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IN CORTILE TRA CEMENTO E ACCIAIO
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Credit: Studio BAEC
Il progetto di Porta Nuova House si colloca nel cuore dello sviluppo della città di Milano. Situato tra il “vecchio” quartiere Isola e il nuovo quartiere di Porta Nuova, l’edificio è caratterizzato da ambienti pensati per valorizzare le zone giorno, illuminate da grandi aperture e terrazzi, e per garantire la giusta privacy nelle zone notte
a cura di FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO
Da una parte la Milano scintillante del nuovo millennio, il cuore dello sviluppo urbanistico della città: Porta Nuova; grattacieli, ampi spazi pubblici, il verde della Biblioteca degli Alberi e del Bosco Verticale, icona contemporanea della città meneghina. Dall’altra la sobria eleganza della Milano del secolo scorso: Porta Garibaldi; un po’ signorile, un po’ operaia, segreta e riservata con i suoi affascinanti cortili, un quartiere che si fonde senza soluzione di continuità con la raffinata Brera e il melting pot culturale di Paolo Sarpi. Nel mezzo, in via Pietro Maroncelli 9, Porta Nuova House rappresenta un’operazione di sintesi tra queste due anime contrapposte della città. In cortina un basso edificio della Milano laboriosa che fu: una casa di ringhiera con le botteghe che si aprono sulla via; varcato l’androne, nel cortile interno, un nuovo prestigioso intervento. Un edificio residenziale, riservato e invisibile da fuori, contemporaneo e tradizionale al tempo stesso, rispettoso della tradizione milanese, ma anche del nuovo linguaggio architettonico che sta caratterizzando la città. Le unità immobiliari sono state studiate per un perfetto equilibrio tra eleganza e razionalità degli spazi interni, senza trascurare terrazzi e logge che possono godere della privacy del cortile privato e del prestigioso panorama sul vicinissimo quartiere di Porta Nuova. In particolare, i piani 4, 5, e 6 sono occupati da appartamenti che si sviluppano sull’intero piano e consentono una prosecuzione visiva della zona living verso l’esterno, come se fosse un unico ambiente. Le zone notte si affacciano sui caratteristici cortili di ringhiera e sullo sfondo il prestigioso intervento di Herzog & de Meuron che ospita la celebre fondazione Giangiacomo Feltrinelli. La master bedroom di questi appartamenti, con bagno privato, gode anche di una riservata loggia ideale per una prima colazione all’aperto. Il progetto è frutto di lunghi e ricercati studi che hanno permesso a Porta Nuova House di fregiarsi di un design unico e immediatamente riconoscibile.
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CEMENTO O ACCIAIO?
Porta Nuova House è un intervento di sostituzione edilizia. Il preesistente edificio artigianale interno, privo di qualità architettonica, è stato totalmente Credit: Studio BAEC demolito e al suo posto è stato realizzato un nuovo edificio residenziale di sette piani fuori terra, con INTERNO degli appartamenti
un piano terra commerciale e un piano interrato destinato ad autorimessa. Il concept architettonico dell’Arch. Stefania Zangari è stato sviluppato e trasformato in un progetto esecutivo elaborato da BAEC Studio Associato sotto il coordinamento dell’Ing. Guido Albertalli e con la direzione lavori e artistica dell’Arch. Luisa Olgiati. Il sito, totalmente inaccessibile se non attraverso l’androne del civico 9 e praticamente privo di area di cantiere, ha imposto una progettazione molto attenta anche sotto il profilo della cantierizzazione e delle scelte costruttive: limitare l’utilizzo del cemento armato (date le notevoli difficoltà logistiche di getto) preferendo una struttura in acciaio, progettata e diretta dall’Ing. Alfonso Corredor di Studio PP8. La fase iniziale della costruzione ha richiesto di risolvere alcuni problemi di compatibilità con il sito, edificato a confine su tre lati con edifici in muratura e privi di piano interrato dei primi del secolo scorso, e caratterizzato da una limitata portanza del terreno. La scelta tecnica è stata per pali e micropali per il consolidamento del terreno. Berlinesi di micropali sono stati utilizzati lungo il perimetro, realizzando tratti di dimensione e lunghezza variabile, dai 7,5 m e Ø 168,3 x 8 mm posti a interasse 40 cm fino a micropali di lunghezza 14 m e Ø 193,7 x 10 mm posti a interasse 60 cm. Sotto l’ingombro dell’edificio in elevazione sono stati utilizzati, invece, pali di tipo FDP. Il sito è stato scavato in più riprese realizzando la platea di fondazione e le murature contro terra del piano interrato per conci contrapposti. La tecnica ha minimizzato l’impatto sugli edifici circostanti dove non si sono registrate problematiche di alcun tipo. L’impiego del cemento armato è stato limitato al solo piano interrato e al nucleo del vano scala e ascensore; le strutture ai piani superiori sono state realizzate in carpenteria metallica con solai in lamiera grecata e getto di completamento in cemento armato.
