ELABORATI GRAFICI E NORME TECNICHE adottatto con il D.G.R. 372 del 17/02/2009
La pubblicazione del volume “Elaborati grafici e norme tecniche, PTRC del Veneto” è a cura di Davide Longhi con Viviana Ferrario
progetto di comunicazione ed elaborazioni cartografiche: Patchwork studiArchitettura progetto grafico: Elena Spolaore con la collaborazione di Francesco Zampiero stampa: Grafiche Scarpis, Conegliano
Copyright 2009@ Regione del Veneto
Tutti i diritti sono riservati
Presidente della Regione del Veneto Giancarlo Galan
Assessore alle Politiche per il Territorio Renzo Marangon
con l’alta consulenza culturale di Ulderico Bernardi Ferruccio Bresolin Paolo Feltrin Mario Rigoni Stern Eugenio Turri
Segretario Generale della Programmazione Adriano Rasi Caldogno
PROGETTISTI DEL PIANO
Direzione scientifica
Roberto Casarin
Segretario Regionale all’Ambiente e Territorio
Responsabile del progetto di Piano Romeo Toffano Dirigente Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi
Coordinatore del Progetto di Piano Antonella Camatta Dirigente del Servizio Pianificazione Territoriale
Referenti per apporti tecnico scientifici
Urbanistica Vincenzo Fabris Commissario Straordinario per l’attuazione della riforma del Governo del Territorio
Rete ecologica e parchi Beniamino Faganello Dirigente Servizio Parchi ed Aree naturali Protette Graziano Martini Barzolai Dirigente Servizio Reti Ecologiche e Biodiversità
Valutazione ambientale strategica Marco Zanetti Dirigente Servizio Coordinamento
Quadro conoscitivo Maria Teresa Coronella Dirigente Direzione Statistica Maurizio De Gennaro Dirigente U. P. S.I.T. e Cartografia
UFFICIO DI PIANO
Alberto Miotto, Sandro Baldan, Carla Spolaor, Nicoletta Spolaor
con Nicola Paccagnella, Marco Pietrobon, Silvia Campesato, Valeria Ercolin
Apporti tecnici Lisa De Gasper, Daniele Putti, Laura Franzoso, Nicola Boscolo, Salvatore Ferrante
CONSULENTI DEL PIANO
Università IUAV di Venezia, DU Bruno Dolcetta
Università degli Studi di Padova, DAUR Vittorio Pollini, Franco Posocco, Pasqualino Boschetto, Alessandro Bove
Università Ca’ Foscari, Centro Interdipartimentale IDEAS Gabriele Zanetto, Gianni Moriani, Alessandro Calzavara
Istituto Nazionale di Urbanistica Marisa Fantin, Francesco Sbetti
Fondazione CENSIS Giuseppe Roma, Stefano Sampaolo
ARPAV Andrea Drago, Sandro Boato, Paola Salmaso
Veneto Agricoltura Carlo Terrabujo, Paola Berto
WWF Italia Andrea Agapito Ludovici, Alessandra Perego, Luigino Ghedin
Consulenza tecnico-scientifica Davide Longhi, Viviana Ferrario
Norme tecniche Cesare Lanna
Apporti giuridici Antonella Ballarin
Valutazione ambientale strategica Carlo Bartolini
Rete ecologica
Maria Elena Dall’Acqua, Gianluca Salogni, Mattia Vendrame con Laura Magnabosco, Umberto Trivelloni
Ambiti di paesaggio - Atlante ricognitivo Ufficio di Piano
Consulenza giuridica Marino Breganze, Francesco Curato, Patrizia Marzaro
Consulenza per il coordinamento fra i livelli di pianificazione Bruno Barel
Consulenza tecnico-scientifica M. Bruna Zolin, Camillo Pluti, Leonardo Marotta, Francesco De Mori
Consulenza scientifica Cesare Lasen, Gabriella Buffa
Alta consulenza culturale Amerigo Restucci
Consulenza scientifica Gabriele Paolinelli, Benedetta Castiglioni, Bernardino Romano
Relazione illustrativa Ufficio di Piano
Apporti urbanistici
Franco Alberti, Ignazio Operti, con Silvia Bresin, Loris Dall’Antonia, Giuliano Dicasillati, Giorgio Doria, Pio Fabbian, Mario Favaretto, Arnaldo Gomirato, Giuseppe Manoli, Fabio Mattiuzzo, Vittorio Milan, Claudio Perin, Francesco Tomaello, Stefano Vianello
Quadro conoscitivo Massimo Foccardi, Valeria Vonghia con Aldo Marolla, Mauro Nordio, Federico Mirarchi
Relazioni interregionali Tiziana Quaglia
Apporti Paola Agostini, Sandro Antinori, Wanda Antoniazzi, Roberto Anzaldi, Josè Roberto Bavaresco, Bruno Bernardi, Stafano Bernardi, Vincenzo Bixio, Ugo Bonato, Maria Cristina Bordin, Antonio Bortoli, Maria Teresa Brotto,Giuseppe Casagrande, Maurizio Dal Cengio, Franco Fabris, Luca Ferrarese, Antonio Foscari, Danilo Gerotto, Mauro Grison, Francesca Lazzari, Dario Lugato, Fabio Mabilia, Paolo Mozzi, Luciano Parenti, Marco Parodi, Elisabetta Pellegrini, Clara Peranetti, Carlo Perini, Dominico Preniolato, Franco Posocco, Roberto Pugliese, Giampaolo Rallo, Silvia Roma, Fiorenza Ronsisvalle, Franco Sensini, Romano Tiozzo Pagio, Tiziano Tempesta, Marta Tognon, Franco Viola, Denis Wellington
Apporti tecnici di logistica Umberto Trame, Gian Michele Gambato
Apporti tecnici di insediativo e mobilità Roberto Rossetto, Leopoldo Saccon, Francesco Finotto
Progetto Architettura del Novecento nel Veneto Ufficio di Piano
Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori del Veneto: Franco Frison, il Consiglio dell’Ordine, il Comitato Scientifico, Arianna Guadagnin Provincia di Belluno Giuseppe Cappochin, Nicla Bedin, Arianna Maretto Provincia di Padova Marzio Bottazzi, Angelo Lucchiari, Giovanna Bordin Provincia di Rovigo Italo Rebuli, Commissione Ordine Architetti PPC Provincia di Treviso Provincia di Venezia
Antonio Gatto, Marino Zancanella Arnaldo Toffali, Paola Ravanello, Francesco Chini, Donatella Martelletto
Cartografia e comunicazione Ufficio di Piano
Segreteria di Piano Francesca Franzin con Marilena Zamuner
organizzazione e trascrizione testi Santina Grande, Annamaria Menegazzi, Veneranda Minelle, Diana Pandiani, Maria Pasqualetto, Ornella Senigaglia, Fanni Tarabotti
Istruttoria della valutazione ambientale strategica Paola Noemi Furlanis Dirigente Direzione valutazione progetti e investimenti con Giovanni Battista Pisani
COORDINAMENTO SPECIALISTICO DELLE STRUTTURE REGIONALI
Segreterie Regionali Affari Generali e Settore Primario Loris Costantini
Segreteria Regionale Attività Produttive Istruzione e Formazione Sergio Trevisanato
Segreteria Regionale Bilancio e Finanza Mauro Trapani
Segreteria Regionale Cultura Angelo Tabaro
Segreteria Regionale Infrastrutture e Mobilità Silvano Vernizzi
Segreteria Regionale Lavori Pubblici Mariano Carraro
Segreteria Regionale Sanità e Sociale Giancarlo Ruscitti
Caterina Zuappa
Provincia di Verona Giuseppe Pilla, Annabianca Compostella, Paolo Pizzati, Provincia di Vicenza
PATCHWORK StudiArchitettura con Massimiliano Depieri, Elena Spolaore Chiara Quaglia, Riccardo Rampazzo, Francesco Zampiero, Laura Rossit, Michele Sanavia, Matteo Tres, Salvatore Arena, Ennio Soldera, Luca Vendrame, Elisa Zaccaria
Audiovisivi Stafano Minuz
CONTRIBUTI PER LA REDAZIONE DELLE TAVOLE DI PIANO
TAVOLA 1A - Uso del suolo - Terra
Direzione Piani e Programmi Settore Primario Pietro Cecchinato
Direzione Agro Ambiente e Servizi per l’Agricoltura Riccardo De Gobbi con Luigi De Lucchi, Anna Fumagalli, Sergio Measso
Unità Complessa Sistema Informativo Settore Primario Silvia Majer con Carlo Giaggio
TAVOLA 1B – Uso del suolo - Acqua
Direzione Difesa del Suolo Marco Puiatti con Michele Antonello, Patricia Pedersini, Mauro Bettella, Daniele Piccolo
Direzione Geologia e Attività Estrattive Erardo Garro con Doriano Zanette
TAVOLA 2 – Biodiversità
Direzione Foreste ed Economia Montana Guido Munari con Maurizio Dissegna, Giovanni Carraro, Erica Zangrando
Unità di Progetto Caccia e Pesca Mario Richieri con Sonia Calderola
TAVOLA
3 – Energia e Ambiente
Direzione Tutela Ambiente Fabio Fior con Luigi Masia, Corrado Soccorso, Fabio Strazzabosco, Giuliano Vendrame, Marina Aurighi, Chiara Rossi, Andrea Penzo, Flavio Ferro
Unità Complessa Tutela Atmosfera Roberto Morandi
Direzione Prevenzione Giovanna Frison con Ulderico Signorini
Unità di Progetto Energia Alberto Conte con Aldo Fornasier
Segreteria Lavori Pubblici - Protezione Civile Orietta Rubin, Davide De Min
TAVOLA 4 – Mobilità
Commissario Straordinario per l’Attuazione dell’Intesa Generale Quadro nel Settore dei Trasporti Giuseppe Fasiol
Direzione Infrastrutture Stefano Angelini con Simone Zanini
TAVOLA 5 A – Sviluppo Economico Produttivo
Direzione Programmazione Paolo Ceccato con Tiziano Ghedina
Direzione Sviluppo Economico, Ricerca e Innovazione Italo Candoni con Nadia Giaretta, Filippo Prataviera
Direzione Sistema Informatico Bruno Salomoni
Direzione Artigianato Vittorio Scrocco
Direzione Industria Michele Pelloso
Direzione Commercio Giorgia Vidotti con Laura Foscolo
Direzione Progetto Venezia Giovanni Artico con Roberto Bertaggia, Paolo Campaci, Giovanni Ulliana, Michele Baldin
TAVOLA 5 B – Sviluppo Economico Turistico
Commissario Straordinario per le Attività Turistiche e Promozione Paolo Rosso con Roberto Collodel, Alessandra Segato
Direzione Mobilità Bruno Carli con Ivan Fava, Elena Romano
TAVOLA 6 – Crescita Sociale e Culturale
Direzione Lavori Pubblici Andrea Cisco con Serena Bressan, Maria Mangano, Fabio Mantese, Giorgio Vigo, Antonio Sambo, Sandro Perini
Direzione Edilizia a Finalità Collettive Antonio Canini con Mirella Falvo, Silvia Cagnin, Matteo Giri
Direzione Edilizia Abitativa Diego Rui con Marco Bellinello
Direzione Beni Culturali Fausta Bressani con Giulio Bodon, Anna Guolo
Direzione Demanio e Patrimonio e Sedi Gianluigi Carrucciu
TAVOLA 07 – Montagna del Veneto Ufficio di Piano
TAVOLA 08 – Città, motore del futuro Ufficio di Piano
Indice
Guida alla consultazione 15
Tavole di indirizzo 17
PTRC 1992 - ricognizione 19
Uso del suolo: terra 25
Uso del suolo: acqua 31
Biodiversità 37 Energia e ambiente 43 Mobilità 49 Sviluppo economico: produttivo 55 Sviluppo economico: turistico 61 Crescita sociale e culturale 67
Linee di progetto: montagna del veneto e città, motore del futuro 73 Sistema degli obiettivi di progetto 81
Sistema del territorio rurale e della rete ecologica 85 Sistema del territorio rurale e della rete ecologica 87
Norme tecniche 139
Disposizioni generali 143 Uso del suolo 145 Biodiversità 149 Energia e ambiente 151 Mobilità 153 Sviluppo economico produttivo 155 Sviluppo economico turistico 158
Crescita sociale e culturale 160
Montagna del Veneto 163 Città, motore del futuro 165 Atlante ricognitivo del paesaggio 167 Norme transitorie e finali 168
Allegato A alle Norme Tecniche del PTRC 170
Provincia di Belluno 170
Provincia di Padova 172
Provincia di Rovigo 175
Provincia di Treviso 176
Provincia di Venezia 178
Provincia di Verona 181
Provincia di Vicenza 183
Guida alla consultazione
Il presente volume riporta le Norme Tecniche del Piano Territoriale Regio nale di Coordinamento (PTRC), così come adottato con Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 372 del 17 febbraio 2009, precedute dalle riduzioni delle tavole di piano in scala originale 1:250.000 (Tavole di indiriz zo) e 1:50.000 (Sistema del Territorio Rurale e della Rete Ecologica), dalla scomposizione cartografica di alcuni tematismi che compongono ogni ta vola, nonché da brevi testi di commento che introducono ai principi e alle norme contenute nelle tavole.
Tali testi sono stati tratti in parte dai documenti di piano e in parte dalle Nor me Tecniche e, come i materiali cartografici ridotti di scala, non rivestono carattere di ufficialità, dovendo intendersi quali elaborazioni realizzate ad esclusivi fini della presente pubblicazione per una più rapida individuazione della struttura e dei contenuti del piano.
15
Tavole di indirizzo
18
dettagli della cartografia (km25x25)
PTRC 1992 - ricognizione
La tavola reca la ricognizione dello stato di attuazione del PTRC approvato nel 1992.
Sono individuati gli ambiti corredati da disciplina attuativa, costituiti da: i pia ni di area approvati (Massiccio del Grappa, Delta del Po, Laguna e Area Veneziana, Tonezza - Fiorentini, Quadrante Europa, Auronzo - Misurina, Fontane Bianche, Palude del Brusà, Transfrontaliero Comelico - Ost Tirol, Montello, Monti Berici), adotatti (Valli del Biois e di Gares, Prealpi Vittoriesi e Alta Marca, adottati con salvaguardia scaduta (Altopiano dei sette comuni, dei costi e delle colline pedemontane vicentine, Lagune e Area Litorale del Veneto Orientale, Area del Sandonatese) e in corso di elaborazione (GardaBaldo, Pianure e Valli Grandi Veronesi, Medio Corso del Piave, Corridoio Metropolitano Venezia-Padova); gli ambiti dei Parchi Regionali (Colli Eu ganei, Lessinia, Dolomiti d’Ampezzo, Fiume Sile, Delta del Po) e del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi; le Aree Protette di interesse locale (Lago di Fimon, Parco dei fiumi Reghena, Lemene e dei laghi di Cinto, Bosco di Gaiarine -Ex Bosco Zacchi, Fontane Bianche di Lancenigo, Palude di Ona ra, Palude del Busatello, Palude del Brusà) e l’area dei”Palù del Quartier del Piave” assoggettata a Piano Ambientale. Sono inoltre individuati gli ambiti di valore archeologico e di valore naturali stico-ambientale, di cui al PTRC 1992, ancora privi di disciplina attuativa.
19
PTRC 1992-ricognizione
ambiti con piani corredati da disciplina attuativa
Altino 2 Le Motte
Le Mure
San Matteo al Castello
ambiti privi di disciplina attuativa parchi
Parco Regionale dei Colli Euganei
Parco Naturale Regionale della Lessinia
Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d'Ampezzo
Parco Naturale Regionale del Fiume Sile
Parco Regionale del Delta del Po
Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
protette interesse locale
Lago di Fimon
Parco dei fiumi Reghena, Lemene e dei laghi di Cinto
Bosco di Gaiarine (Ex Bosco Zacchi)
Fontane Bianche di Lancenigo
Palude di Onara
57 piani di area approvati 1 Massiccio del Grappa 2 Delta del Po 3 Laguna e Area Veneziana(P.A.L.A.V.) 4 Tonezza - Fiorentini 5 Quadrante Europa 6 Auronzo - Misurina 7 Fontane Bianche 8 Palude del Brusà 9 Transfrontaliero Comelico - Ost Tirol 10 Montello 15 Monti Berici piani di area adottati 12 Valli del Biois e di Gares 13 Prealpi Vittoriesi e Alta Marca piani di area adottati con salvaguardia scaduta 11 Altopiano dei sette comuni, dei costi e delle colline pedemontane vicentine 14 Lagune e Area Litorale del Veneto Orientale (P.A.L.A.L.V.O.) 16 Area del Sandonatese piani di area in elaborazione 17 Garda - Baldo 18 Pianure e Valli Grandi Veronesi 19 Medio Corso del Piave 20 Corridoio Metropolitano Venezia - Padova
Palude del Busatello
Palude del Brusa'
Piano Ambientale dell’area “Palù del Quartier del Piave”
Valli Grandi Veronesi
Antica strada d'Alemagna, Greola
Palude di Pellegrina
Bosco di Cavalier
Bosco di Cessalto
Bosco di Lison;
Bosco di Dueville
Laguna di Caorle (ad esclusione di Valle Vecchia), Valle Altanea, Valli e Pineta di Bibione
1
2
3
4
5
6
aree
38
43
53
63
64
65
66
58
1
3
4
5
6
7
ambiti di valore naturalistico-ambientale 9 Monte Pelmo 10 Monte Civetta 12 Marmolada Ombretta 13 Monte Baldo 14 Antelao, Marmarole e Sorapis 16 Pasubio, Piccole Dolomiti, Monte Summano 17 Bosco del Cansiglio 19 Monte Luppia-S. Vigilio 20 Medio Corso del Brenta 21 Ambito fluviale del Mincio 26 Laguna di Caorle (Valle Vecchia) 27 Altopiano dei Sette Comuni 29 Dolomiti di Sesto, Auronzo e Comelico (parte non ricadente nel PdA Comelico-Ost Tirol) 30 Monti Cridola-Duranno 31 Val Tovanella e Bosconero 32 Val d'Assa 33 Bosco della Digola, Brentoni, Tudaio (parte non ricadente nel PdA Comelico-Ost Tirol) 34 Monte Dolada 35 Val Gadena, Calà del Sasso e Complessi di Ponte Subiolo 36 Monte Cesen 37 Monte Faverghera 39 Anfiteatro Morenico di Rivoli 40 Monte Moscal 41 Medio corso del Piave 42 Ambito fluviale del Livenza 44 Laguna del Morto 46 Valli di Gares e S. Lucano 48 Serrai di Sottoguda 49 Masiere e Lago di Vedana 50 Torbiera di Lipoi 51 Laghetto del Frassino 52 Rocca di Garda 54 Palude del Feniletto 55 Sguazzo di Rivalunga e Cavallera
59
60
61
62
67
ambiti di valore archeologico
Castello del Tartaro
25 km 1 0
22
24
Uso del suolo: terra
dettagli della cartografia (km25x25)
L’uso del suolo viene tematizzato in due tavole: “Uso del Suolo: Terra” e “Uso del Suolo Acqua”.
Nella tavola “Uso del Suolo: Terra”, sulla base dei diversi caratteri dell’urba nizzazione e dell’agricoltura che vi si pratica, vengono individuate quattro categorie di aree: “aree di agricoltura periurbana”, nelle quali l’attività agrico la viene svolta a ridosso dei principali centri urbani e che svolgono un ruolo di cuscinetto tra i margini urbani, l’attività agricola produttiva, i frammenti del paesaggio agrario storico, le aree aperte residuali; “aree agropolitane in pianura” quali estese aree caratterizzate da un’attività agricola specializzata nei diversi ordinamenti produttivi, anche zootecnici, in presenza di una for te utilizzazione del territorio da parte delle infrastrutture, della residenza e del sistema produttivo; “aree ad elevata utilizzazione agricola” in presenza di agricoltura consolidata, caratterizzate da contesti figurativi di valore dal punto di vista paesaggistico e dell’identità locale; “aree ad agricoltura mista a naturalità diffusa” quali ambiti in cui l’attività agricola svolge un ruolo indi spensabile di manutenzione e presidio del territorio e di mantenimento della complessità e diversità degli ecosistemi rurali e naturali. Si intende così proporre alla pianificazione di livello inferiore uno strumen to per un governo del processo di urbanizzazione attento alle esigenze dell’agricoltura e dello spazio agrario, del quale si riconosce il valore multi funzionale, economico, ecologico, sociale e culturale, il cui mantenimento è indispensabile per il futuro del territorio veneto.
25
Uso del suolo: terra
sistema del territorio rurale area di agricoltura periurbana area agropolitana area ad elevata utilizzazione agricola area a pascolo naturale
area di agricoltura mista a naturalità diffusa
sistema del suolo agro forestale foresta ad alto valore naturalistico
elementi territoriali di riferimento tessuto urbanizzato
prato stabile lago
viabilità corso d’acqua significativo
ambito di paesaggio quale insieme delle relazioni ecologiche, storiche, culturali e morfologiche area sotto il livello del mare
tavola 01a 25 km 1 0
28
30
Uso del suolo: acqua
La tavola reca l’individuazione del Sistema della Tutela delle Acque e le Aree di Tutela e Vincolo.
Il PTRC fa sue le misure per la tutela qualitativa e quantitativa del patrimonio idrico regionale prese dal Piano di Tutela delle Acque (PTA) che, congiun tamente agli altri strumenti di pianificazione di settore a scala di bacino o distretto idrografico, individua i corpi idrici significativi e di rilevante interesse ambientale; individua e disciplina le zone omogenee di protezione per la tutela qualitativa delle acque; individua e disciplina, quali aree richieden ti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento, le aree sensibili, le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e da prodotti fi tosanitari nonché le aree di salvaguardia e le zone di protezione delle acque destinate al consumo umano; individua e disciplina le aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi; individua i Comuni nei quali sono presenti falde di acque sotterranee da riservare alla produzione di acqua per uso potabile destinata all’alimentazione dei pubblici acquedotti.
La tavola “Uso del Suolo Acqua” rappresenta cartograficamente il sistema della tutela delle acque: aree di produzione idrica diffusa di importanza re gionale, fascia delle risorgive, laghi e idrografia generale regionale, dorsali principali del modello strutturale degli acquedotti, aree di laminazione, sor genti e pozzi a servizio del pubblico acquedotto, siti con presenza di acqua geotermica, termale, o minerale idropinica, aree interessante dal bacino ter male euganeo e siti con presenza di acqua minerale. Infine si individuano le aree di tutela e vincolo: aree sottoposte a vincolo idrogeologico, aree vulnerabili ai nitrati, comuni con falde vincolate per l’uti lizzo idropotabile, aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi e aree a maggiore pericolosità idraulica.
31
dettagli della cartografia (km25x25)
Uso del suolo: acqua
sistema della tutela delle acque
area di produzione idrica diffusa di importanza regionale
fascia delle risorgive
idrografia
area di laminazione sito con presenza di acqua termale o minerale idropinica sito con presenza di acqua minerale area interessata dal bacino termale euganeo
aree di tutela e vincolo
sito con presenza di acqua geotermica
area sottoposta a vincolo idrogeologico comune con falde vincolate per l’utilizzo idropotabile
sorgente a servizio di pubblico acquedotto pozzo a servizio di pubblico acquedotto area di primaria tutela quantitativa degli acquiferi
lago corso d’acqua significativo tessuto urbanizzato
dorsale principale del modello strutturale degli acquedotti area di maggiore pericolosità idraulica elemento territoriale di riferimento
area vulnerabile ai nitrati
tavola 01b 25 km 1 0
34
36
Biodiversità
La tavola raccoglie le azioni di piano volte a tutelare e accrescere la diversità biologica del territorio regionale, intendendo la Rete ecologica quale matrice del sistema delle Aree Ecologicamente Rilevanti della Regione Veneto.
La Rete ecologica regionale è costituita in primo luogo dalle: Aree Nucleo, che presentano i maggiori valori di biodiversità regionale; esse sono costitu ite dai siti della Rete Natura 2000 e dalle Aree Naturali Protette; Le aree nucleo sono connesse tra loro tramite i Corridoi Ecologici, ambiti di sufficiente estensione e naturalità, aventi struttura lineare continua, anche diffusa, o discontinua, essenziali per la migrazione, la distribuzione geografi ca e lo scambio genetico di specie vegetali ed animali, con funzione di prote zione ecologica attuata filtrando gli effetti dell’antropizzazione. Completano la Rete ecologica le Cavità Naturali meritevoli di tutela e di particolare va lenza ecologica, in quanto connotate dalla presenza di endemismi o fragilità degli equilibri, da scarsa o nulla accessibilità o da isolamento.
La Regione promuove programmi e progetti specifici finalizzati alla salva guardia e valorizzazione della Rete ecologica e per l’attuazione di azioni volte alla tutela, conservazione e accrescimento della biodiversità, nonché azioni volte alla tutela e conservazione delle cavità naturali meritevoli di tu tela e delle aree comprendenti i più caratteristici monumenti naturali carsici e delle sorgenti. La Regione incentiva le attività di ricerca e monitoraggio sulle componenti biologiche, sull’impatto della frequentazione antropica e sulla presenza di inquinanti.
Si prevde infine il completamento dell’inventario e della cartografia della pre senza di comunità animali e vegetali sul territorio regionale.
37
dettagli della cartografia (km25x25)
Biodiversità
sistema della rete ecologica regionale
area nucleo grotta
corridoio ecologico
diversità dello spazio agrario medio alta
molto bassa bassa medio bassa
alta molto alta
elementi territoriali di riferimento
ambito di paesaggio quale insieme delle relazioni ecologiche, storiche, culturali e morfologiche
parco lago
“tegnue”: habitat marino su affioramento roccioso tessuto urbanizzato fascia delle risorgive
rete idrografica
tavola 02 25 km 1 0
40
42
Energia e ambiente
La tavola raccoglie gli obiettivi strategici di piano volti a promuovere l’effi cienza nell’approvvigionamento e negli usi finali dell’energia ed a incremen tare la produzione di energia da fonti rinnovabili, migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, prevenire e ridurre i livelli di inquinamento di aria, acqua, suolo e la produzione di rifiuti. Nelle aree definite a rischio, secondo i rilievi e le mappature redatte dall’Agen zia Regionale per la Protezione Ambientale del Veneto, il piano prevede che i Comuni debbano imporre l’applicazione, contestualmente al rilascio del titolo legittimante l’intervento edilizio, di adeguati criteri costruttivi tali da minimizzare l’esposizione al radon degli occupanti, prevedere interventi di monitoraggio per gli edifici pubblici esistenti e studiare interventi di adegua mento per quelli che esprimono concreti rischi.
In riferimento agli elettrodotti, laddove il contesto elettrico lo permetta, le nuove linee elettriche aeree devono minimizzare i vincoli aggiuntivi nel terri torio; a tale fine la superficie che risulta vincolata dai nuovi elettrodotti deve essere compensata da una riduzione di superficie vincolata da altri elettro dotti.
La progettazione di nuove discariche e impianti per la raccolta e il tratta mento dei rifiuti deve privilegiare standard di tutela ambientale ed igienico sanitaria sempre più elevati e sostenibili.
I nuovi impianti di smaltimento e recupero di rifiuti, compresi i rifiuti speciali, sono ubicati nell’ambito delle singole zone territoriali omogenee produttive o per servizi tecnologici.
La Regione favorisce la realizzazione dei “Distretti di protezione civile” quali forme ottimali di coordinamento intercomunale delle componenti operative del sistema regionale di protezione civile.
43
dettagli della cartografia (km25x25)
Energia e ambiente
area con possibili livelli eccedenti di radon
sistema dei poli principali per la produzi one di energia elettrica
sede di protezione civile a valenza provinciale e/o distrettuale
inquinamento da fonti diffuse sistema impianti per la raccolta e il trattamento dei rifiuti inceneritore
centrale termoelettrica a combustibile fossile autorizzata potenza sviluppata > 150 MWe
centrale termoelettrica a fonte rinnovabile autorizzata potenza sviluppata > 5 MWe
centrale idroelettrica autorizzata
siti a rischio di incidente rilevante area con presenza di industrie a rischio di incidente rilevante
Aarea di emergenza corso d’acqua significativo
inquinamento elettromagnetico area con alta concentrazione di inquinamento elettromagnetico
elementi territoriali di riferimento
tessuto urbanizzato
inquinamento da NOx μg/m3 - media luglio 2004-giugno 2005 elettrodotto 220 KV e 380 KV
sistema della distribuzione del gas
70 60 50 40 30 20 10 0 rigassificatore
discarica attiva per rifiuti urbani
impianto produzione da rifiuti (CDR) impianto di compostaggio discarica attiva per rifiuti non pericolosi sito inquinato di interesse nazionale
SRG (snam rete gas) nazionale
SRG (snam rete gas) regionale
sistema dellaprotezione civile piattaforma logistica attrezzata
protezione civile regionale: centro emergenze e centro logistico
E+L
tavola 03 25 km 1 0
46
48
Mobilità
dettagli della cartografia (km25x25)
Al fine di migliorare la circolazione delle persone e delle merci in tutto il ter ritorio regionale, il PTRC promuove una razionalizzazione dei sistemi inse diativi e delle reti di collegamento viario di supportoprimarie e secondarie si deve Il conseguimente di una maggiore efficienza complessiva del sistema viario regionale, passa attraverso alcune linee d’azione principali che preve dono il potenziamento dell’interscambio ferro - gomma fra servizi pubblici,; un’offerta di trasporto basata sull’utilizzo dei mezzi pubblici, un sistema di parcheggi scambiatori, il Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale; la possibilità di accesso alle reti viarie principali.
Lo sviluppo degli impianti di risalita e delle aree sciabili, quali componenti del sistema della mobilità regionale, si attua, previa una razionalizzazione del sistema esistente, mediante modelli di crescita economica sostenibile che assicurino competitività anche attraverso i collegamenti vallivi finalizzati a creare una rete integrata di qualità.
Le aree afferenti ai caselli autostradali, agli accessi alla rete primaria ed al SFMR sono da ritenersi aree strategiche di rilevante interesse pubblico ai fini della mobilità regionale.
Per un efficace coordinamento delle scelte relative alla salvaguardia e allo sviluppo dell’ambito portuale veneziano con le scelte strutturali relative all’in tera area del sistema portuale lagunare e, più in generale, del sistema por tuale del Nord-Adriatico, l’ambito portuale veneziano assume valenza stra tegica sia in relazione all’espansione del Porto che in relazione allo sviluppo economico-industriale dell’ambito stesso.
La Regione riconosce nei sistemi aeroportuali di Venezia – Treviso e di Verona due poli (cittadelle aeroportuali) primari per lo sviluppo, favorendo l’interconnessione delle cittadelle aeroportuali con la Rete della Mobilità Ve neta e prevedendo a tal fine specifici progetti strategici.
49
Mobilità
strada provinciale
corridoio europeo sistema ferroviario
strada regionale strada statale autostrada e superstrada di progetto casello autostradale
porto offshore Alto Adriatico
sistema stradale rete metromare
porto peschereccio Caorle Chioggia Pila
autostrada e superstrada rete AV/AC
ambito portuale veneto Venezia - Chioggia - Porto Levante autostrade del mare
rete navigabile
nuovo porto fluviale sistema di connessione territoriale
sistema della nautica da diporto
macro ambito della nautica da diporto
area per lo sviluppo della croceristica stazione FS e SFMR
rete SFMR di seconda, terza e quarta fase
linea ferroviaria
polarità della nautica da diporto Bibione Caorle Jesolo Eraclea Venezia Chioggia Porto Levante
aree per la cantieristica Porto Marghera - Chioggia - Porto Viro potenzialità connettive
densità territoriale
linea sub lagunare aeroporto Tessera - Venezia Lido - Cavallino Treporti - Chioggia
rete SFMR di prima fase percorso ciclo-pedonale regionale
“strada romantica” d’Alemagna
<0,10 abitanti/ettaro 0,10 - 0,30 abitanti/ettaro 0,30 - 0,60 abitanti/ettaro > 0,60 abitanti/ettaro
elementi territoriali di riferimento
tessuto urbanizzato
hub monocentrico hub policentrico
sistema della logistica sistema della mobilità aria - acqua
nuovo collegamento ferroviario AV/AC nuovo collegamento ferroviario connessione intervalliva aeroporto
terminal intermodale primario terminal intermodale da sviluppare
asse potenziale di connessione connessione alle località balneari cittadella aeroportuale
tavola 04 25 km 1 0
52
54
dettagli della cartografia (km25x25)
Sviluppo economico: produttivo
Il PTRC individua i sistemi produttivi di rango regionale costituiti da un in sieme di elementi di elevata complessità e specializzazione, che rivestono un ruolo strategico per l’economia del Veneto come risorsa per il futuro da utilizzare per dare competitività all’intero sistema. Territori urbani complessi si definiscono gli ambiti metropolitani caratterizzati dalla presenza di un insieme di aree produttive organizzate e dotate di un insieme di servizi rari quali strutture logistiche, centri ricerca, sedi universitarie, reti informatiche e telematiche, strutture consortili per lo smaltimento dei rifiuti, enti gestori organizzati, autorità portuali.
