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a cura di Giuseppe Tagliente Paolo Calvano Francescopaolo D’Adamo Giovanni Di Rosso
Vasto, città di grazia, fiore della mia terra. G. d’Annunzio
3UHPHVVD Nato per scherzo e ad iniziativa di tre amici (oggi diventati quattro), “Lu Lunarie de lu Uašte” ha avuto subito un gran successo di pubblico, come si dice, e di critica. Sull’onda di questi consensi e sulla spinta di tanti incoraggiamenti ne presentiamo adesso l’edizione 2002, confidando di incontrare altrettanto favore, avendo ad essa dedicato più tempo e dato una sistemazione più organica, che dovrebbe renderne più facile la consultazione e la lettura. L’idea intorno alla quale ruota tutta l’opera è sempre quella della riscoperta della vastesità, cioé della identità culturale del popolo di Vasto, intesa come il complesso della storia, della lingua, dei costumi, delle tradizioni, delle credenze, dei valori, che hanno caratterizzato il vastese nell’arco dei secoli e degli anni passati. Riscoperta necessaria, a nostro giudizio, perché è sulla conoscenza delle proprie peculiarità e sulla consapevolezza del comune sentire che si fonda una comunità di uomini, ch’è cosa ben diversa da un insieme di individui senza legami e senza appartenenze profonde e significative. Ai giovani che, vittime inconsapevoli di un globalismo mercantilista sempre più massificante rischiano di smarrirsi, ne consigliamo la lettura, perché li aiuti a ritrovare il senso compiuto della propria vita e del proprio essere. Gli autori
&DUWD G造,GHQWLWj Nome: Vasto (Istonio dal 1938 al 1944) Denominazione antica: Histonium Altitudine: 143 m. s.l.m. Superficie: 70,63 Kmq Denominazione abitanti: vastesi, localmente vastaroli Numero abitanti: 35.323 al 31/08/2001 Provincia: Chieti Economia: a prevalenza industriale, commerciale. Fiorentissimo il turismo negli ultimi anni. Santo Patrono: San Michele Arcangelo (dal 1827 con breve papale di Leone XII) Gemellata con Perth (W.A.) dal 1989
&HQQL VWRULFL VXOOD FLWWj “Antico municipio dei romani, ove apersi le luci ai rai del giorno, Tu che ornando la spiaggia dei Frentani, hai l’Adria a fronte e lieti colli intorno...” Il verso iniziale del canto poetico che Gabriele Rossetti dedicò alla sua città natale richiama la sua storia millenaria Una storia che sconfina addirittura nella leggenda che la vuole fondata da Diomede, uno dei mitici eroi dell’Iliade di Omero, ma che, in realtà, ha inizio con l’arrivo dei Frentani, una popolazione italica di stirpe sannitica che nella zona si dedicò soprattutto al commercio della lana.
Histonium, dal greco Iston che vuoi dire appunto tela di lana, fu, quindi, il nome con cui venne anticamente denominata Vasto ed istoniesi furono detti i suoi primi abitanti. Alleata di Roma, Histonium ne condivise gli eventi divenendo una delle città più fiorenti della costa adriatica con il privilegio della cittadinanza romana e della potestà di imporre tributi (municipium vuol dire appunto “munus capere”, ossia la potestà di esigere tasse). Con la caduta dell’impero e la invasione dei barbari la città divenne sede di guastaldato, cioè residenza di un guastaldo (amministratore di giustizia) del ducato longobardo di Benevento. Per questa ragione venne denominata “Guasto” da cui derivò il nome Vasto. Distrutta dai Franchi di Pipino, figlio di Carlo Magno, la città venne divisa tra il Guastaldo Aymone e il Guastaldo Gisone, conservando tale ripartizione amministrativa anche con i successivi feudatari. Saccheggiata e distrutta, a più riprese, dai Saraceni e dagli Ungari. restituita - infine -ad unità territoriale nel 1385 per decreto di Carlo III di Durazzo, Guasto fu feudo dapprima dei Caldora, quindi dei Guevara ed infine dei d’Avalos, che la tennero ininterrottamente dal 1496 al 1798. Per tre secoli, la storia della città si confuse con quella di questa nobile famiglia di origine spagnola, i cui esponenti di maggior spicco furono Alfonso II, governatore del ducato di Milano; Ferrante Francesco, famoso condottiero vincitore della battaglia di Pavia contro i francesi di Francesco II di Valois e marito di Vittoria Colonna; Ferdinando Francesco che fu viceré di Sicilia e Cesare Michelangelo, ricordato per aver fatto coniare moneta (il tallero del Vasto, il mezzo tallero, lo zecchino ed il mezzo zecchino) e per aver ottenuto da Carlo III il diploma con il quale venne conferito a Vasto il 29 Marzo del 1710 il titolo di Città e l’autorizzazione a sede vescovile. Gli avvenimenti conseguenti alla rivoluzione francese del 1789, i moti del 1799 e l’instaurazione della monarchia napoleonica di Gioacchino Murat che abolì le leggi feudali, ebbero un notevole influsso sulla vita della Città, che fu uno dei centri abruzzesi più attivi nella lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia a cui tributò un notevole contributo di sangue. All’inizio del nuovo secolo e dopo quello che ha visto due guerre mondiali ed una profonda e radicale trasformazione della società, Vasto è una città moderna, tra le più popolose ed industriose d’Abruzzo che guarda al futuro con fiducia e con nuove e più che legittime ambizioni.
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Tra i tanti concittadini che nei secoli hanno onorato la CittĂ ricordiamo: Lucio Valerio PUDENTE, incoronato poeta all’etĂ di 13 anni in Campidoglio a Roma dall’Imperatore Traiano; Caio DIDIO, ammiraglio della flotta romana nella guerra tra Cesare e Pompeo; Riccio DE PARMA, uno dei 13 cavalieri italiani che sfidarono i francesi a Barletta; Bernardino CARNEFRESCA, detto il Lupacchino, (ca. 1490 - post 1555) musicista autore di famosi madrigali e maestro del Palestrina; Giulio Cesare DE LITIIS, (1734 - 1816) autore di dipinti a soggetto religioso; Nicola TIBERI, (1745 - 1805) pittore, incisore e poeta; Gabriele ROSSETTI, (1783 - 1854) poeta e patriota esule in Inghilterra. Padre di Dante Gabriel, capofila della Confraternita Preraffaellita; Francesco ROMANI, (1785 - 1852) medico, che introdusse l’omeopatia in Italia; Luigi CARDONE, (1789 - 1855) patriota e carbonaro; Luigi MARCHESANI, (1802 - 1870) medico ed autore della Storia di Vasto; Gabriele SMARGIASSI, (1798 - 1882) pittore della scuola napoletana, precursore e maestro dei piĂš noti fratelli PALIZZI: Giuseppe (1812 - 1888), Filippo (1819 - 1899), Nicola (1820 - 1870) e Francesco Paolo (1825 - 1870); Silvio CICCARONE, (1821 - 1897) patriota, comandante del battaglione Vasto della Guardia Nazionale; Valerico LACCETTI, (1836 - 1909) famoso pittore che operò a Roma; Giuseppe de’ CONTI RICCI, (1844 - 1867) caduto nella battaglia di Mentana; Gaetano MUROLO, (1858 - 1903) poeta dialettale; Luigi ANELLI, (1860 - 1944) storico patrio e dialettologo, autore di saggi e commedie in vernacolo; Ernesto CORDELLA, (1864 - 1905) capitano di artiglieria combattente ad Adua ed esploratore nel Congo Belga; Francesco DEL GRECO, (1864 - 1947) psichiatra ed antropologo; Francesco CARDONE, (1865 - 1937) pittore; Giuseppe MANZITTI, (1871 - 1925) fondò la societĂ di assicurazioni Mutua Marittima Nazionale con sede a Genova, prima iniziativa previdenziale nel settore; Ettore IANNI, (1875 - 1956) scrittore e giornalista; per anni una delle firme piĂš prestigiose del “Corriere della Seraâ€?; Camillo MANZITTI, (1877 - 1950) ingegnere diresse la produzione di cannoni alla Ansaldo durante la prima guerra mondiale, poi si specializzò del settore nautico; Romualdo PANTINI, (1877 - 1945) poeta e tragediografo, collaboratore della prestigiosa rivista letteraria “Il Marzoccoâ€?;
Nicola GALANTE, (1883 - 1969) artista tra i più rappresentativi della pittura del Novecento, esponente del “Gruppo dei sei” operante a Torino e Genova; Florindo RITUCCI CHINNI, (1886 - 1955) Sindaco di Vasto, prima e dopo il fascismo, fu artista eclettico e raffinato; Carlo D’ALOYSIO da Vasto, (1892 - 1971) pittore e xilografo; Raffaele MATTIOLI, (1895 - 1973) banchiere umanista che per un quarantennio diresse la banca Commerciale Italiana; Giuseppe SPATARO, (1897 - 1979) uomo politico più volte ministro nei governi del secondo dopoguerra; Giuseppe PERROZZI, (1899 - 1973) poeta dialettale; Elena SANGRO (nome d’arte di Maria Antonietta Bartoli Avveduti), (1897 - 1969) attrice che ebbe grande notorietà nel periodo del cinema muto; Aniello POLSI, (1905 - 1983) musicista, autore di notissime melodie popolari; Espedito FERRARA, (1908 - 1992) giornalista e commediografo; Ernesto CIANCI, (1908 - 1992) esperto economista e dirigente industriale; Filandro LATTANZIO, (1908 - 1986) pittore che ha operato per decenni in Francia; Antonio CICCARONE, (1909 - 1983) ricercatore e docente universitario di patologia vegetale; Giuseppe PIETROCOLA, (1909 - 2001) pubblicista ed appassionato cultore della storia patria; Don Salvatore PEPE, (1915 - 1997) oratore valentissimo e cultore della parlature paisane; Michele FIORE, (1910 - 1973) pittore; Luigi MARTELLA, (1911 - 1971) pittore ed educatore; Carlo ANELLI, (1924 - 1997) professore universitario e presidente del Consiglio di Stato.
Numerosi i vastesi che si sono distinti all’estero. Tra questi: Carlo DELLA PENNA, (1879 - 1971) emigrato in Argentina divenne uno dei più valenti industriali, editore e fondatore della rivista culturale “Histonium”; Luigi RUZZI, (1881 - 1945) dopo aver fatto fortuna in Argentina come industriale fece costruire nel 1931 il Politeama; Franco PAOLANTONIO (1887 - 1979) e Juan DEL PRETE, (1897 - 1987) pittori che acquisirono grande notorietà in America Latina; Pietro DI DONATO, (1911 - 1992) autore di Cristo tra i muratori e Tre cerchi di luce, romanzi che narrano le vicende degli emigrati vastesi in USA.
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dall’Unità d’Italia
1860- 68
Filoteo D’IPPOLlTO
1868- 76
Silvio CICCARONE Senior
1876
Carlo NASCI
1878- 96
Francesco PONZA
1897
Luigi D’ALOISIO
1897-1919
Luigi NASCI
1919
Gelsomino ZACCAGNINI
1920- 21
Filoteo PALMIERI
1921- 23
Florindo RITUCCI CHINNI
1924- 33
Pietro SURIANI
1934- 35
Gaetano DEL GRECO
1937- 40
Erminio SCARDAPANE
1941
Francescopaolo GIOVINE
1942- 43
Silvio CICCARONE Junior
1943- 44
Emilio ZARA
1944- 45
Giuseppe NASCI
1946- 55
Florindo RITUCCI CHINNI
1955- 56
Olindo ROCCHIO
1956- 62
Idiano ANDREINI
1962- 73
Silvio CICCARONE Junior
1973- 79
Nicola NOTARO
1980- 93
Antonio PROSPERO
1994-2000
Giuseppe TAGLIENTE
2000-2001
Giovanni BOLOGNESE
2001-
Filippo
COLA
PIETRO-
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Lo stemma della città è uno scudo quadripartito a scacchiera con i colori del rosso e dell’argento tra di loro incrociati, circondato dalla scritta “VASTUM OLIM HISTONIUM ROMANUM MUNICIPIUM” (Vasto l’antica Histonium Municipio Romano)
L’inno dei vastesi
8DVWH EEHOOH WHUUD G¤HXUH di Francesco Paolo Votinelli*
1. M’ arecorde de lu Uaste lu paÊse addò so’ nate, cande jè’ pe la bbisagne a sta terra ajje migrate. Nemme puzze ma scurdaje fore la porte a lu Cuastelle, addò Sande Pandalà une vennà ive ndriche e sciavunèlle. Ritornello Uaste bbèlle, terra d’Êure notte e jurne penz’ a ttaje ma fa prima che mme mÊure te putÊsse arevidaje. 2. De la fà mmene a la Mèreche l’ome fanne nu cciudaje: ppÊn’ asciute da la scagne dà nne satte a fà bbattaje. Se le mbià schene la facce nghe la ciprie e lu rusciatte ma nen và lene nu pà ile de na tosta cafunà tte. Uaste bbèlle, ecc. 3. Se vvulème fà le bbagne s’ ha da ije a Sà ute BbÏcce ma nge sta le bbille scuje che ttinème a la Pinnicce. Aècche, l’acche de lu mare mbuzzenite de bbinzèine: a Ccasà rze sinde l’acche addurà de quarajèine. Uaste bbèlle, ecc.
* Francesco Paolo Votinelli Nasce a Vasto il 13 ottobre 1891 e dopo una giovinezza vissuta nel popoloso quartiere del “castelloâ€? a 16 anni parte da Napoli per la mitica America alla ricerca di lavoro e di un futuro migliore. A New York lavora come sarto e per il suo carattere gioviale diventa un punto di riferimento per tutta la comunitĂ vastese. Viene chiamato “lu pelajjeâ€? proprio per la sua capacitĂ di insaporire gli incontri dei concittadini emigranti e in una serata tra amici nasce “Vaste bbelle, terra d’eureâ€? che diverrĂ l’inno dei Vastesi. Nel 1965 la nostalgia della terra natia lo spinge a tornare a Vasto dove si spegne il 14 Novembre 1969, con l’unanime cordoglio della cittĂ .
Il personaggio dell’anno
/XLJL $QHOOL Luigi Anelli è stato un personaggio eclettico, poliedrico, con una molteplicità di interessi e con uno sterminato campionario di attività: poeta, storico, commediografo, archeologo, numismatico, dialettologo, editore, musicista, tipografo. In una parola un intellettuale nel senso più ampio e profondo del termine. Vasto ha rappresentato per lui la costante passione ed il centro della sua azione civile e culturale. Questa mente vulcanica, che si infervorava nelle attività più disparate, era affiancata ad un carattere introverso, quasi chiuso. Nasce in Vasto il 20 febbraio 1860 da Gaetano Anelli ed Encratide Cianci, commercianti che in un negozio di Corso de Parma vendevano articoli di merceria e giocattoli. Terzo di sei figli, rivela sin dalla fanciullezza un ingegno non comune, e, dopo aver compiuto gli studi tecnici inizia, da autodidatta, ad approfondire la storia di Vasto, inclinazione che sarà il filo conduttore di tutta la sua esistenza e della sua produzione culturale. Nel 1878 partecipa con altri giovani abruzzesi, (Mezzanotte, Scarfoglio, De Luca, Consalvo, Tinozzi ) alcuni dei quali vastesi, alla pubblicazione, che si protrae per due mesi, del periodico “In vacanza” edito da Rocco Carabba e con redazione a Vasto in corso Plebiscito al n. 34. Nel 1883 entra in società con i fratelli Manzitti nella gestione di una tipografia. E’ la sua strada, che gli permette di sbarcare il lunario e gli facilita la pubblicazione di tutte le sue fatiche letterarie. Alla prima edizione di “Ricordi di storia vastese” (1885) segue nel 1890 la “Disamina del sistema allegorico della Divina Commedia di Gabriele Rossetti”. Nel 1890, tramite l’interessamento dello studioso Francesco d’Ovidio, viene nominato professore di lingua italiana nelle scuole tecniche. Questa laurea honoris causa è il primo riconoscimento del suo valore in campo storico e letterario. Archeologo e ricercatore di documenti antichi, viene nominato nel 1899 direttore del Museo Archeologico, continuando l’opera iniziata dal Marchesani. Per un trentennio amplia, riordina, classifica, raccoglie pazientemente le patrie memorie e arricchisce il Museo Civico con una notevole raccolta numismatica di più di mille monete medievali. Dal 1907 ricopre la carica di Ispettore dei Monumenti; segue gli scavi delle tombe italiche nella necropoli del tratturo e custode inflessibile, del patrimonio artistico-culturale, nel 1923 si dimette per protesta contro alcuni interventi fatti dal proprietario nel castello caldoresco. Si afferma anche in campo giornalistico collaborando per molti anni al periodico “Istonio” degli amici Emilio e Silvio Monacelli. Nel 1923 fonda “Il Vastese d’oltre oceano”,
quindicinale che per 10 anni dirige, compone, stampa e vende, con la consapevolezza che questo periodico rappresenta per molti vastesi all’estero il legame concreto ed affettuoso con la madrepatria. Il foglio informa gli emigranti dei principali avvenimenti in Vasto e trasmette ai parenti rimasti in patria le attività e le novità all’estero nella rubrica Piccola posta. Nel teatro riesce a rappresentare l’arguzia popolare, con personaggi bizzarri e coloriti che dialogano in modo che ancor’oggi appare frizzante e divertente. Nel 1894 viene rappresentata “Crèste gna vàite accuscèè pruvàite”, nel 1897 “A ch’attocche attocche” e accompagnato dalla musica del maestro Aniello Polsi, nel 1923 propone “Lu zije spiccicate!” . I “Proverbi vastesi” (1897), il gustosissimo ”Origine di alcuni modi di dire popolari nel dialetto vastese” (1897) ed il “Vocabolario vastese” (1901) sono il tentativo riuscito di dare dignità culturale alla nostra parlata, di approfondire la saggezza degli avi, di scoprirne e di trasmetterne la “cultura”, come desideri, passioni, ansie, cioè come esperienza di vita. In Fujje ammèsche del 1892, Anelli racchiude in 40 composizioni poetiche il mondo, ormai scomparso, della Vasto fine ‘800; con personaggi caratteristici che, appena abbozzati nei loro tratti essenziali, in poche battute sanno strappare un sorriso e suggerire una riflessione. Sono “situazioni, personaggi, atteggiamenti in cui ognuno di noi può con struggente tenerezza, riconoscersi e ritrovarsi nell’ambiente in cui vive e che perciò gli è più congeniale e più caro.” Le monografie di tipo storico, sempre ispirate dall’amore per la nostra piccola patria, sono diverse e trovano una felice sintesi nel gioiello del 1929 “Histonium ed il Vasto attraverso i secoli” che conclude una faticosa ma proficua ricerca durata quasi mezzo secolo. La musicalità sotterranea dei sonetti e dei proverbi prorompe in modo evidente nelle canzoni “La belline” e “Lu cardille”, che esprimono l’animo popolare e che sono ancora cantate dalla gente del “popolo”. Negli ultimi anni svolge la funzione di bibliotecario alla “Rossetti”, con la cura e l’amore di sempre; ce ne da testimonianza Giorgio Pillon delineandone la figura nobilmente dignitosa e generosamente amica verso tutti ed in particolare verso gli intellettuali antifascisti confinati a Vasto Marina. Muore a Vasto il 14 Dicembre 1944. Nella memoria dei concittadini si tramanda l’immagine di un galantuomo ottocentesco, onesto, intransigente e instancabile, con una moderna vitalità intellettuale ed una profonda humanitas.
Luoghi della memoria
7HDWUR 5RVVHWWL LA STORIA Durante l’occupazione francese il convento di S.Spirito viene confiscato ai celestini e il chiostro adibito a carcere. Nel 1818, sindaco Domenico Laccetti, la Chiesa viene trasformata in teatro. Il 30 maggio 1819 il Regio teatro Borbonico, pur incompleto, viene inaugurato da una compagnia di dilettanti. Il progetto dell’opera è dell’ing. Taddeo Salvini di Orsogna e nel 1830 la realizzazione delle parti lignee viene affidata all’arch. Nicola Maria Pietrocola che per l’esecuzione si avvale del maestro ebanista vastese Pasquale Monacelli. Il sipario, raffigurante /¶LQFRURQD ]LRQH GL /XFLR 9DOHULR 3XGHQWH LQ &DPSLGRJOLR, dipinto dall’orsognese Franceschini su bozzetto di Nicola De Laurentis, viene realizzato nel luglio 1832. Un mese dopo il Consiglio Decurionale nomina la delegazione comunale per l’amministrazione e delibera il regolamento del Teatro Comunale. Il 15 settembre 1832 il teatro, ormai completato, viene ufficialmente riaperto alla presenza, nel palco appositamente predisposto, “dell’augusta persona del Sovrano Ferdinando II”. Nel 1841 il Consiglio affida l’incarico per l’intervento di “accomodamento da farsi al tetto” all’arch. Pietrocola e il consolidamento delle strutture viene eseguito, in economia, nel 1842 con la supervisione dei Decurioni Domenico Crisci e Vincenzo Marchesani. A questo punto la struttura del teatro è ormai definita e l’artefice principale può essere ritenuto il Pietrocola, che, come gli è divenuto abituale, interviene per perfezionare opere che non ha progettato. Con l’unità d’Italia, cambia la denominazione ed il teatro viene dedicato a Gabriele Rossetti. Nel 1908, sindaco Luigi Nasci, vengono avviati importanti lavori di restauro e di completamento. Sono interamente decorati a stucco e dorati gli esterni dei palchi dai fratelli L. e P. Cervelli e gli interni dei palchi sono tappezzati con parati damascati. Nel 1944, durante l’occupazione delle truppe alleate che risalgono l’Italia, la struttura è utilizzata come magazzino; gli interni vengono irrimediabilmente degradati e viene asportato il sipario che scompare nel nulla. Gli ultimi restauri degli anni ’80 e ’90 hanno riconsegnato a tutta la cittadinanza questo splendido gioiello che viene attualmente utilizzato per eventi di alto livello culturale ed artistico.
LA STRUTTURA Dal IR\HU un piccolo ingresso immette nei tre ordini di palchi con rispettivi corridoi ed in una sala di appena cinquanta metri quadrati. Sala e palchi possono accogliere 160 spettatori; il boccascena è largo poco meno di 6 metri ed il palcoscenico ha una profondità di 7 metri.
LA DECORAZIONE DELLA VOLTA /H RUH GHOL]LDWH GDOOH 0XVH, la tela sulla volta del teatro che tutti a prima vista ritengono un affresco per le dimensioni e per la perfetta aderenza al solaio, reca la firma di Federico Ballester. Sua anche quella sull’affresco ( per davvero) del IR\HU, che l’artista abbandonò incompiuto a causa di divergenze insorte con il committente. Realizzate nel 1908 le opere costituiscono un significativo esempio della produzione dell’artista. Nato a Roma il 13 marzo 1865, ma di origini spagnole, Ballester cresce nella cerchia dei pittori iberici Fabrès, Villegas, Sorolla, Fortuny, dimostrando sin da giovane uno straordinario talento nel disegno e nell’impiego del colore ed un interesse nei confronti delle nuove tendenze pittoriche del periodo a cavallo tra la fine dell’ottocento ed i primi anni del novecento. Affascinato soprattutto dallo -XJHQGVWLO, l’arte nuova che sarà poi chiamata anche /LEHUW\, diventa uno dei più attivi interpreti di questo stile realizzando molteplici opere, di cui le più interessanti sono quelle realizzate in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi nel 1900 presso il padiglione italiano ed i SODIRQGV dell’Ambasciata di Spagna, del Teatro Argentina e del Cinema Moderno a Roma. Il cinema attrae infine Ballester negli ultimi anni della sua vita . Amico fraterno di Enrico Guazzoni, pioniere della cinematografia italiana, che aveva lasciato il pennello per la macchina da presa, nonché di Filoteo Alberini, il padre del cinema italiano, che lo apprezza moltissimo, realizza una fitta serie di bozzetti e di manifesti per la &LQHV e per le più importanti case di produzione dell’epoca ed apre la strada al figlio Anselmo, che diventerà il più famoso, forse, e prolifico cartellonista del cinema italiano. Federico Ballester si spegne a Roma il 29 maggio 1926.
2002
Dicembre 2001
GENNAIO
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande SilveĹĄtre
Cape d’Anne
Sande Ggrigorie
Sanda Genuèffe
LO &DSRGDQQR Cand’ Ă jje caminĂ te chista notte, P’ aritruvĂ la porta di stu loche. RingrĂ zie Ddè’, ca I’ Ă jj’ aritruvĂ te, Salute canda ggènde sta a stu loche. I’ ti salĂšte ‘ssa cambre e ‘ssa cucèine, Addò’ spassègge ‘ssa donna riggine. I’ ti salĂšte chi ‘ssa bella tĂ vele. ‘Nghi ‘ccanda ggènde ci staj’ a magnĂ . I’ ti salĂšte chi ‘ssa bella trècce, Pi’ ccanda vodde ti li sciujj e ‘tacche. ‘I’ ti salĂšte chi ‘ssa bella veste, Pi’ ccanda punde ci’ Ă messe la mĂ stre.
I’ ti salĂšte cuscine e matarĂ zze, Addò ripose li vostre billezze. Queste li diche e li diche candĂ nne, A lu bon brincĂŹpie d’ Ă nne. Di una cosa mi n’avè’ scurdate, A . . . ni l’avè’ salutate. Ajje sumundate ‘na misĂšre di lènde, Bbòn’ gapidĂ nne pur’ a la jumènde. Si mi dèje ‘na scrippèlle Mo’ ti sone tande ‘bbèlle; Si me dèje nu quaggiaune Mo ti sone n’addre ccĂ une; E si ni mmi vu rrapĂŹ Bbòna nott’ Ă â€˜ssugnuri’ !
