazioni sul
10
piano estetico e funzionale. Eventualmente si procede in un secondo mo-
Nei casi più gravi possono comparire bolle, malessere, febbre. Diversa
mento ad interventi chirurgici correttivi.
è la cosiddetta orticaria solare, rara, che si realizza pochi minuti dopo 11
Eritemi solari
Eritemi solari
l’esposizione solare su zone non abitualmente esposte. È causata da radiazioni UVB e UVA e può aggravarsi fino ad indurre febbre, malessere o shock. È sufficiente, in genere, allontanarsi rapidamente dal sole per avere una risoluzione del quadro clinico nell’arco di un’ora. A volte l’eritema solare deve essere distinto anche da altre malattie indotte dal sole (lucite
SCHERMI FISICI I più utilizzati
Ossido di zinco; biossido di titanio.
Caratteristiche
Polveri bianche inodore; più o meno gradevoli all’applicazione a seconda della formulazione.
Problematiche
Per ottenere un’elevata protezione occorre utilizzarne grandi quantità che determinano la comparsa di un velo biancastro sulla pelle.
polimorfa benigna, caratterizzata da un’eruzione di vescicole sulle parti
FILTRI CHIMICI
esposte al sole e dermatite polimorfa solare), la cui diagnosi deve essere
I più utilizzati
Salicilati, antralinati, benzofenoni, cinnammati, derivati della canfora.
fatta dal dermatologo.
Caratteristiche
In associazione con schermi fisici hanno un alto potere di protezione; resistenti ad acqua e sudore; migliore tenuta e per tempi più lunghi; non irritanti, non allergizzanti; facile spalmabilità.
Problematiche
Effetti tossici, possibile fotosensibilizzazione.
Per poter prevenire i danni da sole occorre: 1. applicare prodotti per la fotoprotezione solare ogni 2-3 ore quando ci si espone, soprattutto se ci si bagna o suda molto;
12
2. non rimanere esposti a lungo, anche se si usa un prodotto adeguato;
di più di un fattore di protezione 15, ma è altresì vero che i fattori di prote-
3. tenere neonati e bambini piccoli lontano dalla luce diretta del sole.
zione superiori a 50 non accrescono sostanzialmente la protezione dai raggi
Le caratteristiche del prodotto solare devono essere scelte in relazione al fo-
UV. Attualmente il grado di protezione è espresso sulle etichette con la ter-
totipo, all’estensione dell’area da proteggere, all’età del soggetto. Esistono
minologia SFP (Sun Protection Factor), ma a partire dal 2009, per evitare
diverse formulazioni (creme, lozioni, latte, spray, oli), caratterizzate da un di-
confusione per i consumatori, per i prodotti solari sarà prevista la termino-
verso potere di protezione verso UVA, responsabili dell’invecchiamento cu-
logia protezione bassa, media, alta e molto alta; ad ogni categoria corrispon-
taneo, ed UVB responsabili degli eritemi solari. Un fototipo a rischio deve
derà uno specifico grado di protezione contro UVB ed UVA. Il trattamento
sempre preferire prodotti con filtri UVA e UVB in modo da ottenere una pro-
degli eritemi spazia da semplici lenitivi topici nelle forme più lievi, le più fre-
tezione completa. I filtri solari si differenziano in schermi fisici e filtri chi-
quenti, all’utilizzo di cortisonici topici (mometasone, idrocortisone, aclome-
mici. Le singole caratteristiche devono guidare la scelta del prodotto solare
tasone) ed antistaminici (loratadina, cetirizina, ebastina). In casi più
più adeguato (vedi schema pagina accanto). Per quanto riguarda la preven-
impegnativi, classificabili nell’ambito di una vera e propria ustione di 1°-2°
zione, nel caso degli eritemi solari, vale la regola che la protezione aumenta
grado, può rendersi necessario l’uso di cortisonici sistemici (metilpredniso-
in modo lineare, ovvero che un fattore di protezione 30 protegge due volte
lone, betametasone, prednisone) e di reidratazione endovenosa. 13
Eritemi solari
Eritemi solari
l’esposizione solare su zone non abitualmente esposte. È causata da radiazioni UVB e UVA e può aggravarsi fino ad indurre febbre, malessere o shock. È sufficiente, in genere, allontanarsi rapidamente dal sole per avere una risoluzione del quadro clinico nell’arco di un’ora. A volte l’eritema solare deve essere distinto anche da altre malattie indotte dal sole (lucite
SCHERMI FISICI I più utilizzati
Ossido di zinco; biossido di titanio.
Caratteristiche
Polveri bianche inodore; più o meno gradevoli all’applicazione a seconda della formulazione.
Problematiche
Per ottenere un’elevata protezione occorre utilizzarne grandi quantità che determinano la comparsa di un velo biancastro sulla pelle.
polimorfa benigna, caratterizzata da un’eruzione di vescicole sulle parti
FILTRI CHIMICI
esposte al sole e dermatite polimorfa solare), la cui diagnosi deve essere
I più utilizzati
Salicilati, antralinati, benzofenoni, cinnammati, derivati della canfora.
fatta dal dermatologo.
Caratteristiche
In associazione con schermi fisici hanno un alto potere di protezione; resistenti ad acqua e sudore; migliore tenuta e per tempi più lunghi; non irritanti, non allergizzanti; facile spalmabilità.
Problematiche
Effetti tossici, possibile fotosensibilizzazione.
