Lunario 2007

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unarie de lu Uaste ovvero

l’Almanacco dei vastesi

a cura di Giuseppe Tagliente Paolo Calvano Giovanni Di Rosso

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Vasto, città di grazia, fiore della mia terra. G. D’Annunzio

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Premessa La formula è ormai collaudata e non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, che potrebbero apparire ripetitive e tediose. Va detto, tuttavia, a beneficio dei lettori, i quali ogni anno crescono di numero, che anche l’edizione di quest’anno presenta un paio di novità, seppur di modestissima entità. La prima, consiste nell’introduzione di una rubrichetta dedicata alla segnalazione delle principali caratteristiche dell’anno, delle fasi lunari e delle stagioni. Poteva un Lunario farne a meno? Abbiamo ritenuto di no e perciò, consultati Barbanera, astrologi ed astronomi, l’abbiamo approntata con tanto di indicazioni a corredo, sperando che trovi il favore sperato. L’altra novità sostanziale (di quelle più marginali non parleremo, lasciando a voi il gusto della scoperta) la troverete nella sezione musicale, se è lecito adoperare questa definizione, affidata, come si sa, al ciddì allegato alla terza di copertina. Quest’anno il dischetto non contiene canzoni del folklore vastese, che torneremo tuttavia a proporre più in là al fine di ultimare una ricerca demologica che ci sta molto a cuore, ma componimenti musicali di autori contemporanei, alcuni dei quali hanno ritenuto di adoperare il dialetto come linguaggio per le loro melodie. L’idea c’è sembrata buona, anche per incoraggiare questi musicisti che credono nella capacità espressiva della parlatura paesana, e l’abbiamo messa subito in pratica confidando, anche in questo caso, di non essere sonoramente smentiti dal pubblico che ci segue fedelmente ormai da sette anni. Altro non abbiamo da aggiungere. Una raccomandazione, infine. Leggete la Lettera politica di Benedetto Croce agli Abruzzesi, riportata in appendice, che il filosofo napoletano inviò nel 1944 ad un nostro giovane concittadino. Oltre che essere una testimonianza storica conosciuta da pochissimi, è una vera e propria lezione di amor patrio e di fede nella Religione della Libertà. Un’ultima notazione. Le Foto del Mese di quest’anno e quella di Copertina sono di Maurizio Smargiassi, il nostro amico architetto, il quale, come vedrete, dimostra di possedere qualità anche in questo campo. Buona lettura. Novembre 2006 Gli autori

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Lu Lunarie

L’ anno 2007 è un anno normale di 365 giorni. Corrisponde all’anno 6720 del calendario giuliano, alla fine del 5767 ed inizio del 5768 di quello ebraico, alla fine del 1427 e l’inizio del 1428 dell’Egira, il calendario musulmano. Numero delle domeniche dopo Pentecoste: 26. Da Natale a Martedì grasso vi sono 8 settimane ed 1 giorno Giubileo vastese Martedì grasso Le Ceneri La Santa Spina Pasqua Madonna dell’Incoronata Madonna della Penna San Nicola Ascensione Pentecoste Trinità Corpus Domini Madonna delle Grazie San Lorenzo

FESTE MOBILI lu Ggiubbulé la Carnëvale li Ciánnere la Sanda Spène la Pasche la Madonne de la ‘Ngurnàte la Madonne de la Pánne Sanda Nichéule la ‘Scenziàune la Pendecoste la Trinitá lu Corpus dómene la Madonne de li Grazie Sande Lurènze

21 gennaio. 20 febbraio. 21 febbraio. 30 marzo. 8 aprile. 29 aprile. 6 maggio. 20 maggio. 20 maggio. 27 maggio. 3 giugno. 10 giugno. 1 luglio. 9 settembre.

Le quattro stagioni del 2007 Posizione della luna e dei pianeti INVERNO 2006-2007 * Inizia il 22 dicembre alle ore 1 e 22 con l’entrata del Sole nel Capricorno. La Luna si trova in quel momento sul diciottesimo grado del Capricorno, Mercurio nel Sagittario, Venere nel Capricorno, Marte nel Sagittario, Giove nel Sagittario, Saturno nel Leone, Urano nei Pesci, Nettuno nell’Acquario e Plutone nel Sagittario. La testa del Dragone si trova nei Pesci e la coda nella Vergine. PRIMAVERA 2006 * Inizia il 21 marzo 2007 alle ore 1 e 07 con l’entrata del Sole nell’Ariete. La Luna si trova in quel momento sul ventisettesimo grado dell’Ariete, Mercurio nei Pesci, Venere nel Toro, Marte nell’Acquario, Giove nel Sagittario, Saturno nel Leone, Urano nei Pesci, Nettuno nell’Acquario e Plutone nel Sagittario. La testa del Dragone si trova in quello stesso momento nei Pesci e la coda nella Vergine. ESTATE 2007 * Inizia il 21 giugno 2007 alle 20 e 06 con l’entrata del Sole nel Cancro. La Luna si trova allora sul ventiduesimo grado della Vergine, Mercurio nel Cancro, Venere nel Leone, Marte nell’Ariete, Giove nel Sagittario, Saturno nel Leone, Urano nei Pesci, Nettuno nell’Acquario e Plutone nel Sagittario. La testa del Dragone si trova nei Pesci e la coda nella Vergine. AUTUNNO 2007 * Inizia il 23 settembre 2007 alle 11 e 51 con l’entrata del Sole nella Bilancia. La Luna si trova in quel momento sul quindicesimo grado dell’Acquario, Mercurio nella Bilancia, Venere nel Leone, Marzo nei Gemelli, Giove nel Sagittario, Saturno nella Vergine, Urano nei Pesci, Nettuno nell’Acquario e Plutone nel Sagittario. La testa del Dragone si trova nei Pesci e la coda nella Vergine. INVERNO 2007-2008 * Inizia il 22 dicembre 2007 alle ore 7 e 08. 4

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Fasi Lunari Luna nuova, Primo quarto, Plenilunio, Ultimo quarto.

Gennaio:

Luglio:

Plenilunio, mercoledì 3. Ultimo quarto, giovedi 11. Luna nuova, giovedi 19. Primo quarto, giovedi 26.

Febbraio: Plenilunio, venerdi 2. Ultimo quarto, sabato 10. Luna nuova, sabato 17. Primo quarto, sabato 24.

Ultimo quarto, sabato 7. Luna nuova, sabato 14. Primo quarto, domenica 22. Plenilunio, lunedì 30.

Agosto: Ultimo quarto, domenica 5. Luna nuova, lunedì 13. Primo quarto, martedì 21. Plenilunio, martedì 28.

Settembre:

Marzo: Plenilunio, domenica 4. Ultimo quarto, martedì 13. Luna nuova, martedì 20. Primo quarto, domenica 25.

Ultimo quarto, martedì 4. Luna nuova, martedì 11. Primo quarto, mercoledì 19. Plenilunio, mercoledì 26.

Ottobre:

Aprile: Plenilunio, domenica 1. Ultimo quarto, lunedì 9. Luna nuova, lunedì 16. Primo quarto, lunedì 23.

Maggio: Plenilunio, lunedì 2. Ultimo quarto, martedì 10. Luna nuova, martedì 17. Primo quarto, martedì 24

Giugno: Plenilunio, venerdi 1. Ultimo quarto, venerdi 8. Luna nuova, venerdi 15. Primo quarto, venerdi 22. Plenilunio, sabato 30.

Ultimo quarto, mercoledì 3. Luna nuova, giovedì 11. Primo quarto, venerdi 19. Plenilunio, venerdi 26.

Novembre: Ultimo quarto, giovedì 1. Luna nuova, sabato 10. Primo quarto, sabato 17. Plenilunio, sabato 24.

Dicembre: Ultimo quarto, sabato 1. Luna nuova, domenica 9. Primo quarto, lunedì 17. Plenilunio, lunedì 24. Ultimo quarto, lunedì 31. 5

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Carta d’Identità Nome: Vasto (Istonio dal 1938 al 1944) Denominazione antica: Histonium

Altitudine: 143 m. s.l.m.

Superficie: 70,63 Kmq Denominazione abitanti: vastesi, localmente vastaroli Numero abitanti: 37.861 al 22/11/2006 (19.413 femmine - 18.446 maschi - 14.764 famiglie)

Provincia: Chieti

Economia: a prevalenza industriale, commerciale. Fiorentissimo il turismo Santo Patrono: San Michele Arcangelo (dal 1827 con breve papale di Leone XII)

Gemellata con Perth (W.A.) dal 1989

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Cenni storici “Antico municipio dei romani, ove apersi le luci ai rai del giorno, Tu che ornando la spiaggia dei Frentani, hai l’Adria a fronte e lieti colli intorno...”

Il verso iniziale del canto poetico che Gabriele Rossetti dedicò alla sua città natale richiama la sua storia millenaria. Una storia che sconfinando addirittura nella leggenda la vuole fondata da Diomede, uno dei mitici eroi dell’Iliade di Omero, ma che, in realtà, ha inizio con l’arrivo dei Frentani, una popolazione italica di stirpe sannitica dedita soprattutto al commercio della lana. Histonium, dal greco Iston, che vuol dire appunto tela di lana, fu, quindi, il nome con cui venne anticamente denominata Vasto ed istoniesi furono detti i suoi primi abitanti. Alleata di Roma, Histonium ne condivise gli eventi divenendo una delle città più fiorenti della costa adriatica con il privilegio della cittadinanza romana e della potestà di imporre tributi (municipium vuol dire appunto “munus capere”, ossia potestà di esigere tasse). Con la caduta dell’impero e la invasione dei barbari la città divenne sede di guastaldato, cioè residenza di un guastaldo (amministratore di giustizia) del ducato longobardo di Benevento. Per questa ragione venne denominata “Guasto” da cui derivò il nome Vasto. Distrutta dai Franchi di Pipino, figlio di Carlo Magno, la città venne divisa tra il Guastaldo Aymone e il Guastaldo Gisone, conservando tale ripartizione amministrativa anche con i successivi feudatari. Saccheggiata e distrutta, a più riprese, dai Saraceni e dagli Ungari, restituita, infine, ad unità territoriale nel 1385 per decreto di Carlo

III di Durazzo, Guasto fu feudo dapprima dei Caldora, quindi dei Guevara ed infine dei d’Avalos, che la tennero ininterrottamente dal 1496 al 1806. Per tre secoli la storia della città si confuse con quella di questa nobile famiglia di origine spagnola, i cui esponenti di maggior spicco furono Alfonso II, governatore del ducato di Milano, Ferrante Francesco, famoso condottiero vincitore della battaglia di Pavia contro i francesi di Francesco II di Valois e marito di Vittoria Colonna, Francesco Ferdinando che fu viceré di Sicilia e Cesare Michelangelo, ricordato per aver fatto coniare moneta (il tallero del Vasto, il mezzo tallero, lo zecchino ed il mezzo zecchino) e per aver ottenuto da Carlo III il diploma con il quale vennero conferiti a Vasto il 29 Marzo del 1710 il titolo di Città e l’autorizzazione a sede vescovile. Gli avvenimenti conseguenti alla rivoluzione francese del 1789, i moti del 1799 e l’instaurazione della monarchia napoleonica di Gioacchino Murat che abolì le leggi feudali, ebbero un notevole influsso sulla vita della Città, che fu uno dei centri abruzzesi più attivi nella lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia a cui tributò un notevole contributo. All’inizio del nuovo secolo e dopo quello che ha visto due guerre mondiali ed una profonda e radicale trasformazione della società, Vasto è una città moderna, tra le più popolose ed industriose d’Abruzzo che guarda al futuro con fiducia e con nuove e più che legittime ambizioni. 7

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Figli Illustri Tra i tanti concittadini che nei secoli hanno onorato la Città ricordiamo:

Lucio Valerio PUDENTE, incoronato poeta all’età di tredici anni in Campidoglio a Roma dall’Imperatore Traiano; Caio DIDIO, ammiraglio della flotta romana nella guerra tra Cesare e Pompeo; Riccio de PARMA, uno dei tredici cavalieri italiani che sfidarono i francesi a Barletta; Bernardino CARNEFRESCA, detto il Lupacchino, (ca. 1490-post 1555) musicista autore di famosi madrigali e maestro del Palestrina; Virgilio CAPRIOLI, (1548-1608) avvocato in Napoli si dilettò di archeologia. Fu il primo a far impiantare a Vasto una tipografia; Orazio CRISCI, (sec. XVI) madrigalista, suoi sono alcuni componimenti inseriti nel Secondo libro di madrigali di Domenico Sabino; Giuseppe TIBERI, (1732-1812) avvocato, archeologo, bibliofilo e poeta arcadico con il nome di Cloneso Licio; Giulio Cesare de LITIIS, (1734-1816) autore di dipinti a soggetto religioso; Nicola TIBERI, (1745-1805) pittore, incisore e poeta col nome di Orildo Apollonide; Roberto BETTI, (1780-1861) consigliere del Supremo Consiglio Amministrativo del Regno delle Due Sicilie; Gabriele ROSSETTI, (1783-1854) poeta e patriota esule in Inghilterra. Padre di Dante Gabriel, capofila della Confraternita Preraffaellita, di Cristina e di William Michael; Francesco ROMANI, (1785-1852) medico che introdusse l’omeopatia in Italia; Luigi CARDONE, (1789-1855) patriota e carbonaro; Luigi MARCHESANI, (1802-1870) medico, autore della Storia di Vasto;

Gabriele SMARGIASSI, (1798-1882) pittore della scuola napoletana. Michele GENOVA, (1802-1860) graffiante epigrammista ha lasciato una raccolta intitolata La Peppeide; Filippo BETTI, (1802-1877) storico, poeta e filosofo; PALIZZI Filippo (1819-1899), Giuseppe (1812-1888), Nicola (1820-1870) e Francesco Paolo (1825-1870) pittori insigni di scuola napoletana; Silvio CICCARONE, (1821-1897) patriota, comandante del battaglione Vasto della Guardia Nazionale nel periodo risorgimentale; Valerico LACCETTI, (1836-1909) pittore e tragediografo; Giuseppe RICCI, (1844-1867) patriota caduto nella battaglia di Mentana; Gaetano MUROLO, (1858-1903) poeta dialettale autore di originalissimi sonetti in vernacolo; Francesco CICCARONE, (1859-1938) deputato dal 1904 al 1919; Luigi ANELLI, (1860-1944) storico patrio e dialettologo, autore di saggi e commedie in vernacolo; Ernesto CORDELLA, (1864-1905) capitano di artiglieria combattente ad Adua ed esploratore nel Congo Belga; Francesco DEL GRECO, (1864-1947) psichiatra ed antropologo; Francesco CARDONE, (1865-1937) pittore di gusto ottocentesco, erede della tradizione dei Palizzi, di cui fu allievo; Giuseppe MANZITTI, (1871-1925) fondatore della società di assicurazioni Mutua Marittima Nazionale con sede a Genova, prima iniziativa previdenziale nel settore;

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Ettore IANNI, (1875-1956) scrittore e giornalista, per anni una delle firme più prestigiose del “Corriere della Sera”, di cui fu anche direttore; Camillo MANZITTI, (1877-1958) diresse da ingegnere la produzione di cannoni alla Ansaldo durante la prima guerra mondiale, poi si specializzò del settore nautico; Romualdo PANTINI, (1877-1945) poeta e tragediografo, collaboratore della prestigiosa rivista letteraria “Il Marzocco”; Nicola GALANTE, (1883-1969) artista tra i più rappresentativi della pittura del Novecento, esponente del “Gruppo dei sei” operante a Torino e Genova; Florindo RITUCCI CHINNI, (1886-1955) artista eclettico e raffinato, autore di liriche e di canzoni in vernacolo, pittore di grande sensibilità; Carlo D’ALOISIO da Vasto, (1892-1971) pittore e xilografo; Raffaele MATTIOLI (1895-1973) il “banchiere umanista” che per un quarantennio diresse la Banca Commerciale Italiana; Elena SANGRO (1897-1969) (nome d’arte di Maria Antonietta Bartoli Avveduti), attrice che ebbe grande notorietà nel periodo del cinema muto; Giuseppe SPATARO, (1897-1979) uomo politico, fondatore della Democrazia Cristiana con Don Sturzo, più volte ministro nei governi del secondo dopoguerra; Giuseppe PERROZZI, (1899-1973) poeta dialettale tra i più noti ed apprezzati;

Vittorio d’ANELLI, (1902-1999) cultore di storia locale e di araldica; Aniello POLSI, (1905-1983) musicista, autore di notissime melodie popolari; Michele RONZITTI, (1905-1984) pittore del genere naif tra i più apprezzati in Italia. Espedito FERRARA, (1908-1992) giornalista e commediografo; Ernesto CIANCI, (1908-1992) esperto economista e dirigente industriale; Filandro LATTANZIO, (1908-1986) pittore che ha operato per decenni in Francia; Antonio CICCARONE, (1909-1983) ricercatore e docente universitario di patologia vegetale; Giuseppe PIETROCOLA, (1909-2001) pubblicista ed appassionato cultore della storia patria; Michele FIORE, (1910-1973) pittore sensibile e delicato che operò soprattutto a Genova; Luigi MARTELLA, (1911-1971) pittore ed educatore; Don Salvatore PEPE, (1915-1997) sacerdote e oratore valentissimo, cultore della parlature paisane; Carlo BOTTARI, (1921-2002) deputato; Carlo ANELLI, (1924-1997) insigne giurista, professore universitario e presidente del Consiglio di Stato.

Numerosi i vastesi che si sono distinti all’estero. Tra questi: Carlo DELLA PENNA, (1879-1971) emigrato in Argentina, divenne uno dei più valenti industriali. Editore e fondatore della rivista culturale bilingue “Histonium”; Luigi RUZZI, (1881-1945) dopo aver fatto fortuna in Argentina come industriale fece costruire nel 1931 il Politeama che porta il suo nome;

Franco PAOLANTONIO (1887-1979) affermato ritrattista molto apprezzato in Sud America; Juan DEL PRETE, (1897-1987) pittore di grande notorietà in America Latina; Pietro DI DONATO, (1911-1992) autore di Cristo tra i muratori e Tre cerchi di luce, romanzi che narrano le vicende degli emigrati vastesi in USA. 9

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Cittadini Onorari La gratitudine dei Vastesi nei confronti di chi si è reso protagonista di atti di amore e rispetto per la città si è spesso manifestata anche mediante la concessione della cittadinanza onoraria. Questo altissimo onore è stato attribuito dall’Ottocento ad oggi a queste eminenti personalità: CARLO ANTONIO MANHES Generale al servizio di Gioacchino Murat, ebbe tale riconoscimento il 10 aprile 1810, così come ricorda la lapide posta sulla facciata della Cattedrale di San Giuseppe, nella quale si legge testualmente Al forte guerriero D’Aurillac - Carlo Antonio Manhes Membro della legion d’onore e Cavaliere delle Due Sicilie - Generale Aiutante di campo di S.M. Gioacchino Napoleone - Distruttore di briganti - Restauratore della pubblica quiete - Nelle contrade d’Abruzzo - Per voto universale acclamato - Primo cittadino del Vasto - Nel giorno X aprile MDCCCX - La riconoscenza del popolo vastese - Questo monumento consacra. GIUSEPPE NICOLA DURINI Per aver sottratto la Città dall’assedio al quale il 12 aprile 1814 l’avevano sottoposta ben sette bande di briganti provenienti dalla Puglia, dalla Basilicata e dal Molise. Il barone Durini di Chieti, che ricopriva in quel momento la carica di Sottointendente, convinse i vastesi ad opporre una strenua e vittoriosa resistenza dirigendo egli stesso coraggiosamente le operazioni di battaglia. Il Sindaco Pietro Muzii ne propose la concessione della cittadinanza onoraria al Consiglio dei Decurioni. RAFFAELE PAOLUCCI Eroe della Prima Guerra Mondiale, medaglia d’oro al Valor Militare per l’impresa dell’affondamento della nave ammiraglia austriaca “Viribus Unitis”, medico ed accademico di fama, rappresentante di Vasto al Parlamento per cinque legislature in epoca fascista, Raffaele Paolucci si dimostrò sempre molto sensibile alle richieste dei vastesi. Grazie a lui la città ottenne l’istituzione del Regio Istituto Tecnico Commerciale ad indirizzo mercan-

tile, che venne intitolato al padre, Nicola Paolucci, e finanziamenti per l’acquedotto e la bonifica dei terreni malsani. Per queste benemerenze gli viene concessa la cittadinanza onoraria nel 1925. ALBERTO de’ STEFANI Ministro del Tesoro e delle Finanze fino al 1925. Il Consiglio Comunale, su proposta del Sindaco Pietro Suriani, gli conferisce nella seduta del 18 marzo 1925, l’alto riconoscimento per aver contribuito alla fondazione del Regio Istituto Commerciale. GIORGIO CRISCI Di antica famiglia vastese trasferita a Roma, che può vantare di aver dato ben sei mastrogiurati alla città, Giorgio Crisci, Presidente del Consiglio di Stato al termine di una prestigiosa carriera di magistrato e di amministratore di Aziende dello Stato, ha ottenuto la cittadinanza onoraria, su proposta del sindaco Antonio Prospero, nell’ottobre del 1986. VINCENZO FAGIOLO Il Cardinale Vincenzo Fagiolo ha ricevuto dalla Municipalità di Vasto la nomina a cittadino onorario il 30 novembre 1995. Una concessione che, su proposta del sindaco Giuseppe Tagliente, il Consiglio Comunale approva all’unanimità, in considerazione della preziosa attività missionaria ed evangelizzatrice da lui svolta quale Arcivescovo Metropolita Teatino e primo Vescovo di Vasto (bolla di Giovanni Paolo II del 24 agosto 1982 che eleva la Diocesi Vastese al rango di sede vescovile) dal novembre 1971 al gennaio 1984, allorché venne destinato a reggere la segreteria della Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Religiosi.

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lo Stemma Araldico

Lo stemma della città è uno scudo quadripartito a scacchiera con i colori del rosso e dell’argento tra di loro incrociati, circondato dalla scritta “VASTUM OLIM HISTONIUM ROMANUM MUNICIPIUM” (Vasto l’antica Histonium Municipio Romano)

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i Sindaci dall’Unità d’Italia 1860-1866

Filoteo D’IPPOLlTO

1868-1876

Silvio CICCARONE Senior

1876

Carlo NASCI

1878-1896

Francesco PONZA

1897

Luigi D’ALOISIO

1897-1919

Luigi NASCI

1919

Gelsomino ZACCAGNINI

1920-1921

Filoteo PALMIERI

1921-1923

Florindo RITUCCI CHINNI

1924-1933

Pietro SURIANI

1934-1935

Gaetano DEL GRECO

1937-1940

Erminio SCARDAPANE

1941

Francescopaolo GIOVINE

1942-1943

Silvio CICCARONE Junior

1943-1944

Emilio ZARA

1944-1945

Giuseppe NASCI

1946-1955

Florindo RITUCCI CHINNI

1955-1956

Olindo ROCCHIO

1956-1962

Idiano ANDREINI

1962-1973

Silvio CICCARONE Junior

1973-1979

Nicola NOTARO

1979-1993

Antonio PROSPERO

1994-2000

Giuseppe TAGLIENTE

2000-2001

Giovanni BOLOGNESE

2001-2006

Filippo PIETROCOLA

2006-

Luciano LAPENNA

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L’inno

Uaste bbelle, terra d’eure di Francesco Paolo Votinelli*

M’ arecorde de lu Uaste lu paése addò so’ nate, cande jè’ pe la bbisagne a sta terra ajje migrate. Nemme puzze ma scurdaje fore la porte a lu Cuastelle, addò Sande Pandalàune vennàive ndriche e sciavunèlle.

Uaste bbèlle, terra d’éure notte e jurne penz’ a ttaje ma fa prima che mme méure te putésse arevidaje. De la fàmmene a la Mèreche l’ome fanne nu cciudaje: ppén’ asciute da la scagne dànne satte a fà bbattaje. Se le mbiàschene la facce nghe la ciprie e lu rusciatte ma nen vàlene nu pàile de na tosta cafunàtte.

Uaste bbèlle, ecc. Se vvulème fà le bbagne s’ ha da ije a Sàute Bbìcce ma nge sta le bbille scuje che ttinème a la Pinnicce. Aècche, l’acche de lu mare mbuzzenite de bbinzèine: a Ccasàrze sinde l’acche addurà de quarajèine.

Uaste bbèlle, ecc.

* Francesco Paolo Votinelli Nasce a Vasto il 13 ottobre 1891 e dopo una giovinezza vissuta nel popoloso quartiere del “castello” a 16 anni parte da Napoli per la mitica America alla ricerca di lavoro e di un futuro migliore. A New York lavora come sarto e per il suo carattere gioviale diventa un punto di riferimento per tutta la comunità vastese. Viene chiamato “lu pelajje” proprio per la sua capacità di insaporire gli incontri dei concittadini emigranti e in una serata tra amici nasce “Uaste bbelle, terra d’eure” che diverrà l’inno dei Vastesi. Nel 1965 la nostalgia della terra natia lo spinge a tornare a Vasto dove si spegne il 14 Novembre 1969, tra l’unanime cordoglio della città. 13

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Il primo sonetto dedicato a Vasto

1563. Luglio a Vasto S’avien, che lungo i dilettosi liti

Dante Gabriel Rossetti, A sea spell

Ove l’onda del mar d’Adria percote Mova i miei passi, e all’amorose note Amor mi chiami e come suol m’inviti; L’alma, cui furon già dolci e graditi Quei colli, ond’io partendo hebbi le gote Di pianto molli, dal profondo scuote Mesti accenti, sospir gravi infiniti. Quest’aria, questo ciel puro, e sereno Sotto cui vivo anzi pur moro ogn’ hora Non può far lieto un sol de miei pensieri. Vaghi colli, fioriti, amen terreno Dove quella, che ‘l cor mi tien, dimora Come fia senza lei, che pace io speri ? Annibale Briganti

Sembra essere questo sonetto il primo componimento lirico dedicato a Vasto. Porta la data del 1563 ed è dovuto alla penna ed all’estro di Annibale Briganti, che studi recenti ci hanno restituito come uno dei più autorevoli autori del Cinquecento letterario abruzzese. Nato a Chieti intorno al 1520 e quivi morto nel 1582, Briganti fu un medico illustre, che si dilettava “di volgare poesia” e che in questa veste vergò numerosissimi componimenti d’ispirazione amorosa, di cui ne restano soltanto 150, stilisticamente espressi secondo i canoni del petrarchismo imperante. 14

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Dante Gabriel Rossetti, A sea spell

I luoghi della memoria

Madonna del Carmine Sin dal XIV sec. in questo isolato esisteva la chiesa di S. Nicola a cui era aggregata l’omonima Confraternita. Qui officiava un sacerdote slavo per la comunità degli Schiavoni, che a Vasto formavano un gruppo di 50 unità familiari. Nello stesso sito nel 1638 venne costruita la chiesa di S. Maria del Carmine. Diego d’Avalos, Marchese del Vasto, nel 1690 decise di istituire un collegio di istruzione retto dai Padri Lucchesi, con l’obbligo di celebrare le S. Messe in questa chiesa. Finalmente, nel 1761 terminarono i lavori di costruzione del convento (l’attuale Arcivescovado) e del nuovo tempio su progetto del napoletano Mario Gioffredo. Nel collegio i Chierici Regolari della Madre di Dio insegnavano grammatica, retorica, filosofia e dottrina cristiana e lo facevano talmente bene che molti giovani vastesi entrarono nel loro Ordine. Attorno a loro si costituì anche un circolo culturale a cui aderirono i migliori ingegni della cittadina. Con la venuta dei francesi, nel 1809, il collegio venne chiuso. L’edificio religioso venne affidato alle cure del clero secolare e l’annesso convento utilizzato come gendarmeria. In seguito lo stabile fu sede di cancelleria, poi sala del Consiglio Decurionale ed infine struttura scolastica. Il campanile trapezoidale e la

A. Tiarini, Deposizione

Pianta della chiesa 15

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Interno

slanciata facciata lineare e elegante ci introducono alla magnificenza dell’interno - a croce greca con cinque cappelle - che presenta chiari influssi vanvitelliani e racchiude una raccolta di pregevoli dipinti di artisti meridionali del settecento. Ai lati dell’entrata due dipinti del napoletano Fischetti Cristo in croce e Santi e Estasi di S. Teresa d’Avila. Sull’altare maggiore Presentazione di Maria bambina all’Eterno Padre del molisano Crescenzo La Gamba. Negli altari laterali anche due opere di artisti vastesi S. Benedetto nella grotta di Nicola Tiberi e La Madonna del Carmine con S. Nicola e S. Andrea di Giulio Cesare de Litiis. Ai piedi dell’altare di S. Benedetto sono le reliquie di S. Teodoro qui trasportate dalla cappella omonima. La Deposizione di Cristo, attribuita al Tiarini, da alcuni anni è stata trasferita nel Museo Archeologico.

Facciata e campanile

Il portale

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Il personaggio dell’anno

Beniamino Laccetti Il cammino della storia è costellato di figure che, ancorchè sconosciute ai più, hanno tuttavia lasciato eredità importanti alle generazioni successive. Una di queste è Beniamino Laccetti, che nasce a Vasto il 25 gennaio 1855. Figlio di un piccolo commerciante di generi alimentari, dimostra subito una grande abilità negli affari che lo spinge giovanissimo a misurarsi con realtà ben più complesse di quelle che poteva offrire il “piccolo mondo antico” della città natale, sostenuto in ciò da una passione davvero straordinaria per la geografia economica e dall’ansia della conoscenza di nuovi popoli e territori . Trasferitosi a Napoli, riesce a realizzare le sue ambizioni mercantili ed entra a far parte di quel vivace mondo di intraprendenti uomini di affari che nella città partenopea erano stati richiamati dalle potenzialità che il Meridione negli anni immediatamente successivi all’unità d’Italia poteva offrire come nuovo mercato e come area di sviluppo agricolo. Risale a quel periodo la sua collaborazione di lavoro con Francesco Cirio1, un torinese che aveva avviato in quel periodo una impresa agro-alimentare destinata a diventare famosa, e la conoscenza con Eugenio Bonvicini2, il quale aveva introdotto presso Salerno nuove tecniche di frutticoltura già sperimentate a Massalombarda. Il suo spirito inquieto lo porta però anche fuori dall’Italia, dapprima in Austria-Ungheria e nei Balcani e poi in Africa, sempre attento a cogliere ogni aspetto delle dinamiche sociali e soprattutto economiche. In una simpatica corrispondenza da Braila in Romania, pubblicata sul settimanale «Istonio»3, Beniamino Laccetti fornisce un esempio dell’attenzione che riserva a questi fenomeni e dell’importanza che annette alle opere infrastrutturali ed ai mezzi di comunicazione e di mobilità, come

volano di crescita civile. Il reportage si apre con una considerazione amara rivolta all’Italia lontana:

Tu sei bella dell’antico, bella di poesia, bella pel bacio del Creatore. Però, triste realtà, bella sei perché bella nascesti e più bella ti resero i tuoi figli, maestri nelle arti, nella poesia e nella musica; ma, ahimè, quanto indietro sei tu nella vita odierna, nel mondo nuovo creato dal vapore e dalla elettricità! In te languore, altrove vita, vita, vita; e, dalla vita, il bello da cui può scaturire la ricchezza! Il Bel Paese non sta al passo con le altre regioni d’Europa, afferma Laccetti, e la sua marginalità rispetto a quella ridda commerciale, lo penalizza fortemente. 17

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L’Ungheria, regione fertile ma un po’ spopolata, si fa dall’Austria aprire lo sbocco al mare con la cessione di Fiume e della Croazia, e ribassa enormemente i noli ferroviari sino a far pagare appena lire trenta un posto di 2ª classe pel percorso di circa millecinquecento chilometri, proprio così, pare impossibile! Il fine? Attirare ed attivare! (Noi stavamo perdendo la Valigia delle Indie per non accomodare la banchina di Brindisi!...) Budapest, che nel 1875 contava meno di centomila abitanti, con case a pianterreno e ad un piano, oggi vanta circa un milione di persone, godenti sontuosi palazzi nelle ampie e lunghissime strade, le quali, oltre a sostenere un movimento esterno vertiginoso, nascondono nelle loro viscere una vasta rete di tram-ways elettrici. Quel movimento, che chiamerei ridda commerciale, dà vita a Tedeschi, Austriaci, Ungheresi, Greci ed a pochissimi italiani. L’articolo si chiude con un richiamo giobertiano all’azione “salvifica” che l’Italia può svolgere nel mondo e con accenti retorici che

potrebbero definirsi protonazionalistici, suscitati da considerazioni sulle iniziative coloniali inglesi in Africa.