VenerdĂŹ
Sabato
Sand’Angela
Sanda ‘MĂŤliene
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(¡ WUDGL]LRQH YDVWHVH VDOXWDUH SHU OH VWUDGH LO &DSRGDQQR H SRL DQQXQFLDUH O¡(SLIDQLD FLRp DSSXQWR OD 3DVTXHWWD
Noi veniamo in questa sera Con una nuova piĂš che vĂŠra: Domattina è la Pasquetta Che sia sempre e benedetta. Si riempino i nostri cori Di contenti e di stupori: Vanno gli angioli cantando E i pastori festeggiando. Van dicendo per la via: Già è nato il gran Messia! I tre Re dell’Oriente Domenica Se ne partirono allegramente. la Bbufaneje Grande stella rifulgeva, Per la via li dirigeva, E arrivato ad un tal loco Si fermò la stella un poco. Si fermò la bella stella Sopra rozza capannella, Dove era il gran Signore, Il Dio nato, il Redentore. Ivi giunti i Santi Re Genuflessi tutti, e tre, A GesĂš, vago tesoro, DiĂŠro incenso, mirra ed oro. Adorato Iddio Bambino JHQQDLR Si rimisero in cammino, 0XRUH D 3DULJL LO SLWWRUH *LXVHSSH 3DOL]]L E devoti rimarranno IUDWHOOR GL )LOLSSR XQR GHL PDVVLPL HVSR Anche al tempio se non vanno. QHQWL GHOOD VFXROD SLWWRULFD GL %DUEL]RQ Or che detto il gran vero Noi abbiamo di un mistero, JHQQDLR Date a noi da mangiar pane 0XRUH )UDQFHVFR 3RQ]D VLQGDFR GHOOD Per stasera e per domani. FLWWj GDO E con bella cortesia Alla nostra compagnia Date a noi un gallinaccio, O salsicce, o sanguinaccio. O prosciutto e mortadelle, O buon cacio o scamorzelle; Noi di qui non ce ne andremo Se di doni non ne avremo. E se ora non pòtete, Domattina ci darete; Ed intanto vi auguriamo Pasquale Savino e Paolo Gileno che da cinquant’anni allietano Buona Pasqua e ce n’andiamo. Vasto con il canto della “Pasquettaâ€? di Domenico Marchesani
GENNAIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Raimande
Sande Severiane
Sande Adriane
Sande Alde
/D YDOLVFH - Mazzèlle, fijje mè’, sinde nu ccone. E’ pronde la valisce: ci so messe nu pullastrèlle, du’ trĂŠ ove allèsse, trĂŠ quattre partehĂ lle e vine bbone. Ce truve quattre cinghe pedalĂŹne cazzĂšne, na camisce de fustĂ gne, na scuffietta rosce de recĂ gne e n’addre quattre cinghe mutandine. E ce so’ messe na majje de lane, nu pare de scarpine e fazzulètte: l’umbrèlle è mejje ca le purte ‘m mane, lu spolverine è mejje ca le mette. E famme nu piacere, mamma sÊ’: appen’arrĂŹve, fĂ mmele sapÊ’. Raffaele Artese
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda UnurĂźate
Sande MudeĹĄte
Domenica
Caggiune e caggiunitte I����������: per il ripieno: 500 gr. di ceci passati; 200 gr. di miele; 50 gr. di zucchero; noci a piacere; cioccolato, pinoli, un pò di buccia di arancia; (far bollire il tutto per 5 minuti); per la sfoglia: 300 gr. di farina; un uovo; mezzo bicchiere di vino bianco, vermuth, latte e olio.
Sande Ilarie
P�����������: Impastare bene e dopo aver ottenuto due sfoglie sottili dispone sul tavolo per sistemarvi il ripieno a mucchietti, ben distanziati tra di loro. Servendosi del mattarello stendere la seconda sfoglia da sistemare sul ripieno. Premere leggermente con la punta delle dita la pasta intorno al ripieno e con la rotellina dentata ritagliare i calcioni e friggere con abbondante olio.
*HQQDLR 9LHQH LQDXJXUDWD OD 6FXROD 3URIHVVLRQDOH Alias... Arisiťte 0DULWWLPD ´$QGUHD %DÀOH¾ GLUHWWD GDO Centocinquant’anni fa, in uno stambugio, aveva FDSLWDQR 0LFKHOH 2OLYLHUL
Buon Compleanno Paolo Del Casale (1Âş gennaio) Peppino Catania (1Âş gennaio) Don Domenico Larcinese (5 gennaio) Padre Agostino Frezza (5 gennaio) Cenzino Mileno (13 gennaio) Camillo Litterio (16 gennaio)
bottega un tale Don Michele, tipo curioso e mattoide, il quale menava vanto della sua barba ispida da porcospino e delle sue quattro professioni, come chiamava lui: supplicante, basso chirurgo, conciacapelli e barbitonsore. Il mestiere che gli diede piĂš lustro fu quello di barbiere per il quale disponeva di tre qualitĂ di rasoi: arisiĹĄte, piscesotte, e lĂ creme all’ucchie. Chi andava a radersi, con seriositĂ sentiva rivolgersi la domanda: ChivvĂš: ArisiĹĄte, Piscesotte e Lacreme all’ucchie? Il compenso pattuibile determinava in conseguenza quale rasoio “usareâ€?; Il piĂš economico era “ArisiĹĄteâ€? per la modica spesa di “nu’ soddeâ€?.
GENNAIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande PrimĂŻane
Sande Maure
Sande MarcellĂŤine
Sande Andunie
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Li parind’ a Sand’Andune Li vulèven ‘accasaje: Ma lu Sande penze bbune E al diserte si ni vaje, Pi ‘n ‘avè’ la siccatiure D’ alluvà ’ li crijature.
Sand’Andun’ aripizzave Nghi la sibber ‘e nghi l’ache. Lu dumonie i stuqquave Mò lu rĂ ife e mò lu spache. Ma ‘na vodde ci l’ingojje E i’ ammĂ ine gnè nu bojje.
Ma dapĂš chi ci aripenze, Pi li come ti l’afferre; Nghi na viss a vija ‘nnenze Li fa ji’ di cule ‘nderre. ‘M bette i piande nu hinucchĂŹe E da fèure i fa ‘sci l’ucchie!
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E cambanne da rumèite Va’ lu cĂŠfer’ a tindarle: Li disfèit’ a ‘na partèite... Ma lu sande poche parle: Li vichele scole chilme E lu cefre mann’ all’ hilme.
Pi suspette lu dumonie J’ arimmocche la pignete. ‘Ngifirèite Sand’Andonie Ti l’aggrapp’ a vij’ arrete; L’appindĂ une a nu curnacchie E i mĂ cceche ‘na racchie.
Sand’Andune nghi la mbisse Jav’ a cacce a ciammajjèiche. Lu dumonie nghi ‘na visse Li fa jÏ’ sopr’ a l’ardeiche. Sand’Andune ci si stezze, Gnè nu cèfere s’ arrezze.
Bona sĂ ir ‘a tutte quende Bona ggenda cristijane; Bona sĂ ir e allecramente Ca vi dèiche ch’ è dumane Sand’Andune binidatte Nghi la mazz’ e lu purcatte.
A la cassce Sand’Andonie Ci tinè du caracèine. Annaschiusce lu dumonie L’assimav’ ògne matèine. Sand’Andun’ ci li toppe E i fa’ sunà ’ la groppe.
‘Na matèine Sand’Andonie Si magnà ’ du taijulèine. Zitti zette lu dumonie I sbascesce la fircèine; E lu sande nin zi ‘nganne Nghi li mene si li magne.
Arrizzete Sand’Andonie Nghi l’ardèiche fa nu fasce, E acchiappate lu dumonie Prèim ‘annende l’arimbasce, Po’ vuddat’ a part’ arrete I li striusce a lu sucrete.
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda Lebbrate
Sande Marie
Domenica Sande BaĹĄtiane Lu GubbulĂŠ
Lu dumonie a tanda hueje Pi ‘n’ zi fa’ cchiĂš ‘rruvuneje Dèice: Ndu’ vi ch’ è nu scherze, ‘N’ di li tojje ‘a la dimmerze. E lu sande: Pure jejje L’ Ă jje fatte Pi pascejje.
Lu dumonie scurtuquate Ni lassav’ a ji’ ppritanne. Sand’Andune dispirate Pi purcille si li scanne: Si li spezz, si li sale, E ci fa bon Garnivale.
Sand’Andunie huatte huatte Jav’ a faje nu bbusagne. Lu dumonie da ‘na fratte I smicceve la vrivagne. Lu rumeite si ‘na ddĂ une E i’ ammolle lu gruppĂ une.
S’ Ă jje dette ‘sta sturielle e pi ress’ ‘arihalate Fitatezze, custatelle, Saggicciutt’ e sangunate: Chi mi da’ lu porche sane Sci bbindatte chili mane.
‘N’ addrĂ vodde si va a matte A ffa a lotte nghi lu sande, Lu rumèite ti l’ahhuande Ti li matt’ a cocce satte; E nghi l’acche di cutèine I li fa nu lavatèine.
Nghi sta nèuve chi vi porte è firniute lu quandaje. Arrapèteme ‘ssi porte, Ca mi vujj’ ariscallaje: Ca ‘stu fradde malidatte Mi fa’ sbatte li hangatte.
Fatt’ e fattatille 'RQ 5RPHR H OD GLYLQD SURYYLGHQ]D Don Romeo Rucci, l’amatissimo parroco di San Pietro del quale rimane ancora vivo tra i fedeli il ricordo, era anche famoso per le battute caustiche e taglienti, pronunciate in un dialetto molto, molto stretto. A “Gine la guardieâ€? che, centrato dalle feci d’una innocente rondinella sopra un abito candido appena indossato, stava per prorompere in una solenne bestemmia, tappò una volta repentinamente la bocca dicendogli severamente: “Statte zette‌e ringrazie lu Patraterne cha n’ha masse li scennele a le vacche!â€?(Taci‌e ringrazia il Padreterno che non ha messo le ali alle vacche).
“Gine la guardieâ€?, uomo come dire... tutto d’un pezzo, classe 1910, padre di otto figli (uno generale degli Alpini in pensione !), è l’unico componente del primo “Corpo di Vigili Urbaniâ€? (costituito a Vasto nel 1939 ), ad essere ancora tra noi. A Lui e Signora (nella foto) tanti auguri di lunga e felice vita ancora.
GENNAIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda ‘Gnaise
Sande Vincenze
Sande Bernarde
Sande Frangische
Il personaggio /XFLDQR 7RVRQH
Ingegnere, docente presso l’Istituto per geometri “Filippo Palizziâ€?, libero professionista, pittore originalissimo, Luciano Tosone ha vissuto gran parte della sua vita a Vasto, ove gode di stima incondizionata per aver realizzato opere di grande valenza architettonica e per aver educato generazioni di giovani professionisti. Dedicatosi da ultimo alla pittura, è stato chiamato a partecipare ad importanti mostre nelle quali ha riscosso grande apprezzamento per le sue rappresentazioni pittoriche, dalle quali traspare lo sforzo di riprodurre la realtĂ attraverso cromatismi che ne colgano non solo l’immagine, ma l’atmosfera intesa come sintesi di colori, di suoni, di profumi, di sentimenti e di stati d’animo. Nella foto: Raffaele Berardini – Ritratto di Luciano Tosone – (ROLR VX OHJQR
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Arcangele
Sanda Paola
Domenica
Sande Vitaliane
Fatt’ e fattatille /¡$6,12 ', /,6&,$ Venuto a Vasto per la fiera di San Rocco,ch’era la piÚ importante in tutto il comprensorio,un contadino di Liscia si rimette al termine della giornata sulla via di casa. Giunto sulla piana dell’Aragona ( l’attuale corso Italia) , l’asino, sul quale aveva forse caricato un po’ troppa roba, s’ impunta e non vuole piÚ saperne d’andare avanti. Prima con le buone, poi con minacce e bastonate il pover’uomo cerca invano di convincerlo a ripartire. L’asino è irremovibile, cocciuto proprio ‌come un asino. Innervosito dalla caparbietà dell’animale e ferito dalle battutacce e dalle risate di una piccola folla che per scherzo fa finta di prendere le difese del quadrupede e di preoccuparsi della sua salute, perde infine la pazienza e sbotta dicendo: ³0H GD VFXVDMLH DVHQH PpœQ OH VDSDLYH SUXSULH FKœ WHQHLYH WDQWH SDULQGL D OX 8DVWH.� (Scusami, asino mio‌non sapevo che avessi tanti parenti qui a Vasto)
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GENNAIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
San Tumuasse lu filĂłsofe
Sande CuĹĄtanze
Sanda Savene
Sande Giuvenne Bbosche
La caserma dei Vigili del Fuoco nei primi anni Sessanta
FEBBRAIO VenerdĂŹ
Sabato
Sanda Virdejane
la Cannelaure
Domenica
Sande Biasce
“A fiume travete, huadagne da piscataure“
!
Buon Compleanno Don Giovanni Molinari (25 gennaio) Mons. Luigi Smargiassi (28 gennaio) Adelio Tilli (28 gennaio) Giovanni Bolognese (2 febbraio)
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Alla potatura Caro compare Gioseppi Nicola, ti vulèsse prest’ incasa in quando como Voi sapète ciò due pĂŠto d’olivo a potare. Tu lai la capacitĂ e ti narindendi, anno fatto il tecchio e porta a loro lu sgummulaune e lu maine’ppegge accosĂŹ fai le scappetèlle a lu fuculare. A la’ montagne Ă fatte il neve e tire nu frèdde ventilare, però io ciò il vino cotto e la saggiccia fatta, accosĂŹ dovete stare attende a non sdurrupare capabballe pi la scale. Tu sai che tengo le pezze al culo e ‘ngiò l’assicurazone ‘ncasemende ti faretti male. Siccome so nate doppe sei figli maschi, sai ca sono ngiarmatore e Juccia mia moglia sa fare anche la chiarate. Quest è l’ospitale che tenème fatt’ ncasa. Vi prèste ca faceme pure du resate. Tuo compare Ciovè Paulicce
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Histonium, 1 febbraio 1952
FEBBRAIO
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Gilberte
Sand’Àghete
Sande CusumĂŤine
Sande RumĂźalde
'R¡ 9YLQJHQ]H Si dice, Do’ Vvingenze Marchisane ere spassos’a lu parlĂ cchiĂš strane, majestre sunatore, a scattarĂŹ tujĂŹeve pure Dommene de DĂŹ. Gne n’osse de prisutte ere l’archette, la musiche faceve gne Cungette si li sculare nghe cazzun’e honne ‘nzapevene che ccose j ‘arisponne. Sunanne l’orghene, ‘mputenne cchiĂš, a che’li mònech’ha fatte capĂŹ: do re mi fa, sci llaudat’a nnĂš! Rome a lu Pinge vede ilĂ â€˜na sere: VingĂŠ, che ti ni pare? I’ so ffrastire. Pi mma’ so tutte titt’e ciummunire! Nicola Del Casale
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Ggelòrme
Sanda ‘Pullonie
Domenica
Sanda DurutuĂŠ
“L’urarie di lu magnè: pi li rècche canda tenne fame, pi li puvirille canda tenne da magnèâ€?
la Ciciricchiate “lu dogge de Carnevaleâ€? Iď?Žď?§ď?˛ď?Ľď?¤ď?Šď?Ľď?Žď?´ď?Š 500 gr. di farina tipo 00 5 uova 5 cucchiai di olio di oliva 5 cucchiai di zucchero 500 gr. di miele 200 gr. di mandorle tritate 2 bicchieri di alcool per liquore olio per friggere 50 gr. di confetti di sulmona. Pď?˛ď?Ľď?°ď?Ąď?˛ď?Ąď?şď?Šď?Żď?Žď?Ľ: Mettere a macerare, 24 ore prima, le mandorle nei bicchieri di alcool. Porre la farina su di un piatto ed impastarla unitamente all’uova, lo zucchero, l’olio e l’alcool in cui hanno macerato le mandorle, cosĂŹ da risultare un composto ben amalgamato. Dividere la pasta in mucchietti ricavando da ognuno di essi tanti bastoncini i quali vanno ridotti a dadetti lasciandoli sparsi sulla spianatoia infarinati. Mettere sul fuoco una capace padella con olio di semi e ad ebollizione, friggere i dadolini di pasta. Far bollire a parte il miele ed immergerci i dadolini che saranno ben impregnati del dulcolorante. Bagnare con acqua fredda un piano di marmo, versarvi il composto dandogli la forma voluta (cuore, ciambella, ecc..) ed accanto cospargerlo di mandorle tritate e confettini di Sulmona. La Torre d’Amante
Alias... Cicurille Un antenato di un certo “ZĂŹ Giuvanneâ€? teneva ‘nu foniche e commerciava in frutta. ZĂŹ Giuvanne si recava di persona dov’erano i frutteti e solitamente diceva ai contadini: “Mi faciasse ‘na magnate di cicurèlleâ€? di cui era ghiotto. A ZĂŹ Giuvanne gli appiopparono il nomignolo di “Cicurilleâ€?.
FEBBRAIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
La Madonne de Lurde
lu Quarnavale
Sanda RemeggĂŤlde Le CiĂ nnere
Sande ValendĂŤine
Famiglie numerose ´&RQ FLUFRODUH GHO 0LQLVWHUR GHOO¡,QWHUQR VRQR VWDWL LQWHUHVVDWL L 3UHIHWWL D ULFKLHGHUH DL &RPXQL O¡HOHQFR GHOOH IDPLJOLH DYHQWL SL GL GLHFL ÀJOL YLYHQWL 'L TXHVWH QHOOD QRVWUD &LWWj VH QH FRQ WDQR QRYH 6Fq *LXVHSSH IX &HVDULR FRQWDGLQR FRQWUDGD 6DODYXFD ÀJOL 'HO %RUUHOOR 3LHWUR IX *LDFRPR FRQWDGLQR FRQWUDGD 6 /RUHQ]R ÀJOL -DODFFL $QWRQLR IX 'RPHQLFR FRQWDGLQR FRQWUDGD &DVDU]D ÀJOL 'HO %RUUHOOR 0LFKHOH IX *LR YDQQL FRQWDGLQR FRQWUDGD 3HQQD ÀJOL 'HO %RUUHOOR 'RPHQLFR IX 1LFROD FRQWDGLQR FRQWUDGD 3DGXOD ÀJOL -DQLUL /XLJL GL 0LFKHOH LQGX VWULDOH YLD %XRQFRQVLJOLR ÀJOL $SROORQLR )ORULQGD IX 0LFKHOH YHGRYD 3DRODQWRQLR FDVD OLQJD 3 ]]D 'LRPHGH ÀJOL 'HO %RUUHOOR 7HR GRUR GL 0LFKHOH FDO]RODLR VWUDGD %DUEDURWWD ÀJOL 6FDPSROL 'DQWH IX 6WHIDQR RUWRODQR 5LRQH VWD]LRQH ÀJOL ¾
Il Vastese d’oltre Oceano, 15 febbraio 1928
Fatte ‘na risate!?! /X FDQH ´6LOLVWUHÂľ Nu sabbete a ‘ssaire Filèppe CillacchiĂ tte s’avè fattena pèzze ‘llegramènde ‘nghi Pippèine Strufunille e la majje Mariannèine. LuneddĂŠ apprèsse Filèppe arimĂ ne sbauttèite vidènne Pippèine a ‘ccape a ‘ccape a nu funerĂ le ‘nzimbre a tand’ummene e lu quane fidète Silistre. Senz’aripinzarce, s’avvicèine a Pippèine e j’ dèice: ÂŤcundujjanze, ma com’ha succèsse ‘ssa disgrazie,... chi è state a privĂ rte di Mariannèine?Âť. Tra piande e llacreme Pippèine j’arispĂ nne: ÂŤE’ state Silistre lu quane mĂŠÂť. Sibbete Filèppe j’arifĂ : ÂŤâ€˜mbristimele Silistre, mi faciasse lu piaciaire pur e a mmajje! ÂŤA da spittĂ ,... chisse che vènne apprèsse a lu morte s’hanne tutte quènde prinutateÂť.
VenerdĂŹ
Sabato
Ă?ÂŽĂƒÂ&#x;ÂŽÂ&#x;ƋĂ?Â&#x;Ă?c‹Ă? AĂƒÂ›lĂžAÂ’l
Sande GgiacĂŤnde
Sanda GgiulĂŻana
½ AĂ?1Ă?Â&#x;ĂƒÂ‹lžĂ?ÖççÖ
Domenica
Sande Romele
Buon Compleanno Franco Del Casale (6 febbraio) Nicola Mastrovincenzo (11 febbraio) Ignazio Rullo (11 febbraio) Andrea Sciascia (12 febbraio) Elio Bitritto (20 febbraio)
"
E’ ĹĄtat’ a mmagge dill â€˜Ă nne passĂ te, pi’ ssĂŹniche e cunzijje s’è vutĂ te, li candidĂ te ĹĄtev’ a cindinĂ re e ognune jav’ a ccacce di cumbĂ re. Quanda spricarÏ’ c’è ĹĄtate: vulantine e ‘mmagginette, manifiĹĄte pi’ li mure. a chi cchiĂš grosse li pò mette. Filippe Pitricòle l’à spuntĂ te, la deĹĄtre a lu cunzijje s’è ssittĂ te. Da la fissore, a ndonna ĹĄtattavame, speriĂ me ch’ a la vrasce nin cascĂ me. Ma se ttutti li prubblĂŠme n’ z’ arisolv’ a lu cchiĂš preĹĄte, a il’acĂŠte tutti quende ‘i ni jame leĹĄta leĹĄte. Ammezz’ a li prubblĂŠme cchiĂš urgende ĹĄta’ trĂ ffich’ e parchigge certamende, ma fin’ a mmo, pi’ ssu prubblĂŠm’ antiche, n’ zi fa manghe nu passe di firmiche. Li semafir’ è stutĂ te e ci sta’ pi’ ‘bbillimende, nghi la mĂ chine o appete n ‘zi va ‘rrĂŠte e n zi va ‘nnènde. Pe’ ttasse e soprattasse a ĹĄtu Cummune sicĂšre ni’ li sĂšpere nisciĂšne. Li dibbete ch â€˜Ă fatte sèmpr’ aumènde ‘ccusci li fa pahĂ a ttutti quende. E siccòm ‘a pahĂ troppe a li vive ‘i sa ffurte, fa pahĂ doppia bbullette a la luce di li murte. Fernando D’Annunzio
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FEBBRAIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Liaune
Sande CurradĂŤine
Sande ‘Leuterie
Sande FelĂŤice
O¡LFRQD GIUSEPPE PERROZZI [1899 - 1973 ] Nipote di Luigi Anelli, da cui eredita la passione per il dialetto vastese e per le tradizioni degli avi, frequenta il liceo classico approfondendo “le bellezze dell’Umanesimoâ€?. Nel 1917 parte volontario per la guerra e partecipa sul Grappa a tutte le fasi belliche fino al Novembre 1918. Le vicende di questo periodo sono raccontate nell’autobiografico “Diario di guerra: sul Grappa nel 1918â€? (edito nel 1974). Si iscrive alla FacoltĂ di Medicina prima a Roma e poi a Bologna senza terminare gli studi. Nel 1940 parte volontario e presta servizio nella zona di Venezia. Con gli avvenimenti del 1943 inizia per lui una fase tragica perchĂŠ viene imprigionato e processato per motivi “politiciâ€?. Tornato a Vasto apre una piccola agenzia di viaggi e inizia un fecondo periodo di produzione poetica. Le sue migliori opere sono “Le piaghe di lu Vasteâ€? (1946) e “Dicemele a la nostreâ€? (1966).
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda MarecarĂŤite
Sande LĂ zzere
Domenica
Sanda Ida
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Costumi vastesi dell’Ottocento
DicÊmel’ a la nostre  ...Le quali possono anche essere chi sa quanto vecchie e risapute, ma non per questo perdono l’attrattiva e la piacevolezza: come il pane sulla mensa, come il rimontare delle stagioni, come il ritorno del sole. Per questo accade che anche l’espressione piu comune ridiventi nuova, perchè nuovo è lo spirito che la muove e qualunque parola, anche la piÚ usuale, offra un sapore di poesia, perchè chi la dice ha virtÚ lirica. Come apppunto si sperimenta, senza sforzo, nei versi del Perrozzi, i quali, anche per certi significati inattesi e originali ch’ egli sa scorgere nei fatti e nelle cose, rivelano in lui una intelligente e felice vena di genuina poesia. Don Salvatore Pepe
FEBBRAIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda CuĹĄtanze
Sanda MatĂŤlde
Sande HabbriĂŠle de la ‘Ddulluruate
Sande RumĂźane
Punta della Lotta in una cartolina degli anni Sessanta
MARZO VenerdĂŹ
Sabato
Sande RuggĂŻre
Sanda ‘GnĂ ise
Domenica
Sanda CamĂŤlle
ÂŤE’ mejje a ‘rrèsse prèime a la cĂ sa tè, che a ‘rrèsse sicande a la case dill’ÊddreÂť.
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Buon Compleanno Giuseppe Giangiacomo (1Âş marzo) Mons. Giovanni Pellicciotti (7 marzo) Giammichele Molino (8 marzo)
lu Sangunäte (il sanguinaccio)
Dose per 8-10 persone I���������� 250 gr. di cioccolato fondente 150 di zucchero 80 gr. di cedro candito 30 gr. di strutto un litro di mosto cotto 1/2 litro di sangue di maiale (appena ucciso) 1 stecca di cannella una manciata di mandorle e pinoli ed una buccia di arancia P�����������: Prima di versare il sangue in una capace pentola, filtrarlo cosÏ da eliminare eventuali residui, unirvi il mosto cotto, lo strutto e la cannella, porla sul fuoco molto debole (fare attenzione a che il sanguinaccio non giunga mai ad ebollizione) e mescolare. Dopo circa due ore di cottura, aggiungere il cioccolato a pezzetti, i pinoli e lo zucchero, il cedro, la scorza dell’arancia e le mandorle (preventivamente scottate in acqua bollente, pelate e tostate lievamente in forno) il tutto finemente tritato. Rimescolare continuamente e sempre a fuoco debolissimo. Il tempo di cottura varia dalle tre alle tre ore a mezza; il grado di cottura è possibile constatarlo dalla consistenza del sanguinaccio su un piattino; se esso si presenta come una crema è pronto. Lasciarlo raffreddare sistemarlo in vasi di vetro e lasciarlo al fresco.
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PDU]R &DGH YDORURVDPHQWH QHOOD EDWWDJOLD GL $GXD LQ $ELVVLQLD LO VROGDWR YDVWHVH 3DVTXDOH 5LQWURQD 1HOOD VWHVVD WUD JLFD JLRUQDWD YLHQH IDWWR SULJLRQLHUR LO WHQHQWH (UQHVWR &RUGHOOD
MARZO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Casemire
Sande UsĂŠbbie
Sanda Rose
Sanda FilĂŤciatte
Il personaggio &DORJHUR 5LFFDUGR 0DUUROOR Originario di Scerni, risiede e vive in CittĂ da oltre quarant’anni. Imprenditore tra i piĂš affermati, ha creato il Gruppo Marrollo che impiega oltre 400 persone ed opera in tutto il territorio nazionale. Da molti anni riveste importanti incarichi nel Direttivo Confindustria della nostra Provincia. E’ socio fondatore del “Distretto n.2090â€? del Rotary Club e tutt’ora ricopre l’incarico di Governatore. Possiamo concludere con le sue parole: ÂŤ...mi ha sempre colpito la naturalezza con cui, in questa cittĂ , storia e tradizioni si inseriscono in un paesaggio di rara bellezza valorizzato ancor di piĂš da una vocazione turistica moderna e dinamicaÂť.
