A C
C
A
D
E
M
I
A
D
REGIA Francesco Calcagnini
I
B
E
L
L
E
A
R T
I
D
I
U
R
B
I
N
O
SCENOGRAFIA Scuola di Scenografia
I
L
F
L
A U W. A .
T O
M
M O Z A R T
A G
I
C O
SCUOLA DI SCENOGRAFIA ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO
IL FLAUTO MAGICO
introduzione al progetto
Abbiamo ricevuto dalla Rete Lirica delle Marche il
dono di dover realizzare Il Flauto magico di Mozart. Dono prezioso, complesso, da toccare con la punta delle dita per non rimanere scottati. Il Flauto, K 620, è un’opera in due atti composta nel 1791 da Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Emanuel Schikaneder, è una favola buffa fatta di parlato e di canto, e dipana culti esoterici e ardimentose iniziazioni fra magia e fede in salsa massonica. Ciò nonostante l’opera, messa in scena il 30 settembre del 1791 in un teatro di periferia, in un tripudio musicale e di marchingegni scenotecnici e altre buffonerie, fu un successo strepitoso meravigliosamente popolare per grandi e piccini. Duecentoventicinque anni dopo la messa in scena, quello che era popolare oggi è diversamente popolare e l’opera appare come un enorme pastiche sublimato da Mozart che sembra trascrive per sempre l’armonia dell’universo intero. Certamente ci sono serpenti, uccellini e uccellatori, ma alla stima la favola e il favoloso e l’esoterico dovrebbero essere drogati per ritornar similarmente popolari. L’opera ci è apparsa fin da subito uno speciale racconto di formazione e lo spazio della scena pensato e interpretato come una wunderkammer pedagogica. Una camera oscura in cui si rivela l’immagine di un rito di passaggio. Il nero è il colore di questa stanza, di ombre e luci. Dove la luce riesce ad abbagliare solo il contorno dell’azione lasciando in un mistero preoccupante tutto quello che non è in luce. Non ci siamo posti il problema di schiacciare l’opera dentro le coordinate della nostra contemporaneità e non ci siamo posti, nemmeno per un attimo, il problema nella restituzione visiva delle coordinate filologiche del 1791. Come in una favola
abbiamo sviscerato gli accadimenti, cercandone paura e dolcezza che incredibilmente la musica trattiene ed emana senza mai scostare la barra da questa rotta. Lavoro di sintesi molto acceso, attraverso un sistema empirico di segni e disegni, modelli che cercano la forma esatta per interpretare la figurazione di questo Flauto magico. Sintesi complesse che organizzano a loro volta altre suggestioni e altre sintesi, visto che lo scenografo di quest’opera è un soggetto collettivo di studenti, un assembramento di volontà che non è sempre naturale che si corrispondano. Lo spettacolo è stato progettato con il contributo di ogni sollecitazione che marcasse un distinguo utile a quanto deciso, ed ogni idea è stata valutata e perfezionata nella piena consapevolezza dell’economia messa in moto dalla Rete Lirica delle Marche, coscienti che il problema del quanto costa non dovesse essere un vincolo ma solo un escamotage per trovare una soluzione migliore.
DIE ZAUBERFLÖTE
Lichter her!
W I R WA N D E L N WA N D E LT D U R C H D E S T O N E S M A C H T F RO H D U RC H DE S TO DE S D Ü ST R E N AC H T. GRAZIE ALLA POTENZA DELLA MUSICA C A M M I N I A M O L I E T I AT T R AV E R S O L' O S C U R A N O T T E D E L L A M O R T E .
