Francesca Di Serio

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ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO Scuola di scenografia

La Mandragola di Niccolò Machiavelli


Progetto di Francesca Di Serio Marzo - Giugno 2010-2011


Per questo progetto sono partita servendomi di alcune immagini di quadri di artisti rinascimentali tra cui Giotto,Antonello da Messina,Raffaello Sanzio.Tra questi ho preso in considerazione principalmente gli affreschi presenti nella basilica di Santa Croce a Firenze di Giotto,poiché è notevole lo studio che egli esegue nelle “architetture” e nel rapporto di queste ultime con la figura umana.Un rapporto che già in principio è abbastanza conflittuale poiché le strutture sono sproporzionate rispetto agli edifici.Ed un conflitto che in seguito ho figurato in alcuni schizzi preparatori usufruendo proprio delle stesse architetture progettate da Giotto nei suoi affreschi,alcune rielaborate avendo uno sguardo puntato alla commedia,altre perfettamente adattate al contesto inerente ad una Firenze rinascimentale. In seguito ad una serie di disegni progettuali,che evidenziavano anche se relativamente una forma primordiale delle strutture,ho creato alcune strutture di prova nelle quali ho testato le dimensioni,la forma e la collocazione sul palcoscenico.Le strutture studiate sono sei ed ognuna va a ricollocarsi in una delle scene descritta nella commedia da Machiavelli. Strutture di cui tre sono utilizzate in scena esclusivamente dal punto di vista esterno fatta eccezione di alcune entrate create apposta per l’uscita degli attori,e le altre tre costruite come se fossero le sezioni di alcuni edifici,quindi cercando di mettere in evidenza più che l’esterno,l’interno. Oltre queste vi è un’altra struttura che riprende la sezione di metà della cupola di Brunelleschi che sarà appropriatamente illuminata quando in scena entrerà il frate.Illuminazione che sarà fondamentale anche per gli altri edifici,poiché andrà a sottolineare l’entrata in scena dei personaggi fondamentali(Callimaco,Lucrezia,Messer Nicia)in determinati momenti. Inoltre,come si può evincere dalla commedia,Machiavelli si sofferma a descrivere quel mondo che ai suoi occhi appariva degradato e in rovina e che non accettava correzioni,ironizzando su di esso in modo tagliente, ma disilluso.Per questo il tutto viene collocato su un tappeto di finto prato che ricopre l’intero palcoscenico,mentre la sezione della cupola capovolta e appesa alla graticcia in modo da sottolineare cioè che nella commedia è evidente:la corruzione della Chiesa. La Mandragola di N. Machiavelli - Relazione


La Mandragola di N. Machiavelli - Ricerca fotografica


La Mandragola di N. Machiavelli - Bozzetti


La Mandragola di N. Machiavelli - Bozzetti


La Mandragola di N. Machiavelli - Bozzetti cupola


TAVOLA TECNICA : - Blocco 2

Prospetto

Fianco

Sezione

La Mandragola di N. Machiavelli - Disegni esecutivi e modello tridimensionale blocco 2


TAVOLA TECNICA : - Blocco 4

Prospetto

Fianco

Sezione

La Mandragola di N. Machiavelli - Disegni esecutivi e modello tridimensionale blocco 4


TAVOLA TECNICA : - Blocco 3

Prospetto

Sezione

Fianco

La Mandragola di N. Machiavelli - Disegni esecutivi e modello tridimensionale blocco 3


TAVOLA TECNICA : - Blocco 1

Prospetto

Sezione

Fianco

La Mandragola di N. Machiavelli - Disegni esecutivi e modello tridimensionale blocco 1


Volgi el viso alla sorte; fuggi el male,o,non lo potendo fuggire, sopportalo come uomo; non ti prosternere, non ti invilire come una donna.


La Mandragola di N. Machiavelli - Fotografie modellino


La Mandragola di N. Machiavelli - Fotografie modellino


ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO Scuola di scenografia

Progetto su “Il miracolo dell’ostia profanata” di Paolo Uccello Febbraio - Aprile 2010-2011 Francesca Di Serio _


“Il miracolo dell’ostia profanata” di Paolo Uccello”

Ricerca fotografica


Progetto su “Il miracolo dell’ostia profanata” di Paolo Uccello - Bozzetti


Progetto su “Il miracolo dell’ostia profanata” di Paolo Uccello - Bozzetti


Progetto su “Il miracolo dell’ostia profanata” di Paolo Uccello - Bozzetti


Progetto su “Il miracolo dell’ostia profanata” di Paolo Uccello - Disegni boccascena


