Lunario 2011

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Lunarie de lu Uaťte ~ L’Almanacco dei Vastesi ~ A cura di Giuseppe Tagliente Paolo Calvano Giovanni Di Rosso

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Premessa alla undicesima edizione

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“A noi giovani piace cambiare”, dichiarava una pubblicità di qualche anno fa e noi, tanto per stare al gioco, abbiamo ritenuto di dover cambiare con questo undicesimo numero del Lunario, primo del secondo decennio di vita della nostra fortunata iniziativa editoriale. Il giudizio lo lasciamo a Voi, cari lettori, sperando che gli apprezzamenti bilancino le critiche. Ciò che teniamo comunque a dirVi è che la nuova veste, pur rispettosa della formula felicemente collaudata, è stata pensata per dare più spazio alle notizie storiche e di costume, alla riscoperta delle tradizioni e del dialetto, alle fotografie, alle curiosità, nel tentativo di coinvolgere con una grafica più moderna ed accattivante anche i più giovani, a cui vogliamo tramandare questi spiccioli di vastesità. Il Lunario 2011 si apre con una doverosa narrazione degli avvenimenti accaduti centocinquant’anni fa. Il 2011 è l’anno della ricorrenza dell’Unità d’Italia ed un ricordo di quanto avvenne anche in questa Città, che fu la prima in Abruzzo a dichiararsi italiana, ci è sembrato doveroso. L’abbiam fatto però nello stile tipico del Lunario, raccontando le vicende come probabilmente le vissero i nostri trisavoli, mondate dalla retorica e dall’enfasi che il tempo e la ragion politica ha appiccicato addosso a loro, con particolare riguardo anche alle ragioni dei vinti di allora, bollati spesso impropriamente come “briganti”. Un’altra chicca la troverete in appendice: è la storia dei barbieri vastesi. Pubblicata lo scorso anno in un numero limitato, abbiamo ritenuto di doverla ripubblicare sul Lunario per soddisfare le innumerevoli richieste che ci sono pervenute in tal senso. Speriamo Vi piaccia, così come speriamo possa incontrare il Vostro favore il ciddì musicale allegato alla terza di copertina. Si tratta di canzoni scritte, musicate ed interpretate da un caro amico che ha voluto tentare l’operazione assolutamente ardita di coniugare il dialetto con la musica dei tempi nostri, con un sound assolutamente inedito in questo senso. Se lo giudicherete positivamente insisteremo anche l’anno prossimo. Ma abbiam già parlato troppo. Buona lettura. Gli autori Novembre 2010


Feste e ricorrenze dell’anno Feste religiose e civili 1 gennaio, Capodanno 6 gennaio, Epifania del Signore 25 aprile, Festa della Liberazione 1 maggio, Festa del Lavoro 2 giugno, Proclamazione della Repubblica 15 agosto, Ferragosto 29 settembre il Patrono San Michele 1 novembre, Ognissanti 8 dicembre, Immacolata Concezione 25 dicembre, Natale del Signore 26 dicembre, Santo Stefano

Feste mobili Giubileo vastese 16 gennaio Martedì grasso 8 marzo Ceneri 9 marzo Sacra Spina 15 aprile Pasqua 24 aprile Lunedì dell’Angelo 25 aprile Madonna dell’Incoronata 1 maggio Madonna della Penna 8 maggio Pentecoste 12 giugno Madonna delle Grazie 3 luglio Corpus Domini 26 giugno San Lorenzo 12 settembre

Calendario Astronomico Gennaio Il 1° il Sole si leva alle ore 7.40 e tramonta alle 16.45. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.38 e tramonta alle 16.59. Eclissi anulare di sole (martedì 4 ore 9.51). Fasi lunari: luna calante dall’1 al 4 e dal 26 al 31. Luna crescente dal 5 al 19. Luna Nuova dalle ore 10.02 di martedì 4. Primo quarto alle 12.13 di mercoledì 12. Luna piena alle ore 22.21 di mercoledì 19. Ultimo quarto alle 13.57 di mercoledì 26. Febbraio Il 1° il Sole si leva alle ore 7.25 e tramonta alle 17.21. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.08 e tramonta alle 17.39. Fasi lunari: luna calante dall’1 al 3 e dal 18 al 28. Luna crescente dal 3 al 18. Luna Nuova dalle ore 3.30 di giovedì 3. Primo quarto alle 8.18 di venerdì 11. Luna piena alle ore 9.35 di venerdì 18. Ultimo quarto alle 0.26 di venerdì 25. Marzo Il 1° il Sole si leva alle ore 6.47 e tramonta alle 17.57. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.23 e tramonta alle 18.13. Fasi lunari: luna calante dall’1 al 4 e dal 20 al 31. Luna crescente dal 4 al 19. Luna Nuova dalle ore 21.45 di venerdì 4. Primo quarto alle 0.44 di domenica 13. Luna piena alle ore 2.43 di sabato 19. Ultimo quarto alle 13.07 di sabato 26. Aprile Il 1° il Sole si leva alle ore 6.54 e tramonta alle 19.33. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.32 e tramonta alle 19.39. Fasi lunari: luna calante dall’1 al 3 e dal 18 al 30. Luna crescente dal 3 al 18. Luna Nuova dalle ore 16.32 di domenica 3. Primo quarto alle 14.05 di lunedì 11. Luna piena alle ore 4.43 di lunedì 18. Ultimo quarto alle 4.46 di lunedì 25. Maggio Il 1° il Sole si leva alle ore 6.06 e tramonta alle 20.06. Il 15 il Sole si leva alle ore 5.49 e tramonta alle 20.27. Fasi lunari: luna calante dall’1 al 3 e dal 17 al 31. Luna crescente dal 3 al 17. Luna Nuova dalle ore 8.58 di martedì 3. Primo quarto alle 22.32 di martedì 10. Luna piena alle ore 13.08 di martedì 17. Ultimo quarto alle 20.52 di martedì 24.


Giugno Il 1° il Sole si leva alle ore 5.36 e tramonta alle 20.37. Il 15 il Sole si leva alle ore 5.33 e tramonta alle 20.46. Eclissi totale di luna (ore 22.12 del 15) durata: un’ora e 40 minuti. Fasi lunari: luna calante l’1 e dal 15 al 30. Luna crescente dall’1 al 15. Luna Nuova dalle ore 23.02 di mercoledì 1.Primo quarto alle 4.10 di giovedì 9. Luna piena alle ore 22.13 di mercoledì 15. Ultimo quarto alle 13.48 di giovedì 23. Luglio Il 1° il Sole si leva alle ore 5.37 e tramonta alle 20.48. Il 15 il Sole si leva alle ore 5.47 e tramonta alle 20.43. Fasi lunari: luna calante l’1 e dal 15 al 30. Luna crescente dall’1 al 15 e dal 30 al 31. Luna Nuova: dalle ore 10.53 di venerdì 1 e dalle ore 20.39 di sabato 30. Primo quarto alle 8.29 di venerdì 8. Luna piena alle ore 8.39 di venerdì 15. Ultimo quarto alle 7.01 di sabato 23. Agosto Il 1° il Sole si leva alle ore 6.02 e tramonta alle 20.27. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.17 e tramonta alle 20.09. Fasi lunari: luna calante dal 13 al 29. Luna crescente dall’1 al 13 e dal 29 al 31. Luna Nuova dalle ore 5.04 di lunedì 29. Primo quarto alle 13.08 di sabato 6. Luna piena alle ore 20.57 di sabato 13. Ultimo quarto alle 23.54 di domenica 21. Settembre Il 1° il Sole si leva alle ore 6.37 e tramonta alle 19.42. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.50 e tramonta alle 19.18. Fasi lunari: luna calante dal 12 al 27. Luna crescente dall’1 al 12 e dal 27 al 30. Luna Nuova dalle ore 13.08 di martedì 27. Primo quarto alle 19.39 di domenica 4. Luna piena alle ore 11.26 di lunedì 12. Ultimo quarto alle 15.38 di martedì 20. Ottobre Il 1° il Sole si leva alle ore 7.07 e tramonta alle 18.50. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.23 e tramonta alle 18.26. Fasi lunari: luna calante dal 12 al 26. Luna crescente dall’1 al 12 e dal 26 al 31. Luna Nuova dalle ore 21.55 di mercoledì 26. Primo quarto alle 5.15 di martedì 4. Luna piena alle ore 4.05 di mercoledì 12. Ultimo quarto alle 5.30 di giovedì 20. Novembre Il 1° il Sole si leva alle ore 6.43 e tramonta alle 17.01. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.01 e tramonta alle 16.46. Fasi lunari: luna calante dal 10 al 25. Luna crescente dall’1 al 10 e dal 25 al 30. Luna Nuova dalle ore 7.09 di venerdì 25. Primo quarto alle 17.38 di mercoledì 2. Luna piena alle ore 21.16 di giovedì 10. Ultimo quarto alle 16.09 di venerdì 18. Dicembre Il 1° il Sole si leva alle ore 7.20 e tramonta alle 16.36. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.33 e tramonta alle 16.35. Eclissi totale di luna (ore 15.32 del 10) durata 52 minuti. Fasi lunari: luna calante dal 10 al 24. Luna crescente dall’1 al 10 e dal 24 al 31. Luna Nuova dalle ore 19.06 di sabato 24. Primo quarto alle 10.52 di venerdì 2. Luna piena alle ore 15.36 di sabato 10. Ultimo quarto alle 1.47 di domenica 18.


CARTA D’IDENTITÀ Nome Vasto (Istonio dal 1938 al 1944) Città dal 30 marzo 1710 Denominazione antica Histonium Altitudine 143 m. s.l.m. Superficie 70,63 Kmq Denominazione abitanti vastesi, localmente uaštarúli Numero abitanti Maschi 19.641 - Femmine 20.635 Tot. 40.276 al 31/10/2009 Provincia Chieti Economia A prevalenza industriale, commerciale e turistica Santo Patrono San Michele Arcangelo (dal 1827 con breve papale di Leone XII)

Gemellata con Perth (W.A.) dal 1989


Sindaci dall’Unità d’Italia 1860 - 1866 Filoteo D’IPPOLITO 1868 - 1876 Silvio CICCARONE Senior 1876 - 1878 Carlo NASCI 1878 - 1896 Francesco PONZA 1897 - Luigi D’ALOISIO 1897 - 1919 Luigi NASCI 1919 - 1920 Gelsomino ZACCAGNINI 1920 - 1921 Filoteo PALMIERI 1921 - 1923 Florindo RITUCCI CHINNI 1924 - 1933 Pietro SURIANI 1934 - 1935 Gaetano DEL GRECO 1937 - 1940 Erminio SCARDAPANE 1941 - 1942 Francescopaolo GIOVINE

1942 - 1943 Silvio CICCARONE Junior 1943 - 1944 Emilio ZARA 1944 - 1945 Giuseppe NASCI 1946 - 1955 Florindo RITUCCI CHINNI 1955 - 1956 Olindo ROCCHIO 1956 - 1962 Idiano ANDREINI 1962 - 1973 Silvio CICCARONE Junior 1973 - 1979 Nicola NOTARO 1979 - 1993 Antonio PROSPERO 1994 - 2000 Giuseppe TAGLIENTE 2000 - 2001 Giovanni BOLOGNESE 2001 - 2006 Filippo PIETROCOLA 2006 - Luciano LAPENNA

L’Amministrazione Comunale Sindaco: Luciano Lapenna Vice Sindaco: Vincenzo Sputore Assessori: Lina Marchesani, Marco Marra, Domenico Molino, Corrado Sabatini, Anna Suriani, Nicola Tiberio. Segretario Generale: Rosa Piazza. Consiglio: Riccardo Alinovi, Ivan Aloè, Mario Baiocco, Alfredo Bontempo, Francesco Paolo D’Adamo, Giuseppe Di Paolo, Antonio Di Santo, Giuseppe Forte, Tranquillo Luciano Gentile, Fabio Giangiacomo, Guido Giangiacomo, Alessandro La Verghetta, Simone Lembo, Giuseppe Madonna, Luigi Marcello, Manuele Marcovecchio, Massimiliano Montemurro, Giuseppe Napolitano, Michele Notarangelo, Mario Olivieri, Francesco Piccolotti, Gianni Quagliarella, Etelvardo Sigismondi, Fabio Smargiassi, Nicola Soria, Giuseppe Tagliente, Maria Annunziata Ulisse, Maurizio Vicoli. Dirigenti: Giacinto Palazzuolo (Direttore Generale), Michele Bevilacqua (Ragioneria), Michele D’Annunzio (Cultura), Roberto D’Ermilio (Lavori Pubblici, Servizi), Vincenzo Marcello (Turismo), Sergio Petrongolo (Polizia Municipale), Caterina Barbato (Ist. dei Servizi Sociali)

A.S.L

Direttore Generale: Francesco Zavattaro. Direttore Amministrativo: Giancarlo Barrella. Direttore Sanitario: Amedeo Budassi.

Magistratura:

Presidente Tribunale: Francesco Greco. Procuratore della Repubblica: Francesco Prete

Forze dell’Ordine Commissariato Polizia di Stato: Cesare Ciammaichella. Compagnia Carabinieri: Giuseppe Loschiavo. Tenenza Guardia di Finanza: Luigi Minnitti. Ufficio Locale Marittimo: Daniele Di Fonzo. Distaccamento Vigili del Fuoco: Cosimo Colameo. Corpo Forestale dello Stato: Domenico Racciatti.

Parrocchie Concattedrale di S. Giuseppe: Gianfranco Travaglini. S. Maria Maggiore: Andrea Sciascia. S. Pietro in S.Antonio: Stellerino D’Anniballe. S. Paolo Apostolo: Gianni Sciorra. S. Maria Incoronata: Eugenio di Gianberardino. S. Maria del Sabato Santo: Massimo D’Angelo. Stella Maris: Luigi Stivaletta. S. Giovanni Bosco: Francesco Labarile. S. Lorenzo: Antonio Bevilacqua. S. Marco Evangelista: Luigi Smargiassi.

Dirigenti Istituzioni scolastiche Liceo Scientifico “R. Mattioli”: Silvana Marcucci. Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “F. Palizzi”: Nino Fuiano. Istituto Tecnico Industriale “E. Mattei”: Rocco Ciafarone. Liceo Classico “L.V. Pudente” e Istituto d’Arte: Rocco Di Scipio. Istituto Magistrale “R. Pantini”: Letizia Daniele. Scuola Media “G. Rossetti”: Letizia Stangarone. Scuola Media “R. Paolucci”: Maria Cauli. 1º Circolo Didattico “G. Spataro”: Maria Pia Di Carlo (regg.). 3º Circolo Didattico: Maria Pia Di Carlo.


La vita quotidiana a Vasto ai tempi del Risorgimento L’anno 1860 inizia con grandi feste: il 12 gennaio, per il Natale di Sua Maestà Francesco II (D.G.) solenne Te Deum in S. Giuseppe, con spari, sorteggi di maritaggi e banda. La sera al Carmine accademia con discorsi, lettura di poesie ed epigrammi di ecclesiastici e laici in onore del Sovrano. In Primavera grandi movimenti di truppe di fanteria e di cavalleria in transito nel nostro territorio. Il 25 giugno il Re Francesco II concede la Costituzione e l’amnistia ai condannati per reati politici. Dopo poco tempo alcuni vastesi, già carcerati, tornano alle loro case e incominciano a svolgere apertamente in città attività politica contro la dinastia regnante. Da questo momento l’impiegato tecnico Pietro Fariello1, addetto al telegrafo, diviene una celebrità. Ogni giorno i signori lo vanno a trovare alla torre di Bassano per avere notizie fresche arrivate dalla capitale. A giugno, tentativo attuato da gruppi di contadini, armati di forche e pietre, di appropriarsi del grano trebbiato nei terreni dei galantuomini. La fame nelle classi povere è grande, a causa del cattivo

1860 - Il Battaglione della Guardia Nazionale di Teramo

Note

1. Pietro Fariello (1836-1903) nato a Vasto da una famiglia di origini sorrentine.

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2. Emilio Celano (1831-1893). Laureato in Legge insegna Filosofia e Diritto Pubblico. Come pubblicista fonda “Il Globo” (1859) e “La Nuova Italia” (1860). Dopo il 1860 prefetto in diverse città italiane.

raccolto granario, e il poco frumento disponibile è nascosto dai borghesi. C’è preoccupazione tra il popolo per la prossima distribuzione delle terre demaniali che si teme possano essere assegnate quasi tutte ai già ricchi proprietari. Ai primi di luglio agitazione in città. I galantuomini diffondono la notizia della concessione della libertà di stampa e di indizione delle elezioni. Si dice che anche il compaesano Emilio Celano2 abbia fondato a Napoli un nuovo periodico. Nei caffè e lungo le strade urbane ferve l’attività del radicale Filippo dei conti Tiberi3, coadiuvato dai rampolli di casa Ricci4. Il palazzo di Silvio Ciccarone5 nella strada S. Giovanni è meta di ripetuti incontri. Quasi un pellegrinaggio continuo di notabili, borghesi e soprattutto di sfaccendati che non hanno nulla da perdere e vogliono approfittare del momento opportuno. Alla fine del mese viene sciolta la vecchia Guardia Borbonica e costituita la Guardia Nazionale. Gli uomini sono sempre gli stessi, cambia solo il vertice: Silvio Ciccarone, sempre più in vista, è nominato capo compagnia e gli ufficiali sono tutti esponenti dell’alta borghesia e della residua nobiltà, alcuni dei quali già sostenitori dei Borboni. Da Napoli arrivano anche le nomine del nuovo consiglio decurionale. Il vecchio sindaco Codagnone6 è sostituito dal massone dottor D’Ippolito7; il resto dei componenti non è molto diverso dal precedente. In città diventano sempre più influenti Ciccarone e Nasci8, ambedue sposati con le figlie di Luigi Cardone9 ed unici eredi delle ingenti sostanze del barone. Ad agosto, mentre pervengono contraddittorie notizie sulle battaglie dei garibaldini che stanno risalendo la penisola, la città è pervasa da un soporifero, quasi indifferente, clima di attesa. Il 14

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3. Filippo de’ Conti Tiberi (1821-1869) Liberale di tendenze radicali viene perseguitato e incarcerato dalla polizia. 4. Luigi e Giuseppe de’ Conti Ricci. Luigi (1841-1913), garibaldino a Capua in Aspromonte e a Bezzecca partecipa alla difesa di Parigi nel 1870. Esule in Inghilterra insegna letteratura Italiana al King’s College di Londra, ove fonda la Dante Society. Giuseppe (1844-1867) frequenta l’Università a Napoli, poi si trasferisce a Firenze per seguire la carriera giornalistica. Garibaldino, muore nella battaglia di Mentana.

Il maggiore Silvio Ciccarone


Il Canonico Cantore Giacomo Tommasi in una foto di Giuseppe De Guglielmo

5. Silvio Ciccarone (1821-1897), protagonista assoluto del Risorgimento locale. Maggiore della Guardia Nazionale dal 1860 al 1867; sottogovernatore e sottintendente nel 1860-61; Sindaco dal 1868 al 1876; Consigliere provinciale nel 1869-70, diventa Presidente della Provincia. 6. Vitaliano Codagnone (1801-1870) esponente di una famiglia di notai trasferitasi a Vasto da Atessa. Sindaco dal 1855 al 1860. 7. Filoteo D’Ippolito (1802-1868). Primo sindaco “Italiano” di Vasto. Capitano medico del secondo Reggimento Svizzero di Napoli. 8. Carlo Nasci (1833-1882) cognato del Ciccarone e capitano della Guardia Nazionale, sposa nel 1852 la prima figlia del barone Cardone.

arriva il novello nostro Sottintendente Don Decoroso Sigismondi di Bomba, amico del moderato Silvio Spaventa10. Il Ciccarone, per nomina diretta da Napoli, diventa Maggiore distrettuale della G. N. e il conte Tiberi fa girare la città da suoi incaricati per arruolare garibaldini da utilizzare nelle azioni di guerra. Il 4 settembre allarme tra i cittadini: una turba di esaltati manifesta sotto la casa del giudice De Paschinis al grido di “Viva l’Italia! Viva Vittorio Emanuele, viva Garibaldi!" Il giorno dopo, vicino Porta Nuova, giovinastri armati rincorrono e minacciano Ludovico Genova11. Il pronto intervento della G.N. evita pericolose conseguenze e le pattuglie di soldati lungo le vie cittadine riporta la calma. La sera dai balconi del palazzo della sottintendenza il Sindaco e il Maggiore della G.N. proclamano la decadenza della dinastia borbonica e l’istituzione di un governo provvisorio. Il giorno dopo, un manifesto firmato dal Ciccarone invita la cittadinanza alla calma e minaccia la repressione “pur di mantenere ad ogni costo l’ordine in città”. La mattina dell’8 settembre Vasto è in agitazione: si sparge la notizia di un telegramma che comunica l’entrata in Napoli del generale Garibaldi. Nelle strutture pubbliche vengono deposti gli stemmi borbonici e Il consiglio decurionale delibera l’adesione al governo di Vittorio Emanuele II Re d’Italia. Il giorno dopo ad ogni crocicchio sono affissi manifesti del Sottintendente Sigismondi che plaude al nuovo corso e “consiglia” di stare tranquilli indicendo tre giorni di festa. La popolazione non percepisce

9. Luigi Cardone (1789-1855) Barone di Calcabottaccio, comanda la colonna di vastesi che nel marzo 1821 combatte ad Antrodoco contro i tedeschi. Sindaco nel 1839-41, deputato al Parlamento Napoletano nel 1848, firma nel 1849 la protesta rivolta al Re. Muore per l’epidemia colerica.

10. Silvio Spaventa (1821-1893). Cospiratore politico sin dalla giovinezza. Deputato di Vasto nel 1848 e, dopo l'Unità, ministro nei governi della destra liberale. 11. Ludovico Genova (1804-1873). Del ramo secondario dei baroni Genova, sposa nel 1828 la ricca ereditiera Giovanna Rulli inaugurando la linea dei Genova Rulli. Ricopre la carica onorifica di Console del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.

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Il liberale Gaetano Anelli e consorte Encratide Cianci

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12. Don Florindo Muzii (1795-1862), dei Baroni di Dogliola. Canonico dal 1836, arcidiacono nel 1859, insegna nella scuola pubblica Filosofia e Matematica elementare. È uno dei più influenti sostenitori del nuovo corso. 13. Don Giacomo Tommasi (18171893), cugino di Luigi Marchesani, canonico dal 1846, cantore dal 1857 diviene Vicario negli anni successivi e Arcidiacono dal 1881. Scrittore, pittore ed intellettuale come principale oppositore dei liberali viene arrestato e mandato al confino nell’isola d’Elbanel 1864. 14. Don Giacinto Martone (18251890), mansionario e cancelliere di Curia viene anche lui confinato nell’isola d’Elba. 15. Francesco Paolo e Raffaele Ponza sono fratelli di origine napoletana. Francesco (1828-1897). Collaboratore del Ciccarone diviene poi leader della sinistra liberale a Vasto mantenendo la carica di sindaco dal 1878 al 1896. Con tre successivi matrimoni acquista solidi legami con le famiglie De Blasiis, Palmieri e Genova. 16. Antonino Celano (1802-1883), ricco proprietario sposa nel 1832 Giovannina de’ Conti Mayo. Sindaco nel biennio 1852-3,nel 1876 adotta il nipote Michele Pantini. Nel 1860, dopo la morte dell’unica figlia Marianna ristruttura l’eremitaggio dell’Incoronata e ottiene l’autorizzazione a farvi risiedere una comunità di Cappuccini.

il cambiamento in atto; sembra che non sia successo nulla: i contadini partono la mattina presto per la campagna e tornano a tarda sera; gli artigiani continuano la loro attività senza variazioni. Tutti i funzionari ed impiegati che avevano promesso obbedienza al regime borbonico ora, senza nessun problema, la promettono a quello Italiano. Avvengono solo timidi tentativi di sommossa causati dalla scarsità di pane e dalla voce diffusa di un rincaro del costo del sale. Tutti si accorgono della “rivoluzione avvenuta” quando, il 10 settembre nella Cattedrale di S. Giuseppe, l'Arcidiacono Don Florindo Muzii12 canta il Te Deum alla presenza delle autorità religiose e politiche. Alla cerimonia seguono per la gioia dei giovani gli spari e le bande che solennizzano l’avvenimento. Tutto l’abitato racchiuso nelle mura è illuminato a festa, sono organizzate rappresentazioni teatrali e addirittura un’esibizione di aerostati nel cielo. «E’ pervenuto un ordine superiore, non discutibile, dal dittatore! – scrive sul suo diario l'Arcidiacono – E poi, io rispetto sempre chi regna perché è per volontà di Dio e sono obbedientissimo per dovere di coscienza.» La G.N. tiene sotto controllo tutta la città ed ad ogni minimo sospetto si procede all’arresto. Una iniziale dimostrazione di alcuni giovani è stroncata sul nascere dai soldati e sono portati tutti in carcere. Le prigioni, situate in locali angusti, siano già piene di oltre 200 reazionari e parecchi detenuti dormono sui davanzali delle finestre. Pietro Scarano è fermato perché non risponde prontamente al saluto “Viva Garibaldi” rivoltogli da un giovane liberale. Cesario De Filippis, denunciato da qualche delatore, è imprigionato perché gli trovano nella cantina dei barattoli di polvere da sparo. Don Giacomo Tommasi13 e Don Giacinto Martone14, non avendo partecipato alle celebrazioni in chiesa, sono convocati dal Sottintendente e ammoniti a cambiare comportamento. Nella G.N., oltre a tutti i galantuomini liberali e democratici, il maggiore Ciccarone è riuscito a coinvolgere molti artieri. Finalmente, per la prima volta si sentono protagonisti, unendo semplici concetti ideologici laici e calcoli di prevedibili guadagni che deriveranno dall’adesione al nuovo ordine. Il 26 settembre, 105 vastesi partono inquadrati nella Legione Frentana seguendo il maggiore Ciccarone, a cavallo in grande uniforme, per combattere per la gloria dell’Italia; in bell’ordine con una divisa immacolata, preceduti dalla banda musicale, dall’alfiere con la bandiera tricolore e dai tamburini. Pochi giorni dopo in ordine sparso, rientrano nelle ore serali da porta Nuova e da porta Catena, per dare meno nell’occhio, senza fucili, con le divise stracciate, quasi di nascosto, vergognosi. Interpellati raccontano di combattimenti all’ultimo sangue contro preponderanti forze borboniche e accusano Silvio Ciccarone di tener solo al potere ed alla propria posizione. Il malcontento è diffuso tra la popolazione. Coloro che prima erano ardenti sostenitori dei liberali incolpano il Ciccarone di accentrare su di sé le cariche di maggiore della G.N. e di Sottogovernatore. Addirittura qualcuno, ben informato, assicura che la G.N. ha disertato in massa a Sulmona, abbandonando il maggiore e scappando a casa. Se nel centro urbano tutto sembra sotto controllo, in campagna è l’anarchia più assoluta (i più anziani ricordano il 1814 in cui addirittura Vasto fu assediata da un gran numero di “briganti” che però qualcuno diceva essere aderenti alle società segrete). Si sente di continue aggressioni avvenute lungo le vie e nelle case di campagna. I soldati non riescono ad assicurare l’ordine in quanto sprovvisti dei fucili che, dopo essere stati pagati dal comune, sono stati


abbandonati durante la diserzione di Sulmona. Giacinto Scafetta è ucciso nella sua casa in un tentativo di furto. Drappelli di briganti armati si veggono or là, or qua; si dice che comitive numerose siano localizzate nelle vicinanze del Trigno. Un impiegato al Comune parla di indagini svolte sulle opinioni politiche degli impiegati e di accurate schedature degli insegnanti, quasi tutti ecclesiastici, in vista della conferma a svolgere l’attività di insegnamento, per accertarne non tanto la competenza quanto la simpatia per il nuovo corso. Il 10 ottobre arriva per telegrafo la notizia che è stato indetto in tutto l’ex Regno delle Due Sicilie un Plebiscito per approvare l’annessione al Piemonte, accettando Vittorio Emmanuele come Re d’Italia. Particolare attivismo dei fratelli Ponza15, provenienti da Napoli e da poco impiantati a Vasto, che “consigliano”, in modo molto chiaro di votare per il sì e di far votare anche altri parenti e amici. Il 14, in previsione delle votazioni il Marchese di Villamarina, arrivato a Vasto, è stato ricevuto dai notabili locali. Dal balcone di palazzo CIccarone saluta i numerosi partecipanti alla manifestazione popolare in suo onore. Gli elettori vastesi convocati per il plebiscito sono più di 2.000 (quasi un quinto della popolazione). Nel seggio elettorale, organizzato con ghirlande dentro la Chiesa del Carmine, tante persone controllano che i votanti prendano la scheda bianca del sì. Francesco Desiati prova a prendere il foglio giallo e viene malmenato e cacciato dal seggio in malo modo. Novecento persone non vanno a votare. Quando è stato fatto lo spoglio finale dei risultati escono solo 2 schede gialle del no in tutta Vasto: un risultato incredibile, considerato che molti popolani conosciuti, tra cui Zaccagnini e Del Prete, assicurato di aver votato no perché non gli piace questo nuovo governo del nord. Molti ecclesiastici, deliberatamente, non partecipano alla votazione, chiedendo lumi all’Arcivescovo di Chieti su un eventuale scomunica per coloro che vi hanno aderito. Solo due frati riformati di S. Onofrio votano, mentre tutti i cappuccini dell’Incoronata si astengono dal prendere posizione (forse si sentono sicuri perché sono raccomandati da un personaggio ricco e influente come Don Antonino Celano16). L’anno si chiude con tre giorni di festa. Il 9 dicembre sparo tutto il giorno, musica di due bande, illuminazione con fanali per l’intera città, suono di campane e teatri. Il 10 dicembre in San Giuseppe Don Ciccio De Girolamo17 celebra il Te Deum in musica per i “piemontesi”. All’uscita dalla chiesa infinito sparo. A conclusione l’11 messa celebrata nel Carmine per i defunti nazionali del nuovo governo. Messa di requie in musica e discorso. Quasi una funebre orazione del teologo Rossi18, altro personaggio ecclesiastico schierato col nuovo governo. La narrazione precedente è una libera ricostruzione tratta da documenti dell’epoca. Dal diario manoscritto di Florindo Muzii, conservato nell’Archivio Rossetti (1812-1862), dai verbali del consiglio comunale del 1860 e da notizie riportate nel libro di Luigi Smargiassi “Il Vastese tra la crisi finale della monarchia borbonica e gli inizi dello Stato unitario”, che attinge dall’Archivio Ciccarone e da un manoscritto originale di Giuseppe Della Guardia19.

Il barone Raffaele Anelli

17. Don Francesco De Girolamo (1827-1903). Canonico, tramite la copertura politica diviene dal 1867 insegnante del locale Ginnasio. Arciprete a Casoli dal 1885. Famoso per le sue intemperanze era assiduo frequentatore del teatro e della Casa di Conversazione. 18. Don Paolo Rossi (1806-1885), canonico teologo dal 1836, fautore della costituzione nel 1848, insegnava nella scuola pubblica Grammatica Italiana e Latina, divenendo Direttore del Ginnasio quando venne istituita questa Scuola.

19. Giuseppe Della Guardia (18381915), farmacista a tempo perso, pittore, caricaturista, è uno dei più fidati collaboratori del Ciccarone. In età avanzata scrive un memoriale in cui narra gli avvenimenti vissuti in prima persona del Risorgimento locale.

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21 ottobre 1860, il giorno del Plebiscito La data che segnò l’adesione dell’ex regno borbonico alla nuova Italia

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Stemma della Guardia Nazionale di Vasto. Si osservi la dicitura Vittorio Emmanuele 1º Re d’Italia. In effetti questa numerazione dinastica non venne mai introdotta, in quanto il Sovrano volle restare Vittorio Emmanuele II di Savoia. A conferma che riteneva l'unità d'Italia un processo di annessione al Piemonte.

Salvatore Pes, marchese di Villamarina. Politico e diplomatico piemontese, fu a Vasto il 14 ottobre del 1860, pochi giorni prima del Plebiscito, ospitato nel palazzo Ciccarone.

