T. Bartolucci • M. L. Gagliardini • P. Papalini • C. Ceriachi • O. Marasca
fficina dei Percorsi di Cittadinanza e Costituzione • Agenda dei Cittadini • Cittadinanza digitale In allegato ItaMAP
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Letture
fficina dei
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Letture
Ind ic e Pronti, si ricOmincia! 6 8 10
Che tipo di testo è? Qual è lo scopo? La mia prima festa da ballo
AUTUNNO 12 13 14 15 16
L’autunno è arrivato Autunno nel bosco L’origine di Halloween È la festa dei nonni TINKERING IT’S AUTUMN
Il testo
NARRATIVO 18 20 21 22 23 24 26 28 30
Analizzare è FACILE Boni Troppo imbarazzante! La trasformazione Gita scolastica Ciro il bullo Scatti a colori Da un giorno all’altro Ho imparato ad ANALIZZARE Che fatica! 32 Ho imparato a COMPRENDERE Tre promesse 34 Laboratorio di ASCOLTO
Il racconto FANTASY 36 Analizzare è FACILE Verso la terra di Narnia
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38 40 42 44
Frodo e l’Anello Il risveglio del drago A scuola di magia Ho imparato ad ANALIZZARE Una missione per Atreiu 46 Ho imparato a COMPRENDERE Una paziente attesa 48 Laboratorio di ASCOLTO
Il racconto di FANTASCIENZA 50 Analizzare è FACILE Una minaccia nello spazio 52 Viaggio nel tempo! 54 Un alieno in classe 55 Che strana mela! 56 Un inseguimento spaziale 58 Ho imparato ad ANALIZZARE Incontro di notte 60 Ho imparato a COMPRENDERE Le scarpe antigravità 62 Laboratorio di ASCOLTO
Il racconto GIALLO 64 Analizzare è FACILE Gomma da masticare 66 Gli occhialini d’oro 68 Lo scheletro scomparso 69 Un caso per Montalbano 70 Chi ha preso l’anello d’oro? 72 Intervista con l’autore Teresa Porcella 74 Ho imparato ad ANALIZZARE Il mistero del quadro 76 Ho imparato a COMPRENDERE Furto alla galleria 78 CODING Gira la storia
Indice Il racconto UMORISITICO 80 Analizzare è FACILE Juan Tamad 82 L’autostrada 83 Abbasso il nove 84 Dov’è il secchiello? 86 Ho imparato ad ANALIZZARE C’è qualcosa nella scarpa! 88 Ho imparato a COMPRENDERE Spaghetti per due 90 Laboratorio di ASCOLTO
Il racconto STORICO 92 Analizzare è FACILE Due veri spartiati 94 Un ritrovamento inaspettato 96 Ricordi nostalgici di Cesare 98 Ho imparato ad ANALIZZARE In fuga da Pompei 100 Ho imparato a COMPRENDERE Una grande perdita 102 Laboratorio di ASCOLTO
Il racconto AUTOBIOGRAFICO e BIOGRAFICO 104 Analizzare è FACILE Il mio sogno… a due ruote Henri Matisse 107 La regina dell’atletica 108 Sono una creatura di acqua dolce 110 Einstein, genio ribelle 111 Albert 112 Ho imparato ad ANALIZZARE Passeggiate primaverili 114 Ho imparato a COMPRENDERE Impararerò a scrivere!
116 Intervista con l’autore Antonio Ferrara
INVERNO 118 Brinata 119 Un ricamo bianco 120 È San Valentino TINKERING 121 IT’S WINTER
L i b rt à
e
122 Il tuo nome 123 Liberi 124 Piccolo e coraggioso 125 Tale padre, tale figlio 126 25 aprile: Festa della Liberazione 127 La liberazione dal Nazifascismo 128 Ti scrivo… perché nessuno dimentichi 130 La libertà nella Costituzione
Il testo
DESCRITTIVO 132 Analizzare è FACILE La nostra scuola 134 La “prova descrittiva” 136 La fattoria della nonna 138 Una piazzetta 139 Radura 140 La grandine 142 Il tasso 143 Le cornacchie 144 Quattro ragazzi straordinari
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Ind ic e 145 Quattro sorelle 146 Cosetta • Il piccolo Anton • Sam 148 Peter 150 Ho imparato ad ANALIZZARE Volti come paesaggi 152 Ho imparato a COMPRENDERE La timida 154 Laboratorio di ASCOLTO
Il testo
POETICO 156 Analizzare è FACILE S.O.S Terra 158 Cuore • Piove 159 Il buio • Un dolce pomeriggio d’inverno 160 Quiete • Né carne né pesce 161 La sera 162 L’onda • La zanzara 163 Prima dell’arcobaleno 164 La filastrocca del tondo 165 Haiku 166 Il tuono 167 I bambini sulla spiaggia 168 Il sabato del villaggio 170 Ho imparato ad ANALIZZARE Stupore
PRIMAVERA 172 Specchio 173 Benvenuta primavera 174 È Pasqua TINKERING 175 IT’S SPRING
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176 Intervista con l’autore Guido Quarzo e Anna Vivarelli
in
L e di crescere e , m oz O
178 Quando succede? 179 Sarò coraggiosissima 180 Dietro al mio naso 181 Il desiderio di fuggire 182 Aiuto, ho paura di cambiare! 183 Primo giorno di scuola 184 Ce l’ho fatta! 185 Amo danzare! 186 Scoprire il proprio talento
Il testo
INFORMATIVO 188 Analizzare è FACILE La scuola al tempo dei Romani 190 La bicicletta 192 La forza di gravità 193 Rimbombanti temporali 194 Strategie per studiare 196 Prodotti agricoli 198 Ho imparato ad ANALIZZARE Le donne alle Olimpiadi 200 Ho imparato a COMPRENDERE Fresco cremoso gelato
Testi INFORMATIVI speciali 202 Il quotidiano 203 Dentro il quotidiano 204 A caccia di titoli
Indice 206 La cronaca 207 Analizziamo la regola delle 5W + H 210 La pubblicità 211 La pubblicità per vendere 212 La pubblicità per educare
Dal Libro di lettura... ... al Laboratorio di italiano
Il testo
ARGOMENTATIVO IENZA Il racconto di FANTASC
214 Analizzare è FACILE Perché lavorare in gruppo? 216 Sport per stare insieme 217 Leggiamo sempre di più! 218 TV e nuove tecnologie 220 Ho imparato ad ANALIZZARE Un gatto per amico 222 Ho imparato a COMPRENDERE Come nasce la pace?
Il racconto di FANTASCI
ENZA
Un alieno in classe da B. Coville, Hevi-Hevi
chiama Terra!, Feltrinelli
it, su Plesk notizie Ecco altre lui stesso! da fornite
da p. 54 Continua di lettura. del libro
Comprendo
Kids
Terra appena giunto sul pianeta da Pleskit Meemon, Hevi-Hevi a Maktel Geebnt, pianeta
Caro Maktel, già nostalgia di Heviche a me, spero. Ho come ti va la vita? Meglio io, Hevi. nessun altro. Ma dico Non lo confesserei a già di per sé un po’ E ho una gran fifa. giorno di scuola mette prova a pensarci: il primo mai vista non può di scuola in una scuola di paura. Il primo giorno terrorizzerebbe essere che peggio. un pianeta mai visto su scuola di E il primo giorno in faccende è che io sia un novellino anche un flinkel! E non quarto pianeta su cui dei conti la Terra è il interplanetarie. In fin dire che non abbia Insomma, non si può mi ha trascinato il Padre. viaggi nell’Universo. esperienza in fatto di semplice ragione: noi po’ diverso, per una Ma questa volta è un si stabilisce su questo a extraterrestre che ambasciat prima la siamo mai entrata in contatto Questa gente non è pianeta! Ti rendi conto? Mi sento come se stessi di un altro pianeta. con nessun altro essere non ci vado per la differenza, però, che andando allo zoo. Con guardato. ento per guardare ma per essere dei corsi di addestram seguire fatto Per fortuna m’hanno una conoscenza di base e quindi ho almeno ne sono prepararmi alla missione che qui di lingue ce dire una lingua, dato della lingua. Dovrei centinaia! possa interessare a trovare qualcosa che allaccerà solidi Se sulla Terra riusciamo Padre il taria, iale Interplane la Federazione Commerc dunque è lo scopo di questo pianeta. Questo con affari dì rapporti ne ho tre. perché ormai mio padre. Io di scopi che tu non te la prenderai, farci 1. Farmi un amico. (So andiamo, dobbiamo su qualsiasi pianeta siamo d’accordo che, degli amici). a rotoli questa pasticci il Padre mandando 2. Non mettere nei con la precedente. missione, come ho fatto . per tornarmene su Hevi-Hevi Il tuo amico Plesk 3. Trovare una scusa
che ti servono ente, le informazioni con il colore corrispond Sottolinea nel brano, Da quale luogo proviene? per risponde alle domande. Plesk? È il primo viaggio di Chi scrive questa lettera? quale motivo? Perché? A chi la scrive? Per primo giorno di scuola? questo in Plesk sente Come si simile, Capisco le parole e con altre di significato o le espressioni sottolineat Riscrivi ogni frase sostituend date. • spazio scegliendo fra quelle • in rovina • compito • tra i pianeti • aliena corpo celeste • impegni rie. in faccende interplaneta ............................................ • Non sono un novellino ............................................ ...................... ............................................ ............................................ ...................... pianeta su cui viaggio. • La Terra è il quinto ............................................ ............................................ ............................................ o. ............................................ in fatto di viaggi nell’Univers non abbia esperienza ...................... • Non si può dire che ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ re. extraterrest ...................... • Siamo la prima ambasciata ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ a rotoli questa missione. ............................................ • Spero di non mandare ...................... ............................................ ............................................ ............................................
Scrivo
uno? piacerebbe incontrarne gli extraterrestri? Ti Secondo te esistono Che cosa vorresti chiedergli? Come te lo immagini? extraterrestre. essere secondo te un ...................... Descrivi come potrebbe ............................................ ............................................ ............................................ ...................... ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ...................... ............................................ ...................... ............................................ ............................................ ............................................ ...................... ...................... ............................................ rivolgergli. ............................................ Domande che vorresti ...................... ............................................ ............................................ ...................... ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ............................................ ...................... ............................................ ............................................
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ESTATE 224 È arrivata l’estate! IT’S SUMMER 225
226 Intervista con l’autore Gabriella Santini
L’AGENDA
DEI CITTADINI da 228 a 240
del
futuro
a cura di Patrizia Ceccarelli
Inquadra le pagine con il tuo dispositivo e ascolta l’audiolettura. Cerca le icone per accedere ai contenuti digitali.
PIÙ FACILE
STUDENTE
DOCENTE
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Pronti, si ricOmincia!
Che tipo di testo è? Leggi i testi e scrivi accanto a ciascuno se si tratta di un testo: poetico • storico • narrativo realistico • narrativo fantastico • descrittivo • informativo
Le nubi da P. Neruda, Poesie, Nuova Accademia
È il mattino pieno di tempesta nel cuore dell’estate. Come bianchi fazzoletti d’addio viaggiano le nubi, il vento le scuote con le sue mani vaganti. È un testo .........................................
Confondersi con l’ambiente da D. Burnie, I perché della natura, Mondadori
Le farfalle mettono in atto molti trucchi per nascondersi dai predatori. Molti bruchi di farfalle notturne assomigliano a ramoscelli morti, mentre i bruchi di alcune farfalle diurne assomigliano a escrementi di uccello. Le farfalle adulte spesso hanno ali mimetiche che assomigliano a una foglia. È un testo .........................................
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Primo giorno di scuola da P. Danziger, Ambra Chiaro va in quarta, Piemme Junior
Non uscirò da questo letto. Oggi no. E neanche domani. Me ne starò a letto per tutto l’anno scolastico. A cominciare da oggi, che è il primo giorno di scuola. Spengo la sveglia e infilo la testa sotto il cuscino. Passano pochi minuti e arriva “Madre Sveglia”. Mi tira via il cuscino da sopra la testa e dice: – Svegliati, amore… è il primo giorno di scuola. È un testo .........................................
Ripassiamo
Letizia da M. Belardetti, Letizia e il paese senza vipere, Feltrinelli
Letizia ha dieci anni e mezzo, le gambe diritte, il sedere magro, il naso a virgola, gli occhi celesti e, soprattutto, i capelli non lunghi. Cioè corti, cortissimi, rapati quasi a zero, tanto che un signore una volta l’ha scambiata per un maschio. Ha un carattere piuttosto rabbioso. Immaginate una marionetta appesa a fili di colore diverso: tre sono rossi (i fili della rabbia) e quando vengono tirati la marionetta (Letizia) fa una boccaccia, si dimena, gesticola. In quel momento le è impossibile controllarsi. È un testo .....................................................................
Scuola per diventare eroi da K. H. McMullan, La scuola degli Acchiappadraghi. Come trovare un drago in un pagliaio, Piemme Junior
Il cofanetto di Kauit da Indaga e scopri l’Egitto, Museo Egizio (TO)
Nel palazzo c’è molta agitazione: la principessa Kauit continua a chiamare la domestica Senut per un motivo o per l’altro. Causa del trambusto è la imminente partenza per la città di Lisht, dove vive la sorella. A Lisht parteciperà a un banchetto di festeggiamento per il ritorno del faraone Sesostri III da una campagna in Nubia.
– Ugu! – gridò – Leggi questo annuncio. Ugu si avvicinò e cominciò a leggere: Scuola degli Acchiappadraghi. – Scuola di che? – chiese Pipino perplesso. – Scuola degli Acchiappadraghi! – ripeté Ugu – Vuol dire… – Lo so cosa vuol dire! – sbuffò suo padre – Vai avanti. – Insegniamo ai nostri studenti come acchiappare i draghi – continuò a leggere Ugu. “Acchiappare i draghi?” pensò il ragazzo. “Ma è proprio quello che fanno gli eroi!” È un testo .....................................................................
È un testo .....................................................................
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Pronti, si ricOmincia!
Qual è lo scopo? Leggi i diversi tipi di testo che parlano della scuola, ognuno è stato scritto con uno scopo diverso: completa con parole tue le definizioni.
Una lezione insolita da S. Colloredo, Frida Kahlo, Autoritratto di una vita, Edizioni EL
Un giorno, la maestra coprì le finestre della classe con dei fogli di giornale e l’aula scivolò in una calda penombra. Frida si sentiva inquieta. Strinse forte la mano di Cristina, che osservava a bocca spalancata. La maestra iniziò a raccontare la creazione dell’universo e intanto diede fuoco a un rotolo di fogli che teneva in una mano, mentre con l’altra faceva girare un’arancia attorno alla torcia. Spiegava che l’arancia era la Terra e il cilindro infuocato il Sole, che la Terra ruotava intorno al Sole e questo avveniva in un universo che era uno dei tantissimi universi che formavano la nostra galassia, che a sua volta non era che una delle tantissime galassie e così via, come se non finisse mai. Frida ebbe paura. Non riusciva a dare un senso a quel che udiva e si sentiva come se il pavimento si dovesse spalancare sotto i suoi piedi da un istante all’altro. Era davvero al sicuro, nell’ombra afosa della classe, avvolta dal silenzio spaventato dei compagni, in tutto quel vorticare di universi?
Una strana aula
È un testo narrativo che ha lo scopo di ......................................................
da P. Valente, La maestra tiramisù, Raffaello
Si trovavano in un’ampia stanza che, in quanto a pulizia, non aveva niente a che fare con il corridoio. Era scarsamente illuminata. Dalle pareti pendevano dei cartelloni ingialliti e qualche carta geografica rovinata da macchie e da strappi; tende polverose coprivano alcune finestre disegnate sul muro. La stanza era arredata con banchi di legno, alti e scomodi, cosparsi di sgorbi e di chiazze d’inchiostro. A un’estremità sorgeva una cattedra massiccia, simile a un tronco, posta sopra una pedana di legno.
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È un testo descrittivo che ha lo scopo di mostrare ......................................................
Ripassiamo
La scuola in Europa Se vi lamentate perché è ricominciata la scuola, dovete sapere che in realtà siete fortunati. In altri Paesi europei il ritorno in classe avviene prima del vostro. In Francia, la rentrée (= il rientro) coincide con l’inizio di settembre, mentre in alcune zone della Germania si torna sui banchi l’8 agosto, dopo solo sei settimane di vacanze. I francesi terminano l’anno scolastico all’inizio di luglio, quindi i mesi di vacanze estive sono solo due, contro i tre degli italiani. Ma ciò non significa che i loro giorni di lezione siano più numerosi, perché hanno vacanze molto più frequenti nelle altre stagioni: circa due settimane di pausa ogni due mesi di lezione. Il calendario scolastico in vari Paesi è in continua evoluzione. In Italia fino a quaranta anni fa si tornava a scuola il 1 ottobre, c’erano lezioni solo la mattina, ma l’unico giorno di riposo era la domenica.
È un testo informativo che ha lo scopo di .................................... sulla ...........................................................
Il primo foglio di G. Rodari
Ho aperto il quaderno sul banco, il primo foglio è così bianco, quasi splende, tanto è pulito ed ho paura a posarvi il dito.
È un testo poetico ha lo scopo di .................................................
Intingo la penna, trattengo il fiato e curvo sul foglio immacolato scrivo con cura la prima parola di questo primo giorno di scuola. Domani, forse dopo, chissà, sul foglio bianco una macchia cadrà. Ma non perderò per questo il coraggio: un colpo di gomma e avanti, in viaggio.
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Pronti, si ricOmincia!
La mia prima festa da ballo da I. Allende, Paula, Feltrinelli
Mi invitarono a una festa a Beirut, nella residenza dell’ambasciatore degli Stati Uniti e non volli andarci per prudenza; io ero certa che nessun ragazzo mi avrebbe invitata a ballare ed era difficile immaginare un’umiliazione più grave che fare tappezzeria in una festa. In quell’occasione il mio patrigno mi obbligò ad andare perché, disse, se non vincevo i miei complessi non avrei mai avuto successo nella vita. Il pomeriggio prima della festa si dedicò a insegnarmi dei balli. Mi fece muovere le ossa al ritmo della musica, prima appoggiata alla spalliera di una sedia, poi con una scopa e infine con lui. In quelle ore imparai dal charleston alla samba, poi mi asciugò le lacrime e mi portò a comprarmi dell’abbigliamento adatto per l’occasione. Lasciandomi alla festa mi diede un consiglio indimenticabile, che ho applicato nei momenti cruciali della mia vita: pensa che gli altri hanno più paura di te. Aggiunse che non dovevo sedermi neppure per un attimo, perché i ragazzi avevano bisogno di molto coraggio per attraversare la sala e avvicinarsi a una ragazza ancorata a una sedia. E poi i pochi ragazzi che sanno ballare sono quelli che cambiano la musica, perciò conviene rimanere vicino ai dischi.
Ricordi? Un testo presenta informazioni esplicite, esplicite cioè chiare e dirette, e informazioni implicite, che non sono scritte direttamente, ma si riescono a comprendere ragionando e collegandole a quelle esplicite. COMPRENDO le informazioni esplicite Completa con le informazioni esplicite corrette, ti basta leggere con attenzione il testo. La festa di cui si parla si svolgeva a .................................................... nella residenza dell’ ................................................... L’autrice .................................................... vuole andare alla festa perché ................................................. ragazzo l’avrebbe .................................................. a ..................................................... Il pomeriggio prima della festa, con il patrigno impara molti balli dal .................................................... alla ..................................................... L’autrice fisicamente era una ragazzina .....................................................
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PIÙ FACILE
Ripassiamo All’ingresso mi accolse l’Ambasciatrice e ci condusse in un salone dove si trovavano degli adolescenti alti e brutti, con le facce piene di foruncoli che masticavano chewing-gum e mangiavano patatine fritte. Erano tutti senza scarpe. Mi sentivo completamente aliena, il mio vestito era uno sproposito di taffettà e velluto e non conoscevo nessuno. Ero terrorizzata, ma ricordai le istruzioni di zio Ramon, e tremando mi tolsi le scarpe e mi avvicinai al giradischi. Presto vidi una mano maschile tesa nella mia direzione e, incredula di tanta fortuna, mi misi a ballare. A quella canzone seguirono dei dischi completi di rock’n roll, mi bastò osservare gli altri per qualche minuto e mettere in pratica quanto avevo imparato il giorno prima. Per una volta servirono a qualcosa la mia bassa statura e le mie articolazioni sciolte; senza nessuna difficoltà i miei compagni di ballo mi lanciavano verso il soffitto, mi facevano fare una giravolta da acrobata in aria e mi riprendevano rasoterra. Non posso lamentarmi, quella sera non feci tappezzeria, come tanto temevo, ma ballai finché non mi vennero le vesciche ai piedi e così acquistai la certezza che non sarei rimasta zitella.
COMPRENDO le informazioni implicite Rifletti sulle seguenti informazioni implicite ricavate dal testo e sottolinea in esso, con il colore corrispondente, le informazioni esplicite da cui sono state dedotte. La protagonista non sa ballare. Il patrigno della protagonista è lo zio Ramon. La protagonista alla festa balla bene anche il rock’n roll. Indica con una l’informazione implicita corretta. Il periodo della vita dell’autrice a cui si riferisce questo racconto è: età adulta. adolescenza. infanzia.
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O N N U T AU L’autunno è arrivato di C. Flaischen
Ecco sono giunti anche i ragni! Son venuti pian piano come di colpo su ogni siepe e avvolgono di reti quanto è in fiore… E le farfalle Cadono sfinite in quelle reti… Ecco sopra di loro viene la nebbia coi suoi veli… pian piano come i ragni, di colpo… non si sa da dove… E fa cadere le foglie.
Capisco le parole Scrivi i due termini con cui puoi sostituire la parola “reti” usata nella poesia. ...................................................... ......................................................
L’argomento generale della poesia è: la nebbia. l’autunno. la natura. Quali particolari sono descritti? ................................................................................... Che cosa viene paragonato ai ragni? ................................................................................... Per creare quest’ immagine la poetessa usa la figura retorica della: metafora. similitudine. personificazione. Sottolineala e spiegala con parole tue.
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AUTUNNO
Autunno nel bosco da E. Holden, Diario di campagna di una signora inglese del Primo Novecento, Mondadori
Questa mattina sono andata a fare una passeggiata. Era una mattina grigia, molto tranquilla, con una leggera nebbia che avvolgeva i boschi e gli alberi lontani in una foschia rosata. Molti alberi erano completamente spogli, ma le querce avevano ancora le foglie di tutte le tonalità del bronzo e del bruno. Le siepi e gli argini si infiammavano delle calde tinte dorate delle foglie dei castagni e delle felci, e dovunque si respirava un delizioso odore autunnale di foglie cadute. In una radura ho trovato parecchie specie di funghi. Le fronde giallo chiaro delle felci spiccavano nettamente tra le foglie scure del rovo di macchia, la strada era tutta gialla nei punti in cui erano cadute le foglie di olmo. Una o due forti gelate finiranno per spogliare gli alberi, che tuttavia hanno ancora molte foglie verdi. Lungo tutta la strada le foglie cadevano numerose volteggiando dagli alberi e danzavano davanti al mio cammino. Il sole splendeva vivo, inondando di luce le fronde morenti delle felci nel sottobosco e lo scarso fogliame delle querce semispoglie. Questa sera il sole ha fatto un’apparizione piuttosto prolungata, prima di tramontare. Non l’ho mai visto così grande in vita mia. Era di un rosso cupo, con sfumature purpuree che gli davano un aspetto sferico; sembrava un’immensa palla di fuoco sospesa contro una cortina di nuvole grigie.
Quali colori del paesaggio autunnale coglie l’autrice nella sua descrizione? Riscrivili sul quaderno. Oltre a quelli visivi, quale altro dato sensoriale è riportato? Sottolinealo nel testo.
Capisco le parole Completa le spiegazioni aiutandoti con le parole suggerite. rosa – nebbia – mediterranea – spinoso – porpora
• foschia rosata leggera ........................................... di colore ........................................... chiaro
• rovo di macchia cespuglio ........................................... della boscaglia ...........................................
• sfumature purpuree tonalità di colore rosso come la ...........................................
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AUTUNNO
... È HALLOWEEN!
L’origine di Halloween da C. Randa, Feste e tradizione del mondo, Touring Junior, Touring Club Italiano
Le origini della festa di Halloween vanno ricercate in Europa e più precisamente nelle isole Britanniche, dove vivevano i Celti, antenati degli irlandesi. Essi facevano una grande festa per ogni cambio di stagione e la più importante dell’anno si svolgeva intorno all’attuale 31 ottobre. Era l’inizio del nuovo anno celtico, chiamato “Samain” e segnava la fine della stagione calda e l’entrata nella stagione fredda. La notte di Samain, i Celti spegnevano tutti i fuochi e si riunivano sulla sommità di una collina. Là i druidi, cioè i sacerdoti di quel popolo, accendevano un nuovo fuoco sacro. I Celti credevano che questo momento di passaggio tra le due stagioni fosse carico di magia e temevano che potesse rappresentare anche un momento di connessione con il mondo dei morti, che avevano già vissuto il passaggio tra la vita e la morte. Per allontanare gli spiriti dei morti dalla Terra si travestivano da fantasmi, vampiri, lupi e la festa si trasformava così in una grande mascherata collettiva, a cui partecipavano anche i bambini. Con il passare dei secoli svanì la paura di essere posseduti dagli spiriti e rimase solo l’abitudine di scherzare e travestirsi. Al giorno d’oggi questa festa divertente e bizzarra è particolarmente sentita negli Stati Uniti, dove fu portata dagli emigranti irlandesi, intorno alla metà dell’Ottocento. Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Dove ha origine la festa di Halloween? 2. Che cosa festeggiavano i Celti intorno all’attuale 31 ottobre? 3. Perché i Celti si mascheravano? 4. Ai giorni nostri dove è particolarmente sentita questa festa?
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Capisco le parole Spiega le parole “Samain” e “druidi” cercando le informazioni nel testo.
AUTUNNO
… È LA FESTA DEI NONNI
Una nuova festa in Italia da www.icalendario.it
In Italia, il 2 ottobre si celebra la - ancora giovane - festa dei nonni. Venne istituita nel 2005 dal Parlamento, che riconobbe ufficialmente il ruolo fondamentale dei nonni, e oggi non sfigura certamente accanto alla festa del papà e a quella della mamma. L’istituzione della festa prevede l’impegno concreto da parte degli Enti locali (Regioni, Province e Comuni) a istituire iniziative per valorizzare il ruolo dei nonni e un premio annuale, consegnato dal presidente della Repubblica al nonno e alla nonna d’Italia. Le istituzioni hanno così voluto sancire il ruolo che i nonni rivestono nella nostra società ove rappresentano un importante punto di riferimento, una risorsa di grande valore, un patrimonio di esperienza e saggezza, cui attingere, oltre che un concreto e indispensabile aiuto nell’educazione dei giovani all’interno delle famiglie di appartenenza. In Italia, in occasione della festa dei nonni quest’anno i loro nipotini potranno regalare una pianta personalizzata, piccola, fiorita, sempreverde o profumata.
LA SFIDA! Metti in moto la tua creatività per realizzare un regalo per i nonni! Utilizza materiale di recupero e personalizzalo con tue decorazioni: lavora prima sulla carta da pacchi con cui rivestirai il barattolo. IL PASSAGGIO DIFFICILE Se non hai la fustellatrice per decorare la tua carta da pacchi con i disegni che preferisci, come puoi realizzare fori tutti uguali...?
Per te i nonni sono importanti? Come trascorri il tempo con loro? Di che cosa parlate? Ti piace la loro compagnia? Racconta.
Materiali dalla Tinkering box • Barattolo di vetro trasparente • Candelina • Carta da pacchi • Colla vinilica • Spago • Pennarelli
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IT’S AUTUMN
Guy Fawkes Night On 5th November 1605 a man called Guy Fawkes and his friends tried to blow up the Houses of Parliament with gunpowder. Fortunately the King’s guards found the gunpowder and arrested Guy Fawkes and other conspirators: all of them were executed. Now Guy Fawkes Night is the most traditional fire festival in Britain. Every year on that night, called Bonfire Night, you can see “Bonfire parties” in each part of the country. People make bonfires and watch fireworks. It is usually cold so people eat jacket potatoes and hot dogs. Children like roast chestnuts. They also play popular games together. To get money for Bonfire Night children make a man called “Guy” with old clothes. They ask their family and friends for “a penny for the Guy”. The Guy is put on top of the bonfire and burnt.
Segna con una
se le seguenti affermazioni sono: true, false, not given. NOT TRUE FALSE GIVEN
Every year Bonfire Night is celebrated in the USA on 5th November. Guy Fawkes tried to blow up the Houses of Parliament. Guy Fawkes was tall. There were five conspirators with Guy Fawkes. This night is called Bonfire Night. People usually eat jacket potatoes and watermelon. Children play popular games together. Boys and girls make a snowman. Children take the Guy door to door saying “Trick or treat?”. The Guy is burnt.
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STUDENTE
Il testo
NARRATIVO Quali storie ami leggere? Perché?
In quale luogo preferisci leggere? Perché?
Immagini mai di essere uno dei personaggi del libro che stai leggendo?
B uona visione Mrs. Doubtfire Mammo per sempre Anno di uscita: 1993 Durata: 120 minuti Paese: USA
Felici di leggere M. Ende, Momo, SEI J. Sonnenclick, I 10 mesi che mi hanno cambiato la vita, Giunti F. Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli, Baldini&Castoldi L. M. Alcott, Piccole donne, Raffaello
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il TESTO NARRATIVO, come già sai, racconta storie realistiche o fantastiche con lo scopo di coinvolgere il lettore. RACCONTI REALISTICI Narrano fatti accaduti o che potrebbero accadere nella realtà.
RACCONTI FANTASTICI Narrano fatti che presentano almeno un elemento fantastico, impossibile nella realtà.
I PERSONAGGI
Ci sono personaggi principali: uno o più protagonisti, che hanno un ruolo importante nella storia, personaggi secondari che agiscono in aiuto o contro il protagonista.
IL TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo presente o passato, definito o non ben precisato. Ogni storia ha una sua durata: la vicenda può risolversi in poco tempo o durare molto di più.
I LUOGHI
È ambientato in luoghi reali o in luoghi fantastici cioè frutto della fantasia dell’autore.
I FATTI
Vengono narrate vicende verosimili o fantastiche vissute dai personaggi, scegliendo un ordine della narrazione, che può essere la fabula o l’intreccio. Possono essere raccontati da un narratore interno o da un narratore esterno.
ZOOM Il ritmo del racconto può essere rapido e incalzante o lento: esso dipende dalla presenza o meno di dialoghi e descrizioni e dall’uso di frasi brevi o lunghe.
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Il testo NARRATIVO
CARATTERISTICHE DELLA NARRAZIONE Ogni racconto ha una STRUTTURA costituita da tre parti: INIZIO
SVOLGIMENTO
CONCLUSIONE
presenta i personaggi, il tempo e il luogo della storia.
è la parte centrale in cui si sviluppano i fatti.
la parte finale della storia narrata.
Un testo narrativo può essere diviso in SEQUENZE che si distinguono in: • NARRATIVE ➜ raccontano fatti e azioni. • DESCRITTIVE ➜ descrivono personaggi, ambienti, oggetti, sentimenti... • DIALOGICHE ➜ riportano i dialoghi che si svolgono tra i personaggi. • RIFLESSIVE ➜ esprimono le riflessioni e i commenti dei personaggi
ORDINE DELLA NARRAZIONE I fatti possono essere narrati scegliendo fra: FABULA narrazione che segue l’ordine cronologico in cui sono avvenuti i fatti.
INTRECCIO narrazione che non rispetta l’ordine cronologico, ma compie “salti nel tempo”: • un “salto nel passato” è il flashback (= retrospezione); • un “salto nel futuro” è il flashforward (= anticipazione).
CHI SCRIVE? L’autore è la persona che scrive la storia e che sceglie di raccontarla attraverso: NARRATORE INTERNO ALLA STORIA che narra i fatti in prima persona.
NARRATORE ESTERNO ALLA STORIA che narra i fatti in terza persona.
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Analizzare è FACILE
Il testo NARRATIVO
Boni da E. Lindo, Bentornato Manolito, Lapis
Luisa, la mia vicina, ha chiesto a mamma se possiamo tenere Boni, la sua cagnetta, per il fine settimana e io e mio fratello non stavamo nella pelle per la contentezza! Venerdì notte Boni era già a casa da noi. Si era portata il suo osso e la cuccia. La mattina dopo abbiamo fatto colazione di corsa, perché volevamo andare in giro con Boni. Arrivati al parco, ho sciolto Boni. Abbiamo cominciato a tirarle il bastone, così lo riportava, invece lei si è messa sulla panchina vicino a noi. Ci annoiavamo per via di questa cagnetta pigra, allora ho portato mio fratello alle altalene e lo spingevo così in alto che a momenti faceva il giro. Tornati alla panchina ci siamo accorti che Boni era sparita! Abbiamo cominciato a chiamare: – Boni! Boni! Come se la poteva cavare una cagnetta cicciona, sola, senza amici e senza casa? Mi sono messo a piangere e mio fratello, per consolarmi, mi ha dato il ciuccio. Non l’ho ciucciato, ma ho apprezzato il gesto. Con le lacrime agli occhi, siamo entrati al Bar dell’Angolo, dove mio nonno, tutti i sabati, pranza con decaffeinato e scampi. È stato allora che ho visto una scena che non dimenticherò mai: Boni seduta su una sedia che mangiava insieme al nonno. Nonno sgusciava gli scampi e Boni li ingoiava. – Visto com’è intelligente la signora marchesa? Ha seguito l’odore degli scampi. Ci siamo seduti pure io e mio fratello. Abbiamo ordinato i frullati, patate e olive e noccioline e Boni ha assaggiato tutto. Poi si è spaparanzata nella posizione “grattami la pancia”. Quando Luisa se l’è venuta a riprendere, la domenica, Boni ci ha salutato con le lacrime agli occhi. Vabbè, ho detto una bugia: gli unici con le lacrime agli occhi eravamo io, mio nonno e mio fratello.
Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: personaggi secondari • protagonista • tempo • luogo • fatti 20
Il personaggio che narra la storia in prima persona è il ...........................................
Boni, Luisa, il fratello e il nonno sono i ........................................... ...........................................
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Il testo NARRATIVO
Troppo imbarazzante! da D. Luciani, Tostissimo, Feltrinelli
Ricordo perfettamente quel giorno perché a scuola ho fatto una colossale figuraccia. Certo, figuracce ne ho fatte tante in vita mia, ma quella ha battuto davvero ogni record. Mi vergogno perfino a raccontarla… Ora di matematica: il Manetti, un mio compagno di classe, cincischia alla lavagna e si blocca su un problema. La maestra lo rimanda al posto e chiama me a finire l’esercizio. Ci vado un po’ tremante, anche se so il fatto mio. La lavagna mi mette sempre soggezione, mi prende strizza quando devo fare qualcosa davanti a tanta gente. Oltrepassando il banco di Samantha, le lancio un’occhiata di sbieco. La intravedo impassibile attorcigliarsi all’indice uno dei suoi boccoli biondi. I suoi occhi sono azzurri e glaciali, però bellissimi. Arrivo alla lavagna e mi metto al lavoro. A un tratto il gessetto mi cade per terra e io mi chino a raccoglierlo. Mi abbasso di scatto e sento “strap!”. Dopo lo “strap” sento una risata gigantesca, megagalattica, sganasciante. Finalmente anche Samantha sorride, o meglio ride a bocca spalancata. Credo che questo sia stato il mio primo pensiero dopo la catastrofe. Il secondo è stato che avevo freddo alle ginocchia e il terzo che i pantaloni, della tuta erano per terra e io ero in mutande rosa a rombi rossi davanti a tutta la classe! C’è stato anche un quarto pensiero di terrore puro, quando mi sono ricordato che gli slip avevano pure un buchetto sul di dietro! Non so che avrei fatto se la maestra, ridacchiando pure lei, non mi avesse tirato su i pantaloni con gesto fulmineo sistemandoli con una spilla da balia provvidenziale trovata in borsa. – Adesso piantatela, ragazzi! – ha detto battendo la mano sulla cattedra… ma nessuno la smette di sghignazzare.
Comprendo se
faccio ipotesi Osserva l’immagine e rifletti sul titolo. Come mai il protagonista si troverà in una situazione così imbarazzante?
Analizzo Suddividi il racconto in inizio svolgimento - conclusione, segnandoli nella barra a lato del testo. Sottolinea nel testo con i colori indicati. il protagonista i personaggi secondari il tempo il luogo Secondo te, questo racconto è realistico o fantastico? Motiva la tua risposta.
PIÙ FACILE
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Il testo NARRATIVO
La trasformazione da P. e E. Rogers, Casa stregata cercasi, Mondadori
Improvvisamente balenò un lampo, seguito da un fragore di tuono. L’intera stanza sembrò tremare e poi inclinarsi da un lato. Questa fu l’ultima cosa che Desmond vide prima di chiudere gli occhi. Poi sentì un forte vento frustargli i calzoncini, e subito dopo venne sbattuto a testa in giù e si ritrovò appeso a una trave del soffitto.
balenò: apparì fragore: rumore violento arcuata: piegata ad arco, ricurva
Analizzo Questo racconto è già diviso in sequenze, ma le sequenze riportate sono in disordine. Numerale in ordine cronologico. Cancella i completamenti errati. L’autore presenta i fatti attraverso la fabula\l’intreccio, cioè ha modificato\non ha modificato l’ordine cronologico degli eventi.
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Desmond si guardò attorno. Una vecchia vestita di nero era in piedi dietro di lui. Aveva il viso di un orribile color grigio pallido. Gli occhi, scuri come prugne secche, lo guardavano sotto le palpebre infiammate. E il dito bitorzoluto che puntava dritto su di lui sembrava un artiglio, per via della lunga unghia arcuata. “Non può essere” pensava Desmond “Deve trattarsi di un brutto sogno”. Ma quando aprì gli occhi dovette constatare che era davvero appeso a testa in giù e quando mosse le braccia fu come aprire un ombrello. Subito le richiuse, tenendole strette ai fianchi. E con immensa sorpresa si accorse che il suo corpo era tutto ricoperto di morbido pelo. “Che cosa mi sta succedendo?” si chiese. Poi di colpo capì. Era accaduto qualcosa di terribile. Non era più Desmond. Era un pipistrello! – Suppongo che tu sia un altro di quei ficcanaso che vengono qui a disturbare la mia pace! – Io? – mormorò – Oh, niente di speciale. – Niente di speciale davvero! – strillò la vecchia, balzò verso di lui sollevando un turbine di polvere – Ti farò io qualcosa di speciale, miserabile creatura!
Il testo NARRATIVO
Gita scolastica da C. Capitano, Lo scrigno delle farfalle, Raffaello
Scostò le coperte, si alzò stiracchiandosi. Se avesse potuto, sarebbe rimasto a letto tutto il giorno, ma un pensiero gli balenò in testa come una saetta: quella non era una giornata qualunque… – Oggi vado al Museo delle Scienze! Devo essere a scuola in orario altrimenti il pulmino scolastico partirà senza di me! – esclamò Giulio. Giulio riusciva ad essere lentissimo nel prepararsi e la mamma doveva sgolarsi con decine di richiami prima che lui fosse pronto per andare a scuola. Quel mattino invece sembrava una scheggia impazzita. Lungo il breve tratto di strada che percorreva ogni mattina per raggiungere la scuola, Giulio faticò a non correre. Non voleva arrivare con il fiatone perché ciò avrebbe dato inizio ai commenti crudeli di Rocco. Non c’era giorno che non lo prendesse in giro. Quando aveva cominciato a frequentare la quinta in quella scuola, tutti si conoscevano e per lui non era stato facile. Prima viveva in un’altra città e aveva tanti amici, adesso invece… le cose erano cambiate. La sua timidezza non lo aveva aiutato. Stare in disparte e non avere la risposta pronta lo avevano reso un facile bersaglio per gli scherzi e le battute crudeli di Rocco, un suo compagno di classe. I capelli rosso-fuoco di Giulio e il suo fisico piuttosto robusto erano stati subito l’oggetto principale delle burle.
Capisco le parole Spiega con parole tue il significato delle espressioni evidenziate nel brano. Aiutati con il contesto.
Analizzo Rifletti sulle due sequenze riquadrate e scrivi sui puntini se si tratta di flashforward o flashback.
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Quel giorno però non voleva pensarci. Avrebbero visitato una mostra interna al Museo chiamata “Brain-cervello”: seguendo un percorso guidato, avrebbero avuto modo di scoprire le potenzialità del cervello attraverso giochi e attività interattive.
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Giulio era davvero molto curioso di provare questa nuova esperienza. ITAMAP p. 2
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Il testo NARRATIVO
Ciro il bullo Comprendo se
leggo bene
Leggi il testo in modo adatto a ogni sequenza: • dà la giusta voce ai personaggi nelle sequenze dialogiche; • leggi sottovoce le sequenze riflessive; • leggi a voce alta e chiara le sequenze narrative e descrittive.
traslucido: trasparente
da B. Masini, Amici per sempre, Einaudi Ragazzi
Ciro era grasso: per forza, mangiava tutte le merende che rubava ai più piccoli. Ciro era brutto: per forza, a furia di mangiare merende aveva la pelle coperta di bollicine. Ciro era solo: nessuno sta vicino a un bullo. Non sapeva bene come gli era venuto in mente di diventare un bullo. Vero che era sempre stato un tipo solitario, di poche parole, e si univa malvolentieri ai giochi degli altri, che quindi lentamente avevano preso l’abitudine di non cercarlo più. Un giorno arrivò la signorina Meli, la nuova maestra di ginnastica. Le occorse pochissimo tempo per riconoscere lo strano vuoto che si faceva sempre attorno a Ciro: nessuno voleva far coppia con lui. Ciro in compenso era così sicuro di sé, di poterla fare franca, che non si accorse che la signorina Meli lo teneva d’occhio. E così, quando lei un pomeriggio, durante la ricreazione, lo sorprese che si ficcava in bocca una merendina al doppio cacao e subito dopo staccava la testa a un “gommamostro” traslucido blu, rimase di stucco e non fu così rapido da trangugiare tutto in un colpo o gettare i pezzi di gommamostro nell’erba alta. – Cosa fai, Ciro? – gli chiese la signorina Meli. – Mempe – rispose lui, che era “niente” detto con la bocca piena tenendo tra pollice e indice la testolina del gommamostro appena separata dal corpicino. – E quello che cos’è? Mi pareva che Giulio della terza B ne avesse uno identico … – Mom fo – rispose Ciro, abbassando lo sguardo sul mostro decapitato. – Vuoi che andiamo a chiedergli se l’ha perso? Così se era suo glielo puoi restituire… oh, ma guarda, che peccato, si è rotto… l’hai trovato così, vero? – chiese la signorina Meli.
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ITAMAP p. 3
PIÙ FACILE
Il testo NARRATIVO – Fiffì – disse Ciro. E senza nemmeno rendersene conto nascose tutte e due le mani dietro la schiena. Chiaro segno di colpevolezza. – Se tu fossi un gommamostro e ti staccassero la testa, saresti contento? Ciro non sapeva che cosa rispondere. Erano domande tutte diverse, e difficili. Il boccone che aveva in bocca all’improvviso non sembrava più tanto buono, sembrava segatura. Cercò di pensare a una possibile risposta per allontanare di lì quella maestra ficcanaso… che aveva i capelli così belli e gli occhi così dolci… e gli stava dicendo delle cose terribili, ma senza urlare né arrabbiarsi… e si occupava di lui…
boccone: quantità di cibo messa in bocca in una sola volta segatura: materiale polveroso
Parlo di me Ti è mai capitato di incontrare un bullo? Come ti sei comportato? Hai fatto finta di nulla o hai reagito? Racconta.
In cinque secondi, Ciro cadde innamorato della signorina Meli. Lei lo convinse facilmente, quindi, che le merendine fanno male, specie se ne mangi quattro o cinque di fila, che i giochi degli altri sono degli altri, che un Ciro più magro e meno bullo sarebbe stato più simpatico. Andò a finire che Ciro chiese alla mamma di iscriverlo al corso di basket della signorina Meli; che lentamente cessarono i furti di merendine; che Ciro si rivelò abile a basket e diventò il caposquadra; che Emilio, un bambino della sua squadra, lo invitò a casa sua a giocare un giorno, e quando Ciro uscì, verso sera, tutti i gommamostri di Emilio erano intatti.
Analizzo Il testo è già suddiviso in sequenze. Indica per ognuna quale tipo di sequenza è: descrittiva (DE), dialogica (DI), riflessiva (RI), narrativa (NA). Completa scrivendo il tipo di sequenze usate dall’autore per raggiungere lo scopo indicato; usa le abbreviazioni suggerite sopra. • Per descrivere Ciro • Per riportare il dialogo tra Ciro e la maestra Meli • Per esprimere le riflessioni e i sentimenti di Ciro • Per raccontare fatti e azioni.
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Il testo NARRATIVO
Scatti a colori da A. Pandini, Fino a toccare il cielo, Scuola del Fumetto
– Dai, Teo! Muoviti! – Arrivo, mamma! La macchina fotografica! Nikon: marca di macchine fotografiche
Teo recuperò al volo la sua Nikon. Fare foto era la sua passione e ci riusciva anche piuttosto bene.
Comprendo
Foto strane, però: gli piaceva guardare le cose da punti di vista diversi.
Formula sul quaderno una domanda adeguata per ciascuna risposta. 1. I fatti narrati si svolgono in un giorno di fine estate al Parco Nord. 2. La passione di Teo era la fotografia. 3. Agli occhi di Teo le mongolfiere appaiono come giganteschi funghi colorati. 4. I due uomini all’interno della mongolfiera regolano l’aria calda per farla alzare. 5. Teo scatta l’intero rullino senza fermarsi, perché teme che le mongolfiere spariscano.
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In camera sua c’era un poster di una foto che aveva scattato. Era in bianco e nero. Rappresentava un’onda del mare, proprio prima di infrangersi sulla riva. Vista dal basso, con i granelli di sabbia in primo piano e un piccolo granchio in un angolo del quadro. E il mare con tutte le sfumature di grigio sembrava ancora più blu. Chi l’ha detto che le foto in bianco e in nero non mostrano i colori? Teo però quel giorno scattò foto a colori. C’era la festa di fine estate al Parco Nord; Teo e la mamma inforcarono la bici e si diressero alla festa. Erano arrivati ai margini di un’ampia radura… Teo non credeva ai suoi occhi. Sul prato, fin dove si perdeva l’occhio, c’erano sette mongolfiere. Erano lì, come giganteschi funghi colorati, pronti a spiccare il volo. Teo quasi non vedeva le più lontane, che sembravano
Il testo NARRATIVO palloncini colorati, ma quella più vicina a lui era fantastica. Era tutta gialla, con disegnato sopra un sole splendente, proprio in cima, con i raggi che correvano tutto intorno. Dentro c’erano due signori, che si davano un gran daffare con una fiamma accesa proprio sotto al pallone. – Che stanno facendo? – domandò Teo alla mamma. – Non sono una grande esperta di mongolfiere, ma credo che stiano regolando l’aria calda. Il fuoco serve per scaldare l’aria, che riempie il pallone. E, dato che l’aria calda è più leggera, va più in alto… – E così la mongolfiera si alza! Che bello! E quegli altri due sul prato? – disse Teo, indicando altri due uomini accanto alla mongolfiera. – Aiutano a controllare gli ancoraggi. La mongolfiera è fissata a quell’albero, vedi? Poi il pilota stacca la fune e il pallone è pronto per prendere il volo – rispose Margherita. Teo guardò con attenzione e si accorse che la mongolfiera stava incominciando a muoversi. Prima si sollevò un poco. Poi ancora di più. E infine prese il volo, leggera come un uccello. Teo osservò la scena incantato, a naso in su, dimenticandosi perfino della macchina fotografica. Poi colse un movimento con la coda dell’occhio e, abbassando lo sguardo, vide un’altra mongolfiera che spiccava il volo. E poi un’altra ancora. Il cielo si coprì di colori. Uno spettacolo da mozzare il fiato.
ancoraggio: collegamento di una struttura che si muove a qualcosa che, invece, è fisso rullino: rotolino di pellicola fotografica
Analizzo Il testo è già suddiviso in sequenze. Individua quelle descrittive e rileggi il brano eliminandole. • La storia si comprende comunque? Sì No Individua le sequenze riflessive, poi rileggi il brano eliminandole. • La storia risulta comunque comprensibile? Sì No Dopo aver fatto questa analisi, segna con una le affermazioni che ritieni vere. Alcune sequenze non sono indispensabili, ma rendono la storia chiara e completa. Alcune sequenze sono del tutto inutili. Se si tolgono le sequenze narrative la storia è comunque chiara. Nelle parti narrative il ritmo del racconto è più veloce. Nelle parti descrittive e riflessive il ritmo è più veloce.
Solo allora trovò il coraggio di staccare gli occhi, prendere la Nikon e scattare l’intero rullino di fila, senza fermarsi quasi avesse paura che le mongolfiere potessero sparire improvvisamente.
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Il testo NARRATIVO
Da un giorno all’altro da C. Lehmann, Un coccodrillo nella vasca, Feltrinelli
Capisco le parole L’espressione evidenziata si può sostituire con: domani. un giorno. improvvisamente. un altro giorno.
Comprendo Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Perché per Viola la vita è cambiata da un giorno all’altro? 2. La riflessione “Ma il meglio doveva ancora venire!” a quale azione di Tommaso si riferisce? 3. Come reagisce la mamma quando Viola le riferisce ciò che ha fatto il fratello?
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PIÙ FACILE
La vita di Viola era cambiata da un giorno all’altro e tutto da quando Tommaso, il suo fratellino, aveva compiuto tre anni. Fino a quel momento la sua presenza non le aveva dato nessun fastidio. Finché, una sera, mentre Viola si rilassava nella vasca, la mamma era entrata in bagno tenendo in braccio il fratello grassoccio, tutto nudo e, come se niente fosse, lo aveva piazzato nell’acqua piena di schiuma. – Mi raccomando, fa’ attenzione che non metta la testa sott’acqua. E non lasciargli mangiare il sapone… Devo correre a preparare la cena… Torno tra dieci minuti. Viola non riusciva a crederci. Lei, che considerava l’ora del bagno la migliore della giornata. Lei, che a volte se ne stava quasi un’ora nell’acqua, a nuotare come un pesce, a saltare come un delfino, a fare immersioni come una foca. Lei, che non usciva, se non quando le dita dei piedi e delle mani erano diventate tutte rugose come acini d’uva passa… Lei, adesso, era bloccata in un angolo della vasca con l’obbligo di sorvegliare il fratellino che cercava, un minuto sì e uno no, di bere lo shampoo. Furono dieci minuti interminabili. Ma il meglio doveva ancora venire! A un certo punto Tommaso, fiero di sé, si alzò in piedi, stette un attimo in silenzio con gli occhi chiusi e poi… si mise a fare pipì nella schiuma.
Il testo NARRATIVO Poco dopo la mamma fece irruzione nella stanza da bagno, afferrò l’asciugamano e disse: – Su, su, uscite… – Tommaso ha fatto la pipì nella vasca da bagno – lo accusò Viola, ma la mamma fece come se non avesse sentito. – Dai, sbrigati… ho un sacco di cosa da fare! – rispose con fare impaziente. – Ma io non ho voglia di uscire adesso! – disse Viola. – Ascolta, tesoro. La vita è così. Non puoi fare sempre tutto quello che vuoi! Viola avrebbe voluto protestare, far valere i suoi diritti, ma la mamma l’aveva già tirata fuori dalla vasca di peso e la stava strofinando energicamente con un asciugamano. – E poi sei tu la sorella maggiore! Tocca a te dare il buon esempio, lo sai bene! Viola non riusciva ancora a crederci. Tommaso era tranquillamente immerso nella schiuma, mentre lei si faceva asciugare dalla mamma. Gli lanciò uno sguardo feroce. I giorni che seguirono furono un vero incubo. Tommaso trovava molto divertente starsene a mollo nell’acqua calda in compagnia di sua sorella. E non era tutto. Non entrava mai nella vasca senza un armamentario di giocattoli e di pupazzetti più o meno ingombranti e uno dei suoi divertimenti preferiti consisteva nel colpirla con lo spruzzo di un laser di plastica pieno di acqua. Erano finiti i bei tempi in cui Viola era libera di abbandonarsi nell’acqua con gli occhi chiusi, sognando di essere una ninfa o una sirena!
