Speciale Sanità - Dimensione Pulito n.3

Page 34

IGIENE DIFFUSA

Alleanze tra mondo medico e imprese di pulizia

INNOVAZIONE

Una app per le ICA

TRATTAMENTO ARIA

Gli impianti HVAC

PEST CONTROL

Due infestazioni inusitate

ANNO 32 n. 3
APRILE 2023

SOMMARIO SPECIALE SANITÀ

IN COPERTINA

Rubino Detergenti nasce nel 1960 da un’idea di Antonio Rubino e si evolve con la passione e la professionalità del figlio Luigi, attuale Amministratore Unico, a partire dal 2002, quando si trasforma in Rubino Chem. Tra le aziende più importanti nel settore chimico nazionale, ha saputo diversificare e offrire prodotti di qualità per uso professionale e industriale.

POST-PANDEMIA

S 8

Igiene diffusa nei luoghi di cura

Maurizio Pedrini

INNOVAZIONE

S 16

L’eccellenza nella lotta alle ICA

Maurizio Pedrini

TRATTAMENTO ARIA

S 22

Gli impianti HVAC

Fabio Chiavieri

IGIENE DIFFUSA Alleanze tra mondo medico e imprese di pulizia INNOVAZIONE Una app per le ICA TRATTAMENTO ARIA Gli impianti HVAC PEST CONTROL Due infestazioni inusitate ANNO 32 n. 3 APRILE 2023
S8
S16
S22

SOMMARIO SPECIALE SANITÀ

SERVIZI IGIENICI

S 28

I bagni delle strutture sanitarie dalla progettazione alla pulizia

Cristina Cardinali

RISTORAZIONE

S 34

I pasti ospedalieri

Cristina Cardinali

PEST CONTROL

S 44

Due infestazioni ospedaliere

inusitate

Chiara Dassi e Graziano Dassi

RUBRICA

S 40

Primo Piano

Loredana Vitulano

S34
S44
S28

Igiene diffusa nei luoghi di cura

Maurizio Pedrini giornalista di settore e direttore tecnico della rivista Dimensione Pulito

Nell’ambito della sessione dedicata al tematica dell’igiene diffusa nella sanità e negli ambienti civili, a cui è stata dedicata la seconda giornata del Convegno digitale promosso dalla rivista Dimensione Pulito del Gruppo LSWR, si è tenuto l’incontro dal titolo: “Luoghi di cura: l’esigenza della massima igiene”. Moderato da Maurizio Pedrini, direttore tecnico della rivista e organizzatore dell’evento, si sono confrontati sull’importante argomento Antonio Montanile, direttore Presidio Medico Ospedaliero Brindisi (“Il punto sulle buone pratiche di pulizia e sanificazione: esigenze post pandemia e nuovi protocolli di sicurezza”); Gregorio Mangano, presidente AIISA (“L’igiene degli impianti di trattamento dell’aria, elemento fondante della sicurezza nei

reparti ospedalieri”); Camillo Rossi , vicepresidente SIMM, Società Italiana Leadership Management in Medicina (“Un nuovo approccio all’igiene ospedaliera post pandemica”), e Toni D'Andrea , CEO - director ISSA EMEA (“Percorsi formativi per certificare le competenze nell’erogazione dei servizi di pulizia”).

“Il settore delle pulizie e delle sanificazioni - ha esordito Montanile - ha svolto un ruolo essenziale nell’emergenza Covid, soprattutto nelle strutture ospedaliere, e certamente sta svolgendo ora un ruolo fondamentale per la piena ripartenza del Paese. Nel contesto emergenziale - ha aggiuntosono emerse purtroppo delle difficoltà sistemiche per gli operatori del settore. Anzitutto la concorrenza sleale da parte di imprese improvvisate, prive di

SANITÀ S•8 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
Il tema è stato ampiamente dibattuto dagli esperti nell’incontro proposto il secondo giorno del Convegno Digitale CleaningPIÙ promosso dalla rivista Dimensione Pulito. Sottolineata dai relatori la necessità che le esperienze e le alleanze tra mondo medico e imprese di pulizia, sviluppate durante la fase emergenziale, siano mantenute e rese strutturali
POST-PANDEMIA
“La Pandemia ha posto con forza la necessità di un’ulteriore regolamentazione dell’attività di pulizia/sanificazione in forma d’impresa”.
Antonio Montanile, direttore Presidio Medico Ospedaliero Brindisi

professionalità, che si sono candidate senza alcun know-how a svolgere attività delicate, come la sanificazione, che non possono prescindere nel loro espletamento dalla competenza di chi le organizza e svolge. Si è inoltre assistito al moltiplicarsi di protocolli di sanificazione fai da te, che prescindono da qualsiasi approccio scientifico. In un contesto emergenziale, come quello che speriamo di esserci lasciati alle spalle - ha evidenziato Montanile - le informazioni scientifiche su come affrontare il Coronavirus Sars CoV-2 sono state inizialmente scarse e non sempre univoche, per cui si è rivelata preziosa l’opera del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità, dell’Inail e delle strutture superiori di coordinamento medico-scientifiche create per affrontare la pandemia che hanno cercato di orientare le attività di disinfezione/sanificazione verso metodiche d’intervento intrinsecamente valide e, nel contempo, scevre da rischi di danni all’ambiente, alla salute dei cittadini, di quanti operano nel settore sanitario e in quello della pulizia/sanificazione. Montanile si è quindi soffermato sull’analisi dei Requisiti richiesti per l’esercizio dell’attività di pulizia e sanificazione in forma di impresa. Questi ultimi sono regolamentati dal D.M 7 luglio 1997, n. 274. In modo estremamente sintetico, emerge che per esercitare l’attività di sola pulizia e/o disinfezione (lettere a e b) dell’art. 2 comma 1 DM 274/97 occorrono solo i requisiti di onorabilità ed economico-finanziari; per svolgere anche attività imprenditoriale di disinfestazione e/o derattizzazione e/o sanificazione (lettere c, d ed e) dell’art. 1 DM 274/97 occorrono, oltre a quelli del punto precedente, anche i requisiti tecnico-professionali (art. 2 comma 3 del DM 274/97), tra cui la presenza del preposto alla gestione tecnica. Montanile si è quindi concentrato nella descrizione delle operazioni di pulizia principali previste per una struttura sanitaria. Come agire,

in concreto? Occorre, in primo luogo, assicurare le pulizie giornaliere e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago. Nel caso di presenza di una persona con Covid-19 all’interno dei locali, si procede alla pulizia e sanificazione secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute, nonché alla loro ventilazione. Bisogna poi garantire la pulizia accurata a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti. In ottemperanza alle indicazioni del Ministero della Salute, secondo le modalità ritenute più opportune, si possono organizzare interventi particolari/periodici di pulizia. Nelle aree geografiche a maggiore endemia, in aggiunta alle normali attività di pulizia, è necessario prevedere, alla riapertura, una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni, ai sensi della circolare 5443 del 22 febbraio 2020. Montanile ha concluso il suo intervento, dedicato alle buone pratiche di pulizia e sanificazione, mettendo in risalto come, relativamente alle imprese di pulizia, sia emersa con forza la necessità di un’ulteriore regolamentazione dell’attività di pulizia/sanificazione in forma di impresa. Ha quindi posto in risalto l’importanza di specifici piani di formazione degli operatori addetti al processo di pulizia e sanificazione dell’ambiente ospedaliero, cui deve provvedere l’ente interno o l’azienda che svolge le operazioni di pulizia. La formazione, a più livelli, deve prevedere sia corsi di base sulle procedure, la sicurezza e la qualità, che anche step successivi di specializzazione, a seconda della tipologia dei locali dove l’addetto opera.

“Il tema dell’igiene e della sanificazione degli impianti di trattamento dell’aria, con particolare attenzione a quelli dei luoghi di cura - ha detto Gregorio

Mangano - è al centro dell’attenzione quale misura efficace di contrasto alla diffusione di Sars CoV-2. AIISA (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici), affronta questi temi dal lontano 2004. Si tratta di un argomento molto delicato che presenta aspetti di forti criticità e numerose opportunità. Si pensa spesso, infatti, che sia sufficiente pulire l’aria attraverso la filtrazione che elimina il particolato e il bioaerosol presente liberamente nell’aria. Non si può affrontare il tema della qualità dell’aria interna se al concetto di ventilazione non si affianca quello di filtrazione. I sistemi di trattamento dell’aria, infatti, oltre che a garantire le condizioni termo igrometriche richieste, sono in via prioritaria adibiti a ridurre le sostanze inquinanti negli ambienti interni e sono i principali artefici della qualità dell’aria che respiriamo”. Ma cosa accade agli impianti di trattamento dell’aria se non vengono controllate le condizioni igieniche, o se non vengono effettuate le corrette azioni di pulizia e sanificazione?

S•9 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
“Controllare le condizioni igieniche ed effettuare le corrette azioni di pulizia e sanificazione delle condotte aerauliche in ambito ospedaliero è di fondamentale importanza”
Gregorio Mangano, presidente AIISA

Possono davvero compromettere la sicurezza in ambito ospedaliero? La risposta appare quasi scontata, certamente gli effetti possono essere assai dannosi. Per queste ragioni tali interventi sono di fondamentale importanza, in primo luogo per tutelare il benessere e la salute degli ospiti, dei pazienti e del personale. Le operazioni di manutenzione e sanificazione delle condotte aerauliche, regolarmente programmate e realizzate servono sia a proteggere la continuità e la qualità del servizio erogato riducendo al tempo stesso i costi operativi totali, sia a garantire la sicurezza negli ambienti e lo stato di efficienza di presidi medici e attrezzatura.” Mangano ha quindi allargato la riflessione: “nella nostra società - ha spiegato - si trascorre fino al 90% del proprio tempo in luoghi chiusi e il 30-40% di questo si passa nei luoghi di lavoro. Esistono quindi fondati sospetti che il 40% delle assenze da lavoro per malattia sia dovuto a problemi di qualità dell’aria

interna degli uffici. La IAQ, Indoor Air Quality rappresenta la caratteristica dell’aria trattata che risponde ai requisiti di purezza. Essa non contiene contaminanti noti tali da arrecare danno alla salute e causare condizioni di malessere per gli occupanti. I contaminanti, contenuti sia nell’aria di rinnovo che in quella riciclata, sono gas, vapori, microrganismi, fumo ed altre sostanze particolate”. Il presidente di AIISA ha quindi spiegato il motivo per cui gli impianti aeraulici si contaminano. “Le incrostazioni alle pareti sono composte prevalentemente da materiale organico che prolifica a seguito di condizioni climatiche favorevoli, in particolar modo temperature e una elevata umidità relativa. Queste condizioni unite costituiscono un ideale terreno di coltura per varie specie micotiche e batteriche e microrganismi). Infine, il sistema di distribuzione dell’aria favorisce il trasporto di polveri e microrganismi verso gli ambienti confinati (piscina, spogliatoi, atrio,

uffici, saloni, ecc.). Le principali conseguenze per la salute umana sono: danno alle mucose oculari, alla cute e all’apparato respiratorio degli occupanti, accelerando altresì il deterioramento delle apparecchiature presenti all’interno dei locali.” Mangano ha preso quindi in esame la legislazione nazionale in materia. “Il Testo Unico D.L. 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (30 aprile 2008) – Allegato IV – Requisiti dei luoghi di lavoro, al punto 1.9.1.4 relativo al microclima, stabilisce che ‘gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori’. Al punto successivo, specifica inoltre che ‘qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente’.” Il relatore si è poi soffermato sulle leggi guida nazionali di riferimento, elencandole in rapida successione. A cominciare delle “Linee-Guida per la Prevenzione ed il Controllo della Legionellosi”, adottate il 4 aprile 2000; a seguire, le “Linee-Guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati”, adottate il 27 settembre 2001; le “Linee-Guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali”, adottate il 13 gennaio 2005; lo “Schema di Linee-Guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione”, adottato il 5 ottobre 2006; le Linee-Guida emesse dalla Presidenza del Consiglio (Conferenza Permanente Stato-regioni) ”Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria” del 7 febbraio 2013. I tre punti focali del sistema di sorveglianza introdotto dalle Linee-Guida del 7/02/2013 prevedono: ispezione visiva degli apparati; ispe -

SANITÀ S•10 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 POST-PANDEMIA
Ne combiniamo di tutti i COLOR FOR CLEANING WWW . FALPI . COM kubi PER AMBIENTI E REPARTI FREQUENTATI DAI BAMBINI

zione tecnica molto più approfondita; azioni correttive di manutenzione e/o sanificazione. Infine, Mangano ha portato come esempio di riferimento in materia la Legislazione Regionale Lombarda che, con la Legge del 30 dicembre 2009 – Nuovo Testo Unico delle Leggi Regionali in materia di Sanità e Decreto attuativo della Direzione generale Sanità Lombardia – n. 1751 del 24/02/2009 all’art. 59 (Misure di prevenzione nelle strutture sanitarie) afferma: “Al fine di prevenire la diffusione di malattie infettive trasmesse da nebulizzazione derivante da impianti di distribuzione dell’acqua sanitaria e di condizionamento, le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate hanno l’obbligo di compiere, in modo continuativo, in relazione agli esiti riscontrati, le azioni di prevenzione, controllo e manutenzione dei seguenti impianti: a) impianti di produzione e distribuzione dell’acqua calda sanitaria; b) impianti di condizionamento dell’aria; c) impianti per idroterapia non termale e aerosolterapia. L’art. 2, della Legge, recita: “Le azioni di prevenzione, controllo e manutenzione di cui al comma 1, da effettuare con cadenza minima annuale, e in caso di provata contaminazione o di malattia nei pazienti, sono indicate con decreto della direzione generale competente in materia di sanità. Gli oneri sono a carico delle strutture sanitarie e sociosanitarie. Le operazioni sono certificate dalle ASL, registrate e controfirmate dal responsabile della struttura o suo delegato”. Camillo Rossi ha portato la preziosa testimonianza di come l’Ospedale di Brescia, e l’Azienda Socio-Sanitaria alla quale esso fa capo, che conta attualmente circa 7mila dipendenti, abbiano affrontato la pandemia da Sars CoV-2, trattando circa 14mila pazienti contagiati dal virus e ottimizzando sia la struttura che i mezzi e le risorse umane a disposizione. “Tra la prima e la seconda ondata - ha precisato - abbiamo studiato una specifica modalità

