Sorpresa! 5 - Letture

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So P. C IS rp ecc BN r ar 97 esa elli 8- ! 5 - L 88 - . V -4 Le ec 72 t ci -2 tu 49 re 57 Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G ­ RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

5 letture

Grammatica

• Pagine di accoglienza • Percorsi per tipologie testuali • Verifica delle competenze • Percorso e prove modello INVALSI • Laboratori di ascolto • Laboratori del lessico • Percorsi di Cittadinanza • Pagine per imparare facile

• Mappe di sintesi • Verifica delle competenze • Giochi linguistici • Tavole dei verbi • Prove modello INVALSI • Eserciziario

Scrittura Linguaggi espressivi • Mappe-guida per la scrittura • Percorsi di produzione scritta per tipologie testuali • Spunti per la scrittura creativa • L’arte e la musica per scoprire le stagioni

patrizia ceccarelli - livia vecci

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e inoltre... Le regole di italiano 4-5 Un fascicolo con le regole base per aiutare gli alunni a svolgere i compiti in autonomia

Io imparo facile

SE

• Breve guida “A scuola con un sorriso” con spunti di riflessione e suggerimenti pratici per la gestione del gruppo-classe • Guida al testo con programmazione, schede operative, suggerimenti ecc. •V ademecum BES con consigli, normative, schede operative ecc. • 3 cartelloni sulle tipologie testuali • 1 poster attivo di grammatica

I volumi sono in versione digitale M.I.O. BO OK, scaricabil i on-line e archivia bili su USB

IN DOTAZIONE CON LA GUIDA: il M.I.O. BOOK docente con la guida al testo, i percorsi multidisciplinari per la LIM spiegati passo passo, esercizi interattivi di italiano e di tutte le discipline, tante schede in PDF il M.I.O. BOOK studente

letture

PER L’INSEGNANTE E LA CLAS

A richiesta i volumi con i percorsi semplificati, di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line

letture Percorsi di Cittadinanza e Costituzione Mappe sulle tipologie testuali

I DVD si possono installare senza connessione a Internet

CD audio in formato MP3 con la versione audio di tutto il libro letto da speaker professionisti I S B N 978-88-472-2490-2

I S B N 978-88-472-2495-7

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Codice per l’adozione e l’attivazione Sorpresa! - Pack 5 ISBN 978-88-472-2490-2

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È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

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È “aperto” perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • la possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe.

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare la font trasformandola in MAIUSCOLO. Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Francesca Bolognini Consulenza didattica: Gabriella Patregnani, Eva Pigliapoco, Rita Zagaglia Grafica e impaginazione: Agnieszka Ulatowska, Raffaella De Luca Illustrazioni: Michele Bizzi, Chiara Bordoni, Francesca Galmozzi, Serena Zurleni Copertina: Mauro Aquilanti Illustrazione di copertina: Mariagrazia Orlandini Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, Fotolia, Thinkstock, iStockphoto Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Bicicletta, che passione! INIZIO È SABATO, GIORNO DI VACANZA: PROPRIO LA GIORNATA IDEALE PER FARE ACROBAZIE IN BICICLETTA E CURVE SPERICOLATE. DA OGGI LINUS HA UN AUTENTICO MANUBRIO DA CORRIDORE SULLA BICICLETTA, GLIEL’ HA MONTATO SUO FRATELLO STEFAN, HA SOLO UN POCHETTINO DI RUGGINE. – È UN MANUBRIO DA PROFESSIONISTA – HA SPIEGATO STEFAN – E VA ANCHE BENE. CON UN MANUBRIO COME QUELLO, LINUS POTRÀ PIEGARSI TUTTO IN AVANTI, COME FANNO I CORRIDORI ALLA TELEVISIONE. MITICO!

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patrizia ceccarelli - livia vecci

5 letture

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indice

stare bene a scuola

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STARE BENE A SCUOLA 6 7

La scuola sorpresa Cosa senti nel cuore oggi che inizia la scuola? 8 Mi piace il mio insegnante! 9 La maestra è un capitano 10 Una recita per l’accoglienza 12 Una scuola senza aule 14 Scienze in tavola

IO SO GIÀ CHE... 15 16 17 18 20 21 22 23

Caro diario L’esame di quinta Una pazza mozzarella Frankenstein Avventura nella nebbia Ne combinavo di tutti i colori La “tipica nonna”... ...la sua casa sul lago ...e il suo cane Arsenio 24 Il linguaggio del cane 25 Faremo una poesia

Sorprenditi con

IL RACCONTO

28 30 32 33 34 36

Il brigante Patakrash Non ti dimenticare Come una lattina vuota Nico Lampi e tuoni Il nuovo amico di Simona

38 METTO A FUOCO la biografia Il grande Amadeus 40 Vincent Van Gogh 41 Catturare la luce delle stelle 42 Un piccolo grande campione 43 IMPARO AD ASCOLTARE L’INSEGNANTE LEGGE 44 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Un grande fisico T... 46 48 50

come TALENTO

Jolly della vita Il talento... in persona! Porta Poiché tentare non nuoce 51 IL TALENTO IN UN FILM: Billy Elliot 52 METTO A FUOCO IL RACCONTO umoristico La strada sbagliata 54 La restringite 56 Bisce o serpenti a sonagli? 57 LABORATORIO DEL LESSICO 58 EVVIVA I CLASSICI Un’attenta diagnosi

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indice 60 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Storia del ciuccio perduto 62 METTO A FUOCO il racconto di fantascienza L’astronabus di Deneb 64 Un viaggio allucinante 66 I piccoli terrestri 68 EVVIVA I CLASSICI Il robot e la bambina 70 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Che strano sogno! 72 METTO A FUOCO il racconto fantasy Leone Aslan 74 Il potere dell’unicorno 75 Un incontro terribile 76 Bilbo e Gollum

O... come ONESTÀ 96 Il dilemma di Tommi 98 L’onestà... in persona! 99 Le parole dell’onestà

80 IMPARO AD ASCOLTARE L’INSEGNANTE LEGGE

100 METTO A FUOCO IL RACCONTO storico Alessandro Magno 102 Ragazzo etrusco 103 Cesare e Cleopatra 104 Diamo inizio ai giochi

81 LABORATORIO DEL LESSICO

106 IMPARO AD ASCOLTARE L’INSEGNANTE LEGGE

82 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Ritorno a Ilyriand

107 LABORATORIO DEL LESSICO

78 EVVIVA I CLASSICI Atreiu e la grande ricerca

84 METTO A FUOCO il racconto giallo La giacca rossa 86 I gioielli scomparsi 88 Il pirata informatico 89 LABORATORIO DEL LESSICO 90 Elementare, Watson! 92 EVVIVA I CLASSICI Dieci piccoli indiani 94 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Un falso alibi

108 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Per le strade di Roma L ... come LEGALITÀ 110 La Costituzione italiana 111 2 giugno 1946 La legge è uguale per tutti 112 La legalità... in persona 114 La Convenzione dei diritti dell’infanzia 115 LA LEGALITÀ IN UN FILM: Stelle sulla Terra 116 Il cavaliere che non c’è

verso l’invalsi

3


indice

122

Sorprenditi con

LA POESIA

124 METTO A FUOCO la poesia Le poesie nuove 126 A scuola a piedi 127 Giorno libero 128 Preferisco 129 Sono curioso Odio 130 I suoni di Cappuccetto 131 Foresta fischiona Tempaccio 132 Fulmine Nuvole 133 LABORATORIO DEL LESSICO 134 Alla sera 135 L’infinito 136 Oggi bambino uomo domani 137 Niente da imparare 138 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Pioggia estiva Il vento nell’isola

140

Sorprenditi con

LA DESCRIZIONE

142 METTO A FUOCO la descrizione Giacca e cravatta 144 Estate nei campi 145 E nel bosco 146 Il mondo di Amacem 148 Mina 149 La donnola 150 Benedetto corvo! 151 152 153 154

IMPARO AD ASCOLTARE

L’INSEGNANTE LEGGE

La rubamamma Rodolfo Bianca “dituttiicolori”

155 LABORATORIO DEL LESSICO 156 Anna e Bruno 158 EVVIVA I CLASSICI Il Paese dei Balocchi 160 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE La zia Maria I... come IMPEGNO CIVILE 162 Il gioco dell’oca del cittadino 164 L’impegno civile... in persona! 165 L’IMPEGNO CIVILE IN UN FILM: Il sale della terra 166

Sorprenditi con

L’INFORMAZIONE

168 Dormire dormire 169 L’aquila dalla testa bianca 170 La mano, un organo fondamentale

4


indice 171 LABORATORIO DEL LESSICO 172 La Grande Barriera Corallina 174 METTO A FUOCO la cronaca giornalistica Balena spiaggiata in Cile, città si mobilita per salvarla 176 Il coraggio di due giovani salva una ragazzina 177 Chip e impronte: la svolta digitale della carta d’identità 178 Pennetta trionfa, gli Usa parlano italiano! 179 180 181 182

IMPARO AD ASCOLTARE

L’INSEGNANTE LEGGE

Sfogliamo un quotidiano Il quotidiano online Le pagine interne

190

208 Un sacco di bei ricordi 209 Primaria, addio! 210 Arriva il gran giorno 212 Verso il futuro 213 Sogna, ragazzo sogna

IMPARARE FACILE

verso l’invalsi

Sorprenditi con

I DIBATTITI

192 METTO A FUOCO il testo ARGOMENTATIVO Meglio essere ottimista o pessimista? 194 Una piccola rivoluzione 196 Non solo libri di carta 198 Si può mentire 199 Quale sport? 200 I romanzi di Harry Potter 201 IMPARO AD ASCOLTARE L’INSEGNANTE LEGGE 202 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Eliminare i vecchi giocattoli?

VERSO LA SECONDARIA

Insieme per

184 PER COSTRUIRE LE COMPETENZE Tania a tre metri dal mito 186 Rifiuti e riciclo

204 METTO A FUOCO Il messaggio pubblicitario Il manifesto pubblicitario 206 La vendita di aquiloni 207 La pubblicità per cambiare

215 216 217 218 219 220 221 222 223 224

La biografia Il racconto umoristico Il racconto di fantascienza Il racconto fantasy Il racconto giallo Il racconto storico La poesia La descrizione La cronaca giornalistica Il testo argomentativo

SC ARIC A ,S E CLICCFAOGLIA !!!

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versione è anche in digitale M.I.O. BO OK Divertit

i e im i video, g para con le attività li ascolti e multimed iali

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stare bene a scuola stare bene a scuola

Tornano a scuola i bambini, ma sono già ragazzini e ragazzine. La sfida della quinta li aspetta: curiosità e voglia di sapere li porteranno dritti alla meta!

tti! u t a a t in u q a n o Bu

La scuola sorpresa Lo crederesti? Una scuola sorpresa ti aspetta: è fatta di bimbi e maestri contenti, di sorrisi come fili d’erba tra i denti, di parole vivaci, a colori più sonore di quelle di fuori, di domande che fioriscono libere, di bisticci che finiscono in ridere, di occhi curiosi che sbirciano il mondo. È come un arco la scuola sorpresa che scaglia dritta verso il futuro la tua freccia tesa. P. Ceccarelli

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In guida A scuola con un sorriso

• Cosa vorresti trovare nella tua “scuola sorpresa”?


stare bene a scuola

Cosa senti nel cuore oggi che inizia la scuola? Stanotte il mio cuore, e anche tutto il resto dentro di me, era grigio, piovevano acquazzoni di pensieri, nuvole nere di preoccupazione: riflettevo sul fatto che le vacanze sono finite e il ritmo dell’impegno mi aspetta; sveglia presto al mattino e poi la scuola con quella matematica che non mi vuole entrare in testa e il maestro Michele che mi guarda come se fossi deficiente, perché secondo lui le equivalenze sono semplicissime da risolvere. Sfido io, lui la insegna la matematica, ma io no e, appena finirò gli studi, non vorrò più neppure sentirne parlare! Stanotte sentivo il cuore azzurro, leggero come una piuma. Non vedevo l’ora di rientrare in classe: durante le vacanze gli amici si disperdono qua e là, Alessia poi è sempre in giro per l’Europa, i suoi hanno il camper e la mania dei viaggi, perciò durante l’estate è impossibile vederla. E poi io a scuola sto bene: scopro un sacco di belle cose e quest’anno mi sa che ci proporranno anche un progetto per seminare l’orto e... quando mi ricapita l’occasione di veder crescere l’insalata seminata da me? • Ora scrivi le tue emozioni. ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... .................................................................................................................................. ........................................................................................................................... ..........................................................................................................................

In guida A scuola con un sorriso

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stare bene a scuola

Mi piace il mio insegnante! Mi piace come ridi e come parli come intrecci i fili dei racconti come apri cassetti sconosciuti e tiri fuori mondi, canti e conti. Mi piace che mi dici della gente quella che è passata nel passato perché la storia non è solo date ma è cibo, è amore, è vita, è fiato. Mi piace quando parli dei tuoi viaggi di colori, di musica e armonia di città lontane, fiumi e monti che diventano così la geografia. Mi piace soprattutto quando ascolti e chiedi: “Cosa pensi? Cosa senti?” perché per te la cosa più importante è l’alfabeto dei nostri sentimenti. da J. Carioli, Poesie a righe e a quadretti, Giunti Junior

• Segna l’espressione con la quale potresti sostituire il verso della poesia “apri cassetti sconosciuti”: insegni a tenere in ordine i cassetti fai conoscere nuovi cassetti apri i nostri orizzonti, mostrandoci cose che non conosciamo • Scegli la caratteristica che ritieni più importante per un insegnante e completa la frase. MI PIACE UN INSEGNANTE : curioso, perché .......................................................................................................................................... affettuoso, perché ..................................................................................................................................... s evero, perché ............................................................................................................................................ allegro, perché ........................................................................................................................................... c olto, perché .............................................................................................................................................. p aziente, perché ........................................................................................................................................ . .............................................. , perché ........................................................................................................

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In guida A scuola con un sorriso


stare bene a scuola

La maestra è un capitano Oggi sono proprio scatenati! Filippo fa rotolare una monetina per tutta la classe. Anna ha rovesciato sul pavimento tutta la carta che c’era nel cestino, perché non riesce a trovare un foglietto che aveva buttato via per sbaglio. Tommaso sta colorando col pennarello blu tutta la mano di Sara, fino al polso e anche più su. Le fa un disegno a forma di serpente che le gira tutto intorno all’avambraccio. – Ti piace, maestra? – mi chiede mentre continua a lavorarci – Le faccio il tatuaggio! Tu che dici, se lo faccio proprio bene, diventerà un vero serpente? “Ecco, le loro domande mi piacciono” penso io, la maestra, sorridendo. E allora sotto, sotto con le domande. – Come profuma il sole? – propone Tommaso. – Cosa sognano i cani? – si lancia Alessia. – Dove dormono le balene? – incalza Martina. Io li ascolto incantata, me li gusto come un bel caffè. Li ascolto sorridendo, rapita, e loro gridano, si alzano in piedi e fanno domande ad alta voce, e le loro domande sono formidabili, meravigliose, e le loro voci fanno vibrare i vetri delle finestre. Ti fanno domande così, loro, domande da filosofi, domande che un adulto non ti farebbe mai. A meno di non essere un filosofo o un poeta, naturalmente. Allora mi viene un groppo in gola, e penso che sono felice, di cosa? Di fare la maestra, voglio dire. da A. Ferrara, La maestra è un capitano, Coccole e caccole

• La storia è raccontata: da un alunno

da una maestra

• Gli alunni fanno domande: interessanti, da filosofi

ovvie e banali

• La maestra: è felice di ascoltare le domande dei ragazzi non ascolta le domande dei ragazzi In guida A scuola con un sorriso

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stare bene a scuola

Una recita per l’accoglienza Una mattina, a scuola, noi della V B facciamo teatro e la storia che recitiamo è questa: c’era una volta una maestra o un maestro, questo non è importante, e lei insegna ai suoi scolari la geometria, oppure insegna a leggere, oppure la storia o le regioni d’Italia, anche questo non è importante, è solo un esempio, può essere anche diverso. All’improvviso però... toc! Toc! Bussano alla porta e, questo è importante, la storia che rappresentiamo è questa: c’è un bambino nuovo che vuole entrare a far parte della nostra classe. La maestra va in corridoio a parlare con il padre e la madre del bambino nuovo, e dopo suona anche il telefono, la maestra va a rispondere e così il bambino nuovo adesso è solo davanti a noi. Cosa facciamo? Cosa diciamo? Abbiamo scelto questa scena da recitare, perché un mese fa nella nostra classe arrivò una bambina nuova, Elena, che prima abitava al Sud e ora abita qua da noi; però può ancora capitare che arrivi un bambino o una bambina nuova, italiani o non italiani. Possono arrivare ogni giorno, così è meglio fare delle prove e conoscere bene le regole dell’accoglienza. Noi facciamo finta, a turno, di essere il bambino o la bambina nuova, anche io ho fatto così, e tutti noi subito siamo gentili e buoni: non è difficile. Il maestro (questo è il maestro vero della classe, la maestra è nella recita. È chiaro?) fa uscire Andrea e prima gli dice una cosa nell’orecchio così, quando egli bussa alla porta dell’aula e noi bambini diciamo “avaaaanti!!!”, Andrea entra e fa finta di essere il bambino nuovo che è senza scarpe.

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In guida A scuola con un sorriso


stare bene a scuola Appena vediamo i piedi noi tutti subito ridiamo e diciamo: “Ti puzzano i piedi!”, però dopo non abbiamo più riso, c’è poco da ridere, perché lui è solo un bambino povero, non ha i soldi per comperare le scarpe. Anch’io la prima volta che venivo qui a scuola ero emozionato, perché era la prima volta e questa non era la mia scuola, perché io non sono italiano, ero a scuola in Marocco, così avevo paura dei bambini: se non mi vogliono a giocare o mi prendono in giro... però io tre anni fa le scarpe le avevo! Adesso io non ho più tanta paura, perché a scuola quasi tutti i bambini mi trattano bene, però qualcuno, delle volte, dice ancora delle cose che non mi piacciono. Una di queste frasi è: “Negro!”, un’altra frase è: “Torna a casa tua!”. Poi ce ne sono delle altre che non dico, perché sono peggio. Dopo il teatro noi abbiamo scritto le regole dell’accoglienza se venisse un altro bambino o bambina nuovo, e abbiamo fatto il cartellone così:

LE REGOLE PER L’ACCOGLIENZA DI UN NUOVO COMPAGNO/A: - parlare in modo naturale e semplice, senza prenderlo in giro - giocare insieme a lui, senza lasciarlo mai solo - trattarlo come tutti gli altri bambini - aiutarlo quando ha bisogno - parlare a lui delle cose più divertenti della scuola - non fargli subito troppe domande, ma raccontare anche di sé da G. Caliceti, Marocchino! Storie italiane di bambini stranieri, Edizioni Elle

• Colora la frase che secondo te rappresenta meglio il significato della storia recitata. Il modo migliore per comprendere l’altro è quello di mettersi nei suoi panni.

Fare teatro è bello: ognuno a turno ha il ruolo del protagonista.

• Prosegui l’elenco dei sinonimi della parola ACCOGLIENZA: ospitalità – empatia – comprensione ...................................................................................................................................... In guida A scuola con un sorriso

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stare bene a scuola

Una scuola senza aule Margie lo scrisse perfino nel suo diario, quella sera. Sulla pagina che portava la data 17 maggio 2157, scrisse:

Oggi Tommy ha trovato un vero libro! Era un libro antichissimo. Il nonno di Margie aveva detto una volta che, quand’era bambino lui, suo nonno gli aveva detto che c’era stata un’epoca in cui tutte le storie e i racconti erano stampati su carta. Si voltavano le pagine, che erano gialle e fruscianti, ed era buffissimo leggere parole che se ne stavano ferme invece di muoversi su uno schermo. – Dove l’hai trovato? – chiese Margie. – In casa – rispose Tommy senza guardare, perché era occupatissimo a leggere – in solaio. – Di che cosa parla? – Di scuola. – Scuola?! – il tono di Margie era sprezzante – Cosa c’è da scrivere, sulla scuola? Io, la scuola, la odio. Tommy la squadrò con aria di superiorità. – Ma non è una scuola come la nostra! Questo è un tipo di scuola molto antico, come l’avevano centinaia e centinaia di anni fa. Secoli fa. Margie era offesa. – Be’, io non so che specie di scuola avessero tutto quel tempo fa. In ogni modo, avevano un maestro. – Certo che avevano un maestro, ma non era un maestro regolare. Era un uomo. – Un uomo? Come faceva un uomo a fare il maestro? – Be’, spiegava le cose ai ragazzi e alle ragazze, dava da fare dei compiti a casa e faceva delle domande. – Ma va’! Un uomo non è abbastanza in gamba e non può saperne quanto un maestro. – Ne sa quasi quanto il maestro, ci scommetto. – Io non ce lo vorrei un estraneo in casa mia a insegnarmi. Tommy rise a più non posso. – Non sai proprio niente, Margie. Gli insegnanti non vivevano in casa. Avevano un edificio speciale e tutti i ragazzi andavano là. – E imparavano tutti la stessa cosa? – Certo, se avevano la stessa età.

