Industry 4.0 Design n.1 2022

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PUNTO E VIRGOLA

DOMANI

di Carlo Marchisio

Soluzioni per automazione industriale

Soluzioni per installazioni elettriche

Soluzioni per installazioni da esterno e impianti BT

Soluzioni per infrastrutture IT

Il Gruppo DKC è leader nella produzione di soluzioni innovative, efficienti e solide che vanno dalla protezione, alla trasmissione, allo stoccaggio e al controllo dell’energia per infrastrutture civili e industriali.

L’utilizzo di materie prime di elevata qualità, il lavoro dei nostri centri di ricerca, l’efficienza del servizio post-vendita e l’attenzione alle esigenze del mercato sono i punti di forza che rendono DKC un alleato prezioso per realizzare impianti e progetti nel mondo. Un partner affidabile sempre a fianco del cliente. www.dkceurope.com

di Carlo Marchisio / Industrial Automation Consultan

www.linkedin.com/in/carlomarchisio/

IDROGENO: IL FUTURO DELLA PRODUZIONE ENERGETICA

SSi parla molto della “rivoluzione energetica green”. Dedichiamo qualche considerazione su questo argomento leggendo Hydrogen Innovation Report 2021, il primo rapporto che Energy & Strategy dedica all’idrogeno. Energy & Strategy è un team multi-disciplinare della School of Management del Politecnico di Milano. L’idrogeno è l’elemento chimico più diffuso in tutto l’universo ed è l’elemento chiave alla base della vita sulla terra. Il nostro corpo così come la totalità della materia organica è infatti principalmente costituita da idrogeno. L’idrogeno è quindi anche alla base di tutti i combustibili fossili come il gasolio, il metano o la benzina, gli stessi che generano le emissioni di CO2 che si sta cercando di ridurre a livello mondiale. Citando l’“idrogeno” nel panorama energetico si intende in realtà la molecola di idrogeno H2, molecola presente allo stato gassoso in condizioni ambiente e in realtà molto poco diffusa in atmosfera. L’importanza della molecola idrogeno è legata alla possibilità di produrre energia, termica mediante combustione o elettrica mediante elettrolisi, in maniera pulita senza emissione di anidride carbonica. La difficoltà risiede nel fatto che la mole-

cola di idrogeno è scarsamente presente in natura e va quindi prodotta, consumando a sua volta energia e con un costo associato. Il bilancio tra le emissioni di CO2 nella produzione della molecola di idrogeno e i costi complessivi per la sua generazione, trasporto e stoccaggio è alla base dell’intero ruolo dell’idrogeno nella transizione energetica. Vediamo ora alcune informazioni che arrivano dal mondo economico. Il Ministero della Transizione ecologica dovrebbe firmare entro febbraio un accordo di programma con ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) per attività di ricerca e sviluppo sull’idrogeno, con i fondi del PNRR. L’accordo prevede un contributo massimo di 110 milioni di euro per le attività di un piano operativo di ricerca che sarà predisposto da ENEA. L’intesa rientra nella Missione 2 del PNRR, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, di competenza del

Mite: in particolare nella Componente 2, “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”. In Germania si progetta la prima caldaia a idrogeno per le case e una azienda di impianti di riscaldamento sta realizzando un prototipo che sarà pronto per il 2025.Un caso italiano. La qualità della vita in una città come Bolzano dipende fortemente anche dall’impatto che ha il trasporto pubblico in termini di emissioni CO2 ed acustiche. Da anni ormai SASA https://www.sasabz.it/ (la più grande azienda di trasporto pubblico locale della Provincia Autonoma di Bolzano con 286 vetture), svolge un ruolo di precursore anche a livello nazionale nel settore della mobilità sostenibile con mezzi a idrogeno ed elettrici. Attualmente 14 autobus ad idrogeno con alte previsioni di crescita fino a 50 nei prossimi anni. Poi altri progetti ambiziosi con la produzione idrogeno e stazioni di rifornimento nel deposito: obiettivo nel 2030 la riduzione di CO2. Il futuro dell’idrogeno è già una realtà che dobbiamo coltivare ed ampliare sia a livello politico che industriale. 

MARZO 2022/NUMERO #1

EDITORIALE

5 Idrogeno: il futuro della produzione energetica

PUNTO E VIRGOLA

8 Automazione domani

NEWS

10 Il futuro della supply chain

11 Eurac Research e Human

Technopole lavoreranno insieme

12 ABB Italia per il sociale

13 Hexagon inaugura la nuova sede per il controllo qualità

13 She SPS Italia Award

14 Anniversario Sick

DIGITAL

TRANSFORMATION

16 Boom globale degli investimenti in digitalizzazione

SALUTE 4.0

18 Sicurezza e salute 4.0

ROBOTICA & HEALTHCARE

20 la robotica nei processi di produzione farmaceutica e nella medicina del futuro

27 IRB 1300 quando velocità fa rima con qualità

30 Versius il primo robot chirurgico impiegato in un ospedale pubblico italiano

33 Come i cobot rivoluzionano il settore farmaceutico e della ricerca

37 Ablazione laser guidata da robot, il futuro della chirurgia 10

Design

Redazione

EVENTI

38 SPS 2022 persone, tecnologie e prospettive

PRODUCT NEWS

40 La forza di Hercules

41 La nuova telecamera ii 910

42 Nuovo polimero ad alte prestazioni iglidur I10

43 Digitalizzazione fino all’ultimo metro

44 I nuovi robot mobile automatizzati della serie ACH

46 Nuove soluzioni di rilevamento su rulliere e nastri trasportatori

47 Rilasciata nuova release della piattaforma software B.Point

48 Le guide lineari serie NH/NS

n. 1 Marzo 2022 www.innovareweb.it

Direttore Responsabile

Giorgio Albonetti

Coordinamento Editoriale Area Industry

Marco Tenaglia –marco.tenaglia@quine.it – cel. 3298490024

Direttore tecnico Carlo Marchisio

Segreteria di Redazione

Cristina Gualdoni cristina.gualdoni@quine.it – cel. 3477623887

Hanno collaborato a questo numero

Mario Gargantini, Sofia Rossi, Chiara Tagliaferri

Pubblicità Sales Manager Luigi Mingacci l.mingacci@lswr.it – cel. 3204093415

Ufficio Traffico Elena Genitoni e.genitoni@lswr.it – tel. 0289293962

Servizio abbonamenti abbonamenti.quine@lswr.it

Abbonamento annuale € 25 Costo copia singola € 7,07 (presso l’editore)

Produzione Antonio Iovene | Procurement Specialist a.iovene@lswr.it | Cell. 349.1811231

Grafica e Fotolito: Fabio Castiglioni

Stampa: Aziende Grafiche Printing Srl Peschiera Borromeo (MI)

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Testata associata

Punto e virgola

Come sarà il mondo produttivo e dei servizi di domani dal punto di vista dell’automazione? Si possono immaginare molti contesti dove la fantasia ha un enorme spazio di azione.

AUTOMAZIONE DOMANI

TTutto il sistema industriale con la supply chain ed i servizi (trasporti, logistica, distribuzione ecc) saranno connessi con modalità digitale per permettere un collegamento diretto alla produzione. Anche tutti gli apparati elettrici delle abitazioni e gli smartphone super evoluti (con opportuni criteri di interazione e password) permetteranno interattività e saranno collegati al sistema industriale. Il direttore operativo di ogni complesso produttivo potrà visionare dallo smartphone-personal computer in ogni momento della giornata in real time e con opportune telecamere la linea di produzione, i magazzini e la filiera distributiva per definire: priorità, cambi sulla catena di produzione, interventi manutentivi, spostamenti produttivi nei vari stabilimenti a livello nazionale ed internazionale. Le riunioni operative con i manager aziendali saranno sviluppate con sistemi web-conference con possibilità di interagire durante l’incontro direttamente sulla linea

di produzione per test, modifiche sui prodotti ed analisi di efficienza. L’utilizzo dei droni sarà intenso sia per visionare la produzione ed anche per il trasporto di materiali e prodotti verso l’utente: il consumatore potrà ordinare i prodotti dallo smartphone senza dover accedere ai negozi /supermercati. Il trasporto delle merci sarà monitorato e guidato direttamente dai responsabili della produzione che potranno decidere di modificare o accelerare le consegne in base alle esigenze aziendali. Tutto sarà visionabile, controllabile ed ogni prodotto seguirà un suo canale produttivo e distributivo. I robot (collaborativi e non) saranno inseriti in moltissime attività non solo legate alla produzione ma anche in ambito trasporti, logistica e distribuzione. I sistemi di visione industriale avranno una presenza notevole sia in fabbrica che nel settore servizi: tutto potrà essere visionato e monitorato per poter identificare il processo produttivo, consegne e qualità del prodotto. Ci sarà un grande utilizzo di sensori sempre più sofisticati che analizzeranno e seguiranno istante

per istante il prodotto in modo da fornire informazioni precise e complete all’utente. Tutti potranno apprezzare l’automazione, argomento tecnologico che era sempre stato un po’ “misterioso” e che veniva gestito solo dagli addetti ai lavori. Anche a livello scolastico negli istituti superiori ci saranno corsi di automazione con laboratori attrezzati per sviluppare la conoscenza di questa importante e vitale tecnologia indispensabile per gestire in modo completo la vita quotidiana di ogni individuo. I documenti cartacei scompariranno e tutto verrà gestito in modo digitale nella produzione, trasporti, logistica, distribuzione ed anche a livello scolastico e sanitario. Tutti gli utenti disporranno di un cloud personale nel quale saranno inseriti tutti i dati e le informazioni della propria attività ed ogni individuo potrà gestire ogni situazione 24 ore su 24 ore. L’automazione permetterà al mondo industriale e non di essere perfettamente connesso in modo digitale con grande risparmio di tempo e con una precisa tempistica operativa in ogni momento della giornata. 

Dalla macchina al cervello, un percorso sensazionale.

Nei sistemi di automazione i sensori rivestono l’importante ruolo di “organi sensoriali”. Devono non solo fornire in modo preciso i valori letti, ma anche mettere a disposizione la totalità delle informazioni raccolte, essenziali per monitorare lo stato di salute e ottimizzare l’efficienza dell’intero sistema. Grazie ad una comunicazione semplice e rapida, dal livello periferico della macchina, attraverso il livello di controllo, fino al centro di supervisione e gestione, i vantaggi promessi dall’Industria 4.0 possono così diventare realtà. Dal sensore al cloud, ifm offre soluzioni complete e tangibili per ogni vostra esigenza di automazione. ifm - close to you!

IL FUTURO DELLA SUPPLY CHAIN SE NE DISCUTERÀ A PIÙADDITIVE

La pandemia scoppiata nel 2020 ha fatto emergere le criticità e la fragilità delle supply chain globali e locali, stravolgendo gli equilibri economici e sociali con conseguente esplosione dei costi e indisponibilità di beni e servizi, fenomeni, questi, tutt’altro che in fase di stabilizzazione. I principali ostacoli che le aziende si trovano ad affrontare oggi sono legati alla diminuzione delle capacità operative dei network distributivi, all’interruzione delle filiere di approvvigionamento e produttive, alla mancata disponibilità di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, alla carenza di manodopera diretta e indiretta e al default dei fornitori con la difficoltà di identificarne e qualificarne di nuovi.

Per far fronte a queste problematiche, il settore industriale deve porsi dei nuovi obiettivi. Una delle necessità primarie è quella di disporre di sistemi produttivi ad elevatissima flessibilità e riconfigurabilità, che potrebbero divenire l’arma vincente per affrontare le sfide poste dai piani che portano verso una economia green e, conseguentemente, alla necessità di sviluppare nuove tipologie di prodotti a basso impatto ambientale e ad alta efficienza energetica, nonché più ergonomici e sicuri. Di grande importanza è anche l’esigenza di ridurre i rischi della supply chain, bilanciando l’approvvigionamento globale con quello nazionale, regionale o locale, con l’adozione di più fonti e un maggiore utilizzo della tecnologia dell’informazione per ottenere una disponibilità dei dati più completa e immediata. Questione non meno spinosa è poi la gestione delle opportunità/relazioni tra i player delle filiere e l’affidabilità della catena

di approvvigionamento, che devono promuovere un focus non solo sui costi, ma anche sulla resilienza e sull’apprendimento di eventi critici per migliorare il processo decisionale.

Alla luce di questo nuovo scenario, AITA-ASSOCIAZIONE ITALIANA TECNOLOGIE ADDITIVE e ADACI -Associazione Italiana Acquisti e Supply Management hanno unito le forze per dar vita ad un progetto articolato dedicato ad approfondire queste tematiche e a valutarne effetti e implicazioni sull’attività di business delle imprese manifatturiere.

Il progetto, che vedrà la sua realizzazione nell’ambito dell’area espositiva piùAdditive a 33.BI-MU, sarà focalizzato sull’analisi di quattro temi fondamentali: supply chain e economia circolare; materiali e tecnologie innovative per acquisti e progettazione; additive manufacturing nell’innovazione della supply chain; impatti economici di queste innovazioni.

