Lunario 2012

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Lunarie de lu Uaťte ~ L’Almanacco dei Vastesi ~ A cura di Giuseppe Tagliente Paolo Calvano Giovanni Di Rosso

~ 2012 ~



Premessa alla dodicesima edizione La nuova veste grafica, inaugurata l’anno scorso, è piaciuta e la riproponiamo con qualche piccola variante, ma l’edizione 2012 si presenta anche con piccole pretese in più riguardo ai contenuti. Uno spazio particolare abbiamo voluto dare a due ricorrenze: il cinquantesimo anniversario di fondazione della Società Italiana Vetro (Siv), che ricade il 23 maggio, e il novantesimo della Marcia su Roma. Sulla prima, soprattutto, abbiamo cercato di ricostruire non soltanto le vicende in ordine cronologico attingendo alle cronache giornalistiche, ma di richiamare anche il particolarissimo clima che si respirava in quei giorni e di dare una interpretazione piuttosto aderente alla realtà, depurata cioè dei tanti luoghi comuni e dalla retorica a cui si è fatto ricorso in passato, riguardo all’identikit dei protagonisti ed al ruolo da ciascuno di essi realmente esercitato in quella straordinaria stagione che cambiò letteralmente la faccia alla Città ed al territorio circostante. Ne consigliamo la lettura a chi vive oggi al rovescio quelle situazioni, alle persone cioè della politica, dell’imprenditoria, della cultura, sulle cui spalle pesa la responsabilità di dover trovare soluzioni alla crisi industriale ed economica che interessa oggi l’Italia e queste contrade. L’altra ricorrenza concerne un avvenimento anch’esso autenticamente “rivoluzionario”, e cioè la nascita del Fascismo, visto ovviamente dall’angolo visuale della piccola realtà cittadina degli anni Venti. Ne forniamo qualche cenno con articoli tratti dalla stampa dell’epoca ed alcune fotografie inedite e notizie di prima mano, sottratte alla damnatio memoriae eretta intorno ad esse anche da queste nostre parti e che ancora dura nonostante sia quasi passato un secolo. Prima di chiudere questa premessa ci corre, come si suol dire, però l’obbligo di ringraziare le tante persone che spontaneamente ed incessantemente ci riforniscono durante tutto il corso dell’anno di notizie, fotografie, aneddoti, curiosità e di quant’altro rende possibile la realizzazione di questo Lunario e che sono in pratica i veri autori di questo volume. Ad essi lo dedichiamo con tanto affetto. Buona lettura. Gli autori Novembre 2011

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Cantina San Michele Arcangelo Vasto dal 1972 “quarant’anni di promozione e di qualità sul del territorio” C.da Difenza - Vasto (CH) Tel. 0873.310122 - 0873.310040


Feste e ricorrenze dell’anno Feste religiose e civili 1 gennaio, Capodanno 6 gennaio, Epifania del Signore 25 aprile, Festa della Liberazione 1 maggio, Festa del Lavoro 2 giugno, Proclamazione della Repubblica 15 agosto, Ferragosto 29 settembre, Il Patrono San Michele 1 novembre, Ognissanti 8 dicembre, Immacolata Concezione 25 dicembre, Natale del Signore 26 dicembre, Santo Stefano

Feste mobili Giubileo vastese, 15 gennaio Martedì grasso, 21 febbraio Ceneri, 22 febbraio Sacra Spina, 30 marzo Pasqua, 8 aprile Lunedì dell’Angelo, 9 aprile Madonna dell’Incoronata, 20 aprile Madonna della Penna, 27 aprile Pentecoste, 27 maggio Corpus Domini, 10 giugno Madonna delle Grazie, 1 luglio San Lorenzo, 9 settembre

Calendario Astronomico

Gennaio Il 3 il Sole si leva alle ore 7.38 e tramonta alle 16.51. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.36 e tramonta alle 17.03. Il 27 il Sole si leva alle ore 7.28 e tramonta alle 17.18. Fasi lunari: Luna calante dal 9 al 23. Luna crescente dall’1 al 9 e dal 23 al 31. Luna nuova lunedì 23. Primo quarto lunedì 2 e martedì 31. Luna piena lunedì 9. Ultimo quarto lunedì 16. Febbraio Il 3 il Sole si leva alle ore 7.21 e tramonta alle 17.27. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.11 e tramonta alle 17.38. Il 27 il sole si leva alle ore 6.49 e tramonta alle 17.57. Fasi lunari: Luna calante dal 7 al 21. Luna crescente dall’1 al 7 e dal 21 al 29. Luna nuova martedì 21. Primo quarto mercoledì 29. Luna piena martedì 7. Ultimo quarto martedì 14. Marzo Il 3 il Sole si leva alle ore 6.41 e tramonta alle 18.03. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.21 e tramonta alle 18.17. Il 27 il Sole si leva alle ore 6.01 e tramonta alle 18.30. Fasi lunari: Luna calante dall’8 al 22. Luna crescente dall’1 all’8 e dal 22 al 31. Luna nuova giovedì 22. Primo quarto giovedì 1 e venerdì 30. Luna piena giovedì 8. Ultimo quarto giovedì 15. Aprile Il 3 il Sole si leva alle ore 5.49 e tramonta alle 18.38. Il 15 il Sole si leva alle ore 5.29 e tramonta alle 18.51. Il 27 il Sole si leva alle ore 5.11 e tramonta alle 19.05. Fasi lunari: Luna calante dal 6 al 21. Luna crescente dall’1 al 6 e dal 21 al 30. Luna nuova sabato 21. Primo quarto lunedì 30. Luna piena venerdì 6. Ultimo quarto venerdì 13. Maggio Il 3 il Sole si leva alle ore 5.03 e tramonta alle 19.11. Il 15 il Sole si leva alle ore 4.50 e tramonta alle 19.24. Il 27 il Sole si leva alle ore 4.40 e tramonta alle 19.35. Fasi lunari: Luna calante dal 6 al 21. Luna crescente dall’1 al 6 e dal 21 al 31. Luna nuova lunedì 21. Primo quarto lunedì 28. Luna piena domenica 6. Ultimo quarto sabato 12.


Giugno Il 3 il Sole si leva alle ore 4.36 e tramonta alle 19.40. Il 15 il Sole si leva alle ore 4.34 e tramonta alle 19.47. Il 27 il Sole si leva alle ore 4.37 e tramonta alle 19.49. Fasi lunari: Luna calante dal 4 al 19. Luna crescente dall’1 al 4 e dal 19 al 30. Luna nuova martedì 19. Primo quarto mercoledì 27. Luna piena lunedì 4. Ultimo quarto lunedì 11. Luglio Il 3 il Sole si leva alle ore 4.40 e tramonta alle 19.49. Il 15 il Sole si leva alle ore 4.48 e tramonta alle 19.43. Il 27 il Sole si leva alle ore 4.59 e tramonta alle 19.33. Fasi lunari: Luna calante dal 3 al 19. Luna crescente dall’1 al 3 e dal 19 al 31. Luna nuova giovedì 19. Primo quarto giovedì 26. Luna piena martedì 2. Ultimo quarto mercoledì 11. Agosto Il 3 il Sole si leva alle ore 5.06 e tramonta alle 19.26. Il 15 il Sole si leva alle ore 5.18 e tramonta alle 19.10. Il 27 il Sole si leva alle ore 5.31 e tramonta alle 18.51. Fasi lunari: Luna calante dal 2 al 17. Luna crescente dall’1 al 2 e dal 17 al 31. Luna nuova venerdì 17. Primo quarto venerdì 24. Luna piena giovedì 2 e venerdì 31. Ultimo quarto giovedì 9. Settembre Il 3 il Sole si leva alle ore 5.38 e tramonta alle 18.40. Il 15 il Sole si leva alle ore 5.50 e tramonta alle 18.19. Il 27 il Sole si leva alle ore 6.03 e tramonta alle 17.58. Fasi lunari: Luna calante dall’1 al 16. Luna crescente dal 16 al 30. Luna nuova domenica 16. Primo quarto sabato 22. Luna piena domenica 30. Ultimo quarto sabato 8. Ottobre Il 3 il Sole si leva alle ore 6.09 e tramonta alle 17.48. Il 15 il Sole si leva alle ore 6.23 e tramonta alle 17.28. Il 27 il Sole si leva alle ore 6.37 e tramonta alle 17.10. Fasi lunari: Luna calante dall’1 al 15 e dal 29 al 31. Luna crescente dal 15 al 29. Luna nuova lunedì 15. Primo quarto lunedì 22. Luna piena lunedì 29. Ultimo quarto lunedì 8. Novembre Il 3 il Sole si leva alle ore 6.45 e tramonta alle 17.01. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.00 e tramonta alle 16.49. Il 27 il Sole si leva alle ore 7.14 e tramonta alle 16.41. Fasi lunari: Luna calante dall’1 al 13 e dal 28 al 30. Luna crescente dal 13 al 28. Luna nuova martedì 13. Primo quarto martedì 20. Luna piena mercoledì 28. Ultimo quarto martedì 20. Dicembre Il 3 il Sole si leva alle ore 7.20 e tramonta alle 16.39. Il 15 il Sole si leva alle ore 7.31 e tramonta alle 16.40. Il 27 il Sole si leva alle ore 7.37 e tramonta alle 16.46. Fasi lunari: Luna calante dall’1 al 13 e dal 28 al 31. Luna crescente dal 13 al 28. Luna nuova giovedì 13. Primo quarto giovedì 20. Luna piena venerdì 28. Ultimo quarto giovedì 6.


CARTA D’IDENTITÀ Nome Vasto (Istonio dal 1938 al 1944) Città dal 30 marzo 1710 Denominazione antica Histonium Altitudine 143 m. s.l.m. Superficie 70,63 Kmq Denominazione abitanti vastesi, localmente uaštarúli Numero abitanti Maschi 19.875 - Femmine 20.866 Tot. 40.741 al 30/9/2011 Famiglie anagrafiche 15.676 Convivenze 21 Provincia Chieti Economia a prevalenza industriale, commerciale e turistica Santo Patrono San Michele Arcangelo (dal 1827 con breve papale di Leone XII)

Gemellata con Perth (W.A.) dal 1989


Sindaci dall’Unità d’Italia 1860 1868 1876 1878 1897 1897 1919 1920 1921 1924 1934 1937 1941

- 1866 - 1876 - 1878 - 1896 - 1919 - 1920 - 1921 - 1923 - 1933 - 1935 - 1940 - 1942

Filoteo D’IPPOLITO Silvio CICCARONE Senior Carlo NASCI Francesco PONZA Luigi D’ALOISIO Luigi NASCI Gelsomino ZACCAGNINI Filoteo PALMIERI Florindo RITUCCI CHINNI Pietro SURIANI Gaetano DEL GRECO Erminio SCARDAPANE Francescopaolo GIOVINE

1942 - 1943 1943 - 1944 1944 - 1945 1946 - 1955 1955 - 1956 1956 - 1962 1962 - 1973 1973 - 1979 1979 - 1993 1994 - 2000 2000 - 2001 2001 - 2006 2006 -

Silvio CICCARONE Junior Emilio ZARA Giuseppe NASCI Florindo RITUCCI CHINNI Olindo ROCCHIO Idiano ANDREINI Silvio CICCARONE Junior Nicola NOTARO Antonio PROSPERO Giuseppe TAGLIENTE Giovanni BOLOGNESE Filippo PIETROCOLA Luciano LAPENNA

L’Amministrazione Comunale

Sindaco: Luciano Lapenna Giunta: Lina Marchesani, Marco Marra, Fiorentino Mario Olivieri, Antonio Spadaccini, Vincenzo Sputore, Anna Suriani, Nicola Tiberio Segretario Generale: Rosa Piazza Consiglio: Maria Amato, Elio Baccalà, Gabriele Barisano, Andrea Bischia, Paola Cianci, Francesco Paolo D’Adamo, Davide D’Alessandro, Antonio Del Casale, Mauro Del Piano, Mario Della Porta, Nicola Del Prete, Massimo Desiati, Giuseppe Forte, Guido Giangiacomo, Simone Lembo, Luigi Marcello, Manuele Marcovecchio, Luigi Carmine Masciulli, Francesco Menna, Domenico Molino, Massimiliano Montemurro, Corrado Franco Sabatini, Etelwardo Sigismondi, Maurizio Vicoli Dirigenti: Simona Di Mascio (Servizi Interni),Vincenzo Marcello (Servizi Demografici e Sociali), Michele D’annunzio (Servizi Culturali), Roberto D’Erminio (Lavori Pubblici), Caterina Barbato (Istituzione Servizi sociali), Orlando Carusi (Polizia Urbana)

A.S.L

Direttore Generale: Francesco Zavattaro. Direttore Amministrativo: Silvia Cavalli. Direttore Sanitario: Amedeo Budassi

Magistratura:

Presidente Tribunale: Antonio Sabusco. Procura della Repubblica: Francesco Prete

Forze dell’Ordine

Commissariato Polizia di Stato: Cesare Ciammaichella. Compagnia Carabinieri: Giuseppe Loschiavo Tenenza Guardia di Finanza: Luigi Minnitti. Ufficio Locale Marittimo: Daniele Di Fonzo Distaccamento Vigili del Fuoco: Cosimo Colameo. Corpo Forestale dello Stato: Domenico Racciatti

Parrocchie

Concattedrale di S. Giuseppe: Gianfranco Travaglini. S. Maria Maggiore: Domenico Spagnoli S. Pietro in S..Antonio: Stellerino D’Anniballe. S. Paolo Apostolo: Gianni Sciorra S. Maria Incoronata: Eugenio di Gianberardino. S. Maria del Sabato Santo: Massimo D’Angelo Stella Maris: Luigi Stivaletta. S. Giovanni Bosco: Francesco Pampinella S. Lorenzo: Antonio Bevilacqua. S. Marco Evangelista: Luigi Smargiassi

Dirigenti Istituzioni scolastiche

Liceo Classico “L.V. Pudente” , Istituto d’Arte e Istituto Magistrale “R. Pantini”: Letizia Daniele Liceo Scientifico “R. Mattioli”: Silvana Marcucci. Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “F. Palizzi”: Nino Fuiano Istituto Tecnico Industriale “E. Mattei”: Rocco Ciafarone. Scuola Media “G. Rossetti”: Letizia Stangarone Scuola Media “R. Paolucci”: Maria Cauli. 1º Circolo Didattico “G. Spataro”: Rocco Di Scipio 3º Circolo Didattico: Maria Pia Di Carlo


50 anni fa la Siv La notizia del rinvenimento di un ricco giacimento di metano a Cupello circolava in alcuni ambienti già da molti mesi, ma scosse con l’effetto di un terremoto la pigra società contadina di allora quando venne confermata nel corso di una trasmissione televisiva del 12 aprile 1961 da Enrico Mattei in persona1. La consapevolezza che quei due milioni e mezzo di m3 al giorno sotto i piedi, come si diceva, avrebbero potuto rappresentare, come lo stesso presidente dell’Eni mostrava di credere, l’occasione per cambiare il tenore di vita generale della popolazione divenne l’argomento di un dibattito nel quale si evidenziarono subito posizioni contrapposte tra chi riteneva che il metano dovesse essere “merce di scambio” per ottenere dallo Stato opere infrastrutturali a lungo Enrico Mattei

1) Enrico Mattei (1906-1962). Sul personaggio esiste una vastissima bibliografia. Per un profilo sul suo rapporto con Vasto e con alcuni vastesi illustri contemporanei si rinvia a « Lunarie de lu Uašte, ovvero L’almanacco dei Vastesi », 2006, pagg.15-19. 2) Interessante a tal proposito un articolo apparso il 15 aprile 1961 su «Il Tempo» , a firma del corrispondente locale Giuseppe Catania ed intitolato “Primi Commenti sugli enormi vantaggi di un metanodotto dall’Abruzzo all’Umbria”. In esso, con riferimento proprio all’annuncio dato nella conferenza stampa di Enrico Mattei, si legge testualmente: “ Nella zona del Vastese […] il metano è una realtà. Questa inesauribile fonte di ricchezza naturale tende ad assumere una importanza inaspettata per la scoperta di altri giacimenti metaniferi nel territorio di Cupello a una profondità media di 1.000 -1.800 metri con tracce notevoli di gasolina. Si è parlato del progetto per la costruzione di un metanodotto tra San Salvo e Terni e non se ne può non vedere l’utilità, collergando quello già eseguito a Cellino Attanasio-Teramo posto in relazione alla successiva realizzazione Pescara –Bussi. L’attuazione del gasdotto Vasto-Terni non sarebbe che il completamento della rete che unisce queste fonti di nuove e preziose energie per la regione. Qui hanno sviluppo proporzionalmente maggiore che in altre regioni d’Italia industrie che abbisognano di una rilevante quantità di calore. Dei vantaggi economici beneficerebbero i complessi industriali della Montecatini, le fornaci di laterizi a ciclo continuato di lavorazione, l’industria del tabacco che è in gran parte basata sul calore per l’essiccazione e il condizionamento. I commerci e i trasporti trarrebbero vantaggio, peraltro, per la ripresa generale degli affari connessi con i ribassi dei costi di produzione e il maggior potere di acquisto dei lavoratori. Vasto e il suo territorio potrebbero vedere finalmente realizzata una vecchia aspirazione: la Superstrada Vasto-Napoli per allacciare i due porti e per consentire lo scambio dei prodotti tra i due bacini; la definitiva costruzione della diga sul fiume Trigno per la produzione di energia elettrica che unita al metano del sottosuolo costituisce la ricchezza necessaria per eliminare la depressione in atto in tutto il settore del lavoro umano”. 3) Istituto Abruzzese di Ricerche e Sviluppo. L’insediamento Siv nel Vastese, analisi territoriale ed economica. Ed. Iares, Chieti 1993. Il decremento demografico nel decennio 1951/1961 registra un -10,1% contro un valore medio provinciale del -6,60% e regionale del -5,60%. 4) Istituto Abruzzese di Ricerche e Sviluppo, op. cit. La mortalità riferita al periodo in esame è del 9,89 % ,superiore sia al valore medio provinciale del 9,49% che a quello regionale del 9,68%. 5) Istituto Abruzzese di Ricerche e Sviluppo, op. cit. Il fenomeno migratorio

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verso l’estero si attesta sul 27,65% che arriva però a punte del 55,28 % a Torino di Sangro, del 51,46% a Carunchio, del 46% a Schiavi d’Abruzzo. Il fenomeno migratorio vede un generale spopolamento (18,69%) delle zone interne soprattutto verso Vasto, in particolare, che registra nel periodo un aumento del 32,69%. 6) Istituto Abruzzese di Ricerche e Sviluppo, op. cit. Sotto l’aspetto del livello d’istruzione la percentuale degli analfabeti nel Vastese è del 19,58%, in confronto a valori medi provinciali e regionali rispettivamente del 16,12% e del 13,04%. Il dato è dovuto soprattutto ai picchi del 33,55% a Monteodorisio, del 28,50% a Schiavi d’Abruzzo e del 26,16% a Dogliola. Soltanto Vasto (e in misura minore anche Casalbordino) si differenzia per un numero di diplomati e di laureati addirittura superiore alle medie provinciali e regionali (5,15% di diplomati rispetto al 3,41% ed al 3,77%. ed invece 1,37% di laureati rispetto allo 0,61% della provincia ed allo 0,88% dell’Abruzzo). L’elevato livello d’istruzione di Vasto deriva certamente della politica scolastica promossa nel capoluogo nel periodo fascista con la costituzione della Scuola d’Avviamento Professionale e con l’istituzione dell’Istituto Tecnico Commerciale ad indirizzo mercantile. 7) Istituto Abruzzese di Ricerche e Sviluppo, op. cit. L’agricoltura resta il principale settore economico, impiegando il 54,98% della popolazione attiva nel 1961. In alcuni comuni rappresenta quasi la sola attività produttiva. A Guilmi interessa l’81,17% degli attivi, a Pollutri il 72,81%, a San Buono il 71,74%, a Cupello il 66,75%. 8) L’episodio risale al 21 marzo del 1950. A conclusione di una una serie di scioperi indetti dai partiti della sinistra a Vasto, San Salvo e Torino di Sangro finalizzati alla richiesta dell’assegnazione delle terre disboscate a bosco Motticce, circa 150 ettari di terreno incolto nella piana del Trigno, ed a contrada Saletti nel Sangro, scesero in piazza anche quelli di Lentella per rivendicare nei confronti dei proprietari della zona un trattamento più equo per i coloni e la realizzazione di infrastrutture a servizio dell’agricoltura. A guidarli erano Cosmo Moro, Nicola Di Iorio e Pierino Sciascia, rispettivamente dirigenti della Camera Generale del Lavoro, della Federterra e del Partito Comunista. La manifestazione, protrattasi per più giorni, ebbe un drammatico epilogo quando gli scioperanti si affollarono sotto il comune, dando l’impressione di volerlo assalire. Nel pandemonio che ne seguì i sei carabinieri in servizio spararono sulla folla uccidendo Nicola Mattia, di 41 anni, e Cosmo Mangiocco di 26, e ferirono altri dieci manifestanti. 9) Il Comitato d’agitazione pro-metano si costituì il 2 giugno 1961. Ne facevano parte Costantino Antenucci, Nicola Antenucci, Giovanni Boschetti, Cesario Besca, Nicola Besca, Carlo Filippo

Cupello. Novembre 1961 occupazione della SS 86 Istonia

neglette ma importanti per lo sviluppo e chi invece chiedeva tout court lo sfruttamento del gas sul posto2. Il disagio economico e sociale di questa parte dell’Abruzzo era peraltro talmente forte in quel periodo da incoraggiare una discussione di questo tipo. Su una popolazione appena censita di 90.725 abitanti, la situazione del Vastese si caratterizzava per un significativo decremento demografico di gran lunga superiore alla media provinciale e regionale3; per una mortalità superiore in termini di confronto allo stesso contesto territoriale4; per un fenomeno migratorio rilevante sia verso l’estero che in direzione della costa5; per un livello d’istruzione tra i più bassi d’Abruzzo6 ed infine per un sistema produttivo legato ancora all’agricoltura di tipo tradizionale condotta con l’ausilio del solo nucleo familiare7. Una situazione che aveva generato forti tensioni all’inizio del decennio precedente con le lotte per l’assegnazione dei terreni di contrada Saletti a Torino di Sangro e di bosco Motticce a San Salvo, culminate, queste’ultime, con il cosiddetto “eccidio di Lentella”8. Rileggendo le cronache giornalistiche del tempo si percepiscono con esattezza i termini precisi di


quel dibattito e delle argomentazioni contrapposte, che si estesero fatalmente alla politica dividendo i partiti anche al loro interno.

Cupello. Ottobre 1961 l’occupazione del pozzo 2 dell Agip

Emblematico il caso della Democrazia Cristiana, il partito che raccoglieva la maggior parte dei consensi sul territorio, nella quale vennero a confronto (e allo scontro) spinte dettate da scelte di politica economica nazionale ed istanze localistiche alle quali si mischiarono e si sovrapposero anche rivalità correntizie e personalismi. Come spesso è storicamente accaduto, la cosidetta classe politica locale non comprese subito l’importanza che il ritrovamento dei giacimenti avrebbe potuto avere in termini di ricadute positive sul territorio e non sarebbe neanche intervenuta sui vertici governativi se non avesse dovuto fare ben presto i conti con

Cupello. Momenti della marcia di protesta e degli scontri con le forze dell’ordine

le aspettative che spontaneamente maturarono dal basso con la costituzione di un Comitato di agitazione che si prefiggeva di impedire che il metano venisse portato a Roma o a Terni9. Ad animarlo erano giovani intellettuali e professionisti cupellesi, i quali

Boschetti, Enrico Di Stefano, Andrea Di Stefano, Leo Di Stefano, Alfonso Di Stefano, Antonio Esposito, Fulgenzio Fabrizio, Guido Fabrizio, Renato Fabrizio, Antonio Marcovecchio, Angelo Muzii, Antonio Ricciardi, Giovani Roselli. A presiederlo venne indicato Renato Fabrizio. 10) Furio Cicogna (1891-1976), presidente di Assolombarda, poi di Confindustria e presidente della Bocconi che portò a livelli di importanza internazionali. 11) L’Unità, 8 giugno 1961. “Una imponente manifestazione unitaria, alla quale ha partecipato la intera popolazione, ha avuto luogo a Cupello per rivendicare lo sfruttamento in loco dei rilevanti giacimenti metaniferi scoperti nell’agro del comune. Centinaia e centinaia di contadini, bottegai, artigiani, operai e di tutte le categorie, agitando decine di cartelli, hanno percorso le strade del paese per raccogliersi nella piazza principale, ove hanno parlato i rappresentanti del Comitato di agitazione di cui fanno parte i vari partiti e delle associazioni. Hanno preso la parola il prof. Guido Fabrizio del Pci, il dottor Marcovecchio e il prof. Muzii della Dc e il dott. Antenucci, indipendente…” Il Tempo, 12 giugno 1961. Il Comitato di agitazione costituitosi a Cupello nei giorni scorsi, nella serata di oggi ha organizzato una nuova manifestazione popolare lungo le strade del paese per lo sfruttamento in loco del prezioso minerale rinvenuto. Alla manifestazione popolare è seguito un pubblico discorso nella principale piazza cittadina, nel corso del quale il dott. Antonio Marcovecchio, è tornato nuovamente a sancire il diritto di Cupello al futuro benessere che il metano apporterà all’economia della nostra regione e della nostra provincia. Il comitato sta quindi difendendo attivamente il prodotto, rinvenuto in gran parte nel territorio di Cupello, per la creazione di posti di lavoro per i lavoratori di quella cittadina. […] ll consiglio comunale di Cupello, intanto, riunito in seduta straordinaria questa sera, ha approvato un Odg in cui, fra l’altro, si chiede: la utilizzazione del metano nel territorio di Cupello e negli agri vicini; l’istituzione di corsi di qualificazione per operai ed impiegati, la costituzione di un consorzio per creare le infrastrutture necessarie nei comuni interessati, l’inclusione della zona di Cupello nei piani quadriennali per lo sviluppo industriale da parte dell’Eni e dell’Iri. 12) Il Tempo, 8 ottobre 1961, (Sandro Salvatori). “…Oggi nel pomeriggio sulla piazza di Cupello la protesta, l’invocazione, la supplica, sono state ribadite con accenti più decisi, più calorosi, quasi disperati. L’incertezza del tempo non ha impedito che molta folla si radunasse attorno al prof. Angelo Muzii, che ha parlato a nome del comitato cittadino e sottolineasse con applausi e alto vociare i passi più salienti del patetico, ma energico appello nei confronti del Parlamento, del Governo e

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dell’Ente Nazionale Idrocarburi […]” Il Messaggero, 9 ottobre 1961. “Grande manifestazione di protesta a Cupello in merito alla utilizzazione del metano con una marcia popolare verso il “pozzo di Cupello 2”. La Polizia ha cercato di fermare i dimostranti ci sono stati dei tafferugli con tre contusi. Il cordone della polizia non ha resistito alla folla di circa 4000 persone le quali hanno occupato il pozzo “ Agip Cupello 2”. Sul pozzo sono stati posti cartelli inneggianti al metano e alla difesa del prodotto, cioè “il metano è di Cupello e resterà a Cupello”, “ Vogliamo industrie a Cupello”. Ci sono stati sbarramenti stradali creati dai dimostranti, La polizia con camionette non è riuscita a fermare la grande marcia di popolo che ha dimostrato i suoi sentimenti e la sua decisione di difendere il metano e il diritto del paese alla utilizzazione del metano in loco. Questa dimostrazione è seguita ad un pubblico comizio tenuto nella piazza cittadina a cui partecipavano numerosi cittadini di Cupello e dei paesi vicini, Vasto, Lentella, Furci, Monteodorisio ed altri comuni […] ” 13) Il Tempo, 3 novembre 1961 (Nicola Di Stefano) Barricate e feriti a Cupello in una manifestazione per il metano. “Quanto non è accaduto ieri, si è verificato oggi. La notizia che il ministro Colombo aveva annunciato alla Camera che il 50% del metano rinvenuto a Cupello sarebbe stato utilizzato a fini industriali dello Abruzzo, ma non nella zona dove sono ubicati i giacimenti, era giunta ieri in paese insieme con i giornali. Era la notizia che gli attivisti sindacali e gli esponenti politici della zona si attendevano e che i cupellesi temevano: dalla lettura dell’annuncio alla organizzazione di una ennesima, violenta manifestazione di piazza sono passate poche ore. Un migliaio di persone si radunavano sotto la residenza municipale protestando per la decisione e, poco dopo, il sindaco riceveva una commissione di dimostranti alla quale assicurava che aveva preso le debite iiniziative per chiedere l’intervento degli organi governativi. Alla folla esagitata non bastavano queste assicurazioni, e i CC hanno faticato non poco a neutralizzare “l’assedio” al municipio. […] Oggi, invece, la dimostrazione di piazza, ha avuto più spiacevoli e gravi conseguenze. […] Ciò è accaduto oggi a Cupello, con conseguenze che, al momento in cui telefoniamo, è ancora difficile valutare. Tra l’altro, il sindaco è stato preso come “ostaggio” , dai dimostranti: lo rilasceranno soltanto quando saranno date loro assicurazioni precise. […] I primi incidenti si sono verificati in mattinata. Un corteo di dimostranti, circa 4000 persone, fatte affluire anche dalle frazioni vicine, si è recato sotto l’abitazione del sindaco, per reclamare il suo intervento. Le urla erano assordanti. Le invocazioni che

Emilio Colombo, Ministro dell’Industria e del commercio all’epoca dei fatti di Cupello

nel documento fondativo dell’organismo individuarono subito richieste che oggi definiremmo “non negoziabili”: l’utilizzazione in loco di almeno 2/3 del metano erogato dal giacimento; la creazione di una grande industria di Stato per avviare un processo di industrializzazione sul posto; l’istituzione di corsi di qualificazione per la manodopera locale. L’azione del Comitato, all’inizio rivolta a sensibilizzare i partiti sulla opportunità di superare ogni barriera per creare un fronte comune di sostegno alle proposte avanzate, si scontrò però ben presto con la sufficienza con cui le segreterie locali dei partiti guardavano a questo gruppo nel tentativo di marginalizzarne l’importanza ed il ruolo. A vanificare le aspettative che si erano comunque create nella popolazione, intervenne la notizia della decisione del ministro dell’Industria, Emilio Colombo, di escludere l’Abruzzo dalla istituzione dei comitati per la formulazione dei piani di sviluppo industriale, e le dichiarazioni dell’allora presidente di Confindustria, Furio Cicogna10, che in un convegno Spataro e Gaspari a braccetto con Giovanni Leone


Il senatore Vincenzo Bellisario Salvatore Pisarri, vastese, stretto collaboratore di Mattei e firmatario dell’atto di costituzione della Siv

più frequentemente ricorrevano erano queste: “vogliamo solo per noi il metano, vogliamo industrie a Cupello, il metano non deve essere rubato”. Il Tempo, 4 novembre 1961, (Giuseppe Falcucci) Bloccate dai dimostranti le strade d’accesso a Cupello “Telefoniamo da Cupello, dove ci troviamo letteralmente prigionieri . Da alcune ore, infatti, nessuna macchina può entrare o uscire dalla cittadina, attraversare le strade interne o la statale per Napoli. Tra uno schieramento di polizia e di CC, che presiedono anche i pozzi metaniferi, paracarri divelti, alberi, gomme bruciate, grosse pietre, pali della luce, cespugli sradicati e chi più ne ha più ne metta, costituiscono posti di blocco invalicabili, dislocati a tratti intermittenti sulla nazionale, dove il traffico è completamente paralizzato. […] Ricordate la “rivoluzione borghese” di Sulmona e quella “proletaria” di Lentella? Bene: a Cupello c’è la “rivoluzione” di tutti, nel senso che tutti, indistintamente: operai, professionisti, contadini, uomini, donne, bambini sono in piazza, solidali e compatti. […]” L’Unità, 4 novembre 1961, (Antonio Ciancio) Bloccato Cupello per il metano “La polizia è presente in forza da ieri qui, a Cupello. Se degli scontri non si sono verificati, nonostante che gli animi siano sempre più accesi […]ciò lo si deve al senso di responsabilità della popolazione e alla presenza, in primo luogo, dei comunisti. I comunisti hanno proposto la riunione immediata del Comitato di agitazione e l’invio di una delegazione unitaria a Roma, al Consiglio provinciale di Chieti ed ai Consigli dei paesi vicini. “ Il Messaggero, 4 novembre 1961, (Guido Polidoro) Nuovi scontri a Cupello tra dimostranti e Polizia “[…] al suono delle campane a storno, un migliaio di persone si è ammassata agli incroci stradali bloccando nuovamente il traffico sulla statale 86 Istonia. […] Qualche gruppo si è avviato verso i pozzi metaniferi (presidiati da forze dell’ordine) mentre qualche altro si è diretto verso la vicina centrale elettrica. La folla poi si é ritrovata unita sulla statale 86 per Napoli, invadendola all’altezza del bivio per Monteodorisio. […]. Questa opposizione all’ordine di sgo.mbero poneva gli agenti di P.S. nella necessità di porre in stato di fermo tre giovani che avevano opposto il rifiuto all’ordine di scioglimento. Una fiumana di gente si accalcava quindi nei dintorni dei locali della stazione dei CC reclamando a gran voce il rilascio dei giovani. […] Dopo l’annunzio della decisione del Consiglio dei Ministri di creare il metanodotto Vasto-Termoli-Roma e di riservare all’Abruzzo una minima parte, senza specificare fra l’altro che cosa ci si voglia fare, a Cupello si vanno svolgendo vivacissime manifestazioni di piazza, cui partecipano gli uomini, le donne e i bambini […]

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Il Messaggero, 4 novembre 1961, (Guido Polidoro) IIngenti forze di polizia presidiano le vie di Cupello […] Cupello sta scrivendo oggi alcune pagine nella storia della regione, in difesa del suo diritto al lavoro, come dicono gli abitanti, e in difesa dello sviluppo economico e sociale di tutti gli abruzzesi. Quando, il primo novembre furono comunicate le dichiarazioni del Ministro Colombo sulla ripartizione della ricchezza del suo sotto suolo, il metano, ogni abitante della cittadina ha avuto lla sensazione che il Governo volesse escludere Cupello dai benefici della sua ricchezza. La sensazione di ribellione, prima contenuta e repressa nell’animo, è esplosa apertamente in questi giorni, all’improvviso, senza freni. Le barricate sono alzate ogni l0 metri: paracarri divelti, alberi sradicati, cartelli della segnaletica stradale contorti e accatastati, fascine di sterpi, sassi a non finire, legname, pneumatici, tutto è servito per bloccare ogni strada del paese, nel pomeriggio di iieri. Poi, al suono dell’ Ave Maria, quando gli uomini sono tornati nelle abitazioni dal lavoro nei campi, gli animi si sono minacciosamente riscaldati. Il blocco sulla statale Istonia per Napoli e sulla statale Marrucina per Chieti non è stato più sufficiente. Necessitava il “fuoco”. E alcuni facinorosi l’hanno appiccato ai pneumatici che sbarravano la strada. Il gran falò richiedeva il pronto intervento dei vigili del fuoco di Vasto che, davanti ad una folla di circa duemila anime che gridava e reclamava, dirigevano gli idranti sulle fiamme. Il denso fumo faceva da cortina tra i due opposti schieramenti e, nella confusione, alcuni getti d’acqua hanno colpito la folla (tra cui era il consigliere provinciale di Vasto per il PCI, rag. Laporese) È stato un attimo. Una pioggia di sassi è caduta sui vigili: due feriti tra questi, ingenti danni alle vetture e alcuni contusi tra la massa dei dimostranti. […]. Stamane la situazione si è ripetuta alle11. Donne e bambini hanno rialzato le barricate e tutti sono a guardia di esse. […] “C’è la mobilitazione generale”, si dice. Già, e di mobilitazione generale si tratta. La mobilitazione è avvenuta anche nelle forze di polizia. Circa 500 uomini tra carabinieri e agenti di P.S. al comando del vice questore di Chieti Iaselli, controllano l’ingresso e le vie interne della cittadina.IIl comitato di agitazione di Cupello per la difesa del metano non controlla più la situazione: la sommossa è una esplosione spontanea. […] 14) Il Messaggero, 4 novembre 1961, (Guido Polidoro) Nuovi scontri a Cupello tra dimostranti e Polizia “Ieri notte una delegazione di cupellesi formata da numerosi membri del comitato d’agitazione e altrettanti dell’amministrazione comunale, si era recato a Gissi dove, presso la residenza municipale, aveva avuto modo d’incontrarsi con il

sul Mezzogiorno non aveva fatto nessun cenno a possibili interventi in Abruzzo per lo sfruttamento dei giacimenti metanoiferi. Come se non bastasse arrivò poi con l’effetto d’una vera e propria doccia fredda, la voce che nella Fiera del Levante di Bari era stato esposto un plastico dell’Eni raffigurante un metanodotto che da Cupello partiva alla volta del Lazio e dell’Umbria senza nessun’altra previsione. Tutte queste circostanze vennero quindi interpretate come indicative della volontà governativa di sottrarre alle popolazioni del vastese la possibilità di utilizzare il gas a loro vantaggio ed ebbero l’effetto di scatenare la piazza in un crescendo rossiniano che, iniziato ai primi di giugno11, trovò l’acme nell’occupazione di un pozzo del metano in ottobre12 e quindi a novembre13, allorchè migliaia di cittadini di Cupello e dei comuni vicini inscenarono una vera e propria rivolta con barricate e scontri con le forze dell’ordine. La goccia che fece traboccare il cosiddetto vaso fu un comunicato del governo, giudicato a dir poco sconcertante per la genericità delle affermazioni rispetto alla necessità di chiarezza che si imponeva. Il documento affermava esattamente questo: “Il Ministro dell’Industria Colombo, il Ministro delle ParteSan Salvo 1965. A Piana Sant’Angelo la visita delle autorità. Da sinistra, il direttore generale della Siv Centaro, il direttore dello stabilimento Alessandri, il senatore Spataro, il Ministro delle Partecipazioni Statali Bo, l’onorevole Bottari, il presidente Sette e il direttore generale dell’Efim, Jacoboni


cipazioni Statali Bo ed il Presidente dell’Eni Mattei si sono riuniti al Ministero dell’Industria per esaminare le conclusioni a cui è giunta la Commissione incaricata di riferire in merito alle possibili utilizzazioni di gas naturale scoperto dall’Eni nella zona di Cupello in Provincia di Chieti. È stato deciso che il quantitativo globale di gas naturale estraibile in 1 milione e 600.000 mc al giorno, sia destinato per oltre la metà alla regione abruzzese. Il quantitativo riservato alla regione abruzzese sarà impiegato per favorire l’industrializzazione della regione, mentre la restante aliquota di gas naturale sarà convogliata, attraverso un metanodotto a Roma e Terni. Sarà studiata la possibilità di allacciamenti per utenze industriali lungo il percorso del metanodotto, anche in territorio abruzzese”. Il sospetto mai sopito di oscure manovre ai danni delle popolazioni locali tornò a prendere corpo alimentato anche dal disimpegno o dale dichiarazioni d’impotenza della classe politica locale e dei suoi principali maggiorenti, Giuseppe Spataro e Remo Gaspari14. Emblematiche sono le cronache giornalistiche dell’epoca, che riferiscono dell’imbarazzo di Gaspari rispetto alle richieste di una delegazione di cupellesi che l’aveva raggiunto nella sua abitazione

sottosegretario alle Poste e Telecomunicazioni, On. Gaspari. Alla delegazione che perorava la causa degli abitanti di Cupello, questi ha precisato che poco possono le autorità politiche su problemi che sono di natura squisitamente tecnica. Affermando che il compito della scelta del sito su cui dovrà sorgere l’iniziativa industriale annunciata dal Ministro Colombo alla Camera spetta agli appositi comitati tecnici che operano in collaborazione dell’ENI. […] Le parole dell’On. Gaspari non hanno però apportato alcun giovamento alla situazione […] È da porre ancora una volta l’accento sul carattere spontaneo della “rivolta”. Attivisti membri del Comitato provinciale ed altri numerosi esponenti del PCI sono stati trattati dalla popolazione con moltissima freddezza. […] Il federale comunista Ottaviano, che ha più volte tentato di formulare, sia alla folla, sia ai membri del comitato di agitazione, alcune proposte del suo partito, ha ricevuto una secca e decisa risposta negativa e tutto ciò che egli ha ventilato non è stato neppure preso in considerazione. […] 15) Il Tempo,7 Novembre 1961, (Giuseppe Catania) “La “rivolta” che ha colto di sorpresa il Ministro Giuseppe Spataro a Roma in attesa ancora di una risoluzione industriale e il sott. Remo Gaspari impegnato a Vasto in una riunione politica, ha prodotto notevole eco di solidarietà da parte delle popolazioni del circondario di Vasto, specie di quelle che sono direttamente interessate alla ripresa economica e sociale che deriverà dalla utilizzazione dei giacimenti metaniferi. Oggi l’Italia parla di Cupello e dell’Abruzzo , ma ne parla ancora come di una terra da scoprire, come dell’incognita terra dei geografi di cui si abbiano poche e vaghe notizie, dove non si ha un quadro esatto di come si viva. […] Questa terra, invece, merita di essere più conosciuta e meglio trattata. Ma non solamente con telegrammi di promesse e con il subdolo silenzio delle autorità, specie quelle di Vasto, ove si erano indirizzate le aspirazioni del comitato di agitazione di Cupello, isolandosi, come in un ermetico sipario, ad ogni richiesta di aiuto e di solidarietà. L’on. Gaspari, da noi interrogato, non ha fatto altro che ripetere quanto il ministro Colombo aveva detto due giorni avanti. E sulle prospettive di una futura industrializzazione, lasciava la risposta agli enti interessati. Non siamo riusciti a sapere quali. Il parlamentare poi, dopo aver visitato la mamma ricoverata all’ospedale civile di Vasto, è rientrato a Gissi sua città natale, preoccupandosi di avere notizie sui “torbidi” attraverso il resocconto delle autorità militari che presidiavano la popolazione impegnata in una lotta per la vita. […]” 16) Il Tempo, 5 novembre 1961, (Giuseppe Falcucci) Il Ministro delle PP.SS. sen. Giorgio Bo, richiesto di dare qualche precisazione sull’utilizzazione del metano