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In guida A scuola con un sorriso


stare bene a scuola

– Ma la mia mamma dice che un insegnante dev’essere regolato perché si adatti alla mente di uno scolaro o di una scolara e che ogni bambino deve essere istruito in modo diverso. – Sì, però loro a quei tempi non facevano così. Margie voleva leggere di quelle buffe scuole. Non era nemmeno a metà del libro, quando la signora Jones la chiamò: – Margie! A scuola! – Non ancora, mamma. – Subito! – disse la signora Jones. Margie se ne andò in classe. L’aula era proprio accanto alla sua cameretta e l’insegnante meccanico, già in funzione, la stava aspettando. Era in funzione sempre alla stessa ora, tutti i giorni tranne il sabato e la domenica, perché mamma diceva che si impara meglio a orari regolari. Lo schermo era illuminato e diceva: – Oggi la lezione di aritmetica è sull’addizione delle frazioni proprie. Prego inserire il compito di ieri nell’apposita fessura. Margie obbedì, con un sospiro. Stava pensando alle vecchie scuole che c’erano quando il nonno di suo nonno era bambino. Ci andavano i ragazzi di tutto il vicinato, ridevano e vociavano nel cortile, sedevano insieme in classe, tornavano a casa insieme alla fine della giornata. Imparavano le stesse cose, così potevano darsi una mano a fare i compiti e parlare di quello che avevano da studiare. E i maestri erano persone... Chissà come si divertivano! da I. Asimov, Il meglio di Asimov, Mondadori

facciamo • Completa. Nella tua aula i banchi sono disposti ............................................................. , la cattedra si trova ................................................................................................. e la lavagna è ......................................................................................................... Le finestre sono ..................................................................................................... Il computer ............................................................................................................. Nella scuola ci sono aule speciali per .............................................................. ....................................................................................................................................

SQUADRA

•U no spazio-scuola curato e ben attrezzato influenza il modo di imparare e di stare insieme? L’uso delle tecnologie migliora la qualità della scuola? Confrontate le vostre idee e provate a progettare la vostra aula ideale.

In guida A scuola con un sorriso

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stare bene a scuola

Scienze in tavola Stamani la maestra Delfina si è presentata in classe con una grossa borsa di tela rossa, l’ha depositata in un angolo poi ha esclamato: – Oggi parleremo di quali alimenti deve contenere una dieta sana ed equilibrata. Osservate questa piramide: qui, alla base, la parte più larga, disegniamo tutte le varietà di frutta e verdura che conosciamo. Dovete mangiarne tanta, perché fa bene. Ora saliamo al primo piano, dove trovate pane, biscotti, riso, pasta e patate. Tutti cibi necessari e sani, ne dovreste mangiare circa cinque porzioni al giorno. Al secondo piano, invece, abbiamo carne, pesce, legumi, salumi e uova: ne bastano una o due porzioni al giorno, alternando i diversi alimenti. Il terzo piano è il regno del latte, dei formaggi e dei condimenti: vi forniscono il calcio, fondamentale per le ossa. Dovreste consumarne circa due porzioni al giorno. – E nella mansarda che cibo mettiamo? – chiede Stefano indicando il triangolino vuoto al vertice della piramide. – Mi dispiace per voi – risponde Delfina – in mansarda abitano dolci, caramelle, gelati... questi sono alimenti quasi proibiti, dovete mangiarne il meno possibile. Poi la maestra Delfina osserva le facce deluse e dice: – Ma adesso fatevi sotto, di questi potete farne una scorpacciata! E rovescia sulla cattedra il contenuto della borsa di tela rossa: mele, susine, banane, pere... Come al solito, la maestra Delfina aveva inventato un bel modo per farci imparare meglio! da A. Sarfatti, La scuola va a rotoli, Mondadori

• Rispondi sul quaderno alle domande. - Di quale argomento si parla? - Cosa ha inventato la maestra per catturare l’interesse dei ragazzi? - Secondo te, ha avuto una buona idea?

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In guida A scuola con un sorriso


io so già che...

Caro diario Milano, 14 settembre Ecco, già a scrivere “Milano” mi si riempiono gli occhi di lacrime. E pensare che stamattina, quando mi sono alzata, ero a Dorgo, nella mia camera in casa del nonno, dove ho trascorso le vacanze. E c’era il papà che mi chiamava per la colazione. Poi, subito dopo, siamo dovuti partire. Sono tornata a Milano perché domani è il primo giorno di scuola. Anche Vittoria e Valentina sono tornate ad Alaria, ma loro erano tutte contente, perché non hanno cambiato casa come me e anche quest’anno saranno in classe con la signorina Pancaldi, e sanno cosa le aspetta. Io... chissà dove andrò a finire? La mamma è già andata alla nuova scuola e si è fatta dare l’elenco dei libri. Molti li ha già comprati. Mi ha comprato anche un maglione nuovo, arancione, proprio il colore che detesto, e mi ha detto che domani pomeriggio usciremo insieme per rifarmi tutto il guardaroba, perché nei vestiti dell’anno scorso non c’entro più. Sono sicura che le verrà un accidente quando mi vedrà spogliata e scoprirà quanto sono ingrassata. E intanto domani per andare a scuola cosa mi metto? da B. Pitzorno, Principessa Laurentina, Mondadori

ripasso • Il brano che hai letto è un diario personale perché... ...indica: ...è scritto: la data e il luogo in prima persona in cui è stato scritto in terza persona il nome del destinatario

...usa un linguaggio: formale confidenziale

...ha lo scopo di: informare confidare le proprie emozioni

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

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io so già che...

L’esame di quinta – Siamo in quinta e l’esame che fa battere il cuore, impallidire, sudare la mani, per fortuna è stato abolito! – Andremo alla Scuola Secondaria senza superare nessuna prova – abbiamo detto con gioia all’inizio dell’anno, ma la maestra Cin è stata inflessibile. – Hanno abolito l’esame di quinta, ma senza di questo non potrete fare il grande passo! Perciò ecco quale sarà il vostro esame: andrete in una prima e ognuno di voi racconterà una storia a sua scelta. I vostri esaminatori saranno i bambini piccoli. Dopo un grande stupore, abbiamo pensato tutti che si trattasse di un’idea bellissima. Ora sappiamo che sarà un esame felice se riusciremo a non fare sbadigliare, starnutire, grattare, agitare, correre, spidocchiare, grufolare i bambini di prima che, con poca o tanta pazienza, ci staranno a sentire. Così, da quel momento, per essere promossi e fare il grande passo ci siamo messi alla ricerca di belle storie e del modo migliore per raccontarle perché, come ci ripete sempre la maestra Cin: – Quando sarete davanti a bambini piccoli come siete stati anche voi, dovrete fare innamorare il vostro pubblico, come funamboli del circo, giocolieri della parola, che non hanno paura di sbagliare, perché anche se sbagliano sono pronti a rifare l’esercizio, dieci, cento volte, fino a quando l’esercizio non è perfetto. Infatti il vero esame di quinta è anche capire che nella vita si vince, si perde, ma bisogna essere sempre pronti a dare la rivincita! da E. Nava, Tutti giù dal tram, Piemme

ripasso • Il racconto che hai letto è: realistico fantastico • Perché: i fatti narrati possono accadere davvero i personaggi sono fantastici parla della scuola i luoghi in cui si svolge la storia sono fantastici

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO


io so già che...

Una pazza mozzarella A Lorenzo accadeva spesso di avere fame di notte. Una volta si svegliò che la pendola nel corridoio batteva la mezzanotte, ma questo non gli faceva paura: un bambino capace di attraversare un corridoio al buio non si faceva certo spaventare dal don-don di un orologio. Scese dal letto e, spinto dalla fame, si diresse come al solito in cucina. Qui accese la luce e si avvicinò al frigorifero. Fin lì non era successo niente di strano, ma, appena aprì lo sportello del suo elettrodomestico preferito, il suo picnic notturno si trasformò in un bello spavento: dal frigorifero rotolò fuori una mozzarella gigantesca, che gli si rovesciò addosso. Era un’enorme palla di formaggio molle, molto più grande di lui, e non sembrava affatto animata da buone intenzioni: la mozzarellona, infatti, cominciò a inseguirlo per la cucina. Lorenzo si mise a correre attorno al tavolo, inseguito dalla grassa mozzarella molliccia, gridando: – Aiuto! Mamma, papà, aiuto! Le luci del corridoio si accesero e un attimo dopo mamma e papà erano in cucina con lui. Videro la mozzarellona e, senza pensarci un attimo, si armarono di forchette e padelle e affrontarono il mostro. Alla vista delle padelle e delle forchette, la mozzarella gigante cercò di nascondersi sotto al tavolo. Ma tutti i suoi sforzi furono vani: mamma e papà menavano fendenti spaventosi con le forchette e botte da orbi con le padelle. Anche Lorenzo, armatosi a sua volta di forchetta e facendosi scudo col coperchio di una pentola, fece la sua parte. Assalita da più lati, in breve tempo la mozzarellona fu sconfitta. Lorenzo abbracciò i suoi genitori, poi la mamma preparò con la mozzarella gigante una pizza memorabile e se ne tornarono tutti sazi a letto. da S. Bordiglioni, Storie sotto il letto, Einaudi Ragazzi

ripasso • Questo testo è un racconto fantastico perché: è molto bello narra fatti impossibili tutti i personaggi sono fantastici non si mangia di notte

• Riquadra con i colori indicati: inizio svolgimento conclusione

Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

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io so già che...

Frankenstein Era una cupa nottata di novembre, quando vidi il coronamento della mia impresa. Con ansia raccolsi attorno a me gli strumenti che servivano per infondere la scintilla della vita nell’essere inanimato che giaceva ai miei piedi. Era quasi l’una del mattino; la pioggia batteva monotonamente contro le imposte e la candela avrebbe ben presto dato i suoi ultimi guizzi quando, alla luce che stava per spegnersi, vidi aprirsi i foschi occhi gialli della creatura; respirò con fatica e un movimento convulso percorse le sue membra. Come descrivere le mie emozioni a questa catastrofe o come dare un’idea dell’infelice, che con infinita fatica e infinite cure mi ero sforzato di creare? Le sue membra erano proporzionate e avevo scelto i suoi lineamenti in maniera tale che risultassero belli. Belli! Dio mio! La sua pelle era gialla e piena di grinze, le sue labbra erano nere e dritte, i suoi capelli erano folti e di un nero lucido, i suoi denti di un bianco perlaceo; ma tutti questi particolari rendevano più orribile il contrasto con i suoi occhi acquosi, che apparivano dello stesso colore delle orbite, di un pallore terreo, in cui li avevo infilati. Avevo lavorato duramente per quasi due anni con il solo scopo di dare vita a quel corpo inanimato. Mi ero negato per questo riposo e salute. Avevo desiderato il successo, ma, adesso che l’avevo ottenuto, il mio cuore era pieno di orrore e di un disgusto incredibili. Incapace di guardare quell’essere che avevo creato, fuggii nella mia camera. Mi gettai sul letto vestito, sforzandomi di trovare qualche istante di pace. Ma non fu possibile: il mio sonno fu turbato dagli incubi più spaventosi.

ripasso • Sottolinea, tra le seguenti, le frasi che ti fanno pensare a un racconto di paura. - Era una cupa nottata di novembre. - La pioggia batteva monotona. - Il mio cuore era pieno di orrore e disgusto. - Nessuno poteva sopportare l’orrore di quel volto. - Il custode aprì il cancello del giardino. • Completa. Questo testo è un racconto di paura perché: si svolge .............................................................................................. il personaggio creato è .................................................................. l’atmosfera è ......................................................................................

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO


io so già che... Mi scossi dal sonno, inorridito, un gelido sudore mi copriva la fronte, i denti battevano, tremavo convulsamente in tutto il corpo; poi, all’incerto chiarore della luna, che filtrava attraverso le imposte, scorsi di nuovo lo sciagurato, il miserabile mostro che io avevo creato. Sollevò le coperte del letto e i suoi occhi si fissarono su di me. Aprì la bocca e mormorò qualche suono inarticolato, mentre una smorfia gli contraeva le guance. Forse parlò, ma io non sentii; aveva una mano tesa in avanti, forse per trattenermi, ma io fuggii e mi precipitai giù per le scale. Mi rifugiai nel cortile e lì rimasi per il resto della notte, camminando in su e in giù agitatissimo, tendendo ansiosamente l’orecchio e sussultando di paura a ogni rumore, quasi esso mi annunciasse l’avvicinarsi dell’essere demoniaco che con tanta follia avevo creato. Oh, nessun mortale avrebbe potuto sopportare l’orrore di quel volto! Una mummia ritornata in vita non avrebbe potuto essere più spaventosa. Passai una notte terribile: assieme all’orrore avvertivo l’amarezza della delusione: quei sogni, che per tanto tempo erano stati il mio cibo e il mio conforto, erano diventati un inferno per me. All’alba il custode aprì il cancello del giardino e io lo percorsi con passi rapidi, quasi a fuggire il mostro che a ogni angolo temevo si presentasse davanti a me. da M. Shelley, Frankenstein, Garzanti

COMPRENDO •A ll’inizio del testo trovi la frase “vidi il coronamento della mia impresa”. A quale impresa si riferisce? Rianimare un malato. Dare la vita a un essere inanimato. Creare un robot. Creare un essere dall’aspetto orribile. •C olui che ha realizzato l’impresa è soddisfatto del risultato? Cosa prova davanti alla sua creatura? •C he aspetto ha il nuovo essere? Sottolinea nel testo la parte che lo descrive. Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

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io so già che...

Avventura nella nebbia Era ormai calata la sera con la nebbia su tutti i fiordi e le isole e gli scogli. E nebbia sul canotto che avrebbe dovuto ormai da tempo attraccare al molo di casa. – Quanto tempo è che stiamo remando, secondo voi? – disse Teddy. – Una settimana o giù di lì – fece Johan – o almeno così mi sembra. Avevano riso parecchio durante le ultime cinque ore. Avevano remato e remato, avevano patito il freddo e bisticciato un tantino, avevano mangiato i panini imbottiti, cantato e chiamato aiuto, e ancora remato e remato e detestato la nebbia, e avevano sentito nostalgia di casa, ma ciò nonostante avevano anche riso parecchio. Ora però stava calando la sera e ridere era più difficile. – Non c’è proprio più niente nello zaino? – chiese Teddy. – Una bottiglia d’acqua e i merluzzi pescati – disse Freddy. Niklas si domandava cos’era peggio: morire di freddo o morire di fame? Infreddolito fino alle ossa, tirò fuori la scatoletta di fiammiferi, che teneva ancora in tasca, e ne accese uno. In quel mentre qualcosa colpì la sua attenzione. – Cosa c’è lì a poppa, sotto il vostro sedile? Non è un fornelletto a spirito? – Proprio così! – fece Teddy. Cercò con gli occhi il recipiente che usavano per svuotare il canotto dall’acqua di mare, lo riempì d’acqua e accese il fornelletto. – Perché non ci lessiamo i merluzzi? – esclamò Johan. Presi da una specie di frenesia, pulirono in un batter d’occhio i sei merluzzi, li tagliarono a pezzi e passarono un’oretta quasi felice, mentre il pesce bolliva. Alla fine tutto il pesce fu cotto e poi anche mangiato di gusto. Bevvero anche l’acqua di cottura del pesce, un vero brodo sostanzioso e fumante: oh, quel calore arrivava fino alle dita dei piedi! Così presero a sperare. A sperare in una cosa qualsiasi: che la nebbia si diradasse, che arrivasse una barca a ripescarli o che tutto quanto fosse solo un sogno, da cui si sarebbero risvegliati nelle loro case. da A. Lindgren, Vacanze all’isola dei gabbiani, Salani

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

ripasso • I protagonisti sono: paurosi intraprendenti • L’ambiente è: ostile sicuro • La situazione è: divertente pericolosa • Il testo è un racconto di ..........................................................


io so già che...

Ne combinavo di tutti i colori Quando ero bambino non sapevo stare a tavola, lavarmi, leggere, non sapevo pettinarmi e nemmeno allacciarmi le scarpe ed ero, in sovrappiù, ignorantissimo. Occorreva dunque trovare una soluzione, qualcosa che mi potesse proteggere, e una zona protetta l’ho trovata con il disegno. Rompevo un vaso? Facevo alla svelta un disegnetto: copiavo un cavallo dall’enciclopedia e lo coloravo di marrone; quando arrivava mio padre in collera, coi pezzi del vaso in mano, per chiedere spiegazioni, guardava il disegno e mi perdonava. Diceva: – Questo ragazzo combina disastri ma sa disegnare. Una volta ho acceso un fuoco sul terrazzo: per me era come il bivacco degli indiani, i gerani erano cactus e il mio cavallo era lì accanto; la fiamma però si alzò così tanto da toccare i panni stesi dell’inquilina del piano di sopra, che non tardò a bussare alla porta di casa mia. Agitava furiosamente una gonna bruciata. Voleva coprirmi di insulti, ma si fermò al primo. Domandò a mia madre: – Ma questo cavallo, l’ha disegnato lui? – Sì – le confermò mia madre, e aggiunse scuotendo la testa in tono comprensivo – me ne combina di tutti i colori ma è bravo nel disegno. – È bravo parecchio – confermò la vicina – non è, per caso, che potrebbe disegnarne uno anche per me? In quel periodo disegnavo molti cavalli, molti davvero. Oggi sono un adulto, disegno ancora cavalli, ma non lo faccio più per legittima difesa. Lavoro con i bambini e tento di ricordarmi il disagio che si può provare a quell’età. Racconto storie con il disegno e so che è un privilegio perché quello di raccontare è il più bel mestiere del mondo. G. Tessaro

ripasso • Completa. Il testo che hai letto è scritto in ............................................................... persona, perché l’autore parla di ............................................................ raccontando i fatti che gli sono realmente accaduti nell’infanzia, quindi autore e ..................................................................... coincidono. Si tratta di un racconto ............................................................................. . Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO NARRATIVO

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io so già che...

La “tipica nonna”... La mia nonna non era esattamente la “tipica nonna”. Niente torte della nonna. Né maglioni fatti a maglia. Lei era, come diceva sempre il papà, un “personaggio”. Anche se aveva superato gli ottanta, si vestiva come una modella. Super fascinosa. Un sacco di trucco e profumo. Tacchi alti. Non si svegliava mai prima delle due del pomeriggio, dopodiché impiegava come minimo due ore per vestirsi. Una volta che si era preparata, mi portava fuori a fare shopping o in qualche museo o in un ristorante elegante. Non era incline a fare cose da bambini, se capite cosa intendo. Non si è mai seduta a guardare con me un cartone animato, per esempio, così ho finito col vedere un mucchio di film totalmente inadatti alla mia età. La mamma, lo sapevo, sarebbe andata su tutte le furie se avesse saputo dei film che mi aveva portato a vedere la nonna. Ma la nonna era francese e diceva sempre che i miei genitori, in ogni caso, erano troppo “americani”. La nonna non mi parlava mai come si parla con un bambino, poi. Anche quando ero più piccolo, non ha mai usato parole da bambino, né mi ha mai parlato in quel tono con cui gli adulti di solito si rivolgono ai bambini. Parlava con proprietà di linguaggio in qualsiasi situazione. Qualche volta imprecava, anche. Ragazzi, se imprecava! E se io non sapevo cosa significava una certa parolaccia, tutto quel che dovevo fare era chiederglielo e lei me lo avrebbe spiegato... nel dettaglio. Non posso nemmeno dirvele certe parole di cui mi ha spiegato il significato! da R.J. Palacio, Il libro di Julian, Giunti

ripasso • Sottolinea con il rosso le caratteristiche della nonna tipica e con l’azzurro quelle della nonna dell’autore. - Prepara le torte. - Lavora a maglia. - Si veste come una modella. - Porta i tacchi alti. - Parla ai bambini in modo sdolcinato.

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Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO DESCRITTIVO

• La descrizione della nonna si concentra soprattutto: sulla sua personalità sul suo aspetto fisico • Si tratta di una: descrizione oggettiva descrizione soggettiva


io so già che...

...la sua casa sul lago La nonna ha la casa più bella del mondo: bassa e solida come un vecchio gatto accoccolato nell’erba, con i muri di pietra su cui si arrampicano alla rinfusa edera, vite americana, gelsomini e rose. Nel giardino, che è lungo e stretto e va a finire nell’acqua del lago, ci sono la casetta del cane Arsenio con le assi rotte e i chiodi arrugginiti (tanto lui dorme sempre in anticamera, su una coperta a righe rosse e verdi) e una specie di orto tutto arruffato. È il posto preferito delle lumache e dei maggiolini. Eppure la nonna riesce a coglierci un’insalata buonissima. Del resto la nonna tira fuori il buono dappertutto. È un tipo speciale, ve lo avevo già detto!

