Lunario 2008

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unarie de lu Uaste ovvero

l’Almanacco dei vastesi

a cura di Giuseppe Tagliente Paolo Calvano Giovanni Di Rosso

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Vasto, città di grazia, fiore della mia terra. G. D’Annunzio

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Premessa all’edizione 2008 Superata indenne, senza problemi di crisi e d’incomprensioni, la barriera del settimo anno, il Lunario 2008 si ripresenta con la stessa formula collaudata che ne ha fatto la fortuna di pubblico (e forse anche di critica). Con appena qualche novità, tanto per non ripercorrere pedissequamente le edizioni passate. Quelle di quest’anno consistono in un maggiore spazio dato alla sezione calendaristica, nello sforzo di rafforzarne il carattere “lunaristico”, nell’introduzione di testimonianze dirette acquisite dalla viva voce o dalla penna dei lettori, i quali hanno così manifestato di voler avere un rapporto di interlocuzione attiva con il Lunario, ed infine da una parte finale dedicata ai vastesi di Perth, in occasione dell’inaugurazione del Monumento all’emigrante abruzzese e del “viaggio”della Santa Spina in direzione della stessa capitale del West-Australia, organizzato per venire incontro alla richiesta di tanti fedeli alla Santa Reliquia che vivono là. Segnalazioni aggiuntive all’attenzione dei lettori riguardano una piccola ma documentata biografia di Giuseppe dei Conti Ricci, vastese morto nella battaglia di Mentana combattendo agli ordini del generale Giuseppe Garibaldi, del quale sono in corso le celebrazioni per il secondo centenario della nascita, e una divertentissima ricostruzione di una pagina di storia locale relativa ai tentativi, mai coronati da successo, di aprire “case di tolleranza”. Nel cinquantesimo dell’entrata in vigore della legge Merlin , la vicenda, raccontata sulla base di documenti d’archivio, dà uno spaccato di vita cittadina…all’epoca dei casini. Buona lettura. Novembre 2007

Gli autori

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Lu Lunarie

L’anno 2008 è bisestile ( bisešte). Corrisponde all’anno 6721 del Calendario Giuliano, alla fine del 5768 ed inizio del 5769 di quello Ebraico, alla fine del 1428 ed inizio del 1429 dell’Egira, il Calendario Musulmano.

FESTE E RICORRENZE DELL’ANNO FESTE RELIGIOSE E CIVILI Tutte le domeniche e la festa del Patrono San Michele, il 29 settembre. 1 gennaio, martedì, Capodanno 6 gennaio, domenica, Epifania del Signore 13 gennaio, domenica, battesimo di Gesù 25 aprile, venerdì, Festa della Liberazione 1 maggio, giovedì, Festa del Lavoro 2 giugno, lunedì, Proclamazione della Repubblica 15 agosto, venerdì, Ferragosto 1 novembre, sabato, Ognissanti 8 dicembre, lunedì, Immacolata Concezione 25 dicembre, giovedì, Natale del Signore 26 dicembre, venerdì, Santo Stefano 30 dicembre, martedì, La Santa Famiglia

Giubileo vastese Martedì grasso Le Ceneri La Santa Spina Pasqua Madonna dell’Incoronata Madonna della Penna San Nicola Ascensione Pentecoste Trinità Corpus Domini Madonna delle Grazie San Lorenzo

FESTE MOBILI lu Ggiubbulé la Carnëvale li Ciánnere la Sanda Spëne la Pasche la Madonne de la ‘Ngurnàte la Madonne de la Pánne Sanda Nichéule la ‘Scenziàune la Pendecoste la Trinitá lu Corpus dómene la Madonne de li Grazie Sande Lurènze

20 gennaio. 5 febbraio. 6 febbraio. 14 marzo. 23 marzo. 27 aprile. 4 maggio. 18 maggio. 4 maggio. 11 maggio. 18 maggio. 25 maggio. 6 luglio. 14 settembre.

RICORRENZE RELIGIOSE E CIVILI 27 gennaio, domenica, Giorno della memoria. 10 febbraio, domenica. Giorno del ricordo, in memoria delle foibe istriane. 19 marzo, mercoledì, San Giuseppe. 21 marzo, venerdì, Giornata della memoria, in ricordo delle vittime delle mafia. 29 giugno, domenica, SS. Pietro e Paolo. 4 ottobre, sabato, San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia. 4 novembre, martedì, Anniversario della Vittoria. 4

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Calendario Astronomico

Luna. Giovedì 3 alle ore 10 è all’Apogeo, cioè alla distanza massima dalla Terra ( 405.000 km.circa). Sabato 19 alle ore 10 è al Perigeo, cioè alla distanza minima dalla Terra (363.000 km. Circa) Giovedì 31 alle ore 06 è all’Apogeo. Terra. Giovedì 3 alle ore 02 la Terra è al Perielio, cioè alla distanza minima dal Sole (147,1 milioni km.) Zodiaco Costellazioni. Il 20 alle ore 07.00 il Sole entra nella costellazione del Capricorno Zodiaco Segni. Il 20 alle ore 17,45 il Sole lascia il segno del Capricorno ed entra nell’Acquario. Fasi lunari. Luna Calante, dal 1 al 7 e dal 23 al 31 gennaio. Luna Crescente dal 9 al 21 gennaio. Primo quarto, alle ore 20.47 di martedì 15 gennaio. Luna Piena, alle ore 14.36 di martedì 22 gennaio. Ultimo quarto, alle ore 06.04 di mercoledì 30 gennaio.

Febbraio Luna. Giovedì 14 alle ore 02 è al Perigeo, distanza minima dalla Terra. Giovedì 28 alle ore 03 è all’Apogeo, distanza massima dalla Terra. Zodiaco Costellazioni. Il 16 alle ore 17.10 il Sole entra nella Costellazione dell’Acquario. Zodiaco Segni. Il 19 alle ore 07.51 il Sole lascia il segno dell’Acquario per entrare nei Pesci. Eclissi anulare di Sole. Giovedì 7, inizio ore 04.20. Non visibile in Italia. Eclissi totale di Luna. Giovedì 21, con inizio alle ore 0.40. Visibile in Italia. Fasi lunari. Luna Calante, dal 1 al 6 e dal 22 al 29 febbraio. Luna Crescente dall’8 al 20 febbraio. Luna nuova, alle ore 04.46 di giovedì 7 febbraio. Primo quarto, alle ore 04.35 di giovedì 14 febbraio. Luna piena, alle ore 04.32 di giovedì 21 febbraio. Ultimo quarto, alle ore 03.19 di venerdì 29 febbraio.

Marzo Luna. Lunedì 10 alle ore 23 è al Perigeo. Mercoledì 26 alle ore 22 è all’Apogeo. Zodiaco Costellazioni. Martedì 11 alle ore 18.20 il Sole entra nella Costellazione dei Pesci. Zodiaco Segni. Giovedì 20 alle ore 06.49 il Sole lascia il segno dei Pesci ed entra nell’Ariete. Equinozio di Primavera ( il giorno dura quanto la notte). Giovedì 20 alle ore 06.49. Domenica 30 alle ore 02.00 entra l’ora legale. Fasi lunari. Luna Calante, dal 1 al 6 e dal 22 al 31. Luna Crescente dall’8 al 20. Luna nuova, alle ore 18.45 di venerdì 7 marzo. Primo quarto, alle ore 11.,47 di venerdì 14 marzo. Luna piena, alle ore 19.41 di venerdì 21 marzo. Ultimo quarto, alle ore 22.48 di sabato 29 marzo. 5

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Aprile Luna. Lunedì 7 alle ore 22 è al Perigeo. Mercoledi 23 alle ore 13 è all’Apogeo. Zodiaco Costellazioni. Venerdì 18 alle ore 07.20 il Sole entra nell’Ariete. Zodiaco Segni. Sabato 19 alle ore 18.52 il Sole lascia il segno dell’ Ariete ed entra nel Toro. Fasi Lunari. Luna Calante, dal 1 al 5 e dal 21 al 30. Luna Crescente dal 7 al 19. Luna nuova, alle ore 05.56 di domenica 6 aprile. Primo quarto, alle ore 20.33 di sabato 12 aprile. Luna piena, alle ore 12.26 di domenica 20 aprile. Ultimo quarto, alle ore 16.13 di lunedì 28 aprile.

Maggio Luna. Martedì 6 alle ore 06 è al Perigeo. Martedì 20 alle ore 18 è all’Apogeo. Zodiaco Costellazioni. Martedì 13 alle ore 19.10 il Sole entra nella costellazione del Toro. Zodiaco Segni. Martedì 20 alle ore 18.02, il Sole lascia il segno del Toro ed entra nei Gemelli. Fasi Lunari. Luna Calante, dal 1 al 4 e dal 21 al 31. Luna Crescente dal 6 al 19. Luna neutra, alle ore 14.19 di lunedì 5 maggio. Primo quarto, alle ore 05.48 di lunedì 12 maggio. Luna piena, alle ore 04.12 di martedì 20 maggio. Ultimo quarto, alle ore 04.58 di mercoledì 28 maggio.

Giugno Luna. Martedì 3 alle ore 16 è al Perigeo. Lunedì 16 alle ore 20 è all’Apogeo. Zodiaco Costellazioni. Sabato 21 alle ore 03.00 il Sole entra nella costellazione dei Gemelli Zodiaco Segni. Sabato 21 alle ore 02.00 il Sole lascia il segno dei Gemelli ed entra nel Cancro. Solstizio d’estate (durata massima del giorno rispetto alla notte). Sabato 21 alle ore 02.00. Fasi Lunari. Luna Calante, il 1 e il 2 e dal 19 al 30. Luna Crescente dal 4 al 17. Luna nuova, alle ore 21.24 di martedì 3 giugno. Primo quarto, alle ore 17.05 di martedì 10 giugno Luna piena, alle ore 19.32 di mercoledì 18 giugno. Ultimo quarto, alle ore 14.11 di giovedì 26 giugno.

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Luglio Luna. Mercoledì 2 alle ore 00 è al Perigeo Lunedì 14 alle ore 07 è all’Apogeo Mercoledì 30 alle ore 02 è al Perigeo Terra.Venerdì 4 alle ore 15 è all’Afelio (distanza massima dal Sole, 152,1 milioni km.) Zodiaco Costellazioni. Domenica 20 alle ore 07.40 il Sole netra nella costellazione del Cancro. Zodiaco Segni. Martedì 22 alle ore 12.56 il Sole lascia il Cancro ed entra nel Leone. Fasi Lunari. Luna Calante, il 1 e 2 e dal 19 al 31. Luna Crescente dal 4 al 17. Luna nuova, alle ore 04.20 di giovedì 3 luglio. Primo quarto, alle ore 06.36 di giovedì 10 luglio. Luna piena, alle ore 10.00 di venerdì 18 luglio. Ultimo quarto, alle ore 20.43 di venerdì 25 luglio.

Agosto Luna. Domenica 10 alle ore 23 è all’Apogeo Martedì 26 alle ore 07.oo è al Perigeo. Eclissi Parziale di Luna. Sabato 16 alle ore 21.36 sino a domenica 17 alle ore 00.45. Visibile in Italia. Eclissi Totale di Sole. Venerdì 1 con inizio alle ore 11.21 sino alle ore 13.21. Visibile nell’Italia centro settentrionale. Zodiaco Costellazioni. Domenica 10 alle ore 06.20 il Sole entra nel Leone. Zodiaco Segni. Venerdì 22 alle ore 20.03 il Sole lascia il Leone ed entra nella Vergine. Fasi Lunari. Luna Crescente, dal 2 al 15 ed il 31. Luna Calante, dal 17 al 29. Primo quarto, alle 22.21 di venerdì 8 agosto Luna piena, alle 23.18 di sabato 16 agosto. Ultimo quarto, alle 01.51 di domenica 24 agosto. Luna nuova, alle ore 21.59 di sabato 30 agosto.

Settembre Luna. Domenica 7 alle ore 18 all’Apogeo Sabato 20 alle ore 06 è al Perigeo Zodiaco Costellazioni. Martedì 16 alle ore 07.40 il Sole entra nella Vergine. Zodiaco Segni. Lunedì 22 alle ore 17.46 il Sole lascia il segno della Vergine ed entra nella Bilancia. Equinozio d’Autunno ( La durata del giorno è uguale a quella della notte). Lunedì 22 alle 17.46. Fasi Lunari. Luna Crescente, dal 1 al 14 e il 30. Luna Calante, dal 16 al 28. Primo quarto, alle ore 16.05 di domenica 7 settembre. Luna piena, alle ore 11.14 di lunedì 15 settembre Ultimo quarto, alle ore 07.05 di luned’ 22 settembre Luna nuova, alle ore 10.13 di lunedì 29 settembre. 7

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Ottobre Luna. Domenica 5 alle ore 13 è all’Apogeo. Venerdì 17 alle ore 09 è al Perigeo. Zodiaco Costellazioni. Giovedì 30 alle ore 19.10 il Sole entra nella Bilancia. Zodiaco Segni. Giovedì 23 alle ore 03.10 il Sole lascia il segno della Bilancia ed entra nello Scorpione. Domenica 26 alle 03.00 termina l’ora legale. Le lancette vanno messe un’ora indietro.. Fasi Lunari. Luna Crescente, dal 1 al 13 ed il 30 e 31. Luna Calante, dal 15 al 28. Primo quarto, alle ore 11.05 di martedì 7 ottobre. Luna piena, alle ore 22.04 di martedì 14 ottobre. Ultimo quarto, alle ore 13.56 di martedì 21 ottobre. Luna nuova, alle ore 00.15 di mercoledì 29 ottobre.

Novembre Luna.Domenica 2 alle ore 07 è all’Apogeo Venerdi 14 alle 12,00 è al Perigeo. Sabato 29 alle ore 19.00 è all’Apogeo. Zodiaco Costellazioni. Sabato 22 alle ore 22.20, il Sole entra nella costellazione dello Scorpione. Il 29 alle ore 10,20, entra nella costellazione di Ofiuco. Zodiaco Segni. Il 21 alle ore 23.45 il Sole lascia lo Scorpione ed entra nel Sagittario. Fasi Lunari. Luna Crescente, Dal 1 al 12 e dal 28 al 30. Luna Calante, dal 14 al 26. Primo quarto, alle ore 05.04 di giovedì 6 novembre. Luna piena, alle ore 07.18 di giovedì 13 novembre. Ultimo quarto, alle ore 22.32 di mercoledì 19 novembre Luna nuova, alle ore 17.56 di giovedì 27 novembre.

Dicembre Luna. Venerdì 12 alle ore 23 è al Perigeo. Venerdì 26 ale ore 20 è all’Apogeo. Zodiaco Costellazioni. Mercoledì 17 alle ore 17.50 il Sole entra nel Sagittario. Zodiaco Segni. Domenica 21 alle ore 13.05 il Sole lascia il segno del Sagittario ed entra nel Capricorno. Solstizio d’inverno (La notte dura più del giorno). Il 21 alle ore 13.05. Fasi Lunari. Luna Crescente, dal 1 all’11 e dal 28 al 31. Luna Calante, dal 13 al 26. Primo quarto, alle ore 22.27 di venerdì 5 dicembre. Luna piena, alle ore 17.38 di venerdi 12 dicembre. Ultimo quarto, alle ore 11.30 di venerdì 19 dicembre. Luna nuova, alle ore 13.23 di sabato 27 dicembre.

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Carta d’Identità Nome: Vasto (Istonio dal 1938 al 1944) Denominazione antica: Histonium

Altitudine: 143 m. s.l.m.

Superficie: 70,63 Kmq Denominazione abitanti: vastesi, localmente vastaroli Numero abitanti: 38.529 al 31/10/2007

Provincia: Chieti

Economia: a prevalenza industriale, commerciale. Fiorentissimo il turismo Santo Patrono: San Michele Arcangelo (dal 1827 con breve papale di Leone XII)

Gemellata con Perth (W.A.) dal 1989

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Cenni storici “Antico municipio dei romani, ove apersi le luci ai rai del giorno, Tu che ornando la spiaggia dei Frentani, hai l’Adria a fronte e lieti colli intorno...”

Il verso iniziale del canto poetico che Gabriele Rossetti dedicò alla sua città natale richiama la sua storia millenaria. Una storia che sconfinando addirittura nella leggenda la vuole fondata da Diomede, uno dei mitici eroi dell’Iliade di Omero, ma che, in realtà, ha inizio con l’arrivo dei Frentani, una popolazione italica di stirpe sannitica dedita soprattutto al commercio della lana. Histonium, dal greco Iston, che vuol dire appunto tela di lana, fu, quindi, il nome con cui venne anticamente denominata Vasto ed istoniesi furono detti i suoi primi abitanti. Alleata di Roma, Histonium ne condivise gli eventi divenendo una delle città più fiorenti della costa adriatica con il privilegio della cittadinanza romana e della potestà di imporre tributi (municipium vuol dire appunto “munus capere”, ossia potestà di esigere tasse). Con la caduta dell’impero e la invasione dei barbari la città divenne sede di guastaldato, cioè residenza di un guastaldo (amministratore di giustizia) del ducato longobardo di Benevento. Per questa ragione venne denominata “Guasto” da cui derivò il nome Vasto. Distrutta dai Franchi di Pipino, figlio di Carlo Magno, la città venne divisa tra il Guastaldo Aymone e il Guastaldo Gisone, conservando tale ripartizione amministrativa anche con i successivi feudatari. Saccheggiata e distrutta, a più riprese, dai Saraceni e dagli Ungari, restituita, infine, ad unità territoriale nel 1385 per decreto di Carlo

III di Durazzo, Guasto fu feudo dapprima dei Caldora, quindi dei Guevara ed infine dei d’Avalos, che la tennero ininterrottamente dal 1496 al 1806. Per tre secoli la storia della città si confuse con quella di questa nobile famiglia di origine spagnola, i cui esponenti di maggior spicco furono Alfonso II, governatore del ducato di Milano, Ferrante Francesco, famoso condottiero vincitore della battaglia di Pavia contro i francesi di Francesco II di Valois e marito di Vittoria Colonna, Francesco Ferdinando che fu viceré di Sicilia e Cesare Michelangelo, ricordato per aver fatto coniare moneta (il tallero del Vasto, il mezzo tallero, lo zecchino ed il mezzo zecchino) e per aver ottenuto da Carlo III il diploma con il quale vennero conferiti a Vasto il 29 Marzo del 1710 il titolo di Città e l’autorizzazione a sede vescovile. Gli avvenimenti conseguenti alla rivoluzione francese del 1789, i moti del 1799 e l’instaurazione della monarchia napoleonica di Gioacchino Murat che abolì le leggi feudali, ebbero un notevole influsso sulla vita della Città, che fu uno dei centri abruzzesi più attivi nella lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia a cui tributò un notevole contributo. All’inizio del nuovo secolo e dopo quello che ha visto due guerre mondiali ed una profonda e radicale trasformazione della società, Vasto è una città moderna, tra le più popolose ed industriose d’Abruzzo che guarda al futuro con fiducia e con nuove e più che legittime ambizioni.

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Cittadini Onorari La gratitudine dei Vastesi nei confronti di chi si è reso protagonista di atti di amore e rispetto per la città si è spesso manifestata anche mediante la concessione della cittadinanza onoraria. Questo altissimo onore è stato attribuito dall’Ottocento ad oggi a queste eminenti personalità: CARLO ANTONIO MANHES Generale al servizio di Gioacchino Murat, ebbe tale riconoscimento il 10 aprile 1810, così come ricorda la lapide posta sulla facciata della Cattedrale di San Giuseppe, nella quale si legge testualmente Al forte guerriero D’Aurillac - Carlo Antonio Manhes Membro della legion d’onore e Cavaliere delle Due Sicilie - Generale Aiutante di campo di S.M. Gioacchino Napoleone - Distruttore di briganti - Restauratore della pubblica quiete - Nelle contrade d’Abruzzo - Per voto universale acclamato - Primo cittadino del Vasto - Nel giorno X aprile MDCCCX - La riconoscenza del popolo vastese - Questo monumento consacra. GIUSEPPE NICOLA DURINI Per aver sottratto la Città dall’assedio al quale il 12 aprile 1814 l’avevano sottoposta ben sette bande di briganti provenienti dalla Puglia, dalla Basilicata e dal Molise. Il barone Durini di Chieti, che ricopriva in quel momento la carica di Sottointendente, convinse i vastesi ad opporre una strenua e vittoriosa resistenza dirigendo egli stesso coraggiosamente le operazioni di battaglia. Il Sindaco Pietro Muzii ne propose la concessione della cittadinanza onoraria al Consiglio dei Decurioni. RAFFAELE PAOLUCCI Eroe della Prima Guerra Mondiale, medaglia d’oro al Valor Militare per l’impresa dell’affondamento della nave ammiraglia austriaca “Viribus Unitis”, medico ed accademico di fama, rappresentante di Vasto al Parlamento per cinque legislature in epoca fascista, Raffaele Paolucci si dimostrò sempre molto sensibile alle richieste dei vastesi. Grazie a lui la città ottenne l’istituzione del Regio Istituto Tecnico Commerciale ad indirizzo mercan-

tile, che venne intitolato al padre, Nicola Paolucci, e finanziamenti per l’acquedotto e la bonifica dei terreni malsani. Per queste benemerenze gli viene concessa la cittadinanza onoraria nel 1925. ALBERTO de’ STEFANI Ministro del Tesoro e delle Finanze fino al 1925. Il Consiglio Comunale, su proposta del Sindaco Pietro Suriani, gli conferisce nella seduta del 18 marzo 1925, l’alto riconoscimento per aver contribuito alla fondazione del Regio Istituto Commerciale. GIORGIO CRISCI Di antica famiglia vastese trasferita a Roma, che può vantare di aver dato ben sei mastrogiurati alla città, Giorgio Crisci, Presidente del Consiglio di Stato al termine di una prestigiosa carriera di magistrato e di amministratore di Aziende dello Stato, ha ottenuto la cittadinanza onoraria, su proposta del sindaco Antonio Prospero, nell’ottobre del 1986. VINCENZO FAGIOLO Il Cardinale Vincenzo Fagiolo ha ricevuto dalla Municipalità di Vasto la nomina a cittadino onorario il 30 novembre 1995. Una concessione che, su proposta del sindaco Giuseppe Tagliente, il Consiglio Comunale approva all’unanimità, in considerazione della preziosa attività missionaria ed evangelizzatrice da lui svolta quale Arcivescovo Metropolita Teatino e primo Vescovo di Vasto (bolla di Giovanni Paolo II del 24 agosto 1982 che eleva la Diocesi Vastese al rango di sede vescovile) dal novembre 1971 al gennaio 1984, allorché venne destinato a reggere la segreteria della Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Religiosi. 11

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Figli Illustri Tra i tanti concittadini che nei secoli hanno onorato la Città ricordiamo:

Lucio Valerio PUDENTE, incoronato poeta all’età di tredici anni in Campidoglio a Roma dall’Imperatore Traiano; Caio DIDIO, ammiraglio della flotta romana nella guerra tra Cesare e Pompeo; Riccio de PARMA, uno dei tredici cavalieri italiani che sfidarono i francesi a Barletta; Bernardino CARNEFRESCA, detto il Lupacchino, (ca. 1490-post 1555) musicista autore di famosi madrigali e maestro del Palestrina; Virgilio CAPRIOLI, (1548-1608) avvocato in Napoli si dilettò di archeologia. Fu il primo a far impiantare a Vasto una tipografia; Orazio CRISCI, (sec. XVI) madrigalista, suoi sono alcuni componimenti inseriti nel Secondo libro di madrigali di Domenico Sabino; Giuseppe de BENEDICTIS (1697-1762). Sacerdote e storico cittadino scrisse le Memorie Istoriche del Vasto ed alcune dissertazioni su iscrizioni lapidarie. Giuseppe TIBERI, (1732-1812) avvocato, archeologo, bibliofilo e poeta arcadico con il nome di Cloneso Licio; Giulio Cesare de LITIIS, (1734-1816) autore di dipinti a soggetto religioso; Nicola TIBERI, (1745-1805) pittore, incisore e poeta col nome di Orildo Apollonide; Roberto BETTI, (1780-1861) consigliere del Supremo Consiglio Amministrativo del Regno delle Due Sicilie; Gabriele ROSSETTI, (1783-1854) poeta e patriota esule in Inghilterra. Padre di Dante Gabriel, capofila della Confraternita Preraffaellita, di Cristina e di William Michael; Francesco ROMANI, (1785-1852) medico che introdusse l’omeopatia in Italia;

Luigi CARDONE, (1789-1855) patriota e carbonaro; Luigi MARCHESANI, (1802-1870) medico, autore della Storia di Vasto; Gabriele SMARGIASSI, (1798-1882) pittore della scuola napoletana. Michele GENOVA, (1802-1860) graffiante epigrammista ha lasciato una raccolta intitolata La Peppeide; Filippo BETTI, (1802-1877) storico, poeta e filosofo; PALIZZI Filippo (1819-1899), Giuseppe (1812-1888), Nicola (1820-1870) e Francesco Paolo (1825-1870) pittori insigni di scuola napoletana; Silvio CICCARONE, (1821-1897) patriota, comandante del battaglione Vasto della Guardia Nazionale nel periodo risorgimentale; Valerico LACCETTI, (1836-1909) pittore e tragediografo; Giuseppe RICCI, (1844-1867) patriota caduto nella battaglia di Mentana; Gaetano MUROLO, (1858-1903) poeta dialettale autore di originalissimi sonetti in vernacolo; Francesco CICCARONE, (1859-1938) deputato dal 1904 al 1919; Luigi ANELLI, (1860-1944) storico patrio e dialettologo, autore di saggi e commedie in vernacolo; Ernesto CORDELLA, (1864-1905) capitano di artiglieria combattente ad Adua ed esploratore nel Congo Belga; Francesco DEL GRECO, (1864-1947) psichiatra ed antropologo; Francesco CARDONE, (1865-1937) pittore di gusto ottocentesco, erede della tradizione dei Palizzi, di cui fu allievo;

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Giuseppe MANZITTI, (1871-1925) fondatore della società di assicurazioni Mutua Marittima Nazionale con sede a Genova, prima iniziativa previdenziale nel settore; Ettore IANNI, (1875-1956) scrittore e giornalista, per anni una delle firme più prestigiose del “Corriere della Sera”, di cui fu anche direttore; Camillo MANZITTI, (1877-1958) diresse da ingegnere la produzione di cannoni alla Ansaldo durante la prima guerra mondiale, poi si specializzò del settore nautico; Romualdo PANTINI, (1877-1945) poeta e tragediografo, collaboratore della prestigiosa rivista letteraria “Il Marzocco”; Nicola GALANTE, (1883-1969) artista tra i più rappresentativi della pittura del Novecento, esponente del “Gruppo dei sei” operante a Torino e Genova; Florindo RITUCCI CHINNI, (1886-1955) artista eclettico e raffinato, autore di liriche e di canzoni in vernacolo, pittore di grande sensibilità; Carlo D’ALOISIO da Vasto, (1892-1971) pittore e xilografo; Raffaele MATTIOLI (1895-1973) il “banchiere umanista” che per un quarantennio diresse la Banca Commerciale Italiana; Elena SANGRO (1897-1969) (nome d’arte di Maria Antonietta Bartoli Avveduti), attrice che ebbe grande notorietà nel periodo del cinema muto; Giuseppe SPATARO, (1897-1979) uomo politico, fondatore della Democrazia Cristiana con Don Sturzo, più volte ministro nei governi del secondo dopoguerra;

Giuseppe PERROZZI, (1899-1973) poeta dialettale tra i più noti ed apprezzati; Vittorio d’ANELLI, (1902-1999) cultore di storia locale e di araldica; Aniello POLSI, (1905-1983) musicista, autore di notissime melodie popolari; Michele RONZITTI, (1905-1984) pittore del genere naif tra i più apprezzati in Italia. Espedito FERRARA, (1908-1992) giornalista e commediografo; Ernesto CIANCI, (1908-1992) esperto economista e dirigente industriale; Filandro LATTANZIO, (1908-1986) pittore che ha operato per decenni in Francia; Antonio CICCARONE, (1909-1983) ricercatore e docente universitario di patologia vegetale; Giuseppe PIETROCOLA, (1909-2001) pubblicista ed appassionato cultore della storia patria; Michele FIORE, (1910-1973) pittore sensibile e delicato che operò soprattutto a Genova; Luigi MARTELLA, (1911-1971) pittore ed educatore; Don Salvatore PEPE, (1915-1997) sacerdote e oratore valentissimo, cultore della parlature paisane; Carlo BOTTARI, (1921-2002) deputato; Carlo ANELLI, (1924-1997) insigne giurista, professore universitario e presidente del Consiglio di Stato.

Numerosi i vastesi che si sono distinti all’estero. Tra questi: Carlo DELLA PENNA, (1879-1971) emigrato in Argentina, divenne uno dei più valenti industriali. Editore e fondatore della rivista culturale bilingue “Histonium”; Luigi RUZZI, (1881-1945) dopo aver fatto fortuna in Argentina come industriale fece costruire nel 1931 il Politeama che porta il suo nome;

Franco PAOLANTONIO (1887-1979) affermato ritrattista molto apprezzato in Sud America; Juan DEL PRETE, (1897-1987) pittore di grande notorietà in America Latina; Pietro DI DONATO, (1911-1992) autore di Cristo tra i muratori e Tre cerchi di luce, romanzi che narrano le vicende degli emigrati vastesi in USA. 13

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lo Stemma Araldico

Lo stemma della città è uno scudo quadripartito a scacchiera con i colori del rosso e dell’argento tra di loro incrociati, circondato dalla scritta “VASTUM OLIM HISTONIUM ROMANUM MUNICIPIUM” (Vasto l’antica Histonium Municipio Romano)

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i Sindaci dall’Unità d’Italia 1860-1866

Filoteo D’IPPOLlTO

1868-1876

Silvio CICCARONE Senior

1876

Carlo NASCI

1878-1896

Francesco PONZA

1897

Luigi D’ALOISIO

1897-1919

Luigi NASCI

1919

Gelsomino ZACCAGNINI

1920-1921

Filoteo PALMIERI

1921-1923

Florindo RITUCCI CHINNI

1924-1933

Pietro SURIANI

1934-1935

Gaetano DEL GRECO

1937-1940

Erminio SCARDAPANE

1941

Francescopaolo GIOVINE

1942-1943

Silvio CICCARONE Junior

1943-1944

Emilio ZARA

1944-1945

Giuseppe NASCI

1946-1955

Florindo RITUCCI CHINNI

1955-1956

Olindo ROCCHIO

1956-1962

Idiano ANDREINI

1962-1973

Silvio CICCARONE Junior

1973-1979

Nicola NOTARO

1979-1993

Antonio PROSPERO

1994-2000

Giuseppe TAGLIENTE

2000-2001

Giovanni BOLOGNESE

2001-2006

Filippo PIETROCOLA

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Luciano LAPENNA

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L’inno

Uaste bbelle, terra d’eure di Francesco Paolo Votinelli*

M’ arecorde de lu Uašte lu paése addò so’ nate, cande jè’ pe la bbisagne a šta terra ajje migrate. Nemme puzze ma scurdaje fore la porte a lu Cuaštelle, addò Sande Pandalàune vennàive ndriche e sciavunèlle.

Uašte bbèlle, terra d’éure notte e jurne penz’ a ttaje ma fa prima che mme méure te putésse arevidaje. De la fàmmene a la Mèreche l’ome fanne nu cciudaje: ppén’ asciute da la scagne dànne satte a fà bbattaje. Se le mbiàšchene la facce nghe la ciprie e lu rusciatte ma nen vàlene nu pàile de na tosta cafunàtte.

Uašte bbèlle, ecc. Se vvulème fà le bbagne s’ ha da ije a Sàute Bbìcce ma nge sta le bbille scuje che ttinème a la Pinnicce. Aècche, l’acche de lu mare mbuzzenite de bbinzèine: a Ccasàrze sinde l’acche addurà de quarajèine.

Uašte bbèlle, ecc.

* Francesco Paolo Votinelli Nasce a Vasto il 13 ottobre 1891 e dopo una giovinezza vissuta nel popoloso quartiere del “castello” a 16 anni parte da Napoli per la mitica America alla ricerca di lavoro e di un futuro migliore. A New York lavora come sarto e per il suo carattere gioviale diventa un punto di riferimento per tutta la comunità vastese. Viene chiamato “lu pelajje” proprio per la sua capacità di insaporire gli incontri dei concittadini emigranti e in una serata tra amici nasce “Uaste bbelle, terra d’eure” che diverrà l’inno dei Vastesi. Nel 1965 la nostalgia della terra natia lo spinge a tornare a Vasto dove si spegne il 14 Novembre 1969, tra l’unanime cordoglio della città. 16

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I luoghi della memoria

Torri e porte della cinta muraria caldoresca La pianta a volo d’uccello, conservata presso il Municipio, ci permette di vedere come, alla fine del sec. XVIII, Vasto fosse racchiusa dentro una cinta muraria orientata sud-nord con quattro porte, sei torri e un bastione. Questa struttura difensiva, modulata in funzione del Castello Caldoresco e della morfologia del terreno circostante, venne edificata nel 1439, perfezionata nel 1493 e per più di tre secoli mantenne la doppia funzione di contenere e difendere il nucleo cittadino. Ad ovest, il falsopiano rendeva più difficile la difesa e il problema era stato risolto ideando un andamento ondulato delle mura e costruendo la fortezza in posizione strategica. Tutto il lato est, ora splendida passeggiata panoramica con vista sul mare, da sempre pressoché inaccessibile in quanto favorito dallo scoscendimento del terreno e dai naturali dirupi, non prevedeva torri di difesa, era protetto solo da mura. Le mura delle Lame, nella zona di S. Pietro,

Via Cavour, fine Ottocento

terminavano con la Porta Palazzo, collegamento privilegiato con la Marina, che era all’angolo nord-est della dimora palaziata dei d’Avalos. Dal giardino dei marchesi la loggia Amblingh, rimaneggiata nel 1920, arriva fino a Porta S. Maria, manufatto con arco ogivale, unico superstite degli accessi medievali. La vicina cappelletta, con un affresco molto deteriorato, dedicato alla Madonna della Catena, le dà anche la denominazione popolare di Porta Catena. Proseguendo verso sud, l’abitato terminava di fronte all’attuale villa comunale, difesa agli angoli dalle torri di Bacchetta e di Moschetti, dai nomi delle famiglie che ne erano proprietarie, abbattuti tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. In fondo a via Cavour, è la Torre Bassano, con l’originale base quattrocentesca e con pietra del 1498, che mostra gli stemmi aragonesi e della municipalità vastese. Prende il nome dai marchesi che ne divennero proprietari nel XVII sec. e che la innalzarono al livello attuale. Nell’esiguo spazio che da piazza Rossetti immette in piazza Diomede era, inoltre, la 17

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Porta Castello, l’entrata principale della città, dove stazionavano gli esattori del dazio e che fu demolita nel 1828. Oltre il castello, le mura a barbacani e degli Inforzi, che dominavano sulla zona che coincide attualmente con il parcheggio Histonium, arrivavano alla torre Damante, a forma allungata, che nonostante tante manomissioni contiene ancora una minuscola e caratteristica struttura abitativa. Questo tratto delle mura sembra essere quello che più ha preservato l’originale configurazione. A breve distanza è la torre Santo Spirito, così denominata perché localizzata nei pressi dell’omonimo monastero celestiniano, un tempo a strapiombo sul fosso San Sebastiano. Sul bastione del 1439 è ancora visibile la pietra appostavi nel 1493 sulla quale sono sovrapposte le incisioni degli stemmi regali e del municipio del Vasto. L’attuale Porta Nuova rappresenta l’estremo nord della zona antica. L’arco originario, costruito nel 1493, era posto più all’interno in linea con i palazzi di via Aimone. Dopo la sua

demolizione nel 1790, il mastrogiurato Giuseppe Tambelli, innalzò l’attuale struttura in laterizio con le insegne lapidee del Municipio e una iscrizione che ne ricorda l’edificazione. Subito dopo l’edificio, adibito a manifattura, edificato dai Genova Rulli, era la torretta caldoresca, attorno alla quale nel ‘600 Innico III d’Avalos aveva aggiunto il bastione di S. Antonio e che fu abbattuto nel ‘800 per permettere il passaggio della strada per la Marina.

Torre Bassano

Torre Damante

Torre Santo Spirito

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Il personaggio dell’anno

Giuseppe de’ Conti Ricci Anche Vasto, come quasi tutte le citpanorama politico locale il movimento tadine della penisola, portò il suo “di sinistra” è ormai consolidato e contributo alla causa risorgista radicandosi nelle classi pomentale e subì il fascino di polari. una personalità come GiuL’adolescenza seppe Garibaldi, che pur Poco si conosce della fancon tutte le sue evidenti ciullezza di Giuseppe, contraddizioni, seppe secondogenito nato nel trasmettere una passione 1844. Certamente, fino e coinvolgere nella batal 1855, la sua è una vita taglia. tranquilla - come poteApprofittando del bicenva esserlo per i rampolli tenario appena trascorso delle famiglie benestanti della nascita dell’Eroe dei turbata solo nel settembre due mondi, illustriamo la 1853 dalla morte del fratelstoria di un garibaldino valino Gaetano. Una esistenza stese: Giuseppe de’ Conti Ricci scandita dall’impegno nello stu(accomunata a quella del fratello dio e illuminata dalle fantastiche Luigi1) su cui si hanno notizie do- Giuseppe de’ Conti Ricci storie, divenute quasi leggendarie cumentabili. I due fratelli Ricci, ci parlano di di Aureliano Monteferrante2 e di Luigi Carun’unica grande passione per la patria esplica- done3, vastesi che avevano partecipato ai moti ta in modi diversi: breve e intensa la vita di costituzionali del 1848. Nell’agosto del 1855, Giuseppe; lunga, feconda di risultati e varie- durante l’epidemia colerosa, muore il padre Figata l’esistenza del primogenito Luigi, che fu lippo e la famiglia, composta dalla trentatreencostretto a trascorrere gran parte della vita in ne madre e da cinque figli, di cui il più grande ha solo 13 anni, cambia modalità esilio in Inghilterra. di vita. L’anno si chiude con la Una cosa è certa: se i fratelli Ricbuona notizia della nascita di un ci rappresentano l’élite culturale e fratellino postumo, a cui viene sociale che aderiva al movimento dato il nome di Filippo. garibaldino, il “partito estremista” Negli studi primari il ragazzo eviera diffuso nella società nei livelli denzia attitudini per le materie più bassi. Il numero di garibaldini umanistiche, in particolare per la “attivi” accertati e l’esame dei loro letteratura e la storia. Gli avvenimestieri (falegname, contadino, menti bellici (1859-60) generano muratore, pastaio, guardia daziai suoi primi tentativi poetici: una ria, sarto, commerciante, calzolaio, ramaio) certificano che nel Stemma dei Conti Ricci composizione dedicata a Vittorio 19

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Emanuele dopo la pace di Villafranca e un Inno alla guerra, conseguenza della spedizione dei mille e dell’arruolamento del fratello maggiore Luigi, appena diciottenne, che da garibaldino partecipa alla battaglia del Volturno.4 Un adolescente come lui, desideroso di partecipare in prima persona agli eventi in atto, a Vasto può solo sognare la gloria, impegnarsi negli studi e comporre romantici testi. Vedono così la luce le ottave Alla Polonia e un Carme a Gabriele Rossetti (morto esule a Londra da appena 8 anni) in cui Giuseppe invita i concittadini ad erigere un monumento al poeta5 (passeranno altre 64 primavere prima che ciò si realizzi). La maturità Raggiunta la maggiore età, si sposta a Napoli, si iscrive all’Università e frequenta le lezioni di letteratura e di filosofia6, come allievo del Settembrini7. Nel 1865 si trasferisce nella nuova capitale di Firenze e intraprende la carriera di giornalista come collaboratore de La Riforma.8 Sono di quel periodo tre polemiche lettere pubblicate su Il Diritto, in cui affronta la Questione Romana, delineandone gli aspetti storici (Italia e Papato), l’attualità (La Questione Romana dopo la convenzione) e gli esiti (Logica soluzione della Questione Romana).9 Nel 1866, mentre Luigi combatte in Trentino al seguito di Garibaldi, Giuseppe, intento a dirigere a Vasto i preparativi del matrimonio della sorella Rosa, scrive un entusiastico Inno di Guerra a sostegno dell’azione militare sabauda.10 Terminato l’anno e assolti gli impegni familiari, lo ritroviamo ancor più vitale a Firenze, in via della Scala n. 23, con il fresco incarico di corrispondente di guerra de La Riforma. Nel frattempo la situazione politica è in gran fermento: la Francia ha completato nel dicembre 1866 il ritiro delle truppe e il mondo cattolico organizza legioni di volontari per difendere il Pontefice. La sinistra radicale, coperta dall’apparente e

interessata neutralità del governo Italiano, si prepara per un sempre più prossimo intervento e nell’intento di far scoppiare una rivolta in Roma, sovvenziona tramite il conte Ponza di S. Martino provocatori interni. Unici scossoni che turbano l’ambiente capitolino sono l’attentato “terroristico” nella caserma Serristori (con 24 zuavi e alcuni passanti morti) e l’eroico episodio dei Cairoli a Villa Glori. Ma niente sembra turbare l’ambiente della Città eterna. “Roma è in calma profonda”, commenta il Gregorovius nei suoi Diari. L’ultimo mese del Ricci può essere ricostruito passo per passo. Da Firenze il 9 ottobre spedisce una lettera all’amico Nicola Colonna11 in cui lo sollecita a partecipare alla operazione ormai imminente e, come in un romanzo ottocentesco d’azione, precisa i particolari (telegrammi cifrati, luoghi di incontro, alberghi in cui rifugiarsi…): “Il comitato, in via Archibusieri n. 8 al terzo piano, lavora alacremente e provvederà a sostenere le spese dopo che siate arrivati a Firenze. Una grande spedizione avverrà tra poco; da tutte le parti d’Italia convengono qui giovani animosi e gagliardi, risoluti a farla finita coi preti. Volere è potere. Energia e risoluzione. Viva Roma degli Italiani.”12 Dopo l’arresto di Garibaldi a Sinalunga, coordina con Eugenio Valzania13 la raccolta di fondi e il sostegno politico tra i deputati repubblicano-radicali a favore dei volontari garibaldini14.