Progetto su “Il miracolo dell’ostia profanata” di Paolo Uccello - Tavole finali


Progetto su “Il miracolo dell’ostia profanata” di Paolo Uccello - Fotografie modellino


Heiner M端ller/Filottete


Accademia di Belle Arti di Urbino Progetto di Francesca Di Serio Secondo anno Scuola di scenografia Marzo - Maggio 2012


Per questo progetto, mi sono concentrata sull’idea di mettere in scena la condizione di “prigionia” di Filottete, essere “inumano” che è confinato in uno spazio sconfinato: un’isola. Proprio quest’ultima è stata oggetto di studio, in quanto volevo ricreare un’isola nell’isola: la prima un praticabile inclinato su cui ci si potesse muovere, e la seconda il teatro stesso. Questo deriva dal fatto che anche Ulisse e Neottolemo, carnefici loro malgrado, vivono in una condizione simile seppur non in apparenza: liberi di viaggiare, si portano appresso però la gabbia che imprigiona la loro coscienza e la loro volontà, e fa di questi due essere umani delle maschere use alla guerra. Il perno di tutto ciò è quindi il vincolo di chi è chiuso in un luogo che non ha pareti per limitarne il raggio. Per attuare questo, e trattandosi di una scena interamente dipinta, ho usufruito di un praticabile che irrompe in platea e di dieci pedane disseminate su di esso. Rilevante sarà la tela che inizialmente ricopre il praticabile, e che ricorda quasi la vela di un’imbarcazione, e che lentamente salirà in graticcia fino a ricoprire la funzione di soffitto.

Filottete di Heiner Müller. Disegni - Bozzetti


Filottete di Heiner M端ller. Disegni - Bozzetti ( Boccascena quadro Rothko )


Filottete di Heiner M端ller. Disegni - Bozzetti


Filottete di Heiner M端ller. Disegni - Bozzetti ( Boccascena Tapies con corda )


Rothko Tapies Turner Filottete di Heiner Müller. Ricerca fotografica

Il progetto, interamente basato sulla costruzione della scena in maniera pittorica, ha avuto come primi punti di riferimento le opere di questi tre artisti accomunati dalla realizzazione dello spazio in modo materico. Il presente intervento è volto alla ricerca del modo più apropriato per ricreare l’idea di un uomo, Filottete, rinchiuso in uno spazio aperto, in cui viene completamente risucchiato mediante le aree di colore che si dilatano e si restringono.


P r o v e c o l o r i Filottete di Heiner M端ller. Disegni - Prove colore Acrilico su carta


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Filottete di Heiner M端ller. Bozzetti ( fotografie modelli di prova )


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Filottete di Heiner M端ller. Bozzetti ( fotografie modelli di prova )


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Filottete di Heiner M端ller. Fotografia modello finale ( Prima scena )


Prima scena

Filottete di Heiner M端ller. Fotografie modello finale


Filottete di Heiner M端ller. Fotografia modello finale ( Seconda scena )


Seconda scena

Filottete di Heiner M端ller. Fotografie modello finale


Filottete di Heiner M端ller. Fotografia modello finale ( Terza scena )


Terza scena

Filottete di Heiner M端ller. Fotografie modello finale


Filottete di Heiner M端ller. Fotografia modello finale ( Terza scena )


Scorre fluente dalle tue labbra quel che hai imparato. Parli di uno che io non sono più. La pietra forse ha ancora orecchi per te. Sfogati con lei, finchè non avrò eliminato il fastidioso rumore della tua voce. cit. Filottete di Heiner Müller


Ballatoio

Quinte

Ballatoio

Quinte

Ballatoio

Fondale

Soffitto

Soffitto

Soffitto

Boccascena Boccascena 1 Sipario Arlecchino

Buca dell’orchestra Filottete di Heiner Müller Pianta non in scala


Boccascena 1 Sipario Arlecchino Ballatoio

Boccascena

Soffitto

Soffitto

Soffitto

Fondale

Quinte

Praticabile

Filottete di Heiner M端ller Sezione non in scala


ACCADEMIA DI BELLE ARTI di URBINO Scuola di scenografia Disegno tecnico e progettuale Progetto di Francesca Di Serio Ottobre 2012 - Febbraio 2013


Il progetto è tratto dalle archittetture e linee del San Jose City hall ,California ,edificio progettato da Richard Meier. Lo stile architettonico è influenzato da quello di Le Corbusier ed è stato progettato per rispettare l’ambiente, facendo uso di luce naturale, e allo stesso tempo fornire ombreggiatura.

