"Impreparati (titolo provvisorio)"

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Impreparati

(titolo provvisorio)

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Impreparati

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Accademia di Belle Arti di Urbino scuola di Scenografia TeatrOltre 2018 Appunti per uno spettacolo a quaranta anni dalla scomparsa di Aldo Moro liberamente ispirato da “L’affaire Moro” di Leonardo Sciascia di Rossano Baronciani Francesco Calcagnini Davide Riboli

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musiche originali “Sedutica spiritica” musica: Mario Mariani testo: Sante Maurizi “Passami Aldo” musica: Vittorio Ondedei coordinamento di produzione Aldo Bernardini Enrico Castellucci Marcella Fiordegiglio Maria Antonia Galeone

progetto scene, costumi, luci e video scuola di Scenografia 2016-18

con Fabrizio Bartolucci Ottavia Catenacci Giuseppe Esposto Sandro Fabiani Francesca Gabucci Monica Miniucchi Alberto Pancrazi Claudio Tombini Sofia Vernaleone voci registrate Lucia Ferrati Matteo Giardini Lyu Yanrong Sam WenYue Zhang

elaborazione costumi Alexa D’Arrezzo Marcella Fiordegiglio Federica Foglia Simone Gelsomino Giulia Risaliti buffetteria e accessori Federica Foglia Chiara Lavana attrezzeria Ottavia Catenacci Elena Cerreti Giulia Fringuelli Beatrice Leo Marco Mauri Nicole Riccioni Laura Sigismondi Cao Xueying

disegno luci Emiliano Pascucci assistenti scenografi Jurgen Koci Lorenzo Trucco si ringrazia per il prestito di elementi scenografici e costumi Associazione Arena Sferisterio Fondazione Rete Lirica delle Marche Rossini Opera Festival

maschere e sculture di scena Caterina Giardini Beatrice Leo Nicola Scaringella Alice Di Stefano Alessandro Scudella Francesca Vagnozzi in collaborazione con Adriana Renzi

registrazioni a cura di Mario Mariani Studiochez/

laboratorio costruzioni Massimiliano Battista Davide Frati Marco Mauri Simone Moroni Lorenzo Rossi

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progetto audio e video Noemi Betti Sara Gissi Alba Nannini Sara Roda Erika Rosi Mariarosa Saponaro in collaborazione con Filippo Pirrello suggeritori occulti Maria Paola Benedetti Carla Di Carlo Valerio Corzani Giorgio Donini Francesca Gabucci Sante Maurizi Mirco De Nicolo’ Noa Pane Andrea Solomita Luca Vannoni Documentazione fotografica Caterina Giardini Alba Nannini Noemi La Pera ISIA Urbino


ringraziamenti Aurelia D’Alessandro Giulia Astolfi Rubens Bertini Mattia Bonomi Nicoletta Cantasale Cheng Chen Biblioteca Federiciana Fano Centrogomme Fermignano Elia ChiarucciFabiola Fidanza Federpneus Drive Urbino ISIA Urbino Jessica Fuina Giulia Maione Mattia Michetti Nardo Eleonora parrocchia san Cesario Fano parrocchia san Francesco Urbino Teresa Rugiada Pastore Pro Loco Carpegna Giuliana Rinoldo Nyke Sama Monica Scaloni Giulia Schiavone Federica Serra Giada Tonioni Yuwen Zhou per l’utilizzo di “New Morning Star” (video 2010) Massimo Vitangeli

Docenti che hanno aderito al progetto

Accademia di Belle Arti di Urbino

Consiglio di amministrazione

Presidente Giorgio Londei

Presidente Giorgio Londei

Direttore Umberto Palestini

Direttore Umberto Palestini

Claudio Magrin Scenografia

Direttore del Dipartimento di progettazione e arti applicate Emanuele Bertoni

Consiglieri Andrea Balducci Sebastiano Guerrera

Paola Mariani Costume per lo spettacolo

Uffici

Adele Cappelli Pedagogia e didattica dell’arte Francesco Lozzi Tecniche di modellazione digitale

Consiglio accademico

Franco Marri Illuminotecnica

Direttore amministrativo Mariagrazia D’Amico

Giuseppe Mascia Modellistica

Direttore di ragioneria Enrico Castellucci

Rinaldo Rinaldi Laboratorio di pittura

Segreteria del personale Antonio Pruscini

Rosaria Tartaglia Scenotecnica

Segreteria di direzione Maria Antonia Galeone

Michele Taurozzi Disegno tecnico e progettuale

Segreteria didattica Roberta Mori Carla Passacantando

Roberto Vecchiarelli Storia dello spettacolo

Ufficio protocollo Antonio Curcetti

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Umberto Palestini Francesco Calcagnini Luigi Carboni Giuseppe Mascia Mattia Pedrazzoli Giovanna Salis Giovanni Sartore Teresa Sorgente


