Il nuovo dispositivo anticalcare elettrolitico con filtro e magnete C ALEFFI eCAL ® serie 5377 protegge gli impianti, i generatori, gli elettrodomestici e la rubinetteria dai depositi di calcare. Non altera la qualità dell’acqua sanitaria, garantisce all’utente un comfort ottimale e riduce le spese di manutenzione. GARANTITO CALEFFI.
Il primo multisplit in classe A+++ anche in riscaldamento*
Perfera All Seasons è l’unico climatizzatore che, con un’unica unità esterna, ra resca e riscalda più stanze con la massima e cienza energetica in ogni stagione, raggiungendo la classe A+++ anche in modalità riscaldamento. Riscaldamento Ra rescamento
n. 1 gennaio/febbraio 2025 www.installatoreprofessionale.it
Redazione Giorgio Albonetti | Direttore Responsabile Lorenzo Epis | Consulente Tecnico Silvia Martellosio | Coordinamento Editoriale installatoreprofessionale@quine.it
Collaboratori | Stefano Balzarotti, Christian Elia, Lorenzo Epis, Silvia Martellosio, Giacomo Mellera, Maruska Scotuzzi
Comitato Maurizio Lo Re, Corrado Novelli, Corrado Oppizzi, Tecnico Diego Prati, Luca Alberto Piterà
Produzione Antonio Iovene | Procurement Specialist a.iovene@lswr.it | Cell. 349 1811231
Grafica e Impaginazione: Fabio Castiglioni
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PROFESSIONALE
EDITORIALE
APPROFONDIMENTO
Rentri: tracciabilità digitale dei rifiuti
4 2025, l’anno delle transizioni
Con l’augurio, e lo sprono, a cogliere tutte le opportunità connesse ai cambiamenti in atto Di Lorenzo Epis
REPORT ENEA
18 Le detrazioni fiscali spingono l’efficienza energetica
Presentata la Tredicesima Edizione del Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’ENEA
A cura della redazione
EFFICIENZA
ENERGETICA
22 Conto Termico 3.0, a che punto siamo?
Avviato il confronto tra MASE e Regioni. Vediamo cosa potrebbe cambiare
A cura della redazione
SCENARI
26 Il nuovo volto della riqualificazione condominiale Fonti rinnovabili, sistemi di climatizzazione green e impianti BACS che valorizzano l’edificio
A cura di ANIE CSI, Impianti a Livelli
FOCUS
32 Incentivare gli interventi impiantistici nel 2025
Riepilogo delle modifiche ufficiali alle detrazioni fiscali apportate dalla Legge di Bilancio
APPROFONDIMENTO
38 RENTRI: tracciabilità digitale dei rifiuti
Novità anche per installatori e manutentori impianti in materia di gestione dei rifiuti Di Stefano Balzarotti
DECARBONIZZAZIONE
44 Idrogeno, presentata la Strategia Nazionale
Tracciato il piano per sviluppare l’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni in Italia entro il 2050
A cura della redazione
STRATEGIE DI MARKETING
48 Le parole proibite con i clienti: tu le conosci?
Le parole sono importanti e vanno scelte accuratamente anche sul piano commerciale
A cura di Christian Elia
CASE HISTORY
50 VMC per risanare l’aria di un attico vicentino
Le soluzioni installate per superare i problemi di aria viziata sorti a seguito di un intervento di riqualificazione energetica
A cura della redazione
Di Giacomo Mellera Rubriche
6 ATTUALITÀ E PRODOTTI
52 NOTIZIE
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di Lorenzo Epis
2025, L’ANNO DELLE TRANSIZIONI
Con l’augurio, e lo sprono, a cogliere tutte le opportunità connesse ai cambiamenti in atto
TTransizione (dal latino transitionis, a sua volta dal verbo transire, “passare”), indica un passaggio da una condizione all’altra o da una situazione all’altra, ed è quello che si sta concretizzando nel 2025 nel nostro settore, e riguarda molteplici riferimenti che condizioneranno la nostra attività, le nostre attitudini e le nostre organizzazioni. Proviamo insieme a valutarne i contenuti, gli impatti e i collegamenti diretti e indiretti alle nostre attività. Transizione dei sistemi di incentivazione: il nostro governo con la pubblicazione della legge di bilancio, ha iniziato un riordino e una rimodulazione degli incentivi edilizi, inserendo nuove variabili e modalità operative con l’obiettivo di monitorarne i processi. Dopo oltre 20 anni di utilizzo di questi incentivi, che indubbiamente hanno favorito il nostro settore, dovremo considerare un approccio diverso, più analitico, e che in alcune particolari circostanze possa considerare una combinazione di più forme incentivanti. Solo in
questo modo potremo garantire alle nostre proposte elementi di convenienza e competitività importanti.
Transizione ecologica: un tema fondamentale, al punto tale che, nel 2021, il governo Draghi ascrisse al precedente Ministero dello sviluppo economico anche competenze in materia energetica ribattezzandolo Ministero della transizione ecologica (MiTE). La tutela dell’ambiente viene declinata nelle nostre attività con l’applicazione di direttive e normative che indirizzano molteplici procedure legate al corretto utilizzo degli F -gas, attualizzato recentemente dal nuovo Regolamento (UE) 2024/573 “F-Gas”, entrato in vigore l’11 marzo 2024, che stabilisce le norme per il contenimento, uso, recupero, riciclaggio e distruzione dei gas fluorurati a effetto serra, con l’obiettivo di eliminare progressivamente l’utilizzo di questi gas e promuovere l’uso di gas refrigeranti naturali e a basso impatto climatico. Il nostro contributo sarà basilare anche in funzione agli effetti nefasti dei gas fluorurati sul riscaldamento globale, fino a diverse centinaia di migliaia di volte più forti rispetto a quelli della CO₂.
Ma non solo, il nostro compito sarà anche quello di garantire impianti e manutenzioni a regola d’arte di apparecchiature funzionanti a combustibili fossili, in modo da limitarne gli impatti ambientali causati dalle immissioni in atmosfera dei prodotti della combustione. Ed infine l’imprinting ecologico si concretizzerà attraverso una corretta gestione dei rifiuti prodotti dalla nostra attività ad al loro corretto trattamento e smaltimento.
Transizione energetica: ne abbiamo parlato parecchio, in pratica il più straordinario cambiamento del sistema energetico mai visto nella storia umana, in termini di velocità, globalità e dimensioni. Un cambiamento epocale impensabile solo 10 anni fa, che sta modificando le nostre attività in modo esponenziale sino a coniare un nuovo termine “Installatore green” che indica il professionista che evolve le proprie competenze in ambito elettrico, elettronico e termoidraulico, fornendo soluzioni innovative e coerenti al mercato.
Transizione delle competenze: un deciso e indispensabile passo avanti nelle nostre competenze, necessario a garantirci un ruolo da protagonista nei nuovi mercati, valorizzando la nostra conoscenza, l’informazione, la preparazione, l’abilità, l’aggiornamento, la tecnica e le capacità. Per cogliere nei prossimi anni la più grande opportunità professionale di sempre in scenari straordinari che coniugano transizione energetica, integrazione tecnologica, tutela dell’ambiente, economia circolare e le competenze trasversali. Buon 2025 a tutti.
L’EVOLUZIONE NATURALE DI TUTTE LE CASE.
Ridurre i consumi con le rinnovabili
Soluzioni ibride e in sola elettricità (pompe di calore, fotovoltaico e climatizzatori) per riscaldare e raffrescare casa con più attenzione all’ambiente. Immergas offre oltre 100 soluzioni evolute per sfruttare al meglio le energie rinnovabili, ridurre i consumi, innalzare la classe energetica e il valore degli edifici, approfittare dei vantaggi fiscali. È il momento di scegliere.
ISH 2025: L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE A SUPPORTO DEL SETTORE EDILIZIO SOSTENIBILE
Alla Fiera ISH 2025 di Francoforte, che si terrà dal 17 al 21 marzo, si esploreranno le soluzioni innovative per un futuro sostenibile, con un focus sul controllo intelligente di energia, acqua e aria tramite l’intelligenza artificiale, che offre un grande potenziale sia in termini di consumo che di risparmio.
L’ampia offerta fieristica sarà divisa su 19 livelli nei vari padiglioni con oltre 2.000 espositori internazionali e affronterà svariate tematiche, che spazieranno dalla gestione efficiente dell’acqua al design contemporaneo per l’arredo bagno, dalle tecnologie per edifici performanti fino ai più avanzati sistemi di gestione dell’energia. Particolare attenzione sarà dedicata alla manutenzione predittiva e all’integrazione delle energie rinnovabili. Non mancheranno appuntamenti di confronto internazionale, come la Building Future Conference, dedicata alla sostenibilità e alla riduzione delle emissioni. a
HEAT PUMP TECHNOLOGIES, IL SETTORE RISPONDE ALLA CHIAMATA
Sono già molti i key player, di cui più del 20% provenienti dall’estero, che ad oggi hanno formalizzato la loro partecipazione in qualità di espositori a Heat Pump Technologies (HPT), l’evento sulle pompe di calore e sulle tecnologie connesse che si terrà il 2 e 3 aprile 2025 presso Allianz MiCo Milano. Si tratta dei principali produttori di pompe di calore e di fornitori di componentistica, valvole, gas refrigeranti, sistemi di contabilizzazione, scambiatori di calore, accessori e altro ancora. Anche le associazioni di categoria hanno dato fin da subito il loro supporto all’evento. Sono ben 14 le realtà Key Partner di Heat Pump Technologies che apporteranno un valore aggiunto significativo: oltre ad ANGAISA, Assistal, Assoclima, Assofrigoristi, Assotermica, Associazione Tecnici del Freddo, AVR, Anima, CNA, CNCC, Eurovent, Green Building Council Italia e KNX National Italia. A questa cornice di rilievo, si
aggiunge la presenza di EHPA (European Heat Pump Association) in qualità di conference co-organiser. EHPA offrirà una overview delle azioni che la Commissione Europea sta mettendo in campo per accelerare il mercato e la diffusione delle pompe di calore, con casi studio in ambito industriale e un focus sulle certificazioni. Prosegue anche il lavoro di ricerca. Il 2 dicembre si è tenuto il secondo incontro, presso POLIMI Graduate School of Management, tra le 13 aziende che stanno collaborando attivamente al progetto che prevede la realizzazione di uno studio sullo stato dell’arte e le prospettive attese delle pompe di calore in Italia nei prossimi 3-5 anni, condotto dal think tank Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, con lo scopo di fornire un quadro completo sulle tecnologie disponibili, sulle normative vigenti e sugli strumenti di incentivazione in essere. I dati emersi dalla ricerca verranno divulgati in occasione di HPT 2025.
LA SPESA PER L’IMPORTAZIONE DI GAS È AUMENTATA DEL 588,71% IN EUROPA
«Siamo nuovamente in una fase di prezzi del gas e dell’energia elettrica di forte rialzo e ci sembra che non si stia riservando la giusta attenzione al problema. Negli anni scorsi e in particolare a partire dalla crisi del 2022, gli alti prezzi raggiunti da gas e dall’energia elettrica sono stati un elemento di innesco dei forti rialzi dell’inflazione nonché una delle cause (certamente non la sola) della perdita di competitività delle imprese italiane ed europee e serie difficoltà economiche per molti cittadini. Riteniamo utile e urgente che il problema energetico nazionale salga in cima alla lista delle priorità dell’azione politica», ha affermato il presidente del Coordinamento FREE, Attilio Piattelli. Situazione europea
“L’Europa deve ridurre i prezzi elevati dell’energia continuando a decarbonizzare e a passare a un’economia circolare. Il panorama energetico è cambiato in modo irreversibile con l’invasione russa dell’Ucraina e la conseguente perdita di gas naturale dai gasdotti. Sebbene i prezzi dell’energia siano notevolmente diminuiti rispetto ai loro picchi avuti nel 2022, le imprese dell’UE devono ancora far fronte a prezzi dell’elettricità 2-3 volte superiori a quelli degli Stati Uniti e a prezzi del gas naturale 4-5 volte più alti.”.
«Ora l’Europa non ha produzione propria di gas, se non per quantità modeste, e quindi è costretta ad importarlo dall’estero.
Ciò determina variabilità dei prezzi in funzione delle situazioni del mercato internazionale e delle condizioni geopolitiche e quindi impossibilità di previsione dei prezzi a medio e lungo termine. Fluttuazione dei prezzi del gas che, come visto in occasione della crisi ucraina del 2022, possono essere anche rilevantissime, con gravi conseguenze sull’incremento e sulla stabilità dei prezzi dell’energia elettrica», prosegue Piattelli.
A tal proposito, confrontando le relazioni annuali di ARERA si scopre che per le importazioni di gas naturale nel 2019 in Italia si sono spesi in totale 12,4 miliardi € mentre nel 2022 questa spesa è salita a 85,4 miliardi € , con una variazione di +73 miliardi €
A conferma della elevata instabilità dei prezzi, di seguito si riporta un confronto dei prezzi medi annuali dell’energia elettrica in Italia dal 2019 ad oggi proprio per evidenziare la fortissima volatilità dei prezzi:
2019 – PUN medio 52 €/MWh
2020 – PUN medio 39 €/MWh
2021 – PUN medio 125 €/MWh
2022 – PUN medio 304 €/MWh
2023 – PUN medio 127 €/MWh
2024 – PUN medio 103 €/MWh (gennaio – ottobre 2024)
Situazione italiana
In questo quadro, già di per sé problematico, duole constatare che l’Italia è il Paese europeo con la maggiore dipendenza dal gas nel mix di generazione elettrica (superiore al 40%) mentre è evidente che più il mix di generazione elettrica è meno dipendente dal gas e minori sono le situazioni per le quali è il gas (usato nei cicli combinati) a dettare il valore di riferimento del prezzo marginale. Nei casi in cui è il gas che influenza frequentemente il prezzo marginale, come anche evidenziato dal rapporto Draghi, si assiste ad una situazione nella quale il prezzo dell’energia elettrica è notevolmente influenzato dalle fluttuazioni del prezzo del gas.
«È evidente che la migliore strategia di abbassamento dei prezzi dell’energia elettrica per l’Italia dovrebbe essere quella di accelerare sulla transizione energetica e raggiungere il prima possibile un elevato livello di penetrazione delle rinnovabili. A queste considerazioni si può aggiungere che il MASE ha pubblicato il Decreto che introduce i nuovi prezzi elettrici zonali al posto del PUN da gennaio 2025, come previsto dall’art. 13 del decreto legislativo 210/21 poi modificato dal dl Energia 181/23 (art. 19). Si tratta di una norma che progressivamente comporterà maggiori vantaggi per le Regioni e Aree di Mercato che prima delle altre avranno raggiunto un elevato livello di rinnovabili», conclude Attilio Piattelli.
COMANDI PER LA DOCCIA COMPLETAMENTE TOUCH
Rubinetterie Treemme presenta W-Touch: la nuova linea di comandi e termostatici per doccia, progettata dall’Ufficio R&S in collaborazione con Giampiero Castagnoli.
Design innovativo
Con W-Touch tecnologia e stile si incontrano per offrire un’esperienza unica.
La collezione si distingue per:
• Un’estetica lineare: manopole integrate a filo piastra per un design minimalista e pulito.
• Controllo intuitivo: il sistema “premi e regola” semplifica la gestione del flusso e della temperatura dell’acqua.
• Massima versatilità: supporta fino a 6 vie, adattandosi a diverse configurazioni di doccia.
Funzionalità avanzate
Disponibile in versioni meccanica e termostatica, W-Touch consente di personalizzare ogni dettaglio dell’esperienza in doccia. Quando non in uso, le manopole si integrano completamente nella piastra, garantendo un effetto visivo lineare ed elegante. Perfetto per chi cerca un prodotto versatile, funzionale e dal design esclusivo, W-touch rappresenta una vera e propria innovazione del controllo dell’acqua. www.rubinetterie3m.it
IL RUBINETTO CHE PUÒ “INDOSSARE UNA NUOVA PELLE”
Moderno e minimale, il miscelatore bagno Dress di Nobili nella finitura Inox T.E.A.+Fenix® è un condensato di tecnologia che unisce il design elegante e funzionale all’estrema resistenza a corrosione, sporco e batteri. Merito del trattamento galvanico che lo rende inattaccabile anche da polveri e muffe.
Il rubinetto ha la capacità di cambiare letteralmente pelle in modo da entrare in piena sintonia con il mood cromatico della stanza da bagno.
Le due superfici piane arrotondate che individuano la bocca di erogazione e la leva di comando di Dress possono infatti “indossare” materiali diversi e differenti colorazioni, addirittura con effetto legno.
Realizzato in ottone cromato a bassa percentuale di nickel, nella versione da appoggio Dress è disponibile in tre diverse
altezze, per adattarsi a tutti i tipi di lavabo: 17,6 cm, 21,5 cm e 27,4 cm. L’installazione a parete prevede invece una lunghezza di 15 o 20 cm.
Particolarmente innovativa la tecnologia della cartuccia anticalcare Nobili Widd 28, dotata di regolatore dinamico di flusso con un freno che limita l’apertura della leva a metà della portata.
Oltre questa lieve resistenza è naturalmente possibile ottenere l’erogazione totale. L’acqua scorre all’esterno della camera centrale che contiene meccanismi e dischi ceramici, evitando così depositi di calcare e diminuendo drasticamente l’usura delle parti in movimento. In pratica la cartuccia funziona a secco e mantiene quindi un movimento perfettamente fluido ed efficiente nel tempo.
www.nobili.it
DESIGN CONTEMPORANEI ED EFFICIENTI PER IL BOX DOCCIA
Provex, specializzata nella produzione di cabine e pareti per doccia e di accessori tecnici per l’ambiente bagno, monitora costantemente le richieste del mercato per sviluppare prodotti che uniscono qualità, durata e comfort, in linea con le nuove tendenze di interior design.
Le collezioni
La combinazione delle collezioni Shower (cabine e pareti doccia) e Comfort (sedute e maniglioni), rappresenta una strategia ben delineata dell’azienda, che mira a proporre soluzioni per un arredo bagno completo, adatto a tutte le generazioni e altamente funzionale.
In particolare, le sedute proposte da Provex non solo agevolano l’uso della doccia, ma si distinguono per un design contemporaneo che ben dialoga con le stanze più moderne e attuali. La realizzazione di un bagno senza barriere è, infatti, un aspetto importante da considerare in fase di progettazione o di ristrutturazione.