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SOLUZIONE MISTA
Interessante, al piano terra, la soluzione mista costituita da travi in cemento armato con l’inserimento di travi metalliche HEM500 e HEB500 accoppiate per sostenere la struttura in acciaio di elevazione, caratterizzata – per ragioni geometriche e architettoniche – da un importante sviluppo
Credit: Studio PP8
SCAVO
in falso. Il solaio è di tipo Plastbau 19/4+5 con travetti in cemento armato e blocchi di alleggerimento in polistirene. La maglia strutturale fuori terra è composta da pilastri metallici HEB220, travi principali HEA280 a tutti i piani con travi secondarie 2UPN80; inoltre è presente, al settimo piano, un soppalco costituito da HEA160 e IPE120 e da una copertura a falde composta da travi HEA180, IPE180 e IPE160. Quest’ultima è completata da un assito, da uno strato isolante e da un pannello coibentato con finitura metallica. Sono presenti controventi su tre lati dell’edificio (da HEA160 e HEA120 a piano terra e che diventano HEA140 e HEA100 dal primo piano in su). Tutti gli elementi metallici sono di classe S355. I solai, composti da lamiera grecata (spessore 10/10 con altezza 15 cm) con getto collaborante di 8 cm, poggiano sulle travi in acciaio principali con luci variabili dai 2,7 ai 4,5 metri. La pianta prevede un nucleo resistente composto da setti armati a cui si collegano travi e pilastri in acciaio, un’intelaiatura rigida in grado di resistere alle sollecitazioni a cui è soggetta. L’azione sismica viene infatti distribuita sulle pareti e sui controventi che formano una struttura pendolare grazie alle colonne metalliche svincolate agli estremi. L’analisi condotta ai fini della progettazione strutturale per il sisma è di tipo dinamico secondo le nuove Classificazioni Regionali previste dalla normativa vigente.
IMPIANTISTICA
Sotto il profilo energetico e impiantistico, curato dall’Ing. Gaetano Trovato, gli approfondimenti progettuali sono stati non di meno sfidanti. La prestazione, ovviamente, non poteva essere inferiore alla classe energetica A; gli spazi installativi, la dimensione del lotto e la posizione interclusa del fabbricato hanno imposto importanti riflessioni. Per ovvie ragioni energetiche, ma anche per meno scontate problematiche di prevenzione incendi, la generazione dei fluidi non poteva che essere affidata a pompe di calore. La soluzione geotermica con condensazione ad acqua di falda, recentemente molto apprezzata nella città meneghina, si è rivelata inutilizzabile sia per
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Credit: Studio PP8
CANTIERE
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impossibilità realizzative legate alla cantierizzazione, sia per oggettiva mancanza di spazi alloggiativi dei necessari impianti. Pertanto, si è optato per una soluzione condensata ad aria con una batteria di tre pompe di calore deputate sia alla generazione dei fluidi di climatizzazione, sia alla produzione dell’acqua calda sanitaria. I condensatori remoti sono stati alloggiati su un vano tecnico di copertura e particolare attenzione è stata riservata allo studio acustico per evitare disturbo al vicinato. Sempre a tetto anche i campi fotovoltaici integrati nei pannelli di copertura in lamiera coibentata. Negli appartamenti la scelta tecnica è stata frutto di una mediazione tra le esigenze commerciali, le problematiche installative legate a una geometria del fabbricato piuttosto complessa e, non da ultimo, gli obiettivi di prestazione energetica prefissati. Sotto il profilo commerciale, infatti, il promotore dell’iniziativa ha rilevato una prevalente preferenza della clientela per soluzioni estive ad aria e soluzioni invernali radianti. Questa strategia, sebbene apparentemente poco convincente perché impone una vera e propria duplicazione degli impianti in ambiente (pannelli radianti e fancoil), si è rivelata però vincente sia sotto il profilo energetico, sia sotto il profilo del comfort. Bisogna infatti considerare una pluralità di fattori che caratterizzano le costruzioni contemporanee e la modalità di abitarle. In primo luogo le tecnologie dell’involucro che oggi garantiscono performance elevatissime, rendendo meno rilevante, seppur sempre importante, il ruolo degli impianti. Altrettanto considerevole