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di Cupello(Chieti), ha dichiarato “le preoccupazioni createsi in quel comune sono assolutamente ingiustificate in quanto, com’è noto, l’area industriale del Trigno, in cui sarà permessa l’utilizzazione del metano, è ristretta e comprenderà solo tre o quattro comuni, tra i quali principalmente Cupello. In questa zona verrà realizzata un’iniziativa industriale e, pertanto, l’ubicazione dello stabilimento permetterà in ogni caso l’impiego della quasi totalità della mano d’opera locale”. Il Tempo, 6 Novembre 1961. Tornata la calma a Cupello dopo le dichiarazioni dell’on. Bo I “moti” di Cupello che hanno destato l’attenzione di tutta la stampa nazionale e degli organi di governo, possono dirsi, relativamente, terminati. Una calma apparente è tornata nella cittadina che, come si ricorderà, non accettò di buon grado la dichiarazione fatta dal Ministro Colombo, che escludeva Cupello dall’area industriale per lo sfruttamento del metano rinvenuto nell’agro di questo comune, capace di erogare un milione e 700.000 mila mc. giornalieri di gas. Una calma apparente, dicevamo, che possiamo definire una tregua, decisa dopo la dichiarazione del min. Bo, nella quale si affermava che l’utilizzazione del metano comprendeva principalmente Cupello. In questa zona verrà realizzata una iniziativa industriale, e pertanto l’ubicazione dello stabilimento permetterà in ogni caso l’impiego della quasi totalità della manodopera locale. […] Intanto, le autorità locali hanno inviato telegrammi di soddisfazione al ministro delle PP.SS. on. Bo, mentre la presenza a Cupello, nella tarda serata di ieri del sen. Bellisario, unico parlamentare che ha perorato la giusta causa dei cupellesi, ha dato ampie garanzie sullo sviluppo industriale di questa cittadina. […] 17) Giuseppe Accorinti, Quando Mattei era l’impresa energetica-io c’ero-,Hacca edizioni, Matelica (Mc) 2006. pag 191 “Il gas prodotto aveva caratteristiche diverse da quello nazionale essendo pieno di anidride carbonica, il che aveva indotto Snam a non poterlo utilizzare nei gasdotti: Ma il gas doveva comunque essere utilizzato (è durato oltre quarant’anni poi), e l’unica soluzione era proprio quella di costruire uno stabilimento alimentato direttamente dal pozzo”. Accorinti è stato ex amministratore delegato di Agip Petroli per l’Italia e l’estero, presidente della Scuola Mattei e dipendente dell’Eni per oltre quarant’anni. 18) Il Tempo, 21 novembre 1961, (Marino Solfanelli) 50 comuni del Chietino e del Molise si riuniranno in una associazione per il metano “Una associazione di comuni metaniferi e limitrofi, della provincia di Chieti e di altri della provincia di Campobasso, in numero di circa 50 in tutto (l’estensione probabilmente toccherà anche Lanciano), sarà costituita ad iniziativa del Sen. Vin-

di Gissi, ma soprattutto del fatto che sia lui che Spataro fossero stati addirittura colti di sorpresa dagli avvenimenti e sottovalutato le possibilità di sviluppo industriale che dal ritrovamento del metano potevano derivare. Questo aspetto dell’inconsapevolezza della dirigenza locale viene posto acutamente in risalto da Giuseppe Catania, corrispondente del quotidiano Il Tempo, che ne sottolinea anche l’isolamento a cui s’era condannata, negandosi ad ogni richiesta d’aiuto del Comitato di agitazione di Cupello15 e mostrandosi sprovvista di una precisa strategia. A ristabilire l’ordine pubblico arrivò tuttavia nella serata del 4 novembre, sull’unico canale televisivo di quel tempo, una dichiarazione del ministro Giorgio Bo, che definì “assolutamente ingiustificate“ le preoccupazioni dei cupellesi annunciando con chiarezza quanto non era stato detto prima, e cioè che “nella zona verrà realizzata un’iniziativa industriale e, pertanto, l’ubicazione dello stabilimento permetterà in ogni caso l’impiego della quasi totalità della mano d’opera locale”16. La notizia sortì l’effetto voluto, placò gli animi, riportò nelle case la gente, ma ebbe soprattuto l’effetto di risvegliare gli appetiti elettorali che l’insediamento industriale poteva soddisfare e di scuotere la politica dal torpore dell’indecisione. Ripercorrendo le vicende convulse di quelle giornate, si può dire oggi con una approssimazione vicina alla realtà che la scelta dell’insediamento industriale venne presa scavalcando a piè’ pari i politici locali, sia sull’onda delle rivendicazioni di piazza sia perché ad essa pervenne soprattutto Enrico Mattei, la cui capacità persuasiva nei confronti dei palazzi romani era, come si sa, rilevante. Al presidente


dell’Eni la soluzione dovette probabilmente sembrare ad un certo punto ottimale per una serie di ragioni: sia la qualità del metano, che ne consigliava lo sfruttamento “a bocca di pozzo”17, sia per i finanziamenti che si sarebbero potuti attivare attraverso la Cassa per il Mezzogiorno, sia forse per i legami personali con un territorio che ben conosceva. Sta di fatto che alla decisione corrispose un atteggiamento finalmente positivo della classe politica locale che da quel momento in avanti seppe reagire ed acquisire consapevolezza del ruolo, al punto che le stesse incessanti contrapposizioni correntizie tra i dorotei Spataro e Gaspari ed il sen.Vincenzo Bellisario, della sinistra democristiana, ebbero un’indiscutibile funzione di rincorsa e di spinta a beneficio del territorio. Non si può negare, infatti, che proprio nel tentativo di recuperare sul parlamentare di Lanciano, il quale aveva sostenuto sin dall’inizio in posizione isolata le ragioni dei cupellesi e che propugnava la creazione di un’associazione di comuni metaniferi della provincia di Chieti e di Campobasso18, Remo Gaspari mostrò una maggiore lucidità, lungimiranza e rapidità di manovra, mobilitando il gruppo dei suoi amici intorno al progetto della costituzione di un Nucleo industriale di Vasto, che venne provocatoriamente annunciato in concomitanza con un convegno del “rivale” a Cupello e presentato qualche giorno dopo, alla Camera di Commercio di Chieti19. L’agenda del processo di industrializzazione del Vastese sarà da quel momento segnata dalla realizzazione di iniziative politiche che hanno dell’inusuale, forse dell’irripetibile, nel Mezzogiorno per coerenza ed organicità rispetto al disegno ispiratore e soprattutto San Salvo, 1963. I lavori d’avvio dello stabilimento

cenzo Bellisario. Lo stesso parlamentare frentano ne ha dato notizia, qui in Lentella, facendone breve cenno durante un suo comizio e fornendo ampi particolari nel corso di un rapporto successivamente tenuto presso l’abitazione del parroco del paese, ai numerosi membri dei comitati di agitazione dei comuni metaniferi, convenuti per l’occasione. Scopo dell’associazione, la cui costituzione ufficiale dovrebbe avere luogo nel corso di una imponente manifestazione metanifera che, probabilmente si svolgerà in una delle tre seguenti località: Cupello, Vasto o Lanciano, dovrebbe essere quello di creare, innanzitutto, una intesa tra i comuni interessati allo sfruttamento del metano, e di studiare, quindi, concretamente, un piano di rivendicazioni e di sviluppo industriale della zona metanifera, da prospettare agli organi governativi. Quale sarà la sede centrale della costituenda associazione non ci è dato sapere, ma non è improbabile che possa essere Lanciano. [...] Ha avuto spunti polemici: “abbiamo anche sentito delle voci di critica alle iniziative dei comuni metaniferi; molte di queste critiche scaturiscono da una visione meschina per quel che riguarda l’importanza del problema”. E ancora: “Per evitare che la mia chiara partecipazione alla vostra causa sia fraintesa da chi può averne l’interesse io, questa sera sento il dovere di dire che se c’è un momento in cui bisogna assumere tutte le proprie responsabilità, il momento è questo che ci offre gli strumenti per la nostra rinascita”. Il Tempo, 9 dicembre 1961, (Nicola Di Stefano) Costituita l’Associazione per il metano al convegno dei sindaci svoltosi a Cupello Hanno avuto luogo i lavori per la costituzione di una associazione di comuni interessati alla difesa dello sfruttamento del metano, come forza energetica e come materia prima, rinvenuto per la quasi totalità nell’agro di Cupello. La riunione è stata presieduta dal sen. Dc Vincenzo Bellisario, il quale, dopo il saluto del sindaco di Cupello, Erminio Andreola e dal presidente del comitato di agitazione, dott. Renato Fabrizio, ha iniziato la relazione introduttiva. Egli ha premesso che la riunione dev’essere improntata a un carattere di massima serietà e di natura apolitica. […] Ha preso, quindi, la parola l’on. Girolamo La Penna, il quale, commentando lo statuto, si è soffermato particolarmente sull’azione da condurre per lo sviluppo regionale, mediante studi per il miglior inquadramento delle risorse endogene e sociali. 19) Il Messaggero, 9 Dicembre 1961, (Oscar Raspa) Allestito il progetto per il nucleo industriale. Sarà presentato alla Camera di Commercio di Chieti il progetto per la costituzione del nucleo Industriale di Vasto. La relazione, come già accennato dalle colonne del nostro giornale, è stata

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stilata dall’avv. Mario Verna. Alla riunione parteciperà il ministro Spataro che già da tempo ha assicurato il proprio interessamento per la costituzione del nucleo in parola. […] In previsione di tale realizzazione negli ambienti più qualificati corre voce che interessati complessi finanziari hanno iniziato una vera lotta per l’occupazione delle aree edificatorie nella piana di Punta Penna ove sorge il porto che, nonostante le varie polemiche, è già funzionale e rispecchia i criteri per cui è stato progettato. 20) Il Consorzio per il nucleo di industrializzazione viene costituito con Atto notaio De Simone 10 giugno 1962 n. 31905 r. g. del 10 giugno 1962, che viene poi modificato con atto n. 32357 dello stesso notaio del 12 agosto 1962. Il riconoscimento dell’organismo avviene con Deliberazione del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno del 12 giugno 1962 e quindi con Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1962 n. 1589, pubblicato nella G.U. n. 298 del 23 novembre 1962. 21 Il Tempo, 14 dicembre 1961, (Nicola Di Stefano) La popolazione è scesa ancora in piazza per chiedere l’utilizzazione in loco del metano dei pozzi della zona. […] A Cupello il popolo ha ripreso nuovamente l’agitazione per rivendicare i propri diritti. Tra i motivi di questa nuova agitazione non va esclusa la posizione assunta dal partito di maggioranza di Chieti in occasione del convegno per la costituzione dell’associazione dei comuni interessati allo sfruttamento del metano. D’Altro canto le promesse degli uomini del Governo sono state troppo incerte e aleatorie perché potessero essere accolte con soddisfazione dal popolo. A Cupello sono tutti convinti che ormai a Roma si stia lavorando in sordina per portare via il metano e per creare l’industria di base fuori dell’agro metanifero. Non meno scalpore ha destato il discorso di Mattei a Metanopoli tenuto in occasione della festa di Santa Barbara e nel quale è stato fatto esplicito riferimento al metano di Vasto (né si riesce a capire perché si ignora ancora il nome di Cupello, vera sede del giacimento). Il Messaggero, 15 dicembre 1961, (Guido Polidoro) La casa del segretario della Dc assediata da dimostranti a Cupello La casa dell’avv. Manlio Del Re, segretario di sezione della DC di Cupello, è assediata da un foltissimo gruppo di cupellesi. Sorvegliata da un rilevante numero di agenti di PS di Chieti, sotto la guida del vice questore Jaselli e del commissario Di Gregorio, nonché da militi dell’arma dei CC provenienti da Lanciano e dai centri vicini, la folla sosta indifferente alle grida e agli sfollagente, con lo sguardo fisso alle finestre dell’abitazione dell’avv. Del Re. […] L’avv. Del Re, massimo esponente locale della DC, è oggetto di acuti strali da parte di tutta la popolazione che

L’atto costitutivo del 23 maggio 1962

per la successione rapidissima con cui vengono poste in essere, considerando che tutto il ciclo d’avvio si chiude sostanzialmente nei sei mesi successivi dagli avvenimenti appena ricordati, e cioè nella primavera-estate dell’anno successivo, quando viene firmato l’atto costituto della Società Italiana Vetro, il 23 maggio 1962, e quello del Consorzio per il nucleo di industrializzazione, il 10 giugno dello stesso 196220. L’ennesimo sussulto di protesta popolare che si registrò sempre a Cupello, nel dicembre del 1961, ebbe in questo raggiunto quadro di chiarezza d’intenti e d’obiettivi l’effetto di una scossa d’assestamento dopo il terremoto appena passato21: un mero episodio di campanile dietro il quale forse si nascondevano ancora rivalità elettorali, che non impressionò però nessuno, nemmeno gli stessi cupellesi, ai quali non sfuggiva adesso che l’industria tanto agognata sarebbe nata comunque a pochi passi dal paese e sarebbe stata la più grande d’Europa nel settore vetrario. Che fosse stato anche qui Mattei ad averla immaginata così e ad averla voluta nel Vastese, si poteva desumere dall’attacco


di Confindustria, che considerava l’idea una “indebita invasione di campo” da parte dell’Eni, in quanto non collegata con il petrolio22, e dall’acredine, al limite dell’offesa pura e gratuita, con cui il giornale della Confederazione degli imprenditori aveva parlato di “diseducazione democratica dei cupellesi, che, da buoni meridionali, considera(va)no dovere dell’uomo moderno crogiolarsi al sole e nutrirsi alle mammelle dello stato”23. Ci sono però anche altre buone ragioni per ritenere attendibile questa opinione, che non sono soltanto di carattere tecnico legate, come si è visto, alla qualità del gas estratto, o di carattere strategico derivanti dalla attacco sferrato al monopolio del vetro esercitato dalla belga Saint Gobain, ma riferite alla particolare considerazione affettiva che aveva nei confronti del Vastese. Un riscontro su questo aspetto, sul quale si è sinora soltanto sorvolato, viene dalla testimonianza dello scrittore e giornalista Carlo Travaglini, il quale in un articolo apparso negli anni Settanta riferisce delle intenzioni ben precise in Il libro matricola dei primi assunti

contro la sua persona, cerca di sfogare un recondito risentimento contro i massimi esponenti del partito di maggioranza, accusato di operare ed agire contro gli interessi degli abitanti della zona metanifera. Cupello che prima manifestava per la quantità di metano da utilizzarsi nella zona, manifesta ora per avere l’industria ad iniziativa statale, promessa dai dicasteri responsabili, nel suo territorio. […] Ieri, la folla ha assalito l’abitazione del parroco, don Gabriele D’Ugo, e quella del sindaco Andreola […] I cupellesi che hanno sentito, parlano oggi di una diffida che la direzione centrale del partito di maggioranza avrebbe fatto al sen. Bellisario […] affinchè non si interessasse più dei problemi inerenti alla utilizzazione del metano nella nostra provincia. Stamattina, a Cupello, la situazione non era affatto tesa: vecchi, bambini e donne, tutti erano impegnati nei quotidiani lavori. […] 22) Accorinti, Quando Mattei era l’impresa energetica-io c’ero- cit, pag 191 23) Il Sole 24 ore, 12 novembre 1961. “La diseducazione democratica dei cupellesi, che, da buoni meridionali, consideravano dovere dell’uomo moderno crogiolarsi al sole e nutrirsi alle mammelle dello stato. Se questi agitatori avessero avuto un po’ più intelligenza e una diversa educazione, in luogo di darsi da fare presso i vari esponenti politici onde ottenere appoggi alle loro tesi, avrebbero ricercato un buon ingegnere ed un capace uomo d’affari per progettare lo stabilimento in questione nelle sue grandi linee e prospettarlo al general manager del petrolio italiano come iniziativa atta ad utilizzare nel modo più redditizio parte delle risorse del sottosuolo. “ 24) Gazzetta di Chieti, verosimilmente primi anni Settanta, (Carlo Travaglini) Il metano nostra ricchezza “[…] Una diecina d’anni fa nessuno pensava a questa grande ricchezza. Mi correggo: forse vi pensava Enrico Mattei. Dico meglio: Enrico Mattei pensava all’Abruzzo chietino come ad una grande fonte energetica. Forse più petrolifera che metanifera. Un ricordo personale: a Casalbordino, quando dal pozzo di Scerni si attendeva la fuoriuscita del petrolio. Al Municipio di Cadalbordino, Enrico Mattei tenne un discorso nel quale anticipava le fortune di quelle zone, sognando per esse,al di là delle profondità allora raggiunte dalle sonde, la individuazione di una una zona petrolifera a vastissimo raggio. […]”. 25) Salvatore Pisarri nasce a Vasto nel 1897. Conseguito il diploma di ragioniere, partecipa come capitano dei Bersaglieri alla Grande Guerra, nella quale perde in combattimento l’amatissimo fratello maggiore Gaetano. Nei giorni concitati del primo dopoguerra è tra i fondatori della Sezione Nazionalista e assume la presidenza dell’Associazione Combattenti. Diventa direttore della sede locale del “Banco Adriatico” e si mette in evidenza tra gli uomini nuovi che propugnano la

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discontinuità col passato e l’adesione col nuovo corso fascista. Partecipa alle elezioni comunali del 1924 risultando secondo per numero di preferenze e il 1 giugno viene nominato assessore nella prima giunta fascista. Negli anni Trenta si trasferisce a Roma, dove coltiva amicizie importanti e quella in particolare con Carlo Sforza, destinato a diventare segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista, con il quale aveva condiviso la trincea nel primo conflitto mondiale. Qui incontra (o reincontra) Enrico Mattei ed inizia a collaborare con lui nella ricostruzione dell’Agip Mineraria e poi nella fondazione della Snam e dell’Eni. Muore a Roma nel 1988. 26) Senato della Repubblica, II legislatura, seduta CCX del 30 settembre 1955, Presidenza del Presidente Merzagora, interrogazione (1512) del sen. Nacucchi al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dell’Industria e Commercio. 27) Atto notarile Notaio dott. Andrea Giuliani, n. 22538 di Repertorio, n. 10374 di Raccolta. Atto costitutivo della “Società Italiana Vetro – Siv – Società per Azioni. Nell’atto si dà atto della presenza: - per la “Finanziaria Ernesto Breda – Società per Azioni”, il presidente del Consiglio di amministrazione e legale rappresentante avv. Pietro Sette – e per la Sofid – Società Finanziaria Idrocarburi – società per azioni, il Presidente del Consiglio di Amministrazione e legale rappresentante, rag. Salvatore Pisarri. Come sede della società viene indicato lo studio del Notaio Ettore De Simone, in via Machiavelli, n.10. Il capitale sociale è di Lire 50.000.000 (cinquantamilioni) diviso in cinquemila (5000) azioni del valore unitario di lire 10.000 (diecimila) ed è così ripartito: Finanziaria Ernesto Breda spa- n. 2.500 azioni da lire 10.000 per un valore complessivo di Lire 25.000.000 (venticinquemilioni) e Sofid spa - altrettante azioni dello stesso valore per la restante quota di 25.000.000 milioni. Salvatore Pisarri, (presidente), Emilio Boccini, Eliano Panzeri, Alfonso Colasurdo, Dionisio Volponi fanno parte del Collegio Sindacale. 28) Il Messaggero, 1febbraio 1962, (ldg) Un grande stabilimento della Siv nella zona industriale di Vasto […] dopo il recentissimo accordo intercorso fra l’Eni- Anic e l’impresa americana Libbey-Owens-Ford Glass Company di Toledo nello Stato dell’Ohio, per la realizzazione di una grande impresa tramite la Società Italiana Vetro con sede in Vasto e con la spesa di 24 miliardi di lire, il problema sta entrando nella fase conclusiva di realizzazione. Tecnici della Siv con l’ausilio di professionisti del posto stanno completando le acquisizioni necessarie per la costruzione dello stabilimento. […] Interessanti di concezione sono gli impianti industriali, funzionali, ma anche per creare un ambiente di lavoro piacevole e riposante. I rapporti di luce, volume industriale, spazio operativo

Aldo Moro con Pietro Sette

questa direzione dell’”ingegnere” e della commozione che seppe suscitare a Casalbordino, il paese che lo aveva ospitato da bambino con la mamma ed il papà carabiniere, quando in un appassionato discorso pronunciato nella sede comunale vagheggiò il benessere e le fortune che sarebbero derivate dalla scoperta dei giacimenti di metano e forse anche di petrolio24. Non meno influenti furono le relazioni di amicizia che aveva con persone originarie di Vasto ed in particolare quella con Salvatore Pisarri25, che deve aver esercitato un ruolo attivo e di primissimo piano nella decisione di localizzare l’investimento Eni sulle sponde vastesi. Pur in assenza di documentazioni che provino la circostanza o la smentiscano, non è difficile immaginare che questa persona, al fianco di Mattei con compiti di fiducia più che di collaborazione, l’uomo che lo rappresentava nei consigli di amministrazione del gruppo Eni, l’esecutore di operazioni ardite e chiacchierate che generavano interrogazioni parlamentari26, il presidente della Sofid, la finanziaria dell’Eni (e questo dato è significativo!), l’amico che l’accompagnava a pesca ed a cui era concesso il privilegio, riservato a pochi, di raggiungerlo nel suo rifugio di Anterselva in Val Pusteria, abbia influito sulla nascita della Società Italiana Vetro. Se una conferma c’è a questa ipotesi essa viene senz’altro dalla partecipazione di Salvatore Pisarri all’atto fondativo, che avvenne in Roma, il 23 maggio 1962, presso lo studio notarile Andrea Giuliani27. Su queste premesse vide dunque la luce la Siv, frutto dell’accordo tra l’Eni-Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili), e la Finanziaria Ernesto Breda, con un capitale iniziale di 50 milioni di lire, che viene aumentato in ottobre a 3 miliardi e 720 milioni. Una società per azioni, alla quale vengono inizialmente chiamati con funzioni direttive Pietro Sette, Nicola Tufari, Raffaele Girotti e Antonio Antonioli28, che li lì a pochi giorni prese forma e visibilità sulla spinta di uno stupefacente, meraviglioso concerto polifonico che si creò attorno ad essa e alla cui esecuzione parteciparono davvero cittadini, istituzioni, politici, apparentemente pervasi dalla


1966 lo stabilimento ultimato

frenesia del miglioramento economico. In pochissimi mesi la Breda Costruzioni individuò nella Piana S. Angelo di San Salvo gli ottanta ettari necessari per la fabbrica, che pagò anche ad un prezzo più alto del valore reale pur di far presto, e passò ad eseguire i primi sbancamenti. Il progetto, grandioso ed avveniristico, prevedeva persino la costruzione di alloggi per i dipendenti, ai quali si prospettava un lavoro diverso dalla lavorazione dei campi ma soprattutto finalmente vicino casa. Nella prima riunione del Consiglio d’Amministrazione del 31 luglio, Pietro Sette venne nominato presidente della Siv e subito dopo iniziarono le trattative con la multinazionale americana Libbey Owens Ford Glass (L.O.F.) per una partnership che puntava a dotare la nuova azienda del know how necessario per avviare un programma ambizioso per la produzione di lastre di cristallo, di mezzo cristallo e vetro comune29. Ad agosto intanto erano iniziate le assunzioni ed i primi dipendenti furono nell’ordine: Vincenzo Borgese, Augusto Ceci, Enzo Saturni, Pasquale Ursillo, Carlo Meninni, Antonio Schieda, Nicola Maria Scopa, Settimio Falcucci e Antonio Colanzi30. Anche la politica locale, nella nuova temperie culturale che si faceva avanti a rapidi passi, sembrò aver cambiato tono e qualità e, nel mentre progettava le infrastrutture ed i servizi necessari alla cui esecuzione fu demandato il neonato Consorzio per il Nucleo Industriale, rivolse intelligentemente lo sguardo anche alla preparazione delle maestranze e dei quadri da destinare all’industria, avviando la creazione di un istituto tecnico industriale, che partì con l’anno scolastico 1962-63 come sezione distaccata dell’Itis “Luigi di Savoia” di Chieti. Alla fine dell’anno il processo era stato ormai definitivamente ed organicamente avviato e dapprima l’ingresso ufficiale in Siv della LOF americana, con una partecipazione di un miliardo e 240 milioni pari ad un terzo del capitale sociale, e successivamente il nuovo aumento del capitale sociale, portato a sette miliardi e 500 milioni, ne diedero la conferma. La Siv iniziava il lungo cammino, che la porterà ad essere la più grande azienda vetraria d’Europa ed il volano di sviluppo del Vastese. Le aspettative di chi aveva lottato ed il sogno di Mattei erano diventati realtà. Giuseppe Tagliente

saranno mantenuti entro prospettive di conforto – ci dice gentilmente un dirigente della Società – che sono alla base di una attività intensa in funzione dell’uomo che vi opera. Può apparire interessante rilevare che il più cospicuo quantitativo di aree acquisite interessa la produzione di lastre di cristallo per 60 mila tonnellate all’anno, vetro tirato per 32 mila tonnellate, 22 mila tonnellate di vetro stampato e retinato e 2 mila tonnellate di fibra di vetro. Altre zone interessano le aziende di autotrasporti, magazzini, depositi ed industrie collaterali. Per i servizi dei 2000 dipendenti del complesso è prevista una zona residenziale, con ampie fasce di verde e giardini e svolgendosi in massima parte lungo tutto l’arco del Golfo. […] Il Messaggero, 13 Febbraio 1962, (Angelo Cianci) Sorgerà nella zona di San Salvo la più grande vetreria d’Europa È stato effettuato l’acquisto del terreno. San Salvo era in festa questa mattina. C’era una folla più numerosa di quella solita che di domenica sosta nella piazza principale in attesa della messa. C’erano quasi tutti i 56 proprietari degli 80 ettari di terreno della piana S. Angelo, ove dovrà sorgere il più moderno e quindi il più attrezzato stabilimento d’Europa per la produzione del vetro. Erano lì questi piccoli proprietari, ad attendere il loro turno per stipulare “il compromesso” della vendita dei loro terreni all’Eni-Breda che paga i terreni 2 milioni l’ettaro. Il notaio De Simone di Vasto con la sua proverbiale pazienza, interrogava i proprietari e scriveva. Tutti erano contenti su in Comune, dove c’erano i dirigenti della Breda, assieme al sindaco Artese, l’avv. Verna, un funzionario della Camera di Commercio. [...] Per lunghi mesi, i tecnici della Breda avevano visitato palmo a palmo la zona del vastese. Cercavano il territorio più idoneo ove far sorgere lo stabilimento. Finalmente trovarono la pianura, la falda acquifera abbondante a otto metri di profondità, la strada, il raccordo ferroviario ad un km. dalla zona, tutte condizioni che si riscontrano in questa suggestiva pianura a qualche km dall’abitato di S. Salvo. […] 29) L’Espresso, 21 ottobre 1962. È stato stipulato nei giorni scorsi un accordo tra l’Eni, la Breda e la LibbeyOwens-Ford Glass Company per la costruzione di una grande industria del vetro nella zona di Vasto, in prossimità dei giacimenti metaniferi dell’Eni. Per portare a termine la costruzione dello stabilimento sono previsti investimenti per oltre 25 miliardi di lire. Presidente dell’Azienda, che assumerà il nome di Società Italiana Vetro, è stato nominato Pietro Sette, vice presidente Raffaele Girotti e direttore generale Francesco Centaro. Il nuovo stabilimento produrrà contemporaneamente lastre di cristallo, lastre di mezzo cristallo e vetro comune. Sul mercato esso dovrà affrontare una situazione particolarmente

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complessa specialmente per quanto riguarda la produzione delle lastre di cristallo. Finora infatti questo prodotto è stato fabbricato unicamente dalla società Saint Gobain nei suoi stabilimenti di Pisa e di Caserta, mentre l’importazione di esso, a causa del controllo che la Saint Gobain esercita su tutta l’industria vetraria europea, è praticamente inesistente. Diversa è la situazione nei settori del vetro comune e dei mezzo cristallo, che vengono prodotti in Italia non solo dagli stabilimenti del gruppo Saint Gobain ma anche dalla Società Vetrocoke, il cui controllo è recentemente passato dal gruppo Fiat a quello Montecatini: esistono poi altre aziende minori, il cui peso però sul mercato è molto limitato. La nuova iniziativa promossa dalle PP.SS. avrà dunque come primo effetto quello di accrescere la concorrenza nel settore del’industria vetraria. 30) 1962 -1992 Siv, pubblicazione a cura della Direzione Relazioni esterne Siv, (Roma, 1992)

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San Salvo, 5 dicembre 1966. La cerimonia inaugurale dello stabilimento. Aldo Moro taglia il nastro accanto a Giuseppe Spataro, Pietro Sette e il sindaco Vitale Artese


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Li mise dill’ânne di Fernando D’Annunzio

Jinnäre... ĹĄtä a lu muèzze di la ‘mmèrne, lu frĂ dde ti fa ‘rricinĂŹ li chèrne. Ti pĂ´rte Capidânne e la PasquĂ tte e Sand’ Andunie nghi mmazze e purcĂ tte. GENNAIO... sta nel mezzo dell’inverno, / il freddo ti fa arricciare la pelle. / Ti porta Capodanno e l’Epifania / e Sant’ Antonio Abate con bastone e maialino.

Frubbuäre... mese corte e ttuĹĄtarèlle, ĹĄtatte cupuèrte e pĂšrtete lu ‘mbrèlle. FEBBRAIO... mese corto e duro, / stai coperto e porta con te l’ombrello.

Mârze... jĂŠ mmâtte, li sa tuttiquènde, nin gi pu’ fä’ nisciĂšn’ affidamènde. MARZO. q PDWWR OR VDQQR WXWWL QRQ SXRL IDUFL DOFXQ DIÂżGDPHQWR

Abbrèle... pĂ´rte quase sempre Pâsche, fa rinvirdè’ e arifiurÏ’ li frâsche. APRILE SRUWD TXDVL VHPSUH 3DVTXD ID ULQYHUGLUH H ULÂżRULU OH IUDVFKH

Mâgge... adduggĂŹsce l’ârie e lu suĂ´nne e pĂ´rte tanda rose a la MadĂ´nne. MAGGIO... addolcisce l’aria e il sonno / e porta tante rose alla Madonna.

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Ggigne..., pènne li frĂźtte da li räme, pe’ li cambâgne si mĂŠte lu gräne. GIUGNO... pendono i frutti dai rami, / nelle campagne si miete il grano.

LĂŹjje... fa câlle, la ggènde si spĂźje e va pascènne pe’ spiagge e pe’ scuje. LUGLIO... fa caldo, la gente si spoglia / e invade la spiaggia e le scogliere.

AhĂ ĹĄte... porte li citrĂšn’ a ffèlle e Sande Rocche nghi li cambanèlle. AGOSTO... porta i cocomeri a fette / e San Rocco con le campanelle.

Sittèmbre... all’AutĂźnne si cunzuĂ gne e ‘n cambâgne cumuènĹže la vinnĂ gne. SETTEMBRE... all’Autunno si consegna / e in campagna comincia la vendemmia.

UttuĂ bbre... porte l’aria friscarèlle, ci’accumuènŞ’ a ssirvÏ’ lu fucarèlle. OTTOBRE SRUWD OÂśDULD SL IUHVFD FRPLQFLD DG HVVHUH QHFHVVDULR LO IXRFKHUHOOR

Nuvuèmbre... nghi li “Sèndeâ€? e nghi li “Murteâ€?, da lu truappète l’Úje t’aripurte. NOVEMBRE... con “Tutti i Santiâ€? e “il Giorno dei Mortiâ€?, dal frantoio ti riporti l’olio.

Dicèmbre... nghi la sciârpe e nghi li hhuânde, tutt’ aspittâme la NatĂ la Sânde! DICEMBRE... con la sciarpa e con i guanti, / tutti aspettiamo il Santo Natale.


JennĂ re / Gennaio


Emeroteca Jennàre / Gennaio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

domenica / Cape d’Anne lunedì / Sande Ggrigorie martedì / Sanda Genuèffe mercoledì / Sand’Angela giovedì / Sanda ‘Mëliene

venerdì / la Bbufanèje sabato / Sande Raimande

domenica / Sande Severine lunedì / Sande Adriane martedì / Sande Alde mercoledì / Sanda Unurüate giovedì / Sande Mudešte venerdì / Sande Ilarie sabato / Sande Primïane

domenica / Lu Giubbullé lunedì / Sande Marcellëine martedì / Sande Andunie

2 gennaio 1922

Deficienze giudiziarie in Abruzzo Uno dei servizi pubblici che non ancora trova la via di ripristinarsi regolarmente dopo la guerra, negli Abruzzi, anzi che va qua e là piuttosto peggiorando, è quello delicatissimo dell’Amministrazione della giustizia. […] La Pretura di Vasto, aggravata di un lavoro enorme, non solo per i suoi ordinari affari, e per le varie commissioni speciali arbitrali delle quali il pretore è il Presidente, ma altresì pel diluvio di istruzioni delegate; aveva tre funzionari di cancelleria ed ora ne ha due, aveva un vice-pretore di carriera ed ora non l’ha, aveva tre ufficiali giudiziari ed ora ne ha uno solo, assolutamente impossibilitato a provvedere alle numerosissime notifiche, e specialmente alle citazioni penali “ad horas” - nell’agro del vastissimo mandamento – che in gran numero si fanno pervenire. […] 28 gennaio 1922

Rinnovo della commissione delle Imposte Dirette La Commissione delle imposte dirette rimane così costituita sino al 1923: presidente, di nomina statale, l’avv. Cav. Giuseppe Marcone; membri elettivi: Canci ing. Agr. Michele, Chinni Francescopaolo e Molino Luigi, per Vasto; De Cristofaro Umberto, per Monteodorisio; Boschetti Nicola, per Cupello; Artese farmacista Oreste, per S. Salvo; aggiunti pei fabbricati: D’Aloysio ing. Cav. Luigi, De Pompeis avv. Luigi e Reale Giuseppe.

mercoledì / Sanda Lebbrate giovedì / Sande Màrie venerdì / Sande Baštiane sabato / Sanda ‘Gnaise

domenica / Sande Vincenze lunedì / Sande Bernarde martedì / Sande Frangische mercoledì / Sand’Arcangele giovedì / Sanda Paola venerdì / Sande Vitaliane sabato / San Tumuasse lu filósofe

domenica / Sande Cuštanze lunedì / Sanda Savene martedì / Sande Giuvuánne Bbosche

~ Compleanni ~ Grazia Menna 1; Lucia Canci Marino 5; Antonello Longo 7: Giuseppina Serafini 7; Concetta Pontillo 8; Sara Pomponio 10; Vincenzo Suriani 10; Gabriele Tumini 12; Luigi Sabatini 12; Anna Pia Pace 12; Giovanni D’Ermilio 14; Antonio Finarelli 15; Felice Iacobucci 17; Giacinto Mariotti 19; Stefano D’Adamo 19; Alessandro Orlando 21; Antonio Barone 25; Rosa Milano 25; Michele Tana 26; Nadia Tagliente 27; Giovanni Vinciguerra 28; Graziella Smerilli Ronzitti 28.


Icone Remo Gaspari, vastese onorario Nato a Gissi, Remo Gaspari da poco scomparso, può essere annoverato tra le “icone vastesi”, in considerazione della sua storia personale e politica. Per questo motivo l’amministrazione comunale ha voluto conferirgli la cittadinanza onoraria nel 2010. Nell’occasione Giuseppe Tagliente gli ha indirizzato questo intervento di saluto che costituisce un riconoscimento al suo operato e alla sua generazione. “Certe volte mi sembra che l’intera storia universale non sia che un libro illustrato il quale rispecchia il più acceso e più cieco desiderio degli uomini: il desiderio d’oblio. Non cancella forse ogni generazione con divieti, col silenzio e con lo scherno proprio ciò che pareva massimamente importante alla generazione precedente? “ L’interrogativo retorico è di Hermann Hesse, premio Nobel per la Letteratura nel 1949, e contiene in sé una risposta ispirata ad un pessimismo cosmico che non sembra per fortuna trovare riscontro in questo Consesso. Con l’adunanza odierna il Consiglio Comunale di Vasto sta affermando infatti esattamente

1981. Remo Gaspari in occasione dell’inaugurazione del plesso scolastico intitolato a “Florindo Ritucci Chinni”

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2010. Remo Gaspari con il sindaco di Vasto Luciano Lapenna in occasione del conferimemento della cittadinanza onoraria


Icone

Un giovane Remo Gaspari all’inizio della sua carriera politica

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il contrario dell’opinione del grande scrittore tedesco, e cioè che non può essere l’oblio il desiderio degli uomini, quanto invece la conservazione della memoria, almeno secondo la tradizione del pensiero occidentale sull’essenza della Storia. La rimozione della memoria, il cupio dissolvi d’ogni eredità del passato, la concezione secondo cui dev’essere interrotto il filo che lega le generazioni, negando di volta in volta il contributo da ciascuna di esse dato alla storia dell’Umanità, è il portato di filosofie rivoluzionarie approdate principalmente nel secolo scorso in Occidente, le quali hanno prodotto solo tante sciagure e tanto sangue e che per questo motivo vanno definitivamente ripudiate. Nel rapporto dialogico tra le generazioni che si succedono nell’arco dei tempi, nella continuità tra le azioni di ieri e di oggi, che saranno sintesi ispiratrice di quelle di domani, è la risposta al senso della storia e quindi della vita stessa su questa terra. Attribuire la cittadinanza onoraria di questa Città all’onorevole Remo Gaspari ha pertanto il significato profondo, ancor prima del riconoscimento dei meriti alla persona, di tramandare e saldare un pezzo di storia “che va” con un altro pezzo di storia “che viene”, nel segno della continuità di volontà, progetti, ambizioni, speranze nutrite, accarezzate, coltivate e costruite da quanti, a cominciare proprio da Remo Gaspari, ci hanno preceduti nel governo di questa Regione, di questo territorio, di questa città. Troppo presto ancora per dare un giudizio sereno ed una valutazione obiettiva e complessiva (come si suol dire:“quando si tratta di storia antica, non si può fare storia perché manchiamo di documenti. Quando si tratta di storia recente, non si può fare storia perché trabocchiamo di documenti”- ed io aggiungo anche di passioni non affievolite a sufficienza), la lezione o il segnale che credo si voglia dare con l’avvenimento di oggi è di rimarcare comunque l’apprezzamento per l’ impegno volto alla crescita ed allo sviluppo di questa comunità e di questa nostra gente che ha caratterizzato l’azione di una classe politica che in Remo Gaspari ha trovato il suo ispiratore, la sua guida e l’artefice di un progetto che, indipendentemente dai giudizi soggettivi che se ne possono dare, ha caratterizzato quasi mezzo secolo di vita della regione e del Vastese e con il quale l’attuale dirigenza deve

~ Modi di dire ~ È strèuse. È strano. È grosse gnè ‘na crisòmmele. È una bugia grande come una prugna grande. Fàtte ‘sscià l’alme. Fatti uscire l’anima. Dì’ la verità, confessa! Fòre la faccia vostre. Espressione per chiedere scusa nel raccontare fatti spiacevoli o scabrosi. Frëje lu puasce e tinghe ‘n mènde a la hatte. Frigge il pesce e guarda il gatto. Nel senso di fare una cosa ma tenendo d’occhio il pericolo eventuale. Anche nel senso di fare ma pensando ad altro. M’arrénne l’abbàje. Mi prende in giro.


Icone in ogni caso ancora fare i conti e misurarsi. Il Gasparismo, inteso correttamente non come sistema di potere ma come il modello strategico di riferimento intorno al quale un’intera generazione di politici ha lavorato per quarant’anni resta in buona sostanza il tema di analisi, di discussione di paragone anche per chi ha oggi responsabilità di governo ai vari livelli e deve confrontarsi con le realtà emergenti e con un mondo che cambia velocemente, assai più velocemente del passato prossimo. Anche per chi avverte ed ha consapevolezza che si tratta di un modello superato dai tempi e dalle situazioni geopolitiche ed economiche, ma al quale non se ne è tuttavia sinora contrapposto ed avvicendato un altro dello stesso spessore e dello stesso respiro. Ben venga dunque questo riconoscimento al politico Gaspari, mattatore della politica abruzzese, il quale consegna alla nostra riflessione anche un modo di concepire la politica tutta improntata alla concretezza ed al realismo, a quella “politica che vuol dire realizzare”, come ebbe a definirla Alcide De Gasperi in un discorso tenuto a Milano il 23 aprile del 1949, che mal si concilia , anzi stride fortemente, con la pratica odierna delle fumisterie, delle contrapposizioni verbose ed inconcludenti, delle contrapposizioni sterili, con il rinvio sistematico delle decisioni. Ben venga la cittadinanza onoraria a colui che ha indubitabilmente contribuito alla trasformazione economica e sociale di questa nostra Città e di questa nostra regione nell’ultimo scorcio del secolo andato. Ben venga questo titolo di concittadino, che lo colloca accanto a Carlo Antonio Manhes, Giuseppe Nicola Durini, Raffaele Paolucci, Alberto de Stefani, Giorgio Crisci e Vincenzo Fagiolo, che hanno avuto l’alto privilegio di entrare nell’Albo dei cittadini onorari della Città del Vasto. Benvenuto a pieno titolo dunque nella nostra Città, caro concittadino Remo Gaspari.

Remo Gaspari in compagnia del senatore a vita Giulio Andreotti

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1965. Remo Gaspari durante il suo intervento al convengno sullo sviluppo della valle del Trigno nel corso del quale vennero messe a punto le scelte di politica economica nel periodo della prima industrializzazione del vastese. Alla sua sinistra l’onorevole Carlo Bottari


Antiche botteghe Di Lanciano, ottanta anni al servizio dell’informazione

Anni ‘50. Sulla porta della rivendita di giornali appena aperta al pubblico, Vincenzo Di Lanciano con la moglie Tina

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Prima che l’informazione si trasformasse in informatica, cioè in informazione automatica, a dare le notizie c’erano soltanto i giornali. Nel 1931 poi non c’era neppure la televisione e fu davvero un regalo della provvidenza che in città capitasse un certo Vincenzo Di Lanciano, al quale venne in mente di dedicarsi alla distribuzione dei giornali. Da allora e per i successivi ottant’anni sino ad oggi, Vincenzo Di Lanciano, con l’ausilio di tutti i familiari, ha praticamente monopolizzato la distribuzione e la vendita della carta stampata. Alla prima edicola, posizionata in piazza Diomede e poi spostata di fronte a palazzo d’Avalos, ha sostituito nell’immediato dopoguerra la rivendita di piazza Pudente, alla quale ha via via affiancato una rete distributiva estesa a tutti i quartieri cittadini. Lavoratore instancabile, di carattere mite e riservato ma dall’animo generoso, molto sensibile al fascino della cultura al punto che la sua rivendita costituì per molto tempo l’unico punto d’incontro dei pubblicisti e degli intellettuali locali, Vincenzo Di Lanciano va certamente annoverato tra coloro che hanno contribuito alla promozione culturale e alla crescita civile della Città.

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Sulla data della foto non ci sono dubbi, la locandina annuncia la presa di Addis Abeba e quindi l’anno non puo che essere il 1936. Dinanzi all’edicola un giovane Vincenzo Di Lanciano e un giovanissimo Vincenzo Russo in calzoncini corti.

~ Fétte e fettarìlle ~ “A cchi ttè l’úcchie, ‘ngi vò’ l’ucchiàle”

Si deve a zì Innàrë lu pisciarèule, al secolo Gennaro Raimondi, se i sansalvesi, abituati ad una dieta a base di pasta, legumi e verdure, hanno col tempo cominciato ad apprezzare il pesce. Zì Innàrë, papà di Lelléine, lo storico calciatore della Pro-Vasto, aveva l’abitudine di recarsi ogni mattina a San Salvo e di richiamare l’attenzione sul pesce portato direttamente dalla Marina con uno squillo di tromba e con un caratteristico ritornello, che oggi chiameremmo slogan pubblicitario, a cui affidava il compito di segnalare quanto fosse visibilmente fresca la sua mercanzia: “ A cchì ttè l’ucchië, ‘ ngì vò l’ucchiàlë… A cchì ttè l’ucchië, ‘ ngì vò l’ucchiàle”


Antiche botteghe

Anni’50. L’informazione insegue i nuovi quartieri che nascono con l’espansione urbanistica. Nelle foto le edicole di piazza Rossetti e quella di piazza Verdi, che sarà poi trasferita sotto la pensilina della fermata dell’autobus. Davanti ad esse la signora Ada De Fazio, cognata di Vincenzo. Tra i collaboratori più attivi di Vincenzo vanno anche ricordati gli altri familiari ed in particolare la signora Maria Di Lanciano e i cognati Andrea, Elena e Cosimo De Fazio. Attualmente collabora con i figli la nipote Valeria Natale.

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Antiche botteghe

Una bella immagine della signora Tina De Fazio moglie dell’indimenticabile Vincenzo.

Unanime il rimpianto della simpatica Marilena De Fazio, accanto al marito Giuseppe che ha gestito per anni la rivendita di piazza Pudente dopo il ritiro di Vincenzo e Tina.

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Cena in casa Di Lanciano con i giornalisti vastesi. Si riconoscono da sinistra: Vittorio Del Casale, Oscar Raspa, Carmine Ragni, Nicola Catalano, Vincenzo Di Lanciano, il cognato Andrea De Fazio, l’avvocato Antonio Fanghella, Mario Recinelli e Giuseppe Catania


Amici del lunario Luigi Raimondi, storia di una vita ed oltre… Un personaggio, riservato ma determinato, che dopo la licenza di geometra al “Filippo Palizzi” percorre l’Italia come responsabile del settore tecnico della Shell, dimorando a Roma, Milano, Bologna, Genova e Napoli. Con il pensionamento, alla fine di una carriera colma di successi, concretizza il sogno della vita: il rientro con l’amata consorte Cesarina Monteferrante alla cara Vasto dove può rinfrancarsi godendo della vista dell’incantevole golfo lunato dallo splendido villino di Scaramùzze, in silenziosa conversazione con la Bagnante. Una contemplazione che lo riporta spesso alla figura del nonno Luigi Celenza che nel 1912 aveva solcato quel mare a bordo della motonave America lasciandosi alle spalle la giovane moglie e la figlia Luisa. Sull’esempio di quel nonno sbarcato come tanti ad Ellis Island e del quale nel tempo si son perse le tracce, Luigi Raimondi ha conformato tutta la sua esistenza.

Anni ‘30. Una delle Ultime foto di Luigi Celenza ritratto dinanzi alla sua abitazione di West Hoboken, dove risiedevano molti vastesi tra i quali Geremia Di Donato, il muratore immortalato nelle pagine di Cristo fra i muratori. In basso foto di gruppo sulla scogliera di Scaramuzze. Alle spalle lo splendido villino di famiglia.

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Vastesi che si fanno onore Massimo Ruffilli, pasticcere dieci e lode E’ stato il vincitore di due edizioni (2008 e 2011) del concorso “Commercio 10 e lode” bandito dal quotidiano “Il Centro” e dalla Confesercenti. Quarantatrè anni, da circa venti barista presso la pasticceria “La Vastese”, ha conquistato l’ambito riconoscimento con 5730 schede di preferenza, grazie alle sue indiscutibili doti di simpatia, cordialità e professionalità nel lavoro. Qualità che gli consentiranno certamente di conquistare anche un terzo titolo.