Sedili ribaltabili e agganciabili
Un esempio è rappresentato dalle sedute della Serie 500, il programma sviluppato in collaborazione con gli studi Talocci +
Pallocca design che, oltre ad assicurare i massimi standard di sicurezza, soddisfa le più elevate esigenze estetiche.
Il sedile ribaltabile e il sedile agganciabile delle Serie si distinguono per le linee essenziali e i profili squadrati. Realizzati in alluminio e ABS di alta qualità, sono disponibili nelle varianti bianco/cromo e grigio/cromo, garantendo una portata eccellente fino a 160 kg.
Grazie alla tecnologia avanzata e al design ricercato, il sedile ribaltabile della Serie 500 ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali come il German Design Award 2020 e l’Iconic Awards 2019: Innovative Architecture - Winner nella categoria prodotto.
Anche il sedile ribaltabile della Serie 300, progettato in collaborazione con lo studio Talocci Design, offre un design moderno con materiali di pregio e la massima funzionalità. Realizzato in alluminio e ABS di alta qualità, si distingue per l’innovativa tecnica a cerniera che consente una portata eccellente fino a 160 kg. È disponibile nelle varianti bianco, bianco/cromo e grigio/ cromo e, una volta chiuso, ottimizza lo spazio nel box doccia.
Tutti i sedili Provex sono sviluppati e testati secondo le più severe norme TÜV e in linea con le normative CE. www.provex.eu/it
IL FAN COIL CHE ARREDA
Da un percorso progettuale e creativo unico nel suo genere, lavorando sulla forma, sui materiali e sulla performance tecnica si è raggiunto un obiettivo unico: un fan coil dalla profondità ridottissima, dal design inedito e dalle prestazioni al vertice della categoria.
La versione ART-U Canvas di Galletti si integra perfettamente con gli spazi, diventando parte integrante della loro progettazione: il pannello totalmente personalizzabile con colori, immagini o texture, è già stato di ispirazione per molti designer, offrendo libertà creativa illimitata.
Plus del prodotto:
• Design innovativo
• Completa personalizzazione del pannello frontale
• Profondità ridotta a 10 cm
• Bassi consumi energetici
• Elevata silenziosità
• Motore EC controllato da inverter
• Frame e materiali inediti nel segmento dei fancoil
www.galletti.com
UNA SOLUZIONE PER LA VENTILAZIONE RESIDENZIALE DECENTRALIZZATA
Le unità di ventilazione residenziale decentralizzata sono normalmente utilizzate negli edifici esistenti, dove l’installazione di condotti risulta complicata e costosa. Tuttavia, sono sempre più utilizzati anche negli edifici di nuova costruzione, in quanto consentono un elevato livello di flessibilità e controllo. Molto comune è l’utilizzo di sistemi di ventilazione push-pull, in cui l’aria stantìa viene convogliata attraverso un condotto verso l’esterno (push) per un periodo di tempo definito e l’aria fresca viene convogliata verso l’interno (pull) per lo stesso periodo di tempo. Per implementare il funzionamento push-pull, il ventilatore installato nel sistema di ventila-
zione residenziale deve essere reversibile e fornire una portata d’aria costante in entrambi i sensi di rotazione. AxiRev è stato progettato appositamente per questa applicazione: raggiunge una curva caratteristica pressione/portata d’aria molto ripida e fornisce prestazioni ottimali, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. Il design delle pale è brevettato e garantisce emissioni acustiche minime. Inoltre, la qualità psicoacustica complessiva, ovvero la percezione della rumorosità, è molto armoniosa, anche quando si passa da un senso di rotazione all’altro. www.ebmpapst.com
UNITÀ AD ALTA TEMPERATURA CON REFRIGERANTE R513A
Mitsubishi Electric amplia la propria gamma di pompe di calore e refrigeratori a sorgente acqua per la produzione di acqua calda ad alta temperatura con refrigerante R513A a basso GWP e capacità di riscaldamento compresa tra 73 e 130 kW.
Le gamme disponibili
Le nuove gamme EW-HT-G05 e EW-HT-C-G05, con gas ecologico R513A, offrono nuove opportunità di installazione e caratteristiche aggiornate. EW-HT[-C]-G05 permette di svincolarsi della rete di riscaldamento a gas, garantendo la sostenibilità tramite la dismissione di combustibili fossili e allo stesso tempo un’elevata affidabilità e semplificazione dell’impianto. Queste famiglie forniscono acqua ad altissima temperatura e rappresentano la soluzione ideale per la sostituzione di sistemi di riscaldamento con bruciatori a gas o riscaldatori elettrici. Progettate per soddisfare le esigenze delle applicazioni comfort, process e IT cooling, le unità EW-HT[-C]-G05 sono caratterizzate da un ampio intervallo di funzionamento: temperatura dell’acqua di mandata del condensatore fino a 78
°C e temperatura dell’acqua di mandata dell’evaporatore da 7 °C a 40 °C. Entrambe le gamme EW-HT[-C]-G05 si compongono di 4 taglie a due compressori scroll su due circuiti frigoriferi per garantire la massima affidabilità. EW-HT-C-G05 poi, è il refrigeratore ad alta temperatura raffreddato ad acqua progettato per le applicazioni di riutilizzo del calore nei data centre. Questa nuova soluzione apre grandi opportunità di recupero e riutilizzo del calore, soprattutto nel segmento dell’IT Cooling. I limiti operativi di questo tipo di unità, sicuramente superiori a quelli degli altri comuni refrigeratori acqua/acqua, offrono nuove possibilità di utilizzo sia per i sistemi convenzionali con raffreddamento ad aria (~20 °C di mandata all’evaporatore) che per quelli più all’avanguardia con raffreddamento a liquido (fino a 40 °C di mandata all’evaporatore). Grazie all’elevata temperatura dell’acqua in uscita dal condensatore, EW-HT-C-G05 è in grado di recuperare il calore di scarto dei data centre, generato dal raffreddamento delle apparecchiature tecnologiche, e di utilizzarlo in un’ampia gamma di applicazioni, ottenendo così un maggiore fattore di riutilizzo dell’energia (ERF). https://it.mitsubishielectric.com/it/
SOLUZIONI PER LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI
IDRONICI E AD
ARIA
INTELLIPLANT CORE è la soluzione sviluppata per ottimizzare le prestazioni degli impianti centralizzati Clivet basati su pompe di calore, chiller e unità polivalenti con sorgente ad aria e gruppo idronico integrato.
Consente di eseguire le operazioni di manutenzione, assicurare continuità di esercizio anche nelle condizioni più critiche, abbattere i costi operativi. È una soluzione applicabile alla maggior parte degli impianti idronici centralizzati in modo semplice ed immediato. La sua semplicità deriva da:
• taglia unica per tutte le tipologie di impianto;
• applicazioni 2-tubi e 4-tubi per tutte le unità Clivet con sorgente ad aria e pompe a bordo;
• disponibilità di bollettino tecnico comprensivo di descrizione degli impianti;
• standardizzazione per le operazioni di avviamento.
INTELLIAIR è un sistema intelligente di ottimizzazione dei flussi d’aria che gestisce in modo efficiente la distribuzione dell’aria, la ventilazione e la climatizzazione, garantendo un comfort ottimale, riducendo al minimo il consumo energetico e quindi le spese. INTELLIAIR garantisce il controllo centralizzato
delle unità di condizionamento autonomo Roof-Top in funzione del carico termico dell’edificio e una regolazione efficiente della qualità dell’aria (rilevata tramite sonde avanzate Z-IAQX installate in ambiente e/o sonde a bordo macchina) in luoghi affollati come: cinema multisala, teatri, auditorium, centri commerciali e nel settore Ho.Re.Ca. Semplifica le operazioni sul campo e facilita il montaggio (es. cablaggio semplificato), ha un’unica taglia, un quadro di dimensioni ridotte per l’installazione a parete, consentendo di liberare spazio prezioso.
Grazie a Clivet è possibile avere un unico interlocutore sia per i sistemi di controllo che per le unità quali pompe di calore, chiller, polivalenti, rooftop e controllo.
Integrazione e controllo remoto
INTELLIPLANT CORE e INTELLIAIR possono essere facilmente integrati con altri sistemi di gestione degli edifici (BMS), permettendo un controllo centralizzato e semplificato. Inoltre, offrono funzionalità di monitoraggio e gestione da remoto, consentendo agli operatori di ottimizzare le prestazioni del sistema da qualsiasi luogo tramite una piattaforma digitale. www.clivet.com
NUOVA EDIZIONE 2° SEMESTRE 2024
Il Prezzario per i cantieri di ristrutturazione più conosciuto in Italia: contiene15.000 voci relative ai cantieri di ristrutturazione e agli interventi di manutenzione, con descrizioni e prezzi.
L’edizione del 2° semestre 2024 contiene, in aggiunta al consueto aggiornamento generale dei prezzi e delle descrizioni, con riferimento ai listini di ottobre 2024, la completa revisione dei prezzi delle tabelle della manodopera di tutte le categorie, suddivise per ciascuna provincia italiana.
Si evidenziano le novità di questa edizione: – nuove voci per isolamento intercapedini e isolamento termico dei davanzali e imbotti
– nel Capitolo di Opere di protezione termica e acustica; – aspiratori eolici nel Capitolo delle canne fumarie, – nuove voci di controsoffitti plastici grigliati; – nuove voci di avvolgibili di sicurezza nel capitolo Opere metalliche.
Sono state ampliate le voci riguardanti:
– protezioni fotocatalitiche di piste ciclabili e vialetti pedonali;
– percorsi tattili per non vedenti nel Capitolo delle Strade residenziali e pavimentazioni esterne.
Rilevazione prezzi OTTOBRE 2024
Le detrazioni fiscali spingono l’efficienza energetica
La tredicesima Edizione del Rapporto Annuale
sull’Efficienza Energetica dell’ENEA fornisce un quadro sui risultati ottenuti dalle politiche di efficienza e sull’impatto delle detrazioni fiscali
Nel contesto della crescente attenzione verso la sostenibilità e la transizione energetica, il Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica redatto dall’ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) rappresenta una delle principali fonti di informazione sui progressi fatti in Italia nel campo dell’efficienza energetica. La tredicesima edizione del Rapporto, riferita ai dati e alle politiche del 2023, offre un’analisi dettagliata dei risultati ottenuti, con particolare focus sui risparmi energetici generati dalle politiche di efficienza e sull’impatto delle detrazioni fiscali, come gli Ecobonus e il Superbonus, nell’accelerare la transizione energetica.
Il contesto della tredicesima edizione del Rapporto
Nel 2023, l’ENEA ha continuato a monitorare l’efficacia delle politiche pubbliche in materia di efficienza energetica, un settore sempre più cruciale per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni di gas serra e di decarbonizzazione. Le sfide sono ancora significative, ma il Rapporto ha mostrato progressi concreti in molteplici settori, dal residenziale al terziario, dal trasporto alla produzione industriale.
Il Rapporto si concentra su una serie di indicatori chiave, tra cui:
• Il risparmio energetico complessivo generato dalle misure di efficienza.
• Gli investimenti diretti e gli incentivi pubblici, tra cui le detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia e l’efficienza energetica.
• Le politiche e le normative europee e nazionali che impattano sulle scelte energetiche degli italiani.
• Il contributo delle tecnologie innovative, come i sistemi di domotica e le tecnologie per la gestione intelligente dell’energia.
Risparmi energetici e impatti delle politiche di efficienza energetica nel 2023
Uno degli aspetti più rilevanti della tredicesima edizione del Rapporto riguarda l’analisi dei risparmi energetici complessivi realizzati grazie alle misure di efficienza adottate nel corso dell’anno. Nel 2023, l’Italia ha visto un significativo aumento dei risparmi energetici, grazie sia agli incentivi fiscali sia agli sforzi a livello di industria e cittadinanza.
Secondo i dati riportati, nel 2023 il risparmio complessivo di energia primaria in Italia è stato pari a 3,5 Mtep (milioni di tonnellate di petrolio equivalente), una cifra
che rappresenta circa il 7% del fabbisogno energetico totale del Paese. Questo risparmio è il risultato di una combinazione di interventi di efficientamento energetico in diversi settori:
• Settore residenziale: l’introduzione di tecnologie a basso consumo come le pompe di calore, i pannelli fotovoltaici integrati, i sistemi di accumulo domestici e l’isolamento termico hanno contribuito in maniera significativa alla riduzione dei consumi energetici nelle abitazioni.
• Settore industriale: le imprese italiane hanno investito sempre di più in tecnologie per l’efficienza, come i motori elettrici ad alta efficienza, i sistemi di recupero termico e l’automazione dei processi. L’industria ha visto risparmi energetici nell’ordine di 1,2 Mtep, con un’incidenza pari al 35% del totale dei risparmi.
• Settore terziario: anche il comparto del commercio e dei servizi ha adottato misure per ridurre i consumi, con l’installazione di luci a LED, il miglioramento degli impianti di riscaldamento e raffrescamento e l’ottimizzazione dei consumi tramite software di gestione energetica.
Detrazioni fiscali e incentivi: il contributo degli Ecobonus e Superbonus
Uno degli strumenti chiave che ha sostenuto i risparmi energetici in Italia nel 2023 è stato l’uso delle detrazioni fiscali, tra cui l’Ecobonus e il Superbonus. Questi incentivi sono stati studiati per stimolare la ristrutturazione energetica degli edifici, con un impatto diretto sul miglioramento dell’efficienza energetica.
Nel 2023, l’Ecobonus e il Superbonus hanno continuato a essere fondamentali nel finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica. La tredicesima edizione del Rapporto evidenzia che gli incentivi fiscali hanno avuto un impatto determinante non solo per i risparmi energetici, ma anche per la crescita economica, con milioni di euro investiti in opere di ristrutturazione e miglioramento dell’efficienza energetica.
Superbonus 110%
Il Superbonus 110% ha avuto un ruolo preminente nel 2023, nonostante i cambiamenti nelle modalità di accesso e la progressiva riduzione del valore dell’incentivo. Questo strumento ha permesso di finanziare importanti lavori di efficientamento energetico, che vanno dall’isolamento termico all’installazione di impianti fotovoltaici, fino alla sostituzione di caldaie obsolete con tecnologie più moderne e meno energivore. Nel 2023 sono stati conclusi lavori su oltre 60.000 edifici, con una spesa totale che ha superato i 10 miliardi di euro. Il Rapporto stima che, grazie al Superbonus, siano stati raggiunti risparmi energetici pari a 1,5 Mtep. In particolare, il Superbonus ha incentivato l’efficientamento del patrimonio edilizio esistente, riducendo in modo significativo il fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici.
REPORT ENEA
Ecobonus ordinario
L’Ecobonus, che non prevede il rimborso totale dei costi ma consente detrazioni fiscali fino al 65% per interventi di efficienza energetica, ha continuato a essere una misura fondamentale, soprattutto per interventi di miglioramento dell’isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione e installazione di sistemi di domotica. Nel 2023, gli interventi sostenuti dall’Ecobonus hanno generato risparmi energetici per circa 1 Mtep, con un impatto maggiore nei settori residenziale e terziario.
Il ruolo delle tecnologie innovative e la digitalizzazione
Oltre alle misure fiscali e agli interventi fisici, nel 2023 il Rapporto sottolinea anche l’importanza dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione nella gestione dell’energia. Tra le tecnologie emergenti, un posto di rilievo è stato preso dai sistemi intelligenti di gestione energetica (smart grids e smart meters), che hanno permesso sia ai cittadini che alle imprese di monitorare e ottimizzare i propri consumi energetici.
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Un altro aspetto innovativo è rappresentato dalle tecnologie di stoccaggio energetico, come le batterie domestiche per l’accumulo dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici. L’aumento della diffusione di queste soluzioni ha consentito un uso più efficiente dell’energia solare, riducendo la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali e abbattendo i consumi di energia elettrica proveniente dalla rete. shutterstock_2186326255.jpg
Le prospettive per il futuro: verso una transizione energetica sostenibile
Guardando al futuro, la tredicesima edizione del Rapporto pone l’accento sull’importanza di continuare a investire nell’efficienza energetica, anche oltre la scadenza dei principali incentivi fiscali. Sebbene le detrazioni
fiscali abbiano avuto un impatto decisivo, la sfida per il futuro risiede nel mantenere e potenziare gli incentivi in modo che possano continuare a stimolare la crescita di un settore strategico per la sostenibilità ambientale e l’indipendenza energetica.
A tale scopo, il Rapporto suggerisce alcune linee di intervento per il futuro:
• Sostenibilità a lungo termine: la necessità di rafforzare gli incentivi per l’efficienza energetica, senza dipendere esclusivamente da misure fiscali straordinarie, ma puntando a politiche strutturali.
• Rafforzamento delle normative europee e nazionali: per fare in modo che l’Italia rispetti gli impegni presi con il Green Deal europeo e l’Accordo di Parigi, è fondamentale intensificare le politiche a favore della transizione energetica, attraverso il miglioramento della qualità e l’ampliamento degli investimenti in efficienza.
• Sostenibilità economica e sociale: è essenziale che le politiche di efficienza energetica non solo contribuiscano alla riduzione dei consumi, ma abbiano anche un impatto positivo sull’occupazione e sull’inclusione sociale, favorendo in particolar modo le aree più vulnerabili e le famiglie a basso reddito.
Conclusioni
La tredicesima edizione del Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’ENEA conferma i progressi significativi dell’Italia in termini di risparmi energetici e riduzione delle emissioni. Le politiche di incentivazione, in particolare le detrazioni fiscali come il Superbonus e l’Ecobonus, hanno avuto un impatto notevole, stimolando investimenti e interventi che hanno generato risparmi tangibili. Tuttavia, il futuro richiede un impegno continuo, con politiche a lungo termine che possano consolidare i risultati raggiunti e spingere l’Italia verso una vera transizione energetica sostenibile e resiliente.
A cura della Redazione
Conto Termico 3.0, a che punto siamo?
Avviato il confronto tra MASE e Regioni. Vediamo cosa potrebbe cambiare
Nel dicembre 2024, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha avviato un importante confronto con le Regioni in merito al decreto “Conto Termico 3.0”, un aggiornamento cruciale di uno degli strumenti di incentivazione più significativi per la promozione dell’efficienza energetica e della produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Questo processo di negoziazione tra
il Governo centrale e le Regioni è stato fondamentale per stabilire le modalità con cui il nuovo decreto potesse rispondere alle esigenze dei territori, alle sfide energetiche e alle opportunità offerte dalle tecnologie innovative nel settore delle energie rinnovabili.