Analizzo Rileggi le sequenze riquadrate nel testo e colorale come indicato. narrative Scegli con una
dialogiche
descrittive
riflessive
il completamento corretto.
• Il racconto inizia con una sequenza: narrativa. descrittiva. riflessiva. dialogica. • Tra le sequenze riquadrate ha un ritmo veloce quella: descrittiva. narrativa. riflessiva. dialogica.
Grammatica Trasforma in discorso indiretto la sequenza dialogica riquadrata nel testo.
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Analizzare Ho imparatoèadFACILE ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO NARRATIVO racconta storie realistiche o fantastiche con lo scopo di coinvolgere il lettore. Completa lo schema del testo narrativo con le seguenti espressioni. dialoghi • definito • esterno • personaggi secondari • fantastici • ritmo • protagonisti • fabula • interno • reali • lento • descrizioni • verosimili • intreccio • durata • non precisato • fantastiche • rapido
I PERSONAGGI
Ci sono personaggi principali: uno o più ............................... .........................................., cioè i più importanti nella storia. E i .................................................................................... che agiscono in aiuto o contro il protagonista. Le vicende si svolgono in un tempo presente o passato
IL TEMPO
.............................................. o .............................................. Ogni storia
I LUOGHI
È ambientato in luoghi .............................................. o in luoghi ..............................................
I FATTI
Vengono narrate vicende .............................................. o .............................................. L’ordine seguito dalla narrazione può essere la .......................................... o l’............................................ Possono essere raccontati da un narratore ................................ o da un narratore ..............................................
ha una sua ..............................................: la vicenda può risolversi in poco tempo o durare molto di più.
ZOOM Il .................................... del racconto può essere ........................................ e incalzante o .............................................. esso dipende dalla presenza o meno di ............................................. e ........................................... e dall’uso di frasi brevi o lunghe.
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Testo narrativo Il testo NARRATIVO
Che fatica! da A. Strada, Quella serpe di mia sorella, Mondadori
A me le nuvole sono sempre piaciute. Una volta ero in giardino, con il naso in alto che guardavo le nuvole scorrermi sopra la testa. Penelope si affacciò alla finestra e mi rimproverò: – Perché stai ferma? Non lo sai che la Terra gira? Non ricordo chi me lo avesse detto, forse la maestra, ma fui contenta che non mi avesse beccato in fallo: – Certo che lo so! – E non lo sai perché gira? Accidenti, non lo sapevo! Frugai in testa per cercare una risposta, ma il mio silenzio prolungato mi tradì, così Penelope me lo spiegò: – La Terra gira perché la gente ci cammina sopra, e se tu stai ferma non fai il tuo dovere! – Che cosa posso fare? – maledetto senso del dovere: avevo già cominciato a sentirmi in colpa! Mia sorella mi esortò: – Devi camminare, così dai il tuo contributo al moto terrestre. Ebbi un sussulto e subito dopo un dubbio: – Perché tu allora stai lì ferma? – Perché io devo studiare – e precisò – la cosa funziona così: chi non ha niente di meglio da fare, di solito fa una passeggiata, per tenere il pianeta in movimento. Per questo c’è sempre qualcuno che passeggia. Anche se non lo sa, sta facendo qualcosa per il funzionamento del pianeta, mentre tu così fai solo il parassita! – si ritirò senza aggiungere altro. Ormai aveva piantato in me l’idea di un compito a cui non potevo sottrarmi. Per il bene dell’umanità intera dovevo camminare!
So analizzare Cancella il completamento errato. • La storia è raccontata da un narratore esterno\dal protagonista. • I fatti vengono narrati attraverso la fabula\l’intreccio. • Il tempo della storia è il passato\presente\futuro. • Il luogo della storia è reale\fantastico. • Il racconto è realistico\fantastico.
Verso le competenze
Individua le sequenze nel testo e riquadrale con i colori indicati.
Obiettivo: leggere testi narrativi e individuare gli elementi che li caratterizzano.
narrative dialogiche descrittive riflessive
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Ho imparato a COMPRENDERE
Tre promesse da L. Sepulveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Einaudi
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PIÙ FACILE
Kengah, la gabbiana, aprì le ali per spiccare il volo, ma l’onda densa fu più rapida e la sommerse. Quando tornò a galla capì che la maledizione dei mari la stava immobilizzando. Con tutti i muscoli tormentati dai crampi per lo sforzo di muoversi, guardò il cielo e vide che i suoi compagni se n’erano andati. Era la legge. La macchia nera. La peste nera. Kengah maledisse gli umani. Spesso, dall’alto, aveva visto grandi petroliere approfittare delle giornate di nebbia per andare al largo a lavare le loro cisterne. Rovesciavano in mare migliaia di litri di una sostanza densa e pestilenziale che veniva trascinata via dalle onde. Con stupore si accorse che il petrolio non le aveva incollato le ali al corpo e così, dopo molti tentativi, riuscì a spiccare il volo. Guadagnò quota e con molta fatica volò verso l’entroterra finché riconobbe il porto di Amburgo, poi le ali si rifiutarono di continuare. Il gatto nero grande e grosso si godeva il caldo sole d’estate; fece appena in tempo a scansarsi per schivare la gabbiana che cadde sul balcone. Zorba si avvicinò e miagolò: – Sei ridotta malissimo. Cos’è quella roba puzzolente che hai addosso? – Sono stata raggiunta da un’onda nera. Morirò... – stridette la gabbiana – Con le forze che mi restano voglio deporre un uovo. Amico gatto, ti chiedo di farmi tre promesse. Mi accontenterai? Zorba pensò che la povera gabbiana stava delirando e che con un uccello in uno stato così pietoso si poteva solo essere generosi. – Ti prometto tutto quello che vuoi – miagolò impietosito. – Promettimi che non ti mangerai l’uovo. Promettimi che ne avrai cura finché non sarà nato il piccolo. E promettimi che gli insegnerai a volare – stridette guardando fisso negli occhi il gatto. Allora Zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana era completamente pazza. – Prometto. Ma ora riposa – miagolò Zorba. Kengah guardò il cielo e, mentre esalava l’ultimo respiro, un ovetto rotolò accanto al suo corpo impregnato di petrolio.
Testo narrativo Il testo NARRATIVO Ho capito le parole Segna con una come puoi sostituire, in base al contesto, ciascuna parola o espressione sottolineata. • l’onda densa (righe 1-2): violenta piena di petrolio schiumosa spessa • i muscoli tormentati dai crampi (righe 3-4): allenati non allenati doloranti infastiditi • la peste nera (riga 6): gli umani il petrolio la nebbia l’epidemia Individua e segna l’intruso con una . • entroterra: territorio interno territorio non costiero
territorio costiero territorio lontano dal mare
• schivare:
evitare
scansare
urtare
rifuggire
• esalare:
vivere
morire
perire
spirare
Ho capito il testo Indica con una
il completamento corretto usando le informazioni esplicite e implicite del testo.
• Kengah, la gabbiana, non è volata via con i suoi compagni, perché: un’onda l’ha travolta ed è rimasta sommersa. un’onda l’ha sommersa e, tornata a galla, era coperta di petrolio. si è fermata a guardare le petroliere che lavano in mare le cisterne sporche. non ha visto bene i compagni a causa della nebbia. • Quando riesce a spiccare il volo, la gabbiana si ferma: nel porto di Amburgo. sul balcone di un’abitazione nella zona del porto di Amburgo. su una petroliera. in mezzo al mare. • L’autore intende anche trasmettere il messaggio che: i gatti e i gabbiani sono animali adatti a vivere insieme. il lavaggio delle petroliere nei mari causa gravi danni all’ambiente. i gabbiani sono forti volatori. nei porti vivono tanti gatti. Numera le sequenze secondo l’ordine in cui si succedono nel racconto. Kengah riesce a spiccare il volo e raggiunge l’entroterra. Kengah cade sul balcone e Zorba le propone il suo aiuto. Kengah è sommersa da un’onda di petrolio. Kengah depone il suo uovo ed esala l’ultimo respiro. Zorba promette a Kengah che non mangerà l'uovo, ne avrà cura e insegnerà al piccolo a volare.
Verso le competenze
Obiettivo: leggere e comprendere testi narrativi.
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Laboratorio di ASCOLTO
Gli arcobaleni Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Riporta nei fumetti, con parole tue, le frasi pronunciate dai personaggi. .......................................... .......................................... .........................................
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STUDENTE
DOCENTE
Ricordavo i dialoghi tra i personaggi? Completamente. In parte.
No.
Il racconto
FANTASY Quali emozioni suscita in te questa immagine?
La figura del drago rappresentata sul muro ti sembra minacciosa o protettiva nei confronti del bambino?
Nella tua immaginazione hai mai affrontato un mostro?
B uona visione La storia infinita Anno di uscita: 1984 Durata: 92 minuti Paese: GERMANIA
Felici di leggere M. Ende, La storia infinita, TEA L. F. Baum, Il mago di Oz, Raffaello M. Witcher, La bambina della Sesta Luna, Giunti A. Racci Chini, L’ottava confraternita, Fanucci Editore
STUDENTE
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il RACCONTO FANTASY è un testo narrativo che racconta avventure magiche ambientate in mondi fantastici, in cui i protagonisti lottano contro le forze del Male per il trionfo del Bene e della Giustizia. Ha lo scopo di trasportare il lettore in una dimensione fantastica e magica, affermando l’importanza dei valori quali l’onestà, la lealtà e il senso di giustizia.
I PERSONAGGI
I personaggi possono essere umani (ragazzi, ragazze, guerrieri, re…) o creature fantastiche (maghi, streghe, troll, elfi, draghi, unicorni…). Il protagonista è un eroe, generalmente un essere umano semplice ma destinato a sconfiggere il Male. L’antagonista è malvagio e potente, dotato di poteri sovrumani. Gli altri personaggi sono aiutanti del protagonista, a cui forniscono il loro aiuto oppure oggetti magici.
IL TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo indefinito, al di fuori del tempo reale.
I LUOGHI
È ambientato in mondi immaginari abitati da creature fantastiche, sia positive che malvagie.
I FATTI
Le vicende ruotano intorno alla lotta fra il Bene e il Male. Il protagonista deve compiere una missione superando prove e ostacoli.
ZOOM Il linguaggio è ricco di nomi fantasiosi e ricorre spesso a similitudini. Sono frequenti descrizioni particolareggiate di personaggi e ambienti, con lo scopo di creare atmosfere speciali.
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STUDENTE
DOCENTE
Il racconto FANTASY
Verso la terra di Narnia da C. S. Lewis,. Le cronache di Narnia. La sedia d’argento, Mondadori
Jill si rese conto di avere una gran sete. Raggiunse una piccola radura, vide un torrentello e… rimase immobile a bocca aperta: il Grande Leone era proprio sulla riva del torrente. – Vieni avanti – le disse il leone. E lei obbedì. Si avvicinò e ben presto si ritrovò in mezzo a quelle zampe enormi, faccia a faccia con quella strana creatura. – Ora ascolta bene il compito che ti attende, Bambina degli umani. Dunque, molto lontano da qui, in una terra chiamata Narnia, abita un vecchio re che è molto triste perché non ha un erede per il suo trono. Questo perché tanti anni fa il suo unico figlio maschio, il principe Rilian fu rapito dalla Strega della Veste Verde. Nessuno a Narnia sa dove sia finito il principe e, soprattutto, se sia ancora vivo. Ma io so che è vivo. Ecco, Bambina, io ti ordino di cercare il principe scomparso e di riportarlo nella casa del padre. Io ti guiderò nella tua missione. Jill si fece coraggio e gli chiese: – Scusatemi, ma come faccio a raggiungere Narnia? – Volerai sul mio respiro – disse il leone – ti soffierò a ovest del mondo. Vieni qui, davanti a me, sull’orlo del precipizio. Jill aveva appena raggiunto il luogo stabilito, quando la voce del leone disse: – Adesso devi stare ferma e io ti soffierò via. La voce del leone si era fatta più debole, fino a che si affievolì del tutto. Jill guardò dietro di sé e con sua grande sorpresa vide che la montagna era ormai ad alcune centinaia di metri da lei e che il leone stesso era diventato un piccolo punto dorato.
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Inserisci le parole nei riquadri a lato del testo: protagonista • aiutante • missione • luogo 37
Il testo NARRATIVO
Frodo e l’Anello da J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani
Comprendo se
faccio ipotesi Leggi le righe evidenziate all’inizio del brano. Secondo te di che tipo di anello si tratta? Che cosa dovrà farci Frodo?
Frodo: è un giovane hobbit che eredita un anello magico Gandalf: è uno stregone che aiuta Frodo sardonicamente: con ironia beffarda
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Frodo tolse nuovamente di tasca l’Anello e lo guardò. L’oro sembrava molto bello e puro, e l’hobbit ammirò la ricchezza e lo splendore del colore, la perfezione della forma. Era un oggetto straordinario e di altissimo pregio. Prima di averlo in mano, la sua intenzione era di scaraventarlo lontano, nella parte più infuocata del camino. Ma ora si accorgeva che non era così facile, che avrebbe avuto bisogno di un grandissimo sforzo di volontà. Soppesò l’Anello, esitante, e imponendosi di pensare a tutto ciò che Gandalf gli aveva detto; poi riunì tutte le sue forze per lanciarlo lontano nel fuoco, ma scoprì di esserselo messo in tasca. Gandalf rise sardonicamente. – Lo vedi? Si sta impadronendo di te, e anche tu, Frodo, già non riesci a sbarazzartene e non hai più la volontà di distruggerlo. Ma quanto a rompere l’Anello, la forza è del tutto vana. Anche colpendolo con una mazza da fabbro, non lo scalfiresti nemmeno. Le tue mani e le mie mani mai lo potranno disgregare. Nemmeno le fornaci e le incudini dei Nani vi riuscirebbero. È stato detto
Il racconto FANTASY che il fuoco di drago può fondere gli Anelli del Potere, ma oggi sulla Terra non vi è un solo drago, il cui antico fuoco sia ancora vivo e intenso a tal punto da riuscirvi; e comunque non è mai esistito un drago che potesse danneggiare l’Unico Anello, l’Anello Dominante, poiché era stato forgiato da Sauron in persona. C’è una sola strada: trovare la Voragine del Fato, negli abissi dell’Orodruin, la Montagna di Fuoco e lanciarvi l’Anello, se desideri effettivamente distruggerlo e impedire per sempre al nemico di impadronirsene. – Certo che desidero distruggerlo, e con tutte le mie forze! – gridò Frodo – O perlomeno che venga distrutto. Non sono affatto amante delle imprese pericolose. Cosa darei per non aver mai visto quell’Anello! Perché è toccato a me? Come mai sono stato scelto io? – Queste sono domande senza risposta – disse Gandalf – ma sei stato scelto tu, e hai dunque il dovere di adoperare tutta la tua forza, l’intelligenza e il coraggio di cui puoi disporre. E ora, sta a te decidere; ma io ti starò sempre accanto per aiutarti. Ti aiuterò a sostenere questo peso, fin quando toccherà a te sopportarlo. Ma dobbiamo fare qualcosa, e subito: il nemico sta per agire. he aratteristic Conosci le c it? di uno hobb ratorio Vai nel Labono di italia
Sauron: è il Signore del Male
Comprendo Leggi le affermazioni e segna con una se sono vere (V) o false (F). • Frodo non riesce a liberarsi V F dell’anello. • È impossibile distruggere l’anello perché è stato creato da un V F drago. • L’unico modo per distruggere l’anello è lanciarlo negli abissi V F dell’Orodruin. • L’anello deve essere distrutto per impedire che le forze del Male V F ne tornino in possesso. • Secondo Gandalf, Frodo deve consegnare l’anello V F al drago.
Grammatica Individua gli aggettivi qualificativi presenti nella descrizione evidenziata nel testo e fai l’analisi grammaticale sul quaderno.
pp. 10-11
Analizzo Scegli il completamento giusto. • Il protagonista di questa vicenda è: Gandalf. Frodo. l’Anello. un drago. • L’impresa che deve compiere è: trovare l’Anello. distruggere l’Anello. consegnare l’anello a un drago. aiutare Gandalf.
Collega gli elementi tipici del fantasy a quelli che hai incontrato nel testo. aiutante
l’hobbit Frodo
luoghi immaginari
l’Anello
antagonista
Gandalf
oggetto magico
Sauron
il predestinato all’impresa
gli abissi dell’Orodruin
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Il testo NARRATIVO
Il risveglio del drago da E. Rodda, La caverna della paura, Piemme Junior
giovane re: Lief, re di Deltora; è alla ricerca del suo nemico, il Signore dell’Ombra, e affronta insieme al suo amico Barda e a Furia, un enorme ragno combattente, un viaggio ricco di pericoli e spaventosi incontri
A un tratto il giovane re e il suo compagno superarono un’ansa del ruscello e si trovarono di fronte una parete rocciosa che si innalzava dietro gli alberi come un muro. Lief si mise a osservare le orme. Con la pelle d’oca, notò che si allontanavano dal ruscello per entrare in una grande grotta che si apriva tra le rocce. Lief scostò restio il mantello per scoprire la cintura. Il rosso vivo del rubino era solo leggermente appannato. – Se ci sono dei pericoli, non sono troppo gravi – commentò Barda tirando un sospiro di sollievo. Lief lo guardò negli occhi. – Dobbiamo stare attenti lo stesso. Forse la Cintura qui non è potente come in superficie. E guarda Furia… Barda abbassò lo sguardo. L’enorme femmina di ragno era stranamente immobile ai suoi piedi. I due amici accesero una torcia ed entrarono nella grotta con le spade sguainate. L’aria era pesante e calda. – C’è qualcosa di vivo qui dentro – mormorò Lief. In quel momento la torcia illuminò qualcosa poco più avanti. Qualcosa di molto grande… Le scaglie dorate brillarono nell’ombra. I denti e gli artigli spiccarono candidi nell’oscurità. La coda arrotolata irta di spine aguzze come aghi, le ali ripiegate e poggiate a terra… – Un drago! Un terrore profondo invase Lief e lasciò Barda senza fiato. Il drago era immobile. L’unica cosa che si muoveva nella grotta era la fiamma della torcia, che proiettava la sua luce guizzante sul mostro.
Capisco le parole Collega ogni parola alla giusta definizione.
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PIÙ FACILE
• ansa
che non può essere fermato
• restio
occupò
• inarrestabile
che esita nel fare qualcosa
• invase
curva del corso di un fiume
Il racconto FANTASY – Ha gli occhi chiusi. Dorme… o forse è morto – sibilò Barda. – Non credo che sia morto. Però non sembra nemmeno addormentato… a questo punto si sarebbe già svegliato. È come se fosse stato colpito da un incantesimo – bisbigliò Lief, cercando di stare calmo. Alla luce della torcia, Barda e Lief videro che tra la parete sinistra della caverna e la testa del drago c’era uno stretto passaggio. Il sentiero proseguiva di lì! Il ragno stava già avanzando inarrestabile verso l’apertura. Barda fece un respiro profondo e lo seguì guardando dritto davanti a sé. Lief cercò di imitarlo, sforzandosi di non girarsi. Ma non ci riuscì. Quando si voltò a guardare quella testa mostruosa, il drago aprì il suo grande occhio dorato. Lief rimase paralizzato. La testa del drago era talmente vicina che gli sarebbe bastato allungare una mano per toccarla. Per un istante interminabile l’occhio lo fissò, poi si richiuse lentamente. Lief scattò verso Barda, che lo aspettava impaziente più avanti. – Perché ti sei fermato? Si può sapere cosa ti è saltato in mente? – lo rimproverò. Lief lo superò senza accorgersene. Davanti a sé vedeva solo tenebre, ma tutto ciò che voleva in quel momento era allontanarsi al più presto da lì.
Analizzo Rispondi sul quaderno. 1. Quali sono i personaggi fantastici in questo racconto? 2. Qual è l’elemento magico presente nel testo? Come funziona? 3. Quale personaggio lo possiede? Riquadra la sequenza che descrive il drago.
Comprendo Riassumi il brano completando le frasi. Il giovane re e il suo amico si trovarono di fronte una .........................................................., ma le orme che .......................................... li portarono all’................................... di una .......................................... Il re e Barda .......................................... una torcia ed entrarono nella grotta con .......................................... La torcia illuminò qualcosa .................................................................... Barda rimase ................................................... alla vista del ..................................... che se ne stava immobile. Il re capì che quell’enorme creatura era stata colpita da un ................................................... Lief e Barda videro che accanto alla testa del drago c’era un .......................................... e il sentiero .......................................... I due con coraggio superarono il .......................................... e continuarono il ..........................................
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Il testo NARRATIVO
A scuola di magia da J. K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani
Comprendo se
leggo bene
Leggi il racconto a voce alta, rispetta la punteggiatura per cambiare l’intonazione.
Capisco le parole In base al contesto, sostituisci le espressioni riportate con un sinonimo adatto. Si era insediato ........................................................... Assumere l’aspetto ........................................................... Era spiazzante ...........................................................
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– Allora – disse il professor Lupin radunando la classe verso l’altro capo della stanza, occupato solo da un vecchio armadio in cui gli insegnanti tenevano i mantelli di ricambio. Mentre il professor Lupin si avvicinava, l’armadio ondeggiò all’improvviso, sbattendo contro il muro. Alcuni ragazzi balzarono indietro, spaventati. – Niente paura – commentò il professore con la massima calma – c’è un Molliccio lì dentro. Quasi tutti sembravano convinti che ci fosse da aver paura, eccome. Neville rivolse al professor Lupin un’occhiata di puro terrore, e Seamus Finningan fissò con apprensione la maniglia che aveva preso a sbatacchiare. – I Mollicci amano i luoghi chiusi e oscuri – spiegò il professor Lupin – gli armadi, gli spazi sotto i letti, le antine sotto i lavandini… Una volta ne ho incontrato uno che si era insediato in una pendola. Questo si è trasferito lì dentro ieri pomeriggio e ho chiesto al Preside di lasciarcelo per poter fare un po’ di pratica con voi del terzo anno. Allora, la prima domanda che dobbiamo porci è questa: che cos’è un Molliccio? Hermione alzò la mano. – È un Mutaforma – disse – può assumere l’aspetto di quello che ritiene ci spaventi di più. – Non avrei saputo dirlo meglio – approvò il professor Lupin, e Hermione sorrise radiosa. – Quindi il Molliccio che sta lì al buio non ha ancora assunto una forma. Non sa ancora che cosa spaventerà la persona dall’altra parte della porta. Nessuno sa che aspetto ha un Molliccio quando è solo, ma quando lo farò uscire, diventerà immediatamente ciò di cui ciascuno di noi ha più paura.
Il racconto FANTASY
Questo significa – disse il professor Lupin – che abbiamo un grosso vantaggio sul Molliccio prima di cominciare. Hai capito quale, Harry? Cercare di rispondere a una domanda con Hermione al fianco che saltellava da un piede all’altro, la mano per aria, era piuttosto spiazzante, ma Harry ci provò. – Ehm… forse… siccome siamo in tanti, lui non sa che forma prendere? – Precisamente – disse il professor Lupin, e Hermione abbassò il braccio, un po’ delusa. – È sempre meglio avere compagnia quando si ha a che far con un Molliccio. Così lo si confonde. Che cosa diventerà, un cadavere senza testa o una lumaca carnivora? Una volta ho visto un Molliccio commettere l’errore di cercare di spaventare due persone contemporaneamente. Alla fine si è trasformato in mezza lumaca. Nemmeno lontanamente spaventoso. L’incantesimo per respingere un Molliccio – continuò Lupin – è semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente. Dopo di me, prego… Riddikulus! – Riddikulus! – ripeterono tutti in coro. – Bene – disse il professor Lupin – vorrei che tutti voi vi soffermaste a pensare qual è la cosa che più vi fa paura e a immaginare come fare per renderla comica… Nella stanza scese il silenzio. Harry rifletté… di cosa aveva più paura in assoluto?
spiazzante: che mette in difficoltà
Parlo di me Se ti trovassi al posto di Harry Potter, quale forma assumerebbe il Molliccio per farti paura? E a che cosa penseresti per sconfiggerlo?
Comprendo Rispondi alle seguenti domande. • Il Molliccio si trova nell’armadio volontariamente o qualcuno ce l’ha messo? ........................................................................................................................................................................................................ • Perché al professor Lupin fa comodo avere un Molliccio a disposizione? ........................................................................................................................................................................................................ • Qual è la caratteristica principale dei Mollicci? ........................................................................................................................................................................................................ • Con quale incantesimo si possono sconfiggere? ........................................................................................................................................................................................................
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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il RACCONTO FANTASY è un testo narrativo che racconta avventure magiche ambientate in mondi fantastici, in cui i protagonisti lottano contro le forze del Male per il trionfo del Bene e della Giustizia. Ha lo scopo di trasportare il lettore in una dimensione fantastica e magica affermando l’importanza dei valori quali l’onestà, la lealtà e il senso di giustizia. Completa lo schema del racconto fantasy con le seguenti espressioni. missione • eroe • descrizioni • fantastici • similitudini • umani • indefinito • prove • linguaggio • immaginari • ostacoli • aiutanti • lotta • antagonista • oggetti magici
I PERSONAGGI
I personaggi possono essere ................................................ o ..................................... Il protagonista è un .............................................. destinato a sconfiggere il Male. L’................................................ è malvagio e potente, con poteri sovrumani. Gli altri personaggi sono ................................................ del protagonista a cui forniscono ................................................
IL TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo ................................................, al di fuori del tempo reale.
I LUOGHI
È ambientato in mondi ................................................
I FATTI
Le vicende ruotano intorno alla ................................................ fra il Bene e il Male. Il protagonista deve compiere una ................................................ superando ................................................ e ................................................
ZOOM Il ................................................ è ricco di nomi fantasiosi e ricorre spesso a ........................................... Sono frequenti .......................................... particolareggiate per creare atmosfere speciali.
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Testo narrativo IlIlracconto testo NARRATIVO FANTASY
Una missione per Atreiu da M. Ende, La storia Infinita, TeaDue
Un bel giorno in un accampamento del Mare Erboso apparve un vecchio Centauro Nero dalla barba bianca. Il sudore gli grondava dal lucido mantello, aveva l’aria sfinita, sulla testa portava uno stano cappello e al collo aveva una catena e un grosso amuleto. Era Cairone. Si guardò in giro, poi disse: – Dove sono gli uomini? Dov’è Atreiu? – Sono tutti a caccia, torneranno fra tre giorni – gli rispose una vecchia. Cairone scosse la criniera e scalpitò. – Ho bisogno di Atreiu. Andate a prenderlo! È in gioco la vita dell’Infanta Imperatrice. – Andrò io – esclamò una bambina e corse via. – Ah, finalmente! – brontolò Cairone e stramazzò a terra privo di sensi. Quando rinvenne vide davanti a lui un bambino di forse dieci anni. Indossava calzoni lunghi ed era a torso nudo, solo dalle spalle gli scendeva fino a terra un mantello rosso porpora. Aveva lunghi capelli nero-azzurri legati dietro al capo con una cordicella. Gli domandò: – Cosa vuoi da me, straniero? – Vorresti dirmi che sei tu Atreiu? – domandò Cairone. – Certo straniero! Cairone si lasciò ricadere sul suo giaciglio. – Un ragazzino! Se lo avessi saputo, mi sarei rifiutato di portare l’incarico! – In cosa consiste l’incarico? – domandò Atreiu. – Trovare la medicina per l’Infanta Imperatrice e salvare Fantàsia. Atreiu non disse nulla. La prova per lui era troppo difficile. – Allora? – chiese il centauro – Vuoi? Atreiu alzò la testa e lo fissò. – Lo voglio! – rispose con fermezza. Cairone prese l’amuleto che portava e lo mise al collo del ragazzo. – Mi mostrerò degno del Gioiello – esclamò Atreiu.
So analizzare Sottolinea nel testo con i colori indicati: il protagonista l’aiutante del protagonista la missione l’oggetto magico il luogo il tempo Completa la seguente affermazione. Atreiu è un ragazzo ............................ destinato a un’eroica ............................ Verso le competenze
Obiettivo: leggere testo finto, e individuare testo da scrivere gli elementi testoche finto, caretterizzano testo da scrivere un racconto fantasy.
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Ho imparato a COMPRENDERE
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PIÙ FACILE
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Ombroso stava sorvolando le terre dell’Ovest, di ritorno da un’importante missione nel Reame degli Elfi del Deserto. Dietro di lui, nella portantina fissata sul dorso di Codamozza, l’ambasciatore Cepheus continuava a emettere lamenti che il vento disperdeva alle loro spalle. A volte gli atterraggi e i decolli del drago potevano risultare un po’ bruschi, ma il volo in generale era tranquillo: Ombroso e Codamozza avevano imparato a conoscersi bene e ormai il cavaliere intuiva che cosa avrebbe fatto il drago prima ancora che muovesse un’ala, mentre Codamozza sapeva quello che gli avrebbe chiesto l’elfo prima che pronunciasse una sola parola. Quindi Ombroso era sicuro che il volo nella portantina non fosse così terribile. Tuttavia l’ambasciatore si lagnò di nuovo. – Per tutte le stelle… piano! Che idee… a dorso di drago! Non capisco l’entusiasmo del re per i viaggi in volo! – Così siamo molto più veloci – gli fece osservare con pazienza il giovane. Il re ci teneva a mostrare di avere un drago al suo servizio, così Ombroso si trovava spesso a scortare Cepheus e altri dignitari da un reame all’altro. A Ombroso non dispiaceva viaggiare, anzi, e sapeva bene che non avrebbe mai potuto costringere Codamozza a rimanere a lungo in un solo posto; però, anche se Ombroso capiva l’importanza del suo compito, in qualche modo sentiva che il suo destino non era quello di essere una Guardia del Re degli Elfi Stellati. Lui era un cavaliere, l’ultimo capace di cavalcare un drago blu: non avrebbe dovuto avere altre responsabilità? In qualche modo Ombroso sentiva che il Male non si era fermato e che altri pericoli erano in attesa di risorgere dalle ceneri del Reame delle Streghe… Stria, infatti, non era morta. I suoi malvagi alleati si erano ritirati e nascosti, ma solo per il momento. Bisognava restare all’erta. Lo aveva detto anche Floridiana, la Regina delle Fate. Tutti erano felici per la pace e la tranquillità ritrovate e dimenticavano il prezzo pagato per riconquistarle… Floridiana non aveva ancora trovato il modo di annullare l’incantesimo malvagio di cui erano vittime gli abitanti dell’Isola dei Cavalieri, così a Ombroso non restava che aspettare… ma a volte aveva la sensazione di perdere tempo prezioso.
TestoFANTASY narrativo Il racconto Ho capito le parole Collega le parole alla giusta definizione. • sorvolare
chi ricopre una carica particolarmente importante
• portantina
volare sopra un luogo
• disperdere
attento
• dignitari
sparpagliare
• all’erta
sedile portatile
Utilizza le parole dell’esercizio precedente per completare le frasi con contesto diverso. Durante il viaggio in aereo ................................................ la catena alpina. Gli schiavi trasportavano l’imperatore adagiato sulla sua ................................................ Il vento durante la notte ................................................ le cartacce nel prato. I ................................................ del re proclamano la nascita del piccolo principe. Il pedone, quando attraversa la strada, deve stare ben ................................................
Ho capito il testo Rispondi alle seguenti domande sul quaderno. 1. Chi è Ombroso? Che ruolo ha? Come lo affronta? 2. Chi è Codamozza? 3. Che rapporto c’è tra Ombroso e Codamozza? 3. Perché Ombroso crede che bisogna stare ancora all’erta? 5. Chi è Stria? Che cosa rappresenta, secondo te, in questo racconto fantasy? 6. Chi è Floridiana? ............................................................................................................................................... Leggi le affermazioni e segna con una
se sono vere (V) o false (F).
• Ombroso viaggia controvoglia sul dorso di Codamozza.
V F
• L’ambasciatore Cepheussi non ama viaggiare sul dorso di un drago.
V F
• A Codamozza piace restare a lungo fermo in uno stesso posto.
V F
• Il Reame delle Streghe continua a rappresentare un grande pericolo.
V F
• Gli abitanti dell’isola dei cavalieri sono consapevoli del pericolo che incombe.
V F
• Solo Ombroso sente che il pericolo non è passato.
V F
Verso le competenze
Obiettivo: leggere e comprendere un racconto di fantasy.
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Laboratorio di ASCOLTO
Nel labirinto di ghiaccio Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Scrivi sotto a ogni immagine il ruolo svolto, scegliendo tra: eroe • aiutante • antagonista • oggetto magico
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Completa con parole tue. La missione che deve compiere l’eroe è ................................................................................................................................... .....................................................................................................................................................................................................................
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STUDENTE
DOCENTE
Ho riconosciuto gli fantasy presenti nel testo ascoltato: Boxelementi autovalutazione ????????????????? facilmente. con difficoltà. in parte.
Il racconto di
FANTASCIENZA Quale ambiente potrebbe essere rappresentato in questa immagine?
Secondo te, che cosa stanno facendo i due astronauti?
Ti piacerebbe proiettarti in un’epoca futura? Perché?
B uona visione E.T. L’extra-terrestre Anno di uscita: 1982 Durata: 115 minuti Paese: USA
Felici di leggere I. Asimov, Io, robot, Mondadori J. Verne, Ventimila leghe sotto i mari, Piemme Junior A. Bouchard, Il pianeta senza baci (e senza bici), Salani F. Capelli, Il cacciatore di aria, Raffaello
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DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il RACCONTO DI FANTASCIENZA è un testo narrativo che racconta vicende fantastiche, ma basate su elementi scientifici. Ha lo scopo di rispondere con fantasia alle curiosità dell’uomo riguardo lo spazio e le forme di vita extraterrestri e di far riflettere sulle possibili conseguenze di un eccessivo progresso.
I PERSONAGGI
I personaggi possono essere realistici (scienziati, astronauti, ragazzi…) o fantastici (robot, alieni, avatar…).
IL TEMPO
Le vicende si svolgono solitamente in un futuro lontano, ma possono anche accadere nel presente o nel passato attraverso viaggi con la macchina del tempo.
con la MAPPA
I LUOGHI
I FATTI
È ambientato in luoghi reali (Terra, laboratori scientifici, stazioni spaziali…) o fantastici (pianeti e galassie sconosciute…). Sono narrati fatti fantastici ed eccezionali: l’invasione della Terra da parte degli alieni, incontri con gli extraterrestri, viaggi avventurosi nello spazio…
ZOOM Il linguaggio è ricco di termini scientifici e tecnologici che fanno sembrare verosimili anche situazioni improbabili.
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STUDENTE
DOCENTE
Il racconto di FANTASCIENZA
Una minaccia nello spazio da A. C. Clarke, Storie di Terra e Spazio, Mondadori
Quando il satellite di controllo mi chiamò, stavo stilando il rapporto quotidiano degli avvenimenti. Mi trovavo nella bolla di osservazione, l’ufficio con la cupola di cristallo che sporgeva dall’asse della stazione spaziale. La vista che si godeva da lì era troppo bella. A solo pochi passi da me potevo vedere la Terra piena, che galleggiava contro le nuvole ribollenti della Via Lattea. – Qui il supervisore della stazione – risposi – cosa succede? – Il radar rivela un oggetto non identificato, a tre chilometri di distanza da voi, cinque gradi circa a ovest di Sirio. Quell’oggetto è una minaccia per la navigazione. Sarà meglio che qualcuno vada là fuori e lo recuperi – disse il Controllo. Quel qualcuno, me ne resi conto, dovevo essere io. L’unico membro dell’equipaggio che incontrai mentre mi avviavo alla camera di decompressione fu Tommy, il gatto che avevo recentemente ricevuto in dono. Tommy miagolò guardandomi con un’aria triste mentre mi infilavo a fatica la tuta spaziale. Le tute che usiamo sono vere astronavi in miniatura, grandi a sufficienza per contenere un uomo. Non appena mi fui sistemato all’interno del mio veicolo personale, accesi il motore e controllai gli indicatori sul minuscolo pannello degli strumenti. Mentre il tappeto rotante scivolava verso la camera di decompressione, mi sentivo simile a un piccolo indiano portato sulla schiena dalla madre. Poi le pompe ridussero a zero la pressione, il portello esterno si aprì e le ultime tracce d’aria mi risucchiarono fuori verso le stelle, facendomi girare molto lentamente su me stesso. Avevo intorno a me un panorama superbo dell’intero universo.
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Inserisci le parole nei riquadri a lato del testo: protagonista • termini scientifici e tecnologici • luogo • fatti 51
Il testo NARRATIVO
Viaggio nel tempo! Comprendo se
faccio ipotesi Leggi il titolo e osserva l’immagine. Per dove partiranno i protagonisti della storia?
Parlo di me Se anche tu avessi a disposizione un “tempocottero” dove vorresti essere trasportato? Nel passato o nel futuro? Racconta.
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da B. Forti, L’Uomo di Similaun, Tredieci
Ecco, il momento era arrivato! Aiutai Gian e Leonardo a trasportare sul tempocottero tutto quello che sarebbe servito. Per ultimo fu caricato un cilindro metallico perfettamente liscio e lucente, alto circa cinquanta centimetri e largo venti: la pila all’ixium, il nuovo elemento scoperto dalla Professoressa, il cuore della macchina del tempo, la fonte dell’energia che ci avrebbe trasportato nel passato. – A quando risale la morte di Ötzi? – chiese Castelli. – Le prove al carbonio 14 attribuiscono alla mummia un’età di circa cinquemilatrecento anni – rispose Gian. – Un po’ vaga… – osservò Castelli – Come faremo a indovinare l’anno esatto? – Torneremo indietro di cinquemilatrecento anni, poi passeremo di anno in anno: sarà per noi come sfogliare le pagine di un libro – spiegò la Professoressa. Prendemmo posto nel tempocottero: il motore a turbina si mise in moto, le pale iniziarono a girare sempre più velocemente, finché il velivolo si staccò da terra e iniziò a volare. All’interno nessuno fiatava: eravamo tutti consapevoli che le nostre esistenze stavano per sfidare le più elementari leggi della natura: ogni cosa nell’universo scorre in avanti, noi, invece, stavamo andando al contrario! Il tempocottero volava veloce: in pochi istanti, arrivammo al luogo del ritrovamento di Ötzi. – Ecco – gridò Gian – ci siamo! – Tocca a lei, Professoressa – la esortò Castelli. La Professoressa iniziò a battere sulla tastiera e chiese ad alta voce: – Andiamo? – Sì – rispondemmo tutti trepidanti e all’unisono. Alla lieve pressione sul tasto di invio del computer di bordo il tempocottero iniziò a scuotersi.
PIÙ FACILE
Il racconto di FANTASCIENZA Il paesaggio cominciò a divenire evanescente, come se fosse stato improvvisamente avvolto da una vampata di vapore e poi svanì… finché il paesaggio attorno a noi pian piano uscì dalle tenebre: era il medesimo, ma sotto di noi il ghiacciaio appariva più esteso. Avevamo risalito la linea del tempo di ben cinque millenni! Il grande balzo era compiuto! Prima di “sfogliare le pagine del tempo” per individuare l’anno preciso della morte di Ötzi, decidemmo di esplorare la valle che si stendeva davanti a noi. Dopo qualche istante di volo, sulle rive di un torrente comparve un villaggio: le costruzioni erano costituite da casupole di tronchi, con il tetto spiovente di paglia sul quale era stata praticata un’apertura che permetteva al fumo di uscire. Attorno alle capanne si vedeva qualcosa di molto simile a un orto recintato e altre zone coltivate si potevano osservare al di fuori del villaggio. La cosa più incredibile, però, furono gli abitanti del villaggio, che non fuggirono spaventati di fronte al tempocottero librato a mezz’aria, ma uscirono dalle abitazioni salutando festosi. Subito notammo un uomo biondo e molto alto rispetto agli altri, con i capelli che gli scendevano sulle spalle e la folta barba. L’uomo ci salutava come se fossimo dei vecchi amici e, al pari degli altri, ci faceva dei larghi cenni di scendere a terra… era l’uomo di Similaun?
Capisco le parole Scegli il significato corretto delle seguenti parole ricavate dal testo. • Unisono: unica voce con voce lieve • Evanescente: privo di sensi che svanisce • Librato: sospeso in aria legato uomo di Similaun: altro nome dato a Ötzi
Analizzo Quando e dove è ambientato il racconto? Cancella nella tabella le informazioni sbagliate per ogni colonna. TEMPO
LUOGO
nel passato
sulla Terra
nel futuro
nello Spazio
nel presente
su un pianeta fantastico
Collega ogni personaggio all’epoca di appartenenza. • professoressa • abitanti del villaggio • Gian e Castelli
presente passato
• Özti
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Il testo NARRATIVO
Un alieno in classe da B. Coville, Hevi-Hevi chiama Terra!, Feltrinelli Kids
Analizzo Indica con una . • Pleskit è un personaggio: umano. alieno. robot. Sottolinea nel testo le sue caratteristiche fisiche. • La signorina Weintraub è un personaggio: umano. alieno. robot.
Comprendo Rispondi sul quaderno alle seguenti domande. 1. Qual è il fatto principale raccontato nel testo? 2. Rileggi la frase evidenziata: secondo te, come si sente Pleskit? Con quale parola “del mondo umano” sostituiresti “klimpled”? 3. Secondo te, all’autore del brano piace o non piace Pleskit? Perché?
La porta si spalancò. Comparve un alieno in carne e ossa! Lo si poteva anche prendere per un terrestre, non fosse stato per tre particolari: 1. era violetto, dalla testa ai piedi; 2. era completamente calvo; 3. in cima alla testa aveva una specie di gambo. Era lungo una quindicina di centimetri, del diametro di una matita. In cima aveva una pallina grande all’incirca come una noce. La signorina Weintraub andò subito incontro all’alieno. – Salve, Pleskit! Siamo felici di averti nella nostra classe. Il ragazzo violetto sorrise, quindi alzò le braccia e con le dita fece dei gesti molto rapidi. La pallina in cima alla testa si illuminò: – Questa è la forma tradizionale di saluto su Hevi-Hevi – spiegò Pleskit – Qual è il mio posto, per favore? – Da questa parte – disse premurosa la signorina Weintraub facendogli strada verso un banco vuoto, due file avanti a me – spero che più tardi Pleskit vorrà rispondere ad alcune domande sul suo pianeta, perché siamo tutti curiosi di sapere qualcosa. E sono sicura che anche lui ha molte domande da farci sul nostro mondo. La pallina in cima alla testa di Pleskit incominciò a pendere da una parte. – Tutto bene, Pleskit? – domandò la signorina Weintraub. – Mi sento un po’ klimpled – disse quasi sottovoce. Avessi potuto, mi sarei precipitato a mettergli una mano sulla spalla. Gli avrei detto: “Non ti preoccupare, Pleskit. Ci sono qua io, e sarò tuo amico. Ti aiuterò in tutto e per tutto”. – Non ti preoccupare – lo incoraggiò la signorina Weintraub tutta fiduciosa – presto ti sentirai meglio. Pleskit? ere meglio Vuoi conosc ratorio Vai nel Labo n di italia o
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pp. 16-17
Il racconto di FANTASCIENZA
Che strana mela! da P. Di Filippo, Vendesi tempo, affare sicuro, Mondadori
Seduta in piazza, Hazel addentò la mela che si era portata per pranzo. Con sua sorpresa, il primo morso non mostrò la polpa di una vera mela, ma una serie di cellette piene di apparecchiature occupate da schiere di vermi! La donna riusciva a sentirli mentre si scambiavano informazioni, segnalavano danni e incidenti con le loro vocette stridule. Infine un verme strisciò lungo la buccia fino ad arrivare in cima alla mela, dove affrontò Hazel. Esso portava un cappello particolare che, intuì Hazel, lo identificava come il leader. Mostrava un volto dalle fattezze umane, se non fosse stato dominato da un unico occhio da ciclope. Aveva persino un ciuffetto di peli sul mento. Il verme aprì la bocca e lanciò un grido, sorprendentemente in inglese. – Umana crudele! Hai distrutto la nostra nave! Adesso non riusciremo mai a tornarcene a casa, nella Nebulosa Sacco di Carbone. – Come… come facevo a saperlo? La vostra nave è tale e quale a una mela! – rispose Hazel. Il verme ciclope sembrava esterrefatto. – Una mela? Le sonde orbitali che abbiamo inviato sul vostro pianeta non hanno rilevato alcun equivalente commestibile della nostra nave. – Non preoccupatevi – replicò Hazel – L’umanità sarà felice di offrirvi una nuova residenza qui. Il capo dei vermi le rivolse un sogghigno: – Siamo davvero lieti che tu non opponga alcuna resistenza. Ho appena ricevuto rapporto dai miei uomini che hai inghiottito: dicono che il tuo apparato intestinale è una delle sistemazioni più confortevoli che abbiano mai visto!
Comprendo Completa scegliendo la parola adatta e poi con parole tue. Il leader dei vermi è arrabbiato/contento perché
Comprendo se
leggo bene
Leggi il brano evitando la lettura monotona: varia il ritmo e il tono in base allo stato d’animo dei personaggi.
Analizzo Cerchia nel testo con i colori indicati. il personaggio umano il personaggio alieno
................................................................................................ ................................................................................................ Hazel è stupita/arrabbiata perché ................................................................................................
Grammatica Esegui sul quaderno l’analisi grammaticale della frase evidenziata.
................................................................................................ PIÙ FACILE
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Il testo NARRATIVO
Un inseguimento spaziale da T. Godwin, Gli esiliati di Ragnarok, Delos Books
coloni: coloro che si trasferiscono dalla madrepatria in un altro luogo sordi: dal suono basso e cupo raggelante: che fa rabbrividire di paura
La nave spaziale Constellation, con ottomila coloni a bordo, da sette settimane viaggiava a tutta velocità nell’iperspazio, nel tentativo di sfuggire agli inseguitori. Distesa sul letto della sua cabina, Irene ascoltava il fragore dei motori e sentiva l’incessante vibrazione dello scafo. “Ormai Ahena dista solo quaranta giorni di viaggio. Se continuiamo così, dovremmo essere in salvo”, pensò. Fu presa da un senso di paura pensando alla vita che l’attendeva sul nuovo pianeta che dovevano colonizzare. Suo marito Dale era stato chiamato a riparare una macchina nella sala-laser e il figlioletto Billy dormiva placidamente. Mentre Irene si chinava per aggiustargli le coperte, accadde quello che tutti avevano temuto: un’esplosione assordante proveniente da poppa scosse violentemente l’astronave, facendo gemere tutte le sue strutture. Poi, di colpo, le luci si spensero, subito dopo, una serie di sordi tonfi fece capire che il sistema automatico di sicurezza era entrato in funzione per chiudere le porte a pressione che isolavano gli scompartimenti, bloccando quelli che erano rimasti danneggiati e dai quali l’aria fuoriusciva. Stavano ancora echeggiando i rumori delle porte stagne, che si serravano, quando avvenne un’altra esplosione, questa volta a prua dell’astronave. Poi seguì un silenzio agghiacciante che faceva presagire tragiche conseguenze. Irene sentì la paura artigliarle lo stomaco e un pensiero raggelante emerse nella sua mente: “i Gern ci hanno raggiunti!”. Non perse tempo: si vestì con le mani tremanti, sperando che suo marito Dale arrivasse a tranquillizzarla; senz’altro si era trattato di un guasto alla nave e quelle esplosioni non erano state provocate dalle armi dei Gern.
Comprendo Rifletti sulle informazioni implicite e indica il significato che la seguente espressione assume nel testo. “Accadde quello che tutti avevano temuto” significa: era stato superato il margine di sicurezza. erano sfuggiti ai Gern. erano stati colpiti dalle armi laser degli incrociatori dei Gern. la nave spaziale era rimasta danneggiata.
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ITAMAP p. 7
Il racconto di FANTASCIENZA
Le voci che venivano dall’esterno si affievolirono e, contemporaneamente, Irene accusò difficoltà respiratorie; capì subito che cominciava a mancare l’aria. Questo significava che il flusso di energia della nave si era talmente ridotto che persino i rigeneratori d’aria non funzionavano più. Un brivido gelato la immobilizzò: sulla nave c’erano ottomila persone che per vivere avevano bisogno di respirare! Improvvisamente, attraverso il sistema di altoparlanti dell’astronave, risuonò il sistema di allarme, poi si interruppe per un attimo prima di essere seguito dalla voce di Lake, il comandante. – Ascoltatemi tutti con attenzione – disse – siamo senza motori e la poco energia rimasta viene dalle batterie di emergenza. Il ponte di comando è stato distrutto e io sono l’unico ufficiale sopravvissuto. Adesso un comandante Gern sta salendo a bordo per imporre i termini della resa. State calmi e non abbandonate gli scompartimenti finché non vi sarà ordinato. È necessario evitare la confusione per non intralciare il lavoro dei responsabili della sicurezza, che hanno già ricevuto istruzioni su cosa fare. Ripeto: nessuno abbandoni il proprio scompartimento. Subito dopo la trasmissione si interruppe.
Analizzo Riordina i fatti numerandoli da 1 a 6. Cominciava a mancare aria all’interno della nave spaziale. I Gern avevano raggiunto la nave spaziale. La nave spaziale Constellation viaggiava nell’iperspazio per sfuggire agli inseguitori. Il comandante Lake avvertì che un comandante Gern stava salendo a bordo per imporre i termini della resa. Irene pensava con timore alla vita che li attendeva sul pianeta Athena. Si verificò un’esplosione assordante seguita da altre. Il linguaggio è ricco di: similitudini. termini scientifici.
metafore.
Sottolinea nel testo tutti i termini che rendono il racconto “fantascientifico”.
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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il RACCONTO DI FANTASCIENZA è un testo narrativo che racconta vicende fantastiche, ma basate su elementi scientifici. Ha lo scopo di rispondere con fantasia alle curiosità dell’uomo riguardo lo spazio e forme di vita extraterrestri e di far riflettere sulle possibili conseguenze di un eccessivo progresso. Completa lo schema del racconto di fantascienza con le seguenti espressioni. fantastici • futuro lontano • linguaggio • macchina del tempo • realistici • passato • scientifici • fantastici • tecnologici • reali • fantastici • presente
I PERSONAGGI
I personaggi possono essere .......................................... o ..........................................
IL TEMPO
Le vicende si svolgono solitamente nel ................................... .........................................., ma possono anche accadere nel ........................................................ o nel .............................................. attraverso viaggi con la ........................................................................
I LUOGHI
È ambientato in luoghi .......................................... (Terra, laboratori scientifici, stazioni spaziali…) o................................... (pianeti e galassie sconosciute…).
I FATTI
Sono narrati fatti .......................................... ed eccezionali: l’invasione della Terra da parte degli alieni, incontro con gli extraterrestri, viaggi avventurosi nello spazio...
ZOOM Il .......................................... è ricco di termini .......................................... e .......................................... che fanno sembrare verosimili anche situazioni improbabili.