21 ottobre 1860 – centocinquant’anni fa – venivano effettuate le operazioni del Plebiscito per l’annessione del Regno delle Due Sicilie al costituendo Regno d’Italia decretata il 17 marzo 1861. Venti giorni dopo la battaglia del Volturno (1° ottobre) vinta da garibaldini e truppe sabaude e cinque giorni prima dell’incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II (26 ottobre) passato alla storia come incontro di Teano, sono celebrate le elezioni indette, per conto del Dittatore Garibaldi, dal pro-dittatore Giorgio Pallavicino il giorno 5 dello stesso mese. Con il risultato di 1.302.064 voti positivi contro i 10.312 negativi, il 21 ottobre 1860 gli ex-sudditi borbonici decidono il passaggio al nuovo Stato retto dalla monarchia sabauda. Non è il caso di entrare sulle procedure elettorali. Ciò che conta è sapere che cosa accade in quel periodo così convulso anche sul piano locale. Nel seggio di Vasto, ad esempio, su 2804 allistati (vale a dire aventi diritto al voto) sono 1952 i residenti che depositano la scheda nelle urne. Di questi 1950 dichiarano Sì e solo 2 No. Va da sé che, sulla base di tali dati, le forze liberali di ispirazione cavouriana guidate da Silvio Ciccarone mostrano di saper mantenere il controllo sociale della città contro i filoborbonici (astenuti) capeggiati da mons. Giacomo Tommasi (non vota nemmeno lo storico Luigi Marchesani, cugino del sacerdote). A differenza dei democratici filogaribaldini attivi nel teramano (legati al Comitato d’azione), i liberali vastesi (incardinati nel Comitato dell’Ordine) seguono le indicazioni di Silvio Spaventa. Il quale, del tutto contrario alle indicazioni di insurrezione delle province meridionali del continente in nome di Garibaldi, sostiene l’insurrezione in nome di Vittorio Emanuele. La vicenda – che in una burrascosa riunione di Garibaldi con Spaventa a Caserta il 25 settembre avrebbe indotto il primo a espellere il secondo dal Regno – trova a Vasto la sua espressione più compiuta. In effetti, nell’insurezione del 4 settembre, Ciccarone e il sindaco Filoteo d’Ippolito dichiarando decaduta la dinastia borbonica in nome di Vittorio Emanuele, di fatto si pongono in netto contrasto con gli indirizzi dei protagonisti della spedizione dei Mille. Le stesse azioni della Legione Frentana (guidata dal Ciccarone) nel sulmonese mostrano l’incomprensione con la colonna garibaldina di Teodoro Pateras (c’è diffidenza di quest’ultimo nei confronti dell’altro). Così, solo dopo lo scioglimento dell’esercito garibaldino e della fase politico-militare dittatoriale (il 7 novembre), verrà concluso il periodo diarchico a prevalenza garibaldina compreso tra l’11 maggio e il 7 novembre 1860 che, con il Plebiscito, avrebbe spianato la via all’affermazione della cosiddetta Destra storica. Il risultato elettorale di Vasto e del suo Distretto il 21 ottobre (con solo tre comuni in cui prevale il No: Dogliola, Fraine, Roccaspinalveti) avrebbe dimostrato il successo della leadership spaventiana di Vasto in funzione antigaribaldina. La successiva elezione di Silvio Spaventa a deputato di Vasto nelle elezioni politiche del 27 gennaio 1861 avrebbe definito in modo inequivocabile l’orientamento del quadro locale nel contesto generale della nascente Italia. Il 21 ottobre 1860, centocinquant’anni fa, sarebbe stata la misura iniziale di quella storia.


I risultati del plebiscito a Vasto, San Salvo e dintorni Il Plebiscito, che si svolse la domenica del 21 ottobre 1860 a Vasto si protrasse sino al pomeriggio del 22, era stato indetto sulla seguente formula: “Il popolo vuole l’Italia una ed indivisibile con Vittorio Emmanuele, Re costituzionale, e i suoi legittimi discendenti?”. Il clima nel quale si svolse non fu certamente sereno. Garibaldi era entrato a Napoli il 7 settembre, ma i Borboni erano ancora asserragliati nelle fortezze di Gaeta, di Messina e di Civitella del Tronto. L’incertezza regnava sovrana e il Plebiscito fu promosso per sostenere e difendere dalle insidie mazziniane la politica del Cavour in favore dell’annessione al Piemonte del Re sabaudo. Avevano diritto al voto solo gli uomini che avevano compiuto il ventunesimo anno d’età e che non erano stati raggiunti da sentenze di condanna per reati gravi o di fallimento. Nel Distretto di Vasto gli allistati, cioè i cittadini inseriti nelle liste elettorali, furono 24.603 su 108.513 abitanti. Vi furono certamente manipolazioni e condizionamenti sull’esito del voto. I risultati furono i seguenti:

Vittorio Emanuele II, Re d'Italia

Allistati 24.603 Voti espressi 19.024 (77% degli allistati) Sì 18.369 (96,55 % dei voti) No 655 (3,45% dei voti) Nel solo comune di Vasto i voti vennero così distribuiti Allistati 2804 Voti espressi 1952 Si 1950 No 2 Vasto ebbe, com’è ovvio, il numero più alto degli allistati di tutto il Distretto, ma anche il numero più alto degli astenuti che fu di ben 852. Il che è estremamente sintomatico di come andarono realmente le cose, al di là della retorica risorgimentale. Nei paesi vicini si ebbero questi altri risultati:

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Camillo Benso, conte di Cavour

A San Salvo gli allistati furono 379 voti espressi 362 Si 358 No 4 A Monteodorisio gli allistati furono 247 Voti espressi 244 Si 244 No 0 A Cupello gli allistati 597 Espressi 497 Si 497 No 0

Giuseppe Garibaldi


La reazione antisorgimentale: il cosiddetto brigantaggio L’abbattimento della monarchia borbonica e la presa del potere da parte dei liberali produssero reazioni in tutto il Mezzogiorno e anche nel Vastese. Sbandati dell’esercito di re Francesco II, ma soprattutto i cafoni ben presto disillusi dalle promesse di miglioramento del loro tenore di vita ed arrabbiati per l’accaparramento dei beni demaniali da parte dei borghesi, presero le armi dando luogo ad episodi di autentica reazione popolare nei confronti del movimento unitario. Episodi di ribellione si manifestarono a Casalanguida, Monteodorisio,Celenza,Palmoli,Tufillo, Dogliola, Lentella, Fresagrandinaria, San Buono, Furci, Gissi, Carpineto, Guilmi, Liscia, Torrebruna, Fraine, Roccaspinalveti, Montazzoli, Castiglione Messer Marino, alcuni dei quali culminarono purtroppo in gravi episodi di sangue. In ognuno di questi paesi del Vastese vennero abbattute le insegne sabaude e ricollocate quelle borboniche al grido di Abbasso Vittorio Emmanuele e Garibaldi. Viva Francesco II, ma la repressione, ad opera della Guardia Nazionale comandata dal maggiore Silvio Ciccarone, fu spietata. Uno dei più gravi episodi La brigantessa Michelina De Cesare

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Francesco II e Sofia di Borbone


si verificò addirittura il giorno stesso del Plebiscito a Torino di Sangro. L’abuso della forza nei confronti dei contadini e dei riottosi ad accettare il nuovo regime provocò anche un fenomeno destinato a protrarsi soprattutto in Provincia di Chieti ed in particolare nel Vastese negli anni successivi e sino al 1872/73: il cosiddetto brigantaggio.

La polemica tra Borbonici e Liberali era comunque destinata a protrarsi nel tempo, anche molto tempo dopo la fine dei fenomeni antirisorgimentali. Ne fanno testimonianza i due sonetti che seguono,scritti nel 1891 da Luigi Anelli.

"Briganti" fucilati della banda Tranchella

BURBÒNECHE -Nin zi po’ cambà’ cchiî, è ‘n’arruvëine! Mar’ a nnî, chi cci séme capitate!... E ppinzá’ ca ci stàive li quatrëine, e chi ‘m mèzz’ a la grasce séme nate! A ddu’ turnëisce si vinné’ lu vëine; cinghe rane di pane ‘na palate: mé nghi nu còppe vi’ chi cci cumbëine, si t’ avaste pi’ ffarte ‘na magnate! Prëime, a la piazze, qualle chi vvulëive; mé si l’ome strascëine vita ‘tèrne a ccapammànde...chi cci vu truvà’ ?

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Li pisîure ti sîuche vive vëive, cullî ch’ acchiàppe tîtt’ è lu huvèrne: chi bbèlla chéuse ch’ è ‘ssa libbirtá! LLIBBERALE Ti dëiche jë, prëime chiù mmäjje jeve! chi bbilli timbe chi mmi štè' a vvandà': sole si ppoche pêuch' arifiateve jeve 'n galere senza mal' a ffa'! Dendr' ala casa tê' ci maštrijeve lu predde, e ttî ricchiätte, sa', cumbà'; e si ddu' pëile 'm bacce ti lasseve19, Lemme20 ti li purtav' a fa' tajjà'! Si' dëtte ca nijende jave care; ma 'n d' aricurde ca štavame nî trumundate 'gne l1' acche dilu mare? Mê', alumene, a la länghe 'n gi fa' tarle: parlesse spare pure di Ggisî, chi ti dëice cacchèuse?! ... Pache...e parle!

L'abbigliamento tipico dei "briganti"

19. Nel 1854 una ordinanza aveva proibito di portare la barba, ritenuta segno di appartenenza alla setta carbonara. 20. Cognome di un gendarme borbonico assai solerte nel suo lavoro.


Beneaugurante per l’anno che inizia, questa foto color seppia di Nicola Scotti. L’anno è il 1926 e il bambino, nell’improbabile atteggiamento guascone con la sigaretta in bocca, è Vittorio Tagliente.


JennĂ re / Gennaio


Emeroteca Jennare / Gennaio 16 gennaio 1951

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sabato / Cape d’Anne domenica / Sande Ggrigorie lunedì / Sanda Genuèffe martedì / Sand’Angela mercoledì / Sanda ‘Mëliene

giovedì / la Bbufanèje venerdì / Sande Raimande sabato / Sande Severiane

domenica / Sande Adriane lunedì / Sande Alde martedì / Sanda Unurüate mercoledì / Sande Mudešte giovedì / Sande Ilarie venerdì / Sande Primïane sabato / Sande Maure

domenica / Lu Giubbullé lunedì / Sande Andunie martedì / Sanda Lebbrate mercoledì / Sande Màrie giovedì / Sande Baštiane venerdì / Sanda ‘Gnaise sabato / Sande Vincenze

domenica / Sande Bernarde lunedì / Sande Frangische

Qui, Radio Vasto! Finalmente uno spettacolo tutto nostro, organizzato dai nostri universitari a beneficio delle famiglie dei carcerati, con elementi e argomenti principalmente locali. Il “Ruzzi” per l’occasione è stato abbastanza frequentato. La serata è stata allietata dalla orchestra “Sette Voci” di Termoli. Al piano il mo A. Polsi. Canzoni, quadretti, spunti garbatamente umoristici, effemeridi nostrane han formato una scena ampia, varia, divertente, che ha ricreato il numeroso pubblico. Nel repertorio moderno delle canzonette si sono prodigati rivelando anche pregevole talento di interpretazione le sig.ne Pina Finiguerra, ammirate anche per le loro signorili toilettes e i giovani Michele Massone, specialmente nei “duo” con la sig.na Finiguerra, Cesarino Ragni, Enzo Cicchitti e pour finir, Lelio Di Blasio in alcune sue particolari canzonette napoletane. Si sono disimpegnati nelle parti comiche Tonino Sasso, Roberto Ventura e particolarmente Vitelli Marcello in un attuale quadretto romanesco. Il prof. Michele Antonucci si è esibito in applauditi pezzi di musica operistica eseguiti magistralmente con la fisarmonica. L’attrazione principale della recita era formata dal bozzetto dialettale del compianto prof. Luigi Anelli: Crèste gna vàite accusci pruvàite (Il Signore come vede così provvede) interpretato dalla sig.na ins. Maria Martone, F. Paolo De Guglielmo, rag. Sasso Tonino e stud.ssa Silvia Laporese. Presentatore disinvolto e distinto della rivista è stato l’univ. Peppino Furlan.

martedì / Sand’Arcangele mercoledì / Sanda Paola giovedì / Sande Vitaliane venerdì / San Tumuasse lu filósofe sabato / Sande Cuštanze

domenica / Sanda Savene lunedì / Sande Giuvuánne Bbosche

~ Compleanni ~ Grazia Menna 1; Lucia Canci Marino 5; Giuseppina Serafini 7; Concetta Pontillo 8; Sara Pomponio 10; Vincenzo Suriani 10; Gabriele Tumini 12; Anna Pia Pace 12 ; Antonio Finarelli 15; Felice Iacobucci 17; Peppino Mariotti 19; Giacinto Mariotti 19; Stefano D’Adamo 19; Alessandro Orlando 21; Maria Grazia Baiocco 24; Rosa Milano 25; Michele Tana 26; Nadia Tagliente 27; Graziella Smerilli Ronzitti 28.


Icone Giuseppe De Guglielmo, il pioniere della fotografia vastese Sembrava incredibile che mancassero immagini proprio del pioniere della fotografia vastese, ricordato nelle enciclopedie per essere stato tra i primi fotografi in Italia. Dopo anni di ricerche il vuoto è stato alla fine colmato, come spesso accade grazie ad un inaspettato colpo di fortuna, ed eccola la foto tanto ambita di Giuseppe De Guglielmo, il nipote prediletto di Filippo Palizzi, che per primo imbracciò camera e cavalletto dalle nostre parti. L’autoritratto, che s’affianca a quello del fratello Salvatore pubblicato su queste pagine l’anno passato, ne rivela i tratti somatici e permette di azzardare qualche ipotesi anche sulla sua personalità, che dovette essere forte e complessa. Qualche accenno se ne ricava dalla lettura delle Memorie di Francesco Ciccarone, come ad esempio quello che fa risalire ad un suo comportamento il motivo per cui Filippo Palizzi tagliò i ponti con la città natale per oltre un ventennio.

Dal retro della fotografia: “Giuseppe cav. De Guglielmo fu Gregorio, nato a Vasto il 19.06.1847, deceduto il 31 maggio 1909, coniugato il 13 agosto 1881 con Doralice Lungo di Nicola, sua cugina, pure nata a Vasto il 23 febbraio 1853… Ha tenuto nel S. Sacramento della Cresima, funzionante S.E. l’arcivescovo di Chieti ed amministratore di Vasto, mons. Gennaro Costagliola, il giovanetto Filippo Mariani Monacelli di Ettore la mattina del 14 ottobre 1906”.

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Giuseppe De Guglielmo: Ritratto dello zio Filippo Palizzi


Antiche botteghe Cappelli Stella, dal 1867

In alto la Signorina Ester Stella, nipote del capostipite Francesco Paolo. A destra l’antico negozio fondato nel 1867 nel centralissimo corso de Parma.

La Ditta Cappelli Stella è una specie d’istituzione, visto il lungo periodo di attività che annovera al suo attivo. Fondata nel 1867 da Francescopaolo Stella, che si vede sulla soglia del negozio, nella vecchia foto di Nicola Anelli, l'azienda era specializzata oltre che nel vendere copricapi, anche nel confezionamento di galosce e scarpe da lavoro, impiegando ben cinque operai. Scomparso il fondatore nel 1941, l’attività passò al figlio Quirino (il bambino ritratto seduto dinanzi alla porta) e alla sua morte, avvenuta nel 1973, alla figlia Ester, la quale, alla bella età di ottantasette primavere, continua a commerciare l’elegante complemento d’abbigliamento con un garbo ed una devozione che rendono il negozio, old style perfettamente conservato,un vero e proprio tempio del Borsalino.

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~ Modi scurrili di dire ~ Te puzza scì l’alme!, lett. Ti possa uscire l’anima, possa morire! L’alme di canda ni tì! oppure: li mùrte di canda ni tì! lett. Tutti i morti che hai. Il romanesco Li mortacci tua! Te puzza sdulluffà!, lett. Possa romperti l’osso del collo. Te puzz’annehà’!, lett. Possa annegarti! N’arrive a vascià la ciucce all’asene, lett. Non arriva all’organo sessuale dell’asino, nel senso di essere troppo basso.


Amici del Lunario Beniamino Fiore, il cercatore di memorie Tra gli irriducibili collezionisti di memorie cittadine, documenti, libri, foto d’epoca, pellicole, c’è Beniamino Fiore. Come un cercatore d’oro setaccia archivi privati, antiquari, rigattieri, mercatini, cercarobe, alla ricerca delle pepite desiderate. Senza sosta, con una determinazione ed una caparbietà davvero fuori dal comune che gli hanno consentito di arrivare a raccogliere materiale prezioso che intelligentemente adopera anche per curare pubblicazioni fotografiche di storia e di costume locali, in assenza purtroppo di un’istituzione comunale che si occupi di queste cose.

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"Il Novecento a Vasto" e "Centoventi anni di vita in immagini fotografiche" sono i volumi curati da Beniamino Fiore per i tipi di Cannarsa Editore.

~ Block notes ~ I vastesi in missione militare nel mondo Alle missioni militari italiane nel mondo partecipano anche i carabinieri della Compagnia di Vasto. Attualmente, secondo le informazioni gentilmente fornite dal capitano Giuseppe Loschiavo, sono impegnate le seguenti unità: 1 maresciallo in Afghanistan. 1 sovrintendente in Iraq. 1 maresciallo, 3 brigadieri 1 appuntato in Kosovo.


M’aricorde C’era una volta il Fosso di San Sebastiano

Il Fosso di San Sebastiano, ove attualmente si snoda corso Garibaldi.

Si fatica a riconoscere l’attuale corso Garibaldi in questa foto scattata nei primi del Novecento. Si nota la strada appena realizzata con terreno di riporto sul Fosso di San Sebastiano, la torre di Diomede del Moro oggi completamente affogata dai fabbricati e la palazzina della Centrale elettrica, realizzata nel 1906 dalla ditta VIttorio Argnani & C. di Ancona, prima concessionaria dell'illuminazione pubblica. L'edificio è stato abbattuto appena due anni fa.

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Poco più a valle... Shangai

Nel 1963 la Statale 16 passava in mezzo a Vasto davanti a Shangai. Carovane intere di autotreni, provenienti dal Sud, attraversavano Vasto, sovraccarichi all’inverosimile. Tra camion, "trerruote", bighe trainate da cavalli e urla di banditori che vendevano il pesce fresco, si creava una atmosfera tipica di certe città orientali.

~ Fétte e fettarìlle ~ Vulésse murè

Giovanni è pieno di debiti e il suo pensiero va continuamente ad essi. E pensa alle pressanti richieste dei creditori persino in chiesa durante una cerimonia funebre. - Canda vulésse murè – gli scappa di dire preso dalla disperazione... - Cumbuà – gli risponde Nicola, seduto accanto a lui – pinze ca se t’avessa murè’ mò mò, t’aritrùve pure lu cuatafalche aggiustète”.


Coriandoli I peperoncini rossi di Raffaele Mattioli Di Raffaele Mattioli, il mitico banchiere nato a Vasto che diresse la Banca Commerciale Italiana (Comit) per quarant’anni, si raccontano tanti aneddoti. Uno tra i più gustosi viene narrato da Gaetano Afeltra in un articolo del Corriere della Sera1 e riguarda il rapporto che “le plus grand banquier italien depuis Laurent de Médicis”, come venne definito dalla stampa francese, ebbe con…il peperoncino rosso. Don Raffaele “ne teneva sempre due o tre a portata di mano da spezzare e aggiungere, perché come lui diceva, “questo è fonte di salute; fa bene alla mente, pulisce il fegato, è il più forte disinfettante intestinale e contiene tutte le vitamine”. Giancarlo Galli, nella biografia a lui dedicata2 aggiunge altre curiosità al riguardo. “Avrebbe obbligato a mangiarne Piero Sraffa3, che dopo l’esperimento abbandonò entusiasta la dieta a base di bistecca ai ferri, insalata e pillole; e coi peperoncini rafforzò l’amicizia con Nelson Rockfeller, quand’era governatore di New York e poi alla Casa Bianca a fianco di Gerald Ford. Poiché la dogana americana era estremamente severa nell’importazione di ogni sorta di generi alimentari, Mattioli ne teneva un’abbondante scorta all’Hotel Pierre, in un barattolo di vetro a chiusura ermetica. Per l’uso quotidiano li metteva nella valigia, ben sistemati in confezioni di medicinali. Insomma, aveva le sue umane debolezze: e come Nero Wolf accudiva alle orchidee, lui faceva altrettanto coi peperoncini. Ne consumava in tale quantità da avere organizzato con la complicità di Afeltra una sistematica produzione nel Napoletano, sulla costiera di Amalfi, affidata ad una contadina, Giulinella, alla quale assicurava un regolare compenso, e che di tanto in tanto andava a trovare in occasione delle frequenti visite a Napoli per accudire all’Istituto Italiano di Studi Storici, onde assicurarsi del buon andamento delle coltivazioni. Poiché la donna era un’affascinante mora giunonica (con otto figli) circolò qualche pettegolezzo, legittimato dal fatto che Mattioli era bello, prestante, estroverso”.

Raffaele Mattioli con Riccardo Bacchelli

Raffaele Mattioli Note 1. Gaetano Afeltra, «Corriere della Sera», 5 giugno 1984. 2. Giancarlo Galli, Mattioli, il Gattopardo della Banca Commerciale Italiana, Rizzoli, 1991. 3. Piero Sraffa, economista di fama mondiale, professore nelle università di Perugia, Cagliari e quindi al Trinity College di Cambridge, amico personale di Mattioli.

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Vastesi che si fanno onore Miss Maria Chiara Centorami Maria Chiara Centorami ha vissuto il sogno di tante ragazze della sua età: partecipare al concorso di Miss Italia, la manifestazione creata da Enzo Mirigliani, che ogni anno si svolge a Salsomaggiore. Ne è rimasta contenta soprattutto perché l’ha vissuto con intelligenza e con la consapevolezza che si tratta di un gioco e nulla di più. La sua bella figura comunque l’ha fatta e resterà per tanti vastesi la miss che ha testimoniato per bellezza, grazia, eleganza e vivacità il fascino delle nostre donne. Tante grazie, cara Maria Chiara.

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La ricetta

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Linguine con le fave Linguine nghi li fàfe Ingredienti. Fave, santoreggia, burro, olio extra vergine, sale, parmigiano Preparazione. Sbucciare le fave bollite e metterle da parte. Fare spumeggiare in una casseruola il burro, senza farlo soffriggere, aggiungere un cucchiaio d’olio e poi rovesciare le fave. Nello stesso recipiente aggiungere acqua calda, unire della santoreggia sminuzzata, e lasciar bollire a fuoco lento. Aggiungere le linguine e mescolarle con le fave aggiungendo del parmigiano. Ne risulta un ottimo primo con ingredienti semplici e nutrienti.


FurbĂ re / Febbraio


Emeroteca Furbare / Febbraio

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martedì / Sanda Virdejane mercoledì / La Canniléure giovedì / Sande Biasce venerdì / Sande Gilberte sabato / Sand’Àghete

domenica / Sande Cusumëine lunedì / Lu Viat’Angele martedì / Sande Rumüalde mercoledì / Sande Ggelòrme

1 Febbraio 1951

Il nuovo Preside della Provincia Comm. Pompeo Suriani Il nuovo Presidente della Deputazione Provinciale, commendator Pompeo Suriani, all’atto del suo insediamento, ha inviato a tutti i Sindaci dei Comuni della nostra Provincia, la seguente lettera: “Nell’assumere la Presidenza della Deputazione rivolgo il mio cordiale saluto ai sigg. Sindaci della Provincia, con il vivo augurio di una sempre più degna e reciproca collaborazione. Accoglierò con molto piacere le segnalazioni che mi perverranno dai singoli Comuni in ordine ai problemi che interessano la nostra Provincia..."

giovedì / Sanda ‘Pullonie venerdì / La Madonne de Lurde sabato / Sand’Adolfe

domenica / Sanda Remeggëlde lunedì / Sande Valendëine martedì / Sande Ggiacënde mercoledì / Sanda Ggiulïana giovedì / Sande Romele venerdì / Sande Liaune sabato / Sande Curradëine

domenica / Sande ‘Leuterie lunedì / Sande Felëice martedì / Sanda Marecarëite mercoledì / Sande Làzzere giovedì / Sand’Ida venerdì / Sanda Cuštanze

Da sinistra, nel corso di una visita a Vasto, il Presidente Suriani con i ministri Amintore Fanfani e Giuseppe Spataro

La Befana alla casa del fanciullo

Presenti le autorità amministrative e religiose, ai 50 bambini assistiti dalla Casa del Fanciullo sono stati distribuiti i doni raccolti fra la cittadinanza. Da Buenos Aires il cav. Carlo Della Penna ha inviato per i piccini un rilevante numero di pantaloni, che hanno accresciuto il numero dei doni.

Befana felice per un bimbo infelice

Con questo programma la locale Sezione del P.C.I. ha organizzato la Befana del fanciullo. Al nobile intento, che esorbita dall’atmosfera pesante delle irose divisioni politiche almeno una volta tanto, ha corrisposto anche la cittadinanza.

sabato / Sanda Matëlde

domenica / Sande Habbriéle

de la ‘Ddulluruate lunedì / Sande Rumuane

~ Compleanni ~ Sabrina Marrollo 2; Remo Salvatorelli 3; Ilenia Ritucci 4; Antonio D'Ettorre 4; Tindaro Pontillo 8; Daniela La Verghetta 10; Antonella Marrollo 11; Giuliano Delle Donne 15; Claudia Fiore 15; Spina Sputore Paglione 16; Carlo Bucci 16; Nico Tariddi 16; Elio Bitritto 20; Gabriele D'Ugo 23; Nicola Paglione 25.


Personaggi Gino Pierabella La maschera del Vastese L’amore per il teatro dialettale è la sua vera, grande passione e nessuno come lui riesce a dare ai personaggi dell’Anelli, del Ferrara o del De Guglielmo quei tratti, quelle cadenze, quelle movenze tipici dell’anima popolare vastese. Memorabili restano le sue interpretazioni in Crëšte gna veite cuscì privaite, in Aria di Città o nella Fattura recitate con il gruppo teatrale Due Pini. La sua passione per la recitazione è tale che da qualche tempo si è dedicato persino all’insegnamento portando le commedie del suo repertorio all’attenzione dei bambini della Scuola elementare Bachelet affinchè imparino l’idioma cittadino. Simpatico, arguto, impersona anche nella vita il ruolo del buon vastese, timorato di Dio, amante della terra natale, preoccupato della famiglia e impegnato nel lavoro, da cui s’è da poco ritirato dopo aver esercitato per ventiquatt’anni il mestiere di sarto, che definisce con una smorfia teatrale lu ‘mbilapiducchie ca pe’ la fame si cacce l’ucchie, e per ventotto quello di marmista.

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~ Modi di dire ~ A la Cifricònie, luogo immaginario per dire di un posto lontanissimo. Nin mi št’a ffà’ li cëce ‘mmùlle ! lett. Non mi far tenere i ceci a mollo. Nel senso di non far perdere tempo. Té’ lu rëcce ‘n zaccocce, lett. Ha il riccio in tasca. Nel senso di persona avara. È na fàva cacchiàte !, lett. È una fava germogliata male. In senso lato, è un imbecille. Patròne di bastimènde, va ‘mbarca ‘n affëtte, lett. Padrone di bastimento va in barca presa in affitto.


Tempi moderni Michele e Spina non abitano più qui Rivoluzione onomastica in pieno corso

Iinsegna in caratteri arabi in una via cittadina.

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La bella famiglia vastese di una volta. I familiari riuniti attorno a Padre Alberto Mileno (al secolo Costantino Mileno) 1935. In alto, da sx: Michele Valentini (vestito da muoniciarèlle) in braccio alla madre Filomena Mileno, Anna Raspa, Giuseppe Mileno, Gennaro Stivaletta in braccio alla madre Maria Mileno, Sante Stivaletta, Michelina Mileno. Seduti, da sx: Nicola Valentini, Rosa Del Borrello, Padre Alberto Mileno, Giovanni Mileno. In basso, da sx: Gilda Mileno, Giovanni Mileno, Giovanni Valentini e Concetta Valentini

C’erano una volta tanti Michele e Michelina, Teodoro, Cesario, Gaetano, Espedito, Spina, Incoronata, Filomena, Concetta, Carmine e Carmelina, Eustachio, Biagio. Erano nomi tanto diffusi che quando ci s’imbatteva in qualcuno chiamato così potevi star certo che avevi di fronte un vastese. La situazione è adesso cambiata. Negli ultimi dieci anni non arrivano a cinquanta i bambini registrati all’anagrafe col nome del Santo Patrono, anche nelle varianti di Michael, Maicol, Michelle o Mikaela, o quelli che derivavano dal culto di San Teodoro, antico protettore della Città, di Sant’Eustachio, Sant’Espedito, San Cesario e della Sacra Spina. Abbondano quelli ispirati ai nomi di personaggi televisivi, cinematografici, delle rockstar o imposti come risultato di una inconfessabile gara a stupire per originalità e fantasia, attingendo a piene mani nei vocabolari stranieri. Prevalgono i Christian, Andrew, William, Nicolas o le Noemi, Ester, Erika ma non mancano i Dylan, Kevin, Alvin, Megane, Desirée. Una rivoluzione onomastica è in corso, mentre per effetto della immigrazione s’affacciano nomi nuovi come Traian, Florin, Vasile ed ancora Karim, Amin, Alì, Jasmine. E di recente anche nomi dal suono strano come Guo Liang, Hangxin, Yu Chen, segnali di una ancora sconosciuta presenza orientale.


Vecchi Fusti Vincenzo Affaldani, dal Salento con amore Che non sia nato a Vasto lo si capisce subito dall’inconfondibile accento leccese, ma soltanto per questo, perché per il resto Vincenzo Affaldani è vastese fino alla cima dei capelli ancora folti e corvini. È stato sin dal 1964 dipendente della Società Italiana Vetro e quindi della Pilkington e si è perfettamente integrato nella comunità cittadina, ove continua a dar prova della sua particolare sensibilità nel campo del volontariato come socio dell’Avis, del Movimento Scoutistico e dell’Università delle Tre Età. Grande appassionato di sport, si dedica con passione a favorirne la diffusione della pratica tra i giovani collaborando alle iniziative portate avanti dalla Comunità Salesiana.

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~ Proverbi ~ Nin fa bbène ca è sprecàte, nin fa male ca è piccàte, lett. Non far bene ch'è sprecato, non far male ch'è peccato. Cocce senza iudëzie, si jît’a la másse ‘nginnirëzie; lett. Testa senza giudizio, sei stato alla messa delle Ceneri. Nel senso di aver cenere in testa e non cervello. Cande Cicce tinàve danère, tinàve parìnde, micëzi’e cumbuère lett. Quando Ciccio aveva denari aveva parenti, amicizie e compari. Lu prim’anne spusate u mmalate u carceràte; lett. Il primo anno da sposato o malato o carcerato.


M’aricorde Il lungo inverno del 1940

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Foto di gruppo in un... esterno. Piuttosto inusuale vedere un'intera famiglia in posa davanti all'obbiettivo fotografico in mezzo ad un campo innevato con sottofondo di ulivi. La famiglia Sallese al completo: in piedi da sinistra, Cesario, Nicola, Antonio. Seduti, Maria Marino e Giuseppe con i figli più piccoli Michele, Corrado e Luigi.

~ Fett’e fettarìlle ~ In Pretura

Cesario, analfabeta, compare davanti al Pretore con l’accusa di furto. - Cesario, siete accusato di esservi introdotto nel fondo confinante e di esservi appropriato di alcuni strumenti di lavoro custoditi nella rimessa. Cosa dite a vostra discolpa? - Ca nin è llu uàre, signor Ggiù. So spuštàte solamende li zappune e le faggije da 'na via all'addre. I so’mmèzze matte e nin zacce mà' quèlle che facce. - Ah, ma nella vostra pazzia – gli chiede il Pretore – v’è mai capitato di fare ad esempio il contrario, di prendere roba vostra e di spostarla nel magazzino del vicino? - Mbò, signor Ggiù, t’aje ditte ca so’ mezze matte... ma non tutte matte!


Coriandoli Il cul di Carolina Gabriele Rossetti, almeno sulla base di quanto viene tramadato, è lo stereotipo dell’uomo serio, severo, assorbito dagli studi e dalla poesia, poco incline ai piaceri mondani. In realtà fu persona come tante, con difetti, passioni, forse anche vizi, e ci piace pensare che fosse anche di spirito, simpatica, capace di rimare versi leggeri ed un pochino “spinti”. La Culeide, accreditata alla sua penna, né è un esempio. Sentite e non diteci che non vi piace questo insolito Rossetti. Non canterò di favolosi Numi gli oracoli bugiardi; o di feroci mentiti eroi le gesta, ed i costumi; le gloriose colpe, o i casi atroci: Gli orrori, o i sogni d’una età ferina Non vo’ cantar; ma il cul di Carolina... Culo non v’è; né fuvvi mai nel Mondo Fra quanti più bei culi unqua fioriro, più tornito, più vago, e più giocondo. Né fra le statue del Museo rimiro, scavate là in Pompei, Stabia, e Resina, simile un cul a quel di Carolina...

Maria Carolina (1752-1814) moglie di Ferdinando I di Borbone, regina delle due Sicilie, alla quale Gabriele Rossetti dedicò il poemetto dal quale son tratte le rime qui riportate.

Armida, Bradamante, Olimpia, Alzira, Laura, Leonora, Angelica, Virginia, Tamiri, Semiramide, Zaira, Ersilia, Clitennestra, Argene, Erminia, Giulia, Marzia, Aristea, Fulvia, Agrippina, Non ebbero il bel cul di Carolina... Quando il fulgor d’un sì bel cul t’irradia, senti fuggir la noia, il duol, l’inedia. Per me, lascio le Muse, e Apollo, e Arcadia; e più che in San Carlino alla Comedia, rido se amica sorte mi avvicina al romantico cul di Carolina... Di chi fosse il “sacro monte” ispiratore dello scherzoso motteggio è presto detto. Nientemeno che la Regina Carolina, moglie di Ferdinando I delle Due Sicilie, alla quale Rossetti non perdonava la repressione dei moti liberali.

Gabriele Rossetti (1783-1854), ritratto in età giovanile.

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Vastesi che si fanno onore Nicola Oliva, the great guitar Davvero bravo Nicola il quale dal padre, il professor Gianni Oliva, ha ereditato l’amore per la musica e per la chitarra. A dirlo, è stata in una recente trasmissione televisiva condotta da Pippo Baudo, addirittura Ornella Vanoni, che l’ha scelto come suo chitarrista preferito. Nicola, nonostante la giovanissima età, è considerato un autentico virtuoso del più popolare tra gli strumenti a corda ed ormai è ricercato anche da altri big della canzone italiana.