di assistenza ai pazienti Covid che riservasse loro alcune aree dell’ospedale. Si è deciso di usare un’area ospedaliera ad anello, operativa dagli anni Cinquanta, una parte storica realizzata dall’architetto Bordoni, un’altra, a nord, il cosiddetto Policlinico satellite, edificato negli anni Settanta, e infine il padiglione B, con un corpo di fabbrica dotato di un sistema di areazione particolarmente collaudato e sicuro. Attuando i requisiti di sicurezza richiesti a partire dall’agosto 2020, ci siamo così ritrovati a disporre di cinque piani dedicati all’emergenza Covid, con ben 170 posti letto, organizzati in funzione dell’intensità di cura. Va sottolineato come tutte le procedure adottate per il personale interno siano state puntualmente seguite, anche dalle aziende che ci forniscono il servizio di pulizie. Per quanto riguarda, invece, l’accesso dei visitatori, lo stesso era legato alla misurazione della temperatura e scheda anamnestica richiesta per stabilire le condizioni iniziali

di salute. A prescindere dal possesso del green pass base, dalla vaccinazione e quant’altro, abbiamo chiesto l’esibizione di un tampone effettuato nell’arco delle quarantotto ore e, nei periodi di massima riapertura, è stato introdotto l’accesso a giorni alterni. L’ospedale ha operato facendo i conti con le evidenze richieste dal mutare delle condizioni, ovvero dai cambiamenti organizzativi e tecnologici richiesti dalla delicata e complessa situazione da affrontare. Comunque, è bene sottolineare che non abbiamo avuto la necessità di effettuare specifici investimenti, perché la principale priorità che ci siamo posti è stata quella di rafforzare e rendere ancor più stringenti le misure di sicurezza che avevamo già introdotto da tempo. In sostanza - ha sottolineato Rossi - quando il 24 febbraio del 2020 è stato ricoverato da noi il primo paziente Covid, ci siamo trovati a poter contare, per il ricovero, solo su una struttura che disponeva di una palazzina esterna di malattie infettive realizzata negli anni Ottanta: abbiamo immediatamente implementato i posti letto fino al numero di 70, il che ci ha consentito di affrontare bene l’emergenza. Siamo stati perciò costretti ad effettuare una revisione complessiva del nostro modus operandi, serrando i ranghi e organizzando al meglio i nostri asset che si occupano di igiene ospedaliera e sanificazione, a partire dal servizio di pulizia con un apposito project financing appositamente deputato ad esso. Ci siamo resi subito conto che era necessario adottare una radicale modifica dei comportamenti rispetto alla cura dei nostri ricoverati: mentre normalmente bisogna proteggere un paziente dall’altro, i pazienti Covid erano sostanzialmente tutti uguali. Abbiamo dovuto procedere con interventi forti, assai onerosi e rapidi di formazione del personale rispetto ai DPI, che hanno attivamente coinvolto non solo il nostro personale interno ma anche quello delle imprese di pulizia

SANITÀ S•12 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 POST-PANDEMIA
“All’Ospedale di Brescia le imprese di pulizia, sono state prese per mano e accompagnate a svolgere un lavoro comune con il nostro personale, in piena e proficua sinergia”
Camillo Rossi, vicepresidente Società Italiana Leadership Management in Medicina

che operano all’interno della struttura nosocomiale. Inoltre abbiamo adottato subito i dispositivi di protezione individuale, in primis la mascherina FFP2, che abbiamo messo a disposizione di tutti i dipendenti, appositamente addestrati all’uso corretto della stessa. Si è agito anche per impedire tutta una serie di contatti, anche in locali che potevano sembrare di scarsa rilevanza ai fini del potenziale contagio, come i luoghi di consumo collettivo dei pasti, le mense, i bar. Mi preme sottolineare che abbiamo posto al centro dell’attenzione il concetto di comunità ospedaliera - ha detto a chiare lettere Rossi - considerando le imprese di pulizia e ristorazione quali soggetti prioritari all’interno di essa, al pari di medici, infermieri e personale paramedico. Tutte queste persone sono state prontamente sottoposte al programma vaccinale, già a partire dal 27 dicembre 2020. Lo sforzo organizzativo che abbiamo dovuto af-

frontare è stato notevole, ma ha dato ottimi risultati. In estrema sintesi, abbiamo affrontato l’emergenza Covid con le armi della velocità, dell’accuratezza, con iniziative di formazione ad hoc, revisione degli spazi ed elasticità. Ora, a proposito di quest’ultima caratteristica, dico subito che non possiamo fare passi indietro e tornare allo status quo - ha ribadito con forza il relatore. Certo, dobbiamo restare estremamente duttili, perché quando si cura la popolazione, le persone presentano bisogni che non sono spesso codificabili fin dall’inizio, ma in futuro dovranno assolutamente essere mantenuti e migliorati gli standard raggiunti in questi ultimi anni. Mi riferisco in particolare anche al rapporto con le imprese di pulizia, che sono state prese per mano e accompagnate a svolgere un lavoro comune in piena e proficua sinergia. Per raggiungere questo obiettivo abbiamo potuto contare sul lavoro di un apposito staff

dedicato all’interno della Direzione Medica del presidio principale, che integra diverse professionalità e adesso sta mettendo in rete una massa di dati per poter monitorare al meglio le Infezioni Correlate all’Assistenza, ovvero quella pandemia silente che ogni anno in Italia miete 35mila vittime. Questo sforzo, come è facilmente immaginabile, ha ricadute immediate per comprendere come si muove il nostro intero ecosistema ospedaliero, in modo da sintonizzare l’uso di determinati presidi in funzione di quanto avviene, giorno dopo giorno, in ambito microbiologico. Con immediate e preziose ricadute anche sulla prevenzione e sull’intensità e le frequenze degli interventi di pulizia, sulla scelta dei prodotti, sulla logistica e su tanti altri aspetti, con l’obiettivo finale di migliorare sia le condizioni di cura dei pazienti e la loro sicurezza, sia la salubrità dell’ospedale.”

Quello della formazione o meglio del-

S•13 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

la definizione di percorsi formativi, mirati e adeguati al livello di competenza e di responsabilità richiesta in materia di pulizia professionale - ha affermato Toni D’Andrea - rappresenta un tema immenso in un settore in profonda trasformazione. Da un’indagine che avevamo commissionato alcuni anni fa ad un importante istituto di sondaggi emergeva il fatto preoccupante che in Italia, soltanto il 15% degli addetti alle pulizie, sia in regime di autoservizio che di outsourcing, aveva completato un ciclo di formazione sulle tecniche e sulle metodologie di pulizia. Oltre il 90% di questo utilizzava, in ambito professionale, prodotti, macchine e attrezzature destinati ad un utilizzo domestico. Nonostante la scarsa attenzione per il nostro lavoro - ha proseguito - rimango convinto che ‘la Pulizia’ meriti un posto d’onore sia nella storia sociale che nell’immaginario collettivo. Ciò

che abbiamo, o forse avevamo capito, è che la Pulizia è un bene necessario non solo alla nostra sopravvivenza. Il che ci consente di affermare in modo concreto i valori della dignità e della socialità. Ma cosa accadrebbe se, anche per poche ore, venissero meno i servizi di pulizia? Come cambierebbe la nostra percezione di un dato luogo. Immaginate gli ospedali, gli asili, i mezzi di trasporto, e tanti altri contesti lasciati precipitare nella voragine dello sporco e della malattia. Pulizia è sempre un investimento e non un costo. E in ambito sanitario le cifre lo mostrano in modo inequivocabile. I modelli econometrici indicano che all’aumentare dell’1% l’indice di spesa per i servizi di pulizia il tasso di infezione si riduce tra lo 0,12% e lo 0,20%. Se un’azienda ospedaliera tagliasse i costi del budget per la pulizia di 58.000€ avrebbe nel breve periodo un costo aggiuntivo netto di oltre 100.000€ causato da un aumento di infezioni (più ricoveri, più medicinali, più risarcimenti). In Europa l’incidenza media delle infezioni correlate all’assistenza è di circa l’8%. Questa incidenza arriva a superare il 30% nei pazienti sottoposti a terapia intensiva. Un dato, che molti non conoscono, è che nell’ultimo decennio sulla Terra sono stati costruiti oltre 50 miliardi di metri quadrati di nuova superficie di cemento, vale a dire un Empire State Building ogni 25 minuti. Sono stati realizzati in un anno tanti edifici quanti ne conta l’intero Giappone, un trend che non cenna a diminuire visto che le previsioni per i prossimi 40 anni stimano 230 miliardi di metri quadri di nuove costruzioni, pari a una nuova Parigi alla settimana. Il processo di affermazione del Cleaning è da sempre legato a due variabili fondamentali: l’incremento demografico che alimenta la domanda di costruzione di nuovi edifici e il tasso di modernizzazione nei diversi Paesi richiedono condizioni igienico sanitarie progressivamente più rigorose, a partire dai luoghi di

cura. Nei prossimi anni l’omologazione degli standard igienici applicati nei paesi emergenti agli standard occidentali e l’incremento dimensionale dell’ambiente costruito produrranno una domanda mostruosa di servizi di pulizia. Pensate perciò - ha proseguito - a quanto il fattore competenza inciderà sulla variabile produttività, a quanto il tema della formazione e della qualificazione del lavoro giocherà il ruolo determinante nel nostro settore. L’incidenza del ‘labour intensive’ nell’erogazione dei servizi di pulizia dovrà cedere terreno alla meccanizzazione e alla robotizzazione di molte attività. Il costo della manodopera, abbiamo detto, incide mediamente per oltre l’80% del costo complessivo e dovrà essere rimodulato per assumere un ruolo più di controllo e gestione che di esecuzione. Abbiamo parlato di industria dei servizi, voglio darvi qualche numero. Costruire la consapevolezza di quanto il nostro lavoro sia importante per il mondo. In Europa esistono 290.000 imprese di servizi di pulizia che danno lavoro a 4 milioni di persone che producono un fatturato pari a 120 miliardi di euro che negli ultimi 25 anni è cresciuto con una media del 9% all’anno. Negli Stati Uniti i numeri sono simili, circa 3 milioni di operatori con un fatturato che dal 2016 al 2021 è cresciuto del 5,7% e che nel 2022 dovrebbe attestarsi a poco più di 80 miliardi di dollari. Si prevede da qui al 2029 un incremento delle assunzioni all’interno del comparto nella misura del 4% all’anno. La mia constatazione - ha concluso D’Andrea - è che negli ultimi anni, nel comparto del cleaning professionale la produttività è aumentata pochissimo. La meccanizzazione dei processi è partita solo in quei Paesi che presentano un costo della manodopera troppo alto, la formazione, che insieme all’innovazione tecnologica concorre ad elevare il tasso di produttività, è un’attività minima, marginale.”

SANITÀ S•14 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 POST-PANDEMIA
“L’incremento demografico che alimenta la domanda di costruzione di nuovi edifici e il tasso di modernizzazione nei diversi Paesi richiedono condizioni igienico sanitarie progressivamente più rigorose, a partire dai luoghi di cura”
Toni D'Andrea, CEO - director ISSA EMEA

Sicurezza e igiene in corsia

Alpha Metal Free e Alpha A-B Plus sono la risposta di Filmop alle esigenze della sanità: due carrelli appositamente progettati per assicurare il massimo in termini di sicurezza e igiene.

Alpha Metal Free è il primo carrello completamente privo di componenti metalliche , comprese ruote, sostegni e componentistica più minuta come viti e perni. Questa particolarità permette al carrello di accedere ovunque, anche nelle aree preposte alla risonanza magnetica e

in generale in tutti i locali sensibili nei quali non è permesso l’accesso con attrezzatura magnetizzabile.

Alpha A-B Plus si distingue invece per il trattamento con zinco piritione che impedisce la proliferazione di batteri, funghi e muffe, rendendo il carrello particolarmente indicato per la pulizia nelle sale operatorie, nelle stanze di degenza e in tutti gli ambienti in cui sia richiesto il mantenimento di un alto standard igienico. Test condotti da un laboratorio esterno indipendente hanno rilevato una riduzio-

ne del 99,9% della contaminazione di Escherichia coli e una riduzione fino al 99% di Staphylococcus Aureus. L’azione antibatterica non svanisce con il tempo ma è garantita per l’intero ciclo di vita dei materiali plastici.

Il carrello antibatterico fa parte di A-B Plus , un sistema completo di pulizia che comprende anche telai e microfibre trattati con additivi antibatterici per offrire una protezione globale contro i microrganismi.

Per le sale operatorie e le stanze di degenza

Per le aree di risonanza magnetica

ATTREZZATURE filmop.com www.filmop.com
A-B
in
La risposta alle esigenze della sanità Alpha
Plus
plastica antibatterica
Metal
di componenti metalliche
Alpha
Free privo

L’eccellenza nella lotta alle ICA

Massimo impegno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona guidata dal direttore generale, dottor Callisto Marco Bravi, nell’ottimizzare i processi di pulizia e sanificazione nei reparti e una nuova App denominata “Save”, sviluppata dall’azienda canadese

Firstline con l’obiettivo di ridurre significativamente i decessi

Una piaga silente e insidiosa che miete ogni anno migliaia di vittime in Europa e in Italia: sono ben trentatremila le persone che ogni anno in Europa muoiono a causa delle ICA, Infezioni Correlate all’Assistenza. Circa un terzo di esse nel nostro Paese che, purtroppo, si trova agli ultimi posti, insieme alla Grecia e alla Romania, in questa triste graduatoria, stando alla speciale classifica stilata dal Centro Europeo Malattia Infettive (Ecdc). Il dato è davvero impietoso: circa un paziente su quindici, infatti, ogni giorno contrae un’infezione durante un ricovero in ospedale. Impressiona, soprattutto, sapere che – stando ai dati riportati dal Centro Europeo Malattie Infettive, che ogni anno conduce un apposito studio, oggi in Italia la probabilità di contrarre infezioni durante un ricovero ospedaliero è del 6%, con 530 mila casi ogni anno: dati che pongono l’Italia all’ultimo posto in Europa. Si tratta di un incremento dovuto a

molteplici fattori: dall’aumento dei pazienti più “fragili”, ovvero con età superiore ai 65 anni, all’impiego di sistemi sempre più invasivi per l’organismo umano, come cateteri ed endoscopi che costituiscono veicoli per i batteri, ma soprattutto alla scarsa adozione di strategie di prevenzione.

UNA NUOVA APP E PROCESSI DI IGIENIZZAZIONE SEMPRE PIÙ

MIRATI: ECCO LA STRATEGIA DELL’AOUI DI VERONA PER COMBATTERE LE ICA

La pulizia ambientale è un intervento fondamentale per la prevenzione e il controllo delle infezioni in quanto la contaminazione dell'ambiente ha mostrato un ruolo decisivo nella trasmissione delle infezioni, in particolare delle superfici che vengono frequentemente toccate o entrano in contatto diretto con il paziente. Ma non basta. Da tempo ci si interroga su quali siano le strategie migliori per affrontare un

problema così complesso, cercando di invertire la spirale. Da Verona giunge la confortante e virtuosa esperienza realizzata grazie ad un’apposita “app” applicata dall’Azienda ospedaliera universitaria integrata veronese. Sviluppata dall’azienda canadese Firstline, tradotto in italiano “salvezza”/”risparmio”, è stata finora positivamente testata in alcuni reparti e si appresta a divenire la prima impiegata, a livello nazionale, per il contrasto alla cosiddetta “farmacoresistenza”.

