Qui Quotidiano 17 aprile 2013

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Editoriale

Altalenante l’andamento demografico in Abruzzo Il 15 censimento della popolazione italiana evidenzia diversi aspetti di questa nostra società: in particolare la nostra attenzione si è concentrata, evidentemente, sull’Abruzzo. Dei diversi aspetti che sono stati presi in considerazione dal suddetto censimento parliamo oggi del’andamento demografico che, ad un deciso aumento della popolazione tra il 2001 e il 2010 fa registrare un netto calo, che però potrebbe non essere significativo perché riferito ad un solo anno il 2011. Prendendo a base di riferimento il 2002 con 1.262.379 abitanti, si giunge al 2010 con 1.338.898 per un aumento in assoluto di 76.519 unità pari al 6,06% ; l’andamento, osservando il grafico, è abbastanza graduale e costante. Però nell’arco di un solo anno, tra il 2010 ed 2011 si è verificato un brusco calo di abitanti che registra una diminuzione di 31.589 per cui l’incremento di popolazione è stato, nell’arco di dieci anni di 44.930 pari al 3,56 % a fronte di una crescita nazionale del 4,28 %. Il dato “preoccupante” è rappresentato dal fatto che sono stati necessari nove anni per un aumento della popolazione di 76.519 unità mentre è stato sufficiente un solo anno per quasi dimezzare detto aumento. Non si rilevano nei dati forniti dall’ISTAT i motivi di questo rapido decremento e non è dunque facile “interpretare” questo dato che è probabilmente legato a flussi “migratori” che riguardano sia gli italiani, sia gli continua in seconda

Direttore Responsabile Giuseppe Tagliente Reg. al Tribunale di Vasto n.102 del 22/06/2002 Redazione: Corso Italia n.1 Vasto Tel & Fax 0873.362742 Pubblicità: Editoriale Quiquotidiano Corso Italia 1,Vasto www.quiquotidiano.it mail: redazione@quiquotidiano.it

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17 Aprile 2013

Anno 10 -N.15

quotidiano

Gente di mare! Il 70% degli abruzzesi vive sul 30% del territorio I centri interni si spopolano a favore della costa

Economia pag.5

Le difficoltà del paese in cifre

Qui e là pag.6

Personaggi pag.7

Una UE senza Germania?

Intervista a Loris Baccalà


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2 dalla prima... immigrati comunitari ed extracomunitari. Altro aspetto evidenziato dalla lettura dei dati ISTAT è quello all’evoluzione delle residenze degli abruzzesi (e non) che continuano ad incrementare le popolazioni delle città costiere a discapito di quelle collinari e montane; d’altra parte il territorio abruzzese, è costituito per il 70% da rilievi più o meno accentuati mentre il restante 30% è costituito dal territorio costiero: ebbene la popolazione è concentrata per il 70% in quest’ultima parte con incrementi che si rivelano essere anche piuttosto veloci, al punto da mettere in crisi i sistemi viari, fognari, acquedottistici: in una parola i servizi necessari per uno sviluppo armonico delle città. Non sfugge a questa analisi Vasto che, insieme ad altre città costiere, vede incrementare la propria popolazione residente. Dalla lettura dei dati ISTAT rileviamo che sono sette i comuni costieri che, nell’arco del decennio 2010 – 2011, presentano il maggiore incremento demografico e precisamente Montesilvano (+ 9.713), Vasto (+3.385), Spoltore (+3.149), San Giovanni Teatino (+2.685), Tortoreto (+2.606), Città Sant’Angelo (+2.427) e Martinsicuro (+2.056) che da soli rappresentano la crescita demografica del 58% circa. A fronte di questi incrementi si osserva la diminuzione di Chieti (- 9.440), L’Aquila (- 11.929), Pescara (- 9.460) e Teramo (- 6.391). Da rilevare come tutte le cittadine citate hanno nelle immediate vicinanze città capoluogo (Pescara e Teramo) che si “svuotano”, Vasto drena gli abitanti del suo Comprensorio. Diversa l’interpretazione sul notevole calo della popolazione de L’Aquila, probabilmente legato agli effetti del sisma di quattro anni fa.