32 Nicola Oliva ha appena 26 anni ma è già conosciutissimo nel mondo della musica per il talento innato e per la grande capacità tecnica.

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La ricetta

Cavolfiori e patate in padella Capifiùre e patàne a la fissàure Ingredienti. Cavolfiori, patate, peperoni secchi, aglio rosso, olio extra vergine, sale. Preparazione. Far bollire in acqua salata i cavolfiori insieme alle patate sbucciate. A metà cottura, versare su un tagliere e ridurre a pezzi i cavoli e schiacciare le patate prima di versarli in una padella nella quale aggiungere due spicchi d’aglio soffritto e peperoni spezzettati. Far soffriggere e servire in tavola.


Marze / Marzo


Emeroteca Marze / Marzo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19

martedì / Sande Albëine

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domenica / Sanda Sandre

mercoledì / Sande Ruggïre giovedì / Sanda Camëlle venerdì / Sande Casemire sabato / Sande Usébbie

domenica / Sanda Rose lunedì / Sanda Filëciatte martedì / Carnëvale mercoledì / Li Ciánnere giovedì / Sande Simblèce venerdì / Sande Cuštandëine sabato / Sand’Uriaune

domenica / Sanda Patrëzie lunedì / Sanda Matëlde

10 Marzo 1951

Concorso Nazionale Roma, 4 marzo I giovani sportivi Pennese Antonio e Oriente Luigi di Vasto, già 2. e 1. classificato nella gara zonale di Vasto, si sono piazzati fra 105 concorrenti, convenuti in rappresentanza delle provincie di Italia al Concorso Nazionale di Corsa Campestre, rispettivamente al 14. e 18. posto assicurando alla provincia di Chieti il 4o posto nella graduatoria generale. La nostra provincia avrebbe conseguito un migliore piazzamento tra le consorelle di Italia se negli ultimi metri della importante gara il baldo Pennese non fosse stato vittima di una accidentale caduta. La classifica però torna ad onore dei valori sportivi della nostra città riaffermati dalla brillante prova del Pennese specialmente e di Oriente. Bravi. Allenatore: il prof. di ginnastica De Fanis Donetro, che ha la sua gran parte di merito nella preparazione dei giovani atleti.

martedì / Sanda Lujëise mercoledì / Sande Ggiulïàne giovedì / Sanda Gertrude venerdì / Sande Salvataure sabato / San Giusueppe

lunedì / Sande Ermanne martedì / Sande Uttävie mercoledì / Sande Benedàtte giovedì / Sande Habbrìele venerdì / La ‘Nnungiaziàne

San Giuseppe

(una breve lauda popolare) San Ggiusèppe vicchiarèlle Nghe la mazze e lu cuappèlle, Nghe la vèrghela fiurite Che cce purte ‘m baradise; ‘M baradise le bbille cose: Chi cce va ce s’ arepose ; A lu ‘mberne la mala ggende: Chi cce va se n’ arepende E rrepènde e rripendìje Chi cce va n’ ce po’ rescije. --La “verga” di S. Giuseppe fiorì all’annunzio dell’Angelo, che dichiarava l’umile falegname padre putativo del Signore.

sabato / Sande ‘Manuele

domenica / Sande ‘Libberte lunedì / Sande Sište martedì / Sande Secundëine mercoledì / Sanda Giuvuanna giovedì / Sande Beniamëine

~ Compleanni ~ Sara Mancini 7; Maria Pia Manzitti Di Rosso 8; Giulio Paglione 9; Nunzia Salvatorelli 12; Angelo Paladino 13; Manuela Celenza 14; Davide Delle Donne 14; Mario Baiocco 15; Marco Di Michele Marisi 15; Carlo Di Giambattista 16; Dario Marrollo 19; Valeria Mancini 25; Luigi D'Ettorre 26; Marino Artese 30; Beniamino Fiore 31.


Icone Nicola Miscione, il Ragioniere Nicola Miscione è stato davvero una colonna del Comune, avendo ricoperto per tanti lustri la carica di direttore di ragioneria. Di lui si parla ancora in Municipio e fuori, quando si vuol far riferimento ad un’epoca in cui la burocrazia comunale, seppur non elefantiaca come l’attuale, funzionava, eccome! Nutrito di un amore incontenibile per la sua Città, dedicava il poco tempo libero all’impegno sociale e sportivo. Fu per anni membro attivo della Società Operaia di Mutuo Soccorso, dirigente della Pro Vasto e dell’Associazione Vastese della Boxe e giudice di gara della Federazione Ciclistica. Ebbe, al termine della sua attività di dirigente del Comune, una breve esperienza come assessore nel 1993, nella prima amministrazione Tagliente.

Riconoscimento del Comune

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~ Proverbi ~ Finchè ‘n casche l’hùteme dende ‘n pu’ sapè chi t’è cumunénde lett. Finchè non cade l'ultimo dente non puoi saper chi ti è amico. Tre cchéuse n’zi lasse máje: la prádeche, la mecëzij’ e lu prim’ amore lett. Tre sono le cse che non si lasciano mai: amante, amicizia e primo amore. La cicàle tànde cànde ca scàtte. lett. La cicala tanto canta che scoppia. Cchiù Màrche ggìre, cchiù marchiggiàne tròve lett. Più giro le Marche e più marchigiani trovo. La pilerîsce, ti mùre prime ca la canîsce lett. La donna rossa, muori prima di conoscerla.


Tradizioni La Štorie di Carnavàle 2011 Li cendecinquant’anne fištiggiàme e l’Unità d’Italie aricurdàme. Ma s’è riddutte male ‘šta nazziòne tra magna-magne, vizie e curruzziòne! Quanda ggende à cumbattùte! Quanda ggende ci s’è mmorte! Chille scì, ci’hanne cridùte, mo ci šta chi n’ zi ni ‘mborte. La Ggiunte ogne jurne s’arimbašte e sempre cchiù prubbléme té’ Lu Uašte, la Lište già è llonghe e cchiù s’allonghe, si jòchene la colpe a ping-pong.

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Ultimo dei cantori de "La Štoria", la filastrocca di Carnevale con cui si commentano i fatti di cronaca, Fernando D'Annunzio ha scritto una ventina di componimenti di questo tipo, alcuni dei quali raccolti in un elegante volumetto.

Sônne sempre cchiù divìse, šta’ li gruppe e li currènde. Nghi la scuse di la crise n’ zi cumbìne cchiù nijénde. Chišt’anne s’arifà li vutaziùne pe’ Sìniche e Cunzìje a lu Cumùne. Tra nuvutà e mineštre ariscallàte, aumènde sempre cchiù li candidàte. Ma la mùsich’ è la štesse, ogne une fa prumuesse. Doppe che s’hann’ assittàte fanne fésse ch’à vutàte. Se vvu’ ji’ spâsse nghi la bbiciclétte, tanda pinzìre mo n’ di l’à da métte, abbass’ a La Marìne, cošta cošte, ci šta ‘na bbella pište fatt’ appòšte.

Giovanni D'Ermilio, uno dei mitici, indimenticati cantori di Štorie. Notissimo fu anche Nicola Giangrande, al quale il Lunario ha già dedicato un profilo.

Ci štattéve li lambiùne, l’hanne fatte ccuni ccune. Pur’ a ppéte va la ggènd’ e li ciclìšte si lamènde.


Amici del Lunario Giuseppe e Raffaele Bosco Gli “scudieri” della tradizione culinaria vastese Professori di liceo, Giuseppe e Raffaele Bosco non hanno voluto disperdere l’enorme patrimonio di cultura gastronomica ereditato dalla mamma, l’indimenticabile donna Rosalia, ed hanno appassionatamente continuato a gestire “Lo Scudo”, uno dei più rinomati ristoranti della Città, attivo sin dal 1967. Premiati con numerosi riconoscimenti a livello regionale e nazionale per la tipicità dei piatti proposti, in primis per il Brodetto alla Vastese preparato secondo i dettami della più rigorosa ricetta vastese, i fratelli Bosco possono essere senz’altro considerati “scudieri” e difensori della tradizione culinaria locale.

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~ Fétte e fettarìlle ~ Sacro e profano Frà’ Peppe è un frate laico de la Ngurnàte, un picozzo, insomma. Gran lavoratore, rispettoso della Regola, ha una debolezza che non riesce a vincere: gli piace il vino, e gli piace tanto che ha trovato persino una giustificazione mistica da opporre ai rimproveri del Padre Guardiano: - Aja vàve a la sculatîre, pèccà ce šta la fàcce de Ggisù Crëste ‘mprèsse a lu fuànne de lu bbicchìre Non potendone più di quella giustificazione un tantino blasfema, il Padre Guardiano pensa un tal giorno di sostituirgli il bicchiere con un altro sul quale aveva disegnato sul fondo una testa con un bel paio di corna luciferine -Vujj’a vvidà se pure mé véte Ggisù Crëste Frà Peppe invece si scola usque ad fundum il bicchiere senza manifestare alcuna reazione e alla domanda del Guardiano che gliene chiede ragione risponde con incredibile faccia tosta: - Vàve a la sculatîre, piccà nin vuje lassà niende a lu diàvele.


M’aricorde Stadio Aragona e Consorzio Agrario

Anni Trenta. Lo Stadio Aragona prima maniera, appena realizzato. Anni Cinquanta. Nella foto in basso, la sede del Consorzio Agrario della Provincia di Chieti all'imboccatura di via Tobruk.

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Attività fisica e sport ebbero negli anni del Ventennio Fascista una notevole promozione. La realizzazione dello stadio nella piana dell’Aragona, accanto alla Villa Comunale “Principe di Piemonte” destinata al tempo libero, ne fu a Vasto la plastica risultante per volere del podestà professor Pietro Suriani. Lo stadio venne all’inizio concepito come un ampio bacino circondato di spalti in terra battuta al quale si accedeva attraverso la grandiosa scalinata “olimpica” che si vede nella foto. I lavori vennero portati a termine dalla società Di Sciorno-Tagliente-D’Angelo-Ritucci-Della Guardia-Notaro. Nell’immediato dopoguerra la fisionomia dello stadio cambiò con l’abbattimento della scalinata per far posto alla edificazione dell’edificio della sede del Consorzio Agrario, che venne poi abbattuto negli anni Settanta del Novecento.


Sport Hic sunt leones La foto è del 1959 e negli sguardi dei giovani calciatori, in posa come in ogni rituale sportivo che si rispetti, si legge l’ansia di crescere e di correre ad affrontare la vita. In piedi, da sx: Bruno Lattanzio, Giulio Artese, Luigi Canci, Nicola Sabatini, Piero Pizzuti, Luciano Notaro, Michele Grosso (dirigente). Accosciati, da sx: Vincenzo Lemme, Silvio Lattanzio, Michele La Verghetta, Giuseppe Longhi, Michele Zerra.

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~ Fétte e fettarìlle ~ A mmà ssu hué!

Alla bella età di cinquant’anni Michele è ancora scapolo e non penserebbe minimamente a sposarsi se la vecchia madre, timorosa di lasciarlo prima o poi da solo, non lo assillasse con continue sollecitazioni di convolare a nozze. Rientrando un tal giorno a casa la trova in cordiale conversazione con una signora ancora piacente ma visibilmente matura. - Fije mé, è témbe de cumbuìtte. Ti vuje ffà canosce šta ggiuvunàtte, che ffà prùpete pe’ ttà… N’te le fa scappà’. E subito a dirgli che certo, magari non è tanto giovane, ch’è pure vedova, ma con tante altre qualità, ad esempio nghe nu belle conde a la Poste. - E doppe, Micchè, ‘n zi manghe cchiù nu ggiuvunòtte. Chistì è ‘na bbona fàmmene, ggiudiziàse e sa fa pur’a mmagnà… È cuscì bbunàte ca s’è spusàte schinènze tre vòdde…” Spaventato piuttosto che incoraggiato da quell’ultima affermazione, Michele s’avvia gira i tacchi e le dice facendo le corna: - A mmà ssu hué, mamma sé!


Vastesi che si fanno onore Michele Di Rosso Carabiniere sempre Novant'anni appena compiuti, risiede a Perth dagli anni Cinquanta ed è stato tra i fondatori del Vasto Club, il sodalizio che riunisce i vastesi residenti nella capitale del West Australia. Carabiniere in gioventù, ha fondato la Sezione dei CC in congedo più lontana geograficamente dall’Italia e, a dispetto della distanza, non ha mai mancato di partecipare ai raduni nazionali, ai quali è stato sempre invitato direttamente dal Comando Generale dell’Arma. Carabiniere a vent’anni, carabiniere sempre, persino in terra straniera. 40

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La ricetta

Coniglio porchettato Ingredienti. Coniglio possibilmente nostrano, patate, aglio rosso, semi di finocchio, rosmarino, olio, sale e pepe nero. Preparazione. Dissossare il coniglio, salarlo, peparlo e cospargerlo di semi di finocchio selvatico e di aglio rosso. Avvolgere su se stesso il coniglio, legarlo con lo spago e inserirlo in un tegame ben oliato mettendo intorno patate tagliate a ticchi ed un rametto di rosmarino. Mettere poi nel forno ben riscaldato ed aspettare la cottura. Servire tagliato a fette guarnito delle patate.


AbbrĂŤile / Aprile


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venerdì / Sand’Ughe sabato / Sande Frangische de Pavele

domenica / Sande Rëccarde lunedì / Sand’Isidëre martedì / Sande Vingenze Ferrare mercoledì / Sanda Ggiulœïane giovedì / Sanda Virginie venerdì / Sande Silvene sabato / Sande Caloggere

domenica / Sand Pumbè lunedì / Sande Tibberie martedì / Sande Ggilie mercoledì / Sande ‘Dduarde giovedì / Sande Masseme venerdì / Sacra Speine sabato / Sand’Irene

domenica / Lu jurne de le Palme lunedì / Sanda ‘Pullonie martedì / Sande ‘Spedëite mercoledì / Mercluddé Sande giovedì / Giuvuddé Sande venerdì / Vennardé Sande sabato / Sabbete Sande

domenica / La Pasche lunedì / Lu Pasquane martedì / Sande Marcelleine mercoledì / Sanda Zéite giovedì / Sande Vitale venerdì / Sanda Catarëine sabato / Sande Mîzie

1 Aprile 1951

La stazione di Vasto ha bisogno di un apparecchio telefonico Benchè la rete telefonica abbia raggiunto da parecchio Vasto Marina, la Stazione di Vasto è ancora sprovvista di apparecchio telefonico che la colleghi con il resto della nostra città. Tale deficienza non si sa bene ancora se imputarla al Comune, che non ha fondi per farci l’impianto, o alla Amministrazione delle Ferrovie che non vuole sostenere tale spesa.

Nell’Abruzzo Nel nostro Abruzzo il 1 aprile è il giorno delle gabbature e cuffiature. Gabbà’ (gabbare) e cuffujà’ (burlare) sono i termini in voga durante le 24 ore. All’erta quindi! Gli scherzi sono a volte piacevoli, originali; a volte ironici e beffardi. Ve ne sono per tutti i gusti. Il più innocente è quello dei bambini. Un ragazzo, passandovi accanto, vi dirà maliziosetto: “Bell’hò te s’è sciodde la scarpe!”. E voi passate oltre non curante oppure sorridendo vi guardate le scarpe per renderlo…contento. Costa così poco accontentare un birichino, che se ne andrà orgoglioso d’avere gabbato un uomo grosso. Quando eravamo ragazzi, spesso eravamo presi in giro dai grossi. E ci mandavano a comprare “quattro soldi di rumore di carrozza”, due soldi di nase piste: e se ne le tì pistate, ecche te le piste. Bei tempi, vero? Anche ora però non fate troppo caso alle burle del 1 aprile: se ci cascate, pacinze! Dice lu muònece. Ditelo anche voi mentalmente.

~ Compleanni ~ Anna Baiocco 3; Maria Antonietta Gatto Di Cicco 5; Giorgio Maggio 8; Angela Desiderio 8; Teresa Spallini 9; Donatella Longo 12; Gloria Giovannelli 18; Gaetano Balzano 23; Leila Primavera 25; Elisabetta Zaccaria 26; Lidamaria di Sanza 29; Elisabetta Sigismondi 30.


Personaggi Fernando Fiore, l'ITIS c'est moi! La carriera di Fernando Fiore coincide praticamente con la vita dell’Istituto Tecnico Industriale “Enrico Mattei”. Entrato giovanissimo in quella scuola nell’anno stesso della fondazione, il 1962, in essa ha svolto tutta la sua carriera come docente e poi come dirigente. Quarantaquattro anni nel corso dei quali l’Itis è arrivato a diventare il primo istituto di Vasto per numero di classi e di studenti ed uno dei primi della Provincia. Brillante conversatore, dotato di una istintiva ironia che rende ancor più simpatica la persona, è stato anche amministratore della Città ricoprendo anche la carica di assessore.

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~ Modi di dire ~ Ha passàte lu callaràre e m'ha chiamàte facciaténte !, lett. È passato il calderaio (sporco in viso) e mi ha chiamato facciatinta. Gna nènghe squajje, lett. Come nevica squaglia. Nel senso di cosa che avviene rapidamente. Jì fa màle lu vènde de lu vendàje, lett. Gli fa male il vento del ventaglio. Nel senso di persona insoddisfatta della ricchezza che ha. È lu vróte gràsse, lett. è il brodo grasso. Nel senso di persona insoddisfatta del benessere. La cére se cunzîme e la pricissiàune nin camëne, lett. Il cero si consuma e la processione non cammina. Nel senso di perdita di tempo.


Emeroteca Pasqua 1951

Calendario dei riti Pasquali

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Cavalli e Pupe, i dolci pasquali di pasta nera " 'ngileppati" di cioccolata, che ogni mamma prepara per i suoi bambini a Pasqua.

2 - Primo Venerdi. Si “spuntano„ i capelli per scongiurare i dolori di testa. 11 - Domenica di Passione Inizio della tradizionale quintena della Sacra Spina nella Chiesa di S. Maria Maggiore di Vasto. 16 - Venerdi Solenne processione della venerata S. Spina. La manifestazione religiosa è caratterizzata dagl’innumerevoli “ceri” (le torce) variopinti portati dai fedeli in ossequio al voto fatto. Molti fedeli vanno umilmente a piedi nudi. Ai quattro punti principali della città, come a indicare i quattro punti cardinali (Porta Palazzo, Porta Nuova, Corso Italia, Catena) si erigono gli altari per la rituale benedizione della terra, del mare e del cielo.Nella funzione serale la preziosa Reliquia è presentata al bacio dei fedeli. 18 - Domenica delle Palme - Inizio della Settimana Santa. - Cumma, la Dumèneche de le Palme: Vaj’ a la ‘Mèsse e me ce coje jurne!... Espressione popolare ad indicare la durata della sacra funzione. Dovunque si benedicono le palme di ulivo, spesso intrecciate in graziose ghirlandette e si distribuiscono ai fedeli e per le case. Una palmetta è posta al capezzale del letto accanto alla candela o alla Beata crocetta della candelora e alla bottiglietta della santa manna di S. Nicola recata dal pellegrinaggio di Bari a maggio. Amici e fidanzati, che per una ragione qualsiasi “sono in odio„ fra di loro, si scambiano la palma dopo la messa per conchiudere la pace ripetendo: Quest’ è la palma bbinedètte: oggi è vvèrde e ddumane è sècche e baciandosi l’un l’altro. 21 - Mercoledì Santo. A sera inizio delle sacre funzioni fino a Venerdì Santo (le lizziùne) che terminano, dopo il canto del Miserere, “nghe le vattiture„. 22 - Giovedì Santo. Un tempo si eseguiva la “lavanda”, dei piedi a ricordo della uguale cerimonia fatta dal Signore ai suoi apostoli. Nella chiesa di S. Giuseppe, su apposito palco, si allineavano dodici vecchietti del locale Ospizio di S. Onofrio e l’Arcidiacono, in camice e stola, lavava i loro piedi. Si legano le campane. A sera e per tutta la notte, la visita ai santi sepolcri (li seppiliche). I fedeli devotamente si recano nelle chiese


parrocchiali, recitando sottovoce per la strada il “credo„. II raccoglimento deve essere assoluto. Davanti al sepolcro si recita la seguente preghiera: Te vinghe a vvisità, sepolcre sande, E vvinghe a vvisità la vostra passione: La morte de Sugnurije Sia per ssalvazione De l’alma mije. Questa preghiera e integrata dalla recita di 5 Pater e 5 Ave. A notte alta poi vi sono ancora numerose donne, che si pongono bocconi a terra dietro un altare e recitano 33 “credo„ in memoria dei 33 anni di Nostro Signore. Questi 33 “credo„ formano il tesoro spirituale annuale della devota, che in caso di necessità li rammenta al Signore; « per la memoria dei 33 credo vi prego di farmi la grazia di…». 23 - Venerdì Santo. In mattinata: tradizionale funzione nella chiesa di S. Francesco (l’Addullurate) e a mezzogiorno processione della veneratissima statua dell’Addolorata. Nella chiesa di S. Maria Maggiore, al passaggio della Madonna Addolorata, comincia la fioritura miracolosa della S. Spina. Dalla maggiore o minore fioritura (poppe) il popolo argomenta l’abbondanza o la scarsità dei raccolti. Nella chiesa di S. Pietro, il pomeriggio, funzione delle Tre Ore di Agonia e a sera la suggestiva e frequentatissima processione di Gesù Morto. 24 - Sabato Santo. Splendono i fuochi sacri e si rinnova l’ acqua dei fonti battesimali. Nella chiesa di S. Maria Maggiore, funzione del Salvatore. Al Gloria, al suono delle campane, tra il fulgore delle luci, mentre cadono i veli dai finestroni e sole inonda la chiesa, contemporaneamente da dietro l’altare maggiore irrompe dal sepolcro il divino Redentore circonfuso da una nube d’ incenso: è la Resurrezione, è la Pasqua! 25 - Domenica - Pasqua. Pasche marzole Mar’ a cchi ce se trove! che cosa succederà?...

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M'aricorde Appaltatori di luce Agli inizi degli anni ’50 quando l’Enel non ancora muoveva i primi passi, Saverio Scopa, l’elettricista, decise di avviare una piccola ditta con il chiaro intento di “dare luce” alla città che iniziava a rialzarsi dopo il periodo buio del secondo conflitto mondiale. L’attività si basava principalmente sulla progettazione e realizzazione di illuminazioni stradali pubbliche e private e impianti elettrici sia a Vasto che nell’Alto vastese. L’ottimo lavoro svolto dagli oltre venti dipendenti ha fatto si che la ditta restasse in piedi per oltre trent’anni e il signor Scopa per sdebitarsi con i suoi operai li invitava ogni Primo di Maggio a pranzo.

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Nella foto scattata nel 1968 all’esterno del ristorante La Vela sono ben riconoscibili oltre a Saverio (il più alto, in piedi al centro), il ragioniere Nicola Ronzitti (al suo fianco in abito chiaro) e, accanto a loro, il capo squadra Nicola Luciani. Si riconoscono ancora, da sx: Nicola Del Casale, Antonio Tiberio, Michele Altieri, Cesario Maranca, Nicola Scopa, Giuseppe Trovarelli, Cesario Stivaletta, Domenico Del Borrello, Nicola Di Spalatro, Nicola Tomeo. Accosciati, da sx: Paolo Del Casale, Giuseppe De Felice, Umberto Cimino, Del Bonifro, Michele Acquarola, Nicola Maria Stivaletta.

~ Fétte e fettarìlle ~ ‘N zi sgarre nu jurne

- Tutte le matìne, dottò’, devo fare la pipì alle 7 in punto. ‘N zi sgarre nu jùrne dice zi Ruccucce al medico della mutua. - Complimenti, sei proprio un fenomeno. E allora di cosa ti lamenti ? - Ca nin m’arisvàje mà’ prime di li otte.


Vecchi fusti Francesco Paolo Gileno, la tradizione canora Lo conoscono tutti in Città per la voce calda, possente, caratteristica, che si sente immancabilmente in ogni manifestazione popolare. Quella che primeggia nei canti tradizionali del Natale, del Capodanno, della Pasquetta e del Sant’Antonio o nelle serenate, è sempre la sua, inconfondibile per le suggestive sonorità che riesce a creare. Grazie a lui ed al suo ensemble, formato dagli inseparabili amici, Gino Fiore, Michele D’Annunzio, Domenico Ronzitti, Nicola Gileno, Peppino Raimondi, i fratelli Fernando, Cesario e Nicola Valentini, Paolo Di Bussolo, la continuità della tradizione canora è assicurata.

~ Block notes ~ Qui, Quotidiano di Vasto Fondato e diretto da Giuseppe Tagliente, vice direttore Elio Bitritto, Quiquotidiano rappresenta forse un unicum nel pur variegato panorama giornalistico italiano, essendo insolito il caso di un giornale a tiratura quotidiana in una realtà piuttosto modesta dal punto di vista demografico. Oggi, a dieci anni dalla nascita, passato dal ciclostile alla stampa piana ed infine alla rotativa, può essere definito a pieno titolo come il giornale della Città, organo d’informazione, d’opinione e di socializzazione di una comunità in trasformazione. Aperto al contributo di tutti i cittadini, rispettoso delle idee e delle diversità di pensiero e di cultura, tanto da dedicare una pagina alla settimana alle comunità straniere presenti in città, si avvale d’una redazione di giovani e di donne ed è affiancato da un giornale on line aggiornato di ora in ora: www.quiquotidiano.it

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M’aricorde Le orfanelle di Punta Penna

48 Il palazzo della Penna in una foto dei primi anni Sessanta

Anni Cinquanta, gita a Venezia. Le orfanelle sono come sempre accompagnate dalle suore "Figlie della Croce".

Era l’ente morale che i vastesi avevano a cuore forse più d’ogni altro, l’Orfanotrofio "Genova-Rulli". Ubicato nell’antico Palazzetto che i d’Avalos costruirono nel 1615 a Punta Penna, accoglieva le fanciulle rimaste indigenti a causa della morte di uno o di tutti e due i genitori e dava loro un’educazione e spesso un mestiere. Nei confronti delle sfortunate ragazze si manifestava una vera e propria gara di solidarietà e non c’era festività, avvenimento al quale i concittadini delle famiglie più agiate non partecipassero con elargizioni e doni, ricambiati dalle giovinette con una presenza costante, silenziosa e compita ai funerali, ai riti ed alle manifestazioni religiose. L’Opera Pia era stata eretta per volontà del Cav. Uff. Avv. Luigi de’ Baroni Genova, il quale con testamento pubblicato in Vasto il 19 luglio 1941, aveva disposto: “Io qui sottoscritto Luigi Genova, sano di corpo e di mente, considerato che la morte è certa e che solo la sua ora è incerta, dopo aver raccomandato l’anima mia a Dio, alla Beata Vergine ed agli Angeli e Santi del Paradiso...


M’aricorde

dispongo che l’erigendo Istituto di Beneficenza abbia sede nel Palazzo della Penna”. Nello stesso atto olografo aveva dettato il regolamento e lo Statuto dell’erigenda Opera Pia e indicato il primo Consiglio di Amministrazione scegliendolo “fra le persone più probe ed illuminate". Dell'organismo furono chiamati all'inizio a far parti i signori: On.le Francesco Ciccarone; Prof. Francesco Del Greco; Avv. Francesco Ponza; Avv. Roberto Scardapane; Dr. Filoteo Ricci; Sacerdote Don Vincenzo Pomponio; Sacerdote Don Domenico Suriani, entrambi canonici della Cattedrale, "affinchè essi possano subito organizzare convenientemente quest’Opera Pia, per bene avviarla al raggiungimento del suo scopo".

Anni Cinquanta, foto ricordo delle ospiti dell'orfanotrofio in grande uniforme.

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Anni Cinquanta, nel frutteto dell'Istituto.

Anni Cinquanta, gita alle Dolomiti


Vastesi che si fanno onore Luigi Petta. Più di una promessa Sta confermando le aspettative riposte in lui il giovanissimo pianista Luigi Petta, il quale si è già meritato riconoscimenti in ogni parte d’Italia. Allievo del Conservatorio di Musica “Umberto Giordano” di Foggia si è esibito in diversi concorsi artistici distinguendosi per talento ed impegno di studio. Ricco il suo repertorio che spazia dalla musica classica ai generi più moderni. Al caro Luigi gli auguri di una ancora più luminosa carriera da parte dei tanti ammiratori che è riuscito a conquistarsi. Primo tra tutti papà Giulio.

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La ricetta Peperoni ripieni Ingredienti. Peperoni verdi, carne macinata di vitello, pane grattugiato, uova, parmigiano, prezzemolo, origano, olio, sale, pepe nero. Preparazione. Lavare ed asciugare i peperoni, scelti della qualità allungata chiamata a Vasto a còrne de cràpe, avendo cura di togliere il peduncolo, le costolature interne ed i semi. Preparare un impasto a base di carne macinata, uova, pan grattato, prezzemolo tritato, origano, sale e pepe con un po’ di parmigiano. Riempire i peperoni con questo impasto, sistemarli in una pirofila, aggiungere olio e lasciar cuocere per un’ora circa.


Maje / Maggio


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domenica / La Madonne de la ‘Ngurnuate lunedì / Sande ‘Ttanasie

Una grave sciagura aerea

martedì / Lu Legne de la Cráce

Vasto, 11 maggio. Verso le nove due caccia militari, partiti dal campo di Palese (Bari) in normale volo di allenamento, sorvolavano la nostra città con provenienza dal mare, allorchè l'apparecchio pilotato dal concittadino tenente Francesco Paolo Della Guardia lanciava una alta fiammata e sprofondava a picco nel popoloso rione San Michele abbattendo due case, che delimitavano Vico del Giglio. Cittadini del rione Croci e di Vasto Marina hanno confermato l'incendio prima della caduta dell'aereo. Nell'urto tremendo l'apparecchio si frantumava, le schegge si disperdevano, un alettone rovinava al di là della strada nazionale su una officina meccanica sfasciando il tetto e il motore era proiettato diagonalmente nel recinto retrostante l'officina ad una distanza di una trentina di metri. Il valoroso pilota è rimasto schiacciato tra i rottami in fiamme; ugual sorte miserevole toccava alla piccola Nicoletta Neri, che a quell'ora mattutina della giornata splendida di sole e di azzurro, riposava nella culla. Ben 12 sono le vittime tra la popolazione, ricoverate sollecitamente nel nostro Civico Ospedale: Celenza Nicola di anni 60, la di lui figlia Anna Celenza di anni 28, la sig.ra Celenza Maria di anni 21, il piccolo figlio Giuseppe di mesi 7, la sig. ra Ciarallo Anna di a. 45, Giannagostino Giulia di a. 22, Di Falco Luisa di a. 29, il figlioletto Di Falco Angelo di a. 3, Di Cicco Rosa di a. 48 Di Rosso M.a Spina di a. 32, la maggior parte investita dalla benzina in fiamme. Di esse sono decedute in giornata: la sig.na Celenza Anna, il piccolo Celenza Giuseppe, la sig.ra Ciarallo Anna. Altri versano in gravissime condizioni. Verso l'una i resti mortali dell'aviatore sono stati estratti irriconoscibili dai rottami; alle tre è stato recuperato il corpicino martoriato della piccola Neri Nicoletta di m. 8. I cittadini si sono prodigati ammirevolmente nell'opera di soccorso. Tra i primi accorsi sono da segnalarsi la univ. in medicina sig.na Cristina Bile, l’impresa Caroli di Avezzano con l’autobus antincendio agli ordini dell’assistente capo dell’ANAS sig. Mario Caldarelli, i citta-

mercoledì / Sande Flurïane giovedì / Sande Nînzie venerdì / Sanda Bbenedatte sabato / Sande ‘Nnucienze

domenica / Madonne di la Panne lunedì / Sande Libbratàure martedì / Sande ‘Ndunëine mercoledì / Sande Fabbïane giovedì / Sande Nerè venerdì / La Madonne de Fàteme sabato / Sande Matté

domenica / Sanda Matalene lunedì / Sande Ubbualde martedì / Sande Pasquale mercoledì / Sande Venanzie giovedì / Sande Cilištëine venerdì / Sande Bernardëine sabato / Sande Sicundëine

domenica / Sanda Rëite da Cascie lunedì / Sande Desiderie

martedì / Sanda Giuvëine mercoledì / Sande Gregorie giovedì / Sande Feleppe venerdì / Sande Federëiche sabato / Sande Emëlie

domenica / Sande Massimëine lunedì / Sande Ferdenande martedì / Sande Giurduane

~ Compleanni ~ Luisa Maldera 1; Germana Benedetti Petroro 2; Davide D'Ettorre 8; Antonietta Di Fonzo 10; Fabio D'Ettorre 11; Anna Scipioni 18; Vincenzo Bassi 21; Vincenzo Fiore 24; Lia Giancristoforo 27; Patrizia Sacchi Petroro 27; Clarice Petrella 27; Pino Cavuoti 28; Caterina Celenza 31.


dini Espedito Sarodi, Alessandro Borrelli, Silvio Petroro, Mimì Molino, il personale della ditta Di Fonzo, l'Arma Benemerita dei CC., la Pubblica Sicurezza, il Consigliere di Corte d'Appello dr. Florio Longo, il pretore dr. Vittorio Liberati, il sig. Alderamo Cipollone e tanti tanti altri, tutti affratellati dalla grave sciagura che ha colpito numerose famiglie, si sono completamente adoperati. Da tutte le parti in muto pellegrinaggio di dolore muovono i cittadini; le campane suonano mestamente; al caduto e alle vittime si apprestano solenni onoranze. Nel pomeriggio sono giunte le autorità civili e militari, le quali si sono recate sul luogo del disastro, hanno fatto visita alle famiglie e alle vittime. Vasto si è abbrunata nei cuori; si stringe attorno al dolore delle case così duramente provate ed esprime tutta la sua solidarietà affettuosa in questa ora tristissima della vita cittadina. 12 maggio. La notte scorsa è deceduto in seguito alle gravi ustioni il concittadino Celenza Nicola fu Michele di a. 60. Notte del 14, alle ore 23, dopo giorni di straziante agonia è morta la giovane sig.ra Maria Baiocco Celenza, di a. 21, madre del piccino Celenza Giuseppe di m. 8.