Quanto dev’essere bello arricchirsi incivilendo altrui: un diritto ed un dovere costituirsi costituendo gli altri, i barbari, pur creati da Dio a noi eguali, a Sua immagine e similitudine! O Vittorio Emanuele III, fa Tu che la comune dolce Patria non resti la Terra dei morti, ma che almeno diventi seconda tra le nazioni del mondo. È ciò che il mio cuore desidera ardentemente; e, con tale fervido augurio, mando un caldo saluto alla Patria mia. In effetti già da tempo il pensiero di Laccetti corre all’Africa. Socio dal 1898 della “Società Africana”, un notissimo centro napoletano di cultura africanista che esercita un’enorme influenza sulla politica coloniale del Governo italiano, egli è profondamente convinto della necessità che l’Italia s’impegni ancor più, soprattutto dopo la sconfitta di Adua, nell’im-

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presa d’oltremare, al punto che decide di trasferire nel Continente Nero ogni suo interesse commerciale. Ardente africanista con la mente e col cuore ho voluto esser tale anche di azione, dirà qualche anno più tardi in una conferenza tenuta nel Circolo Fascista del Commercio di Napoli di cui provvederà a far pubblicare il testo4, ed in effetti impianta, a partire dal 1909, un commercio in grano, semola, farina e pellami prima in Eritrea, nella città di Asmara, e poi in Tripolitania, ritenuta ideale per piantagioni di frutta. L’avventura coloniale nella quale si tuffa con il solito entusiasmo non placa, anzi accresce, la sua innata curiosità per i problemi economici e sociali ai quali continua ad applicarsi, anche sulla scorta delle esperienze e delle conoscenze che matura, in un continuo sforzo intellettuale di ipotizzare soluzioni e rimedi. Nasce, ad esempio, da questa sua particolare vocazione l’impegno intorno alla realizzazione del porto di Vasto, di cui è il più tenace, convinto, assertore sulla base di una complessiva, ragionata valutazione dei flussi di merci e persone, che porta a ritenere la struttura strategica per gli interessi non soltanto locali ma anche nazionali. Laccetti è assolutamente convinto che la realizzazione del porto a Punta Penna, oggetto di tante discussioni improduttive sin dalla costituzione del Regno, non è questione soltanto d’interessi campanilistici quanto invece questione nazionale per il ruolo di primissimo piano che l’infrastruttura a mare può assolvere in Adriatico, su una linea ideale di traffico che dall’Atlantico e dal Tirreno ha come terminali gli stati balcanici e Mosca. Per dimostrare la validità della tesi non si ferma, com’è nel suo stile, alla mera dimostrazione teorica ma si offre incredibilmente di pagare di persona il costo dell’opera. Presenta infatti un’istanza al governo per ottenere la concessione trentennale di una zona franca a Punta Penna in cambio della costruzione, a totale carico privato, del porto secondo il progetto redatto dall’ing. Domenico Lo Gatto, capo del Genio Marittimo di Napoli, approvato qualche tempo prima dalla stessa Amministrazione Comunale di Vasto. L’offerta, per quanto

condivisa dal sindaco Nasci, dall’on. Francesco Ciccarone e dallo stesso ministro Gianturco, non trova tuttavia l’approvazione sperata e resta nei cassetti del Ministero. Ciononostante, Laccetti continua infaticabilmente ad incalzare amministratori locali e nazionali con articoli, conferenze, opuscoli, che alla fine producono un primo significativo risultato quando con Decreto Reale del 9 maggio 1907, n. 328, a Punta Penna viene finalmente prevista la costruzione di un porto di prima categoria per la difesa militare e di quarta per gli affari commerciali. Non è certo il coronamento dei suoi più ambiziosi progetti, ma qualcosa su cui poggiare, tra altalenanti delusioni e speranze, altre più incisive iniziative, a sostegno della realizzazione del porto, che Laccetti non cesserà mai di esercitare sino a quando non ne vedrà, ormai ultranovantenne, il capitolo d’inizio con la cerimonia della posa della prima pietra, quarantun’anni dopo, il 2 maggio del 1948. 19

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successo di ogni suo tentativo segnò il fallimento di questa prospettiva. Assolutamente condivisibile, questa opinione va però integrata con una considerazione di fondo riguardo alla straordinaria vitalità di pensiero ed azione del Laccetti e soprattutto all’incredibile modernità e lungimiranza delle tesi sostenute anche in altri campi che lo portarono a diventare negli anni della maturità segretario generale del Circolo del Commercio di Napoli. I suoi studi e le sue intuizioni, contenuti nei ventuno volumetti monografici fatti stampare a sue spese6, che spaziano da argomenti di carattere agricolo e commerciale, all’economia, alla statistica, alla geografia, ai trasporti ed alle grandi vie di comunicazione, all’Africa, testimoniano di un uomo che, benché autodidatta, ha saputo suggerire proposte e soluzioni, assolutamente in anticipo con i tempi, ricavate direttamente dalla sua intelligenza ed esperienza di vita. Della sua vita si può dire, sen-

Ha scritto, a proposito del personaggio, lo storico Costantino Felice in un suo studio di politica ed economia sul litorale abruzzese e molisano5:

La figura di Laccetti col fallimento dei suoi generosi progetti, resta comunque emblematica di un certo tipo di sviluppo (o, per meglio dire, di mancato sviluppo) che nel complesso si è realizzato lungo l’Abruzzo adriatico. Egli era, in definitiva, il solo personaggio ad interessarsi dei problemi di Punta Penna con una mentalità da imprenditore, pur se permeata di retorica e pomposità. Ciò che lo appassionava era l’idea che, creando determinate strutture, si potesse sfruttare la naturale predisposizione dei luoghi per la messa in moto di meccanismi economici e sociali in grado di garantire, insieme ai profitti, uno stabile ed autonomo “progresso” della zona, pienamente inserita nel flusso dei traffici e degli affari internazionali, oltre che nazionali. L’in20

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za tema di sbagliare, che è stata interamente spesa per la conoscenza e lo sviluppo dell’umanità ed improntata all’amore per l’Italia e la Città natale, alla quale restò sempre

profondamente legato. Un amore di figlio, che oggi potrebbe essere ripagato almeno con l’intitolazione del porto di Punta Penna alla sua memoria.

Nato a Nizza Monferrato nel 1836, è considerato uno dei fondatori dell’industria conserviera italiana. Il primo stabilimento da lui impiantato risale al 1856 al quale seguirono altri nell’Italia Meridionale negli anni successivi al 1860. Morì nel 1900.

Punta Penna – conferenza tenuta nel Vasto, 1904; 3) Case Regionali d’Esportazione e Dazio sul grano. Nel Congresso a Napoli, 1905; 4) La Difesa dell’Adriatico, 1905; 5) L’Agricoltura nazionale ed il suo avvenire, 1905; 6) Pro-grande porto e Centro Industriale a Punta Penna, conferenza tenuta nel Vasto, 1908; 7) Grande Ass. e Agr. Ind. Comm. Abruzzo-Molise, conferenza tenuta in Chieti, 1910; 8) Le adesioni alla suddetta società, 1910; 9) L’Italia economica nei principali quesiti, 1911; 10) Cinque mesi in Eritrea, 1912; 11) L’economia in alcuni principali problemi e Canale di Panama, 1914; 12) La Nuova Italia Economica, 1916; 13) Emporio Alimentare, 1916; 14) Congresso Fed. e Ind. Comm. It. in Roma (interventi a più temi), 1916; 15) La Nostra agricoltura ed il commercio Italo-Russo, conferenza alla Borsa di Napoli, 1917; 16) Transbalcanica Centrale (direttissima Napoli-Belgrado) Congresso a Venezia, 1919; 17) Agenzia di esportazione con Mostre Campionarie Permanenti all’estero, 1921; 18) Colonie ed Esportazione Naz. Francese, a Marsiglia, 1922; 19) Proposte a S.E. Mussolini per l’incremento economico, 1923; 20) Direttissima Italo-Jugoslava (Napoli-Mosca in tre giorni), 1925; 21) Il Fascismo nel Pensiero di Mazzini, 1926.

1

Nato a Massalombarda nel 1823, partecipò alla guerra d’indipendenza e fu prima deputato e poi senatore del Regno d’Italia. Il suo nome è però legato alla moderna tecnica della frutticoltura di cui fu brillante sperimentatore. Morì nel 1903. 2

«Istonio, corriere della domenica», anno XIII n. 34 dell’ 11-12 novembre 1900. 3

Beniamino Laccetti, L’Italia nelle grandi vie del mondo, Napoli, Fratelli Ciolfi, 1928. 4

Costantino Felice, Porti e scafi, politica ed economia sul litorale abruzzese-molisano, Vasto, Renato Cannarsa editore, 1983. 5

Le monografie di Laccetti, stampate dal 1902 al 1926, portano i seguenti titoli: 1) Conferenza Agricola Industriale, nell’Associazione Commercianti e Industriali di Napoli, 1902; 2) Pro-Vasto Industriale e porto di 6

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jennare / gennaio / january

1ª summane

lunedì

1

martedì

2

mercoledì

3

giovedì

4

venerdì

5

domenica

7

Cape d’Anne

Sande Ggrigorie

Sanda Genuèffe

Sand’Angela

Sanda ‘Mëliene

sabato

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la Bbufanéje

Sande Raimande

Jennàre Buon Compleanno Peppino Catania (1) Giuliana Di Paolo (7) Antonello Longo (7) Vincenzo Mileno (13) Domenico Urbano (17) Onorio Mancini (18) Giacinto Mariotti (19) Antonio Raspa (23) Pasquale Raspa (24) Rosa Milano (25) Nicola Natale (27)

Lu frédde de Jennäre arehémbie lu hruanäre.

la foto del mese La fontana trasformata in un vaso di meravigliosi fiori di ghiaccio. “L’inverno cambia in pietra l’acqua del cielo e il cuore dell’uomo”, ha scritto Victor Hugo. Vogliamo credere che dinanzi a spettacoli straordinari come questo, di acqua modellata come fosse materia, il cuore dell’uomo si apra invece alla serenità ed all’amore per il Creatore.

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Foto Maurizio Smargiassi

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jennare / gennaio / january

2ª summane

lunedì

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martedì

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Sande Severiane

Sande Adriane

mercoledì

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Sande Alde

giovedì

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venerdì

12

Sanda Unurüate

Sande Mudešte

sabato

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domenica

Sande Ilarie

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Sande Primïane

Fett’ e Fettarille $OO·8IÀFLR 3RVWDOH

1R]]H

Allo sportello postale, nel giorno della riscossione delle pensioni. E’ il turno di una vecchietta. L’impiegato, al di là del vetro. Guarda i documenti ed osserva puntiglioso: – Manca il certificato di stato vedovile, signora. La vecchietta: – E che significhe? – Significa che ci vuole… ca ce vo’ lu ducumènde ca ddice ca signurì ‘n ti sì remaretéte – spiega paziente l’impiegato. – Canda fessarë’ – s’inalbera la vecchina – e chi mme s’aretujjàve a mmà, lu quane di Cillacchie?

Due fidanzati sempliciotti si presentano all’altare per essere sposati. Al momento del fatidico si, il celebrante chiede: – Michele, vuoi tu per legittima sposa la qui presente signorina Rosa? Lo sposo si guarda attorno, sorride alla sposa, abbassa gli occhi confuso e non risponde. Michele, – incalza il celebrante don Domenico contrariato – volete voi per legittima moglie la qui presente Rosa? – Ah Don Dumì’– risponde finalmente Michele – canda sì ccuriàse! E che cci ajje minut’a ffá’ aëcche, a perde témbe?

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1863: Arriva la Ferrovia Si parla in questi mesi con insistenza del problema delle aree di risulta del vecchio tracciato ferroviario ed in particolare della destinazione da dare adesso ad esse. Rimane tuttavia l’eco, nel momento in cui il treno corre ormai su tutt’altra via, della solenne inaugurazione, alla quale Ciccarone a Spaventa. Vasto, 14 novembre 1863. Mio Amico, Reduce da Foggia ove m’ebbi la fortuna di accompagnare il Re mi credo nel dovere di darti pochi ragguagli delle feste osservate lungo la linea. Qui furono cordiali ed entusiastiche [...] La tenda costruita a cura e spesa del Municipio di Vasto era splendida oltre ogni dire. La si è dovuta far costruire, perchĂŠ la SocietĂ delle Ferrovie non ebbe la degnazione di rizzare neppure una baracca per uso di stazione. Pazienza. [‌] Il Re non voleva scendere, ma il Corradi ed il corpo, imponente di 300 Dame gli fecero violenza e s’ebbe la fortuna di averlo in mezzo a noi per pochi minuti. Indicibile la calca del Popolo, il Re piangeva, perciò l’effetto incalcolabile‌â€? Spaventa a Ciccarone. Torino, 16 novembre 1863 Carissimo amico, Mi congratulo con te e con tutti i Vastesi, anzi con l’intero Circondario, delle belle accoglienze fatte al Re[‌] Voglio credere che l’affetto di tale solennitĂ non sia per essere fugace nell’animo delle nostre popolazioni, e che ritornata una volta la pace pubblica in cotesti paesi e creata quella ÂżGXFLD FKH ÂżQ TXL q PDQFDWD QHOOH PROWLWXGLQL nella stabilitĂ e durata del presente stato, cominci anche per voi quel periodo di operositĂ e di trasformazione civile, che elevi le condizioni di coteste contrade e quei termini di benessere e di prosperitĂ a cui han diritto di pretendere. Ma per questo non bisogna addormentarsi sulla comoditĂ di una ferrovia che percorre l’orlo marittimo del Circondario: bisogna far strade, strade, strade. Bisogna infondere nuova vita ai Municipii: scuole, asili, opere pie, pulizia rurale ed urbana, tutto è da rifare e rimettere a nuovo‌â€?

presenziò il Re in persona, di quella linea ferrata, realizzata ad appena tre anni dall’UnitĂ d’Italia e destinata a trarre l’Abruzzo e l’intera costa dall’isolamento. Dello storico evento riferiscono Silvio Ciccarone senior e Silvio Spaventa in una corrispondenza epistolare.

Spaventa alla signora Maria Ciccarone, moglie di Silvio. Torino, 16 novembre 1863. Gentilissima Signora Mariella, [‌] Non sa Ella che le signore di Vasto han vinto su tutte le altre che S.M. ha incontrato sulla linea del suo viaggio! Esse sono state capaci di strappargli delle lacrime di commozione. Ciò è singolare in un uomo di battaglia come è il nostro Re. Ma pure si capisce in un uomo di cuore come egli è. Non però il merito delle signore vastesi è minore: esse colle dimostrazioni del loro affetto hanno commosso il Re [‌] io offro le mie grazie e lodi alle signore vastesi, e nominativamente a Lei per tutte di cotesta accoglienza cordiale, splendita e felicissima al primo Re galantuomo che noi abbiamo avuto‌â€?

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jennare / gennaio / january

3ÂŞ summane

lunedĂŹ

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martedĂŹ

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Sande Maure

Sande MarcellĂŤine

mercoledĂŹ

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Sande Andunie

JIO@IOD QJD >JIO@IOJ DJ KPM@ Buon anno. L’augurio vogliamo formularlo ai nostri lettori con questo strambotto di fine Ottocento di tal D’Alcide Comincio (mai nome fu piÚ azzeccato per un Capodanno), di cui

sappiamo ch’era postino e nulla di piÚ. Il verso semplice e le immagini evocate riportano indietro, in tempi men feroci e piÚ leggiadri di quelli che stiamo vivendo. Una forzatura, siamo d’accordo, ma almeno in questo inizio d’anno, potrebbe essere già un bell’auspicio. Non credete?

Costumi vastesi da una stampa del Sec. XVIII 26

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jennare / gennaio / january giovedì

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venerdì

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Sanda Lebbrate

Sande Màrie

sabato

20

domenica

Sande Baštiane

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Lu Giubbullè Sanda ‘Gnaise

LU ‘MBRELLÀRE

VecchiMestieri

Non si vedono, anzi non si sentono più gli ombrellai, questi artigiani ambulanti che passavano di tanto in tanto annunciandosi con un lungo, inconfondibile richiamo nasale. Erano i tempi, lontani nella memoria ma non negli anni, in cui al grido di “ooombrellàre..congiambrèlle…accongia chitàààrre…” s’aprivano gli usci delle case e le donne correvano a far riparare i parapioggia malandati e spesso anche le chitarre per i maccheroni, la catàrre pe’ li maccarîne. Oggi gli ombrelli rotti si buttano via e l’ombrellaro, l’umile operaio che lucrava sulla pioggia, è scomparso. Giove Pluvio s’è vendicato di lui.

Fett’ e Fettarille $ VFXROD Parlate dell’anima. Un alunno, dopo la dettatura del tema del compito in classe, comincia ad agitarsi, bisbiglia con il suo compagno di banco, apre e chiude il dizionario di continuo, straccia due o tre volte i fogli dal quaderno, cerca di

richiamare l’attenzione degli altri scolari chini e silenziosi sul banco. Il maestro lo richiama più d’una volta al silenzio, ma inutilmente. Ad un tratto il ragazzo si alza e dice: – prufusso’ ma che ci ajja matte? Ed il docente, tra i denti: – méttece l’alme de mámmete e de pétte. 27

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jennare / gennaio / january

4ª summane

lunedì

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martedì

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Sande Vincenze

Sande Bernarde

mercoledì

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Sande Frangische

Li ricette de Za Libbrate LA PIZZA DOLCE (La pëzze dàgge) È la classica torta fatta in casa che si serviva regolarmente in occasione di compleanni, matrimoni e feste familiari. Con l’avvento delle grandi pasticcerie a lavorazione industriale è stata sostituita con altre specialità e se n’è perso in tanti il ricordo. A beneficio di questi ultimi e di chi vuol riassaporare i gusti d’una volta, ne proponiamo la ricetta. Ingredienti: Per fare il Pan di Spagna, utilizzare 10 uova ed un cucchiaio di farina per ogni uovo. Per il ripieno: 8 tuorli d’uova, 8 cucchiaini

da caffè di farina, 8 cucchiai di zucchero, 1 litro di latte, una buccia di limone, cacao, burro appena appena, rhum, alchermes e caffè per bagnare, qualche amarena, panna. Preparazione: Montare il bianco delle uova. Aggiungere i rossi e via via zucchero e farina. Versare quindi l’impasto in un tegame unto con burro. Infornare a 200°. Dopo la cottura, tagliare orizzontalmente il Pan di Spagna in due o tre parti e bagnare con rhum o alchermes e con del caffè e di seguito spalmare le due o tre facce con la crema preparata a parte. Normalmente uno strato è di crema gialla e l’altro di crema al cioccolato. Riunire gli strati e decorare con panna, amarene o frutta candita.

6 Gennaio 1967. All’albergo Europa viene allestita la “Befana del ferroviere”. Cinquanta bambini ricevono pacchi dono contenenti giocattoli, dolci e libri.

Partecipano alla manifestazione Francesco Paolo Cieri, il Capostazione Michele Della Pelle e il dottor Rocchio, medico della Ripartizione.

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jennare / gennaio / january giovedì

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venerdì

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Sand’Arcangele

Sanda Paola

sabato

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Sande Vitaliane

L’Icona

domenica

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San Tumuasse lu filósofe

Don Salvatore Pepe A dieci anni dalla morte del popolare don Salvatore vogliamo ricordarlo. Salvatore nasce nell’allora popoloso quartiere di S. Pietro il 3 giugno 1915. La figura di don Romeo Rucci, da poco a guida della ripristinata parrocchia di S. Pietro, affascina il giovane che decide di entrare in seminario e divenire sacerdote. Coinvolgente oratore alterna i temi culturali a quelli più propriamente religiosi e negli anni Quaranta percorre l’Italia infiammandola con le sue conferenze. Professore per decenni in vari istituti superiori di Vasto propone ai giovani un valido rapporto educativo. Amante della bella parlature paisàne, dopo averla ideata, conduce per diversi anni l’omonima trasmissione radiofonica e nello stesso tempo con conferenze ripropone una efficace divulgazione della cultura dialettale e dei suoi protagonisti (De Titta, Anelli, Perrozzi). Dante e Manzoni i suoi maestri. La Madonna il suo sostegno, invocato e cantato. Muore a Bucchianico il 15 maggio 1997.

Gennaio 1967. A dirigere l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “Filippo Palizzi”, in sostituzione del prof. Pierino Mariani, arriva il Prof. Ennio Santilli.

Gennaio 1922. Si inaugura in via San Francesco d’Assisi il cinema Eden.

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jennare / gennaio / january

5ª summane

lunedì

29

martedì

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Sande Cuštanze

Sanda Savene

mercoledì

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Sande Giuvuánne Bbosche

Un albero della libertà Il romanzo storico di Antonio Zinni Antonio Zinni è nato a Vasto ed è stato preside nell’IPSSCT “ A. Maragliano” di Voghera, in provincia di Pavia. Giornalista iscritto all’Albo della Regione Lombardia, si occupa di letteratura ed ha dato alle stampe numerose pubblicazioni. Da qualche tempo si è dedicato alla scrittura del romanzo storico. Uno di questi, scritto nel 1977 ed edito per i tipi della Guardamagna editori, Varzi (Pv), s’intitola Un albero della libertà ed è ispirato ed ambientato ai moti giacobini ed alle insorgenze antigiacobine del 1799, che si svilupparono anche a Vasto con tragici episodi di sangue

legati all’insurrezione ed alla successiva repressione.

Fett’ e Fettarille /D SHQVLRQH Una vecchina davanti all’ufficiale postale esibendo il libretto della pensione: – Aj’a reterà la pinsijóne, fijje mé, ma ‘n’sacce scrëve… L’impiegato apre il libretto e le indica un punto del documento: – Zizì, ha da fa la cràuce. La vecchietta: – s’è pe’ quasse, sso’

bbituëte. ‘N nomene Patre, de lu Fuëjje… – No, nàune… – obietta, interrompendola, l’ufficiale postale – siggnurä ha da fa lu ságne de cràuce aëcche, vë… E la vecchietta, continuando la litania: – …e de lu spirde, ca te putive ffà scë prèime, ggiuvunòtte mé.

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jennare / gennaio / january giovedì

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venerdì

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Sanda Virdejane

la Cannelëre

sabato

3

domenica

Sande Biasce

Sande Gilberte

Una pineta Fra poco la spiaggia di Vasto sarà arricchita di una pineta meravigliosa per l’estensione di tre ettari di arenile, che allo stato attuale si presenta brullo ed acquitrinoso, specialmente nelle stagioni piovose. L’iniziativa dovuta al cav. Prof. Luigi Diaferia, che dirige la nostra cattedra di Agricoltura con vero intelletto d’amore, viene coadiuvata dall’opera attiva ed intelligente dell’attuale amministrazione comunale, che nulla trascura perché Vasto occupi quel posto che meritamente le spetta. Superati i difficili passi per la sdemanializzazione degli arenili e per la cessione degli stessi al Comune di Vasto, con l’interessamento della Pro Montibus e del Ministero di Agricoltura, oramai la pineta è un fatto compiuto. La

4

7 gennaio 1922

cittadinanza ha appreso con grande giubilo tale notizia, e già una schiera fra i cittadini più eminenti e più volenterosi ha aperta una sottoscrizione per concorrere ad un’opera altamente civile ed esteticamente superiore. Prossimamente renderemo noti i nomi di quelli che maggiormente concorreranno nelle spese indispensabili per la piantagione. La curva meravigliosa della costa adriatica, che dalla stazione ferroviaria dolcemente si volge verso la foce del Trigno, acquisterà dalla nuova sistemazione degli arenili, tutta la suggestione che attualmente suscitano le pinete di Pescara e di Ravenna. I posteri potranno benedire le odierne iniziative, che oggi meritano il plauso incondizionato della popolazione.

La vindunuàre

Modi di dire

Le ventun’ora. Nell’orario canonico, che iniziava all’imbrunire, alle 18 d’inverno ed alle 19 in estate, il calcolo della giornata è funzionale al corso del sole. La vindinuàre, oltre a segnare il termine del lavoro, indicava anche la cena del lavoratore. 31

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furbare / febbraio / february

6ª summane

lunedì

5

martedì

6

mercoledì

7

Sand’Àghete

Sande Cusumëine

Lu Viat’Angele

giovedì

8

venerdì

9

Sande Rumüalde

Sande Ggelòrme

sabato

10

domenica

Sanda ‘Pullonie

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Sanda Durutué La Madonne de Lurde

Furbare Trasce lu sáule a ogne ffuculäre.

Buon Compleanno Benedetta Febbo (2) Antonella Marrollo (11) Nicola Mastrovincenzo (11) Vincenzo Giovannelli (12) Spina Sputore (16) Aldo Spadaccini (18) Elio Bitritto (20) Emilio Berloni (27) Maurizio Smargiassi (27)

la foto del mese Particolari che sfuggono all’occhio distratto del passante. Testimonianze che riaffiorano sulla facciata del Tempio, palpiti di pietra che il popolo devoto ha scandito nel corso della sua storia millenaria. Armonia che “vince di mille secoli il silenzio”.

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Foto Maurizio Smargiassi

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furbare / febbraio / february

7ª summane

lunedì

12

martedì

13

Sand’Adolfe

Sanda Remeggëlde

mercoledì

14

Sande Valendëine

Li ricette de Za Libbrate MINESTRA DI LENTICCHIE E PATATE (Lindìcchie e Patàne) Un esempio classico di piatto povero. Ingredienti: 150 grammi di pane raffermo; 300 grammi di lenticchie; 2 patate; 3 pomodori; aglio; sale; olio d’oliva; peperoncino. Preparazione: Pelate le patate e tagliatele a dadini.

Tagliate anche a dadini il pane raffermo e dorate in padella con appena un po’ d’olio. Soffriggete l’aglio ed il peperoncino con l’aggiunta del pomodoro. Versate infine acqua, sale, le lenticchie e le patate. Servite nel piatto dove avrete cura di mettere i dadini di pane abbrustolito.

Zi’ Pauluccio Manelle I più anziani hanno ancora nelle orecchie le note che riusciva a sprigionare dal suo organetto ad otto bassi. Paulúcce Manelle, al secolo Francescopaolo Zinni, era uno degli uomini più simpatici e cordiali che si siano mai visti, ricercato per la gioia di vivere e per l’allegria che suscitava e che sapeva mantenere viva in ogni occasione di festa. Un vero personaggio della vita rurale d’una volta, povera di cose, ma tanto ricca di valori e di sentimenti. Nella foto, Zi’ Paulucce in groppa alla sua asinella con la prima nipote, Elena Zinni, figlia

del primogenito Nicola, davanti alla casa colonica in contrada Montevecchio.

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furbare / febbraio / february giovedì

15

venerdì

16

Sande Ggiacënde

Sanda Ggiulïana

sabato

17

Sande Romele

domenica

18

Sande Liaune

Carnevale anni Trenta a Palazzo d’Avalos

Foto di gruppo a Palazzo d’Avalos, in un Carnevale degli anni Trenta. Il primo a sinistra in basso è Cesario D’Erme; il secondo è Forte (Bascette); il quarto da sinistra in basso è Nicola Ferrara; alla fisarmonica Cupaioli e alla chitarra Ciancio (la Ballarèine). Seduto al centro il tipografo ed editore Guzzetti. In alto, davanti alla grata, è il fornaio Monteferrante (Paparìlle). Febbraio 1958. Vasto rimane tre giorni e due notti senza luce. Ecco il testo del telegramma del Sindaco Andreini al Prefetto di Chieti: “Informo Eccellenza Vostra che Società UNES non ha ancora provveduto ripristino linee elettriche questa zona. Cittadinanza continua

agitazione; commercianti industriali albergatori LQ IHUPHQWR 3DQL¿FDWRUL IHUPL QHOOD SURGX]LRQH Situazione critica per cui si prevedono manifestazioni SRSRODUL $WWHJJLDPHQWR 81(6 LQTXDOL¿FDELOH GRSR che Città è senza luce sin da mercoledì 19 ultimo scorso. Vasto. 22 febbraio 1958.” 35

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furbare / febbraio / february

8ª summane

lunedì

19

martedì

20

Sande Curradëine

Carnëvale Sande ‘Leuterie

mercoledì

21

Li Ciánnere Sande Felëice

giovedì

22

venerdì

23

Sanda Marecarëite

Sande Làzzere

sabato

24

Sand’Ida

domenica

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Sanda Cuštanze

La Canzáune di Carnivále

È una vecchia filastrocca che una volta si cantava ai bambini proprio a Carnevale.

- Carnivále ni stéve bbéune, si magnàve nu páre d’éuve. - Chi l’ha fitàte? - La hallina ciuppucáte. - Chi l’ha ciuppucàte? - Lu hardijáne di la selve. - Addó’ štá lu hardijáne? - È jiùte a ffá’ li láine. - Addó’ štá’ li láine? - L’àjje màsse a lu féuche. - Addó’ štá lu féuche? - L’ha štutéte l’àcche. - Addó’ štá l’àcche? - Si l’ha vávete la vacche. - Addó’ štá’ la vacche? - É jîute a la mundàgne: Nuce, nucèlle, cumbitt’e caštàgne. É jîute a la marëine: Nuce, nucèlle, cumbitt’e quatrëine. 36

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Antonio Cieri, anarchico vastese Nasce il 10 novembre 1898 da Domenico e Maria Grazia Canci. Partecipa al primo conflitto mondiale con il grado di sergente meritandosi la medaglia di bronzo al v.m. Nel 1920 è in servizio presso la sede ferroviaria di Ancona quando scoppia, nel giugno, la protesta contro l’invio di truppe in Albania e prende parte attiva ad essa partecipando all’invasione della caserma Villarossa dei Bersaglieri. Trasferito nel dicembre del 1921 a Parma, si avvicina agli ambienti anarchici locali e si lega a Guido Picelli, comandante degli Arditi del Popolo. Nell’agosto del 1922 partecipa ai moti contro i fascisti di Italo Balbo, organizzando la difesa del quartiere Naviglio. Licenziato dalle Ferrovie nel 1925, espatria con la famiglia due anni dopo a Parigi e qui partecipa a tutte le iniziative delle organizzazioni anarchiche. Stringe soprattutto rapporti di stretta amicizia con Camillo Berneri, con il quale collabora alla pubblicazione del quindicinale “Umanità nuova”, venuto alla luce nel 1932, e delle altre testate che seguiranno: “La Protesta” e “La Vecchia Umanità Nova”. Raggiunto da ordine di espulsione dalla Francia, viene ripetutamente arrestato per contravvenzione ad esso. Nel novembre del 1935 partecipa a Sartrouville al Convegno d’Intesa degli anarchici italiani emigrati in Europa. Il 28 luglio 1936, nella riunione di tutte le com-

ponenti antifasciste che si tiene a Parigi, Cieri annuncia la decisione degli anarchici italiani dell’intervento in Spagna. Raggiunge quindi tra i primi Barcellona, dove si è costituita la Sezione Italiana della colonna Ascaso, affidando i due figli rimasti orfani della madre ad una famiglia di Berberi. In Spagna partecipa alla battaglia di Almudevar con un gruppo di bomberos e si distingue per atti di valore. Nel febbraio del 1937 prende il posto di Bifolchi al comando della colonna italiana rivelandosi un eccezionale capo combattente. Il 7 aprile muore in circostanze ancora poco chiare durante la battaglia di Carrascal di Huesca, dove perdono la vita diversi miliziani a causa del mancato intervento di un battaglione comunista. Si parlò di “pallottola vagante”, ma i sospetti che provenisse da parte stalinista rimangono ancora forti, anche perché furono in quelle circostanze numerosissimi gli anarchici vittime del piombo rosso. Gli furono tributati onori da comandante, riferisce il giornale “Guerra di classe” del 14 maggio 1937, che si sofferma a descriverne i solenni funerali: “Disseminato di una selva di bandiere nere e rosso-nere, fra una marea di fiori rossi, sfilò sabato 17 corr., per le vie di Barcellona, la salma di un eroe: il compagno Antonio Cieri, cittadino del mondo…” 37

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furbare / febbraio / february

9ª summane

lunedì

26

martedì

27

Sanda Matëlde

Sande Habbriéle de la ‘Ddulluruate

mercoledì

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Sande Rumuane

L’Icona

Alfonso Suriani

Nasce a Monteodorisio il 31 ottobre 1906. Frequenta gli studi ginnasiali e liceali al “Gian Battista Vico” di Chieti e, conseguita la maturità, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza di Napoli. Nella città partenopea ha modo di conoscere e frequentare numerose personalità del mondo culturale e scientifico, tra cui Enrico De Nicola, Benedetto Croce, Mercurio Candela e Nicola Biondi, che trasfondono nel giovinetto ideali e valori di libertà e di democrazia. Tornato in Abruzzo dopo la laurea, sposa la nobildonna Giuseppina Palmieri dalla quale ha tre figli. Ricopre diverse cariche pubbliche, tra le quali quella svolta per più lustri di presidente del Consiglio d’amministrazione dell’Istituto tecnico Agrario di Scerni. Esponente del Touring Club Italiano si adopera per la valorizzazione dell’Abruzzo ed in particolare del Vastese. Scompare nel

1995 ed a lui è intitolato il premio che ogni anno l’Istituto Agrario conferisce agli studenti meritevoli ed a personalità distintesi nel campo della scienze agrarie.

Febbraio 1982. Esce il primo numero de “Il Nuovo”, periodico d’informazione diretto da Alfonso Di Virgilio. 38

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marze / marzo / march giovedì

1

venerdì

2

Sande Albëine

Sande Ruggïre

sabato

3

Sanda Camëlle

domenica

4

Sande Casemire

7P VGCO XGTCOGPVG OCIKEQ

L’avventura di Giuseppe e Cosimo Diella, fratelli appassionati di pallavolo, inizia il 17 settembre 2001 con la costituzione della società Magica Team Volley e l’iscrizione della squadra femminile al torneo di pallavolo di prima divisione. Nel 2002 si costituisce la squadra maschile che dopo due stagioni di serie D viene promossa alla C, arrivando terza nel campionato 2005/2006. Particolare attenzione in

questi anni è stata posta al settore giovanile allestendo compagini che hanno onorevolmente partecipato ai campionati maschili e femminili di categoria. Nella foto: (da sinistra in piedi) Diella G. (Presidente) Giancristofaro G. (allenatore), Celenza V., Croce E., Menna M., Augelli E., Calabrò C.; (seduti) Cinquina C., Tenaglia A., Petragnano F., Ranalli M., D’Adamo N., Morelli E. (viceallenatore). 39

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marze / marzo / march

10ª summane

lunedì

5

martedì

6

mercoledì

7

giovedì

8

venerdì

9

Sande Usébbie

Sanda Rose

Sanda Filëciatte

Sande Giuvuanne de Ddë

Sanda Frangiasca Rumüane

sabato 10

Sande Simblèce

domenica

11

Sande Cuštandëine

Marze A lu prime tône di Marze strëzze la vernàte.

Buon Compleanno Maria Pia D’Ugo (1) Giulio Paglione (9) Michele Carmenini (18) Calogero Marrollo (21) Francesco Paolo Molino (25) Elisabetta Vinciguerra (25) Beniamino Fiore (31)

la foto del mese “L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente”. L’affermazione di Leonardo si riaffaccia alla memoria dinanzi ad immagini di oggi che assommano presente e passato in un unico inscindibile legame.

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Foto Maurizio Smargiassi

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marze / marzo / march

11ª summane

lunedì 12 Sand’Uriaune

martedì

13

mercoledì

14

Sanda Patrëzie

Sanda Matëlde

Ciao Peppino

Tonino Della Penna, anche a nome del gruppo degli amici, ha voluto così ricordare Peppino Tana a due anni dalla tragica scomparsa. Ciao Peppino, Ti ricorderò come ti avevo conosciuto nell’adolescenza. Simpatico, gioviale, compagnone dei nostri giochi innocenti e delle nostre bravate giovanili. È difficile spiegare, a parole, i sentimenti che ci legavano. Nella vita ci sono gioie tanto sublimi e dolori così profondi che la parola mai esprimerebbe. In questi casi il silenzio è l’ultimo espediente dell’animo, nella ineffabile felicità come nelle prove supreme. Sarai sempre al mio fianco nel mio pellegrinaggio terreno e ringrazio il Signore per avermi fatto conoscere una persona come te, di avermi dato la gioia di condividere con te una parte della vita terrena. Mi mancherai, caro Peppino. Mi mancherà il tuo sorriso,

il tuo vocione, la tua amicizia, che mi ha sempre accompagnato in questi anni in cui abbiamo visto ingrigire i capelli e che conserverò nella memoria come uno dei regali più belli che mi sia stato donato finchè questa vita, che a te è stata prematuramente strappata, mi sarà data di vivere. Tutti muoiono, però non tutti vivono veramente.

È lu vróte gràsse.

Modi di dire

Mangia brodo grasso. Sta comodo. Fá’ l’àrte di Cajàsse, magne, vvéve e v’a spásse. Non far nulla, mangiar, bere ed andare a spasso, proprio come quel tal Cajasso.

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marze / marzo / march giovedì

15

venerdì

16

domenica

18

Sanda Lujëise

Sande Ggiulïàne

sabato

17

Sanda Gertrude

Sande Salvataure

In lotta con l’arte contemporanea Cesare Giuliani non riesce proprio a sopportarla, l’arte contemporanea. Affascinato, letteralmente innamorato dell’arte rinascimentale rifiuta ogni contaminazione con la modernità e ripropone un’arte figurativa che si rifà totalmente ai canoni ed alle tecniche degli antichi maestri del colore. “È un pittore – secondo una definizione di Peppino Catania – che vive intensamente il fascino ed il segreto dell’arte rinascimentale, quasi che egli riesca ad immergersi negli splendori dell’epoca per trarne elementi di grande suggestione e di marcata naturalezza”. Nato a L’Aquila, si definisce vastese a tutti gli effetti, avendo qui messo casa

dal lontano 1966. Ha esposto i suoi lavori in numerose mostre riscuotendo successo di critica e di pubblico.