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narrativo Il raccontoTesto di FANTASCIENZA
Incontro di notte da R. Bradbury, Cronache marziane, Mondadori
Tomas fermò il motore e lasciò che il silenzio s’insinuasse tutto intorno a lui. Sedeva al volante, trattenendo il respiro, guardando fuori i bianchi edifici della cittadina marziana nel chiaro di luna. Morta, disabitata da secoli. Salì su una collinetta, da dove si poteva vedere distintamente in lontananza tutta quella città polverosa. Aprì il termos e si versò una tazza di caffè. Tomas si sentiva contento, pieno di serenità e di pace. Cinque minuti più tardi, udì un rumore. Sulla montagna, là dove la strada faceva una grande curva, qualcosa si muoveva. Tomas si girò lentamente. Vide giungere una stranissima cosa: era una macchina. Somigliava a un insetto. D’un verde giada, una specie di mantide religiosa che correva delicatamente nell’aria fredda, con innumerevoli diamanti verdi su tutto il corpo e rosse gemme scintillanti negli occhi. Le sei zampe martellavano il terreno. Dal dietro della macchina, un marziano con occhi d’oro guardava giù verso Tomas, come se stesse guardando in fondo a un pozzo. Tomas alzò la mano e meccanicamente pensò “Ciao!”, ma le sue labbra non si mossero perché quello era un marziano. Tomas non aveva pistole con sé, né sentiva la necessità di averne una ora, nemmeno con la piccola paura che in quel momento sentiva nel cuore. Anche le mani del marziano erano vuote. Per un istante i due esseri si guardarono l’un l’altro nell’aria fredda. Fu Tomas che fece la prima mossa. – Salute! – gridò.
So analizzare Scegli il completamento corretto. • Il protagonista è: un alieno. un umano.
un robot.
• L’altro personaggio è: un alieno. un umano.
un robot.
• Il racconto è ambientato: sulla Terra. su Giove.
su Marte.
• Le vicende si svolgono: nel futuro. nel presente.
nel passato.
Verso le competenze
• Il fatto principale del racconto è: un umano che atterra su Marte. un umano che vede una macchina simile a un insetto. l’incontro tra un umano e un marziano.
Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un racconto di fantascienza.
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Ho imparato a COMPRENDERE
Le scarpe antigravità da A. Paizis, P. Siena, Salvate il pianeta Orz, Raffaello
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La sala comando dell’astronave era grande quanto un campo di calcio. Tutt’intorno c’erano delle vetrate che permettevano di vedere fuori. Sofia, Alex e Marco si guardarono intorno stupiti. D’un tratto si avvicinò un essere alto quasi quanto un adulto terrestre. La sua pelle era simile a quella umana anche se un po’ più raggrinzita. Indossava un’uniforme blu. Al posto delle gambe aveva come dei tronchi massicci e all’apparenza pesantissimi. Dalla vita in su era più sottile, con braccia lunghe, una testa d’uovo, un naso imponente e due grandi orecchie. – Cari terrestri, ben arrivati sulla nostra astronave. Io sono Prax. – Prax, sei bellissimo! – disse Marco in un genuino slancio di ammirazione. Prax rise e tradusse in un’altra lingua facendo ridere tutto l’equipaggio. Solo allora i ragazzi si accorsero di essere accerchiati. Una leggera paura li avvolse, ma Prax fece loro un inchino e li calmò. – Amici, vi ringraziamo di aver accettato il nostro richiamo d’aiuto. Siamo a bordo dell’astronave Elpìda, a circa quattro miliardi e mezzo di anni luce dalla Terra. Abbiamo un breve viaggio da fare prima di arrivare al nostro pianeta, durante il quale conosceremo e vi faremo provare le scarpe antigravità. – Le cosa? – chiese Alex. – Le scarpe antigravità. Vedete, Orz, il nostro pianeta, è molto più massiccio del vostro e senza queste scarpe la vostra esile struttura ossea non resisterebbe: la nostra gravità è troppo forte per voi. Le scarpe si adatteranno automaticamente alla dimensione del vostro piede e vi proteggeranno. Una volta sul nostro pianeta, dovrete indossarle sempre. I ragazzi osservarono con curiosità le strane scarpe: la suola sembrava più larga del piede e il resto pareva di un materiale pesantissimo. – Orz ora è visibile dalle vetrate – disse Prax con un filo di commozione nella voce – prepariamoci per l’orzaggio I tre ragazzi rimasero a bocca aperta. Il pianeta era completamente diverso da quello che si aspettavano. Ci fu un momento di silenzio nel quale i ragazzi realizzarono per la prima volta che stavano per mettere piede su un altro pianeta. Stavano per diventare gli alieni.
PIÙ FACILE
narrativo Il raccontoTesto di FANTASCIENZA Ho capito le parole Segna con una il sinonimo giusto, in base al contesto, delle parole sottolineate. • tronchi massicci (riga 7): grandi forti solidi • naso imponente (riga 8): grande grandioso tozzo • si accorsero di essere accerchiati (riga 14): essere cinti essere circondati essere assediati essere serrai • realizzarono (riga 34): effettuarono avverarono si resero conto eseguirono
pesanti bello
Prova a spiegare con parole tue il significato dei seguenti termini o espressioni. • raggrinzita (riga 5) ............................................................................................................................................................. • si adatteranno automaticamente (riga 25) ............................................................................................................. ........................................................................................................................................................................................................ • con un filo di commozione (righe 30-31) ................................................................................................................. .........................................................................................................................................................................................................
Ho capito il testo Sottolinea nel brano le informazioni esplicite che ti servono per rispondere alle seguenti domande, poi scrivi le risposte con parole tue. • Chi sono i personaggi della storia? ............................................................................................................................. • Dove si trovano i tre ragazzi? Perché? ..................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................ • Che cosa devono indossare i ragazzi? Perché? ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................ Riquadra nel testo la sequenza descrittiva che presenta Prax. Poi rifletti sulle informazioni implicite del testo: chi è Prax? Prova a rispondere con parole tue. ........................................................................................................................................................................................................ Il racconto si conclude con una riflessione dei tre ragazzi (righe 32-35). Si sono resi conto di: essere stati trasformati in alieni. essere diventati loro alieni perché ora sono in un pianeta straniero. essere in mezzo agli alieni. come fossero fatti gli alieni.
Verso Versolelecompetenze competenze
Obiettivo: leggere e comprendere un racconto di fantascienza.
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Laboratorio di ASCOLTO
A scuola nel 2155 Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Scegli l’immagine corretta per completare ogni affermazione. • Margie e Tommy sfogliano un:
• Tommy spiega a Margie che una volta il maestro era:
• I ragazzini che frequentavano la scuola stavano:
Nella conclusione del racconto, che cosa pensa Margie? Colora il fumetto giusto. Doveva essere noiosa la scuola di una volta!
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STUDENTE
DOCENTE
Doveva essere faticosa la scuola di una volta!
Doveva essere bella la scuola di una volta!
Ho ricordato le informazioni del testo ascoltato: facilmente. con difficoltà. con un aiuto.
Il testo NARRATIVO
Il racconto
GIALLO Perché, secondo te, il ragazzo indossa questi indumenti?
Riconosci nell’immagine gli elementi tipici del giallo? Quali?
B uona visione Le avventure di Tintin Il segreto dell’unicorno Anno di uscita: 2011 Durata: 107 minuti Paese: USA, Nuova Zelanda, Belgio
Ti sei mai trovato coinvolto in un’indagine? Come te la sei cavata?
Felici di leggere I. Adler, Sherlock, Lupin e io. Doppio finale, Piemme S. Frasca, S. Marconi, Agenzia Enigmi. L’ingannevole piramide di Cheope, Raffaello C. Nöstlinger, Furto a scuola, Piemme A. C. Doyle, Sherlock Holmes, investigatore privato, De Agostini
STUDENTE
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il RACCONTO GIALLO è un testo narrativo che racconta di un crimine e di come si svolgono le indagini per scoprire il colpevole. Ha lo scopo di suscitare interesse e curiosità nel lettore offrendogli indizi per la risoluzione dei casi.
I PERSONAGGI
Il protagonista di solito è un investigatore o un detective che risolve il caso, spesso è affiancato da un aiutante; può essere anche una persona comune che si improvvisa detective. Gli altri personaggi sono la vittima, il colpevole, i sospettati e i testimoni.
IL TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo definito con precisione, necessario per svolgere le indagini.
I LUOGHI
È ambientato in luoghi realistici, descritti molto dettagliatamente, per creare un’atmosfera di mistero e costituire indizi utili per l’indagine.
I FATTI
Il racconto inizia con la presentazione del crimine commesso (furto, omicidio, rapina…) da cui ha origine il mistero che deve essere svelato. Prosegue poi l’indagine con la formulazione delle ipotesi, la raccolta degli indizi, delle prove e delle testimonianze e con l’individuazione del movente, cioè il motivo per cui viene commesso il crimine. Si conclude con la soluzione del caso in cui viene svelato il colpevole del crimine.
ZOOM Il linguaggio è caratterizzato da un ritmo incalzante che tiene il lettore in uno stato di suspense fino alla soluzione del caso. Il ritmo è dato dalla presenza frequente dei dialoghi.
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STUDENTE
DOCENTE
Il racconto GIALLO
Gomma da masticare da J. Sukach, Le indagini lampo dell’ispettore Bracco, Piemme
L’ispettore ispettore Venanzio Bracco si affacciò sulla porta dell’ufficio del sergente Rebecca Bonamira, mentre un adolescente dai modi arroganti, che non smetteva di ruminare una gomma, veniva portato nella sala degli interrogatori. Si chiamava Giorgio Mascella, ed era accusato di furto presso un concessionario di auto usate. Il rivenditore aveva lasciato la chiave nel cruscotto solo per pochi istanti, durante i quali aveva risposto al telefono voltando le spalle all’auto. Qualcuno ne aveva approfittato per fuggire sgommando. Il rivenditore aveva chiamato subito la polizia, che aveva inseguito l’auto rubata finché non aveva svoltato in una strada senza uscita. Nel vicolo c’era solo Giorgio, ma nessuno lo aveva visto effettivamente alla guida dell’auto. C’era anche la macchina, ma senza la chiave. Gli agenti l’avevano cercata in strada, ma non l’avevano trovata. Così avevano portato il ragazzo al commissariato, convinti che nascondesse la chiave, ma non era saltata fuori. L’ispettore Bracco iniziò l’interrogatorio. – Posso avere una gomma? – chiese Giorgio. – Non stavi già masticando? – domandò il sergente Bonamira. – L’ho buttata via, non sapeva più di niente – rispose lui. – Penso di sapere come fare a incastrare questo giovanotto e trovare la chiave, cioè la prova che risolverà questo caso – disse bruscamente il detective. Bracco capovolse il tavolo sotto il quale trovò la chiave dell’auto attaccata con la gomma da masticare.
Ispettore Bracco: ...........................................
Rebecca Bonamira: ...........................................
Giorgio Mascella: ...........................................
...........................................
........................................... ........................................... ...........................................
Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: aiutante • luogo • crimine • colpevole • risoluzione del caso • detective 65
Il testo NARRATIVO
Gli occhialini d’oro Comprendo se
faccio ipotesi Leggi il titolo. Che ruolo avranno gli occhialini d’oro nel racconto?
aggrottata: corrugata, solcata da rughe strizzati: stretti, quasi socchiusi miopia: difetto della vista per cui si distingue bene solo da vicino
Capisco le parole Spiega con parole tue il significato dei seguenti termini, poi verifica se è corretto con il vocabolario. • deduzione: .............................. .......................................................... .......................................................... • argomentazione: ................... .......................................................... ..........................................................
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PIÙ FACILE
da A. C. Doyle, Tutto Sherlock Holmes, Newton
Stanley Hopkins tirò fuori di tasca un pacchettino incartato. Lo aprì, mostrandoci degli occhialini d’oro, con due cordoncini rotti, di seta nera, che pendevano all’estremità. – La vittima aveva un’ottima vista – disse – senza dubbio ha strappato questi occhialini dal viso o dalla persona dell’assassino. Sherlock Holmes li prese in mano e li esaminò con attenzione. Se li appoggiò al naso, cercò di leggere, andò alla finestra a guardare la strada, sempre con gli occhialini. Li osservò minuziosamente sotto la luce della lampada, poi, con una risatina, si sedette al tavolo e scrisse qualche riga su un foglietto di carta che porse a Stanley Hopkins. – Questo è il meglio che possa fare per lei – disse. Lo sbigottito ispettore lesse il biglietto ad alta voce. C’era scritto: “Cercasi una donna, abitante in un quartiere elegante, che indossa abiti signorili. Ha un naso molto grosso e gli occhi ravvicinati. Ha la fronte aggrottata, gli occhi strizzati e, probabilmente, le spalle curve. Alcuni particolari fanno pensare che, negli ultimi mesi, sia andata almeno due volte da un oculista. Le lenti sono molto spesse e, dato che gli oculisti non sono poi così numerosi, non dovrebbe essere difficile rintracciarla”. Holmes sorrideva per l’espressione esterrefatta di Hopkins. – Ma via, disse – sono deduzioni elementari. Sarebbe difficile trovare un oggetto che offra indicazioni più di un paio d’occhiali, specialmente insoliti come questi. Che appartengano a una donna lo deduco dalla loro delicatezza. In quanto all’essere una persona raffinata e ben vestita, noterà che gli occhialini hanno la montatura d’oro massiccio ed è inconcepibile che una donna che porta occhiali del genere possa essere trasandata. Troverà che la molla è troppo stretta per il suo naso, il che dimostra che quello della donna è largo all’attaccatura. In genere, questo tipo di naso è corto e grosso. Io ho il viso stretto, eppure non riesco a centrare le pupille in questi occhiali. Quindi, la signora ha gli occhi molto ravvicinati alla radice del naso. Noterà che le lenti sono convesse e molto spesse. Una donna in cui occhi sono stati così contratti per tutta la vita mostrerà sicuramente le caratteristiche proprie di una miopia elevata, che si notano sulla fronte, nelle palpebre e nelle spalle.
Il racconto GIALLO – Sì – disse – posso seguire le sue argomentazioni. Confesso però che non capisco come lei sia arrivato alla duplice visita all’oculista. Holmes prese in mano gli occhialini. – Osservi – disse – Le molle sono foderate con striscette di sughero per alleviare la stretta sul naso. Una di queste striscette è scolorita e un po' consumata, mentre l’altra è nuova. Evidentemente, una si è staccata ed è stata sostituita. Direi che la più vecchia risale a non più di qualche mese fa. Sono di tipo identico quindi ne deduco che la signora è tornata. Perbacco, è fantastico! – esclamò Hopkins estasiato. – Pensare che avevo in mano tutti questi indizi, senza saperlo! ere meglio Vuoi conoscolmes? Sherlock H ratorio Vai nel Labono di italia
pp. 22-23
Analizzo Indica con una . • L’investigatore del racconto è: Mr Hopkins. Sherlock Holmes. • La caratteristica che permette a Sherlock Holmes di risolvere il caso: è un acuto osservatore e sa collegare con abilità anche i particolari più insignificanti. è un uomo forte e atletico. è abile nel travestirsi e cambiare identità. • Gli occhialini sono importanti perché costituiscono: una prova. un indizio. il movente. l’arma del delitto. Completa le frasi in modo corretto, poi sottolinea nel testo gli indizi dai quali Sherlock Holmes ha dedotto queste informazioni. Gli occhialini appartengono a una donna poiché ............................................................... La donna veste in modo elegante, infatti ............................................................... La signora ha il naso grosso e gli occhi ravvicinati; lo si deduce da ...............................................................
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Il testo NARRATIVO Analizzo Sottolinea nel brano con il colore corrispondente, le informazioni esplicite che ti servono per rispondere alle seguenti domande. Quale crimine avviene nel racconto? Quando avviene? Dove avviene precisamente? Qual è l’indizio trovato nel luogo del crimine? Può essere utile a risolvere il caso? Sì No Chi svolge l’indagine? Sono veri detective? Sì No
Lo scheletro scomparso da R. Roy, Il mistero dello scheletro scomparso, Piemme Junior
Quando tutti furono seduti in palestra, il preside iniziò a parlare. – Buongiorno, ragazzi – cominciò in tono serio – Devo darvi una brutta notizia. Stamattina lo scheletro della scuola è sparito dall’infermeria. Nella palestra si alzò un brusio. – A quanto pare siamo alle prese con un vero mistero – continuò il preside – e ho bisogno del vostro aiuto per risolverlo – concluse. Più tardi, Josh e Rose esaminarono l’angolo in cui di solito stava lo scheletro. All’improvviso Rose esclamò: – Guardate, c’è un’impronta sul pavimento! Dink si avvicinò a guardare: – Sembra quella di una scarpa da ginnastica – osservò Dink – Vedete la suola a zigzag? – È una scarpa sinistra – notò Josh. – E di un adulto – aggiunse Rose. – Forse il ladro ha lasciato l’impronta quando ha preso lo scheletro – disse Dink. – Posso fare un disegno dell’impronta? – chiese Josh. – Dovremmo misurarla – aggiunse Rose. Josh fece uno schizzo dell’impronta. – Cerca di copiare bene il disegno della suola – disse Dink sbirciando sopra la spalla dell’amico. Rose misurò l’impronta con il righello. – È lunga esattamente venticinque centimetri. – Adesso basterà scoprire chi indossa queste scarpe – esclamò Josh – per ritrovare lo scheletro!
Compito di REALTÀ Dividetevi in gruppi. Ogni gruppo cercherà di utilizzare l’indizio suggerito nel testo per risolvere il caso. Al termine dell’attività confrontate le vostre indagini.
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Il racconto GIALLO
Un caso per Montalbano
Grammatica Nelle prime quattro righe del testo, quanti sono i predicati verbali?
da A. Camilleri, Un mese con Montalbano, Mondadori
Alle sette del mattino una telefonata svegliò il commissario Salvo Montalbano. Era il suo vice Mimì Augello. – Scusami Salvo, ma c’è stato un omicidio. Sono già sul posto. Ti ho mandato un’auto. – Chi hanno ammazzato? – Un professore. Si chiamava Corrado Militello. Arrivato sul luogo del delitto anche Montalbano, Augello lo informò: – Il professore aveva passato l’ottantina, viveva solo, non era maritato. Il corpo giaceva riverso sulla scrivania dello studio e nel camino c’era una montagna di carta incenerita. – La cameriera mi ha detto – precisò Augello – che da due giorni bruciava lettere e fotografie. La vittima ha aperto all’assassino. Non c’è traccia di effrazione. Sicuramente lo conosceva. Montalbano infilò una mano dentro la cenere. Sotto le dita gli venne un frammento di fotografia. Lo guardò e provò una scossa elettrica: il volto della signorina Angela Clemenza. Andò a casa sua. – Signorina, lei conosce il professor Corrado Militello? Sono costretto a comunicarle una cattiva notizia. – Ma la conosco già, commissario. Gli ho sparato io! – Vede, io e Corrado dovevamo sposarci, ma le nostre famiglie si opponevano, così giurammo che nessuno dei due si sarebbe mai maritato. Sei mesi fa, Corrado mi disse che si sarebbe sposato. Capisce? Lui si era preso un impegno. Aveva fatto un patto. – Ha gettato via l’arma? – No! – aprì la borsetta e tirò fuori una pistola.
Quanti sono quelli nominali? effrazione: rottura o scasso
Analizzo Completa con gli elementi del giallo presenti nel brano. Investigatore ............................................
Vittima ............................................
Colpevole ............................................
Crimine ............................................
Luogo del crimine ............................................................................................................................ Indizi ...................................................................................................................................................... ............................................................................................................................ Riquadra le sequenze dialogiche che contribuiscono a creare un ritmo incalzante.
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Il testo NARRATIVO
Chi ha preso l’anello d’oro? da S. Bordiglioni, Un attimo prima di dormire, Einaudi Ragazzi
Comprendo se
leggo bene
Mentre leggi poniti delle domande. Immedesimati nei personaggi e nelle situazioni. Immagina le scene come se stessi guardando un film.
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In casa dei signori Bianchi c’è una terribile agitazione: la signora Bianchi non trova più un anello d’oro con il brillante. Dal cofanetto dei gioielli mancano anche un orecchino d’argento e una spilla di madreperla. – Qualcuno prende le mie cose! – dice tutta preoccupata – Forse un ladro entra in questa casa! Michele e Gianni decidono di aiutare la mamma a scoprire il ladro e a recuperare i gioielli. I due fratelli si procurano il necessario per le indagini: una lente, un cappello da Sherlock Holmes e una pipa spenta ciascuno. Poi, cominciano a esaminare attentamente le tracce lasciate dal ladro. Sul tavolo dove sta il cofanetto dei gioielli, Michele trova la prima traccia: una penna nera. Gianni scopre una strana impronta sul davanzale della finestra: – Il ladro passa sicuramente di qui! – dice tutto eccitato. Mentre i due piccoli investigatori ancora lavorano, si sente un rumore improvviso in soffitta. – Che cosa può essere? – chiede Gianni – Non lo so davvero! – risponde Michele. – Andiamo a vedere, forse il ladro è ancora in casa! – Sì, però diciamolo anche a mamma e papà – propone prudente Gianni. Così ora bambini e genitori salgono per una lunga scala di legno che scricchiola e entrano silenziosi in soffitta: il papà ha in mano un bastone, la mamma una pentola e i due piccoli investigatori le loro pistole ad acqua.
Il racconto GIALLO La soffitta è piuttosto buia. C’è un vecchio manichino proprio in mezzo alla stanza. La sua ombra ritta e vigile fa un po’ paura a Michele. A un tratto, nello specchio di un vecchio armadio, Gianni vede un’ombra. Grida e la pipa spenta gli cade di bocca. Spara con la sua pistola ad acqua. Papà accorre, ma è solo l’immagine riflessa del bambino. Tutto quel rumore, però disturba un uccello che ha il suo nido proprio lì in soffitta, dietro il vecchio armadio. L’animale batte le ali rumorosamente e fugge. Genitori e bambini riescono appena a vedere un mulinello di penne bianche e nere che infila l’abbaino aperto. Con il cuore che batte forte per la sorpresa, Gianni e Michele corrono dietro all’armadio. Sul pavimento c’è un mucchietto di erba e rametti intrecciati: è un nido. Nel nido ci sono tre uova e… i gioielli della mamma! – Mamma, ecco il tuo anello d’oro! – grida Michele. – Ci sono anche l’orecchino d’argento e la tua spilla! – gli fa eco Gianni. Il papà guarda le tre uova, sorride e dice: – È un nido di gazza. Quegli uccelli amano tutto ciò che luccica.
Analizzo Leggi le sequenze e cancella quelle intruse. • In casa Bianchi sono spariti dei gioielli.
• Il signor Bianchi è un uomo dolce e gentile.
• Michele e Gianni, due fratelli, decidono di scoprire il ladro.
• La famiglia si reca in soffitta.
• La signora Bianchi trascorre gran parte del proprio tempo a letto.
• Gianni si spaventa e spara con la sua pistola ad acqua.
• Sul tavolo Michele trova una penna nera.
• Il rumore fa fuggire un uccello dalle penne bianche e nere.
• Gianni scopre un’impronta sul davanzale della finestra.
• Sul pavimento c’è un nido con dentro 3 uova e i gioielli della mamma.
• I due piccoli investigatori sentono un rumore provenire dalla soffitta.
• Il papà spiega che quello è un nido di gazza e le gazze amano tutto ciò che brilla.
• I topi si stavano azzuffando con il gatto.
• La gazza ladra è un’opera di Gioacchino Rossini.
Ora individua nel brano le sequenze. Segui la traccia data dalle sequenze e scrivi il riassunto sul quaderno, ampliando le frasi e collegandole con i connettivi adeguati.
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a Intervist ... e r o t u a ’ l n co
Teresa Porcella lavora da anni nel settore dell’editoria per ragazzi come autrice, editor, formatrice, performer. Vive a Firenze, dove insegna Progettazione Editoriale alla Scuola Internazionale di Comics e dove ha aperto Cuccumeo, una “libreria per ragazzi non vietata agli adulti”.
A Pilarcito c’è una Farm, una scuola-fattoria. Michael, dodici anni, è costretto dalla madre a passare lì le sue vacanze. Si prospetta l’estate peggiore della sua vita se non fosse che, appena arrivato, Michael scopre un piano misterioso che minaccia tutti gli abitanti della Farm. Un romanzo ricco di colpi di scena che nasconde nelle pieghe della narrazione i principi ispiratori del metodo Montessori.
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la l e c r o P a Teres Qual è la cosa più bella dello scrivere? La cosa più bella è che trovi sempre un punto di vista diverso da cui guardarti. Quando scrivo in prosa, è come se andassi nella terrazza o nel giardino della mia casa, e dopo aver passeggiato, annusato, ascoltato ciò che sta fuori, riaccendessi il desiderio di rintanarmi dentro. Quando scrivo poesia, è come se, da dietro i vetri di casa, guardassi il bello che c’è fuori, consapevole di avere un camino acceso dietro le spalle. Hai una libreria. Come concili l’attività di scrittrice con quella di libraia? Non è facile perché la libreria e la scrittura richiedono entrambi tempo e attenzione. Ma è anche vero che i due mestieri sono legati a doppio filo, non solo perché ruotano intono allo stesso oggetto, ma perché sono come due piatti di una stessa bilancia: se devo leggere libri per la libreria, togliendo tempo alla scrittura, poi scrivo meglio, perché ho letto di più. E viceversa: se devo scrivere qualcosa, allora leggo molto e questo contribuisce a rendermi più esperta come libraia. Come mai hai deciso di aprire una libreria? Perché si chiama Cuccumeo? L’idea l’avevo da tanto, ma c’è stato un momento in cui, con le due socie con cui ho aperto, avevamo voglia di fare insieme il percorso di avere una casa (ecco che torna la parola), dove invitare gli altri a leggere con noi. Si chiama Cuccumeo (che vuol dire gufo o civetta in sardo), perché la civetta, come i gufi, è saggia, e la notte (che è il momento in cui leggiamo di più...), sta sveglia. E poi perché la parola Cuccumeo suona come un incrocio tra “cucù” e “marameo”: insomma un gioco di parole...
Un librO per la classe
Sappiamo che oltre a scrivere, sei una brava cantante. Queste due forme di arte hanno dei collegamenti secondo te? Assolutamente sì. La parola è un modo di scrivere suoni, e i testi scritti sono come partiture musicali che richiedono la voce per prendere vita. Nel canto è esattamente la stessa cosa. Si lavora sul suono, sulla pronuncia, sul respiro, sul ritmo, sul fraseggio e sul senso complessivo di un brano musicale. Sono proprio parenti stretti stretti. Un tuo ultimo libro per il Gruppo Raffaello parla della figura di Maria Montessori. Che cosa pensi di questa grande donna italiana? Quali aspetti del suo pensiero pedagogico ritieni più importanti? Maria Montessori è una figura che mi ha sempre affascinato, per diverse ragioni. La prima è che avevo una prozia maestra montessoriana, e di lei ho apprezzato la capacità di cogliere l’essenziale delle cose e di metter insieme più discipline: scrittura,
disegno, musica... Quando la Raffaello mi ha chiesto se volevo scrivere quel libro, ho studiato molto la figura di Maria Montessori e mi ha colpito il suo essere anzitutto medico (ed è strano che si continui a definirla pedagoga, dimenticandosi quella laurea in Medicina che tanto le è costata), attenta a mettere insieme il corpo e la mente in modo coerente. Poi mi è piaciuta la forza di questa donna, che è sempre stata dalla parte dei bambini, di tutti i bambini, compresi quelli che gli altri definivano “difficili”. Lei li ha guardati, ascoltati, “studiati” e ha cercato di capire come farli crescere. E mi piace l’idea di lasciare a ognuno i suoi tempi e le sue modalità per imparare. Ma, soprattutto, mi piace l’idea che il compito di ogni vero maestro o maestra sia quello di “sparire”, come fanno i maghi: un bravo insegnante è quello che ti aiuta a essere autonomo, a fare a meno di lui. “Aiutiamoli a fare da soli”: questo è il motto di Maria Montessori che più mi piace.
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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il RACCONTO GIALLO è un testo narrativo che racconta di un crimine e di come si scopre il colpevole. Ha lo scopo di suscitare interesse e curiosità nel lettore offrendogli indizi per la risoluzione dei casi. Completa lo schema del racconto giallo con le seguenti espressioni. incalzante • investigatore • ipotesi • detective • suspense • sospettati • testimonianze • movente • aiutante • realistici • soluzione • indizi • definito • vittima • crimine • prove • colpevole • testimoni • indagine
PERSONAGGI
Il protagonista di solito è un ....................................................., un ................................................... che risolve il caso, spesso è affiancato da un ................................................... Gli altri personaggi sono la ..................................................., il ................................................... i ................................................... e i ...................................................
IL TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo ........................................... con precisione.
IL LUOGO
È ambientato in luoghi ................................................, descritti molto dettagliatamente, per creare un’atmosfera di mistero e costituire ................................................ per l’investigatore. Il racconto inizia con la presentazione del ............................ .................... commesso. Prosegue poi l’........................................ ........ con la formulazione delle ................................................, la raccolta delle .................................... e delle ........................................ e con l’individuazione del ................................................ Si conclude con la ................................................ del caso in cui viene svelato il colpevole del crimine.
I FATTI
ZOOM Il linguaggio è caratterizzato da un ritmo ................................................ che tiene il lettore in uno stato di ................................................
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Testo GIALLO narrativo Il racconto
Il mistero del quadro da R. Roy, Il mistero del quadro rubato, Piemme Junior
La ragazza mostrò la foto di un quadro incorniciato. Dink sussultò: – È il quadro rubato! Nella foto, il quadro era su un tavolo vicino a una finestra. – Il ladro deve averla usata per riconoscere il quadro da rubare. Poi l’ha buttata via – mormorò Rose. – Chiunque sia stato – intervenne Josh – deve aver lasciato le impronte digitali sulla foto – e facendo attenzione a non toccarla, se la infilò in tasca. I ragazzi percorsero il vialetto fino all’ingresso principale. Un uomo spazzava le cartacce. A un tratto, Josh si chinò e raccolse qualcosa sogghignando. – Ehi, guardate, una buccia d’arancia! – C’è stata una festa qui ieri sera – spiegò l’uomo con la scopa – un uomo con un orango aveva parcheggiato qui il suo furgone. Certo che ne mangiano di arance quelle scimmie! Josh esaminò la buccia. C’era attaccato un lungo capello arancione. – È uguale al capello trovato in cucina! – osservò Rose. – Ragazzi – disse Josh – è stata la scimmia! – Hanno il pelo lungo e arancione! – disse Rose. Dink sgranò gli occhi. – Dite che l’orango ha rubato il quadro? – Perché no? – disse Josh – Se addestrati, possono farlo! Dink si batté la mano sulla tasca in cui teneva la foto. – Se avete ragione, qui sopra ci saranno le sue impronte e quelle della persona che lo ha addestrato.
So analizzare Completa la tabella con le informazioni che ricavi dal testo. crimine
..........................................................................................................
investigatori
..........................................................................................................
sospettato
..........................................................................................................
indizio che dà una svolta alle indagini
..........................................................................................................
testimone
..........................................................................................................
Verso le competenze
Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un racconto giallo.
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Ho imparato a COMPRENDERE
Furto alla galleria da W. Ecke, Un volto alla finestra, Edizioni E. Elle
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Il commissario Van Damin, responsabile della sezione furti della polizia di Amsterdam, fece un cenno all’ispettore: – Allora, che cosa mi dice del furto alla galleria? L’ispettore cominciò il suo rapporto: – Il furto è avvenuto tra mezzanotte e l’una. Abbiamo rintracciato una donna che proprio a quell’ora ha visto una luce muoversi nei locali della galleria. La donna abita nella casa di fronte. Ha pensato che si trattasse di un normale controllo notturno. Inoltre abbiamo appurato che il ladro è entrato dal tetto e se n’è andato da una finestra della cantina. Ha portato via una preziosa raccolta di monete d’oro. Con un gesto d’impazienza Van Damin gettò sul tavolo la biro: – Scommetto quello che vuoi che in questa faccenda c’è lo zampino del nostro vecchio amico Boris Lutrink. I tetti, la finestra della cantina: è il suo classico modo di procedere. La stampa è già al corrente dell’accaduto? – No – rispose l’ispettore – nessuno ne sa niente, tranne noi. – Molto bene. Adesso trova Lutrink e portamelo qui. Neanche tre ore dopo, Lutrink entrava protestando nella stanza del commissario. – Ecco qui il nostro amico – disse l’ispettore – l’ho pescato al Caffè Strooten dove se ne stava seduto innocente come un uccellino. – Proprio così, signor commissario! – esclamò Lutrink con aria indignata – Di che cosa mi si accusa? – Si sieda! – tuonò la voce del commissario – Si tratta di un tetto e della finestra di una cantina. Ma se lei ha un alibi… Con un lampo negli occhi, Lutrink si batté il petto: – Ebbene, signor commissario, mentre avveniva questo vostro furto io me ne stavo a giocare a carte con due miei amici. Dalle ventitré fino all’una passata. Come vede non posso essere stato io! – Uhm … – sospirò Van Damin – sono dispiaciuto di doverla mettere al fresco.
PIÙ FACILE
Testo GIALLO narrativo Il racconto Ho capito le parole Segna con una
il completamento corretto in base al contesto.
• L’espressione “l’ispettore cominciò il suo rapporto” (riga 4) significa: l’ispettore convocò a rapporto tutti gli agenti. l’ispettore fu chiamato a rapporto dal commissario. l’ispettore iniziò a scrivere la sua relazione. l’ispettore riferì ciò che sapeva. • L’espressione “in questa faccenda c’è lo zampino del nostro vecchio amico Boris Lutrink” (riga 13-14) può essere sostituita con: Boris Lutrink, un vecchio amico dell’ispettore, è coinvolto in questo crimine. in questa faccenda è coinvolto Boris Lutrink, una vecchia conoscenza della polizia. in questa faccenda il nostro amico Boris Lutrink, non è coinvolto. questa faccenda riguarda un nostro amico, il vecchio Boris. Riscrivi con parole tue le seguenti espressioni: • “Con un lampo negli occhi” (riga 28) ................................................................................................................... • “doverla mettere al fresco” (righe 33-34) ...........................................................................................................
Ho capito il testo Rispondi alle seguenti domande. • Quale reato è stato commesso? ................................................................................................................................ • Dove è accaduto il fatto? ............................................................................................................................................. • Ci sono dei testimoni? ................................................................................................................................................... • Come si chiama l’investigatore che indaga sul caso? ....................................................................................... • Chi è il suo aiutante? ...................................................................................................................................................... • Chi è il colpevole? ............................................................................................................................................................ • Perché i sospetti si concentrano su di lui? ............................................................................................................. ....................................................................................................................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................ Rileggi le righe 29-32. Lutrink non confessa apertamente il furto, ma dà un’informazione sulla sua colpevolezza. Quale? Ha detto che giocava a carte. Era conosciuto dalle forze dell’ordine. Conosceva già l’ora del furto. Sostiene che non può essere stato lui. Verso Versolelecompetenze competenze
Obiettivo: leggere e comprendere un racconto giallo.
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CODING
Gira la storia Per creare le sequenze narrative di un racconto giallo hai sicuramente bisogno dei seguenti elementi. i fatti
Un caso da risolvere, gli indizi, un alibi, i testimoni e un colpevole i luoghi
Realistici, descritti nei particolari, ricchi di atmosfera il tempo
Ore 03:0 0. silenzio Nell’atrio so l’om bra si m verso l’ osse aula di informa Il comp tica. uter pri ncipale si accese c sinistro on un ronzio . Ore 9.3 0. L’ispe ttore S entrò n alvi ella sala profess – Allora ori: , – disse – tanta u rgenza? perché – Hann o rubato tu passwo rd di no tte le ip – spieg ò il profe rofessori! ssor Toll Non po i– ssiamo accede registri! re ai
Il detec tiv stava am e Emma Grey mirand o le pare ricolme ti di bibliote libri dell’antica ca di M anorho quando use, giunse Mister Jo il propri nes, eta – Benve rio: nu disse l’u ta Miss Grey – omo, st ringend mano. E ole mma ch iese: – C la succed e? he – Succe de che stanott passan e, do da q uella fin qualcun estra oh prezioso a rubato il più dei mie i volum i.
y Emma Gre Il detective pareti le o nd ira stava amm Nell’atrio tica se Ore 03:00. libri dell’an ricolme di mbra si mos l’o use, ho so io or nz an sile di M atica. L’Ispett s, biblioteca a di inform rice Sa Mister Jone se verso l’aul un gi le ll do pa y stava le an r princi rm ggendo Stoqu : Il compute rio ta io seduta sulla pa il proprie n un ronz nchina s Grey – si accese co del parc– Benvenuta Mis Il pubblic o gendole la Commissari o rin . F st i u sinistro. o, lv richiam disse l’uom o Farin un imp ata da spettore Sa Che svegliato d L’i – . : ro se 30 ie 9. v ch re v i soprass a fu a O is ri: trillo de ano. Emm la professo Una donn o trambustm alto dal sa lla o ne l . te ò a, ste lefono. entr hé stav Guardò a gridan sa a terra, succede? disse – perc l’orolog stanotte, e – Allora, – d ch o e . io ed L’ alzarsi e : le d aiutò ad – Succ truan q nza? raccols quella fines ra uarto. – Pronto ue e tanta urge le eran ssando da ? – fece bato tutte o caduti e i fiori che pa il più uco. to ba le ru ri! – Hanno ru . ha so es qualcuno di noi prof Po–i chiese: – mi.Dall’altro cap lu vo i ie m password i C o de lli he è su il serge prezioso de cc professor To – Qualcuno nte di p l telefono mi ha sp esso? – spiegò il olizia Sil fu spicc terraia. – o accedere into a m ia ss io d is po : – se Commis enti Non – E ha ru deve ve la rosa sario b a b to n lu ri! ir che ave regist del Sign e subito in casa compe vo rato. or Tomm asi. Si tr di un fu atta rto di q ua valore, ma la si dri di tuazion poco ch e è… iara. rina fu Fa o ri sa is Il Comm dal soprassalto svegliato di m or . St no lly fo le e Sa trillo del te L’Ispettric due e ta rologio: le endo sedu Guardò l’o stava legg o – fece ? rc to pa l . – Pron hina de un quarto sulla panc ata da am hi ric Fu rauco. pubblico. fono sto. po del tele viso trambu Dall’altro ca un improv Silenti rra, ia te liz a a po es di st a, il sergente Una donn ad sario – Commis do. L’aiutò fu spiccio: sa e le stava gridan ch ri fio i se subito in ca ol re cc ni ra ve e i ve ta de alzars masi. Si trat m To ti. or du gn ca del Si erano successo? adri di è qu e di Ch o – : rt di un fu Poi chiese ne è… into a la situazio o mi ha sp valore, ma – Qualcun bato ru ha E . – ra e poco chia terra. – diss che avevo la rosa blu . comperato
Ben determinato, al presente o al passato i personaggi
Protagonista: un investigatore dotato di intelligenza e “fiuto” Colpevole: un ladro, un assassino... Vittima: la persona derubata, uccisa, rapita... Sospettati: si muovono accanto alla vittima e la conoscono Testimoni: forniscono informazoni o hanno assistito al fatto la struttura
Inizio – svolgimento – conclusione.
Mettiti alla prova e sfida i tuoi compagni per creare il racconto perfetto. Gira la storia è un gioco che unisce le caratteristiche del coding (cioè l’attenzione alle relazioni tra gli elementi, alle sequenze logiche e ai cicli matematici) al gioco narrativo e all’incidente fantastico da cui nascono le migliori storie. Si gioca a squadre. Ogni squadra ha a disposizione una delle quattro “storie aperte” da completare. Utilizza le frecce direzionali e le carte moltiplicatore e costruisci il percorso più breve per raggiungere le caselle intreccio: potrai raccogliere prima delle squadre avversarie le quattro carte che riportano gli elementi necessari a costruire il tuo racconto REGOLE E ISTRUZIONI SI TROVANO NELLA GUIDA DELL’INSEGNANTE giallo: testimone, indizio, alibi e colpevole!
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Il racconto
UMORISTICO Per quale motivo, secondo te, la bambina sta ridendo?
Ti capita di scoppiare a ridere durante la lettura di una storia?
Ci sono dei personaggi che ti fanno divertire in modo particolare?
B uona visione Il Piccolo Nicolas e i suoi genitori Anno di uscita: 2009 Durata: 90 minuti Paese: Francia
Felici di leggere M. Ward, Le strabilianti avventure dei Whipple, De Agostini C. Goddard, Martin Frolly esploratore pasticcione, Il Castoro U. Wölfel, 28 storie per ridere, Kalandraka R. Dahl, Gli Sporcelli, Salani
STUDENTE
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il RACCONTO UMORISTICO è un testo narrativo che racconta fatti realistici o fantastici che, a un certo punto, prendono una piega ridicola e comica. Ha lo scopo di far ridere e divertire il lettore.
I personaggi hanno caratteristiche o difetti esagerati che li rendono ridicoli, bizzarri o pasticcioni.
I PERSONAGGI
Le vicende si svolgono nel passato o nel presente, in un tempo ben definito o indefinito.
IL TEMPO
con la MAPPA IL LUOGO
È ambientato in luoghi reali o verosimili (scuola, casa, ristorante, luoghi pubblici, ambienti naturali…).
I FATTI
I fatti sono buffi e comici basati su equivoci, imprevisti e situazioni assurde e ridicole.
ZOOM Il linguaggio è caratterizzato da giochi di parole, espressioni esagerate o a doppio senso, battute spiritose, nonsense. Le tecniche per far ridere sono costituite da equivoci, imprevisti, caricature, capovolgimento dei ruoli, situazioni inverosimili.
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STUDENTE
DOCENTE
Il racconto UMORISTICO
Juan Tamad da Percorsi didattici di educazione interculturale, a cura di G. Favaro, COSV
Un giorno Juan Tamad se ne stava beato sotto l’albero di tamarindo con il cappello sul viso, quando sentì la voce della madre: – Juan, dove sei? Stai ancora dormendo? Va’ subito al mercato a comprare un po’ di sale e cinque granchi ancora vivi. Ma non giocare per strada e torna subito a casa! Juan prese i soldi e si avviò verso il mercato. Dopo aver acquistato i granchi, prese un po’ di sale, poi si incamminò sulle rive del fiume verso casa. Incontrò ben presto alcuni amici che giocavano e che lo invitarono. Juan tirò fuori i granchi dal sacchetto, li lasciò liberi e disse loro: – Andate in fretta a casa mia: dritto per questa strada e poi a sinistra quando vedete il grande albero di tamarindo. Svelti, andate! Poi si guardò intorno e vide un punto in cui l’acqua del fiume era molto profonda e là mise il sale. Si mise subito a giocare e smise solo al tramonto. La madre lo aspettava da ore e quando lo vide arrivare gridò: – Dove sei finito? Dove sono i granchi e il sale? – Qualcuno ha rubato il sale! L’avevo nascosto sotto l’acqua e non l’ho più trovato. E i granchi non sono venuti a casa? Gli avevo spiegato bene la strada da fare – rispose Juan. La madre urlò per la rabbia, poi se ne andò in cucina esasperata. Intanto, Juan rifletteva su che cosa mai non avesse funzionato in tutta quella storia!
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Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: luogo • situazione buffa • tempo • personaggio sciocco 81
Il testo NARRATIVO
L’autostrada Comprendo se
faccio ipotesi Osserva l’immagine e leggi il titolo. Che cosa farà il signore a piedi al casello dell’autostrada?
Analizzo • Chi sono i personaggi del racconto? ......................................... ............................................................... • Il signor Veneranda è un personaggio: irreale. verosimile. • Come lo definiresti? astuto stravagante ingenuo maleducato • L’effetto comico è ottenuto attraverso: situazioni inverosimili. imprevisti e disavventure. giochi di parole. un equivoco che crea incomprensioni.
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da C. Manzoni, Il signor Veneranda, Rizzoli
Il signor Veneranda si fermò all’ingresso dell’autostrada Milano-Torino. – Torino – disse il signor Veneranda al bigliettaio. Il bigliettaio guardò il signor Veneranda e poi si guardò attorno nel piazzale deserto, dove non sostava nemmeno un’automobile. – Ma… – balbettò il bigliettaio – e la macchina? – Che macchina? – domandò il signor Veneranda, stupito. – L’automobile – disse il bigliettaio – lei non ha l’automobile? – Io no – disse il signor Veneranda – io non ho l’automobile. Perché? Cosa c’è di strano? C’è tanta gente che non ha l’automobile e perché la dovrei avere io? – Io non so – balbettò il bigliettaio – ma se lei vuole andare a Torino con l’autostrada, dovrà pure avere un’automobile. – Io non vado a Torino con l’autostrada – disse il signor Veneranda – non posso andarci appunto perché non ho l’automobile. E poi cosa dovrei andare a fare a Torino? – Non so… è lei che ha detto Torino – balbettò il bigliettaio interdetto. – Io ho detto Torino, non lo nego – disse il signor Veneranda – ma tutti possono dire Torino quando vogliono, le pare? Non capisco perché quando uno dice Torino dovrebbe, secondo lei, andarci in automobile. – Va bene, ma allora lei, che cosa vuole da me? – balbettò il bigliettaio sempre più confuso. – Io niente – disse il signor Veneranda – Ho detto Torino, ma potevo dire Roma o Genova o un’altra città. Le dispiace? – No, ma… senta, se lei non entra in autostrada con l’automobile, mi lasci in pace – brontolò il bigliettaio. – Eh, accidenti! – gridò il signor Veneranda perdendo la pazienza – adesso dovrò comprarmi un’automobile per far piacere a lei! Ma sa che è un bel tipo? – e voltò le spalle al bigliettaio e si allontanò brontolando. rtirti uare a dive Vuoi contin a? r Venerand con il Signo ratorio Vai nel Labo di italiano
pp. 28-29
Il racconto UMORISTICO
Abbasso il nove da G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi
Uno scolaro faceva le divisioni: – Il tre nel tredici sta quattro volte con l’avanzo di uno. Scrivo quattro al quoto. Tre per quattro dodici, al tredici uno. Abbasso il nove… – Ah no! – gridò a questo punto il nove. – Come? – domandò lo scolaro. – Tu ce l’hai con me: perché hai gridato “Abbasso il nove”!? Che cosa ti ho fatto di male? Sono forse un nemico pubblico? – Ma io… – Ah, lo immaginavo bene, avrai la scusa pronta. Ma a me non mi va giù lo stesso. Grida “Abbasso il brodo di dadi”, “Abbasso lo sceriffo”, e magari anche “Abbasso l’aria fritta”, ma perché proprio, “Abbasso il nove”? – Scusi, ma veramente… – Non interrompere, è cattiva educazione. Sono una semplice cifra e qualsiasi numero di due cifre mi può mangiare il risotto in testa, ma anch’io ho la mia dignità e voglio essere rispettato. Prima di tutto dai bambini che hanno ancora il moccio al naso. Insomma, abbassa il tuo naso, abbassa le tapparelle, ma lasciami stare! Confuso e intimidito, lo scolaro non abbassò il nove, sbagliò la divisione e si prese un brutto voto. Eh, qualche volta non è proprio il caso di essere troppo delicati.
Comprendo se
leggo bene
Leggi il racconto con un tuo compagno per dare “la voce” a ciascun personaggio.
Analizzo Chi sono i personaggi del racconto? ......................................................................................................... • Essi sono: entrambi reali. entrambi fantastici. uno reale e uno fantastico. Segna il tempo e il luogo della vicenda. A scuola durante la ricreazione. A scuola durante una lezione di matematica. A scuola durante una lezione di grammatica. Spiega oralmente da che cosa lo hai capito. Nel racconto la comicità è generata da: l’esagerazione. il fraintendimento di parole. lo scherzo. il capovolgimento dei ruoli.
Capisco le parole Quale parola viene fraintesa? .......................................................... Spiega oralmente che cosa intende dire lo scolaro e che cosa capisce, invece, il nove.
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Il testo NARRATIVO
Dov’è il secchiello? da J. J. Sempé, E. Goscinny, Le vacanze di Nicola, Emme Edizioni
Analizzo Quali tecniche determinano l’aspetto umoristico della vicenda? Puoi indicare più di una scelta. La presenza di personaggi pasticcioni. Malintesi Situazioni ridicole. Giochi linguistici. Conclusioni a sorpresa. Esagerazione della realtà. In questo racconto il papà è: una persona maldestra che combina solo guai. una persona distratta che si comporta in modo assurdo. una persona comune che si trova in una situazione imbarazzante.
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PIÙ FACILE
– Sentite, bambini, voglio riposare. Allora, invece di giocare a pallone, perché non giocate a fare buchi nella sabbia? Noi abbiamo trovato l’idea formidabile, abbiamo preso le palette e abbiamo cominciato a fare un buco. Un buco da matti, grosso e profondo come non so. Ho chiamato papà e gli ho detto: – Hai visto il nostro buco? – È molto carino, tesoro – ha detto lui. Poi, è venuto un signore con un berretto bianco e ci ha chiesto chi ci aveva dato il permesso di fare quel buco sulla spiaggia. – Lui! – hanno detto i miei amici indicando papà. Io ero molto fiero, perché credevo che il signore dal berretto bianco si sarebbe congratulato con lui. Ma il signore non sembrava contento. – Non è per caso impazzito, a dare di queste idee ai bambini? Papà ha ribattuto: – E beh? Allora, il signore col berretto si è messo a gridare che era incredibile come la gente fosse incosciente, ci si poteva rompere una gamba cadendo nel buco e che con l’alta marea la gente che non sapeva nuotare avrebbe perduto l’equilibrio e sarebbe affogata nel buco, che la sabbia poteva crollare e che uno di noi rischiava di restarci, nel buco, e che bisognava assolutamente richiuderlo.
Il racconto UMORISTICO – Va bene. – ha detto papà – Bambini, chiudete il buco. Ma il signore col berretto ha detto: – Lasci stare i bambini, mi chiuda quel buco, e subito! – e se ne è andato via. Papà ha sospirato e mi ha aiutato a chiudere il buco. Siccome avevamo solo una paletta piccola, c’è voluto un sacco di tempo e, avevamo appena finito, quando la mamma ha detto che era ora di tornare. – Tira su la roba, la paletta, il secchiello e vieni – mi ha detto. Io ho preso la mia roba ma non ho trovato il secchiello. – Fa niente – ha detto papà. Ma io mi sono messo a piangere. Un secchiello pazzesco, giallo e rosso, che faceva delle formine fortissime. – Calma. Dove l’hai messo? Ho risposto che forse era in fondo al buco. Papà mi ha guardato come se volesse darmi una sculacciata, ma ha detto che lo avrebbe tirato fuori, quel secchiello. Siccome avevamo sempre solo una paletta, non ho potuto aiutarlo e lo lasciavo fare; a questo punto abbiamo sentito un vocione dietro di noi: – Mi prende in giro? Ci siamo voltati e abbiamo visto il signore dal berretto bianco. – Se ricordo bene, le avevo proibito di fare buchi! Papà gli ha spiegato che stava cercando il mio secchiello. Allora il signore gli ha detto che era d’accordo, ma a condizione che poi richiudesse di nuovo il buco. Ed è rimasto là a sorvegliare. – Senti – ha detto la mamma a papà – vado in albergo con Nicola. Ci raggiungerai appena avrai ritrovato il secchiello. Papà è arrivato in albergo tardissimo, era stanco morto. Il secchiello non l’aveva trovato, ma non fa niente perché mi sono accorto che l’avevo lasciato in camera.
Grammatica Nella frase evidenziata individua l’aggettivo e fanne l’analisi grammaticale. .......................................... .......................................... .......................................... Poi, sul quaderno esegui l’analisi logica e grammaticale della frase.
Comprendo Completa le frasi. .................................. e i suoi amici fanno un ...................................... nella sabbia molto ....................................... Un signore costringe il ....................................... di Nicola a ....................................... il buco. Nicola non trova il ....................................... e crede che sia in ....................................... al buco. Il papà comincia a ....................................... per recuperare il secchiello. Ripassa il signore di prima e rimane a controllare che alla fine il papà ................................. il buco. Il ............................... rientra in albergo ............................................., senza aver trovato il ................................... perché .......................................................................................................................................................................................
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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il RACCONTO UMORISTICO è un testo narrativo che racconta fatti realistici o fantastici che, a un certo punto, prendono una piega ridicola e comica. Ha lo scopo di far ridere e divertire il lettore. Completa lo schema del racconto umoristico con le seguenti espressioni. capovolgimento dei ruoli • buffi • a doppio senso • caricature • verosimili • ridicoli • reali • passato • pasticcioni • imprevisti • presente • giochi di parole • comici • equivoci • bizzarri
I PERSONAGGI
I personaggi hanno caratteristiche o difetti esagerati che li rendono ............................................, ............................................. o ................................................