~ Proverbi ~ Chi spute ‘n ciele jà ‘recàsche ‘n màcche, lett. Chi sputa in cielo gli ricasca in bocca. Li chiàcchiere nin fà farëne, lett. Le chiacchiere non fanno farina. Li chicàcce e li patàne dormene n’ terre, lett. Zucche e patate dormono a terra. A mmale penzà’ se fa peccàte, ma ce se còjje , lett. A mal pensare si fa peccato ma s’indovina. Chi tè nu cuavàlle bbeune dentr’a la stalle, v’a ppète, lett. Chi ha un cavallo buono nella stalla va a piedi.

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Amici del Lunario Marino Artese Gongola di gioia in mezzo ai collaboratori dell’Aragona, orgoglioso di quello che ha saputo realizzare ancora in giovane età, sulla scia degli insegnamenti e dei consigli ricevuti da papà Mario e dal nonno che porta il suo stesso nome e cognome. Marino Artese è riuscito a dare al suo ristorante, situato in uno dei punti più suggestivi della Città, una notorietà ch’è arrivata anche molto lontano. Impegnato nell’associazionismo di categoria e nelle iniziative di promozione turistica, si prodiga attivamente anche nel sociale, mediante l’Associazione Chiara, dedicata alla sorella gemella prematuramente scomparsa, che svolge una meritoria attività di sostegno e di servizio in favore dei malati terminali di cancro.

Marino col tutto lo staff dell'Aragona.

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~ Fétte e fettarìlle ~ All’ufficio Anagrafe

- Signurë, vulèsse arriggištrà štu cëtele nate prùpete l’addraddìre – dice una signora all’ufficiale d’anagrafe. - Ma tu ‘n de n’affëde manghe a št’all’imbìte – gli risponde l’impiegato vedendola ancora tanto provata dal parto – putìve mannà marëtte? - E che ne sacce addò šta cu lu uahimùrte? È cchiù de ddù anne ca n’ze fa vvedè’… - Beh – replica sornione l’ufficiale – allore…putìve mannà l’aiutànde.


Icona Donetro De Fanis, l'mpegno nell'educazione Donetro De Fanis, che quanti hanno superato il mezzo secolo ricordano come impareggiabile docente di educazione fisica, sarebbe stato lieto di vedere questa foto sulle pagine del Lunario. Era stato ufficiale d’artiglieria in guerra ed aveva in quella veste maturato un’esperienza dolorosa che spesso rievocava agli alunni con toni dimessi e senza alcuna vanagloria, piccandosi tutt’al più di saper d’algebra e trigonometria assai di un professore di matematica in quanto ne aveva avuto bisogno nell’uso dei cannoni. Il piglio marziale nell’incedere, la sobrietà negli atteggiamenti e nella parola traevano spesso in inganno ma bastavano due minuti appena, a chiunque lo avvicinasse, per capire che si trovava dinanzi una persona generosa, affabile, motivata, innamorata soprattutto del suo lavoro di educatore.

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Pagine di devozione e di fede Il cammino di San Nicola

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1937. Pellegrini in sosta sul Gargano, guidati da Giovanni Del Borrello, il priore, e da Vincenzo Santoro, gli ultimi due a destra.

Il culto di San Nicola è uno dei più diffusi in Italia, già presente oltre tre secoli prima della traslazione delle reliquie da Mira a Bari. Radicatissimo nelle regioni del Meridione d’Italia, ha nell’Abruzzo moltitudini di fedeli e sedi di culto. Una di queste, edificata a cura della famiglia Miscione intorno al 1870, si trova anche a Vasto sul colle che degrada sino all’insenatura della Meta, una volta porto della Città. Ogni anno nella prima domenica di maggio si celebra la festa del Santo Taumaturgo di Bari intorno alla chiesetta. Sino a qualche anno fa era in uso portarne per mare la statua, che veniva sbarcata alla Marina e da lì in processione, accompagnata dagli agricoltori, alla Chiesa di San Pietro dove rimaneva per un giorno prima di rientrare in sede seguita stavolta dai pescatori. Il culto di San Nicola porta poi ogni anno un nutrito gruppo di pellegrini a Bari lungo un itinerario di fede, di preghiera e di penitenza che dura più giorni. Un tempo il viaggio veniva fatto a tappe e completamente a piedi, zaino (visàcce) sulle spalle, borraccia (burracce) coperta a tracolla e un caratteristico bastone adornato da rami con le foglie aghiformi del pino mediterraneo, a cui era fissato anche un ombrello. Indimenticabili animatori dei gruppi di pellegrini sono stati Giovanni Del Borrello, Michelina Santoro D’Adamo (la Prijòra), Mauro Petruzzelli, Tonino Di Nisio (Custandëne), Gino Muscariello (Giattè’), Nicolino Crisanti.


Il crocifero attorniato dai fedeli.

Anni Cinquanta. Un giovanissimo Nicolino Crisanti in assetto di‌ pellegrino, insieme ad alcune compagne di viaggio

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Anni Sessanta. Al centro del gruppo di pellegrini la Prijòra Michelina Santoro D’Adamo, in abito e fazzoletto al collo rigorosamente neri.


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Il viaggio di San Nicola poteva durare anche piĂš di sette giorni e si snodava da Vasto attraverso tappe ben definite. San Severo di Puglia, San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo, Manfredonia e quindi lungo la pianura sino al capoluogo pugliese. Nella foto a fianco, secondo da sinistra è Mauro Petruzzelli, uno degli organizzatori abituali del pellegrinaggio.

Il rito del Perdono. Si svolgeva e si svolge ancora a pochi chilometri dal centro di Bari nei pressi della Chiesa di Santo Spirito e prevede una preghiera collettiva da recitare in ginocchio. Funge da cerimonia di purificazione prima di mettere piedi nella terra di San Nicola. Nelle foto accanto degli anni Sessanta, la Prijòra Michelina Santoro in ginocchio apre il rito della penitenza. In piedi col microfono in mano per registrarne la voce Peppino Canci, attento studioso di queste manifestazioni di fede popolare.


Pagine di devozione e di fede La méta è raggiunta ed i pellegrini sfilano per le strade di Bari alla volta del Santuario. Nelle foto si riconoscono Nicolino Crisanti, accosciato, e Gino Muscariello (Giattè), in piedi secondo da destra.

Il rito del Perdono in una foto degli ultimi anni Settanta. Dinanzi al crocifero nel rito del Perdono si riconosce Nicola Valentini (Rafanìlle).

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Le foto in basso sono recenti e sono state scattate a Vasto dinanzi alla chiesa di San Nicola e sulla scalinata della chiesa del Carmine.


Vastesi che si fanno onore Poker di donne Un bel poker di donne: Antonella Marrollo, Silvana Iacobucci, Nunzia Salvatorelli e Antonietta Di Fonzo, quattro imprenditrici che si son fatte davvero onore. Le prime due sono state elette rispettivamente presidente e vice presidente provinciale dell’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili. L’altra ha ricevuto il prestigioso premio Donna Impresa Industria 2010, conferito per il secondo anno consecutivo dal “Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile” costituito presso la Camera di Commercio di Chieti. L'ultima, ma non in ordine d'importanza, è una della poche amministratrici di società di trasporti in Italia.

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La ricetta Fagiolini al pomodoro Faciulëtte ‘nghe la pammadéure Lavare i fagiolini facendo attenzione ad eliminare le punte in entrambi i capi, depositarli poi in un tegame aggiungendo olio extra vergine d’oliva, prezzemolo, uno spicchio d’aglio rosso ed ancora pomodori e foglie di basilico. Salare e lasciare cuocere a fuoco lento rimestolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno. Appena il sugo sarà visibilmente ristretto ritirare dal fornello e servire in tavola.


Ggigne / Giugno


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mercoledì / Sande Giuštëine

1 giugno

giovedì / Sand’Uggenie

La spiaggia di Vasto

venerdì / Sanda Clutëlde

La nostra spiaggia è da tempo sulla china della decadenza e l’animo non può che rattristarsene. Disponiamo di pochissima acqua potabile durante l’estate, siamo privi di fognature. Un’amministrazione più previdente avrebbe potuto agevolmente risolvere questi due vitali problemi durante la fervida ripresa costruttiva del dopo-guerra. Invece purtroppo nulla si è fatto in proposito, non si è pensato alla marina, si è costruito disordinatamente alla periferia della città un po’ qua un po’ là. Non serve recriminare il passato: auguriamoci che presto vengano uomini nuovi, immuni da preconcetti settari, uomini di azione, capaci di sacrificare il loro personalismo alle esigenze della marina. Oggi una città vive o per commerci e per industrie o per turismo. Il commercio di Vasto è quello che è: la deficienza di linee ferroviarie interne la difficoltà di crediti hanno paralizzato oggi questa attività che pur conobbe epoca favorevolissima nell’immediato dopo-guerra. Le iniziative industriali sono lente perché chi ha mezzi e disponibilità di investire parte delle proprie ricchezze è restio, miope al progresso economico per sé e per gli altri. Resta il turismo, unica sorgente di ricchezza economica della nostra città. Disponiamo di tesori incomparabili: mare, collina, spiaggia, scogliere, campagne lussureggianti, orti ricchi di ogni ben di Dio. I turisti verrebbero volentieri a Vasto. Eppure noi stessi indugiamo ad invitarli per trascorrere le vacanze estive perché sappiamo che Vasto Marina manca di quelle comodità indispensabili al viver civile. Avremmo potuto agevolmente attrezzare la nostra spiaggia in quattro e quattr’otto dotandola di acqua e fognature: l’albergo sarebbe subito sorto! Dobbiamo avere la forza di risalire la corrente per metterci decisamente in testa alla ripresa delle attività turistiche del nostro litorale. Questo è l’imperativo categorico dell’ora che sottoponiamo all’esame dei nuovi amministratori, quali essi siano. A. Cianci

sabato / Sande Quirëine

domenica / La ‘Scenziaune lunedì / Sande Feleppe martedì / Sande Robberte mercoledì / Sande Severëine giovedì / Sande ‘Rrëiche venerdì / Madonne di li Merécle sabato / Sande ‘Nufre

domenica / La Pendecoste lunedì / Sande ‘Ndonie de Padeve martedì / Sande Zaccarëje mercoledì / Sande Veite giovedì / Sand’Ureliane venerdì / Sande Adolfe sabato / Sande Curnuelie

domenica / La Ternetè lunedì / Sanda Micchelëine martedì / Sande Lujëgge mercoledì / Sande Paulëine giovedì / Sande Nazzarie venerdì / Sande Giuuánne Battešte sabato / Sande Hujerme

domenica / Lu Corpus ‘Ddòmene

lunedì / Sande Clemende martedì / Sand’Irené mercoledì / San’Bitre e Pavele giovedì / Sande ‘Nnuciénze

~ Compleanni ~ Nando Miscione 4; Anna Maria Di Falco 7; Nicola Cinquinia, 7; Gianluigi Delli Quadri 8; Simona Vinciguerra 12; Carmine Di Risio 15; Michele Di Chiacchio 15; Giuseppe Castaldi 15; Rosella Turilli 16; Mauro Sambrotta 17; Luca Fiore 18; Maria Teresa Palazzo 19; Gazietta Marcello 20; Adone Del Negro 21; Rolando di Nardo 21; Silvana Iacobucci 24; Massimo Stivaletta 27; Anna Iole Andreini D’Adamo 28.


Personaggi Peppino Marino, la capacità manageriale Di Giuseppe Marino, Peppino per tutti, non si può non ammirare la dinamicità, l’intraprendenza e le non comuni capacità manageriali. Formato alla scuola dei quadri della Società Italiana Vetro, prima che diventasse Pilkington, e quando ancora si pensava che l’Azienda dovesse servirsi innanzitutto di cervelli locali, vi ha ricoperto incarichi di responsabilità per passare alla Puccioni Spa, azienda di fertilizzanti nella quale svolge funzioni di general manager. Convinto come pochi che il porto di Punta Penna possa essere il volano della crescita economica del territorio in questa fase storica, si è impegnato attivamente nella promozione di convegni e dibattiti volti a stimolare iniziative in questa direzione.

~ Block notes ~ 63

Il Solstizio d’estate. Lu jùrne de Sande Ggiuhuànne Il Solstizio d’estate, che cade tra il 21 ed il 24 giugno, è stato considerato una ricorrenza magica sin dall’antichità più remota. Nel calendario cristiano il 24, indicato come il giorno della nascita di San Giovanni Battista, che la tradizione vuole sia nato sei mesi esatti prima di Gesu Cristo, viene considerato un giorno particolarissimo, nel quale si propiziano riti augurali. I più diffusi nelle nostre zone erano ed ancora forse sono i seguenti: - versare il bianco d’un uovo in un bicchiere d’acqua, che viene lasciato per tutta la notte della vigilia sul davanzale della finestra; -comprare l’aglio per avere un anno senza guai; -cogliere le noci acerbe per farne il Nocino, un liquore forte da bere in occasioni di bisogno; -cogliere un ramo di felce alla mezzanotte e conservarlo in casa per favorire ricchezza; - mangiare le lumache con le corna per allontanare ogni avversità; - contro la grandine, che sarebbe provocata da spiriti maligni, streghe, diavoli e bambini morti senza battesimo, i contadini invocano il Santo: Sande Ggiuhuànne Battéste, battìzze ‘šta nìvela trëste. Nella notte di San Giovanni era abitudine anche di sugellare comparanze.


M’Aricorde La vita grama C’era una volta “la vita agra”, ricordata da Luciano Bianciardi nel suo libro dal titolo omonimo, ma c’era anche la vita "grama" della campagna. Nella foto, datata 1956, un gruppo di zappatori in un momento di pausa. Da sinistra, Angelo Rossi, Michele Di Spalatro, Tindaro Pontillo, Luigi Fiore, Sante Mariani, Giuseppe Pracilio, Pontillo, Antonietta Marchesani.

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Una tipica famiglia d’ortolani. I coniugi Luigi ed Antonietta D’Annunzio con i figli Domenico, Elisa e Fernando intorno alla vasca, la pischìre. L’asino è già pronto per il rientro con i canestri colmi di ortaggi e verdura agganciati al basto, nghe li cistëne attacchète a lu mmuašte. Sul bordo della vasca mazzi di cavolfiori bianchi e neri (capefiàre e fujje) verze e finocchi (verzòtte e finùcchie). A terra, lu cîcine, il caratteristico contenitore di terracotta per l’acqua.

~ Fétte e fettarìlle ~ Li bbùne li bbune Era abitudine dei ragazzi d’una volta divertirsi a “prelevare” frutta negli orti. Così fecero un giorno anche Teodoro e Luigino ai danni di un tal Giovanni Del Borrello, proprietario di un bell’albero di pricissòtte. Salito sulle spalle di Teodoro, Luigino si perde tra il fogliame per cercare i fichi più maturi - Cuje li bbune li bbune – l’esorta da sotto Teodoro – cuje li bbune li bbune… m’ariccumuànne… Intenti all’ “asporto proletario”, i due amici non si accorgono però dell’arrivo del contadino, il quale agitando un forcone di rimando urla minaccioso, ma rassegnato: - E si capisce!…Cuje li bune li bbune, ca li frécete me li magne jè


Vecchi fusti Domenico Pierini, come l'Alfredo di Tornatore

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Avete presente il Philippe Noiret del «Nuovo Cinema Paradiso», nella parte dell’operatore di cabina cinematografica che armeggiava con la vecchia lanterna a carboncini, pizze e ritagli di pellicola ? Ebbene, meno in sovrappeso e senza l’accento siciliano di Alfredo del film di Giuseppe Tornatore, Domenico Pierini è l’esatta riproposizione in chiave locale di quell’indimenticabile personaggio. Ha trascorso oltre quarantacinque anni dietro il proiettore, seguendone il progresso tecnico sino al moderno digitale, ed è stato l’invisibile e misterioso deus ex machina che dirigeva il fascio di luce dall’alto stanzino del Politeama Ruzzi, del Supercinema e del Globo. Non si può quindi che dirgli grazie per i tanti momenti di magia che ha regalato a generazioni di spettatori e di evasione soprattutto, perché, come dice Alfredo nel film, “la vita non è come l’hai vista al cinematografo: la vita è più difficile”.

L'interno del vecchio Supercinema in via Giulia. Realizzato da Nicola Bonacci passò quindi in proprietà a Edmondo Del Borrello, prima d'essere chiuso sul finire degli anni Ottanta.

~ Proverbi ~ Chi è ggilàuse è curnîte, lett. Chi è geloso è cornuto. Da l’amëice e da li parìnde, s’aricëive tradimìnde, lett. Dagli amici e dai parenti si ricevono tradimenti. Canda lu véuve nin vò’ arà, hai vujj’a pindillà, lett. Quando il bue non vuole arare, hai voglia a pungerlo. Chi è ‘rrubbàte fa cende picchëte, ch’arròbbe ni fa’ hìune. lett. Il derubato fa cento peccati, il ladro ne fa uno soltanto.

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M'aricorde

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IERI. 1960. In prima fila da sx: Giovanni Sabatino, don Michele Ronzitti, Fernando Raspa, Prof. Toschi, prof.sse Gaspari e Monteferrante, Pasquale De Cristofaro, Italo Iammarino. In seconda fila: Pietro Ruzzi, Valentino Di Paolo, Michele Ronzitti, Aldo De Santis, Adolfo D’Onofrio, ?, Pietro Ronzitti, prof. Ing. Manlio Cordella, prof. Giuliano Ciccarone, Rocco D’Aimmo,?, Vincenzo D’Adamo, ?. Fila in alto, da sx: Roberto Terpolilli, Bruno Garzarelli, Angelo Totaro,Vincenzo Ranalli, Luigi Perrozzi, Lucio Antonucci, Vittorio Marracino, Oreste Mariani, Antonio Fiorini, Vincenzo Bontempo, Romano Valentini, Antonio Anzivino, Fernando Scopa, Adamo D’Onofrio.

OGGI, 2010. Accosciati, da sx: Pietro Ruzzi, Vittorio Marracino, Angelo Totaro, Oreste Mariani, Rocco D’Aimmo, Antonio Anzivino, Pasquale De Cristofaro, Vincenzo Bontempo. In prima fila, da sx: Italo Iammarino, ing. Nicola Molino, Nicola Ranalli,?, Luigi Perrozzi, Ciccio Ercolano, Lucio Antonucci, Nicola Buda. In seconda fila da sx: Vincenzo D’Adamo, Giuliano Ciccarone, Raffaele Ciancia, Giovanni Sabatino, Giovanni Smargiassi e Fernando Scopa.


Sport e sportivi Ecco il Boca Punta Penna. Il vessillo biancorosso sventola (almeno) a Bologna grazie ad un gruppo di studenti

Si chiama ‘ASD Boca Punta Penna’, l’associazione dilettantistica sportiva costituita ad iniziativa di un gruppo di giovani vastesi che dimorano a Bologna. A crearla sono stati Domenico Zillotti, Luca Giardino, Christian Tana e Francesco Mileno con l’intento di aggregare la piccola comunità di studenti e lavoratori mediante il calcio. Il Boca Punta Penna sta partecipando al campionato dell’Uisp. L’associazione collabora attivamente con un altro gruppo di vastesi a Bologna, l’Associazione culturale “Vabbò”, che opera nel capoluogo felsineo con scopi diversi da quelli sportivi.

Nella foto, in piedi da sinistra: Saverio Colella, Gaetano Mariotti, Franco Baccalà, Giuseppe Serafini, Christian Tana, Graziano Cantalicio, Francesco Mileno, Domenico Zillotti, Nicola Bruno, Angelo Pachioli, Ivano Della Casa, Simone Giardino. Accosciati, da sinistra: Luca Giardino, Vincenzo Russo, Andrea Gileno, Antonio De Gregorio, Stefano La Verghetta, Paolo Urbano, Luigi Tresca, Daniele Di Laudo. Fanno parte del Sodalizio anche Luigi La Verghetta, Luigi Iacovitti, Nicola (Panzer) La Verghetta, Simone D’Addario, Federico Brindisi, Fabio Pomponio, Pierangelo Fino, Paolo Palazzo, Antonio Maccione, Domenico Cupaiolo, Francesco Del Forno, Francesco Baccalà, Gianluigi Fino, Alessio Radoccia, Emanuele Di Giacomo, Maurizio Vicino, Graziano Di Fabio, Riccardo Fiore, Gianluca Vicino, Michele Bozzelli.

~ Block notes ~ La Quarajène Na vodde pe’ la chîure de la virminàre ci vulàive la quarajène. Secondo la credenza popolare, il vermifugo ideale per i bambini era la corallina di mare, che gli stessi speziali consigliavano alle mamme. L'erba officinale veniva strappata agli scogli del mare ad opera di ragazzotti in cerca d’una mancia, lasciata essiccare e quindi venduta. La modalità di assunzione del portentoso “medicinale” era affidata alle capacità culinaria delle genitrici che l’adoperavano per far decotti e farcire frittelle ingannatrici.

Antonio Bevilacqua intento a raccogliere la quarajène.

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Vastesi che si fanno onore Giulia De Ascentis, vice campionessa nazionale

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Lo sport vastese può vantarsi di aver raggiunto picchi di assoluta eccellenza. Fatta purtroppo eccezione per il calcio, addirittura scomparso dal panorama nazionale, negli altri sport si sono affermati ad altissimi livelli non pochi atleti vastesi. Tra questi una considerazione particolare merita la giovanissima Giulia De Ascentis, la quale ha toccato un risultato che potrebbe definirsi storico per l’Abruzzo e per Vasto, essendosi classificata, al termine dei Campionati Italiani Assoluti Estivi in vasca corta di Ostia, seconda nei 200 rana con il tempo di 2’26”65. Medaglia d’Argento e titolo di vice campionessa italiana, con un risultato a dir poco strepitoso. Passata dalla San Francesco Nuoto Vasto al Circolo Canottieri Aniene Roma, il club sportivo di cui fa parte anche la campionessa Federica Pellegrini, si sta accreditando sempre di più, a giudizio degli esperti, per la partecipazione alle prossime Olimpiadi.

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La ricetta

La ‘léive cònce Ingredienti. Olive verdi, soda caustica, finocchietto selvatico, sale. Preparazione. Sciogliere in un recipiente 20 grammi di soda caustica per ogni litro d’acqua e quindi immergervi le olive lasciandole per almeno 24 ore. Scolarle e sciacquarle ben bene aggiungendo 50 grammi di sale per ogni chilogrammo di olive ripetendo l’operazione ogni giorno sino a quando l’acqua risulterà chiara. Travasare le olive in un contenitore aggiungendo del finocchietto bollito a parte.


Lijje / Luglio


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venerdì / Sande Dumiziane sabato / Sande Urbane

domenica / Madonne di li Grazie lunedì / Sanda Sabbette martedì / Sanda Filummuéne mercoledì / Sanda Maréjja Guràtte giovedì / Sanda Cláudie venerdì / Sand’Adriane sabato / Sande Ggiste

domenica / Sanda Isabella

10 Luglio 1951

Turismo Sulla spiaggia di Vasto si sono allineate le variopinte cabine per la delizia delle bagnanti; ma, picchia qui, tasta lì (le cabine s’intende) esse risultano tutte di legno. Non vi sono cabine di cemento promesse, si dice, col contributo dell'Ente Prov. del Turismo. E non vi potevano essere secondo noi. Le cabine di cemento possono essere trasformate in torrette di bombardamento. Ora il Diktat proibisce all'Italia e quindi a Vasto la costruzione di fortificazioni, soprattutto lungo il mare. Di ciò si son ricordati a Chieti e il promesso contributo e stato congelato. Questa è la unica ragione. A Vasto però non ne sono convinti.

lunedì / Sande Bbenedàtte martedì / Sande Furtunüate mercoledì / Sande ‘Rreiche giovedì / Sande Camélle venerdì / Sande Bbonavendïre sabato / La Madonna de lu Cármene

domenica / Sande Cirille lunedì / Sanda Marëine martedì / Sand’Arsenie mercoledì / Sand’Aurelie giovedì / Sande Claudie venerdì / Sanda Maréjja Matalene sabato / Sanda Bbréggede

domenica / Sanda Cristëine lunedì / Sande Giàcheme martedì / Sand’Anne e Giuvuacchëine

~ Compleanni ~

mercoledì / Sande Celestëine giovedì / Sanda Serene venerdì / Sanda Marte sabato / Sanda Biatrëice

domenica / Sande ‘Gnazie

Graziella Marino 1; Manuel De Felice 3; Grazia Del Frà 4; Teresa Carusi 9; Nicola Carlesi 15; Gaetano Mariotti 16; Michelina Di Foglio Di Lello 17; Vincenzo Properzio 18; Alfonso Candeloro 19; Buono Del Villano 22; Giovanna Molino 23; Piero Sisti 26; Magda D'Ercole 27; Mirella Mariotti 31.


Icone Vincenzo Russo, legionario fiumano L’Impresa di Fiume, suscitata dalla dannunziana accusa rivolta all’Intesa di avere "mutilato" la vittoria riportata dall’Italia nella guerra contro l’Austria-Ungheria, appassionò la gioventù del Primo dopoguerra e tanti furono i giovani ad accorrere in armi al richiamo del Vate. Tra questi figuravano anche due vastesi, Raffaele Mattioli, il futuro banchiere della Banca Commerciale, che ebbe un ruolo importante nella vicenda per essere stato il trait d’union tra D’Annunzio e alcuni gruppi industriali milanesi, ed un giovanissimo ufficiale radiotelegrafista, Vincenzo Russo, il quale si rese protagonista di un gesto d’audacia e di valore. A darne notizia è un atto, firmato da uno dei capi militari della Città irredenta, fiumano di nascita, Nino Host Venturi, il quale certifica che “in sul finire dell’anno 1920, cooperò con appassionato fervore e fede legionaria, e con opera di intensa propaganda” affinchè il piroscafo « Persia», sul quale era imbarcato, venisse dirottato su Fiume. Il bastimento, come si legge nella stessa nota, “portò alla città, che attraversava uno dei suoi più critici momenti, larghe scorte di viveri, rifornimenti, armi ed altri materiali”. 71

~ Modi di dire ~

Gabriele D'Annunzio a Fiume, attorniato dai suoi legionari.

Sciàle Petrîcce! ca ti sò frëtte n' éuve, lett. Godi Pierino, che ti ho fritto l’uovo. Nel senso di incitamento al divertimento. Sciàle popole! Ca dumuàne è Ggiubbullé, lett. Godi popolo che domani è Giubileo. Víte mandì’ šta cànne, cànne mandì’ šta víte, lett. Vite sorreggi questa canna, canna sorreggi questa vite. U ssà menèstre u capabbàlle pe la fenèstre, lett. O questa minestra o fuori dalla finestra. È fij’ a lu patre, lett. È figlio al padre. Nel senso che ha lo stesso carattere o le stesse sembianze del padre.


M’aricorde Un tranquillo week-end di…mare Attimi di giovanile spensieratezza fissati da un obiettivo fotografico degli anni Cinquanta. Sembrano immagini di un film di Pupi Avati, ricordi di una società che non c’è più. Sorridenti e puliti i visi delle ragazze distese sulla sabbia, “bellezze al bagno” pudiche, discrete, che sprigionano un eros che non scade in volgare erotismo. I bikini sono ancora lontani ed ancor più topless e tanga. I giochi sulla spiaggia sono ancora il tamburello che impugna la fanciulla sulla destra o i cerchi. Lo sfondo è quello delle paranze ormeggiate sulla battigia. Il sapore che promana sa di mare, di sale.

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Anni ’50. Belle ragazze vastesi in spiaggia dinanzi alle paranze tirate a riva.

~ Fétte e fettarìlle ~ Alla Villa comunale

Zì Micchèle, ormai ottantenne, confessa sfiduciato all’amico. - Pìnze ca Giuvuànne, ca tè nuvand’anne, m’ha dëtte c’ha fatte li prèuve nghi ‘na giuvunàtte. M’ha dëtte ca sàcce c’ha fatte…‘na vodde, ddî, tre vodde. M’ha dëtte ca è jîte gne nu trene schinenze senza pallàtte…Viàt’a hasse! E jë che puzze fa? - Dille pure tî – gli consiglia sornione l’amico.

In farmacia

- Dottò’, dottò’…damme ‘na pallette di… come si chiame?... viacra, viagra. - Nonnò’ angora a quàsse pinze? Tì quasi cend’anne… – gli risponde il farmacista – e canda ni vu? - Sultande nu ccone pe’ nin pisciarme sopr’a li scarpe.


L'angolo di poesia e prosa Giuseppe Francesco Pollutri Vasto nell'anima Ha nelle vene sangue vastese, ma anche l’acqua del nostro mare; nel cuore un amore forsennato per questa Città e negli occhi le sue immagini scandite dal tempo. Giuseppe Francesco Pollutri vive da anni a Tivoli, ma non ha mai cessato di essere tra noi. Queste sue liriche ne sono un esempio.

Per navigare

In quel tempo ebbi cuore Di bussare una volta ancora Alla tua porta da gran tempo chiusa Sul quel muro d’ombra e di sonora Ghiaia, lungo il solco dei camminamenti Negati al sole, al canto e all’aria. Attesi per gran tempo al tuo limitare A lungo, il silenzio durò quel tanto Che il mio cuore avesse un battito Nient’altro che un respiro, un abbrivo Di vento breve, in mare aperto. Per navigare, di nuovo, amando.

In un fiato di vento

E guardo con occhi mai paghi il mio mare Nel mattino sull’onda levigata e distesa E nella curva dell’anca della mia donna accanto Il golfo tranquillo di tutte le mie voglie e tremori. Torna a vibrare nell’aria il sole e il calore Prometto alla terra di lasciarle un mio segno Al mio amore, in un fiato di vento Lieve, il mio cuore.

Adelio Tilli. "Parlar coi morti" Uomo di scuola innanzitutto, ha lasciato anche una notevole produzione letteraria e storiografica che meriterebbe di essere riscoperta. Motivi dominanti l’amore per questa nostra terra antica, il carattere della sua gente forte, il fascino delle storie, delle tradizioni popolari, dell’idioma. Dai suoi scritti questo piccolo, significativo brano. «Forse mai come oggi si è sentito prepotente il bisogno di dialogare con i morti, ed ovviamente perché mai come oggi i vivi hanno languito. Si dirà da taluno: “Ma di che languore si ciancia quando tutto è fervore di vita e di progresso?” È facile rispondere che, se il viver materiale presenta slanci senza dubbio progressivi, il vivere morale langue di un languore che, per dirla con Dante, “poco più è morte”. Ed io sento di poter gridare che l’affermazione dantesca sarebbe oggi generosa di fronte alla “spiritual morte” che incombe e tutto investe inesorabilmente l’uomo in un essere preoccupato solo ed esclusivamente di soddisfare i bisogni fisici e pertanto riducendolo a pura bestialità. E non vale la realtà di un mondo proteso alle conquiste più ardite di fronte all’altra, purtroppo amarissima realtà, di un’umanità dimentica dei valori universali dell’onesto e del giusto, del bello e del lecito, del santo e del sublime”.

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Pianeta volontariato Il sorriso come medicina. L’esperienza del “Ricoclaun Vasto onlus” La clownterapia, chiamata anche comicoterapia, si basa sulla interazione sociale tra malati, medici ed infermieri. Ad inventarla è stato il dottor Patch Adams, che in Virginia ha creato un ospedale nel quale la pratica di cura è basata sul sorriso e sul buonumore. Sbarcata in Italia sull’onda del famoso film interpretato da Robin Williams, è approdata anche nel nostro ospedale, dove opera da qualche anno l’associazione Ricoclaun Vasto onlus, fondata e diretta dalla dott.ssa Rosaria Spagnuolo. Attiva anche negli ospedali di Lanciano e Termoli, l’associazione, nella quale militano oltre una trentina di volontari, ha ottenuto importanti riconoscimenti sia a livello locale che nazionale ed è riuscita laddove altri normalmente falliscono: far sbocciare il fiore d’un sorriso sul volto delle persone sofferenti.

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La presidente di Ricoclaun, Rosaria Spagnuolo, accanto al ministro Mara Carfagna che ha voluto personalmente complimentarsi con l'Associazione vastese in occasione di un incontro svoltosi a Roma.

Nelle altre foto alcuni momenti di attività del gruppo di volontari vastesi. Occhi dipinti, nasi a pomodoro, trampolieri e saltimbanchi per cancellare la tristezza dal volto dei bambini malati.


Curiosità Pesca miracolosa Sono passati circa quarant’anni, ma la memoria dell’avvenimento rimane ancora viva tra gli uomini di mare che solcano questa parte dell’Adriatico. Nel luglio del 1972 gli uomini del motopeschereccio Everest, armato dai fratelli Valentini, nel ritirare le reti a strascico ebbero la sorpresa di trovarvi impigliato uno splendido esemplare di pesce spada del peso di ben 82 chilogrammi. Pesca da Guinness dei primati, almeno da queste parti, che fruttò ben sessantamila lire di allora e la soddisfazione di finire anche sui giornali.

