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Estate di Beach Soccer
Direttore Responsabile Giuseppe Tagliente Reg. al Tribunale di Vasto n.102 del 22/06/2002 Redazione: Corso Italia n.1 Vasto Tel & Fax 0873.362742 PubblicitĂ : Editoriale Quiquotidiano Corso Italia 1,Vasto www.quiquotidiano.it mail: redazione@quiquotidiano.it
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1 maggio 2013 Anno 10 -N.24
quotidiano
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Prima pagina
1 Maggio 2013
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Primo maggio festa dei... disoccupati!
Questo primo maggio non si può trascorrere in allegria... Perché si debba festeggiare questo primo maggio del 2013 è la domanda che milioni di italiani, soprattutto i disoccupati, si stanno ponendo in queste ore. La disoccupazione, l’inoccupazione, il precariato, la crisi economica, la paralisi di molte attività lavorative hanno creato così tante difficoltà agli italiani che chiamarli a partecipare ai soliti megagalattici e megawattistici concerti, come quello di piazza San Giovanni a Roma, sembra una beffa, una vera e propria presa per i fondelli. No, questa festa non ha più nessun senso e dovrebbe essere invece trasformata in un funerale con
tanto di prefiche lamentose, in un collettivo atto di dolore e di pentimento per i tantissimi errori politici e sindacali compiuti negli ultimi quarant’anni che hanno determinato questo disastro di immane dimensione. Potrebbe essere, sostituendo al rumore delle chitarre elettroniche e dei rokkettari solitamente ben pagati un silenzio più congeniale alla circostanza, l’occasione buona per capire finalmente anche dove ci ha portato l’adesione acritica al progetto d’Europa imposto dalle banche e dai poteri finanziari, occulti o palesi che siano ed in quale suicidio ha spinto l’Italia l’autoprivazione
della sovranità politica e monetaria consegnata ad una entità senza volto e senza nome. No, questo primo maggio non si può trascorrere in allegria, come accadeva prima, all’insegna del “canta che ti passa”. Si potrebbe tutt’al più passarlo nella celebrazione di una autocritica, collettiva, spietata e senza autoassoluzioni, su cui fondare una via d’uscita possibile ai guai di questo momento terribile. Quella che non abbiamo purtroppo registrato nelle parole e nei programmi del “governino” Letta, sul quale sembrano ancora gravare le riserve mentali ed i tatticismi dei partiti. P.T.
Il caso dei due marò L’impegno del governo Nella compagine del nuovo governo ci sono due nomi relativamente nuovi, quello di Emma Bonino incaricata del Ministero degli Esteri, e quello di Mario Mauro responsabile della Difesa. Due personaggi di grande esperienza e, si spera, di notevole grinta, si spera, che dovranno affrontare una volta per tutte, il problema dei Fucilieri italiani tenuti in ostaggio in India. La vicenda è piuttosto nota non foss’altro per gli aspetti relativi alla immagine che i due Paesi, Italia ed India, hanno dato di sé: la prima per la pavidità,
l’inerzia, l’approssimazione con cui hanno condotto i rapporti con i responsabili indiani: l’altra, l’India, per l’arroganza, la slealtà, la vigliaccheria con cui stanno trattenendo illegalmente i nostri soldati. L’India, evidentemente alla ricerca di un motivo appena valido per giustificare un arresto illegale, pur in presenza della conferma che i fatti si sono svolti in acque internazionali e quindi al di fuori della giurisdizione indiana, continua a rinviare la data di inizio di un processo che non doveva e non deve neanche iniziare; l’Italia alla ricerca di “attributi” che assenti
nel precedente governo, potrebbero essere alla fine rinvenuti nella signora Bonino con buona pace della genetica. Ecco, ci aspettiamo che Mauro e la Bonino intervengano con decisione chiedendo che le leggi internazionali siano rispettate anche in un Paese che, stando alle notizie che troppo frequentemente provengono da quella parte del mondo, registra, nello stupro e nell’omicidio di giovani e bambine, una particolare diffusione.