Per poter prevenire i danni da sole occorre: 1. applicare prodotti per la fotoprotezione solare ogni 2-3 ore quando ci si espone, soprattutto se ci si bagna o suda molto;
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2. non rimanere esposti a lungo, anche se si usa un prodotto adeguato;
di più di un fattore di protezione 15, ma è altresì vero che i fattori di prote-
3. tenere neonati e bambini piccoli lontano dalla luce diretta del sole.
zione superiori a 50 non accrescono sostanzialmente la protezione dai raggi
Le caratteristiche del prodotto solare devono essere scelte in relazione al fo-
UV. Attualmente il grado di protezione è espresso sulle etichette con la ter-
totipo, all’estensione dell’area da proteggere, all’età del soggetto. Esistono
minologia SFP (Sun Protection Factor), ma a partire dal 2009, per evitare
diverse formulazioni (creme, lozioni, latte, spray, oli), caratterizzate da un di-
confusione per i consumatori, per i prodotti solari sarà prevista la termino-
verso potere di protezione verso UVA, responsabili dell’invecchiamento cu-
logia protezione bassa, media, alta e molto alta; ad ogni categoria corrispon-
taneo, ed UVB responsabili degli eritemi solari. Un fototipo a rischio deve
derà uno specifico grado di protezione contro UVB ed UVA. Il trattamento
sempre preferire prodotti con filtri UVA e UVB in modo da ottenere una pro-
degli eritemi spazia da semplici lenitivi topici nelle forme più lievi, le più fre-
tezione completa. I filtri solari si differenziano in schermi fisici e filtri chi-
quenti, all’utilizzo di cortisonici topici (mometasone, idrocortisone, aclome-
mici. Le singole caratteristiche devono guidare la scelta del prodotto solare
tasone) ed antistaminici (loratadina, cetirizina, ebastina). In casi più
più adeguato (vedi schema pagina accanto). Per quanto riguarda la preven-
impegnativi, classificabili nell’ambito di una vera e propria ustione di 1°-2°
zione, nel caso degli eritemi solari, vale la regola che la protezione aumenta
grado, può rendersi necessario l’uso di cortisonici sistemici (metilpredniso-
in modo lineare, ovvero che un fattore di protezione 30 protegge due volte
lone, betametasone, prednisone) e di reidratazione endovenosa. 13
O IAN P O RIM P IN
Dermatiti acquatiche e da contatto Dermatiti acquatiche e da contatto
L
e dermatosi acquatiche possono interessare
acqua salata calda; evitare di bagnare con acqua dolce; rimuovere con
oltre ai bagnanti, anche alcune professioni. Le
l’uso di guanti eventuali tentacoli. Nei casi più gravi legare a monte un lac-
cause possono essere traumatiche, tossiche
cio emostatico per evitare la diffusione delle tossine. Anestetici e corti-
o tossico-traumatiche. La tossicità degli organismi ma-
sonici locali sono il primo intervento farmacologico utile; nei casi più gravi
rini può essere variabile e dare reazioni talora gravi o fa-
cortisonici sistemici; si impone il trattamento d’urgenza in ambiente ospe-
tali. Volendo differenziare in relazione all’organismo marino che le causa possiamo identificare:
14
daliero in caso di gravi reazioni allergo-tossiche o shock anafilattico. 4. Eruzione dei bagnanti. Tipica di regioni Caraibiche e Messico. È ca-
1. Dermatiti da celenterati. Sono le cosiddette “ortiche di mare”, ti-
ratterizzata dalla comparsa di papule, che divengono pustole o vescicole,
piche dei mari tropicali e subtropicali. Il contatto con le specie più ag-
e pomfi associati a malessere, febbre, nausea, vomito, cefalea, dolori ad-
gressive fa liberare tossine urticanti che possono indurre sonnolenza,
dominali e diarrea. Colpisce soprattutto le sedi coperte. Occorre rimuo-
paralisi respiratoria, fino ad arresto cardiaco o anafilassi.
vere il costume e fare una doccia in acqua dolce subito dopo il bagno per
2. Reazioni da meduse. Le forme più comuni sono reazioni orticarioidi
limitare la dermatite che scompare in due settimane.
localizzate tossiche. Si avverte un dolore istantaneo cui segue l’insor-
5. Reazione da ricci di mare. Molto diffusi nel Mediterraneo, provo-
genza di orticaria localizzata, a volte vescicole, che dura pochi minuti op-
cano reazioni di tipo immediato e ritardato per azione delle loro spine che
pure ore. A volte possono comparire lesioni lineari orticariodi anche a
penetrano e rimangono nella ferita. Nell’immediato danno dolore urente
distanza di mesi dal contatto, oppure esserci reazioni ritardate dopo 4-7
per alcune ore, con rossore, gonfiore, escoriazioni. Si possono avere tor-
giorni dal contatto, che durano per mesi. Possono lasciare cicatrici, atro-
pore e dolori muscolari. Occorre rimuovere immediatamente gli aculei
fia della pelle, alterazioni della pigmentazione. Le reazioni più gravi (an-
ed utilizzare acqua calda sulle lesioni. Dopo 2-3 mesi dal contatto si pos-
gioedema, arresto cardio-circolatorio, insufficienza renale ritardata, shock
sono formare granulomi che durano anche a lungo e che vanno trattati
anafilattico) sono più rare e di natura allergo-tossica.
con cortisonici da iniettare nella lesione o azoto liquido. Nei pescatori,
3. Reazioni da anemoni di mare. Sono sovrapponibili a quelle da me-
per trauma ripetuto, si può avere linfedema cronico delle mani, cioè un
duse, ma con sintomi locali e generali più gravi.
accumulo di linfa che persiste per anni.