Il decreto, che nasce come una riformulazione del precedente “Conto Termico 2.0”, si inserisce in un contesto europeo e nazionale che vede l’Italia impegnata a rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione, in linea con il Green Deal europeo e con la legislazione comunitaria sul clima. La riscrittura del “Conto Termico” si colloca anche nel quadro della Legge di Bilancio 2024, che ha introdotto modifiche e aggiornamenti in relazione agli
incentivi per le fonti rinnovabili e per gli interventi di efficienza energetica.
Il ruolo del Conto Termico 3.0
Il “Conto Termico” è un sistema di incentivi destinato a favorire l’installazione di impianti per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, ma anche a promuovere interventi di efficienza energetica. Introdotto per la prima volta nel 2013, il Conto Termico ha avuto un impatto significativo sul panorama delle energie rinnovabili in Italia, contribuendo in modo importante alla transizione energetica del paese. Il suo obiettivo principale è quello di ridurre le emissioni di gas serra e di stimolare la
crescita di tecnologie pulite che possano ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Con l’introduzione della versione 3.0 del decreto, il Governo italiano ha voluto fare un passo ulteriore verso la semplificazione degli accessi agli incentivi e verso un ampliamento delle tecnologie ammissibili, nonché un potenziamento delle risorse disponibili per gli utenti, con l’intento di stimolare ulteriormente l’installazione di impianti di energia rinnovabile, in particolare nelle piccole e medie imprese, nelle amministrazioni pubbliche e nelle abitazioni private.
La necessità di un confronto con le Regioni
La proposta del “Conto Termico 3.0” ha sollevato numerosi dibattiti, e la fase di confronto con le Regioni è stata fondamentale per raggiungere un consenso tra i vari attori coinvolti.
Le Regioni, infatti, hanno competenze specifiche in materia di energia e ambiente e sono in prima linea nella gestione e nell’attuazione delle politiche energetiche locali. Per questo motivo, il Ministero ha ritenuto essenziale consultare le amministrazioni regionali prima dell’approvazione definitiva del decreto.
Le principali tematiche emerse durante il confronto riguardano la distribuzione delle risorse, la gestione dei fondi, le modalità di accesso agli incentivi, la definizione dei criteri per l’approvazione dei progetti e, non da ultimo, la necessità di armonizzare le politiche regionali con quelle nazionali, per evitare frammentazioni e incoerenze nell’applicazione degli incentivi.
Le criticità del Decreto Conto Termico 3.0
Nonostante l’intento di semplificare e ampliare le opportunità offerte dal decreto, sono emerse alcune criticità che hanno richiesto modifiche e aggiustamenti. Una delle problematiche più discusse riguarda la gestione dei fondi a livello territoriale. Le Regioni hanno infatti sollevato dubbi sulla capacità di gestire l’enorme flusso di richieste che si prevede possa arrivare a seguito dell’introduzione del nuovo decreto.
Alcune Regioni hanno chiesto una maggiore flessibilità nei criteri di accesso agli incentivi, in particolare per quanto riguarda le piccole e medie imprese e i condomini. In questo senso, sono state proposte modifiche alla gestione dei fondi, con la creazione di strumenti di supporto tecnico e amministrativo che possano facilitare l’accesso e la presentazione delle domande.
Un’altra criticità riguarda il potenziale disallineamento tra le politiche locali e quelle nazionali. Sebbene l’adozione di un sistema uniforme di incentivi a livello nazionale possa sembrare vantaggiosa per garantire un’implementazione coerente delle politiche energetiche, le Regioni hanno messo in evidenza la necessità di una maggiore personalizzazione degli interventi, in base alle diverse specificità e esigenze locali.
EFFICIENZA ENERGETICA
Le proposte delle Regioni
Le Regioni hanno presentato una serie di proposte per migliorare l’efficacia del decreto, in modo da renderlo più aderente alle realtà locali e alle necessità dei diversi settori produttivi. Tra le richieste principali vi è quella di un aumento delle risorse destinate agli interventi di efficienza energetica, con una particolare attenzione alle piccole e medie imprese, che spesso sono le più svantaggiate nell’accesso ai finanziamenti.
Alcune Regioni hanno suggerito la creazione di incentivi ad hoc per particolari categorie di utenti, come le scuole, gli ospedali e altre strutture pubbliche, ritenendo che questi soggetti possano svolgere un ruolo fondamentale nella diffusione delle tecnologie rinnovabili e nell’implementazione di politiche di riduzione dei consumi energetici.
Le Regioni hanno anche avanzato la proposta di creare un sistema di monitoraggio e rendicontazione più trasparente e efficiente, che possa garantire una gestione ottimale dei fondi e ridurre i rischi di inefficienza o di uso improprio delle risorse.
La risposta del Ministero
In risposta alle osservazioni delle Regioni, il Ministero dell’Ambiente ha avviato una serie di revisioni al testo del decreto, introducendo modifiche sui temi della gestione dei fondi, della distribuzione delle risorse e dei criteri di ammissibilità. È stata ribadita l’intenzione di rendere il sistema più inclusivo, cercando di evitare che alcune categorie di utenti possano essere svantaggiate rispetto ad altre.
In particolare, sono stati previsti nuovi strumenti di supporto per le Regioni, come la possibilità di organizzare sessioni informative per facilitare la comprensione del decreto e la corretta compilazione delle domande di incentivo. Inoltre, si è cercato di dare maggiore attenzione alla sostenibilità economica delle iniziative, puntando su un migliore utilizzo delle risorse disponibili per evitare sprechi.
Il Ministero ha, infine, sottolineato la necessità di una stretta collaborazione tra tutti i livelli di governo per garantire che il “Conto Termico 3.0” possa raggiungere gli obiettivi prefissati in termini di riduzione delle emissioni e di crescita delle energie rinnovabili, mantenendo al contempo l’efficienza e l’efficacia degli interventi.
Le implicazioni del confronto per la Transizione Energetica italiana
Il confronto avviato nel dicembre 2024 tra il MASE e le Regioni è di fondamentale importanza non solo per l’approvazione del decreto, ma anche per la costruzione di un modello di governance più partecipativo e inclusivo per la transizione energetica. La cooperazione tra i diversi livelli di governo, la gestione condivisa delle risorse e la personalizzazione delle politiche in base alle esigenze
locali sono elementi chiave per accelerare il processo di decarbonizzazione del paese.
Il “Conto Termico 3.0” rappresenta, infatti, una delle leve principali per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e per promuovere l’utilizzo delle fonti rinnovabili. La sua attuazione potrebbe avere un impatto significativo non solo a livello ambientale, ma anche economico, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, stimolando l’innovazione tecnologica e rendendo l’Italia più competitiva a livello internazionale nella lotta ai cambiamenti climatici.
Un processo in divenire
Il confronto tra il MASE e le Regioni avviato nel dicembre 2024 ha rappresentato un passaggio cruciale per la definizione del decreto “Conto Termico 3.0”, destinato a giocare un ruolo fondamentale nella strategia di transizione energetica dell’Italia. Le Regioni hanno portato avanti istanze di maggiore flessibilità, personalizzazione e accessibilità, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia del decreto e rispondere alle diverse esigenze dei territori.
Con l’approvazione definitiva del decreto, previsto per i prossimi mesi, si avrà una maggiore chiarezza sulle modalità di applicazione degli incentivi e sul loro impatto sull’economia e sull’ambiente. La collaborazione tra il Governo centrale e le Regioni sarà essenziale per garantire che il sistema di incentivi sia realmente efficace nel promuovere l’efficienza energetica e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione e sostenibilità.
FOTOVOLTAICO
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Ingeteam è una realtà globale di oltre 3.500 persone in 15 paesi, con più di 80 anni di esperienza nel fornire soluzioni innovative per l’elettrificazione sostenibile. Specializzata nella conversione dell’energia elettrica, Ingeteam si distingue per un approccio creativo nel risolvere problemi specifici con tecnologie all’avanguardia. Con un impegno costante verso innovazione, tecnologia e qualità, Ingeteam continua a essere un pioniere nel settore dell’energia elettrica. Guidiamo la transizione verso un futuro energetico più pulito, efficiente e sostenibile.
Ingeteam Italia, specializzata in soluzioni fotovoltaiche e storage per i segmenti residenziali, C&I e Utility Scale e nei sistemi di ricarica per veicoli elettrici in AC e DC, conta 16 anni di presenza sul territorio, un team di 60 dipendenti e un fatturato di oltre 100 milioni di euro. L’offerta per il mercato residenziale e C&I vede nel portfolio prodotti di Ingeteam Italia una gamma di inverter FV e BESS da 3kW a 110kW.
sistemi di ricarica per veicoli elettrici. Per il segmento C&I, Ingeteam propone un sistema di accumulo composto dall’inverter Ingecon® Sun Storage 100 TL e dalle batterie Ingecon® Sun Storage Battery 110HV impilate in rack per applicazioni interne o dalle batterie Ingecon® Sun Storage Battery 180-250 HV per soluzioni ad armadio esterne. Il range di potenza è compreso fra 100 kW e 1.2 MW e la capacità di stoccaggio delle batterie da 68.90 kWh a 14.56 MWh.
Ingecon Sun Storage All-in-one, composto dall’Inverter monofase INGECON® SUN STORAGE 1Play TL M e dalle batterie al litio INGECON® SUN STORAGE Battery 52HV, da 4,8 kWh a 24 kWh, è la soluzione di accumulo per il mercato residenziale. Made in EU e modulare, è stato sviluppato in collaborazione con Bertone Design e si distingue per un design unico. Presenta la funzione di back-up, funzionamento on e off grid e sovradimensionamento dell’impianto FV fino a 11.5 kWp. Ha una funzione di integrazione con le moderne pompe di calore ed è compatibile con diversi
La gamma di inverter fotovoltaici è composta da un modello monofase da 6 kW con due MPPT per impianti residenziali, certificato e programmabile anche come 3.0 e 4.5 kW. Per gli impianti commerciali sono disponibili anche tre modelli di inverter trifase, da 10 kW, 15 kW e 20 kW con due MPPT. Per il C&I, proponiamo due modelli di inverter trifase, da 30 kW e 50 kW, dotati rispettivamente di tre e quattro MPPT. Infine, esiste un modello da 110 kW con nove MPPT e 18 ingressi, idoneo per impianti industriali su capannone e a terra.
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Scenari
IL NUOVO VOLTO DELLA RIQUALIFICAZIONE CONDOMINIALE
L’adozione di fonti rinnovabili, sistemi di climatizzazione green e impianti BACS, supportata dall’implementazione degli impianti a livelli, offre ai condomini un modello operativo che unisce al risparmio economico anche una valorizzazione dell’edificio, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità di vita dei residenti
egli ultimi anni, efficienza energetica e sostenibilità ambientale sono diventate una priorità per il settore edilizio, spingendo verso un rinnovamento dei sistemi impiantistici, particolarmente in ambito condominiale. La riqualificazione degli impianti condominiali elettrici presenta sfide complesse,
dovute alla vetustà di molti edifici italiani e alla presenza di impianti preesistenti spesso inadeguati per supportare tecnologie avanzate
La Direttiva Case Green (Direttiva UE 2018/844) ha introdotto requisiti stringenti per l’adeguamento degli edifici esistenti, stimolando l’adozione di tecnologie rinnovabili e sistemi di controllo intelligenti. In questo contesto, la riqualificazione degli impianti tecnologici, ma anche elettrici (si
ricorda a tal proposito gli Impianti a Livelli – Cap. 37 norma CEI 64-8), gioca un ruolo centrale, non solo per ridurre le emissioni di carbonio, ma anche per migliorare la qualità della vita dei residenti attraverso un maggiore comfort e una gestione energetica ottimizzata.
l ruolo delle normative europee e italiane
La Direttiva Case Green sta-
A cura di ANIE CSI, Impianti a Livelli
bilisce che, entro il 2030, tutti gli edifici residenziali dovranno soddisfare criteri di efficienza energetica più severi, con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico complessivo dell’UE. In Italia, la legislazione nazionale si è allineata agli standard europei introducendo incentivi e agevolazioni fiscali (come il Superbonus e l’Ecobonus) per incoraggiare i proprietari di edifici a eseguire interventi di riqualificazione energetica. Queste
normative supportano interventi di riqualificazione impiantistica, includendo l’installazione di fonti energetiche rinnovabili, sistemi di climatizzazione efficienti e, recentemente, sistemi BACS per la gestione intelligente degli edifici. Un’implementazione efficace dei sistemi BACS richiede la conformità alla norma UNI EN ISO 52120-1, che classifica i sistemi di automazione e controllo degli edifici a seconda delle loro prestazioni
in termini di risparmio energetico. I sistemi BACS di classe A o B, ad esempio, consentono una gestione avanzata dei consumi, adattando in tempo reale il funzionamento degli impianti alle effettive necessità degli utenti.
Rinnovabili: verso un’energia sostenibile
L’utilizzo di fonti rinnovabili rappresenta un pilastro fondamentale per la transizione energetica degli edifici. Per esempio, l’energia fotovoltaica è particolarmente adatta al contesto residenziale, grazie alla possibilità di installare pannelli sul tetto condominiale e di integrare l’energia prodotta con la rete elettrica dell’edificio. L’implementazione di sistemi di accumulo di energia consente inoltre di ottimizzare l’autoconsumo e di ridurre la dipendenza dalla rete esterna, generando risparmi significativi per i condomini. Un approccio integrato, che prevede l’installazione sia di pannelli fotovoltaici che di mini-turbine eoliche, può risultare particolarmente vantaggioso in zone con una buona esposizione al sole e al vento. Studi hanno dimostrato che un sistema di questo tipo può aumentare l’autosufficienza energetica di un condominio fino al 60% [1] Rossi L., Bianchi M. Ottimizzazione delle Fonti Rinnovabili in Contesti Condominiali. EnerTech. 2022, Vol. 15, 67-75. I sistemi di accumulo, come le batterie al litio, permettono di accumulare energia in eccesso prodotta durante il giorno e di utilizzarla nelle ore serali, quando la domanda energetica può essere più elevata. Per un condominio di media grandezza, l’installazione di un impianto fotovoltaico da 20 kWp può coprire fino al 50% del fabbisogno energetico delle aree comuni. L’integrazione con un sistema di accumulo da 40 kWh, ad esempio, aumenta l’efficienza del sistema, consentendo una maggiore indipendenza dalla rete elet-
Scenari
trica. I BACS possono aumentare l’autoconsumo sfruttando le inerzie degli edifici a bassa trasmittanza spostando i carichi termici nelle ore di autoproduzione oppure effettuare l’opportuna gestione dei carichi attraverso l’ausilio di prese intelligenti.
Climatizzazione green: soluzioni sostenibili per il comfort termico
Le pompe di calore e i sistemi di ventilazione a recupero energetico rappresentano soluzioni ideali per aumentare l’efficienza energetica negli edifici condominiali, consentendo al contempo di migliorare la classe energetica dell’edificio. Le pompe di calore utilizzano l’energia termica dell’aria o del suolo per riscaldare o raffrescare gli ambienti, con un coefficiente di prestazione (COP) che può arrivare a 4,0, ovvero un’efficienza quattro volte superiore rispetto ai sistemi tradizionali. Permettono quindi di climatizzare gli spazi interni in modo sostenibile, producendo calore durante l’inverno e raffrescamento durante l’estate. La ventilazione meccanica controllata, invece, garantisce il ricambio d’aria negli ambienti interni, riducendo il carico termico degli impianti di climatizzazione e migliorando la qualità dell’aria.
Impianti a livelli: un sistema per aumentare sicurezza ed efficienza nei condomini
Un altro aspetto fondamentale della riqualificazione degli impianti elettrici condominiali è rappresentato dagli impianti a livelli, che consentono di adeguare le installazioni elettriche a standard di sicurezza ed efficienza più elevati. Questo sistema, come descritto su Impianti a Livelli [2] (https://www.impiantialivelli.it/), introduce una suddivisione delle installazioni elettriche su tre livelli:
• Livello 1: il livello minimo di sicurezza, che garantisce la
conformità agli standard base di protezione.
• Livello 2: un livello avanzato, che prevede funzionalità aggiuntive come la protezione differenziale per gli apparecchi principali.
• Livello 3: il livello massimo, che offre il massimo livello di protezione e controllo, integrando soluzioni come i sistemi BACS per la gestione intelligente dei consumi.
L’adozione degli Impianti a Livelli nei condomini presenta molteplici vantaggi, tra cui una maggiore sicurezza e una riduzione dei consumi energetici. Ad esempio, un impianto di Livello 3 permette di monitorare e ottimizzare il consumo di energia elettrica in modo continuo, con un impatto positivo sia sui costi di gestione che sull’ambiente. Inoltre, l’impiego di
un sistema di monitoraggio centralizzato consente una gestione preventiva della manutenzione, evitando guasti e riducendo le spese di riparazione.
Sistemi BACS e SRI
I sistemi BACS (Building Automation and Control System) rappresentano una tecnologia essenziale per la riqualificazione degli impianti condominiali, integrandosi perfettamente con gli Impianti a Livelli. Grazie alla loro capacità di automatizzare e ottimizzare il funzionamento degli impianti, i BACS permettono una gestione centralizzata di riscaldamento, illuminazione, raffreddamento e sicurezza, così come di altri servizi tecnici, riducendo i consumi e aumentando il comfort degli utenti. La norma UNI EN ISO 52120-1 classifica
i sistemi BACS in quattro categorie (A, B, C, D), che rappresentano diversi livelli di prestazione energetica. I sistemi di classe A, ad esempio, offrono le massime capacità di ottimizzazione e sono ideali per condomini che puntano a un’efficienza energetica elevata. L’adozione di un sistema BACS di classe A permette ai condomini di risparmiare fino al 30% sui costi energetici annuali. Per approfondimenti su questi aspetti si rimanda il lettore al vademecum AICARR sui BACS [3]. Considerando un investimento medio iniziale e il risparmio ottenuto, il ritorno sull’investimento (ROI) è stimato tra 3 anni (classe B/ISO 52120) e 4 anni (classe A/ISO 52120), rendendo l’intervento economicamente vantaggioso. [4]
A completamento dei sistemi BACS, un altro aspetto cruciale
per la riqualificazione energetica degli edifici è lo Smart Readiness Indicator (SRI), un sistema di valutazione introdotto dalla Commissione Europea nell’ambito della Direttiva 2018/844/ UE, che riguarda la ristrutturazione energetica degli edifici e la promozione di tecnologie intelligenti per migliorare l’efficienza energetica.