IL TEMPO
Le vicende si svolgono nel ................................................ e nel ........................................ in un tempo ben definito o indefinito.
I LUOGHI
È ambientato in luoghi ................................................ o ................................................ (scuola, casa, ristorante, luoghi pubblici, ambienti naturali…)
I FATTI
I fatti sono ................................................ e ............................................. basati su ................................................, ................................................... e situazioni assurde e ridicole.
ZOOM Il linguaggio è caratterizzato da: ................................................, espressioni esagerate o ........................................................................................, battute spiritose. Le tecniche per far ridere sono costituite da equivoci, imprevisti, ........................................................., ..............................................................................................,
situazioni inverosimili.
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Il racconto UMORISTICO
C’è qualcosa nella scarpa! da G. Quarenghi, Piccole mani, piccole zampe, Mondadori
Ho un papà che adora gli animali e anche me. Sabato pomeriggio siamo andati in bicicletta fino al fiume, ci siamo tolti le scarpe e abbiamo camminato un bel pezzo nell’acqua; poi ci siamo seduti sulla riva e abbiamo mangiato la merenda che ci eravamo portati, mentre il sole e l’aria ci asciugavano i piedi. – È ora di tornare a casa, mio caro pesciolino – mi fa dopo un po’. – Infilati le tue pinne che io mi infilo le mie. Voleva dire le scarpe, gli piace scherzare così. Ma io non ne avevo molta voglia, così sono rimasto sdraiato a guardarlo mentre si alzava, si avvicinava alle scarpe, allungava la mano per prenderle quando, di colpo, faceva un balzo indietro lanciando un urlo di spavento e perdeva l’equilibrio finendo lungo disteso. – Qu-qu-qualcosa… c’è… c’è qualcosa di viscido e bagnato, là dentro! – è riuscito a balbettare dopo qualche secondo, indicandomi le sue scarpe come fossero la tana di un orribile mostro. Mi sono avvicinato e le ho prese in mano: – Ma è solo una rana! – Ma è veraaa!!! – ha gridato papà. Cosa posso dirgli, quando fa così? Nei documentari non ho mai visto cuccioli che insegnano le cose ai grandi!
So analizzare Rispondi e segna con una
i completamenti giusti.
• Dove si svolge la storia? .......................................... ............................................................................................... • È un luogo:
reale.
fantastico.
• Il tempo della storia è: definito.
indefinito.
• Chi sono i personaggi della storia? ..................... ............................................................................................... • Sono personaggi:
Verso le competenze
reali.
fantastici.
• Il padre del ragazzo si comporta in modo: coraggioso. infantile. avventuroso. misterioso. • L’effetto umoristico del racconto è dato: dal comportamento del bambino. dalla presenza della rana nella scarpa. dal fatto che è il padre a spaventarsi anziché il bambino. dal fatto che padre e figlio sono andati a pescare insieme.
Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un racconto umoristico.
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Ho imparato a COMPRENDERE
Spaghetti per due da G. Marotta, Tutte a me, Ceschina
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In casa non mancava il commestibile. Si trattava di cucinare, è vero, ma Adalberto assicurò che si sentiva in grado di fare una salsa squisita. – Poi – disse – c’è una cassa di spaghetti. Credi che sia difficile cuocerne due porzioni per noi? L’acqua bolliva. Adalberto trovò una scatola di conserva di pomodoro e l’aprì con la punta di un coltello. Disse che di conserva gliene bastava una metà della scatola, quanto pressappoco ce n’era rimasta: quella sparsa sulla sua giacca era superflua. Adalberto prese quindi una padella, la lavò, ci versò dell’olio e la mise sul fornello. Passò qualche minuto; poi si udì uno strano sibilo, qualcosa che ricordava una miccia accesa: quindi una serie di scoppi e io provai una crudele trafittura alla guancia destra. – Ma che diamine hai fatto? – chiesi – Hai messo olio e nitroglicerina? – Devo aver lasciato qualche goccia d’acqua nel padellino – tentò di spiegare Adalberto, pallido – e l’olio bollente… Poi affrontammo il problema del sale. Dopo una lunga meditazione decidemmo di versarne un pizzico per volta, assaggiando l’acqua a mano a mano. Finalmente arrivò il momento di mettere la pasta in pentola. La tenni costantemente d’occhio fino a che Adalberto fece il gesto di chiudere il gas, quindi ruggì: – Presto, il colino! O gli spaghetti diventeranno polenta! In un paio di minuti vuotati per terra tutto il contenuto dei mobili da cucina: camminai sui piatti, scivolai su pezzi di burro ma del colino nemmeno l’ombra. – Corri alla salsa! – gridò ancora Adalberto – E quanto agli spaghetti, se sono ancora degni di questo nome, li tireremo fuori dall’acqua senza colino. Così fece: tolse la pentola dal fornello, l’appoggiò al bordo del lavandino, la inclinò lentamente con precauzione… – Basta tener fermo il coperchio – disse Adalberto. Ma il coperchio scottava e gli spaghetti finirono nella vaschetta. – Non c’è che da riprenderli e da lavarli – aggiunse Adalberto. Li lavammo e li versammo nei piatti. Ma ogni eroismo ha un limite: il solo aspetto ci dissuase da ogni tentativo di assaggiarli. Mangiammo un chilo di pane raffermo e ci bevemmo sopra un litro d’acqua. PIÙ FACILE
Testo narrativo Il racconto UMORISTICO Ho capito le parole La frase “In casa non mancava il commestibile” (riga 1) significa che: in casa non mancava il gas. in casa mancavano gli spaghetti. in casa il cibo non mancava. in casa mancava il cibo. Nella battuta “Hai messo olio e nitroglicerina” (riga 13), qual è il significato di “nitroglicerina”? Particolare grasso per friggere. Crema ammorbidente per pelle secca. Particolare condimento per gli spaghetti. Potente liquido esplosivo.
Ho capito il testo Il narratore prova “una crudele trafittura della guancia destra” (righe 11-12) provocata: da uno schizzo di acqua bollente. dalla nitroglicerina. da uno schizzo di olio bollente. da uno schizzo di conserva di pomodoro. Adalberto e il suo amico affrontano “il problema del sale” (riga 16): aggiungendolo un po’ alla volta senza assaggiare l’acqua. decidendo di non salare l’acqua. versandolo tutto in una sola volta nell’acqua. aggiungendolo un po’ alla volta e assaggiando l’acqua. Gli spaghetti finirono: nel colino. nel piatto di portata.
nell’acquaio. per terra.
Riordina con i numeri gli eventi elencati in disordine, sottolinea quelli che per te sono più divertenti. Scoppi dell’olio bollente per la presenza di acqua nel padellino. Sicurezza di Adalberto nel riuscire a cucinare un piatto di spaghetti. Scolatura degli spaghetti. Apertura infelice della salsa di pomodoro. Assaggio dell’acqua bollente per dosare il sale. Pranzo con pane raffermo e acqua. Ricerca affannata del colino.
Verso Versolelecompetenze competenze
Obiettivo: leggere e comprendere un racconto umoristico.
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Laboratorio di ASCOLTO
Che vista! Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Metti in ordine cronologico le parole pronunciate dal protagonista.
Non c’è niente da ridere!
È in ritardo il treno?
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Ha le orecchie otturate?
La prego mi dica che ore sono.
Non posso leggere l’ora, perché ho una vista pessima.
Lei è veramente un gran maleducato! Le farò rapporto!
Ho ricordato le battute del protagonista: facilmente. con difficoltà in parte. STUDENTE
DOCENTE
Il racconto
STORICO Studiando storia, ti capita di immedesimarti nei grandi personaggi del passato?
Hai visitato di persona luoghi del passato? Che sensazioni hai provato trovandoti lì?
B uona visione Il gladiatore Anno di uscita: 2000 Durata: 155 minuti Paese: USA
Felici di leggere M. Piovesan, Un leone di nome Pericle, Raffaello T. Bruno, L’ultimo gladiatore di Pompei, Raffaello E. Castiglioni Giudici, Le stelle brillano su Roma, Il Castoro A. Gagliardi, L’enigma di Domizia, Piemme
STUDENTE
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il RACCONTO STORICO è un testo narrativo che racconta avvenimenti immaginari, ma verosimili, cioè ricostruiti tra realtà storica e fantasia dell’autore. Ha lo scopo di coinvolgere e trasportare il lettore nelle civiltà del passato.
PERSONAGGI
I personaggi possono essere veramente esistiti in un determinato periodo storico oppure inventati, ma verosimili.
IL TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo ben definito, in un’epoca storica precisa. Spesso sono indicate anche le date.
IL LUOGO
È ambientato in luoghi reali del passato, che sono descritti con precisione dall’autore sulla base delle conoscenze storiche.
I FATTI
Vengono narrate vicende storiche realmente accadute, arricchite da elementi inventati dall’autore, oppure vicende completamente inventate, ma inserite in un contesto storico reale.
ZOOM Il linguaggio è ricco di termini specifici dell’epoca in cui si svolgono i fatti. Sono presenti molte descrizioni di armi, utensili, abiti, alimenti, abitudini… Il racconto storico trasmette al lettore conoscenze su un determinato periodo della storia dell’umanità.
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STUDENTE
DOCENTE
Il racconto STORICO
Due veri spartiati da S. Bonariva, Amicizia a Sparta, Einaudi Scuola
Nikandros e Agapios sapevano che, come tutti i bambini spartani, non appena avessero compiuto sette anni avrebbero dovuto lasciare la loro casa per entrare in comunità e affrontare l’agoghé, cioè il lungo addestramento che li avrebbe fatti diventare dei veri spartiati: i guerrieri dell’esercito più potente e temuto della Grecia. Alla fine quel giorno giunse… Nella primavera del 575 a.C. il capo della comunità tenne un breve discorso di benvenuto e concluse con la formula di rito: – Voi sarete le mura di Sparta! Sparta, infatti, era l’unica città greca senza mura difensive, perché erano i suoi uomini, i suoi soldati a doverla difendere. I ragazzi risposero a questa frase con un urlo selvaggio e furono accompagnati nell’accampamento dove da allora in poi avrebbero trascorso il loro tempo. La prima notte passò in fretta. Nei giorni successivi furono sottoposti a ogni sorta di prova fisica. C’erano però alcuni momenti della giornata in cui i ragazzi venivano lasciati in pace, per allenarsi per proprio conto o imparare a suonare il flauto, attività che veniva tenuta in grande considerazione per via dei flauti di guerra. Il flautista era perciò un ruolo molto rispettato e quando Nikandros lo capì, cominciò a esercitarsi a suonare ogni volta che ne aveva l’occasione: era sempre meglio che combattere! Così, mentre Agapios diventava di giorno in giorno più forte, agile e veloce, Nikandros imparava la musica e la danza.
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Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: personaggi • conoscenze storiche • luogo • fatti • tempo 93
Il testo NARRATIVO
Un ritrovamento inaspettato Comprendo se
faccio ipotesi Osserva l’immagine e leggi il titolo. Secondo te, in quale epoca si svolge il racconto?
Comprendo Segna con una le informazioni storiche che puoi ottenere su Archimede da questo racconto. È uno degli studiosi più famosi dell’antichità. È sposato. Ha inventato la leva. Vengono da tutte le parti per chiedere un suo parere. Ha tre figli. È un matematico.
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ITAMAP p. 8
da E. Gagliardi, Il fuoco di Archimede, Piemme
Siracusa, autunno 215 a.C. Archimede è uno degli studiosi più famosi non solo di Siracusa e della Grecia, ma del mondo intero. Da una costa e dall’altra del Mediterraneo giungono ambasciatori per chiedere il suo parere; lo consultano i più famosi scienziati della Siria, della Persia e dell’Egitto. Tanta fama però non ha cambiato la sua vita. Continua ad abitare in una casetta modesta e il suo unico interesse sono i calcoli, lo studio e le invenzioni. Con un’unica eccezione: ha un vero debole per Didio, l’ultimo figlio di sua sorella. Didio sta giocando nelle cave di pietra di Siracusa (le latomie). Nel silenzio del paesaggio si sente un lamento. I ragazzi si guardano senza fiatare. Sembra provenire da una piccola fortezza in pietra. – Che cos’è? – sussurra Attalo con gli occhi sgranati. Nessuno risponde, perché in quell’istante il lamento riprende. – Io vado su a vedere – esclama Didio – chi vuole mi segua, chi ha paura aspetti in basso. Quando finalmente tutti arrivano in cima, si sporgono per guardare all’interno del semicerchio di pietra. In mezzo a quei frammenti, giù in basso, giace un piccolo corpo. – Come facciamo a tirarlo fuori da lì? Dobbiamo cercare aiuto – dice Heliodoro – c’è una persona che da sola può farcela: tuo zio Archimede! Didio lo guarda imbarazzato: – Zio Archimede?! Ma se ha più di settant’anni! – Che cosa c’entra l’età? Non è con la forza fisica che sposterà la pietra d’ingresso. Non ti ricordi che cosa ha detto tuo zio pochi giorni fa? “Datemi un punto di appoggio e io vi solleverò il mondo”. Noi abbiamo bisogno che sollevi solo una pietra! Corriamo a chiamarlo!
PIÙ FACILE
Il racconto STORICO Quella sera è già quasi buio quando il ragazzino si precipita in casa, tutto trafelato, con i soliti amici alle costole. Lo tira per il chitone: – Vieni subito, non c’è tempo da perdere! Archimede capisce subito che è un’emergenza. Si butta sulle spalle un mantello e segue i tre ragazzi. Mezz’ora dopo è già sul posto, insieme al fedele servo Papias che gli fa da aiutante. La sua ultima invenzione, la leva, si rivela formidabile: in pochi minuti sposta un pietrone pesantissimo col semplice aiuto di un lungo bastone appoggiato a un sasso. L’apertura è piccola, ma Attalo riesce a intrufolarsi all’interno della torretta e a trascinare fuori il corpo di un bambino svenuto. Appena lo guardano da vicino, però, tutti gridano stupore. È una ragazzina minuta, esile con lunghi capelli di seta e un bernoccolo in mezzo alla fronte. ina? rà la ragazz Si riprende torio Vai al Labora o n di italia
Analizzo Segna con una il completamento giusto. Il luogo in cui si svolge la vicenda è: una città della Sicilia. una città della Persia. una città della Grecia. una città egizia. • I fatti avvengono in un tempo: ben definito. indefinito. Quando? .......................................... • Il personaggio storico presente nel testo è: Papias. Archimede. Attalo. Didio.
pp. 32-33
Capisco le parole Collega ogni termine specifico della storia alla sua definizione, aiutandoti con il contesto. • chitone cave di pietra di Siracusa • latomia tipico abito a tunica indossato dai Greci
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Il testo NARRATIVO
Ricordi nostalgici di Cesare da E. Detti, Giulio Cesare, Raffaello
Comprendo se
leggo bene
Leggi interpretando con la voce gli stati d’animo provati via via da Giulio Cesare.
Capisco le parole Segna con una l’alternativa giusta che sostituisca la parola sottolineata nelle seguenti espressioni. • “Il luogo gli rinfrancò l’animo” rasserenò rattristò • “Gli avevano riferito di trame orribili contro di lui” intrighi scritte
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ITAMAP p. 9
In un giorno di marzo del 44 a.C., Cesare aveva dato ordine di essere accompagnato in lettiga nella Suburra, il popolare quartiere di Roma in cui era nato e aveva trascorso la sua infanzia. Ormai non c’era più la sua modesta casetta dove aveva studiato sotto la guida del maestro Marco Antonio Grifone, ma il luogo gli rinfrancò l’animo. Gli succedeva sempre quando riusciva a tornarvi. Il familiare vocìo e i frastuoni che si spandevano gli cullavano la mente. Cesare non si affacciò, non spostò il velo che ricopriva il baldacchino che lo stava trasportando. Non aveva alcuna intenzione di vedere ancora una volta quel mondo che conosceva bene. Voleva solo riflettere. I suoi informatori gli avevano riferito di trame orribili contro di lui, più di uno aveva agitato il sospetto che si stesse preparando una congiura per attentare alla sua vita. Ma le informazioni erano sempre vaghe. Gli riferivano solo il nome di alcuni dei congiurati, suoi avversari già noti, ma niente di più. Si trattava di personalità contro le quali, senza prove, era difficile intervenire. In questi casi era d’uso che i sovrani consultassero aruspici e indovini. Ma Cesare sapeva che tra queste persone c’erano spesso dei ciarlatani. Uno degli aruspici più seri era Spurinna, il padre di Frida, che egli ascoltava spesso. Ma se anche Spurinna aveva mandato il figlio in Grecia a studiare le scienze, era chiaro che egli stesso non si fidava fino in fondo della sua arte. Per questo Cesare aveva fatto chiamare il giovane Frida.
Il racconto STORICO Il ragazzo gli era apparso sveglio, capace di capire le cose al volo e di rispondere dopo aver meditato. Gli aveva quindi affidato la lettura del migliore dei suoi libri, il De bello gallico, in modo che potesse conoscere la sua storia, il suo carattere, il suo modo di pensare e agire. Immaginando Frida, forse proprio in quel momento chino sui rotoli, Cesare sorrise. Pensò che per un giovane come lui la lettura delle sue lunghe descrizioni dei popoli della Gallia dovesse essere noiosa. Ripercorse con la mente i capitoli che egli stesso aveva scritto. Alcune parti sicuramente avrebbero annoiato il ragazzo, ma altre lo avrebbero entusiasmato. La lettura delle battaglie e delle vittorie, le descrizioni del valore dei suoi generali e delle truppe romane avrebbero acceso il suo animo giovanile.
Comprendo Quali tra i seguenti fatti riportati dal brano, puoi affermare con certezza che sono storicamente avvenuti? Segnalo con una . Cesare si fa portare in lettiga nella Suburra. Cesare ha studiato sotto la guida del maestro Marco Antonio Grifone. Alcuni avversari di Cesare congiuravano per ucciderlo. Spesso i sovrani consultavano gli aruspici e gli indovini. Cesare consultava spesso il padre di Frida. Cesare ha scritto il De bello gallico. Frida legge il De bello gallico.
Analizzo Rispondi. • Chi è il protagonista di questo racconto? ................................................................................... • Chi sono gli altri personaggi? ................................................................................... • Quale fra questi, puoi affermare con certezza che si tratta di un personaggio storico? ................................................................................... • In quale luogo è ambientato il racconto? ................................................................................... • L’epoca in cui si collocano i fatti narrati è: ben precisata. indefinita.
Compito di REALTÀ Dividetevi in quattro gruppi. Ogni gruppo sceglierà di approfondire uno dei seguenti aspetti del periodo storico presentato dall’autore del racconto: • chi era Giulio Cesare • quali furono le sue imprese • il poter politico • la congiura e la morte Raccogliete insieme le informazioni trovate e costruite un lapbook di classe.
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Ho imparato ad ANALIZZARE Il RACCONTO STORICO è un testo narrativo che racconta avvenimenti immaginari, ma verosimili, cioè ricostruiti tra realtà storica e fantasia dell’autore. Ha lo scopo di coinvolgere e trasportare il lettore nelle civiltà del passato. Completa lo schema del racconto storico con le seguenti espressioni. esistiti • inventate • descrizioni • contesto storico • specifici • verosimili • epoca storica • definito • reali • storiche
I PERSONAGGI
I personaggi possono essere veramente ................................... in un determinato periodo storico oppure inventati, ma ..............................................
IL TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo ben ................................ ................................, in un’................................................................................ precisa. Spesso sono indicate anche le date.
I LUOGHI
È ambientato in luoghi .............................................. del passato, descritti con precisione dall’autore sulla base delle conoscenze storiche.
I FATTI
Vengono narrate vicende .............................................. realmente accadute, arricchite da elementi inventati dall’autore, oppure vicende completamente .............................................., ma inserite in un ...................................................................................... reale.
ZOOM Il linguaggio è ricco di termini .............................................. dell’epoca in cui si svolgono i fatti. Sono presenti molte .............................................. di armi, utensili, abiti, alimenti, abitudini…
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Il racconto STORICO
In fuga da Pompei da M. P. Osborne, Una vacanza vulcanica a Pompei, Piemme Junior
Era un giorno del 79 d.C., in lontananza, la sommità del Vesuvio stava bruciando. Pietre infuocate e cenere incandescente cadevano dal cielo in quantità impressionante. L’aria calda e polverosa puzzava di zolfo, lo stesso odore delle uova marce. Marzio e Cornelia correvano a perdifiato. Nel foro di Pompei negozianti, soldati, gladiatori, ortolani e pescivendoli correvano in ogni direzione. Non una bancarella era rimasta in piedi. Tende, carri, banchi, merci: era tutto distrutto. Marzio si fermò terrorizzato: non sapeva dove andare. – Di là! – gridò Cornelia, cercando di sovrastare il rumore. Marzio la seguì, insieme oltrepassarono il tempio di Giove. Le sue poderose colonne erano crollate. Passarono vicino alle terme nel preciso istante in cui il tetto crollava. Marzio guardò il vulcano in eruzione. Il pendìo era in fiamme. Nella strada dei negozi, cesti, canestri e anfore spezzate rotolavano sulle pietre del selciato. Marzio e Cornelia oltrepassarono il foro e il negozio del calzolaio. Passarono davanti al macellaio e al barbiere. Tutte le botteghe erano deserte. I negozianti e i clienti erano fuggiti, abbandonando ogni cosa. Più forte la terra tremava e più scuro era il cielo. Marzio si sentiva soffocare respirando quel fumo disgustoso e fetido. Gli lacrimavano gli occhi.
So analizzare Segna con una il completamento giusto. • La vicenda avviene in un tempo: ben definito. non precisato. • La vicenda è ambientata: sulla sommità del Vesuvio. ai piedi dell’Etna. a Pompei, una città immaginaria dell’Impero Romano. a Pompei, una città dell’Impero Romano veramente esistita. Verso le competenze
• I protagonisti del racconto sono: personaggi storici realmente esistiti. personaggi inventati, ma verosimili. • Il fatto storico avvenuto realmente è: la fuga di Marzio e Cornelia. la fuga dei negozianti di Pompei. l’eruzione del Vesuvio. il crollo del tempio di Giove.
Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caretterizzano un racconto storico.
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Ho imparato a COMPRENDERE
Una grande perdita da I. Sciapeconi, Ottaviano Augusto, Raffaello
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Ottaviano era rimasto sveglio per tutta la notte. Non poteva credere che Giulio Cesare fosse morto. Poco prima dell’alba fu lo stesso Ottaviano a svegliare il messaggero: voleva sapere, voleva sapere tutto. – Dimmi come è avvenuta la morte di mio zio – gli ordinò. – Giulio Cesare è stato assassinato! – rispose il messaggero senza dilungarsi nei particolari. Con un filo di voce, Ottaviano disse: – Ma com’è possibile? Era amato da tutto il popolo. Il messaggero si fece forza e continuò il racconto. – Non è stata la plebe a ucciderlo. Sono stati alcuni senatori, guidati da Crasso. Per mesi hanno accusato Giulio Cesare di voler diventare il padrone di Roma, alla fine hanno organizzato una congiura per eliminarlo. Hanno portato in Senato una cassa di documenti, dove avevano nascosto i pugnali. – E gli amici di mio zio? Dov’era Marco Antonio, quando Cesare veniva assassinato? – chiese Ottaviano. – Un uomo lo ha fermato all’ingresso del Senato con una scusa. Anche la scorta è stata distratta e Cesare è entrato da solo. Nessuno poteva immaginare la tragedia che si stava preparando. – E dov’era Bruto? – chiese Ottaviano – Giulio Cesare si fidava di lui come di un figlio. Il messaggero rimase per un attimo in silenzio. Poi riprese: – Sì, Bruto era come un figlio per Cesare. Ma anche Bruto era tra gli assassini. Cesare ti ha nominato suo erede e ti ha adottato come figlio. Questo vuol dire che tutte le sue ricchezze, ora sono tue – spiegò il messaggero – e tuo è anche il governo della città di Roma. Anche se tua madre sostiene che sei ancora giovane per prendere il comando di Roma. Ha detto che è troppo pericoloso. Lei ti consiglia di rimanere qui ad Apollonia… – Secondo mia madre dovrei rimanere qui ad Apollonia e far finta di non aver ricevuto nessun messaggio, nessuna eredità… ma se mi comportassi così sarei anch’io un traditore di Cesare. La volontà di Giulio Cesare va rispettata – concluse Ottaviano. Si parte per Roma!
PIÙ FACILE
TestoSTORICO narrativo Il racconto Ho capito le parole Scegli l’alternativa corretta. • La frase “Rispose il messaggero senza dilungarsi nei particolari” (righe 6-7) significa: il messaggero rispose arricchendo la narrazione con particolari. il messaggero rispose a monosillabi. il messaggero rispose riferendo il fatto essenziale. il messaggero diede una lunga risposta. Colora i nomi che appartengono all’epoca storica in cui si svolgono i fatti presenti nel testo. potere
ragazzo
messaggero
plebe
pugnali congiura
nipote
Crasso Ottaviano
Senato
Giulio Cesare
Ho capito il testo Segna con una
il completamento giusto.
• Ottaviano è: il nipote di Giulio Cesare che ha partecipato alla sua uccisione. un suddito di Giulio Cesare e futuro imperatore di Roma. lo zio di Giulio Cesare e futuro imperatore di Roma. il nipote di Giulio Cesare e futuro imperatore di Roma. Rispondi alle domande. • In quale città si trova Ottaviano? ............................................................................................................................... • In quale città viene ucciso Giulio Cesare? .............................................................................................................. • Ottaviano da chi apprende la notizia dell’uccisione di Cesare? ..................................................................... • Per quale motivo Giulio Cesare è stato ucciso? .................................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................ Riordina, con i numeri, i fatti relativi all’uccisione di Giulio Cesare. Marco Antonio è stato fermato all’ingresso del Senato con una scusa. I senatori hanno portato in Senato una cassa di documenti dove avevano nascosto i pugnali. Bruto ha ucciso con altri Giulio Cesare. Anche la scorta di Cesare è stata distratta con una scusa. I senatori hanno organizzato una congiura. Giulio Cesare è entrato in Senato da solo.
Verso Versolelecompetenze competenze
Obiettivo: leggere e comprendere un racconto storico.
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Laboratorio di ASCOLTO
Il cavallo di Alessandro Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Ricostruisci il racconto riordinando le sequenze e inserisci nei fumetti le battute dei personaggi, riportate di seguito. • – Ti ho portato un regalo!
• – Bucefalo… Ecco, è il tuo nome.
• – Soltanto io lo posso domare! Lasciatelo!
• – Vai Bucefalo!
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STUDENTE
DOCENTE
Ho ricostruito la storia: facilmente. con difficoltà.
in parte.
Il racconto
AUTOBIOGRAFI C O e BIOGRAFICO
Che cosa stanno facendo le persone rappresentate nell’immagine?
B uona visione Wonder Anno di uscita: 2017 Durata: 113 minuti Paese: USA
Ti capita di riguardare le foto che “raccontano” la tua storia? Come ti senti in quei momenti?
Felici di leggere R. Dahl, Boy, Salani R. Piumini, Tre fratelli Piumini, Topipittori V. Mazza, La storia di Malala raccontata ai bambini, Mondadori C. Carminati, M. Evangelista, In viaggio con Wolfgang, Fabbri
STUDENTE
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il RACCONTO AUTOBIOGRAFICO e quello BIOGRAFICO sono testi che raccontano storie realmente vissute. Hanno lo scopo di far conoscere ai lettori la vita dei protagonisti, le loro riflessioni, i loro sentimenti… RACCONTO AUTOBIOGRAFICO è il racconto della propria vita, scritto in prima persona dall’autore stesso.
RACCONTO BIOGRAFICO è il racconto della vita di un personaggio famoso, scritto in terza persona.
I PERSONAGGI
Nell’autobiografia l’autore è insieme protagonista e narratore interno. Nella biografia il protagonista è il personaggio di cui si narra la vita. In entrambi i tipi di racconto gli altri personaggi sono le persone che partecipano alla vita del protagonista (familiari, amici, conoscenti…).
IL TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo passato, ben definito. Spesso, gli eventi più significativi sono indicati dalle date. A volte il narratore ricorre al presente storico, cioè narra al presente vicende passate, come se volesse riviverle nel ricordo.
I LUOGHI
Ambientato in luoghi reali, quelli in cui sono vissuti i protagonisti.
I FATTI
Vengono narrati episodi più importanti e significativi della vita del protagonista, solitamente in ordine cronologico.
ZOOM Nell’autobiografia il linguaggio è familiare ma accurato; presenta le riflessioni personali dell’autore. La biografia può essere anche romanzata, cioè con elementi inventati dall’autore.
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STUDENTE
DOCENTE
Il racconto AUTOBIOGRAFICO
Il mio sogno… a due ruote da V. Rossi, Pensa se non ci avessi provato, Mondadori
Io sono Valentino Rossi e voglio essere una persona, non un’icona. Sono nato a Urbino il 16 febbraio 1979, mio padre era un pilota professionista di moto e poi di auto, mia madre una geometra. Ero un bimbo molto tranquillo. Nessuno si lamentava di me: né le maestre, né le altre mamme. Ho cominciato col realizzare piccoli circuiti per simulare le corse con le macchinine. Quando andavo in bicicletta tenevo sempre il ginocchio fuori. Ma lì ero ancora buono. Ho iniziato a scatenarmi quando mi sono impossessato di un veicolo a motore con due ruote. Ho deciso che il mio numero per il Campionato Mondiale sarebbe stato il 46. Quel numero racchiude la mia carriera e simboleggia la mia grande, incredibile avventura. Mi ricorda il giorno in cui tutto ha avuto inizio. Ero a un bivio: due o quattro ruote? Kart o moto? Scelsi le due ruote: la moto. Cominciai a gareggiare e a vincere. Sì, è vero, andavo bene a scuola. Facevo bene un sacco di altre cose. Ma io volevo correre. Forte, fortissimo. Con la moto, e l’ho fatto. Pensa se non ci avessi provato!
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Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: protagonista e narratore interno • personaggi • tempo • luogo • fatti • riflessioni personali 105
Il racconto BIOGRAFICO
Henri Matisse da P. Carpi, Matisse - Le finestre del sole, Vallardi
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Il pittore Henri Matisse nacque nel 1869 a CateauCambrésis, nel nord della Francia. Terminata la scuola si impiegò in uno studio legale per diventare avvocato. Un bel giorno - aveva vent’anni - si ammalò gravemente. È strano chiamare “bello” il giorno in cui qualcuno si ammala. Ma quella malattia fu la sua fortuna. Difatti dovette restare a letto per quasi un anno e cominciò a dipingere. Con tanta passione che, appena guarito, comunicò al padre che aveva deciso di diventare pittore. Immediatamente dopo, partì per Parigi. Qui si mise a dipingere e disegnare, senza smettere mai. Lavorava con ardore dalla mattina alla sera, talvolta anche di notte. E fu proprio questo impegno a fare di lui un grande pittore, il più importante del suo tempo, insieme a Pablo Picasso. Con altri artisti scoprì a poco a poco un nuovo modo di dipingere, a colori forti, intensi, mai usati prima, pieni di luce. E come li scopriva quei colori? Adoperava quelli che potevano far sentire proprio ciò che sentiva lui. Si può dire che Matisse usava il colore con la naturalezza dei bambini, perché i bambini tendono a dipingere utilizzando le tinte che preferiscono, non quelle che corrispondono alla realtà delle cose. Tant’è vero che Matisse diceva: – Bisogna rimanere bambini tutta la vita, pur essendo uomini.
Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: protagonista • luogo • tempo • fatti • riflessioni personali 106
La regina dell’atletica
Il racconto AUTOBIOGRAFICO e BIOGRAFICO
da N. Orlando, A. Cruciani, Vietato dire non ce la faccio, Piemme
Io sono una velocista, una campionessa nei 100 e 200 metri. Non a caso, quando mamma ha avvisato papà al lavoro che stavo per nascere, l’ho bruciato sul tempo! Sono stata più rapida di lui ad arrivare. Erano le 12.35 dell’8 novembre 1993. Voglio anche puntualizzare subito che io non sono una persona down. Io sono una persona con la sindrome di Down. Down è un cognome, non un aggettivo. Non significa “inferiore, in basso, giù”. Non bisogna tradurlo dall’inglese. Il signor John Langdon Down è il dottore che per primo, nel 1866, ha messo insieme le caratteristiche della sindrome. In casa spesso mi ripetono: – È vietato dire “non ce la faccio” – mi piace, diventerà il motto della mia vita. Eccomi al Mondiale di Atletica in Sudafrica. Prima di iniziare le gare, ci fanno assistere alla cerimonia inaugurale. È uno spettacolo di musiche e danze sudafricane così colorato, allegro e travolgente, che mi viene voglia di ballare. Infatti ballo, anche se dovrei riposare. Al primo giorno mi aspettano due prove: i 100 metri e il Triathlon. Come al solito non mi interessa sapere chi sono le avversarie che sto per sfidare, voglio solo pensare a me stessa e a non aver paura. Mi concentro e mi ripeto: “è vietato dire non ce la faccio”. Fisso la pista e ripasso come le mie gambe dovranno trovare la giusta velocità. Nessuno può parlarmi in questo momento. Ascolto solo una voce, quella di mia nonna. Mi sembra di sentirla mentre mi dice: «Dai Momola, fai vedere chi sei!». Momola è come chiamavo la mollica da bambina. Infine mi rivolgo all’unico portafortuna che ho, il mio cuore: “Aiutami a tirare fuori l’anima”. Mauro, l’allenatore, si avvicina e mi carica con un’unica parola: – Spacca! Corro i 100 metri. E appena taglio il traguardo cerco il tabellone dei tempi: accanto al mio nome leggo 17”89 seguito dalla scritta “Gold Medal!”, medaglia d’oro. Sono campionessa del mondo!
Triathlon: disciplina che consiste nei 100 metri, nel salto in lungo e nel lancio del peso
Analizzo Completa inserendo le seguenti parole al posto giusto. Inserisci tu l’ultima parola. protagonista • autrice
• prima Il testo è narrato in ....................... persona dall’...................................... che è anche la .................................. È un testo ..........................................
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Il testo NARRATIVO
Comprendo se
faccio ipotesi Leggi il titolo: secondo te, si tratterà di una biografia di un’autobiografia? Per quale motivo sarà famosa la protagonista?
Analizzo Segna con una solo le affermazioni vere. L’autore del testo narra la storia di una famosa sportiva. La protagonista del racconto è autrice e narratrice della storia. Il racconto inizia dal presente, poi con la tecnica del flashback salta indietro nel tempo, all’infanzia della protagonista. I fatti sono narrati in ordine cronologico. Le vicende si svolgono in luoghi reali e familiari all’autrice. Sottolinea gli altri personaggi che compaiono nella storia.
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PIÙ FACILE
Sono una creatura di acqua dolce da F. Pellegrini, Creatura d’acqua dolce, in Per passione, Buena Vista
Un costume verde con gli elefantini e io che annaspo nel mare nero e troppo salato. Io sono piccola piccola e là sotto è tutto nero e non si vede niente. Di sicuro ci sono anche le meduse, sono gelatinose, si appiccicano addosso e pizzicano. Mio padre mi butta in acqua, io annaspo e annaspo, testa fuori e occhi chiusi, per difendermi dagli schizzi. Laggiù c’è il pattino bianco e rosso del bagnino e allora nuoto più veloce, respiro forte e un po’ bevo, ma non importa. Sono testarda io. Sono una creatura d’acqua dolce. Finalmente arrivo, il mio salvatore sorride e si sbraccia, poi mi prende su. È nata così la mia passione per il nuoto. La piscina è la mia casa, il mio appartamento. Io sono una creatura d’acqua dolce. Con l’acqua io parlo. Lei mi aspetta, si apre e mi accoglie. Sì, io con l’acqua parlo e lei parla con me. Io non l’ho capito subito che il nuoto sarebbe stato la mia vita. È stato per caso. La passione purtroppo dormiva dentro di me. A un certo punto la passione si è svegliata. Sono aumentati gli allenamenti, sono diventati doppi tutti i giorni, lunghi, estenuanti, però bellissimi.
Il racconto AUTOBIOGRAFICO e BIOGRAFICO L’istruttore, che all’inizio gridava, ora non grida più. Le luci della piscina mi impedivano di vedere bene, era come stare in paradiso. Quando sono nel mio appartamento dalle pareti d’acqua, ascolto il mio respiro, l’acqua che mi abbraccia e mi scivola addosso. Con il tempo io e l’acqua siamo diventate amiche per la pelle. A volte l’acqua mi fa anche qualche dispetto, ma poi tutto passa ed è meglio di prima. SPLASH! Lo splash è la colonna sonora della mia vita. È una sensazione fantastica, quando fai SPLASH. La cosa più bella di quando ti alleni da sola. Chiudi gli occhi e ascolti il suono delle bracciate. L’acqua è il mio ambiente naturale. Sono un pesce, forse mi cresceranno le branchie. Capire fino a che punto puoi spingerti e lì fermarti. Ecco, lo sport serve a conoscersi, aiuta a volersi bene ed è molto impegnativo. È un lavoro. Io non conosco la noia. La noia deve essere una cosa terribile. Porta la tristezza, la malinconia. Se invece hai una passione, impari a farti compagnia da solo e anche a rispettare gli altri. Vedi gli altri con occhi diversi. Io sono fortunata perché sono una creatura d’acqua dolce. E le creature d’acqua dolce non si annoiano mai. cere meglio Vuoi conos pionessa? questa cam torio Vai al Labora o n lia a it di
pp. 36-37
Comprendo Rispondi alle seguenti domande sul quaderno. 1. Hai capito di chi parla il testo? Perché si definisce un “creatura di acqua dolce”? 2. Che cosa rappresenta la piscina per Federica Pellegrini? 3. Che cosa pensa dello sport la campionessa? 4. Perché sostiene che è importante avere una passione?
Parlo di me Tu che rapporto hai con l’acqua? Anche per te è un’amica o la consideri pericolosa? Racconta.
Capisco le parole Segna con una il completamento giusto. • La parola SPLASH riproduce: il rumore di una porta che sbatte. il suono dei passi sul bordo di una piscina. il tonfo di qualcosa che cade in acqua. il verso di un animale acquatico. • Questa parola è: una parola straniera. un’onomatopea. una sigla. Scrivi altre parole che rispondono alla categoria che hai scelto. ............................................................................................... ...............................................................................................
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Il testo NARRATIVO
Einstein, genio ribelle da L. Novelli, Einstein e le macchine del tempo, Editoriale Scienza
Da piccolo non sono molto sveglio. Può sembrarvi incredibile, ma io, uno dei padri della fisica moderna, sono considerato un po’ tonto. Questo perché a quattro anni non parlo ancora e, a nove, faccio fatica a formulare un discorso usando le parole giuste. Eppure, a cinque anni sono già bravo col violino: so suonare Mozart, Bach e Schubert. E ragiono per immagini. Inoltre me la cavo benissimo nelle intricate vie di Monaco di Baviera, dove si è trasferita la mia famiglia. Sono anche bravissimo a montare complesse costruzioni con i cubi di legno colorati, gli antenati dei mattoncini Lego dei vostri tempi. Insieme al violino, questo è il mio passatempo preferito. Non c’è la televisione e non esistono neppure radio, giornalini e videogiochi. In casa c’è solo qualche libro illustrato, colorato a mano. Zio Jakob mi racconta delle storie e mi aiuta a fare i compiti. – L’algebra – dice lui – è una scienza allegra, dove si va a caccia di un animale che chiamiamo “x”. Ma mio zio Jakob non è l’unico a parlarmi di scienza. Viene da noi uno studente di nome Max Talmey. È un ebreo povero che studia medicina. La mia famiglia non è proprio ricca ma, come è uso tra gli ebrei benestanti di Monaco, ogni venerdì invita a cena qualcuno meno fortunato di noi: Max, appunto. E lui ogni volta mi porta un nuovo libro da leggere e da guardare. Sono tutti libri di divulgazione e di scienza. Ed è proprio leggendo questi libri che comincio a pormi le prime domande su come funziona l’Universo.
Analizzo Scegli con una il completamento corretto. Dove necessario completa tu. • Il tempo è: definito. non definito. • I fatti narrati sono: contemporanei. accaduti nel passato. • Il tempo verbale usato per raccontare i fatti è: presente passato. Quindi il narratore ricorre al .......................................................................................... I luoghi della storia sono quelli dove l’autore: avrebbe voluto vivere. ha vissuto realmente. Il testo è un racconto .......................................................................................................
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Il racconto AUTOBIOGRAFICO e BIOGRAFICO
Albert da I. Lepscky, Albert, Emme edizioni
Albert era un bambino strano. Sempre svagato. Sempre spettinato. Allacciarsi le scarpe era per lui un’impresa difficile. Non amava giocare alle biglie o al pallone, preferiva osservare per ore e ore la forma di una piccola foglia, e giocare con i dadi di legno come un bambino piccolo. “Albert è stupido” pensavano di lui i suoi cugini che non riuscivano a farlo partecipare ai loro giochi. Albert non amava la scuola, e si rifiutava di imparare a memoria qualsiasi lezione. S’interessava solo alle lezioni di aritmetica. – Non pretendo di avere per figlio un genio – disse una sera il papà alla mamma – Però mi piacerebbe che Albert studiasse un poco di più. E poi non capisco come un bambino possa starsene per ore e ore a guardare il cielo. Mah! Chi mai riuscirà a capire quello che Albert ha nella mente! Un giorno che Albert aveva un po’ di febbre e doveva stare a letto, il papà gli regalò una bussola. Albert volle subito sapere perché l’ago puntava sulla grossa N, e il perché dei campi magnetici, e il perché dei poli della Terra. Passava da un perché all’altro, i suoi perché non finivano più. Più tardi il papà ripensando alle domande che Albert gli aveva fatto, si stupì che fossero così profondamente indagatrici, così precise, così acute. All’improvviso ebbe un’intuizione che lo riempì di orgoglio e tenerezza. Sì, Albert era un bambino diverso da tutti gli altri. Il suo sguardo che a tutti appariva distratto, rifletteva in realtà una mente che vagava in luoghi dove nessuno poteva seguirlo. Albert crebbe, il suo interesse per ogni processo della natura non si arrestò mai. Divenne un grande scienziato, elaborò nuove teorie fisiche destinate a cambiare radicalmente le idee dell’uomo sull’universo. Scoprì verità mai immaginate prima.
Capisco le parole Sostituisci le parole evidenziate nel teso con un sinonimo adatto al contesto. Riscrivi le nuove frasi sul quaderno.
Analizzo Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Chi è l’autore del brano? 2. Chi è il protagonista? 3. Il testo è narrato in prima o in terza persona? Rifletti sulle tue risposte alle precedenti domande e completa. Il testo che hai letto è una ......................................................
PIÙ FACILE
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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? L’AUTOBIOGRAFIA è un testo scritto in prima persona dall’autore per raccontare la propria vita. La BIOGRAFIA, invece, è un testo che narra la vita di un personaggio famoso. Questi testi hanno lo scopo di far conoscere ai lettori la vita dei protagonisti, le riflessioni, le sensazioni e gli stati d’animo... Completa lo schema del racconto autobiografico e biografico con le seguenti espressioni. cronologico • inventati • narratore interno • romanzata • personaggio • familiare • passato • personali • date • reali • protagonista • personaggi • eventi
I PERSONAGGI
Nell’autobiografia l’autore è insieme .......................................... e ................................................ Nella biografia il protagonista è il ..................................................................... di cui si narra la vita. In entrambe, gli altri ........................................... sono familiari, amici, conoscenti che partecipano alla vita del protagonista.
IL TEMPO
Le vicende si svolgono in un tempo ............................................ ben definito. Gli eventi più significativi della vita del protagonista sono indicati dalle ................................................ corrispondenti a ................................................ significativi della vita del protagonista. A volte si può ricorrere al presente storico.
I LUOGHI
È ambientato in luoghi ................................................, quelli in cui sono vissuti i protagonisti.
I FATTI
Vengono narrati episodi significativi della vita del protagonista solitamente in ordine ................................................
ZOOM Nell’autobiografia il linguaggio è intimo, .................................................................. e accurato; vi si trovano anche le riflessioni .................................................. del narratore-protagonista. La biografia può essere anche .................................. ....................., cioè arricchita di elementi ................................................ dall’autore.
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Testo narrativo Il racconto AUTOBIOGRAFICO e BIOGRAFICO
Passeggiate primaverili da R. Levi Montalcini, Elogio dell’imperfezione, Garzanti
Nelle tiepide giornate primaverili, quando gli ippocastani dei viali della città si coprivano di gemme, era d’obbligo per noi bambini andare, nelle prime ore del pomeriggio, a prendere “una boccata di sole” in uno di questi viali. Insieme alla mia gemella Paola, andavamo in corso Duca di Genova, un’arteria secondaria non percorsa da mezzi pubblici, ma solo da carrozze trainate da magri cavalli e da rare automobili. La governante che ci accompagnava era una certa Antonietta, soprannominata da noi Cincirla. Lei non era al corrente di questo nomignolo, che ci era stato suggerito dalla sua estrema debolezza e fragilità fisica, dal colorito giallognolo del viso e dal taglio obliquo degli occhi, piccoli e nerissimi. Questo soprannome mi ha scolpito nella memoria tante sensazioni e molti ricordi indelebili di quelle passeggiate pomeridiane. Non m’importava niente della boccata di sole, anche se i grandi sostenevano che faceva molto bene alla salute, e non avevo alcuna voglia di mettere in mostra la mia mancanza di socievolezza e le mie scarse attitudini sportive. Ero infatti la meno abile nel saltare alla corda, nel gioco della settimana e nel lanciare la palla. Le compagne di gioco, della nostra età, cambiavano di volta in volta a seconda della panchina scelta da Cincirla per le due ore dedicate a quel rito pomeridiano.
So analizzare Completa. Il testo è narrato in ............................ persona dall’autrice stessa per raccontare episodi ............................ Il protagonista è ..................................................... Il tempo è ............................ I luoghi della vicenda raccontata sono ............................ È un testo ..................................................... Verso le competenze
Obiettivo: discriminare tra racconto biografico e autobiografico attraverso l’analisi degli elementi che li caratterizzano.
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Ho imparato a COMPRENDERE
Impararerò a scrivere! da W. M. Maathai, Solo il vento mi piegherà. La mia vita, la mia lotta, Sperling & Kupfero
Wangari Muta Maathai è stata una biologa e un’ambientalista keniota. Nel 2004, prima donna africana, ricevette il Premio Nobel per la Pace. 5
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Poco dopo essere arrivati in Kenya, mio fratello, che aveva tredici anni e aveva appena iniziato le superiori, pose una domanda: – Perché Wangari non va a scuola come tutti noi? Non era una domanda così scioccante. Mio zio mandava tutti i suoi figli, compresa una femmina, a scuola. Ma non era ancora una pratica comune. La mamma avrebbe potuto semplicemente dire: “Non abbiamo abbastanza soldi, ho bisogno che resti a casa. Che necessità c’è che una ragazza vada a scuola?”. Ma, anche se lei non aveva ricevuto un’istruzione, fu d’accordo con mio fratello. Le sono davvero grata per quella decisione, perché mi ha cambiato la vita e io non avrei potuto prenderla da sola. Il primo giorno alla scuola elementare resta vivido nei miei ricordi. Mio cugino Jono mi accompagnò a piedi. Era di poco più grande di me e sapeva già leggere e scrivere. Mentre stavamo proseguendo a piedi scalzi lungo il sentiero mi domandò: – Sai come si legge e si scrive? – No – risposi. Prese il suo quaderno e una matita, poi mi mostrò ciò che aveva scritto. Naturalmente non riuscivo a capire, ma mi impressionò molto. Mio cugino annuì, poi fece una cosa che mi sembrò davvero miracolosa: tirò fuori una gomma e cancellò tutto ciò che aveva scritto. Non avevo mai visto una gomma, e mi sembrò una magia. Non ho mai dimenticato quel giorno. Quanto desideravo saper scrivere qualcosa e poi cancellarlo! Quando alla fine imparai a leggere e scrivere, non smettevo mai, perché potevo leggere, potevo scrivere e, soprattutto, potevo cancellare! PIÙ FACILE
Il racconto AUTOBIOGRAFICO e BIOGRAFICO Ho capito le parole Segna con una come puoi sostituire, in base al contesto, ciascuna parola o espressione sottolineata. • “Non era una domanda così scioccante” (riga 9): ingenua. sconvolgente. improvvisa. corretta. • “Ma non era ancora una pratica comune” (righe 10-11) : non era un fatto impossibile non era un fatto diffuso non era un fatto accettabile non era un fatto insolito • “Il primo giorno di scuola resta vivido nei miei ricordi” (righe 18-19): triste. confuso. offuscato. vivo.
Ho capito il testo Segna con una
se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F).
• Wangari è sempre vissuta in Kenya.
V F
• È stato il fratello di Wangari a sollevare il problema dell’istruzione della bambina.
V F
• Nessuna bambina africana all’epoca frequentava la scuola.
V F
• La mamma di Wangari non vedeva la necessità di mandare la bambina a scuola.
V F
• La mamma di Wangari era una donna istruita.
V F
• Frequentare una scuola ha cambiato la vita di Wangari.
V F
• Wangari e suo cugino vanno a scuola a piedi scalzi.
V F
• Wangari, una volta imparato, non smetteva mai di leggere e scrivere.
V F
Dal brano si possono ricavare informazioni riguardo l’istruzione delle ragazze in Africa. Segna quale, secondo te, era la consuetudine. Tutte le ragazze frequentavano regolarmente la scuola. Poche ragazze erano mandate a scuola. Le ragazze potevano frequentare solo la scuola elementare. Nessuna ragazza veniva mandata a scuola. Rispondi alle seguenti domande. • Fu contenta Wangari di andare a scuola? Perché? ............................................................................................... ........................................................................................................................................................................................................ • Quale fu la prima scoperta che fece Wangari? E subito dopo? ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................ • Come reagì? ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................
Verso le competenze
Obiettivo: leggere e comprendere un racconto autobiografico.
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a Intervist ... re o t u a ’ l n o c
Antonio Ferrara è autore, illustratore e formatore. È nato a Napoli e vive a Novara. È convinto che scrittura, lettura e illustrazione costituiscano un dirompente e proficuo mezzo per fare educazione sentimentale e prevenzione del disagio. Ha ricevuto diversi premi, tra i quali nel 2012 il Premio Andersen come autore e nel 2015 come illustratore.
Stefano è appassionato di computer e passa le ore trafficando con schede madri e circuiti elettronici. Da tempo però si comporta in modo strano... La sorella lo sente parlare da solo e lo spia. Una storia curiosa per conoscere Steve Jobs, un uomo dall’intuito straordinario che invita a credere nelle passioni e ad affrontare con forza ogni sfida.
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ra a r r e F o i Anton Lavori spesso con tua moglie, attrice e fotografa. Su che cosa si basa questa collaborazione? Innanzitutto su un forte legame affettivo, naturalmente, ma anche su una bella sintonia e su una passione comune per i libri, le mostre d’arte e di fotografia, la musica e il cinema. Che cosa ti ha spinto a scrivere? Pensavi fin da piccolo di diventare uno scrittore? Mi ha spinto a scrivere (e a disegnare) la mia professoressa di italiano delle medie, che mi lasciava illustrare i temi come fossero albi illustrati. Infatti oggi sono scrittore e illustratore. Quale mestiere vorresti fare, se non fossi uno scrittore? Non farei nessun altro mestiere, poiché non conosco un mestiere più bello di scrivere e incontrare nelle scuole i propri lettori. In ogni caso ne ho fatti tanti, di mestieri, prima di riuscire a fare questo: grafico pubblicitario, portalettere, educatore di comunità alloggio per minori in difficoltà, impiegato amministrativo. Qual è la cosa più bella dello scrivere? Riuscire a fare empatia, cioè mettersi nei panni di qualcun altro e parlare e pensare come lei o come lui. Allenarsi a scrivere (e a leggere) bene aiuta anche a capire gli altri, a pensare come loro. La scrittura e la lettura diventano educazione sentimentale. Qual è il libro a cui sei più affezionato? Sono tanti. Costretto a scegliere, indicherei “La maestra è un capitano”, per i ragazzi di quarta e di quinta, e “80 miglia” per quelli di quinta.