I primi provvedimenti da prendere sono: procedere velocemente
6. Dermatosi da molluschi. Quando mordono con il loro becco osseo
al trattamento locale con aceto, alcool, ammoniaca, urine o
creano ferite lacero-stellate con gonfiore ed intenso dolore e sanguinamento. 15
O IAN P O RIM P IN
Dermatiti acquatiche e da contatto Dermatiti acquatiche e da contatto
L
e dermatosi acquatiche possono interessare
acqua salata calda; evitare di bagnare con acqua dolce; rimuovere con
oltre ai bagnanti, anche alcune professioni. Le
l’uso di guanti eventuali tentacoli. Nei casi più gravi legare a monte un lac-
cause possono essere traumatiche, tossiche
cio emostatico per evitare la diffusione delle tossine. Anestetici e corti-
o tossico-traumatiche. La tossicità degli organismi ma-
sonici locali sono il primo intervento farmacologico utile; nei casi più gravi
rini può essere variabile e dare reazioni talora gravi o fa-
cortisonici sistemici; si impone il trattamento d’urgenza in ambiente ospe-
tali. Volendo differenziare in relazione all’organismo marino che le causa possiamo identificare:
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daliero in caso di gravi reazioni allergo-tossiche o shock anafilattico. 4. Eruzione dei bagnanti. Tipica di regioni Caraibiche e Messico. È ca-
1. Dermatiti da celenterati. Sono le cosiddette “ortiche di mare”, ti-
ratterizzata dalla comparsa di papule, che divengono pustole o vescicole,
piche dei mari tropicali e subtropicali. Il contatto con le specie più ag-
e pomfi associati a malessere, febbre, nausea, vomito, cefalea, dolori ad-
gressive fa liberare tossine urticanti che possono indurre sonnolenza,
dominali e diarrea. Colpisce soprattutto le sedi coperte. Occorre rimuo-
paralisi respiratoria, fino ad arresto cardiaco o anafilassi.
vere il costume e fare una doccia in acqua dolce subito dopo il bagno per
2. Reazioni da meduse. Le forme più comuni sono reazioni orticarioidi
limitare la dermatite che scompare in due settimane.
localizzate tossiche. Si avverte un dolore istantaneo cui segue l’insor-
5. Reazione da ricci di mare. Molto diffusi nel Mediterraneo, provo-
genza di orticaria localizzata, a volte vescicole, che dura pochi minuti op-
cano reazioni di tipo immediato e ritardato per azione delle loro spine che
pure ore. A volte possono comparire lesioni lineari orticariodi anche a
penetrano e rimangono nella ferita. Nell’immediato danno dolore urente
distanza di mesi dal contatto, oppure esserci reazioni ritardate dopo 4-7
per alcune ore, con rossore, gonfiore, escoriazioni. Si possono avere tor-
giorni dal contatto, che durano per mesi. Possono lasciare cicatrici, atro-
pore e dolori muscolari. Occorre rimuovere immediatamente gli aculei
fia della pelle, alterazioni della pigmentazione. Le reazioni più gravi (an-
ed utilizzare acqua calda sulle lesioni. Dopo 2-3 mesi dal contatto si pos-
gioedema, arresto cardio-circolatorio, insufficienza renale ritardata, shock
sono formare granulomi che durano anche a lungo e che vanno trattati
anafilattico) sono più rare e di natura allergo-tossica.
con cortisonici da iniettare nella lesione o azoto liquido. Nei pescatori,
3. Reazioni da anemoni di mare. Sono sovrapponibili a quelle da me-
per trauma ripetuto, si può avere linfedema cronico delle mani, cioè un
duse, ma con sintomi locali e generali più gravi.
accumulo di linfa che persiste per anni.
I primi provvedimenti da prendere sono: procedere velocemente
6. Dermatosi da molluschi. Quando mordono con il loro becco osseo
al trattamento locale con aceto, alcool, ammoniaca, urine o
creano ferite lacero-stellate con gonfiore ed intenso dolore e sanguinamento. 15
O IAN P O RIM P IN
Punture di insetti Dermatiti acquatiche e da contatto
7.
Dermatiti da spugne e alghe. Al contatto possono liberare tos-
sine che provocano prurito, rossore e bolle che regrediscono in circa due giorni. Analogamente, le alghe possono indurre prurito o bruciore se-
16
Q
uando comunemente si parla di punture di insetti si fa riferi-
mento a piccoli organismi (artropodi) che in realtà appartengono a diverse classi in base al numero delle zampe, quindi non sol-
guiti da bolle che erodono, localizzate soprattutto ai genitali e al perineo.
tanto quella degli insetti, che di zampe ne hanno tre paia. Molte specie
8. Dermatosi da pesci. Numerose specie sono velenose (ad esempio
di insetti e di aracnidi possono determinare danni per trauma meccanico,
razze, tracine, murene). I morsi e le punture provocano un dolore co-
iniezione di sostanze estranee, infezione secondaria, invasione dei tes-
stante, immediato e violento che in pochi minuti coinvolge tutto l’arto,
suti, reazioni irritative da contatto o granulomatose, o, infine, gli artropodi
persistendo per 12-48 ore, e malessere, fino a segni neurologici e cardio-
possono essere causa di alcune malattie infettive.
vascolari per alcune specie, che nel Mediterraneo non sono presenti. In
Attraverso le secrezioni salivari, il parassita può iniettare nel soggetto
caso di reazioni da pesci, occorre lavare subito con acqua di mare e ri-
ospite sostanze velenose. La reazione dell’organismo dipende dalla pre-
muovere i residui di spine. Utilizzare un laccio emostatico se è colpito un
senza di anticorpi specifici diretti contro tali secrezioni e verso i veleni ino-
arto e immergere in acqua bollente per 30-90 minuti o utilizzare impacchi
culati; se l’organismo non è opportunamente “attrezzato” può incorrere
caldo-umidi se al viso/tronco. Il calore, infatti, inattiva le tossine.