32 Il volto sorridente di Massimo alla notizia del 10 e lode che gli è stato attribuito

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Come si sceglie il pesce Gnà si càpe lu puàsce Il pesce è buono se è fresco. Ogni ricetta di cucina marinara è destinata a rivelarsi un fallimento se il pesce non arriverà sulla tavola entro le ventiquattr’ore. Come si fa quindi a scegliere del buon pesce per un gustoso vrudàtte a la uaštaréule, per un arrosto oppure per un fritto? Il consiglio principale che consigliamo di seguire scrupolosamente è di riservare le proprie attenzioni ad un prodotto dall’aspetto brillante, dalle squame lucide, dall’occhio aperto e sporgente, dalle branchie rosse e dalle carni sode.


FurbĂ re / Febbraio


Emeroteca Furbàre / Febbraio

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mercoledì / Sanda Virdejane giovedì / La Canniléure venerdì / Sande Biasce sabato / Sande Gilberte

domenica / Sand’Àghete lunedì / Sande Cusumëine martedì / Lu Viat’Angele mercoledì / Sande Ggelòrme giovedì / Sanda ‘Pullonie venerdì / Sande Rumüalde sabato / La Madonne de Lurde

domenica / Sand’Adolfe lunedì / Sanda Remeggëlde martedì / Sande Valendëine mercoledì / Sande Ggiacënde giovedì / Sanda Ggiulïana venerdì / Sande Romele sabato / Sande Liaune

domenica / Sande Curradëine lunedì / Sande ‘Leuterie martedì / Carnëvale mercoledì / Li Ciánnere giovedì / Sande Làzzere venerdì / Sand’Ida sabato / Sanda Cuštanze

domenica / Sanda Matëlde lunedì / Sande Habbriéle de la ‘Ddulluruate martedì / Sande Rumuane Mercoledi / Sand’ Usvald

1 febbraio 1962

Un grande stabilimento della Siv nella zona industriale di Vasto (ldg) […] dopo il recentissimo accordo intercorso fra l’Eni- Anic e l’impresa americana Libbey-Owens Ford Glass Company di Toledo nello Stato dell’Ohio, per la realizzazione di una grande impresa tramite la Società Italiana Vetro con sede in Vasto e con la spesa di 24 miliardi di lire, il problema sta entrando nella fase conclusiva di realizzazione. Tecnici della Siv con l’ausilio di professionisti del posto stanno completando le acquisizioni necessarie per la costruzione dello stabilimento. Fin dal Convegno di Punta Penna del 1952 – presieduto dall’on. Giuseppe Spataro – è apparso chiaro che solo la creazione di nuove e solide fonti di lavoro e di produzione potevano condurre a risultati veramente positivi. Va sempre ricordato che in nessuna Regione della Penisola il regresso demografico è stato così accentuato quanto nella nostra Regione. In un decennio – 1951-1962 – si è avuta una perdita complessiva di ben 99.253 anime pari a una media di 9.925 abitanti in meno all’anno e per le note ragioni: bassi redditi, minori occasioni di lavoro, crisi dell’agricoltura, emigrazione verso le zone del Nord e dell’estero […] interessanti di concezione sono gli impianti industriali, funzionali, ma anche per creare un ambiente di lavoro piacevole e riposante. I rapporti di luce, volume industriale, spazio operativo saranno mantenuti entro prospettive di conforto – ci dice gentilmente un dirigente della Società – che sono alla base di una attività intensa in funzione dell’uomo che vi opera. Può apparire interessante rilevare che il più cospicuo quantitativo di aree acquisite interessa la produzione di lastre di cristallo per 60 mila tonnellate all’anno, vetro tirato per 32 mila tonnellate, 22 mila tonnellate di vetro stampato e retinato e 2 mila tonnellate di fibra di vetro. Altre zone interessano le aziende di autotrasporti, magazzini, depositi ed industrie collaterali. Per i servizi dei 2000 dipendenti del complesso è prevista una zona residenziale, con ampie fasce di verde e giardini e svolgendosi in massima parte lungo tutto l’arco del Golfo, con abitazioni decorose ed improntate ad un gusto architettonico moderno, con la previsione di regolari servizi di autobus con il centro cittadino di Vasto.

~ Compleanni ~ Sabrina Marrollo 2; Remo Salvatorelli 3; Ylenia Ritucci 4; Antonio D'Ettorre 4; Tindaro Pontillo 8; Daniela La Verghetta 10; Antonella Marrollo 11; Vincenzo Di Lello 11; Amelia Fabrizio 11; Giuliano Delle Donne 15; Claudia Fiore 15; Spina Sputore Paglione 16; Carlo Bucci 16; Nico Tariddi 16; Federico Scampoli 18; Elio Bitritto 20; Alessandro Di Rosso 20; Gabriele D'Ugo 23; Nicola Paglione 25.


Personaggi Padre Eugenio, la pazienza francescana Originario della Marsica, arriva a Vasto nel 1967 come vice direttore del Seminario Serafico. Ad un passo dal venticinquesimo di presenza ininterrotta nella nostra città non si può che ringraziarlo per tutto l’impegno e la calma “francescana” che ha trasmesso. Nel silenzio e nella preghiera ha perseguito la sua vocazione e con semplicità ha assolto agli svariati e impegnativi incarichi affidatigli: Parroco sia a Vasto Marina che all’Incoronata, dove prosegue l’opera di Gaetano Piccirilli, Guardiano del Convento ed anche insegnante di filosofia nei Licei. Un grazie e … ad multos annos. Padre Eugenio Di Giamberardino insieme al vescovo emerito di Lanciano - Ortona, Mons. Carlo Ghidelli, ed a padre Paolo Petrucci

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~ Proverbi ~ La ràje de la sère, aripùnnele pe’ la matëne. La rabbia della sera mettila da parte per la mattina. Non prendere mai decisioni a caldo. La rota ònde nni štrëlle. La ruota unta non stride. La superbie v’a ccavàlle e ‘rrivé a ppète. La superbia va a cavallo e torna a piedi.


Tradizioni La Štorie di Carnavàle 2012 di Fernando D’Annunzio Arrive Carnivàle e, ‘ngrazi’ a Ddìje, j’aritruvàme angòre ‘n cumpagnìje. Se n’à passàte ggià dùdici mise e angòre cummuattéme nghi la crise. Li vuléven’ annasconne, mo štattém’ a jì’ a lu fônne. Ugge almene n’ gi pinzame, Carnivàle fištiggiàme.

Ultimo dei cantori de "La Štoria", la filastrocca di Carnevale con cui si commentano i fatti di cronaca, Fernando D'Annunzio ha scritto una ventina di componimenti di questo tipo, alcuni dei quali raccolti in un elegante volumetto.

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L’addr’ anne séme jute a rivutà, lu sìniche s’adév’ arinnuvà; tutte vulévene nu cagnamende, però a la fine n’à cagnate niende. Gna li ggire e l’ariggire, ugge jé pegge di jjìre; se li cocce nin zi cagne, dendre ci fa la mahàgne. Lu “Parche de la Cošta Teatìne” nasce la sere e more la matine; quelle “di li Trabbucche” invece pure šta chi li vo’ e chi nin zi ni cure. ‘Na prupošte te’ ognune, la Reggione e li Cumùne; chi li vo’ larghe, chi li vo’ štrette, intande ci fanne li villétte. Li štrade è ttutt’ a ffusse e nin z’ asfalde, šta li prumuésse ma n’ zi fa l’appalde. Chi sa canda si fa’ li rutatorie che fin’ a mmo è ‘ngore pruvvusorie. Ma ci šta ‘na cosa bbelle, hanne fatte la “bretèlle”... Cacchidùne a lu cumùne šta pirdènne li cažžune. Di Pitre aunìte a Vvèndele e Bbersàne a lu “Palazze” s’hann’ aritruvàte e s’hanne date tutt’ e ttré la mane, nu puàtte tra di isse hanne quajjàte. Hanne date la parole ca ‘štu puàtte adà duruà, ma ‘n dialètte uaštarole fa rumòre e pò puzzà.


M’aricorde Il Ballo Muto (lu bbuàlle mîte)

Non c’era Carnevale sino a qualche decennio fa nel quale non usasse il cosiddetto Ballo Muto. L’origine della danza risale, secondo la leggenda, al tempo in cui Federico d’Aragona concesse Vasto in feudo a Innigo d’Avalos, assegnandogli anche una rendita perpetua di mille ducati l’anno a carico della città. Si racconta che, non tollerando quella tassa, i vastesi si ribellarono e costrinsero il Re a muovere contro di loro con l’esercito. Dopo qualche giorno d’assedio tuttavia la città capitolò e Federico, anche allo scopo di umiliare i cittadini, decretò grandi festeggiamenti ed un ballo generale in piazza. Ma non aveva fatto evidentemente i conti con i vastesi, i quali temendo per le loro donne, che rinchiusero in casa, pensarono di formare le coppie per le danze in maniera davvero insolita, camuffando prestanti e muscolosi popolani da “gentili” donzelle, alle quali fu data la consegna di non aprire mai bocca per non farsi riconoscere. Quel che ne seguì è facile da immaginare quando la soldataglia avvinazzata fece qualche poco galante avance nei confronti delle “signorine”. Il Re, che doveva essere uomo di spirito, però non ne se curò più di tanto ed anzi rise di gusto della trovata e perdonò i vastesi, i quali da allora in occasione del Carnevale tornarono a danzare lu bbuàlle mîte, a ricordo dell’avvenimento.

Un gruppo mascherato negli anni Quaranta

Dall’archivio di Michele Calvano arriva la splendida foto degli anni Trenta dell’esecuzione del Ballo Muto nel cortile di palazzo D’Avalos

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Vecchi fusti Quant’è bella giovinezza... In una calda estate degli anni Cinquanta sette ragazzi si crogiolano al sole e c’è nei loro occhi e nel sorriso l’ansia di vita che si chiama giovinezza.

Nella foto, in alto da sinistra, Tonino Cianci, Enzo Mele e Lello Petroro. In basso da sinistra, Mario Suriani, Nello Mele, Mario Alleva e Luigi Sallese.

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~ Fett’e fettarìlle ~ Vuléme lu huéine

Una folta delegazione di cittadini arriva sotto il comune e protesta contro il sindaco perché l’acqua non arriva al rubinetto. Come ogni anno nel mese d’agosto. “Vogliamo l’acqua, vo…glia…mo l’a… cqua! Vu…le…me l’a..cche!” gridano tutti insieme ritmando lo slogan. Un tal Cesarino, che passa tutte le mattine seduto al bar e che a quell’ora ha già scolato una quindicina di bicchieri, s’alza in piedi e dice: “… e se l’acche ‘n gi šta, vu…le…me lu hué i…ne ! Vu…le…me lu…hué i…ne!”


Coriandoli Albano al ristorante Lo Scudo

Suscita sempre una comprensibile emozione la visita di un personaggio famoso, anche se ti chiami Bosco e sei proprietario de Lo Scudo, uno dei più antichi e noti ristoranti vastesi. Un’emozione che si percepisce dalla foto, che vede accanto alla famiglia Bosco quasi al completo il notissimo Albano Carrisi, in arte Al Bano, richiamato a Vasto dalla fama dei gustosi piatti di pesce, un tempo preparati da donna Rosalia. Una visita lampo – ha promesso il cantante - “che avrà certamente un seguito” .

Albano con Peppino Bosco e il figlio Stefano

Michele Pellegrini, l’ugola d’oro

È il 1958 e la foto ritrae Michele Pellegrini mentre si esibisce al microfono del Festival della Canzone Abruzzese e Molisana. Di Michele, che poi aprirà al pubblico “La Buca di Bacco”in piazza Pudente, resta il ricordo della sua simpatia e della sua bella voce.

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Coriandoli Non è mai troppo tardi…. Non è mai troppo tardi…. ricordare l’amico Carlo Piantoni, sempre indaffarato a riscoprire foto e documenti della storia di Vasto, a proporre innumerevoli avventure editoriali, a far conoscere le storie delle famiglie de Benedictis e Genova, in particolare attraverso la documentazione fotografica. Carlo diventa vastese di adozione dopo il matrimonio con Eva Cipriani, diretta discendente della nobile famiglia dei de Benedictis. Svolge in Umbria la funzione di maestro elementare in una pluriclasse in maniera talmente innovativa da essere premiato nel 1960 dall’ambasciatore del Sol Levante per le sue esperienze didattiche d’avanguardia. Nel 1961 approda a Roma e con Oreste Gasperini ed Alberto Manzi inventa e cura “Non è mai troppo tardi”, un programma di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta, che diventa popolarissimo anche per la sua cadenza giornaliera. Lo vogliamo ricordare con due splendide foto che documentano questi lontani ma significativi successi.

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~ Indovinelli ~ Bianga so’ e nnére me facce Casche ‘n dèrre e nin mme squàcce: M’areccòje nghe ggendelàzze, M’arepòrte a li mije palàzze.

Šta pe’ le mure e ssande nin è, Porte le corne e vvòve nin è; Pètte le stanzie e ppettore nin è; Sacramènde, quèsse chi è ?

(l’oliva)

(la lumaca)


Polvere di stelle Alfredo Cerrone, il mago dei motori

Mastr’Alfréde è stato un meccanico di rara maestria e bravura, un vero “mago dei motori”, rispettato e amato anche per il suo carattere schivo e riservato. Eccolo in due scatti degli anni ‘50 che danno anche un’idea di come fosse all’epoca il quartiere San Michele.

Mastr’Alfréde in due belle foto giovanili scattatte in una pausa di lavoro nei pressi dell’officina a “San Michele”

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Vastesi che si fanno onore Ylenia Ritucci, ufficiale e ...

Classe 1986,Ylenia Ritucci s’è appena laureata presso l’Accademia Navale di Livorno ed ha intrapreso, con l’entusiasmo dei suoi venticinque anni e con la passione per il mare che porta nel genoma, la carriera di ufficiale nella Marina Militare Italiana. Un ufficiale e “gentildonna” che saprà farsi certamente ancora onore.

Nella foto dopo la proclamazione della Laurea, mentre esibisce con giustificato orgoglio la tesi che ha appena discusso.

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Come si pulisce il pesce Gnà si pulësce lu puàsce La prima operazione per preparare il pesce alla cottura consiste nella sua pulizia, cioè nell’eliminazione delle pinne dorsali,ventrali e laterali, nel taglio della coda e nella squamazione (scardà’) con l’uso di un coltello che si adopera muovendolo dalla coda verso la testa. A questa pulizia esterna fa seguito l’eviscerazione, cioè l’asportazione delle viscere a cui si procede dopo aver tagliato il ventre dall’ano sino alle branchie. Per gli arrosti è consigliabile non eliminare le squame al fine di evitare che le fiamme avvampino troppo le carni.


Marze / Marzo


Emeroteca Marze / Marzo 22 Marzo1962

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giovedì / Sande Albëine venerdì / Sande Ruggïre sabato / Sanda Camëlle

domenica / Sande Casemire lunedì / Sande Usébbie martedì / Sanda Rose mercoledì / Sanda Filëciatte giovedì / Sande Ggiuuánne de Ddë

Sorgerà nella zona di Cupello un grande complesso industriale Un grande complesso industriale sorgerà nelle immediate vicinanze di Cupello e sarà adibito alla fabbrica del vetro piano mediante sabbia d’Olanda. L’opera sorgerà su una superficie di 100 ettari di terreno che una società si è già assicurato e sarà la più grande fabbrica di vetro esistente in Europa: Il progetto, realizzaro dall’ing. Centara, prevede una spesa di 60 miliardi di lire e l’occupazione di 5000 unità lavorative da reperire nella zona interessata comprendente i comuni di Cupello, Vasto, S. Salvo, Lentella e Fresagrandinaria […] Nicola Di Stefano

venerdì / Sande Ggrigòrie sabato / Sande Simblèce

domenica / Sande Cuštandëine lunedì / Sand’Uriaune martedì / Sanda Patrëzie mercoledì / Sanda Matëlde giovedì / Sanda Lujëise venerdì / Sande Ggiulïàne sabato / Sanda Gertrude

domenica / Sande Salvataure lunedì / San Giusueppe martedì / Sanda Sandre mercoledì / Sande Ermanne giovedì / Sande Uttävie venerdì / Sande Benedàtte sabato / Sande Habbrìele

30 Marzo1962

Le attrezzature realizzate dal nucleo per l’industrializzazione del vastese [...] Abbiamo avuto un colloquio con il Presidente del Consorzio per il Nucleo di industrializzazione del Vastese, dott. Arrigo Chiavegatti, sui vari problemi della industrializzazione del Vastese, su questo fatto rivoluzionario recente da cui sembra lecito attendersi una risoluta svolta per l’avvenire di tutta una vastissima zona e che è costituito dal ritrovamento e dalle coltivazioni di vasti giacimenti di idrocarburi e dalla accertata esistenza di vastissime risorse idriche. Ora soltanto, quindi ha un senso – ci dice il comm. Chiavegatti – parlare di un avvenire industriale per il Vastese. Come si sa, il Nucleo industriale del Vastese è oggi di per sé una realtà e com’è noto il compito specifico del Consorzio è di eseguire e di gestire opere di attrezzatura infrastrutturale allo scopo di favorire la concentrazione di nuove iniziative industriali [...] I risultati finora raggiunti dal Consorzio sono apprezzabilissimi e si possono riassumere come segue: raccordo ferroviario per il collegamento della Piana di S. Angelo alla stazione ferroviaria di S. Salvo per una spesa complessiva al totale completamento dell’opera di lire un miliardo 650 milioni, l’acquedotto industriale […] ( l.d.g.)

domenica / La ‘Nnungiaziàne lunedì / Sande ‘Manuele martedì / Sande ‘Libberte mercoledì / Sande Sište giovedì / Sande Secundëine venerdì / Sacra Speine sabato / Sande Beniamëine

~ Compleanni ~ Roberto Baiocco 3; Sara Mancini 7; Maria Pia Manzitti Di Rosso 8; Giulio Paglione 9; Nunzia Salvatorelli 12; Angelo Paladino 13; Manuela Celenza 14; Davide Delle Donne 14; Mario Baiocco 15; Marco Di Michele Marisi 15; Carlo Di Giambattista 16; Dario Marrollo 19; Adele Turco Gileno 20; Valeria Mancini 25; Luigi D'Ettorre 26; Marino Artese 30; Beniamino Fiore 31.


Icone Francesco Pedace, in una parola il Commissario È stato il commissario per antonomasia, essendo rimasto al comando del Commissariato della Polizia di Stato, che allora si chiamava di Pubblica Sicurezza, ininterrottamente dal 1959 al 1974. Era nato a Marsala il 15 agosto 1919, ma si sentiva di casa a Vasto che allora era nel pieno dello sviluppo economico ed industriale e dove si manifestavano le prime inquietudini di un paesone che si avviava ad essere la città che è diventata.

La foto degli anni ‘60, cortesemente fornita dal figlio Mario, lo ritrae con alcuni colleghi nei locali della Questura di Chieti

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~ Proverbi ~ Li quatrëne sott’a li matîne si li màgne li sîrge. I soldi sotto ai mattoni li mangiano i topi. Non conviene l’avarizia. Lu furnàre ha màsse la jònde. Il fornaio ha messo l’aggiunta (di un pezzo) per far quadrare il peso. Lu porce, da vèive pîzze e da morte addòre. Il maiale da vivo puzza ma da morto odora. Addò šta’ lu priddicce, ‘n gi manghe ma’ piattîcce. Dove sta un prete non manca mai un piatto.


Foto di famiglia I La Verghetta Estate 1945: la famiglia La Verghetta al completo, nel terreno in contrada Casetta, riunita a festeggiare la nomina a monsignore di don Andrea, La Verghetta anche lui. Sono presenti anche don Salvatore Pepe e don Michele Ronzitti. Attorno al festeggiato con la fascia di monsignore ben esibita, lo zio Agostino, i fratelli Nicola, Michele, Agostino, Luigi con le mogli Antonietta Roselli, Lucia Del Borrello, Maria Del Borrello e Michelina Muratore; le sorelle Maria Nicola, Berenice e Concetta con i rispettivi mariti Angelo Palazzo, Michele Di Carlo e Giuseppe Cieri. Completano il quadro i nipoti Rosina Palazzo e Nicola Bosco, Michele Palazzo e Grazia Bosco, Liberatore Palazzo, Maria La Verghetta (di Nicola) e Giuseppe Bottari, Emilia La Verghetta, Francesco La Verghetta (di Nicola), Grazia Di Carlo, Francesco Di Carlo, Maria Di Carlo, Anna Di Carlo, Elsa Di Carlo, Umberto Di Carlo, Antonio Di Carlo, Gilda Di Carlo, Francesco La Verghetta (di Michele), Vittorio La Verghetta, Maria La Verghetta (di Michele), Ada La Verghetta, Grazia La Verghetta e Domenico Gileno, Nicolino La Verghetta, Francesco La Verghetta (di Agostino), Luigi La Verghetta, Liliana La Verghetta, Giulia La Verghetta, Amalia La Verghetta, Teresa La Verghetta, Francesco La Verghetta (di Luigi), Giuseppe La Verghetta, Maria Concetta La Verghetta, Filomena Cieri, Silvana Cieri e Gilda Cieri. 46


Amici del Lunario Finetta Calvano, un anima artistica Se si volesse centrare l’essenziale di Finetta basterebbe definirla un’anima artistica. Silenziosa e riservata, sembra voler indicare che l’arte non è nell’effimero dilagante, ma nelle emozioni, negli affetti, nei valori che vengono appena sussurrati, velati, proposti quasi con imbarazzo nelle proprie creazioni. Diplomata all’Istituto statale d’arte di Vasto prosegue il percorso formativo con la Facoltà di Architettura di Pescara e ben presto inizia ad insegnare, tornando quasi subito nella scuola d’arte che l’ha vista studente e poi per un lungo periodo all’Industriale “Mattei”. Svariate sono le sue opere, in genere pittoriche, in cui spazia tra tecniche diverse alla ricerca della propria modalità espressiva. A scuola con le lezioni di disegno trasmette ai giovani la propria sensibilità artistica e le acquisizioni a cui è pervenuta. Dopo il pensionamento incrementa l’adesione a iniziative culturali e riprende in modo significativo la produzione “artigiana”, con particolare predilezione per gli acquerelli.

Due acquerelli della sua recente produzione pittorica.

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~ Fétte e fettarìlle ~ Aja sëgge

Domenico ha prestato una sommetta a Michele, ma non c’è proprio verso di riaverla. Ha chiesto e richiesto inutilmente e se n’è fatta ‘na malattia. Un tal giorno prende il coraggio a due mani e bussa a casa dell’amico: “Dumuà’ – gli dice con un timbro di voce piuttosto forte – aja sëgge, Dumuà’, sinnà me méure nghi ssù pinzìre?” E l’altro di rimando: “e che vù sëgge a la casarella mà? Ce šta tànda làreche pe mmurë…”


Foto di famiglia I Perrozzi Tra le più conosciute in città, la famiglia Perrozzi deve la considerazione sociale raggiunta a Pietro (1880-1944), il quale nei primi anni Trenta del Novecento aveva messo in piedi una fiorente attività commerciale incentrata soprattutto sulla vendita del cemento. Erano gli anni della prima grande espansione urbana ed alla richiesta di questo materiale da costruzione seppe rispondere organizzando una rete di rifornimento che partiva da Senigallia. Ogni carico era stipato su un veliero e scaricato in rada su barche più piccole che raggiungevano la spiaggia dove c’era un primo capannone di stoccaggio. La merce veniva quindi trasportata e immagazinnata in locale di via Aimone. A Pietro, che morì investito da un mezzo militare durante l’occupazione alleata, subentrarono nella gestione dell’azienda di famiglia i figli Nicola, Luigi e Vincenzo, che si associarono nella Ditta F.lli Perrozzi. La storia recente ha visto la famiglia tra i pionieri dello sviluppo turistico della Marina e diversificare gli interessi commerciali ed industriali

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Anni ’30: una bella foto di Pietro Perrozzi scattata in uno studio di Modena nel corso di uno dei suoi frequenti viaggi di lavoro


Sport Il pallone…, piuttosto che il pallino della Contestazione

È il maggio del 1969 e, nonostante “la contestazione” del maggio francese sia appena sbarcata anche in Italia, c’è chi trova ancora gusto a divertirsi senza mettere in discussione il sistema globale ed a Marcuse preferisce… il pallone sul campo dell’Aragona.

Vasto Rugby, il cuore oltre la ... “meta”

Lo sport tanto caro agli inglesi ha trovato adepti anche nella nostra cittadina. La società Vasto Rugby è stata costituita il 7 luglio 2011e ne fanno parte: Simone Scafetta (presidente), Giuseppina Aquilio (presidente onorario), Massimiliano D’Onofrio e Massimo Neri (allenatori); Mercurio Saraceni, Bruno D’Adamo, Alessio Marianacci, Martina Marzocchetti, Marina D’Onofrio e Ugo Cipollone.

Da sinistra in piedi: Ezio Pepe, Del Borrello, Piero Tettamanti, Nicola Ferrara, Vincenzo Russo, Mario Cerella, Michele Vinciguerra, Michele Bosco, Paolo Caldarelli. Accosciati: Michele La Palombara, Antonio Prospero, Ritucci, Silvio Petroro, Michelino Ciancio, Nicola Malatesta, Vittorio Ronzitti.

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Vastesi che si fanno onore Donato Olivieri e... i Peccati di Gola Donato Olivieri, titolare della pizzeria “Peccati di Gola”, di fronte a Santa Maria Maggiore, ha vinto il Campionato Mondiale “7a Coppa del Mondo a Squadre” con i colleghi Massimo Bruni e Bernardo Garofalo con i quali formava la squadra intitolata Usa Pizza Team. La gara, che si è svolta il 17 e il 18 Maggio dell’anno scorso presso il Pala Danubio di Roma Fiumicino, lo ha visto trionfare con due stupende pizze, battezzate Las Vegas e Ellis Island, nomi decisamente inconsueti per un prodotto tipico della gastronomia napoletana ma coerenti con la sigla con cui si sono presentati. Tranquilli però, gli ingredienti usati sono stati i pomodori di Sicilia, il caciocavallo e il pecorino primosale, i bocconcini di mozzarella allo zafferano, il tartufo e la ventricina. Gli stessi che Donato adopera per i suoi clienti di Vasto.

A sinistra Donato Olivieri, al centro Bernardo Garofalo e a destra Massimo Bruni

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Come togliere la lisca Gnà si toje lu spuène de lu puàsce Un’altra operazione importante da fare prima della cottura del pesce normalmente di media/ grossa taglia, è togliere la lisca. Ad essa si procede incidendo il pesce sulla parte dorsale da entrambi i lati ed asportando la spina principale insieme alla testa. Per le sardine o le alici la lisca si toglie dalla parte del ventre. Gli uomini di mare consigliano di mangiare l’arrosto di pesce verde di piccole dimensioni con tutta la lisca e completo di squame, a scoppadëte, cioè a scottadito


AbbrĂŤile / Aprile


Emeroteca Abbrëile / Aprile 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

domenica / Lu jurne de le Palme lunedì / Sande Frangische de Pavele martedì / Sande Rëccarde mercoledì / Mercluddé Sande giovedì / Giuvuddé Sande venerdì / Vennardé Sande sabato / Sabbete Sande

domenica / La Pasche

14 aprile 1922

La pineta a Vasto La pineta è già sorta, come per incanto, poco a sud della stazione ferroviaria, per una lunghezza di oltre mezzo chilometro sotto la diretta sorveglianza dei professori cav. Diaferia e Zach della nostra Cattedra di Agricoltura. Un viale carrozzabile l’attraversa in tutta la sua lunghezza. Al centro una capace rotonda. Occorsero dispendiosi sbancamenti di arena; occorre d’urgenza che sia circondata da fili di ferro spinato. Altrimenti le torme delle nostre capre, potranno in un’ora distruggere ciò che è costato tanto lavoro ai promotori e tanti quattrini non alla nostra cittadinanza soltanto.

lunedì / Lu Pasquàne martedì / Sand Pumbè mercoledì / Sande Tibberie giovedì / Sande Ggilie venerdì / Sande ‘Dduarde sabato / Sande Masseme

domenica / Sande Ggesarije lunedì / Sand’Irene martedì / Sand’ Aniciàite mercoledì / Sanda ‘Pullonie giovedì / Sande ‘Spedëite venerdì / Sanda ‘Gnàise sabato / Sand’ Anzelme

domenica / Sande Leonide lunedì / Sande Ggiorge martedì / Sande Fedele

mercoledì / Sande Marche giovedì / Sande Marcelleine venerdì / Sanda Zéite sabato / Sande Vitale

domenica / Sanda Catarëine lunedi / Sande Mîzie

~ Compleanni ~ Anna Baiocco 3; Nicola Del Borrello (Piemonte) 3; Paola Buda 3; Maria Antonietta Gatto 5; Giorgio Maggio 8; Angela Desiderio 8; Teresa Spallini 9; Grazietta Costantino 11; Donatella Longo 12; Angelo Di Sciascio 13; Alida Paladino 16; Angelica Saturnetti 17; Ennio Dajelli 21; Gaetano Balzano 23; Francesco Amorosi 23; Elisabetta Zaccaria 26; Lidamaria di Sanza 29; Franceso Falcucci 29; Ada Di Lello 29; Elisabetta Sigismondi 30.


Personaggi Nicola D’Adamo, sull’orme del Grande Esule Sono molti coloro che debbono a Nicola D’Adamo la conoscenza, almeno spicciola, del Sommo Poeta. Quel “Considerate la vostra semenza / fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza” del Canto XXVI dell’Inferno, riportato nell’affresco posto nell’atrio della Scuola Media “Paolucci” e da lui realizzato negli anni Sessanta, è rimbalzato di generazione in generazione. Docente di disegno prima a Vasto e poi a Roma, unisce ad una grande capacità tecnica una sensibilità artistica ed una cultura che gli hanno consentito di realizzare opere pittoriche di indiscutibile livello. L’assidua frequentazione con gli ambienti londinesi, diventatigli familiari a seguito del matrimonio con la gentile signora Sheila Murray gli farà ripercorrere il destino del “Grande Esule”?

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~ Modi di dire ~ Métte a rriòtte. Mi fa dispetto. Ggenda trëšte, numenàt’e vëšte. Gente trista nominata e vista. Ha cagnàte l’ucchie pe’ la còte. Ha cambiato l’occhio per la coda, nel senso di fare un pessimo affare. Ha fatte lu quàrte. S’è arrabbiato. Es. ha fàtte lu quàrte e se n’è jìte. S’è arrabbiato e se n’è andato. A ssà ssinzàle. Sei proprio stupida! Sei come una sensale. Ha štirète li pìte. Ha tirato le cuoia. È morto. Ha truvuàte la forme de la scarpe. Ha trovato la forma della scarpa, nel senso di aver trovato pane per i denti.


M’aricórde Le Figlie della Croce, una presenza significativa in campo educativo ed assistenziale.

Due momenti dell’inaugurazione dell’istituto delle Figlie della Croce in via Madonna dell’Asilo. In primo piano il senatore Giuseppe Spataro, l’onorevole Remo Gaspari e il sindaco Idiano Andreini,

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Nel momento in cui si ventila la chiusura della Scuola delle “Figlie della Croce”, vale la pena ripercorrere le tappe della ultracentenaria presenza in Città di questa Congregazione che data dal 16 aprile 1879 quando, su richiesta dell’Arcivescovo Ruffo-Scilla, quattro suore ad Essa appartenenti impiantarono nel palazzo Tiberi, in via Laccetti, la scuola elementare e quella materna per poi trasferirsi in via Lago nel palazzo Tommasi. Da allora le “Figlie della Croce” hanno allargato sia l’offerta formativa, con l’istituzione di un collegio e la gestione dell’orfanotrofio Genova-Rulli e dell’Asilo Carlo Della Penna, sia le attività di servizio e di supporto nell’ospedale civile e nell’ospizio di Sant’Onofrio. Dopo la frana, si sono trasferite nel 1959 nell’edificio in via Madonna dell’Asilo, ampliato nel 1962 e dotato di una moderna chiesa nel 1969. Il resto è storia recente.


La benedizione dei nuovi locali officiata da monsignor Vincenzo Russi. “Le figlie della Croce” in via Lago in una foto di gruppo deli anni ‘40

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Block notes L’industria Fratelli Molino L’Italia è il secondo produttore di cemento in Europa e a Vasto, come nel resto del suo comprensorio, sono state fiorenti aziende per la produzione di questa malta soprattutto negli anni della grande espansione edilizia e della ricostruzione post-bellica. Una delle più attive e antiche è l’azienda “Fratelli Molino calcestruzzi”, fondata da Nicola, Raffaele, Peppino e Levino che ha ancor’oggi l’impianto di produzione sulla piana del Trigno.

Tre immagini dell’impianto di lavorazione della ditta Fratelli molino databili all’inizi degli anni ‘60, come conferma la “mitica” Fiat 600 Multipla in primo piano

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Coriandoli Na frásca fràsche Eh! Lu tuàcchie À ‘cchiappàte… a ‘cchiappàt’a arde ! Che bbella vràsce… mò s’ariscalle lu sulàre e putéme fa’: Pásche, Bufaneèjje e Bufanèlle. - Massàire S’addummuànne a lu fuéuche chi ti vo’ bbéne Prepare na frásca fràsche -. Chilla franne ittàte a lu sbuaràjje, ‘mmèzz’ a lu sulàre, se muvuàve, si giréve, s’argirève, faciàive na mosse; ma, canda j’addummuannève de l’amore di la mamme, si mittàiv’a fa’ la vuddarèlle e ‘n zi firmàve cchjì… fin’a cánde se ni jàve ‘n céle, nghi le virnéisce e la fiàmme de lu fuculère. Il rituale, al quale si riferisce la poesia, è il seguente. Lanciata nel fuoco un ramoscello fresco d’ulivo si recitava la seguente formula accompagnata dal nome dell’amato/a: Pásche, Bufaneèjje e Bufanèlle, che vì tre vodde l’anne,… mi vo’ bben’a mé? Dal comportamento della foglia al contatto del calore del fuoco si coglieva l’auspicio per capire se la persona nominata nutrisse sentimenti d’amore. Le tre pasque della formula erano nell’ordine: la Pasqua di Resurrezione, l’Epifania e l’Epifanella, che era l’Ascensione o Pasqua delle Rose. Le ragazze, la sera prima dell’Ascensione usavano anche porre sui davanzali delle finestre o sui balconi, bacinelle con acqua e petali di rose, nella credenza che Gesù, prima di ascendere in cielo, le benedicesse. L’acqua benedetta veniva poi usata per detergersi il viso e accrescere la loro bellezza

Anna Stivaletta Artese è nata a Vasto dove risiede. Profonda conoscitrice della lingua dialettale ed abruzzese, ha ottenuto premi in concorsi regionali e nazionali per suoi componimenti che figurano in raccolte antologiche. Una sua lirica in vernacolo è stata pubblicata nell’antologia Parnaso d’Abruzzo (ed. dell’Urbe), presente nella biblioteca comunale di Bologna. È vedova del professor Raffaele Artese, con lei nella foto, anch’egli autore di novelle e di poesie del quale è appena apparso, per i tipi della Qedizioni, il Vocabolario del dialetto sansalvese.

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Vecchi fusti Michele Zaccaria, una forza della natura

Meglio conosciuto come Micchéle lu Mmuaresciàlle, ha appena compiuto novant’anni ma ha l’energia e la curiosità di un giovane, tant’ è il suo attaccamento alla vita e tanti sono gli interessi che ad essa lo legano ancora. La sua esistenza è stata un susseguirsi di esperienze variegate e di ostacoli, sempre superati con determinazione e intelligenza, che lo hanno portato ad essere uno dei primi operatori turistici della città all’inizio degli anni Sessanta. Sono in molti a definirlo una vera e propria “forza della natura” e chi ha avuto l’occasione di conoscerlo non può che convenirne.

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~ Fétte e fettarìlle ~ Patti chiari…

Giovanni va a casa della ragazza per chiederne la mano al padre. Lo trova sull’uscio, in maniche di camicia e con i polsini arrotolati sul braccio. “Lei è il papà di Sandra? – gli dice timidamente evitando di incrociarsi con gli occhi dell’altro, il quale gli risponde con tono imperioso: “Scë…e mò ti vuje dëce ‘na chèuse, sîbbite sîbbite. S’ ìndre a la casa mà, a lu vèrbe avere ce pènze jè; a lu verbe dare ce pìnze tî…”


M’aricórde La Scuola tecnica e l’Avviamento professionale La Scuola tecnica, che ha rappresentato un vanto per la città, nel periodo in cui era la sola presenza scolastica “media” nel comprensorio, nasce nel 1868 a cura dell’Amministrazione comunale e viene ubicata nei locali dell’ex convento delle Clarisse in Santa Chiara. Nel 1878, per interessamento del sindaco Francesco Ponza viene equiparata con la scuola pubblica e nel 1889 regificata e quindi intitolata a Gabriele Rossetti nel 1891. In essa sono passate generazioni di vastesi, tra i quali si ricordano Raffaele Mattioli, Enrico Mattei, Carlo d’Aloysio da Vasto, Vittorio Giovine, Carlo Della Penna, Giuseppe Ruzzi, Nicola Galante ed Alfredo Anelli. Dall’anno scolastico 1923-24, con la riforma scolastica che porta la firma del filosofo neo-idealista Giovanni Gentile, diventa Scuola Complementare per l’Avviamento al lavoro. A guidarla nel corso della sua storia sono state figure prestigiose del mondo scolastico vastese, tra le quali si annoverano Francesco Di Rosso (1879-1885), Michele Lattanzio (1907-1925) e Pietro Suriani (1926-1953).

Nella foto Anni ’30. Una scolaresca della Scuola d’Avviamento nei pressi della Villa Comunale appena realizzata.

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Coriandoli Il mare il suo specchio

A guardare i dipinti di Gabriele Pavone tornano in mente i famosi versi di Charles Baudelaire: Uomo libero, tu amerai sempre il mare! / Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima / Nello svolgersi infinito della sua onda. Il mare è sempre presente e ne è il protagonista assoluto, associato quasi sempre alla visione del rassicurante massiccio del colle vastese con il suo inconfondibile bastione. Un’idea di libertà, verrebbe da dire, paradossalmente legata ad uno spazio ristretto: ma la vera libertà non è quella dell’anima anziché dello spazio?

60 Gabriele Pavone è nato a Vasto il 24 Luglio 1954 e qui vive e lavora. Autodidatta, ha iniziato a dipingere per l’rrefrenabile desiderio di trasmettere le emozioni che lo legano alla terra natia e ai luoghi della sua infanzia. Di recente, è passato dal monocromatismo delle prime opere ad una luminosità di grande suggestione

Una terra d’oro, 2011 cm 40x30 Barche in attesa, 2010 cm 60x50


Polvere di stelle Gennaro Colangelo, una presenza che scalda i cuori

È lì e tutto parla ancora di lui nell’agriturismo di via San Biagio. Ti guardi attorno e lo ritrovi nel mattone scolpito, nel legno trattato, nella stessa disposizione degli arredi e delle cose e a tratti ti par di sentire l’eco delle sue parole mormorate, lente, nelle quali si sentiva tutto il peso di una saggezza antica, autentica, popolare. Gennarino è rimasto e rimarrà lì e non mancherà neanche a quanti hanno avuto il privilegio di conoscerlo.

La bella famiglia Del Casale. Sergio, la moglie Lucia, le figlie Laura e Paola e l’indimenticabile “nonno” Gennarino

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VASTOINOX

Nel comprensorio Vastese, a Monteodorisio, opera da un decennio con serietà e passioneun’azienda che ha scelto di specializzarsi nella realizzazione artigianale su misura di ringhiere, cancelli e complementi d’arredo esclusivamente in Acciaio Inox, la ditta VASTOINOX. La qualità dei materiali, la cura del particolare e la dedizione dei titolari i coniugi Nicola Del Borrello e Antonella Cerrone, hanno reso quest’azienda una bella realtà del nostro territorio.


Vastesi che si fanno onore Giacche verdi... la passione civile Costituito nel 1998 da 12 amici che ritenevano necessaria la formazione di un nucleo della Protezione Civile anche a Vasto, il Gruppo delle Giacche Verdi conta adesso 34 operatori altamente specializzati e con alle spalle centinaia di interventi. Di recente il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile ha concesso al Gruppo un diploma di benemerenza per l’assistenza prestata alle popolazioni aquilane in occasione del terremoto del 6 aprile 2009. Coordinati da Eustachio Frangione, operano nelle Giacche Verdi : Andrea Scardapane, Flavio Del Greco, Lucio Colonna, Pasquale Melito, Mirko Di Gregorio, Michele Di Gregorio, Luciano Serani, Pietro Reale, Michele Sacco, Tiziano Di Felice, Roberto Grano, Nicola Salvatorelli, Antonio Valentini, Pietro Catuogno, Giuseppe Budano, Vincenzo Lapomarda. Pietro Murillo, Saverio Cicchini, Enrico Silano, Pasquale Catuogno, Marco Catuogno, Mauro Sacchetti, Nicola La Palombara. Gabiria Di Gregorio, Sara Murillo, Sergio Frangione, Fulvio De Notaris, Gabriele De Ceglia, Nicola Marinucci, Luigi Gabriele, Maurizio Falasca, Marco Scarpone, Carlo Bertella.

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Come togliere la pelle Gnà si spélle lu puàsce La pelle del pesce, quand’è di grossa taglia come il palombo (lu cuaccinèlle) o le sogliole ( li sfòje), non è commestibile ed è pertanto necessario rimuoverla prima della cottura. Per asportarla si pratica con un coltellino un’incisione sotto la testa dell’animale e quindi la si tira via con un apposito strumento di cucina oppure direttamente con le dita.


Maje / Maggio


Emeroteca Maje / Maggio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

28 maggio 1922 martedì / Sande Ggiusuéppe Arteggiàne mercoledì / Sande ‘Ttanasie

giovedì / Lu Legne de la Cráce venerdì / Sande Flurïane sabato / Sande Nînzie

domenica / Sande Lucie lunedì / Sande ‘Nnucienze martedì / Madonne di Pumbuèje mercoledì / Sande Libbratàure giovedì / Sande ‘Ndunëine venerdì / Sande Fabbïane sabato / Sande Nerè

domenica / Madonne di Fàteme lunedì / Sande Matté martedì / Sanda Matalene

In onore dei caduti a Vasto

Il monumento in marmo bianco di Carrara, opera del prof. Remedi, si è solennemente inaugurato sulla piazza Lucio Valerio Pudente, innanzi allo storico Palazzo D’Avalos. Intervennero il Prefetto di Chieti, comm. Regard, il Comandante la Divisione Generale Pantano; gli onorevoli Paolucci, Sardi e Gavazzeni; il presidente del Tribunale cav. Ciriaci, il sostituto Procuratore avv. Bellano, i colonnelli Negri, Di Labio, Siringo, Biamonti; tutte le Autorità, i funzionari e le associazioni locali; le Scuole, i reduci di Vasto e del Circondario, e un’onda sterminata di popolo. […] Il lunghissimo corteo, formatosi avanti il Palazzo Municipale, si recò prima a deporre una corona sulla lapide che ricorda i caduti di Mentana, Lissa e Porta Pia, con iscrizione dettata da Mario Rapisardi; indi altra corona sulla lapide dedicata al capitano Cordella, valoroso superstite di Adua, morto poi al Congo, con iscrizione dettata dall’avv. Marcone; poscia, attraversando tutta la città imbandierata, sostò avanti il monumento. Quivi con brevi ma forti parole il presidente del Comitato prof. Suriani fece la consegna del monumento stesso alla civica Amministrazione; […] caddero, tra gli applausi del pubblico e la presentazione delle armi da parte delle truppe, i velari; […] e il sindaco avv. Ritucci-Chinni con commosse parole ricevè dal solerte e benemerito Comitato il prezioso dono.

mercoledì / Sande Ubbualde giovedì / Sande Pasquale venerdì / Sande Venanzie sabato / Sande Cilištëine

domenica / La ‘Scenziaune lunedì / Sande Sicundëine martedì / La Madonne de la ‘Ngurnuate mercoledì / Sande Desiderie giovedì / Sanda Giuvëine venerdì / Sande Gregorie sabato / Sande Feleppe

~ Compleanni ~

domenica / La Pendecoste lunedì / Sande Emëlie martedì / Madonne di la Panne mercoledì / Sande Ferdenande giovedì / Sande Giurduane

Luisa Maldera 1; Germana Benedetti Petroro 2; Davide D'Ettorre 8; Antonietta Di Fonzo 10; Fabio D'Ettorre 11; Nicola Cinquina (Johannesburg) 16; Anna Scipioni 18; Vincenzo Bassi 21; Fabio Bevilacqua 21; Vincenzo Fiore 24; Lia Giancristoforo 27; Patrizia Sacchi Petroro 27; Clarice Petrella 27; Pino Cavuoti 28; Riccardo Scampoli 29; Caterina Celenza 31.