Un librO per la classe
Nei tuoi libri racconti storie vere? Spesso i miei libri nascono da fatti autentici di cronaca o di storia che hanno avuto per protagonisti bambini/e o ragazzi/e. Lo spunto viene poi da me romanzato, ossia reinventato. Quali sono gli argomenti su cui scrivi più spesso? Come si collegano alle tue esperienze di vita? Da sempre mi piace scrivere di ragazzi che nella vita d’improvviso si trovano davanti a un problema grosso come una casa, un problema che spaventerebbe anche un adulto. E poi provo, nella mia storia, a fargli “attraversare un dolore”, una difficoltà, per vedere come se la cavano e come ne escono. E intanto provo, scrivendo la storia, a riorganizzargli la speranza.
Nel tuo ultimo libro pubblicato per il Gruppo Raffaello parli di Steve Jobs. Perché proprio questo personaggio? È stata una sfida che mi ha lanciato Patrizia Ceccarelli, editor per Raffaello, mia amica e collega scrittrice. Una sfida che ho raccolto volentieri, poiché era da tanto che avevo voglia di fare i conti con questo personaggio straordinario. Che cosa ti ha colpito di più di lui? In positivo e in negativo. In positivo, innanzitutto la sua determinazione, la sua tenacia. Poi la sua voglia di varcare nuove frontiere, di sognare forte, più di tutti i suoi contemporanei. In negativo penso, alla luce di tutti i documenti che ho letto su di lui, che, per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi, Steve abbia un po’ trascurato gli affetti, le persone care.
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INVERNO Brinata Bosco autunnale A. Sluckij, Nuovi poeticanta, russi, Paravia Einaudi dadaR.B.Calleri, Come l’uccello
A terra che somiglia un bosco in pieno autunno? La era squallida e grigia a un sommesso eSoprattutto grigio e monotono il cielo; incendio. Lambiscono la coppa dei cieli l’inverno riaprìmute la valigia lingue fiamme. egialle poi disse al di gelo: monotono: che stanca e annoia Più di uno “Ricama conscialle manozingaro gentile è screziato perché è sempre uguale il bosco ancora un po’ verde. quest’umida nebbia sottile”. penduli: che pendono giù da qualcosa Ad ogni albero, come a un falò, Il gelo si mise al lavoro: discacciare: mandare via puoi riscaldarti sui penduli rami l’anima. tremanti La poetessa presenta l’inverno e altri profuse con arte un tesoro elementi della natura attraverso di perle e diamanti, la figura retorica della: e,di all’alba D. Valeri del nuovo mattino, metafora. laInterra fu tutta un giardino. personificazione. tenue luce l’autunno si spoglia. IlUna solerete dal mare si affaccia similitudine. di nervi esili e un velo i d’oro candidi fiori a guardare, diafano, tesi sotto il cielo: Completa la tabella. laautunno nebbia fumosa discaccia, è quel che resta di una foglia. li viene a baciare; QUALI AZIONI UMANE COMPIE? e allora si rompe l’incanto… L’inverno ............................................................... e i fiori si sciolgono in pianto!
Autunno
Il gelo
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Il sole
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Capisco le parole
I fiori
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Scegli, tra le parole proposte, il sinonimo adatto al verbo ricavato dal testo.
Secondo te, il gelo con che cosa ricama la nebbia? Con le perle. Con la neve. Con la brina.
iill.FOGLIE varie forme e colori
• profuse (profondere): allargare spargere
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profumare
Un ricamo bianco
INVERNO
da M. Lodi, Bandiera, Einaudi Ragazzi
A poco a poco la rete dell’orto diventò un meraviglioso ricamo bianco. I rami del ciliegio furono ornati da un pizzo finissimo, mentre il tronco dormiva con la coperta bianca tirata fino alle orecchie e con la cuffia in testa. Per tre giorni e tre notti l’aria fredda lavorò a cucire e ricucire il grande lenzuolo sul mondo che dormiva. Alla fine, tutto era a posto, magnifico, immacolato; non c’era più un filo d’erba, non c’erano più strade, sparito il ruscello, spariti i sentieri degli orti. Poi uscirono i bambini; si sentivano le loro voci allegre ma senza eco, come se anche le voci fossero sotto la coperta. Sul mondo tutto bianco i bambini camminavano lasciando le loro impronte nella neve… come tante scarpe perdute, una in fila all’altra. Quando i bambini se ne andarono, nella campagna non si udì più alcun rumore. In quel momento una debole luce gialla apparve dietro la coperta del cielo. Sottolinea nel testo le personificazioni con cui sono descritti alcuni elementi della natura. Segna con una il completamento corretto. “Il grande lenzuolo” è: la nebbia. la brina. la luna. il sole. “Una debole luce gialla” è:
la neve. le stelle.
Cerchia gli aggettivi che ti sembrano adatti al mondo descritto nel testo. rumoroso • dormiente • silenzioso • festoso • ovattato Quali espressioni te l’hanno fatto capire?
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INVERNO
... È SAN VALENTINO
San Valentino nel mondo
Ti è mai capitato di festeggiare San Valentino? Come? Racconta.
Se in Italia San Valentino è la festa degli innamorati e si celebra con regali, cioccolata e romantici appuntamenti, nel resto del mondo le usanze sono molto diverse tra loro. Negli Stati Uniti, ad esempio, i festeggiamenti coinvolgono tutta la famiglia, perché San Valentino è la festa di “chi si vuole bene” e non solo dei fidanzati. Molto coinvolti sono i bambini, che preparano graziosi bigliettini e dolcetti che scambiano con genitori, compagni di classe e maestre. In Inghilterra sono celeberrimi dei bigliettini romantici indirizzati alla persona amata, chiamati “Valentine”, da un mittente anonimo e una tradizione che risale al XV secolo, quando Carlo D’Orleans, prigioniero nella torre di Londra, inviava missive alla sua amata moglie. In Spagna è tradizione che sia l’uomo a regalare un mazzo di rose rosse all’innamorata. In Giappone al contrario, sono le donne, che devono regalare cioccolatini ai loro compagni, ma anche amici, colleghi di lavoro o compagni di scuola in segno di amicizia. Un mese dopo, il 14 marzo il “White Day”, gli uomini dovranno però ricambiare il gesto, con dei cioccolatini rigorosamente bianchi!
Materiali dalla Tinkering box
LA SFIDA! Augura “Buon San Valentino” in modo diverso dal solito: realizza un cuore rosso fuoco con i poligoni che compongono il Tangram! IL PASSAGGIO DIFFICILE Fai attenzione alle proporzioni quando realizzi il tuo Tangram: tutti i pezzi nascono da un quadrato di 20x20 cm! Rifletti prima di incollare: come devi disporre le tue “sette pietre della saggezza”?
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• Cartoncino rosso e bianco • Forbici • Righello • Nastro in nylon • Spago • Colla vinilica • Pennarello rosso • Squadre
IT’S WINTER Leggi l’invito, poi, in coppia con un tuo compagno, rispondete alle domande: a turno uno pone la domanda e l’altro risponde.
Invitation for: Please come and join in the fun at a Boxing Day sleepover party. Don’t forget your sleeping bag. Date: Friday, December 26th Time: 6:30 pm Place: 42 Flower Road, Liverpool
Who is having a Boxing Day party?
Mattew
Who is the invitation for?
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What kind of party is it?
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When is the party?
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When does the party start?
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Where is the party?
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Ora dividetevi in gruppi e divertitevi a scrivere inviti per altre feste, da scambiarvi di gruppo in gruppo.
STUDENTE
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à t i b L r
e
Il tuo nome da P. Éluard, Poesie, Mondadori
Su i quaderni di scolaro Su i miei banchi e su gli alberi Su la sabbia su la neve Scrivo il tuo nome. Su la giungla ed il deserto Su i nidi su le ginestre. Su la eco dell’infanzia Scrivo il tuo nome. Su le piane e l’orizzonte Su le ali degli uccelli E il mulino delle ombre Scrivo il tuo nome. Sopra il lume che s’accende Sopra il lume che si spegne Su le mie case raccolte Scrivo il tuo nome. E in virtù d’una parola Ricomincio la mia vita Sono nato per conoscerti Per chiamarti Libertà.
CIRCLE time • Leggi la poesia e rifletti: secondo te, essere liberi vuol dire fare tutto ciò che si desidera o ci sono dei limiti da considerare? Confrontati con i compagni.
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Liberi di S. Bordiglioni, in Un paese bambino, Giannino Stoppani Edizioni
Liberi di bere, liberi di mangiare, liberi di prendere, liberi di dare, liberi di scegliere, liberi di pensare, liberi di partire, liberi di tornare. Liberi di tacere, liberi di parlare, liberi di credere, liberi di dubitare, liberi di applaudire, liberi di fischiare, liberi di crescere, liberi di tentare. Liberi di essere, liberi di fare, liberi di difendere e conservare la libertà che avremo saputo ogni giorno conquistare.
Parlo di me Che cos’è per te la libertà? ...................................................................................................................... ...................................................................................................................... ...................................................................................................................... ...................................................................................................................... Che cosa ti fa sentire libero? ...................................................................................................................... ...................................................................................................................... ...................................................................................................................... Dove o con chi ti senti veramente libero? ...................................................................................................................... ......................................................................................................................
In questa sezione troverai testi di diverse tipologie che parlano di libertà.
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Piccolo e coraggioso da M. Maggiani, Il coraggio del pettirosso, Feltrinelli
Mi ricordo una storiella della buona notte che mio padre mi ha raccontato per anni e io non mi stancavo mai di starla a sentire. – Allora, c’era un pettirosso, così piccolo che lo tenevi nel pugno della mano, ma con le sue idee che nessuno riusciva a togliergli dal capo. Voleva volare in qua e in là a vedere il mondo, becchettare dove c’era da sfamarsi e non gli piaceva per nulla che gli avessero assegnato il suo posticino, senza possibilità di cambiare. Così che un giorno prese il coraggio a quattro mani e si presentò dal signor falchetto, il re degli uccelli del bosco. “Vorrei il permesso di andare un po’ dove mi pare, tanto non darei fastidio a nessuno, piccolino come sono”. Così gli disse e intanto gli tremavano le penne. Il falchetto s’adombrò e fece la voce grossa: “Questa è una faccenda che non mi piace per nulla. Tu devi mettere la testa a posto e non star a disturbare con le tue pretese. Fila via o chiamo le gazze”. E nel dirgli questo, senza neppure farci caso, gli diede una zampata che gli artigliò a sangue un’ala. L’aveva pagata cara quell’uccelletto la sua smania di libertà. Ma testardo com’era, in due o tre giorni era di nuovo in aria a volare. Certo, alla bell’e meglio: sembrava diventato un pagliaccio tanto era buffo a volare con un’ala sola. E tutti gli uccelli giù a ridere. E ridevano a crepapelle anche il signor falchetto e le sue gazze. Così che dal gran ridere, nessuno si accorgeva che, ogni giorno che passava, il pettirosso volava sempre un po’ più in alto e un po’ più in là del posto che gli avevano assegnato. E il giorno che il falchetto se ne accorse, il pettirosso oramai volava così in su che dall’alto prese a bombardare sul capo il re degli uccelli a colpi di cacatine.
Comprendo Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Qual era il desiderio del pettirosso? 2. Quali ostacoli ha incontrato? Che cosa gli succede? 3. Che cosa permette al pettirosso di realizzare il suo sogno?
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PIÙ FACILE
Tale padre, tale figlio da E. Sforza, 100 racconti per bambini coraggiosi, ElectaKids
Nell’Africa del Sud viveva un bimbo dai molti nomi. I membri della tribù, di cui suo padre era il capo, lo chiamavano Madiba, mentre per i compagni di scuola era Nelson. Quando gli inglesi arrivarono per colonizzare la terra d’Africa, imposero agli africani dove dovevano vivere. “Noi bianchi da una parte, voi neri dall’altra”. Questa idea folle e ingiusta andava combattuta e, sin da bambino, Nelson vide il padre opporsi agli Inglesi, perdendo perfino il titolo di re del suo popolo. Ma tale padre, tale figlio. Da grande, Nelson lottò fieramente perché non ci fosse separazione tra le razze. Fu arrestato e condannato a restare in prigione per tutta la vita. Passò ventisette anni in carcere, di cui diciotto ai lavori forzati. Ma la sua storia andò oltre le sbarre della sua cella. Tutti, nel mondo, cominciarono a dire: – È un’ingiustizia! Liberatelo! Alla fine uscì di prigione. Però non gli bastava liberare gli oppressi, voleva fare lo stesso anche con gli oppressori. Non solo lui e i suoi fratelli dovevano essere liberi di andare dove volevano, ma anche i bianchi dovevano liberarsi dei pregiudizi e accettare i neri come esseri umani. Diventò presidente del Sudafrica. Sotto la sua guida, i bianchi e i neri impararono a convivere e per tutta la vita sostenne la pace tra gli uomini, di qualunque razza e provenienza. NELSON MANDELA è stato il più importante leader del Sudafrica. Nel 1993 ha ricevuto il premio Nobel per la Pace per essere riuscito a porre fine in modo pacifico all’apartheid, cioè alla separazione dei bianchi e dei neri. Ha dedicato tutta la sua vita all’impegno civile.
Comprendo Leggi le affermazioni e indica se sono vere (V) o false (F). • Gli inglesi imposero agli africani dove dovevano vivere.
V F
• Il padre di Nelson, per non perdere il titolo di re, non si oppose all’ingiustizia.
V F
• Secondo Nelson solo lui e i suoi fratelli africani dovevano essere liberi.
V F
• Sotto la guida di Nelson bianchi e neri impararono a convivere.
V F
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25 aprile: Festa della Liberazione di L. Cleri
Comprendo Completa scegliendo tra le parole elencate sotto. Resistenza • liberazione • partigiani • storia • nazi-fascista • migliore Il 25 aprile le scuole sono chiuse per festeggiare la .................................................... dell’Italia dall’oppressione ........................................................... La .................................................. è la lotta che hanno fatto i ............................................... per ottenere la liberazione. Conoscere la .............................. aiuta a costruire un futuro ..........................................................
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Carissimi bambini che frequentate la quinta elementare, ai miei tempi alle elementari studiavamo Storia dalla nascita dell’universo fino alla nostra storia recente. Ora non è più così, voi quest’anno arriverete a studiare solo fino all’Impero Romano. Dipenderà dalla vostra maestra eventualmente farvi sapere perché oggi, 25 aprile, siete a casa da scuola. Tanti anni fa, il 25 aprile del 1945, l’Italia è stata liberata dall’oppressione nazifascista, sotto cui si trovava da tantissimo tempo. Uomini e donne che credevano nella libertà hanno combattuto e in molti casi hanno perso la vita o sono stati feriti. Hanno fatto la Resistenza e si chiamavano partigiani. Altri popoli ci hanno aiutato perché l’oppressione non riguardava solo l’Italia ma anche altre nazioni e continenti. Il 25 aprile ha significato per l’Italia la fine della seconda guerra mondiale. Per questo, oggi, il 25 aprile è la Festa della Liberazione ed è una data molto importante. Sono un’attrice di teatro e ho costruito uno spettacolo teatrale che ho intitolato “Una eredità senza testamento”. Ho scelto questo titolo perché i valori della Resistenza non possono essere ereditati come si eredita una casa o una proprietà, ma solo attraverso i racconti, la memoria e lo studio di quei fatti. Non basta stare a casa da scuola: è necessario spiegare i motivi di una celebrazione, in modo che le feste non siano per voi solo dei giorni di vacanza, ma anche delle occasioni per conoscere le lotte che sono state fatte per acquisire dei diritti fondamentali come la libertà e il lavoro. Voi siete la nostra speranza. Fin da piccoli dovete imparare a distinguere fra libertà e oppressione e questo può avvenire anche conoscendo le cose del passato. Conoscere i fatti, belli o brutti che siano. Sapere aiuta a pensare.
La liberazione dal Nazifascismo da G. Petter, Ci chiamavano banditi, Giunti
Milano respira le prime ore di libertà dopo il lungo incubo. Il sole batte sulle rovine dei palazzi tra i quali già cresce l’erba, sui selciati sconnessi da cui gli autocarri sollevano la polvere, sui binari dei tram, sulle acque calme dei navigli. Per le strade c’è la folla dei giorni di festa, sembra che tutti si siano riversati all’aperto, abbiano voglia d’incontrarsi, di salutarsi. Molti sono armati, alcuni in divisa, altri no, ma egualmente con qualcosa all’occhiello, o al collo: una coccarda, un fazzoletto. È la mattina del 29 aprile. Via Torino è una strada tra le rovine. Piazza Duomo è piena di gente. Il Duomo, massiccio, ha resistito alle bombe. Qualche guglia è stata mozzata, la scalinata e un fianco portano i segni degli scoppi che devono aver fatto tremare la grande “fabbrica”, ma non hanno inciso a fondo il granito. La gente accorre verso Palazzo Reale: passano dei prigionieri tedeschi, dimessi nelle uniformi senza più le cinture, senza le maschere antigas, i caricatori, i nastri per le mitragliatrici; invece dell’elmetto d’acciaio, berretti di stoffa spiegazzati; volti ossuti, occhi grigi e azzurri. L’ufficiale che sta davanti, avvolto in un cappotto che gli giunge quasi fino ai piedi, tiene una mano sulla faccia perché un fotografo non lo colga nel tempo della disfatta. Da Piazza Fontana giunge uno strillone con un pacco di giornali: grida la notizia che molti hanno già appreso alla radio: «Il duce in fuga, è stato catturato sul lago di Como». La gente accorre, chi giunge a prendere una copia si trova subito al centro di un gruppo e discute.
Comprendo Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Perché nella città c’è “aria di festa”? 2. Dove accade il fatto?
duce: nome con cui era chiamato Benito Mussolini, il fondatore del fascismo; fu un dittatore che ricoprì la carica di Presidente del Consiglio del Regno d’Italia dal 1922 al 1943
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Ti scrivo… perché nessuno dimentichi da Scuola Elementare Statale di S. Mauro Torinese, L’albero delle 11 storie, EGA
lager: campo di concentramento o internamento per prigionieri di guerra o politici; nella Germania nazista, era destinato soprattutto ai detenuti per motivi politici o razziali
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PIÙ FACILE
Cara Sara, è la prima volta che ti scrivo una lettera e sono emozionato. Ho deciso di scriverti per raccontarti un periodo doloroso della mia gioventù. Ti ricordi che ti ho portata a Torino alla stazione di Borgo Dora? Abbiamo fatto un viaggio immaginario con un vecchio carro bestiame, un treno per non dimenticare, che durante la seconda guerra mondiale veniva utilizzato per le deportazioni nei campi di concentramento. Ebbene, io su quel treno ci sono salito veramente! Ho fatto quel terribile viaggio verso i lager per molti senza ritorno. Avevo quattordici anni. Tutto cominciò quando un mattino, a scuola, non trovai il mio banco dove l’avevo lasciato il giorno prima: ero stato spostato in fondo all’aula. Qualche ora dopo arrivò un soldato, mi fece uscire dalla classe e disse: – Da oggi non verrai più a scuola! Alcuni giorni dopo arrivarono i soldati a casa mia, dissero ai miei genitori che in cinque minuti dovevamo preparare solo una valigia a testa, con la nostra roba, e scendere in cortile. Insieme ad altre persone ci fecero salire su una camionetta che ci portò alla stazione di Porta Nuova e lì ci caricarono su un treno che sembrava un carro bestiame. Salire su quel treno fu l’inizio di un incubo. Era piuttosto sporco, faceva un gran freddo, eravamo una settantina di persone; chiusero la porta e tutto diventò buio. Il viaggio durò sedici giorni, che furono interminabili e pieni di sofferenze, pensa che solo per tre volte ci diedero da bere! Poi ci fermammo: eravamo arrivati nel campo di concentramento. Nel periodo che trascorsi lì, quando ero troppo triste chiudevo gli occhi e sognavo la mia casa, il mio letto, i miei giochi, i miei compagni. Quei ricordi mi aiutavano a sopportare tutte le sofferenze.
Una mattina mi svegliai. Guardai fuori verso il cortile: neanche l’ombra di un soldato tedesco. Il cancello era aperto. Subito dopo vidi entrare dei camion sui quali c’erano dei soldati, ma avevano un’altra divisa e parlavano un’altra lingua più dolce. Quei soldati ci guardavano sbalorditi: non avevano mai visto dei bambini così denutriti, con gli occhi spaventati, quasi dei fantasmi. Eravamo liberi di tornare a casa! Cara Sara, ho voluto raccontarti questo triste periodo perché tu sappia, perché la memoria non vada persa, perché quelle cose non si ripetano mai più. Studia, studia tanto. Non dare niente per scontato, cerca di capire tutte le cose e cammina sempre a testa alta. Dai sempre il meglio di te stessa e rispetta la vita! Un forte abbraccio Tuo nonno Lino
Parlo di me Rileggi con attenzione la conclusione della lettera. Poi rileggi anche le ultime righe del testo di pagina 126. Entrambi gli autori rivolgono lo stesso invito: quale? Tu hai mai riflettuto sul valore dell’istruzione? La consideri un peso o ne riconosci l’importanza? Confrontati con i compagni.
Il 27 gennaio del 1945 i sopravvissuti dal campo di Auschwitz furono liberati dai russi e viene ricordato come il GIORNO DELLA MEMORIA.
B uona visione Ecco il primo film di animazione rivolto a voi ragazzi, per raccontarvi il dramma della Shoah.
La stella di Andra e Tati Anno di uscita: 2018
Durata: 26 minuti
Paese: Italia
Le piccole Andra e Tati, figlie di madre ebrea e padre cattolico, all’età di quattro e sei anni, il 29 marzo 1944 vengono deportate da Fiume, città in cui vivono, nel campo di Auschwitz-Birkenau insieme alla madre, la nonna, la zia e il cuginetto Sergio. Nel campo di concentramento le due ragazzine si rifugiarono nella loro unione, diventando l’una la famiglia dell’altra, proteggendosi a vicenda dall’orrore del campo. Il loro legame e la compassione di una guardiana del lager hanno permesso alle sorelline di sopravvivere: furono liberate insieme al campo il 27 gennaio 1945. Dopo una permanenza prima a Praga e poi in Inghilterra, sono riuscite a riunirsi ai loro genitori. La storia si intreccia con quella di una scolaresca dei nostri giorni in gita di istruzione nello stesso campo di concentramento.
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La libertà nella Costituzione Le leggi sono tutte importanti, quelle più importanti, fondamentali, sono raccolte nella Costituzione: è entrata in vigore il 1 gennaio 1948 ed è composta da centotrentanove articoli. Eccone alcuni che trattano il tema della libertà.
Art. 13 LE LA LIB ERTÀ PERSONA È INVIOLABIL E...
Art. 21 TUTTI HANNO IL DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO...
Art. 19 TUTTI HANNO IL DIRITTO DI PROFESSARE LIBERAMENTE LA PROPRIA FEDE RELIGIOSA...
Compito di REALTÀ Gli articoli non sono completi. Cercali nella Costituzione Italiana e leggili in forma integrale. Leggi anche gli articoli, 3-10-11-15-16, che trattano l’argomento libertà, per realizzare poi un cartellone sulla libertà.
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Il testo
DESCRITTIVO Ti piace osservare ciò che ti circonda?
Ti incuriosisce di più osservare un ambiente per coglierne le caratteristiche o le persone e gli animali per scoprire la loro originalità?
Ti soffermi a osservare le persone e le emozioni che provano?
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il TESTO DESCRITTIVO rappresenta la realtà che ci circonda, usando le percezioni sensoriali. Può anche descrivere la realtà interiore: sensazioni, emozioni, sentimenti, pensieri. La DESCRIZIONE OGGETTIVA scritta in modo impersonale dall’autore, ha lo scopo di informare.
SOGGETTI
ORDINE
COME SI DESCRIVE
La DESCRIZIONE SOGGETTIVA, scritta in modo personale dall’autore, esprime i suoi sentimenti e le sue impressioni; ha lo scopo di coinvolgere il lettore.
Si possono descrivere: • persone (aspetto fisico, abbigliamento, carattere, interessi, emozioni…); • animali (aspetto fisico, carattere, comportamento…); • ambienti interni o esterni e fenomeni atmosferici. La descrizione può seguire un ordine: • spaziale si descrive usando i dati di posizione (dal primo piano allo sfondo, da destra a sinistra, dall’alto in basso…), l’ordine varia in base al punto di osservazione, che può essere fisso o mobile; • logico si descrive introducendo l’argomento in generale per poi analizzare i particolari o viceversa; • temporale si descrive il soggetto evidenziandone i cambiamenti subiti nel corso del tempo. L’autore per descrivere utilizza: • i dati sensoriali (dati visivi, uditivi, olfattivi, tattili e gustativi); • i dati statici (dati di posizione); • i dati dinamici (dati di movimento).
ZOOM Si usa un linguaggio ricco di aggettivi, similitudini e personificazioni oppure parole specifiche delle discipline.
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STUDENTE
DOCENTE
Il testo DESCRITTIVO
La nostra scuola da A. Hirata, La scuola ai confini del mondo, Rizzoli
È facile descrivere la nostra scuola. Era uguale a centinaia, forse migliaia di altre scuole indonesiane, così malmessa che sarebbe bastata la cornata di un caprone in amore per farla crollare. Non c’erano uniformi. Non c’era nemmeno il bagno. Non c’era la cassetta del pronto soccorso. Un’asta portabandiera di bambù giallo era l’unica cosa che dicesse che quella era una scuola. Una lavagnetta verde con un sole dai raggi bianchi pendeva tutta storta dall’asta. Anche vista da lontano la scuola ci sembrava sempre lì lì per crollare. Le vecchie travi di sostegno si incurvavano sotto il peso del tetto. Somigliava a un deposito di noci di cocco. Le porte e le finestre non si chiudevano perché non combaciavano con i telai, ma comunque non c’era bisogno di chiuderle. Al contrario di tutte le altre scuole elementari, alle pareti della nostra aula non era appesa la tavola pitagorica. Né un calendario. Né la foto del presidente e del vicepresidente dell’Indonesia. Avevamo appeso un solo e unico poster e serviva a coprire un buco nella parete. Immaginate una scuola elementare nelle peggiori condizioni possibili: buchi nel tetto così grossi da vederci passare gli aerei e costringerti ad aprire l’ombrello nei giorni di pioggia; un pavimento di cemento grezzo che si sbriciola; studenti che prima di entrare in classe, dovevano accompagnare fuori le capre… Ecco, noi avevamo tutte queste cose.
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Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: dati sensoriali • paragone • ambiente Colora il riquadro che ti sembra giusto. Secondo te, il testo che hai letto è una: descrizione oggettiva
descrizione soggettiva 133
Il testo DESCRITTIVO
La “prova descrittiva” Comprendo se
da M. Birattari, Scrivere bene è un gioco da ragazzi, Feltrinelli Kids
Leggi solo il titolo. Secondo te, in che cosa consisterà la prova?
Luca, Aurora e Tommaso, vittime dello scienziato Scriptor, sono finiti in uno straordinario videogioco, Scriptoria, in cui si passa da un livello all’altro solo superando prove di scrittura. Scrivere male significa rischiare di non tornare più a casa… Luca e Aurora controllano il tablet e leggono il nuovo messaggio.
faccio ipotesi
Livello 5: create un personaggio. Per la descrizione fisica o il carattere potete ispirarvi a qualcuno che conoscete bene (un parente, il vostro migliore amico…). Ricordate che la rappresentazione sarà tanto più efficace quanto più viva sarà la lingua usata, e che il carattere del personaggio emergerà di più se lo mostrerete in azione, dentro una storia, invece di limitarvi a descriverlo.
– Fatemi vedere – dice Tommaso allungando la mano – Ho una grande idea che ci farà passare al sesto livello. Tommaso legge con attenzione e si mette a scrivere. Alto, muscoloso, spalle larghe, vita stretta, capelli a spazzola, occhi verdi, zigomi alti, faccia squadrata, mento deciso con una fossetta al centro… – Ma Tommaso, hai per caso un gemello? Questo ritratto ti assomiglia – dice Luca. – No. Sono figlio unico. – Allora hai un amico quasi uguale a te, a parte i muscoli e gli occhi verdi, visto che tu li hai castani? – chiede Aurora. – No. Sono io il migliore amico di me stesso, anzi l’unico. «Mento deciso con una fossetta al centro, Tommy avrebbe tutto il diritto di essere superbo, dato che è molto intelligente, studioso, informato e dotato per tutti gli sport; ma siccome è anche gentile, capace di ascoltare, attento alle esigenze degli altri e spiritoso, sa sempre scegliere l’atteggiamento giusto, non vuole mettersi in mostra ed è amato dai suoi compagni.» – Ma questo cos’è, il tuo ritratto? – chiede Luca, incredulo – E tu saresti, oltre che intelligente e dotato per tutti gli sport, anche gentile, spiritoso e attento alle esigenze degli altri?
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Il testo DESCRITTIVO – No. Infatti il personaggio si chiama Tommy, e io non sopporto che mi chiamino Tommy. Lui è modellato su di me, ma diverso. Aurora nota che sullo schermo sono comparse altre indicazioni.
Comprendo I personaggi del racconto devono affrontare una prova di scrittura sulla descrizione. Che cosa devono descrivere? In che modo?
Provate a rendere più vivace la descrizione. Costruite similitudini e metafore da associare al comportamento del vostro personaggio.
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– Voi lo sapete cosa sono le similitudini e le metafore vero? chiede Tommaso. – Certo – risponde spazientita Aurora – Sei vanitoso come un pavone è una similitudine. Sei un pavone… – … con un cervello di gallina … – aggiunge Luca – … è una metafora. – D’accordo, bravi, lo sapete – ammette Tommaso – Adesso però fatemi pensare, perché l’esercizio non è facile. «Tommy è il centro di gravità attorno a cui ruota la classe, ma non vuole essere considerato una stella. La sua vita è come una partita di calcio, in cui lui recupera palloni a centrocampo e con i suoi passaggi mette i compagni soli davanti al portiere. La sua vita è come una rappresentazione teatrale, in cui lui è il regista che aiuta gli attori a tirar fuori il meglio di sé e resta dietro le quinte.» – Questo Tommy è quasi esagerato come modello di perfezione – dice sottovoce Aurora a Luca. Mentre i due ragazzi controllano se il computer ha dato il suo responso sulla prova di scrittura di Tommaso, compare un ragazzo che corrisponde perfettamente alla descrizione di Tommy e si copre gli occhi con la mano, come succede a chi arriva in pieno sole dal buio. Aurora e Luca lo fissano sbalorditi: sembra il gemello di Tommaso. Anche Tommaso è rimasto immobile, ma non ha l’aria stupita. Così borbotta: – Ecco la mia creatura. Sul tablet compare il responso.
Riquadra nel testo la parte descrittiva realizzata dal ragazzo.
........................................................................ ........................................................................
Quali altre indicazioni dà il gioco per scrivere la descrizione? .................................................................... .................................................................... Sottolinea nel testo le espressioni che crea Tommy, poi segna con una lo scopo per cui sono utilizzate: descrivere il comportamento del ragazzo in modo oggettivo. raccontare la vita del ragazzo. descrivere il comportamento del ragazzo in modo accattivante. raccontare un episodio particolare.
Complimenti! Il 6° livello vi aspetta!
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Il testo DESCRITTIVO
La fattoria della nonna da P. Lagerkvist, Un ospite della realtà, Mondadori
segale: pianta i cui chicchi danno una farina simile a quella del grano fumigare: spandere intorno vapore sotto forma di fumo valicare: oltrepassare un ostacolo
S’incamminarono per la campagna, col paniere. Anders era così eccitato che quasi non si reggeva sulle gambe. Anche il babbo era di buon umore e saliva agile come un giovanotto di vent’anni. Per rallegrarlo ancor di più, il bimbo diede un piccolo strappo al paniere, risero entrambi, lieti di essere in campagna e di camminare insieme per quella strada. Ai due lati del viottolo si stendevano i terreni a loro ben noti, con la vegetazione nel pieno rigoglio dell’estate; la segale fumigava, l’aria calda tremava sopra i grigi steccati. La strada si staccava per un tratto dal fiume; passarono davanti al mulino, e il mugnaio uscì, tarchiato e bianco di farina, proprio in tempo per salutarli. Valicarono un ruscello, salirono una bassa collina e subito ebbero ai loro piedi la fattoria della nonna. Era alta, con un piccolo frontone di un rosso stinto, cosicché appariva il grigio rivestimento di assi.
Analizzo Segna con una
il completamento giusto.
• I due personaggi osservano la fattoria: dalla collina. dal viottolo. • Nel corso dell’osservazione: si spostano in altri luoghi. muovono solo lo sguardo. • Il punto di osservazione, quindi, è: fisso. in movimento.
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PIÙ FACILE
Elenca sul quaderno gli elementi del paesaggio, dall’inizio della passeggiata all’incontro con la nonna, secondo l’ordine in cui vengono descritti. Sottolinea nel testo i dati sensoriali usati nella descrizione del giardino, come indicato. uditivi
olfattivi
visivi
tattili
gustativi
Il testo DESCRITTIVO
Capisco le parole Scrivi il significato delle seguenti parole specifiche della casa, dopo aver consultato il vocabolario.
Gli aceri si drizzavano alti sopra il tetto, che era ricoperto da un bel muschio vecchio, pieno di tremula erba. Il rustico si trovava dall’altro lato della strada ed era una costruzione antica, salvo una parte aggiunta di recente. Affrettarono il passo, e intanto guardavano se qualcuno facesse cenno agitando le tendine. Non notarono nulla, ma un vitello corse loro incontro spiccando salti matti, allungò il collo rugoso al disopra del recinto, leccò loro le dita e muggì. Allora anche le tendine cominciarono a muoversi. Ma ormai erano già arrivati e attraversavano il giardino. Esso era pieno di meli, peri, lillà, spiegava grandi aiuole di fiori – peonie, dalie, calendule dai colori chiari, gerani trasportati fuori perché era estate, lavanda – e i loro profumi si diffondevano lontano. Lungo il viale correva una siepe bassa; Anders si alzò sulla punta dei piedi per ispezionare al di là, i cespugli del ribes. Ma già la nonna era comparsa sulla scala del vestibolo, in mezzo a tutti i suoi fiori: – Ragazzi cari, siete proprio voi! Bravi! – era così vecchia che ben poteva chiamarli “ragazzi” tutti e due. La nonna li prese per mano, ringraziò per il caffè e lo zucchero che il piccolo volle subito mostrarle, aprì loro la porta, li fece passare avanti, poi li seguì camminando silenziosa. di scoprire Sei curioso lla casa? l’interno de
• rustico: .................................................... • frontone: ................................................. • vestibolo: ................................................
Comprendo Scrivi domande adatte per le seguenti risposte. • .................................................................. .................................................................. Andersen e suo padre si incamminano per la campagna. • .................................................................. .................................................................. Andersen è molto eccitato, il babbo è di buon umore. • .................................................................. .................................................................. Lungo la strada li saluta un mugnaio. • .................................................................. .................................................................. Padre e figlio si recano alla fattoria in un giorno d’estate.
ratorio Vai nel Labono di italia
p. 42
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Il testo DESCRITTIVO
Una piazzetta
Analizzo Segna con una il completamento giusto. • L’autore descrive la piazzetta da un punto di vista: fisso. mobile. • E segue un ordine: logico. spaziale. temporale. Sottolinea nel testo le parole che ti hanno permesso di rispondere. Si tratta di indicatori: spaziali. temporali. La descrizione della piazza, secondo te, è: oggettiva. soggettiva. Sottolinea nel testo le parti che ti hanno permesso di rispondere.
Prater: parco divertimenti di Vienna bovindo: tipo di finestra sporgente
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PIÙ FACILE
da E. Ibbotson, La stella di Kazan, Salani
I tre professori vivevano nella stessa casa da quando erano nati. Era sul lato sud di una piazzetta, nella parte antica della città. Sporgendosi dalle finestre dei piani alti si vedevano i piccioni volteggiare intorno alla cattedrale di Santo Stefano, che stava proprio nel cuore della città e quindi (per la gente che ci viveva) nel cuore del mondo. La piazza era tranquilla e appartata come una stanza. Al centro c’era una statua del generale Brenner, a cavallo di un destriero di bronzo, che piaceva molto ai bambini che vivevano lì, perché ci sono un sacco di cose che si possono fare con la statua di un cavallo: cavalcarlo, accarezzarlo, rifugiarvisi sotto quando piove. Il generale era stato un eroe e aveva combattuto contro Napoleone, e per questo motivo la piazza aveva il suo nome: Brenner Platz. Accanto al generale sul suo cavallo c’era una fontana con una vasca d’acqua e un largo bordo di pietra, e a volte vi nuotavano dei pesci rossi, perché i bambini che li vincevano al luna park del Prater ve li facevano scivolare dentro mentre tornavano a casa. Il lato ovest della piazza era occupato da una chiesa dedicata a San Floriano di Nepomukil, santo patrono dei pompieri. Era una chiesa carina con un cimitero erboso dove spuntavano fiori selvatici. In un angolo c’era pure una piccola libreria, e in un altro un caffè con la tenda a strisce, sicché la piazza aveva realmente tutto quello che si poteva desiderare. La casa in cui vivevano i professori era quella centrale. Era la più bella: aveva un balcone di ferro battuto al primo piano, bovindi e, sul portone, un batacchio a forma di testa di gufo.
Il testo DESCRITTIVO
Radura
Grammatica
da J. Steinbeck, Al Dio sconosciuto, Mondadori
Erano giunti a una radura aperta, quasi circolare e piana come uno stagno. Intorno crescevano alberi oscuri, dritti come colonne e gelosamente stretti uno all’altro. Nel centro sorgeva una roccia grande come una casa misteriosa e smisurata. Sembrava che fosse stata fatta con intelligenza e scaltrezza, eppure non si trovava nella memoria una forma a cui paragonarla. Un muschio, denso e verde, copriva la roccia di una soffice lanugine. Da un lato della roccia c’era una piccola grotta nera, frangiata di felci a cinque dita, e dalla grotta scorreva silenziosa una corrente che attraversava la radura e scompariva nella sterpaglia scompigliata che orlava quel vuoto. Accanto al ruscello, era steso un grande toro nero con le zampe anteriori piegate sotto di sé. Quando gli uomini entrarono nella radura il toro stava ruminando il suo pasto e fissava la roccia verde.
Segna con una il completamento giusto. Nel periodo evidenziato: ci sono due pronomi relativi: che e cui. c‘è un solo pronome relativo: che. c‘è un solo pronome relativo: cui.
Analizzo Segna con una il completamento giusto. • I termini sottolineati sono indicatori di: luogo. tempo. Sottolineane altri nel testo. • La descrizione segue un ordine: spaziale. logico.
temporale.
Completa le similitudini usate nel testo. ...................................................... come uno stagno Alberi oscuri, dritti
......................................................
Una roccia grande
......................................................
ITAMAP p. 10
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Il testo DESCRITTIVO Comprendo Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Dove sono diretti i personaggi del brano? 2. Perché il padre accende i fanali anche se è giorno? 3. Quanto dura all’incirca la grandinata? 4. Che cosa fanno padre e figlio durante la grandinata? 5. Che cos’è il grande guscio che protegge i personaggi?
La grandine da P. Suskind, Storia del signor Sommer, Longanesi
Nel tardo pomeriggio, quando tornammo a casa, faceva sempre ancora molto caldo, anzi era persino più caldo e più afoso che a mezzogiorno, ma il cielo si era già coperto di un sottile strato di nubi. A ovest c’erano nuvole grigio piombo bordate di giallastro. Dopo un quarto d’ora mio padre dovette accendere i fari, perché tutt’a un tratto le nuvole si erano talmente infittite che coprivano tutto l’orizzonte come una cortina e proiettavano ombre cupe sul paesaggio. Poi, iniziò a piovere e alcune raffiche di vento scesero turbinando dalle colline e spazzolarono a larghi tratti i campi di grano e di mais. Dopo poco la pioggia si mutò in grandine: la sentivamo, più che vederla, perché lo scroscio si era trasformato in uno scoppiettìo più duro, più sonoro, e lo avvertivamo dal freddo gelido che cominciava a penetrare nell’automobile. Poi cominciammo a vedere i chicchi: dapprima piccoli come capocchie di spillo, ma presto s’ingrandirono come piselli, come biglie, e infine nugoli interi di palle bianche e lisce piombarono con fragore
Analizzo Questa descrizione, secondo te, è soggettiva o oggettiva? Motiva la tua risposta. ...................................................................................................................... ...................................................................................................................... Sottolinea nel testo le parole che ti permettono di capire l’ordine descrittivo seguito dall’autore. Poi scrivi di quale ordine si tratta, secondo te. ...................................................................................................................... Quali dati sensoriali sono usati nella descrizione? ......................................................................................................................
140
ITAMAP p. 11
Il testo DESCRITTIVO dal cielo rimbalzando sul cofano in un caos così turbinoso e selvaggio da dare le vertigini. Era diventato impossibile proseguire anche solo per un metro. Mio padre si fermò a lato della strada… “lato” per modo di dire, la strada infatti non si vedeva assolutamente più, e meno che mai il lato della strada o un campo o un albero o qualsiasi cosa, non si vedeva neppure a due metri di distanza; in questi due metri si vedevano soltanto milioni di palle da biliardo ghiacciate che turbinavano nell’aria per poi piombare sull’automobile con uno schianto spaventoso. E all’interno c’era un tale fragore che non riuscivamo neppure a parlarci. Era come se ci trovassimo dentro un grosso tamburo suonato da un gigante; ci guardavamo soltanto in silenzio rabbrividendo dal freddo e speravamo che il guscio che ci proteggeva non andasse in pezzi. Due minuti dopo era tutto finito. Da un momento all’altro la grandine era cessata, il vento si era calmato. Ormai scendeva solo una pioggerella sottile e silenziosa. Il campo di grano accanto alla strada, che prima era stato squassato dalle raffiche di vento, sembrava tutto calpestato. Quanto alla strada, sembrava disseminata di frammenti: a perdita d’occhio si vedevano soltanto chicchi di grandine, foglie, spighe, rami troncati.
Comprendo Completa con i dati sensoriali presenti nel testo. Il cielo era coperto da ................................................................. Alcune raffiche di vento .................................. ............................... Lo scroscio si era trasformato in uno ........................................................................................ Cominciammo a vedere i chicchi dapprima ................................................................. come .......................... ....................................... poi s’ingrandirono come ................................................................. e infine ................... .............................................. All’interno dell’automobile c’era ................................................................. Ormai scendeva solo una pioggerella ............................................................. e .................................................................
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Il testo DESCRITTIVO
Il tasso da R. Guarnieri, Messaggi dal bosco, Mursia
Comprendo Completa. Di solito il tasso va a caccia quando ..................................... e mangia ................................, .............................................., ma quella sera voleva il ..................................... Le api sono frastornate dal .....................................
La terra si mosse tra gli alberi. Poi tutto tornò immobile. Infine, di nuovo un movimento ed ecco sbucare un muso appuntito con occhi e orecchie piccoli, ricoperto di pelo bianco con strisce nere ai lati. Gli occhi esplorarono intorno, sospettosi. Il sole stava tramontando. Pian piano uscì allo scoperto: un corpo allungato, scuro e setoloso. Le zampe avevano lunghi artigli potenti. Un tasso. Solitario e scontroso, aspettava le tenebre prima di mettersi in caccia; ma quella sera, intendeva variare la sua dieta. Niente lombrichi, né larve o uova. Quella sera voleva il miele. Aveva notato un alveare nella cavità di una roccia. Delle punture non si preoccupava: il suo pelo fitto e ruvido era una difesa; bastava riparare il naso. Il tasso si avviò verso l’alveare. Eccolo. L’odore del miele a così poca distanza era inebriante. Il ghiottone alzò una zampa e vibrò un colpo: parte dell’alveare cadde a terra e le api sciamarono all’aperto, intontite dal fresco della notte incombente, disorientate, terrorizzate. Favi grondanti miele si aprivano… Il muso affondato in quella delizia, il tasso lavorava di mascelle, incurante degli attacchi delle sue vittime. Se ne andò solo quando si sentì sazio. Rientrò nella sua tana senza nessuna delle precauzioni prese all’uscita, raggiunse la profonda camera centrale, si arrotolò su se stesso e si addormentò.
Analizzo Il testo contiene dati sensoriali visivi, tattili, olfattivi oltre che dati dinamici. Completa la tabella. INFORMAZIONE SUL TASSO
DATO
Muso ricoperto di pelo bianco con strisce nere ai lati.
................................................................
Uscì allo scoperto.
................................................................
Il suo pelo fitto e ruvido era una difesa.
................................................................
L’odore del miele era inebriante.
................................................................
Vibrò un colpo.
................................................................
Rientrò nella sua tana.
................................................................
Si arrotolò su se stesso.
................................................................
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Il testo DESCRITTIVO
Le cornacchie da M. Rigoni Stern, Uomini, boschi e api, Einaudi
Mentre scrivo le cornacchie volano attorno alla casa e passano davanti alla finestra; arrivano qui dai borghi sparsi e dai cumuli di legna che contadini hanno preparato sui prati ancora coperti dalla neve. Prima di andare ad appollaiarsi sugli abeti, con il loro “tra-tra-tra”, danno il saluto alla sera che sta salendo dai luoghi più ombrosi; la loro voce, anche se è abituale e profonda, ha un timbro particolare: ben differente da quella dell’alba o da quella d’allarme o di richiamo. Prima di posarsi definitivamente si riuniscono in gruppo, sfiorano gli apici, riprendono ancora una volta la via dell’aria e le loro ali frusciano. Anche se non guardi verso di loro le puoi seguire nel volo con il suono che le penne fanno nel cielo della sera: virano, salgono, scendono; come una folata si calano quindi sui rami che dondolano sotto il loro peso, e torna il silenzio. Ma se prima di recarmi a dormire mi capiterà di fare due passi verso il bosco, allora, nel profondo della notte li sentirò volar via con improvviso rumore e subito ritornare a posarsi come se mi avessero riconosciuto.
Capisco le parole “Sfiorano gli apici” significa: sfiorano le cime (degli abeti). sfiorano i rami. sfiorano il suolo. sfiorano il tronco.
Analizzo Quale dato sensoriale è stato maggiormente utilizzato dall’autore? ............................................................... Sottolinea nel testo i verbi che indicano i movimenti delle cornacchie. La descrizione è: statica. dinamica.
Comprendo Segna con una se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). • L’autore descrive gli uccelli in estate.
V F
• Il “tra-tra-tra” rappresenta il verso delle cornacchie.
V F
• Il timbro della voce delle cornacchie varia a seconda V F delle situazioni. • Prima di posarsi definitivamente le cornacchie si riuniscono V F in gruppo. • Il volo delle cornacchie V F è silenzioso.
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Il testo DESCRITTIVO
Quattro ragazzi straordinari da A. Lindgren, Vacanze all’isola dei gabbiani, Salani
Melker amava i propri figli di un amore sviscerato, e ogni tanto rifletteva su di loro: quattro ragazzi così straordinari. E così diversi tra loro! Non solo perché Karin e Johan erano biondi e gli altri due bruni: no, erano proprio diversi in tutto. Karin, per esempio, come aveva fatto a venir su così saggia? Non che Melker conoscesse a fondo i pensieri che passavano dietro la fronte liscia di sua figlia, però sapeva che lì c’erano intelligenza e calore e onestà. Poi c’era Johan, il più sveglio dei tre maschi, il più fantasioso e anche il meno tranquillo, era tale e quale il suo papà! Niklas, invece, aveva dimostrato calma e sicurezza e salute fin dal giorno della nascita. Era il più sereno ed equilibrato della famiglia Melkerson. Per Niklas, Melker lo sentiva, tutto sarebbe stato facile nella vita. E Pelle? Che vita si prospettava a uno che poteva mettersi a piangere perché la gente sull’autobus aveva la faccia triste, oppure perché aveva incontrato un gatto che sembrava senza casa? Eppure sapeva anche essere allegro, in un modo tutto suo. C’erano cose che lo rendevano felice, come per esempio starsene seduto tutto solo nella rimessa delle reti ad ascoltare la pioggia che tamburellava sul tetto, oppure accovacciarsi in un angolo della soffitta durante i temporali, ad ascoltare la casa che scricchiolava tutta. Pelle era anche uno scienziato e, come tale, aveva molte cose da fare: starsene per esempio disteso sull’erba a osservare che cosa combinavano tutti quei piccoli insetti; o sporgersi dal molo a studiare il meraviglioso mondo di smeraldo, o star seduto sui gradini della porta di casa nelle notti d’agosto a guardare accendersi le stelle. Pelle assaporava l’esistenza come una serie ininterrotta di miracoli, ed era continuamente occupato a cercare di studiarli, devoto e paziente come si addice a un vero scienziato.
Parlo di me Ti ritrovi in una delle descrizioni che hai letto? Oppure hai riconosciuto in uno di loro un tuo amico o un familiare? Racconta.
144
Analizzo I personaggi del testo sono descritti nel loro: aspetto fisico. carattere.
Collega ogni ragazzo a ciò che lo caratterizza. • Karin • Johan • Nikolas • Pelle
calmo, sereno, equilibrato sensibile, allegro, curioso saggia, intelligente, onesta sveglio, fantasioso, irrequieto
Il testo DESCRITTIVO
Quattro sorelle da L. M. Alcott, Piccole donne, Raffaello
Era sera e nell’abitazione della famiglia March regnava un’atmosfera calda e accogliente. In salotto, un caminetto acceso diffondeva un gradevole tepore e rischiarava i visi delle quattro giovani sorelle raccolte lì attorno. Josephine era sdraiata in modo scomposto sul tappeto scolorito. Era considerata dalla famiglia un vero maschiaccio: Jo. Era un’avida lettrice di libri. Il suo aspetto fisico era altrettanto originale: alta e magra, aveva braccia e gambe molto lunghe, che la rendevano impacciata nei movimenti; la sua bocca era appena accennata ma si dilatava spesso in rumorose risate; gli occhi, piccoli e vispi, avevano la capacità di scrutare gli animi delle persone. La sua vera particolarità era però la chioma, folta e castana, una vera bellezza, che non passava inosservata. Margaret, per tutti Meg, la sorella maggiore, era una graziosa signorina dalla carnagione chiara, aveva grandi occhi riservati, che abbassava ogni volta che le veniva indirizzato un complimento. I suoi capelli erano di un bel colore castano dorato, la sua bocca sottile non esplodeva mai in risate scomposte, le sue mani morbide e affusolate si muovevano con eleganza anche quando svolgeva le faccende domestiche. Meg aveva un temperamento pacato e romantico: il suo più grande desiderio era quello di poter formare un giorno una bella famiglia. Amy, la più piccola, aveva lunghi boccoli biondi, che le scendevano sulle spalle e occhi celesti espressivi e curiosi. Magrolina e con rosee gote su un visino bianco latte, era elegante nei modi, leggiadra e graziosa. Le piaceva ammirarsi continuamente allo specchio ed essendo la sorella minore, era molto viziata. Elizabeth, o Beth come la chiamavano, era la dolcezza fatta persona: aveva tredici anni, guance rosee, che spesso si tingevano di rosso perché era molto timida e occhioni azzurro cielo, che erano l’immagine dell’innocenza. Era pacata nei modi e non si arrabbiava mai con le sorelle, anche quando la facevano innervosire.