talvolta anche nel rischio di avere uno shock anafilattico. A volte la reazione
9. Micobatteriosi. “Granuloma da piscina” o “da acquario”, è una reazione
cutanea è indotta dal solo contatto con il parassita (dermatite da contatto ir-
a batteri cutanei caratterizzata dalla comparsa di granulomi a gomiti, ginoc-
ritante o allergica), oppure, se parte del parassita rimane intrappolato nella
chia, mani e avambracci. Richiede trattamento antibiotico sistemico mirato.
cute, da piccoli granulomi sottocutanei che si mostrano come piccole pa-
10. Dermatosi acquageniche da contatto. Raramente è possibile che
pule o noduli. Esistono alcuni fattori di rischio che possono favorire la pun-
il costume da bagno, per sensibilizzazione agli additivi della gomma con-
tura da parte di parassiti, quali gli abiti indossati, il tipo di occupazione
tenuti nell’elastico, induca una dermatite da contatto. Più spesso può es-
lavorativa, l’eventuale presenza di animali domestici, ma anche la tipologia
sere indotta da maschere, bocchettoni, pinne, tute in gomma nei
di sudore che può attrarre o respingere certe specie.
soggetti sensibilizzati. A volte, l’immersione prolungata determina nelle
Le punture di maggiore interesse sono:
zone di maggior contatto del costume delle piccole abrasioni causate
1. Punture di zanzara. Causano la comparsa di piccoli pomfi rossastri, con
dalla frizione e dal sale, non riferibili ad un meccanismo di tipo allergico.
vescicola o piccola emorragia centrale. Le lesioni possono essere poco pru-
L’acqua dolce o clorata delle piscine tende a disidratare pelle e capelli.
riginose, ma in soggetti predisposti si possono manifestare quadri anche 17
O IAN P O RIM P IN
Punture di insetti Dermatiti acquatiche e da contatto
7.
Dermatiti da spugne e alghe. Al contatto possono liberare tos-
sine che provocano prurito, rossore e bolle che regrediscono in circa due giorni. Analogamente, le alghe possono indurre prurito o bruciore se-
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Q
uando comunemente si parla di punture di insetti si fa riferi-
mento a piccoli organismi (artropodi) che in realtà appartengono a diverse classi in base al numero delle zampe, quindi non sol-
guiti da bolle che erodono, localizzate soprattutto ai genitali e al perineo.
tanto quella degli insetti, che di zampe ne hanno tre paia. Molte specie
8. Dermatosi da pesci. Numerose specie sono velenose (ad esempio
di insetti e di aracnidi possono determinare danni per trauma meccanico,
razze, tracine, murene). I morsi e le punture provocano un dolore co-
iniezione di sostanze estranee, infezione secondaria, invasione dei tes-
stante, immediato e violento che in pochi minuti coinvolge tutto l’arto,
suti, reazioni irritative da contatto o granulomatose, o, infine, gli artropodi
persistendo per 12-48 ore, e malessere, fino a segni neurologici e cardio-
possono essere causa di alcune malattie infettive.
vascolari per alcune specie, che nel Mediterraneo non sono presenti. In
Attraverso le secrezioni salivari, il parassita può iniettare nel soggetto
caso di reazioni da pesci, occorre lavare subito con acqua di mare e ri-
ospite sostanze velenose. La reazione dell’organismo dipende dalla pre-
muovere i residui di spine. Utilizzare un laccio emostatico se è colpito un
senza di anticorpi specifici diretti contro tali secrezioni e verso i veleni ino-
arto e immergere in acqua bollente per 30-90 minuti o utilizzare impacchi
culati; se l’organismo non è opportunamente “attrezzato” può incorrere
caldo-umidi se al viso/tronco. Il calore, infatti, inattiva le tossine.
talvolta anche nel rischio di avere uno shock anafilattico. A volte la reazione
9. Micobatteriosi. “Granuloma da piscina” o “da acquario”, è una reazione
cutanea è indotta dal solo contatto con il parassita (dermatite da contatto ir-
a batteri cutanei caratterizzata dalla comparsa di granulomi a gomiti, ginoc-
ritante o allergica), oppure, se parte del parassita rimane intrappolato nella
chia, mani e avambracci. Richiede trattamento antibiotico sistemico mirato.
cute, da piccoli granulomi sottocutanei che si mostrano come piccole pa-
10. Dermatosi acquageniche da contatto. Raramente è possibile che
pule o noduli. Esistono alcuni fattori di rischio che possono favorire la pun-
il costume da bagno, per sensibilizzazione agli additivi della gomma con-
tura da parte di parassiti, quali gli abiti indossati, il tipo di occupazione
tenuti nell’elastico, induca una dermatite da contatto. Più spesso può es-
lavorativa, l’eventuale presenza di animali domestici, ma anche la tipologia
sere indotta da maschere, bocchettoni, pinne, tute in gomma nei
di sudore che può attrarre o respingere certe specie.
soggetti sensibilizzati. A volte, l’immersione prolungata determina nelle
Le punture di maggiore interesse sono:
zone di maggior contatto del costume delle piccole abrasioni causate
1. Punture di zanzara. Causano la comparsa di piccoli pomfi rossastri, con
dalla frizione e dal sale, non riferibili ad un meccanismo di tipo allergico.
vescicola o piccola emorragia centrale. Le lesioni possono essere poco pru-
L’acqua dolce o clorata delle piscine tende a disidratare pelle e capelli.