Fett’ e Fettarille &H YR· OL XDåWDUXOH Si racconta che durante le feste patronali di San Salvo accadde che i palloni aerostatici preparati, come s’usava, per essere innalzati nel momento clou del programma non riuscissero ad alzarsi dal suolo. Uno dopo

l’altro prendevano regolarmente fuoco a due o tre metri d’altezza e nessuno riusciva a capirne il perché. Dai e ridai, quand’anche risultò inutile l’ultimo tentativo, si udì un grido levarsi dalla folla degli spettatori delusi: - Ce vo’ li uaštarule p’azzà li pallíune !... 43

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marze / marzo / march

12ª summane

lunedì

19

martedì

20

mercoledì

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San Giusueppe

Sanda Sandre

Sande Ermanne

i l p e rs o n a gg i o

VINCENZO SCAFETTA Ne ha fatta di strada Vincenzo da che, poco più che bambino, risaliva insieme al padre le strade dell’Alto Vastese sul carretto dei viaticali. Emigrato in Australia negli anni del secondo dopoguerra, ne ritorna con un gruzzolo guadagnato a tagliar alberi nel bosco e a dissodare terreni che non avevano mai provato la zappa ed il piccone. La vocazione al commercio lo spinge ad aprire un negozio di generi alimentari che gestisce con la moglie Concetta e che trasforma dopo appena qualche anno nel primo supermercato che Vasto abbia mai avuto. Non enorme come i moderni iper della grande distribuzione, ma grande quel tanto che consente di girare con il carrello porta merci e di rivoluzionare anche qui le modalità della vendita. Alla fine degli anni sessanta capisce che nel turismo può trovare nuove soddisfazioni ed è tra i primi a realizzare un albergo, l’Hotel Royal, sul viale Dalmazia, alla Marina. Dopo di che è un crescendo di investimenti nel settore. Al primo albergo se

ne aggiunge un altro e poi un altro ancora, in una escalation motivata soltanto dalla voglia di mettersi continuamente in discussione e di dimostrare che nel turismo si può credere, come fonte di crescita e di sviluppo per la città.

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marze / marzo / march giovedì

22

venerdì

23

domenica

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Sande Uttävie

Sande Benedàtte

sabato

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Sande Habbrìele

LU CALAFÀRE

La ‘Nnungiaziàne

VecchiMestieri

Il calafataggio è l’operazione che serve ad impermeabilizzare mediante stoppa e catrame la giunzione fra le tavole che formano il fasciame d’una barca. L’artigiano addetto a questo lavoro, lu calafàre, era fortemente ricercato nell’epoca in cui i natanti da pesca erano costruiti in legno e sul mare gonfiavano le grandi vele latine le paranze. Il calafataggio avveniva all’aperto, spesso sulla riva stessa del mare, dove si realizzavano improvvisati cantieri dai quali s’alzava un fumo denso ed acre.

Li ricette de Za Libbrate BIANCHETTI IN FRITTATA (Frittàte nghi li piscitílle di majje) Un piatto tipico della tradizione marinara. Ingredienti: 400 gr. di bianchetti (avannotti di pesce); 5 uova; 100 gr. di formaggio pecorino grattugiato; olio extravergine, prezzemolo tritato, ato, sale.

Preparazione: Pulite bene i bianchetti (li piscitílle di majje) in acqua abbondante e fate scolare. Rompete le uova, aggiungendo formaggio, prezzemolo e sale. Lavorate per fare la frittata e quindi versate in padella aggiungendo i bianchetti. 45

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marze / marzo / march

13ª summane

lunedì

26

martedì

27

Sande ‘Manuele

Sande ‘Libberte

mercoledì

28

Sande Sište

giovedì

29

venerdì

30

Sande Secundëine

La Sanda Spéne Sanda Giuvuanna

sabato

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Sande Beniamëine

Peppino Baiocco

domenica

1

Lu Jurne de le Palme Sand’Ughe

Vecchi Fusti

Vecchio fusto per davvero, Peppino Baiocco, ancora sul ponte di comando alla sua bella età. Imprenditore di successo negli anni del boom edilizio degli anni sessanta e settanta, ha spostato quindi i suoi interessi sul settore dell’ospitalità e dell’accoglienza turistica, realizzando dapprima l’albergo che porta il suo nome, in via Dalmazia, e quindi l’Hotel Sabrina, uno tra i più prestigiosi ancora oggi della Marina. Commendatore della Repubblica Italiana, presidente della Pro Vasto dal 1972 al 1975, socio benemerito dei Lions, è stato a più riprese anche un amministratore comunale al quale tutti hanno sempre riconosciuto particolari doti di equilibrio e d’umanità. 46

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1977 la pallamano a Vasto Un gruppo di giovani amici, per la maggior Si persegue l’intento di valorizzare i giovani, parte studenti iscritti al locale Istituto Tecni- fino ad ottenere la convocazione in nazionale co Industriadi Polverone le, animati Farina. Mida passione tiche le sfide sportiva e arcon l’altro dore agoniteam cittastico, sotto la dino, l’Impaterna guimobiliare da del prof. D. Con la Roberto Rocostruzione berti fonda dell’attuale la “Enrico p a l a z ze t t o Mattei”, sodello sport, cietà di pallagli allenamano. menti e le Il 9 gennaio gare si spo1977 ad An- Campionato serie C 1978 - 79: (da sinistra in piedi) Fanelli, Di stano nella cona si svolge Chiacchio, Montagano, Smargiassi, Rapino, Libbi, Spadaccini, Tar- m o d e r n a la prima par- quinio; (accosciati) Sisti, Galiè, Orticelli, Diella, Spatocco. struttura di tita ufficiale via de’ Conti nel campionato di serie C di handball. Ricci e la squadra continua l’attività agonistiLa “Enrico Mattei”, società di dilettanti nel ca fino al 1992 partecipando ai campionati senso più pieno del termine, per diversi anni di serie D. coglie strepitosi e inaspettati successi in giro In modo scanzonato, ma significativo della per l’Italia centro meridionale. Nonostante gli propria appartenenza, agli inizi dell’attività si scarsissimi mezzi a disposizione, giocando nei mantiene una breve corrispondenza epistolacampi del piazzale Fiat Tessitore e del quartiere re con la vedova Mattei, informandola della S. Paolo, rimane fino al 1986 in serie C. squadra costituita e dei primi risultati.

Campionato serie C 1980 - 81: (in piedi) Iarocci, Zambianchi, Galiè, Montagano, Fanelli, Normando, Lanzano (accosciati) Berarducci, Scopa, Di Chiacchio, Diella, Spatocco, Memmo.

Campionato serie C 1982 - 83: (in piedi) Favorite, il dott. Colaneri, l’allenatore Roberti, Di Bello, Iarocci, Memmo, Spadaccini, Di Rosso, Barbieri (accosciati) Naglieri, Galiè, Zambianchi, Nanni, Strever, Farina. 47

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abbrëile / aprile / april

14ª summane

lunedì

2

martedì

3

mercoledì

4

Sande Frangische de Pavele

Sande Rëccarde

Mercluddé Sande Sand’Isidëre

giovedì

5

venerdì

6

domenica

8

Giuvuddé Sande Sande Vingenze Ferrare

Vennardé Sande Sanda Ggiulœïane

sabato

7

Sabbete Sande Sanda Virginie

La Pasche Sande Silvene

Abbrëile Abbrëile tumbräte n’è tate ma’ ‘ngräte.

Buon Compleanno Rosanna Colanzi (1) Rosita La Viola (9) Novella Amicarelli (10) Donatella Longo (12) Angelo Cianci (18) Cesario Pomponio (24) Ada Pepe (26)

la foto del mese L’eterno confronto tra la natura, che immutabile si rinnova, e l’uomo, che inesorabilmente s’arrende al tempo Dinanzi all’incanto del golfo, che si ripropone ogni giorno con la stessa immutabile bellezza, l’uomo, sconfitto, par chinare il capo, rincorrendo pensieri sul mistero del tempo e della vita.

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Foto Maurizio Smargiassi

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abbrëile / aprile / april

15ª summane

lunedì

9

Lu Pasquane Sande Caloggere

martedì

10

Sand Pumbè

mercoledì

11

Sande Tibberie

I writers vastesi Ecco alcuni dei più interessanti murales, tra i tanti che si possono ammirare lungo la strada di S. Onofrio, opere di giovani writers locali. Vediamo se indovinate chi è il noto personaggio UDIÀJXUDWR D ÀDQFR

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abbrëile / aprile / april giovedì

12

venerdì

13

Sande Ggilie

Sande ‘Dduarde

sabato

14

Sande Masseme

domenica

15

Sande Ducudére

Nozioni d’igiene 1909. Il medico dottor Raffaele Giacomucci, ufficiale sanitario di Vasto, dà alle stampe, per i tipi delle Officine Grafiche di Ortona a Mare, un volumetto contenente nozioni d’igiene indirizzate agli insegnanti. Il libro viene accolto con molto favore negli ambienti medici e scolastici e ben recensito dalla stampa. Il Mattino di Napoli del 3 marzo 1911 così lo definisce: Abbiamo sott’occhi “Sanitas” del dottor Raffaele Giacomucci letture sulle più essenziali nozioni d’igiene, scritte per le scuole. Dalla prima all’ultima pagina, il libro è di tale interessamento che non dovrebbe mancare dal tavolo di ogni educatore che seriamente e razionalmente volesse rispondere al programma d’igiene. L’egregio dottor Giacomucci ha colmato una lacuna nel campo dei libri scolastici, precorrendo in ciò il pensiero del Ministro della Pubblica Istruzione che all’uopo ha diramato vibrate circolari per i corsi accelerati d’igiene… Il testo del dottor Giacomucci verrà ripubbli1 marzo 1958: Inaugurato il Laboratorio Femminile “Casa della Moda” intitolato aArmida Barelli. Il rev.Arciprete don Felice Piccirilli, ideatore dell’iniziativa, ha DI¿GDWR OD GLUH]LRQH DOOD VLJQRULQD 0LFKHOLQD Malatesta, coadiuvata dalle signorine Rosetta

cato, in una seconda edizione e con l’aggiunta di numerose illustrazioni, dall’Arte della Stampa di Vasto nel 1924.

Bevilacqua, Angela Fiore e Teresa Pellegrini. Dopo la benedizione del Vicario Diocesano mons. Vincenzo Russi e il saluto della signorina Maria Ruzzi l’on. Remo Gaspari ha tenuto il discorso d’inaugurazione. 51

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abbrëile / aprile / april

16ª summane

lunedì

16

martedì

17

Sand’Irene

Sande Fabbie

mercoledì

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Sanda ‘Pullonie

i l p e rs o n a gg i o

ANGELINA POLI MOLINO L’accento romagnolo non l’ha mai perduto, ma forse più vastese di lei non ce n’è. Di Vasto ha assorbito tutto ed a Vasto ha dedicato tutta la vita impegnandosi, sempre sino allo spasimo e con apprezzabili risultati, in attività di grande valenza sociale ed in particolare nel Volontariato, nella Scuola, nella Cultura e nella Politica Amministrativa. Assessore alla Cultura, alla Pubblica Istruzione ed ai Servizi Sociali per tre mandati consecutivi, è stata poi presidente del Consiglio d’Amministrazione della Scuola Civica Musicale “Florindo Ritucci Chinni” e quindi Presidente del Consiglio d’Amministrazione dell’Istituzione dei Servizi Sociali. È stata anche la promotrice dell’Associazione Culturale “Amici degli Anziani” ed ha avuto grande parte nella formazione del “Coro delle Nonne”, che riscuote un indiscutibile successo ad ogni esibizione. Nel 2001 le è stato attribuito il Premio San Michele, a ri-

conoscimento dei meriti acquisiti nel campo sociale. Quest’anno, il 7 gennaio, festeggia l’ottantesimo compleanno, un traguardo che può celebrare con soddisfazione in considerazione di una vita spesa bene in favore della società. Auguri, Angela!

Aprile 1967. Renato Ghianni viene nominato per il biennio 1967-1969 Presidente della Casa di Riposo di S. Onofrio. 52

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abbrëile / aprile / april giovedì

19

venerdì

20

Sande ‘Spedëite

Sanda ‘Gnàise

sabato

21

Sand’Anzelme

domenica

22

La Madonne de la ‘Ngurnuate Sanda Flavie

15 Aprile 1961

Primi commenti sugli enormi vantaggi di un metanodotto dall’Abruzzo all’Umbria Due notizie hanno occupato i commenti della popolazione vastese: l’una riguardante l’apertura della strada per la scoperta dell’universo in relazione al fantastico volo dell’astronauta sovietico; l’altra riguardante il progetto di un metanodotto dall’Abruzzo sino all’Umbria con inizio nella zona di Vasto, annunciato ieri sera dall’on. Enrico Mattei, presidente dell’Eni. Naturalmente il riferimento a quest’ultimo argomento ha assunto un rilievo notevolissimo, giacchè schiude una nuova era per la rinascita economica e sociale del Vastese e dell’intera regione. Già da un anno circa, l’Agip-Mineraria considerando il problema del beneficio che possono trarre le regioni centromeridionali dall’impiego del metano dispose una sistematica serie di ricerche nelle zone favorevolmente indiziate che sono state condotte dalle squadre sismografiche e gravimetriche. Nella zona del Vastese e precisamente a San Salvo di Cupello il metano è una realtà. Questa inesauribile fonte di ricchezza naturale tende ad assumere una importanza inaspettata per la scoperta di altri giacimenti metaniferi nel territorio di Cupello ad una profondità media di 10001800 metri con tracce notevoli di gasolina. Si è parlato del progetto per la costruzione di un metanodotto tra San Salvo e Vasto fino a Terni e non se ne può non vedere l’utilità collegando

quello già eseguito a Cellino Attanasio posto in relazione alla successiva realizzazione Pescara-Bussi. L’attuazione del gasdotto Vasto-Terni non sarebbe che il completamento della rete che unisce queste fonti di nuove e preziose energie per la regione. Qui hanno sviluppo, proporzionalmente maggiore che in altre regioni d’Italia industrie che abbisognano di una rilevante quantità di calore. Dei vantaggi economici beneficerebbero i complessi industriali della Montecatini, le fornaci di laterizi a ciclo continuato di lavorazione, l’industria del tabacco che è in gran parte basata sul calore per l’essiccazione e il condizionamento. I commerci ed i trasporti trarrebbero vantaggio, peraltro, per la ripresa generale degli affari connessi con i ribassi dei costi di produzione e il maggior potere di acquisto dei lavoratori. Vasto e il suo territorio potrebbero vedere finalmente realizzata una vecchia aspirazione: la Superstrada Vasto-Napoli per allacciare i due porti e per consentire lo scambio dei prodotti tra i due bacini; la definitiva costruzione della diga sul fiume Trigno per la produzione di energia elettrica che unita al metano del sottosuolo costituisce la ricchezza necessaria per eliminare la depressione in atto in tutto il settore del lavoro umano. Giuseppe Catania 53

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abbrĂŤile / aprile / april

17ÂŞ summane

lunedĂŹ

23

martedĂŹ

24

mercoledĂŹ

25

Sande Giorge

Sande Gelarde

Sande Marche

giovedĂŹ

26

venerdĂŹ

27

domenica

29

Sande Marcelleine

Sanda ZĂŠite

sabato

28

Sande Vitale

Sanda CatarĂŤine

Ritucci-Chinni ed il corporativismo Rappresentante del Partito Popolare di don Sturzo, sindaco “biancoâ€? prima dell’avvento del Fascismo, Florindo Ritucci-Chinni, che come tutti gli Italiani s’era avvicinato alla politica di Mussolini negli anni FKH YHUUDQQR SRL GHĂ€QLWL GHO ´FRQVHQVRÂľ SXEEOLFD nel 1932 per l’editore Arte Della Stampa di Vasto un volumetto dal titolo: Il Corporativismo nella Storia con speciale riferimento all’Abruzzo. Nel libro l’autore, anche sull’onda dell’interesse suscitato dal convegno corporativo di Ferrara, ripercorre lo sviluppo anche in Abruzzo delle tesi mussoliniane in materia di organizzazione del lavoro e di questione sociale. 54

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Di Carlo D’Aloisio non si parlerà mai abbastanza, in considerazione della poliedricità della sua natura e dei suoi interessi, che spaziavano dalla letteratura alla pittura, alla grafica, alla critica, all’organizzazione dei grandi eventi. In aggiunta a tutto ciò che s’è detto di lui aggiungiamo una notazione, poco conosciuta, riguardante la sua attività di cartellonista. E cartellonista di valore, sottolineiamo, se è vero che i due manifesti pubblicitari qui riprodotti (gli unici ritrovati) furono commissionati da una ditta che si serviva di artisti famosissimi come Marcello Dudovich.

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maje / maggio / may

18ª summane

lunedì

30

Sande Mîzie

martedì

1

mercoledì

2

Sande Giusuéppe Arteggiane

Sande ‘Ttanasie

giovedì

3

venerdì

4

domenica

6

Lu Legne de la Cráce

Sande Flurïane

sabato

5

Sande Nînzie

Sanda Bbenedatte

Maje Buon Compleanno Giordano Gallo (4) Antonietta Di Fonzo (10) Antonio Nocciolino (6) Antonio Del Fra (19) Andrea Schieda (21) Victoria Stan (22) Renata D’Ardes (22) Luigi Di Tullio (26) Lucia Molino (29) Angela Pennetta (30)

Maje assîtte hrane pe’ ttîtte.

la foto del mese “Il Mare è un antico idioma che non riesco a decifrare”, ha scritto Jorge Luis Borges. Ripropone fragranze, colori, rumori, immagini che pur nella loro ripetitività son sempre nuove. Come l’infrangersi delle onde sullo scoglio, che non ha mai la stessa sonorità.

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Foto Maurizio Smargiassi

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maje / maggio / may

19ª summane

lunedì

7

martedì

8

Sande ‘Nnucienze

Sande Vittàure

mercoledì

9

Sande Libbratàure

Montevecchio ieri ed oggi Nei racconti degli anziani la collina di Montevecchio era ricoperta di piante di aranci che Vasto esportava soprattutto verso la Repubblica di Venezia. Pi ‘na mmalatìe tale coltura venne sostituita con quella dell’ulivo. Ai giorni nostri anche que-

A la dimmérze. Al contrario.

st’ultima sembra destinata a scomparire sotto l’incalzare di un’economia turistica ancor più redditizia. Gli asinelli di qualche decennio fa (come nella foto) sono stati sostituiti dai cavalli del Country Ranch, da agriturismi e da complessi residenziali.

Modi di dire

‘M mèzz’a la pèzze di lu quásce. Star bene, al sicuro.

Fá’ Còseme. Fa l’indiano.

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maje / maggio / may giovedì

10

venerdì

11

Sande ‘Ndunëine

Sande Fabbïane

sabato

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Sande Nerè

Italo Radoccia Magistrato attualmente in servizio presso il Tribunale di Chieti, ove svolge funzioni di Giudice del Lavoro, è stato Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, incarico ricoperto, quasi come un romantico esilio, dal 1999 al 2005. In Calabria s’è occupato di fenomeni criminali di risalto anche nazionale, come la tratta di persone che clandestinamente approdano sulle nostre coste, indagini che lo hanno portato a presenziare a ben tre riunioni di coordinamento tra le procure europee, interessate al fenomeno, negli uffici di Eurojust a Bruxelles, fino a sgominare una potente organizzazione malavitosa internazionale. Ha esercitato funzioni di Pubblico Ministero in vari processi di mafia, tra cui quello alle famiglie del cirotano collegate alle cosche siciliane dei Pulvirenti e Santapaola. E’ stato docente a contratto di materie giuridiche presso l’Università della Calabria, collabora con varie riviste giuridiche ed ha pubblicato nel 2004 una monografia dal titolo Diritto e beni culturali per i tipi della Editrice Esi di Napoli. I suoi orizzonti culturali non s’arrestano tuttavia alla giurisprudenza, ma spaziano anche nella letteratura e soprattutto nella poesia. Tra le pubblicazioni più recenti, le raccolta di versi L’ago della meridiana, del

domenica

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La Madonne de Fàteme

Amici del Lunario

1999 ed Il suono delle parole, uscita proprio in queste settimane. Nonostante gli impegni lo portino spesso lontano da Vasto, non perde mai occasione di rientrare nella terra natìa, dove vive l’anziana madre, professoressa Serafina Pellicciotta, e può incontrare gli amici di sempre 59

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maje / maggio / may

20ÂŞ summane

lunedĂŹ

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martedĂŹ

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Sande MattĂŠ

Sanda Matalene

mercoledĂŹ

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Sande Ubbualde

CONDOGLIANZE... manghe tante Peppucce avè da fĂ lu cacciatĂ ure ma, cacce sole le quatrĂŤine ‘m prè!te. Pe sse sentĂŤ gna fusse nu sugnĂ ure, jètte le sò dell’èddre a la fenè!tre. Da pĂŠuche zi Frangische s’avĂŠ morte, Peppucce, ‘mbrujjungille, se fa avante: “ Condoglianze signò, che malasorte, putĂ ive campĂ pĂŹure n’addre’ ttante! Chela bbonalme, ‘gnò, ... na macchjetèlle de cèntemilalĂŤire m’ha lassĂ te; mĂŠ signurĂŤ, gna pĂš, so’ puvurèlle, me l’aredĂŹ e sèmbe scĂŹ llaudate.â€? - Eh! Si gna jĂŠ PeppĂš? JĂŤ mo je scrĂŤive, gna m’arespanne te facc-i-assapĂ : pe lu murtorie pure a mma servĂŤive ma dandre a la casciatte n’ce ne stĂ ! Osvaldo Santoro 25 maggio 1958 Elezioni politiche: DC 6241; PCI 2749; PSI 755; MSI 594; PNM 573. Le preferenze a Vasto sono le seguenti: Spataro 4939, Gaspari 2675, Rocchetti

Santoro ritratto da Luciano Primavera

2298, Cotellessa 1293, Natali 769 (DC); Laporese 1644, Amendola 590, Sciorilli 496, Di Paolantonio 3&, 3DROXFFL 310 'HOÂżQR (MSI);

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maje / maggio / may giovedĂŹ

17

venerdĂŹ

18

Sande Pasquale

Sande Venanzie

sabato

19

domenica

Sande CiliĹĄtĂŤine

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La ‘Scenziaune Sande BernardĂŤine

Fett’ e Fettarille $LXWLDPR L YLYL L’abbiamo ricordato nell’edizione dello scorso anno, Guglielmo il banditore, anzi Hujjèrme lu bannetĂ re, pubblicando un suo ritratto dipinto da Florindo Ritucci Chinni. Ebbene Guglielmo aveva un vizietto che spesso gli procurava qualche guaio: quello di non disdegnare troppo spesso ‘na vavetĂ­cce di buon vino, con lu vĂšcale che il ritrattista ha voluto mettergli in mano. Un tal giorno, ad esempio, nel quale aveva rimediato ‘na pĂŠchere ancora piĂš abbondante del solito, ne combinò uno piuttosto grave, risoltosi per fortuna senza conseguenze. Rientrando infatti a casa dopo una prolungata sosta nella cantina, malmenò talmente tanto e senza motivo l’adorata moglie da lasciarla esanime sul pavimento. Soltanto quando vide la poveretta immobile ebbe un improvviso sprazzo di luciditĂ , ma credendo di averla uccisa cominciò ad urlare a 20 maggio 1971. Si avvia la realizzazione della rete metanifera FLWWDGLQD OD FXL JHVWLRQH YLHQH DIÂżGDWD DOOD VRFLHWj milanese Italcogim.

squarciagola ed in preda alla paura: - AjutĂ me lu vive‌ AjutĂ me lu vive, ca lu morte è mmorte. AjutĂ me lu vive ca lu morte è mmorte‌ 1 maggio 1974. Si inaugura in via Vescovado la sezione degli arbitri di calcio. Patron dell’iniziativa è Gianni Castaldi, noto per aver arbitrato numerosi incontri in serie B. 61

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maje / maggio / may

21ª summane

lunedì

21

martedì

22

Sande Sicundëine

Sanda Rëite da Cascie

mercoledì

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Sande Desiderie

L’Icona I primi decenni del XX secolo rappresentarono, sotto il profilo urbanistico, il momento dell’allargamento della dimensione cittadina, ancora ristretta nelle mura medievali, alla piana dell’Aragona e della realizzazione di grandi opere d’uso pubblico e privato. Uno dei protagonisti di questa espansione urbanistica, in quanto realizzatore di edifici importanti che oggi caratterizzano la Città di Vasto, è senz’altro l’ingegnere Antonio Izzi. Eroe della prima grande guerra, decorato di medaglia d’argento al v.m. con la motivazione riportata nella cartolina (nella foto) a lui dedicata dallo Stato Maggiore del Regio Esercito, Antonio Izzi ha firmato un numero davvero considerevole di progetti, se si considera che scomparve oltretutto in ancor giovane età. L’elenco è davvero lungo, ma vale la pena darne qualche cenno perché si conservi memoria di questo grande professionista, al cui nome è legata la progettazione e la direzione dei lavori del Politeama Ruzzi, dell’ acquedotto del Sinello, del Campo Sportivo Aragona, di uno dei palazzi scolastici in piazza Rossetti, dell’albergo Nuova Italia, del Castello

Antonio Izzi

Aragona, di diverse palazzine lungo il corso principale della Città e dei villini, oggi di proprietà Cieri, Monteferrante e Carino sul lungomare Dalmazia, disegnato peraltro anch’esso dallo stesso Izzi.

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maje / maggio / may giovedì

24

venerdì

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Sanda Giuvëine

Sande Gregorie

sabato

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domenica

Sande Feleppe

LU SCARDATÉURE Lo scardatore è l’artigiano addetto alla cardatura della lana dei materassi. L’operazione consiste nel pulire e rendere più soffice la lana mediante i cosiddetti scardassi, due tavole sovrapposte guarnite di punte metalliche ricurve, delle quali l’inferiore rimane fissa mentre l’altra, mobile, viene manovrata per sciogliere, separare e ripulire la lana. Li scardatîre operavano per lo più nelle abitazioni dei clienti e nel compenso normalmente rientrava il vitto e spesso anche l’alloggio, se venivano da paesi vicini.

VecchiMestieri

Biblioteca circolante popolare Apprendiamo che dietro le premure del commissariato prefettizio sig. rag. Francesco Pisarri, il sottosegretario alla Pubblica Istruzione, on. Raffaele Caporali, ha stan-

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La Pendecoste Sande Federëiche

25 maggio 1920

ziato nel bilancio della Pubblica Istruzione la somma di L. 500 a favore di questa Biblioteca popolare circolante.

Cospicuo sussidio a favore del locale Ospedale civile Siamo ben lieti di potere annunziare che in seguito alle vive premure del Presidente di questa Congregazione di Carità, amministratrice dell’ospedale, dottor Temistocle D’Ettorre, l’on. Caporali, sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, ha ottenuto dal Ministro

degli interni il rilevante sussidio di lire 10.000 per la detta Opera Pia. Noi facciamo voti che questi sussidi dello Stato siano rinnovati pel regolare funzionamento e pel crescente sviluppo del nosocomio, che si è stati costretti a chiudere per mancanza di fondi. 63

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maje / maggio / may

24ª summane

lunedì

28

martedì

29

Sande Emëlie

Sande Massimëine

mercoledì

30

Sande Ferdenande

giovedì

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Sande Giurduane

venerdì

1

Sande Giuštëine

sabato

2

domenica

Sand’Uggenie

3

La Ternetè Sanda Clutëlde

Ggîgne Buon Compleanno Domenico Crisci (2) Barbara Molino (13) Don Michele Ronzitti (15) Nicola Ottaviano (15) Nicola Di Chiacchio (15) Rosella Turilli (16) Luciano De Guglielmo (19) Pier Canosa (22) Patrizia Sacchi Petroro (27)

Lu vëine a lu muttélle lu hrane a la faggìje.

la foto del mese “Primavera dintorno brilla nell’aria e per li campi esulta sì ch’a mirarla intenerisce il core”. La primavera assume il colore intenso dell’oro dei girasoli e si prepara a lasciare il posto all’estate. L’atmosfera è esattamente quella richiamata dal Leopardi.

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Foto Maurizio Smargiassi

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ggine / giugno / june

25ª summane

lunedì

4

martedì

5

Sande Quirëine

Sande Fiurenze

mercoledì

6

Sande Feleppe

LU FUNÀRE

VecchiMestieri

Ce n’era più d’uno di questi artigiani, la cui attività consisteva nell’intrecciare fili di canapa per far corde. L’intreccio avveniva facendo girare una grande ruota, sistemata all’aperto, intorno alla quale venivano attorcigliate le treccine di canapa che il cordaio aveva preparato dopo aver fatto prima macerare, asciugare e pettinare il vegetale. Gli ultimi funai operarono nello spazio retrostante il palazzo scolastico su via Vittorio Veneto e successivamente sino, all’inizio degli anni sessanta, in via Tobruk, sotto i tigli che facevano corona all’edificio del Consorzio Agrario Provinciale, al cui posto c’è oggi il fabbricato che ospita la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona. Tra le famiglie dedite a questa attività le più note erano quelle dei De Fanis e dei D’Accurzio. Giugno 1957. Negli eleganti locali del Jolly Hotel si è svolto il convegno dei corrispondenti del quotidiano “Il Tempo” delle province di Chieti, Pescara e Teramo organizzato dal pubblicista prof. Angelo Cianci con la collaborazione della Azienda di Soggiorno

e Turismo. Da Roma erano arrivati il dr. Marcello Lucini, il dr. Pino Rauti, Mino Caudana e il comm. Libero Palmieri. Consegnati ricordi al prof. Cianci, al comm. Boselli, al direttore Del Greco e all’Associazione della Stampa Vastese, presente con tutti i soci.

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ggine / giugno / june

7

giovedì

Sande Robberte

venerdì 8 Sande Severëine

sabato

9

domenica

Sande ‘Rrëiche

10

Lu Corpus ‘Ddòmene Madonne di li Merécle Punto di stella

Cenzino Mileno

Vecchi Fusti

Vecchia gloria della Pro Vasto, quando a difendere i colori della squadra c’erano i vastesi per davvero, Vincenzo, detto Cenzino, 287 presenze in maglia biancorossa, è stato un idolo per i tifosi che per lui avevano coniato il soprannome di Johnny Charles vastese per i tanti goal messi a segno di testa. Appese, come si dice, le scarpe al chiodo, ha continuato con successo e con impegno l’attività commerciale avviata dal padre Cesario, restando però sempre legato al mondo del calcio e dello sport, nel quale ha impegnato gli anni della sua bella gioventù.

Fett’ e Fettarille 3HU WXWWH OH UXRWH

Ë PqMMH OX 8DåWH

Tempo di elezioni. Antonio incontra al bar Michele e gli dice: Miccalù, pe’ cche vute auànne ?. Pe’ tutte le réute! N’aj’azzeccà ìune !...

Tornato da Roma, gli amici interrogano Antonio per sapere com’è la Capitale. – Gna è… gna è ? – chiedono ansiosi. E lui serafico: – dal Pincio… è tutte tëtte e ciumunîre. 67

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ggine / giugno / june

24ª summane

lunedì

11

martedì

12

Sande ‘Nufre

Sanda Alëice

mercoledì

13

Sande ‘Ndonie de Padeve

La Lampara

A bordo della lampara si riconoscono Michele Del Borrello, quarto da sinistra, più noto come Micchele il ristoratore, Sebastiano Di Silvio, Nicola Bozzelli, Angelo Galante. E’ questa la rara fotografia di una particolare imbarcazione fornita di lampade a carburo o a petrolio destinata alla pesca notturna chiamata lampara. Ma il termine, più che essere riferito tout court all’azione dell’illuminare, si trova inizialmente a indicare la rete a circuizione (detta anche réta vulànde) e, più in generale, il sistema di pesca con rete alla deriva e con

luce abbagliante. Veniva praticata in tutte le stagioni, nelle notti senza luna ma con mare calmo. Ad essa partecipavano una barca a motore con rete e tre battelli, ognuno dei quali servito da due marinai e con due riflettori. Il lavoro era indirizzato alla pesca di pesce turchino e verde, sarde e sgombri.

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ggine / giugno / june giovedì

14

venerdì

15

Sande Zaccarëje

Sande Veite

sabato

16

domenica

Sand’Ureliane

L’Icona

17

Sande Adolfe

Francesco Laccetti

D’antica famiglia vastese, figlio del professor Luigi, insegnante di lettere, Francesco Laccetti nasce a Vasto il 18 novembre 1844. Si laurea in Medicina all’Università di Napoli ed nella città partenopea trascorre tutta la sua esistenza, esercitando la professione di chirurgo presso il famoso Ospedale degli Incurabili, nel quale aveva lavorato anche Luigi Marchesani, del quale diventa il direttore. Docente universitario, pubblica numerosi studi scientifici unanimemente apprezzati nel mondo accademico. Si spegne il 15 settembre 1910. Ad iniziativa dei colleghi e degli allievi venne eretto un suo busto all’interno dell’Ospedale a cui dedicò con impegno e passione l’intera vita ed una lapide lo ricorda anche nella città natale.

M’ha fatt’allunguà lu colle. Mi ha fatto aspettar molto, desiderar molto una cosa.

Modi di dire

Tè ‘na pèchere chi ‘n zi tè’ allimbite. È talmente ubriaco che non si regge in piedi. 69

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ggine / giugno / june

25ª summane

lunedì

18

martedì

19

Sande Curnuelie

Sande Rumüalde

mercoledì

20

Sanda Micchelëine

giovedì

21

venerdì

22

Sande Lujëgge

Sande Paulëine

sabato

23

Sande Nazzarie

domenica

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Sande Giuuánne Battešte

Punto di stella

Cesare Di Memmo

Vecchi Fusti

Cesario Di Memmo, Cesarino per tutti, è l’ultimo di una generazione di fotografi professionisti sopravvissuta al dilettantismo ed alla moda del digitale e del foto-telefonino. Cacciatore di immagini da mezzo secolo, ha immortalato frammenti di vita cittadina sia pubblica che privata. Nel suo laboratorio di via Marchesani, ancora punto d’incontro di tanti amici, custodisce le memorie di questa nostra comunità e le tracce di un divenire economico e sociale che negli ultimi decenni è stato più che rapido e che ha mutato radicalmente l’aspetto e le abitudini mantenute integre da secoli. Discreto, affabile, attento come dev’essere un fotografo a cogliere il momento, la prospettiva e la luce, gode della stima e della considerazione di quanti, e sono tanti, hanno la fortuna di conoscerlo. 70

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La Casa di Conversazione “Gabriele Rossetti” La casa di Conversazione, una delle istituzioni più antiche della nostra città, sorta nel 1868 per iniziativa dei liberali moderati che si riconoscevano in Spaventa. Frequentatori abituali erano i componenti delle famiglie borghesi più in vista, i Nasci, i Ciccarone, i Mayo, i giornalisti Emilio e Silvio Monacelli, il farmacista Giovanni D’Ettorre e l’artistafarmacista Peppino Della Guardia. La primitiva sede, formata da pochi e angusti locali, era in piazza L.V. Pudente tra la farmacia Martone e la cattedrale di S. Giuseppe. Nel 1880 il Circolo venne intitolato a Gabriele Rossetti e la sede fu trasferita in palazzo Mayo con notevoli miglioramenti: venne attrezzata una sala per il bigliardo, una per la lettura dei giornali e una grande sala da gioco; si aprì un caffé interno gestito da Pasquale Del Fra. Le sale vennero ristrutturate nel 1894. Da

allora e fino all’arrivo degli inglesi nel 1943 c’è un vuoto di documentazione. L’unica notizia sicura è che nel 1935 aveva assunto la denominazione di “Circolo del Littorio”. Il 1943 vede il Circolo, alloggiato in Corso Nuova Italia, subire le devastazioni di alcuni aderenti al partito Comunista che vi instaurarono la sede locale. La Casina si trasferisce quindi nei locali di palazzo Cardone, in via Adriatica, per tornare nel 1955 nella precedente sede di Corso Nuova Italia. Nel 1967 infine si acquista l’attuale sede in via Arno, frequentata anche da una folta rappresentanza del gentil sesso. Fra le tante attività del sodalizio, famosi sono rimasti i veglioni di carnevale per la grande partecipazione. Negli anni Novanta, a seguito di un accordo, nella Casa di Conversazione confluirono i soci dell’Histon Club.