L'armatore Giovanni Valentini a bordo del motopeschereccio Everest

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Lo splendido esemplare di pesce spada in mostra dinanzi al vecchio mercato del pesce

~ Modi scurrili di dire ~ Nin màgne pe’ nin cacà, lett. Non mangia per non cagare. Vattel’a pijà’ ‘n zaccòcce !, lett. Vattene a quel paese! Che ssi ccëse !, lett. Che tu sia ucciso. Te pozzan’aloma’npénne !, lett. Ti possano impiccare. Va ccacà a lu muàre !, lett. Vai a cagare al mare.


Vastesi che si fanno onore Angelo Martino Giancola Il sogno coronato Trentun’anni, laurea in scienze motorie, Angelo Martino Giancola arbitra dal 1994 ed è approdato in serie A, coronando il sogno coltivato dai tanti giovani che ogni anno vengono formati dalla locale scuola dell’AIA, oggi diretta da Nicola Molino. I giudizi positivi accumulati negli anni del tirocinio e della gavetta, l’esperienza maturata anche in tornei internazionali, l’hanno proiettato nel Gotha del calcio nazionale ripagandolo dell’impegno intenso dedicato all’attività arbitrale. Ha fatto l’esordio in serie B il 27 ottobre 2009 nella partita Empoli-Triestina e quindi in serie A nella partita Cagliari-Livorno il 16 gennaio 2010.

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La ricetta Pepatelli Ingredienti. ½ Kg di Miele, ½ Kg: di farina, 500 grammi di mandorle, 2 arance, pepe nero e burro. Preparazione. Pelare le mandorle dopo averle fatte bollire e quindi ridurle a pezzettini. A parte, mettere del miele in un tegamino, farlo spumeggiare e quindi aggiungere i pezzettini di mandorle, un po’ di buccia grattugiata delle arance e farina di cruschello insieme ad un cucchiaino di pepe tritato. Mescolare con un mestolo di legno e, ottenuto l’impasto, versarlo in una teglia e lasciarlo raffreddare. Tagliare quindi in rettangolini, sistemarli in una teglia e mettere al forno. Ottimi inzuppati al mostocotto o per accompagnare un vino da meditazione.


Ahâšte / Agosto


Ahašte / Agosto 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

lunedì / Sande ‘Liffanze martedì / Sand’Usebbie mercoledì / Sanda Lèdie giovedì / Sande Giuvuanne venerdì / Sand’Osvalde sabato / Sand’Uttaviane

domenica / Sande Caddane lunedì / Sande Ddumuéneche martedì / Sande Rumüane mercoledì / Sande Lurenze giovedì / Sanda Chiare venerdì / Sand’Erculüane sabato / Sand’Ippolete

domenica / Sande Massemiliane lunedì / L’Assunziane de Sanda Maréjje

martedì / Sande Rocche mercoledì / Sande Settëmie giovedì / Sand’Elene venerdì / Sanda Sare sabato / Sande Bernarde

domenica / Sande Fabbrézie lunedì / Sanda Maréjje Riggëine martedì / Sanda Réuse

Emeroteca 1 agosto 1961 Nucleo Polizia Stradale È stato ufficialmente inaugurato il Comando Nucleo Polizia Stradale nei locali della vecchia "Conciliazione". Comandante il bravo sottoufficiale concittadino Nicola Malatesta. Una bella notizia per i poveri pedoni. Spett. Autotrasp. Tessitore Vasto Sugli autobus è ben scritto (Sanda Lucija mà!...): Entrata da una parte e Uscita dall’altra. A quale scopo, se un povero diavolo per scendere deve fare a boxe col gentilissimo pubblico, che vuole a tutti i costi salire là dove quel disgraziato deve scendere? Villa del Popolo Vasto Ammiro la progressiva sistemazione di Piazza Marconi, per dando un addio nostalgico al vecchio Sportello mandato al diavolo da una garbata bordata inglese, ammiro la Casa degli Impiegati Comunali, che attende a braccia aperte gli Impiegati Comunali (e certamente non saranno gli impiegati poveri ad andarci), ammiro il Viale della Rimembranza, ammiro tutto insomma, ma vuoi provvedere a qualche sedile? O credi che le gambe della gente siano di ferro? La prima parola Che disse la doccia sulla croce di Vasto – Spiaggia: Sitio…(ho sete)

mercoledì / Sande Bartlummué giovedì / Sanda Lucille venerdì / Sande ‘Lessandre sabato / Sanda Mòneche

domenica / Sande ‘Hušteine lunedì / Sanda Candede martedì / Sanda Sabbëine mercoledì / Sande Marëine

~ Compleanni ~ Angela Marchesani Marino 1; Orazio Di Stefano 1; Vittorio Tagliente jr. 4; Serafina Calvano 4; Federica Fiore 4; Sabrina Acquarola 6; Sina Santoro 6; Luigi Murolo 8; Sergio Menna 8; Sergio Del Casale 12; Cosimo Diella 15; Mario D’Ermilio 15; Nicola Traino 16; Savino Pollutri 19; Susanna Wilhelm Celenza 19; Enzo Fioretti 20; Eustachio Frangione 20; Peppe Galasso 22; Giovanna Monteodorisio 29.


Personaggi Ennio Palucci, professione Preside... nte Ha sempre saputo concretizzare con passione ed entusiasmo le multiformi attività dirette. Preside prima dell’Istituto Agrario “Ridolfi” di Scerni e poi per un ventennio del Commerciale e Geometri “Filippo Palizzi”, Ennio Palucci svolge ancora una vivace attività di imprenditore coronata dalla presidenza della Cooperativa Eurortofrutticola di San Salvo. Nella Società Operaia di Mutuo Soccorso, dopo avere esercitato la presidenza nella seconda metà degli anni Sessanta, ha riassunto da poco questa responsabilità ridando nuovo vigore alle attività del Sodalizio. La Società Operaia in gita a Scanno (1953)

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~ Modi di dire ~ L’ove che n’ze scogne ‘m Basche, n’ze scogne cchî, lett. L’uovo che non si rompe a Pasqua, non si rompe più, nel senso di ora o mai più. Vrùcche de rape e ppridecatìure fine a Ppàsche dìure, lett. Broccoletti e predicatori durano fino a Pasqua, nel senso di qualcosa che ha durata limitata al tempo. Va facenne li sippìliche, lett. Va facendo i sepolcri, il rito del Giovedì Santo, nel senso che va in giro senza far niente. Facce lu Cruéste pe’ sette carlèine, lett. Faccio il Cristo per sette soldi, vuol dire affaticarsi molto per poco guadagno.


Vecchi fusti Pierino Coletti, il burbero benefico

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Lo senti sempre borbottare e commentare causticamente ma è di una bontà unica, una conferma del vecchio detto “can che abbaia non morde”. Pierino, così lo chiaman tutti, è un personaggio che s’è guadagnato una vastissima popolarità anche per i mestieri che ha praticato. Barbiere da giovane, poi titolare di un laboratorio di parrucchiere per signora gestito insieme alla dolce consorte Maria Celenza e quindi bidello presso il Liceo Scientifico, ha avuto il privilegio di stare costantemente tra la gente e di conservare in mezzo agli studenti uno spirito giovanile che altri della sua stessa età spesso non hanno. Socio tra i più vecchi d’iscrizione e tra i più attivi della Società Operaia di Mutuo Soccorso, ama, da quando è andato in pensione, dare disinteressatamente una mano ai parroci delle Chiese del centro storico.


Coriandoli Scrittori in piazza… Barbacani In una sera d’agosto di circa vent’anni fa, una piccola libreria che si affaccia in piazza Barbacani, decide, quasi per caso, di ospitare una scrittrice emergente e di presentarla a un pubblico non molto numeroso. Nasce così “Scrittori in piazza”, l’iniziativa che è andata crescendo nel tempo e che oggi può vantare al suo attivo la partecipazione di scrittori molto noti e una presenza di pubblico sempre più numeroso. A farne la fortuna un mix alchemico di elementi: la piazza con la fontana seicentesca; la suggestiva facciata del castello caldoresco; la partecipazione di scrittori famosi come Camilleri, Carofiglio, Affinati, Beha, De Cataldo, Nori, Lucarelli, Fois, Pennacchi, tanto per citarne qualcuno, ed infine tre libraie, Germana, Emanuela e Anna Laura Petroro, gentile tramite tra gli autori ed il pubblico, rivelatesi capaci di gestire con professionalità l’iniziativa culturale, offrendo un tipo di loisir diverso ai vastesi e soprattutto ai turisti che affollano la città nei mesi estivi.

Lo scrittore Andrea Camilleri alla presentazione di un suo libro "in Piazza".

Anna Laura Petroro e Germana Benedetti della "Nuova Libreria"

~ Fétte e fettarìlle ~ Ritirata strategica

Tre vecchietti, di quelli che non si vogliono arrendere all’età, vengono avvicinati alla villa comunale da altrettante ragazze di pochi scrupoli. Per celia, ed anche per cercare di guadagnare qualche euro, danno appuntamento a ciascuno di loro, con la promessa di paradisi perduti. L’indomani i tre si ritrovano: - Mbeh, gne jîte? – si domandano l’un l’altro. - Nu cciudàje, frate sé. Niende. N’ze mòsse nu fèile de vende - dichiara il primo. - Che ne pérle’a ffà?Manghe ‘na sidìuta spirëteche putève fà zzà’ štu tavuléine - dice il secondo. - Mmëce jé… – dice il terzo – so jîte gne nu trène e aje fatte nu fihuràune. - E gna si fatte? – gli chiedono sbalorditi gli altri. - Ngi so jîte…

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M’aricorde Immagini rubate al tempo, scene, abitudini, movenze d’una vita marinara che non esiste più. Nicola Bassi in una foto del 1955, mentre ripara le reti sul vecchio pontile, e il figlio Antonio colto nello sforzo di far funzionare l’argano de lu travòcche

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~ Fétte e fettarìlle ~ Lu polendone

- A la scòle m’hanne soprannuminàte polendone – dice Giovannino al padre – pecché sanne c’a šta case magnàme ser’e matìne la pézze de hrandënije. - E fatte furbe, fije mé. Djje ‘nvece ca mégne le sagne a rrahù – gli consiglia il genitore. L’indomani torna a scuola e i compagni lo sfottono: - Si magnate angòre la pézza di hrandënije, pulendò ? - No, so’ magnàte le sagn’appezzate… a rrahù. - Mboh? e canda ti ni si magnàte? - Tre fèlle… tre fèlle, me ne so’ magnàte - risponde Giovannino tra le risate di tutti.


Sport e sportivi La calda estate del Beach Soccer La Lemme Beach Soccer in assetto di... gara. Sopra, da sx: Di Giulio, Robertinho, Turdò, Mieri, Sputore, Alfieri. Accosciati, da sx: Soria, Heck, Pomponio, Ventrella, Bruno.

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- Polvere di stelle Aldo Della Penna, l'artista orafo Se n’è andato con quella signorilità che lo ha contraddistinto per tutta la vita nel settembre del 2009, Aldo Della Penna, conosciuto ed apprezzato quale titolare di una delle più note gioiellerie. Artiere di valore, ha realizzato numerosi lavori in oro ed argento destinati a premi e riconoscimenti per le manifestazioni culturali o sportive svolte negli ultimi quarant’anni. Meritano di essere ricordate le due medaglie d’oro massiccio che fanno parte del ricco medagliere che il sen. Giuseppe Spataro ha donato a Vasto; un’artistica riproduzione della Torre di Bassano; la Sirena d’oro, su disegno di Rodolfo Toschi, primo premio al VII Festival delle Sirene; il Golfo d’Oro, il Toson d’Oro, La Racchetta d’Oro. Aldo è stata persona gentile, disponibile e distinta che amava il lavoro e la famiglia, gli amici. Per circa vent’anni è stato anche presidente del mitico Iston Club.


Sport Vastesi e sportivi che si fanno onore Dario Scardapane Un vastese a Hollywood

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Il merito di avercelo fatto conoscere va a Dom Serafini, giornalista americano originario di Giulianova, che ha scritto di lui su "Il Messaggero". Parliamo di Dario Scardapane, sceneggiatore e produttore di Trauma, una fiction molto seguita negli Usa, nato a Seattle nel 1966 ma dalle origini chiaramente vastesi, essendo il nonno nato proprio su questa sponda dell’Adriatico prima di emigrare a New York e di trasferirsi quindi sulla costa occidentale. Dario sta facendo una splendida carriera e la serie televisiva che sta curando per conto della Nbc-Universal, che narra le vicende di un gruppo di paramedici del pronto soccorso di un ospedale, si sta rivelando un autentico successo.

La ricetta Cannolicchi al forno Cannìll’ a lu fuàrne Ottimi da mangiare crudi con qualche goccia di limone, i cannolicchi si servono anche gratinati al forno, dopo averli ripuliti della sabbia e separati dalle valve. La ricetta è semplice: preparare un pasticcio a base di pan grattato, prezzemolo tritato, mezzo spicchio di aglio schiacciato, olio ed un pizzico di sale. Ristemare i molluschi nelle valve e stendervi sopra uno strato del composto. Allinearli quindi in un tegame e tenerli in forno fino a che il pasticcio assumerà un colore dorato. Tirare il tegame dal forno, servire caldi.

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Settembre / Settembre


Sittembre / Settembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

giovedì / Sand’Eggedie venerdì / Sande ‘Lpedie sabato / Sande Durutué

domenica / Sanda Rosalie lunedì / Sanda Riggëine martedì / Sanda Eve mercoledì / Sande Sticchenicchje giovedì / Cand’è nate Sanda Maréjje venerdì / Sanda Sarafëine sabato / Sanda Nichëule da Tulundëine

domenica / Sanda Ggiacënde lunedì / Sande Guide martedì / Sande Lebborie mercoledì / Sande Crescenze giovedì / La Madonne de le Sette Dilïure venerdì / Sande Cipriane sabato / Sande Robberte

domenica / Sanda Sufuëje lunedì / Sande Gennere martedì / Sanda ‘Usebbie mercoledì / Sande Mattè giovedì / Sande Maurëzie venerdì / Sande Lëine sabato / Sande Pacëfeche

Emeroteca 16 settembre 1951

Corte d’Assise

In seguito alla recente revisione delle circoscrizioni giudiziarie la Corte di Assise di Vasto è stata soppressa. Restano in Abruzzo le Corti di assise di Chieti, Lanciano, Aquila e Teramo.

Categorie di Lavoratori richiesti

Fra i primi partiti c’erano cinquanta muratori, duecento calderai, settanta tornitori, centodieci aggiustatori. Fra quelli che stanno per partire figurano trecento carpentieri, ottantacinque tubisti idraulici, quarantacinque stuccatori, settanta pittori. Nella terza richiesta ci sono lavoratori rurali, minatori della roccia dura, muratori, falegnami, stuccatori, stagnini, tegolai, fabbri, calderai, fonditori utensilisti, montatori e tornitori. Questa emigrazione assistita non impedisce affatto la emigrazione individuale, cioè quella per chiamata. Gli italiani che risiedono in Australia, e vogliono chiamare i loro parenti e i loro amici, cui garantiscono lavoro, son padronissimi di seguitarlo a fare.

Palazzo impiegati Comunali

Sono stati assegnati gli appartamenti del “Palazzo Impiegati Comunali „ c. s.: sig. Giuseppe D’ Ercole; geom. Mario Cauci; sig. Ottorino Cieri; sig. Ermanno Obino; ins. Pietro Colanzi; rag Michele Di Cicco; segr. Primiano Panunzio (per legge) A quanto le assegnazioni dell’Ina-Case?

Telefono

La stazione di Vasto avrà il telefono. Finalmente e grazie. Comincerà a funzionare presto?...

Marciapiedi

Occorre prolungare i marciapiedi. Non pretendiamo di marciare con lo stile novecento d’una bella ed elegante stazione - colpa di una bombetta mancata - ma almeno di far quattro passi ammazzando il tempo in attesa dell’arrivo dei treni.

domenica / Sande Sérge lunedì / Sande Coseme e Damïane martedì / Sande Terrenzie mercoledì / Sande Fauste giovedì / Sande Micchéle venerdì / Sande Gelòrme

~ Compleanni ~ Vincenzo Affaldani 3; Filomena D’Alessandro 7; Roberto De Ficis 7; Evandro Sigismandi 9; Nicolino Delli Benedetti 9; Nino Cannizzaro 9; Fiorangelo Di Nisio 14; Maria Gizzarelli 15; Domenico Falcucci 18; Massimiliano Berghella 19; Piero Falcucci 25; Rino Pomponio 28.


Icone Ettore De Simone, notaio e galantuomo Non s’è perso, nonostante siano passati più di trent’anni, il ricordo del notaio Ettore De Simone. Vastese per vocazione più che per adozione, essendo nato nella vicina Schiavi d’Abruzzo, aveva assimilato la cultura ed il carattere dei concittadini per i quali era semplicemente don Ettore. Una popolarità ed una stima generale acquisita con la dirittura morale, con l’esercizio rigoroso della professione, con lo svolgimento di incarichi pubblici di grande delicatezza sia presso il Comune, ove fu assessore, che nell’Ospedale Civile e nell’Orfanotrofio Genova Rulli, di cui fu presidente per diversi anni, sia ancora con la dirigenza della Pro Vasto che mantenne per quattro anni con risultati indimenticati. Una bella figura di galantuomo entrata nella storia della Città.

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~ Proverbi ~ Chi canàsce lu nnëde, ariccòje l’euve, lett. Chi conosce il nido, raccoglie le uova. Fa cchiù miréchile ‘na vòtte de vëine ca ‘na Chíjse di Sénde. lett. Fa più miracoli una botte di vino che una chiesa di santi. La fammen’è come la ciammajëche. Si li tùcche càcce la vàve, si ni li tucche càcce li corne. lett. La donna è come una lumaca. Se la tocchi ti tira la bava, se non la tocchi ti tira le corna. A mezzanòtte, tand’è lu tè’ e tand’è lu mè’ dëce la zànghere, lett. A mezzanotte, tanto è il mio e tanto il tuo, dice la zingara.


Plaza delle meraviglie Se vuoi con me sognare al chiaro della luna al luccicar dell’onda andiamo al Miramare. Se il cuore ti tormenta, bambina innamorata andiamo al Miramare potrai sognar con me.

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La terrazza del ristorante Miramare in una cartolina degli anni Cinquanta.

Iniziava così una bella canzone degli anni Cinquanta, presentata in una delle prime edizioni del Festival della Canzone Abruzzese e Molisana e dedicata appunto al più bello, suggestivo ed accattivante dei locali vastesi: il Miramare. Il locale adibito a ristorante, bar, sala danzante, era stato aperto in via Tre Segni da don Ciccio Pomponio negli anni Trenta, passando al suo erede, Vincenzo Pomponio che lo tenne aperto sino agli anni Settanta. A prendere degnamente il suo posto nell’immaginario collettivo, per l’amenità della vista sul mare, per lo splendore degli arredi e per la magnifica cucina c’è adesso il Plaza Happening Center, realizzato e gestito dalla famiglia Paglione, che è tornato ad offrire appunto ai vastesi ed ai turisti l’opportunità di “sognare al chiaro della luna e al luccicar dell’onda”.


Amici del Lunario Leano Di Giacomo, il paroliere I primi passi nel mondo della canzone li compie come speaker di Radio Vasto dal 1978 al 1981. Iscritto alla SIAE come paroliere, ha scritto testi per diversi cantanti e segnatamente per Franco Tozzi, Tony Dallara, Mal, Cristian, Wilma De Angelis, Auro Zelli, Gianni Drudi, Mara Meis, Antonella Giò, Alex Damiani, I Mitici, Fantasy Band, Dino, I Nuovi Angeli, Andrea Andrei, Omar Lambertini, Dj Pery. Alcune canzoni scritte per bambini sono state presentate a Microfono d’oro, Cantablu, Giocamusica, Pompei Giovani, Verdinote, Murgia d’oro, Bimbofestival, Ambrogino d’oro. Come paroliere collabora con importanti etichette discografiche, come Duck Record, DV More, Polygram, Globo, Venus, Duck Gold, Pull, Bang Bang, GateOne Music, Azzurra Music, Baccano, LG, PubbliZeta, Self, Fabbri Editori, Emi International, Vitaminic, Alto Livello, Crocò, Micia Record, Mandolino, Panamusic, Baracca, Peter Pan, Cedi, Carosello, Warner Music Italia, MoltoPop.

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~ Fétte e fettarìlle ~ La zanzara

Un ginecologo alla sua cliente che viene dalla campagna. - Allora signora, le ha fatto bene la spirale che le ho dato? - Gnornò, dottò’, gnornò. So ddivendàte n’addra vodde préne. Però,‘n zo vište cchiù manghe ‘na zanzàre.


Curiosità La lišcìja, il detersivo naturale d’una volta

Evelina Di Nardo ripresa nell’atto di versare l’acqua calda sulla cenere: la cularèlle, il procedimento per ottenere la lišcìja.

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‘Na vodde’n zi sprecàve nijènde, manghe la ciannère, ed è assolutamente vero. Dalla cenere,infatti, si ricavava la liscivia, una soluzione liquida usata sino agli anni Sessanta come detergente nel bucato, per la pulizia della casa ed anche, opportunamente diluita, per quella del corpo. La lišcìja si poteva comperare già pronta in pani dal negoziante (lišcìja felice) oppure si faceva più comunemente in casa mediante un procedimento chiamato la cularèlle, che consisteva nel depositare la cenere ricavata dalla combustione della legna da riscaldamento in un panno, con funzioni di filtrante, e nel versarvi sopra acqua calda. La soluzione acida filtrata, ricca di carbonati, era appunto la liscivia, il detersivo naturale adoperato prima dell’avvento della lavatrice quando il bucato era affidato esclusivamente alle mani screpolate e callose delle donne. Particolare degno di nota era la scelta del tipo di cenere da usare, che doveva essere di quella candida, derivata dalla combustione di legname stagionato che lascia pochi residui incombusti.


Coriandoli San Micchéle Prutettàure e le corse di cavalli all'Aragona È ancora oggi la festa più attesa, quella del Patrono San Michele. Il centro si riempie di luminarie, di musica, di attrazioni, di gente che arriva dai quartieri e dalle contrade e di bambini richiamati irresistibilmente dai luna park. Il programma da più di cent’anni è pressochè lo stesso, un mix di sacro e profano, di riti religiosi e di manifestazioni sportive o commerciali. Qualche variazione naturalmente c’è stata: la statua del Santo veniva allocata nei giorni canonici della festa nella Chiesa del Carmine e non in Santa Maria Maggiore, come avviene oggi, e non si svolgono più le corse di cavalli sulla piana dell’Aragona con tanto di puledrino come premio al vincitore.

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Anni Cinquanta. Nella foto scattata alla Villa Comunale il puledrino che veniva messo in palio come premio al vincitore delle corse ippiche.

- Polvere di stelle Un affettuoso ciao a Franco e Lello Se ne sono andati in punta di piedi, velocemente, con discrezione, senza salutare nessuno ma lasciando un vuoto che fa ancora rumore. Li vogliamo ricordare perchè li portiamo e li vogliamo portare nel cuore per tanto tempo ancora gli amici Lello Scolavino e Franco Palombo che del Lunario furono lettori appassionati, prodighi di notizie e di consigli. Ciao, a tutt’e due.


Sport e sportivi

Vastesi che si fanno onore Premio San Michele 2010 Giunto alla XIV edizione, il Premio San Michele, creato da Giuseppe Tagliente e gestito da un apposito comitato scientifico presieduto da Elio Bitritto, è stato quest’anno attribuito nel corso di una affollatissima cerimonia svoltasi a Palazzo d’Avalos alle personalità riunite nella foto di gruppo. Da sinistra, la madre della prof.ssa Silvia Fabrizio-Costa, che ha ritirato il premio per conto della figlia; il prof. Andrea Mazzatenta; don Michele Ronzitti; il generale di divisione, comandante dell’Accademia Militare di Modena, Massimiliano Del Casale, e l’anatomopatologo prof. Corrado Cipolla d’Abruzzo.

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La ricetta Frittata con gli asparagi Frittàte ‘nghi li spërne Lavare gli asparagi e togliere le parti dure. Metterli in padella con olio, aggiungere acqua e far cuocere sintanto che sarà evaporata. Versare le uova sbattute nel recipiente e far cuocere avendo l’accortezza di rigirare la frittata da entrambi i lati durante la cottura. Servire calda in tavola o usarla per farcire due belle fette di pane casareccio.


UttĂ bbre / Ottobre


Emeroteca Uttabbre / Ottobre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19

sabato / Sanda Trisëine de Ggisì

20 21 22 23 24 25 26 27 28

giovedì / Sanda ‘Delëine

29 30 31

domenica / Sande Remegie lunedì / Sande Mudešte martedì / Sande Frangische mercoledì / Sande Sande giovedì / Sande Brune venerdì / la Madonne de lu Rusuarie sabato / Sande Scimàune

domenica / Sanda Sare lunedì / Sande Ciatté martedì / Sande Sandëine mercoledì / Sande Serafëine giovedì / Sande ‘Duarde venerdì / Sanda Furtunüate sabato / Sanda Trèse

domenica / Sanda Marecarëite lunedì / Sande Ruduolfe martedì / Sande Lìuche mercoledì / Sanda Lauratte

venerdì / Sand’Ursulëine sabato / Sande Dunüate

domenica / Sande Giuvuanne de Capeštrane

1 Ottobre 1951

Piazza Marconi

Il vecchio Sportello è finito: sorge la nuova Piazza Marconi (inaugurata dal Ministro Spataro il 30 settembre) di fronte al mare, ampia e moderna. La linea del marciapiede però non può essere nella direzione del terrazzino di Sante Ricchione? L’occhio dice di sì, a meno che non si opponga una ragione tecnica.

La parole al campo Boario

I cittadini del Campo Boario attendono: 1) L’energia elettrica; 2) l’illuminazione del viale; 3) la sistemazione di Via Naumachia; 4) la rimozione delle immondizie… Ci sembra un po’ troppo, ma, vedrete, sarete esauditi.

Fichi

A proposito di fichi, un albero davvero cresce sull’arco di Porta Nuova, tanto che l’ingresso alla città del Vasto sembra pavoneggiarsene. Sarà un fico storico senza dubbio. In questo caso sarebbe preferibile trapiantarlo in uno storico orto botanico. Ci sorprende che la famiglia Chinni non abbia fatto presente questo fico alla nostra Amministrazione. È un fico pericoloso. Non solo può rovinare l’arco come ora ne rovina l’aspetto, ma minaccia di affondare le radici anche nell’occipite di S.Pietro (maiolica artistica) messo nel punto opposto. Segnaliamo la cosa al parroco Don Romeo, responsabile di S.Pietro.

lunedì / Sande Raffajele martedì / Sanda Grazie mercoledì / Sand’Umbüerte giovedì / Sande Crispëine venerdì / Sande Taddè sabato / Sand’Unurüate

domenica / Sanda Duruté lunedì / Sande Quindëine

~ Compleanni ~ Liberata D'Ettorre 4; Maria Ialacci 4; Nicola Fiore 4; Elisa Celenza 5; Anna Maria Vinciguerra 5; Luigi Giuliani 6; Marcello Di Toro 7; Dino Cilli 10; Antonio De Felice 11; Michele Di Rosso 12; Bruno D’Adamo 13; Ilaiza Tagliente 14; Maria Sprocatti 14; Maria Teresa Lazzaro 15; Paolo Di Santo 17; Gabriella Scafetta 18; Nagana Cupaiolo 19; Luciana Leone 20; Daniela Scafetta 21; Teresa D'Adamo 26; Michele Naglieri 28; Paolo Affaldani 29.


Personaggi Mimì Longhi, la simpatia gli "calza" a pennello Domenico Longhi non ha bisogno di presentazioni essendo il suo bel negozio di scarpe in via Cavour diventato da decenni l’abituale punto di sosta nel giro degli acquisti in centro storico. Simpatico, cordiale, gentile con tutti, professionale come pochi nel lavoro, gode della stima dei concittadini, i quali lo conoscono anche come un brillante gourmet, che conosce ed apprezza la buona cucina ed i vini di casa nostra. Una tappa nella sua boutique costituisce un’occasione per un buon acquisto, una cena insieme a lui una serata d’allegria che non si dimentica tanto presto.

~ Block notes ~ Assovasto, vent’anni al servizio delle imprese.

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Le venticinque imprese associate al momento della fondazione, avvenuta nel 1990, rappresentano ormai lo zoccolo duro di Assoasto, che può vantare oggi l’adesione di oltre 130 aziende del Vastese. Attraverso la presidenza di Remo Salvatorelli prima, di Giuseppe Argirò poi e di Gabriele Tumini oggi, Assovasto è divenuta a pieno titolo l’organizzazione che rappresenta e tutela le imprese del Territorio. Le “Giornate di Assovasto- Noi per conoscere Noi”, la manifestazione che organizza ogni anno dal 2008, rappresentano la vetrina dell’economia locale.

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Sport e sportivi Correva l’anno 1970 e la Pro Vasto correva. Eccome! Allontana la tristezza che suscita la situazione attuale del Calcio vastese,lo sguardo a questa foto scattata nel giorno della promozione in serie C. Correva l’anno 1970. In piedi, da sx: Gino Cinquina, Remo Salvatorelli, Michele Molino (Rendònije), Antonio Fiore, Antonio Galuppi (detto Boniperti), Calogero Marrollo, Franco Nardecchia. Accosciati, da sx: mašte Pietro Mattioli e mašte Vincenzo D’Adamo.

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Il Circolo Tennis, non è Wimbledon ma...

Il presidente del Circolo Tennis Gianni Di Giambattista

L’anno di nascita del Circolo Tennis Vasto è il 1976, il giorno è il 15 di marzo. In quel giorno ed in quell’anno, su invito dei promotori Rino Benedetti, Nicola Cappa, Antonio Boselli, Gaetano Cipollone, Roberto Tedesco e Sergio Scatola, si riuniscono i ventiquattro soci fondatori per approvare lo statuto sociale ed eleggere consiglio direttivo e probiviri. A capo del neonato sodalizio viene designato Antonio Boselli, unanimemente riconosciuto come l’animatore di quel piccolo gruppo di appassionati di uno sport allora pressochè sconosciuto ed ancora ben lontano dal conoscere i fasti di una popolarità che arriverà molti anni dopo. Da allora sono trascorsi trentacinque anni e di cammino il Sodalizio ne ha fatto tanto da divenire uno dei più partecipati e dinamici della Città con oltre centottanta soci all’attivo. L’attuale direttivo, che si muove sull’onda della continuità con lo spirito dei fondatori, è composto da Gianni Di Giambattista, presidente; Gabriele Tumini, vice presidente; Guglielmo Gaggini, direttore; Fernando D’Ascenzo, segretario; Marcello Padovano, Gaetano Cipollone, Giovanni Menna.


Vecchi fusti Tindaro Pontillo, il bagnino Commendatore La notorietà l’ha conquistata svolgendo negli anni giovanili le funzioni di bagnino sulla spiaggia distinguendosi per zelo e per l’entusiamo che gli leggete nella foto. Una passione civile che l’ha portato anche a compiere un atto di vero e proprio eroismo che evitò il deragliamento di un treno e un sicuro disastro ed in virtù del quale ha ottenuto diversi riconoscimenti e, da ultimo, l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, concessagli dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Simpatico, disponibile e cortese anche nel lavoro svolto come dipendente del Comune, è un vecchio fusto ancora sulla breccia, che continua a mettere la sua persona al servizio degli altri operando attivamente nel volontariato.

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~ Modi scurrili di dire ~ Mangh’a li chëne !, lett. neanche ai cani (possa capitare) Mangh’a li chëne !, lett. Neanche Chi ssi ‘ccëse !, lett. che tu sia ucciso ai cani (possa capitare). Chi ssi ‘ccëse !, lett. Che tu siaTiucciso. Mo te fàcce ‘nu muàzze tande! lett. spacco la faccia! Mo te fàcce ‘nu muàzze tande! Ti spacco la faccia! Acca càlle, chîule ti pàile, lett. acqualett. calda, culo ti pela. Acca càlle, chîule ti pàile, lett. Acqua calda, culo ti pela. Puzza fa’ lu butte de lu sanghe, lett. Che tu possa vomitar sangue. Riferito alla tisi. Puzza jittà’ lu vulàne, lett. Che tu possa vomitar veleno.


M’aricorde Quando c’era il tiro a segno

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Esattamente centocinquant’anni fa, non solo a scopo sportivo ma anche di addestramento della Guardia Nazionale, cui spettò di combattere la reazione borbonica, sorsero dappertutto nel neonato Regno d’Italia le Società del Tiro a Segno. In conformità del Regio Decreto 1 aprile 1861, venne istituita anche a Vasto una sede del Sodalizio. Nel corso degli anni venne anche istituita una sede ed un poligono, situati dove corre attualmente il viadotto Histonium (le sagome che si trovano ancora posizionate di fronte al Camposanto servivano appunto per fissare i bersagli), e numerose furono le gare sportive e le esercitazioni militari che si svolsero in Città sino alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale. A svolgere mansioni di custode dell’impianto venne chiamato intorno agli anni Trenta il signor Luigi Marchesani, un carabiniere riformato dal servizio per invalidità, che si vede anche nella foto di gruppo, primo da sinistra in piedi.

Anni Trenta. Nell’immagine sono riconoscibili: Luigi Marchesani (il primo da sinistra in piedi), il podestà Pietro Suriani (2° seduto,da sx), Giovanni Cavallone (6° seduto da sx) ed in ultima fila Lorenzo Russo (4º da sx). L'ambiente è quello della caserma dei Carabinieri in via Francesco Crispi, fuori Porta Nuova.