L’SRI è stato sviluppato come parte di una serie di misure destinate a migliorare la prontezza energetica degli edifici, in particolare per quanto riguarda la capacità di interagire con tecnologie avanzate come i sistemi di automazione e il controllo degli edifici (BACS). L’obiettivo era creare uno strumento che consentisse di misurare quanto un edificio fosse “intelligente” in termini di gestione energetica e interazione con tecnologie smart.
Lo SRI valuta il livello di efficienza e di integrazione tecnologica di un edificio, considerando la capacità di interagire con tecnologie intelligenti per ottimizzare la gestione energetica e migliorare il comfort degli occupanti. È particolarmente utile nel contesto di edifici residenziali e condominiali, dove la combinazione di tecnologie come BACS, impianti rinnovabili, e sistemi di gestione energetica può portare a significativi miglioramenti in termini di sostenibilità e risparmio energetico. Il calcolo dell’SRI si basa su una serie di parametri, tra cui la presenza di sistemi di automazione che regolano in modo ottimale l’uso dell’energia, la capacità di monitoraggio e controllo in tempo reale dei consumi, nonché la compatibilità con fonti di energia rinnovabile e soluzioni di mobilità sostenibile, come le stazioni di ricarica per veicoli elettrici. Un punteggio elevato nello SRI riflette un edificio in grado di adattarsi dinamicamente alle esigenze energetiche e climati-
che, favorendo un abbattimento delle emissioni e riducendo i costi operativi. La normativa tecnica che definisce le modalità di calcolo dell’SRI è contenuta in un documento tecnico di supporto elaborato dalla CEN (Comitato Europeo di Normazione). In particolare, il CEN ha elaborato la EN ISO 52120-1, che fornisce i criteri e le linee guida per determinare il livello di prontezza energetica di un edificio in relazione all’uso di sistemi automatizzati e altre tecnologie intelligenti.
L’introduzione di questo indicatore, seppur ancora in fase di applicazione in alcuni paesi, rappresenta un passo importante verso la transizione verso edifici più intelligenti e sostenibili, allineandosi con le politiche europee di decarbonizzazione e ottimizzazione dell’efficienza energetica. In sostanza, l’SRI non è solo un indicatore di efficienza energetica, ma uno strumento che aiuta a misurare come gli edifici possano essere adattati a tecnologie sempre più avanzate. È stato pensato principalmente per facilitare la gestione di edifici residenziali e commerciali, ma è un concetto in espansione che si applica a tutta la categoria degli edifici. L’SRI è anche legato agli incentivi fiscali e ai finanziamenti previsti per le ristrutturazioni energetiche, contribuendo a creare un ambiente favorevole all’adozione di tecnologie innovative nei progetti di riqualificazione edilizia
L’introduzione di tale indicatore rappresenta un passo importante nell’ambito dell’evoluzione della gestione energetica degli edifici, poiché incentiva l’adozione di soluzioni tecnologiche più sofisticate e sostenibili, in linea con le politiche europee di riduzione delle emissioni di carbonio.
Incentivi e finanziamenti per la riqualificazione condominiale
L’aggiornamento degli impianti
Scenari
condominiali gode di una serie di incentivi e agevolazioni, tra cui Ecobonus e Superbonus. Questi strumenti rendono gli interventi di riqualificazione economicamente vantaggiosi, riducendo i costi di installazione e offrendo detrazioni fiscali per spese legate all’efficienza energetica. È cruciale per i condomini pianificare con attenzione le tempistiche degli interventi per ottenere l’accesso a questi incentivi. Inoltre, i benefici fiscali possono variare a seconda del tipo di intervento e della classe energetica raggiunta, incentivando il passaggio a sistemi più avanzati, come gli Impianti a Livelli e i BACS di classe elevata. Per approfondimenti consultare la guida ANIE sui BACS e alle agevolazioni fiscali correlate [5].
Verso un futuro sostenibile per i condomini italiani
La riqualificazione degli impianti elettrici condominiali rappresenta un passaggio cruciale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità definiti dalla Direttiva Case Green e migliorare l’efficienza energetica del comparto residenziale. L’adozione di fonti rinnovabili, sistemi di climatizzazione green e impianti BACS, supportata dall’implementazione degli Impianti a Livelli, offre ai condomini un modello operativo che va oltre il risparmio economico: si tratta di una scelta che valorizza l’intero edificio, riduce l’impatto ambientale e migliora la qualità di vita dei residenti.
Con l’aiuto degli incentivi fiscali e delle agevolazioni, i condomini possono affrontare con maggiore serenità le spese di investimento necessarie, ottenendo un rapido ritorno in termini di riduzione dei costi energetici e manutentivi. Inoltre, l’adozione di sistemi automatizzati e integrati aiuta a prevenire guasti, garantendo una gestione efficiente e sicura dell’impianto. Il percorso verso edifici
Pacchetto incentivi 2025
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto significative modifiche agli incentivi fiscali per gli interventi edilizi, con l’obiettivo di razionalizzare le detrazioni e promuovere l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici.
Detrazioni per interventi edilizi:
• Abitazione principale:
• Per le spese sostenute nel 2025, è prevista una detrazione del 50% su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare.
• Per gli anni 2026 e 2027, la detrazione scende al 36%, mantenendo lo stesso limite di spesa.
• Altre abitazioni:
• Nel 2025, la detrazione è del 36% sul medesimo limite di spesa di 96.000 euro
• Per gli anni 2026 e 2027, l’aliquota si riduce al 30%, con lo stesso tetto di spesa. Queste detrazioni coprono interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica (Ecobonus) e riduzione del rischio sismico (Sismabonus).
• • Superbonus: Il Superbonus è stato prorogato con una detrazione del 65% per le spese sostenute nel 2025, esclusivamente per interventi avviati prima del 15 ottobre 2024 da condomìni, proprietari di edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate e ONLUS.
• Bonus mobili: Il Bonus mobili è stato prorogato per il 2025, con una detrazione del 50% su una spesa massima di 5.000 euro, ripartita in 10 rate annuali di pari importo.
• Bonus barriere architettoniche: È prevista una detrazione del 75% per gli interventi finalizzati al superamento o all’abbattimento delle barriere architettoniche, con un limite di spesa di 50.000 euro per unità immobiliare, da ripartire in 5 quote annuali di pari importo. Queste misure mirano a incentivare la riqualificazione del patrimonio edilizio, promuovendo interventi che migliorino l’efficienza energetica, la sicurezza sismica e l’accessibilità degli edifici.
sostenibili e autonomi dal punto di vista energetico è tracciato, e l’integrazione di tecnologie avanzate rappresenta la soluzione ideale per affrontare le sfide ambientali del futuro. La scelta di intervenire oggi sugli impianti condominiali significa abbracciare
Bibliografia
una visione lungimirante e sostenibile, contribuendo attivamente alla costruzione di città più verdi e resilienti.
Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista Aicarr Journal n.90 gennaio/febbraio
1. Rossi L., Bianchi M. Ottimizzazione delle Fonti Rinnovabili in Contesti Condominiali. EnerTech. 2022, Vol. 15, 67-75.
2. Autori Vari. Impianti a Livelli: Sicurezza e Efficienza negli Impianti Elettrici. [Online] Disponibile su: https://www.impiantialivelli.it/
3. AICARR e ANIE CSI BACS GUIDA ALL’IMPIEGO DEI SISTEMI DI AUTOMAZIONE, CONTROLLO E GESTIONE TECNICA DEGLI EDIFICI ALLA LUCE DELLA NORMA UNI EN 15232-1:2017 2019 Online sito AICARR
4. Rapporto Energy & Strategy Eu.Bac: https://eubac.org/news/webinar-recap-unlocking-epc-gains-with-building-automation-and-control-systems-bacs/
5. ANIE CSI BUILDING AUTOMATION E DOMOTICA: NUOVA GUIDA PRATICA ALLE AGEVOLAZIONI FISCALI Marzo 2023 online sito ANIE CSI.
Incentivare gli interventi impiantistici nel 2025
Riepilogo delle modifiche ufficiali alle detrazioni fiscali apportate dalla Legge di Bilancio
Nell’articolo del numero di dicembre dell’Installatore Professionale, lo abbiamo chiamato “il valzer dei bonus edilizi” e finalmente ora, a gennaio, siamo arrivati agli ultimi giri. Sì, perché dopo lunghe consultazioni nelle commissioni parlamentari e votazioni dell’ultimo minuto, il 30 dicembre 2024 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 30 dicembre 2024, n. 207, ovvero la Legge di Bilancio per l’anno 2025. Una manovra fin da subito votata all’austerità, che, con questi ultimi passaggi, orienta l’anno appena iniziato al contenimento delle spese statali in tutti gli ambiti, con una particolare attenzione ai cosiddetti bonus edilizi.
Il testo ufficiale conferma le prime indiscrezioni uscite già ad ottobre riguardo alla rimodulazione delle detrazioni fiscali Bonus Casa ed Ecobonus e introduce, come ampiamente previsto, l’eliminazione delle agevolazioni per le caldaie uniche funzionanti a combustibili fossili. Ma il quadro non è ancora completo. Con il perimetro definito dalla Legge di Bilancio, nelle prossime settimane si assisterà alla pubblicazione di decreti ministeriali, circolari, vademecum, FAQ da parte di ministeri ed enti come Agenzia delle Entrate ed ENEA per dettagliare le nuove specifiche della regolamentazione dei sistemi di incentivazione più diffusi in Italia. Vediamo di seguito, incentivo per incentivo, cosa è cambiato e cosa cambierà quindi nel 2025.
Detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie
Le detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie, dette anche Bonus Casa, sono state il metodo di incentivazione più semplice e immediato per il nostro settore. Da alcuni anni questo sistema di detrazione è stato elevato al 50%, con un limite di spesa di €96.000. Come cambierà nel 2025? Nel 2025 le Detrazioni Fiscali per ristrutturazioni edilizie saranno rimodulate al 36%, per poi scendere al 30% nel 2026
FOCUS
e 2027. Il tetto di spesa massimo sarà sempre di €96.000. Ma una buona notizia arriva per le abitazioni principali. Laddove saranno svolti interventi su immobili considerati “abitazione principale”, per il cliente beneficiario verrà mantenuta l’aliquota del 50% per l’anno 2025, con un decalage al 36% nel biennio 2026-2027. Parlando di tipologie di interventi incentivabili, il Bonus Casa è sfruttabile solamente dai soggetti IRPEF per incentivare la realizzazione di interventi di ristrutturazione edilizia e il recupero del patrimonio edilizio esistente su edifici residenziali. La legislazione che regolamenta il bonus casa è molto ampia e racchiusa in molte circolari pubblicate da Agenzia delle Entrate durante gli anni. Possiamo individuare alcune grandi famiglie di interventi, di cui citiamo le più importanti ovvero la manutenzione ordinaria (incentivabile solo per le parti comuni dei condomini residenziali) e la manutenzione straordinaria, accessibile a tutti i privati. Tra gli interventi di manutenzione straordinaria attinenti al settore idrotermosanitario possiamo citare:
• rifacimento dell’impianto idrico sanitario;
• rifacimento dei servizi igienico sanitari;
• rifacimento del servizio di distribuzione dell’impianto termico;
• Ma il perimetro è più ampio, comprendendo anche interventi tecnologici, ad esempio:
• installazione climatizzazione residenziale in pompa di calore;
• installazione di un generatore a biomassa;
• installazione di collettori solari termici;
• installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo.
La detrazione spettante è da dividere in 10 quote annuali. Importante sapere che il Bonus Casa incentiva solo interventi su immobili residenziali, escludendo quindi da tale incentivo tutti gli immobili adibiti ad attività commerciali come uffici o capannoni, ma anche hotel e negozi. E le caldaie? Riportiamo di seguito il testo completo della legge di bilancio: “per le spese documentate relative agli interventi indicati nel comma 1 del citato articolo 16-bis sostenute negli anni 2025, 2026 e 2027, ad esclusione delle spese per gli interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con caldaie uniche alimentate a combustibili fossili, spetta una detrazione dall’imposta lorda pari al 36.”
Il comma 1 dell’articolo 16-bis contiene TUTTI gli interventi incentivati dal bonus casa, come manutenzione ordi-
C’è differenza tra prima casa e abitazione principale?
Per rispondere a questa domanda, utilizziamo un approfondimento eseguito da ANFIT proprio in funzione della pubblicazione della Legge di Bilancio.
“La definizione di prima casa è codificata all’interno del DPR 131/1986, che stabilisce 5 condizioni da soddisfare:
1. che l’immobile risulti di tipo residenziale;
2. che l’immobile non rientri nelle categorie catastali A1, A8, A9;
3. che l’immobile sia ubicato nel territorio del comune in cui l’acquirente ha o stabilisca entro diciotto mesi dall’acquisto la propria residenza o, se diverso, in quello in cui l’acquirente svolge la propria attività […..];
4. che nell’atto di acquisto l’acquirente dichiari di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del comune in cui è situato l’immobile da acquistare;
5. che nell’atto di acquisto l’acquirente dichiari di non essere titolare, neppure per quote, anche in regime di
comunione legale su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le agevolazioni di cui al presente articolo [….].
Da ciò si desume che il concetto di prima casa ha valenza nel momento dell’acquisto del primo immobile destinato ad abitazione presso il Comune di residenza o di lavoro da parte di una persona fisica, mentre si definiscono seconde case tutte quelle acquistate successivamente, a prescindere che siano site o meno presso quel Comune. Non è, quindi, obbligatorio che la dimora coincida con la prima casa.
La definizione di abitazione principale, invece, è codificata all’interno del DL 101/2011, che stabilisce: “Per abitazione principale si intende l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono
anagraficamente”. Ciò significa che, per individuare una unità immobiliare come abitazione principale devono essere contemporaneamente soddisfatte le seguenti 3 condizioni:
• Possesso di un titolo reale su di essa;
• Residenza anagrafica presso di essa;
• Rispetto della condizione di dimora abituale.
Da ciò si desume che l’abitazione principale deve necessariamente coincidere con la dimora.
Chiarito il significato dei due concetti, risulta evidente la differenza principale tra essi: mentre nella prima casa non si deve necessariamente risiedere, nell’abitazione principale si deve risiedere nel rispetto della condizione di dimora abituale.
Il fatto che il Legislatore, nella Legge di Bilancio 2025, abbia preso a riferimento l’abitazione principale e non la prima casa fa pensare che politicamente si sia scelto di dedicare gli incentivi agli interventi sulle unità immobiliari effettivamente vissute dai proprietari e dalle famiglie.”
naria, straordinaria, opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici, ecc… La Legge di Bilancio esclude quindi la possibilità, per le spese 2025, di usufruire dei bonus fiscali in caso di intervento di sostituzione impianto termico con una nuova “caldaia unica alimentata a combustibili fossili”.
La definizione di “caldaie uniche alimentate a combustibili fossili” non è riportata nella Legge di Bilancio, ma secondo le linee guida UE pubblicate ad ottobre, si deve intendere qualsiasi caldaia che al momento della sua installazione utilizza combustibili a prevalenza fossile (VEDI BOX).
Rimane ancora la possibilità di incentivare i sistemi ibridi sia con lo strumento Bonus Casa che Ecobonus. Un sistema ibrido, ricordiamo, è ad oggi considerato come un sistema composto da una caldaia e una pompa di calore, il tutto come factory made, quindi certificato dal produttore per funzionare in quel modo. Non è quindi possibile prendere separatamente due tecnologie di questo tipo, assemblarle ed incentivarle.
Ecobonus: la detrazione fiscale per riqualificazione energetica
Anche l’Ecobonus è stato modificato dalla Legge di Bilancio. Questa detrazione nasce nel 2007 per incentivare gli interventi di riqualificazione energetica e nella sua ultima configurazione prevedeva un’aliquota variabile tra il 50 e il 65%, in alcuni casi anche fino al 80%. Come funzionerà nel 2025? Così come per il Bonus Casa, anche l’Eco Bonus è rimodulato al 36%, per poi scendere al 30% nel 2026 e 2027.
Allo stesso modo, per interventi su immobili considerati “abitazione principale” per il cliente beneficiario, verrà mantenuta l’aliquota del 50% per l’anno 2025, con un decalage al 36% nel biennio 2026-2027.
Gli interventi seguenti riepilogano quali sono quelli più vicini al settore idrotermosanitario:
• sostituzione di un generatore esistente con una pompa di calore;
• sostituzione scaldacqua esistente con scaldacqua in pompa di calore;
• installazione di un generatore a biomassa;
• installazione di collettori solari termici;
• installazione e messa in opera di sistemi di building automation.
Anche l’Ecobonus ha un massimale di detrazione annuale per singolo immobile, ma in questo caso risulta variabile. Per esempio, gli interventi relativi a sistemi ibridi e pompe di calore hanno un massimale di detrazione pari a 30.000 euro. Dal 2020 sono presenti poi dei prezzari specifici per tecnologia per il calcolo della spesa massima ammissibile. Come si evince dall’elenco degli interventi, le caldaie sono state eliminate anche dal sistema per la riqualificazione energetica. All’appello manca però la formalizzazione delle nuove regole. Il DM 06/08/2020, detto Decreto Requisiti Minimi, è infatti diventato obsoleto con la pubblicazione della Legge di Bilancio e deve essere aggiornato con le nuove aliquote. Nelle prossime settimane si aspetta quindi un provvedimento che specifichi la nuova modalità di applicazione dell’Ecobonus e, probabilmente, introduca anche i cambiamenti tecnici richiesti dalle direttive europee.
La definizione di “Caldaie uniche alimentate a combustibili fossili” per l’UE
Negli scorsi mesi si è parlato molto dello stop agli incentivi sulle caldaie autonome funzionanti a combustibili fossili dal 1° gennaio 2025. Questo dettaglio, contenuto nella versione definitiva della Direttiva Case Green pubblicata ad aprile, ha fin da subito generato dubbi di interpretazione per quanto riguarda il termine stesso di “caldaie autonome funzionanti a combustibili fossili”. La definizione precisa infatti non è stata data contestualmente alla pubblicazione della direttiva, lasciando in sospeso quali tipologie potenzialmente fossero a rischio di perdere la possibilità di essere
incentivate e quali invece potessero continuare con gli aiuti economici. Ad ottobre però, la Commissione europea con alcune linee guida rivolte agli Stati membri, ha specificato come si debba intendere esattamente la caldaia standalone. Si tratta di un apparecchio che:
• utilizza fonti energetiche non rinnovabili come combustibili solidi, gas naturale e gasolio;
• non è combinato con un altro generatore di calore che impiega energia rinnovabile, la quale fornisce una quota considerevole della produzione energetica complessiva
dell’impianto.