I PRESIDENTI DEL CLUB Angelo De Pompeis, Augusto Genova, Giambattista Crisci, Domenico La Palombara, Giuseppe Pietrocola, Giovanni De Lerma, Giuseppe D’Ugo, Ettore Del Lupo, Giuseppe Bottari, Antonio Boselli, Rocco Mariotti, Pierino Vicoli, Federico De Mutiis, Giuseppantonio Di Vito, Vincenzo Raspa, Giuseppe Di Toro, Pasquale De Cristofaro, Giovanni Aloé, Franco Palombo.

I membri del Direttivo: (in piedi) G. Battista, M. Fiore, E. Ciancio, M. Naglieri, il Presidente F. Palombo, L. La Palombara; (seduti) M. Perrozzi, A. Gentileschi, A. Menna, A. De Lerma. Mancano P. De Cristofaro e G. Ronzitti.

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lîjje / luglio / july

26ª summane

lunedì

25

martedì

26

Sande Hujerme

Sande Giuvuanne e Pavele

mercoledì

27

Sande Clemende

giovedì

28

venerdì

29

Sand’Irené

San’Bitre e Pavele

sabato

30

Sande ‘Nnuciénze

domenica

1

Madonne di li Grazie Punto di stella

Lîjje Buon Compleanno Vincenzo Marcello (4) Michele Valentini (9) Paolo Tessitore (10) Nicola D’Adamo (17) Lidia Di Bussolo (19) Marilena De Fazio (22) Giovanna Molino (22) Lorenzo Russo (27) Francesco Troilo (29) Francescopaolo D’Adamo (29)

Nîvele de Lìjje e fémmen’arepeccàte, dure juste ‘na jurnàte.

la foto del mese Terrazza sul mare. Immersa nel verde e circondata dal profumo dei glicini e degli aranci, all’apice della collina, l’antica villa richiama l’attenzione come una bella vecchia signora. E chi s’affaccia si “illumina d’immenso”.

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Foto Maurizio Smargiassi

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lîjje / luglio / july

27ª summane

lunedì 2

Sande Urbane

martedì

3

Sande Tumuásse

mercoledì

4

Sanda Sabbette

giovedì

5

venerdì

6

Sanda Filummuéne

Sanda Maréjja Guràtte

sabato

7

Sanda Cláudie

Victoria Stan Da qualche anno la musicista romena è ospite nella nostra città per le vacanze estive. 9LFWRULD 6WDQ q ÀDXWR VROLVWD QHOO¶2UFKHVWUD Filarmonica “Oltenia” di Craiova. Dal 1989 al 1997 è stata strumentista nell’Orchestra Filarmonica di Stato di Timiũoara. Insegna ÀDXWR SUHVVR OD )DFROWj GL 0XVLFD GHOO¶8QLversità di Craiova. Ha vinto quattordici concorsi tra nazionali e internazionali. Ha suonato in Austria, Cecoslovacchia, Francia, Germania, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna, Svizzera, Ungheria, Italia.

domenica

8

Sand’Adriane

Amici del Lunario

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La Diocesi Vastese Il 23 luglio 1853 Papa Pio IX, con bolla apo- gli abiti pontificali sedè sul Trono. Il Segretario del stolica, istituiva la Diocesi di Vasto ed elevava a Vescovo salì sulla Tribuna, lesse le Bolle Pontificie, i Decreti coi quali si limiCattedrale la Chiesa di S. t rofava la nuova Diocesi, i Giuseppe. Solo nel 1857, p aesi che la componevano a causa della resistenza dei c o n le Chiese di ciascuno vescovi teatini, avvenne e le anime. […] Si lesse la cerimonia ufficiale di q u indi lo strumento tra la istituzione della nuova c i tt à di Vasto, e il futuro Diocesi. Tra le diverse V e s c ovo rogato dal notaro cronache che descrivono D . Vincenzo Marchesani l’avvenimento riportiamo, n o m inato ad hoc Protoquasi integralmente, queln o t a r io Apostolico, che fu la del sacerdote casalese fi r m a to dal Vescovo nel suo don Alterisio Magnarapa. T r o n o ; e da testimoni CaSabato 13 giugno 1857 – v a l i e r D’Ippolito e Barone D. Pietro Bottazzi Vescovo G e n o v a. di Larino, quale Delegato Si intonò quindi in musiApostolico di Pio IX venne ca il Te Deum. Si disse la in Vasto per scardinare dalValerico Laccetti, Mons. Pietro Bottazzi m essa Pontificale, si diede la Diocesi di Chieti tutto il l a b e n e d i z i o n e P a p a l e , s i pubblicarono le indulDistretto di Vasto composto da 34 paesi ed erigerg e n z e e p r o c e ss i o n a l m e n te il Vescovo fu portato vi una novella Diocesi metropoli della quale fosse a ll ’ E p i s c o p i o . 2° p r a n z o diplomatico corteggiato la Città di Vasto. d a p r e ss o c h é t u tt e l e a u t o rità che fecero parte al Io mi condussi in Vasto per vederne le grandi feste p r a n z o . L a s e r a g r a n t o m b ola e quindi fuochi arannunziate da un programma in istampa. t i fi c ia l i e d e l e v a z i o n e d i g l o bi aerostatici. Fui presente all’arrivo del Vescovo, quale era asL u n e d ì 15 – I l V e s c o v o f e c e messa in Cappella. Si sociato da una deputazione di primi Signori di i n t o n ò i l T e D e u m . S i p u bb licarono le indulgenVasto parte della quale era andato fino a Larino z e , e s i f e c e l a f u n z i o n e E cc lesiastica. Il Vescovo e parte l’incontrò al fiume Trigno, e fu ricevuta t o r n ò a ll ’ E p i s c o p i o . 3° p r a n zo diplomatico. Vi alla porta del castello fra gli evviva di tutta la p a r t e c i p ai p u r e i o p o r t a t o d al nostro Compare popolazione. Si entrò alla Chiesa di S. Francesco D . V i t a l ia n o C o d a g n o n e , e d a l Sindaco, e da D. di Paola fuori porta ove fu ricevuto da tutte le F r a n c e s c o p a o l o I e cc o , n o s t r o p a rente, e Deputato Confraternite laicali della Città, dai Padri di S. d e ll a f e s t a. Onofrio, e da parte del numero dei parrochi della nuova Diocesi. Di la si andò alla chiesa Capito- Qui finisce il racconto del sacerdote. Ma l’esullare di S. Giuseppe ove si cantò in musica il Tan- tanza dei vastesi fu breve, perché, con una detum ergo, si diede la Benedizione col Venerabile e cisione dal sapore di beffa, la Diocesi Vastese quindi anche processionalmente fu accompagnato nasceva come Amministrazione perpetua delal Carmine ridotto dalla Città a Palazzo Episco- l’Arcivescovo di Chieti. Il 24 agosto 1982 Papa pale. Colà si diede il primo pranzo diplomatico al Giovanni Paolo II stabilisce che la Diocesi VaVescovo, all’Arcivescovo di Larino, all’Arcidiaco- stese sia autonoma da quella di Chieti e designa no di Melfi, agli altri del seguito del Vescovo, ed l’Arcivescovo Vincenzo Fagiolo come suo primo alle prime notorietà della Città. Atteso la pioggia Vescovo. Infine il 30 settembre 1986 la Diocesi viene soppressa e accorpata a quella di Chieti per non vi furono altri spettacoli nel giorno. Domenica 14 – Il vescovo venne in Chiesa e preso Decreto della Congregazione dei Vescovi.

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lĂŽjje / luglio / july

28ÂŞ summane

lunedĂŹ

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Sande Ggiste

martedĂŹ

10

Sanda Isabella

mercoledĂŹ

11

Sande BbenedĂ tte

Sergio Del Casale

Amici del Lunario

Affabile, simpatico e generoso Sergio Del Casale (VĂ­rde VĂ­rde), nonostante la sua ancor giovane etĂ , ha saputo mettere a frutto ed infuturare gli insegnaPHQWL ULFHYXWL GDOOD IDPLJOLD FUHDQGR XQD Ă€RULGD azienda vinicola privata che conduce con entusiasmo e professionalitĂ insieme alla gentile consorte Lucia. Ha certamente contribuito, insieme ad una ristretta pattuglia di colleghi, ad elevare il livello dei vini abruzzesi che competono ormai in qualitĂ , sia a livello nazionale che internazionale, con quelli di piĂš antica e consolidata fama. Prova ne siano i riconoscimenti che di recente ha ottenuto al Vinitaly di Verona, la prestigiosa manifestazione enologica, di livello internazionale, che si tiene ogni anno nel capoluogo veneto, in virtĂš dell’ottima qualitĂ dei suoi vini, in primis il Cerasuolo “Casale di San Biaseâ€?.

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lîjje / luglio / july giovedì

12

venerdì

13

Sande Furtunüate

Sande ‘Rreiche

sabato

14

domenica

Sande Camélle

15

Sande Bbonavendïre Punto di stella

LU TIGNITÀRE Quando gli abiti si confezionavano artigianalmente e le maglie si filavano in casa, era normale ricorrere all’aiuto del tintore, così quando si voleva ritingere un indumento prima di passarlo alla generazione più giovane. Lu tignitàre riusciva con i pochi mezzi a disposizione ad accontentare sempre i gusti e le fantasie della clientela. Artigiano d’alta specializzazione, si direbbe oggi, conosceva perfettamente l’arte di ricavare i colori dalle piante e dai minerali. L’operazione della tintura consisteva nell’immergere il tessuto in grosse caldaie d’acqua bollente, nelle quali era stato prima introdotto il colore, lasciandolo poi asciugare al sole per tutto il tempo necessario. Li tignitîre, i tintori, di cui si conser-

VecchiMestieri

va memoria erano soliti occupare uno spazio sui terrapieni di via Vittorio Veneto, nel quale mettevano a stendere i panni dopo la bollitura.

È mmòrte di crininze. È morto di stenti.

Modi di dire

L’ha ‘bbuttáte gné ‘na cra!te. L’ha riempito di botte come fosse un uccello. 77

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lîjje / luglio / july

29ª summane

lunedì

16

martedì

17

La Madonna de lu Cármene

Sande Cirille

mercoledì

18

Sanda Marëine

;GEH9?FG < 9NN=FLMJ9 Dedicata ad Angelo Canelli Compagno d’avventura, remigante Infaticabile della trireme Che scivola sul mare della vita. Non chiedere la meta, Lo sai che il tuo destino È il guizzo delle braccia La forza delle reni. Un altro sforzo ancora e il tuo natante Troverà un porticciolo, un’altra riva In questo vagolare senza traccia Inseguendo la schiuma. Ma un pianeta È sempre in alto a indicare il cammino Sul mare nero avvolto da notturna Insidia come l’ansia della ciurma. È il vagare dell’uomo senza fine Forse cercando un unico sentiero Mentre la vera luce vien dal cielo.

26 Luglio 1966. /D PRVWUD GL SLWWXUD ¿JXUDWLYD SUHPLR ³&DUOR Della Penna”, giunge alla sua ottava edizione. La giuria, composta dal presidente Virgilio Guzzi e dai membri Arnoldo Ciarrocchi e Lorenzo Micheli Gigotti, assegna il primo premio ex aequo ai due romani Orfeo Tamburi e Carlo Caroli, il secondo al veneziano Alberto Giaquinto e il terzo a Carlo D’Aloisio da Vasto. Roberto Bontempo (Presidente), Gaetano La Palombara, Gaetano Murolo, Giovanni Peluzzo, Giuseppe Pietrocola e Ugo Talamazzi formano il comitato esecutivo.

Italo Radoccia 30 luglio 1906. La macelleria La Palombara pubblicizza il nuovo impianto di ventilazione elettrica per la conservazione della carne. È il primo del genere nel comprensorio. 78

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lîjje / luglio / july giovedì

19

venerdì

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Sand’Arsenie

Sand’Aurelie

sabato

21

Sande Claudie

domenica

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Sanda Maréjja Matalene

Al mare con Don Felice

Una qualsiasi giornata d’estate degli anni cinquanta, quando scendere alla Marina rappresentava ancora per molti una vera e propria gita. Soprattutto per i bambini della “Casa del fanciullo” di Don Felice, che vediamo allineati dinanzi all’obbiettivo, accanto al Parroco ed agli assistenti (c’è Rocco Fiore, primo a sinistra), dentro e fuori il torpedone, parcheggiato di fronte a Stella Maris. 79

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lîjje / luglio / july

30ª summane

lunedì

23

martedì

24

Sanda Bbréggede

Sanda Cristëine

mercoledì

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Sande Giàcheme Punto di stella

i l p e rs o n a gg i o

GIANFRANCO RASTELLI Generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri, Gianfranco Rastelli è profondamente legato a Vasto, dove ha studiato da adolescente e nella quale ha coronato il suo sogno d’amore con la professoressa Concetta Tana. Quella di Rastelli è una di quelle FDUULHUH FKH VL GHÀQLVFRQR EULOODQWL (QWUDWR nel 1970 nell’Accademia Militare di Modena, ne esce con i gradi di sottotenente nel 1972. Frequenta successivamente il Corso di Applicazione dell’Arma a Roma e subito inizia un lungo peregrinare per servizio in tutta Italia. Comandante di Compagnia a Lodi, è poi a Santa Maria Capua Vetere e quindi a Napoli, Messina, Bologna, Roma, Enna, L’Aquila, Campobasso e Bari, con incarichi di sempre maggiore responsabilità e prestigio. A L’Aquila è Comandante Provinciale; a Campobasso, Comandante della Scuola Allievi Carabinieri; a Bari in qualità di Capo di Stato Maggiore della Regione Carabinieri Puglia. Dal 20 settembre del 2004 ha assunto la carica di Direttore del Centro Nazionale Amministrativo del Comando Generale dell’Arma. Numerose le decorazioni ricevute: Medaglia Militare d’oro al Merito di Lungo Comando; CroFH GL 8IÀFLDOH FRQ VSDGH GHOO·2UGLQH DO Merito Melitense; Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica; Croce d’Oro

per anzianià di servizio; Medaglia Mauriziana al Merito. Nel 2006 ha ricevuto anche il Premio San Michele in riconoscimento dei suoi meriti e del grande attaccamento sempre dimostrato nei confronti della Città.

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lîjje / luglio / july giovedì

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venerdì

27

Sand’Anne e Giuvuacchëine

Sande Celestëine

sabato

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Sanda Serene

domenica

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Sanda Marte

Ho portato la mia moto anche in cielo Era tanta la vitalità che riusciva a trasfondere in chi gli stava accanto, che si fatica ad accettare che Livio Vicino non c’è più. Gli amici motociclisti, soprattutto, ne parlano come se dovesse raggiungerli da un momento all’altro, in ritardo sulla tabella di marcia a causa di un percorso più lungo e più accidentato. Uno di quelli che gli piacevano tanto. E forse non sbagliano, perché è difficile non pensare che anche lassù Livio si diverte a sfrecciare in sella ad una moto ancora più veloce di quella che usava abitualmente. 15 Agosto 1920

6SHWWDFROR GL EHQHÀFHQ]D Ad iniziativa dell’Associazione dei Combattenti ed a beneficio del monumento ai caduti di Vasto, nei locali del cinematografo, gentilmente concessi, si è avuta una magnifica serata di varietà con proiezioni cinematografiche, musica, canto e danze. Il numero più attraente è stato costituito dalla graziosa signorina “Nelly du Panama” che ha cantato con fine e mirabile verve alcune delle canzoni più moderne e ci ha regalato alla fine dello spettacolo delle danze fantastiche. L’orchestrina dei dilettanti è stata ammirata oltre ogni dire. 81

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ahâšte / agosto / august

31ª summane

lunedì

30

martedì

31

Sanda Biatrëice

Sande ‘Gnazie

mercoledì

1

Sande ‘Liffanze Punto di stella

giovedì

2

venerdì

3

Sand’Usebbie

Sanda Lèdie

sabato

4

domenica

Sande Giuvuanne

5

Sand’Osvalde

Ahà te

tátt’attènde tu muàise: a la ggènde e a la spàise.

Buon Compleanno Gianfranco Rastelli (3) 5RVDQQD 3DQGROÀ

Luigi Murolo (8) Maria Strever Greco (14) Nicola Traino (16) Luciano Lapenna (20) Gianfranco Bonacci (22) Maria Rosaria Celenza (25) Alessandra Molino (25) Giovanna Monteodorisio (29)

la foto del mese Il vecchio pescatore ripara le reti per chi andrà per mare. C’è nel gesto, che s’intuisce lento, sonnolento nella luce mediterranea del caldo mattino d’estate, tutto il rimpianto per il passato e l’insoddisfazione per il presente.

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Foto Maurizio Smargiassi

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ahâšte / agosto / august

32ª summane

lunedì

6

martedì

7

Sand’Uttaviane

Sande Caddane

mercoledì

8

Sande Ddumuéneche

L’AZIENDA AUTONOMA DI SOGGIORNO E TURISMO... che non c’è più L’A.A.S.T., acronimo di Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo viene istituita l’8 gennaio 1948. Guidata dall’intraprendente e dinamico Carlo Boselli, fa stampare un depliant illustrativo sulle attrattive turistiche della Città, munito di un elenco degli alberghi, ristoranti e servizi turistici. In tempi in cui non esistono fax, e-mail e siti web la semplice indicazione di un numero telefonico a quattro cifre può essere anche sufficiente. Se però chiamato, da fuori Vasto, mediante centralino, visto che non c’è ancora la “teleselezione”. 15 Agosto 1920

Feste di Mezzagosto

Un’attiva Commissione sta alacremente lavorando per le tradizionali feste del mezz’agosto. E’ stato pubblicato il programma nel quale si annunziano per i giorni 13, 14 e 15 corse al galoppo nell’ippodromo dell’Aragona, fuochi pirotecnici, una grandiosa pesca di beneficenza e la rinomata banda di Canosa di Puglia, che per la prima volta si reca nelle nostre contrade. 84

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ahâšte / agosto / august giovedì

9

Sande Rumüane

venerdì

10

Sande Lurenze

sabato

11

domenica

Sanda Chiare

12

Sand’Erculüane

9AÆÏlÆ ÍY lÍÆ ÍyA Í Ãl_Í å Í ØÆÏ Enzo Iustini è nato a Vasto e, nel 1952, è emigrato in Australia, dove si è cimentato con successo nel settore delle costruzioni e della ristorazione. Nel 1978, insieme alla moglie Maria, ha aperto a Perth la prima boutique specializzata nel Made in Italy e successivamente ha esteso questa attività in altre zone dell’Australia. Gli impegni di lavoro non hanno mai tuttavia distolto Enzo dall’interesse nei riguardi della comunità italiana, alla quale è rimasto sempre legato ed a cui non ha mai smesso di dare un personale contributo al fine migliorarne il processo di integrazione nella società australiana. Proprio in ragione di questa sua incessante attività gli è stata conferita la prestigiosa Medaglia d’Oro dell’Amicizia Italo-Australiana.

Fett’ e Fettarille 7HPSRUDOH G·HVWDWH In un negozio del centro entra una signora molto distinta che ha l’aria di non essere del posto. – Mi può dire quanto costa quell’articolo in vetrina ? – dice la turista all’indirizzo del proprietario. All’improvviso, prima che questi abbia modo di rispondere, s’ode uno schianto

fortissimo in cielo che fa tremare tutta la scaffalatura nel locale. La donna s’addossa al muro impaurita, interrogando con gli occhi il negoziante. - ‘N’è niende, bella signò’ – risponde serafico il negoziante, lasciandola ancor più perplessa – è sole ‘nu vúmete…un vomito, insomma. 85

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ahâšte / agosto / august

33ª summane

lunedì

13

martedì

14

Sand’Ippolete

Sande Massemiliane

mercoledì

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L’Assunziane de Sanda Maréjje Punto di stella

Angelo Ricciardi Vive ed opera a Milano, dove svolge la professione di mercante d’arte e di perito d’arte presso il Tribunale della città lombarda. Innamorato letteralmente della pittura napoletana dell’Ottocento e dei fratelli Palizzi in particolare, dei quali è uno dei massimi conoscitori, ha organizzato nel 1989 una mostra ad essi dedicata presso i Musei Civici di Palazzo d’Avalos, curando anche la pubblicazione di due interessanti cataloghi. Nell’agosto del 2000 ha poi curato nello stesso spazio culturale vastese una Mostra delle 100 acqueforti dipinte a mano da Filippo e Nicola Palizzi e da altri noti artisti per il volume Usi e Costumi di Napoli di Francesco De Bourcard. Proprio quest’anno ha infine dato alle stampe per i

Amici del Lunario

tipi di Cannarsa il volume Da Palizzi a Cascella, che propone una rassegna dei pittori artisticamente più influenzati dall’opera del grande pittore vastese. Ad Angelo è stato attribuito, in ragione della sua professionalità nel campo del collezionismo artistico, il Premio San Michele 2006.

Li ricette de Za Libbrate L’ACQUA-SALE Uno dei piatti più diffusi nelle case contadine d’una volta, sebbene anche i benestanti non lo disdegnassero, era l’accasále, una zuppa di pane raffermo bagnato e poi condito

(L’Accasàle)

con olio, aglio ed origano (újje, ájje e pelajje). Una vera prelibatezza, che consentiva di utilizzare il pane a dispetto del tempo e di risparmiare evidentemente sulla spesa.

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ahâšte / agosto / august giovedì

16

venerdì

17

Sande Rocche

Sande Settëmie

sabato

18

domenica

Sand’Elene

19

Sanda Sare

No Enzo? No party!

Vecchi Fusti

Enzo Ronzitti è per tutti il cavaliere. Cavaliere per antonomasia. Il padre des fils du chevalier. Per l’istintiva simpatia che riesce ad ispirare e per essere l’animatore di manifestazioni popolari e folkloristiche, è certamente una delle persone più conosciute in città, anche per la sua travolgente passione per il calcio. La voce squillante dalla particolare tonalità, la maniera con cui muove ritmicamente il tamburello napoletano con il quale normalmente s’accompagna, ne fanno il protagonista assoluto, il personaggio, la maschera, delle annuali edizioni de lu Capedànne, la Pasquètte e de lu Sand’Andùnie. Una festa senza il cavaliere, insomma, non è una festa. Come dire, in altre parole e più alla moda: No Enzo? No party!.

Fett’ e Fettarille 8Q VHUYL]LR Pasqualino era apprendista da Paolo Di Bussolo, lu Zannutuìlle. Insaponava, radeva, puliva per terra, spazzolava i clienti, come normalmente fa un ragazzo di bottega in una barberìa. Un bel giorno dice a màšte Pàvele: - Lu mmà’, aj’a j ffà nu survëzie – alludendo chiaramente alla necessità di un bisogno fisiologico. – E vvaje, va’, fijje mé – gli risponde il buon Paolo. Pasqualino andò ma non tornò più, perchè da quel momento scomparve

senza lasciar notizie. Passarono due anni ed un giorno ecco che Pasqualino si ripresenta nella barberia. Pallido, smunto in viso, mal vestito nell’apparente condizione di uno che se la passa proprio male. Mašte Pàvele lo guarda appena, capisce la situazione e senza nemmeno aspettare che quello apra bocca gli dice scherzoso, come se gli anni non fossero passati : – Eh, sbruvugnà’, e ppe ffa ssu servëzie ce si màsse ddù énne ? 87

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ahâšte / agosto / august

34ª summane

lunedì

20

martedì

21

Sande Bernarde

Sande Fabbrézie

mercoledì

22

Sanda Maréjje Riggëine

Campionati studenteschi 1957

Nel recente passato le gare studentesche tra gli istituti della provincia erano una grossa occasione per mettere in mostra le proprie attitudini sportive. Nella foto vediamo la rappresentativa dell’Istituto Tecnico Commerciale che partecipò a Scerni ai

campionati provinciali di corsa campestre. Nella fila in piedi: Spisti, una istituzione nella storia del Commerciale, il prof. Roberti, il prof. Scolavino, Di Gennaro (figlio del farista di Punta Penna) e Ciccillo Fiore; accosciati D’Erme, Garzarella e Di Marco.

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ahâšte / agosto / august giovedì

23

venerdì

24

Sanda Réuse

Sande Bartlummué

sabato

25

Sanda Lucille

domenica

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Sande ‘Lessandre

i l p e rs o n a gg i o

GIANFRANCO BONACCI L’esistenza spesa in viaggio per il mondo come dirigente dell’Agip non ha affievolito il suo interesse per la città in cui è nato e per i problemi che essa presenta, ma lo ha invece stimolato a mettere il bagaglio delle esperienze maturate a disposizione dei concittadini. Dinamico, estroverso, aperto culturalmente come può essere uno che prende ancora adesso l’aereo almeno una volta alla settimana per spostarsi da un canto dall’altro dell’Europa, Gianfranco Bonacci, può vantare una carriera davvero brillante come manager. Laureato in economia e commercio, ha lavorato alle dipendenze dell’Agip salvo che per un breve periodo alla Banca Commerciale Italiana, sino a diventare, attraverso incarichi che lo hanno portato per dodici anni in Africa e per altrettanti in diversi Stati europei, il responsabile di tutta la rete di distribuzione all’estero della Società del Cane a Sei Zampe. Un traguardo davvero prestigioso che ci porta a definire Gianfranco un personaggio davvero interessante.

Nella foto in basso, un giovanissimo Bonacci taglia il traguardo vincendo il campionato regionale di marcia 1958.

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settèmbre / settembre / september

35ª summane

lunedì

27

martedì

28

Sanda Mòneche

Sande ‘Hušteine

mercoledì

29

Sanda Candede

giovedì

30

venerdì

31

Sanda Sabbëine

Sande Marëine

sabato

1

domenica

2

Sande ‘Lpedie

Sand’Eggedie

Settèmbre

Quelle che tojje sèmbre l’arrènne.

Buon Compleanno Gennaro Spadaccini (6) Antonio Nocciolino (6) Evandro Sigismondi (9) Massimo Molino (20) Raffaele Scolavino (23) Carlo Marchesani (24) Piero Falcucci (25) Luigi Cirone (28)

la foto del mese Si snoda allo sguardo la valle amena e ricca che declina verso il litorale azzurro. La campagna prodiga di viti e d’ulivi annuncia la melodia del raccolto che verrà.

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Foto Maurizio Smargiassi

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settèmbre / settembre / september

36ª summane

lunedì

3

martedì

4

Sande Durutué

Sanda Rosalie

mercoledì

5

Sanda Riggëine

La cantina del buon vino

La Cantina Cooperativa San Michele è un altro bel biglietto da visita di Vasto. Il vino che imbottiglia, nella vasta gamma dei montepulciano, trebbiano, chardonnay e cerasuolo, si trova ormai nei migliori ristoranti della Penisola e non sfigura affatto nel confronto per qualità e prezzo con quello prodotto in altre zone della Regione. Quest’anno presenta, inoltre, una riserva speciale di Montepulciano, il Principe San Michele 2003, che farà senz’altro la gioia dei palati più raffinati. Un traguardo che esalta l’impegno profuso dal Consiglio d’Amministrazione, guidato dal prof. Antonio Nocciolino, che conferma la professionalità e gli sforzi degli enologi che prestano assistenza tecnica ai coltivatori e che entusiasma ed accresce l’interesse dei 420 soci, i quali conferiscono ogni anno circa 130.000 q.li di uva, raccolte in 600 Ha delle campagne vastesi.

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settèmbre / settembre / september giovedì

6

venerdì

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Sanda Eve

Sande Sticchenicchje

sabato

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Cand’è nate Sanda Maréjje

Vasto

9

domenica

Sanda Sarafëine

sul Passo di San Boldo

Dal poggio osservo il declivio verso il mare, la spiaggia, il limpido cielo, l’ampia distesa lussureggiante, il treno dei ricordi, colline e paesi lontani. Prodiga la natura, partecipe del tuo destino, del tuo fascino.

Da Venezia ci è pervenuta questa foto del 1962 che ritrae Nino D’Erme mentre scatta sulla salita del Passo San Boldo (in provincia di Belluno) a 1,5 km dall’arrivo. 93

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settèmbre / settembre / september

37ª summane

lunedì

10

martedì

11

Sanda Nichëule da Tulundëine

Sanda Ggiacënde

mercoledì

12

Sande Guide

L’Icona

Luigi Martella

Pittore, architetto, insegnante, ha lasciato un ricordo di infinita bontà in quanti lo conobbero. Ma è ingiusto che egli sia dimenticato come pittore. Con queste parole Giorgio Pillon lanciava su un quotidiano della Capitale un appello agli amici abruzzesi per riscoprire insieme un vero artista. Era il 1976 e quel richiamo non restò inascoltato, perché di lì a poco si formò un Comitato Organizzatore per le manifestazioni in onore di Luigi Martella, che nel volgere di qualche anno diede vita ad una rassegna dedicata al pittore vastese, prematuramente scomparso, con relativo catalogo.Sono passati venticinque anni da quella mostra e l’appello a ricordare Luigi Martella ci sembra ancora, forse ancor più, attuale. Lo facciamo con altre parole tratte dal profilo artistico che ne fa Pillon su quel catalogo: “Sono convinto che la “riscoperta” di Martella, quale artista, sarà una sorpresa[…] Fino ad oggi, infatti, tutti noi abbiamo sempre pensa-

to che Gino […] non sia mai stato toccato dal tormento di evoluzioni e di involuzioni.[…] Invece, non solo aveva visto, osservato, capito tutto, ma aveva “digerito” esperienze artistiche che altri avevano palesemente e, forse, maldestramente copiato, cioè soltanto imitato”.

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settèmbre / settembre / september giovedì

13

venerdì

14

Sande Lebborie

Sande Crescenze

sabato

15

La Madonne de le Sette Dilïure

domenica

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Sande Cipriane

Il Premio San Michele

Arrivato alla X edizione, il Premio San Michele è stato attribuito quest’anno alle seguenti personalità: al jazzista Angelo Canelli (alla memoria); a Gaetano Cinquina per i brevetti di chimica industriale; a don Stellerino D’Anniballe e alla sua TRSP; alla scrittrice Gabriella Izzi Benedetti; al prof. Gianni Oliva; al produttore cinematografico Mario Orfini; al gen. Gianfranco Rastelli; al campione europeo di boxe Domenico Urbano; al perito d’arte Angelo Ricciardi; ai Salesiani per la loro attività educativa. 95

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settèmbre / settembre / september

38ª summane

lunedì

17

martedì

18

Sande Robberte

Sanda Sufuëje

mercoledì

19

Sande Gennere

giovedì

20

venerdì

21

Sanda ‘Usebbie

Sande Mattè

sabato

22

Sande Maurëzie

domenica

23

Sande Lëine

Un ebreo vittima delle leggi razziali Le leggi razziali del 1938, che escludevano gli ebrei dagli incarichi pubblici, benché non avessero prodotto nessun tipo di allarme sociale nella società vastese, per il semplice fatto che non esisteva nessuna comunità ebraica in città, una vittima illustre tuttavia la fecero. Per quanto poche notizie vi siano al riguardo e tutte assunte oralmente, a esserne colpito fu il prof. Bedarida, primario del reparto di Medicina presso l’ospedale cittadino, il quale venne raggiunto da un provvedimento che lo escludeva dall’esercizio della professione in una struttura sanitaria pubblica. Il Bedarida lasciò l’incarico e la Città e si trasferì in seguito, almeno così si dice, negli Stati Uniti. 96

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1 Agosto 1566. Il terrore viene dal mare Le poche, frammentarie notizie di cui disponiamo della feroce incursione turchesca sulle coste abruzzesi e molisane del 1566 sono forse la dimostrazione di una rimozione che s’è voluta operare dell’avvenimento dalla memoria collettiva. Le uniche fonti di cui disponiamo testimoniano di una sorta di cataclisma che salendo dal mare, esattamente come uno tsunami, lasciò dietro di sé una risacca di sangue e di morte. È il 1 agosto del 1566, quando le vele nere delle galee e degli sciabecchi saraceni compaiono all’orizzonte davanti alla costa vastese. Assetati di sangue e di bottino le soldataglie turche, che avevano già messo a ferro e fuoco il giorno prima Francavilla, Ortona e San Vito, sbarcano sulla spiaggia, senza dare il tempo di organizzare una difesa e risalgono sino alle mura della Città. È un’orda incontenibile dalle fogge e dai colori più strani quella che travolge in un attimo la debole resistenza intorno a Porta Catena ed a Porta Palazzo e che dilaga nelle stradine di Santa Maria, casa dopo casa, sino al Castello ed al Palazzo dei d’Avalos, non risparmiando nessuno sul cammino. Ben presto al rumore dei ferri da battaglia ed agli scoppi dei moschetti ed alle urla degli uomini e delle donne, dei bambini, s’aggiunge il crepitio delle fiamme che s’innalzano dalla Chiesa violata e dalla residenza del feudatario. Per l’intera giornata i turchi saccheggiano indisturbati, padroni assoluti della Città, e quando si ritirano lo spettacolo è tragico: duecento i morti, centocinquantanove i cittadini fatti schiavi, distrutto il castello, privato dei cinquanta pezzi d’artiglieria, incendiato il palazzo marchesale ed i conventi di Sant’Agostino (oggi San Giuseppe), di San Francesco d’Assisi (oggi San Antonio), dell’Annunziata (oggi Santa Filomena), di Santo Spirito, di Sant’Onofrio e le chiese di Santa Maria Maggiore, di San

Pietro, di Santa Maria in Valle, nei pressi di Santa Lucia, e di Santa Maria delle Grazie. L’incursione, studiata come diversivo prima di sferrare l’attacco alle Isole Tremiti, vero obiettivo militare della flotta guidata da Piaily Pascià e Mustafà Pascià, in quanto ritenuta una possibile testa di ponte per la conquista del Regno di Napoli, soprattutto dopo il fallito assedio di Malta dell’anno prima, lascia la Città nel completo abbandono e per circa un anno i superstiti, sia per il terrore che ancora avevano addosso che per la convinzione di non essere stati protetti dalle milizie del Re, si ritirano a vivere nelle campagne circostanti, tanto che, come si ricava dal Libro dei battezzati di Santa Maria, per tutto quell’anno e sino al 12 gennaio del 1567 non si battezzò per lo scasamento, per li turchi che abbruciarono la Terra, e si comenzò a battezzare in questo dì che tutta la gente si trovava foro del Guasto, che sì iniqua per l’abbruciamento predetto, si lassò lo annotare, perché non si abitava. Soltanto molti mesi dopo la sciagura i cittadini rientrano nelle mura, incoraggiati probabilmente dal diverso atteggiamento del governo spagnolo, rappresentato dal vicerè duca d’Alcalà, il quale, a partire dal 1568, munisce il litorale adriatico intorno a Vasto delle torri di guardia dell’Asinella, del Sangro, di Petacciato e della Sinarca e potenzia quella della Penna, che probabilmente era già esistente all’epoca della scorreria turca, come sembra evincersi dalla carta nautica di Piri Re’is del 1564. Una curiosità: dei centocinquantanove vastesi tratti in schiavitù, soltanto uno, a quanto risulta, ritorna in patria ed è il vecchio don Onofrio Troiano, sacerdote del capitolo di San Pietro, riscattato sei mesi dopo per 24 zecchini veneziani in Alesio, l’attuale Lesh, in Albania. 97

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settèmbre / settembre / september

39ª summane

lunedì

24

martedì

25

Sande Pacëfeche

Sande Sérge

mercoledì

26

Sande Coseme e Damïane

Non si può dire che non si facesse cultura in questa città. E con che rigore e modernità. Alle 8 precise del mattino e con l’ausilio di un rivoluziionario proiettore.

