Gli studenti del biennio della scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino stanno lavorando allo studio della messa in scena del romanzo di Fleur Jaeggy I beati anni del castigo. L’opera descrive la vita in un collegio sulle colline dell’Appenzell. Cosa succede in questo collegio? Nulla o quasi e l’autrice sembra scrivere per nascondere, invitandoci a scoprire cosa. Il lavoro di studio è stato svolto dentro un Accademia di Belle arti e, con una sovrabbondanza di pensiero visivo, si sono restituite immagini e figure nell’esercizio di ricomporre e contraffare luoghi, identità e spazi. Qualità operativa che automaticamente trasferisce, oltre l’intuizione ed il riferimento che si vuole esatto, anche dettagli non richiesti che invadono l’ordine sintetico costituito dal racconto, disponendo una corrispondenza anche negli scaffali del vuoto. L’aspetto enigmatico del racconto, la mancanza totale di una scadenza e di un committente hanno portato il nostro studio a doppiare più volte la soluzione senza arrivare mai a comprendere per quale motivo sia così intrigante perdersi, attraverso il maledetto gioco delle associazioni, nei meandri del Bausler Institut. Probabilmente l’idea di collegio che ospita questa storia è diventato il vero soggetto di questo studio: un contenitore che per un periodo accoglie i contrasti e i destini di questa umanità, tra normalità e orrore. Dentro i confini delle regole quasi pittoresche un mondo intero gioca a nascondino. XX è la voce narrante del romanzo. Chi è? Quanti anni ha? Crediamo all’età anagrafica che possiamo anche dedurre? Crediamo invece all’età della scrittrice artefice, di una raffinatissima odissea in cui (come ne scrive Mario Soldati in un giudizio entusiasta e lapidario per il premio Bagutta) il linguaggio non dà vita ai sogni, ma li uccide, li mortifica. Tra chi scrive e chi legge c’è questo rito da dividere. La settimana scorsa in Accademia, sfidando un rigurgito d’inverno, si sono aperte tutte le aule della scuola e tutti i laboratori per l’open day. Non abbiamo ancora preso alcuna decisione pratica sugli elementi che determineranno la scena del Bausler Institut ma volevamo cogliere l’occasione per mostrare qualcosa. Abbiamo dunque svuotato tutta l’aula e lasciato in bella vista quegli elementi che sono stati costruiti e realizzati per prova. Tre schermi di vetro, 679 buste di cellophane con dentro dell’acqua, due modellini di edificio, un video che raccoglie alcune suggestioni, una bambolina di filo di ferro e un bosco anche questo fatto con il fil di ferro. Con un po’ di pazienza queste cose hanno trovato una loro posizione nel vuoto. È da ottobre che lavoriamo su questo spettacolo ancora lontano. Sono state molte le cose che ci sembravano indispensabili e che abbiamo reclamato, indagato ed abbandonato. Quelle che sono sopravvissute alla sottrazione erano lì impaginate da un filo di luce di due proiettori teatrali del secolo scorso. Siamo stati per tre giorni in aula e questa installazione provvisoria e d’occasione raccontava il lavoro molto di più di quello che avremmo potuto immaginare, regalandoci una sottile inquietudine e una segreta soddisfazione. Impressionati dalla scrittura della Jaeggy c’eravamo posti lo scrupolo quasi impossibile di copiarle la calligrafia, la geometria armonica con cui impagina e cela quello che afferma e nega attraverso innumerevoli passaggi di significati, cose note, punti di riferimento. Questa verifica incerta ha compromesso qualche dubbio e ha fatto apparire qualcosa di appena percettibile che ha una componente affettiva e sensibile, che permea e rilascia armonici e silenzi sgradevoli che passano per simpatia dalle cose agli stati d’animo. Dentro queste nuove tessiture di oggetti, di presenze e di cose è emersa una partitura che aspetta interpreti perseveranti, gentili e crudeli che con oggettività definiscano le cose e le parole e lo spazio vuoto.
Un progetto della scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino Lucia Bramati, Daniela Ciaparrone Francesca Di Serio, Gidiucci Virginia, Jurgen Koci, Lucia Petroni, Federica Torroni, Irene Trenta, Sofia Rossi, Sofia Vernaleone, Federica Bellazzecca Maria Chiara Torcolacci Mattia Bonomi, Jessica Fuina, Irene Furlan, Alessandra Romagnoli, Francesco Zanuccoli, Marcella Fiordegiglio, Federica Foglia, Sarah Menichini