Desk informativo dedicato agli operatori presenti in fiera, momenti di approfondimento culturale tematico ad hoc, una tavola rotonda pensata per raccogliere le testimonianze di end user dei principali settori di sbocco, un calendario di incontri B2B volti a favorire sinergie e a stimolare opportunità di collaborazione tra gli attori delle filiere, un ragionato programma di visite (tecniche) guidate alla scoperta dell’offerta degli espositori di piùAdditive, per conoscere l’offerta delle loro nuove soluzioni sono le principali iniziative che saranno messe in campo nei quattro giorni di manifestazione espositiva. Informazioni aggiornate su bimu.it 

Appuntamento dal 12 al 15 ottobre 2022 a fieramilano Rho

EURAC RESEARCH E HUMAN TECHNOPOLE LAVORERANNO INSIEME

Un accordo per arricchire la biobanca di CHRIS e lavorare a strategie comuni di raccolta dati

Le competenze del centro di ricerca milanese Human Technopole affineranno i dati raccolti dallo studio di popolazione CHRIS in Val Venosta con analisi avanzate e più specifiche in ambito molecolare e genetico. La collaborazione tra le due istituzioni renderà lo studio di popolazione di Eurac Research una risorsa ancora più ampia e preziosa per la ricerca orientata alla medicina di precisione, ma anche un prototipo per altri studi di popolazione in Italia. L’accordo triennale prevede la condivisione di personale e dati nell’ambito di progetti comuni di ricerca sulla salute. La biobanca dello studio CHRIS di Eurac Research e dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige raccoglie i dati biologici, molecolari e genetici di 13 mila abitanti della Val Venosta. Si tratta di una risorsa per la ricerca scientifica che va oltre la classica raccolta di dati clinici. Negli anni i ricercatori hanno costruito una piattaforma dinamica che mette in relazione tutte le informazioni legate a ogni partecipante e traccia un quadro completo della sua salute. La piattaforma è in continua evoluzione. Viene arricchita con i risultati di analisi più approfondite e di nuovi sottostudi, condotti per esempio richiamando i partecipanti in base ad aspetti clinici o alle loro caratteristiche biologiche. Si arricchisce inoltre grazie al carattere longitudinale dello studio, i partecipanti ripetono gli stessi esami ogni sette - dieci anni, e i ricercatori puntano a integrare nella biobanca anche i dati sanitari delle persone. L’insieme di queste caratteristiche è ciò che differenzia CHRIS dalla maggioranza degli studi epidemiologici perché permette ai ricercatori di concentrarsi su ciò che viene prima della malattia. “Lo studio CHRIS segue la salute delle persone in modo continuo, ‘dalla molecola alla malattia’: parte da

Peter Pramstaller, direttore dell’Istituto di biomedicina di Eurac Research

una accurata conoscenza biologica, molecolare e genetica dei partecipanti, per poi seguire eventuali fenomeni di transizione e lo sviluppo di malattie – lo sta facendo per esempio con COVID-19” così Emanuele Di Angelantonio, direttore del Centre for Health Data Science di Human Technopole, spiega il motivo per cui il centro di ricerca che dirige è interessato al modello CHRIS. “Gli studi di popolazione concepiti con questo approccio sono la base per la medicina del futuro: una medicina predittiva e di precisione che si basa sulla biologia delle persone. Collaboreremo con Eurac Research perché CHRIS continui su questa strada e perché questo approccio sia sempre più diffuso nel panorama della ricerca medica italiana” aggiunge Di Angelantonio. Human Technopole è il nuovo istituto di ricerca per le scienze della vita di Milano. La sua missione è contribuire al miglioramento della salute e del benessere dei cittadini. L’attività di ricerca è organizzata in cinque centri; il Centre for Health Data Science punta a sviluppare la scienza dei dati sanitari in Italia. In Germania e in altri paesi europei sono già attivi studi nazionali di coorte fondamentali per il progresso della conoscenza in campo medico. Secondo Di Angelantonio e Peter Pramstaller, direttore dell’Istituto di biomedicina di Eurac Research, la collaborazione tra le due istituzioni darà vita a un polo di competenza forte su questo tipo di ricerca e potrebbe favorire la creazione di nuovi studi di popolazione regionali che in futuro potrebbero confluire in un’iniziativa nazionale. Strutturare la logistica, gli aspetti etico-legali e informatici richiede anni di lavoro, ma tramite la collaborazione con Human Technopole l’esperienza di Eurac Research sarà a disposizione di altre realtà che potranno contare su protocolli e procedure già testate. 

ABB ITALIA PER IL SOCIALE

ABB annuncia due nuove iniziative di welfare aziendale rivolte ai propri dipendenti in Italia. In linea con la strategia di sostenibilità 2030 del Gruppo, l’azienda sta implementando e consolidando progetti che abbiano un impatto concreto nel sociale e sulla vita delle proprie persone, ed è in questo contesto che si inseriscono le due nuove policy aziendali. Oltre all’impegno nel ridurre le emissioni di CO2 e nella conservazione delle risorse, uno dei tre pilastri della strategia si concentra, infatti, sull’avanzamento del progresso sociale, in termini di inclusività, salute e sicurezza delle persone. In questo contesto si inseriscono le nuove iniziative promosse da ABB Italia, che si aggiungono alle attività di welfare e care già previste nel contesto della strategia di sostenibilità e che mirano a migliorare la qualità della vita dei dipendenti e delle loro famiglie. La prima riguarda la policy per il congedo parentale. Uno dei temi chiave della strategia di sostenibilità 2030 è l’inclusività, intesa come supporto e celebrazione di tutte le unicità delle nostre persone. Per questo la nuova policy punta a un approccio genderless, in cui non sono i generi a definire il tipo di congedo, ma il ruolo genitoriale della persona stessa all’interno della famiglia. Il congedo parentale, di 4 o 12 settimane, è aperto a tutti i dipendenti di ABB Italia a seconda del loro impegno genitoriale in qualità di caregiver primario o secondario. È importante per ABB che le proprie persone si sentano libere e supportate nel delicato percorso verso la genitorialità, in un’ottica di inclusione sociale. All’inizio del 2022 l’azienda ha inoltre attivato una polizza vita, a disposizione di tutti i circa 4.500 dipendenti, che garantirà a tutte le persone assunte a tempo indeterminato, un riconoscimento economico da erogare agli eredi legittimi o testamentari in caso di decesso per qualsiasi causa al di fuori del contesto lavorativo. Il piano polizza vita è una forma di assistenza gratuita, previa

accettazione, che assicurerà un risarcimento di 30.000 euro ai familiari o eredi della persona di ABB che dovesse venire a mancare. Questa soluzione ha l’obiettivo di offrire un supporto economico ai familiari delle persone di ABB durante un momento delicato e di difficoltà non solo affettiva.

“La sostenibilità è un principio fondante della cultura aziendale di ABB che si concretizza nel creare valore per tutti i nostri interlocutori, dal mercato alle comunità in cui operiamo”, ha dichiarato Gianluca Lilli, Amministratore Delegato di ABB Italia.

“Si tratta di un valore che viviamo quotidianamente in azienda e che pratichiamo a partire dal nostro interno, con iniziative concrete come quelle che annunciamo oggi.

Siamo infatti convinti che solo creando un ambiente aperto, sicuro e inclusivo ognuno di noi possa esprimere il proprio talento dando il meglio di sé”.

“Iniziative come la nuova policy di congedo parentale o l’offerta di una polizza vita rispondono al desiderio di ABB di favorire il giusto equilibrio fra vita personale e impegno lavorativo e mantenere al centro la persona con tutte le sue unicità e necessità”, ha aggiunto Emiliano Diotallevi, Country HR Manager di ABB Italia. “Nostro obiettivo è creare un ambiente di lavoro rispettoso dell’individualità, delle necessità e dei desideri di ognuno dei nostri colleghi.”.

La polizza vita introdotta da ABB e la nuova policy sul congedo parentale sono solo due delle iniziative che ABB sta implementando per garantire un ambiente di lavoro sicuro, equo e inclusivo. Da progetti sui temi dell’inclusione in termini di gender, generazione, abilità, orientamento sessuale e etnicità per arrivare a strumenti per il benessere personale, come il servizio di supporto psicologico offerto gratuitamente a dipendenti e familiari. Il successo del Gruppo è fondato sulle persone che ne fanno parte e per questo è importante che ognuno si trovi a proprio agio nell’ambiente lavorativo e che possa contribuire attivamente nella definizione di strategie e attività che determinino un impatto positivo sulla comunità. Moltissimo è stato fatto e molto c’è ancora da fare. Questi progetti sono un’importante testimonianza dell’impegno che ABB persegue nel cercare rendere migliore il mondo in cui viviamo per costruire un futuro più sostenibile, partendo dalle proprie persone. 

ABB Italia istituisce una nuova policy di congedo parentale basata su un approccio genderless che consente a ciascuno di affermare il proprio ruolo parentale all’interno della famiglia

A partire dall’inizio del 2022, i circa 4.500 dipendenti di ABB Italia possono usufruire di una polizza vita messa a disposizione dall’Azienda Le due iniziative rientrano nell’ambito della strategia di sostenibilità

2030 del Gruppo ABB

Il Gruppo si impegna a promuovere il progresso sociale con due nuove iniziative rivolte ai propri dipendenti

HEXAGON

INAUGURA LA NUOVA

SEDE PER IL CONTROLLO QUALITÀ

Un accordo per arricchire la biobanca di CHRIS e lavorare a strategie comuni di raccolta dati

SHE SPS ITALIA AWARD

Controllo Qualità srl e Hexagon Italia hanno il piacere di annunciare l’inaugurazione della nuova sede di Controllo Qualità, ad un evento in presenza dedicato alle tecnologie di Fabbricazione Additiva, Reverse Engineering e Controllo Dimensionale Nel corso della giornata si potrà, in presenza e in sicurezza, visitare la nuovissima sede a Modena di Controllo Qualità srl, fornitore di servizi di controllo dimensionale e di sistemi e servizi per la fabbricazione additiva. Le divisioni Metrologia, Design& Engineering e Production Software di Hexagon Italia offriranno dimostrazioni su macchine di misura a coordinate, bracci articolati portatili, scanner a luce strutturata, laser tracker, sistemi per il controllo di processo e delle risorse di misura, nonché software per la simulazione e ottimizzazione dei cicli di fabbricazione additiva e per la ricostruzione matematica di superfici. Per informazioni sulle modalità di accesso e sul programma: https://go.hexagonmi.com/

La community femminile che racconta storie di successo nel mondo dell’automazione e dell’innovazione

Un nuovo impegno per SPS Italia, che mette in campo un progetto dedicato alla valorizzazione del contributo di esperienze e conoscenze di donne che si occupano di automazione e tecnologie per l’industria. “She SPS, do you?” è la community di professioniste che unisce e racconta storie e promuove la diversità, l’apertura al talento e la spinta alla visione femminile. Un progetto che si rivolge a tutto il network di SPS Italia: giornaliste, imprenditrici, professoresse e più in generale tutte le donne che si occupano di automazione e innovazione, incluse le nuove generazioni, che in futuro saranno capaci di colmare il gender gap, per condividere una o più case history sulle tematiche legate a Sostenibilità Sociale, Empowerment e Imprenditoria Femminile. Queste verranno esaminata da una giuria di esperti che decreteranno le tre relazioni vincitrici sulla base di quattro principi generali: focus sulle risorse messe in atto; contenuto innovativo del progetto; espressione di applicazioni reali; evidenza e quantificazione dei vantaggi reali dell’applicazione

Tutte le informazioni per partecipare: www.spsitalia.it

25 ANNI DI INNOVAZIONE SULLA SCIA DI UNA VISIONE PIONIERISTICA

La filiale italiana del gruppo SICK, leader nella sensoristica industriale e specializzato in tecnologie e applicazioni all’avanguardia per una gestione efficiente dei processi, ha spento di recente le candeline in concomitanza con i 75 anni della casa madre

I Managing Director Azzerri e Ghigliotti, dal 2018 alla guida dei 130 collaboratori della sede italiana: “Ridefinita dal profondo l’identit à aziendale: abbiamo raggiunto i 100 milioni di euro di fatturato che ci eravamo prefissati e continueremo a guardare alle sfide del futuro. Sempre con la massima attenzione alla sensibilit à ambientale e alla sostenibilit à ”. Festeggiare i 25 anni di storia è un traguardo sempre meno scontato per un’azienda oggi. Farlo sotto l’ala protettrice di una casa madre che ne ha celebrati 75, lo è ancor

meno. Vantare, in tutto questo, performance di crescita e ambiziosi obiettivi di fatturato raggiunti sono la ciliegina sulla torta. La filiale italiana del gruppo tedesco SICK AG, realt à globale da 10mila dipendenti, 32 filiali, 1.7 miliardi di euro di fatturato (dato 2020) e 3.500 brevetti, specializzata nella produzione e fornitura di tecnologie e applicazioni all’avanguardia per una gestione efficiente dei processi, in particolare nel campo dei sensori industriali, realizza in pieno tutte queste condizioni.

Un percorso di rinnovamento per la sede italiana

SICK si trova letteralmente all’apice di un percorso rinnovato solo tre anni fa con il riassetto di gruppo. maggio 2018, SICK AG annunciava infatti la riorganizzazione della sua struttura territoriale, affidandone la guida la guida a partire dal 1° luglio 2018 all’allora Marketing Director Massimo Azzerri e al Sales Manager Factory Automation Costantino Ghigliotti. Da allora, lo scenario si è modificato rapidamente. L’obiettivo mediano che Azzerri e Ghigliotti si erano posti fin da subito - raggiungere i 100 milioni di euro di fatturato - oggi diventa realtà, coronando la celebrazione dei 25 anni di storia della filiale. “Per arrivare a questo risultato, che per noi rappresentava una soglia psicologica, avevamo definito una serie di cambiamenti, con nuovi dipartimenti aziendali e una struttura solida ma flessibile, idonea a cogliere diverse opportunità e pronta alla crescita - commenta Costantino Ghigliotti -. Abbiamo fatto le scelte giuste? Di certo la pandemia ha rivoluzionato tutto il contesto, ma noi non saremmo arrivati dove siamo, se non avessimo potuto far tesoro delle azioni messe in atto a livello formativo, organizzativo e di mindset aziendale. Se oggi guardiamo alla nuova normalità con uno sguardo di sfida, è perché abbiamo lavorato anche su noi stessi, non ultimo con la certificazione ISO 9001, e rinnovandoci dal profondo”.

Massimo Azzerri ripercorre questo ultimo periodo con la stessa convinzione: “L’azienda è cresciuta ed oggi conta oltre 130 dipendenti; il merito della nostra efficienza operativa sta nella riorganizzazione per processi, anche a livello di competenze. Abbiamo traghettato SICK verso nuovi business, dalla semplice vendita di componenti alla proposta di soluzioni e al project management. In altre parole, ci siamo dati un volto nuovo agli occhi dei nostri clienti. E questa sarà la base di partenza per le sfide del futuro”.

“Il mondo dell’automazione di processo è in continuo divenire - fa notare Massimo Azzerri -. Oggi il comparto vede cambiare molte normative, destinate ad obbligare i player a rispettare standard sempre più stringenti in termini di emissioni. Che cosa attendersi? Per noi è una grande opportunità. SICK non è solo costruttore di sensori fotoelettrici, ma anche inventore di sensori per il controllo delle emissioni: ecco perché ci vediamo in prima fila in questo mondo sempre più attento al tema della sostenibilità ambientale”.

Un’attenzione particolare alle politiche ESG

“In realtà - puntualizza Ghi-

gliotti - quella di SICK per l’ambiente è una sensibilità innata. L’azienda ha sempre avuto un occhio di riguardo a questo tema. Sviluppando 50 anni fa tecnologie che oggi sono di grande attualit à , il nostro fondatore non solo si è dimostrato molto lungimirante, ma ha anche posto le basi di una cultura aziendale che si è rafforzata nel tempo e che ora si rivela sempre pi ù preziosa”. Un tale patrimonio è certamente una carta vincente. “La pandemia ha avuto un forte impatto sul nostro modo di lavorare - afferma Azzerri -. Ci ha costretti a vivere situazioni cui non avevamo pensato, ma ci ha anche posti di fronte a contesti di business nuovi, che avevamo avuto appena il tempo di percepire. Il risultato per noi è stato estremamente motivante: il bisogno crescente di maggior efficienza nella gestione degli impianti, la necessit à di simulazioni virtuali, l’esigenza di interventi veloci ed efficaci da remoto, tutto per noi ha rappresentato una sfida da vincere. Insomma, oggi l’utente finale sta diventando sempre pi ù sofisticato e noi dobbiamo essere sempre pi ù in grado di anticipare questi bisogni”. “La pandemia ha rappresentato anche un’importante occasione di business - aggiunge Ghigliotti -. L’emergenza ci ha per esempio consentito di triplicare il numero di clienti che acquistavano SICK attraverso e-commerce. E in un certo modo, ci ha costretti a rivedere storiche convinzioni sul modo di interfacciarci al cliente B2B, che, per la prima volta, abbiamo capito non necessita obbligatoriamente di un contatto de visu”.