SANITÀ S•16 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 INNOVAZIONE
Dott. Callisto Marco Bravi, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Ci riferiamo, ovviamente, al fenomeno, della mancata risposta – sulla scia di un impiego non sempre appropriato – alle terapie antibiotiche. I risultati della sperimentazione sono confortanti: meno 37 per cento nell’impiego di questa categoria di medicinali nei reparti Covid, con un calo dal 31 al 58 per cento nei pazienti affetti da batteri resistenti (inclusa la candida). Nei reparti pediatrici la “svolta” è ancora più marcata, ed equivale ad una percentuale che sfiora il dimezzamento. Insomma, attraverso l’azione coordinata, frutto di sempre più accurati interventi di igienizzazione mirata e app i vertici dell’AOUI scaligera, guidati dal Direttore Generale, Callisto Marco Bravi, attendono buoni frutti per ridurre consistentemente il numero delle ICA nei nosocomi in riva all’Adige. Il ruolo dell’igiene ambientale nella prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza non è generi-

co e assoluto - precisano - ma assume caratteri peculiari in base alle caratteristiche del paziente, all’infezione, del reparto dove il paziente è ricoverato (terapia intensiva, medicina, chirurgia, pediatria, ecc.). Le delicate e complesse operazioni di igienizzazione degli ambienti nosocomiali non possono prevedere interventi generici, diffusi e di eguale importanza per tutti i locali, ma deve tenere conto della tipologia di pazienti che vi soggiornano, delle patologie di cui questi sono affetti o delle terapie a cui vengono sottoposti o ancora delle manovre medico assistenziali che vengono effettuate all'interno di in questi locali. È evidente pertanto che la pulizia di una sala operatoria o di una terapia intensiva è effettuata con tempi, frequenze, modalità e prodotti diversi rispetto alla pulizia dell’atrio o di un ambulatorio e che la postazione assistenziale occupata da un paziente

infetto (Clostridium, Klebsiella, ecc.) viene adeguatamente ricondizionata prima di essere occupata da altro paziente. “L’Azienda - proseguono i responsabili - si è dotata di apposite procedure che guidano gli operatori nella scelta del tipo di pulizia da chiedere in ragione della patologia infettiva di cui il paziente è affetto. Una cura particolare è dedicata ai capitolati d’appalto che, se adeguatamente costruiti e controllati nella loro esecuzione, sono garanzia di pulizia e igiene.” La Direzione Aziendale tiene sotto controllo, attraverso le Funzioni dedicate, tutti i vari passaggi: dalla scelta del prodotto per l’esecuzione della pulizia – un semplice detergente piuttosto che un detergente/disinfettante – fino alla frequenza di esecuzione dei passaggi di pulizia o alle modalità con cui l’operatore della ditta effettua l’intervento. Un altro aspetto importantissimo da

S•17 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

sottolineare è la costante regolarità con cui vengono effettuate regolari verifiche sulle prestazioni erogate dalle ditte che hanno in appalto il servizio di pulizia. Un’attenzione particolare, nell’ambito dell'Ospedale Civile di Borgo Trento, è dedicata al Polo Chirurgico Confortini, vero fiore all’occhiello della sanità veronese. “Non possiamo prescindere - commenta la Direzione Aziendale - dal modello a cui la struttura fa riferimento: ospedale nella città e città nell’ospedale. All’interno del Polo Confortini si svolgono attività più vicine a un ambiente comunitario - ne-

gozi, attività culturali, mostre fotografiche o a tema, ecc. - piuttosto che a un ospedale come la storia ce lo propone. Al Polo arrivano migliaia di persone al giorno: operatori, visitatori, pazienti che si fermano ricoverati o che devono essere trattati in giornata. Ma il Polo Confortini è pur sempre un ospedale che si inserisce in una città. Queste considerazioni devono essere tenute in debito conto nella programmazione degli interventi di pulizia in modo da pulire con un intervallo di tempo minore ciò che deve essere tenuto maggiormente pulito o ciò che si sporca più frequentemente.

GLI EFFETTI DELL’APP

SAVE: MENO 30 PER CENTO NELL’USO NON NECESSARIO DI ANTIBIOTICI E MAGGIORE ACCURATEZZA PRESCRITTIVA

Ma torniamo alla App, che tante legittime aspettative sta suscitando: Evelina Tacconelli, direttore dell’Unità complessa di Malattie Infettive non ha dubbi: “Impiegare un antibiotico dalla potenzialità e rischi di una sorta di cannone, quando basterebbe invece un’arma meno potente è l’errore che mette l’Italia in questa poco invidiabile situazione, inutile negare l’eviden-

za”. L’App ha la principale caratteristica di essere multidisciplinare, coinvolgendo numerosi reparti e diverse specialità, consentendo inoltre di fissare i confini. “Il sistema”, precisa la dottoressa, “esamina l’ecologia locale, la condizione microbiologica della struttura. Tutto ciò ha un senso ben preciso perché la prassi è una cosa, ma non è affatto detto che lo stesso antibiotico sia correttamente prescrivibile a Verona come in un qualsiasi altro ospedale d’Italia”. Il principio è quasi ovvio: le malattie possono essere uguali ma i batteri cambiano, si adattano, mutano come i camaleonti, seguendo la geografia del Paese. La strada maestra indicata dalla rivoluzionaria App che si prefigge di contrastare e ridurre la diffusione delle ICA è dunque indicata: si va dritti verso una sorta di personalizzazione del trattamento, capace di mettere ai primi posti paziente, struttura e singolo reparto di ricovero. Come dicevamo, i risultati per l’AOUI di Verona sono più che soddisfacenti: meno 30 per cento nell’uso “non necessario” di antibiotici e miglioramento quasi totale (90 su 100) dell’accuratezza prescrittiva. Altri significativi numeri ci dicono che l’applicazione Save ha mostrato i propri rincuoranti effetti su 350 pazienti (250 posti letto), per un centinaio di accessi giornalieri. Il nostro obiettivo - conclude soddisfatto il direttore generale dell’AOUI veronese – sarà quello di produrre il massimo sforzo per mantenere e accrescere i risultati fin qui ottenuti nella lotta alle ICA, puntando in una duplice direzione: da un lato attraverso una sempre sempre maggiore accuratezza ed incisività negli interventi di pulizia e sanificazione, puntando su procedure sempre puntuali, sul controllo dei risultati, sulla formazione, col monitoraggio continuo dei processi, dall’altro attraverso la digitalizzazione, che potrà essere estesa ad ogni ospedale, anche in versione predittiva.

SANITÀ S•18 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 INNOVAZIONE

Linea mop in microfibra con sistema a strappo

Negli ambienti sanitari sono fondamentali igiene e sicurezza dei pavimenti e delle superfici, ma anche la praticità nelle operazioni di lavaggio e di cambio panno.

La linea dei mop in microfibra con sistema a strappo di Essecinque propone vari tipi di soluzioni, con microfibra piatta o a filo continuo, facilmente lavabili e che assicurano la riduzione dello sforzo per gli operatori.

Il sistema a strappo, oltre a garantire una perfetta aderenza al telaio, assicu-

Essecinque offre tutti gli articoli per la pulizia in cotone e nelle altre fibre tessili, assieme alle attrezzature correlate.

Essecinque offers all the articles of cotton and other textile fibers with the related equipment.

ra praticità e velocità nelle operazioni di cambio mop per il suo lavaggio.

I prodotti con la microfibra piatta si presentano nella versione leggera, adattabile a tutte le superfici, che non lascia aloni, oppure con filato intrecciato a fibra abrasiva, utilizzabile su pavimenti o su piastrelle più ruvidi.

Il mop in microfibra piatta unisce alle caratteristiche proprie di questo prodotto anche la presenza di una spugna interna al panno: la capacità assorbente arriva a quasi 300 ml.

Nella categoria troviamo inoltre il mop a riccio o filo continuo, nella versione solo microfibra o microfibra intrecciata al cotone. Il filo continuo è più resistente e trattiene maggiormente lo sporco e la polvere. In particolare, nel prodotto

in microfibra e cotone misti sono riunite le capacità pulenti delle due fibre e inoltre il cotone permette al prodotto di conservare la giusta umidità: rimanendo bagnato più a lungo si possono pulire più metri di superficie.

PANNI E ATTREZZATURE essecinque.net Personalizzazione del prodotto Product customization Ricerca di nuovi prodotti Research and development of new products Partnership internazionali International partnerships Passion for cleaning. www.essecinque.net

La pulizia al servizio della sanità

Secondo l’indagine condotta dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), ogni anno in Europa si contano circa 8,9 milioni di infezioni correlate all’assistenza prestata negli ospedali e nelle strutture di lungodegenza: un numero ancora troppo elevato e un campanello d’allarme che richiede la massima attenzione. La stessa Europa è stata testimone di 100 milioni di casi Covid nei primi due anni di pandemia: un’emergenza che ha reso ancora più metodiche le procedure di pulizia e sanificazione al fine di contenere la diffusione del virus.

IGIENE ASSICURATA CON POCKETY

Per ridurre il livello di rischio nelle strutture sanitarie è essenziale innanzitutto evitare il contatto diretto con virus e batteri: l’uso dei guanti non è sufficiente, le

mani sono infatti un pericoloso veicolo di contaminazione ed è quindi necessario prevenire il passaggio di microrganismi da una superficie all’altra. Inoltre, adottare rigorose procedure di pulizia e gestire l’attrezzatura utilizzata come se fosse potenzialmente contaminata contribuisce ulteriormente a mantenere un alto livello di igiene. Partendo da questi presupposti, TTS ha progettato un sistema per lo sgancio touch-free dei ricambi: grazie a Pockety, dismetterli senza entrare in contatto con sporco, virus e batteri è finalmente realtà. Diversamente dai sistemi tradizionali che obbligano l’operatore a toccare le fibre sporche per rimuovere i ricambi, Pockety li sgancia e li raccoglie in sicurezza direttamente nel secchio. Eliminando qualsiasi contatto con le mani e confinando lo sporco alla sola area di raccolta si assicura il controllo della contaminazione crociata

L’igiene è un fattore cruciale, in particolar modo nei contesti legati alla sanità, i quali richiedono prodotti e sistemi di pulizia all’altezza del compito
ttsystem.com

In aggiunta, l’innovativo sistema tutela la salute dell’operatore e previene l’insorgenza di malattie professionali dovute a posture scorrette e movimenti ripetitivi stressanti: non richiede alcuno sforzo, permette di mantenere una postura corretta e non obbliga a continui piegamenti per raccogliere i ricambi usati dal pavimento.

Pockety migliora inoltre l’efficienza operativa, riducendo i tempi e i relativi costi: l’esclusivo coperchio sgancia i ricambi istantaneamente mentre il telaio perfettamente simmetrico li aggancia in un attimo assicurando una rapida messa in opera. Infine, facilita la gestione della lavanderia, rendendo le operazioni più semplici: l’apposito sacco a rete posizionato nel secchio raccoglie i ricambi dismessi, velocizzando e rendendo ancora più igienico lo svuotamento.

Pockety è compatibile con l’intera gamma di ricambi con tasche, lava-

bili e usa e getta: l’operatore può così utilizzare il ricambio più adeguato al tipo di superficie da pulire e al grado di sporco presente.

Abbinare Pockety al sistema di impregnazione on demand Dosely permette di assicurare la massima igiene lungo tutto il processo: dalla pulizia di ogni area con un ricambio pulito alla dismissione del ricambio sporco senza alcun contatto con le mani.

MICROFIBRE INFALLIBILI

CONTRO VIRUS E BATTERI

Lo sporco non è uguale ovunque: negli ambienti sanitari la contaminazione delle superfici costituisce un nodo cruciale che richiede l’adozione di procedure di pulizia efficaci e l’utilizzo di attrezzature adeguate. La microfibra è senza dubbio la miglior soluzione, è però fondamentale scegliere quella più adatta a ogni operazione e superficie e assicurarsi di utilizzare esclusivamente prodotti di qualità per ottenerne i benefici.

TTS offre un’ampia gamma di microfibre ad alta prestazione studiate per rispondere adeguatamente alle esigenze delle diverse superfici da trattare. Le microfibre TTS assicurano una pulizia profonda, senza limitarsi allo sporco visibile: analisi condotte da un laboratorio esterno dimostrano che i ricambi Microblue e Microriccio rimuovono il 99,9% del Coronavirus 229E dalle superfici in acciaio. Inoltre, ulteriori test hanno rilevato ottimi risultati anche nella rimozione dei batteri, rispettivamente fino al 96,6% e al 98,79%. Anche Exon si distingue per l’efficace azione meccanica: il solo passaggio del panno semi-usa e getta sulla superficie, senza l’aggiunta di detergenti o disinfettanti, rimuove il 99% del Coronavirus 229E e fino al 94,2% dei batteri

La capacità di raccolta delle microfibre TTS consente di ridurre la quantità e l’aggressività del chimico necessario a garantire l’igienizzazione e conseguentemente il rischio di creazione di batteri resistenti ai disinfettanti. Inoltre, l’ele-

vato potere assorbente assicura una lunga autonomia che si traduce in un significativo risparmio di acqua Microblue, Microriccio ed Exon sono disponibili anche nella versione con tasche, abbinabile al sistema Pockety e alla stazione d’impregnazione Dosely per ottenere il massimo in termini di igiene.

informazione pubblicitaria

Gli impianti HVAC

Purificazione dell’aria indoor nelle strutture sanitarie

Preoccuparsi della qualità dell’aria negli ambienti indoor è fondamentale per la salute delle persone, a maggior ragione nelle strutture sanitarie dove il rischio di contrarre malattie da virus e batteri è potenzialmente più alto. La soluzione per ottenere un microclima ideale all’interno di questi edifici è rappresentata dagli impianti HVAC purché opportunamente progettati e realizzati. Su questo tema abbiamo intervistato l’ingegner Susanna Azzini nota esperta del settore

Passiamo gran parte della nostra giornata in ambienti chiusi e in compagnia di altre persone, motivo per cui occorre prestare molta attenzione alla qualità dell’aria che in questi luoghi respiriamo. Gli impianti HVAC (acronimo di heating, ventilation and air conditioning) rappresentano la migliore per avere un micro -

clima ideale all’interno degli edifici sia privati che pubblici, in particolare nelle strutture ospedaliere e di cura. Con HVAC si intende un impianto integrato per la qualità dell’aria e il comfort termico, a minor impatto ambientale possibile, la cui progettazione richiede particolare cura. All’ingegnere Susanna Azzini di 3WHE

Teamwork e membro del Consiglio Nazionale CNETO (Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera) abbiamo rivolto alcune domande sull’argomento con particolare riferimento all’edilizia sanitaria.

