NEL CuOrE DELLO sTILE ITaLIaNO
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PhOTO: ChIara GusMINI / DrEss: VIVETTa / LOCaTION: MILaNO / haIr sTYLIsT: BEPPE D’ELIa
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EDITOr’s LETTEr
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nuovi progetti PEr COMuNICarE
windows e doors rEsIDENzIaLE
nadja galli zugaro BELLEs DE NuIT
lasciati emozionare sTILE ITaLIaNO LE jarDIN DEs sENs nel cuore creativo della city
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CONTENuTI 2
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BIOarChITETTura sezione inbar milano
joan miro’ L’IMPuLsO CrEaTIVO
uNO sPazIO in continuo dialogo
la nuova designer scelta da armani VIVETTa
LIfE INsIDE archea: design funzionale
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EDITOr’s LETTEr Aut. Trib. Bergamo n°19 del 22.06.04 Direttore responsabile: Vito Emilio Filì Direttore editoriale: Patrizia Venerucci Responsabile di redazione: Tommaso Revera Progetto grafico ed impaginazione: Paolo Biava
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NuOVI PrOGETTI PEr COMuNICarE La carta ci piace sempre di più, ma usiamo tutti i media per comunicare: una newsletter quotidiana per Bergamo e una per Brescia informa tutti i giorni delle situazioni più interessanti da non perdere in città e fuori, due periodici QUI BERGAMO e QUI BRESCIA arrivano nelle vostre case sotto forma di riviste e in edizione sfogliabile scaricabile con APP ospitando articoli, approfondimenti, reportage e pubblicando gli eventi in anteprima con tutti gli scatti fotografici.
Responsabile commerciale: Roberto Maestroni Account: Claudia Lazzari e Alessandro Mensi Ufficio pubblicità e relazioni esterne: Tel. 035.270989
Hanno collaborato: Valentina Colleoni - Federica Rosati Paolo Bussi - Silvano Tramonte Credits: Paolo Stroppa - Chiara Gusmini - Dario Trisoglio Oskar Da Riz - Davide Lovatti Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta senza autorizzazione dell’editore. Edita Periodici srl 24121 Bergamo Via Bartolomeo Bono, 10 Tel. 035.270989 Fax. 035.238634 25100 Brescia Via G. Renica, 63 Tel. e Fax 030.2808528 e-mail: segreteria@editaperiodici.it www.EDITAPERIODICI.it
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Buona lettura
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rEsIDENzIaLE PEr ChI aMa IL PrEsTIGIO DEL LEGNO E La TrasParENza DEL VETrO. faCCIaTa CONTINua IN EssENza LEGNO rOVErE LaMELLarE, fINITura NaTuraLE. GLI aMBIENTI sCOPrONO NuOVE POssIBILITa’, L’arMONIa DELLE sOLuzIONI E La Cura DI OGNI asPETTO rEaLIzzaTIVO. L’ELEGaNza E’ sEMPrE NEI DETTaGLI
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fINEsTra aD aNTa rIBaLTa E' uN CONNuBIO PErfETTO Tra TECNOLOGIa E DEsIGN. La PurEzza DELLE LINEE VIENE aNChE DaL fErMaVETrO INTErNO squaDraTO E DaLLa MaNIGLIa squaDraTa IN aCCIaIO INOx
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uesta nuova pubblicazione o restyling mi ha messo davanti a molti quesiti, il primo fra tutti, cosa volevo inserire, quali contenuti, quali sollecitazioni, quali lavori avrei voluto pubblicare. Nei primi mesi di quest'anno ho solo aperto gli occhi, e così facendo mi sono imbattuta in meravigliose storie locali. Vitali è una di queste, il passaggio di generazione ha portato ai giovani in forze, nuovi strumenti. In queste pagine le immagini segnalano come proporsi ad un nuovo mercato avendo un prodotto di qualità e le capacità adeguate. Il catalogo prodotto che ben rispecchia il lavoro artigianale e la professionalità di questa realtà bergamasca, non solo è uno strumento utile ed indispensabile, ma una prova tangibile di quanto è possibile fare, e fare bene, se le idee e gli obiettivi sono chiari. Potete approfondire il contatto visionando il loro sito. A loro i miei personali auguri per un prosieguo in linea con le nuove sfide odierne.