riginose, ma in soggetti predisposti si possono manifestare quadri anche 17
Punture di insetti
18
Punture di insetti
molto gravi, probabilmente da inoculazione di sostanze irritanti o da sensi-
specifica. In genere provoca solo una reazione locale, raramente sintomi
bilizzazione allergica verso la saliva dell’insetto. Negli ultimi anni si è diffusa
generali, febbre o ingrossamento dei linfonodi. La prevenzione consiste
anche in Italia la cosiddetta zanzara tigre, che si accumula dove ci sono
nell’evitare il contatto con la vegetazione, indossare indumenti coprenti,
piccole quantità di acqua per depositare le uova (tombini, sottovasi, annaf-
applicare sui vestiti repellenti per insetti a base di DEET al 20-30% (ripe-
fiatoi). Al contrario delle altre specie, di solito punge di giorno (mattino e
tendo l’applicazione ogni 2-3 ore) o, meglio ancora, di permetrina. Questi
tardo pomeriggio), da maggio ad ottobre. Per limitarne la riproduzione è es-
prodotti non vanno applicati sulla pelle, ma sui vestiti.
senziale la prevenzione. Gli insetticidi (piretroidi sintetici) sono efficaci solo
5. Morsi di ragni. Sono molto dolorosi, ma raramente pericolosi in Italia.
nei confronti degli insetti adulti, per cui la profilassi comportamentale è
La zona colpita va lavata abbondantemente, si può applicare localmente
necessaria: eliminare i contenitori pieni d’acqua, coprirli con una zanzariera
una crema cortisonica; nei casi più gravi è necessario ricorrere al medico.
o aggiungere 200 grammi di fili di rame per litro di acqua. In alternativa
6. Punture di imenotteri (vespe, api e calabroni). In genere inducono solo
svuotarli una volta alla settimana, per interrompere il ciclo di riproduzione
reazioni locali (gonfiore, intenso dolore). In caso di aggressioni multiple (so-
e se non è possibile aggiungere un larvicida.
prattutto calabroni) si può verificare una grave intossicazione sistemica (con
2. Punture di cimici. Le cimici vivono tra le crepe dei muri, nei vecchi ma-
vomito, diarrea, mal di testa, febbre) da accumulo di veleno. In soggetti iper-
terassi, dietro i battiscopa e di solito colpiscono l’ospite nelle ore notturne.
sensibili si possono avere sintomi di allergia fino allo shock anafilattico. Di
3. Punture di pulci. Le cosiddette pulci dell’uomo, meno frequente-
norma, dopo la puntura, il dolore scompare entro due ore, mentre il gonfiore
mente quelle del gatto e del cane, in genere colpiscono le zone coperte.
può aumentare nelle 24 ore successive. Se persiste il pungiglione, va rimosso.
4. Punture di zecche. Le zecche provengono da animali domestici o da
Possono essere applicati impacchi di ghiaccio per rallentare l’assorbimento
arbusti del sottobosco (si attaccano ai vestiti e quindi alla pelle). Possono
del veleno e diminuire il dolore. Contro il prurito sono utili creme cortisoniche
essere veicolo di Febbre bottonosa e della Malattia di Lyme. Il morso di so-
(mometasone, idrocortisone, desossimetazone), associazioni antibiotico/cor-
lito non è doloroso e non causa prurito, per cui può passare inosservato.
tisone (gentamicina/betametasone, ac. fusidico/betametasone) o antistamini-
All’osservazione si presenta come un piccolo rigonfiamento rosso con la
che (desclorfeniramina, oxatomide, prometazina). L’ammoniaca diluita non
zona centrale un po' ribassata, che si trasforma velocemente in crosta. In
risulta decisiva per risolvere l’irritazione. La prevenzione con repellenti non
caso di puntura va sempre accertato di aver rimosso completamente il ro-
funziona, quindi oltre alla profilassi comportamentale (profumi e alimenti dolci
stro del parassita ed eventualmente procedere con una terapia antibiotica
attirano le vespe) può essere fatta la desensibilizzazione con vaccini specifici. 19
Punture di insetti
18
Punture di insetti
molto gravi, probabilmente da inoculazione di sostanze irritanti o da sensi-
specifica. In genere provoca solo una reazione locale, raramente sintomi
bilizzazione allergica verso la saliva dell’insetto. Negli ultimi anni si è diffusa
generali, febbre o ingrossamento dei linfonodi. La prevenzione consiste
anche in Italia la cosiddetta zanzara tigre, che si accumula dove ci sono
nell’evitare il contatto con la vegetazione, indossare indumenti coprenti,
piccole quantità di acqua per depositare le uova (tombini, sottovasi, annaf-
applicare sui vestiti repellenti per insetti a base di DEET al 20-30% (ripe-
fiatoi). Al contrario delle altre specie, di solito punge di giorno (mattino e
tendo l’applicazione ogni 2-3 ore) o, meglio ancora, di permetrina. Questi
tardo pomeriggio), da maggio ad ottobre. Per limitarne la riproduzione è es-
prodotti non vanno applicati sulla pelle, ma sui vestiti.
senziale la prevenzione. Gli insetticidi (piretroidi sintetici) sono efficaci solo
5. Morsi di ragni. Sono molto dolorosi, ma raramente pericolosi in Italia.
nei confronti degli insetti adulti, per cui la profilassi comportamentale è
La zona colpita va lavata abbondantemente, si può applicare localmente
necessaria: eliminare i contenitori pieni d’acqua, coprirli con una zanzariera
una crema cortisonica; nei casi più gravi è necessario ricorrere al medico.