Fett’ e Fettarille 0DO FRPXQH Due amici s’incontrano ed ognuno racconta all’altro i suoi guai familiari ed economici. Al primo è accaduto che la moglie l’ha lasciato portandosi dietro i figli ed i gioielli, al secondo che l’ufficiale giudiziario gli ha

sequestrato i mobili di casa. Il colloquio va avanti per circa un’ora e si chiude alla fine con questa considerazione consolatoria: - póvere so jè, póvere sì ttì e mò jame pe’ llemosine tutt’e

ddì…

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settèmbre / settembre / september giovedÏ

27

venerdĂŹ

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Sande Terrenzie

Sande Fauste

sabato

29

domenica

Sande MicchĂŠle Patrone de lu UaĹĄte

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Sande Gelòrme

Pasquale e Antonio. I fratelli Raspa.

Amici del Lunario

Sempre insieme come i Dioscuri, i fratelli Raspa fondano la loro impresa artigianale nel 1972 partendo come decoratori d’interni. La costante attenzione all’aggiornarmento sulle tecniche di decorazione e la competenza acquisita permette loro nel 1981 di integrare l’originaria attivitĂ con quella di maestri corniciai. L’impegno quotidiano diventa momento di incontro con artisti e galleristi, per i quali la cornice rappresenta un valido ausilio per la valorizzazione delle opere pittoriche e grafiche. Il 1987 li vede specializzarsi nella messa in opera di moquettes, nei tendaggi e nell’arredamento di interni. In questi 35 anni di gratificante percorso professionale hanno ricevuto premi e riconoscimenti, ma la piĂš grande soddisfazione è stata di aver collaborato a molte iniziative culturali. 24 Settembre 1952. Muore il cav. Guglielmo Guzzetti. Dopo aver IUHTXHQWDWR FRPH DSSUHQGLVWD OD WLSRJUDÂżD Zaccagnini, fonda la casa editrice “Arte della

Stampa�, che si pone all’avanguardia dell’arte JUD¿FD LQ FRQFRUUHQ]D FRQ OD ODQFLDQHVH Carabbba e la casalese De Arcangelis. 99

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uttabbre / ottobre / october

40ª summane

lunedì

1

martedì

2

Sanda Trisëine de Ggisì

Sande Remegie

mercoledì

3

Sande Mudešte

giovedì

4

Sande Frangische Punto di stella

venerdì

5

Sande Sande

sabato

6

domenica

Sande Brune

7

la Madonne de lu Rusuarie

Uttàbbre

Vëine e ccandëine sére e mmatëine.

Buon Compleanno Gennaro Strever (14) Ilaiza Tagliente (14) Domenico Zambianchi (16) Gaetano Ciancio (17) Enzo Ronzitti (20) Rino Piccirilli (21) Gino Marcello (21) Camilla e Vittoria Febbo (24) Pino Jubatti (30) Bozzelli Nicola (31)

la foto del mese La foto è d’una naturalezza davvero incredibile: il battito delle ali dei gabbiani in volo ed il movimento delle onde che si dissolvono sulla battigia conserva un movimento ed una velocità tale che sembra di sentire anche il rumore dell’acqua e lo stridìo degli uccelli.

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uttabbre / ottobre / october

41ª summane

lunedì

8

martedì

9

Sande Scimàune

Sanda Sare

mercoledì

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Sande Ciatté

Zi’ Culícce e Zi’ Libbirtëine Personaggi radiofonici inventati ed interpretati rispettivamente da Ezio Pepe e Pino Jubatti, Zi’ Culîcce e Zi’ Libbirtëine hanno per anni allietato con gag in puro dialetto vastese gli ascoltatori di Tele RadioVasto, emittente ancor’oggi in attività. Il contributo da loro dato al recupero della parlatîre paisáne è stato importante, così come il raccordo culturale

operato con la comunità vastese in Australia, nel segno della coerenza con il motto da loro coniato: ‘nghi Zi’ Culîcce e ‘nghi Zi’ Libbirtëine schinénze l’Australie t’arbicëine. Nel fotomontaggio, significativamente riuniti Ezio Pepe, Pino Iubatti e Nicola Giangrande, l’ultimo grande cantore delle Štorie di Carnevale.

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uttabbre / ottobre / october giovedì

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venerdì

12

Sande Sandëine

Sande Serafëine

sabato

13

domenica

Sande ‘Duarde

Alla Regia Scuola Tecnica Ecco il risultato degli esami della sezione autunnale della nostra fiorentissima scuola tecnica “Gabriele Rossetti”. Alunni promossi alla 2ª classe: Cancellieri Alberto, Canci Gennaro, Del Borrello Quirino, Giosa Angiolina, Laccetti Pietro, Luzzi Demetrio, Manes Costantino, Mattei Enrico, Perla Luigia, Potente Filippo, Sciarretta Edmondo, Tiboni Raffaele. Alunni promossi alla 3ª classe: Bonacci Lydia, Canci Giuseppe, Cesaretti Cesare, D’Amato Ines, Del Prete Olga, De Risio Alterisio, Di Pietro Federico, Ercolano Grazia, Graziano Pasquale, Ianelzi Edmondo, Losito Raffaele, Malatesta

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Sanda Furtunüate

22 ottobre 1917

Consiglia, Marcotullio Francescopaolo, Palombo Angelo, Perla Elena, Ronzitti Francescopaolo, Russo Luigi e Spinelli Rocco. Alunni licenziati: Auriemma Gaetano, Benedetti Lisa, Ciotti Angiolina, Della Porta Giovanni, Di Rosso Luigi, Galante Giuseppe, Gasbarro Umberto, Lo Vasco Elena, Madonna Luigi, Mariani Gemma, Rapino Luigi, Romani Francesco, Santarelli Cristinziano, Trivelli Vittorio, Cieri Maria Margherita (privatista). Ammessi alla 2ª classe: Bonacci Nicola, Forte Elisabetta, Lanzi Giuseppe, Madonna Giovanni, Merlino Vincenzo.

Li ricette de Za Libbrate ZUPPA DI TELLINE O ARSELLE Una ricetta povera marinara Ingredienti: 2 kg. di telline (zzirre zirre) o arselle, due spicchi d’aglio; vino bianco secco; 300 gr. di pomodori pachino; prezzemolo, olio d’oliva, acini di pepe e pane tostato.

(Zzirre zirre ‘n vròte)

Preparazione: Mettete in padella l’aglio e l’olio ed aggiungete le telline, in precedenza ben lavate, e quindi il pepe, il vino, il prezzemolo ed i pomodori a pezzetti. Coprite il tegame e fate cuocere finchè le telline saranno aperte. Servite caldo in piatti fondi con il brodo di cottura. 103

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uttabbre / ottobre / october

42ª summane

lunedì

15

martedì

16

Sanda Trèse

Sanda Marecarëite

mercoledì

17

Sande Ruduolfe

Antonio Natarelli

Vecchi Fusti

Riuscite ad immaginare il porto di Punta Penna senza Antonio Natarelli? La domanda potrebbe apparire retorica, ma non lo è, perché nel porto lui è onnipresente in ogni ora del giorno e della notte e perché ha fatto di esso la sua ragione di vita. Armatore, pilota, collaudatore, pescatore sin dall’età giovanissima, è diventato una specie di istituzione riconosciuta, il rappresentante stesso, insomma, della marineria vastese, della quale si sforza, con l’aiuto dei figli, di conservare e trasmettere alle nuove generazioni i valori, le tradizioni e la cultura. Un tipo “tosto”, di poche parole e di molti fatti, legatissimo alla famiglia, che dà senza chiedere mai, abituato a cavarsela sempre da solo, come fanno appunto i marinai.

Fett’ e Fettarille )LORGUDPPDWLFL Don Paolo Martone era un tipo davvero simpatico, dalla battuta fulminante. Si racconta che durante una rappresentazione al Rossetti di un dramma nel quale aveva il ruolo di protagonista, dovendo cadere a terra

fucilato, come la parte richiedeva, e non vedendo lo spazio necessario, si rivolse all’altro attore, Carmine Ragni, già disteso sulle tavole del palcoscenico bisbigliando: - Carminù’… Carminù’, scànzete ch’aja murë pure jà!

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uttabbre / ottobre / october giovedì

18

venerdì

19

Sande Lìuche

Sanda Lauratte

sabato

20

domenica

Sanda ‘Delëine

21

Sand’Ursulëine

il personaggio

ITALO IAMMARINO Riesce come pochi a disegnare sulla carta e sulla tela Italo Iammarino, vastese verace, erede della grande tradizione pittorica figurativa cittadina e nipote di don Salvatore Pepe. La sua arte è rivelatrice di una inquietudine interiore e del tormento di una continua ricerca stilistica. Ha frequentato, nel periodo della giovinezza trascorso a Roma, ambienti e circoli di artisti nei quali ha avuto l’occasione di avere contatti con i protagonisti della vita culturale degli anni sessanta. E’ stato direttore artistico del Teatro Rossetti, contribuendo attivamente alla rinascita di quella istituzione culturale. Sue opere figurano in prestigiose collezioni private e pubbliche.

Modi di dire

M’àjj’abbuttáte. Mi son stufato, annoiato.

Si ccòjja còjje. Se riesce riesce, se coglie coglie. Méne sètte pi ccòjje otte. Dice una cosa per un’altra, intende un’altra cosa. 105

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uttabbre / ottobre / october

43ª summane

lunedì

22

Sande Dunüate

martedì

23

Sande Giuvuanne de Capeštrane

mercoledì

24

Sande Raffajele

Fett’ e Fettarille /D KDWWH H OD EEjUVH GHOO·jFFD FjOOH Giovanni, un povero contadino della campagna vastese, è disperato. Fa tanto freddo nel vecchio casolare e non c’è abbastanza legna al camino per tener calda tutta la famigliola. Anche la borsa per l’acqua calda, che normalmente si porta nel lettone dove si stende con moglie e figli, è bucata. Che fare? La prima idea che gli viene in mente è di andare dal compare Pasquale, che non sta meglio di lui, per chiedergli in prestito una borsa d’acqua calda. – Eh, cumbuà, la bbàrsa dell’àcca càlle? E cchi tti le dà? A la casa mà tinàme la hatte pe’ ‘ssu fàtte – gli risponde questi. – La hatte? – esclama meravigliato Giovanni – ma veramende ssti dëce? Senza stare tuttavia a fare troppe domande, chiede in prestito il gatto e se ne torna a casa, assicurando che l’avrebbe restituito la mattina dopo. L’indomani però non torna, come aveva promesso. Passa addirittura

mezzogiorno e non si vede, né lui, né il gatto. Preoccupato, Pasquale si reca da lui e trova davanti a sé uno spettacolo difficile da descrivere: il mobilio fuori posto, le stoviglie sparse sul pavimento e, chi a terra e chi sul letto, sanguinanti tutti i membri della famiglia ed il suo gatto, con il pelo arruffato e gli occhi fuori dalle orbite, ritto sul tetto dell’armadio. Giovanni, in particolare, mostra profonde graffiature sul viso e la camicia tutta strappata. – Ca succèsse, cumbuà’, lu traméute? Pecchè tutte ‘ssu dammàjje? – gli domanda preoccupato. - Chi scì ‘mbése! Ma chi mi si dàte, ‘na hatte sfurijàte e ‘ngifrijète? - gli spiega Giovanni, maledicendo lui ed il gatto – Ha succésse ca cande j ‘aje màsse lu muttàlle a lu chîule ha ‘ccumenzàte a strillà gne ‘nu porce a lu scannatàre… ‘N ti diche ca succèsse doppe, canda j’aje màsse pure l’àcca càlle.

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uttabbre / ottobre / october giovedì

25

Sanda Grazie

venerdì

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Sand’Umbüerte

sabato

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domenica

Sande Crispëine

Sande Taddè

Una conferenza a Vasto L’avv. Roberti Roberto, incaricato dal Comitato centrale di propaganda ed assistenza, cui è preposto l’on. Ministro Comandino, di tenere un ciclo di conferenze nell’Abruzzo, ha parlato ieri sera a Vasto nel teatro Rossetti sul tema: Resistere. Nel suo discorso improvvisato con bella vigoria, l’oratore ha ricordato i precedenti e le origini della guerra, dimostrando con tale indagine, come l’intervento dell’Italia fosse inevitabile. La guerra quindi appare come una magnifica necessità, alla quale ciascuno deve dare il massimo contributo: non si combatte solo al fronte, anche le popolazioni civili possono e debbono fare opera di guerra dando al Governo la maggiore energia di fede e di disciplina. Dopo due anni di sforzi eroici, il dovere essenziale i questo momento è di resistere appunto per valorizzare l’opera compiuta e per non dove-

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18 ottobre 1917

re accettare la pace tedesca che cerca d’insinuarsi nelle popolazioni come un serpe velenoso. Niente di tutto quello che si compie oggi sarà fecondo di opere di restaurazione sociale, come il maggiore incremento delle industrie, l’agricoltura portata al massimo sviluppo; la emigrazione, non più il commercio di braccia, ma scambio di intelligenze operose. Alla fine del suo dire, l’avv. Roberti venne salutato dal numeroso uditorio con un caldo e nutrito applauso. Il sindaco comm. Nasci ha poscia inviato il seguente telegramma al Ministro Comandino: “ Cittadinanza vastese dopo ascoltata vibrante parola avvocato Roberto Roberti, presenti on. Ciccarone, autorità civili, militari riafferma V.E. mirabile interprete anima nazionale, incrollabile fede vittoria”.

Modi di dire

Mi si ‘bbuttáte … Mi hai scocciato, rotto le scatole.

Mátte Crë!te ‘m mén’ a li Tîrche. Sbagliar proprio indirizzo, far cattivo uso d’una cosa. 107

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nnuvembre / novembre / november

44ª summane

lunedì

29

martedì

30

Sand’Unurüate

Sanda Duruté

mercoledì

31

Sande Quindëine

giovedì

1

Tutte li Sende Punto di stella

venerdì

2

L’Alme di li Murte

sabato

3

domenica

Sande ‘Ggisarie

4

Sande Carle Burrumué

Nuvèmbre

Nu fijàure e nu punzîre ogne ttande pùrtele a lu quambesànde.

Buon Compleanno Olivieri Enrico (1) Graziano Marcovecchio (7) Renato Cannarsa (11) Manuele Marcovecchio (13) Italo Radoccia (15) don Stellerino D’Anniballe (19) Vecchiotti Antonio (23) Vittorio Tagliente sr. (23) Gianni Petroro (28)

la foto del mese “La luce del crepuscolo attenua: ed agli inquieti spiriti è dolce la tenebra”. La serenità che ispira il mare all’imbrunire della giornata influisce anche sullo stato d’animo di poeti disperati come Dino Campana.

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Foto Maurizio Smargiassi

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nnuvembre / novembre / november

45ª summane

lunedì

5

martedì

6

Sande Giude

Sande Faušte

mercoledì

7

Sand’Ernešte

giovedì

8

venerdì

9

Sande Guffrede

Sanda Déure

sabato

10

Sanda Germane

domenica

11

Sande Martëine

OVER THE RAINBOW LA GUERRA È FINITA Questo il titolo della rivista musicale, in pure stile hollywoodiano, messa in scena al Politeama Ruzzi da un’improvvisata compagnia di giovani studenti in piena occupazione alleata. È l’agosto del 1944, il fronte s’è spostato a nord e si sente il bisogno di tornare a cantare dopo mesi di terrore e di paura. Over the rainbow, spettacolo con tanto di canzoni e balletti, ha come organizzatore Rocco Baccalà e regista Marcello Martone. Interpreti: Franz Ritucci Chinni, Tonino Ciancio, Ciccillo Murolo, Carluccio Galante, Elena Cardone, le sorelle Tenaglia, Marisa Pisarri, Maria Cristina Bile, Elvira Turbato. La scenografia è curata dal professor Martella, assistente di scena, Aldo Martone, direttore d’orchestra. Aniello Polsi. 110

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La magnifica corte del marchese Cesare Michelangelo è l’unico Marchese del Vasto che abbia dato alla capitale del suo feudo uno spessore e un’apertura europea portando alle estreme conseguenze l’ideologia avalosiana incentrata sulle figurazioni dell’eroe, della festa, della stirpe. La sua opzione filoasburgica nella guerra franco-austriaca lo porta a Vienna, dove rimane esule fino al 1713, ricevendo dall’Imperatore titoli e onorificenze (Toson d’Oro, Maresciallo di campo, Principe del Sacro Romano Impero) e i privilegi di battere moneta, di rendere Vasto Città e di ricostituire la Diocesi. Quando il Marchese rientra da trionfatore nel suo feudo, Vasto diviene il centro di una abile attività diplomatica intessuta a livello europeo. Cesare riunisce nel palazzo marchionale, in una vita di corte adeguata alla potenza raggiunta, i borghesi da lui nobilitati (Ricci, Trivelli, Griggis, Sabelli, Amblingh). Nella quadreria del Palazzo (1706) sono presenti pittori di livello mondiale: Barocci, Bassano, Carracci, de Ribera, Durer, Giordano, Reni, Rosa, Rubens, Tiziano e Veronese. La delega imperiale del 23 novembre 1721 per la consegna del Toson d’Oro a Fabrizio Colonna consacra l’adesione dell’aristocrazia romana alla politica imperiale e suggella la pax austriaca e la potestas marchionale. L’intellettuale A. P. Berti, dal 1720 nel Collegio vastese della Madre di Dio, è il “regista” dei leggendari festeggiamenti. La collazione che avverrà nel centro adria-

tico con i suoi cerimoniali, la teatralità nell’orditura dei cortei e i trionfi scenografici e venatori evidenzia una strategia dello spettacolo in cui palazzo d’Avalos e la città intera diventano teatro della rappresentazione. Nel 1707 per l’occupazione di Napoli – e analogamente nel 1713 per il ritorno dell’esule - a Vasto il popolo assapora un mese di bagordi con botti, luminarie, balli e canti, rinfreschi, – un tal mastro Rocco Muzii costruisce una fontana da cui sgorga ininterrottamente vino – fuochi d’artificio, cuccagne e “cavallerie”. Per la classe altolocata sono allestiti concerti musicali, rappresentazioni teatrali – come la Merope Maffeiana – e pubbliche accademie di Teologia e Politica. Gli interventi, soprattutto edilizi, di quel periodo trasformano il volto urbano con la costruzione di edifici, l’apertura di strade, il restauro di muraglie e torri, il ripristino dell’acquedotto. Si restaura il Monastero di S. Spirito, si ricostruisce la Chiesa di S. Francesco da Paola (1713-1719) e si amplia il convento di S. Chiara. Particolare attenzione si pone alle ville di campagna - ristrutturandole al Frutteto, a S. Sebastiano e alla Penna e edificandole ex novo a S. Lucia, alla Canale, a Montebello e a S. Lorenzo – al fine di utilizzarle per ospitare la nobiltà che transita nei domini marchesali. Con la morte del mecenate – avvenuta nel 1729 – si chiude questo periodo di splendore cittadino. 111

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nnuvembre / novembre / november

46ª summane

lunedì

12

martedì

13

Sande Giusaffátte

Sande Bonomme

mercoledì

14

Sande Giuquànde

Gli affreschi di Amerigo Mazzotta in San Paolo All’interno della Parrocchiale di S. Paolo Apostolo, progettata dall’architetto Fallani, sono conservate diverse opere d’arte. La più significativa, compiuta nel 1998 dal parmense Amerigo Mazzotta, è posta nella zona absidale. Il grande affresco di 100 metri quadri, tecnica monocromo a sanguigna, raffigura San Paolo che parla all’Areopago di Atene. Il volto dell’apostolo è un autoritratto dell’artista e tra gli ascoltatori dell’annuncio sono raffigurati alcuni contemporanei come don Luigi Giussani e il poeta Giovanni Testori. L’affresco documenta, in modo realistico, la varietà di atteggiamenti e reazioni di fronte alla proposta cristiana. Sulla base, lateralmente, sono raffigurati i simboli dell’apostolo: la colonna, il libro e la spada. Mazzotta nasce artisticamente con l’esposizione pesarese del 1962; si trasferisce poi a Firenze dove partecipa da universitario ai fermenti di quegli anni e nel 1968 decide di dedicarsi interamente alla pittura. Nel 1982, con la pittura murale a sanguigna “La battaglia di Lepanto” di Segrate, inizia un percorso di collaborazione con architetti e artisti che lo porta a dipingere in più di 20 chiese in tutta Italia. In collaborazione con lo studio Iride lascia in Sicilia tracce della sua arte. Nella sua opera più importante del 1997, nella chiesa di S. Giuseppe ad Oswiecim raffigura la storia di un’Europa che passa al Terzo millennio attraverso il sacrificio di due guerre e il martirio dei campi di concentramento nazisti e dei gulag comunisti. 112

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nnuvembre / novembre / november giovedì

15

venerdì

16

Sande ‘Libberte

Sanda Marecarëite

sabato

17

domenica

Sanda Sabbette

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Sande Crištejìane

Associazione Combattenti e reduci Manifesto celebrativo dell’Associazione Combattenti e Reduci. In ordine rigorosamente gerarchico il Re il Duce, i duchi della vittoria il Direttorio, gli ufficiali, i decorati, i mutilati e gli aderenti. Non viene usato il semplice elenco nominativo, ma ad esso viene associata l’immagine fotografica come nuovo mezzo di comunicazione di massa.

L’ha fatte cùcchie cùcchie. L’ha fatto a pezzi.

Modi di dire

I puzze li dëte. Letteralmente, gli puzzano le dita, cioè è un ladro, un cattivo soggetto. 113

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nnuvembre / novembre / november

47ª summane

lunedì

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martedì

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Sanda Tëlde

Sand’Uttavie

mercoledì

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Sande Diàghe

L’Icona

Vincenzo Di Lanciano

Un tipo tenace che ha saputo superare le avversità della vita con forza d’animo e chiarezza di idee e che ha certamente dato un contributo alla crescita dell’informazione. Il 2 dicembre 1931 inaugura in piazza Diomede la prima edicola per la rivendita dei giornali. In seguito si trasferisce in corso de Parma e apre altri punti vendita nel centro.

Collabora con i colleghi della stampa vastese ricevendone ripetuti attestati di stima e di simpatia. Nella foto, che risale al 1961, lo vediamo festeggiato nel trentennale di attività, dai giornalisti Fanghella, Raspa, Catania, Catalano, Del Greco e Recinelli.

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nnuvembre / novembre / november giovedì

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venerdì

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Sanda Cecëlie

Sande Clemende

sabato

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Sanda Flére

Lucio Moscato S’è fatto tutto da solo Lucio Moscato, arrivando dove pochi riescono ad arrivare. Titolare della Fondam, azienda che opera con successo nel settore metallurgico, è uno degli industriali di punta del comprensorio vastese ed uno dei più dinamici certamente del-

domenica

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Sanda Catarëine Crëšte Rrà

Amici del Lunario l’intera Provincia di Chieti. Appassionato di sport e di calcio, in particolare, si è a più riprese direttamente impegnato nella gestione della Pro Vasto, di cui è da due anni, insieme a Mimmo Crisci, l’esponente di punta e l’organizzatore per eccellenza.

1 Dicembre 1923

La festa degli alberi

Ad iniziativa del locale R. Commissario nella scorsa domenica, alle ore 10 antimeridiane è stata solennemente celebrata la Festa degli Alberi al Viale della Rimembranza. Tale festa che si sta celebrando in tutti i paesi dell’Italia nuova conformemente ad appello diramato dal Governo nazionale, è riuscita ancora più solenne dato il luogo sacro in cui essa si è svolta. Al numeroso e scelto pubblico che intervenne alla cerimonia, a cui si univano tutte le associazioni patriottiche e cittadine con i loro vessilli nonché una larga rappresentanza delle scuole parlarono con acconcie ed elevate parole il Regio Commissario cav. Perdisa e il maestro Filippo Del Greco entrambi applauditissimi.

Al Teatro”Rossetti”

Non è ancora compiuto un mese dacchè la compagnia Papa-Paganini ha lasciato le scene del nostro comunale che già s’annunzia l’arrivo della primaria Compagnia drammatica italiana Renzi-Gabrielli per il 30 p.v. L’impresa Martone ha lanciato un invito al pubblico perché accorra numeroso ad assistere ai capolavori artistici del repertorio della detta Compagnia: io credo che questo appello sia inutile perché nessuno certo vorrà privarsi di tale scelto godimento. Nell’additare al pubblico la fervida ed operosa attività della impresa le formuliamo da queste colonne l’augurio più caloroso perché i suoi sacrifici vengano coronati da prossimi successi. 115

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decèmbre / decèmbre / december

48ª summane

lunedì

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martedì

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Sande Lunuarde

Sande Virgëlie

mercoledì

28

Sande Giácheme

giovedì

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venerdì

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Sande Saturnëine

Sand’André

sabato

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Sanda ‘Ligge

domenica

2

Sanda Bibbïane

Decèmbre Chiane chiane vë’ Natale.

Buon Compleanno Peppino Baiocco (2) Franz Ritucci-Chinni (3) Angelo Di Marco (11) Silvio Petroro (11) Lucio Moscato (12) Antonio Prospero (13) Emilia D’Adamo (21) Gianni Quagliarella (27) don Antonio Bevilacqua (31)

la foto del mese Le belle forme del Vanvitelli, l’eleganza sobria, la purezza delle linee architettoniche viste in una prospettiva che si proietta verso l’alto, quasi in preghiera. La Chiesa della Madonna del Carmine è davvero un monumento esemplare.

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Foto Maurizio Smargiassi

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decèmbre / decèmbre / december

49ª summane

lunedì

3

martedì

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Sande Frangische Saverie

Sanda Barbere

mercoledì

5

Sande Vasse

La F.C. Pro Vasto 2006/2007

1 dicembre 1922. 6¶LQDXJXUD OD ¿OLDOH YDVWHVH GHOOD Banca Agricola Italiana. In città sono già in funzione altri cinque sportelli: della Banca Abruzzese,

del Banco di Roma, del Credito Adriatico, della Banca di Campobasso e della Banca Meridionale.

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decèmbre / decèmbre / december giovedì

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venerdì

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Sanda Nichële de Bbare

Sand’Urbane

sabato

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domenica

la Cungiuzïane

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Sanda Valerie

Fett’ e Fettarille 5RVVR R QHUR"

Interno della chiesa di San Pietro negli anni Venti

1922. L’Italia è attraversata da un’ondata di conflittualità politica senza precedenti, caratterizzata da frequenti scontri tra fascisti e socialcomunisti. Vasto non resta fuori da questo clima politico, seppur il livello di lotta resta, per fortuna, sempre nei limiti della correttezza civile. Qualche episodio riferito a quel periodo, almeno per come c’è stato riportato, è rivelatore anche di un particolare senso dell’umorismo attraverso il quale i vastesi filtravano gli avvenimenti di quei giorni, alla vigilia della Marcia su Roma. Significativo quello accaduto ad un tale, noto per l’iniziale ambiguità ma in seguito diventato fascista tutto d’un pezzo, il quale, fermato di notte mentre rincasava da fascisti mascherati, venne minacciosamente così apostrofato: - Nì sème rìsce e ttì, cchi ssì ? Nàire u ràscie? - Jè? ja sso’ cchiù rràscie de li Fratìlli de li Muànte! - Ah, dilinguènde, allàure ssì ràscia e no’ nàire. Ti sème ‘ncappate, finalmende… E questi di rimando, senza scomporsi: - Ah vrittacchièine! Mò ve sso’’ppurète. Avè’dëtte a ssà manìre pe’ ssapá si vvi sète nëire gna sso’ nàire jè. 119

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decèmbre / decèmbre / december

50ª summane

lunedì

10

martedì

11

la Madonne de Lurète

Sande Sabbëine

mercoledì

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Sanda Amalie

i l p e rs o n agg i o

NICOLA STIVALETTA Artista autentico, cantore della vastesità nel solco della continuità con l’opera avviata dall’indimenticabile maestro Aniello Polsi, al quale non a caso è intitolato il Gruppo folkloristico di cui è stato il fondatore e di cui resta l’animatore e l’instancabile direttore dal 1983, Nicola Stivaletta ha il grande merito di aver rinverdito nella memoria dei vastesi i canti e le melodie della tradizione e di aver portato in giro, anche tra gli emigranti del Belgio, le espressioni più belle dell’anima e della cultura della nostra Comunità. Musicista e compositore egli stesso, ha messo in note versi di Nicola Del Casale, Adelio Tilli, Ezio Pepe, Di Benedetto, Fagiani, D’Aquino, Spitilli, Merletti, cimentandosi infine lui stesso con successo anche

Póche ci allîssce. Ci vede poco. ccuscì’ ‘ccuscè. Così così.

di critica nella scrittura dei testi, autentiche liriche in vernacolo, che ha di recente voluto raccogliere in un volume dal titolo Lu tempe passe senza pietà, edito da Cannarsa.

Modi di dire Sàcce jë cchi tínghe ‘n gurpe. So io cosa provo dentro.

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decèmbre / decèmbre / december giovedì

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venerdì

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Sanda Lucëie

Sande Giuvuanne de la Crauce

sabato

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Sanda Silvia

domenica

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Sand’Adelaide

Campione d’Europa È vastese il campione d’Europa dei pesi piuma e si chiama Domenico Urbano, classe 1976. Ha conquistato il titolo il 3 agosto del 2004 in un combattimento con lo spagnolo Manuel Calvo, disputato a San Mango d’Aquino e lo ha difeso con successo in due successivi combattimenti, il primo con il turco Osman Aktas e l’altro con il francese Karim Ketoun. Proprio di recente, lo scorso 15 settembre, ha poi battuto in un combattimento sulle sei riprese, senza difesa del titolo, l’ungherese Ferenc Szabo, messo al tappeto per ko alla quinta ripresa. Dai primi pugni sferrati nella palestra della Società Vasto Ring, Domenico ne ha proprio fatta di strada.

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decèmbre / dicembre / december

51ª summane

lunedì

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martedì

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Sande Làzzere

Sande Ggraziane

mercoledì

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Sande Darie

18 dicembre 1928

6HUDWD GL EHQHÀFHQ]D D 9DVWR Un thè danzante ebbe luogo l’altra sera, dalle 17 alle 20, per gentile concessione fatta dal Principe di Pescara Carlo D’Avalos a mezzo del suo procuratore e vostro corrispondente, cav. uff. A. Di Michele, nella sala più grande del Palazzo. La serata riuscì come non poteva meglio. Intervenne tutta la “elitè” nostra in abiti elegantissimi. Molte e belle gentili signorine. Ecco, fra i tanti, qualche nome: Signore Marcantoni, Di Stefano, Giuliani, Palmieri e signorine Ritucci Chinni, Fanti, Laccetti, Cardone, Tana, Marchesani, Nasci, Colangelo, Anelli, Martone, Cancellieri, La Palombara, De Pompeis, Giacomucci, Zara, Lazzaro e signorina Scotti e signorina Muzi, Martini e signorina. E le signorine: prof. Bonarelli, Angeli, Marchetti, Olivieri, Monacelli, Boraschi, Martone, Cieri, Bernardini, Cordella, Di Lorenzo, Del Negro, Muzi, Miscione, Scotti, Di Fonzo, Rocchio, D’Ettorre, Sangiovanni, Carmenini, Laccetti, Umile, Giacomucci, Marrollo, Chinni, D’Ercole, Della Penna,Trivelli, Murolo, Di Fonzo, Malatesta, Razionale, Spataro. E fra gli uomini: comm. prof. Pietro Suriani, nostro Podestà, Romolo Marcantoni, neo segretario politico del Fascio (assai complimentato e festeggiato), prof. Gioacchino Di Stefano direttore della R. Scuola Commerciale; il tenente dei RR Carabinieri Giuliani; il ten.di Finanza Michele Seo e signora; l’avv. Ritucci Chinni; centurione prof. Fanti, cav. Giuseppe Laccetti, rag. Luigi Laccetti; dott. Prof.

Giulio Cardone; Michele Spataro; tenente Tana, rag. Ulrico Marchesani, cav. Avv. Luigi De Pompeis; cav. Avv. Giuri, dott. cav. Vincenzo Martone, avv. Domenico La Palombara; Guido Zara; dott. Cordella; N. Scotti, dott. cav. Marcello Sangiovanni, Giacomo Marrollo, il prof. Sbrocco e signora, il cap. Alessandrini, il dott. Corradini, prof. Di Rocco, cap. Olivieri, avv. Ciavatta, Di Salvio, dott. D’Angelo, rag. Trivelli, dott. M. D’Ettorre, C. Santarelli, dott. Ernesto Cianci, ten. Russo e il vostro corrispondente. L’orchestra locale, composta dei signori Vincenzo Perrozzi, Michele Parente, Giuseppe Cilli, Ettore Anelli, il maestro Dragani, Cesario Fiore, e diretta come sempre e gentilmente dall’avv. cav. Florindo Ritucci Chinni, è stata inappuntabile. La iniziativa, e, insieme la riuscita di così bella festa si deve alla Segretaria del Fascio femminile Amalia RobertiPalmili, coadiuvata dalla signora Lidia Cardone e dalle signorine Irene Cieri, prof. Maria Monacelli e Leonilde Martone, nonché dai giovani del R. Istituto Commerciale Giuseppe Lazzaro e i fratelli Turilli. Un bel numero del simpatico trattenimento è stato la dizione di versi in dialetto vastese di Carlo Palmili. Autore e dicitore Izzi Vittorio sono stati assai applauditi. Infine un gruppo di studenti e studentesse del Regio Istituto Commerciale contribuì a dare alla festa un’accentuata nota di vivacità.

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decèmbre / dicembre / december giovedì

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venerdì

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Sande Libbrate

Sande Severëine

sabato

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domenica

Sande Flaviane

LU FISCULÀRE I fiscoli sono involucri di fibre vegetali, a forma di tasca, con un foro inferiore ed uno superiore in cui si inseriscono le olive frante per ottenerne l’olio. A Vasto, terra dell’olio e di numerosi trappeti (li trappìte), esisteva una fiorente attività di lavorazione di fiscoli, come testimonia anche la cartolina postale qui di fianco della ditta Domenico Barone.