Un domani “che non ci spaventa”

Quel che emerge da 25 anni di storia, un riassetto generale e una pandemia globale è che la sede italiana di SICK è una macchina proiettata costantemente al futuro. Il domani? Costantino Ghigliotti ne è certo: “La flessibilità che già ci contraddistingue aumenterà su una solida base fatta di competenze, organizzazione e stabilità finanziaria - chiarisce -. Vogliamo crescere e affrontare nuove sfide, e non ne siamo per nulla spaventati. Ma il requisito è uno solo: dovremo avere la capacità di metterci costantemente in discussione.” “Dovremo essere sempre più dei “sensori” sul mercato, per intercettare le vere esigenze dei clienti - conclude Azzerri -. Lavoreremo sulla nostra capacità di individuare i bisogni che cambieranno, di adattarci ai nuovi contesti e di fornire soluzioni basate sulle tecnologie che abbiamo a disposizione. Con tutti questi ingredienti, vinceremo la sfida di questo mondo in costante cambiamento”. 

BOOM GLOBALE DEGLI INVESTIMENTI IN DIGITALIZZAZIONE

Secondo un nuovo report di McKinsey infatti il 65% delle imprese ha aumentato i fondi per sviluppare la propria

Crescita esponenziale per il mercato mondiale della digitalizzazione che passerà da 521 a 1.250 miliardi di dollari nel 2026 con un tasso di crescita annuo del 19%. In Europa la rivoluzione è guidata dai paesi nordici: Italia sotto la media europea insieme, a sorpresa, a Francia e UK. Nel Bel Paese le grandi imprese hanno un ottimo tasso di digitalizzazione, mentre rimangono indietro le PMI: resta il nodo dell’infrastruttura vista come un problema dal 63% del totale. Il settore dei servizi tra i più coinvolti: “Le tecnologie digitali dovranno essere in grado di progettare piattaforme e app mobile

Cmultiservizi: la sfida del futuro sarà offrire un’unica soluzione semplice, veloce e full digital per usufruire al meglio di benefit e altre opportunità di business”, afferma Anna Maria Mazzini, Chief Growth Officer di Sodexo Benefits & Rewards Services Italia. La pandemia ha aumentato in modo repentino l’adozione di tecnologie digitali da parte delle imprese per adattare i modelli di business esistenti al nuovo contesto economico globale. Non sorprende, quindi, che gli investimenti digitali abbiano avuto una forte accelerazione a livello mondiale: uno studio della società di analisi Markets and Markets rivela che il mercato raggiungerà quota 1.250 miliardi di dollari nel 2026 con un tasso di cre-

scita composto annuo del 19% e una crescita complessiva che sfiora il 140%. Nonostante una situazione globale in continua evoluzione e non priva di problematiche, crisi dei microchip e difficoltà di approvvigionamento delle materie prime ad esempio, le imprese hanno investito in modo deciso sulle tecnologie digitali: secondo un recente report di McKinsey intitolato “The new digital edge: Rethinking strategy for the postpandemic era”, il 65% delle aziende ha dichiarato di aver aumentato i fondi dedicati alla digitalizzazione, mentre solo il 7% li ha diminuiti, e in alcuni casi le organizzazioni sono andate a ricercare il budget tagliando le risorse in altri comparti. La digitalizzazione è diventata a tutti gli effetti una priorità nonché un driver d’investimento indispensabile per rimanere sul mercato e differenziarsi dai competitor: il 64% delle aziende, infatti, crede che entro la fine del 2023 dovrà ripensare ad un nuovo modello di business digitale per rimanere economicamente profittevole mentre, al contrario, solo l’11% non cambierà il proprio modo di operare sul mercato. La tecnologia digitale, quindi, sarà oggetto di numerosi investimenti che hanno l’obiettivo di creare una organizzazione imprenditoriale in grado di reagire proattivamente ai continui cambiamenti in atto nel mondo fintech e dei servizi di nuova generazione.

Andando a fare un raffronto tra i continenti occidentali, in Europa l’adozione delle tecnologie digitali da parte delle aziende è in ritardo rispetto agli Stati Uniti: secondo uno studio della European Investment Bank diffuso poche settimane fa la media europea si attesta al 65%, 6 punti percentuali in meno rispetto alle imprese a stelle e strisce che superano quota 71%. La situazione all’interno nel Vecchio

Continente rivela inoltre alcune peculiarità: se da una parte non sorprende che la rivoluzione digitale sia guidata dai

paesi nordici (Danimarca, Olanda e Finlandia formano il podio tutte sopra la quota dell’80%), dall’altra stupisce che le grandi potenze economiche fatichino più del previsto. L’Italia si attesta solo al 19° posto su 28 nazioni presenti nello studio con il 62,6% di tasso di digitalizzazione delle aziende: il Bel Paese è al di sotto della media europea ma di poco avanti alla Francia (62,5%) e sopra il Regno Unito (61,3%). Fatica anche la Germania solo al 15° posto, mentre Portogallo e Spagna sono nella top 10 rispettivamente in 8° e 9° posizione. Sebbene l’Italia sia sopra la media europea su diversi parametri di questo studio, ci sono due fattori che penalizzano fortemente il Bel Paese: per quasi 2 aziende su 3 (63%) l’infrastruttura digitale permane un problema concreto e il tasso di digitalizzazione delle PMI rimane al di sotto della media europea di ben 15 punti percentuali. In questo senso, però, non manca l’opportunità di recuperare il terreno nei confronti delle altre nazioni: nei prossimi anni tra PNRR e Fondo Complementare ci sono a disposizione quasi 50 miliardi di euro da investire sulla infrastruttura digitale con l’obiettivo di aiutare le aziende tricolori a intraprendere un percorso di evoluzione tecnologica in modo che possano essere più competitive sul mercato. Alla guida della digital transformation italiana ci sono le grandi aziende e il settore dei servizi la fa da padrone con oltre il 60% delle aziende che adotta l’uso di tecnologie digitali (dato superiore alla media europea). In questa rivoluzione digitale saranno sempre più centrali e coinvolti i servizi mobile: secondo un recente studio divulgato da Ericsson il traffico dei dati globale raggiungerà i 288 exabyte al mese con un tasso di crescita medio del 4,4%. Questo aumento sarà sostenuto dalla diffusione globale del 5G che sempre entro il 2027 rappresenterà il 62% del traffico dati mobile mondiale. 

SICUREZZA E SALUTE 4.0

Quello della salute e della sicurezza (safety) degli operatori e di tutte le persone coinvolte nei processi di produzione è uno dei temi rilevanti nello scenario della digital transformation e non può essere trascurato da chi affronta i cambiamenti e intende disegnare il futuro dell’industria considerandone tutte le implicazione e i possibili sviluppi.

SSono due gli aspetti da esaminare. Da un lato va detto che, se si vuole parlare di sviluppo sostenibile dell’Industria 4.0 bisogna tenere in costante considerazione le conseguenze che l’innovazione digitale comporta anche a livello sociale e umano: non possono quindi essere ignorati gli ambiti della salute e della sicurezza sul lavoro. La crescente automatizzazione delle attività modifica le condizioni di lavoro, aumentando le interazioni con le macchine, modificando gli stessi ambienti lavorativi e in genere velocizzando le lavorazioni e i processi. Ai lavoratori, a tutti i livelli, accanto all’alleggerimento di molte azioni viene chiesta maggior attenzione, prontezza e capacità di reazione; vengono inoltre richieste competenze nuove lungo il processo decisionale, maggiori responsabilità e capacità di gestione; sono tutte attività che li espongono a

potenziali rischi per la salute oltre che a un maggiore stress psicosociale. Per questo, tra l’altro, è sempre più necessaria la presenza di figure professionali che si occupino della tutela della salute sui posti di lavoro e che siano in grado di valutare i rischi derivanti dalle applicazioni 4.0 e di gestirli con ragionevolezza e cautela.

Dall’altro lato le tecnologie 4.0 possono contribuire a rendere il lavoro più sicuro attraverso un’analisi e una gestione dei rischi predittiva e continuativa. Il monitoraggio e la tecnologia indossabile possono aiutare i lavoratori a operare in sicurezza anche in ambienti di lavoro pericolosi, controllando quotidianamente il loro benessere e segnalando anomalie della salute ed eventuale aumento dei livelli di stress. Le apparecchiature e la strumentazione smart e le tecniche di Intelligenza Artificiale permettono di introdurre nuove modalità di rapporto uomo-macchina e arricchiscono l’ambiente-fabbrica di macchine collaborative (come i cobot)

che hanno tra le loro prerogative principali quella di assicurare e tutelare l’incolumità e la salute dei lavoratori.

Si iniziare quindi a parlare di Safety 4.0 e, più ancora, di Occupational Safety and Health (OSH). Ne parla l’Unione Europea, nell’ambito dell’attività della European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA), un’agenzia istituita fin dal 1994 allo scopo di sviluppare e distribuire informazioni affidabili, equilibrate e imparziali in materia di sicurezza e salute e che da un po’ di tempo sta elaborando documenti che promuovono un approccio proattivo per identificare i rischi futuri per la sicurezza e la salute dei lavoratori in un mondo del lavoro in rapida evoluzione. Tre anni fa l’agenzia ha pubblicato un interessante osservatorio “Foresight on new and emerging occupational safety and health risks associated with digitalisation by 2025” che resta un punto di riferimento in materia.

In Italia al tema ha dedicato particolare attenzione Anie Automazione, con un capitolo all’interno del recente White Paper “La centralità dell’uomo nell’era della transizione digitale” a cura del Working Group Software Industriale.

Anche l’Inail è focalizzata sull’argomento e ha avviato una attiva collaborazione con alcuni Competence Center 4.0 al fine di migliorare i livelli di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro sfruttando il potenziale delle tecnologie e degli strumenti delle fabbriche intelligenti. In particolare partecipa alle attività di Artes 4.0, un centro coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa nell’ottica di costituire una rete ad alta specializzazione per l’innovazione delle imprese nelle aree della robotica avanzata e delle tecnologie digitali abilitanti collegate.

L’Inail mette a disposizione risorse, competenze e conoscenze scientifiche in materia di salute e sicurezza e in ambito protesico-riabilitativo nei due macronodi attivi presso la scuola Sant’Anna di Pisa e l’università Campus Biomedico di Roma.

Tra le altre realtà attive in tema di OSH va segnalata Adapt, Associazione per gli Studi Internazionali e Comparati sul Diritto del lavoro e sulle Relazioni industriali: una realtà fondata da Marco Biagi nel 2000 per promuovere studi e ricerche sul lavoro. Nel suo Bollettino periodico Adapt ha più volte ripreso gli studi a livello europeo che evidenziano “i rischi e i pericoli derivanti dall’utilizzo delle tecnologie in ambienti di lavoro, nonché le nuove patologie da essi nascenti ribattezzate come tecnopatie, tra le quali si annoverano il cosiddetto tecnostress, problemi muscolo-scheletrici, diffuso senso di isolamento, perdita della componente socio-relazionale sul lavoro, generalizzata sensazione di mortificazione professionale per coloro i quali siano chiamati ad eseguire compiti meramente ripetitivi ed esecutivi in più sulla base delle istruzioni derivanti dai macchinari intelligenti, sindrome di burnout, la Fomo (Fear Of Missing Out, ovvero l’ossessione di rimanere esclusi) o la nomofobia (ossia il timore di restare disconnessi), dipendenza dai social e fenomeni di phubbing (consistente nel prestare maggiore attenzione, nel corso di un’interazione sociale, agli strumenti digitali piuttosto che agli interlocutori)”.

Il white paper Anie sottolinea, tra l’altro, come “grazie alla trasformazione digitale introdotta dalle tecnologie abilitanti, anche l’OHS si è evoluto adottando una veste 4.0, massimizzando il rispetto delle procedure di sicurezza da parte di persone e macchine”. Sono già parecchi i progetti avviati in diversi paesi europei orientati in questa direzione, come: “l’utilizzo di software per il monitoraggio della situazione ambientale del luogo di lavoro nonché l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale; applicativi per la valutazione dei rischi connessi alla movimentazione manuale dei carichi e ai movimenti ripetitivi, allo scopo di individuare le cause dei disturbi muscolo-scheletrici nelle mansioni lavorative meno standardizzate; gli apparecchi di ergonomia virtuale in grado di guidare il lavoratore nella tenuta del comportamento corretto nell’esecuzione di un’attività, insieme all’utilizzo di meccanismi di allerta che segnalino le imperfezioni; o ancora gli strumenti watch and learn che, attraverso giochi virtuali, istruiscono i lavoratori sulle precauzioni da adottare nell’assolvimento dei propri compiti”.

Un altro strumento specializzato, semplice e standardizzato, sviluppato e gestito da EU-OSHA è OiRA, una piattaforma web che consente la valutazione dei rischi in qualsiasi lingua. Sempre Anie indica alcuni esempi di applicazioni disponibili attualmente, quali: avviso e prevenzione di collisione macchina operatore, sfruttando tecnologie IoT, reti di sensori smart, smart DPI (dispositivi di protezione individuale); creazione di percorsi “intelligenti” per lo spostamento delle persone all’interno delle aree produttive; notifica e gestione del piano di evacuazione, ricorrendo a tecnologie di track and trace degli operatori in campo e utilizzando device mobili per notificare direttamente agli operatori le informazioni sulle procedure da seguire. 

La robotica nei processi di produzione farmaceutica e nella

UUna trasformazione in atto da parecchi anni, che tuttavia, in tempi recenti, ha fatto registrare accelerazioni ancor più marcate e che, grazie all’introduzione nei processi produttivi di macchinari sempre più sofisticati e innovativi, sta man mano ridisegnando il ruolo e le mansioni della forza lavoro cui eravamo abituati. La maggior parte delle attività di routine, manuali e cognitive, possono essere oggi demandate al servizio di macchine robotizzate. Un cambiamento che, a dispetto di quanto temuto dai più, può determinare effetti ampiamente positivi in termini di efficienza economica, riassegnando il valore delle risorse umane a quei campi in cui l’intelligenza delle persone è ancora insostituibile: innovazione, ricerca, creatività. Tra i tanti settori toccati da questa trasformazione, certamente nei processi di produzione farmaceutica così come nella medicina, nel senso più ampio del termine, i benefici della robotizzazione sono già evidenti e non possono che aumentare in un futuro quanto mai prossimo. In questi settori, infatti l’associazione tra elevata efficienza produttiva ed elevati standard di prodotto risulta imprescindibile.