Elio Bitritto
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Vasto
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Il cimitero ai piccioni Scarsa manutenzione e poca pulizia nel camposanto cittadino Può un luogo sacro diventare teatro di episodi al limite della decenza? A Vasto succede anche questo. Nel cimitero avvengono sempre più spesso fatti che stridono con la solennità di un posto che dovrebbe garantire il rispetto,senza alcuna distinzione di ceto e , a chiunque. Su alcune lapidi, da diverso tempo, accade costantemente un fenomeno che ha dell’incredibile: i piccioni fanno il loro nido e defecano tranquillamente sui lumini e i fiori che i parenti dei defunti posano come segno d’indulgenza. La soluzione adottata ovvero la sistemazione di aghi metallici sul per impedire l’atterraggio dei piccioni si è rivelata inutile. Questo rimedio è molto utilizzato, in prossimità di monumenti o sui muri dei palazzi del centro storico, oppure semplicemente ovunque si voglia ottenere uno spazio libero dagli uccelli. Ammesso che questi spuntoni siano sgraditi ai volatili, andrebbero comunque controllati di tanto in tanto. Con il passare del tempo, infatti, essi s’incurvano, si staccano creando un’ideale per
i piccioni. Quelle piccole “spine” di ferro allora, anziché rendere “complicato” il suolo agli animali, hanno trasformato il tutto in un comodo solaio: i piccioni li sfruttano per “reggere” il loro nido, incastrato alla perfezione. Una volta fatto il nido, e ce ne sono diversi sparsi per tutto il cimitero, i pennuti vivono lì e quindi sporcano indisturbati tutto ciò che si trova sotto di esso. Qualcuno, stanco di fare i conti con la sporcizia indegna sulle pietre sepolcrali dei loro
cari, ha agito da solo: sono stati posti, infatti, delle grandi reti metalliche, abbellite con dei fiori finti, sopra le lapidi, e con questo espediente i piccioni non riescono a trovare spazio per atterrare. Altro scempio è la condizione in cui sono le tombe di personaggi che si sono distinti nella loro vita per le loro opere, come Doralice Del Greco, Antonio Palizzi, Emilia Casilli, Baroni Tambelli e Filoteo D’Ippolito. Se consideriamo che questi sepolcri, anche antichi, hanno inciso il nome e cognome di uomini e donne che hanno contribuito allo sviluppo artistico, culturale e politico della città, sembrerà ancor più scandaloso come siano ridotti ad un ammasso di pietre divorate dalle erbacce. Insomma andrebbe intensificata la manutenzione di tutto il cimitero, per garantire la pulizia e la decenza di un luogo sacro, che non può di certo diventare il palcoscenico di episodi così spiacevoli, inammissibili e indegni.
Cultura
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di Tiberio Occhionero
Nicola Bombacci, un grande tribuno nazional-proletario Sessantottto anni moriva accanto all’ amico/nemico Mussolini
Nicola Bombacci, del quale ricorre quest’anno il sessantottesimo della morte, resta una delle figure più enigmatiche ed affascinanti del FASCISMO REPUBBLICANO. Nato nel 1879 a Civitella di Romagna, prima di diventare uno dei più accaniti nemici di Benito Mussolini, era stato uno dei suoi più fervidi amici. Entrambi romagnoli, avevano studiato alla scuola normale di Forlimpopoli ed insieme avevano iniziato a lavorare come maestri elementari. Militavano nel Partito Socialista Italiano, distinguendosi per essere i principali rappresentanti delle posizioni estreme. Mentre Mussolini, per le sue tesi interventiste (Prima Guerra Mondiale), ne veniva espulso, Bombacci vi restò, divenendone una delle figure di maggior spicco. Deputato e vicesegretario