POrTafINEsTra aLzaNTE sCOrrEVOLE IN EssENza LEGNO rOVErE LaMELLarE, fINITura NaTuraLE. MaNIGLIONI squaDraTI CON fINITura IN aCCIaIO INOx. LE aNTE fIssE LaTEraLI sONO DuE GraNDI VETraTE CON uN TELaIO quasI INVIsIBLE. LE LINEE PurE DEL sErraMENTO faNNO rIsaLTarE La VErsaTILE EssENzIaLITa’ GEOMETrICa DEL DEsIGN 10
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COMPaNY PrOfILE Falegnameria Vitali è l'evoluzione di una falegnameria artigiana fondata nel 1955 da Federico Vitali, specializzata nella produzione di porte e finestre in legno. Con la stessa passione e tenacia di una volta, oggi la falegnameria è diventata una moderna realtà gestita da figli e nipoti. La nostra produzione è interamente italiana: produciamo in provincia di Bergamo, edifici residenziali e pubblici sia in Italia che all'estero. "Le soluzioni che proponiamo incorporano cio' che siamo e cio' che vogliamo essere, ossia mantenere quel carattere artigianale di “falegname” che ci ha da sempre contraddistinti senza pero' compromettere quella spinta innovativa, motore imprescindibile per lo sviluppo in un mercato competitivo come quello attuale. www.vitaliwindows.com
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EVENTs NaDja GaLLI zuGarO
BELLEs DE NuIT
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PhOTOGraPhY_PaOLO sTrOPPa LOCaTION_PaLazzO CusaNI - MI
IL fasCINO DELLE BELLEsDENuIT CI raGGIuNGE quaNDO IL BuIO LO PErMETTE, quaNDO PuO’ aMMaLIarE La NOsTra MENTE CON L’INTrIGaNTE GIOCO DI LuCI E OMBrE, VECChIE CarrIOLE, BIDONI, BOILEr, LaTTE, sEMBraNO DEPrIVaTI DEL LOrO DIrITTO DI EsIsTENza sECONDO IL sIsTEMa DEI VaLOrI aTTuaLE PErChé NON rIsPONDONO PIu’ aLLa LOrO fuNzIONE PrIMarIa. NOI suPPONIaMO ChE POssIEDONO PErO’ DuE quaLITà sTraOrDINarIE ChE LI POssONO aBILITarE aD uN NuOVO CICLO D’usO: M a T E r I a L I T à E s I M M E T r I a - TErMINI IsPIraTOrI DI BELLEsDENuIT. aCCENTuIaMO ED INTErPrETIaMO sIMMETrIa E MaTErIaLITà OrIGINaLE usufruENDO DI TECNOLOGIE BasILarI. L’INTErazIONE Tra PErfEzIONE ED IMPErfEzIONE INVITa L’OssErVaTOrE a sTaBILIrE uNa rELazIONE PErsONaLE CON L’OGGETTO aPPrOPrIaNDOsI INCONsCIaMENTE DI EssO. NaDja GaLLI zuGarO LaVOra DaL 2010 NEL DEPOsITO MaTErIaLI DI uN’IMPrEsa EDILE, IN uN’arEa INDusTrIaLE DEL COMuNE DI PaLazzaGO VICINO a BErGaMO. sI DEDICa aLLa CrEazIONE DI ILLuMINazIONE IN rECYCLING arT sOTTO IL sINONIMO DI BELLEsDENuIT. TENTa DI sPECChIarE zEITGEIsT NELLa DurEzza DELLa sOCIETà LIquIDa CON La rICErCa DI BELLEzza E MIsura IN uN GEsTO CrEaTIVO ChE Va OLTrE sENza NEGarE La CrIsI CuLTuraLE, ECONOMICa, aMBIENTaLE, sOCIaLE. NELL’EsTaTE DEL 2013 rEaLIzza I PrIMI aLLEsTIMENTI ChE rIChIaMaNO L’aTTENzIONE DEL PuBBLICO E La CurIOsITà DEGLI EsPErTI DEL sETTOrE. www.BELLEsDENuIT.IT