A. D’Alessandri, Zuavi al castello di Mentana, 1867

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Espletato questo compito, parte in treno alla volta di Terni per portare denaro e notizie a Menotti Garibaldi15, ma alla stazione di Foligno viene arrestato. Nuovamente liberi, eccolo a Terni a confezionare cartucce, dopo la fuga dal posto di polizia umbro e il salto, eludendo la scorta, dal treno diretto in Romagna16. La guerra e la gloria Il 18 ottobre partono per Roma le colonne Caldesi17 e Valzania. Al confine pontificio fraternizzano con le truppe italiane – i funzionari governativi nel frattempo mandano ai comandi militari istruzioni volutamente ambigue, riuscendo a ritardare la partenza da Tolone delle truppe francesi – e il 23 si riuniscono con Menotti e, forti di più di 2.000 uomini, si dirigono verso Monterotondo18. Guidati anche da parlamentari italiani, migliaia di garibaldini passano la frontiera, finché nella zona di operazione i volontari raggiungono il numero di 15.000 unità. In una lettera alla madre – riferita a quelle settimane – Giuseppe riassume “le fatiche durate da quindici giorni: fame, sete, caldo, freddo, pioggia, combattimento sono state le mie delizie. Quando ci penso mi meraviglio di essere ancora vivo. Ci siamo arrampicati sopra dei monti dove non andrebbero nemmeno i camosci. Una notte siamo rimasti accampati all’aperto sotto un diluvio di cui non ricordo l’eguale. Siamo rimasti due giorni senza mangiare e la sete la soffriamo spessissimo.”19 Intanto manda corrispondenze giornaliere a La Riforma, e partecipa con la colonna Frigesy alla battaglia di Monterotondo rischiando la vita, perchè “un colpo di mitraglia uccide al suo fianco due ufficiali.” A Monterotondo la debole guarnigione francese (formata da volontari Antiboini che i romani scherzando definivano Antiboioni) resiste 27 ore alle soverchianti forze garibaldine. Nella notte tra il 25 e il 26 la porta della cittadina viene bruciata e gli assedianti entrano nel pa-

Frontespizio de “L’Inno di Garibaldi” di P. Rondinella (Philadelphia, 1864)

ese. Il forte, in cui si sono rifugiati i pochi superstiti di Antibes, domina l’abitato e sembra inespugnabile; accade però qualcosa che sa di leggenda, se non fosse stato raccontato su Il Resto del Carlino da un testimone. Alla richiesta del Generale di minare la rocca, il Filopanti20 trasmette l’ordine al capitano Ridolfi, che chiama il milite Giuseppe Ricci. Il vastese prende un carro di fieno e gli dà fuoco nei pressi delle scuderie del fortilizio. Gli assediati credendo ad un principio di incendio costringono il colonnello francese a esporre bandiera bianca e a trattare la resa.21 La battaglia si conclude con un risultato significativo per i papalini: i morti francesi sono 270, quasi tutta la guarnigione, segno di indubbio valore nella difesa. Il 30 ottobre da Castel Giubileo, a sole cinque miglia da Roma, Giuseppe “dalla terrazza scorge gli avamposti nemici e la cupola di S. Pietro che giganteggia in mezzo ai superbi edifici romani” e nell’ultima lettera alla madre confessa: “Tutto noi sopportiamo col pensiero di andare a Roma.”22 21

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coverati al Fatebenefratelli, dove ricevono la visita di Pio IX. Per quanto riguarda la vicenda più specificatamente in oggetto, essa si conclude con le lettere che da Caprera il Duce, il 13 e il 21 gennaio, invia a Luigi Ricci, in cui definisce Giuseppe un eroe da emulare23, colloca la madre Ligeia accanto ai nomi gloriosi delle donne Cairoli e chiude telegraficamente: “Per la vita, vostro Giuseppe Garibaldi”24. Piccolo ma significativo segno del come quest’uomo, nonostante gli anni, potesse infiammare ancora il cuore e la mente di tanti giovani. Altri vastesi garibaldini:25

FRANCESCO PAOLO ARMENO (1844-1926);

CARLO CELANO Gustave Le Gray, Garibaldi a Palermo nel 1860

(1843-1908);

Qualcosa tuttavia non funziona; le truppe non sono più quelle della spedizione siciliana. Arriva l’ordine di ritornare indietro per riorganizzarsi. Arrivati a Monterotondo il 31, mancano 2.000 garibaldini all’appello. Fuggiti. Il 3 novembre un corpo di soli 2.300 volontari pontifici, che non conoscono l’onta della diserzione, sostenuto successivamente dalle avanguardie francesi arrivate da Tolone, e poi, solo alla fine dei combattimenti, integrato dalle truppe del De Polhes, infligge una dura sconfitta alle preponderanti forze “italiane”. La battaglia avviene nella vigna Santucci, dove la manovra aggirante predisposta da Menotti fallisce. Alla fine tra le camicie rosse si contano 150 morti, tra cui Giuseppe Ricci, e 240 feriti colpiti dal fuoco degli chassepots “francesi”. I franco-pontifici rifiutano l’onore delle armi agli oltre 1.600 garibaldini ingloriosamente arresisi. Intanto Garibaldi già ripiega su Tivoli e gli si permette la fuga per evitare complicazioni diplomatiche. I garibaldini feriti vengono ri-

CARLO DE VITO (1842-1908);

PASQUALE DI FEDERICO (Castelli 1837-Roma 1916);

ANTONIO FORTE (1844 - ?);

CARLO MARIA PIETROCOLA (1841-1901);

RAFFAELE RANGHELLI (Spoltore 1842-1917);

LUIGI CONTE RICCI (1842 -Londra 1915);

SANTE STAMPONE (1841- ?);

NICOLA VINCIGUERRA (1843-1933);

CESARIO VITALE (1842-1908).

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A. D’Alessandri, Mentana. Il luogo dello scontro WUD L JDULEDOGLQL H OH WUXSSH SRQWLÀFLH, 1867.

Note 1 – Luigi de’ Conti Ricci (1842- Londra 1915) patriota (con Garibaldi sul Volturno, in Aspromonte, a Bezzecca e a Parigi nella guerra franco-prussiana) e intellettuale. Esule in Inghilterra diventa Professore di Italiano al King’s College. Per avere una veloce conoscenza della sua vita si vedano: Il Conte Luigi Ricci e la Società Dantesca a Londra, in “Istonio”, anno XIX n. 31, Vasto, 12 agosto 1906; La Società Dantesca a Londra, in “Istonio”, anno XIX n. 44, Vasto, 18 novembre 1906; Vastesi Garibaldini – nel centenario della guerra Franco-Prussiana, in “Vasto Domani”, n. 11-12, Vasto, novembre – dicembre 1970; Luigi Ricci e la “Dante”, in “Vasto Domani”, n. 1, Vasto, gennaio 1971. 2 – Aureliano Monteferrante, studente di Giurisprudenza a Napoli partecipa ai moti popolari del 1848 per la Costituzione. 3 – Il barone Luigi Cardone, eletto rappresentante di Vasto al Parlamento Napoletano nel 1848 partecipa allo scontro di Rieti contro gli austriaci guidando il battaglione vastese. 4 – Raffaele Mattioli, Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno I n. 26, Vasto, 4 novembre 1888. 5 – Ivi. 6 – Ivi. 7 – Luigi Settembrini (Napoli 1813- 1876). Patriota e letterato, esule fino al 1860. Dal 1862 Professore di Letteratura all’Università di Napoli e dal 1873 senatore del Regno 8 – Raffaele Mattioli, Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno I n. 26, Vasto, 4 novembre 1888. 9 – Le tre lettere sono contenute nell’opuscolo: G. Ricci, Lettere sulla questione Romana, Firenze, 1866; vedi anche Giuseppe Marcone, Per Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno XX n. 26-27, Vasto, 4 luglio 1907. 10 - Raffaele Mattioli, Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno I n. 26, Vasto, 4 novembre 1888. 11 - Nicola Colonna, discendente dalla nobile famiglia

scernese che porta il nome dei principi romani, fu valido agronomo (suo un interessante rapporto sulle condizioni dell’agricoltura nel vastese alla fine dell’ottocento) e esponente locale della sinistra storica. 12 – Lettera del 9 ottobre 1867 di Giuseppe Ricci a Nicola Colonna in Giuseppe Ricci, in “Il Vastese d’Oltre Oceano”, anno V n. 98, Vasto, 8 novembre 1927. 13 – Eugenio Valzania (Cesena 1822- 1889). Patriota e combattente per la causa italiana, fervente repubblicano nel 1887 rifiuta la nomina a parlamentare del Regno. 14 – Raffaele Mattioli, Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno I n. 26, Vasto, 4 novembre 1888. 15 - Menotti Garibaldi (Brasile 1840 – Roma 1903). Figlio primogenito di Giuseppe e di Anita si trasferisce a Caprera nel 1856. Da allora partecipa a tutte le spedizioni organizzate dal padre. Deputato dal 1876 al 1900. 16 - Raffaele Mattioli, Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno I n. 26, Vasto, 4 novembre 1888. 17 – Vincenzo Caldesi (Faenza 1817 - Firenze 1870). Patriota che partecipò a tutte le cospirazioni romagnole, nel Veneto (1848) e durante la difesa di Roma. Mazziniano e radicale. Carducci gli dedica una poesia in Giambi ed Epodi. 18 - Raffaele Mattioli, Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno I n. 26, Vasto, 4 novembre 1888. 19 – Lettera di Giuseppe Ricci alla madre Ligeia Palmieri del 30 0ttobre 1867 da Castel Giubileo in Giuseppe Marcone, Per Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno XX n. 26-27, Vasto, 4 luglio 1907. 20 – Quirico Filopanti (Budrio 1812 – Bologna 1894). Pseudonimo dello scrittore e patriota Giuseppe Barilli, studioso di matematica, fisica, filosofia e storia. Deputato dal 1876. 21 – Le notizie sono riprese dall’articolo di Quirico Filopanti apparso su “Il Resto del Carlino” del 21 novembre 1891 e poi in “Istonio”, anno IV n. 43, Vasto, 25 novembre 1891. 22 - Lettera di Giuseppe Ricci alla madre Ligeia Palmieri del 30 0ttobre 1867 da Castel Giubileo in Giuseppe Marcone, Per Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno XX n. 26-27, Vasto, 4 luglio 1907. 23 – Lettera di Giuseppe Garibaldi a Luigi Ricci del 14 gennaio 1868 da Caprera in Giuseppe Marcone, Per Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno XX n. 26-27, Vasto, 4 luglio 1907. 24 - Lettera di Giuseppe Garibaldi a Luigi Ricci del 21 gennaio 1868 da Caprera in Giuseppe Marcone, Per Giuseppe Ricci, in “Istonio”, anno XX n. 26-27, Vasto, 4 luglio 1907. 25 – L’elenco, con qualche imprecisione, è nell’articolo La medaglia d’oro del Risorgimento alla Città del Vasto, in “Histonium”, anno XV n. 1, Vasto, 30 giugno 1961. 23

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Dedicate a Vasto, le rime sono del conte Giuseppe Tiberi, tra gli Arcadi Cloneso Licio, e sono datate 1786 24

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Jennàre, sopr’a lu fuculàre mëtte la callàre Foto Di Memmo

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Jennàre

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jennare / gennaio / january

1ª summane

lunedì 31 Sande Silveštre

martedì

1

mercoledì

2

Cape d’Anne

Sande Ggrigorie

giovedì

3

Sanda Genuèffe

venerdì

4

Sand’Angela

sabato

5

domenica

6

la Bbufanèje

PROVERBIO

Sanda ‘Mëliene

Óme hrosse, camiscia làreche

(uomo grosso, camicia larga)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Peppino Catania (1) Grazia Menna (1) Concetta Pontillo (8) Roberto Carlucci (9) Gabriele Tumini (12) Onorio Mancini (18) Giacinto Mariotti (19) Anna Di Spalatro (20) Maria Grazia Baiocco (24) Lucia Canci (25) Rosa Milano (25) Nadia Tagliente (27) Nicola Natale (27) Fernando D’Annunzio (30)

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Le frutta ed i fiori artificiali di Felicia Palizzi Dedicate a Felicia Palizzi, queste noterelle sono tratte dal “Popolo Abruzzese” del 5 e del 6 Dicembre 1886. “Vive a Vasto una buona vecchiarella, che ha oltrepassato di tre anni i settanta; sorda, infermiccia, sorella a tre colossi dell’arte della pittura, la signora Felicia De Guglielmo Palizzi, la quale nei momenti di maggior salute e di maggior forza, si dedica amorosamente ad un umile e gentile lavoro. A vedere le sue frutta ed i suoi fiori artificiali (la cosa più inutile ed inestetica a cui si possa dedicare un intelletto umano) un ignorante avrà degli istinti di golosità, uno che sente sognerà la primavera, sognerà l’estate ubertosa: in questo triste e frigido cadere della stagione, noi le abbiamo sognate queste stagioni tiepide ed odorose, e un biondo raggio di sole pareva che ci illuminasse alla vista dei modesti lavori della vecchiarella. Vorremmo conoscere questa vecchiarella e domandarle quali pensieri rallegravano la sua mente e la sua mano industre mentre formava quelle tenere opericciuole; quali sogni, quali ricordi della remota gioventù. Devono essere per Lei fonte d’infinito diletto, se tanto amore si manifesta nella fattura di esse”.

“La signora Palizzi non adopera per questi lavori che tela bianca con un certo suo preparato, da cui ottiene tutte le gradazioni di lucidità degli smalti naturali che coprono le frutta, tutte le tinte matte, ceree, polverulente, vellutate: tutte le illusioni tattili che le frutta diverse richiedono. Fa l’anima di queste frutta di bambagia, e compie tutto ciò con tanto scrupolo da dare al frutto artefatto, l’equivalente in peso del frutto reale. Tuttociò, tenendo, come uno scrupoloso artista, sempre il vero davanti. I colori stessi sono trovati da lei ed applicati come il genio le detta, col pennello, colle dita, col più opportuno mezzo che le capita. Il risultato giunge a tale perfezione che sono conservati tutti i caratteri botanici sì dei fiori e sì delle frutta. Saranno presentate al concorso le imitazioni di tutte le specie principali e varietà di frutta più comuni che allignano nel territorio vastese, oltre ai prodotti agricoli, come peperoni, pomidori, ravanelli ecc. Fuori concorso vi è un piattello di funghi, patate ed asparagi meravigliosi. Filippo Palizzi, nel vedere il lavoro della sorella, si illuse credendolo realtà”.

Fett’ e Fettarille Fa rribbuvé li murte Nonnò Pasquale, 93 anni, entra in cantina. Non trovando l’oste ma la moglie di questi, chiede - Giuvë, è bbone lu véine, štamatèine? - E’ ‘na specialità. Fa rribbuvé pìure li murte! – risponde l’ostessa. - Allàure – replica pronto il nonnetto – métteme nu bbicchïre dendr’a li cazzìune. 27

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_I I jennare / gennaio / january

2ÂŞ summane

lunedĂŹ

7

Sande Raimande

martedĂŹ

8

mercoledĂŹ

9

Sande Severiane

Sande Adriane

giovedĂŹ 10 Sande Alde

venerdĂŹ 11 Sanda UnurĂźate

sabato 12

domenica 13

Sande MudeĹĄte

Sande Ilarie

L’Icona

Del Monaco

due generazioni di educatori Nati a Palmoli, papĂ Levino (1901) ed LO ÂżJOLR &RQFH]LR HQWUDPEL LQVHJQDQWL D 9DVWR SHU TXDVL OÂśLQWHUR VHFROR VFRUVR VRQR ULFRUGDWL SHU LO ORUR ULJRUH H OÂśLPSHJQR GL SDUWHFLSDUH H VXVFLWDUH OÂśLQWHUHVVH GHJOL DOXQQL YHUVR OH PDWHULH VFRODVWLFKH 6RQR VWDWL DQFKH HVHPSL GL XQD YLWD LPSURQWDWD LQ RJQL LVWDQWH DOOD UHJROD FKH ÂłVRQR L IDWWL H QRQ OH FKLDFFKLHUH FKH TXDOLÂżFDQR R VTXDOLÂżFDQR JOL XRPLQL´ &RQFH]LR SHUz VL DSULYD DQFKH D GHOOH JROLDUGDWH VRUSUHQGHQWL DOPHQR SHU L IDPLOLDUL FKH LQ FDVD OR ULFRUGDQR ÂłLQĂ€HVVLELOH´ /H JHQHUD]LRQL GHL GLVFHQWL RUPDL QHJOL DQQL ÂłDQWD´ OL ULFRUGDQR FRQ JUDWLWXGLQH H ULFRQRVFHQ]D 28

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M’ aricòrde... TESTIMONIANZE DIRETTE

IL NAUFRAGIO DEL ’99. COME QUELLO DEI “MALAVOGLIA”. Il testo seguente è una lettera che Filippo Marinucci, un vastese emigrato a Buenos Aires scomparso alcuni anni fa indirizzò a Giuseppe Tagliente in occasione del centenario del naufragio che il 16 dicembre del 1899 portò all’affondamento nel mare di Vasto di ben quattro paranze ed alla morte di 21 marinai. La riportiamo come testimonianza di un evento che ha lasciato una cicatrice nella memoria della Città e per dar merito a Marinucci di aver fatto apporre una lapide con i nomi delle vittime in una strada della Marina. “All’alba del 16 dicembre 1899, il muré (mozzo) Pietro Carrozza, di nove anni, venne a comunicare a mio padre, Giovanni Marinucci, che, in considerazione del tempo buono, le due paranze che pescavano in coppia, avrebbero potuto salpare per andare a pesca. Le due barche erano comandate una da mio padre e l’altra da suo fratello Giuseppe. L’operazione ebbe inizio tranquillamente con la gettata in acqua della grande rete. A mezzogiorno però un vento spirante da nord-est (il greco-levante) gonfiò le acque formando una tromba d’aria (‘nu scijàune) simile ad una specie di tornado. Il fatto mise in allarme i marinai imbarcati e le loro famiglie in città, che, accortesi di quanto avveniva, si attestarono lungo la via Adriatica per seguire trepidanti lo svolgersi degli avvenimenti. Verso le 13, la tromba d’aria raggiunse la massima intensità ed alcune barche cominciarono ad affondare. La prima fu la “San Michele”, che pescava in coppia con un’altra, ambedue appartenenti all’armatore Francesco Olivieri. Nei minuti successivi stessa sorte toccò alla barca comandata da mio zio Giuseppe, la paranza “Annunziata”. Altre tre barche, di minore tonnellaggio, subirono lo stesso destino. Nella versione fornitami anni dopo dall’allora adolescente Pietro Carrozza, mio padre, per salvare la sua barca, tagliò la fune della vela di prora (lu palaccòne) e con il suo affilato coltello [...], riuscì a fare un taglio alla vela maestra, affinchè captasse minor vento possibile, ed impugnando saldamente il timone riuscì ad arrivare indenne a terra con l’intero equipaggio. La tragedia che colpì mio nonno fu tremenda perché, con la barca, perse il figlio Giuseppe e il genero Michele Bevilacqua. Affranto dal dolore non ebbe poi nè la forza e forse neanche la volontà di far costruire un’altra barca gemella dell’“Annunziata”. Mio padre, invece con la barca superstite entrò in società con un ottimo marinaio di cognome Ronzitti (Trucchetto). Quando io, adolescente, avido di notizie sulla tragedia, cercavo di spingere mio padre a parlarmene dei suoi ricordi, ricevevo in risposta soltanto frasi mozze e cambiamenti dell’argomento. Ho dovuto in seguito ricorrere al Carrozza, che trovai anni dopo in Argentina, dove era emigrato, sposato con una vastese di cognome Del Borrello, il quale abitava nel quartiere de La Boca, porto fluviale sul Rio della Plata di Buenos Aires. Il piccolo muré era diventato un espertissimo “pilota”, uno di quelli a cui è affidata la difficile navigazione dal porto marittimo di Montevideo a quello fluviale di Buenos Aires. Il Carrozza col cuore rimase sempre con gli italiani, ed i vastesi in particolare, e quando seppe, nel primo decennio di questo secolo che volge alla fine, dell’arrivo in Argentina del mio primo fratello Luigi, destinato al gruppo industriale Della Penna, si presentò a lui e gli chiese se fosse il figlio di Giovanni Marinucci e Giuseppina Della Penna. Alla risposta affermativa disse: “Devo la vita a tuo padre e mai dimenticherò il mio debito verso di lui”, confermando ciò che ho ricordato. Il fatto si è ripetuto nel 1920, quando arrivò mio fratello Carlo, e poi, nel 1946, andando anch’io in quel Paese della speranza. Ormai l’antico muré aveva i capelli bianchi e si era pensionato da capo-pilota, ma aveva negli occhi e nel cuore il ricordo di quel lontano giorno del 16 novembre del 1899”. 29

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_II jennare / gennaio / january

3ÂŞ summane

lunedĂŹ 14 Sande PrimĂŻane

martedĂŹ 15

Sande Maure

mercoledĂŹ 16 Sande MarcellĂŤine

giovedĂŹ 17 Sande Andunie

venerdĂŹ 18 Sanda Lebbrate

sabato 19

domenica 20

Sande MĂ rie

Sande Baťtiane Lu Giubbullè

Nicola!D’Adamo

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¹,A 0ITRACCHImLE²

Nicola D’Adamo, classe 1921. Vecchio fusto per davvero con i suoi 86 anni cosÏ ben portati. Vastese sino alle midolla non rinuncia a parlare nella lÊnga ua!tarÊule, neppure quando ricorda gli anni della guerra trascorsi sul fronte jugoslavo o quelli nella putÊche di merceria, gestita con la cara, inseparabile moglie in via Santa Maria Maggiore.

Fett’ e Fettarille Mågnete la carne

Carmela, arzilla ottuagenaria, tïtte nÏrve, va dal medico e si lamenta per i dolori. - Dotto’, dotto’, tande ca me fa male l’osse ! C’à jja fÍ? - Nijende, nijende, Zà CarmÊ, ťtatte calme – le risponde serafico il dottore - Là nde ťta’ l’osse e mmà gnete la carne! 30

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NUOVI PARROCI A STELLA MARIS E SANTA MARIA DEL SABATO SANTO /XLJL 6WLYDOHWWD FDSSXFFLQR GDO q WRUQDWR D 9DVWR FRQ LO QXRYR HG LPSHJQDWLYR LQFDULFR GL GLULJHUH OD SDUURFFKLD Stella Maris GHOOD 0DULQD FKH KD GD SRFR WDJOLDWR LO WUDJXDUGR GHJOL RWWDQW¶DQQL GL LVWLWX]LRQH 1HOOD SDUURFFKLD GL 6 0DULD GHO 6DEDWR 6DQWR q DUULYDWR LQYHFH GRQ 0DVVLPR '¶$QJHOR FRQ SUHFHGHQWL HVSHULHQ]H D 6FHUQL H D 3DJOLHWD ,O QXRYR SDUURFR GHYH SRUWDUH D FRPSLPHQWR OD JLj LQL]LDWD IXVLR-

QH WUD OH FRPXQLWj GL 6 0LFKHOH H GL 6 $QWRQLR $EDWH H LQWUDSUHQGHUH OD FRVWUX]LRQH GHOOD FKLHVD 8Q FDOGR DXJXULR GL EXRQ ODYRUR DL GXH SUHVELWHUL

VinoRosso + Peperoncino = Longevità (OLVDEHWWD 'L &LFFR q QDWD LQYHFH D 9DVWR LO DSULOH H YLYH FRQ OD ¿JOLD LQ YLD &URFL (¶VWDWD DXWRQRPD ¿QR DO GD TXDQGR OD ¿JOLD 6SLQD FRQ OHL QHOOD IRWR VH Q¶q IDWWD DPRUHYROPHQWH FDULFR $ TXDQWL FKLHGRQR DOOH GXH ³IDQFLXOOLQH´ LO VHJUHWR GL WDQWD ORQJHYLWj ULVSRQGRQR FKH OR GHYRQR DO FRQVXPR TXRWLGLDQR GL SHSHURQFLQR SLFFDQWH H DG XQ EXRQ ELFFKLHUH GL YLQR *UD]LHOOD %R]]HOOL q QDWD D 9DVWR LO QRYHPEUH 6XR IUDWHOOR )UDQFHVFR SDUWu DOOD YROWD GL %XHQRV $LUHV QHOO¶DQQR H SHU WXWWD OD YLWD KD IDWWR LO PDULWWLPR LQWRUQR DO FRQWLQHQWH 6XG $PHULFDQR 1HO YROHYD WRUQDUH SHU FRQRVFHUH OD VRUHOOD *UD]LHOOD PD L ¿JOL QRQ O¶KDQQR FRQVHQWLWR SHU UDJJLXQWL OLPLWL G¶HWj )UDQFHVFR q PRUWR D DQQL *UD]LHOOD YLDJJLD DQFKH OHL YHUVR TXHO WUDJXDUGR DYHQGR GD SRFR VXSHUDWR OH SULPDYHUH 31

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• jennare / gennaio / january

•••• 14ª summane

lunedì 21 Sanda ‘Gnaise

martedì 22

Sande Vincenze

mercoledì 23 Sande Bernarde

giovedì 24 Sande Frangische

venerdì 25 Sand’Arcangele

sabato 26

domenica 27

Sanda Paola

Sande Vitaliane

La Gravidanza Per quanto concerne la previsione del sesso del nascituro, la credenza popolare ha in gran conto un certo numero di indizi. Anzitutto la forma che assume il grembo della gestante: se la rotondità è aguzza si tratta indubbiamente di una bambina. Si dice del resto ancora oggi Panza pizzìute ni ‘mbòrte cappèlle. Per scongiurare il pericolo di abortire, una donna incinta deve introdursi silenziosamente in una casa e stringere alla vita il laccio del sacco della farina. A Vasto si suole avvolgere il grembo della donna con una zòche, ‘na férze di canapa a cui si fanno tre nodi. Per scongiurare eventuali influssi malefici, si usa porre sotto il cuscino della partoriente diversi oggetti: immagini sacre, del miglio e del sale, chiavi e spicchi d’aglio, in modo da allontanare anche i serpenti, che la credenza popolare considera come animali ghiotti del latte delle nutrici.

La Medicine

de Nonne

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Furbàre, trásce lu suàule a ogne ffuculàre Foto Di Memmo

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Furbàre

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furbare / febbraio / february

5ª summane

lunedì 28 San Tumuasse lu filósofe

martedì 29

Sande Cuštanze

mercoledì 30 Sanda Savene

giovedì 31 Sande Giuvuánne Bbosche

venerdì

1

Sanda Virdejane

sabato

2

domenica

3

Sande Biasce

PROVERBIO

la Cannelëre

A amëice e cumbuère si parle chiàre (Ad amici e compari si parla chiaro)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Benedetta Febbo (2) Remo Salvatorelli (3) Antonio D’Ettorre (4) Giuseppe Menna (6) Tindaro Pontillo (8) Antonella Marrollo (11) Nicola Mastrovincenzo (11) Vincenzo Giovannelli (12) Elio Bitritto (20) Franco Palombo (20) Marilisa Di Marco (24) Emilio Berloni (27)

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:´3[S`]bSQO

Martedì 14 febbraio 1922

PER IL PORTO A PUNTA PENNA Vasto [...] verso il 1840 [...] si agitò per la costruzione di un porto a Punta Penna, sito di approdo naturale facilissimo e di profondi fondali. La Commissione dei porti dell’epoca preferì invece di decretare la costruzione del porto di Ortona per il solo fatto della maggiore vicinanza al detto porto dell’abitazione del comune di Ortona. Da allora fino al 1908, i vastesi non cessarono di agitarsi per la costruzione del porto a Punta Penna. Di esso si occuparono l’ingegnere Dau, l’on. Spaventa, il cav. Silvio Ciccarone; il capitano Angelo Lupi, il cav. Beniamino Laccetti, l’on. Francesco Ciccarone ed il comm. Nasci, che fece eseguire anche un progetto tecnico dall’ingegnere Lo Gatto. Solo dopo 68 anni di incessanti lotte, nel 1908 l’on. Ciccarone riuscì a far firmare il decreto che autorizzava la costruzione a Punta Penna di un porto rifugio, cioè di una modesta opera marittima nel miglior sito della costa da Ancona a Manfredonia: Infinite vicende ostacolarono però prima e dopo la guerra i lavori del porto, ma ciò nonostante l’on. Ciccarone con persistente tenacia ottenne nel 1919 lo stanziamento di altri 5 milioni per quei lavori ed il Genio Civile fu incaricato di completare il progetto relativo alla riforma della struttura dei moliti in modo da assicurarne la stabilità contro le mareggiate di Greco-Levante. Così stavano le cose quando, avendo l’avvocato Giuseppe Nasci scritto per sollecitare l’appalto dei nuovi lavori, ricevette una lettera del Ministero dei LL.PP. in data 19 agosto u.s. con la quale gli si comunicava che con R.D. 4 agosto 1921 il detto porto era stato declassificato dalla 1ª categoria, nella quale era stato iscritto nei riguardi della difesa militare ed era stato assegnato alla 4ª classe della 2ª categoria nei riguardi del Commercio. A questa lettera ne seguì un’altra, nella quale si spiegava che la pratica di declassificazione era stata iniziata dal predecessore di S.E. Micheli ed era stata promessa dal Ministero della Marina, che aveva dichiarato che dopo la caduta dell’Impero AustroUngarico e l’occupazione da parte dell’Italia di alcune isole dell’Adriatico era rimasta com-

pletamente modificata la situazione militare marittima dell’Adriatico e che perciò il Ministero ravvisava la necessità di una revisione nei riguardi di quei porti, che prima della guerra erano stati, come Punta Penna, Termoli ecc... [...], concludendo che non ravvisava più opportuna tale iscrizione, né la prosecuzione dei lavori. In seguito a tale stato di cose il nuovo Sindaco di Vasto, avv. Florindo Ritucci Chinni nel dic. u.s. diresse una lettera circolare a tutti i Deputati e Senatori della regione, chiedendo di voler prendere a cuore la causa di Punta Penna [...]. Molti dei parlamentari abruzzesi hanno risposto con nobilissime lettere, nelle quali hanno riconosciuta giustissima l’aspirazione di Vasto [...]. L’on. Paolucci ha anche rivolta una interrogazione al Ministro dei LL.PP. Fino ad ora però nessuna confortante notizia è pervenuta a quel Sindaco, [...]. Si è detto da alcuni che in seguito all’interessamento dell’on. Paolucci il Ministro della Marina avesse fatta tenere a quello dei LL.PP. un nuovo progetto per Punta Penna. A noi non risulta che alcun progetto o proposta o lettera di S.E. Bergamasco sia pervenuto fino ad ora al Ministero dei LL.PP. Inoltre è da notare che anche quando il Ministero della Marina volesse tornare sopra alle sue precedenti decisioni non dovrebbe inviare alcun progetto a quello dei LL.PP. [...]. Per tale motivo se ora il Ministero della Marina volesse, dopo l’avvenuta declassificazione, progettare nuovi lavori per Punta Penna, non avrebbe motivo di trasmettere il progetto in parola al Ministro dei LL.PP., in quanto i detti lavori dovrebbero essere eseguiti a carico di esso Ministero della Marina, come il Ministero stesso sta facendo per Varano. In proposito rileviamo che dai lavori del porto di Varano si desume chiaramente che la nuova situazione politica dell’Adriatico, lungi dal rendere inutile ogni porto militare sulla costa italiana del medio Adriatico, lo ha reso maggiormente necessario per completare la linea di sbarramento costituita dalle Tremiti, dalla Pelagosa e dalle Lagostane, recentemente attribuite all’Italia […]. 35

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_I I furbare / febbraio / february

6ÂŞ summane

lunedĂŹ

4

Sande Gilberte

martedĂŹ

5

mercoledĂŹ

6

Sand’Àghete CarnÍvale

Sande CusumĂŤine Li CiĂĄnnere

giovedĂŹ

7

Lu Viat’Angele

venerdĂŹ

8

Sande RumĂźalde

9

domenica 10

Sande Ggelòrme

Sanda ‘Pullonie

i l p e rs o n a gg i o

sabato

Lď?Ľď?śď?Šď?Žď?Ż Mď?Żď?Źď?Šď?Žď?Ż /HYLQR 0ROLQR q QDWR D 3DOPROL GD JHQLWRUL YDVWHVL LO 6HWWHPEUH GHO 1RWLVVLPR LPSUHQGLWRUH KD IRQGDWR VLQ GDL SULPL DQQL Âľ DVVLHPH DL IUDWHOOL OD VRF ) OOL 0ROLQR VUO H OÂś,PSUHVD 0ROLQR VUO GLYHQXWH SXQWL GL ULIHULPHQWR QHO VHWWRUH GHOOH FRVWUX]LRQL H UHDOL]]D]LRQH GL RSHUH SXEEOLFKH *HQHURVLWj H XPLOWj OR KDQQR VHPSUH FRQWUDGGLVWLQWR VLD QHO ODYRUR FKH QHL UDSSRUWL XPDQL 'D SRFR KD IHVWHJJLDWR JOL RWWDQWÂśDQQL H FRQWLQXD D JHVWLUH LQ SULPD SHUVRQD DWWLYDPHQWH H FRQ SHUL]LD OH VXH VRFLHWj DLXWDWR QHO FRPSLWR GDOOH ÂżJOLH 0DULD H 0LFKHOD H GDO JHQHUR )UDQFHVFR &DUXVR

Modi di dire Jâ€™Ă â€˜ccalichĂ te lu quappèlle (Gli ha detto il fatto suo)

J’è rimĂ ĹĄte ‘n gĂ nne. (Gli è rimasto in gola. Per dire di un bisogno insoddisfatto)

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La ricostruzione del Faro dopo la guerra

/H IRWR VRQR GHO PDJJLR H GRFXPHQWDQR OD ULFRVWUX]LRQH GHO IDUR GL 3XQWD 3HQQD D VHJXLWR GHOOD GLVWUX]LRQH QHO SHULRGR EHOOLFR , ODYRUL IXURQR HVHJXLWL GDOO¶,PSUHVD &RVWUX]LRQL )LOLSSR 9DOHQWLQHWWL $QWRQLR 1HQQD GL 2UWRQD

:´3[S`]bSQO

IL GIORNALE D'ITALIA 5 febbraio 1921

PER LA LUCE ELETTRICA “Tutti gli utenti di luce elettrica hanno ricevuto un avviso per cui si pretende l’aumento mensile del nolo dei contatori, dato il minor prezzo di costo dei contatori stessi. Vorremmo sapere dal solerte direttore di Vasto quale è la ragione per cui gli utenti che hanno già il contatore debbono sottostare a questo nuovo aumento, e vorremmo anche sapere come mai l’amministrazione comunale non provveda a far applicare le norme stabilite nel capitolato d’appalto. Non è giusto che gli utenti debbano subire le conseguenze dei

cambiamenti delle ditte, e con le ditte del cambiamento di voltaggio. Ieri è venuta la Unione esercizi elettrici e col cambiamento di voltaggio da 220 a 125 ha preteso la sostituzione di motori, delle lampadine ed oggi pretende l’aumento del nolo dei nuovi contatori; domani una nuova ditta cambiando, supponiamo il voltaggio, da 125 a 150, pretenderà una identica sostituzione, ed agli utenti accadrà la sorte di quei tali barili che si rompono, mentre gli asini litigano tra di loro”. 37

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_II furbare / febbraio / february

7ª summane

lunedì 11 Sanda Durutué La Madonne de Lurde

martedì 12

Sand’Adolfe

mercoledì 13 Sanda Remeggëlde

giovedì 14 Sande Valendëine

venerdì 15 Sande Ggiacënde

sabato 16

domenica 17

Sanda Ggiulïana

Sande Romele

Gianluigi Delli Quadri

Amici del Lunario

Sin da bambino è rimasto affascinato dalle storie che il nonno, Pasquale Stivaletta, gli raccontava vicino al camino. Ancora studente, nel 1981, sollecitato e incoraggiato dal preside Ennio Palucci, mette in scena Giacobbe, Raffaele e Sprecaciànnere di Espedito Ferrara. Dopo alcune esperienze ed un periodo passato a Perth, costituisce l’Associazione Culturale “La Cungarelle” con la quale mette in scenauna prima pièce in vernacolo intitolata Socere e nére. Nel 2007 La locanda de Filummene consolida il successo, anche in virtù delle ottime caratterizzazioni di Orietta D’Aurizio e Luciano Marchesani. Gianluigi ha nel cassetto due commedie e tanti racconti, ovviamente in dialetto ua!taréule. 38

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“La Štorie” di Carnavàle 2008 A’huanne Carnivàle arrive pre!te e nnu’ apprufuttàme pe’ fa’ fe!te, jame candanne quelle ch’è ssuccesse e chi li vo’ sindì’ occo vve’ ‘ppresse. L’anne passe e jam’ annende, ma nin cagne ma’ nijende, s’ariforme e si fa’ legge, ma si va di male ‘n ppegge.

Che ggioia grosse e che grosse onòre! Santoro, Don Pierine, è Mmunzignore! La prima vodde che nu Ua!taròle si mette ‘n gape lu zzuccuette viole. Bbrave, sande e ppriparàte, chi l’à perse si li piagne. Ua!tarùle e Salvanìse nghi l’augurie l’accumbagne.

E l’ammini!trazione che ttinéme è gne la ciurme di ‘na varch’ a rreme; s’hanne piazzàte tuttiquende a bborde ma tra di ìsse nin vanne d’accorde. Chi vvo’ jì’ verse la Penne, chi cuntrarie reme forte e la varche torte torte si ni va di quà e di llà.

Che bbelle e che ‘mburtante avvinimende, tra Va!te e Perth, nghi lu ggemellagge, la Confratèrnite pi’ ll’ emigrande la Sanda Spine à purtàte ‘n viagge. Che rricurde e che accuglienze, quanda fede e quanda ggende! Ch’à vissùte l’esperienze n’ zi li scorde facilmende.

Di cose che s’avessa fa’ a Lu Ua!te, si parle, si discute e ddopp’ avà!te. La pi!te, la riserve e lu spudàle, è ttutte come pprime, tal’ e quale. Nghi li tasse che si sigge n’ zi fa’ !trade né pparchigge. E’cchiù quelle che si sgua!te che li cose che s’aggiu!te.

Tante grazie a Fernando D’Annunzio per averci concesso la pubblicazione in anteprima di alcune strofe delle venti che compongono la "torie di Carnevale.

Li ricette de Za Libbrate RAVIOLI DI RICOTTA Ingredienti: 400 gr di farina; 3 uova; 250 gr di ricotta; pecorino grattugiato; prezzemolo; noce moscata; sale, olio e pepe.

Preparazione:

Lavorare la ricotta per il ripieno schiacciandola con la forchetta e aggiungervi l’uovo sbattuto, sale, pepe, prezzemolo tritato finemente e poca noce moscata. Preparare la pasta per tagliatelle, lavorla a lungo e poi col mattarello. Formare una sfoglia sottile e regolare. Tagliare la pasta a dischi del diametro di 5 o 6 cm, servendosi di una forma tagliente; disporre al centro di ogni disco un cucchiaio di ricotta,

ripiegare la pasta schiacciando bene i bordi dei ravioli in modo che, bollendo, poi non si aprano. Condire con ragù di carne e spolverare nel piatto di consumo “pecorino” a piacere. 39

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_II furbare / febbraio / february

8ª summane

lunedì 18 Sande Liaune

martedì 19

Sande Curradëine

mercoledì 20 Sande ‘Leuterie

giovedì 21 Sande Felëice

venerdì 22 Sanda Marecarëite

sabato 23

domenica 24

Sande Làzzere

Sand’Ida

La fijéte Il parto

Non appena iniziano le doglie la donna deve sciogliersi le trecce e pettinarsi per consentire al nascituro di liberarsi La Medicine facilmente dai “vincoli fisici dell’utero e della vagina”; la partoriente deve anche togliere le forcine dai capelli “perché il ferro ostacola il parto”. Durante il parto la mammëne, la levatrice, e le donne che assistono pregano con devozione alcuni santi taumaturghi. A Vasto ci si rivolge a S. Bernardo che soffrì i dolori del parto al posto della cognata.

de Nonne

Fett’ e Fettarille Lu ruggiupette Nonnò Pasquale alla moglie Carmela, anche lei novantenne. - Carme’, picca te mëtte lu ruggiupette canda ‘ngi šta cchiù nijende ? - Pasquà – risponde piccata la consorte – Pe la štasse rraggiàune ca tî te mëtte li mutànne. 40

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Marze, mò lu suàule e mmò la huàzze

furbare / febbraio / february

Foto Di Memmo

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Marze

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marze / marzo / march

9ª summane

lunedì 25 Sanda Cuštanze

martedì 26

Sanda Matëlde

mercoledì 27 Sande Habbriéle de la ‘Ddulluruate

giovedì 28 Sande Rumuane

venerdì 29 Sand’Usvalde

sabato

1

domenica

2

Sande Ruggïre

PROVERBIO

Sande Albëine

Lu prim’ann’ accasáte, u ‘mmalàte u carciràte (Dopo il primo anno di matrimonio, l’uomo o s’ammala o va carcerato)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Maria Pia D’Ugo (1) Michele Spadaccini (5) Mariapia Manzitti (8) Giulio Paglione (9) Michele Carmenini (18) Calogero Marrollo (21) Francesco Paolo Molino (25) Elisabetta Vinciguerra (25) Luigi D’Ettorre (26) Lina Dragani Vinciguerra (29) Beniamino Fiore (31)

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II

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DON PIERO SANTORO VESCOVO DEI MARSI ,O VHWWHPEUH GHOOœDQQR VFRUVR FRQ XQD VROHQQH FHULPRQLD LQ 6 0DULD 0DJJLRUH Oœ$UFLYHVFRYR %UXQR )RUWH VX GHOHJD GL 66 %HQHGHWWR ;9, KD FRQVDFUDWR 9HVFRYR GRQ 3LHUR 6DQWRUR FKH QHJOL XOWLPL WUHQWDVHWWH DQQL KD VYROWR OD PLVVLRQH VDFHUGRWDOH SUHVVR OD SDUURFFKLD GL 6 1LFROD LQ 6DQ 6DOYR 'RQ 3LHUR ¿JOLR SUHGLOHWWR GHO FRPSLDQWR Pucce CiuffÏlle VHOODLR QHO TXDUWLHUH GL 6DQ 0LFKHOH q QDWR H FUHVFLXWR QHOOD SRSRORVD YLD &URFL (œ VWDWR ¿JOLR VSLULWXDOH GHOOœLQGLPHQWLFDELOH GRQ 1LFROD 'L &OHPHQWH LO TXDOH OœDYYLz DO 6HPLQDULR 'LRFHVDQR GRSR DYHU VFRSHUWR OD VXD YRFD]LRQH 7UH DQQL ID JOL DPLFL GœLQIDQ]LD GHOOœAssociazione Via Cirillo QHO TXDUWLHUH &URFL UHJDODURQR D GRQ 3LHUR XQR ]XFFKHWWR QHUR GD ³FXUDWR´ HG XQR URVVR GD ³9HVFRYR´ &RUUHYD OœDQQR 4XDQGR VL GLFH L FDVL GHOOD YLWD 3UHFHGHQWHPHQWH VROR GXH YDVWHVL HUDQR VWDWL QRPLQDWL 9HVFRYL *LRDFFKLQR 9DVVHWWD QHO WLWRODUH SHU SL GL XQ DQQR GHOOD FDWWHGUD GL &DVWHOODQHWD GL 3XJOLD H )UDQFHVFR )HOLFH

Foto Gino Bracciale

GHÂś FRQWL 7LEHUL FKH IX YHVFRYR GL 6XOPRQD H 9DOYD GDO DO

Vasto 1962. Piazzetta Mattioli. Si riconoscono Don Piero (terzo da sinistra) e quindi la mamma, il fratello Vincenzo, la zia MiccalÚcce, lo zio d’America, zio Francesco e la famiglia Palazzo al completo. Giuseppe (il piÚ piccolo), il cugino Peppino, Nicola (ultimo da destra) e le nuore Antonietta e Anna. 43

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_II marze / marzo / march

10ª summane

lunedì

3

Sanda Camëlle

martedì

4

mercoledì

5

Sande Casemire

Sande Usébbie

giovedì

6

Sanda Rose

venerdì

7

Sanda Filëciatte

sabato

8

Sande Giuvuanne de Ddë

L’Icona

domenica

9

Sanda Frangiasca Rumüane

Filippo Laccetti

Di antica famiglia vastese inizia a Napoli la sua attività di ingegnere con i restauri del teatro Fenice; nel frattempo collabora con articoli di critica d’arte alla rivista Napoli Nobilissima. Vinto il concorso di Direttore dell’Ufficio Tecnico del Comune di Trento vi si trasferisce. Da allora progetta e dirige tutte le opere messe in atto dal municipio trentino, in particolare il Palazzo Scolastico. Poco prima dello scoppio della Grande Guerra si rifugia in Roma dove continua la libera professione e muore a soli sessant’anni. In 17 anni di pubblicazioni produce innumerevoli opere di carattere tecnicoartistico. Le più interessanti riguardanti la nostra cittadina sono: Le relazioni commerciali fra Vasto e Venezia (1901) e Memorie d’arte vastese (1905). Lascia manoscritta la Storia dei pittori vastesi. 44

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New York, New York Trentottomila partecipanti, oltre sessantaduemila le richieste di iscrizione. Allo spettacolare evento podistico di fama mondiale, non potevano mancare gli atleti della PGS Atletica. I podisti vastesi, che hanno percorso i 42 Km sono visibili nelle due foto scattate la prima nell’albergo newyorkese che li ha ospitati, la seconda davanti all’Istituto Salesiano di Vasto: Luigi D’Angelo, Generoso Leonzio, Franco Giuliani, Marcello Fioravante, Marcello Briziarelli, Giuseppe Scarlato, Giuseppe Vinciguerra, Luigi Di Flora e il Presidente Lucio Del Forno.