Icone Peppino Canci, maestro di saggezza

Peppino Canci, fratello del pittore Vincenzo ed artista sui generis anche lui, è scomparso, lasciando un’ampia produzione di poesie in lingua ed in vernacolo, testi di canzoni, e studi di storia e di costume locale. Profondamente innamorato della Città e delle tradizioni locali, ha fatto parte di quella ristretta cerchia di intellettuali che hanno animato (ed elevato) la vita culturale della Città intorno agli anni ’50 e ’60. Notissima la canzone scritta in collaborazione con il maestro Aniello Polsi, dalla quale si ricava una semplice quanto significativa lezione di saggezza popolare: Ogni node arrive a lu pettine… Ogni dente trove lu pane… Se na vote corre lu lebbre e... l’addre lu cane... Pe sta vodde attocche a te.

65 Peppino Canci, al centro tra il fratello Vincenzo e il dott. Nino Morrone, primario di ostetricia presso l’ospedale di Vasto

~ Proverbi ~ ‘N Baradëse n’gi si va nghe la carròzze. In Paradiso non si va in carrozza. Occorre conquistarselo con fatica. Chi fa bbène mor’accëse. Chi fa bene muore assassinato. Chi tè’ îne nin tè’ niscîne. Chi ha un solo figlio e come se non ne avesse nessuno.

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Amici del Lunario Cesario Mileno e Incoronata Corneli, conquistati da Tersicocore

In pista. La foto ha fissato nel loro habitat naturale Cesarino Mileno e Incoronata Corneli, i quali costituiscono una bella ed affiatata coppia di campioni con un palmares di tutto rispetto alle spalle: vincitori nel campionato italiano di danze latine classe 3 C; finalisti nel campionato italiano 10 balli (latini più standard) classe B; vincitori nel campionato italiano danze caraibiche classe C e B. Brillanti risultati, che hanno convinto i nostri amici, ormai completamente conquistati dalla musa Tersicore, ad aprire agli inizi degli anni Novanta una frequentatissima scuola di ballo nella quale possono trasmettere ad altri giovani coppie le esperienze maturate in questi anni. “Devo forse a mio nonno, Michele Vinciguerra, questa mia grande passione – ci ha confessato Rino – e dedico a lui il successo raggiunto insieme alla mia dolce metà”.

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Cesarino ed Incoronata in una performance di danza caraibica

~ Fétte e fettarìlle ~ L’ endovena

Renato si reca in ospedale, come gli ha prescritto il medico, per sottoporsi ad analisi. Dopo aver fatto la fila si trova dinanzi ad un accigliato quanto nervoso signore in camice bianco che gli stringe il laccio emostatico e gli infila l’ago nel braccio. Una , due, tre volte di seguito, ma l’ago non trova la vena. Spazientito ma anche preoccupato, Renato sbotta: “dottò’, ma ci šti a ppruvuà hùste a‘nzzaccàrme l’aghe a lu vràcce? Spëccete, ca me fa male…”. L’uomo in camice lo guarda dritto dritto negli occhi e poi sgarbatamente gli dice di rimando: “Paisà’ ma tu li sé pecchè šta cosa si dice endovena? Pecchè si dà ‘nduvenà!”


Polvere di stelle Franz Ritucci Chinni, “Franz l’Americano”

È scomparso l’estate scorsa nella sua casa di Orlando, in Florida, il dottor Francesco (Franz) Ritucci-Chinni, che vediamo a destra nella foto accanto a Peppino Tagliente ed a Silvio Petroro. Nato a Vasto il 3 dicembre 1923, era figlio dell’indimenticato sindaco Florindo Ritucci Chinni ed era emigrato negli Stati Uniti dove, al culmine di una prestigiosa carriera di medico, ha svolto l’incarico di direttore generale del servizio sanitario di una delle più prestigiose banche americane, la M.H.T., oggi diventata la J. P. Morgan Chase. Autore di pubblicazioni scientifiche e relatore apprezzato in convegni medici, ha girato mezzo mondo portando dovunque con sé nel cuore l’amore per la Città natale a cui ha voluto far dono di un villino per dare una sede dignitosa alla Scuola Civica Musicale, che porta oggi il nome di suo padre. Nel 2002 gli è stato attribuito il Premio San Michele con questa motivazione che riassume la sua personalità: “Spirito libero, in perenne movimento, teso a conoscere, a confrontarsi, con realtà nuove e diverse in tutto il mondo, mai pago, sempre innamorato della sua Vasto”

Francesco Ritucci Chinni con Giuseppe Tagliente e Silvio Petroro

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Pagine di devozione e di fede

Le Confraternite religiose

Le antiche Confraternite, sorte dalla fine del ‘400 alla metà del sec. XVII, hanno adempiuto per secoli alla missione di sostenere i parroci e le chiese locali. La partecipazione alle solennità religiose e alle processioni; la carità ai fratelli bisognosi e ammalati e la solidarietà specialmente nei funerali; l’educazione religiosa degli iscritti; la gestione economica e organizzativa di alcune cappelle o luoghi di culto hanno rappresentato il loro campo di azione. Dopo un periodo di stasi (dagli anni ’30 del ‘900), nell’Anno Santo del 2000 queste associazioni laicali hanno ripreso nuovo vigore rinnovando un apostolato a difesa anche delle tradizioni e della cultura religiosa popolare.

Nella processione del Venerdì Santo svilano per antica tradizione tuttte le confraternite vastesi

Anni ‘30. La statua di San Michele entra in processione in Santa Maria Maggiore. I confratelli del Gonfalone e della Spina fanno da ala al passaggio del Santo Patrono (foto Scotti)

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Pagine di devozione e di fede

1958. Processione del Legno della Croce Anni ‘30. La confraternita del SS. Sacramento schierata fuori Porta Nuova

I primi confratelli della ricostituita confraternita del Gonfalone e della Spina

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La Confraternita del Gonfalone e della Spina all’interno di S. Maria Maggiore, stretta intorno all’ arcivescovo Bruno Forte


Pagine di devozione e di fede Nella foto di fine Ottocento scattata da Giuseppe De Guglielmo, il pionere della fotografia vastese, si vede la confraternita del SS. Sacramento raccolta dinanzi all’altare maggiore di San Pietro Nella pagina accanto: la Confraternita del Gonfalone e della Spina. Nella foto da sinistra verso destra si possono riconoscere: fr. Gaetano Viccione, Michele Reale, Luca Di Donato, Paolo Calvano, Michele Barone, Carlo Foia, Gianfranco Germani, Giuseppe Pracilio, Roberto Ramundo, Nicola Tammarazio, Giuliano Fariello, Michele Tana, Antonio Galasso, Gaetano Pizzola, Nino D’Annunzio, Cesario Di Giulio, Antonio Di Pasquale, Mons. Bruno Forte, Angelo Primiano (segretario), Cesario Del Roio, Giovanni Spadaccini, Claudio Muzii, Vincenzo Di Lello, Pasquale D’Addiego, Gianpaolo Cinquina, Nicola Raimondi, Raffaele Baccalà, Nicola Cinquina, Giuseppe Trovarelli, Luigi Del Casale, Pasquale De Cristofaro, Sante Monteferrante (vice Priore), Massimo Stivaletta (Priore), Giuseppe Ruzzi, Fr. Pietro Del Grosso, Don Decio D’Angelo, Don Andrea Sciascia, Fr. Giuseppe.

Arciconfraternita della Carità e della Morte Nata a Vasto nel 1576, è una delle Confraternite più antiche e più titolate della Città. Ha associato per secoli solo rappresentanti maschili del ceto signorile, svolgendo la sua funzione prima nella chiesa degli Agostiniani (divenuta agli inizi del XIX secolo S. Giuseppe) e poi, dal 1842, nella chiesa di San Francesco da Paola. Nella foto alcuni confratelli che portano la “loro” statua dell’Addolorata nella processione del Venerdì Santo.

Altri confratelli sono: Aurelio Autunno, Nicolino Baccalà, Luigi Bassani, Vincenzo Bassi, Giuseppe Bucciarelli, Fr. Franco Caratelli, Gianluca Catania, Pino Cavuoti, Domenico Ciuffi, Valerio Cocciolillo, Raffaele Colangelo, Andrea D’Adamo, Francesco D’Annibale, Ercole D’Ugo, Marcello Dassori, Michele Del Casale, Nicola Del Casale, Sergio Del Casale, Gianfranco Del Greco, Gianni Di Giambattista, Bruno Di Lena, Cesario Di Tullio, Luigi Di Tullio, Donato Falcitelli, Leonardo Falco, Angelo Femminilli, Dino Fioretti, Vincenzo Forgione, Giuseppe Forte, Carlo Galante, Giacomo Galante, Domenico Iacobucci, Antonio Iacovelli, Vincenzo Ialacci, Luigi Maranca, Michele Marchione, Valter Marinucci, Claudio Mastronardi, Gianvittorio Millico, Gaetano Minchilli, Michele Notarangelo, Giuseppe Palazzo, Luigi Pavia, Gianni Petroro, Antonio Petruzzelli, Santino Petruzzelli, Damiano Porfirio, Luigi Porreca, Sergio Quagliarella, Armando Ronzitti, Antonio Sabbatino, Silvio Scampoli, Fr. Alfonso Scarapicchia, Luigi Scè, Andrea Schieda, Antonio Scopa, Piergiorgio Serra, Franco Silla, Michele Spadaccini, Giuseppe Tagliente, Umberto Treviso, Gabriele Tumini, Nicolino Vallese, Nicola Zaccaria.

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Pagine di devozione e di fede

Confraternita dell’Addolorata In prima fila da sinistra: Nicola Cianci, Anna Maria Pollutri, Davide Criti, Rita Ciccarella, Michele D’Adamo. In seconda fila: Ottavio Di Tullio, Enzolino Ronzitti, Enzo Ronzitti, Angelo Palazzo (vice Priore), Michele Di Santo, Giuseppe Ialacci. In terza fila: Cesare Valentini, Michele Mascolo (Priore), Francesco Cianci. In alto: Ennio Nardecchia, Giuseppe Ronzitti, Pino D’Ippolito. Sono confratelli anche: Pietro Di Bello, Mario Belfiore, Domenico Di Giacomo, Graziella Ronzitti, Fernando Belfiore, Marisa Belfiore

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Confraternita del SS. Sacramento di San Pietro Antonio Mileno (Priore), Luigi Bontempo (Vice Priore), Sebastiano Menna , Pietro Cursio, Franco Bellandrini, Benito Iacovitti, Maurizio Benedetti, Michele Della Penna, Giulio Cericola, Antonio Smargiassi I, Francesco Paolo Fabrizio, Raffaele Di Spalatro, Antonio Di Foglio, Gianni Ciccarella, Carmine Di Girolamo, Piccirilli, Michele Fagnani, Michele Canci, Aurelio D’Ortona, Nicola Di Biase, Luigi Vinciguerra, Antonio Smargiassi II, Giovanni Spadaccini, Giuseppe Del Casale, Salvatore Ridulfo, Antonio Pollutri, Stefano Palagi, Edoardo Di Bernardino, Nicola Bracone, Angelo Ialacci.


Pagine di devozione e di fede

Confraternita del Pio Monte dei Morti Vittorio Emanuele Russo (Priore), Aldo Perrozzi (vice Priore), Fernando Marchesani (Segretario), Marino Artese, Paolo D’Amico, Antonio Finarelli, Michele La Palombara, Francesco Marzocchetti, Pietro Reale, Giorgio Perrozzi, Luigi Ciccotosto, Andrea D’Adamo, Mario Petrocchi, Ethel Sigismondi, Paolo Pracilio, Gianni Petroro, Sergio De Guglielmo, Domenico Smerilli, Michele Peluzzo, Rolando Di Nardo, Luigi Smargiassi, Luigi Molino, Dino Fioretti, Cristian Di Nardo, Vincenzo Sputore, Antonio Galasso. Confraternita del Carmine In prima fila da sinistra: Maria Nicola Marino, Liberata Molino, Carmela Cocco, Antonio Pollutri, don Giovanni Pellicciotti, Saverio del Viscio (Priore). In seconda fila: Maria Rosaria De Simone, Filomena Salvati, Lorella Colasante, Antonietta Modugno, Galileo Ingino, Giuseppe Bontempo. Sono confratelli anche: Lidia De Simone, Paolo del Viscio, Francesco del Viscio, Carmela Di Fonzo, Maurizio Marcovecchio, Giuseppe Mascolo, Annamaria Melchiorre (vice Priore), Liana Montesi, Grazia Pellegrini, Angelina Poli, Vito Sparvieri, Saveria Rovereto, Carmine D’Ermilio.

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Pagine di devozione e di fede

Confraternita della Madonna de La Salette in S. Lorenzo Don Antonio Bevilacqua (Cappellano), Enzo Celenza (Priore), Pierino Bucciarelli (vice Priore), Giuseppina Notarangelo (vice Priore), Emma Rosa Atene, Alessandra Barba, Teodoro Benvenga, Rosa Bevilacqua, Anna Lisa Celenza, Anna Pia Celenza, Vincenzo Del Borrello, Franca Di Biase, Giuseppe Di Biase, Nicola Di Biase, Silvana Franco, Raffaella Gravina, Adele La Palombara, Giuliana La Verghetta, Lucia Marino, Nicola Mastragostino, Antonietta Nocciolino, Nicola Nocciolino, Eva Pascucci, Maria Elena Tufillaro, Gisella Zornio.

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Confraternita dell’Annunziata Da sinistra in basso: don Michele Ronzitti (Cappellano), Rosa Peluzzo, Anna Molino, Annamaria Melchiorre. Seconda fila: Rita Foia, Antonietta Peluzzo, Rosa Marchesani, Maria Mariani. Fila in alto: Cesarino Foia, Francescopaolo Menna, Cesario Zaccardi (Priore), Pasquale Celenza, Gianni Ritenuti.

Come pulire l’aragosta Gnà si pulësce l‘rrahàste Per pulire l’aragosta, gli scampi i gamberi oppure l’astice occorre incidere la testa (carapace) dalla parte superiore e quindi asportare il canaletto escretore. Questi tipi di crostacei possono essere sezionati in vari modi prima di essere cucinati nelle varie ricette, ma normalmente si spaccano a metà dalla testa alla coda.


Ggigne / Giugno


Emeroteca Ggigne / Giugno 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

venerdì / Sande Giuštëine

sabato / Sand’Uggenie domenica / La Ternetè lunedì / Sande Quirëine martedì / Sanda Clutèlde mercoledì / Sande Feleppe giovedì / Sande Robberte venerdì / Sande Severëine sabato / Sande ‘Rrëiche

domenica / Lu Corpus ‘Ddòmene lunedì / Sande ‘Nufre martedì / Sanda ‘Leice mercoledì / Sande ‘Ndonie de Padeve giovedì / Sande Zaccarëje venerdì / Sande Veite sabato / Sand’Ureliane

domenica / Sande Adolfe

15 giugno 1962

Soddisfazione dei cittadini di Cupello per l’approvazione dell’area industriale La notizia dell’approvazione dell’area industriale, ampiamente riportata ieri dal nostro giornale, ha destato in questo centro la più viva soddisfazione in tutti gli strati della popolazione. Solo chi ha vissuto le tristi giornate del novembre scorso, può capire l’importanza e la necessità del problema che adesso, grazie all’apporto dei parlamentari abruzzesi e particolarmente del Sottosegretario dell’Industria e Commercio on. Remo Gaspari, ha raggiunto la soluzioine tanto attesa: il riconoscimento della zona industriale che comprende tutto l’agro di Cupello e una parte di quello di S. Salvo e di Vasto. Questo atto costituisce ufficialmente l’inizio di un programmatico sviluppo industriale di quelle che sono le zone depresse del Vastese e ciò conseguentemente all’influsso del grande giacimento metanifero. Abbiamo creduto opportuno sentire in proposito il parere del sindaco Erminio Andreola che, con la popolazione tutta, ha condiviso le ansie e le trepidazioni di questi ultimi tempi. “ Le nostre aspettative sono state in gran parte appagate e l’approvazione del nucleo industriale costituisce indubbiamente un miglioramento di estrema importanza per le nostre popolazioni e darà l’avvio ad un sicuro e sistematico sviluppo economico e sociale non solo dei comuni immediatamente vicini a Cupello, ma anche degli altri che sul nucleo gravitano”.

lunedì / Sande Curnuelie martedì / Sande Rumüalde mercoledì / Sanda Micchelëine giovedì / Sande Lujëgge venerdì / Sande Paulëine sabato / Sande Nazzarie

domenica / S. Giuuánne Battëšte lunedì / Sande Hujerme martedì / San Virgëlie mercoledì / Sande Clemende giovedì / Sand’Irené venerdì / San’Bitre e Pavele sabato / Sande ‘Nnuciénze

~ Compleanni ~ Nando Miscione 4; Anna Maria Di Falco 7; Gianluigi Delli Quadri 8; Simona Vinciguerra 12; Carmine Di Risio 15; Michele Di Chiacchio 15; Renzo Stampone 15; Giuseppe Castaldi 15; Rosella Turilli 16; Angelo Frasca 17; Mauro Sambrotta 17; Luca Fiore 18; Maria Teresa Palazzo 19; Luigi Domenico Cinquina (Johannesburg) 22; Silvana Iacobucci 24; Massimo Stivaletta 27; Maddalena D’Ercole 27; Anna Iole Andreini D’Adamo 28.


Personaggi Costantino Felice, “tornate alla storie”

Ha insegnato nei licei vastesi e presso l’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti, ma è noto per essersi occupato di storia economica del Mezzogiorno d’Italia, con particolare riferimento all’Abruzzo. Portano la sua firma alcuni volumi pubblicati da importanti case editrici, come Einaudi, Laterza, Donzelli, che hanno dato un notevole contributo alla conoscenza ed all’approfondimento delle dinamiche economiche della nostra regione. Recentemente ha dato alle stampe, per i tipi della Donzelli, Vasto, storia d’una città, che ripercorre l’intera vita della comunità vastese sino ai giorni nostri con “tratti di originalità e differenziazione – così si legge nella prefazione del libro – che contribuiscono, se non proprio a revisionare, quanto meno ad approfondire schemi di lettura che una lunga tradizione di studi, dal meridionalismo classico alla «nuova storia», vorrebbe definitivamente acquisiti”.

la copertina dell’ultimo lavoro del prof.essore Costantino Felice. “

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Coriandoli L’Istituto Diomede, trent’anni dalla parte degli studenti Taglia il traguardo del trentesimo anno di vita l’Istituto Diomede di Laura Cococcia e Maria Antonia Musella, la cui data di fondazione risale al 12 giugno 1982. La Scuola si rivolge agli studenti che hanno necessità di recuperare ritardi ed offre un ampio ventaglio di studi che spazia dai Licei agli Istituti Tecnici con l’ausilio di personale altamente qualificato. Attualmente ha sede in un moderno edificio in corso Europa, al numero civico 25.

I Fans di Coccia, il fuoriclasse Vittorio Coccia è stato uno dei più forti atleti che il calcio vastese abbia prodotto. Ala sinistra sgusciante e con il fiuto del gol, ha inanellato successi con le maglie dell’Abbiategrasso, della Vigevanese, della Pro Patria, della Salernitana, del Padova, del Taranto e del Pescara. Indimenticabili le presenze in serie A nel 1940 con lo squadrone dell’Ambrosiana Inter. Negli anni ’50 emigra in Australia, dove continua a occuparsi di calcio allenando a Perth l’Azzurra e a Fremantle la Tricolore.

78 Nella foto da sinistra sul fondo si riconoscono: Gelsomino Ialacci, Leonardo Martella, Mario D’Adamo, Mario Recinelli, Angelo Cianci, Anna Sorgente, Ezio Pepe, Ettore Raspa e signora, Maria Sorgente, Silvio Petroro, Angela Poli Molino, Giuseppe Armeno, Felice Berardi, Giuseppe Catania, Accosciati, Lillino Raimondi, Antonio Bevilacqua, Armando Fusoni e Marco D’attilio

~ Fétte e fettarìlle ~ Alla fine dell’Ottocento la fotografia rimane per molti un mistero. Tornato in licenza dal “militare”. Enrico freme dalla voglia di far veder al padre contadino la fotografia che s’è fatta fare. - M’’aricanîsce, papà? - gli chiede mettendogliela sotto gli occhi – aricanîsce lu fije tè? - Mbo? – gli risponde il padre, meravigliato per la somiglianza dell’immagine con il figlio - Scimmadëtte…si ttî addavàre? - So jë, ttal’e qquàle, papà ... - E gnà si chiàme ssù strumuènde? - insiste il padre sempre più incuriosito Ed Enrico, che non conosceva neanche lui il nome: - La Tal’e qquàle !


Vecchi fusti Michele Della Penna, in arte Mike Penny Michele Della Penna è stato certamente un idolo delle folle, prima come attaccante della Pro Vasto dei tempi migliori, nella quale fu autore di dribbling rimasti memorabili, e poi come applaudito cantante melodico, con il nome d’arte, che gli è rimasto attaccato addosso, di Mike Penny. Alle soglie degli …anta, rimane ancora un leader a cui la maturità non ha tolto la vitalità e la simpatia del ragazzo che fu, cresciuto nel popoloso quartiere di Santa Maria Maggiore.

Un giovanissimo Michele Della Penna colto dall’obbiettivo insieme a Michele Vinciguerra

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~ Proverbi ~ ‘Na vòdde còrre lu cane, ‘na vodde lu lebbre. È anche il titolo d’una bella canzone di Aniello Polsi e di Peppino Canci. La fortuna ha fasi alterne e non va sempre nella stessa direzione. Nin gi šta ‘na spose senza piande e nu morte senza risàte. Non c’è sposalizio senza lacrime né funerale senza risate. Robba truvuàte nin è rrubbàte. Roba trovata non è rubata.


L’angolo di poesia e prosa di Anna Stivaletta Artese

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Giorno magico quello di San Giovanni nel quale, sulla scia di credenze antiche, ancor oggi si propiziano riti beneauguranti. Uno dei più praticati è quello a cui si riferisce la composizione vernacolare di Anna Stivaletta: mettere tre fave sotto il cuscino prima di addormentarsi, una vestita, un’altra mezzo vestita e un’altra ancora completamente sbucciata e capire l’indomani, prendendone una a caso quale sarà il proprio destino

LU DUŠTÈINE Canda vulàsse sapà’ lu duštèine mé… chi le sa, che m’aripòste Ddé. – - ‘Mbé, n’è ‘mpussèbble, dumuàne è Sangiuvuànne. Massàire, prime d’addurmuèrte, mèttite tre fàfe sott’a lu cušcèine: ìune vištìute. ìune a la nìute e n’addre mèzze vištìute. Pìnz’a lu duštèine, priche, priche Sangiuvuànne e addùrmete scumunzàte. Appène t’arivèjje (tra vaj’e sònne) ficche la méne sott’a lu cuscèine e ‘cchiàppe na fàfe… Da quèlle che te ve’ mmène, se’ che aspètte! la fàfe a la nìute nne l’acchiappàve ma’ nisciùne


Foto di famiglia I De Rosa Costituiscono una delle famiglie più antiche della città, dal soprannome che probabilmente deriva dal mestiere esercitato da un antenato: lu cavallàre, ovvero la sentinella che si muoveva a cavallo da un capo all’altro del territorio cittadino, per dare l’allarme in caso di avvistamento di navi saracene. Pochi anni dopo aver posato in questa foto, la maggioranza dei componenti della famiglia emigrò a Perth ove, a detta di Raffaele, conosciutissimo come tesoriere del Coro Polifonico Histonium ed al quale dobbiamo l’utilizzo dell’immagine, i De Rosa ammonterebbero oggi ad oltre un centinaio.

Nella foto di Vincenzo Iarocca, databile alla metà degli anni ’40, si riconoscono da sinistra in alto: Giuseppe De Rosa, Nicola De Rosa (la cui figura è visibilmente frutto di un artigianale fotomontaggio), Luigi De Rosa, Domenico De Rosa; seduti da sinistra: Antonio De Rosa, la madre Consiglia De Felice, il padre Raffaele De Rosa, Michele De Rosa.

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~ Indovinelli ~ ‘Jàmec’a ddurmì c’ha fatte notte Iàm’a ffà le cose de la notte Pìl’e ssopreppìle li mittème Li cose di la notte li facème

Graveda so’ e mmale me sende De fije ne tinghe cinghecènde; Nin tinghe nu bbuche pe’ ccaccià: pover’a mmà, com’aja fa !

(ciglia e sopracciglia)

(il melograno)


Vastesi che si fanno onore Pierluigi Ledda, un “vastese” alla guida di Casa Ricordi Toccherà a Pierluigi Ledda amministrare e gestire l’Archivio Ricordi, il più grande patrimonio mondiale della musica italiana degli ultimi due secoli, ospitato nella Biblioteca Nazionale Braidense di Milano. Laureato alla Bocconi, è entrato alla Ricordi nel 2007 e dopo appena quattro anni ne è diventato direttore. Pierluigi, trent’anni, è figlio della dottoressa Angelica Bottari e del dottor Andrea. Tra i progetti da lui seguiti c’è da annoverare la digitalizzazione delle opere di Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e dei documenti d’Archivio dove sono conservate anche memorie di artisti abruzzesi, come Francesco Paolo Tosti e Gabriele D’Annunzio.

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Come pulire le seppie ed i calamari Gnà si pulësce sécc’ e calamére La cucina vastese fa abbondante uso di seppie e calamari (sécc’ e calamére). Per prepararle alla cottura nel modo più consono, occorre privarle della pelle, della vescichetta con il nero, del becco, dell’osso e dell’intestino. A Vasto l’osso spesso si riutilizza per evitare che la seppia si deformi durante la cottura. I calamari vanno puliti pressochè nello stesso modo asportando in primis la penna cartilaginea che funge da scheletro.


Lijje / Luglio


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domenica / Madonne di li Grazie lunedì / Sande Urbane martedì / Sande Tumuàsse mercoledì / Sanda Sabbette giovedì / Sanda Filummuéne venerdì / Sanda Maréjja Guràtte sabato / Sanda Cláudie

domenica / Sand’Adriane

29 Giugno 1922

Esercitazioni premilitari a Vasto Gli allievi di questo corso hanno brillantemente sostenuti gli esami d’idoneità, con l’intervento del colonnello cav. Siringo, ispettore provinciale del Tiro a Segno e del capitano Schinardi. I quali hanno vivamente elogiato l’inappuntabile funzionamento della Società e del corso premilitare, classificandoli tra i migliori della Provincia, ed esprimendone meritate lodi all’attivo presidente sig. Francesco Giovine, il quale nulla tralascia perchè l’istituzione raggiunga patriottiche finalità, e agl’istruttori tenenti Tosone Mario e Luigi dei baroni Genova, nonché al segretario sig. Martone.

lunedì / Sande Ggiste martedì / Sanda Isabella mercoledì / Sande Bbenedàtte giovedì / Sande Furtunüate venerdì / Sande ‘Rreiche sabato / Sande Camélle

domenica / Sande Bbonavendïre lunedì / La Madonna de lu Cármene martedì / Sande Cirille mercoledì / Sanda Marëine giovedì / Sand’Arsenie venerdì / Sand’Aurelie sabato / Sande Claudie

domenica / Sanda Maréjja Matalene lunedì / Sanda Bbréggede

martedì / Sanda Cristëine mercoledì / Sande Giàcheme giovedì / Sand’Anne e Giuvuacchëine

~ Compleanni ~

venerdì / Sande Celestëine sabato / Sanda Serene

domenica / Sanda Marte lunedì / Sanda Biatrëice martedì / Sande ‘Gnazie

Graziella Marino 1; Manuel De Felice 3; Grazia Del Frà 4; Teresa Carusi 9; Nicola Carlesi 15; Gaetano Mariotti 16; Michelina Di Foglio Di Lello 17; Vincenzo Properzio 18; Alfonso Candeloro 19; Buono Del Villano 22; Donatello Marchioli 22; Giovanna Molino 23; Deborah Saturnetti 24; Piero Sisti 26; Magda D'Ercole 27; Mirella Mariotti 31.


Icone Corradino Bonincontro, “buon vento, capitano...”

Se n’è andato nel modo che più gli sarebbe piaciuto, in mezzo al mare, accanto alla sua barca, al garrire delle vele ed al canto dei gabbiani. Corradino Buonincontro ha salpato verso altri e più infiniti oceani lasciando in noi, smarriti sulla banchina, insieme ad un grande senso di vuoto e di amarezza, il ricordo di un uomo che racchiudeva in sé tutta la generosità e la lealtà della gente di mare. Buon vento, capitano.

Corradino Buonincontro sulla sua amata Occhi Blu

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~ Proverbi ~ A ppahà e a mmurë šta sémbre tèmbe. A pagare ed a morire c’è sempre tempo. Brîtte ‘n fasce e bbèlle ‘n biàzze. Brutta da piuccola e bella da grande. Carte e donne fanne ‘gna vònne. Carte e donne fanno come vogliono.


M’aricórde Sartîre e fabbricatîre C’è un dato che caratterizza l’emigrazione vastese verso gli Stati Uniti dei primi del Novecento: la presenza di molti sarti e muratori. Di questi ultimi si sapeva, anche perché ne parla Pietro Di Donato nel suo Cristo Fra i muratori riferendo degli incredibili sacrifici a cui hanno dovuto sottoporsi per inviare qualche dollaro a casa, mentre poco o nulla dei sarti, li sartîre o, come li chiamavano scherzosamente gli ‘mbìlapiducchie. In realtà il numero dei sarti vastesi sbarcati ad Ellis Island è davvero rilevante e molti di loro hanno davvero fatto fortuna per la capacità di “tagliare” gli abiti e naturalmente per il gusto italiano, sorry !...tutto vastese.

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Anni ‘60. Mastre Domenico Pracilio, nella sua bottega di corso Garibadi con Gino Pierabella

~ Fétte e fettarìlle ~ Giù al Sud

Molti a Vasto ricordano ancora un simpatico personaggio soprannominato La Paoline, e la sua inesauribile vena creativa in fatto di storie assolutamente inverosimili. Un tal giorno, raccontando dei suoi trascorsi da emigrante in Germania ne disse una che tutto il bar dove si trovava a bere con gli amici quasi venne giù dalle risate: “Avèt’a pinzà ca so ‘riminîte da la Ggermànie senza spénne nu sodde de benzëne. Aje todde la màchene e me ne so calàte a fàlle. Da èll’ammànde la vëje ère tîtt’ a la capabbàlle…”


Block notes Nuovi parroci a Santa Maria Maggiore e a San Giovanni Bosco

Don Domenico Spagnoli e don Francesco Pampinella sono rispettivamente i nuovi parroci di Santa Maria Maggiore e di San Giovanni Bosco. Il primo sostituisce don Andrea Sciascia, l’altro don Francesco Labarile. Nativo della vicina Furci, don Domenico è stato per sette anni il segretario dell’arcivescovo Bruno Forte. don Francesco, invece, che è entrato nella Comunità Salesiana vastese il giorno del suo compleanno, il 9 ottobre, è nato a Civitavecchia e fino a pochi mesi fa svolgeva la missione sacerdotale a Genzano.

Don Francesco Pampinella

Don Domenico Spagnoli insieme all’arcivescovo Bruno Forte nel giorno dell’insediamento

Cent’anni fa nasceva Vincenzo Canci Bella iniziativa, quella di Vastophil 2011, di ricordare con un annullo postale il centenario della nascita di Vincenzo Canci, maestro dell’arte figurativa, il quale ha attraversato tutto l’inquieto Novecento artistico lasciando dietro di sé opere raffinate che, pur nella diversità delle tecniche pittoriche , dall’olio alla spatola, all’acquerello, hanno conservato una coerenza di fondo e riproposto, come atto di devozione e di fede nella vita, i temi della luce, del paesaggio, del mare, della terra natale.

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Block notes Raffaele Mattioli

Ha visto da qualche mese la luce il volume Raffaele Mattioli. Carte, fotografie e documenti”, a cura di Alberto Gottarelli e Francesca Pino, che è la direttrice dell’archivio storico della Banca Intesa San Paolo, già Banca Commerciale Italiana. Il libro ripercorre alcuni momenti della vita del grande banchiere vastese (1895-1973), con un ricco corredo fotografico in parte inedito, dal quale sono tratte le foto che seguono.

Genova, dicembre 1912. Raffaele Mattioli “matricolino” all’età di 17 anni

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Block notes

Due foto amatoriali scattate al fronte negli anni della Grande Guerra. Raffaele Mattioli a sinistra, con il generale Giuseppe Vaccari e una persona non identificata

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Milano1926. Lo staff della segreteria del presidente della Banca Commerciale Giuseppe Toepliz. Da sinistra: Giulio Stock, Raffaele Mattioli, Emilio Brusa e Valentino Bona. Foto Erberto R端edi


robertopavone.com

mobili per la scuola

www.vastarredo.it

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Remo Salvatorelli

Presidente del Gruppo Vastarredo

A “green group� towards a better world industrie


Amici del Lunario Mario Soria, ovvero Cibo Matto

La sua vita è un’avventura che continua. Partito a soli 17 anni, ha girato mezzo mondo a bordo di grandi navi passeggere sulle quali ha lavorato come cameriere in prima classe, raggiungendo un grado di professionalità, che ha saputo sapientemente mettere a frutto. Tornato a Vasto ha, infatti, avviato con successo negli anni Settanta il ristorante Jeannot, che ha certamente rivoluzionato all’epoca il modo di fare ristorazione e servizio di accoglienza. Da qualche anno, assecondando la richiesta dei figli Jean Pierre e Nicola, ha messo a loro disposizione l’enorme patrimonio di esperienze accumulato negli anni aprendo Cibo matto, un locale nel quale è riuscito a sintetizzare sapori antichi della tradizione culinaria vastese con apporti di nouvelle cuisine. L’anno scorso Slow Food gli ha assegnato, come riconoscimento alla carriera, il diploma di “pioniere ed ambasciatore della cucina vastese”.

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~ Modi di dire ~ Se spàrtene lu sònne. Si dividono il sonno, sono amici per la pelle. Jètte sètte p’ariccòj’ otte. Dice sette per avere otto, nel significato di voler ottenere qualcosa di diverso da ciò che si dice. È cillëne. È un tipo sveglio, intelligente, furbo. È nat’a lètt’arifàtte. È nato con tutte le comodità. È ‘na (nu) vandasciàne. È una (uno) che si vanta. È ‘na (nu) trapilèine. È una smorfiosa (smorfioso). Una donna (un uomo) che fa moine. È ‘na (nu) vrettacchìeine. È una donna sporca (un uomo sporco), una donnaccia, uno sporcaccione.


Vastesi che si fanno onore Beppe De Marco, la voce di Rds grandi successi Giuseppe, per tutti Beppe, De Marco, classe 1977, è tra più noti conduttori di RDS 100% Grandi Successi, la prima emittente in Italia, con più di cinque milioni di ascoltatori. Dopo le iniziali esperienze presso le emittenti locali, a Radio Studio ‘99, Prima Rete e Tele Radio San Pietro, ha maturato una lunga gavetta a Radio Delta 1, la regina delle radio abruzzesi prima di passare alla romana Radio Globo e quindi, in un crescendo di soddisfazioni personali e professionali, a RDS. Complimenti a Beppe, un vastese che ormai vive a Roma ma che non è mai uscito dalle case dei vastesi, che lo ascoltano tra le 19:00 e le 22:00 del venerdì e del sabato e dalle 13:00 alle 17:00 della domenica. Dove? Ma su Radio Dimensione Suono, naturalmente.

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Come pulire i polpi Gnà si pulësce l’arciliàune Il polpo (l’arciliàune) va innazitutto battuto con forza, preferibilmente appena pescato, per renderlo più tenero e per rendere più agevole privarlo della pelle. Prima della cottura è necessario asportargli il sacco intestinale, che si trova sotto la testa all’attaccatura dei tentacoli e quindi gli occhi ed il becco.


Ahâšte / Agosto


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mercoledì / Sande ‘Liffanze giovedì / Sand’Usebbie venerdì / Sanda Lèdie sabato / Sande Giuvuanne

domenica / Sand’Osvalde lunedì / Sand’Uttaviane martedì / Sande Caddane mercoledì / Sande Ddumuéneche giovedì / Sande Rumüane venerdì / Sande Lurenze sabato / Sanda Chiare

31 agosto 1922

Le colonie marine della Croce Rossa a Vasto Nell’incantevole arco della nostra spiaggia […] diciassette grandi tende della Croce Rossa hanno ospitato in due turni duecento sessantotto bambini, tra cui una ventina vastesi e gli altri tutti provenienti da Roma, per la cura dei bagni e del sole. Si deve al concorde interessamento del Presidente senatore Ceraolo, del direttore generale prof. Baduel e del prof. Ilvento, capo degli uffici tecnici sanitari della Croce Rossa, nonché del medico provinciale cav. Vizioli, e del comitato locale antitubercolare presieduto dal dott. Marcello Sangiovanni, coadiuvato dall’attivo segretario farmacista Paolo Giovine, la scelta per la colonia di questa plaga incantata; ove i bambini hanno trovata aria balsamica, una spiaggia eccezionalmente ampia per i giochi all’aperto, e la più simpatica accoglienza da parte della cittadinanza, della numerosa colonia bagnante e delle Autorità tutte. […]

domenica / Sand’Erculüane lunedì / Sand’Ippolete martedì / Sande Massemiliane

mercoledì / L’Assunziàne de Sanda Maréjje

giovedì / Sande Rocche venerdì / Sande Settëmie sabato / Sand’Elene

domenica / Sanda Sare lunedì / Sande Bernarde martedì / Sande Fabbrézie mercoledì / Sanda Maréjje Riggëine giovedì / Sanda Réuse venerdì / Sande Bartlummué sabato / Sanda Lucille

domenica / Sande ‘Lessandre lunedì / Sanda Mòneche martedì / Sande ‘Hušteine mercoledì / Sanda Candede giovedì / Sanda Sabbëine venerdì / Sande Marëine

~ Compleanni ~ Antonio Menna (avv.) 1; Angela Marchesani Marino 1; Vittorio Tagliente jr. 4; Serafina Calvano 4; Sabrina Acquarola 6; Sina Santoro 6; Luigi Murolo 8; Sergio Menna 8; Viviana Goldsztein 9; Sergio Del Casale 12; Antonio Menna (prof.) 12; Alessandro Frasca 14; Mario D’Ermilio 15; Nicola Traino 16; Savino Pollutri 19; Susanna Wilhelm Celenza 19; Enzo Fioretti 20; Eustachio Frangione 20; Antonio Caruso 21; Peppe Galasso 22.


Personaggi Alberto Piccolotti, lo speziale intellettuale

Dello speziale, inteso nel senso di ricercatore di alchimie culturali e non soltanto di preparatore di rimedi galenici, ha tutte le caratteristiche, certamente ereditate dal padre David, farmacista appassionato di pittura e pittore egli stesso. Intellettuale acuto con la passione per l’indagine storica, per la filosofia e per la politica, persona dall’ironia facile ma garbata e dall’eloquio contrassegnato da una mai perduta inflessione marchigiana, è certamente una delle figure più conosciute ed apprezzate in città anche per la considerazione che gli ha guadagnato la sua disponibilità verso gli altri.

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~ Proverbi ~ A ogne tätte ci šta lu pänge ràtte. Su ogni tetto c’è una tegola rotta. Canda ‘n gi šta cavèlle, trotte l’ésene. Quando non ci son cavalli corrono gli asini. Lu porche locche magne la jànnela spaccàte. Il maiale pigro mangia la ghiandola spaccata. Prim’a li tu’, dopp’ all’èddre si ppu’. Prima dai ai tuoi e poi, agli altri, se puoi.


M’aricórde Di Nisio, una presenza antica in piazza

Giovanna e Antonio Di Nisio (Custandéine)

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Grazia Di Nisio e Nicola Di Lello con i figli Francesco e Giovanna davanti al “mitico” chiosco di via XXIV Maggio

Lungo via XXIV Maggio, all’angolo degli ex palazzi scolastici, con l’arrivo dei primi freddi comincia a sentirsi un profumo di caldarroste, che risveglia sensazioni e immagini antiche. Da sempre nella memoria dei vastesi è un punto fermo il chiosco di Custandéine come luogo di ritrovo e di ristoro per i frequentatori del corso Nuova Italia che vi si recano per l’acquisto di fumanti castagne, di giuggiole (li ggiòrge) e carrube (sciavunèlle). Leggendaria la concorrenza con l’altra struttura (sulla stessa via ma sul retro dell’altro palazzo scolastico) di Tumuàsse, specializzato nelle confezioni di cici ašchéte, abbrustoliti con la sabbia.. I coniugi Antonio Di Nisio e Giovanna sono stati sempre rinomati per la gentilezza, per la freschezza della frutta in vendita e per il grande impegno lavorativo. I ragazzini che passavano per entrare nelle vicine scuole compravano la merenda, una tavoletta finissima di surrogato di cioccolato, o una striscia di chewingum. Nel pomeriggio aprivano le porte dei cinema (Politeama Ruzzi e Supercinema erano a due passi) e gli adulti si fermavano come in un rituale per provvedersi dei passatempi necessari: suminde, cici e fav’ ašchéte. Da allora è passato molto tempo ma con la stessa laboriosità, attenzione e affabilità la figlia Grazia, con la collaborazione del marito Nicola continua la tradizione di famiglia.


Bock notes Premio Silvio Petroro alla prima edizione

Il “Premio Silvio Petroro”, è stato uno degli eventi culturali più importanti della scorsa estate. Istituito dall’Associazione Pro Emigranti in memoria di “don Silvio”, che ha dedicato la vita all’assistenza agli emigrati ed alla valorizzazione del patrimonio morale, storico e culturale rappresentato dall’emigrazione italiana, il concorso assegna un riconoscimento ai vastesi e, più in generale, agli abruzzesi che si son distinti nel mondo. L’edizione 2011 è stata vinta dal professor Filippo Salvatore. Il professor Filippo Salvatore è uno degli studiosi più autorevoli sulla presenza italiana nel Canada, dove emigrò con la famiglia di origini abruzzesi nel 1964. Laureato in lettere all’università McGill, borsista ad Harvad, ha insegnato all’Université de Montreal e vinto la cattedra in studi italiani alla Concordia University, nella quale tuttora insegna. Autore di pubblicazioni scientifiche e letterarie, ha associato all’insegnamento un’intensa attività giornalistica, collaborando con La Tribuna di Montreal, Il Cittadino Canadese ed il quotidiano telematico NewsItaliaPress. Dal 2006 è direttore del bimestrale trilingue (italiano, francese e inglese) PanoramItalia che si pubblica in due edizioni separate a Montreal ed a Toronto con una tiratura di 150.000 copie. Legato alla Terra d’origine, ha abbinato le attività di studioso all’impegno sociale, sia all’interno della numerosa comunità italiana di Montreal, sia nella società del Québec. È stato vice-presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi e dell’Associazione degli Scrittori ItaloCanadesi; presidente dell’Harvad Club Of Québec (il primo e solo italiano); presidente della Faraq (Federazione delle Associazioni d’Abruzzo del Quebec) ed uno dei fondatori della Famq (Federazione delle Associazioni Molisane del Québec). Per l’autorevole curriculum, per le doti umane e una spiccata vocazione alla “solidarietà” ha meritato a pieno titolo il “Premio Silvio Petroro” come uno dei grandi esempi degli italiani all’estero.

7 agosto 2011. Il presidente della giuria, Gianni Petroro, consegna il premio al prof. Filippo Salvatore

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M’aricórde A Marcinelle mi son salvato per miracolo Raffaele Bozzelli “la carta di lavoro”

Sono passati cinquantasei anni dalla tragedia di Marcinelle, nella quale perirono 262 minatori, per la maggior parte abruzzesi. Era l’8 agosto del 1956, ma per Raffaele Bozzelli il ricordo di quella giornata resta ancora vivo. “Avevo 24 anni ed anch’io, come tanti altri coetanei, avevo scelto come destinazione il Belgio, dove cercavano braccia per le miniere di carbone. Capitai a Marcinelle, un paesino poco vicino Charleroi, e venni assunto alla miniera del Bois du Cazier, una delle più grandi della zona. Per quanto inospitale sotto l’aspetto climatico, il Belgio era comunque pieno di abruzzesi e di vastesi e tra essi ricordo i miei cugini Filippo e Carmine Luciano, Cesario D’Addiego, Carmine Bozzelli, Nicola Marinucci, Paolo Di Lena, Filippo Giancola, Michele e Giuseppe Giattini. Ero lì da circa un anno quando accadde la catastrofe nella quale non venni coinvolto per pura fortuna, dal momento che ero stato destinato al turno della notte ed ero rientrato nel mio alloggio alle 7 del mattino, soltanto un’ora prima che scoppiasse l’incendio nel pozzo. Ricordo il suono assordante delle sirene che mi strapparono dal sonno profondo nel quale ero appena piombato, la corsa

Raffaele Bozzelli “il permesso di soggiorno”

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Raffaele Bozzelli il vastese sopravvissuto alla tragedia

~ Fétte e fettarìlle ~ Lu futtebbàlle de la Paoline

Un’altra storiella rimasta memorabile de La Paoline, come la raccontava lui, soprattutto quando alzava un pò’…il gomito. “A la Ggermànie so fàtte schinènze lu futtebbàlle. Nu jùrne so fàtte nu zuàmbe pe’ d’arie accuscë adde, ma ‘ccuscë adde ca m’angasciàte sopr’a la còcce...”. Ogni commento è assolutamente superfluo.