…e il suo cane Arsenio Il cane della nonna, come hai letto sopra, si chiama Arsenio, sì, proprio come il ladro Lupin, perché passa il suo tempo ad annusare tutto ciò che incontra, in cerca delle tracce del colpevole. Non è un cane da caccia, ma uno strano incrocio di razze: pelo lungo e rossiccio, coda corta e orecchie pendenti ai lati di un muso simpatico e intelligente, che ficca sempre dove non dovrebbe! da M. Belardetti, Letizia, 400 anni, 6 mesi, 1 giorno, Feltrinelli

• Segna con una x le affermazioni vere.

• Scrivi il titolo del brano in cui puoi trovare le seguenti descrizioni di: L’autore descrive l’interno della casa. La descrizione della casa procede dall’interno all’esterno. - comportamento e aspetto fisico La descrizione della casa segue l’ordine logico dal .................................................................................................... generale al particolare. - personalità Nelle tre descrizioni sono usati tutti i cinque sensi. .................................................................................................... Il cane è descritto attraverso dati visivi. - ambiente La descrizione del cane è oggettiva. .................................................................................................... Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO DESCRITTIVO

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io so già che...

Il linguaggio del cane IN ALLARME

CURIOSO

ARRABBIATO

RILASSATO

Quando si ha a che fare con un cane è fondamentale riuscire a comunicare con lui in modo corretto, comprendendo quali MINACCIATO sono i suoi stati d’animo e i suoi bisogni. Per riuscire in questo è molto importante prestare attenzione ai segnali che il cane trasmette attraverso il linguaggio del corpo. Quando abbracci il tuo cane, per te è un segno d’affetto: lo fai per dimostrargli che gli vuoi bene; per il nostro amico a quattro VOGLIO STARE DA SOLO zampe, invece, è vista come una prova di forza: è come se gli dicessi “io sono più forte di te!”. Quando il cane sbadiglia emettendo un verso simile a un guaito, non è perché ha sonno oppure perché è annoiato; in realtà è come se stesse dicendo “Voglio fare una cosa che non mi lasciano fare”, infatti assume questo atteggiamento soprattutto GIOCHERELLONE quando gli viene imposto un divieto. Quando il cane si lecca il naso è perché è intimorito: fa così per farsi vedere piccolo e indifeso; è come se stesse dicendo “Sono un cucciolo, non farmi male”. Se il cane sbaglia va ripreso nel momento in cui sbaglia, rimproverarlo dopo che ha sbagliato non ha senso, perché lui IN PUNTA non associa il rimprovero a ciò che ha fatto in precedenza. Quando il cane assume posture amichevoli, tende a ridurre la sua dimensione effettiva, spesso distoglie anche lo sguardo, abbassa collo e orecchie, si rotola sul dorso e presenta la regione inguinale con o senza urinare. IMPAURITO Quando il cane assume posture aggressive, tende ad aumentare la sua dimensione: drizza il pelo, tiene le orecchie dritte e portate in avanti, la coda sollevata e gonfia, arcuata e vibrante. Il cane si flette in avanti o sui quattro arti e scopre i denti. da www.ilovemydog.it

CORDIALE

ripasso •Q uesto brano è un testo: narrativo descrittivo

FELICE informativo

regolativo

Perché? Motiva la tua scelta.

AFFETTUOSO

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.................................................................................................................................... ....................................................................................................................................

FELICISSIMO Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO INFORMATIVO


io so già che...

Faremo una poesia Faremo una poesia su come è nato il mondo. Faremo una poesia su ciò che è più importante: la terra l’acqua il sole le facce della gente. Faremo una poesia sui grandi sentimenti. Comporremo rime per tutti quattro i venti. Scriveremo strofe a uomini gloriosi. Costruiremo versi su monti e manti erbosi. E se nel gran daffare ci cadrà un capello faremo una poesia anche su quello. da C. Carminati, Poesie per aria, Topipittori

ripasso •C ompleta. Questa poesia è composta da diciotto ................................... raggruppati in .................................................................. Alcuni versi sono legati dalla ...................................................., altri sono .......................................................................................... • Sottolinea l’affermazione che NON trovi nel testo o che non puoi intuire leggendolo. - Comporremo una poesia sulla natura. - Possiamo fare una poesia su tutto, anche su un capello. - Scriveremo in strofe e versi. - Parleremo di sentimenti e cose importanti. - Sceglieremo parole che facciano ridere. Ripasso per la verifica delle preconoscenze: IL TESTO POETICO

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Sorprenditi con

IL RACCONTO presentano caratteristiche comuni

sono narrati da

I TESTI NARRATIVI si strutturano in tre parti

seguono un ordine narrativo

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- COSA: trama - CHI: personaggi - DOVE: ambientazione - QUANDO: tempo

- un narratore interno: in prima persona - un narratore esterno: in terza persona

- INIZIO - SVOLGIMENTO - CONCLUSIONE attraverso sequenze: - narrative - descrittive - riflessive - dialogiche

-F ABULA: in ordine cronologico - INTRECCIO: con salti in avanti o indietro


Quest’anno ti allenerai per affrontare le PROVE INVALSI

PER COMPRENDERE BENE UN TESTO - prima di leggere rintraccia gli indizi - leggi con attenzione e individua le informazioni esplicite - rifletti per ricavare le informazioni implicite da una o più informazioni date nel testo o tratte dalle tue conoscenze personali - cogli i legami tra le parti del testo - ricostruisci il significato di una parte più o meno estesa del testo, integrando più informazioni e concetti - concentra l’attenzione sul significato delle parole, cioè il lessico; se necessario aiutati con il contesto

Metto a fuoco Continua il percorso, iniziato lo scorso anno, attraverso i vari generi del testo narrativo. Quest’anno aggiungerai: - la BIOGRAFIA - il RACCONTO UMORISTICO - il RACCONTO DI FANTASCIENZA - il RACCONTO FANTASY - il RACCONTO GIALLO - il RACCONTO STORICO

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IL testo narrativo

Il brigante Patakrash In un paese di tempi lontani, c’era un brigante che si chiamava Patakrash, e sapete perché? Perché andava in giro su un alto mulo nero, si fermava presso le case, e gridava: – O mi date una borsa di soldi, oppure patakrash! Se la gente gli dava la borsa, lui la prendeva e se ne andava, ma se la gente non gliela dava, con un martello dal lunghissimo manico, patakrash! patakrash!, rompeva le finestre, gli specchi, persino le bottiglie nella cucina, insomma tutte le cose di vetro, e poi tornava al suo castello di pietra in cima a una collina, tanto grande e massiccio che nessuno lo poteva attaccare. Un giorno Patakrash andava per la foresta, quando vide un ometto magro, vestito di verde, che appoggiato a un tronco, beveva da una bottiglia di vetro delicato color rosa, dal collo lungo e attorcigliato. – Dammi il denaro che hai, omarino, o patakrash! – disse il brigante dall’alto del mulo nero. L’altro abbassò la bottiglia, lo guardò, appoggiò la bottiglia su un sasso, e disse: – Denaro non ne ho, né poco né tanto, ma se anche l’avessi non te lo darei, screanzato brigante, perché conosco la differenza tra il mio e il tuo.

Metto a fuoco

La struttura e gli elementi (della narrazione)

• Colora come indicato la barra a lato del testo. inizio svolgimento conclusione

• Chi è il protagonista del racconto? .......................................................................................................

•C ompleta con le informazioni del testo.

• È un personaggio:

All’inizio si presenta il comportamento di ................... .................................................................................................. Poi si racconta il giorno in cui ......................................... .................................................................................................. Infine si descrive ciò che ................................................... .................................................................................................. • In quante sequenze è possibile dividere lo sviluppo? Individuale e dai un titolo a ciascuna sul quaderno.

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realistico

f antastico

• Quale altro personaggio compare? ....................................................................................................... • Egli è:

furbo e vendicativo

grosso e timido

• In quali luoghi si svolge la vicenda? ....................................................................................................... • E ssi sono: indicati con chiarezza

indefiniti, non precisati


IL TESTO NARRATIVO

– La differenza tra il mio e il tuo? – rise il brigante – Eccola qui, la differenza! – e facendo girare il martello dal lungo manico, patakrash!, mandò la bella bottiglia in cento frantumi. – Che peccato! – disse l’ometto, alzandosi – Comunque, screanzato brigante, quello che ho da dire, eccolo qua: vetro che si rompe, vetro che si fa. Patakrash rimase un attimo sorpreso da quelle strane parole, ma quando Patakrash tornò a casa cosa trovò? Trovò che tutto il suo castello di pietra era diventato di cristallo trasparente, e la gente del luogo, richiamata dai barbagli, cominciava a radunarsi lì attorno, piena di meraviglia. Nessuno tirava un sasso, nessuno alzava un bastone, tutti restavano solo a guardare Patakrash che, là dentro, del tutto visibile, camminava con attenzione e timore e, sentendosi guardato, cercava di nascondersi, qua e là per le sale, su e giù per le scale, ma restava visibile a tutti, che ridevano e lo indicavano. Stanco e furioso, il brigante finì per inciampare e cadde, allora patakrash! patakrash! patakrash!, il castello si frantumò interamente addosso a lui e lo riempì di schegge dappertutto, tranne che sulla pianta dei piedi. E a piedi lui scappò via, scappò così lontano, che mai più nessuno ne sentì parlare.

SCRIVO • S cegli uno dei seguenti protagonisti, attribuiscigli un nome e scrivi un racconto fantastico. Segui la traccia della storia che hai appena letto. - Lo gnomo ...................................... - Il pilota ............................................ - Lo sceriffo ...................................... - La bambina ...................................

da R. Piumini, Poco prima della notte, Einaudi Ragazzi

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IL testo narrativo

Non ti dimenticare Quando sono rientrata da scuola ho trovato sul tavolo della cucina un biglietto della mamma. Ho letto molto attentamente.

Sara, stasera rientrerò tardi. Dopo il corso di danza del ventre, esco con papà. Mi porta al cinema! Non ti dimenticare: - di fare i compiti, - di vuotare la lavastoviglie, - di andare a prendere Mattia alle sei dalla vicina, - di fare la spesa (pane, birra, formaggio grattugiato), - di preparare da mangiare (riscalda la pasta tre minuti al microonde; finisci lo yogurt alla banana, che è avanzato, e dai uno yogurt alla fragola a Mattia), - di mettere i piatti in lavastoviglie e di sparecchiare la tavola, - di fare il bagno a tuo fratello, - di leggergli una storia, - di chiudere la porta a chiave, - di lavarti i denti e di andare a letto prima delle nove. Papà ha aggiunto alla fine:

Non ti dimenticare di spegnere la luce nel corridoio.

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COMPRENDO

racconto DI ME

•R ispondi sul quaderno alle domande. - Come si chiama la protagonista del brano? - Chi è Mattia? - Dove sono andati i genitori di Sara? - Quante richieste hanno rivolto a Sara? - Sara dimentica qualcosa? - Cosa fa per vendicarsi?

• A te capita di non condividere una richiesta dei tuoi genitori? Quale atteggiamento adotti in quei casi? Subisci o mediti una vendetta?


IL TESTO NARRATIVO

Non ho strappato il foglio. Non ho sbattuto la porta urlando: “Ne ho piene le scatole!”. Non ho chiamato il Telefono Azzurro. Non ho tagliato mio fratello Mattia a pezzetti. Ho fatto tutto quello che mi hanno chiesto. Non ho dimenticato nulla. Ho fatto i compiti, preparato la cena, mangiato lo yogurt alla banana (scaduto da tre giorni). Avevo anche comprato una mousse al cioccolato per Mattia (visto che non gli piace, l’ho mangiata io). Gli ho raccontato una storia di coccodrilli che divorano i bambini, ho guardato il telegiornale, ho chiuso la porta a doppia mandata, mi sono lavata i denti. No, non ho dimenticato nulla. In particolare di spegnere la luce in corridoio. Ho anche tolto la lampadina. E ho lasciato in giro dappertutto le macchinine di Mattia. E le sue biglie. E ho teso un filo all’entrata della camera dei miei genitori. E ho infilato nel loro letto una spazzola per capelli e un sacchetto di plastica pieno di ghiaccioli. No, non ho dimenticato niente. I miei genitori non se la dimenticheranno tanto presto la loro serata. da B. Friot, La mia famiglia e altri disastri, Il Castoro

Metto a fuoco

L’ordine della narrazione

• Numera i fatti secondo l’ordine temporale in cui si sono svolti: Sara spegne la luce. Sara si lava i denti. Sara rientra a casa da scuola. Sara legge il biglietto della mamma. Sara esegue i compiti. Sara racconta una storia a Mattia. Sara prepara lo scherzo ai genitori.

• L’autore racconta i fatti secondo un: ordine lineare ordine non lineare • Indica con una x la possibile conclusione della storia. I genitori, rientrando, scivolano sulle biglie e fanno un gran fracasso. I genitori, rientrando, danno un bacio della buonanotte a Sara e si addormentano tranquilli.

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IL testo narrativo

Come una lattina vuota Bau! Felice giornata a tutti! Sono King, il re di questo canile. Non si sta male, qui. Di giorno ho a disposizione acqua fresca a volontà e cibo. Di notte infilo il mio muso lungo fra le sbarre del recinto e premo il bottone che fa scattare il chiavistello del cancelletto; libero una decina di amici e scorrazziamo insieme, divertendoci un mondo. Ma... mi manca l’affetto dei miei padroni. Ebbene sì! Avevo anch’io una famiglia, prima. Un bel giorno ho capito, dai preparativi, che si partiva. – Bau bau, che bello – ho detto io, agitando la coda – dove andiamo? – Si parte, andiamo in vacanza – mi hanno risposto, con un orribile senso dell’umorismo. E sono stato abbandonato nel solito modo: al momento della partenza per le vacanze, mi hanno caricato sulla macchina, ma dopo alcuni chilometri mi hanno “scaricato” ai bordi della strada e sono ripartiti a tutto gas. Ho cominciato a correre dietro l’auto abbaiando, ma andava troppo veloce e ho dovuto fermarmi. Ho cominciato a vagare senza meta per le strade e le campagne, alla disperata ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti! Ho cercato di arrangiarmi e, dopotutto, sono stato abbastanza fortunato! Invece di morire di fame o di essere investito, sono stato raccolto e portato in questo canile. Quando comprate o regalate un animale, pensateci bene... Un cane non è un orsacchiotto di pezza! Parola di King! D. De Mico

Metto a fuoco

L’ordine della narrazione

Come sai, l’ordine della narrazione può non essere lineare: l’autore può interrompere la successione cronologica per tornare indietro nel passato. Questo “salto” si chiama “flashback”. • Nel testo è presente un flashback: individualo e sottolinealo. • Numera in modo corretto le fasi dell’intreccio. Termina il flashback: il protagonista ricorda di quando vagava affamato, finché è stato portato nel canile. Si conclude la narrazione: il protagonista invita a riflettere bene prima di prendere un cane. Inizia il flashback: il cane era contento di partire per le vacanze con i suoi padroni. Inizia la narrazione: il protagonista si presenta e descrive la sua vita nel canile.

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IL TESTO NARRATIVO

Nico Seguivo Nico a fatica. A parte gli alberi secolari, c’erano cespugli che lui scavalcava con un balzo. A me non riusciva e dovevo fare lunghi giri per evitarli. Sudavo, benché laggiù fosse così fresco; mi affaticavo soprattutto per via dell’inesperienza. Meno male che Nico scoprì un leccio gigantesco dal tronco vuoto. – Ecco! – mi gridò – Aspetta sotto, tu. S’infilò la scure nella cintura dei calzoni e si arrampicò come un gatto al tronco dell’elce. Arrivato alla forcella da dove cominciavano i rami, esitò come per studiare la situazione. Salì in alto e camminò in equilibrio lungo un grosso ramo orizzontale. Lo guardavo stupefatto e nello stesso tempo temevo che cadesse. Cosa avrei fatto se fosse caduto?! Ero teso. Anche se gridavo, nessuno mi sentiva. Non avrei potuto tornare indietro. Fra un’ora sarebbe scesa la notte. Sarei rimasto solo in un bosco buio. Nella notte sarebbero venuti fuori tutti gli animali feroci. Lupi, orsi, mostri. Avrei vagato piangendo. Avrei scoperto una lucina e mi ci sarei diretto e vi avrei trovato la fata o forse l’orco? – Cerca di non cadere, dai scendi! – dissi a Nico. da S. Strati, Terra di emigranti, Salani

Metto a fuoco

L’ordine della narrazione

L’autore può interrompere l’ordine cronologico per anticipare ciò che accadrà. Questo “sguardo nel futuro” si chiama “flashforward”. • Nel testo è presente un flashforward: individualo e sottolinealo. • L’autore con il flashforward anticipa: ciò che gli potrebbe accadere se l’amico cadesse da un ramo ciò che accadrà all’amico sul ramo • Il testo si può dividere in cinque parti. Riordinale con i numeri e sottolinea quella che contiene il flashforward. Il narratore richiama il suo amico. Il narratore teme di restare solo nella notte se l’amico fosse caduto. Nico e il narratore camminano nel bosco. Nico trova un leccio.

Nico sale sul leccio.

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IL testo narrativo

Lampi e tuoni A E ra una calda sera d’agosto, densa di afa e di zanzare. Il cielo era nero, senza nemmeno una stella, un alito di vento cominciava ad agitare le chiome degli alberi. B M io padre era partito per uno dei suoi viaggi di lavoro e io ero in giardino con mia madre. C A ll’improvviso una raffica di vento investì me e la mamma che gridò: – Presto, corriamo a casa! – Cosa sta succedendo? – Si prepara un temporale estivo – disse la mamma, che si affrettò ad aggiungere – fai in fretta, sta arrivando la pioggia! D I o però ero incantato da quello spettacolo: non avevo mai visto un temporale di notte, così grande, così misterioso. Una lingua di fuoco si accese nel punto più alto; aprii un’imposta e vidi il grande spettacolo del cielo che cambiava ogni momento, mentre sulla terra il vento faceva tremare lamiere, sbattere porte, piegava gli oleandri fin quasi a terra. Lampi, tuoni, saette, raffiche di vento, schianti, e poi acqua. Acqua a cascate, che vedevo scintillare e rimbalzare alla luce dei lampi. E infine la grandine che picchiava sui tetti. E E ra bello e metteva paura. Ma forse non era paura. Era che mi sentivo piccolo piccolo e debole di fronte alla forza della natura. Ma da dove veniva quella forza? Chi mandava il vento come un lupo in corsa a far fischiare i fili della luce? Era un mistero. Ascoltavo l’acqua che picchiava sui tetti e nelle pozzanghere e mi chiedevo: dov’era prima tutta quell’acqua? Chi l’ha portata in cielo? E la luce dei lampi chi la fa?

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IL TESTO NARRATIVO F Q uando tornò il papà, io era a letto, la tempesta era finita e parlammo. E lui mi spiegò tante cose, ma io non capivo. Mi disse con la sua voce calma e rassicurante: – Anche i popoli antichi non sapevano spiegarsi l’origine di tanti fenomeni. – E allora cosa credevano? – Allora hanno inventato i miti, racconti che parlano di un dio che manda fulmini e tuoni quando si arrabbia. – Come tu fai qualche volta con me? – Esattamente... G R assicurato dalle spiegazioni del papà, sentivo che gli occhi si chiudevano e, mentre fuori continuava a piovere, mi addormentai profondamente. da M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza

Metto a fuoco

Le sequenze

Il racconto è formato da più parti legate fra loro: le sequenze, che si distinguono in: • narrative, quando espongono le azioni della storia • descrittive, quando descrivono personaggi, ambienti della storia... • riflessive, quando riportano riflessioni o idee del narratore o dei personaggi • dialogiche, quando riportano i dialoghi tra i personaggi • Il brano è già diviso in sequenze. Indica la lettera della sequenza in cui: si descrive il temporale si riportano i dialoghi si indicano le riflessioni del protagonista

si narra l’azione conclusiva del protagonista

• Collega ogni sequenza alla tipologia corrispondente.

A

B

D

C F

G E

riflessiva descrittiva

dialogica narrativa

• Completa. - Nella prima sequenza narrativa si dice che il padre ............................................................................................................. - La prima sequenza descrittiva illustra ......................................................., la seconda......................................................... - Nella prima sequenza dialogica il protagonista parla con ................................................................................................, nell’altra sequenza dialogica parla con ...................................................................... - Nella sequenza riflessiva il protagonista si pone tante ............................................... su...................................................

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il testo narrativo

Il nuovo amico di Simona Oggi abbiamo sentito la mamma urlare nel bagno. Papà, mia sorella e io siamo accorsi: mamma si nascondeva dietro la cesta della biancheria sporca. – Là... là – si lamentava additando la vasca da bagno, sulla quale correva un ragno peloso – uccidimi questo schifo, Renato! Il papà si apprestava a schiacciare il mostro con la pantofola della mamma, quando Simona ha gridato: – Fermati! Non voglio che l’ammazzi! È pur sempre un essere vivente. Papà si è fermato di colpo, con la mano armata di pantofola a mezz’aria. Allora Simona è crollata sul lavandino piangendo. Ha detto che non si possono assassinare le povere bestiole innocenti. – Hai ragione – ha detto papà – bisogna essere coerenti e non uccidere nessun animale, proprio nessuno! – Nemmeno le zanzare se ti dissanguano? – ha controbattuto la mamma. Simona, piegata sulla vasca, osservava il ragno tutta intenerita. – Per favore, voglio occuparmi io di questa bestiola. – Allora, che almeno non esca dalla vasca! – ha sospirato la mamma. Il giorno dopo, in bagno, mamma è andata di nuovo in collera: – Ancora questo ragno! E la mia doccia? Papà ha detto che bisognava capire Simona e ha proposto di andare a lavarci a casa dei vicini del primo piano. I miei genitori hanno raccontato che la vasca era intasata. Il giorno dopo siamo saliti dai vecchietti del quinto piano. Sulle scale, la mamma ha incontrato la psicologa della scuola. – Ah, questi animali! – borbottava la mamma.