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PrOfuMI 13
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LE jarDIN DEs sENs PhOTOGraPhY_DarIO TrIsOGLIO DEsIGN_DaNIELa BIGON CONCEPT_ELENa PErNICI
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LONDra 15
Project name: The Buckley Building - Client: Derwent London - Architettura: Buckley Gray Yeomen - Project Management: Quantem Consulting Strutture: Heyne Tillett Steel - Contractor: Mitie Built Environment - Impresa: Marzorati Ronchetti - Project Management: Umberto D’Aquino
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LO sTOrICO quarTIErE DI IsLINGTON E’ OGGI uNa DELLE zONE DI LONDra PIu’ aMBITE Da CrEaTIVI, sTILIsTI E DEsIGNEr, rICCa DI NEGOzI aLLa MODa E DI LOCaLI DI TENDENza. NON BIsOGNa, quINDI, sTuPIrsI sE aLCuNE DELLE PrINCIPaLI MuLTINazIONaLI INGLEsI haNNO sCELTO DI LOCaLIzzarE quI LE LOrO “COMMuNICaTION uNITs”. CLErkENwELL GrEEN sI TrOVa PrOPrIO aL CENTrO DI quEsTa VIVaCE COMuNITà, uNICa NEL suO GENErE, DOMINaTa DaLL'ausTErO PrOfILO DI ThE BuCkLEY BuILDING, uN Ex OPIfICIO DEGLI aNNI TrENTa rECENTEMENTE rINNOVaTO PEr farNE La PrEsTIGIOsa sEDE DI raPPrEsENTaNza DI IMPOrTaNTI BraND INTErNazIONaLI. I 7.910 METrI quaDraTI DI sPazI PErfETTaMENTE rIsTruTTuraTI sONO DIsTrIBuITI aLL'INTErNO DI uN EDIfICIO sOfIsTICaTO, COMPLETaMENTE ECO-sOsTENIBILE, ChE CuLMINa IN uNa sPETTaCOLarE TErrazza DaLLa quaLE sI PuO’ aMMIrarE IL PaNOraMa MOzzafIaTO DEI TETTI LONDINEsI
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BIOarChITETTura sEzIONE INBar MILaNO a Cura DEL DOTT. sILVaNO TraMONTE
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i definisce Bioarchitettura l'insieme delle discipline che attuano e presuppongono un atteggiamento ecologicamente corretto nei confronti dell'ecosistema ambientale. In una visione caratterizzata dalla più ampia interdisciplinarità e da un utilizzo razionale e ottimale delle risorse, la Bioarchitettura tende alla conciliazione ed integrazione delle attività e dei comportamenti umani con le preesistenze ambientali ed i fenomeni naturali. Ciò
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al fine di realizzare un miglioramento della qualità della vita, attuale e futura, in coerenza col principio di percezione del benessere, perseguendo la salute fisica e psichica tanto del singolo individuo, quanto della collettività. E’ nostra convinzione che la bioarchitettura non sia un insieme di regole tecniche ma uno stile di vita che vede come centralità l’uomo che, per essere realizzato, deve partire dalla consapevolezza di ognuno sul vero significato di benessere e di comfort.