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Giuvuanne de DdĂŤ
Sanda Frangiasca RumĂźane
&81&(57(
La ggente che m’ha viste dice: - E’ matte! ma che cce vafacenne pe la spiagge nche custu ventelare e tempe bbrutte?! Ma a mme, signura mi, m ‘hanne ammetate. Lu vente, che sunave nche le rame e avè ‘rrufate tutte le culline, m’ha ditte. -VĂŹ!... VĂŹ sĂšbbete a ssentĂŹ che cuncertine stinghe a ‘mpruvvesĂ ! E, passe passe, mo ca me vussave e mo frenave, me s’ha strascenate e a ‘mmezze a mille sune m ‘ha purtate. Le voce ascive pure da li mure, da lu cannete e a lu vallone scure Domenica e da le rame efrusce de le piante: selustre e tune attorne c-i-accurdave Sande MacĂ rie e arendrunave gne a nu campesante. Scrusce d’acque a zeffunne e se sentive ca da li titte arecalave ‘n terre e ciaulianne se nejave a bballe a ‘retruvĂ da ddonn ‘avè menute; ma, gna c-i-arrive, l’arie cagne tone. Nche mille cavallune, lu marone, sbatte la rene e po s‘areprepare e i ‘aresbatte mille vodde ancore. Muntagne d’acque arrive e vva a ccalĂ mbacce a le scujje e po zompe pe d’arie nche nu rembomme che n ‘ze po ‘ccuntĂ : e me cefa meni pure na rise, ch ‘aje strillate forte ma n ‘z â€˜Ă¨ ‘ntese, pecchè stu sone ammande ugne ‘strummente. 1X PXPqQGH FDQG¡ DFFpLWH Po l’acque arecascave a la vrecciare che arespunneve nche li sbattamane, OX IqMMH GL 3DWDQJKH addre che bbande o scale de Melane... 8Q PRPHQWR TXDQGR XFFLGR LO Ă€JOLR GL 3DWDQJKH
E’ state bbelle e nen m’ave straccate: chelu cuncerte m ‘ha parute corte, 4XDQGR VL q FKLDPDWL GD XQ LPSRUWXQR H pure stè state longhe.... gne sta notte. QRQ VL KD QHVVXQD YRJOLD GL DVFROWDUOR VL Osvaldo Santoro XVD GLUJOL ´1X PXPpQGH FDQG¡ DFFpLWH OX IqMMH GL 3DWDQJKHÂľ 4XHVWD PHGHVLPD ULVSR VWD GDYD GL VROLWR XQ GHPHQWH FHUWR /XLJL 3HSH D FKLXQTXH OR DYHVVH FKLDPDWR ,O Ă€JOLR GL ´3DWDQJKHÂľ SRL HUD XQ FDSRVFDULFR FKH Un nostro concittadino vantava tantissimo le doti SHU SDVVDWHPSR WRUPHQWDYD LO SRYHUR PDWWR di gran bontĂ della propria moglie, la quale si adoTXLQGL O¡LGHD Ă€VVD LQ FRVWXL GL YROHUOR DPPD] perava nell’aiutare in tutti i modi; cosicchè divenne “lu mareite di la femmina ‘bbeneâ€?. ]DUH
0RGL GL GLUH
Alias... la Femmena ‘Bbene
MARZO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande CuĹĄtandĂŤine
Sande Uriaune
Sanda PatrĂŤzie
Sanda MatĂŤlde
PDU]R ,QDXJXUD]LRQH GHOOD UHWH HOHWWULFD GHOOD &LWWj
Buon Compleanno Michele Carmenini (18 marzo) Calogero Marrollo (21 marzo) Silvio Ciccarone (23 marzo) Marino Artese (30 marzo) Don Antonio Di Francescomarino (30 marzo) Nonne a Portone Panzotto
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda LujĂŤise
Sande GgiulĂŻĂ ne
Vecchi fusti /XLJL 6DQWDUHOOL L’artista è nato a Vasto il 17 agosto 1904 e qui ha svolto la sua attività fino alla morte, avvenuta il 12 settembre 1992.
A Vasto di calderai (quallarĂŠre) ce n’erano parecchi ed io stesso che son nato dopo l’ultima guerra ricordo che esercitava uno nei pressi della chiesetta di Sant’Anna (Michele Stampone), uno a Largo de Litis (Giacomino Tenaglia), un altro a Via Canaccio (Giuseppe Miscione detto MusĂŠ), uno in Via Roma, oltre che Santarelli a Piazza Marconi. Domenica Tutti seduti sul cavalletto di legno e battere da mattina a sera col martelletto di legno il rame per Sanda Gertrude fare caldai, conche, mestoloni (fuss’rèlle) ecc.. Certamente Santarelli si distingueva dagli altri perchĂŠ realizzava oggetti artistici,ornamentali,piatti e vassoi traforati con vedute di Vasto e riproduzioni floreali,con effigi di noti personaggi. Fu premiato in numerosi concorsi e rassegne d’arte. Un sabato (giorno di mercato cittadino ) tra i tanti curiosi in transito si ferma nella sua bottega un certo Saraceni che si faceva chiamare l’americano per via del fatto che partito da Vasto misero e dolente vi faceva ritorno spesso con i dollari. Saraceni era rimasto un po’ tirchio ed era convinto che qualche dollaro permettesse di comprare moltissimo. Ebbene mister Saraceni con fare tronfio e sicuro dice all’artista Santarelli: “DdĂšmane ariparte pi Neviorch e vulèsse ari’alĂ a sorme Trisè’ine nu quallare piccĂ quèlle di mamme sè ‘bbuchète‌, canda ci ve’?â€?. L’artista fa:â€?Cènd’ dòllere... pi’ ttĂ !!â€? “Madde’mĂ ne si biviute prèste..., cullĂŹ ‘mbacce a papar’ille lu furnĂ re ma dètte c’avaste cinquanda dòllereâ€? replica Saraceni. Pronto Santarelli: “Però,‌ Sarace’ine, gna ti chième, i’ ti ci facce pi’ure lu ritratte a lu fanne di lu quallare, ‌ accuscĂŠ Trisè’ine ugne iĂšrne t’arivaide e ti manne li ‘bbinizzi’uneâ€?. “M’avaste e avanze lu fèuche chi ‘mmaspètte all’à dLuigi Santarelli nella fase di cesello di un vassoio deco- dre manne ‘ppi’ccande na’ie fatte sopra ‘stĂ tèrre,... e rato, nella sua bottega di Piazza Marconi mè’iie cĂ l’accatte senza ritratte !â€?.
MARZO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Salvataure
San Giusueppe
Sanda Sandre
Sande Ermanne
Una delle 40 macchiette vastesi di Luigi Anelli illustrate da Alfredo Anelli
VenerdĂŹ
Sabato
La Sanda Speine
La ‘Ddulluruate
Domenica Sande HabbrĂŹele lu jurne de le Palme
O¡LFRQD *LRYDQQL 3HOX]]R [1916-1971] Sin dalla giovinezza rivela le sue notevoli qualitĂ letterarie ed artistiche che poi, durante tutta la vita, esprimerĂ promuovendo diverse iniziative culturali nella sua Vasto. Frequenta il Liceo-Ginnasio “Massimoâ€? a Roma e scrive nel periodico della scuola. Si trasferisce poi a Napoli al Liceo Scientifico “Cuocoâ€? e nell’anno della licenza partecipa ai giochi “Ludi Iuvenilesâ€? tra tutte le scuole di Napoli e risulta primo classificato con il dramma “Il vecchioâ€?. Nell’estate 1938 pubblica con gli amici un giornaletto satirico “30 e lodeâ€?. Si iscrive alla facoltĂ di Ingegneria civile di Roma ma, dopo poco, deve partire per la guerra. Al termine del conflitto, abbandonata per problemi familiari l’UniversitĂ , lavora nel ministero dei Trasporti e poi al ministero delle Finanze. E’ tra i fondatori dell’Associazione della stampa vastese e del Premio di pittura Vasto. Oltre a scrivere in collaborazione col maestro Vincenzo Marchesani un inno e la commedia musicale “La civetta ed il barbagianniâ€? pubblica su Histonium a puntate (dal 1952 al 1956) un’antologia di scrittori vastesi e partecipa alla stesura dei volumi “Vasto per l’unitĂ d’Italiaâ€? (1961) e “Un secolo di Civismoâ€? (1964). Dal 1956 al 1971, anno della morte, apporta il suo contributo a diverse associazioni culturali, artistiche e turistiche locali.
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La Sacra Spina, nell’antico reliquiario, portata in processione.
MARZO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
La ‘NnungiaziĂ une
Sande ‘Manuele
Sande ‘Libberte MercluddĂŠ Ssande
Sande SiĹĄte GiuvuddĂŠ Ssande
VenerdĂŹ Santo: processione del Cristo Morto
VenerdĂŹ
Sabato
Sande SecundĂŤine VennardĂŠ Ssande
Sande BeniamĂŤine Sabbete Ssande
Domenica
Sanda Giuvuanna la Pasche
/H &RQIUDWHUQLWH Le Confraternite religiose, già scomparse negli anni trenta ma da qualche tempo ricostituite ad iniziativa di alcuni parroci e di gruppi di fedeli, avevano in passato una notevole importanza in quanto avevano il compito di amministrare i beni delle Chiese di appartenenza e di provvedere alla loro manutenzione. A Vasto ve n’erano diverse e tra di loro v’era una sorta di ordine gerarchico che determinava il diritto di precedenza nelle processioni cittadine. La piÚ antica, e quindi quella che aveva diritto di precedenza assoluta era quella del SS. Sacramento e S. Spina, poi venivano di seguito quelle del Carmine, del Gonfalone in S.Maria Maggiore, della Carità e Morte in S.Agostino, del SS.Sacramento in S.Pietro, della SS.Annunziata, del Monte dei Morti in S.Pietro e di S.Antonio.
Sabato Santo: la Madonna Addolorata portata in processione dalla Confraternita della CaritĂ e della Morte
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PDU]R /¡$SUXWLXP )LOP LQGXVWULD FLQHPDWR JUDĂ&#x20AC;FD GL 1LFROD %RQDFFL FRQ VHGH LQ 9DVWR LQL]LD OH ULSUHVH GL XQD SHOOLFROD FKH YHUUj LQYLDWD DL YDVWHVL HPLJUDWL D 1HZ <RUN
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APRILE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Ughe Lu Puasquane
Sande Frangische de Paole
Sande RĂŤccarde
Sande IsidĂŤure
/X 0D]]HPDUHOOH
in modo imprevedibile, è ilare e dispettoso. La sua presenza è causa di incubo, di fastidio, di paure per i Mazzemarèlle è un termine dialettale in uso nella viventi. E questi, per una strana legge del contrappasso parlata delle popolazioni abruzzesi e molisane non possono essere felici sulla terra: devono pagare il loro tributo di dolore alla dolorosa esistenza del folletto. anche con lieve variante grafica. Suo equivalente nella lingua italiana, è spiritello, Raffaele Artese folletto, gnomo. Frutto della fantasia popolare, lu mazzemarèlle simboleggia la vita, lâ&#x20AC;&#x2122;azione, la vittoria sulla morte ingiusta. Il ritorno misterioso tra i viventi è la riaffermazione di un diritto negato, lâ&#x20AC;&#x2122;equilibrio ristabilito nella vicenda esistenziale: è un atto di giustizia. Il bambino morto senza battesimo ritorna a vivere, ma trasformato in â&#x20AC;&#x153;mazzemarèlleâ&#x20AC;?, un essere quasi imprendibile con forme non ben definite. I suoi poteri sono vanificati, se perde il cappuccio che gli ricopre il capo. Conosce i luoghi dove sono nascosti i tesori, agisce nelle ore notturne
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Vingenze Ferrare
Sanda GgiulĹ&#x201C;ĂŻane
La Scapece Dose per 6 persone
Domenica
Sanda Virginie
Iď?Žď?§ď?˛ď?Ľď?¤ď?Šď?Ľď?Žď?´ď?Š 600 gr. di razza 600 gr. di palombo farina olio per friggere 2 bustine di zafferano aceto sale q.b. Pď?˛ď?Ľď?°ď?Ąď?˛ď?Ąď?şď?Šď?Żď?Žď?Ľ: Lavare a pulire ben bene la razza ed il palombo possibilmente con acqua di mare, tagliarli a pezzetti e passarli nella farina. Immergerli in abbondante olio di semi e farli friggere. In un mastello di legno, versarvi lâ&#x20AC;&#x2122;aceto, lo zafferano, del sale, lasciandovi marinare il pesce fritto per due giornate.
Fatte â&#x20AC;&#x2DC;na risate!?! &DUDEEH RYYHUR OH]LRQH DSSOLFDWD ÂŤCummara Micchelina? Che profumo di baccalĂ ! Si fatte na â&#x20AC;&#x2DC;bbèlla piatanze ugge?!?Âť ÂŤPovera a ma, Angilella se! Hai â&#x20AC;&#x2122;nndaise sole lu prufĂźme come ttĂ jie. MarètĂŤme è riminĂźte torte gnè li laine che va spacchènne e penzâ&#x20AC;&#x2122;ĂŠnne ca iĂŠ tenaive lu quarte stanne a lu ballicaune, niâ&#x20AC;&#x2122;mma dètte manghe faurèsce e sa calate baccalĂ , pataĂŻne e ha strusciulète pure lu pane a la tijèlle. Mâ&#x20AC;&#x2122;ha salutète dicènne: â&#x20AC;&#x153;Micchelina ièâ&#x20AC;&#x2122; rrĂŽvajie a fatijè... stĂ tte â&#x20AC;&#x2DC;bbune. Iâ&#x20AC;&#x2122; speranne di truvĂ la purziaune di lu mè e truvanne â&#x20AC;&#x2DC;nvèce la tijèlle lucedète ma calĂ te na nebbie allâ&#x20AC;&#x2122;ucchie e maijje ittĂ te na vrastaime uardanneme a lu specchie: ti puzza còie nu tocche, se nâ&#x20AC;&#x2122;addra vodde, prèime neâ&#x20AC;&#x2122;mmagne e dâ&#x20AC;&#x2122;oppe, a stomeche piaine â&#x20AC;&#x2DC;ncasemènde facce lu quarte! Hèsse Angillalle! sta rimenènne marètte Libbratare..., ha spundate â&#x20AC;&#x2DC;nghi llâ&#x20AC;&#x2122;asene accape a li criĂźce!Âť Tande grazie Micchelè, ma avessa succède pĂźre aâ&#x20AC;&#x2122; mmĂ la disgrazia te! Famme â&#x20AC;&#x2DC;annascĂ nne stu pullastrèlle pronde e cotte!! A Libbratare mo iaâ&#x20AC;&#x2122;riscĂ lle paste e fasciĂźleÂť.
APRILE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande SilvĂŠne
Sande Caloggere
Sande PumbĂŠ
Sande Tibberie
+DEEDOsVWH - Niâ&#x20AC;&#x2122; mmi sacce accanâssee la furtiune. ma â&#x20AC;&#x2DC;gne fraâ&#x20AC;&#x2122; Rrocche nin gi sta lu pare: â&#x20AC;&#x2DC;sti â&#x20AC;&#x2DC;stĂ â&#x20AC;&#x2122;, ali Lame, pâ&#x20AC;&#x2122; accundarne hiune. mâ&#x20AC;&#x2122; ingândrâ&#x20AC;&#x2122; e ffa â&#x20AC;&#x153;Tiâ&#x20AC;&#x2122; mmiâ&#x20AC;&#x2122;, chi bbelle mare!â&#x20AC;? Lu mare nostre sta a sittanandĂŽune, mònece trendasette, 1â&#x20AC;&#x2122;ambâ&#x20AC;&#x2122; è cchiare; ci chiave sâpre cinghe frangacchĂŽune, Piâ&#x20AC;&#x2122; Nnapele li jeuche aesce a Bbare !... â&#x20AC;&#x2DC;Nâ&#x20AC;&#x2122; addra vodde tinĂŠ quarandasette; fraâ&#x20AC;&#x2122; Rrocche mâ&#x20AC;&#x2122; avèâ&#x20AC;&#x2122; date â&#x20AC;&#x2DC;nâ&#x20AC;&#x2122; abbuzzate, fiure di dĂŹ châ&#x20AC;&#x2122; ascèive primâ&#x20AC;&#x2122; elette. StrĂ ttâ&#x20AC;&#x2122; ala mene li tinäive lâ&#x20AC;&#x2122; ĂŞuve, fihĂŽrete â&#x20AC;&#x2DC;gna lâ&#x20AC;&#x2122; Ă jje caricate: ve la poste e chi vvè?... vèâ&#x20AC;&#x2122; vindineuve!... Luigi Anelli (1885)
Buon Compleanno Michele Notarangelo (8 aprile) Nicola Notaro (12 aprile) Carlo Del Greco (12 aprile) Angelo Cianci (18 aprile) Nicola Jacobucci (19 aprile)
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Ggilie
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Duarde
Domenica
Sande Masseme
Vecchi fusti /X )XUQDULOOH Tinghe uttandâ&#x20AC;&#x2122;Ă nne â&#x20AC;&#x2DC;bbune e cande nonne, câ&#x20AC;&#x2122;abbitave a la vĂŽe di Sande Dighidèure, mi nazzecave candanne che da â&#x20AC;&#x2DC;bardasce iâ&#x20AC;&#x2122;iave a lu Furnarille pâ&#x20AC;&#x2122;accĂ ttĂ lu pane â&#x20AC;&#x2DC;nghĂŹ la iande. Zi Micchèle (Del FrĂ ) faciĂ ive li panille di lu pane giĂ a tèmbe di Re Firdinande e, doppe, piĂźre Caribbalde sĂ mĂ sse a lu tascapane na pagnuttĂ lle di lu Furnarille. Li fija su, nonnò Giuvanne, zia IĂźcce e maĹĄtre Peppe, anne sfamate â&#x20AC;&#x2DC;nzimbre a Panepane (Angelo Del Prete) e Zaccarde di la piazze di lu puasce (odierna piazza del popolo), tutte li Uastarule a tèmbe di la prèime e secanda guerra mundĂŽale. Da na puca dâ&#x20AC;&#x2122;ĂŠnne, â&#x20AC;&#x2DC;Ndonie Del FrĂ lu stranipĂ ute, châ&#x20AC;&#x2122;Ă fĂ tte lâ&#x20AC;&#x2122;arbitre di futtâ&#x20AC;&#x2122;ebbĂ lle, fa quase sole duggiarille: â&#x20AC;&#x153;Cillâ&#x20AC;&#x2122; aripiene, rafaiĂšle, susamille â&#x20AC;&#x2DC;ngilippate, caggiunèètte, miscuttèine, fiâ&#x20AC;&#x2122; iucche, limungèâ&#x20AC;&#x2122;ine, fraulĂŠine, ecc.â&#x20AC;? Tutte quènde mamma mĂ ie candâ&#x20AC;&#x2122; è bbune e doppe cendâ&#x20AC;&#x2122;cinguandĂ nne la â&#x20AC;&#x2DC;ggènde fa â&#x20AC;&#x2DC;ngore la filarille (filarèlle) pi ccattè a lu Furnarille. Bravâ&#x20AC;&#x2122; angaure,â&#x20AC;Ś iâ&#x20AC;&#x2122; ci facce sichiĂźre bella fiĂŻre si li duggiarille di lu Furnarille lâ&#x20AC;&#x2122;ariĂ le pure a cacche frastĂŹre.
DSULOH 0XRUH D /RQGUD 'DQWH *DEULHOH 5RVVHWWL Ă&#x20AC;JOLR GL *DEULHOH SRHWD H SLWWRUH FDSRĂ&#x20AC;OD GHL 3UHUDIIDHOLWL
Alias... la Halleine In contrada Pagliarelli, risiedeva una famiglia contadina che aveva un modo particolare di fare i pagliai alla fine della trebbiatura del grano. Tale lavoro consisteva nellâ&#x20AC;&#x2122;allargare la paglia con la forca da destra a sinistra e viceversa in continuazione; in parole povere li scingiliève gnè li halleine. I vicini senza perder tempo gli appiopparono il soprannome la Halleine.
APRILE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande TucudĂŠure
Sanda Irene
Sande Fabbie
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Pullonie
,O FRUR GHOOH 1RQQH Ha ormai compiuto dieci anni il dinamicissimo &RUR GHOOH QRQQH, sorto nel 1991 ad iniziativa della signora Angela Poli Molino. Nel corso di questi anni, il coro ha svolto non soltanto una comprensibile funzione sociale, ma ha anche meritoriamente operato per il recupero di tante belle melodie dialettali vastesi che ha portato in tutta la Regione ed in trasmissioni televisive dâ&#x20AC;&#x2122;interesse nazionale. Nella foto le â&#x20AC;&#x153;Nonneâ&#x20AC;? con la direttrice, ins. Emilia Dâ&#x20AC;&#x2122;Adamo ed il fisarmonicista Giuseppe Della Penna
Buon Compleanno Nicola Jacobucci (19 aprile) Bruno Smargiassi (22 aprile) Stefano Rocchio (29 aprile)
Venerdì
Sabato
Sande ‘Spedëite
Sanda ‘Gnàise
Domenica
Sande Anzelme
0RGL GL GLUH $ WDWH QLQ ]L SjLVH $ EDEER QRQ VL SHVD
$ WDWH QLQ ]L SjLVH HVFODPz TXHO JLRYDQH GL IDUPDFLD LO TXDOH GRYHQGR VSHGLUH LO WDUWDUR HPHWLFR SHO SDGUH DPPDODWR QH SUHSDUz XQD TXDQWLWj PROWR PDJJLRUH GL TXHOOD SUHVFULWWD GDO GRWWRUH H FRPH HUD GD SUHYHGHUVL DQ]LFKp DIIUHW WDUH OD JXDULJLRQH TXHOOD PHGLFLQD IHFH FUHSDUH O·LQIHUPR 'L TXHVWR DQHGGRWR FKH KD GHO O·LQYHURVLPLOH OD WUDGL]LRQH q YLYD QHOOD FLWWj QRVWUD 6H YLFHYHUVD SRL q XQD ÀDED QRQ VLDPR VWDWL QRL DG LQYHQWDUOD
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L’incendio di Santa Maria ´/D WUDGL]LRQH SRSRODUH q ULFFD GL UDFFRQWL GHL SURGLJL RSHUDWL GDOOD 6DFUD 6SLQD HG XQ DIIUHVFR FKH VL YHGH VXOOD YROWD GHOOD QDYDWD PDJJLRUH GHOOD FKLHVD GL 6DQWD 0DULD ULFRUGD LO FHOHEUH LQFHQGLR FKH QHOOD QRWWH GDO DO JLXJQR GLVWUXVVH OD FKLHVD VWHVVD H O·HURL VPR GL XQR VFKLDYR WXUFR FKH ODQFLDWRVL WUD OH ÀDPPH OH TXDOL PLUDFRORVDPHQWH VL DSULURQR DO VXR SDVVDJJLR SRWHWWH LQ TXHOOD RFFDVLRQH VDOYDUH GDO IXRFR OD VDFUD UHOLTXLDµ
Il Vastese d’Oltre Oceano, 20 aprile 1924
S. Maria Maggiore: affresco di Andrea Marchesani
APRILE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda Flavie
Sande Giorge
Sande Gelarde
Sande Marche
DSULOH *OL DYDQJXDUGLVWL YDVWHVL SDUWHFLSDQWL DO FDPSR 'X[ GL 5RPD FRQTXLVWDQR OD PHGD Il gergo è un lessico ad uso di un gruppo o di una categoria di persone. Molto spesso viene usato per JOLD G¡ RUR
Â&#x2018;Ă&#x152; kĂ&#x201A; Â&#x17E;Ă&#x152;bkÂ&#x160;Ă&#x152;Â&#x2022;Ă&#x2014;Ă&#x201A;@Ă&#x17D;Â&#x17E;Ă&#x201A;Â&#x160;
renderne oscuro il significato agli estranei. Pittoresco ed incomprensibile era il gergo dei muratori vastesi, del quale riproponiamo alcuni termini: Burzuarre = Ragazzo Scingilapajje = Gallina Berre = Uomo Sgabbie = Vino Luampase = Olio MmaidĂŠ = Maccheroni Spernacchiatte = Polli Chiospe (m/f) = Padre o Madre Mmitte = Donna MmittatĂš = Prostituta Isghe = Quattrini
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Marcelleine
Sanda ZĂŠite
1T XQÂ&#x201E; IV\QKW U][MW IZKPMWTWOQKW LÂź)JZ]bbW
Domenica Sande Vitale La Madonne de la â&#x20AC;&#x2DC;Ngurnuate
Mimmo Ventura al lavoro nel museo Nel giugno del 1998, dopo un decennio di chiusura e grazie ad un fecondo rapporto di collaborazione tra il Comune di Vasto, rappresentato dal sindaco Giuseppe Tagliente, e la Soprintendenza Archeologica dellâ&#x20AC;&#x2122;Abruzzo, diretta dalla dott.ssa Maria Rita Sanzi, è stato finalmente riaperto al pubblico il Museo Archeologico presso il palazzo dâ&#x20AC;&#x2122;Avalos. I lavori di riallestimento, coordinati dal dott. Andea Staffa, hanno cosi restituito alla CittĂ un museo che risulta essere il piĂš antico della Regione, essendo stato fondato nel 1849 dal sindaco Pietro Muzii sulla spinta dello storico Luigi Marchesani. Il nuovo museo dispone anche di un efficace sistema informatico che consente uno studio piĂš attento e completo degli interessanti reperti rinvenuti sul territorio vastese.
APRILE
MAGGIO
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda CatarĂŤine
Sande Mizie
Sande GiusuĂŠppe Arteggiane
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Ttanasie
Vecchi fusti Âś*JLVDULH H &DGGjQH Trovare qualche cinquantenne che non ricordi i personaggi della foto a lato è cosa veramente impossibile. â&#x20AC;&#x2DC;Ggisarie e CaddĂ ne, due personalitĂ semplici che hanno vissuto, come dire... â&#x20AC;&#x153;fuori del tempoâ&#x20AC;?, in una dimensione di piccoli lavoretti, commissioni contentandosi di molto poco e spesso sorridevano a chi li prendeva in giro. Tra di loro non câ&#x20AC;&#x2122;ĂŠ stato mai litigio, invece solidarizzavano e si dividevano... anche il sonno, i sogni e quando andava bene anche... qualche sorso di birra o meglio di vino.