Amici del Lunario Luigi Del Casale. L’Ape laboriosa Luigi Del Casale, che tutti chiamano semplicemente Gino oppure Surdìlle, col soprannome di famiglia, è stato una colonna dell’Ufficio Servizi del Comune, alle cui dipendenze ha lavorato, unanimemente apprezzato, per trentasette anni. Non c’era posto in città dove non arrivasse alla guida dell’Apecar per mettersi al lavoro come giardiniere, ch’era il suo mestiere, oppure per dare una mano con molta umiltà ai colleghi. Disponibile, generoso, timorato di Dio, come si diceva una volta, e buon padre di famiglia, tiene moltissimo alle tradizioni locali che si fa vanto di conservare e trasmettere a figli e nipoti.

Vincenzo Tenaglia. Il Rullista Vincenzo segue il Lunario da sempre e lo colleziona con la passione di un vastese verace. Rullista di professione dal 1969. Ricercato per la sua capacità, ha lavorato con quasi tutte le ditte più importanti del circondario del Vastese ed in Molise nel campo delle infrastrutture stradali, riuscendo a guadagnarsi stima e fiducia da parte di quanti lo conoscono.

~ Modi scurrili di dire ~ Mangh’a li chëne !, lett.lineanche (possa capitare) Mi sì fatte abbiretà’ vidèlle ai decani la panze, lett. Mi hai fatto attorcigliare le budella. Chi ssi ‘ccëse !, lett. che tu sia ucciso Scì ccëise, lett. Che tu possa essere ucciso Scì teccëìse l’alma di canda ni tì’, Che siano uccise tutte le anime che hai. Mo fàcce ‘nu muàzze tande! lett. Ti lett. spacco la faccia! Riferito ai chîule defunti Acca càlle, ti pàile, lett. acqua calda, culo ti pela. Si ‘na cocce di cràpe, lett. Sei una testa di capra. Sbruvugnàte ca ‘n zi addre, lett. Svergognato che non sei altro. Fraffàse ! lett. Moccioso! Tì’ lu cuile pe’ facce, lett. Hai il culo per faccia Puzza arde li callarìune, lett. Che tu possa ardere i calderoni. Come dire: ma va all’inferno!

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Vastesi che si fanno onore Vincenzo D’Adamo, da Vasto nella Compagnia di Gesù

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Padre Vincenzo D’Adamo, gesuita, ha raggiunto il traguardo dei 25 anni di sacerdozio che ha voluto celebrare con una solenne Santa Messa di ringraziamento celebrata presso la chiesa di Sant’Antonio in San Pietro a Vasto. Padre Vincenzo è responsabile della Cappella presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Vastese d’antica stirpe, ha dedicato la sua vita alla Compagnia di Gesù senza dimenticare le sue radici. Rammentando la sua giovinezza tiene a dire: “A Vasto devo la mia sensibilità personale, culturale e sociale e l’anima religiosa che mi accompagna; ai Salesiani devo la mia maturazione giovanile, affettiva, comunitaria e di fede; alla parrocchia di San Pietro la mia formazione sacramentale ed ecclesiale, la mia iniziazione cristiana (penso sempre con gratitudine al parroco don Stellerino e alla cara Livia, la ‘mia catechista’). Alla parrocchia devo anche le mie prime esperienze relazionali (dai pellegrinaggi, alle gite, dai ritiri, allo sport); alla famiglia la mia struttura umana e spirituale, la fede e l’amore per il Signore, la mia libertà e la mia creatività”.

La ricetta Papalina fritta Ingredienti. Pesce minuscolo, farina, olio, limone e sale. Preparazione. Lavare la papalina (così si chiamano i pesciolini di sciabica) in acqua possibilmente di mare, senza eviscerarli ed infarinare abbondantemente. Passare i pesciolini in un setaccio allo scopo discrollare la farina in eccesso e poi versarli in una padella con olio già a temperartura elevata. Estrarli con una schiumarola e metterli ad asciugare su carta assorbente, di quella che s’usava ‘na vodde pe’ li maccharîne e servirli con uno spicchio di limone.

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Nnuvembre / Novembre


Emeroteca Nuvembre / Novembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

martedì / Tutte li Sende mercoledì / L’Alme di li Murte giovedì / Sande ‘Ggisarie venerdì / Sande Carle Burrumué sabato / Sande Giude

domenica / Sande Faušte lunedì / Sand’Ernešte martedì / Sande Guffrede mercoledì / Sanda Déure giovedì / Sanda Germane venerdì / Sande Martëine sabato / Sande Giusaffátte

domenica / Sande Bonomme lunedì / Sande Giuquànde martedì / Sande ‘Libberte mercoledì / Sanda Marecarëite giovedì / Sanda Sabbette

Prima Pietra A.D. MCMLI Carolus Della Penna donavit Il 17 ottobre, mentre la Storia e la Religione celebravano la Vittoria di Lepanto, e stata posta la prima pietra del costruendo Asilo “Carlo Della Penna”. Una vittoria anche questa di gentilezza, di sensibilita, di amore, di apostolato destinata a dare un raggio di luce, un raggio di gioia alla nostra infanzia povera dal cuore paterno del cav. Carlo Della Penna. Ha impartito la benedizione il Delegato Arcivescovile Mons. don Vincenzo Russi, il quale, illustrando I’alto significato della cerimonia, ha messo la nuova opera sotto il patrocinio di Maria SS. del Rosario, celebrata oggi nel mondo quale Regina delle Vittorie, invocando infine sull’illustre fondatore, vanto della nostra emigrazione all’estero, le benedizioni del Cielo. Ha preso quindi la parola il V. Sindaco notaio Olindo Rocchio, a nome dell’Amministrazione Comunale e della cittadinanza... Al termine della cerimonia e stato acclamato I’invio del seguente messaggio al Cav. Della Penna: Oggi, 7 ottobre 1951, alle ore 16, posando prima pietra costruendo nuovo Asilo, bambini beneficiandi invocano benedizioni loro munifico benefattore.

venerdì / Sande Crištejìane sabato / Sanda Tëlde

domenica / Crëšte Rrà lunedì / Sande Diàghe martedì / Sanda Cecëlie mercoledì / Sande Clemende giovedì / Sanda Flére venerdì / Sanda Catarëine sabato / Sande Lunuarde

domenica / Sande Virgëlie lunedì / Sande Giácheme martedì / Sande Saturnëine mercoledì / Sand’André

~ Compleanni ~ Santino Petruzzelli 3; Marcello Dassori 4; Antonio La Verghetta 4; Enrica Mileno 6; Donatella Garbati 10; Luciano Marchesani 11; Vincenzo Tenaglia 12; Manuele Marcovecchio 13; Alessandra Smerilli 14; Maria Grazia Marino 16; Agostino Travaglini 18; Francesco Piccolotti 22; Nino Bixio 24; Maria Marinelli 25; Michela De Felice 25; Tato Carlesi 25; Miriam Melle 30.


Icone Vittorio d'Anelli, l'occhio della memoria L’uso della particella cognominale non confonda. Vittorio d’Anelli, è figlio di Luigi Anelli, il più popolare ed amato tra i poeti dialettali, ed ha brillantemente calcato le orme paterne dando nel corso della sua lunga vita un altro qualificato contributo alla conoscenza della storia di Vasto e dei suoi giacimenti culturali. È stato autore di alcune pregevoli monografie tra cui si ricordano “La capitale dei Frentani” (1957), “La collazione del Toson d’oro” (1963), “Il castello caldoresco del Vasto” (1966), “Ricerche di Araldica Vastese” (1973), “Histonium ed il Vasto attraverso i secoli” (1977), e “Cronaca Vastese (1700-1729 di Diego Maciano)” (1983), scritta in collaborazione con Giuseppe Pietrocola. Con quest’ultimo e con un manipolo di amici fraterni accumunati dall’amore per la Città, tra i quali Francescopaolo Cieri, Giuseppe Raimondi e Angelo Cianci, diede vita ai primi degli anni Ottanta del secolo passato al Club Amici di Vasto, un’associazione che meritoriamente si proponeva la riscoperta della storia, di costumi e delle tradizioni locali.

"Ricerche di araldica vastese" è stato l'ultimo saggio di Vittorio d'Anelli, pubblicato, a cura di Vastophil alla fine degli anni Ottanta.

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~ Modi di dire ~ Fa lu stîbbete pi nin pahà la Fundujàrie, lett. Fa lo stupido per non pagare la Fondiaria. Fa lu stîbbete pi ni jë a la guerre, lett. Fa lo stupido per non andare in guerra. Gna è la sumènde, aèsce la piande, lett. Com’è il seme così la pianta. La minàre, tanda vdde v’a lu puàzze, schinènze ci lasse lu colle, lett. L’orcio, tande volte va al pozzo che alla fine ci lascia il collo. Mi sì fatte abbiretà’ li vidèlle de la panze, lett. Mi hai fatto attorcigliare le budella. Scì ccëise, lett. Che tu possa essere ucciso. Scì ccëìse l’alma di canda ni tì’, lett. Che siano uccise tutte le anime che hai. Riferito ai defunti.


Coriandoli Clero e luoghi di culto

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Un’antica storia di fede quella dei vastesi. Soccorre in questa direzione la Storia di Vasto del Marchesani, che opportunamente elenca “la serie de’ sacri nostri edifici, ben numerosi a paragone del popolo e del paese”quali “dimostrazioni della vastese religiosità e devozione”. L’elenco dei luoghi di culto più importanti è quello che segue, opportunamente aggiornato. Chiesa concattedrale di S. Giuseppe, Chiesa di S.Pietro (crollata nella frana del 1956); Chiesa di S. Maria Maggiore; Chiesa di S. Antonio di Padova; Chiesa di Stella Maris; Chiesa di S. Lorenzo; Chiesa di S. Giovanni Bosco; Chiesa dell’Incoronata; Chiesa di S. Paolo Apostolo; Chiesa di S. Filomena (Genova Rulli); Chiesa di S. Francesco di Paola; Chiesa di S. Onofrio; Chiesa di S. Anna; Chiesa dell’Annunziata, Chiesa del Carmine; Chiesa della Madonna della Penna; Chiesa di S. Lucia (abbattuta); Chiesa di S. Michele; Chiesa di S. Nicola di Bari; Chiesa dei Sette Dolori; Chiesa di S. Maria di Costantinopoli (abbandonata); Chiesa della Maddalena; Chiesa della SS. Trinità; Chiesa di S. Teodoro; Chiesa dell’Addolorata a Pagliarelli; Chiesa della Madonna delle Grazie; Chiesa di S. Marco Evangelista; Chiesa di S. Antonio Abate. Tra i conventi si annovera quello dell’Incoronata. Non esistono più quello di S. Onofrio, trasformato in una residenza per anziani, ed il monastero di S.Chiara.


Amici del Lunario Filippo Menna, sangue vastese Sono davvero poche in Città le persone impegnate come Filippo Menna. Attivamente inserito nel contesto sociale in cui vive, non ha limitato l’impegno alla professione di insegnante, di agronomo, di giudice tributario o di consulente, ma ha allargato i suoi interessi nel campo del servizio sociale e del volontariato civile. È stato presidente e delegato di zona del Lions Club Vasto Host, fondatore e presidente dell’Aido, l’associazione donatori di organi, delegato del Fondo Italiano per l’Ambiente, ma soprattutto presidente dell’Avis di Vasto, alla cui causa sì è da anni dedicato insieme ad un affiatatissimo gruppo di amici con una passione veramente fuori dal comune e con un profondo senso della solidarietà umana.

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~ Fétte e fettarìlle ~ Questione di testa

Luigi tè ‘na coccia grosse ed è da tempo alla ricerca di un cappello adatto per lui. Entra nel negozio che vende questo articolo in corso De Parma e ne trova inaspettatamente uno: un Borsalino taglia 60. Essendo un po’ tirato di tasca, al momento di pagare inizia però una trattativa con la venditrice, la quale rimane irremovibile. – Manghe ‘na lëre di méne, si li vu štu cappélle… – Armëttele a lu puste… – replica spazientito Luigi – tande… mò li trùve ‘na cocce pi ssu cappélle. – Può darsi – gli risponde senza scomporsi la donna – ma tu …ni li truve nu cappélle pi ssa cocce…


M’aricorde Il Liceo Classico “Lucio Valerio Pudente” di Vasto Istituito nel 1953, il Liceo Classico “Lucio Valerio Pudente” ha licenziato in cinquant’otto anni di vita generazioni di professionisti. Per ricordarne una significativa tranche de vie, Lu Lunarie de lu Uašte ripropone la testimonianza di Giuseppe Tagliente apparsa nel 2003 sulla pubblicazione edita in occasione della ricorrenza del Cinquantesimo anniversario della istituzione del Liceo1. Il professore di Italiano Elio Verzellini

106 La professoressa Olga Boraschi, che ha insegnato francese a generazioni di vastesi.

1968. La sezione A del 2º Liceo Classico. Da sinistra: Silvana Esposito, Adriana Del Borrello, Sandra Monni, il prof. Alberto La Barba, Pino Bacceli, Michele Carmenini, Antonello Longo, Marilisa Amorosi, Giancarlo Vicino, Elena Rondoni, Gianna Compagnoni, Gabriella Canci, Marisa Mattia, Concetta Brigida. Accosciati da sinistra: Peppino Mariotti, Silvia Fabrizio, Peppino Tagliente e Wilma Scardapane.

Liceo Classico “Lucio Valerio Pudente” Vasto, 50 anni di vita 1953-2003, nella fedeltà all’indirizzo classico verso nuove sperimentazioni, Grafic Art

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“Confesso d’essere rimasto sino alla fine indeciso se scrivere queste note e di essermi arreso soltanto dinanzi alle continue sollecitazioni di mio figlio Vittorio ed alla minaccia che gli avrei procurato una brutta figura con la professoressa Gianna Compagnoni, sua insegnante di storia e filosofia e mia indimenticata compagna di classe. L’istintiva riluttanza mi appariva quanto mai giustificata. Cosa si può dire del tuo liceo e degli anni giovanili passati su quei banchi che altri non abbiano già detto? Cosa, se non ripetere riflessioni, descrizioni, emozioni che fanno parte del bagaglio dei ricordi di tutti e, vorrei dire, di tutte le generazioni? Il rischio della rimasticatura, della banalità delle frasi e del patetico in cui sovente s’incorre quando l’occhio della memoria s’appanna di sentimentalismo e di nostalgia per gli anni della giovinezza è difficile da evitare, anche per uno come me che vuol vivere nel presente. E poi, non ho sempre risposto a chi mi sollecitava ad organizzare la cena del trentennale con gli ex compagni di scuola (Madonna, quanti anni son passati e sembra ieri!) che poteva risultarne una situazione da psico-dramma collettivo, come in quel bel film di Verdone? Certi momenti, soprattutto


quelli irripetibili in quanto indissolubilmente legati al periodo più bello della vita, vanno consegnati al tempo per non farli sciupare e rivissuti semmai con discrezione, qualche volta in solitudine, per sottrarli al confronto con la realtà e rigustarne tutto il sapore, la fragranza, l’atmosfera. Ma potevo dire di no a mio figlio? Puoi dire di no a tutti, tranne che ad un figlio che teme di venir meno ad un impegno d’onore per colpa tua. Prendo allora la foto in bianco e nero che poggia da anni (non dico bugie) incorniciata sulla scrivania…”sul chiuso quaderno di vati famosi”, come la conchiglia fossile di Zanella, (si vede, eh? che ho frequentato il classico!) e la osservo. C’è la mia classe di prima liceo. Conosco a memoria i nomi di tutti e ricordo persino le voci ed il posto nell’aula in piazza Rossetti prima e in via Janni dopo. I maschi, tirati in giacca e cravatta, dimostrano più dei sedici anni che hanno; le femmine in grembiule nero hanno l’aria di prefiche senza età. Eccomi là, con una montatura nera alla Gino Paoli sugli occhi ed un baffetto di peli radi sulle labbra. Le pose studiate, i visi seriosi e compunti non rendono giustizia alla fotografia, che potrebbe essere confusa per una d’almeno trent’anni prima: nulla lascia presagire che di lì a poco tutto sarebbe cambiato nella società e soprattutto nella scuola con la rivoluzione cosiddetta del Sessantotto. Formidabili quegli anni! ha scritto Mario Capanna. Manco per niente! mi vien da dire col senno (si fa per dire) di oggi e più esattamente con l’amara consapevolezza del fallimento di tante battaglie combattute più tardi nell’università e di tanti progetti rimasti irrealizzati, forse perché irrealizzabili. Formidabili sono stati invece gli anni passati al liceo vissuti tra l’ansia di crescere e l’attesa ingenua di un rinnovamento che si sentiva nell’aria ed al quale si voleva, chi più chi meno ma comunque tutti, partecipare. Straordinario è stato il periodo di vigilia nel quale quei ragazzi, fotografia d’una generazione, si sentivano (perdonatemi il paragone abusato, ma nella fretta di concludere non ne trovo altri) come farfalle imprigionate nel bozzolo della crisalide, inconsapevolmente insofferenti del presente ed impazienti del futuro, infastiditi ma non per questo irriverenti (contestazione globale e anni di piombo erano lontani ed alle buone maniere si teneva ancora) nei confronti del Sistema, come si diceva allora, ed in attesa un’alternativa che rimaneva a tutti sconosciuta e senza contorni. Una generazione sospesa tra vecchio e nuovo, è stata la mia in quegli anni, che ha vissuto (non voglio farla lunga) il sogno di un cambiamento epocale e della trasformazione della società con candore ancora adolescenziale e senza le passioni che sarebbe venute in seguito con effetti spesso drammatici.

Il professore di Storia e Filosofia Michele Mattia. In seguito fu primo Preside del Liceo Scientifico "R. Mattioli".

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Il professore di Educazione Fisica Damiano Ruta.


M’aricorde

I PRESIDI 1952-1955 Saverio Rossi

Sezione staccata del Liceo Classico “Vitttorio Emanuele II di Lanciano

1955-1962 Mario Merlino 1962-1965 Ermando Galante 1965-1966 Luigi Capozucco 1966-1984 Ermando Galante 108

1984-1994 Antonino Pastorelli 1994-1999 Francesco Santulli 1999-2005 Franco Palombo 2005 Gianna Compagnoni (reggente) 2006-ad oggi Rocco Di Scipio

Il circolo liceale presso la Domus pacis di San Giuseppe era (pensate!) il nostro abituale luogo d’incontro e per breve periodo anche il locale della Repubblica studentesca, una sorta di autonomia ante litteram, ma in giacca e cravatta (in golf, tutt’ al più); le sezioni di partito, le assemblee studentesche c’erano già, ma non assorbivano più di tanto. La massima maoista secondo cui anche “il personale è politico” era ancora di là da venire. Il personale (che tradotto per i giovani di oggi significa il privato anzi la privacy) era per fortuna ancora personale e le pulsioni politiche si coniugavano bene con altre di diversa natura, con i primi amori (giuro, esclusivamente platonici), con il pallone al Campo Boario (scomparso sotto il cemento dei nuovi palazzi), con qualche pizza in comitiva, visto che da poco era stata inaugurata la prima pizzeria in via Adriatica ( si chiamava Beatiful flower ed era di Amedeo Belfiore) con qualche raro the danzante (così venivano definite le feste da balli che si svolgevano di pomeriggio ovviamente, mai di sera!) oppure con i dischi di Gianni Morandi e di Rita Pavone e poi (una autentica folgorazione) dei Beatles. Il resto era scuola, soltanto scuola. Ma che scuola, mi vien da dire. Mi tornano in mente frammenti di quelle giornate: i graffiti sui banchi di legno (archeologia scolastica), la lavagna impolverata, la ricreazione, la pizza di Vincenzo il bidello, detto Polifemo, la stessa sigaretta fumata nervosa in due, in tre nel bagno, lontano dagli occhi severi dei professori. I professori, appunto. Lì per lì non te ne accorgi ma dopo, con il passar degli anni, ti rendi conto di quanto facciano parte di te e come ti siano incredibilmente entrati dentro. La commozione estatica di Elio Verzellini quando declamava Dante; le considerazioni storico filosofiche del buon Michele Mattia; l’impeccabile pronuncia francese dell’immarcescibile signorina Boraschi (che sgomento, quando sentenziava solenne: les devoirs en classe sont allè tres mal: commencent par un deux et terminent par un deux !) la pignoleria di Mario De Caro, così esigente in latino e greco; la simpatia della signorina Melle, che riusciva a lenirmi il dolore e l’angoscia dell’ora di matematica, sono immagini che mi porto insieme agli insegnamenti avuti. Ricordi che non si perdono nel tempo. Eccoli, il preside Galante, essenziale e caustico nelle battute, Damiano Ruta, l’asciutto e militaresco docente di educazione fisica, la signora Guastadisegni di cui sento ancora la voce raffreddata che declina i verbi greci irregolari, la Giordano, la Formiconi, il prof. De Berardinis (zì ‘Ndonie) mi sfilano davanti nel pensiero sempre vivo del liceo classico Lucio Valerio Pudente. Il mio liceo. Ma che faccio, mi commuovo? Corro a consegnare a Vittorio queste poche righe, ch’è già tardi”.


Zoom

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Carabinieri a cavallo nel centro storico. Perfetta coniugazione che dĂ sostanza e valore al motto “Nei secoli fedeliâ€?


Sport e sportivi

Vastesi che si fanno onore

Pino Cavuoti, carta stampata nel cuore Dagli schermi di TV2000, la televisione creata negli anni Ottanta da Lello Petroro, dove ha iniziato la carriera come pubblicista, è passato alla carta stampata come giornalista professionista sino a diventare, dopo la proverbiale gavetta, direttore di Nuovo Molise, l’importante testata giornalistica della vicina regione, a cui negli ultimi mesi un nuovo gruppo editoriale ha restituito l’antico vigore. Apprezzato per l’impegno, l’equilibrio e la serenità di giudizio dai colleghi e dai lettori ha acquisito una credibilità ed una popolarità che ne hanno fatto un punto di riferimento del giornalismo abruzzese e molisano. 110

La ricetta PARROZZO Ingredienti: 6 uova fresche, 250 gr. di zucchero, 150 gr. di semola, 150 gr. di mandorle, limone, burro, olio d’oliva, cioccolato fondente. Preparazione: Sbattere i tuorli delle uova aggiungendo zucchero, succo e scorza di limone grattugiata, semola, mandorle tritate con la buccia e mescolare. A parte montare i bianchi delle uova, unirli al composto e farli amalgamare. Imburrare uno stampo con la tipica forma del parrozzo e versarvi l’impasto e tenerlo in forno per un’ora circa. Tirare dal forno a cottura avvenuta, lasciarlo raffreddare e quindi rivestire con cioccolato fondente opportunamente fatto sciogliere. Servire in tavola e… pancia mia fatti capanna!


DecĂŠmbre / Dicembre


Emeroteca Dicembre / Dicembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

giovedì / Sanda ‘Ligge venerdì / Sanda Bibbïane sabato / Sande Frangische Saverie

domenica / Sanda Barbere lunedì / Sande Vasse martedì / Sanda Nichële de Bbare mercoledì / Sand’Urbane

giovedì / la Cungiuzïane venerdì / Sanda Valerie

1 Dicembre 1951

Circolo Universitario Vastese

II 15 nov. i nostri universitari han festeggiato in goliardica giocondità il 3° annuale del loro Circolo. Per l’occasione si è proceduto alla nomina annuale del Consiglio Direttivo. Sono stati eletti: Presidente: Roberto Bontempo; V. Presidente: Tommaso Tiberio; Segretaria Sez. Femminile: Anna Lalli; Consiglieri: Concezio Del Monaco, Carlo D’Adamo, Franco Del Prete, Antonio Murgante, Alberto Melle. Auguri ai neo eletti e vita e prosperità alla balda famiglia dei nostri goliardi.

sabato / la Madonne de Lurète

domenica / Sande Sabbëine lunedì / Sanda Amalie martedì / Sanda Lucëie mercoledì / Sande Giuvuanne de la Crauce giovedì / Sanda Silvia venerdì / Sand’Adelaide

Per il Cimitero

Si chiede al nostro Sindaco, anima sensibile di artista, se esiste una commissione, la quale abbia I’incarico di vigilare sulla costruzione delle tombe e sulle dizioni delle lapidi. E ciò ad evitare ancora sgorbi artistici e orrori epigrafici. Si pretende ora aprire una porta in corrispondenza della tomba di Antonio Rossetti ed anche una finestra. A parte l’incongruenza della cosa (progettata?), ma che niente niente i nostri morti debbano prendere l’aria gne’ Matalene!

sabato / Sande Làzzere

domenica / Sande Ggraziane lunedì / Sande Darie martedì / Sande Libbrate mercoledì / Sande Severëine giovedì / Sande Flaviane venerdì / Sanda Vittorie sabato / Sanda Irmëine

domenica / la Sanda Natale

L’ Espre a lu Uašte

I nostri marinai gridano: L'espre è ffiniute e lu pesce mènnele nen sa addò j a sguvè (a deporre le uova). Cari amici marinai, precisiamo: l’Espre ne sta cchiiù a... II’ Espre, ma e mminute de case a lu Uaste! Chesse je, dice Tumasse Zaccarè. Non vedete come le caste nubili della montagna vengono a scovare a Vasto i propri muletti e chiedono per di più l’iscrizione all’anagrafe? Eppure una volta si diceva: lu Municipie n’ se po’ toje la siccature d’alluvà le crijature. Ed erano crijiature delle proprie mura. Come mai ora alleva le crijature della nostra città?

lunedì / Sande Štefene martedì / Sande Giuvuanne mercoledì / le Sende ‘nnucïnde giovedì / Sande Davede venerdì / Sanda Ilarie sabato / Sande Silveštre

~ Compleanni ~ Cristofer Ronzitti 3; Giuseppina Serafini 4; Francescopaolo Canci 11; Adriana Di Lanciano 11; Marcella Assettati 22; Donatella Fabrizio 29; Silvia Celenza 30.


Vecchi fusti Lellino Raimondi Vecchio fusto, anzi, vecchia gloria della Pro Vasto del secondo dopoguerra, Lellino Raimondi conserva un fisico ed un aspetto invidiabili, che fanno da pendant ad un carattere riservato ma cordiale. E quando parla di calcio, la sua grande passione, lo fa senza l’enfasi del miles gloriosus, ma con l’umiltà e la competenza di chi è stato abituato dalla pratica sportiva ad avere rispetto per gli altri.

Nella foto del 1950: Lellino (Michele) Raimondi, Franchino Budano, Eustachio Frangione, Mario Recinelli, Gino Forte

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~ Fétte e fettarìlle ~ Teorie sull’evoluzionismo

- Il mio papà dice che noi discendiamo dalle scimmie… – dice il piccolo Vincenzo con aria saccente all’anziano contadino seduto su una panchina a piazza Rossetti. Dij’a pétte ca nin me ne fréche n’accidende di lu štruppunëte sé…- risponde convinto il vecchio.

Incontentabile

-Papà, oggi festeggiamo il tuo compleanno: Non sei contento? – dicono i figli radunati attorno al vecchio padre. - Lu combleànne mé? E cand’anne so fatte? - Ma come non lo sai? Sono ottantadue… - Mamma majje – risponde sbigottito l’ottuagenario – e mmo ‘rrëve a cende !


Novità Le carte Uaštarùle

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Arrivate dalla Cina passando per i paesi arabi, le carte da gioco si sono diffuse in tutta Europa a partire dalla fine del XIV secolo. Il primi mazzi di carte di cui si ha notizia risalgono infatti agli anni tra il 1390 ed il 1430 e l’ambito del loro impiego si ritiene fossero inizialmente l’Italia e la Germania. Allora come oggi, le carte si presentano riunite in un mazzo di numero variabile (40, 52 o 36) in relazione al gioco ed alla zona geografica, divise per classi di segni distintivi, detti semi, (denari, spade, coppe e bastoni) sul davanti ed identiche sul dorso. Le carte italiane vengono classificate in quattro tipologie che si differenziano per dimensioni e per disegno a seconda delle regioni. Si ascrivono al tipo Settentrionale, diffuse nel nord-est della penisola, le Bergamasche, le Bolognesi, le Bresciane, le Venete, le Triestine e le Trentine, le quali hanno la particolarità di avere le spade in forma di scimitarre e i bastoni in forma di scettri. Vengono invece annoverate tra quelle di tipo spagnolo, in circolazione nelle regioni del centro-sud, le Napoletane, le Piacentine, le Romagnole, le Siciliane e le Sarde. Appartengono al tipo cosiddetto Francese, le Genovesi, le Milanesi, le Fiorentine, le Piemontesi ed infine a quello definito Tedesco le Salisburghesi, impiegate in Alto Adige, le quali hanno i semi mutuati dall’uso germanico (cuori, ghiande, foglie e campane). Mancavano a questa classificazione le Carte Vastesi, che nascono da un’idea di Giuseppe Tagliente e dal magistrale pennello di Pier Canosa. Le carte si presentano con i tratti di una complessiva rivisitazione su base localistica delle Napoletane. Lo scopo è evidente e rientra nello spirito che ha animato sin dall’origine la pubblicazione de Lu Lunarie de lu Uašte, giunto ormai al traguardo dell’undicesima edizione: rinsaldare lo spirito di appartenenza alla Città.

Alcune delle carte Vastesi

~ Proverbi ~ Belle, forte e di sparàgne, lett. Bello, forte e di risparmio. Scùrteche ssa ràsce, lett. Scortica sta razza. Sîghite štu lumuàne, lett Suggiti questo limone. Il senso è quello del detto precedente. Ti si pozza seccà ‘n gànne!, lett. Ti si possa togliere la voce! Addò’ šta hìšte ‘n gi šta pirdenze, lett. dove c’è gusto non c’è perdenza.


Personaggi Nicola Molino, una vita dedicata al commercio Per gli amici Nico, è persona seria, affidabile, con quel sorriso sempre sulle labbra che trasmette a tutti serenità e fiducia. Lo ha dimostrato nelle vesti di operatore economico, di amministratore pubblico quando è stato vicesindaco della Città negli anni Ottanta, di presidente provinciale della Confcommercio e di vice presidente della Camera di Commercio di Chieti. Esperto dei problemi del Terziario, ottimo conoscitore delle problematiche economiche del territorio, è impegnato attualmente con un gruppo di valorosi nell’ambizioso e non facile traguardo di creare una Banca di Credito Commerciale che porti il nome di Vasto e che sia volano economico per il territorio.

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~ Block notes ~ Il Solstizio d’inverno. Lu Natàle Il Solstizio d’inverno, il giorno più corto e la notte più lunga dell’anno, cade tra il 21 ed il 25 del mese di dicembre. Anche ad esso viene attribuito un significato magico tanto che già dall’antichità veniva considerato come il giorno del Sole Invictus. Il Natale, che papa Giulio I fissò intorno al 350 d.C. al 25 dicembre, è la versione cristiana della ricorrenza, giorno della nascita di Gesù Cristo, considerato Sole di Giustizia e Luce del mondo. I riti del Solstizio, alcuni ancora in uso, sono i seguenti: - esporre dinanzi la porta di casa il vischio; - addobbare la tavola con cesti di arance, che rappresenta il calore ed il colore del sole; - mettere ad ardere un grosso ceppo (lu técchie) nel caminetto che dovrà ardere sino a Capodanno, per simboleggiare la fine del vecchio e l’inizio del nuovo. Le ceneri del ceppo vengono quindi sparse nei campi; -friggere screppèlle e caggiunëtte; Nella notte di Natale si recitano le devozioni, scongiuri contro le malattie e i malocchi.


M’aricorde Il cantiere scuola A partire dal secondo dopo guerra, quando più intensa fu la ricostruzione e fino a tutti gli anni Sessanta, per far fronte ad una sempre maggiore richiesta di infrastrutture viarie e di rimboschimento, furono creati anche nella zona del Vastese i cantieri scuola, a cui era affidato anche il compito di istruire le maestranze che venivano reclutate attraverso l’Ufficio Provinciale del Lavoro e della Massima Occupazione. La foto, scattata nel 1954, ritrae un gruppo di operai in un momento di pausa dal lavoro.

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In piedi, alto. Antonio Mariani (lu Cruvullàre), Nicola Scopa (lu Làpe), Giuseppe Di Chiacchio (Mezz’òmmene), Giuseppe Bollino. Seduti da sx, col berretto Franco Vitale e Giulio Di Viesti. Nel gruppo, Domenico e Giuseppe Sanframonti, Antonio Carabba, Giovanni Maiali (tredimàzze) Giovanni Salvatore (lu Mùte) Domenico e Michele Di Bussolo, Michele Di Guilmi, Mario Belfiore (ex pugile), Nicola D’Adamo,Vittorio Gentile. In ultima fila. Domenico Brevetti e Paolo Calvano

~ La foto curiosa~ Finalmente un divieto... di buon augurio


I collezionisti Antonio Marchesani, il collezionista di ombre Non lo si direbbe. Eppure, dal suo stambugio di scarpe a Santa Chiara, Antonio Marchesani governa il tempo dei collezionisti di film. Dal suo caveau mediale, ricco di oltre 25000 titoli, Tonino passa al setaccio l’intera storia del cinema (con un limite: gli anni Ottanta del Novecento). Tutti i corrispondenti – italiani e esteri – gravitano intorno al suo archivio che è lo snodo per la ricostruzione storica di serie filmiche complete. E Tonino, in questo modo, reperisce materiali rarissimi in tutti i supporti duplicabili (anche analogici come il vecchissimo Betamax). Quasi non bastasse, chiude le operazioni con il montaggio degli audio originali italiani (di cui è accorto e paziente collezionista), contribuendo al recupero e alla ridefinizione della stessa storia del doppiaggio nostrano antico. E Tonino non è solo fisicità del film. È biblioteca complessa, informazione. I materiali a stampa da lui raccolti costituiscono un centro di documentazione di altissima specializzazione. Quanti vogliano seguire percorsi cinematografici sul versante dei generi hanno in Tonino Marchesani una guida insostituibile.