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Sanda Vittorie

VecchiMestieri

Li ricette de Za Libbrate SAGNE STRACCIATE AL SUGO DI BACCALÀ (Sagn’appezzate nghi lu bbaccalà) È un piatto molto antico e può essere fatto con sagne di farina integrale, farina di fiore o di grano duro. La salsa di baccalà può essere in bianco o al pomodoro. Ingredienti: 400 gr. di farina integrale; 400 g. di baccalà già spugnato; olio d’oliva; uno spicchio d’aglio; un bicchiere di vino bianco; prezzemolo; acqua; pepe e sale. Preparazione: Mettete a rosolare aglio ed olio in una casseruola aggiungendo il baccalà appena

l’aglio risulterà imbiondito. Fate rosolare il baccalà, sminuzzandolo poco alla volta, aggiungete il prezzemolo, versate il vino e fate asciugare. A parte, ottenuta la sfoglia dall’impasto, stracciatela in maniera irregolare sino ad ottenere le sagne e fatele cuocere in acqua abbondante.Versate la pasta (sagn’appezzàte) in una zuppiera, aggiungendo la salsa preparata in precedenza al baccalà con l’aggiunta di una spolverata di pepe e prezzemolo tritato. 123

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decèmbre / decèmbre / december

52ª summane

lunedì

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martedì

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Sanda Irmëine

la Sanda Natale

mercoledì

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Sande Štefene

I PRESEPI DI FERNANDO Di Fernando ricorderemo il sorriso perennemente stampato sul viso, la gentilezza dei modi e la grande passione che nutriva per il presepio. Di quest’arte antica della ricostruzione della Natività di Cristo, così radicata anche a Vasto, ove ancora vive il ricordo de li pupuattílle di Munzù, Fernando era un grande cultore e ad essa si dedicava appassionatamente tutto l’anno,

progettando di continuo nuove scenografie, nuovi personaggi e meccanismi sempre più sofisticati di funzionamento. Adesso che non c’è più, si sente la mancanza di questo giovane, che amava tanto rifugiarsi in quel mondo di coccio e cartapesta per sfuggire forse a quello vero, dove i buoni sentimenti nei quali credeva non si trovano tanto di frequente.

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decèmbre / decèmbre / december giovedì

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Sande Giuvuanne

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Sabato 29

le Sende ‘nnucïnde

Sande Davede

venerdì

domenica

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Sanda Ilarie

lunedì

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Sande Silveštre

Li pupattille di Munzù

Munzù è il soprannome dell’artista popolare Domenico Miscione (Vasto, 1826-1815) autore dei pupattelli con cui, nel sec. XIX, i vastesi realizzavano il presepe domestico. Il nom de plum traduce in dialetto il termine monsieur, molto diffuso in città dopo il Decennio Francese (18061815). Della sua attività si hanno scarsissime notizie. Le uniche informazioni certe sono quelle testimoniate dai poeti Gaetano Murolo (1858-1903) e Luigi Anelli (1860-1944). I pupattelli restituiscono in modo esemplare la figurazione dei soggetti, dei mestieri, delle attività, degli indumenti che caratterizzavano la città nel corso dell’Ottocento. Una sorta di museo iconico di grande rilievo per lo sviluppo documentario del Museo del Costume allestito dai Lions di Vasto e in comodato d’uso al Comune.

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L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE Sindaco: Luciano LAPENNA Vice Sindaco: Nicola DEL PRETE Assessori: Francescopaolo D’Adamo, Lina Marchesani, Eliana Menna, Domenico Molino, Vincenzo Sputore, Anna Suriani, Nicola Tiberio.

CONSIGLIO Riccardo Alinovi, Ivan Aloè, Dario Ciancaglini, Francesco Paolo D’Adamo, Nicola D’Adamo, Nicola D’Adamo, Antonio Di Santo, Giuseppe Forte, Tranquillo Luciano Gentile, Fabio Giangiacomo, Guido Giangiacomo, Alessandro La Verghetta, Simone Lembo, Gino Marcello, Manuele Marcovecchio, Marco Marra, Massimiliano Montemurro, Giuseppe Napolitano, Michele Notarangelo, Mario Olivieri, Francesco Piccolotti, Antonio Russi, Lorenzo Russo, Corrado Sabatini, Fabio Smargiassi, Nicola Soria, Giuseppe Tagliente, M. Annunziata Ulisse, Maurizio Vicoli, Segretario Generale: Rosa Piazza

DIRIGENTI

Giacinto Palazzuolo (Direttore Generale) Michele D’Annunzio (Urbanistica) Roberto D’Ermilio (Lavori pubblici, Servizi) Evandro Sigismondi (Polizia urbana) Vincenzo Marcello (Commercio, Annona, Pubblica istruzione) Domenico Smerilli (Turismo, Cultura, Beni culturali) Michele Bevilacqua (Ragioneria) Caterina Barbato (Direttrice della Istituzione dei Servizi Sociali)

MAGISTRATURA

Presidente Tribunale Guido Ghionni Procura della Repubblica - Procuratore Capo Vincenzo Colantonio

A.S.L.

Dir. Generale - Michele Caporossi

ISTITUZIONI SCOLASTICHE:

DIRIGENTI Liceo Scientifico “R. Mattioli” - Nicola D’Adamo Ist. Tec. Industriale “E. Mattei” - Fernando Fiore Liceo Classico “L.V. Pudente” e Ist. d’Arte - Rocco Di Scipio Ist. Tec. Comm. e Geom. “F. Palizzi” - Luigi Sabatini Ist. Magistrale “R. Pantini” - Francesco Santulli Scuola Media “G. Rossetti” - Letizia Daniele Scuola Media “R. Paolucci” - Maria Cauli I Circolo Didattico “G. Spataro” - Maria Manso III Circolo Didattico - Amelia Zaccardi

FORZE DELL’ORDINE

Commissariato Polizia di Stato Vice Questore UgoTerracciano Compagnia Carabinieri Giuseppe Loschiavo Tenenza Guardia di Finanza Cosma Porta Ufficio Locale Marittimo Andrea Zanghì Distaccamento Vigili del Fuoco Antonio Ottaviano Corpo Forestale dello Stato Domenico Racciatti

CO.A.S.I.V.

CdA - Fabio Giangiacomo, Nicola Del Prete, Manuele Marcovecchio

CONSORZIO DI BONIFICA Commissario - Giuseppe Torricella

PARROCCHIE E PARROCI Concattedrale di S. Giuseppe - Giovanni Pellicciotti S. Maria Maggiore - Decio D’Angelo S. Pietro in S. Antonio - Stellerino D’Anniballe S. Paolo Apostolo - Gianni Sciorra S. Maria Incoronata - Eugenio Di Giamberardino S. Maria del Sabato Santo Tommaso Di Stefano e Domenico Larcinese Stella Maris - Agostino Frezza S. Giovanni Bosco - Francesco Labarile S. Lorenzo - Andrea Sciascia S. Marco Evangelista - Luigi Smargiassi

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Appendice 127

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Lettera politica di Benedetto Croce agli abruzzesi È il 1944, l’anno della svolta a favore degli Alleati nella seconda guerra mondiale. Il 22 gennaio la 5ª armata americana è sbarcata ad Anzio; il 28 a Bari, il Congresso del CLN ha chiesto l’abdicazione di Vittorio Emanuele III; il 4 giugno, le truppe alleate sono entrate a Roma; il 5, il Re nomina il figlio Umberto “luogotenente generale del Regno” ed il 9 Ivanoe Bonomi, capo del Comitato centrale di Liberazione Nazionale, è incaricato di formare il governo. Al Nord si combatte ancora. Tra i ministri del governo appena formato a Roma c’è il filosofo Benedetto Croce, che ha ripreso con insospettata vigoria la vita politica fondando il Partito Liberale Italiano per il quale cerca adepti e sostenitori. Tra le tante persone a cui si rivolge c’è il vastese Tommaso Bile, un giovane studente di medicina, figlio del dottor Silvestro, primario all’Ospedale Civile, che aveva conosciuto il filosofo al convegno della Gioventù Liberale, tenutosi qualche mese prima a Napoli. A questi scrive la lettera che segue, estremamente significativa degli ideali che animano il filosofo e del grande amore che egli porta all’Abruzzo.

Sorrento, 4 agosto 1944 Carissimo Sig. Bile, Ella torna negli Abruzzi e io vorrei che portasse il mio saluto non solo agli amici che ho colà, ma agli Abruzzesi tutti. Abruzzese io sono, non solo per padre e per madre, ma per essere nato sopra una delle vostre montagne, a Pescasseroli, e per avere avuto i miei antenati, e ancora oggi i miei parenti, in un altro paesello, anch’esso su una altura, Montenerodomo, che, rimasto sempre intatto da guerre nei secoli, ora la rabbia tedesca ha raso al suolo, facendo saltare con le mine la nostra antica casa, che era la più bella in quel luogo. Una trentina d’anni fa, ebbi vaghezza di rintracciare la storia della mia famiglia tra le carte dell’Archivio di Stato di Napoli (anche esso ora barbaramente bruciato dalla tedesca infamia!), e tra quelle che trovai nella parrocchia di Montenerodomo, e potei costruire un esattissimo albero della famiglia, che muoveva dal capostipite, ossia da colui al quale risalivano i documenti più antichi, un Sancta Crux, che con la moglie, Cecca uxor, viveva colà, nel 1420 (viveva dei propri beni, ma i suoi discendenti fecero i pastori, e solo alla fine del seicento uno di essi, di svegliato ingegno, fece entrare la sua famiglia nel mondo della cultura, e poi delle professioni e magistrature); e

tirare quest’albero di nome in nome oltre cinque secoli fino alle mie figliuole, le ultime che porteranno il mio cognome nel mio ramo di famiglia; e in quell’albero sono segnate altresì le famiglie a cui i miei s’imparentarono, i De Thomasis, i Cappelli, i Sipari, gli Spaventa, taluni dei quali illustri nella storia napoletana e italiana. Scrissi anche la storia di quei due 129

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paeselli e la aggiunsi in appendice alla mia Storia del regno di Napoli, dicendo nella prefazione che esse stavano a segnare “in guisa più personale e famigliare il legame di affetto che mi stringe all’Italia meridionale”. E quando gli scrittori del nobile regime che ha per oltre venti anni coperto della sua gloria l’Italia, si degnavano con le eleganti loro penne di accennare alla mia persona, ricorrevano volentieri, col dovuto disprezzo e col meritato sarcasmo, alla circonlocuzione di “quel di Pescasseroli”o del “critico abruzzese” , tantoché una volta li pregai di usare un po’ di discrezione e di equità, e di non far pesare sull’Abruzzo le mie colpe e le mie deficienze personali. Come vede, mi sono lasciato andare con Lei a ricordi a me cari, e forse anche troppo ho divagato; ma volevo dirle che, di sopra tutti questi ricordi, è in me grande la stima per la gente di Abruzzo per la robustezza e insieme l’equilibrio del suo intelletto, per la rettitudine del suo animo, per la semplicità del suo costume, e vedo in essa una forma benefica nel presente e nell’avvenire. È per quest’alta idea che io ho degli Abruzzesi, auguro di tutto cuore che essi apportino il loro energico contributo nella presente gravissima e dolorosa condizione della nostra Italia, che dobbiamo salvare, e salveremo, per la nuova età che ora si apre della nuova vita europea e mondiale. Bisogna dunque che essi accolgano in sé la passione politica, per aspro che ne sia il travaglio, e accettino i doveri che ne derivano. Nessuno più di me, che ho trascorso la maggior parte dei miei anni negli studi della filosofia, della storia e della letteratura, si rende conto di quel che vi ha di sacrificio nel distaccarsi dalla serena contemplazione e dalle dolci cure della famiglia per immergersi in dissidi, contrasti e lotte spesso penose. Eppure io ho fatto e fo questo sforzo su me stesso, e mi sono impegnato e mi impegno nella politica, perché altrimenti la mia coscienza mi rimprovererebbe. Ella è stata testimone e coo-

peratore dell’opera che abbiamo svolta nell’Italia liberata per creare o rinvigorire il sentimento ed il concetto della libertà, e ha assistito alla formazione e all’accrescimento del Partito Liberale, rinnovato in Napoli e che ora si è già congiunto col simile movimento avvenuto i Roma, e presto, speriamo, si estenderà a tutto il resto d’Italia. Ella sa che nostro intento è stato non solo di formare un partito, che faccia valere le sue pratiche proposte politiche ed economiche di fronte agli altri partiti, ma di dare e garantire a tutti i partiti, quali che siano, una base comune nell’ordinamento liberale, che fu distrutto dall’ora caduto regime, e che è ancor oggi insidiato, spesso inconsapevolmente, dalle pieghe intellettuali e morali che quello ci ha lasciate. E sa anche che a un gruppo di uomini liberali in Napoli si deve se il Re Vittorio Emanuele III s’indusse finalmente al ritiro che gli si richiedeva e a porre un luogotenente, rendendo possibile la formazione di un ministero col concorso di tutti i partiti che fu il primo come si dice, democratico, a contrasto di quello dittatoriale fascistico. E questo ministero si è poi ricomposto con un nuovo presidente, quando, liberata Roma, abbiamo avuto con noi gli uomini di ogni parte d’Italia, che colà erano vissuti nascosti durante l’occupazione tedesca. Queste cose faccia conoscere come meglio può ai suoi comprovinciali. Io non le dico di prendere il carico di promuovere nuove iscrizioni al Partito Liberale. Da parte mia, non mi piace, e non so fare quest’opera di sollecitatore e di procacciatore di aderenti. Ma dalle cose che Ella farà conoscere, dai fatti che fedelmente narrerà, dai concetti che sosterrà, dalle obbiezioni che chiarirà, non potrà venire altro che un buon effetto negli animi; e ciascuno poi si risolverà secondo la conclusione che la sua mente sarà per trarre secondo l’ispirazione della propria sua coscienza. Con i migliori auguri mi abbia. B. Croce

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Ricordi di oltre mezzo secolo fa di GIUSEPPE PERROZZI

L’articolo che segue è stato pubblicato nel 1966 e quindi il titolo fa ovviamente riferimento a quella data. Rapportato ad oggi, dovrebbe correttamente essere intitolato Ricordi di un secolo fa. L’argomento trattato è quello dei bagni di mare nel periodo della fanciullezza dell’autore, quando, per intenderci, c’era soltanto un solo stabilimento balneare in tutta la spiaggia. “Quando bambino scendevo al mare per tuffarmi, sotto lo sguardo vigile di chi concepiva il bagno come un rito, unico toccasana, benefico apportatore di valida salute, avevo la sensazione che qualcosa di nuovo, di attraente, mi fosse riserbato. La traballante carrozza de “ la Ciacianelle”, dai freni cigolanti, ci portava al mare su di una strada brecciosa, polverosa, assolata e questo viaggio, ricordo, era la prima gioiosa, desiderata avventura, mentre mia madre e le mie sorelle recitavano il rosario. La carrozza sorpassava i binari della ferrovia (non esisteva ancora il sottopassaggio) fra sobbalzi da far trattenere il respiro ed eccoci finalmente di fronte al luccichio del mare. Quando ancora nessuna, dico nessuna delle spiagge abruzzesi era dotata di uno stabilimento balneare, Vasto aveva “La Sirena”, una vera primizia, un gioiello a quei tempi, che con 24 gabine su palafitte, dodici per parte, si ergeva a tre metri circa dal pelo dell’acqua. Una rampa d’accesso a mò di pontile, s’inoltrava nel mare e finiva in una spaziosa rotonda. Quest’ impianto concedeva ai vastesi la possibilità di fare i bagni. Dentro ciascuna gabina si apriva una botola dalla quale partiva una scaletta che poggiava sul fondo del mare. Al di sotto delle gabine, dalla parte volta verso la spiaggia, pendevano dei grandi tavoloni, imperniati a cerniere che s’immergevano nelle onde e tutto questo apparato serviva per celare agli occhi indiscreti

la discesa in acqua di donne... infagottate in camici neri e in mutandoni chiusi alla caviglia, il tutto ornato, ai margini del costume da “capisciola” bianca. Ma non erano solo queste le misure precauzionali di discrezione e di verecondia che venivano prese da parte del proprietario dello stabilimento Pantaleone Manzi: le gabine di destra erano riservate agli uomini e quelle di sinistra alle donne, per cui, disceso in mare, ognuno doveva permanere nelle proprie acque...territoriali. E Pantaleone spesso s’adirava, interveniva, richiamando con voce stentorea chi al largo, nuotando, varcava il confine per invadere lo specchio d’acqua riservato all’altro sesso. Molte volte si sconfinava...ma vi assicuro, non mai per le correnti marine, per cui Pantaleone, appoggiato alla ringhiera, come un vecchio lupo di mare sul cassero della nave, ingiungeva, con larghi gesti ai protervi di riportarsi nella zona a ciascuno riservata. Questo costituiva un punto basilare, un bagaglio della sua forma mentis, di una sua morale, dalla quale non intendeva derogare anche a scapito di veder più esigua la sua clientela. Non c’era nulla da fare. Dal centro della piattaforma dello stabilimento, egli tracciava una linea immaginaria – fino a perdita d’occhio – che serviva da confine e non consentiva nelle acque promiscuità di sesso… Poi lo schiocco della frusta del carrozziere ci avvertiva che era ora di tornare su a Vasto... Ci era sembrato 131

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chi sa che cosa questo viaggio verso il mare. madidi di gocce marine, che rimangono stesi Ci sembrava chi sa che cosa questo ritorno come sfere di orologi che segnano sempre la dopo circa tre ore dalla partenza dalle nostre stessa ora. Poi sopraggiungono altri che occase. I provvidenziali tavoloni che ondeggia- cupano, come possono, lo spazio limitatisvano sotto la spinta delle onde e che aveva- simo rimasto. Un accavallarsi continuo per no celato agli occhi di tutti le belle sirene la conquista di un po’ di sabbia. Per costoro insaccate in un indumento completo come i 27 chilometri di arenile finiscono lì. Un dì uno scafandro, venivano a sera risollevati, la cura era esclusivamente salso-iodica, oggi gocciolanti e stanchi, quasi a ristoro di tanta è prevalentemente elioterapica. Ragazze in pudica fatica. Al calar delle tenebre, la spiag- “due pezzi”, vezzose, graziose, vere sirene, gia tornava deserta: pochissime luci nelle sono lì a fianco di giovani robusti dal corpo pochissime case, davano il senso di un vuo- bronzeo. Vorrei cantare al prendisole provto senza confine, pur nel suono di un’onda videnziale un inno, perché contiene i forti, che non ristava, quasi ad invitare gli uomini sorregge i deboli e raccoglie i dispersi. Sareba continuar la vita. Ma il mare cantava solo, be come dir male della Croce Rossa dopo la in una solitudine impressionante, nel buio battaglia. Coppiette che sembrano felici e più profondo. Colloco i novantadue chili che guardandosi, si stringono le mani. Vedo della mia persotutto questo e rina su di una sepenso al passato: dia a sdraio sulla Oh Pantaleone, spiaggia dorata tu che dall’alto di Vasto, mendella piattafortre a me dintorma dello stabilino, s’infittisce mento intendevi la gente, man la morale salva mano che il temda una linea impo passa. Dopo maginaria che circa un’ora sono s’inoltrava al letteralmente largo come un circondato da muro che divicorpi seminudi desse i giovani che attendono dalle ragazze, dal sole i benefici come saresti effetti dei ragamareggiato nel gi ultravioletti. constatare oggi Noto però, che la impossibilità il sistemarsi non di ricondurre un è così semplice certo ordine in come si potrebbe tanta spregiudiLucia Borghi Perrozzi, R i t r a tt o d e l m a r i t o P e pp i n o pensare: vi sono cata confusione! problemi di spazio da risolvere. Ma come Ma questo è il mondo! Adeguarsi bisogna e per incanto tutto va a posto, magari con un ciò che ieri era forse giusto, oggi è anacronipiede del prossimo che sfiora le orecchie o le stico. Non te la prendere. Ben per te che gli guance di chi è disteso lì vicino; vedo anche occhi li hai chiusi, perciò riposa e soprattutchi appoggia la testa su qualche cuscinetto to datti pace. gluteo di un compiacente amico che si pre- Quello che a noi, sic stantibus rebus, non è sta alla bisogna. Teste che si toccano e corpi, possibile. 132

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Onde Musicali I testi delle canzoni contenute nel cd

Francesco Paolo Sorgente

Florindo Croce

Gianni Oliva Nicola Oliva Peppino Forte 133

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A lu pundone

di Francesco Paolo Sorgente Sting’a lu pundone a guarda li pirsone, canda faccia nuve mamme! canda criature. Tempe n’è passate e ij mi so pure spusate, sembre sole mò di st’arrubbà lu bobbò. Sting’a lu pundone a circa na pirsone, ij nin vede l’ore mamme! Chi sa com’è ore. Chila treccia longhe, l’ucchie virde cristalline, la vocca dogge, billi mane fine fine. Nu vasce sott’a lu purtone nghi la paure d’ogne rumore, mi l’abbracciave, mi li strigneve nghi lu core m’arispunneve. Sting’a lu pundone ngi sta chiù manghe na pirsone, so rimaste sole come scappane chist’ore. Guardo li finestre, vicchie mure e purtune, sole stu silenzie cumpagnie mi sta fa. La luce s’è già stutate, lu libbre mmane si sta chiude, chiste sò note stunate, frasi chi seme già sindute. Ariamene a la case, dema vive sta nuttate, sa dà gudè e sospirà lu jurne chi sta p’arruvà. Sting’a lu pundone sting’a lu pundone.

è la vita che va’

di Francesco Paolo Sorgente Sci, nu pinzire tingh’ìj ca mi fa sta accusci ca mi st’à fa suffrì can nin zi vò ì. Sci, ij ci sting’a pinzà e nin puzz’accittà quelle chi mi stì dì ij nin vuij capì. No! ma, chi ti l’à ditte ca tutt’è scritte n’zi po’ cagnà; e tutte quente sopr’a sta terre ma, chi ci stem’a fa. Và, è la vita che và, è lu monne che và, nin zi po’ chiù firmà.

Va, è la vita che và, e la forze nin tì pi puterle firmà pi puterle fa sta. Scì, chistu fatt’è cuscì ca tu ti ni pù ì ca dumane n’gi stì ca nin pù riturnà. Vive mezz’a la gente ogne mumente che si ni và; quest’è lu belle senza turmente ngi sta filicità. Và, è la vita che và, è lu monne che và, nin zi po’ chiù firmà. Vive mezz’a la gente ogne mumente che si ni và; quest’è lu belle senza turmente ngi sta filicità. Va, è la vita che và, è lu monne che và, nin zi po’ chiù firmà.

Lettera a Vaste di Florindo Croce

Canda monne, pi’ ‘stu monne, ca ci sta; e canda pese, chesta Croce da purtà; canda lacreme, che mmo, bagne ‘sta vie, ‘ngi sta sole che po’ asciugà ‘st’anima mie. Canda notte, ‘nghi la notte dentr’a lu core; je ti chiamave, ma tu, na rispunnive; je annigave dentr’a ‘sta malingunie, chiudeve l’ucchie, e a te j arivideve. Vaste me! coma stij,? J so lundane! Tu ‘nda ricurde di ‘stu fije senza dumane? J mo camine, pi’ ‘sti vie scunusciute, sott’a ‘nu ciele, addò ni brille la stessa lune. Vaste me! tu nni sij coma ma bbrucie, chesta vite, sopra a ‘sti vie senza ‘na luce; ‘nu che semme come ccarne da macelle; ma che ne sanne che tu sì accuscìj bbelle. Canda grosse chistu monne pozza esse, ognune te signate, ‘nu distine ‘ngolle; la vita me, se vede che, era signate, lundane dall’ucchie, ma non lundane da ‘stu core. Vaste me! tu li sij, je ti vuje bbene! Tu nin gagnà, nimmì tradì, nimmì dà pene; che mo, prime che lu sole si ni scegne, je vulesse ariminì, ti vulesse stregne. Vaste me! coma stij? Je so lundane! Tu ‘ndi scurdà, di ‘stu fije senza dumane; che mmo prime che ‘stu core se ne spegne, j vuless’ariminì addurmì a te ‘ngolle.

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Ma che ci pinze a ffà (l’ultema canzone)

di Florindo Croce ... E ‘nge sta niente da fa!

Ma che pirde tempe affà! Si ‘sta more si ni va, tu ‘ngi bbadà; Si ‘stu tempe si ni va, ma che ci pinze affà! Tu ‘ngi bbadà; tu lasse fa. E ‘na more va, na more vé, ma je senza te, ni gambe cchiù; sa se pure tu mi pinze cchiù? O je sole more, sole accuscì. ‘Sta vita senza te, ma che sapore tè? Nin sa di niente se, luntane je so da te. Tu vita me! Tu, ma picché Nin stì cummé, ma picché; Tu amore me! Tu ‘nsi picché, ‘stu core more, more accuscì. J vaje senza te, ‘nghe ‘st’ombre triste me; me ferme, sole, se me pare de vedé atté.

Che te vuleve dì

di Francesco Paolo Sorgente Che tè vuleve dì chete vuleve dì tu forse nin ci cride ma ni li sacce manghi ij. Che tè vuleve dì chete vuleve dì tre, quattre fissarì mò ti vuleve fa sindì. Che tè vuleve dì che tè vuleve dì ci penze e ciaripenze da la mende nin vò sci. Si lu monne va accuscì che ci vuleme dì è meje arimanè, zitte, accuscì. Che tè vuleve dì che te vuleve dì sopre a chista terre nisciune chiù ti vò sindì. Che tè vuleve dì che tè vuleve dì si pinze sempre a ijre n’apprizze quelle che mò fi. Che tè vuleve dì che te vuleve dì che ci puteme fa si mò lu monne va accuscì.

Si nu vuleme scegne addò puteme i è meje arimanè, zitte, accuscì. Si nu vuleme scegne addò puteme i è meje arimanè, zitte, accuscì.

Vija sì

di Francesco Paolo Sorgente Luci di qua, di là, gente chi corre e và, n’zilenzie n’zi po’ sta, queste è la città. Cusci n’zi po’ campà, nin sa riesci’a rispirà, paese me ndò stì, di corse vui’ariminì. Nin m’aja faje suffucà da lu ciumende di sta città, m’aja sindì in libertà. Si vò sol’apparì, n’zi po’ capì chi sì, nisciune vò triscà, d’imbruje si vò campà. La sere n’zi po’ scì, ta da st’attend’addò da ì, paese me mi sa ca mi cummine a’riturnà Vuje gira e salutà la gente chi si po’ n’cuntrà, pi nome tu li pù chiamà. Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa ittit’a scappà. Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa dentr’a sa città. Senza picchè, senza pinzà, tire a diritte, n’dà rivuddà, jemene, vija sì, da sta città. La sere n’zi po’ scì, ta da st’attend’addò da ì, paese me mi sa ca mi cummine a’riturnà. Vuje girà e salutà la gente chi si pò n’cuntrà, pi nome tu li pù chiamà. Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa ittit’a scappà. Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa dentr’a sa città. Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa ittit’a scappà. Chi ci stì fa chi ci stì fa chi ci stì fa dentr’a sa città. 135

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Core di ‘stu core di Florindo Croce

So’ dece notte che nin dorme cchiù; sarà ‘stu calle, o li grille, oppure tu; la scie di ‘na nave, segne lu mare bblu; tu si lassate ‘nu pegne, mo ddo si ttu? Core di ‘stu core! Coma pu’ fa, a sta cuscì lundane, e nin turnà; je che me more, mo, de nustalgie, a ripensanne a te e a lu paese mie; e ‘stu pinziere va, vola lundane, vole e attraverse ‘stu mare, americane; e mo che j’ so signore, e so Italiane, j’pozz’avé lu monne, ‘nghi li solde mmane; amore! Ma cand’amore je ti puteve dà; mo che nin serve a niende, che ccià da fa! lu tembe ch’è passate, nin po’ turnà; je desse chesta vite pe’ riturnà. Passe li jurne e mise e anne intere, e mo che so’ vecchie, e stanghe tutte li sere, ci sta ‘na cose che mi dà spiranze: E’ lu ricorde de te e di chilla ggende.

Coma pozze fa! di Florindo Croce

Une sole di ‘sta vita, je ti pozza rigalà; ‘nu rispire, è già finita; tu st’attenta a ni spricà; com’è bella a ‘sta nuttata! tutte e stelle ‘n ciele stanne; e ‘na brezze da la marine, che t’ajute mo a sperà; è ‘nu sogne ‘sta mattine, je vuje, mo, sperà. E mammà ! ma coma pozze fa! E mammà! Tu vimme tu ajutà! e mammà! Si ‘stu tempe se ne va, e mammà! Je ni pozze cchjù acchiappà; e mammà! Vimme tu a salvà! Ma che è, mo, ‘stu silenzie? che me ve, mo, a truvà; fa rumore , cchiù de l’onde, di ‘nu mare in tempeste; jsce fore, tu, da ‘sti nuvele! Ma ‘stu sole addò stà? È ‘na vita che je aspette, ma addò vo jj! adà finì ‘sta nuttata, e lu sole ha d’ascj.

Core di ‘stu core! Nin mi lassà! Dicive, tu, chiagnenne, senza guardà; strigneme ‘stu core! Che pozze fa! je senza te me more! Com’aja fa! Core di ‘stu core! Tu nin pù sapé, cand’è dure ‘sta vite, sole, e senza te; je che cundave li jurne, mise e anne, ‘nghi la spiranze, angore, da ritruarte; ma ci sta ‘na cose, che mi dà spiranze: è lu ricorde de te e di chilla ggende.

Nel CD allegato i brani sono stati eseguiti da: (1,4,7,10) Giuseppe Forte, Gianni Oliva e Nicola Oliva (2,3,8,9) Francesco Paolo Sorgente (armonizzazione e arrangiamenti di Giuseppe Forte) (5,6,11,12) Florindo Croce 136

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unarie de lu Uaste La collezione

Le edizioni precedenti possono essere richieste telefonando al n. 0873.362742 137

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Ringraziamo per le foto del mese Maurizio Smargiassi

Maurizio Smargiassi è architetto. Sino alle midolla. Per lui l’architettura è piĂš d’una professione, è una vocazione, una naturale inclinazione che ha coltivato VLQ GD JLRYDQLVVLPR FRQ DQQL GL VWXGLR H GL VDFULĂ€FLR Non per questo tuttavia ha rinunciato, anche come complemento utile alla sua ricerca estetica, a FLPHQWDUVL VHSSXU FRPH GLOHWWDQWH QHOOD IRWRJUDĂ€D Le foto che ha messo a disposizione per questa edizione del Lunario sono un esempio della sua sensibilitĂ artistica, della capacitĂ di osservazione, dell’amore che egli nutre per questa nostra Terra.