M’aricórde

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Sport M’aricorde e sportivi Marcinelle, 8 agosto 1956. Nella pagina precedente, alcuni momenti della tragedia e dei funerali

Marcinelle, agosto 1956. Raffaele Bozzelli, da sinistra nella foto, insieme a Filippo Luciano all’uscita dalla miniera

verso il Bois, il frastuono del rumore dei mezzi di soccorso, lo schiamazzo delle squadre che si andavano formando nel tentativo di sottrarre i colleghi al grisou assassino. Ed ho ancora negli occhi e nelle orecchie il viso delle donne accorse ai cancelli ed il loro pianto disperato dinanzi alla lunga fila di cadaveri allineati . Vorrei non ricordare nulla di quella giornata, ma non ci riesco. Ho scavato insieme ad altri volontari in fondo a quel pozzo, trasformato in un’unica grande tomba, per cinque giorni e cinque notti, con le motopicche, con le pale, con le unghie. Due mesi dopo lasciai il Belgio”. Una lacrima accompagna le ultime parole di Raffaele mentre ci consegna la foto che lo ritrae dinanzi alla miniera maledetta insieme a Filippo Luciano, anch’egli di Vasto.

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Come si prepara la frittura Gnà si frëje È buona regola usare olio extravergine d’oliva de la terre noštre. I pesci devono essere asciugati per evitare che l’acqua a contatto con l’olio bollente provochi schizzi. Il calore dell’olio dev’essere adeguato alla misura del pesce da friggere e quindi, mentre i pesci piccoli vanno immersi subito in padella, quelli più grandi richiedono una temperatura gradualmente in aumento. I pesci grandi, o piatti come le sfòje, vanno incisi sui lati, affinchè friggano più rapidamente. Prima d’essere immersi nell’olio i pesci devono essere passati nel latte o in acqua e rotolati nella farina 00 mista a semola. Salare dopo la frittura.


Settembre / Settembre


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sabato / Sand’Eggedie

domenica / Sande ‘Lpedie lunedì / Sande Durutué martedì / Sanda Rosalie mercoledì / Sanda Riggëine giovedì / Sanda Eve venerdì / Sande Sticchenicchje sabato / Cand’è nate Sanda Maréjje

domenica / Sanda Sarafëine lunedì / Sanda Nichëule da Tulundëine martedì / Sanda Ggiacënde mercoledì / Sande Guide giovedì / Sande Lebborie venerdì / Sande Crescenze sabato / La Madonne de le Sette Dilïure

domenica / Sande Cipriane lunedì / Sande Robberte martedì / Sanda Sufuëje mercoledì / Sande Gennere giovedì / Sanda ‘Usebbie venerdì / Sande Mattè sabato / Sande Maurëzie

domenica / Sande Lëine lunedì / Sande Pacëfeche

22 settembre 1922

Nuovi istituti d’istruzione a Vasto Un manifesto del sindaco avv. Cav. Ritucci Chinni annunzia l’istituzione pel prossimo anno scolastico di un istituto commerciale e di un ginnasio comunale, in esecuzione di un deliberato consigliare del 23 luglio ultimo. Vasto ha già una fiorentissima scuola tecnica, egregiamente diretta dal prof. Cav. Michele Lattanzio: ed ebbe sino al 1876 un buon ginnasio comunale, nel quale fecero i primi studi secondari molti che poscia divennero valenti professionisti. La cittadinanza perciò non può vedere che con grande compiacimento il ripristino di questo istituto; come non può non apprezzare la grande utilità di quello commerciale, così consono ai nuovi tempi, e che non solo fornisce ai licenziati diplomi di ragioniere e di perito commerciale, ma che apre le porte alle ammissioni nei R. istituti superiori di commercio.

martedì / Sande Sérge mercoledì / Sande Coseme e Damïane giovedì / Sande Terrenzie venerdì / Sande Fauste

sabato / Sande Micchéle

patrone de lu Uašte

domenica / Sande Gelòrme

~ Compleanni ~ Alessandro Grassi 1; Vincenzo Affaldani 3; Filomena D’Alessandro 7; Roberto De Ficis 7; Evandro Sigismondi 9; Nicolino Delli Benedetti 9; Nino Cannizzaro 9; Bartolomeo Potenza 10; Fiorangelo Di Nisio 14; Beppe De Marco 14; Maria Gizzarelli 15; Domenico Falcucci 18; Massimiliano Berghella 19; Michelina Vinciguerra 20; Laura Reale 21; Piero Falcucci 25; Rino Pomponio 28, Gino De Rosa 28; Nunzio Rubino 28.


Icone Mario De Caro. “Vissi d’arte, vissi di… scuola”

È riuscito nell’impresa, non facile al giorno d’oggi, di fare amare la letteratura latina e greca a generazioni di liceali. Dotato di una profonda cultura e di una forte carica umana che gli derivava dalla sua origine partenopea era, e si sentiva, uomo di scuola fino alle midolla. Visceralmente innamorato di teatro, riversava questa sua passione sui giovani coinvolgendoli in improvvisati laboratori filodrammatici, che sono rimasti memorabili e che hanno influenzato le scelte di vita di taluni di essi, a cominciare da Pietro Bontempo che considerava, da questo punto di vista, il migliore dei suoi risultati. 1982. Mario De Caro in mezzo ai suoi studenti al termine di una rappresentazione teatrale tratta dalla IXa Satira di Orazio, in tournèe presso l’Istituto Magistrale. Da sinistra, Graziano Marcovecchio; Donatella Pomponio; Paolo Del Borrello; Maria Rosaria Squadrone; Sandro Lepidi; Ilaria Di Donato; Giuseppe Lazetera, Claudia Ruta; Pietro Bontempo; Chiara Labrozzi; Michele Russo; Alfredo Colantonio; Ida D’Ercole;Tino Besca; Gabriele Lanza; Mario De Caro, Antonella Fiore Donati; Palmo Novielli; Angela Pennetta; Sandro Berretta; Emidio Guastadisegni; Gina Pastorelli; Dario Cardillo

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~ Modi di dire ~ S’è valichëte. Riferito alla lana che si infeltrisce, si restringe, dopo il lavaggio. S’è ‘ngiuciàte! S’è ubriacato a la candëne oppure… de chiacchière. Lu sangiuuànne mé. Il compare. Il riferimento è alla festa di San Giovanni durante la quale si facevano comparaggi. Šta nu sole che spacche le préte. C’è un sole fortissimo, fa tanto caldo. M’è minîte nu calicapasse. M’è venuta una colica, la diarrea. M’è rimàšte ‘n gànne. M’e rimasto in gola, son rimasto male. Ma v’a ccac’a lu muàre, ca ‘n fì rumuàre. Vai a far danno dove non ti vedono, né ti sentono.


M’aricorde La “Festa del Cardellino”

Anni 60. Il commendatore Carlo Boselli, il marchese di Alanno e il senatore Spataro

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Uno degli appuntamenti mondani più attesi dalla fine degli anni Cinquanta , prima che l’uragano del Sessantotto lo spazzasse purtroppo via, era “la Festa del cardellino”, organizzata nelle diverse edizioni prima dall’Azienda di Soggiorno e Turismo e quindi dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso. La manifestazione, che chiudeva in pratica l’estate vastese, consisteva in una serata danzante, presso il Miramare ed in un secondo tempo al “Dancing da Mimì”, al termine della quale veniva consegnata ad ogni dama una graziosa gabbietta con un simpatico cardellino. Per riviverne l’atmosfera, ecco il resoconto che ne traccia Mario Pasotti sulle pagine de Il Tempo del 29 agosto 1964. “L’ora avanza: i cardellini nelle verdi gabbie, soffrono a tenere gli occhietti aperti: una ragazza dal soffice sguardo d’un verde carezzevole e vellutato, si prova a divertire un crocchio d’anziane signore incerte se accondiscendere o disapprovare i rapidi e studiati movimenti di una coppia alle soglie della “terza giovinezza”, impegnata in un difficile passo di twist; più in là, una fanciulla in pantaloni e casacca d’un marrone stinto a grosse margherite trapunte osserva con espressione accorata e visibilmente annoiata, ingoiando sorsetti delicati e dispettosi da un bicchiere di latte corretto alla menta, il corrispondente di un giornale d’una parrocchia politica chiaramente di sinistra, che si dondola al ritmo dell’ultimo slow. Vasto Marina si spegne. Sulla sabbia, al riflesso delle ultime luci del dancing che si addormentano un tantino alla volta, sono visibili le orme dei mille passi che dirigono verso il mare ingrossato nella marea che ha invaso la battigia.

La consorte del sottosegretario alle PP. TT Remo Gaspari, riceve dalle mani dell’onorevole Carlo Bottari uno dei trenta cardellini sorteggiati tra tutte le signore presenti alla “Festa del Cardellino” svoltasi a Vasto Marina


Amici del Lunario Ennio Daielli, il patron della Vasto Legno Con più di 70000 m3 di legname esportato in tutto il mondo, Vasto Legno, è una tra le più grandi aziende europee di commercializzazione delle specie arboree africane. È presente a Vasto sin dal 1971, anno in cui il giovane imprenditore milanese Ennio Daielli sbarca nella zona industriale e sul porto di Punta Penna. L’azienda negli ultimi decenni si è aggiornata mediante un costante processo di crescita e di innovazione tecnologica. In virtù della qualità raggiunta le è stata assegnata la certificazione FSC ®, che certifica il legno proveniente da foreste gestite in maniera eticamente ed ecologicamente sostenibile. Di recente Vasto Legno ha anche avviato una partnership con WWF Italia.

Un giovane Ennio Daielli dinanzi ad un cargo carco di legname proveniente dall’Africa

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~ Fétte e fettarìlle ~ Lu huéine è lu latte de li vìcchie

Sulla porta della bar seduto accanto ad altri avvinazzati, Giovanni è occupato in una riflessione filosofica sul valore del vino e sugli effetti benefici che produce sull’uomo in ogni stagione della vita. “ Lu huéine – afferma barcollando sulla lingua e sulle parole - è ‘na cosa sànde…Pe’ li ggiuvunùtte è na vendàte di forze… pe’ li vìcchie è come lu latte de la mamme.


Block notes Qui, da quotidiano a settimanale Cambia formula e diventa settimanale il giornale dei vastesi. Uscito nel 2003 come quotidiano, il giornale di Giuseppe Tagliente, di Elio Bitritto e d’un manipolo di instancabili appassionati collaboratori si trasforma e si sdoppia. Per far fronte alla concorrenza insidiosa del web, ha trasferito infatti la cadenza quotidiana in un giornale on line, www.quiquotidiano. it, ed ha assegnato invece il compito dell’approfondimento della notizia, dell’inchiesta e del dibattito politico e culturale ad un giornale cartaceo che esce ogni venerdì. Una evoluzione, perfettamente in linea con i tempi, per continuare a dare ai vastesi una informazione completa e corretta.

La lapide della Cattedrale Sulla facciata della Cattedrale di San Giuseppe c’è una lapide, posta il 10 aprile 1810, tanto corrosa dal tempo da leggersi a stento. La scritta scolpita nella pietra è la seguente:

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Al forte guerriero D’Aurillac Carlo AntonioManhes Membro della Legion d’onore e Cavaliere delle Due Sicilie Generale aiutante di campo di S.M. Gioacchino Napoleone Distruttore dei briganti Restauratore della pubblica quiete nelle contrade d’Abruzzo per voto universale acclamato primo cittadino del Vasto nel giorno dieci aprile 1810. A riconoscenza del popolo vastese questo monumento consacra


Coriandoli Burraco: giocare per puro divertimento L’ A.S.D. Circolo Burraco Vasto nasce ufficialmente il 22 ottobre del 2004 dalla volontà di quattro amiche (Aida, Marisa, Lina e Paola) che erano solite riunirsi al pomeriggio della domenica per sfidarsi in simpatiche partite a carte tra un the e un pasticcino. Il primo tentativo di costituzione del circolo viene fatto nell’agosto del 2004 con la complicità di Bruno Baccalà, che in quel tempo ricopriva la carica di presidente del Circolo Tennis, il quale gentilmente mette a disposizione tutto il necessario per approntare un torneo: location, tavoli e sedie, inclusa una bellissima coppa che ancor oggi passa di coppia in coppia a chi vince il tradizionale Torneo delle Campanelle che continua a svolgersi ogni 16 d’agosto presso il Circolo Tennis Vasto. Partito con soli 30 iscritti il circolo conta oggi più di 130 soci e può vantare numerose ed importanti iniziative, anche a scopo benefico, e tornei che richiamano periodicamente nella nostra cittadina dalle 200 alle 300 partecipanti. Dall’ottobre dello scorso anno, dopo anni di “vagabondaggio”, il Circolo Burraco Vasto ha finalmente la sua sede in via delle Cisterne n. 4. Il direttivo del circolo è composto da Marisa Di Falco, presidente; Aida Di Sabato, vicepresidente; Paola Colenghi, tesoriera; Luigina Di Paolo e Michela La Verghetta; consigliere; Salvatore Vallone e Vincenzo Affaldani, probiviri.

Una per tutte tutte per una, le moschettiere del Burraco. Da sinistra: Michela La Verghetta, Marisa Di Falco, Aida Di Sabato, Luigina Di Paolo, Paola Colenghi.

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Sport e sportivi

Vastesi che si fanno onore Premio San Michele 2011

Foto di gruppo dei premiati. Da sinistra: Enzo Tettamanti, Luigi Alfiero Medea, Gianfranco Iuliani, Edmondo Del Borrello e Bruno Di Lena, presidente del Coro Polifonico Histonium.

Il Coro Polifonico Histonium, Edmondo Del Borrello, Gianfranco Iuliani, Luigi Alfiero Medea e Enzo Tettamanti sono stati i vincitori della quindicesima edizione del Premio San Michele. La prestigiosa statuetta d’argento è stata attribuita come di consueto a cinque vastesi selezionati da un apposito comitato scientifico. Inaugurata nell’occasione la sezione del Premio dedicata a Mario Celenza che è stata assegnata all’Hotel Sabrina individuato sulla base di un’indagine di campo effettuata dagli studenti dell’indirizzo turistico dell’Istituto Commerciale “Filippo Palizzi”.

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Come s’impastella per la frittura La ‘nbanatîre de lu puàsce Ci sono ricette che prevedono che i pesci siano fritti ricoperti di pastella. Per preparare l’impasto si adoperano uova, birra e farina. Questi ingredienti vanno messi in una terrina e battuti a lungo con un cucchiaio fino a che siano ben amalgamati. Un chiaro d’uovo, preparato a parte, va quindi aggiunto al composto e mescolato ad esso per renderlo più liquido. I pesci vanno immersi nella pastella prima di scivolare in padella.


UttĂ bbre / Ottobre


Emeroteca Uttàbbre / Ottobre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

lunedì / Sanda Trisëine de Ggisì

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mercoledi / Sande Quindëine

martedì / Sande Remegie mercoledì / Sande Mudešte giovedì / Sande Frangische venerdì / Sande Sande sabato / Sande Brune

domenica / la Madonne de lu Rusuarie lunedì / Sande Scimàune martedì / Sanda Sare mercoledì / Sande Ciatté giovedì / Sande Sandëine venerdì / Sande Serafëine sabato / Sande ‘Duarde

domenica / Sanda Furtunüate lunedì / Sanda Trèse martedì / Sanda Marecarëite mercoledì / Sande Ruduolfe giovedì / Sande Lìuche venerdì / Sanda Lauratte sabato / Sanda ‘Delëine

domenica / Sand’Ursulëine lunedì / Sande Dunüate martedì / Sande Giuvuanne de Capeštrane mercoledì / Sande Raffajele

1 ottobre 1962

Firmato Accordo tra Eni e la Libbey-Owens-Ford Glass È stato stipulato nei giorni scorsi un accordo tra l’Eni, la Breda e la Libbey-Owens-Ford Glass Company per la costruzione di una grande industria del vetro nella zona di Vasto, in prossimità dei giacimenti metaniferi dell’Eni. Per portare a termine la costruzione dello stabilimento sono previsti investimenti per oltre 25 miliardi di lire. Presidente dell’Azienda, che assumerà il nome di Società Italiana Vetro, è stato nominato Pietro Sette, vice presidente Raffaele Girotti e direttore generale Francesco Centaro. Il nuovo stabilimento produrrà contemporaneamente lastre di cristallo, lastre di mezzo cristallo e vetro comune. Sul mercato esso dovrà affrontare una situazione particolarmente complessa specialmente per quanto riguarda la produzione delle lastre di cristallo. Finora infatti questo prodotto è stato fabbricato unicamente dalla società Saint Gobain nei suoi stabilimenti di Pisa e di Pietro Sette (1915-1984) Caserta, mentre l’importazione di esso, a causa del controllo che la Saint Gobain esercita su tutta l’industria vetraria europea, è praticamente inesistente. Diversa è la situazione nei settori del vetro comune e dei mezzo cristallo, che vengono prodotti in Italia non solo dagli stabilimenti del gruppo Saint Gobain ma anche dalla Societè Vetrocoke, il cui controllo è recentemente passato dal gruppo Fiat a quello Montecatini: esistono poi altre aziende minori, il cui peso però sul mercato è molto limitato. La nuova iniziativa promossa dalle PP.SS. avrà dunque come primo effetto quello di accrescere la concorrenza nel settore del’industria vetraria.

giovedì / Sanda Grazie venerdì / Sand’Umbüerte sabato / Sande Crispëine

domenica / Sande Taddè lunedì / Sand’Unurüate martedì / Sanda Duruté

~ Compleanni ~ Liberata D'Ettorre 4; Elisa Celenza 5; Alberto Piccolotti 5; Anna Maria Vinciguerra 5; Luigi Giuliani 6; Gianni Petroro 6; Vincenzo Bevilacqua 7; Dino Cilli 10; Gianni Menna 10; Rossano Torino 13; Bruno D’Adamo 13; Ilaiza Tagliente 14; Maria Teresa Lazzaro 15; Gabriella Scafetta 18; Nagana Cupaiolo 19; Daniela Scafetta 21; 7HUHVD ' $GDPR $QWRQLR 3DORPER 0LFKHOH Naglieri 28; Affaldani Paolo 29; Martina Tittaferrante 31.


Emeroteca 29 ottobre 1962

Mattei è morto in un incidente aereo L’ing. Enrico Mattei, presidente dell’Eni, è morto ieri sera in un incidente aereo. Il bireattore sul quale viaggiava, un Moran-Soulnier 760, è caduto a Torrevecchia Pia nei pressi di Landriano, in provincia di Pavia, alle ore 18,59. Pochi minuti prima il pilota era

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entrato in contatto con la torre di controllo dell’aeroporto di Linate per l’atterraggio. […] La sua battaglia è stata essenzialmente un fatto di democrazia. Nel paese, quando si è battuto per il principio che le fonti di energia sono una cosa troppo preziosa e decisiva perché se ne lasci il controllo a interessi privati, condizionati dalla legge del profitto. Fuori del paese, quando si è battuto per affermare il diritto che hanno le piccole nazioni di fare ogni sforzo per sottrarsi alle imposizioni dei grandi monopoli.


Foto di famiglia I Colanzi Una bella fotografia, ‘na bbella taleqquale, come si chiama in dialetto vastese, della famiglia scattata nel podere di famiglia a Mottagrossa, località che si trova oggi nel bel mezzo della Riserva Naturale di Punta Aderci ( più corretto sarebbe definirla di Punta d’Erce). È il 1960, è una bella giornata di sole e, a giudicare dai carciofi in primo piano, è primavera.

Da sinistra: Pierino Colanzi, Jolanda Bucciarelli, Concetta Bartucci, Remo Colanzi, Ada Fiore, Nicola Colanzi; i piccoli Rosanna Colanzi, Remo Colanzi, Mario Colanzi, Tina Colanzi.

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Coriandoli A ricordo degli agricoltori caduti I monumenti vengono di solito eretti a memoria di santi e d’eroi, quasi mai degli umili, silenziosi ma non per questo meno eroici o devoti. Bene hanno pertanto fatto i Lions del Club Host di Vasto ad erigerne uno dedicato “alla memoria di quanti hanno perso la vita nel duro lavoro dei campiâ€?. La stele è stata sistemata nello spazio antistante la Cantina Sociale “San Michele Arcangeloâ€? in contrada Pagliarelli.

Momenti dell’inaugurazione della stele. Nelle foto, il presidente 2010 del Lions Club Host, Giuseppe Argirò, il presidente della cantina sociale, Antonio Nocciolino e i soci del Club.

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~ Modi di dire ~ Pe’ pèzze e pe’ pindĂŽne. Dappertutto in ogni angolo. L’aje circĂ te pe’ pĂŠzz’e pindĂŽne. Piov’a ziffĂŽnne. Piove a dirotto. Mangh’a li chĂŤne !, OHWW QHDQFKH DL FDQL SRVVD FDSLWDUH

Piagne lĂ creme de sanghe. Piange amaramente. Chi ssi a‘ccĂŤse ! OHWW FKH WX VLD XFFLVR Sangh’e latte!‘nu Sangue e latte! l’augurio che silafafaccia! ad un bambino. Mo te fĂ cce muĂ zze tande!Ăˆ lett. Ti spacco Si li mĂ gne l’ammĂŤdie. Ăˆ lett. divorato dall’invidia. Acca cĂ lle, chĂŽule ti pĂ ile, acqua calda, culo ti pela. Si ‘na lĂŠna torte. Sei storto come un legno. Si nu ciavĂ rre. Sei un cornuto. CiavĂ rre è il piccolo della vacca, della pecora o della capra.


Personaggi Cesare Puccioni, numero uno di Federchimica

Erede di una tradizione di imprenditori fiorentini che affonda le proprie radici nel secolo scorso, Cesare Puccioni ha raggiunto traguardi di notevole rilievo che gli hanno valso dapprima la croce di Cavaliere del lavoro, una delle più prestigiose della Repubblica anche per il numero ristrettissimo dei beneficiari, e quindi dall’anno scorso la carica di presidente nazionale di Federchimica, al termine di un congresso a cui erano presenti anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ed il ministro per le Attività Produttive, Paolo Romani. Puccioni, ha da qualche tempo spostato il baricentro dell’azienda a Vasto, dove è approdato sin dal 1959.

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~ Fétte e fettarìlle ~ Vigili urbani cercansi

Una domanda senza risposta assilla da anni i vastesi: dove sono andati a finire i vigili urbani? L’interrogativo è anche di Lillëne lu muacellàre: - Ma se po’ sapà’ addò hanne jùt’a finà’ šti huàrdie? L’aj’ addummuannàte schinènz’a lu suéneche ma n’aj’avîte rispošte. Tî che ddëce, Ggiuhuà’? E Giovanni lu marinàre: - Scùrteche ssa ràsce…


Block notes Case Tambelli, una scoperta interessante Grazietta Costantino tiene alla sua casetta in via Vittorio Veneto in maniera davvero straordinaria. Lo si capisce dall’aspetto esterno, dalla cura dei particolari, dal profumo che promana dalle decine di vasi di fiori sui balconi, per i quali ha addirittura avuto un riconoscimento dal Comune. Di recente ha poi reso alla sua abitazione l’ennesima attenzione quando, riemersa da uno spesso strato di intonaco durante i lavori di restauro della facciata, ha voluto restituire alla luce una piccola iscrizione lapidea che testimonia con assoluta certezza la data di costruzione dell’edificio ed il nome del suo primo proprietario. Più in generale la pietra costituisce un altro elemento che conferma l’epoca precisa in cui venne probabilmente ultimato il cosiddetto borgo di Porta Castello, che costituì il primo agglomerato urbano fuori le mura costruito intorno alla Chiesa di San Francesco di Paola (oggi dell’Addolorata). Va detto che in aderenza allo stesso progetto di sviluppo urbanistico il parlamento cittadino autorizzò contestualmente anche la realizzazione di un altro borgo fuori Porta Nuova.

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La signora Grazietta Costantino

Assovasto

vent’anni, al servizio delle imprese Le venticinque imprese associate al momento della fondazione, avvenuta nel 1990, rappresentano ormai lo zoccolo duro di Assovasto, che può vantare oggi l’adesione di oltre 130 aziende del Vastese. Attraverso la presidenza di Remo Salvatorelli prima, di Giuseppe Argirò poi e di Gabriele Tumini oggi, Assovasto è divenuta a pieno titolo l’organizzazione che rappresenta e tutela le imprese del Territorio.


Vastesi che si fanno onore Grazie, Vasto Marina Organico Vasto Marina, campionato 2010-2011 Portieri: La Barba, Suriano. Difensori: Giuliano Manzi, Ambrosecchia, Napolitano, Benedetti. Centrocampisti: Luongo, Ottaviano, Lupo, Ranieri, Gaspari, Lanzano. Attaccanti: Sputore, Contini, Valdes, Cau. Mister: Massimo Vecchiotti Dirigenti: Remo Grassi, Pino Travaglini, Michelangelo Sottile, Walter Suriani, Pierpaolo Tognoni, Silverio D’Anniballe, Luigi Di Francesco, Mario Cerrone, Massimo Potalivo, Giancarlo Zappitelli, Luca Grassi, Alessandro Grassi, Nicola Sansiviero e Luca Antenucci

Con la vittoria riportata l’anno scorso nel campionato di promozione, Girone B, il Vasto Marina ha rinverdito i fasti della Pro Vasto, scomparsa purtroppo dal calendario calcistico italiano. La bella squadra di mister Vecchiotti ha ridato dignità al calcio vastese e riportato il nome della città sui campi dell’agonismo sportivo. Grazie, ragazzi, e grazie anche ai dirigenti della Società per l’impegno e la serietà che hanno dimostrato.

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Come si prepara l’arrosto Gnà si fa lu puàsc’arrhàšte In presenza di pesce di taglio medio o grande, si pratica un taglio nel ventre e, dopo averlo eviscerato, si procede a condirlo da entrambe le parti con sale, pepe, aglio tritato, prezzemolo, rosmarino e un goccio d’aceto. Quindi lo si distende sulla graticola passandovi di tanto in tanto olio con un pennelino. Le seppie vanno tagliate a metà per tutta la lunghezza, gli scamponi dalla parte della testa (carapace), e poi salate, pepate, condite con olio. Un buon arrosto prevede anche spiedini di scampi e calamari.


Nnuvembre / Novembre

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Emeroteca Nnuvèmbre / Novembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

7 novembre 1922 giovedì / Tutte li Sende venerdì / L’Alme di li Murte sabato / Sande ‘Ggisarie

domenica / Sande Carle Burrumué lunedì / Sande Giude martedì / Sande Faušte

Socialisti che passano ai Fasci a Vasto

Con grande entusiasmo da parte della popolazione vastese sono state accolte le squadre fasciste di Vasto e del circondario reduci da Roma. Alla finestra della Casa di Conversazione hanno parlato applauditissimi il giovane fascista De Luca, Michele Marisi, l’avv. Cav. Del Greco, deputato provinciale, il quale ha espresso l’adesione del gruppo liberale che fa capo all’on. Riccio, e l’insegnante Del Greco Filippo.

mercoledì / Sand’Ernešte giovedì / Sande Guffrede venerdì / Sanda Déure sabato / Sanda Germane

domenica / Sande Martëine lunedì / Sande Giusaffátte martedì / Sande Bonomme mercoledì / Sande Giuquànde giovedì / Sande ‘Libberte venerdì / Sanda Marecarëite sabato / Sanda Sabbette

domenica / Sande Crištejìane lunedì / Sanda Tëlde martedì / Sand’ Uttavie mercoledì / Sande Diàghe giovedì / Sanda Cecëlie venerdì / Sande Clemende sabato / Sanda Flére

domenica / Crëšte Rrà lunedì / Sande Lunuarde

~ Compleanni ~

martedì / Sande Virgëlie mercoledì / Sande Giácheme de la Marche giovedì / Sande Saturnëine venerdì / Sand’André

Santino Petruzzelli 3; Marcello Dassori 4; Antonio La Verghetta 4; Enrica Mileno 6; Biagio Santoro 6; Donatella Garbati 10; Luciano Marchesani 11; Vincenzo Tenaglia 12; Manuele Marcovecchio 13; Alessandra Smerilli 14; Maria Grazia Marino 16; Agostino Travaglini 18; Gianni Felici 21; Maria Pia Naglieri 21; Francesco Piccolotti 22; Nino Bixio 24; Maria Marinelli 25; Michela De Felice 25.


Icone Leonardo Umile, medaglia d’oro al valor militare

Nato a Scerni il 1 giugno 1919, frequenta a Vasto la Scuola d’Avviamento Professionale. Nel 1937 si arruola volontario come aspirante motorista nel 1°Centro automobilistico di Torino. Arruolato nell’Aeronautica, nel biennio 1939-40 svolge funzione di autista a Firenze e all’aeroporto di Ciampino. Già dal 1938 sofferente di problemi polmonari, viene giudicato inabile al servizio militare e riformato nel 1941. Dopo l’armistizio decide di partecipare alla lotta contro i nazisti e nel 1944 entra a far parte del Corpo Volontari della Libertà. Come Commissario di distaccamento della IV Brigata Garibaldi dirige i combattimenti contro i tedeschi sulle colline Apuane e qui viene catturato e ucciso il 7 aprile 1945 e per questo decorato di medaglia d’oro al Valor Militare. Nella Scuola Rossetti (in cui era stato alunno) nel 1990 per volontà della sorella Angela Claudia è stata costituita una fondazione a suo nome che ogni anno premia con una borsa di studio un alunno sorteggiato tra quelli dell’istituto licenziati con il giudizio di “ottimo”.

Leonardo Umile

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Via Santa Lucia 23 66050 Monteodorisio (Ch) tel. 0873 318243 email: edilmobil@virgilio.it


Coriandoli Michele Calvano, archeologo con la fotocamera

Michele Calvano, da decenni impegnato in un’accurata ricerca “archeologica” di testimonianze inerenti al mondo contadino e al lavoro artigianale, ha presentato a Palazzo d’Avalos l’opera Antichi mestieri in Abruzzo e Molise. Il libro, corredato da una ricchissima serie di immagini, è un riuscito tentativo di documentare un modo di vivere che appare tanto lontano, quasi remoto, ma che ancor oggi, specialmente nei nostri paesi dell’interno, qualcuno caparbiamente continua a praticare, ultimo testimone di una civiltà ormai al tramonto.

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Nella foto scattata il giorno della presentazione la coautrice Laura Calvano, il prefatore Emiliano Giancristofaro, l’autore Michele Calvano e l’editore Bruno D’Adamo

~ Modi di dire ~ Mi s’è tarmëte li pìte. Ho i piedi gelati per il freddo. Tè la magnatòre vàsse. Avere la mangiatoia a portata di bocca, nel senso di mangiare senza fatica. Tè ‘n’arie šcattàte šcattàte. Si dà tante arie. Anche nel senso di verace, autentico. Tè la rîsce a la cocce. Aver la forfora. Mi li si fàtt’arimbònne. M’è andato di traverso.


Icone I Fariello Famiglie così numerose sono ormai rare, i modernisti le chiamano “patriarcali”per non definirle “arcaiche”, ma quant’erano belle e quant’erano unite! I Fariello, originari della penisola sorrentina dalla quale arrivano agli inizi dell’ Ottocento, sono state una di queste e vederla allineata dietro il capofamiglia Ireneo, secondo l’ordine di anzianità, dà veramente un’idea di solidità e di forza.

La foto data 23 maggio 1981 ed è stata scattata in occasione delle nozze d’oro di Ireneo Fariello ed Antonietta Celenza. In primo piano, a seguire, la pattuglia dei figli Luigi, Angela, Umberto, Cesarina, Giuseppe, Fernando, Nicola, Giuliano e Mario.

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~ Fétte e fettarìlle ~ I bisogni dei cani

L’irritazione dei vastesi sale ogni giorno di più. Le strade sono piene di feci di cani e nessuno fa nulla. L’argomento è al centro di una discussione tra Peppino e Michele. - Cumbuà Micchè’, lu quacàte de li chëne le truv’a tutte li vë. Ma peccà štu suéneche noštre ‘n fa cacchéuse? -Nin me fa parlà, cumbuà Peppë. For’a la faccia noštre… forze je dà hušt’ a šta ‘n mezz’a li st…


M’aricorde ITIS “Enrico Mattei” . Cinquant’anni dalla nascita 1985. Riunione conviviale dei primi diplomati del “Mattei”. Da sinistra, Nicola Stivaletta, Mario Prosperi, Dario Saraceni, Nicola Di Ninni, Aristide Ciavatta, Franco De Filippis, Mario Bevilacqua, Michele Molino, Michele Molino, Ercole Zulli, Nicola Crognale, Antonio Tana, Nicola Malatesta, Ennio Di Fonzo, Nicolangelo Bucciarelli, Francescopaolo Sorgente. In seconda fila, Michele Felice, Pietro Perrozzi, Nino Marini, Sandro Mezzanotte, Nicola Di Fabio, Luigi Carriero, Vincenzo Serafini, Massimiliano Moretti, Domenico Sallese, Mauro Di Fonzo, Francesco Tartaglia, Lucio Ritucci, Nicola D’Adamo. In terza fila, Mario Candeloro, Giovanni Abbadessa, Vitale D’Achille, il preside Carlo Sergio Guazzotti, don Antonio Moretta, Giulia Maiella Pastorelli, Fernando Fiore. Accosciati, Franco Di Fano, Domenico Piccinini, Carlo Cimino, Davide Perrozzi, Domenico Stivaletta, Giuseppe Cinquina.

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Ottobre 1962: nei locali di via Buonconsiglio, 121 giovani affollano le aule della “Domus Pacis”. Nasce l’Istituto Tecnico Industriale, inizialmente succursale dell’ITIS di Chieti. È un evento per la nostra cittadina ,che nello stesso anno vede anche la costituzione del colosso SIV. Due “nascite” eccellenti avvenute quasi in contemporanea, frutto di una lungimirante programmazione che non trascura di preparare i nuovi quadri dirigenziali e tecnici per far fronte alla rivoluzionaria industrializzazione del Vastese. La nuova scuola suscita subito l’interesse di tanti giovani e richiama a Vasto anche alcuni studenti che negli anni precedenti si erano iscritti agli istituti industriali di Chieti e di Fermo. Ecco l’elenco dei primi iscritti all’Itis nell’anno scolastico 1962-63. Giovanni Abbadessa, Antonio Altieri, AlbinoAndreani, Giorgio Antonucci, Giuseppe Argentieri, Roberto Armeno, Carlo Basini, Nicola Bellano, Vitaluccio Bellano, Levino Bevilacqua, Mario Bevilacqua, Litterio Bolognese, Osvaldo Bozzelli, Nicola Bucciarelli, Mario Candeloro, Luigi Carriero, Dante Cerase, Giuseppe Ciampagna, Giovanni Cianci, Vincenzo Ciancio, Aristide Ciavatta, Carlo Cimino, Roberto Cinquina, Michele Ciuffi, Ferdinando Corsica, Nicola Crognale, Vitale D’Achille, Francesco


123 Dopo 4 anni di attività come sezione dell’ ITIS Savoia di Chieti viene riconosciuta l’autonomia alla sede di Vasto. Nell’ ottobre 1967 la scuola viene intitolata ad Enrico Mattei. Nelle foto, due momenti della cerimonia ufficiale. Attorno alla vedova del presidente dell’Eni, Greta Paulas, si riconoscono lo studente Nino Marini, il professor Edoardo Suriani, Elia La Palombara e don Antonio Moretta.

Il preside Carlo Sergio Guazzotti, il comm. Carlo Boselli e Greta Paulas Mattei

Cartolina stampata in occasione dell’incontro degli ex allievi dell’istituto


M’aricorde

Presidi dell’ITIS Silvio Mele (1962-66) nata come sezione dell’Itis di Chieti, la scuola fu diretta dai vice: Vincenzo Russo (1964-65) Edoardo Suriani (1965-66) Con l’autonomia hanno ricoperto l’incarico Carlo Sergio Guazzotti (1966-71) Gino Levantesi (1971-72 e 1974-76) Ennio Palucci (1972-73) Anna Maria D’Amore (1973-74) Rocco Morgia (1976-78) Gabriele Moro (1978-79) Fernando Fiore (1979-2007) Rocco Ciafarone (2007 ad oggi)

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Momenti di vita scolastica. Da sinistra, Michele Ciuffi, Salvatore Palma, Franco De Filippis, Giovanni Abbadessa, Antonio Di Vito, Giovanni Cianci

Paolo D’Adamo, Nicola D’Adamo, Sebastiano D’Adamo, Leone D’Adderio, Nino D’Alessandro, Mario Roberto D’Amelia, Pino D’Ascenzio, Gino D’Aulerio, Lino D’Aulerio, Giuseppe D’Aurizio, Franco De Filippis, Carlo Della Porta, Antonio De Marinis, Alvaro Fulvio De Notaris, Angiolino Di Bello, Federico Di Fabio, Nicola Di Fabio, Francesco Paolo Di Falco, Franco Di Fano, Antonio Di Filippantonio, Luciano Di Fonzo, Roberto Di Fonzo, Antonio Di Giambattista, Mario Di Gregorio, Basso Di Lello, Giuseppe Di Martino, Nicola Di Ninni, Eugenio Di Petta, Nicola Di Prospero, Donato Di Rito, Elpidio Di Stefano, Mario Di Stefano, Antonio Di Vito, Michele Felice, Giuseppe di L. Fiore, Giuseppe di V. Fiore, Nicola Fioretti, Cesario Gileno, Nicola Giuliani, Pasquale Glave, Mario Ialacci, Gaetano Iezzi, Luciano Lacanale, Nicola Lacanale, Aurelio Laccetti, Gennaro Lombardi, Angelo Longhi, Antonio Lo Vecchio, Nino Maiale, Giuseppe Maiarota, Nicola Malatesta, Alfredo Marrollo, Antonio Menna, Nicola Miscione, Michele Molino, Giovanni Molisani, Giulio Mongardi, Cesario Muratore, Nicola Nocciolino, Antonio Odio,


M’aricorde Paolo Pachioli, Sebastiano Palazzo, Salvatore Palma, Davide Perrozzi, Pietro Perrozzi, Mario Pistaccio, Domenico Pollutri, Tommaso Pollutri, Mario Prosperi, Basso Ritucci, Giuseppe Ritucci, Fernando Ronzitti, Gianni Saba, Nicola Sacchi, Francesco Salerno, Domenico Sallese, Pasquale Saraceni, Nicola Scardapane, Lucio Scotti, Emidio Serafini, Basilio Simoncelli, Salvatore Smargiassi, Franco Sorgente, Francesco Paolo Spadaccini, Michele Spinelli, Domenico Stivaletta, Nicola Stivaletta, Antonio Tana, Nicola Tenaglia, Antonio Tommasetti, Antonio Torricella, Mario Travaglini, Luigi Verini, Ercole Zulli. I primi docenti che insegnarono nell’Istituto furono: don Raffaele Pignatelli, Giulia Pastorelli, Edoardo Suriani, Angelo Muzii, Vincenzo Russo, don Antonio Moretta, Sandro Mezzanotte, Vincenzo Serafini, Vincenzo Braccia, Bruno La Morgia, Massimilano Moretti. Preside storico fu il prof. Carlo Sergio Guazzotti ed il bidello, egualmente storico, fu Nicola, detto Nick, Malatesta.

Quarta chimica 1967. Si riconoscono: Michele Frangione, Enzo Ciancio e Filippo Zaccardi, Litterio Bolognese, Antonio Ciccarone

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In classe. Si riconoscono: Salvatore Palma, Dario Saraceni, Osvaldo Bozzelli, Vitale D’Achille, Nedo Golfarini, Nicola Di Ninni, Franco De Filippis, Domenico Stivaletta, Ennio Di Fonzo, Piero Mancini, Nicola Nocciolino, Antonio Menna, Aristide Ciavatta, Mario D’Amelia, Giovanni Abbadessa, Nicola D’Adamo, Giovanni Cianci.


Sport e sportivi

Vastesi che si fanno onore Antonio Tucci, il Re di piazza Navona

Davvero incredibile la storia personale di Antonio Tucci il quale, partito giovanissimo da Schiavi d’Abruzzo, è diventato, dopo una lunga permanenza a Vasto, dove aveva aperto un ottimo ristorante, il Re di piazza Navona. Re della gastronomia, beninteso, giacché con l’ausilio dei familiari gestisce la maggioranza dei ristoranti che s’affacciano sulla meravigliosa piazza romana. Tenace, come sanno essere gli abruzzesi, intraprendente e professionale ha conquistato un posto di tutto rispetto tra gli imprenditori della capitale.

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Come si marina il pesce Gna si pripàre lu puàsce crìute Per la marinatura occorre pesce freschissimo crudo , succo di limone, aceto di vino, olio, sale ed aromi come pepe, coriandolo, peperoncino, cipolle e aglio. Il pesce si taglia a filetti sottili che vengono adagiati su un vassoio e conditi con l’olio e le spezie. La marinatura può durare da un minimo di un’ora ad un massimo di 6/24 ore secondo la pezzatura del pesce. Marinati si servono normalmente le alici, le sardine, le triglie, il salmone, il pesce spada.


DecĂŠmbre / Dicembre


Emeroteca Dicèmbre / Dicembre 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

sabato / Sanda ‘Ligge

domenica / Sanda Bibbïane lunedì / Sande Frangische Saverie martedì / Sanda Barbere mercoledì / Sande Vasse giovedì / Sanda Nichële de Bbare venerdì / Sand’Urbane

13 dicembre 1922

L’On. Paolucci a Cupello Da Vasto e dai paesi limitrofi grande adunata nazionalista e fascista a Cupello per l’inaugurazione del gagliardetto nazionalista con l’intervento dell’on. Paolucci. Dopo un saluto del sindaco, signor Michele Boschetti, parlarono la madrina, signorina Ada Contatore, la signorina Gilda Giacomucci e il segretario politico della Sezione sig. Giulio Boschetti. Ivi ne pronunciò uno dei suoi splendidi e suggestivi discorsi, tra il più schietto entusiasmo della popolazione, l’on. Paolucci. Nessun incidente venne a turbare la bella cerimonia.

sabato / la Cungiuzïane domenica / Sanda Valerie

3 gennaio 1923

lunedì / la Madonne de Lurète

Il nuovo Direttorio del fascio a Vasto

martedì / Sande Sabbëine mercoledì / Sanda Amalie giovedì / Sanda Lucëie venerdì / Sande Giuvuanne de la Crauce sabato / Sanda Silvia

domenica / Sand’Adelaide lunedì / Sande Làzzere martedì / Sande Ggraziane mercoledì / Sande Darie giovedì / Sande Libbrate venerdì / Sande Severëine sabato / Sande Flaviane

domenica / Sanda Vittorie lunedì / Sanda Irmëine

Nella sala della Conciliazione la sezione locale del Fascio di Vasto si è riunita in assemblea ordinaria, per udire le comunicazioni del Direttorio provvisorio , e procedere alla nomina del definitivo. Precedettero brevi opportune parole del dottor professor Giacomucci e del ragioniere Pisarri. Il primo, illustrando in tesi generale le finalità del fascismo, ricordò che esso s’impernia sopra un’immortale principio di uno dei nostri maggiori abruzzesi, Silvio Spaventa, il quale scrisse: “Al di sopra del meccanismo dei partiti, coi quali un governo libero può funzionare vi è un principio che ne costituisce la sostanza, ed è il diritto: il diritto non di un partito o di una classe, autocratica o borghese, che sia laica o sacerdotale, ma il diritto comune, il diritto di tutti. Un tale stato è signore dei governanti, è la legge.” Il secondo espose in rapporto ai bisogni locali, i mezzi più opportuni per raggiungere adeguatamente le finalità generali. Dopo di che la votazione ha dato i seguenti risultati: Direttorio: dott. Prof. Giacomucci Raffaele, Roserba Michele, rag. Pisarri Salvatore, rag. Marchesani Ulrico, ing. Peluzzo Giuseppe, Laccetti Giuseppe, Di Sario Nicola. Sindaci: ing. Izzi Antonio, ing. Trivelli Michele, rag. Di Rosso Luigi. Nell’occasione si è costituito anche il gruppo femminile della sezione del Fascio.

martedì / la Sanda Natale mercoledì / Sande Štefene

~ Compleanni ~

giovedì / Sande Giuvuanne venerdì / le Sende ‘nnucïnde sabato / Sande Davede

domenica / Sanda Ilarie lunedì / Sande Silveštre

Cristofer Ronzitti 3; Giuseppina Serafini 4; Nicola Vinciguerra 5; Francescopaolo Canci 11; Adriana Di Lanciano 11; Cinzia Del Borrello 15; Ornella Monaca 16; Patrizia Crisci 19; Marcella Assettati 22; Alessio Ciffolilli 28; Nicola Di Pietro 29; Donatella Fabrizio 29; Stefania Marcianelli 29; Silvia Celenza 30.