LU SCURNE DE PUGNATTE Don Nicola D’Annunzio, 94 primavere portate con lucidità ed eleganza nei modi e nell’abbigliamento. Sarto raffinato, con anni di frequentazione dei più grandi couturiès milanesi, ricorda con nostalgia gli anni delle gioventù e lancia giudizi trancianti ed efficaci sui costumi d’oggi. Addre che Pugnatte, mašte Nichéule e 'ngió... pugnalàtte.

8 marzo 1770. Nasce a Vasto Antonio Rossetti. Poeta come il fratello Gabriele, esercitò il mestiere di barbiere. Autodidatta, aveva una naturale attitudine a dettar versi, soprattutto di genere satirico. Di idee politiche liberali, fu fieramente antiborbonico e manifestò la sua avversione contro il regime illiberale, con invettive in versi. Rimasta famosa quella intitolata Dies Illa. Morì povero il 7 dicembre 1853.

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_II marze / marzo / march

11ÂŞ summane

lunedÏ 10 Sande Simblèce

martedĂŹ 11

Sande CuĹĄtandĂŤine

mercoledÏ 12 Sand’Uriaune

giovedĂŹ 13 Sanda PatrĂŤzie

venerdĂŹ 14 Sanda MatĂŤlde La Sanda SpĂŠne

sabato 15

domenica 16

Sanda LujĂŤise

Sande GgiulĂŻĂ ne Lu Jurne de le Palme

Nicolino!Liberatore

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Vecchia corteccia veramente! Originario di Pietraferrazzana, ma residente a Vasto da oltre quarant’anni, ha iniziato la sua attivitĂ di ristorazione con “Il Dollaroâ€? e poi, visto che il riferimento alle banconote gli aveva portato fortuna, ha proseguito con “La Sterlinaâ€?. A Vasto Marina gli amici, tantissimi d’ogni genere ed etĂ , lo chiamano l’“Asso di briscolaâ€?. Da qualche anno ha aperto un altro locale tipico sulle sponde natie del Lago di Bomba, a dimostrazione che il passar degli anni non affievolisce la sua proverbiale vitalitĂ .

Fett’ e Fettarille Finalmente rigido Ogne tande nonna Carmèle e nonnò Pasquale si scagnène li cumblimĂŹnde. - Carmè’, si t’avessa murĂŤ prime ti, sopr’a la tĂ mbule ci vulèsse scrĂŤve: “Qui giace mia moglia Carmela, fredda come nella vitaâ€?. - Pasquå’, – replica prontissima la cara moglie- s’avess’attucc’a mmĂ , ‘nvece,ce facce scrĂŤve accuscĂŤ : “Qui giace mio marito Pasquale, finalmente rigidoâ€?. 46

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/\QVS O 0]ab]\ WZ ¹:c\O`W] ¹ /H IDPLJOLH GL 0LFKHOH H &HVDULR =DFFDULD 3HUUR]]L HPLJUDWL QHJOL DQQL œ RJQL DQQR DVSHWWDQR FRQ DQVLD LO /XQDULR 1HOOD IRWR YHGLDPR WXWWR LO ³FODQ´ LQ RFFDVLRQH GHO PDWULPRQLR GHOOH ¿JOLH 0LNH =DFFDULD 'RURW\ 7RQLD 3DROD &HVDUH FRQ OH ¿JOLH 3DPHOD &DUOD /LQGD 9LWWRULD /XFLD -HDQ *LQD 0DULD 0DULD /LYLD 3HUUR]]L H 6DQGUR 'HVLGHULR

LA BARCHETTE Na volte na barchett’avĂŠ ccattate Dentr’a lu porte l’eveve ligate, na furastiere belle gne na fate mi dice: mi fi fa na passeggiate? Aggiunge, “si vu avete piacere Vulesse ‘m po conosce la scogliere Piane piane picchĂŠ nin tinghe fretteâ€?. Scioje la vel’e va, la mia barchette. Girammo tutt’atturne pi lu Fare E passere davant’a lu “Corsareâ€? “nnanz’a la “Grotte di lu Saraceneâ€? Mi dice: sciujeme lu reggisene. Jam’avande arrivam’a “Vignoleâ€? Ni j so dette manghe na parole, annanz’a tanta grazie di Ddije ci stave da murĂŹ pi la vulije, quand’arrivame ‘nnanz’a “Cungarelleâ€? giĂ â€˜n cape mi arvede lu cirvelle a chistu punde si vede la spiagge, chiĂš na risiste, mi facce curagge J diche: “mi li date nu bacette? Ess’ ha risposte sci, è mo c’aspette. E mentre li tineve strette strette, dice mojme: svejet’è li sette!

PAULICCE E L’ARIE DI CASA NO!TRE 3DQÂżOR 'H )LOLSSLV q VWDWR XQ GHOLFDWR SRHWD GLDOHWWDOH FKH KD ODVFLDWR XQ EHO OLEUHWWR GL OLULFKH ULXQLWH VRWWR LO WLWROR GL Arie de casa nostre 8QD VRUWD GL ÂłLQFXOWR QDWXUDO SRHWD´ PXWXDQGR OD GHÂżQL]LRQH GDO 3DOL]]L FKH FRVu VÂśHVSUHVVH D SURSRVLWR GL $QWRQLR 5RVVHWWL EDUELHUH PD SRHWD SHU YRFD]LRQH PambilĂŹcce FKH IDFHYD LQYHFH LO JLDUGLQLHUH YRJOLDPR ULFRUGDUOR FRQ TXHVWD VLPSDWLFD SRHVLROD FKH UHQGH EHQH LO FDUDWWHUH VSLULWRVR H JLRYLDOH GHO SHUVRQDJJLR 47

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_II

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marze / marzo / march

12ÂŞ summane

lunedĂŹ 17 Sanda Gertrude

martedĂŹ 18

Sande Salvataure

mercoledĂŹ 19 MercluddĂŠ Sande San Giusueppe

giovedĂŹ 20 GiuvuddĂŠ Sande Sanda Sandre

venerdĂŹ 21 VennardĂŠ Sande Sande Ermanne

sabato 22

domenica 23

Sabbete Sande Sande Uttävie

La Pasche Sande BenedĂ tte

Mâ€™Ă â€˜rruvunĂŠte lu quĂĄdre!!! 'RQ )ORULQGR 5LWXFFL &KLQQL DPDYD SDVVHJJLDUH SHU OD FDPSDJQD YDVWHVH FRJOLHQGR FRQ OÂśRFFKLR H FRQ LO SHQQHOOR VIXPDWXUH GL FRORUH H WRQDOLWj GL RPEUH H GL OXFH PD DQFKH WUDVPHWWHUH LO VXR DPRUH SHU OD SLWWXUD D JLRYDQL YROHQWHURVL ,Q XQD GHOOH WDQWH HVWHPSRUDQHH XVFLWH QHOOÂśDJUR YDVWHVH FRQ /XLJL 0DUWHOOD H )LODQGUR /DWWDQ]LR GRQ )ORULQGR FKH VL VHQWLYD XQ SRÂś PDHVWUR GHL GXH JLRYDQL ULWHQQH GL LQWHUYHQLUH FRQ XQD SHQQHOODWD VXOOD WHOD

GL /XLJL LO SL SHUPDORVHWWR GHL GXH 1RQ OÂśDYHVVH PDL IDWWR &RQ XQR VFDWWR D PHWj WUD OÂśRIIHVR H LO GLYHUWLWR 0DUWHOOD SURUXSSH LQ XQ JULGR GLVSHUDWR Mar’ a mma’! Don Flurènde mâ€™Ă â€˜rruvunĂŠte lu quĂĄdre!!!

:´3[S`]bSQO

H!STONIUM Marzo 1958

CAMPIONATI DI CORSA CAMPESTRE

La squadra dell’Istituto Tecnico Commerciale e Geometri di Vasto ha brillantemente vinto il Campionato Provinciale Studentesco di Corsa Campestre superando altre quindici squadre per complessivi novanta atleti. Nel percorso di Miglianico tutti i sei concorrenti vastesi superano le eliminatorie. Guidati dal prof. Scolavino, che aveva conquistato il primo posto anche lo scorso anno a Chieti Scalo, gli alunni De Santis, Miele, Garibaldi e Ronzitti sono arrivati nelle prime posizioni.

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-I 25 anni fa il Papa tra noi

M’ aricòrde...

CAMPIONATO CSI 1955 La foto è stata scattata all’Aragona. Si riconoscono, in piedi da destra: Carmine Bucci, detto l’Apparecchio, e poi a seguire, il secondo, Armando Artese; il quarto, Giuseppe Di Lello; il sesto, Antonio Monteferrante; il settimo, Alberto Mancini; l’ottavo, Tonino De Felice. Da sinistra, accosciati: il secondo Corneli; il terzo, Cenzino Mileno; il quarto, Michele Cicchini.

CAMPIONATO 1955-1956 La foto è stata scattata a Campomarino. Si riconoscono: in piedi, terzo da sinistra Vittorio Ronzitti, portiere. Eugenio De Mutiis, Armando Artese, Federico De Mutiis. Seduti: secondo da sinistra,Tonino D’Angelo, Matteo Favorite, Bianchi. 49

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_II marze / marzo / march

•••• 113ª summane

lunedì 24 Lu Pasquane Sande Habbrìele

martedì 25

La ‘Nnungiaziàne

mercoledì 26 Sande ‘Manuele

giovedì 27 Sande ‘Libberte

venerdì 28 Sande Sište

sabato 29

domenica 30

Sande Secundëine

Sanda Giuvuanna

Le malattie dell’infanzia Per scongiurare le malattie dell’infanzia, a Vasto, le mamme segnano i bambini con “la croce contro le streghe” e recitano per tre volte il seguente scongiuro: Sànde Cóseme e Damijáne, jë m’addorm’ e tu me chiéme. Sande Lodò, a tte le done: lu jurne ‘nghe mmè, e la notte ‘nghe ttè. Sand’Ann’e Sanda Susanne, huarde ‘štu fëjje a ffiangh’ a lu lett’ a la mamme. I genitori, devono rispettare alcuni comportamenti che la mentalità popolare reputa idonei a tutelare i bambini. Al momento del battesimo il capo del maschio deve poggiare sul braccio destro della mammëne, il capo della femmina su quello sinistro. Per quale motivo? Perché il braccio destro è più forte e s’addice al maschio piuttosto che alla femmina.

La Medicine

de Nonne

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Abbrëile, li sácce gné ‘na varëile

furbare / febbraio / february

Foto Di Memmo

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Aprile

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abbrëile / aprile / april

14ª summane

lunedì 31 Sande Beniamëine

martedì

1

mercoledì

2

Sand’Ughe

Sande Frangische de Pavele

giovedì

3

Sande Rëccarde

venerdì

4

Sand’Isidëre

sabato

5

domenica

6

Sanda Ggiulϕane

PROVERBIO

Sande Vingenze Ferrare

Chi càmbe senza chînde, méure senza cannáile

(Chi campa senza far i conti, muore senza nemmeno una candela)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Rosanna Colanzi (1) Anna Baiocco (3) Angela Desiderio (8) Michele Notarangelo (8) Nicola Iacobucci (10) Luisa Di Spalatro (12) Alessia Gileno (14) Angelo Cianci (18) Ada Pepe (26)

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0ORTO SI PARTE

Davvero suggestive le cinque fotografie scattate dai tecnici del Genio Civile di Chieti, che portano la data del maggio-dicembre 1949. I lavori vennero eseguiti dalla Ditta Gagliardi e Chidoni.

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abbrĂŤile / aprile / april

15ÂŞ summane

lunedĂŹ

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Sanda Virginie

martedĂŹ

8

mercoledĂŹ

9

Sande Silvene

Sande Caloggere

giovedÏ 10 Sand Pumbè

venerdĂŹ 11

i l p e rs o n a gg i o

Sande Tibberie

sabato 12

domenica 13

Sande Ggilie

Sande ‘Dduarde

M���� S��������� 6HJXHQGR OD YRFD]LRQH JLRYDQLOH FKH OR DYHYD YLVWR DQLPDWRUH GL LQL]LDWLYH VSRUWLYH HG DUELWUR GL FDOFLR VL DIIHUPz VXELWR FRPH FRUULVSRQGHQWH GL WHVWDWH JLRUQDOLVWLFKH LPSRUWDQWL FRPH Stadio $VVXQWR GRSR OD ODXUHD LQ /HJJH DOOD 5DL q VWDWR SHU TXDUDQWœDQQL GDO DO GLFHPEUH GHO DGGLULWWXUD OD ³YRFH´ GHOOR VSRUW VXOOD WHVWDWD VSRUWLYD GHO 7HOHJLRUQDOH 5HJLRQDOH GLVWLQJXHQGRVL SHU FRPSHWHQ]D HG DVVROXWD SURIHVVLRQDOLWD

:´3[S`]bSQO

IL GIORNALE D'ITALIA

7 aprile 1920

LA STAGIONE TEATRALE

Modi di dire E chi l’accÍite

(per dire che durerĂ molto. Riferito a persone e cose)

Ăˆ giunta fra noi la Compagnia drammatica Martini-Ravielli che l’8 corrente andrĂ in iscena con l’“Imboscataâ€?. Grande è l’aspettativa della cittadinanza e si prevedono molti pienoni.

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-I “Lu uaĹĄtanglĂŠseâ€? un po’ come l’“italieseâ€? Italiese è un termine coniato da un fantasioso giornalista, che sta ad indicare la parlata degli italiani d’America, mezza italiana e mezza inglese, che ha dato origine a neologismi davvero sorprendenti e spesso anche comici. A Perth, nel West Australia, dove notoriamente vive e prospera una numerosissima comunitĂ di vastesi, si parla invece lu UaĹĄtanglĂŠse, intreccio particolarissimo tra il dialetto d’origine e la lingua inglese. Il risultato, che farebbe certamente inorridire sia l’Alighieri che lo Shakespeare, è quantomai singolare e sotto certi aspetti anche simpatico. Parole

come la farma o lu farmiĹĄte, derivate da farm o farmer (fattoria o fattore), oppure la friguĂŠi, da free-way (autostrada), la chĂŤcch’, da cheesecake (la torta al formaggio), lu bĂšcche, da book (libro), lu carr’, da car (automobile), sono emblematiche di questa parlata. Uno splendido esempio di una conversazione in UaĹĄtanglĂŠse, udita direttamente sul posto, tra due concittadini in Australia, è la seguente: - Giuvuà ’, aje parcĂ te lu carr’ a la Cifricònie e n’ti puzz’ariccumpagnĂŤ. - N’ti n’carichĂŤ, frate sĂŠ, ca mò me trèuve n’addre draivatĂ re p’arijĂ a la case.

Il Mattatoio Comunale

C’era una volta ‌

(UD XELFDWR D Âł)RVVR $QJUHOOD´ QRQ $QJKHOOD ]RQD GL VFROR FRQĂ€XHQ]D H VRUJHQWH GL DFTXH $FFDQWR FRPH VL YHGH GDOOD IRWR FÂśHUD XQD IRQWH SXEEOLFD RWWRFHQWHVFD D FXL DWWLQJHYDQR OH GRQQH GHO TXDUWLHUH 3RUWDQXRYD 6H QH VHUYLYD WUDVSRUWDQGR DFTXD D GRUVR GL DVLQL H FDYDOOL DQFKH OD GLWWD 3HUUR]]L FKH SURGXFHYD JKLDFFLR H JDVVRVH 1HO PDWWDWRLR ODYRUDYD FRPH ÂłFXVWRGH´ LO SDSj GL )HUUL LO QRWR ULVWRUDWRUH GL 3XQWD 3HQQD FKH FRQ OD SRWHQ]D GL ÂłSHVR PDVVLPR´ DEEDWWHYD FRO VROR SXJQR JOL DQLPDOL GL WDJOLD PLQRUH 4XDQGR XQD IUDQD PDQGz LQ URYLQD OD FRVWUX]LRQH LO 7UDSSHWR &RRSHUDWLYR GHOOD VRYUDVWDQWH YLD 0D]]LQL FHGHWWH SDUWH GHL SURSUL ORFDOL SHU LO VHUYL]LR PDWWDWRLR ÂżQR D FKH QRQ YHQQH UHDOL]]DWR LO PRGHUQR FRPSOHVVR LQ YLD 6DQWÂś2QRIULR

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_II abbrĂŤile / aprile / april

•••• 116ª summane

lunedĂŹ 14 Sande Masseme

martedĂŹ 15

Sande DucudĂŠre

mercoledÏ 16 Sand’Irene

giovedĂŹ 17 Sande Fabbie

venerdĂŹ 18 Sanda ‘Pullonie

sabato 19

domenica 20

Sande ‘SpedĂŤite

Sanda ‘GnĂ ise La Madonne de la ‘Ngurnuate

Giancarlo Spadaccini

Amici del Lunario 6HPEUD VLD VWDWD XQD YLVLWD DOOD WRPED GL /XFLR %DWWLVWL D ³FRQYHUWLUOR´ HG D WUDVIRUPDUOR LQ XQ FDQWDXWRUH /H VWRULH FKH FDQWD SDUODQR GL HPLJUD]LRQH GL WHUUD ORQWDQD GL VXGRUH GL ODYRUR H VRSUDWWXWWR GœDPRUH $FFRPSDJQDWR DELWXDOPHQWH GD 3HSSLQR )RUWH DOOD FKLWDUUD H GD 3LQR %RUURPHR DOOD ¿VDUPRQLFD QHO UHFHQWH )HVWLYDO GL 0RQDFR GL %DYLHUD KD UDFFROWR FRQVHQVL H DSSUH]]DPHQWL OXVLQJKLHUL GD SDUWH GHOOD FULWLFD 9HUD DQLPD GœDUWLVWD *LDQFDUOR FROWLYD DQFKH OD SDVVLRQH SHU OD VFULWWXUD HG KD SXEEOLFDWR GXH YROXPHWWL GL UDFFRQWL

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9 aprile 1882. Muore il pittore e poeta Dante Gabriele Rossetti, figlio dell’esule Gabriele e di Francesca Polidori. Nato a Londra il 12 maggio 1828, si dedicò ancor giovane alla pittura fondando la scuola inglese “preraffaellita”. Fedele alla tradizione di famiglia fu anche poeta apprezzatissimo. La sua raccolta di versi più nota, la “Casa di vita”, venne tradotta per la prima volta in italiano dal vastese Romualdo Pantini.

Fett’ e Fettarille Commentando in Piazza Rossetti Passano per strada due poveracci. Hanno il viso della sofferenza e gli abiti logori e rattoppati. Un tipo ameno, seduto a piazza Rossetti, commenta: Une la fame e ll’addre la carastèje.

Li ricette de Za Libbrate ZUPPA DI COZZE Ingredienti: 1 spicchio d’aglio; 1 cipol-

TACCONELLE CECI E PANOCCHIE

(Taccunèlle cic’e panocchie)

la; 1 carota; 1 bicchiere di vino bianco; 1 testa di sedano; 2 pomodori pelati; cozze nel quantitativo desiderato; fette di pane casareccio; una noce di burro; basilico fresco, alloro, prezzemolo, un pizzico di zafferano, olio extra vergine.

Ingredienti: 100 grammi di pelati; 100

Preparazione:

Preparazione:

Preparate un fondo con sedano, carote, cipolle, aggiungete gli spicchi d’aglio, l’olio, il burro e mettete a rosolare. Versate quindi le cozze ben lavate ma con tutto il guscio, aggiungete vino bianco e coprite. Appena le cozze si aprono servitele in tavola aggiungendo fette di pane casareccio ben abbrustolite.

grammi di ceci secchi; 100 grammi di tacconelle di farina di grano duro; 100 grammi di olio extra vergine d’oliva; 1 spicchio di aglio; 1 sedano; panocchie dell’Adriatico; prezzemolo e sale. Fate rosolare l’aglio, adagiate le panocchie e dopo qualche minuto i pelati opportunamente tagliuzzati. Aggiungete un litro d’acqua, i ceci, il sedano e fate bollire fino alla cottura. Versate le tacconelle e fatele cuocere cospargendo il tutto di prezzemolo. Fate riposare per almeno 10 minuti e servite in terrine di coccio. 57

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_II abbrëile / aprile / april

•••• 117ª summane

lunedì 21 Sand’Anzelme

martedì 22

Sanda Flavie

mercoledì 23 Sande Giorge

giovedì 24 Sande Gelarde

venerdì 25 Sande Marche

sabato 26

domenica 27

Sande Marcelleine

Sanda Zéite

Pe nin cacarijé’ Contro la balbuzie

A Vasto, le donne che hanno avuto esperienza di figli morti prematuramente, scelgono come comare di battesimo, cummàre de fànde “una che ha mancato”. Si ritiene infatti che “quanto più prostituta è la comare, tanto maggiore è la certezza che il bambino venga su vegeto e robusto.” Il padrino e la madrina di battesimo, inoltre, devono recitare esattamente il Credo, altrimenti il bambino può diventare balbuziente. La balbuzie può essere provocata anche dalla levatrice, se al momento della nascita, dimentica di “toccare col dito il frenulo, lu felìlle, della lingua.” I neonati non vanno appoggiati sulla tavola in posizione supina e con dei fiori in mano, in quanto “desterebbero l’immagine di un morticino”; né bisogna togliere loro la binidàtte, cioè la seborrea del cuoio capelluto, sia perché la si crede prodotta dall’acqua benedetta versata dal sacerdote nel battesimo, sia perché si presume che altrimenti i capelli non cresceranno folti e resistenti.

La Medicine

de Nonne

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-I

-

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1-


Maje, la sacche’n’fa mà carastëje Foto Di Memmo

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Maje

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maje / maggio / may

18ª summane

lunedì 28 Sande Vitale

martedì 29

Sanda Catarëine

mercoledì 30 Sande Mîzie

giovedì

1

Sande Giusuéppe Arteggiane

venerdì

2

Sande ‘Ttanasie

sabato

3

domenica

4

Sande Flurïane La ‘Scenziaune

PROVERBIO

Lu Legne de la Cráce

Chi m’abbattàzze m’è cumbàre

(Chi mi battezza m’è compare)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Giordano Gallo (4) Antonietta Di Fonzo (10) Antonio Nocciolino (6) Antonio Del Fra (19) Andrea Schieda (21) Victoria Stan (22) Renata D’Ardes (22) Luigi Di Tullio (26) Anna Cecere (27) Lucia Molino (29) Angela Pennetta (30)

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11111111

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-

II

111111 1-

Anni ‘50. sviluppo urbano del Campo Campo Boar1o Boario Annl '50. Lo evluppo

³&DVH SHU VHQ]DWHWWR´ DSSHQD UHDOL]]DWH GDOO¶LPSUHVD 6DOYDWRUH 9HUUH LQ 9LDOH '¶$QQXQ]LR H 9LD 8JR )RVFROR

/D &LWWj FKH QHJOL DQQL µ ¶ HUD andata ROWUH OD FLQWD PXUDULD PHGLHYDOH VL HVWHQGH DGHVVR VLQR DO &DPSR %RDULR DO GL Oj GHOO¶DQWLFR )RVVR GL 6DQ 6HEDVWLDQR

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I-


_II maje / maggio / may

19ÂŞ summane

lunedĂŹ

5

Sande NĂŽnzie

martedĂŹ

6

mercoledĂŹ

7

Sanda Bbenedatte

Sande ‘Nnucienze

giovedĂŹ

8

Sande VittĂ ure

venerdĂŹ

9

Sande LibbratĂ ure

L’Icona

sabato 10

domenica 11

Sande ‘NdunĂŤine

Sande FabbĂŻane La Pendecoste

Francescopaolo “lu matte� Cardone

'L QRELOH IDPLJOLD YDVWHVH QDVFH GD (UYLJLR H 0DULD 1RFHOOL HUHGLWDQGR LO ODWLIRQGR GHOOD 6HOYRWWD ERVFRVR HG LQFROWR H OD EHOOD SDOD]]LQD FLQTXHFHQWHVFD GL YLD 6 3LHWUR FKH RJJL GRSR OD IUDQD VL DIIDFFLD VX YLD $GULDWLFD 1HO GHFLGH GL ERQLÂżFDUH LO ODWLIRQGR LPSLDQWDQGRYL GHFLQH GL PLJOLDLD GL ROLYL H GL YLWL Ăˆ ULFRUGDWR SHU OD VXD YLWD VWUDYDJDQWH GD FXL LO VRSUDQQRPH lu matte Cardone H SHU OD VXD DWWLYLWj DUWLVWLFD 'RSR DYHU IUHTXHQWDWR D 1DSROL OÂś$FFDGHPLD GL %HOOH $UWL VL GHGLFD DOOD SLWWXUD VHQ]D PDL LQWHUYHQLUH D PRVWUH H GLSLQJH QHJOL XOWLPL DQQL GHO 6HFROR ;,; SDHVDJJL GL VWLOH YHULVWD ,QL]LD SRL OD VHULH GHL ULWUDWWL FKH GDO DO OR GHÂżQLUDQQR FRPH DUWLVWD SROLHGULFR HG DWWHQWR DOOÂśHYROX]LRQH GHOOH IRUPH HVSUHVVLYH 6XH RSHUH VRQR FRQVHUYDWH QHO 0XVHR &RPXQDOH GL 9DVWR DOWUH LQ FROOH]LRQL SULYDWH VRSUDWWXWWR D 1DSROL

5LWUDWWR GL SHVFDWRUH

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-I

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1-


-

-

IL COLPO

AI...

“SOLITI IGNOTI�

Margherita Tieri ha partecipato lo scorso 27 agosto al gioco televisivo “I soliti Ignotiâ€?, condotto da Fabrizio Frizzi, vincendo la bella cifra di 25mila euro, ma, quel che piĂš conta GLPRVWUDQGR EUDYXUD H VLPSDWLD /D PDPPD 5RVDOLD 'L &DVROL Ă€JOLROD GHO PLWLFR HG indimenticabile “Gino La Huardieâ€?, le è stata sempre vicina, lasciandosi spesso scappare qualche... lacrima sul viso.

:´3[S`]bSQO PROMOZIONE IN QUARTA SERIE

HISTONIUM 11 Maggio 1958

, ELDQFRURVVL GHO SUHVLGHQWH DYY *LXVHSSH 'Âś8JR LQ ,9 VHULH &RQ OD YLWWRULD GL $WHVVD OD 3UR 9DVWR LQDQHOODQGR QHO JLURQH GL ULWRUQR ULVXOWDWL XWLOL FRQVHFXWLYL KD VXJJHOODWR OD VWDJLRQH FRQ XQD PHULWDWD SURPR]LRQH /HRSDUGL &HULFROD 7LQDUL 'HOOD 3HQQD 3LYD )LRUH , %LJRQL 9DFFDUL %XL 0LOHQR 1RWDUR 2UODQGL &LUHOOL )LRUH ,, H )DVDQL TXHVWL L QRPL GHJOL DUWHÂżFL GHOOD YLWWRULD 63

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_II maje / maggio / may

20ÂŞ summane

lunedÏ 12 Sande Nerè

martedĂŹ 13

La Madonne de FĂ teme

mercoledĂŹ 14 Sande MattĂŠ

giovedĂŹ 15 Sanda Matalene

venerdĂŹ 16 Sande Ubbualde

sabato 17

domenica 18

Sande Pasquale

Sande Venanzie La Ternetè

Nicolino!Menna

DSQQVW 4cabW

Se nu vrudatte vu magnĂ a NiculĂŤne ti dà ’ rraccummuannĂ . SĂŹ proprio a lui, Nicolino Menna, uno dei pochi capaci ancora di salpare le reti di un trabocco. A chi vvo’ ciangĂ tte, ndrecciadĂ ite e muzzulĂŤine, scrĂłfene e mirlĂŽcce, rusciulĂŤtte e argidĂŤine, Nicolino non dice di no. Simpatico, cordiale, disponibile. E se sei ospite sul suo trabocco, a “la Canaleâ€?, potrai gustare anche le Sardelle a ĹĄcoppadĂŤite.

Modi di dire

Fa’ l’arte di Cajà sse, magne, vÊve e v’a spà sse. (Fa l’arte di Caiasso, mangia, beve e va a spasso)

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-I

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1-


-I Michele Benedetti, “defensor civitatis” 6RQR SDVVDWL GLHFL DQQL GD TXDQGR 0LFKHOH VH QH DQGDWR LQ PRGR LPSURYYLVR DVVLVWLWR GDOOD PRJOLH )LQHWWD H LPPHUVR LQ TXHOOD QDWXUD FKH DPDYD /R LPPDJLQLDPR DQFRUD FRQ OD PDFFKLQD IRWRJUD¿FD D WUDFROOD VHPSUH SURQWR D ¿VVDUH XQ SDHVDJJLR XQ YROWR XQ VHQWLPHQWR XQ LVWDQWH VLJQL¿FDWLYR /D OXFH PLJOLRUH O¶DWWLPR FKH IXJJH PHULWDYDQR GHFLQH GL WHQWDWLYL RUH GL SD]LHQWH DWWHVD QHOO¶DSSDUHQWH VXSHU¿FLDOLWj GHOOD IHVWD SDHVDQD QHO SDUWLFRODUH DUFKLWHWWRQLFR QHOO¶DQWLFR ODYRUR GHO FRQWDGLQR R GHOO¶DUWLJLDQR QHOO¶DOED GL XQ QXRYR JLRUQR 3HU OXL WXWWR DYHYD YDORUH GDOO¶LQVHWWR DO ¿RUH GL FDPSR GL HYDQJHOLFD PHPRULD (G HVWUHPR YDORUH DYHYD SHU OXL LO SDWULPRQLR DUWLVWLFR H DUFKHRORJLFR GHOOD FLWWj 7DQWH OH EDWWDJOLH LQWUDSUHVH FRQ RQHVWD WHQDFLD SHU OD VXD VDOYDJXDUGLD ,Q¿QLWL JOL VFDPSROL GL PHPRULD VWUDSSDWL DOO¶LQFXULD GHOOD JHQWH H UHVWLWXLWL DG XQ SDVVDWR PDL WUDVFRUVR FRQ TXHOOD OLPSLGD IRU]D VJRUJDQWH QRQ VROWDQWR GDO IRUPDOLVPR GHOOD FDULFD RQRUDULD GL LVSHWWRUH DUFKHRORJLFR PD GDO VLJQL¿FDWR VWHVVR GHOO¶HVVHUH ³FLWWDGLQR´ H SHUFLz GLIHQVRUH GHO SDWULPRQLR FROOHWWLYR

:´3[S`]bSQO CAMPIONATI DI ATLETICA LEGGERA

HISTONJUM 12 Maggio 1958

/D VTXDGUD GL DWOHWLFD OHJJHUD GHOO¶,7&*´ FRQGRWWD GDO SURI 1LFROD 6FRODYLQR RWWLHQH SHU OD TXDUWD YROWD XQ PHULWDWR SULPR SRVWR VEDUDJOLDQGR O¶,7,6 GL &KLHWL O¶,7&* GL &KLHWL HG DOWUL TXDWWRUGLFL ,VWLWXWL 0HGL 6XSHULRUL GHOOD 3URYLQFLD )DQQR SDUWH GHOOD VTXDGUD YLQFHQWH $FKLOOH 0XUDWRUH 'RPHQLFR &URJQDOH 0DQOLR *DULEDOGL &HVDULR &LQTXLQD $QWRQLR ,YRL 1LFROD %XGD (PLOLR 6DQWRUR $QWRQLR %RVHOOL 3DVTXDOH 7HWWDPDQWL )HUQDQGR 6FRSD $OGR 'H 6DQWLV 0LFKHOH 3ROOXWUL $QWRQLR 'L *HQQDUR *LXVHSSH 0HQQD 0LFKHOH 0LHOH 65

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_II maje / maggio / may

21ª summane

lunedì 19 Sande Cilištëine

martedì 20

Sande Bernardëine

mercoledì 21 Sande Sicundëine

giovedì 22 Sanda Rëite da Cascie

venerdì 23 Sande Desiderie

sabato 24

domenica 25

Sanda Giuvëine

Sande Gregorie Lu Corpus ‘Ddòmene

Lu dulàure de le dínde L’abbondante salivazione che può accompagnare il periodo di prima dentizione, si crede causata da un ranocchio palustre (nu ranúcchie di pandàne) nascosto sotto la lingua dei bambini. Per curare questo disturbo, giova sfiorare le loro labbra con una rana viva e dire tre volte al giorno, per tre giorni consecutivi, la seguente formula: Ranúcchie, che vvi’ pe’ l’acche, da sotte la lénghe fúje e scappe. La rana poi deve essere uccisa e appesa al focolare; quando si essicca i bambini guariscono. Nel periodo della seconda dentizione i bambini, l’alme de Ddë, sotterrano i denti di latte caduti, in una buca, perché si fa loro credere che lu mazzamarèlle se li tojje e ce métte ‘nu sodde.

La Medicine

de Nonne

~t1

~

Modi di dire

Bélle, fòrte e di sparàgne (Bello, forte e di risparmio. Per dire di una cosa impossibile)

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-I

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Ggînie, lu muàse de lu Core de Ggisî Foto Di Memmo

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Gîgne

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ggine / giugno / june

24ª summane

lunedì 26 Sande Feleppe

martedì 27

Sande Federëiche

mercoledì 28 Sande Emëlie

giovedì 29 Sande Massimëine

venerdì 30 Sande Ferdenande

sabato 31

domenica

1

Sande Giuštëine

PROVERBIO

Sande Giurduane

Cásce e ricòtte, fa’ justizia tòrte (Cacio e ricotta fanno la giustizia corrotta)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Domenico Crisci (2) Barbara Molino (13) Dario Gileno (13) Michele Iacobucci (14) Don Michele Ronzitti (15) Nicola Ottaviano (15) Nicola Di Chiacchio (15) Rosella Turilli (16) Grazietta Marcello (20) Pier Canosa (22) Patrizia Sacchi Petroro (27) Michele Scafetta (30)

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:´3[S`]bSQO

20 Giugno 1907

GRAVE INCIDENTE A CAIANELLO Sulla linea Napoli-Roma, presso Caianello, è morto Giuseppe d’Avalos, marchese di Vasto (XVI) e principe di Pescara. Alla presenza di S.A.R. il Duca d’Aosta, nella chiesa di S. Ferdinando a Napoli ebbero luogo i funerali delle vittime della sciagura che furono: marchesa Maria Pina Gerini, Francesco Capece Galeota duca di S. Angelo a Fasanella, marchese Vito Nunziante di Mottola, don Giuseppe d’Avalos marchese del Vasto e principe di Pescara e Carlo Scoffori (chauffeur).

Fett’ e Fettarille Il Necrologio

Tutti i giorni che Dio comanda Vassilícce, nome proprio di persona, diminutivo del vastesissimo Basso e non, come si potrebbe pensare, del russo Vassili, si reca all’edicola, sfoglia il giornale, guarda i necrologi, scuote la testa e lo restituisce puntualmente all’indispettito venditore dicendogli.- Mah!…n’gi stínghe mánghe újje. Mò vedàme dumuàne. Passa oggi e poi domani, Vassilícce un bel giorno stranamente non si vede. Incuriosito, l’edicolante prende il giornale, apre alla pagina dei necrologi e scorgendo la foto del povero Basso con tanto di “ munito dei conforti religiosi”, istintivamente commenta. – Che mmàla sórte! Écchele vë, è scíute sopr’a lu ggiurnàle pruprie újje ca n’è mmeníute. 69

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_I ggine / giugno / june

25ª summane

lunedì

2

Sand’Uggenie

martedì

3

mercoledì

4

Sanda Clutëlde

Sande Quirëine

giovedì

5

Sande Fiurenze

venerdì

6

Sande Feleppe

sabato

7

Sande Robberte

domenica

8

Sande Severëine

i l p e rs o n a gg i o

G T Nativo di Atessa, ha fondato insieme al cugino Pierino, prima la ICAM e poi la TMC e la FINICAM Srl. Il Gruppo Tumini ha oggi raggiunto e consolidato posizioni di rilievo nel settore metalmeccanico e ha festeggiato i primi venticinque anni di attività, annoverando tra i suoi clienti colossi industriali come Denso, Fiat Auto, Honda Italia, Sevel, Pilkington, BMW auto. Gabriele, interista come pochi, riesce però a coniugare anche una forte passione sportiva e tutti lo ricordano ancora come presidente della Pro Vasto Calcio. Tra i suoi attuali incarichi citiamo quella di presidente dell’Assovasto e socio di numerose “onlus”, della confraternita del Gonfalone e del Lions Club.

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-I

M’ aricòrde... TESTIMONIANZE DIRETTE

Quando andavamo a scuola . . . a Corso Nuova Italia

6XOO¶RQGD GHL ULFRUGL SXEEOLFKLDPR OD IRWR GHOOD FODVVH SULPD HOHPHQWDUH VH] % GHO , &LUFROR QHO 'D VLQLVWUD YHGLDPR QHOOD ¿OD LQ DOWR 1LFROD 'HO &DVDOH 'RPHQLFR &DSX]]L /XLJL 'HOOD 3HQQD 6HUJLR &LFFRWRVWR 0DXUL]LR 'H )HOLFH 5REHUWR 'HOOL %HQHGHWWL H 5REHUWR %XULJKHO 1HOOD ¿OD FHQWUDOH OD PDHVWUD 5XVVL

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:´3[S`]bSQO AMPLIAMENTI ALL’ASILO CARLO DELLA PENNA

HISTONJUM 7 giugno 1958

,QDXJXUDWL LO WHDWUR H OD QXRYD DOD GHOO¶DVLOR LQIDQWLOH &DUOR 'HOOD 3HQQD FRQ OD SDUWHFLSD]LRQH GHO EHQHIDWWRUH GHO SUHVLGHQWH GHO &G$ DYY )DQJKHOOD GHO 4XHVWRUH GU 2OLYD GHO 3UHIHWWR GU %HQLJQL H GHO 3URYYHGLWRUH DJOL 6WXGL SURI &XUL 3HU O¶RFFDVLRQH L ELPEL GHOO¶$VLOR SUHSDUDWL GD VXRU $QJHOD KDQQR SUHVHQWDWR XQD SLFFROD DFFDGHPLD GL ER]]HWWL H GL VFHQHWWH 6DOXWL GHO JHRP 7LWR 6SLQHOOL FLWD]LRQL GHO ¿ORGUDPPDWLFR )UDQFHVFR 3DROR 'H *XJOLHOPR H SURJUDPPD GL FDQ]RQL GHO VHVWHWWR GRQ &DUORV 71

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_II ggine / giugno / june

24ª summane

lunedì

9

Sande ‘Rrëiche

martedì 10

Madonne di li Merécle

*

Punto di stella

mercoledì 11 Sande ‘Nufre

giovedì 12 Sanda Alëice

venerdì 13 Sande ‘Ndonie de Padeve

sabato 14

domenica 15

Sande Zaccarëje

Sande Veite

Li ricette de Za Libbrate SEPPIE E CARCIOFI

FINOCCHI GRATINATI

Ingredienti: Seppie, carciofi, aglio, cipol-

Ingredienti: Finocchi, pangrattato, aglio, prezzemolo, semi di finocchio (spëicafinùcchie), parmigiano, olio d’oliva, burro,

Sécce e scarciófene

la, prezzemolo, vino bianco secco, olio d’oliva, sale.

Preparazione:

Pulire le seppie estraendo l’osso, eliminando la sacchetta del nero, togliendo le interiora e asportando membrana e becco. Ridurle a listarelle e tenerle pronte in acqua. Preparare i carciofi, tagliandoli a spicchi sottili e metterli a sbiancare in una terrina con acqua e limone. Soffriggere olio con uno spicchio di aglio e di cipolla e appena questa apparirà rosolata, aggiungere le seppie, salarle e tenerle sotto coperchio per un po’ di tempo. Aggiungere un bicchiere di vino bianco secco e lasciare asciugare. Unire infine alle seppie i carciofi e aggiungendo altra acqua, aspettare a fuoco lento la cottura.

Finucchie a lu hraté

sale e pepe nero.

Preparazione:

Lavare i finocchi, tagliarli a fettine e farli quindi saltare in padella con olio, aglio e semi di finocchio. Appena rosolati, comporli in una pirofila, aggiungendo sale e pepe e cospargendo la parte superiore di pan grattato, prezzemolo tritato, parmigiano grattugiato. Inserire la pirofila nel forno e quando il pan grattato avrà asunto un colore dorato tirare fuori dal forno e servire in tavola.

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Franca Pellegrini Marrollo Esattamente un anno fa, il 13 giugno, è venuta a mancare la signora Franca, adorata moglie di Calogero Riccardo Marrollo, titolare della SMI e della Marrollo Costruzioni, nonché presidente UHJLRQDOH GL &RQÀQGXVWULD H Past Governor del Rotary Club. La signora Franca era ritenuta il fulcro della famiglia e sapeva gestire con rara maestria la quotidianità domestica e aziendale. Ha lasciato un vuoto incolmabile in famiglia ed anche nei tanti alunni che la ricordano affettuosamente.

Fett’ e Fettarille La volontà di Dio Cos’è la volontà di Dio? Ecco la risposta che diede don Domenico, un sacerdote che celebrava in Sant’Antonio da Padova, il quale aveva la disgrazia d’esser nato zoppo. I fatti andarono più o meno così. Alla domanda di un parrocchiano, che gli chiedeva perché non fosse mai diventato vescovo, nonostante la gran cultura, don Domenico rispose con queste argomentazioni davvero singolari. - È perché non c’è stata la volontà di Dio, mio caro fratello. Perché, vedi, la volontà di Dio è gné ‘na palle, come una palla, che il Padreterno butta giù dal cielo. Se la palla un certo giorno mi cade in testa ed io muoio, questa è la volontà di Dio. A me è successo sinora che la palla m’è caduta sul piede e ca m’ajj’acciuppate. Ed anche questa è la volontà di Dio. Se la palla mi fosse caduta invece dietro e m’avesse fatto fare ‘nu zómbe pe’ d’àrie, allora sarei diventato anche vescovo. Come vedi, non c’è stata la volontà di Dio. 10 giugno 1802. Nasce a Vasto Luigi Marchesani, il più importante degli storici patrii. Laureato in medicina, dopo aver esercitato la professione presso l’Ospedale degli Incurabili di Napoli, tornò nella citta natale, ove si dedicò alla cura dei malati ed alla ricerca delle memorie storiche cittadine. Morì il 3 luglio 1870. A lato, una incisione su rame di Marchesani per illustrare i reperti del Museo di Vasto. 73

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_II ggine / giugno / june

•••• 125ª summane

lunedì 16 Sand’Ureliane

martedì 17

Sande Adolfe

mercoledì 18 Sande Curnuelie

giovedì 19 Sande Rumüalde

venerdì 20 Sanda Micchelëine

sabato 21

domenica 22

Sande Lujëgge

Sande Paulëine

Lu dulàure de le racchie Secondo la credenza abruzzese, i dolori dell’orecchio, le dulàure di la ràcchie, sono provocati da un verme che vive al suo interno. Per placare il dolore occorre lu luàtte de ‘nu cëtele màschele, cioè il latte di una mamma che nutre un figlio maschio; spremendo le mammelle la donna versa il liquido nell’orecchio, che poi va turato con la bambagia. Si utilizza il latte, secondo alcuni per la sua “virtù lenitiva” ed “emolliente”, secondo altri per il suo potere di addormentare il verme. Per quanto concerne gli orecchioni si usa dire che “agli orecchioni, ci si scrive”: con un penna intinta nell’inchiostro si segnano cinque croci in un orecchio e due in un altro, continuando a fare così alternativamente per diversi giorni. A Vasto, la penna intinta di inchiostro deve “tracciare sulla parte infiammata, il segno di Salomone”.