o aggiungere 200 grammi di fili di rame per litro di acqua. In alternativa
6. Punture di imenotteri (vespe, api e calabroni). In genere inducono solo
svuotarli una volta alla settimana, per interrompere il ciclo di riproduzione
reazioni locali (gonfiore, intenso dolore). In caso di aggressioni multiple (so-
e se non è possibile aggiungere un larvicida.
prattutto calabroni) si può verificare una grave intossicazione sistemica (con
2. Punture di cimici. Le cimici vivono tra le crepe dei muri, nei vecchi ma-
vomito, diarrea, mal di testa, febbre) da accumulo di veleno. In soggetti iper-
terassi, dietro i battiscopa e di solito colpiscono l’ospite nelle ore notturne.
sensibili si possono avere sintomi di allergia fino allo shock anafilattico. Di
3. Punture di pulci. Le cosiddette pulci dell’uomo, meno frequente-
norma, dopo la puntura, il dolore scompare entro due ore, mentre il gonfiore
mente quelle del gatto e del cane, in genere colpiscono le zone coperte.
può aumentare nelle 24 ore successive. Se persiste il pungiglione, va rimosso.
4. Punture di zecche. Le zecche provengono da animali domestici o da
Possono essere applicati impacchi di ghiaccio per rallentare l’assorbimento
arbusti del sottobosco (si attaccano ai vestiti e quindi alla pelle). Possono
del veleno e diminuire il dolore. Contro il prurito sono utili creme cortisoniche
essere veicolo di Febbre bottonosa e della Malattia di Lyme. Il morso di so-
(mometasone, idrocortisone, desossimetazone), associazioni antibiotico/cor-
lito non è doloroso e non causa prurito, per cui può passare inosservato.
tisone (gentamicina/betametasone, ac. fusidico/betametasone) o antistamini-
All’osservazione si presenta come un piccolo rigonfiamento rosso con la
che (desclorfeniramina, oxatomide, prometazina). L’ammoniaca diluita non
zona centrale un po' ribassata, che si trasforma velocemente in crosta. In
risulta decisiva per risolvere l’irritazione. La prevenzione con repellenti non
caso di puntura va sempre accertato di aver rimosso completamente il ro-
funziona, quindi oltre alla profilassi comportamentale (profumi e alimenti dolci
stro del parassita ed eventualmente procedere con una terapia antibiotica
attirano le vespe) può essere fatta la desensibilizzazione con vaccini specifici. 19
O IAN P IMO R P IN
Micosi e infezioni batteriche Micosi e infezioni batteriche
L
e micosi sono infezioni causate da funghi. Pos-
le dita (forma intertriginosa), spesso il 3°-4° spazio, o sotto la
sono colpire ogni sede corporea e si differen-
pianta. È molto diffusa tra gli atleti o soggetti che sudano e usano
ziano in:
scarpe in gomma. La localizzazione alle mani (tinea manum) è più
1. Infezioni da dermatofiti. Sono molto frequenti; il con-
rara e di solito si associa a quella ai piedi.
tagio è da persona a persona, o più spesso per contatto con animali in-
La forma ungueale (tinea ungium) è molto frequente e spesso è causata
fetti (gatti, soprattutto randagi, cavalli). Sulla pelle compare una chiazza
da più agenti eziologici (dermatofiti, candida, batteri); può colpire l’unghia
piana, rossa, ruvida, con bordi netti che a volte presenta piccole vescicole
in modo parziale o totale e coinvolgere i tessuti circostanti.
e una zona centrale più chiara (tinea corporis). Provoca, in genere, fluire con altre chiazze vicine. I soggetti immunodepressi pos-
da Malassezia furfur. Colpisce tronco, collo e radice arti. Non provoca prurito. Comparsa di chiazze Pitiriasi ovalari color caffèlatte. La zona più colpita è il cuoio capelluto nella regione della nuca. Sudorazione e versicolor utilizzo di indumenti sintetici sono fattori di rischio.
sono essere più colpiti e l’uso, non appropriato, di cortisonici in
Follicolite da Malassezia furfur. Piccole papule, colpisce i giovani, nella parte alta del dorso, torace e tempie.
prurito più o meno intenso. Può divenire via via più grande o con-
crema può aggravare la micosi. Al cuoio capelluto (tinea capitis, detta anche tigna), provoca intenso pru-
Candidosi
spesso da Candida albicans. Colpisce più spesso immunodepressi, obesi e diabetici. Può colpire pieghe, unghie, regione genitale.
rito e può colpire il capello rasandolo alla base, facendolo cadere comple-
20
tamente o provocando una grossa infiammazione locale a seconda del
2. Infezioni da lieviti. Si identificano diverse forme cliniche, sostenute
tipo di fungo. Si può osservare la comparsa di alopecia (assenza dei ca-
da differenti tipi di funghi.
pelli) con desquamazione, peli spezzati o polverizzati. In soggetti maschi,
La forma più frequente è la candidosi che può manifestarsi in
adulti, soprattutto in ambiente agricolo, è possibile l’interessamento della
vario modo. Può colpire le pieghe (ascellari, sottomam-
regione della barba (tinea barbae), con decorso lento e infiammatorio.
marie, addominali, inguinali, interglutee), con chiazze
Se si localizza a livello inguinale (tinea cruris) l’anello del bordo può non
rosse, lucide, macerate al centro e piccole pustole periferi-
essere completo o mancare la desquamazione in superficie.
che. Può colpire gli angoli della bocca, la regione del pannolino nei lattanti,
La forma localizzata a livello dei piedi (tinea pedis) può essere
o la regione genitale con quadri di vulvovaginite nelle donne, accompa-
combinata con altri funghi (ad esempio candida) o batteri.