Ingegnere, quanto conta, in termini di prevenzione, soprattutto in spazi

SANITÀ S•22 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 TRATTAMENTO ARIA

confinati che ospitano soggetti deboli come una struttura sanitaria, la corretta progettazione di un impianto HVAC?

“La realizzazione di un efficace impianto di ventilazione nelle strutture sanitarie è strettamente correlata con il benessere ambientale e la sicurezza di pazienti e operatori. Ne consegue che la sua corretta progettazione è fondamentale per garantire i requisiti di qualità dell’aria richiesti dalle esigenze specifiche di carattere igienico-sanitario per i vari reparti e/o aree di trattamento e lavoro (per esempio blocchi chirurgici, degenze, pronto soccorso, laboratori, diagnostiche per immagini, day hospital ecc.).”

Gli ospedali e, in generale, le strutture sanitarie, sono ambienti complessi. Quali sono le osservazioni e le considerazioni tecniche preliminari alla progettazione di un impianto HVAC?

“Un impianto HVAC a servizio di aree di tipo sanitario (Ospedali ma anche Poliambulatori, Case di comunità e Centri di cura) deve essere studiato per garantire funzionalità e continuità di esercizio in ogni condizione climatica e ambientale. Preliminarmente alla progettazione andranno valutate con la Direzione Sanitaria e gli igienisti

gli obiettivi da raggiungere e garantire per ogni area funzionale in merito a diversi parametri ambiente tra cui, oltre alle consuete temperatura e umidità relativa, sono rilevanti e strategici il differenziale pressorio, il numero di ricambi d’aria esterna di rinnovo, la filtrazione e l’eventuale possibilità di ricircolo. Saranno inoltre da prendere in considerazione scelte di natura strategica legate alla futura adattabilità/ modificabilità degli impianti progettati e alla loro sostenibilità ambientale ed economica.”

In tali ambienti, da cosa è influenzata la qualità dell’aria e come bisogna intervenire?

“La qualità dell’aria in ambienti confinati è strettamente correlata fondamentalmente a fattori esterni (inquinamento dell’aria esterna immessa in ambiente, presenza di pazienti portatori di cariche batteriche o virali che accedono alle strutture sanitarie senza preliminare screening) e a fattori interni (presenza di colonie batteriche dovute a scarsa igiene degli ambienti e delle attrezzature, inquinamento indoor generato da materiali presenti, rilascio di sostanze tossiche o comunque dannose da fonti e/o impianti interni

presenti ecc.). Per questo motivo oltre a una corretta progettazione degli impianti di ventilazione deve essere associata una sua corretta manutenzione e pulizia e cicli di igienizzazione ambientale precisi e frequenti in funzione delle aree funzionali.”

Quali caratteristiche deve avere oggi un impianto HVAC in ambito sanitario per garantire il suo ruolo strategico in caso di emergenze sanitarie?

“A seguito della pandemia da Covid 19 ci si è resi conto che gli impianti HVAC devono essere progettati e costruiti con caratteristiche quanto più possibile di flessibilità e adattabilità attraverso interventi in urgenza che ne consentano la modificazione e l’adattamento in pochi passaggi. Per esempio, la realizzazione di torri impiantistiche (in edifici a sviluppo verticale) consentirebbe una rapida e poco costosa modifica delle portate e delle pressioni o dell’introduzione di un sistema di filtrazione supplementare magari non richiesto in fase di realizzazione. Fondamentale è anche la possibilità di dotarsi di più ampi spazi di alloggiamento delle componenti meccaniche con aree libere per eventuali installazioni in emergenza.”

S•23 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
Susanna Azzini, 3WHE Teamwork e membro del Consiglio Nazionale CNETO

Parliamo di digitalizzazione e Ospedale 4.0: in che modo questo approccio progettuale sta indirizzando la realizzazione degli impianti HVAC con particolare riferimento al monitoraggio e alla manutenzione?

“Gli impianti di ventilazione e condizionamento dell’aria sono tra quelli che hanno subito minore rinnovamento negli ultimi decenni. Anche se la gestione digitalizzata dei parametri è stata introdotta già negli anni ’90 del secolo scorso, purtroppo non viene utilizzata appieno per le sue potenzialità. Inoltre, l’avvento di IOT e di altri sistemi di rapida e facile interazione tra le macchine richiede un rinnovo degli apparati installati e una loro implementazione anche ai fini manutentivi. Non dimentichiamo infatti che solo una corretta e continua manutenzione permette di garantire l’efficacia del risultato di qualità dell’aria previsto dal progetto.”

Quali sono le linee guida sulla qualità dell’aria nelle strutture sanitarie a cui attenersi nella progettazione degli impianti HVAC ospedalieri?

“Esistono alcuni riferimenti normativi in applicazione di disposizioni legislative (DPR 207/1997, Delibere Regionali ecc.) e le NORME UNI che, pur essendo di applicazione volontaria, costituiscono un ottimo e valido riferimento per la progettazione (non dimentichiamo che in assenza di leggi specifiche il ricorso alle NORME costituisce adempimento alla Regola dell’Arte). Diverse associazioni quali AiCARR e ASHRAE hanno pubblicato monografie su temi specifici in ambito sanitario.”

IL RUOLO DELLA PROGETTAZIONE OSPEDALIERA

Sull’importanza della qualità dell’aria respirata negli ambienti sanitari l’Ing. Azzini è intervenuta anche in occasione del convegno digitale Costruirepiù dello scorso mese di febbraio. La sessione curata da CNETO ha sottolineato la necessità di aggiornare le conoscenze nell’ambito della progettazione ospe-

daliera a seguito dell’evento pandemico che ha messo in crisi i sistemi sanitari di tutto il mondo. Con la relazione dal titolo “Qualità dell’aria negli ambienti sanitari”, Susanna Azzini ha evidenziato la problematica legata alla salubrità degli spazi all’interno delle strutture sanitarie.

La qualità dell’aria indoor (IAQ, Indoor Air Quality) si riferisce all’aria interna che si respira negli ambienti confinati in cui rientrano gli ospedali. Per parlare di qualità dell’aria bisogna cominciare dall’igiene degli ambienti sanitari. Grazie agli studi iniziati nel corso del 1800 oggi sappiamo che la contaminazione tra persone chiuse nello stesso ambiente avviene attraverso agenti patogeni, più generalmente inquinanti di origine biologica (virus, batteri ecc.), chimica (anestetici, antiblastici,

talità della popolazione mondiale che l’aria è in realtà un mezzo di trasporto, per cui l’espirato carico di virus di un paziente affetto da una patologia respiratoria può raggiungere una persona sana anche a una distanza ritenuta in passato sufficientemente sicura - dichiara Azzini. L’aria, dunque, può essere estremamente pericolosa nel momento in cui l’ambiente è chiuso o confinato, come per esempio una sala di aspetto di un ospedale. La ventilazione di un ambiente serve proprio a rimuovere dall’ambiente stesso la parte di aerosol carico di patogeno emesso dalla persona portatrice. A maggior ragione è indispensabile che gli ospedali, dove si ha la maggiore concentrazione di persone potenzialmente affette da malattie respiratorie o comunque con problematiche di natura

detergenti ecc.) o di altra natura come per esempio il particolato atmosferico, l’amianto, il Radon ecc. A questi va aggiunta la tematica legata al rilascio in ambiente di inquinanti di natura chimica da parte di arredi o componenti edilizie che determinano un potenziale rischio. Tutti questi inquinanti si muovono nell’aria.

“Il Covid-19 ha insegnato, a discapito della vita di milioni di persone, alla to-

infettivologica o batteriologica, siano dotati di impianti che consentano, attraverso il “mezzo aria”, di rimuovere il contaminante di qualsiasi natura.” D’altronde è scientificamente provato che la ventilazione, in base al numero di ricambi di aria che si danno all’ambiente, può rimuovere rapidamente i patogeni e riportare a una situazione di salubrità o quantomeno ridurre il rischio di contagio. In particolare, la

SANITÀ S•24 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 TRATTAMENTO ARIA

concentrazione di patogeno nell’aria in un ambiente di 50 m3 alla presenza di una persona malata che tossisce ogni 30 secondi diminuisce con l’aumentare del numero di ricambi d’aria permesso dal sistema di ventilazione.

“Per poter definire la qualità dell’aria negli ambienti sanitari occorre fare un’analisi del rischio a cura degli igienisti a beneficio dei progettisti degli impianti che devono effettuare le opportune valutazioni. Una volta valutato qual è il rischio accettabile, il progettista potrà dimensionare gli impianti e stabilire strategie di azione. Poiché l’ospedale è una struttura complessa e articolata è necessario definire requisiti dell’aria nelle diverse aree ospedaliere in funzione dell’uso e quindi del rischio. Nel 1997 il Decreto Bindi – che ha sancito come si accreditano le strutture sanitarie - e altri Decreti regionali specifici hanno stabilito i requisiti minimi impiantistici per cui sono state date le prime indicazioni sui blocchi operatori, le terapie intensive, le centrali di

sterilizzazione ecc. relative alle condizioni ambientali, ovvero, temperatura, umidità, ricambi d’aria, a queste si sono aggiunte la norma UNI 11425 per le sale operatorie e la UNI 14644 per le camere bianche e ambienti associati controllati. L’INAIL è uscita successivamente con ulteriori indicazioni sulla ventilazione per le RM e una linea guida sulle sale operatorie.”

“Per operare correttamente – prosegue l’ingegner Azzini - gli impiantisti dovrebbero avere a disposizione il prospetto delle normative che indicano per ogni ambiente, dopo che è stata fatta l’analisi del rischio da parte degli igienisti, quali sono i parametri corretti da garantire relativamente a temperature estate/inverno, umidità relativa, differenza di pressione tra gli ambienti e numero di ricambi ora di aria di rinnovo da dover garantire.”

Su questi temi, CNETO sta sviluppando in collaborazione con AiCARR degli studi che consentiranno anche a seguito delle esigenze particolarmen-

te evidenziate durante e a seguito della pandemia, di progettare impianti di ventilazione in funzione della qualità dell’aria in alcune aree specifiche ancora non normate quali il Pronto Soccorso o, più in generale il DEA, e le Degenze, prevedendone anche livelli di flessibilità e adattabilità sinora non attuati. Di fondamentale importanza sarà l’introduzione di sistemi di monitoraggio che consentano di valutare l’efficacia del risultato di qualità dell’aria richiesto e previsto in progetto. Il tutto sempre con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale ed economica anche alla luce della crisi energetica.

“Poiché gli impianti di ventilazione sono per loro natura particolarmente ‘rigidi’, è fondamentale - conclude Azzini - lavorare insieme agli architetti per condividere le scelte edilizie che permettano la realizzazione di soluzioni impiantistiche adattabili ad eventuali emergenze pandemiche che si dovessero ripresentare in futuro.”

S•25 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Disinfezione degli ambienti con Polti Sani System

nuvola avvolgente di vapore saturo secco surriscaldato fino alla temperatura di 180°C. L'erogazione avviene senza contatto con le superfici e non richiede l’asciugatura con altri strumenti, prevenendo la cosiddetta cross-infection. Inoltre, la disinfezione può essere ripetuta più volte durante la giornata. Adatto a tutte le superfici compresi i tessuti, il vapore agisce in pochi secondi e arriva ovunque, anche sugli oggetti a geometria complessa.

Dal 1978 Polti è impegnata nel promuovere un approccio all’igiene contemporaneo e sostenibile, facendo cultura sulle qualità del vapore e sulla sua efficacia, supportata da numerosi test e studi svolti sia in Italia che all’estero.

L’azienda italiana, conosciuta nel mondo per le applicazioni del vapore nella cura dei capi, la pulizia e la disinfezione in ambito domestico e professionale, offre una gamma completa di apparecchi professionali che hanno ottenuto il riconoscimento di Dispositivi di Disinfezione a Vapore (DDV) secondo la

norma AFNOR NF T72-110 (al momento l’unica a livello internazionale che definisce uno standard per validare la disinfezione con dispositivi a vapore) per la loro efficacia disinfettante: il vapore dei DDV Polti elimina fino al 99,999%* di virus, germi, batteri, funghi e spore.

DISINFEZIONE

Da sempre il vapore Polti è un alleato potente: agisce immediatamente inattivando gli agenti patogeni e permette di disinfettare anche in presenza di persone e animali perché privo di sostanze tossiche. I DDV

Polti, infatti, funzionano con la semplice acqua del rubinetto.

Apparecchi che possono essere utilizzati in ambito medicale e civile, che offrono tutta la sicurezza del made in Italy, frutto dell’esperienza di un’azienda che, grazie a costanti investimenti in ricerca e sviluppo, ha fatto del vapore la sua vocazione.

Polti Sani System è la gamma completa di Dispositivi di Disinfezione a Vapore brevettati sviluppati in collaborazione con la Facoltà di Medicina e di Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia, che erogano una

La gamma Polti Vaporetto MV è invece dedicata a chi, oltre a voler disinfettare i pavimenti con l’utilizzo della spazzola Vaporflexi, vuole pulire e igienizzare diverse superfici: infatti i modelli Polti Vaporetto MV, oltre ad essere dei Dispositivi di Disinfezione a Vapore, sono dei potenti pulitori a vapore multifunzione dotati di aspirapolvere integrato. La gamma si caratterizza per la sua versatilità: i modelli, grazie all’ampia disponibilità di accessori opzionali, possono essere personalizzati a seconda delle esigenze di chi li utilizza.

*Test e/o studi di laboratori terzi e indipendenti attestano che Polti Sani System uccide fino al 99,999% di microrganismi (virus, germi, batteri, funghi, spore e lieviti)

informazione pubblicitaria
polti.it

IL NOSTRO VAPORE PROTEGGE IL TUO LAVORO

Polti Sani System è un Dispositivo di Disinfezione a Vapore (DDV) brevettato e conforme alla norma AFNOR NF T72-110 –ambito medicale e ha dimostrato effetto virucida, battericida, sporicida, fungicida e levuricida.

Disinfetta in pochi secondi le superfici e i tessuti e asciuga rapidamente

Tecnologia Brevettata Superheated Chamber vapore secco surriscaldato fino a 180°C

No cross-infection: nessun contatto con le superfici trattate

Rispettoso dell’ambiente e utilizzabile in presenza di persone

*Test e/o studi di laboratori terzi e indipendenti attestano che Polti Sani System uccide fino al 99,999% di microrganismi (virus, germi, batteri, funghi, spore e lieviti).

POLTI.IT
I VANTAGGI DEL VAPORE DI POLTI SANI SYSTEM

I bagni delle strutture sanitarie dalla progettazione alla pulizia

Èpossibile fornire risposte efficaci alle circostanze specifiche di ogni contesto, curando la progettazione degli ambienti e ponendo la stessa attenzione nei riguardi sia degli operatori assistenziali, sia degli ospiti, facendo riferimento alle regole di carattere generale stabilite dal D.Lgs. 502/1992. A queste norme le strutture sanitarie di tutto il territorio nazionale devono adeguarsi al fine di essere autorizzate all’accoglienza e alla gestione dei pazienti.