ruBrICa
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uando si parla di verde urbano, di rapporto con l’ambiente, di bio e di natura, si pensa sempre a temi complessi. E se invece tutto passasse attraverso una giornata di allegria e spensieratezza, ad una Grande Festa degli Aquiloni, in cui grandi e bambini possano riscoprire un gioco divertente e “bio”? E’ proprio questo che l’INBAR di Milano, l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, ha organizzato, con il patrocinio del Comune di Stezzano e la collaborazione dell’oratorio Sacro Cuore: una giornata a naso in su, con gli occhi rivolti al cielo, con le mani che tengono lunghi fili di aquiloni che volano sospinti dal vento e dalla risate dei bambini. Tutto è pronto, dunque, per questa grande manifestazione che si svolgerà nel campo sportivo dell’oratorio domenica 31 maggio 2015 dalle 10 alle 17 e alla quale sono invitate tutte le famiglie di Stezzano e dintorni: l’ingresso è libero e il divertimento è assicurato. Le famiglie verranno accolte dai volontari dell’INBAR, che aiuteranno i bambini a costruire il proprio aquilone, consegnando loro materiali totalmente naturali e biocompatibili. Poi, i piccoli, aiutati dai loro genitori, potranno allenarsi a farlo volare, in attesa del momento in cui tutti gli aquiloni si ritroveranno in cielo, dando vita a uno spettacolo emozionante. Ma la Festa degli Aquiloni non sarà solo l’occasione per trascorrere una spensierata domenica in famiglia: rappresenterà, infatti, anche un vero momento culturale che per i più piccoli sarà concentrato nel laboratorio di costruzione degli aquiloni e per gli adulti sarà costituito dalla presenza di un’esposizione di stand tematici, dedicati ai temi dell’ambiente e della centralità dell’uomo e articolati in quattro temi. Il primo dal titolo “città-metropolitana patto città-campagna” riguardante l’efficientamento e l’innovazione energetica dei fabbricati metropolitani, la mobilità sostenibile intesa come tecnologia, innovazione e sistemi evoluti di trasporto, l’innovazione nella trasformazione urbana, periferica e rurale e il verde coltivato. Il secondo tema sarà invece dedicato a Expo e alla cucina: nutrizione e ambiente cucina, alimentazione in rapporto con l’architettura e l’ambiente del cibo, ovvero cucine e comfort. Il terzo tema ruota attorno allo sport e gli spazi pubblici. Verrà esposta la ricerca fatta da INBAR Milano in collaborazione con il Comune di Milano sugli sport emergenti in città, sulle attrezzature sportive nel verde e sull’alimentazione corretta degli sportivi. Il quarto e ultimo tema porrà l’attenzione sugli stili di vita sani e sostenibili: verrà presentato il progetto Only Human, una grande ed ambiziosa iniziativa tesa a rendere la prevenzione orale e generale facilmente attuabile, ideata e messa a punto dal Dott.Tramonte che, oltre ad essere un valente odontoiatra ed un implantologo di fama mondiale, è anche vicepresidente di INBAR – Milano. Il progetto s’incardina sul ruolo centrale della donna nelle scelte sulla salute della famiglia, sulle professioni che possono indurre e sostenere gli stili di vita consapevoli, sul ruolo dell’istruzione nel rapporto scuole-genitorisocietà e sui prodotti naturali a sostegno dell’uomo e della casa. La Festa degli Aquiloni sarà a tutti gli effetti una festa, ma anche un viaggio nella presa di coscienza delle responsabilità verso i nostri figli e il luogo in cui abitiamo, lo spunto per una vera riflessione culturale. Una festa che colorerà il cielo di una luce nuova e che farà volare in alto non solo gli aquiloni, ma anche i sorrisi di tutti i presenti.