La robotica a servizio dei farmaci

Il settore farmaceutico si adatta costantemente alle esigenze del mercato che cambiano frequentemente e rapidamente a causa di fattori come la regolamentazione, la disponibilità di competenze e la trasformazione digitale. È alla collaborazione uomo-robot e all’uso dell’intelligenza artificiale, che permette l’elaborazione costante dei dati, che le aziende si affidano sempre più spesso per trasformare queste sfide in opportunità. Sostanzialmente sono quattro le tendenze tecnologi-

medicina del futuro futuro

L’innovazione robotica sta attuando una profonda trasformazione in quasi tutti gli ambienti di lavoro all’insegna di tre variabili chiave: efficienza produttiva, velocità di lavorazione e qualità del prodotto finito.

fonte: CMR Surgical

Robotica&Healthcare

che fondamentali all’interno dell’industria farmaceutica che stanno avendo un impatto in costante crescita sul mercato: robot collaborativi, robot cooperativi, intelligenza artificiale e tecnologia Edge Computing. Grazie all’applicazione della robotica nei processi di sviluppo, di produzione e di packaging dei farmaci, che assicura produzioni più efficienti in termini di quantità prodotte in rapporto al tempo impiegato per produrle, l’intero settore riesce ad affrancarsi in ogni fase dal rischio di errore umano, garantendo lavorazioni in ambiente totalmente asettico e sterile. Questo è possibile ricorrendo ad un range di macchine robotizzate sufficientemente ampio da soddisfare esigenze specifiche in funzione delle diverse produzioni, in quanto negli impianti produttivi del settore farmaceutico, le implementazioni robotiche valorizzano in misura sempre maggiore i requisiti di flessibilità e adattamento. Messi a confronto con impianti più tradizionali, quelli in cui sono presenti queste applicazioni, godono di un generale efficientamento in termini di operatività, in virtù del quale il processo di produzione dei medicinali acquisisce molteplici benefici. Nel caso, ad esempio, di un braccio robotico, il componente viene progettato e realizzato allo scopo di reagire tempestivamente e opportunamente agli stimoli che provengono dal contesto in cui opera, grazie all’ausilio degli specifici sensori in dotazione.

I robot e la loro capacità di adattamento

L’intrinseca quota di autonomia e la nativa capacità di adattamento, entrambe propedeutiche alla riduzione degli interventi degli operatori, sono le principali prerogative dei macchinari robotizzati. Per la filiera farmaceutica, queste due caratteristiche sono fondamentali nel processo di riduzione del rischio di contaminazione delle sostanze trattate, tenuto conto peraltro dei parametri di sterilità cui sono rigorosamente assoggettate tutte le attività industriali che afferiscono al settore, caratterizzato da un marcato orientamento alla qualità del prodotto finale. Oggi il comparto è caratterizzato da aziende che si configurano come realtà consolidate a livello globale, specializzate

La neuro-robotica

nella realizzazione di linee complete per soluzioni che vanno dal riempimento sterile di prodotti iniettabili a filosofia “scarti zero”, ai sistemi di isolamento (isolatori), alla catalogazione e suddivisione dei campioni di sangue prelevati agli utenti, alla preparazione di miscele citotossiche impiegate nella chemioterapia antitumorale, ecc. Gli esempi potrebbero essere infiniti, così come le soluzioni. Tutti contesti in cui le macchine possono operare in condizioni di massima sterilità. Accanto a questi sistemi si è inoltre sviluppato un insieme di software finalizzati al controllo dei bracci robotici basati su sensoristica di controllo del peso e di visione. Alcuni sensori, ad esempio, consentono di leggere e decodificare le singole etichette, così che possa essere velocizzato e garantito il processo di verifica delle scadenze dei farmaci, prevenendo il rischio di distribuzione di prodotti non sicuri. Altre verifiche, tramite sensori di visione, vengono effettuate ad esempio sulla conformità dei componenti utilizzati o, per mezzo di dispositivi di misurazione del peso, sulle adeguate quantità di riempimento dei contenitori.

Il sogno è lo sviluppo di robot indossabili che permettono la simbiosi tra uomo e macchina: “un’associazione stretta e prolungata tra due o più diversi organismi che possono trarre beneficio in ogni aspetto” (American Heritage Dictionary). In questo paradigma il robot diventa un mezzo atto a supportare attivamente la persona (sia essa in salute, anziana o con disabilità) nell’esecuzione delle attività della vita quotidiana. È possibile una simbiosi fisica tra uomo e robot? Negli anni Sessanta, sulla rivista “Man-Computer simbiosis”, J.C.R. Licklider formulò una teoria sulla simbiosi uomo-computer in cui i computer e gli esseri umani sarebbero diventati interdipendenti e avrebbero condiviso obiettivi. Negli ultimi anni, in molte occasioni, assistiamo a uomini e computer che condividono obiettivi e sono interdipendenti. Il paradigma della neuro-robotica è un nuovo approccio per la progettazione di robot, in cui si fondono neuroscienze e robotica, con l’obiettivo di concepire e realizzare robot indossabili tecnologicamente avanzati, per la riabilitazione di arti superiori e inferiori. Vengono sviluppati dispositivi robotici finalizzati a studiare nuove teorie neuroscientifiche (in tal caso, il robot stesso è l’oggetto dello studio). I risultati di questi studi vengono quindi sfruttati per disegnare e sviluppare nuovi dispositivi robotici. Fonte: www.santannapisa.it

La robotica e la flessibilità operativa

Un ulteriore elemento a valore aggiunto, in tema di flessibilità operativa nella robotica, viene generalmente identificato con la capacità dei macchinari di operare con contenitori di formati diversi. Un sistema che consente agli operatori di ridurre il numero di interventi manuali, stimolando di fatto l’incremento della produttività del lavoro. Si tratta di applicazioni ideali nel contesto della produzione di farmaci iniettabili personalizzati, quali ad esempio, i preparati sterili adottati nella medicina di precisione, considerata ormai l’ultima frontiera del settore.

La robotica a servizio della medicina

Nell’ultimo decennio, la robotica ha raggiunto grandi risultati anche nel campo medico. Anzi, possiamo senz’altro affermare che la centralità della robotica nell’ambito medico-sanitario è

un fatto ormai acclarato. Negli ultimi anni la ricerca ha compiuto significativi passi in avanti e ad oggi alcune pratiche cliniche sono ormai consolidate. I campi in cui la robotica è un valore aggiunto vanno dall’autonomia di azione e decisione, alla limitazione delle radiazioni per gli operatori, fino alla capacità di avere una consapevolezza profonda dell’ambiente, grazie a tecnologie di multi-sensing. Scienziati di fama internazionale hanno individuato otto temi chiave di ricerca che hanno contribuito nell’ultimo decennio allo sviluppo della robotica medica: la robotica per laparoscopia, le tecnologie indossabili per l’assistenza al movimento, i robot non laparoscopici per procedure specifiche, i robot riabilitativi, le capsule endoscopiche, le attuazioni magnetiche per la medicina, la soft robotics applicata alla chirurgia, i robot continuum. Tra le università citate c’è anche la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, centro d’eccellenza in Italia per la robotica, con la professoressa Arianna Menciassi, prorettrice vicaria della Scuola, che si è occupata della parte riguardante la soft robotics per la chirurgia e la terapia. Tra gli autori figura anche un altro scienziato italiano, Pietro Valdastri, attualmente docente presso l’University of Leeds e in passato dottorando e ricercatore proprio alla Scuola Superiore Sant’Anna. È recentissima la notizia di tre persone paralizzate che sono tornate a camminare, nuotare e pedalare grazie a elettrodi impiantati nel midollo spinale. Tra gli autori di questo studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, anche Silvestro Micera, docente dell’Istituto di BioRobotica della stessaScuola. Tra i tre pazienti che hanno beneficiato della sperimentazione, figura anche un italiano. L’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, nato nel 2011, ha costruito nel corso degli anni un vasto patrimonio di conoscenze e di competenze in diversi settori della biorobotica e della bionica, come la robotica medica, le tecnologie indossabili, la robotica collaborativa, la robotica bio-ispirata, l’ingegneria neurale, la robotica riabilitativa e le tecnologie impiantabili.

Robot e chirurgia

Conosciamo già i robot in sala operatoria. Dall’inizio degli anni duemila sono stati fatti numerosissimi passi avanti nella chirurgia robotica. Tuttavia, la storia della chirurgia robotica ha inizio alla fine degli anni Cinquanta, con il dispositivo RAMS –Robotic Assisted Micro Surgery, messo a punto dal Pentagono, in grado di eseguire delle operazioni di microchirurgia da postazioni remote per i feriti di guerra. È in questo periodo che si entra nella vera e propria era robotica, in cui il chirurgo per la prima volta è in grado di compiere operazioni chirurgiche non più direttamente con le sue mani ma utilizzando bracci robotici, rimanendo seduto di fronte ad una consolle. Da allora ad oggi, come dicevamo, grazie ai progressi della tecnologia lo sviluppo è stato continuo, dall’ormai famoso robot Da Vinci della Surgical System agli sviluppi dell’industria tecnologica italiana con il Senhance Surgical Robotic System. Il famosissimo Da Vinci è tutt’ora utilizzato in innumerevoli ospedali, anche italiani. Questo robot chirurgico possiede quattro bracci: tre per gli strumenti chirurgici e uno per la telecamera con due lenti, che viene inserita all’interno del paziente per consentire al chirurgo di avere una visione completa in stereoscopia dalla console. Per altro, Italia e Francia sono leader europei nell’utilizzo dei robot chirurgici. Con la chirurgia robotica è possibile operare in quasi tutte le zone anatomiche del corpo, con micro incisioni che permettono di ridurre i tempi di degenza. In Italia sono già operativi più di cento robot chirurgici e oltre centomila pazienti sono già stati operati, soprattutto per rimuovere tumori, in particolare alla prostata. Ma è il policlinico di Milano, notizia del dicembre scorso, il primo ospedale pubblico in Italia ad utilizzare il robot Versius per praticare interventi di chirurgia mininvasiva, permettendo potenzialmente a sempre più pazienti di avere accesso a questo tipo di chirurgia.

I trend del futuro

Ci aspetta un futuro di nano-robot. “Il trend del futuro” –afferma Guang-Zhong Yang, uno dei fondatori dell’Hamlyn Centre for Robotic Surgery dell’Imperial College di Londra – “è quello di robot in scala nanoscopica, specializzati su singole tipologie di intervento e che iniziano a prendere decisioni, magari reagendo ai comandi solo visivi del chirurgo”. Con gli ulteriori sviluppi dell’intelligenza artificiale, nel giro di alcuni anni potremmo infatti arrivare a robot sanitari dotati di una maggiore autonomia nell’applicazione diretta delle procedure. Resterebbe, ovviamente, il chirurgo in sala operatoria ma il suo ruolo sarebbe sempre meno manuale. Uno scenario ben presto raggiungibile con la diffusione dei software di AI, di Machine Learning e dell’Internet of Things in ambito medico. I micro-robot – a volte del diametro di un capello – vengono già impiegati nella diagnostica per esplorare il corpo umano fornendo dati e informazioni, anche predittive, con una precisione incredibile. Robot delle dimensioni di una cellula (nanorobot) possono essere introdotti nel circolo sanguigno per eliminare cellule tumorali e altre cose ancora. L’utilizzo di robot in ambito fisioterapico apre però un nuovo scenario per

Robotica&Healthcare

Il mercato degli esoscheletri

Da diversi anni il mercato globale degli esoscheletri robotizzati è in crescita e questa tecnologia, basata su strutture che sostengono e potenziano le capacità fisiche degli esseri umani che le indossano, trova numerose e crescenti applicazioni sia in ambito biomedico, per la riabilitazione dei pazienti, che in quello del lavoro manuale, come mezzo per ridurre i carichi e migliorare la sicurezza. L’industria automobilistica è tra quelle che finora hanno registrato i maggiori impieghi, ma altri casi già adottati, esistono nell’edilizia o anche nell’agricoltura e, in generale, nei lavori dell’industria manifatturiera che prevedano passaggi ripetitivi e usuranti per il personale impiegato. La produzione è caratterizzata da due tipi di sistemi: quelli “attivi” e quelli “passivi”. Il tipo a cui si fa più spesso riferimento quando si parla di esoscheletri è quello “attivo”, in cui cioè la spinta viene prodotta grazie a una batteria o a un diverso sistema di propulsione. Ma ricerche recenti si sono concentrate anche sui modelli “passivi”, che non forniscono energia diretta ma sfruttano i progressi compiuti nella scienza dei materiali per costruire esoscheletri robusti e leggeri in grado di sostenere e facilitare i movimenti degli umani. La crescita significativa recente è quella che interessa le applicazioni in ambito medico, dove gli esoscheletri sono impiegati per ripristinare

funzioni nelle persone con disabilità e per aiutare i pazienti con difficoltà motorie. Un mercato ancora condizionato dai costi elevati e quindi prevalentemente sostenuto da ospedali e centri di riabilitazione.

Le applicazioni nel lavoro, l’esempio di MATE-XT

In ambito industriale, in particolare gli esoscheletri attivi rappresentano da tempo un ambito di ricerca di interesse per l’industria automobilistica e le produzioni con linee di montaggio. Comau ha presentato MATE-XT, una nuova versione del suo esoscheletro indossabile, che soddisfa perfettamente le specifiche esigenze di chi lavora in condizioni difficili in ambiente industriale, non industriale e all’aperto. L’esoscheletro di Comau è caratterizzato da una struttura sottile e leggera in fibra di carbonio e da un sistema di regolazione intuitivo, con un design resistente all’acqua, alla polvere, ai raggi UV e ad alte temperature, si può adattare in modo rapido a qualsiasi corporatura. MATE-XT è anche altamente traspirante, grazie all’utilizzo di un tessuto ad alte prestazioni sviluppato per condurre attività all’aperto. Perfetto per applicazioni di carpenteria, edilizia, agricoltura, assemblaggio, logistica e diversi altri settori, MATE-XT replica i movimenti fisiologici dell’operatore,

fornendo un supporto ottimale alla parte superiore del corpo senza bisogno di batterie, motori o altri dispositivi soggetti a guasti. Offre 8 diversi livelli di sostegno che l’operatore può impostare o modificare rapidamente senza interrompere la propria attività. MATE-XT è l’unico esoscheletro disponibile in commercio con certificazione EAWS (Ergonomic Assessment Work-Sheet), che attesta la capacità di ridurre i carichi biomeccanici durante l’esecuzione di attività impegnative. Inoltre, migliora la qualità del lavoro e il benessere del lavoratore in modo costante, efficiente ed altamente ergonomico. Ciò consente alle aziende di calcolare il ritorno dell’investimento (ROI) partendo da prestazioni ergonomiche misurabili.

In base a studi effettuati presso i clienti utilizzando il metodo di calcolo EAWS, secondo valutazioni Comau, l’esoscheletro indossabile MATE-XT può contribuire ad aumentare del 27% la precisione di lavoro durante attività con le braccia sollevate, del 10% la velocità di esecuzione. In più, consente di ridurre i tempi ciclo di almeno il 5%. Da un punto di vista operativo, MATE-XT favorisce precisione, qualità e prestazioni più elevate. Riduce l’attività muscolare della spalla del 30% e lo sforzo percepito, come riferito da oltre il 50% dei lavoratori che ha osservato miglioramenti positivi nella qualità del lavoro.

la diffusione di quella che viene definita ‘quinta dimensione’, relativamente al welfare assistenziale. Si è iniziato con esoscheletri e altri sistemi per la rieducazione degli arti: robot indossabili dal paziente in grado di restituire una parziale mobilità (vedi box sulla neuro-robotica e sul mercato degli esoscheletri).