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La storia e l’immaginario Rossano Baronciani

Non illudiamoci, se provassimo a chiedere tra la gente chi fu Aldo Moro, quale fu la sua vicenda e il suo ruolo nella storia d’Italia, fino al rapimento e alla sua uccisione il 9 maggio 1978 da parte delle Brigate Rosse, avremmo un esito sconfortante. Pochissime persone riuscirebbero a dire qualche parola in merito, mentre la maggior parte degli intervistati cadrebbe letteralmente dalle nuvole e purtroppo i piu’ ignari sarebbero proprio i piùu’ giovani. Eppure quegli anni e quell’avvenimento in particolare segnarono un punto di non ritorno nella storia del nostro Paese: venne chiusa la strada del cosiddetto compromesso storico e allontanata definitivamente l’idea che si potesse realizzare una democrazia compiuta attraverso l’alternanza al potere. Dopo Moro l’Italia fu condannata all’immobilismo politico dei vari pentapartiti, e scelse di abbracciare allegramente un finto benessere fatto di spese scellerate, debito pubblico e corruzione dilagante. La nave Italia dei discorsi di Craxi di certo procedette spedita, ma verso una deriva finanziaria, economica ed etica, a gonfie vele verso il dissesto a ritmo dei vari Fantastico, Sbirulini e balli del qua qua. Raccontare quei 55 giorni del sequestro, della prigionia e dell’uccisione di Aldo Moro e’ stato sentito per la nostra scuola di Scenografia, prima di ogni altra cosa, quasi come un dovere, perche’é il lavoro in aula-teatro non consiste solamente nel realizzare un’opera teatrale in tutta la sua affascinante complessita’. Una scuola deve sempre riflettere, studiare e discutere intorno al senso e all’attualitàa’ dei contenuti storici, filosofici e letterari declinati nelle forme artistiche, perchée’ non c’e’ cosa piùu’ concreta per la memoria e per la nostra identitàa’ individuale e collettiva che il ripensare e rielaborare, ripercorrendo sentieri battuti da altri prima di noi e tracciando fili rossi scena dopo scena; in un mondo che cerca continuamente l’utile, la nostra scuola rivendica con orgoglio il diritto-dovere di abitare e di muoversi dentro l’immaginario. Se e’ vero che la memoria non risiede piùu’ nelle sculture e nelle architetture celebrative, i busti di uomini illustri non ci esortano piu’ a egregie cose, i cimiteri monumentali si sono ormai trasformati in condomini con annessi ascensori, allora diventa necessario ripensare i luoghi, le forme e gli strumenti della memoria. Ricordare èe’ questione complessa eppure essenziale, poiche’ e’ nella memoria che ridefiniamo la nostra identita’ e ricollochiamo la misura degli ideali e dei valori che disegnano il nostro futuro e legano lo stare insieme di un’intera societa’.

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Disco bambina Francesco Calcagnini

“Zu Hilfe! zu Hilfe! sonst bin ich verloren” cosìi’ ha inizio “ Die Zauberflote” di Mozart, ultimo spettacolo che ha visto la scuola impegnata a calcare le scene dei teatri della Rete Lirica delle Marche, “Aiuto! aiuto! o io sarò perduto” insiste come tema sottinteso nei preparativi di quest’ultimo lavoro che s’approssima al debutto. Leonardo Sciascia scrive “L’affaire Moro” nel 1978 e ricostruisce sulla base di pochi documenti a disposizione una intelaiatura di pensieri, di correlazioni, di fatti per provare a capire l’accadimento. Uno speciale pudore ci ha attraversato nello studiare questo lavoro assieme a studenti che all’epoca dei fatti non erano nemmeno nati. Dopo tanto Singspiel e relativo corredo di serpenti e regine della notte, studiare queste pagine serviva da contrappasso: (anche) passo di danza col quale due ballerini, dopo essersi allontanati, s’incontrano di nuovo. Zu Hilfe! Sciascia apparecchia la tavola con questa affermazione: L’impressione che tutto nell’affaire Moro accada, per cosi’ì dire, in letteratura, viene principalmente da quella specie di fuga dei fatti, da quell’astrarsi dei fatti – nel momento stesso in cui accadono e ancora di piùu’ contemplandoli poi nel loro insieme – in una dimensione di consequenzialità immaginativa o fantastica indefettibile e da cui ridonda una costante, tenace ambiguita’à. Tanta perfezione puòo’ essere dell’immaginazione, della fantasia; non della realta’à. La tragedia avrebbe dovuto essere un momento della nostra coscienza comune, e non lo e’ èstato. Questa vocazione all’inerzia e’ ècome un vento sottile che imprime a qualsiasi barchetta un’unica deriva. “[…...] Anche la Speme, Ultima Dea, fugge i sepolcri; e involve Tutte cose l’obblio nella sua notte” Riaprire queste pagine piene di omissis collettivi significa girare a vuoto. Non stupiamoci che ogni forma di memoria lentamente evapori da noi, e che ogni forma di giudizio rimanga appesa in un vuoto a perdere. Non riguarda la crisi di questo tempo nostro, appartiene alla conformazione morbida della geografia delle nostre abitudini. La verita’à, il giudizio della storia a cui si affida la famiglia chiusa in silenzio il giorno del funerale privato di Aldo Moro e’ ancora un archivio complesso di milioni di documenti e chissa’ quale sintesi sara’ mai possibile trarre da questo esubero. Il teatro e’ un luogo dove la realta’ si maschera. Per evitare l’equivoco abbiamo provato a spostare l’asse della tragedia e cantare non le vittime di questo episodio orribile della nostra storia, ma soprattutto quella sospensione della credulita’ che ha permesso a noi, come cittadini di uno Stato, di accettare la fuga dai fatti che giustifica e santifica, finanche glorifica la nostra inadeguatezza. Un piccolissimo melo’ Superfantastico di: sparatorie impossibili, sedute spiritiche, laghetti ghiacciati, di giocatori stanchi. Unica dimensione bambina che ci fa vivere. 9