jOaN MIrO’ L’IMPuLsO CrEaTIVO a Cura DELL’ arCh. PaOLO BussI
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IN MOsTra
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a tensione è sempre più viva ogni volta. Quanto più invecchio, tanto più forte si fa la tensione. Questo preoccupa mia moglie. Quanto più invecchio tanto più divento matto, aggressivo e cattivo, se vogliamo”. Joan Mirò conosceva il limite terreno della grandezza e, un poco, se ne rattristava, ma non poteva certamente per questo contenerla. La sua sfida ininterrotta con la pittura, impossibile da ingannare solamente attraverso cavalletto e tela, assorbiva le più ardite superfici e materiali, dal rame alla ceramica, dal cartone al legno, senza tralasciare bronzo e resina sintetica. Mirò non poteva dedicarsi ad una pittura convenzionale e agiata, non ne era capace: il suo slancio naturale verso la conoscenza di nuove tecniche e la curiosità di perdersi in nuovi orizzonti lo assorbiva in una tensione quasi mistica, che rendeva l’opera un terreno di battaglia, in cui affogare le dita, lacerare le superficie, imprimere il proprio urto creativo con mezzi primordiali. La pittura di Mirò è dominata da una tensione psichica e fisica, una scarica irrequieta che trova nella concretizzazione di un’opera corporea, faticosa e violenta il conforto atteso e sperato. Il livello estremo dell’opera di Mirò ci consegna esecuzioni particolari a dir poco: tele bruciate con benzina o lacerate con un cannello ossidrico. L’impulso creativo è l’input che rende materico l’universo immaginario di Mirò, la scossa che muove prima la fantasia e poi le mani, il corpo, la bocca, sempre meno di rado il pennello, in un entusiasmante atto corporeo con la pittura, un concedersi l’un l’altro per rendere vivo il pensiero. Il grande artista per ottenere questo può anche partire dal nulla e per Mirò la partenza a volte era un granello di sabbia, un sassolino o qualsiasi altra cosa marginale all’occhio umano. La via maestra viene trovata negli anni Quaranta dopo il primo viaggio negli Stati Uniti, quando conobbe l’Espressionismo Astratto americano e quindi Jackson Pollock, come afferma lo stesso Mirò: “Quando vidi quei quadri, mi dissi: Ecco, anche tu puoi farlo; provaci, vedi bene che si può”. E’ da questo momento che Mirò trova la conferma delle proprie smanie artistiche ed inizia a manipolare il tutto, aggiungendo l’autorevolezza di audaci calligrafi giapponesi a risoluti ascendenti rupestri, acquisendo una composizione eterogenea, vitale, annodata sempre ad elementi cardine nella elaborazione dell’artista come la testa umana, la donna, le costellazioni o gli uccelli. Ne scaturiscono innumerevoli “Senza titolo” dove il deciso spessore della linea nera gocciolante domina su tutti i colori primari, anche sul tanto caro blu Maiorchino, anteponendosi a spruzzi, gocciolamenti, strofinamenti, impronte, lacerazioni e forature. Anche i fondi vengono felicemente maltrattati: spesso Mirò usa l’acqua con cui ha pulito i pennelli e la versa sopra la tela da iniziare, o già terminata, o a metà dell’opera, a seconda di come l’ispirazione lo coglie. Una delle tecniche per
ottenere questi effetti è semplice e casuale: Mirò versa il colore liquido sulla tela appoggiata a terra, successivamente la posiziona in verticale e aspetta che il colore coli. Lo osserva nel suo incedere lento ma inesorabile, mai uguale a se stesso. Quando il risultato lo soddisfa rimette la tela in orizzontale e da lì inizia il tutto. Una tale carica emotiva ovviamente trova altri termini di espressione come splendide sculture in bronzo che raffigurano teste, uccelli e donne, fotomontaggi di statue imponenti, studi fatti con semplici penne a sfera su carta, fino ai magnifici arazzi esposti nella mostra, realizzati dopo la morte dell’artista sulla base di cartoni preparatori nati dalla collaborazione con il tappezziere Josep Royo. Mirò fu dapprima sfavorevole a concedere cartoni per arazzi, perché non poteva produrre con le proprie mani l’opera e seguirne la creazione passo dopo passo. Il più famoso e significativo, grande più di 60 metri quadri, dedicato al World Trade Center, crollò con esso nel 2001. Con il passare degli anni Mirò intensificò il proprio stupore e incanto verso le cose semplici: “Le cose semplici mi fanno venire delle idee. Il piatto in cui un contadino mangia la minestra mi interessa di più dei piatti assurdamente lussuosi dei ricchi”. I continui viaggi in Giappone e l’influenza della filosofia zen portarono ad una sempre maggiore semplificazione dell’opera, sviluppata in tele a sfondo bianco con l’utilizzo di acrilico e carboncino, composizioni leggere ed eleganti, sofisticate e fluttuanti, con un segno marcato e definito, mai banale: il tratto dell’artista, l’impulso creativo, mutato, mai sopito.