Robot per l’assistenza ai non autosufficienti

Il passaggio verso l’assistenza alla persona non autosufficiente e poi anche a quella fragile è già iniziato. La generazione dei ‘robot autonomi’ è di grande interesse per un impiego nel welfare assistenziale e perfino sanitario. Essi infatti possono svolgere compiti in ambienti ‘non noti a priori’, inoltre, sono dotati di una certa mobilità e i più moderni arrivano ad essere perfino bipedi. La robotica potrà in futuro migliorare la qualità della vita degli anziani e di chi se ne prende cura e potrà concretamente supportare le sfide connesse con l’invecchiamento della popolazione. La proporzione di persone anziane risulta ad oggi in continuo aumento (nel 2019 erano 703 i milioni di persone dai 65 anni in su, cioè circa il 9% ed entro il 2050 si stima di toccare il 16%) anche a causa di una riduzione di fertilità e miglioramenti nella sopravvivenza, con incremento conseguente dell’aspettativa media di vita fino ad oltre 84 anni in Italia. Ad un invecchiamento su scala globale della popolazione corrisponde una maggior incidenza di malattie correlate e una maggiore richiesta di assistenza. Le tecnologie assistive intelligenti (IAT) sono in grado di compensare i deficit fisici, cognitivi e comportamentali specifici

degli anziani, in particolare di quelli più bisognosi di supporto assistenziale, riducendo quindi l’onere della figura del caregiver, ad esempio, con la fornitura di assistenza facilitata, in aiuto ai pazienti affetti, ad esempio, da demenza nel continuare a vivere in modo indipendente a casa e nel mantenere l’indipendenza nelle strutture sanitarie. La robotica rappresenta quindi una componente essenziale dell’ambito IAT. Inoltre, diversi interventi di roboterapia rivolti ad anziani potrebbero essere di supporto in maniera molto efficace, attraverso robot di riabilitazione, di servizio, di telepresenza e di compagnia. I primi potrebbero supportare o assistere funzioni fisiche o cognitive dell’utente come la locomozione e il controllo motorio. I robot di servizio invece verrebbero usati soprattutto per offrire assistenza ai pazienti affetti da demenza ad esempio integrando l’assistenza degli assistenti umani, mentre quelli di telepresenza potrebbero fornire il monitoraggio remoto dei pazienti permettendo il controllo a distanza o l’interazione con il caregiver, ad esempio in tandem, con telefonia e controllo remoto. Infine, i robot di compagnia permetterebbero di operare dal punto di vista del supporto psicosociale. Dai robot ‘non autonomi’, dalle azioni ripetitive o soltanto guidate indoor, già utilizzati in sanità, si passerebbe quindi a quelli dotati di una certa ‘autonomia’ e indipendenza dall’intervento umano, in grado di prendere decisioni anche a fronte di eventi inaspettati. La loro programmazione richiede algoritmi costruiti con tecniche di AI, algoritmi genetici, a ‘logica sfumata’, di apprendimento automatico, a imitazione delle reti neurali. 

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Di Sofia Rossi

IRB 1300 IRB 1300 quando velocità fa rima con qualità

Tecnoideal, integratore fortemente specializzato nel settore medicale, ha recentemente introdotto nuovi robot industriali ABB nelle applicazioni automatizzate che progetta ed installa in tutto il mondo

CCon l’IRB 1200 e il più recente IRB 1300 di ABB, Tecnoideal, integratore specializzato nel settore medicale, riesce a garantire il rispetto degli standard di sicurezza e un’elevata velocità di produzione, aspetti fondamentali nella produzione di dispositivi destinati all’utilizzo medicale. La sfida che l’azienda di Mirandola (MO) si è trovata ad affrontare riguardava la fornitura di soluzioni per la produzione di dispositivi monouso con caratteristiche generalmente antitetiche: alta qualità, ma allo stesso tempo quantità elevate e costi bassissimi. Il problema è stato risolto grazie all’adozione delle linee produttive di robot ABB, capaci di svolgere operazioni ripetitive molto velocemente e garantendo la stessa qualità di esecuzione per tutti i pezzi. Nelle varie applicazioni messe in opera, i robot svolgono operazioni di controllo dei pezzi in entrata, conta, presa, manipolazione e spostamento.

Le sfide della produzione di dispositivi monouso

Chi è Tecnoideal

Tecnoideal è una florida realtà emiliana, leader nella realizzazione di apparecchiature per la produzione di monouso biomedicali. Nata come azienda specializzata nella realizzazione di macchinari e automazioni, la sua storia è segnata da un importante avvenimento che la trasforma nel leader di settore conosciuto oggi in tutto il mondo. Nel 1990, infatti, viene acquisita da Medica Srl, tra le prime società a fornire consulenze a livello mondiale per la produzione di monouso per dialisi ed infusioni. Tecnoideal diventa così il braccio tecnologico di Medica, che fino ad allora aveva fondato la propria attività su studio, consulenza e ricerca senza poter fornire la tecnologia a completamento dei progetti. Oggi l’azienda è in grado di accompagnare le aziende produttrici di dispositivi medicali dalla fase di studio e ricerca alla progettazione fino alla messa in opera dei macchinari.

Dall’esperienza maturata nel settore è nato il prodotto di punta dell’azienda, il dosatore di solvente: una tecnologia innovativa che ha rivoluzionato il concetto di assemblaggio dei componenti medicali, capace di evitare pericolose contaminazioni, contatti diretti degli operatori e sprechi di materiale. “Non ci consideriamo solamente integratori di parti di automazione”, racconta Matteo Tedeschini Sales Manager di Tecnoideal, “ciò che ci differenzia è il know-how maturato negli anni e l’esperienza nei processi di produzione di dispositivi medicali. Un filtro si può produrre in svariate maniere, ma solo una profonda conoscenza delle criticità e degli standard di sicurezza determina il macchinario e le lavorazioni adeguate da mettere in pista”. Forte di un’offerta tecnologica che ha attirato sempre più l’attenzione di aziende estere, la Tecnoideal oggi è fortemente affermata sul mercato internazionale, soprattutto negli Stati Uniti, dove è presente con una sede. “Le maggiori sfide del nostro lavoro sono legate al prodotto finale, destinato all’utilizzo in ospedale e a contatto con i pazienti. La produzione di medical devices è governata da stringenti misure qualitative per non recare danni a chi li usa” continua Tedeschini “ma al tempo stesso questi dispositivi monouso devono essere prodotti in larga scala e costare pochissimo”.

Robot veloci, precisi e snelli

Per rispondere a questa sfida, Tecnoideal si è avvalsa dell’apporto di robot industriali ABB all’interno delle linee produttive, soprattutto laddove si rendeva necessaria un’operazione ripetitiva, molto veloce e senza margine di errore. Il robot IRB 1300 è stato recentemente impiegato in un sistema automatizzato per la finalizzazione di filtri per dialisi. Il suo compito è quello di afferrare un filtro e girarlo velocemente

Robotica&Healthcare / ABB

per permettere l’inserimento di quattro tappi alle sue estremità: un’operazione apparentemente semplice, che ha permesso di rivoluzionare il sistema produttivo inizialmente pensato con ben 4 macchinari più ingombranti, lenti e quindi più costosi. “Le case produttrici di dispositivi medicali richiedono sempre più la presenza di sistemi robotici soprattutto per l’alto grado di qualità del prodotto finale” spiega Tedeschini “ad esempio questi filtri devono uscire perfetti dalla linea di produzione, con i tappi inseriti sempre nella stessa maniera e con la stessa forza. Sarebbe un lavoro sfiancante e a rischio d’errore se svolto a mano e implicherebbe ulteriori controlli”. Altro motivo per cui i clienti di Tecnoideal accolgono volentieri la presenza di robot è la loro dimensione: essendo più snelli rispetto ad altri sistemi meccanici, permettono di ottimizzare ulteriormente i costi diminuendo l’ingombro in camera bianca (ambiente sterile con umidità controllata) e di conseguenza i costi di mantenimento.

Qualità e sicurezza senza compromessi con YuMi

Un altro esempio di come la robotica collaborativa apporti maggiore efficienza, sicurezza e qualità automatizzando le attività manuali dei laboratori medici è quello di LivaNova, multinazionale di apparecchiature per cardiochirurgia, che per l’assemblaggio di un componente specifico delle centrifughe per la separazione dei componenti del sangue, detto “stelo”, si è affidata all’esperienza del system integrator Sintech e alle qualità del robot collaborativo YuMi di ABB. LivaNova conta stabilimenti in tutti i continenti, fra i quali l’impianto nel polo biomedicale di Mirandola, in Emilia, è un’eccellenza a livello mondiale per i dispositivi biomedicali per cardiochirurgia, soprattutto ossigenatori, filtri, scambiatori di calore e centrifughe per la separazione dei componenti del sangue. YuMi, adottato in questo caso nella versione a due bracci, ha portato maggiore efficienza, automatizzando un processo semi-manuale e maggiore sicurezza per gli operatori che non eseguono più direttamente la dosatura del solvente. Il robot, certificato per operare in camera bianca, è molto semplice da programmare rispetto ai tradizionali modelli antropomorfi, grazie a un’interfaccia più semplice e a una presa di punti immediata che non richiedono competenze specialistiche.

Soluzioni flessibili per uno scenario produttivo in evoluzione

Tra le altre applicazioni progettate da Tecnoideal insieme ad ABB, è degno di nota un sistema automatizzato destinato ad una multinazionale americana. In questo caso un IRB 1200, oltre ad afferrare e spostare tubicini di plastica, svolge l’importante compito di controllo, individuazione delle dimensioni, eliminazione dei pezzi non idonei, conta e selezione per il successivo fascettamento. Anche per questa applicazione inizialmente si era pensato ad una configurazione più standard, ma in fase di progettazione e simulazione la scelta è ricaduta su una soluzione robotizzata, dotata della flessibilità necessaria per compiere le diverse operazioni. Sono sempre di più i robot inseriti nelle soluzioni automatizzate costruite da Tecnoideal. “Diversi clienti ci propongono capitolati molto complessi in fatto di sicurezza ed efficienza, durante la progettazione ci rendiamo conto sempre più che la robotica è la soluzione ideale”, dichiara Matteo Tedeschini. “Ci accorgiamo che la complessità di altri sistemi meccanici sta lasciando il posto alla flessibilità dei robot”.

Una collaborazione sempre più stretta tra robot e personale È sempre più forte l’esigenza di instaurare una collaborazione tra robot e personale addetto alla produzione. Tecnoideal ha già sperimentato la modalità collaborativa a intermittenza applicata all’IRB 1200: grazie al pacchetto Safe Move Pro, il robot industriale diventa collaborativo rallentando la sua attività o mettendosi in modalità stand still in presenza di un operatore, condizione fondamentale per garantire la sicurezza in determinate aree di produzione dove è necessaria la supervisione umana. Parlando di collaborazione, Tecnoideal e ABB stanno già lavorando ai prossimi progetti con l’intenzione di installare le prime isole YuMi robot. 

Versius VERSIUS

il primo robot

chirurgico impiegato in un ospedale pubblico italiano

LLo scorso dicembre, CMR Surgical, azienda internazionale di chirurgia robotica, ha annunciato l’introduzione del sistema robotico chirurgico Versius® al Policlinico di Milano, uno dei primi istituti di ricovero e cura (IRCCS) per qualità e quantità della ricerca scientifica prodotta e una delle più grandi strutture sanitarie della Lombardia. Versius verrà utilizzato per sviluppare un programma multispecialistico che coinvolge la Chirurgia Toracica e la Chirurgia Generale. Il mercato italiano della robotica chirurgica è uno dei più grandi d’Europa e caratterizzato dall’adozione di tecnologie all’avanguardia. In Lombardia, in particolare, c’è la più alta concentrazione di robot chirurgici d’Italia, anche se il 73% delle procedure di chirurgia mininvasiva con ausilio del robot viene eseguito all’interno di strutture private. Il Policlinico di Milano è il primo ospedale pubblico in Italia ad impiegare Versius, permettendo potenzialmente a sempre più pazienti di avere accesso ad interventi di chirurgia robotica mininvasiva. All’interno del Policlinico di Milano, Versius sarà utilizzato in una serie di procedure tra cui la colecistectomia, la resezione anteriore bassa e la resezione polmonare, una procedura chirurgica adoperata nel trattamento del tumore al polmone. L’utilizzo della chirurgia robotica mininvasiva in questi casi può ridurre significativamente lo sforzo fisico del chirurgo durante l’esecuzione dell’intervento. È stato inoltre dimostrato che rispetto alla chirurgia a cielo aperto, la chirurgia mininvasiva riduce il tempo di degenza del paziente – da settimane a giorni – e può ridurre il rischio di infezioni del sito chirurgico, un problema che secondo le stime costa ai servizi sanitari di tutta Europa fino a 19 miliardi di euro l’anno.

È il Policlinico di Milano, il primo ospedale pubblico italiano ad utilizzare il robot Versius per praticare interventi di chirurgia mininvasiva

i movimenti del braccio umano, Versius offre ai chirurghi la scelta di un posizionamento ottimizzato dei bracci robotici, insieme alla destrezza e alla precisione di piccoli strumenti, controllati più facilmente e completamente dal polso. Con una visione 3D in HD, un controllo degli strumenti intuitivo e una scelta di posizioni di lavoro ergonomiche, la console permette di ridurre lo stress e l’affaticamento del chirurgo e consente una chiara comunicazione con l’intera equipe. Pensando in termini laparoscopici e operando in modalità robotica con Versius, i pazienti, i chirurghi e gli operatori sanitari possono tutti beneficiare del valore aggiunto offerto dalla chirurgia robotica mininvasiva. “La chirurgia robotica, utilizzata in associazione con le procedure laparoscopiche, potrebbe anche contribuire a migliorare i risultati clinici dei pazienti che accedono a questi interventi attraverso il sistema sanitario nazionale” ha commentato il Prof. Luigi Boni, Direttore dell’Unità operativa di Chirurgia Generale del Policlinico di Milano. Versius è più di un robot: raccoglie i dati degli interventi all’interno del suo ampio ecosistema digitale per supportare l’apprendimento continuo del chirurgo e, attraverso l’app Versius Connect, Versius Trainer e il registro clinico CMR, il sistema mette a disposizione una grande quantità di informazioni e dati, con l’obiettivo ultimo di migliorare l’assistenza chirurgica. “L’installazione del robot Versius e in generale l’implementazione di questi strumenti di medicina avanzata rappresentano un enorme passo avanti per la sanità pubblica. L’approccio mininvasivo di queste tecnologie nelle procedure chirurgiche più complesse, come quella toracica, consentirà di ridurre i tempi di degenza post-operatoria, traducendosi in un grande vantaggio sia per il paziente che per l’intero sistema sanitario. Infine, l’accuratezza del gesto chirurgico viene amplificata dallo strumento robotico traducendosi in interventi ancora più efficaci e radicali”, ha dichiarato il professor Mario Nosotti, Direttore dell’Unità operativa di Chirurgia Toracica e Trapianti di Polmone del Policlinico di Milano.