gnata da intenso prurito e secrezioni biancastre “a ricotta”, o di balanopo-
È rara prima della pubertà e spesso colpisce solo un piede, tra
stite (infiammazione di glande e prepuzio) nell’uomo. 21
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Micosi e infezioni batteriche Micosi e infezioni batteriche
L
e micosi sono infezioni causate da funghi. Pos-
le dita (forma intertriginosa), spesso il 3°-4° spazio, o sotto la
sono colpire ogni sede corporea e si differen-
pianta. È molto diffusa tra gli atleti o soggetti che sudano e usano
ziano in:
scarpe in gomma. La localizzazione alle mani (tinea manum) è più
1. Infezioni da dermatofiti. Sono molto frequenti; il con-
rara e di solito si associa a quella ai piedi.
tagio è da persona a persona, o più spesso per contatto con animali in-
La forma ungueale (tinea ungium) è molto frequente e spesso è causata
fetti (gatti, soprattutto randagi, cavalli). Sulla pelle compare una chiazza
da più agenti eziologici (dermatofiti, candida, batteri); può colpire l’unghia
piana, rossa, ruvida, con bordi netti che a volte presenta piccole vescicole
in modo parziale o totale e coinvolgere i tessuti circostanti.
e una zona centrale più chiara (tinea corporis). Provoca, in genere, fluire con altre chiazze vicine. I soggetti immunodepressi pos-
da Malassezia furfur. Colpisce tronco, collo e radice arti. Non provoca prurito. Comparsa di chiazze Pitiriasi ovalari color caffèlatte. La zona più colpita è il cuoio capelluto nella regione della nuca. Sudorazione e versicolor utilizzo di indumenti sintetici sono fattori di rischio.
sono essere più colpiti e l’uso, non appropriato, di cortisonici in
Follicolite da Malassezia furfur. Piccole papule, colpisce i giovani, nella parte alta del dorso, torace e tempie.
prurito più o meno intenso. Può divenire via via più grande o con-
crema può aggravare la micosi. Al cuoio capelluto (tinea capitis, detta anche tigna), provoca intenso pru-
Candidosi
spesso da Candida albicans. Colpisce più spesso immunodepressi, obesi e diabetici. Può colpire pieghe, unghie, regione genitale.
rito e può colpire il capello rasandolo alla base, facendolo cadere comple-
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tamente o provocando una grossa infiammazione locale a seconda del
2. Infezioni da lieviti. Si identificano diverse forme cliniche, sostenute
tipo di fungo. Si può osservare la comparsa di alopecia (assenza dei ca-
da differenti tipi di funghi.
pelli) con desquamazione, peli spezzati o polverizzati. In soggetti maschi,
La forma più frequente è la candidosi che può manifestarsi in
adulti, soprattutto in ambiente agricolo, è possibile l’interessamento della
vario modo. Può colpire le pieghe (ascellari, sottomam-
regione della barba (tinea barbae), con decorso lento e infiammatorio.
marie, addominali, inguinali, interglutee), con chiazze
Se si localizza a livello inguinale (tinea cruris) l’anello del bordo può non
rosse, lucide, macerate al centro e piccole pustole periferi-
essere completo o mancare la desquamazione in superficie.
che. Può colpire gli angoli della bocca, la regione del pannolino nei lattanti,
La forma localizzata a livello dei piedi (tinea pedis) può essere
o la regione genitale con quadri di vulvovaginite nelle donne, accompa-
combinata con altri funghi (ad esempio candida) o batteri.
gnata da intenso prurito e secrezioni biancastre “a ricotta”, o di balanopo-
È rara prima della pubertà e spesso colpisce solo un piede, tra
stite (infiammazione di glande e prepuzio) nell’uomo. 21
Micosi e infezioni batteriche
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Micosi e infezioni batteriche
La terapia di tutte queste micosi può essere topica o siste-
2. Patereccio. È un’infezione stafilococcica della piega dell’unghia, di so-
mica, quest’ultima da preferire in caso di interessamento da der-
lito dopo piccoli traumi; la falangetta diventa rossa, gonfia e dolente, via
matofiti, soprattutto se in zone pilifere, meno nelle forme da lieviti.
via si forma una sacca di pus che va incisa e drenata.
Alcuni prodotti a uso locale hanno un discreto potere irritativo, quindi
3. Erisipela. È un’infezione acuta da streptococco b-emoli-
vanno utilizzati secondo prescrizione medica. Evitare l’utilizzo di cortiso-
tico di gruppo A, che si presenta più spesso nella stagione
nici. Da un punto di vista comportamentale è necessario evitare il contatto
calda e in soggetti con disturbi circolatori, diabetici, anziani. Esordisce al-
interumano e mediante indumenti o biancheria infetta. I farmaci sistemici
l’improvviso con febbre alta, brividi, malessere cui segue la comparsa di
vanno utilizzati in caso di fallimento della terapia topica, se la micosi è
una chiazza rossa, rilevata, calda, a bordi netti, in genere localizzata agli
molto estesa. Sono terapie complicate da possibili effetti collaterali e in-
arti inferiori. La terapia è antibiotica sistemica, vanno sospesi eventuali
terazioni farmacologiche, quindi da attuare sotto stretto controllo medico.
FANS che possono aggravare la situazione. Talvolta può recidivare.