Analizzo Riquadra con colori diversi le descrizioni delle quattro sorelle, poi sul quaderno compila il ritratto di ciascuna, seguendo la traccia data. Nome Aspetto fisico Particolarità
PIÙ FACILE
145
Il testo DESCRITTIVO
Cosetta da V. Hugo, I Miserabili, Mondadori
livida: di colore bluastro
Cosetta era magra e livida; aveva quasi otto anni, ma non ne dimostrava più di sei. Gli occhi grandi, sprofondati in una specie di ombra, erano quasi spenti. Gli angoli della bocca avevano quella curva all’ingiù della tristezza abituale. Tutto il suo abito non era che uno straccio, che avrebbe fatto pietà d’estate, e che faceva orrore d’inverno. Le sue gambe, nude, erano rosse e gracili. Tutto il corpo di quella bambina, l’andatura, l’atteggiamento, il suono della voce, le pause tra una parola e l’altra, lo sguardo, il silenzio, il minimo gesto, esprimevano la tristezza e la paura.
Il piccolo Anton da J. Roth, II mercante di coralli, Adelphi
Anton aveva il viso infantile più singolare del mondo. Quel visetto sereno e pallido, dai tratti pronunciati, che un naso curvo accentuava, era coronato da un ciuffo di capelli estremamente radi e giallobiancastri. La fronte alta troneggiava, incutendo rispetto, sopra il paio di sopracciglia bianche, a malapena visibili, di sotto alle quali due occhietti azzurrini e profondi guardavano il mondo seri e precocemente maturi. Un tratto di accanita ostinazione appariva sulle sue labbra esangui, sottili e serrate; e un bel mento regolare e imponente completava il viso.
esangui: pallide
Sam da I. Clarke, Riffraff Riffraff, Emme Edizionii
Sam era un ragazzino talmente timido che quando vedeva qualcuno che conosceva si cacciava dietro un albero o una siepe o un palo per non farsi vedere. Riusciva a malapena a parlare con qualcuno senza arrossire e spesso le parole gli restavano conficcate in gola e non riusciva a tirarle fuori. Adorava disegnare. Faceva strane e meravigliose creature che sembravano sul punto di mettersi a respirare e uscire dalla pagina danzando per conversare con lui. Sam parlava con loro senza difficoltà, senza arrossire, e mentre la matita roteava sulla pagina conversava allegramente, in modo appassionato e felice.
146
Il testo DESCRITTIVO Analizzo Per ciascun soggetto descritto nella pagina a fianco, segna con una
gli aspetti presentati.
Cosetta:
presentazione generale.
aspetto fisico.
carattere.
interessi.
Anton:
presentazione generale.
aspetto fisico.
carattere.
interessi.
Sam:
presentazione generale.
aspetto fisico.
carattere.
interessi.
Collega a ciascun testo il corrispondente ordine descrittivo usato. dal generale al particolare
• Cosetta • Anton
dal particolare al generale
Comprendo Riporta le espressioni del testo che fanno comprendere che: ..............................................................................................................
Cosetta è una bambina molto triste
....................................................................................................................................................................................................... Anton è un bambino serio e ostinato
...............................................................................................................
....................................................................................................................................................................................................... Sam è un bambino timido
......................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................................................................
Grammatica
Capisco le parole
Sottolinea i verbi nelle tre descrizioni. La maggior parte di essi sono al modo indicativo, tempo: presente. passato remoto. imperfetto. futuro.
Che cosa significano le seguenti espressioni ricavate dai brano? • “Il suo abito non era che uno straccio, che avrebbe fatto pietà d’estate, e che faceva orrore d’inverno.” ............................................................................................................................... • “La fronte alta troneggiava, incutendo rispetto, sopra un paio di sopracciglia bianche.” ............................................................................................................................... • “Le parole gli restavano conficcate in gola.” ...............................................................................................................................
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Il testo DESCRITTIVO
Peter da I. Mc Ewan, L’inventore dei sogni, Einaudi Ragazzi
Quando Peter aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però non capiva in che senso. Non si sentiva per niente difficile. Non scaraventava le bottiglie del latte contro il muro del giardino, non si rovesciava in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue, e neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna quando giocava con la spada… Mangiava di tutto, tranne, s’intende il pesce, le uova, il formaggio e tutte le verdure. Non era più rumoroso, più sporco o più stupido degli altri bambini. Aveva un nome facile da dire e da scrivere e una faccia pallida e lentigginosa, facile da ricordare. Andava tutti i giorni a scuola come gli altri e senza fare poi tante storie. Gli pareva, tutto sommato, di essere un tipo piuttosto facile. Che cosa c’era in lui di così complicato? Fu solo quando era ormai più grande da un pezzo che Peter finalmente capì. La gente lo considerava difficile perché se ne stava sempre zitto. E a quanto pare questo dava fastidio. Il guaio è che i grandi si illudono di sapere che cosa succede dentro la testa di un bambino di dieci anni. Ed è impossibile sapere di una persona che cosa pensa, se quella persona non lo dice. L’altro problema era che gli piaceva starsene da solo. Non sempre naturalmente. Nemmeno tutti i giorni. Ma per lo più gli piaceva prendersi un’ora per stare tranquillo in qualche posto, che so, nella sua stanza, oppure al parco, e pensare i suoi pensieri… Be’, neanche quello ai grandi andava giù. Ma Peter non la pensava così. Nei pomeriggi d’inverno, di ritorno da scuola, non c’era cosa che Peter amasse di più che sfilarsi con un calcio le scarpe e sdraiarsi davanti al fuoco del tinello accanto al gatto William. Gli piaceva mettersi giù all’altezza di William e poi andargli vicino vicino con la faccia a guardare la sua, quella faccia straordinaria diversa e bellissima, con ciuffi di pelo nero che si aprivano a raggio intorno al musetto, e i baffi bianchi leggermente piegati all’ingiù, e i peli del sopracciglio sparati dritti come antenne della televisione, e gli occhi verde chiaro con quelle fessure strette come porte socchiuse su un mondo nel quale Peter non sarebbe mai potuto entrare. Appena gli si avvicinava, incominciava il ronzio soddisfatto delle sue fusa, talmente basso e potente da far vibrare anche il pavimento. E Peter sapeva di essere gradito.
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Il testo DESCRITTIVO A scuola Peter spesso lasciava Peter seduto nel banco, mentre la sua mente partiva per lunghi viaggi. A scuola, il problema dei sognatori a occhi aperti, e di poche parole per giunta, è che gli insegnanti, specie quelli che non vi conoscono bene, tendono a considerarvi un po’ stupidi. Non c’è nessuno che riesca a vedere le cose fantastiche che vi passano per la testa. Una mattina, per esempio, i bambini della classe di Peter dovevano fare un compito di aritmetica. Si trattava di sommare dei numeri molto grandi, e avevano a disposizione venti minuti per farlo. Peter si era appena messo al lavoro sulla prima addizione, che prevedeva la somma di tre milioni cinquecentomila duecento novantacinque a un’altra cifra della stessa lunghezza, quando gli capitò di pensare al numero più lungo del mondo. Peter lasciò vagare la mente tra quella sconfinata distesa di zeri, che creavano nello spazio una scia di bolle. Appoggiò la testa alla mano e diede in un sospiro. In quel preciso momento la maestra batté le mani. Erano passati i venti minuti. E Peter aveva appena scritto la prima cifra della prima addizione. Tutti gli altri bambini avevano finito. La maestra aveva osservato Peter fissare il foglio senza scrivere niente e sospirando ogni tanto. Peter venne inserito in un gruppo di bambini che avevano grandi difficoltà a sommare anche cifre piccole come quattro e sei. Non gli ci volle molto ad annoiarsi e a trovare anche più impossibile fare attenzione. Gli insegnanti incominciavano a pensare che fosse troppo scarso in aritmetica anche per quel gruppo speciale di recupero. Che dovevano fare con lui? Naturalmente, i genitori di Peter e sua sorella sapevano bene che lui non era stupido, né pigro né indolente e alcuni insegnanti della scuola finirono col rendersi conto del fatto che nella sua testa succedevano migliaia di cose interessantissime.
Analizzo In questo testo quali soggetti sono descritti? ............................................................... .............................................................. Riquadra con colori diversi le parti descrittive relative a ciascun soggetto. Segna con una il completamento giusto. • Peter è descritto: solo nel carattere. solo nell’aspetto fisico. nell’aspetto fisico e nel carattere. nel carattere e nel comportamento. • Il gatto William è descritto: nell’aspetto fisico e nel comportamento. nel carattere e nel comportamento. nel carattere. nel comportamento. L’inserimento di queste parti descrittive all’interno della narrazione rendono il testo: più ricco, ma noioso. più ricco e coinvolgente. più ricco e difficile.
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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO DESCRITTIVO rappresenta la realtà che ci circonda, usando le percezioni sensoriali. La descrizione è oggettiva quando è scritta in modo impersonale dall’autore e ha lo scopo di informare. La descrizione è soggettiva quando è scritta in modo personale dall’autore e ha lo scopo di coinvolgere il lettore. Completa lo schema del testo descrittivo con le seguenti espressioni. animali • dinamici • specifiche • fenomeni atmosferici • similitudini • logico • aggettivi • sensoriali • statici • persone • spaziale • ambienti interni • temporale
SOGGETTI
Si possono descrivere .............................................., .............................................., .............................................. o esterni e ........................................................................................................................ La descrizione può seguire un ordine: si descrive usando i dati di posizione; varia in base al punto di osservazione che può essere fisso o mobile;
• ..............................................
ORDINE
si descrive introducendo l’argomento in generale per poi analizzare i particolari o viceversa;
• ..............................................
si descrive il soggetto nei cambiamenti subìti nel corso del tempo.
• ..............................................
L’autore per descrivere utilizza:
COME SI DESCRIVE
• i dati .............................................. (dati visivi, uditivi,
olfattivi, tattili e gustativi); • i dati .............................................. (dati di posizione); • i dati .............................................. (dati di movimento).
ZOOM Si usa un linguaggio ricco di .............................................., .............................................., personificazioni o parole .............................................. delle discipline.
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Il testo DESCRITTIVO
Volti come paesaggi da B. Masini, Amico d’estate, EL
Se le facce sono la geografia dell’uomo, allora io sono un territorio piccolo e liscio senza troppe sorprese. Un campetto, ecco. Invece Norman è un meteorite che ha viaggiato attraverso le galassie, e si è graffiato e sbriciolato e ammaccato prima di arrivare fino a noi. Ha rughe profonde come ventagli di carne attorno agli occhi. Le righe sulla fronte si notano di più quando è abbronzato, sono bianche, ci potresti scrivere sopra tanto sono diritte. I capelli sono bianchissimi, la barba e i baffi anche. Gli occhi sono la sola cosa giovane dentro la sua faccia, è il colore che fa quell’effetto: sono azzurrissimi. Se io avessi gli occhi così, le bambine mi guarderebbero tutte, e pazienza per i capelli marroni. Sono gli occhi che contano di più. Invece i miei sono marroni anche quelli. Sono tutto coordinato. Una sinfonia di banalità. La mamma dice di no, dice che gli occhi color ambra - lei li chiama così, suppongo per abbellirli possono essere molto espressivi. Anche a Norman piacciono. Dice: – Da noi, in Inghilterra, gli occhi azzurri sono normali. Scuri sono rari. C’è una foto in cui siamo in primo piano vicini e guardiamo qualcosa che non si vede perché è fuori dai bordi. Abbiamo le teste vicine, Norman mi ha preso in braccio, ero piccolo.
So analizzare Quali soggetti sono descritti nel testo? ....................................................................................................................... Indica con una
quale aspetto viene descritto.
aspetto fisico carattere
comportamento emozioni
abbigliamento interessi
Elenca i particolari del volto di Norman, nell’ordine in cui sono presentati. ........................................................................................................................................................................................................ ........................................................................................................................................................................................................ Segna con una
il completamento giusto.
• L’autore ha seguito un ordine descrittivo:
spaziale.
logico.
parole tecniche. • Il linguaggio usato presenta: Sottolinea nel testo le espressioni che ti hanno aiutato a rispondere. • Secondo te, la descrizione è:
Verso le competenze
soggettiva.
cronologico. metafore.
oggettiva.
Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un testo descrittivo.
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Ho imparato a COMPRENDERE
La timida da D. Maraini, Quando avevo la tua età, Bompiani
5
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Quando avevo la tua età ero una bambina timidissima e impacciata che non sapeva dove mettere le mani e il naso. Avevo paura di tutto e di tutti e mi rintanavo negli angoli per non farmi vedere. Non so se sai cosa sia la timidezza, mi sembra che i bambini di oggi siano molto più sicuri di sé. Io certo non conoscevo nessuna sicurezza e ancora oggi soffro di una certa timidezza che è il ricordo di quell’altra molto più lontana e terribile. Alla tua età non riuscivo ad entrare in un negozio con disinvoltura: cominciavo subito a balbettare con il commesso e quello si faceva l’idea che fossi una povera scema. Allora prendevo il coraggio a due mani e per mostrare che non ero del tutto sprovveduta compravo la prima cosa che mi capitava tra le mani. Così mi capitava spesso di tornare a casa con borse piene di oggetti inutili. La mia passione erano i libri. Leggendo dimenticavo il mio forte sentimento di inadeguatezza. Sai cosa vuol dire inadeguatezza? Ti è mai capitato di sentirti fuori posto? Ecco, il sentimento di inadeguatezza significa sentirsi fuori posto, fuori tempo, fuori parte. Come se stessi lì nel luogo in cui sei senza permesso, senza ragione, senza libertà. Allora ti guardi i piedi e pensi: speriamo che non mi notino, perché se mi vedono, mi cacciano. Non so da dove derivi questa strana idea che il mio posto non sia mai quello in cui sono, come se fossi una clandestina, una profuga. Ho sempre avuto l’impressione che da un momento all’altro potesse sbucare dal nulla una figura gigantesca, che col dito puntato mi dice: chi ti ha dato il permesso di stare lì dove stai? Chi ti ha chiamata? Cosa vuoi? E io non so assolutamente cosa rispondere, mi sento gravemente in colpa di stare nel posto dove mi trovo, a fare quello che sto facendo. Una vera disdetta questo senso di colpa eterno, per cui dovevo chiedere scusa continuamente agli altri per il mio essere al mondo, per il mio respirare e tenere gli occhi aperti. Quando leggevo no, non mi sentivo fuori posto, come se vivere la vita degli altri fosse la sola cosa che mi fosse permessa. Leggevo fino a sfinirmi, immergendomi nei libri come in un’acqua amica e benigna. PIÙ FACILE
narrativo Il testoTesto DESCRITTIVO Ho capito le parole Segna con una
il significato giusto per ciascuna parola tratta dal testo.
• mi rintanavo:
ritornavo
mi rifugiavo
mi mostravo
giocavo
• disinvoltura:
imbarazzo
sicurezza
gioia
noia
• sprovveduta:
intelligente
povera
furba
incapace
Scegli la frase che può sostituire l’espressione ripresa dal testo. • “Non sapeva dove mettere le mani e il naso” (riga 2): non sapeva come comportarsi. sapeva come comportarsi. non sapeva dove andare. sapeva dove andare. • “Immergendomi nei libri come in un’acqua amica e benigna” (righe 35-36): la lettura mi faceva sentire sicura. la lettura mi faceva sentire amica di tutti. la lettura mi faceva sentire pulita. la lettura mi faceva sentire amata.
Ho capito il testo Segna con una
il completamento corretto.
• La protagonista descrive: la timidezza che prova con i bambini. la timidezza di una sua amica. la timidezza che provava quando era bambina. la timidezza dei bambini.
• La protagonista si sentiva sempre: adeguata e sicura. a suo agio. fuori posto, fuori tempo. presa in giro.
• Quando entrava in un negozio: era disinvolta e sicura di sé. cominciava a balbettare. era disinvolta, ma balbettava. non riusciva a parlare.
• La protagonista spera sempre di non essere vista perché: aveva paura di essere cacciata via. stava nei luoghi senza permesso. si guardava sempre i piedi. era una clandestina.
• Comprava la prima cosa che le capitava: per mostrare che non era del tutto sprovveduta. perché era una spendacciona. perché era furba. per far contento il commesso.
• La protagonista supera la sua sensazione di inadeguatezza: immergendosi in un bagno caldo. immergendosi nella lettura. immergendosi fra la folla. immergendosi nella scrittura.
Verso le competenze
Obiettivo: leggere e comprendere un testo descrittivo.
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Laboratorio di ASCOLTO
Una vera amica Ascolta attentamente la lettura dell’insegnante, poi mettiti alla prova! Segna con una
le immagini in cui riconosci Carolina, in base ai particolari descritti nel testo.
• Capigliatura:
• Bocca:
• Naso:
Ricordi che cosa portava al collo Carolina? Prova a disegnarlo nel riquadro a fianco.
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Ho ricordato i particolari del personaggio descritto nel testo: facilmente. con qualche difficoltà. in parte. STUDENTE
DOCENTE
Il testo
POETICO Secondo te, che cosa prova la bambina di fronte alla bellezza del panorama?
A te che cosa emoziona maggiormente?
Ti piace esprimere le tue emozioni attraverso la poesia?
Felici di leggere J. Carioli, I sentimenti dei bambini, spremuta di poesie in agrodolce, Mondadori E. Pecora, La strada delle parole: poesie italiane del Novecento scelte per i bambini e i ragazzi, Mondadori J. Kerouac, Il libro degli Haiku, Mondadori F. Faustinelli, Le rime-figure, Mursia
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il TESTO POETICO è scritto per comunicare e far riflettere su qualsiasi argomento; utilizza le parole per suscitare nel lettore emozioni e stati d’animo particolari.
LA STRUTTURA
Le poesie sono composte da versi che possono essere raggruppati in strofe. I versi possono essere sciolti o legati dalla rima. La rima è di tre tipi: • rima baciata (AABB); • rima alternata (ABAB); • rima incrociata (ABBA).
IL LINGUAGGIO
Il linguaggio della poesia crea immagini con le parole, cioè figure retoriche come: • la similitudine un paragone fra due elementi che hanno delle caratteristiche in comune; • la metafora una similitudine abbreviata, senza l’utilizzo del “come”; • la personificazione l’attribuzione di qualità umane a cose e animali. Il poeta sceglie le parole nelle sue poesie per creare giochi di suoni, per esempio: • le onomatopee l’imitazione e riproduzione di suoni, rumori e voci; • l’allitterazione la ripetizione dello stesso suono in parole vicine; • l’anafora la ripetizione di parole o di versi.
con la MAPPA
ZOOM Ci sono testi poetici particolari: • il calligramma una poesia figurata in cui i versi si dispongono in modo tale da formare il contorno del soggetto di cui si parla; • l’haiku un brevissimo testo di origine giapponese, formato da tre versi in cui vengono descritte le emozioni e la natura.
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Il testo POETICO
S.O.S Terra da E. dell’Oro, Filastrocche del perché, Einaudi
La Terra si è sentita male, all’improvviso ha smesso di girare, è debole, triste, molto stanca, sussurra: – L’ossigeno mi manca!
È una ........................................ formata da quattro ...........................................
Hanno bruciato i boschi, le foreste, l’aria che mi protegge, che mi veste, i fiumi, i mari hanno avvelenato, ho il cuore che non regge, si è ammalato! Dice il Sole alla Luna: – Che facciamo? La nostra amica come la curiamo? – Che fare? – si chiedono le stelle chiamando in cielo, tutte le sorelle. Grida un bambino: – Ti proteggeremo, alberi, piante, noi semineremo, puliremo i fiumi, i laghi, il mare, ti prego, Terra, continua a girare.
........................................................
.....................................................
La Terra commossa dal dolore dei bambini, del cielo, delle viole, riprende a girare piano piano, e saluta il Sole, da lontano.
Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: personificazione • versi • rime • strofa
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Il testo POETICO
Cuore
A
da G. Tessaro, Il cuore di Chisciotte, Carthusia
Dentro la gabbia del tuo torace c’è un cuore libero ed è vivace, dentro di te e in qualunque momento piove, c’è il sole e s’alza anche il vento. E se sul mio petto posi la mano senti un tamburo che suona lontano, senti un uccellino che canta la vita basta che sopra ci appoggi le dita.
Analizzo In entrambe le poesie, sottolinea con lo stesso colore le parole che rimano tra loro. Poi completa gli schemi delle rime con le lettere.
B
Piove
da A. Negri, Esilio, Youcanprint
Piove da un’ora soltanto ma il bambino pensa che già piova da tanto, da tanto sopra la grande città. Piove sui tetti e sui muri piove sul lungo viale piove sugli alberi oscuri con ritmo triste e uguale. Piove; e lo scroscio si sente giungere dalle vetrate, che versano lacrime lente come fanciulle imbronciate. Piove; e laggiù sulla via e in ogni casa, già invade l’intima malinconia di quella pioggia che cade.
Per ogni affermazione scrivi A se si riferisce alla prima poesia, B se si riferisce alla seconda.
Comprendo
La poesia non è divisa in strofe.
Completa con parole tue. Nella poesia A l’autore vuole trasmettere
La poesia è divisa in strofe. I versi sono in rima baciata. La poesia presenta la rima alternata.
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ITAMAP p. 12
.................................................................................... Nella poesia B l’autore vuole trasmettere ....................................................................................
Il testo POETICO
Il buio da A. Henri, Tante rime per i bambini, Mondadori
A me non piace il buio che la notte porta e che avvolge il letto come una coperta.
CONSONANZA
Non mi piace il buio che scende su di me perché nella stanza non vedo cosa c’è.
ASSONANZA
Come vorrei che le luci non fossero spente. Sembra che ci sia qualcosa, ma non c’è niente.
Analizzo Evidenzia con colori diversi le rime presenti nella poesia. Segna con una il completamento giusto. • Le rime sono: tutte perfette tutte imperfette molte perfette e alcune imperfette • Le rime imperfette presenti nella poesia sono: assonanze consonanze
RIMA PERFETTA
RIMA IMPERFETTA Come già sai nella rima i suoni sono identici. Esiste però anche la rima imperfetta che è data: • dall’ASSONANZA quando nella parte finale le parole hanno vocali uguali, ma consonanti diverse; • dalla CONSONANZA quando le parole hanno consonanti uguali, ma vocali diverse.
Un dolce pomeriggio d’inverno di C. Betocchi
Un dolce pomeriggio d’inverno, dolce perché la luna non era più che una cosa immutabile, non alba né tramonto, i miei pensieri svanirono come molte farfalle, nei giardini pieni di rose che vivono di là, fuori del mondo. Come povere farfalle, come quelle semplici di primavera che sugli orti volano innumerevoli gialle e bianche, ecco se ne andavan via leggiere e belle, ecco inseguivano i miei occhi assorti, sempre più in alto volavano mai stanche.
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Il testo POETICO
Quiete da J. Carioli, S. M. L. Possentini, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac
Mi sento quieto come fa le fusa un gatto come una sera, come il compito già fatto come una foglia che galleggia senza fretta come una lenta pedalata in bicicletta. Mi sento quieto come un giorno di vacanza come la luna quando taglia in due la stanza come sul mare guardando l’orizzonte con i gabbiani che mi ridono di fronte.
Analizzo Le due poesie presentano figure retoriche: di quali si tratta? Completa. La poesia Quiete presenta .................................................................................... La poesia Né carne né pesce presenta
Né carne né pesce
....................................................................................
da J. Carioli, Io cambierò il mondo, Mondadori
Tu sei la rana con le zampe forti che con un salto arriva lontano, io dallo stagno ti guardo ammirato nero girino che gira pian piano.
Sottolinea in ciascuna poesia le figure retoriche individuate.
Comprendo
Non sono ancora né carne né pesce, non so se andare per terra o per mare non so se usare i miei piedi terreni oppure devo imparare a nuotare.
Segna con una il completamento giusto. • Nella prima poesia si descrive: un paesaggio. un sentimento. un bambino. un adulto.
Io sono bruco, tu sei farfalla ma le farfalle non son tutte uguali e se sarò una farfalla diversa non mi tarpare le ali.
• Lo scopo di chi scrive è: suscitare emozioni. far riflettere. evocare immagini. far ricordare quando si era bambini. Nella poesia Né carne né pesce un bambino identifica se stesso e un adulto in alcuni animali: quali? Adulto
......................................................................
Bambino
...................................................................
Secondo te, perché sceglie questi animali? ............................................................................................... ............................................................................................... Spiega con parole tue i versi evidenziati.
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Il testo POETICO
La sera
si attentano: prestano attenzione siccome: come fantesche: domestiche trepida: vibrante, fremente
da R. M. Rilke, Liriche scelte, Sansoni
Come un’indefinibile fata d’ombre vien da lungi la Sera, camminando per l’abetaia tacita e nevosa. Poi, contro tutte le finestre preme le sue gelide guance e, zitta, origlia! Si fa silenzio, allora, in ogni casa. Siedono i vecchi, meditando. I bimbi non si attentano ancora ai loro giochi! Le madri stanno siccome regine. Cade di mano alle fantesche il fuso. La Sera ascolta, trepida; pei vetri tutti, all’interno, ascoltano la Sera.
Comprendo Rispondi alle domande. • Che cosa fanno i vecchi? .......................................................................... • E i bimbi?
Analizzo La sera viene vista dal poeta come una persona e, come tale, compie delle azioni. Quali?
Comprendo
............................................................................................... Rispondi alle domande. ............................................................................................... Che cosa fanno i vecchi? Nella poesia è presente anche un’altra figura ....................................................................................................... retorica, quale? Sottolineala. E i bimbi? Da quante strofe è composta la poesia? ....................................................................................................... 2 3 4 E le madri? Quanti versi ha ciascuna strofa? .......................................................................................................
.......................................................................... • E le madri? ..........................................................................
Capisco le parole Riscrivi le seguenti espressioni con un sinonimo. • da lungi
............................................
• abetaia tacita • origlia
.................................
.................................................
• non si attentano
...........................
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Il testo POETICO
L’onda da G. D’Annunzio, Versi d’amore e di gloria, Mondadori
Sciacqua, sciaborda, scroscia, schiocca, schianta, romba, ride, canta, libera e bella, numerosa e folle, possente e molle, creatura viva che gode del suo mistero fugace.
Analizzo Quale consonante si ripete con molta frequenza? ............. Quale rumore ricorda il suono di questa lettera? .................................................................. Quale “gioco di suono” ha utilizzato il poeta? onomatopea. allitterazione. anafora.
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Analizzo sciaborda: si infrange contro la riva fugace: di breve durata
Trascrivi quali azioni compie l’onda: .................................................................. .................................................................. Le parole che hai trascritto sono: onomatopee. parole onomatopeiche. Quale tipo di rumore rievocano? La quiete del mare. L’infuriare del vento. L’infrangersi delle onde.
La zanzara da R. Piumini, Dall’ape alla zebra, Edizioni EL
Senza violenza o impazienza lei ronza nella stanza, svolazza a zonzo: imprudenza, anzi incoscienza, nell’azzurra sera, essere senza la zanzariera.
Il testo POETICO Capisco le parole Spiega il significato delle seguenti espressioni aiutandoti con i versi in cui sono inserite. • si cangia
........................................................
• serrate
........................................................... ..................................................
• luce sinistra • lampo
.............................................................
• tumulto
..........................................................
• antro di selva • cruccio
..............................................
...........................................................
Prima dell’arcobaleno da M. Moretti, Poesie scritte col lapis, Mondadori
Il brontolio si cangia in violento sibilo e batte alle serrate porte; voce di rabbia, sibilo di morte: il vento, il vento, il vento. Una luce sinistra, un guizzo, un vampo ecco passa nel cielo rapidamente aereo guizzo come di serpente: il lampo, il lampo, il lampo. Un tumulto, un fragore, un urlo, un suono rauco, sfuggente, rotolante, cupo voce d’antro di selva, di dirupo: il tuono, il tuono, il tuono. Il tuono, il lampo, il vento e un’idea di sereno tanto cruccio e sgomento fino all’arcobaleno.
Analizzo Segna con una il completamento giusto. • Le prime tre strofe si concludono con la ripetizione della stessa parola. Il poeta ha utilizzato: parole onomatopeiche. allitterazioni. anafore. la rima. • Con l’utilizzo di questo “gioco di suono” l’autore vuole: trovare delle rime. riprodurre l’effetto sonoro del temporale. suscitare la paura del temporale. Completa gli schemi delle rime con le lettere. Poi scrivi il tipo di rima di ogni strofa. I versi delle prime tre strofe sono in rima ............................. I versi dell’ultima strofa sono in rima .............................
ITAMAP p. 13
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Il testo POETICO
La filastrocca del tondo da Elve Fortis de Hieronymis
sono la ru ota cia; – d pan ell la a ha
fi super cie del m lla o su
ui, nello el
creato; sono la pall tto il u t ac a d l he ca s e al na b su e i l g i l n i e o , c i son on a f lil um o e l h a c to he co r o i g l e fretta. – Vola n i ,g il b iù p ira e r p g he fa irotond c do ondo
no zia ar
la faccia della lun a Sono p ien .– a DO – ON ch e il T q r i Io, nte – e uello inciso sp vola l d a co l fam dis o so
il pollice che nel cielo si a lza; son o il m o e – l ’ a a i n c g n a u ria c l’ar he ela, m ros a l sa , a t il TONDO – ovunq a l ue oto ,r ondo an –t ch o –e a z l ba ir m
azio prof sp
- di questo mon o, nd
giostra che a, la gir lett a se icic m ab tu
a; - sono il sole nel cielo i nf seren u o tte cat no o lla – ne c bottone, le tue p a s no il tigl de ; so i e en – nte e nta ca
Analizzo Rispondi alle domande. • Come sono disposte le parole nel calligramma? Perché? ..................................................................................................... ..................................................................................................... ..................................................................................................... • Quale percorso hai dovuto seguire nella lettura? .....................................................................................................
164
• Secondo te perché l’autore ha preferito la forma di scrittura del calligramma rispetto a quella usuale? Perché l’autore è un famoso disegnatore. Perché è più suggestiva. Per rendere la lettura più difficile. Trascrivi sul quaderno il testo nella forma in versi (i trattini ti suggeriranno quando devi andare a capo).
Il testo POETICO
Haiku 1
Gatto nero
di B. Kawabata
Nell’ombra del verde fogliame, pagliuzze d’oro sinistro: gli occhi di un gatto tutto inchiostro.
3
.................................................................................
2
.................................................................................
di J. L. Borges
La vasta notte non è ora altra cosa che una fragranza
di Anomino
Un fiore caduto sembra tornare al suo ramo: una farfalla!
5
Dolce nettare
4
La foglia
di Anomino
Minuscolo, un fazzoletto di giardino: malata, vi cade, immensa, una foglia.
di M. Basho
Dal cuore dolcissimo della peonia esce un’ape ubriaca.
Analizzo Completa. Ogni Haiku è composto da ......... versi. I poeti scrivono gli haiku con lo scopo di ......................................................................
Parlo di me Pensa a un oggetto a cui sei molto legato o che suscita in te ricordi emozionanti e presentalo agli altri attraverso un haiku.
Comprendo Due haiku non hanno titolo, scrivilo tu in base al contenuto e alle emozioni che ti trasmettono. Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Che cosa sono le “pagliuzze d’oro sinistro” di cui si parla nel primo haiku? 2. Qual è l’argomento del secondo haiku? 3. A che cosa è paragonata la farfalla nel terzo haiku? 4. Quale stagione ti fa venire in mente l’haiku numero quattro? 5. Perché nell’ultimo haiku l’ape viene definita “ubriaca”?
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Il testo POETICO LA PARAFRASI Per parafrasare un testo poetico occorre: • leggere attentamente la poesia; • comprendere il significato di tutte le parole e sostituire quelle più difficili con sinonimi di uso comune; • se occorre, cambiare l’ordine delle parole per disporle in una successione più vicina al modo quotidiano di parlare. Lo scopo della parafrasi è comprendere meglio la poesia.
Il tuono da G. Pascoli, Tutte le poesie, Newton Compton
E nella notte nera come il nulla, a un tratto, col fragor d’arduo dirupo che frana, il tuono rimbombò di schianto: rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, e poi vanì. Soave allora un canto s’udì di madre, e il moto di una culla.
Ecco la parafrasi.
E nella notte oscura come il nulla, all’improvviso, con il fracasso di un enorme masso che frana, il tuono rintronò con forza facendo eco, risuonando e rotolando minaccioso, poi fece silenzio, e poi gorgogliò come la risacca marina, infine svanì. Si sentì allora il canto leggero di una madre, e il dondolìo di una culla.
Analizzo Cancella le espressioni sbagliate per completare la spiegazione della parafrasi. La poesia e la parafrasi hanno lo stesso contenuto/contenuti diversi, ma utilizzano un linguaggio differente/uguale. Comunicano messaggi simili/lo stesso messaggio. La parola “rimbomba” è una parola onomatopeica: Perché? ............................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... Ci sono altre parole onomatopeiche? Sottolineale.
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Il testo POETICO
I bambini sulla spiaggia di R. Tagore
I bambini s’incontrano sulla spiaggia di mondi sconfinati. Su di loro l’infinito cielo è silenzioso, l’acqua s’increspa. Con grida e danze s’incontrano i bambini sulla spiaggia di mondi sconfinati. Fanno castelli di sabbia e giocano con vuote conchiglie. Con foglie secche intessono barchette e sorridendo le fanno galleggiare sull’immensa distesa del mare.
Comprendo Riordina le frasi numerandole per ricostruire la parafrasi della poesia, poi copiala sul quaderno. I bambini gridano e danzano sulla spiaggia senza confini. I bambini si incontrano su una spiaggia senza confini. Con le foglie secche realizzano delle barchette che poi si divertono a far galleggiare sul mare immenso. Il cielo sopra di loro è infinito e silenzioso, il mare è appena mosso. Costruiscono castelli di sabbia, giocano con le conchiglie.
Compito di REALTÀ L’insegnante vi ha iscritto a un concorso di poesia. Ecco come procedere per partecipare. • Disponetevi in coppia e scegliete un argomento. • Scrivete le parole che vi vengono in mente sull’argomento scelto; trovate le rime e create alcune figure retoriche. • Organizzate le vostre idee in versi, trascrivete la vostra poesia in formato word, stampatela e consegnatela all’insegnante. In bocca al lupo!
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Il testo POETICO
Il sabato del villaggio di G. Leopardi
Completa la parafrasi.
La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell’erba; e reca in mano un mazzolin di rose e viole, onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
La ............................... ritorna dalla campagna al ...............................; porta un fascio d’erba e tiene in mano un mazzolino di ............................... e di ............................... con le quali, come è solita fare, si abbellirà l’indomani, che è giorno di festa, il petto e i ...............................
Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella, incontro là dove si perde il giorno; e novellando vien del suo buon tempo, quando ai dí della festa ella si ornava, ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei ch’ebbe compagni nell’età piú bella. Già tutta l’aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre giú da’ colli e da’ tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore; e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dí del suo riposo.
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Sulle ............................... la vecchietta siede con le ............................... a filare rivolta verso il tramontare del sole, e racconta della sua giovinezza, quando anche lei nei giorni di ............................... si adornava e, ancora giovane
e bella, era solita andare a ............................... con altri giovani come lei. Ormai inizia a fare ..............................., il cielo torna azzurro e al comparire della luna appena sorta si formano le ombre. Ora la ............................... annuncia la festa che sta arrivando e a quel suono, si direbbe che il ............................... si consola. I ............................... gridando in gruppo sulla piazzola e, saltando di qua e di là, fanno un rumore allegro. Intanto il ............................... torna alla sua povera casa fischiettando e pensa tra sé e sé al giorno del suo riposo.
Il testo POETICO
Poi quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l’altro tace, odi il martel picchiare, odi la sega del legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna, e s’affretta, e s’adopra di fornir l’opra anzi al chiarir dell’alba.
Poi quando intorno tutte le luci sono spente e tutto è ............................... si sente il ............................... picchiare, si sente la sega del falegname che sveglio nella sua bottega chiusa, alla luce di una lanterna, si affretta a terminare il ............................... prima dell’alba.
Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l’ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Questo è il ............................... più gradito della settimana, pieno di speranza e di gioia: l’indomani le ore porteranno ............................... e ............................... e ognuno tornerò con il pensiero alla fatica di tutti i giorni.
Garzoncello scherzoso, cotesta età fiorita è come un giorno d’allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo’; ma la tua festa ch’anco tardi a venir non ti sia grave.
............................... spensierato, questa tua
giovinezza è come un giorno pieno di felicità, luminoso, sereno, che precede la maturità. Goditi la tua giovinezza; questa è un’età gioiosa e spensierata. Non voglio dirti altro che: non avere fretta di crescere.
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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO POETICO è scritto per comunicare messaggi e far riflettere su qualsiasi argomento; utilizza le parole allo scopo di suscitare nel lettore emozioni e stati d’animo particolari. Completa lo schema del testo poetico con le seguenti espressioni. baciata • versi • haiku • allitterazioni • rima • anafore • incrociata • calligramma • alternata • personificazione • strofe • onomatopee • metafora • similitudine
LA STRUTTURA
Le poesie sono composte da .............................................. che possono essere raggruppati in .............................................. I versi possono essere sciolti o legati dalla .............................................. La rima è di tre tipi: • rima .............................................. (AABB) • rima .............................................. (ABAB) • rima .............................................. (ABBA)
Il linguaggio della poesia è ricco di figure retoriche come: • la ................................................................................; • la ................................................................................;
IL LINGUAGGIO
• la ................................................................................. I giochi di suoni sono espressi da: • le ................................................................................; • le ................................................................................; • le .................................................................................
ZOOM Il .............................................. e l’.............................................. sono testi poetici particolari.
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Testo narrativo Il testo POETICO
Stupore di G. Gozzano, Poesie, Rizzoli
L’azzurro infinito del giorno è come una seta ben tesa; ma sulla serena distesa la luna già pensa al ritorno. Lo stagno risplende. Si tace la rana. Ma guizza un bagliore d’acceso smeraldo, di brace azzurra: il martin pescatore. E non sono triste. Ma sono stupito se guardo il giardino. Stupito di che? Non mi sono sentito mai tanto bambino.
So analizzare
Ho capito il testo
Segna se le seguenti affermazioni riferite alla poesia sono vere (V) o false (F). • È composta da tre strofe V F di quattro versi ciascuna. • È composta da quattro strofe V F di tre versi ciascuna. V F • È una poesia a versi sciolti. • La prima strofa ha la rima incrociata. V F V F • La seconda ha la rima alternata. V F • L’ultima ha la rima baciata.
Segna con una
Indica di quale figura retorica si tratta. L’azzurro del giorno è come una seta ben
• la rana
risplende
• il martin pescatore
guizza
tesa.
.............................................................
La luna già pensa al ritorno.
........................
............................................................................................ Il martin pescatore è un bagliore d’acceso smeraldo.
.............................................................
Verso le competenze
il completamento giusto.
• La “serena distesa” è: la verde pianura. il mare calmo. una stoffa azzurra il cielo limpido. Rileggi la seconda strofa poi collega ogni soggetto al suo predicato. tace • lo stagno
Come si sente il poeta di fronte alla bellezza della natura? Perché? ............................................................................................. .............................................................................................
Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un testo poetico e comprenderne il contenuto.
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A R E V A PRIM
Specchio da S. Quasimodo, Ed è subito sera, Mondadori
Ed ecco sul tronco si rompono gemme: un verde più nuovo dell’erba che il cuore riposa: il tronco pareva già morto, piegato sul declivio. E tutto mi sa di miracolo, e sono quell’acqua di nube che oggi rispecchia nei fossi più azzurro il suo pezzo di cielo, quel verde che spacca la scorza che pure stanotte non c’era. Completa la spiegazione della poesia aiutandoti con le parole date. tenue • schiudono • verde • piovana • riposo • fossi • senso • pendio • sbocciare • cielo • gemme • corteccia Sul tronco .................................. le gemme: sono di un verde più .................................. di quello Le poesie presentano due interpretazioni dell’erba e dà al cuore un .................................. di .................................. dell’autunno. Accanto a ogni argomento scrivi sembrava il titolo della poesia. Il tronco morto, piegato sul terreno in .................................. e lo .................................. ARGOMENTO POESIA di queste .................................. è come un miracolo. Il Impoverimento poeta si sente nuovo come quell’acqua .................................. che nei .................................. della natura ................................................. rispecchia il .................................. Esplosione di colori ................................................. Come quel .................................. che spacca la .................................., che stanotte ancora non c’era.
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PRIMAVERA
Benvenuta primavera da R. Guarnieri, D. Salvini Cerretani, Le stagioni, De Agostini Ragazzi
La brutta stagione è finita; è arrivata finalmente la primavera. Le giornate sono più lunghe, c’è un bel sole e, di tanto in tanto, anche qualche acquazzone che dura poco. Può accadere anche che al disperdersi delle nuvole un magnifico arcobaleno torni a rallegrare la natura. Una leggenda dice che là, dove l’arcobaleno si appoggia sulla terra, c’è nascosta una pentola piena d’oro. Nel giardino sono fioriti i meli, i peri e i peschi. Meli e peri hanno fiori bianchi, i peschi rosa. Cominciano ad apparire le prime rondini. Una volta ce n’erano tantissime, facevano il nido sotto i tetti delle case e dei fienili dei contadini, e anche in città ce ne erano tante. Ora sono molto diminuite, peccato. La rondine è il simbolo della primavera. Sugli alberi sono spuntate le foglie nuove, di un verde così chiaro e tenero che verrebbe voglia di mangiarle in insalata; per terra si aprono i primi fiori, tra cui le primule e le viole mammole. Ancora non sono comparsi nel cielo gli stormi delle oche migratrici che avevamo visto partire in autunno; forse è ancora presto, ma prima o poi arriveranno. In giardino si distinguono, per il loro giallo luminoso, i rami fioriti della mimosa. Tante palline fitte fitte, soffici e profumate, che hanno un solo difetto: appassiscono presto una volta colti i rami. L’autrice descrive la primavera utilizzando prevalentemente: dati visivi. dati uditivi. dati olfattivi. Sottolinea nel testo i dati olfattivi. Rispondi sul quaderno. 1. Perché l’arcobaleno rallegra la natura? 2. Quali uccelli cominciano ad apparire all’inizio della primavera? Quali, invece, ancora non sono arrivati? 3. Qual è l’unico difetto della mimosa?
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PRIMAVERA
... È PASQUA!
Anche in Italia ci sono diverse tradizioni pasquali. Quali sono quelle tipiche del territorio in cui vivi tu? Racconta.
Tradizioni pasquali Ogni Paese ha delle tipiche tradizioni che accompagnano la Pasqua. Nei giorni precedenti la Pasqua in Bulgaria si fanno grandi pulizie nelle case e si colorano le uova: il primo uovo deve essere colorato di rosso, perché possa portare la salute. In Danimarca tradizione vuole che tutto sia colorato di giallo, dalle candele alla tovaglia, mentre le case vengono decorate con rami fioriti e uova dipinte. In Francia le campane della chiesa sono silenziose dal venerdì fino a Pasqua. Ai bambini francesi si dice che le campane sono volate via a Roma. La mattina di Pasqua i bambini corrono veloci all’esterno per cercare di vedere le campane che volano nuovamente verso casa; intanto i genitori nascondono le uova di cioccolato, affinché i bambini le trovino più tardi. Per i bambini tedeschi il simbolo della Pasqua è rappresentato da un “coniglietto“. La domenica di Pasqua è il giorno in cui i bambini vanno alla ricerca delle uova nascoste dai genitori nel giardino o in casa . Anche i bambini inglesi vano a caccia di uova la mattina di Pasqua dopo aver fatto colazione con gli hot cross buns, o con gli Easter cakes. In Svezia durante il giorno delle Palme vengono benedetti i gattici (rami del pioppo bianco con le gemme che assomigliano alla coda di gatto), mentre nei giorni che precedono la Pasqua, i bimbi si travestono da streghe e vanno in giro per la città. Queste usanze risalgono al medioevo, quando si aveva il terrore delle streghe.
Materiali dalla Tinkering box
LA SFIDA! Come funziona una molletta? Sfruttane il meccanismo e costruisci il tuo uovo con sorpresa! IL PASSAGGIO DIFFICILE Quando incolli le due metà dell’uovo alla molletta prendi la giusta distanza in modo che, una volta chiusa la molletta, combacino perfettamente.
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• Molletta di legno • Matita • Forbici • Colla vinilica o colla a caldo (uso esclusivo dell’insegnante) • Pennarelli
IT’S SPRING
Easter Bunny biscuits INGREDIENTS
Ecco la ricetta: divertiti a preparare i biscotti per la mattina di Pasqua.
Le immagini relative al procedimento sono in ordine. Riordina le fasi del procedimento riportando vicino a ognuna il numero dell’immagine corrispondente.
1
5
HALF A CUP OF SUGAR
2 CUPS OF FLOUR
PINCH OF SALT
1 TEASPOON OF BAKING SODA (BICARBONATO DI SODIO)
2 EGG YOLKS
1 TEASPOON OF CINNAMON (CANNELLA)
4 OZ BUTTER (100 GRAMMI)
RAISINS (UVETTA)
2
6
Bake for 25 minutes at 180°C. Stir in the flour mixture making a stiff dough. Wrap the dought in cling film (= pellicola) and chill for several hours. Roll out the dought 1 cm thickness. Mix flour, salt, baking soda and cinnamon in a bowl.
3
7
4
8
9
Place biscuits 3 cm apart on lightly greased baking sheets. Press raisins on the bunny face to make eyes. Beat sugar, butter and egg yolks in a larger bowl until light and duffy. Use a bunny-shaped cutter to cut biscuits.
STUDENTE
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a Intervist ... e r o t u a ’ l n co
Guido Quarzo e Anna Vivarelli, due Premi Andersen, autori di numerosi libri divenuti “classici” della letteratura per ragazzi. Torinesi, appassionati di teatro e scrittura creativa, si dedicano da anni ad attività di educazione alla lettura in scuole e biblioteche, dove amano incontrare i ragazzi, per farli raccontare, pensare e crescere.
La storia dell’amicizia tra Gigi, un ragazzo italiano, e Luis, un ragazzo nomade, suo compagno di classe. Dall’incontro tra le loro realtà, così diverse, nasce l’idea di costruire insieme una zattera. Per immaginare avventure sul fiume? O per fuggire da un mondo che non sa comprenderli? Chissà…
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e o z r a u Q Guido lli e r a v i V a A nn Come mai scrivete a quattro mani? È difficile coordinarvi? Si può scrivere a quattro mani solo quando si condivide una stessa idea di scrittura, di responsabilità nei confronti del lettore. Quando questo succede, è semplice coordinarsi: il confronto delle idee diventa un bel gioco e ci si supporta reciprocamente. Ma, almeno per noi, scrivere in due non significa suddividerci i capitoli o le parti di una storia: entrambi lavoriamo su tutte le pagine. È più facile scrivere singolarmente o in coppia? Né più facile né più difficile: è un lavoro diverso. Per certi versi scrivere in coppia ti obbliga a un confronto e a una verifica continua che, quando si scrive da soli, occorre comunque cercare in qualche lettore esterno. Una domanda a testa. Cosa vi ha spinto a scrivere? Pensavate fin da piccoli di diventare scrittori? G: Da bambino non avevo nessuna idea di che cosa volessi fare da grande... Ero molto occupato a giocare. La scrittura per me è un’esigenza che nasce soprattutto dalle letture e dalla passione per le storie. Il mestiere di insegnante certamente ha influito sulla scelta di scrivere per ragazzi, ma l’idea di “costruire con le parole” me la porto dietro dall’età di quattordici anni, quando mi regalarono la mia prima macchina da scrivere, la Lettera 22. A: Io invece ci ho messo molto poco a capire che scrivere era la cosa che mi riusciva meglio, forse l’unica per cui ero tagliata, e che non avrei mai potuto fare nulla che avesse a che fare con i numeri, il disegno o lo sport. Tutti i mestieri che ho svolto avevano sempre a che fare, anche se in forme diverse, con la scrittura.
Un librO per la classe
Quale mestiere avreste voluto fare se non foste stati degli scrittori? G: Il pittore. A: Un qualsiasi altro mestiere fatto di parole: giornalismo, pubblicità, lavori editoriali. Alcuni li ho anche fatti… Qual è la cosa più bella dello scrivere? La scrittura (con le altre forme d’arte) è la cosa più umana di cui disponiamo: ciò che ci distingue da tutte le altre specie viventi. La cosa più bella della scrittura è la possibilità di comunicare con altre menti. Io leggo Dickens e lui è qui, presente, che mi racconta la storia. Qual è il classico a cui siete più affezionati? G: “Peter Pan”, di James Barrie. A: “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie”, di Lewis Carroll. Nei vostri libri raccontate storie vere? Mai e sempre. Nelle storie c’è sempre una componente di vita vissuta: tutto ciò che scriviamo è filtrato dal nostro modo di essere, vivere e pensare. Ma c’è sempre anche l’altra componente, quella fantastica: i personaggi e le trame non hanno mai a che fare con le nostre biografie personali.
Nel vostro libro per il Gruppo Raffaello “Una zattera contro corrente” trattate di un tema di piena attualità. Spiegateci la vostra posizione al riguardo. In realtà il nostro voleva essere soprattutto un racconto sull’amicizia. L’amicizia è un concetto complesso, si parla di amicizia tra persone, ma anche di amicizia tra popoli. L’amicizia comprende la solidarietà, l’empatia, la tolleranza. Nello stesso tempo ci sembra un tema molto concreto perché l’amicizia è fatta di gesti quotidiani, di piccole cose lontane dalla retorica dell’accoglienza o della “pace nel mondo”. Si può dire che l’amicizia è una zattera? Volevate affermare questo? Perché avete scelto un ragazzo nomade? Sì, la zattera è senza dubbio simbolica. È una metafora delle piccole realtà quotidiane che tengono insieme la nostra vita. Chi sia realmente Luis non ha importanza: è diverso da Gigi ma può stare con lui sulla stessa zattera se si trova un motivo di condivisione. E in questo caso, i due ragazzi condividono lo stesso desiderio di fuga e di avventura.
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crescere
Quando succede? da J. Carioli, Io cambierò il mondo, Mondadori
Diventare grandi, quando succede? E quando succede, da cosa si vede? Succede ogni giorno, ogni poco, ogni tanto? Si vede dal riso, dalla rabbia, dal pianto? Si vede dai piedi, sempre più lontani? Si vede nello specchio? Nel viso? Nelle mani? Diventare grandi è un viaggio solitario e a indicare la strada non c’è un binario. Scopri sentieri nuovi solo se li percorri a passi lenti e lievi o anche quando corri. Ma è importante andare guardando l’orizzonte. Non lo raggiungi mai, però ce l’hai di fronte. Là c’è l’arcobaleno: il tuo traguardo è il sogno e l’uomo lo rincorre perché ne ha bisogno. Diventar grandi è questo: non smettere di andare e anche a cento anni, continuare a sognare.
CIRCLE time • Come vivi i cambiamenti che avvengono nel tuo corpo in questo periodo? Li accetti tranquillamente o ti fanno sentire a disagio? Confrontati con i compagni.
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Sarò coraggiosissima di J. Carioli
Da grande sarò coraggiosissima affronterò da sola l’avventura, guarderò in faccia ogni pericolo, non saprò cosa vuol dire la paura. Conterò le ossa degli scheletri ballerò con gli zombi al cimitero, ruberò il lenzuolo dei fantasmi, farò marameo all’uomo nero. Non avrò paura dei leoni, delle tigri, dei lupi, dei serpenti, gli scarafaggi mi faranno ridere agli squali saprò mostrare i denti. Da grande sarò coraggiosissima, sarò campione di autodifesa, però, questa sera, per piacere, … lasciami la lucina accesa!
Parlo di me Come ti immagini da grande? Come pensi di diventare? C’è qualcosa che ti impaurisce? C’è qualcosa, invece, che non vedi l’ora di affrontare? Scrivi. ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... ....................................................................................................................................... .......................................................................................................................................
In questa sezione troverai testi di diverse tipologie che parlano della tua crescita.
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Dietro al mio naso da L. Torvalds, Rivoluzionario per caso, Garzanti
Comprendo Rispondi sul quaderno utilizzando le informazioni implicite fornite dal brano. 1. L’autore, ripensando alla sua infanzia, afferma che era “un brutto bambino”. Quali cose non gli piacevano del suo aspetto fisico? 2. L’autore veniva preso in giro per quelli che lui considerava “difetti fisici”? Perché?