la modalità di fruizione degli alloggi; eccezion fatta per questa poco felice parentesi storica che auspichiamo stia volgendo a termine, l’utenza tipica degli interventi similari a Porta Nuova House è fatta di single, coppie o piccoli nuclei familiari con una vita molto attiva all’esterno dell’abitazione che li porta a trattenersi fuori casa per la gran parte della giornata. Pertanto la scelta di soluzioni in ambiente per la climatizzazione estiva come i fancoil (naturalmente canalizzati per salvaguardare il design degli alloggi), con bassissima inerzia e una istantanea percezione di comfort alla loro attivazione, sono apparsi una scelta obbligata e, infine, vincente considerato il gradimento commerciale riscontrato. Diverso il ragionamento svolto sulla climatizzazione invernale. I progettisti avrebbero certamente preferito mantenere la soluzione ad aria anche per il riscaldamento, per le stesse ragioni esposte sopra. Tuttavia la bassa accettabilità da parte dell’utenza delle soluzioni ad aria, ancora condizionata dai pregiudizi del discomfort dei vecchi edifici degli anni ’70 e ’80 che sfruttavano queste soluzioni, ha imposto la soluzione radiante a pavimento. Completa la dotazione impiantistica un sistema di Ventilazione Meccanica Controllata puntuale integrato nei monoblocchi per la posa dei serramenti. La VMC con recuperatore di calore è una scelta essenziale sia per garantire le prestazioni energetiche del fabbricato, sia per il comfort e la salubrità degli ambienti. Sul mercato oggi si rintracciano soluzioni di elevato livello tecnologico e il team di progetto non ha avuto difficoltà nell’integrare questo componente importantissimo nelle abitazioni. Inoltre, la scelta di utilizzare i monoblocchi per l’alloggiamento dei serramenti, oltre
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Credit: Studio PP8
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che prassi consolidata, nel caso specifico è stata anche una scelta obbligata dalla soluzione costruttiva adottata: totalmente a secco.
FACCIATA
Si è già avuto modo di commentare circa le notevoli limitazioni di cantierizzazione del progetto, da cui la scelta della pratica struttura in acciaio. Come conseguenza sia di tale scelta, sia dell’esigenza di un involucro performante, facilmente trasportabile e installabile si è optato per un involucro totalmente a secco. I progettisti avevano già avuto esperienze analoghe in altri importanti cantieri in città e hanno ritenuto, con successo, di replicare anche in questo edificio la scelta di un sistema di lastre di varia tipologia, accoppiate con isolanti termici, secondo uno schema elaborato di concerto con il produttore del sistema. Completa la facciata un cappotto esterno in EPS rasato da 12 cm. Il produttore del cappotto, inoltre, ha fornito una preziosa assistenza per studiare, con i progettisti, un sistema di decori anch’essi in EPS e con particolare finitura superficiale decorativa, applicabili alla superficie esterna per creare cornici e decori che nel concept originale erano invece previsti in metallo. La soluzione ideata dal team si è subito rivelata notevolmente migliorativa in quanto l’EPS incollato ha annullato i rischi di ponti termici che si sarebbero potuti riscontrare con decori in lamiera, soprattutto nei punti di fissaggio, facilitando e velocizzando le operazioni di finitura della facciata dell’edificio.
SCHEDA PROGETTO
COMMITTENTE Porta Nuova House, un’iniziativa di Maroncelli 9 Srl PROGETTO ESECUTIVO E DL Studio BAEC (Progetto Esecutivo), Studio PP8 (Progetto Strutture, DL e Sicurezza), Studio Tecnico Trovato (Progetto Energetico e Impianti) CONCEPT ARCHITETTONICO Arch. Stefania Zangari DIREZIONE ARTISTICA Arch. Luisa Olgiati IMPRESA Prema Costruzioni Srl IMMAGINI Studio PP8, Studio BAEC
TEMPISTICHE
Tutte le scelte costruttive operate, a partire dalla struttura in acciaio, si sono rivelate estremamente convenienti anche sotto il profilo dei tempi di realizzazione che sono stati contenuti entro parametri ordinari nonostante le notevoli difficoltà logistiche del cantiere: al netto della lunga pausa obbligata per via della sfortunata congiuntura sanitaria il fabbricato è stato ultimato in un anno e mezzo contro previsioni del doppio del tempo necessario per soluzioni tradizionali.