Richard Meier - Ricerca fotografica


Scena tratta dal “ San Jose City hall “ di R. Meier ( Panorama azzurro ) - Fotografie modellino


Scena tratta dal “ San Jose City hall “ di R. Meier ( Panorama nero ) - Fotografie modellino


Scena tratta dal “ San Jose City hall “ di R. Meier ( Panorama atmosferico ) - Fotografie modellino


ACCADEMIA DI BELLE ARTI di URBINO Scuola di scenografia

“Il ballo delle ingrate” di Claudio Monteverdi Progetto di Francesca Di Serio



Progettazione


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Bozzetti iniziali


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Bozzetti


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Disegni cambi scena


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Disegni entrata personaggio di Amore


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Bozzetti cambi scena


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Disegni entrata del personaggio delle Ingrate


TAVOLA TECNICA :

movimenti pareti laterali

Pianta Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Disegni prospetto scena


TAVOLA TECNICA :

costruzioni pareti architettoniche esterne

Prospettiva parete sx Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Disegni pareti


TAVOLA TECNICA :

costruzioni pareti architettoniche esterne

Prospettiva parete sx

Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Disegni pareti


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Disegni personaggi


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Ricerca fotografica (Venere)


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Ricerca fotografica (Plutone)


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Ricerca fotografica (Amore)


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Ricerca fotografica (Ingrate)


Il ballo delle ingrate di C. Monteverdi - Fotografie modellino








Il ballo delle ingrate Costume per lo spettacolo Progetto di Francesca Di Serio



Titolo: “Il Ballo delle Ingrate” Musica: Claudio Monteverdi Testo : Ottavio Rinuccini La prima rappresentazione fu a Matova, il 4 giugno 1608 durante le nozze di Francesco Gonzaga con Margherita di Savoia. Il Ballo delle Ingrate è il solo “balletto alla francese” conservato integralmente; questo non può stupire in quanto si ricordino i frequenti viaggi e soggiorni a Parigi di Rinuccini. Per il libretto nessun dubbio, anche se gli intermezzi cantati in “stile recitativo” non si trovino nel modello originale. Monteverdi definisce il lavoro « in genere rappresentativo», come tutti quelli destinati al teatro. La scena rappresenta un paesaggio con, nel mezzo, l’entrata dell’inferno donde escono fiamme e bagliori rossastri.Amore prega sua madre, Venere, d’intervenire presso Plutone perché conceda alle Ingrate (le donne che si son mostrate crudeli verso i loro amanti) di ritornare qualche ora sulla terra, affinché: “Vegga su’l Mincio, ogn’anima superba A qual martir, cruda beltà si serba.” Plutone acconsente: ordina alle ombre di condurre le Ingrate li, fuori, da loro. Queste, vestite con abiti « di color ceneritio adornato di lacrime finte », escono alla luce del sole «con gran dolore significato per gesti». Poi danzano; alla fine della danza restano immobili, mentre Plutone sul proscenio mostraquale castigo attenda le donne troppo crudeli verso coloro che le amano. Poi, così, ordina alle Ingrate di rientrare nell’inferno. Queste riprendono la loro danza « con atti pieni di maggior disperazione e di maggior cordoglio », ma quando Plutone ripete il suo ordine si affrettano ad obbedire. Una sola si arresta sulla soglia del regno infernale per un commosso addio alla luce: “Aer sereno e puro, addio per sempre...” e per esortare le Dame presenti alla pietà verso chi le ama: “o ciclo, o sole: addio lucide stelle. Apprendete pietà donne e donzelle.” L’idea originale non manca di intenzioni drammatiche, ma il testo ha carattere più narrativo e descrittivo che veramente drammatico: anche le parti vocali son trattate, quasi sempre, in “stile recitativo”, ma basterà un accento veramente sentito, una espressione viva e vera, perché quel recitativo assuma subito movenze di arioso, perché la melodia riveli una rispondenza autentica con l’espressione poetica. Forse, il momento più alto dell’opera è il lamento dell’anima ingrata che si è arrestata sulla soglia dei regni infernali: due strofe che terminano con una stessa frase, ripetuta “a cappella” da altre quattro voci; una pagina intensamente espressiva tanto commovente che le dame del pubblico ne furono «non meravigliate, sì bene mosse al pianto ». Ad accompagnare ciò, vi è una parte strumentale che ha una certa ampiezza e significato particolare. Di sicuro effetto drammatico è anche la rarefazione sonora che conclude l’opera. Iniziato con la sinfonia suonata da tutti gli strumenti, il Ballo termina con lo sconsolato lamento di un’Ingrata accompagnata dal solo chitarrone; a lei risponde l’ultimo richiamo del coretto, non sostenuto piu da alcuno strumento.