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Glossario dei termini dialettali usati COME LEGGERE LU UA!TARÉULE Duro, aspro, ricco, almeno originariamente, di dittonghi, il 9DVWHVH RFFXSD XQ SRVWR SDUWLFRODUH QHOOD FODVVLÂżFD]LRQH GHL GLDOHWWL DEUX]]HVL ULVHQWHQGR FKLDUDPHQWH GHOOÂśLQĂ€XVVR GHOOH SDUODWXUH GHOOH SRSROD]LRQL FRQÂżQDQWL LQ SULPLV TXHOOL PROLVDQL H SXJOLHVL 6HQ]D DYHU OÂśDPEL]LRQH GL FRGLÂżFDUH nulla che non risulti dall’ascolto attento della pronunzia e del modo di dire, mutevole spesso anche da zona a zona della stessa cittĂ (nelle zone agricole ed alla Marina v’è un’altra LQĂ€HVVLRQH WHQWLDPR GL GDUH DO OHWWRUH TXDOFKH FRQVLJOLR veloce e pratico su come leggere il dialetto vastese. La lettera e, ad esempio, si legge soltanto se ha un accento, altrimenti è atona. Ad esempio vĂ ttene, vai via; !tattene, stai lĂŹ; mèdeche, medico. La ĂŠ con l’accento acuto si legge come l’italiano tre od il francese ĂŠtĂŠ. Esempi: arivĂŠ, torna; mĂŠne, mani; scupunĂŠre, VXRQDWRUL GL Ă€DXWR

A

abballa fère, gerg. al largo abballå’, v. ballare abbĂ lle, avv. sotto. Mmond’e bbĂ lle, sopra e sotto abbicinà ’, v. avvicinare abbituà ’, v. abituare abbituaziĂ une, s.f. abitudine abbituĂŤte, agg. abituato abbrĂŤile m. aprile abbuttĂĄ, v. JRQĂ€DUH DQFKH QHO VLJQLĂ€FDWR di scocciarsi. M’à jj’abbuttĂĄte, mi sono scocciato. Mi si ‘bbuttĂĄte, mi hai scocciato accaså’, v. accasare, accasarsi accattà ’, v. comprare, acquistare Ă cche o anche Ă cca, s.f. acqua. -Ti li vĂĄive dĂŠndre a nu bicchiere d’à cche, te lo bevi in un bicchier d’acqua. - Sopr’a lu còtte l’à cca villènte, sopra il cotto l’acqua bollente acchiappå’, v. prendere, acchiappare acchĂŽppe o acchiuppe, s.f. gioco del nascondino: jucĂ a la acchiuppe acciĂĄre, s.m. acciaio acciavattĂ , v. far le cose alla carlona accibbĂŤ, anche arcibbĂŤ, v. saziarsi accinnĂ , v. accennare, ammiccare

La è con l’accento grave si legge come lèbbre, lepre; aècche, qui o qua; pèchere, pecora. La ĂŤ con la dieresi si pronuncia apertissima. La vĂŤgne, la vigna; la fĂŤchere, LO ÂżFR; la fĂŤjje, OD ÂżJOLD Parimenti la lettera o. La consonante g viene normalmente pronunciata come fosse aspirata, sostituita dalla h. Guardiano si pronuncia huardijĂ ne; Guglielmo si pronuncia Hujjièrme. Il gatto si dice la hĂ tte. Nuhòzie, negozio; pahà ’, pagare. La consonante !, FRQ OÂśDFFHQWR FLUFRQĂ€HVVR URYHVFLDWR VL pronunzia con il suono sibilante sc, come il ch del francese. Lu Ua!te, qua!te, CrĂŤ!te. La ĂŽ FRQ OÂśDFFHQWR FLUFRQĂ€HVVR KD XQ VXRQR D PHWj WUD OD i e la u. CaminatĂŽure, andatura; bĂŽusce, buco; baffĂŽute, baffuto. Normalmente è la u che al plurale assume questo suono: assĂštte, assĂŽtte, asciutti, lu prisĂštte, li prisĂŽtte, i prosciutti.

acciuppucĂĄ, v. azzoppare acciuppucĂĄte, v. azzoppato, pl. acciuppuchète acciuqquÊ’, v. chinare, abbassare, piegare. - AccĂŽcchete! Chinati! accucchiÊ’, v. accoppiare, mettere insieme, raccogliere, rimediare qualcosa accumbagnà ’, v. accompagnare accuminzà ’, v. cominciare accundendà ’, v. accontentare accu!cÍ’, avv. cosĂŹ accuzzè, v. rannicchiarsi, stringersi a qualcuno ĂĄcene, s.m. acino acinijĂŠ, v. raccogliere acini o anche olive acquasĂĄle, s.f. comp. panbagnato con sale ed origano addafĂŠre o anche addafĂŠure, avv. fuori, all’aperto addó’, avv. dove, ‘ddo vĂŹ? Dove vai? addre, agg. altro adducchiå’, v. adocchiare addurå’, v. odorare addurmĂŤ,’ v. dormire adduvundå’, v. diventare aĂŤcche, avv. qua aĂŤlle, avv. lĂ aĂŤsse, avv. li vicino 139

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ahà!te, s. m. agosto ajutà’, v. aiutare allavà’ o anche arravà’, v. lavare allemosinà, v. elemosinare allemosine, s.f. elemosina allimbite o anche allmbite, avv. in piedi. alliscià’, v. lisciare, abbellire allungá’,v. allungare. allusscé’, v. vedere, far luce. Póche ci allîssce, poco ci vede alme, s.f. anima. L’Álme di li murte, la festa dei defunti ambarà’, v. imparare. L’arte de tàte è mezze’mmbaràte, l’arte di tuo padre è mezza imparata Amblingh, n.p. amministratore di Cesare Michelangelo d’Avalos a cui è intitolata la Loggia che da piazza Marconi conduce al palazzo marchesale amëice o amëiche, s.m. amico ammacciuccà’ o anche ammacciuqquà’,v. schiacciare, formare una massa, ammassare e pressare nello stesso tempo ammacciuccàte o anche ammacciuqquàte, agg. schiacciato. Ha ‘mmacciuccàte la nève pe’ ffà ‘nu pupuàzze, ha schiacciato la neve per far un pupazzo ammalà’, v. ammalare ammascicá’, o anche ammasciché’, v. masticare, anche nel senso di gualcire, aggrinzire riferito ad abiti, stoffe. Tè’ li cazzîne tutt’ammascichéte, ha i pantaloni gualciti. ammascicáte, agg. masticato, gualcito ammullá’, v. ammollare, ammorbidire, anche nel senso di cedere o di consegnare. Ammorbidire la barba con la schiuma, ammullá la varve. Cedere subito, sîbbet’ammolle. Adesso gliela do, mo je l’ammòlle ammullàte, agg. ammollato, ammorbidito ánde, agg. e s.m. unto ànne, s.m. anno anzàgne, s.f. sugna di maiale, la ‘znagne a lu cuttîre appiccë, v. appicar fuoco, accendere, illuminare appuré’, v. appurare, risapere. Anche nel

senso di far chiarezza,- e chi c’ appîure! arbicinè, v. Riavvicinare, accorciare le distanze. - Pi chèlla véjje s’arbicëine. arcilijáne, s.m. polpo. arciprèdde, s.m. arciprete ardàgne, s.f. arredamento di legno ardëiche, s.f. ortica. arehimbië’, v. riempire arepeccàte, agg. ritoccato, restaurato, truccato con rif. ad una donna, ‘na fémmen’arepeccàte. aretòjje, v. ritogliere, riprendere ariccundá, v. raccontare arichiamá’, v. richiamare aricicilijé, v. rimettersi a nuovo, imbellettarsi aricicilijète, agg. rimesso a nuovo aridà’, v. ridare, restituire arimàtte, v. darsi un cognome, gna t’arimétte? Qual è il tuo cognome? ariminë, v. tornare aripaiudë’, v. digerire, ‘ripaiudësce schinènze le préte aripànne, v. stipare, mettere da parte aripiéne agg. ripieno, al pl. aripìne ariprijé’, v. compiacersi, rallegrarsi con se stesso ariprijéte, agg. compiaciuto, allegro aripusà’, v. riposare arisidîte o arisidîute, agg. trattenuto, scaduto, passato arispànne, v. rispondere ari!tragne, v. raccogliere arivé, v. venire ma anche tornare indietro, arivàttene arrachë’, v. rimanere senza voce arrajà’, v. arrabbiare arrajjà’, v. ragliare arrapë’, v. aprire arréte, avv. dietro, !tu passat’arréte: poco tempo fa arritruvá’, v. ritrovare arrividá’, v. rivedere arrotacurtìlle, s.m. arrotino arruà, v. arrivare arze, s. m. orso a!cë’, v. uscire

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AscenziĂ une, s.f. Ascensione, ricorrenza religiosa Ă sene, s.m. asino; al plurale èsene aspittà ’, v. aspettare assettĂĄ, v. sedere assicurÊ’, v. assicurare assĂŽtte, od anche assuquète, agg. asciutto. assuquè’, v. asciugare assutturrå’, v. sotterrare attaccate, agg. legato, attaccato attarallå’, v. arrotolare attindå’, v. toccare, tastare, palpare. Tastare il polso, DWWLQGj OX SjŧŧH attizzå’, v. attizzare atturÊ’, v. turare auĂ nne o anche uĂ nne, s.m. l’anno corrente avà ’, v. avere. Indicativo presente: ajje avĂ nde, pre. avv. annende avanti AvvĂŠnde, s.m. l’Avvento, ricorrenza religiosa Dŧŧi¡ v. alzare, ahĂ zze lu passe, aumenta il passo azzeccà ’, v. indovinare, cogliere l’obiettivo, azzeccare

B

bahĂ nze, s.m. bigoncio, vaso di legno adoperato soprattutto nella vendemmia, pl. bahĂŽnze bĂ nne, s.m. bando, editto; modo di dire: va’ ittĂ nne lu bĂ nne bannitĂ re, od anche bbalĂŤjje s.m. banditore bardĂ !ce, s.m. bambino, ragazzo, pl. bardĂŠ!ce bĂ rse, s.f. borsa ba!tĂ ne o ba!tĂĄune, s.m. bastone BastijĂ ne o ‘Bba!tiĂ ne, nome pers. Sebastiano, Bastiano EDWWLççi v. battezzare bbaffe, s.m. baffo, pl. bbèffe BbaiunĂ tte, soprannome bbalĂŤjje, od anche bannitĂ re s.m. banditore bbarĂ chele o anche barĂ cchele, s.f. razza, pesce marino. Anche nel senso di macchia

d’unto bbèlle, agg. bello bbĂŠne, s.m bene bbiĂŠte, s.f. bieta, verdura bbinidĂĄtte, agg. benedetto bbinizzĂ ne, s.f. benedizione bbisagne, s.f. bisogno, necessitĂ bbĂŽsce, s.m. buco bbĂłne-a, agg. buono bbongiĂłrne, int. buongiorno bittĂ ne o bittĂĄune, s.m. bottone, pl. bittĂŽne o bittĂŽune, anche gioco di bambini, jucĂ a bittĂŽne, consistente nel premere con un bottone su un altro per farlo saltare lontano bonĂ lme, s.f. la buonanima, la bonĂ lme de tĂĄte bottamarĂŤine, s.f. medusa marina brĂŽtte, agg. brutto. Mod. di dire: è brĂŽtte e mmalecavĂ te

C

ca, pr. rel. che Cacanète, soprannome caccavèlle, s.f. paiolo cĂ cche, pron. qualche cacchĂŠse o cacchĂŠuse, s.f. qualcosa caccià ’, v. cacciare, emettere, eleggere. Anche nel senso di servire, caccej’a vvĂĄve, dagli da bere caccinĂŠlle o quaccinĂŠlle, s.m. dim. cagnolino, cucciolo cachĂŹsse, s.m. cachi CaddĂĄne, n. per. Gaetano caggiĂ ne o caggiĂ une, s.m. calzone, raviolo fritto ripieno di marmellata d’uva o composto di ceci oppure miele e mandorle. pl. caggĂŽne o caggĂ­une caggimĂşnie, s.m. calce cagnĂ , v. cambiare CajĂ sse, soprannome cajèle o cajèule, s.f. gabbia calafĂ re, s.m. calafatatore calafatå’, v. calatafare calamĂ re, s.m. calamaro, pl. calamĂŠre callarĂĄre, s.m. calderaio, ramaio callĂĄre, s.f. caldaia 141

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callarèlle, s.m. paiolino, s’usa anche per indicare il secchio usato dai muratori cĂ lle, agg. caldo. A call’a ccĂ lle, si dice per intendere un’urgenza, una necessitĂ impellente: - a call’e a ccĂ lle si vĂ tte lu fèrre. pl. chèlle cambå’, v. campare cambagne s.f. la campagna. ‘ngambagne, in campagna cĂ me, s.f. pula, pulviscolo del grano battuto camĂŤisce o camiscia, s.f. camicia canapĂŽzze, s.f. puzzola. L’ Ăłme cacciate gnè ‘na canapĂŽzze: l’hanno cacciato come una puzzola cĂ nde, avv. quando cĂ ndre, s.f. orcio cĂĄne o quĂĄne, s.m. cane. pl. chĂŠne. ChĂŠne’ e chĂŠne ‘n’ zi mĂĄccechene, cani e cani non si mordono canĂŤjje, s.f. crusca. Anche vrĂ nnele canestrĂ re, s.m. canestraio cĂĄnghe, s.f. conca CangillĂŹre, soprannome cannĂ ile o anche cannĂ le, s.f. candela, pl. li cannĂ ile, li cannèle cannarĂŽute, agg. goloso. Genericamente riferito alla gola, lu Sande CannarĂŽute, San Biagio, protettore della gola CannilĂŠure, s.f. festa della Candelora, GHOOD SXULĂ€FD]LRQH capà ’, v. scegliere cape, s.m. capo, capecolle: capocollo FDSHĂ€jUH s.m. FDYROĂ€RUH capĂŠzze, s.f. la corda con cui si governa un animale, redini cappicce, s.m. cappuccio, verdura CapisciĂłle, s.f. nastro, fettuccia di raso o di stoffa CappucciĂ lle, soprannome cardĂ ne, s.m. cardone, cardo carijamĂšrte, s.m. addetto al servizio funebre, becchino, beccamorto carivĂ ne, s.m. carbone carivunĂ re, s.m. carbonaio. pl carivunère carivunĂŠlle, s.f. carbonella CarminĂŽcce o CarminĂšcce, n. pers.

Carminuccio, diminutivo di Carmine CarnarĂŤjje, n.pr. Carneria, contrada nella zona di Punta Penna CarnĂŤvale o anche CarnivĂ le, s.f. martedĂŹ grasso, la CarnĂŤvale, il giorno che precede Le Ceneri Carpatille, soprannome Carrafòne, soprannome cĂĄrte, agg. corto CasĂ rze, n.pr. Casarza, contrada sul mare tra San Nicola della MĂŠta e Trave cĂĄsce anche quĂĄsce, s.m. cacio, formaggio. CascĂŤgne, s.m. soprannome casciĂ gne o cascigne, s.m. tipologia di cicoria, grespigno casemende, avv. semmai, nel caso che, se ‘n casemende casce, s.f. cassa ca!tĂ gne, s.f. castagna cataplasme, s.m. cataplasma, impiastro; anche in senso dispregiativo, sĂŹ nu cataplasme catĂ rre, s.f. chitarra, strumento per fare maccheroni. CatĂ rre pe’ li maccharĂŽne cĂĄute, s.f. coda cavĂ cce, s.m. gozzo, degli animali ma anche delle persone cavallĂĄre, s.m. allevatore o noleggiatore di cavalli. Era anche l’appellativo dato a chi aveva l’incarico della vigilanza quando frequenti erano le incursioni dei turchi cavatĂŹlle, s.m. pl. gnocchetti fatti a mano incavati con le dita cazzĂŽne, s.m. calzoni cchiĂš, avv. piĂš cciudajje, s.m. strage, massacro, anche nel senso di profanare, oltraggiare, di la fĂ mmene a la Mèreche l’ome fanne nu... cciudajecĂ pe, s.f. testa ccone, avv. poco; nu ‘ccone, un poco cĂŤfere, s.m. aferesi di Lucifero. Si dice di chi ha i capelli arruffati o di chi ha aspetto appunto luciferino. Anche nel senso di turbine, vento forte. Nu cĂŤfere di vende cĂŤime, s.f. cima cènde, cento cennerĂ te, s.f. gioco di bambini

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consistente nel tentativo di denudare qualcuno cerajèle, s.m. ceraio, artigiano che lavora la cera cérche, s.f. quercia cére, s.f. cera cëtele, s.m. bambino, si usa anche bbardàsce o anche quatràre chëile, s.m. chilo chëlle, pr. pers., plur. essi chéure, s.m. cuore chiane, agg. piano. Chiane chiane, piano piano chicàcce, s.f. zucca chicucciàlle, s.f. zucchina chillì, pr.pers quella lì chissì-chitì, pr. pers. codesta, questa chîule, s.m. sedere, culo Ciacianèlle, soprannome ciammajëche, s.f. lumaca cianghétte, s.f. pesce marino ciánnere, s.f. cenere. pl. li ciánnere. Lu jurne di li Ciánnere, il giorno delle Ceneri. ciappàne, s.m. nespola ciaramellàre, s.m. suonatore di ciaramélle ciaramélle, s.f. ÁDXWR UXVWLFR Cicchipallàtte, soprannome ciciricchiáte, s.f. cicerchiata, dolce tipico di carnevale ciff’e ciaffe, s.m. nome di ricetta culinaria cignotte, s.m. pirata. Termine marinaresco usato perlopiù al pl. li cignùtte per indicare i pirati provenienti da Dulcigno Cillacchie, soprannome. Letteralmente: uccellaccio cinghecènde, cinquecento cingîune, V P ÀRFFKL GL QHYH JUDQGL cinìlle, agg. socchiusi, riferito agli occhi, Tè l’ucchie cinìlle cinìlle ciòcchele, s.f. conchiglia; dim. ciucculèlle ciòppe, agg. e s.m. zoppo cipàlle, s.f. cipolla cipulláte, s.f. cipollata circà’, v. cercare, circh’e ddummànne cirésce, s.f. ciliegia cirimónie, s.f. cerimonia citràne, s.m. cocomero, anguria

ciucculattìre, s.f. pentolino di rame per fare il caffè, la cioccolata, bricco ciùcene, s.m. contenitore di terracotta per il vino ciuffulé, Y ÀVFKLDUH ciuhàtte, s.f. civetta. Fá’ la ciuhàtte, sta spiando. Anche soprannome ciumunire, s.f. canna del camino, fumaiolo, pl. ciumunîre ciurvélle, s.m. cervello ciuvelòtte, agg.dim. civilino dai modi civili civëile, agg. civile, cittadino, borghese cócce, s.f. testa cóce’, v. cuocere còjje, v. cogliere còmide, s.m. ernia coppe, s.f. coppa, tegame con coperchio per cuocere sotto la brace del camino, le patane a la coppe córe, s.m. cuore corve, s.m. corvo, pesce marino cosadágge, s.f. dolce, pl. cosadïgge Còseme, n. di persona, Cosimo. Fá’ Còseme, uno che fa l’indiano cosse, s.m. gamba; pl. li cosse cràpe, s.f. capra cra!te, s.m.passeraceo. L’hanne ‘bbuttáte ‘gne ‘na cra!te, l’hanno massacrato di botte cràte, s.f. creta cràuce, anche crâce, s.f. croce crininze, s.f. stenti, inedia, fame. È mmòrte di crininze, è morto di stenti critàne o critáune, s.m. argilla crivèlle, s.m. crivello, strumento per mondare il grano cucchiàre, s.m. cucchiaio cùcchie, s.f. coccio. L’ha fatte cùcchie cùcchie, l’ha fatto a pezzi Cucciulone, soprannome, ma anche una specie di pesce chiamata Gallinella cuciuná, v. cucinare; cùceme ossia cucinami cullî, pr. pers. quello cumbàre, s.m. compare, cumpuà cumbàtte o cumbuétte, s.m. confetto, pl. li cumbitte 143

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cummĂ re, s.f. comare, madrina cummĂŽne, s.f. comune. La cummĂŽne cunète, s.m. cognato, con il pron. poss. cunèteme Cungarèlle, localitĂ sulla scogliera cunnannà ’, v. condannare cunnĂ nne, s.f. condanna cunnulà ’, v. consolare cunzègne, s.f. consegna cunzĂŠle o anche cunzòle, s.m. consolo, consolazione curiĂ se o curiĂ use, s. m. curioso cĂşrpe, s.m. corpo. Inteso anche come animo. Sacce jĂŤ che tingh’’n gĂşrpe, so io cosa mi rode dentro cussĂŽ, pr. pers. codesto cu!ti, pr. pers. questo cuttĂŽre o cuttĂŽure, s.m. pentola

D

dĂ , v. dare. Indicativo presente: dĂŹnghe dĂĄdde, s.m. il secondo piano d’una casa, lu dĂ dde dĂĄgge, s.m. o agg. dolce, pl. dĂŽgge, dim. duggiarèlle dĂĄite, s.m. dito, pl. dĂŠte dammĂ jje, s.m. danno, perdita ddĂ zie, s.m. dazio DdĂŤ, s.m. Dio ddijĂŽne, s.m. digiuno dducènde, duecento dĂŤce, v. dire dĂŠche, s.m. idea, progetto. Che dĂŠche tĂŹ? Che idea hai? depĂŤgne, v. dipingere. PiĂš diffuso è il verbo pittĂĄ dijĂ vele, s.m. diavolo dilinguènde, s.m. delinquente, pl. dilinguĂŹnde dimmĂŠrze, avv. al rovescio. S’ha mässe la majj’a la dimmĂŠrze, s’è messo la maglia al rovescio dĂłppe, avv. dopo ducumènde, s.m. documento dumĂ ne, s.m. domani DumĂŹniche, Domenico dumuĂ niche, s.f. domenica

E

Ăˆsse, v. essere. Indicativo presente sing:sĂŠ, sĂŹ, è; plur. sĂŠme, sĂŠte, sònne

F

facciasalve, int. che vergogna! fĂĄfe, s.f. fava faggiaune, s.m. falcione faggĂŹje, s.f. falce fĂ mmene, s.f. femmina, donna fasciĂłle, s.m. fagiolo, pl. fasciĂšle, pa!t’e fasciĂšle fatijatĂ re o fatijatĂĄure, s.m. lavoratore fatijĂŠ, v. lavorare Fattappo!te, soprannome fattarĂŹlle, s.m. fatterello pl. fettarĂŹlle fatte, s.m. fatto, accadimento, pl. fĂŠtte fattĂŽre, s.f. fattura, malocchio fĂŤchere, s.m. Ă€FR fĂŤjje, s.f.e m. Ă€JOLD ferracavĂ lle, s.m. ferracavallo, maniscalco fessarĂŹja, s.f. fesseria, stupidaggini fè!te, s.f. festa fetĂ o Ă€Wi¡ v. far le uova da parte della gallina. /D KDOOLQD KD Ă€WiWH Ă€KvUHWH int Ă€JXUDWL Ă€MiXUH s.m. Ă€RUH DO SOXUDOH li fĂŽure Ă€MvUH VI Ă€JXUD Ă€MMH V P Ă€JOLR Ă€QXFFKLH s.m. Ă€QRFFKLR Ă€VFXOjUH V P Ă€VFRODLR DUWLJLDQR DGGHWWR DOOD UHDOL]]D]LRQH GL Ă€VFROL fĂłche, s.m. fuoco fĂłre, avv fuori fracità ’, v. marcire, infracidire frĂ ffe, s.m. muco del naso. Pan’e frĂ ffe frĂ sche, agg.fresco frĂ te, s.m. fratello. Tuo fratello si dice frĂ tte FratĂŹlli de li MuĂ nte, s.m. congregazione religiosa dei Fratelli del Monte dei Morti. I fratelli indossano un lungo saio rosso VDQJXH H VĂ€ODQR QHOOD SURFHVVLRQH GHO VenerdĂŹ Santo portando a spalla il Cristo Morto frĂ tte, s.f. siepe

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frittĂŽre, s.f. frittura fronne, s.f. foglia, pl. frĂšnne frummĂ gge, s.m. formaggio fuculĂ re, s.m. camino, focolare fume, s.m. fumo funĂ re, s.m. funaio, cordaio furbĂ re, s.m. febbraio FurnarĂŹlle, soprannome, lett. fornaretto furte, agg. forte futtebbĂ lle, s.m. il gioco del calcio

G

GgÎdice, s.m. giudice GgÎgne, Giugno Ggisarije, Cesario GgisÎ, GesÚ GgiubbulÊ, s.m. Giubileo Ggiuvà nne, Giovanni ggiuvunòtte, s.m.giovanotto, femm. giuvunà tte gna, avv come gnorscÍ, avv. signorsÏ gråtte, s.f. grotta grósse, agg. grosso

H

hallÍine, s.f. gallina hà nne, s.f. gonna hardijåne o huardijåne, s.m. guardiano hà tte, s.f. gatto hrandÍnije, s.f. granoturco hrà ne, s.m. grano hròsse, agg. grosso hruanäre, s.m. granaio huattate, s.f. posto riparato, nicchia hudè, v. godere Hujjèrme, n. pr. Guglielmo

I

imbĂŠnne, v. appendere, anche nel senso di impiccare: - chi scĂŹ ‘mbĂŠse imbiccĂŠte, agg. impegnato, occupato imbruvvusĂ te, s.f. improvvisata indrattenà ’, v. intrattenere. Me vajje a ‘ndrattenĂ ingannà ’, v. prendere alla sprovvista, cogliere, ‘ngannĂ lu sonne

ingaricĂĄ, v. preoccuparsi, farsene carico.’N de’ngarecĂ , non preoccupartene ingascijĂĄ, v. incaciare, coprire di cacio. In VHQVR Ă€JXUDWR ha ‘ngascijĂ te ‘n dèrre ingascijĂĄte, coperto di cacio, maccarĂšne ‘ngascijĂŠte ingazzĂ te, agg. incazzato, arrabbiato. "tinghe ‘ngazzĂ te ingenze, s.m. incenzo ingifrijète, agg. infuriata, indiavolata. Deriva da cĂŤfere, aferesi di Lucifero. innĂĄre, s.m. gennaio ĂŽtime, agg. ultimo ĂŽve s.f. uva

J

j’, pron. pers. sing. io jĂ ve, s.m. giogo, Secondo un’antica credenza il giogo non dev’essere mai bruciato perchĂŠ altrimenti il proprietario non potrĂ mai trovar pace all’altro mondo ‘jÍ’, v. andare. Indicativo presente. Vajje jenga, s.f. giovenca jengarĂŠlle, s.f. dim. giovane giovenca jĂŤreve, s.f. erba jondacavĂ lle, s.f. gioco della cavallina Juccia od anche JĂŹcce, dim. Renata juquÊ’, v. giocare jurnĂ te, s.f. giornata jurne, s.m. giorno

L

la-lu, art. sing. m., f. il, la lacce, s.m. sedano lamendà ’, v. lamentare landå’, v. lasciare lĂĄne o lĂŠna, s.f. legna, pl. li lĂ ine lassà ’, v. lasciare lĂ upe, s.m. lupo lavannĂĄre, s.f. lavandaia lĂŤbbere, agg. libero lebbre, s.m. lepre lĂŠcene, s.f. susina lĂŤire, s.f. lira ‘lĂŠive, s.f. ulivo lètte, s.m. letto lettère, s.f. lettera 145

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lĂŤttre, agg. elettrico, o elettrica. La lucia lĂŤttre, la luce elettrica li-lĂŹ, art. i. Articolo plurale maschile e femminile lĂŽce, s.f. luce Liffanze, Alfonzo lĂŽjje, s.m. luglio Lijone, soprannome lindĂ­cchie, s.f. lenticchia Li!tasse, soprannome LĂŽuce o anche lĂŽsce, s.f. luce. Il secondo usato nel gergo marinaresco, ‘na lĂŽsce d’åcche, l’acquazzone llandà ’, v. lasciare loffe, s.f. peto non rumoroso Lu Ua!te, Vasto lucenecappelle, s.f. lucciola LujĂŤgge, n. per. Luigi lunarie, s.m. lunario lunuddè, s.m. lunedĂŹ LurĂŠte, soprannome

M

magnå’, v. mangiare MagnacirÊsce, soprannome mà ise, s. m. mese måje, maggio mà jje, s.f. moglie måjje, avv. meglio, migliore, piÚ buono malate, s.m. malato måle, agg. male malÚcchie, s.m. malocchio mamme, s.f. mamma. MatrÊme, mia madre. Måmmete, tua madre. mammÍne, s.f. levatrice mandÏre, s.f. grembiule mane, s.f. mano pl. mÊne manghe, avv. manco, nemmeno manÏbbele, s.m. manovale ManÏre, s.f. maniera, modo, modalità marajje, agg. amaro marÍine, s.f. marina marità ’, v. maritarsi, sposare. marrocche, s.f. spiga di granturco massà re, avv. stasera ma!te, s.m. maestro, riferito al maestro artigiano

ma!tre s.m. maestro. Anche ma!te matène, s.f. mattina mĂĄtte, s.m. matto mĂ tte, v. mettere mattitĂĄ, s.f. mattitĂ , pazzia mazzĂĄnne, s.f. mazzata ‘mbènne’, v. appendere, impiccare. Te pòzzene l’òme ‘mmbènne, ti possano impiccare. L’òme è l’impersonale, come l’on francese mbiĂ !cĂ , v. imbiancare, anche nel senso di incipriare, si l’mbiĂ schene la facce nghe la ciprie‌ ‘mbilĂŠ, v. LQĂ€ODUH ‘mbirrĂĄ, v. inferrare, chiudere con un’inferriata, serrare ‘mbirrĂĄte, agg. serrato, chiuso con un ferro, con catena ‘mbrellĂ re, s.m. ombrellaio,che ripara gli ombrelli. ‘mbrĂŠlle, s.f. ombrello. ‘mbre!tĂĄ, v. imprestare, prestare mbu!tĂ , v. far forza facendo leva mbuzzenite, agg. puzzolente mĂŠ, pr. poss. mio mĂŤ, avv. adesso, mò mèdeche, s.m. medico mejje, agg. meglio melĂ nghele, s.f. cetriolo melechitĂ gne, s.f. melacotogna mendĂşcce, s.f. mentuccia, erba aromatica mĂŠne, s.f. mano menengète o malingĂŤite, s.f. meningite mĂŠnnele, s.f. mandorla Mèreche, s.f. America, la Mèreche metetĂłre, s.m. mietitore, pl. metetĂŽure PqççH agg. mezzo Micchèle, Michele, dim. MiccalĂšcce mijèlle, s.f. muiella ; dim. mijllĂŹcce Milanese, soprannome milegnĂ me, s.f. melanzana mimĂłrie, s. f. memoria minĂŤ, v. venire. Indicativo presente: vinghe mirèchele, s.f. more miricanĂ te, s.f. melograno mirlĂŽcce, s. f. merluzzo misèrie, s.f. miseria

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mĂŽte, s. m. muto mititĂŽre, s. m. mietitore ‘mmangĂĄnze, s.f. fase lunare di mancanza ‘mmarĂ jje, agg. amaro ‘mmasciatĂ re, s.m. ambasciatore ‘mmasciĂ te, s.f. ambasciata, incarico, affare da sbrigare; pl. mmascète ‘mmèrne s. m. inverno ‘mmigrĂ te, s.m. emigrato, pl. ‘mmigrĂŠte mò-mò, adesso mofalĂĄnne, avv. l’anno scorso mĂłnde, s.m. monte, mĂłnd’e bbĂ lle mĂłnece, s.m. monaco, pl. mĂşnece mundĂ gne, s.f. montagna municarèlle, s.f. pesce marino municiarèlle, s.m. bambino vestito da fraticello per devozione munzignĂ re, s.m. monsignore murĂŠ, s.m. mozzo murÍ’, v. morire muttĂ lle, s.m. imbuto muzzilène, s.m. pesce marino

N

‘na, art. ind. una nĂ ire, s.m. o agg. nero, pl. nĂŤire NardĂŽcce, Leonardo, diminutivo nĂ une, avv. neg. no ‘ndĂł, avv. dove ‘Ndònie, Antonio ndrecciadĂŠte, s.m. tipo di pesce ‘ndriche, s.f. letteralmente cose intriganti, nenga’, v. nevicare nevarĂŠle, s.m. nevarolo, addetto alla neviera nève, s.f. neve ‘ngaricĂĄ, v. preoccupare, fartene carico ‘nghi, prp. con ‘ngiarmatĂ re, s.m. mago, incantatore, al femminile ‘ngiarmatrĂŠce ‘NgurnĂ te, n. pr. Incoronata. Nome di una contrada che prende nome dalla Chiesa omonima, Madonna de la ‘NgurnĂ te ni, pron. pers, plur. Noi nihuzijĂ , v. negoziare, commerciare nijènde, niente niscĂ­une, s.m. nessuno.

nĂŽvele, s.f. nuvola nĂŽvĂŹre, s.f. neviera Âś1QXQçLjWH soprannome noce, s.m. noce, pl. li nuce. nĂłmmene, s.m. nome. Nel nome del Padre, ‘nnĂłmmene Patre nucĂŠlle, s.f. nocelle pl, li nucĂŠlle ‘nzaccĂ , v. LQĂ€ODUH LQVDFFDUH ‘nzalĂ te, s.f. insalata ‘nzirrà ’, v VHUUDUH LQĂ€ODUH

O

ogne, ogni òmmene, s.m. uomo óve, s.m. uovo, pl. èuve

P

pahå’, v. pagare pĂ ile, s.m. pelo pĂ jje, s.f. paglia palajje, s.m. palamite, pesce marino palipijatĂ re, s.m. massaggiatore pallâne o anche pallĂ une, s.m. pallone pl. li pallĂŽne o li pallĂŹune pammadĂŠre, s. f. pomodoro panĂ re, s.m. cesto di vimini per portare il pesce panòcchie, s.f. panocchia, cicala di mare; dim. panucchiĂ lle parĂ nghe, s.f. palancole, travi in legno usate come scivoli per mettere in mare o per trarre a secco le paranze parĂ nze, s.f. barca da pesca ad un albero con vela al terzo Pa!carĂŹlle, soprannome pĂĄ!ce, s. m. pesce Pasche, s.f. Pasqua PassalĂ cche, soprannome di persona patĂ ne, s.f. patata patrĂ ne, s.m. padrone pĂĄtre, s.m. padre.PĂĄtreme o pĂŠteme, mio padre. PĂĄtrete o pĂŠtte, tuo padre. Si usa anche tĂ te. Nel senso del Padre Celeste, Patre Pavele, Paolo dim. PavelĂŽcce oppure PaulĂšcce SjŧŧH s.m. polso, tastare il polso, attindĂ OX SjŧŧH, anche nel senso di misurare la 147

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IHEEUH R GL YHULĂ€FDUH OH LQWHQ]LRQL G¡XQD persona pĂŠchere, s.f. pecora, pop.su usa per indicare una sbornia, ‘na pĂŠchere pelajje, s.m. origano pennèzze, s. pl. le ciglia degli occhi, le pennezze dell’ucchie Pentecoste, s.f. la Pentecoste, ricorrenza religiosa pepe bbone, s.m. pepe nero pepe trĂŤte, s.m. peperoncino perde, v. perdere pesce fĂŤche, s.m. SHVFH Ă€FR pesce o anche pĂ !ce, s.m. pesce, pl. li pĂŹsce, dim. piscitĂ­lle pe!ciarĂŠle, s.m. pesciarolo pĂŠte, s.m. piede, pl. pĂŹte. Anche riferito ad albero, nu pĂŠte di purtuhĂĄlle: un albero di arance pezz’e osse, s.m. gioco consistente nel lancio di una pietra contro un bersaglio pĂŤzze, s.f. pizza, pĂŤzze de hrandĂŠnije, pĂŤzze nghe la pammadĂŠre piacià ’, v. piacere piĂ ne, agg. piano piccĂĄ, perchĂŠ piccĂ te, s.m. peccato piĂŠve, s.f. la pioggia pijjà ’, v. prendere pindĂ ne, s.m. cantone, angolo di strada. Pl. pindĂŽne pinnilĂŽcce, s.m. pendolino, pisellino pinsijĂłne, s.f. pensione SLQçi v. pensare PippĂŤne, n.pr. Peppino, diminutivo di Giuseppe pirandĂšnie, s.m.sciocco pisĂ lle, s.m. pisello, pl. pisĂŹlle Piscialulètte, soprannome piscitĂ­lle di maje, s.m. bianchetti, avannotti di pesce, pesce nudo PĂŹtre, Pietro pizzĂĄlle, s.f. pizzella pĂł!te, s.m. posto pĂłvere, s.m. o anche agg. povero, indigente prechĂŠche, s.f. pesca prèdde, s.m. prete

prèdeche, s.f. predica, sermone prĂŠime, avv. di luogo, prima, davanti. Anche avv. di tempo presenze, s. presenza; ‘n presenze in presenza pressiĂ ne, s.f. pressione pricissiĂ ne, s.f. processione prihĂŽre, s.f. preghiera prillibbĂĄte, agg. prelibato prufĂŽme, s.m. profumo prufussòre, s.m. professore PugnĂ tte, soprannome di persona punde, s.m. punto, punde de !telle pundĂšre, s.f. la polmonite punzĂŽre, s.m. pensiero, pl. pinzĂŽre purtuhalle, s.m. arancia pusciarĂŠle, s.m. pescatore putĂĄ, v. potere. Indicativo presente: puzze putÊ’, v. potere putĂŠche, s.f. bottega puvurèlle, s.m. e agg. poverello

Q

quafà ne, s.m. cafone quarajène, s.f. alga corallina quardÏlle, s.m. cardellino quasse, pr. dim questo quatrÍne, s.m. quattrino, soldo, pl. li quatrÍine quattrucchie, s.m. pesce marino

R

rĂ cchie, s.f. orecchio, pl. rècchie raccummannà ’, v. raccomandare raffaiĂłle, s.m. dolce tipico pl. raffaiule ragnilĂ tte, s. m. tracina ragno; pesce di mare rĂ jje, s.f. rabbia ramajjĂŠtte, s.f. rametto ramĂŠtte, s.m. rametto range, s.m. granchio; dim. rangitĂŹlle rasce, s.m. razza rĂ sce, s.m. o agg. rosso, pl. li rĂŹsci rase rase, PRGR GL GLUH Ă€QR LQ IRQGR rĂŤite, v. ridere, ger. ridenne RemaretĂ , v. rimaritarsi, sposarsi di nuovo rènde, agg. vicino, rènde rènde,

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strettamente vicino requiametèrne, s.f. requiem eterna reterà ’, v. ritirare rĂŠute o anche rĂłte, s.f. ruota rijèlle, s.f. stecca di legno rinducculĂĄ, Y ULDIĂ€ODUH risciĂłle, s.m. triglia pl. risciĂšle risciulĂŤtte, s.m. trigliette rise, s.m. riso, il ridere risi!tènze, s.f. resistenza rispĂ nne, v. rispondere rĂŹusce, s.f. forfora ròbbe, s.f. roba, cosa; in senso spregiativo ironico, è robbe ca‌ Rocche, Rocco ‘rrahĂĄ!te, s.m. aragosta RuccÚ’, dim. Roccuccio rummĂŠlle, s.f. rombo, pesce marino

