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SANIFICAZIONE

SANIFICAZIONE

Riflessioni della trappola virale

Prevenzione e sanificazione sono le parole chiave per il futuro

Mentre il mondo intero si unisce con gli hashtag che proclamano di restare a casa, l’attenzione di tutti noi che guardiamo con preoccupazione i numeri delle persone contagiate, e di quelle che sono mancate, lentamente si sposta sugli numeri di un’altra curva, quella economica. Le strade vuote, i negozi e gli alberghi chiusi, le saracinesche abbassate dei ristoranti e le fabbriche in fermo ci confermano l’unica certezza del momento e cioè che continuare a scandire dai balconi #italianonsiferma non basta per uscire dalla trappola di COVID-19. Stiamo provando a convincerci con #andratuttobene per non perdere la speranza che l’incubo che stiamo vivendo prima o poi finirà e che la vita ritorni come prima, confidando nella scienza e nel genio umano che sicuramente troverà un vaccino contro la malattia. E poi? Forse è meglio iniziare a guardare in faccia la realtà e rendersi consapevoli che il mondo che troveremo una volta “usciti dalla gabbia” che ci impone il distanziamento sociale, sarà molto diverso e reclamerà dei cambiamenti decisivi. E mentre nessuno di noi è colpevole di quanto sia successo, rimaniamo tutti, senza esclusione, responsabili di quello che accadrà dopo e di come ripartiremo. Ci vuole coraggio e impegno comune per abbandonare i vecchi schemi e approcci che ci hanno fatto trovare impreparati ad affrontare l’emergenza sanitaria, quegli stessi modi di fare, immersi nella palude della burocrazia e conditi di regole complesse da applicare su scala globale. Non mi dilungo in questo luogo a riportare i numeri raccapriccianti dell’impatto sull’economia provocato dell’emergenza COVID-19 che potete trovare facilmente sulle prime pagine di tutti i giornali. Per rispetto delle persone, che numeri non sono, non voglio ricordarvi le cifre di quanti hanno perso la vita in questa battaglia, perché anche se la matematica è la regina indiscussa su tutti i conti che dobbiamo fare ancora con il virus, il dolore e le conseguenze drammatiche sono immisurabili. Penso che per evitare tutto ciò, dobbiamo concentrarsi sulle misure indispensabili che ci permettono di andare avanti e di voltare la pagina, traendo beneficio e imparando degli nostri stessi errori e negligenze, dovute forse alla paura di cambiare e di lasciare le “comfort zone” che negli ultimi decenni ci siamo costruiti intorno al concetto di globalizzazione.

MASSIMO ARTORIGE GIUBILESI

Presidente Ordine dei Tecnologi Alimentari Lombardia e Liguria

Abbiamo anche spostato le produzioni nei paesi con basso costo della mano d’opera, cercando regimi fiscali convenienti e riducendo la produzione locale al minimo, fatto che oggi ci rende maggiormente vulnerabili su un mercato che prosegue a porti e frontiere chiuse, privando le imprese di materie prime e abbattendo le relative filiere di supporto. Non abbiamo protetto 4,1 milioni di microimprese italiane che rappresentano il 95% del tessuto produttivo e danno lavoro a 7,6 milioni di persone, il perno dell’economia italiana nei vari settori (agricoltura, industria, commercio, terziario). Abbiamo dedicato poche energie a livello istituzionale e imprenditoriale per sviluppare progetti strategici a sostegno del cambio generazionale e delle competenze, sottovalutando argomenti di prevenzione e gestione come il “crisis management ” e la “business continuity”, soprattutto rivolti alle piccole e medie imprese. Ci siamo concentrati sui capitali finanziari mettendo in primo posto i profitti economici a discapito della natura investendo poco in nuove tecnologie, ma portando in secondo piano il capitale più prezioso che abbiamo, quello umano. La nostra creatività, alla rincorsa di fama e popolarità, si è spinta a livelli mai visti prima dove il contenitore è diventato più importante del contenuto e la forma vince sempre contro la sostanza.

Il mondo che troveremo una volta “usciti dalla gabbia” del distanziamento sociale sarà molto diverso e reclamerà dei cambiamenti decisivi

Siamo arrivati, grazie anche al virus, al crocevia forse più importante per la nostra generazione. Nessuno sa indicarci quale è la strada giusta che ci porterà fuori dal tunnel, ma tra le poche cose certe alle quali possiamo fare affidamento anche per il futuro ci devono essere due parole chiave: prevenzione e sanificazione. Tutti noi - Governi, Enti e Istituzioni, Imprese, Professionisti e Cittadini - dobbiamo diventare portatori sani e diffondere in modo virale un nuovo tipo di approccio e cultura verso questi due argomenti spesso trascurati o affrontati con superficialità, con la pre tesa che siano contemplati come priorità nei piani per l’uscita dell’emergenza tra decreti e ordinanze di contenimento, e non come semplici hashtag popolari del momento. A prescindere dal debito che il Governo Italiano deve ripianare alle Imprese, e all’iniezione della grande liquidità necessaria adesso per tutti, siamo di fronte alla necessità di adottare un “Nuovo Piano Marshall per la ripresa Europea 2020-2023”, che imponga la necessità di una svolta culturale basata sulla formazione e la ricerca, la sicurezza e la salute, senza dimenticare le tecnologie informatiche per la gestione e la comunicazione, per dare vigore al mercato e rigenerare il benessere socio-economico delle nazioni.

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