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PRODUZIONE
ADDITIVA: UN MERCATO MATURO E
CONSOLIDATO CHE RISPONDE ALLE
ESIGENZE GLOBALI DEL SETTORE
IIl mercato dell’additive manufacturing è sempre più maturo. Negli ultimi anni, con l’emergere di nuove tendenze e sviluppi, ha mostrato tutto il suo potenziale; il settore è tornato a crescere nel 2022 ed è possibile individuare nuove direzioni, passi in avanti e opportunità. Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, l’indagine condotta all’inizio dello scorso anno da AITA –Associazione Italiana Tecnologie Additive sulle aziende associate, ci aveva presentato il settore della tecnologia additiva variegato nella composizione, dotato di un forte know how interno e con larghi margini di sviluppo. Un mercato ancora nella posizione di “mercato emergente” e di “mercato di nicchia” con larghi margini di sviluppo e miglioramento. Da questa analisi era infatti emerso che una notevole accelerazione alla crescita del settore sarebbe potuta arrivare, per le grandi aziende, dal considerare l’additivo come un fattore chiave della propria attività produttiva e non solamente un “ramo ausiliario” e, per piccole/medie imprese, dalla promozione della “filiera” dell’additivo, con le multinazionali nel ruolo di promotrici di questa tecnologia. A conferma di tutto ciò, più recentemente, Formnext 2022, la fiera internazionale dedicata alla produzione additiva tenutasi lo scorso novembre, ha mostrato un mercato evoluto e consolidato, teso verso l’industrializzazione che per raggiungere il pieno potenziale in questo senso si sta muovendo anche attraverso numerose partnership strategiche e collaborazioni lungo tutta la sua catena del valore: ad esempio, quelle tra produttori di stampanti 3D e gli sviluppatori di macchine per la post-elaborazione, mentre per quanto riguarda i materiali, le collaborazioni tra gli operatori del mercato sono all’insegna dello sviluppo di soluzioni sempre più sostenibili e più rispettose del nostro pianeta. Emerge sempre più forte il desiderio di industrializzazione e automazione dei processi, verso un’Industria 4.0, con l’obiettivo è di raggiungere livelli di produttività ancora più elevati, riducendo al contempo l’intervento umano. In tal senso, le tendenze del mercato sono orientate verso parti di grande formato, automatizzazione, robotica, nuovi processi di produzione sostenibili fondati sul concetto di economia circolare.
Significativa è la presenza sul mercato di un numero sempre più elevato di bracci robotici, soluzioni che consentono di accedere a volumi di stampa più imponenti e all’uso di svariati materiali. Si tratta di soluzioni che estrudono sia metalli che polimeri, consentono una grande flessibilità di stampa, in quanto possono stampare facilmente geometrie molto complesse e dettagli precisi, sono spesso compatibili con diverse teste di stampa e possono essere modificate in modo semplice e rapido. Una tecnologia che nel caso di pezzi di grandi dimensioni che richiedono grandi quantità di materiale, permette di ottimizzarne la quantità, consentendo una varietà abbastanza ampia di materiali e la scelta di quello più adatto alle proprie esigenze. Ciò significa anche sperimentare nuove formule, come nel caso dell’uso dei pellet come materiale di stampa con i quali si promuove un’economia circolare in quanto possono essere ottenuti triturando gli scarti e i rifiuti dei clienti, oppure acquistando materiali da fonti riciclate. Quindi c’è un vantaggio in termini di geometria, forma e dimensioni, ma anche un vantaggio significativo sul lato dei materiali, per i quali si conferma la tendenza in atto per la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente. Sempre in ambito sostenibilità ci sono anche nuovi materiali in grado di ridurre le emissioni di CO2 generate durante il processo di produzione. Per quanto riguarda la stampa 3D di grande formato, sono presenti sul mercato diverse soluzioni: dalle stampanti 3D che consentono agli utenti di creare sia pezzi unici di grandi dimensioni che numerosi pezzi più piccoli in un’unica macchina e attraverso un unico flusso di lavoro, a quelle per la prototipazione con dimensioni tali da essere le più grandi al mondo, in versioni “Pure Additive” oppure ibride, cioè con la possibilità, ad esempio, di aggiungere il processo di fresatura, con capacità di lavorare notevoli volumi di stampa ed estrudere anche ad alte temperature, alle piattaforme robotiche multiasse LFAM (Large Format Additive Manufacturing), con hardware e software integrati ed estrusori capaci di lavorare materiali fino a 450° C, riducendo i tempi di stampa e ottimizzando la produzione di pezzi di grandi dimensioni. Il 2023 confermerà quindi la tendenza delle aziende all’integrazione della produzione additiva nella propria attività di produzione per mitigare i rischi della catena di fornitura, migliorare la flessibilità di progettazione dei prodotti e ridurre i costi di produzione, avendo questa tecnologia ampiamente dimostrato il proprio valore nel consentire il consolidamento delle parti e nella fornitura di parti con geometrie altamente complesse in un’ampia gamma di applicazioni. Flessibilità di progettazione, iterazione rapida, riduzione dei costi, miglioramento della produttività e la continuità della catena di approvvigionamento sono infatti vantaggi ormai irrinunciabili per rimanere competitivi sul mercato. Oltre a ciò, un’ulteriore tendenza è rappresentata dal passaggio dalla produzione additiva utilizzata principalmente per la produzione di piccoli volumi a una tecnologia che dimostra costantemente di essere pronta per essere adottata per applicazioni ad alto volume e su larga scala.
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Il dossier che segue mostra alcune delle novità del settore in linea con le ultime tendenze del mercato. Buona lettura!