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Giacheme lu Legne de la Crauce
Sande FlurĂŻane
Domenica
Sande Ninzie
PDJJLR 'RQ &LFFLR 3RPSRQLR LQDXJXUD LO 0LUD PDUH ORFDOH GD EDOOR H ULVWRUDQWH LQ YLD WUH VHJQL
Štócche e Patäne Stoccafisso e Patate
Iď?Žď?§ď?˛ď?Ľď?¤ď?Šď?Ľď?Žď?´ď?Š: 800 gr. di stoccafisso giĂ tenuto a bagno; 500 gr. di polpa di pomodoro; 2 cipolle: 300 gr. di patate; peperone dolce; olio, sale, pepe. Pď?˛ď?Ľď?°ď?Ąď?˛ď?Ąď?şď?Šď?Żď?Žď?Ľ: In un tegame, far soffriggere 10 stoccafisso con le cipolle affettate, il peperone, lâ&#x20AC;&#x2122;olio, il sale e il pepe. A metĂ cottura aggiungere il pomodoro tagliato a pezzi; far bollire a fuoco lento per unâ&#x20AC;&#x2122;ora circa. Aggiungere infine le patate tagliate a fette ed ultimare la cottura.
&RPH VFHJOLHUH LO SHVFH
Il Golfo di Vasto da Miramare Se câ&#x20AC;&#x2122;è una cosa che ogni buon vastese deve saper fare è scegliere il pesce. Ecco come si fa. Innanzitutto guardarne bene le condizioni generali: quello fresco è lucido, compatto, assolutamente privo di cattivo odore, le squame sono compatte e lucenti, lâ&#x20AC;&#x2122;occhio è ancora ben vivido e sporgente e le branchie sono di colore rosso vivo. Evitare infine lâ&#x20AC;&#x2122;acquisto del pesce che si trova nel periodo del deposito delle uova, in quanto meno saporito. Assolutamente sconsigliabile lâ&#x20AC;&#x2122;acquisto del pesce filettato: il vastese verace filetta il pesce con le sue mani o tuttâ&#x20AC;&#x2122;al piĂš se lo fa filettare dal venditore, se questi è ovviamente esperto.
MAGGIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda Bbenedatte
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Nnucienze
Sande VittĂ ure
Sande LibbratĂ ure
Fatte â&#x20AC;&#x2DC;na risate!?!
PDJJLR &HULPRQLD GHOOD SRVD GHOOD SULPD SLHWUD GHO IDUR GL 3XQWD 3HQQD
/D FUDYDWWD Domenico regala una bella cravatta rossa allâ&#x20AC;&#x2122;amico Paolo, ma notando che Paolo non la porta mai, con disappunto un giorno gli dice: â&#x20AC;&#x153;Ma â&#x20AC;&#x2DC;ndĂ piacĂŽute ?Âť â&#x20AC;&#x153;Che â&#x20AC;&#x2DC;ccheuse ?Âť ÂŤLa cravatteÂť ÂŤAh... ĹĄcĂŽe â&#x20AC;&#x2DC;ccomeÂť ÂŤMa allaure piccĂ ne le purte ?Âť ÂŤAspètte che vĂ nge le cumunĂŠste ca lâ&#x20AC;&#x2122;ajia mĂ tt a lu quane...Âť
PDJJLR 0XRUH D 1DSROL LO SLWWRUH YDVWHVH *DEULHOH 6PDUJLDVVL HVSRQHQWH GL SULPR SLDQR GHOOD VFXROD GL 3RVLOOLSR H PDHVWUR GL )LOLSSR 3DOL]]L PDJJLR (VFH LO SULPR QXPHUR GHO VHWWLPDQDOH ,VWRQLR GLUHWWR GDL IUDWHOOL (PLOLR H 6LOYLR 0RQDFHOOL
VenerdĂŹ
Sabato
Sande â&#x20AC;&#x2DC;NdunĂŤine
Sande FabbĂŻane
Domenica
La â&#x20AC;&#x2DC;ScenziĂ une
LuFuttebballefacendâ&#x20AC;&#x2122;anne A Vasto dal 1902 câ&#x20AC;&#x2122;è lâ&#x20AC;&#x2122;associazione calcio Pro Vasto, una delle prime in Italia. Tempi eroici quelli. La paga? Lâ&#x20AC;&#x2122;ingaggio ? Bbene meâ&#x20AC;&#x2122; !! Contava la passione e lâ&#x20AC;&#x2122;amore viscerale per il simbolo, sportivo e non, della propria cittĂ che competeva anche con quelle molto piĂš importanti: Chieti, Pescara, Arsenal Taranto, Perugia, Teramo, Lanciano, Lâ&#x20AC;&#x2122;Aquila, Avezzano, Caserta,Latina ecc.... Il massimo compenso, racconta Peppino (la CangillĂŽre), è stato di lire duemila, per premio partita con la vittoria a Lanciano, oltre le cinquemila lire di stipendio: che tempi !!! Prima di una partita allâ&#x20AC;&#x2122;Aragona, nel ristorante MimĂŹ (Vuzzitèlle), lâ&#x20AC;&#x2122;allenatore Gente a pranzo con tutti i convocati, manda allâ&#x20AC;&#x2122;aria tavoli, stoviglie, brodino e bistecche ai ferri perchè nel sentire lagnanze del genere: â&#x20AC;&#x153;Ĺ tĂ â&#x20AC;&#x2DC;bistacche è toste..., chèllâ&#x20AC;&#x2122;addre ca te lu nèrve..., lu mè è criuâ&#x20AC;&#x2122;de..., quaste mammamaâ&#x20AC;&#x2122; ie mi sèmbre na cingomme...â&#x20AC;? sbotta; e dice: â&#x20AC;&#x153;Vorrei sapere alle case vostre cosa stanno mangiando... il filetto degli angeli ?!??!â&#x20AC;?. Doppe tutte quènde zètte... zètte e â&#x20AC;&#x2DC;nghi la caute â&#x20AC;&#x2DC;mmezze a le cosse allâ&#x20AC;&#x2122;ArrahĂ une pâ&#x20AC;&#x2122; ccarre a monde e â&#x20AC;&#x2DC;bballe apprèsse a lu pallaune. Risultato: â&#x20AC;&#x153;Vasto 3 â&#x20AC;&#x201C; Avezzano 0â&#x20AC;?. CumbĂ Miccalicce mme se capèite a maâ&#x20AC;&#x2122;ie! Appliche e... fa sapaune !!!
9HFFKLH *ORULH Da sinistra: Teseo Panerai (portiere), Angelo Tana (terzino sinistro), Michele Raimondi (terzino destro e capitano), Peppino Fiore (mediano destro).
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2JJL RWWREUH
MAGGIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
La Madonne de FĂ teme
Sande MattĂŠ
Sanda Matalene
Sande Ubbualde
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Pasquale
Sande Venanzie
Domenica
La PendecoĹĄte
0RGL GL GLUH -¡ q œUUXXqWH OD IDWqMMH JQq D 3LQGDULOOH *OL q DUULYDWD OD IDWLFD FRPH D 3LQGDULOOH
6XOOD Ă&#x20AC;QH GHO OD SRSROD]LRQH GHO 9DVWR DVFHQGHYD D SRFR SL GL RWWRPLOD DQLPH HG LO SRYHUR 3LQGDULOOH D FXL LO &RPXQH GDYD XQ WDQWR SHU RJQL FDGDYHUH FKH VRWWHUUDYD IDFHYD FRVu PDJUL JXDGD JQL FKH DYHYD GHFLVR GL FDPELDU PHVWLHUH )X TXLQGL SHU OXL XQD YHUD PDQQD SLRYXWD GDO FLHOR LO WLIR SHWHFFKLDOH VFRSSLDWR QHO 9DVWR O¡DQQR VHJXHQWH QHO TXDOH PRUL YDQR VLQR D VHVVDQWD LQGLYLGXL DO JLRUQR Âś1 JUD]LD 'Gs¡ P¡ q UUXXqWH OD IDWqMMH *UD]LH D 'LR PL q DUULYDWD OD IDWLFD GLFHYD DOORUD 3LQGDULOOH YHGHQGR FKH TXHOOD PRUWD LWj JOL IDFHYD EXVFDUH GHO EHOOR H GHO EXRQR 0D JRGHWWH SRFR WHPSR L IUXWWL GHOOD VXD LQVSHUDWD IRUWXQD JLDF FKp FROWR DQFK¡ HJOL GDO PRUER XQD PDW WLQD IX ULWURYDWR VWHFFKLWR QHO VXR OHWWR
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La vendita di ghiaccio ´/D 6RFLHWj 3HVFH KD DSHUWR LQ YLD 'H 3DUPD Q XQD YHQGLWD GL QHYH GL JKLDFFLR SXULVVLPR DUWLĂ&#x20AC; FLDOH GHOOD ULQRPDWD 6RFLHWj DQRQLPD GL 3HVFDUD GL JDVVRVH SUHSDUDWH FRQ OH FHOHEUL DFTXH GHO 5LR QHUR GHOOD GLWWD 0DVFLWHOOL H GL ELUUD 3DV]NRZVNL LQ ERWWLJOLH GD OLWUR H GD PH]]R OLWUR Âľ
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Istonio, 15 maggio 1910
â&#x20AC;&#x153;Sâ&#x20AC;&#x2122;avessa faje li munuminte solamènde a li lazzarĂŻune: accuscè fusse â&#x20AC;&#x2DC;na lizziaune pi li halandĂšmeâ&#x20AC;?.
Buon Compleanno Alberto Del Borrello (4 maggio) Mario Celenza (4 maggio) Luigi Guidone (11 maggio) Roberto Suriani (13 maggio) Antonio Del FrĂ (19 maggio) Franco Del Prete (21 maggio) Luigi Ronzitti (25 maggio)
MAGGIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande BernardĂŤine
Sande SicundĂŤine
Sanda RĂŤite da Cascie
Sande Desiderie
O¡LFRQD *DHWDQR 0XUROR [1858-1903] Nato a Vasto da Francesco Saverio, napoletano gestore dellâ&#x20AC;&#x2122;ufficio doganale locale, si impiega giovanissimo nella direzione delle Ferrovie di Ancona. Eâ&#x20AC;&#x2122; costretto dal lavoro a continue ispezioni nelle sedi e negli impianti dipendenti da Ancona, poichĂŠ in quel periodo si sta sviluppando la rete ferroviaria del centro Italia. Nonostante ciò riesce a coltivare la sua passione per le lettere frequentando circoli culturali di Ancona e tornando, appena può, a Vasto per rituffarsi nella lingua amata. Scrive diverse raccolte di poesie in lingua, romanzi ed una commedia. Sono da ricordare i sonetti dialettali di Abruzzo (1886) e di Ciamarelle (1896). Muore ad Ancona nel 1903. Nel disegno consapevolmente perseguito del Murolo si realizza nella cultura vastese la saldatura tra letteratura colta e cultura popolare.
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda GiuvĂŤine
Sande Gregorie
La conca di rame Diversa da quella abruzzese, la conca di rame vastese ha un profilo piĂš lineare e meno curvo. Reca motivi decorativi, un tempo battuti a martello, e veniva portata dalle donne in perfetto equilibrio sul capo, colma dâ&#x20AC;&#x2122;acqua attinta alla fontana (a la fundĂ ne) della Piazza dinanzi a S. Giuseppe. Bellissimo lâ&#x20AC;&#x2122;incipit di un famoso sonetto di Luigi Anelli che evoca il suono delle conche sul battuto della fontana che si mescola al vocĂŹo delle donne.
Domenica Sande Feleppe la TernetĂŠ
PDJJLR 9LHQH LQDXJXUDWR LO PRQXPHQWR DL FDGXWL LQ SLD]]D 3XGHQWH 6HWWDQWDTXDWWUR DQQL GRSR LQ RFFDVLRQH GHO Â&#x17E; DQQLYHUVDULR GHOOD 5HSXEEOLFD ,WDOLDQD YLHQH VSRVWDWR GDO VLQGDFR 7DJOLHQWH LQ 3LD]]D &DSULROL
Alias... Rapacchiatte In contrada Trave vi era lâ&#x20AC;&#x2122;ortolano â&#x20AC;&#x153;â&#x20AC;&#x2DC;Ndonieâ&#x20AC;? che coltivava con tanta passione il suo orto. Un anno, vuoi per lâ&#x20AC;&#x2122;annata favorevole, vuoi per la felice concimazione ebbe delle rape (li vrucchele de rape) eccezionali. tanto che ne menava vanto dicendo: â&#x20AC;&#x153;Auanne tinghe cirte rape, tutte cacchiatte... cacchiatteâ&#x20AC;?. A forza di ripeterlo, gli affibbiarono giustamente â&#x20AC;&#x153;Rapacchiatteâ&#x20AC;?.
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Le proiezioni dellâ&#x20AC;&#x2122;ÂŤAprutiumÂť ´,Q FRLQFLGHQ]D GHOOD ULFRUUHQ]D GHO ;;,9 0DJJLR VRQR VWDWH SURLHWWDWH OH PDJQLĂ&#x20AC;FKH ULSURGX]LRQL GHO ´YROR VX 5RPDÂľ FRO GLULJLELOH 1RUJH GHOOD FHOHEUD]LRQH GHO ´1DWDOH GL 5RPDÂľ H GHOOD ULYLVWD SDVVDWD DG 2VWLD GD 6 ( 0XV VROLQL WUD JUDQGL DSSODXVL GHO SXEEOLFR 'LUHW WRUH G¡RUFKHVWUD LO 3URI *LXVWLQR =DSSDFRVWD
La Tribuna, 28 maggio 1926
MAGGIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande FederĂŤiche
Sande EmĂŤlie
Sande MassimĂŤine
Sande Ferdenande
Il personaggio
6LOYLR 3HWURUR Imprenditore tra i piĂš dinamici, ha dedicato gran parte della sua intensa vita al servizio della causa degli emigrati nel mondo di cui è diventato un riferimento costante nel tempo. A lui in particolare si devono tutte le iniziative che hanno consentito di ricostituire un legame con i vastesi allâ&#x20AC;&#x2122;estero: la )HVWD GHO ULWRUQR, che si celebra ogni anno nella prima domenica dâ&#x20AC;&#x2122;agosto,il 3RQWH GHOOÂśDPLFL]LD e soprattutto il gemellaggio con Perth nel West Australia, ove vivono migliaia di concittadini. Eâ&#x20AC;&#x2122; stato sempre lui a volere il PRQXPHQWR DOOÂśHPL JUDQWH nel Belvedere Romani , inaugurato nel 1986, la FURFH a Montevecchio dedicata â&#x20AC;&#x153;DL YDVWHVL FKH QRQ VRQR SL WRUQDWLâ&#x20AC;? e il FLSSR alla villa comunale, simbolo dellâ&#x20AC;&#x2122;amicizia con lâ&#x20AC;&#x2122;Australia.
GIUGNO VenerdĂŹ
Sabato
Sande Giurduane
Sande GiuĹĄtĂŤine
Domenica
Sande Uggenie lu Corpes Dommene
/X EREERQH Zaâ&#x20AC;&#x2122; Trisina a fore la porte li tinĂŠve na puticĂłle addoâ&#x20AC;&#x2122; vinnĂŠve li maccarune e robba â&#x20AC;&#x2DC;bbone â&#x20AC;&#x2DC;n huanditĂ . Si passave pi â&#x20AC;&#x2DC;cchi la vie fore a llâ&#x20AC;&#x2122;arche di Porta NĂłve mi chiamave da lundane e mi diceve: ÂŤviâ&#x20AC;&#x2122; a magnĂ Âť. Lu bobbone, lu bobbone candâ&#x20AC;&#x2122;è â&#x20AC;&#x2DC;bbone lu bobbone Lu bobbone, lu bobbone ca â&#x20AC;&#x2DC;cchiu bbone nâ&#x20AC;&#x2DC;gi ni sta. A la feste di la Pinnicce mi ni jave â&#x20AC;&#x2DC;nghi nonno Pippine chi purtave dendre a la â&#x20AC;&#x2DC;bborse robba â&#x20AC;&#x2DC;bbone da magnĂ . Assittate sopra li scujje pillastrille e vindricine doppe cchilla caminate è lu â&#x20AC;&#x2DC;cchiĂš mmajje chi ci sta E lu bobbone, ...
JLXJQR 9LHQH LQDXJXUDWD OD YLOOD SXEEOLFD LQWL WRODWD DOO¡HUHGH DO WURQR 3ULQFLSH GL 3LH PRQWH
E si â&#x20AC;&#x2DC;jave a zaâ&#x20AC;&#x2122; â&#x20AC;&#x2DC;Ngiuline a la piazze di san DugudĂłre ziâ&#x20AC;&#x2122; Filippe li midajje di la guerre mi faceve vidĂŠ. Mâ&#x20AC;&#x2122;ha â&#x20AC;&#x2DC;rraperte lu tiratore mustacciule e raffajule bicchinutte e turrungine mi faceve magnĂ . Lu bobbone, ... Moâ&#x20AC;&#x2122; ca mi so fatte grosse e di bobbone â&#x20AC;&#x2DC;ssai ci sta lu bobbone ca piace a â&#x20AC;&#x2DC;mme è di nâ&#x20AC;&#x2122;addra qualitĂ . Lu bobbone, ... Francescopaolo Dâ&#x20AC;&#x2122;Adamo
GIUGNO
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda ClutĂŤlde
Sande QuirĂŤine
Sande Fiurenze
Sande Feleppe
8Q YROXPHWWR VX (UQHVWR &RUGHOOD Eâ&#x20AC;&#x2122; apparso per i tipi del Torcoliere, editore in Vasto, un volumetto interessante su Ernesto Cordella curato da Giuseppe Tagliente e Paolo Calvano. Si scopre, leggendolo, la vita avventurosissima di questo illustre vastese, che fu tra i primi italiani a partecipare alla corsa verso lâ&#x20AC;&#x2122;Africa ed uno degli esploratori principali del Congo. Ad Ernesto Cordella è intitolato il lungomare della Marina.
Ernesto Cordella in divisa coloniale belga. Boma, giugno 1903.
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Robberte
Sande SeverĂŤine
Domenica
Sande â&#x20AC;&#x2DC;RrĂŤiche
Cozze gratinate Iď?Žď?§ď?˛ď?Ľď?¤ď?Šď?Ľď?Žď?´ď?Š: 1 Kg. di cozze; 40 gr. di pangrattato; 2 pomodori; una manciata di prezzemolo; 2 foglie di basilico; un spicchio di aglio; 3 cucchiai di olio; sale, pepe. Pď?˛ď?Ľď?°ď?Ąď?˛ď?Ąď?şď?Šď?Żď?Žď?Ľ: Mettere in una padella sul fuoco le cozze lavate e spazzolate e, a mano a mano che si aprono, staccare i molluschi ed eliminare le valve. Far rosolare nellâ&#x20AC;&#x2122;olio lo spicchio di aglio ed il basilico, unire i pomodori pelati e tagliati a pezzetti, far cuocere per dieci minuti ed infine aggiungere il liquido di cottura delle cozze. Mettere i molluschi in una pirofila, irrorarli con la salsa, cospargerli di pangrattato e prezzemolo tritato; salare, pepare e passare in forno caldo per 15 minuti.
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Cinema a Miramare
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Il Vastese dâ&#x20AC;&#x2122;oltre Oceano, 6 giugno 1926
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Buon Compleanno Antonio Dâ&#x20AC;&#x2122;Annunzio (7 giugno) Don Michele Ronzitti (15 giugno) Luciano Tosone (23 giugno) Mons. Decio Dâ&#x20AC;&#x2122;Angelo (29 giugno)
GIUGNO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande ZaccarĂŤje
Sande Barnabe
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Nufre
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Ndonie de Padeve
Tutti gli stabilimenti balneari vastesi, sono attrezzati per il beach volley
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda AlĂŤice
Sande VĂŤite
Vecchi fusti ,O &RUVDUR
Domenica
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Ureliane
'HVLGHULR
a Don Salvatore Pepe
Don ZalvatĂ ure ha dètte: - Me despiĂ ce A mmĂ â&#x20AC;&#x2DC;mmurĂŠ... - Don Zalvatoâ&#x20AC;&#x2122; despiĂ ce A ttitte... Ha despiaciute a GgesĂš Cruèste: Ha â&#x20AC;&#x2DC;vute pure hĂ sse stâ&#x20AC;&#x2122;ora trèste. Ma candâ&#x20AC;&#x2122;ĂŠ bbèlle a jèrce â&#x20AC;&#x2DC;n zanda pĂ ce, Senza rembrange, me, ccusce, gna piace A Ddè, na vodde che le sĂŠme vèste Sta tèrre, e nen ze ne poâ&#x20AC;&#x2122; fĂ nâ&#x20AC;&#x2122;acquèste. Va mäle, cèrte, a cchi ce sâ&#x20AC;&#x2122;ĂŠ â&#x20AC;&#x2DC;ttaccate GnĂŠ na sanguĂ tte... EmbĂŠh, lâ&#x20AC;&#x2122;ha da lassĂ La rrobbe e le quatrèine châ&#x20AC;&#x2122;ha â&#x20AC;&#x2DC;ssummuĂ te. GgesĂš, cchiuttòste mitteme a na vĂ nne, Nâ&#x20AC;&#x2122;de ne scurduĂ , addoâ&#x20AC;&#x2122; se poâ&#x20AC;&#x2122; vedĂ Nu ccone de lu HuĂ ste a llâ&#x20AC;&#x2122;addre mĂ nne. Espedito Ferrara (1977)
Famoso in cittĂ e nel resto dâ&#x20AC;&#x2122;Italia come â&#x20AC;&#x153;il Corsaroâ&#x20AC;?, Claudio Crisci era un estroverso e genialoide personaggio che amava la vita, il canto e la buona cucina, Il ristorante che gestiva con la moglie Michelina la Burrèlle offriva piatti tipici che lui ribattezzava fantasiosamente attingendo ora dallâ&#x20AC;&#x2122;italiano ora dal dialetto. Arcinoti li cazzarille al sugo di pescatrice che nobilitava denominandoli membretti e le panocchie prĂŠne (gravide) che soleva consigliare a tutti senza mai, tuttavia, rispondere a chi gli chiedeva maliziosamente dove avesse una stazione di â&#x20AC;&#x153;monta panocchieâ&#x20AC;?.
Alias... Peppe tâ&#x20AC;&#x2122;ArrĂŠche ZĂŹ Peppe Cillacchie era solito vendere le arance a forfait sulle piante ad un tale commerciante dalmata di nome Giuseppe Dâ&#x20AC;&#x2122;Arrigo. Costui diceva a ZĂŹ Peppe â&#x20AC;&#x153;Se vengono altri compratori rispondi loro: ÂŤTutte le purtealle sono state accaparrate da Peppe Dâ&#x20AC;&#x2122;ArrigoÂťâ&#x20AC;?. E fu cosĂŹ che ogni volta che ZĂŹ Peppe si dirigeva verso il bar dellâ&#x20AC;&#x2122;epoca (la cantine di Cicchepallette), tutti esclamavano canzonatoriamente: â&#x20AC;&#x153;Mo arrève Peppe tâ&#x20AC;&#x2122;arrĂŠcheâ&#x20AC;?.
GIUGNO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Adolfe
Sande Curnuelie
Sande RumĂźalde
Sanda MicchelĂŤine
VenerdĂŹ
Sabato
Sande LujĂŤgge
Sande PaulĂŤine
Domenica
Sande Nazzarie
/D 6FDIIHWWH I Peâ&#x20AC;&#x2122; tòjeme â&#x20AC;&#x2DC;na vulije, nin ride, ziâ&#x20AC;&#x2122; Pumpèâ&#x20AC;&#x2122;, soâ&#x20AC;&#x2122; fatte tre mila mije peâ&#x20AC;&#x2122; staâ&#x20AC;&#x2122; a lu Vaste meâ&#x20AC;&#x2122;. Sentive â&#x20AC;&#x2DC;na nustalgije da tante tempe che de corse soâ&#x20AC;&#x2122; riminute, peâ&#x20AC;&#x2122; vive gne nu re. Ajje accattate â&#x20AC;&#x2DC;na bella scaffette, oh che vrudette massere ajja faâ&#x20AC;&#x2122;! - sfojie, merluzze, risciule e chianghette, viâ&#x20AC;&#x2122; che finezze de pesce sta qua? Ancore vive e prufĂŽme de mare sta panucchielle, che teâ&#x20AC;&#x2122; a zampijĂ â&#x20AC;&#x2122;; e sta lucerne e stu calamare? tâ&#x20AC;&#x2122;addore â&#x20AC;&#x2DC;mmocche, te fa rdicrijĂ â&#x20AC;&#x2122;! II Lâ&#x20AC;&#x2122;America è grande e ricche e teâ&#x20AC;&#x2122; quelle che vu, stu ciele però e stu mare teneme sole nuâ&#x20AC;&#x2122;. A èlle se campe bone, chiĂš bbone nâ&#x20AC;&#x2122; zi pò staâ&#x20AC;&#x2122;, ma ècche se campc mejje sâ&#x20AC;&#x2122;arpurte li ÂŤdollĂ rÂť! Ajje accattate â&#x20AC;&#x2DC;na bella scaffette, ecc. ecc.
O¡LFRQD ANIELLO POLSI [1905 - 1983] Nato nellâ&#x20AC;&#x2122;abruzzo teramano rivela dalla giovinezza spiccate attitudini per la musica e la poesia. Dopo la licenza ginnasiale studia solfeggio, armonia e pianoforte col Maestro Antonio Di Jorio. Nel conservatorio â&#x20AC;&#x153;S. Pietro a Maiellaâ&#x20AC;? di Napoli diventa allievo ed amico del maestro musicista Camillo de Nardis. Nel 1930 si trasferisce a Vasto, che diventa la sua patria dâ&#x20AC;&#x2122;adozione ed a cui dedica con grande affetto gran parte dei suoi lavori. Qui insegna musica e canto nellâ&#x20AC;&#x2122;Istituto Magistrale e nella media â&#x20AC;&#x153;Raffaele Paolucciâ&#x20AC;?. La sua produzione artistica è sterminata e spazia in tutti i campi musicali. Dalla musica sacra alla profana, da quella da camera a quella da teatro. Numerose le canzoni in dialetto (Nustalgie de Vaste, La scaffette, La canzone de nonneâ&#x20AC;Ś) presentate e dirette nelle Maggiolate Ortonesi e nei Festivals della canzone abruzzese e molisana.
III Oh quanta malincunije se prove e nâ&#x20AC;&#x2122; câ&#x20AC;&#x2122;è da faâ&#x20AC;&#x2122;, se pense che arvèâ&#x20AC;&#x2122; lu jurne de riturnĂ â&#x20AC;&#x2122; de lĂ ... Allâ&#x20AC;&#x2122;ore de ]a partenze lu core lasse a te, o terra felice e care, o belle Vaste meâ&#x20AC;&#x2122;! Ajje accattate â&#x20AC;&#x2DC;na bella scaffette, ecc. ecc. Versi e musica di A. Polsi
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â&#x20AC;&#x153;Châ&#x20AC;&#x2122;acchiappe lâ&#x20AC;&#x2122;anguelle pi la cĂ ute e la fammene pi la pareule poâ&#x20AC;&#x2122; deice ca nin tè prĂšpete nièndeâ&#x20AC;?.