Metto a fuoco

L’autore e il narratore

• Collega ogni parola alla corretta spiegazione. - Autore

colui che racconta la storia facendone parte e usando la prima persona

- Narratore interno

la persona che scrive la storia

- Narratore esterno

colui che racconta la storia dall’esterno, usando la terza persona

• Sottolinea solo le affermazioni vere. - Marie Farrè è l’autrice di questo testo. - Il narratore si chiama Giulietto. - Il narratore è uno dei personaggi della storia.

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- Simona è l’autrice del brano. - La storia è scritta in prima persona. - Il narratore di questa storia è esterno.


IL TESTO NARRATIVO

COME LA PENSO • “Bisogna essere coerenti e non uccidere nessun animale”. Tu sei d’accordo con questa affermazione? La metti in atto?

– Ne avete finalmente uno? – ha chiesto la psicologa. – Sì, abbiamo un ragno! – ha risposto la mamma. La psicologa ha fatto una strana faccia e se n’è andata via in fretta. L’indomani mattina sono venute a farci visita Anna Maria e Clara. Mamma ha preparato il caffè e servito i biscotti. A un certo punto Anna Maria mi ha chiesto: – Giulietto, dov’è il bagno? Gliel’ho indicato e, qualche minuto dopo, si è sentito un urlo seguito da un PAFF! Anna Maria è ricomparsa con un sorriso di trionfo: – Ho ucciso un ragno gigante! – Il nostro ragno! – ha urlato Simona. Mamma ha chinato il capo. Quando lo ha rialzato, i suoi occhi brillavano e, se avesse potuto, avrebbe baciato Anna Maria. Quando tornò dal lavoro, papà chiese dove avremmo fatto il bagno quel giorno. – A casa nostra! – ha trillato la mamma – Il ragno è morto! Il volto di papà si è rischiarato. – Voi fate come volete. Io non mi laverò per tre settimane – ha dichiarato Simona – sono in lutto... Quella sera ho fatto un bel bagno caldo e ho messo a navigare le mie barchette sull’acqua. Era certamente più divertente che dai vicini! Ho visto anche uno scarafaggio nascondersi dietro il lavandino, ma non ho aperto bocca. Magari Simona lo adottava! da M. Farrè, Simona la burlona, Emme Edizioni

COMPRENDO • Continua a sottolineare le affermazioni vere e a lato correggi quelle false. - La mamma grida di gioia alla vista del ragno. ..................................................................................................... - La mamma vuole che il ragno venga ucciso. ..................................................................................................... - Sono tutti d’accordo nell’eliminare il ragno. ..................................................................................................... ..................................................................................................... - Giulietto si prenderà cura del ragno. - Il ragno viene allevato nella vasca da bagno, così la ..................................................................................................... ..................................................................................................... famiglia è costretta a usare il bagno dei vicini. - Un giorno il ragno viene ucciso da un’ospite. ..................................................................................................... - Tutta la famiglia è contenta che il ragno sia stato ..................................................................................................... soppresso. .....................................................................................................

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Metto a fuoco...

la biografia

Le mie domande COSA narra una biografia?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO si svolgono i fatti?

CHI sono i personaggi?

COME è scritto un testo biografico?

Il grande Amadeus A Salisburgo il 27 gennaio 1756 era una notte gelida. Leopold Mozart e Anna Maria Pertl diventarono mamma e papà per la settima volta: nacque un maschietto al quale venne imposta una lunga serie di nomi: Amadeus Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus. Amadeus (così lo chiamarono per semplificare) era un bambino vivace e allegro. Correva, saltava, inseguiva la sorellina Marianna, rincorreva il suo cane Pimperle e combinava scherzi alla cuoca Teresa. Non stava mai fermo un momento e, se proprio doveva star fermo, batteva insieme i talloni, stringeva e apriva gli occhi, sbatteva rapidamente le palpebre. Gli piaceva storpiare le parole in modo buffo, parlare a vanvera, cantare canzoncine strane. Solo la musica aveva il potere di renderlo calmo e silenzioso. Sì, quando il papà dava lezioni di musica a Marianna, Amadeus si metteva in un angolo e se ne stava zitto e fermo in ascolto. La mamma tirava un respiro di sollievo. Poi un giorno Amadeus si arrampicò sullo sgabello del pianoforte e suonò con le sue piccole dita, in modo perfetto, un minuetto che il papà aveva poco prima insegnato a Marianna. Così il papà, che di musica se ne intendeva, capì che Amadeus aveva un orecchio stupefacente e una strabiliante memoria musicale. Da quel momento decise di affidarlo a un maestro, il quale, però, appena lo sentì suonare, esclamò: – Non hai bisogno di maestri, il vero maestro sei tu! da J. Lepscky, Amadeus, Emme Edizioni

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Le risposte COSA La biografia è un testo narrativo realistico in cui l’autore, il biografo, racconta la vita di qualcun altro. Una biografia può essere: - realistica, basata su documenti e testimonianze - romanzata, quando l’autore inserisce nella narrazione elementi da lui inventati o rielaborati con la fantasia

DOVE Un racconto biografico è sempre ambientato in luoghi reali, perché sono quelli in cui è vissuto il protagonista.

QUANDO Gli avvenimenti narrati, poiché sono stati già vissuti dal protagonista, si svolgono, in genere, nel tempo passato, spesso ben precisato con le date più significative.

CHI Il protagonista della biografia è generalmente un personaggio noto del passato o del presente (un politico, uno scienziato, un artista, uno sportivo...) ma può trattarsi anche di una persona non famosa. Gli altri personaggi sono le persone che hanno fatto parte della vita del protagonista.

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag 215

COME L’autore racconta in terza persona, usando un linguaggio accurato, perché la biografia è destinata a essere letta da altri.

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il testo narrativo

Vincent Van Gogh Vincent è nato nel 1853 in Olanda. Suo padre è un pastore protestante. Quattro anni più tardi nasce suo fratello Theo, che l’aiuterà moralmente e finanziariamente per tutta la vita. Ben presto, i due fratelli cominciano una corrispondenza che durerà fino all’ultimo giorno. Fin da giovane, appassionato e intransigente, Vincent si è scontrato col mondo. Impiegato modello alla Galleria d’arte Goupil, viene mandato a Londra nel 1873 e a Parigi nel 1874. Una delusione amorosa lo rende irascibile. Si chiude in se stesso e litiga con i suoi datori di lavoro, finché decide di diventare pastore protestante per consacrarsi ai poveri. La sua esaltazione spaventa le autorità religiose: non sarà mai prete. Il 21 febbraio 1888 parte per Arles. Sogna una comunità di artisti e si stabilisce nella piccola “casa gialla”. Fa il pieno di luce, di oro e di blu. In ottobre l’amico Gauguin lo raggiunge. Le due personalità si scontrano violentemente il 23 dicembre 1888 e Gauguin fugge. Vincent, ricoverato in ospedale, in preda alle allucinazioni, decide di recarsi all’ospizio per alienati di Saint-Rémy-de-Provence, l’8 maggio 1889. Vi resterà un anno. Van Gogh non abbandona mai la sua opera pittorica, che è fatta di lotta, di felicità e vertigine, di esplosione di colori. Venderà un unico quadro in tutta la sua vita, nel 1888. Intanto il suo stato di salute peggiora. Il 27 luglio 1890 si spara al petto e muore due giorni dopo. da H. Bernard, in Dada n. 21

Metto a fuoco

La biografia realistica

• In questo testo si riportano: fatti realmente accaduti a Van Gogh fatti rielaborati dalla fantasia dell’autore • L’autore del brano è: Van Gogh • Il testo è scritto in: terza persona

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•N umera i fatti secondo l’ordine temporale in cui avvengono. Parte per Arles. Nasce il fratello Theo. Si spara al petto.

Heliane Bernard

Viene ricoverato in manicomio. Cerca di diventare pastore protestante.

prima persona

Nasce in Olanda.


LA BIOGRAFIA

Catturare la luce delle stelle C’era una volta, nel 1865, un giovane olandese di dodici anni che si chiamava Vincent Van Gogh. Per un capriccio, si era fatto sgridare da sua nonna e, col cuore gonfio di pianto, era scappato di casa. Per un po’ l’avevano cercato, ma nessuno era riuscito a trovarlo. Allora tutti erano tornati alle loro faccende e, dopo un’ora, nessuno pensava più a lui. Nessuno, tranne suo fratello Theo, di otto anni. Theo adorava Vincent, lo seguiva dappertutto, lo ascoltava come un oracolo e cercava di imitarlo il più possibile. Quando vide che la notte si avvicinava e che Vincent non era ancora tornato a casa, divenne terribilmente inquieto. Guardò se per caso Vincent gli avesse lasciato una lettera, come faceva ogni tanto, ma sul tavolo c’era solo un disegno non finito: una piccola capanna in mezzo al bosco. Riconobbe la radura dove andavano spesso insieme e la capanna che avevano costruito con loro padre. All’improvviso, Theo capì che bisognava cercare suo fratello proprio là. Si infilò gli stivali, la giacca, e si mise in cammino. Fece parecchia strada ed entrò nel bosco, malgrado la paura che le tenebre gli incutevano. La notte lo avvolse quando ritrovò suo fratello seduto nella radura erbosa. Vincent, illuminato da alcune candele che aveva conficcato nella paglia del suo cappello, un quaderno sulle ginocchia, un pezzo di gesso in mano, stava disegnando le stelle. Più che il disegno, ciò che attirò maggiormente l’attenzione di Theo fu l’insolito cappello luminoso che suo fratello si era confezionato. L’idea che le candele rischiavano di dar fuoco al cappello, per esempio, non l’aveva neppure sfiorato. Quello che gli interessava era illuminare in qualche modo il suo foglio di carta e poter dipingere, il resto perdeva completamente importanza. da P. Ravella, in Dada n. 21

lessico Metto a fuoco

• Cancella la parola che è sinonimo. Oracolo: oratorio

preghiera

profezia

• Cancella la parola che non è sinonimo. Radura: spianata

bosco

spiazzo

• “Cuore gonfio di pianto” significa: ......................................................................................

La biografia romanzata • In questo testo si riportano: tutti gli avvenimenti della vita di Van Gogh in ordine cronologico un episodio sviluppato dalla fantasia dell’autore

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il testo narrativo

Un piccolo grande campione Lionel Andrés Messi nasce il 24 giugno 1987 a Rosario, nello Stato argentino di Santa Fé. A solo cinque anni inizia a tirare mirabili calci al pallone. La prima squadra in cui gioca è quella del Grandoli, piccola scuola di calcio rivolta ai fanciulli della sua città, allenata proprio da suo padre Jorge Messi. Agli occhi degli appassionati di calcio, che seguivano il ragazzino nei campetti di Rosario, appare subito chiaro il talento del giovane; però nessuna squadra lo ingaggia a causa di un ritardo nello sviluppo osseo del ragazzo, dovuto al basso livello di ormoni della crescita presenti nel suo organismo. Messi dovrebbe essere sottoposto a un trattamento medico che però è costosissimo: si parla di novecento dollari mensili. Sarà poi il club della squadra del Barcellona che si farà carico delle spese mediche per le cure. Infatti nel settembre del 2000 Leo Messi effettua il primo provino per entrare nella prestigiosa società del Barcellona e il tecnico che lo osserva rimane impressionato dalla tecnica posseduta dal calciatore e, si dice, anche dal fatto che Messi in quell’occasione riesce a fare centotredici palleggi con un’arancia. L’argentino firma immediatamente il contratto di ingaggio per la squadra (pare che la firma sia stata scritta addirittura sul tovagliolo di un ristorante) e così, nel mese di maggio del 2005, Messi risulta essere il giocatore più giovane (diciotto anni non ancora compiuti) nella storia del Barcellona a realizzare un gol nel campionato spagnolo. Oggi “El Pulga” (la pulce), così soprannominato per via della sua ridotta statura fisica, è divenuto una delle stelle più brillanti del calcio mondiale, insignito di ben quattro Palloni d’oro, come mai era accaduto a nessuno prima di lui!

Metto a fuoco

Il tempo e il luogo

• Indica l’avvenimento della vita di Messi a cui corrispondono queste date e il luogo in cui si svolge. - 1987 → ................................................................................................................... - 2000 → ................................................................................................................... - 2005 → ...................................................................................................................

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dico la mia • Secondo te, quali doti dovrebbe avere un campione? C’è uno sportivo che ammiri in modo particolare? Confronta le tue idee con quelle dei tuoi compagni.


Imparo ad ascoltare

L’ INSEGNANTE LEGGE IL TESTO NARRATIVO da UN LIBRO TUTTO SUO...

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

La fantasia di William

1. Secondo te, questa biografia parlerà della vita di:

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 2. I ndica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). - William era chiacchierone e dispettoso. - William aveva molta fantasia e giocava da solo o con amici immaginari. - William da bambino assistette allo spettacolo di un teatro viaggiante. - Lo spettacolo piacque molto al bambino. - William mise in scena per la sua famiglia una commedia divertente con gli utensili domestici. - Da grande William diventò il più famoso pittore mai esistito.

V V V V V V

F F F F F F

3. S crivi sui puntini il nome di chi può aver pronunciato queste frasi. Che bello lo spettacolo di William!

Adesso faccio io uno spettacolo!

A cosa pensi quando corri?

......................................................

......................................................

......................................................

4. S crivi le domande adatte a queste risposte. - ...............................................................................................................................................................................................? È di nazionalità inglese. - ...............................................................................................................................................................................................? È un importantissimo poeta e scrittore di testi teatrali. - ...............................................................................................................................................................................................? Sì, le sue opere vengono rappresentate ancora oggi nei teatri di tutto il mondo.

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Testo audio e in guida

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Per costruire le competenze

Un grande fisico 5

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Un giorno del 1905 un giovane entrò nell’ufficio postale di Berna: aveva una folta capigliatura in disordine e portava abiti modestissimi e goffi. Consegnò all’impiegato una grossa busta gialla, indirizzata alla rivista scientifica di Lipsia “Annalen der Physik”. La busta conteneva trenta fogli pieni di scrittura fittissima, risultato di un massacrante lavoro mentale che durava da alcuni anni. La rivista pubblicò il lavoro. Gli scienziati del mondo trasalirono: con chiarezza e grande profondità di pensiero, in quelle pagine venivano spiegate teorie fisiche rivoluzionarie. Quel giovane si chiamava Albert Einstein ed era nato a Ulma nel 1879. In seguito alla pubblicazione dei suoi lavori sulla teoria della “relatività”, fu chiamato all’università di Berna come libero docente. Fra le conclusioni che egli aveva tratto, c’era questa: un raggio luminoso, quando passa vicino a un corpo di notevole massa, viene deviato. Einstein stesso aveva indicato il mezzo per controllare: fotografare durante un’eclissi di Sole le stelle che normalmente ci appaiono vicino all’astro. Ed ecco nel 1919 un’eclissi adatta all’esperimento, vennero scattate le fotografie, che poi gli astronomi osservarono con emozione: le stelle brillanti vicine al disco nero del Sole non erano più al loro solito posto! Da allora il nome di Einstein fu sulla bocca di tutti: nel 1921 ricevette il premio Nobel e andò per la prima volta in America. Quando i giornalisti gli chiesero di spiegare in poche parole la relatività, Einstein rispose: – Prima si credeva che, se tutte le cose materiali fossero sparite dall’Universo, il tempo e lo spazio sarebbero rimasti. Secondo la teoria della relatività, invece, il tempo e lo spazio sparirebbero insieme alle cose. Il tempo e lo spazio dunque sono determinati dai corpi celesti, esistono perché esistono la Terra, il Sole e gli astri. Il tempo non ha sempre lo stesso valore, muta con il variare della velocità del corpo su cui viene misurato. Einstein era ebreo, così nel 1933, quando scoppiarono le persecuzioni da parte del regime nazista, si trasferì in America, dove continuò a insegnare. Pochi mesi dopo la sua morte (1955) fu reso noto il suo testamento spirituale. Si tratta di un messaggio contro la guerra atomica, rivolto ai governanti di tutto il mondo «affinché si rendano conto che i loro obiettivi non possono essere perseguiti mediante una guerra mondiale, che preveda l’uso di armi nucleari, perché ciò metterebbe in pericolo la continuazione stessa dell’esistenza dell’umanità». da L. Mezzofanti, I grandi della storia, Fabbri

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6. Il suo testamento spirituale consiste: in un’accusa ai governanti del mondo in un messaggio contro la guerra atomica in un messaggio a tutti gli uomini nel premio Nobel

2. Einstein è l’autore della teoria: della velocità della relatività della fotografia della prosecuzione dell’esistenza

7. Per ogni coppia di parole cancella quella sbagliata. - Il testo è scritto in prima terza persona.

3. La notorietà di Einstein ha inizio: con un suo articolo pubblicato in una rivista scientifica di Lipsia come libero docente all’università di Berna grazie all’eclissi di sole del 1919 con il premio Nobel ricevuto nel 1921 4. Einstein nel 1933 si trasferisce in America, perché: è stanco dell’università tedesca essendo ebreo deve sfuggire al regime nazista ha ricevuto il premio Nobel ha ricevuto un’offerta di lavoro 5. Indica quali informazioni puoi ricavare dal testo. - Einstein si acconcia in modo originale. sì no - Einstein è capace di compiere massacranti lavori mentali. sì no - Einstein inizia a parlare molto tardi. sì no - Einstein sostiene che il tempo e lo spazio esistono perché esistono i corpi celesti. sì no

- L’autore è non è Einstein. - L’autore è non è anche narratore. 8. Il testo che hai letto è: autobiografico perché chi racconta è anche protagonista biografico perché chi scrive racconta la vita di un’altra persona 9. Lo scopo dell’autore è: scrivere un racconto di avventura f ar conoscere la vita di un grande personaggio descrivere l’aspetto fisico di un grande personaggio 10. I fatti narrati sono: reali perché documentati o documentabili inventati, per rendere il racconto più interessante verosimili, perché potrebbero accadere 11. I luoghi sono: esistenti, reali in parte reali, in parte immaginari immaginari 12. Il tempo in cui accadono i fatti è: determinato dalle date indeterminato

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La biografia

1. Einsten è: un fisico americano un fisico tedesco un astronomo tedesco un astronomo americano


T...

come come

TALENTO

Scopri ciò che sei chiamato a fare e inizia. Ora. Appassionatamente.

Jolly della vita In realtà erano contenti di ritornare a scuola. L’estate sfioriva e la noia aveva fatto capolino nelle lunghe giornate di caldo. Sotto sotto, aspettavano il primo giorno di scuola. In fin dei conti, anche se borbottavano e si lamentavano, erano contenti. E anche se avevano un pizzico di paura del nuovo maestro, era tempo di dare inizio all’ultimo anno della Scuola Primaria. Intanto bisogna dire che non si aspettavano un maestro del genere. Se ne stava lì, seduto dietro alla cattedra, come un vecchio gufo. Carlo si chiedeva come fosse possibile che un nuovo maestro fosse così. Maamar si avvicinò per accertarsi di non vedere doppio o triplo o quadruplo! Ma tutti quei capelli bianchi erano veri? Gli scolari si guardarono l’un l’altro turbati. Erano realmente, assolutamente, inequivocabilmente delusi. Si aspettavano un bel maestro giovane e sportivo e invece gli avevano rifilato quel grosso signore, con i capelli bianchi che gli andavano da tutte le parti, gli occhialini sulla punta del naso e una pancia che rischiava di essere l’unico pallone che avrebbero visto durante tutto l’anno scolastico. Anche la voce li colse di sorpresa. Nona sobbalzò quando udì quella tonalità bassa e grave, sembrava provenire da un altro mondo. Così furono sconcertati dalle prime parole emesse da quella voce. Non “buongiorno”, né “sedetevi”. Ma semplicemente: “Ho un regalo per voi”. Quello che sarebbe stato il loro maestro posò un pacchetto regalo sul banco di ogni alunno, quasi volesse farsi perdonare l’aspetto fisico e l’età. Costanza aprì il suo pacchetto e scoprì un mazzo di carte identico a quello dei compagni: sul dorso di ogni carta c’era scritto “jolly” e dall’altra parte c’erano diverse frasi.

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l’educazione alla cittadinanza

promuove il riconoscimento delle abilità personali per metterle alla base del proprio progetto di vita.