Foto di famiglia Gaetano Vallone, o della testimonianza cristiana

Di antica famiglia vastese è stato per lunghi anni un apprezzato primario di radiologia presso l’ospedale civile. Sposato con la professoressa Maria Trizzino, amatissima dagli studenti, dalla quale ha avuto Piero, Lorenzo e Salvatore, che hanno seguito le orme paterne, ha improntato la sua vita familiare e professionale all’osservanza rigorosa dei valori cristiani. Come testimoniano le considerazioni contenute ne “La formula della vita”, dal quale abbiamo tratto questa affermazione: “[L’uomo] deve operare da vero cristiano. Sa che Dio ha bisogno di lui per realizzare il Suo disegno e deve essere fedele al Patto”.

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~ Fétte e fettarìlle ~ Aumentano tasse e le preoccupazioni

La preoccupazione per l’aumento della pressione fiscale dilaga anche tra i vastesi. Ne fa fede questo fatterello che riferiamo esattamente come l’abbiamo visto. Pierino passa davanti al Salone di Nicolino Delli Benedetti. Il barbiere lo guarda e gli dice: - Pierì, fatte la varve, Madonna canda si brîtte… - Aj’a j prëm’ a ppahà li tasse e dapù, se cc’avanze cacchéuse…


Polvere di stelle Daniela Salvatorelli. “Terra, sii lieve con lei” Era giovane, era bella, era moglie e madre affettuosa. La sua scomparsa improvvisa ha lasciato sgomenta la città intera che si è stretta meravigliosamente attorno alla famiglia rimasta orfana di lei. Cosa si può dire di fronte ad una vita spezzata tanto dolorosamente prima del tempo? Vengono solo in mente le parole di un’antica iscrizione sepolcrale: “Terra sis illi lævis / fuit illa tibi” (Terra sii lieve con lei / lei fu lieve con te).

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Michele Rotondo, una farfalla volata via “Sono trascorsi dieci anni da quella tiepida sera d’autunno quando come una farfalla sei volato all’improvviso in cielo, ma vivi e vivrai per sempre nel nostro ricordo ed il pensiero della gioia donato in quel battito d’ali ch’è stata la tua vita ci consola e ci dà la forza d’andare avanti”. Le parole dei genitori di Michele scomparso in così giovane età commuovono, ma danno anche tanta serenità.

~ Modi di dire ~ Crëcche, crocch’e méneche di ‘ngëine. Lett. Cricco, Crocco e Manico d’uncino. Si dice per prendere in giro un terzetto di balordi inseparabili. È remaste gne chille de Càsele, senza quatrëne e senza l’asene. Lett. È rimasto come quel tale di Casoli, senza quattrini e senza l’asino. Per dire che è rimasto completamente al verde, un po’ come il più conosciuto “è rimasto come l’Aretino Pietro, con una mano davanti ed una di dietro”.


Block notes I Fratelli di San Gabriele, educatori per vocazione

Nata in Francia nel 1711 con lo scopo di diffondere l’educazione cristiana, la Congregazione arriva a Vasto nel 1935 per gestire il Collegio “Istonio” che operava su due classi ginnasiali con solo 20 alunni. I Monfortani seppero in pochi anni incrementare l’opera al Vescovado aumentando le iscrizioni al Classico e aprendo anche il Liceo Scientifico. Negli anni ’50 visti i positivi risultati nasce il progetto di edificare nell’area dell’allora Campo Boario una struttura scolastica polivalente. Completato nel 1962, e a più riprese notevolmente ristrutturato, l’Istituto ha ospitato una Scuola Media parificata e attualmente offre corsi di prima formazione professionale, aggiornamento e riqualificazione con la Scuola Professionale Monfort. Ultime creature della passione educativa sono l’Oratorio interparrocchiale e il Centro Sportivo San Gabriele che mette a disposizione un ampio ventaglio di strutture e attività sportive e ricreative.

Una vista d’insieme degli impianti sportivi di via Silvio Pellico

Anni ‘30. Studenti del “Collegio Istonio” attorno agli insegnanti nella caratteristica veste talare “alla francese” dei fratelli di San Gabriele

Interno della moderna palestra da poco realizzata

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M’aricorde Il Vasto Marina degli anni ‘80

La storia del Vasto Marina inizia da lontano. Ecco allineata sul campo dell’Aragona la formazione del campionato 88/89, appena promossa in 1a categoria.

In piedi da sinistra Luigi Di Francesco, Sandro Paganelli, Marco Mancini, Giuseppe D’Angelo, Luigi De Toma, Maurizio De Filippis, Antonio D’Adamo, Mariano Pollutri, il mister Alfredo Tenaglia, il presidente Giulio Passot Accosciati da sinistra, Luciano Tana, Giovanni Garella, Pasquale Cirulli, Graziano Frasca, Giuseppe Cupaioli, Luciano De Guglielmo, Michele Ronzitti, Carmine Gileno

Quando il calcio era “passione”.

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Un bel volumetto di ricordi quello scritto a quattro mani da Lorenzo Russo e Gianfranco Di Santo (Cannarsa edizioni), che ripercorre la storia della U.S. Incoronata Calcio, che, nata nel 1966, è stata la squadra nella quale si sono formate alcune belle professionalità calcistiche e soprattutto amicizie che durano ancora oggi. Un libretto prezioso per ripercorrere la storia della Formazione e per dire ai giovani che il calcio ha un senso solo se vissuto all’insegna dei valori veri dello sport: l’agonismo, la lealtà, il sacrificio, lo spirito di appartenenza.

La formazione del 1966. Allineati sul campo di gioco, da sinistra in piedi: Bosco, Stanisci, Russo, Fiore, Della Penna, Fabrizio. Accosciati: L. Falone, Pisarri, Corbo, S. Falone, De Filippis.


Pianeta volontariato La Mensa Caritas testimonianza concreta di solidarietà

Voluta fortemente dall’allora Arcivescovo Edoardo Menichelli nell’Avvento del 1995 anche a Vasto è stata allestita una mensa Caritas per rispondere alla richiesta di soccorso che veniva da persone e famiglie bisognose del nostro circondario. Dopo aver funzionato per un lungo periodo nei locali del piano terra del palazzo Genova Rulli, da alcuni anni la struttura è ospitata nella più attrezzata sede centrale della Caritas in via Buonconsiglio. Le spese di gestione sono a carico della Diocesi e il responsabile del servizio è suor Gianna Rosa, che dirige trentacinque volontari. La mensa, oltre a provvedere ad una diecina di pasti che confeziona e consegna direttamente alle case delle famiglie, sforna ogni giorno pasti caldi per trenta persone, quasi tutti italiani adulti.

Suor Gianna Rosa, responsabile della mensa Caritas, insieme ad alcuni volontari addetti alla cucina

L’interno dei confortevoli locali della mensa

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Amici del Lunario Gianni Felici, il simpatico luogotenente

Giovanni (detto Gianni) Felici è diverso da come lo vedi quando indossa l’uniforme. Allegro, socievole, amante della tavola e del ballo, tifoso di calcio e irriducibile nostalgico della Pro Vasto, è una persona che gode di larga considerazione anche per l’equilibrio con cui esercita una professione “difficile”. A Vasto ha percorso gran parte della sua carriera di sottufficiale meritando certamente il grado di luogotenente che oggi porta sulle spalline.

Camillo Fiore, il recapito di Piana San Marco

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Se cerchi “Piana di Marco” difficilmente trovi qualcuno che te la sappia indicare, ma se aggiungi che desideri arrivare al Ristorante San Marco immediatamente ottieni la risposta. Sì, perché Camillo Fiore, che lo gestisce insieme al figlio Nicola, è conosciuto e stimato da tutti per la cortesia e per le premure che riserva ai suoi clienti. Per non parlare delle specialità culinarie che si possono gustare in un luogo davvero unico per la serenità e per la bellezza del parco che circonda il locale. Quando si dice “tanto nomini !” Grazie, Camillo, per averci fatto scoprire e per aver valorizzato una delle più belle contrade della Città.

Zona Industriale Punta Penna 66054 Porto di Vasto (Ch) Tel. 0873 310127


Block notes Vasto Pesca, una bella azienda familiare

La storia della famiglia Fiore inizia più di un secolo fa con Michele, commerciante di prodotti ittici e prosegue con il figlio Giuseppe, che dopo aver frequentato proficuamente la scuola primaria e secondaria locale inizia, negli anni della grande crisi mondiale, a lavorare nell’attività paterna. Nel 1939 Giuseppe si trasferisce a Roma per entrare nell’azienda del cognato, di cui col passare degli anni assumerà la direzione. Richiamato alle armi nel 1942, svolge servizio su unità navali anti-sommergibile e nel 1944 sposa la vastese Cesarina Perrozzi che gli dà tre figli: Amleto, Graziella e Michela. A Roma Giuseppe fonda la Fiore Pesca, che nel 1964 ottiene il premio come migliore azienda ittica dei mercati generali di Roma. Nel 1975, in collaborazione col figlio Amleto, costituisce infine la Vasto Pesca con sede iniziale in via Spalato alla Marina, trasferita poi nella nuova sede di Punta Penna per estendere il campo d’azione anche nel ramo import-export di prodotti ittici freschi e surgelati. Il resto è storia di questi giorni: nel 2001 Amleto lascia la guida della Vasto Pesca al figlio Giuseppe che ne diventa l’amministratore Unico. La tradizione continua…

Giuseppe Fiore senior

La foto è della fine dell’Ottocento e ritrae Michele Fiore, il primo a sinistra con baffi e cappello, insieme ad altri commercianti e pescatori. A scattarla è stato probabilmente Nicola Anelli e lo sfondo è quello della Marina nei pressi delle rimesse dei pescatori, sull’attuale viale Dalmazia.

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Vastesi che si fanno onore Rosanna Di Michele, alla conquista di New York Rosanna Di Michele, vastese a tutto tondo, ha fatto della sua passione per la cucina un lavoro. L’idea intorno a cui si è sviluppato il suo progetto imprenditoriale nasce per caso quando su sollecitazione di un’amica americana accetta di recarsi New York a cucinare per i suoi amici. Da quel momento, sulla scia degli odori e dei sapori diffusi dalla sua cucina autenticamente abruzzese, è contesa dalle migliori famiglie della high society della Grande Mela e riesce a fatica a soddisfare le tante richieste appuntate sull’agenda. Ciononostante, nulla la ripaga più del sentirsi dire: delicius, al termine di ogni sua inappuntabile performance.

Rosanna in una avenue di New York. Presidente dell’ Associazione culturale “Abruzzo in Tavola”, è considerata un’ambasciatrice della cucina abruzzese negli Stati Uniti.

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Come si preparano le cozze ripiene Gnà si fanne le ciòcchele nàir’ arripiàne Pulire bene le cozze (le ciòcchele nàire) all’esterno, asportando tutte le incrostazioni ed i ciuffi d’alghe. Aprirle badando a non ledere il nervo che lega le due valve e quindi riempirle con un impasto a base di mollica di pane, formaggio, uova, prezzemolo tritato, sale e pepe. Le cozze si richiuderanno da sole e l’impasto resterà uniformemente inglobato nel mollusco. Disporle quindi in una terrina e cucinare.


Quel 28 ottobre di novant’anni fa Son passati novant’anni da quel 28 ottobre 1922 , giorno della Marcia su Roma, e se delle dinamiche che portarono in quell’anno all’ascesa di Mussolini sappiamo tutto o quasi, di quelle locali ignoriamo poco o quasi niente. Del Fascismo c’è stata, dopo la fine della guerra mondiale, una sorta di rimozione ed una vera e propria corsa a cancellarne le tracce persino ad opera di gran parte degli stessi protagonisti. Così è accaduto anche a Vasto. Le poche informazioni rinvenute in archivi privati consentono di dire

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che un gruppo di fascisti, provenienti quasi tutte dalle fila del Combattentismo, era operante sin dal 1920. Ne facevano parte, secondo una descrizione che ne dà Pietro Suriani, che in seguito fu uno dei massimi esponenti del Fascio locale podestà dal 1924 al 1933 “ giovani studenti, amanti della novità o dell’avventura, uomini del basso ceto, tendenti all’ozio o alla rissa,pochi lavoratori, nessun professionista…”1 Si ha notizia che la Squadra di Vasto, detta La Disperata, partecipa alla 1a Adunata provinciale, tenutasi a Chieti il 24 aprile 1921, insieme alle squadre di Gissi e Carpineto e alla Marcia su Roma. 1) Pietro Suriani, in un dattiloscritto proveniente dall’archivio di famiglia Laccetti-Chiuchiarelli.


Appendice

Le carte vastesi Li Càrte Uaštarùle

da un’idea di Giuseppe Tagliente e dal pennello di Pier Canosa

Arrivate dalla Cina passando per i paesi arabi, le carte da gioco si sono diffuse in Europa intorno al XIV Secolo. Il primi mazzi di carte risalgono agli anni tra il 1390 ed il 1430. Le carte italiane vengono classificate in quattro tipologie regionali: Settentrionali, Francesi, Tedesche e Spagnole, differenti per dimensioni e disegno. Al primo tipo, diffuse nel Nord-Est della penisola, si ascrivono le Bergamasche, le Bolognesi, le Bresciane, le Venete, le Triestine e le Trentine, che hanno la particolarità di avere le Spade in forma di scimitarre e i Bastoni in forma di scettri. Al secondo, le Genovesi, le Milanesi, le Fiorentine e le Piemontesi. A quello germanico, le Salisburghesi, impiegate in Alto Adige, che hanno Cuori, Ghiande, Foglie e Campane come semi ed infine al ceppo cosiddetto spagnolo, in circolazione nel Centro-Sud, le Napoletane, le Piacentine, le Romagnole, le Siciliane e le Sarde. Mancavano a questa classificazione le Vastesi, che si presentano con i tratti di una complessiva rivisitazione delle Napoletane ispirata a motivi di carattere localistico. Lo scopo è evidente e si colloca nel solco di altre iniziative delle Edizioni Q , che è quello di rinsaldare lo spirito di appartenenza mediante la conoscenza della storia, delle tradizioni, dei monumenti e dei costumi della Città.

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Li Càrte Uaštarùle come si chiamano nella parlatura dialettale con i nomignoli di alcune in particolare.

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MAZZE Asse de mazze (Cellètte) Ddù de mazze Tre de mazze (Defèce) Quàttre de mazze Cìnghe de mazze Ssì de mazze Sètte de mazze Donne de mazze Cavalle de mazze Rrè de mazze


Li Càrte Uaštarùle come si chiamano nella parlatura dialettale con i nomignoli di alcune in particolare. DENÀRE Asse de denàre (Pizzacàlle) Ddù de denàre Tre de denàre Quàttre de denàre (Surgitèlle) Cìnghe de denàre Ssì de denàre Sette de denàre (Settebbèlle) Donne de danàre Cavalle de denàre Rrè de denàre (La Màtte)

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Li Càrte Uaštarùle come si chiamano nella parlatura dialettale con i nomignoli di alcune in particolare.

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SPÀDE Asse de spàde (Sirpitèlle) Ddù de spàde (la firruë) Tre de spade Quàttre de spàde Cìnghe de spàde Ssì de spàde Sette de spàde Donne de spàde (La Scirràte) Cavalle de spàde Rrè de spàde


Li Càrte Uaštarùle come si chiamano nella parlatura dialettale con i nomignoli di alcune in particolare. COPPE Asse de coppe (Cungarèlle) Ddù de coppe Tre de coppe Quàttre de coppe Cìnghe de coppe Ssì de coppe Sette de coppe Donne de coppe Cavalle de coppe Rrè de coppe

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L’alba della Banca di Vasto L’accidia, il difetto principale dei vastesi secondo Gabriele Rossetti, ha lasciato stavolta il posto all’impegno ed all’entusiasmo ed il risultato s’è visto. Smentendo difatti ogni pessimistica previsione e grazie all’impulso che hanno saputo imprimere i promotori (Del Borrello, Cuculo, Menna, Celenza, Guidone, Scalpelli, Tumini, Dassori), è finalmente nata la Banca di Vasto, una società cooperativa che contava al momento della prima assemblea social già ben 980 sottoscrittori. L’Istituto di credito ha oggi anche il suo Consiglio d’amministrazione, insediato il 4 dicembre dell’anno a conclusione di una votazione che ha visto risultare eletti i signori: Giorgio Del Borrello, Antonio Cuculo, Filippo Menna, Nicola Molino, Luigi Guidone, Gabriele Tumini, Giovanni Di Giambattista, Giovanni Petroro, Simona Sarni, Nicola Paglione,Catherine Cirese. A svolgere le funzioni di Sindaci sono stati chiamati altresì Francesco Pietrocola, Pietro Falcucci, Pasquale Di Crosta (effettivi), Luigi Nunziangeli e Cesario Zaccardi (supplenti), mentre a costituire il Collegio dei Probiviri sono andati Grazia G Pia Giuliani (presidente), Antonio Santini, Fernando Fanaro (effettivi) eMarco Massone e Maria Grazia Mancini (supplenti). La costituzione della Banca di Vasto costituisce un momento importante per la Città di crescita economica e civile ed entrarne a far parte come soci significa coindividere con altri amici l’orgoglio cittadino di fare concretamente qualcosa di utile per Vasto.

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Glossario

dei termini dialettali usati COME LEGGERE LU UAĹ TARÉULE Duro, aspro, ricco, almeno originariamente, di GLWWRQJKL LO 9DVWHVH RFFXSD XQ SRVWR SDUWLFRODUH QHOOD FODVVLÂżFD]LRQH GHL GLDOHWWL DEUX]]HVL ULVHQWHQGR FKLDUDPHQWH GHOOÂśLQĂ€XVVR GHOOH SDUODWXUH GHOOH SRSROD]LRQL FRQÂżQDQWL in primis quelli molisani e SXJOLHVL 6HQ]D DYHU OÂśDPEL]LRQH GL FRGLÂżFDUH QXOOD FKH QRQ ULVXOWL GDOOÂśDVFROWR DWWHQWR GHOOD SURQXQ]LD H GHO PRGR GL GLUH PXWHYROH VSHVVR DQFKH GD ]RQD D ]RQD GHOOD VWHVVD FLWWj QHOOH ]RQH DJULFROH HG DOOD 0DULQD YÂśq XQÂśDOWUD LQĂ€HVVLRQH WHQWLDPR GL GDUH DO OHWWRUH TXDOFKH FRQVLJOLR YHORFH H SUDWLFR VX FRPH leggere il dialetto vastese. La lettera e DG HVHPSLR VL OHJJH VROWDQWR VH KD XQ accento, altrimenti è atona. Ad esempio vĂ ttene, vai via; ĹĄtattene, stai lĂŹ; mèdeche, medico. La ĂŠ con l’accento acuto si legge come l’italiano tre od il francese ĂŠtĂŠ. (VHPSL arivĂŠ, torna; mĂŠne, mani; scupunĂŠre, VXRQDWRUL GL Ă€DXWR

A abbà lla fèure, gerg. al largo

abballå’, v. ballare abbĂ lle, avv. sotto. Mmond’e bbĂ lle, sopra e sotto abbattezzå’, v. battezzare abbicinå’, v. avvicinare abbirretà ’, v. avvolgere abbituå’, v. abituare abbituaziĂ une, s.f. abitudine abbituĂŠte, agg. abituato abbrĂŤile m. aprile abbruscÊ’, v. bruciare abbulÍ’, v. stancare, indebolire abbulĂŤite, agg. stanco, indebolito abbuttå’, v. JRQÂżDUH DQFKH QHO VLJQLÂżFDWR GL VFRFFLDUVL. M’à jj’abbuttĂĄte, mi sono scocciato. Mi si ‘bbuttĂĄte, PL KDL scocciato accalicå’, v. calcare, pigiare. J’a ‘ccalicĂĄte lu quappèlle ÂżJ SHU LQWHQGHUH JOL KD GHWWR LO IDWWR VXR accaså’, v. accasare, accasarsi accasĂĄle, s.f. comp. panbagnato con sale ed origano accattå’, v. comprare, acquistare

La è con l’accento grave si legge come lèbbre, lepre; aècche, qui o qua; pèchere, pecora. La ĂŤ con la dieresi si pronuncia apertissima. La vĂŤgne, la vigna; la fĂŤchere, LO ÂżFR; la fĂŤjje, OD ÂżJOLD Parimenti la lettera o. La consonante g viene normalmente pronunciata come fosse aspirata, sostituita dalla h. Guardiano si pronuncia huardijĂ ne; Guglielmo si pronuncia Hujjièrme. Il gatto si dice la hĂ tte. Nuhòzie, negozio; pahà ’, pagare. La consonante ĹĄ, FRQ OÂśDFFHQWR FLUFRQĂ€HVVR rovesciato,si pronunzia con il suono sibilante sc, come il ch del francese. Lu UaĹĄte, quaĹĄte, CrĂŤĹĄte. La ĂŽ FRQ OÂśDFFHQWR FLUFRQĂ€HVVR KD XQ VXRQR D PHWj tra la i e la u. CaminatĂŽure, andatura; bĂŽusce, buco; baffĂŽute, baffuto. Normalmente è la u FKH DO SOXUDOH DVVXPH TXHVWR VXRQR assĂštte, assĂŽtte, asciutti, lu prisĂštte, li prisĂŽtte, i prosciutti.

accĂŤite’, Y XFFLGHUH $QFKH QHO VHQVR di sentirsi stanco, mi sĂŠnd’accĂŤise ,PSUHFD]LRQH chi ĹĄci ‘ccĂŤise, Ă cche R DQFKH Ă cca, s.f. acqua. -TĂŽ li YjLYH GpQGUH D QX EELFFKuUH GÂśjFFKH te OR EHYL LQ XQ ELFFKLHU GÂśDFTXD. - Sopr’a OX FzWWH OÂśjFFD YLOOqQWH sopra il cotto l’acqua bollente acchiappå’, Y SUHQGHUH DFFKLDSSDUH acchĂŽppe o acchiuppe, s.f. gioco del QDVFRQGLQR jucĂĄ a la ‘cchĂŽppe acciĂĄre, s.m. acciaio acciavattå’, v. far le cose alla carlona accibbÍ’ DQFKH arcibbÍ’, v. saziarsi accinnå’, v. accennare, ammiccare acciuppucå’, v. azzoppare acciuppucĂĄte, v. azzoppato, pl. acciuppuchète acciuqquÊ’ Y FKLQDUH DEEDVVDUH piegare. - AccĂŽcchete! &KLQDWL accräťcà ’ v. accrescere accucchiÊ’, v. accoppiare, mettere insieme, raccogliere, rimediare qualcosa accumbagnå’, Y accompagnare accumunzå’, v. cominciare

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accundendå’, v. accontentare accurtunÍ’, v. accorciare, abbreviare. ÂżJ QHO VLJQLÂżFDWR GL PRULUH, accurtunÍ’ li pĂĄsse accuscÍ’, avv. cosĂŹ accuzzÊ’, Y UDQQLFFKLDUVL VWULQJHUVL D qualcuno ĂĄcene, s.m. acino acinijÊ’ Y UDFFRJOLHUH DFLQL R DQFKH olive addafĂŠre R DQFKH addafĂŠure, avv. fuori, all’aperto addavĂ ire, avv. veramente addó’, avv. dove, ‘GGR Yu" Dove vai? addraddire, avv. l’altro ieri addre, agg. altro adducchiå’, Y DGRFFKLDUH addurå’, v. odorare addurmÍ’, v. dormire addusulè’, v. origliare adduvundå’, v. diventare aĂŤcche, avv. qua aĂŤlle, avv. lĂ aĂŤsse, avv. li vicino affĂŤtte, V I DIÂżWWR SLJLRQH DIÂżGjÂś v. DIÂżGDUH PD DQFKH QHO VHQVR di star bene, di farcela. ‘Z n’affĂŤde, non gliela fa ahĂ ĹĄte, s. m. agosto Ă gne, V I XQJKLD aiutĂ nde, s. aiutante ajjutå’, v. aiutare alimĂ ne, s.m. animale pl. alimĂŠne allĂ ure, avv. allora allavå’ R DQFKH arravå’, v. lavare allemosine, s.f. elemosina allemusinà ’, v. elemosinare all’imbite, avv. in piedi. alliĹĄciå’, v. lisciare, abbellire allungå’,v. allungare allusscÊ’, v. vedere, far luce. PĂłche ci allĂŽssce, poco ci vede ĂĄlme, s.f. anima. L’à lme di li murte, la festa dei defunti ambarå’, v. imparare. L’arte de tĂĄte è mezze’mmbarĂĄte, l’arte di tuo padre è mezza imparata AmblĂŹngh, n.p. amministratore di Cesare 0LFKHODQJHOR GÂś$YDORV D FXL q LQWLWRODWD OD /RJJLD FKH GD SLD]]D 0DUFRQL FRQGXFH

DO SDOD]]R PDUFKHVDOH amicĂŤizije, s.m. amico amicĂŤzie, s.f. amicizia ammacciuccå’ R DQFKH ammacciuqquå’,Y VFKLDFFLDUH IRUPDUH una massa, ammassare e pressare nello stesso tempo ammacciuccĂĄte R DQFKH ammacciuqquĂĄte, DJJ VFKLDFFLDWR. Ha ‘mmacciuccĂĄWH OD QjLYH SHÂś IIå’ ‘nu pupuattĂ une, KD VFKLDFFLDWR OD QHYH SHU far un pupazzo ammahagnĂŤte, agg. magagnato ammalå’, v. ammalare ammĂ nghà ’ v. mancare ammascicå’, R DQFKH ammascichÊ’, v. PDVWLFDUH DQFKH QHO VHQVR GL JXDOFLUH, aggrinzire riferito ad abiti, stoffe. Tè’ li caÄŞÄŞĂŽne tutt’ammascichĂŠte, KD L SDQWDORQL gualciti ammascicĂĄte, agg. masticato, gualcito ammĂŠdie, s.f. invidia ammullå’, v. ammollare, ammorbidire, DQFKH QHO VHQVR GL FHGHUH R GL consegnare. Ammorbidire la barba con OD VFKLXPD DPPXOOi OD YDUYH. Cedere subito, sĂŽbbet’ammolle. Adesso gliela do, mo je l’ammòlle ammullĂĄte, agg. ammollato, ammorbidito ĂĄnde, agg. e s.m. unto angustijà ’, v. angustiare, angustijète, agg. angustiato Ă nne, s.m. anno annehà ’, v. annegare. annènde, avv. davanti. Annend’e rrĂŠte, davanti e dietro appennà ’. v. appendere appiccÊ’, v. appicar fuoco, accendere, illuminare appurÊ’, Y DSSXUDUH ULVDSHUH $QFKH QHO VHQVR GL IDU FKLDUH]]D e chi c’ appĂŽure! arbicinÊ’, v. Riavvicinare, accorciare le distanze 3L FKqOOD YpMMH VÂśDUELFsLQH arcilijĂ ne, s.m. polpo arciprèdde, s.m. arciprete ardĂ gne, s.f. arredamento di legno ardĂŤiche, s.f. ortica arepeccĂĄte, agg. ritoccato, restaurato, truccato con rif. ad una donna,


‘na fĂŠmmen’arepeccĂĄte aritĂłjje, v. ritogliere, riprendere ariccòje, v. raccogliere ariccundå’, v. raccontare arichiamå’, Y ULFKLDPDUH ariciĂĄive’, v. ricevere aricicilijÊ’, v. rimettersi a nuovo, imbellettarsi aricicilijĂŠte, agg. rimesso a nuovo ariccòje, v. raccogliere aridå’, v. ridare, restituire arifà ’, Y ULIDUH 6ÂśXVD DQFKH QHO VHQVR GL coltivare i campi, avere una rivincita nel gioco, restituire un debito arifĂ nne, v. rifondere, perdere, rimettere denaro arifĂ tte, agg. rifatto, ricomposto, raffermo nel caso del pane arimĂ tte, v. darsi un cognome, gna WÂśDULPqWWH" Qual è il tuo cognome? arimĂ tte, v. rimettere. ArimĂ ttel’ a lu puĹĄte arimbiÊ’, v. riempire Arimbònne, v. andar di traverso ariminÍ’, v. tornare aripaiudÍ’, v. digerire, ‘ripaiudĂŤĹĄce schinènze li prĂŠte digerisce persino le pietre aripĂ nne’, v. stipare, mettere da parte aripiĂŠne, agg. ripieno, al pl. aripĂŹne aripònne, v. riporre ariprijÊ’, v. compiacersi, rallegrarsi con se stesso ariprijĂŠte, agg. compiaciuto, allegro aripuså’, v. riposare arisidĂŽte o arisidĂŽute, agg. trattenuto, scaduto, passato arispĂ nne’, v. rispondere ariĹĄtragne’, v. raccogliere arisvejà ’, v. risvegliare aritravuddå’, v. insudiciare, rivoltarsi aritravuddĂĄte, agg. insudiciato, rivoltato, scombussolato aritruvå’, v. ritrovare arivÊ’, Y YHQLUH PD DQFKH WRUQDUH indietro, DULYĂĄttene arividå’, v. rivedere Arizzuzzà ’, v. rimbalzare arrachÍ’, v. rimanere senza voce arrajâ’, v. arrabbiare

arrajjå’, v. ragliare arrapÍ’, v. aprire arrĂŠnne, v. rendere, rifare, restituire. ArrĂŠnne l’abbĂ je, prendere in giro, sfottere, imitare. arrĂŠte, avv. dietro, ĹĄtu passĂĄt’arrĂŠte poco tempo fa arriggiĹĄtrà ’, v. registrare arrotacurtuĂŹlle, s.m. arrotino arruĂ , v. arrivare arruinà ’ v. rovinare arruinète agg. rovinato Ă rze, s.m. orso arzèlle, s.m. arzillo aĹĄcÍ’, v. uscire AscenziĂ une, s.f. Ascensione, ricorrenza religiosa ĂĄsene, s.m. asino; al plurale èsene aspittà ’, v. aspettare assettå’, v. sedere assicurÊ’, v. assicurare assĂŽtte, RG DQFKH assuquĂŠte, agg. asciutto assuquÊ’, v. asciugare assutturrå’, v. sotterrare attaccĂĄte, agg. legato, attaccato attarallå’, v. arrotolare attindå’, v. toccare, tastare, palpare. Tastare il polso, attindĂĄ OX SjÄŞÄŞH attizzÊ’, v. attizzare atturÊ’, v. turare ahuĂ nne R DQFKH huĂ nne, s.m. l’anno corrente autĂŤĹĄte, s.m. autista avå’, Y DYHUH ,QGLFDWLYR SUHVHQWH ajje avĂĄnde, avv. annènde o annènÄŞe avanti avaĹĄtå’, v. bastare avĂ ĹĄte, avv. basta Avvènde, s.m. l’Avvento, ricorrenza religiosa DÄŞÄŞiÂś v. alzare, ahĂ zze lu passe, aumenta il passo azzeccå’, v. indovinare, cogliere l’obiettivo, azzeccare

B

bbahĂ nze, s.m. bigoncio, vaso di legno adoperato soprattutto nella vendemmia, pl. bbahĂŽnze bbandĂ une, s.m. carrozzone

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bbĂ nne, V P EDQGR HGLWWR PRGR GL GLUH YDÂś MLWWjQQH OX EEjQQH bbannitĂ re, RG DQFKH bbalĂŤjje s.m. banditore bbardĂ ĹĄce, s.m. bambino, ragazzo, pl. bbardĂŠĹĄce bbĂ rÄŞe, s.f. borsa bbaĹĄtĂ nde V P LO JLXVWR LO VXIÂżFLHQWH Ni’ mnagnå’ naquĂ lle, mĂ gne lu bbaĹĄtĂ nde, non mangiare molto, solo il giusto bbastimènde, s.m. bastimento, nave. 3DWUzQH GL EDVWLPqQGH YD ÂľPEDUFD ‘n affĂŤtte SHU GLUH GL SHUVRQD FKH VL q rovinata economicamente bbaĹĄtĂ ne o bbaĹĄtĂ une, s.m. bastone BbaĹĄtiĂ ne, nome pers. Sebastiano, Bastiano bbattiĪĪå’, v. battezzare bbaffe, s.m. baffo, pl. bbèffe BbajunĂ tte, soprannome bbalĂŤjje, RG DQFKH bannitĂ re s.m. banditore bbarĂ chele R DQFKH bbarĂ cchele, s.f. UD]]D SHVFH PDULQR $QFKH QHO VHQVR GL PDFFKLD GÂśXQWR bbèlle, agg. bello bbĂŠne, s.m. bene bicchĂŹre, s.m. ELFFKLHUH bbiĂŠte R DQFKH bbiĂ te, s.f. bieta, verdura bbinidĂ tte, agg. benedetto bbinizzĂ ne, s.f. benedizione bbisagne, s.f. bisogno, necessitĂ bbĂŽsce, s.m. buco bbĂłne-a, agg. buono bbongiĂłrne, int. buongiorno birbĂ une, s.m. e agg. birbone, pl, li birbĂŽune birlĂŹcche e birlòcche, PRGR GL GLUH fà ’ ELUOuFFKH H ELUOzFFKH bbiseĹĄte, s.m. bisestile, l’anno bisestile bbittĂ ne o bbittĂĄune, s.m. bottone, pl. bbittĂŽne o bbittĂŽune DQFKH JLRFR GL bambini, jucĂ a bbittĂŽne, consistente nel premere con un bottone su un altro per farlo saltare lontano bizze (‘m) ‘m bĂŤzze, DYY VXO ÂżOR sull’orlo, rasente rasente. CamĂŤne ‘m bizze ‘m bĂŤzze a lu fosse bbonĂ lme, s.f. la buonanima, la

bbonĂ lme de tĂĄte bbottamarĂŤine, s.f. medusa marina bbrĂŽtte DJJ EUXWWR 0RG GL GLUH è EEUvWWH H PPDOHFDYĂĄte bbuscÍ’, s.f. bugia

C ca, SU UHO FKH

cacà ’, v. cagare, defecare CacanĂŤte, soprannome caccavèlle, s.f. paiolo cĂ cche, SURQ TXDOFKH cacchĂŠse o cacchĂŠuse, s.f. qualcosa cacchiĂ te, agg./s. germogliata, gemmata, 3HU GLUH GL SHUVRQD LQFRQFOXGHQWH H IXWLOH q QD IjYD FDFFKLjWH cacchiatĂŽre, s.f. incavo cacchijà ’, v. germogliare, gemmare cacciå’, v. cacciare, emettere, eleggere. $QFKH QHO VHQVR GL VHUYLUH caccej’a YYiYH, dagli da bere caccinĂŠlle, s.m. dim. cagnolino, cucciolo cacciĂšne, s.m. cucciolo. cachĂŹsse, V P FDFKL CaddĂĄne, n. per. Gaetano cafĂ une, s.m. cafone cĂ gge, s.m. calcio, pl. li chègge caggiĂ ne o caggiĂ une, s.m. calzone, raviolo fritto ripieno di marmellata d’uva o composto di ceci oppure miele e mandorle SO FDJJvQH R FDJJuXQH caggimĂšnie, s.m. calce cagnå’, v. cambiare CajĂ sse, soprannome cajĂŠle o cajĂŠule, s.f. gabbia calafĂĄre, s.m. calafatatore calafatå’, v. calatafare calamĂĄre, s.m. calamaro, pl. calamĂŠre calicapĂ sse, s.m. colica callarĂĄre, s.m. calderaio, ramaio callĂĄre, s.f. caldaia callarèlle, V P SDLROLQR VÂśXVD DQFKH SHU LQGLFDUH LO VHFFKLR XVDWR GDL PXUDWRUL cĂ lle, agg. caldo. A cĂ ll’a ccĂ lle, si dice per intendere un’urgenza, una necessitĂ LPSHOOHQWH D FjOOÂśH D FFjOOH VL YjWWH OX fèrre. pl. chèlle cambå’, v. campare cambagne s.f. la campagna. ‘ngambĂĄgne,


in campagna cĂ me, s.f. pula, pulviscolo del grano battuto camenà ’, v. camminare camĂŤisce o camĂŹscia, s.f. camicia canapĂŽzze, s.f. puzzola. L’ Ăłme cacciĂĄte gnè ‘na canapĂŽzze OÂśKDQQR FDFFLDWR come una puzzola canĂ sce, v. conoscere cĂĄnde, avv. quando cĂ nde, s.m. conto. pl. li chĂŽnde cĂ ndere, s.f. orcio cĂĄne, s.m. cane. pl. chĂŠne. - ChĂŠne’ e FKpQH ÂľQÂś ÄŞL PiFFHFKHQH, cani e cani non si mordono canĂŤjje, V I FUXVFD $QFKH YUjQQHOH caneĹĄtrĂĄre, s.m. canestraio cĂ nghe, s.f. conca CangillĂŹre, soprannome cannĂ ile R DQFKH cannĂ le, s.f. candela, pl. li cannĂ ile, li cannĂŠle cannarĂŽute, agg. goloso. Genericamente riferito alla gola, lu Sande CannarĂŽute, San Biagio, protettore della gola cĂ nne V I FDQQD R DQFKH JROD M’è rimĂ ĹĄte ‘n gĂ nne, per dire di desiderio insoddisfatto CannilĂŠure, s.f. festa della Candelora, GHOOD SXULÂżFD]LRQH capå’, v. scegliere cĂĄpe, s.m. capo, testa, capecĂłlle capocollo FDSHÂżjUH V P FDYROÂżRUH capabbĂ lle avv. sotto, giĂš. capĂ zze, s.f. la corda con cui si governa un animale, redini capichĂŽule (a la), avv. al rovescio. Si dice DQFKH a la dimmĂŠrze capisciĂłle, s.f. nastro, fettuccia di raso o di stoffa cappĂŽcce, s.m. cappuccio, verdura CappucciĂ lle, soprannome caraĹĄtĂŠje, s.f. carestia carcirĂĄte, s.m. carcerato cardĂ ne, s.m. cardone, cardo cardĂŹlle, s.m. cardellino carijamĂšrte, s.m. addetto al servizio IXQHEUH EHFFKLQR EHFFDPRUWR carivĂ ne, s.m. carbone carivunĂĄre, s.m. carbonaio. pl FDULYXQpUH

carivunèlle, s.f. carbonella CarminĂŽcce o CarminĂšcce, n. pers. Carminuccio, diminutivo di Carmine CarnarĂŤjje, n.pr. Carneria, contrada nella zona di Punta Penna carne s.f. carne pl. cherne. Ricce de chèrne sta per brividi CarnĂŤvale R DQFKH CarnivĂĄle, s.f. martedĂŹ grasso, OD &DUQsYDOH, il giorno FKH SUHFHGH /H &HQHUL CarpatĂŹlle, soprannome CarrafĂłne, soprannome cĂ rte, agg. corto CasĂ rze, n.pr. Casarza, contrada sul mare tra San Nicola della MĂŠta e Trave cĂĄsce, s.m. cacio, formaggio in generale CascĂŤgne, s.m. soprannome cascĂŤgne, s.m. tipologia di cicoria, grespigno casemènde DYY VHPPDL QHO FDVR FKH se ‘n ‘gasemènde casce, s.f. cassa casòtte, s.m. casotto, cabina. Riferita normalmente agli spogliatoi sulla spiaggia. Li casĂštte caĹĄtĂĄgne, s.f. castagna cataplĂ sme, s.m. cataplasma, impiastro; DQFKH LQ VHQVR GLVSUHJLDWLYR si nu quataplĂ sme catĂ rre, V I FKLWDUUD VWUXPHQWR SHU IDUH PDFFKHURQL. CatĂ rre pe’ li maccarĂŽne CcattĂ veine, nomignolo uomo dappoco cĂ ute, s.f. coda cavĂ cce, s.m. gozzo, degli animali ma DQFKH GHOOH SHUVRQH cavallĂĄre, s.m. allevatore o noleggiatore di cavalli. (UD DQFKH OÂśDSSHOODWLYR GDWR D FKL DYHYD OÂśLQFDULFR GHOOD YLJLODQ]D TXDQGR IUHTXHQWL HUDQR OH LQFXUVLRQL GHL WXUFKL cavatĂŹlle, V P SO JQRFFKHWWL IDWWL D PDQR incavati con le dita caÄŞÄŞĂ tte, s.f. calzetta caÄŞÄŞĂŽne, s.m. calzoni cchĂŽ, avv. piĂš cciĂ re s.m. acciaio cciudĂ jje, V P VWUDJH PDVVDFUR DQFKH nel senso di profanare, oltraggiare, di la fĂ mmene a la ‘Mèreche l’ome fanne nu cciudaje ccone o anche ccĂ une, avv. poco; nu