Si definiscono “Territori geograficamente strutturati” quelli costituiti da un in sieme di funzioni e di segni morfologici che investono territori dalla struttura insediativo-produttiva con specifici caratteri del Veneto.
Si definiscono “Territori strutturalmente conformati” le aree e le macroaree produttive connesse al Corridoio Intermodale Europeo V, nel tratto compre so tra Verona e Portogruaro.
Si definiscono “Piattaforme produttive complesse regionali” i territori interes sati dalla presenza di aree produttive esistenti.
Si definiscono “aree produttive con tipologia prevalentemente commercia le” quelle aree costituite da insediamenti produttivi, con un’elevata concen trazione di strutture di vendita, che ospitano pluralità di destinazioni d’uso compatibili.
Sono “strade mercato” quelle caratterizzate da un’elevata concentrazione di strutture di vendita, un’elevata intensità di traffico e un’elevata frammenta zione insediativa.
La Regione valorizza le eccellenze produttive mediante appositi interventi o progetti che ne assicurino lo sviluppo.
55
Sviluppo economico produttivo
territori, piattaforme e aree produttive
ambiti di pianificazione coordinata
territori urbani complessi
Venezia - Mestre - Treviso Padova
Vicenza
Verona Rovigo - (Ferrara)
Conegliano - Vittorio Veneto - Oderzo(Pordenone)
territori geograficamente strutturati
Valli del Chiampo e Valle dell’Agno
Val d’Illasi
Val Belluna
Alta pianura di Treviso: Conegliano - Asolo
Alta pianura di Vicenza: Schio - Thiene - Marano - Malo Feltre, Belluno, Longarone
territori strutturalmente conformati
aree e macro aree produttive afferenti i corridoi intermodali europei
n
piattaforme produttive complesse regionali 1 - ZAI (VR)
2 - Isola della Scala (VR) 3 - ZIP (PD)
4 - Montebelluna (TV)
5 - Conegliano - San Giacomo (TV) 6 - San Donà di Piave - Noventa di PiaveFossalta di Piave(VE)
7 - Villa Marzana - Arquà Polesine (RO) 8 - Porto Viro (RO) 9 - Longarone (BL)
10 - Roncoduro: Dolo - Pianiga - Mirano (VE) 11 - CIS di Montebello (VI) 12 - Piove di Sacco - Conselve (PD) 13 - Monselice (PD) 14 - Este (PD) 15 - Montagnana - Megliadino San Fidenzio (PD) 16 - Saletto - Limena(PD) 17 - Castelfranco Veneto (TV) 18 - Cittadella (PD) 19 - Camposampiero (PD) 20 - PIC di Costa (RO) 21 - Parco motoristico polifunzionale Trevenzuolo-Vigasio (VR) 22 - Schio 23 - Thiene 24 - Valdagno 25 - Trevenzuolo
aree produttive multiuso complesse con tipologia prevalentemente commerciale
strada mercato
ambito per funzioni e attività artigianali e di servizio alla città
eccellenze produttive con ricadute territoriali locali
ambito per la meccatronica
nodi pubblici della rete delle nano-tecnologie
parchi scientifici e tecnologici
polo di ricerca per le tecnologie a campagna
nodi della rete regionale della ricerca
polo siderurgico
ambito tecnologico per l’ottica
ambito tecnologico per la lavorazione del legno
ambito agroalimentare
rete delle infrastrutture di comunicazione
ambito di sviluppo delle reti digitali
incidenza della superficie ad uso industriale sul territorio comunale
elementi territoriali di riferimento rete FS e SFMR
aree nucleo e corridoi ecologici di pianura
polo fieristico regionale viabilità
tavola 05a 25 km 1 0
58
60
Sviluppo economico: turistico
L’azione regionale nel settore turistico ha come interesse primario la cre azione di una offerta turistica integrata in grado di coinvolgere e far con vergere le diverse varietà di segmenti turistici nei singoli ambiti territoriali, allo scopo di proporre un’offerta diversificata di prodotti, anche creando un sistema di ricettività diffusa.
La Regione, le Province ed i Comuni incentivano il turismo montano attra verso un corretto sviluppo della fruizione della montagna favorendo lo sviluppo e la riqualificazione del sistema ricettivo, degli impianti ricreativi e delle infrastrutture, anche a rete, funzionali al turismo montano.
Il PTRC indica gli ambiti di tutela termale e i poli di turismo termale quale aree di interesse preferenziale per lo sviluppo della rete termalistica ed indi vidua i siti termali riconosciuti dalla Regione.
Al fine di garantire lo sviluppo della multifunzionalità della rete termale, il pia no termale dovrà prevedere politiche di incentivazione dello sviluppo della rete attraverso l’integrazione fra terme e benessere termale, la valorizzazio ne della cura della persona, della qualità dell’offerta termale e delle strutture ricettive nonché di una adeguata accoglienza. Nell’ottica dello sviluppo dell’offerta turistica la Regione promuove inoltre il turismo marino e lacuale, l’attività diportistica e il turismo naturalistico.
La promozione di una rete turistica emergente è invece rivolta prevalente mente al turismo fieristico congressuale, al turismo enogastronomico e al turismo sportivo non di massa.
La Regione promuove infine la REV, Rete Escursionistica Veneta, come un insieme di piste ciclabili, canali navigabili e percorsi a cavallo a valenza regionale che, nel collegare i centri e le periferie, sia incentrata alla realizza zione di uno o più sistemi di circuiti tematici.
61
dettagli della cartografia (km25x25)
Sviluppo economico turistico
sistema
polarità turistiche principali
sistema del turismo fieristico e congressuale
polo di turismo congressuale e convention bureau
piazza
sistema turistico locale villa veneta città murata
sito archeologico
principale sito archeologico visitabile
sistema del turismo sulla neve principali ambiti sciistici-funiviari Verena-Larici Sappada Monte Baldo
Malette di gallio-Enego-Foza Falcade Cortina Civetta Arabba-Marmolada Altopiano di Razzo
luoghi della competitività della neve Alleghe (BL) Asiago (VI) Cortina D’Ampezzo (BL)
sistema del turismo naturalistico e rurale
eccellenza turistica parco
città alpine
parco agroalimentare dei sapori Colline di Conegliano Risaie di Isola della Scala Delta del Po Orti di Chioggia
Lamon
Opitergino Mottense e Portogruaro Oliveti e Castagneti del Garda
Altopiano dei Sette Comuni Bassano del Grappa Marostica Asolo Mason
Valpolicella Val d’Illasi
luoghi di eccellenza naturalistica foresta del Cansiglio (BL) riserva naturale di Somadida (BL) riserva naturale Val Tovanella (BL) riserve naturali Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (BL) vincheto di Cellarda (BL) foresta di Giazza (VR) riserve del Monte Baldo (VR) riserva naturale Bosco Nordio (VE) riserva naturale Bocche di Po (RO)
polarità del turismo di immersione rurale
Brussa-Caorle (VE)
Pradis-Bibione, San Michele al Tagliamento (VE)
Porto Tolle (RO)
Ariano nel Polesine (RO)
Oppeano (VR)
Piove di Sacco (PD)
Feltre (BL)
polarità del turismo slow Monte Baldo
Lessini
Costi Vicentini
Lamon-Feltre (BL)
Livinallongo del Col di Lana (BL)
Gosaldo (BL)
Comelico Superiore (BL) Zoldo Alto (BL)
Cibiana di Cadore (BL)
Miane-Follina-Cison di Valmarino-Combai (TV)
Alto Gruarese , Gruaro (VE)
Eraclea (VE)
Litorale di Malamocco a Pellestrina (VE)
Montagnana-Poiana-Noventa Vicentina (VI)
Este-Monselice-Arquà-Baone (PD)
Papozze-Corbola-Ariano nel Polesine (RO) Cerea-Legnago-Casaleone-Sanguinetto (VR) comuni del parco del Sile Destra Livenza Sarmede-Portobuffolè
Pedemontana Veneta graticolato romano del miranese (VE) comuni del Parco delle Dolomiti Bellunesi (BL)
Dolomiti d’Ampezzo
Selva di Cadore (BL)
Zoppè di Cadore (BL) Forno di Zoldo (BL)
Alpago Riviera del Brenta
sistema del turismo della memoria e delle tradizioni
luoghi della memoria museo diffuso del Risorgimento a Custoza museo diffuso dellaGrande Guerra sul Monte Grappa rete delle fortificazioni della terraferma veneziana museo della memoria del Vajont
paesi di legno
sistema del turismo termale
città termale
ambito di sviluppo termale
polo di turismo termale
sistema del turismo balneare
città balneare
diversificazione e specializzazione del turismo costiero
sistema del turismo sportivo natura e sport: Lago di Santa Croce
rete delle attività aeronautiche da diporto (aviosuperfici)
nuovi impianti polisportivi d’eccellenza di rango regionali area montana (Belluno e Ponte nelle Alpi) Veneto Centrale (Colli Euganei e Colli Berici) area Occidentale (Lago di Garda/Caprino Veronese) area lagunare-marina (Cavanella d’Adige)
numero di produzioni DOC, DOP, IGP per comune
ambito per la promozione delle produzioni tipiche
via delle malghe
Colli Euganei e Berici strada dei sapori
rete dei laghi alpini
visione di alta quota
Canazei, Colle S.Lucia (BL)
Val Visdende, San Pietro di Cadore (BL)
Cogul, Vallada Agordina (BL)
Comelico Superiore (BL)
Erbezzo (VR)
Misurina, Auronzo (BL)
Monte Rite, Cibiana di Cadore (BL)
Piano del Cansiglio
Altopiano di Fanes Val Travenanzes
Altopiano di Tonezza Val di Tovo
P.sso Falzarego P.sso Giau Monte Baldo
ambito con presenza di attività tradizionali Murano - Burano (VE) Cologna Veneta (VR)
Vicenza
Longarone (BL)
Arzignano e comuni dei Colli Berici (VI) Valpolicella (VR)
Venezia-Pellestrina-Chioggia (VE) Colli Euganei (PD)
Verona
Bassano del Grappa e comuni della pedemontana vicentina (VI)
principali mete del turismo religioso
Santuario della Madonna di Monte Berico
Basilica di Sant’Antonio di Padova
Abbazia di Praglia
Santuario SS. Vittore e Corona a Feltre
Santuario S.Maria Della Corona a Ferrara di Monte Baldo
Santuario Madonna del Frassino a Peschiera del Garda
Santuario Madonna del Pilastrello a Lendinara
Madonna dell’Angelo Abbazia di Follina
San Francesco del Deserto a Venezia
San Rocco a Venezia
Santa Lucia a Venezia
San Marco a Venezia
Cattedrale di Concordia Sagittaria
da 0 a 2 da 2.1 a 4 da 4.1 a 6 da 6.1 a 8 da 8.1 a 10
da 10.1 a 13
elementi territoriali di riferimento
rete FS e SFMR
viabilità
virtuale di accesso al Veneto
tessuto urbanizzato
tavola 05b 25 km 1 0
64
66
dettagli della cartografia (km25x25)
Crescita sociale e culturale
La Regione riconosce il patrimonio storico e culturale quale elemento con formante il territorio ed il paesaggio e quale componente identitaria delle comunità che vi insistono, ne promuove la conoscenza, la catalogazione, la tutela e la valorizzazione in tutte le sue forme. La Regione tutela e promuove i beni storico-culturali singoli o complessi, nonché la diffusione delle iniziati ve a carattere culturale anche attraverso specifiche azioni progettuali. Le azioni progettuali sono articolate in tre categorie: attività puntuali, quando riguardano singole emergenze da vincolare e valorizzare, anche attraverso processi di trasformazione fisico/funzionale; atività lineari, quando riguarda no percorsi culturali/testimoniali che trovano nella continuità la valenza ter ritorialmente strutturante; attività areali, quando riguardano strutture diffuse che caratterizzano il territorio nel suo complesso.
La Regione promuove politiche locali, anche di concerto con gli altri enti locali, con finalità di salvaguardia e valorizzazione dei quattro siti veneti già posti sotto la tutela dell’UNESCO.
La Regione favorisce e sostiene le strategie di sviluppo che, a partire dalla risorsa culturale, costruiscono relazioni con il sistema dei servizi e con le filiere produttive che gravitano intorno ad essa.
Il PTRC individua prioritariamente i sistemi culturali: dei percorsi archeologi ci delle vie Claudia Augusta e Annia e Popilia con le città antiche di Altino e Concordia Sagittaria, Adria e Padova; delle Città murate; delle Ville venete; dei Luoghi della Grande Guerra; dei Luoghi dell’archeologia industriale; dei Luoghi della fede.
La Regione tutela e valorizza i luoghi, le case, le strade e gli insediamenti che hanno ispirato la vita e le opere di autori e figure culturali eminenti, pre vedendo la realizzazione di Parchi culturali dedicati e destinati a far cono scere meglio i caratteri dei luoghi in cui sono nate le opere letterarie.
La Regione formula infine un primo elenco degli edifici, dei manufatti e dei sistemi di edifici rappresentativi della produzione architettonica del Nove cento.
67
Crescita sociale e culturale
sistema delle politiche per la valorizzazione del territorio
coordinamento delle politiche territoriali interregionali
coordinamento delle politiche territoriali interprovinciali
luoghi abitati da minoranze linguistiche
sistema delle polarità culturali e storicoambientali
Urban Labor di Rovigo
la grande diagonale dell’Ostiglia Treviso, Piazzola sul Brenta, Berici e Legnago
corridoio storico insediativo del fiume Piave
rete dei canali storici tra arte e architettura rete dei canali: Riviera del Brenta
Canale Bisatto
Canale Battaglia
Canale di Cagnola - Bacchiglione Taglio di Mira-Mirano
Fiume Brenta
manufatti idraulici:
Fabbricato macchine sul naviglio del brenta
Conca di navigazione tra naviglio brenta e il fiume
Le dighe
Le briglie mobili
La “stua”(grande diga a cavità) del torrente Padda
rete storico-ambientale dei grandi fiumi Brenta Adige Po Tagliamento Livenza
percorso archeologico delle vie Claudia Augusta e Annia con le città romane antiche di Altinum e Concordia Sagittaria
“strada romantica” d’Alemagna
luoghi e architetture di villa del Palladio
luoghi e architetture del Novecento Edoardo Gellner Carlo Scarpa Giuseppe Davanzo
percorsi dell’architettura del Novecento padovano Giò Ponti Querino de Giorgio Daniele Calabi
luoghi dell’archeologia industriale Schio - Valdagno Meschio - Vittorio Veneto
itinerario principale di valore storico-ambientale
“percorsi di terra e di acqua” nel Polesine
linea ferroviaria storica della littorina Venezia - Calalzo
tracciato del grande greenway
Valle Vecchia - Portogruaro - OderzoConegliano
gira Piave Eraclea - San Donà di Piave - JesoloNoventa di Piave
riviera del Bacchiglione da Padova a Vicenza
riviera Berica terra, acqua e viti
percorso delle corti benedettine Padova - Correzzola - Anguillara - BagnoliCarceri
il paese delle fiabe di Sarmede
borgo icona Campo - Brenzone (VR), Borghetto - Valeggio sul Mincio (VR), Portobuffolè (TV)
Isola di Trimelone Brenzone (VR)
parco parco naturale regionale del fiume Sile parco naturale regionale della Lessinia parco naturale delle Dolomiti d’Ampezzo parco nazionale Dolomiti Bellunesi parco regionale dei Colli Euganei parco regionale del Delta del Po
ambito per l’istituzione di nuovi parchi regionali asta del Po Tione - Tartaro Terraglio Brenta
incubatore veneto di Ca’ Tron per la cultura e il territorio bosco di Mestre
aree naturali lagunari Casse di Colmata lagunari
giardino basso del Vallon dei Moranzani Marghera - Mestre
terre basse di Valle Vecchia-Brussa
Centro della Cultura e delle tradizioni del fiume Adige
parco culturale e letterario Petrarca Rigoni Stern Hemingway Buzzati
parco delle tradizioni rurali risaie veronesi bonifiche benedettine di Correzzola campagne opitergine Monti Berici
Boschi del Cansiglio terrazzi del Brenta terrazzi Gardesani campagne centuriate patavine Terre Beriche Prati Stabili Alta Padovana Valcorba-Pozzonovo Cordonata dell’Alta Pianura Trevigiana Saccisica Valle Millecampi
parco marino delle Tegnue di Caorle, di Chioggia e delle Praterie di Posidonia
Cartiera di Vivaro: museo della carta Dueville (VI)
porta tra mare e terra isola Batteria a Porto Tolle
A-museo: dimora di Pojana villa del Palladio a Pojana Maggiore e contesto agrario
villa Contarini: libri, musica e teatro Piazzola sul Brenta
Rocca di Monselice: centro culturale polifunzionale
sistema della salute struttura ospedaliera integrata: Università-Regione Padova Verona
struttura intermedia di eccellenza Mestre - Venezia Treviso Vicenza Rovigo Belluno Schio - Thiene Monselice - Este Arzignano - Montecchio
elementi territoriali di riferimento
montagna su base comunale ISTAT collina su base comunale ISTAT pianura su base comunale ISTAT
tessuto urbanizzato
corsi d’acqua significativi
parco testimoniale dei Casoni del Nicesolo
patrimonio dell’Umanità Venezia e la sua Laguna Vicenza e le Ville del Palladio nel Veneto Orto Botanico di Padova Città di Verona
luoghi della Grande Guerra
città murata
Loreo: museo galleggiante
principali musei delle tradizioni rurali ed etnografici Abbazia di Carceri, Stanghella (PD) Serravella (BL) Malo (VI)
Villa Draghi Montegrotto Terme
sistemi lineari ordinatori del territorio da valorizzare
tavola 06 25 km 1 0
70
72
Linee di progetto: montagna del veneto e città, motore del futuro
La Regione coordina le politiche territoriali allo scopo di favorire la competi tività del territorio montano, caratterizzato da svantaggi geografici o naturali che aggravano i problemi dello sviluppo, riconoscendo e valorizzando il ser vizio che la montagna svolge nei confronti dell’intero territorio regionale e i maggiori oneri connessi con l’abitarvi.
La Regione riconosce la specificità dei sistemi insediativi montani e pro muove la valorizzazione delle attività della montagna all’interno delle reti di scambio e di relazioni di carattere regionale, la ricerca e l’innovazione nel settore della progettazione e della produzione edilizia attraverso l’uso di materiali ecocompatibili, il risparmio energetico, il corretto inserimento pae saggistico e le sistemazioni degli spazi aperti.
La Regione valorizza le attività produttive sostenibili e compatibili con le specificità dei luoghi connesse alla rete infrastrutturale.
La Regione riconosce alle città e ai sistemi delle città venete un ruolo cen trale nella visione di sviluppo del Terzo Veneto, anche in relazione alle po tenzialità offerte dai corridoi europei plurimodali, e individua l’organizzazione del sistema insediativo veneto come una Rete di Città, costituita dalla piat taforma metropolitana dell’Ambito Centrale, strutturata sulle città di Vicenza, Padova, Venezia, Treviso; dall’Ambito Occidentale di rango metropolitano con Verona, dall’Ambito Pedemontano; dall’Ambito Esteso tra Adige e Po; dalle Città Alpine; dalle Città Costiere lacuali e marine.
La Rete di Città si articola e si struttura in relazione al sistema della mobili tà, al fine di spostare una consistente parte della domanda di trasporto dal mezzo privato alla rete pubblica; le stazioni del SFMR e gli accessi alla rete viaria primaria costituiscono elementi nodali per la riorganizzazione dell’in tero sistema insediativo.
In un’ottica di competizione internazionale, di sostenibilità e di incremento della qualità della vita della popolazione la Regione promuove e sostiene le strategie di rafforzamento della Rete di Città.
73
dettagli della cartografia (km25x25)
Montagna del veneto
coordinamento transfrontaliero delle attività di pianificazione territoriale
coordinamento transregionale delle attività di pianificazione territoriale
coordinamento interprovinciale delle attività di pianificazione territoriale riordino e recupero funzionale degli ambiti di dispersione insediativa di fondovalle
sistemi insediativi di valle progetto altopiano
rete della città alpina
sistema delle politiche di coordinamento sistemi insediativi montani sistema dell’economia montana
sistema dei contesti naturalistici e storico culturali
zona ad elevata presenza di rustici sparsi
“paese di legno”
nodo della rete regionale della ricerca
il Piave e i suoi territori parchi montani
sistema delle relazioni
città alpina polo fieristico
“visione d’alta quota”
polo per la formazione
porta delle città alpine asse di nuovo collegamento ferroviario
sito di archeologia mineraria ammodernamento asse ferroviario
aeroporto polo produttivo polifunzionale alpino
ambiti maggiormente vocati all’agricoltura di montagna
pascolo monticato
ambito con presenza di produzioni tipiche di qualità
polo ricettivo e per l’ospitalità del turismo montano
turismo termale natura e sport
tavola 07 25 km 1 0
Città, motore di futuro
sistema metropolitano regionale le reti urbane
piattaforma metropolitana dell’ambito centrale ambito pedemontano
città costiere lacuali e marine
ambito di riequilibrio territoriale
ambito occidentale di rango metropolitano ambito esteso tra adige e po poli urbani
rete dei capoluoghi e città medie sistema del verde territoriale
centri di sistemi città polo-cerniera poli di sistema
archi verdi metropolitani
urbanizzazione e infrastrutture sistema urbanizzato
corridoi europei corsi d’acqua
rete stradale regionale
città alpine centri extra-regionali e connessioni SFMR
tavola 08 25 km 1 0
78
schema della struttura del piano (elaborazione grafica non facente parte del PTRC adottato con D.G.R. n.372 del 17 febbra io 2009)
Sistema degli obiettivi di progetto
Il Sistema degli Obiettivi è stato inteso fin da subito come una tavola di piano a pieno titolo in quanto matrice di tutta la cartografia, e non solo, del nuovo PTRC del Veneto.
L’ottica era quella di individuare chiaramente i temi del Piano. Essi sono risultati essere: l’Uso del Suolo, la Biodiversità, l’Energia e l’Ambiente, la Mobilità, lo Sviluppo Economico, la Crescita Sociale e Culturale.
La scelta dei temi era direttamente relazionata alla necessità di proteggere e disciplinare il territorio regionale per migliorare la qualità della vita in un’ottica di sviluppo sostenibile. La necessità era inoltre quella di una coerenza con i processi di valutazione, di integrazione e sviluppo dello spazio europeo,nel rispetto della convenzione europea del paesaggio, e per accrescere la com petitività territoriale.
Stabiliti i temi del piano, sono stati declinati degli Obiettivi Strategici e degli Obiettivi Operativi che hanno guidato l’ufficio di piano nella stesura delle tavole per il Documento Preliminare, adottato con D.G.R. n.2587 del 7 ago sto 2007, e tutti i successivi stati di avanzamento fino alla stesura definitiva adottata con D.G.R. n.372 del 17 febbraio 2009. Trasversalmente, tra gli Obiettivi Operativi si sono individuate delle Linee di Progetto specifiche che sono diventate anche esse delle tavole (Montagna del Veneto, Città Motore del Futuro) mentre la linea di progetto del Paesag gio si è configurata nel documento denominato Ambiti di Paesaggio, Atlante Ricognitivo, e nel dettaglio della cartografia del Sistema del Territorio Rurale e della Rete Ecologica.
81
•Razionalizzare l’utilizzo della risorsa suolo
•Adattare l ’uso del suolo in funzione dei cambiamenti climatici in corso
•Gestire il rapporto urbano/rurale valorizzando l ’uso dello spazio rurale in un ’ottica di multifunzionalit à
•
BIODIVERSITA’
2
•Assicurare un equilibrio tra ecosistemi ambientali e attività antropiche
•Salvaguardare la continuità ecosistemica
•Favorire la multifunzionalità dell’agricoltura
•Perseguire una maggior sostenibilità degli insediamenti
•Promuovere l'e fficienza nell'approvvigionamento e negli usi finali dell'energia e incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili
•Migliorare le prestazioni energetiche degli edifici
•Prevenire e ridurre i livelli di inquinamento di aria, acqua, suolo e la produzione di rifiuti
1.1 Favorire la riqualificazione, la rifunzionalizzazione e l'adozione di criteri di reversibilità nelle aree edificate
1.2 Preservare gli spazi aperti 1.3 Controllare l'espansione insediativa delle "seconde case" nelle località turistiche
1.4 Favorire interventi finalizzati alla riduzione del rischio idrogeologico 1.5 Limitare l'utilizzo del suolo per finalità estrattive
1.6 Tutelare i varchi liberi da edificazione sulle coste marine e lacuali
1.7 Limitare l'espansione insediativa nelle aree collinari
1.8 Favorire modalità e processi di non impermeabilizzazione o ripermeabilizzazione dei suoli
1.9 Favorire la densificazione nella città e negli insediamenti urbani mediante procedure specifiche che garantiscano la qualità totale
1.10 Promuovere la limitazione del rimboschimento spontaneo nelle aree montane
1.11 Tutelare e valorizzare le aree con edilizia rurale sparsa esistente nelle zone montane
1.12 Controllare l'espansione insediativa dei fondovalle
1.13 Attuare interventi per il risparmio idrico e per preservare la risorsa acqua
1.14 Prevedere interventi strutturali, e non, per il riequilibrio del bilancio idrico e la salvaguardia del Deflusso Minimo Vitale e Indice di Funzionalità Fluviale
2.1 Favorire interventi finalizzati alla conservazione della biodiversità anche attivando opportuni programmi di monitoraggio
2.2 Aumentare la consapevolezza sulla biodiversità della popolazione residente in aree protette
2.3 Identificare e tutelare la rete ecologica regionale e contrastare la frammentazione degli ecosistemi 2.4 Tutelare il paesaggio agro-forestale storico culturale 2.5 Rafforzare il sistema dei parchi e tutelare gli ambienti deltizi 2.6 Riqualificare ambientalmente le aree di cava dimesse 2.7 Valorizzare le aree agricole e naturali perturbane 2.8 Favorire l'agricoltura di montagna e la sua innovazione
2.9 Favorire azioni di ripristino delle praterie alpine (prati e pascoli), anche incentivando la riattivazione delle malghe storiche e delle piccole casere private, quale presidio del territorio
3.1 Programmare le nuove reti energetiche razionalizzando l'esistente e utilizzando le migliori tecnologie disponibili (BAT)
3.2 Incentivare l'uso di risorse rinnovabili per la produzione di energia
3.3 Incentivare la riduzione della produzione di rifiuti e ottimizzarne la gestione su tutto il territorio
3.4 Ridurre l'inquinamento da fonti diffuse
3.5 Contrastare il fenomeno di desertificazione e salinizzazione del suolo
3.7 Promuovere il risparmio e l'efficienza energetica nell'edilizia abitativa, negli insediamenti industriali, commerciali e per servizi
3.8 Contrastare e ridurre l'innalzamento termico delle città
3.9 Prevedere adeguati standard energetici nelle nuove costruzioni e promuovere la riduzione del fabbisogno termico degli edifici esistenti
USO DEL SUOLO
1
ENERGIA E AMBIENTE
3
OBIETTIVI
OBIETTIVI TEMI STRATEGICI
OPERATIVI
Preservare la qualit à e la quantit à della risorsa idrica
Sistema degli obiettivi di progetto
SVILUPPO ECONOMICO
4
•Stabilire sistemi coerenti tra distribuzione delle funzioni e organizzazione della mobilità
•Razionalizzare e potenziare la rete delle infrastrutture e migliorare la mobilit à nelle diverse tipologie di trasporto
•Migliorare l'accessibilità alla città e al territorio
•Sviluppare il sistema logistico regionale
•Valorizzare la mobilità slow
•Migliorare la competitività produttiva favorendo la di ffusione di luoghi del sapere della ricerca e della innovazione
•Promuovere l'o fferta integrata di funzioni turistico-ricreative mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari
CRESCITA SOCIALE E CULTURALE
•Promuovere l’inclusività sociale valorizzando le identità venete
•Favorire azioni di supporto alle politiche sociali
•Promuovere l'applicazione della convenzione europea del paesaggio
•Rendere e fficiente lo sviluppo policentrico preservando l'identità territoriale regionale
•Migliorare l ’abitare nelle citt à
4.1 Mettere a sistema gli aeroporti 4.2 Mettere a sistema la portualità 4.3 Mettere a sistema la rete degli interporti e promuovere la logistica 4.4 Razionalizzare le reti viarie in funzione del conseguimento di una mobilità efficiente di livello locale 4.5 Promuovere la navigabilità interna 4.6 Completare il sistema delle reti infrastrutturale di valenza nazionale ed interregionale e favorire la realizzazione della TAV
4.7 Progettare la leggibilità delle città e del territorio dalle infrastrutture 4.8 Implementare il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale quale elemento strategico della rete delle città venete
4.9 Migliorare l'accessibilità al sistema delle città e alle aree metropolitane
4.10 Migliorare le connessioni interne alle aree di montagna, tra la pianura e la montagna e nel contesto alpino transregionale e transfrontaliero
4.11 Sviluppare e incrementare la rete della mobilità slow, della diportistica e delle aviosuperfici
5.1 Rendere coerenti e concomitanti le strategie per la riqualificazione dei sistemi produttivi e dei territori
5.2 Promuovere partnership tra ricerca e imprese
5.3 Razionalizzare le "strade mercato" e i grandi parchi polifunzionali e commerciali di livello regionale
5.4 Predisporre il territorio per le reti a banda larga, accessibilità alle reti telematiche e tecnologiche wireless
5.5 Valorizzare le proprietà demaniali regionali
5.6 Valorizzare e tutelare le risorse legate alla fruizione turistica e sviluppare le connessioni fra i vari segmenti
5.7 Incrementare la compatibilità ambientale dei sistemi produttivi
5.8 Sviluppare le reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (sistema delle fiere, delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione all'integrità paesaggistica
5.9 Favorire nelle città la presenza di servizi alla residenza quali artigianato e commercio al dettaglio
5.10 Incentivare le iniziative economiche di vallata e quelle legate alle produzioni tipiche
6.1 Incrementare e migliorare i servizi alla persona con attenzione alle categorie svantaggiate
6.2 Ottimizzare la rete ospedaliera e socio-sanitaria
6.3 Incrementare lo sport come strumento di promozione culturale, sociale ed economica
6.4 Valorizzare e tutelare il patrimonio monumentale delle ville venete (i manufatti e i loro contesti aperti)
6.5 Valorizzare il sistema delle città murate
6.6 Favorire la realizzazione di parchi culturali e testimoniali
6.7 Estendere il concetto di salvaguardia ai manufatti di architettura moderna
6.8 Incrementare il potenziale competitivo dei sistemi urbani in un contesto europeo allargato
6.9 Favorire la qualità della costruzione dello spazio urbano
6.10 Favorire la qualità dell'abitare nelle periferie urbane, riqualificare il degrado urbano e contrastare il disagio abitativo
6.11 Contrastare lo spopolamento della montagna, dei centri storici e delle aree marginali sostenendo i servizi
6.12 Valorizzare le aree di confine nazionale ed interregionale
MOBILITA’
5
6
Linee di progetto montagnacittàpaesaggio
Sistema del territorio rurale e della rete ecologica
86
Sistema del territorio rurale e della rete ecologica
Il nuovo PTRC ha tentato un rovesciamento dell’approccio tradizionale al problema del governo del processo di urbanizzazione, muovendo dallo spa zio agrario/rurale e delle sue esigenze produttive, occupandosi dell’inter faccia con lo spazio urbano e urbanizzato e delle relazioni che si creano tra loro. Si è inteso così delineare una strategia di governo del territorio orien tata non all’esclusione reciproca tra il sistema urbanizzato e quello agricolo, ma alla ricerca della compatibilità tra i due sistemi, capace di favorire la conservazione dei valori ambientali del territorio e migliorare la qualità delle relazioni e delle interferenze tra lo spazio agrario, lo spazio urbano e la rete ecologica.