Importante anche capire come valutare se una caldaia viene considerata alimentata da combustibili fossili: bisogna guardare al mix di combustibili nella rete del gas al momento dell’installazione della caldaia, senza contare ipotetici usi futuri di gas rinnovabili come biometano e idrogeno verde. La regola generale è che se la rete del gas locale trasporta prevalentemente gas naturale, l’installazione di caldaie a gas non dovrebbe ricevere incentivi finanziari.
Ora si attende la trasposizione nella legislazione italiana di questa definizione.
Bonus Mobili ancora presente
Come già anticipato, anche il Bonus Mobili è stato prorogato per il 2025 con un tetto di spesa da €5.000, con le stesse modalità del 2024 quindi. La detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione, è stata spesso utilizzata nel settore idrotermosanitario per completare gli arredi durante le ristrutturazioni impiantistiche di bagni e quindi molto utile per i clienti delle aziende installatrici. In aggiunta alla detrazione, il Governo ha introdotto un contributo economico per incentivare l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica prodotti in Europa, favorendo il risparmio energetico, il riciclo degli apparecchi obsoleti e il sostegno all’industria. Con questo sistema, si vuole incentivare l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica (classe non inferiore alla B e prodotti in Europa) con l’obiettivo di ridurre i consumi elettrici domestici, migliorare l’efficienza energetica in tale
ambito, sostenere la competitività del sistema produttivo industriale e promuovere il corretto smaltimento e riciclo degli apparecchi sostituiti.
Il contributo copre fino al 30% del costo di un singolo elettrodomestico, con un limite massimo di 100 euro per ciascun elettrodomestico. Il limite è elevato a 200 euro per le famiglie con un ISEE inferiore a 25.000 euro. In ogni caso, ogni nucleo familiare può beneficiare del contributo per un solo elettrodomestico.
La limitazione alle detrazioni IRPEF
Tutte queste modifiche sono inoltre da sommare a una novità, sempre introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, relativa alle spese detraibili massime di un nucleo familiare. Infatti, la legge introduce un significativo limite alle detrazioni Irpef dei contribuenti che, dal 2025, conseguiranno redditi superiori a 75mila euro. I massimali di detrazione saranno calcolati in base a due variabili: il reddito complessivo dichiarato dal contribuente e la sua situazione familiare.
Il futuro degli incentivi per il settore impiantistico
Tirando le somme, dopo questi ultimi mesi e anni di decreti e leggi, appare chiaro come la volontà sia quella da parte dello stato di introdurre significativi limiti allo strumento “detrazione fiscale”. Uno strumento che ha fatto la storia del nostro settore ma che ha dimostrato limiti inequivocabili. Come sottolineato nel documento del 19/04/2024 pubblicato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio e già analizzato in un precedente articolo dell’Installatore Professionale, le detrazioni fiscali presentano molte controindicazioni: le aliquote fisse, ad esempio, equiparano tutti gli interventi della stessa categoria che rispettano soltanto un set di requisiti minimi, penalizzando così le tecnologie più virtuose. Allo stesso tempo, il metodo di accesso “automatico” per cui non è previsto alcun controllo preventivo crea dei grossi problemi sia in termini di previsioni di bilancio statale sia di controllo frodi. Per questo ci si aspetta una graduale sostituzione di questa tipologia di incentivazione con dei sistemi studiati per mediare queste problematiche. Non sorprende quindi che il Conto Termico, l’incentivo economico per l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili che dal 2016 premia privati, aziende e pubblica amministrazione, sia in fase di revisione e potenziamento. Ricordiamo che il Conto Termico prevede proprio una valutazione preliminare da parte di un ente (GSE) prima dell’erogazione e un incentivo regolato in base alla prestazione della tecnologia scelta per l’intervento. Al momento della stesura di questo articolo, il Decreto Ministeriale che regolamenterà la nuova versione potenziata e aggiornata, è in fase di revisione. La pubblicazione è attesa per il mese di febbraio e molta aspettativa si sta creando intorno a questo sistema di incentivazione.
Che sia la svolta per coprire il vuoto lasciato nel 2025 dalle Detrazioni Fiscali in alcuni contesti?
Novità anche per installatori e manutentori impianti in materia di gestione dei rifiuti
RENTRI: tracciabilità digitale dei rifiuti
Di Stefano Balzarotti
NNello svolgimento delle attività di installazione e manutenzione impianti, è cosa normale per le aziende impiantiste trasformare un “bene”, di proprietà del cliente, in un rifiuto, ovvero “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”.
Dal 2006, con l’entrata in vigore del D.Lgs 152/2006, installatori e manutentori hanno avuto modo di operare una corretta gestione documentale dei rifiuti attraverso documenti cartacei, come ad esempio Formulari Identificativi del Rifiuto (FIR), Registri di Carico e Scarico, Modelli Unici di Dichiarazione dei Rifiuti (MUD).
Dopo anni di implementazione, dal 13 febbraio
2025, occorrerà operare una gestione digitale dei documenti attraverso il RENTRI.
Il RENTRI è il nuovo Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti, un sistema digitale italiano concepito per monitorare la gestione dei rifiuti. Il sistema digitalizza formulari e registri, semplificando gli adempimenti per le aziende e fornendo dati alla pubblica amministrazione per le politiche ambientali e il contrasto alle attività illecite.
Il Decreto Direttoriale del 21 settembre 2023 chiarisce le tempistiche di iscrizione e gli adempimenti previsti, che variano soprattutto in funzione del numero di dipendenti:
• Gli enti o imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con più di 50 dipendenti si iscrivono a decorrere dal 15 dicembre 2024 ed entro il 13 febbraio 2025;
• Gli enti o imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con più di 10 e fino a 50 dipendenti compresi si iscrivono a decorrere dal 15 giugno 2025 ed entro il 14 agosto 2025;
• Gli enti o imprese produttori iniziali di soli rifiuti speciali pericolosi con un numero di dipendenti inferiore o uguale a 10 sono tenuti a iscriversi al RENTRI a decorrere dal 15 dicembre 2025 ed entro il 13 febbraio 2026;
• I produttori di rifiuti speciali pericolosi non rientranti in organizzazioni di ente e impresa sono tenuti a iscriversi al RENTRI a decorrere dal 15 dicembre 2025 ed entro il 13 febbraio 2026, a prescindere dal numero di dipendenti.
Il numero dei dipendenti è calcolato in base al numero di persone che lavorano, con vincoli di subordinazione, per conto dell’ente o dell’impresa, in forza di un contratto di lavoro, e che percepiscono per il lavoro effettuato una remunerazione, ed è riferito alla totalità dei dipendenti presenti nell’impresa o nell’ente al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento.
Le aziende di installazione e manutenzione impianti rientrano prevalentemente nelle casistiche:
• Produttori di rifiuti pericolosi e non pericolosi da lavorazioni artigianali con più di 10 e meno di 50 dipendenti;
• Imprese/enti produttori di rifiuti pericolosi fino a 10 dipendenti.
Obblighi per produttori con più di 10 e fino a 50 dipendenti
Dal 13 febbraio 2025
• tengono il registro di carico e scarico in formato cartaceo con il nuovo modello vidimato presso la CCIAA
• emettono i FIR con il nuovo modello in formato cartaceo con vidimazione digitale
APPROFONDIMENTO
Quando bisogna effettuare l’iscrizione al RENTRI
15/06/2023
Il regolamento entra in vigore
Impianti di trattamento rifiuti
Trasportatori di rifiuti
Commercianti/intermediari di rifiuti
Imprese/enti produttori di rifiuti pericolosi (tra 11 e 50 dipendenti)
Consorzi per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti
Imprese/enti produttori di rifiuti pericolosi (più di 50 dipendenti)
Imprese/enti produttori di rifiuti non pericolosi da attività industriali e artigianali (più di 50 dipendenti)
Delegati
Dal 15 giugno 2025 ed entro il 14 agosto 2025 si iscrivono
Dalla data di iscrizione
• tengono il registro di carico e scarico in formato digitale
• trasmettono al RENTRI i dati del registro di carico e scarico
Dal 13 febbraio 2026
• emettono i FIR in formato digitale
• trasmettono al RENTRI i dati dei FIR riferiti ai rifiuti pericolosi
Obblighi per produttori di rifiuti pericolosi fino a 10 dipendenti
Dal 13 febbraio 2025
• tengono il registro di carico e scarico in formato cartaceo con il nuovo modello vidimato presso la Camera di commercio
• emettono i FIR con il nuovo modello in formato cartaceo con vidimazione digitale
Dal 15 dicembre 2025 ed entro il 13 febbraio 2026 si iscrivono
Dalla data di iscrizione
• tengono il registro di carico e scarico in formato digitale
• trasmettono al RENTRI i dati del registro di carico e scarico
Dal 13 febbraio 2026
• emettono i FIR in formato digitale
• trasmettono al RENTRI i dati dei FIR riferiti ai rifiuti pericolosi
Obblighi per altri produttori di rifiuti non pericolosi
Imprese produttori iniziali di soli rifiuti non pericolosi
Imprese/enti produttori di rifiuti non pericolosi da attività industriali e artigianali (tra 11 e 50 dipendenti)
15.12.25
13.02.26
Imprese/enti e produttori di pericolosi (fino a 10 dipendenti)
Produttori di pericolosi diversi da imprese o enti
nell’ambito di lavorazioni artigianali, dell’edilizia e delle costruzioni, a prescindere dal numero di dipendenti, non dovranno iscriversi al RENTRI e non dovranno tenere il registro di carico e scarico, ma dal 13 febbraio 2025 dovranno registrarsi al RENTRI per emettere e vidimare il FIR cartaceo.
Il formulario di identificazione del rifiuto (FIR)
Il formulario di identificazione (FIR), come stabilito dall’articolo 193, comma 1, del D.Lgs 3 aprile 2006, n.152 accompagna il trasporto dei rifiuti.
Il FIR è emesso dal produttore o dal detentore dei rifiuti ed è integrato e sottoscritto, per la parte di propria competenza, dagli operatori coinvolti nelle diverse fasi del trasporto.
Ferma restando la responsabilità del produttore o del detentore con riferimento alle informazioni di propria competenza, il formulario può essere emesso e compilato a cura del trasportatore, a seguito di richiesta del produttore o del detentore.
Cosa cambia?
Il Decreto 4 aprile 2023 n. 59:
• definisce il nuovo modello di FIR che entra in vigore il 13 febbraio 2025 per tutti gli operatori;
• fissa una scadenza unica a partire dalla quale gli iscritti al RENTRI gestiscono il FIR in formato digitale;
• prevede l’obbligo di vidimazione digitale (sia per i FIR cartacei che digitali);
• stabilisce l’obbligo di trasmissione al RENTRI dei dati dei FIR per i rifiuti pericolosi;
• mette in capo al destinatario, nel caso di FIR digitale,
l’obbligo di trasmettere il formulario controfirmato e datato a tutti i soggetti intervenuti nella movimentazione.
Cosa non cambia?
La disciplina prevista dall’art. 193 del D.lgs. 152/2006 rimane immutata per quanto riguarda:
• i soggetti obbligati all’emissione e alla gestione del formulario di identificazione del rifiuto;
• i soggetti esonerati dall’emissione e dalla gestione dei FIR (a titolo esemplificativo trasporto di rifiuti urbani, conferimento di rifiuti agricoli al gestore del servizio pubblico di raccolta, movimentazione in aree private);
• la possibilità in alcuni casi (es. spedizioni transfrontaliere) di sostituire il FIR con documenti alternativi;
• regimi particolari previsti dall’art. 193 (a titolo esemplificativo rifiuti da manutenzione);
• responsabilità di ogni operatore delle informazioni inserite e sottoscritte nella parte di propria compe -
Differenza fra iscrizione e registrazione
L’iscrizione è la procedura attraverso la quale si viene abilitati all’uso delle funzionalità telematiche del RENTRI. Va effettuata, esclusivamente via telematica, attraverso il portale del RENTRI integrato nella piattaforma telematica dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali.
L’accesso avviene con strumenti digitali di autenticazione da parte di uno o più utenti che rappresentano l’operatore.
L’iscrizione è completata con la trasmissione della pratica alla Sezione dell’Albo, la contestuale protocollazione e non è prevista nessuna attività di controllo. Il rappresentante dell’operatore può abilitare altre persone fisiche che, in qualità di incaricati, potranno accedere al RENTRI per completare l’iscrizione, utilizzare i servizi messi a disposizione dal RENTRI, trasmettere i dati dei registri di carico e scarico e dei formulari di identificazione dei rifiuti.
A completamento dell’iscrizione l’utente deve procedere al pagamento, per ogni unità locale, dei seguenti importi:
• Diritto di segreteria pari a 10€;
• Contributo annuale diversificato in relazione alla tipologia di impresa.
Ad esempio, con riferimento alle principali tipologie di aziende di installazione e manutenzione impianti:
•Imprese o enti produttori di rifiuti con dipendenti superiori a 10 e minori di 50 versano 50€ il primo anno e 30€ per ogni annualità successiva
•Tutti gli altri produttori, diversi da aziende con più di 50 dipendenti, versano 15€ il primo anno e 10€ per ogni annualità successiva.
Il versamento del contributo annuale viene effettuato, successivamente all’iscrizione, entro il 30 aprile di ogni anno.
tenza, anche nel caso in cui il FIR viene compilato dal trasportatore;
• l’esonero della responsabilità del produttore o del detentore per il recupero o smaltimento dei rifiuti a seguito dell’acquisizione della IV copia del formulario compilato in tutte le sue parti.
Le tempistiche dei formulari
Fino al 12 febbraio 2025 il formulario di trasporto si tiene con i modelli “vecchi”, definiti dal D.M. 145/1998 in formato cartaceo. I produttori emettono il FIR cartaceo con i vecchi modelli previsto dal DM 145 del 1998, vidimati presso la CCIAA o tramite il servizio delle Camere di commercio VIVIFIR, con compilazione manuale o con sistemi gestionali;
Dal 13 febbraio 2025 e fino al 12 febbraio 2026 il FIR si tiene ancora in formato cartaceo con il nuovo modello da vidimare digitalmente tramite RENTRI. (Per vidimare digitalmente le aziende di installazione
I versamenti sono effettuati con la piattaforma per i pagamenti verso la Pubblica amministrazione (pagoPA).
La registrazione è l’operazione che i soggetti non tenuti all’iscrizione al RENTRI o non ancora iscritti, devono effettuare per poter fruire del servizio di produzione e vidimazione digitale del Formulario di identificazione del rifiuto. Per effettuare la registrazione è necessario accedere all’area “Produttori di rifiuti non iscritti” del portale RENTRI. Richiede un set minimo di informazioni, non comporta alcun pagamento di diritti o contributi e deve essere effettuata solo nel momento in cui si avrà la necessità di vidimare digitalmente il primo FIR.
La registrazione si effettua secondo la seguente procedura:
1. Accesso al servizio mediante autenticazione con identità digitale (SPID per persona fisica o giuridica, CNS, CIE) da parte del rappresentante del produttore. Nel caso di impresa, il rappresentante viene identificato mediante interoperabilità con il Registro delle Imprese. In tutti gli altri casi (enti, professionisti e soggetti non identificabili attraverso l’interrogazione del Registro Imprese) il sistema richiede al soggetto che intende effettuare la registrazione, via PEC, di riconoscere il titolo dell’utente per rappresentarlo e quindi operare sul RENTRI per proprio conto.
2. Creazione del profilo produttori non iscritto con acquisizione dei dati anagrafici dal Registro imprese, da Indice PA o da altre banche dati ufficiali.
3. Inserimento delle persone fisiche che, in qualità di incaricati, potranno utilizzare i servizi della piattaforma telematica per conto dell’operatore.
APPROFONDIMENTO
devono procedere alla registrazione dell’utente sul RENTRI). I vecchi modelli dei FIR, anche se già vidimati, non possono più essere utilizzati.
La compilazione può essere effettuata utilizzando:
• i propri sistemi gestionali;
• i servizi di supporto messi a disposizione dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica;
• manualmente.
Operativamente, il produttore stampa il FIR cartaceo in due copie e trattiene la prima.
Il trasportatore e il destinatario aggiungono le informazioni di competenza e sottoscrivono il FIR cartaceo.
Il trasportatore trasmette, al produttore o al detentore e agli operatori coinvolti nelle diverse fasi del trasporto, la riproduzione della copia del formulario sottoscritto dal destinatario.
La trasmissione della copia può avvenire mediante:
• consegna diretta;
• posta elettronica certificata;
• servizi resi disponibili dal RENTRI.
In questo ultimo caso gli operatori scaricano la copia in autonomia direttamente dal RENTRI. (Per scaricare la IV copia dal ENTRI, le aziende di installazione devono procedere alla registrazione dell’utente sul RENTRI).
Dalla data unica del 13 febbraio 2026 i produttori iscritti al RENTRI emettono il FIR in formato digitale il FIR è emesso in formato digitale per:
• i rifiuti pericolosi;
• i rifiuti non pericolosi prodotti nell’ambito di lavorazioni industriali, artigianali e derivanti dall’attività di recupero e smaltimento di rifiuti, fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue, nonché i rifiuti da abbattimento di fumi, da fosse settiche e da reti fognarie, quando il produttore ha più di 10 dipendenti.
Per i rifiuti non pericolosi derivanti da altre attività non vi è obbligo di emissione del FIR in formato digitale.
La vidimazione avviene sempre tramite il RENTRI. Per la compilazione del FIR digitale è possibile utilizzare:
• i sistemi gestionali degli operatori;
• i servizi di supporto messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica tramite il RENTRI per coloro che non dispongono di sistemi gestionali.
Il trasportatore e il destinatario aggiornano il FIR nelle diverse fasi del trasporto tramite i propri sistemi gestionali o avvalendosi dei servizi di supporto messi a disposizione dal RENTRI.
Il FIR digitale deve essere sottoscritto digitalmente dal produttore e dal trasportatore prima dell’avvio del
trasporto e dal destinatario al momento della presa in carico del rifiuto.
La sottoscrizione può essere effettuata anche mediante il certificato rilasciato dal RENTRI.
Il destinatario trasmette al produttore tramite il RENTRI, nel rispetto delle tempistiche fissate nei decreti direttoriali, il FIR completo e firmato da tutti i soggetti.