Elio Bitritto

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RESI NOTI I DATI DEL CENSIMENTO 2012

Figura 1: Andamento temporale della popolazione abruzzese dal 2001 al 2011. Fonte: Elaborazione dati ISTAT

L'Istituto Nazionale di Statistica ha recentemente messo a disposizione i dati definitivi del 15° Censimento della popolazione di ciascuno degli 8.092 comuni italiani. L'Abruzzo, per effetto del censimento 2011, alla data del 9/10/11 ha visto passare la popolazione da 1.344.529 unità a 1.317.309 subendo una riduzione di 37.220 unità pari al -2,77%, valore questo peggiore del -2,22% italiano. Sui dati del censimemto abbiamo chiesto a Fabrizio Muratore, ricercatore statistico presso l’Università “G. d’Annunzio”, un suo contributo. Analisi demografica della popolazione abruzzese nell’ultimo decennio La regione Abruzzo nell’ultimo decennio ha subito un notevole cambiamento dal punto di vista demografico. In particolare considerando gli ultimi due censimenti della popolazione realizzati dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) si riscontra

un variazione percentuale della popolazione abruzzese alquanto positiva. Come si evince dalla figura 1, dal censimento del 2001 a quello del 2011 la popolazione in Abruzzo ha riscontrato una variazione percentuale positiva pari al 3,56%. Infatti si è passati da circa 1.200.000 abitanti nel 2001 ad oltre 1.300.000 nel 2011. L’andamento temporale riportato in figura dimostra un trend di tipo crescente durante il periodo considerato. In particolare l’andamento crescente si riscontra nel periodo che va dal 2002 al 2010, in quanto nell’arco dell’ultimo anno si evidenzia un declino di oltre 31.000 abitanti. Nello specifico esaminando la variazione percentuale che va dal 2001 al 2010 si ottiene un valore positivo superiore al 6% con il raggiungimento di oltre 75000 abitanti in un decennio! La crescita della popolazione abruzzese riporta alcune differenze in termini provinciali. In figura 2 si evidenzia il rapporto tra la popolazio-


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ne abruzzese e le singole province. Tale indicatore di popolazione è utile nel definire il mutamento della popolazione nelle differenti province. Nell’ultimo decennio non si riscontrano variazioni percentuali provinciali alquanto significative, per questo motivo si rileva solo un dato percentuale assoluto. Dalla figura si nota un calo della popo- Figura 2: Popolazione abruzzese nelle singole province: valori percentuali dal 2002 al 2010. Fonte: Elaborazione dati ISTAT lazione nelle province dell’Aquila e di Chieti tra il 2002 e il 2010. incremento di popolazione. una crescita di popolazioIn particolare la popolazione Le province di Teramo e Pe- ne significativa. Si noti che il aquilana non riporta nessun scara riportano al contrario 30% della regione Abruzzo ha il suolo occupato da comuni costieri dove risiede il 70% della popolazione, a discapito dei comuni montani dove la popolazione esistente sta subendo un evidente decremento. In figura 3 si riporta la percentuale di popolazione abruzzese divisa per province considerando il dato più aggiornato al 2011. Il 30% degli abruzzesi risiede nella provincia di Chieti, a seguire nella provincia di Pescara il 24%, e nelle altre province Figura 3: Popolazione abruzzese nelle province al 2011: valori percen- il 23%. Si noti come Pescara tuali. Fonte: Elaborazione dati ISTAT


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Figura 4: Popolazione abruzzese e nelle singole province suddivisa per sesso al 2010. Fonte: Elaborazione dati ISTAT

abbia raggiunto una densità abitativa elevata (3560 abitanti per Kmq) che condiziona un possibile sviluppo urbanistico futuro a differenza dei comuni limitrofi che hanno ancora la possibilità di incrementare la popolazione locale (comuni come Monte-

Rassegna St...ramba

a cura di Piero Lisandrini COLLE E PD – RENZI SFIDA BERSANI :

A duello, quartello o briscola?