La Medicine

de Nonne

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, ³&DVWHOODQL´ GL 9LOOD 7LQD Gli Hombert, di origine austriaca, arrivarono in Toscana nel secolo XIX. Adolfo, ex garibaldino, ingegnere minerario che lavorava con le ferrovie italiane, conobbe Luisa Paggesi in Calabria. In Sicilia nacquero le prime figlie che si sposarono in Abruzzo, Bianca a Lanciano con l’avvocato Venceslao Spinelli e Leontina nel 1881 con il ricco possidente vastese Alfonso Marchesani, esponente della sinistra storica ed esperto collezionista d’arte. Dal loro matrimonio nacque una sola figlia (quindi è errata la notizia diffusa che asserisce i coniugi non aver avuto discendenza) di nome Meny, che però morì a soli 8 anni. La vediamo in basso, nella foto di Nicola Anelli. Nell’anno 1911, anno a cui si riferisce la foto scattata

da Salvatore De Guglielmo, risultano già costruiti l’edificio turrito alla Marina battezzato villa Tina, dal nome della padrona di casa, e la Chiesa di Stella Maris, alla quale sarà successimanente aggiunto il convento dei Cappuccini. Dopo l’improvvisa morte di Alfonso, negli anni ’20, la vedova si trasferisce definitivamente nel palazzo di sua proprietà nei pressi della chiesa di S. Pietro. Qui resterà fino alla morte avvenuta nel 1951. Un particolare ringraziamento al dottor Giacomo De Crecchio di Lanciano, che ha gentilmente messo a disposizione queste foto di grande valore storico e documentario.

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1lîjje / luglio / july

26ª summane

lunedì 23 Sande Nazzarie

*

Punto di stella

martedì 24

Sande Giuuánne Battešte

mercoledì 25 Sande Hujerme

giovedì 26 Sande Giuvuanne e Pavele

venerdì 27 Sande Clemende

sabato 28

domenica 29

Sand’Irené

San’Bitre e Pavele

La festa della Madonna del Carmine un secolo fa

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30 .20

Non rauiungendos i il numero di sei iscrltti, sl ra rS. una oorsa unica, con un peroorso di giri sel, rima ncndo sempre fenna Ia indicata d lsp<>sll:lone del preml COFISA

18 giugno 1836. Nasce a Vasto Valerico Laccetti. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, si trasferì a Roma e poi a Parigi entrando in contatto con i più grandi maestri della pittura europea. Fu anche tragediografo. Morì a Roma l’8 marzo 1909.

01

CONSOLAZIONE

A questa oor&a, che sara dl sol\ tre gir"i, prende~ nn o parte tutU gl' iser!UI, meno II 1. e II 2. arrlvato dl q uella preco..-dent.e

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Va.to, 7 luglio 1908.

LA COMMISSIONE •••• &.....w.lolriet-a M\IoUlllqllo.

76

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Lijje, tutte jérve devènde pambùje Foto Di Memmo

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Lijje

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lîjje / luglio / july

27ª summane

lunedì 30 Sande ‘Nnuciénze

martedì

1

Sande Dumiziane Punto di stella

mercoledì

2

Sande Urbane

giovedì

3

Sande Tumuásse

venerdì

4

Sanda Sabbette

sabato

5

domenica

6

Sanda Maréjja Guràtte Madonne di li Grazie

PROVERBIO

Sanda Filummuéne

Prëime li dinde che li parínde

(Prima i denti che i parenti)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Vincenzo Marcello (4) Grazia Del Fra (4) Antonietta Pontillo (7) Michele Valentini (9) Giuseppe Palazzo (13) Antonio Calienno (15) Michele Di Spalatro (16) M. Carmela Giannella (17) Lidia Di Bussolo (19) Marilena De Fazio (22) Anna Maria Baiocco (26) Lorenzo Russo (27) Francesco Troilo (29) Francesco Caruso (31)

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La Bbande de lu Ua!te mo’ s’aggî!te e mo’ si sgua!te 9DVWR QRQ q VWDWD PDL IRUWXQDWD FRQ OH EDQGH PXVLFDOL HG RJQL WHQWDWLYR GL FRVWLWXLUQH XQD q DQGDWR VHPSUH D YXRWR $O SXQWR GD IRUQLUH DGGLULWWXUD VSXQWR SHU XQ SURYHUELR FKH UHFLWD HVDWWDPHQWH FRVu La Bbande de lu Ua!te mo’ s’aggî!te e mo’ si sgua!te. 'L TXHVWH SURYH VHQ]D ULVXOWDWR HFFR TXDOFKH WHVWLPRQLDQ]D JLRUQDOLVWLFD Histonium 15 aprile 1955 ³8QD 3DVTXD QXRYD TXHVW¶DQQR FDUDWWHUL]]DWD GDO EDWWHVLPR GHO *UDQ &RQFHUWR 0XVLFDOH GL 9DVWR (VVR FRQ L VXRL VHVVDQWDFLQTXH HVHFXWRUL VROLVWL GL FODVVH PDHVWUR FRQFHUWDWRUH $QWRQLR 5HLQR YLFH PDHVWUR H FDSREDQGD DUWLVWLFR SURI 'DYLGH 0DVFLROL FDSREDQGD DPPLQLVWUDWLYR SURI *LXVHSSH 'L 3DROR q HQWUDWR VXELWR QHO FXRUH GHOOD SRSROD]LRQH LQVHGLDQGRVL WULRQIDOPHQWH FRQ OH QRWH PDU]LDOL GHO Tannhauser Histonium 25 aprile 1956 ³,O *UDQ &RQFHUWR 0XVLFDOH ) 5 &KLQQL´ KD LQDXJXUDWR OD VWDJLRQH DUWLVWLFD FRQ OD GLUH]LRQH GLYHQWDWD XQ YLQFROR DIIHWWXRVR GHO PDHVWUR $QWRQLR 5HLQR« 'RSR LO WULRQIR GHOOD SDVVDWD VWDJLRQH LO QRPH GHOOD QRVWUD FLWWj DPSLR FRPH LO QRVWUR PDUH VDUj SRUWDWR QHOOH SLD]-

]H JUHPLWH G¶,WDOLD DI¿GDWR DOOH VXEOLPL DUPRQLH GHOOD PXVLFD PHVVDJJHUD GHOO¶DQLPD FDQRUD GHOOD QRVWUD WHUUD´ Histonium 16 marzo 1957 ³«ULFRUGDUH L ¿JOL GHOOD QRVWUD FLWWj FKH QHO PRQGR DIIHUPDQR LO SULPDWR GHOOD PXVLFD LWDOLDQD XPLOL H PRGHVWL QHOOD PLVVLRQH GL XQ¶DUWH GLYLQD 7LWR 0RPDL GLUHWWRUH GHO &RQFHUWR GL &DVDODQJXLGD ¿QR DO *LXVHSSH 'HO *XHUFLR GLYHQXWR D 1HZ <RUN ULQRPDWR HGLWRUH /XLJL 'HOOD *XDUGLD GLUHWWRUH D &RORQLD GDO DO )LOLSSR 'H )LOLSSLV 1LFROD 0DUWHOOD GL &HVDULR ) 3DROR 6WHOOD $QWRQLR 0HWLYHFFKLD *LXVHSSH '¶$QGUHD H WDQWL DOWUL SDUWH HPLJUDWL SDUWH FDGXWL QHOOD JUDQGH JXHUUD SRFKL DQFRUD VXSHUVWLWL QHOOH FDUH H OLHWH PHPRULH GL WRXUQpHV HXURSHH 'D )LXPH D =DJDEULD 0DUEXUJR *UD] %UDWLVODYD OXQJR LO 'DQXELR DO VXRQR GHL YDO]HU GL 6WUDXVV D %HOJUDGR 6R¿D )LOLSSRSROL $GULDQRSROL &RVWDQWLQRSROL 2GHVVD HFF ´

8QD VWRULD LQ¿QLWD XQ GHVWLQR LQJUDWR FRQ TXDOFKH VWUDVFLFR VLQR DJOL DQQL 2WWDQWD 79

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_II lĂŽjje / luglio / july

28ÂŞ summane

lunedĂŹ

7

Sanda ClĂĄudie

martedĂŹ

8

mercoledĂŹ

9

Sand’Adriane

Sande Ggiste

giovedĂŹ 10 Sanda Isabella

venerdĂŹ 11 Sande BbenedĂ tte

L’Icona

sabato 12

domenica 13

Sande FurtunĂźate

Sande ‘Rreiche

Giuseppe Pietrocola

*LRYDQLVVLPR LQL]LD OœDWWLYLWj JLRUQDOLVWLFD FRPH FROODERUDWRUH GL SHULRGLFL ORFDOL H FRUULVSRQGHQWH GL TXRWLGLDQL QD]LRQDOL $SSDVVLRQDWR GHOOD VWRULD YDVWHVH H GHL VXRL ULVYROWL SL ³SRSRODUL´ H LQWHUHVVDQWL QH GLYHQWD LQIDWLFDELOH ULFHUFDWRUH H WHQDFH GLYXOJDWRUH /H VXH PRQRJUD¿H VX 9DVWR VSD]LDQR GDJOL DYYHQLPHQWL DL SHUVRQDJJL GDOOD PXVLFD DOOD SRHVLD DO IRONORUH , VXRL DUWLFROL H VWXGL VRQR GLVSHUVL LQ JLRUQDOL SHULRGLFL H SXEEOLFD]LRQL YDULH 2SHUH SL VLJQL¿FDWLYH VRQR QHOOD UDFFROWD GHL ³4XDGHUQL GHJOL $PLFL GL 9DVWR´ DVVRFLD]LRQH GD OXL SURSXJQDWD IRQGDWD H FRVWDQWHPHQWH VRVWHQXWD FRQ JOL DPLFL 9LWWRULR Gœ$QHOOL H *LXVHSSH 5DLPRQGL 6XR q LO PHULWR GL DYHU IDWWR FRQRVFHUH OH ³0HPRULH´ GHO 0DFLDQR H OœRSHUD H OD YLWD GHO PXVLFLVWD %HUQDUGLQR &DUQHIUHVFD GHWWR ³/XSDFFKLQR´ 3DUWHFLSH GHOOD YLWD FLWWDGLQD q VWDWR FRQVLJOLHUH FRPXQDOH GLULJHQWH GL LVWLWX]LRQL FLWWDGLQH H VRVWHQLWRUH GL PRYLPHQWL FXOWXUDOL H GœRSLQLRQH 80

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1-


-

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Vittorio Sarodi, pittore en plain air 1DWR D 9DVWR QHO KD FROWLYDWR LQ WXWWR LO FRUVR GHOOD YLWD OD SDVVLRQH SHU OD SLWWXUD FRQVHJXHQGR FRPH DXWRGLGDWWD DSSUH]]DPHQWL GL FULWLFD H GL SXEEOLFR 0ROWL OR ULFRUGDQR FRQ FDYDOOHWWR H SHQQHOOR QHJOL DQJROL SL VXJJHVWLYL GL 9DVWR 3DHVDJJLVWD D WXWWR WRQGR ³HQ SODLQ DLU´ HPXOR GHL SL QRWL FRQFLWWDGLQL 6PDUJLDVVL 3DOL]]L 0DUWHOOD H &DQFL ,O /XQDULR QHO GHFHQQDOH GHOOD VXD LPPDWXUD VFRPSDUVD KD ULWHQXWR JLXVWR ULFRUGDUOR

Venezia l’anno dopo‌ a Vasto Organizzata dal C.G.S. Cinecircolo Giovanile Socioculturale di Vasto, vicino ai Salesiani, “Venezia l’anno dopoâ€? si svolge per la prima volta nell’estate del 1983. La manifestazione, patrocinata dall’Amministrazione comunale, consiste in una vetrina dei films presentati nella precedente edizione del Festival di Venezia e riscuote apprezzamenti a livello nazionale.

:´3[S`]bSQO

VENEZIA L'ANNO DOPO IUO EDIZIONE V A ST 0

28 luglio - 13 agosto 1986

HISTONJUM Luglio 1958

IL NUOVO MERCATO DI SANTA CHIARA

9LHQH LQDXJXUDWR LO QXRYR PHUFDWR FRSHUWR VRUWR VXOOÂśDUHD GHOOÂśDQWLFR FRQYHQWR GL 6 &KLDUD 'RQ 1LFROD 'L &OHPHQWH KD LPSDUWLWR OD EHQHGL]LRQH DOOD SUHVHQ]D GHOOH DXWRULWj /ÂśLPSUHVD 9HUUH 6DOYDWRUH KD FRVWUXLWR TXHVWD VWUXWWXUD SHU XQ FRVWR FRPSOHVVLYR GL PLOLRQL GHL TXDOL HURJDWL GDO 0LQLVWHUR GHL //33 FRQ LO SLDQR VXSHULRUH ULVHUYDWR DOOH YHUGXUH H DL QHJR]L H TXHOOR LQIHULRUH DGLELWR DOOD YHQGLWD GHO SHVFH 9HQJRQR FRVu PHVVH D GLVSRVL]LRQH OH SLD]]H %DUEDFDQL H GHO 3RSROR 81

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I-


_II lĂŽjje / luglio / july

29ÂŞ summane

lunedĂŹ 14 Sande CamĂŠlle

martedĂŹ 15

Sande BbonavendĂŻre

*

Punto di stella

mercoledĂŹ 16 La Madonna de lu CĂĄrmene

giovedĂŹ 17 Sande Cirille

venerdĂŹ 18 Sanda MarĂŤine

sabato 19

domenica 20

Sand’Arsenie

Sand’Aurelie

Il Vecchio e il Mare Zi’ PitrĂŽcce Dell’Olio , VXRL DYL JLj VROFDYDQR L PDUL GÂś$PHULFD HG HJOL VWHVVR D VROL VHL DQQL DQGDYD D SHVFD FRO SDSj QHOOÂśLVROD GL /DJRVWD &URD]LD GD FXL GRYHWWH IXJJLUH SURIXJR D %LVFHJOLH &RQ OD ÂłSDUDQ]D´ VL WUDVIHUu VXOOH FRVWH DEUX]]HVL H ULPDVH DPPDOLDWR GDO JROIR GL 9DVWR 1HO VXR VJXDUGR VL ULĂ€HWWHYDQR LO PDUH OÂśRUL]]RQWH OH YHOH ,O YLVR EUXFLDWR GDO VROH H GDOOD VDOVHGLQH OD ÂłQD]LRQDOH VHQ]D ÂżOWUR´ HWHUQDPHQWH IUD OH ODEEUD HUDQR OÂśLPPDJLQH VWHVVD GHOOÂśXRPR UXGH H EXRQR /D EDUFD HUD OD VXD YLWD 7UD XQD ÂłVDOSDWD´ H OÂśDOWUD VFUXWDYD HG LQWHUSUHWDYD LO FLHOR OH QXYROH OH FRUUHQWL SHU GLUH ŠGRPDQL QRQ VL HVFHÂŞ RSSXUH ŠRJJL RWWLPD SHVFDÂŞ 8Q DXWHQWLFR PDULQDLR XQ OXSR GL PDUH XQ SHUVRQDJJLR FKH VHPEUDYD XVFLWR GDOOD SHQQD GL +HPLQJZD\ 82

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-I

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1-


Quando al “Sabbia d’oroâ€? si giocava a scopone (UD XQD SUHVHQ]D GL URXWLQH TXDVL UDVVLFXUDQWH TXHOOD GHO WRUQHR GL VFRSRQH VFLHQWLĂ€FR DOOR stabilimento Sabbia d’Oro del cav. Luigi Esposito. Ogni estate, dal 15 luglio al 20 agosto, XQ¡HGL]LRQH GLHWUR O¡DOWUD VLQR DOOD Ă€QH GHJOL DQQL 2WWDQWD ULFKLDPDYD WDQWH SHUVRQH PD soprattutto i soliti amici, giocatori improvvisati che per l’occasione si trasformavano in veri e propri gamblers di professione, con tanto di grinta e di cattiveria. Intorno ai tavoli sistemati direttamente sulla sabbia, si ritrovavano sempre puntuali il prof. Carlo Anelli, che in calzoncini e canottiera non dava assolutamente l’impressione d’essere nientemeno che il presidente del Consiglio di Stato, l’avv. Antonino Guastadisegni, l’avv. Nicola Cappa, il cav. Nicola Miscione, ragioniere capo del Comune, l’appuntato Trovarello e Nicola Malatesta, al quale il torneo venne dedicato dopo la sua improvvisa, immatura scomparsa. E poi, naturalmente, discreto ma premuroso, con un aplomb davvero da “marescialloâ€? di Marina, c’era sempre lui, don Luigi Esposito.

MISS RAGAZZA IMMAGINE $ &RULJOLDQR &DODEUR &V OD ¿QDOH GHO FRQFRUVR QD]LRQDOH GL EHOOH]]D ³0LVV 5DJD]]D LPPDJLQH´ KD SUHPLDWR OD YDVWHVH *LVHOOH 3HUH] *LVHOOH GL RULJLQH FXEDQD PD FLWWDGLQD YDVWHVH VL q FODVVL¿FDWD WHU]D VX ROWUH FHQWR FRQFRUUHQWL /D JLXULD FRQ 0DWWHR 5HQ]XOOL $OHVVDQGUR 5LVSROL $JRVWLQR &RVWD H 9LFWRU 0DULQR OH KD DVVHJQDWR DQFKH XQD ERUVD GL VWXGLR SUHVVR Oœ$FFDGHPLD GL UHFLWD]LRQH GL &LQHFLWWj 7XWWD OD FLWWDGLQDQ]D GL 9DVWR LQ XQ FDORURVR DEEUDFFLR DXJXUD XQ IXWXUR SURVSHUR GL VRGGLVID]LRQL D *LVHOOH ³OD EqOOH´ 83

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_I lîjje / luglio / july lunedì 21 Sande Claudie

martedì 22

Sanda Maréjja Matalene

mercoledì 23 Sanda Bbréggede

giovedì 24 Sanda Cristëine

venerdì 25 Sande Giàcheme

*

Punto di stella

sabato 26

domenica 27

Sand’Anne e Giuvuacchëine

Sande Celestëine

La Virminàre Contro la “verminàre” si realizzano collane particolari, composte di spicchi d’aglio mondati della buccia che i bambini malati devono indossare per diversi giorni. A Vasto, l’operatore magico fa alcuni segni della Croce sull’addome del piccolo paziente e pronuncia la seguente formula di scongiuro:

La Medicine

de Nonne

Merrucca, merrucche ‘N dèrra fušte néte; Lu corpe de ‘šta crijatîre fu ttuqquáte. Preháme Ddë, Sande Spirde e Sande Mareine, Che ‘štu vèrme se ne dà’ jjë Tutte li jurne vé’ Natále; Martedì lu Carnavale; Ggiuvuddë la ‘Scinziàune; Di dumuàneche vé’ la Pasche E lu verme ‘n dèrre casche.

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Càlle d’aháste va lu muàre e avašte. Foto Di Memmo

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Ahàste

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ahâšte / agosto / august

31ª summane

lunedì 28 Sanda Serene

martedì 29

Sanda Marte

mercoledì 30 Sanda Biatrëice

giovedì 31 Sande ‘Gnazie

venerdì

1

Sande ‘Liffanze Punto di stella

sabato

2

domenica

3

Sanda Lèdie

PROVERBIO

Sand’Usebbie

Cunde spàsse e ‘micëzie a llònghe (Fai spesso i conti e avrai amicizie lunghe)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Gianfranco Rastelli (3) 5RVDQQD 3DQGROÀ

Luigi Murolo (8) Maria Strever Greco (14) Nicola Traino (16) Francesco Pontillo (16) Susanna Celenza (19) Luciano Lapenna (20) Francesco Paolo D’Adamo (20) Gianfranco Bonacci (22) Maria Rosaria Celenza (25) Alessandra Molino (25) Enrico Tessitore (26)

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VASTO 1840:

Come non s’era mai vista L’immagine è tratta da Poliorama Pittoresco, edito a Napoli nel 1840. Si tratta di una litografia di S. Puglia da un dipinto di Filippo Molino, un pittore ed illustratore vastese del quale si sa, in verità, molto poco. Il dipinto originale, di cui si sa ch’era di proprietà della famiglia Palmieri, raffigura un panorama della Città nell’Ottocento, visto da un’angolazione assolutamente inconsueta, che vede l’occhio dell’artista posizionato sulla collinetta di Sant’Anna, davanti ai giardini della Villa Genova (Palazzo Benedetti). Sullo skyline si vedono,da sinistra, le caratteristiche casette a schiera che delimitano la piazza, il palazzo Palmieri, con le torri del Castello, la torre di Bassano, Santa Maria Maggiore e la caratteristica loggia del Convento di Santa Chiara, abbattuto negli anni Sessanta. Un particolare degno di nota è il congegno telegrafico a pale, posto sulla sommità della torre.

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_II ahâťte / agosto / august

32ÂŞ summane

lunedĂŹ

4

Sande Giuvuanne

martedĂŹ

5

mercoledĂŹ

6

Sand’Osvalde

Sand’Uttaviane

giovedĂŹ

7

Sande Caddane

venerdĂŹ

8

Sande DdumuĂŠneche

9

domenica 10

Sande RumĂźane

Sande Lurenze

sabato

i l p e rs o n a gg i o

Iď?´ď?Ąď?Źď?Ż Cď?Ąď?˛ď?Śď?Ąď?§ď?Žď?Šď?Žď?Š +D WUDVFRUVR OÂśLQIDQ]LD D 9DVWR ÂżQR DO DQQR GHOOD PDWXULWj FRQVHJXLWD SUHVVR LO /LFHR FLWWDGLQR 6L q SRL ODXUHDWR LQ FKLPLFD LQGXVWULDOH D %RORJQD GLYHQHQGR FROODERUDWRUH GL FRORVVL FKLPLFL LQGXVWULDOL FRPH OÂś$QLF OÂś(YHUHVWJRPPD OD &HQWHUSODVW OD 5LPHGD GL )RUOu +D IRQGDWR OD 6R ) WH5 6SD OD *HSODVW 6UO OD 6R ) WH5 %UD]LO &RPSRVWRV OD 6R ) WH5 0H[LFR H OD 6R ) WH5 3RODQG (Âś FRQVXOHQWH GHOOÂś(QHD H WLWRODUH GL WDQWL EUHYHWWL QHO FDPSR GHL SROLPHUL 7RUQD VSHVVR H YROHQWLHUL D 9DVWR GRYH KD FDVD H EDUFD SHU ÂłVWDFFDUH OD VSLQD´ H ULWXIIDUVL DQFKH QHO PDUH GHJOL LQGLPHQWLFDELOL DIIHWWL IDPLOLDUL H GHOOÂśLQIDQ]LD JLRLRVD H VHUHQD Agosto 1673. Muore a vasto Pietro Cefalo, musicista e cantante di cui son piuttosto scarse le notizie biografiche, tranne che fu musicista alla corte della regina Enrichetta d’Inghilterra, moglie di Carlo I Stuart. 88

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Festa dell’Incontro

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Una festa estiva consacrata alla buona tavola, ai legami amicali, una prosecuzione ideale delle leggendarie, antiche fešte de la ‘Ngurnàte, narrate dall’inventiva musicale di Camillo de Nardis. Naturalmente senza i fatti di sangue che erano una caratteristica delle sbornie nell’Ottocento.

Una tradizione che si ripete da trent’anni, all’ombra della rassicurante presenza dei Frati Cappuccini, animata dalla instancabile attività di centinaia di parrocchiani coordinati e guidati dai soci del Circolo Socio-Culturale dell’Incoronata, che ha raggiunto i trent’anni di attivtà.

Fett’ e Fettarille C~----~ La Fiducia L’ostetrica condotta Teresa Cauzzi, arrivata a Vasto da Mantova, non capisce il dialetto vastese. Chiamata ad assistere una partoriente, la trova già in preda alle doglie, che urla ripetendo sempre la stessa frase: - Nen mme ne fide cchiù…nen mme ne fide cchiù. Non comprendendo il senso del ritornello, seccata, si avvicina alla donna e le dice: - Se non si fida di me, poteva ben chiamare un’altra ostetrica, cara la mia signora!”. 89

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_II ahâšte / agosto / august

33ª summane

lunedì 11 Sanda Chiare

martedì 12

Sand’Erculüane

mercoledì 13 Sand’Ippolete

giovedì 14 Sande Massemiliane

venerdì 15 L’Assunziane de Sanda Maréjje

*

Punto di stella

sabato 16

domenica 17

Sande Rocche

Sande Settëmie

Fett’ e Fettarille !tu muánne va a la capichïle - Mbèh, cumba’, gna se va? – domanda Giovanni a Michele incontrandolo davanti alla Cattedrale di San Giuseppe. - E gna se vo jë, frate sé, prùpete mmalamènde. Ne le vë ? Stu muanne s’è prupri’aritravuddàte: nénghe canda ha da piéve e piéve canda ce vo’ lu suàule, l’immerne è calle e la staggiàune è fràdde, l’ùmmene fa gnè la fàmmene e le fammene gnè l’ùmmene e doppe, ni li veìte?, ci sta pìure lu buïche sopra a la coccia nostre, la bomba tòmeche. Štu muànne va a la capichïle e m’ha da cràite! Le vu’ sapä che m’è succèsse? Tinghe ddu’ fije fàmmene, la prèime piagne ca n’te fèjje e l’addre, la cchiù ggiàvene, ca n’ è manghe spusate!, cuffujaje la sèure, pecchè hasse, ne fa une all’anne. 22 agosto 1697. Nasce a Vasto Giuseppe De Benedictis, letterato e storico, autore delle Memorie Istoriche del Vasto. Morì il 24 settembre 1762.

Modi di dire

Sopr’a lu còtte l’àcca villëite (sopra il cotto l’acqua bollente)

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Nicola!Armeno

DSQQVW 4cabW Nicola Armeno è falegname da sempre. Anche oggi con i suoi 85 anni svolge l’attivitĂ in un basso di fronte alla chiesa del Carmine. Fino a non tanti anni fa, i falegnami in attivitĂ erano 86 piĂš altri non iscritti all’artigianato. “Siamo rimasti in tre ad aver bottega: Ennio Smargiassi di 74 anni, Saverio Smargiassi di 66 ed io. Un tempo si facevano mobili in continuazione, oggi facciamo solo qualche riparazione. L’industria e la produzione in serie ci hanno spiazzati e la passione, la bravura artigianale, sono finiti nel mondo dei ricordi ed in qualche foto da museoâ€?.

foto Occhio Magico

San Rocco la sagra delle campanelle

Suoni di Ferragosto 91

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_II ahâšte / agosto / august

•••• 134ª summane

lunedì 18 Sand’Elene

martedì 19

Sanda Sare

mercoledì 20 Sande Bernarde

giovedì 21 Sande Fabbrézie

venerdì 22 Sanda Maréjje Riggëine

sabato 23

domenica 24

Sanda Réuse

Sande Bartlummué

La mmëlze

E’ interessante una usanza vastese per la cura dell’ingrossamento della milza. “Chi vuol guarire dalla malattia della milza ricorre a un giardiniere o a un ortolano che coltiva le àgave. Ecco il dialogo preparatorio fra il giardiniere e il malato: «Voglio guarire la milza. Posso venire questa notte?». «Si, t’aspetterò. Ma a che ora ? Dopo la mezzanotte, ma bada però a non parlare con alcuno. Se anche ti chiamano a nome, non rispondere, fa il sordo. Nel tornare a casa, ricordati che devi fare un’altra via. Poco dopo la mezzanotte va il malato. Il giardiniere lo attende. Tutti e due si avviano silenziosi verso un’àgave dalle più larghe fronde. Si levano il cappello. Il malato denuda il piede e lo posa sopra una di quelle fronde. Il giardiniere col coltello taglia la fronda intorno intorno alla pianta del piede; e così la fronda rimane sfondata soltanto dove posava esso piede. Poi giardiniere e malato s’inginocchiano e recitano un paternostro, un’avemaria e un gloria patri a S. Vincenzo Ferrero, patrono dei malati di milza. Il malato torna a casa, facendo altra via, e appicca sotto la cappa del camino il pezzo dell’àgave tagliato. Come quello si secca, così vien ritirandosi la milza. E l’àgave, perciò dai popolani vastesi è chiamata “fronda de la mmëlze”. Le foglie dell’àgave, notoriamente spugnose, nella mentalità popolare sono ritenute “recettive” e più adatte ad assorbire gli umori dell’organo ammalato.

La Medicine

de Nonne

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Il gran custode del Toson D’oro Dopo tante rievocazioni, quasi tutto si sa intorno al Toson d’Oro, la manifestazione che ricorda il conferimento del collare imperiale al principe Fabrizio Colonna ad opera di Cesare Michelangelo d’Avalos. Ma chi è il custode di tale evento? Non è un discendente dell’antica casata vastese. Ma lui, proprio lui, l’alter ego di don Cesare, l’attuale Assessore alla Cultura, l’arch. Francescopaolo D’Adamo. Lo si riconosce nel sontuoso panneggio su di un landò ottocentesco.

Le Foto di Giulia

:´3[S`]bSQO 18-30 Agosto 1958

A LOURDES CON DON ROMEO 3HOOHJULQDJJLR D /RXUGHV FRQ 'RQ 5RPHR 5XFFL QHO FHQWHQDULR GHOOH $SSDUL]LRQL 2OWUH D /RXUGHV YLVLWD GL $YLJQRQH GL 7DUDVFRQD GL $L[ HQ 3URYHQFH H GHO 6DQWXDULR GHOOH 6DQWH 0DULH Nella foto si riconoscono tra gli altri Za Rosa Trivulzio, la prima da destra in VHFRQGD ÂżOD *LXOLR &DUGRQH LQ SULPD ÂżOD D GHVWUD DFFDQWR D 1LFROD 5DVSD infaticabile animatore della Congrega e D GRQ 5RPHR 5XFFL $O FHQWUR *LRYDQQL 0ROLQR H SRL 5RVHWWD 'L )DQR *LXVHSSH 'L )DQR *LXVHSSH )LRUH H 0DULD )LRUH la Priora dei pellegrinaggi a S. Nicola di Bari. 93

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I-


•••• 1-

_II ahâšte / agosto / august

35ª summane

lunedì 25 Sanda Lucille

martedì 26

Sande ‘Lessandre

mercoledì 27 Sanda Mòneche

giovedì 28 Sande ‘Hušteine

venerdì 29 Sanda Candede

:´3[S`]bSQO

sabato 30

domenica 31

Sanda Sabbëine

Sande Marëine

L’Eco della Regione Agosto 1946

POLITICI, NON GABELLATECI! “Nei giorni scorsi il Ministro dell’Agricoltura onorevole Antonio Segni è stato in Abruzzo e nelle città di Chieti, Lanciano e Vasto ha presieduto adunanze di sindaci dei tre circondari, alle quali hanno partecipato il Prefetto della Provincia Comm. Ottaviano, il Questore, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, autorità civili e militari e molte personalità amanti di agricoltura. Le riunioni sono state di rilevante efficacia per lo sviluppo di tutti i problemi inerenti all’agricoltura nella nostra provincia ed il Ministro ha promesso, per ora soltanto a parole, il suo pieno interessamento per la rinascita agricola della nostra Provincia. L’Abruzzo laborioso e silenzioso attende ancora con pazienza e confida che non si continui ad abusare della sua bontà, della sua disciplina, della sua pazienza. Il tempo delle chiacchiere e delle promesse, che spesso son rimaste assolutamente vane, è finito! Lo sappiano e lo comprendano gli uomini di governo che spesso sono venuti qui a …gabellarci pur lodandoci ed …ammirandoci.” 94

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Settèmbre, canda trije che se pije Foto Di Memmo

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SettĂŠmbre

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settèmbre / settembre / september

36ª summane

lunedì

1

Sand’Eggedie

martedì

2

mercoledì

3

Sande ‘Lpedie

Sande Durutué

giovedì

4

Sanda Rosalie

venerdì

5

Sanda Riggëine

sabato

6

domenica

7

Sande Sticchenicchje

PROVERBIO

Sanda Eve

Mëttete nghi chi è màjje di tà e fajje li spáise (Mettiti con chi è meglio di te e fagli le spese)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Vincenzo Affaldani (3) Gennaro Spadaccini (6) Vincenzo Castellano (9) Evandro Sigismondi (9) Michele Muratore (14) Massimo Molino (20) Raffaele Scolavino (23) Gianfranco Marrollo (24) Carlo Marchesani (24) Piero Falcucci (25)

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Il Premio San Michele Il 28 settembre 2007, nella storica cornice di palazzo d’Avalos, si è tenuta la cerimonia di attribuzione dell’XI “Premio San Michele”, che ha visto quest’anno premiati il maestro compositore Raffaele Bellafronte, il prof. Antonio Zinni ed i medici Pasquale Litterio e Florindo Barisano. La grande sala d’onore del palazzo principesco gremita di pubblico ed autorità, ha aggiunto ulteriore lustro all’ambito premio riservato a quelle personalità vastesi che hanno contribuito alla crescita culturale della città. Un plauso al direttivo dell’Associazione San Michele Arcangelo che ha organizzato la cerimonia resa ancor più suggestiva dalla esibizione dei solisti Marco Salcito alla chitarra, Gianluca Sulli al clarinetto, Adriano Paolini al pianoforte.

:´3[S`]bSQO NELLA STAZIONE FERROVIARIA

28 settembre 1920

I lavori di restauro e di abbellimento nella stazione ferroviaria sono compiuti e ci rallegriamo vivamente col Capostazione signor Borghi che ne ha curata la sollecita esecuzione. Quello che ora necessita è la luce elettrica e siamo sicuri che lo stesso capostazione con la diligenza che tanto lo distingue vorrà farne comprendere la necessità alla direzione competente, così ci auguriamo che venga presto inaugurata nel piazzale e nelle adiacenze della stazione, dato che adesso la luce non va soggetta alle frequenti interruzioni di un tempo.

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_II settèmbre / settembre / september

37ª summane

lunedì

8

Cand’è nate Sanda Maréjje

martedì

9

Sanda Sarafëine

mercoledì 10 Sanda Nichëule da Tulundëine

giovedì 11 Sanda Ggiacënde

venerdì 12 Sande Guide

L’Icona

sabato 13

domenica 14

Sande Lebborie

Sande Crescenze

Domenico Marino

Difficile per un lancianese farsi amare dai vastesi. Un’impresa ardua ch’è però riuscita a Domenico Marino, il giudice Marino per tanti anni in servizio presso il Tribunale e la Procura della Repubblica, don Mimì per tutti. La sua simpatia, la confidenza che dava a tutti senza distinzione, l’arguzia delle battute, l’eleganza nel portamento, la competenza giuridica e l’umanità soprattutto che sapeva esprimere nell’assolvimento della difficile funzione di magistrato, ne facevano un personaggio davvero amato ed oggi ancora rimpianto. 98

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-I Fett’ e Fettarille In che stato sei ? Luigi rientra a casa ubriaco fradicio. Ha passato tutto il pomeriggio della domenica con gli amici nella cantina di CĂ­cche PallĂ tte, un locale del Palazzo Palmieri in piazza Rossetti in cui si sono ritrovati per decenni gli amanti del buon vino. Sulla porta la moglie Concetta l’affronta esasperata: - SbruvugnĂĄte, jĂŠ nghi li ‘mbrijĂŠche ‘n’gi vujje cummĂ tte. Ma n’te n’abbruvĂŽgne a rremenà ’ accuscÍ‌ in questo stato? - ma peccĂ , CettÏ’, ‘ndo stĂ me a la SvĂŠzzere ?

Li ricette de Za Libbrate SPEZZATO DI CONIGLIO ALLA CONTADINA CunĂŤjje a la cafĂ une

Ingredienti: 1,500 Kg. di coniglio nostrano; 400 gr. di funghi prataioli; 300 gr. di pomodori maturi; 200 gr. di carote; 200 gr. di piselli; 200 gr. di sedano; 80 gr. di olio extra vergine d’oliva; 3 spicchi d’aglio; 1 ramoscello di rosmarino; 1 foglia d’alloro; 1 cipolla; 1 bicchiere di Trebbiano d’Abruzzo; sale, peperoncino piccante; brodo da aggiungere.

Preparazione:

Rosolate il coniglio infarinato e fatto a pezzi in olio di oliva con l’aggiunta di aglio, rosmarino, foglia d’alloro e cipolla finemente tagliata. Aggiungete il Trebbiano ed i pelati tagliati a listarelle. Dopo mezz’ora di cottura aggiungete carote, funghi, sedano, piselli, sale e peperoncino. Continuate la cottura a fuoco lento per altri 30 minuti e poi servite in terrine di coccio.

LA MORTE DI RAFFAELE PAOLUCCI ,O VHWWHPEUH DOOH RUH PXRUH D 5RPD OD 0HGDJOLD GÂś2UR SURI 5DIIDHOH 3DROXFFL &RQWH GL 9DOPDJJLRUH ,O JLRUQDOH +LVWRQLXP ULSRUWD OD QRWL]LD VHJQDODQGR FKH OÂśHURH GL 3ROD FLWWDGLQR RQRUDULR GL 9DVWR q VWDWR FRPPHPRUDWR OÂśXQGLFL VHWWHPEUH QHOOD &DWWHGUDOH FRQ XQD 6DQWD 0HVVD DJJLXQJHQGR FKH OD Schola Cantorum, GLUHWWD GDO PDHVWUR $QWRQLR =DFFDUGL KD HVHJXLWR OD FRPSRVL]LRQH IXQHEUH GHO 3HURVL ,O SHULRGLFR LQROWUH VRWWROLQHD FKH LO 6LQGDFR $QGUHLQL KD GHFUHWDWR LO OXWWR FLWWDGLQR FRQ VRVSHQVLRQH GHOOH DWWLYLWj ODYRUDWLYH SHU XQÂśRUD

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_II settèmbre / settembre / september

38ÂŞ summane

lunedĂŹ 15 La Madonne de le Sette DilĂŻure

martedĂŹ 16

Sande Cipriane

mercoledĂŹ 17 Sande Robberte

giovedĂŹ 18 Sanda SufuĂŤje

venerdĂŹ 19 Sande Gennere

sabato 20

domenica 21

Sanda ‘Usebbie

Sande Mattè

Teodoro!Notarangelo

DSQQVW 4cabW foto Occhio Magico

$UFLQRWR QHOOD FRQWUDGD GHOOH ³&LQTXH ROLYH´ GRYH WXWWL OR FKLDPDQR ³&DSRGLFDVD´ 1RQQR 7HRGRUR ODYRUD DOOD UHDOL]]D]LRQH GL XQ FDQHVWUR DOOœRPEUD GL XQR GHL WUH ROLYL VHFRODUL VXSHUVWLWL 8RPR GœDOWUL WHPSL H FRPH DPD GLUH OD QLSRWH /RUHQD ¿JOLD GHOOœ,QJ 0LFKHOH 1RWDUDQJHOR ³VDJJLR SD]LHQWH PLWH H ODERULRVR´

Modi di dire CĂĄsce e ricòtte, fa’ justizia tòrte (Cacio e ricotta fanno la giustizia corrotta) 100

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Il rito della “Cunzágne” Già, le nozze, traguardo ambito ed anelato d’ogni storia d’amore. Come da sempre e come sempre sarà, seppur nelle differenze delle modalità e dei rituali. A Vasto era in uso, ad esempio, un rituale antecedente lo scambio degli anelli, chamato la cunzágne. Il rituale si svolgeva otto giorni prima dello sposalizio e consisteva nell’esposizione e nella “verbalizzazione” di tutto il corredo andato in dote alla sposa, con tanto di indicazione di stima economica. Imbottite, materazzi, coperte, lenzuola, federe, tovaglie, fazzoli e fazzoletti di percalle gonne, cappotti, gioielli, venivano accuratamente descritti e poi impacchettati in banchi, valige e canestri bianchi e spediti a casa degli sposi promessi a bordo di carretti pavesati a festa. Con tanto di corteo di ragazzi festanti. Con conclusione a base di tarallucci e... vino.

Le Foto di Giulia

Un Matrimonio di Ieri...

... e uno di Oggi

Il carro della dote 101

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_II settèmbre / settembre / september

39ª summane

lunedì 22 Sande Maurëzie

martedì 23

Sande Lëine

mercoledì 24 Sande Pacëfeche

giovedì 25 Sande Sérge

venerdì 26 Sande Coseme e Damïane

sabato 27

domenica 28

Sande Terrenzie

Sande Fauste

Lu dulàure de cócce La medicina popolare distingue il mal di capo dal chiodo solare, lu chiéuve sulàre, una forma di cefalea che si localizza sopra gli occhi, ed è frequentemente determinata dalla prolungata esposizione al sole durante il lavoro nei campi. In questo caso l’immaginario popolare teme particolarmente il sole di Marzo, tanto che ancora oggi si dice: Lu sole de marz’ammazze. Per curare lu chiéuve sulàre, a Vasto, il malato si dispone di fronte al sole che tramonta facendo per tre volte di seguito l’atto di prendere la malattia del capo per buttarla contro il sole, e ripetendo anche per tre volte: Chiéuve, chiéuve, chiéuve.

La Medicine

de Nonne

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Modi di dire

Ni’ mmagnà’ naquàlle, màgne lu baštànde. (Non mangiar molto, solo ciò che basta)

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Uttàbbre, huìne sere e matìne Foto Di Memmo

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Uttàbbre

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uttabbre / ottobre / october lunedì 29 Sande Micchéle Patrone de lu Uašte

martedì 30

Sande Gelòrme

mercoledì

1

Sanda Trisëine de Ggisì

giovedì

2

Sande Remegie

venerdì

3

Sande Mudešte

sabato

4

domenica

Sande Frangische

5

Sande Sande

PROVERBIO

Punto di stella

Crëst’ avrija fa ‘ccurtunë li pàsse a li birbîune

(Cristo dovrebbe accorciar la vita ai birboni)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno

Loredana Baiocco (2) Giovanni Tiberio (3) Liberata D’Ettorre (4) Luigi Baiocco (5) Marcello Di Toro (7) Caterina Provana (10) Gennaro Strever (14) Ilaiza Tagliente (14) Gaetano Ciancio (17) Luciano Fiore (20) Rino Piccirilli (21) Gino Marcello (21) Antonietta Iacovitti (23) Giuseppe D’Alessandro (27) Nicola Bozzelli (31)

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Immigrazione: i numeri di Vasto Vasto cambia volto non soltanto come assetto urbano, ma anche come comunità dei cittadini. Il fenomeno dell’immigrazione ha portato nuove realtà etniche che si sono inserite più o meno armonicamente nel tessuto cittadino, modificandone il tradizionale, storico carattere. Un convegno dello scorso mese di maggio, organizzato dall’Associazione Culturale l’Argonauta, ha permesso di conoscere nel dettaglio i contorni di questo fenomeno in costante iterazione anche nella nostra Città. relativi ai cittadini stranieri provvisti di regolare permesso di soggiorno ed iscritti all’anagrafe di Vasto. I dati, che riportiamo nella scheda, si riferiscono ai cittadini stranieri provvisti di regolare permesso di soggiorno ed iscritti all’anagrafe del Comune (ne sono ovviamente esclusi i clandestini) e sostituiscono quelli della Prefettura di Chieti, pubblicati a fine dicembre 2005, nel volume “Lo stato dell’immigrazione nella provincia di Chieti”.