Mentre leggevano, gli scolari passarono dal semplice stupore allo stato di choc: – Un jolly per fare una coccola a chi vuoi. – Un jolly per prendersela comoda. – Un jolly per una ricreazione che non finisce mai. – Un jolly per prolungare le vacanze. Il maestro spiegò: – Quando si nasce, ci vengono dati automaticamente dei jolly. Quali sono? Carlo esclamò: – Il jolly per vivere. – Il jolly per parlare – lo copiò Maddalena. – Il jolly per imparare le lingue. Tutta la fila di Maddalena continuò con i jolly per imparare la storia, la geografia, le scienze e tutti i campi del sapere. – Il jolly per amare – aggiunse in tono sognante Benedetta. – Il jolly per essere felice. – Il jolly per piangere. – Il jolly per decidere. – Sì, credo che adesso abbiate capito. Il solo fatto di nascere ci ha regalato tutti questi jolly. Ed è meglio spenderli! Domani faremo una festa di compleanno collettiva per festeggiare la vita e i suoi jolly. Porto io la torta. da S. Morgenstern, Un mazzo di jolly, Salani

• Sei d’accordo con i jolly indicati dai ragazzi del racconto? • Anche tu, come tutte le persone che vengono al mondo, hai ricevuto alcuni jolly, qualcosa che sai fare meglio di altro. Rifletti: quali sono?

educazione alla cittadinanza

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T...

come come

TALENTO

Il talento… in persona! Dorando Pietri

• Quale di questi messaggi ti sembra più adatto a riassumere il significato del brano? ella vita di ogni N giorno si deve pensare solo a correre e fare più cose possibili. Per raggiungere i propri obiettivi è necessario perseguirli con tanta costanza e impegno. La cosa che serve davvero per raggiungere il successo è un pizzico di fortuna.

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Conoscete la storia di Dorando e delle sue scarpe azzurre? Dorando fu un celebre atleta. Abitava a Carpi e faceva il garzone di fornaio nella premiata forneria-pasticceria “Roma”, sotto i portici della piazza. Era un ragazzo piccolo e un po’ triste, ma aveva i baffi neri alla moda e tre paia di scarpe. Le scarpe bianche le metteva per fare il fornaio e quelle nere per andare a messa. Le scarpe azzurre, invece, le metteva per correre e qualche volta per andare a ballare. Quando correva faceva gli occhi storti e teneva la bocca un po’ aperta. Portava dei mutandoni neri che gli arrivavano fino al ginocchio e una maglietta bianca con su scritto n. 19. Correva sempre e non si fermava mai. Neanche se pioveva, neanche se nevicava, neanche se gli veniva la febbre alta. Sua madre lo chiamava: – Dorandooooo! Vieni a mangiare... Suo padre gli gridava: – Dorandooooo! Vieni ad aiutarmi... Suo fratello gli gridava: – Dinooooo! Vieni a giocare... E lui arrivava, solo che poi mangiava di corsa, parlava di corsa, giocava di corsa, ascoltava di corsa, dormiva di corsa. Insomma, faceva tutto di corsa e il perché ve lo dico subito. Doveva prepararsi per la corsa più lunga del mondo: la maratona alle Olimpiadi di Londra. Quando arrivò quel giorno, Dorando era partito insieme agli altri atleti italiani, con cento lire in tasca e tre chili di pane nella borsa. Qualche minuto prima della gara si riempì la bocca di liquirizia, infilò le scarpe azzurre e gridò: – Vincerò! Era il 24 luglio 1908 e faceva un caldo terribile, quando dal castello reale di Windsor partirono i cinquanta migliori corridori del mondo. Ma, quando ormai restava da percorrere l’ultimo chilometro, c’era un uomo solo davanti a tutti e la gente che lo vedeva passare chiedeva: “Chi è? Chi è?”. È uno con la bocca un po’ aperta e sporca di liquirizia, e gli occhi storti: il fornaio Dorando. da V. Ongini, Fiabe di sport, Mondadori

educazione alla cittadinanza


Steve Jobs

Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita, da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: – Abbiamo un bimbo, un maschietto, “non previsto”; volete adottarlo? – Certamente – risposero. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università. Infatti, diciassette anni dopo, ci andai. Dopo sei mesi però la abbandonai, perché sentivo che quella non era la strada per coltivare la mia passione. Sì, perché l’unico modo per fare un gran bel lavoro nella vita è amare quello che fate. Perciò seguite sempre la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario! da S. Jobs, Stay hungry, stay foolish, Edizioni Corriere della Sera

• Conosci Steve Jobs? Cerca notizie sulla vita di questo uomo geniale, poi rifletti e confrontati con i tuoi compagni sul significato del suo motto: Stay hungry, stay foolish che, in italiano, suona così: “Sii sempre affamato (= curioso), sii sempre un po’ folle”. Trovi che questo incitamento sia utile per sviluppare i propri talenti?

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T...

come come

TALENTO

Porta Sul tuo cammino ti aspetta una porta se vuoi è chiusa, se vuoi è aperta forse c’è un muro, forse c’è il mare se non la apri non potrai entrare forse c’è il viale del grande avvenire se tu la chiudi non potrai uscire. Nella casina c’è una porticina la tua fortuna, la tua rovina se non la apri non lo saprai mai. Ora che cosa farai? da A. Abbatiello, B. Tognolini, Alfabeto delle fiabe, Topipittori

• Colora il completamento giusto. Per aprire la porta del futuro di casa devi avere la chiave il coraggio e vincere la paura il nemico così troverai ............................................................................. • Quali imprese, che ti sembrano difficili, potresti tentare? Continua l’elenco. - allenarti ogni giorno per raggiungere buoni risultati nel tuo sport preferito - .................................................................................................. - .................................................................................................. - .................................................................................................. - ..................................................................................................

Poiché tentare non nuoce Non aspettare che ci sia sereno o cada una tiepida pioggia o l’orchestra dei fior incominci a suonare o i già muti pesci tacciano ancora di più. Fa’ che ti basti che cominci il giorno e che sia fatto chiaro come pagina bianca voltata dopo la nera. Allora tieni la faccia più alta che si può e tenta poiché tentare non nuoce. da R. Piumini, Io mi ricordo quieto patato..., Nuove Edizioni Romane

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educazione alla cittadinanza


il

Billy Elliot

TALENTO

in un film

Trama

La storia raccontata nel film si svolge nel 1984 in una città dell’Inghilterra del Nord, dove gli abitanti vivono soprattutto del lavoro in miniera che ora è a rischio. Per questo i minatori, sull’orlo della disperazione, sono in sciopero. Il padre e il fratello maggiore di Billy sono uomini ruvidi, appassionati di boxe e di birra. Billy è, invece, un ragazzino di undici anni che ai guantoni da pugile preferisce le scarpette da ballerino classico. Non sarà facile far digerire questa scelta alla sua famiglia: figlio di minatori, Billy vuol fare il ballerino! La sua sarà dunque una lotta anche contro i pregiudizi “di genere” che vogliono tenere ben separato ciò che “è da maschi” rispetto a ciò che “è da femmine”.

Billy Elliot • Completa tu la scheda del film. - Titolo: ........................................................................................................... - Il regista è ................................................................................................... - L’attore che interpreta Billy è ............................................................. - Le parole-chiave del film sono: talento, impegno ...................................................................................... ......................................................................................................................... - Il voto che assegni al film è: scarso

bello

super

• Tu come avresti raffigurato la locandina del film? Realizzala nel riquadro a fianco e, se lo ritieni opportuno, puoi scegliere anche un altro titolo.

educazione alla cittadinanza

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Metto a fuoco...

IL RACCONTO umoristico Le mie domande

COSA narra un racconto umoristico?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO si svolgono i fatti?

CHI sono i personaggi?

COME è strutturato un racconto umoristico? Quali tecniche usa per suscitare il riso?

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La strada sbagliata Inizio Il professor Grammaticus, nel rincasare, sbagliò strada. Venne perciò a trovarsi in una strada sbagliata. Svolgimento Difatti, dopo pochi passi, notò l’insegna di un negozio su cui si leggeva: Cugine Economiche. – Strani parenti – osservò il professore – Si lasciano vendere così, a poco prezzo. Chissà poi se vendono solo cugine o anche zie, cognate, nipoti e sorellastre. Una strana strada davvero, ma ve l’ho detto: era una strada sbagliata. Per il resto aveva tutto: un calzolaio che vantava le sue “scarpe fatte a nano”, un “Pale e Tabacchi” da cui uscivano clienti con una pala da giardino nella mano destra e un pacchetto di sigari nella sinistra, un fornaio che vendeva “pane e basta”, e una splendida, modernissima “Panca”. Qui il professore scoppiò a ridere tanto forte che il direttore della “Panca” si affacciò a vedere che mai stesse succedendo. – Rido – spiegò Grammaticus – domandandomi dove li tenete i quattrini: sopra la panca, insieme con la capra che campa, o sotto la panca, insieme con la capra che crepa? Conclusione Era così divertito, che il professore ripercorse di nuovo quella strada sbagliata. da G. Rodari, I cinque libri, Einaudi


Le risposte COSA Il racconto umoristico narra storie comiche o bizzarre, anche in forma breve (come le barzellette), con lo scopo di divertire e far ridere il lettore. DOVE Un racconto umoristico può essere ambientato in luoghi reali, verosimili o fantastici, perché situazioni divertenti possono verificarsi ovunque. QUANDO Gli avvenimenti narrati possono svolgersi al tempo presente, passato o futuro. CHI I personaggi sono individui particolarmente pasticcioni o ingenui, oppure persone normali che si trovano in situazioni buffe, assurde o imbarazzanti. COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag 216

La struttura del racconto umoristico, generalmente, si divide nei tre momenti: inizio - svolgimento - conclusione. L’autore per ottenere l’effetto comico utilizza varie tecniche: - scambi o fraintendimenti di parole o di persone - esagerazioni nei fatti o nella caratterizzazione dei personaggi - capovolgimento dei ruoli - paradossi e colpi di scena - scherzi ed equivoci Il linguaggio usato è ricco di battute di spirito, giochi e sbagli di parole.

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IL testo narrativo

La restringite Metto a fuoco

Gli elementi • La comicità di questo testo è data da: uno scambio di parole un malinteso uno scherzo • Il luogo in cui si svolge il racconto è: realistico fantastico • I fatti durano: un solo giorno più giorni perché l’allungamento del bastone deve essere graduale

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• I personaggi sono: realistici fantastici • Scrivi i loro nomi e attribuisci a ciascuno un aggettivo relativo al suo comportamento. - .............................................................. .............................................................. - .............................................................. ..............................................................

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Per vendicarsi dei vermi negli spaghetti, il signor Sporcelli decise di fare alla moglie uno scherzo veramente geniale. Una notte, mentre la signora Sporcelli dormiva, si alzò furtivamente dal letto, portò il bastone da passeggio della moglie nella sua stanza da lavoro e incollò un minuscolo tondino di legno (non più spesso di una moneta) sotto la punta del bastone. In questo modo il bastone diventò più lungo, ma talmente di poco che, la mattina seguente, la signora Sporcelli non se ne accorse. La notte dopo, il signor Sporcelli incollò un altro minuscolo tondino di legno sotto il bastone. Ogni notte scendeva in punta di piedi e aggiungeva un altro piccolissimo spessore di legno all’estremità del bastone. Lentamente, lentissimamente, il bastone da passeggio della signora Sporcelli diventò sempre più lungo. – Quel bastone è troppo lungo per te – le disse un giorno il signor Sporcelli. – È vero! – esclamò lei guardando il bastone – Lo sentivo che qualcosa non andava, ma non riuscivo a capire di cosa si trattasse. Ma cosa può essere successo? – fece la signora Sporcelli fissando perplessa il suo vecchio bastone da passeggio – Dev’essersi allungato all’improvviso. – Non dire idiozie! – ribatté il signor Sporcelli – Un bastone da passeggio non può allungarsi! È fatto di legno secco, no? Il legno secco non può crescere. – E allora cosa diavolo è successo? – strillò la signora Sporcelli.


verso l’invalsi

IL racconto umoristico

• La prima riga del racconto ti guida a capire il perché il signor Sporcelli vuole organizzare uno scherzo alla moglie. Il motivo è che i l signor Sporcelli vuol far divertire la moglie il signor Sporcelli vuole vendicarsi di aver subìto uno scherzo dalla moglie la signora Sporcelli non faceva mai scherzi il signor Sporcelli vuole mangiare spaghetti con i vermi

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– Non è il bastone, sei tu! – disse il signor Sporcelli ghignando orribilmente – Sei tu che ti stai accorciando! Me n’ero accorto già da un pezzo. – No! Non è vero! – gridò la signora Sporcelli. – Stai rimpicciolendo, donna! – disse il signor Sporcelli. – Non è possibile! – Certo che è vero! Guarda un po’ il tuo bastone, hai la restringite, ecco che cos’hai! La famigerata restringite! La signora Sporcelli cominciò a tremare così forte che dovette mettersi a sedere. – Naturalmente sai cosa succede quando si ha la restringite, vero? – le disse. – Che cosa? – balbettò la signora Sporcelli. – La testa si restringe e rientra nel collo... e il collo si restringe e rientra nel corpo... e il corpo si restringe e rientra nelle gambe... e le gambe si restringono e rientrano nei piedi. E alla fine della persona non rimane altro che un paio di scarpe e un fagotto di vecchi vestiti. – Ma non c’è nessun rimedio? – gridò la signora Sporcelli. – C’è una sola cura per la restringite – disse il signor Sporcelli con aria solenne. – Sono pronta a tutto! Farò qualsiasi cosa! – implorò la signora Sporcelli – Che cosa devo fare? – C’è una sola cosa da fare: STIRARTI!

• “Non dire idiozie!” (riga 23). Di quale idiozia si tratta? l l bastone è troppo lungo per la signora Sporcelli. Il signor Sporcelli ha allungato il bastone. ll bastone si è allungato da solo all’improvviso. La signora Sporcelli ha messo i vermi negli spaghetti. • Il bastone è troppo lungo per la signora Sporcelli perché l a signora si è rimpicciolita il bastone è cresciuto il signor Sporcelli ha sostituito il bastone il signor Sporcelli ha allungato il bastone • In quale modo il signor Sporcelli dice che non è il bastone ad accorciarsi ma la moglie (righe 27-29)? Parlando concitatamente. Urlando arrabbiato. Ghignando orribilmente. Parlando beffardamente. • La signora Sporcelli cominciò a tremare perché ensava che il bastone si fosse allungato da solo p sentiva che qualcosa non andava scoprì di avere una brutta malattia era arrabbiata con il marito • Nell’espressione “famigerata restringite” (righe 35-36) la parola sottolineata può essere sostituita con tristemente famosa ignota

temuta familiare

da R. Dahl, Gli Sporcelli, Salani

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IL testo narrativo

Bisce o serpenti a sonagli? Jim, amico di Tom, è tenuto prigioniero e Tom va a fargli visita. – Hai dei ragni qui, Jim? – gli chiede. – No, certo che no, grazie a Dio, padron Tom. – Be’, allora te ne portiamo qualcuno noi. Non può esistere un prigioniero senza qualche animale! – Ma che Dio vi benedica, non ne voglio. Io ho paura dei ragni, piuttosto un serpente a sonagli in camera, che non dei ragni! Tom ci pensa sopra un momento o due, e dice: – Ottima idea. Anzi è una magnifica idea. Dove potresti tenerlo? – Tenere che cosa, padron Tom? – Ma come? Un serpente a sonagli! – Ma, Dio santissimo e onnipotente, padron Tom! Se mai un serpente a sonagli ha la bella idea di venir qui, salto fuori io. – Ma no, Jim, dopo un po’ di tempo non ne hai più paura. Puoi addomesticarlo! – Addomesticarlo, un serpente a sonagli? – Ma sì, è facilissimo. Ogni bestia si mostra riconoscente se viene trattata bene e accarezzata, e non si sogna neppure di far del male a chi l’accarezza. Qualsiasi libro te lo dice. Prova almeno, non ti chiedo molto. Prova due o tre giorni. Sono sicuro che bastano, che riesci ad ammansirlo tanto che comincia a volerti bene, a dormire con te, che non vuole più starti lontano neanche un minuto, e pensa al piacere che proverai poi tu, quando lui si attorciglia al tuo collo e ti mette la testa in bocca. – Per piacere, padron Tom, non parlate così! Solo a pensarci mi vengono i brividi! Con un serpente a sonagli attorno al collo morirei di paura! – Be’ piantiamola lì, via, dato che sei un tale fifone! Ti possiamo portare qualche biscia, così tu gli leghi qualche bottone alla coda e facciamo finta che è un serpente a sonagli. Ci dobbiamo accontentare! da M. Twain, Le avventure di Huckleberry Finn, Einaudi

Metto a fuoco

Il paradosso

• Qual è il paradosso da cui nasce l’effetto comico di questa storia? Per far superare a Jim la paura dei ragni, Tom gli propone un animale ancora più spaventoso. Jim preferisce i serpenti a sonagli ai ragni. Jim, terrorizzato dai serpenti a sonagli, si ritrova a stare con una biscia.

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RACCONTO DI ME • Tu hai un animale oppure ti piacerebbe averne uno? Quale vorresti avere?


laboratorio del lessico

Telefono, mio telefono Da un mese un uomo entra in un bar e chiede di telefonare. Tutti però sono incuriositi dal fatto che l’uomo non usa gettoni, parla e sorride. Un giorno il barista decide di scoprire come fa quel signore a telefonare senza usare i gettoni. Posiziona un piccolo registratore vicino al telefono. Anche quella sera l’uomo arriva, va al telefono, solleva la cornetta, parla, sorride, parla, sorride e se ne va beato. Appena esce, tutti vogliono ascoltare la registrazione. Tra lo stupore di tutti si sente: “Telefono, mio telefono, chi è il più forte uomo del mondo? Telefono, mio telefono, chi è il più intelligente uomo del mondo? Telefono, mio telefono, chi è il più bell’uomo del mondo?” E ogni volta dall’altra parte si sente “Tu... tu... tu... tu... tu...” Nel locale scoppiò una sonora risata.

etimologia La parola RISATA deriva da RISO che a sua volta deriva dal latino risus = atto del ridere. Ridere è la principale manifestazione spontanea del sentimento dell’allegria: l’uomo sa ridere ancor prima di imparare a parlare! Si può ridere in tanti modi diversi. Spiega il significato dei seguenti modi di... ridere!

RIDERE...

...a crepapelle = .................................................................................................................................................................................... ...a più non posso = ............................................................................................................................................................................. ...a fior di labbra = ................................................................................................................................................................................ ...di cuore = ............................................................................................................................................................................................ ...sotto i baffi = ...................................................................................................................................................................................... ...a denti stretti = ..................................................................................................................................................................................

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IL RACCONTO umoristico

Evviva i Classici

Un’attenta diagnosi Eravamo in quattro: George, William Samuel Harris, io e Montmorency. Seduti nella mia stanza, fumavamo e discutevamo delle nostre cattive condizioni... cattive dal punto di vista medico, s’intende. Quanto a me, avevo il fegato in disordine. Sapevo benissimo che era quella la causa, perché avevo appena letto un foglietto propagandistico di certe pillole, nel quale erano elencati tutti i vari sintomi che denunciano un fegato in disordine. Quei sintomi, io li avevo tutti. È davvero straordinario, ma non riesco mai a leggere la pubblicità di una specialità farmaceutica senza essere spinto a concludere che quella particolare malattia lì elencata mi ha colpito. In ogni singolo caso la diagnosi sembra corrispondere esattamente a tutte le sensazioni che ho sempre provato. Mi ricordo di una volta che andai al British Museum a leggermi la cura di un lieve disturbo di cui soffrivo un po’. Febbre da fieno, mi par che fosse. Mi procurai il libro e mi lessi tutto quello che interessava il mio caso; poi voltai pigramente le pagine e mi misi a studiare le malattie in generale. Non mi ricordo quale fu il primo malanno in cui m’imbattei... qualcosa di spaventoso, di micidiale addirittura... ma, ancor prima che avessi scorso a metà la lista dei “sintomi premonitori”, era già nata in me la certezza che io ne ero affetto. Impietrito dall’orrore, rimasi immobile a lungo: poi ricominciai a sfogliar le pagine. Giunsi alla voce “tifo”, ne lessi i sintomi, feci la scoperta che avevo il tifo... e mi chiesi che cos’altro potevo avere; passai al Ballo di San Vito e scoprii, come prevedevo, che avevo anche quello. Il mio caso cominciava a interessarmi e, deciso ad andare fino in fondo, ricominciai da capo in ordine alfabetico. Lessi tutto sulla malaria e seppi che ne soffrivo, e che lo stadio acuto sarebbe iniziato di lì a poco.

Tre uomini in barca Titolo originale Three men in a bot (to say nothing of the dog) = Tre uomini in barca (per non parlare del cane) Anno di pubblicazione 1889 Curiosità sull’autore L’autore per questa storia trasse ispirazione dal viaggio lungo il Tamigi, che fece con la moglie in luna di miele.