La tavola al 50.000 nasce con l’intento di rappresentare questa strategia, incrociando i dati di piano, già contenuti nelle tavole di indirizzo, relativi al Sistema della Rete Ecologica (dalla tavola della Biodiversità), al Sistema del Territorio Rurale (dalla tavola dell’Uso del Suolo Terra),alla fascia della risorgive e ai geositi, ad elementi territoriali di carattere storico, come le città murate e i centri storici, le strade romane e le zone archeologiche, le ville ve nete e quelle del Palladio, i castelli e i manufatti e luoghi della grande guerra i paesaggi agrari storici e quelli terrazzati, i boschi della Serenissima e quelli di pianura, le dune consolidate, boscate e fossili. Fanno da riferimento territoriale i confini comunale e i perimetri degli ambiti di paesaggio.
La base cartografica combina alcuni elementi della CTR (non sufficiente mente aggiornata per documentare le trasformazioni del territorio degli ultimi anni) con l’ortofoto (volo IT 2007),a cui è stato affidato il compito di “ag giornare” la CTR per semplice sovrapposizione dell’edificato e della viabilità rappresentati in bianco e contemporaneamente di rendere la complessità paesaggistica del territorio rurale, arricchita dalla trama idrografica, anche minore, rappresentata nei torni dell’azzurro.
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dettagli della cartografia (km5x5)
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SISTEMA
ad elevata utilizzazione agricola aree nucleo agricoltura mista a naturalità diffusa corridoi ecologici agricoltura periurbana aree agropolitane in pianura aree sotto il livello del mare prati stabili
DELLA RETE ECOLOGICA ortofoto digitale - volo IT2007 edificato da CTR rete stradale da CTR fossi, canali e scoline da CTR 1 2 3
SISTEMA DEL TERRITORIO RURALE
DELLA RETE ECOLOGICA aree
SISTEMA
ELEMENTI TERRITORIALE
DI RIFERIMENTO A
ELEMENTI TERRITORIALE DI RIFERIMENTO B
ELEMENTI TERRITORIALE DI RIFERIMENTO C
centro storico
perimetro ambiti di paesaggio ipotesi di tracciato viario idrografia superficiale corso d’acqua di interesse regionale fascia delle risogive testa di fontanile geosito
zona archeologica
villa veneta
confine comunale paesaggi agrari storici paesaggi terrazzati bosco della serenissima repubblica bosco litoraneo bosco di pianura dune consolidate, boscate e fossili
villa del palladio
castello
centro storico minore città murata strada romana luoghi e manufatti della grande guerra
89
4 5 6
33 32 37 - 38 01 02 - 03 04 - 05 -06 07 - 08 16 09 - 10 -15 11 - 23 36 39 31 27 - 28 21 -22 19 - 20 26 30 17 - 18 - 29
5 km 1 0
01 Dolomiti d’Ampezzo, del Cadore e del Comelico
02 Dolomiti Agordine
5 km 1 0
03 Dolomiti Zoldane
04 Dolomiti Bellunesi
05Valbelluna e Feltrino
5 km 1 0
06 Alpago e Cansiglio
07 Altopiani di Lamon e Sovramonte
5 km 1 0
08 Massiccio del Grappa
5 km 1 0
09 Altopiano dei Sette Comuni 10 Altopiano di Tonezza
15
Costi Vicentini
11 Piccole Dolomiti
5 km 1 0
23 Alta Pianura Vicentina
12 Monte Baldo
5 km 1 0
25 Riviera Gardesana
14 Prealpi Vicentine
13 Lessinia
5 km 1 0
5 km 1 0
16 Prealpi e Colline Trevigiane
5 km 1 0
17 Gruppo collinare dei Berici 18 Gruppo collinare degli Euganei 29 Pianura tra Padova e Venezia
19 Medio Corso del Piave
5 km 1 0
20 Alta Pianura di Sinistra Piave
21 Alta Pianura tra Brenta e Piave
5 km 1 0
22 Fascia delle risorgive tra Brenta e Piave
5 km 1 0
24 Alta Pianura Veronese
5 km 1 0
26 Pianure del Sandonatese e Portogruarese
27 Pianura Agropolitana Centrale 28 Pianura Centuriata
5 km 1 0
5 km 1 0
30 Bonifiche e Lagune del Veneto Orientale
31
5 km 1 0
Laguna di Venezia
5 km 1 0
32 Bassa Pianura tra il Brenta e l’Adige
5 km 1 0
33 Bassa Pianura tra i colli e l’Adige
34 Bassa Pianura Veronese
5 km 1 0
35 Valli Grandi
5 km 1 0
36
Bonifiche del Polesine Occidentale
5 km 1 0
37 Bonifiche del Polesine Orientale 38 Corridoio Dunale sulla Romea
39 Delta e Laguna del Po 5 km 1 0
Norme tecniche
Prologo
I. Il buon governo del territorio veneto: il quadro conosciti vo territoriale regionale
Per governare un territorio, disciplinarne l’uso e le trasforma zioni, è necessario anzitutto conoscerlo.
La conoscenza è un processo culturale complesso, che implica scelte di valore. Un territorio è memoria di chi vi è vissuto nel passato, di un’identità comunitaria dalle radici profonde, porta i segni della fatica e dell’intelligenza, del lavoro e dell’arte. Il territorio ha il volto di un paesaggio, nella sua immutabilità e nel suo eterno divenire, tra i monti e le acque di sempre e la vitalità delle campagne e delle città.
Il territorio è parte dell’ambiente, è disegnato anche dal clima, dai venti, dagli odori (e dai sapori!).
Territorio, paesaggio, ambiente: la moderna legislazione, so vrannazionale e italiana, va sempre più nella direzione di una concezione e lettura d’insieme, materiale ed immateriale, dei luoghi nei quali la fortuna ci consente di vivere.
Per questo, al centro della riforma urbanistica veneta e del nuo vo PTRC sta in primo luogo la scelta fondamentale di creare un quadro conoscitivo territoriale regionale.
Molto di più di una banca dati costruita ed offerta alla comuni tà veneta, riferimento comune sul quale costruire strategie ed azioni concrete: il quadro conoscitivo esprime una capacità di lettura ed interpretazione che discende da scelte di valore.
Anni di lavoro, molteplici professionalità, risorse adeguate han no consentito di raggiungere un risultato apprezzabile che fa del secondo PTRC veneto un punto saldo per il futuro governo del territorio.
Naturalmente si tratta di un quadro conoscitivo aperto, che sarà arricchito dal contributo dato dalle Province in sede di forma zione dei PTCP, e che sarà tenuto costantemente monitorato dalla Regione.
2. Segue: il quadro conoscitivo dei vincoli giuridici gra vanti sul territorio veneto
Il PTRC affronta e risolve, per ora solo in parte, la sfida di offrire un quadro conoscitivo unitario, chiaro e completo, dei vincoli gravanti sul territorio veneto.
Molti vincoli sono conseguenti alla struttura geofisica del ter ritorio, e sono dunque essenziali per la tutela della sicurezza delle persone, per la prevenzione dei rischi. Vincoli di protezio ne, dunque.
Altri vincoli discendono dai valori ambientali, paesaggistici e culturali che pure connotano il territorio. Alcuni di essi sono istituiti e disciplinati dalla legislazione statale, e meritano di essere rivisitati e meglio disciplinati nell’attualità su intesa fra Stato e Regione: di qui l’ulteriore lavoro da svolgere, per co struire un piano paesaggistico unico, statale e regionale, per tutto il Veneto, e per integrarlo nel PTRC in modo da fare di quest’ultimo una sintesi, un Piano allo stesso tempo territoriale e paesaggistico.
Pochi, pochissimi vincoli nuovi, il minimo indispensabile.
3. Semplificazione della pianificazione sovracomunale È necessario operare per un riordino dei troppi Piani sovra comunali esistenti, assicurando piena coerenza fra i diversi strumenti che incidono sul medesimo territorio. Il nuovo PTRC può dunque rappresentare cornice e trama di fondo nella quale inserire organicamente i Piani d’area, i Piani dei parchi, i Piani ambientali, i Piani di settore.
La semplificazione non è solo un’esigenza astratta condivisa: va calata nei fatti e negli atti.
Il PTRC è concepito nello spirito di testo unico, organico e sem plificato al massimo, senza per questo perdere profondità di analisi e forza di tutela là dove sia necessario.
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4. Un piano concertato
Il PTRC, come tutti gli strumenti di pianificazione, è finalizzato alla promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile e durevole, volto a soddisfare le necessità di crescita e benes sere dei cittadini, senza pregiudizio per la qualità di vita delle generazioni future, nel rispetto delle risorse naturali. Assicura il coordinamento dello sviluppo regionale con le politiche eu ropee e nazionali, in coerenza col Piano regionale di sviluppo, salvaguardando la comunità e il territorio dai rischi sismico ed idrogeologico, evitando sprechi di risorse territoriali, assicuran do la tutela e la valorizzazione del paesaggio in tutte le sue espressioni, anche come testimonianza e memoria delle iden tità storico-culturali.
Il metodo applicato per conseguire questi obiettivi è definito da tre concetti-chiave: concertazione, informazione, semplifi cazione.
Il PTRC nasce in un laboratorio diffuso, mentre va a pieno re gime la seconda stagione dell’urbanistica veneta aperta dalla riforma del 2004, a cantieri aperti nelle Province e nei Comuni per i nuovi PTCP e PAT.
Non poteva perciò che raccogliere la ricchezza di fermenti su scitata da questa fase istituzionale e culturale e aspirare a di ventare punto d’arrivo e sintesi di un processo di concertazione e partecipazione quanto mai aperto e dialettico.
Il metodo aperto e trasparente seguito per la sua elaborazione, avviato con la pubblicazione di un documento preliminare, il dialogo continuo con tutti i soggetti collettivi e con il mondo scientifico e professionale, hanno creato condizioni favorevoli a prevenire i conflitti già nella fase di formazione parallela dei diversi strumenti territoriali ed urbanistici, così da ridurre al mi nimo l’operatività dei principio di gerarchia fra i diversi livelli di pianificazione previsto dalla legge.
5. Il ptrc di seconda generazione
Questo PTRC è il secondo nella storia della pianificazione ter ritoriale veneta.
Non è una mera revisione di quello del 1992, che va a sostitu ire integralmente – anche qui, in coerenza con l’obiettivo della semplificazione - perché nasce ed opererà in un contesto mol to diverso da quello della fine degli anni Ottanta. È espressione di un’autonomia regionale più incisiva ed este sa, dopo la riforma costituzionale del 2001, più permeata dai valori comuni europei e dalle politiche territoriali ed ambientali soprannazionali.
Riguarda un vasto territorio che fa parte integrante di un’Euro pa dai confini e dai contenuti molto diversi rispetto a vent’anni fa, in una posizione per molti aspetti strategica; un’area che costituisce parte importante di un mercato aperto e competi tivo, nel quale i protagonisti sono sempre più condizionati dal contesto territoriale nel quale operano.
Il PTRC ha il compito specifico di indicare gli obiettivi e le linee principali di organizzazione e di assetto del territorio regionale, nonché le strategie e le azioni volte alla loro realizzazione, ri empendoli dei contenuti indicati dalla legge urbanistica. È dunque un piano di idee e scelte, piuttosto che di regole; un piano di strategie e progetti, piuttosto che di prescrizioni; forte della sua capacità di sintesi, di orientamento della pianificazio ne provinciale e di quella comunale. È un piano-quadro, utile per la sua prospettiva generale, e per ciò di grande scala.
6. Il ptrc come piano-rete
Il PTRC di seconda generazione deve essere ambizioso. Per sua stessa natura ha orizzonti ampi, a medio e lungo termi ne. Si misura necessariamente coi trend demografici, con le migrazioni esterne ed interne, con l’evoluzione dell’economia internazionale e dei modelli di sviluppo, con le sfide dell’ap
provvigionamento energetico e della modernizzazione infra strutturale. Deve dunque creare le condizioni perché le politi che di sviluppo trovino sostegno nel territorio e perché gli stessi valori del territorio divengano fattori di sviluppo.
La sfida sta d’ora in avanti nella qualità piuttosto che nella quantità: un processo nel segno della riaggregazione e riqua lificazione delle città, della valorizzazione del territorio aperto come fattore essenziale per la qualità di vita, dell’ammoder namento e potenziamento delle infrastrutture della mobilità e della portualità, della produzione, della distribuzione e della logistica, del turismo e dei servizi.
Il PTRC intende creare condizioni favorevoli all’iniziativa eco nomica ed alla creatività intellettuale, facendo del territorio non un limite ma una ricchezza: una risorsa strategica, pulita e rinnovabile, appartenente anche alle future generazioni del popolo veneto.
Non solo coordinamento, riordino e semplificazione, tutele. An che un piano di idee e proposte, di strategie e di azioni. Un Veneto policentrico, forte delle sue municipalità e delle sue diversità, una vera e propria rete comunitaria con i suoi nodi e le sue relazioni, non può che avere nel moderno concetto di rete, oltre che la sua storia, anche la sua forza e il suo futuro.
Una rete istituzionale: il PTRC persegue gli obiettivi non mediante prescrizioni impo ste ai cittadini e limitative dei loro diritti, bensì col creare una rete - un’alleanza strategica all’insegna della condivisione e della corresponsabilità - tra tutti gli enti territoriali due differenti direzioni enti territoriali, perché indirizzi e direttive confluiscano in un unico quadro normativo e precettivo di livello comunale: chiaro, sobrio, condiviso, efficace.
Una rete di protagonisti: accanto agli operatori privati, rassicurati nelle loro scelte di in vestimento da strategie ed obiettivi chiari in tempi certi, una forte condivisione ed iniziativa anche da parte dei soggetti pub blici, sia con progetti strategici di valenza regionale che attra verso iniziative a tutti i livelli.
Una rete per la mobilità delle persone e delle merci: un progetto coerente e completo di riorganizzazione del siste ma della mobilità, sia delle persone - per dare tempi certi agli spostamenti all’interno della rete metropolitana veneta - che delle merci, per garantire efficienza competitiva al sistema del le imprese venete promuovendo prioritariamente l’integrazione tra i nodi aeroportuali, portuali ed interportuali. Il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) è la materializzazione della rete che si sta costruendo tra i capoluo ghi e le medie città venete; le nuove stazioni divengono il punto di partenza di un profondo ripensamento urbanistico e di una riorganizzazione completa delle mobilità metropolitana. La rete non esclude la necessità di gerarchizzazione della rete viaria regionale, col rafforzamento dell’asse centrale del Corri doio Cinque (Tangenziali Venete), l’Asse Pedemontano (SPV), l’asse Sud del Veneto, Nuova Romea - Nogara-Mare e la loro completa interconnessione.
Una rete produttiva e distributiva: il nuovo disegno contenuto nel PTRC prefigura un diverso assetto delle relazioni territoriali, a partire dal sistema degli accessi, che diventano magneti per la riorganizzazione e lo sviluppo del sistema produttivo e distributivo veneto. Riordi no, riqualificazione e riconversione delle zone produttive, per ridurre la dispersione ed i costi della frammentazione senza perdere i vantaggi delle comunità locali di vita e lavoro. Ge rarchizzazione dei nodi logistici e distributivi e loro riordino e rafforzamento, per aumentarne l’efficienza e ridurne l’impatto sul territorio circostante.
141
Una rete turistica e ricettiva: il PTRC rafforza le eccellenze, perchè rimangano tali anche in un mercato più competitivo ed esigente, e le mette in rete con le risorse presenti capillarmente nell’intero territorio regionale per estendere e rafforzare l’offerta turistica e dare visibilità a tutte le risorse diffuse che qualificano l’intera Regione. Molti i fronti aperti segnalati dal PTRC: il rilancio della monta gna e degli sport invernali, con mobilitazione di risorse pub bliche e private per un “piano neve” che dia un futuro sicuro ai residenti e agli operatori economici; il rilancio del turismo marino e lacuale con un piano strategico per la diportistica e la portualità che mantenga la competitività del Veneto nell’Adria tico; la valorizzazione dei territori aperti, dei percorsi e i servizi per la fruizione dei beni ambientali e paesaggistici, dei parchi e dei beni culturali sparsi nel territorio aperto; il rilancio dei servizi alla persona, dal termalismo alla salute.
Una rete di città: nel PTRC c’è il passaggio da una visione policentrica del si stema insediativo veneto ad una struttura a rete e a nodi. Per dare forma metropolitana alla maglia insediativa, il PTRC privi legia, quali centralità di sviluppo, le medie città venete e le loro relazioni con i capoluoghi. Domina l’obiettivo di contenere il consumo di suolo, anche attraverso processi di densificazione, se e quando opportuno anche di verticalizzazione, con l’uso premiale mirato degli incrementi volumetrici.
Una rete ecologica: la sostenibilità dello sviluppo infrastrutturale, economico e inse diativo è strettamente legata alla tutela della natura e dell’am biente, alla protezione della biodiversità, alla valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali. Il PTRC riconosce e tutela le aree aperte sia come risorsa per la produzione agricola che come risorsa in sé, ecosistema essenziale per la vita in genere. Le aree protette, collegate tra loro da appropriati corridoi, passano da struttura puntiforme a vera e propria rete ecologica regiona le, alla cui definizione e articolazione contribuiscono incisiva mente le Province.
Una rete culturale: il PTRC riconosce e valorizza i beni culturali e tradizionali che contrappuntano l’intero territorio regionale, mettendo in luce la ricchezza del patrimonio veneto e le sue enormi potenzialità. È una risorsa, oltre che per il turismo, per la conservazione della stessa identità comunitaria veneta e per la sua condivisione da parte delle future generazioni.
7. Il ptrc come punto di partenza
Il PTRC diviene ora, da punto di arrivo, punto di partenza di una nuova stagione. Come strumento di pianificazione, è es senziale ma anche limitato. Vive se accompagnato e sorretto da fatti, azioni, investimenti, pubblici e privati.
Province e Comuni sono chiamati a contribuire a questo dise gno strategico con gli ulteriori strumenti a loro disposizione. Tutti gli enti territoriali sono chiamati a cooperare nell’azione, con la varietà di strumenti, urbanistici e non, a loro disposizio ne.
Pochezza di risorse e difficoltà causate dall’attuale fase eco nomica richiedono segnali forti, con strumenti appropriati, fi nanziari ed eventualmente anche legislativi. Tempi brevi e certi possono rappresentare il migliore incentivo per rianimare gli investimenti privati. Progetti strategici regionali possono dare l’esempio.
142
Titolo I Disposizioni generali
ARTICOLO 1 - Finalità
La Regione Veneto promuove la pianificazione territoriale 1. per la realizzazione dello sviluppo sostenibile e dell’uso razio nale del territorio, in ossequio al principio di sussidiarietà.
Tutti gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica 2. concorrono, nel rispetto delle autonomie funzionali, a persegui re il miglioramento delle componenti insediative e paesaggisti che del territorio veneto.
Perseguono le finalità di cui al comma 1 i seguenti strumenti 3. di pianificazione: il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) a) ed i Piani di Area che ne costituiscono parte integrante; i Piani Ambientali dei parchi; b) i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP); c) i Piani di Assetto del Territorio Comunale e Intercomuna d) le (PAT e PATI).
ARTICOLO 2 - Elaborati del PTRC
Il PTRC è composto da: 1.
Relazione illustrativa con i “Fondamenti del Buon Gover a) no”
Elaborati grafici: b)
Tav. PTRC 1992-Ricognizione
Tav. 01a Uso del suolo - Terra
Tav. 01b Uso del suolo - Acqua
Tav. 02 Biodiversità
Tav. 03 Energia e Ambiente
Tav. 04 Mobilità
Tav. 05a Sviluppo economico produttivo
Tav. 05b Sviluppo economico turistico
Tav. 06 Crescita sociale e culturale
Tav. 07 Montagna del Veneto
Tav. 08 Città, motore di futuro
Tav. 09 Sistema del territorio rurale e della rete ecologica (n. 23 tavole)
Tav. 10 Sistema degli obiettivi di progetto Rapporto Ambientale c) Quadro conoscitivo ( su supporto digitale ) d) Ambiti di Paesaggio - Atlante ricognitivo e) Norme Tecniche f)
ARTICOLO 3 - Contenuti prevalenti
Nel caso di contrasto di previsioni tra elaborati grafici, pre 1. valgono le previsioni dei grafici a scala maggiore.
Nel caso di contraddizione di previsioni tra norme ed elabo 2. rati grafici, prevale quanto contenuto nel testo normativo.
ARTICOLO 4 - Effetti del PTRC e rapporti con gli altri strumenti di pianificazione
Il PTRC è strumento sovraordinato a tutti i piani territoriali ed 1. urbanistici e può essere motivatamente modificato o integrato dai piani di settore e di sviluppo delle grandi reti di servizi.
Gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica di 2. livello inferiore devono adeguarsi entro dodici mesi da quando il PTRC acquista efficacia.
L’inutile decorso del termine di cui al comma 2 comporta 3. l’applicazione dei poteri sostitutivi di cui all’articolo 30 della Legge Regionale 23 aprile 2004, n. 11.
ARTICOLO 5 - Progetti strategici
Per l’attuazione del PTRC possono essere definiti appositi 1. progetti strategici finalizzati alla realizzazione di opere, inter venti o programmi di intervento di particolare rilevanza che in teressino parti significative del territorio regionale.
In sede di prima attuazione del PTRC sono individuati come 2. progetti strategici :
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attività diportistica a) ambito portuale veneziano b) dolomiti e montagna veneta c) cittadelle aeroportuali d) urban labor di Rovigo e) via Ostiglia f) le ville di Andrea Palladio g) sistema insediativo afferente le stazioni del SFMR e l’ac h) cesso alla rete viaria primaria hub principali della logistica i) sistemi difensivi regionali di epoca moderna e contem j) poranea città della musica di Verona k) progetto culturale e storico della Grande Guerra. l)
ARTICOLO 6 - Monitoraggio
Il livello di raggiungimento degli obiettivi del PTRC è moni 1. torato sulla base di indicatori legati al quadro conoscitivo del PTRC.
Il monitoraggio ambientale previsto dalla disciplina in tema di 2. Valutazione Ambientale Strategica rappresenta parte integran te del sistema di monitoraggio del PTRC. La Giunta Regionale individua gli indicatori idonei a controllare gli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del PTRC, anche al fine di adottare le opportune misure di mitigazione degli stessi.
La Giunta Regionale, avvalendosi dei soggetti istituzionali 3. preposti alla gestione di dati e informazioni di natura ambienta le, territoriale e socio-economica, determina modi e tempi con cui attuare il monitoraggio del PTRC.
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Titolo II Uso del suolo
ARTICOLO 7
Sistema
- Aree rurali
Il PTRC individua e delimita quattro categorie di aree rurali 1. diversamente disciplinate:
Aree di agricoltura periurbana nelle quali l’attività agricola a) viene svolta a ridosso dei principali centri urbani e che svol gono un ruolo di “cuscinetto” tra i margini urbani, l’attività agricola produttiva, i frammenti del paesaggio agrario stori co, le aree aperte residuali.
Aree agropolitane in pianura quali estese aree caratteriz b) zate da un’attività agricola specializzata nei diversi ordina menti produttivi, anche zootecnici, in presenza di una forte utilizzazione del territorio da parte delle infrastrutture, della residenza e del sistema produttivo.
Aree ad elevata utilizzazione agricola in presenza di agri c) coltura consolidata e caratterizzate da contesti figurativi di valore dal punto di vista paesaggistico e dell’identità locale.
Aree ad agricoltura mista a naturalità diffusa quali ambiti d) in cui l’attività agricola svolge un ruolo indispensabile di ma nutenzione e presidio del territorio e di mantenimento della complessità e diversità degli ecosistemi rurali e naturali. Nel sistema del territorio rurale la pianificazione territoriale 2. ed urbanistica persegue le seguenti finalità: garantire la sostenibilità dello sviluppo economico attra a) verso processi di trasformazione del territorio realizzati con il minor consumo possibile di suolo; consentire gli interventi di riqualificazione ambientale e b) paesaggistica del territorio; ammettere il restauro e la riqualificazione edilizia e fun c) zionale degli edifici esistenti e delle loro pertinenze; promuovere le pratiche colturali che garantiscano la con d)
servazione dei paesaggi agrari storici e la continuità eco si stemica: al fine della cura e della manutenzione del territorio rurale sono riconosciute, tutelate e favorite le pratiche agri cole tradizionali, anche marginali, e le specificità territoriali; prevedere interventi sullo stato eco sistemico attuale e e) potenziale del territorio rurale al fine del suo mantenimento e del ripristino e potenziamento degli elementi ad alto valore naturalistico esistenti; realizzare e recuperare i fabbricati abitativi e agricolo- f) produttivi garantendo il loro armonico inserimento nel pa esaggio agrario, nel rispetto della struttura insediativa esi stente; tutelare, di norma, la visibilità dell’acqua superficiale nella g) rete idraulica naturale e di bonifica, nonché negli specchi acquei per conservare la complessità ecologica e paesag gistica dei luoghi; localizzare lo sviluppo insediativo nel territorio rurale prio h) ritariamente nelle aree agropolitane e periurbane; garantire l’insediamento delle attività agrituristiche. i) Nel sistema del territorio rurale i Comuni specificano, ai sen 3. si dell’articolo 43 della legge regionale n. 11 del 2004, la de limitazione delle aree del sistema rurale individuate dal PTRC individuando, altresì, i limiti fisici alla nuova edificazione nelle aree di agricoltura periurbana e nelle aree agropolitane.
ARTICOLO 8 - Aree di agricoltura periurbana Nell’ambito delle aree periurbane la pianificazione territoria 1. le ed urbanistica viene svolta perseguendo le seguenti finalità: riconoscere, tutelare e promuovere la presenza delle a) aziende agricole multifunzionali orientate ad un utilizzo am bientalmente sostenibile del territorio rurale, con particolare attenzione alla realizzazione da parte delle aziende agricole degli interventi di tutela quali/quantitativa della risorsa idri
145
CAPO I
del territorio rurale
ca;
valorizzare il ruolo sociale e ricreativo delle aree di agri b) coltura periurbana; i Comuni possono individuare aree de stinate ad orti urbani, promuovendo la realizzazione delle necessarie dotazioni strutturali; prevedere interventi atti a garantire la sicurezza idraulica c) delle aree urbane e la tutela e la valorizzazione della risorsa idrica superficiale e sotterranea; garantire l’esercizio non conflittuale delle attività agricole d) rispetto alla residenzialità e alle aree produttive industriali e artigianali nelle aree confinanti a quelle di agricoltura peri urbana;
favorire la fruizione a scopo ricreativo, didattico-culturale e) e sociale delle aree periurbane, individuando una rete di percorsi, garantendone la continuità, prevedendo il recupe ro di strutture esistenti e l’eventuale realizzazione di nuove strutture da destinare a funzioni di supporto, in prossimità delle quali si possano individuare congrui spazi ad uso col lettivo;
definire le norme per la realizzazione e il recupero dei f) fabbricati abitativi, rurali e agricolo-produttivi nel rispetto del le tipologie e di materiali che garantiscano il loro armonico inserimento nel paesaggio agrario, localizzandoli prioritaria mente nell’aggregato abitativo esistente o in contiguità con esso.
Nell’ambito delle aree periurbane i Comuni stabiliscono le 2. regole per l’esercizio delle attività agricole specializzate (serre, vivai) in osservanza della disciplina sulla biodiversità.
ARTICOLO 9 - Aree agropolitane
Nelle aree agro-politane in pianura la pianificazione territo 1. riale ed urbanistica viene svolta perseguendo le seguenti fina lità:
garantire lo sviluppo urbanistico attraverso l’esercizio a) non conflittuale delle attività agricole; individuare modelli funzionali alla organizzazione di siste b) mi di gestione e trattamento dei reflui zootecnici e garantire l’applicazione, nelle attività agro-zootecniche, delle migliori tecniche disponibili per ottenere il miglioramento degli effetti ambientali sul territorio; individuare gli ambiti territoriali in grado di sostenere la c) presenza degli impianti di produzione di energia rinnovabi le; prevedere, nelle aree sotto il livello del mare, la realiz d) zazione di nuovi ambienti umidi e di spazi acquei e laguna ri interni, funzionali al riequilibrio ecologico, alla messa in sicurezza ed alla mitigazione idraulica, nonché alle attività ricreative e turistiche, nel rispetto della struttura insediativa della bonifica integrale, ai sistemi d’acqua esistenti e alle tracce del preesistente sistema idrografico-naturale.
Nell’ambito delle aree agropolitane i Comuni stabiliscono le 2. regole per l’esercizio delle attività agricole specializzate (serre, vivai), in osservanza alla disciplina sulla biodiversità e compa tibilmente alle esigenze degli insediamenti.
ARTICOLO 10 - Aree ad elevata utilizzazione agricola
Nell’ambito delle aree ad elevata utilizzazione agricola la 1. pianificazione territoriale ed urbanistica viene svolta perse guendo le seguenti finalità:
il mantenimento e lo sviluppo del settore agricolo anche a) attraverso la conservazione della continuità e dell’estensio ne delle aree ad elevata utilizzazione agricola limitando la penetrazione in tali aree di attività in contrasto con gli obiet tivi di conservazione delle attività agricole e del paesaggio agrario;
la valorizzazione delle aree ad elevata utilizzazione b) agricola attraverso la promozione della multifunzionalità dell’agricoltura e il sostegno al mantenimento della rete in frastrutturale territoriale locale, anche irrigua;
la conservazione e il miglioramento della biodiversità an c) che attraverso la diversificazione degli ordinamenti produt tivi e la realizzazione e il mantenimento di siepi e di forma zioni arboree, lineari o boscate, salvaguardando anche la continuità eco sistemica; garantire l’eventuale espansione della residenza anche d) attraverso l’esercizio non conflittuale delle attività agricole zootecniche; limitare la trasformazione delle zone agricole in zone con e) altra destinazione al fine di garantire la conservazione e lo sviluppo dell’agricoltura e della zootecnia, nonché il mante nimento delle diverse componenti del paesaggio agrario in esse presenti; prevedere se possibile, nelle aree sotto il livello del mare, f) la realizzazione di nuovi ambienti umidi e di spazi acquei e lagunari interni, funzionali al riequilibrio ecologico, alla mes sa in sicurezza ed alla mitigazione idraulica, nonché alle attività ricreative e turistiche, nel rispetto della struttura inse diativa della bonifica integrale, ai sistemi d’acqua esistenti e alle tracce del preesistente sistema idrografico.
ARTICOLO 11 - Aree di agricoltura mista a naturalità dif fusa Nell’ambito delle aree di agricoltura mista a naturalità diffusa 1. la pianificazione territoriale ed urbanistica viene svolta perse guendo le seguenti finalità: lo sviluppo e l’utilizzazione delle aree di agricoltura mista a) a naturalità diffusa in ragione degli elementi che li caratteriz zano, con particolare riguardo alla funzione di aree di con nessione ecologica, orientandone le trasformazioni verso il mantenimento o accrescimento della complessità e diversi tà degli ecosistemi rurali e naturali; la definizione di metodi, criteri e iniziative da intraprende b) re al fine di valorizzare il ruolo dell’agricoltura nel manteni mento delle diverse specificità territoriali e della conserva zione del paesaggio agrario in quanto valore aggiunto delle produzioni agricole tipiche e di qualità; favorire la fruizione a scopo ricreativo, didattico-culturale c) e sociale delle aree di agricoltura mista a naturalità diffusa, individuando una rete di percorsi, garantendone la continui tà, prevedendo il recupero di strutture esistenti e l’eventuale realizzazione di nuove strutture da destinare a funzioni di supporto, in prossimità delle quali si possano individuare congrui spazi ad uso collettivo; limitare le sistemazioni agrarie che comportino rimodel d) lazioni del terreno dalle quali risulti sensibilmente alterato il carattere identitario dei luoghi; garantire, attraverso adeguate scelte localizzative, la e) compatibilità degli interventi di agricoltura intensiva con quelli relativi all’agricoltura specializzata biologica.
CAPO II
Sistema del suolo agroforestale
ARTICOLO 12 - Foreste e spazi aperti ad alto valore naturalistico
Le foreste ad alto valore naturalistico assolvono a finalità 1. idrogeologiche, ambientali, paesaggistiche e socio economi che.
La Regione incentiva il ripristino degli spazi aperti e infra 2. perti afferenti a zone boscate e la conservazione degli ambienti seminaturali quali prati, ex-coltivi, pascoli di media e alta mon tagna, al fine di garantire la biodiversità e la manutenzione del territorio attraverso una gestione tradizionale a salvaguardia delle caratteristiche storiche del paesaggio agro - forestale.
Le attività selvicolturali condotte secondo i principi della ge 3. stione forestale sostenibile, con particolare riferimento ai terri tori classificati montani, costituiscono fattore indispensabile di sviluppo del settore forestale e di miglioramento delle condizio
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ni economiche e sociali delle popolazioni locali.