GIUGNO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Giuvuanne BatteĹĄte
Sande Hujerme
Sande Giuvuanne e Pavele
Sande Clemende
Il 24 Giugno: solstizio dâ&#x20AC;&#x2122;estate Il 24 giugno, quando il sole raggiunge la sua massima declinazione, è considerato il giorno del solstizio dâ&#x20AC;&#x2122;estate. Tale giorno, ritenuto sacro giĂ prima della fondazione di Roma, nella religiositĂ cristiana ricorda la nativitĂ di S. Giovanni Battista. Non è facile orientarsi nelle credenze e nelle usanze frutto di varie stratificazioni. La leggenda piĂš nota è quella riportata da G. Dâ&#x20AC;&#x2122;Annunzio ne â&#x20AC;&#x153;La Figlia di Iorioâ&#x20AC;?, secondo la quale le giovani che vedranno sul disco del sole nascente il volto di San Giovanni si sposeranno entro lâ&#x20AC;&#x2122;anno.
VenerdĂŹ
Sabato
Sande IrenĂŠ
Samâ&#x20AC;&#x2122;Bitre e Pavele
,O 7RVRQ G¡RUR
La carrozza marchesale utilizzata nella rievocazione
Domenica
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Nnucienze
La Rievocazione storica giunge questâ&#x20AC;&#x2122;anno alla XVI edizione. Lâ&#x20AC;&#x2122;idea di una manifestazione dedicata al marchese Cesare Michelangelo dâ&#x20AC;&#x2122;Avalos, che ha dato alla cittĂ il periodo storico piĂš â&#x20AC;&#x153;gioiosoâ&#x20AC;?, vuole riproporre la favola del principe che rende il popolo felice facendolo partecipe della â&#x20AC;&#x153;sua festaâ&#x20AC;?. Lâ&#x20AC;&#x2122;evento storico narra della collazione dellâ&#x20AC;&#x2122;alta onorificenza avvenuta a Vasto nellâ&#x20AC;&#x2122;ottobre 1723, da parte del marchese del Vasto al principe romano Fabrizio Colonna, gran connestabile del Regno di Napoli.
1XRYR IDUR GL 3XQWD 3HQQD ´$EEDWWXWR GDL JXDVWDWRUL WHGHVFKL ULVRUJH D QRYHOOD YLWD LO YHFFKLR IDUR GL 3XQWD 3HQQD FKH ULWRUQD DG HVVHUH XQ FRPSDJQR IHGHOH DL QDYLJDWRUL QHOOH QRWWL SURIRQGH H WHPSHVWRVH /¡LPSRUWDQWH FRVWUX]LRQH VDUj GHO WXWWR VLPLOH D TXHOOD GLVWUXWWD , ODYRUL YHUUDQQR XOWLPDWL LQ EUHYH WHPSR¾
Histonium, 25 giugno 1948
,O FHQVLPHQWR ´'DOOH QRWL]LH ULFKLHVWH DO &RPXQH GL 9DVWR GDOOD 'LUH]LRQH GHOO¡8IĂ&#x20AC;FLR 6WDWLVWLFR GHO 5HJQR VL ULOHYD FKH DO JLXJQR XOWLPR VRSUD XQD SRSR OD]LRQH GL DQLPH OD QRVWUD &LWWj FRQWDYD IDPLJOLH DYHQWL GDL DL Ă&#x20AC;JOLÂŤ
Il Vastese dâ&#x20AC;&#x2122;Oltre Oceano, 30 giugno 1948
Nella struttura conventuale di S. Onofrio, di cui vediamo il crocifisso seicentesco, il principe Cesare Michelangelo dâ&#x20AC;&#x2122;Avalos, possedeva una cella penitenziale.
( â&#x20AC;&#x153;Marâ&#x20AC;&#x2122;a a chi la case andònna la hallèine canda e lu halle ammuccijĂ ieâ&#x20AC;?.
LUGLIO
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Ĺ tefene
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Ggèste
Sande Tumuasse
Sanda Sabbette
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda FelummuĂŠne Sanda Mareja GurĂ tte
Domenica
Sanda Claudie
$TXDODQG GHO 9DVWR
Cavatille â&#x20AC;&#x2DC;nghi la Piscatrèice Cavatelli alla Pescatrice
Iď?Žď?§ď?˛ď?Ľď?¤ď?Šď?Ľď?Žď?´ď?Š 500 gr. di cavatelli; 1 kg. di pescatrice; una cipolla; un mazzetto di prezzemolo; 500 gr. di pomodori pelati; un bicchiere di vino bianco secco, sale, pepe e olio. Pď?˛ď?Ľď?°ď?Ąď?˛ď?Ąď?şď?Šď?Żď?Žď?Ľ: Pulire e lavare con cura il pesce e tagliarlo a pezzi. In un tegame versare lâ&#x20AC;&#x2122;olio e la cipolla tagliata a fettine sottili e farla rosolare, aggiungere i pezzi di pescatrice e fare insaporire per 10 m. circa. Versare il vino bianco, lasciarlo evaporare, aggiungere il pomodoro passato e lasciar cuocere a fuoco lento per 15 m. circa. Se il sugo si rapprende troppo, aggiungere un pò di acqua. Far cuocere ancora per 20 m. e filtrare con un colino non troppo sottile. Lessare i cavatelli in abbondante acqua salata, scolarli e condirli con questo particolare sugo, aggiungendovi una manciata di prezzemolo tritato.
Il parco Aqualand del Vasto, grazie ad una felice combiFatte â&#x20AC;&#x2DC;na risate!?! nazione gestionale è ormai unâ&#x20AC;&#x2122;affermata realtĂ ricreativa. Tra piscine, discoteche, roller blade, fitness point, giochi, scivoli ecc... il divertimento è assicurato fino allâ&#x20AC;&#x2122;alba. 3HUVXDVLRQH Giovani e meno giovani ogni estate fanno del parco acquatico un punto di ritrovo spensierato ed alla moda. Bagnino !!! Bagnino !!! Venga, venga... mi aiuti, Pierino, mio figlio, è piĂš di mezzâ&#x20AC;&#x2122;ora che è in acqua e non vuole venir fuori... faccia qualcosa, intervenga per favore ... la supplico. SpidĂŤite, bagnandosi fino alle caviglie, prende Paolo Tessitore (10 luglio) posa minacciosa e con voce imperiosa al bimbo Nicola Carlesi (15 luglio) dice: ÂŤUè, fijie di pu... isce fèure, ca sĂŻnnĂ vinga aèsse e te facce nu päre dâ&#x20AC;&#x2122;ucchieÂť. Gabriella Izzi Benedetti (20 luglio) Pierino piangendo e spaventato corre verso la Don Tommaso Di Stefano (30 luglio) mamma. SpidĂŤite conclude la missione dicendo: ÂŤSignora, tuttâ&#x20AC;&#x2122;apposte... sĂŽ vèste gnĂ sa da faâ&#x20AC;&#x2122;!!Âť.
Buon Compleanno
LUGLIO
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Adriane
Sande Ggiste
Sanda Isabella
Sande BbenedĂ tte
$¡EEDOOH SH¡ ÂśO¡RUWH Me lâ&#x20AC;&#x2122;arisonne spesse e vulintire chĂŹllâ&#x20AC;&#x2122;orte aâ&#x20AC;&#x2122;bballe peâ&#x20AC;&#x2122; â&#x20AC;&#x2DC;na custarelle. Arvède lu cannète, la pischire e lâ&#x20AC;&#x2122;ombra fresche di lu pajarelle. Sempre mi ci â&#x20AC;&#x2DC;arivĂ sunne e pinzire a chilu tempe peâ&#x20AC;&#x2122; mmĂŠ tante bbelle. Ă&#x20AC; passĂ te tantâ&#x20AC;&#x2122;anne e pĂ râ&#x20AC;&#x2122;ajjĂŹre che tĂšte mi facĂŠâ&#x20AC;&#x2122; peâ&#x20AC;&#x2122; pazziarelle: nghe â&#x20AC;&#x2DC;na fronne di canne, la barchette; nghi nu papĂ vere, la puparelle; nghi la jerve dâ&#x20AC;&#x2122;avène, lu fischiette. Fernando Dâ&#x20AC;&#x2122;Annunzio
VenerdĂŹ
Sabato
Sande FurtunĂźate
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Rreiche
Domenica
Sande CamĂŠlle
&DUPLQu " " Tâ&#x20AC;&#x2122;aricurde di la vije di la cataine andò na vodde ci stave lu vasare... (faceve vĂŞse, cicine, pignate e tijèlle e pisciatiure) e la vie sdurrupete si dimezzave a la cappella di la Cataine (forse nu vote pi mantinĂ le case dallâ&#x20AC;&#x2122;orte di Spatare?) e continuave fine aâ&#x20AC;&#x2122; la loggâ&#x20AC;&#x2122; Ambling ? â&#x20AC;&#x153; Beh? â&#x20AC;&#x2DC;ndòâ&#x20AC;&#x2122; tâ&#x20AC;&#x2122;aje capeite !!â&#x20AC;? PiccĂ â&#x20AC;&#x2DC;ngi sta chijâ&#x20AC;&#x2122;... se na franate?â&#x20AC;? Naune, naune... â&#x20AC;&#x2DC;ngrazia DdĂŤ ci sta â&#x20AC;&#x2DC;ncaure; â&#x20AC;&#x2DC;nbeh (coma dice tije), pi la vije di la cataine a li timba nustre la pizze e la mennazze se sprecave. Li bbardesce ci sâ&#x20AC;&#x2122;aritravuddave e ci crisciavene â&#x20AC;&#x2DC;mezzeâ&#x20AC;Ś e li cuppiatte la saire ci faciĂ ve li matiĂźne pi lu schiĂźre. Moâ&#x20AC;&#x2122;, invece, janne date naâ&#x20AC;&#x2122; ripulèite e... se pache la vidiute... na stanze di case 50 milijune e lu ballecaune 200 milijune !!! Finalmende lu Uaste senza la pĂŻzze e la mennazze ha divindate prilibbate gnè Mondecarle. Ti châ&#x20AC;&#x2122; deice: sciabbendatte la pulizzeje o la ggende sâ&#x20AC;&#x2122;è â&#x20AC;&#x2DC;mmatteite?? Sordiso
Vecchi fusti ,O &RUSR GHL 9LJLOL 8UEDQL GL 9DVWR
Il Corpo dei Vigili Urbani di Vasto fu costituito nel 1939. Esso integrava le due â&#x20AC;&#x153;Guardie Campestriâ&#x20AC;?, Cicchini e Di Paolo, che da tempo svolgevano le mansioni nellâ&#x20AC;&#x2122;agro vastese (nella foto non indossano la divisa di ordinanza, ma solo il cappello). Sono riconoscibili nella foto da sinistra in piedi: Cicchini, Ganzaroli, Di Casoli, Sprocatti, Orlandi e Di Paolo. Seduti: Prosperi (vicecomandante), Grandi (comandante) e Altobelli.
LUGLIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Bonavendiure
La Madonna de lu Carmene
Sande Cirille
Sanda MarĂŤine
Il personaggio $QJHOR &LDQFL Eâ&#x20AC;&#x2122; il decano dei giornalisti vastesi. Ha fondato nel 1966 9DVWR 'RPDQL, di cui è direttore, che, nel solco di una tradizione giornalistica inaugurata da ,VWRQLR di Emilio Monacelli e dal 9DVWHVH GÂśROWUH 2FHDQR di Luigi Anelli, continua ad informare i vastesi in patria ed allâ&#x20AC;&#x2122;estero con tempestivitĂ ed obiettivitĂ . Si deve senzâ&#x20AC;&#x2122;altro a lui, arrivato lucidamente ai 90 anni, se moltissimi concittadini emigrati ed i loro figli hanno nel tempo mantenuto legami solidi con la terra dâ&#x20AC;&#x2122;origine.
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Arsenie
Sande Aurelie
Domenica
Sande Claudie
/XJOLR 9LHQH LVWLWXLWR GDOOD 'LWWD 0LFKHOH 0ROLQR LO VHUYL]LR SXEEOLFR DXWRPR ELOLVWLFR JLRUQDOLHUR 9DVWR 6WD]LRQH H YLFHYHUVD ,O SUH]]R GHOOD FRUVD q GL / FRQ SDUWHQ]D GD 9DVWR FLWWj H GL / FRQ SDUWHQ]D GD 9DVWR 6WD]LRQH ,QROWUH D 9DVWR 0DULQD VL VYROJRQR OH HOLPLQDWRULH GHOOD ´&RSSD 6FDULRQL¾ GL QXRWR LQGHWWD GDOOD 8 6 9DVWHVH H SDWURFLQDWD GDO TXRWLGLDQR ´*D]]HWWD GHOOR 6SRUW¾
OXJOLR $OOD 0DULQD VL VYROJH OD FHULPRQLD G¡LQDXJXUD]LRQH GHOOD FRORQLD HVWLYD LQWLWRODWD DOOD 3ULQFLSHVVD GL 3LH PRQWH
!
La vastese Paola Di Giovanni, Miss Abruzzo, che nel settembre 2001 ha partecipato alla fase finale di Miss Italia a Salsomaggiore con lusinghieri risultati.
LUGLIO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda Mareja Matalene
Sanda BbrĂŠggede
Sanda CristĂŤine
Sande GiĂ cheme
1RUPH GL GHFHQ]D ´$ QRUPD GHOO¡DUW GHOOD OHJJH GL 3 6 H GHO UHODWLYR 5HJRODPHQWR FUHGLDPR XWLOH DQFKH QRL SRUWDUH D FRQRVFHQ]D GHO SXEEOLFR FKH D WXWHOD GHOOD PRUDOLWj H GHL EXRQL FRVWXPL UHVWD DVVROXWD PHQWH SURLELWR D FKLXQTXH GL HQWUDUH LQ PDUH LQ TXDOXQTXH SXQWR GHOOD VSLDJJLD H SHU TXDOXQTXH VFRSR VHQ]D LQGRVVDUH OD FDPLFLD H OH SUHVFULWWH PXWDQGH GD EDJQR¾
Istonio, 22 luglio 1888
(
â&#x20AC;&#x153;Candâ&#x20AC;&#x2122;iune chiĂš è veuve e chiĂš vè a li stalleâ&#x20AC;?.
VenerdĂŹ
Sabato
/X VFLMRQH
Le trombe marine erano molto temute dai pescatori delle paranze. Quando si formavano allâ&#x20AC;&#x2122;orizzonte bisognava prepararsi al peggio. Si faceva di tutto per evitarle ma non sempre era possibile. I sistemi per scongiurare gli VFLMRQL erano diversi da spiaggia a spiaggia. Ma tutti comunque erano basati sulla credenza che bastava toccare con un ferro acuminato lo VFLMRQH perchĂŠ questo venisse â&#x20AC;&#x153;liberatoâ&#x20AC;?. Anche la sola rappresentazione figurata del â&#x20AC;&#x153;taglioâ&#x20AC;? era sufficiente allo scopo. Il sistema piĂš utilizzato era quello di tracciare sulla poppa della barca, o solo idealmente in aria, in direzione dello VFLMRQH una stella a cinque punte, rapDomenica presentazione simbolica di un corpo umano con la testa, braccia e gambe. Era indispensabile allo scopo Sanda Serene un coltello magico, dal manico nero, il â&#x20AC;&#x153;coltello di San Liborioâ&#x20AC;?. Mentre il coltello lentamente tracciava il segno, il marinaio addetto alla pratica, recitava lo scongiuro, sempre â&#x20AC;&#x153;rinnovatoâ&#x20AC;? la notte di Natale: Âł*JHV *JLXVHSSH H 0PDULLMH EUXWWH WpHPEH PH YpWH PHQLMH´ (GesĂš, Giuseppe e Maria, brutto tempo vedo arrivare ). Spesso lâ&#x20AC;&#x2122;invocazione era rivolta al Santo protettore del paese e proseguiva con una colorita descrizione in versi dellâ&#x20AC;&#x2122;evento da scongiurare. Infine, terminava con la raccomandazione di dirigere lo VFLMRQH in una valle oscura. â&#x20AC;&#x153;$GGz QÂś]YDLWH Qp VzOH Qp OuXQHâ&#x20AC;? (Dove non arri OXJOLR vano nĂŠ la luce del sole nĂŠ quella della luna) o in 9LHQH IRQGDWD OD 6RFLHWj 2SHUDLD LQ una fossa in fondo al mare â&#x20AC;&#x153;$GGz QL ÂľQJH VWDQQH VHJXLWR GHQRPLQDWD 6RFLHWj GL PXWXR VRF QR YYDULFKH H QR QQDYH!â&#x20AC;? (Dove non navigano FRUVR GHJOL RSHUDL GL 9DVWR nĂŠ barche nĂŠ navi) â&#x20AC;&#x153;9LFFH YLFFH 0DGRQQH GL OD 3jQQH VTXDMMH ÂľVVD QLYLOH H ÂľVVX PXDOjQQH!â&#x20AC;? (Vieni, vieni Madonna della Penna, disperdi questa nuvola e i danni che provoca). La parte culminante dello scongiuro, dove la credibilitĂ e lâ&#x20AC;&#x2122;efficacia del magaro venivano messi in gioco, era comunque il lancio del coltello allâ&#x20AC;&#x2122;interno della stella. Condizione fondamentale perchĂŠ lo VFLMRQH si VTXDJOLDVVH definitivamente era la precisione del lancio; se il coltello colpiva il centro, lo VFLMRQH era definitivamente â&#x20AC;&#x153;liberoâ&#x20AC;?, in caso contrario poteva di nuovo tornare. Sandâ&#x20AC;&#x2122; Anne e GiuvuacchĂŤine
Sande CelestĂŤine
Francesco Feola, 3DUDQ]H
LUGLIO
AGOSTO
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda Marte
Sanda BiatrĂŤice
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Gnazie
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Leffanze
,O QXRYR PHUFDWR FRPXQDOH ´/¡DELWXDOH IROOD PDWWXWLQD VWD]LRQDYD LQWRUQR DO OXFLGR SHULPHWUR GHO QXRYR PHUFDWR VRUWR VXOO¡DUHD VX FXL XQ WHPSR V¡LQQDO]DYD OD RVFXUD PROH GHO FRQYHQWR GL 6 &KLDUD +D LPSDUWLWR OD EHQHGL]LRQH LO SDUURFR FDQ FR GRQ 1LFROD 'L &OHPHQWH¾
Histonium, 1 agosto 1958
Buon Compleanno Vincenzo Canci (2 agosto) Nicolangelo Dâ&#x20AC;&#x2122;Adamo (2 agosto) Lamberto Carpi (3 agosto) Michele Flocco (7 agosto) Luigi Murolo (8 agosto)
OXJOLR 3RVD GHOOD SULPD SLHWUD GHO 3ROLWHDPD 5X]]L YROXWR GDO YDVWHVH HPLJUDWR LQ $UJHQWLQD /XLJL 5X]]L ,Q XQ LQVHUWR SXEEOLFLWDULR DSSDUVR VXO TXLQGLFLQDOH ,O 9DVWHVH G¡ROWUH 2FHDQR LO ORFDOH SXEEOLFR YLHQH GHĂ&#x20AC;QLWR ´ULWURYR HPLQHQWHPHQWH HGXFDWLYR HG HFRQRPLFR /¡LPSUHVD KD IDWWR VXR LO PRWWR PXVVROLQLDQR ´DQGDUH YHUVR LO SRSRORÂľ SUDWLFDQGR SUH]]L EDVVL H SURLHWWDQGR OH PLJOLRUL SHOOLFROHÂľ
Festa del Ritorno 2001 In fondo a destra nella foto, Mike Cicchini, presidente del Vasto Social Club di Toronto (Canada)
VenerdĂŹ
Sabato
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Usebbie
Sanda Lèdie
Domenica
Sande Giuvuanne
Lu Vrudatte Brodetto di pesce alla Vastese
Iď?Žď?§ď?˛ď?Ľď?¤ď?Šď?Ľď?Žď?´ď?Š 700 gr. di pesce assortito 300 gr. tra vongole e panocchie o cicale di mare un bicchiere di olio 250 gr. di pomodori pelati due spicchi di aglio un peperone rosso dolce, prezzemolo, basilico, sale. Pď?˛ď?Ľď?°ď?Ąď?˛ď?Ąď?şď?Šď?Żď?Žď?Ľ: Pulire e lavare il pesce che, per la buona riuscita del brodetto, deve essere di molti tipi (merluzzi, triglie, sogliole, scorfani, calamari, ecc.). Tagliare a pezzi i grandi e lasciare interi i piccoli. Versare in un tegame di terracotta lâ&#x20AC;&#x2122;olio, il peperone, il pomodoro, il basilico, il prezzemolo, lâ&#x20AC;&#x2122;aglio ed un pizzico di sale. Aggiungere i crostacei (panocchie) ed i pesci meno teneri. Fare cuocere a fuoco lento, per cinque minuti circa; aggiungere poi gli altri pesci ed in ultimo le vongole. Cuocere ancora per dieci minuti a fuoco lento a tegame coperto, senza mai rimestare. Servire caldissimo.
AGOSTO
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Osvalde
Sande Uttaviane
Sande Caddane
Sande Dumuineche
VenerdĂŹ
Sabato
Sande RumĂźane
Sande Lurenze
Domenica
Sanda Chiare
)DPPH QX SLDFLDLUH - Cummara maah! MĂŠ, lu dulaure è fforte! Esse... sâ&#x20AC;&#x2122;è mmorte lu marite mĂŠ! - Fatte curagge, ca sta stessa sorte tinaime tutte quende, beni mĂŠ. Soprâ&#x20AC;&#x2122; a sta terre, dèmme: che ci acchicchie? Bihate ssu mareite ca mo sta tra ggejje e rreuse, annende a ccende spicchie nmezze a lu manne de la viritĂ ! Ma jè cummĂ a ecche hajje miniute pi nu piaciĂ ire e ti mi lâ&#x20AC;&#x2122;ha da fĂ . Stamme a ssindè soltante nu miniute lu fatte mo ti viiâ&#x20AC;&#x2122; jje ariccuntĂ : Canda sâ&#x20AC;&#x2122;è morte lu marite mè e mâ&#x20AC;&#x2122; ha lassate nghi chi lu bbardassce, mâ&#x20AC;&#x2122;hajje scurdate a mĂŠtteje a la cassce lu cuappelle e li cchiĂŠle. Ma chi vvĂš? Si ffa fradde, je serve hi cuappelle, si vvò legge, ntĂŠ lâ&#x20AC;&#x2122;icchiela sĂš. I facce a la bbonalme: stĂ a spittĂ , châ&#x20AC;&#x2122;appene meure nu cumbagne tĂŠ, di cheure je ti vujje accuntintĂ . Stu piaciaire cummĂ mi lâ&#x20AC;&#x2122;ha da fĂ : Dentre a ssa casce addò marette è mmorte, matte cchiele e ccappelle e je le porte! - Cummara mĂ , nghi tutte ca sâ&#x20AC;&#x2122;è mmorte, nghi tutte ca sta staise a ucchia chiuse, ssu mbecce je vuâ&#x20AC;&#x2122; dĂ a ssa coccia storte? Ie le canasce:... Eâ&#x20AC;&#x2122; tante nu â&#x20AC;&#x2DC;ngazzĂŹuse! Peppino Perrozzi
DJRVWR )LOLSSR 3DOL]]L GRQD DOOD &KLHVD GL 6 3LHWUR LO TXDGUR GDO WLWROR (FFH $JQXV 'HL RUD FRQVHUYDWR QHOOD SLQDFRWHFD FLWWDGLQD LQ 3DOD]]R '¡$YDORV
Alias... lu SpĂŠzziche Un ortolano soleva far mercato nelle piazze di Casalbordino, Pollutri e circondario per vendere i prodotti del proprio orto. Un concorrente che frequentava quasi le stesse piazze di smercio spesso gli domandava: â&#x20AC;&#x153;Vincè, comâ&#x20AC;&#x2122;è jute a ijre?â&#x20AC;? (Vincenzo, comâ&#x20AC;&#x2122;è andata ieri?) La risposta invariabilmente era:â&#x20AC;? Mè pi la viritĂ ...pure ijre hajje spizzichete!â&#x20AC;? (per la veritĂ anche ieri ho spizzicato!). Da qui il nomignolo â&#x20AC;&#x153;lu Spèzzicheâ&#x20AC;?.
AGOSTO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande ErculĂźane
Sande Ippolete
Sande Massemiliane
Lâ&#x20AC;&#x2122;Assunziaune de Sanda MarĂŠ
6L LQDXJXUD O¡$XWRVWHOOR ´&RQ OD SDUWHFLSD]LRQH GHOO¡RQ 6SDWDUR GHO SUHVL GHQWH GHOO¡( 3 7 GU &KLDYHJDWWL GHO SUHVLGHQWH 3URY GHOO¡$ & , DYY &DVWLJOLRQH H GHOOH $XWRULWj 3URYLQFLDOL H ORFDOL q VWDWR LQDXJXUDWR DOOD 0DULQD GL 9DVWR LO PRGHUQR HG HOHJDQWH $XWRVWHOOR $ & , UHDOL]]DWR SHU O¡LQWHUHVVDPHQWR GHOO¡$PPLQLVWUD ]LRQH &RPXQDOH GL 9DVWR H GHOO¡( 3 7 GL &KLHWL VXOOD OLWRUDQHD GHVWLQDWD DG DOODFFLDUVL DOOD IXWXUD DXWRVWUDGD 0LODQR 3HVFDUD )RJJLD ¾
Histonium, 16 agosto 1955
Il 16 agosto si svolge la sagra delle â&#x20AC;&#x153;campanelleâ&#x20AC;?. Una festa animata da decine di bancarelle strapiene di campane di coccio di tutte le fogge.