Il sistema robotico chirurgico Versius® Versius® ridefinisce le aspettative della chirurgia robotica, in quanto si adatta virtualmente a ogni configurazione della sala operatoria e si integra perfettamente nei flussi di lavoro esistenti, aumentando la possibilità di accesso alla chirurgia robotica mininvasiva (MAS). Il design portatile e modulare di Versius consente al chirurgo di utilizzare solo il numero di bracci necessari a una determinata procedura. Biomimando

CMR Surgical Limited

CMR Surgical (CMR) è un’azienda globale di dispositivi medici dedicata a trasformare la chirurgia grazie a Versius®, un robot chirurgico di nuova generazione. Fondata nel 2014, con sede a Cambridge, nel Regno Unito, CMR è impegnata a lavorare al fianco di chirurghi, equipe mediche e partner ospedalieri, per fornire uno strumento che renda la chirurgia robotica mininvasiva universalmente accessibile e conveniente. La mission di Versius è quella di ridefinire il mercato della robotica chirurgica, fornendo sia una tecnologia pratica e innovativa sia una serie di dati utili per migliorare l’assistenza chirurgica.

Un’indicazione estesa alla chirurgia toracica

Lo scorso gennaio, il sistema robotico chirurgico Versius® ha ottenuto l’indicazione in ambito toracico, a supporto dei chirurghi che effettuano interventi minimamente invasivi su pazienti sottoposti a operazioni ai polmoni, al timo e all’esofago. Dopo un’introduzione graduale, con selezione di casi e procedure specifiche, Versius viene ora utilizzato in operazioni sia maggiori sia minori, ivi incluse esofagomiotomie, lobectomie e timectomie. Attraverso piccole incisioni praticate vicino alle costole del paziente, con Versius i chirurghi toracici possono operare con precisione e accuratezza nella cavità toracica, beneficiando dei piccoli strumenti controllabili completamente dal polso e della visione 3D in HD. Versius è stato introdotto nella chirurgia toracica nel contesto della collaborazione di CMR Surgical con il framework IDEAL, che rappresenta un punto di riferimento internazionale per ogni fase del processo di innovazione chirurgica, compresi gli studi clinici e la sorveglianza

post-marketing. “Si tratta di una tappa estremamente importante per Versius, mentre noi continuiamo nella nostra mission di rendere disponibili i vantaggi della chirurgia ad accesso minimo a un maggior numero di pazienti in tutto il mondo. I pazienti sottoposti a interventi chirurgici maggiori – inclusi i casi di carcinoma polmonare – devono beneficiare dei più elevati standard terapeutici: noi riteniamo appunto che la chirurgia minimamente invasiva, resa possibile dalla tecnologia robotica, sia la risposta. Abbiamo seguito il framework IDEAL al fine di introdurre Versius in modo sicuro e responsabile in questa specialità, collaborando con i principali chirurghi del settore, e siamo lieti di constatare che il sistema si sta dimostrando adatto alle complesse esigenze della chirurgia toracica”, ha detto Mark Slack, Chief Medical Officer di CMR Surgical. Il primo sito a livello mondiale ad avviare un programma clinico con Versius nella chirurgia toracica è stato il Klinikum Chemnitz, uno dei maggiori ospedali della Sassonia, che ha avviato il programma all’inizio del 2021. Oltre al Klinikum Chemnitz, Versius viene utilizzato anche per le procedure toraciche in numerosi altri importanti ospedali pubblici e universitari in tutto il mondo, tra cui l’Argenteuil Hospital in Francia, il Policilinico di Milano, il Galaxy Care e il Manavata Hospital in India, nonché il Macquarie University Hospital in Australia. 

Robotica&Healthcare / UNIVERSAL ROBOT

Di Sofia Rossi

COBOT

Come i cobot rivoluzionano il settore farmaceutico e della ricerca

Sostenere l’innovazione della comunità scientifica e il suo lavoro di ricerca è una delle missioni per cui Universal Robots crea e propone soluzioni automatizzate in grado di migliorare i processi e facilitare il raggiungimento dei risultati in questo campo

LLe tecnologie robotiche sono diventate rilevanti come mai prima per il settore farmaceutico e della ricerca. Sia per gli standard di sterilità e sicurezza che devono venir rispettati all’interno dei laboratori, che per la cronica scarsità di spazio che caratterizza questi ambienti, entrambi pongono ardue sfide a qualsiasi sistema di automazione. In queste condizioni, una soluzione di automazione deve essere in grado di garantire collaboratività (ovvero la possibilità di funzionare accanto agli operatori in totale sicurezza, senza barriere di recinzione intorno) e al tempo stesso rispettare standard di sicurezza e igiene tipici del settore. I robot collaborativi sono una valida soluzione per entrambe queste esigenze e sono in grado di inserire, nei processi in cui vengono integrati, un surplus di efficienza e precisione. I cobot di Universal Robot, in particolare, sono abilitati a operare nelle cleanroom nel rispetto della norma industriale ISO 14644-1. Un’abilitazione TUV SUD che li rende uno strumento indispensabile per automatizzare le attività di questo settore. Vediamo insieme una panoramica delle possibili applicazioni, attraverso l’analisi di alcuni casi di studio legati ad aziende che hanno implementato la tecnologia collaborativa di Universal Robots nei propri laboratori, descrivendo alcune delle attività tipiche che possono venir automatizzate dai cobot UR.

Robot collaborativi per combattere la cecità

Aurolab, parte integrante della Aravind Eye Care Systems, produce e distribuisce soluzioni medicali a ONG e ospedali in diverse nazioni. Fra queste vi è il kit per il trattamento della cataratta, che comprende prodotti utilizzati nella rimozione chirurgica del difetto visivo e lenti intraoculari che aiutano nel recupero della vista dopo l’intervento. La preparazione del kit richiede un’automazione in grado di rispettare gli stingenti parametri di sicurezza e igienicità dettati dallo standard medico. Per questo Aurolab ha deciso di avviare una collaborazione con uno dei distributori Universal Robots in India, la GI India Automation and Systems Pvt. Ltd. per ottimizzare

i processi di produzione. Nei cobot Universal Robots, Aurolab ha trovato una soluzione di facile applicazione, in grado di venir gestita con semplicità dai propri operatori. Oltre alla semplicità di affiancamento alla forza lavoro, i bracci robotici della Universal Robots sono stati scelti per la loro convenienza in termini economici, il ridotto consumo energetico e la sicurezza: sono infatti dotati di un sistema di arresto che li spegne nel caso in cui vengano in contatto con un ostacolo sul loro percorso. Le safety native integrate nei cobot UR ne hanno permesso l’implementazione all’interno dello stesso laboratorio in cui vengono assemblati i kit. Una soluzione che evitato costi supplementari dovuti all’installazione di barriere di recinzione e alla segregazione di una porzione del layout. L’azienda ha integrato un cobot UR5, il modello intermedio per dimensioni e reach della gamma Universal Robots. UR5 rappresenta un compromesso efficientissimo in quanto a dimensioni a capacità di carico. Con i suoi 5 kg di payload associati a 850 mm di sbraccio, il cobot può gestire efficacemente il processo di kitting anche nel poco spazio a disposizione. Grazie ai cobot UR, applicati nel machine tending e nel pick&place delle lenti appena lavorate, che vengono poi inserite nel kit insieme agli altri elementi, Aurolab ha realizzato un incremento di oltre il 15% nella produzione, con oltre 2 milioni di lenti l’anno.

Referti medici lampo, il caso d el Gentofte Hospital

L’ospedale dell’Università di Copenaghen a Gentofte era alla ricerca di una soluzione per rendere maggiormente efficiente la catalogazione manuale dei campioni di sangue prelevati agli utenti. La struttura sanitaria ha pensato di automatizzare un processo, quello della catalogazione e suddivisione dei campioni, che per le caratteristiche di ripetitività e di scarso valore aggiunto, era il candidato perfetto per la gestione tramite soluzione robotica. Anche in questo caso la soluzione doveva essere in grado di rispettare stringenti parametri di sicurezza e poter operare nelle strette vicinanze degli addetti di laboratorio. L’ospedale danese ha integrato due cobot UR5 in due diverse fasi del processo di catalogazione dei campioni. Il primo cobot, associato a un sistema di visione, preleva le provette contenenti i campioni di sangue. Ogni provetta è contrassegnata da un codice a barre univoco, che contiene le anagrafiche del paziente e le specifiche diagnostiche, e da un tappo di colore diverso. In base alla gestione di queste due variabili il cobot posiziona la provetta nel rack corrispondente.

Robotica&Healthcare / UNIVERSAL ROBOT

Il secondo cobot preleva le provette così suddivise e le manda in analisi. Con questo sistema Gentofte riesce a gestire circa 3000 campioni di sangue al giorno, una media di 7/8 provette al minuto, riuscendo a fornire esiti diagnostici entro un’ora dal ricevimento del campione.

Precisione, accuratezza e sicurezza imbattibili

L’AGH University of Science and Technology di Cracovia ha integrato 2 cobot UR5 in due diverse applicazioni dei suoi laboratori di ricerca. Il primo robot collaborativo automatizza un’attività estremamente delicata. Una procedura uro ginecologica che prevede la manipolazione di cellule staminali e la loro inoculazione all’interno del corpo umano. Un task complesso e delicato che il cobot riesce a gestire con maggiore precisione rispetto all’operatore umano. La seconda applicazione vede un braccio robotico UR5 gestire la preparazione di miscele citotossiche impiegate nella chemioterapia antitumorale. Si tratta di un’attività delicata che può essere eseguita soltanto

presso alcuni laboratori specializzati e che gli operatori possono svolgere – data la tossicità dei materiali lavorati – solo per un numero limitato di ore al giorno. Le caratteristiche che hanno convinto l’ateneo sono essenzialmente legate all’estrema precisione dei movimenti garantita dal braccio, che presenta infatti uno scarto massimo sulle routine preimpostate di +/- 0.1 mm, e la funzione di compensazione gravitazionale che garantisce precisione assoluta nei movimenti e una posizione immutabile anche da spento. Anche la facilità di programmazione, che si basa sull’uso del teach pendant o sulla guida manuale attraverso la quale il robot può assumere la posizione richiesta, è stata un’altra caratteristiche che ha reso l’applicazione del cobot un vero successo. Per Oticon, il secondo produttore mondiale di apparecchi acustici, il rapido avanzamento dell’ingegneria medica e i continui cambiamenti nei processi produttivi ad esso legati, comportava la necessità di una nuova tecnologia, in grado di manipolare componenti spesso delle dimensioni di un solo millimetro e di essere facilmente riprogrammabile su attività diverse. Ancora una volta, la flessibilità, manovrabilità e facilità di programmazione dei cobot UR sono stati i driver di valore che hanno guidato la scelta di Oticon. Installato saldamente sulla macchina di stampaggio ad iniezione, UR5 (5 kg di capacità di carico al polso per 850 mm di sbraccio utile) si posiziona al di sopra dello stampo e aspira fino a quattro elementi in plastica contemporaneamente utilizzando un sistema a vuoto specificamente progettato. Grazie ai suoi sei assi, il robot UR5 è molto manovrabile ed è in grado di ruotare o inclinare i componenti allo scopo di sollevarli rapidamente rimuovendoli dallo stampo. Il robot lavora in cicli che vanno dai quattro ai sette secondi, a seconda delle dimensioni della serie di produzione e del componente: la possibilità di essere riprogrammato in fretta e applicato a diverse linee, è uno dei vantaggi principali registrato da Oticon. 

Robotica&Healthcare / KUKA

Di Sofia Rossi

Ablazione laser guidata da robot il futuro della chirurgia, grazie al supporto di LBR

L’azienda svizzera AOT AG ha sviluppato un innovativo metodo di chirurgia laser guidata da robot in cui trova impiego un robot KUKA, certificato secondo gli standard di settore

DDalle soluzioni di automatizzazione per una maggiore efficienza nelle cliniche, fino alla robotica per la sala operatoria, KUKA Medical Robotics lavora, insieme a importanti partner e ad un team di esperti con competenze specifiche, allo sviluppo di comprovate soluzioni robotiche KUKA per dare vita oggi alla robotica medica di domani. L’azienda svizzera Advanced Osteotomy Tools AG, in breve AOT, reinventa la chirurgia ossea sviluppando nuove soluzioni digitali, come CARLO®, acronimo di Cold Ablation, Robot-guided Laser Ostetome, il primo osteotomo laser al mondo approvato per l’uso clinico. CARLO® taglia l’osso con straordinaria precisione in qualsiasi geometria desiderata utilizzando un innovativo laser per ablazione a freddo combinato con robotica, navigazione e software intelligente. AOT nasce dall’incontro tra Alfredo E. Bruno, esperto in laser, e Hans-Florian Zeilhofer, responsabile del reparto di chirurgia cranio-maxillo-facciale dell’ospedale universitario di Basilea e dell’ospedale del Canton Argovia, frutto dello scambio di conoscenze tecniche di entrambi e della combinazione dei due ambiti di competenza per l’ablazione laser guidata da laser.

Un sistema laser robotizzato per la chirurgia ossea

Finora non esisteva alcuna soluzione per mantenere intatto e vitale il tessuto osseo in prossimità delle superfici di taglio laser. CARLO unisce laser e robot per la chirurgia ossea sotto forma della nuova chirurgia ossea “a freddo” con un robot tattile piccolo e leggero, costruito per la collaborazione diretta tra uomo e macchina. Il sistema viene integrato da un complesso software e hardware in 3D di pianificazione, navigazione e controllo. Esso si inserisce alla perfezione nella sala operatoria, lavora autonomamente, ma lascia in qualsiasi momento al chirurgo il pieno con trollo sull’intervento. Per il prof. Hans-Florian Zeilhofer, CARLO rappresenta il futuro della chirurgia, dal momento che il sistema laser robotizzato e guidato da software per la chirurgia ossea, con il supporto di LBR Med, è in grado di effettuare tagli estremamente precisi con un modello qualsiasi. “Il chirurgo dispone di molte più possibilità che con i metodi finora esistenti”.

Grazie a LBR Med aumenta la precisione

Per raggiungere la precisione richiesta, oltre al laser e al sistema di navigazione è necessario un robot. La scelta della AOT AG ha portato al LBR Med di KUKA. “Esso soddisfa tutti i nostri requisiti ed è attualmente il migliore robot esistente sul mercato” afferma il dott. Alfredo Bruno. “Inoltre, essendo già certificato per l’inte grazione in un prodotto medicale, ci risparmia tempo nella procedura di autorizzazione”.