Parlo di me Tu sei soddisfatto del tuo aspetto fisico o vorresti assolutamente cambiare qualcosa? Motiva la tua risposta.
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Ero un brutto bambino. Non fraintendetemi. Non è che sembrassi il Gobbo di Notre Dame. Immaginatevi dei grossi dentoni, in modo che chiunque veda una foto della mia infanzia non capisca bene se quello che ha di fronte è un bambino o un castoro. Immaginatevi anche una totale mancanza di gusto nel vestire, abbinata a un naso extralarge: cominciate a farvi un quadro della situazione? A volte mi dicono che un naso grosso dà personalità. Ma andate a dirlo a un ragazzino. Per lui il naso serve solo a nascondere i denti. E ora passiamo ai dettagli. Capelli castani, occhi azzurri e una leggera miopia che rende sensato l’uso di un paio d’occhiali. E dato che gli occhiali distolgono l’attenzione dal naso, io li portavo. Sempre. Essendo nato alla fine dell’anno ero sempre il più giovane della classe. Il che vuol dire anche il più piccolo. Più tardi avere sei mesi meno della maggior parte dei compagni di classe non ha grande importanza. Ma alle elementari vuol dire molto. A scuola le cose andavano abbastanza bene. Prendevo buoni voti senza dover faticare più di tanto. E avevo un posto accettabile nell’ordine sociale. Nessuno sembrava badare troppo al mio naso, probabilmente perché erano tutti molto più occupati a badare ai propri problemi. Poi – dietro al mio naso – sono cresciuto. Adesso posso dire che sono più uomo che naso.
Il desiderio di fuggire
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da D. Pennac, Diario di scuola, Feltrinelli
Esteriormente, pur non essendo agitato, ero un bambino vivace che amava giocare. Bravissimo alle biglie, imbattibile a palla prigioniera, campione del mondo nelle battaglie di cuscini, amavo giocare. Piuttosto chiacchierone e ridanciano, diciamo pure burlone, mi facevo degli amici a tutti i livelli della classe. Più che qualunque cosa, alcuni insegnanti mi rimproveravano questa allegria. Oltre che negato, a scuola secondo loro ero anche insolente. Il minimo della buona educazione, per un somaro, è essere discreto. In realtà, il gioco mi salvava dall’amarezza che provavo non appena provavo la vergogna di non fare mai quello che era giusto! E il desiderio di fuggire… Ho provato presto il desiderio di fuggire. Dove? Non è chiaro. Diciamo fuggire da me stesso. Devo probabilmente a questa voglia di fuggire gli strani ideogrammi che precedettero la mia grafia. Invece di formare le lettere dell’alfabeto, disegnavo omini che scappavano sui margini e lì creavano delle bande. Eppure all’inizio mi applicavo, rifinivo le lettere meglio che potevo, ma pian piano le lettere si trasformavano in quegli esseri allegri e saltellanti che se ne andavano a folleggiare altrove, ideogrammi della mia sete di vivere. Ancora oggi uso questi omini quando firmo le copie dei miei libri. È la banda della mia infanzia, cui sono fedele.
Daniel Pennac da bambino fu un pessimo allievo, ma grazie al suo amore per la lettura e la scrittura si laureò in Lettere all’università di Nizza. In età adulta, è diventato un famoso scrittore francese e ha ricevuto molti premi letterari.
Comprendo Sottolinea, con un colore, il motivo che genera nell’autore il desiderio di fuggire e, con un altro colore, ciò che nasce da questo desiderio. Come definisce l’autore gli omini che disegna? Perché? Prova a spiegarlo con parole tue.
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i n Aiuto, ho paura di cambiare!
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di E. Valtolina, in Focus Junior
Parlo di me Tu hai paura di affrontare i cambiamenti? Ti è mai capitato di allontanare qualcuno dal gruppo di amici o di essere allontanato? Per quale motivo? Che cosa hai provato? Racconta.
Le cose sono cambiate da quando eri un bambino piccolo: cammini, parli, esprimi opinioni… quest’anno andrai alla scuola media e l’idea di cambiare scuola, insegnanti, compagni e amici potrebbe preoccuparti. Ma nel concreto, come si fa ad affrontare questi cambiamenti? La psicologa, Giulia Angelici, risponde a questa domanda. Cambiare è difficile, faticoso e doloroso: fanno fatica anche gli adulti, quindi è normale se ti senti triste e strano. Però, quando poi ci riuscirai, vedrai il mondo da un’altra prospettiva. Il segreto è non entrare nel panico e non avere fretta. Ci sono momenti di passaggio che aiutano a elaborare il trauma del cambiamento a piccoli passi. E come aiuto è molto importante informarsi e parlarne. Prima o poi a tutti tocca cambiare scuola ed è normale avere un po’ di paura. Quello che più spaventa è non sapere niente del posto nuovo in cui si va. Per questo il consiglio è quello di raccogliere più informazioni possibili: vai a visitare la tua nuova scuola, per vedere come è fatta e, se si può, chiedi un incontro con gli insegnanti. A volte, come quando si va a vivere in un’altra città, sei costretto a cambiare amici. A volte, invece, sei tu che, a un certo punto ti stufi di qualcuno e lo allontani, perché fa cose che non ti piacciono più o perché siete cambiati. Puoi farlo anche in modo gentile, l’importante è non avere paura di ciò che senti e delle tue decisioni. Se invece chi era tuo amico non ti vuole più nel gruppo, accettalo e scegli qualcuno più simpatico o simile a te. Prima di ogni decisione, però, cerca sempre di capire le cause della fine di un’amicizia: a volte, una chiacchierata può risolvere le incomprensioni.
Compito di REALTÀ Seguite il consiglio del testo: non lasciatevi spaventare da qualcosa che non conoscete, ma cercate di informarvi a riguardo: vi sarà molto utile per affrontare ogni nuova avventura! Molto probabilmente è in programma con la vostra classe una visita alla Scuola Secondaria di primo grado più vicina. A coppie o in piccoli gruppi preparate un’intervista da sottoporre agli alunni e agli insegnanti che vi accoglieranno.
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PIÙ FACILE
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Primo giorno di scuola da G. Maldini, La mia seconda prima, Edizioni EL
Davanti alla scuola c’era una confusione incredibile: bambini che urlavano e che si cercavano, baci, abbracci e mamme nervose che parlavano fitto fitto tra di loro. Anch’io sono corsa vicino a quelli che già conoscevo, ho rivisto certi miei ex compagni delle elementari e ci siamo messi tutti vicini e pallidi ad aspettare. A un certo punto è arrivato il Preside che doveva fare l’appello per la formazione delle classi. Il mio nome non arrivava mai e io cominciavo ad avere paura di essere stata dimenticata. Ogni volta che le sezioni venivano completate, tutti se ne andavano a gruppetti spauriti dietro a un’insegnante sconosciuta. Mi tremavano le gambe, non c’era quasi più nessuno che conoscessi: Carlotta se n’era andata nella sezione di tedesco, Simona nella B. Non so come ho fatto a non piangere, perché sentivo di avere già decilitri di lacrime prontissime a uscirmi dagli occhi, ma per fortuna sono riuscita a controllarmi. Finalmente nell’ultimissima sezione, quando non avevo più speranze per il futuro, ecco che ho sentito pronunciare il mio cognome! Annuncio ufficialmente che da questa mattina io sono un’alunna della prima media SEZIONE H! Nel pomeriggio poi, sono andata a comperare i libri che mi servivano durante l’anno scolastico e mi sono spaventata! Sono dei malloppi tremendi! Come farò a studiare così tanto? E soprattutto, ci riuscirò? Ho anche scoperto che dovrò imparare a dare del “lei” ai professori e non il “tu” come facevo con le maestre. Quante cose dovrò imparare!
Parlo di me Ti senti pronto/a per la scuola secondaria di primo grado? Quali sono le tue aspettative? Anche tu come la ragazzina del brano hai delle paure? Se sì, quali? Racconta.
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Ce l’ho fatta! da P. Johnson, Come addestrare i genitori, Einaudi Ragazzi
Parlo di me L’autore del brano ha le idee molto chiare sul suo futuro. A te cosa piacerebbe fare da grande? Hai le idee chiare come l’autore o sei ancora indeciso? Confrontati con i compagni.
Comprendo Rispondi alle domande sul quaderno. 1. A chi si rivolge il bambino? 2. Quale carriera vuole intraprendere da grande? 3. Qual era il motivo che lo rendeva “felice e orgoglioso” già da piccolo? 4. Qual è stato il momento più bello della sua vita?
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PIÙ FACILE
Venerdì, 11 gennaio Direi che io sono nella media, in quasi tutte le cose che faccio. Finora i miei genitori sono sempre stati abbastanza contenti delle mie pagelle. Comunque non me ne importa più tanto, perché la scuola non ha nulla a che fare con la mia futura carriera. Sai, ho intenzione di fare il comico da grande. Non ridere! Anzi, ridi pure se vuoi. Ma c’è una sola cosa al mondo che mi riesce davvero bene: far sorridere la gente. Già a due anni facevo divertire mia nonna e le mie zie cantando canzoncine stupide e più tardi, quando sono cresciuto un po’, ho iniziato anche a raccontare barzellette e a imitare i personaggi della tivù. Mia nonna rideva fino alle lacrime, dandomi del “diavoletto”. Mamma giurava di non sapere proprio da chi avessi preso e io, intanto, mi sentivo felice e orgoglioso. Anche a scuola ero sempre quello che movimentava le lezioni dicendo scemenze. Al punto che, se una lezione era particolarmente noiosa, tutti cominciavano a fissarmi perché li tirassi su di morale. Poi l’anno scorso c’è stato un concorso per giovani talenti. Ventitré partecipanti, e indovina chi ha vinto? Io. Ho anche le prove: l’attestato appeso alla parete di camera mia. In realtà all’inizio, appena salito sul palco, ero nervosissimo; il mio povero cuoricino batteva a più non posso e grondavo di sudore… poi ho cominciato a sparare battute con l’accento australiano. Mi chiedo ancora se a far ridere la gente siano state le mie barzellette o il mio modo di parlare. Comunque sia, ridevano e qualcosa è scattato dentro di me, facendo svanire la paura. Sarei rimasto sul palco per non so quanto tempo ancora. È impossibile descrivere com’è stato esaltante: il momento più bello di tutta la mia vita.
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Amo danzare! da B. Melvin, Billy Elliot, Rizzoli
Saltavo così in alto che riuscivo a vedere fuori dalla finestra, fin sopra il capannone dove tengono gli attrezzi sportivi. La miss continuava a ripetermi: – Non così in alto, Billy. Controllo! Non sei concentrato! Ero concentrato. Concentrato a saltare più in alto possibile. Mi faceva sentire così bene, volare in su, sopra le teste di quelle ragazzine. Avevo imparato tutti i movimenti: piroette e salti... La miss diceva che promettevo bene. Passava metà della lezione a star dietro a me, e non dava retta alle ragazze. Loro continuavano a lamentarsi. – Possiamo provare anche noi, miss? Quand’è che tocca a noi? Passavo tutta la settimana ad aspettare la lezione del sabato. E una volta che era cominciata potevo andare avanti per ore. Ballare poteva sembrarti facile, ma non lo era. Era duro. Mi ero così irrobustito che avevo molta resistenza, ora, nella marcia e nella corsa e in tutto il resto. Potevo continuare per un mucchio di tempo senza stancarmi mai. Poi un giorno è successo. – Su quella gamba, Billy. E giro… e due, e tre… Giro, e due, e tre, ruota, e due, e tre, e su, e due, e tre. E questo cosa sarebbe? Mettiamoci un po’ di grazia, Billy Elliot! Stavo muovendo la gamba a piccoli cerchi, cercando di farli morbidi e dolci più che potevo e quando ho alzato lo sguardo l’ho visto: il papà. Ritto in piedi davanti alla porta. Aveva scoperto il mio segreto: non praticavo il pugilato.
Parlo di me Ti sei trovato anche tu nei panni di Billy, di aver timore di manifestare le tue passioni? Perché? Racconta. Vai alla pagina successiva e scoprirai che…
B uona visione Ecco il film che racconta la storia di Billy Elliot.
Billy Elliot Anno di uscita: 2000 Durata: 110 minuti Paese: Gran Bretagna, Francia
Il padre e il fratello maggiore di Billy sono uomini ruvidi, appassionati di boxe e di birra. Billy è, invece, un ragazzino di undici anni che ai guantoni da pugile preferisce le scarpette da ballerino classico. Non sarà facile far digerire questa scelta alla sua famiglia: figlio di minatori, Billy vuol fare il ballerino! La sua sarà dunque una lotta anche contro i pregiudizi “di genere” che vogliono tenere ben separato ciò che “è da maschi” rispetto a ciò che “è da femmine”.
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Scoprire il proprio talento I tuoi hobby e le tue passioni un giorno potrebbero trasformarsi in un lavoro, se ti impegni e fai maturare i tuoi interessi. I tuoi passatempi preferiti possono indicarti ciò in cui eccelli e adori fare.
AMI MUOVERTI E FARE SPORT? Che tu ci creda o no, questa attività che ti fa divertire tenendoti impegnato fisicamente potrebbe trasformarsi nel tuo futuro lavoro. Un atleta professionista guadagna soldi praticando il suo sport preferito, ma anche un allenatore, un arbitro e un medico sportivo costruiscono la propria carriera nel mondo dello sport, partendo dalla propria passione.
TI PIACCIONO LA MATEMATICA E LE SCIENZE? Queste materie scolastiche possono spingerti a individuare quale sarà il tuo lavoro in futuro: inventori, scienziati, economisti, ingegneri e programmatori di computer hanno tutti iniziato con le materie scientifiche a scuola e oggi mettono a frutto le proprie competenze usando numeri, dati e la razionalità per lavorare.
SEI UN CREATIVO? Se preferisci sognare a occhi aperti, dedicarti al fai da te, narrare o scrivere storie, suonare uno strumento… impegnati in tutto ciò che ti piace. Esprimersi mediante l’arte è una qualità che un giorno potrebbe permetterti di trovare un lavoro: artisti, scrittori, attori, musicisti sono professionisti che lavorano usando la loro creatività.
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Il testo
INFORMATIVO Sei curioso di conoscere ciò che accade nel territorio in cui vivi, nel tuo Paese e nel mondo?
Ti è mai capitato di informarti leggendo un quotidiano?
Ricerchi le informazioni sui libri o in internet?
Felici di leggere D. Morris, Il mondo degli animali, Mondadori S. Barcaroli, F. Lippi, 101 film per ragazze e ragazzi eccezionali, Newton Compton E. Luzzati, R. Piumini, Il grande libro della Costituzione italiana, Edizioni Sonda L. Novelli, 100 lampi di genio, Editoriale Scienza
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il TESTO INFORMATIVO fornisce informazioni chiare e precise su argomenti di vario genere e ha lo scopo di arricchire le conoscenze del lettore. I testi informativi sono presenti nei sussidiari, nelle enciclopedie, nelle riviste specializzate, nelle guide turistiche, nei quotidiani, in internet…
LA STRUTTURA
Il testo informativo presenta: • il titolo che indica l’argomento di cui si parla; • i paragrafi cioè le parti in cui è diviso il testo, che trattano alcuni aspetti dell’argomento possono avere un loro titolo detto sottotitolo. Le informazioni possono essere presentate sotto forma di elenco.
L'ORDINE
Le informazioni possono essere esposte secondo un: • ordine logico si presenta l’argomento generale, poi si passa a esporre i particolari; • ordine logico-causale si riportano le cause e le conseguenze di un fatto; • ordine cronologico si riportano le informazioni in ordine di tempo. Il linguaggio è chiaro e preciso, ricco di termini specifici dell’argomento trattato. Le parole chiave sono fondamentali per la comprensione, perciò, spesso sono evidenziate in grassetto per richiamare l’attenzione visiva.
IL LINGUAGGIO
ZOOM Il testo informativo può essere un testo: • continuo un brano che solo attraverso le parole spiega, informa… • non continuo un grafico, una tabella, uno schema, una mappa… • misto un brano accompagnato da immagini o foto con didascalie, una tabella, un grafico o schema…
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STUDENTE
DOCENTE
Il testo INFORMATIVO
La scuola al tempo dei Romani da AA. VV., Letture in primo piano, Garzanti
L’istruzione
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A Roma inizialmente non esistevano scuole: l’istruzione ai figli maschi delle famiglie ricche veniva impartita dal padre aiutato da un maestro privato. Quando però la città si ingrandì, in seguito alle sue conquiste territoriali, crebbe la domanda di istruzione anche da parte dei ceti inferiori. Un certo Carvilio, nel 234 a. C., fu il primo ad aprire una scuola elementare a pagamento: per molto tempo ancora, però, le persone in grado di leggere e scrivere rimasero un ristretto numero di maschi benestanti.
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La scuola pubblica
L’istruzione pubblica fu successivamente favorita dagli imperatori: durante il periodo imperiale furono istituite scuole le cui spese erano sostenute dalle città o da ricchi cittadini, ma la loro frequentazione non fu mai obbligatoria per legge. Esistevano diversi tipi di insegnanti: maestri di scrittura e lettura, di aritmetica, di calligrafia, di lingua e letteratura greca, di geometria, di retorica (l’arte di parlare in modo persuasivo), di architettura, di ginnastica.
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Metodi di insegnamento
I metodi di insegnamento erano noiosi e ripetitivi, poiché i maestri non si ponevano il problema di interessare gli allievi. Non esisteva un libro scolastico attuale: il maestro tracciava sulla sua tavoletta parole che gli allievi prima dovevano copiare e poi leggere. La lezione finiva poi con la correzione dei compiti e il giudizio dell’insegnante, che spesso suonava come una minaccia del tipo: “Sii diligente, altrimenti sarai frustato!”.
La narrazione segue un ordine ...........................................
Inserisci le parole nei riquadri giusti a lato del testo: parole chiave • titolo • paragrafo • sottotitolo • logico 189
Il testo INFORMATIVO
La bicicletta Nel corso degli anni sono stati costruiti molti tipi di bicicletta. Forse i tuoi genitori possedevano le cosiddette bici da cross, che a quei tempi erano considerate il massimo, pur essendo antipaticissime da guidare, difficili da controllare e veramente lente. Oggi, per fortuna, è molto più probabile che la tua sia una bici da turismo, da corsa o una mountain bike oppure un ibrido tra il tipo di bici più attuale e più amato, vale a dire la mountain bike. Ecco come è strutturata una bicicletta:
Comprendo se
faccio ipotesi Osserva l’impostazione di queste due pagine. Quali informazioni ti aspetti di trovare sulla bicicletta?
Telaio grande ibrido: fusione tra due modelli, in questo caso si tratta di una bicicletta che combina insieme le caratteristiche della mountain bike e della bici da corsa
Manubrio dritto e largo, di solito i comandi del cambio sono fissati sul manubrio per essere più accessibili
Il sellino è fissato su un’asta, così salire e scendere è più facile
Meccanismo del cambio Pedale su cui appoggiare il piede esercitando la pressione che mette in funzione la bicicletta
Ruote munite di pneumatici scolpiti per una migliore tenuta
Analizzo Segna con una
il completamento giusto.
• Il brano è: diviso in paragrafi. diviso in sequenze. presentato sotto forma di elenco. • Il testo che hai appena letto è: un testo continuo. un testo misto. un testo non continuo.
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ITAMAP p. 14
PIÙ FACILE
• Le informazioni seguono un ordine: cronologico (in ordine di tempo). logico (dal generale al particolare). logico-causale (rapporto di causa-effetto). • Le immagini che accompagnano il testo: completano la comprensione. rendono la pagina più gradevole. rendono la pagina caotica.
Il testo INFORMATIVO
La mountain bike Toste come chiodi, le mountain bike sono progettate per pedalare fuori strada su sentieri accidentati di campagna. Per questo sono costruite in modo da risultare molto robuste, anche se i produttori cercano comunque di mantenere il peso più basso possibile.
La bici da corsa Sebbene sia stata detronizzata dalla mountain bike, la bici da corsa, che un tempo era l’incontrastata regina delle due ruote, torna a vivere oggi una stagione di grande popolarità. In realtà esiste una sconvolgente varietà di tipi di bici da corsa: ciascuno è destinato a un tipo di gara diverso. La bici da corsa media è costruita per coprire lunghe distanze su strada, sempre puntando alla velocità. La leggerezza è una dote essenziale.
La bici da turismo Le bici da turismo hanno un telaio robusto e copertoni larghi e spessi per consentire di portare un po’ di bagaglio. ere com’era Vuoi conosc alle origini? la bicicletta torio Vai al Labora o n lia a di it
pp. 54-55
Comprendo Segna con una il completamento giusto. • Lo scopo di questo testo è fornire informazioni: sull’utilità della bicicletta. sui diversi tipi di bicicletta. sulla storia della bicicletta. sul corretto uso della bicicletta.
Capisco le parole Rileggi il paragrafo sulla bici da corsa e sostituisci le parole riportate di seguito con sinonimi adatti al contesto. • detronizzata
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• sconvolgente
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• coprire
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Il testo INFORMATIVO
La forza di gravità da R. Schiavo Campo, S. La Bella, Io e il mondo, Mursia
La cosa più seccante non è cadere, ma cadere ogni volta per terra. Per forza allora picchiamo il naso, rompiamo i piatti, facciamo la frittata con le uova appena comperate. Tutti guai che si eviterebbero se potessimo cadere per aria. Invece non si può. C’è la forza di gravità che attira tutto verso terra. Fa cadere gli oggetti che non sono appoggiati come si deve, ci fa stancare quando camminiamo, perché noi vogliamo tirare su il piede e la terra lo vuole tenere giù. E non ci lascia scappare via neppure quando, girando insieme al mondo, ce ne stiamo a testa in giù senza accorgercene nemmeno. Facciamo finta, per un momento, di eliminare la forza di gravità: che cosa accadrebbe? Niente al mondo avrebbe più peso. Allora noi potremmo sollevare una locomotiva con due sole dita e la gente si metterebbe a galleggiare per aria, rischiando di perdersi chissà dove. L’acqua della pastasciutta uscirebbe dalla pentola, la pentola non vorrebbe stare sul fuoco, la cucina a gas se ne andrebbe magari fuori dalla finestra e noi dovremmo inseguire patate, fagiolini a uno a uno per poter mangiare. Noi cercheremmo un rimedio a tutti questi disastri, ma intanto l’aria se ne andrebbe via, perché non ci sarebbe più la forza di gravità a tenerla vicino alla Terra. E come respireremmo allora? Quindi se picchiamo il naso per terra o se i piatti vanno a finire sul pavimento e si rompono, non prendiamocela. Diciamo soltanto: – È la forza di gravità! Sarà dura, ma è meglio così.
Grammatica Sottolinea nel testo le congiunzioni usate per esporre le informazioni in ordine logico-causale.
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Analizzo Il testo segue prevalentemente un ordine: cronologico. logico-causale. logico. Completa la tabella riportando per ciascun caso uno degli esempi citati nel testo. CAUSA
CONSEGUENZA
Forza di gravità
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Mancanza di forza di gravità
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Il testo INFORMATIVO
Rimbombanti temporali da A. Ganeri, Trucido tempo, Salani
Ecco sei fatti che riguardano i temporali. 1. I temporali si generano quando aria umida vicina alla superficie della Terra viene riscaldata dal Sole e incomincia ad alzarsi. In certi Paesi tropicali, ci sono temporali praticamente ogni giorno. Salendo, l’aria si raffredda, condensa e produce giganteschi cumulonembi. 2. Quando l’aria fredda costringe l’aria calda a salire, lungo i fronti freddi si creano altre turbolenze che formano una fila di cellule temporalesche. A volte, l’ultima della fila continua a ingigantirsi e diventa una supercellula che genera i temporali più violenti. Ogni tanto, si trascinano dietro pure un amico: un tornado. 3. Se vuoi provare a fare le previsioni del tempo, aspetta che arrivi un temporale. Poi di’ ai tuoi amici di non preoccuparsi, tanto il temporale non durerà più di mezz’ora. 4. I temporali sono carichi di energia: energia sufficiente ad alimentare gli interi Stati Uniti per venti minuti. Considerato che si verificano circa quarantacinquemila temporali al giorno, si tratta di una spaventosa quantità di energia! 5. Ciò che sale deve prima o poi scendere. All’interno di una nube temporalesca, le correnti di aria prima salgono, poi ridiscendono creando forti scrosci di pioggia. Quando la corrente discendente raggiunge il suolo, dilaga verso l’esterno generando venti in grado di raggiungere velocità di centosessanta chilometri orari, e particolarmente pericolosi per gli aerei. 6. Durante il risucchio d’aria calda, all’interno di una nube temporalesca, nascono correnti forti. Le correnti salgono attraverso la nube in maniera talmente rapida da essere in grado di distruggere le ali di un aeroplano.
Comprendo Scegli se le affermazioni sono vere (V) o false (F). • Nei Paesi tropicali ci sono temporali tutti i giorni. • Salendo l’aria si raffredda, condensa e produce cumulonembi. • I temporali durano più di un’ora. • Ogni giorno si verificano quarantamila temporali. • I temporali producono poca energia.
cumulonembo: nube densa e scura con forte sviluppo verticale, portatrice di pioggia turbolenza: insieme di movimenti irregolari dell’aria che si manifestano sotto forma di vortici tornado: alto vortice d’aria di limitata estensione, ma di grande potenza distruttiva
Analizzo V F
Sottolinea i termini specifici dell’argomento trattato.
V V V V
Cerchia quelle che, secondo te, sono parole chiave, cioè importanti per la comprensione.
F F F F
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Il testo INFORMATIVO
Strategie per studiare
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Osserva la pagina nel suo insieme: il titolo, i sottotitoli, le parole evidenziate, le immagini.
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Leggi il primo paragrafo con molta attenzione.
Storia della mozzarella
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Cerca sul dizionario la spiegazione dei termini che non conosci.
addensante: sostanza che rende densi i liquidi
da G. Rotondi, Che bontà! Alla scoperta dei cibi d’Italia, Einaudi Ragazzi
La mozza Bianca come il latte e tonda come una palla. Morbida e saporita. Eppure la mozzarella nel Medioevo aveva un nome più “tagliente”: si chiamava “mozza”. La parola è buffa e a qualcuno ricorderà i nomignoli dei pirati o intrepide avventure nella giungla. In realtà questo nome nacque per dare l’idea di come veniva lavorata: si metteva il latte in un grande recipiente con l’addensante (il caglio) e lo si faceva cuocere. Quello che usciva era una pasta filata: immaginate una lunga corda bianchissima di latte condensato. Il formaggiaio la prendeva in mano e… zac! ne mozzava un pezzo con la mano: da qui il nome “mozza”. La parola “mozzarella” comparve qualche anno dopo come diminutivo. Per la prima volta lo troviamo nel 1570 in un elenco di formaggi di un cuoco alla corte di papa Pio V. Le mozze, o mozzarelle che dir si voglia, ai tempi del papa però esistevano già da almeno cinque secoli, da quando in Italia arrivarono le bufale, animali simili alle mucche, con il cui latte si facevano le mozzarelle. Questi animali passavano il tempo a mangiare l’erba in acquitrini fangosi, come grandi ippopotami. A portarle in Italia sembra siano stati gli Arabi poco prima dell’anno Mille.
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ITAMAP p. 15
PIÙ FACILE
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Il testo INFORMATIVO
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Sottolinea o evidenzia le parole chiave o le frasi che ritieni significative.
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Scrivi accanto al paragrafo brevi frasi che sintetizzano le informazioni essenziali.
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Rileggi le sintesi che hai scritto e prova a esporre i contenuti del brano in modo chiaro e logico.
La leggenda
...................................................................
La leggenda vuole che tutto sia cominciato dopo la battaglia di Garigliano in Campania (915 d.C.). Qui i Saraceni (altro nome con cui si indicavano gli Arabi) erano arrivati ai ferri corti con i Longobardi, che dal Nord Europa erano scesi nel nostro Paese. Scaramucce, dispetti e sogni di espansione avevano portato i due popoli a dichiararsi guerra. Sulle rive del fiume Garigliano i Saraceni avevano una cittadella fortificata in cui tenevano alcuni esemplari di bufale. Quando persero la battaglia, i Longobardi, come bottino di guerra, si presero questi animali pressoché sconosciuti, la cittadella e anche i monaci rapiti, che ci vivevano dentro. Sarebbero stati loro, da sempre abili formaggiai, a spifferare tutti i trucchi per la preparazione delle buonissime mozze.
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I bufalari Vera o falsa che sia la storiella, una cosa è certa: dopo l’anno Mille le zone paludose a sud di Roma iniziarono a popolarsi di bufale. I terreni migliori erano le paludi pontine nel Lazio, la piana del fiume Volturno, vicino a Caserta, e quella del fiume Sele, in provincia di Salerno. A occuparsi di fare le mozzarelle erano i “bufalari”, uomini talmente poveri che per sopravvivere erano disposti a fare questo lavoraccio. Vivevano in compagnia degli animali in cascine di paglia, dette “pagliare”. Per loro le giornate erano noiose. Da mattina a sera sempre con quei bestioni che non facevano altro che mangiare erba. Dovevano fare una cosa sola: mungere le bufale e accendere il fuoco per far filare il latte. E nemmeno per dormire potevano dirsi addio: infatti, andavano nella stessa pagliara: i primi dormivano in una nicchia sul muro, i secondi si accucciavano a terra.
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Il testo INFORMATIVO
Comprendo se
leggo bene
Alla fine di ogni paragrafo, rileggilo con attenzione per essere sicuro di aver compreso bene il significato di ogni parola.
Analizzo Il testo è suddiviso in tre paragrafi. Sottolinea in ciascuno le parole chiave. Attribuisci a ciascun paragrafo un titolo. • .......................................... • .......................................... • .......................................... Completa la frase. Le informazioni contenute nel testo sono presentate secondo l’ordine ..........................................
sovescio: pratica agraria che consiste nel sotterrare nel terreno piante allo stato fresco, per arricchirlo di sostanza organica
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Prodotti agricoli da L. Novelli, A tavola con Verdeconiglio, Giunti
La parola “biologia” è stata inventata da uno scienziato francese: il signor Lamarck, che mise insieme due antichi vocaboli greci bios, che vuol dire “vita” e logos che vuol dire “scienza”, dunque biologia vuol dire “scienza della vita”. Biologico deriva dalla parola biologia e significa “che riguarda la vita e gli esseri viventi”. L’agricoltura biologica non è un sistema innovativo: prima dell’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici era l’unica tipologia di coltivazione. Chi fa agricoltura biologica, dunque, coltiva piante e alleva animali in modo naturale, applicando tutto quello che sappiamo sulla vita e sugli esseri viventi. Per capirci meglio, qual è la differenza tra una pera allevata in un ambiente dove si fa agricoltura biologica, una pera “bio”, e una dove si fa agricoltura “intensiva” (tesa a produrne in grandi quantità)? Per produrre la seconda sono stati utilizzati metodi di coltivazione “convenzionali”, come fertilizzanti chimici e pesticidi per aumentare la produzione e soddisfare la continua richiesta del mercato. Queste sostanze possono essere molto dannose per il nostro organismo, l’ambiente e le altre specie viventi. La pera “bio” al contrario è stata allevata senza alcuna sostanza chimica che può danneggiare l’organismo e l’ambiente. L’obiettivo dell’agricoltura biologica è la salvaguardia degli ecosistemi naturali, degli uomini e dei prodotti alimentari. • Si cerca di rendere fertile il terreno utilizzando concimi organici (letame e sovescio). • Si alternano le colture in uno stesso terreno per mantenerne la fertilità e garantirne così una buona resa. • Si interviene nella lotta ai parassiti con preparati vegetali e minerali e con insetti predatori. A volte, però, solo questi metodi biologici non sono sufficienti, per cui in casi strettamente necessari si integra con sostanze chimiche. • Anche l’impiego dei diserbanti per l’inquinamento delle falde acquifere è limitato, piuttosto si lavora il terreno per eliminare le erbe infestanti.
Il testo INFORMATIVO Comprendo La mappa è uno strumento molto utile per raccogliere e organizzare le informazioni principali, e aiuta poi a memorizzarle. Per comprendere bene l’agricoltura biologica, completa la mappa proposta. Poi esponi l’argomento con parole tue tenendo sott’occhio la mappa.
AGRICOLTURA
INTENSIVA
BIOLOGICA
usa
usa
• coltivazioni convenzionali • ................................................................................
................................................................................
• ........................................................................... per rendere il terreno fertile • colture alternate • ........................................................................... per eliminare i parassiti • lavorazione del terreno per
...........................................................................
SCOPO
CONSEGUENZA
SCOPO
• .................................
......................................
• .................................
.................................
......................................
.................................
• .................................
......................................
.................................
......................................
CONSEGUENZA non danneggia organismo e ambiente
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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO INFORMATIVO dà informazioni chiare e precise su argomenti di vario genere e ha lo scopo di arricchire le conoscenze del lettore. Completa lo schema del testo informativo con le seguenti espressioni. parole chiave • titolo • paragrafi • continuo • sottotitolo • elenco • logico • misto • logico-causale • specifici • cronologico • non continuo
LA STRUTTURA
Il testo informativo presenta: • il ........................................................ che indica l’argomento generale di cui si parla; • i ........................................................, cioè le parti in cui è diviso il testo e che trattano aspetti particolari dell’argomento; possono avere un loro ........................................................ Le informazioni possono essere presentate anche sotto forma di ........................................................ Le informazioni possono essere esposte secondo un:
L'ORDINE
• ordine ........................................................ • ordine ........................................................ • ordine ........................................................
IL LINGUAGGIO
Il linguaggio è chiaro e preciso, ricco di termini ........................................................ Le ........................................................ sono fondamentali per la comprensione e spesso sono evidenziate.
ZOOM Il testo informativo può essere un testo: • ...................................
un brano che solo attraverso le parole spiega, informa...
• ...................................
un grafico, una tabella, uno schema, una mappa…
• ................................... un brano accompagnato da immagini o foto con didascalie, da una tabella, un grafico, uno schema…
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narrativo Il testoTesto INFORMATIVO
Le donne alle Olimpiadi da A. Valente, Così per sport, Lapis
Non erano ammesse le donne, ai Giochi Olimpici dell’antichità: né sulle piste, né sugli spalti. Una, però, fece eccezione: la nobile spartana Cinisca e la notizia corse in fretta in tutta la Grecia, con molto clamore, fino alle isole più remote. Pausania, scrittore e geografo greco vissuto nel II secolo d.C., testimonia che nel tempio di Zeus di Olimpia furono esposte due opere commemorative della sua vittoria realizzate dallo scultore Apelleas. Erano le Olimpiadi del 396 a.C: la gara era la corsa dei carri, trainati da quattro cavalli. Cinisca era la proprietaria dei cavalli e le fu concesso di porsi lei stessa alla guida del carro. Cinisca era forte, ancorché aggraziata, e con il suo carro e i suoi cavalli vinse quella gara, prima donna in assoluto nella storia. Ma le donne furono escluse anche dalla prima edizione delle Olimpiadi dell’era moderna, tenutesi ad Atene nel 1896: la loro partecipazione, secondo Pierre de Coubertin, il fondatore dei moderni giochi olimpici, sarebbe stata “poco pratica, priva di interesse e scorretta”. Le donne furono ammesse per la prima volta ai Giochi Olimpici di Parigi del 1900, concorrendo in discipline come il tennis su prato e il golf. Le prime competizioni olimpiche femminili di ginnastica e atletica debuttarono invece nel 1928 ad Amsterdam: nella foto sopra, la finale dei 100 metri vinta dalla canadese Myrtle Cook. Nel corso degli anni, le donne vennero ammesse a un numero sempre maggiore di discipline fino ad arrivare alle Olimpiadi di Londra 2012, dove, con l’introduzione della boxe femminile, non vi sono più sport che non vedano la partecipazione delle donne.
So analizzare In testo che hai letto può essere diviso in due paragrafi: segnali sulla barra. Poi scrivi un sottotitolo per ciascun paragrafo.
• ......................................................................... • .........................................................................
Verso le competenze
Segna con una il completamento giusto. • Le informazioni sono presentate secondo un ordine: logico. logico-causale. cronologico.
• Il testo che hai letto ha lo scopo di:
spiegare le regole delle Olimpiadi. dare informazioni sulla partecipazione delle donne alle Olimpiadi. raccontare la storia di alcune atlete olimpioniche.
Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un testo informativo.
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Ho imparato a COMPRENDERE
Fresco cremoso gelato 5
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foto
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Dolce, cremoso, fresco, goloso, il gelato è uno dei dolci più amati, in Italia e nel mondo. Ma cos’è esattamente il gelato? Ci sono più definizioni di questo alimento, tutte accomunate dagli ingredienti base: zuccheri, latte, panna, uova, frutta, paste aromatizzanti (non necessariamente tutti insieme) e dalla modalità di produzione che richiede un progressivo congelamento unito a una costante agitazione della miscela di ingredienti (il termine tecnico è “mantecare”). Il risultato è una pasta omogenea e vellutata, contenente cristalli di ghiaccio talmente piccoli da non poter essere percepiti e aria sufficiente a renderla leggera e cremosa, e caratterizzata da una consistenza tale da poter essere spatolata su coni, cialde e coppette. Si dice che la cucina è fantasia, la pasticceria è precisione, ma il gelato è perfezione. C’è del vero in questa massima: produrre un eccellente gelato artigianale non è un’attività banale come molti pensano; richiede formazione, esperienza e passione. A partire dalla formulazione della ricetta, il bilanciamento tra le diverse componenti deve essere perfetto per ottenere un risultato ottimale, non solo in termini di gusto, ma anche di consistenza, cremosità, leggerezza. Una volta definita la composizione e pesati gli ingredienti, questi vengono mescolati in una miscela che deve essere pastorizzata (per la sicurezza igienicosanitaria) e lasciata maturare per consentire ai diversi ingredienti di amalgamarsi perfettamente. Solo a questo punto si procede alla mantecazione. E per farlo in casa? Il processo è simile a quello descritto per il gelato artigianale: si prepara una miscela secondo la ricetta scelta e la si fa gelare. Se il gelato viene “fatto e mangiato” si può saltare la pastorizzazione, eccezion fatta per le creme a base di uova, per le quali il trattamento termico è assolutamente da raccomandare.
PIÙ FACILE
narrativo Il testoTesto INFORMATIVO Ho capito le parole Segna con una
la risposta giusta.
• Perché nel testo si usa la forma plurale “zuccheri” (riga 5) al posto della forma singolare “zucchero”? Perché il gelato contiene una notevole quantità di zucchero. Perché indica due tipi di zuccheri. Perché nella preparazione del gelato si utilizzano diversi tipi di zucchero. Perché si possono usare allo stesso modo la forma plurale o singolare. • Nel testo che cosa significa il termine “aromatizzanti” (riga 6)? Sono sostanze alimentari che si aggiungono per amalgamare insieme gli altri ingredienti. Sono sostanze naturali che si aggiungono a un prodotto alimentare per dargli colore. Sono sostanze naturali che si aggiungono a un prodotto alimentare per dargli profumo. Sono erbe aromatiche, come la salvia e il rosmarino. Colora il significato giusto dei termini ripresi dal testo, in base al contesto. • massima (riga 17)
regola da rispettare
breve frase che racchiude un’idea
• processo (riga 31)
serie di operazioni da compiere per ottenere un risultato
serie di attività svolte in tribunale per giudicare un fatto o una persona
Ho capito il testo Segna con una la risposta giusta. • Quali sono gli ingredienti base del gelato? Latte, panna, yogurt, zuccheri, uova, frutta, paste aromatizzanti. Latte, panna, zuccheri, uova, frutta, paste aromatizzanti. Latte, panna, miele, zuccheri, uova, frutta, paste aromatizzanti. Latte, panna, zuccheri, uova, paste aromatizzanti. • Quale elemento naturale rende il gelato leggero e cremoso? L’acqua. L’uovo. L’aria. Il ghiaccio.
Verso Versolelecompetenze competenze
Quali caratteristiche deve presentare un buon gelato? ............................................................................................ Riordina con i numeri le fasi della produzione del gelato artigianale. Pastorizzare e lasciare amalgamare bene la miscela di ingredienti. Mantecare, cioè agitare bene la miscela di ingredienti. Mettere a congelare. Formulare la ricetta con perfetto bilanciamento degli ingredienti. Amalgamare gli ingredienti tra loro.
Obiettivo: leggere e comprendere un testo informativo.
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Testi INFORMATIVI speciali
Il quotidiano Sfogliamo un QUOTIDIANO: questo nome deriva dal latino cotidie che significa “ogni giorno”; i quotidiani, infatti, sono giornali pubblicati su carta stampata ogni giorno. Ecco come si presenta la prima pagina. Articolo di apertura Presenta la notizia più importante del giornale, resa più incisiva con una foto
Articolo di fondo o editoriale Nella prima colonna a sinistra il direttore del giornale o un personaggio importante nel mondo della cultura (detto appunto “editorialista”) commenta un fatto del giorno o un tema di attualità particolarmente rilevante
Civette o strilli Anticipano articoli che si trovano all’interno del giornale, riportandone solo il titolo
A NZA CiTtADIN L E DIGITA
Testata Nome del giornale Articolo di spalla Generalmente nella colonna destra, riporta la seconda notizia più importante della giornata
Pubblicità Spazio pagato da inserzionisti, per reclamizzare il loro prodotto; si trovano anche nella parte alta della pagina
IL GIORNALE ON LINE Ai nostri giorni grazie a internet, è possibile leggere il quotidiano online su tablet, smartphone o computer. Molti preferiscono questa modalità rispetto al giornale di carta. Tutte le più importanti testate giornalistiche hanno un sito in cui è pubblicata la versione online, che viene aggiornata in tempo reale.
Se hai la possibilità, sfoglia un quotidiano poi apri il suo sito e leggi quali sono le notizie riportate anche on line.
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Il testo NARRATIVO Il giornale
Dentro il quotidiano Il quotidiano dà informazioni su vari argomenti, per cui si incontrano pagine di:
Economia Articoli sul mondo economico e finanziario.
Cultura Pagine dedicate alla letteratura, all’arte e alle scienze.
Cronaca
Tempo
Notizie di attualità su fatti accaduti nel nostro Paese e all’estero.
Previsioni del tempo.
Politica interna
Sport
Notizie relative ai fatti politici nazionali.
Notizie sugli avvenimenti sportivi più rilevanti.
Politica estera
Spettacoli
Notizie di politica internazionale.
Notizie e commenti su cinema, teatro, musica e televisione.
Comprendo Per ogni titolo scrivi in quale pagina di giornale si trova. • Governo approva sconto RC auto: nuove tariffe agevolate .................................................. • Torna la neve copiosa sulle Alpi. E anche la pianura rischia .................................................. • Bandito solitario rapina la macelleria con spray al peperoncino .................................................. • Oral Reflector, una scultura nello spazio .................................................. • Vincent Van Gogh al cinema, un capolavoro da non perdere .................................................. • Luka Dončic’, storia del diciannovenne sloveno che ha conquistato la Nba: leadership e talento, così è già diventato un’attrazione ..................................................
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Il giornale
A caccia di titoli Il titolo di un articolo di giornale, come in ogni testo informativo, è molto importante perché ne sintetizza il contenuto, in modo da catturare l’attenzione del lettore. Nel linguaggio giornalistico i titoli si distinguono in: titoli caldi e freddi.
Tra polveri e ozono, in Emilia si respira aria “fuorilegge” un giorno ogni tre
TITOLI FREDDI quando invece sono formulati con un linguaggio scarno e sono centrati maggiormente sull’informazione
OCCHIELLO collocato sopra il titolo introduce l’argomento
TITOLI CALDI quando presentano particolari accostamenti di parole, creano immagini “speciali”, efficaci per sollecitare le emozioni del lettore
Violoncello troppo ingombrante, musicista multato sul treno Il titolo è generalmente scritto a caratteri grandi ed è accompagnato da altri due elementi: l’occhiello e il sommario.
IL QUADRO DI LEONARDO IN GIRO PER IL MONDO
TITOLO è una frase efficace che spiega il contenuto
Il ministro francese della cultura: “La Gioconda può lasciare il Louvre”
SOMMARIO posto sotto il titolo, sintetizza l’argomento
Per il governo di Emmanuel Macron il più famoso dipinto di Leonardo Da Vinci può essere trasferito in altri luoghi: c’è il sogno di tornare in Italia?
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Il giornale
Corriere della Sera – Martedì 15 gennaio 2019
Elba e Alghero invase dalle meduse d’inverno: «Mari troppo caldi» Banchi di meduse avvistati in Toscana e Sardegna. Di solito la loro presenza si registra in primavera ed estate. Legambiente Arcipelago Toscano ha ricevuto diverse segnalazioni di numerose meduse nel porto o spiaggiate lungo la costa di San Giovanni a Portoferraio (Livorno), il principale paese dell’Isola d’Elba. Lo stesso sta succedendo ad Alghero, nella costa nord-occidentale della Sardegna, come segnala il WWF. In entrambe i casi, spiega una nota di Legambiente, si tratta di “meduse luminose” (Pelagia noctiluca), ben visibili anche di notte grazie alla loro bioluminescenza. Queste meduse, trasportate vicino alle coste da correnti e onde, causano irritazioni cutanee ai bagnanti che vengono a contatto con i loro tentacoli urticanti. La presenza anomala di meduse lungo la costa in pieno inverno è causata dalla “tropicalizzazione” del Mediterraneo che, con il riscaldamento delle acque, allunga il periodo di permanenza dei celenterati nei nostri mari. Il 2018, si ricorda, è stato il quarto anno più caldo registrato sulla Terra, il più caldo mai registrato dall’uomo in Italia, con una temperatura media sulla superficie che nel mondo ha superato di oltre 1 grado centigrado la media del XX secolo. In Italia ci sono stati addirittura 1,53 °C in più. «Cambiamento climatici, innalzamento delle temperature, pesca eccessiva e inquinamento denuncia Legambiente - stanno provocando lo stress dell’intera catena alimentare marina. In un mare dove c’è sempre più plastica e meno pesci (soprattutto i grandi predatori) e le tartarughe marine e i cetacei sono in forte difficoltà, si osserva da tempo un aumento delle meduse. Ora - continua a spiegare l’associazione ecologista - il riscaldamento globale e quello ancora più accelerato del Mediterraneo rischiano di rendere annuale, invece che stagionale come dovrebbe essere, la presenza delle meduse lungo le coste, con conseguenze per la vita marina e per le attività umane legate alla blue economy e al turismo». di E. Tebano in “Corriere della sera” 15 gennaio 2019
Analizzo Sottolinea nell’articolo con i colori indicati. il titolo il sommario Il titolo è:
caldo.
freddo.
Scrivi sopra il titolo una breve frase che introduce l’argomento (l’occhiello).
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Il giornale
La cronaca Un ARTICOLO DI CRONACA GIORNALISTICA narra fatti realmente accaduti in vari ambiti: crimini, avvenimenti sociali, svolgimento di processi giudiziari, vita di personaggi famosi… Gli articoli di cronaca sono scritti in terza persona dal giornalista (il cronista) che raccoglie e presenta le informazioni seguendo la regola delle 5W + H.
Due boati in Lombardia: erano due jet che avevano superato la barriera del suono Che botta ragazzi! Giovedì mattina intorno alle 11:30 si sono udite un paio di esplosioni che parevano due bombe e hanno messo in allarme il nord Italia, nella zona tra Varese e Bergamo, dove addirittura i ragazzi sono stati fatti uscire da scuola. Erano due aerei che avevano superato la barriera del suono per inseguire un Boing 777 dell’Air France, che aveva perso il contatto radio con l’agenzia italiana di traffico aereo. I due caccia erano decollati dalla base di Istrana, in provincia di Treviso, sede del 51° Stormo. Due F-2000 Eurofighter – come spiega l’Aeronautica militare – che erano stati autorizzati al volo supersonico e avevano poi superato la barriera del suono per raggiungere rapidamente il velivolo francese. «Le condizioni meteorologiche di vento e temperature hanno amplificato la propagazione dell’onda d’urto rendendola particolarmente udibile al suolo» precisa l’Aeronautica. L’inseguimento si è svolto sopra i cieli dell’Italia settentrionale e i caccia hanno intercettato l’aereo francese all’altezza della Lombardia, allontanando il timore di un dirottamento.
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STUDENTE
DOCENTE
«Su Whatsapp è girata la bufala di un’esplosione in un’azienda chimica» raccontano i vigili del fuoco del Comando provinciale di Bergamo, dove i boati sono stati percepiti con più intensità perché, secondo la prima ricostruzione degli esperti, è qui che i caccia avrebbero superato la barriera del suono. «Adesso – ha commentato ironico il tecnico della sala operativa dei vigili del fuoco di Bergamo, lamentando lo spropositato numero di telefonate ricevute al centralino del 115 – tutti a raccogliere il muro del suono infranto». da www.ilmioprimoquotidiano.it (22 marzo 2018)
Il giornale
Analizziamo la regola delle 5W + H Il giornalista sviluppa l’articolo di cronaca rispondendo a sei domande fondamentali: cinque iniziano in inglese con la lettera W e una con la lettera H. Collega le sei domande tipiche della cronaca alle corrispondenti informazioni ricavate dall’articolo che hai letto nella pagina a fianco.
WHO? ➜ CHI? Di chi o di che cosa si parla.
giovedì, 22 marzo 2018 ore 11:30
WHAT? ➜ CHE COSA? Fatto accaduto.
Due caccia sono stati autorizzati al volo supersonico per rintracciare un Boing 777 francese che aveva perso il contatto aereo.
WHERE? ➜ DOVE? Luogo in cui è avvenuto il fatto.
due aerei militari
WHEN? ➜ QUANDO? Tempo in cui si è verificato il fatto.
WHY? ➜ PERCHÉ? Motivo o causa per cui si è verificato.
HOW? ➜ COME? Svolgimento del fatto.
Sopra il cielo della Lombardia, nella zona tra Varese e Bergamo.
Due aerei hanno superato la barriera del suono.
Le particolari condizioni metereologiche hanno amplificato la propagazione dell’onda d’urto rendendola udibile al suolo.
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Il giornale
Il Messaggero – Mercoledì 2 gennaio 2019
Il Coro dell’Antoniano di Bologna per il quarto anno consecutivo vola in Cina BOLOGNA - La musica può trasformarsi nello strumento d’eccezione per unire il mondo. Lo dimostra il Piccolo Coro “Mariele Ventre” – complesso corale infantile tra i più celebri al mondo, nonché l’istituzione più nota e caratterizzante dell’Antoniano di Bologna – che per il quarto anno consecutivo torna in Cina per una tournée di otto concerti. I bambini e la direttrice Sabrina Simon, dopo essersi esibiti a Shanghai al Children’s Art Theatre il 30, 31 dicembre e il primo gennaio, si spostano a Nanchino dove il 5 gennaio si esibiscono allo Jiangsu Centre for the Performing Arts, sempre in due diversi spettacoli (il primo alle 14:30, il secondo alle 19:30). La scaletta è già definita: le protagoniste indiscusse sono ovviamente le canzoni delle ultime edizioni dello “Zecchino d’Oro”: dagli intramontabili Il coccodrillo come fa e 44 gatti, ai successi più recenti come La rosa il bambino e Prendi un’emozione. Ovviamente non mancheranno gli omaggi musicali in lingua cinese come Mo Li Hua e Chong Er Feii. Ambasciatore Unicef dal 2002 e portavoce del riconoscimento Unesco dello Zecchino d’Oro tra i Patrimoni per una Cultura di Pace dal 2008, il Piccolo Coro è stato fondato a Bologna da Mariele Ventre nel 1963. Nel 2013 ha festeggiato i cinquant’anni di attività, partecipando a sessantuno edizioni dello Zecchino d’Oro. Tanti i duetti realizzati, come quello con Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, Richard Attenborough, Peter Ustinov, Irene Grandi, I Nomadi e Zucchero. di V. Venturi
Analizzo Sottolinea nel testo con i colori corrispondenti le risposte alle seguenti domande. Dove avviene il fatto raccontato? Chi è il protagonista dell’articolo? Che cosa è successo? Quando è successo il fatto? Perchè è successo il fatto? Come si è realizzato l’episodio?