RENZI: PIER LUIGI CERCA L’INSULTO

Probabilmente cerca l’insulso. BRACCIO DI FERRO SU PRODI. IL PDL CONTRARIO. VENDOLA: NIENTE VETI: GRILLO: INTANTO IL PAESE BRUCIA:

Più che negli agriturismo dovrebbero pianificare – invece che fuor de porta – evasioni alla Parolaccia. Se quel locale esiste ancora. Ne uscirebbero migliorati. Specialmente se è ancora vivo Alberto, uno dei proprietari.

silvano, Spoltore, Francavilla, Città Sant’Angelo). In figura 4 infine si riporta la popolazione abruzzese e quella delle 4 province in base al sesso nell’anno 2010. In sintesi si nota un maggior numero di abitanti di sesso femminile in ogni provincia con perBINDI: SI A ROMANO O IL PARTITO NON HA PIÙ SENSO.

Nel senso che resterebbe tale e quale è. QUIRINALE

Rispunta Amato nella trattativa con il Centrosinistra. Mah … non era odiato? I SAGGI DI PAPA FRANCESCO – LA RIFORMA DELLA CHIESA UNA LEZIONE ALLA POLITICA Riusciranno a riformare i deformati? BERTGOGLIO: L’INCOERENZA RENDE LA CHIESA POCO CREDIBILE. Vabbè, se deve essere definita incoerenza, così sia …

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centuali alquanto simili tra loro e sempre al di sopra del 51% degli abitanti totali. Il sesso maschile d’altro canto si attesta in tutte le province al 48%. In conclusione si deduce un incremento più che positivo della popolazione in Abruzzo nell’ultimo decennio, con particolare aumento nelle zone costiere e nei comuni limitrofi alla provincia di Pescara: questo risultato è alquanto notevole per la regione perché ad oggi questo aumento della popolazione dimostra un interesse da parte dei cittadini a volersi trasferire nelle zone abruzzesi per riscoprire gli ambienti naturalistici e le bellezze paesaggistiche che questa terra offre. A cura di Fabrizio Muratore MARE ITALIANO, IL PESCE ITALIANO E’ FINITO Per fortuna il pesce puzza dalla testa e il pescivendolo dalle mani oltre che dalla coscienza. iI banconi saranno forniti sempre di pesce fresco dei nostri mari.. NELLE PESCHERIE SI NOTANO SEMPRE GLI STESSI TIPI DI PESCE. Effetto ottico o effetto ittico^ CON ZZURBA MILANO SCOPRE LA CREATIVITA’ ABRUZZESE Eccezionale incremento delle nascite. AQUILANI DIVISI A ROMA – LA PROTESTA E’ A RISCHIO FLOP Terremoto tra terremotati…

NOTES DE LA NUIT – L’AMORE FAS, TUTTO DA RIFARE – L’INTESA TRA GLI ENTI IN PUNTA DI PIEDI Ca’ nisciuno è Fas … Degustibus …


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Economia

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Le difficoltà del Paese in cifre I licenziamenti superano la soglia del milione

La crisi e l’incapacità politica di rilanciare l’economia lasciano dietro sé una sempre più consistente scia di disoccupazione. Secondo le ultime rilevazioni del sistema delle Comunicazioni Obbligatorie diffuse dal Ministero del Lavoro,nel 2012 i licenziamenti sono stati addirittura 1.027.462, superando quindi la soglia record del milione e registrando un aumento del 13,9% in confronto al 2011, durante il quale invece i recessi sono stati 901.796. I dati rilevati dimostrano in maniera precisa gli effetti che hanno provocato In generale, nell’anno passato il saldo tra rapporti di lavoro attivati e cessati è stato negativo: quasi 10,2 milioni i primi e circa 10,4 milioni i secondi. I recessi presi in considerazione sono riconducibili a diverse circostanze, cioè dimissioni, scadenze di contratti, pensionamenti, licenziamenti sia collettivi che individuali per giusta causa, giustificato motivo oggettivo o soggettivo. E se su base annuale i dati confermano la drammatica tendenza al ribasso, le rilevazioni relative al quarto