I registri di carico e scarico
Le aziende di installazione e manutenzione, salvo alcune eccezioni, devono, ai sensi dell’articolo 190 del D.Lgs 152/2006, tenere il registro di carico e scarico.
Cosa cambia?
Il Decreto 4 aprile 2023 n. 59 stabilisce:
• i nuovi modelli;
• l’obbligo di vidimazione e tenuta digitale dei registri di carico e scarico a partire dall’iscrizione;
• l’obbligo di trasmissione al RENTRI dei dati annotati sul registro di carico e scarico.
Cosa non cambia?
La disciplina prevista dall’art.190 del D.lgs. 152/2006 rimane immutata per quanto riguarda
• i soggetti obbligati alla tenuta dei registri di carico e scarico
• i soggetti esonerati dall’obbligo di tenuta (produttori di rifiuti non pericolosi con meno di 10 dipendenti)
• luogo di tenuta del registro e periodo di conservazione
• i tempi per l’annotazione dei movimenti sul registro di carico e scarico
• la possibilità per le Associazioni di tenere il registro per conto dei propri associati.
Le tempistiche dei registri di carico e scarico
Fino al 12 febbraio 2025 , il registro si tiene con i
“vecchi modelli cartacei”, definiti dal D.M. 148/1998.
Dalla data di entrata in vigore dei nuovi modelli non sarà più possibile utilizzare i vecchi modelli di registro di carico e scarico, anche se già vidimati.
Dal 13 febbraio 2025 , operatori professionali e produttori di rifiuti con più di 50 dipendenti tengono il registro in formato digitale.
Dal 13 febbraio 2025 e fino alla data di iscrizione al RENTRI i produttori con meno di 50 dipendenti continuano a tenere il registro in formato cartaceo ma con il nuovo modello scaricabile dal portale del RENTRI, da vidimare presso le Camere di Commercio.
Dall’iscrizione scatta l’obbligo di tenuta del registro in formato digitale.
Per la tenuta in formato digitale, gli operatori possono utilizzare:
• i propri sistemi gestionali;
• i servizi di supporto messi a disposizione dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica tramite il RENTRI per coloro che non dispongono di sistemi gestionali.
Trasmissione al RENTRI dei dati contenuti nel registro di carico e scarico digitale
La trasmissione dei dati del registro di carico e scarico digitale deve essere effettuata con cadenza mensile, entro la fine del mese successivo a quello in cui è stata effettuata l’annotazione sul registro locale.
La trasmissione può essere effettuata mediante:
• interoperabilità tra il sistema gestionale dell’utente e il RENTRI;
• i servizi di supporto messi a disposizione dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.
La trasmissione al RENTRI può essere effettuata dai soggetti che il produttore ha individuato come delegati ai sensi dell’art. 18 del Regolamento: in questo
caso la trasmissione viene effettuata entro la fine del secondo mese successivo a quello in cui è stata effettuata l’annotazione.
I servizi messi a disposizione dal MASE tramite il RENTRI consentono agli operatori iscritti di adempiere a tutti gli obblighi di tenuta del registro di carico e scarico in modalità digitale, quali:
• apertura e vidimazione digitale del registro;
• inserimento dei dati previsti dai nuovi modelli;
• verifica dei dati inseriti;
• produzione del file da portare in conservazione;
• stampa di copia cartacea del registro (per uso interno);
• trasmissione dei dati al RENTRI.
In conclusione
Come avvenuto in altri ambiti, ad esempio quello “FGAS” o quello degli “impianti termici”, con l’introduzione di registri informatici aumentano le competenze richieste agli operatori del settore.
Il RENTRI rappresenta un importante passo avanti nella gestione dei rifiuti in Italia, con particolare rilevanza per i produttori di rifiuti con meno di 10 dipendenti. La transizione da un sistema cartaceo a uno digitale porta però con sé una serie di vantaggi, tra cui la riduzione della burocrazia, la semplificazione delle procedure, una maggiore efficienza operativa e la facilità di conformità normativa. All’interno del sistema, l’area “Produttori di rifiuti non iscritti” è un valido strumento per facilitare la transizione per le piccole imprese, offrendo un’interfaccia più semplice per l’adempimento degli obblighi.
Nonostante le possibili sfide iniziali, l’adozione del RENTRI porterà a un sistema di gestione dei rifiuti più moderno, efficace e sostenibile, in linea con gli obiettivi ambientali nazionali ed europei.
IDROGENO, PRESENTATA LA STRATEGIA NAZIONALE
Lo scorso 26 novembre 2023, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha presentato la “Strategia Nazionale sull’Idrogeno”, un documento che segna un passo importante verso l’integrazione dell’idrogeno come elemento chiave nella transizione energetica del nostro Paese.
La strategia chiarisce infatti la volontà del Governo di riconoscere nell’idrogeno una delle soluzioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione in coerenza con gli impegni assunti nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) al 2030 e nel Net Zero al 2050. Allo stesso tempo è centrale il tema della necessarietà del mix energetico che prevede un mix di strumenti, tra i quali una progressiva elettrificazione
dei consumi energetici abbinata all’aumento della produzione da fonti rinnovabili, lo sviluppo della CCS (Carbon Capture and Storage), dei biofuel, del biometano, della possibile fonte nucleare e, non ultimo, dell’idrogeno (rinnovabile e a bassa emissione carbonica).
L’idrogeno come pilastro della transizione energetica Il cambiamento climatico e la crescente necessità di diversificare le fonti
La Strategia Nazionale sull’Idrogeno traccia il piano per sviluppare l’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni in Italia entro il 2050, puntando su decarbonizzazione, innovazione e creazione di un hub energetico nel Mediterraneo. Ma secondo Assotermica il ruolo del civile è sottovalutato
di energia hanno reso l’idrogeno una delle risorse energetiche più promettenti a livello globale. L’idrogeno, in particolare quello “verde” (prodotto da energie rinnovabili tramite l’elettrolisi dell’acqua), rappresenta una soluzione innovativa per immagazzinare energia e utilizzarla in settori difficilmente decarbonizzabili come l’industria pesante, i trasporti pesanti (camion, navi, treni), e la produzione di energia elettrica in aree non facilmente raggiungibili dalle rinnovabili.
Inoltre, l’idrogeno può essere una risorsa importante per il riequilibrio del sistema energetico, facilitando l’integrazione delle rinnovabili intermittenti e la stabilizzazione delle reti.
Gli obiettivi della Strategia Nazionale sull’Idrogeno
Gli obiettivi principali della SNI sono chiari e mirano a un’implementazione graduale ma incisiva dell’idrogeno nella matrice energetica nazionale. La strategia si articola in
tre obiettivi principali:
• Decarbonizzazione dei settori ad alta intensità di carbonio. Uno degli obiettivi primari della SNI è la riduzione delle emissioni di gas serra, con l’idrogeno che gioca un ruolo cruciale nella decarbonizzazione dei settori più difficili da elettrificare, come l’industria pesante (acciaio, cemento, chimica) e la mobilità pesante (camion, navi, aerei). L’idrogeno “verde”, prodotto a partire da fonti rinnovabili, è considerato essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica al 2050.
• Diversificazione delle fonti energetiche e aumento della sicurezza energetica. L’idrogeno rappresenta una forma di energia che può essere prodotta sia a livello nazionale che importato, contribuendo così a ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio. In un periodo storico in cui la sicurezza energetica è una priorità, la SNI mira a sviluppare una filiera dell’idrogeno che garantisca una maggiore indipendenza energetica, facendo leva sulle risorse rinnovabili e sulle tecnologie avanzate.
• Sostenibilità economica e creazione di posti di lavoro. Un altro obiettivo strategico è stimolare la crescita economica attraverso la creazione di una nuova industria legata all’idrogeno. La SNI prevede la creazione di nuovi posti di lavoro nelle tecnologie associate all’idrogeno, nella produzione, distribuzione e utilizzo dell’idrogeno, oltre a favorire l’innovazione tecnologica e industriale. Questo si allinea con gli obiettivi dell’Unione Europea per la crescita economica sostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle energie pulite.
Un percorso in tre fasi
La strategia nazionale sull’idrogeno non si limita a fissare degli obiettivi, ma delinea anche un piano concreto per la loro realizzazione, suddiviso in tre fasi progressive.
Decarbonizzazione
Fase 1: (oggi-2030) – Avvio e consolidamento della filiera. La prima fase della strategia si concentra sull’avvio della filiera dell’idrogeno e sulla creazione di un mercato nazionale. Fino al 2030 l’evoluzione della domanda di idrogeno sarà guidata dagli obblighi europei della RED III nei settori dell’industria e dei trasporti. L’Italia ha già intrapreso un percorso per avviare il mercato dell’idrogeno, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), tramite il quale saranno finanziati i primi progetti di produzione di idrogeno, che dovranno essere operativi entro il 2026. In questo orizzonte, la strategia nazionale dell’idrogeno punta ad implementare misure per facilitare la messa a terra di tali progetti, lavorando su schemi incentivanti per abbattere il costo dell’idrogeno, sul supporto alla catena del valore fino all’utilizzatore finale, sulla normativa e sui percorsi autorizzativi ambientali e per la sicurezza.
• Fase 2: 2030-2040 – Espansione e sviluppo del mercato. Nel periodo successivo, la strategia prevede
un’espansione significativa delle capacità di produzione, con una crescente integrazione dell’idrogeno nei settori industriali e dei trasporti. Questa fase sarà caratterizzata da un set di misure pensate per dar seguito alle iniziative guidate dagli obblighi europei e dal PNRR per far partire un vero mercato dell’idrogeno, anche attraverso lo sviluppo di soluzioni di grande taglia in grado di abbattere i costi di esercizio.
• Fase 3: 2040-2050 – Consolidamento della leadership e neutralità climatica. L’ultima fase della strategia è quella in cui l’Italia raggiunge l’obiettivo di neutralità climatica, con l’idrogeno che diventa una componente centrale della nostra economia a basse emissioni. Il 2050 rappresenterà il punto di arrivo degli impegni Net Zero, con una penetrazione dell’idrogeno che potenzialmente potrà raggiungere circa il 18% dei consumi finali dell’industria HTA e del 30% dei consumi finali nel settore dei trasporti. L’infrastruttura sarà protagonista per lo scambio
di energia con altri Paesi, consolidando il ruolo dell’Italia come hub di import dell’idrogeno per il contesto europeo con infrastrutture di reti gas collegate al Nord Africa e un insieme di porti (sia sul Tirreno che sull’Adriatico), abilitati per l’import di idrogeno e altri vettori energetici (ad esempio ammoniaca, metanolo).
Assotermica: manca il focus sul civile
Sebbene l’ambito industriale sia dichiaratamente riconosciuto come il principale settore di utilizzo, Assotermica ricorda come il settore civile assicurerebbe una domanda di idrogeno stabile e sufficiente per facilitare gli investimenti nelle strutture di produzione confermando una volta in più come sia un volano per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
Secondo Mauro Farronato, Vicepresidente e Capogruppo di Assotermica: “La Dichiarazione ministeriale di Chaillot firmata da settanta Paesi a Parigi nel marzo di quest’anno in occasione del Buildings and Climate Global Forum aveva giustamente individuato il settore edilizio come ‘challenging to decarbonise’ per via della complessità delle catene del valore e le interdipendenze fra i suoi stakeholder. I nuovi gas, incluso l’idrogeno, devono poter giocare un ruolo chiave in tutti i settori dell’economia e della società, senza preclusioni ideologiche. La strategia dell’idrogeno presentata può rappresentare un concreto follow up della dichiarazione, riconoscendo tra i destinatari il settore civile”.
Assotermica è fermamente convinta che in un periodo così decisivo e con uno scenario così sfidante si debbano sfruttare tutte le opzioni per raggiungere il risultato finale, con la consapevolezza di avere dalla propria anche un’industria degli apparecchi utilizzatori già ampiamente pronta a utilizzare miscele sempre più significative d’idrogeno.
The REHVA HVAC World Congress CLIMA is the leading international scientific congress in the field of heating, ventilation, and air conditioning (HVAC). After the great success of the 2022 edition, organized by the Dutch association TVVL, the baton now passes to AiCARR for the organization of CLIMA 2025: the 15th REHVA HVAC World Congress, which will be held in Milan, Italy, from June 4th to 6th, 2025.
The theme of this Italian edition is “Decarbonized, healthy, and energy-conscious buildings in future climates”, a topic that highlights the fundamental importance of the HVAC sector in all its aspects. In this perspective, CLIMA 2025 will offer professionals, academics, and companies in the HVAC sector a unique opportunity for international discussion about these “hot” topics.
MORE INFO: www.climaworldcongress.org info@climaworldcongress.org | info@aicarr.org
Strategie di Marketing
A cura di Christian Elia, General Manager eTeamPro
LE PAROLE PROIBITE CON I CLIENTI: TU LE CONOSCI?
Le parole hanno un potere enorme, e vanno scelte accuratamente per veicolare la comunicazione su un piano armonico. Ecco quelle da evitare in assoluto con i clienti
e parole che pronunciamo hanno una grande importanza e sono decisive nel trasmettere i nostri messaggi alle persone che abbiamo intorno. L’obiettivo è certamente quello di farci capire, ecco perché spesso si parla di comunicazione efficace. E in più, le parole sono anche determinanti nell’indirizzare le nostre relazioni, in senso positivo e anche negativo. Spesso si sottovaluta tutta questa importanza e capita di sentire le persone dire frasi come: “ma sì, l’ho so che ho usato queste parole, però non farci troppo caso, è solo un modo di dire”.
LLa verità è che le parole hanno un potere preciso, cioè quello di generare in noi pensieri ed emozioni. Si tratta di qualcosa di molto grande, potremmo dire che questa è proprio l’essenza della questione. Pensate a quando siamo noi ad ascoltare i vocaboli di qualcun altro. Nel mentre che prestiamo attenzione, quel susseguirsi di parole genera in noi delle immagini e, in
contemporanea, anche dei pensieri. È proprio in base a questi pensieri che si creeranno delle sensazioni, a volte piacevoli e altre volte invece negative. E così sarà un susseguirsi di emozioni e reazioni, che ci porteranno anche a prendere decisioni, oppure a formarci un’opinione. Certo, tutto questo può succedere anche nel mentre osserviamo un tramonto, magari nel più assoluto silenzio e anche da soli. Eppure le parole hanno una capacità di indurre, imprimere e stimolare reazioni emotivi negli esseri umani, è per questo che una padronanza della comunicazione può aiutare a gestire meglio le proprie relazioni, anche quelle commerciali con i clienti. Ottenere una comunicazione sempre più efficace passa, principalmente, dalla conoscenza e dall’applicazione.
La prima parola da bandire: NO
Oggi con questo articolo, in particolare, approfondiamo il tema delle parole che tendono a generare emozioni contrastanti o negative. Conoscerle significa avere certamente più consapevolezza, e in questo modo si può decidere di
evitarle, dosarle in modo giusto, oppure semplicemente rendersi meglio conto di cosa sta avvenendo in un dialogo, ad esempio commerciale. E quindi, rimanendo nel mondo della vendita, abbiamo una parola che certamente conquista il trofeo dei termini negativi, ed è il “NO”. Se stiamo attenti ai dialoghi e alle parole che vengono usate, ci rendiamo conto che il “NO” è piuttosto diffuso. È un po’ come il prezzemolo, lo si trova ovunque, e spesso è all’inizio o al termine di una frase. Se guardate la televisione, vi capiterà di vedere qualche famoso personaggio intervistato, politico o sportivo che sia. Fateci caso, di solito la prima parola che utilizzerà per rispondere sarà “NO”. Ad esempio uno sportivo dirà: “No, è andata molto bene la partita e nel secondo tempo abbiamo recuperato il risultato”. Oppure un politico: “No, dobbiamo solo trovarci a dialogare con la maggioranza per trovare la quadra.”
E più ascolterete i dialoghi, più noterete che questo intercalare iniziale è tutt’altro che “intercalare”. Si tratta di un istinto di avversare l’interlocutore, che nasce dalle aree primordiali del nostro cervello, sempre concentrate sulla difesa del proprio territorio.
Come faccio a dire sì quando voglio dire no?
La parola “NO” è quindi l’avversativo per eccellenza, che diventa alle orecchie dell’interlocutore una sorta di muro che esprime opposizione e contrasto. Nelle relazioni commerciali è invece fondamentale creare apertura e dialogo, perciò la parola “NO” è realmente proibita. E cosa utilizzare al suo posto quindi? Diciamo che è eccellente utilizzare la parola “SÌ”.
Sorge quindi una domanda: nei casi in cui dovrei utilizzare il termine “NO”, come faccio invece a usare il “SÌ”? È giusto poter dire quello che si deve dire, solo che occorre farlo andando ad aprire le porte “recettive” dell’interlocutore, e lo si può fare iniziando con una parola positiva come il “SÌ”, e poi proseguendo indicando il proprio punto di vista. Immaginate ad esempio che il cliente ci chieda: “Il prodotto mi interessa, mi fai lo sconto?”. Se la vostra intenzione è quella di evitare sconti, proprio per mantenere il valore della soluzione proposta, allora una risposta utile può essere:“Sì, immagino che mi chiedi lo sconto per avere un giusto vantaggio economico. Ti dico quindi che sul prodotto ti ho già garantito il prezzo migliore e voglio comunque soddisfare la tua esigenza e ti chiedo: “ti è vantaggiosa una maggiore dilazione sui pagamenti?” Qualcuno potrebbe pensare che è un modo elegante (e efficace) per comunicare al cliente che il prezzo non si tocca, e infatti è così! Pensate se al cliente dite invece: “No, lo sconto non te lo faccio.” In questo caso, le immagini e i pensieri che si generano nella mente sono altri, e anche le emozioni virano, irrimediabilmente, verso il negativo. Questo succede perché noi agganciamo alle parole tutta una serie di reazioni chimiche concatenate, che coinvolgono i neuroni e gli ormoni. E il “NO”, come il “SÌ”, sono termini che
generano dei forti automatismi negli esseri umani. Si tratta di qualcosa che avviene in pochi millisecondi, generando in noi sensazioni, pensieri e quindi emozioni. Le emozioni positive ci spingono verso una maggiore apertura nel dialogo, mentre quelle negative ci spingono a chiuderci, sempre di più. Per questo nella relazioni commerciali (così come in tutte le relazioni) serve stimolare, spesse volte, verso l’apertura. Dico spesse volte, e non sempre, perché può essere utile a volte un “NO” per bloccare un interlocutore che ha “guadagnato” troppo vantaggio negoziale, ma questo è un altro argomento di cui parleremo in futuro.