IL BAGNO ASSISTITO

Nelle strutture ospedaliere l’operazione più frequente in termini di igiene assistita di una persona non autosufficiente è quella che viene svolta al posto letto. Il ricorso ad altri sistemi varia in base al grado di autonomia e autocontrollo dei pazienti, alle caratteristiche strutturali dell’ambiente e alle abitudini professionali degli operatori. Sarà quindi necessario personalizzare, in base allo studio delle necessità e delle problematiche, la proposta as-

sistenziale. Da questo punto di vista è utile porre particolare attenzione alla posizione degli arredi del bagno, perché assistente e paziente corrono il rischio di urtare facilmente gli spigoli dei mobili nelle operazioni di movimentazione e trasferimento.

In termini progettuali è opportuno ricordare come il bagno assistito debba comunque avere caratteristiche generali comuni indipendentemente dalla tipologia di attrezzature valutate come idonee:

SANITÀ S•28 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 SERVIZI IGIENICI
In base alla tipologia sia delle strutture, sia degli ospiti, occorre individuare una serie di soluzioni che consentano di progettare e allestire ambienti che rispondano a necessità ed esigenze diverse Cristina Cardinali

• temperatura ambientale adatta allo scopo;

• presenza di tutti i sanitari e relativi ausili;

• presenza di piletta di scarico a pavimento aggiuntiva per raccolta di acqua di spandimento;

• spazio di manovra di almeno 100 cm su ogni lato dell’attrezzatura prescelta;

• porta di accesso con larghezza utile di 120 cm.

IL BAGNO DISABILI

Viene definita barriera architettonica qualunque elemento costruttivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamenti o la fruizione di servizi, specialmente per le persone con limitata capacità motoria. Da questo consegue che un elemento che non costituisca barriera architettonica per un individuo può invece essere di ostacolo per un altro; si capisce quindi che il concetto di barriera viene percepito

in maniera diversa da ogni individuo. Il bisogno di garantire al maggior numero di persone il diritto alla libertà di movimento, ha portato alla ricerca di parametri comuni. Il passo più importante è stato fatto a livello normativo andando a individuare quali elementi costruttivi siano da considerarsi barriera architettonica. Alla riduzione delle barriere architettoniche deve tuttavia corrispondere un adeguato livello operativo delle strutture a cui sono delegate le attività di assistenza e cura.

CRITERI DI PROGETTAZIONE

Servizi igienici. Per garantire la manovra e l'uso degli apparecchi anche alle persone con impedita capacità motoria, deve essere previsto, in rapporto agli spazi di manovra, l'accostamento laterale alla tazza WC, bidet, vasca, doccia, lavatrice e l'accostamento frontale al lavabo.

A tal fine devono essere rispettati i se -

guenti minimi dimensionali:

• lo spazio necessario all'accostamento e al trasferimento laterale dalla sedia a ruote alla tazza WC e al bidet, ove previsto, deve essere minimo 100 cm misurati dall'asse dell'apparecchio sanitario;

• lo spazio necessario all'accostamento laterale della sedia a ruote alla vasca deve essere minimo di 140 cm lungo la vasca con profondità minima di 80 cm;

• lo spazio necessario all'accostamento frontale della sedia a ruote al lavabo deve essere minimo di 80 cm misurati dal bordo anteriore del lavabo. Relativamente alle caratteristiche degli apparecchi sanitari inoltre:

• i lavabi devono avere il piano superiore posto a cm 80 dal calpestio ed essere sempre senza colonna con sifone preferibilmente del tipo accostato o incassato a parete;

• i WC e i bidet preferibilmente sono

S•29 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

di tipo sospeso, in particolare l'asse della tazza WC o del bidet deve essere posto a una distanza minima di 40 cm dalla parete laterale, il bordo anteriore a 75-80 cm dalla parete posteriore e il piano superiore a 45-50 cm dal calpestio.

Qualora l'asse della tazza WC o bidet sia distante più di 40 cm dalla parete, si deve prevedere, a 40 cm dall'asse dell'apparecchio sanitario, un maniglione o corrimano per consentire il trasferimento;

• la doccia deve essere a pavimento, dotata di sedile ribaltabile e doccia a telefono.

Pavimenti. Materiali antisdrucciolevoli, assenza di variazioni di livello, controindicazioni all’uso di tappeti o zerbini non incassati e guide in risalto. Antisdrucciolevoli con coefficiente di attrito 0,40 per elemento scivolante cuoio su pavimento asciutto e 0,40 per elemento scivolante gomma dura su pavimento bagnato. Giunture tra elementi < a 5 mm. Grigliati inseriti nel pavimento, inattraversabili da sfere 20 ø mm.

PULIZIA E DISINFEZIONE DEI SERVIZI IGIENICI

Col termine di “pulizia” in ospedale e strutture sanitarie si intende il complesso di procedimenti e di operazioni atto a rimuovere e asportare rifiuti, polveri e sporco, di qualsiasi natura esso sia, dalle superfici e dagli ambienti. Lo scopo è quello di concorrere sia ad una migliore qualità della vita del paziente e di chi ci lavora sia a diminuire la probabilità di diffusioni di microrganismi portatori di infezioni. L’operazione di pulizia di superfici e ambienti è un’operazione preliminare e indispensabile alla successiva disinfezione. Infatti, nessun disinfettante è adeguatamente efficace se impiegato su materiali non preventivamente puliti. La pulizia e la disinfezione possono essere effettuate separatamente o essere condotte con un unico processo utilizzando prodotti che hanno du-

plice azione; la disinfezione non deve mai sostituirsi alla pulizia, dal momento che residui di sporco possono contribuire all’inefficacia del successivo processo di disinfezione; quindi un adeguato ciclo di pulizia deve essere pertanto eseguito prima della disinfezione o comunque combinato con essa. Quando non è necessario creare condizioni di carica microbica particolari ma è sufficiente una situazione ambientale con una carica microbica entro limiti igienicamente accettabili può essere condotta un’attività di “sanificazione”.

Ogni ambiente, pertanto, ha uno standard ottimale che è funzione della destinazione d’uso dell’ambiente stesso e dei flussi circostanti.

Le operazioni di pulizia devono essere condotte possibilmente negli orari che non creino intralci o impedimento alla normale attività ospedaliera. Tipologicamente sono inquadrate come:

• pulizie ordinarie: comprendono attività di pulizia di carattere continuativo e routinario;

• pulizie periodiche: comprendo attività di pulizia più profonda a periodicità più lunga da svolgersi con frequenze prestabilite;

• pulizie straordinarie: comprendono interventi imprevedibili richiesti per esigenze occasionali che possono comprendere attività di tipo quotidiano e periodico.

OPERAZIONI

La pulizia e la disinfezione dei servizi igienici rientrano tra le pulizie ordinarie. Attrezzature: carrello, secchi, panni con codifica colore, mop. Nei servizi igienici per evitare contaminazione tra un’area e l’altra, preferibilmente utilizzare panni di colore diverso, per esempio: rosso: solo per wc e bidet; blu: per lavabo, vasca, doccia, piastrelle.

Prodotto: detergente per superfici, detergente disincrostante per sanitari, disinfettante.

Tecnica operativa: arieggiare il locale. Detersione:

• Pulire tutte le superfici con apposito detergente.

• Lavare i distributori di sapone e asciugamani.

• Nebulizzare dall’alto verso il basso il detergente sul lavabo e sulle vasche, sulle docce, sulla rubinetteria.

• Rimuovere i residui del detergente. Preferibile un detergente che non fa schiuma, esercitando la dovuta azione

SANITÀ S•30 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 SERVIZI IGIENICI

PROTEZIONE NATURALE PULIZIA PROFESSIONALE

I prodotti della gamma Polti Vaporetto MV sono Dispositivi di Disinfezione a Vapore (DDV) conformi alla norma AFNOR NF T72-110* – ambito medicale e hanno dimostrato effetto battericida, sporicida, fungicida, levuricida e virucida. Sono ideali per una pulizia profonda, naturale e immediata e garantiscono eccellenti risultati di disinfezione* in ambito domestico, medicale e professionale. Personalizzabili attraverso i numerosi accessori, sono la soluzione perfetta per tutti gli ambienti. Polti Vaporetto MV, pensato per la tua protezione quotidiana.

*L’efficacia dei prodotti della gamma Polti Vaporetto MV utilizzati con la spazzola Vaporflexi o con il Kit Polti Sani System per Polti Vaporetto MV è stata testata per l’ambito medicale in conformità alla norma AFNOR NF T72-110 – marzo 2019 dimostrando effetto disinfettante battericida, sporicida, fungicida, levuricida e virucida.

MV 60.20 MV 40.20 MV 20.20 MV 10.20

meccanica.

• Pulire con panno di colore codificato e detergente il bordo superiore, la parte interna ed esterna del bidet.

• Rimuovere con lo scovolino eventuali residui presenti nel wc, avviare lo sciacquone e immergere lo scovolino nella tazza.

Disinfezione:

• Disinfettare tutte le superfici precedentemente pulite utilizzando il detergente e un panno di colore codificato e lasciare agire secondo il tempo richiesto, quindi risciacquare il prodotto utilizzato con acqua pulita.

• Distribuire nella tazza il disinfettante e lasciare agire il tempo richiesto.

• Disinfettare tutta la parte esterna del wc con panno di colore codificato immerso nella soluzione detergente disinfettante.

• Sfregare la parte interna con lo scovolino e dopo l’azione del disinfettante avviare lo sciacquone.

• Sanificare il manico dello scovolino e immergere lo scovolino e il relativo contenitore in soluzione di disinfettante per il tempo richiesto.

Disincrostazione:

Per gli interventi di disincrostazione degli idrosanitari si usano prodotti appositamente formulati da utilizzare nel caso siano presenti incrostazioni calcaree, in particolare sugli idrosanitari e sulla rubinetteria. Quando vengono utilizzati prodotti di questo tipo è auspicabile:

• indossare sempre i DPI necessari.

• distribuire uniformemente il prodotto lungo le pareti e nel pozzetto dell’idrosanitario.

• lasciare agire il prodotto per il tempo indicato sulla propria etichetta.

• sfregare con panno dedicato.

• risciacquare accuratamente.

REGISTRAZIONE DEGLI INTERVENTI DI PULIZIA ESEGUITI

Ogni attività di pulizia giornaliera e periodica deve essere documentata e registrata su apposite schede di rilevazione.

Per esempio al termine di ogni intervento di pulizia quotidiana è opportuno registrare i seguenti dati:

• zona sottoposta all’intervento;

• data di conduzione dell’intervento;

• fase giornaliera di conduzione dell’intervento (inizio giornata, metà giornata, fine giornata, tra un intervento e l’altro);

• nome e firma dell’operatore che ha condotto l’intervento di pulizia. Tutte le registrazioni dovranno essere opportunamente conservate per un tempo definito al fine del monitoraggio e della rintracciabilità dell’attività di pulizia e sanificazione condotti.

L’USO DEL VAPORE

Il vapore, in quanto fonte di calore, ha numerosi effetti sulla vitalità dei microrganismi (conversione delle proteine, destrutturazione degli acidi nucleici, destabilizzazione delle membrane cellulari, ecc.). Il vapore acqueo è utilizzato generalmente all’interno di recipienti speciali (autoclavi), in grado di sopportare le pressioni richieste per la sterilizzazione.

Per mezzo di getti di vapore si potrebbe eliminare lo sporco e ridurre la carica microbica delle superfici trattate. Tuttavia, esistono solo pochi dati scientifici che permettono di valutare dettagliatamente l’efficacia di questo metodo per il trattamento dei suoli e delle superfici in ambito ospedaliero. Sono stati realizzati tre studi differenti:

• valutazione dell’attività pulente del vapore su superfici appositamente contaminate da sporco composito in osservanza alla norma di comparazione ISO/TS 15883-5-2006 con vapore più detergente.

• Valutazione dell’efficacia biocida del generatore di vapore, secondo una metodologia basata su norme europee in vigore per la valutazione dell’attività biocida degli antisettici e dei disinfettanti: NF EN 14562:2007, NF EN 14562: 2006, NF EN 14563:2004.

• Verifica soprattutto dei risultati ottenuti rispetto ad uno sporco noto par-

ticolarmente resistente ai detergenti e disinfettanti chimici: i biofilm batterici prodotti su supporti inerti.

Relativamente allo studio dell’attività pulente è stato riscontrato che la concentrazione residuale media di proteine dopo l’applicazione della procedura di trattamento è risultata di circa 112 µ g/20 cm2 (inizialmente era di 8550 UFC/20 cm2) e una riduzione media del numero di batteri vivi inizialmente presenti sulla superficie di almeno 3,3 unità logaritmiche.

Relativamente alla valutazione dell’efficacia biocida su ceppi batterici precedentemente preparati è stato riscontrato che con l’utilizzo del vapore si ha una riduzione delle concentrazioni per l’Enterococcus hirae, Pseudomonas aeruginosa, Staphylocuccus aureus, Mycobacterium terrae, Mycobacterium avium, Candida albicans e Aspergillus niger

Inoltre i prelievi effettuati non hanno messo in evidenza fenomeni di trasferimento di microrganismi vitali dalle superfici inquinate alle superfici vicine, eccetto che per quantità di Enteroccoccus hirae e spore batteriche. Relativamente alla verifica dei risultati ottenuti dopo il trattamento con vapore e detergente su biofilm batterici prodotti su supporti inerti è stata riscontrata una riduzione del numero di batteri vitali aderenti superiore a 7,0 unità logaritmiche. La riduzione della concentrazione residuale di proteine e di polisaccaridi è invece rispettivamente del 73% e del 68,8%.

I risultati quindi, dimostrano che il vapore potrebbe essere un strumento di supporto ai metodi convenzionali, che comunque restano al momento, quelli più utilizzati nella pulizia e sanificazione in ambito sanitario per quanto riguarda le superfici.

Fonti: D.Lgs. 502/1992; Decreto ministeriale n. 236 del 14 giugno 1989; installatoreprofessionale.it/focus/41-sicurezza-in-bagno; anmdo.org/wp-content/ uploads/2016/10/LibroPulizia-2.pdf

SANITÀ S•32 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 SERVIZI IGIENICI

MEGAMINI E-CONTROL: igiene, riduzione degli sprechi e sostenibilità nei bagni delle strutture sanitarie

La pandemia ci ha lasciato un grande insegnamento rispetto all’igiene: la pericolosità delle infezioni e delle contaminazioni crociate trasmesse da superfici non correttamente sanificate. L’argomento è di assoluto rilievo per chi lavora nel settore dell’accoglienza sanitaria. Muoversi in sicurezza in ambulatori medici e ospedali è un must irrinunciabile. Purtroppo, tuttora tra gli ambienti più a rischio c’è l’area bagno che, a causa della fitta affluenza di pazienti, necessita di particolare attenzione. Oltre alla pulizia di routine, è importante anche prevenire i rischi, dotandosi di soluzioni che garantiscano maggiore igiene.