Nelle aree protette e nei Siti della Rete Natura 2000, limi 4. tatamente alla necessità di garantire la sicurezza, l’incolumità pubblica, la stabilità dei versanti e la realizzazione di interventi localizzati di consolidamento della sede stradale, è ammessa l’asfaltatura delle strade silvopastorali; sono sempre ammes si altri interventi di consolidamento della sede stradale, attuati con tecniche a basso impatto ambientale o afferenti a metodi che ascrivibili all’ingegneria naturalistica.
ARTICOLO 13 - Valorizzazione in zona montana dei pascoli, prati, praterie storiche ed ex coltivi
L’utilizzo dei pascoli e delle praterie connesso al manteni 1. mento e al miglioramento dell’attività zootecnica è strumento per garantire le valenze naturalistiche, protettive e colturali. Nei prati, nei pascoli e nelle praterie d’alta quota che costi 2. tuiscono elemento di grande rilievo per la configurazione del paesaggio agro – forestale, vanno favoriti interventi di recupe ro colturale e va incoraggiata la relativa gestione attiva a fini zootecnici.
Per le finalità di cui al comma 2 possono essere messi in 3. atto interventi di contenimento dell’avanzamento del bosco. Nei pascoli montani la rinnovazione forestale si considera 4. insediata quando raggiunge una altezza superiore a 3 metri.
ARTICOLO 14 - Prati stabili
La Regione riconosce i sistemi di prati stabili quali risorse 1. per il paesaggio e la biodiversità.
Per le finalità di cui al comma 1 i Comuni individuano, 2. nell’ambito dei propri strumenti urbanistici, i sistemi di prati sta bili e specificano, ai fini della loro tutela, adeguate misure per mantenere il loro valore naturalistico e limitare la perdita di su perficie prativa dovuta allo sviluppo urbanistico, all’estensione dei seminativi e all’avanzamento delle aree boschive.
CAPO III Sistema estrattivo
ARTICOLO 15 - Risorse minerarie – cave e miniere
La pianificazione regionale di settore e l’attività di ricerca e 1. coltivazione delle risorse minerarie sono tese alla tutela, alla promozione e alla valorizzazione del patrimonio minerario, anche nei casi in cui esso è posto nella disponibilità del pro prietario del suolo, in coerenza con le esigenze della program mazione economica e di tutela del territorio, dell’ambiente e del paesaggio, anche attraverso la realizzazione di opportune misure di mitigazione.
La ricomposizione dei siti estrattivi costituisce opportunità di 2. valorizzazione e riuso del territorio sia a fini pianificatori che a fini agricoli, idraulici, ambientali, paesaggistici, turistico-ricrea tivi, culturali e di incentivazione della biodiversità.
La Regione promuove e incentiva la coltivazione in sotterra 3. neo delle miniere e delle cave valutando i contrapposti interes si pubblici coinvolti anche in relazione ai vincoli posti a tutela delle aree del soprassuolo e dell’ambiente, nonché il riuso e la valorizzazione dei volumi sotterranei derivanti.
CAPO IV Sistema delle acque
ARTICOLO 16 - Risorse idriche
L’individuazione delle misure per la tutela qualitativa e 1. quantitativa del patrimonio idrico regionale viene effettuata dal Piano di Tutela delle Acque (PTA), congiuntamente agli altri strumenti di pianificazione di settore a scala di bacino o distret to idrografico, il quale pone i seguenti obiettivi di cui il PTRC prende atto: individua i corpi idrici significativi e di rilevante interesse a)
ambientale stabilendo gli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione, nonché i programmi di intervento per il loro conseguimento; individua e disciplina le zone omogenee di protezione per b) la tutela qualitativa delle acque, stabilendo limiti di accetta bilità degli scarichi delle acque reflue urbane diversificati in funzione delle caratteristiche idrografiche, idrogeologiche, geomorfologiche e insediative del territorio regionale; individua e disciplina, quali aree richiedenti specifiche c) misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento, le aree sensibili, le zone vulnerabili da nitrati di origine agri cola e da prodotti fitosanitari nonché le aree di salvaguardia e le zone di protezione delle acque destinate al consumo umano; individua e disciplina le aree di primaria tutela quantita d) tiva degli acquiferi al fine di salvaguardare la disponibilità idrica delle falde acquifere e di programmare l’ottimale utiliz zo della risorsa acqua. Il PTA regolamenta inoltre gli utilizzi delle acque correnti al fine di garantire il rispetto del deflusso minimo vitale in alveo; individua i Comuni nei quali sono presenti falde di acque e) sotterranee da riservare, per le loro caratteristiche quanti tative/qualitative, alla produzione di acqua per uso potabile destinata all’alimentazione dei pubblici acquedotti.
I Comuni e le Province, nei propri strumenti di pianificazione 2. territoriale ed urbanistica, promuovono l’adozione di misure per l’eliminazione degli sprechi idrici, per la riduzione dei consumi idrici, per incrementare il riciclo ed il riutilizzo dell’acqua e in centivano l’utilizzazione di tecnologie per il recupero e il riutiliz zo delle acque reflue.
Tra le azioni strutturali per la tutela quantitativa della risorsa 3. idrica vanno attuati interventi di recupero dei volumi esistenti sul territorio, da convertire in bacini di accumulo idrico, nonché interventi per l’incremento della capacità di ricarica delle falde anche mediante nuove modalità di sfruttamento delle acque per gli usi agricoli.
I Comuni e le Province, nei propri strumenti di pianificazione 4. territoriale ed urbanistica, incentivano nelle aree con presenza di poli produttivi la realizzazione di infrastrutture destinate al riutilizzo dell’acqua reflua depurata, in sostituzione dell’acqua ad uso industriale prelevata dal sistema acquedottistico, dai pozzi o dalle acque superficiali.
La Regione promuove il recupero ambientale delle risorgi 5. ve attraverso interventi diretti di ricomposizione ambientale e/o interventi indiretti volti alla ricostituzione delle riserve idriche sotterranee che alimentano la fascia delle risorgive.
ARTICOLO 17 - Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto (MOSAV)
Il MOSAV definisce le infrastrutture sovraambito a livel 1. lo regionale, vocate al prelievo ed alla distribuzione di acqua potabile di buona qualità in tutte le aree del Veneto, alla cre azione di una rete di sicurezza degli approvvigionamenti, al miglioramento dell’efficienza dello sfruttamento delle risorse idropotabili, al risparmio dell’energia impiegata per il trasporto della risorsa.
In ragione degli obiettivi di miglioramento ambientale, di ri 2. duzione delle perdite distributive, di riduzione del consumo di energia, di messa in sicurezza delle forniture, di garanzia di controllo e qualità, il MOSAV costituisce elemento di pianifi cazione sovraambito di natura obbligatoria, e ad esso devono uniformarsi le pianificazioni d’ambito territoriale ottimale del servizio idrico integrato.
Nelle aree laddove ci sia la presenza di adeguato servizio 3. di pubblico acquedotto, i Comuni operano per disincentivare i prelievi ad uso idropotabile di natura privata.
ARTICOLO 18 - Risorse idro-termo-minerali
La Regione promuove, valorizza e tutela le risorse idroter 1.
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mominerali costituite dalle acque termali, dalle acque minerali e di sorgente e dalle risorse geotermiche.
L’attività termale all’interno dell’area interessata dal Bacino 2. Idrominerario Omogeneo dei Colli Euganei (BIOCE) è regola ta dal Piano regionale di Utilizzazione della Risorsa Termale (PURT).
L’utilizzazione delle risorse geotermiche è subordinata alla 3. verifica di rigenerazione delle medesime e di sostenibilità am bientale nel rispetto di apposite direttive regionali.
CAPO V
Sistema delle aree di tutela e vincolo
ARTICOLO 19 - Aree sottoposte a vincolo idrogeologico
La Regione persegue la difesa idrogeologica del territorio 1. e la conservazione del suolo attraverso specifici programmi fi nalizzati sia alla prevenzione dei dissesti che al recupero degli stessi, predisponendo la realizzazione di idonei interventi.
La Regione promuove il controllo e il monitoraggio delle 2. aree soggette a dissesto idrogeologico, nonché azioni di con certazione e collaborazione con gli enti preposti.
Per le finalità di cui al comma 1, le Province e i Comuni indi 3. viduano, secondo le rispettive competenze, gli ambiti di fragilità ambientale quali le aree di frana, le aree di erosione, le aree soggette a caduta massi, le aree soggette a valanghe, le aree soggette a sprofondamento carsico, le aree esondabili e sog gette a ristagno idrico, le aree di erosione costiera. In tali ambiti le Province e i Comuni determinano le prescrizioni relative alle forme di utilizzazione del suolo ammissibili.
ARTICOLO
20 - Sicurezza idraulica
L’individuazione delle aree a condizioni di pericolosità idrau 1. lica e geologica e la definizione dei possibili interventi sul patri monio edilizio e in materia di infrastrutture ed opere pubbliche, vengono effettuate dai Piani stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) o dagli altri strumenti di pianificazione di settore a scala di bacino.
Al fine di non incrementare le condizioni di pericolosità idrau 2. lica gli strumenti urbanistici comunali e intercomunali devono comprendere una Valutazione di Compatibilità Idraulica (VCI) che verifichi l’idoneità idraulica degli ambiti in cui è proposta la realizzazione di nuovi insediamenti, l’idoneità della rete di pri ma raccolta delle acque metoriche nonché gli effetti che questi possono creare nei territori posti a valle prescrivendo i limiti per l’impermeabilizzazione dei suoli, per l’invaso e il successivo re capito delle acque di prima pioggia.
I nuovi interventi, opere e attività devono: 3. mantenere o migliorare le condizioni esistenti di funzio a) nalità idraulica, agevolare o non impedire il deflusso delle piene, non ostacolare il normale deflusso delle acque; non aumentare il rischio idraulico in tutta l’area a valle b) interessata, anche mediante la realizzazione di vasche di prima pioggia e di altri sistemi di laminazione; mantenere i volumi invasabili delle aree interessate e fa c) vorire la creazione di nuove aree di libera esondazione. Devono essere evitati, nella misura possibile, i tombinamen 4. ti dei fossati e corsi d’acqua. Al fine di ridurre le condizioni di pericolosità idraulica: 5.
è vietato eseguire scavi e altre lavorazioni o impiantare a) colture che possano compromettere la stabilità delle struttu re arginali e delle opere idrauliche in genere;
è vietato ostruire le fasce di transito al piede degli argini b) o gli accessi alle opere idrauliche, in conformità alle vigenti disposizioni in materia.
ARTICOLO 21 - Sicurezza geologica
Al fine di non incrementare le condizioni di rischio da movi 1. menti franosi, gli strumenti urbanistici devono considerare le
condizioni di stabilità dei suoli ed escludere dalle nuove previ sioni le aree che non risultino idonee all’insediamento.
Ferme restando le previsioni dei PAI , sulle aree interessate 2. da rischio geologico sono consentite, previo apposito progetto, le attività di movimentazione e/o asporto di materiali, comprese le attività di cava, finalizzate alla messa in sicurezza dei siti medesimi. I progetti finalizzati alla messa in sicurezza devono basarsi sulla scelta migliore tra le possibili tipologie di interven to in condizioni economicamente e tecnicamente valide.
La Regione, le Province e i Comuni, in ottemperanza a 3. quanto stabilito dal PRS, promuovono la conoscenza geologi ca del territorio e concorrono allo sviluppo della banca dati geo logica regionale e alla realizzazione della cartografia geologica e geotematica attraverso i piani urbanistici, i piani ambientali e le progettazioni.
ARTICOLO 22 - Aree a rischio di subsidenza
Le Province delimitano le aree nelle quali il fenomeno della 1. subsidenza si manifesta in modo significativo adottando per le medesimi superfici criteri urbanistici, edilizi ed infrastrutturali. In tali aree il prelievo di acque profonde, acque termominerali, acque geotermiche ed idrocarburi, è soggetto ad appositi studi volti a caratterizzare il fenomeno della subsidenza dal punto di vista geologico, a monitorarne l’evoluzione, a studiarne le cau se e a proporne su un piano tecnico i possibili rimedi.
ARTICOLO 23 - Rischio sismico
Le Province e i Comuni contribuiscono alla formazione della 1. banca dati geologica regionale e forniscono alla Regione, sulla base della mappa di rischio sismico di cui all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3519/2006, elementi ido nei allo sviluppo dei criteri di scelta finalizzati alla prevenzione del rischio sismico.
I Comuni nei propri strumenti urbanistici comprendono una 2. valutazione di compatibilità sismica redatta secondo le specifi che direttive regionali.
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Titolo III Biodiversità
ARTICOLO 24
CAPO I Sistema della rete ecologica
- Rete ecologica regionale
Al fine di tutelare e accrescere la biodiversità il PTRC indi 1. vidua la Rete ecologica quale matrice del sistema delle aree ecologicamente rilevanti della Regione Veneto. La Rete ecologica regionale è costituita da: 2. aree nucleo quali aree che presentano i maggiori valori di a) biodiversità regionale; esse sono costituite dai siti della Rete Natura 2000 individuati ai sensi delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e dalle Aree Naturali Protette ai sensi della Legge 394/91; corridoi ecologici quali ambiti di sufficiente estensione e b) naturalità, aventi struttura lineare continua, anche diffusa, o discontinua, essenziali per la migrazione, la distribuzione geografica e lo scambio genetico di specie vegetali ed ani mali, con funzione di protezione ecologica attuata filtrando gli effetti dell’antropizzazione; cavità naturali meritevoli di tutela e di particolare valenza c) ecologica in quanto connotate dalla presenza di endemismi o fragilità degli equilibri, da scarsa o nulla accessibilità o da isolamento.
La Regione promuove programmi e progetti specifici fina 3. lizzati alla salvaguardia e valorizzazione della Rete ecologica e per l’attuazione di azioni volte alla tutela, conservazione e accrescimento della biodiversità da attuarsi in collaborazione con le amministrazioni provinciali, comunali e gli altri soggetti interessati, anche mediante il supporto a pratiche agricole e di gestione rurale.
Le Province e i Comuni, in sede di adeguamento al PTRC, 4. provvedono a recepire la Rete ecologica.
La Regione istituisce e aggiorna periodicamente, di concer 5.
to con le Province e i Comuni, una banca dati territoriale della Rete ecologica.
ARTICOLO 25 - Corridoi ecologici
Le Province definiscono le azioni necessarie per il migliora 1. mento della funzionalità ecologica degli habitat e delle specie nei corridoi ecologici, individuano e disciplinano i corridoi eco logici sulla base dei perimetri indicati, ispirandosi al principio dell’equilibrio tra la finalità ambientale e lo sviluppo economico ed evitando, per quanto possibile, la compressione del diritto di iniziativa privata.
La Giunta Regionale, in sede di approvazione degli stru 2. menti di pianificazione territoriale provinciale, provvede ad ag giornare la banca dati territoriale relativa alla Rete ecologica.
I Comuni individuano le misure volte a minimizzare gli effetti 3. causati dai processi di antropizzazione o trasformazione sui corridoi ecologici, anche prevedendo la realizzazione di strut ture predisposte a superare barriere naturali o artificiali al fine di consentire la continuità funzionale dei corridoi. Per la defini zione di tali misure i Comuni promuovono attività di studio per l’approfondimento e la conoscenza della Rete ecologica.
Sono vietati gli interventi che interrompono o deteriorano le 4. funzioni ecosistemiche garantite dai corridoi ecologici.
ARTICOLO 26 - Cavità naturali
La Regione prevede azioni volte alla tutela e conservazione 1. delle cavità naturali meritevoli di tutela e delle aree compren denti i più caratteristici monumenti naturali carsici e delle sor genti.
La Regione incentiva le attività di ricerca e monitoraggio sul 2. le componenti biologiche, sull’impatto della frequentazione e sulla presenza di inquinanti e il completamento dell’inventario e della cartografia della presenza di comunità animali e vegetali.
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Le Province e i Comuni individuano, nei rispettivi strumenti 3. di pianificazione territoriale e urbanistica, le cavità naturali e le sorgenti sulla base di approfondimenti tecnico-scientifici relativi alle aree caratterizzate dalla presenza di emergenze geologi che e geomorfologiche.
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Titolo IV Energia e ambiente
CAPO I Energia
ARTICOLO 27 - Riqualificazione energetica dei sistemi urbani
I Comuni predispongono programmi e progetti per la riqua 1. lificazione energetica del sistema urbano, o parti di esso, svi luppando impianti di produzione e distribuzione dell’energia, comprese le reti di teleriscaldamento e l’illuminazione pubbli ca, nonché progetti per la messa in efficienza energetica de gli edifici pubblici esistenti, con particolare riguardo agli edifici scolastici.
ARTICOLO 28 - Localizzazione degli impianti di produzione di energia termoelettrica
Le centrali fino a 1 MW termico in cogenerazione e rige 1. nerazione, possibilmente connesse a reti di teleriscaldamento, possono essere collocate anche all’interno dei perimetri dei centri abitati.
Gli impianti termoelettrici da 1 MW a 10 MW termici, quan 2. do l’energia termica è fornita a grandi utilizzatori o distribuita in ambito urbano attraverso reti di teleriscaldamento, possono essere localizzati all’interno dei perimetri dei centri urbani, pur ché in aree funzionalmente idonee.
Gli impianti termoelettrici oltre i 10 MW termici sono localiz 3. zati in aree industriali e per servizi.
ARTICOLO 29 - Sviluppo delle fonti rinnovabili
La Regione promuove lo sviluppo delle fonti rinnovabili (idro 1. elettrico, fotovoltaico, solare-termico, biomasse legnose, eolico e geotermico) nonché delle opere connesse e delle infrastrut ture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli impianti stessi che ai sensi dell’articolo 12, del D.Lgs. n. 387/2003 sono
definiti di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti.
Gli impianti di produzione di energia elettrica possono esse 2. re ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici senza la necessità di effettuare la variazione di de stinazione d’uso dei siti di ubicazione dei medesimi impianti. Nelle zone agricole possono altresì essere ubicate piattaforme di produzione e stoccaggio di biomasse legnose a fini energe tici.
ARTICOLO 30 - Localizzazione degli impianti fotovoltaici al suolo
Gli impianti fotovoltaici ubicati al suolo sono preferibilmente 1. installati nelle aree industriali, a grande distribuzione commer ciale ed in quelle compromesse dal punto di vista ambientale, ivi comprese quelle costituite dalle discariche controllate di ri fiuti e dalle aree delle cave dismesse.
La progettazione degli impianti fotovoltaici al suolo deve 2. prevedere un corretto inserimento paesaggistico ed eventuali opere di mitigazione.
ARTICOLO 31 - Salvaguardia dall’esposizione a radiazioni ionizzanti
Al fine di prevenire e limitare i rischi potenzialmente con 1. nessi all’esposizione al gas radon proveniente dal terreno me diante l’attacco a terra degli edifici, i Comuni prevedono norme che assicurino, in tutti gli edifici di nuova costruzione, tecniche costruttive cautelari obbligatorie. Tali norme si estendono an che agli edifici soggetti a ristrutturazione o manutenzione stra ordinaria qualora tali attività comportino interventi sull’attacco a terra.
Nelle aree definite a rischio secondo i rilievi e le mappature 2. redatte dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Veneto i Comuni si conformano alle seguenti direttive:
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prevedere, contestualmente al rilascio del titolo legitti a) mante l’intervento edilizio, adeguati criteri costruttivi tali da minimizzare l’esposizione al radon degli occupanti; prevedere interventi di monitoraggio per gli edifici pubbli b) ci esistenti e studiare interventi di adeguamento per quelli che esprimono concreti rischi.
ARTICOLO 32 - Reti elettriche
In riferimento agli elettrodotti, laddove il contesto elettrico lo 1. permetta, le nuove linee elettriche aeree devono minimizzare i vincoli aggiuntivi nel territorio; a tale fine la superficie che risul ta vincolata dai nuovi elettrodotti deve essere compensata da una riduzione di superficie vincolata da altri elettrodotti.
CAPO II Ambiente
ARTICOLO 33 - Ubicazione degli impianti
La progettazione di nuovi impianti o discariche deve privile 1. giare standard di tutela ambientale ed igienico sanitaria sem pre più elevati e sostenibili.
I nuovi impianti di smaltimento e recupero di rifiuti, compre 2. si i rifiuti speciali, sono ubicati nell’ambito delle singole zone territoriali omogenee produttive o per servizi tecnologici. Tale previsione non si applica a: discariche ed impianti di compostaggio che vanno loca a) lizzati in zone territoriali omogenee di tipo E o F; impianti di recupero dei rifiuti inerti che vanno localizzati b) preferibilmente all’interno di aree di cava nel rispetto della Legge Regionale n. 3/2000 ed in conformità alle specifiche disposizioni del piano di settore.
Fatti salvi ulteriori vincoli previsti da specifiche normative 3. di settore, nazionali e regionali, e la diversa determinazione da parte delle Autorità titolari del potere di vincolo, non è di regola consentita l’installazione di nuovi impianti o discariche, con esclusione degli stoccaggi annessi ad attività produttive o di servizio, nelle aree sottoposte a vincoli di tipo ambientale, paesaggistico, idrogeologico, storico-archeologico.
ARTICOLO 34 - Compensazione ambientale
In sede di pianificazione territoriale ed urbanistica, le previ 1. sioni di significative trasformazioni del suolo possono indicare forme di compensazione ambientale in relazione ad interventi che prevedono una riduzione delle superfici ad area verde o alla presenza di aree degradate da riqualificare.
Gli interventi di compensazione ambientale possono essere 2. di:
rinaturalizzazione ex novo (afforestazione, riforestazione, a) costituzione di praterie, aree umide, corridoi ecologici, fasce riparie, strutture agroforestali lineari, boschetti rurali, colture arboree da frutto etc);
miglioramento di una configurazione ambientale incom b) pleta e/o degradata (pulizia o depurazione di un corso o di uno specchio d’acqua, completamento o disboscamento di un’area boscata, la realizzazione di fasce ecotonali, l’ispes simento e/o l’infittimento di siepi e filari già esistenti, la re alizzazione di passaggi ecologici, il ridisegno di un canale o roggia o scolina agricola, sistemi di gestione agricola a maggior valore ecologico, etc);
interventi di fruizione ambientale ed ecologica compati c) bile con il valore di naturalità dei luoghi (ad esempio per corsi pedonali, ciclabili e ippovie attraverso la realizzazione di corridoi verdi, aree di sosta attrezzate per i pedoni, aree di fruizione naturalistica o educazione ambientale, percorsi botanici e faunistici, etc).
Le fasce di rispetto stradale sono aree prioritariamente de 3. stinate a verde pubblico o privato o a standard per la mitigazio ne degli impatti da rumore e da PM10.
CAPO III
Protezione civile
ARTICOLO 35 - Edifici strategici ed aree di emergenza per la protezione civile
Comuni e Province individuano, secondo le vigenti disposi 1. zioni in materia ed in conformità al Piano Regionale per il coor dinamento delle emergenze di Protezione Civile, edifici strate gici per la gestione delle emergenze nonché gli edifici destinati alle specifiche attività di protezione civile.
Comuni e Province individuano altresì aree di emergenza 2. idonee, per sicurezza e dimensione, a proteggere la popola zione minacciata da calamità o sfollata a seguito di calamità e a far convergere i soccorritori intervenuti.
Le aree di emergenza si suddividono in: 3. aree di attesa dove garantire prima assistenza a) aree di ricovero dove installare insediamenti abitativi b) aree di ammassamento dove far confluire risorse e mezzi c) per operazioni di soccorso.
Le aree di emergenza possono assumere destinazioni po 4. lifunzionali così da assicurare attività alternative di servizio al territorio in condizioni di non emergenza.
La Regione favorisce la realizzazione dei “Distretti di pro 5. tezione civile” quali forme ottimali di coordinamento interco munale delle componenti operative del sistema regionale di protezione civile.
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Titolo V Mobilità
ARTICOLO 36 - Sistemi di trasporto
Al fine di migliorare la circolazione delle persone e del 1. le merci in tutto il territorio regionale, il PTRC promuove una maggiore razionalizzazione dei sistemi insediativi e delle reti di collegamento viario di supporto. Nella cura e nello sviluppo della rete viaria primaria e secon 2. daria, si deve conseguire una maggiore efficienza complessiva del sistema viario regionale, attraverso alcune linee d’azione principali che prevedono:
il potenziamento dell’interscambio ferro - gomma fra ser a) vizi pubblici, attraverso una razionalizzazione ed integrazio ne dei servizi su gomma ed attraverso la concentrazione dei punti di sosta delle autocorse anche in prossimità delle stazioni o fermate ferroviarie;
un’offerta di trasporto basata sull’utilizzo dei mezzi pub b) blici attraverso il potenziamento dell’offerta di trasporto su rotaia e la creazione di un efficace sistema di scambio inter modale con i mezzi su gomma, siano essi di servizio pubbli co (autolinee urbane ed extraurbane) che privati (autoveico li, motocicli, biciclette, ecc.); sistema di parcheggi scambiatori; c) il Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale quale d) strumento di decongestione dei traffici che investono l’area veneta caratterizzata da un modello insediativo (produttivo e residenziale) diffuso; la possibilità di accesso alle reti viarie principali attra e) verso svincoli, da attivarsi anche mediante controstrade da ricondurre agli svincoli regolamentati, con esclusione degli accessi privati.
ARTICOLO 37 - Impianti a fune ed aree sciabili
Lo sviluppo degli impianti di risalita e delle aree sciabili, quali 1. componenti del sistema della mobilità regionale, si attua, previa
una razionalizzazione del sistema esistente, mediante modelli di crescita economica sostenibile che assicurino competitività anche attraverso i collegamenti vallivi finalizzati a creare una rete integrata di qualità.
Al fine di sostenere la connessione intervalliva nelle aree 2. montane, la pianificazione di settore favorisce la creazione di collegamenti tra le reti infrastrutturali presenti nelle località fini time, proponendo in tal modo modelli di offerta turistica rispon denti alle esigenze concorrenziali.
ARTICOLO 38 - Aree afferenti agli accessi alla rete primaria e alle stazioni SFMR
Le aree afferenti ai caselli autostradali, agli accessi alla rete 1. primaria ed al SFMR per un raggio di 2 Km dalla barriera stra dale sono da ritenersi aree strategiche di rilevante interesse pubblico ai fini della mobilità regionale. Dette aree sono da pia nificare sulla base di appositi progetti strategici regionali.
ARTICOLO 39 - Ambito portuale veneziano
L’ambito portuale veneziano è un insieme organico di aree 1. demaniali, superfici ad uso prevalentemente industriale, canali ed infrastrutture di servizio.
Per un efficace coordinamento delle scelte relative alla sal 2. vaguardia e allo sviluppo dell’ambito portuale veneziano con le scelte strutturali relative all’intera area del sistema portuale la gunare e, più in generale, del sistema portuale del nord-Adriati co, l’ambito portuale veneziano assume valenza strategica sia in relazione all’espansione del Porto che in relazione allo svi luppo economico-industriale dell’ambito stesso; per tali motivi ed al fine di pervenire al miglior assetto dell’area in questione l’ambito portuale veneziano è assoggettato a progetto strategi co d’intesa con i Comuni interessati e l’Autorità Portuale.
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ARTICOLO 40 - Cittadelle aeroportuali
La Regione riconosce nei sistemi aeroportuali di Venezia 1. – Treviso e di Verona due poli (cittadelle aeroportuali) prima ri per lo sviluppo favorendo l’interconnessione delle cittadelle aeroportuali con la Rete della Mobilità Veneta e sviluppando a tal fine specifici progetti strategici ai sensi dell’art. 26 della L.R. n. 11/2004.
I Comuni possono introdurre forme di valorizzazione delle 2. aree sottoposte a vincolo per la presenza di aeroporti da at tuarsi attraverso misure di perequazione e compensazione che interessano aree contigue.
ARTICOLO 41 - Connessioni della logistica
Il PTRC individua le seguenti categorie funzionali di strutture 1. logistiche: ambito portuale veneziano a) hub principali costituiti da Verona Quadrante Europa b) (monocentrico) e dal sistema Padova - Venezia - Treviso (policentrico) da attuarsi mediante apposito progetto strate gico ai sensi dell’art. 26 della L.R. n. 11/2004 terminal intermodali primari c) terminal intermodali da sviluppare. d)
ARTICOLO 42 - Mobilità lenta
La Regione, le Province e i Comuni incentivano la realiz 1. zazione di una adeguata estensione di piste ciclabili in ambito urbano per creare percorsi sicuri da destinare a tale forma di mobilità e permettere una visita sostenibile e poco impattante del territorio.
I percorsi ciclabili extraurbani devono garantire una vasta 2. rete ciclabile regionale che colleghi centri urbani contermini e attraversi aree di particolare pregio storico, paesaggistico o ambientale. Lo sviluppo della mobilità ciclabile nei centri urbani si deve conseguire anche incentivando lo scambio treno/bici cletta e prevedendo la realizzazione di parcheggi scambiatori ed adeguate aree di sosta.
I percorsi ciclabili devono considerarsi elementi di primaria 3. valorizzazione delle aree nucleo, compatibilmente con le loro finalità istitutive, nonché delle aree adiacenti alla litoranea ve neta.
La Regione favorisce l’ammodernamento della linea ferro 4. viaria Venezia-Calalzo ed il recupero delle altre linee storiche dismesse.
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Titolo VI
Sviluppo economico produttivo
CAPO I
Sistema produttivo
ARTICOLO 43 - Sistemi produttivi di rango regionale Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento individua i 1. sistemi produttivi di rango regionale costituiti da un insieme di elementi di elevata complessità e specializzazione. I Sistemi Produttivi di rango regionale rivestono un ruolo strategico per l’economia del Veneto e si pongono, nel quadro complessivo di una elevata sostenibilità ambientale, come risorsa per il futuro da utilizzare per dare competitività all’intero sistema.
Le Province e i Comuni evidenziano nella loro pianificazione 2. territoriale ed urbanistica i seguenti sistemi produttivi di ran go regionale al fine di valorizzare ed accrescere la potenzialità economica degli stessi anche attraverso la razionalizzazione dei processi produttivi, l’integrazione funzionale delle attività e la riqualificazione ambientale.
Ambiti di pianificazione coordinata a)
Sono ambiti di pianificazione coordinata tra Comuni i territori che interessano più Province al fine di disciplinare singoli tematismi.
Territori urbani complessi b)
Sono territori urbani complessi gli ambiti metropolitani carat terizzati dalla presenza di un insieme di aree produttive or ganizzate e dotate di un insieme di servizi rari quali strutture logistiche, centri ricerca, sedi universitarie, reti informatiche e telematiche, strutture consortili per lo smaltimento dei rifiu ti, enti gestori organizzati, autorità portuali, assumendo, con i centri urbani di cui fanno parte, il ruolo di elementi polariz zatori dei territori contermini: Venezia-Mestre-Treviso; a) Padova; b) Vicenza; c)
Verona; d) Rovigo-(Ferrara); e) Conegliano-Vittorio Veneto-Oderzo-(Pordenone). f) Territori geograficamente strutturati c) Si definiscono sistemi geograficamente strutturati quelli co stituiti da un insieme di funzioni e di segni morfologici che investono territori dalla struttura insediativo-produttiva con specifici caratteri del Veneto:
Valli del Chiampo, Valle dell’Agno, Val d’Illasi e Val Belluna, caratterizzati dalla presenza di insediamenti localizzati nei fondovalle delle aree montane e pede montane, con sviluppo prevalentemente lineare rispetto all’infrastruttura di accesso alla valle.
Alta pianura di Treviso e Vicenza, caratterizzata da un insieme di aree produttive di piccole dimensioni diffuse in corrispondenza dei nodi e lungo le direttrici che ne costituiscono il sistema viabilistico - paesaggistico. Aree produttive sorte lungo l’asta del Piave, comprese tra il territorio del Comune di Feltre, di Belluno e di Lon garone, caratterizzati da insediamenti produttivi di tipo annucleato e già oggetto di forme di pianificazione co ordinata.
Le Province in sede di PTCP prevedono nei territori soprain dicati:
la dotazione di servizi e reti tecnologiche; l’individuazione degli ambiti collinari, pedemontani e dell’Alta pianura da sottoporre a specifici progetti di ri qualificazione e riorganizzazione; il riordino degli insediamenti esistenti; la riconversione di eventuali elementi detrattori; specifici progetti di restauro ambientale; la promozione della progettazione bioedilizia ed eco compatibile degli insediamenti produttivi;
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la riorganizzazione del sistema infrastrutturale per la va lorizzazione delle eccellenze produttive esistenti.