del Partito Socialista, nel 1920 partecipò insieme con Giacinto Menotti Serrati (1876-1926) e Antonio Graziadei (1873-1953) al secondo congresso della Terza Internazionale (Mosca, luglio-agosto), le cui esigenze restavano: rivoluzione, ripudio di ogni compromesso con i partiti borghesi e con il parlamentarismo, organizzazione di partiti prettamente proletari e comunisti, centro unico e disciplina rigorosa. Inoltre vi erano stati formulati (il congresso fu interamente dominato da Vladìmir Iliç Uljànov detto “Lenin”) i famosi “Ventuno Punti”, condizionanti l’ammissione alla Terza Internazionale. Alla luce di queste risoluzioni, Bombacci ed i suoi chiedevano l’espulsione dell’ala moderata e riformista del partito, che faceva capo a Filippo Turati (1857-1932) e Claudio Treves (1869-1933). Lo scontro decisivo fra le varie correnti avvenne nel gennaio 1921, al congresso tenutosi al teatro “Goldoni” di Livorno, dove insieme ad Amadeo Bordiga (1889-1970), Egidio Gennari (1876-1942) e Antonio Gramsci (1891-1937), considerato il rigetto da parte dell’assemblea dei “Ventuno Punti” ed il tentativo che l’ala massimalista unitaria aveva fatto di conciliare ancora una volta le esigenze di rivoluzionari e socialdemocratici, uscì dal Partito Socialista per fondare quello comunista, il cui primo comitato centrale (nominato sempre a Livorno il 21 gennaio) annoverava an-
che i nomi di Ruggiero Grieco (1893-1955), Umberto Terracini (1895-1983) e Palmiro Togliatti (1893-1964). Da quel momento, Bombacci divenne uno dei bersagli preferiti dagli squadristi littorii e dalle loro canzoni: “Con i baffi di Bombacci noi faremo spazzolini per pulire gli stivali di Benito Mussolini!”. Non ci fu comizio che non venisse disturbato ed anche la sua barba corse qualche rischio. Il suo nome tornò alla ribalta nel 1923, quando il Partito Comunista Italiano lo espulse perché alla Camera dei Deputati aveva difeso un trattato commerciale stipulato dall’Italia fascista con la Russia bolscevìca, affermando che le due Nazioni avevano molte cose in comune, comprese due rivoluzioni sostanzialmente affini. Poi si tenne in disparte dalla politica attiva, avvicinandosi, però, lentamente, al Fascismo. A questo riguardo, ecco la testimonianza del giornalista e storico Bruno Spampanato (19021960), ricordando un incontro con lui avvenuto prima del 25 luglio 1943: «L’onorevole Bombacci è stato negli anni lontani il segretario del Partito Comunista Italiano. Non è più comunista, ma non è ancora fascista. Si mantiene sulla posizione di socialismo nazionale, assai vicina all’evoluzione sociale di Mussolini. Bombacci trova che la crisi è cominciata assai prima della guerra, con le nomine dall’alto. Come vecchio capo comunista, Nicola Bombacci dovrebbe sapere come si fa una rivoluzione
Qui 1 maggio 2013 e come si organizza un Regime. Osserva Bombacci: “Quelli che nel 1922, o prima, o subito dopo, si trovarono a fianco di Mussolini, erano venuti da tutte le parti: e con lui salirono al potere dalla sera alla mattina. Li trovi subito al Governo, al partito, nei sindacati, negli enti. Prima si preoccuparono solo di organizzare il Regime, in un secondo momento si trovarono ad avere organizzato anche le loro personali situazioni, in un terzo tempo confusero Regime e situazione personale. Qualcuno in buona fede - osserva Bombacci - si credette veramente una sola cosa con il Fascismo. Ma tutti avevano capito che, per mantenersi al potere a tempo indeterminato, bisognava girare al largo dalle elezioni. Comunque è più facile intendersela con un Duce che con un’assemblea o con un corpo elettorale. Sono loro che hanno portato Mussolini al Regime autoritario, loro e l’opposizione che nel 1924 per combatterlo cominciò a lasciarlo il solo padrone del campo”. Dice ancora Bombacci: “In Russia, ho visto un regime autoritario! Ma il guaio per l’Italia è che qui non c’è un dittatore. Mussolini ha lasciato in piedi tutto, e finché gli va bene passi ....... ma il giorno che non gli vada più bene, saranno gli altri a decidere. E gli altri o sono vostri capi, pronti a mollare lui e voi, o addirittura i vostri nemici di ieri che sono restati a comandare con il vantaggio che con questo Regime nessuno li discute e li tocca; e Mussolini è uno solo per poterli cacciare via tutti”. Questo mi diceva Bombacci tormentandosi la barba come se l’eventualità lo riguardasse di persona». È normale che, quando Mussolini ritorna alle origini, presentando il programma sociale del nuovo Stato repubblicano, Bombacci