Venere


Venere :

Primo costume (Fronte)

- Orecchini di grandi dimensioni con filo e perle oro.

- giacca lunga in gabardina di cotone con pendenti di tessuto ai lati

- Abito in seta con bottoni oro.


Venere :

Primo costume (Retro)


Venere :

Secondo costume (Fronte)

- Abito con base di cotone e lavorazione geometrica a strisce di cuoio

- Particolare seno in pelle e guanto ditale in tessuto spalmato rosso opaco

- Strascico in seta rossa


Venere :

Secondo costume (Retro)


Venere :

Terzo costume (Fronte)

- Particolare spalline in tessuto spalmato

- Abito rosso in lurex con cuciture segnaforme

- Pantaloni/stivali rossi in tessuto spalmato


Venere :

Terzo costume (Retro)











Plutone


Plutone :

Costume unico (Fronte)

- Giacca in fustagno con particolari sul retro in cuoio e pendenti simbolici oro.

- Tunica in strati di tulle garzato (velato),e calzini biaanchi.


Plutone :

Costume unico (Retro)

- Collare in plastica cane con base girocollo oro.

- Guanto di�ditale� in tessuto spalmato nero con aggiunta di anelli oro.







Amore


Amore :

Costume unico (Fronte)

- Cappuccio con base a forma di “sturalavandino�,completato da materiale gommoso e tubo in plastica

- Giacca e pantalone in seta intrecciata con inserto di spalline di pelliccia sintetica

-Anfibi e occhiali da aviatore anni ‘40.


Amore :

Costume unico (Retro)






Ingrate


Ingrate :

Co stume unico (Retro)

- Soprabito in tessuto spalmato.


Ingrate :

Costume unico (Fronte)

- Tuta nera con inserti in tessuto spalmato e bustino in tela.

- Perizoma in cotone rosso con stringhe varie sulle gambe.


Ingrate :

Costume unico (Fronte)







RELAZIONE COSTUMI DI SCENA CAVALLERIA RUSTICANA Progetto di Francesca Di Serio e Sofia Vernaleone


Lo stile anni ‘50 scelto per i costumi di scena presentati, apporta alla ricerca e realizzazione di questi ultimi differenti vantaggi, su tutti reperibilità e semplificazione del lavoro sartoriale. Abiti essenziali e riproducibili, in considerazione del budget a disposizione ma soprattutto in sintonia con il progetto scenografico, basato sull’arte povera, dunque su criteri non artificiosi. Ogni costume è pensato nell’ottica della caratterizzazione dei singoli personaggi dell’opera, naturalmente sulla base delle suggestioni a noi fornite dalla stessa. I capi indossati, per mezzo di dettagli e tonalità impiegate, fungerebbero dunque da specifica circa le differenti e pittoresche personalità esibite in “Cavalleria Rusticana”. In questa cernita di dettagli ed accessori da attribuire ai personaggi si è tenuto conto, oltre che delle loro individualità, anche dello “status quo” di appartenenza, alla luce di un contesto in cui mestieri e condizioni sociali appaiono parametri di giudizio piuttosto rilevanti. Partiamo dunque con la descrizione dei protagonisti, per poi illustrare le soluzioni conformi al coro. Ciò che non è perfettamente evidente nella spiegazione che segue è comunque ben illustrato nei disegni.