La linea Megamini E-Control di Industrie Celtex, soddisfa le esigenze di igiene professionale grazie ai sistemi di dispensazione elettronici dal funzionamento no-touch per un’esperienza ancora più igienica dell’area bagno. Una gamma articolata che include dispenser per asciugamani, sapone in schiuma, ma anche per gel igienizzante per la sanificazione delle mani e delle superfici del bagno. Una soluzione ottimale per le strutture sanitarie.

E-Control Towel, punta di diamante della linea, è il dispenser per asciugamani in carta che eroga uno strappo alla volta attraverso il semplice passaggio della mano in prossimità del sensore, senza che l’utente entri in contatto con la scocca. Inoltre, grazie al doppio alloggio interno, il dispenser riesce ad ospitare contemporaneamente due rotoli, quello ad esaurimento e il nuovo. A rotolo terminato, il secondo si attiva automaticamente, garantendo una perfetta continuità di servizio e non sprecando nemmeno uno strappo di carta.

E-Control si arricchisce anche di un altro plus sostenibile, grazie all’alimentazione con batterie ricaricabili

Il ciclo di vita di una batteria ricaricabile E-Control corrisponde a 4000 batterie tradizionali e genera 0,4 kg di rifiuti a fine vita contro i 540 Kg delle classiche batterie alcaline. Inoltre per batteria ricaricabi-

le generata c’è un risparmio di 1.600 Kg di emissioni di CO2 proprio in fase produttiva. Una soluzione che sgrava il gestore della struttura dall’incombenza dei riassortimenti di pile e dagli oneri di acquisto e smaltimento delle pile tradizionali.

E-Control Towel, accompagnato dai complementi di gamma, come il dispenser per sapone in schiuma e quello per gel igienizzante

per sanificare l’asse del wc, si trasforma in una soluzione che arreda il bagno e restituisce una perfetta igiene ad ogni paziente, elevando il livello della struttura stessa e donando al contempo un tocco di design per tutti gli ambienti in cui anche l’aspetto estetico ha la sua importanza.

Megamini E-Control: performance superiore, efficienza ricaricabile, igiene assoluta.

DISPENSAZIONE NO-TOUCH industrieceltex.com

I pasti ospedalieri

a cura di Cristina Cardinali

In ambito ospedaliero (comprendendo anche le strutture di riabilitazione e le nursing home) - come già segnalato anche nelle Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera e assistenziale e nel documento Food and nutritional care in hospitals: how to prevent undernutrition. Report and recommendations of the committee of experts on nutrition, food safety and consumer protection - la malnutrizione per difetto o per eccesso ha un’elevata prevalenza nei pazienti ricoverati. Tale prevalenza tende oltre tutto a peggiorare durante il ricovero. Ciò comporta:

• maggiori complicanze, tempi più lunghi di ricovero, impossibilità di ot-

tenere risultati soddisfacenti;

• peggioramento della qualità di vita dei pazienti;

• ricorso ad interventi nutrizionali con integratori o nutrizione artificiale;

• giudizio negativo sulla qualità globale dell’assistenza da parte degli utenti;

• aumento dei costi assistenziali. Nelle residenze assistenziali per anziani (RSA) le conseguenze della malnutrizione ed in particolare la sarcopenia, peggiorano la ripresa di autonomia e il recupero in salute, aumentano il rischio di complicanze (lesioni da pressione, infezioni, cadute con conseguenti fratture, peggioramento di preesistenti patologie cronico-degenerative, comparsa o peggio -

ramento di depressione e apatia), la complessità gestionale, i costi sanitari e socio-assistenziali, mentre riducono le probabilità di rientro al domicilio. In ambedue i casi, il servizio di ristorazione collettiva, deve tendere al raggiungimento di un ottimale livello sia in termini di qualità nutrizionale, che di qualità sensoriale, unitamente alla progettazione di un’organizzazione efficiente del servizio.

OBIETTIVI DA PERSEGUIRE

Gli obiettivi della ristorazione collettiva riguardano l’igiene degli alimenti, gli aspetti nutrizionali, le problematiche organizzativo/gestionali, la qualità certificata dei prodotti, la

SANITÀ S•34 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 RISTORAZIONE
La ristorazione collettiva in ambito ospedaliero rappresenta uno strumento indispensabile nella prevenzione e nella cura delle malattie che oggi affliggono maggiormente la comunità. I pasti erogati devono garantire prioritariamente i requisiti di food safety (sicurezza igienicomicrobiologica) e di food security (apporto di energia e nutrienti adeguato alle esigenze dell’utente), adeguando al contesto le definizioni stesse, considerandole un insostituibile completamento dei percorsi di prevenzione e cura

provenienza e l’origine del prodotto a dimostrazione del legame con il territorio.

Nella pratica si riscontra una scarsa attenzione per tali obiettivi, che porta spesso a relegare il servizio di ristorazione in una posizione secondaria, al di fuori del “core business” aziendale/ pubblico istituzionale, alla pari di quei servizi ritenuti “dovuti/obbligati”, nei confronti dei quali si investe in maniera limitata, nonostante la proclamata centralità dello stato di salute/nutrizione dell’utente.

La lista delle priorità consente la costruzione di strategie di ristorazione collettiva e la definizione di capitolati d’appalto, con effetti facilmente ed oggettivamente confrontabili.

È importante considerare che le priorità devono essere tutte rispettate e che, in particolare, gli aspetti economico/finanziari non possono incidere in maniera prioritaria sugli aspetti sostanziali pena la perdita del significato della ristorazione collettiva. Quello che può essere un vincolo (l’aspetto economico/finanziario) non può diventare l’obiettivo della ristorazione collettiva.

Gli obiettivi prioritari perseguiti dal servizio di ristorazione dovrebbero essere chiaramente esplicitati all’utenza ed all’opinione pubblica con specifiche, e facilmente reperibili, modalità comunicative (carta del servizio, dépliant, capitolati, siti web, ecc.). Lo stato nutrizionale della popolazio -

ne è abbastanza critico (elevata prevalenza di malnutrizione per eccesso o per difetto) e ciò comporta importanti conseguenze sul piano clinico, funzionale e della qualità di vita.

ASPETTI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI

Il recupero del ruolo sanitario della ristorazione collettiva passa attraverso il coinvolgimento (in tutte le fasi: stesura del capitolato di appalto, organizzazione, gestione e controllo) di personale qualificato (medici, specialisti in scienza dell’alimentazione, laureati in dietistica o in scienza della nutrizione) attraverso i servizi di Dietetica e Nutrizione Clinica ospedalieri o territoriali.

S•35 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Ai fini del miglioramento continuo della qualità, è auspicabile che i soggetti “gestori” di mense dispongano nell’organico di tecnologi alimentari (per gli aspetti merceologici, tecnologici, impiantistici e logistici) e cuochi formati nella ristorazione collettiva. Una politica di qualità del sistema di ristorazione collettiva richiede una formazione in servizio che promuova lo sviluppo delle competenze degli operatori dei diversi ambiti operativi, lungo l’intera filiera della progettazione, produzione, gestione e controllo del servizio.

Qualsiasi sia la tipologia di produzione e distribuzione, definita in capitolato (preparato il loco o in altro centro di cottura, distribuito con le modalità idonee alla organizzazione definita) il pasto deve rispondere a requisiti di qualità nutrizionale e sensoriale. La scelta del legame produttivo è strettamente correlata alle disponibilità economiche, alle strutture e agli impianti dedicati, alla logistica e al personale previsto; Nell’ambito delle strategie di contenimento degli sprechi nella ristorazione collettiva è necessario intervenire lungo tutta la filiera, partendo da un’attenta pianificazione dei pasti e dell’approvvigionamento delle derrate necessarie, rilevando sistematicamente le eccedenze e i residui e predisponendo una procedura di monitoraggio standardizzata.

FIGURE PROFESSIONALI

Un efficace servizio di ristorazione collettiva, sanitaria in particolare, non può prescindere dall’identificazione di un nucleo di controllo interno in grado di monitorare le varie fasi: stesura del capitolato di appalto, organizzazione, gestione e controllo. Le figure professionali minime che andrebbero ufficialmente incaricate sono un economo-provveditore per gli aspetti normativo-gestionali, un medico specialista in scienza dell’alimentazione per la supervisione clinico-nutrizio -

nale (auspicabile l’appartenenza ad una struttura pubblica: Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica o ad un Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione-SIAN). Laddove tale competenza risulta assente, si dovrebbe provvedere ad una consulenza specifica o all’identificazione di un medico interno con interessi nel settore, un laureato in dietistica o in scienza della nutrizione. Accanto al ruolo di supervisione sanitaria risulta importante, ai fini del miglioramento continuo della qualità, la condivisione degli obiettivi con i soggetti “gestori” del servizio cucina/mensa, sia per le specifiche competenze richieste dal ruolo, sia per la sempre maggiore assunzione di “responsabilità sociale d’impresa” alla quale sono chiamati.

AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

Una politica di qualità del sistema di ristorazione collettiva richiede una formazione in servizio che promuova lo sviluppo delle competenze degli operatori dei diversi ambiti operativi, lungo l’intera filiera della progettazione, produzione, gestione e controllo del servizio. Anche il codice degli appalti (decreto legislativo 50/2016) evidenzia la necessità che la stazione appaltante inserisca la qualità della formazione degli operatori nei criteri di valutazione.

Sul piano delle responsabilità è compito dell’ente appaltante e/o dell’impresa di ristorazione da esso designata di formare gli operatori che producono e distribuiscono i pasti nelle strutture sanitarie e assistenziali.La formazione deve rispondere in modo puntuale alle esigenze di ogni figura professionale e alla necessità di orientare il lavoro verso quegli obiettivi comuni che consentono una continuità operativa e di progetto tra le diverse fasi di realizzazione del servizio. Oltre a fornire pasti buoni, sani e sicuri l’obiettivo è quello di realizzare una ristorazione con una precisa identità, percepita dagli sta-

keholders come capace di fare della sicurezza nutrizionale, oltre quella alimentare, un prerequisito e un’occasione per una valida educazione alla sana alimentazione.

La frequenza e l’impegno orario della formazione dipendono dal contenuto dei progetti e dalla natura dei problemi da affrontare, tenendo conto delle prescrizioni riportate nei contratti di lavoro che rappresentano la condizione di base da cui partire per programmare ed incentivare gli interventi. I contenuti della formazione debbono riguardare in particolare:

• la promozione della salute e l’educazione alimentare con particolare riferimento al modello mediterraneo;

• l’impiego delle metodologie di comunicazione e delle modalità di relazione idonee a sostenere gli utenti nell’acquisizione di corrette abitudini alimentari;

• le procedure per definire i requisiti nutrizionali della giornata alimentare o del singolo pasto;

• la corretta porzionatura degli alimenti;

• le modalità per la preparazione e il consumo in sicurezza delle diete speciali;

• la verifica della qualità del servizio offerto e dell’adeguatezza dell’ambiente nel quale vengono consumati i pasti;

• la valutazione del consumo, degli scarti, delle eccedenze di produzione, allo scopo di ridurre gli sprechi. Alcuni di questi ed ulteriori contenuti della formazione del personale riguardanti le misure per la riduzione degli sprechi alimentari, per la sanificazione a minori impatti ambientali di superfici dure, stoviglie e tessuti, per la gestione dei rifiuti e la minimizzazione dei consumi di acqua ed energia, sono indicati nel documento dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) per il servizio di ristorazione collettiva.

La formazione è un prerequisito indispensabile ad un miglioramento della qualità del servizio in quanto ha la capacità di dar valore alle persone, mettendole in condizione di trovare

SANITÀ S•36 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 RISTORAZIONE

le giuste soluzioni, con la consapevolezza di costituire, con la loro partecipazione e il loro know-how, la risorsa principale per realizzare un servizio di qualità.

QUALE TIPOLOGIA DI PASTO?

Qualunque sia la tipologia di produzione e distribuzione del pasto definita in capitolato (preparato in loco o in altro centro di cottura, distribuito con le modalità idonee alla organizzazione definita), il pasto deve rispondere a requisiti di qualità. La scelta del legame produttivo è strettamente correlata alle disponibilità economiche, alle strutture e agli impianti dedicati, alla logistica necessaria, al personale previsto. Tale scelta comporta che menu, ricette, ingredienti, rispondano in modo ottimale agli standard qualitativi definiti per ogni tipologia del legame stesso. La scelta tra le diverse tipologie di produzione/distribuzione del pasto andrà fatta, tenendo conto delle condizioni operative, e con l’intento di tutelare la sicurezza, l’efficienza e la sostenibilità del sistema. A tale riguardo, sono preferibili quelle a legame espresso (cook&serve) e a legame fresco caldo (cook&hold&serve)

ASPETTI NUTRIZIONALI VS PATOLOGIE

Lo schema generale di riferimento della Carta dei servizi pubblici sanitari, relativo all’elenco dei diritti dei ricoverati contenuti nelle carte proclamate a livello locale, riporta, al punto 80 dell’allegato 8, che il paziente ha diritto “ad avere diete e nutrizione variata, di buona qualità, igienicamente sicura e adeguata alla propria malattia”. Da notare che buona parte dei pazienti ricoverati assume una quota significativamente inferiore a quanto fornito dal servizio di ristorazione.

Ogni servizio di ristorazione rivolto ad utenti con problematiche cliniche, deve ufficializzare un dietetico ospedaliero che preveda un vitto comune

e diete specifiche per patologie:

1. il vitto comune, per persone adulte ricoverate, dovrebbe assicurare 18002000 kcal giornaliere (lipidi 30%, protidi 18%, carboidrati 52%) articolate su tre pasti (colazione 20%, pranzo e cena 40%);

• nel dietetico ospedaliero sono riportate le diete predisposte per coprire le esigenze nutrizionali dei pazienti ricoverati, che non seguono, per motivi clinici, il vitto comune (trattasi del 2030% dei ricoverati a seconda dei casi);

• nell’elencazione delle diete costituenti il dietetico ospedaliero, dovrebbe essere privilegiata la denominazione relativa alla composizione bromatologica piuttosto che quella relativa alla patologia;

2. il cartellino nutrizionale per l’allestimento dei vassoi personalizzati dovrebbe prevedere le seguenti indicazioni: piatti prenotati, composizione bromatologica e l’eventuale presenza di allergeni come previsto dal Regolamento UE n° 1169/2011;

genza non permetta di rilevare nel paziente a vitto comune particolari vantaggi clinico-nutrizionali, il percorso di cura ospedaliero inizia spesso ben prima del ricovero (fase di pre-ospedalizzazione) e termina ben oltre la dimissione dall’ospedale (dimissione protetta). Considerando tali fasi nella globale presa in carico del paziente, è possibile affrontare in maniera più efficace le problematiche nutrizionali. Inoltre la ricaduta positiva a livello psico-emotivo ed anche clinica nella fase di convalescenza, giustificano ampiamente le attenzioni, teoricamente dovute, sia a livello gastronomico, che nutrizionale.