Come lavora CARLO? Il chirurgo esegue, sulla base dei dati di un esame CT, la pianificazione pre-operativa e in questo modo alimenta il sistema di navigazione di CARLO. Un’app intuitiva guida il chirurgo e il personale tecnico, passo dopo passo, attraverso l’inizializzazione di CARLO. Il robot effettua, quindi, l’intervento autonomamente. Se qualcosa non va come previsto, basta che il medico tocchi il robot leggermente e il sistema si arresta immediatamente. “Il LBR Med è dotato di una serie completa di sensori sensibilissimi. È più veloce che fermare un assistente” afferma il prof. Hans-Florian Zeilhofer. “Il robot passa quindi in una posizione di attesa e, non appena si ha l’okay, l’intervento prosegue precisamente da questa posizione”. Nel settore dei laser e robot per la chirurgia ossea, la strada è ancora lunga: è infatti ancora in corso la sua certificazione come prodotto medicale. “Poiché CARLO è il primo sistema del suo genere, le autorità di vigilanza pongono – com’è comprensibile – requisiti molto elevati in termini di sicurezza” spiega il dott. Alfredo E. Bruno. La AOT AG sta già sviluppando la seconda generazione di CARLO con ulteriori prestazioni e caratteristiche di sicurezza. Strumenti che faranno progredire anche LBR Med.

LBR Med: Robot collaborativi per la medicina

Dalla diagnostica, al trattamento fino ad interventi chirurgici, il robot sensibile LBR Med è appositamente pensato per le esigenze della medicina. Grazie alla sua capacità di collaborazione tra uomo e macchina, è particolarmente adatto per svariati sistemi di assistenza nel campo della robotica medica. La leggerezza, i suoi sette assi e la flangia per mezzi di esercizio versatile Inside electrical Med, gli consentono una facile e flessibile integrazione nei prodotti medicali per diverse attività sensori sensibili, le ampie precauzioni di sicurezza, le superfici per un igiene ottimizzato e un controllo progettato per la collaborazione diretta con l’uomo fanno sì che il robot sia ideale per l’impiego nell’ingegneria medica. I costruttori di prodotti medicali possono inoltre sia sviluppare che omologare, in modo molto più rapido e semplice, prodotti basati sui componenti robotici, perché LBR Med è certificato in conformità allo Schema CB, riconosciuto a livello

SPS ITALIA 2022 PERSONE, TECNOLOGIE, PROSPETTIVE

Anticipazioni e novità della prossima edizione: Parma, 24-26 maggio

SSPS Italia prepara una nuova attesa edizione, dal 24 al 26 maggio, a Parma, con una crescita del 10% nelle adesioni, che dimostra fiducia, voglia di esserci e di incontrarsi da parte del settore dell’automazione e digitale per l’industria e del tessuto manifatturiero italiano. La manifestazione si presenta quest’anno con il claim “Persone, Tecnologie, Prospettive”, elementi connessi del progetto fieristico che guarda ai diversi aspetti dell’innovazione, tra i quali la sostenibilità, le competenze e la tecnologia come elemento di inclusione e opportunità per le nuove generazioni.

Cresce District 4.0

Il layout dell’edizione 2022 conferma i padiglioni espositivi 3, 5 e 6 e District 4.0, tra il 4 e il 7, ai quali si aggiunge da quest’anno il padiglione 8, con spazi dimostrativi, progetti speciali e arene per lo svolgimento dei convegni scientifici, workshop formativi e tavole rotonde. Attraverso le demo più innovative District 4.0 proporrà un percorso nelle tecnologie abilitanti di SPS Italia: Automazione Avanzata, Digital & Software, Robotica e Meccatronica, Additive Manufacturing. Nell’area Digital & Software troverà spazio un nuovo focus, quello delle infrastrutture per la comunicazione nella fabbrica 4.0 con casi d’uso del 5G nell’industria manifatturiera.

Additive Manufacturing

Si concretizza l’ampliamento di District 4.0 con una nuova area dedicata all’additive manufacturing: dalla produzione allo sviluppo prodotto, dai materiali alle soluzioni per la manifattura additiva, dalla prototipazione alla digitalizzazione, ai servizi. Il progetto, novità dell’edizione 2022, è supportato da Formnext, la fiera di

Verso SPS Italia

riferimento per le tecnologie additive del gruppo Messe Frankfurt.

Prospettive sostenibili: l’Osservatorio e le iniziative green

Fil rouge di questa edizione è la sostenibilità in ambito industriale, attorno alla quale ruotano diverse iniziative. Primo fra tutte, un nuovo osservatorio per valutare il grado di diffusione e orientamento alle soluzioni sostenibili per l’industria, realizzato in collaborazione con ANIE Energia, +CIM4.0, MADE Competence Center I4.0, Porsche Consulting e declinato sui principali focus della manifestazione: Automazione, Robotica, Digitale e Additive Manufacturing. I risultati saranno presentati in fiera e i migliori progetti premiati con un Award. A SPS

Italia, all’interno di District 4.0, ci sarà anche uno sportello informativo coordinato da ANIE Energia per dare consulenza sulla trasformazione ecologica nell’industria. Inoltre, in un’area esterna posizionata tra i padiglioni 3 e 5, saranno presentate soluzioni per l’ambiente lavorativo finalizzate allo sviluppo della mobilità sostenibile, all’utilizzo di energie rinnovabili per la riduzione di consumi e sprechi, quali per esempio AMR (Automated Mobile Robot), AGV, impianti di ricarica, soluzioni ad elevata efficienza energetica, veicoli aziendali elettrici, soluzioni di logistica sostenibili.

Empowerment e apertura al talento

Su un altro fronte della sostenibilità, quello sociale, continua l’impegno della fiera, che già da qualche mese ha messo in campo il progetto “She SPS Italia, do you?” finalizzato a valorizzare il contributo delle donne, a promuovere la diversità, l’apertura al talento e la spinta alla visione femminile. Un Call for Paper raccoglierà le memorie inerenti le tematiche dell’empowerment, della sostenibilità sociale, dell’imprenditoria femminile. Le relazioni più significative, selezionate da una giuria, saranno presentate nei convegni in fiera. 

Il 3 marzo a Milano SPS Italia apre gli incontri di avvicinamento alla fiera. Con la prima tavola rotonda “Produttività, efficienza e flessibilità: il ruolo dell›automazione avanzata a supporto della competitività della manifattura italiana” inizia il percorso di avvicinamento a SPS Italia. L’evento è in presenza, il 3 marzo alle 14.30, nella sede di MADE Competence Center di Milano. L’automazione industriale si arricchisce di tecnologie sempre più avanzate e innovative: l’incontro sarà un’occasione di confronto su temi quali l’integrazione con la robotica, l’interconnessione, la standardizzazione. In evidenza anche Big Data, Analytics, IIoT e Sistemi di Visione e Misura. Un’anteprima di quanto il visitatore troverà a SPS Italia, dal 24 al 26 maggio a Fiere di Parma, sotto forma di demo funzionanti, nell’area “Automazione Avanzata” del District 4.0 e nei padiglioni espositivi. Ingresso consentito con Green Pass rafforzato e mascherina Ffp2.

Gli altri appuntamenti

· 24 marzo “Dalla gestione del dato alla produzione di informazioni strutturate: l’importanza strategica del Digitale nel viaggio verso la fabbrica intelligente” - Fiorano Modenese, Florim Gallery

· 13 aprile “Tavola Rotonda Pharma 4.0” in collaborazione con ISPE Italia - Milano, Made Competence Center

· 4 maggio “Robot e Additive Manufacturing per produzioni personalizzate e flessibili nell’Industria di oggi”

Per informazioni: www.spsitalia.it

LA FORZA DI HERCULES PER ESSERE PIÙ SICURI

Sicurezza è la parola d’ordine che da sempre guida le scelte progettuali di DKC. Lo stesso leitmotiv che ha guidato lo sviluppo e l’affermazione sul mercato di Hercules, la linea di condotti sbarre per media/grande potenza e per piccole utenze e corpi illuminati. Una soluzione che coniuga design, funzionalità e resistenza, per consentire l’utilizzo di energia sicura nei settori industriali e commerciali.

Sicurezza ma anche flessibilità. Perché Hercules, come abbiamo detto, si presta a dare la giusta risposta in contesti di grande, media e piccola potenza richiesta. Sono infatti tre le tipologie di prodotto sottese alla linea Hercules, ciascuna con caratteristiche distintive per soddisfare esigenze differenti.

Lightech è la soluzione per le piccole utenze, caratterizzata da condotti sbarre con corrente nominale da 25A e da 40A. Il moderno design che li caratterizza comprende un involucro in alluminio che conferisce un’alta resistenza meccanica e anche agli agenti atmosferici; al contempo, il collegamento ad innesto di cui sono disposti rende facile e veloce il montaggio.

I condotti sbarre con conduttori da 160A a 630 A in alluminio della gamma Distritech hanno dimensioni e peso ridotti, a favore di una semplice installazione. La

gamma è dotata di sistema di congiunzione monoblocco e di un numero di prese di derivazione che pu ò variare in base al progetto, ma tutte dotate di un sistema di chiusura automatica alla rimozione della cassetta di derivazione.

Versatili, dunque, tanto nelle prese quanto nelle cassette di derivazioni, disponibili con dimensioni speciali a seconda delle richieste specifiche. A richiesta, i condotti sbarre Distritech sono disponibili anche in rame con portata da 250A a 800A.

Le esigenze di elevata potenza vengono gestite dalla serie Powertech, condotti sbarre disponibili con conduttori in alluminio per corrente nominale da 800A a 5000A e con conduttori in rame per correnti nominali da 1000A a 6300A.

Il marchio DKC garantisce l’alta qualità dei materiali utilizzati, l’elevata resistenza agli agenti atmosferici ed al fuoco, oltre ad una facilità di installazione in qualsiasi verso di inclinazione senza necessità di declassamento.

L’ intera gamma Hercules è conforme alle normative CEI EN 61439-6, che certificano tutte le caratteristiche necessarie per garantire il miglior funzionamento dei prodotti. 

FLUKE LA NUOVA TELECAMERA ACUSTICA DI PRECISIONE II 910

RILEVA LE SCARICHE ELETTRICHE

La nuova telecamera acustica di precisione ii910 Fluke™ consente di rilevare in modo esclusivo le scariche a corona e parziali da una distanza di sicurezza fino a 120 metri. I team possono operare in modo sicuro e ridurre al minimo il rischio di incendi e le interruzioni. Inoltre, la telecamera Fluke™ ii910 offre una maggiore sensibilità per rilevare le perdite nei sistemi di aria compressa, gas e vuoto, riducendo i tempi di inattività che determinano costi fino a EUR 1000 al minuto.

Routine regolari, senza alcuna formazione

Il rilevamento delle scariche elettriche o il controllo delle perdite può essere effettuato nell’ambito di un normale intervento di manutenzione ordinaria. La telecamera palmare consente agli utenti di individuare rapidamente e visivamente la posizione dei guasti da una distanza di sicurezza e di registrare i dati per analisi successive. Ora è possibile rilevare facilmente anche piccole perdite a bassa pressione o a bassa densità. Il funzionamento intuitivo della robusta ii910 non richiede alcuna formazione: è semplice da imparare e veloce da

utilizzare. La semplice interfaccia intuitiva consente ai tecnici di isolare la frequenza sonora della perdita e filtrare il rumore di fondo persino negli ambienti più rumorosi.

Rilevamento rapido e visivo di perdite e scariche

La robusta custodia palmare della telecamera Fluke ii910 presenta un touchscreen LCD che sovrappone una SoundMap™ a un’immagine visiva per una rapida identificazione della scarica o della perdita a frequenze da 2 a 100 kHZ. I microfoni integrati convertono i segnali a ultrasuoni in immagini visive nitide sul touchscreen retroilluminato. I dati acquisiti possono essere trasferiti direttamente al PC tramite una presa USB-C integrata. Da qui, i dati possono essere caricati sulla piattaforma di reporting PDQ Mode™ con apprendimento automatico. In questo modo, si disporrà delle informazioni più importanti sulla scarica parziale, inclusa l’identificazione della tipologia specifica. La telecamera ii910 consente di registrare video fino a 5 minuti e vanta una durata della batteria di almeno 6 ore.

Valore aggiunto negli impianti di generazione, produzione e manutenzione di energia

L’innovativa tecnologia SoundSight™ di Fluke consente ora di individuare facilmente le scariche a corona e parziali. Per i tecnici che lavorano con tensioni elevate nel settore della generazione e distribuzione dell’alimentazione e con apparecchiature industriali ad alta tensione, la telecamera Fluke ii910 offre un rilevamento più sofisticato rispetto agli strumenti a ultrasuoni standard, garantendo le prestazioni visive delle termocamere UV più costose. Questa telecamera rileva e localizza le scariche a corona e parziali, fornendo report visivi e valutazione dell’entità delle scariche. I tecnici negli ambienti di produzione possono isolare la frequenza sonora della perdita e filtrare il rumore di fondo persino negli ambienti più rumorosi. I tecnici della manutenzione industriale possono identificare le perdite a una distanza di sicurezza molto più rapidamente rispetto ai metodi diagnostici tradizionali, anche durante i periodi di picco della produzione. Per ulteriori informazioni www.fluke.com 

DALLE AZIENDE

IGUS IL NUOVO POLIMERO AD ALTE PRESTAZIONI IGLIDUR I10 È RESISTENTE AD ACIDI, BASI, ALCOLI, GRASSI E OLI

igus continua ad ampliare il suo servizio di stampa 3D sviluppando materiali innovativi per realizzare - tramite sinterizzazione laser selettiva (SLS) - componenti in tribopolimeri resistenti agli agenti chimici ed esenti da lubrificazione. Focus su iglidur I10: il nuovo materiale per stampa SLS, resistente ad acidi, basi, alcoli e grassi. Un polimero particolarmente indicato sia per impianti di lavorazione alimentare che per impianti di galvanica.

Il nuovo materiale per stampa da sinterizzazione laser iglidur I10 non si distingue solo per la sua resistenza ad acidi, basi, alcoli e grassi, ma anche per il suo ridotto livello di assorbimento di umidità, per la

sua robustezza e per la sua grande duttilità. Quest’ultima è la caratteristica dei materiali capaci di deformarsi in presenza di forze di taglio prima della rottura. iglidur I10 risulta quindi essere il materiale ideale per produrre componenti funzionali industriali leggeri con proprietà elastiche.

Elevata sicurezza alimentare: il nuovo materiale di stampa per sinterizzazione laser è conforme alla normativa FDA

Questo nuovo materiale di stampa, iglidur I10, si presta a svariate applicazioni e verrà utilizzato sempre di più anche negli impianti e processi di galvanizzazione. I

componenti stampati in 3D che vengono impiegati nei processi di rivestimento per cataforesi devono resistere alle sostanze acide per ridurre al minimo il rischio di difetti e di possibili guasti. “Il nuovo materiale risulta interessante in applicazione per il settore alimentare e del packaging” spiega Tom Krause, Responsabile delle tecnologie di produzione additiva in igus. “Siamo infatti uno dei pochissimi produttori ad aver ottenuto la certificazione del materiale di stampa SLS in conformità alle specifiche della Food and Drug Administration (FDA) statunitense.” Il nuovo materiale è anche conforme al Regolamento UE 10/2011 che certifica che il polimero è innocuo a contatto con gli alimenti.