Cultura convinto ed entusiasta, lo segua al nord per aderire alla REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA. Sembra quasi certo che abbia contribuito alla stesura del MANIFESTO DI VESRONA, battendosi per la socializzazione che incontrava ostilità non solo da parte degli industriali, ma anche da parte di ambienti fascisti che facevano capo da una parte a Roberto Farinacci, dall’altra a Piero Pisenti ed altri gerarchi. Era addetto ad un piccolo ufficio a Maderno, presso il Ministero degli Interni, e vedeva e consigliava molto spesso Mussolini. Bombacci, in quel periodo, scrisse qualche articolo sul CORRIERE DELLA SERA di cui uno, pubblicato il 19 agosto 1944, intitolato “ Dove va la Russia”, finiva così: «È Roma e non Mosca che,
5 continuando a percorrere, con metodo graduale ed umano, la traiettoria seguita dalla Storia, darà all’Europa e al mondo la nuova epoca: quella del trionfo del lavoro». n Negli ultimi mesi Bombacci tenne numerosi comizi nelle principali città. Alla fine di marzo (1945) parlò a una moltitudine di operai genovesi, rimanendo molto soddisfatto del successo ottenuto. Mussolini restò legato da vivissima simpatia al vecchio compagno, con il quale passò le ultime ore prima della cattura. Bombacci morì, infatti, fucilato a Dongo il 28 aprile 1945. Gridò: «Viva Mussolini!», ma non dimenticò: «Viva il Socialismo!». Il suo corpo riposa nel campo X del cimitero di Musocco a Milano, insieme a centinaia di caduti della Repubblica Sociale Italiana.
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San Salvo
1 maggio 2013
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Podistica in maglia rosa
Sabato 4 Maggio, alle ore 9, presso la Ferramenta TORRICELLA ETTORINO, in Via S. Pertini si svolgerà la manifestazione podistica denominata "CORSA IN ROSA", che si snoderà sulle strade citta-
dine che il prossimo 10 Maggio verranno percorse dalla carovana del Giro d'Italia in occasione della partenza della tappa della corsa rosa. Organizzata dalla Podistica S. Salvo con il patrocinio del Comu-
ne di S. Salvo e sponsorizzata dalla Ferramenta ETTORINO TORRICELLA, la manifestazione avrà come finalità quella di colorare di rosa la città di S. Salvo con quanti vorranno unirsi agli atleti della Podistica S. Salvo, capeggiati dal Presidente Michele Colamarino e dallo sponsor della manifestazione Carmine Torricella, reduce da due belle prestazioni in due mezze maratone: quella di esordio nella Stramilano e quella delle Palme a S. Benedetto del Tronto. Tutti i partecipanti correranno con la classica maglietta rosa in omaggio ai girini che tra qualche giorno invaderanno la cittadina adriatica e sulle strade ci saranno sicuramente tanti appassionati sportivi che non faranno mancare i loro applausi.
Un busto dedicato a Vitale Artese Sabato 11 maggio prossimo, all’interno della Villa Comunale di San Salvo, verrà inaugurato un busto in bronzo, realizzato dalla rinomata Fonderia Marinelli di Agnone, a ricordo dell’onorevole Vitale Artese, in occasione dell’undicesimo anniversario della sua dipartita (avvenuta il 10 maggio 2002). Un gruppo di amici e cittadini, in collaborazione del Comune di San Salvo, hanno voluto realizzare quest’opera per «non dimenticare anni di storia di San Salvo» e perchè il suo ricordo, il suo impegno per lo sviluppo di San Salvo, della Provincia di Chieti e della Regione Abruzzo restino sempre vivo nella memoria di tutti, ma, soprattutto, venga trasmesso alle future generazioni.