Lucia Per una figura austera e composta come quella della madre di Turiddu la scelta è ricaduta su un abito in cotone scuro, lungo e sobrio. Dal principio porterebbe su di esso un grembiule nero, supplemento identificativo del suo ruolo di locandiera. Successivamente, ripiegando il grembiule su se stesso, questo diventerebbe una sorta di bustino, volto a porre l’ accento sul senso di oppressione ed impotenza della donna rispetto agli eventi che coinvolgono il figlio. Inoltre l’intero abito sarebbe dotato di un’ apertura per mezzo di piccoli bottoncini a clip, che si dischiudono svelando un’apertura (pence) in stoffa grezza tipo juta, tono su tono. Infine, nel culmine dell’opera, le maniche del suo vestito si aprirebbero, ed unendosi andrebbero a comporre un semi cerchio, come richiamo ad un’aureola. Questo elemento è stato inserito per richiamare la figura sacra della Santa Vergine, in correlazione al supplizio dell’amato figlio e per simboleggiare l’ assenza di pudore e contegno difronte ad un evento così tragico ed inaspettato. Calzature: décolleté con punta arrotondata e tacco basso, in pelle nera. Per l’acconciatura un raccolto morbido, quasi disfatto. Trucco neutro, ma che evidenzi gli zigomi. Annullamento per mezzo di esso delle sopracciglia.





Santuzza Vestito scuro al ginocchio, dal taglio misurato ma non dissimile ad una camicia da notte. Unico accessorio: una cinta sul punto vita. Essendo Santuzza fortemente provata dalla sua delusione amorosa, si immaginava che in un primo momento trascurasse leggermente il suo aspetto, come se i suoi problemi non le concedessero di mantenere sempre la piena lucidità mentale. Per questa ragione, la donna farebbe la sua prima entrata in scena con le calze (collant scuri autoreggenti) calate fino alle caviglie. Nella sua seconda comparsa invece, accortasi della svista, si presenterebbe ricomposta, con le calze al loro posto. Tuttavia, sempre per accennare alla sua confusione, porterebbe una gonna grigia sotto l’abito che già indossava, accostamento di capi inusuale e bizzarro. Questa sarebbe dotata, come nel caso del vestito della locandiera, di due aperture in juta/canapa, nel loro colore naturale. Un copricapo, anch’esso grigio, andrebbe a contenere la capigliatura incolta della sventurata. L’ultima alterazione al suo abbigliamento consiste proprio nell’evoluzione di quest’ultimo in uno scialle double face (il lato visibile nella stessa tonalità scura della gonna che ha indossato precedentemente, il lato interno in juta naturale come le aperture della stessa). Calzature: décolleté con punta squadrata e tacco basso, in pelle nera opaca. Capelli in apparente disordine e trucco neutro, ad eccezione di un accenno di rossetto scuro, sulle tonalità del viola. Il maquillage anche in questo caso andrebbe a nascondere completamente le sopracciglia.






Lola Lola Trattandosi della figura femminile maggiormente contesa e seducente della vicenda, Lola indosserebbe capi più aderenti alle forme, dalle linee smaliziate, di contro ad un aspetto più tradizionale e Trattandosi della maggiormente contesa e seducente della vicenda, Lola indossemorigerato in usofigura per lefemminile altre donne. rebbe capi più aderenti alle forme, dalle smaliziate, contro adpunto un aspetto più visivo tradizionale Tubino al ginocchio con fantasia florealelinee e scollo a barca,diulteriore di stacco rispettoe morigerato in usoe per le altredelle donne. alla massa scura castigata compaesane. Tutto ciò che concerne la sua sembianza dovrebbe Tubino al ginocchio con fantasia floreale e scollo a barca,posizione ulteriore punto di stacco rispetto stare ad indicare una figura che, data la sua momentanea di rilievo sociale,visivo può permetalla scura e castigata delle compaesane. tersimassa di sfidare con garbo i dettami della societàTutto stessa.ciò che concerne la sua sembianza dovrebbe stare indicare una figura che, datanera la sua di rilievo sociale, può permetComeadaccessorio avrebbe una fascia inmomentanea cotone posta posizione nell’acconciatura. tersi di sfidare con garbo i dettami della società stessa. Come accessorio unainfascia in cotone posta Nella sua secondaavrebbe comparsa scena,nera indosserebbe guantinell’acconciatura. in pelle nera alti fino al gomito, e metterebbe a vista orecchini pendenti in oro a forma di croce. Nella sua seconda comparsa in scena, indosserebbe guanti in pelle nera alti fino al gomito, e metterebbe a vista orecchinilapendenti in oro a forma di croce. In ultimo, sciogliendo fascia che portava in testa, esibirebbe uno scialle double face (simile a quello di Santuzza),in cui la parte visibile è nera, quella interna invece juta/canapa naturale. In ultimo,losciogliendo la fascia che aportava in testa, esibirebbe uno scialle double face (simile A coprire sguardo occhiali da sole lenti scure e tonde. a quello di Santuzza),in cui la parte visibile è nera, quella interna invece juta/canapa naturale. A coprire lodécolleté sguardocon occhiali da sole lenti del scure e tonde. Calzature: cinturino sulacollo piede, a tacco alto, in pelle nera. Calzature: décolleté sul colloattenzione del piede, anel tacco alto, in pelle nera. delle sopracciglia Capelli e trucco da con diva,cinturino con particolare sottolineare la forma (cosa ricorrente negli anni 50). Capelli e trucco da diva, con particolare attenzione nel sottolineare la forma delle sopracciglia (cosa ricorrente negli anni 50). Alternativa: Lola indosserebbe il medesimo abito aderente solo che in tonalita chiara(bianco sporco) in opposizione a quello delle altre due donne e del coro. Da inserire sopra l’abito vi è la rigorosa struttura di un tipico reggicalze anni ‘50, tono su tono con l’abito.