I
l 29 settembre 1791, Wolfgang Amadeus Mozart annotò su uno dei propri registri il raggiunto compimento di Zauberflöte (Flauto Magico), opera in due atti su libretto di Emanuel Schikaneder. Il giorno seguente ebbe luogo la prima rappresentazione assoluta al Theater auf der Wieden di Vienna, di proprietà di Schikaneder stesso che interpretò anche il ruolo di Papageno con la direzione musicale del compositore. Non sappiamo molto dell’allestimento scenico che presumiamo realizzato dagli stessi Schikaneder e Mozart, probabilmente insieme al professore di mineralogia Carl Ludwig Giesecke, assoldato per l’occasione come direttore di scena. Sono note invece, le fortune cui il lavoro andò incontro sin dalle sue prime repliche. Mozart morì il 5 dicembre 1791. Nel novembre del 1792 l’opera aveva già superato la soglia delle cento rappresentazioni e divenne rapidamente una delle composizioni più celebri – se non la più celebre in assoluto – in Austria e Germania. Pochi anni più tardi se ne interessò persino Goethe che giunse a ipotizzare la stesura di un nuovo libretto per una possibile continuazione. Il successo iniziato duecentoventicinque anni fa non accenna a diminuire: negli ultimi vent’anni Zauberflöte è stata costantemente tra le cinque opera più rappresentate al mondo. Tanta popolarità appare quasi inspiegabile ad una prima lettura della sinossi. Due giovani - innamoratisi per procura l’uno dell’altra sono chiamati ad affrontare una serie di prove iniziatiche prima di potersi congiungere. Ancora ignorano che la prima vera prova è il giungere alle prove. Per questo si rincorreranno attraverso paesaggi esotici ed atmosfere fantastiche, incrociando i loro destini
con quelli di un grande Serpente, un Uomo-Uccello, tre Dame, una Regina della Notte, un Sacerdote Mago, tre Piccoli Geni, un Servo Malvagio ed una Giovane Vecchia. Le avventure e le disavventure dei corpi e degli spiriti dei due protagonisti creano una trama talmente fitta e complessa che allo spettatore conviene ripudiare il prima possibile l’ordito della logica. Il Duplice la fa da padrone e Bene e Male si ribaltano senza tregua l’uno sull’altro, in un complicato amplesso malamente travestito da lezione morale di stampo illuminista. Ma la fragilità del costrutto narrativo dona all’opera la leggerezza richiesta dalle ali della composizione musicale. Se fosse architettura, Zauberflöte potrebbe essere quel bislacco “Tempio della Rosa Croce” raffigurato da Teophilus Schweighardt Constantiens nel 1618 e celebrato qualche secolo più tardi da Hayao Miyazaki ne “Il Castello errante di Howl”: uno scombiccherato edificio ineluttabilmente condannato al crollo da incontrovertibili leggi fisiche che però… vola. Nel lavoro di Mozart e Schikaneder confluiscono principi illuministici, morale massonica, sapienze alchemiche, fascino esotico di un Egitto di fantasia, tradizione popolaresca e gusto per la fiaba. Qualsiasi lettura prediliga uno di questi aspetti sugli altri o comunque abdichi al tentativo - sempre impossibile di testimoniarli tutti insieme non potrà che restituire il profilo piatto di un solido complesso. Un cilindro visto dall’alto è un cerchio, una piramide vista dall’alto è un quadrato con un punto all’incrocio delle diagonali. Né il cilindro, né la piramide possono essere colti dall’occhio nella loro interezza, ma se li facciamo ruotare o siamo noi a percorrerne il perimetro,
comprendiamo subito che le facce di ciò che ritenevamo il reale non sono una. Dunque le fughe prospettiche dei tanti ambienti di questo strambo edificio che è Zauberflöte non obbediscono ad alcuna geometria euclidea. Le loro regole ricordano piuttosto quelle di incomprensibili principi quantistici che ipotizzano l’occorrenza contemporanea di molti universi e dimensioni nel medesimo istante. E questa contemporanea occorrenza di molteplici significanti protegge e favorisce la fuga continua di ogni significato. Mai come in Zauberflöte il significato è un sasso in bocca al significante. Scorrendo le tavole realizzate dagli studenti della Scuola di Scenografia della Accademia di Belle Arti di Urbino per l’allestimento prodotto dalla Rete Lirica delle Marche non si attraversano i quadri e le scene che di norma scandiscono lo sviluppo di una azione teatrale. Si assiste piuttosto alla declinazione potenzialmente infinita di un ambiente indefinito, ideato per accogliere tanto una fiaba per bambini, quanto un tempio massonico o le proiezioni dei primi turbamenti d’un’inattesa età puberale. Zu Hilfe! Zu Hilfe! Tutto può davvero essere qui e ora: scienza, magia, religione, morale, filosofia, leggi di Natura, dell’Uomo e di Dio. Queste scene sono concepite come dispositivo al tempo stesso generatore e contenitore di hic et nunc. Vale a dire: Teatro. Le loro luci e le loro oscurità rispecchiano tutte le contraddizioni di due autori che, non appena accese le fiaccole dei Lumi, paiono rimpiangere la penombra di cui necessita ogni Spirito.
Davide Riboli, Urbino 2016.