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GraNDE suCCEssO PEr La MOsTra “jOaN MIrO’. L’IMPuLsO CrEaTIVO”, OsPITaTa a MaNTOVa, ChE ha VIsTO L’EsPOsIzIONE DI 53 OPErE DEL GraNDE arTIsTa CaTaLaNO
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uNO sPazIO
IN CONTINuO DIaLOGO NasCE MuDEC, IL MusEO ChE rIfLETTE TuTTE LE CuLTurE. uN POLO MuLTIDIsCIPLINarE DEDICaTO aLLE DIVErsE TEsTIMONIaNzE DEL MONDO ChE, CON La sua PLuraLITà DI fuNzIONI, sI PrOPONE DI DIVENTarE NEL PaNOraMa ITaLIaNO uN PuNTO DI rIfErIMENTO PEr La rICErCa, La DIVuLGazIONE E L’INTraTTENIMENTO DELLa CrEaTIVITà E DELL'arTE PhOTOGraPhY_Oskar Da rIz
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rECuPErO
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ato da un’operazione di recupero di archeologia industriale nell’area dell’ex fabbrica Ansaldo, in zona Tortona, il MUDEC reinterpreta gli spazi in cui si inserisce con corpi dalle forme squadrate rivestiti di zinco e con una struttura in cristallo illuminata 24 ore su 24 – che “irrompe” geometricamente nell’edificio che lo accoglie. Il nuovo spazio si distingue per la sua hall centrale di forma libera e organica, che genera una corte interna, una piazza coperta, luogo d’incontro fra le culture e le comunità. All’interno dell’edificio si sviluppano diversi spazi che offrono al visitatore
e alla città una molteplicità di proposte culturali e di servizi, distribuiti su 17.000 mq: sale della collezione museale e delle esposizioni temporanee, auditorium; Mudec Bistrot, Mudec Design Store, ristorante Mudec Club, aule didattiche, Mudec Junior e parcheggio. MUDEC è innovativo anche per la sua formula gestionale: è, infatti, il primo museo italiano con una governance in partnership tra pubblico e privato. Il Comune di Milano ricopre la direzione scientifica del patrimonio, la sua valorizzazione e il coordinamento dell’attività del Forum Città Mondo. 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore è responsabile, invece, della programmazione e realizzazione delle grandi mostre di respiro internazionale e della gestione dei servizi aggiuntivi del MUDEC nelle diverse anime che lo compongono.
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IN CONTINuO DIaLOGO
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Dallo scorso marzo la collezione permanente è in larga parte accessibile nei depositi con visite guidate, mentre al termine di Expo Milano 2015 inaugurerà il percorso museale allestito nella sale espositive con le collezioni etnografiche del Comune di Milano. Il programma espositivo sarà arricchito da una programmazione di eventi collaterali che completerà la proposta culturale. L’offerta si completa con servizi di caffetteria e ristorazione di alta qualità e lo Spazio Junior, un’area in cui i bambini tra i 4 e i 9 anni approfondiranno il tema delle culture extraeuropee con laboratori creativi e multimediali. Negli spazi adiacenti al MUDEC avrà, infine, sede la Mudec Academy che offrirà Master Full Time e Part Time a moduli, laboratori interattivi, corsi serali ed eventi, con particolare riferimento ai settori delle eccellenza del Made in Italy quali Arte & Turismo, Design, Digital, Food & Wine e Fashion.