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Evviva i Classici Il colera l’avevo e con serie complicazioni; la difterite, poi, sembrava che mi avesse fatto compagnia fin dalla nascita. Passai in rassegna coscienziosamente tutte le ventisei lettere dell’alfabeto e, alla fine, giunsi alla conclusione che la sola malattia di cui non soffrivo era il “ginocchio della lavandaia”. Ero un uomo sano e felice quando ero entrato in quella sala di lettura: quando mi trascinai fuori non ero ormai che un decrepito relitto. Mi recai dal mio medico. – Dunque, che cos’hai? – mi domandò. Gli dissi: – Ragazzo mio, non starò a farti perdere tempo elencandoti tutto quello che ho. La vita è breve e tu potresti anche tirare le cuoia prima che io abbia finito. Ti dirò allora quello che non ho: il “ginocchio della lavandaia”. E gli raccontai come ero giunto a quella scoperta. Allora egli mi sbottonò e mi esaminò, mi strinse il polso in una morsa, poi mi colpì sul torace quando meno me l’aspettavo, quindi subito dopo mi diede una testata. Dopo di che si sedette e si mise a scrivere una ricetta, la piegò e me la porse; io me la misi in tasca e me n’andai. Non l’apersi. Entrai dal più vicino farmacista e gliela diedi. L’uomo la lesse, poi me la restituì. Disse che quella roba lui non la teneva. – Ma non siete un farmacista, voi? – gli dissi. – Sì, sono un farmacista. Se fossi una cooperativa di consumo combinata con una pensione di famiglia, forse sarei in grado di servirvi. Ma il fatto di essere un farmacista me lo impedisce. Lessi la ricetta. Diceva: - una bistecca da una libbra, con una pinta di birra ogni sei ore - una passeggiata di dieci miglia ogni mattina - un letto alle ventitré in punto ogni sera ...e non t’imbottire la testa di letture che non capisci! da J.K. Jerome, Tre uomini in barca, Vallardi

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

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Per costruire le competenze

Storia del ciuccio perduto 5

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Una volta un ragazzo doveva badare al fratellino, mentre la madre era andata a fare la spesa. Per un po’ il fratellino dormì, poi si svegliò: all’inizio cominciò a piagnucolare, ma passarono solo pochi istanti e la sua vocina esplose in un pianto inconsolabile... Voleva il ciuccio. Il ragazzo cercò il ciuccio nel lettino: tirò fuori le lenzuola, le coperte, i guanciali. Ma il ciuccio non c’era. Intanto il fratellino si era attaccato alla spalliera del lettino, scuotendola e gridando forte. Il ragazzo mise allora il fratellino sul tappeto, gli diede l’orsacchiotto, l’anitra, la palla, ma il fratellino gettò via tutto, gridando sempre più forte. Il ragazzo cercò il ciuccio nel cassetto del tavolo, rovesciandolo per terra. Ma il ciuccio non stava neanche lì. Intanto il fratellino girava carponi per la stanza urlando. Il ragazzo allora tirò fuori tutti gli abiti dall’armadio. Niente! Ad un tratto vide il ciuccio sopra l’armadio e vi si arrampicò con l’aiuto di una sedia. Ma il fratellino impaziente rovesciò la sedia, lasciando il ragazzo bloccato sull’armadio e continuando a urlare e urlare. In quel momento tornò la mamma. – Cosa ci fai lassù? – chiese meravigliata al figlio maggiore. – Ho ritrovato il ciuccio di Leo! Ma adesso non so più come scendere... La mamma scosse la testa, prese un alto sgabello e tirò giù il ragazzo dall’armadio e prese il ciuccio e lo mise in bocca al fratellino che si azzittì. La mamma e il ragazzo si sedettero sul tavolo perché la stanza era tutta ingombra di cose, poi si guardarono intorno e risero a crepapelle per il gran disordine. da U. Wolfel, Storie per ridere, Nuove Edizioni Romane

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8. La vicenda si svolge in: camera da letto cucina varie stanze della casa giardino

2. Il ragazzo non dà subito il ciuccio al fratellino perché: vuole fargli un dispetto non riesce a trovarlo non comprende il motivo del pianto vuole aspettare la mamma

9. Lo scopo dell’autore è: far riflettere su un problema domestico esprimere le proprie emozioni far conoscere l’esperienza di una famiglia far divertire

3. Il ragazzo cerca il ciuccio: distrattamente attentamente freneticamente allegramente 4. Quando la mamma torna a casa risolve la situazione e: si spaventa per il gran disordine rimprovera i figli ride di fronte al gran disordine si arrabbia perché il piccolo piange 5. L’espressione “girava carponi” (riga 16) significa: appoggiando mani e ginocchia a terra strisciando i piedi rotolando saltellando su un piede solo 6. La storia è narrata da: un narratore interno un narratore esterno 7. Il tempo indicato con “una volta” è: presente futuro passato

Il racconto Verso umoristico l’invalsi

1. Il fratellino piange perché: vuole la mamma vuole il ciuccio vuole giocare ha fatto un brutto sogno

10. L’effetto umoristico è ottenuto con: giochi di parole equivoci esagerazioni paradossi 11. Il racconto è umoristico perché: i personaggi scherzano fra loro il ragazzo interpreta male le parole della mamma il problema del ciuccio viene affrontato in modo ridicolo si viene a creare una situazione buffa 12. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). V F - Lo sviluppo inizia alla riga 3. V F - La conclusione inizia alla riga 20. V F - La conclusione inizia alla riga 28. 13. Numera in ordine temporale i luoghi dove il ragazzo cerca il cuccio: cassetto del tavolo interno dell’armadio lettino sopra l’armadio

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Metto a fuoco...

IL RACCONTO di fantascienza Le mie domande

COSA narra un racconto di fantascienza?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO si svolgono i fatti?

CHI sono i personaggi?

COME è strutturato un racconto di fantascienza? Quale linguaggio usa?

L’astronabus di Deneb Mentre si lavava i denti in gran fretta per non arrivare in ritardo a scuola, Caterina vide dalla finestra del bagno l’astronabus di Deneb che atterrava nel campo di calcio dietro al Municipio. Lo guardò con interesse, perché l’arrivo di un astronabus non era un fatto che capitava tutti i giorni. Caterina sapeva che la congiunzione favorevole al viaggio fra la Terra e la stella Deneb si verificava soltanto ogni dieci anni. E non era detto che ogni volta l’astronabus dovesse atterrare proprio vicino a casa sua. Ne parlò con suo fratello Andrea mentre si dirigevano, come ogni mattina, verso la fermata del pullman che li avrebbe portati a scuola. – Io lo so perché si è fermato qui in città – disse Andrea – probabilmente a bordo c’era il ragazzo denebiano che gli zii hanno invitato a casa loro... Deneb, la stella più brillante della costellazione del Cigno, dista dalla Terra soltanto dodici anni luce. Una distanza abbastanza breve per l’astronabus spaziale, che riusciva a percorrerla in sole ventidue ore. Probabilmente due denebiani avevano approfittato di un giorno di vacanza per accompagnare personalmente sulla Terra il minore dei loro figli: il ragazzo sarebbe rimasto per qualche anno su quel pianeta, ospite di una famiglia del luogo. Solo da poco tempo l’I.R.T.D. (Istituto per i Rapporti TerraDeneb) aveva promosso la campagna per uno scambio reciproco di ospitalità fra i ragazzi dei due pianeti e il giovane viaggiatore, che quella mattina era sbarcato un po’ smarrito dall’astronabus, era forse uno dei primi ad affrontare l’esperienza terrestre. da B. Pitzorno, Extraterrestre alla pari, La Sorgente

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Le risposte COSA Il racconto di fantascienza narra storie immaginarie in cui elementi di fantasia si fondono con dati scientifici (viaggi nel futuro attraverso macchine fantastiche, scontri con alieni...). DOVE Le vicende di un racconto di fantascienza possono essere ambientate su altri pianeti o in luoghi immaginari dello spazio, oppure sulla Terra, ma in scenari diversi rispetto a oggi, perché è proiettata dalla fantasia dell’autore nel futuro, e spesso minacciata da offensive degli alieni. QUANDO Il tempo è quasi sempre il futuro, anche molto lontano. A volte possono verificarsi salti nel passato, soprattutto nel racconto di viaggi nel tempo. CHI I personaggi possono essere realistici: uomini e donne comuni, tecnici e scienziati... e spesso fantastici come: - extraterrestri (alieni, creature mostruose o esseri appartenenti a civiltà più evolute della nostra) - robot, cioè macchine costruite dall’uomo - mutanti, cioè esseri umani o animali che hanno modificato il loro aspetto originale - androidi, cioè robot dall’aspetto umano che possono essere docili o ribelli - cyborg, cioè uomini a cui sono state trapiantate parti artificiali COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag 217

La struttura del racconto di fantascienza, generalmente, si divide nei tre momenti: inizio - svolgimento - conclusione. Il linguaggio usa spesso termini specifici della scienza a cui il racconto fa riferimento.

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IL testo narrativo

Un viaggio allucinante Metto a fuoco

Il luogo e il tempo • Sottolinea nel testo la risposta alle seguenti domande. - A bordo di quale mezzo si trovano i protagonisti? - Dove stanno viaggiando? • Si tratta di: un viaggio possibile un viaggio che può solo essere immaginato • La vicenda si svolge in un tempo: imprecisato indicato in modo preciso

SCRIVO •D escrivi un viaggio immaginario. Scegli tra le seguenti proposte: - all’interno del tuo cervello - all’interno del tuo cuore - all’interno del cuore di una persona che conosci

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Duval si guardò intorno esultante. – Pensate – disse – dentro un corpo umano, dentro un’arteria! Owens! Spenga le luci di bordo! Le luci si spensero, ma una luce spettrale entrò dall’esterno: il riflesso dei fari del sommergibile. Grant si girò verso il finestrino. La parete dell’arteria sembrava a quasi un chilometro di distanza e splendeva, a tratti, di un vivo color ambra, poiché per la maggior parte era nascosta da oggetti che passavano fluttuando vicino allo scafo. Era un vasto, esotico acquario quello davanti al quale si trovavano, in cui passavano e ripassavano non pesci, ma oggetti strani. I più numerosi somigliavano a grosse camere d’aria depresse al centro, ma non perforate. Ciascuna aveva un diametro che era circa due volte quello del sommergibile, ed era di un colore tra l’arancione e il paglierino; ciascuna lampeggiava e scintillava a intermittenza. – Sembrano palloni mezzi sgonfi che abbiano dentro un milione di stelle ciascuno – disse Grant. – Veramente sono globuli rossi – disse Michaels – rossi in massa, ma color paglierino singolarmente. Quelli che lei vede vengono dritti dal cuore, portando il loro carico di ossigeno al cervello. Guardi quello! Grant guardò nella direzione del dito puntato. Vide dei piccoli oggetti simili a bastoncini che spingevano frammenti e detriti e, soprattutto, globuli rossi. Poi distinse l’oggetto indicato da Michaels. Era enorme, latteo e granuloso; la sua massa lattiginosa mandava lampi di un nero così intenso che lo facevano


IL racconto di fantascienza avvampare di una sua non-luce accecante. Dentro la massa c’era una zona più scura che manteneva una forma costante. A un tratto si formò una specie di protuberanza verso la parete dell’arteria, poi la massa svanì, coperta dagli oggetti più vicini. – Che diavolo era? – chiese Grant. – Un globulo bianco. Non ce ne sono molti, in confronto ai globuli rossi, almeno: ci sono circa seicentocinquanta globuli rossi per ogni globulo bianco. I bianchi sono molto più grossi, però, e possono muoversi indipendentemente. Sono oggetti spaventosi, non vorrei mai avvicinarmi più di così. – Sono gli spazzini dell’organismo, no? – Sì. Noi abbiamo le dimensioni di un batterio, ma abbiamo anche una scorza metallica. Spero che i globuli bianchi conoscano la differenza e che non reagiscano, se non danneggiamo i tessuti circostanti. Grant cercò di abbracciare il panorama nella sua totalità. Fece un passo indietro e socchiuse gli occhi. da I. Asimov, Viaggio allucinante, Mondadori

lessico

COMPRENDO • Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). - I personaggi sono quattro.

V F

- Tra i personaggi c’è una bambina.

V F

- Essi sono all’interno del corpo umano.

V F

- Nel viaggio si incontrano globuli rossi e globuli bianchi.

V F

- I globuli rossi sembrano palloni mezzo sgonfi.

V F

- Il sommergibile è grande come un batterio.

V F

• Arteria, globuli rossi, globuli bianchi, batterio, sono termini appartenenti al linguaggio: elle scienze d della storia della geografia della medicina • Sottolinea tutti i termini specifici che trovi nel testo.

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IL testo narrativo

I piccoli terrestri 5

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Buongiorno a tutti! Prendete il quaderno. Oggi studieremo i piccoli esseri che vivono sulla Terra. Vi dirò subito che i piccoli terrestri possono avere la pelle rosa, marrone, nera o gialla; ma mai verde. Una cosa ancor più strana: hanno solo due occhi e una testa senza antenne. Il loro corpo è provvisto di quattro tentacoli, due corti in alto e due più lunghi in basso. Ogni tentacolo ha in cima cinque piccole antenne provviste di artigli. I piccoli terrestri hanno la testa coperta da una leggera peluria, insufficiente a proteggerli dal freddo; così sono costretti a usare il pelo delle pecore. Quando vengono al mondo, i piccoli terrestri non hanno denti. Per un certo periodo possono nutrirsi solo di latte che assorbono attraverso un buco che si trova nella parte bassa della faccia. Appena hanno finito questa operazione, bisogna batterli leggermente sulla schiena per evitare che il latte che contengono li faccia esplodere. Parecchie volte al giorno il corpo del piccolo terrestre emette una sostanza puzzolente. Per evitare che sporchi tutto in giro,

Metto a fuoco

I personaggi

• I personaggi del testo sono: realistici fantastici • Di chi si tratta? ................................................................................................... .................................................................................................................................. Sottolinea le parti del testo che te lo fanno capire. • Collega in modo corretto. Hanno le antenne. Terrestri

Extraterrestri

Hanno solo due occhi. Sono verdi. Hanno la pelle rosa, marrone o nera. Hanno un’apertura nella parte bassa della faccia.

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facciamo

SQUADRA

•C redete alla presenza di vita su altri pianeti? E agli extraterrestri? Come ve li immaginate? Confrontate le vostre ipotesi e concludete con la visione del film E.T. l’extra-terrestre, un classico della fantascienza e dell’amicizia tra “diversi”.


verso l’invalsi

IL racconto di fantascienza

• Le frasi iniziali “Buongiorno a tutti! Prendete il quaderno” (righe 1-2) sono rivolte a i bambini della Terra alle neomamme agli extraterrestri a tutti gli abitanti della Terra • Segna con una x a quale parte del corpo umano corrisponde ogni parola elencata. - tentacoli: - antenne: - artigli: - pala:

a rti aste arti vanga

olipi p pali unghie braccio

r ami dita becchi cucchiaino

• In base al testo, quali delle seguenti attenzioni vengono riservate al piccolo terrestre?

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lo si avvolge allora in un panno, controllando che l’imballaggio sia ermeticamente chiuso. Quando spunta il primo dentino l’alimentazione del piccolo può cambiare. Sua madre rompe allora un uovo di pollo, ne mescola il contenuto, poi si serve di una specie di pala per introdurre l’uovo sbattuto nei diversi buchi che ci sono nella testa della creatura (naso, bocca, orecchie). Nel corso della giornata il piccolo si rotola volentieri nella polvere, nell’uovo sbattuto o nella banana schiacciata. Allora bisogna infilarlo in un recipiente pieno di acqua calda, in cui galleggia un uccello giallo. Dopo che si è ben inzuppato, il piccolo terrestre deve venire asciugato per impedire che si restringa. Subito dopo viene cosparso da una polvere bianca, perché non sia appiccicoso. Per avere altre notizie su questi curiosi esseri, possiamo travestirci e fare il possibile per osservarli da vicino. Mi raccomando, sistemate bene la maschera; i terrestri muoiono di paura quando vedono dei normalissimi omini verdi come noi! da J. Willis, T. Ross, Il Dottor Horgol, Il grande libro dei piccoli terrestri, Edizioni Elle

Sì No Viene protetto dal freddo con indumenti di lana. Gli vengono forniti i denti. Viene nutrito all’inizio solo di latte, poi man mano di altri alimenti. Viene lavato con acqua calda. • “Infilarlo in un recipiente pieno di acqua calda, in cui galleggia un uccello giallo” (righe 31-33) significa i mmergere il bambino in una vasca di acqua calda con un canarino infilare il bambino in lavatrice insieme a un uccello giallo infilare l’uovo in un recipiente con acqua calda in cui galleggia un uccello giallo immergere il bambino in una vasca di acqua calda con una paperella di gomma • La parte conclusiva del racconto ti fa capire che cosa succederà dopo. Quale idea ti suggerisce? I terrestri si spaventeranno terribilmente. Gli extraterrestri andranno sul pianeta Terra per osservare da vicino i piccoli terrestri. Gli extraterrestri si trasferiranno a vivere sulla Terra. Gli extraterrestri si dipingeranno di un colore diverso dal verde.

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IL RACCONTO DI fantascienza

Evviva i Classici

Il robot e la bambina

Io, robot Anno di pubblicazione 1950 Curiosità sull’autore Il suo vero nome era Isaak Judovič Ozimov, era infatti nato in Unione Sovietica, poi emigrato negli Stati Uniti, perché di famiglia ebraica. I genitori avevano un negozio di giornali: lì Isaac imparò ad amare la lettura.

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Novantotto, novantanove, cento... Gloria riabbassò le braccia con le quali si era schermata gli occhi e restò immobile per un attimo. Poi si allontanò cautamente dall’albero, cui si era appoggiata, cercando di guardare in tutte le direzioni. Si avviò a passo deciso in cerca di Robbie e udì troppo tardi il fruscio che si levava alle sue spalle, la caratteristica cadenza ritmata dei passi di Robbie. Si girò in tempo per vedere il suo compagno di giochi spuntare trionfante dal nascondiglio e correre verso l’albero. – Aspetta, Robbie! – gridò, scoraggiata – Non è leale! Avevi promesso che non avresti cominciato a correre finché non ti trovavo! I suoi piedini non potevano reggere il ritmo dei passi di Robbie. Ma, a tre metri dalla meta, Robbie rallentò di colpo l’andatura, si limitò ad avanzare strascicando i piedi e Gloria, con un impetuoso slancio finale, gli sfrecciò davanti ansimando e toccò per prima la corteccia dell’albero scelto come traguardo. Poi si girò raggiante verso il robot e gridò: – Robbie non sa correre! – aveva soltanto otto anni – Io posso batterlo quando voglio! Io posso batterlo quando voglio! – cantilenò. Robbie non rispose, naturalmente. Per lo meno, non a parole. Cominciò a correre, allontanandosi da Gloria; lei cercò di raggiungerlo, ma lui la costrinse a inseguirlo in cerchio, agitando le braccia. – Robbie! – strillò la bambina – Fermati! Finalmente il robot si girò di colpo e la sollevò tra le braccia, facendola roteare.