trimestre del 2012 sono ancora più allarmanti. Negli ultimi tre mesi, infatti, i rapporti cessati hanno mostrato un picco per un totale di 3.205.753 collaborazioni “chiuse”, con un incremento del 15,1% dei licenziamenti rispetto al medesimo periodo del 2011 (43.256 unità), e una riduzione delle dimissioni del 17,6% (74.065 unità). Per quanto concerne le nuove assunzioni, sia di natura dipendente che parasubordinata, è stata raggiunta la soglia dei 2.2 milioni,segnando più precisamente la cifra di 2.269.764, ridotta del 5,8% in confronto ai risultati dell’anno precedente (- 139.788).

Di questi, 1.085.603 assunzioni hanno riguardato uomini, mentre 1.184.161 donne (-6,1% rispetto al 2011). Andando più nello specifico, al livello settoriale – rispetto al IV trimestre 2011 – i Servizi hanno subito un calo delle assunzioni pari al 5,4% (-98.771), e l’Industria dell’11,7% (- 39.973 nuovi contratti), con un crollo più consistente nell’ambito delle Costruzioni (- 18.244 attivazioni, – 12%) e in quello dell’Industria in senso stretto (-21.729, – 11,5%). Stessa situazione si riscontra nell’Agricoltura che perde circa 1.000 neo-attivazioni nel 2012 e che vede aumentare il numero totale di cessazioni dell’1%. In ogni caso, la maggior quota di assunzioni (poco meno del 76%) si è concentrata nel settore terziario con 1.720.188 unità, mentre in Agricoltura esse sono state 249.245 unità, e nell’Industria 300.331. A livello invece “geografico”, degli oltre 2 milioni di rapporti attivati, 886.614 nuovi contratti sono stati firmati nelle regioni del Nord, 800.433 nel Mezzogiorno, e 582.036 nel Centro; aree che, confrontando i dati del quarto trimestre del 2011, mostrano cali sostenuti dell’8,7% e del 4,2% rispettivamente nel Nord e nel Mezzogiorno.


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Qui e là

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Una UE senza Germania?

Undici anni di governo della Thatcher hanno consentito agli inglesi di stare fuori della crisi dell’Unione Europea: soprattutto hanno consentito loro di star fuori dalle vicissitudini dell’euro, una moneta artificiale nata per sostenere la riunificazione politico-economica delle due germanie. Solo Prodi poteva rimproverare alla Thatcher la sua lungimiranza e, addirittura, addebitarle la crisi dell’euro a distanza di …. venti anni! La Lady di ferro addirittura sosteneva che il progetto era di per sé una follia soprattutto perché un’economia forte avrebbe finito con lo strangolare economie più deboli ed anche economie meno deboli come quella italiana dell’epoca, costretta da Prodi a svalutare

la propria moneta in modo irrazionale a favore di una casta di burocrati. Chiarissimo il suo triplo no pronunciato innanzi alla Camera dei Comuni “Il presidente della Commissione, Mr. Delors, ha detto in una conferenza stampa l’altro giorno che vorrebbe che il Parlamento europeo fosse il corpo democratico della Comunità, ha voluto che la Commissione sia l’esecutivo e vorrebbe che il Consiglio dei ministri fosse il Senato. No! No! No!”. Il triplo no all’Europa dei burocrati, della moneta unica. Un no a subordinare le scelte nazionali a quelle di funzionari europei non eletti. Un no a Maastricht e alla costruzione dell’euro. Difficile non trovare qualche spunto di attualità negli argomenti della