Territori strutturalmente conformati d)
Si definiscono territori strutturalmente conformati le aree e le macroaree produttive connesse al Corridoio Intermodale Europeo V, nel tratto compreso tra Verona e Portogruaro, per una profondità non inferiore a km 2,00 dall’insieme delle infrastrutture costituenti il corridoio intermodale.
Le Province in sede di PTCP determinano i criteri per il fun zionale posizionamento degli ambiti produttivi rispetto al fascio infrastrutturale e studiano efficienti modelli di collega mento e accessibilità alle aree produttive.
Piattaforme produttive complesse regionali e)
Si definiscono piattaforme produttive complesse regionali i territori interessati dalla presenza di aree produttive esisten ti. Tali aree sono ricadenti nei territori di:
Verona ZAI, Isola della Scala, Trevenzuolo, Vigasio Par co motoristico polifunzionale (VR);
Padova ZIP, Camposampiero, Cittadella, Saletto, Lime na, Montagnana, Megliadino San Fidenzio, Este, Mon selice, Piove di Sacco, Conselve (PD); Schio, Thiene, Valdagno, Montebello CIS (VI); Castelfranco Veneto, Conegliano-San Giacomo, Monte belluna (TV);
San Donà di Piave, Noventa di Piave, Fossalta di Piave, Roncoduro, Dolo, Pianiga, Mirano (VE);
Villa Marzana, Arquà Polesine, Porto Viro, Costa PIC (RO); Longarone (BL).
Aree produttive con tipologia prevalentemente commer f) ciale
Si definiscono aree produttive con tipologia prevalentemen te commerciale quelle aree costituite da insediamenti pro duttivi, con un’elevata concentrazione di strutture di vendita, che ospitano pluralità di destinazioni d’uso compatibili. Tali aree sono prioritariamente individuate nei territori di: Affi, Sommacampagna, Bussolengo (VR); a) Torri di Quartesolo (VI); b) Padova Est, Monselice (PD); c) Marcon, San Donà di Piave, Noventa di Piave (VE); d) Castrette di Villorba, Oderzo, Castelfranco Veneto (TV); e) Occhiobello, Rovigo Borsea (RO). f) Strade mercato g)
Sono strade mercato quelle delimitate dal sedime strada le e dagli spazi aperti adiacenti, fino al sedime degli edifici prospicienti, caratterizzati da un’elevata concentrazione di strutture di vendita, un’elevata intensità di traffico e un’ele vata frammentazione insediativa.
ARTICOLO 44 - Eccellenze produttive
Il Piano Territoriale Regionale di Coordinamento individua 1. l’insieme delle aree produttive - quali strutture logistiche, cen tri ricerca, reti informatiche e telematiche, strutture consortili, autorità ed enti gestori organizzati - che costituiscono la filiera delle eccellenze produttive con ricadute territoriali locali.
Le eccellenze produttive con ricadute territoriali locali si ar 2. ticolano in:
Meccanica e meccatronica. a)
Nodi pubblici della rete delle nano-tecnologie b)
Parchi scientifici e tecnologici c)
Ambito agroalimentare d)
Nodi della rete regionale della ricerca e)
Sistema fieristico regionale f)
Ambito tecnologico per l’ottica g)
Ambito tecnologico per la lavorazione del legno h)
La Regione valorizza le eccellenze produttive mediante ap 3. positi interventi o progetti che ne assicurino lo sviluppo.
ARTICOLO 45 - Criteri per l’individuazione delle aree per insediamenti industriali e artigianali e degli insediamenti turistico ricettivi
Al fine di contrastare il fenomeno della dispersione insedia 1. tiva, devono essere perseguiti processi di aggregazione e con centrazione territoriale e funzionale delle aree produttive.
Le Province individuano gli ambiti per la pianificazione de 2. gli insediamenti industriali ed artigianali, turistico ricettivi sulla base dei seguenti criteri: individuazione dei sistemi produttivi di interesse provin a) ciale da confermare e da potenziare nonché degli interventi necessari per la loro qualificazione; determinazione delle aree produttive da completare od b) ampliare prima della realizzazione di nuove aree; nelle aree montane a bassa densità vanno garantite ido c) nee disponibilità di nuclei minori per attività artigianali.
I Comuni individuano gli ambiti per la pianificazione degli in 3. sediamenti industriali ed artigianali, turistico ricettivi sulla base dei seguenti criteri: determinazione delle linee preferenziali di espansione a) delle aree produttive, sulla base dei servizi e delle infrastrut ture necessarie e dell’impatto sugli abitati limitrofi e sui ca ratteri naturalistici e culturali delle aree circostanti; definizione delle modalità di densificazione edificatoria, b) sia in altezza che in accorpamento, nelle aree produttive esistenti con lo scopo di ridurre il consumo di territorio; indicazione delle modalità di riconversione e/o riqualifica c) zione delle aree produttive, con particolare riguardo a quelle non ampliabili, in relazione alla prossimità ai nuclei abitativi esistenti o previsti; garanzia della sicurezza idraulica e idrogeologica. d)
CAPO II Commercio
ARTICOLO 46 - Grandi strutture di vendita Le Province, in sede di formazione o adeguamento dello 1. strumento di pianificazione territoriale concernente le grandi strutture di vendita e i parchi commerciali, come definiti dalla vigente legislazione regionale in materia di commercio, tengo no conto dei seguenti criteri di indirizzo: favorire la razionalizzazione della rete distributiva com a) merciale esistente attraverso la localizzazione di macro aree, prioritariamente collocate in prossimità delle grandi vie di comunicazione, al fine di evitare una eccessiva frammen tazione della rete medesima, nonché di regolare in modo maggiormente efficiente i flussi di traffico indotti dall’insedia mento delle strutture; individuare ambiti intercomunali nei quali realizzare una b) copianificazione urbanistica unitaria; consentire l’integrazione, nell’ambito delle suddette ma c) cro aree, con altre destinazioni compatibili con la prevalente funzione commerciale; favorire la riconversione di aree produttive dismesse; d) favorire gli insediamenti commerciali nelle aree nelle e) quali sussiste una idonea dotazione di infrastrutture e servi zi esistenti, al fine di assicurare una maggiore sostenibilità degli insediamenti nel territorio; favorire nelle aree territoriali gli insediamenti commerciali f) di valorizzazione di prodotti e cultura locali; favorire le rilocalizzazioni di qualità, con l’obiettivo di au g) mentare il livello degli insediamenti commerciali.
4. Nel definire i criteri per la localizzazione delle aree commer ciali deve essere garantita la sostenibilità socio-economica dei centri storici anche attraverso l’individuazione di risorse da de stinare allo sviluppo del tessuto commerciale degli stessi.
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ARTICOLO 47 - Commercio nei centri storici ed urbani
Ai fini della rivitalizzazione e riqualificazione commerciale 1. dei centri storici e degli altri luoghi del centro urbano, le Pro vince e i Comuni, in sede di formazione o adeguamento dello strumento di pianificazione, devono tener conto dell’integrazio ne della rete del piccolo e medio dettaglio costituito da attivi tà di commercio specializzato e tradizionale, già presente nei centri storici e nei tessuti urbani, con la grande distribuzione, al fine di produrre un effetto attrattivo a favore della suddetta rete commerciale attraverso:
l’individuazione di aree o edifici che consentano l’inse a) diamento di grandi strutture di vendita, in forma di centro commerciale, valorizzando e modernizzando una rete com merciale costituita prevalentemente da negozi di vicinato e da medie strutture di piccole dimensioni, che risponda alle varie esigenze della popolazione, ai differenti stili di vita, possibilità e modalità di consumo, indicando limiti dimen sionali che garantiscano l’equilibrio complessivo della rete commerciale;
la previsione di idonei sistemi di viabilità, accesso e sosta b) da realizzarsi con criteri di efficienza ed eco-compatibili.
ARTICOLO 48 - Commercio nei comuni montani
Le Province e i Comuni, in sede di formazione o adegua 1. mento del proprio strumento di pianificazione, tengono conto dei seguenti criteri di indirizzo: prevedere nella pianificazione riferita ai Comuni montani a) aree idonee a favorire una presenza commerciale del pic colo dettaglio, soprattutto al fine di assicurare un servizio di prossimità efficiente ed efficace; valutare prioritariamente, nell’ipotesi di insediamento b) di strutture di vendita di grandi dimensioni, la possibilità di realizzare tali strutture attraverso l’adozione di un Piano di Assetto Territoriale Intercomunale tematico; individuare e sostenere prioritariamente gli insediamenti c) polifunzionali nei centri minori per assicurare servizi neces sari agli ambiti socio territoriali montani.
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Titolo VII Sviluppo economico turistico
ARTICOLO 49 - Sistema delle politiche per il turismo
L’azione regionale nel settore turistico ha come interesse 1. primario la creazione di una offerta turistica integrata in grado di coinvolgere e far convergere le diverse varietà di segmen ti turistici nei singoli ambiti territoriali, allo scopo di proporre un’offerta diversificata di prodotti, anche creando un sistema di ricettività diffusa.
Lo sviluppo del turismo diversificato che coinvolge tra gli al 2. tri il turismo montano, naturalistico, fluviale, rurale, marino, di studio, religioso, d’affari e culturale, dei prodotti tipici e dell’ar tigianato locale, è affidato agli enti ed ai soggetti privati anche attraverso l’adozione di strategie di marketing territoriale orien tate a promuovere e salvaguardare le risorse.
ARTICOLO 50 - Turismo delle Eccellenze culturali e religiose
Per lo sviluppo delle città d’arte e delle città murate, nonché 1. per i luoghi di particolare interesse culturale, religioso, le ville venete e i monumenti isolati, le Province e i Comuni devono prevedere adeguati interventi di riequilibrio del sistema urbano e territoriale finalizzati a sostenere gli aspetti infrastrutturali e viari, di sviluppo degli accessi, con particolare attenzione alle stazioni ferroviarie e aeroportuali, nonché al recupero e la riuti lizzazione di strutture ricettive già esistenti, tenendo conto della differenziazione delle presenze in termini di tempo e spazio.
Nella progettazione e realizzazione delle opere infrastrut 2. turali e viarie i Comuni tengono conto delle visuali potenzial mente apprezzabili dagli utenti, prevedendo i diversi modi di percezione con particolare attenzione all’impatto visivo.
ARTICOLO 51 - Turismo montano
La Regione, le Province ed i Comuni incentivano il turismo 1. montano attraverso un corretto sviluppo della fruizione della
montagna favorendo lo sviluppo e la riqualificazione del siste ma ricettivo, degli impianti ricreativi e delle infrastrutture, anche a rete, funzionali al turismo montano.
Le finalità di cui al comma 1 sono altresì perseguite attraver 2. so incentivi a favore di soggetti che esercitano attività di inte resse turistico, in relazione ad interventi di completamento, tra sformazione, ampliamento, ristrutturazione, ammodernamento e rinnovo degli edifici destinati o da destinare all’offerta turistica.
I Comuni promuovono lo sviluppo economico del turismo 3. montano, anche in collaborazione con altri organismi pubblici o privati, favorendo attraverso gli strumenti urbanistici: la valorizzazione di attività o servizi integrativi che favo a) riscano il sostentamento delle malghe e dei rifugi alpini, ivi compresi i servizi di permanenza e pernottamento dei turi sti; lo sviluppo e la razionalizzazione delle infrastrutture de b) dicate all’offerta turistica per la pratica degli sport invernali ed estivi; la qualificazione degli immobili per la realizzazione di c) centri di benessere, anche mediante l’uso di sottotetti abita tivi e locali posti in piani interrati; la semplificazione amministrativa finalizzata al recupero d) ed alla riqualificazione delle strutture in stato di abbandono da destinare ad offerta turistica; l’ospitalità temporanea su spazi aperti attrezzati; e) la realizzazione di percorsi a cavallo e di quelli percorribili f) con sci o racchette da neve; la realizzazione di percorsi turistici integrati di valorizza g) zione dei settori artigianali e dei mestieri tradizionali monta ni, della cultura tradizionale, dell’ambiente rurale e naturale e di conoscenza della flora e fauna autoctona.
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ARTICOLO
52 - Turismo termale
Al fine di garantire lo sviluppo della multifunzionalità della 1. rete termale, il piano termale deve prevedere politiche di incen tivazione dello sviluppo della rete attraverso l’integrazione fra terme e benessere termale, la valorizzazione della cura della persona, della qualità dell’offerta termale e delle strutture ricet tive nonché di una adeguata accoglienza.
Il PTRC indica gli ambiti di tutela termale e i poli di turismo 2. termale quali aree di interesse preferenziale per lo sviluppo della rete termalistica ed individua i siti termali riconosciuti dal la Regione.
Negli ambiti di tutela termale e nei poli di turismo termale i 3. Comuni, nel rispetto del piano termale, individuano altresì for me di identificazione dei trattamenti termali cui corrispondono idonee strutture ricettive.
Negli ambiti di tutela termale e nei poli di turismo termale i 4. Comuni, nel rispetto del piano termale, individuano nuove for me di incentivazione del settore anche attraverso l’apertura al pubblico dei servizi offerti dalle strutture alberghiere (piscine, cure termali, centri estetici, ristoranti, bar, vendita prodotti le gati alle pratiche termali).
ARTICOLO 53 - Turismo marino e lacuale
Nelle zone marine e lacuali i Comuni favoriscono la riquali 1. ficazione di quantità e qualità e la ristrutturazione degli edifici esistenti allo scopo di mantenere un equilibrato rapporto tra turista/posti letto e residenti stabili.
La realizzazione di nuove strutture ricettive a destinazione 2. turistica deve essere preceduta da una valutazione previsiona le delle dinamiche dei flussi e delle esigenze turistiche, rappor tate all’economica locale ed alla ricettività esistente.
La Regione promuove la riqualificazione della rete fluviale 3. minore attraverso il potenziamento dell’offerta turistica e dei mezzi di trasporto. I Comuni, in sede di redazione degli stru menti urbanistici, individuano le aree da attrezzare a sosta per l’utilizzo della rete fluviale minore.
ARTICOLO
54 - Attività diportistica
La Regione promuove la realizzazione di un numero ade 1. guato di posti barca secondo criteri di sostenibilità infrastruttu rale, ambientale, logistica.
La realizzazione degli interventi di cui al comma 1 è attuata 2. mediante apposito progetto strategico che definisce: Il dimensionamento del numero dei posti barca per nuovi a) porti e per il potenziamento di quelli esistenti, la loro localiz zazione e tipologia, rispetto alle seguenti macroaree: laguna di Venezia e Chioggia a1) litorale est a2) delta del Po a3) lago di Garda nord a4) lago di Garda sud a5) la fissazione di criteri distributivi dei nuovi posti barca ba b) sata sulla sostenibilità territoriale e fluviale in relazione alla accessibilità, alla capacità insediativa e alle caratteristiche nautiche delle singole aree; la valutazione di modelli di sviluppo che mirino al recupe c) ro e alla rifunzionalizzazione del forte di S. Andrea presso la bocca di porto del Lido e il forte di S. Felice a Chioggia.
ARTICOLO 55 - Turismo naturalistico
Con il turismo naturalistico si intendono tutte le tipologie di 1. turismo per le quali sono attuate forme di osservazione e ap prezzamento della natura e delle culture tradizionali, tra le quali le escursioni, le attività di osservazione, le attività sportive, le visite ai parchi e giardini botanici.
I Comuni e gli Enti Parco promuovono il turismo naturalistico 2. nel rispetto della conservazione degli ambienti naturali e del benessere delle popolazioni locali. Nel dare attuazione al turi smo naturalistico i Comuni tengono altresì conto, al fine di pre
vedere il rispetto della natura, della scelta dei mezzi di traspor to, delle sistemazioni e dell’utilizzo delle guide specializzate.
ARTICOLO 56 - Turismo emergente
La promozione di una rete turistica emergente è rivolta 1. prevalentemente al turismo fieristico congressuale, al turismo enogastronomico, al turismo sportivo non di massa e alla Rete Escursionistica Veneta.
La realizzazione della rete turistica fieristica e congressuale 2. deve tener conto dei nodi della mobilità in prossimità degli assi autostradali, ferroviari e aeroportuali nonché dei centri urbani che ospitano strutture fieristiche e congressuali. I nuovi inse diamenti devono prevedere la realizzazione di aree verdi, di sistemi e di manufatti edilizi che realizzino il risparmio energe tico e la bio edilizia.
I Comuni pianificano adeguati interventi in relazione al turi 3. smo enogastronomico ed a quello sportivo non di massa per la promozione delle attività, determinano i presupposti per l’insediamento di nuova capacità ricettiva salvaguardando gli elementi ambientali attraverso la prioritaria riqualificazione in sediativa e il riuso dell’edificato esistente.
Gli interventi primari sono altresì rivolti a: 4. creare una rete dei centri di interesse turistico regionale; a) prolungare la stagionalità attraverso la creazione di ser b) vizi aggiuntivi.
la Regione promuove la REV, Rete Escursionistica Veneta, 5. come un insieme di piste ciclabili, canali navigabili e percorsi a cavallo a valenza regionale che, nel collegare i centri e le periferie, sia incentrata alla realizzazione di uno o più sistemi di circuiti tematici. I Comuni e le Province, nei propri strumenti urbanistici, disciplinano la Rete Escursionistica Veneta anche attraverso la predisposizione di PATI tematici di cui all’articolo 16 della Legge Regionale 23 aprile 2004, n. 11.
I Comuni nei loro strumenti di pianificazione individuano e 6. disciplinano le avio superfici.
159
Titolo VIII Crescita sociale e culturale
ARTICOLO 57 - Beni storico - culturali
La Regione riconosce il patrimonio storico e culturale quale 1. elemento conformante il territorio ed il paesaggio e quale com ponente identitaria delle comunità che vi insistono promuoven done la conoscenza, la catalogazione, la tutela e la valorizza zione in tutte le sue forme.
La Regione tutela e promuove i beni storico-culturali singoli 2. o complessi, come individuati dalla normativa vigente, nonché la diffusione delle iniziative a carattere culturale anche attra verso specifiche azioni progettuali di cui all’articolo 26, della Legge Regionale n. 11/2004.
Le azioni progettuali d’interesse della Regione possono al 3. tresì essere perseguite attraverso gli accordi di cui agli articoli 6 e 7 della Legge Regionale n. 11/2004.
Le azioni progettuali di cui al comma 2 sono articolate in 4. attività puntuali: riguardano singole emergenze da vinco a) lare e valorizzare, anche attraverso processi di trasforma zione fisico/funzionale, al fine della tutela del valore storico/ documentale e culturale che esse rappresentano; tali inter venti valutano e valorizzano il contesto fisico e funzionale all’interno del quale sono inserite in accordo con le strategie del PTRC
attività lineari: riguardano percorsi culturali/testimonia b) li che trovano nella continuità la valenza territorialmente strutturante; vanno favoriti tutti gli interventi compatibili con il bene che ne consentano la fruibilità, la connettività, l’uni tarietà percettiva e vietati quelli che possono portare a una loro frammentazione
attività areali: riguardano strutture diffuse che caratterizzano il c) territorio nel suo complesso; vanno favoriti gli interventi compatibili con i beni che ne consentano l’interscambio con il contesto areale vasto e vietati quelli che possono portare a una loro frammenta zione.
ARTICOLO 58 - Subaree provinciali e comunali I PTCP ed i PAT, nel rispetto delle finalità e delle direttive 1. del PTRC, distinguono particolari subaree, da disciplinare in maniera specifica, secondo i seguenti criteri: il mantenimento della fruizione prospettica e panoramica a) in quanto parte integrante del contesto e della visione dei monumenti e dei centri storici; l’armonizzazione delle esigenze di mobilità e di sosta con b) quelle relative alla tutela degli spazi pubblici di pregio sto rico; la realizzazione di parcheggi esterni ai centri storici delle c) città, separati da insediamenti e siti storico-monumentali, fa vorendo la fruizione pedonale e ciclopedonale dello spazio e potenziando i sistemi di trasporto collettivo; la valorizzazione dell’area circostante gli edifici, i monu d) menti e i siti di interesse storico culturale tramite l’interdizio ne di interventi di edificazione nell’area contigua che possa no modificarne in modo incongruo la storia; la tutela e la valorizzazione dei beni culturali religiosi in e) modo da salvaguardarne il carattere specifico; il mantenimento dell’assetto storico-monumentale, elimi f) nando gli eventuali elementi detrattori; la realizzazione di interventi di arredo urbano e di pavi g) mentazione, prevedendo un’opportuna scelta di materiali e cromatismi; l’interramento o il mascheramento delle infrastrutture e h) dei servizi a rete (quali cavi elettrici, telefonici, telematici a vista).
Le Province, ove riscontrino nelle previsioni dei PAT rischio 2. di compromissione dei valori sopra individuati, intervengono mediante specifiche misure e disposizioni di salvaguardia; pro muovono altresì accordi e forme di cooperazione tra i Comuni
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per la pianificazione e gestione condivisa di ambiti e sistemi sovracomunali.
ARTICOLO 59 - Siti UNESCO
La Regione promuove politiche locali, anche di concerto con 1. gli altri enti locali, con finalità di salvaguardia e valorizzazione dei quattro siti veneti già posti sotto la tutela dell’UNESCO, in coerenza con quanto indicato dal D.Lgs. 42/04, e sostiene le azioni volte sia a mantenere l’iscrizione che a proporre l’inseri mento di ulteriori beni culturali e naturali rilevanti nella lista del Patrimonio Universale (WHL).
Attraverso il Tavolo di coordinamento dei siti UNESCO nel 2. Veneto, la Regione mantiene attivo uno spazio d’incontro per la messa a punto di strategie comuni e l’elaborazione di progetti di valorizzazione trasversali e condivisi volti alla realizzazione di un sistema dei siti veneti sottoposti alla tutela dell’UNESCO.
ARTICOLO 60 - Sistemi culturali territoriali
La Regione favorisce e sostiene le strategie di sviluppo che, 1. a partire dalla risorsa culturale, costruiscono relazioni con il si stema dei servizi e le filiere produttive che gravitano intorno ad essa.
Al fine di massimizzare gli effetti socio-economici indotti 2. dalle azioni di valorizzazione, sono individuati alcuni “luoghi” privilegiati, caratterizzati da identità culturale comune, dove co struire specifiche politiche basate sulle relazioni virtuose che intercorrono tra la componente culturale del territorio (patrimo nio archeologico e architettonico, insediamenti storici) servizi alla fruizione e i settori ad essa collegati (turismo, produzione artigianale, l’educazione scolastica, la comunicazione, le ma nifestazioni culturali).
I sistemi culturali prioritariamente individuati dal PTRC sono 3. i seguenti:
Percorsi archeologici delle vie Claudia Augusta e Annia e a)
Popilia con le città antiche di Altino e Concordia Sagittaria, Adria e Padova
La Regione del Veneto, anche con il concorso di altri Enti a vario titolo competenti, promuove processi di valorizzazio ne delle vestigia dei tracciati delle antiche strade romane, attraverso azioni volte a favorirne la conoscenza e a salva guardarne i principali contesti territoriali interessati. La rea lizzazione di “sistemi culturali” strutturati attorno ai tracciati viari va identificata con apposita segnaletica distribuita ca pillarmente lungo il percorso.
Le antiche infrastrutture romane costituiscono il cardine su cui attestare iniziative mirate alla valorizzazione culturale ( sviluppo dell’attività museali lungo il tracciato, promozione delle campagne di scavo, azioni di valorizzazione ambienta le e di miglioramento paesaggistico dei contesti interessati, di recupero delle antiche tradizioni, sviluppo di progetti edi toriali per la divulgazione della conoscenza dei siti).
Città murate b)
La Regione promuove la costituzione di un sistema culturale diffuso rappresentato dalla rete delle città murate medioe vali e rinascimentali del Veneto e incentiva l’elaborazione congiunta di strategie finalizzate alla individuazione delle potenzialità della risorsa culturale, al recupero delle struttu re edilizie caratterizzanti degradate, alla riqualificazione dei contesti significativi per la percezione dei luoghi, alla promo zione delle attività connesse alla valorizzazione e fruizione di beni culturali e allo sviluppo delle discipline attinenti al restauro degli stessi. I Comuni, nei propri strumenti di piani ficazione, individuano le iniziative idonee a favorire l’inseri mento o il consolidamento di funzioni, anche di eccellenza, con riferimento al carattere di città murata e predispongono, sulla base di tali indicazioni, gli studi di fattibilità di cui alla L.R. n. 15/2003, al fine della costruzione di “quadri di coe renza programmatici” condivisi fra Regione ed enti locali.
Ville venete c)
La Regione, d’intesa con l’Ente Regionale Ville Venete, ap poggia la costituzione di un sistema culturale diffuso rappre sentato dalla rete delle dimore storiche del Veneto e favo risce l’elaborazione di strategie finalizzate alla tutela delle stesse, alla salvaguardia dei contesti paesaggistici storica mente connessi, alla promozione della loro conoscenza, al miglioramento della fruizione, allo sviluppo dell’offerta cultu rale-turistica, alla ricerca e all’incremento delle ricadute sullo sviluppo territoriale del contesto.
Luoghi della Grande Guerra d)
La Regione, a testimonianza del patrimonio di valori umani e civili espressi nel corso della prima guerra mondiale pro muove l’individuazione, il censimento, la catalogazione, il recupero e la valorizzazione dei beni storici, architettonici e culturali correlati a tale evento, nonché dei contesti ambien tali di particolare valenza naturalistica. La Regione favorisce altresì la lettura complessiva dei segni del conflitto bellico dando impulso ad iniziative comuni a tutti i siti interessati volte all’ approfondimento dei fatti accaduti, alla conserva zione della memoria storica, allo sviluppo culturale-turistico dei luoghi.
Luoghi dell’archeologia industriale e)
La Regione, anche con la collaborazione di altri enti, pro muove la valorizzazione dei siti di archeologia industriale del Veneto attraverso studi, ricerche, censimenti, riguardanti i manufatti architettonici, l’ambiente, il paesaggio e le infra strutture, le fonti documentarie e archivistiche, i macchinari e le attrezzature, i saperi produttivi, le vicende della produ zione industriale e gli aspetti della storia tecnica, sociale ed economica collegati. La Regione sostiene inoltre la catalo gazione, la conservazione e lo sviluppo della conoscenza del patrimonio industriale attraverso la salvaguardia di ar chivi, macchine e altre testimonianze della civiltà industriale e del lavoro, la formazione degli operatori e la promozione culturale-turistica del patrimonio industriale.
Luoghi della fede f)
La Regione promuove la tutela e la valorizzazione dei san tuari, dei sacri monti e dei complessi monastici isolati non ché dei lori percorsi monumentali di accesso e delle vie della fede che li collegano.
3. La Regione riconosce in particolare: i sistemi lineari ordinatori del territorio da valorizzare: via a) Ostiglia;
il sistema delle polarità culturali e storico ambientali: ur b) ban labor di Rovigo;
il sistema delle politiche per la valorizzazione del territo c) rio;
i sistemi difensivi regionali di epoca moderna e contem d) poranea.
ARTICOLO 61 - Parchi culturali
La Regione tutela e valorizza i luoghi, le case, le strade e 1. gli insediamenti che hanno ispirato la vita e le opere di autori e figure culturali eminenti prevedendo la realizzazione di Parchi culturali dedicati e destinati a far conoscere meglio i caratteri dei luoghi in cui sono nate le opere letterarie.
I Parchi culturali non hanno confini territoriali ma raccolgono 2. spazi anche immaginari. In tali contesti sono salvaguardate le esperienze visive ed emozionali dell’autore e promosse attività portatrici di contenuti culturali. Sono sostenute le iniziative vol te a effettuare interventi per il ripristino del ricordo del letterato o della sua ispirazione, tenendo conto dell’ambiente, del pae saggio, della storia, delle tradizioni.
ARTICOLO 62 - Progetto Architettura del Novecento
nel Veneto
La Regione formula un primo elenco degli edifici, manufatti 1. e dei sistemi di edifici rappresentativi della produzione architet tonica del Novecento ( allegato A).
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Periodicamente la Giunta Regionale sottopone ad aggiorna 2. mento l’elenco regionale anche su segnalazione di Province, Ordini Professionali, associazioni e privati.
I Comuni in sede di redazione dei propri strumenti di piani 3. ficazione provvedono ad implementare l’elenco mediante un tavolo di concertazione a regia regionale nonché ad attivare specifiche e differenziate politiche locali di salvaguardia e va lorizzazione.
Fino all’adeguamento degli strumenti di pianificazione co 4. munale per gli edifici e sistemi di edifici di cui al comma 1, è vietata la demolizione e l’alterazione significativa dei valori architettonici, costruttivi e tipologici.
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Titolo IX Montagna del Veneto
ARTICOLO 63 - Sistema delle politiche di coordinamento
La Regione coordina le politiche territoriali allo scopo di fa 1. vorire la competitività del territorio montano, caratterizzato da svantaggi geografici o naturali che aggravano i problemi dello sviluppo, riconoscendo e valorizzando il servizio che la monta gna svolge nei confronti dell’intero territorio regionale e i mag giori oneri connessi con l’abitarvi.
La Regione riconosce la specificità dei sistemi insediativi 2. montani e promuove la valorizzazione delle attività della mon tagna all’interno delle reti di scambio e di relazioni di carattere regionale, la ricerca e l’innovazione nel settore della progetta zione e della produzione edilizia attraverso l’uso di materiali ecocompatibili, il risparmio energetico, il corretto inserimento paesaggistico e le sistemazioni degli spazi aperti.
La Regione valorizza le attività produttive sostenibili e com 3. patibili con le specificità dei luoghi connesse alla rete infrastrut turale; a tale scopo favorisce d’intesa con le Province:
la connessione del sistema produttivo bellunese alla dor I. sale di collegamento con il corridoio V e il potenziamento del polo fieristico di Longarone;
le relazioni dell’Altopiano di Asiago con Bassano e Thie II. ne con l’asse della superstrada Pedemontana Veneta e la Valsugana;
il collegamento delle montagne veronesi con il sistema III. relazionale di Affi e la città di Verona: la valorizzazione del “sistema produttivo polifunzionale IV. montano”;
il riconoscimento e la valorizzazione delle produzioni tipi V. che di qualità, promuovendo iniziative finalizzate alla cono scenze dei prodotti e dei luoghi di produzione e favorendo la realizzazioni di strutture per la loro lavorazione e commer cializzazione.
la realizzazione di iniziative finalizzate alla valorizzazione VI.
delle risorse locali ai fini energetici con l’obiettivo di garantire una migliore qualità della vita per le popolazioni montane. La Regione, d’intesa con le provincie di Belluno, Treviso, 4. Vicenza e Verona, predispone il progetto strategico “Dolomiti e Montagna Veneta” sulla base delle seguenti indicazioni: lo sviluppo dell’attività economica industriale e turistica a) anche al fine di assicurare la permanenza delle popolazioni, quale garanzia di presidio e tutela del territorio; la permanenza dei servizi e delle attività produttive quale b) elementi indispensabili alla vita della comunità e per assicu rarne la competitività; la cura e la manutenzione dei paesaggi agrosilvopastora c) li quale serbatorio di biodiversità e elemento fondamentale dell’identità locale; la continuità delle espressioni culturali e materiali delle d) comunità.
I Comuni in sede di pianificazione indicano ambiti territoriali, 5. paesaggi e contesti edilizi meritevoli di salvaguardia, sostegno e valorizzazione, individuano e delimitano le zone di dispersio ne insediativa, individuano manufatti e contesti da destinare ad attività produttive e di servizio, per l’ospitalità e la formazione ambientale e disciplinano lo sviluppo urbano di fondovalle nel rispetto del caratteri insediativi locali e del valore naturalistico e paesaggistico del territorio.
ARTICOLO 64 - Territori Montani
Nei territori montani, prealpini e collinari la Regione valoriz 1. za la conoscenza del patrimonio geomorfologico e naturalistico e promuove altresì: per il Territorio Bellunese, d’intesa con la Provincia di a) Belluno, iniziative per realizzare la “regione delle Dolomiti” quale sistema territoriale prioritario di relazione tra le città alpine;
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per il Territorio Vicentino, d’intesa con la Provincia di b) Vicenza, iniziative per realizzare la “regione degli Altipiani” quale sistema territoriale prioritario di relazione tra monta gna e pianura;
per il Territorio Veronese, d’intesa con la Provincia di Ve c) rona, iniziative per realizzare la “regione del Garda-Baldo e dei Lessini” quale sistema territoriale per la valorizzazione naturalistica dei luoghi; per la Fascia prealpina e collinare, d’intesa con le Pro d) vincia di Padova, Treviso, Vicenza e Verona iniziative per realizzare la “regione delle Colline” quale sistema territoriale prioritario per il miglioramento della qualità ambientale. Nei territori di cui al comma 1 la Regione promuove: 2. i progetti di alta formazione, di innovazione e di trasferi a) mento di conoscenze da svolgersi per e nelle aree monta ne;
il superamento del sistema del digital divide legato all’in b) disponibilità di infrastrutture e servizi a banda larga assicu rando lo sviluppo della infrastruttura telematica e l’impiego delle tecnologie digitali, anche mediante investimenti per la realizzazione di reti ad alta velocità capaci di raggiungere tutti gli utenti.