Evviva i Classici – Adesso tocca a me nascondermi. Robbie fece cenno di sì con la testa, un piccolo parallelepipedo dagli angoli smussati che era attaccato al parallelepipedo molto più grande del dorso per mezzo di un perno flessibile. Poi obbedì all’ordine e si appoggiò all’albero, tenendovi la faccia contro. Una sottile pellicola di metallo gli coprì gli occhi lucenti. Allo scoccare del centesimo secondo perlustrarono l’orizzonte, soffermandosi un attimo su di un pezzo di stoffa colorata che spuntava dietro il masso. Nel frattempo, in casa, la signora Weston ruppe il silenzio tra lei e il marito: – George! – Cosa c’è tesoro? – Sai benissimo cosa c’è, George. Si tratta di Gloria e di quell’abominevole macchina. Quel robot che Gloria chiama Robbie. Non la lascia un momento! – E perché dovrebbe? Il suo compito è proprio di accudirla. – Non voglio che mia figlia sia affidata a una macchina, per quanto efficiente, affettuosa e gentile questa possa essere. Non ha un’anima! I bambini non sono fatti per essere accuditi da un “affare” di metallo. – E quest’idea quand’è che ti è venuta in mente? Finora non mi sembravi preoccupata. Rifletti un po’... un robot baby-sitter è infinitamente più fidato di una creatura in carne e ossa. Robbie è stato costruito proprio per quell’unico scopo: essere il compagno di giochi di un bambino. È matematico che sia fedele, affettuoso e gentile: si tratta di una macchina costruita per questo. Puoi dire forse altrettanto per gli esseri umani? da I. Asimov, Io, robot, Mondadori

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

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Per costruire le competenze

Che strano sogno! 5

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Avevano una casa a colonne di cristallo sul pianeta Marte e ogni mattina si poteva vedere la signora K mangiare i frutti d’oro, che crescevano sulle pareti di cristallo, o ripulire la casa con la polvere magnetica. Nel pomeriggio, quando nessuno usciva di casa, si poteva vedere il signor K nella sua camera, intento a leggere un libro metallico dai geroglifici in rilievo. I coniugi K vivevano da vent’anni in quella casa, che girava su se stessa seguendo il Sole. Non erano vecchi. Avevano la pelle ambrata dei veri marziani, gli occhi come gialle monete, le voci molli e armoniose. Quella mattina la signora K si abbandonò in una poltrona, che scorrendo da sola era scivolata ad accoglierla, chiuse gli occhi ed ecco il sogno. Apparve il marito sulla soglia d’una porta triangolare. – Hai chiamato? – domandò con tono irritato. – No! M’ero assopita e ho fatto un sogno... strano! Ho sognato un uomo. Alto per lo meno un metro e ottanta. E aveva gli occhi azzurri. – Che assurdità! Gli occhi azzurri! – esclamò il signor K – E aveva, immagino, i capelli neri? – Come hai fatto a indovinare? – domandò lei, stranamente agitata. – Ho pensato al colore meno probabile – disse lui, freddamente. – Bene, erano proprio neri! – esclamò lei – E quell’uomo aveva la pelle molto bianca; indossava una strana uniforme ed era disceso dal cielo, sì, in un oggetto metallico, che scintillava al Sole – ricordò e chiuse gli occhi per ritrovare quelle immagini – l’uomo mi ha guardato e ha detto, in una lingua diversa dalla nostra, ma che capivo bene con la mente (telepatia, suppongo): “Sono venuto sulla mia nave dal terzo pianeta e mi chiamo Nataniel York”. – Un nome stupido! – il signor K, spazientito, fece l’atto di andarsene. – Yll – chiamò sommessamente – ti sei mai domandato se qualcuno non viva sul terzo pianeta? – Il terzo pianeta non è in grado di alimentare nessuna forma di vita! – spiegò pazientemente il marito – I nostri scienziati dicono che c’è troppo ossigeno nell’atmosfera di quel pianeta. – Ma non sarebbe meraviglioso se ci vivesse della gente? – Ti prego Ylla, tu sai quanto detesti questi capricci sentimentali. Basta! da R. Bradbury, Cronache marziane, Mondadori

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8. Il luogo in cui si svolge è: il pianeta Terra il pianeta Marte il terzo pianeta un laboratorio scientifico

2. I signori K non escono mai: la mattina la sera il pomeriggio la domenica

9. Sottolinea nel testo la descrizione della casa.

3. I signori K hanno la pelle ambrata (riga 8), cioè di colore: bianco giallo dorato rosato verde 4. Una mattina alla signora K capita: di fare uno strano incontro di fare uno strano sogno di leggere un libro metallico di mangiare i frutti d’oro 5. Quale delle seguenti frasi sintetizza il contenuto del testo? I signori K sono marziani che abitano in una casa di cristallo. La signora K pulisce la sua casa di cristallo. La signora K racconta il suo strano sogno al marito che le risponde freddamente. Un terrestre arriva su Marte e si presenta alla signora K. 6. I personaggi del racconto sono: giovani marziani extraterrestri giovani terrestri marziani di mezza età 7. La vicenda si svolge: nel presente el passato n nel futuro non si sa

10. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). Nel racconto... V ...ci sono sequenze descrittive. V ...ci sono sequenze narrative. V ...ci sono sequenze dialogiche. V ...ci sono sequenze riflessive.

Il racconto di Verso fantascienza l’invalsi

1. Il signor Yll è: il fratello della signora Ylla l’uomo con i capelli neri e gli occhi azzurri il marito della signora Ylla un vecchio marziano

F F F F

11. La vicenda è narrata: dalla signora Ylla da un narratore esterno dal signor Yll da Nataniel York 12. Spiega perché i seguenti elementi sono fantascientifici. - la casa ............................................................................. - la poltrona .................................................................... - i frutti ............................................................................... - il libro .............................................................................. 13. Il racconto che hai letto è di fantascienza, perché narra: una storia scientificamente possibile le conseguenze di azioni magiche una storia dove elementi fantastici e scientifici si fondono un sogno

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Metto a fuoco...

Il racconto fantasy Le mie domande

COSA narra un racconto fantasy?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO si svolgono?

CHI sono i personaggi?

COME è strutturato un racconto fantasy? Quale linguaggio usa?

Leone Aslan – E ora – disse il leone – ascolta bene il compito che ti attende, Bambina degli umani. Molto lontano da qui, in una terra chiamata Narnia, abita un vecchio re; è molto triste perché, tanti anni fa, il suo unico figlio maschio fu rapito. Nessuno a Narnia sa dove sia finito e, soprattutto, se sia ancora vivo. Ma io so che vive. Ecco, io ti ordino di partire per cercare il principe scomparso e riportarlo alla casa del padre. – Ma come posso fare quello che mi avete detto, scusate? – Ti illustrerò i Segni tramite i quali ti guiderò nella tua missione – rispose il leone – primo: non appena il tuo amico Eustachio metterà piede a Narnia, incontrerà un suo vecchio amico. Deve andargli subito incontro e salutarlo. Se farete così, vi sarà di molto aiuto. Secondo: dovete lasciare Narnia e avventurarvi verso nord, fino a quando non vi imbatterete nelle rovine della Antica Città dei Giganti. Terzo: in quella città troverete una pietra con alcune iscrizioni. Leggetele e seguite alla lettera le istruzioni. Quarto: se mai troverete il principe scomparso, lo riconoscerete perché sarà la prima persona nel corso del vostro viaggio a implorarvi di fare qualcosa in mio nome, cioè nel nome di Aslan. – Ma come faccio a raggiungere Narnia? – domandò Jill. – Volerai sul mio respiro! – disse il leone – Non c’è tempo da perdere, Bambina. Vieni qui, davanti a me, sull’orlo del precipizio. E così detto il leone aspettò che la Bambina degli umani si avvicinasse, poi spalancò le fauci e disse con tono solenne: – Quando incontrerai il principe di Narnia, Rilian, potrai dirgli che sei inviata dal grande leone Aslan! da C.S. Lewis, La sedia d’argento, Mondadori

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Le risposte COSA Il racconto fantasy narra storie fantastiche che ci riportano nel mondo delle fiabe, dei miti, delle leggende, dell’horror e della fantascienza, ma si distinguono da queste perché sono incentrate sulle sfide che gli eroi buoni devono affrontare contro le forze sovrannaturali del Male, per il trionfo del Bene. DOVE Le vicende dei racconti fantasy sono generalmente ambientate in luoghi magici carichi di mistero, come boschi e foreste incantate, grotte scure e misteriose, città diroccate, fortezze inespugnabili, palazzi stupendi... QUANDO Le storie fantasy si svolgono in un tempo indefinito, come sospeso o al di fuori del tempo reale. CHI Il protagonista generalmente è un umano che scopre di essere predestinato ad affrontare la grande impresa di sconfiggere le forze del Male, nella quale sarà affiancato da aiutanti o oggetti magici (pietre magiche, spade, anelli...). Gli altri personaggi, alleati o antagonisti, sono creature fantastiche: gnomi, troll, unicorni, elfi, draghi alati e orchi, quest’ultimi sono simili a umani malvagi ma con caratteristiche bestiali. COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag 218

Il racconto fantasy, generalmente, è strutturato nei tre momenti: inizio - svolgimento - conclusione. Il linguaggio usato fa spesso riferimento a mondi pieni di magia e di mistero. Anche i nomi propri di luoghi e personaggi sono particolarmente suggestivi, per aggiungere fascino alle complicate vicende raccontate.

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IL testo narrativo Metto a fuoco

Gli elementi del fantasy • Indica con una x gli elementi caratteristici del genere fantasy, che ritrovi in questo testo: animale immaginario oggetto magico missione pericolosa luogo misterioso personaggi fantastici luoghi reali ricerca del Bene atmosfera carica di tensione • Sottolinea tutti i riferimenti al luogo in cui si svolge la vicenda. • Il tempo in cui si svolgono i fatti è: ben precisato non definito chiaramente • Riquadra nel testo la descrizione della nuova creatura: di chi si tratta? ...................................................................

Il potere dell’unicorno Jared e Mallory proseguirono nella loro coraggiosa impresa, alla ricerca dell’Ampolla del Bene, e si ritrovarono nella Foresta Assoluta. L’elfa dagli occhi verdi tese una mano verso il fitto intreccio di rami e foglie. Solo allora Jared si accorse che tutt’intorno all’anello di alberi c’era ogni genere di folletti, elfi, fatine e spiritelli, che sbirciavano dai piccoli varchi rimasti. I loro occhi scuri brillavano, le ali ronzavano e le bocche si muovevano, ma nessuno oltrepassava il muro di rami intrecciati. Poi alcuni rami si sciolsero e una nuova creatura si fece avanti. Era bianca, grande più o meno come un cervo. La pelliccia era color avorio e aveva una lunga criniera. Il corno che si protendeva al centro della fronte era avvolto a spirale su se stesso e sembrava appuntito all’estremità. Sollevò il naso umido e fiutò l’aria. Mentre si avvicinava, l’intera radura si acquietò. Persino i passi di quella creatura meravigliosa erano silenziosi. Non sembrava affatto mansueta. Mallory fece un passo avanti, piegò da un lato la testa e tese una mano. Jared cercò di trattenerla: – Mallory! Non... Ma lei non lo sentiva. Aveva già passato le dita sul vellutato fianco della creatura, che rimase perfettamente immobile. Jared aveva persino paura di respirare mentre sua sorella accarezzava l’unicorno e poi affondava la mano nella criniera soffice come una nuvola. In quel momento, il corno le toccò la fronte e lei chiuse gli occhi. Sotto le palpebre, gli occhi di Mallory si agitavano, come se la ragazza fosse immersa nel sonno e stesse sognando. Poco dopo crollò in ginocchio, piegata dal magico potere dell’unicorno. da T. DiTerlizzi - B. Holly, Spiderwick, Mondadori

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IL racconto fantasy

Un incontro terribile Harry sentì le ginocchia premere contro l’erba fredda. La nebbia stava per accecarlo. Vide un Dissennatore arrestarsi molto vicino. Sentiva che lo stavano osservando, udiva il loro respiro spezzato come un vento maligno tutto intorno. Poi il Dissennatore più vicino abbassò il cappuccio. Al posto degli occhi c’era solo pelle sottile, grigia, butterata, tesa su orbite vuote. Ma c’era la bocca... un buco informe che si spalancava e risucchiava l’aria in un rantolo. Un terrore paralizzante invase Harry rendendolo incapace di muoversi o parlare. La nebbia bianca lo accecava. Due mani robuste e appiccicose si strinsero attorno al suo collo e costrinsero il suo viso a voltarsi verso l’alto. Harry avvertì l’alito dell’essere. Poi, attraverso la nebbia che stava per sommergerlo, credette di vedere una luce argentea che diventava sempre più intensa. Cadde in avanti sull’erba. A faccia in giù, troppo debole per muoversi, scosso dalla nausea e dai brividi, Harry aprì gli occhi. La luce illuminava l’erba attorno a lui. Il freddo arretrava. Qualcosa stava respingendo i Dissennatori. Se ne stavano andando. L’aria era di nuovo tiepida. Radunando le forze che gli restavano, Harry alzò appena la testa e vide un animale nella luce, che galoppava attraverso il lago. Era splendente come un unicorno. da J. K. Rowling, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Salani

Metto a fuoco

Il personaggio fantastico • Quali creature fantastiche compaiono nel brano? ..................................................................... ..................................................................... • Quale di esse viene descritta in modo particolareggiato? ..................................................................... • Sottolinea nel testo le caratteristiche del suo aspetto fisico.

lessico • Completa ogni similitudine con il primo termine: - . ................................ spezzato come un vento maligno. - . ............................... splendente come un unicorno.

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IL testo narrativo

Bilbo e Gollum 5

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Sopra un isolotto roccioso e scivoloso in mezzo a un lago, nel ventre di una montagna, viveva il vecchio Gollum, un essere piccolo, viscido e tutto scuro. Aveva una barchetta e silenziosamente andava in giro sul lago, usando i suoi larghi piedi come remi e catturando i pesci con le sue dita lunghe e veloci. Un giorno con i suoi pallidi occhi telescopici vide l’hobbit Bilbo che sedeva sulla riva del lago: incuriosito, salì in barca e lo raggiunse. – Mi sssa che quesssta è carne di prima scelta – sibilò Gollum – finalmente un bocconcino prelibato, gollum! – e quando disse “gollum” inghiottì con un orribile rumore di gola. Era questa la ragione del suo nome, sebbene egli chiamasse se stesso “tesoro mio”. Lo hobbit improvvisamente vide quegli occhi pallidi che sporgevano verso di lui. – Chi sei? – disse piantandogli la spada davanti. – Che cosa sssarà, tesssoro mio? – sussurrò Gollum (che si rivolgeva sempre a se stesso, non avendo mai nessun altro con cui parlare). – Sono il signor Bilbo Baggins e non so dove sono. Voglio uscire da qui! – Che cosss’ha in mano? – disse Gollum guardando la spada. – Una spada, una lama che fu forgiata a Gondolin. – Ssss! – disse Gollum mostrandosi amichevole – Forse dovremmo sederci qui e chiacchierare un pochettino, tesssoro mio. Gli indovinelli ti piacciono, non è vero? Gli indovinelli erano la sola cosa che gli fosse venuta in mente. Porli, e talvolta risolverli, era stato l’unico gioco cui avesse mai giocato con altre buffe creature prima di essere scacciato via,

Metto a fuoco

I personaggi e la struttura

• Chi sono i personaggi del racconto? ............................................................................................................ • Quale dei due è caratterizzato fisicamente? .............................................................................................. Sottolinea nel testo le parti che lo descrivono. • Il testo è formato soprattutto da sequenze: narrative riflessive descrittive dialogiche

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• Gli indovinelli di Gollum rappresentano: prove da superare occasioni per divertirsi stimoli per riflettere


solo, e di scendere nelle tenebre sotto le montagne. – Benissimo – disse Bilbo – Comincia tu. 30 Così Gollum sibilò: Radici invisibili ha, più in alto degli alberi sta lassù fra le nuvole va e mai tuttavia crescerà. – Facile! – disse Bilbo – È la montagna, penso! – Indovina cosssì facilmente? Deve fare a gara con noi, 35 tesssoro mio! Facciamo un patto: se il tesoro domanda e lui non risponde, lo mangiamo, tesssoro mio. Se lui domanda e noi non rispondiamo allora facciamo quello che vuole lui, eh? Sssì, gli faremo vedere la via d’uscita! – D’accordo! – disse Bilbo, non osando contraddirlo e 40 spremendosi il cervello per farsi venire in mente qualche indovinello che potesse salvargli la vita. Trenta bianchi destrier su un colle rosso battono e mordono, ma nessuno si è mosso. Questo fu tutto ciò che gli venne in mente. 45 – Bazzecole, bazzecole – sibilò Gollum – i denti! I denti, tesssoro mio! Ma noi ne abbiamo solo sssei! Poi pensò che era arrivato il momento di chiedere qualcosa di difficile e orribile e così disse: Questa cosa ogni cosa divora, 50 ciò che ha vita, la fauna, la flora; i re abbatte e così le città, rode il ferro e la calce già dura dei monti pianure farà. Il povero Bilbo sedeva nel buio pensando a tutti gli orribili 55 nomi di tutti i giganti e orchi di cui avesse mai sentito parlare, ma nessuno aveva fatto tutte queste cose. Cominciò ad avere paura, voleva urlare: “Dammi più tempo! Dammi più tempo”. Ma tutto ciò che gli uscì di bocca in uno strillo acuto fu: 60 – Tempo! Tempo! Bilbo si era salvato! Per pura fortuna. Proprio questa infatti era la risposta giusta! da J.R.R.Tolkien, Il signore degli anelli, Bompiani

verso l’invalsi

IL racconto fantasy

• Gollum si avvicina a Bilbo er fare amicizia p per giocare agli indovinelli per mangiarselo perchè è un tesoro • Gollum deve il suo nome a lla sua golosità per gli orchi al rumore che fa la sua gola quando inghiottisce al rumore che fa quando mastica al rumore che fanno i suoi larghi piedi • Le espressioni “carne di prima scelta” e “bocconcino prelibato” (righe 8-9) si riferiscono e ntrambe a Gollum la prima a Gollum e la seconda a Bilbo entrambe a Bilbo entrambe sia a Gollum che a Bilbo • Nell’espressione “Una lama che fu forgiata” (riga 21) la parola sottolineata si può sostituire con f ormata plasmata

a bbandonata scelta

• La soluzione dell’ultimo indovinello proposto è rlo u paura

f ortuna tempo

• Quale fra le seguenti frasi riassume meglio il testo che hai letto? Gollum e Bilbo si sfidano agli indovinelli. Gollum vuole mangiare Bilbo, ma non ci riesce. Bilbo e Gollum giocano insieme. Gollum si allena per diventare campione di indovinelli.

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IL racconto fantasy

Evviva i Classici

Atreiu e la grande ricerca

La storia infinita Anno di pubblicazione 1984 Curiosità sull’autore Michael Ende, nato in Germania, dette il consenso per la versione cinematografica de La storia infinita, ma poi rimase molto deluso e arrabbiato per le grandi modifiche che il regista aveva apportato alla sua storia.

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Cairone era quello che nei tempi antichi si chiamava un centauro. Aveva sembianze umane fino alla vita e il resto del corpo era quello di un cavallo: era un cosiddetto “Centauro Nero”, venuto da terre molto lontane del profondo sud. Per cui la sua parte umana aveva il colore dell’ebano, solo i capelli e la barba erano bianchissimi e crespi, mentre la parte equina era zebrata. Portava uno strano cappello di giunchi intrecciati e al collo aveva una catena con un grande amuleto d’oro, sul quale si vedevano due serpenti, uno chiaro e l’altro scuro, che si mordevano la coda a vicenda. Nel Regno di Fantàsia chiunque conosceva il significato di quel medaglione: era il segno distintivo di colui che agiva per incarico dell’Infanta Imperatrice. Si diceva che esso conferisse a colui che lo portava forze misteriose. Tutti conoscevano il suo nome: Auryn. Ma molti non osavano nemmeno pronunciare quel nome, lo chiamavano “il Gioiello” o, ancor più semplicemente, “lo Splendore”. Quando Cairone entrò nella sala si diffuse un grande silenzio. – Noi tutti ci troviamo qui e impotenti di fronte alla malattia dell’Infanta Imperatrice. L’unica cosa che sappiamo è che la distruzione di Fantàsia si va verificando contemporaneamente a questa malattia. È mia ultima e unica speranza che, in qualche parte di questo sconfinato reame, esista una creatura, che non arretri di fronte al pericolo e alla fatica, in breve: un eroe. L’Infanta Imperatrice mi ha confidato il nome di questo eroe, al quale essa affida la sua sorte e quella di tutti noi: questo eroe si chiama Atreiu e abita nel Mare Erboso, dietro le Montagne d’Argento; a lui io porterò Auryn e lo spedirò alla Grande Ricerca – e con quelle parole il vecchio Centauro uscì dalla sala, scalpitando con fragore. Il Mare Erboso era a molti giorni di viaggio da Fantàsia. Un bel giorno in un accampamento del Mare Erboso apparve un vecchio Centauro Nero dalla barba bianca. Il sudore gli grondava dal lucido mantello, aveva l’aria sfinita, sulla testa portava uno stano cappello e al collo aveva una catena e un grosso amuleto.


Evviva i Classici IL TESTO NARRATIVO

Era Cairone. Egli venne portato presso una grande tenda. La tenda si aprì e uscì un bambino di forse dieci anni. Indossava calzoni lunghi ed era a torso nudo, solo dalle spalle gli scendeva fino a terra un mantello di color rosso porpora. Aveva lunghi capelli nero-azzurri legati dietro al capo con una cordicella. Gli occhi scuri scintillarono irati, in direzione di Cairone. Gli domandò: – Che cosa vuoi da me, straniero? Il vecchio Centauro lo fissava sbalordito. – Vorresti forse dirmi che sei tu Atreiu? – domandò alla fine. – Certo, straniero. – Ma non c’è un altro forse, un uomo adulto, un esperto cacciatore che porti questo nome? – No, Atreiu sono io e nessun altro. Cairone si lasciò ricadere sul suo giaciglio e ansimò: – Un bambino! Un ragazzino! Per la verità, le decisioni dell’Infanta Imperatrice sono ben difficili da comprendere! Se avessi saputo da chi mi mandava, mi sarei semplicemente rifiutato di portare il suo incarico! – In che cosa consiste l’incarico? – domandò Atreiu. – Trovare la medicina per l’Infanta Imperatrice – rispose il vecchio Centauro – e salvare Fantàsia. Atreiu sedeva di fronte a lui a testa bassa e taceva. Capiva che la prova per lui era troppo, troppo difficile. – Be’, allora? – si informò il vecchio Centauro – Vuoi? Atreiu alzò la testa e lo fissò. – Lo voglio – rispose con fermezza. Cairone prese la catena con l’amuleto che portava e la mise al collo del ragazzo. – Auryn! – esclamò Atreiu devotamente – Mi mostrerò degno del Gioiello. Quando devo partire? – Ora, subito – rispose Cairone – nessuno sa quanto a lungo potrà durare la tua Grande Ricerca! Atreiu annuì. – Addio, Cairone. – Addio, Atreiu. E... buona fortuna.

