Premessa La visione del film Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, ha fatto nascere in noi l’esigenza di soffermarci sui pensieri che abitano le città, con l’intento di ridefinire i confini delle stesse in assenza di coordinate spazio temporali. Il flusso di immagini che si muove nella mente di ogni uomo è il meccanismo che determina la nascita del pensiero, attraverso il quale le esigenze dell’uomo prendono forma. Abbiamo cercato di trasportare tale moto della mente nella dimensione di uno spettacolo teatrale, creando nuove coordinate per l’organizzazione dello spazio. Il progetto ha preso forma attraverso la rielaborazione del linguaggio su cui si fonda la nostra realtà
traducendo desideri, paure, e sensazioni dell’uomo in costruzioni che si ergono su più piani. Tale dimensione “visionaria” della città si dispone in uno spazio lontano dal concetto del reale, nel quale esili costruzioni si sviluppano verticalmente come connessione tra terra e cielo. Le strutture dei quartieri generati dal pensiero subiscono inevitabilmente la sua forza costruttiva e trasformatrice fino alla disintegrazione delle stesse. Abbiamo deciso di realizzare gli edifici seguendo delle dimensioni che permettano allo spettatore una visione completa dei quartieri e complessiva dell’aula. Strade, facciate, monumenti e ogni altro elemento
della città, presenta un chiaro segno del passaggio del flusso di pensieri, per quanto siano essi inafferrabili. Così come su una tela bianca l’insieme di linee dà vita ad un’immagine che comunica, allo stesso modo i segni tracciati dal passaggio dei pensieri sulla carta genera dei racconti. Sono proprio questi frammenti di carta che ricoprono gli edifici a svelare la foresta di segni allo spettatore, guidandolo nella conoscenza della trama dello spettacolo.
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