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‘ccone, un poco cĂŤfere, s.m. aferesi di Lucifero. Si dice GL FKL KD L FDSHOOL DUUXIIDWL R GL FKL KD DVSHWWR DSSXQWR OXFLIHULQR $QFKH QHO senso di turbine, vento forte. Nu cĂŤfere di YHQGH cĂŤime, s.f. cima cènde, cento cennerĂĄte, s.f. gioco di bambini consistente nel tentativo di denudare qualcuno cerajĂŠle, V P FHUDLR DUWLJLDQR FKH ODYRUD la cera cèrche, s.f. quercia cĂŠre V I FHUD FDQGHOD 0RGR GL GLUH ti ‘na bbella cĂŠre cĂŤtele, V P EDPELQR VL XVD DQFKH bbardĂ ĹĄce R DQFKH quatrĂĄre CettÏ’, n.p. diminutivo di Concetta, Concettina chĂŤile, V P FKLOR chĂŤlle, pr. pers., plur. essi chĂŠure, s.m. cuore chĂŠuse, s. f. cosa chiĂ cchiare, V I FKLDFFKLHUD chiane, agg. piano. Chiane chiane, piano piano chicĂ cce, s.f. zucca chicucciĂ lle, V I ]XFFKLQD chĂ­jse V I FKLHVD chillĂŹ, pr.pers quella lĂŹ chissĂŹ-chiĹĄtĂŹ, pr. pers. codesta, questa chĂŽule, s.m. sedere, culo Ciacianèlle, soprannome ciamĂŽrre, s.m. cimurro, raffreddore dei cani ciammajĂŤche, s.f. lumaca cianghĂŠtte R DQFKH ciangĂ tte, s.f. pesce marino ciĂ nnere, s.f. cenere. pl. li ciĂ nnere. Lu jurne di li CiĂ nnere, il giorno delle Ceneri ciappĂ ne, s.m. nespola ciaramellĂĄre, s.m. suonatore di ciaramĂŠlle ciaramèlle, s.f. Ă€DXWR UXVWLFR ciavĂ rre, s.m. il piccolo della vacca, GHOOD SHFRUD R GHOOD FDSUD 6ÂśXVD DQFKH nell’accezione di cornuto cicå’, v. accecare, privare della vista cicĂ le, V I FLFDOD H DQFKH FLFDOD GL PDUH

cicĂĄte, s. e agg. cieco, privo della vista cĂŽcce, s.m. ciuccio, asino Ciccille, dim. di Francesco, Fa lu don Ciccille, SHU GLUH GL SHUVRQD FKH ID LO JDJj Ciccio, nome di persona, dim. di Francesco CicchipallĂ tte, soprannome cĂŹcine, s.m. orcio per acqua e vino ciciricchiĂĄte, V I FLFHUFKLDWD GROFH WLSLFR di carnevale ciff’ e ciĂĄffe, s.m. nome di ricetta culinaria Cifricònie, s.f. paese immaginario, per dire di luogo molto lontano. es. YDWWpQH D la Cifriconie cignĂłtte, s.m. pirata. Termine marinaresco usato perlopiĂš al pl. li cignĂštte per indicare i pirati provenienti da Dulcigno CillĂ cchie, VRSUDQQRPH /HWWHUDOPHQWH uccellaccio cillĂŤne, agg. tipo sveglio, intelligente, furbo cimindå’, v. molestare, disturbare cinghecènde, cinquecento cingĂŽune, V P ÂżRFFKL GL QHYH JUDQGL cinĂŹlle, DJJ VRFFKLXVL ULIHULWR DJOL RFFKL, 7q OÂśXFFKLH FLQuOOH FLQuOOH ciòcchele, V I FRQFKLJOLD GLP ciucculèlle ciòppe, agg. e s.m. zoppo cipĂ lle, s.f. cipolla cipullĂĄte, s.f. cipollata circå’, v. cercare, circh’e ddummĂ nne cirĂŠsce, s.f. ciliegia cirimĂłnie, s.f. cerimonia cistĂ ne, s.m. cesto usato per trasporto a dorso di asino. Pl, li cistĂŤne ciĹĄtinie, s.f. testuggine citrĂ ne, s.m. cocomero, anguria citrĂ nghele, s.m. arancia amara ciucce, s.f. vagina, organo sessuale femminile. 1ÂśDUULYH D YDVFLj OD FLXFFH all’asene per dire di persona di bassa statura ciucculattĂŹre, s.f. pentolino di rame per fare il caffè, la cioccolata, bricco ciĂšcene R DQFKH cĂŽcile, s.m. contenitore di terracotta per il vino ciuffulĂŠ, Y ÂżVFKLDUH


ciuhĂ tte, s.f. civetta. Få’ la ciuhĂ tte, sta VSLDQGR $QFKH VRSUDQQRPH ciummunĂŹre, s.f. canna del camino, fumaiolo, pl. FLXPPXQuUH ciurvĂŠlle R DQFKH cirivèlle, s.m. cervello cirivèlle, s.m. cervello civelĂłtte, agg.dim. civilino dai modi civili civĂŤile, DJJ FLYLOH FLWWDGLQR ERUJKHVH cĂłcce, s.f. testa cĂłce’ R DQFKH chèuce’, v. cuocere; cucĂŠme ossia cuociamo còjje’, v. cogliere cĂłmede, s.m. ernia conde, s.m conto, pl FKuQGH còppe, V I FRSSD WHJDPH FRQ FRSHUFKLR per cuocere sotto la brace del camino, le patane a la còppe cĂłre R DQFKH chĂŠure, s.m. cuore còreve, s.m. corvo, pesce marino cosadĂ gge, s.f. dolce, pl. FRVDGuJJH CĂłseme, n. di persona, Cosimo. Få’ CĂłseme XQR FKH ID OÂśLQGLDQR cĂłsse, s.m. gamba; pl. li cĂłsse crĂ ite’, v. credere crĂ pe, s.f. capra crĂ ĹĄte, s.m.passeraceo. L’à nne abbuttĂĄte ‘gne ‘na crĂ ĹĄte, OÂśKDQQR PDVVDFUDWR GL ERWWH crĂ te, s.f. creta crĂ uce, DQFKH crâce, s.f. croce cresòmmele, s.f. susina, dal greco crisomelon DXUHR IUXWWR criĂ nze, s.f. educazione, buone maniere crijatĂŽre, s.f. creatura, neonato, bambino crinĂŹnze, s.f. stenti, inedia, fame. Ăˆ PPzUWH GL FULQuQ]H, è morto di stenti crisòmmele, s.m. prugna critĂ ne o critĂĄune, s.m. argilla crĂŹute, agg. crudo crivèlle, s.m. crivello, strumento per mondare il grano cròlle, V P ÂżODUH FRUROOD 1X FUROOH GL saggiccie E’ il latino corolla cuatafalche, s.m. catafalco cucchiĂĄre, V P FXFFKLDLR cĂšcchie, s.f. coccio. L’ha fatte cĂšcchie cĂšcchie, OÂśKD IDWWR D SH]]L Cucciulone DQFKH CucciuluĂ une, VRSUDQQRPH PD DQFKH XQD VSHFLH GL SHVFH FKLDPDWD *DOOLQHOOD cuccĂŹute, s.m. o agg. cocciuto

cuciunå’, v. cucinare cuffujĂŠ, v. sbeffeggiare, prendere in giro. Originariamente, trasportare con le ceste (coffe) il grano nei bastimenti FXIÂżMsWH. s. preso/a in giro, raggirato/a cularèlle, V I SURFHGLPHQWR GL ÂżOWUDJJLR della cenere per ottenere la liscivia cullĂŽ, pr. pers. quello cumblimènde, s.m. complimento, pl. li FXPEOLPuQGH cumbuĂ re R DQFKH cumbuà ’, s.m. compare cumbuĂ tte o cumbuĂŠtte, s.m. confetto, pl. OL FXPEXuWWH cummiĂ re, s.f. comare, madrina cummĂŽne, s.f. comune. La cummĂŽne cummuĂĄtte’, v. combattere, contrastare, I QHO VHQVR GL DYHU D FKH IDUH ÂľQÂś JL YXMMH cummuĂĄWWH QJKL OL VFuPH cumunènde s.m. compagno, amico cunĂŤjje, s.f. coniglio cunfĂŽse, s.m. confuso Cunguarèlle, localitĂ sulla scogliera cunnannå’, v. condannare cunnuĂ nne, s.f. condanna cunnuluà ’, v. consolare cunuĂŠte, s.m. cognato, con il pron. poss. cunuèteme cunĪègne, s.f. consegna cunÄŞĂŠle R DQFKH cunĪòle, s.m. consolo, consolazione cunzumuà ’ , v. consumare cupellĂŠise s.m. cittadino di Cupello cuppeine, s.m. mestolo curiĂ se o curiĂ use, s. m. curioso cĂšrpe, V P FRUSR ,QWHVR DQFKH FRPH animo. Sacce jĂŤ che ttingh’’n gĂšrpe, so io cosa mi rode dentro cussĂŽ, pr. pers. codesto cuĹĄtĂŽ, pr. pers. questo cuttĂŽre o cuttĂŽure, s.m. pentola

D

då’, v. dare. Indicativo presente GuQJKH dĂ dde, s.m. il secondo piano d’una casa, lu dĂ dde dĂ gge, s.m. o agg. dolce, pl. GuJJH, dim. duggiarèlle dĂ ite, s.m. dito, pl. dĂŠte

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dammĂ jje, s.m. danno, perdita danĂ re, s.m. denaro, pl. denère dĂ ndre, avv, dentro dapĂš, avv. poi, dopo, DQFKH dĂłppe darĂ sse, avv. lontano ddarĂ sse, avv. distante ddĂ zie, s.m. dazio DdĂŤ, s.m. Dio ddijĂŽne, s.m. digiuno dducènde, duecento dĂŤce’, v. dire dĂŠche, s.m. idea, progetto. &KH GpFKH Wv" &KH LGHD KDL" dènde, s.m. dente., pl. OL GuQGH depĂŤgne’, v. dipingere. PiĂš diffuso è il verbo pittå’ dĂŤtte, s.m. detto, proverbio. Ĺ ta pe’ddĂŤtte, sta per detto, proverbiale dijĂ vele, s.m. diavolo dilinguènde, s.m. delinquente, pl. GLOLQJXuQGH dimmèrze, avv. al rovescio. S’ha mässe la majj’a la dimmèrze, s’è messo la maglia al rovescio dirĂŤtte, agg. diritto. TirÊ’ a dirĂŤtte, tirar diritto, prendere scorciatoia dijĂšne, s.m. digiuno ditĂ lle, V I DVFHOOH $QFKH LQ LWDOLDQR antico. Sott’a li ditĂ lle dĂłgge, agg. dolce dĂłppe, DYY dopo DrĂŤtte, V I /D 'LULWWD QRPH GL VWUDGD FKH da Porta Palazzo reca alla Marina ducumènde, s.m. documento duluènde, V H DJJ GROHQWH DIĂ€LWWD. 6FDÄŞÄŞÂś H QQtXWH PsVHUÂś H GGXOXqQGH dumĂ ne, s.m. domani DumĂŹniche, Domenico dumuĂ niche, s.f. domenica dunatĂŤive, s.m. doni messi all’asta in occasione di festivitĂ religiose, soprattutto in zone rurali

E ècchele vÍ’, avv. ecco vedi èuve, s.m. uovo

F facciasĂ lve, LQW FKH YHUJRJQD

facciatĂŠnte, s.f.. lett. facciatinta, nel senso di falso, ipocrita fĂĄfe, s.f. fava faggiĂ une, s.m. falcione faggĂŹje, s.f. falce famèjje, s.f. famiglia fĂ mmene, s.f. femmina, donna farĂŤne, s.f. farina fasciĂŠule, s.m. fagiolo, pl. fasciĂšle, paĹĄt’e fasciĂšle fatijatĂ re o fatijatĂĄure, s.m. lavoratore fatijÊ’, v. lavorare Fattappóťte, soprannome fattarĂŹlle, s.m. fatterello pl. IDWWDUuOOH fĂĄtte, s.m. fatto, accadimento, pl. fètte fattĂŽre, V I IDWWXUD PDORFFKLR fĂŤchere, V P ÂżFR feile V P ÂżOR 1X IqLOH GH YHQGH XQ ÂżOR di vento fĂŤjje, s.f.e m. ÂżJOLD fĂŤjje, V P ÂżJOLR fèlle, s.f. fetta. ‘Na fĂŠlle di citrĂ ne, una fetta di anguria. ferracavĂĄlle, s.m. ferracavallo, maniscalco fèťte, s.f. festa fetå’ o ÂżWiÂś v. far le uova da parte della gallina. /D KDOOLQD KD ÂżWiWH ÂżKvUHWH LQW ÂżJXUDWL ÂżMiXUH s.m. ÂżRUH DO SOXUDOH OL ÂżMĂŽre ÂżKvUH VI ÂżJXUD ÂżOLSSsLQH, s.f. refolo, venticello ÂżQ FFKLH V P ÂżQRFFKLR ÂżVFXOĂĄre, V P ÂżVFRODLR DUWLJLDQR DGGHWWR DOOD UHDOL]]D]LRQH GL ÂżVFROL ÂżVVjXUH, s.f. padella, di solito quella per la frittura ÂżVVDUsMMH, s.f. fesseria, stupidaggini ÂżVVHUqOOH, s.f. padellina ÂżWWsLQH, s.f. fettina di carne ÂżXFFKH s.m. varietĂ di dolci alla mandorle ÂżKXUjXQH, V P ÂżJXURQH fĂłche, s.m. fuoco fĂłre, avv fuori frĂ cete, agg. marcio, fradicio .pl. frĂŠcete fracitå’, v. marcire, infracidire frĂ dde, s.m.e agg. freddo frĂ ffe, s.m. muco del naso. Pan’e frĂ ffe


frĂ nne, s.f. foglia, pl. frĂšnne frĂ sche, agg.fresco frĂĄte, s.m. fratello. Tuo fratello si dice frĂĄtte frahajje, s.f. piccoli pesci fraĹĄtĂŽre, s.m. forestiero FratĂŹlli di lu MĂ nde, s.m. congregazione religiosa dei Fratelli del Monte dei Morti frĂ tte, s.f. siepe frève, s.f. febbre frijà ’, v. friggere frijacrĂŤĹĄte, s. lett. friggicristo, riferito ai lancianesi friscelle, s.f. fuscelle per formaggi frisèlle, V I VFKLDIIR XQ PDQURYHVFLR Mò te tĂŤire ‘na frisèlle, adesso ti do uno VFKLDIIR frittĂŽre, s.f. frittura frummĂ gge, s.m. formaggio fuculĂĄre, s.m. camino, focolare fĂŽume, s.m. fumo frussĂŹaune, s.f. raffreddore fuĂ nne, s.m. fondo, lu fuĂ nne de lu EELFFKuUH fujĂŤine, s.f. insetto della famiglia degli VFDUDIDJJL FKH VL PXRYH YHORFHPHQWH I scĂ ppe gnè ‘na fujĂŤine fumĂŹre, s.m. letame, dal francese fumier. 1RQ SRFKH SDUROH YDVWHVL VRQR IUDQFHVL funĂ re, s.m. funaio, cordaio furĂ V P VRIÂżR )XUj GH YHQGH VRIÂżR GL vento furbuĂ re, s.m. febbraio furlungĂŹlle, s.m. fringuellino, soprannome FurnarĂŹlle, soprannome, lett. fornaretto fĂšrte, agg. forte fĂšsserelle, s.m. ramaiolo futtebbĂ lle, s.m. il gioco del calcio

G gà nne, s.f. gola. T’acchià ppe n gà nne, ti

prende alla gola gendelà zze, s. gentilezza ggià vene, agg. e s.f. e m. giovane ggÎdice, s.m. giudice ggÎgne, Giugno ggigne, catagigne e lu muèse de Ggigne, modo di dire

GgisĂ rije, Cesario GgisĂŽ, GesĂš GgiubbullĂŠ, s.m. Giubileo ggiudiziĂ se, s,f. giudiziosa GgiuhuĂ nne, Giovanni GgiuvuÍ’, n.pr. Giovina ggiuvunĂłtte, s.m.giovanotto, femm. JLXYXQĂĄtte gile (‘n’), avv. a pelo. ‘N gile d’à cche, a pelo d’acqua. giurnuĂ le, s.m. giornale gna’, avv come gnorscĂŤ, avv. signorsĂŹ gratelle, s.f. graticola grĂĄtte, s.f. grotta grĂ veda, s. gravida grĂłsse, agg. grosso

H hallĂŤine, s.f. gallina

hallinĂ cce, V P WDFFKLQR. f. fĂ lu hallinĂ cce, SHU GLUH FKH SDUOD SRFR hĂ nne, s.f. gonna hardijĂĄne o huardijĂĄne, s.m. guardiano hasse, egli hatterèle, s.f. piccola apertura delle porte per consentire il passaggio dei gatti hĂ tte, s.f. gatto honna, s.f. gonna hragnilĂ tte, s. m. tracina ragno; pesce hrambalupĂŤine, grambalupĂŤine, s.f. erba sulla hranĂĄre, s.f. scopa hrandĂŤnije, s.f. granoturco hrĂĄne, s.m. grano hrĂ nge, s.m. JUDQFKLR GLP KUDQJLWuOOH hrĂ nghele, s.m. pesce hratĂŠ, s.m. gratin hròsse, agg. grosso hruanäre, s.m. granaio huĂ , s,m. guaio, pl. huè huadagnà ’ v, guadagnare huadĂ gne, s.m. guadagno huaĹĄtarĂŠule, vastese, pl. huastarĂšle HuaĹĄte (Lu), Vasto huĂ tta huĂĄtte, modo di dire, piano piano, con circospezione huattĂĄte, V I SRVWR ULSDUDWR QLFFKLD huĂ zze, V I JXD]]D IDQJKLJOLD

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hudÊ’, v. godere Hujjèrme, n. pr. Guglielmo hĂšteme, s.m.ultimo

IĂŽffe (a), modo di dire, a ufo, gratis, senza

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pagare imbĂŠnne Y DSSHQGHUH DQFKH QHO VHQVR GL LPSLFFDUH FKL VFu ÂľPEpVH imbiccĂŠte, agg. impegnato, occupato imbilà ’ Y LQÂżODUH DQFKH QHO VHQVR GL FXFLUH LPEDVWLUH lu sartĂ re ‘mbilapidĂšcchie, pe’ la fame se cĂ cce l’ucchie impinnà ’. v. impiccare imbrujjà ’ v. imbrogliare, viene usato DQFKH QHO VLJQLÂżFDWR GL VSRUFR imbrujète imbruvvusĂĄte, s.f. improvvisata imprèsse, agg. impresso, part. pass di imprĂŤme indrattenå’, v. intrattenere. 0H YDMMH D ‘ndrattenå’ ingannå’, v. prendere alla sprovvista, cogliere, ‘ngannà ’ lu sonne ingaricå’, v. preoccuparsi, farsene carico.’N de’ngarecà ’, non preoccupartene ingascijĂĄ, v. incaciare, coprire di cacio. ,Q VHQVR ÂżJXUDWR ha ‘ngascijĂ te ‘n dèrre ingascijĂĄte, coperto di cacio, maccarĂŽne ‘ngascijĂŠte ingazzĂĄte, agg. incazzato, arrabbiato. Ĺ tinghe ‘ngazzĂĄte ingènze, s.m. incenzo LQJLÂżUsLWH, agg. infuriata, indiavolata. Deriva da cĂŤfere, aferesi di Lucifero ingiucià ’, v. ubriacare ingiuciĂ te, agg. ubriaco ĂŽtime, agg. ultimo iucà ’, giocare, soprattutto nel senso di giocare con le carte iudĂŤzie, s.m. giudizio ĂŽve s.f. uva

Jj’, pron. pers. sing. io

jĂ nnela, V I JKLDQGD ‘jÍ’, v. andare. Indicativo presente. Vajje

jenga, s.f. giovenca jengarÊlle, s.f. dim. giovane giovenca jÍreve, s.f. erba jinnåre, s.m. gennaio jittà te, s.m. fannullone, nullafacente jitticà ’, v. VSDYHQWDUH VREEDO]DUH SHU OR VSDYHQWR

jjĂŠuve, s.m. giogo, Secondo un’antica credenza il giogo non dev’essere mai EUXFLDWR SHUFKp DOWULPHQWL LO SURSULHWDULR non potrĂ mai trovar pace all’altro mondo jònde, s.f. l’aggiunta, pezzo di pane, pizza od altro in aggiunta per far quadrare il peso jondacavĂ lle, s.f. gioco della cavallina jĂłmmere, s.m. gomitolo JĂźccia RG DQFKH JĂŽcce, dim. Grazia jumènde, s.f. cavalla juquÊ’, v. giocare jurnĂĄte, s.f. giornata jĂšrne, s.m. giorno juĹĄtuèzie, s.f. giustizia

L la-lu, art. sing. m., f. il, la

lĂ cce, s.m. sedano lamendå’, v. lamentare lamete, s.m. OLPLWH FRQÂżQH landå’, v. lasciare lĂ ine o lĂŠna, s.f. legna, pl. li lĂ ine lapĂŹe, s.m. tegame da cucina lĂ reche, agg. largo, largo. Ă“me hròsse camiscia lĂ reche, per dire di un uomo grande, ma pigro lasså’, v. lasciare lĂ upe, s.m. lupo lavannĂĄre, s.f. lavandaia lĂŤbbere, agg. libero lèbbre, s.m. lepre lĂŠcene, s.f. susina lĂŤire, s.f. lira ‘lĂŠive, s.f. ulivo lètte, s.m. letto lĂŠttere, s.f. lettera lĂŤttre, agg. elettrico, o elettrica. La lucia lĂŤttre, la luce elettrica li-lĂŹ, art. i $UWLFROR SOXUDOH PDVFKLOH H femminile lĂŽce, s.f. luce


LiffĂ nze, Alfonzo LijĂ une, soprannome lĂŽjje, s.m. luglio lĂŹje, catalĂŹje e lu muèse di LĂŹje, modo di dire lindĂŤcchie V I OHQWLFFKLH liĹĄcĂŹja, s.f. liscivia. /LĂŁFuMD IHOLFH liscivia non fatta in casa, comperatain negozio LiĹĄtĂ sse, soprannome lĂŽuce R DQFKH lĂŽsce, s.f. luce. Il secondo usato nel gergo marinaresco, ‘na lĂŽsce d’åcche, l’acquazzone locche, agg. lento, pigro lòffe, s.f. peto non rumoroso Lu HuaĹĄte, Vasto lucenecappèlle, s.f. lucciola lu furnĂ re, s.m. fornaio LujĂŤgge, n. per. Luigi lunĂĄrie, s.m. lunario lunuddĂŤ, s.m. lunedĂŹ LurĂŠte, soprannome

M maddimane, v. questa mattina

magnå’, v. mangiare magnatĂ re, s.f. mangiatoia MagnacirĂŠsce, soprannome mĂ ise, s. m. mese mahĂ re R DQFKH macĂ re, s.m. mago, santone. veggente mĂĄje, maggio Maje, catamaje e lu muèse de Maje, modo di dire mĂ jje, s.f. moglie mĂĄjje, avv. meglio, migliore, piĂš buono mĂĄle, agg. male malĂšcchie, s.m. PDORFFKLR mĂ mme, s.f. mamma. MĂ mmete, tua madre mammĂŤne, s.f. levatrice mĂ nde, s.m. monte. Nella loc. a monte e a valle, mmĂłnd’e bbĂ lle mandĂŹre, s.f. grembiule mĂ ne, s.f. mano pl. mĂŠne manĂŤbbele, s.m. manovale MĂ neche, s.f. manica. Pl. mĂŠneche mĂ nghe, avv. manco, nemmeno manĂŹre, s.f. maniera, modo, modalitĂ mannà ’,v. mandare

mĂ nne, s.m.. mondo marĂŤine, s.f. marina marĂŤite, s.m. marito maritå’, v. maritarsi, sposare marròcche, s.f. spiga di granturco massĂ ire, avv. stasera mĂĄsse, s.f. messa. Rito della messa. mĂ sse ‘nginnirĂŤzie, messa delle ceneri maĹĄte, s.m. maestro, riferito al maestro artigiano maĹĄtre V P PDHVWUR $QFKH maĹĄte matèine, s.f. mattina matĂŤzze, s.f. tempo minaccioso mĂĄtte, s.m. matto mĂ tte’, v. mettere mattitĂĄ, s.f. mattitĂ , pazzia mazzangrèlle, s.m. locusta mazzĂĄnne, s.f. mazzata mazzemarèlle, s.m. folletto ‘mbènne’, v. appendere, impiccare. Te pòzzene l’òme ‘mmbènne, ti possano impiccare. L’òme è l’impersonale, come l’on francese mbiaĹĄcĂ , Y LPELDQFDUH DQFKH QHO VHQVR di incipriare, si l’mbiĂĄĹĄchene la facce nghi la ciprie... ‘mbilĂŠ, Y LQÂżODUH ‘mbirrå’, Y LQIHUUDUH FKLXGHUH FRQ un’inferriata, serrare ‘mbirrĂĄte, DJJ VHUUDWR FKLXVR FRQ XQ ferro, con catena ‘mbrellĂĄre, V P RPEUHOODLR FKH ULSDUD JOL ombrelli ‘mbrèlle, s.f. ombrello ‘mbreĹĄtå’, v. imprestare, prestare ‘mbrijacå’, v. ubriacare ‘mbrijĂĄche, v. ubriaco, pl ‘mbrijĂŠche mburniscÍ’ v. confondere, imbarazzare mburniscĂŠite agg. Imbarazzato, confuso ‘mbustå’, v. far resistenza, poggiar bene. Âľ0EXVWiÂś OL SuWH far resistenza con i piedi mbuzzenĂŤite, agg. puzzolente mĂŠ, pr. poss. mio mĂŤ, avv. adesso, mò mèdeche, s.m. medico mĂŠjje, agg. meglio melĂ nghele, s.f. cetriolo melachitĂ gne, s.f. melacotogna mĂŠne, s.f. mano menÍ’, venire, p.p. menĂŽute

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menengète o malingĂŤite, s.f. meningite mennĂ zze, s.f. immondizia, spazzatura mènnele, s.f. mandorla ‘Mèreche, V I $PHULFD OD 0qUHFKH mĂŤsere, agg. misero mèĪĪe, agg. mezzo MicchĂŠle, 0LFKHOH GLP MiccalĂŽcce mijèlle, s.f. muiella; dim. mijillĂŽcce MilanĂŠse, soprannome milegnĂ me, s.f. melanzana mimĂłrie, s. f. memoria mindĂŽcce, s.f. mentuccia, erba aromatica minÍ’, Y YHQLUH ,QGLFDWLYR SUHVHQWH YLQJKH mirĂ chele, s.m. miracolo, prodigio mirèchele, s.f. more miricanĂĄte, s.f. melograno mirlĂŽcce, s. f. merluzzo miscardèlle, s.f. uva moscato mĂŽserèlle o muserĂŠlle, s.m. misurino. Lu mĂŽserèlle dell’uje misèrie, s.f. miseria mĂŽte, s. m. muto mititĂ ure, s.m. mietitore, pl. mititĂŽre mĂŹupe agg. sornione, ÂľQD KDWWD PuXSH mmalamènde, agg. e avv. cattivo, non buono ‘mmalĂĄte, s.m. malato ‘mmangĂĄnze, s.f. fase lunare di mancanza ‘mmarĂ jje, agg. amaro ‘mmaĹĄciatĂ ure, s.m. ambasciatore ‘mmaĹĄciĂĄte, s.f. ambasciata, incarico, affare da sbrigare; pl. mmaĹĄcète mmĂŤce, avv. invece ‘mmernĂĄte, s.f. inverno, l’invernata ‘mmèrne s. m. inverno ‘mmigrĂĄte, s.m. emigrato, pl. ‘mmigrĂŠte mocchie, s.f. deposito delle impuritĂ nel barilotto dell’olio. La mocchie dell’Úje mò-mò, adesso mofalĂĄnne, avv. l’anno scorso molle, agg. mollo, morbido. pl. mĂšlle mĂłnece, s.m. monaco, pl. mĂşnece muaĹĄte, s.m. basto dell’asino o del mulo mundĂ gne, s.f. montagna munduriscène o mundriscène, s.m. cittadino di Monteodorisio municarèlle, s.f. pesce marino municiarèlle, s.m. bambino vestito da

fraticello per devozione munnezzåre, s.m. spazzino, operatore ecologico munĪignà re, s.m. monsignore murÊ, s.m. mozzo murÍ’, v. morire musumujà ’, v. mettere il becco, curiosare muttà lle, s.m. imbuto mutuà nne, s.f. la mutanda muzzilÍne, s.m. pesce marino

N ‘na, art. ind. una

nĂ ire, s.m. o agg. nero, pl. nĂŤire nĂ ive, s.f. neve naquĂ lle, DYY PROWR SDUHFFKLR NardĂŽcce, Leonardo, diminutivo nĂ uce, s.m. noce, pl. li nĂŽuce. nĂ une, avv. neg. no ‘ndĂł, avv. dove ‘Ndònie, Antonio ndrecciadĂ ite, s.m. tipo di pesce ‘ndrĂŤiche, s.f. letteralmente cose intriganti ’nduvunå’, v. indovinare nengå’, v. nevicare nèuve, numero nove nevarĂŠle, s.m. nevarolo, addetto alla neviera nève, agg. nuovo ‘ngaricĂĄ', v. preoccupare, fartene carico ‘ngaĪĪå’, v. incalzare, f. ‘ngjÄŞÄŞe la fame, mi prende appetito ‘nghi, prp. con ‘ngiarmatĂ ure, s.m. mago, incantatore, al femminile ‘ngiarmatrĂŤce ‘n giĂł, avv. neppure ‘NgurnĂĄte, n. pr. Incoronata. Nome di XQD FRQWUDGD FKH SUHQGH QRPH GDOOD &KLHVD RPRQLPD Madonna de la ‘NgurnĂĄte ni, pron. pers, plur. Noi nihå’, v. negare nihuzijĂĄ', v. negoziare, commerciare nijènde, niente nĂŹmmere s.m. numero nipĂłte, s.m. nipote. pl. nipĂšte. NipĂłteme, mio nipote niscĂŹune, s.m. nessuno


nĂŽute, agg. nudo nĂŽvele, s.f. nuvola nĂŽvĂŹre, s.f. neviera ‘NnunÄŞijĂĄte, soprannome nòmmene, s.m. nome. Nel nome del Padre, ‘nnĂłmmene Patre nucèlle, s.f. nocciole pl, li nucèlle nuĂŤde, s.m. nido ‘nÄŞaccå’, Y LQÂżODUH LQVDFFDUH ‘nÄŞĂ gne, s.f. sugna di maiale, la nzĂĄgne a lu cuttĂŽre ‘nÄŞalĂĄte, s.f. insalata ‘nÄŞirrå’, Y VHUUDUH LQÂżODUH

O Ăłgne, ogni

ònde, agg. unto Ăłme, corrisponde all’on francese, l’óme fanne, lo fanno òmmene, s.m. e agg. uomo, pl. Ăšmmene

P pahå’, v. pagare

pahĂŽure, s.f. paura pĂ ile, s.m. pelo pajjĂ cce, s.m. pagliaccio pĂĄjje, s.f. paglia palaccòne, s.m. termine marinaresco in uso sulle paranze. La fune della vela di prora palĂĄjje, s.m. palamite, pesce palipijatĂ re, s.m. massaggiatore pallĂ ne R DQFKH pallĂ une, s.m. pallone pl. li pallĂŽne o li pallĂŽune pambĂšje, V I IRJOLH H UDPL VHFFKL pammadĂŠure, s. f. pomodoro panĂĄre, s.m. cesto di vimini per portare il pesce pänge, s.m. tegola panĂłcchie, V I SDQRFFKLD FLFDOD GL PDUH dim. panucchiuĂ lle panze s.f. pancia papalĂŤine, V I SHVFLROLQL ELDQFKL ELDQFKHWWL 2WWLPL SHU OD IULWWXUD paradĂŤse, s.m. paradiso. In paradiso, ‘n BaradĂŤse parĂ nghe, s.f. palancole, travi in legno usate come scivoli per mettere in mare o

per trarre a secco le paranze parĂ nÄŞe, s.f. barca da pesca ad un albero con vela al terzo parènde, s.m. parente, pl OL SDUtQGH PaĹĄcarĂŹlle, soprannome pĂ ĹĄce, s. m. pesce PĂ sche, s.f. Pasqua pasĂŠule, s.f. cappio PassalĂ cche, soprannome di persona patĂĄne, s.f. patata patrĂ ne, s.m. padrone pĂĄtre, s.m. padre. PĂŠteme, mio padre. Pètte, WXR SDGUH 6L XVD DQFKH tĂĄte. Nel senso del Padre Celeste, PĂĄtre PĂ vele, Paolo dim. 3DYHOvFFH oppure PaulĂŽcce SjÄŞÄŞH s.m. polso, tastare il polso, attindĂ lu SjÄŞÄŞH DQFKH QHO VHQVR GL PLVXUDUH OD IHEEUH R GL YHULÂżFDUH OH LQWHQ]LRQL GÂśXQD SHUVRQD pazzĂŹjà ’ Y JLRFDUH EDORFFDUH DQFKH QHO senso di prendere in giro pèchere, s.f. pecora, pop. si usa per indicare una sbornia, ‘na pĂŠchere pedicarĂĄune, s.m. base dell’albero pĂŤre, s.m. attrezzo per trapiantare ortaggi in pieno campo pelĂ jje, s.m. origano pennèzze, s. pl. OH FLJOLD GHJOL RFFKL le pennèzze dell’ucchije Pendecòťte, s.f. la Pentecoste, ricorrenza religiosa pepe bbĂŠune, s.m. pepe nero pepe trĂŤite, s.m. peperoncino pèrde’, v. perdere pesce fĂŤchere, V P SHVFH ÂżFR pĂ ĹĄce, s.m. pesce, pl. li pèsce, dim. SLVFLWuOOH peĹĄciarĂŠule, s.m. pesciarolo pĂŠte, s.m. piede, pl. SuWH $QFKH ULIHULWR ad albero, nu pĂŠte di purtuhĂĄlle XQ albero di arance PetrĂŽcce, nome di persona , Pietruccio pettòre, s.m. pittore pezz’e Ăłsse, s.m. gioco consistente nel lancio di una pietra contro un bersaglio pĂŤzze, s.f. pizza, pĂŤzze de hrandĂŤnije, pĂŤzze nghe la pammadĂŠure piacià ’, v. piacere piagne s.m. pianto piĂĄne, agg. piano

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piatĂ , s.f. pietĂ piattĂŽcce, s.m. piattino, dim. di piĂ tte piccĂĄ, SHUFKp piccĂ te, s.m. peccato picundrĂŤ, s.f. ipocondria piĂŠuve’, s.f. la pioggia pijjå’, v. prendere pilerĂŽsce, s./agg. rosso di capelli, pindĂ une, s.m. cantone, angolo di strada. pl. pindĂŽune pinnĂ zze, s.f. ciglia. pl. li pennĂŠzze. 0RGR GL GLUH Âľnghe li pennèzze GHOOÂśXFFKLH OL YuÂśUDFFXMqQQH pinnilĂŽcce, s.m. pendolino, pisellino pinÄŞijĂ une, s.f. pensione pinzire, s.m. pensiero pinĪå’, v. pensare PippĂŤine, n.pr. Peppino, diminutivo di Giuseppe pirandĂšnie, s.m. sciocco pirllibbĂĄte, agg. prelibato pisĂ lle, s.m. pisello, pl. SLVuOOH pischire, s.f. vasca per raccolta acqua Piscialuluètte, soprannome pirtuhĂĄlle, s.m. arancia pischĂŹre, V I SHVFKLHUD YDVFD XVDWD FRPH raccoglitore di acqua per irrigazione dei campi. piscitĂ­lle di majje, V P ELDQFKHWWL avannotti di pesce, pesce nudo PĂŹtre, Pietro pittilazze, s. pettegolo/a pizzĂĄlle, s.f. pizzella póťte, s.m. posto pĂłvere, V P R DQFKH DJJ SRYHUR indigente prĂ deche s.f. amante, la mantenuta prechĂŠuche, s.f. pesca prèdde, s.m. prete priddicce, s.m. pretino, dim. di predde, prete, sacerdote. prèdeche, s.f. predica, sermone prĂŤime, avv. di luogo, prima, davanti. $QFKH DYY GL WHPSR prĂŠne, agg. gravida. ‘Na fèmmĂŠna prĂŠne, una donna incinta presènÄŞe, s. presenza; ‘m bresènÄŞe in presenza pressiĂ une, s.f. pressione pricissiĂ une, s.f. processione

pricissòtte, s. m. SDUWLFRODUH VSHFLH GL ÂżFR prihĂŽre, V I SUHJKLHUD prufĂŽume, s.m. profumo prufussèure, s.m. professore pugginèlle, s.m. pulcino PugnĂ tte, soprannome di persona pundĂ une o pundòne, s.m. angolo di strada punde, s.m. punto, punde de ĹĄtĂ lle pundĂŽure, s.f. la polmonite pundòne, s.m. angolo di strada punÄŞĂŹre, s.m. pensiero, pl. pinÄŞuUH pusciarĂŠule, s.m. pescatore putå’, v. SRWHUH ,QGLFDWLYR SUHVHQWH pĂšzze putĂŠche, s.f. bottega puvurèlle, s.m. e agg. poverello

Q quarajĂŤine, s.f. alga corallina

quartijà ’ R DQFKH quartiarse, v. rigirarsi, appartarsi. quà sse, pr. dim questo quatrÍine, s.m. quattrino, soldo quattrÚcchie, s.m. pesce

R rĂ cchije, V I RUHFFKLR

raccummuannå’, v. raccomandare raffajĂłle, s.m. dolce tipico pl. raffajĂšle raggiĂ une, s.f. ragione rĂ j, s.f. rabbia rĂ jje, s.f. rabbia ramajjĂ tte, s.f. rametto ramĂ tte, s.m. rametto rĂĄpe, s.f. rapa, li rĂĄpe ĹĄtrascinĂŠte rĂĄsce, s.m. razza rĂ ĹĄce, s.m. o agg. rosso, pl OL UuĹĄci rĂĄse rĂĄse, PRGR GL GLUH ÂżQR LQ IRQGR recascà ’, v. ricadere rĂŤite’, v. ridere, ger. ridènne remaretå’, v. rimaritarsi, sposarsi di nuovo rènde, agg. vicino, rènde rènde, strettamente vicino requiametèrne, s.f. requiem eterna rèsse, Y HVVHUH ,QGLFDWLYR SUHVHQWH VLQJ sĂŠ, Vu, è; plur. sĂŠme, sĂŠte, sònne


rĂŠute R DQFKH rĂłte, s.f. ruota ricce de chèrne, s.m. brivido ricòtte, s.f. ricotta riggiĂšle, s.f. piastrelle da cucina rijèlle, s.f. stecca di legno rijttà ’, v. rigettare, vomitare, scaricare rijĂŹtte. s. m. il cumulo di detriti scaricati dal mare sulla spiaggia. Termine marinaresco rinducculuå’, Y ULDIÂżODUH rĂŹsce, s.f. forfora riĹĄciĂłle, s.m. triglia pl. risciĂšle riĹĄciuluĂŤtte, s.m. trigliette rĂŹse, s.m. riso, il ridere risiĹĄtènze, s.f. resistenza rispĂ nne’, v. rispondere riterå’, v. ritirare ròbbe, s.f. roba, cosa; in senso spregiativo ironico, è ròbbe ca‌ Ròcche, Rocco ‘rrahĂ ĹĄte, s.m. aragosta rrahĂš, s.m. ragĂš. Li maccarĂŽn’a rrahĂš, PDFFKHURQL DO UDJ rubbà ’, v. rubare RuccÚ’, dim. Roccuccio ruggiupette, s.m. reggipetto rummèlle, s.f. rombo, pesce rumuĂ re, s.m. rumore ruscèrte, s.f. lucertola

S sĂĄbbete, s.m. sabato

sĂ cce, s.f. la seppia. pl. sĂŠcce saccocce, s.f. saccoccia, tasca. Te’ lu rĂŤcce ‘n zaccocce, per dire di persona DYDUD 0RGR GL GLUH YROJDUH YDWWHOÂśD SLMj ‘n saccocce saggĂŤcce, s.f. salsiccia sĂĄgne, s.m. segno sĂ gne, s.m. si usa al plurale li sĂ gne. Pasta fatta in casa. Li sĂ gn’appezzĂĄte sagnitèlle, s.f. sagnette, fettuccine fatte in casa. S’usa perlopiĂš al pl. sajĂ tte, s.f. saetta, fulmine sĂ jjÍ’, v. salire p.p. sĂ dde salĂĄte, agg. salato sĂ le o sĂ ule, s.m. sole sĂĄle, s.m. sale, f. per dire niente assoluto, nijènde e mmanghe sĂĄle

salicĂĄune, s.m. allampanato e ondeggiante come un salice salvanĂŠise, s.m. cittadino di San Salvo Sanda Spèine, s.f. Santa Spina, ULFRUUHQ]D UHOLJLRVD YDVWHVH FKH ULFDGH LO venerdi antecedente il VenerdĂŹ Santo Sande BbĂšne, n. pr. San Buono, comune del comprensorio vastese SandebunĂ ise, s.m. cittadino di San Buono sĂĄnde, s.m. santo, pl. li sènde SangiuuĂ nne, s.m. Lu sangiuuĂ nne mĂŠ,il compare mio. Il riferimento è alla festa di San Giovanni durante la quale si facevano comparaggi sapà ’, v. VDSHUH ,QGLFDWLYR SUHVHQWH sĂ cce sĂ rge, s.m. sorcio, topo, pl. sĂŽrge dim. surgitèlle, pl. VXUJLWuOOH sartĂ re, s.m. sarto sĂ ule, s.m. il sole sbambatèlle, sf. pisolino sbattamĂŽure, s.m. gioco a battimuro, jucuĂ a sbattamĂŽure sbauttè’, v. spaventare, sbigottire sbisĂŠte, s.m. sciocco, sbandato sbruvugnĂĄte, s.m. svergognato, delinquente ĹĄcacchinòtte. s.m. giovanottino, UDJD]]RWWR SO VFDFFKLQ WWH scacarejà ’, v. balbettare, onomatopeico. scĂ de, s.f. mazza della zappa ĹĄcaffĂ tte, s.f. paniere di pesce appena pescato dato come pagamento ai pescatori scĂ gne, s.f. buccia, involucro scagnÍ’, v. scambiare scanajjå’, v. scandagliare, osservare attentamente scannatĂ ure, s.m. scannatoio, mattatoio VFDQÄŞiÂś, v. scanzare scapĂŠce, s.f. pesce fritto marinato nell’aceto con l’aggiunta di zafferano ĹĄcappĂŤine, s.f. VFKLDSSD scapulå’, v. scivolare scarciĂłfene, s.f. carciofo. pl. scarciĂłfene scardatĂ ure, s.m. cardatore, pl. scardatĂŤre, pl. scardatrĂŤice. Scardå’ la lĂĄne, cardare la lana scardavĂĄune, s.m. scarafaggio

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scaricarèlle, s.f. tagliola ĹĄcĂ ttà ’, v. scattare ĹĄcattĂ te, DJJ DUURJDQWH PD DQFKH verace, autentico Scazzafuttènne, v. gironzolare senza far QLHQWH ELJKHOORQDUH VFiÄŞÄŞH, agg. scalzo 6FiÄŞÄŞÂś H QQtXWH mĂŤser’ e ddulènde scĂŤ, GL DIIHUPD]LRQH VL $QFKH scĂŤine scèrte, s.f. serto, corona. - ‘na scèrte d’èjje schinènze, avv. pure, persino sciĂ là ’, v. dissipare, consumare, buttare all’aria, SciĂ le popole, ca dumuĂ ne è GgiubbullĂŠ sciambĂ gne, soprannome sciambrichèine, s.m. variante di gilet sciaunèlle R DQFKH sciavunèlle, s.f. carruba scijĂ ne, s.m. tromba marina ScimĂ une, n. pr. Simone scimmadĂ tte, espress. gerg., sii maledetto sciĂłjje’, v. sciogliere; tipica l’espressione sciĂłjje lu pĂ ĹĄce sciĂłre, s.m. nonno sciĂłscia, s.f. amata, bella sciuquĂĄte, agg. molto buono, ottimo sciuvularelle, s.f. scivolo scognà ’ oppure Scugnà ’ v. sbucciare, pulire scĂłjje, s.m. scoglio pl. scĂšjje scĂłlla, s.f. cravatta scrĂŤive’, v. scrivere scrianÄŞite, agg. screanzato sculatĂŽre, s.f. la scolatura. 9jYH D OD sculatĂŽre, bere sino in fondo sculluĂ tte, s.f. cravatta a papillon scupunuĂĄre, s.m. zampognaro pl. scupinĂŠre sdulluffà ’, v. sciancare, cadere a terra, inciampare, far male ĹĄdulluffĂ te, agg. sciancato ĹĄdillazzà ’, v. agitare ĹĄdirrĂ zze, s.f. beccastrino, ferro per pulre le scarpe ĹĄdirrupĂĄte, agg. scosceso secĂ nde, avv. secondo, in secondo luogo, ‘n ÄŞecĂ nde sèlve, s.f. selva, bosco sembrå’, v. sembrare

sĂŤneche, s.m. sindaco sensĂ le s.m. sensale, mediatore. S’usa DQFKH LQ WHUPLQH VSUHJLDWLYR me pĂ re ‘nu ssensĂ le SenzasĂĄnghe, n.pr. soprannome setĂĄcce, s.m. setaccio sĂŠure, sf. sorella, sòrete, tua sorella sfaudiente agg. Sapiente sfĂłjje, s.f. sogliole sfrèhule, s.m. sfrigolo, pezzettino di lardo di maiale, Ss]]H QJKL OL VIUuKXOH sfurijĂĄte, agg. sfuriato sgĂ mmere, s.m. pesce sgombro. pl. VJKuPPHUH SgangĂĄte, soprannome sgarrà ’, Y sgarrare, derogare dalla regola sgosciĂš, agg.di sbieco, di traverso, di striscio ĹĄgrinå’, v. rompere le reni sĂŹbbete, avv. subito, improvvisamente, celermente sidĂŹuta, s.f. seduta 1D VLGuXWD VSLUsWHFKH una seduta spiritica siggnĂ ure, s.m signore, femm. siggnĂ ura, inv. siggnurĂŤ sindÍ’, v. sentire ssinzĂ le, s.m. sensale sippĂ liche s.m. sepolcro. Comunemente usato al plurale per indicare il rito del *LRYHGu 6DQWR li sippĂŽliche sitĂ cce, s.m. setaccio, arnese per setacciare farina o altro genere di cereale. Viene usato come ritornello SHU FDQWLOHQD VLWjFFH VLWjFFH JQD PL IuÂś ‘ccuscĂŤ te facce sittimmĂĄne R DQFKH summuâne, s.f. settimana smarrå’, v. prendere il largo, allontanarsi in mare smizĂŠite agg. Ammalato alla milza. sĂłcce DYY GDSSHUWXWWR RG DQFKH QHO VLJQLÂżFDWR GL XQLIRUPH FRQ OÂśHVSUHVVLRQH sĂłcce sòcce oppure sĂłccia sòcce. - Ha ninghĂŽute sĂłccia sòcce, è caduta la neve dappertutto nella stessa misura sòcce, V P VRFLR FRORQR FKL FROWLYD XQ terreno in societĂ , mezzadro sĂłdde, s.m. soldo sopreppĂ nge, s.m. pipistrello sorge, s.m. sorgio, topo


spaccalĂ ine, s.m. spaccalegna spĂ ise, s.f. spesa. Fajje li spĂ ise, ÂżJ SHU intendere l’arte di imparare: mmĂŤttete nghi chi è cchiĂš mmĂ jje di ta’ e fĂ jje li spĂ ise sparagnå’, v. risparmiare sparĂĄgne, s.m. risparmio spasemĂ te, agg. bolso, stanco VSsLFDÂżQ FFKLH, V P VHPH GL ÂżQRFFKLR selvatico sperå’, v. sperare SpidĂŤite, Espedito spĂŤlle, bigiotteria sprecĂ te, agg. sprecato Spirde SĂ nde, s.m. Spirito Santo spirdĂŽute, agg. sperduto spizzĂŹlle, s.m. stinco. pl OL VSL]]uOOH SpruĹĄciavidĂŹlle, soprannome, OHWWHUDOPHQWH FKL SXOLVFH OH EXGHOOD spuså’, v sposare spusĂĄte, agg. sposato SquĂ ccià ’, Y VFKLDFFLDUH SUHPHUH squajà ’, v. squagliare ‘ssi-‘ssi, agg. dim. pl. m. e f. quelli ‘ssu-‘ssa, agg. dim. sing. m. e f. quello, quella ĹĄtå’, Y VWDUH ,QGLFDWLYR SUHVHQWH ĹĄWuQJKH staggiĂ une R DQFKH stasciĂ une, s.f. stagione Ĺ tagnarĂŹlle, soprannome ĹĄtamatĂŤine, stamattina ĹĄti, agg. dim. pl. questi ĹĄtĂŤcchije, s.f. gioco da bambini consistente nel tiro d’una pietra contro un mattone posto in senso verticale sul quale viene posto una moneta, una mandorla un bottone, jucuà ’ a la ĹĄtĂŤcchije ĹĄtĂłcche, V P VWRFFDÂżVVR ĹĄtrĂ gne’, v. stringere ĹĄtrangaĂŽjjĂšne, s.m. mal di gola ĹĄtrascinå’, v. trascinare o trascinarsi strascinĂŠte, agg. trascinate, lavorate, li rĂĄpe strascinĂŠte ĹĄtrazijĂĄte, agg. straziato strèuse, agg. strano ĹĄtrĂŤlle, s.m. strillo, stridio ĹĄtrillà ’, v. strillare ĹĄtrippilĂ une, s.m. stoppia strĂšmmele, s.m. trottola. Dal greco stròmbos, strombòlion. ĹĄtĂš-ĹĄta, agg. dim.