Il servizio di stampa 3D permette di produrre componenti industriali in pochi giorni

igus propone questo nuovo materiale di stampa nel suo servizio di stampa 3D. I clienti possono caricare un file STEP online con il modello 3D del componente desiderato, selezionare la quantità ed il materiale. A questo punto, igus realizzerà gli elementi esenti da lubrificazione e da manutenzione tramite tecnologia SLS. Un laser fonde sottilissimi strati di polvere del materiale prescelto su un piano che si abbassa strato dopo strato. Passo dopo passo, il componente prende forma. “Il processo è vantaggioso perché non necessita di strumenti ed è decisamente più economico e più rapido rispetto ai più comuni processi come lo stampaggio a iniezione - un aspetto particolarmente interessante per i prototipi e i volumi di produzione ridotti” spiega Krause. Il cliente può ricevere il suo componente stampato in 3D cinque giorni dopo la conferma dell’ordine da parte di igus. 

LAPP

DIGITALIZZAZIONE FINO ALL’ULTIMO METRO

L’interfaccia di comunicazione universale IO-Link, per il collegamento tra sensori/ attuatori e il sistema di controllo, sta rivoluzionando l’automazione industriale, semplificando la raccolta e lo scambio di dati, di processo o di diagnostica, dal campo fino al cloud. In tal senso, l’integrazione di dispositivi IO-Link alla rete di automazione rende gli impianti più efficienti e flessibili. Al fine di approfondirne il potenziale nelle applicazioni industriali LAPP ha dedicato un webinar ai vantaggi del protocollo aperto IO-Link per le Industrie 4.0, soprattutto in termini di cablaggio. “Il tradizionale collegamento di sensori e attuatori avviene tipicamente con cavi multiconduttore, spesso schermati, al fine di garantire determinate performace in caso, ad esempio, di segnali disturbati” commenta Simone Albrizio, Product Marketing Manager di LAPP, che continua “Situazioni di questo genere possono

causare fermi macchina e il conseguente intervento sul campo di un tecnico per la risoluzione dei problemi. L’avvento della comunicazione digitale IO-Link ha radicalmente cambiato questo scenario, in quanto non richiede cavi speciali o collegamenti complessi. Uno dei principali benefici, infatti, è che non occorre apportare modifiche all’infrastruttura di macchina: in altre parole, è possibile effettuare un upgrade delle prestazioni, utilizzando cavi e connettori preesistenti”.

In dettaglio, la trasmissione di tipo digitale, oltre a fornire un segnale più pulito, garantisce immunità ai disturbi. Questo permette l’utilizzo di cavi non schermati, più piccoli e flessibili - con una sezione tipica da 0,34mm2 - ideali per una posa mobile, anche in catena portacavi. Ad oggi, inoltre, vi è la possibilità di impiegare cavi precablati con connettori M5, M8 oppure M12, maggiormente diffuso

tra i costruttori di master o device. Il numero di pin richiesti, ovvero connettore femmina a 5 pin per il master e connettore maschio a 4 pin per il device, favorisce altresì una notevole riduzione degli ingombri.

In tal senso, tra le soluzioni LAPP, ideali per il collegamento tra i device sul campo e il master IO-Link, figura il cavo UNITRONIC® Sensor LifYY, appositamente progettato per il cablaggio di sensori/ attuatori. Il cavo, approvato UL AWM (UL recognized), si distingue per la sua flessibilità, a garanzia di un’elevata resistenza alle sollecitazioni meccaniche e per le sue dimensioni estremamente compatte. Infine, nella versione con guaina esterna in PUR, UNITRONIC® Sensor LifYY è in grado di operare, in posa mobile, in un range di temperatura da -5°C a + 70°C. Il webinar è disponibile al seguente link: https://bit.ly/LAPP_Webinar_IO-Link 

STILL I NUOVI ROBOT MOBILI AUTOMATIZZATI (AMR) DELLA SERIE ACH

Una gamma di sottilissimi sollevatori ideati per spostare autonomamente le unità di carico da una postazione all’altra. Questi mezzi sono di dimensioni così ridotte da inserirsi in spazi di pochi centimetri di altezza, possono avanzare facilmente e in profondità anche nelle linee produttive più complesse, posizionarsi sotto i carichi e – grazie al meccanismo di sollevamento integrato – movimentare pesi fino a 1.500 kg. A seconda delle esigenze, possono funzionare in modo indipendente, oppure connettersi ai sistemi software degli operatori.

Grazie alla tecnologia dei sensori di ultima generazione, sono inoltre in grado di muoversi autonomamente e in totale sicurezza anche in ambienti misti dove operano persone e altri mezzi.

Grazie all’insieme di queste caratteristiche, i nuovi AMR serie ACH migliorano l’organizzazione del lavoro e ottimizzano i processi di trasporto in magazzino o nella produzione, offrendo una prima fase di automazione per molti settori, dall’industria automobilistica alla

logistica, passando per l’e-commerce. Il tutto a costi contenuti, perché sono più economici rispetto ad altre soluzioni AGV. La nuova serie di robot mobili automatizzati STILL è disponibile in tre versioni: ACH 06, ACH 10 e ACH 15. L’ACH 06, con una capacità di 600 kg e dimensioni di 956x730x240 mm, è pensato per il trasporto automatizzato di merci leggere. È dotato di un piano di carico da 900x900 mm e raggiungere una velocità di marcia di 1,5 m/s. Per carichi maggiori si può invece fare affidamento sugli ACH 10 e ACH 15, che misurano entrambi 1182x832x260 mm, possono raggiungere una velocità di 1,2 m/s a pieno carico e hanno una portata massima rispettivamente di 1.000 e 1.500 kg. Entrambi i modelli hanno una superficie di carico di 1200x1200 mm e un’altezza di prelievo e di abbassamento di 290 mm.Tutti i nuovi AMR serie ACH sono alimentati da una batteria agli ioni di litio che può essere ricaricata molto comodamente tramite l’apposita stazione di ricarica, dove

i veicoli rientrano automaticamente secondo necessità. Questi mezzi si distinguono anche per l’attenzione all’ambiente: grazie alle dimensioni ridotte, il loro consumo energetico – così come i costi di acquisto e la manutenzione – è infatti molto contenuto. I nuovi AMR della serie ACH saranno protagonisti al LogiMAT in programma dal 31 maggio al 2 giugno a Stoccarda. Attraverso l’allestimento di uno scenario applicativo realistico che simula i principali processi che si svolgono nei magazzini o nei capannoni di produzione, STILL offrirà infatti una dimostrazione pratica di come questi veicoli possano essere utilizzati all’interno di un processo di magazzino automatizzato. Dal prelievo dei carichi al trasporto delle lavorazioni, gli AMR mostreranno le proprie qualità nel fronteggiare le sfide quotidiane della logistica.

Ufficio stampa STILL Ad Hoc Communication Advisors 

TURCK BANNER

NUOVE SOLUZIONI DI RILEVAMENTO

SU RULLIERE E NASTRI TRASPORTATORI

Con la nuova serie TTR (Through.The-Roller) Turck

Banner completa la gamma di sensori sviluppati per la rilevazione immediata di qualunque oggetto su qualunque tipo di impianto di movimentazione.

Turck Banner Italia, tra i principali fornitori di sensoristica, illuminatori e segnalatori industriali, sistemi bus e sicurezza, presenta innovativi sensori che rilevano sugli impianti di movimentazione qualunque oggetto con la massima rapidità e precisione. Il rilevamento dei prodotti comporta particolari sfide, quali ad esempio l’accertamento del tipo di contenitori o imballaggi.

Oggi, a fianco delle tradizionali scatole, devono essere rilevati imballi ben più impegnativi quali polybag, blister, buste, contenitori e tubi che vengono ormai tutti comunemente trasportati su conveyor e possono presentare forme irregolari. La conseguenza è che le soluzioni di accertamento devono essere adattate per rilevare in modo affidabile un prodotto. Inoltre esistono molti tipi diversi di trasportatori e impianti utilizzati per movimentare le merci e la sensoristica dev’essere anche qui adeguata.La serie TTR (ThroughThe-Roller) di Turck Banner è una soluzione ideale per il monitoraggio di un’ampissima gamma di forme

su un’altrettanto ampia gamma di conveyor.

E’ composta da sensori particolarmente affidabili per il rilevamento su rulliere di pacchi o imballi vari quali lettere, confezioni sottili, sacchetti di plastica, contenitori, scatole o altri prodotti.

La soluzione si monta, senza hardware aggiuntivo, tra lo spazio dei rulli trasportatori e dei fori standard esagonali o rotondi delle guide laterali o sulla scanalatura a T grazie a staffa e bulloneria fornite con il sensore.

Le teste a molla riducono i tempi di installazione e di allineamento e di conseguenza i costi di manodopera. I sensori sono allocati in una robusta custodia in alluminio e la soluzione è immune rispetto alla luce ambientale e alle scariche elettrostatiche per una maggiore durata.

La scelta del sensore giusto pu ò ridurre gli errori causati dall’inceppamento dei prodotti, dalla sovrapposizione, dall’affiancamento e dai pacchi di forma irregolare.

Il sensore pu ò essere prodotto su ordinazione in diverse lunghezze e distanze tra i raggi: da 200 mm a 1500 mm, a seconda della configurazione di installazione, con 2-7 sensori per la massima flessibilità. 

WOLTERS KLUWER RILASCIATA UNA NUOVA RELEASE DELLA PIATTAFORMA SOFTWARE B.POINT

La trasformazione digitale deve procedere su due strade parallele, quella dell’innovazione e quella del retrofitting digitale, per favorire la crescita sostenibile di migliaia di Studi professionali che devono adeguarsi a nuove normative e alle esigenze di mercato.

Con la recentissima release 22.10.00, B.Point si evolve digitalmente e funzionalmente. Il retrofit 2022, oltre ad adeguare la soluzione alle normative, la rende più accessibile anche in modalità “as-a-service” e più funzionale con numerosi interventi sull’accessibilità e sul “look and feel”.

Le molte migliaia di Studi che hanno in uso questo popolare applicativo potranno aumentare considerevolmente l’operatività e la qualità dell’output, soddisfacendo così sia le esigenze del mercato sia le necessità di adeguamento alle nuove normative.

Le novità di B.Point 22.10.00 riguardano il flusso di lavoro, la nuova chiara evidenza dei dati salienti di riepilogo imposte, l’accessibilità immediata ai contenuti correlati e le informazioni sullo stato dichiarativo, ora sempre visibili sulla dashboard.

L’ingegnerizzazione messa in campo dall’R&D di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia ha inserito nell’applicativo una serie di widget, organizzati in modo graficamente chiaro ed accessibile, che rende -

ranno visibili alcune delle informazioni più importanti legate all’elaborazioni dichiarative.

Il nuovo B.Point indica ora chiaramente l’esecuzione di tutte le fasi del processo, permette l’immediata consultazione delle imposte totali correnti, con rapporti su quelle passate, valorizza, grazie all’accesso digitale immediato, funzionalità e tabulati pregressi.

Da oggi B.Point indica con estrema chiarezza gli stati, i valori dell’anno corrente e precedente e rende diretto l’accesso in altri ambiti correlati come gli F24, ISA, IRAP.

Il rinnovato applicativo valorizza funzionalità prima di difficile accessibilità e che consentiranno maggiore efficacia ed efficienza.

Il valore aggiunto della soluzione è dato dal fatto che in parallelo al suo sviluppo sono state valorizzate e inserite ex-novo informazioni che prima non c’erano o erano di difficile consultazione, quali ad esempio le indicazioni dell’esecuzione del recupero crediti e dei controlli Sogei con relativa data ed indicazione o accesso agli esiti.

La nuova release di B.Point risulta in definitiva più fluida, più responsive, più efficiente, più accessibile e olisticamente consultabile. Un retrofit tecnologico e digitale di grande efficacia. 

Product news

NSK

LE GUIDE LINEARI SERIE

NH/NS PORTANO BENEFICI

ALLE

MACCHINE DA STAMPA PER INDUMENTI E TESSUTI

Un'azienda specializzata nello sviluppo e nella costruzione di stampanti digitali industriali ad alta velocità per abbigliamento e articoli tessili per la casa sta ottenendo benefici dall'adozione delle guide lineari Serie NH/NS di NSK. In particolare, lo speciale trattamento di superficie protegge dall'usura le guide lineari installate nel più recente modello di macchina per la stampa digitale diretta su indumenti, producendo grandi benefici in virtù del numero elevato di stampe che la nuova macchina riesce ad eseguire.

La stampante di nuova generazione offre ai decoratori di indumenti e alle aziende di serigrafia uno strumento unico per affrontare le sfide presenti e future della supply chain tessile. In particolare, questa macchina per volumi elevati offre una capacità produttiva annua per centinaia di migliaia di stampe.

Tutte le soluzioni di stampa pienamente integrate proposte dall'azienda assicurano qualità, affidabilità e valore aggiunto ai clienti, ma per raggiungere questi obiettivi serve un'adeguata selezione dei componenti.

Nel progettare la nuova stampante, l'azienda sapeva che le guide lineari che movimentano tutti gli assi avrebbero dovuto superare una serie di problematiche. Il vano interno delle stampanti è un ambiente ostile per le guide lineari, perché la combinazione di umidità ed evaporazione generata dal processo di stampa produce una forte corrosione.

A fronte delle richieste del costruttore della macchina, che insisteva per avere prodotti di marca e fornitori partner affidabili, l'azienda si è rivolta a NSK per avere una soluzione. Il team di esperti ingegneri di NSK ha effettuato un'approfondita analisi dell'applicazione e dell'ambiente di lavoro, raccomandando l'utilizzo di guide lineari Serie NH/NS, caratterizzate da uno speciale trattamento di superficie che le protegge dalla corrosione. Le guide lineari Serie NH/NS offrono caratteristiche tecniche innovative, come la speciale geometria delle piste e un coefficiente di carico dinamico incrementato fino al 30% (rispetto ai prodotti della precedente generazione); la resistenza alla fatica così è doppia. Sono disponibili anche trattamenti di cromatura a bassa temperatura e cromatura con fluoruro per ottenere una durata ancora maggiore, mentre le versioni in acciaio inox sono ideali per applicazioni dove i trattamenti galvanici non sono ammessi. Oltre alle vantaggiose caratteristiche tecniche delle guide lineari Serie NH/NS, il costruttore della stampante digitale industriale cercava un fornitore che offrisse la necessaria flessibilità per assecondare la rapida crescita dell'azienda e i tempi veloci di passaggio dalla fase concettuale alla produzione.

NSK è riuscita a dare piena garanzia della sua capacità di soddisfare la domanda con le sue officine e i suoi magazzini distribuiti strategicamente in tutta Europa. 

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