Signora Thatcher di quindici anni fa. Ed ogni decisione della UE sembra fatta apposta per favorire la Germania o, quanto meno, per non sfavorirla. Le economie del sud Europa sono essenzialmente agricole e quelle del nord essenzialmente industriali e degli allevamenti e questo aspetto che dovrebbe essere un fattore di reciproco vantaggio si traduce invece in una presa in giro che non riusciamo a comprendere: mentre siamo costretti a comperare e favorire lo sviluppo e la produzione degli allevamenti del nord, altrettanto non accade per la produzione agricola tipicamente mediterranea del sud per cui la nostra produzione lattiero-casearia non può superare un certo quantitativo per non danneggiare il nord Europa e i prodotti ortofrutticoli,il vino e l’olio possono tranquillamente provenire dall’Africa e Medio Oriente mediterranei con un danno evidente per i nostri produttori. Questo è quello che vuole l’Europa di Berlino e noi acconsentiamo: è ora che ci liberiamo di questa palla al piede con una soluzione che può apparire drastica ma che al resto d’Europa non può che far bene: fuori la Germania e chi a questa si accoda! Tanto questi sono “forti” e non hanno bisogno di Paesi poveri: probabilmente senza la Germania che impone i suoi diktat si potrà finalmente realizzare l’Europa dei popoli, omogenea politicamente ed economicamente. Elio Bitritto


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Personaggi

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intervista a Loris Baccalà

Hangdrummer Vastese Loris Baccalà circa due anni fa ha scoperto e amato uno strumento musicale molto particolare: l’Hang. Si tratta di uno strumento idiofono (in cui il corpo messo in vibrazione sonora è lo stesso corpo dello strumento) in metallo inventato e costruito a mano in Svizzera da due artigiani di Berna. Grazie al suo suono magico e leggero Loris ha iniziato un importante percorso artistico che lo sta aiutando ad affermarsi nel variegato mondo della musica. Nato a Vasto il 14 dicembre 1988, Loris Baccalà fino a 12 anni ha studiato pianoforte ottenendo riconoscimenti (terzo posto ad un concorso internazionale per pianisti) per poi scoprire la batteria. Studia coi maestri Walter Caratelli, Davide La Rovere e Dante Melena (Kelly Joyce sextet). A 13 anni riesce a conseguire brillantemente la licenza di teoria e solfeggio presso il conservatorio "U.Giordano" di Rodi Garganico. Si è iscritto all’Università della Musica di Roma, dove ha studiato con Armando Bertozzi. Nel 2008 frequenta il conservatorio “G.B. Pergolesi” di Ancona dove intraprende il percorso di studi classici in strumenti a percussione sotto la guida del Maestro Stefano Sanzò. Segue inoltre seminari con Davide Bernaro (batucada brasiliana), Peter Erskine (batteria jazz), Ellade Bandini. Come batterista si è cimentato in generi diversi: pop, rock, blues, jazz, rock’n’roll e R&B (con gli Under Roof). Nello stesso periodo prende lezioni di vibrafono jazz dal maestro Marco Pacassoni prendendo parte anche a diverse tournee e collaborazioni con artisti della zona. È di quest’anno il suo primo album “Hang Vibration”. Loris parlaci del

tuo strumento così particolare.

ticolari? Non è stato facile. Bisogna percorCome lo hai scoperto? L’Hang (in rere un iter molto lungo per avere dialetto bernese significa mano) è un hang. Sono acquistabili esclusiuno strumento musicale idiofono a vamente a Berna, in Svizzera dove percussione, unico, dal suono caldo vengono prodotti e si possono rie avvolgente, impossibile non inna- tirare solo di persona. La vendita al morarsene al primo ascolto. L’ho pubblico è aperta solitamente uno scoperto per caso navigando su in- o due mesi all’anno. E’ necessario ternet, ero alla ricerca di strumenti contattare l’Atelier di Berna tramite inusuali e ho trovato un video di un posta per avere il via dai costruttoragazzo che aveva in mano questo ri (attraverso posta cartacea, Felix strano disco armonico. Sono rima- e Sabina non amano particolarmensto affascinato dal suono angelico te la rete e le comodità della posta che veniva prodotto semplicemen- elettronica ed hanno persino chiuso te sfiorando con le dita e le mani il loro sito web). Personalmente ho la superficie metallica dell’Hang. In atteso due anni prima di riuscire ad un pomeriggio ho trovato tutte le avere un appuntamento per poter informazioni necessarie. L’Hang è andare in Svizzera a scegliere il mio il frutto dell’esperienza e della ri- Hang. Ma poi l’esperienza ha ripagacerca di due artigiani di Berna: Felix to tutta la fatica. Sono stato accolto Rohner e Sabina Schirer, risultato in un clima di assoluta tranquillità di un lungo cammino percorso nei e ho conosciuto di persona Felix mondi sonori di molteplici culture. e Sabina. Dopo avermi raccontato la storia della nascita dell’Hang, mi Acquistare un Hang è stato facile hanno lasciato solo in una suggeoppure, data la sua ricercatezza, stiva casa in legno sul fiume Aare, hai dovuto utilizzare canali par- con il camino acceso, un thè caldo