Abbiamo quindi capito che il “NO”, soprattutto se ripetuto, genera contrapposizione, contrasto e blocchi, portando anche alla chiusura immediata di una trattativa. Pensate se viene detta al cliente questa frase: “No, non hai capito niente di quello che ti ho detto.” Ecco, con questa frase sia può assurgere, di diritto, alla vittoria assoluta nei campionati del mondo di avversione anti commerciale! Pensate difatti alle emozioni che si generano, perché le parole sono proprio come dei “programmi” che vanno ad attivare flussi di neurotrasmettitori edormoni che generano sensazioni ed emozioni.
Da evitare anche i MA e i PERÒ
E ci sono altre parole proibite, soprattutto nei dialoghi con i clienti? Sì, ce ne sono molte, e di sicuro in classifica aggiungiamo “però” e “ma”, che hanno questa funzione di avversare, che è fin troppo abusata nei dialoghi tra le persone. Pensate a un cliente che dice: “Penso che la mia esigenza sia quella di avere una nuova caldaia economica, a basso prezzo”. E un commerciale risponde: “Ma alla fine penso che non è giusta come esigenza, chi più spende più guadagna!”
Il commerciale inserisce all’inizio della frase la parola “MA” che ha questa funziona di avversare l’interlocutore, generando proprio una sensazione, quasi palpabile, di contrasto. Contrastare ha senso solo se vi è un reale e forte bisogno di farlo, mentre nei dialoghi moderni si è diffusa questa tendenza difensiva e di blocco che, invece di generare apertura, crea chiusura. Pensate se il commerciale avesse detto: “Sì, è un’esigenza importante quella di risparmiare e se la ottieni investendo di più all’inizio, con una caldaia che ti fa ottimizzare ancora di più le bollette?” Sentite come si crea un’apertura e un’accoglienza diversa, che apre le porte del dialogo. Così facendo ci si concentra sulla relazione, dimostrando quella giusta empatia che collega gli esseri umani, facendo incontrare meglio le vicendevoli esigenze. E in più le normali difese che si attivano nella parte antica dei nostri cervelli, tendono a diminuire facendo smontare quei muri che sono un ostacolo alla reciproca comprensione. Nei prossimi articoli entreremo ancora più nell’affascinante mondo delle parole e della comunicazione efficace, che è un forte alleato per creare relazioni commerciali vincenti.
VMC PER RISANARE L’ARIA DI UN ATTICO VICENTINO
In un appartamento in provincia di Vicenza, i sistemi di ventilazione meccanica controllata Helty hanno permesso di superare i problemi di aria viziata sorti a seguito di un intervento di riqualificazione energetica
La qualità dell’aria all’interno di un edificio è un parametro fondamentale per la salute, il benessere e la produttività delle persone. Le attuali tecniche costruttive e la perfetta tenuta termica e acustica dei serramenti, tuttavia, hanno reso l’involucro architettonico sempre più ermetico: un ottimo traguardo dal punto di vista dell’efficienza energetica, ma un potenziale problema per la naturale ventilazione dei locali e la conseguente qualità dell’aria interna.
Riqualificazione di un attico
Un caso emblematico è avvenuto in provincia di Vicenza, in un attico recentemente sottoposto a riqualificazione energetica. Qui, i lavori di isolamento delle pareti – attraverso l’installazione di un cappotto esterno – e la sostituzione dei serramenti con modelli di ultima generazione, dalla perfetta tenuta termica e acustica, hanno infatti determinato non solo un peggioramento della qualità dell’aria interna, ma anche problemi di muffa e condensa nei punti tra parete e soffitto in cui non erano stati risolti dei ponti termici.
VMC a parete
Se l’imperfetto isolamento di muri e infissi garantiva la ventilazione costante degli ambienti, a seguito degli interventi di riqualificazione i locali si sono trasformati in vere e proprie serre, rendendo necessaria una gestione automatizzata del ricambio d’aria. La volontà di cercare delle soluzioni performanti e velocemente installabili senza l’allestimento di ulteriori cantieri ha orientato i proprietari dell’appartamento verso i sistemi di VMC Helty a parete, per la cui posa sono sufficienti soltanto due fori di 8 cm sulle mura perimetrali e un collegamento elettrico.
Soluzione per la zona giorno
Nella zona giorno, caratterizzata da un open space con ampia penisola e cucina a vista, è stato installato il sistema Helty FlowELITE, che trasforma la VMC in elemento d’arredo e illuminotecnico. Essendo la zona della casa maggiormente frequentata durante la giornata, si è infatti voluta prestare particolare attenzione sia alla qualità dell’aria interna, sia al design. Dal punto di vista delle prestazioni, oltre ad un filtro F7 / ePM2,5=65% – che purifica l’aria in entrata da pollini, agenti inquinanti e polveri sottili – la tecnologia FlowELITE integra di serie anche un sensore igrometrico per il controllo dell’umidità e un sensore per la rilevazione dei livelli di CO2 e VOC. Ciò consente all’unità di ventilazione di aumentare in modo automatico la portata d’aria quando necessario, ritornando al normale funzionamento nell’istante in cui vengano nuovamente raggiunte le condizioni di benessere. La cover dall’estetica elegante e la presenza di luci led (per trasformare la VMC in corpo illuminante) rendono inoltre
Helty FlowELITE un elemento d’interior che valorizza le stanze, coniugando bellezza e comfort.
Soluzione per la camera da letto
Nella camera da letto si è invece
optato per il sistema di VMC Helty FlowEASY, dotato sempre di filtro F7 / ePM2,5=65% ma con una forma e delle dimensioni ancora più compatte, quindi perfette per ambienti dalle metrature ridotte. Entrambi i sistemi, in linea con gli indirizzi più recenti relativi all’efficienza energetica, sono equipaggiati con uno scambiatore di calore entalpico a doppio flusso incrociato controcorrente, che permette di recuperare fino al 91% del calore dell’aria in uscita e di utilizzarlo per riscaldare quella in entrata. In questo modo vengono evitati gli sbalzi termici, le dispersioni e gli aumenti in bolletta, per una VMC davvero sostenibile e senza pensieri.
I vantaggi della VMC
Grazie alla ventilazione meccanica controllata Helty, l’abitazione vicentina ha ritrovato un perfetto equilibrio tra comfort, salubrità ed efficienza energetica, dimostrando come l’integrazione tra interventi di efficientamento e sistemi di ventilazione possa dare vita ad un’architettura in grado di coniugare il rispetto delle normative con il benessere delle persone.
TORNA IL TOUR DAIKIN 2025 PER PRESENTARE LE ULTIME NOVITÀ DI PRODOTTO
Il 21 gennaio partirà ufficialmente il Daikin Tour 2025, l’evento itinerante dedicato ai progettisti e agli installatori, arrivato alla sua terza edizione e organizzato dalla multinazionale giapponese leader mondiale nei sistemi di climatizzazione, riscaldamento e purificazione dell’aria.
Le 38 tappe
Il tour sarà suddiviso in 38 tappe che toccheranno tutte le principali città italiane: si partirà da Milano il 21 gennaio fino ad arrivare a Cagliari a metà maggio. Un tour della durata di 5 mesi, in cui ogni singola tappa prevederà un evento formativo per i progettisti (ingegneri, architetti, geometri e periti industriali), che sarà valido come aggiornamento professionale obbligatorio, erogando crediti formativi, e un momento di incontro per gli installatori.Il Daikin Tour 2025, la cui partecipazione è gratuita, ha come obiettivo quello di mostrare le ultime novità di prodotto di
Daikin, affrontando nello specifico le tematiche di sostenibilità e innovazione tecnologica, e allo stesso tempo aumentare e rafforzare la relazione con i clienti della multinazionale, che nel settore HVAC vanta il più ampio portafoglio di prodotti. Verrà inoltre affrontato il tema della transizione energetica, che porterà i paesi europei ad abbandonare gradualmente l’energia prodotta dai combustibili fossili.
La pompa di calore aria acqua Daikin Altherma 4 Durante l’evento itinerante, in ogni singola tappa, Daikin presenterà i suoi nuovi prodotti e in particolare puntando l’attenzione sulla nuova pompa di calore aria acqua Daikin Altherma 4, con refrigerante R290, il nuovo Multi+, ora disponibile con serbatoi fino a 230 lt e la possibilità di climatizzare fino a 4 ambienti differenti, il nuovo Small Inverter Chiller con refrigerante R454C e molto altro.
I PRODOTTI DI CLIVET A KLIMAHOUSE 2025
Clivet sarà presente a Klimahouse, l’evento fieristico dedicato all’efficienza energetica e alla sostenibilità in edilizia che si svolge a Bolzano dal 29 gennaio al 1° febbraio 2025. Presso lo stand D25/54 i visitatori potranno attraversare il portale che rappresenta la grande C rovesciata, lettera iniziale di Clivet, ed entrare a scoprire le principali novità ispirate al concept “Welcome out, Apri le porte a un clima naturale”. Le soluzioni di Clivet sono sviluppate all’insegna del comfort naturale, inteso come benessere per l’individuo e gestione del clima nel rispetto dell’ambiente.
All in one e dispositivi smart
In anteprima a Klimahouse, sarà presentata la pompa di calore “all in one” senza unità esterna per riscaldamento, condizionamento, rinnovo dell’aria con filtrazione elettronica e produzione di acqua calda sanitaria.
Pompe di calore
Tra le altre soluzioni nello stand, quelle con refrigerante naturale R-290: la pompa di calore aria/acqua reversibile monoblocco alto design da 4 a 40 kW per riscaldamento, condizionamento e acqua calda sanitaria EDGE PRO; il sistema Split CERVINO e la pompa di calore per acqua calda sanitaria in classe A+, AQUA PRO.
Inoltre, le pompe di calore idroniche splittate in cui si evidenzia la facilità di installazione, anche per i professionisti senza patentino F-gas. I sistemi Clivet Hydro-Split si adattano facilmente allo spazio disponibile grazie alle quattro versioni di unità interne: Hydro-Split versione tower, Hydro-Split versione box, Hydro-Split versione da incasso e Hydro-Split versione mini.
Sarà esposto il nuovo sistema di distribuzione aria di ELFOFRESH EVO, il sistema di rinnovo e purificazione dell’aria con recupero termodinamico attivo e filtrazione elettronica che si inserisce nel sistema Clivet Smart Living ideato da Clivet per la gestione integrata del comfort e dell’energia nelle applicazioni residenziali. La soluzione è caratterizzata da un’alta componente di innovazione per l’efficienza e la capacità di connessione e di monitoraggio. Un risultato ottenuto attraverso l’integrazione tra le pompe di calore, il sistema di rinnovo e purificazione aria, il sistema di accumulo elettrico SINERGY da collegare ai pannelli fotovoltaici, i termostati smart e l’assistente smart CONTROL4 NRG che permette di gestire in piena sinergia tutti gli elementi collegati. Con l’App Clivet Eye ogni funzione può essere gestita da remoto tramite smartphone.
Allo stand sarà anche possibile usare un configuratore che permette di scegliere tutti gli elementi dell’impianto e impostare in autonomia o con il supporto di un esperto Clivet il sistema più adatto all’abitazione in fase di progettazione o già esistente, considerando tutti i parametri che incidono nella determinazione dell’impianto più efficiente, come classe energetica dell’edificio, fascia climatica, numero di occupanti.
Per gli utenti finali, sarà disponibile un display interattivo che consente di simulare il funzionamento del sistema per il comfort indoor Clivet Smart Living, mostrando come questo contribuisca al raggiungimento dell’indipendenza energetica delle abitazioni.
Intervenendo su una serie di parametri, il visitatore potrà infatti vedere come funzionano i vari dispositivi presenti in casa nelle diverse condizioni meteo e ore del giorno e della notte in rapporto all’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici e immagazzinata nel sistema di accumulo energetico.
BITZER IN RAPIDA ESPANSIONE: CRESCITA ANCHE PER IL 2024
Impegnativo e al tempo stesso gratificante: è così che, in estrema sintesi, il General Manager di BITZER Italia Piero Trevisan definisce l’anno che sta per volgere al termine. Uno slancio significativo alla crescita del fatturato è senza dubbio derivato dal fervore del settore IT cooling, trainato dalla sempre maggiore diffusione di sistemi basati su intelligenza artificiale che utilizzano sistemi di calcolo con crescente densità di potenza.
Una buona crescita nonostante le riduzioni negli investimenti
A causa della controversa situazione politica internazionale e della stagnazione economica della zona Euro, le grandi catene della GDO hanno ridotto gli investimenti in nuove strutture e punti vendita, mentre gli incentivi governativi per la sostituzione delle caldaie con pompe di calore reversibili non sono stati rinnovati. Eppure il gruppo aziendale nel suo 90esimo anno di attività, è riuscito concludere il 2024 con un fatturato che sul mercato italiano ha visto una crescita del 7% circa rispetto al 2023, già un anno record. Un risultato eccezionale, frutto della collaborazione di molti partner italiani del condizionamento e della refrigerazione che hanno saputo adattarsi rapidamente alla difficile situazione economica proponendo sul mercato soluzioni innovative.“Uno degli aspetti più critici è la grande incertezza che avvolge il futuro dei refrigeranti tradizionali (HFC e HFO) destinati ad essere sempre meno disponibili sul mercato in ragione delle riduzioni previste dal regolamento F-Gas e dal possibile divieto all’impiego dei PFAS - spiega Trevisan -. Questa situazione favorisce l’interesse del mercato nell’impiego di fluidi frigorigeni alternativi. La sempre maggiore diffusione dei sistemi di refrigerazione ad anidride carbonica ha evidenziato il desiderio del mercato di sviluppare tecnologie basate su fluidi frigorigeni naturali: oltre alla CO2, va segnalata la crescita conti-
nua delle applicazioni industriali ad ammoniaca e la progressiva diffusione di sistemi a propano anche per sistemi di più elevata capacità”.
Cosa ha aiutato la crescita
Un altro elemento chiave dello sviluppo commerciale di quest’anno in casa BITZER è stato l’elettronica: compressori a vite con inverter integrato e moduli IQ applicati di serie su tutti i compressori alternativi hanno evidenziato l’efficacia della digitalizzazione dei componenti dell’impianto frigorifero che dialogando tra loro possono offrire maggiore efficienza ed affidabilità, oltre che un vantaggio competitivo in termini di proposta tecnologica.
“Sono stati attivati cospicui investimenti nella nostra unità produttiva di Rottenburg in Germania, tra cui una nuova linea di assemblaggio robotizzata per compressori scroll da 10 a 40 hp ed un nuovo impianto di verniciatura completamente automatico”, prosegue il General Manager, che per il nuovo anno prevede una ripartenza degli investimenti nel settore della refrigerazione commerciale, con un forte aumento delle installazioni ad anidride carbonica di grossa potenzialità ed una ulteriore forte crescita del settore data center cooling.
“Per il 2025 è anche atteso l’arrivo sul mercato di compressori a vite di nuova concezione, caratterizzati da maggiore efficienza e una innovativa possibilità di configurazione in funzione delle esigenze dell’utente.
D’altronde - conclude Trevisan - la nostra azienda continua e continuerà sempre più a dimostrare un’attenzione costante all’innovazione, alla sostenibilità e all’efficienza energetica, tutelando queste priorità che sono parte integrante del nostro core business con investimenti mirati e una pianificazione accurata”.
CLIMATIZZAZIONE MITSUBISHI ELECTRIC SU MISURA PER PAGANI AUTOMOBILI
Pagani Automobili è una casa automobilistica italiana indipendente che progetta e realizza Hypercar. Nasce nel 1998 a San Cesario sul Panaro, alle porte di Modena, dal designer e costruttore italoargentino Horacio Pagani. Realizzate a mano in un Atelier creativo, le Hypercar Pagani sono pezzi di artigianato unici e su misura, personalizzabili fino ai minimi dettagli, per rivelare al meglio la singolarità dei loro proprietari.
L’importanza della temperatura
Per questo motivo, ogni singola fase della produzione di queste auto iconiche segue regole precise, a cominciare dalla temperatura e dalla percentuale di
umidità dedicate ad ogni ambiente. L’impianto di climatizzazione e raffreddamento dello stabilimento produttivo e degli uffici di Pagani Automobili si basa su unità Mitsubishi Electric, tanto affidabili quanto efficienti. Ecco, quindi, che gli ambienti in cui sono installati macchinari a controllo numerico ad alta precisione, fondamentali per il processo produttivo delle automobili sono puntualmente raffreddati da un Rooftop WSM2 604 con controllo umidità estiva e invernale, a cui si affianca una pompa di calore della famiglia ME-Series, MEHP-iS G07 0112, per la gestione dei picchi termici ed il controllo della deumidificazione pun -
tuale attraverso la batteria ad acqua dedicata installata nel rooftop. Nella sala metrologica in cui sono realizzate tutte le operazioni di verifica delle ristrette tolleranze ammesse nei manufatti sono installate delle unità close control a marchio RC, i-MTR2-G02M0 O 012 E2, che assicurano il mantenimento del corretto valore di temperatura e umidità necessario alle verifiche dimensionali. Infine, la climatizzazione degli uffici è garantita da un sistema VRF, CITY MULTI sempre a marchio Mitsubishi Electric, in grado di fornire il clima ideale in ogni periodo dell’anno agli oltre 250 lavoratori che li occupano.
A CARDIFF L’IMPIANTO PANASONIC ALIMENTATO
CON ENERGIE RINNOVABILI
Panasonic ha ufficialmente aperto a Cardiff, nel Regno Unito, il primo impianto dimostrativo Panasonic HX in Europa. Lo stabilimento, attivo da 50 anni, ora sfrutta celle a combustibile alimentate a idrogeno verde, energia solare fotovoltaica e batterie di accumulo, gestiti dal sistema di gestione dell’energia (EMS) di Panasonic. Questo permetterà di alimentare con energia 100% rinnovabile la linea produttiva dei forni a microonde. Lo stabilimento ha sostituito la caldaia a gas con una fonte di energia rinnovabile, combinando uno scambiatore di calore e una pompa di calore Panasonic con refrigerante naturale R290, riducendo significativamente l’impronta di carbonio.
L’obiettivo di decarbonizzazione
Masahiro Shinada, Presidente e CEO di Panasonic Corporation, ha dichiarato: “Questo impianto utilizzerà idrogeno verde prodotto nel Regno Unito, segnando un grande passo verso il futuro grazie alla sinergia tra tecnologia inglese e giapponese. Ci auguriamo che diventi un esempio per promuovere partnership, accelerare l’innovazione tecnologica e supportare lo sviluppo dell’industria britannica dell’idrogeno. Con il lancio di Panasonic HX qui a PMUK, guardiamo ai prossimi obiettivi: tra 10 o 20 anni, spero che questa struttura sia ricordata come il punto di partenza per una società decarbonizzata e basata sull’idrogeno”.