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Sport
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Vasto Marina Juniores
In campo per la finale regionale A Miglianico, mercoledì 1° maggio, contro D’Annunzio Marina La formazione Juniores d’Elite del Vasto Marina, allenata da Roberto Antonaci, è più che intenzionata a bissare il successo dell’anno scorso. Dopo aver vinto il proprio girone, grazie ai tre punti arrivati all’ultima giornata, battendo in casa per 2-1 il Casalincontrada, Cristian Stivaletta e compagni sono chiamati a conquistare la finalissima regionale in programma alle ore 17 di domani, mercoledì 1° maggio, al campo comunale di Miglianico. Per il club dei presidenti Nicola Sansiviero e Pino Travaglini, dopo aver ottenuto con la prima squadra la salvezza diretta nel campionato di Eccellenza, con una giornata d’anticipo, sarebbe il giusto riconoscimento al lavoro portato avanti in questi ultimi anni con spirito d’abnegazione. L’avversario sarà la D’Annunzio Marina, allenata da Giovanni Mincarini, che ha trionfato nel proprio raggruppamento. La vincitrice di questa sfida prenderà parte alla fase nazionale del campionato Juniores d’Elite. M.D.P.
In foto Cristian Stivaletta, Juniores d’Elite Vasto Marina
Vastese calcio 1902
Sfida con l’Avezzano per la Coppa Mancini In palio c’è il titolo di regina d’Abruzzo Per l’assegnazione della Coppa Mancini che, di fatto, decreta la squadra ‘regina’ d’Abruzzo del campionato di Promozione 2012-2013, terminato domenica scorsa con l’ultimo turno della stagione regolare, saranno di fronte Avezzano e Vastese Calcio che hanno vinto i rispettivi gironi (A e B). L’appuntamento è per mer-
coledì 1° maggio, alle ore 16, allo stadio dei Marsi di Avezzano. Il club biancorosso presieduto da Giorgio Di Domenico ha accettato di giocare in trasferta quest’ultimo atto di una stagione che ha regalato molte soddisfazioni. I ragazzi di mister Nicola Di Santo, seppure al cospetto di una signora squadra, come quella
avezzanese, che ha dominato il proprio raggruppamento senza perdere neppure una gara e in corsa per la Coppa Italia, cercheranno di alzare al cielo la prestigiosa coppa. I tifosi biancorossi, intanto, si stanno mobilitando con l’allestimento di un pullman per la trasferta di Avezzano. Michele Del Piano
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Sport
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Giamina Beach Vasto
estate di Beach Soccer Tre appuntamenti per gli appasionati di tutte le età Davvero intensa, quest’anno, l’attività estiva della Gianima Beach di Vasto, presieduta da Nicola Bellandrini: s’inizia il 7 giugno con l’attesissimo ‘Memorial Michele Vinciguerra’, torneo piedi scalzi over 40, giunto alla decima edizione, che prevede, oltre al tradizionale campionato, Coppa
Italia e Supercoppa. Per informazioni rivolgersi al presidente, telefonando al numero 349.1345060. Ad ogni modo, ciascuna squadra dovrà essere composta da massimo 15 giocatori. Con la collaborazione del Bologna Calcio, invece, dal 10 giugno sarà riproposta la scuola beach soccer che
sta ottenendo sempre più consensi dagli addetti ai lavori, a cominciare dai selezionatori. Fino al 18 agosto, insomma, sarà possibile imparare a giocare il calcio da spiaggia e, perché no, farsi notare. Il programma prevede corsi per due giorni la settimana, con fasce orarie da stabilire anche in base all’età
9 che va dai 6 ai 14 anni. A seguire i ragazzi saranno tecnici riconosciuti. I responsabili da contattare sono Eva (331.9118794) e Antonio (347.6495393). Sabato 22 e domenica 23 giugno, invece, toccherà al Campionato Regionale di beach soccer, mentre dal 14 al 16 dello stesso mese, ed è, certamente, la classica ciliegina sulla torta, Vasto ospiterà le finali nazionali Under 14 e Under 16 di questa disciplina sportiva con una selezione cittadina per categoria. A ospitare i suddetti eventi sarà il Beach Arena (vicino al Lido Acapulco) di Lungomare Duca degli Abruzzi. Michele Del Piano
Sport
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