All’interno dei sistemi insediativi di valle i Comuni provvedo 3. no, anche mediante PATI, ad organizzare la residenza in modo tale da evitare il fenomeno della dispersione di fondovalle.
ARTICOLO 65 - Terre di uso civico e proprietà collettive
La valorizzazione delle terre di uso civico e delle proprietà 1. collettive si attua anche mediante la tutela ambientale e il pre sidio del territorio.
Nelle terre di uso civico e nelle proprietà collettive l’esercizio 2. delle attività agro-silvo-pastorali e in particolare dei diritti collet tivi di pascolo, legnatico e rifabbrico, costituisce espressione dell’identità delle popolazioni locali, valore storico-culturale e paesaggistico, nonché strumento necessario alla manutenzio ne e tutela del territorio medesimo; in tale ambito va promossa la conoscenza dei valori naturalistici, paesaggistici e storicoculturali.
Al fine di favorire la razionalizzazione e l’autosostenibilità 3. energetica delle zone montano-rurali i Comuni garantiscono il diritto collettivo di legnatico quale sistema di approvvigiona mento di fonti energetiche rinnovabili.
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Titolo X
Città, motore del futuro
ARTICOLO 66 - Il sistema di città
La Regione riconosce alle città e ai sistemi delle città venete 1. un ruolo centrale nella visione di sviluppo del Terzo Veneto, anche in relazione alle potenzialità offerte dai corridoi europei plurimodali, e individua l’organizzazione del sistema insediati vo veneto come una Rete di Città costituita da : la piattaforma metropolitana dell’Ambito Centrale (Vicen a) za, Padova, Venezia, Treviso); l’Ambito Occidentale di rango metropolitano (Verona); b) l’Ambito Pedemontano; c) l’Ambito Esteso (tra Adige e Po); d) le Città Alpine; e) le Città Costiere (lacuali e marine). f)
La Rete di Città si articola e si struttura in relazione al siste 2. ma della mobilità al fine di spostare una consistente parte della domanda di trasporto dal mezzo privato alla rete pubblica; le stazioni del SFMR e gli accessi alla rete viaria primaria costitu iscono elementi nodali per la riorganizzazione dell’intero siste ma insediativo e possono essere oggetto di specifico progetto strategico ai sensi dell’art. 26 della L.R. 11/04.
Ai fini di razionalizzare lo sviluppo insediativo del Veneto 3. in un’ottica di competizione internazionale, di sostenibilità e di incremento della qualità della vita della popolazione, il PTRC: promuove le strategie di rafforzamento della Rete di Città a) e il coordinamento dei programmi e delle azioni dei Comuni afferenti a ciascun ambito; favorisce la crescita e il rafforzamento delle relazioni tra b) le città capoluogo e le medie città venete.
I PAT e i PATI, ciascuno per il proprio ambito, orientano 4. le previsioni entro le strategie generali di rafforzamento della Rete di Città e propongono visioni generali e azioni di sistema o puntuali, anche di scala intercomunale.
I PTCP riconoscono l’organizzazione del territorio regionale 5.
basato sulla Rete di Città e definiscono gli ambiti dei PATI per il sistema insediativo diffuso nell’ambito del quale devono, tra l’altro, indicare:
i criteri assunti nell’ambito intercomunale per promuovere a) le azioni di riqualificazione del paesaggio e di tutela dei beni culturali e ambientali, sia incorporati nella struttura delle strutture urbane che distribuiti sul territorio;
i criteri di riqualificazione delle strutture urbane e del ter b) ritorio in ogni loro parte;
le misure per perseguire il raccordo funzionale fra reti di c) trasporto, la gerarchia dei nodi e l’organizzazione dell’ac cessibilità alle strutture urbane e ai territori;
il dimensionamento, la distribuzione territoriale, la localiz d) zazione e i criteri di riordino e di organizzazione dei servizi sovra comunali;
la localizzazione e il dimensionamento degli incrementi e) residenziali e le regole per la loro progettazione, attenta a rigorosi criteri di qualità paesaggistica, architettonica e pre stazionale.
il raccordo funzionale fra reti di trasporto, la gerarchia dei f) nodi e l’organizzazione dell’accessibilità a città e territori;
i criteri del riordino del sistema produttivo e commerciale g) distribuito sul territorio;
la dimensione, i criteri di distribuzione territoriale, la lo h) calizzazione e i criteri di organizzazione dei servizi sovra comunali e delle aree produttive orientando le scelte di loca lizzazione dei principali incrementi residenziali.
ARTICOLO 67 - Azioni sulla città I Comuni predispongono piani, programmi ed azioni volti a: 1. riorganizzare complessivamente l’accessibilità alla città a) ed alle sue parti diversificando i modi di trasporto, privile giando le reti di trasporto pubblico e prevedendo ampie
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zone pedonali e una estesa rete di percorsi ciclabili; tutelare i centri storici da processi di abbandono da parte b) di residenti e funzioni pubbliche e private provvedendo alla loro tutela, restauro e rivitalizzazione; intervenire con progetti complessivi di scala urbana sulle c) aree dismesse o dismissibili per ricomporre aspetti funzio nali della città e promuovere la riorganizzazione delle cen tralità, elevare la dotazione degli standard di servizi esistenti e introdurne di nuovi, eliminare aree di degrado economico e sociale e riqualifcare i paesaggi urbani abbandonati; predisporre piani e progetti di riqualificazione dei quartieri d) periferici e di ogni parte di città la cui qualità può essere mi gliorata, integrando in essi politiche relative ai servizi, all’ac crescimento delle superfici permeabili e di quelle destinate a verde, agli obiettivi di risparmio energetico e della qualità ambientale;
attivare estese politiche relative alla residenza, sia pub e) blica e sociale che privata, per contenere il disagio abitativo nelle sue varie componenti quantitative e qualitative, anche con processi di sostituzione e perseguendo, ove possibile e opportuno, programmi di densificazione per ottimizzare gli investimenti pubblici e privati e contenere il consumo di territorio;
predisporre strategie di raccordo degli insediamenti urba f) ni con i temi ecologici, paesaggistici ed ambientali per con cepire la città come aperta e partecipe della rete ecologica regionale, in grado di contribuire alla complessiva sostenibi lità delle strutture della società regionale.
ARTICOLO 68 - Riordino del sistema insediativo e criteri di progettazione
Le Province e i Comuni, nei propri strumenti pianificatori ed 1. urbanistici, predispongono piani e progetti volti al riordino degli insediamenti esistenti e prescrivono i criteri di progettazione di quelli nuovi indicando principi insediativi e criteri di progettazio ne urbanistica, architettonica e paesaggistica, che riguardano:
le a) aree e gli impianti artigianali, industriali e in generale produttivi, entro una visione territoriale ampia che consenta la riduzione del numero delle aree, il controllo dei flussi di trasporto generati, la razionalizzazione delle reti infrastrut turali di servizio, la riduzione sostanziale dell’inquinamento (aria, acqua, suolo) e della domanda energetica, l’integra zione dei servizi alle imprese, la riqualificazione complessi va paesaggistica e ambientale;
le b) aree e gli impianti commerciali, con la revisione del rapporto con la viabilità (strade-mercato), la riorganizza zione complessiva delle sedi viarie e degli spazi privati a ridosso delle stesse, l’arricchimento e diversificazione delle funzioni ospitate, la dotazione di aree verdi, la ricostruzione di un paesaggio complessivo orientato alla qualità architet tonica, urbanistica e paesaggistica di ciascuna area;
le c) aree residenziali, con la riorganizzazione di quelle esi stenti e l’adozione di innovativi criteri di progettazione per le nuove, con obiettivi di qualità nell’inserimento territoriale e del paesaggio costruito e principi insediativi che prevedano complessi residenziali organici e di adeguata dimensione, la dotazione di spazi pubblici di complessità e qualità ele vate, la scelta di tipologie edilizie in linea con la evoluzione della domanda sociale, la definizione di alti livelli prestazio nali relativamente a risparmio energetico, durabilità e tutela ambientale;
la concentrazione di d) servizi territoriali pubblici e privati che devono prevalentemente insistere su aree connesse con i nodi organizzati della rete ferroviaria e stradale va lutando, nella scelta di localizzazione e aggregazione dei nuovi insediamenti, la gerarchia delle reti, i nodi e il rango dei servizi.
ARTICOLO 69 - Le Città Medie
Il PTRC riconosce l’insostituibile funzione delle Città Me 1. die, con popolazione compresa fra i 20.000 e i 50.000 abitanti, come localizzazioni elettive dei principali incrementi residen ziali a presidio della organizzazione del territorio veneto.
La Regione favorisce la costituzione delle Città Medie in 2. Rete di Città e sostiene i piani, i programmi e i progetti volti a realizzarla.
ARTICOLO 70 - Le città costiere
Il PTRC riconosce il sistema delle città costiere, lacuali e 1. marine, come risorsa per la difesa e la gestione degli ambiti storici, paesaggistici e ambientali nonché per l’offerta di servi zi alle popolazioni insediate e il miglior esercizio delle attività turistica.
La Regione promuove e sostiene le strategie di rafforza 2. mento della Rete di Città e il coordinamento dei programmi e azioni previste nei PTCP o promossi dai Comuni afferenti a ciascun ambito, con particolare riguardo a quelli su scala inter comunale.
I Comuni nei PAT e PATI devono: 3. tutelare e valorizzare l’unicità dei luoghi; a) diversificare le funzioni urbane; b) migliorare e controllare le relazioni fra strutture urbane, c) l’uso turistico e il fronte delle acque assicurandone l’acces sibilità e riservando ampi tratti inedificati lungo le coste quali corridoi protetti per le relazioni ecologiche e ambientali fra le aree interne e i laghi o il mare; contenere e controllare gli impatti della pressione turisti d) ca sulle risorse; promuovere la riqualificazione di ogni parte di città e delle e) strutture urbane e turistiche esistenti per adeguarle alle esi genze rinnovate della domanda adottando a tal fine idonee misure di premialità (perequazione, credito edilizio, com pensazione urbanistica).
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Titolo XI
Atlante ricognitivo del paesaggio
ARTICOLO 71 - Ambiti di Paesaggio - Atlante ricognitivo
L’Atlante ricognitivo degli Ambiti di Paesaggio, quale prima 1. ricognizione finalizzata alla predisposizione del piano paesag gistico da attuare d’intesa con i Ministeri competenti, definisce il quadro di riferimento per la conoscenza dei caratteri del pa esaggio veneto e dei processi di trasformazione che lo inte ressano.
Ai fini del comma 1 il territorio regionale si articola in tren 2. tanove ambiti di paesaggio, identificati e perimetrati in base ai caratteri strutturali, naturali e culturali, del territorio. I perimetri degli ambiti di paesaggio individuati dal PTRC hanno valore indicativo e non costituiscono vincolo per la successiva pianifi cazione di dettaglio.
L’Atlante si articola in: 3. relazione illustrativa a) schede degli ambiti di paesaggio b) obiettivi e indirizzi di qualità paesaggistica
c)
Le schede degli ambiti di paesaggio descrivono i caratteri, i 4. valori naturalistico–ambientali e storico–culturali del paesaggio e le dinamiche di trasformazione che interessano ciascun am bito. Le descrizioni contenute nelle schede portano alla defini zione degli obiettivi di qualità paesaggistica d’ambito.
Gli obiettivi di qualità paesaggistica contenuti nell’Atlante, in 5. conformità alla Convenzione Europea del Paesaggio, hanno valore di indirizzo, non prescrittivo, e costituiscono quadro di riferimento per la pianificazione di dettaglio, la pianificazione provinciale, comunale e intercomunale e la pianificazione di settore.
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Titolo XII Norme transitorie e finali
ARTICOLO 72 - Norme transitorie
In attesa della disciplina dei beni paesaggistici di cui al de 1. creto legislativo n. 42 del 2004, per gli ambiti di cui all’allega ta tavola “PTRC 1992”, recante la ricognizione dello stato di attuazione della Tav. 9 del PTRC 1992, valgono le seguenti disposizioni: gli ambiti già attuati sono soggetti alle specifiche normati a) ve dettate dai vigenti Piani Ambientali dei parchi e delle aree protette di interesse locale nonché dei Piani d’Area; gli ambiti di valore archeologico e naturalistico-ambientale b) non ancora attuati possono essere disciplinati, fatto salvo il Piano Faunistico Venatorio regionale di cui alla legge regio nale 5 gennaio 2007, n. 1, mediante i Piani di Area dell’art. 48 della legge regionale 23 aprile 2004 n. 11, oppure attra verso PAT o PATI, contenenti: l’individuazione dei valori di interesse storico-cultura b1.) le e naturalistico-ambientale; l’individuazione degli elementi e delle invarianti da b2.) salvaguardare e valorizzare; la determinazione degli interventi conservativi, riqua b3.) lificativi, di recupero e miglioramento da attuarsi; la regolamentazione delle attività e degli interventi b4.) compatibili, con particolare riguardo a quelli edilizi, alle opere di urbanizzazione, all’impianto di infrastrutture e attrezzature, alla circolazione e navigazione a motore; la disciplina degli elementi e delle attività non compa b5.) tibili al fine del ripristino dei valori attribuiti all’ambito.
Per gli ambiti relativi ai beni paesaggistici di cui agli articoli 2. 136 e 142 del decreto legislativo n. 42 del 2004 continua ad applicarsi la rispettiva disciplina anche nel rispetto dell’articolo 145 del medesimo decreto.
Sono fatte salve le previsioni degli strumenti urbanistici 3. generali, o loro varianti, approvati dopo l’entrata in vigore del
PTRC 1992.
ARTICOLO 73 - Efficacia del PTRC Fermo restando quanto previsto dall’articolo 72, decorsi 1. quindici giorni dalla pubblicazione della delibera di approva zione del presente Piano nel Bollettino Ufficiale della Regione (BUR) cessa di produrre i suoi effetti il PTRC 1992.
ALLEGATI:
A - Progetto architetture del Novecento nel Veneto.
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Allegato A alle Norme
Tecniche del PTRC Primo elenco provinciale delle Architetture del Novecento nel Veneto
rassutti e Angelo Mangiarotti, Via Piave, 4, Belluno.
Palazzo “Coletti”, 4. edificio residenziale, 1910-1911, Riccar do Alfarè, Piazzale C. Battisti, Belluno.
Garage Tonegutti poi “Bellotti”, 5. parcheggio, 1922, Ric cardo Alfarè, Via I. Caffi, Belluno.
Palazzo delle Poste, 6. edificio pubblico, 1933-1937, Alberto Alpago Novello, Piazza Castello, Belluno.
Ponte della Vittoria, 7. ponte, 1925, E. Miozzi, Riccardo Al farè, Belluno.
Cinema “Italia”, 8. edificio per lo spettacolo, 1926, Riccardo Alfarè, Via Garibaldi, Belluno.
Palazzo Benetta, 9. edificio residenziale, 1950-1952, Riccar do Alfarè, Via Segato, 25, Belluno.
Centro Dilform, 10. edificio polifunzionale, 1969-1970, Enrico Perego, Massimo Tessari, Enzo Galli, Via T. Vecellio, 105, Bel luno.
Le Stue del Nevegal, 11. edificio residenziale, 1974 - 1975, Enrico Perego, Località Nevegàl, Belluno.
Villaggio ENI - VILLAGGIO, 12. complesso residenziale, 1954-63, Edoardo Gellner, Corte, Borca di Cadore.
Villaggio Eni, 13. edifici residenziali, 1955-1963, Edoardo Gel lner, Corte, Borca di Cadore
Villaggio ENI - Chiesa, 14. edificio per il culto, 1954-63, Edo ardo Gellner, Carlo Scarpa, Corte, Borca di Cadore.
Provincia di Belluno
Municipio, 1. edificio pubblico, 1972-78, Edoardo Gellner, Enzo Galli, Via Roma, 24, Auronzo di Cadore.
Scuola elementare “A. Gabelli”, 2. attrezzatura per l’istruzio ne, 1933-1934, Agostino e Guglielmo Zadra, Piazzale C. Bat tisti, 4, Belluno.
Casa Ceccato, 3. casa unifamiliare, 1957[?]-1959, Bruno Mo
Villaggio ENI - Albergo Boite, 15. albergo, 1954-63, Edoardo Gellner, Corte, Borca di Cadore.
Villaggio ENI - Colonia, 16. attrezzatura ricettiva, 1954-63, Edoardo Gellner, Corte, Borca di Cadore.
Villaggio ENI - Campeggio, 17. attrezzatura ricettiva, 195463, Edoardo Gellner, Corte, Borca di Cadore.
Casa Costantini, 18. casa unifamiliare, 1976-1981, Edoardo Gellner, Località Villanova, Borca di Cadore
Azienda di Soggiorno e Turismo, 19. attrezzatura ricettiva,
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1976-1980, Edoardo Gellner, Borca di Cadore
Trampolino Olimpico Italia, 20. attrezzatura sportiva, 1955, Pietro Pozzati, Località Zuel, Cortina d’Ampezzo.
Stazione Funiviaria, 21. stazione, 1958-60, Clemente Busiri Vici, Località Mandres, Cortina d’Ampezzo.
Sacrario Militare, 22. monumento funebre, 1935, Giovanni Raimondi, Pocol, Cortina d’Ampezzo.
Palazzo TELVE, 23. edificio pubblico, 1953-55, Edoardo Gel lner, Largo. Poste, 18, Cortina d’Ampezzo.
Palazzo delle Poste, 24. edificio pubblico, 1953-55, Edoardo Gellner, Largo Poste, 18, Cortina d’Ampezzo.
Casa Giavi, 25. casa unifamiliare, 1954-55, Edoardo Gellner, Cortina d’Ampezzo.
Ca’ del cembro, 26. edificio residenziale, 1950-1953, Edoardo Gellner, Via Menardi Cortina d’Ampezzo, Cortina d’Ampezzo Residence Palace, 27. edificio residenziale, 1954-1956, Edo ardo Gellner, Cortina d’Ampezzo
La Meridiana, 28. albergo, 1950-1952, Edoardo Gellner, Cor tina d’Ampezzo.
Motel Agip, 29. albergo, 1954-1956, Edoardo Gellner, Cortina d’Ampezzo.
Casa Menardi, 30. villa unifamiliare, 1947-1948, Edoardo Gel lner, Cortina d’Ampezzo
Studio per lo scultore Augusto Murer, 31. casa unifamilia re, Progetto 1970 Realizzazione 1970-71, Giuseppe Davanzo, Frazione Molino, Falcade.
Scuola elementare, 32. edificio per l’istruzione, 1976-79, Igino Cappai, Pietro Mainardis, Località Boscariz, Feltre.
Asilo Nido e Scuola Materna, 33. edificio per l’istruzione, 1975-79, Igino Cappai, Pietro Mainardis, Località Pasquer, Feltre.
Centrale idroelettrica “Diga di Pontesei”, 34. edificio per l’industria, Progetto1958 Realizzazione1960, Ignazio Gardella, Località Pontesei, Forno di Zoldo.
Casa Davanzo, 35. casa unifamiliare, 1961-1966, Edoardo Gellner, Località Pecol, Forno di Zoldo “Fogher”, 36. edificio residenziale, 1963-1976, Edoardo Gel lner, Località Pecol, Forno di Zoldo “Bel Pra”, 37. edificio residenziale, 1976-1979, Edoardo Gel lner, Località Mareson, Forno di Zoldo
Piazza “Busa de Ciare”, 38. piazza, 1986-1988, Edoardo Gel lner, Laggio, Vigo di Cadore Scalinate, 39. attrezzature urbane, 1965, Francesco Tentori, Gianni Avon, Via Roma, Longarone.
Cimitero, 40. cimitero, 1966-1972, Gianni Avon, Francesco Tentori, Marco Zanuso, Località Muda Maè, Longarone.
“Bunker”, 41. edificio residenziale, 1964, Valeriano Pastor, Loc. Bez - Via A. Manzoni, Longarone.
Scuole Elementari “Bambini del Vajont”, 42. edificio per l’istruzione, 1976-1979, Costantino Dardi, Piazza Mazzolà, Longarone.
Chiesa dell’Immacolata Concezione della Vergine, 43. edifi cio per il culto, 1966-1978, Giovanni Michelucci, Piazza J. Tas so, Longarone .
Quartiere residenziale in area “Parco Malcom”, 44. com plesso residenziale, 1969 1970, Edoardo Gellner, Area del Parco Malcom, Longarone.
Albergo- Scuola Enalc, 45. edificio scolastico, 1969 1970, Edoardo Gellner, Area del Parco Malcom, Longarone.
Chiesa parrocchiale, 46. edificio per il culto, 1969, Enrico Pe rego, Massimo Tessari, Giorgio Garau, Anna Zille, Piazza 4 Novembre, Lozzo di Cadore.
Tomba Lazzari, 47. monumento funebre, 1969, Carlo Scarpa, Cimitero Comunale, Quero.
Casa Curto, 48. ville e case unifamiliari, 1976-1978, Carlo Scarpa, Via Piave, Quero.
Sacrario Militare Germanico, 49. monumento funebre, 19361939, Robert Tischler, Col Maor, Via Giovanni XXIII 1, Quero.
Chiesa delle Roe, 50. edificio per il culto, 1969, Enrico Perego,
Massimo Tessari, Località Roe Alta, Sedico.
Centrale Idroelettrica, 51. edifico per l’industria, Progetto1942 Realizzazione1943, Giuseppe Berti, Località La Stanga, Sedi co.
Centrale “Achille Gaggia”, 52. edifico per l’industria, Progetto 1948 Realizzazione 1951, Giuseppe Mignozzi, Soverzene.
Ponte sul fiume Piave, 53. ponte, 1949-1950, Carlo Pradella, Lago di Centro Cadore, Vallesella di Domegge (S. Vito).
Ponte Canale, 54. ponte, Zorzi, Gardona, Castellavazzo.
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Provincia di Padova
Palazzo Per L’istituto Nazionale Di Assicurazione Ina, 1. Edificio Direzionale, 1930, Miozzo, Piazza Insurrezione, Pado va.
Casa Pardo In Via Barbarigo, 2. Casa Unifamiliare, 1931, Miozzo, Via Barbarigo, Padova.
Edificio In Via Trieste, 3. Edificio Residenziale, 1931, Man sutti, Via Trieste, Padova.
Casa Del Fascio Di Monta’, 4. Edificio Pubblico, 1932, De Giorgio Quirino, Via Monta’, Padova.
Casa Unifamiliare In Via Giotto, 5. Edificio Residenziale Uni familiare, 1932, De Giorgio Quirino, Via Giotto, Padova.
Casa Della Giovane Italiana In Via Diaz, 6. Edificio per L’istruzione, 1933, Mansutti - Miozzo, Via Diaz, Padova.
Edificio Per Due Abitazioni In Via Configliacchi, 7. Edificio Residenziale, 1933 1934, Mansutti - Miozzo, Via Configliacchi, Padova.
Casa A Torre In Via Emanuele Filiberto, 8. Edificio Residen ziale E Direzionale, 1933 1934, Torres Duilio, Via Emanuele Filiberto, Padova.
Palazzo Valle Primo In Via Busonera, 9. Edificio Residen ziale E Direzionale, 1934, Mansutti - Miozzo, Via Busonera, Padova.
Casa Del Fascio Di Noventa Padova.na, 10. Edificio Pubbli co, 1934, De Giorgio Quirino, Noventa Padova.na, Padova.
Casa Doriguzzi In Via Nizza, 11. Edificio Residenziale Unifa miliare, 1934, De Giorgio Quirino, Via Nizza, Padova.
Casa Del Fascio Abano Terme, 12. Edificio Pubblico, 1934 1935, Calabi Daniele, Abano Terme, Padova.
Liviano, 13. Edificio per L’istruzione, 1934 1938, Ponti Gio, Piazza Capitaniato, Padova.
Palazzo Valle Secondo In Via Busonera, 14. Edificio Resi denziale E Direzionale, 1935, Mansutti - Miozzo, Via Busonera, Padova.
Portale Della Fiera, 15. Padiglione, 1935, Tombola Giuseppe, Via Tommaseo, Padova.
Ristrutturazione Istituto Di Fisica Dell’università’, 16. Edi ficio per L’istruzione, 1935, Calabi Daniele, Via F. Marzolo, Padova.
Casa Del Fascio Di Piazzola Sul Brenta, 17. Edificio Pubbli co, 1936, De Giorgio Quirino, Piazzola Sul Brenta, Padova.
Casa Del Fascio Di Vigonza, 18. Edificio Pubblico, 1936, De Giorgio Quirino, Vigonza, Padova.
Borgo Rurale Littorio Candiana, 19. Complesso Residen ziale E Produttivo, 1936 1937, De Giorgio Quirino, Candiana, Padova.
Borgo Rurale Grinzato E Teatro Vigonza, 20. Complesso Polifunzionale E Residenziale, 1936 1937, De Giorgio Quirino, Vigonza, Padova.
Gruppo Rionale Fascista Bonservizi (Centro Sportivo 21. Universitario), Edifico Pubblico, 1936 1938, De Giorgio Quiri no, Via Giordano Bruno, Padova.
Palazzo Cogi, 22. Edificio Pubblico, 1936 1938, Peressutti Gino, Piazza Insurrezione, Padova.
Palazzo Inps, 23. Edificio Pubblico, 1936 1938, Peressutti Gino, Piazza Insurrezione, Padova.
Cinema Teatro Concordi, 24. Edificio per Lo Spettacolo, 1936 1941, Brunetta - Briani - Balduzzo, Via S. Martino Solferino, Padova.
Stazione Di Servizio Di Monselice, 25. Stazione Di Servizio, 1937, De Giorgio Quirino, Monselice, Padova.
Casa Mansutti, 26. Edificio Residenziale Unifamiliare, 1938 1945, Mansutti - Miozzo, Via Facciolati 70, Padova.
Case Accoppiate In Via Dei Cappuccini, 27. Edifici Residen ziali Unifamiliari, 1937, Mansutti - Miozzo, Via Dei Cappuccini, Padova.
Casa Del Fascio E Scuola Gerarchi, 28. Edificio Pubblico, 1937 1938, Brunetta Giulio, Cittadella, Padova.
Casa Del Fascio Pontelongo, 29. Edificio Pubblico, 1937 1938, De Giorgio Quirino, Pontelongo, Padova.
Clinica Neurochirurgica, 30. Struttura Ospedaliera, 1938, Calabi Daniele, Via Giustiniani, Padova.
Villa Montesi Sgaravatti, 31. Edificio Residenziale Unifamilia re, 1938, Mansutti - Miozzo, Via Pasquale Paoli, Padova.
Gruppo Rionale Fascista Cappellozza (Edificio Scola 32. stico), Complesso Residenziale, 1938, De Giorgio Quirino, Via Cristoforo Moro, Padova.
Cortile Nuovo Palazzo Del Bo, 33. Spazio Pubblico, 1940, Fagiuoli, Via VIII Febbraio, Padova.
Scala Del Sapere-Rettorato Del Bo, 34. Edificio Per L’istru zione, 1940, Ponti Gio, Via VIII Febbraio, Padova..
Cinema La Quirinetta, 35. Edificio Per Lo Spettacolo, 1945, De Giorgio Quirino, Piazza Insurrezione, Padova.
Chiesa Parrocchiale “Santa Croce”, 36. Edificio Per Il Culto, 1946, Brunetta Giulio, Ospedaletto Euganeo, Padova.
Cinema Altino E Mignon, 37. Edificio Per Lo Spettacolo, 1946 1952, De Giorgio Quirino, Via Altinate, Padova.
Grattacielo In Piazza Insurrezione, 38. Edificio Residenzia le E Direzionale, 1948, Munaron Ettore, Piazza Insurrezione, Padova.
Autostazione Trionfo “Biri”, 39. Edificio Polifunzionale, 1949 1950, Brunetta Giulio, Piazzale Stanga, Padova.
Casa Ceccarelli, 40. Edificio Residenziale Unifamiliare, 1951, Calabi Daniele, Via Stellini, Padova.
Quartiere Iacp In Via Amba Aradan, 41. Complesso Residen ziale, 1951, Brunetta Giulio, Via Amba Aradan, Padova.
Quartiere Iacp, 42. Complesso Residenziale, 1951, Brunetta Giulio, Via Delle Melette, Padova.
Casa Calabi In Via Alicorno, 43. Edificio Residenziale Unifa miliare, 1951 1955, Calabi Daniele, Via Alicorno, Padova.
Edificio Per Appartamenti In Via Vescovado, 44. Edificio Residenziale, 1952, Calabi Daniele, Via Vescovado, Padova.
Case Abbinate 1 In Via Alicorno, 45. Edifici Residenziali Uni familiari, 1952 1953, Calabi Daniele, Via Alicorno, Padova.
Edificio E Torre CI Gi, 46. Edificio Residenziale E Direzionale, 1952 1956, Brunetta Giulio, Piazza Insurrezione, Padova.
Clinica Pediatrica, 47. Struttura Ospedaliera, 1952 1956, Ca labi Daniele, Via Giustiniani, Padova.
Residenze Incis, 48. Complesso Residenziale, 1953, Samo na’ Giuseppe E Alberto, Via Goito, Padova.
Casa Bifamiliare In Via Marco Polo, 49. Edificio Residenziale Bifamiliare, 1953 1954, Brunetta-Calabi, Via Marco Polo, Pa
172
dova.
Casa Bifamiliare In Via Rosmini, 50. Edificio Residenziale Bifamiliare, 1953 1954, Brunetta-Calabi, Via Rosmini, Padova.
Edificio Per Appartamenti In Via Falloppio, 51. Edificio Resi denziale, 1953 1954, Brunetta-Calabi, Via Falloppio, Padova.
Casa Bucciante Bifamiliare In Via San Pio X, 52. Edificio Residenziale Bifamiliare, 1953 1954, Brunetta-Calabi, Via San Pio X, Padova.
Case Abbinate 2 In Via Alicorno, 53. Edifici Residenziali Uni familiari, 1953 1955, Calabi Daniele, Via Alicorno 5a, Padova.
Stazione Siamic E Sede Telve, 54. Edificio Pubblico Per Tra sporti, 1953 1955, Brunetta Giulio, Cittadella, Padova.
Chiesa Degli Angeli Custodi E Opere Parrocchiali, 55. Edifi co Per Il Culto, 1953 1955, Brunetta Giulio, Guizza, Padova.
Torre Medoacense In Largo Europa, 56. Edificio Residenzia le E Direzionale, 1953 1956, Brunetta Giulio, Largo Europa, Padova.
Casa Perissinotto In Via Cavalletto, 57. Casa Unifamiliare, 1953 1956, Morassutti Bruno E Giovanni, Via Cavalletto 19, Padova.
Casa Agostini Falk, 58. Edificio Residenziale, 1954 1959, Ca labi Daniele, Via Alicorno, Padova.
Casa Meneghetti In Via Tiziano Minio, 59. Casa Unifamiliare, 1955, Brunetta Giulio, Via Tiziano Minio, Padova.
Cinema Marconi, 60. Edifico Per Lo Spettacolo, 1955, Brunet ta Giulio, Abano Terme, Padova.
Condominio E Albergo In Via Ospedale, 61. Edificio Resi denziale E Albergo, 1955 1956, Calabi Daniele, Via Ospedale, Padova.
Condominio In Via Gaspara Stampa, 62. Edificio Residenzia le, 1955 1956, Calabi Daniele, Via Gaspara Stampa, Padova.
Casa Della Studentessa “Meneghetti”, 63. Edificio Residen ziale Per L’istruzione, 1955 1957, Brunetta Giulio, Via Santa Eufemia, Padova.
Chiesa Sacro Cuore, Cappella Di San Giuseppe E Ope 64. re, Edificio Per Il Culto, 1955 1965, Brunetta Giulio, Abano Ter me, Padova.
Casa Per Sei Appartamenti In Via Buonarroti, 65. Edifico Residenziale E Commerciale, 1956, Brunetta Giulio, Via Buo narroti, Padova.
Cinema Teatro Pio X, 66. Edifico Per Lo Spettacolo, 1956, Bo nato Valentino, Via Bonporti, Padova.
Asilo E Istituto Maria Ausiliatrice In Via Orsini, 67. Edificio Per L’istruzione, 1956 1958, Brunetta Giulio, Via Orsini, Pado va.