questo, questa ĹĄtruppunĂŤte, s.m. stirpe, progenie, famiglia ĹĄtutå’, v. spegnere SuĂ tte, s.f. maglia aperta sul davanti. sumundà ’, v. seminare sumuènde s.f. semenza, seme sunnå’, v. sognare suqquĂ rÄŞe, s.m. soccorso surgĂŽtĂŠlle o surgiutĂŠlle, s.m. dim. topolino, sorgetto survĂŤzije, s.m. servizio suspĂŤire, s.m. sospiro

T taccunuèlle, s.f. tacconelle, quadratoni di pasta fatta in casa tĂ gne’, v. tingere, colorare, tĂŠgne’ WLQJH tĂ mbe, s.f. puzza, odore nauseabondo tĂ mbule, s.f. tomba tĂ nde-a, agg. tanto, tanta taragnĂŠule, s.f. lumaca di taglia piccola, molto saporita; pl. taragnĂšle tarmà ’, v. infreddolire, paralizzare tĂĄte, s.m. padre, v. pĂĄtre tĂ tte, s.m. tetto, pl. tĂŤtte tätte, s.m. tetto tavulĂŠine, s.m. tavolino tĂŠcchie V P FHSSR JURVVR OHJQR FKH si mette per tradizione nel caminetto la notte di Natale telèfene, s.m. telefono tèmbe, s.m. tempo. pl WuPEH /L EEuOOH WAPEH GH ÂľQD YĂłdde tèrre, s.f. terra tĂŽ, pron. pers. sing. tu tijèlle, s.f. tegame tinå’, v. tenere. WuWWHOH, tienile. Indicativo presente WuQJKH tĂŽrche, s.m. turco tiĹĄtimĂłnije, s.m. testimonio, pl. tiĹĄtimĂšnije tĂłjje’, v. togliere ‘tĂłmeche, agg. atomica, la bòmma tĂłmeche tòrte, s.m. e agg. corrotto, cattivo. J’è ttòrte, per dire di persona non a modo tradimènde, s.m. tradimento, pl li WUDGLPuQGH

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trafonne, s,m, l’abisso, lo strafondo ma DQFKH OÂś LQYHUQR R OÂśLQIHUQR OÂśROWUHWRPED trĂ gne, V P VHFFKLR trainĂŹre, s.m. carrettiere trajĂŤine, s.m. carro da tiro trĂ mbe, s.f. tromba tramĂŠute, s.m. terremoto trapilèine, DJJ FDSULFFLRVR XQR XQD FKH fa moine. trappetĂĄre, s.m. uomo addetto al trappeto, frantoiano trappĂŠte, s.m. tappeto, pl. WUDSSuWH trascÍ’, v. entrare trĂĄve, V P WUDYH ÂżJ QX WUiYH GH IpXFKH travòcche V P LO WUDERFFR SDODÂżWWD LQ mare con rete a bilanciere. trescå’, v. trebbiare, mietere trĂŠsche, s.f. trebbiatura trèťte, agg. triste trĂŽffele, s.m. contenitore di terracotta per l’acqua trĂŹjje o riĹĄciĂšle, s.f. triglia, ÂŤUh! riĹĄciulĂŤtte nghi la pammadèureÂŞ * 0XUROR

TringinÏlle, soprannome trippÍine, s.f. torpedine, pesce trummuÏnde, avv. mentre truhuå’, v. trovare trocchele, s.m.. trogolo tróppe, agg. indef. troppo, in misura esagerata trumminde, avv. mentre tumbråte, agg. temperato, riferito al tempo tuorte s.m. torto

U uahimĂšrte, agg./s. intraducibile

OHWWHUDOPHQWH 8Q WLSR LQDIÂżGDELOH delinquente uĂ re, s.m. vero. Ăˆ llu uĂ re, è vero UaĹĄte, Vasto uaĹĄtĂŤsce, s.m. sensale, commerciate d’olio ucchije, V P RFFKLR umbrĂ se, s.m. ombroso UngĂŤine, s.m. uncino ujje, s.m. oggi usumuà ’, v. annusare, cercare. Canda

YD XVXPXjQQH va curiosando. Viene dal greco osmĂŠ RGRUH

V VaccĂĄre, soprannome

vaccĂŤile, s.m. bacile, bacino, bacinella vĂ cche, s.f. bocca vĂĄcche, s.f. vacca valichĂŤte, DJJ LQÂżWWLWR ULWLUDWR vammete, s.m. tuono vandasciĂ ne, V H DJJ FKL VL YDQWD presuntuoso vĂ nne’, v. vendere vĂĄnne, s.f. parte, zona; da ĹĄWD YĂĄnne, da questa parte varå’, v. varare, mettere in mare la paranza o la barca vĂ reche, s.f. barca varĂŤile, s.m. barile vĂ reve, s.f. barba varevĂŹre, s.m. barbiere varlotte, s.f. tinozza VarvatĂłrte, s.m. soprannome vasce, s.m. bacio VĂ scheve, s.m. vescovo vascià ’, v. baciare VassilĂŽcce, n.pr. diminutivo di Basso vavĂ use, s.m. pesce vĂĄive, v. bere vĂ ve, s.f. bava. 7q OD YjYÂśD OD YjFFKH KD OD EDYD LQ ERFFD SHU GLUH GL SHUVRQD arrabbiata o per cane idrofobo vĂ vete, s.f. bevuta vĂŠdeve, s.f. vedova vĂŤgne, s.f. vigna vĂŤine, s.m. vino vĂŤite, s.f. vita YÉşMMH, s.f. via, strada. /D YÉşMMH QpXYH, la strada asfaltata vejulĂ te, agg. di colore viola vendĂ je. s.m. ventaglio. 6L PpQH OX YpQGH QJKH OX YHQGjMH vènde, s.m. vento verzotte, s.f. verza vĂŠuve, s.m. bue vĂŤjje, s.f. via, strada, dim. YLMDUpOOH vĂŤste, s.f. vista vetrĂĄre, s.m. vetraio vi, pron. pers. plur. voi


via sĂŹ, avv. suvvia viĂ t’a hasse, escl. beato lui! viĂ te, agg. beato viaticĂĄre, s.m. viaticale, commerciante ambulante vĂŹcchije, V P YHFFKLR DO I OD YuFFKLMH, pl. OL YuFFKLMH vidĂŽute, s.f. veduta viduhĂ nze, s.f. vedovanza vijĂĄte, agg. beato, YLMjWÂśD WWj, beato te vilignå’, v. vendemmiare villÍ’ o vullÍ’, v. bollire, YLOOsQGH bollente. ÂŹFFD YLOOsLWH, acqua bollita villĂŠgne, s.f. vendemmia virginèlle, s.f. verginella, giovinetta virde, agg. verde virlingĂłcche, s.f. albicocca virminĂĄre, s.f. la verminara, disturbi intestinali visĂ cce, s.f. bisaccia, zaino vivetĂŹcce, s. f, dim. bevutina vĂłcche o vĂłcca, s.f. bocca vòdde, volta, OL WLPEH GH QD YĂłdde; DQFKH YRWH in una versione piĂš vicina al napoletano vòjje, s.f. voglia vĂ tine, s.m. recipiente per olio vòtte, s.f. botte vòve, s.m. bove vĂłzze, s.m. bozzo, protuberanza, bernoccolo vrache, s.f. braga vrangĂĄte, V I FLz FKH VL SUHQGH FRQ XQD mano vrĂ nnele, V I FUXVFD $QFKH canĂŤjje vraĹĄtĂ ime, s.f. anatema vrèche, s.m. amuleto vrĂŠtte, s.m. e agg. sporco vrĂŠute o vrĂłte R DQFKH vrĂłde, s.m. brodo. Ăˆ lu YUyWH JUiVVH Sta comodo e senza pensieri vrignĂŠule, s.m. bernoccolo, bozzo vrĂŽscele, s.m. un foruncolo, una pustola vrittacchiĂŤne, s.m. sporcaccione, luridone SO YULWWDFFKLsLQH Deriva da YUpWWH vrivĂ gne, V I YHUJRJQD DQFKH QHO VHQVR di sesso vrĂłcche R DQFKH vrĂłcchele, V I FKLRFFLD vrĂşccule, s.m. broccoli, OL YU~FFXOH GH

råpe strascinÊte vrudà tte, s. m. brodetto di pesce vucåle, s.m. boccale vulå’, v. volare vulÊ’, v. volere. Indicativo presente Y MMH vulije, s.f. voglia, desiderio vulundà , s.f. volontà vúmete, s.m. tuono vurtà cchije, s.m. fuso vusså’, v. spingere vutå’, v. votare vutinà lle s.m. barilotto. /X YXWLQjOOH dell’uje

Z za’, V I ]LD DQFKH zijåne

zambugnĂĄre, s. m. zampognaro pl. li zambugnĂŠre zambĂ gne, s.f. zampogna zĂ mbe, s.f. zampa zambijå’, v. lasciare impronte zambitelle, s.f. dim. zampetta ZannutuĂŹlle, soprannome zappĂ une, s.m. zappone, zappa. pl. li zzappĂšne zĂŤite, s.f. sposa zĂŤtte, agg. zitto zi’, V P ]LR DQFKH zijĂĄne ziffĂŽnne D agg. A dirotto zizĂŹ, dim. zio zòcchele, s.f. sorcio, ratto. f. per indicare una donna non morigerata zĂłche, s.f. corda, fune zopĂŹ zopĂ , s.m. gioco di bambini zuffunnå’, v. sprofondare zumbujå’, v. saltellare ÄŞÄŞirre ÄŞÄŞeirre, s.f. telline o arselle

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Indice dei nomi di persona

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Abbadessa, Giovanni 122, 124, 125 Accorinti, Giuseppe 14, 17 Affaldani, Vincenzo 107 Alighieri, Dante 53 Alleva, Mario 38 Altieri, Antonio 122 Ambrosecchia, 116 Andreani, Albino 122 Andreini, Idiano 54, 55 Andreini D’Adamo, Anna Iole 70 Andreola, Erminio 15, 17, 70 Andreotti, Giulio 27 Anelli, Alfredo 59 Anelli, Nicola 135 Antenucci, Costantino 8 Antenucci, Nicola 9 Antenucci, Luca 122 Antonucci, Giorgio 122 Aquilio, Giuseppina 49 Aragona (d’), Ferdinando 37 Aretino (l’), Pietro 124 Argentieri, Giuseppe 122 Argirò, Giuseppe 113 Armeno, Giuseppe 78 Armeno, Roberto 122 Artese, Marino 73 Artese, Oreste 24 Artese, Raffaele 57 Artese, Vitale 19, 20 Autunno, Aurelio 71 Atene, Emma Rosa 74 Avalos (d’), Innigo 37 Baccalà, Bruno 107 Baccalà, Nicolino 71 Baccalà, Raffaele 71 Badouel, 94 Barba, Alessandra 74 Barone, Michele 71 Bartucci, Concetta 112 Basini, Carlo 122 Bassani, Luigi 71 Bassi, Vincenzo 71 Baudelaire, Charles 60 Belfiore, Fernando 72 Belfiore, Mario 72 Belfiore, Marisa 72 Bellandrini, Franco 72 Bellano, 64 Bellano, Nicola 122 Bellano, Vitaluccio 122 Bellisario, Vincenzo 11, 14, 15, 17 Benedetti, 116 Benedetti, Maurizio 72 Benedictis (de), famiglia 40 Benvenga, Teodoro 74 Berardi, Felice 78 Berretta, Sandro 103 Bertella, Carlo 62 Besca, Cesario 9 Besca, Nicola 9 Besca, Tino 103

Bevilacqua, Antonio 74 Bevilacqua, Antonio 78 Bevilacqua, Levino 122 Bevilacqua, Mario 122 Bevilacqua, Rosa 74 Biamonti, 64 Bitritto, Elio 106 Bo, Giorgio 12, 14 Boccini, Emilio 18 Bolognese, Litterio 12, 125 Bona, Valentino 89 Bontempo, Giuseppe 73 Bontempo, Luigi 72 Bontempo, Pietro 103 Borgese, Vincenzo 19 Boschetti, Carlo Filippo 9 Boschetti, Giovanni 9 Boschetti, Giulio 128 Boschetti, Michele 128 Boschetti, Nicola 24 Bosco, 132 Bosco, Giuseppe 39 Bosco, Grazia 46 Bosco, Michele 49 Bosco, Nicola 46 Bosco, Stefano 39 Boselli, Carlo 104, 123 Bottari, Angelica 82 Bottari, Carlo 27, 55, 104 Bottari, Giuseppe 46 Bozzelli, Carmine 98 Bozzelli, Osvaldo 122, 125 Bozzelli, Raffaele 98, 100 Braccia, Vincenzo 125 Bracone, Nicola 72 Bruni, Massimo 50 Brusa, Emilio 89 Bucciarelli, Giuseppe 71 Bucciarelli, Iolanda 112 Bucciarelli, Nicolangelo 122 Bucciarelli, Pierino 74 Budano, Giuseppe 62 Buonincontro, Corradino 85 Busico, Giuseppe 30 Caldarelli, Paolo 49 Calvano, Laura 120 Calvano, Michele 37, 120 Calvano, Paolo 71 Calvano, Finetta 47 Canci, Giuseppe 65, 73 Canci, Michele 24, 72 Canci, Vincenzo 65, 87 Candeloro, Mario 122 Canosa, Pier 139 Caratelli, Franco 71 Cardillo, Dario 103 Carriero, Luigi 122 Carrisi, Albano 39 Castaldi, Giuseppe 70 Catalano, Nicola 30 Catania, Gianluca 71

Catania, Giuseppe 7, 12, 13, 30, 78 Catuogno, Marco 62 Catuogno, Pasquale 62 Catuogno, Pietro 62 Cau, 116 Cavuoti, Pino 71 Ceci, Augusto 19 Celenza, Anna Lisa 74 Celenza, Anna Pia 74 Celenza, Antonietta 121 Celenza, Enzo 74 Celenza, Luigi 31 Celenza, Luisa 31 Celenza, Mario 108 Celenza, Pasquale 74 Centaro, Francesco 20, 110 Ceraolo, 94 Cerase, Dante 122 Cerella, Mario 49 Cericola, Giulio 72 Cerrone, Alfredo 41 Cerrone, Mario 122 Chiavegatti, Arrigo 44 Chinni, Francescopaolo 24 Ciafarone, Rocco 124 Ciampagna, Giuseppe 122 Cianci, Angelo 19, 78 Cianci, Antonio 38 Cianci, Francesco 72 Cianci, Giovanni 122, 124, 125 Cianci, Nicola 72 Ciancio, Antonio 11 Ciancio, Michelino 49 Ciancio, Vincenzo 122, 125 Ciavatta, Aristide 122, 125 Ciccarella, Gianni 72 Ciccarella, Rita 72 Ciccarone, Antonio 125 Cicchini, Saverio 62 Ciccotosto, Luigi 73 Cicogna, Furio 9, 10 Cieri, Filomena 46 Cieri, Gilda 46 Cieri, Giuseppe 46 Cieri, Silvana 46 Cimino, Carlo 122 Cinquina, Giampaolo 73 Cinquina, Giuseppe 122 Cinquina, Luigi Domenico 70 Cinquina, Nicola 71 Cinquina, Roberto 122 Cipollone, Ugo 49 Cipriani, Eva 40 Ciriaci, 64 Cirulli, Pasquale 132 Ciuffi, Domenico 71 Ciuffi, Michele 122, 124 Coccia, Vittorio 78 Cocciolillo, Valerio 71 Cocco, Carmela 73 Cococcia, Laura 78


Colangelo, Gennaro 61 Colangelo, Lucia 61 Colangelo, Raffaele 65 Colantonio, Alfredo 103 Colanzi, Antonio 19 Colanzi, Mario 112 Colanzi, Nicola 112 Colanzi, Pierino 112 Colanzi, Remo 112 Colanzi, Remo 112 Colanzi, Rosanna 112 Colanzi, Tina 112 Colasante, Lorella 73 Colasurdo, Alfonso 18 Colenghi, Paola 107 Colombo, Emilio 10, 12, 13 Colonna, Luca 62 Contatore, Ada 128 Contini, 116 Corbo, 132 Cordella, Ernesto 64 Corneli, Incoronata 66 Corsica, Ferdinando 122 Costantino, Grazietta 115 Crisci, Giorgio 27 Criti, Davide 72 Crognale, Nicola 122 Cupaioli, Giuseppe 132 Cursio, Pietro 72 D’Achille, Vitale 122, 125 D’Adamo, Andrea 71, 73 D’Adamo, Antonio 132 D’Adamo, Bruno 49, 120 D’Adamo, Francesco Paolo 124 D’Adamo, Mario 78 D’Adamo, Michele 72 D’Adamo, Nicola 53 D’Adamo, Nicola 122, 124, 125 D’Adamo, Sebastiano 124 D’Adderio, Leone 124 D’Addiego, Cesario 98 D’Addiego, Pasquale 65 Daielli, Ennio 105 D’Alessandro, Nino 124 D’Aloysio da Vasto, Carlo 59 D’Aloysio, Luigi 24 D’Amelia, Mario Roberto 124, 125 D’Amico, Paolo 73 D’Amore, Anna Maria 124 D’Angelo, Decio 71 D’Angelo, Giuseppe 132 D’Annibale, Francesco 71 D’Anniballe, Silverio 116 D’Annunzio, Fernando 22, 36 D’Annunzio, Gabriele 82 D’Annunzio, Nino 71 D’Ascenzio, Pino 124 Dassori, Marcello 71 D’Attilio, Marco 78 D’Aulerio, Gino 124 D’Aurizio, Giuseppe 124 De Caro, Mario 103 De Ceglia, Gabriele 62

De Cristofaro, Pasquale 71 De Cristofaro, Umberto 24 De Fazio, Ada 29 De Fazio, Andrea 29, 30 De Fazio, Cosimo 29 De Fazio, Elena 29 De Fazio, Marilena 30 De Fazio, Tina 28, 30 De Felice, Consiglia 81 De Filippis, 132 De Filippis, Franco 122, 124, 125 DeFilippis, Maurizio 132 De Gasperi, Alcide 27 De Guglielmo, Giuseppe 71 De Guglielmo, Luciano 132 De Guglielmo, Sergio 73 Del Borrello, 49 Del Borrello, Edmondo 108 Del Borrello, Lucia 46 Del Borrello, Maria 46 Del Borrello, Paolo 103 Del Borrello, Vincenzo 74 Del Casale, Giuseppe 72 Del Casale, Laura 61 Del Casale, Luigi 71 Del Casale, Michele 71 Del Casale, Nicola 71 Del Casale, Paola 61 Del Casale, Sergio 61, 71 Del Casale, Vittorio 30 Del Greco, Filippo 118 Del Greco, Flavio 62 Del Greco, Gaetano 118 Del Greco, Gianfranco 71 Del Grosso, Pietro 71 Della Penna, 132 Della Penna, Carlo 59 Della Penna, Michele 72 Della Penna, Michele 79 Della Porta, Carlo 124 Delli Benedetti, Nicolino 123 Delli Quadri, Gianluigi 70 Del Re, Manlio 16, 17 Del Roio, Cesario 71 De Luca, 118 del Viscio, Francesco 73 del Viscio, Paolo 73 del Viscio, Saverio 73 De Marco, Beppe 92 De Marinis, Antonio 124 De Notaris, Alvaro Fulvio 62, 124 De Pompeis, Luigi 24 D’Ercole, Ida 103 D’Ercole, Maddalena 70 D’Ermilio, Carmine 73 De Rosa, Antonio 81 De Rosa, Domenico 81 De Rosa, famiglia 81 De Rosa, Giuseppe 81 De Rosa, Luigi 81 De Rosa, Michele 81 De Rosa, Nicola 81 De Rosa, Raffaele 81

De Simone, Ettore 18, 19 De Simone, Lida 73 De Simone, Maria Rosaria 73 de Stefani, Alberto 27 De Toma, Luigi 132 Diaferia, 52 Di Bello, Angiolino 124 Di Bello, Pietro 72 Di Bernardino, Edoardo 72 Di Biase, Franca 74 Di Biase, Giuseppe 74 Di Biase, Nicola 72, 74 Di Carlo, Anna 46 Di Carlo, Antonio 46 Di Carlo, Elsa 46 Di Carlo, Francesco 46 Di Carlo, Gilda 46 Di Carlo, Grazia 46 Di Carlo, Maria 46 Di Carlo, Michele 46 Di Carlo, Umberto 46 Di Chiacchio, Michele 70 Di Donato, Geremia 31 Di Donato, Pietro 86 Di Donato, Ilaria 103 Di Donato, Luca 71 Di Fabio, Federico 124 Di Fabio, Nicola 122, 124 Di Falco, Anna Maria 70 Di Falco, Francesco Paolo 124 Di Falco, Marisa 107 Di Fano, Franco 122, 124 Di Felice, Tiziano 62 Di Filippantonio, Antonio 124 Di Foglio, Antonio 72 Di Fonzo, Carmela 73 Di Fonzo, Ennio 122, 125 Di Fonzo, Luciano 124 Di Fonzo, Mauro 122 Di Fonzo, Roberto 124 Di Francesco, Luigi 116, 132 Di Giacomo, Domenico 72 Di Giambattista, Antonio 124 Di Giambattista, Gianni 71 Di Giamberardino, Eugenio 35 Di Girolamo, Carmine 72 Di Giulio, Cesario 71 Di Gregorio, 17 Di Gregorio, Gabiria 62 Di Gregorio, Mario 124 Di Gregorio, Michele 62 Di Gregorio, Mirko 62 Di Iorio, Nicola 8 Di Labio, 64 Di Lanciano, Maria 29 Di Lanciano, Vincenzo 28, 29, 30 Di Lello, Basso 124 Di Lello, Francesco 96 Di Lello, Giovanna 96 Di Lello, Nicola 96 Di Lello, Vincenzo 71 Di Lena, Bruno 71, 108 Di Lena, Paolo 98

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Di Martino, Giuseppe 124 Di Michele, Rosanna 136 Di Nardo, Cristian 73 Di Nardo, Rolando 73 Di Ninni, Nicola 122, 124, 125 Di Nisio, Antonio 96 Di Nisio, Giovanna 96 Di Nisio, Grazia 96 Di Paolo, Luigina 107 Di Pasquale, Antonio 71 Di Petta, Eugenio 124 D’Ippolito, Pino 72 Di Prospero, Nicola 124 Di Risio, Carmine 70 Di Rito, Donato 124 Di Rosso, Francesco 59 Di Rosso, Luigi 128 Di Sabato, Aida 107 Di Santo, Gianfranco 132 Di Santo, Michele 72 Di Sario, Nicola 128 Di Spalatro, Raffaele 72 Di Stefano, Alfonso 9 Di Stefano, Andrea 9 Di Stefano, Elpidio 124 Di Stefano, Enrico 9 Di Stefano, Leo 9 Di Stefano, Mario 124 Di Stefano, Nicola 10, 15, 16, 44 Di Tullio, Cesario 71 Di Tullio, Luigi 71 Di Tullio, Ottavio 72 Di Vito, Antonio 124 D’Onofrio, Marina 49 D’Onofrio, Massimiliano 49 D’Ortona, Aurelio 72 D’Ugo, Ercole 71 D’Ugo, Gabriele 17 Durini, Giuseppe Nicola 27 Esposito, Antonio 9 Fabrizio, 132 Fabrizio, Francesco Paolo 72 Fabrizio, Fulgenzio 9 Fabrizio, Guido 9 Fabrizio, Renato 9 Fagiolo, Vincenzo 27 Fagnani, Michele 72 Falasca, Maurizio 62 Falcitelli, Donato 71 Falco, Leonardo 71 Falcucci, Giuseppe 11, 14 Falcucci, Settimio 19 Falone, L. 132 Falone, S. 132 Fanghella, Antonio 30 Fariello, (famiglia) 121 Fariello, Angela 121 Fariello, Cesarina 121 Fariello, Fernando 121 Fariello, Giuliano 71, 121 Fariello, Giuseppe 121 Fariello, Ireneo 121 Fariello, Luigi 121

Fariello, Mario 121 Fariello, Nicola 121 Fariello, Umberto 121 Felice, Costantino 77 Felice, Michele 122, 124 Felici, Gianni 134 Femminilli, Angelo 71 Ferrara, Nicola 49 Finarelli, Antonio 73 Fiore, 132 Fiore, Ada 112 Fiore, Amleto 135 Fiore, Camillo 134 Fiore, Fernando 122, 124 Fiore, Giuseppe senior 135 Fiore, Giuseppe jr 135 Fiore, Giuseppe di L. 124 Fiore, Giuseppe di V. 124 Fiore, Luca 70 Fiore, Michele 135 Fiore, Nicola 134 Fiore Donati, Antonella 103 Fioretti, Dino 71, 73 Fioretti, Nicola 124 Foia, Carlo 71 Foia, Cesarino 74 Foia, Rita 74 Forgione, Vincenzo 71 Forte, Bruno 70, 65, 87 Forte, Giuseppe 71 Franco, Silvana 74 Frangione, Eustachio 62 Frangione, Michele 125 Frangione, Sergio 62 Frasca, Angelo 70 Frasca, Graziano 132 Fusoni, Armando 78 Gabriele, Luigi 62 Galante, Carlo 71 Galante, Giacomo 71 Galante, Nicola 59 Galasso, Antonio 71, 73 Galasso, Giuseppe 145 Garella, Giovanni 132 Garofalo, Bernardo 50 Gaspari, 116 Gaspari, Remo 10, 12, 13, 14, 19, 25, 26, 27, 54, 76, 104 Gasperini, Oreste 40 Gavazzeni, 64 Genova, famiglia 40 Genova, Luigi 84 Gentile, Giovanni 59 Germani, Gianfranco 71 Ghidelli, Carlo 35 Giacomucci, Gilda 128 Giacomucci, Raffaele 128 Giancola, Filippo 98 Giancristofaro, Emiliano 120 Gianna Rosa (suor), 133 Giattini, Giuseppe 98 Giattini, Michele 98 Gileno, Carmine 132

Gileno, Cesario 124 Gileno, Domenico 46 Gileno, Nicola 115 Giovine, Francesco 84 Giovine, Paolo 94 Giovine, Vittorio 59 Girotti, Raffaele 20, 110 Giuliani, Andrea 17, 18 Giuliani, Nicola 124 Giuliano, 116 Giuseppe, fratel 71 Glave, Pasquale 124 Golfarini, Nedo 125 Gottarelli, Alberto 88 Grano, Roberto 62 Grassi, Alessandro 116 Grassi, Luca 116 Grassi, Remo 116 Gravina, Raffaela 74 Guastadisegni, Emidio 103 Guazzotti, Carlo Sergio 122, 123, 124, 125 Hesse, Hermann 25 Iacobucci, Domenico 71 Iacobucci, Silvana 70 Iacovelli, Antonio 71 Iacovitti, Benito 72 Ialacci, Angelo 72 Ialacci, Gelsomino 78 Ialacci, Giuseppe 72 Ialacci, Mario 124 Ialacci, Vincenzo 71 Iarocca, Vincenzo 75 Iezzi, Gaetano 124 Ilvento, 94 Ingino, Galileo 73 Iuliani, Gianfranco 108 Izzi, Antonio 128 Jaselli, 17 La Barba, 116 Labarile, Francesco 87 Labrozzi, Chiara 103 Lacanale, Luciano 124 Lacanale, Nicola 124 Laccetti, Aurelio 124 Laccetti, Giuseppe 128 La Morgia, Bruno 125 Lanza, Gabriele 103 Lanzano, 116 La Palombara, Adele 74 La Palombara Boselli, Elia 123 La Palombara, Michele 49, 73 La Palombara, Nicola 62 La Penna, Girolamo 15 Lapenna, Luciano 25 Lapomarda, Vincenzo 62 Laporese, Domenico 12 Lattanzio, Michele 59, 102 La Verghetta, Ada 46 La Verghetta, Agostino 46 La Verghetta, Agostino (di Francesco) 46 La Verghetta, Amalia 46


La Verghetta, Andrea 46 La Verghetta, Berenice 46 La Verghetta, Concetta 46 La Verghetta, Emilia 46 La Verghetta, famiglia 46 La Verghetta, Francesco (di Agostino) 46 La Verghetta, Francesco (di Luigi) 46 La Verghetta, Francesco (di Michele) 46 La Verghetta, Francesco (di Nicola) 46 La Verghetta, Giulia 46 La Verghetta, Giuliana 74 La Verghetta, Giuseppe 46 La Verghetta, Grazia 46 La Verghetta, Liliana 46 La Verghetta, Luigi 46 La Verghetta, Luigi 46 La Verghetta, Maria (di Nicola) 46 La Verghetta, Maria (di Michele) 46 La Verghetta, Maria Concetta 46 La Verghetta, Maria Nicola 46 La Verghetta, Michela 107 La Verghetta, Michele 46 La Verghetta, Nicola 46 La Verghetta, Nicolino 46 La Verghetta, Teresa 46 La Verghetta, Vittorio 46 Lazetera, Giuseppe 103 Ledda, Andrea 82 Ledda, Pierluigi 82 Leone, Giovanni 10 Lepidi, Sandro 103 Levantesi, Gino 124 Lombardi, Gennaro 124 Longhi, Angelo 124 Lo Vecchio, Antonio 124 Luciano, Carmine 98 Luciano, Filippo 98, 100 Luongo, 116 Lupo, 116 Maiale, Nino 124 Maiarota, Giuseppe 124 Maiella Pastorelli, Giulia 122, 125 Malatesta, Nicola 49 Malatesta, Nicola 122, 124 Malatesta, Nicola 125 Mancini, Marco 132 Mancini, Piero 125 Mangiocco, Cosmo 8 Manhes, Carlo Antonio 27, 106 Manzi, 116 Manzi, Alberto 40 Maranca, Luigi 71 Marcegaglia, Emma 114 Marchesani, Fernando 73 Marchesani, Rosa 68 Marchesani, Ulrico 128 Marchese di Alanno, 104 Marchione, Michele 71 Marcone, Giuseppe 18, 64 Marcovecchio, Antonio 9

Marcovecchio, Graziano 103 Marcovecchio, Maurizio 73 Marcuse, Herbert 49 Marianacci, Alessio 49 Mariani, Maria 74 Marini, Nino 122, 123 Marino, Lucia 74 Marino, Maria Nicola 73 Marinucci, Nicola 62 Marinucci, Nicola 98 Marinucci, Valter 71 Marrollo, Alfredo 124 Martella, Leonardo 78 Martone, 84 Martone, Giuseppe 24 Martone, Paolo 96 Marzocchetti, Francesco 73 Marzocchetti, Martina 49 Mascolo, Giuseppe 73 Mascolo, Michele 72 Mastragostino, Nicola 74 Mastronardi, Claudio 71 Mattei, Enrico 7, 13, 14, 15, 16, 17, 19, 59, 111, 123 Mattia, Nicola 8 Mattioli, Raffaele 59, 88, 89 Medea, Luigi Alfiero 108 Melchiorre, Annamaria 67, 74 Mele, Enzo 38 Mele, Nello 38 Mele, Silvio 124 Melito, Pasquale 62 Menichelli, Edoardo 133 Meninni, Carlo 19 Menna, Antonio 124, 125 Menna, Francescopaolo 74 Menna, Sebastiano 72 Merzagora, Cesare 18 Mezzanotte, Sandro 122, 125 Michele Marisi, 118 Mileno, Antonio 72 Mileno, Cesario 72 Millico, Gianvittorio 71 Minchilli, Gaetano 71 Miscione, Nando 70 Miscione, Nicola 124 Modugno, Antonietta 73 Molino, Anna 74 Molino, fratelli 56 Molino, Giuseppe 56 Molino, Levino 56 Molino, Liberata 73 Molino, Luigi 24, 73 Molino, Michele 122, 124 Molino, Nicola 56 Molino, Raffaele 56 Molisani, Giovanni 124 Mongardi, Giulio 124 Monteferrante, Cesarina 31 Monteferrante, Sante 71 Montesi, Liana 73 Moretta, Antonio 122, 123, 125 Moretti, Massimiliano 122, 125

Morgia, Miriam 104 Morgia, Rocco 124 Moro, Aldo 18, 20 Moro, Gabriele 124 Moro, Cosimo 8 Morrone, Nino 65 Murat, Gioacchino 106 Muratore, Cesario 124 Muratore, Michelina 46 Murillo, Pietro 62 Murillo, Sara 62 Murray, Sheila 53 Musella, Maria Antonia 78 Mussolini, Benito 137 Muzi, Claudio 71 Muzii, Angelo 9 Muzii, Angelo 125 Nacucchi, 18 Napolitano, 122 Nardecchia, Ennio 72 Natale, Valeria 29 Negri, 64 Neri, Massimo 49 Nocciolino, Antonietta 74 Nocciolino, Antonio 113 Nocciolino, Nicola 74, 124, 125 Notarangelo, Giuseppina 74 Notarangelo, Michele 71 Novielli, Palmo 103 Odio, Antonio 124 Olivieri, Donato 50 Ottaviano, 13 Ottaviano, 116 Pachioli, Paolo 125 Paganelli, Sandro 132 Palagi, Stefano 72 Palazzo, Angelo 46 Palazzo, Angelo 72 Palazzo, Giuseppe 71 Palazzo, Liberatore 46 Palazzo, Maria Teresa 70 Palazzo, Michele 46 Palazzo, Rosalia 39, 46 Palazzo, Sebastiano 125 Palma, Salvatore 124, 125 Palucci, Ennio 124 Pampinella, Francesco 87 Pantano, 64 Panzeri, Eliano 18 Paolucci, Raffaele 27, 64, 128 Pascucci, Eva 74 Pasotti, Mario 104 Passot, Giulio 132 Pastorelli, Gina 103 Paulas Mattei, Greta 123 Pavia, Luigi 71 Pavone, Gabriele 60 Pedace, Francesco 45 Pedace, Mario 45 Pellegrini, Grazia 73 Pellegrini, Michele 39 Pellicciotti, Giovanni 73 Peluzzo, Antonietta 74

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Peluzzo, Giuseppe 128 Peluzzo, Michele 73 Peluzzo, Rosa 74 Pennetta, Angela 103 Pepe, Ezio 49, 78 Pepe, Salvatore 46 Perrozzi, Aldo 73 Perrozzi, Cesarina 135 Perrozzi, Davide 122, 125 Perrozzi, famiglia 48 Perrozzi, fratelli 48 Perrozzi, Giorgio 73 Perrozzi, Luigi 48 Perrozzi, Nicola 48 Perrozzi, Pietro 48 Perrozzi, Pietro 122, 125 Perrozzi, Vincenzo 48 Petrocchi, Mario 73 Petroro, Gianni 65, 73, 97 Petroro, Lello 38 Petroro, Silvio 49, 78, 97 Petrucci, Paolo 35 Petruzzelli, Antonio 65 Petruzzelli, Santino 71 Piantoni, Carlo 40 Piccinini, Domenico 122 Piccirilli, 72 Piccirilli, Gaetano 35 Piccolotti, Alberto 95 Piccolotti, David 95 Pierabella, Gino 86 Pignatelli, Raffaele 125 Pino, Francesca 88 Pisarri, Gaetano 18 Pisarri, Gaetano 132 Pisarri, Salvatore 11, 16, 17, 18, 128 Pistaccia, Mario 125 Pizzola, Gaetano 71 Poli Molino, Angelina 73, 78 Polidoro, Guido 11, 12, 16 Pollutri, Annamaria 72 Pollutri, Antonio 72, 73 Pollutri, Domenico 119 Pollutri, Mariano 132 Pollutri, Tommaso 125 Polsi, Aniello 65, 73 Pomponio, Donatella 103 Ponza, Francesco 59 Porfirio, Damiano 71 Porreca, Luigi 71 Potalivo, Massimo 122 Pracilio, Domenico 86 Pracilio, Giuseppe 71 Pracilio, Paolo 73 Primiano, Angelo 71 Prosperi, Mario 122, 125 Prospero, Antonio 49 Puccini, Giacomo 82 Puccioni, Cesare 114 Quagliarella, Sergio 71 Ragni, Carmine 30 Raimondi, Gennaro 28 Raimondi, Lillino 28, 78

Raimondi, Nicola 71 Raimondi, Luigi 31 Ramundo, Roberto 71 Ranieri, 116 Rapisardi, Mario 64 Raspa, Ettore 78 Raspa, Oscar 16, 30 Reale, Giuseppe 24 Reale, Michele 71 Reale, Pietro 62, 73 Recinelli, Mario 30, 78 Regard, 64 Remedi, 64 Ricciardi, Antonio 9 Riccio, Vincenzo 118 Ridulfo, Salvatore 72 Ritenuti, Gianni 74 Ritucci, 49 Ritucci, Basso Lucio 122, 125 Ritucci, Giuseppe 125 Ritucci, Ylenia 42 Ritucci Chinni, Florindo 25, 64, 67, 102 Ritucci Chinni, Franz 67 Romani, Paolo 114 Ronzitti, Armando 71 Ronzitti, Enzo 72 Ronzitti, Enzolino 72 Ronzitti, Fernando 125 Ronzitti, Giuseppe 72 Ronzitti, Graziella 72 Ronzitti, Michele 46, 74 Ronzitti, Michele 132 Ronzitti, Vittorio 49 Roselli, Antonietta 46 Roselli, Giovanni 9 Roserba, Michele 128 Rossetti, Gabriele 59 Rotondo, Michele 130 Rovereto, Saveria 73 Ruedi, Erbert 89 Ruffilli, Massimo 32 Ruffo Scilla, Luigi 54 Russi, Vincenzo 55 Russo, Lorenzo 132 Russo, Michele 103 Russo, Vincenzo 28, 49, 124, 125 Russo, Vittorio Emanuele 73 Ruta, Claudia 103 Ruzzi, Giuseppe 59 Ruzzi, Giuseppe 53 Saba, Gianni 125 Sabbatino, Antonio 71 Sacchetti, Mauro 62 Sacchi, Nicola 125 Sacco, Michele 62 Salerno, Francesco 125 Sallese, Domenico 122, 125 Sallese, Luigi 38 Salvati, Filomena 73 Salvatore, Filippo 97 Salvatori, Sandro 9 Salvatorelli, Daniela 130

Salvatorelli, Nicola 62 Sambrotta, Mauro 70 Sangiovanni, Marcello 94 Sansiviero, Nicola 116 Saraceni, Dario 122, 125 Saraceni, Mercurio 49 Saraceni, Pasquale 125 Sardi, 64 Saturni, Enzo 19 Scafetta, Simone 49 Scampoli, Silvio 71 Scarapicchia, Alfonso 71 Scardapane, Andrea 62 Scardapane, Nicola 125 Scarpone, Marco 62 Scè, Luigi 71 Schiavao, 116 Schieda, Andrea 71 Schieda, Antonio 19 Schinardi, 84 Sciascia, Andrea 71, 87 Sciascia, Pierino 8 Scopa, Antonio 71 Scopa, Nicola Maria 19 Scotti, Lucio 125 Scotti, Nicola 69 Serafini, Emidio 125 Serafini, Vincenzo 122, 125 Serani, Luciano 62 Serra, Piergiorgio 71 Sette, Pietro 18, 20, 110 Sforza, Carlo 18 Sigismondi, Ethel 73 Silano, Enrico 62 Silla, Francesco 71 Simoncelli, Basidio 125 Siringo, 64, 84 Smargiassi, Antonio I 72 Smargiassi, Antonio II 72 Smargiassi, Luigi 73 Smargiassi, Salvatore 125 Smerilli, Domenico 73 Solfanelli, Marino 14 Sorgente, Anna 78 Sorgente, Francescopaolo 122, 125 Sorgente, Maria 78 Soria, Jean Pierre 91 Soria, Mario 91 Soria, Nicola 91 Sottile, Michelangelo 116 Spadaccini, Francesco Paolo, 125 Spadaccini, Giovanni 71, 72 Spadaccini, Michele 71 Spagnoli, Domenico 87 Sparvieri, Vito 73 Spataro, Giuseppe 10, 12, 13, 14, 16, 20, 34, 54, 55, 104 Spaventa, Silvio 128 Spinelli, Michele 125 Sputore, 116 Sputore, Vincenzo 73 Squadrone, Maria Rosaria 103 Stampone, Renzo 70


Stanisci, 126 Stivaletta Artese, Anna 57, 80 Stivaletta, Domenico 122, 125 Stivaletta, Massimo 71, 70 Stivaletta, Nicola 122, 125 Stock, Giulio 89 Suriani, Edoardo 123, 124, 125 Suriani, Mario 38 Suriani, Pietro 59, 64, 138 Suriani, Walter 116 Suriano, 116 Tagliente, Giuseppe 25, 71, 106, 139 Tambelli, (famiglia) 115 Tammarazio, Nicola 71 Tana, Antonio 122, 125 Tana, Luciano 132 Tana, Michele 71 Tartaglia, Francesco 122 Tenaglia, Alfredo 132 Tenaglia, Nicola 125 Tettamanti, Enzo 108 Tettamanti, Piero 49 Toepliz, Giuseppe 89 Tognoni, Pierpaolo 116

Tommasetti, Antonio 125 Torricella, Antonio 125 Tosone, Mario 84 Tosti, Francesco Paolo 82 Travaglini, Carlo 16, 17 Travaglini, Mario 125 Travaglini, Pino 116 Treviso, Umberto 71 Trivelli, Michele 128 Trizzino, Maria 129 Trovarelli, Giuseppe 71 Tucci, Antonio 126 Tufillaro, Maria Elena 74 Tumini, Gabriele 71 Turilli, Rosella 70 Umile, Angela Claudia 119 Umile, Leonardo 119 Ursilio, Pasquale 19 Vaccari, Giuseppe 89 Valdes, 116 Valentini, Antonio 62 Valentini, Cesare 72 Vallese, Nicolino 71 Vallone, Gaetano 129

Vallone, Lorenzo 129 Vallone, Piero 129 Vallone, Salvatore 107, 129 Vecchiotti, Massimo 116 Verdi, Giuseppe 82 Verini, Luigi 125 Verna, Mario 16, 19 Viccione, Gaetano 71 Vinciguerra, Luigi 72 Vinciguerra, Michele 49, 79 Vinciguerra, Michele 66 Vinciguerra, Simona 70 Vizioli, 94 Volpini, Dionisio 18 Zaccardi, Cesario 74 Zaccardi, Filippo 125 Zaccaria, Elisabetta 46 Zaccaria, Michele 58 Zaccaria, Nicola 71 Zach, Ermanno 52 Zappitelli, Giancarlo 116 Zornio, Gisella 74 Zulli, Ercole 122, 125

Giuseppe Galasso è l’autore delle belle fotografie che corredano l’edizione di quest’anno. Alterna la passione della fotografia, che coltiva dagli anni della prima gioventù, con quella per la filatelia. È stato infatti tra i fondatori di Vastophill di cui attualmente è il presidente

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Gli autori ringraziano per la collaborazione $QGUHD 6FKLHGD *LXVHSSH *DODVVR SHU OH IRWR GHL PHVL H GHOOD FRSHUWLQD 2VYDOGR 6DQWRUR H )UDQFHVFR 0LFKHOH 6FDIHWWD SHU OH GHQRPLQD]LRQL GHL 6DQWL LQ YDVWHVH *UD]LDQR 0DUFRYHFFKLR SHU DYHU IRUQLWR OD VXD WHVL GL ODXUHD VXOOR VYLOXSSR HFRQRPLFR dell’Area Industriale del Vastese . ,O PDWHULDOH VWRULFR IRWRJUD¿FR q WUDWWR GDOOH FROOH]LRQL Calvano e Tagliente. Si ringraziano %HQLDPLQR )LRUH 0LFKHOH &DOYDQR H *LQR 'H 5RVD Ê YLHWDWD OD ULSURGX]LRQH DQFKH SDU]LDOH QRQ DXWRUL]]DWD Edito a proprie spese dagli autori.


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