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Rocche
Sande SettĂŤmie
Vecchi fusti 0LFFKpOH OX &DIDXQH
Domenica
Sandâ&#x20AC;&#x2122; Elene
DJRVWR 8Q EXVWR GL )LOLSSR 3DOL]]L YLHQH FROOR FDWR QHO JLDUGLQHWWR GL SLD]]D &DSULROL
Forse era il mese di luglio 1960 quando un gruppo di amici vastesi decidono per una cenetta, a â&#x20AC;&#x153;Micchèle lu cafauneâ&#x20AC;? che allestiva in casa propria e con la sola collaborazione della signora Giovannina. A conclusione della bella cenetta Filippo chiede: â&#x20AC;&#x153;MicchĂŠâ&#x20AC;&#x2122; purte lu cande, ca sa fĂ tte tarde...â&#x20AC;?. Dopo poco arriva col conto e Filippo commenta: â&#x20AC;&#x153;Micchèâ&#x20AC;&#x2122;... mi sèmbre troppe, ariguardeleâ&#x20AC;Ś tâ&#x20AC;&#x2122;avèsse sbajjate, cende mila lèire mi sembre â&#x20AC;&#x2DC;saggerĂ te!â&#x20AC;? Micchèle replica: â&#x20AC;&#x153;ScĂŤâ&#x20AC;Ś scĂŤ, ogne male cande saâ&#x20AC;&#x2122;rifĂ ,... moâ&#x20AC;&#x2122; lâ&#x20AC;&#x2122;aripasse â&#x20AC;&#x2DC;nzimbre a Giuvannèâ&#x20AC;&#x2122;ineâ&#x20AC;?. Qualche minuto e Micchèle torna col conto maggiorato di altre diecimila lire precisando: â&#x20AC;&#x153;Mâ&#x20AC;&#x2122;avè scurdĂ te li peipe â&#x20AC;&#x2DC;arrasteâ&#x20AC;?. Filippo allora â&#x20AC;&#x153;Esse â&#x20AC;&#x2DC;cquĂ â&#x20AC;Ś, sème iute piâ&#x20AC;&#x2122; circĂ grazieâ&#x20AC;? e Micchèle pronto â&#x20AC;&#x153;e â&#x20AC;&#x2DC;ssète truvĂ te giustèzie...â&#x20AC;?.
Fatte â&#x20AC;&#x2DC;na risate!?! 8Q WRFFR GL FODVVH Una bella e giovane signora di Milano non sapendo nuotare fa delle lunghe camminate in acqua. Un giovane tentando di far conquista dice: ÂŤSignora... si tocca?Âť. La bagnante risponde ÂŤNo, grazie. Questâ&#x20AC;&#x2122;anno câ&#x20AC;&#x2122;è mio maritoÂť.
Buon Compleanno Scampagnata allo â&#x20AC;&#x153;Scoglio Spaccatoâ&#x20AC;? in occasione della festa di Santâ&#x20AC;&#x2122;Elena (1889)
Pietro Perrozzi (15 agosto) Nicola Traino (16 agosto) Gianfranco Bonacci (22 agosto)
AGOSTO LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda Sare
Sande Bernarde
Sande FabbrĂŠzie
Sanda Mareje RiggĂŤine
VenerdĂŹ
Sabato
35(0,2 9$672
Sanda RĂŠuse
Sande BartlummuĂŠ
Nasce nel 1959 come mostra vastese di pittura estemporanea, sotto la spinta del mecenate Carlo Della Penna e per iniziativa di alcuni intellettuali ed artisti tra i quali ricordiamo: Antonio Fanghella, Don Salvatore Pepe, Giuseppe Perrozzi, Giovanni Peluzzo, Gaetano La Palombara, Gaetano Murolo, Luigi Martella e Michele Ronzitti. Oggi, arrivato alla XXXV edizione, il Premio Vasto continua ad essere animato dallâ&#x20AC;&#x2122;inossidabile Avv. Roberto Bontempo.
Domenica
Sanda Lucille
)
DJRVWR 0XRUH 6LOYLR &LFFDURQH SDWULRWD GL LGHH OLEHUDOL DPLFR GL 6LOYLR 6SDYHQWD FRPDQGDQWH GHOOD *XDUGLD 1D]LRQDOH GHO &LUFRQGDULR GL 9DVWR H VLQGDFR GDO DO DJRVWR 1DYL DXVWULDFKH ERPEDUGDQR LO OLWRUDOH GL 9DVWR 1RQ VL FRQWDQR YLWWLPH
VASTO FILM FESTIVAL Uno degli appuntamenti clou dellâ&#x20AC;&#x2122;estate vastese è â&#x20AC;&#x153;Vasto Film Festivalâ&#x20AC;?, una grande kermesse, con un grande pubblico e con grandi artisti.
AGOSTO Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Sande ‘Lessandre
Sanda Mòneche
Sande ‘Hušteine
Sanda Candede
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Illustrazione da “La Domenica del Corriere”
´8QD JUDYLVVLPD GLVJUD]LD KD WXUEDWR OD VHUD GHO DJRVWR OD FRUULHUD GL 9DVWR GHOOD 'LWWD 7HVVL WRUH DO SRQWH GL &DVDU]D q SUHFLSLWDWD QHO EXUURQH VHQ]D FKH O·DXWLVWD 3DROR )LRUH SRWHVVH SDGURQHJ JLDUH LO SHVDQWH DXWRPH]]R SHU VDOYDUH L SDVVHJ JHUL«6L GLFH FKH DO SRQWH GHOO·$QJKHOOD O·DXWLVWD DEELD DYYHUWLWR FKH L IUHQL QRQ ULVSRQGHYDQR HIÀ FDFHPHQWH 3UHRFFXSDWR O·DXWLVWD KD VWUHWWR VXOOD VXD GHVWUD FHUFDQGR GL ULGXUUH LQ TXDOFKH PRGR OD FRUVD PD DO SRQWH GL &DVDU]D OD FRUULHUD DYHQGR XUWDWR FRQWUR XQR VSHURQH GHO PXUR GHOO·DELWDWR KD VXELWR XQ FRQWUDFFROSR FKH O·KD GHYLDWD WUDVYHU VDOPHQWH /·DXWRPH]]R FRVu KD URWWR LO SDUDSHWWR GHO SRQWH HG q SUHFLSLWDWR SHU XQD TXDUDQWLQD GL PHWUL QHO EXUURQH FDSRYROJHQGRVL WUH YROWH H JLD FHQGR LQÀQH FRQ OH UXRWH LQ VX FRPH XQD HQRUPH WHVWXJJLQH URYHVFLDWD )RUWXQDWDPHQWH LO IRQGR PHOPRVR H OD UHVLVWHQ]D GHOO·LPSHULDOH KDQQR DWWH QXDWR O·XUWR OLPLWDQGR FRQVHJXHQ]H SL IXQHVWHµ
Histonium, 1 settembre 1957
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda SabbĂŤine
Sande MarĂŤine
Domenica
Sande Eggedie
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Fattâ&#x20AC;&#x2122; e fattatille
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Unâ&#x20AC;&#x2122;occasione particolare: Padre Franco Caratelli, Don Decio Dâ&#x20AC;&#x2122;Angelo e Don Antonio Bevilacqua benedicono...
, IXQJKL GL )HOLFHWWD 3DOL]]L Felicetta Palizzi confezionava fiori e frutti di cera e di tela per diletto e per lâ&#x20AC;&#x2122;intimo piacere di creare. Un giorno mandò a suo fratello Filippo a Napoli un cesto con dei funghi di cera perfetti nelle fattezze e nei particolari; tanto perfetti che il fratello, che ne era molto ghiotto, appena aprĂŹ il pacco li consegnò alla governante perchĂŠ li cuocesse. Poco dopo le urla della donna lo fecero accorrere per constatare come un lavoro cosĂŹ accurato fosse diventato unâ&#x20AC;&#x2122;informe polenta.
SETTEMBRE
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Lpedie
Sande DurutuĂŠ
Sanda Rosalie
Sanda RiggĂŤine
Il personaggio 9LQFHQ]R &DQFL Eâ&#x20AC;&#x2122; il pittore di Vasto. Un artista vero, allâ&#x20AC;&#x2122;antica, cantore delle bellezze della CittĂ . I suoi quadri, ad olio o ad acquerello, sono un inno alle bellezze della nostra terra , della quale riesce a riprodurre con rara maestria le trasparenze e la luminositĂ dei colori. Al maestro, arrivato felicemente ed attivamente alla soglia dei novantâ&#x20AC;&#x2122;anni, tantissimi auguri.
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda Eve
Sande Sticchenicchje
Domenica Cande è nate Sanda Mareje
Pallotte de Cace e Ove Polpettine cacio e uova
I����������: 6 uova; 200 gr. di pecorino grattugiato; 100 gr. di pane grattugiato; pomodoro; cipolla, olio, sale e pepe. P�����������: Tagliare a fette sottili la cipolla, salarla, peparla e farla rosolare, a fuoco lento, in olio di oliva e poca acqua. Quando è ben colorita, aggiungere pomodoro pelato e un mestolo di acqua; far bollire. Preparare delle polpettine con due parti di formaggio e una parte di pane grattugiato con aggiunta di uova e versarle nel sugo. Lasciar cuocere il tutto per dieci minuti a fuoco lento e servire ben caldo.
VHWWHPEUH 9LHQH SRVWD OD SULPD SLHWUD GHO &126 6DOHVLDQR ,O &HQWUR GL DGGHVWUDPHQWR SURIHVVLRQDOH VRUJH VX XQ¡DUHD GL FLUFD PLOD PT GRQDWD GDO &RPP &DUOR 'HOOD 3HQQD
SETTEMBRE
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda SarafĂŤine
Sanda NichĂŤule da TulundĂŤine
Sanda GgiacĂŤnde
Sande Guide
Nellâ&#x20AC;&#x2122;illustrazione: lo scrittore Pietro Di Donato, di origine vastese, autore di â&#x20AC;&#x153;Cristo tra i muratori (Christ in concreete)â&#x20AC;? che narra del calvario dei muratori emigrati a New York agli inizi del Novecento, è morto nel 1992. Non ha mai dimenticato Vasto che nel â&#x20AC;&#x2DC;74 e nel â&#x20AC;&#x2DC;77 lâ&#x20AC;&#x2122;accolse con grande onore anche per aver espresso in maniera emblematica il ruolo dellâ&#x20AC;&#x2122;emigrante.
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Lebborie
Sande Crescenze lu Legne de la Crauce
Domenica La Madonne de Ie Sette DilĂŻure
1JKL OL GLQGH H VHQ]D GLQGH
Li dinde, chili dduâ&#x20AC;&#x2122; chi mâ&#x20AC;&#x2122;è rimaste, nâ&#x20AC;&#x2122;acciacche cchiuâ&#x20AC;&#x2122; e nin trite, nâ&#x20AC;&#x2122;ĂŠ cchiuâ&#x20AC;&#x2122; bbune Lu dindiste pâ&#x20AC;&#x2122;ariparĂ â&#x20AC;&#x2DC;stu huaste, mâ&#x20AC;&#x2122;Ă ditte caâ&#x20AC;&#x2122; ci voâ&#x20AC;&#x2122; sette migliune. A vocchâ&#x20AC;&#x2122;apèrte iâ&#x20AC;&#x2122; ciâ&#x20AC;&#x2122;ajâ&#x20AC;&#x2122;arimaste! Coma â&#x20AC;&#x2DC;ja fĂ a chisti cundiziĂšne ? Li sodde che pissĂŠde ni mmâ&#x20AC;&#x2122;avaste e si li spĂŠnne, pu jaâ&#x20AC;&#x2122; stĂ a ddijune. Vi lu distine che mâ&#x20AC;&#x2122;Ă cumbinĂ te? Tra lu pane e li dinde aja dicide. E doppe che li sodde ajje cacciate, nghi li dinde arimisse chi ci trite? Sci, mi ci pozze faâ&#x20AC;&#x2122; cacche risate... però nin crede ca mi veâ&#x20AC;&#x2122; da ride!!.... Fernando dâ&#x20AC;&#x2122;Annunzio
Buon Compleanno Antonio Nocciolino (6 settembre) Levino Molino (6 settembre) Evandro Sigismondi (9 settembre) Angela Poli Molino (16 settembre) Mario Sangiovanni (18 settembre)
8Q DQQR ID D 1HZ <RUN lâ&#x20AC;&#x2122;11 settembre 2001 è passato alla storia per il proditorio attacco terroristico alle Twins Towers di New York, che ha sconvolto tutto il mondo civile. Vasto, che con New York ha sempre avuto un forte legame di simpatia per effetto della presenza di migliaia di emigrati che hanno contribuito alla crescita ed allo sviluppo della metropoli, esprime solidarietĂ ed amicizia al popolo americano.
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SETTEMBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Cipriane
Sande Robberte
Sanda SufuĂŤje
Sande Gennere
La Petite Gallerie Lello Martone è una figura di piccolo grande mecenate che chiunque abbia a cuore lâ&#x20AC;&#x2122;arte e la bellezza non può dimenticare. Animatore della â&#x20AC;&#x153;Petite Galerieâ&#x20AC;?, che aveva allestito allâ&#x20AC;&#x2122;interno del suo bar, sotto i portici del Politeama Ruzzi, ha contribuito come pochi alla promozione ed alla crescita culturale della CittĂ , come si deduce dalla lettura dellâ&#x20AC;&#x2122;articolo che qui di seguito si riporta.
TXHVWR VHQWLPHQWR DUWLVWLFR q OD ³3HWLWH *DOHULH´ FUHDWD QHOOD QRVWUD FLWWj JUD]LH DOOD ORGHYROH LQL]LD WLYD GHO 6LJ /HOOR 0DUWRQH 1HO VXR ORFDOH VRWWR L SRUWLFL GL &RUVR 1XRYD ,WDOLD VL DOOLQHDQR LQ XQD PRVWUD SHUPDQHQWH RSHUH GL DUWLVWL GL IDPD QD]LR QDOH HG LQWHUQD]LRQDOH TXDOL IUD JOL DOWUL 3DRODQWR QLR /DWWDQ]LR 7UHYLVDQ &HOHJKLQ 3HUUR]]L &UHSHW *XD]]R &DUULQR )LRUH 'HOOD *XDUGLD %LRQGL 0DU WHOOD 5RVVLJQL )RQWDQD *DODQWH 0LQHUYD &DVFHOOD %DUVFLJOLq *DOPRQWH HFFHWHUD 1HOOD ³3HWLWH *DOH ULH´ VL VXVVHJXRQR DG LQWHUYDOOL UHJRODUL PRVWUH SHU VRQDOL 0HULWR GXQTXH GHOOD ³3HWLWH *DOHULH´ H SULQFLSDOPHQWH GHO 6LJ /HOOR 0DUWRQH OœDYHU LGHDWR XQR VWUXPHQWR WDQWR LPSRUWDQWH H FRVu SUH]LRVR FHQDFROR DUWLVWLFR OH FXL ¿QDOLWj VRQR ULYROWH YHUVR OD YDORUL]]D]LRQH GL XQR GHJOL DVSHWWL SL RULJLQDOL H VLJQL¿FDWLYL FKH OD QRVWUD FLWWj SRVVD YDQWDUH. Il Tempo, 5 maggio 1961
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda â&#x20AC;&#x2DC;Usebbie
Sande Mattè
Domenica
Sande MaurĂŤzie
Fattâ&#x20AC;&#x2122; e fattatille 3LSSLQXFFH ´5X]]¡WLOOHÂľ Unâ&#x20AC;&#x2122;antica e pia tradizione popolare, soprattutto contadina, negli anni passati riportava S. Michele dalla chiesetta omonima a quella parrocchiale di S. Maria Maggiore quando non pioveva da tanto tempo ovvero quando da troppi giorni non smetteva di piovere. Il parroco don Nicola Di Clemente avversava tale devozione poichĂŠ la riteneva piĂš frutto di ordine scaramantico e superstizioso che di autentica fede religiosa soprattutto perchĂŠ i propugnatori di tale processione devozionale non si vedevano facilmente a santificare il giorno domenicale col partecipare alla Santa Messa. In tali frangenti si faceva ricorso alla mediazione del cav. Ettorino Cavallone (priore della Congrega) e dopo la sua morte al buon Pippinucce Ruzzâ&#x20AC;&#x2122;tille lu sacrastane). Il buon Pippinucce ci provava aspettando il momento favorevole, quello in cui lâ&#x20AC;&#x2122;arciprete era di buon umore sottolineando che i contadini in fondo erano gente poco acculturata (e forse analfabeta) ma molto pia e devota al Santo protettore. Zi Richicce, che era il piĂš anziano componente della Congrega e comparuccio della buonanima del cav. Ettorino Cavallone, nel chiedere assistenza e mediazione, quando non era riuscito a spuntarla con lâ&#x20AC;&#x2122;arciprete, diceva: â&#x20AC;&#x153;Ruzzâ&#x20AC;&#x2122;tilleâ&#x20AC;Ś ni iĂ â&#x20AC;&#x2122;rriccummanname a â&#x20AC;&#x2DC;taie, se munsignisaure ni â&#x20AC;&#x2DC;ngevò capè, ni jâ&#x20AC;&#x2122;iame cchiĂš a deice Prosit doppe li funziâ&#x20AC;&#x2122;ine!â&#x20AC;?. (Ruzzi, noi ci raccomandiamo a te, se Monsignore non vuole ascoltarci non andremo piĂš a dirgli prosit dopo le funzioni). Nella foto Giuseppe Ruzzi con i paramenti della Confraternita del Gonfalone e della Santa Spina.
Buon Compleanno Pietro Falcucci (25 settembre) Giuseppe Tana (27 settembre - Australia) VHWWHPEUH &DGH QHOOD EDWWDJOLD GL 3RUWD 3LD D 5RPD LO YDVWHVH $QWRQLR %RVFR
SETTEMBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande LĂŤine
Sande PacĂŤfeche
Sande SĂŠrge
Sande Coseme e DamĂŻane
3UHPLR 6DQ 0LFKHOH Il Premio San Michele nasce nel 1997 per onorare i vastesi che si sono distinti nel campo della cultura, della scienza, della finanza, dellâ&#x20AC;&#x2122;imprenditoria e del mondo del volontariato. La giuria è presieduta dal Prof. Elio Bitritto.
Nel corso degli anni, hanno ricevuto il premio, consegnato nella ricorrenza del Santo Patrono le seguenti personalitĂ :
1997 Anelli Canci Ciccarone Pepe Petroro
1999 Catania La Palombara Marinucci Tosone Zaccardi
2000 Cianci Del Casale De Marinis Ferrara Molino
Giuseppe Elia Filippo Luciano Michele
Carlo Vincenzo Silvio Don Salvatore Silvio Angelo Franco Caterina Espedito Lucia
1998 Benedetti Michele Bonacci Gianfranco Evangelista F. e Taraborrelli N. Pietrocola Giuseppe Terpolilli Renato 2001 Bontempo Crisci Lattanzio Poli Molino Salvatorelli Scurria
Roberto Giorgio Filandro Angela Remo Vincent
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Terrenzie
Sande Fauste
Domenica
Sande Mecchele
Sande Micchele Prutettaure Sand Micchele nostre, sci laudate, è â&#x20AC;&#x2DC;nâ&#x20AC;&#x2122;avvucate chi nin deâ&#x20AC;&#x2122; ogniune: di canda grazie chi â&#x20AC;&#x2DC;i sâ&#x20AC;&#x2122;è circate, nin è minute sfalle maâ&#x20AC;&#x2122; nisciune! Si â&#x20AC;&#x2DC;ngasimende cĂ pete â&#x20AC;&#x2DC;nâ&#x20AC;&#x2122;annate â&#x20AC;&#x2DC;nghi la sacche e li pĂšvere cafiĂšne si piĂ gnene lu grane sumundate chi arde â&#x20AC;&#x2DC;nzimbre nghi li tirripiune. â&#x20AC;&#x2DC;Bbaste chi â&#x20AC;&#x2DC;mbricisiĂ une lâ&#x20AC;&#x2122;ome vanne a ripurtarle, e nin è cchiĂš nijende! Dâ&#x20AC;&#x2122;aritrascĂŹ alu QuĂ rmene nimâ&#x20AC;&#x2122;banne â&#x20AC;&#x2DC;bbone â&#x20AC;&#x2DC;ndembe, ca dendrâ&#x20AC;&#x2122;a nu mumende si sciojje GisĂš Creste li mitanne, e lâ&#x20AC;&#x2122;acche,sgiii!.... a piscete di jumende! L. Anelli (1900)
SETTEMBRE OTTOBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Gelòrme
Sande Remegie
Sande MudeĹĄte
Sande TrisĂŤine de GgisĂŹ
&DFFLD JURVVD
molto rara nelle partite di caccia dellâ&#x20AC;&#x2122;Alto Vastese. Il cinghiale dalle carni eccellenti, come è noto, nel 1972 Lâ&#x20AC;&#x2122;8/12/1972 in localitĂ Lupara di Castiglione Messer era confinato nelle zone della Maremma Toscana, nel Marino. Andrea Lalli, mentre era appostato, dice a Lazio, in Calabria e in Sardegna. Carluccio: â&#x20AC;&#x153;Esse esse, staâ&#x20AC;&#x2122;mminĂŹâ&#x20AC;Ś me pare nu cignale. Attènde... spare... â&#x20AC;&#x2DC;ndi li fĂ scappa!...â&#x20AC;? Si sente â&#x20AC;&#x153;Pum, pumâ&#x20AC;?, Carlucce spare â&#x20AC;&#x2DC;nghi lu piamme da otte. â&#x20AC;&#x153;Li si fatte? AĂ zzeâ&#x20AC;Ś aĂ zze la bbestie facce vedĂ â&#x20AC;? dice Ustacchie Frangione. â&#x20AC;&#x153;Che ve credĂ ite ca è nu cillĂ tte... ca mo lâ&#x20AC;&#x2122;aĂ zze? Quaste paise chiĂš di nu cundĂ le!!â&#x20AC;? risponde Carlucce â&#x20AC;&#x153;â&#x20AC;&#x2DC;nghe na vacche che jâ&#x20AC;&#x2122;Ă vĂŠâ&#x20AC;&#x2122; â&#x20AC;&#x2122;rruvète a li racchie pi la cundundazze. Fu una vera raritĂ in quellâ&#x20AC;&#x2122;epoca. Eccoli nella foto ricordo (da sinistra a destra) i quattro felici della fruttuosa impresa venatoria: Sabatino Olivieri, Eustachio Frangione, Carlo Del Bonifro e Andrea Lalli, i quali lo mostrano come un vero e proprio trofeo di caccia, ritenendosene giustamente fieri, giacchè la loro cacciagione era da ritenere, se non unica, certamente
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Frangische
Sande Sande
Domenica
la Madonne de lu Rusuarie
PillaĹĄtre â&#x20AC;&#x2DC;ripiaine Pollo ripieno
Iď?Žď?§ď?˛ď?Ľď?¤ď?Šď?Ľď?Žď?´ď?Š 1 pollo daKg. 1 e 1/2; 2 uova; sale, pepe, rosmarino, noce moscata, semi di finocchio, aglio, prezzemolo, olio, formaggio grattugiato mandorle lessate e spellate Pď?˛ď?Ľď?°ď?Ąď?˛ď?Ąď?şď?Šď?Żď?Žď?Ľ Prendere le intenora del pollo, tagliarle a pezzetti e farle soffriggere con lâ&#x20AC;&#x2122;olio, il sale, il pepe, il rosmarino tagliuzzato finemente, lâ&#x20AC;&#x2122;aglio e il prezzemolo tritaĂš, aggiungevvi le mandorle tagliate apezzi. Una voltarosolate le interiora, sbattere le uova col formaggio e aggiungere ad esse in modo da formare una frittata molto morbida. Adagiare il pollo aperto su un tagliere, cospargere le parti interne di sale, pepe, noce moscata grattugiata, qualche seme di finocchio e riempire con la frittata. Cucire il pollo con spago da cucina e un ago molto grosso. Eâ&#x20AC;&#x2122; tradizione dei vastesi servirlo in tavola nel giorno di Ferragosto (Sanda Mareje).
(
Posa della prima pietra ´,O VROH GL GRPHQLFD KD VDOXWDWR FRQ JOL XRPLQL OD SULPD SLHWUD GHO QXRYR LVWLWXWR GHOOH VXRUH¾ )LJOLH GHOOD FURFH¾ FKH YROJHQGRVL DO OXPLQRVR SDVVDWR VSH]]DWR LPSURYYLVDPHQWH GDOOD IXULD GHYDVWDWULFH GHOOD IUDQD WUDUUDQQR JOL DXVSLFL GDOOD JLRUQDWD GHO 6LJQRUH SHU XQ DYYHQLUH SL OLHWR H SL IHFRQGR¾
Histonium, 1 ottobre 1957
Ricordiamo lâ&#x20AC;&#x2122;ing. Mario Molino Appartenente ad unâ&#x20AC;&#x2122;antica famiglia vastese, preferĂŹ esercitare nella sua cittĂ come docente, sensibile ai problemi urbanistici e dello sviluppo industriale del vastese. Profuse entusiasmo e ingegno nellâ&#x20AC;&#x2122;aiutare tanti giovani ad affermarsi nel mondo del lavoro. Mario Molino in un dipinto di Ennio Minerva
OTTOBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Brune
Sande ScimĂ une
Sanda Sare
Sande CiattĂŠ
O¡LFRQD ERNESTO CIANCI [1908 - 1992] Laureatosi in Economia e commercio allâ&#x20AC;&#x2122;UniversitĂ di Roma assume lâ&#x20AC;&#x2122;incarico di docente di politica economica. Autore di svariate pubblicazioni nel campo economico e dellâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione industriale, (notevole il volume â&#x20AC;&#x153;Nascita dello stato imprenditore in Italiaâ&#x20AC;?) svolge unâ&#x20AC;&#x2122;intensa attivitĂ come dirigente concludendo una brillante carriera come Presidente della Mineraria metallurgica â&#x20AC;&#x153;La Pertusolaâ&#x20AC;?. Insignito della Legion dâ&#x20AC;&#x2122;Onore ha ricoperto incarichi prestigiosi ( Vice Presidente Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Governatore del Rotary , â&#x20AC;Ś)
VenerdĂŹ
Sabato
Sande SandĂŤine
Sande SerafĂŤine
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â&#x20AC;&#x153;Chi fa lu pĂźane ĹĄta bbune na sittĂŻmmane, chi fa la varve ĹĄta bbune nu jurne, chi pijje la maje ĹĄta bbune nu mäise, chi sâ&#x20AC;&#x2122;accide lu porche ĹĄta bbune pe nâ&#x20AC;&#x2122;anne, chi si fa monece ĹĄta bbune pi ssembreâ&#x20AC;?.
Buon Compleanno Mons. Edoardo Menichelli (14 ottobre) Roberto Ventura (14 ottobre) Gennaro Strever (14 ottobre) Domenico Zambianchi (16 ottobre) Carlo Bottari (21 ottobre) Pino Jubatti (30 ottobre)
OTTOBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda FurtunĂźate
Sanda Terese
Sanda MarecarĂŤite
Sande Ruduolfe
Alias... Stobbene Si racconta che un avo degli â&#x20AC;&#x153;Stobbeneâ&#x20AC;? fece il militare di leva a Trieste. Dopo qualche tempo, causa un incidente, fruĂŹ di una convalescenza. Alla stazione di Vasto, appena sceso dal treno, un amico gli domandò: â&#x20AC;&#x153;Vincè, gnĂ stĂŹ?â&#x20AC;?. Vincenzo Dâ&#x20AC;&#x2122;Adamo, anzichè rispondere â&#x20AC;&#x153;Ĺ tinghe â&#x20AC;&#x2DC;bbuneâ&#x20AC;?, poichè proveniva da Trieste, disse in perfetto italiano: â&#x20AC;&#x153;sto beneâ&#x20AC;&#x153; e da allora tanti Dâ&#x20AC;&#x2122;Adamo di Vasto si ritrovarono â&#x20AC;&#x153;Stobbeneâ&#x20AC;?.