S

sĂ bbete, s.m. sabato sĂ cce, s.f. la seppia. pl. sĂŠcce sĂĄgne, s.m. segno sagne, s.m. si usa al plurale li sagne. Pasta fatta in casa. Li sagn’appezzĂ te sagnitèlle, s.f. sagnette, fettuccine fatte in casa. S’usa perlopiĂš al pl. li sagnitèlle sajjĂŤ, v. salire p.p. sĂ dde sajĂ tte, s.f. saetta, fulmine salĂĄte, agg. salato sĂ le o sĂ ule, s.m. sole Sanda Spène, s.f. Santa Spina, ricorrenza religiosa vastese, che ricade il venerdi antecedente il VenerdĂŹ Santo Sande BbĂšne, n. pr. San Buono, comune del comprensorio vastese sande, s.m. santo, pl. li sènde sapå’, v. sapere. Indicativo presente: sĂ cce sbambatèlle, sf. pisolino sbattamĂŽre, s.m. gioco a battimuro, jucĂ a sbattamĂŽure sbruvugnĂ te, s.m. svergognato sbusète, s.m. sciocco, sbandato scĂ de, s.f. mazza della zappa !caffĂŠtte, s.f. paniere di pesce appena pescato dato come pagamento ai pescatori scĂ gne, s.f. buccia, involucro

scanajjà ’, v. scandagliare, osservare attentamente scannatĂ re, s.m. scannatoio, mattatoio. scapulà ’, v. scivolare scarciofĂŠne, s.f. carciofo. pl. scarciofĂŠne scardatĂŠure, s.m. cardatore, pl. scardatĂŤre, pl. scardatrĂŤce. Scardà ’ la lĂĄne, cardare la lana scĂŤ, di affermazione, si. Anche scĂŤine scèrte, s.f. serto, corona. - ‘na scèrte d’åjje schinènze, avv. pure, persino SciambĂ gne soprannome sciaunèlle o anche sciavunèlle, s.f. carruba scijĂ ne, s.m. tromba marina ScimĂ une, n.pr. Simone scimmadĂ tte, espress. gerg., sii maledetto sciòjje, v. sciogliere; tipica l’espressione sciojje lu puassce sciĂłscia, s.f. amata, bella scòjje, s.m. scoglio pl. scuje scòlla, s.f. cravatta scrĂŤve, v. scrivere VFULDQçjWH agg. screanzato scullĂ tte, s.f. cravatta a papillon scupinĂ re, s.m. zampognaro pl. scupinĂŠre !dirrĂ zze, s.f. tavola di legno per lavare il bucato secĂ nde, avv. secondo, in secondo luogo, ‘n secande sèlve, s.f. selva, bosco sembrĂ , v. sembrare sĂŤneche, s.m. sindaco Senzasanghe, n.pr. soprannome setĂ cce, s.m. setaccio sfĂłjje, s.f. sogliole sfrèvule, s.m. sfrigolo, pezzettino di lardo di maiale, pĂŠzze nghi li sfrĂŹvule sfurijĂ te, agg. sfuriato sgĂ mmere, s.m. pesce sgombro. pl. sghĂŽmmere SgangĂ te, soprannome sgosciĂš, agg.di sbieco, di traverso, di striscio sĂŽbbete, avv. subito, improvvisamente, celermente siggnore, s.m signore, femm. siggnora, inv. siggnurä 149

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sindë’, v. sentire sittimmane o anche summuâne, s.f. settimana smarrà’, v. prendere il largo, allontanarsi in mare sòcce, avv. dappertutto, od anche nel VLJQLÀFDWR GL XQLIRUPH FRQ O·HVSUHVVLRQH sòcce sòcce oppure sòccia sòcce. - Ha nengàte sòccia sòcce, è caduta la neve dappertutto nella stessa misura sòcce, s.m. socio, colono, chi coltiva un terreno in società, mezzadro sódde, s.m. soldo soprattàtte, s.m. pipistrello sóre, sf. sorella, sòrete, tua sorella sórge, s.m. sorcio, topo, pl. sîrge dim. surgitèlle, pl. surgitìlle spaccaléne, s.m. spaccalegna sparagná’, v. risparmiare sparàgne, s.m. risparmio sperà’, v. sperare Spidëte, Espedito spille, bigiotteria Spirde Sante, s.m. Spirito Santo spirdîte, agg. sperduto Sprusciavidìlle, soprannome, letteralmente chi pulisce le budella spusà’, v sposare ‘ssi-‘ssi, agg. dim. pl. m. e f. quelli ‘ssu-‘ssa, agg. dim. sing. m. e f. quello, quella !tà’, v. stare. Indicativo presente: stinghe "tagnarille, soprannome !ti, agg. dim. pl. questi !tìcchie, s.f. gioco da bambini consistente nel tiro d’una pietra contro un mattone posto in senso verticale sul quale viene posto una moneta, una mandorla un bottone, jucà a la !tìcchie !tòcche, s.m VWRFFDÀVVR !tràgne, v. stringere !trangajjùne, s.m. mal di gola !trasciná, v. trascinare o trascinarsi !trazijàte, agg. straziato !tù-!ta, agg. dim. questo, questa !tutá’, v. spegnere succàrse, s.m. soccorso

survëzie, s.m. servizio suspëre, s.m. sospiro

T

támbe, s.f. puzza, odore nauseabondo tande-a, agg. tanto, tanta taragnéle, s.f. lumaca di taglia piccola, molto saporita; pl. taragnule tàte, s.m. padre, v. patre tàtte, s.m. tetto, pl. tëtt tégne’, v. tingere, colorare, tégne: tinge telèfene, s.m. telefono tèmbe, s.m. tempo. pl. timbe. Li bbille timbe de ‘na vodde tèrre, s.f. terra tì, pron. pers. sing. tu tijélle, s.f. tegame tiná’, v. tenere. tìttele, tienile. Indicativo presente: tinghe tîrche, s.m. turco ti!timònije, s.m. testimonio, pl. ti!timunije tójje, v. togliere tràgne, s.m. secchio trainìre, s.m. carrettiere trajëne, s.n. carro da tiro tràmbue od anche tràmbe, s.f. tromba traméute, s.m. terremoto trappetàre, s.m. uomo addetto al trappeto, frantoiano trappéte, s.m. tappeto, pl. trappìte trascë’, v. entrare trescà, v. trebbiare, mietere trésche, s.f. trebbiatura trè!te, agg. triste trîffele, s.m. contenitore di terracotta per l’acqua trìjje o rissciùle, s.f. triglia, «Uh! risciulëtte nghi la pammadèure» (G. Murolo) Tringinìlle, soprannome trippéne, s.f. torpedine, pesce marino trummìnde, avv. mentre truváì, v. trovare tròppe, agg. indef. troppo, in misura esagerata tumbräte, agg. temperato, riferito al tempo

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U

ua!taréle, vastese, pl. uastarùle Ua!te (Lu), Vasto uatta uatte, modo di dire, piano piano, con circospezione ucchie, s.m. occhio ujje, s.m. oggi

V

Vaccare, soprannome vaccële, s.m. bacile, bacino, bacinella vácche, s.f. bocca vàcche, s.f. vacca vanne, s.f. parte, zona; da sta vanne, da questa parte vará, v. varare, mettere in mare la paranza o la barca vàreche, s.f. barca varëile, s.m. barile vàreve, s.f. barba varevìre, s.m. barbiere Varvatórte, s.m. soprannome Vàscheve, s.m. vescovo vavàse, s.m. pesce marino váve, v. bere vávete, s.f. bevuta vavetícce anche vivetícce, s. f, dim. bevutina vëgne, s.f. vigna vëine, s.m. vino vëite, s.f. vita vëjje, s.f. via, strada, dim. vijarelle vénne, v. vendere vernàte, s.f. inverno, l’invernata vetràre, s.m. vetraio vì, pron. pers. plur. voi viaticàle, s.m. viaticale, commerciante ambulante vìcchie, s.m. vecchio, al f. la vìcchie, pl. li vìcchie vidîte, s.f. veduta viduvanze, s.f. vedovanza vijáte, agg. beato, vijàt’a ttà, beato te vilignà’, v. vendemmiare villë o vullë, v. bollire, villënde: bollente. Àcca villëite, acqua bollita.

villégne, s.f. vendemmia virginèlle, s.f. verginella, giovinetta virlingòcche, s.f. albicocca virminàre, s.f. la verminara, disturbi intestinali vócche o vócca, s.f. bocca vòdde, volta, li timbe de na vodde; anche vote in una versione più vicina al napoletano vóve, s.m. bue vrànghele, s.m. pesce marino vrànnele, s.f. crusca. Anche canëjje Vrétte, s.m. e agg. sporco vréute o vróte o anche vróde, s.m. brodo. È lu vróte grásse! Sta comodo e senza pensieri vrittacchiëne, s.m. sporcaccione, luridone, pl. vrittacchiëine. Deriva da vrétte. vrudàtte, s. m. brodetto di pesce vucále, s.m. boccale vulé’, v. volere. Indicativo presente vùjje vulije, s.f. voglia desiderio vúmete, s.m. tuono vurtacchie, s.m. fuso vussà’, v. spingere vutà’, v. votare

Z

za’, s.f. zia, anche zijáne zambugnáre, s. m. zampognaro pl. li zambugnere zambàgne, s.f. zampogna Zannutuìlle, soprannome zi’, s.m. zio, anche zijáne zirre zirre, s.f. telline o arselle zizì, dim. zio zopì zopà, s.m. gioco di bambini

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ASSOCIAZIONE CULTURALE S. MICHELE, Albo d’onore in occasione del decennale, Vasto, Histonium ed. 2006 Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, Decimo premio Vasto, Vasto, Histonium, 1968 Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, Ippocampo 1972, Torino, T.E.C.A., 1972 Città del Vasto, Ricordo di Carlo Della Penna, Vasto, Histonium, 1995 Città del Vasto, Quaderni del Toson d’Oro I e II, Vasto, Graphic Art, 1999 CITTÀ DEL VASTO, COMITATO ORGANIZZATORE, Luigi Martella, pittore vastese (19111971),Vasto, centro Stampa di Rico, 1997 COMITATO D’ARTE E CULTURA, Vasto per l’Unità d’Italia, Arte della Stampa, Vasto, 1961 COMITATO ORGANIZZATORE, Luigi Martella, pittore vastese (1911-1971),Vasto, Arte della Stampa di Renato Cannarsa,1980 Congrega del SS. Sacramento in S. Pietro, Manna del cielo, Vasto, Ed. G. Guzzetti, 1920 Istituto Italiano di Storia delle Tradizioni Popolari, Atti del Settimo Congresso nazionale delle Tradizioni Popolari, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 1959 IST. MAGISTRALE “R. PANTINI”, Ricordo dei primi venti anni di vita (1952-1972), Vasto, Tip. Histonium, 1972 SOCIETÀ VASTESE DI STORIA PATRIA, I giorni che sconvolsero Vasto, la frana del 1956, Vasto, Il Nuovo, 1998

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Indice dei Nomi A Aimone di Dordona 7 Aktas, Osman 121 Alessandrini, 122 Alinovi, Riccardo 126 Aloè, Giovanni Ivan 71, 126 Amblingh, Guglielmo 111 Amendola, Giorgio 60 Amicarelli, Novella 48 Andreini, Idiano 12, 35 Anelli, (signorina) 122 Anelli, Carlo 9 Anelli, Ettore 122 Anelli, Luigi 8, 98, 125 Anelli (d’), Vittorio, 9 Angeli, (signorina) 122 Augelli, Emanuele 39 Auriemma, Gaetano 103 Avalos (d’) (famiglia) 7 Avalos (d’), Alfonso II 7 Avalos (d’), Carlo 122 Avalos (d’), Cesare M. 7, 111 Avalos (d’), Diego 15 Avalos (d’), Ferrante Francesco 7 Avalos (d’), Francesco Ferrante 7

B Baccalà, Rocco 110 Baiocco, Giuseppe 46, 116 Balbo, Italo 37 Barbato, Caterina 126 Barbieri, 47 Barocci, 111 Barone, (fratelli) 122 Bartoli Avveduti, Maria Antonietta 9 Bassano, 111 Battista, Gigetto 71 Benarida, 96 Benedetti, Lisa 103 Berarducci, 47 Berberi, Camillo 37 Bernardini, (signorina) 122 Berti, Andrea Pompeo 111 Betti, Filippo 8 Betti, Roberto 8 Bevilacqua, Antonio 116 Bevilacqua, Michele 126

Bevilacqua, Rosetta 42 Bifolchi, 37 Bile, Maria Cristina 110 Bile, Silvestro 129 Bile, Tommaso 129 Biondi, Nicola 38 Bolognese, Giovanni 12 Bonacci, Gianfranco 82, 89 Bonacci, Lydia 103 Bonacci, Nicola 103 Bonarelli, (signorina) 122 Bonomi, Ivanoe 129 Bontempo, Roberto 78 Bonvicini, Eugenio 17, 20, 21 Boraschi, (signorina) 122 Borges, Jorge Luis 56 Borghi Perrozzi, Lucia 131, 132 Boselli, Antonio 71 Boselli, Carlo 66, 84 Bottari, Carlo 9 Bottari, Giuseppe 71 Bottari, Nicola 93 Bottazzi, Pietro 75 Bozzelli, Nicola 68, 100 Briganti, Annibale 14

C Calabrò, Carlo 39 Caldora (famiglia) Calvano, Fernando 124 Calvo, Manuel 121 Campana, Dino 108 Cancellieri, (signorina) 122 Cancellieri, Alberto 103 Canci, Gennaro 103 Canci, Giuseppe 103 Canci, Maria Grazia 37 Candela, Mercurio 38 Canelli, Angelo 78, 95 Cannarsa, Renato 108, 120 Canosa, Pier 64 Caporali, Raffaele 63 Caporossi, Michele 126 Cappelli, (famiglia) 129 Caprioli, Virgilio 8 Barabba, Rocco 99 Cardone, (signorina) 122 Cardone, Elena 110

Cardone, Francesco 8 Cardone, Giulio 122 Cardone, Lidia 122 Cardone, Luigi 8 Cardone, Maria 25 Carino, (famiglia) 62 Carlo III 7 Carlo III di Durazzo 7 Carmenini, (signorina) 122 Carnefresca, Bernardino 8 Caroli, Carlo 78 Carracci, Annibale 111 Cascella, 86 Castaldi, Gianni 61 Catalano, 114 Catania, Giuseppe 43, 53, 114 Caudana, Mino 66 Cauli, Maria 126 Celano, (famiglia) 71 Celenza, maria Rosa 82 Celenza, Valerio 39 Cesare 8 Cesaretti, Cesare 103 Charles, Johnny 67 Chinni, (signorina) 122 Ciancaglini, Dario 126 Cianci, Angelo 48, 66 Cianci, Ernesto 9, 122 Ciancio, 35 Ciancio, Antonio 110 Ciancio, Elio 71 Ciancio, Gaetano 100 Ciarrocchi, Arnoldo 78 Ciavatta, 122 Ciccarone, (famiglia) 71 Ciccarone, Antonio 9 Ciccarone, Francesco 8, 107 Ciccarone, Silvio junior 12 Ciccarone, Silvio senior 8, 12, 25 Cieri, (famiglia) 62 Cieri, (signorina) 122 Cieri, Antonio 37 Cieri, Domenico 37 Cieri, Francesco Paolo 24 Cieri, Irene 122 Cieri, Maria Margherita 103 Cilli, Giuseppe 122 Cinquina, Claudio 39 157

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Cinquina, Gaetano 95 Ciotti, Angiolina 103 Cirio, Francesco 17, 21 Cirone, Luigi 90 Codagnone, Vitaliano 75 Colaneri, 47 Colangelo, (signorina) 122 Colantonio, Vincenzo 126 Colanzi, Rosanna 48 Colonna, Fabrizio 111 Colonna, Vittoria, 7 Comandino, 107 Corradi, 25 Corradini, 122 Cordella, (signorina) 122 Cordella, Ernesto 8 Cordella, Tommaso 122 Cotellessa, 60 Crisci, Domenico 64, 115 Crisci, Giambattista 71 Crisci, Giorgio 10 Crisci, Orazio 8 Croce, (famiglia) 129 Croce, Benedetto 3, 38, 129, 130 Croce, Emanuele 39 Croce, Florindo 133, 134, 135, 136 Cupaioli, Vincenzo 35

D’Aquino, 120 De Arcangelis, Nicola 99 D’Ardes, renata 56 De Boucard, Francesco 86 De Cristofaro, Pasquale 71 De Fanis, (famiglia) 66 De Guglielmo, Luciano 64 Del Borrello, Michele 68 Del Borrello, Quirino 103 Del Casale, Nicola 120 Del Casale, Sergio 26 De Lerma, Giovanni 71 'HOÀQR Del Frà , Antonio 56 Del Frà , Pasquale 71 Del Greco, Filippo 115 Del Greco, Francesco 8 Del Greco, Gaetano 12 Del Greco, Luigi 66, 114 Della Guardia, Giuseppe 71 Della Pelle, Michele 24 Della Penna, (signorina) 122 Della Penna, Carlo 9, 76 Della Penna, Tonino 42 Della Porta, Giovanni 103 Del Lupo, Ettore 71 Del Negro, (signorina) 122 Del Prete, Juan 9 Del Prete, Nicola 126 D Del Prete, Olga 103 D’Accurzio, (famiglia) 66 De Mutiis, Federico 71 D’Adamo, Emilia 116 De Nicola, Enrico 38 D’Adamo Francesco Paolo, 126 De Pompeis, (signorina) 122 D’Adamo Francescopaolo, 72, De Pompeis, Angelo 71 126 De Pompeis, Luigi 122 D’Adamo, Nicola 39 D’Ercole, (signorina) 122 D’Adamo, Nicola 126 De Risio, Alterisio 103 D’Adamo, Nicolangelo 72, 126 D’Erme, Cesario 35 D’Alcide, Comincio 26 D’Erme, Nino 88, 93 D’Aloisio da Vasto, Carlo 9, D’Ermilio, Roberto 126 55, 78 De Thomasis, (famiglia) 129 D’Aloisio, Luigi 12 De Titta, Cesare 29 D’Amato, Ines 103 D’Ettorre, (signorina) 122 D’Angelo, 122 D’Ettorre, Giovanni 71 D’Angelo, Decio 126 D’Ettorre, M. 122 Daniele, Letizia 126 D’Ettorre, Temistocle, 63 D’Anniballe, Stellerino 95, 108, Diaferia, Luigi 31 126 Di Bello, 47 D’Annunzio, Giuseppe 4 Di Benedetto, 120 D’Annunzio, Michele 126 Di Bussolo, Lidia 72 Dante, 29 Di Bussolo, Paolo 87

Di Chiacchio, 47 Di Chiacchio, Nicola 64 Didio, Caio 8 Di Donato, Pietro 9 Diella, Antonio 47 Diella, Cosimo 39 Diella, Giuseppe 39 Di Fazio, Marilena 72 Di Fonzo, (signorina) 122 Di Fonzo, Antonietta 56 Di Gennaro, 88 Di Giamberardino, Eugenio 126 Di Lanciano, Vincenzo 114 Di Lorenzo, (signorina) 122 Di Marco, 88 Di Marco, Angelo 116 Di Memmo, Cesare 70 Di Michele, Antonio 122 Diomede 7 Di Paolantonio, 60 Di Pietro, Federico 103 Di Pilla, Carmelo 118 D’Ippolito, Filoteo 12, 75 Di Rocco, 122 Di Rosso, 47 Di Rosso, Luigi 103 Di Salvio, 122 Di Santo, Antonio 126 Di Scipio, Rocco 126 Di Silvio, Sebastiano 68 Di Stefano, (signora) 122 Di Stefano, Gioacchino 122 Di Stefano, Tommaso 126 Di Toro, Giuseppe 71 Di Tullio, Luigi 56 Di Virgilio, Alfonso 38 Di Vito, Giuseppantonio 71 Dragani, 122 Dudovich, Marcello 55 D’Ugo, Giuseppe 71 Durer, Albert 111 Durini, Giuseppe Nicola 10

E Ercolano, Grazia 103

F Fagiani, 120 Fagiolo, Vincenzo 10, 75 Falcucci, Piero 90 Fallani, 112

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Fanelli, 47 Fanghella, Antonio114 Fanti, 122 Fanti, (signorina) 122 Farina, Michele 47 Favorite, 47 Febbo Camilla e Vittoria, 100 Felice, Costantino 20, 21 Ferrara, Espedito 9 Ferrara, Nicola 35 Fiore, Angela 51 Fiore, Cesario 122 Fiore, Ciccillo 88 Fiore, Fernando 126 Fiore, Mario 71 Fiore, Michele 9 Fiore, Rocco 79 Fischetti, Fedele 16 Forte, 35 Forte, Elisabetta 103 Forte, Giuseppe 126 Forte, Giuseppe 133 Francesco II di Valois 7 Frezza, Agostino 126

G Gabrielli, 115 Galante, Angelo 68 Galante, Carlo 110 Galante, Giuseppe 103 Galante, Nicola 9 Galiè, 47 Gallo, Giordano 56 Garzarella, 88 Gasbarro, Umberto 103 Gaspari, Remo 51, 60 Genova, 75 Genova, Augusto 71 Genova, Michele 8 Gentile, Tranquillo Luciano 126 Gentileschi, A. 71 Ghianni, Renato 52 Ghionni, Guido 126 Giacomucci, (signorina) 122 Giacomucci, Raffaele 52 Giancristofaro, Gianluca 39 Giangiacomo, Fabio 126 Giangiacomo, Guido 126 Giangrande, Nicola 102 Gianturco, 19 Giaquinto, Alberto 78

Gioffredo, Mario 15 Giordano, Luca 111 Giosa, Angiolina 103 Giovanni Paolo II (Papa) 10, 75 Giovine, Francescopaolo 12 Gisone 7 Giuliani, 122 Giuliani, (signora) 122 Giuliani, Cesare 43 Giuri, 122 Giussani, Luigi 112 Graziano, Pasquale 103 Greco Strever, Maria 82 Griggis, Giacomo 111 Guevara (famiglia) 7 Guzzetti, Guglielmo 35, 99 Guzzi, Virgilio 78

H Hugo, Victor 22

I Iammarino, Italo 105 Ianelzi, Edmondo 103 Ianni, Ettore 9 Iarocci, 47 Iecco, Francescopaolo, 75 Iustini, Enzo 85 Iustini, Maria 85 Izzi, Antonio, 62 Izzi, Vittorio 122 Izzi Benedetti, Gabriella 95

J Jubatti, Pino 100, 102

K Ketoun, Karim 121

L Labarile, Francesco 126 Laccetti, (signorina) 122 Laccetti, Beniamino 17, 18, 19, 20, 21 Laccetti Francesco, 69 Laccetti, Giuseppe 122 Laccetti, Luigi 69 Laccetti, Luigi 122 Laccetti, Pietro 103 Laccetti, Valerico 8 La Gamba, Crescenzo 16

Lanzano, 47 Lanzi, Giuseppe 103 La Palombara, 78 La Palombara, (signorina) 122 La Palombara, Domenico 71, 122 La Palombara, Gaetano 78 La Palombara, Luigi 71 Lapenna, Luciano 12, 82, 126 Laporese, Domenico 60 Larcinese, Domenico 126 Lattanzio, Filandro 9 La Verghetta, Alessandro 126 La Viola, Rosita 48 Lazzaro, (signorina) 122 Lazzaro, Giuseppe 122 Lembo, Simone 126 Leone XIII (Papa) 6 Leopardi, Giacomo 64 Libbi, Giuseppe 47 Litiis (de), Giulio Cesare 8, 16 Lo Gatto, Domenico 19 Longo, Donatella 48 Loschiavo, Giuseppe 126 Losito, Raffaele 103 Lo Vasco, Elena 103 Lucini, Marcello 66 Luzzi, Demetrio 103

M Madonna, Giuseppe 103 Madonna, Luigi 103 Maffei, 111 Magnarapa, Alterisio 75 Majo, (famiglia) 71 Malatesta, (signorina) 122 Malatesta, Consiglia 103 Malatesta, Michelina 51 Manes, Costantino 103 Manhes, Carlo Antonio 10 Manso, Maria 126 Manzi, Pantaleone 131, 132 Manzitti, Camillo 9 Manzitti, Giuseppe 8 Manzoni, Alessandro 29 Marcantoni, (signora) 122 Marcantoni, Romolo 122 Marcello, Gino 100, 126 Marcello, Vincenzo 72, 126 Marchesani, (signorina) 122 Marchesani, Carlo 90 159

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Marchesani, Lina 126 Marchesani, Luigi 8, 69 Marchesani, Ulrico 122 Marchesani, Vincenzo 75 Marchetti, (signorina) 122 Marcotullio, Francescopaolo 103 Marcovecchio, Graziano 108 Marcovecchio, Manuele 108, 126 Mariani, Gemma 103 Mariani, Pierino 24 Mariotti, Rocco 71 Marra,Marco 126 Marrollo, (signorina) 122 Marrollo, Giacomo 122 Martella, Luigi 9, 94, 110 Martini, (signorina) 122 Martone, (famiglia) 71 Martone, 115 Martone, (signorina) 122 Martone, Aldo 110 Martone, Leonilde 122 Martone, Marcello 110 Martone, Paolo 104 Martone, Vincenzo 122 Mattei, Enrico 53, 103 Mattioli, Raffaele 9 Mazzini, Giuseppe 21 Mazzotta, Amerigo 112 Memmo, 47 Menna, Antonio 71 Menna, Eliana, 126 Menna, Marco 39 Merletti, 120 Merlino, Vincenzo 103 Micheli Gigotti, Lorenzo 78 Mileno, Cesario 67 Mileno, Vincenzo 67 Miscione, (signorina) 122 Miscione, Domenico 124, 125 Molino, Alessandra 82 Molino, Barbara, 64 Molino, Domenico 126 Molino, Giovanni 72 Molino, Lucia 56 Molino, Massimo 90 Monacelli, (signorina) 122 Monacelli, Emilio 71 Monacelli, Maria 122 Monacelli, Silvio 71

Montagano, 47 Monteferrante, 35 Monteferrante, 61 Montemurro, Massimiliano 126 Morelli, Erminio 39 Moscato, Lucio 115, 116 Murat, Gioacchino 7, 10 Murolo, (signorina) 122 Murolo, Francesco 110 Murolo, Gaetano 8, 125 Murolo, Gaetano 78 Murolo, Luigi 72 Mussolini, Benito 21, 54 MustafĂ PasciĂ , 97 Muzii, (signorina) 122 Muzii, Pietro 10 Muzii, Rocco 111

N Naglieri, 71 Naglieri, Massimo 47 Nanni, Francesco 47 Napolitano, Giuseppe 126 Nasci, (famiglia) 71 Nasci, (signorina) 122 Nasci, Carlo 12 Nasci, Giuseppe 12 Nasci, Luigi 12, 19, 107 Natali, Lorenzo 60 Natarelli, 104 Nocciolino, Antonio 90, 92 Normando, 47 Notarangelo, Michele 126 Notaro, Nicola 12

O Oliva Gianni, 95, 133 Oliva, Nicola 133 Olivieri, (signorina) 122 Olivieri, (capitano) 122 Olivieri, Enrico 108 Olivieri, Mario 126 Omero 7 2UĂ€QL 0DULR Orticelli, 47 Ottaviano, Antonio 126 Ottaviano, Nicola 64

P Paganini, 115 Palazzuolo, Giacinto 126

Palestrina (da), Pierluigi 8 Palizzi (fratelli) 8, 86 Palizzi, Filippo 8, 86 Palizzi, Francesco Paolo 8 Palizzi, Giuseppe 8 Palizzi, Nicola 8, 86 Palmieri, (signora) 122 Palmieri, Filoteo 12 Palmieri, Giuseppina 38 Palmieri, Libero 66 Palmili, Carlo 122 Palombo, Angelo 103 Palombo, Franco 71 3DQGROĂ€ 5RVDQQD Pantini, Romualdo 9 Paolantonio, Franco 9 Paolo di Tarso, 112 Paolucci, Nicola 10 Paolucci, Raffaele 10, 60 Papa, 115 Parente, Michele 122 Parma (de), Riccio 8 Pellegrini, Teresa 51 3HOOLFFLRWWD 6HUDĂ€QD Pellicciotti, Giovanni 126 Peluzzo, Giovanni 78 Pennetta, Angela 56 Pepe, Ada 48 Pepe, Ezio 102, 120 Pepe, Salvatore 9, 29, 105 Perdisa, 115 Perla, Elena 103 Perla, Luigia 103 Perrozzi, Giuseppe 9, 29, 131, 132 Perrozzi, Michele 71 Perrozzi, Vincenzo 122 Petragnano, Francesco 39 Petroro, Gianni 108 Petroro, Silvio 116 Piaily PasciĂ , 97 Piazza, Rosa 126 Piccirilli, Felice 51, 79 Piccirilli, Gaetano 79 Piccirilli, Rino 100 Piccolotti, Francesco 126 Picelli, Guido 37 Pietrocola, Filippo 12 Pietrocola, Giuseppe 9, 71, 78 Pillon, Giorgio 94 Pio IX, (Papa) 75

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Pipino 7 Piri Re’is, 97 Pisarri, Francesco 63 Pisarri, Marisa 110 Poli Molino, Angelina 52 Polsi, Aniello 9, 110, 120 Pompeo 8 Pomponio, Cesario 48 Ponza, Francesco 12 Porta, Cosma 126 Potente, Filippo 103 Primavera, Luciano 60 Prospero, Antonio 10, 12, 116 Pudente, Lucio Valerio 8 Pulvirenti, 59

Q Quagliarella, Gianni 116

R Racciatti, Domenico 126 Radoccia, Italo 59, 78, 108 Ragni, Carmine 104 Ranalli, Michele 39 Rapino, 47 Rapino, Luigi 103 Raspa, Antonio 99 Raspa, Pasquale 99 Raspa, Oscar 114 Raspa, Vincenzo 71 Rastelli Gianfranco, 72, 80, 95 Rauti, Pino 66 Recinelli, Giuseppe114 Reni, Guido 111 Renzi, 115 Ribera (de), 111 Ricci, Giambattista 111 Ricci, Giuseppe 8 Ricciardi, Angelo 86, 95 Ritucci Chinni, Florindo 9, 12, 54, 61, 122 Ritucci Chinni, Franz 110, 116 Roberti-Palmili, Amalia 122 Roberti, Roberto 47, 88 Roberti, Roberto 107 Rocchetti, 60 Rocchio, Francesco 24 Rocchio, Olindo 12 Romani, Francesco 8 Romani, Francesco 103 Ronzitti, Enzo 87, 100

Ronzitti, Francescopaolo 103 Ronzitti, G. 71 Ronzitti, Michele 9, 64 Rosa, Salvator 111 Rossetti, Cristina 8 Rossetti, Dante Gabriel 8, 14 Rossetti, Gabriele 7, 8, 71 Rossetti William Michael 8 Rubens, 111 Rucci, Romeo 29 Russo, 122 Russi, Antonio 126 Russi, Vincenzo 51 Russo, Lorenzo 72, 126 Russo, Luigi 103 Ruzzi, Luigi 9 Ruzzi, Maria 51

Smargiassi, Luigi 126 Smargiassi, Maurizio 3, 23, 33, 41, 49, 57, 65, 73, 83, 91, 101, 109, 117, 138 Smerilli, Domenico 126 Sorgente, Francesco Paolo 133, 134, 135 Soria, Nicola 126 Spadaccini, 47 Spadaccini, Gennaro 90 Spadaccini, Giancarlo 47 Spataro, Giuseppe 9, 60 Spataro, Michele 122 Spatocco, 47 Spaventa, (famiglia) 129 Spaventa, Silvio 25, 71 Spinelli, Rocco 103 Spisti, 88 S Spitilli, 120 Sabatini, Corrado 126 Sputore, Vincenzo 126 Sabelli, Francesco 111 Stan, Victoria 56, 74 Sabino, Domenico 8 Stefani (de’), Alberto 10 Sacchi Petroro, Patrizia 64 Stivaletta, Nicola 120 Sangiovanni, Marcello 122 Strever, 47, 100 Sangro, Elena (vedi Bartoli Sturzo, Luigi 9, 54 Avveduti, M.A.) Suriani, Alfonso 38 Santapaola, 59 Suriani, Anna 126 Santarelli, Cristinziano 103, 122 Suriani, Pietro 10, 12 Santilli, Ennio 24 Szabo, Ferenc 120 Santoro, Osvaldo 60 c 120 Santulli, Francesco 126 Sbrocca, 122 T Scafetta, Concetta 44 Tagliente, Giuseppe 10, 12, 126 Scafetta, Vincenzo 44 Tagliente, Ilaiza 100 Scardapane, Erminio 12 Tagliente Vittorio Sr 108 Schieda, Andrea 56 Talamazzi, Ugo 78 Sciarretta, Edmondo 103 Tamburi, Orfeo 78 Sciascia, Andrea 126 Tana, 122 Sciorra, Gianni 126 Tana, Concetta 80 Sciorilli, 60 Tana, Peppino 42 Scolavino, 88 Tarquinio, 47 Scolavino, Raffaele 90 Tenaglia, Andrea 39 Scopa, Massimo 47 Tenaglia, (sorelle) 110 Scotti, Nicola 122 Terracciano, Ugo 126 Seo, Michele 122 Tessitore, Paolo 64 Sigismondi, Evandro 90, 126 Testori, Giovanni 112 Sipari, (famiglia) 129 Tiarini, Alessandro 15, 16 Sisti, 47 Tiberi, Giuseppe 8 Smargiassi, 47 Tiberi, Nicola 8, 16 Smargiassi, Fabio 126 Tiberio, Nicola 126 Smargiassi, Gabriele 8 Tiboni, Raffaele 103 161

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Tilli, Adelio 120 Tiziano, 111 Torricella, Giuseppe 126 Traiano 8 Traino, Nicola 82 Trivelli, 122 Trivelli, Lutio 111 Trivelli, Vittorio 103 Troiano, Onofrio 97 Troilo, Francesco 64 Turilli, (fratelli) 122 Trilli, Rosella 64 Turbato, Elvira 110

U

V

Z

Valentini, Michele 64 Vanvitelli, Gaspare 116 Vecchiotti, Antonio 108 Veronese, 111 Vicino, Livio 81 Vicoli, Maurizio 126 Vicoli, Pierino 71 Vinci (da), Leonardo 40 Vinciguerra, Michele 131 Vittorio Emanuele II, 25 Vittorio Emanuele III, 18, 129, 130 Votinelli, Francesco Paolo, 13

Zaccagnini, Gelsomino 12 Zaccagnini, Michele 99 Zaccardi, Amelia 126 Zambianchi, 47 Zambianchi, Domenico 100 Zanghi, Andrea 126 Zara, Emilio 12 Zara, Guido 122 Zinni, Antonio 30 Zinni, Francescopaolo 34 Zinni, Elena 34 Zinni, Nicola 34

Ulisse, Maria Annunziata 126 Umberto di Savoia, 129 Urbano, Domenico 95, 121

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Indice Premessa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

3

Lu lunarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

4

Fasi lunari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

5

Carta d’identità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

6

Cenni storici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

7

Figli illustri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

8

Cittadini onorari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

10

Lo stemma araldico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

11

I Sindaci. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

12

L’Inno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

13

I luoghi della memoria: Madonna del Carmine . . . . . . . . . . . . .p.

15

Il Personaggio dell’anno: Beniamino Laccetti . . . . . . . . . . . . . . .p.

17

Il Lunario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p.

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Le Istituzioni Cittadine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 126 Lettera politica di Benedetto Croce agli abruzzesi . . . . . . . . . . . .p. 129 Ricordi di oltre mezzo secolo fa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 131 Onde musicali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 133 Glossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 139 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 152 Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .p. 157 163

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Gli autori ringraziano per la collaborazione Giuseppe Catania, Renata D’Ardes, Nino D’Erme, Roberto Galiè, Nicola Del Borrello, Pino Jubatti, Gennaro Spadaccini; Osvaldo Santoro e Francesco Michele Scafetta per le denominazioni dei Santi in vastese, Pier Canosa per i segni zodiacali e tutti coloro che hanno messo a disposizione il materiale anche se non pubblicato. Un grazie particolare a Luigi Murolo per il prezioso apporto.

,O PDWHULDOH VWRULFR IRWRJUDÀFR q WUDWWR GDOOH FROOH]LRQL Calvano e Tagliente è vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata Edito a proprie spese dagli autori

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