Punto G - 42

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n° 42

per arretrati ed approfondimenti http://MovimentoHyronista.com FIGHT CLUB

SCHERMI

Diretto da David Fincher nel 1999, il film cult Fight Club è basato sull’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk. Il narratore ed allo stesso tempo protagonista, che si fa chiamare Jack, interpretato da un eccezionale Edward Norton, è un uomo che lavora nel settore assicurazioni di una celebre agenzia automobilistica, insoddisfatto ed oppresso dalla propria vita quotidiana. Jack trascorre la sua esistenza in una sorta di dimensione fra sogno e realtà, disturbato da una grave insonnia ed un perenne stato di malessere e viene così esortato dal proprio medico a frequentare gruppi di auto-aiuto, nei quali troverà la possibilità di sfogarsi, identificandosi con la sofferenza dei malati. Questa specie di dipendenza lo porterà a frequentare tutti i gruppi di auto-aiuto presenti in città, nascondendo la propria identità per mezzo di nomi falsi. Problematico sarà per lui incontrare Marla, interpretata da Helena Bonham Carter, una donna affascinante e complicata, che, simulatrice come il protagonista, rischia di allontanarlo dalla “terapia”. Jack torna così nel precedente stato di malessere, fino ad uno strano incontro che gli cambierà la vita: un giorno, in aereo per un viaggio di lavoro, conosce il misterioso e carismatico Tyler Durden, interpretato da Brad Pitt, venditore di saponi, che gli lascia il proprio biglietto da visita. Rientrato a casa, dopo aver trovato il proprio appartamento bruciato da un incendio, cerca aiuto e consolazione in Tyler, riuscendo a trovare così un rimedio alla propria sofferenza. Verrà infatti introdotto da quest’ultimo in una sorta di organizzazione clandestina di combattimenti notturni, in cui niente viene risolto, ma, alla fine di ogni scontro, dopo una liberazione dal dolore attraverso dure lotte fisiche, niente ha più importanza. Giorno dopo giorno la fama del club e quella di Tyler crescono, fino a renderlo un leader pronto a compiere qualsiasi cosa, diametralmente opposto a Jack, che assiste a tutto ciò in uno stato di confusione. Non solo “Fight Club” rappresenta un film che riesce ad essere sempre attuale, caratterizzato da un ritmo incalzante dato dai frequenti colpi di scena, con un cast eccezionale, ma Fincher riesce anche a trasformarlo in una profonda riflessione sulla vita, attraverso la messa in scena del disagio dell’uomo moderno, attraverso la creazione del Fight Club, un posto in cui la sofferenza mentale viene sostituita da quella fisica, che rappresenta gli effetti del consumismo sugli esseri umani, i quali, spinti a dare spazio alla vuota importanza della materialità, finiscono per perdere di vista ciò che è realmente essenziale, allontanandosi dal contatto con se stessi, portati in un limbo in cui, spesso, rischiano di essere posseduti dai propri possedimenti.

Abbiamo tutti questi schermi sempre accesi ovunque. Tutto questo rumore che ci distrugge i pensieri. E la cosa peggiore è che non ce ne accorgiamo neppure più.

Guido G. Gattai Facebook: GuidoGiacomoGattaiFanPage Instagram: GuidoGiacomoGattai Telegram: FilosoFrammenti

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Spinoza non era un filosofo di mestiere ma

molava le lenti. Nonostante questo, a seguito della pubblicazione di alcuni suoi scritti, gli venne offerta la cattedra di filosofia all’università di Heidelberg, che rifiutò nel 1673 poiché non capiva quali limiti la religione di stato ponesse alla libertà di pensiero e di filosofare.

Vittoria Nannelli liceo classico Michelangiolo


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