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Personaggi

e una trentina di HangHang (plurale di hang). Ho potuto scegliere in tutta calma quello che sentivo più mio. E’ stata un esperienza unica.

ro di Felix, il musicista comincia nel caos per poi creare una struttura, segue un profilo, un cammino, nasce l’arte dell’individuo.

In che modo hai imparato a suonarlo? Esistono tecniche d’apprendimento specifiche? La tecnica migliore per poterlo suonare è convincersi che non esiste una tecnica. È’ questo il bello. L’hang stimola il suonatore ad esplorare e arricchire i suoi molteplici caratteri in assoluta libertà, in modo da permettergli di trovare il proprio spazio e la propria musica. Certo puoi prendere spunto dai video su internet, trovare idee, ma ogni hang è unico perché è costruito a mano, quindi ogni suonatore di hang compone una musica sempre nuova, tutta sua. Secondo il pensie-

I tuoi studi di batterista e percussionista ti hanno quindi aiutato a dedicarti a questo strumento? Senz’altro lo studio della musica mi ha portato ad avere consapevolezza e maggiore sicurezza nel suonare l’Hang. Ovviamente la conoscenza di vari stili musicali e di ritmi provenienti da diverse parti del mondo mi fornisce una ricca dose di elementi da poter sfruttare per spaziare e creare musica innovativa. Hai composto già brani tuoi inediti? Come e dove si possono ascoltare? Poco meno di un mese fa ho realizzato il mio primo CD intitolato

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“Hang Vibration”. Cinque tracce di solo Hang che creano un’atmosfera rilassante, aiutano la meditazione e a ritrovare se stessi. Per avere l’album “Hang Vibration” basta inviare una mail all’indirizzo lorisbaccala@ libero.it o contattarmi su Facebook (Loris Tronys), dove si possono trovare foto e video delle mie esibizioni e le date degli eventi in cui suono. Su youtube oltre ad alcuni video pubblicati da persone che mi hanno visto suonare nelle piazze delle principali città italiane, c’è un video nato dalla collaborazione con Erica Abelardo (Sand Artist) e presentato in occasione della mostra (CON) fusioni allestita nei Locali del Diocleziano a Lanciano. Un suono inusuale come quello dell’Hang pensi che sia compatibile con qualche genere musicale moderno? Quale secondo te? L’Hang è stato concepito come strumento curativo, terapeutico, meditativo per cui è molto difficile inserirlo in contesti musicali moderni senza pregiudicare la sua originale funzione. In questi anni ho avuto la fortuna di suonare in molte situazioni diverse: festival, mostre di pittura, aperitivi, art saloon, live painting, seminari di Yoga e di danza ecc. e ho potuto constatare che non tutti i luoghi e non tutte le situazioni sono adatte a questo tipo di musica. L’ideale sarebbe suonare l’Hang in mezzo alla natura, in raccoglimento. A mio parere, bisogna fare molta attenzione affinché la magia che scaturisce da questo strumento non venga interrotta. La fusione con altri strumenti è molto bella e crea delle vibrazioni tutte nuove. Ho sperimentato varie collaborazioni e, dal mio punto di vista, gli strumenti che più si addicono all’Hang sono il Didgeridoo (strumento Australiano), strumenti a fiato e a percussione. Stefano Lanzano


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