NAZIONE

MASCHI FEMMINE

ALBANIA ARGENTINA ARMENIA AUSTRALIA BELGIO BOSNIA ERZ. BRASILE BULGARIA CANADA CAPOVERDE CECOSLOVACCHIA CINA COLOMBIA CONGO R.D. COSTA D’AVORIO CROAZIA CUBA DANIMARCA REP. DOMENICANA EGITTO ESTONIA ETIOPIA FILIPPINE FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GIAPPONE GIORDANIA GRAN BRETAGNA GUATEMALA INDIA IRLANDA ISRAELE

45 8 1 7 2 1 2 1 24 1 4 1 1 2 2 1

1 13 5 33 2 23 1 3 1 1

51 11 1 5 6 2 8 6 1 1 5 15 4 10 2 8 1 6 1 1 2 1 16 19 11 2 27 13

NAZIONE LIBANO LITUANIA MACEDONIA MADAGASCAR MALTA MAROCCO MESSICO MOLDAVIA NIGERIA NUOVA ZELANDA PAESI BASSI PAKISTAN PARAGUAY PERU’ POLONIA ROMANIA RUANDA RUSSIA SERBIA SENEGAL SOMALIA SPAGNA STATI UNITI SUD AFRICA SVIZZERA THAILANDIA TUNISIA UCRAINA UNGHERIA UZBEKISTAN VIETNAM JUGOSLAVIA TOTALI

MASCHI FEMMINE

1 13 1 39 1 5 5

2 3 9 1 44 6 4 1 2

3 7 45 1 1 1 1 5 1 2 20 7 1 11 360

1 3 18 90 7 1 1 5 5 1 4 3 17 27 2 1 15 511 105

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_II uttabbre / ottobre / october

41ÂŞ summane

lunedĂŹ

6

Sande Brune

martedĂŹ

7

mercoledĂŹ

8

la Madonne de lu Rusuarie

Sande ScimĂ une

giovedĂŹ

9

Sanda Sare

venerdĂŹ 10 Sande CiattĂŠ

sabato 11

domenica 12

Sande SandĂŤine

Sande SerafĂŤine

i l p e rs o n a gg i o

Gď?Šď?ľď?Źď?Šď?Ąď?Žď?Ż Lď?Ąď?Źď?Źď?Š 1DWR D &DVWLJOLRQH 0HVVHU 0DULQR KD WUDVFURVR OD JLRYHQW D 9DVWR RYH KD FRQVHJXLWR OD PDWXULWj FODVVLFD (QWUDWR QHOOÂś$PPLQLVWUD]LRQH GHOOR 6WDWR GRSR OD ODXUHD LQ *LXULVSUXGHQ]D KD SHUFRUVR WXWWH OH WDSSH GHOOD FDUULHUD VLQR D GLYHQWDUH 3UHIHWWR 'RSR DYHU VYROWR WDOH LQFDULFR D &URWRQH H &DOWDQLVVHWWD LQÂżQH q DSSURGDWR D 3HVFDUD $ 9DVWR WRUQD RJQL YROWD FKH L JUDYRVL LPSHJQL LVWLWX]LRQDOL OR SHUPHWWRQR FRQ OD JHQWLOH 6LJQRUD ,YDQD

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Un giro di manovella e... via! L’A.V.S. è l’associazione che riunisce gli amanti delle vetture d’epoca. Da quattro anni organizza un raduno che prevede un itinerario che si snoda per WXWWR WHUULWRULR GHO 9DVWHVH Ă€QR D &Dstiglione Messer Marino. Il presidente Giuseppe Di Biase ed il segretario Valentino Piccirilli ne sono gli entusiasti animatori, impegnati a coinvolgere sempre piĂš numerosi appassionati dei bolidi “a manovellaâ€?.

:´3[S`]bSQO

HISTONIUM Ottobre 1958

RADUNO MOTOTURISTICO

2UJDQL]]DWR GDO 'RSRODYRUR 3URYLQFLDOH H GDOOD $]LHQGD GL 6RJJLRUQR H 7XULVPR VL q VYROWR LO ƒ 5DGXQR 0RWRWXULVWLFR ,QWHUSURYLQFLDOH , ODPEUHWWLVWL GRSR OD EHQHGL]LRQH GHL YHLFROL LPSDUWLWD D 3LD]]D 5RVVHWWL GD PRQV 9LQFHQ]R 5XVVL KDQQR VÂżODWR SHU OH YLH GL 9DVWR H VRQR VWDWL RVSLWL GHOOÂś$]LHQGD GL 6RJJLRUQR H 7XULVPR DOOÂś$XWRVWHOOR /H JDUH GL DELOLWj VL VRQR VYROWH LQ &RUVR ,WDOLD 4XHVWL L ULVXOWDWL GHL ODPEUHWWLVWL 0DULR $UWHVH 0LFKHOH 'H )LOLSSLV 0LFKHOH %RQWHPSR )UDQFHVFR 7HU]DQR 5REHUWR %RQWHPSR $OWUL YDVWHVL SDUWHFLSDQWL *XVWDYR 0RUHOOL *LXVHSSH 5RVHOOL *LRYDQQL 'L 6LOYLR 0LFKHOH 'HO %RUUHOOR &UHVFHQ]R 3HWURUR )UDQFHVFR /D 9HUJKHWWD 5DIIDHOH *LDFRPXFFL 'RPHQLFR 7HQDJOLD $QWRQLR 'H /HUPD /XLJL 'Âś$GDPR 6DYHULR 6Fq 7RPPDVR 6WRUWR 0LUHOOD 6JDUEL

Fett’ e Fettarille N’ imbustĂĄ li pĂ­te Al cimitero. Giovanni, vedovo sconsolato, ha seguito con le lacrime agli occhi il funerale della moglie e vuole adesso assistere alla tumulazione della bara nel loculo assegnato. Gli operai faticano però a sistemarla: c’è qualcosa che impedisce alla cassa di entrare, forse le sue dimensioni o qualche centimetro in meno nel manufatto. Giovanni guarda trasecolato quanto sta accadendo, lentamente s’avvicina al feretro e mormora: “è ‘nnĂŹtele, mojja mĂ , c’ambuste li pĂŹte. Aess’addandre ce dĂ jĂŤ e zĂŤtte. 107

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_II uttabbre / ottobre / october

42ª summane

lunedì 13 Sande ‘Duarde

martedì 14

Sanda Furtunüate

mercoledì 15 Sanda Trèse

giovedì 16 Sanda Marecarëite

venerdì 17 Sande Ruduolfe

sabato 18

domenica 19

Sande Lìuche

Sanda Lauratte

L’insegna dell’insigne artista Il quadro qui a fianco, fa parte della collezione del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, ed è nientemeno che l’insegna dello studio d’arte del pittore Valerico Laccetti a Roma. Dipinto su una lamiera era probabilmente sistemato a bandiera appeso ad un sostegno in ferro e reca appunto la scritta Laccetti 1º P. (iano).

Modi di dire Donne e ssardine so bbune piccinine (Donne e sardine son buone piccoline) 108

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A la putĂŠche de La Bbaraune a Sanda Chiare $ la putĂŠche de La Bbaraune LQ YLD 6DQWD &KLDUD SURSULR GLQDQ]L LO PHUFDWR GHO SHVFH FÂśHUD VHPSUH XQ FRQWLQXR YLD YDL GL JHQWH QRQ VROWDQWR YDVWHVH PD SURYHQLHQWH GD WXWWL L FRPXQL GHO FRPSUHQVRULR Aecche si vanne tutt’ rrobbe, cupĂŤrte, linŧÚle, faŧŧÚle, tuvaje. Bbune e di sparagne... e pure a rate. $G DFFRJOLHUH L FOLHQWL FRQ OD EDWWXWD VHPSUH SURQWD HG LO VRUULVR VXOOH ODEEUD FÂśHUD OXL (QULFR 'H &ULVWRIDUR DVVLVWLWR GDOOD LQVHSDUDELOH H GLQDPLFD PRJOLH ,RODQGD Âł/D %EDUDXQH´

Fett’ e Fettarille N’ge penzà ! Michele vanta da mesi un credito da parte di Nicola. Infastidito dalle continue richieste di dilazione e trovandosi egli stesso in condizioni di bisogno, si rivolge all’ufficiale giudiziario per il recupero della somma. Questi si reca dal debitore e torna da Michele dicendogli sommessamente: - Ha ditte NichÊule ca u ce ťta u n’ce ťta, mÍtteje nome n’ge penzà ’ ! .

Li ricette de Za Libbrate TARALLINI INCATENATI Ingredienti: XRYD ELFFKLHUH GL ROLR PH]]R ELFFKLHUH GL DQLFH R VDPEXFD IDULQD TXDQWR EDVWD SHU XQ LPSDVWR WHQHUR

Preparazione: 9HUVDUH XRYD ROLR OLTXRUH QHOOD IRQWDQHOOD HG LPSDVWDUH LO WXWWR /ÂśLPSDVWR GHYH HVVHUH WHQHUR VFDUWDUH OD IDULQD VXSHUĂ€XD WDJOLDUH GHL SH]]HWWL GL SDVWD H ULFDYDUQH PDFFKHURQL OXQJKL H JUDQGL FRPH XQ PLJQROR )RUPDUH GHJOL DQHOOL GHO GLDPHWUR GL FLUFD WUH TXDWWUR FP 0HWWHUH D EROOLUH OÂśDFTXD H YHUVDUYL JOL DQHOOL OHVVDUOL H DVFLXJDUOL SHU SRL SDVVDUOL DO IRUQR )RUPDUH XQD JODVVD FRQ

JU GL ]XFFKHUR H PH]]R OLWUR GÂśDFTXD H IDU EROOLUH SHU GLHFL PLQXWL D IXRFR PRGHUDWR LQ XQD FLRWROD PHWWHUH XQ PHVWROR DOOD YROWD GL JODVVD HG LPPHJJHUYL L WDUDOOLQL ÂżQR D TXDQGR QRQ GLYHQWLQR ELDQFKL /DVFLDUH DVFLXJDUH L WDUDOOLQL D PXFFKLHWWL GL GXH R WUH 109

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_II uttabbre / ottobre / october

43ª summane

lunedì 20 Sanda ‘Delëine

martedì 21

Sand’Ursulëine

mercoledì 22 Sande Dunüate

giovedì 23 Sande Giuvuanne de Capeštrane

venerdì 24 Sande Raffajele

sabato 25

domenica 26

Sanda Grazie

Sand’Umbüerte

Le delìure Nel Vastese, per la guarigione dei delìure s’invoca soprattutto S. Mauro, e l’ultima domenica di maggio tuttora ci si reca in pellegrinaggio a Bomba dove, nella chiesa dedicata al taumaturgo, i malati portano “una bottiglietta piena di olio che, dopo essere stata benedetta viene versato su una pietra concava che si trova vicino alla chiesa. Poscia l’olio viene raccolto con le mani e cosparso sulle parti del corpo doloranti per le artriti”. Invece, la cura della lombaggine a Vasto si fonda su di un procedimento magico di contatto assolutamente profano, in quanto consiste nello strofinamento della regione lombare, le lùmme, contro le mura della città.

La Medicine

de Nonne

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Modi di dire

Tiré’ la cazzátte (Tirar la calzetta. Farsi pregare per alzare il prezzo)

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Nnuvèmbre, aripòse la sumuènde

Foto Di Memmo

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Nuvémbre

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nnuvembre / novembre / november

44ª summane

lunedì 27 Sande Crispëine

martedì 28

Sande Taddè

mercoledì 29 Sand’Unurüate

giovedì 30 Sanda Duruté

venerdì 31 Sande Quindëine

sabato

1

domenica

2

L’Alme di li Murte

PROVERBIO

Tutte li Sende

Chi si mátte fra càrn’e ágne, si n’aèsce nghi vrivàgne (Chi si mette tra carne ed unghia ne esce con vergogna)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno

Enrico Olivieri (1) Marcello Dassori (4) Antonio La Verghetta (4) Graziano Marcovecchio (7) Manuele Marcovecchio (13) Elena Volpi (15) Agostino Travaglini (18) Antonio Vecchiotti (23) Vittorio Tagliente sr. (23) Giuseppe Di Spalatro (24) Maria Nicola Di Spalatro (25) Gianni Petroro (28) Claudio Ciancio (30)

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:´3[S`]bSQO

15 e 16 novembre 1918

L’ESULTANZA DI VASTO Ieri, mentre tutta al città era imbandierata per solennizzare la ricorrenza del genetliaco del nostro valoroso Sovrano, giunse la notizia della capitolazione della Germania. Si formò un imponente corteo popolare che, preceduto dai vessilli delle nazioni alleate, si recò alla chiesa di Santa Maria Maggiore, dove fu cantato un “Te Deum” di ringraziamento. Padre Francesco da Collarmele tenne un patriottico discorso alla folla dei fedeli, accalcati nell’ampia navata della chiesa. La dimostrazione, accresciuta dall’intervento delle nostre Società Operaie, percorse le vie della città, soffermandosi poscia in piazza Lucio Valerio Pudente. Parlarono applauditissimi, ma con grande entusiasmo il nostro prosindaco, avv. Francesco Roberti, il signor Pasquale Calabrese, l’avv. Uranio Mayo, il pubblicista Carlo Laccetti, il prof. Del Greco ed il prof. Papa. Al nostro prosindaco che in precedenza aveva inviato telegrammi manifestanti i nobili sentimenti di questa cittadinanza a Sua Maestà il Re, a Sua Eccellenza Orlando, ed all’invitto Duce del vittorioso esercito, generale Diaz, è pervenuta da parte del Presidente dei Ministri la seguente risposta: “Prosindaco di Vasto – Mentre plaudo e mi associo alla patriottica esultanza con cui cotesta popolazione celebra la gloriosa vittoria d’Italia, invio un cordiale saluto. Presidente Consiglio Ministri: Orlando”. L’avv. Roberto Roberti, che tanta parte ebbe come propagandista delle opere federate di assistenza civile, alla resistenza del popolo nella regione abruzzese, ha spedito da Roma il seguente telegramma: “Sindaco Vasto. Oggi che celebrasi compiuta Unità Nazionale, confini natura pose, Dante additò primo cuore italiano, mio pensiero corre dolce paese Abruzzo che dovrà rinnovarsi nella grandezza patria attraverso solidarietà lavoro. Avv. Roberti.” Nelle sale della Sottoprefettura, il nostro egregio sottoprefetto, cav. Rogges, ebbe il gentile pensiero di riunire a trattenimento alcune famiglie della nostra città. [...] Agli intervenuti, con squisita cortesia, furono offerti dolci e liquori. In tal guisa Vasto ha fervidamente riaffermata la sua fede nei destini luminosi della Patria, libera dallo straniero, come il suo Vate immortale, Gabriele Rossetti vaticinava dutrante il tempo dell’oppressione e del servaggio.

M’ aricòrde... TESTIMONIANZE DIRETTE

Una gita scolastica

Primavera del 1941. La scolaresca, guidata dalla maestra Flora Fariello, si reca a piedi in gita alla scuola rurale di monte Taverna in agro di Cupello. L’amico Michele Zinni, maresciallo dei carabinieri in pensione (a destra vicino alla maestra) riconosce gli alunni di un tempo: Michelina Troiani, Carmine Trovarelli, Armidoro Zinni, Concetta Zinni, Giuditta Colanzi, Michele Cinquina, Giuseppina Giampietro, Nicola Di Bussolo, Vincenzo Ciffolilli e Antonio Marchesani.

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_II nnuvembre / novembre / november

45ª summane

lunedì

3

Sande ‘Ggisarie

martedì

4

mercoledì

5

Sande Carle Burrumué

Sande Giude

giovedì

6

Sande Faušte

venerdì

7

Sand’Ernešte

sabato

8

Sande Guffrede

L’Icona

domenica

9

Sanda Déure

Nicola Martella

Clarinettista memorabile!

Nato a Vasto nel 1882. Partecipa come clarinettista e sassofonista a tante tournèe in Europa, quale componente di complessi bandistici. In una di queste, come amava spesso ricordare, gli capitò di suonare la Marcia Reale davanti ai 6RYUDQL LWDOLDQL LQ YLVLWD XIÀFLDOH D 6WRFFROPD (UD LO Emigrato negli Stati Uniti dopo la Grande Guerra, con la cara moglie Medea, rimane in quel Paese per un lungo periodo, adoperandosi, pur da lontano per la realizzazione del Monumento ai Caduti. Per il suo impegno riceve dal Podestà Pietro Suriani il seguente encomio: “Caro Nicola, so che insieme ad altri ti dai da fare per riunire altri fondi che mancano per il nostro monumento...Voi date il buon esempio alla cosiddetta classe intellettuale che si ciba di chiacchiere e non di fatti e di riconoscenza per coloro che tutto dettero per la Patria, per noi...”. 114

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E ] Vittorio Giovine, un vero campione dell’Aeronautica nasce a Vasto nel 1891. Primo, fra 250 concorrenti, per l’ammissione alla Regia Accademia Militare di Torino, da cui nel 1914, esce col grado di sottotenente d’artiglieria. Passa poi all’Aeronautica, durante la prima guerra mondiale. Col grado di capitano pilota, viene insignito di tre medaglie al valore. Promosso nel 1935 Generale di Brigata nel 1942 viene nominato generale di Squadra Aerea. Dal 1936 al 1939 assume il comando dell’Accademia

Aeronautica di Caserta e di capo del Personale del Ministero dell’Aeronautica dal 1942 al 1943. In riserva, ottiene incarichi di docenza in corsi per ufficiali generali. Autore di pubblicazioni di teorica aerodinamica, muore a Roma il 22 agosto 1982. Nelle foto lo vediamo accanto al Principe ereditario Umberto di Savoia, passare in rassegna i cadetti schierati nel cortil della reggia di Caserta. In basso, vicino al suo biplano dopo un atterraggio di fortuna nel corso della Prima Guerra Mondiale.

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_II nnuvembre / novembre / november

46ÂŞ summane

lunedĂŹ 10 Sanda Germane

martedĂŹ 11

Sande MartĂŤine

mercoledĂŹ 12 Sande GiusaffĂĄtte

giovedĂŹ 13 Sande Bonomme

venerdĂŹ 14 Sande GiuquĂ nde

sabato 15

domenica 16

Sande ‘Libberte

Sanda MarecarĂŤite

Nicola!Malatesta

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&$9$/,(5( ( &200(1'$725( 6RQR LQ SRFKL D QRQ FRQRVFHUOR H D QRQ DSSUH]]DUOR SHU OD VLPSDWLD SHU OD JHQHURVLWj SHU OD JUDQGH FRUUHWWH]]D GRWL FKH XQLWH DG XQD JUDQGH RQHVWj LQWHOOHWWXDOH JOL KDQQR YDOVR QXPHURVL ULFRQRVFLPHQWL QHO FDPSR GHO ODYRUR 'D XOWLPR DOOD ÂżQH GL XQD TXDUDQWHQQDOH FDUULHUD QHO VHWWRUH GHO &RPPHUFLR JOL q VWDWR DWWULEXLWR LO WLWROR GL &DYDOLHUH DO PHULWR GHOOD 5HSXEEOLFD H TXLQGL FRQ GHFUHWR GHO 3UHVLGHQWH *LRUJLR 1DSROLWDQR TXHOOR GL &RPPHQGDWRUH GHOOÂś2UGLQH DO 0HULWR GHOOD 5HSXEEOLFD )HOLFHPHQWH VSRVDWR GD ROWUH TXDUDQWÂśDQQL FRQ OD VLJQRUD 5LWD %DOGDVVDUUH RJJL 1LFROD ULWLUDWRVL GDJOL DIIDUL SXz JXDUGDUH DG XQ SDVVDWR ULFFR GL VRGGLVID]LRQL H DO IXWXUR GD WUDVFRUUHUH VHUHQDPHQWH DFFDQWR DOOH ÂżJOLH HG DL QLSRWLQL

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IL GIORNALE D'ITALIA 7 Novembre 1920

MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE

Al nostro concittadino Muzii Enrico, secondo capo cannoniere, è stata conferita una medaglia d’argento al valore con la seguente motivazione: “ Volontario ardito, fra i primi nel passaggio, contribuiva validamente, alla testa del nucleo assegnatogli, a vincere la resistenza della linea avversaria sull’altra sponda, concorrendo durante l’intera giornata di combattimento ad annientare posti nemici e facendo prigionieri con tre soli dipendenti, trenta avversari che presidiavano un trincerone. Sempre valoroso e di mirabile esempio ai proprii dipendentiâ€? (Bassa Piave, Ca’ Rosau, 30 ottobre 1918). Le nostre piĂš vive congratulazioniâ€?. 116

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Vasto sbarca in Cina Lo sapevate che in Cina opera una catena commerciale che porta il nome di Vasto? Se ne sono accorti alcuni concittadini in visita nell’antico Paese del Celeste Impero, i quali

hanno costatato meravigliati la presenza di negozi con tanto di nome e persino di stemma biancorosso. Mistero sulla proprietà della catena di negozi. Gli autori del Lunario indagano.

Fett’ e Fettarille Cacarejâje Micchèle è noto per avere un grosso difetto: tartaglia, in altre parole cacarejâje, come si dice a Vasto. È giovane e come tutti i giovani vuole fare effetto sugli amici e sulle ragazze, soprattutto, che lo prendono un po’ in giro. Arriva Carnevale ed eccolo che pensa di mascherarsi e di partecipare al ballo organizzato dalla comitiva. Detto fatto, noleggia un costume e, sicuro che bardato così non sarebbe stato riconosciuto, entra nel salone della festa ed esclama a squarciagola: ‘nu...‘nd..’nd..’ndvunàte cchi so jë ?

:´3[S`]bSQO L’AZIONE CATTOLICA IN CONVEGNO

HISTONIUM Novembre 1958

&RQYHJQR GHOOH $VVRFLD]LRQL &DWWROLFKH GHOOD 'LRFHVL DOOD SUHVHQ]D GHOO¶DUFLYHVFRYR * % %RVLR H GHO SUHVLGHQWH JHQHUDOH GHOO¶$]LRQH &DWWROLFD SURI /XLJL *HGGD 3L GL SHUVRQH SURYHQLHQWL GD 9DVWR H GDL SDHVL YLFLQL KDQQR DIIROODWR LO 3ROLWHDPD 5X]]L 'RSR OH LQWURGX]LRQL GHO UHY )HOLFH 3LFFLULOOL H GHOO¶DYY *XDVWDGLVHJQL LO SURI /XLJL *HGGD KD WHQXWR XQD FRQIHUHQ]D GDO WHPD ³,O SHQVLHUR FULVWLDQR QHO PRQGR GHO ODYRUR´ 117

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nnuvembre / novembre / november

47ÂŞ summane

lunedĂŹ 17 Sanda Sabbette

martedĂŹ 18

Sande CriĹĄtejĂŹane

mercoledĂŹ 19 Sanda TĂŤlde

giovedÏ 20 Sand’Uttavie

venerdĂŹ 21 Sande DiĂ ghe

sabato 22

domenica 23

Sanda CecĂŤlie

Sande Clemende CrĂŤĹĄte RrĂ

:´3[S`]bSQO

11 GIORNALE D'ITALIA

IL COMUNE AI POPOLARI

6 novembre 1921

³,Q VHJXLWR DOOH GLPLVVLRQL GHL FRQVLJOLHUL SURYLQFLDOL DYYRFDWL 5REHUWR 6FDUGDSDQH H *DHWDQR 'HO *UHFR GLPLVVLRQL PRWLYDWH GDO IDWWR FKH HVVL VRQR XVFLWL GDOOH ¿OH GHO SDUWLWR SRSRODUH QHO PDQGDPHQWR GL 9DVWR VL VRQR DYXWH OH QXRYH HOH]LRQL &RQ IRUWH PDJJLRUDQ]D VRQR ULXVFLWL LO OLEHUDOH FDY (GXDUGR 6XULDQL ¹ JLj DWWLYLVVLPR FRQVLJOLHUH SURYLQFLDOH ¹ HG LO VXR FRPSDJQR GL OLVWD DYY 'HO *UHFR ULSUHVHQWDWRVL DJOL HOHWWRUL QDWXUDOPHQWH VHQ]D OœHWLFKHWWD SRSRODUH /D ULHOH]LRQH GHOOœDYY 'HO *UHFR q DSSUHVD FRQ XQDQLPH FRPSLDFLPHQWR SHUFKp HJOL q XQ YDORURVR SURIHVVLRQLVWD H VRSUDWWXWWR XQR VWUHQXR GLIHQVRUH GHJOL LQWHUHVVL GHO VXRDEEDQGRQDWR PDQGDPHQWR 6RQR FDGXWL L SRSRODUL DYY 5LWXFFL &KLQQL H 'H &ULVWRIRUR HG L VRFLDOLVWL &RHQ H 'HO &DVDOH 1HOOH HOH]LRQL FRPXQDOL VXSSOHWLYH VRQR ULXVFLWL GLHFL SRSRODUL H GXH VRFLDOLVWL FRVu FKH RUD Oœ$PPLQLVWUD]LRQH FRPXQDOH GL 9DVWR q QHOOH PDQL GHL SRSRODUL SHUz FRQ XQ IRUWH FRQWUROOR VRFLDOLVWD´

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Novembre 1921

Novembre 1703. L’arcivescovo di Chieti giunge a Vasto per metter pace tra il clero della Città , i cui preti arrivano al punto di picchiarsi tra di loro. Il vescovo scomunica il clero della Chiesa di San Pietro e fa arrestare cinque preti.

Modi di dire Få’ birlicche e birlòcche (Dice e si contraddice)

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Caduti della seconda Guerra Mondiale Primo elenco

ALTERIO Salvatore ALTIERI Cesario BACCELLI Cesare BARONE Giuseppe BELLALUCE Giuseppe BONTEMPO Pietro BOZZELLI Francesco Paolo BRAY Vincenzo CASANOVA Filippo CICCOTOSTO Vincenzo CONFORTATO Francesco CUPAIOLI Luigi D’ACCURZIO Attilio D’ADAMO Alfonso D’ADAMO Sebastiano D’ADAMO Vincenzo D’ANGELO Francesco DEL CASALE Domenico DE FILIPPIS Davide DE FILIPPIS Michele DEL BORRELLO Natale DEL BORRELLO Sante DI BIASE Antonio DI BUSSOLO Giuseppe DI CARLO Domenico DI CHIACCHIO Francesco di Saverio Di CHIACCHIO Francesco di Luigi Di CINTIO Umberto DI FALCO Alberto DI FILIPPANTONIO Mario DI FOGLIO Nicola DI GIOVANCESARIO Tommaso DI GUILMI Domenico DI LELLO Francescopaolo DI LELLO Giuseppe DI ROCCO Nicola DI SANTO Michele

DI TOMMASO Nicola DI TOTTO Angelo FANELLI Umberto FILOGRANA Pietro FLOCCO Gennaro FORTE Raffaele GALANTE Luigi GUALA’ Michele IALACCI Antonio LA PALOMBARA Nicola LUCIANI Armando MARCHESANI Nicola MARCHESANI Pietro MARINO Luigi MARINUCCI Antonio MARINUCCI Nicola MARINUCCI Vincenzo MARTELLA Paolo MASSONE Michele MATTIOLI Nicola MENNA Francesco MENNA Nicolino MENNA Rocco MILENO Cesario MISCIONE Francescopaolo MOLINO Giuseppe MOLINO Rodolfo MONTEODORISIO Antonio MORASCA Nicola MURATORE Luigi NAPOLEONE Giuseppe NAPOLITANO Antonio NAPOLITANO Luigi NAPOLITANO Michele NATARELLI Nicola NOVEMBRE Michele ORTICELLI Francesco Paolo PERLA Antonio PERROZZI Giuseppe

PERROZZI Pietro PETRORO Tommaso POTENZA Donato REALE Pietro ROISECCO Ettore RONZITTI Carlo RONZITTI Teodoro ROSELLI Luigi ROSERBA Angelo RUGGERI Nicola RUZZI Carmine RUZZI Giuseppe RUZZI Michele SABATINO Carmine SABATINO Francesco SALLESE Luigi SANFRAMONTI Raimondo SANTARELLI Giulio SARACENI Antonio SARACENI Michele SARACENI Tommaso SCAMPOLI Michele SCAMPOLI Nicola SILVESTRI Nicola SMARGIASSI Miche SORIA Cesare SPUTORE Alfonso STELLA Bruno STIVALETTA Michele STIVALETTA Pietro TANA Filippo VALENTINI Luigi VERNA Francesco VINCIGUERRA Giuseppe VINCIGUERRA Luigi VINCIGUERRA Pietro VITELLI Eugenio VITELLI Nicola ZACCARIA Giuseppe ZANATTA Aldo 119

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_II decèmbre / decèmbre / december

48ª summane

lunedì 24 Sanda Flére

martedì 25

Sanda Catarëine

mercoledì 26 Sande Lunuarde

giovedì 27 Sande Virgëlie

venerdì 28 Sande Giácheme

sabato 29

domenica 30

Sande Saturnëine

Sand’André

Lu nérve ‘ngalvacáte La terapia per curare la contrattatura muscolare, lu nérve ‘ngalvacàte (accavallato), prescrive,oltre alla manipolazione della parte dolorante, la recitazione di una litanìa.

La Medicine

de Nonne

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~

San Giuseppe camenàve E la Madonne s’arevuddàve “Che d’è, Giusè’, ca nin camëne Ch’è su dulàure ca t’arruvéine? La cosse me s’è adduluràte Vu vidà’ ch’è nnérve ‘ngalvacàte? Facce la cràuce, Giuseppe mé, Ca lu dulàure mo se ne vê ‘nghe lu nome de la Sanda Marë.

Modi di dire

Tiré a dirëtte (tagliar corto, prendere la scorciatoia)

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Dicembre, tèmbe d’Avvende, naìve e vvénde Foto Di Memmo

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Dicémbre

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decèmbre / decèmbre / december

49ª summane

lunedì

1

Sanda ‘Ligge

martedì

2

mercoledì

3

Sanda Bibbïane

Sande Frangische Saverie

giovedì

4

Sanda Barbere

venerdì

5

Sande Vasse

sabato

6

domenica

7

Sand’Urbane

PROVERBIO

Sanda Nichële de Bbare

Crëste prëime li fa e doppe l’accàcchie

(Cristo prima li fa e poi li accoppia)

Disegno Eleonora Nanni

Buon Compleanno Peppino Baiocco (2) Franz Ritucci-Chinni (3) Bruno Baccalà (5) Francesco Carlucci (10) Silvio Petroro (11) Lucio Moscato (12) Giorgio Di Domenico (13) Antonio Gileno (13) Antonio Prospero (13) Edmondo Del Borrello (19) Emilia D’Adamo (21) Dorino Spadaccini (27) Giulio Fiore (29)

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Dicembre 1943. Monty a Vasto

:´3 Le immagini sono eccezionali e ritraggono momenti dell’occupazione inglese. In particolare le ultime ore della permanenza del Gen. Bernard Law Montgomery a Vasto, dove aveva ÀVVDWR LO TXDUWLHU JHQHUDOH SHU WXWWR LO WHPSR GHOOD EDWWDJOLD GHO 6DQJUR 3URSULR O·LQGRPDQL sarabbe partito alla volta di Londra per assumere con Ike Eisenhower il comando dello VEDUFR LQ 1RUPDQGLD 1HOOD VHTXHQ]D IRWRJUDÀFD VL YHGH 0RQW\ FKH SDVVD LQ UDVVHJQD OH truppe su Corso Italia (allora Corso Littorio) ed entrare al Politeana Ruzzi per pronunciare LO GLVFRUVR GL FRPPLDWR DJOL XIÀFLDOL GHL VXRL ´7RSL GHO GHVHUWRµ

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_I decèmbre / decèmbre / december

50ª summane

lunedì

8

la Cungiuzïane

martedì

9

Sanda Valerie

mercoledì 10 la Madonne de Lurète

giovedì 11 Sande Sabbëine

venerdì 12 Sanda Amalie

sabato 13

domenica 14

Sanda Lucëie

Sande Giuvuanne de la Crauce

i l p e rs o n agg i o

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La vita, Tony, al secolo Antonio Spadaccino (primo da destra nella foto), l’ha passata tra Londra, Barbados e Montecarlo. Cameriere nei migliori ristoranti londinesi, viene assunto come croupier nel Casinò di Montecarlo, diventandone dirigente, e poi in quello di Nassau. Un personaggio che si è fatto apprezzare dovunque si sia trovato a vivere e le cui caratteristiche sono la simpatia accattivante, la parlantina inesauribile, i modi brillanti, la scaltrezza e, come tutti i croupier, la destrezza.

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A la putĂŠche de varivĂŹre de PaulĂŽcce ZannutĂŹlle Raccolte nella barberia di Paolo. Domanda a PaulĂŽcce: perchĂŠ Trivento? Risposta: “a chi lu pajĂ ise nasce tre vinde chi s’affĂŤile abbĂ lle pi ‘lu TrĂŤgneâ€?. *** “Maestro, famme le mosse!â€?, dice Serafino. “Si scĂŠmeâ€? Risponde PaulĂŽcce offeso. “Non famme le mosse, ma fammele mosse... li capĂŤlle!â€? “Li capĂŤlle? Si vvu, ti li mette arrete!â€?. Paolo Di Bussolo (lu ZannutĂŹlle)

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_I decèmbre / dicembre / december

51ÂŞ summane

lunedĂŹ 15 Sanda Silvia

martedĂŹ 16

Sand’Adelaide

mercoledĂŹ 17 Sande LĂ zzere

giovedĂŹ 18 Sande Ggraziane

venerdĂŹ 19 Sande Darie

sabato 20

domenica 21

Sande Libbrate

Sande SeverĂŤine

Vincenzo Giovannelli

Amici del Lunario 9LQFHQ]R *LRYDQQHOOL q QDWR D /HQWHOOD PD VL VHQWH YDVWHVH GœDGR]LRQH 2OWUH D HVVHUH IDUPDFLVWD q LVFULWWR DOOœ2UGLQH 5HJLRQDOH GHL SXEEOLFLVWL +D GLFKDUDWR ³1RQ PL DVSHWWDYR GL HVVHUH DQQRYHUDWR WUD JOL DPLFL GHO /XQDULR SRLFKp OR ULWHQHYR ULVHUYDWR DG DUWLVWL SROLWLFL HG DJOL LPSHJQDWL QHO VRFLDOH &RPXQTXH VRQR RQRUDWR *UD]LH SHU OD FRQVLGHUD]LRQH H SHU DYHU VWLPRODWR LO PLR RUJRJOLR D IDUH EHQH SHU OD FLWWj´

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IL GIORNALE D'ITALIA

LA FILODRAMMATICA VASTESE La filodrammatica vastese, invitata dal barone Tabassi a nome della Filodrammatica di Lama dei Peligni, si è colà recata a dare, come scrisse il Tabassi, il battesimo dell’arte al grazioso teatrino costruito sotto gli uffici della Banca Cooperativa. Il gaio stuolo di cinciallegre festanti con a capo il direttore cav. prof. Lattanzio e l’imperterrito signor Filippo Francese, fu ricevuto con affettuosa cordialità di cui i montanari meglio conservano la schiettezza dell’ospitalità abruzzese. La sera dell’arrivo nelle sale della banca si tenne un simpatico ricevimento danzante al quale intervennero tutte le più notabili famiglie ed autorità e già una corrente di fraterna simpatia si stabilì tra ospiti ed ospitati. Nelle tre sere di spettacolo il pubblico, sempre più che eguale alla capacità del teatro, applaudì specie il bozzetto dialettale del cav. Anelli “Creste gna vaìte, accuscì pruvàite” che dovè ripetersi l’ultima sera. In questa la Filodrammatica lamese offrì alla sorella di

12 Dicembre 1923

Vasto una fine coppa d’argento. Alle belle parole d’accompagnamento del simpatico Madonna rispose pei vastesi il gerente della compagnia signor Filippo Francese che con acconcie e belle parole sincerò la sua viva commozione e il suo schietto sentimento di gratitudine. Il simpatico poeta Della Porta, che in quella circostanza recitò parecchi dei suoi meravigliosi componimenti si unì al coro dei dimostranti simpatia alla balda gioventù. I vastesi si trattennero cinque giorni in Lama e tutti i lamesi furono ben prodighi in cortesie ed esibizioni di stima e di amicizia. Doveroso è ricordare la squisita gentilezza della Signora del dottor Giampietro e delle famiglie Madonna, De Petri, De Lucia, Masciarelli e Macario che fecero a gara nel prodigare ai convenuti i tesori del loro cuore generoso. Il Sindaco Rinaldi si fece persino il megafono dell’ambizione vastese e spedì al R. Commissario di Vasto a Chieti ed a Guardiagrele telegrammi magnificanti”.

LA MITICA “ZA CATARINA” DI CERELLA Nel Vastese per pošte si intende tutto ciò che orbita intorno al servizio postale. Pošte o puštale era anche Za Catarina, autobus OM C30 targato Ch 2492. Durante la seconda guerra mondiale è stato nascosto in un fienile per poi ricomparire guidato sempre dal proprietario Antonio Cerella lungo i tornanti della “Istonia” fino ad Agnone. Oltre agli “umani”, Za Catarina raccoglieva anche quadrupedi. Ma il meglio di sé lo ha dato quando Antonio Cerella, accortosi di avere una perdita

d’olio ha rabboccato il circuito frenante con vino invecchiato. “Za Catarina” non ha detto di no ed è arrivata “caracollante” a San Buono.

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decèmbre / decèmbre / december

52ÂŞ summane

lunedĂŹ 22 Sande Flaviane

martedĂŹ 23

Sanda Vittorie

mercoledĂŹ 24 Sanda IrmĂŤine

giovedĂŹ 25 la Sanda Natale

venerdĂŹ 26 Sande Ĺ tefene

sabato 27

domenica 28

Sande Giuvuanne

le Sende ‘nnucĂŻnde

Li ricette de Za Libbrate RAPE STRASCINATE VrĂşccule de rĂ pe strascinète Ingredienti: Rape, aglio, olio extravergine d’oliva, peperoncino rosso piccante, sale. Preparazione:

Pulire le rape eliminando le foglie piĂš dure. Mettere in un tegame qualche cucchiaio di olio insieme ad aglio con tutta la

buccia e far soffriggere. Aggiungere mezzo litro di acqua, farla bollire, versare le rape, salare e aggiungere mezzo bicchiere di olio appena l’acqua sarà evaporata. Cospargere di peperoncino nella quantità desiderata. Mescolare le rape sino alla cottura.