Panasonic ha l’obiettivo di raggiungere le zero emissioni nette di CO2 dei propri impianti entro il 2030, contribuendo alla riduzione di 110 milioni di tonnellate di CO2. Con la propria iniziativa GREEN IMPACT, che riflette l’impegno dell’azienda per la sostenibilità e la lotta ai cambiamenti climatici, Panasonic sta investendo 130 milioni di euro nello sviluppo della tecnologia HX in Giappone e nella realizzazione di impianti a Cardiff e in un’altra località europea entro il 2025.
Come funziona l’impianto di Cardiff
Nel sito di Cardiff, Panasonic ha installato 21 celle a combustibile a idrogeno da 5 kW in un sistema decentralizzato che
alimenta la fabbrica, integrato con 372 kW di energia solare e una batteria di accumulo da 1 MWh. Questo sistema fornisce energia rinnovabile e immagazzina elettricità anche durante i periodi di inattività dello stabilimento. Le celle utilizzeranno idrogeno verde prodotto nel Regno Unito, eliminando la necessità di energia fossile per la sua generazione. Questo impianto offre vantaggi significativi in termini di operatività e sostenibilità, garantendo una fornitura energetica stabile grazie alla produzione locale di energia. L’approccio decentralizzato alla gestione energetica aumenta la resilienza del sito in un mercato volatile, mentre il sistema integrato di gestione dell’energia e le batterie di accumulo permettono di adattare il fabbisogno energetico ad esempio all’aumento della produzione. Il calore generato dalle celle a combustibile a idrogeno sarà utilizzato per il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua sanitaria, migliorando l’efficienza complessiva. La sostituzione della caldaia a gas con una combinazione di scambiatore di calore e la tecnologia della pompa di calore Aquarea M di Panasonic elimina l’uso di combustibili fossili, rappresentando un impatto ambientale significativo e positivo.
Le 21 celle a combustibile da 5 kW raggiungono un’efficienza del 95% nella conversione dell’idrogeno verde in energia elettrica e termica. Lo stabilimento ha inoltre adottato misure di risparmio energetico, come illuminazione con rilevamento del movimento, rubinetti a pressione e cisterne compatte. L’energia rinnovabile sarà operativa dal dicembre 2024, con il sistema di gestione dell’energia (EMS) pienamente attivo entro marzo 2025.
Panasonic condividerà le best practice di Cardiff con clienti e aziende locali attente alla sostenibilità, utilizzando l’impianto HX anche per ispirare le nuove generazioni. Sono previsti programmi educativi con visite in fabbrica per studenti universitari e scolari. Inoltre, l’azienda inaugurerà a Cardiff il nuovo Centro di Formazione di Eccellenza per il Riscaldamento e il Raffreddamento, un passo decisivo per formare una forza lavoro qualificata per un futuro sostenibile.
IL SOSTEGNO DI SCHNEIDER ELECTRIC A NOTRE DAME
Schneider Electric, specializzato nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, è onorato di aver contribuito, in forma di donazione, al restauro della Cattedrale di Notre Dame a Parigi. Le soluzioni donate hanno permesso di proteggere e di monitorare le infrastrutture elettriche dell’edificio. Il sistema di gestione dell’edificio può gestire e ottimizzare il consumo energetico del monumento: l’innovazione del ventunesimo secolo entra in una cattedrale che è tra le massime espressioni dell’arte medievale, classificata come World Heritage Site UNESCO dal 1991.
L’incendio che ha danneggiato gravemente la cattedrale il 15 aprile 2019 ha generato un’incredibile ondata di solidarietà, di cui Schneider Electric ha voluto far parte. “È naturale per Schneider Electric sostenere attività di questo tipo in siti prestigiosi e simbolici, come avevamo fatto in passato per il teatro nazionale della Comédie Française e per la stazione Antartica” commenta Gilles Vermot Desroches, Direttore CSR e Affari Istituzionali di Schneider Electric
Innovazioni per il futuro
Schneider Electric ha messo in campo esperienza, prodotti e soluzioni grazie a un accordo di donazione.
Il Gruppo ha offerto tutte le apparecchiature per fornire energia al sito e per la sia sicurezza (celle HV da 20 kV, un trasformatore 20/kV/410V da 1250 kVA, quadri elettrici generali e divisionali, inverter, illuminazione di emergenza, componentistica ecc.) e gli strumenti per la gestione tecnica dell’edificio, che permettono di monitorare il funzionamento della rete e controllare il consumo energetico (sistemi di controllo automatico, sensori, controllori, bus di comunicazione ecc.).
Inoltre, Schneider Electric si occupa di alcune attività di manutenzione delle apparecchiature di distribuzione elettrica, ha fornito parte delle attività di progettazione e di studi, di parte del commissioning e della programmazione dei sistemi installati e della formazione degli utenti che se ne serviranno.
I vecchi sistemi elettrici erano stati resi inutilizzabili dall’incendio e senza elettricità sarebbe stato impossibile riaprire la Cattedrale. La nuova infrastruttura assicura la distribuzione dell’energia e la protegge, utilizzando soluzioni innovative e tecnologie avanzate che ottimizzano la gestione del consumo di elettricità, e aiutano a garantire la sicurezza dell’edificio.
Protezione dagli incendi allo stato dell’arte
Il team di progettazione ha scelto di adottare soluzioni di si-
curezza antincendio avanzate, quali componenti aggiuntivi per la prevenzione e protezione dagli incendi (Acti9 AFDD per i circuiti delle prese) e sensori di rilevazione del surriscaldamento dei cavi (HeatTag) in tutti gli armadi elettrici. Queste due soluzioni innovative garantiscono l’appropriato funzionamento della struttura con un monitoraggio continuo e inviano allarmi in caso di qualsiasi variazione, anche prima che un problema si verifichi.
Un impegno condiviso
Il team di lavoro assegnato al progetto ha dovuto affrontare un gran numero di difficoltà tecniche, risolte con ingegno e competenza.
Ad esempio, all’inizio di quest’anno, si doveva consegnare e installare il trasformatore connesso TRIHAL, un elemento chiave per l’erogazione dell’energia nella cattedrale. Il blocco da 3,2 tonnellate è stato trasportato sul posto con un camion, sollevato in alto al di sopra dell’area di cantiere e poi posato utilizzando una gru nel seminterrato del presbiterio della Cattedrale. È stato necessario condurre uno studio specifico per le operazioni di sollevamento.
Installare una sottostazione elettrica ad alto voltaggio in uno spazio sotterraneo con soffitti a volta, che presenta rilevanti limitazioni di spazio e di accesso, è stata un’altra sfida vinta con un attento supporto e l’impiego di componenti su misura.
“Questo è un progetto la cui logistica è stata piuttosto difficile e ha richiesto un’eccellente capacità di coordinamento con le altre realtà all’opera nel sito” ha commentato Cédric Larcher, Regional Manager dell’Electrical Distribution Application Center di Schneider Electric France, che è responsabile della gestione, del monitoraggio e delle prestazioni.
Circa 60 dipendenti di Schneider Electric (dagli operai ai progettisti della rete) hanno dato il loro contributo nel quadro di un programma di trasferimento delle competenze.
Il sostegno offerto da Schneider ha incluso anche la formazione di aziende partner come il quadrista Ateliers Electriques de France (che ha sede in Val-de-Marne) che ha installato l’armadio di bassa tensione principale, FBS Electricité (proveniente da Seine-Maritime) che ha seguito l’installazione della sottostazione ad alta tensione, ERM (di Eure) che ha creato specifiche strutture di supporto e Transport Avex (che ha sede in Val-deMarne) che si è occupato delle operazioni di consegna particolarmente complesse per i materiali destinati al sotterraneo del presbiterio.
A TIANMEN NASCE IL NUOVO POLO PER I DATA CENTER DI LU-VE GROUP
LU-VE Group prosegue il piano di sviluppo internazionale, rafforzando la propria presenza in Cina. La multinazionale varesina, quotata su Euronext Star Milan, specializzata nel settore degli scambiatori di calore ad aria, ha inaugurato il raddoppio dell’impianto produttivo di LU-VE Tianmen, situato nella Provincia dell’Hubei, la cui area passa da 19.000 mq a oltre 43.000 mq, con 6.640 mq dedicati allo stoccaggio di prodotti finiti. Il taglio del nastro si è tenuto il 3 dicembre alla presenza del management di LU-VE Group e delle istituzioni locali.
L’accordo e l’inaugurazione
L’accordo di espansione segue le linee già stabilite per l’apertura dello stabilimento ed è stato sostenuto dalla Municipalità di Tianmen e dalle autorità della Tainmen Economic Development Zone, nell’ambito del progetto “Belt and Road Initiative”, per incentivare gli investimenti esteri nelle aree interne e occidentali del Paese. LU-VE Tianmen beneficerà di sgravi fiscali, incentivi alla formazione del personale e agevolazioni sui costi energetici e sulla locazione.
Nel corso della cerimonia di inaugurazione, le autorità locali hanno conferito a Thomas Stiller, General Manager di LU-VE Tianmen, la cittadinanza onoraria “in virtù del suo contribuito allo sviluppo economico della regione e al supporto fornito durante il periodo del Covid”.
LU-VE Group è stata la prima azienda straniera, e tuttora l’unica, insediata nell’area di Tianmen, confermando la propria capacità di individuare aree strategiche di crescita. Il polo produttivo, ampliato e potenziato, è destinato alla produzione di sistemi di raffreddamento per i data center e la power generation, settori in forte sviluppo in Cina. Consentirà al Gruppo di beneficiare del programma governativo “For China from China”, che punta a incentivare la produzione e il consumo interno di prodotti di alta qualità, includendo un piano di espansione della “catena
del freddo” per 80 miliardi di euro di investimenti entro il 2028.
Il Piano di Sviluppo
Alla fine del 2023, la Cina contava 330 data center gestiti da 67 operatori, con una potenza installata totale di 4,8 GW, 1,2 GW in costruzione e 2 GW pianificati. Con un fatturato di 240 miliardi di RMB nel 2023 (+27% rispetto al 2022), il Paese si posiziona al secondo posto a livello mondiale per espansione del settore, subito dopo gli Stati Uniti.
L’ampliamento di LU-VE Tianmen si inserisce nel contesto del Piano Quinquennale per lo Sviluppo dell’Industria dei Big Data, promosso dal Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione cinese (MIIT), che prevede un valore di 3 mila miliardi di RMB per il settore dei big data entro il 2025, con un tasso di crescita del 25%.
“Da quando siamo entrati nel mercato cinese, nel 2011, abbiamo costantemente aumentato la nostra presenza, potendo contare sull’appoggio delle autorità locali. Nella sua recente visita in Cina, il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza di un rapporto di collaborazione reciproca tra i nostri Paesi. In questa fase, la Cina è strategica per il Gruppo. Il potenziamento dello stabilimento di Tianmen ci consente di giocare un ruolo importante nell’evoluzione tecnologica e sostenibile nel mercato locale della refrigerazione e ora anche in quello della power generation e dei data center – ha dichiarato Matteo Liberali, Presidente e CEO di LU-VE Group - Abbiamo avviato un programma biennale di fornitura con uno dei maggiori operatori locali, mentre altre trattative sono in corso. Puntiamo su soluzioni a basso impatto ambientale e ridotto consumo energetico, per consolidare il nostro posizionamento sul mercato. Infine, vorrei ringraziare tutte le donne e gli uomini di LU-VE Tianmen e in particolare Thomas Stiller, per aver posto le basi per la nostra espansione nel Paese”.
POLITO E GIACOMINI INSIEME PER L’EDILIZIA GREEN
Il Politecnico di Torino e Giacomini S.p.A. hanno siglato oggi un accordo di partnership per sostenere i processi di sviluppo e innovazione che interessano l’ambito dell’energetica edilizia.
In cosa consiste la collaborazione?
L’Ateneo torinese e la Società – specializzata nella produzione di componenti e sistemi idronici per riscaldamento, condizionamento, spegnimento incendi e gestione dell’acqua sanitaria per il settore residenziale e industriale – si impegnano, per i prossimi due anni, a collaborare in attività di ricerca e formazione. Obiettivo condiviso, la diminuzione dei consumi energetici e delle conseguenti emissioni di gas ad effetto serra, obiettivo raggiungibile grazie ad un ottimale accoppiamento tra involucro edilizio e sistemi impiantistici.
La collaborazione interesserà sia l’ambito della ricerca, sviluppo e innovazione – con la partecipazione congiunta a bandi di ricerca regionali, nazionali, europei e internazionali e la promozione della cultura scientifica e tecnologica sul territorio con iniziative ed eventi dedicati – sia l’ambito della didattica – favorendo periodi di studio, tirocini e seminari attivati nell’ambito dei progetti condivisi, per fornire a studenti e laureandi l’opportunità di conoscere più approfonditamente il mercato del lavoro e studiare le applicazioni delle proprie ricerche sul campo.
Decarbonizzazione ed elettrico
Nello specifico, le aree di ricerca condivise riguarderanno: lo sviluppo di soluzioni impiantistiche ideali nella traiettoria tecnologica verso la transizione all-electric, in accordo con quanto stabilito dall’ultima direttiva dell’Unione Europea Energy Performance of Building Directive-EPBD – che si pone l’obiettivo di decarbonizzare il patrimonio edilizio europeo entro il 2050; la riflessione sul tema della produzione dell’acqua calda sanitaria, con particolare attenzione alla contabilizzazione dei consumi e alla valutazione degli impatti della Direttiva sulle Acque – che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque interne superficiali, di transizione, costiere e sotterranee; l’incremento di azioni per lo sfruttamento dell’idrogeno come fonte energetica sostenibile.
Il Politecnico di Torino e Giacomini S.p.A. si impegnano pertanto, a partire da oggi, a lavorare insieme per offrire soluzioni innovative in termini di energetica edilizia, assumendo un ruolo di primo piano nel raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico – per la massima efficienza nei consumi,
senza sprechi – di comfort nell’abitare – per il benessere in ogni ambiente – e di sostenibilità – per il rispetto dell’ambiente e delle persone.
Prospettive
“Il protocollo d’Intesa con il Gruppo Giacomini testimonia la forte collaborazione che il Politecnico di Torino ha con le importanti realtà produttive del territorio piemontese.” – ha dichiarato il Rettore Stefano Corgnati – “In particolare l’interazione della nostra ricerca con il gruppo Giacomini, che produce prodotti legati alla climatizzazione degli edifici e alla produzione dell’acqua calda sanitaria, ci permette di esplorare e progettare soluzioni tecnologiche di avanguardia in un settore particolarmente strategico per la transizione energetica, quello dell’efficientamento energetico, e pienamente in linea con la nuova direttiva europea sulle performance energetiche degli edifici.”
“In un periodo socio-politico ed economico così complesso per aziende internazionali è fondamentale avere il supporto di Enti di Ricerca qualificati.” - ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Giacomini, Elia Filiberti– “La collaborazione con il Politecnico di Torino è nata proprio con l’obiettivo di fondo di continuare a distinguersi nel mercato mondiale innovazione ed eccellenza tecnologica Made in Italy”.
“La sinergia con il Politecnico punta a qualificare ulteriormente la nostra azienda nell’ambito dell’impiantistica integrata in edifici mono-familiari, multi-residenziali e commerciali, sviluppando soluzioni radiant-based per garantire, attraverso il ricorso a fonti energetiche rinnovabili, il miglior comfort e la massima efficienza energetica”, conclude Andrea Bighinzoli, Direttore Marketing del Gruppo piemontese.
HANSGROHE ALLARGA LA SUA OFFERTA
ALL’ARREDO
BAGNO
‘TOTAL LOOK’
Il Gruppo Hansgrohe prosegue con successo nel suo percorso di crescita all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, e annuncia il lancio di nuove categorie di prodotto, che comprendono mobili, lavabi, specchi e ceramiche sanitarie, e che vanno ad ampliare la sua ricca offerta, per un bagno “Total look”. In linea con la strategia del Gruppo, tutti i nuovi prodotti sono studiati all’insegna della sostenibilità e incorporano tecnologie specifiche per il risparmio idrico ed energetico.
Mobili e ceramiche sanitarie: le novità È in quest’ottica, quindi, che il Gruppo Hansgrohe ha affrontato il suo ingresso nelle nuove categorie di prodotto in lancio, quali i mobili e le ceramiche sanitarie. I nuovi prodotti rispettano l’ambiente in tutto il loro ciclo produttivo: sono realizzati con materiali ecologici di alta qualità, le componenti lignee provengono da foreste che garantiscono un uso sostenibile del legno, mentre gli imballaggi sono privi di plastica. Le nuove collezioni, disegnate dallo studio PHOENIX, partner di design del Gruppo Hansgrohe, sono pensate per consentire numerose combinazioni e semplici abbinamenti, per creare il bagno dei propri sogni. Le due eleganti linee di mobili, Xelu e Xevolos, dotate di pratiche soluzioni salvaspazio, si abbinano
perfettamente ai lavabi coordinati e alle linee di rubinetterie e accessori hansgrohe, creando un ambiente armonioso e consentendo la personalizzazione tramite la scelta della combinazione di colori e finiture di frontali, top, maniglie ed accessori. I lavabi da appoggio Xuniva, inoltre, consentono un ulteriore livello di personalizzazione, offrendo compatibilità universale con tutti i mobili dotati di top.
Entrano nella ricca offerta di arredamento per il bagno anche gli specchi della gamma Xarita, caratterizzati da un elevato livello di ricerca tecnologica: illuminazione LED a risparmio energetico, funzioni touch o contact less, possibile regolazione di intensità e colore della luce, e funzione anti-appannamento. A completamento dell’offerta dell’arredo bagno, la linea di ceramiche da bagno EluPura unisce un’estetica minimale ad una tecnologia innovativa dello scarico che massimizza il risparmio idrico.
“Siamo orgogliosi di rendere finalmente disponibili anche in Italia le nuove linee di prodotto nell’arredo bagno: le ceramiche, i mobili, gli specchi hansgrohe ampliano la nostra offerta in maniera coerente, mantenendo fede alle promesse di innovazione, qualità, durevolezza e design che sono da sempre parte integrante del DNA della nostra azienda.” dichiara Paolo Bacchi, Managing Director Hansgrohe Italy.
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