Le infezioni batteriche si realizzano quando la pelle, che normalmente
4. Flemmone. Colpisce prevalentemente gli arti inferiori, soprattutto di
ospita batteri e funghi, altera le sue capacità di difesa e viene a contatto
soggetti diabetici. Compare una placca rossa, infiltrata, calda e dolente,
con grandi quantità di batteri e tossine. Molte malattie infiammatorie
a margini sfumati, non sempre accompagnata da febbre, ma spesso con
della pelle, inoltre, possono complicarsi con sovrinfezioni di tipo batte-
interessamento linfangitico. Occorre instaurare subito una terapia anti-
rico. I quadri clinici più comuni sono:
biotica sistemica.
1. Impetigine volgare. Colpisce tipicamente l’infanzia ed è molto con-
5. Follicoliti. Sono processi infiammatori che colpiscono tutto il follicolo
tagiosa. Può essere di tipo bolloso (da stafilococco) o non bolloso (da
e la pelle intorno formando pustole, croste, a volte ascessi. Spesso inte-
stafilococco o da streptococco). La forma non bollosa è la più frequente
ressano la zona di barba e baffi, soprattutto in pazienti diabetici o in dialisi.
(70%) ed è caratterizzata da vescicole con alone rossastro che evolvono
È necessaria terapia antibiotica topica e sistemica.
in croste giallo-brune localizzate soprattutto a volto, arti e sedi di traumi.
6. Foruncoli. Tipici della pubertà, sono caratterizzati da noduli duri, do-
Compare tipicamente in estate, ma negli asili si possono creare piccole
lenti, rossi da cui esce pus e il cosiddetto “cencio” (materiale necrotico).
epidemie in ogni stagione. La forma bollosa è meno frequente e può col-
Possono essere isolati o raggruppati, a volte disseminati recidivanti.
pire ogni sede del corpo. In genere è sufficiente fare terapia antibiotica
Colpiti maggiormente collo, volto, braccia e natiche, guariscono lasciando
topica (gentamicina, acido fusidico); talvolta sistemica.
una cicatrice. La terapia è antibiotica locale o generale. 23
Micosi e infezioni batteriche
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Micosi e infezioni batteriche
La terapia di tutte queste micosi può essere topica o siste-
2. Patereccio. È un’infezione stafilococcica della piega dell’unghia, di so-
mica, quest’ultima da preferire in caso di interessamento da der-
lito dopo piccoli traumi; la falangetta diventa rossa, gonfia e dolente, via
matofiti, soprattutto se in zone pilifere, meno nelle forme da lieviti.
via si forma una sacca di pus che va incisa e drenata.
Alcuni prodotti a uso locale hanno un discreto potere irritativo, quindi
3. Erisipela. È un’infezione acuta da streptococco b-emoli-
vanno utilizzati secondo prescrizione medica. Evitare l’utilizzo di cortiso-
tico di gruppo A, che si presenta più spesso nella stagione
nici. Da un punto di vista comportamentale è necessario evitare il contatto
calda e in soggetti con disturbi circolatori, diabetici, anziani. Esordisce al-
interumano e mediante indumenti o biancheria infetta. I farmaci sistemici
l’improvviso con febbre alta, brividi, malessere cui segue la comparsa di
vanno utilizzati in caso di fallimento della terapia topica, se la micosi è
una chiazza rossa, rilevata, calda, a bordi netti, in genere localizzata agli
molto estesa. Sono terapie complicate da possibili effetti collaterali e in-
arti inferiori. La terapia è antibiotica sistemica, vanno sospesi eventuali
terazioni farmacologiche, quindi da attuare sotto stretto controllo medico.
FANS che possono aggravare la situazione. Talvolta può recidivare.
Le infezioni batteriche si realizzano quando la pelle, che normalmente
4. Flemmone. Colpisce prevalentemente gli arti inferiori, soprattutto di
ospita batteri e funghi, altera le sue capacità di difesa e viene a contatto
soggetti diabetici. Compare una placca rossa, infiltrata, calda e dolente,
con grandi quantità di batteri e tossine. Molte malattie infiammatorie
a margini sfumati, non sempre accompagnata da febbre, ma spesso con
della pelle, inoltre, possono complicarsi con sovrinfezioni di tipo batte-
interessamento linfangitico. Occorre instaurare subito una terapia anti-
rico. I quadri clinici più comuni sono:
biotica sistemica.
1. Impetigine volgare. Colpisce tipicamente l’infanzia ed è molto con-
5. Follicoliti. Sono processi infiammatori che colpiscono tutto il follicolo
tagiosa. Può essere di tipo bolloso (da stafilococco) o non bolloso (da
e la pelle intorno formando pustole, croste, a volte ascessi. Spesso inte-
stafilococco o da streptococco). La forma non bollosa è la più frequente
ressano la zona di barba e baffi, soprattutto in pazienti diabetici o in dialisi.
(70%) ed è caratterizzata da vescicole con alone rossastro che evolvono
È necessaria terapia antibiotica topica e sistemica.
in croste giallo-brune localizzate soprattutto a volto, arti e sedi di traumi.
6. Foruncoli. Tipici della pubertà, sono caratterizzati da noduli duri, do-
Compare tipicamente in estate, ma negli asili si possono creare piccole
lenti, rossi da cui esce pus e il cosiddetto “cencio” (materiale necrotico).
epidemie in ogni stagione. La forma bollosa è meno frequente e può col-
Possono essere isolati o raggruppati, a volte disseminati recidivanti.
pire ogni sede del corpo. In genere è sufficiente fare terapia antibiotica
Colpiti maggiormente collo, volto, braccia e natiche, guariscono lasciando
topica (gentamicina, acido fusidico); talvolta sistemica.
una cicatrice. La terapia è antibiotica locale o generale. 23
con la collaborazione di