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Il giornale
Corriere della Sera – Martedì 15 gennaio 2019
I piatti della mensa scolastica si sciolgono nella pasta: sequestrati Il blitz dei Nas: il materiale biodegradabile si fondeva con la polenta CASALE MONFERRATO (AL) - Il piatto e le posate che si fondono insieme con la pasta o la minestra nella mensa scolastica di una scuola di Casale Monferrato rappresenta un pericolo per la salute dei piccoli alunni: da qui il blitz dei carabinieri del Nas che hanno sequestrato quattromila piatti biodegradabili usati per servire i pasti in mensa. Tutto è partito da una segnalazione di una mamma che dopo aver ascoltato il racconto della figlia di dodici anni, si è rivolta ai carabinieri. Secondo la descrizione della donna, alla bambina il piatto era rimasto in mano e si era letteralmente sciolto insieme con la polenta. Allarmata, ha deciso di presentare la denuncia da cui è partita l’inchiesta. Pare che non fosse la prima volta: il materiale sequestrato è stato spedito all’Arpa, l’Agenzia regionale per l’ambiente, perché verifichi fino a che temperatura resistono le stoviglie e le posate di plastica distribuite nella mensa casalese. Le eventuali contravvenzioni saranno a carico della ditta distributrice con sede nel Cuneese per le violazioni in etichettatura e non al servizio di ristorazione scolastica, che nel caso specifico non è responsabile. di F. Rullo
Comprendo Rispondi alle domande. • Quale notizia riporta l’articolo? ................................................................................................................................... • Perché il fatto accaduto ha creato allarme? ........................................................................................................... • Dove e quando è avvenuto il fatto? .......................................................................................................................... • Come procederà l’inchiesta? ......................................................................................................................................... • Di chi è la responsabilità del fatto? ..........................................................................................................................
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La pubblicità
La pubblicità La pubblicità ci circonda, ci attrae, ci provoca. In televisione, alla radio, sui giornali, al cinema, per strada, essa cattura la nostra attenzione in tanti modi: attraverso la musica, i colori, le immagini, i caratteri grafici, gli slogan. La parola pubblicità deriva da “pubblicare” e significa “rendere noto, informare le persone”.Il compito della pubblicità è appunto quello di far conoscere qualcosa, un prodotto, un luogo, un problema…
La pubblicità è... … appiccicosa perché ovunque tu sia, lei è con te: sull’autobus, in treno, per la strada, sui giornali, alla televisione
… divertente perché è colorata, sonora, spiritosa
… utile perché ti informa sulle novità e sui prodotti
… sorprendente perché trova modi sempre nuovi per incuriosirti … insistente perché ti perseguita ripetendoti tante e tante e tante volte la stessa cosa
… bugiarda perché a volte invece di offrire informazioni vere, ti illude con false emozioni
… astuta perché usa la sua insistenza, il suo fascino, le sue bugie per averti in pugno
Impara a leggere le etichette dei prodotti alimentari, le schede informative di altri prodotti, a prestare attenzione alla funzionalità e all’utilità di ciò che sei tentato di acquistare e ascolta sempre i consigli di un adulto.
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DOCENTE
La pubblicità
La pubblicità per vendere La pubblicità è una forma di comunicazione perciò ha un destinatario: il possibile acquirente. Per questo deve convincerlo, persuaderlo che quel prodotto è il migliore, il più adatto a lui. I testi pubblicitari a stampa sono composti da: • una parte visiva immagine e colori • una parte scritta lo slogan, breve testo informativo La parte scritta di un messaggio pubblicitario non è un testo unitario, ma è come un mosaico di pezzi collocati in diverse parti della pagina...
Comprendo Rispondi alle domande. • Quali sono gli slogan delle pubblicità proposte? ...................................................................................................................... ...................................................................................................................... • Che cosa mettono in evidenza di ciascun prodotto? ...................................................................................................................... ......................................................................................................................
La parola “slogan” deriva da due parole scozzesi sluagh e gairm e significa “urlo di guerra”: lo slogan abbinato al prodotto, infatti, lo accompagna alla conquista del consumatore. È frase breve e d’effetto, basata spesso su giochi di parole ed evidenziata graficamente nel manifesto (generalmente scritta con caratteri grandi e colorati) in modo da essere facilmente memorizzabile.
Parlo di me Per un giorno cerca di fare attenzione alla pubblicità che subisci quasi senza accorgertene. Quali prodotti vengono reclamizzati di più? In quali momenti vengono maggiormente proposti i prodotti per bambini? Perché, secondo te? E quali effetti ha su di te? Racconta.
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La pubblicità
La pubblicità per educare Non tutta la pubblicità ha lo scopo di convincere le persone ad acquistare qualcosa. A volte si usa questo strumento di comunicazione per: • far conoscere i problemi del mondo, alla soluzione dei quali ciascuno di noi può contribuire con un semplice gesto oppure cambiando comportamento; • diffondere idee di solidarietà o di civiltà; • indurre ogni cittadino della Terra a essere responsabile e rispettoso della natura, di sé e dell’altro. In questi casi è detta “pubblicità sociale”.
Comprendo Segna con una lo scopo del messaggio pubblicitario proposto.
Fornire informazioni sul lupo. Promuovere la salvaguardia del lupo. Invitare a un evento in montagna in mezzo ai lupi.
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Capisco le parole Nell’immagine pubblicitaria proposta cerchia lo slogan. Con quale altro verbo puoi sostituire “VOTA” esprimendo lo stesso messaggio? ........................................................................................
Il testo
ARGOMENTATIVO Hai timore di esprimere la tua opinione o ti senti sicuro?
Riesci sempre a trovare degli argomenti che sostengono le tue opinioni?
Sei disposto ad ascoltare opinioni diverse dalle tue?
DOCENTE
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Analizzare è FACILE Il TESTO ARGOMENTATIVO è un testo scritto per esporre la propria opinione su un determinato argomento. Ha lo scopo di convincere gli altri della validità delle proprie idee. I testi argomentativi si possono trovare nei quotidiani e nelle riviste (sono gli editoriali e gli articoli di opinioni), nei testi narrativi e informativi. Anche un tuo tema scolastico è un testo argomentativo quando il titolo ti richiede di esprimere la tua opinione su un determinato argomento.
LA STRUTTURA
IL LINGUAGGIO
Il testo argomentativo presenta: • il tema viene presentato l’argomento o il problema di cui si parla; • la tesi l’autore espone la propria opinione; • le argomentazioni a sostegno della tesi l’autore fornisce prove, ragionamenti, esempi per dimostrare la validità della propria opinione; • l’antitesi si espone un’affermazione contraria alla tesi per dimostrare la sua infondatezza; • la conclusione l’autore riconferma gli argomenti a favore della tesi o fa proposte per la soluzione. Questa struttura non è fissa, può non presentare qualche elemento, ad esempio l’antitesi.
con la MAPPA
Il linguaggio è complesso e ricco di termini specifici, in base all’argomento affrontato. Sono presenti molti connettivi (avverbi, congiunzioni) che legano le parti del discorso e indicano i rapporti di causa-effetto. Il testo è generalmente esposto al tempo presente.
ZOOM Il testo argomentativo spesso è esposto in forma orale: ogni volta che si esprime la propria opinione discutendo con altre persone si produce un “testo argomentativo”. Sono testi argomentativi, infatti, i discorsi dei politici e degli avvocati.
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STUDENTE
DOCENTE
Il testo ARGOMENTATIVO
Perché lavorare in gruppo? da G. Stilton, in “Focus Junior”
Lavorare in gruppo è sempre un’esperienza preziosa per questo motivo gli insegnanti, spesso, dividono la classe in gruppi per svolgere una ricerca, per eseguire un esperimento, organizzare un progetto… Insieme si riescono ad ottenere risultati migliori: ognuno, infatti, ha doti diverse e contribuisce al gruppo con ciò in cui riesce meglio. È un po’ come quando si prepara una festa: c’è chi sa ideare i giochi, chi sa decorare la stanza, chi sa preparare la merenda… forse non è facile mettersi subito d’accordo per decidere chi fa che cosa, ma sarebbe una gran fatica dover occuparsi di tutto da soli! Quando sei in gruppo e hai un dubbio su che cosa fare, puoi sempre chiedere un consiglio agli altri. E questo vale sia per le ricerche scolastiche che per la vita di ogni giorno: poter contare sugli altri quando si deve prendere una decisione difficile, rende tutto meno complicato! Lavorando in gruppo si imparano cose importanti: si parla con altre persone e si ascoltano le opinioni degli altri. Con un confronto aperto, infatti, si scoprono punti di vista diversi e si trovano molti modi di affrontare un problema. Inoltre far parte di un gruppo di lavoro permette di essere aiutato e di aiutare a sua volta gli altri. Durante i lavori di gruppo in classe, qualche alunno è scontento e sostiene che lavorare da soli è più facile e più pratico, perché capita in gruppo con un compagno con cui non va d’accordo invece che con il suo amico. Subito si litiga per decidere chi sarà il portavoce del gruppo, chi dovrà scrivere… Insomma, anche se può essere difficile mettere d’accordo teste diverse, alla fine confrontarsi con gli altri è un’esperienza preziosa che arricchisce sempre.
Il titolo presenta il .......................................
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Inserisci le parole nei riquadri a lato del testo: tema • antitesi • tesi • conclusione • connettivi • argomentazioni 215
Il testo ARGOMENTATIVO
Sport per stare insieme Comprendo se
faccio ipotesi Leggendo il titolo, quale ti aspetti sia la tesi dell’autore? Lo sport favorisce le relazioni sociali. Solo con lo sport si può stare insieme agli altri. Esistono solo sport di squadra.
Analizzo Individua nel testo tesi argomentazioni - conclusione, riquadrandoli con i colori corrispondenti. Poi completa la sintesi con le informazioni ricavate dal testo. Tesi: lo sport è un’attività ............................................................. Argomentazioni a favore della tesi: • diverte perché dà l’occasione ............................................................. • è un momento di ............................................................. • ............................................................. • ............................................................. Conclusione: lo sport è uno strumento prezioso per .............................................................
Capisco le parole Spiega con parole tue le espressioni evidenziate nel testo.
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da B. Mantovani, Azione, gesto sport, Zanichelli
Lo sport è un’attività che prepara alla vita sociale: esso, infatti, permette di comprendere in quale modo ci si prepara costantemente per migliorare le proprie capacità, ci si adatta agli altri compagni di squadra per raggiungere un obiettivo comune, ci si assume delle responsabilità. Esistono poi alcuni aspetti specifici che rendono particolarmente adatta ai giovani la pratica dello sport. Essa innanzitutto diverte, dando l’occasione di stare con gli amici, di vivere nuove esperienze, di conoscersi meglio. Fare sport è anche un momento di evasione che permette di scaricare le tensioni accumulate. Saper controllare le proprie reazioni nel rispetto delle regole, rispettare l’avversario, riconoscere gli errori, gestire correttamente la sconfitta e la vittoria, favoriscono il controllo di sé. Lo sport sviluppa la sicurezza nelle proprie capacità, in quanto il graduale e continuo miglioramento delle prestazioni motorie fa prendere coscienza delle proprie attitudini e potenzialità. Non c’è dubbio quindi che lo spor rappresenti uno strumento prezioso non solo per il miglioramento del proprio corpo, ma anche per la crescita della propria persona.
Il testo ARGOMENTATIVO
Leggiamo sempre di più! da L. Cima, Il club antilettura, Oscar Mondadori
Leggere dà un gran vantaggio nella vita! In Italia si legge poco, lo dicono le statistiche: più di quarantanove persone su cento non leggono nemmeno un libro all’anno. I bambini e i ragazzi sono i cosiddetti “forti lettori”, cioè quelli che leggono di più. Ma è solo una questione di abitudine. Infatti, se in casa ci sono altri lettori, viene naturale leggere. Per chi, invece, a casa non ha libri, la scuola offre un’alternativa organizzando la biblioteca di classe e mettendo a disposizione dei bambini i libri da prendere in prestito. Ecco i benefici che si ottengono con la lettura. 1. Arricchisce il vocabolario: fa conoscere sempre più parole e quindi si parla più correttamente. Inoltre si è avvantaggiati anche nello studio di una lingua straniera! 2. Allena la fantasia e l’espressività. Tenere in allenamento la fantasia ci fa capire e apprezzare il mondo. 3. Ci aiuta a cogliere le sfumature delle emozioni e a vivere meglio con gli altri. Ci aiuta a conoscere il mondo e noi stessi. 4. Attraverso le storie che leggi puoi comprendere perché certe cose ti fanno paura e capire come comportarti di conseguenza. Così sarai più consapevole e coraggioso. 5. È anche dimostrato che chi diventa lettore da ragazzo continua a esserlo da grande e avrà più successo a scuola e nella vita.
Grammatica In quale tempo verbale è esposto il testo? ........................................... I modi usati nella coniugazione dei verbi sono: indicativo - imperativo - gerundio. indicativo - congiuntivo - gerundio. indicativo - infinito - gerundio.
Analizzo Sottolinea nel testo i connettivi logici, come nell’avvio. Quanti connettivi sono presenti? 2
Comprendo Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Qual è l’argomento trattato? 2. Qual è la tesi sostenuta dall’autore? 3. Quanto leggono gli italiani? 4. Che cosa fa la scuola per incentivare la lettura? 5. Quali sono le argomentazioni che sostengono la tesi?
3
4
5
Indica la loro funzione. Abbellire il testo. Rendere la lettura più scorrevole. Collegare le parti del discorso e scandire le fasi dell’argomentazione.
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Il testo ARGOMENTATIVO
TV e nuove tecnologie Comprendo se
leggo bene
Per cogliere il punto di vista e i ragionamenti espressi dall’autore, leggi con attenzione, rifletti sulle parole più significative e rileggi più volte.
touchscreen: schermo sensibile al tocco obesità: eccessivo aumento di peso del corpo impressionabile: che si emoziona, si turba con facilità
Comprendo Rispondo sul quaderno. 1. Qual è l’argomento trattato? 2. Qual è la tesi sostenuta dall’autore? 3. Quali consigli vengono dati nella conclusione?
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La televisione e le nuove tecnologie informatiche sono tra le più grandi invenzioni del XX secolo e hanno rivoluzionato il mondo. Esse aiutano i giovani a proiettarsi nel futuro. Grazie a internet possiamo comunicare con persone presenti in ogni angolo della Terra. Questo è un innegabile vantaggio. Uno studio molto recente condotto dal Politecnico di Zurigo ha constatato che gli adolescenti che usano il tablet hanno dei benefici a livello cerebrale. Questo perché l’agilità delle dita degli utenti di touchscreen produce un aumento delle funzionalità e delle connessioni del cervello. Con le nuove tecnologie i giovani possono cercare informazioni su qualunque tema, consultando varie fonti e perfezionando le proprie ricerche. Le nuove tecnologie aumentano quindi l’interesse dei ragazzi nell’acquisire nuove conoscenze. Anche la televisione trasmette molti programmi utili per i giovani. Pensiamo ai telegiornali, che permettono di sapere che cosa succede nelle altre parti del mondo e di farsi un’opinione, ma anche ai documentari che, attraverso immagini sensazionali, fanno vedere cose che altrimenti non si conoscerebbero. Il consumo di televisione, perciò non distrugge la curiosità intellettuale dei ragazzi, non sconvolge le loro menti, anzi, essi imparano presto a navigare nell’oceano dei programmi. Ma c’è anche chi la pensa diversamente… Le nuove tecnologie creano spesso delle dipendenze e portano i giovani a restare chiusi in casa e a limitare il contatto con i propri amici e il mondo esterno. Esse sono fra le cause più importanti dell’obesità perché i giovani, stando sempre più incollati allo schermo, non fanno attività fisica o sport. Oltre a ciò, generano anche degli episodi di cyber-bullismo, cioè quelle azioni di bullismo che vengono fatte attraverso le nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere gli altri. Spesso i bambini, che sono molto sensibili e impressionabili, sono sottoposti, attraverso la televisione e le nuove tecnologie, a contenuti non adatti alla loro età. In certe fasce orarie guardare la tv causa dei problemi nelle attività che si
PIÙ FACILE
Il testo ARGOMENTATIVO fanno dopo. Per esempio, guardarla prima di andare a dormire aumenta il rischio di riposare male, mentre guardarla prima o durante lo studio riduce il livello di concentrazione. La televisione porta al consumismo: negli intervalli di un film o di uno spettacolo vengono mandate in onda decine di pubblicità, così da far entrare il prodotto nella testa del consumatore e invogliarlo a comprarlo. Infine, gli insegnanti denunciano una diminuzione della lettura, della scrittura e della capacità di affrontare una situazione con calma e pazienza a causa dell’uso eccessivo delle nuove tecnologie dove tutto è veloce e frammentario. Qual è la soluzione allora? Per evitare i pericoli di tv e nuove tecnologie esistono i “blocchi bambino”: programmi per facilitare il controllo da parte degli adulti. Gli adulti devono quindi vigilare e limitare il tempo passato davanti alla televisione, al computer, al tablet o al cellulare.
Analizzo Sottolinea nel testo la tesi e l’antitesi. Poi completa la tebella. TESI
ANTITESI
............................................................. ............................................................. ............................................................. ............................................................. ............................................................. ............................................................. Cerchia tutti i termini specifici che individui nel testo. A quali discipline appartengono? ..................................................................................................................................
Compito di REALTÀ Dividetevi in quattro gruppi e scegliete due argomenti tra quelli proposti in questa sezione. Due gruppi scelgono lo stesso argomento, ma uno si prepara sulla tesi e le argomentazioni a suo favore, l’altro si prepara sull’antitesi e le argomentazioni a suo sostegno. Ciascun gruppo esponga in un dibattito di dieci minuti le proprie argomentazioni ai compagni di classe, cercando di convincerli a loro favore. Alla fine del dibattito la classe voterà il gruppo che sarà risultato più convincente.
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Ho imparato ad ANALIZZARE Ricordi? Il TESTO ARGOMENTATIVO è un testo scritto per esporre la propria opinione su un determinato argomento. Ha lo scopo di convincere gli altri della validità delle proprie idee. Completa lo schema del testo argomentativo con le seguenti espressioni. presente • conclusione • antitesi • tesi • a sostegno della tesi • orale • connettivi • tesi • argomento • tema • termini specifici Il testo argomentativo presenta: • il ...................... viene presentato l’.......................................... o il problema di cui si parla; • la .......................................... l’autore espone la propria opinione; • le argomentazioni ................................................... l’autore fornisce prove, ragionamenti, esempi per dimostrare la validità della propria opinione;
LA STRUTTURA
• l’.......................................... si espone un’affermazione contraria alla tesi portando argomentazioni per dimostrare l’infondatezza della tesi; • la ..........................................
l’autore riconferma gli argomenti a favore della .......................................... oppure fa proposte per la soluzione di un problema. Questa struttura non è fissa, può non presentare qualche elemento, ad esempio l’antitesi.
Il linguaggio è complesso e ricco di ............................................. .................................................. in base all’argomento affrontato. Sono presenti molti .......................................... che legano le varie parti del discorso e indicano i rapporti di causa-effetto. Il testo è generalmente esposto al tempo ..........................................
IL LINGUAGGIO
ZOOM Il testo argomentativo spesso è esposto in forma ..................................: sono testi argomentativi, infatti, i discorsi dei politici e degli avvocati.
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Testo narrativo Il testo ARGOMENTATIVO
Un gatto per amico da D. Morris, Il gatto: tutti i perché, Mondadori
Avere un gatto in casa fa bene alla salute. Per chi possiede animali in case ed è spesso criticato da coloro che invece sono contrari a tenerli perché “sporcano”, sarà una consolazione sapere che vivranno più a lungo dei loro oppositori. E le ragioni sono sostanzialmente due. In primo luogo è risaputo che il contatto fisico con un gatto riduce lo stress del padrone. Nel corso di esperimenti di laboratorio è stato provato che persone con problemi nervosi, quando cominciavano ad accarezzare il loro gatto, diventavano molto più calme. Questa forma di “terapia felina” si è dimostrata valida in un discreto numero di casi di malattie mentali. Da uno studio condotto negli Stati Uniti, è addirittura risultato che chi soffre di problemi di cuore può letteralmente salvarsi la vita vivendo in compagnia di un gatto, perché la sua presenza riduce la pressione del sangue. In secondo luogo il piccolo felino ha un impatto benefico sull’uomo non soltanto per il contatto fisico, ma anche per alcuni fattori psicologici. Con il gatto mancano completamente i tradimenti, le contraddizioni e le complessità che, invece, esistono nei rapporti fra gli esseri umani. Per le persone che hanno perso fiducia negli altri, un legame con il gatto può essere talmente appagante da distruggere la loro diffidenza e far rinascere in loro la stima per l’uomo.
So analizzare Individua la struttura del testo argomentativo che hai letto e sottolinea con i colori indicati. tema tesi argomentazioni a favore della tesi antitesi argomentazioni a favore dell’antitesi conclusione Trascrivi le argomentazioni a favore della tesi. ..................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................................................................... Cerchia nel testo i connettivi logici che legano i ragionamenti dell’autore.
Verso le competenze
Obiettivo: leggere e individuare gli elementi che caratterizzano un testo argomentativo.
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Ho imparato a COMPRENDERE
Come nasce la pace? da B. Labbé, M. Puech, La guerra e la pace, APE Junior
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Per restare in pace è importante sapere che la pace non è qualcosa di naturale. Ma gli uomini fanno fatica a ricordarsene. Qualcuno dice “Buongiorno” entrando in un negozio o non sbatte la porta in faccia a chi è dietro di lui, ringrazia quando qualcuno fa qualcosa per lui: è una persona educata. È naturale? No. Quando era piccolo, non era educato per natura. Le regole della buona educazione le ha dovute imparare. Per la pace, è la stessa cosa. Succede come per l’educazione: bisogna rispettare le regole, imparare a ubbidire alla legge, imparare a non usare la propria forza naturale. Se gli uomini si dimenticano di costruire la pace, la guerra rischia di ritornare. La pace va costruita a ogni istante. La pace si può costruire dappertutto, sempre. Si costruisce quando impariamo la storia del mondo, quando discutiamo con quelli che hanno idee diverse dalle nostre, quando reagiamo di fronte alle ingiustizie. In una scuola i più piccoli sono vittime delle estorsioni, dei furti di una banda di studenti più grandi. Un allievo va dal dirigente per farla finita con questi soprusi: questo studente, che non chiude gli occhi ma che reagisce a quello che sta succedendo, costruisce la pace. Il dirigente trova gli autori delle estorsioni, dei furti, li punisce e spiega loro perché sono puniti. Il dirigente costruisce la pace. I capi di tutte le religioni del mondo si riuniscono per parlare di quello che hanno in comune, di tutto quello che si assomiglia nelle loro credenze, dell’importanza della vita. Dimostrano che si può discutere, anche se non si è d’accordo su tutto: costruiscono la pace. Gli uomini scelgono di non dimenticare il passato, tenendo vivo insieme il ricordo di una guerra passata. Un certo giorno dell’anno, nelle famiglie, nelle associazioni, i più anziani raccontano come quella guerra è incominciata, come era la vita durante la guerra, ciò che avrebbero potuto fare per evitarla: costruiscono la pace. A scuola, i professori insegnano la storia. Con gli studenti, cercano di capire perché scoppiano le guerre e tutti riflettono insieme: potrebbe succedere di nuovo? Che cosa bisogna fare perché questo non succeda? Costruiscono la pace. PIÙ FACILE
Testo narrativo Il testo ARGOMENTATIVO Ho capito le parole Segna con una
il significato giusto dei termini ripresi dal testo, in base al contesto.
• estorsione:
distorsione
ingiustizia
estrazione
furto
• soprusi:
sorpassi
ruberie
prepotenze
sorprese
• banda:
complesso musicale
gruppo organizzato di malviventi
striscia di tessuto
lato, parte
Spiega con parole tue il significato della seguente espressione figurata. Aiutati con il contesto. “Non chiude gli occhi” (riga 19): .................................................................................................................................
Ho capito il testo Segna con una
il completamento giusto.
• Gli autori del testo sostengono che: la pace esiste sempre e ovunque finché non c’è la guerra. la pace non esiste da sola, ma deve essere costruita costantemente da tutti gli uomini. è molto importante fare pace ovunque. è difficile mantenere la pace. • Gli autori del testo paragonano la pace all’educazione perché: come l’educazione va imparata nel corso della vita, anche la pace va costruita passo passo. sia la pace che l’educazione sono valori molto importanti. l’educazione e la pace si insegnano a scuola. le persone educate possono costruire la pace. • Che cosa bisogna fare per costruire la pace? Rispettare le regole, ubbidire alla legge, usare un po’ la propria forza. Ubbidire alla legge, non usare la propria forza, litigare con tutti. Rispettare le regole, ubbidire alla legge, non usare la propria forza. Rispettare sempre le leggi. Che cosa succede se gli uomini non costruiscono la pace? ........................................................................................................................................................................................................ Gli autori sostengono la loro opinione con alcuni esempi di persone che costruiscono la pace. Rileggili nel testo e completa con parole tue. Lo studente che ..................................................................................................................................................................... Il dirigente che ....................................................................................................................................................................... I capi di tutte le religioni del mondo che .................................................................................................................... Gli anziani che ......................................................................................................................................................................... I professori che ....................................................................................................................................................................... Verso Versolelecompetenze competenze
Obiettivo: leggere e comprendere un testo argomentativo.
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ESTATE È arrivata l’estate! di R. Pezzani
Se le cicale cantano sugli alberi del viale se il frumento è diventato giallo e ha i grani duri; se i fiumi hanno appena una vena d’acqua; se le rondini vanno alte fino a scomparire nel cielo; se nel giardino sono fioriti i girasoli; se la fontana mette voglia di bere; se si sente il ronzio delle trebbiatrici nelle aie; se, per la pioggia, il cielo tuona e ha lampi; se il pastore sale con il gregge ai pascoli più alti; se sai tutte le cose del tuo libro di scuola vuol dire che è giunta l’estate e che bisogna cercare una casetta lontana tra l’ombra delle piante… Rileggi verso per verso la poesia e rifletti: è così anche intorno a te? Allora è arrivata davvero l’estate! Nella realtà dove vivi tu, c’è qualche altro segnale della natura o nella vita delle persone che ti fa capire che l’estate è arrivata? Aggiungilo come altro verso della poesia. Se ....................................................................................................................................................... vuol dire che è giunta l’estate. Riscrivi gli ultimi due versi della poesia, riferendoli a te stesso, ai tuoi desideri o progetti per quest’estate che hai davanti. Vuol dire che è giunta l’estate e che ...................................................................................................................................... ..................................................................................................................................................
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IT’S SUMMER Scopri come alcuni ragazzi hanno trascorso le loro vacanze, traendo informazioni dai biglietti che trovi qui sotto.
1 2 Child Museum
M OF MUSEU RY ART PORA CONTEM 0 euros
WELCOME TO TO Y
’S PARK
24 July 2020 - 25 ,00 euros
5,0 t 2020 -
s 16 Augu
3 SEA LIFE AQUARIUM VALID TODAY ONLY 26 August 2020 - 8,00 euros
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RAMEY’S B
OAT VALID TOD AY ONLY 11 June 202
0 - 11:15
Riporta in tabella accanto a ogni informazione il numero del biglietto corrispondente.
5
This ticket is for a trip to London. 020
2 24 July
N ONDO L O T Y FL MY ECONO
This ticket costs more than twenty euros. This ticket is for a day in June. This ticket is for the Aquarium. This ticket is for a child on 16th August.
STUDENTE
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a Intervist ... re o t u a ’ l n o c
Gabriella Santini è docente di Sociologia della comunicazione e ha scritto moltissimi libri (fantasy, realistici, gialli, avventurosi...) tradotti in Paesi europei ed extraeuropei. Progetta giochi, scrive sceneggiature per cartoni animati, articoli per blog, magazines. Il suo romanzo “SOS... Cerco musica disperatamente” ha vinto il Premio Selezione Bancarellino.
Quattro ragazze e un ragazzo sono tiranneggiati dai bulli capitanati da Lulla, ma questa storia non parla soltanto di bullismo. La protagonista quindicenne, Aimée, si scontra spesso con la madre, ma questa storia non parla soltanto di famiglia. Sotto le ceneri di fuochi tenuti accesi dalla narrazione covano disturbi alimentari come l’anoressia - che giocano a nascondino con la verità.
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i n i t n a S Gabriella Che cosa ti ha spinto a scrivere? Avete presente un fiume impetuoso? Uno di quelli misteriosi e sotterranei che, a sorpresa e irrefrenabilmente, affiora attraverso polle d’acqua ribollente? Ecco. Tutta colpa di quel fiume: potente, energetico, magnifico, inarginabile. Pensavi fin da piccola di diventare una scrittrice? Ah, ci avessi sperato… Vi è capitato di realizzare un sogno? Poiché non è quotidiano farlo, non osavo nemmeno sperare di riuscirci. Era, però, il mio sogno più grande da piccola. Quale mestiere vorresti fare se non fossi una scrittrice? Sono sicura: l’intervistatrice di scrittori! Scherzo. Mi piacerebbe essere una designer (lo sono stata), una progettista di giardini, una botanica, un’architetta, una creativa ad ampio spettro, insomma. Ma pure la viaggiatrice e la reporter sarebbero nelle mie corde. A dirla tutta, adoro lavorare. Una sola professione non farei mai… La cuoca. Venite a cena da me? ;-) Qual è la cosa più bella dello scrivere? Tutto. Persino rileggere e correggere, attività in apparenza noiose, sono magnetiche. Se avete la mia malattia, mi crederete, poiché la scrittura è contagio virale. Se non l’avete, attenti a non farvi contagiare, altrimenti vedrete. Mi appassiona costruire personaggi e ambientazioni, poiché, mentre lo faccio, si materializzano davanti a me. Lo so: ho la febbre alta.
Un librO per la classe
Qual è il libro a cui sei più affezionata? Se parliamo di libri altrui… Ogni bel libro scritto nel passato o frutto del presente è per me un amico sincero. Se parliamo dei miei… I libri sono creature vive, quasi dei figli. Si possono fare differenze di grado d’amore tra figli? Che cosa pensi dei casi di bullismo che avvengono nelle scuole? La scuola è specchio della società. Non trovate che il Male avanzi e che il Bene sia in affanno? Beh, la scuola riverbera questo diffuso, terribile malessere. Come affronteresti il bullismo? Ho dedicato a questi temi un libro, “Ragazza di vento”, e nelle scuole in cui sono ospite non smetto di parlarne. Per il resto, amo e aiuto gli altri; più che posso.
Veniamo appunto a questo tuo libro. Quali sono le figure affettive di riferimento della ragazza protagonista? Aimée (in italiano, “amata”) ha due nonni speciali: a cominciare dai malanni di cui soffrono a finire con l’amore che le donano. Può contare anche su quattro amici. Anche loro abbastanza straordinari. In questo libro parli di anoressia e disturbi alimentari. Ti è capitato di conoscere persone che hanno affrontato questa malattia? Sì, più d’una. Insegno da anni in un’Accademia di Design. Mi è successo in veste di professoressa e di collega altrove, e nelle vesti di amica. Pur senza nomi espressi, il mio romanzo è fortemente dedicato. La causa principale di questi disturbi? Prima di scrivere “Ragazza di vento” ho studiato, approfondito, riflettuto. Poi, ho dato i miei pensieri in dono ad Aimée e agli altri. È tutto lì. Vi aspetto lì.
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L’AGENDA a cura di Patrizia Ceccarelli
DEI CITTADINI del
o r u fut
“Il futuro del pianeta dipende anche da te” ENZA G I L EL L IN T RT I F I C IA E A
… perché oggi esistono macchine tecnologiche in grado di svolgere compiti e attività tipici della mente umana.
Il futuro è robot?
p. 230
… perché il 65% dei bambini che iniziano la scuola in questi anni faranno una professione che oggi non esiste ancora.
FU T U R O
Che cosa faremo da grandi
p. 232
CL IM A ED ECOS IS TE M I
L AVO R O
… perché il cambiamento del clima minaccia l’equilibrio esistente tra ambienti naturali e specie animali e vegetali che vivono sulla Terra.
Intervista al pianeta Terra
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E
p. 234
… perché sono sempre BULLISMO E più frequenti offese, C YBERBULL umiliazioni, prepotenze, ISMO intenzionali e ripetute, verso coetanei ritenuti più fragili: atti di bullismo che, praticato on line, si chiama cyberbullismo. Nemici in classe C'è chi dice no Il rapper anti-bullismo
p 236 p 237 p 238
R ES I L I E N Z A … perché questo atteggiamento, la forza d’animo, ci consente di lottare e di non arrenderci di fronte alle difficoltà. Grande Bebe Vio!
p. 239
Immagina… il mondo del futuro Imagine
Imagine there’s no heaven It’s easy if you try No hell below us Above us only sky Imagine all the people living for today Imagine there’s no countries It isn’t hard to do Nothing to kill or die for And no religion too Imagine all the people living life in peace You may say I’m a dreamer But I’m not the only one I hope someday you’ll join us And the world will be as one Imagine no possessions I wonder if you can No need for greed or hunger A brotherhood of man Imagine all the people sharing all the world J. Lennon, Y. Ono
Conosci questa canzone? Se vuoi puoi ascoltarla in internet. Nel testo della canzone il futuro viene descritto attraverso tre parole chiave: pace (peace)
fratellanza (brotherhood)
condivisione (sharing)
Scrivi qui le parole chiave che, secondo te, caratterizzeranno il futuro:
Sono simili a quelle indicate dai tuoi compagni? Confrontatevi insieme.
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genza i l l e t n I ic iale f i t Ar
IL FUTURO È ROBOT? Gli incredibili progressi raggiunti dagli studiosi che si occupano di Intelligenza Artificiale, hanno fatto sì che oggi vengano realizzate “macchine” tecnologiche in grado di svolgere compiti e attività tipicamente umane. Se non sei convinto, leggi un po’ qua…
Robi robot balla e gioca agli indovinelli Robi robot è alto trentaquattro centimetri e pesa un chilo. Si presenta stringendo la mano e quando parla occhi e bocca si illuminano e cambiano colore. Grazie ai sensori che possiede, ha una camminata sciolta, canta, balla e può giocare con i bambini agli indovinelli e a morra cinese. Riesce anche ad accendere e spegnere la tv, a cambiare canale o alzare il volume.
Robot Pepper
un robot “intelligente”
Relay robot maggiordomo Relay Robot è alto un metro e pesa circa quarantacinque chili, è utilizzato soprattutto come maggiordomo negli alberghi: porta in camera ai clienti prodotti e oggetti, come una bevanda, del cibo o una valigia.
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Robot Pepper pesa ventotto chili ed è alto un metro e venti. Ha un’autonomia di quattordici ore e una telecamera 3D gli consente di interagire con l’ambiente fino a una distanza di tre metri. Pepper comprende stato d’animo ed espressioni del viso degli esseri umani.
2001 Odissea nello spazio compie cinquant’anni Il grande regista americano Stanley Kubrick, ispirato dal racconto La sentinella di A. C. Clarke, realizzò 2001 Odissea nello spazio, uno dei più grandi capolavori della storia del cinema. Il film racconta il viaggio verso Giove di un gruppo di astronauti a bordo della nave spaziale Discovery, l’aspetto centrale riguarda il super computer Hal 9000 che sa battere a scacchi gli umani e che si ribella agli uomini dell’equipaggio. Alla fine la macchina uccide gli astronauti, ma viene disconnessa e condannata a morte dall’unico sopravvissuto, il comandante David Bowman. Era il 1968, appunto cinquant’anni fa, e contiene perciò delle intuizioni straordinarie riguardo al progresso tecnologico che sarebbe avvenuto negli anni futuri e anche nel campo dell’Intelligenza Artificiale che forse arriverà a cambiare in modo radicale il modo di vivere degli umani. Vedi nell’introduzione dei robot umanizzati soprattutto una fonte di aiuto o di problematicità? Indica le affermazioni con cui sei d’accordo, poi discuti dell’argomento con i compagni. Ammiro molto gli scienziati che si occupano di robotica. Vorrei capire quali sono i meccanismi che consentono a questi robot di comunicare con noi. Trovo i robot umanizzati un po’ inquietanti e non li vorrei in casa mia. Ho paura che si sostituiscano all’uomo e gli tolgano tanto lavoro. Credo che i robot umanizzati siano un’importante fonte di aiuto per l’uomo, in quanto svolgeranno tanti piccoli lavori.
In quale delle seguenti affermazioni ti riconosci? Tutti gli strumenti tecnologici, compresi i robot, sono soltanto macchine ideate, create e guidate dall’uomo e perciò agiranno sempre e solo come vorranno i programmatori. L’Intelligenza Artificiale sta compiendo passi da gigante, sarà possibile dunque che, nel futuro, robot o altre macchine riescano a raggiungere l’indipendenza dall’uomo e agire in modo volontario.
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FU T U R O E L AVO R O
CHE COSA FAREMO DA GRANDI?
Il mondo in cui viviamo cambia a velocità incredibile e il mondo del lavoro cambia con lui: tanti mestieri sono scomparsi e altri ne nasceranno e magari tu ti troverai a fare un lavoro che oggi neppure esiste! Quelle che seguono sembrano essere alcune tra le professioni più diffuse nel futuro. Operatore per la terza età Gli anziani saranno sempre più numerosi, perciò serviranno specialisti che li aiutino a gestire esigenze personali e di salute. Avranno il compito di seguirli per ciò che riguarda in particolare l’aspetto medico, farmaceutico, psichiatrico e alimentare.
Guida turistica dello spazio Nel futuro sarà possibile trascorrere le vacanze su Marte o su Giove? Fare una passeggiata nello spazio? Con l’avvento del turismo spaziale ci sarà bisogno di piloti specializzati nei viaggi siderali e di guide turistiche esperte di spazi interstellari.
Esperto di vendite on line In un futuro non troppo lontano, non andremo nel negozio sotto casa o al supermercato, ma faremo gli acquisti attraverso il computer. Le ditte produttrici si scateneranno nella pubblicità dei loro prodotti, studiando offerte migliori della concorrenza. Ci sarà un gran lavoro dunque per chi saprà organizzare al meglio le vendite on line!
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Agricoltore genetista Nel futuro le colture e i pascoli potranno essere geneticamente modificati per produrre, ad esempio, alimenti terapeutici, così potranno assumere gli antibiotici mordendo una mela! Inoltre verranno prodotti cibi in veri e propri campi coltivati all’interno di edifici a più piani, per risparmiare energia, acqua e abbattere i costi di trasporto. Gli agricoltori dovranno essere allora preparati a queste pratiche agricole innovative.
Chirurgo della memoria
Ingegnere, analista, progettista, disegnatore industriale e tecnico esperti in robotica Progettare e realizzare robot sarà un’occupazione molto importante nella società futura, perciò serviranno ingegneri, affiancati da altri tipi di professionisti, che progettino, costruiscano e collaudino queste “macchine” intelligenti
E se la memoria non funziona più come dovrebbe? Se ha immagazzinato troppe informazioni e non può riceverne più? Serviranno chirurghi in grado di aggiungere una capacità mnemonica supplementare a chi vuole aumentare la propria memoria.
A me non dispiacerebbe affatto guidare un taxi spaziale e portare le persone in giro per il Sistema Solare. E tu quale di queste “nuove” professioni sceglieresti? Ne aggiungeresti altre? Quali? .............................................................................................. ..............................................................................................
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ED
A M I L I C M E T S I S O EC
INTERVISTA AL PIANETA TERRA
La natura non ha bisogno dell’uomo, ma l’uomo ha bisogno della natura e non potrebbe sopravvivere alla distruzione dell’ecosistema: impegniamoci per salvarlo! L’umanità intera, ogni uomo, ogni donna, ogni bambino è interessato alla salute della Terra e per questo le rivolge alcune domande in questa intervista immaginaria. Ciao Terra, come va il tuo stato di salute? Non benissimo, purtroppo… È a causa del clima che sta cambiando? Sì, da qualche decina di anni ormai le mie temperature stanno aumentando, mi sembra di avere la febbre. E quali conseguenze può avere questa febbre? Conseguenze drammatiche che potrebbero stravolgere completamente la vita che ospito, così come noi la conosciamo. Che cosa accadrebbe al livello dei mari? Il livello dei mari aumenterebbe anche per effetto del disgelo delle calotte polari.
E allora che fine farebbero le città costiere come Venezia e tante altre? Le città sulle coste verrebbero sommerse. E cosa accadrebbe alla disponibilità d’acqua? I luoghi in cui cadono pioggia e neve potrebbero diventare più caldi e aridi, i periodi di siccità renderebbero difficile le coltivazioni e porterebbero alla difficoltà per l’uomo di trovare il cibo. E gli animali? E le piante? Molte piante e specie animali si estinguerebbero, verrebbe incrinato il delicato equilibrio degli ecosistemi.
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Ma quali sono le cause di questo cambiamento del clima? È dovuto al mutare delle correnti oceaniche, all’attività dei vulcani, alle radiazioni solari... Noi uomini abbiamo qualche responsabilità? Certo, soprattutto per ciò che riguarda l’immissione di gas serra e di radiazioni nell’atmosfera che mi circonda. Dunque che cosa possiamo fare noi? E io posso fare qualcosa? Puoi rispettarmi e convincere gli adulti intorno a te a limitare l’uso delle auto non elettriche, il riscaldamento domestico e tutto ciò che immette IFC nell’aria… Scusa se ti interrompo, ma io sono un bambino, non ho neppure la patente! Beh, comincia a conoscere e amare i miei paesaggi, la varietà meravigliosa di piante, fiori, acque e popoli che tengo sulla mia superficie, così sarà più facile combattere a difendermi.
Puoi contarci, diventerò un guerriero imbattibile a difesa della tua bellezza! Grazie, conto soprattutto su di voi, generazioni del futuro!
Vuoi diventare anche tu un difensore della terra? Ricorda che, se lo farai, lotterai per ogni pianta, per ogni animale e per ogni essere umano che vive oggi sulla Terra e anche per quelli che verranno dopo di te.
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BULLISMO E C YBERBULL ISMO NEMICI IN CLASSE da G. Santini, Ragazza di vento, Raffaello Ragazzi
– Vitale Conforti! – esclama la prof. Vita mi lancia uno sguardo strano con quei suoi occhi-faro, poi, si accartoccia sulla sedia come una confezione vuota di buondì. La prof gli fa delle domande dalla cattedra e lui, balbettando più del solito, risponde poco e male. Mentre in prima se la cavava, quest’anno, è quello con più problemi scolastici, oltre a essere il più basso dell’intero istituto: un disastro per la II C, un tesoro per noi del gruppo. Che cosa gli sta succedendo? Perché non studia più? Lulla lo fissa con rancore e, incurante della prof, cantilena: – Vitale Sconforti, mi dà conforto vederti storto, corto e contorto come un tronco morto! Caro Sconforti, mi dà conforto vederti storto, corto e contorto come un tronco morto! Tranne me, la prof, Desdy, Flora e Moira, tutti gli altri ridono. Lulla fa cenni di vittoria, sollevando le braccia. Vita rimpicciolisce come faccio a volte io. – Ragazzi! Ragazzi! – grida la Poliandri. – Silenzio! E tu, Lucilla, smettila di prendere in giro! Sei crudele. – Mi sto solo esercitando a comporre in rima, prof! – Basta! Ricomponiamoci tutti! Le risate si smorzano e si trasformano in brusio, Vitale resta muto e contratto, Lulla e compagnia fingono di quietarsi. La prof si avvicina a Vitale e gli dice: – Sarà bene che tuo padre venga a parlare con noi docenti. Poi, rivolta a Lulla: – Il tuo comportamento ha stancato davvero tutti. Avviserò i tuoi genitori; è ora di porvi rimedio!
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A NZA CiTtADIN L E DIGITA I luoghi del bullismo, purtroppo, sono tanti: la scuola, lo scuolabus, la palestra, i parchi pubblici… ma anche i social network, cioè i siti sui quali si può comunicare scambiandosi messaggi, foto… Mandare un messaggio a qualcuno per offenderlo, intimorirlo, farlo sentire a disagio o escluderlo… mette in atto il cyberbullismo, perché le parole fanno più male delle botte!
Voglio capire meglio! È importante confrontarsi su questo argomento! Vediamo alcune domande da cui partire per riflettere • Quali sono le cause di bullismo e cyberbullismo? • Il tipico bullo agisce da solo o ha bisogno del branco? • Quali azioni servirebbero davvero per mettere KO i bulli? • Come si può aiutare chi subisce atti di bullismo?
C’È CHI DICE NO Una classe di alunni pugliesi proprio non ci sta a sottostare alle prepotenze di bulli e cyberbulli e dice NO, a tutta voce, a questi fenomeni cercando anche di trovare alcune soluzioni pratiche al problema. Per questo ha ideato una campagna che si chiama MABASTA: Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti. Si tratta di un’iniziativa interessante per sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema purtroppo ancora tanto diffuso tra i giovani e di cui si conoscono solo gli episodi più gravi, quelli che vengono riportati dalla cronaca. I ragazzi della campagna MABASTA propongono di: • avviare la formazione on line per quelli che saranno i “Bulliziotti”, studenti più grandi che godono del rispetto degli altri e che, in ogni scuola d’Italia, fungeranno da responsabili a cui vittime e spettatori potranno rivolgersi in casi di bullismo e cyberbullismo; • installare in tutte le scuole le “Bullibox”, urne per accogliere segnalazioni anche anonime di atti di prepotenza e umiliazioni; • creare un Centro di Ascolto Digitale che opererà in rete (sul web e attraverso i social network più comuni) e a cui tutti potranno rivolgersi; • aumentare in tutta Italia le “Classi Debullizzate”. Ecco un elenco di parole “antibullismo”: indica quelle che, secondo te, sono più “anti” di tutte e possono combattere il diffondersi di atteggiamenti da bullo. rispetto sensibilità empatia coraggio comunicazione esempio cultura
Quali iniziative aggiungeresti a quelle proposte dai ragazzi della campagna MABASTA? Scrivile qui sotto. .............................................................................................. ..............................................................................................
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BULLISMO E C YBERBULL ISMO
IL RAPPER ANTI-BULLISMO da “POPOTUS”, 16 maggio 2018
Se vuoi ascoltare la canzone di Marco, digita il suo nome in internet e troverai il suo video.
Marco ha dimostrato una grande forza d’animo. Quali tra queste situazioni, secondo te, richiedono maggiore forza d’animo? Confronti con i tuoi compagni. Poi corri alla pagina successiva per scoprire un’altra eroina della forza d’animo!
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Marco Baruffaldi vive a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. È un giovane rapper che, come tutti i suoi coetanei, posta video sul web. Uno di questi è diventato popolarissimo. Sì, perché Marco, affetto da sindrome di Down, è stato maltrattato tra i banchi di scuola e lo racconta senza omettere nulla: – A scuola sono stato maltrattato brutalmente. Un ragazzino mi picchiava continuamente, mi minacciava. E ho subìto di peggio da un insegnante di sostegno: mi prendeva a sberle, mi pestava i piedi, mi insultava. Mi seguiva con l’auto per minacciarmi, perché non voleva che lo dicessi ai miei genitori. E io non ho mai detto niente. Una storia terribile che solo la straordinaria caparbietà di Marco è riuscita a trasformare in testimonianza per le vittime del bullismo. «Non arrendetevi mai», canta Marco. E lo fa come i veri rapper, col cappello all’indietro e lo sguardo fisso verso la telecamera del suo smartphone. Le sue rime in musica saranno premiate dalla Funvic Foundation che ha deciso di insignire il rapper emiliano, autore del brano anti-bullismo “Siamo diversi tra noi”, con il riconoscimento “Messaggero di Pace 2018”. Un primo grande successo per Marco Baruffaldi che sogna di diventare cantante e di aiutare tanti suoi coetanei a sentirsi meno soli e impauriti dinnanzi alla violenza del bullismo.
r es i l i e n z a GRANDE BEBE VIO! di G. Corsi in “Il Fatto Quotidiano”
«Con la malattia la mia vita è cambiata in meglio. È come se fossi rinata!» Ci sono storie che meritano di essere raccontate. E poi ci sono storie che devono essere raccontate. La vita di Bebe Vio è una di quelle. “Chi è Bebe Vio?”, le domandano in un’intervista su Radio Deejay. “È una ragazza come tante altre. Che ama lo sport, uscire con le amiche a bersi uno Spritz”. Ma che sia una persona eccezionale lo sa anche lei. È solo stufa di sentirselo dire. Eppure è un dato di fatto. A seguito di una meningite acuta, quando aveva undici anni, le sono stati amputati gli avambracci e le gambe, sotto le ginocchia. I suoi centoquattro giorni di ospedale e tutta la sua storia li ha raccontati nel libro Mi hanno regalato un sogno. È minuta Bebe. Tranne quando ha un fioretto in mano. Lì diventa un gigante. Ha vinto la Coppa del Mondo nel 2014, due medaglie d’oro ai Campionati Europei. Più altri due ori ai Mondiali under 17. Jovanotti, nella prefazione del libro, scrive “che Bebe ci costringe ad essere migliori”. Ci schiaccia sui nostri limiti. Sulle nostre lamentale, sulle normali difficoltà quotidiane. Se qualcuno scala una montagna senza gambe, lamentarsi di una cunetta sembra davvero fuori luogo. “Abbiamo fatto gioco di squadra con la mia famiglia e abbiamo superato, insieme, questo momento di difficoltà”. Non c’è auto compiacimento, né eroismo. C’è una ragazza che parla della sua storia. E se pensi “io non sarei mai stato bravo come te, Bebe”, non puoi non pensare anche “io non sarò mai così bravo come il padre di Bebe”. La storia di Bebe deve essere conosciuta. Perché è una storia pazzesca. Di forza, coraggio, Sono davvero tante le cose incoscienza. Parla di una famiglia vera. di cui ci lamentiamo... Che si stringe, si unisce, vince su tutto. Ora voglio elencare tutto Sulla malattia e sulla paura. È una storia ciò per cui, invece, vorrei che ti spinge ad essere migliore, è vero. ringraziare! E le storie così devono essere raccontate. Grazie, Bebe, per averlo fatto.
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Udite udite… Vado alla secondaria! Quando penso alla nuova scuola, ho tanti dubbi… • Sarò simpatica/o ai nuovi compagni? • Mi prenderanno in giro? • Mi vestirò troppo da “piccolo” o troppo da “grande”? • E i prof? Quanto saranno diversi dagli insegnanti che ho avuto? • E i compiti… saranno tanto difficili? • A casa mi tormenteranno di domande sulla nuova scuola?
Scrivi qui i tuoi dubb i ........................
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… ma anche tante certezze!
Scrivi qui le tue certezze ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... ....................................................................................... .......................................................................................
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• Sono proprio curioso/a ed entusiasta di questo cambiamento! • Ce la metterò tutta per trovarmi bene in questa nuova scuola! • Non mi farò mettere in crisi da certi bulletti che conosco! • Non perderò i contatti con i miei vecchi compagni classe, anche se non dovessi trovarmi nella loro stessa sezione! • Se qualcosa dovesse andare storto, so con chi parlarne! • Non vedo l’ora di imparare tante cose nuove!
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Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Francesca Bolognini, Valentina Cammilli per Equilibri servizi editoriali, Emanuele Ramini (Interviste con l’autore) Grafica e impaginazione: Mauro Aquilanti, Barbara Cherici per Equilibri servizi editoriali Illustrazioni: Giulia Bracesco, Laura Giorgi, Elena Iarussi, Elena Mellano, Richolly Rosazza, Claudia Venturini Copertina: Mauro Aquilanti Illustrazione di copertina: Richolly Rosazza Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, Alamy, iStock Coordinamento M.I.O. Book: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.
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