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Gran Varieta’à del Nulla Davide Riboli

Le BR…... Sono state le BR...… No, le BR no. Non avevano i mezzi, l’addestramento... gli americani piuttosto... i servizi segreti...… Sono stati i russi, gli israeliani... Andreotti, Kissinger, Cossiga... E’ stata la Mafia...… - Vaticano…... Pover’uomo…... E’ Stato, ad libitum. Di anni ne son passati quaranta e le parole di cui si compone lo gnommero di quel brutto affare che fu l’assassinio di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta non smettono di torcersi tra il luogo comune e il non luogo a procedere. Popolano un infinito numero di pagine redatte da radio, stampa, televisione, ciclostili parrocchiali e proletari, vignettisti satirici, medium spiritisti, commissioni parlamentari, rapporti riservati, nette smentite e doverose rettifiche: il copione colossale di una delle piu’ formidabili (nell’etimo: assai temibile, spaventosa) rappresentazioni di Stato mai allestite in Italia. Quarant’anni e di sicuro abbiamo solo i morti. Tutto il resto e’ un immenso flusso di immagini, parole e suoni che inscena lo spettacolo sociale della contemporaneita’: la realta’ sorge dallo spettacolo e solo lo spettacolo e’ il reale. Viso emaciato, camicia aperta, corpo raggomitolato non sono piu’ immagini di un dirigente democristiano favorevole al compromesso storico e al patto segreto tra Italia e Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, rapito e ucciso da compagni che sbagliano. Glorificate nello Spettacolo di Stato diventano icone del sacrificio. Agnello di Stato o capro espiatorio, i peccati del mondo restano dove sono. Nel mondo falsamente rovesciato, il vero non e’ altro che un momento del falso. La catarsi che dovrebbe compiere il tragico finisce con l’inzaccherarsi nella farsa di chi vuol procedere per Gradoli. Una commedia degli equivoci all’antica italiana, una gran sarabanda d’esecutori, trame e mandanti. Una ridda di voci separate dai corpi d’una pantomima. pantomima (pop. pantomina) s. f. [dal fr. pantomime (s. f.), diversificatosi nel genere da pantomime (s. m.) pantomimo», che è dal lat. pantomimus]. -1. Rappresentazione scenica muta (…...) 2. In senso fig., (...) esibizione falsa, teatrale, con la quale si vuole convincere, impietosire o commuovere, simulando una situazione non vera o sentimenti non provati: smettila con questa p., la tua e’ tutta una finzione! Vocabolario Treccani La Storia e’ Spettacolo della Storia. Lo Stato e’ Spettacolo di Stato. Lo Spettacolo intrattiene, informa, interpreta, rappresenta, governa e culla. Per chi fatica a prender sonno rimane un luogo dove non s’intrattiene, non s’informa, non s’interpreta, non si rappresenta e non si governa: il Teatro (che per fortuna, allo Stato interessa pochissimo). A quarant’anni dalla morte di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, la scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino elabora la propria inquietudine sul gran varieta’ che si sovrappone all’inconoscibile realta’ di questa tragedia. 11


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(titolo provvisorio) Foto di Caterina Giardini Noemi La Pera Francesco Secchi

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ph. Francesco Secchi

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ph. Noemi La Pera

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ph. Noemi La Pera

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ph. Caterina Giardini

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ph. Francesco Secchi

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ph. Caterina Giardini

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ph. Francesco Secchi

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ph. Francesco Secchi

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ph. Noemi La Pera

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ph. Noemi La Pera

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ph. Francesco Secchi

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ph. Sam WenYue Zhang

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ph. Noemi La Pera

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