A un anno dalla presentazione del nostro manifesto ecco alcuni scritti che hanno iniziato a fiorire nell’ambiente hyronista. Per creare una cultura del dialogo, ma soprattutto per difendere la cultura in genere, che davanti alla sfida della società di massa e dei nuovi mezzi di comunicazione deve trovare la sua strada per sopravvivere contro la mercificazione che vuole l’appiattimento mentale per vender meglio il suo nulla.
Dal volantino “Ma chi sono ‘sti hyronisti?” Maggio 2007 1 - Il relativismo Ebbene sì, siamo dei terribili relativisti, proprio quelli di cui parla papa Benedetto XVI. Ma mentre lui ci considera il nemico, noi, da buoni relativisti, non siamo affatto suoi nemici, né di nessun altro. Combattiamo contro le tendenze umane, non contro gli esseri umani. Perché? Se volete c’è la spiegazione colta con Benjamin Lee Whorf e tutti gli altri simpaticoni, ma se volete farla più semplice basta questo: internet. La rete da ormai circa diec’anni ha messo tutte le culture in contatto diretto e frontale. E messi così in contatto ci rendiamo conto chiaramente che tutto può esser visto e considerato da miliardi di
punti di vista differenti. Anzi, da un punto di vista radicalmente diverso per ogni essere pensante. Questo lo sapevamo anche prima, direte, ma ora è molto più evidente. Prima bastava chiudersi nel proprio orticello per non fare esperienza. Ora l’esperienza viene a prenderci anche
nei nostri orticelli: il relativismo è diventato più che un’opinione, un dato della vita quotidiana. 2 - L’hyronia In questa selva selvaggia di colori suoni emozioni e opinioni l’unica maniera per non uscirne pazzi è l’hyronia. Prendersi un di distacco dalle cose, dagli altri, da noi stessi e anche d al le no str e stesse opinioni. Sennò di finisce per fare a cazzotti. Che a l i v e l l o internazionale si chiama guerra. E no, a noi la guerra non ci sta simpatica. Anche p e r c h é disponiamo ormai d i a r m i sufficenti a spazzare via il pianeta, se ci mettiamo tanto a fare i cretini. Inoltre c’è anche un altro aspetto dell’hyronia, più esistenziale: la vita nel nuovo millennio è bruttina. Non ci sono quasi più parchi verdi, non ci sono più ideali, al posto delle religioni millenarie c’è un mercato di settucole che litigano su chi ha avuto l’illuminazione più luminosa o l’apparizione più appariscente. Solo una risata profonda può sconfiggere l’immensa tristezza che ci attanaglia. 3 - La cultura del dialogo Quindi è chiaro che sosteniamo la cultura del dialogo piuttosto che la cultura della ricerca spirituale solitaria, sosteniamo la cultura del dialogo piuttosto che la cultura dello scontro che sempre nasce da una moltitudine di ricerche spirituali solitarie, sosteniamo la cultura del dialogo piuttosto che la cultura degli assolutismi che si fronteggiano a colpi di fuoco dall’alto delle loro torri di verità e rabbia. In politica quindi non siamo di destra, di sinistra o di centro: pensiamo che la politica si faccia dall’alto, valutando le situazioni e scegliendo per il meglio senza parzialità o faziosità, senza preconcetti. Ascoltando tutti. Quindi nelle guerre c’immedesimiamo con il suolo: non prendiamo parte per la spada che deve colpire per adempiere ai suoi doveri natali, sentiamo solo il peso di ogni cadavere, non prendiamo parte per lo scudo che odia chi lo colpisce, sentiamo
solo l’orrorido orrore umido di ogni goccia di sangue versata. 4 - Cosa facciamo Facciamo incontri per discutere i temi che riteniamo importanti, per informarci e informare. Abbiamo grande attenzione per i nuovi mezzi di comunicazione perché crediamo che sia con quelli che noi umani combatteremo la nostra battaglia per la libertà da ora in poi contro i nostri impulsi retrogradi e autolesionisti. Produciamo spettacoli teatrali d’informazione, li facciamo in pubblico e diffondiamo i filmati attraverso e-Mule e il nostro sito. Abbiamo un blog, una casa editrice telematica, uno spazio su MySpace, facciamo un festival annuale (il FilosoFestival) e abbiamo perto un canale televisivo on-demand su internet dove pubblichiamo interviste (la prima è ad Angela Terzani). È on-demand e non in streaming perché siamo contrari alle stupide televisioni con il palinsesto dove lo spettatore non può decidere cosa vere e deve beccarsi un 50% di pubblicità. E abbiamo appena cominciato. Guido Giacomo Gattai
Dallo scritto “12 tesi sull’hyronismo ilosofico” pubblicato nel volumetto “Manifesto hyronista e altri scritti di documentazione” Febbraio 2007 1. Secondo il relativismo, la descrizione dei fatti implica sempre l’assunzione di una costellazione di teorie e valori. Detto in altri termini, non esistono fatti neutri e indipendenti dai punti di vista di chi li descrive. In questo modo viene a cadere la distinzione tra fatti e teorie, i fatti sono teorie di taglia piccola, le teorie sono fatti di taglia grossa. 2. Dato il relativismo, viene a cadere il confine tra il riportare i fatti e l’esporre una teoria; in questo modo scompare la distinzione fra il filosofo e il giornalista. In questo scomparire possiamo trovare un movimento dialettico per cui il giornalista diventa filosofo e il filosofo diventa giornalista. 3. La situazione attuale sembra imporre a tutti gli intellettuali di essere sia giornalisti che filosofi, sia reporter che teorici dell’esistenza; ma a ben guardare, potrebbe essere così da molto tempo (vedi Voltaire e il poema sul terremoto di Lisbona). La differenza è che oggi i ritmi dell’informazione sono assai più rapidi, per cui il