Quartiere Ina Casa Forcellini, 68. Complesso Residenziale, 1957 1958, Brunetta, Baroni, De Biasi, Malatesta, Morassutti, Scimemi, Quartiere Forcellini, Padova.
Complesso Residenziale Sade, 69. Complesso Residenzia le, 1957 1958, Calabi Daniele, Piazzola Sul Brenta, Padova.
O.P.S.A. Alloggi Personale Casa Della Provvidenza S. 70. Antonio E Chiesa S. Antonio, Edificio Residenziale, 1957 1966, Brunetta Giulio, Sarmeola, Via Della Provvidenza, Pa dova.
Cappella Cesarin, 71. Monumento Funebre, 1958, Brunetta Giulio, Cimitero Maggiore, Padova.
Collegio Universitario Cuamm, 72. Edificio Residenziale Per L’istruzione, 1958 1960, Brunetta Giulio, Via San Francesco, Padova.
Collegio Universitario Gregorianum, 73. Edificio Residen ziale Per L’istruzione, 1958 1962, Brunetta Giulio, Via Proust, Padova.
Hotel Astoria, 74. Albergo, 1960, Brunetta Giulio, Abano Ter me, Padova.
Laboratorio Per L’acceleratore Di Ioni, 75. Edificio Per L’istruzione, 1961, Brunetta Giulio, Legnaro, Padova.
Cassa Di Risparmio Di Padova. Ampliamento, 76. Edifico Pubblico, 1961 1964, Ponti - Fornaroli - Rosselli, Piazza Ere mitani, Corso Garibaldi, Padova.
Istituto Di Chimica Organica, 77. Edificio Per L’istruzione, 1962, Brunetta Giulio, Via Marzolo 3, Padova.
Casa Brunetta In Prato Della Valle, 78. Casa Unifamiliare, 1962, Brunetta Giulio, Prato Della Valle, Padova.
Collegio Universitario Morgagni, 79. Edificio Residenziale Per L’istruzione, 1963, Brunetta Giulio, Via San Massimo, Pa dova.
Istituto Di Elettrotecnica Ed Elettronica, 80. Edificio per L’istruzione, 1964, Brunetta Giulio, Via Gradenigo, Padova.
Autogrill Motta, 81. Stazione Di Servizio, 1965 1967, Nervi Pier Luigi - Bega Melchiorre, Aa 4 - Limena, Padova.
Palazzo Dei Noli In Piazza Garibaldi, 82. Edificio Residenzia le E Direzionale, 1965 1968, Bega Melchiorre (Coll Lieuvve Op T’ Land), Piazza Garibaldi, Padova.
Foro Boario, 83. Edificio Commerciale, 1965 1968, Davanzo Giuseppe, Corso Australia, Padova.
Cinema Palladio, 84. Edificio Per Lo Spettacolo, Commerciale E Residenziale, 1966, De Giorgio Quirino, Fontaniva, Padova.
Edificio Per Appartamenti E In Via Falloppio, 85. Edificio Residenziale, 1966 1968, D. Calabi E G. Brunetta, Via Fallop pio 39, Padova.
Tomba Marzetto, 86. Monumento Funebre, 1967, Brunetta Giulio, Cimitero Maggiore, Padova.
Cappella Del Complesso Clinico Ospedaliero, 87. Edificio per Il Culto, 1967, Brunetta Giulio, Via Giustiniani, Padova.
Istituto Di Ingegneria E Matematica Applicata, 88. Edificio per L’istruzione, 1968, Brunetta Giulio, Via Paolotti, Padova.
Restauro Convento Eremitani, Nuova Pinacoteca E Mu- 89. seo Civico, Museo, 1969 1985, Albini Franco - Helg Franca - Albini Marco - Piva Antonio, Piazza Eremitani, Padova.
Villa Selene 2000, 90. Villa Unifamiliare, 1970, De Giorgio Qui rino, Santa Giustina In Colle, Padova.
Istituto Di Microbiologia, 91. Edificio per L’istruzione, 1970 1972, Brunetta Giulio, Via Gabelli, Padova.
Banca D’Italia, 92. Edificio Pubblico, 1970 1974, Samona’ Giuseppe E Alberto, Via Roma E Riviera Tito Livio, Padova.
Caffè Speak Easy, 93. Attrezzatura Ricettive, 1971, De Gior gio Quirino, Abano Terme, Padova.
Mensa Universitaria In Via S. Francesco, 94. Attrezzatura Ricettive Per L’istruzione, 1971 1972, Brunetta Giulio, Via S. Francesco, Padova.
Mensa Universitaria In Lungargine Piovego, 95. Attrezzatu ra Ricettive Per L’istruzione, 1971 1978, Morassutti Bruno, Via Lungargine Piovego, Padova.
Tomba Croatto, 96. Monumento Funebre, 1972, Brunetta Giu lio, Cimitero Maggiore, Padova.
Cimitero Di San Giorgio Delle Pertiche, 97. Cimitero, 1972, De Giorgio Quirino, San Giorgio Delle Pertiche, Padova.
Villa Venere, 98. Villa Unifamiliare, 1972, De Giorgio Quirino, Santa Giustina In Colle, Padova.
Villa Palazzetto E Giardino Privato, 99. Villa Unifamiliare E Giardino Privato, 1974 1975, Scarpa Carlo, Monselice, Pado va.
Case Ad Appartamenti A Chiesanuova, 100. Edifici Re sidenziali, 1975 1978, Cornoldi Adriano, Chiesanuova, Pado va.
Scuola Media J. F. Kennedy, 101. Edificio Residenziale Unifamiliare, 1976 1977, De Giorgio Quirino, Piazza MartiriSanta Giustina In Colle, Padova.
Case In Cooperativa A Schiera, 102. Edificio Residenzia le, 1980, Adriano Cornoldi, Piazzola Sul Brenta
Altare Maggiore Di Santa Maria Del Torresino, 103. Altare, 1978, Scarpa Carlo E Terrassan, Via Del Seminario, Padova.
Unità Abitative A Schiera, 104. Edificio Residenziale, 1979, Adriano Cornoldi, Quartiere Montà, Padova.
Case A Ballatoio, 105. Edificio Residenziale, 1979, Adria no Cornoldi, Via Goito, Padova.
Chiesa Di San Giuseppe, 106. Edificio Per Il Culto, 1925
173
1937, Bonato Vincenzo, Quartiere San Giuseppe, Padova.
Palazzo Guzzon, 107. Edificio Residenziale E Commer ciale, 1930, Via Lucatello, Padova.
Palazzina Via Lucatello, 108. Edificio Residenziale E Commerciale, 1930, Via Lucatello, Padova.
Chiesa Di Sacro Cuore, 109. Edificio Per Il Culto, 1931 1957, Bonato Vincenzo, Quartiere Sacro Cuore, Padova.
Edificio Per La Società Edilizia Padova.na, 110. Edifi cio Residenziale E Commerciale, 1932 1934, Briani Gino, Via Verdi-Via Dante, Padova.
Restauro Palazzo Dei Montivecchi, 111. Edificio Direzio nale, 1934 1936, Berlese Augusto, Via Verdi, Padova.
Ex Concessionaria Lancia, 112. Edificio Residenziale E Commerciale, 1936 1036, Via Nicolò’ Tommaseo, Padova.
Chiesa Di San Prosdocimo, 113. Edificio Per Il Culto, 1938 1941, Bonato Vincenzo, Porta Ponte Corvo, Padova.
Condominio Risorgimento, 114. Edificio Residenziale E Commerciale, 1940 1941, Berlese, Via Risorgimento, Padova.
Teatro Congressi Pietro D’Abano, 115. Edificio Per Lo Spettacolo, 1950, Abano Terme, Padova.
Hotel Centrale Di Abano Terme, 116. Albergo, 1950 1960, Abano Terme, Padova.
Edificio Ex Inail, 117. Edificio Residenziale E Commer ciale, 1951 1956, Viligiardi E Ciarlini, Via Martiri Della Libertà, Padova.
Condominio Altinate, 118. Edificio Residenziale E Com merciale, 1952, Mansutti, Via Altinate, Padova.
Condominio Piazzale Stazione, 119. Edificio Residenzia le, 1953, Piazzale Stazione, Padova.
Chiesa San Pio X, 120. Edificio Per Il Culto, 1953 1959, Bonato Vincenzo, Via Grassi, Padova.
Casa Dall’acqua, 121. Villa Unifamiliare, 1957 1961, Ca labi Daniele, Via Michele S. Micheli, Padova.
Convitto Dell’i.T.C.G. A. Magarotto, 122. Attrezzature Ri cettive Per L’istruzione, 1959 1961, Via Delle Cave, Padova.
Cappella Dell’i.T.C.G. A. Magarotto, 123. Edificio Per Il Culto, 1963, Via Delle Cave, Padova.
Istituto Dell’i.T.C.G. A. Magarotto, 124. Attrezzature Per L’istruzione, 1963, Via Delle Cave, Padova.
Stabilimento Itala Pilsen - Birra Peroni, 125. Edificio Direzionale E Produttivo, 1971 1974, Racheli Luigi E Alberto, Viale Industria, Padova.
Condominio Via Umberto I, 126. Edificio residenziale, Anni ‘50, Mansutti E Miozzo, Via Umberto I, Padova.
Complesso Residenziale Tommaseo/Farini, 127. Edifi cio Direzionale e Produttivo, Anni 50, Via Tommaseo Via Fa rini, Padova.
Fabbrica Torrefazione Vescovi, 128. Edificio Direzionale E Produttivo, Anni 50, Via Vicenza, Padova..
Municipio E Ufficio Postale Di Cadoneghe, 129. Edificio Pubblico, 1980 1989, Samona’ Giuseppe Con Alberto, Calima ni Luisa, Cadoneghe, Padova.
Case Ad Appartamenti In Via Falloppio, 130. Edificio Residenziale,1966 1968, Bruno Morassutti, Via Falloppio, Pa dova.
174
Provincia di Rovigo
Edificio del Catasto, Agenzia del territorio 1. , Edificio dire zionale, Incrocio via Libertà e Corso del Popolo, Rovigo
Edificio ex genio civile 2. , Edificio direzionale, corso del Po polo, 129, Rovigo
Edificio residenziale e direzionale, 3. corso del popolo, 190, Rovigo
“Condominio Fabbrini”, 4. Edificio Residenziale, corso del Popolo, 186, Rovigo
Edificio delle Poste e delle Telecomunicazioni, 5. Edificio direzionale, 1931, corso del Popolo, 192, Rovigo
Edificio residenziale e direzionale e commerciale 6. , corso del Popolo dal 252 al 270, Rovigo
EX INA, 7. Edificio residenziale e direzionale e commerciale, 1938, corso del Popolo dal 153 al 173, Rovigo
Tribuna dell’ex Ippodromo “Gabrielli”, 8. Attrezzatura spor tiva, viale Tre Martiri, 46, Rovigo
Ex ospedale sanatoriale “Umberto Maddalena”, 9. Struttu ra ospedaliera, piazza Europa, Rovigo
Stazione di servizio 10. , viale Porta Adige, 14/A e 14/B, Ro vigo
Stazione di servizio 11. , Strada Regionale di Adria, 45, Ro vigo
Scuola materna “Mamma Margherita”, 12. Edificio per l’Istru zione, via D.Piva, 29, Rovigo
Chiesa del Cuore Immacolato di Maria e S. Ilario dotto 13. re della chiesa detta “Chiesa della Commenda”, Edificio per il culto, piazza Fratelli Cervi, Rovigo
Biglietteria del parcheggio 14. , via Cigno, 87, Badia Polesi ne
Torre piezometrica di Sabbioni 15. , via Sabbioni, 220, locali tà Sabbioni, Lendinara
Torre piezometrica comunale 16. , Fratta Polesine
Torre piezometrica comunale 17. , riviera IV Novembre, Len dinara
Torre piezometrica 18. , via Marina, strada per Oca-Taglio di Po
Torre piezometrica di Adria 19. , via Badini, Adria
Torre piezometrica dell’acquedotto di Rovigo 20. , via Ben venuto Tisi da Garofalo, 11, Rovigo
Zuccherificio di Porto Tolle 21. , Edificio Industriale, Strada Regionale, Porto Tolle
Sede del partito socialista 22. , via Ca’ Pepoli, 20, Fratta Po
lesine
Museo Archeologico Nazionale di Adria 23. , Museo, via Ba dini, 59, Adria Cinema multisala 24. , Edificio per lo spettacolo,via Cigno, 247, Badia Polesine
Salone del grano all’interno del Palazzo della Camera 25. di Commercio, Industria Artigianato ed Agricoltura di Rovigo, piazza Garibaldi, 6, Rovigo Chiesa di Sant’Andrea Apostolo 26. , Edifico per il culto, via Roma, 222, Giacciano con Barucchella Scuola a Badia Polesine 27. , Edificio per l’Istruzione, piazza Guglielmo Marconi, 192 Badia Polesine Chiesa dei SS. Vito e Modesto Martiri 28. , Edifico per il culto, piazza Papa Giovanni XXIII, Lusia Cappella votiva di Santa Maria Ausiliatrice, 29. Edifico per il culto, piazza dei Caduti Triestini, Borgo San Giusto, Porto Viro Scuola elementare di Via Miani, 30. Edificio per l’Istruzione, 1960, via Corridoni, 1, Rovigo Villa ad Albarella 31. di Caccia Dominioni, Edificio residenzia le, Isola di Albarella Ex dispensario 32. , viale della pace, Rovigo OMNI della Maternità della Commenda 33. , via D. Piva, Ro vigo
Casa dello scultore Milani 34. , Edificio residenziale, viale Porta Po, Rovigo Teatro comunale di Adria 35. , Edificio per lo spettacolo, Adria Fontana di Attilio Cesellato, 36. Arredo Urbano, piazza Mer lin, Rovigo
Fontana di Virgilio Dilani, 37. Arredo Urbano, piazza della Stazione, Rovigo.
Palestra di Viale Trieste, 38. Attrezzatura per lo sport, 1939, Rovigo
Chiesa della Sacra famiglia, 39. Edificio per il culto, via beato Luigi Guanella, 21, Fratta Polesine
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Provincia di Treviso
Centrale di San Floriano, 1. edificio per l’industria, 1919, Vincenzo Ferniani, Strada Statale Alemagna 71. San Floriano, Vittorio Veneto
Villino Flora, 2. 1924, Giovanni Flora, Duilio Torres, Via L. Giacomelli 1, Treviso.
Centrale di Nove Nuova, 3. edificio per l’industria, 1924, Vin cenzo Ferniani, Via del Borgo Nove, Vittorio Veneto.
Centrale di Fadalto Nuova, 4. edificio per l’industria, 1926, Vincenzo Ferniani, Calle di Fadalto 71, Fadalto Basso, Vittorio Veneto.
Casa da pigione, 5. attrezzatura ricettiva, 1935, Domenico Perona, Via Fra Giocondo 5, Treviso.
Ossario di Nervesa, 6. monumento, 1936, Felice Neri, Via de gli Eroi 2, Nervesa della Battaglia.
Fornaci Balbinot, 7. edificio per l’industria, 1940, Via delle Fornaci, Fadalto, Vittorio Veneto.
Ex banca cattolica del Veneto, 8. edificio pubblico, 1948, Raffaello Bettazzi, Vincenzo Bonato, Via Indipendenza 13, Treviso.
Chiesa di S. Martino, 9. edificio per il culto, 1948, Angelo Tra montini, Silvano Zorzi, Corso del Popolo 9, Treviso.
Casa Sacconi, 10. casa unifamiliare, 1950, Corrado Fontebas so, Via Montello 5f, Treviso.
Scuole elementari Vittorio Veneto, 11. edificio per l’istruzio ne, 1950, Corrado Fontebasso, Viale Vittorio Veneto 27, Tre viso.
Casa Citran, 12. casa unifamiliare, 1953, Bruno Lava, Via Li bia 1, Treviso.
Edificio Ras, 13. edificio per uffici, 1954, Michele Leonarduzzi, Cesare Perusini, Largo Totila 1, Treviso.
Provincia di Treviso., 14. edificio pubblico, 1955, Luigi Picci nato, Cia Cesare Battisti 30, Treviso.
Villa sui Bastioni, 15. casa unifamiliare, 1955, Angelo Tre montini, Viale dei Mille 11, Treviso.
Scuola media L. Stefanini, 16. edificio per l’istruzione, 1956, Angelo Tremontini, Viale III Armata 35, Treviso.
Edificio Inps, 17. edificio per uffici, 1958, Ufficio tecnico INPS, Viale Trento e Trieste 6, Treviso.
Galleria Altinia, 18. edificio culturale, 1960, Carlo Scarpa, Ge min Luciano, Via Roma 20, Treviso.
Chiesa alpina al Monte Tomba, 19. edificio per il culto, 1960, Pietro Celotto, SP 141 Dorsale del Grappa, Cavaso del Tom
ba.
Casa Cavasotto, 20. villa singola, 1960, Mario Bruno, Via Zuc careda 13, Montebelluna.
Fabbricato residenziale di otto unità, 21. edificio residenzia le, 1963, Mario Bruno, Via dei Paleoveneti, Montebelluna.
Casa Schiavetto, 22. villa singola, 1963, Mario Schiavetto, Via Brigata Marche 1, Conegliano.
Casa Bandiera, 23. villa singola, 1967, Paolo Bandiera, Tre viso.
Industrie Sile, 24. edificio per l’industria, 1968, Paolo Bandie ra, Umberto Facchini, Via Principale 41, Casier.
Pensionato Salce, 25. struttura ricettiva, 1969, Luciano Ge min, Tullio Zagolin, Viale III Armata 4, Treviso.
Villa Fanna ai Venturali, 26. villa singola, 1973, Paolo Bandie ra, Umberto Facchini, Località Venturali, Villorba.
Grafiche Vianello, 27. edificio per l’industria, 1980, Paolo Ban diera, Umberto Facchini, Via Postioma 85, Ponzano.
Edificio Ina, 28. edificio per uffici e residenze, 1949 1953, Giuseppe Samonà, Via Roma 10, Largo di Porta Altinia 22-23, Treviso., Treviso.
Casa a Casier, 29. casa unifamiliare, 1951 1952, Giuseppe Davanzo, Casier, Treviso.
Villaggio coordinato CEP, 30. complesso residenziale, 1956 1960 / 1959 1963, Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl, Vie Sicilia, Sardegna, Campania, Calabria, Puglie, Tre Venezie, Coneglia no Veneto, Monigo di Santa Bona.
Ampliamento della gipsoteca di Possagno, 31. museo, 1957 1959, Carlo Scarpa, Via Canova 84, Possagno.
Casa sul Terraglio I, 32. casa unifamiliare, 1961 1962, Giu seppe Davanzo, San Trovaso, Preganziol.
Casa sul Terraglio II, 33. casa unifamiliare, 1961 1962, Giu seppe Davanzo, San Trovaso, Preganziol.
Calzaturificio Tecna, 34. edificio per l’industria, 1965 1966, Mario Schiavetto, Nervesa della Battaglia.
Scuola Materna, 35. edificio per l’istruzione, 1965 1968, Mario Bruno, Sala d’Istrana.
Casa Flaminio Marin, 36. villa singola, 1968 1969, Mario Bru no, Riese Pio X.
Guardiola dell’Ospedale Civile di Conegliano, 37. guardiola di accesso, 1968 1969, Mario Bruno, Via dell’Ospedale, Co negliano.
Piscine comunali, 38. attrezzatura sportiva, 1968 1970, Lu ciano Gemin, Giuseppe Davanzo, Giandomenico Cocco, Viale Pindaro 1, Treviso.
Scuola Elementare, 39. edificio per l’istruzione, 1968 1971, Mario Bruno, Sala d’Istrana.
Tomba Brion, 40. monumento funebre, 1969 1974, Carlo Scarpa, San Vito di Altivole.
Complesso industriale ex Brinnel, 41. edificio per l’industria, 1969 1975, Marco Zanuso, Via Fermi 2, Caselle d’Asolo.
Casa-Albergo per anziani, 42. struttura ospedaliera, 1969 1984, Giuseppe Davanzo, Via Ospedale, Castelfranco Vene to.
Monumento alla Resistenza partigiana, 43. monumento, 1973 1975, Giuseppe Davanzo, Cima Grappa, Crespano del Grappa, Crespano del Grappa.
Casa a Valdobbiadene, 44. casa unifamiliare, 1973 1975, Giuseppe Davanzo, Valdobbiadene.
Complesso in zona Monticella, 45. complesso residenziale, 1975 1982, Mario Bruno, Via XXIV Maggio, Conegliano.
Cassa rurale e artigiana di Casier, 46. edificio pubblico, 1982 1986, Giuseppe Davanzo, Dosson di Casier.
Villa Zentellin-Montagna, 47. casa unifamiliare, Via Virgilio 35, Treviso.
Villa Salvadoretti, 48. casa unifamiliare, Via Nannetti 69, Vit torio Veneto.
Villa razionalista, 49. casa unifamiliare, Via A. Diaz 9, Cone gliano.
Edificio servizi sociali, 50. edificio pubblico, Via Carducci 28,
176
Vittorio Veneto.
Casa di Riposo di Ceneda, 51. struttura ospedaliera, Piazza Giovanni paolo I, Vittorio Veneto.
Stazione ferroviaria centrale, 52. stazione, Piazza Duca D’Aosta, Treviso.
Bar Lux, 53. struttura pubblica, Viale della Vittoria 132, Vittorio Veneto.
Chiesa di Giavera del Montello, 54. edificio per il culto, Piaz za degli Arditi, Giavera del Montello.
Parrocchia di San Trovaso, 55. edificio per il culto, Via A. Diaz 1, San Trovaso di Preganziol.
Chiesa di San Pio X, 56. edificio per il culto, Via Piave 1, Tre viso.
Parrocchia di San Liberale, 57. edificio per il culto, Via Man tiero 2, Treviso.
Tempio Votivo ai caduti del Piave e alla Fraternità Euro 58. pea, edificio per il culto, Via Tempio Votivo, SS Pontebbana, Stabilimento Carpenè-Malvolti, 59. edificio per l’industria, Via Antonio Carpenè 1, Conegliano.
Stabilimento Colussi, 60. Via Rizzera 150, Vittorio Veneto.
Centrale Priula, 61. edificio per l’industria, Viale della Vittoria, SS 13 Pointebbana, Ponte della Priula.
177
Provincia di Venezia
Garage Marcon, 1. garage, 1907, G. Torres, Mestre, Vene zia.
Peschiera di rialto sul Canal Grande, 2. edificio per il com mercio, 1907, C. Laurenti, D. Rupolo, Rialto, Venezia.
Padiglione del Belgio, 3. padiglione espositivo, 1907, L. Sne yers, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Padiglione della Germania, 4. padiglione espositivo, 1909, D. Dondi, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Padiglione della Francia, 5. padiglione espositivo, 1912, F. Finzi, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Padiglione della Russia, 6. padiglione espositivo, 1914, A. Schoussew, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Nuovo Padiglione Centrale, 7. padiglione espositivo, 1914, G. Cirilli, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Padiglione degli Stati Uniti, 8. padiglione espositivo, 1930, D. e C. Aldrich, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Padiglione dell’Italia, 9. padiglione espositivo, 1932, D. Tor res (modifiche), Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Padiglione della Danimarca, 10. padiglione espositivo, 1932, C- Brummer, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Ponte della Libertà, 11. ponte, 1933, Saverio Miozzi, Vene zia.
Padiglione della Grecia, 12. padiglione espositivo, 1933, A. Papandreu, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Ponte dell’Accademia, 13. ponte, 1934, Saverio Miozzi, Ve nezia.
Aerostazione del Lido, 14. stazione aeroportuale, 1934, Dui lio Torres, San Nicoletto, Lido, Venezia.
Centrale Termica, 15. edificio per l’industria, 1937, Angiolo Mazzon, Cannaregio, Venezia.
Padiglione del Belgio, 16. padiglione espositivo, 1948, V. Val lot (modifiche), Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Ingresso e Biglietteria della Biennale, 17. padiglione espo sitivo, 1952, Carlo Scarpa, Castello, Giardini della Biennale, Venezia.
Urbanizzazione di Sacca Fisola, 18. 1956, G. Samonà, Giu decca, Venezia.
Casa Falck, 19. casa unifamiliare, 1958, Daniele Calabi, Via dei Pioppi 75, Jesolo
Padiglione della Scandinavia, 20. padiglione espositivo, 1961, S. Fehn, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Cassa di Risparmio di Venezia. 21. edificio pubblico, 1963,
Pierluigi Nervi, A. Scattolin, Campo San Luca, Venezia.
Sistemazione del Monumento “La Partigiana”, 22. monu mento, 1968, Carlo Scarpa e Sergio Los, Viale dei Giardini Pubblici, Venezia.
Hotel Excelsior, 23. attrezzatura ricettiva, 1898 1908, Giovan ni Sardi, Lido, Venezia.
Villa Monplasir, 24. casa unifamiliare, 1904 1905, G. C. Sul lam, Lido, Venezia.
Casa Bizantina, 25. casa unifamiliare, 1907 1908, Giuseppe e Duilio Torres, Rio del Gaffaro, Venezia.
Palazzo in Bacino, 26. edificio per uffici e abitazioni, 1908 1910, G. C. Sullam, Bacino Orseolo, Venezia.
Casa Basso al Ponte delle Guglie, 27. casa unifamiliare, 1909 1911, A. Narduzzi, Venezia.
Casa Stern sul Canal Grande, 28. casa unifamiliare, 1909 1912, G. Berti, Canal Grande, Venezia.
Edificio ad appartamenti, 29. edificio per abitazioni, 1909 1913, G. Alessandri, V. Fantucci, Corte dell’alboro, Venezia.
Casa in Riva Sette Martiri, 30. casa unifamiliare, 1910 1911, P. Canonica, Riva Sette Martiri, Venezia.
Complesso Popolare San Rocco, 31. edificio per abitazioni, 1910 1912, F. Marsich, San Rocco, Venezia.
Casa de Maria, 32. casa studio unifamiliare, 1910 1913, M. de Maria, Giudecca, Venezia.
Casa alle Zattere, 33. edificio per abitazioni, 1911 1912, G. Sardi, Zattere, Venezia.
Casa in Campo San Samuele, 34. casa unifamiliare, 1914 1915, A. Sezane, Campo San Samuele, Venezia.
Tempio Votivo, 35. 1920 1924, Giuseppe Torres, Riviera San ta Maria Elisabetta, Lido, Venezia.
Solarium al Lido, 36. edifici per appartamenti, 1922 1923, D. Torres, Lido, Venezia.
Villa Rossi, 37. casa unifamiliare, 1923 1924, Brenno del Giu dice, Lido, Venezia.
Palazzo della Borsa, 38. edificio per uffici, 1924 1926, Puglisi, Allegra, Calle Larga XXII Marzo, Venezia.
Casa Salviati, 39. casa unifamiliare e negozio, 1924 1926, G. Dall’Olivo, Canal Grande, Venezia.
Casa del farmacista, 40. casa unifamiliare, 1926 1927, Bren no del Giudice, Lido, Venezia.
Padiglione delle Arti Decorative alla Biennale, 41. padiglio ne espositivo, 1931 1932, Brenno del Giudice, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Casa sul Canale di Cannaregio, 42. casa unifamiliare, 1931 1932, Brenno del Giudice, Cannaregio, Venezia.
Autorimessa Comunale, garage Ina, 43. parcheggio, 1931 1934, Eugenio Miozzo, Piazzale Roma, Venezia.
Sede dei Vigili del Fuoco a Ca’ Foscari, 44. edificio pubblico, 1932 1934, Brenno del Giudice, Ca’ Foscari, Venezia.
Ponte degli Scalzi, 45. 1933 1934, Miozzi, Venezia.
Stazione di Venezia. Santa Lucia, 46. stazione, 1933 1936 1952 1955, Angiolo Mazzoni, Paolo Perilli, ufficio tecnico FS, Santa Lucia, Cannaregio, Venezia.
Padiglione Austria, 47. padiglione espositivo, 1934 1954, Jo sep Hoffmann, Robert Kramreiter, Isola di Sant’Elena, Giardini della Biennale, Venezia.
Restauro e Riallestimento Cà Foscari, 48. edificio per l’istru zione, 1935 1956, Carlo Scarpa, G. D’Agaro, V.Pastor, Dorso duro 3246, Venezia.
Colonia agli Alberoni, 49. attrezzatura ricettiva, 1936 1937 , Daniele Calabi, Antonio Salce, Strada dei bagni, Alberoni, lido, Venezia.
Palazzo del Cinema, 50. edificio per lo spettacolo, 1936 1937 1951 1952, Quagliata, Lido, Venezia.
Casinò Municipale del Lido, 51. edificio per lo spettacolo, 1936 1938, Miozzi, Veronese, Lido, Venezia.
Nucleo Popolare in Rio San Girolamo, 52. 1940 1942 1954 1956, Bertanza, Rio San Girolamo, Venezia.
Casa Bellotto e negozio di tessuti Tessiladriatica, 53. casa
178
unifamiliare e negozio, 1944 1947, Carlo Scarpa, Cannaregio 4551, 4552A, 4553B, Salizada Del Pistor, Calle dei Preti, Ve nezia.
Allestimento delle Gallerie dell’Accademia, 54. museo, 1945 1959, Carlo Scarpa, Dorsoduro 1050, Campo della Ca rità, Venezia.
Grande Albergo Danieli, 55. struttura ricettiva, 1946 1948, V. Vallot, Riva degli Schiavoni, Venezia.
Hotel Bauer, 56. struttura ricettiva, 1946 1949, Marino Meo, Giovanni Sardi, Campo san Moisè, Venezia.
Edificio per Abitazioni ed Uffici sul Canal Grande, 57. edifi cio per abitazioni e uffici, 1949 1954, A. Scattolin, Canal Gran de, Venezia.
Quartiere INA Casa San Giuliano, 58. complesso per abita zioni, 1949 1956, L. Piccinato, G. Samonà, Mestre, Venezia.
Teatro verde, Impianti Sportivi, 59. edificio per lo spettacolo, 1950 1951, A. Scattolin, L. Vietti, Isola di San Giorgio, Vene zia.
Giardino delle Sculture, 60. monumento, 1950 1952, Carlo Scarpa, Castello, Giardini della Biennale, Venezia.
Casa ad appartamenti in via Capuccina, 61. edificio per ap partamenti, 1950 1956, E. Venturini, Via Capuccina, Mestre, Venezia.
Sede Inail, 62. edificio per uffici, 1950 1957, Giuseppe Sa monà, Maria Egle Trincanato, Calle Nuova San Simeone Pic colo, S. Croce, Venezia.
Padiglione della Svizzera, 63. padiglione espositivo, 1951 1952, Bruno Giacometti, Giardini della Biennale, Castello, Ve nezia.
Padiglione di Israele, 64. padiglione espositivo, 1951 1952, Zeev Rechter, Castello, Giardini della Biennale, Venezia.
Ricostruzione del palazzetto Foscari, 65. edificio per appar tamenti, 1951 1954, Marino Meo, Canal Grande, Venezia.
Quartiere San Marco Ina Casa, 66. complesso residenziale, 1951 1970, Giuseppe Samonà, Luigi Piccinato. Daniele Calabi e altri, Viale San Marco, Mestre, Venezia.
Allestimento delle sezioni storiche del Museo Correr, 67. museo, 1952 1953, Carlo Scarpa, Piazza San Marco, Vene zia.
Condominio residenziale su Bacino San Marco, 68. edificio per appartamenti, 1952 1954, C. Cristofoli, P. Pavanini, Bacino San Marco, Venezia.
Padiglione dell’Olanda, 69. padiglione espositivo, 1953 1955, Gerrit Thomas Rietveld, Giardini della Biennale, Castello, Ve nezia.
Casa Cicogna, 70. edificio residenziale, 1953 1958, Ignazio Gardella, Fondamenta delle Zattere, angolo Calle dello Zuc chero, Dorsoduro, Venezia.
Padiglione del Venezuela, 71. padiglione espositivo, 1954 1956, Carlo Scarpa, Giardini della Biennale, Castello, Vene zia.
Biblioteca Ca’ Foscari, ex uffici ENEL, 72. edificio per l’istru zione, 1954 1961, A. Scattolin, L. Vietti, Calle Contarina, Ve nezia.
Padiglione della Finlandia, ora Islanda, 73. padiglione espo sitivo, 1955 1956, Alvar Aalto, Giardini della Biennale. Castello, Venezia.
Padiglione del Giappone, 74. padiglione espositivo, 1955 1956, Takamasa Yoshizaka, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Arredamento dell’Aula Manlio Capitolo, Tribunale, 75. edi ficio pubblico, 1955 1957, Carlo Scarpa, Tribunale di Venezia. San Polo 119, Rialto, Venezia.