Tonino Rotondo, il collezionista di Mickey Mouse Dalla stazione di servizio in cui lavora, Antonio Rotondo scruta con attenzione il mondo disneyano del fumetto. Il rapporto con i clienti sempre indaffarati, il rumore delle auto, il carburante che fluisce nei serbatoi, il cambio dell’olio non disturbano i pensieri del collezionista-benzinaio, che vanta con orgoglio la collezione completa degli albi disneyani pubblicati dalla Mondadori a partire dal n.1 dell’aprile 1949 fino al n. 1701 del 1988 e dalla divisione italiana della Disney fino a oggi. Ma le sorprese non finiscono qui. Il bravo Tonino Rotondo va ben oltre questa raccolta completa in ogni dettaglio (ivi comprese ristampe e varianti). Il suo fiuto lo ha portato a spingersi indietro, oltre la soglia del 1949. alla ricerca di tutti i numeri del Topolino formato giornale. A casa di Tonino Rotondo passa un segmento importante della storia italiana della comunicazione di massa.

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La Polizia di Stato La Polizia di Stato, garanzia di libertà anche a Vasto Sub lege libertas. Il motto inciso a lettere d’oro nel cartiglio alla base dello stemma araldico della Polizia di Stato esprime perfettamente il concetto che giustifica l’esistenza stessa del Corpo ed il suo ruolo, ch’è quello di assicurare il rispetto della legge, garanzia di libertà per i cittadini.

Il Dirigente del Commissariato di Vasto, vicequestore Cesare Ciammaichella

Lettera del Sindaco di Vasto al Prefetto della Provincia di Chieti del 16 luglio 1944.

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Nota del Prefetto di Chieti all’On.le Ministro dell’Interno-Direzione Generale della P.S. datata 4 agosto 1944.

2

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Nota del Prefetto di Chieti Gaetano Petrella all’On.le Ministro dell’InternoDirezione Generale della P.S, prot. 0215 del settembre 1944, oggetto: Istituzione di un Commissariato di P.S. a Vasto.

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Presente a Vasto sin dalla formazione dello Stato Unitario con il cosiddetto Delegato presso la Sottoprefettura, la Polizia funziona poi con un Ufficio di P.S., che rimane ininterrottamente in servizio sino al 1927 e ancora, dal 1936 al 1938, quando dopo una lunga parentesi di inattività viene affidato alle cura di un solo funzionario, Giuseppe Dossi, che ebbe in seguito anche notorietà nazionale in ambito investigativo. Con il Paese ancora diviso in due dalla guerra, la Polizia torna in attività nel 1944. Era stato il sindaco Giuseppe Nasci a far richiesta al Prefetto di Chieti1 “almeno di un Commissariato di Pubblica Sicurezza”, motivando che “ tale istituzione potrebbe essere molto utile anche in previsione di possibili contrasti politici dato il progressivo risvegliarsi dei vari partiti e gli atteggiamenti assunti da qualche elemento un po’ torbido”. La proposta, incontra subito il parere favorevole del rappresentante del Governo, il quale la fa sua con una nota alla Direzione Generale della P.S. presso il Ministero dell’Interno2, che si premura di rinnovare3 poche settimane più tardi alligando una dettagliata relazione del sindaco della Città4 al Questore.


La risposta del Ministero degli Interni non si fa attendere e, dopo uno scambio epistolare per individuare il fabbisogno di locali idonei e dell’organico necessario, quantificato in un Funzionario dirigente l’Ufficio, un impiegato d’ordine e quattro agenti, il Prefetto, acquisito il parere del Ministero degli Interni, firma il decreto per la riattivazione dell’Ufficio distaccato P.S. di Vasto “con giurisdizione sulla sola città e frazioni”5.

I Dirigenti della Polizia di Stato avvicendatisi nel comando del locale Commissariato dagli anni Cinquanta ad oggi:

Matacena, Capecelatro, Francesco Pedace, Vincenzo Campo, Antonio Cozzolino, Franco Venditti, Mauro Sambrotta, Piernicola Silvis, Massimo Di Lorenzo, Ugo Terracciano, Cesare Ciammaichella

Ad assumerne il comando viene inviato il Commissario Aggiunto Alfredo Rocci, il quale prende servizio il 25 aprile seguente. Da allora la presenza della Polizia, con le trasformazioni intervenute nel tempo, l’elevazione a Commissariato autonomo e la trasformazione del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza in Polizia di Stato, è cresciuta in maniera parallela allo sviluppo della Città, dotandosi anche di un distaccamento di Polizia Stradale dal 1951. Guadagnandosi l’apprezzamento e la gratitudine dei vastesi.

Municipio della Città di Vasto, 22 settembre 1944, oggetto: Ripristino Commissariato di P.S. a Vasto. «omissis… Senza un Commissariato in Vasto circa 20.000 persone restano completamente abbandonate a loro senza nessuna sicurezza pubblica; salvo quella esercitata dalle Stazioni dei CC.RR., che hanno però diversi fini e ben altro carattere, data la natura militare e non politica dell’Arma, data la scarsezza del suo personale e data la sua minore coesione con gli organi amministrativi locali. Anche la organizzazione amministrativa dell’ampia zona richiede un’attiva ed avveduta collaborazione di un organo diretto della P.S. qui residente. Per tutti questi motivi ritengo che la S.V. Ill.ma non mancherà di prospettare favorevolmente e validamente la detta restituzione di un Commissariato in Vasto»

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Nelle due pagine foto de "La Befana della Polizia 1958"

Decreto del Prefetto di Chieti del 15 marzo 1945. «Il Prefetto della Provincia di Chieti, Considerata la necessità che venga d’urgenza provveduto alla riattivazione del soppresso Ufficio distaccato di P.S. di Vasto; Vista la nota n. 333/6227 in data 24/12/1944 del Ministero dell’Interno, con la quale si autorizza il ripristino nel comune suddetto dell’Ufficio di P.S.; Visto l’art. 20 T.U. della Legge Comunale e Provinciale, R.D. 15 ottobre 1925 n. 2578, Decreta L’Ufficio distaccato di P.S. di Vasto è riattivato dalla data del presente decreto, con giurisdizione sulla sola città e frazioni. Il Sig.Questore in sede è incaricato della esecuzione del presente decreto. F.to Il Prefetto, Chieti, 15 marzo 1945».

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Appendice


di Giuseppe Tagliente

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Primi del Novecento. Un Salone in piazza Pudente, all’imbocco della Corsea. È probabilmente quello di Napoleone Cieri.

Non avrei mai tentato di abbozzare questa piccola storia (ammesso che di storia si possa correttamente parlare) dei barbieri vastesi, se non fossi stato sollecitato a scriverla da Nicolino Delli Benedetti in occasione del venticinquennale della sua attività. Gli devo troppa riconoscenza per le inutili attenzioni che dedica alla mia sempre più glabra testa per potergli negare questo favore e sono troppo curioso di vicende vastesi per poter perdere un’occasione così ghiotta di esplorare nei segreti di una corporazione artigiana, a cui mi sento indegnamente, ma istintivamente, anche di appartenere per un trascorso di gioventù che pochissimi conoscono. Beninteso non sono mai stato barbiere, quanto piuttosto una sottospecie di apprendista, e lo fui per un’estate quando mio padre ritenne di dovermi punire così per essere stato “rimandato a settembre” in seconda media. L’esperienza, positiva sotto l’aspetto formativo, fu però fallimentare e terminò con la resa del mio maestro, Claudio Crisci, il quale, stufo delle continue lamentele dei clienti da me scorticati vivi, mi congedò dicendomi sconsolato “Dijj’a pètte c’aècche fì’ cchiù dammàjje c’a la schéule”. La storia che voglio raccontare parte da lontano e rinvia al tempo in cui quello de lu varivìre era un mestiere con tratti


tanto diversi che la stessa definizione di barbiere risultava forse approssimativa, una sineddoche, si potrebbe dire, per indicare il tutto con una parte, essendo l’attività di far barba e capelli soltanto una delle tante da svolgere. Tutt’altro dall’acconciatore, dal coiffeur dei giorni nostri. Non posso evidentemente spingermi sino a ricordare l’esercizio di alcune di queste pratiche integrative, come cavar denti e calli, applicare sanguette, prescrivere decotti o pomate, svolte almeno a tutto l’Ottocento ed eloquentemente testimoniate dall’uso, ormai dismesso, di indossar un camice bianco, ma conservo nitide le immagini di un’epoca, nella quale al maestro delle forbici e del rasoio si continuava generalmente ad attribuire una considerazione più ampia rispetto ad oggi. Si fatica a crederlo, avendo di fronte professionisti dell’hair style che esercitano in locali tanto confortevoli quanto freddi, ove si accede solo per prenotazione come in un ambulatorio medico, ma li varivìre e la putéche de lu varivìre ch’io rammento erano davvero un’altra cosa e credo di non sbagliare affermando che i barbieri rappresentavano l’aristocrazia degli artigiani e il Salone, come con ingenuo provincialismo ve-

11 maggio 1913 Il 17º Fucilieri a Vasto per le Grandi Manovre sfila dinanzi ad un... salone.

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Anni Trenta. Al posto della Corsea c’è il nuovo Corso De Parma e di barbieri ce ne sono tanti.


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Anni Trenta. Foto di gruppo di barbieri in Corso De Parma. Da sinistra, Giuseppe Fiore, Cesario Fiore (Rissciùle), Pasquale De Guglielmo, Giuseppe Scampoli, Michele Di Candilo (la Di Pàule), Domenico Florio, Giovanni Monteferrante (Pan’e fràffe) ed un giovane apprendista.

niva definito il monolocale 5x4 dove s’esercitava il mestiere, aveva una funzione, oserei dire, quasi sociale. Anche quando scomparvero le più antiche connotazioni complementari di cerusico e di flebotomo dei poveri, al barbiere rimase comunque attaccata nell’immaginario collettivo una distinzione rispetto alle altre categorie artigiane a causa della perdurante attività di musico, canzonettista, rimatore, custode delle tradizioni ludiche locali, che ne faceva sconfinare la figura nella sfera dell’artista più che dell’artiere. Lu varivìre ‘n’arta liggíre, che ‘nghi quattre bbotte s’abbùsche ‘na lire. Si ti li dà ‘na ‘ncipriàte, mezza varve t’ha lassàte. Il ricordo qui è nitido e mi riporta ai giorni delle prime esplorazioni nell’ambiente dei Saloni, che attraevano irresistibilmente per quell’atmosfera di svagatezza che vi si respirava insieme alla fragranza della cipria e dell’acqua di colonia vaporizzata sul viso dei clienti, per il suono delle chitarre o dei mandolini pizzicati nei momenti di pausa, per il variegatissimo tenore delle conversazioni e la quantità di notizie che si potevano raccogliere, per la eterogeneità della clientela, per il carisma del mastro barbiere, prim’attore della vivacissima commedia che si recitava lì ogni giorno a soggetto, seppur seguendo un canovaccio antico. Rivedo la putéche de ‘na vodde, arredata con le due poltroncine segnate di bruciature di sigaretta; il grande specchio a muro; la correggia per rifare la lama, la mensola con


i rasoi allineati insieme a spazzole, pettini, forbici, saponi, emostatici, macchinette tosatrici, piumini e spruzzatori a bombetta; gli sgabelli o in qualche raro caso le poltroncine per i clienti in attesa; il tavolinetto con l’immancabile Domenica del Corriere dalle coloratissime tavole di Achille Beltrame e di Walter Molino; lo strumento musicale attaccato alla parete o appoggiato all’angolo. Al centro di questo invariabile scenario lui, il protagonista, il maestro, che scolpiva barbe e modellava chiome accompagnando ogni tocco e ritocco con volteggi sapienti, movenze studiate di tutto il corpo, provocazioni verbali suscitate ad arte allo scopo di far discutere ed intrattenere i clienti seduti ad aspettare il turno. Lu varivìre de ‘na vodde era davvero un personaggio unico per la spiccata personalità, per la capacità di eloquio e di affabulazione, per l’abilità nel cantare o suonare esibita anche in occasione di ricorrenze, matrimoni, serenate ruffiane, ed infine per l’eleganza nei modi e per la cura nel vestire che poteva assumere aspetti addirittura caricaturali, riferiti alla cerimoniosità, all’eccentricità debordante nel kitsch, al baffettino ben curato, al capello impomatato, all’unghia allungata oltre misura del mignolo, alle dita ingiallite di nicotina, ai piedi piatti, inesorabile conseguenza d’un vivere... verticalmente. Di barbieri a Vasto ce n’erano proprio tanti, almeno sino all’inflazionamento delle Gillette ad uso domestico e dei rasoi elettrici, e il primo di cui s’ha memoria è niente meno che Antonio Rossetti, fratello del Poeta, il quale, barbiton-

Nella foto del 17 giugno 1934, intorno a Luigi Anelli la filodrammatica vastese con i barbieri Giuseppe Fiore, Giuseppe Sputore, Cesario Fiore (violino), Nicola De Guglielmo (batteria), Domenico Florio (tromba).

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sore a tempo pieno, amava definirsi “in culto natural vate” per l’istintiva vena lirica dalla quale seppe trarre versi d’impegno civile e d’amore di grande forza espressiva. Tanti, che un elenco preciso, ricostruito sulle memorie dei più anziani e in assenza di documentazioni, non è possibile fornirlo senza correre il rischio di inciampare in errori ed omissioni. La ricerca, che parte dal primo Novecento, individua un folto numero di barbieri nelle zone di corso De Parma, piazza Pudente, via Bebbia, piazza del Popolo, allora intitolata a Umberto I, corso Palizzi ed in quella intorno alla Chiesa di San Pietro. Vasto contava poco meno di quindicimila abitanti e tutta la vita sociale e produttiva era concentrata attorno ad esse, sedimentata sulle rovine dell’antica Histonium e circoscritta nei limiti individuati dalle antiche mura medievali.

Francescopaolo Di Bussolo (1882-1942), capostipite di una dinastia di barbieri. Aveva un salone in via Arcivescovado

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Leonardo D’Adamo (Nardìcce) all’opera nella sua bottega di Corso Dante.

In questo ambito incredibilmente ristretto avevano bottega Napoleone Cieri, nel locale adesso occupato dalla libreria Di Lanciano, che, coadiuvato dal fratello Vincenzo, era anche in grado di estrarre denti e di far salassi, Francescopaolo Di Rosso (Ciaragnìlle), Adamo Di Fano, Francescopaolo Di Bussolo, un non meglio individuato Lu Ggiudiciàtte, un tale Mastro Filippo, detto Cascètte, il quale operava in un basso di via San Pietro alle porte del Casarino, l’antichissima piazzetta abitata da pescatori, scomparsa con la frana del 1956. Difficile dire se ve ne fossero ancor di più, ma è certo che nelle botteghe di questi figaro si formò una generazione di giovani più attenta ad assecondare la riscoperta dell’estetica nel corpo e nell’abbigliamento sull’onda emotiva della fine delle rinunzie imposte dalla Grande Guerra e sull’eco delle mode che arrivavano dall’America, dove molti vastesi erano emigrati. Prova ne sono l’apertura in quel periodo, ad opera di Levino D’Amore, di una moderna barberia in corso De Parma, che aveva chiamato “Al pettine d’oro”, con ben tre poltrone reclinabili Kochen fatte arrivare dall’altra parte dell’Oceano, ed anche gli spostamenti periodici di questi


giovani a Roma, in modo particolare, ed a Milano allo scopo di aggiornare le tecniche. Fanno parte di questa nouvelle vague Giuseppe Fiore, Domenico Florio, Cesario Fiore (Rissciùle), Antonio Di Risio (Cacabuscë), Pasquale De Guglielmo, Pasquale Celenza (Passalàcche), Giuseppe Scampoli, Giovanni Monteferrante (Pan’e fraffe), Leonardo D’Adamo (Nardîcce), alla maggior parte dei quali non dispiace anche di manifestare la passione per l’arte in generale, per la buona musica, per l’operetta, molto in voga a quel tempo, e per il teatro.

Anni Quaranta. Da sinistra, Giuseppe De Filippis (Lu Prucitàne) con due colleghi davanti alla sua bottega in corso Palizzi.

Giuseppe e Cesario Fiore con il violino, Domenico Florio e Michele Di Candilo con la tromba, Giovanni Monteferrante con il mandolino, Pasquale De Guglielmo e Leonardo D’Adamo con la chitarra organizzano allegre brigate musicali e si ritrovano spesso accanto a Luigi Anelli, commediografo, poeta, compositore e demologo,che affida a loro la rappresentazione dei suoi lavori sia al Rossetti che negli improvvisati teatrini del circondario. Nella ristretta realtà paesana sono questi giovani, all’interno dei rispettivi saloni, frequentatissimi e aperti persino la domenica, che contribuiscono a far conoscere canzonette, stornelli, poesiole, storielle; a rendere, insomma, meno grigie le giornate con questo tipo di sollecitazioni o addirittura di pruderie, come avviene ad esempio in occasione delle feste natalizie, con la distribuzione dei calendarietti illustrati con le immagini ammiccanti e profumate di qualche attri-

Anni Cinquanta. Giuseppe Di Bussolo, davanti al Salone in Corso Plebiscito.

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1953. Corso Palizzi. Giuseppe De Filippis (Lu Prucitàne) e l’apprendista Filippo Giancola posano insieme a Nicola La Palombara, Michele Perrozzi con il figlio Luigi e Nicolino Baccalà.

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Anni Cinquanta. Al violino Michele Di Rosso (Ciaragnìlle), al contrabbasso Antonio Molino (Caresèlle), alla batteria Nicola De Guglielmo (Coccia Bbiànghe), alla fisarmonica Michele Stivaletta, alla chitarra Gaetano Ciancio.

cetta. Negli anni a cavallo della Seconda Guerra Mondiale s’uniscono a questa schiera altri giovani come Cesario Vinci (Cellescacàzze), che abbandonerà il salone per aprire il Bar Roma in pieno centro, Luigi e Michele Di Rosso, figli di Ciaragnìlle, i fratelli Angelo (Pidilìgge) e Giuseppe (Cchiappacìlle) Miscione, Michele Cinquina (Péte de fëchere), Pasquale D’Angelo (La Vezzàse), Mario Altieri (Mamàrio), che i miei coetanei ricordano, ormai anziano ma sempre con i capelli neri ed impomatati, effettuare servizi a domicilio ad uso di defunti, invalidi e ricoverati nell’Ospizio di Sant’Onofrio. Uno stuolo già abbastanza nutrito a cui si aggiungono via via Nicola De Guglielmo (Coccia Bbiànghe), i fratelli Michele e Giuseppe Di Bussolo (Zannutìlle), Giuseppe Verna (Minànza), Paolo De Guglielmo (Cappucciàlle), Giuseppe De Filippis (Lu Prucitàne), Nicola Del Prete (La Scëmmie), Antonio Valentini, Vincenzo Di Cicco (Criscènze) con il sa-


Anni Sessanta. Angelo Ialacci (Tiratêire) quand’era apprendista a Roma. Tornato a Vasto rileva il salone di Pasquale Celenza (Passalàcche) in corso Italia.

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lone “Shangay” a Piazza Verdi, Antonio Ialacci (Tiratêire), Nicola Marinozzi (Cianculàne), Amedeo Belfiore, che negli anni Sessanta aprirà una pizzeria, Raffaele Lanzetta, Alberto Rossi (Bonvenuto), che si trasferisce a Milano dove apre bottega col concittadino Giovanni D’Adamo, Giuseppe Melle, il quale s’insedia in corso De Parma con tanto di insegna verde al neon, Amedeo Del Borrello, Giulio Zucaletti, Pierino Coletti, Giuseppe Scampoli (Mbapùcchie), Claudio Crisci, Luigi e Ninnì Cinquina (Corve Nàire) e Antonio Molino (Caresèlle) alla Marina. Alcuni di loro sono personaggi nel vero senso della parola, i cui nomi evocano storie o avvenimenti rimasti nella memoria collettiva, come quello di Pasquale De Guglielmo, che non finiva mai di raccontare di quando fece la barba al generale Montgomery, durante l’occupazione inglese nel 1943, e di come questi l’avesse pagato malissimo, trattandolo sgarbatamente; oppure di Paolo De Guglielmo, barbiere in via Veneto a Roma per circa vent’anni, brillante interprete di


Anni Cinquanta. Claudio Crisci immortalato mentre si priva dei proverbiali baffoni da Corsaro.

commedie in lingua ed in dialetto ed autore, lui stesso, di una pièce intitolata La fattîure; oppure di Claudio Crisci, lu màštre mé, il quale fa il pendolare tra Vasto e Londra, ove canta nei ristoranti del compaesano Otello Scipioni, e poi torna per aprire Il Corsaro, un locale tutto suo, la cui fama raggiunge vette di notorietà nazionale.

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Anni Sessanta. Nicola (Ninnì) Di Bussolo all’opera.

Nel pieno del boom degli anni Sessanta la categoria si rinnova ulteriormente e fanno via via il loro ingresso sulla scena Luigi D’Attilio, Enrico Silla, Giuseppe Cicchini (Ricciolino), Lino Gileno (Lu pescarese), Raffaele De Rosa (Orchestrale), Paolo, detto Paulîcce, e Nicola detto Ninnì, Di


Anni Sessanta. Maštre Nicola De Guglielmo (Coccia Bbiànghe) davanti al Salone in via Bebbia.

Bussolo, i fratelli Luigi e Paolo Celenza (Pittiràsce), Antonio e Nicola Saraceni, Tonino Pollutri, Lino Memmo, Nicola Piccirilli e Gino Celenza (La purtulàne), Ernesto Cancellieri e Giuseppe D’Adamo (Štobbène) con un salone dedicato niente di meno che a “Singapore”, Mario Fiore, Fernando Monteferrante (Paparìlle), Enzo Mancinelli e Bernardo, detto Dino, Fioretti, il quale rileva nel 1959 l’attività da Paolo De Guglielmo in piazza del Popolo ponendosi subito all’attenzione per una serie di iniziative a favore della categoria sia in senso sindacale che formativo con l’intenzione di fissare

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Anni Novanta. Giuseppe Cicchini (Ricciolino) nel Salone di Piazza Rossetti.

nuove regole e di assecondare una clientela giovanile che contesta il “taglio all’Umberto” e vuol manifestare, a partire dal modo di portare i capelli, la voglia di cambiare che pervade il mondo intero.

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Cesario Mileno, Giovanni Monteferrante (Pan’e fraffe) e Cosimo De Fazio.

Non tutta questa moltitudine di tonsores tuttavia esercita stabilmente l’attività: alcuni la trasformano in profumeria, centro estetico o di massaggi come fa Angelo Marchesani; altri emigrano come Nardino Ricciardi, Pietro Bosco, Paolo Fiore, Peppino Peluzzo, Filippo Giancola, Umberto Di Lallo,


Antonio Saraceni, il quale, ammalato di nostalgia, incide persino un disco intitolato Torna a Lu Uašte mé, oppure scelgono il posto fisso, come nel caso di Lucio Del Prete, Luigi D’Attilio, Antonio Valentini, Vittorio Reale, Luigi Fioravante. Altri ancora diventano gestori di bar e imprenditori, come Domenico Ciappa o Michele Di Cicco e Lino Frasca, miei compagni di scuola scomparsi prematuramente, Michele Perazzelli, Vittorio Ronzitti, Giuseppe D’Adamo, il quale dopo una permanenza di qualche anno in Australia, torna e realizza l’Hotel Vittoria.

Una foto giovanile di Bernardo (Dino) Fioretti

Lino Frasca

Da sinistra Enzo Mancinelli, Dino Fioretti, Umberto Di Lallo, Nicola Daniele, Piero Brattoli, Paolo Di Bussolo, Angelo Colamarino. Seduto Tonino Pollutri.

Michele Di Cicco

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La piccola storia dei barbieri termina qua, sulla soglia della contemporaneità(*). Non so se l’ho narrata bene o se contenga più lacune di quanto possa immaginare, so di certo però che l’ho scritta col cuore e con il rispetto che nutro nei confronti di una corporazione che nei secoli ha ispirato poeti e commediografi come Molière e Beaumarchais e musicisti come Rossini, il quale affida al suo Figaro il compito di dire che:

Un giovane Tonino Pollutri, apprendista da Nardîcce.

Vita più nobile per un barbiere vita più nobile no, non si dà.

Nicola Delli Benedetti.

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Nicola (Ninnì) Di Bussolo.

Non posso non citare gli eredi della antica corporazione, e cioè gli acconciatori Nicola Daniele, Piero Brattoli, Ilvo, Fernando Gileno, Angelo Colamarino, Raphael Mallardo, Adriano Marino, Luigi Della Penna. Luigi D’Angelo, Daniele Pettinari, Domenico Cupaioli, Piero, Ego, New Age Hair, Nicola Speranza ed evidentemente l’amico Nicola Delli Benedetti.

(*)

Ilvo

Paolo Di Bussolo

Mario Fiore


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I nuovi ritmi Vastesi

Parole e musica di Francesco Paolo Sorgente

Francesco Paolo Sorgente, dirigente a riposo di un’importante azienda vetraria, la musica ce l’ha nel Dna, così come la lingua, le tradizioni ed i costumi di questa Terra. Gli è venuto quasi naturale quindi comporre le canzoni, registrate nel ciddì allegato alla terza di copertina di questa edizione del Lunario. Il risultato è un tentativo di coniugare la musicalità della lénga uaštarèule con ritmi più moderni e accattivanti nei confronti dei giovani.

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È l’amáure È l’amáure chi ti dà la vòjje di vulá’, ti fà ‘vvidá’ lu bbène addò ‘ngi štà. È l’amáure chi ‘n di fà niscîune allundaná’, ti fà circà’ ‘na séure d’ abbracciá’. È l’amáure chi ti fà la vijje ‘ritruvá’, ti fà ‘pprizzá’ li chéuse da scanzá’. Piccà ci štì a ppinzá’? Li sé c’avéma fá’… La vite è ‘nu furá’ di vènde. Vija sî Chi ci štì fá’, chi ci štì fá’, chi ci štì fá’ dendr’a ssa città. Senza picchè, senza pinzá’, tire a diritte, n’dà rivuddá’. Jemene, vija sî, da šta città.

Che te vuleve dí’ Che te vuleve dí’, che te vuleve dí’, sopr’ a chišta terre nisciune cchiù ti vò sindí’. Che te vuleve dí’, che te vuleve dí’, si pinze sembre a ijre n’ apprizze quelle che mó fì. E’ la vita che và Scì, ‘nu pinzire tingh’ij ca mi fà štá’ accuscì, ca mi št’a fá’ suffrí’, ca nin zi ni vò jí’. Scì, ij ci šting’a pinzá’ e nin puzz’accittá’ quelle chi mi štì dí’… ij nin vujje capí’. No! ma, chi ti l’à ditte ca tutt’è scritte n’zi po’ cagná’; e tutte quende sopr’a šta terre ma…che ci štem’a fá’. Mi canîšce?! Mi canîšce… e ni li pù nihá’. Doppe quelle che c’è štate nghi tte, ma picchè tu nin mi pù cchiù vvidé’? Nghi niscìune ài parlate di tte, e štu fatte ái tinute pe’ mme.


I vuleme bbene Nin zi vàive e nin zi mágne, pèuche tinghe ma nin mi lágne, si candáme allegramende la famèjje vive cundènde. Nghi li cánde e nghi li sune j’abbuttáme di canzune, accuscè tiréme annènde nghi caràzze, sune e cánde. Core mè, nin ci pinzá’, lu pàne manghe ma l’amore ci šta. Monne è, monne sarà, ssodde e riccàzze ggióje nin bo’ dá’. La bballáte di l’emigrande E’ la bballáte di l’emigrande, la ggende dice ca té l’amande, scì, nott’e jurne sembre ci penze, dendr’a lu core l’Abbruzze sende. E’ la bballáte di l’emigrande, šta terra nove è bbell’e grande, ci si štà bbone, l’amame tande, ma nin bó ‘resse come l’amande.

Cand’è bbelle a ssunná’ Ma cand’è bbelle a ssunná’! Ma chi ci coste a ssunná’? N’gi vò quatreine, n’gi vò niscîne, la mende sà addò và… Sole culîre, sole l’amáure, videme ‘ndurne a nu.

Dendr’a ‘na variche Ni ‘nzacce come è jjute ma štu fatte s’è sapute, só nate a la marine dendr’a ‘na variche ‘na matine. Ma! Šta cicogne addò m’à lassate? A mmezz’a l’acche, gnè ‘nu dusgrazijate. Ma! Šta cicogne addò si n’è jjute? Ji mó m’ammolle a cul’a la nute.

A lu pundone Sting’a lu pundone a circá’ ‘na pirsone, ij nin vede l’ore… mamme! chi sà com’è ore. Chila treccia longhe, l’ucchie virde crištalline, la vocca dogge, bille mane fine fine. ‘Nu vasce sott’a lu purtone nghi la paure d’ogne rumore, mi l’abbracciave, mi li strigneve, nghi lu core m’arispunneve.

Lu surgiutèlle Mó ci mette la scaricarelle ca ci dà nghi la zambitelle. Mó ci mette la scaricarelle p’acchiappá’ štu surgiutèlle. Guard’aècche, guard’aèlle, mó mi scoppije li videlle. Guard’aècche, guard’aèlle, addò štà štu surgiutèlle? Guard’aècche, guard’aèlle, ji’ sò perse lu ciurvelle. Guard’aècche, guard’aèlle, addò štà štu surgiutèlle?

La védeve allécre Ji štinghe sole matine e sere, aspette sembre la primavere. Ji štinghe sole matine e sere, cande arrive šta primavere? E ji mi vujje cunzulá’, la furtune ma d’ajjutá’. E ji mi vujje cunzulá’, cacchedune ma dà vussá’. Nin buzze štá’ sembre a pinzá’ ca l’anima mé si po’ danná’. Nin buzze štá’ sembre a pinzá’ a la bonanime chi ni ‘ngi štà.

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Glossario

dei termini dialettali usati COME LEGGERE LU UAĹ TARÉULE Duro, aspro, ricco, almeno originariamente, di dittonghi, il Vastese occupa un posto particolare nella classificazione dei dialetti abruzzesi, risentendo chiaramente dell’influsso delle parlature delle popolazioni confinanti, in primis quelli molisani e pugliesi. Senza aver l’ambizione di codificare nulla che non risulti dall’ascolto attento della pronunzia e del modo di dire, mutevole spesso anche da zona a zona della stessa cittĂ (nelle zone agricole ed alla Marina v’è un’altra inflessione), tentiamo di dare al lettore qualche consiglio veloce e pratico su come leggere il dialetto vastese. La lettera e, ad esempio, si legge soltanto se ha un accento, altrimenti è atona. Ad esempio vĂ ttene, vai via; ĹĄtattene, stai lĂŹ; mèdeche, medico. La ĂŠ con l’accento acuto si legge come l’italiano tre od il francese ĂŠtĂŠ. Esempi: arivĂŠ, torna; mĂŠne, mani; scupunĂŠre, suonatori di flauto.

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La è con l’accento grave si legge come lèbbre, lepre; aècche, qui o qua; pèchere, pecora. La ĂŤ con la dieresi si pronuncia apertissima. La vĂŤgne, la vigna; la fĂŤchere, il fico; la fĂŤjje, la figlia. Parimenti la lettera o. La consonante g viene normalmente pronunciata come fosse aspirata, sostituita dalla h. Guardiano si pronuncia huardijĂ ne; Guglielmo si pronuncia Hujjièrme. Il gatto si dice la hĂ tte. Nuhòzie, negozio; pahà ’, pagare. La consonante ĹĄ, con l’accento circonflesso rovesciato,si pronunzia con il suono sibilante sc, come il ch del francese. Lu UaĹĄte, quaĹĄte, CrĂŤĹĄte. La ĂŽ con l’accento circonflesso ha un suono a metĂ tra la i e la u. CaminatĂŽure, andatura; bĂŽusce, buco; baffĂŽute, baffuto. Normalmente è la u che al plurale assume questo suono: assĂštte, assĂŽtte, asciutti, lu prisĂštte, li prisĂŽtte, i prosciutti.