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Liuche
Sanda Lauratte
Vecchi fusti %LREEH
Domenica
Sanda â&#x20AC;&#x2DC;DelĂŤine
Fu un bravâ&#x20AC;&#x2122;uomo, caffettiere; la sua modesta bottega, a lato della chiesa di S. Giuseppe, era negli Abruzzi piĂš celebre del Pedrocchi. Ritrovo dei liberali nellâ&#x20AC;&#x2122;epoca del Risorgimento, vi convenivano assiduamente Silvio Ciccarone, Carlo Nasci e tanti altri., tra i piĂš autorevoli della cittadinanza. Biobbe, nomignolo del caffettiere che si chiamava Francescopaolo Anelli, era naturalmente anche lui un fervido liberale, bene allâ&#x20AC;&#x2122;altezza dei suoi clienti. Portava in testa un berretto alla Garibaldi, ed aveva nella persona, nel viso, nella zazzera alcunchĂŠ di somigliante, per quanto lontanamente allâ&#x20AC;&#x2122;Eroe. Glie lâ&#x20AC;&#x2122;avevano detto, e figurarsi se ci teneva ! Quando nel 1870 il telegrafo annunciò la presa di Roma e Emmanuele Pietrocola e Francesco Monacelli salirono sulla torre per festeggiare lâ&#x20AC;&#x2122;avvenimento suonando a distesa tutte le campane, Biobbe lanciò il suo berretto per aria e per poco non vi lanciò anche le caffettiere. Biobbe aveva un debole: sfornito di studi, faceva â&#x20AC;Ś versi; sâ&#x20AC;&#x2122;intende, a modo suo. Qualche volta a orecchio, altre volte saccheggiando qua e lĂ . Gli capitò, in un suo sonetto, dâ&#x20AC;&#x2122;incastonare un verso di Dante. Glielo dissero: â&#x20AC;&#x153;Hai rubato a Dante!â&#x20AC;? Rispose: â&#x20AC;&#x153;Io a Dante ?â&#x20AC;? Chi è codesto Dante ? SarĂ lui che ha rubato a me !â&#x20AC;? Compose perfino una diavoleria scenica., a base di certe avventure marinaresche e una compagnia che aveva piantate le sue tende in piena piazza Cavour, la mise in scena. Nelle case non rimase anima viva: tutti a sentire Biobbe. Sentire per modo di dire; perchĂŠ se anche Biobbe avesse scritto lâ&#x20AC;&#x2122;Amleto, non si sarebbe sentito nulla lo stesso: tante furono ad ogni battuta le grida, le acclamazioni, che accompagnarono lâ&#x20AC;&#x2122;autore, sino a casa, e lo resero felice; perchĂŠ , infine, egli si sentiva importante e che tutti gli volevano bene e lo stimavano, facendo senza malizia quel poâ&#x20AC;&#x2122; poâ&#x20AC;&#x2122; di baccano.
OTTOBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda UrsulĂŤine
Sande DunĂźate
Sande Giuvuanne de CapeĹĄtrane
Sande Raffajele
Ricordo di un amico
&DUH 0LPPH
Ti si nnammurĂ te di lu Uaste e li uastarule chiĂš di chille che da cend generazĂŽune ciâ&#x20AC;&#x2122;hanne radicate. Si date tutte le forze e pĂźre lâ&#x20AC;&#x2122;aneme pi stu paèse che ttâ&#x20AC;&#x2122;apparendate. Nghi puche sodde si fatte fĂ tanda candire schèule e si â&#x20AC;&#x2DC;ccundendate tanda patre de famije disuccupĂ te. Doppe quarandâ&#x20AC;&#x2122;anne de fateje a lu cummĂźine... nbinziaune e senza ringumbuenze si iutate a ffa lu belle musĂŠ al lu palazze dâ&#x20AC;&#x2122;Avalos e nâ&#x20AC;&#x2122;zilenzie... chi li sĂ candâ&#x20AC;&#x2122;addre bbille cheuse pi lu Uaste. Iâ&#x20AC;&#x2122; mâ&#x20AC;&#x2122;addummanne: ma li uasterule ti li fanne nu munumende a la sembra pronda â&#x20AC;&#x153;jamme sĂŹ...â&#x20AC;? de lu geommetre Vindiure? Sordiso (2001)
Mimmo Ventura col Vicesindaco di Perth (W. Australia) Mr. Michael Sutherland al Museo Civico di Vasto
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda Grazie
Sande UmbĂźerte
Domenica
Sande CrispĂŤine
RWWREUH *UDQGH VXFFHVVR GHO PDHVWUR $OIUHGR $QHOOL DOOD &DQHUJLH +DOO GL 1HZ <RUN ,O PDHVWUR $QHOOL HUD XQ SLDQLVWD GL HFFH]LR QDOH YDORUH QDWR D 9DVWR QHO /D VXD FRPSRVL]LRQH SL QRWD q 1DLGH DO PDUH
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Vecchi fusti *LRYDQQL 3DOPLHUL Un tipo originale con capacitĂ non comuni e con unâ&#x20AC;&#x2122;inventiva straordinaria non supportata da ordine e perseveranza. Si gettò nelle imprese piĂš stravaganti stancandosi presto di ciò che iniziava e ripartendo per altre imprese, mai domo. Giovanotto, fuggĂŹ di casa per arruolarsi garibaldino. Cosa fece nessuno lo sa .â&#x20AC;Śritornò dopo un poâ&#x20AC;&#x2122; con la rossa casacca, i gradi ed un paggetto negro, testimone delle sue imprese guerresche. Non passò molto tempo che il moro scomparve e il nostro eroe, per una delusione amorosa, decise di entrare in convento. Ricomparve in Vasto dopo aver gettato il cordone alle ortiche e nuovamente innamoratosi convolò a giuste nozze. Iniziò lâ&#x20AC;&#x2122;attivitĂ di avvocato guadagnando in poco tempo larga fiducia nelle masse ma, anche in questa occasione, improvvisamente piantò i codici e divenne imprenditore. In societĂ con altri vastesi tentò diversi investimenti, non molto riusciti, come commerciante di granaglie, come industriale produttore di fiammiferi e come importatore di un quantitĂ smisurata di cocomeri, che per smaltire andava regalando ai conoscenti. Giocatore appassionato, lamentava sempre perdite, arrivando a nascondere i soldi vinti nel marocchino del cappello pur di non riconoscere lâ&#x20AC;&#x2122;evidenza. Fin che un giorno ammutolĂŹ di fronte ad un amico che avendo perso veramente gli chiese seccato di smetterla di lamentarsi e gli propose di scambiarsi i cappelli. Era lâ&#x20AC;&#x2122;uomo delle scommesse e delle piĂš stravaganti. Scommise che avrebbe trangugiato dodici gelati di fila. Arrivato al sesto, con le labbra illividite e con lâ&#x20AC;&#x2122;avvisaglia di qualche malore, nonostante gli interventi di persone autorevoli, non smise finchĂŠ non gli si diede vinta la scommessa. GiĂ prossimo alla vecchiaia decise di partire per lâ&#x20AC;&#x2122;America, dietro a chissĂ quali fantasiosi progetti; dagli amici fu organizzata una cena di saluto e di augurio in cui pronunciò un discorso che assomigliava ad un proclama napoleonico e â&#x20AC;ŚpartĂŹ. Arrivarono alcune lettere e poi piĂš nulla. Le ricerche fatte dalla famiglia non approdarono a niente â&#x20AC;Ś Giovanni Palmieri, strano ed amabile tipo scomparve definitivamente, come volatilizzato.
OTTOBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande Taddè
Sande UnurĂźate
Sanda DurutĂŠ
Sande QuindĂŤine
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Il Tempo 23 Ottobre 1961
QRYHPEUH , WHGHVFKL LQ ULWLUDWD FDQQRQHJJLDQR DOFXQL HGLĂ&#x20AC;FL DOOR VFRSR GL VEDUUDUH OD VWUDGD DOOH WUXSSH DOOHDWH H ULWDUGDUQH O¡DYDQ]DWD 9HQJRQR DEEDWWXWL GXH IDE EULFDWL LQ FRUVR ,WDOLD HG DOWUL QHL SUHVVL GHO FLPLWHUR 4XDWWUR SHUVRQH PXRLRQR DFFLGHQWDOPHQWH GXUDQWH OH RSHUD]LRQL
Buon Compleanno Roberto Bontempo (10 novembre) Don Stellerino Dâ&#x20AC;&#x2122;Anniballe (10 novembre) Lello Martone (10 novembre) Renato Cannarsa (12 novembre) Vittorio Tagliente (23 novembre)
NOVEMBRE
VenerdĂŹ
Sabato
Tutte li Sende
Tutte li Murte
Domenica
Sande â&#x20AC;&#x2DC;Ggisarie
$ OX &XDPELVDQWH Dentrâ&#x20AC;&#x2122;a lu cuambisante du cafiune vanne a ecircĂ la fosse di Pasquale, poviri vicchie, morte, ngiò pi ogniune, di pustema malegne a lu spidale e passanne viceine a cchi li fosse, vanni liggenne: ÂŤ Onesta e santa figlia! Âť e nâ&#x20AC;&#x2122;addre: Ahi! la morte lo Percosse mentre era onesto padre di famiglia!! Poâ&#x20AC;&#x2122; cchiĂš da pite: Amante del lavoro non conobbe che questo sol riposo! E nâ&#x20AC;&#x2122;addra prĂŠte: Ebbe il cuore dâ&#x20AC;&#x2122;oro, nullâ&#x20AC;&#x2122;altra dote ricercò lo sposo!!! Di sopre a na cappelle: Qui si giace il corpo di colui che il bene fece; oh passegger, prolunga la sua pace recitando per lui una tua prece! E camminenne accuscĂŠ tra chi li fosse, vanne liggenne tutti lâ&#x20AC;&#x2122;iscrizzĂŹune chi stanne a ddimustrĂ ca pure lâ&#x20AC;&#x2122;osse ha da lassĂ a stu manne porche, ogniune. - A ecchâ&#x20AC;&#x2122; a ssatte ci sta ssutturrate chi la bonalme di Pallalupete, brave artiggiane, ggiavune ducate E a ecche sta Duminiche Del Prete. Care cumbare me, chi sti cristiène, nzĂŹ na ritrĂŠuve manghe si t â&#x20AC;&#x2DC;accèite. E chillâ&#x20AC;&#x2122;addre i fa: - Tutti sta bbene, stĂ a ssutturrate, è bbritte e nâ&#x20AC;&#x2122;hajja pèite. Je crĂ ite a tutti qualle chi mâ&#x20AC;&#x2122;acchinde, ma senza mmangamente pi sti prete, eh cumbĂ Ndò: li letre e vvacabbinde si poâ&#x20AC;&#x2122; sapĂ ddo lâ&#x20AC;&#x2122;hanne assutturrete? Peppino Perrozzi (1951)
!
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NOVEMBRE
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande CarIe BurrumuĂŠ
Sande Giude
Sande FauĹĄte
Sande ErneĹĄte
Fatte â&#x20AC;&#x2DC;na risate!?! $UULYD LO FLUFR 2UIHL Tanti e grandi manifesti tappezzano Vasto. Spicca lâ&#x20AC;&#x2122;annuncio sbalorditivo: PiĂš di 300 animali!!! - Mamma mĂ - esclama Pasqua1e Cinniricce - chiĂš di trecèndâ&#x20AC;&#x2122;anemèle ?!?... - Mbè che iĂŠ ! - commenta zĂŹ Frangische - ce vò lu cirche Orfèlle peâ&#x20AC;&#x2122;trecèndâ&#x20AC;&#x2122;animèle ? ...ce ne ĹĄta tĂ nde a lu Uaste!
Buon Compleanno Vittorio Tagliente (23 novembre) Gianni Petroro (28 novembre)
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VenerdĂŹ
Sabato
Sande Guffrede
SandeTucudĂŠure
Domenica
Sanda Germane
Sagnetelle nghi li cice Sagne e ceci
Iď?Žď?§ď?˛ď?Ľď?¤ď?Šď?Ľď?Žď?´ď?Š: 300 gr. di ceci secchi; aglio e prezzemolo; 300 gr. di farina; sale e pepe. Pď?˛ď?Ľď?°ď?Ąď?˛ď?Ąď?şď?Šď?Żď?Žď?Ľ: I ceci, lasciati a bagno la sera precedente, si fanno cuocere in una pentola di terracotta, a fuoco lento. Si lascia indorare nellâ&#x20AC;&#x2122;olio un trito di aglio e prezzemolo, si aggiungono sale, pepe e pomodori in bottiglia e si fa bollire il tutto lentamente. Sâ&#x20AC;&#x2122;impasta con acqua calda la farina di grano duro e si fanno delle tagliatelle sottili e corte (circa tre centimetri). Si lessano in acqua salata, si scolano, si mescolano ai ceci cotti e si condiscono con il sugo. Si fa insaporire la minestra per qualche minuto sul fuoco e la si porta in tavola nello stesso recipiente di cottura.
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NOVEMBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande MartĂŤine
Sande Giusaffatte
Sande Bonomme
Sande Giuquande
&MMB (BTB EJ (POWFSTB[JPOF La â&#x20AC;&#x153;Case di cunversaziauneâ&#x20AC;? ère, giustamende, frequendate da prufussure, vvuchete... inzomme ggenda bbune e benestande. Sâ&#x20AC;&#x2122;avè ficchete a mezza a ccheste pure lu â&#x20AC;&#x2DC;ngignire Cacciavirme câ&#x20AC;&#x2122;avĂŠ fatte lâ&#x20AC;&#x2122;universitĂ na vindina dâ&#x20AC;&#x2122;anne. Tra na chiacchiere e nuâ&#x20AC;&#x2122; cafè ognune diciave la sè e... chi putaiâ&#x20AC;&#x2122;ve faciaive nu rameine. Cacciavirme ere cacciataure e... li sparave grusse: â&#x20AC;&#x153;Haje fatte naâ&#x20AC;&#x2122; lebbre châ&#x20AC;&#x2122; pesave 20 cheile ! â&#x20AC;&#x153;. â&#x20AC;&#x153;La lebbre siâ&#x20AC;&#x2122; ttacchiappe tâ&#x20AC;&#x2122;ariduce a taje a vinde cheile...â&#x20AC;? arisponne lĂš mediche.
Pasquale, lâ&#x20AC;&#x2122;avvucate, châ&#x20AC;&#x2122; ninâ&#x20AC;&#x2122; tenaive peile sopra la langhe agginge: â&#x20AC;&#x153;Forse, si jè lâ&#x20AC;&#x2122;uvaire, li faciaive naâ&#x20AC;&#x2122; chilanne, ma, mâ&#x20AC;&#x2122;aricorde: lu suldate ni li si fatte, e... piâ&#x20AC;&#x2122; ti â&#x20AC;&#x2DC;mbarè a sparĂ attacchève li cuneje a li pite di la leive... e..nâ&#x20AC;&#x2122; se fatte scappè chiĂš di 50 piccĂ mmreve a li cuneje e chiappeve lu spacarelleâ&#x20AC;?. â&#x20AC;&#x153;Mamma maje, fermĂŠte Pasqualeâ&#x20AC;? lâ&#x20AC;&#x2122;inderrampe Cacciavirme, â&#x20AC;&#x153;â&#x20AC;Śla verètĂ jè châ&#x20AC;&#x2122; mi truvave piâ&#x20AC;&#x2122; li marinelle a cacce e... mendre faciaive lu bbisogne grosse aje ntaise nu sviscecheâ&#x20AC;?. Allaure lâ&#x20AC;&#x2122;avvucata, senz.Ă perdaune jĂ rifĂ : mò ci puzze craide... jiâ&#x20AC;&#x2122;se sparate â&#x20AC;&#x2DC;nghĂŹ lu chiĂźle !!!â&#x20AC;?.
Venerdì
Sabato
2PLFLGLR
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Sanda Marecarëite
I Carabinieri in servizio a Vasto nel 1898
tratto da “Il Carabiniere“ del 1886
NOVEMBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sande CriĹĄtejĂŹane
Sanda TĂŤlde
Sande Uttavie
Sande DiĂ ghe
O¡LFRQD DON FELICE PICCIRILLI [1912 - 1968] Figura esemplare di sacerdote che, parroco di S.Giuseppe dal 1942 al 1968, risponde alle domande dei tempi, ai bisogni ed alle esigenze della popolazione costruendo Opere nel nome di Cristo. Fonda nellâ&#x20AC;&#x2122;immediato dopoguerra la â&#x20AC;&#x153;Casa del fanciulloâ&#x20AC;? e la â&#x20AC;&#x153;Casa della Moda A.Barelliâ&#x20AC;?. Costruisce con grandissimi sacrifici, gettando nellâ&#x20AC;&#x2122;opera tutti i suoi averi, la â&#x20AC;&#x153;Domus Pacisâ&#x20AC;? con asilo e scuola elementare. Pellegrino per il mondo sollecita un impegno fattivo degli emigranti vastesi per sostenere queste sue creature predilette, impegnando tutto di sĂŠ in questa vocazione. â&#x20AC;&#x153;Don felice Piccirilli fu saggio come lâ&#x20AC;&#x2122;uomo evangelico che, avendo trovato un tesoro nascosto in un campo, vende TUTTO quanto ha per comprare quel campo e avere il tesoro. Il campo fu la sua vita sacerdotale; il tesoro, le anime.â&#x20AC;?
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda CecĂŤlie
Sande Clemende
Domenica
CrĂŤĹĄte RrĂ
Fattâ&#x20AC;&#x2122; e fattatille , ´1DSROHRQLÂľ GL )LOLSSR 3DOL]]L In uno dei suoi esperimenti artistici Filippo Palizzi aveva ottenuto un piatto con raffigurati dei 1DSR OHRQL FKH HUDQR GHOOH PRQHWH LQ FLUFROD]LRQH LQ TXHO WHPSR Pittura e cottura erano riusciti cosĂŹ bene, il rilievo cosĂŹ perfetto che sembravano veri. Il generale Spada, venuto a ritirare la celebre tela della battaglia di Villafranca nello studio di Filippo, sbirciava ogni tanto il piatto meravigliandosi che si tenesse cosĂŹ esposta un gran somma di denaro. Il Palizzi accortosi di ciò, quando il generale gli diede una banconota per pagare il quadro, lo invitò a prendere il resto direttamente dal piatto. E quando il generale stese la mano si accorse dellâ&#x20AC;&#x2122;ingannoâ&#x20AC;Ś Questo piatto fu considerato talmente perfetto dal suo autore, che non volle venderlo neppure a prezzi altissimi. Un giorno venne ridotto in frantumi dalla cameriera che lo fece cadere dal tavolinetto della sua camera da letto nella casa in Via della Cupa.
!
Don Felice e Padre Gaetano con i ragazzi della â&#x20AC;&#x153;Casa del Fanciulloâ&#x20AC;?
NOVEMBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda CatarĂŤine
Sande Lunuarde
Sande VirgĂŤlie
Sande Giacheme
Il personaggio 6LOYLR &LFFDURQH PodestĂ da 1942 al 1943, sindaco dal 1962 al 1973, Silvio Ciccarone è stato un protagonista della vita politica cittadina, continuatore di una tradizione di impegno politico in favore della CittĂ che vede protagonisti prima il nonno, Silvio senior, nelle lotte per lâ&#x20AC;&#x2122;unitĂ dâ&#x20AC;&#x2122;Italia e poi il padre Francesco deputato nel Parlamento del Regno. Allâ&#x20AC;&#x2122;impegno di Silvio Ciccarone si devono molte opere pubbliche e il primo piano regolatore generale alla fine degli anni sessanta.
VenerdĂŹ
Sabato
Sande SaturnĂŤine
Sandâ&#x20AC;&#x2122;AndrĂŠ
Domenica
Sanda â&#x20AC;&#x2DC;Ligge
Vecchi fusti
Isidoro Barbarotta Nato da civile famiglia fu appassionato cacciatore. Ad un rivale in materia, il quale in una discussione credeva averlo seppellito sotto il peso di un formidabile: â&#x20AC;&#x153;Ma io leggo, Isidoro, io leggo â&#x20AC;Śâ&#x20AC;? rispose WRXW FRXUW con la massima convinzione: â&#x20AC;&#x153;Tu leggi e non capisci.â&#x20AC;? Il suo fisico era lo specchio fedele della sua psicologia franca, rude, onestissima e liberissima. Basso, quadrato, bruno, forte, sbarbato, con due grandi profondi occhi e un viso bonario ed arguto, vestito sempre con unâ&#x20AC;&#x2122;ampia giacca alla cacciatore fornita di innumerevoli tasche, con enorme cappello cenere alla Imbriani ( in tempi in cui le classi signorili vestivano giornalmente in modo esageratamente formale), con in mano una poderosa canna da zucchero, aveva un poâ&#x20AC;&#x2122; lâ&#x20AC;&#x2122;aspetto di un dio termineâ&#x20AC;Ś assai poco immobile, anzi pronto sempre a lanciarsi allâ&#x20AC;&#x2122;assalto per ogni causa generosa; e tuttâ&#x20AC;&#x2122;altro che muto poichĂŠ non aveva davvero peli sulla lingua. Frequentatore assiduo delle migliori famiglie vastesi, era molto amato per la sua bontĂ , molto rispettato per la sua dirittura, ma â&#x20AC;Ś molto temuto per la sua indipendenza. Sapeva tutti i recitativi di Metastasio a memoria, e li scaraventava allâ&#x20AC;&#x2122;occasione come ammonimenti , aggiungendovi, quel che peggio, qualche versetto suo â&#x20AC;Ś improvvisato per le rime. Ad una signora colpevole di comportarsi da egoista, esclamò : â&#x20AC;&#x153;Non meritò di nascere / Chi nacque sol per sĂŠâ&#x20AC;Ś / Lo disse Metastasio, / Ed io lo dico a te. â&#x20AC;&#x153; Ad un libertino, divenuto in vecchiezza un baciapile, che dalla finestra lo incitava a dare una bastonata a due cani in amore seguiti da un codazzo di ragazzi : â&#x20AC;&#x153;Dagli una bastonata, Isidoro, togli questo scandalo.â&#x20AC;? Rispose: â&#x20AC;&#x153;Lasciali fare, che quando saranno vecchi andranno in chiesa:â&#x20AC;?.
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DICEMBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda BibbĂŻane
San Frangische Saverie
Sanda Barbere
Sande Vasse
O¡LFRQD )LODQGUR /DWWDQ]LR [1908-1986] Dopo aver conseguito la licenza elementare viene messo come apprendista da un fabbro ferraio, ma una malattia sconsiglia i genitori di persistere su questa strada. Tra i 15 ed i 16 anni inizia a disegnare e nel 1926 realizza il suo primo quadro. Militare a Firenze nel 1928 approfondisce lo studio dellâ&#x20AC;&#x2122;arte antica. Negli anni â&#x20AC;&#x2122;30 espone a Lâ&#x20AC;&#x2122;Aquila, Roma e Firenze. Richiamato alle armi nel 1940 è in Francia dove viene fatto prigioniero. Nel 1948 si stabilisce definitivamente in Savoia, approfondisce le ricerche sul cubismo e lâ&#x20AC;&#x2122;astrattismo e partecipa a svariate mostre nel territorio francese. Nel 1968 ritorna stabilmente in Italia e dopo alcuni anni trascorsi a Roma decide di trasferirsi a Vasto. Qui si dedica a dipingere paesaggi della sua terra natia, studi di figure e ritratti di personaggi locali. Muore a Vasto nel 1986 donando 20 opere alla pinacoteca.
Autoritratto (1933)
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda NichĂŤule de Bare
Sande Urbane
Domenica
la CungiuzĂŻaune
Alias... Ĺ traccazappe Un poâ&#x20AC;&#x2122; oltre la periferia nord ovest di Vasto câ&#x20AC;&#x2122;era la terra di un possidente terriero. Costui un mattino, durante la â&#x20AC;&#x153;ĹĄtuzzatteâ&#x20AC;?, che solitamente si usava in campagna, vide un solco (â&#x20AC;&#x2DC;na rasile) tutto storto. Prese allora una zappa e rimise in ordine il solco. Un contadino, vedendo ciò, disse al vicino: â&#x20AC;&#x153;Avessima fĂ ca si stracche â&#x20AC;&#x2DC;ssĂ zĂ ppeâ&#x20AC;?. Da qui subito il nomignolo per sempre â&#x20AC;&#x153;Ĺ traccazappeâ&#x20AC;?.
â&#x20AC;&#x153;A la case di li sunatiĂźre nin â&#x20AC;&#x2DC;ze fa la serenĂ teâ&#x20AC;?.