:´3[S`]bSQO VINCE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA

Dicembre 1958

(OH]LRQL FRPXQDOL YLWWRULD GHOOD 'HPRFUD]LD &ULVWLDQD FRQ YRWL H LO DL VRFLDO FRPXQLVWL LO DL VRFLDOGHPRFUDWLFL OÂś 4XHVWL JOL HOHWWL '& 3&, 36, 36', FRQ OH SUHIHUHQ]H 5RVHOOL 3DOPHULQGR ,GLDQR $QGUHLQL %XFFLDUHOOL 1LFROD 3HWULOOL (OLRV 'H 6LPRQH (WWRUH )LRUH *LXVHSSH 'L )DOFR *LXVHSSH )LRUH /XLJL 0HOOH &DUOR 6DQJLRYDQQL (UPLQLR )ORULR 7RPPDVR /DOOL *LXVHSSH 3HUUR]]L 1LFROD 0ROLQR 1LFROD 'HO *UHFR *LXVHSSH 5HDOH $JRVWLQR 7HUSROLOOL 5HQDWR 0DWDVVD $QJHOR 5RFFKLR (QQLR &LQTXLQD ) 3DROR 'Âś(UPH &HVDULR /DSRUHVH 'RPHQLFR 'L 1DQQR ) 3DROR &DUPHQLQL /XLJL &LDQFL 9LQFHQ]R *LOHQR 7RPPDVR 'HO FDVDOH 1LFROD 0 'L %XVVROR 1LFROD %LOLRWWL (GRDUGR &ROOLQL 8JR 128

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M’ aricòrde... TESTIMONIANZE DIRETTE

Com’era bella la mia Vasto La testimonianza è di Gianni Iacobitti, residente a Cerveteri ma vastese al “trentatrè per cento”, come afferma lui stesso in questa nota, ove rammenta del nonno Michele e di Vasto, quand’era bambino. “Il ricordo dei personaggi, dei fatti storici e del dialetto rafforzano il senso di appartenenza a questa comunità, di cui anch’io mi sento parte. Una menzione però mi piacerebbe avere di mio nonno, Michele Palazzo, classe 1882, deceduto il 4 ottobre del 1949, residente in via Anelli, n. 4, a Porta Nuova. Sposato con Teresa Cinquina, ebbe da lei sei figli cresciuti con sacrificio. Mio nonno era un baffuto signore dalla corporatura media regolare, il quale aveva messo in piedi un’azienda di trasporti e di corriere, che arrivavano persino a Roma. In più aveva un’impresa di pompe funebri, con tanto di carrozze e cavalli, ed in appalto il servizio postale. Col tempo meccanizzò la Ditta, acquistando ad un’asta pubblica dei camion residuati bellici. Nella zona di Santa Lucia, ove c’è ora l’ospedale, aveva la rimessa di mezzi e cavalli e ricordo il divertimento che provavo salendo sulle macchine arroventate dal sole sul piazzale oppure quando sgranocchiavo qualche carruba presa furtivamente dai sacchi destinati agli equini. Il nonno morì a soli sessantasette anni, dopo aver tra malanni e dispiaceri abbandonato via via le attività, ma della sua bella persona e di quegli anni trascorsi accanto a lui conservo un ricordo ben vivo. Il trentatrè per cento del mio sangue è vastese, per via di mia madre, ed a Vasto tornavo per le vacanze. Ricordo che mi divertivo a lasciare le mie orme sul bagnasciuga, percorrendo la spiaggia, dagli scogli insidiosi sino a Buonanotte: puntuali le onde radenti cancellavano la mia testimonianza. Alla Marina passavo gran parte del tempo, discutendo sulla piattaforma del pontile con i pescatori che portavano il pesce al vicino Mercato “bianco celeste”, oppure schiacciando il pisolino pomeridiano all’ombra delle reti scure, stese ad asciugare sopra enormi cavalle di legno, ed intorno a donne ed anziani che riparavano le trame lacerate. Intorno a me, la calura ostinata ondulava il paesaggio visto dal basso di Vasto e lo rendeva evanescente. Sul far della sera, il vento riconduceva a riva le paranze pesanti con le vele a toppe multicolori e ad attenderle c’era sempre gente ad acquistare pesce per la cena. Non c’erano locali da divertimento, né la Ciucculella né altri, e le “gazzose” erano rinfrescate da blocchi di ghiaccio. In città, passavo il tempo invece a far su e giù tra il Corso e Piazza Rossetti, oppure a Shangai, angolo via Brindisi, ad osservare gli autotreni che si rifornivano da Perrozzi o stazionanti davanti al ristorante. Annotavo le targhe dei camion e mi meravigliavo se non portavano le sigle di Chieti e di Pescara. A cento metri dal mio osservatorio, c’era il mattatoio da dove mi allontanavano bruscamente per non farmi assistere agli stramazzi violenti dei bovini. Al mercato coperto ed a quello di Porta Nèuve m’affascinava la vista dei sacchi di peperoncino tritato e delle spezie e sentire quegli odori, intensissimi, che arrivavano a sollecitarmi qualche starnuto. Ricordo i mazzi di fiorellini violacei appesi fuori dalle case, per purificare l’aria ed allontanare mosche e zanzare. Ricordo le sedie di paglia all’esterno delle case con le comari vestite di nero che sferruzzavano cotone e lana, e che, al mio passaggio, si chiedevano:- Chi a è cussù? - È lu prëime fèjje di Silvia, lu nipóte di cumbuàre Micchéle… Ricordo il pane fragrante e quanto risaliva dagli orti e le triglie, il brodetto, la scapece e le scamorze di Smargiassi sul Corso. Questi sono soltanto parte dei ricordi, che ho voluto raccontare. Oggi apprezzo la nuova Vasto, che assomiglia sempre più ad una grande città, ma quando ritorno ho bisogno dei vicoli e delle pietre rettangolari posate a spina di pesce sul selciato, dei muri pieni di salsedine, dell’umidità di certi passaggi per ritrovare vecchie atmosfere, volti di fanciulle, sguardi, intrighi assieme a brandelli della mia gioventù”. 129

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_II decèmbre / decèmbre / december

•••• 152ª summane

lunedì 29 Sande Davede

martedì 30

Sanda Ilarie

mercoledì 31 Sande Silveštre

giovedì

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Cape d’Anne

venerdì

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Sande Ggrigorie

sabato

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domenica

Sanda Genuèffe

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Sand’Angela

Ancora sopravvive l’abitudine di infilare a mo’ di collane i peperoni per consumarli durante la stagione invernale. Ottimi fritti interi con le uova o con le verdure (fuje ammësche ‘nghe lu pupuàne, la sardella frëtte e la pëzze de hrandënie verdure di campagna con peperoni, sardina e pizza di granturco).

foto Occhio Magico

Pëipe ‘mbiléte

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Settant’anni fa Vasto cambiava nome Sono in molti a non sapere che per un breve periodo della storia recente Vasto si chiamò Istonio. Accadde negli ultimi anni del Regime Fascista, per effetto del Regio Decreto 31 marzo 1938, anno XVI E.F., n. 517, giusto settant’anni fa. Il cambiamento di nome fu salutato con l’enfasi dei grandi avvenimenti e con la doverosa sottolineatura di un ritorno alle origini “romane”, come sottolinea il volantino scritto da Luigi Anelli e distribuito a cura dell’Amministrazione comunale. Ne riportiamo il frontespizio a fronte ed il testo nella versione integrale... A ricordare lo storico avvenimento del cambiamento del nome del Vasto con quello di Istonio, sancito dal R. Decreto 31 marzo 1938, anno XVI, n. 517, crediamo opportuno illustrare le ragioni che hanno consigliato tale cambiamento. Fu Istonio che, per difendere le sue libertà, per molti anni tenne testa con le armi alla prepotenza di Roma; ma in seguito, per il suo attaccamento a Roma e per il valore dei suoi figli, meritò di diventare socia confederata della Città Eterna ed i privilegi del perfetto romano Municipio. Fu Istonio che, in premio della fedeltà serbata a Roma nella guerra contro Annibale, ebbe il suo Campidoglio restaurato a spese di Roma, come dice la lapide conservata nel nostro Museo Archeologico: CAPITOLIUM FABIVS MAXIMUS V. C. INSTAURAVIT. E la esistènza in Istonio di un Campidoglio e di altri sontuosi tempii ed edifici urbani ad uso pubblico, di cui fanno fede gli avanzi ancora visibili e le lapidi rinvenute che ad essi si riferiscono, dimostrano la grande importanza che in quei tempi aveva la nostra città. Fu Istonio che mostrando prontezza e valore nel venire in aiuto di Roma, la belligera sua socia confederata, nelle guerre che continuamente essa impegnava, ebbe l’ onore di vedere un suo cittadino, Osidio Oplaco, comandare l’esercito romano contro Pirro. Fu infine Istonio che diede i natali a Caio Didio, comandante della flotta di Cesare che distrusse quella di Pompeo nella battaglia di Munda, ed a Lucio Valerio Pudente che, vincitore del Certamine Sacro Capitolino del VI lustro, venne coronato poeta latino in Campidoglio dall’Imperatore Traiano; e di ciò ci dà notizia la lapide del monumento innalzatogli dai suoi concittadini nel Foro istoniese, esposta ora a Roma nella Mostra Augustea della Romanità. La grandezza e l’importanza d’Istonio non sono invenzioni dei pseudo-storici patri, di cui vi fu un’abbondante fioritura negli Abruzzi dal sei al settecento, i quali per magnificare origini e fasti delle loro terre creavano fatti inesistenti, ed alle volte anche ridicoli, falsificando persino delle lapidi per dar credito alle loro invenzioni. Sono invece verità dimostrate e dimostrabili dagli avanzi dei monumenti civili e religiosi a noi pervenuti e dalle cento autentiche epigrafi che Teodoro Mommsen nel 1842, e successivamente il Gregorovius, il Garrucci e il Dressel, quest’ultimo per incarico del Mommsen e dell’Accademia di Scienze di Berlino, vennero qui a studiare. L’ agro del Municipio d’Istonio si estendeva da Palmoli a Campomarino; l’Anfiteatro misurava piedi 225x212; le Cisterne erano costituite da nove grandi saloni, in parte ancora esistenti, dai quali l’acqua proveniente da vari acquedotti, uno ancora in efficienza, si distribuiva ai diversi quartieri della città. Se il nome d’Istonio ci ricorda i Decurioni, equiparati ai Senatori Romani, il Flamine, i Quatuorviri, gli Edili, il Prefetto dell’Annona ed infine il Vescovo, che cosa ci ricorda il nome del Vasto? Il continuo succedersi di incursioni e saccheggi da parte dei Saraceni e dei Turchi, resi possibili dallo stato di indifesa nel quale i governi del tempo lasciavano le nostre coste; le infeconde lotte cittadine fomentate da due cleri rivali per futili quistioni di preminenze religiose; un millenio di quasi ininterrotto vassallaggio, e perfino il sequestro e la vendita della città, a causa degli enormi debiti lasciati dal feudatario alla sua morte, avvenuta nel 1729. E ricordiamo ancora che la denominazione de “Il Vasto” deriva, per corruzione di pronunzia, dall’appellativo “Guasto di Aymone”, il quale ultimo nome si riferisce a un generale franco di Carlo Magno, Aymone di Dordona, che, sceso in Italia con poderoso esercito per reprimere la ribellione di Grimoaldo Duca di Benevento, nell’anno 802 prese d’assalto Istonio, appartenente a quel Ducato, e la distrusse. [...] E per finire, non va taciuto che, il doveroso atto oggi compiuto, concorre a rinverdire, anche tra, noi, i fasti della Romanità, come, comanda il Duce. Istonio, 24 maggio 1938 – XVI LUIGI ANELLI Direttore del Museo Archeologico

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L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

ISTITUZIONI SCOLASTICHE:

Sindaco: Luciano LAPENNA DIRIGENTI Vice Sindaco: Nicola DEL PRETE Liceo Scientifico “R. Mattioli” - Nicola D’Adamo Assessori: Rocco Cerulli, Francescopaolo Ist. Tec. Industriale “E. Mattei” - Rocco Ciafarone D’Adamo, Lina Marchesani, Eliana Menna, Liceo Classico “L.V. Pudente” e Ist. d’Arte - Rocco Di Scipio Domenico Molino, Vincenzo Sputore, Ist. Tec. Comm. e Geom. “F. Palizzi” - Luigi Sabatini Anna Suriani, Nicola Tiberio. Ist. Magistrale “R. Pantini” - Francesco Santulli

CONSIGLIO Riccardo Alinovi, Ivan Aloè, Dario Ciancaglini, Francesco Paolo D’Adamo, Nicola D’Adamo, Nicola D’Adamo, Antonio Di Santo, Giuseppe Forte, Tranquillo Luciano Gentile, Fabio Giangiacomo, Guido Giangiacomo, Alessandro La Verghetta, Simone Lembo, Gino Marcello, Manuele Marcovecchio, Marco Marra, Massimiliano Montemurro, Giuseppe Napolitano, Michele Notarangelo, Mario Olivieri, Francesco Piccolotti, Gianni Quagliarella, Antonio Russi, Lorenzo Russo, Corrado Sabatini, Fabio Smargiassi, Nicola Soria, Giuseppe Tagliente, M. Annunziata Ulisse, Maurizio Vicoli,

Scuola Media “G. Rossetti” - Letizia Daniele Scuola Media “R. Paolucci” - Maria Cauli I Circolo Didattico “G. Spataro” - Maria Manso III Circolo Didattico - Amelia Zaccardi

FORZE DELL’ORDINE

Commissariato Polizia di Stato Vice Questore Cesare Ciammaichella Compagnia Carabinieri Giuseppe Loschiavo Tenenza Guardia di Finanza Gaetano Giordano Ufficio Locale Marittimo Ivan Savarese Distaccamento Vigili del Fuoco Antonio Ottaviano Corpo Forestale dello Stato Domenico Racciatti

Segretario Generale: Rosa Piazza

DIRIGENTI

Giacinto Palazzuolo (Direttore Generale) Michele D’Annunzio (Cultura) Roberto D’Ermilio (Lavori pubblici, Servizi) Evandro Sigismondi (Polizia urbana) Vincenzo Marcello (Turismo) Michele Bevilacqua (Ragioneria) Caterina Barbato (Direttrice della Istituzione dei Servizi Sociali) Alfonso Mercogliano (Urbanistica)

MAGISTRATURA

Presidente Tribunale Guido Ghionni Procura della Repubblica - Procuratore Capo Vincenzo Colantonio

A.S.L.

Dir. Generale - Michele Caporossi

CO.A.S.I.V.

CdA - Fabio Giangiacomo, Nicola Del Prete, Manuele Marcovecchio

CONSORZIO DI BONIFICA Commissario - Giuseppe Torricella

PARROCCHIE E PARROCI Concattedrale di S. Giuseppe - Giovanni Pellicciotti S. Maria Maggiore - Decio D’Angelo S. Pietro in S. Antonio - Stellerino D’Anniballe S. Paolo Apostolo - Gianni Sciorra S. Maria Incoronata - Eugenio Di Giamberardino S. Maria del Sabato Santo - Massimo D’Angelo Stella Maris - Luigi Stivaletta S. Giovanni Bosco - Francesco Labarile S. Lorenzo - Andrea Sciascia S. Marco Evangelista - Luigi Smargiassi

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-I ±!DDIO METRESSI PINGUI² Cinquant’anni fa la chiusura dei casini. A Vasto, però, mai aperti Giusto cinquant’anni fa, entrava in vigore la legge Merlin1, che chiude le cosiddette case di tolleranza, in pratica i bordelli, i lupanari, i postriboli, i locali di meretricio, insomma i casini, come venivano comunemente chiamati. È il 20 febbraio del 1958 e l’approvazione della nuova normativa arriva a conclusione di un lungo ed agitato iter parlamentare contrassegnato da animate discussioni, seguite come forse mai prima, con grande attenzione da parte dell’opinione pubblica, divisa tra favorevoli e contrari. Rileggendo le cronache dell’epoca si può seguirne il filo dei ragionamenti e delle opinioni, tornati peraltro di attualità, e rivivere anche il clima di quel momento certamente storico, caratterizzato da manifestazioni di assenso o di dissenso espresse in varie forme, dall’impegnato a sfondo catto-socialista, al goliardico (memorabili le canzoni degli universitari, da una delle quali è tratto il titolo di questo scritto, oppure le invettive, come la famosa: “cave Merlinam!”) e addirittura al comico-satirico, con una produzione di libri, libelli, testi di cabaret e film davvero rilevante. Gustosissima resta, come testimonianza di quei giorni, la pellicola Arrangiatevi! di Mauro Bolognini, girata nel 1959, con Totò, Peppino De Filippo, Laura Adani, Vittorio Caprioli: una commedia degli equivoci, protagonista una famiglia alla quale capitano un bel po’ d’incidenti, dal momento in cui vanno ad abitare in un appartamento, comprato ad un costo stranamente basso, che si scoprirà essere una “casa” appena chiusa dalla “Merlin”. Con la legge della senatrice socialista viene cancellata all’improvviso una “istituzione” secolare e tutto un La senatrice Lina Merlin mondo, per metà clandestino, “tollerato” appunto, che ha alimentato la fantasia degli adolescenti e costituito il rifugio di generazioni di gaudenti, e d’un tratto, contestualemente, un vocabolario di termini che diventeranno desueti o destinati ad assumere significati diversi, come Cocotte (la strana voce parigina dal senso buffo d’ovo e di gallina, secondo Gozzano2) oppure Nave scuola, Tenutaria, Maitrêsse, Marchetta, Sveltina. Uscita dai casini, la prostituzione si trasferirà nelle strade, con conseguenze decisamente molto più pregiudizievoli sotto l’aspetto della moralità, dell’ordine pubblico e della profilassi, smentendo nei fatti le buone intenzioni del legislatore; ma questa è un’altra storia tutta da raccontare. Quante sono le “case chiuse” in Italia alla data della pubblicazione della legge si sa, anche se con molta approssimazione. Sembra fossero 730, come si ricava dalla relazione dell’indomita firmataria della normativa antimeretricio, e con un “organico”, si fa per dire, di circa tremila “signorine”: in pratica, una rete con un efficiente sistema di collegamento interno per favorire la circolazione delle “addette”, diffusa su tutto il suolo nazionale, in quasi tutti i comuni di una qualche importanza. Tranne però che a Vasto, ove, secondo la documentazione reperita nell’archivio comunale, non risulta siano mai state autorizzate, almeno per tutto l’arco del Novecento. Le carte a disposizione parlano di poco più che timidi tentativi di aprirne nel corso degli anni, rimasti tutti senza esito, dai quali si ricavano, tuttavia, storie abbastanza singolari, quantomeno spiritose, che forniscono uno spaccato davvero interessante della vita e del modo di pensare a Vasto all’epoca… dei casini. 1

Dal nome della presentatrice, la senatrice socialista Lina Merlin (Pozzonovo 1887-Padova 1979). La legge è la seguente: L. 20 febbraio 1958, n. 75. “Norme per l’abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta allo sfruttamento della prostituzione altrui”.

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Cocotte, Guido Gozzano, Poesie, a cura di Giorgio Bárberi Squarotti, Milano, Bur, 2004. 135

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Per la… ricreazione del genere maschile La prima vicenda risale al 1932. Era infatti il 25 febbraio di quell’anno, undicesimo dell’Era Fascista, quando un tal Nicola Ciffolilli, nato e residente a Vasto, su apposita carta bollata di Lire tre, chiede all’allora Podestà, professor Pietro Suriani3, l’autorizzazione per l’apertura di un locale di meretricio nel rione San Giacomo, in una casa di sua proprietà. L’istanza, corredata di certificato penale, dal quale risulta l’assenza di qualsiasi condanna a carico del richiedente, viene raccolta dall’Ispettore della Polizia Municipale e tramessa con urgenza all’illustre destinatario. La domanda non manca naturalmente di procurare imbarazzo a chi la legge e soprattutto di scuotere la sonnacchiosa quotidianità di un comune dove la maggior parte dei cittadini, borghesi, pescatori o contadini che fossero, è piuttosto restìa a tollerare una novità di quella portata, una casa di tolleranza! di cui si conserva uno sbiadito e fors’anche incerto ricordo collettivo risalente al secolo prima. La morale corrente cittadina porta ad escludere la presenza di locali peccaminosi di quel genere, che oltretutto ci son già sia a Termoli che ad Ortona, dove regolarmente si recano quanti hanno bisogno di “premure” femminili. Non che la prostituzione fosse assente in città4, ma il fenomeno è ristretto alla pratica che ne fanno poche povere disgraziate, spesso affette da sifilide o blenorragia; casi umani che suscitano più pietà che scandalo. La Città reagisce e si Paolo Martone, caricatura divide, come succede sempre in questi casi, mettendo in difficoltà l’Autorità chiamata a decidere, alla quale cominciano ad arrivare sollecitazioni da una parte e dell’altra. Don Paolo Martone5, impiegato comunale noto per il suo carattere ‘nu ccone šcattàte, rimette un salace, circostanziato pro-memoria6, con cui sostiene a spada tratta il diniego al richiedente: – štu casëne ‘n za da fa! – proclama e scrive con l’abituale piglio. 3

Pietro Suriani (1883-1960) Docente e poi preside in istituti scolastici della Città. Combattente nella guerra 1915/18, mutilato di guerra. Fu podestà dal 1924 al 1933.

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Archivio del Comune di Vasto. Prostituzione. Si vedano gli ordini di traduzione presso il Sifilicomio di Chieti di alcune prostitute infette, firmati dal Sottoprefetto di Vasto. In particolare hanno impressionato l’estensore di questo scritto i seguenti. “Regno d’Italia. Sotto Prefettura di Vasto, Div. P.S. N. 239 Vasto, lì 18 febbraio 1886. Oggetto: D.R.G. minorenne corrotta. Al Signor Sindaco di Vasto. La nominata D.R.G., dei furono D. e C.M., di anni 14, contadina, di questa Città, è stata presentata a questo Ufficio Sanitario perché clandestinamente si prostituiva, lo che è stato pienamente confermato dalla visita medica, perché trovata infetta di blenorragia e di ulceri all’ostio vaginale. Non potendosi intanto inviare la D.R.G. al Sifilicomio di Chieti, perché minore degli anni 16, io fo’ presentare detta disgraziata alla S.V. Ill.ma con preghiera di voler provvedere per l’ammissione in cura all’Ospedale Civile o in altro luogo…”. “Regno d’Italia. Sotto Prefettura del Circondario di Vasto. Div. P.S. N. 1782. Oggetto: G.L. di P e T. T., di anni 14 da Vasto. Al Signor Sindaco di Vasto. In seguito a continue lagnanze dei cittadini e constatazioni di fatto che la minorenne G.L. di qui siasi pubblicamente data alla prostituzione e che i propri genitori non possono o non vogliono custodirla ed indirizzarala nel retto sentiero della virtù, quest’Ufficio sarebbe venuto alla determinazione di avvalersi delle disposizioni di cui all’art. 114 della vigente legge sulla P.S. provocando il di lei ricovero in una casa di educazione correzionale. Prego quindi la S.V. fornirmi precise e dettagliate informazioni sulla condotta e precedenti penali della minorenne stessa, indicandomi se possibile, fatti specifici, da cui risulti che la medesima è dedita alla crapula, alla prostituzione, ai furti ed insomma tutto ciò che può servire di base alla proposta del desiderato provvedimento... Il Delegato Capo di P.S. Biondi.

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Paolo Martone (1890-1953) figura notissima per il carattere franco ed aperto che lo ha reso protagonista di tante storielle di cui non s’è persa memoria. Impiegato comunale.

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-I Il Rione San Giacomo è completamente inadatto ad accogliere una casa di prostituzione, sia perché il rione stesso rappresenta un agglomerato di famiglie oneste e laboriose, sia perché offre al pubblico una delle migliori e preferite vie di passaggio, sia soprattutto per la vicinanza che ha col cimitero, luogo sacro ad ogni cittadino. Detta istituzione deve essere scoraggiata dal rappresentante della pubblica amministrazione per ovvie ragioni fisiologiche, igieniche e morali, con grande vantaggio della gioventù maschile e con incommensurabile prestigio, dignità della gioventù femminile, che non andrà più incontro a rapine o a contrattazioni di matrimoni forzati. La sede di detta istituzione, secondo il mio modesto parere, dovrebbe sorgere per rispetto ai buoni costumi dei nostri cittadini, in luogo non abitato, ma poiché essa risponde praticamente ad una grande massa di bisogni fisiologici, igienici e sociali, dovrebbe sorgere, tenuto presente il sito artistico, propriamente a fianco del cespo comunale costituito in contrada Tre Segni, più luogo incantevole tra il mare e la maestà della montagna. Personalmente faccio osservare che il Ciffolilli Nicola, d’ignota nascita e di mestiere vario, non dà alcun affidamento e nessuna competenza per il mantenimento e la buona direzione di una simile importante istituzione che richiede assolutamente un uomo energico-serio-non ignorante e profondo conoscitore dell’animo umano. Detta istituzione potrà attuarsi per mezzo di una pubblica asta o a trattativa privata con persone assolutamente competenti in materia. Il presidente di famiglia. Paolo Martone.

Firmandosi come “presidente di famiglia” e dopo aver detto dell’aspirante tenutario tutto ciò che di male poteva dirgli, don Paolo si erge, dunque, a paladino della moralità pubblica e c’è da credere che sia stato egli stesso anche il promotore di una petizione al malcapitato podestà, il pacioso don Pietro Suriani, dal quale si invoca, anzi si chiede tout court, il diniego alla richiesta del Ciffolilli7. Nel generale putiferio provocato dalla richiesta e pur in presenza di una polemica dai toni da 7

Casa di tolleranza, interni

A.C.V. Questo il testo della petizione: Ill.mo signor Podestà del Vasto. I sottoscritti abitanti del rione Santa Lucia, rivolgono rispettosa istanza alla S.V. affinchè neghi il permesso per l’apertura di una casa di tolleranza in quel rione, ciò che costituirebbe uno scandalo per le famiglie oneste che vi abitano ed un’irriverenza per il Cimitero, il cui viale s’inizia a pochi passi dal rione medesimo. Con osservanza, ringraziano. Vasto, 28 novembre 1932. XI. Alfonso Di Cicco, Michele Di Cicco, Michelina Forte, Vincenzo Di Lanciano, Giovanni Mileno, Sante Mileno, Carmine Mileno, Cesario Valentino, Luigi La Verghetta, Michele Smerilli, Antonio di Foglio, Michele Raspa, Nicola Di Santo, Antonio Passerotti, Biagio Di Santo, Clemente Di Julio, Vincenzo Santoro, Michele Zaccaria, Michele Bozzelli, Michele Bevilacqua, Sabbatino Spinozzi, Antonio Sorrentino, Antonio D’Adamo, Elisa di Giacomantonio, Giuseppe Albano, Giuseppe Marrocco, Giuseppe Peluzzo, Paolo Peluzzo, Giovanna Gizzi, Nicola Carabba, Antonio Savino, Grazia Cianci, Sebastiano La Verghetta, Domenico Savino, Agostino La Verghetta, Gaetano Ra…, Luigi Sabatini, Michelino Cicchini, Nicola La Verghetta, Sante Reale, Giuseppe Reale, Paolo Marrocco, Nicola Di Julio, Grazia Marrocco, Nicola Peluzzo, Carmine Torino, Anna Cicchini, Luigi Saraceni, Paolo Saraceni, Pietro Sabatini, Filomena Molino, Angelo Pelilli, Lucia Bozzelli, Francesco Maccione, Maria Nicola La Viola, Giacinto Raspa, Giuseppe Raspa, Michele Torino, Giuseppe Jalacci, Giuseppe D’Annunzio, Giuseppe Fiore, Giuseppe Mileno, Michele Celenza, Nicola Reale, Antonietta Raspa, Luigi Raspa, Paolo Raspa, Nicola Altieri, Antonio Peluzzo, Giuseppe Altieri, Giovanni Mancinelli, (firma illeggibile), Nicola Scafetta, Fioravante Mileno, Gaetano Della Morte, Nicola Smargiassi, Diego Mileno, Michele Fizzano, Michele Vitelli, Maria Di Biase, Giuseppe Rovetto, Davide De Filippis, Vincenzo La Verghetta, Luigi Sallese, Francesco Ricchezza, Michele La Verghetta, Giuseppe Di Foglio, Michele Celenza, Pietro Colanzi, Paolo Ronzitti, Rocco Celenza, Pietro Sabatini, Michele Di Silvio, Giovanni Palazzoli, Leonardo Giangrande, Michele Di Giacomantonio, Nicola La Verghetta, Grazia Raspa, Giuseppe La Verghetta, Francesco La Verghetta, Vincenzo La Verghetta, Luigi La Verghetta, Filomena Savino, Antonio La Verghetta, Nicola Giangrande, Nicola Marrocco, Giuseppe Raspa, Diego Caramanico, Luigi Caramanico, Giuseppe Altieri, Nicola Di Julio, Giuseppe Jalacci, Grazia Baccalà, Teresina Rucci, Giuseppe Smargiassi, Giovanni Smargiassi, Nicola Cappa, Antonio Vallese, Sante Stivaletta, Luigi Romano, Antonio Di Julio, Teresa Di Julio, Marco Bozzelli. 137

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_II Esercito della Salvezza, c’è tuttavia anche spazio per i sostenitori della tesi contraria a quella così ben esposta dai postulanti di don Paolo. Una relazione, in particolare, rinvenuta nell’Archivio Comunale, indirizzata allo stesso Capo dell’Amministrazione e classificata come “riservatissima”, conferma questa circostanza, benchè, abbia tutta l’aria d’essere un’iniziativa di qualche burlone in vena di prendere in giro la rigidità degli avversari, piuttosto che un rapporto commissionato da chi poteva avere interesse ad acquisire elementi di giudizio prima di formulare il parere richiesto. Ricorrendo ad immagini tratte dall’iconografia goliardica ed adoperando toni spiritosi, che non scivolano però mai nel “pecoreccio”, l’ignoto autore fornisce il suo personale parere sulla vicenda relativa a quella che definisce l’“Istituzione di un locale di ricreazione del genere... maschile”. Rivolgendosi o facendo finta di rivolgersi al signor Podestà, così scrive8.

Una cocotte

In adempimento dell’onorevole incarico ricevuto dalla S. V. Ill.ma di studiare l’opportunità della istituzione di un locale per la… ricreazione del genere maschile rassegno la seguente RELAZIONE Studiati i rapporti dell’Ufficio Municipale di Igiene da cui si rilevano i gravi pericoli cui va incontro la gioventù la quale, priva attualmente di possibilità di sfoghi naturali, allorchè la pressione raggiunge il limite massimo, deve dedicarsi al lavoro di segheria. Se da un lato tali lavori danno movimento industriale alla nostra città che ne è povera, d’altro lato essi debilitano la gioventù stessa. Si potrà giustamente obbiettare che la gioventù con tali lavori trae insegnamenti per tiri balistici; ciò è vero, però l’insegnamento è giovevole solamente a chi è dotato di spirito di osservazione ed è versato nei calcoli matematici. La massa di individui che si applica a tali lavori, nel momento dell’orgasmo ha ben altro che pensare a seguire la traiettoria di tiro. In un modo o nell’altro i tiri sono sempre a vuoto con la dispersione dei prodotti il che, oltre ad essere in opposizione ai principi economici, è in stridente contrasto con i sacri testi che ne fanno chiaro e reciso divieto precisando che il seme debba essere sparso in loco adatto. Il frequente arrivo nelle nostre città di compagnie teatrali, specialmente di operette e riviste, mette addirittura in fermentazione la nostra gagliarda gioventù, determinando gli immancabili contatti naturali e relative conseguenze postume di cui al rapporto dell’Ufficio di Igiene, che, con statistiche obbiettive e precise, dimostra il progressivo aumento di lavori di ricalibratura a cui vanno soggette le armi (idrauliche) della gioventù in parola. Dal punto di vista economico, dato che nel momemto attuale prevale la politica dei contingentamenti, si impone il divieto più assoluto della esportazione della moneta che la gioventù, uscendo dalla città nostra, spende in diversivi... piacevoli. A quanto sopra si aggiunga anche il mantenimento della tranquillità politica sociale della popolazione, la quale tranquillità viene, e potrà maggiormante essere turbata perdurando la mancanza del detto locale. Ed essendo la S. V. Ill.ma preposta, oltrechè alla amministrazione della cittadinanza, deve preoccuparsi di tale fomite di disordini. Al fine di abbinare al soddisfacimento del vigoroso stimolo della nostra gioventù anche quelli estetici-panoramici e spirituali, sentiti anche i pareri degli Uffici Tecnico, Igienico e di Polizia Urbana nonché quello del Ramo Economico, per quanto riguarda il movimento stesso, ho scelto un locale adatto da cui si ha la piena visione paradisiaca del nostro incantevole mare. A nulla varranno le proteste dei vicini tra cui uno ha formulato il seguente telegramma:

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-I “PROTESTO FEROCEMENTE CONTRO IL PODESTÀ PER LA ISTITUZIONE DI UN CASINO VICINO AL MIO”. Non può trattarsi persona che tema una concorrenza perché il locale da istituirsi, almeno per quanto si sappia, è unico del genere. Pertanto riesce poco chiara se non addirittura inspiegabile tale protesta. Così riesce anche strano all’estensore il quesito che uno dei ricorrenti, forse l’istesso individuo autore del telegramma, sembra abbia formulato alla S. V.: “A cosa serve un bordello in Vasto?”. (Quale parola oscena per una istituzione così nobile!!). A chi è provvisto di validi attributi la risposta è facile; per chi ne difetta è altra cosa. D’altronde la S. V. deve occuparsi del completamento dei servizi cittadini fra cui, certamente non è di secondaria importanza, l’istituzione del locale di cui è oggetto la presente. Forse tale istituzione è meno importante dei servizi medici, veterinari, di nettezza urbana ed altro? Forse i pochi ricorrenti vogliono alludere che è più necessario curarsi degli animali che del genere umano? La S. V. Ill.ma, nella chiara ed obbiettiva visione di ciò che sono i bisogni della cittadinanza e la loro armonica soddisfazione, passando sopra le proteste di pochi interessati, deve sentire la necessità di arricchire la nostra classica città, a nessuna sua consorella seconda, del predetto locale. Pertanto: Considerato che il lavoro di ricalibratura delle armi giovanili non sempre ha risultati perfetti; Considerato che la politica dei contingentamenti proibisce la esportazione della moneta; Considerato che la incolumità del genere umano locale è in continuo pericolo per cui ogni cittadino a salvaguardia personale deve, ad ogni buon fine, indossare mutande di bandone; Il relatore opina per la impellente ed inderogabile istituzione del detto locale.Tanto in adempimento dell’incarico e per ogni salvezza personale. Il Relatore X.Y.

La storia, però, non finisce qui. Stordito dalle sollecitazioni in un senso e nell’altro, il povero Podestà verosimilmente non decide o forse consiglia al Ciffolilli, di segnalare un luogo diverso da quello indicato, viste le proteste dei residenti. Sta di fatto che questi, in assenza di un qualsiasi provvedimento sindacale, pardon podestarile, sia di autorizzazione che di diniego, ripresenta l’anno dopo, nella stessa data, il 25 febbraio, un’analoga richiesta, indicando questa volta, per mettere probabilmente alla prova la sincerità del Martone e del Suriani, la sede del “locale di meretricio” in via Tre Segni, in uno stabile “di proprietà della signora Smargiassi Maria, fu Luigi, composto di vani cinque”9. Stavoltà è fatta, deve aver pensato, l’ingenuo, non sapendo che sulla sua strada si sarebbe trovato ancora una volta l’irriducibile difensore della moralità pubblica e delle virtù dell’astinenza e dell’amor coniugale: lui, sì proprio lui, don Paolo Martone, il quale torna a giocare con il “fautore” dell’apertura del casino, come fa il gatto con il topo. Presa carta e penna, scrive di getto su un foglio per minuta del Municipio la seguente nota a don Pietro il Podestà, ch’è anche il suo capufficio, avendo cura di adoperare stavolta toni più ironici, per evitare di incorrere nello sfottò del buontempone dell’anno precedente o di qualToulouse-Lautrec, olio su cartone. 1894 9

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_II che “scapolone”, e facendo appello ai buoni sentimenti ed alla vanità fascista del suo interlocutore, ch’è combattente, mutilato di guerra e squadrista della prima ora. La lettera che scrive segna la fine di ogni illusione per il disgraziato che aveva avuto l’idea di aprire “il locale di ricreazione maschile”.10 L’intraprendente ed ostinato Ciffolilli, ormai noto a tutta la cittadinanza quale imperterrito fautore della civile ed indispensabile istituzione di una “Casa di Tolleranza” nel Vasto, questa volta si ripresenta più agguerrito e sicuro per raggiungere il suo scopo, nobile dal punto di vista sociale e sanitario, e, speculativo, pel proprio tornaconto. Pur essendosi reso bersaglio del sesso gentile, non curandosi delle ire e delle invettive della gioventù femminile, forte dell’approvazione calorosa di tutti gli scapoli (non esclusi gli scapoloni), dopo aver messo a soqquadro il pacifico Rione San Giacomo, questa volta, e a dire il vero, con gusto artistico, ha scelto, per l’attuazione del suo progetto, il delizioso e pittoresco Rione dei Tre Segni, ed all’uopo, a mezzo di pubblico istrumento, ha già acquistato il fabbricato occorrente. Il Ciffolilli non poteva scegliere un sito più incantevole ed attraente; ma privo disgraziatamente di qualsiasi sentimento di moralità ed inesperto conoscitore delle nostre bellezze panoramiche, non ha neppure per un momento riflettuto, l’ignorante, che far sorgere un locale di meretricio nella superba contrada dei Tre Segni significa vilmente contrastare con un mirabile e riconosciuto progresso che l’Amministrazione fascista, in soli pochi anni, con fede e con tenacia, ha saputo spiegare per la valorizzazione della rinomata ed incolta Piana del Castello. Il Podestà del Vasto, per vero amore alla sua città, ha saputo trasformare questa magnifica ed estesa zona di terreno, che sorge tra l’incanto del nostro mare e la maestà della nostra montagna, in un meraviglioso e profumato giardino, luogo preferito e ricercato da cittadini e da ammiratori. Detta istituzione, in tale sito, arrecherebbe grave ed irreparabile offesa alla memoria dei Caduti nella grande guerra, che simbolicamente rivivono nel Parco della Rimembranza11; verrebbe a turbare tutta una visione di bellezza e d’incanto che la fiorente villa ci offre; contrasterebbe irriverentemente per la prossimità dell’antica e venerata chiesa del Patrono della Città, il miracoloso Arcangelo San Michele, verrebbe infine a turbare ed offuscare la mente ingenua degli adolescenti che si recano nella villa per ritemprare il loro spirito e respirare a pieni polmoni l’aria salubre e profumata. Per motivi igienici e fisiologici il Capo dell’Amministrazione non può opporsi ad una simile ed indispensabile istituzione, ma nello stesso tempo, saprà indicare il luogo adatto e rispondente allo scopo. Il Ciffolilli è venuto in tale determinazione perché consigliato e... da tre vecchi impertinenti signori, De Filippis Filippo, Miscione Vincenzo, e D’Inzeo Alfredo, quest’ultimo, vera faccia di sfacciata ed irrequieta bertuccia. Egli non ha pensato alle vive ed energiche rimostranze del bollente don Ciccio12, del sentimentale artista don Carlo Palmili 13e del terribile Casanova, che è pronto a bruciarlo data la immediata vicinanza della sua casa di abitazione. A mio modesto e disinteressato parere, il Ciffolilli, per proseguire nel suo intento, dovrebbe senza indugio, acquistare la casa di proprietà del signor Angelo Miscione che ha l’entrata in un vicoletto disabitato nei pressi di Santa Maria ed alla quale si accederebbe per altri vicoli interni, salvando il decoro ed il buon costume della cittadinanza. Il relatore. Paolo Martone. 10

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Viale alberato all’interno della Villa Comunale, allora denominata “Principe di Piemonte”. Ogni albero “rimembrava” un combattente morto nella Grande Guerra, portandone il nome inciso su una piastrina di metallo. Al viale è stato restituito questo nome, ad iniziativa dell’Amministrazione del sindaco Tagliente, nel corso della cerimonia di collocazione di un cippo marmoreo, avvenuta il 4 novembre 1999.

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Francesco (Ciccio) Pomponio, (1886-1952), noto per il suo carattere irruento e sanguigno. Alle sue premure si deve la realizzazione e poi la cura della Villa Comunale “Principe di Piemonte”, realizzata nel 1929 dall’Amministrazione fascista guidata dal prof. Pietro Suriani. Creò e diresse il locale da ballo-ristorante “Miramare”, appunto in via Tre Segni, al quale Aniello Polsi intitolò una sua deliziosa creazione musicale.

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Carlo Palmili, (1892-1953). Poeta e pittore. Aveva casa e laboratorio artistico appunto in via Tre Segni.

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-I La vicenda finisce qui, almeno secondo quanto è possibile saperne dalle testimonianze raccolte. La Casa di tolleranza non s’apre né in via Tre Segni, com’era nelle intenzioni di Nicola Ciffolilli, né nel “vicoletto” di Santa Maria, suggerito da don Paolo Martone, né altrove. E, occorre aggiungere, né allora né mai più. Ci sarà di lì a breve, nel 1935, un altro tentativo tendente ad ottenerne l’autorizzazione all’apertura, su richiesta di tali Pietro MarchesaIl podestà Pietro Suriani ni e Angelo Di Memmo, “in via Carlo Palmili Canaccio, proseguimento di via Croci, con due entrate, una delle quali in Vico Pincani”14, ma anche questa rimarrà senz’alcun esito, nonostante la buona condotta dei promotori e la presenza, a detta dell’Autorità comunale di “molteplici inconvenienti igienici causati dalla mancanza di una casa del genere, e precisamente la grande diffusione, specie tra i giovani del popolo di malattie celtiche”15. Il Podestà stavolta, sulla scorta dell’esperienza e dei grattacapi passati, benchè spinga a dichiararsi favorevole “in linea di massima”, si trincera diplomaticamente dietro ragioni di inadeguatezza strutturale dell’edificio indicato e di inopportunità ambientali. Senza neanche l’assist provvidenziale di don Paolo Martone, “presidente di famiglia”. Un burocratico, inappellabile suggerimento a che “gli istanti, qualora persistano nella loro richiesta, debbano essere invitati a scegliere altro locale”, chiude definitivamente il capitolo relativo ai casini. Almeno a quelli intesi come case di tolleranza.

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Chieti 16.2.1935 - XIII Urgente 18 Febbraio 1935 XIII 1156 di Protocollo Cat. 19 Classe 4 Fasc. 11 REGIA QUESTURA DI CHIETI N° 1839 3ª. Signor Podestà Et Signor Comandante e Tenenza CC.RR.Vasto. Marchesani Pietro - Di Memmo Angelo: apertura di casa di meretricio in Vasto. I sopraindicati individui hanno fatto pervenire istanza a questo ufficio tendente ad ottenere l’autorizzazione per aprire in codesta Città una casa di meretricio in via Canaccio, proseguimento di via Croci 41, con due entrate, una delle quali in Vico Pincani. Prego la S. V. con dettagliato rapporto fornire informazioni sul conto dei richiedenti, e specialmente sulla opportunità o meno di assecondare la richiesta di cui trattasi anche in ordine alla ubicazione del locale prescelto ed alle famiglie che vi abitano di fronte ed a fianco. E poiché contro l’apertura di detto locale sono pervenute numerose proteste, si prega anche di far conoscere quali attendibilità si debba loro attribuire. IL QUESTORE

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COMUNE DI VASTO N° 2036 di Prot.Vasto 29 marzo 1935 Anno XIII. Risposta al foglio del 25 corr/ N. 1839 Div. 3ª OGGETTO: Istanza Marchesani Pietro - Di Memmo Angelo diretta ad ottenere l’apertura di una casa di meretricio in Vasto.Ill.Mo Sig. Questore CHIETI. In riferimento alla nota 16 febbraio u.s., n° 1839, pregiomi riferire che la richiesta dei signori Marchesani Pietro e Di Memmo Angelo, tendente ad aprire in questa città una casa di tolleranza, merita, in linea di massima, accoglimento, essendo noti i molteplici inconvenienti igienici causati dalla mancanza di una casa del genere, e precisamente la grande diffusione, specie tra i giovani del popolo di malattie celtiche. I richiedenti ambedue commercianti, sono di buona condotta civile e politica. Il locale che essi hanno prescelto non è però adatto allo scopo, sia perché insufficiente ed angusto, sia perché ubicato in località che, per essere circondata da case di civile abitazione nelle quali dimorano numerose famiglie, darebbe luogo a troppe lagnanze e troppi inconvenienti. Esprimo pertanto il parere che gli istanti qualora persistano nella loro richiesta, debbano essere invitati a scegliere altro locale. Con osservanza. IL PODESTÀ. 141

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Immagini emblematiche dell’emigrazione italiana nel West Australia. Sono ormai oltre tredicimila i cittadini di Perth di origine vastese.

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-I Dedicato a Perth

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_I A PROJECT BY ABRUZZESE EMIGRANT ASSOCIATION OF AUSTRALIA INCORPORATED

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CITY of PERTH Alcuni promotori del Monumento all’emigrante abruzzese. Si riconoscono Albert Di Lallo, Joe Ratta, Roberto Spadaccini, Tony Fini, Joe Delle Donne, La Famiglia Saraceni della Vastese Bakery 145

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Abbruzze me Albert Di Lallo

Giacomo Di Rosario, Alessandro Pensa Sergio De Guglielmo

“Del Roio Brothers� Antonio, Lino e Camillo Del Roio

Night and Day

I testi delle canzoni inedite contenute nel cd

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-I Notte e Jurne

One World

Notte e jurne Pènze a l’Abruzze me: lu core s’addulore m’aringrazie l’Australie che doppe li cunzole. La lundananze de la Majèlla e lu Gran Sasse iè ‘cchiù de vindimila mi’ije, m’aringrazie Ddi’ije ca spésse me ve fatte d’arvini. ( ritornello….) Notte e jurne…. Paese me ti tinghe sembre strètte ‘mbracce a ‘mmé Ti vulèsse ‘mbaricà sopra nu bastimènde Pe farte vedé ca pure Perth è ‘bbélle e care. ( ritornello…) Notte e jurne… Facésse fa nu vole a tutte l’Australie E li pusasse in ‘rive all’Adriatiche: stù sonne è troppe ‘bbelle e ni’mbo rèsse allore i’ dice innanzitutte a la giuvundù “iàte e minite “: la strade l’aveme scuperte nu e l’aveme aggiustate ‘nghi tutte lu core pi ‘vvù. ( ritornello…) Notte e jurne Pènze a l’Abruzze me

It was a long time ago before I was born My father was young he was tall and strong He had a dream to live he had faith he believed To find the Promised Land we call the sister city He worked on the land for the three long years Before my mother could be with him.

Testo di Albert Di Lallo Musica di G. Di Rosario e A. Pensa

Testo e Musica dei Del Roio Brothers

One world one people together We can make it right. They worked hard for so long to build a home To raise us kids for a better life Now that we have grown and we’re getting old We realize his hard sacrifice If I could hold him now show him some how To share and love he taught us how. One world one people together We can make it right One world one people One world one life. He had a dream to live, he had faith he believed To find the Promised Land we call the sister city If I could hold him now show him some how To share and love he taught us how. One world one people together We can make it right One world one people One world one life.

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Ringraziamo per le foto del mese Cesare e Pierangelo Di Memmo

Cesarino è stato definito nel Lunario dello scorso anno come uno degli ultimi cercatori di immagini, un autentico fotografo professionista. Le foto che ha voluto darci, a corredo dell’edizione di quest’anno, portano la sua firma e quella del figlio Pierangelo e dimostrano quanto vera e fondata sia la definizione.