BOZZETTI di SCENA
SCENE LUCI e VIDEO
SCENA 2a
BOZZETTI di SCENA
A T T O
1
SCENA 2b
SCENA
SCENA
Aria e recitativo Ingresso Papageno Entrata coulisses
Aria e recitativo Cala stangone con gli uccelini
VIDEO Scratch di pellicola sul fondale
T i m e
l i n e
01 SCENA 1
SCENA
VIDEO
Introduzione Tamino dormiente Libro sradicato
Serpenti animati che compiono tra le calligrafie
AT T O 1
Rendering 3D
Scena 2
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 3
BOZZETTI di SCENA
T i m e
A T T O
1
SCENA 4
SCENA
SCENA
Recitativo Distribuzione doni Sviluppo ritratto di Pamina
Aria Aria di Tamino
l i n e
01
SCENA Aria e recitativo Spostamento coulisses Entrata dame con carrello SCENA 2c
AT T O 1
Rendering 3D
Scena 3
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 6a
BOZZETTI di SCENA
T i m e
A T T O
1
SCENA 6b
SCENA
SCENA
Recitativo Entrata in scena delle dame
Aria Aria Astrifiammante
l i n e
01
SCENA Recitativo Avanzamento dame sulle poltroncine
SCENA 5
AT T O 1
Rendering 3D
Scena 6
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 8
BOZZETTI di SCENA
A T T O
1
SCENA 9-11
SCENA
SCENA
Recitativo Consegna flauto e campanelli
Recitativo e terzetto Tronco con catena al centro
VIDEO Fondale che “piange”.
T i m e
Albero sul fondale
l i n e
01 SCENA 7
SCENA
VIDEO
Recitativo Lucchetto di Papageno
Bocca sul fondale
AT T O 1
Rendering 3D
Scena 9-11
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 14-15
BOZZETTI di SCENA
T i m e
A T T O
1
SCENA 15b
SCENA
SCENA
Duetto e recitativo Tre porte Carro dei geni
Duetto e recitativo Ribaltamento porte Carrello con bonsai
l i n e
01
SCENA Recitativo Papageno porta via il tronco
SCENA 12-13
AT T O 1
Rendering 3D
Scena 15
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 17-18
BOZZETTI di SCENA
A T T O
1
SCENA 19
SCENA
SCENA
Recitativo Cala 2° fondale di lettere e leone Ingresso coro
Recitativo Cala 1° fondale di lettere
Fondale che “piange”.
T i m e
l i n e
01 SCENA 1
SCENA
VIDEO
Duetto e recitativo Porte ribaltate
Api compaiono tra l’inchiostro
AT T O 1
Rendering 3D
Scena 15
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 2-4
BOZZETTI di SCENA
A T T O
2
SCENA
SCENA
Recitativo e duetto Tamino e Papageno nei carrelli Cala incensiere
Quintetto Chiusura coulisses
Fondale che “piange”.
T i m e
SCENA 5
l i n e
01
SCENA Aria e recitativo 1° e 2° fondale di lettere Entra Sarastro SCENA 1
AT T O 2
Rendering 3D
Scena 2-4
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 7
BOZZETTI di SCENA
T i m e
A T T O
2
SCENA 8
SCENA
SCENA
Aria Entra Monostatos con sedia per Pamina
Aria e recitativo Apertura quinte Astrifiammante entra su carro
VIDEO
VIDEO
Fondale che “piange”. Fiore corroso da liquido bianco
Feto di serpente che cresce nell’uovo
l i n e
01
SCENA Recitativo Uscita carrelli Figurante con fiori in testa SCENA 6
AT T O 2
Rendering 3D
Scena 7
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 9-11
BOZZETTI di SCENA
A T T O
2
SCENA 12
SCENA
SCENA
Recitativo Chiusura coulisses
Aria Pamina nella vasca Aria Sarastro
Fondale che “piange”.
T i m e
l i n e
01 SCENA 8b
SCENA
VIDEO
Aria Aria di Astrifiammante
Esplosioni a macchia di inchiostro
AT T O 2
Rendering 3D
Scena 12
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 16-18
BOZZETTI di SCENA
A T T O
2
SCENA 19-20
SCENA
SCENA
Terzetto Coulisse al centro Carri con vasca e tavolo
Coro Cala 1° fondale di lettere
Fondale che “piange”.