Turiddu Giovane spavaldo ,il tipico “caruso” siciliano, di conseguenza il suo abbigliamento risulterà piuttosto sbarazzino. Sarebbe dunque composto da camicia bianca con maniche arrotolate, pantalone beige a vita alta con piega centrale e come accessorio una coppola marrone tradizionale. Prima di recarsi in chiesa indosserà un gilet marrone dotato di bottoni abbastanza appariscenti, come a mostrarsi nella sua mise migliore agli occhi dell’amante e di tutti i compaesani. Essendo il suo passato da soldato un motivo di vanto per lo stesso, questo, prima di recarsi al duello col contendente, aggiungerà al suddetto gilet delle spalline decorate con lunghe passamanerie dorate. Calzature: stringate classiche in pelle marrone opaca. Capigliatura alla Pompadour , ma non troppo in ordine (in stile James Dean, per intenderci).





Alfio Uomo distinto e fiero, l’abbigliamento sarà dunque più formale e serio rispetto a quello del rivale. Indosserà infatti una camicia bianca ben chiusa e dei pantaloni da abito maschile classico color grigio, sormontati da gambali in pelle nera, indicativi del suo ruolo di carrettiere. Al posto della cravatta porterebbe un cordoncino nero, simile nell’intreccio ad una frusta, molto lungo e chiuso a fiocco. Come altro accessorio un cappello tipo borsalino scuro, in contrasto alla coppola di Turiddu. Completerebbe l’abito, in seguito, l’aggiunta di una giacca dal taglio classico del medesimo tono dei pantaloni. Porterebbe inoltre nel taschino un fazzoletto con la stampa di un gallo, immagine archetipa della cultura ebraica che, oltre ad essere metafora di virilità, ricorda il sacrificio di espiazione che questo popolo effettuava alla vigilia della festività di “Yom Kippur”, il quale prevedeva l’uccisione di un gallo, che avrebbe assunto simbolicamente su di sé tutte le colpe della comunità (stessa sorte toccata a compare Turiddu). Questo elemento supplementare potrebbe essere un dono di Lola al marito. Calzature: stringate da cerimonia, nere, ben lucidate. Pettinatura strutturata per mezzo di cera (come il “gommino” in uso negli anni 50), che appiattisca i capelli e ne delinei bene la scriminatura.




Coro femminile Gonna ampia nera, al ginocchio e maglia girocollo a maniche lunghe, nera anch’essa. Aggiunta nella scena dell’osteria di un tocco di colore e luce a questa “massa umana” cupa e scura, inserendo un pezzo di stoffa legato da una cinta, tipo grembiule da massaia. Durante la scena della preghiera invece, le coriste indosserebbero un abito di carta intagliato, che ricordi la trama di un centrino della tradizione. Calzature: décolleté nere a tacco basso. Come alternativa si potrebbe optare per il piede scalzo. Acconciatura: differenti tipi di raccolto morbido (crocchia, coda di cavallo, treccia). Trucco neutro.





Coro maschile Pantalone nero classico e maglia girocollo nera. In seguito verrebbe aggiunta al completo una mantella nera in cotone o in panno, sporca di terra, ad indicare il legame viscerale della gente del posto con il proprio luogo di origine. Calzature: stringate nere classiche. Come alternativa si potrebbe optare per il piede scalzo.




Prete Tonaca clericale aperta sul davanti, affinchÊ si possa intravedere l’abbigliamento al di sotto di essa, identico a quello dei coristi uomini. Calzature classiche. Nessuna particolarità per quanto riguarda trucco e parrucco.




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