Padiglione del Canada, 76. padiglione espositivo, 1956 1958, BBPR, Ludovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Er nesto Nathan Rogers, Giardini della Biennale, Castello, Vene zia.
Albergo Cipriani, 77. struttura ricettiva, 1956 1958, B. Del giu dice, M. Meo, Giudecca, Venezia.
Negozio Olivetti, 78. edificio per il commercio, 1957 1958, Carlo Scarpa, Piazza San Marco, Procuratie Vecchie 101, Ve nezia.
Camping di Fusina, 79. attrezzatura ricettiva, 1957 1959, Car lo Scarpa, Via Moranzani, 77, Via Moranzani 13 - 17, Fusina, Venezia.
Sede Società Adriatica di Navigazione, 80. edificio per uffici, 1957 1959, A. Scattolin, Calle Larga XXII Marzo, Venezia.
Riordino Quadreria del Museo Correr, 81. museo, 1957 1960, Carlo Scarpa, Valeriano Pastor, Egle Trincanato, Piazza San Marco, Venezia.
Case ad appartamenti, 82. edificio per appartamenti, 1957 1961, L. Bellemo, Calle Ragusei, Venezia.
Istituto tecnico per Geometri, 83. edificio per l’istruzione, 1957 1962, M. Artico, Mestre, Venezia.
Edificio per Abitazioni ed Uffici In Via Torino, 84. edificio per abitazioni e uffici, 1958 1959, M. Artico, Via Torino, Mestre, Venezia.
Uffici Inps, 85. edificio direzionale, 1958 1961, V. Vallot, Santa Croce, Venezia.
Padiglione dei Paesi nordici, Svezia, Norvegia, Finlan- 86. dia, padiglione espositivo, 1958 1962, Sverre Fehen, Giardini della Biennale, Castello, Venezia.
Nucleo Residenziale in via Torre Belfredo, 87. complesso residenziale, 1960 1967, Marino Meo, Mestre, Venezia.
Restauro dell’ex Convento Dei Tolentini, 88. edificio per l’istruzione, 1960 1968, Daniele Calabi, Santa Croce 161, To lentini, Venezia.
Casa a Mestre, 89. casa unifamiliare, 1961 1962, Giuseppe Davanzo, Mestre, Venezia.
Fondazione Querini Stampalia, 90. edificio pubblico, 1961 1963, Carlo Scarpa, Castello 4778, Santa Maria Formosa, Ve nezia.
Casa Studio Scatturin, 91. casa unifamiliare, 1962 1963, Car lo Scarpa, L. Zianto, San Marco 3906A/3907, Calle degli Av vocati, Venezia.
Padiglione del Brasile, 92. padiglione espositivo, 1964 1965, Amerigo Marchesin, Giardini della Biennale, Castello, Vene zia.
Casa Balboni, 93. casa unifamiliare, 1964 1974, Carlo Scarpa, G. Soccol, S. Los, Dorsoduro 1259, Venezia.
ITIS Pacinotti, 94. edificio per l’istruzione, 1965 1968, R. Chi rivi, Mestre, Venezia.
Fondazione Masieri, 95. edificio pubblico, 1968 1983, Carlo Scarpa, Franca Semi, Dorsoduro 3900, Volta di Canal, Vene zia.
Scuola Elementare Mauro Chiereghin, 96. edificio per l’istru zione, 1971 1974, Sergio Lenci, Sottomarina, Chioggia Filiale della Banca Cattolica del Veneto, Intesa Spa, 97. edi ficio amministrativo, per uffici e residenze, 1976 1977, Giusep pe Davanzo, Piazza del Mercato 11 A, Mestre, Venezia. Ingresso della Facoltà di Lettere e Filosofia, 98. edificio per l’istruzione, 1976 1979, Carlo Scarpa, G. Pietropoli, San Seba stiano, Dorsoduro 1686, Venezia.
Casa Baruffol, 99. casa unifamiliare, 1976 1980, Leornardo Ricci, Portogruaro
Yacht Club al Lido, 100. attrezzatura sportiva, 1979 1981, Igino Cappai, Pietro Mainardis, Hotel Excelsior, Lido, Venezia. Quartiere Iacp a Mazzorbo, 101. complesso residenzia le, 1979 1985, Giancarlo De Carlo, Alberto Cecchetto, Connie Occhialini, Daniele Pini, Renato Trotta, Isola di Mazzorbo, Ve nezia.
Quartiere Trevisan IACP alla Giudecca, 102. complesso residenziale, 1980 1986, Gino Valle, G. Macola, M.C. Rendi ni, G. Camporini, R. Fein, A. Carmelutti, C. Mauro, G. Fran ceschinis, G. Ceccotti, N. Zizzutto, Giudecca, Area Trevisan, Venezia.
Case Economiche Popolari, area Fregnan, 103. com plesso residenziale, 1985, 1996 1999, Igino Cappai, Pietro
179
Mainardis, Sacca Fisola, Giudecca, Venezia.
Chiesa di Sant’Antonio, 104. edificio per il culto, Piazza Sant’Antonio, Marghera, Venezia.
Insediamenti residenziali, 105. complesso residenziale, Marghera, Venezia.
Centro terapeutico riabilitativo Antenna, 106. struttura ospedaliera, Marghera, Venezia.
Torre idrica, 107. torre piezometrica, Piazzale Lazzaro Giovannucci, Marghera, Venezia.
Condominio Marghera, 108. edificio per uffici e residen ze, Via A. Nicolodi 2, Venezia.
Impresa Onoranze funebri San Marco, 109. padiglione, Piazzale B. e G. Parmesan, Marghera, Venezia.
Chiesa, Quartiere San Marco, 110. edificio per il culto, Viale San Marco, Mestre, Venezia.
Poste, 111. edificio pubblico, Piazzale Donatori di Sangue, Mestre, Venezia.
Santa Maria Immacolata di Lourdes, 112. edificio per il culto, Piazzetta 11 Febbraio, Mestre, Venezia.
Palazzina 1, 113. edificio residenziale, Via P. Bembo, Me stre, Venezia.
Chiesa del Sacro Cuore, 114. edificio per il culto, Via P. Bembo, Via A. Aleardi, Mestre, Venezia.
Case per i ferrovieri, 115. complesso residenziale, Me stre, Venezia.
Ginnasio Franchetti, 116. edificio per l’istruzione, Mestre, Venezia.
VEGA, 117. edificio produttivo e per l’industria, Mestre, Venezia.
Distributore Shell, 118. distributore di benzina, Via Orlan da 40, Mestre, Venezia.
Casone di Caccia, 119. Duilio Torres, Valle Zappa, Ve nezia.
Capannone Sali, 120. Carlo Pradella, Marghera, Vene zia.
Uffici Regione Veneto, 121. edificio direzionale, Santa Croce, Venezia.
Uffici Ligabue, 122. Pietro de Marzi, Ponte della Libertà, Venezia.
Case dello Studente ESU, 123. L. Bellemo, Calle Conta rina, Venezia.
Edifici per Uffici, 124. A. Scattolin, Fondamenta Rio Novo, Venezia.
Quartiere Santa Marta Mussolini, 125. Venezia.
Accademia Navale, 126. Sant’Elena, Venezia.
Quartiere Sant’Elena, 127. Venezia.
Quartiere San Girolamo, 128. Venezia.
Ospedale al Mare, 129. Strada dell’Ospizio Marino, Lido, Venezia.
Uffici Stazione dei Treni, 130. Venezia.
Palazzina del Conte Costantino Nigra, 131. Giovanni Sardi, imbocco di Rio Marin e affaccio sul Canal Grande, Ve nezia.
Casa Baschiera, 132. Giovanni Sardi, Rio Terà Sant’Agne se, Venezia.
Scuola - Municipio, 133. Giovanni Sardi, Ceggia, Vene zia.
Autorimessa di Sant’Andrea, 134. Miozzi, Venezia.
INAIL, 135. Fondamenta Rio Novo, Venezia.
Palazzo Scarpa, 136. Giovanni Sardi, Zattere, Venezia.
Alcune case nella città giardino alle Quattro Fon 137. tane al Lido, Giuseppe e Duilio Torres, Lido, Venezia.
Villini Papadopoli alle Quattro Fontane, Fanna e 138. Venuti, Giovanni Sardi, Lido, Venezia.
Villa Boato, 139. Giovanni Sardi, Mirano, Venezia.
Fabbricato per la produzione di scope di saggina 140.
Hermann Krull, Giovanni Sardi, Mestre, Venezia.
Casa in Rio San Vio, 141. G. Dall’Olivo, Rio San Vio, Venezia.
180
Provincia di Verona
Dopolavoro ferroviario, 1. edificio ricreativo, 1921, arch. F. Banterle, Via XX settembre, 12, Verona.
Villa Erlotti, 2. edifico residenziale, 1931, Ing. Italo Mutinelli, Via N. Sauro, 2, Verona.
Casa Lanza, 3. casa unifamiliare, 1933, Ettore Fagiuoli, Via Armando Diaz 4 - 6 - 8 - 10, Verona.
Ex Garage di via XX settembre, 4. parcheggio, 1916 1920, Carlo Alessi, Via XX Settembre, 18, Verona.
Garage Fiat, 5. parcheggio, 1916 1920, Ettore Fagiuoli, Via Daniele Manin, 7, Verona.
Villette Postelegrafoniche, 6. ville isolate, 1922-1924, Via U. Borini- Via Catalafimi 5, Verona.
Palazzo d’ingresso alla Fiera Cavalli, 7. padiglione, 1927 1930, Alfonso Modenesi, Via del Pontiere 3, 5, 7, 9, Verona.
Edificio Liberty via Col. Galliano, 8. edificio residenziale, 1928, Arch. F. Banterle, Viale col. Galliano, 59, 61, 63, Vero na.
Ex Stazione Frigorifera, 9. stazione, 1929 1930, Pio Bec cherle, Via Santa Teresa, 16, Verona.
Casa per appartamenti, 10. edificio residenziale, 1930-1940, ing. Sperandio Casali, Corso Porta Nuova angolo via cesare Battisti, Verona.
Casa per appartamenti, 11. edificio direzionale, 1930-1940, ing. Sperandio Casali, Lungadige Cangrande Piazza Arsenale, Verona.
Condominio Rossi, 12. edificio residenziale, 1932 1935, Luigi Franceschetti, Via Dai Libri 17 - 17 A, Verona.
Condominio per impiegati statali, 13. edificio residenziale, 1932 1936, Felice Romoli, Agostino Gatti, Via Generale Giar dino 6, Verona.
Ospedale civile di Borgo Trento, 14. struttura ospedaliera, 1932 1942? Pio Beccherle, preesisistenze Giovanni Tempioni, Piazzale Stefani, 1, Verona.
Villa Girasole, 15. villa unifamiliare, 1933 1935, Angelo Inver nizzi, Carapacchi, Fagiuoli, Saccarotti, Zappa, Marcellise, San Martino buon Albergo.
Edificio in L.ge Matteotti, 16. edifico per uffici e residenze, 1933 1936, Italo Mutinelli, Verona.
Casa del Mutilato, 17. edificio pubblico, 1934, Francesco Ban terle, Via del Mutilato, 8, Verona.
Villa Rossi, 18. villa unifamiliare, 1934, Italo Mutinelli, Pino Ca sarini, Via Barana 6, Verona.
Case Popolari di Veronetta C, 19. complesso residenziale, 1935, Ernesto Pedrazza Gorlero, Via Campo Fiore 2 - 2A, Ve rona.
Casa per appartamenti, 20. edificio residenziale, 1935, Mario Sempreben, Via Cefalonia, 4, Verona.
Palazzo INA, 21. edificio per uffici, 1938, Rossi De Paoli, Cor so Porta Nuova 11, Verona.
Condominio P.za Cadorna, 22. edifico per uffici e residenze, 1939, Ettore Fagiuoli, Piazzale Cadorna 4 - 5 - 6, Verona.
Villaggio dell’Oca Bianca, 23. complesso residenziale, 1939 1950, ?, Via Enna 10 - 12 - 14 - 16 - 18 - 20, Via Gela 9 - 11 - 13 - 15 - 17 - 19, Via Agrigento 12 - 16 - 18 - 20 - 22 - 2426 - 28 - 34 - 36 - 27 - 29 - 31 - 33, Viale Sicilia 38 - 44, Via Archimede 75 - 79, Via Catania 11 - 17 - 20 - 24, Verona.
Stazione di partenza funicolare, 24. stazione, 1941, Verona.
Stazione di Porta Nuova, 25. stazione, 1948, Roberto Nar ducci, Piazzale XXV aprile, Verona.
Edificio direzionale ENEL, 26. edificio direzionale, 1948, Et tore Fagiuoli, Corso Porta Nuova angolo via Cesare Battisti, Verona.
Casa per appartamenti, 27. edificio residenziale, 1948, Ettore Fagiuoli, Stradone Porta Palio 2, Verona.
Chiesa del Tempio votivo, 28. edificio di culto, 1950, arch. Rossi De Paoli Paolo, Piazzale della stazione di porta nuova, Verona.
Genio Civile, 29. edificio residenziale, 1950, Piazzale Cador na2, Verona.
Casa per appartamenti, 30. edificio direzionale, 1950, ing. Avanzini, Piazza Cittadella angolo caserma Ospital vecchio, Verona.
Case per appartamenti, 31. edificio residenziale, 1951, Ettore Fagiuoli, Via Diaz - angolo L.ge San Lorenzo, Verona.
Mercato Ortofrutticolo: Galleria, 32. padiglione, 1952, ?, Via le del Lavoro, 11, Verona.
Scala Mondadori, 33. scala esterna, 1955-1956, arch. Armin Meili ing. Mario Manzarotti, Vai A. Mondadori, 15, Verona.
Albergo Accademia, 34. struttura ricettiva, 1956, Ettore Fa giuoli, Via Scala 12, Verona.
Assicurazioni Generali, 35. edificio per uffici, 1957 1960, Sa belli, Arneri, Piazza Simoni 4, Via Della Casa 13 - 27, Via Berni 1 - 15, Via Giberti 26 - 38, Verona.
Liceo Ginnasio Scipione Maffei, 36. edificio per l’istruzione, 1958, Arch. Ettore Fagiuoli, Via Massalongo, Via Ponte Pietra, Verona.
Restauro e allestimento di Castelvecchio, 37. museo, 1958 1973, Carlo Scarpa, Arrigo Rudi, Corso Castelvecchio 2, Ve rona.
Edificio per appartamenti, 38. edificio residenziale, 1960, arch. Rosa Fauzza, Via XX settembre, 15, Verona.
Ponte Risorgimento, 39. ponte, 1963 1968, Pier Luigi Nervi, Via Pontida, Via Risorgimento, Verona.
Centrale Termoelettrica, 40. centrale termoelettrica, 1964 1966, Ezio Sgrelli, Località Sallonze, Strada Alsazia, Valeggio sul Mincio.
Stabilimento farmaceutico Sigurtà, 41. stabilimento produtti vo, 1965, Renato Radici, Via Cavour, Valeggio sul Mincio.
Istituto Tecnico, 42. edificio per l’istruzione, 1966, Rinaldo Oli vieri, San Bonifacio.
Casa per appartamenti, 43. edificio residenziale, 1970, arch. Arrigo Rudi, Fumane.
Abitazione, 44. edificio residenziale, anni ‘70, arch. Arrigo Rudi, Santa Maria in Stelle Chiesa di San Benedetto, 45. edificio per il culto, 1970, Rinal do Olivieri, Via Marsala 56/a, Verona.
Casa laboratorio, 46. edificio residenziale, 1972 1974, arch. Arrigo Rudi, Sommacampagna.
Villa con annessi, 47. edificio residenziale, 1972 1977, arch. Arrigo Rudi, Marano
Magazzino della Biblioteca Civica, 48. edificio culturale,
181
1973, Pier Luigi Nervi, Via Cappello, 43/a, Verona.
Banca Popolare di Verona. 49. edificio pubblico, 1973 1985, Carlo Scarpa, Arrigo Rudi, Valter Rossetto, Piazza Nogara, 2, Verona.
Casa Ottolenghi, 50. villa unifamiliare, 1974 1979, Carlo Scar pa, Tommasi, Maschietto, Pietropoli, via Carlo Scarpa, Bardo lino.
Municipio, 51. edificio pubblico, 1976, Rinaldo Olivieri, Tre venzuolo.
Museo Lapidario, 52. museo, 1976-1982, arch. Arrigo Rudi, Piazza Brà, Verona.
Scuola Elementare Terranegra, 53. edificio scolastico, 1978 1981, Eugenio Gentili Tedeschi, Via Terranegra, frazione Ter ranegra, Legnago.
Casa per appartamenti, 54. edificio pubblico, 1978-1979, arch. Arrigo Rudi, Piazza Cittadella, Verona.
Teatro Comploy, 55. edificio per lo spettacolo, 1982, Rinaldo Olivieri, Via Canterane, Verona.
Casa per appartamenti, 56. edificio residenziale, 1983, arch. Arrigo Rudi, Via Vicenti, Verona.
Casa per appartamenti, 57. edificio residenziale, 1985-1987, arch. Arrigo Rudi, Ponte Pietra, Verona.
Edificio Direzionale, 58. edificio direzionale, Via Antonio Lo catelli, Verona.
Archivio di Stato, 59. edificio per uffici, Via del Pontiere, Ve rona.
Stazione di Servizio I, 60. stazione di servizio, Via Francesco Torbido, Verona.
Stazione di Servizio II, 61. stazione di servizio, Via Francesco Torbido, Verona.
Manifattura tabacchi, 62. edificio per uffici, Nervi, Strada re gionale della Cisa, Verona.
Edificio direzionale, 63. edificio per uffici, Via Venezia, Ve rona.
Caserma dei Carabinieri, 64. edificio pubblico: caserma, Via San Zeno, Cerea..
Monumento ai Caduti, 65. monumento, Piazza San Martino 2, Legnago.
Monumento ai Caduti, 66. monumento, Piazza Sommariva, Cerea
Casa per appartamenti, 67. edificio residenziale, Corso Porta Nuova angolo via della Valverde, Verona.
Casa per appartamenti, 68. edificio direzionale, Vai IV No vembre 3-5, Verona.
Ex Ispettorato del lavoro, 69. edificio pubblico, Via IV Novem bre 7, Verona.
Casa per anziani, 70. asilo nido, arch. Arrigo Rudi, Via Nicola Mazza, Verona.
Villa (Tiberghien), 71. edificio residenziale, via Unità d’Italia 21, Verona.
Casa per appartamenti, 72. edificio residenziale, arch. Ban terle, Lungadige Riva Battello, Verona.
BNL, 73. edificio direzionale, 1938, Ettore Fagiuoli, Via Mazzi ni, Verona.
INAIL, 74. complesso residenziale, Corso Cavour, Verona.
Questura, 75. edificio pubblico, Rinaldo Olivieri, Verona.
Ex Casa del Fascio, 76. edificio pubblico, Lungadige Attira glio, Parona, Verona.
Casa per appartamenti, 77. edificio residenziale, Via IV No vembre - angolo Via Isonzo, Verona.
Casa per appartamenti, 78. edificio residenziale, Lungadige Riva Battello - angolo Via Garibaldi, Verona.
Edificio residenziale, 79. edificio residenziale, Piazza Citta della, Verona.
Edificio direzionale, 80. edificio direzionale, Via Caserma Ospital Vecchio, Verona.
Edificio direzionale, 81. edificio direzionale, Via Venezia, Ve rona.
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Provincia di Vicenza
Sacrario del Monte Grappa, 1. monumento funebre, Giovan ni Greppi, 1934, Cima Grappa, Crespano del Grappa Monumento a Roberto Sarfatti, 2. monumento funebre, Giu seppe Terragni, 1935, Col d’Eche, Contrada Sasso, Asiago Stazione di Servizio, 3. stazione di servizio, Giuseppe Falavi gna, 1951, Viale della Pace, Vicenza.
Stabilimento Produttivo Ceccato, 4. edificio per l’industria, Guido Spellanzon, 1952, Viale Milano, Alte di Montecchio Mag giore.
Casa Gasparotto, 5. casa unifamiliare, Fancesco Bonfanti, 1952, Via Jacopo da Ponte, Bassano del Grappa.
Città Sociale, 6. complesso residenziale polifunzionale, Fran cesco Bonfanti Studio Zardini Bonfanti, 1929 1946, Via Lungo Agno A. Manzoni, Piazza S. Gaetano, Via G. Carducci, Piazza Cavour e dintorni, Valdagno.
Comando federale della G.I.L., ora complesso universi 7. tario, edificio per l’istruzione, Francesco Mansutti, Gino Mioz zo, 1934 1936, Contrà della Piarda, Vicenza.
Osservatorio astronomico di Asiago, 8. edificio per l’istru zione, Daniele Calabi, 1935 1938, Via dell’Osservatorio 8, Asiago.
Società idroelettrica Valbrenta, attuale sede ENEL, 9. edi ficio pubblico, Fancesco Bonfanti, 1935 1939 ampliamento 1956, Viale Venezia, Bassano del Grappa.
Chiesa di S. Antonio Abate, 10. edificio per il culto, Giuseppe Vaccaro, 1950 1952, Piazza Dolomiti, Recoaro Terme.
Casa della Madre e del Fanciullo, 11. edificio per l’istruzione, Guido Spellanzon, 1954 1956, Contrà della Piarda, Vicenza.
Quartiere CPE, 12. complesso residenziale, Gardella Ignazio, Castelli Ferrieri Anna, Marconi Plinio, Pastor Valeriano, 19561967, Via Brigata Toscana, Via Buozzi, Via Brigata Regina, Via Grandi, Via Toniolo, Via Brigata Liguria Villaggio del Sole, Vicenza.
Edificio Ina Casa, 13. edificio residenziale, Ortolani Sergio Panciera Tullio, Ferreri Gino, Todesco Renzo, Grazioli Paolo, 1957 1959, Viale del Sole, Vicenza.
Edificio Residenziale Commerciale, 14. edificio per uffici e residenze, Ivo Ivanissevich, 1960 1961, Via Bellavitis, Bassano del Grappa.
Cinema Teatro Verdi, 15. edificio per lo spettacolo, Quirino De Giorgio, 1961 1963, Via Generale Maglietta 1, Breganze.
Cinema Mantegna, 16. edificio per lo spettacolo, Quirino De
Giorgio, 1963 1964 ristrutturazione 1983 1986, Piazza 29 Apri le, Camisano Vicentino.
Casa di campagna con Osservatorio, 17. casa unifamiliare, Sergio Cattaneo Antonio, 1964 1965, Stroso dei Rocoli, contra da Montalbieri di Castelvecchio Altissimo, Castelvecchio.
Casa studio Fornasieri, 18. casa unifamiliare, Luigi Fornasie ri, Beltrame Pomè, 1966 1967, Via X Giugno 191, Vicenza.
Chiesa di San Giovanni Battista, 19. edificio per il culto, Gio vanni Michelucci, Aldo Pasquinucci, 1966 1981, Via delle Lob bie, Vicenza.
Villaggio Giardino: Casa della Comunità, Scuola Pel 20. lizzari, edificio pubblico, Giovanni Michelucci, 1968 1981, via delle Lobbie, Arzignano.
Palazzetto dello Sport, 21. attrezzatura sportiva, Giuseppe Davanzo, 1969 1972, Viale Ferrarin 56, Vicenza.
Casa ad appartamento Borgo, 22. edificio residenziale, Carlo Scarpa. Francesco Guiotto, 1973 1979, Contrà del Quartiere, Vicenza.
Azienda ULS6, 23. Struttura Ospedaliera, Via IV Novembre 44-48, Vicenza.
Scuola magistrale statale “don G. Fogazzaro”, 24. Edificio per l’istruzione, Contrà dei Burci 19-23, Vicenza.
Poste e telecomunicazioni, 25. Edificio direzionale e per uffi ci, Piazza Giuseppe Garibaldi, Vicenza.
Edificio direzionale in viale Roma, 26. Edificio per uffici, Via le Roma 4-10, Vicenza.
Sede Municipale, 27. Edificio per uffici, Corso Andrea Palladio 98, Vicenza.
Edificio Contrà San Pietro, 28. Edificio direzionale e per resi denza, Contrà San Pietro 2-8, Vicenza.
Edificio Contrà dei Prati, 29. Edificio residenziale, Contrà Oratorio dei Prati, Vicenza.
Studio notarile in Stradella Santi Apostoli, 30. Edificio per uffici, Stradella Santi Apostoli 8, Vicenza.
Ostello “Olimpico”, 31. Attrezzatura ricettiva, Incrocio tra via le Antonio Giuriolo e Levà degli Angeli, Vicenza.
Scuola primaria “Vittorino da Feltre”, 32. Edificio per l’istru zione, Contrà dei Burci 20, Vicenza.
Cinema Corso, 33. Edificio per lo spettacolo, Corso Antonio Fogazzaro 31, Vicenza.
Caffè Moresco, 34. Edificio commerciale, Viale Roma 9-11, Vicenza.
Bar Caffetteria, 35. Edificio per il commercio, Viale Antonio Giuriolo 13, Vicenza.
Chiesa parrocchiale S. Carlo al villaggio del Sole, 36. Edifi cio per il culto, Via Colombo 45, Vicenza.
Stazione FTV, 37. stazione, Via Trozi, Montecchio Maggiore Poggio Miravalle, 38. Via Miravalle, Valdagno.
Villa Serena e Parco, 39. villa singola, Piazza Dante, Valda gno.
Casa del Fascio, 40. edificio pubblico, Piazza Dante, Valda gno.
Stazione FTV, 41. stazione, Viale Trento, Valdagno.
Casa “Verde”, 42. Viale Trento, angolo Salita Dante, Valda gno.
Albergo Colonia, 43. struttura ricettiva, Francesco Bonfanti, Montalbieri, Castelvecchio.
Hotel “La Villa” (ex Colonia), 44. struttura ricettiva, San Qui rico, lungo la SP246.
Centrale Elettrica, Lanificio Marzotto, 45. centrale elettrica, Lanificio Marzotto, lungo la SP246
Stabilimento Marzotto, 46. edificio produttivo, Maglio di So pra
Villa Marzotto, 47. villa singola, ora struttura ospedaliera, Via Gaetano Marzotto, Valdagno.
Gruppo di Ville per Dirigenti Marzotto, 48. ville singole, Largo S. Margherita, Vicolo Manerbio, Vicolo Brugherio, Valdagno.
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prologo 140
titolo I 143 disposizioni generali
ARTICOLO 1 - Finalità 143
ARTICOLO 2 - Elaborati del PTRC 143
ARTICOLO 3 - Contenuti prevalenti 143
ARTICOLO 4 - Effetti del PTRC e rapporti con gli altri strumenti di pianificazione 143
ARTICOLO 5 - Progetti strategici 143
ARTICOLO 6 - Monitoraggio 144
titolo II 145 uso del suolo
CAPO I 145
Sistema del territorio rurale
ARTICOLO 7 - Aree rurali 145
ARTICOLO 8 - Aree di agricoltura periurbana 145
ARTICOLO 9 - Aree agropolitane 146
ARTICOLO 10 - Aree ad elevata utilizzazione agricola 146
ARTICOLO 11 - Aree di agricoltura mista a naturalità diffusa 146 CAPO II 146
Sistema del suolo agroforestale
ARTICOLO 12 - Foreste e spazi aperti ad alto valore naturalistico 146
ARTICOLO 13 - Valorizzazione in zona montana dei pascoli, prati, praterie storiche ed ex coltivi 147
ARTICOLO 14 - Prati stabili 147 CAPO III 147 Sistema estrattivo
ARTICOLO 15 - Risorse minerarie – cave e miniere 147 CAPO IV 147
Sistema delle acque
ARTICOLO 16 - Risorse idriche 147
ARTICOLO 17 - Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto (MOSAV) 147
ARTICOLO 18 - Risorse idro-termo-minerali 147 CAPO V 148
Sistema delle aree di tutela e vincolo
ARTICOLO 19 - Aree sottoposte a vincolo idrogeologico 148
ARTICOLO 20 - Sicurezza idraulica 148
ARTICOLO 21 - Sicurezza geologica 148
ARTICOLO 22 - Aree a rischio di subsidenza 148
ARTICOLO 23 - Rischio sismico 148 titolo III 149 biodiversità CAPO I 149 Sistema della rete ecologica
ARTICOLO 24 - Rete ecologica regionale 149
ARTICOLO 25 - Corridoi ecologici 149
ARTICOLO 26 - Cavità naturali 149 titolo IV 151 energia e ambiente
CAPO I 151 Energia
ARTICOLO 27 - Riqualificazione energetica dei sistemi urbani 151
ARTICOLO 28 - Localizzazione degli impianti di produzione di energia termoelettrica 151
ARTICOLO 29 - Sviluppo delle fonti rinnovabili 151
ARTICOLO 30 - Localizzazione degli impianti fotovoltaici al suolo 151
ARTICOLO 31 - Salvaguardia dall’esposizione a radiazioni ionizzanti 151
ARTICOLO 32 - Reti elettriche 152
CAPO II 152
Ambiente
ARTICOLO 33 - Ubicazione degli impianti 152
ARTICOLO 34 - Compensazione ambientale 152
CAPO III 152
Protezione civile
ARTICOLO 35 - Edifici strategici ed aree di emergenza per la protezione civile 152
titolo V 153
mobilità
ARTICOLO 36 - Sistemi di trasporto 153
ARTICOLO 37 - Impianti a fune ed aree sciabili 153
ARTICOLO 38 - Aree afferenti agli accessi alla rete primaria e alle stazioni SFMR 153
ARTICOLO 39 - Ambito portuale veneziano 153
ARTICOLO 40 - Cittadelle aeroportuali 153
ARTICOLO 41 - Connessioni della logistica 154
ARTICOLO 42 - Mobilità lenta 154
titolo VI 155
sviluppo economico produttivo
CAPO I 155 Sistema produttivo
ARTICOLO 43 - Sistemi produttivi di rango regionale 155
ARTICOLO 44 - Eccellenze produttive 156
ARTICOLO 45 - Criteri per l’individuazione delle aree per insediamenti industriali e artigianali e degli insediamenti turistico ricettivi 156
CAPO II 156
Commercio
ARTICOLO 46 - Grandi strutture di vendita 156
ARTICOLO 47 - Commercio nei centri storici ed urbani 156
ARTICOLO 48 - Commercio nei comuni montani 157
titolo VII 158 sviluppo economico
turistico
ARTICOLO 49 - Sistema delle politiche per il turismo 158
ARTICOLO 50 - Turismo delle Eccellenze culturali e religiose 158
ARTICOLO 51 - Turismo montano 158
ARTICOLO 52 - Turismo termale 158
ARTICOLO 53 - Turismo marino e lacuale 159
ARTICOLO 54 - Attività diportistica 159
ARTICOLO 55 - Turismo naturalistico 159
ARTICOLO 56 - Turismo emergente 159 titolo VIII 160 crescita sociale e culturale
ARTICOLO 57 - Beni storico - culturali 160
ARTICOLO 58 - Subaree provinciali e comunali 160
ARTICOLO 59 - Siti UNESCO 161
ARTICOLO 60 - Sistemi culturali territoriali 161
ARTICOLO 61 - Parchi culturali 161
ARTICOLO 62 - Progetto Architettura del Novecento nel Veneto 161 titolo IX 163 montagna del veneto
ARTICOLO 63 - Sistema delle politiche di coordinamento 163
ARTICOLO 64 - Territori Montani 163
ARTICOLO 65 - Terre di uso civico e proprietà collettive 164 titolo X 165 città, motore di futuro
ARTICOLO 66 - Il sistema di città 165
ARTICOLO 67 - Azioni sulla città 165
ARTICOLO 68 - Riordino del sistema insediativo e criteri di progettazione 166
ARTICOLO 69 - Le Città Medie 166
ARTICOLO 70 - Le città costiere 166 titolo XI 167 atlante ricognitivo del paesaggio
ARTICOLO 71 - Ambiti di Paesaggio - Atlante ricognitivo 167 titolo XII 168 norme transitorie e finali
ARTICOLO 72 - Norme transitorie 168
ARTICOLO 73 - Efficacia del PTRC 168
Allegato A alle Norme Tecniche del PTRC 170 Primo Elenco provinciale delle Architetture del Novecento nel Veneto
REGIONE DEL VENETO
Assessorato alle Politiche per il Territorio
Segreteria Regionale Ambiente e Territorio Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi www.ptrc.it ilnuovoptrc@regione.veneto.it
Finito di stampare per conto della Regione del Veneto il 15 giugno 2009 nello stabilimento di Grafiche Scarpis - Conegliano