T i m e
l i n e
01 SCENA 13-15
SCENA
VIDEO
Recitativo Coulisse con porta al centro Papageno e la vecchia
Mela marcia
AT T O 2
Rendering 3D
Scena 13-15
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 22-23
BOZZETTI di SCENA
A T T O
2
SCENA 24
SCENA
SCENA
Aria Sale fondale di lettere Entra carro dei geni Suicidio Pamina
Recitativo Ingresso armigeri su carri
VIDEO Fondale che Coulisse che “piange”. piange
T i m e
l i n e
01 SCENA 21
SCENA
VIDEO
Recitativo e terzetto Coulisse al centro Entra carrello
Mela marcia che si rigenera
AT T O 2
Rendering 3D
Scena 22-23
DIE ZAUBERFLÖTE
SCENA 25
BOZZETTI di SCENA
A T T O
2
SCENA 26
SCENA
SCENA
Finale a Esce coulisse, sale pvc Entrano libri e lavagne
Finale b Cala 1° fondale di lettere Entrano carro dei geni e carrello
Fondale che “piange”.
T i m e
l i n e
01 SCENA 24b
SCENA
VIDEO
Aria Coulisse al centro Papageno Papagena Cala stangone
Scissione cellule
AT T O 2
Rendering 3D
Scena 25
DIE ZAUBERFLÖTE
COSTUMI di SCENA
BOZZETTI
TA M I N O
ABITO Completo da Harry Potter composto da: 1°variante: camicia bianca, pantalone grigio scuro, maglioncino. 2°variante: camicia bianca, pantalone grigio scuro, maglioncino, giacca. ACCESSORI Cravatta. Calzini. Scarpe. Parrucca.
01
LE TRE DAME
ABITO Parrucca. Completo in spalmato lucido nero composto da: Gonna altezza caviglia svasata, Giacca con inserti in lattice per protesi seno. ACCESSORI Protesi seno. Reggiseno. CufďŹ etta. Stivaletti in effetto pelle nera.
02
PA PAG E N O
ABITO Camicia di cotone bianco con collo a listino. Gilet nero monopetto in lana con collo a scialle con abbottonatura in vita. Giacca nera a tre bottoni, collo reverse classico, in lana. Pantalone in lana nera senza pences.
03
PA PAG E N A
ACCESSORI Paglietta con nastro in gronero. Collo preformato in rigilene bianco e ďŹ nta cravatta nera con clips. Calzini colorati. Scarpe nere in cuoio e chiusura a lacci. Piume. Maschera invecchiata per Papagena. Maschera per Papageno e Papagena.
04
LA REGINA DELLA NOTTE ABITO Sottoveste in seta di colore grigio. Soprabito in eco-pelliccia colore bianco, foderato in rasatello rosso. ACCESSORI DecolletĂŠ in pelle nera. Parrucca.
05
SARASTRO
ABITO Tuta coro dei sacerdoti del tempio. Soprabito in tre colori (bianco, nero, giallo) con mantellina a gomito, collo alla coreana in tessuto spalmato o simili e foderato in rasatello. ACCESSORI Parrucca e barba. Calzini. Bastone. Polacchini di pelle bianca.
06
PA M I N A
ABITO Abito al ginocchio a maniche lunghe di colore nero. con scollo a mezzaluna in gabardine o fresco lana. Camicia impunturata a collo alto in cotone bianco. Soprabito a campana in fresco lana sostenuto.
ACCESSORI Parigine di colore bianco. Mary jane in vernice rossa. Parrucca.
07
M O N O S TAT O
ABITO Maglioncino manica lunga colore grigio fango. Kilt corto. ACCESSORI Fazzolettone scout grigio. Cappello scout. Scarponcini tagliati. Make-up scuro. Unc
08
L E CO M PA R S E
ABITO Dolcevita nero. Pantalone frac nero. Grembiule nero. ACCESSORI Guanti bianchi. Calzini Gialli. Scarpe Bicolore. Maschera Anubi. Maschera Leone.
09
I TRE GENI
ABITO Abito al ginocchio a maniche lunghe di colore nero con scollo a mezzaluna in gabardine o fresco lana. Camicia impunturata a collo alto in cotone bianco. Tuta sacerdoti del tempio. Soprabito smanicato. ACCESSORI Parrucca. Mary jane in vernice rosse. Polacchini in pelle bianca.
10
IL CORO
ABITO Tuta in cotone. Maglietta bianca maniche corte. Soprabito smanicato con abbottonatura. ACCESSORI Caschetto. Barba. Calzini bianchi. Polacchini di pelle bianca. Un casco da apicoltore.
11
G L I S C H I AV I
ABITO Maglioncino manica lunga colore grigio fango. Kilt corto. Soprabito in cotone bianco grezzo. ACCESSORI Fazzolettone scout grigio. Cappello scout. Scarponcini tagliati. Mutande.
12