Nell’organizzazione del servizio di ristorazione ospedaliera, la standardizzazione delle procedure e dei vitti per coprire il più ampio spettro di quadri clinici, apporta indubbi benefici in termini di compliance del degente e di contenimento dei costi di gestione economali (acquisti di derrate e materiale di consumo) e professionali (personale di cucina, dietisti, specialisti in

3. nei casi che non rientrano nel vitto comune o speciale (dietetico) deve esserci la possibilità di allestimento di menu personalizzati.

Nonostante la durata media della de -

scienza dell’alimentazione).

L’elaborazione del dietetico può essere strutturata in diverse fasi successive, logiche e sequenziali, dalla definizione degli standard di riferimento,

S•37 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

all’analisi nutrizionale dei menu fino alla comunicazione ai pazienti.

DIETETICO OSPEDALIERO PEDIATRICO

Per un’ottimale copertura dei fabbisogni, il computo di energia e nutrienti dovrà fare riferimento ai LARN, tenendo conto delle diverse fasce di età dei ricoverati e delle Linee Guida per una sana alimentazione. In questo senso appare necessario che in tutte le strutture siano presenti protocolli specifici di valutazione nutrizionale, atti ad identificare i bambini con o a rischio di malnutrizione.

I pazienti con patologie croniche o con patologie acute per fatti intercorrenti/stressanti (virosi, traumi, interventi chirurgici), associati a catabolismo e ad iporessia, possono necessitare di incrementare gli apporti complessivi rispetto alla popolazione sana. In relazione a tali necessità il dietetico ospedaliero pediatrico deve contenere:

• vitto comune rappresentato da un insieme di menu fruibili in tutte le situazioni patologiche che non richiedono un trattamento dietetico speciale. Esso si articolerà in colazione, pranzo, spuntino e cena, con variazione settimanale dei menu al fine di evitare scelte ripetitive e monotone e con orari rispettosi delle abitudini domestiche;

• diete standard speciali ovvero schemi dietetici adatti a specifiche patologie con caratteristiche nutrizionali precodificate;

• diete personalizzate ovvero schemi dietetici prescritti per le necessità cliniche del problema nutrizionale del singolo paziente previa consulenza dietistica e/o specialistica.

ASSISTENZA MINIMA AL PASTO

L’osservazione clinica quotidiana evidenzia una frequente difficoltà all’assunzione del pasto legata a motivazioni cliniche (disabilità, alterate funzioni sensoriali, di masticazione o di deglutizione, patologie che impat-

tano sulla funzione cardio-respiratoria o gastroenterica, ecc.) e non (logistico-organizzative, di tempistica, ecc.) che incidono significativamente sul benessere e sull’outcome clinico del paziente.

All’ammissione in reparto deve essere pertanto valutata la possibilità/ capacità del paziente di alimentarsi adeguatamente e nel caso in cui ciò non sia possibile, dovranno essere predisposti percorsi di assistenza al pasto che coinvolgano il personale di reparto, volontari e familiari opportunamente formati.

L’assistenza deve essere mirata a faci-

messa è necessario:

o fornire al paziente stoviglie adeguate alle sue necessità e al suo livello di autonomia; o somministrare alimenti in forma (consistenza, dimensioni) adeguata; o non imboccare il paziente in posizione sdraiata, nei momenti di sonnolenza o di agitazione, al fine di evitare il rischio di soffocamento;

o rispettare i tempi necessari alla masticazione controllando la deglutizione; • in caso di disfagia, sorvegliare l’assunzione del cibo rispetto al rischio di aspirazione di contenuti alimentari all’interno delle vie respiratorie, infor-

litare l’assunzione del pasto ed aiutare la raccolta dei dati inerenti l’alimentazione (tramite diario alimentare guidato o analogo strumento predisposto all’interno del reparto).

In particolare:

• in caso di iporessia è necessario facilitare l’assunzione del pasto, privilegiando, in funzione della causa del ridotto apporto alimentare, alimenti a più elevata densità calorica e proteica, a ridotta consistenza o in grado di stimolare maggiormente le funzioni sensoriali, a seconda dei casi;

• in caso di autosufficienza compro -

mando sui segni e i sintomi “sentinella”. È pertanto necessario, qualora l’assistenza non sia fornita da personale di reparto, che sia predisposto un percorso informativo/formativo di chi (parenti o volontari stabilmente operanti all’interno del presidio ospedaliero) viene coinvolto nell’assistenza al pasto.

(Fonte: Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica, Ministero della Salute, Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione)

SANITÀ S•38 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 RISTORAZIONE

Kubi Kid: il mondo della fantasia entra nei reparti pediatrici

Kubi Kid di Falpi è un carrello sviluppato su commissione nell'ambito di un progetto molto peculiare. Tale occasione ha offerto lo spunto per estendere la proposta dei carrelli Kubi in tutti quei contesti che sono frequentati dai bambini: dai reparti pediatrici degli ospedali, alle scuole materne, fino ai centri per l’infanzia.

Kubi Kid è disponibile in tutte le configurazioni della gamma Kubi e conserva pertanto tutte le certificazioni di qualità e le prestazioni della linea originale.

Agli aspetti di compattezza, versatilità ed ergonomia qui si aggiunge anche l'aspetto ludico: la possibilità di

personalizzare il carrello con stickers allegri e colorati. Il prototipo è stato realizzato applicando su un carrello di colore “lime” delle immagini che rappresentano in forma cartoonesca gli animali della giungla, dando vita a uno scenario che può stimolare la fantasia dei bambini, distraendoli dalla situazione potenzialmente noiosa o pesante in cui si trovano, e alleggerendo le mansioni di genitori, tutori o operatori presenti. Il design "tutto chiuso" di Kubi permette di tenere i prodotti chimici e le attrezzature al riparo dalla straordinaria e innata curiosità dei bimbi, garantendo la loro sicurezza.

Kubi Kid è interamente personalizzabile sulla base del contesto a cui è destinato

(sia nei moduli, sia nei colori, sia nella grafica degli stickers).

ATTREZZATURE falpi.com

PRIMO PIANO

Alcuni dei prodotti di riferimento del panorama industriale

COMAC

Innova Comfort: elevate prestazioni e massima comodità per le operazioni di pulizia  Il settore sanitario impone elevati standard di pulizia, igiene e sanificazione per questo Comac ha progettato una macchina in grado di unire le operazioni di lavaggio e disinfezione grazie alla tecnologia CED.

Innova Comfort è una lavasciuga pavimenti uomo a bordo comoda e semplice da utilizzare, grazie alla tecnologia ECO Mode sa garantire la massima discrezione nelle operazioni di pulizia, riducendo notevolmente il livello di emissioni sonore e i consumi. L’impostazione di guida rialzata e il sedile confortevole con braccioli assicurano il massimo confort e una completa visibilità per l’operatore rendendo Innova Comfort particolarmente adatta ad operare in ambienti caratterizzati da un ampio passaggio di persone come ospedali, case di cura e RSA.cCon la tecnologia Comac Electrostatic Disinfector, Innova Comfort può lavare, asciugare e contemporaneamente nebulizzare una soluzione sanificante nell’ambiente, rendendo le operazioni di pulizia facili e veloci. comac.it

HYGENIA

Mop intelligente

Hygenia presenta Hy-genio, il primo mop che consente di analizzare le prestazioni e sapere con precisione quanti metri quadri sono stati lavati. È un componente hardware che trasforma il mop in un sistema in grado di catturare l’effettiva attività di pulizia svolta all’interno di una struttura. Utilizzando un set specializzato e ottimizzato di sensori e algoritmi dedicati, Hy-genio fornisce informazioni in tempo reale per costruire analisi e modelli predittivi. La trasmissione dati avviene tramite rete Wi-Fi per garantire una maggiore velocità e sicurezza nel trasferimento.

hygenia.it

SANITÀ S•40 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 VETRINA
a cura di Loredana Vitulano

4CLEANPRO MIRA con filtro HEPA

Nel settore sanitario è necessaria una particolare attenzione alla pulizia e alla sanificazione, dato che gli ambienti inerenti al settore come ospedali, cliniche, case di riposo e studi medici vedono la presenza costante di degenti, personale sanitario, e più in generale grande afflusso di persone che sostano negli ingressi, nelle sale di attesa, nei reparti ambulatoriali e nelle accettazioni. Sono dunque necessari standard igienici molto elevati. È nata così Mira Hepa: una macchina dotata di filtro Hepa su motore di aspirazione, filtro Hepa in uscita aria del serbatoio di recupero, con telaio in telaio in acciaio inox AISI 304 con 410 mm di larghezza di lavoro. Con 3 litri di serbatoio soluzione ha una capacità di pulizia di oltre 1000 metri quadri. Grazie alla funzione “eco” si riesce a risparmiare energia senza compromettere il lavoro. È dotata di Batterie al litio 36V - 13 Ah con più di 1 ora di autonomia macchina indispensabile per le pulizie di fondo nei locali più piccoli e pieni di ostacoli. Anche questa tipologia mantiene il caratteristico timone snodato che permette di accedere sotto i tavoli, mobili, scaffali e simili.

4cleanpro.com

PAPERDI

Lenzuolini Paperdi, super assorbenti e resistenti

La linea dei lenzuolini Paperdi, super assorbenti e resistenti, è sempre più completa con un’offerta di referenze in pura cellulosa o carta ecologica di differenti metrature e dimensioni. Per le più svariate richieste e per ogni ambiente di lavoro ed esigenza Paperdi si propone quindi di offrire il giusto rotolo garantendo qualità certificata fino all’ultimo strappo e massima igiene grazie al confezionamento singolo di ogni rotolo.

www.paperdi.it

KEMIKA

Pulizia e sanificazione

Per ambienti sanitari e con elevata presenza di persone, Kemika propone Sanidart, Deter Disinfettante Universale, pronto all’uso. Contiene Clorexidina e Quaternari in soluzione idroalcolica, abbina, quindi, l’azione di due principi attivi con la presenza di alcool, questo gli permette di sviluppare un’azione disinfettante rapida e ad ampio spettro d’azione. Sanidart, Presidio Medico Chirurgico al Ministero della Salute n° 20454, ha ottenuto la certificazione UNI EN 14476, legato all'attività virucida. Non necessita di risciacquo ed è utilizzabile per la Deter Disinfezione di qualsiasi tipo di superficie, anche le più delicate. Sanidart è conforme ai test: UNI EN 1276 / EC1 Attività battericida in sospensione, UNI EN 13697 Attività battericida e fungicida di superficie, UNI EN 1650 Attività fungicida in sospensione, UNI EN 14476 Attività virucida in sospensione.

kemikagroup.com

S•41 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

RUBINO CHEM Igiene delle superfici

Incentrati sulla creazione di prodotti innovativi di alta gamma per la pulizia, Rubino Chem offre una soluzione per ogni tipo di sporco. Le principali caratteristiche richieste a un prodotto di pulizia, sono efficacia e cura delle superfici, con i suoi prodotti l’azienda soddisfa tutti i requisiti aggiungendo l’alta qualità. Domoform Pro-Line, specifico per la detergenza e igienizzazione professionale del settore medicale ed estetico, è un detergente igienizzante idroalcolico a base di alcol etilico al 75%, perossido di idrogeno al 1%, glicerolo e SaniEssenza Balsamica. Evapora rapidamente, non lascia aloni e non necessita di risciacquo. La sua speciale formula ha un alto potere nella rimozione di germi e batteri – rimozione di germi e batteri con mera azione meccanica; non è un biocida, è un detergente igienizzante – e idonea per HACCP.

rubinochem.it

ARCO CHIMICA

Blu RTU Plus. Detergente igienizzante sgrassante

In ogni ambiente dove sono presenti molte persone è sempre necessario porre attenzione a tutte le attività di pulizia e disinfezione al fine di ridurre al minimo eventuali infezioni, contagi, allergie. È pertanto necessario prestare particolare attenzione alle modalità di pulizia dei locali, alle sostanze utilizzate e programmare una pulizia ambientale più accurata per ridurre il rischio di diffusione e di deposito negli ambienti interni di quantità significative di batteri, virus, allergeni, polveri e animali oinsetti indesiderati. Una corretta ed efficace pulizia e disinfezione eseguita a “regola d’arte” consente di gestire non solo la normale attività, ma anche quella emergenziale. A venire incontro a queste esigenze di protezione è ARCO con il nuovo disinfettante BLU RTU PLUS, con Presidio Medico Chirurgico N°20826 del Ministero della Salute. BLU RTU PLUS è un disinfettante inodore pronto all’uso ad azione sgrassante per la pulizia di tutte le superfici. È attivo contro batteri, virus e funghi. Può essere impiegato in molteplici situazioni e nei più svariati ambiti: Sanitario, Luoghi di comunità, Mezzi di trasporto di persone o merci, Industria alimentare, Piccola e grande ristorazione; Ideale per i piani H.A.C.C.P e per la disinfezione di prese e griglie di ventilazione dei condizionatori. Blu Rtu Plus è disponibile nel formato trigger da 750ml con spruzzino. arcochimica.it

ALCA CHEMICAL Alca per la sanità

"Chi fa prodotti per la pulizia deve agire tenendo conto che, nel suo piccolo, sta contribuendo a proteggere le persone”. Alca lo sa. La scelta dell’azienda di Moncalieri, da sempre, è ideare e lanciare sul mercato prodotti che sappiano proteggere i propri clienti. Il rooster di prodotti Sani90, Saniter Plus, Lebensan, Batigerm e Formogen è un adeguato mix in grado di garantire, grazie alla loro applicazione, un processo di pulizia e disinfezione su superfici, pavimenti e ambienti di lavoro, oltre ovviamente a toilette e spogliatoi.

La scelta ideale per quelle strutture pensate per la cura della persona.

alcachemical.it

SANITÀ VETRINA

Più Igiene per una migliore Assistenza a lungo termine

L’igiene è essenziale nelle strutture per lungodegenti. Le soluzioni per l’igiene Tork favoriscono una maggiore autonomia degli ospiti, riducono il rischio di infezioni, migliorano pulizia ed efficienza nelle strutture.

case di riposo. L'81% delle loro famiglie concorda sul fatto che poter accedere in modo indipendente alla toilette preservi la dignità dei propri cari.