Ringraziamo per i disegni del mese Eleonora Nanni Eleonora Nanni è nata a Lanciano il 24 dicembre 1986. Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Scientifico-Tecnologico “E. Mattei” di Vasto si è iscritta alla Scuola del Fumetto di Milano. E’ stata segnalata nella sezione “giovanissimi” del Premio Vasto d’Arte Contemporanea con la personale I colori del Nero (2005). Nel 2006 ha partecipato all’edizione di Milano della Maratona del Fumetto per i diritti umani, riservata agli studenti e organizzata in collaborazione con Amnesty. Con le sue illustrazioni collabora al mensile «Vasto domani». 148

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Glossario dei termini dialettali usati &20( /(**(5( /8 8$Ă 7$5e8/( 'XUR DVSUR ULFFR DOPHQR RULJLQDULDPHQWH GL GLWWRQJKL LO 9DVWHVH RFFXSD XQ SRVWR SDUWLFRODUH QHOOD FODVVLÂżFD]LRQH GHL GLDOHWWL DEUX]]HVL ULVHQWHQGR FKLDUDPHQWH GHOOÂśLQĂ€XVVR GHOOH SDUODWXUH GHOOH SRSROD]LRQL FRQÂżQDQWL LQ SULPLV TXHOOL PROLVDQL H SXJOLHVL 6HQ]D DYHU OÂśDPEL]LRQH GL FRGLÂżFDUH QXOOD FKH QRQ ULVXOWL GDOOÂśDVFROWR DWWHQWR GHOOD SURQXQ]LD H GHO PRGR GL GLUH PXWHYROH VSHVVR DQFKH GD ]RQD D ]RQD GHOOD VWHVVD FLWWj QHOOH ]RQH DJULFROH HG DOOD 0DULQD YÂśq XQÂśDOWUD LQĂ€HVVLRQH WHQWLDPR GL GDUH DO OHWWRUH TXDOFKH FRQVLJOLR YHORFH H SUDWLFR VX FRPH OHJJHUH LO GLDOHWWR YDVWHVH /D OHWWHUD e DG HVHPSLR VL OHJJH VROWDQWR VH KD XQ DFFHQWR DOWULPHQWL q DWRQD $G HVHPSLR vĂ ttene YDL YLD !tattene, VWDL Ou mèdeche PHGLFR La ĂŠ FRQ OÂśDFFHQWR DFXWR VL OHJJH FRPH OÂśLWDOLDQR tre od il IUDQFHVH ĂŠtĂŠ. (VHPSL arivĂŠ WRUQD; mĂŠne, mani; scupunĂŠre, VXRQDWRUL GL Ă€DXWR

A

abbĂ lla fèure, gerg. al largo abballå’, v. ballare abbĂ lle, avv. sotto. Mmond’e bbĂ lle, sopra e sotto abbattezzå’, v. battezzare abbicinå’, v. avvicinare abbituå’, v. abituare abbituaziĂ une, s.f. abitudine abbituĂŠte, agg. abituato abbrĂŤile m. aprile abbruscÊ’, v. bruciare abbulÍ’, v. stancare, indebolire abbulĂŤite, agg. stanco, indebolito abbuttå’, v. JRQĂ€DUH DQFKH QHO VLJQLĂ€FDWR di scocciarsi. M’à jj’abbuttĂĄte, mi sono scocciato. Mi si ‘bbuttĂĄte, mi hai scocciato accalicå’, v. calcare, pigiare. J’a ‘ccalicĂĄte lu quappèlle Ă€J SHU LQWHQGHUH JOL KD detto il fatto suo. accaså’, v. accasare, accasarsi accasĂĄle, s.f. comp. panbagnato con sale ed origano accattå’, v. comprare, acquistare accĂŤite’, v. uccidere. Anche nel senso di sentirsi stanco, mi sĂŠnd’accĂŤise. Imprecazione: chi !ci ‘ccĂŤise,

La è FRQ OÂśDFFHQWR JUDYH VL OHJJH FRPH lèbbre OHSUH; aècche, TXL R TXD; pèchere, SHFRUD La ĂŤ FRQ OD GLHUHVL VL SURQXQFLD DSHUWLVVLPD La vĂŤgne, la YLJQD; la fĂŤchere, LO ÂżFR; la fĂŤjje, OD ÂżJOLD 3DULPHQWL OD OHWWHUD o /D FRQVRQDQWH g YLHQH QRUPDOPHQWH SURQXQFLDWD FRPH IRVVH DVSLUDWD VRVWLWXLWD GDOOD h. *XDUGLDQR VL SURQXQFLD huardijĂ ne *XJOLHOPR VL SURQXQFLD Hujjièrme ,O JDWWR VL GLFH la hĂ tte Nuhòzie QHJR]LR pahĂ Âś SDJDUH /D FRQVRQDQWH !, FRQ OÂśDFFHQWR FLUFRQĂ€HVVR URYHVFLDWR VL SURQXQ]LD FRQ LO VXRQR VLELODQWH sc, FRPH LO ch GHO IUDQFHVH Lu Ua!te, qua!te, CrĂŤ!te. La ĂŽ FRQ OÂśDFFHQWR FLUFRQĂ€HVVR KD XQ VXRQR D PHWj WUD OD i e la u. CaminatĂŽure, DQGDWXUD; bĂŽusce, EXFR; baffĂŽute, EDIIXWR. 1RUPDOPHQWH q OD u FKH DO SOXUDOH DVVXPH TXHVWR VXRQR assĂštte, assĂŽtte, DVFLXWWL lu prisĂštte, li prisĂŽtte L SURVFLXWWL

Ă cche o anche Ă cca, s.f. acqua. -TĂŽ li vĂ ive dĂŠndre a nu bicchĂŹre d’à cche, te lo bevi in un bicchier d’acqua. - Sopr’a lu còtte l’à cca villènte, sopra il cotto l’acqua bollente acchiappå’, v. prendere, acchiappare acchĂŽppe o acchiuppe, s.f. gioco del nascondino: jucĂĄ a la ‘cchĂŽppe acciĂĄre, s.m. acciaio acciavattå’, v. far le cose alla carlona accibbÍ’, anche arcibbÍ’, v. saziarsi accinnå’, v. accennare, ammiccare acciuppucå’, v. azzoppare acciuppucĂĄte, v. azzoppato, pl. acciuppuchète acciuqquÊ’, v. chinare, abbassare, piegare. - AccĂŽcchete! Chinati! accucchiÊ’, v. accoppiare, mettere insieme, raccogliere, rimediare qualcosa accumbagnå’, v. accompagnare accumunzå’, v. cominciare accundendå’, v. accontentare accurtunÍ’, Y DFFRUFLDUH DEEUHYLDUH Ă€J QHO VLJQLĂ€FDWR GL PRULUH, accurtunÍ’ li pĂĄsse accuscÍ’, avv. cosĂŹ accuzzÊ’, v. rannicchiarsi, stringersi a qualcuno 151

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ácene, s.m. acino acinijé’, v. raccogliere acini o anche olive addafére o anche addaféure, avv. fuori, all’aperto addó’, avv. dove, ‘ddo vì? Dove vai? addre, agg. altro adducchiá’, v. adocchiare addurá’, v. odorare addurmë’, v. dormire adduvundá’, v. diventare aëcche, avv. qua aëlle, avv. là aësse, avv. li vicino ahà!te, s. m. agosto àgne, s.f. unghia ajjutá’, v. aiutare allàure, avv. allora allavá’ o anche arravá’, v. lavare allemosine, s.f. elemosina allemusinà’, v. elemosinare all’imbite, avv. in piedi. alli!ciá’, v. lisciare, abbellire allungá’,v. allungare. allusscé’, v. vedere, far luce. Póche ci allîssce, poco ci vede álme, s.f. anima. L’Álme di li murte, la festa dei defunti ambará’, v. imparare. L’arte de táte è mezze’mmbaráte, l’arte di tuo padre è mezza imparata Amblìngh, n.p. amministratore di Cesare Michelangelo d’Avalos a cui è intitolata la Loggia che da piazza Marconi conduce al palazzo marchesale amicëizije, s.m. amico amicëzie, s.f. amicizia ammacciuccá’ o anche ammacciuqquá’,v. schiacciare, formare una massa, ammassare e pressare nello stesso tempo ammacciuccáte o anche ammacciuqquáte, agg. schiacciato. Ha ‘mmacciuccáte la nàive pe’ ffá’ ‘nu pupuattàune, ha schiacciato la neve per far un pupazzo ammalá’, v. ammalare ammascicá’, o anche ammasciché’, v. masticare, anche nel senso di gualcire, aggrinzire riferito ad abiti, stoffe. 7q· OL FDŧŧvQH

tutt’ammascichéte, ha i pantaloni gualciti. ammascicáte, agg. masticato, gualcito ammullá’, v. ammollare, ammorbidire, anche nel senso di cedere o di consegnare. Ammorbidire la barba con la schiuma, ammullá la varve. Cedere subito, sîbbet’ammolle. Adesso gliela do, mo je l’ammòlle ammulláte, agg. ammollato, ammorbidito ánde, agg. e s.m. unto ànne, s.m. anno appiccé’, v. appicar fuoco, accendere, illuminare appuré’, v. appurare, risapere. Anche nel senso di far chiarezza,- e chi c’ appîure! arbiciné’, v. Riavvicinare, accorciare le distanze. - Pi chèlla véjje s’arbicëine. arcilijàne, s.m. polpo. arciprèdde, s.m. arciprete ardàgne, s.f. arredamento di legno ardëiche, s.f. ortica. arepeccáte, agg. ritoccato, restaurato, truccato con rif. ad una donna, ‘na fémmen’arepeccáte. aritójje, v. ritogliere, riprendere ariccundá’, v. raccontare arichiamá’, v. richiamare ariciáive’, v. ricevere. aricicilijé’, v. rimettersi a nuovo, imbellettarsi aricicilijéte, agg. rimesso a nuovo aridá’, v. ridare, restituire arimàtte’, v. darsi un cognome, gna t’arimètte? Qual è il tuo cognome? arimbié’, v. riempire ariminë’, v. tornare aripaiudë’, v. digerire, ‘ripaiudë!ce schinènze li préte aripànne’, v. stipare, mettere da parte aripiéne, agg. ripieno, al pl. aripìne ariprijé’, v. compiacersi, rallegrarsi con se stesso ariprijéte, agg. compiaciuto, allegro aripusá’, v. riposare arisidîte o arisidîute, agg. trattenuto, scaduto, passato arispànne’, v. rispondere

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ari!tragne’, v. raccogliere aritravuddå’, v. insudiciare, rivoltarsi aritravuddĂĄte, agg. insudiciato, rivoltato, scombussolato aritruvå’, v. ritrovare arivÊ’, v. venire ma anche tornare indietro, arivĂĄttene arividå’, v. rivedere arrachÍ’, v. rimanere senza voce arrajâ’, v. arrabbiare arrajjå’, v. ragliare arrapÍ’, v. aprire arrĂŠte, avv. dietro, !tu passĂĄt’arrĂŠte: poco tempo fa arrotacurtuĂŹlle, s.m. arrotino arruĂ , v. arrivare Ă rze, s. m. orso a!cÍ’, v. uscire AscenziĂ une, s.f. Ascensione, ricorrenza religiosa ĂĄsene, s.m. asino; al plurale èsene aspittà ’, v. aspettare assettå’, v. sedere assicurÊ’, v. assicurare assĂŽtte, od anche assuquĂŠte, agg. asciutto. assuquÊ’, v. asciugare assutturrå’, v. sotterrare attaccĂĄte, agg. legato, attaccato attarallå’, v. arrotolare attindå’, v. toccare, tastare, palpare. Tastare il polso, DWWLQGi OX SjŧŧH attizzÊ’, v. attizzare atturÊ’, v. turare ahuĂ nne o anche huĂ nne, s.m. l’anno corrente autĂŤ!te, s.m. autista avå’, v. avere. Indicativo presente: ajje avĂĄnde, pre. avv. DQQqQGH R DQQqQŧH avanti ava!tå’, v. bastare avĂ !te, avv. basta Avvènde, s.m. l’Avvento, ricorrenza religiosa Dŧŧi¡ v. alzare, ahĂ zze lu passe, aumenta il passo azzeccå’, v. indovinare, cogliere l’obiettivo, azzeccare

B

bbahĂ nze, s.m. bigoncio, vaso di legno adoperato soprattutto nella vendemmia, pl. bbahĂŽnze bbandĂ une, s.m. carrozzone bbĂ nne, s.m. bando, editto; modo di dire: va’ jittĂ nne lu bbĂ nne bbannitĂ re, od anche bbalĂŤjje s.m. banditore bbardĂ !ce, s.m. bambino, ragazzo, pl. bbardĂŠ!ce EEjUŧH, s.f. borsa ba!tĂ nde V P LO JLXVWR LO VXIĂ€FLHQWH Ni’ mnagnå’ naquĂ lle, mĂ gne lu bba!tĂ nde, non mangiare molto, solo il giusto bba!tĂ ne o bba!tĂ une, s.m. bastone Bba!tiĂ ne, nome pers. Sebastiano, Bastiano EEDWWLŧŧi¡ v. battezzare bbaffe, s.m. baffo, pl. bbèffe BbajunĂ tte, soprannome bbalĂŤjje, od anche bannitĂ re s.m. banditore bbarĂ chele o anche bbarĂ cchele, s.f. razza, pesce marino. Anche nel senso di macchia d’unto bbèlle, agg. bello bbĂŠne, s.m bene bbiĂŠte o anche bbiĂ te, s.f. bieta, verdura bbinidĂ tte, agg. benedetto bbinizzĂ ne, s.f. benedizione bbisagne, s.f. bisogno, necessitĂ bbĂŽsce, s.m. buco bbĂłne-a, agg. buono bbongiĂłrne, int. buongiorno birbĂ une, s.m. e agg. birbone, pl, li birbĂŽune birlĂŹcche e birlòcche, modo di dire: fà ’ birlĂŹcche e birlòcche bbise!te, s.m. bisestile, l’anno bisestile bbittĂ ne o bbittĂĄune, s.m. bottone, pl. bbittĂŽne o bbittĂŽune, anche gioco di bambini, jucĂ a bbittĂŽne, consistente nel premere con un bottone su un altro per farlo saltare lontano bizze (‘m) ‘m bĂŤzze, DYY VXO Ă€OR VXOO¡RUOR 153

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rasente rasente. CamĂŤne ‘m bizze ‘m bĂŤzze a lu fosse. bbonĂ lme, s.f. la buonanima, la bbonĂ lme de tĂĄte bbottamarĂŤine, s.f. medusa marina bbrĂŽtte, agg. brutto. Mod. di dire: è bbrĂŽtte e mmalecavĂĄte

C

ca, pr. rel. che CacanĂŤte, soprannome caccavèlle, s.f. paiolo cĂ cche, pron. qualche cacchĂŠse o cacchĂŠuse, s.f. qualcosa cacciå’, v. cacciare, emettere, eleggere. Anche nel senso di servire, caccej’a vvĂĄve, dagli da bere caccinĂŠlle, s.m. dim. cagnolino, cucciolo cacciĂšne, s.m. cucciolo. cachĂŹsse, s.m. cachi CaddĂĄne, n. per. Gaetano cafĂ une, s.m. cafone caggiĂ ne o caggiĂ une, s.m. calzone, raviolo fritto ripieno di marmellata d’uva o composto di ceci oppure miele e mandorle. pl. caggĂŽne o caggĂŹune caggimĂšnie, s.m. calce cagnå’, v. cambiare CajĂ sse, soprannome cajĂŠle o cajĂŠule, s.f. gabbia calafĂĄre, s.m. calafatatore calafatå’, v. calatafare calamĂĄre, s.m. calamaro, pl. calamĂŠre callarĂĄre, s.m. calderaio, ramaio callĂĄre, s.f. caldaia callarèlle, s.m. paiolino, s’usa anche per indicare il secchio usato dai muratori cĂ lle, agg. caldo. A cĂ ll’a ccĂ lle, si dice per intendere un’urgenza, una necessitĂ impellente: - a cĂ ll’e a ccĂ lle si vĂ tte lu fèrre. pl. chèlle cambå’, v. campare cambagne s.f. la campagna. ‘ngambĂĄgne, in campagna cĂ me, s.f. pula, pulviscolo del grano battuto

camĂŤisce o camĂŹscia, s.f. camicia canapĂŽzze, s.f. puzzola. L’ Ăłme cacciĂĄte gnè ‘na canapĂŽzze: l’hanno cacciato come una puzzola cĂĄnde, avv. quando cĂ nde, s.m. conto. pl. li chĂŽnde cĂ ndere, s.f. orcio cĂĄne, s.m. cane. pl. chĂŠne. - ChĂŠne’ e FKpQH ÂśQ¡ ŧL PiFFHFKHQH, cani e cani non si mordono canĂŤjje, s.f. crusca. Anche vrĂ nnele cane!trĂĄre, s.m. canestraio cĂ nghe, s.f. conca CangillĂŹre, soprannome cannĂ ile o anche cannĂ le, s.f. candela, pl. li cannĂ ile, li cannĂŠle cannarĂŽute, agg. goloso. Genericamente riferito alla gola, lu Sande CannarĂŽute, San Biagio, protettore della gola cĂ nne, s.f. canna o anche gola. M’è rimĂ !te ‘n gĂ nne, per dire di desiderio insoddisfatto CannilĂŠure, s.f. festa della Candelora, GHOOD SXULĂ€FD]LRQH capå’, v. scegliere cĂĄpe, s.m. capo, testa, capecĂłlle: capocollo FDSHĂ€jUH s.m. FDYROĂ€RUH capĂ zze, s.f. la corda con cui si governa un animale, redini capichĂŽule (a la), avv. al rovescio. Si dice anche a la dimmĂŠrze capisciĂłle, s.f. nastro, fettuccia di raso o di stoffa cappĂŽcce, s.m. cappuccio, verdura CappucciĂ lle, soprannome cara!tĂŠje, s.f. carestia carcirĂĄte, s.m. carcerato cardĂ ne, s.m. cardone, cardo cardĂŹlle, s.m. cardellino carijamĂšrte, s.m. addetto al servizio funebre, becchino, beccamorto carivĂ ne, s.m. carbone carivunĂĄre, s.m. carbonaio. pl carivunĂŠre carivunèlle, s.f. carbonella CarminĂŽcce o CarminĂšcce, n. pers. Carminuccio, diminutivo di Carmine CarnarĂŤjje, n.pr. Carneria, contrada nella

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zona di Punta Penna cĂ rne, s.f. carne CarnĂŤvale o anche CarnivĂĄle, s.f. martedĂŹ grasso, la CarnĂŤvale, il giorno che precede Le Ceneri CarpatĂŹlle, soprannome CarrafĂłne, soprannome cĂ rte, agg. corto CasĂ rze, n.pr. Casarza, contrada sul mare tra San Nicola della MĂŠta e Trave cĂĄsce, s.m. cacio, formaggio in generale CascĂŤgne, s.m. soprannome cascĂŤgne, s.m. tipologia di cicoria, grespigno casemènde, avv. semmai, nel caso che, se ‘n ‘gasemènde casce, s.f. cassa ca!tĂĄgne, s.f. castagna cataplĂ sme, s.m. cataplasma, impiastro; anche in senso dispregiativo, si nu quataplĂ sme catĂ rre, s.f. chitarra, strumento per fare maccheroni. CatĂ rre pe’ li maccarĂŽne cĂ ute, s.f. coda cavĂ cce, s.m. gozzo, degli animali ma anche delle persone cavallĂĄre, s.m. allevatore o noleggiatore di cavalli. Era anche l’appellativo dato a chi aveva l’incarico della vigilanza quando frequenti erano le incursioni dei turchi cavatĂŹlle, s.m. pl. gnocchetti fatti a mano incavati con le dita FDŧŧjWWH, s.f. calzetta FDŧŧvQH s.m. calzoni cchĂŽ, avv. piĂš cciudĂ jje, s.m. strage, massacro, anche nel senso di profanare, oltraggiare, di la fĂ mmene a la ‘Mèreche l’ome fanne nu cciudaje ccone o anche ccĂ une, avv. poco; nu ‘ccone, un poco cĂŤfere, s.m. aferesi di Lucifero. Si dice di chi ha i capelli arruffati o di chi ha aspetto appunto luciferino. Anche nel senso di turbine, vento forte. Nu cĂŤfere di vende cĂŤime, s.f. cima cènde, cento

cennerĂĄte, s.f. gioco di bambini consistente nel tentativo di denudare qualcuno cerajĂŠle, s.m. ceraio, artigiano che lavora la cera cèrche, s.f. quercia cĂŠre, s.f. cera cĂŤtele, s.m. bambino, si usa anche bbardĂ !ce o anche quatrĂĄre CettÏ’, n.p. diminutivo di Concetta, Concettina chĂŤile, s.m. chilo chĂŤlle, pr. pers., plur. essi chĂŠure, s.m. cuore chiane, agg. piano. Chiane chiane, piano piano chicĂ cce, s.f. zucca chicucciĂ lle, s.f. zucchina chillĂŹ, pr.pers quella lĂŹ chissĂŹ-chi!tĂŹ, pr. pers. codesta, questa chĂŽule, s.m. sedere, culo Ciacianèlle, soprannome ciammajĂŤche, s.f. lumaca cianghĂŠtte o anche ciangĂ tte, s.f. pesce marino ciĂ nnere, s.f. cenere. pl. li ciĂ nnere. Lu jurne di li CiĂ nnere, il giorno delle Ceneri. ciappĂ ne, s.m. nespola ciaramellĂĄre, s.m. suonatore di ciaramĂŠlle ciaramèlle, s.f. Ă DXWR UXVWLFR cicå’, v. accecare, privare della vista cicĂĄte, s. e agg. cieco, privo della vista CicchipallĂ tte, soprannome ciciricchiĂĄte, s.f. cicerchiata, dolce tipico di carnevale ciff’ e ciĂĄffe, s.m. nome di ricetta culinaria cignĂłtte, s.m. pirata. Termine marinaresco usato perlopiĂš al pl. li cignĂštte per indicare i pirati provenienti da Dulcigno CillĂ cchie, soprannome. Letteralmente: uccellaccio cimindå’, v. molestare, disturbare cinghecènde, cinquecento cingĂŽune, V P Ă€RFFKL GL QHYH JUDQGL cinĂŹlle, agg. socchiusi, riferito agli occhi, Tè l’ucchie cinĂŹlle cinĂŹlle ciòcchele, s.f. conchiglia; dim. ciucculèlle ciòppe, agg. e s.m. zoppo 155

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cipĂ lle, s.f. cipolla cipullĂĄte, s.f. cipollata circå’, v. cercare, circh’e ddummĂ nne cirĂŠsce, s.f. ciliegia cirimĂłnie, s.f. cerimonia citrĂ ne, s.m. cocomero, anguria ciucculattĂŹre, s.f. pentolino di rame per fare il caffè, la cioccolata, bricco ciĂšcene o anche cĂŽcile, s.m. contenitore di terracotta per il vino ciuffulĂŠ, Y Ă€VFKLDUH ciuhĂ tte, s.f. civetta. Få’ la ciuhĂ tte, sta spiando. Anche soprannome ciummunĂŹre, s.f. canna del camino, fumaiolo, pl. ciummunĂŹre cirivèlle, s.m. cervello civelĂłtte, agg.dim. civilino dai modi civili civĂŤile, agg. civile, cittadino, borghese cĂłcce, s.f. testa cĂłce’ o anche chèuce’, v. cuocere; cucĂŠme ossia cuociamo còjje’, v. cogliere cĂłmede, s.m. ernia còppe, s.f. coppa, tegame con coperchio per cuocere sotto la brace del camino, le patane a la còppe cĂłre o anche chĂŠure, s.m. cuore còreve, s.m. corvo, pesce marino cosadĂ gge, s.f. dolce, pl. cosadĂŹgge CĂłseme, n. di persona, Cosimo. Få’ CĂłseme, uno che fa l’indiano cĂłsse, s.m. gamba; pl. li cĂłsse crĂ ite’, v. credere crĂ pe, s.f. capra crĂ !te, s.m.passeraceo. L’à nne abbuttĂĄte ‘gne ‘na crĂ !te, l’hanno massacrato di botte crĂ te, s.f. creta crĂ uce, anche crâce, s.f. croce crinĂŹnze, s.f. stenti, inedia, fame. Ăˆ mmòrte di crinĂŹnze, è morto di stenti critĂ ne o critĂĄune, s.m. argilla crivèlle, s.m. crivello, strumento per mondare il grano cucchiĂĄre, s.m. cucchiaio cĂšcchie, s.f. coccio. L’ha fatte cĂšcchie cĂšcchie, l’ha fatto a pezzi

Cucciulone anche CucciuluĂ une, soprannome, ma anche una specie di pesce chiamata Gallinella cuciunå’, v. cucinare cuffujĂŠ, v. sbeffeggiare, prendere in giro. Originariamente, trasportare con le ceste (coffe) il grano nei bastimenti cullĂŽ, pr. pers. quello cumblimènde, s.m. complimento, pl. li cumblimĂŹnde. cumbuĂ re o anche cumbuà ’, s.m. compare cumbuĂ tte o cumbuĂŠtte, s.m. confetto, pl. li cumbuĂŹtte cummiĂ re, s.f. comare, madrina cummĂŽne, s.f. comune. La cummĂŽne cummuĂĄtte’, v. combattere, contrastare, f. nel senso di aver a che fare, ‘n’ gi vujje cummuĂĄtte nghi li scĂŹme cunĂŤjje, s.f. coniglio Cunguarèlle, localitĂ sulla scogliera cunnannå’, v. condannare cunnuĂ nne, s.f. condanna cunnuluà ’, v. consolare cunuĂŠte, s.m. cognato, con il pron. poss. cunuèteme FXQŧqJQH s.f. consegna FXQŧpOH o anche FXQŧzOH s.m. consolo, consolazione curiĂ se o curiĂ use, s. m. curioso cĂšrpe, s.m. corpo. Inteso anche come animo. Sacce jĂŤ che ttingh’’n gĂšrpe, so io cosa mi rode dentro cussĂŽ, pr. pers. codesto cu!tĂŽ, pr. pers. questo cuttĂŽre o cuttĂŽure, s.m. pentola

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då’, v. dare. Indicativo presente: dĂŹnghe dĂ dde, s.m. il secondo piano d’una casa, lu dĂ dde dĂ gge, s.m. o agg. dolce, pl. dĂŹgge, dim. duggiarèlle dĂ ite, s.m. dito, pl. dĂŠte dammĂ jje, s.m. danno, perdita dĂ ndre, avv, dentro dapĂš, avv. poi, dopo, anche dĂłppe ddĂ zie, s.m. dazio

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DdĂŤ, s.m. Dio ddijĂŽne, s.m. digiuno dducènde, duecento dĂŤce’, v. dire dĂŠche, s.m. idea, progetto. Che dĂŠche tĂŽ? Che idea hai? dènde, s.m. dente., pl. li dĂŹnde depĂŤgne’, v. dipingere. PiĂš diffuso è il verbo pittå’ dĂŤtte, s.m. detto, proverbio. "ta pe’ddĂŤtte, sta per detto, proverbiale dijĂ vele, s.m. diavolo dilinguènde, s.m. delinquente, pl. dilinguĂŹnde dimmèrze, avv. al rovescio. S’ha mässe la majj’a la dimmèrze, s’è messo la maglia al rovescio dirĂŤtte, agg. diritto. TirÊ’ a dirĂŤtte, tirar diritto, prendere scorciatoia. dĂłppe, avv. dopo DrĂŤtte, s,f. La Diritta, nome di strada che da Porta Palazzo reca alla Marina ducumènde, s.m. documento duluènde, V H DJJ GROHQWH DIĂ LWWD 6FDŧŧ¡ e nnĂ­ute, mĂŤser’ e dduluènde dumĂ ne, s.m. domani DumĂŹniche, Domenico dumuĂ niche, s.f. domenica dunatĂŤive, s.m. doni messi all’asta in occasione di festivitĂ religiose, soprattutto in zone rurali

E

ècchele vÍ’, avv. ecco vedi èuve, s.m. uovo,

F

facciasà lve, int. che vergogna! fåfe, s.f. fava faggià une, s.m. falcione faggÏje, s.f. falce fà mmene, s.f. femmina, donna fasciÊule, s.m. fagiolo, pl. fasciÚle, pa!t’e fasciÚle fatijatà re o fatijatåure, s.m. lavoratore fatijÊ’, v. lavorare Fattappó!te, soprannome

fattarĂŹlle, s.m. fatterello pl. fattarĂŹlle fĂĄtte, s.m. fatto, accadimento, pl. fètte fattĂŽre, s.f. fattura, malocchio fĂŤchere, s.m. Ă€FR fĂŤjje, s.f.e m. Ă€JOLD ferracavĂĄlle, s.m. ferracavallo, maniscalco fè!te, s.f. festa fetå’ o Ă€Wi¡ v. far le uova da parte della gallina. /D KDOOLQD KD Ă€WiWH Ă€KvUHWH int Ă€JXUDWL Ă€MiXUH s.m. Ă€RUH DO SOXUDOH OL Ă€MvUH Ă€KvUH VI Ă€JXUD Ă€OLSSsLQH, s.f. refolo, venticello fĂŤjje, V P Ă€JOLR Ă€Q FFKLH s.m. Ă€QRFFKLR Ă€VFXOiUH V P Ă€VFRODLR DUWLJLDQR DGGHWWR DOOD UHDOL]]D]LRQH GL Ă€VFROL Ă€VVjXUH, s.f. padella,di solito quella per la frittura Ă€VVDUsMMH, s.f. fesseria, stupidaggini Ă€VVHUqOOH, s.f. padellina fĂłche, s.m. fuoco fĂłre, avv fuori fracitå’, v. marcire, infracidire frĂ dde, s.m.e agg. freddo frĂ ffe, s.m. muco del naso. Pan’e frĂ ffe frĂ nne, s.f. foglia, pl. frĂšnne frĂ sche, agg.fresco frĂĄte, s.m. fratello. Tuo fratello si dice frĂĄtte FratĂŹlli di lu MĂ nde, s.m. congregazione religiosa dei Fratelli del Monte dei Morti. I fratelli indossano un lungo saio rosso VDQJXH H VĂ€ODQR QHOOD SURFHVVLRQH GHO VenerdĂŹ Santo portando a spalla il Cristo Morto frĂ tte, s.f. siepe frisèlle, s.f. schiaffo, un manrovescio. Mò te tĂŤire ‘na frisèlle, adesso ti do uno schiaffo frittĂŽre, s.f. frittura frummĂ gge, s.m. formaggio fuculĂĄre, s.m. camino, focolare fĂŽume, s.m. fumo fujĂŤine, s.f. insetto della famiglia degli scarafaggi che si muove velocemente.f. scĂ ppe gnè ‘na fujĂŤine 157

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funĂ re, s.m. funaio, cordaio furbuĂ re, s.m. febbraio FurnarĂŹlle, soprannome, lett. fornaretto fĂšrte, agg. forte futtebbĂ lle, s.m. il gioco del calcio

huĂ zze, s.f. guazza, fanghiglia hudÊ’, v. godere Hujjèrme, n. pr. Guglielmo

G

ĂŽffe (a), modo di dire, a ufo, gratis, senza pagare imbĂŠnne, v. appendere, anche nel senso di impiccare: - chi scĂŹ ‘mbĂŠse imbiccĂŠte, agg. impegnato, occupato imbruvvusĂĄte, s.f. improvvisata indrattenå’, v. intrattenere. Me vajje a ‘ndrattenå’ ingannå’, v. prendere alla sprovvista, cogliere, ‘ngannà ’ lu sonne ingaricå’, v. preoccuparsi, farsene carico.’N de’ngarecà ’, non preoccupartene ingascijĂĄ, v. incaciare, coprire di cacio. In VHQVR Ă€JXUDWR ha ‘ngascijĂ te ‘n dèrre ingascijĂĄte, coperto di cacio, maccarĂŽne ‘ngascijĂŠte ingazzĂĄte, agg. incazzato, arrabbiato. "tinghe ‘ngazzĂĄte ingènze, s.m. incenzo LQJLĂ€UsLWH, agg. infuriata, indiavolata. Deriva da cĂŤfere, aferesi di Lucifero. ĂŽtime, agg. ultimo ĂŽve s.f. uva

ggiĂ vene, agg. e s.f. e m. giovane GgĂŽdice, s.m. giudice GgĂŽgne, Giugno GgisĂ rije, Cesario GgisĂŽ, GesĂš GgiubbullĂŠ, s.m. Giubileo GgiuhuĂ nne, Giovanni GgiuvuÍ’, n.pr. Giovina ggiuvunĂłtte, s.m.giovanotto, femm. giuvunĂĄtte gile (‘n’), avv. a pelo. ‘N gile d’à cche, a pelo d’acqua. giurnuĂ le, s.m. giornale gna’, avv come gnorscĂŤ, avv. signorsĂŹ grĂĄtte, s.f. grotta grĂłsse, agg. grosso

H

hallÍine, s.f. gallina hallinà cce, s.m. tacchino. f. fà lu hallinà cce, per dire che parla poco hà nne, s.f. gonna hardijåne o huardijåne, s.m. guardiano hasse, egli hà tte, s.f. gatto hragnilà tte, s. m. tracina ragno; pesce hranåre, s.f. scopa hrandÍnije, s.f. granoturco hratÊ, s.m. gratin hråne, s.m. grano hrà nge, s.m. granchio; dim. hrangitÏlle hrà nghele, s.m. pesce hròsse, agg. grosso hruanäre, s.m. granaio hua!tarÊule, vastese, pl. huastarÚle Hua!te (Lu), Vasto huà tta huåtte, modo di dire, piano piano, con circospezione huattåte, s.f. posto riparato, nicchia

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j’, pron. pers. sing. io ‘jÍ’, v. andare. Indicativo presente. Vajje jenga, s.f. giovenca jengarĂŠlle, s.f. dim. giovane giovenca jĂŤreve, s.f. erba jinnĂĄre, s.m. gennaio jjĂŠuve, s.m. giogo, Secondo un’antica credenza il giogo non dev’essere mai bruciato perchĂŠ altrimenti il proprietario non potrĂ mai trovar pace all’altro mondo jondacavĂ lle, s.f. gioco della cavallina JĂźccia od anche JĂŽcce, dim. Grazia juquÊ’, v. giocare jurnĂĄte, s.f. giornata jĂšrne, s.m. giorno ju!tuèzie, s.f. giustizia

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la-lu, art. sing. m., f. il, la làcce, s.m. sedano lamendá’, v. lamentare landá’, v. lasciare làine o léna, s.f. legna, pl. li làine làreche, agg. largo, largo. Óme hròsse camiscia làreche, per dire di un uomo grande, ma pigro. lassá’, v. lasciare làupe, s.m. lupo lavannáre, s.f. lavandaia lëbbere, agg. libero lèbbre, s.m. lepre lécene, s.f. susina lëire, s.f. lira ‘léive, s.f. ulivo lètte, s.m. letto léttere, s.f. lettera lëttre, agg. elettrico, o elettrica. La lucia lëttre, la luce elettrica li-lì, art. i. Articolo plurale maschile e femminile lîce, s.f. luce Liffànze, Alfonzo Lijàune, soprannome lîjje, s.m. luglio lindëcchie, s.f. lenticchie Li!tàsse, soprannome Lîuce o anche lîsce, s.f. luce. Il secondo usato nel gergo marinaresco, ‘na lîsce d’ácche, l’acquazzone lòffe, s.f. peto non rumoroso Lu Hua!te, Vasto lucenecappèlle, s.f. lucciola Lujëgge, n. per. Luigi lunárie, s.m. lunario lunuddë, s.m. lunedì Luréte, soprannome

M

magná’, v. mangiare Magnacirésce, soprannome màise, s. m. mese máje, maggio màjje, s.f. moglie

májje, avv. meglio, migliore, più buono mále, agg. male malùcchie, s.m. malocchio màmme, s.f. mamma. Màmmete, tua madre. mammëne, s.f. levatrice mandìre, s.f. grembiule màne, s.f. mano pl. méne manëbbele, s.m. manovale mànghe, avv. manco, nemmeno manìre, s.f. maniera, modo, modalità mànne, s.m..f. mondo marëine, s.f. marina marëite, s.m. marito maritá’, v. maritarsi, sposare. marròcche, s.f. spiga di granturco massàire, avv. stasera ma!te, s.m. maestro, riferito al maestro artigiano ma!tre s.m. maestro. Anche ma!te matèine, s.f. mattina mátte, s.m. matto màtte’, v. mettere mattitá, s.f. mattità, pazzia mazzánne, s.f. mazzata ‘mbènne’, v. appendere, impiccare. Te pòzzene l’òme ‘mmbènne, ti possano impiccare. L’òme è l’impersonale, come l’on francese mbia!cà, v. imbiancare, anche nel senso di incipriare, si l’mbiá!chene la facce nghi la ciprie... ‘mbilé, v. LQÀODUH ‘mbirrá’, v. inferrare, chiudere con un’inferriata, serrare ‘mbirráte, agg. serrato, chiuso con un ferro, con catena ‘mbrelláre, s.m. ombrellaio,che ripara gli ombrelli. ‘mbrèlle, s.f. ombrello. ‘mbre!tá’, v. imprestare, prestare ‘mbrijacá’, v. ubriacare ‘mbrijáche, v. ubriaco, pl ‘mbrijéche ‘mbustá’, v. far resistenza, poggiar bene. ‘Mbustá’ li pìte, far resistenza con i piedi. mbuzzenëite, agg. puzzolente mé, pr. poss. mio 159

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mĂŤ, avv. adesso, mò mèdeche, s.m. medico mĂŠjje, agg. meglio melĂ nghele, s.f. cetriolo melachitĂ gne, s.f. melacotogna mĂŠne, s.f. mano menÍ’, venire, p.p. menĂŽute menengète o malingĂŤite, s.f. meningite mennĂ zze, s.f. immondizia, spazzatura mènnele, s.f. mandorla ‘Mèreche, s.f. America, la Mèreche mĂŤsere, agg. misero PqŧŧH agg. mezzo MicchĂŠle, Michele, dim. MiccalĂŽcce mijèlle, s.f. muiella; dim. mijillĂŽcce MilanĂŠse, soprannome milegnĂ me, s.f. melanzana mimĂłrie, s. f. memoria mindĂŽcce, s.f. mentuccia, erba aromatica minÍ’, v. venire. Indicativo presente: vinghe mirèchele, s.f. more miricanĂĄte, s.f. melograno mirlĂŽcce, s. f. merluzzo misèrie, s.f. miseria mĂŽte, s. m. muto mititĂ ure, s.m. mietitore, pl. mititĂŽre mmalamènde, agg. e avv. cattivo, non buono ‘mmalĂĄte, s.m. malato ‘mmangĂĄnze, s.f. fase lunare di mancanza ‘mmarĂ jje, agg. amaro ‘mma!ciatĂ ure, s.m. ambasciatore ‘mma!ciĂĄte, s.f. ambasciata, incarico, affare da sbrigare; pl. mma!cète ‘mmernĂĄte, s.f. inverno, l’invernata ‘mmèrne s. m. inverno ‘mmigrĂĄte, s.m. emigrato, pl. ‘mmigrĂŠte mò-mò, adesso mofalĂĄnne, avv. l’anno scorso mĂ nde, s.m. monte. Nella loc. a monte e a valle, mmĂłnd’e bbĂ lle mĂłnece, s.m. monaco, pl. mĂşnece mundĂ gne, s.f. montagna municarèlle, s.f. pesce marino municiarèlle, s.m. bambino vestito da fraticello per devozione

munnezzĂĄre, s.m. spazzino, operatore ecologico PXQŧLJQjUH s.m. monsignore murĂŠ, s.m. mozzo murÍ’, v. morire muttĂ lle, s.m. imbuto mutuĂ nne, s.f. la mutanda muzzilĂŤne, s.m. pesce marino

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‘na, art. ind. una nĂ ire, s.m. o agg. nero, pl. nĂŤire nĂ ive, s.f. neve naquĂ lle, avv. molto, parecchio NardĂŽcce, Leonardo, diminutivo nĂ uce, s.m. noce, pl. li nĂŽuce. nĂ une, avv. neg. no ‘ndĂł, avv. dove ‘Ndònie, Antonio ndrecciadĂ ite, s.m. tipo di pesce ‘ndrĂŤiche, s.f. letteralmente cose intriganti, ’nduvunå’, v. indovinare nengå’, v. nevicare nevarĂŠle, s.m. nevarolo, addetto alla neviera ‘ngaricĂĄ', v. preoccupare, fartene carico ‘QJDŧŧi¡, v. incalzare I ÂśQJjŧŧH OD IDPH mi prende appetito ‘nghi, prp. con ‘ngiarmatĂ ure, s.m. mago, incantatore, al femminile ‘ngiarmatrĂŤce ‘n giĂł, avv. neppure ‘NgurnĂĄte, n. pr. Incoronata. Nome di una contrada che prende nome dalla Chiesa omonima, Madonna de la ‘NgurnĂĄte ni, pron. pers, plur. Noi nihuzijĂĄ', v. negoziare, commerciare nijènde, niente nipĂłte, s.m. nipote. pl. nipĂšte. NipĂłteme, mio nipote niscĂŹune, s.m. nessuno. nĂŽute, agg. nudo nĂŽvele, s.f. nuvola nĂŽvĂŹre, s.f. neviera Âś1QXQŧLMiWH soprannome nòmmene, s.m. nome. Nel nome del Padre, ‘nnĂłmmene Patre

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nucèlle, s.f. nocciole pl, li nucèlle ÂśQŧDFFi¡ v. LQĂ€ODUH LQVDFFDUH ÂśQŧjJQH s.f. sugna di maiale, la nzĂĄgne a lu cuttĂŽre ÂśQŧDOiWH s.f. insalata ÂśQŧLUUi¡ v VHUUDUH LQĂ€ODUH

O

Ăłgne, ogni Ăłme, corrisponde all’on francese, l’óme fanne, lo fanno òmmene, s.m. e agg. uomo, pl. Ăšmmene

P

pahå’, v. pagare pahĂŽure, s.f. paura pĂ ile, s.m. pelo pĂĄjje, s.f. paglia palaccòne, s.m. termine marinaresco in uso sulle paranze. La fune della vela di prora palĂĄjje, s.m. palamite, pesce palipijatĂ re, s.m. massaggiatore pallĂ ne o anche pallĂ une, s.m. pallone pl. li pallĂŽne o li pallĂŽune pambĂšje, s. f. foglie e rami secchi pammadĂŠure, s. f. pomodoro panĂĄre, s.m. cesto di vimini per portare il pesce panĂłcchie, s.f. panocchia, cicala di mare; dim. panucchiuĂ lle papalĂŤine, s.f. pesciolini bianchi, bianchetti. Ottimi per la frittura parĂ nghe, s.f. palancole, travi in legno usate come scivoli per mettere in mare o per trarre a secco le paranze SDUjQŧH s.f. barca da pesca ad un albero con vela al terzo parènde, s.m. parente, pl li parĂ­nde Pa!carĂŹlle, soprannome pĂ !ce, s. m. pesce PĂ sche, s.f. Pasqua PassalĂ cche, soprannome di persona patĂĄne, s.f. patata patrĂ ne, s.m. padrone pĂĄtre, s.m. padre. PĂŠteme, mio padre. Pètte, tuo padre. Si usa anche tĂĄte. Nel senso del Padre Celeste, PĂĄtre

PĂ vele, Paolo dim. PavelĂŽcce oppure PaulĂŽcce SjŧŧH s.m. polso, tastare il polso, attindĂ OX SjŧŧH, anche nel senso di misurare la IHEEUH R GL YHULĂ€FDUH OH LQWHQ]LRQL G¡XQD persona pèchere, s.f. pecora, pop. si usa per indicare una sbornia, ‘na pĂŠchere pelĂ jje, s.m. origano pennèzze, s. pl. le ciglia degli occhi, le pennèzze dell’ucchije Pendecò!te, s.f. la Pentecoste, ricorrenza religiosa pepe bbĂŠune, s.m. pepe nero pepe trĂŤite, s.m. peperoncino pèrde’, v. perdere pesce fĂŤchere, s.m. SHVFH Ă€FR pĂ !ce, s.m. pesce, pl. li pèsce, dim. piscitĂŹlle pe!ciarĂŠule, s.m. pesciarolo pĂŠte, s.m. piede, pl. pĂŹte. Anche riferito ad albero, nu pĂŠte di purtuhĂĄlle: un albero di arance pezz’e Ăłsse, s.m. gioco consistente nel lancio di una pietra contro un bersaglio pĂŤzze, s.f. pizza, pĂŤzze de hrandĂŤnije, pĂŤzze nghe la pammadĂŠure piacià ’, v. piacere piĂĄne, agg. piano piccĂĄ, perchĂŠ piccĂ te, s.m. peccato piĂŠuve’, s.f. la pioggia pijjå’, v. prendere pindĂ une, s.m. cantone, angolo di strada. Pl. pindĂŽune pinnilĂŽcce, s.m. pendolino, pisellino SLQŧLMjXQH, s.f. pensione SLQŧi¡ v. pensare PippĂŤine, n.pr. Peppino, diminutivo di Giuseppe pirandĂšnie, s.m. sciocco pirllibbĂĄte, agg. prelibato pisĂ lle, s.m. pisello, pl. pisĂŹlle Piscialuluètte, soprannome pirtuhĂĄlle, s.m. arancia piscitĂ­lle di majje, s.m. bianchetti, avannotti di pesce, pesce nudo 161

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PĂŹtre, Pietro pizzĂĄlle, s.f. pizzella pĂł!te, s.m. posto pĂłvere, s.m. o anche agg. povero, indigente prechĂŠuche, s.f. pesca prèdde, s.m. prete prèdeche, s.f. predica, sermone prĂŤime, avv. di luogo, prima, davanti. Anche avv. di tempo SUHVqQŧH s. presenza; ÂśP EUHVqQŧH in presenza pressiĂ une, s.f. pressione pricissiĂ une, s.f. processione prihĂŽre, s.f. preghiera prufĂŽume, s.m. profumo prufussèure, s.m. professore PugnĂ tte, soprannome di persona punde, s.m. punto, punde de !tĂ lle pundĂŽure, s.f. la polmonite SXQŧuUH s.m. pensiero, pl SLQŧuUH pusciarĂŠule, s.m. pescatore putå’, v. potere. Indicativo presente: pĂšzze putĂŠche, s.f. bottega puvurèlle, s.m. e agg. poverello

Q

quarajĂŤine, s.f. alga corallina quĂ sse, pr. dim questo quatrĂŤine, s.m. quattrino, soldo quattrĂšcchie, s.m. pesce