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MUDEC - Museo delle culture Milano - via Tortona 56 www.mudec.it
IL CONCOrsO PEr IL POLO "CITTà DELLE CuLTurE" E’ sTaTO VINTO NEL 2000 DaLL'arCh. DaVID ChIPPErfIELD ChE ha affIDaTO aL MusEO IL ruOLO DI PuNTO fOCaLE, PrOPONENDO uNa sTruTTura rIVEsTITa DI zINCO IN CuI GIOCaNO uN ruOLO IMPOrTaNTE I DIafraMMI TrasParENTI E La sTruTTura IN CrIsTaLLO ChE IrrOMPE NELL’EDIfICIO GENEraNDO uNa sINuOsa COrTE INTErNa ILLuMINaTa DaLL’aLTO. PrOGETTO aL quaLE OGGI, TuTTaVIa, L’arChITETTO BrITaNNICO NON VuOLE assOCIarE IL PrOPrIO NOME PErChé IN DIsaCCOrDO CON aLCuNE sCELTE DELLa DIrEzIONE LaVOrI CONDOTTa DaL COMuNE
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La NuOVa DEsIGNEr sCELTa Da arMaNI
VIVETTa
GIOrGIO arMaNI CONTINua aD aIuTarE I GIOVaNI DEsIGNEr OsPITaNDO NEL suO sPLENDIDO arMaNI/TEaTrO LE sfILaTE DEI BraND EMErGENTI. a fEBBraIO, DuraNTE La Mfw, E’ sTaTO IL TurNO DI VIVETTa TExT_VaLENTINa COLLEONI PhOTOGraPhY_ChIara GusMINI E LaPI
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sTOrIE DI COPErTINa
VIVETTa PONTI PEr GLI aMICI VIVI’
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orse il nome non sarà lo stesso ma, a nostro avviso, le strofe iniziali della famosa canzone dei Beatles le calzano a pennello. Stiamo parlando di Vivetta Ponti, stilista emergente cara a Giorgio Armani che, solo a lei, ha concesso di presentare la collezione Autunno/Inverno 2015/16 nel suo teatro di via Bergognone a Milano. E proprio qui, nel pre catwalk, in quel dietro le quinte così veloce e quasi isterico, abbiamo incontrato Vivetta, scorgendo quella sua semplicità mista ad intraprendenza e determinazione che proprio non poteva non farci pensare a quelle parole "immaginati in una barca su un fiume. Con degli alberi di mandarino e cieli di marmellata. Qualcuno ti chiama, tu rispondi abbastanza lentamente. Una ragazza con gli occhi di caleidoscopio". Un misto di dolcezza e determinazione... proprio come lei. Vivetta ricorda quando per la prima volta si è detta "Da grande farò la stilista"? "No, non lo ricordo, pero' mia madre mi ha raccontato che disegnavo molto e che i miei soggetti preferiti erano donne che disegnavo, come fossero gli attuali figurini, uno per foglio e sempre con abiti e capelli diversi". Gli elementi "innocenza" e "fantasia" sono rimasti però un po' nel suo ideale di moda... "Si e' vero, li sento molto. L'innocenza per i colori e alcuni tessuti evanescenti come l'organza di seta, la fantasia perche' mi piace aggiungere ad ogni capo un dettaglio "mio", ovvero uno di quei dettagli che all'apparenza disturbano o che sorprendono". Come ha mosso i primi passi in questo mondo? "Ho cominciato con uno stage presso Roberto Cavalli, seguito dall'assunzione. Ho sempre avuto un mio mood ed e' per questo che, dopo qualche anno di ufficio stile, ho sentito il bisogno di dare vita al mio progetto".
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Qual è la filosofia che muove oggi la sua azienda? "Allargare la collezione e continuare ad espandersi. Fare abiti per mettere buonumore a chi li indossa". La sua carriera l'ha portata a lavorare con grandi della moda, come Cavalli. Cosa conserva di queste esperienze? "L'esperienza da Cavalli e' stata fondamentale perché e' lì che ho imparato tutto sui ricami". Chi le ha "lasciato" di più in termini di professionalità? "Eva Cavalli, una donna veramente in gamba".