Fattâ&#x20AC;&#x2122; e fattatille 3HWURQL H PDULDQL 6H D PHQDU OH PDQL H QRQ VROR F¡HUDQR D )LUHQ]H L *XHOĂ&#x20AC; HG L *KLEHOOLQL HG D 9HURQD L 0RQWHFFKL HG L &DSXOHWL D 9DVWR F¡HUDQR L 3HWURQL HG L 0DULDQL FLRq L SDUURF FKLDQL GL 6 3LHWUR H GL 6 0DULD /H ORWWH WUD OH GXH ID]LRQL GDWDQR GDO PHGLRHYR H VL WUDVFLQDQR SHU VHFROL VLQR DJOL DQQL FLQTXDQWD TXDQGR HUD DQFRUD SRVVLELOH YHGHUH EDWWDJOLH SHU EXUOD WUD L PRQHOOL GHOOH GXH SDUWL 7DQWLVVLPH VRQR OH VWRULH FKH KDQQR SHU DUJRPHQWR TXHVWD DQWLFD ULYDOLWj FKH FHVVD WXWWDYLD XIĂ&#x20AC;FLDOPHQWH LO JHQQDLR TXDQGR 5H *LXVHSSH 1DSROHRQH IRUVH QRQ SRWHQGRQH SL VFLRJOLH L &DSLWROL GHOOH GXH &KLHVH 3HU DYHUH XQ¡LGHD GL TXDQWR IRVVH SURIRQGR LO VROFR H VSHVVR DQFKH O¡RGLR WUD 3HWURQL H 0DULDQL ULSRUWLDPR GL VHJXLWR OD 3DVVLR &DSLWXORUXP +LVWRQLHQVLXP LQ )UHQWDQLV FRPSRVWD GDO FDQRQLFR /HRQDUGR 6FDUGD SDQH LQ RFFDVLRQH GHOOD SXEEOLFD]LRQH GHO 'HFUHWR 5HDOH 6HQWLWH TXDQWR DVWLR H QHOOR VWHVVR WHPSR TXDQWD VRGGLVID]LRQH SHU OD Ă&#x20AC;QH GHL SULYLOHJL DWWULEXLWL D 6 0DULD Âł'DOOÂśHFFHOVD VXD EDVH LQIUDQWR q VFRVVR GRSR XQ OXQJR GL IRU]H DVSUR FRQWUDVWR DOĂ&#x20AC;Q JL FDGGH LO PDULDQ FRORVVR FUXGHO WLUDQQR GHOO¡DPHQR 9DVWR 6HEEHQ SROYHUH YLOH LQ SLFFLRO IRVVR SXU ID SRPSD DO GL IXRU GHO SURSULR IDVWR QHO VDVVR FKH OR FKLXGH LQFLVR XQ JURVVR EHVWLRQ YL VWD VHQ]D FDYH]]D H EDVWR 0LUDOR SDVVDJLHU )HURFH VEXIID H DOO¡HWUD HUJHQGR O¡RUJRJOLRVD WHVWD ULFDOFLWUD Gj PRUVL H ÂśO SHOR DUUXIID 0D VXO GRUVR DO JUDQ FURVFLR GL VIHU]DWH GLU JOL IDQQR L 3HWURQL LQ YRFH PHVWD ´ 'D PH LO IDVWR D IXJJLU SUHWL LPSDUDWHÂľ
DICEMBRE
LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda Valerie
la Madonne de Lurète
Sande SabbĂŤine
Sanda Amalie
/X ÂśQJLDUPDWjXUH Parola intraducibile che sta ad indicare lâ&#x20AC;&#x2122;ultimo di sette figli maschi che, secondo una diffusa e antica credenza popolare, era ritenuto dotato di poteri eccezionali. /X ÂľQJLDUPDWDXUH come veniva appunto denominato, poteva con la saliva ed il tocco delle mani togliere di torno il malocchio, oppure risolvere disturbi psichici, malanni e lievi infermitĂ come punture di vespe, insetti o serpenti. A OX ÂľQJLDUPDWDXUH venivano riconosciuti una grande considerazione ed un grande rispetto. Tra questi â&#x20AC;&#x153;guaritoriâ&#x20AC;? si ricordano Francescopaolo Sorgente e Paolo Del Casale.
Buon Compleanno Giuseppe Baiocco (2 dicembre) Silvio Petroro (11 dicembre) Giancarlo Carpi (12 dicembre) Antonio Prospero (13 dicembre) Giuseppe Dâ&#x20AC;&#x2122;Adamo (18 dicembre) Edmondo Del Borrello (19 dicembre) Padre Eugenio Di Giamberardino (26 dicembre) Franz Ritucci Chinni (27 dicembre - USA) Fernando Fiore (28 dicembre) Don Antonio Bevilacqua (31 dicembre)
VenerdĂŹ
Sabato
Fattâ&#x20AC;&#x2122; e fattatille
Sanda LucĂŤie
Sande Giuvuanne de la Crauce
3DUOD *LQR
Domenica
Sanda Silvia
Don Vincenzo, un attempato canonico noto piĂš per lâ&#x20AC;&#x2122;avarizia che per la caritĂ cristiana, viene allâ&#x20AC;&#x2122;improvviso a sapere che un tal Gino, al quale aveva prestato sulla parola, senza nessuna ricevuta, unâ&#x20AC;&#x2122;ingente somma di denaro, sta per passare a miglior vita. Si fionda perciò a perdifiato in casa del poveretto e tra lo stupore dei parenti inconsapevoli, strappandosi addirittura i capelli, grida a piĂš non posso: â&#x20AC;&#x153;Parla, Ginoâ&#x20AC;Ś parlaâ&#x20AC;? e poi sempre piĂš concitato: â&#x20AC;&#x153;Oh, ooh, parla, Ginoâ&#x20AC;Ś parlaâ&#x20AC;?. Quindi, resosi conto che il moribondo sta per esalare tuttâ&#x20AC;&#x2122;altro respiro, aggiunge straziato: â&#x20AC;&#x153;Parla, parla, Gino, diglielo cheâ&#x20AC;Ś me da ridĂ li quatrèineâ&#x20AC;?. (dilloâ&#x20AC;Ś che devi restituirmi dei soldi).
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GLFHPEUH (VFH LO SULPR QXPHUR GHO TXLQGLFLQDOH ,O 9DVWHVH G¡ROWUH 2FHDQR GLUHWWR GD /XLJL $QHOOL
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DICEMBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda Adelaide
Sande LĂ zzere
Sande Graziane
Sande Darie
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Libbrate
Sande SeverĂŤine
Domenica
Sande Flaviane
Alias... Zia Ddate Col nomignolo â&#x20AC;&#x153;Zia â&#x20AC;&#x2DC;Ddateâ&#x20AC;? si indicava una donna che aveva sbagliato a fare i conti. A tal proposito â&#x20AC;&#x153;Zia â&#x20AC;&#x2DC;ddateâ&#x20AC;?, in possesso di mille ducati, pensando di non vivere ancora piĂš di dieci anni, pensò e spese il suo danaro in ragione di cento ducati lâ&#x20AC;&#x2122;anno. Trascorso tale tempo però, la morte non sopravvenne, per cui rimasta senza soldi, si vide costretta a mendicare ai passanti, a cui chiedeva dolorosamente: â&#x20AC;&#x153;Facete la limosine a Zia Ddate, chi li chinde Ă sbajjateâ&#x20AC;?.
GLFHPEUH $ 3HUWK YLHQH VROHQQHPHQWH VXJJHOODWR O¡DWWR GL JHPHOODJJLR FRQ 9DVWR Nella foto, i sindaci di Perth e Vasto, Natrass eTagliente, Silvio Petroro, Vincent Scurria e Umberto Di Lallo, a Perth nel decennale del Gemellaggio.
Cardone di Natale I����������: 3 grossi cardi nostrani; brodo di tacchino; 150 gr. di pecorino grattugiato; 4 uova; 300 gr. di vitello macinato; 3 limoni; olio, sale, pepe. P�����������: Pulire i cardi togliendo accuratamente i filamenti duri delle costole, tagliarli a rettangolini di circa tre cm. e lasciarli in acqua acidulata al succo di limone. Lessarli in acqua salata, scolarli, risciaquarli in acqua fresca e strizzarli. Preparare piccole palline di carne mescolando insieme in una ciotola, carne, tritata, formaggio, due uova e sale; friggere le palline ottenute, quindi versarle, assieme ai cardi strizzati, nel brodo e far cuocere a fuoco lento per altri quindici minuti. Prima di togliere dal fuoco, annegare le altre due Liova sbattute sulla superficie del brodo: cospargere di abbondante formaggio e servire.
& /D FKLDUjWH Jucce de crèsce, châ&#x20AC;&#x2122;avĂŠ spusĂ te â&#x20AC;&#x2DC;Ndonie lu cuarpĂ te, era il piĂš noto personaggio degli anni trenta e quaranta del secolo scorso che faceva la â&#x20AC;&#x153;chiarĂ teâ&#x20AC;?. Essa si applicava su distorsioni e slogature. Jucce prima con massaggi rimetteva le ossa e le articolazioni al posto giusto e poi preparava una miscela di farina di grano e albume (chiaro) di uova, da cui â&#x20AC;&#x153;chiarĂ teâ&#x20AC;? che applicava come impasto per tenere bloccato lâ&#x20AC;&#x2122;arto infortunato giĂ fasciato con stoppia. In genere erano sufficienti una diecina di giorni perchè lâ&#x20AC;&#x2122;arto sinistrato si potesse liberare dalla â&#x20AC;&#x153;chiarĂ teâ&#x20AC;? e tornasse alla sua normale funzione.
DICEMBRE LunedĂŹ
MartedĂŹ
MercoledĂŹ
GiovedĂŹ
Sanda Vittorie
Sanda IrmĂŤine
la Sanda Natale
Sande Ĺ tefene
&ULSH - PasquĂ â&#x20AC;&#x2122; gna tâ&#x20AC;&#x2122; ha trattate la Natale? -Gnè nu sugnĂ ure, saâ&#x20AC;&#x2122;; mâ&#x20AC;&#x2122; hannâ&#x20AC;&#x2122; ammitète. Châ&#x20AC;&#x2122; avève maâ&#x20AC;&#x2122; tritète lu caviale?: e chi bbuttèjje, fijje mèâ&#x20AC;&#x2122;, â&#x20AC;&#x2DC;mbaijète! Pircillatille, e, â&#x20AC;&#x2DC;n gi stattève male; mijèlle, â&#x20AC;&#x2DC;nguèlle, fujje, rèise e arrète turrune fĂŤine, pane spizijale, punge; cafè e li castagne aschète. - E â&#x20AC;&#x2DC;n ziâ&#x20AC;&#x2122; ccripate doppe la magnate? scagne nghi nniâ&#x20AC;&#x2122; châ&#x20AC;&#x2122; avème fatte titte nghi quattre vrucculille e nghi lâ&#x20AC;&#x2122;acquate! - Perle pâ&#x20AC;&#x2122;ammèdie? e, mo ti vujje dèice châ&#x20AC;&#x2122; allâ&#x20AC;&#x2122;ĂŽtime ajjâ&#x20AC;&#x2122; avute lu prisitte... Cripe di rajje povere â&#x20AC;&#x2DC;mbilèice! Geatano Murolo (1898)
VenerdĂŹ
Sabato
Sande Giuvuanne
le Sende â&#x20AC;&#x2DC;nnucĂŻnde
Domenica
Sande Davede
/X MRFKH GHOO¡$VHQH Tu che ttâ&#x20AC;&#x2122;infastedisce a iucaâ&#x20AC;&#x2122; â&#x20AC;&#x2DC;lâ&#x20AC;&#x2122;asse e poâ&#x20AC;&#x2122; nin ti fi specie a ffamme fesse, pecchĂŠ, peâ&#x20AC;&#x2122; ttĂŠâ&#x20AC;&#x2122;, la vite è gne nu scasse cchiĂš jâ&#x20AC;&#x2122; lâ&#x20AC;&#x2122;allonghe e tu cchiĂš me viâ&#x20AC;&#x2122; ppresse: PecchĂŠ nen mitte maâ&#x20AC;&#x2122; le carte â&#x20AC;&#x2DC;n derre e fiâ&#x20AC;&#x2122; sapeâ&#x20AC;&#x2122; che joche cchiĂš te piace, quelle che cchiĂš sâ&#x20AC;&#x2122;aapre e cchiĂš se serre o lâ&#x20AC;&#x2122;addre che se faâ&#x20AC;&#x2122; semprâ&#x20AC;&#x2122;a la pace? La carte cacche vodde a me mâ&#x20AC;&#x2122;aiute e me fa faâ&#x20AC;&#x2122; pure bella figure, ma, a ccagnĂ joche, tu mâ&#x20AC;&#x2122;aribberrute, na mosse e mâ&#x20AC;&#x2122;arediâ&#x20AC;&#x2122; na fregature. E iâ&#x20AC;&#x2122;, lu furtunate e e lu â&#x20AC;&#x2DC;mbrujone, neâ&#x20AC;&#x2122; joche e tâ&#x20AC;&#x2122;aja daâ&#x20AC;&#x2122; nghe Ăšne conde la quinece, lĂ vinde e lu parione... sacce vuâ&#x20AC;&#x2122; pure lâ&#x20AC;&#x2122;asene peâ&#x20AC;&#x2122; jonde? Don Salvatore Pepe (1944)
;JOP F PMJP
Basta visitare la vicina abbazia di â&#x20AC;&#x153;S.Maria del Cannetoâ&#x20AC;? lungo il fiume Trigno per vedere, negli scavi del periodo sannitico, tanti recipienti e orci per conservare vino e olio. Da 5000 anni infatti lâ&#x20AC;&#x2122;uomo utilizza tali prodotti ed oggi con la â&#x20AC;&#x153;dieta mediterraneaâ&#x20AC;? vengono ancora utilizzati per le proprietĂ nutrizionali, curative, religiose. Il â&#x20AC;&#x153;Vinoâ&#x20AC;? è uguale salute: diversi studi medico scientifici hanno dimostrato che una modesta assunzione riduce il rischio di malattie cardiovascolari; un bicchiere al giorno leva il medico di torno,... due bicchieri tolgono anche qualche preoccupazione di troppo,... tre bicchieri... canta che passa. Insomma â&#x20AC;&#x153;estote sobriiâ&#x20AC;? dicevano i romani. Per â&#x20AC;&#x153;lâ&#x20AC;&#x2122;Olio di Olivaâ&#x20AC;? i romani avevano il â&#x20AC;&#x153;trapetumâ&#x20AC;? di ovidiana memoria e loro avevano intuito che lâ&#x20AC;&#x2122;olio dâ&#x20AC;&#x2122;oliva teneva morbide le pareti vascolari che, indurendosi determinano il processo aterosclerotico. Lâ&#x20AC;&#x2122;evidenza scientifica giustifica e promuove la diffusione del consumo e per tale obbiettivo informiamo che sono in fase di messa a dimora di milioni di piante in Australia dove si mira a conquistare il mercato asiatico che conta oltre tre miliardi di persone. Comunicare il mangiar sano, la buona tavolasalute-piacere vuole dire proteggere la propria salute e quella degli altri.
DICEMBRE
Gennaio 2003
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Sanda lIane
Sande Sileveštre
Cape d’Anne
Sande Ggrigorie
Fatt’ e fattatille *QD WL UqLWH FD PL Gp XQH VROGH 'LQDQ]L DOOD ERWWHJD GHO EDUELHUH 'RQ 0LFKHOH 'H 0HLV XQ WLSR GL PDWWRLGH LO TXDOH SHU UDGHUH L VXRL FOLHQWL IDFHYD XVR GL WUH VSHFLH GL UDVRL FKH DYHYD GLVWLQWL FRL QRPLJQROL GL $ULVLVWH /DFUHPH DOO¶ XFFKLH H 3LVFHWHVRWWH FKH DGR SHUDYD D VHFRQGD GHO FRPSHQVR SDWWXLWR LQ SUH FHGHQ]D FRQ L FOLHQWL VWHVVL VL IHUPz XQ JLRUQR XQ FRQWDGLQR GHOOD PRQWDJQD YDVWHVH FRQ XQD EDUED GL SDUHFFKLH VHWWLPDQH HG DOOD GRPDQGD GHO EDUELHUH VH GHVLGHUDVVH IDUVL UDGHUH ULVSRVH GL Vu SXUFKp QRQ JOL DYHVVH IDWWR VSHQGHUH SL GL XQ VROGR OD VROD PRQHWD FKH SRVVHGHYD ( 'RQ 0LFKHOH FKH OD VDSHYD OXQJD DQQXu GLFHQGRJOL 7UDVFH FD 3LVFHWHVRWWH FL SHQ]H
'RSR DYHUJOL LQVDSRQDWD OD IDFFLD LO EDUELHUH DUPDWR GHO UDVRLR 3LVFHWHVRWWH LQFRPLQFLz OD FUXHQWD RSHUD]LRQH H DG RJQL FRQWUD]LRQH GHL PXVFROL GHO YLVR FKH LO SRYHUR FRQWDGLQR IDFHYD SHU OH WUDÀWWH FKH LO UDVRLR JOL SURGXFHYD QHOOH FDUQL 'RQ 0LFKHOH SHU SUHQGHUOR LQ JLUR JOL GLFHYD *QD WL QL UqLWH FD PL Gq XQH VROGH 9ROHQGR PDOL]LRVDPHQWH IDUJOL FUHGHUH FKH TXHOOH FRQWUD]LRQL IDFFLDOL HUDQR GD OXL ULWHQXWH FRPH VWLPROR GL ULVR FKH LO FRQWDGLQR IUHQDYD D VWHQWR SHU OD FRQWHQWH]]D GL YHGHUVL UDGHUH SHU XQ VROGR H QRQ SHU O·HIIHWWR GHO GRORUH SURYDWR D FDXVD GL TXHO UDVRLR GDO ÀOR D VHJD FKH SHU JLXVWLÀFDUH LO VXR QRPLJQROR IDFHYD YHUDPHQWH SLVFLDU VRWWR
Luigi Anelli, Il Vastese d’oltre oceano, 24-9-1931
VenerdĂŹ
Sabato
Sanda Genuèffe
Sandâ&#x20AC;&#x2122;Angela
Domenica
Sanda â&#x20AC;&#x2DC;MĂŤliene
/D 3UqGLFKH GH )IDEEUH]LMH H OX 7D 'Gs (La predica di Fabrizio ed il Te Deum) Nellâ&#x20AC;&#x2122;ultimo giorno dellâ&#x20AC;&#x2122;anno in Santa Maria Maggiore si celebra una messa solenne che prevede due momenti tanto attesi dai fedeli. Il primo è OD SUqGH FKH GH )IDEEUH]LMH, dal nome di un tal Fabrizio che lasciò in ereditĂ alla PDrrocchia un fondo per far fronte alle spese della predica, che viene normalmente affidata ad un predicatore di fama, e lâ&#x20AC;&#x2122;altro è OX 7D 'Gq il Te Deum, un canto stupendo di adorazione e di ringraziamento al Signore, che viene elevato in coro da tutta lâ&#x20AC;&#x2122;Assemblea. Te Deum laudamus Te Dominum confitemur. Te aeternum Patrem Omnis terra veneratur. Tibi omnes Angeli, Tibi Caeli, et universae potestates: Tibi Cherubim et Seraphim, Incessabili voce proclamant : Sanctus Sanctus Sanctus Dominus, Deus Sabaoth Pleni sunt caeli et terra Maiestatis gloriae tuae
*OL DXWRUL VSHUDQGR GL DYHU GLYHUWLWR H LQFXULRVLWR ULQJUD]LDQR L OHWWRUL H SRUJRQR JOL DXJXUL SHU XQ QXRYR DQQR IHOLFH LQ FRPSDJQLD GH ¥/X /XQDULH¢
Foto di Michele Calvano
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LO &RQVLJOLR Vincenzo Ottaviano - Antonio Catalano - Michele Notarangelo Camillo Litterio - Giovanni Claudio Conti - Alfonso De Filippis Saverio Scampoli - Roberto Suriani - Massimo Desiati Lorenzo Russo - Paolo Leonzio - Etelwaldo Sigismondi Giacinto Mariotti - Francesco Paolo D’Adamo - Sabrina Scampoli Mario Olivieri - Nazario Augelli - Fernando Fiore - Andrea Bischia Nicola Del Prete - Nicola D’Adamo - Roberto Molino - Fabio Giangiacomo Antonio Di Santo - Lucio Basso Ritucci - Gaetano Fuiano Francesco Piccolotti - Nicola Tiberio - Rocco Cerulli Segretario Generale Augusto Giacci
L 'LULJHQWL Michele D’Annunzio (Urbanistica) Roberto D’Ermilio (Lavori pubblici, Servizi, Acquedotto) Paolino Di Lello (Polizia urbana) Mariapia D’Ugo (Pianificaizone territoriale, PRG, Tributi) Vincenzo Marcello (Pubblica istruzione, Cultura, Beni culturali) Giacinto Palazzuolo (Bilancio, Programmazione economica, Personale, Patrimonio) Domenico Smerilli (Commercio, Annona, Turismo) Caterina Barbato (Direttrice della Istituzione dei Servizi Sociali)
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8QD IHVWD GL QDWDOH GL ILQH RWWRFHQWR nel racconto di Pietro Suriani*
Ricordiamo specialmente, nella nostra infanzia, le feste natalizie, quando nella nostra casa si riunivano le mie sorelle Giulia e Grazia con i loro mariti e ci restavano per vari giorni, sino all’Epifania... Un Natale fu più allegro del solito quando tra gli invitati, oltre a mio zio Canonico e a mio cugino Paolo Bottari, mangiò con noi Gaetano Murolo, un impiegato delle Ferrovie, e un esimio poeta dialettale. Egli declamò tante sue poesie e si mise poi a cantare, tra gli applausi dei presenti, tra cui Zizì Sante, un orefice maestro ed amico di Peppino. Naturalmente prima c’era stata la cerimonia, davanti al nostro Presepe, sempre interessante, per deporre il piccolo Gesù Bambino nella Capanna, portato in processione per la casa, al canto del Te Deum, da Ciccillo, il più piccolo dei figli. Dopo brevi poesiole d’occasione recitate da Emilia e da me o da Ciccillo, chiudeva la cerimonia lo zio con poche espressioni commoventi. Si dava poi inizio, dopo il cenone, al giuoco della tombola e dell’Asino, un giuoco con le carte, natalizio, che suscitava tante risate, specialmente quando si accapigliavano mastro Paolo con D. Domenico, che interrompeva il giuoco dopo le 22, per recarsi alla Cattedrale di S. Giuseppe per il coro. Egli poi ritornava per riprendere il giuoco che si protraeva sino alle 3 o alle 4 del mattino. Naturalmente, mentre si giocava erano a disposizione in varie guantiere i dolci natalizi, scrippelle e cagioni e taralli innaffiati di solito dal vino bianco a cappuccio, dolce e frizzantino. In una certa ora veniva a darci il Buon Natale o Buon Capodanno il suono della zampogna portato da uno degli operai che lavoravano con mio padre. Nella notte canti di gioia, auguri rumorosi di gaie comitive che attraversavano le nostre strade del Rione di S.Pietro, tenevano deste le famiglie in attesa dell’alba, quando vinti dalla stanchezza e dal sonno, si andava a dormire serenamente. Spesso si ritrovava, allo svegliarci, il mantello bianco della neve, gioia di noi bambini, che però non potevamo uscire, perché le scuole eran chiuse per le vacanze natalizie. Quando ripenso a quegli anni, *Pietro Suriani (Vasto 1887 - Roma 1950), indimenticata figura di combattente e di mutilato di guerra nel primo conflitto mondiale, di educatore e di amministratore integerrimo che guidò la Città come podestà dal 1924 al 1933.
sul finir del secolo passato, mi vien chiaro il ricordo di molte famiglie che vivevano in grande miseria, in tuguri senza aria nĂŠ luce, viventi in molti in una sola camera in una promiscuitĂ sconfortante, di solito presso la stalla emanante un lezzo insopportabile. Eppure non mancava mai lâ&#x20AC;&#x2122;aiuto materiale e morale del vicinato, cosĂŹ che anche per i piĂš poveri i giorni di festa trascorrevano in abbastanza letizia. Allora non vâ&#x20AC;&#x2122;erano tante opere di beneficenza che fioriscono oggi e spesso danno motivo a critiche qualche volta giuste di palesi ingiustizie commesse. E la miseria era vinta dai piĂš nobili sentimenti del cuore umano, di fraternitĂ , di altruismo, di generositĂ . Il precetto evangelico di dare al povero il superfluo era praticato largamente con semplicitĂ e sinceritĂ senza necessitĂ di esortazioni e di prediche. Forse cinquantâ&#x20AC;&#x2122;anni fa e piĂš la caritĂ cristiana, quale fiore olezzante della pietĂ , raggiungeva i derelitti e gli abbandonati dalla sorte avversa con lodevole spontaneitĂ per lâ&#x20AC;&#x2122;aiuto fraterno; forse allora il profondo vero sentimento religioso, non inquinato da false dottrine politiche o economiche, era piĂš compreso, dando maggiori frutti che non oggi. Perciò è vero ciò che lasciò scritto Michelet: â&#x20AC;&#x153;Tutto progredisce fuorchĂŠ lâ&#x20AC;&#x2122;animaâ&#x20AC;?. SemplicitĂ di vita serena era la norma dei nostri padri. Perciò nelle nostre stradette attorno a S. Pietro, in quella parte, che veniva chiamata il &DVDULQR, dovâ&#x20AC;&#x2122;era nato mio padre, e negli altri vicoli adiacenti dove vivevano miseramente molte famiglie numerose di pescatori, nei giorni di Natale, di Capo dâ&#x20AC;&#x2122;anno, dellâ&#x20AC;&#x2122;Epifania, un raggio di luce cristiana vi penetrava per alleviare la sofferenza e ridare la fiducia nella Provvidenza. Ma allora non si ostentava la miseria, come oggi, câ&#x20AC;&#x2122;era un certo senso di pudore, se non di vergogna, quando si doveva stender la mano.
/¤DEELJOLDPHQWR PDVFKLOH GHO 9DVWR (sec. XVIII) L’uomo del Vasto vestiva con una velata (giamberga) di lana color marrone, che aveva le asole di cordoncino dello stesso colore e bottoni celesti sia sul davanti che sugli alti paramani. La velata copriva un giubbino a doppio petto, con manica lunga di tessuto e colore (azzurro) come i calzoni. Questi avevano brachette abbottonate ai lati, tasche sui fianchi e abbottonatura laterale, sotto il ginocchio. La camicia era bianca col colletto rialzato e polsini in fondo alle larghe maniche. Una bianca fascia di lino o di lana, cingeva la vita. Essa era di colore bianco così come le calze, lavorate ai ferri. Le scarpe erano di cuoio con le bocchette rivoltate ed i chiodi a rinforzo sotto la tomaia. Il cappello infine, di feltro grigio a tesa larga, era posto su un berrettino rosso che aveva la funzione di proteggere dal contatto diretto dei capelli il costoso copricapo.
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/¤DEELJOLDPHQWR IHPPLQLOH GHO 9DVWR (sec. XVIII) La donna del Vasto indossava una veste intera, di broccato a fiori bianchi su fondo celeste. Il corpetto aveva uno scollo profondo bordato di stretto gallone d’argento, come i polsi delle maniche lunghe e modellate. Un fazzoletto di finissimo lino bianco s’infilava nello scollo del corpetto, con i lembi incrociati. Il grembiule era di lino bianco, orlato di trine ad ago, abbellito da delicati ricami floreali celesti. Dal braccio pendeva una tovaglia bianca. Le calze erano di leggero cotone bianco e le scarpe di cuoio chiaro con bocchette risvoltate. La pettinatura mostrava i lunghi capelli divisi in due bande,fermate da una larga fascia di seta rossa. Il capo era coperto da una preziosissima tovaglia bianca, in velo di mussola, orlata di merletto. Ad incorniciare la regalità della bellezza muliebre c’erano orecchini in oro, con pendenti a goccia e ciondolo oscillante, mentre sul collo faceva bella mostra di sé una collana di grani di corallo ed oro con grande pendente di perline di corallo incastonate a fiore. Infine correva lungo il seno, un secondo filo di grani di corallo, che si concludeva con una medaglia.
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