R

rĂ cchije, s.f. orecchio raccummuannå’, v. raccomandare raffajĂłle, s.m. dolce tipico pl. raffajĂšle raggiĂ une, s.f. ragione rĂ jje, s.f. rabbia ramajjĂ tte, s.f. rametto ramĂ tte, s.m. rametto rĂĄpe, s.f. rapa, li rĂĄpe !trascinĂŠte rĂĄsce, s.m. razza rĂ !ce, s.m. o agg. rosso, pl. li rĂŹ!ci rĂĄse rĂĄse, PRGR GL GLUH Ă€QR LQ IRQGR rĂŤite’, v. ridere, ger. ridènne remaretå’, v. rimaritarsi, sposarsi di nuovo rènde, agg. vicino, rènde rènde, strettamente vicino

requiametèrne, s.f. requiem eterna rèsse, v. essere. Indicativo presente sing: sĂŠ, sĂŹ, è; plur. sĂŠme, sĂŠte, sònne rĂŠute o anche rĂłte, s.f. ruota ricòtte, s.f. ricotta rijèlle, s.f. stecca di legno rinducculuå’, Y ULDIĂ€ODUH rĂŹsce, s.f. forfora ri!ciĂłle, s.m. triglia pl. risciĂšle ri!ciuluĂŤtte, s.m. trigliette rĂŹse, s.m. riso, il ridere risi!tènze, s.f. resistenza rispĂ nne’, v. rispondere riterå’, v. ritirare ròbbe, s.f. roba, cosa; in senso spregiativo ironico, è ròbbe ca‌ Ròcche, Rocco ‘rrahĂ !te, s.m. aragosta RuccÚ’, dim. Roccuccio ruggiupette, s.m. reggipetto rummèlle, s.f. rombo, pesce

S

sĂĄbbete, s.m. sabato sĂ cce, s.f. la seppia. pl. sĂŠcce sĂĄgne, s.m. segno sĂ gne, s.m. si usa al plurale li sĂ gne. Pasta fatta in casa. Li sĂ gn’appezzĂĄte sagnitèlle, s.f. sagnette, fettuccine fatte in casa. S’usa perlopiĂš al pl. sajĂ tte, s.f. saetta, fulmine sĂ jjÍ’, v. salire p.p. sĂ dde salĂĄte, agg. salato sĂ le o sĂ ule, s.m. sole sĂĄle, s.m. sale, f. per dire niente assoluto, nijènde e mmanghe sĂĄle Sanda Spèine, s.f. Santa Spina, ricorrenza religiosa vastese, che ricade il venerdi antecedente il VenerdĂŹ Santo Sande BbĂšne, n. pr. San Buono, comune del comprensorio vastese sĂĄnde, s.m. santo, pl. li sènde sapà ’, v. sapere. Indicativo presente: sĂ cce sĂ rge, s.m. sorcio, topo, pl. sĂŽrge dim. surgitèlle, pl. surgitĂŹlle sĂ ule, s.m. il sole sbambatèlle, sf. pisolino

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sbattamĂŽure, s.m. gioco a battimuro, jucuĂ a sbattamĂŽure sbisĂŠte, s.m. sciocco, sbandato sbruvugnĂĄte, s.m. svergognato, delinquente scĂ de, s.f. mazza della zappa !caffĂ tte, s.f. paniere di pesce appena pescato dato come pagamento ai pescatori scĂ gne, s.f. buccia, involucro scagnÍ’, v. scambiare scanajjå’, v. scandagliare, osservare attentamente scannatĂ ure, s.m. scannatoio, mattatoio. scapĂŠce, s.f. pesce fritto marinato nell’aceto con l’aggiunta di zafferano scapulå’, v. scivolare scarciĂłfene, s.f. carciofo. pl. scarciĂłfene scardatĂ ure, s.m. cardatore, pl. scardatĂŤre, pl. scardatrĂŤice. Scardå’ la lĂĄne, cardare la lana scardavĂĄune, s.m. scarafaggio VFiŧŧH, agg. scalzo 6Fiŧŧ¡ H QQtXWH PsVHU¡ e ddulènde scĂŤ, di affermazione, si. Anche scĂŤine scèrte, s.f. serto, corona. - ‘na scèrte d’èjje schinènze, avv. pure, persino SciambĂ gne soprannome sciaunèlle o anche sciavunèlle, s.f. carruba scijĂ ne, s.m. tromba marina ScimĂ une, n. pr. Simone scimmadĂ tte, espress. gerg., sii maledetto sciĂłjje’, v. sciogliere; tipica l’espressione sciĂłjje lu pĂ !ce sciĂłscia, s.f. amata, bella scĂłjje, s.m. scoglio pl. scĂšjje scĂłlla, s.f. cravatta scrĂŤive’, v. scrivere VFULDQŧiWH agg. screanzato sculluĂ tte, s.f. cravatta a papillon scupunuĂĄre, s.m. zampognaro pl. scupinĂŠre !dirrĂ zze, s.f. beccastrino, ferro per pulre le scarpe secĂ nde, avv. secondo, in secondo luogo, ‘Q ŧHFjQGH sèlve, s.f. selva, bosco sembrå’, v. sembrare

sĂŤneche, s.m. sindaco SenzasĂĄnghe, n.pr. soprannome setĂĄcce, s.m. setaccio sfĂłjje, s.f. sogliole sfrèhule, s.m. sfrigolo, pezzettino di lardo di maiale, pĂŤzze nghi li sfrĂŹhule sfurijĂĄte, agg. sfuriato sgĂ mmere, s.m. pesce sgombro. pl. sghĂŹmmere SgangĂĄte, soprannome sgosciĂš, agg.di sbieco, di traverso, di striscio sĂŹbbete, avv. subito, improvvisamente, celermente siggnĂ ure, s.m signore, femm. siggnĂ ura, inv. siggnurĂŤ sindÍ’, v. sentire sittimmĂĄne o anche summuâne, s.f. settimana smarrå’, v. prendere il largo, allontanarsi in mare sĂłcce, avv. dappertutto, od anche nel VLJQLĂ€FDWR GL XQLIRUPH FRQ O¡HVSUHVVLRQH sĂłcce sòcce oppure sĂłccia sòcce. - Ha ninghĂŽute sĂłccia sòcce, è caduta la neve dappertutto nella stessa misura sòcce, s.m. socio, colono, chi coltiva un terreno in societĂ , mezzadro sĂłdde, s.m. soldo sopreppĂ nge, s.m. pipistrello sĂŠure, sf. sorella, sòrete, tua sorella spaccalĂ ine, s.m. spaccalegna spĂ ise, s.f. spesa. Fajje li spĂ ise, Ă€J SHU intendere l’arte di imparare: mmĂŤttete nghi chi è cchiĂš mmĂ jje di ta’ e fĂ jje li spĂ ise sparagnå’, v. risparmiare sparĂĄgne, s.m. risparmio VSsLFDĂ€Q FFKLH, V P VHPH GL Ă€QRFFKLR selvatico sperå’, v. sperare SpidĂŤite, Espedito spĂŤlle, bigiotteria Spirde SĂ nde, s.m. Spirito Santo spirdĂŽute, agg. sperduto Spru!ciavidĂŹlle, soprannome, letteralmente chi pulisce le budella spuså’, v sposare 163

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spusĂĄte, agg. sposato ‘ssi-‘ssi, agg. dim. pl. m. e f. quelli ‘ssu-‘ssa, agg. dim. sing. m. e f. quello, quella !tå’, v. stare. Indicativo presente: !tĂŹnghe staggiĂ une o anche stasciĂ une, s.f. stagione "tagnarĂŹlle, soprannome !tamatĂŤine, stamattina !ti, agg. dim. pl. questi !tĂŤcchije, s.f. gioco da bambini consistente nel tiro d’una pietra contro un mattone posto in senso verticale sul quale viene posto una moneta, una mandorla un bottone, jucuà ’ a la !tĂŤcchije !tĂłcche, s.m VWRFFDĂ€VVR !trĂ gne’, v. stringere !trangaĂŽjjĂšne, s.m. mal di gola !trascinå’, v. trascinare o trascinarsi strascinĂŠte, agg. trascinate, lavorate, li rĂĄpe strascinĂŠte !trazijĂĄte, agg. straziato !tĂš-!ta, agg. dim. questo, questa !tutå’, v. spegnere sumuènde, s.f. semenza, seme. VXTTXjUŧH s.m. soccorso survĂŤzije, s.m. servizio suspĂŤire, s.m. sospiro

T

taccunuèlle, s.f. tacconelle, quadratoni di pasta fatta in casa tĂ gne’, v. tingere, colorare, tĂŠgne’: tinge tĂ mbe, s.f. puzza, odore nauseabondo tĂ mbule, s.f. tomba tĂ nde-a, agg. tanto, tanta taragnĂŠule, s.f. lumaca di taglia piccola, molto saporita; pl. taragnĂšle tĂĄte, s.m. padre, v. pĂĄtre tĂ tte, s.m. tetto, pl. tĂŤtte telèfene, s.m. telefono tèmbe, s.m. tempo. pl. tĂŹmbe. Li bbĂŹlle t^mbe de ‘na vĂłdde tèrre, s.f. terra tĂŽ, pron. pers. sing. tu tijèlle, s.f. tegame tinå’, v. tenere. tĂŹttele, tienile. Indicativo

presente: tĂŹnghe tĂŽrche, s.m. turco ti!timĂłnije, s.m. testimonio, pl. ti!timĂšnije tĂłjje’, v. togliere ‘tĂłmeche, agg. atomica, la bòmma tĂłmeche tòrte, s.m. e agg. corrotto, cattivo. J’è ttòrte, per dire di persona non a modo tradimènde, s. m. tradimento, pl li tradimĂŹnde trĂ gne, s.m. secchio trainĂŹre, s.m. carrettiere trajĂŤine, s.n. carro da tiro trĂ mbe, s.f. tromba tramĂŠute, s.m. terremoto trappetĂĄre, s.m. uomo addetto al trappeto, frantoiano trappĂŠte, s.m. tappeto, pl. trappĂŹte trascÍ’, v. entrare trĂĄve, V P WUDYH Ă€J nu trĂĄve de fĂŠuche trescå’, v. trebbiare, mietere trĂŠsche, s.f. trebbiatura trè!te, agg. triste trĂŽffele, s.m. contenitore di terracotta per l’acqua trĂŹjje o ri!ciĂšle, s.f. triglia, ÂŤUh! ri!ciulĂŤtte nghi la pammadèureÂť (G. Murolo) TringinĂŹlle, soprannome trippĂŤine, s.f. torpedine, pesce trummuĂŹnde, avv. mentre truhuå’, v. trovare trĂłppe, agg. indef. troppo, in misura esagerata tumbrĂĄte, agg. temperato, riferito al tempo

U

ucchije, s.m. occhio ujje, s.m. oggi

V

Vaccåre, soprannome vaccÍile, s.m. bacile, bacino, bacinella và cche, s.f. bocca våcche, s.f. vacca và nne’, v. vendere vånne, s.f. parte, zona; da !ta vånne, da

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questa parte vará’, v. varare, mettere in mare la paranza o la barca vàreche, s.f. barca varëile, s.m. barile vàreve, s.f. barba varevìre, s.m. barbiere Varvatórte, s.m. soprannome Vàscheve, s.m. vescovo Vassilîcce, n.pr. diminutivo di Basso vavàuse, s.m. pesce váive, v. bere vàvete, s.f. bevuta vëgne, s.f. vigna vëine, s.m. vino vëite, s.f. vita vènde, s.m. vento véuve, s.m. bue vëjje, s.f. via, strada, dim. vijarélle vetráre, s.m. vetraio vi, pron. pers. plur. voi viaticáre, s.m. viaticale, commerciante ambulante vìcchije, s.m. vecchio, al f. la vìcchije, pl. li vìcchije vidîute, s.f. veduta viduhànze, s.f. vedovanza vijáte, agg. beato, vijàt’a ttà, beato te viligná’, v. vendemmiare villë’ o vullë’, v. bollire, villënde: bollente. Àcca villëite, acqua bollita. villégne, s.f. vendemmia virginèlle, s.f. verginella, giovinetta virlingócche, s.f. albicocca virmináre, s.f. la verminara, disturbi intestinali vivetìcce, s. f, dim. bevutina vócche o vócca, s.f. bocca vòdde, volta, li timbe de na vódde; anche vote in una versione più vicina al napoletano vózze, s.m. bozzo, protuberanza, bernoccolo vrangáte, s.f. ciò che si prende con una mano vrànnele, s.f. crusca. Anche canëjje Vrétte, s.m. e agg. sporco

vréute o vróte o anche vróde, s.m. brodo. È lu vróte grásse! Sta comodo e senza pensieri vrignéule, s.m. bernoccolo, bozzo vrîscele, s.m. un foruncolo, una pustola vrittacchiëne, s.m. sporcaccione, luridone, pl. vrittacchiëine. Deriva da vrétte. vrivàgne, s.f. vergogna, anche nel senso di sesso vrócche o anche vrócchele, s.f. chioccia vrúccule, s.m. broccoli, li vrúccule de rápe strascinéte vrudàtte, s. m. brodetto di pesce vucále, s.m. boccale vulé’, v. volere. Indicativo presente vùjje vulije, s.f. voglia desiderio vúmete, s.m. tuono vurtàcchije, s.m. fuso vussá’, v. spingere vutá’, v. votare

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za’, s.f. zia, anche zijáne zambugnáre, s. m. zampognaro pl. li zambugnére zambàgne, s.f. zampogna Zannutuìlle, soprannome zëtte, agg. zitto zi’, s.m. zio, anche zijáne zizì, dim. zio zòcchele, s.f. sorcio, ratto. f. per indicare una donna non morigerata zóche, s.f. corda, fune zopì zopà, s.m. gioco di bambini zuffunná’, v. sprofondare ŧŧLUUH ŧŧHLUUH, s.f. telline o arselle

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Indice dei Nomi A Adani, Laura 135 Affaldani, Vincenzo 96 Albano, Giuseppe 137 Alighieri, Dante 123 Alterio, Salvatore 119 Altieri, Cesario 119 Altieri, Giuseppe 137 Altieri, Giuseppe 137 Altieri, Nicola 137 Amblingh, (famiglia) 17 Andreini, Idiano 99, 128 Anelli, Carlo 83 Anelli, Luigi 127, 131 Anelli, Nicola 75 Anelli (d’), Vittorio 80 Armeno, Francesco Paolo, 22 Armeno, Nicola 91 Artese, Armando 49 Artese, Mario 107 Avalos (d’), (famiglia) 17, 24 Avalos (d’), Cesare Michelangelo 93 Avalos (d’), Francesco 93 Avalos (d’), Giuseppe 69 Avalos (d’), Innico III 18 Aymone di Dordona, 131

B Baccalà, Bruno 122 Baccalà, Grazia 137 Baccelli, Cesare 119 Bacchetta, (famiglia) 17 Baiocco, Anna 52 Baiocco, Anna Maria 78 Baiocco, Giuseppe 122 Baiocco, Maria Grazia 26 Baiocco, Loredana 104 Baiocco, Luigi 104 Baldassarre, Rita 116 Barberi Squarotti, Giorgio 135 Barisano, Florindo 97 Barca, Annibale 131 Barone, Giuseppe 119 Bassano, (famiglia) 17 Bastonno, Michele 71 Battisti, Lucio 56

Belfusi, Luigi 71 Bellafronte, Raffaele 97 Bellaluce, Giuseppe 119 Benedetti, Michele 65 Benedetto XVI, 43 Benigni, 71 Bergamasco, 35 Berloni, Emilio 34 Bernini, Gian Lorenzo 93 Bevilacqua, Camillo 71 Bevilacqua, Michele 29 Bevilacqua, Michele 137 Bianchi, 49 Bigoni, 63 Biliotti, Edoardo 128 Biondi, 136 Bitritto, Elio 34 Bolognini, Mauro 135 Bonacci, Gianfranco 86 Bontempo, Michele 107 Bontempo, Pietro 119 Bontempo, Roberto 107 Bontempo, Vito 71 Borghi, 97 Borromeo, Pino 56 Boselli, Antonio 65 Bosio, Gian Battista 117 Bottari, Carlo 123 Bozzelli, Francesco 31 Bozzelli, Francesco Paolo 119 Bozzelli, Graziella 31 Bozzelli, Lucia 137 Bozzelli, Marco 137 Bozzelli, Michele 137 Bozzelli, Nicola 104 Bozzelli, Pietro 71 Bray, Vincenzo 119 Brevetti, Sandro 71 Briziarelli, Marcello 45 Bucci, Carmine 49 Bucciarelli, Nicola 128 Buda, Nicola 64 Budano, Pietro 71 Bui, 6 Burighel, Roberto 71 Busico, Giuseppe 71

C Cairoli, (donne) 22 Cairoli, (fratelli) 20 Calabrese, Pasquale 113 Caldesi, Vincenzo 21, 23 Caldora, (famiglia) 17 Calienno Antonio, 78 Calvitti, Alfonso 71 Canci, Lucia 26 Canci, Vincenzo 81 Canosa, Pier 68 Capece Galeota, Francesco 69 Cappa, Nicola 83 Cappa, Nicola 137 Caprioli, Vittorio 135 Capuzzi, Domenico 71 Carabba, Nicola 137 Caramanico, Diego 137 Caramanico, Luigi 137 Cardone, Ervigio 62 Cardone, Francescopaolo 62 Cardone, Giulio 93 Cardone, Luigi 19, 23 Carducci, Giosuè 23 Carfagnini, Italo 88 Carlomagno, 131 Carlucci, Francesco 122 Carlucci, Roberto 26 Carmenini, Luigi 128 Carmenini, Michele 42 Carnefresca, Bernardino 80 Carrozza, Pietro 29 Caruso, Francesco 36, 78 Casanova, 140 Casanova, Filippo 119 Castellano, Vincenzo 96 Catania, Giuseppe 26 Cecere, Anna 60 Cefalo, Pietro 88 Celano, Carlo 22 Celenza, Maria Rosaria 86 Celenza, Michele 137 Celenza, Michele 137 Celenza, Rocco 137 Celenza, Susanna 86 Cerella, Antonio 127 Cericola, 63 167

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Chidoni, 53 Cianci, Angelo 52 Cianci, Grazia 137 Cianci, Vincenzo 128 Ciancio, Claudio 112 Ciancio, Gaetano 104 Ciccarone, Francesco 35 Ciccarone, Maurizio, 71 Ciccarone, Silvio 35 Cicchini, Anna 137 Cicchini, Franco 71 Cicchini, Michele 49 Cicchini, Michelino 137 Ciccotosto, Sergio 71 Ciccotosto, Vincenzo 119 Ciffolilli, Nicola 136, 137, 139, 140, 141 Ciffolilli, Vincenzo 113 Cinquina, Cesario 65 Cinquina, Francesco Paolo 128 Cinquina, Michele 113 Cinquina, Teresa 129 Cirelli, 63 Coen, 118 Colanzi, Giuditta 113 Colanzi, Pietro 137 Colanzi, Rosanna 52 Collarmele (da), Padre Francesco 113 Collini, Ugo 128 Colonna, Fabrizio 93 Colonna, Nicola 20, 23 Confortato, Francesco 119 Corneli, 49 Costa, Agostino 83 Crisci, Domenico 68 Crognale, Domenico 65 Cupaioli, Luigi 119 Curi, 71

D D’Accurzio, Attilio 119 D’Adamo, Alfonso 119 D’Adamo, Antonio 137 D’Adamo, Emilia 122 D’Adamo Francesco Paolo, 84 D’Adamo Francescopaolo, 93 D’Adamo, Luigi 107 D’Adamo, Nicola 30 D’Adamo, Sebastiano 119 D’Adamo, Vincenzo 119

D’Alessandri, Antonio 20, 23 D’Alessandro, Giuseppe 104 D’Alfonso, P. 38 D’Amico, Croce 123 D’Amico, Giuseppe 71 D’Andrea, Giuseppe 79 D’Angelo, Antonio 49 D’Angelo, Francesco 119 D’Angelo, Luigi 45 D’Angelo, Massimo 31 D’Annunzio, Fernando 26, 39 D’Annunzio, Giuseppe 137 D’Annunzio, Nicola 45 D’Ardes, Renata 60 Dassori, Marcello 112 Dau, Carlo Luigi 35 D’Aurizio, Orietta 38 De Benedictis, Giuseppe 90 De Crecchio, Giacomo 75 De Cristofaro, Enrico 109 De Cristoforo, 118 De Fanis, Dionetro 54 De Fazio, Marilena 78 De Felice, Antonio 49 De Felice, Maurizio, 71 De Filippis Davide, 119 De Filippis, Davide 137 De Filippis, Filippo 79 De Filippis, Filippo 140 De Filippis, Michele 107 De Filippis, Michele 119 'H )LOLSSLV 3DQÀOR De Filippo, Peppino 135 De Guglielmo, Francescopaolo, 71 De Guglielmo, Salvatore 75 De Guglielmo, Sergio 146 Del Borrello, 29 Del Borrello, Edmondo 122 Del Borrello, Michele 107 Del Borrello, Natale 119 Del Borrello, Sante 119 Del Borrello, Vincenzo, 71 Del Casale, 118 Del Casale, Domenico 119 Del Casale, Nicola 71 Del Casale, Nicola Maria 128 De Lerma, Antonio 107 Del Forno, Lucio 45 Del Fra, Antonio 60 Del Fra, Grazia 78

Del Greco, 113 Del Greco, Gaetano 118 Del Greco, Giuseppe 128 Del Guercio, Giuseppe 79 Della Guardia, Luigi 79 Della Morte, Gaetano 137 Della Penna, Carlo 71 Della Penna, Giuseppina 29 Della Penna, Luigi, 71 Della Penna, Michele 63 Della Porta, Modesto 127 Delle Donne, Joe 145 Delli Benedetti, Roberto 71 Delli Quadri, Gianluigi 38 Dell’Olio, Pietro 82 Del Monaco, Concezio 28 Del Monaco, Levino 28 Del Prete, Giuseppe 71 Del Prete, Nicola 71 Del Roio, Antonio 144, 146, 147 Del Roio, Camillo 144, 146, 147 Del Roio, Lino 144, 146, 147 De Lucia, (famiglia) 127 De Mutiis, Eugenio 49 De Mutiis, Federico 49 De Nardis, Camillo 89 De Petri, (famiglia) 127 De Polhes, 22 D’Erme. Cesario 128 De Sanctis, 123 De Santis, Aldo 48, 65 Desiderio, Angela 52 Desiderio, Sandro 47 De Simone, Ettore 128 D’Ettorre, Antonio 34 D’Ettorre, Liberata 104 D’Ettorre, Luigi 42 De Vito, Carlo 22 Diaz, Armando 113 Di Biase, Antonio 119 Di Biase, Giuseppe 107 Di Biase, Maria 137 Di Bussolo, Giuseppe 119 Di Bussolo, Lidia 78 Di Bussolo, Nicola 113, 128 Di Bussolo, Paolo 125 Di Carlo, Domenico 119 Di Casoli, Luigi 63 Di Casoli, Rosalia 63

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Di Chiacchio, Francesco 119 Di Chiacchio, Francesco 119 Di Chiacchio, Nicola 68 Di Cicco, Alfonso 137 Di Cicco, Elisabetta 31 Di Cicco, Michele 137 Di Cintio, Umberto 119 Di Clemente, Nicola 43, 54, 81 Didio, Caio 131 Di Domenico, Giorgio 122 Di Falco, Alberto 119 Di Falco, Giuseppe 128 Di Federico, Pasquale 22 Di Filippantonio, Mario 119 Di Flora, Luigi 45 Di Foglio, Antonio 137 Di Foglio, Giuseppe 137 Di Foglio, Nicola 119 Di Fonzo, Antonietta 60 Di Gennaro, Antonio 65 Di Giacomantonio, Elisa 137 Di Giacomantonio, Michele 137 Di Giovancesario, Tommaso 119 Di Guilmi, Domenico 119 Di Julio, Antonio 137 Di Julio, Clemente 137 Di Julio, Nicola 137 Di Julio, Nicola 137 Di Julio, Teresa 137 Di Lallo, Albert 144, 145, 146, 147 Di Lanciano, Vincenzo 137 Di Lello, Francescopaolo 119 Di Lello, Giuseppe 49 Di Lello, Giuseppe 119 Di Marco, Marilisa 34 Di Memmo, Angelo 141 Di Memmo, Cesare e Pierangelo 25, 33, 41, 51, 59, 67, 77, 85, 95, 103, 111, 121, 148 Di Nanno, Francesco Paolo 128 D’Inzeo, Alfredo 140 Di Paolo, Giuseppe 79 Di Rocco, Nicola 119 Di Rosario, Giacomo 146, 147 Di Santo, Biagio 137 Di Santo, Michele 119

Di Santo, Nicola 137 Di Silvio, Giovanni 107 Di Silvio, Michele 137 Di Spalatro, Anna 26 Di Spalatro, Giuseppe 112 Di Spalatro, Luisa 52 Di Spalatro, Maria Nicola 112 Di Spalatro, Michele 78 Di Stefano, Tommaso 31 Di Tommaso, Nicola 119 Di Toro, Marcello 104 Di Totto, Angelo 119 Di Tullio, Luigi 60 Dragani Vinciguerra, Lina 42 Dressel, 131 D’Ugo, Maria Pia 42

E Eisenhower, Ike 123 Ercolano, Francesco 54 Esposito, Luigi 83

F Fabio, Massimo 131 Falcucci, Piero 96 Fanelli, Umberto 119 Fanghella, Antonio 71 Fasani, 63 Favorite, Matteo 49 Febbo, Benedetta 34 Ferrara, Espedito 38 Ferri, 55 Filigrana, Pietro 119 Filopanti, Quirico (Barilli, Giuseppe) 21, 23 Fini, Tony 145 Fioravante, Marcello 45 Fiore, Beniamino 42 Fiore I, 63 Fiore II, 63 Fiore, Giulio 122 Fiore, Giuseppe 128 Fiore, Giuseppe 137 Fiore, Luciano 104 Fiore, Luigi 128 Fizzano, Michele 137 Flocco, Gennaro 119 Florio, Tommaso 128 Forte, Antonio 22 Forte, Bruno 43 Forte, Giuseppe 56

Forte, Michelina 137 Forte, Raffaele 119 Francese, Filippo, 127 Frigesy, 21 Frizzi, Fabrizio 63

G Gagliardi, 52 Galante, Luigi 119 Gallo, Giordano 60 Garibaldi, Anita (Ribeiro Da Silva, Anna Maria) 23 Garibaldi, Giuseppe 19, 20, 21, 22, 23 Garibaldi, Manlio 48, 65 Garibaldi, Menotti 21, 22, 23 Garrucci, Raffaele 131 Gedda, Luigi 117 Genova – Rulli, (famiglia) 18 Gerini, Maria Pina 69 Giacomucci, Raffaele 107 Giampietro, (famiglia) 127 Giampietro, Giuseppina 113 Giangrande, Leonardo 137 Giangrande, Nicola 137 Giannella, Maria Carmela 78 Gileno, Alessia 52 Gileno, Antonio 122 Gileno, Dario 68 Gileno, Tommaso 128 Giovannelli, Vincenzo 34, 126 Giovanni Paolo II, 49 Giovine, Vittorio 115 Giuliani, Franco 45 Giulio, Cesare 131 Gizzi, Giovanna 137 Gozzano, Guido 135 Greco, Maria 86 Gregorovius, Ferdinand 20, 131 Grimoaldo IV, 131 Gualà, Michele 119 Guastadisegni, Antonino 83

H Hemingway, Ernest 82 Hombert, Adolfo 75 Hombert, Bianca 75 Hombert, Leontina 75

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I Iacobitti, Gianni 129 Iacobucci, Michele 68 Iacobucci, Nicola 52 Iacovitti, Antonietta 104 Ialacci, Antonio 119 Ialacci, Giuseppe 137 Ialacci, Giuseppe 137 Ivoi, Antonio 65

L Laccetti, Beniamino 35 Laccetti, Carlo 113 Laccetti, Filippo 44 Laccetti, Valerico 76, 108 Lalli, Giuliano 106 Lalli, Giuseppe 128 Lalli, Ivana 106 La Palombara, Nicola 119 Lapenna, Luciano 86 Laporese, Domenico 128 Larcinese, Domenico 31 Lattanzio, Michele 127 Lattanzio, Filandro 48 La Verghetta, Antonio 112 La Verghetta, Francesco 107 La Verghetta, Agostino 137 La Verghetta, Antonio 137 La Verghetta, Francesco 137 La Verghetta, Giuseppe 137 La Verghetta, Luigi 137 La Verghetta, Luigi 137 La Verghetta, Michele 137 La Verghetta, Nicola 137 La Verghetta, Nicola 137 La Verghetta, Sebastiano 137 La Verghetta, Vincenzo 137 La Verghetta, Vincenzo 137 La Viola, Maria Nicola 137 Le Gray, Gustave 22 Leonzio, Generoso 45 Leopardi, 63 Liberatore, Nicolino 46 Litterio, Pasquale 97 Lo Gatto, 35 Luciani, Armando 119 Lupi, Angelo 35

M Macario, (famiglia) 127 Maccione, Francesco 137

Maciano, Diego 80 Madonna, (famiglia) 127 Malatesta, Giovanni 54 Malatesta, Nicola 83 Malatesta, Nicola 116 Mancinelli, Giovanni 137 Mancini, Alberto 49 Mancini, Onorio 26 Manzitti, Mariapia 42 Marcello, Gino 104 Marcello, Grazietta 68 Marcello, Vincenzo 78 Marchesani, Alfonso 75 Marchesani, Antonio 113 Marchesani, Carlo 96 Marchesani, Luciano 38 Marchesani, Luigi 73 Marchesani, Meny 75 Marchesani, Nicola 119 Marchesani, Pietro 119 Marchesani, Pietro 141 Marcone, Giuseppe, 23 Marcovecchio, Graziano 112 Marcovecchio, Manuele 112 Marino, Domenico 98 Marino, Luigi 119 Marino, Victor 83 Marinucci, Antonio 119 Marinucci, Carlo 29 Marinucci, Filippo 29 Marinucci, Giovanni 29 Marinucci, Giuseppe 29 Marinucci, Luigi 29 Marinucci, Nicola 119 Marinucci, Vincenzo 119 Mariotti, Giacinto 26 Marrocco, Giuseppe 137 Marrocco, Grazia 137 Marrocco, Nicola 137 Marrocco, Paolo 137 Marrollo, Antonella 34 Marrollo, Calogero 42, 73 Marrollo, Gianfranco 96 Martella, Luigi 48, 81 Martella, Nicola 79, 114 Martella, Paolo 119 Martini – Ravielli (compagnia) 54 Martone, Paolo 136, 137, 138, 139, 140, 141 Masciarelli, (famiglia) 127

Mascioli, Davide 79 Massone, Michele 119 Mastrovincenzo, Nicola 34 Matassa, Angelo 128 Mattioli, Nicola 119 Mattioli, Raffaele 23 Mayo, Uranio 113 Melle, Carlo 128 Menna, Francesco 119 Menna, Giuseppe 34, 65 Menna, Grazia 26 Menna, Nicolino 64 Menna, Nicolino 119 Menna, Rocco 119 Merlin, Lina 135 Metivecchia, Antonio 79 Micheli, 35 Miele, Michele 48, 65 Milano, Rosa 26 Mileno, Carmine 137 Mileno, Cesario 119 Mileno, Diego 137 Mileno, Fioravante 137 Mileno, Giovanni 137 Mileno, Giuseppe 137 Mileno, Sante 137 Mileno, Vincenzo 49, 63 Miscione, Angelo 140 Miscione, Francescopaolo 119 Miscione, Nicola 83 Miscione, Vincenzo 140 Molino, Alessandra 86 Molino, Barbara 68 Molino, Filippo 87 Molino, Filomena 137 Molino, Francesco Paolo 42 Molino, Giovanna 78 Molino, Giuseppe 119 Molino, Levino 36 Molino, Lucia 60 Molino, Maria 36 Molino, Massimo 97 Molino, Michela 36 Molino, Nicola 128 Molino, Rodolfo 119 Momai, Tito 79 Mommsen, Teodoro 131 Monteferrante, Antonio 49 Monteferrante, Aureliano 19, 23 Monteodorisio, Antonio 119

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Montgomery, Bernard Law 123 Morasca, Nicola 119 Morelli, Gustavo 107 Moretti, 71 Moscato, Lucio 122 Moschetti, (famiglia) 17 Muratore, Achille 65 Muratore, Luigi 119 Muratore, Michele 96 Murolo, Luigi 86 Muzii, Enrico 116

Palazzo, Michele 128 Palazzoli, Giovanni 137 Palizzi, Felicia 27 Palizzi, Filippo 27, 47, 63, 75, 81 Palmieri, Ligeia 21, 22, 23 Palmili, Carlo 140, 141 Palombo, Franco 34 Palucci, Ennio 38 3DQGROĂ€ 5RVDQQD Pantini, Romualdo 57 Paolini, Adriano 97 N Paolucci, Raffaele 35, 99 Naglieri, Nicola 125 Papa, 113 Nanni, Eleonora 26, 34, 42, 52, Passerotti, Antonio 137 60, 68, 78, 86, 96, 104, 112, Pelilli, Angelo 137 122, 148 Pellegrini Franca, 73 Napoleone, Giuseppe 119 Peluzzo, Antonio 137 Napolitano, Antonio 119 Peluzzo, Giuseppe 137 Napolitano, Giorgio 116 Peluzzo, Nicola 137 Napolitano, Luigi 119 Peluzzo, Paolo 137 Napolitano, Michele 119 Pennetta, Angela 60 Nasci, Giuseppe 35 Pensa, Alessandro 146, 147 Nasci, Luigi 35 Pepe, Ada 52 Natale, Nicola 26 Perez, Giselle 83 Natarelli, Nicola 119 Perla, Antonio 119 Nenna, Antonio 37 Perosi, Lorenzo 99 Nocciolino, Antonio 60 Perrozzi, Giuseppe 119 Nocelli, Maria 62 Perrozzi, Maria Livia 47 Notarangelo, Lorena 100 Perrozzi, Nicola 128 Notarangelo, Michele 52, 100 Perrozzi, Pietro 119 Notarangelo, Teodoro 100 Petrilli, Elios 128 Notaro, 63 Petroro, Crescenzo 107 Novembre, Michele 119 Petroro, Gianni 112 Nunziante, Vito 69 Petroro, Silvio 122, 144 Petroro, Tommaso 119 O Piccirilli, Rino 104 Oliva, 71 Pietrocola, Carlo Maria 22 Olivieri, Enrico 112 Pietrocola, Giuseppe 80 Olivieri, Francesco 29 Piccirilli, Felice 117 Orlandi, 63 Piccirilli, Valentino 107 Orlando, Vittorio Emanuele Pio IX, 22 113 Pirro, 131 Orticelli, Francesco Paolo 119 Piva, 63 Osidio, Oplaco 131 Polidori, Francesca 57 Ottaviano, 94 Pollutri, Michele 65 Ottaviano, Nicola 68 Pompeo Magno, 131 Pomponio, Francesco 140 P Pontillo, Antonietta 78 Pontillo, Concetta 26 Paglione, Giulio 42 Pontillo, Francesco 86 Palazzo, Giuseppe 43, 78

Pontillo, Tindaro 34 Ponza di S. Martino, Gustavo 20 Potenza, Donato 119 Prospero, Antonio 122 Provana, Caterina 104 Pudente, Lucio Valerio 131 Puglia, Salvatore 87

R Raimondi, Giuseppe 80 Ranghelli, Raffaele 22 Raspa, Antonietta 137 Raspa, Gaetano 137 Raspa, Giacinto 137 Raspa, Giuseppe 137 Raspa, Giuseppe 137 Raspa, Grazia 137 Raspa, Luigi 137 Raspa, Michele 137 Raspa, Nicola 93 Raspa, Paolo 137 Rastelli, Gianfranco 86 Ratta, Joe 145 Reale, Agostino 128 Reale, Giuseppe 137 Reale, Nicola 137 Reale, Pietro 119 Reale, Sante 137 Reino, Antonio 79 Renzulli, Matteo 83 Ricchezza, Francesco 137 Ricci, Filippo senior 19 Ricci, Filippo junior 19 Ricci, Gaetano 19 Ricci, Giuseppe 19, 20, 21, 22, 23 Ricci, Luigi 19, 20, 22, 23 Ricci, Rosa 20 5LGROĂ€ Rinaldi, 127 Rispoli, Alessandro 83 Ritucci Chinni, Florindo 35, 48, 79 Ritucci Chinni, Franz 122 Roberti, Francesco 113 Roberti, Roberto 113 Rocchio, Ennio 128 Rogges, 113 Roisecco, Ettore 119 Romano, Luigi 137 171

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Rondinella, P. 21 Ronzitti Trucchetto, 29 Ronzitti, 48 Ronzitti, Carlo 119 Ronzitti, Michele 68 Ronzitti, Paolo 137 Ronzitti, Teodoro 119 Ronzitti, Vittorio 49 Roselli, Giuseppe 107 Roselli, Luigi 119 Roselli, Palmerindo 128 Roserba, Angelo 119 Rossetti, Antonio 45, 47 Rossetti, Dante Gabriele 57 Rossetti, Gabriele 20, 45, 57, 113 Rovetto, Giuseppe 137 Rucci, Romeo 93 Rucci, Teresina 137 Ruggeri, Nicola 119 Russi, 71 Russi, Vincenzo 107 Russo, Lorenzo 78 Ruzzi, Carmine 119 Ruzzi, Giuseppe 119 Ruzzi, Michele 119

S Sabatini, Luigi 137 Sabatini, Pietro 137 Sabatini, Pietro 137 Sabatino, Carmine 119 Sabatino, Francesco 119 Sacchi, Patrizia 68 Salcito, Marco 97 Sallese, Luigi 119 Sallese, Luigi 137 Sanframonti, Raimondo 119 Sangiovanni, Erminio 128 Santarelli, Giulio 119 Santarelli, Mario 54 Santoro, Emilio, 65 Santoro, Piero 39, 43 Santoro, Vincenzo 43 Santoro, Vincenzo 137 Saraceni, 145 Saraceni, 145 Saraceni, Antonio 119 Saraceni, Luigi 137 Saraceni, Michele 119 Saraceni, Paolo 137

Saraceni, Tommaso 119 Sarodi, Vittorio 81 Savino, Antonio 137 Savino, Domenico 137 Savino, Filomena 137 Scafetta, Michele 68 Scafetta, Nicola 137 Scampoli, Michele 119 Scampoli, Nicola 119 Scardapane, Roberto 118 Scarlato, Giuseppe 45 Scè, Saverio 107 Schieda, Andrea 60 Scipioni, Otello 124 Scoffori, Carlo 69 Scolavino, Nicola 48, 65 Scolavino, Raffaele 96 Scopa, Fernando 65 Segni, Antonio 94 Settembrini, Luigi 20, 23 Sgarbi, Mirella 107 Shakespeare, William 123 Sigismondi, Evandro 96 Silvestri, Nicola 119 Smargiassi, 129 Smargiassi, Ennio 91 Smargiassi, Gabriele 63, 81 Smargiassi, Giovanni 137 Smargiassi, Giuseppe 137 Smargiassi, Maria 139 Smargiassi, Michele 119 Smargiassi, Nicola 137 Smargiassi, Saverio 91 Smerilli, Michele 137 Soria, Cesare 119 Sorrentino, Antonio 137 Spadaccini, Dorino 122 Spadaccini, Gennaro 96 Spadaccini, Giancarlo 56 Spadaccini, Michele 42 Spadaccini, Roberto 145 Spadaccino, Tony 124 Spataro, Giuseppe 123 Spaventa, Silvio 35 Spinelli, Venceslao 75 Spinelli, Tito 71 Spinozzi, Sabbatino 137 Sputore, Alfonso 119 Stampone, Sante 22 Stan, Vittoria 60 Stella, Bruno 119

Stella, Francesco Paolo 79 Stivaletta, Luigi 31 Stivaletta, Michele 119 Stivaletta, Pasquale 38 Stivaletta, Pietro 119 Stivaletta, Sante 137 Storto, Tommaso 107 Strever, Gennaro 104 Stuart, Carlo I 88 Stuart, Enrichetta 88 Sulli, Gianluca 97 Suriani, Eduardo 118 Suriani, Pietro 114, 136, 137, 139, 140, 141

T Tabassi, 127 Tagliente, Giuseppe 29, 140 Tagliente, Ilaiza 104 Tagliente, Nadia 26 Tagliente, Vittorio sr 112 Tambelli, Giuseppe 18 Tana, Filippo 119 Tenaglia, Domenico 107 Terpolilli, Renato 128 Terzano, Francesco 107 Tessitore, Enrico 86 Tettamanti, Pasquale 65 Tiberi, Francesco Felice 43 Tiberi, Giuseppe 24 Tiberio, Giovanni 104 Tieri, Margherita 63 Tinari, 63 Torino, Carmine 137 Torino, Michele 137 Totò, 135 Traiano, Marco Ulpio 131 Traino, Nicola 86 Travaglini, Agostino 112 Trivulzio, Rosa 93 Troiani, Michelina 113 Troilo, Francesco 78 Troverelli, Carmine 113 Trovarello, 83 Tumini, Gabriele 26, 70 Tumini, Pierino 70 Turilli, Rosella 68

V Vaccari, 63 Valastro 71

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Valentinetti, Filippo 37 Valentini, Luigi 119 Valentini, Michele 78 Valentino, Cesario 137 Vallese, Antonio 137 Valzania, Eugenio 20, 21, 23 Vassetta, Gioacchino 43 Vecchiotti, Antonio 112 Verna, Francesco 119 Verre, Salvatore 61, 81 Vinciguerra, Elisabetta 42 Vinciguerra, Giuseppe 45 Vinciguerra, Giuseppe 119 Vinciguerra, Luigi 119 Vinciguerra, Nicola 22 Vinciguerra, Pietro 119

Vitale, Cesario 22 Vitelli, Eugenio 119 Vitelli, Michele 137 Vitelli, Nicola 119 Vittorio Emanuele II, 19 Vittorio Emanuele III, 113, 114 Volpi, Elena 112

Z Zaccardi, Antonio 99 Zaccaria, Carla 47 Zaccaria, Cesare 47 Zaccaria, Doroty 47 Zaccaria, Gina Maria 47 Zaccaria, Giuseppe 119

Zaccaria, Jean 47 Zaccaria, Linda 47 Zaccaria, Lucia 47 Zaccaria, Michele 47 Zaccaria, Michele 137 Zaccaria, Pamela 47 Zaccaria, Paola 47 Zaccaria, Tony 47 Zaccaria, Vittoria 47 Zanatta, Aldo 119 Zinni, Antonio 97 Zinni, Armidoro 113 Zinni, Concetta 113 Zinni, Michele 113

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Gli autori ringraziano per la collaborazione Renata D’Ardes, Giacomo De Crecchio, Occhio Magico, Le Foto di Giulia; Osvaldo Santoro e Francesco Michele Scafetta per le denominazioni dei Santi in vastese, e tutti coloro che hanno messo a disposizione il materiale anche se non pubblicato. Un grazie particolare a Luigi Murolo per il prezioso apporto.

Alla rilettura del glossario dialettale hanno partecipato i seguenti frequentanti il corso sulla /pQJD 8DĹ‹WDUpXOH tenuta dal prof. Luigi Murolo: Giuseppina Altieri, Carmela Camperchioli, Vittorio Del Casale, Davide Delle Donne, Vincenzo Di Lello, Iacopo Di Vito, Nicolino Mascitelli, Angela Molinaro, $QWRQLR 0XUDWRUH 5RVDQQD 3DROLQR 0DULD *LXVHSSLQD 6FRSD /HLOD 6HUDĂ€QL Francesco Paolo Sorgente, Tiziana Spadaccini

,O PDWHULDOH VWRULFR IRWRJUDĂ€FR q WUDWWR GDOOH FROOH]LRQL Calvano e Tagliente è vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata Edito a proprie spese dagli autori

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