VIVETTa aMa I GaTTI (E TuTTI GLI aNIMaLI), GLI aNNI ‘50 E ‘60, IL surrEaLIsMO, La NEw waVE fraNCEsE (La NOuVELLE VaGuE), aNNa karINa, MIa farrOw, CaThErINE DENEuVE, BarBara sTEELE E I fILM DELL’OrrOrE ITaLIaNI DEGLI aNNI ‘60, COLLEzIONarE VECChI GIOCaTTOLI, LE BaMBOLE VINTaGE, I LIBrI PEr BaMBINI VINTaGE, I fILM DI aNIMazIONE sPErIMENTaLI DEGLI aNNI ‘60 E ‘70 DELLa NaTIONaL fILM BOarD Of CaNaDa (NOrMaN MC LarEN, rENé jODOIN, CO hOEDEMaN, CarOLINE LEaf COME aNChE YurI NOrsTEIN, hErMINa TYrLOVa, jaN sVaNkMajEr E jIrÍ TrNka) La sfilata a Teatro Armani è stata un po' la sua consacrazione nel panorama della moda. Come è andata e cosa ricorda di quegli attimi? "E' stata un'esperienza bellissima e dalla quale ho imparato moltissime cose. Le settimane prima sono state ricchissime di impegni, lavoro agli ultimi capi, organizzazione, eccetera. L'agitazione e' arrivata il giorno prima ma poi si è via via stemperata quando tutto era pronto ed ho cominciato a sentire l'emozione e l'agitazione". Cos'è la moda per lei? "La moda è il mezzo con cui le donne si divertono e si sentono belle a tutte le età". E l'eleganza? "L'eleganza e' la pulizia, la semplicità e le cose classiche".
VIVETTa é uN MarChIO ITaLIaNO CONTEMPOraNEO fONDaTO NEL 2008 DaLLa fashION DEsIGNEr VIVETTa PONTI ChE ParLa DI POEsIa, rITraE uNa fEMMINILITà DELICaTa, DIVErTENTE, LEGGIaDra E, aL TEMPO sTEssO, assErTIVa E raCCONTa L’aMOrE DELLa CrEaTIVa PEr LE BaMBOLE, GLI arrEDI aNTIChI DEGLI aNNI ‘50 E LE TaPPEzzErIE DEGLI aNNI ‘60 E ‘70
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Tre consigli che vorrebbe dare a chi sogna un traguardo come il suo? "Non farsi condizionare dalle mode ma ascoltare il proprio stile. Se e' molto personale, non può piacere a tutti ma a qualcuno come voi piacera'. Prepararsi a mille porte chiuse ma a non mollare veramente mai, nè a scoraggiarsi. Apprezzare le porte che si aprono. Ogni stilista ha una storia molto diversa: non esistono percorsi strategici". Il suo colore preferito? "Il celeste o il blu". Il tessuto per eccellenza? "Organza di seta o tessuti bi-stretch". Ha un sogno? MOOD NEL CuOrE DELLO sTILE ITaLIaNO "Lanciare la linea couture".
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POLARISLIFE Lavorare il legno e produrre mobili è sempre stata una passione. Dall’alta specializzazione in questo settore e seguendo un’intuizione imprenditoriale, la nostra famiglia, negli anni Sessanta, fonda Polaris. La nostra è una realtà industriale in cui il rapporto con la tradizione artigiana, la scelta delle materie prime e un approccio ecosostenibile sono diventati il metodo di produzione che garantisce l’alta qualità. Abbiamo concepito da subito l’idea del mobile come elemento unico - di design, versatile e solido - che caratterizza il nostro spazio cucina. Negli anni, al sapere artigiano, abbiamo affiancato le più moderne tecnologie per offrire un servizio professionale e all’avanguardia. Al centro di ogni nostro progetto poniamo prima di tutto la persona, le sue necessità e desideri. Per questo ci impegnamo a creare spazi funzionali dove elementi di design, innovativi e moderni, hanno la capacità di rendere più agevoli le azioni che si compiono ogni giorno. In cui l’incontro tra le nuove tecnologie e una pluriennale esperienza rivela passione, capacità artigianali e attenzione alla qualità, nel rispetto dell’ambiente.
ARIS ARCHITECTS Aris è un creativo studio di architettura e interior design con sede a Bergamo e Tunisi. I suoi fondatori, Alberto Corrado, Hani Chaouech e Francesca Zalla, dopo essersi laureati in architettura presso lo IUAV di Venezia e la Tongji University di Shanghai e dopo aver lavorato in un panorama internazionale, dalla Cina, a Singapore al Nord Africa,nel 2012 hanno deciso di riunirsi e fondare Aris Architects.
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