Ecco perché Tork offre soluzioni certificate Easy to use , che migliorano l'ac-

Sono una parte fondamentale dell'assistenza quotidiana e contribuiscono a garantire l'indipendenza e la dignità degli ospiti delle

cessibilità, supportano chi ha una forza limitata e trova difficile usare dispenser che richiedono di azionare leve o di strappare per pro-

curarsi un asciugamano.

I dispenser Tork consentono a tutti di disporre in autonomia dell'igiene di cui hanno bisogno e di un prezioso momento di indipendenza nel corso della giornata.

Tork Vision Pulizia

I dispenser e i sistemi Tork consentono inoltre al personale di risparmiare tempo prezioso. Il 56% degli addetti alle pulizie afferma che il controllo e la ricarica dei dispenser occupa gran parte del loro tempo.

Ecco perché Tork offre dispenser ad alta capacità, veloci da riempire e propone soluzioni avanzate, che permettano di capire quali dispenser devono essere riempiti, in modo da non doverli aprire tutti: Tork

Vision Pulizia , utilizzando dati in tempo reale, informa il personale che così sa esattamente quali e quando devono essere riforniti, eliminando i controlli non necessari. In questo modo si garantiscono gli standard igienici e si risparmia tempo al personale, che può concentrarsi sui degenti.

Il momento di passare al digitale per il cleaning è ora.

STRUMENTI E SERVIZI tork.it

Due infestazioni ospedaliere inusitate

Sarebbe interessante effettuare un censimento degli artropodi con cui i disinfestatori si sono trovati a cimentarsi. Dei due che brevemente ne darò un resoconto il primo mi ha lasciato stupefatto a cura di Graziano Dassi

SANITÀ S•44 DIMENSIONE PULITO | 03/2023 PEST CONTROL

PRIMO CASO

Alcuni anni fa in un reparto di pediatria si sono notati degli strani insetti dalla forma allungata che nessuno aveva mai avuto occasione di vedere. Anche per me il riconoscimento ha comportato qualche difficoltà. La forma allungata, la livrea per lo più aranciata e le corte elitre che coprivano una piccola parte dell’addome mi ha consentito di identificare gli insetti come appartenenti alla famiglia degli Staphylinidae (invero ho faticato un poco a convincermi che fossero dei coleotteri).

In effetti non sono andato oltre nella classificazione, ma ho avvisato la Direzione Sanitaria che sospettavo trattarsi del genere Paederus e, se così fosse stato, il rischio di dermatiti era reale. Infatti questi insetti secernono una sostanza fortemente irritante la pederina (un’ammide tossica vescicante che si trova nell’emolinfa dei coleotteri stafilinidi Paederus).

Tanto per dare un’idea della morfologia e dell’etologia degli stafilinidi (in genere predatori di altri insetti e piccoli invertebrati) sono coleotteri lunghi e stretti (5 mm x 1). Alcune specie arrivano a ricordare le sembianze di alcune di formiche (mirmecomorfismo) e alcuni di essi vivono all’interno dei formicai. E proprio questa loro “mirmicofilia” ci ha indirizzati a scoprire l’origine dell’infestazione.

Era accaduto che un parente avesse portato una splendida azalea nel cui terriccio si erano insediate delle formiche e con esse anche una colonia di stafilinidi (sospetto gene o sotto tribù Pederus).

La soluzione è stata la restituzione dell’azalea raccomandando di effettuare un mirato intervento di geo-disinfestazione al terriccio. Per quanto concerne la camera in cui si erano palesati quegli strani insetti è bastato effettuare una meticolosa pulizia con un uso mirato di un’aspirapolvere. Avendo cura di sigillare il sacchetto dopo aver spruzzato un paio di getti con una bomboletta spray.

SECONDO CASO

Questa infestazione in effetti non presentava pericoli sanitari, rappresentava una fastidiosa presenza nell’entrata secondaria della farmacia ospedaliera, collocata in un’area semi-interrata di un presidio a più blocchi con aree a prato e in un areale umido e piovoso. In questo caso la classificazione degli ospiti indesiderati fu relativamente facile (comunque non confermata da un esperto di isopodi) per quanto era nelle mie competenze si trattava di un crostaceo terrestre: Armadillidium vulgare (Latreille 1804) noto come porcellino di terra, corrierina, porcellino di Sant’Antonio o onisco.

La mattina nell’area interna prossima alla porta a vetri che dava sull’esterno si notavano una decina di questi crostacei in palese sofferenza: alcuni rovesciati sul dorso altri con movimenti scoordinati. Il sospetto, assai probabi-

le, era che qualcuno avesse spruzzato di sua iniziativa una bomboletta di insetticida contro scarafaggi e formiche. Nessun allarmismo, ma la loro presenza poco si addiceva ai locali della farmacia ospedaliera per cui vennero adottate alcune azioni che risultarono risolutive:

• Sigillare con una guaina anti spifferi la porta che però spesso era tenuta aperta per favorire il ricambio d’aria.

• Uso di prodotti lavapavimenti con profumazione al pino o all’eucalipto (era opinione condivisa che tali profumazioni avessero azioni repellenti (ogni giorno in coincidenza con i programmi di pulizia).

• Irrorazioni mirate di un piretroide in formulazione flowable a base di piretroide fotostabile sul piccolo marciapiede antistante la porta (4m x 1,80m). Due applicazioni a distanza di 2 settimane.

• Una micro irrorazione dello stesso prodotto a concentrazione ridotta per 6m lungo il confine fra il marciapiede e il prato (una sola applicazione).

Le cause di tale “infestazione” non sono state individuate e, sia come sia, la presenza di tali crostacei terrestri non si è più ripetuta.

Una nota di colore è rappresentata dal fatto che negli USA Armadillium è tenuto in terrario come animale domestico.

S•45 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
Formula chimica della pederina

Porcellini di terra

Chi l’avrebbe detto che in alcune cantine umide e in certi terreni umidi si potessero incontrare dei cugini delle aragoste, astici, scampi e gamberoni eppure così è: si tratta dei porcellini di terra esemplari terrestri appartenenti agli isopodi. Tanto per prenderla alla lontana dovremmo partire dal phylum degli artropodi (quella dei ragni e delle zecche tanto per fare degli esempi vicini al modo della disinfestazione); per arrivare ai crostacei che ne costituiscono un subphylum. Quando ci si inoltra nella sistematica del regno degli animali e in particolare degli invertebrati il mal di testa è obbligatorio. Ma con un po’ di pazienza e di curiosità la chiarezza ci premierà. Teniamo conto che Crustacea è stato formalizzato nel 1772 dallo

zoologo mineralogista danese Morten Thrane Brünnich (1737-1827). Orbene i crostacei hanno il loro habitat sia nelle acque marine che dolci e vi sono anche specie terrestri di cui ci occuperemo in dettaglio più avanti.

I nostri porcellini di terra appartengono all’ordine degli isopoda, sono sprovvisti di carapace e hanno sette

paia di zampe tutte uguali (da cui il nome), il capo include anche il primo segmento del torace e quelli terrestri hanno un solo paio di antenne. Per inciso le dimensioni variano da 1 a 3 mm dei Microcerberidi (abitatori ciechi e depigmentati degli anfratti marini) per arrivare a sfiorare il mezzo metro nel Bathynomus giganteus dell’Oceano Pacifico (vedi immagine).

Le specie di porcellini di terra sono assai simili e ho avuto occasione di confrontarmi anche e in più di un’occasione con una specie, il Porcellio scaber di cui rimando alla scheda bio-etologica di EcoPlan.

SANITÀ S•46 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
ISOPODI
Sopra, Glomeris marginata Sotto, Armadillidium vulgare. Bathynomus giganteus

Armadillidium vulgare (Latreille 1804) è un crostaceo dell’ordine degli Isopoda. È conosciuto con numerosi nomi comuni: porcellino di terra, corrierina, porcellino di Sant’Antonio o onisco. Il suo aspetto lo rende confondibile con Glomeris marginata ma i due animali sono molto differenti, poiché appartengono a due subphylum diversi degli Artropodi. Per sopravvivere, questo animale necessita di umidità, in quanto il suo tegumento non gli consente di preservarla efficacemente. Per tale motivo, questi animali si muovono soprattutto di notte per andare alla ricerca di cibo: vegetali ed animali morti. Alle volte, è possibile vederli deambulare sotto il sole: in quei casi, probabilmente, l’animale è alla ricerca di un rifugio umido, in quanto il vecchio si è seccato. È possibile trovarli in montagna come in pianura; di giorno, si nascondono sotto terra, al di sotto di sassi o in tronchi marcescenti. Quando riposano o quando sono disturbati, si appallottolano formando una sfera che non offre appigli all’aggressore. Le

SPECIE Porcellio scaber

NOME VOLGARE: Porcellino di terra, onisco delle cantine.

INQUADRAMENTO SISTEMATICO

Classe: Crustacea

Ordine: Isopoda

Famiglia: Porcellionidae

uova frutto dell’accoppiamento vengono trasportate in una sacca umida sotto l’addome. Quando cresce troppo per il proprio esoscheletro, l’animale effettua delle mute in cui il vecchio tegumento viene abbandonato. Questo avviene in due tempi, poiché il crostaceo effettua prima la muta della parte posteriore e poi di quella anteriore; il vecchio tegumento viene mangiato. Gli onischi rappresentano un esempio di Crostacei che sono riusciti a colonizzare l’ambiente terrestre.

Può raggiungere una lunghezza massima di 18 mm e durante l’inverno entra in uno stato di dormienza che rende possibile all’isopode di sopportare temperature che altrimenti gli sarebbero letali (risultano letali per A. vulgare temperature al di sotto dei -2°C e superiori ai 36°C)].

A. vulgare è ampiamente presente nei terreni calcarei e nelle zone costiere dell’Europa. In particolar modo esso è diffuso nella regione mediterranea, nella meridionale ed orientale dell’Inghilterra e dell’Irlanda (la sua presenza è

DIMENSIONI

Adulto: 17 - 20 mm

CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE

Marroncino, con dorso convesso e provvisto di tubercoli. Quando viene toccato assume un caratteristico aspetto a pallottola. Molto diffuso.

HABITAT

Abitazioni, terrazzi, giardini, orti, cantine, luoghi riparati oscuri e con elevata UR.

ABITUDINI ALIMENTARI

Generalmente si nutre di sostanze vegetali in decomposizione e di detriti, ma può anche attaccare semenzali, radichette, steli e foglie.

CICLO BIOLOGICO

La femmina depone le uova in una

molto limitata, se non rara, nelle zone costiere settentrionali ed occidentali).

È stato anche introdotto anche in molte località del Nord America, dove può raggiungere densità di popolazione fino a 10.000 individui per metro quadrato[!!]. Nel 2008 era una delle specie di invertebrati più abbondanti negli habitat delle praterie costiere della California. È stato introdotto anche, in misura minore, in tutto il mondo.

Nonostante siano visti (anche se innocui) come infestanti, in alcune parti del mondo (specialmente negli Stati Uniti) gli onischi sono tenuti come animali domestici. Gli isopodi in tal caso dovranno essere tenuti in un habitat umido e ricco di materiale vegetale in stato di decomposizione. Essi possono vivere fino a 3 anni.

Secondo diversi studi i porcellini di terra sono bioaccumulatori di metalli pesanti (ad esempio rame, zinco, piombo e cadmio), in grado di ripulire il terreno dagli stessi.

(fonte: wikipedia)

tasca tra le zampe e ivi trattiene i piccoli per circa 44 giorni dopo la schiusura. I giovani compiono varie mute prima di diventare adulti.

Durata del ciclo: circa un anno

N° nidiate/anno: 2 o più

N° uova/femmina: circa 28 per nidiata, trattenute in una sorta di marsupio fino alla schiusa

DANNI

Può danneggiare piante d’appartamento o frutta e verdura immagazzinate. In condizioni ambientali idonee ed in assenza di nemici, può comparire massivamente, invadendo muri, locali e altri luoghi in cui risulta essere indesiderato.

Si può anche moltiplicare su resti di animali morti o nelle discariche.

S•47 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Coleotteri stafilinidi

Gli stafilinidi sono una famiglia dell’ordine dei coleotteri che comprende ben 20.000 specie con habitat assai vari: prati, alberi, grotte, formicai e, addirittura il corpo di altri animali e hanno abitudini altrettanto varie.

Il ciclo biologico segue lo schema uovo larva pupa adulto. La femmina dopo essere stata fecondata depone non numerose uova piuttosto grandi protette da un guscio resistente dai disegni geometrici. Curioso è il comportamento del genere Bledius presente

anche in Italia nei terreni sabbiosi ove scavano gallerie verticali ove depongono le uova a una a una fissandole alle pareti con una goccia dei propri escrementi. Le larve si nutrono delle alghe unicellulari che proliferano nelle varie celle appositamente scavate.

Disegno b/n da Grandi. A) larva di Stenus sp. B) larva di Paedus riparius C) adulto di Staphylinus olens

SANITÀ S•48 DIMENSIONE PULITO | 03/2023
STAFILINIDI

La durata della vita larvale varia ad esempio per il genere Bledius una ventina di giorni se tenute a 25°C con circa 85-95% di umidità e con abbondante cibo mentre le Atemeles hanno generalmente una sola generazione all’anno.

Molte specie di stafilinidi convivono pacificamente con le formiche o le termiti che le ospitano anzi collaborano a tenerne puliti i nidi nutrendosi dei detriti presenti. Altre specie si comportano da veri e propri parassiti infatti secernono una sostanza di cui le operaie sono ghiotte che ha un’azione inebriante che spinge le malcapitate a trascurare i loro compiti di nutrici e a fornire cibo agli ospiti invasori.

Gli adulti della specie Zyras hamifer invece è una divoratrice di termiti e ha un metodo di caccia assai feroce.

Raggiunge una apertura del termitaio e vi introduce l’addome muovendolo in modo da attirare l’attenzione di una termite che subito la insegue, ma è l’obiettivo della Zyras che così l’attira in un luogo appartato dove la divora. Non è raro trovare poco lontano dal nido delle termiti veri e propri cimiteri con i resti delle incaute termiti.

I rapporti con l’uomo vanno dai danni causati dalle secrezioni degli stafilinidi

del genere Paederus in grado di causare dermatiti anche gravi al Belonuchus formosus che preda le larve dei Ditteri Tripaneidi; infatti, la specie è stata utilizzata nella lotta biologica alle mosche dell’ulivo (Bactrocera oleae) e degli agrumi (Ceratitis capitata).

Disegno b/n da Patrizi ridisegnato da Grandi. Uno stafilinide della specie Smectonia gridellii strappa a viva forza una larva di Anomma sp. per divorarla mentre una formica custode tenta invano di impedirlo

S•49 DIMENSIONE PULITO | 03/2023

Una comunicazione sempre più integrata, capillare e dinamica

Seguici per rimanere aggiornato sulle novità del mondo del cleaning professionale e su tutte le nostre inziative

019 ISS: 2612-4068
SOCIAL

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.