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143


144

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145


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147


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148

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-

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OD OX DUW VLQJ P I LO OD OjFFH V P VHGDQR ODPHQGi· Y ODPHQWDUH ODPHWH V P OLPLWH FRQÀQH ODQGi· Y ODVFLDUH OjLQH R OpQD V I OHJQD SO OL OjLQH ODSuH V P WHJDPH GD FXFLQD OjUHFKH DJJ ODUJR ODUJR ÐPH KUzVVH FDPLVFLD OjUHFKH SHU GLUH GL XQ XRPR JUDQGH PD SLJUR ODVVi· Y ODVFLDUH OjXSH V P OXSR ODYDQQiUH V I ODYDQGDLD OsEEHUH DJJ OLEHUR OqEEUH V P OHSUH OpFHQH V I VXVLQD OsLUH V I OLUD ¶OpLYH V I XOLYR OqWWH V P OHWWR OpWWHUH V I OHWWHUD OsWWUH DJJ HOHWWULFR R HOHWWULFD /D OXFLD OsWWUH OD OXFH HOHWWULFD OL Ou DUW L $UWLFROR SOXUDOH PDVFKLOH H IHPPLQLOH OvFH V I OXFH /LIIjQ]H $OIRQ]R /LMjXQH VRSUDQQRPH

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0

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149


150

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1

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2

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3

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151


152

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SjรฅFH V P SHVFH SO OL SqVFH GLP SLVFLWuOOH SHรฅFLDUpXOH V P SHVFLDUROR SpWH V P SLHGH SO SuWH $QFKH ULIHULWR DG DOEHUR QX SpWH GL SXUWXKiOOH XQ DOEHUR GL DUDQFH 3HWUvFFH QRPH GL SHUVRQD 3LHWUXFFLR SH]]ยทH yVVH V P JLRFR FRQVLVWHQWH QHO ODQFLR GL XQD SLHWUD FRQWUR XQ EHUVDJOLR Ss]]H V I SL]]D Ss]]H GH KUDQGsQLMH Ss]]H QJKH OD SDPPDGpXUH SLDFLjยท Y SLDFHUH SLDJQH V P SLDQWR SLiQH DJJ SLDQR SLDWj V I SLHWj SLFFi SHUFKp SLFFjWH V P SHFFDWR SLFXQGUs V I LSRFRQGULD SLpXYHยท V I OD SLRJJLD SLMMiยท Y SUHQGHUH SLOHUvVFH V DJJ URVVR GL FDSHOOL SLQGjXQH V P FDQWRQH DQJROR GL VWUDGD SO SLQGvXQH SLQQj]]H V I FLJOLD SO OL SHQQp]]H 0RGR GL GLUH ยถQJKH OL SHQQq]]H GHOOยทXFFKLH OL YuยทUDFFXMqQQH SLQQLOvFFH V P SHQGROLQR SLVHOOLQR SLQลงLMjXQH V I SHQVLRQH SLQ]LUH V P SHQVLHUR SLQลงiยท Y SHQVDUH 3LSSsLQH Q SU 3HSSLQR GLPLQXWLYR GL *LXVHSSH SLUDQG QLH V P VFLRFFR SLUOOLEEiWH DJJ SUHOLEDWR SLVjOOH V P SLVHOOR SO SLVuOOH SLVFKLUH V I YDVFD SHU UDFFROWD DFTXD 3LVFLDOXOXqWWH VRSUDQQRPH SLUWXKiOOH V P DUDQFLD SLVFKuUH V I SHVFKLHUD YDVFD XVDWD FRPH UDFFRJOLWRUH GL DFTXD SHU LUULJD]LRQH GHL FDPSL SLVFLWtOOH GL PDMMH V P ELDQFKHWWL DYDQQRWWL GL SHVFH SHVFH QXGR 3uWUH 3LHWUR SLWWLOD]]H V SHWWHJROR D SL]]iOOH V I SL]]HOOD


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4

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5

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153


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6

154

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158

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Indice dei Nomi A Acquarola, Michele 46 Acquarola, Sabrina 78 Adams, Pactch 74 Afeltra, Gaetano 23 Affaldani, Paolo 94 Affaldani, Vincenzo 29, 86 Affinati, 81 Alfieri, 83 Alighieri, Dante 73 Alinovi, Riccardo 6 Aloè, Ivan 6 Altieri, Mario 128 Altieri, Michele 46 Amorosi, Marilisa 106 Andrei, Andrea 89 Andreini, Idiano 6 Andreini, Anna Iole 62 Anelli, Gaetano 10 Anelli, Luigi 15, 18, 27, 103, 125, 127 Anelli, Nicola 20 Anelli, Raffaele 7 Antonucci, Lucio 66 Antonucci, Michele 18 Anzivino, Antonio 66 Argirò, Giuseppe 95 Argnani (ditta) 22 Artese, Chiara 54 Artese, Giulio 39 Artese, Marino 34, 54 Assettati, Marcella 112 Avati, Pupi 72 B Baccalà, Franco 67 Baccalà, Nicolino 128 Bacceli, Pino 106 Bacchelli, Riccardo 23 Baiocco, Anna 42 Baiocco, Maria Grazia 18 Baiocco Celenza, Maria 52, 53 Baiocco, Mario 6, 34 Balzano, Gaetano 42 Barbato, Caterina 6 Barrella, Giancarlo 6 Bassi, Antonio 82 Bassi, Michelina 136 Bassi, Nicola 82 Baudo, Pippo 32

Beaumarchais, Pierre-Augustin 134 Beha, Oliviero 81 Belfiore, Amedeo 129 Belfiore, Mario 116 Beltrame, Achille 125 Benedetti, Germana 81 Benedetti, Rino 96 Benso, Camillo 13 Berghella, Massimiliano 86 Bevilacqua, Antonio 6 Bevilacqua, Antonio 67 Bevilacqua, Michele 6 Bianciardi, Luciano 64 Bile, Cristina 53 Bitritto, Elio 20, 47, 92 Bixio, Nino 102 Bollino, Giuseppe 116 Bolognese, Giovanni 6 Bonacci, Nicola 65 Bontempo, Roberto 112 Bontempo, Alfredo 6 Bontempo, Vincenzo 66 Boraschi, Olga 106, 108 Borbone (famiglia) 13 Borbone (di), Carolina 31 Borbone (di), Ferdinando I 31 Borbone (di), Francesco II 7, 14 Borbone (di), Sofia 14 Borrelli, Alessandro 53 Bosco, Giuseppe 37 Bosco, Pietro 133 Bosco, Raffaele 37 Boselli, Antonio 96 Bozzelli, Michele 67 Brattoli, Piero 133, 134 Brevetti, Domenico 116 Brigida, Concetta 106 Brindisi, Federico 67 Bruno, 83 Bruno, Nicola 67 Bucci, Carlo 26 Buda, Nicola 66 Budano, Franchino 113 Budassi, Amedeo 6 C Caldarelli, Mario 53 Calvano, Paolo 116 Calvano, Serafina 78

Camilleri, Andrea 81 Campo, Lorenzo 119 Cancellieri, Ernesto 131 Canci, Francescopaolo 112 Canci, Gabriella 106 Canci, Giuseppe 58 Canci, Luigi 39 Canci Marino, Lucia 18 Candeloro, Alfonso 70 Cannarsa, Renato 21 Cannizzaro, Nino 86 Canosa, Pier 114 Cantalicio, Graziano 67 Capanna, Mario 107 Capecelatro 119 Capozucco, Luigi 108 Cappa, Nicola 96 Cardone, Luigi 8, 9 Carabba, Antonio 116 Carfagna, Mara 75 Carlesi, Nicola 70 Carlesi, Tato 102 Carmenini, Michele 106 Carofiglio, Giannico 81 Caroli (ditta) 53 Carusi, Teresa 70 Castaldi, Giuseppe 62 Cauli, Maria 6 Cavallone, Giovanni 98 Cavuoti, Pino 110 Celano, Emilio 8 Celano, Antonino 11 Celano, Marianna 11 Celenza, Anna 52 Celenza, Elisa 94 Celenza, Gino 131 Celenza, Giuseppe 52 Celenza, Luigi 131 Celenza, Manuela 34 Celenza, Maria 80 Celenza, Nicola 52, 53 Celenza, Paolo 131 Celenza, Pasquale 127 Celenza, Silvia 112 Centorami, Maria Chiara 24 Chinni (famiglia) 94 Ciafarone, Rocco 6 Ciammaichella, Cesare 6, 118, 119 Ciampi, Carlo Azeglio 97

159


160

Cianci, Angelo 62, 103 Cianci, Encratide 10 Ciancia, Raffaele 66 Ciancio, Gaetano 128 Ciancio, Livia 100 Ciappa, Domenico 134 Ciarallo, Anna 52 Ciccarone (famiglia) 11 Ciccarone, Francesco 19, 49 Ciccarone, Giuliano 66 Ciccarone, Silvio junior 6 Ciccarone, Silvio senior 6, 7, 8, 9, 10, 12, 49 Cicchini, Giuseppe 130, 132 Cicchitti, Enzo 18 Cieri, Francesco Paolo 103 Cieri, Napoleone 122, 126 Cilli, Dino 94 Cimino, Umberto 46 Cinquina, Gino 96 Cinquina, Luigi 129 Cinquina, Michele 128 Cinquina, Nicola 97 Cinquina, Nicola 62 Cinquina, Ninnì 129 Cipolla d’Abruzzo, Corrado 92 Cipollone, Alderamo 53 Cipollone, Gaetano 96 Codagnone, Vitaliano 8, 9 Colamarino, Angelo 133, 134 Colameo, Cosimo 6 Colella, Saverio 67 Coletti, Pierino 80, 129 Compagnoni, Gianna 106, 108 Cordella, Manlio 66 Costagliola, Gennaro 19 Cozzolino, Antonio 119 Crisanti, Nicolino 57, 59 Crisci, Claudio 122, 129, 130 Cristian 89 Cupaioli, Domenico 67 Cupaioli, Domenico 134 Cupaiolo, Nagana 94 D D’Adamo, Bruno 94 D’Adamo, Carlo 112 D’Adamo, Francesco Paolo 6 D’Adamo, Giovanni 129 D’Adamo, Giuseppe 131, 134 D’Adamo, Leonardo 126, 127, 134

D’Adamo, Nicola 116 D’Adamo, Stefano 18 D’Adamo, Teresa 94 D’Adamo, Vincenzo 66 D’Adamo, Vincenzo 96 D’Adamo, Vincenzo 100 D’Addario, Simone 67 D’Aimmo, Rocco 66 D’Alessandro, Filomena 86 Dallara, Tony 89 D’Aloisio, Luigi 6 Damiani, Alex 89 D’Amore, Levino 126 d’Anelli, Vittorio 103 D’Angelo (ditta) 38 D’Angelo, Luigi 134 D’Angelo, Massimo 6 D’Angelo, Pasquale 128 Daniele, Letizia 6 Daniele, Nicola 133, 134 D’Anniballe, Stellerino 6, 100 D’Annunzio, Antonietta 64 D’Annunzio, Domenico 64 D’Annunzio, Elisa 64 D’Annunzio, Fernando 36, 64 D’Annunzio, Gabriele 71 D’Annunzio, Luigi 64 D’Annunzio, Michele 6 D’Annunzio, Michele 47 D’Ascenzo, Fernando 96 Dassori, Marcello 102 D’Attilio, Luigi 130, 133 De Angelis, Wilma 89 De Ascentis, Giulia 68 De Berardinis, 108 De Blasis (famiglia) 10 De Caro, Mario 108 De Cataldo, Giancarlo 81 De Cesare, Michelina 14 De Cristofaro, Paquale 66 De Fanis, Donetro 34, 55 De Fazio, Cosimo 132 De Felice, Antonio 94 De Felice, Giuseppe 46 De Felice, Manuel 70 De Felice, Michela 102 De Ficis, Roberto 86 De Filippis, Cesario 9 De Filippis, Giuseppe 127, 128 De Girolamo, Francesco 11 De Gregorio, Antonio 67 De Guglielmo, Francesco Paolo

18, 27 De Guglielmo, Giuseppe 19 De Guglielmo, Gregorio 19 De Guglielmo, Nicola 125, 128, 131 De Guglielmo, Paolo 128, 130, 132 De Guglielmo, Pasquale 124, 127, 129 De Guglielmo, Salvatore 19 Del Bonifro, 46 Del Borrello, Adriana 106 Del Borrello, Amedeo 129 Del Borrello, Domenico 46 Del Borrello, Edmondo 65 Del Borrello, Giovanni 64 Del Borrello, Giovanni 56 Del Borrello, Rosa 28 Del Casale, Luigi 99 Del Casale, Massimiliano 92 Del Casale, Nicola 46 Del Casale, Paolo 46 Del Casale, Sergio 78 Del Forno, Francesco 67 Del Frà, Grazia 70 Del Greco, Francesco, 49 Del Greco, Gaetano 6 Del Greco, Luigi 49 Della Casa, Ivano 67 Della Guardia (ditta) 38 Della Guardia, Francesco Paolo 52 Della Guardia, Giuseppe 11 Della Penna, Aldo 83 Della Penna, Carlo 26, 102 Della Penna, Luigi 134 Delle Donne, Davide 34 Delle Donne, Giuliano 26 Delli Benedetti, Nicolino 86, 122, 134 Delli Quadri, Gianluigi 62 Del Monaco, Concezio 112 Del Moro, Diomede 22 Del Negro, Adone 62 Del Prete, 11 Del Prete, Franco 112 Del Prete, Lucio 133 Del Prete, Nicola 128 Del Villano, Buono 70 De Marinis, Luigi Maria 11 De Paschinis, Federico 8 D’Ercole, Magda 70


D’Ermilio, Giovanni 36 D’Ermilio, Mario 78 D’Ermilio, Roberto 6 De Rosa, Raffaele 131 De Santis, Aldo 66 Desiati, Francesco 11 Desiderio, Angela 42 De Simone, Ettore 87 D’Ettorre, Antonio 26 D’Ettorre, Liberata 94 D’Ettorre, Luigi 34 Di Blasio, Lelio 18 Di Bussolo, Domenico 116 Di Bussolo, Francescopaolo 126 Di Bussolo, Giuseppe 127, 128 Di Bussolo, Michele 116, 128 Di Bussolo, Nicola 130, 131 Di Bussolo, Paolo 47, 131, 133, 134 Di Candilo, Michele 124, 127 Di Carlo, Maria Pia 6 Di Chiacchio, Giuseppe 116 Di Chiacchio, Michele 62 Di Cicco, Michele 133, 134 Di Cicco, Rosa 52 Di Cicco, Vincenzo 128 Diella, Cosimo 78 Di Fabio, Graziano 67 Di Falco, Angelo 52 Di Falco, Anna Maria 62 Di Falco, Luisa 52 Di Fano, Adamo 126 Di Foglio Di Lello, Michelina 70 Di Fonzo (ditta), 53 Di Fonzo, Antonietta 60 Di Fonzo, Daniele 6 Di Giacomo, Emanuele 67 Di Giacomo, Leano 89 Di Giambattista, Carlo 34 Di Giambattista, Gianni 96 Di Giamberardino Eugenio 6 Di Giulio, 83 Di Guilmi, Michele 116 Di Lallo, Umberto 133 Di Lanciano (ditta) 124 Di Lanciano, Adriana 112 Di Laudo, Daniele 67 Di Lorenzo, Massimo 119 Di Michele Marisi, Marco 34 Di Nardo, Evelina 90 Di Nardo, Rolando 62

Di Nisio, Costantino 57 Di Nisio, Fiorangelo 86 Dino, 89 Di Paolo, Giuseppe 6 Di Paolo, Valentino 66 D’Ippolito, Filoteo 6, 8, 9, 12 Di Risio, Antonio 127 Di Risio, Carmine 62 Di Rosso, Francescopaolo 126 Di Rosso, Maria Spina 52 Di Rosso, Luigi 128 Di Rosso, Michele 40, 94 Di Rosso, Michele 128 Di Santo, Antonio 6 Di Santo, Paolo 94 di Sanza, Lidamaria 42 Di Sciorno (ditta) 38 Di Scipio, Rocco 6, 108 Di Spalatro, Michele 64 Di Spalatro, Nicola 46 Di Stefano, Orazio 78 Di Toro, Marcello 94 Di Viesti, Giulio 116 Dj Pery, 89 D’Onofrio, Adamo 66 D’Onofrio, Adolfo 66 Dossi, Giuseppe 118 Drudi, Gianni 89 D’Ugo, Gabriele 26 E Ego, 134 Ercolano, Ciccio 66 Esposito, Silvana 106 F Fabrizio, Donatella 112 Fabrizio-Costa, Silvia 92, 106 Falcucci, Domenico 86 Falcucci, Piero 86 Fanfani, Amintore 26 Fantasy Band 89 Fariello, Pietro 7 Ferrara, Espedito 27 Finarelli, Antonio 28 Finiguerra, Pina 18 Fino, Gianluigi 67 Fino, Pierangelo 67 Fioravante, Luigi 133 Fiore, Antonio 96 Fiore, Beniamino 21, 34 Fiore, Cesario 124, 125, 127

Fiore, Claudia 26 Fiore, Federica 78 Fiore, Fernando 43 Fiore, Gino 47 Fiore, Giuseppe 124, 125, 127 Fiore, Luigi 64 Fiore, Luca 62 Fiore, Mario 131, 134 Fiore, Nicola 94 Fiore, Paolo 133 Fiore, Riccardo 67 Fioretti, Dino 131, 133 Fioretti, Enzo 78 Fiorini, Antonio 66 Florio, Domenico 124, 125, 127 Fois, 81 Ford, Gerald 23 Formiconi, 108 Forte, Gino 113 Forte, Giuseppe 6 Frangione, Eustachio 78, 113 Frasca, Lino 133, 134 Fuiano, Nino 6 Furlan, Giuseppe 18 G Gaggini, Guglielmo 96 Galante, Ermando 108 Galasso, Peppe 78 Galli, Giancarlo 23 Galuppi, Antonio 96 Garbati, Donatella 102 Garibaldi, Giuseppe 8, 12, 13, 14 Gaspari, Maria 66 Garzarelli, Bruno 66 Gatto Di Cicco, Maria Antonietta 42 Genova, Ludovico 8, 9 Genova, Luigi 48 Genova (famiglia) 10 Genova Rulli (famiglia) 9 Gentile, Tranquillo Luciano 6 Gentile, Vittorio 116 Gesù Cristo 63, 115 Giancola, Angelo Martino 76 Giancola, Filippo 128, 133 Giangiacomo Fabio 6 Giangiacomo Guido 6 Giangrande, Nicola 36 Giannagostino, Giulia 52 Giardino, Luca 67

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Giardino, Simone 67 Gileno, Fernando 96 Gileno, Francesco Paolo 47 Gileno, Lino 131 Gileno, Nicola 47 Gileno, Vincenzo 67 Giò, Antonella 89 Giordano, 108 Giovannelli, Gloria 42 Giovanni Battista (San) 63 Giovine, Francescopaolo 6 Giuliani, Luigi 94 Giulio I (Papa) 115 Gizzarelli, Maria 86 Greco, Francesco 6 Grosso, Michele 39 Guastadisegni, 108 H Heck, 83 Host Venturi, Nino 71

162

I Iacobucci, Felice 18 Iacobucci, Silvana 60, 62 Iacovitti, Luigi 67 Ialacci, Antonio 129 Ialacci, Maria 94 Iammarino, Italo 66 Ilvo 134 I Mitici 89 I Nuovi Angeli, 89 L La Barba, Alberto 106 Labarile, Francesco 6 Ladd, Alan 117 Lalli, Anna 112 Lambertini, Omar 89 Lanzetta, Raffaele 129 La Palombara, Nicola 128 Lapenna, Luciano 6 Laporese, Silvia 18 Lattanzio, Bruno 39 Lattanzio, Silvio 39 La Verghetta, Alessandro 6 La Verghetta, Antonio 102 La Verghetta, Daniela 26 La Verghetta, Luigi 67 La Verghetta, Michele 39 La Verghetta, Nicola 67 La Verghetta, Stefano 67

Lazzaro, Maria Teresa 94 Lembo, Simone 6 Lemme, 15 Lemme, Vincenzo 39 Leone, Luciana 94 Liberati, Vittorio 53 Longhi, Domenico 95 Longhi, Giuseppe 39 Longo, Antonello 106 Longo, Donatella 42 Longo, Florio 53 Loschiavo, Giuseppe 6, 21 Lucarelli, Carlo 81 Luciani, Nicola 46 Lungo, Doralice 19 Lungo, Nicola 19 M Maciano, Diego 103 Maccione, Antonio 67 Madonna, Giuseppe 6 Maggio, Giorgio 42 Maiali, Giovanni 116 Mal, 89 Malatesta, Nicola 78 Mallardo, Raphael, 134 Mancinelli, Enzo 131, 133 Mancini, Sara 34 Mancini, Valeria 34 Manzitti Di Rosso, Maria Pia 34 Maranca, Cesario 46 Marcello, Grazietta 62 Marcello, Luigi 6 Marcello, Vincenzo 6 Marchesani, Angelo 133 Marchesani, Antonietta 64 Marchesani, Antonio 117 Marchesani, Lina 6 Marchesani, Luciano 102 Marchesani, Luigi 10, 12, 104 Marchesani, Luigi 98 Marchesani Marino, Angela 78 Marcovecchio, Manuele 6, 102 Marcucci, Silvana 6 Mariani, Antonio 116 Mariani, Oreste 66 Mariani, Sante 64 Mariani Monacelli, Ettore 19 Mariani Monacelli, Filippo 19 Marinelli, Maria 102 Marinelli, Umberto 72 Marino, Adriano 134

Marino, Giuseppe 63 Marino, Grazia 70 Marino, Maria 30 Marino, Maria Grazia 102 Marinozzi, Nicola 129 Mariotti, Gaetano 67, 70 Mariotti, Giacinto 18 Mariotti, Giuseppe 18, 106 Mariotti, Mirella 70 Marra, Marco 6 Marracino, Vittorio 66 Marrollo, Antonella 26, 60 Marrollo, Calogero 96 Marrollo, Dario 34 Marrollo, Sabrina 26 Martone, Giacinto 9, 10 Martone, Maria 18 Massone, Michele 18 Matacena, 119 Mattia, Marisa 106 Mattia, Michele 107, 108 Mattioli, Pietro 96 Mattioli, Raffaele 23, 71 Mazzatenta, Andrea 92 Mayo, Giovanna 11 Medici (de), Lorenzo 23 Meis, Mara 89 Melle, Alberto 112 Melle, Clelia 108 Melle, Giuseppe 129 Melle, Miriam 102 Memmo, Lino 131 Menna, Felice 104 Menna, Giovanni 96 Menna, Grazia 18 Menna, Sergio 78 Merlino, Mario 108 Mieri, 83 Milano, Rosa 18 MIleno, Cesario 132 Mileno, Costantino (Padre Alberto) 28 Mileno, Enrica 102 Mileno, Filomena 28 Mileno, Francesco 67 Mileno, Gilda 28 Mileno, Giovanni senior 28 Mileno, Giovanni junior 28 Mileno, Giuseppe 28 Mileno, Maria 28 Mileno, Michelina 28 Minnitti, Luigi 6


Mirigliani, Enzo 24 Miscione (famiglia) 56 Miscione, Angelo 128 Miscione, Giuseppe 128 Miscione, Nando 62 Miscione, Nicola 35 Molière, Jean-Baptiste 134 Molino, Antonio 128, 129 Molino, Domenico 6 Molino, Elio 72 Molino, Giovanna 70 Molino, Michele 97 Molino, MimÏ 53 Molino, Nicola 66 Molino, Nicola 76 Molino, Nicola 115 Molino, Walter 125 Monni, Sandra 106 Monteferrante 66 Monteferrante, Fernando 131 Monteferrante, Giovanni 124, 127, 132 Montemurro, Massimiliano 6 Montedorisio, Giovanna 78 Murgante, Antonio 112 Murolo, Luigi 78 Muscariello, Gino 57, 59 Muzii, Florindo 8, 9, 11 N Naglieri, Michele 94 Napolitano, Giuseppe 6 Nardecchia, Franco, 96 Nasci, Carlo 6, 8, 9 Nasci, Giuseppe 6, 118 Nasci, Luigi 6 Neri, Nicoletta 52 New Age Hair, 134 Nicola di Bari (San) 56 Noiret, Philippe 65 Noris, 81 Notarangelo, Michele 6 Notaro (ditta) 38 Notaro, Luciano 39 Notaro, Nicola 6 O Oliva, Gianni 32 Oliva, Nicola 32 Olivieri, Mario 6 Oriente, Luigi 34 Orlando, Alessandro 18

P Pace, Anna Pia 18 Pachioli, Angelo 67 Padovano, Marcello 96 Paglione (famiglia), 88 Paglione, Giulio 34 Paglione, Nicola 26 Paladino, Angelo 34 Palazzo, Maria Teresa 62 Palazzo, Paolo 67 Palazzuolo, Giacinto 6 Palizzi, Filippo 19 Pallavicino, Giorgio 12 Palmieri (famiglia) 10 Palmieri, Filoteo 6 Palombo, Franco 91, 108 Palucci, Ennio 79 Pantini, Michele 11 Pastorelli, Antonino 108 Pateras, Teodoro 12 Pedace, Francesco 119 Peluzzo, Peppino 133 Pennacchi , 81 Pennese, Antonio 34 Perazzelli, Michele 134 Perrozzi, Luigi 66 Perrozzi, Luigi 128 Perrozzi, Michele 128 Pes, Salvatore 10, 12 Petrella, Gaetano 118 Petrongolo, Sergio 6 Petroro, Anna Laura 81 Petroro, Emanuela 81 Petroro, Lello 110 Petroro, Silvio 53 Petruzzelli, Mauro 57 Petruzzelli, Santino 102 Petta, Giulio 50 Petta, Luigi 50 Pettinari, Daniele 134 Piazza, Rosa 6 Piccirilli, Nicola 131 Piccolotti, Francesco 6, 102 Pierabella, Luigi 27 Pierini, Piero, 134 Pierini, Domenico 65 Pietrocola, Filippo 6 Pietrocola, Giuseppe 103 Pizzuti, Piero 39 Pollutri, Giuseppe Francesco 73 Pollutri, Savino 78 Pollutri, Tonino 131, 133, 134

Polsi, Aniello 18 Pomponio, 83 Pomponio, Ciccio 88 Pomponio, Fabio 67 Pomponio, Rino 86 Pomponio, Sara 18 Pomponio, Vincenzo 49 Pomponio, Vincenzo 88 Pontillo, Concetta 18 Pontillo, 64 Pontillo, Tindaro 26, 64, 97 Ponza, Francesco 6, 10, 39 Ponza, Francesco 49 Ponza, Raffaele 10 Pracilio, Giuseppe 64 Prete, Francesco 6 Primavera, Leila 42 Properzio, Vincenzo 70 Prospero, Antonio 6 Q Quagliarella, Gianni 6 R Racciatti, Domenico 6 Radoccia, Alessio 67 Ragni, Cesarino 18 Raimondi, Giuseppe 47 Raimondi, Giuseppe 103 Raimondi, Lellino 113 Ranalli, Nicola 66 Ranalli, Vincenzo 66 Raspa, Anna 28 Raspa, Fernando 66 Reale, Vittorio 133 Recinelli, Cesario 113 Ricchione, Sante 94 Ricci, Alfonso, 49 Ricci, Filoteo 49 Ricci, Giuseppe 8 Ricci, Luigi 8 Ricciardi, Nardino 133 Ritucci (ditta) 38 Ritucci, Ilenia 26 Ritucci Chinni, Florindo 6, 112 Rocchio, Olindo 6, 102 Robertinho, 83 Rocci, Alfredo 119 Rockfeller, Nelson 23 Rondoni, Elena 106 Ronzitti, Cristofer 112 Ronzitti, Domenico 47

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Ronzitti, Michele 66 Ronzitti, Michele 66, 92, 104 Ronzitti, Nicola 46 Ronzitti, Pietro 66 Ronzitti, Vittorio 134 Rossetti, Antonio 112, 126 Rossetti, Gabriele 31 Rossini, Gioacchino 134 Rossi, Alberto 129 Rossi, Angelo 64 Rossi, Saverio 108 Rotondo, Antonio 117 Rucci, Romeo 94, 104 Rulli, Giovanna 9 Russi, Vincenzo 102 Russo, Lorenzo 98 Russo, Vincenzo 71 Russo, Vincenzo 67 Ruta, Damiano 107, 108 Ruzzi, Pietro 66

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S Sabatini, Corrado 6 Sabatini, Nicola 39 Sabatino, Giovanni 66 Sallese, Antonio 30 Sallese, Cesario 30 Sallese, Corrado 30 Sallese, Giuseppe 30 Sallese, Luigi 30 Sallese, Michele 30 Sallese, Nicola 30 Salvatore, Giovanni 116 Salvatorelli, Nunzia 34, 60 Salvatorelli, Remo 26, 95, 96 Sambrotta, Mauro 62, 119 Sanframondi, Domenico 116 Sanframondi, Giuseppe 116 Santoro D’Adamo, Michelina 56, 57, 58 Santoro, Sina 78 Santoro, Vincenzo 56 Santulli, Francesco 108 Saraceni, Antonio 131, 133 Saraceni, Nicola 131 Sarodi, Espedito 53 Sasso, Antonio 18 Savoia (di), Vittorio Emanuele II 8, 12 Scafetta, Giacinto 10 Scampoli, Giuseppe 124, 127, 129

Scarano, Pietro 9 Scardapane, Dario 84 Scardapane, Erminio 6 Scardapane, Leonardo 49 Scardapane, Roberto 49 Scardapane, Wilma 106 Scatola, Sergio 96 Sciascia, Andrea 6 Sciorra, Gianni 6 Scipioni, Otello 130 Scolavino, Lello 91 Scopa, Fernando 66 Scopa, Nicola 46 Scopa, Nicola 116 Scopa, Saverio 46 Scotti, Nicola 16 Serafini, Dom 84 Serafini, Giuseppe 67 Serafini, Giuseppina 18 Serafini, Giuseppina 112 Sigismondi, Decoroso 8 Sigismondi, Elisabetta 42 Sigismondi, Etervardo 6 Sigismondi, Evandro 86 Silla, Enrico 130 Silvis, Piernicola 119 Sisti, Piero 70 Smargiassi, Fabio 6 Smargiassi, Giovanni 66 Smargiassi, Luigi 6, 11 Smerilli, Alessandra 102 Smerilli Ronzitti Graziella 18 Sorgente Francesco Paolo 136 Soria, 83 Soria, Nicola 6 Spagnuolo, Rosaria 74 Spallini, Teresa 42 Spaventa, Silvio 8, 9, 12 Spataro, Giuseppe 26, 83, 94 Speranza, Nicola 134 Sputore, 83 Sputore, Giuseppe 125 Sputore Paglione, Spina 26 Sputore, Vincenzo 6 Sraffa, Piero 23 Stangarone, Letizia 6 Stella, Ester 20 Stella, Francescopaolo 20 Stella, Quirino 20 Stivaletta, Cesario 46 Stivaletta, Gennaro 28 Stivaletta, Luigi 6

Stivaletta, Massimo 62 Stivaletta, Michele 128 Stivaletta, Nicola Maria 46 Stivaletta, Sante 28 Suriani, Anna 6 Suriani, Domenico 49 Suriani, Pietro 6, 38, 98 Suriani, Pompeo 26 Suriani, Vincenzo 18 T Tagliente (ditta) 38 Tagliente, Giuseppe 6, 35, 47, 92, 106, 114 Tagliente, Ilaiza 94 Tagliente, Nadia 18 Tagliente, Vittorio senior 16 Tagliente Vittorio jr 78, 106, 109 Tana, Christian 67 Tana, Michele 18 Tariddi, Nico 26 Tedesco, Roberto 96 Tenaglia, Vincenzo 89, 102 Terpolilli, Roberto 66 Terracciano, Ugo 119 Tessitore (ditta) 78 Tiberi, Filippo 8 Tiberio, Nicola 6 Tiberio, Nicola 46 Tiberio, Tommaso 112 Tlli, Adelio 73 Tomeo, Nicola 46 Tommasi, Giacomo 9, 10, 12 Topolino, 117 Tornatore, Giuseppe 65 Toschi 66 Toschi, Rodolfo 83 Totaro,Angelo 66 Tozzi, Franco 89 Traino, Nicola 78 Tranchella (banda) 15 Travaglini, Agostino 102 Travaglini Gianfranco, 6 Tresca, Luigi 67 Trovarelli, Giuseppe 46 Tumini, Gabriele 18, 95, 96 Turdò, 83 Turilli, Rosella 62 U Ulisse, Maria Annunziata 6 Urbano, Paolo 67


V Valentini (fratelli) 75 Valentini, Antonio 128, 133 Valentini, Concetta 28 Valentini, Cesario 47 Valentini, Fernando 47 Valentini, Giovanni 28, 75 Valentini, Michele 28 Valentini, Nicola 28 Valentini, Nicola 47 Valentini, Nicola 59 Valentini, Romano 66 Vanoni, Ornella 32 Venditti, Franco 119 Ventrella, 83 Ventura, Roberto 18 Verna, Giuseppe 128

Verdone, Carlo 107 Verzellini, Elio 106, 108 Vicino, Giancarlo 106 Vicino, Gianluca 67 Vicino, Maurizio 67 Vicoli, Maurizio 6 Vinci, Cesario 128 Vinciguerra, Anna Maria 94 Vinciguerra, Simona 62 Vitale, Franco 116 Vitelli, Marcello 18 W Wilhelm Celenza, Susanna 78 Williams, Robin 74 Wolf, Nero 23

Z Zaccagnini, 11 Zaccagnini, Gelsomino 6 Zaccaria, Elisabetta 42 Zaccaria, Tommaso 112 Zanella, 107 Zara, Emilio 6 Zavattaro, Francesco 6 Zelli, Auro 89 Zerra, Michele 39 Zillotti, Domenico 67 Zucaletti, Giulio 127

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Gli autori ringraziano per la collaborazione Fabio Mascio per le foto del mese e della copertina, Osvaldo Santoro e Francesco Michele Scafetta per le denominazioni dei Santi in vastese, Un grazie particolare a Luigi Murolo per il prezioso apporto nell’elaborazione del glossario, alla Polizia di Stato nella persona del Dirigente del Commissariato, dott. Cesare Ciammaichella, all'Arma dei Carabinieri nella persona del Comandante della Compagnia, Cap. Giuseppe Loschiavo e al Sig. Antonio Petruzzelli.

Il materiale storico-fotografico è tratto dalle collezioni Calvano e Tagliente, Beniamino Fiore e Giacomo de Crecchio. Ăˆ vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata. Edito a proprie spese dagli autori.


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