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

da M. Ende, La storia infinita, Longanesi

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LEGGE L’ INSEGNANTE UTTO SUO... T O R IB L N U da

Imparo ad ascoltare

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

Giò Piedenero

1. Secondo te, quale sarà il protagonista tra quelli illustrati? 2. P oiché si tratta di un racconto fantasy, ipotizza almeno altri due personaggi che potrebbero prendere parte alla storia.

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Numera in ordine cronologico i fatti. Gli elfi costringono Giò a salire in groppa a un cavallo. Giò sguscia fuori dal letto per andare nel bosco. Giò riceve l’incarico di salvare la principessa Irma dal malvagio Signore di Trecotte. Il cavallo prende il volo e porta Giò a Dover per passare poi in Francia. Giò incontra tanti elfi e fate. Giò, anche se spaventato, accetta con gioia l’incarico. • Rispondi alle domande. - Dove è ambientata la storia? ................................................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................. - In quale momento della giornata si svolge? ....................................................................................................... ............................................................................................................................................................................................. • Immedesimati in Giò e immagina di vivere la sua esperienza. Colora il tuo stato d’animo in ogni situazione. senti parlare degli elfi del bosco: curiosità

indifferenza

voli in groppa a un cavallo: entusiasmo

terrore

odi il tintinnare di tante campanelle: stupore

spavento

comprendi che stai partecipando a un’impresa gloriosa: soddisfazione

spavento

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5.

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Testo audio e in guida

Indice di gradimento


laboratorio del lessico

La stella nera Erano le 22 precise del 2 giugno quando Nina si alzò dal letto facendo cadere, come al solito, il povero Platone sul pavimento, corse in bagno e, passando la mano sotto l’acqua, vide che la stella era diventata enorme, tanto da occupare tutto il palmo. Questa volta Nina era certa che non si trattava di un frutto della sua fantasia. La stella era lì... nera come la pece... questo non le era proprio mai successo. “La stella nera... il segno del pericolo. Cosa devo fare?” pensò tra sé. Ed era vero, il pericolo era lì. Era dovunque. Era nell’aria. Spaventata corse in camera da zia Carmen, che l’abbracciò forte e le tamponò la mano con del cotone imbevuto d’acqua di rose. Nina continuava a lavarsi le mani con l’acqua fresca, ma la stella del male era sempre lì, stampata nella carne e nulla poteva cancellarla e farla tornare rossa. Si guardò allo specchio e vide, come immerso in una nuvola di fumo giallo, il volto di un uomo bruttissimo, calvo, con gli occhi piccoli e grigi, un pizzetto nero sul mento e i denti gialli. Cosa ci faceva un mostro nel suo bagno? Nina spalancò la bocca per urlare ma non uscì neppure un gemito. Rimase così, atterrita e incredula. L’uomo rideva e continuava a fissarla. Dopo pochi secondi l’immagine del mostro sparì e sullo specchio rimase impressa dal fumo giallo una lettera: K. da M. Witcher, La bambina della sesta luna, Giunti

etimologia La parola FANTASIA deriva dalla parola greca phantasia = apparizione, immagine, invenzione, idea. La fantasia perciò è la facoltà della mente dell’uomo di creare immagini, di rappresentare cose, fatti o persone reali o immaginate. Attribuisci alle seguenti definizioni le parole corrispondenti, scegliendo tra quelle proposte. volo - irreale - fiabe - realtà - creativo - realismo - Basato solo sulla fantasia = ........................................................................................................................................................ - È proprio di chi bandisce la fantasia = ................................................................................................................................... - Si contrappone alla fantasia = .................................................................................................................................................. - Quello pindarico è frutto di fantasia = ................................................................................................................................... - Lavora molto di fantasia = ......................................................................................................................................................... - Nacquero dalla fantasia di Andersen = ..................................................................................................................................

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Per costruire le competenze

Ritorno a Ilyriand 5

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Molto, molto tempo fa, prima ancora dei tempi che i draghi possono ricordare, il popolo di Fallond viveva in una terra di nome Ilyriand. Si diceva che Ilyriand fosse un paese tanto ricco, che i suoi abitanti non avevano bisogno di nulla. Non avevano necessità di andare a caccia né a pesca, bastava che allungassero la mano verso gli alberi, carichi tutto l’anno di frutti maturi e deliziosi. Tutti vivevano serenamente fino a quando salì al trono Eldon. Fin da bambino, Eldon aveva alzato lo sguardo alle stelle, alle montagne che circondavano Ilyriand: voleva sapere che cosa c’era oltre i confini della sua terra. – Maestà, questo è impossibile! – gli rispondevano i saggi del regno – Guardatevi intorno: tutto ciò che potete desiderare è qui. – Le stelle viaggiano in cerca di nuovi orizzonti! – gridava Eldon – Perché io non posso fare altrettanto? Voglio la luna, voglio le stelle, voglio sapere che cosa c’è oltre i confini di Ilyriand! Passarono vent’anni, ma il desiderio di Eldon non si placava, così egli trovò un varco tra le montagne. Con tutti i suoi sudditi lasciò Ilyriand, chiudendo il passaggio con una porta incantata, che poteva essere aperta soltanto con una chiave magica d’oro zecchino. Viaggiarono attraverso molte terre e all’improvviso il Male piombò su di loro: uomini armati di asce li assalirono e li sterminarono. I pochi sopravvissuti al massacro costruirono delle navi e partirono, sperando di poter trovare la chiave d’oro e la strada per tornare a Ilyriand. Non furono fortunati e, dopo molti anni, decisero di rassegnarsi e si stabilirono a Fallond. Ma quella era una terra senza futuro. Se fossero rimasti lì sarebbero morti tutti. Dovevano tornare a Ilyriand. Un drago lungo sei metri, ricoperto di scaglie color ruggine li avrebbe aiutati. da J. Ashton, In viaggio per Ilyriand, Mondadori

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2. Il re Eldon voleva esplorare: l’orizzonte oltre i confini del regno la luna e le stelle il regno di Ilyriand 3. Dopo venti anni Eldon trovò: una porta incantata un varco tra le montagne nuovi orizzonti i confini del regno 4. Eldon lasciò Ilyriand: con i saggi del regno da solo con tutti i suoi sudditi a cavallo di un drago 5. Eldon e il suo popolo furono assaliti dal Male: all’inizio del viaggio durante il viaggio dopo vent’anni al ritorno 6. I pochi sopravvissuti si stabilirono a: a Ilyriand sulle montagne a Fallond oltre i confini dell’universo

Il racconto Verso l’invalsi fantasy

1. Tantissimo tempo fa il popolo di Fallond viveva: serenamente a Fallond in un paese tra le montagne serenamente a Ilyriand oltre i confini di Ilyriand

7. L’espressione “quella era una terra senza futuro” (righe 32-33) significa che: Fallond non permetteva un futuro tranquillo Fallond era adatta solo per il presente Ilyriand non permetteva un futuro tranquillo Fallond in futuro non sarebbe diventata Ilyriand 8. I sopravvissuti sarebbero potuti tornare a Ilyriand: dopo aver sconfitto il Male con l’aiuto di un drago per mezzo di una chiave magica con le loro forze 9. Nella conclusione risulta vincente: il Bene non è chiaro il Male Eldon 10. I personaggi del racconto sono: solo umani creature fantastiche e umane personaggi malefici animali parlanti 11. Segna con una x gli elementi fantasy presenti nel brano: tempo non reale oggetti con poteri magici lotta tra il Bene e il Male viaggio pericoloso animali fantastici maghi persone con poteri magici luoghi immaginari

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Metto a fuoco...

il racconto giallo Le mie domande COSA narra un racconto giallo?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO si svolgono?

CHI sono i personaggi?

COME è strutturato un racconto giallo?

La giacca rossa Venerdì primo settembre, ore 23.40: la signora Mercallier trascorreva la sera in casa senza il marito. Prese un libro dalla biblioteca e si infilò a letto. Ore 0.12: un rumore attirò l’attenzione della signora Mercallier. Stava per scendere dal letto, quando lo sguardo le si posò sulla maniglia della porta, che si muoveva lentamente verso il basso. Provò a urlare, ma la gola era serrata. Il cuore, invece, batteva a ritmo frenetico. Era paralizzata dalla paura. La porta si spalancò. L’uomo portava una giacca rossa, pantaloni chiari e impugnava una pistola. E il volto... era una maschera di gomma molto aderente. Un’apparizione diabolica. La voce era atona, ma chiara... – Fuori il denaro e i gioielli. Ore 2.40: il commissario Caldoni e l’ispettore Piletto avevano di fronte Enrico Tuzzi. Fu Caldoni a iniziare: – Due ore e mezzo fa, qualcuno è entrato in casa dell’addetto militare Mercallier, ha imbavagliato la moglie, preso denaro e gioielli e si è congedato... La signora l’ha riconosciuta! – E da cosa, se mi è concessa la domanda? – si sdegnò Tuzzi. – Dalla sua giacca alla quale mancavano due bottoni. Siamo sicuri di trovarla qui. Enrico, furente, disse: – Perquisite pure la casa. Non troverete nessuna giacca rossa: non ne ho mai posseduta una! E ora, se possibile, vorrei riprendere sonno. Il commissario sorrise: – Avrà tempo di dormire, ora. Si vesta, la dichiaro in arresto: lei si è tradito da solo. da W. Ecke, La casa dei 99 fantasmi, Edizioni Elle

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Le risposte COSA Il racconto giallo narra storie incentrate su un caso poliziesco da risolvere (furto, rapimento, delitto...) che crea suspense e curiosità nel lettore, fino ad arrivare alla soluzione del mistero attraverso la raccolta degli indizi e la ricerca del movente. DOVE I luoghi sono realistici, descritti in tutti i loro particolari, per essere utili alla soluzione del caso; generalmente si tratta di ambienti chiusi circondati da un’atmosfera carica di tensione. QUANDO Il tempo in cui si svolgono i fatti è ben definito: presente o passato. CHI Il protagonista è un investigatore privato o della polizia, di solito dotato di una personalità originale e capace di risolvere il caso con l’intelligenza e con il cosiddetto “fiuto”. Gli altri personaggi sono: - l’aiutante, non sempre presente - il colpevole (un ladro, un assassino...) - la vittima (la persona derubata, uccisa o rapita) - i sospettati (persone che si muovono nell’ambiente della vittima) - i testimoni (coloro che hanno informazioni o hanno assistito al fatto) COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag 219

Il racconto giallo, generalmente, è strutturato nei tre momenti: inizio - svolgimento - conclusione. Il ritmo narrativo è incalzante, ricco di colpi di scena per creare suspense.

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IL testo narrativo

I gioielli scomparsi

Metto a fuoco

Gli elementi del giallo • Il caso da risolvere è: un rapimento un furto un omicidio • La storia è ambientata in un luogo: realistico fantastico • Il reato è avvenuto in: un furgone un appartamento una vetreria • Il tempo della storia è: ben definito indefinito • Il reato avviene: di giorno

di notte

• Collega gli elementi tipici del racconto giallo ai nomi corrispondenti.

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investigatore

- Roller

vittima

- stucco

indizio

- Moser

colpevole

- Manzi

L’ispettore Roller riassume il caso, rivolgendosi alla signora Manzi: – Dunque, signora, lei era fuori casa per fare la spesa e, quando è tornata, si è accorta che la finestra della stanza da letto era aperta. Dalla stanza è stata rubata una cassetta contenente gioielli e denaro. È così? La signora annuisce, mentre tenta di trattenere le lacrime. L’ispettore Roller s’inginocchia e comincia a tastare il pavimento della stanza, ricoperto di tappeti. Quando si alza, tiene qualcosa in mano. – Signora Manzi, avete avuto qualche artigiano in casa in questi giorni? La signora scuote il capo e fissa Roller senza capire. – Qui nella stanza c’è un leggerissimo odore di stucco. Inoltre ho trovato un pezzetto di legno con dello stucco attaccato. Il ladro, o i ladri, devono avere a che fare in qualche modo con stucco e legno – spiega l’ispettore. – La vetreria Moser! – esclama la donna – La si può vedere dalla finestra della stanza da letto. – Grazie signora – dice l’ispettore – sarò di ritorno tra poco. Non appena comprende le ragioni della visita dell’ispettore, il vetraio Moser resta a bocca aperta. – Ritengo, signor Moser, che qui si nasconda un ladro... – afferma l’ispettore – Da una casa nelle immediate vicinanze è stata trafugata una cassetta con del denaro. – Si tratta sicuramente di un errore, signor ispettore! – si difende il vetraio.


il IL TESTO racconto NARRATIVO giallo

Poco dopo, però, viene ritrovata la cassetta sotto il sedile del furgone della vetreria. Il signor Moser arrabbiato si precipita nella bottega-laboratorio, dove due apprendisti stanno lavorando. Con ampi gesti spiega loro il perché della presenza dell’ispettore e li invita a dire la verità. Allora si fa avanti l’ispettore: – Tra le 10 e le 10.20 è avvenuto il furto della cassetta. Signor Visani, che cosa faceva lei a quell’ora? – Io ero dal medico. Sono tornato poco prima delle 10.30, il padrone può confermarlo – risponde subito il primo apprendista. L’ispettore Roller si rivolge allora al secondo apprendista: – E lei, signor Costa? – Io non so... Ero qui nel laboratorio... Non sono un ladro, io! – balbetta Costa, abbassando gli occhi sul pavimento e grattandosi la testa... Il vetraio Moser cerca di calmarlo e poi chiede all’ispettore: – Ha già stabilito se il denaro e i gioielli si trovano ancora tutti nella cassetta? L’ispettore fa un amichevole gesto di diniego. – Grazie, grazie, signor Moser, di sicuro c’è ancora tutto. E io ho scoperto chi è il ladro. da W. Ecke, L’uomo in nero, Edizioni Elle

lessico • Collega ogni termine al suo sinonimo. - ragioni - trafugata - apprendisti - diniego

- negazione - sottratta - motivi - principianti

COMPRENDO • L’ispettore trova l’indizio utile alle indagini: interrogando la signora Roller interrogando il vetraio Moser esaminando attentamente il pavimento della stanza • I ndica quali sensi attiva l’ispettore per indagare: odorato vista udito tatto Sottolinea le frasi che te lo fanno capire. • Come viene smascherato il colpevole? Confessa apertamente. Si tradisce con le sue parole. È riconosciuto da un testimone. Motiva la tua scelta. ................................................................................... ...................................................................................

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IL testo narrativo

Il pirata informatico Metto a fuoco

I personaggi • Chi sono i personaggi del brano? ...................................................................... ...................................................................... • Attribuisci a ogni personaggio il suo nome proprio: - detective → ........................................ - sospettato → ........................................ • Di cosa è sospettato David? ...................................................................... ...................................................................... • Perché è sospettato? ...................................................................... ...................................................................... ......................................................................

dico la mia • Hai mai sentito parlare di pirati informatici? Sai di chi si tratta?

SCRIVO •C ome finirà la vicenda in cui è coinvolto David? Riuscirà a dimostrare la propria innocenza? Inventa e scrivi tu il finale.

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Quando David tornò a casa da scuola, trovò tre persone in camera sua, intorno al suo computer: la madre, con occhi preoccupati, e due tipi, un uomo e una donna, vestiti di scuro. – David, questi sono due agenti dell’FBI, Kendal e Guardi – disse la madre – Hanno un mandato di perquisizione! – e gli mostrò un documento. – L’FBI? – chiese incredulo il ragazzo, che solo in quel momento notò gli scatoloni vicino al suo letto. – Che cosa vogliono fare con il mio computer? L’uomo si voltò verso David e disse: – Stiamo indagando su un caso di pirateria informatica. Più di centomila dollari sono stati rubati ieri, attraverso internet, da una banca degli Stati Uniti, e poi trasferiti su un conto corrente segreto di una banca svizzera. – D’accordo, ma io che cosa c’entro con questa storia? – domandò David. – Beh, vedi, siamo riusciti, seguendo le tracce lasciate dal pirata, a individuare il computer che ha utilizzato e sembra proprio che... si tratti del tuo, David! – Dobbiamo sequestrare il tuo computer – aggiunse Kendal. – Ma io non ho rubato niente! – si difese l’accusato – Come potete pensare che sia stato io? – Il pirata che ha trasferito i soldi ha messo la sua firma sul programma che ha utilizzato. E la firma è la tua – spiegò Guardi mentre radunava i CD che erano sulla scrivania. David sgranò gli occhi per lo stupore! da A. Capaci, Il caso del pirata informatico, Edizioni e/o


laboratorio del lessico

Ispettore Santoni, il “Lupo Bianco” Lupo Bianco scalò il pendio con la sua Vespa. Scarburò gas inquinati, smarmittò fumi alcolici, cambiò sul manubrio (grasso di grasso) la quarta in terza, la terza in seconda. Si sparò in faccia il vento freddo. Di schiaffi ne aveva presi fin da piccolo, ma quelli erano i più belli. Lanciò al massimo la Vespa. Attraversò il ponte: occhi azzurri, capelli neri sciolti, fazzoletto rosso al collo, maglione grezzo, pantaloni di velluto. Lupo Bianco guidava a mani nude. Forti, sicure, educate. Chiunque ci si sarebbe affidato: un bambino, una donna, un vecchio, ma quelle stesse mani potevano anche diventare arma pericolosa, quando acciuffavano un delinquente o i suoi complici. Intanto lo scooter strepitava imballato. Troppo lento per la fretta che aveva l’ispettore Marzio Santoni, detto “Lupo Bianco”, che voleva correre sul luogo del delitto. Per raggiungere il residence avrebbe fatto prima a piedi, per le scorciatoie. Appoggiò la Vespa a un muretto e corse feroce. Le suole delle scarpe alzavano terra e foglie. I capelli neri cavalcavano il cielo che si stava facendo più azzurro. Un animale. Calcolava il percorso più veloce, le distanze, la pendenza, il terreno scivoloso, le fratte, l’abetina bassa: ostacoli che evitava. Le immagini gli luccicavano disegnate, quasi che un navigatore gli segnasse la via. Frecce, angoli, curve, diritture. Rimbalzavano in testa le parole concitate di Agostino Uberti, il custode del residence: – Corri, corri, è una tragedia! Solo il tuo fiuto eccezionale può risolvere questo enigma! da F. Matteucci, Le indagini dell’ispettore Santoni, Newton Compton

etimologia La parola ENIGMA deriva dal greco aenigma = parlare in modo misteroso. Il suo primo significato indica un breve componimento in versi che propone un concetto o una parola da indovinare. Da qui il significato si è esteso a indicare qualcosa di oscuro e inspiegabile, per questo è un termine molto usato nel giallo. Scrivi un sinonimo per il primo significato e uno per il secondo. 1° ..................................................... 2° ......................................................

facciamo

SQUADRA

Ora inventate voi un enigma su cui costruire un giallo. 1 . S crivete su bigliettini le parole del giallo: movente investigatore indagine sospettato indizi reato alibi 2 . I nventate la trama di un “giallo” che contenga tutti gli elementi scritti sui biglietti. 3 . I n piccoli gruppi scegliete un biglietto e sviluppate la parte che vi è capitata (ad esempio con dialoghi, descrizioni...). 4. U nite le parti del racconto e avrete creato “Il giallo di classe”!

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IL testo narrativo

Elementare, Watson! – Un uomo è stato assassinato, e sul muro è stata tracciata a lettere rosso sangue la parola: RACHE – esclamarono Lestrade e Gregson. Holmes disse, rivolto ai due poliziotti: – L’omicida era un uomo. Alto più di un metro e ottanta, nel fiore degli anni, con i piedi piccoli per la sua statura; indossava stivali pesanti con la punta quadrata. È arrivato qui in una carrozza a quattro ruote tirata da un cavallo con tre ferri vecchi e un ferro nuovo sulla zampa anteriore destra. Le unghie della sua mano destra erano notevolmente lunghe. Sono solo poche indicazioni, ma potrebbero esservi utili. Lestrade e Gregson si scambiarono un’occhiata e un sorriso incredulo. Sherlock Holmes si avviò alla porta. – Un’altra cosa, Lestrade – aggiunse voltandosi dalla soglia – “Rache” è la traduzione tedesca di “vendetta”; quindi, non perda tempo a cercare la signorina Rachele. E con questo se ne andò, lasciandosi alle spalle i due a bocca aperta. – Senza dubbio lei non è così certo, come vorrebbe far credere, di tutti i particolari che ha elencato – dissi. – Non c’è margine possibile di errore! – rispose – La prima cosa che ho notato, arrivando sul posto, sono stati i solchi lasciati dalle ruote di una carrozza accanto al bordo del marciapiede. Ora, fino a ieri sera, non pioveva da una settimana; quindi le ruote, che hanno lasciato solchi tanto profondi, devono averli lasciati durante la notte. C’erano anche le impronte degli zoccoli del cavallo e il contorno di una di esse era molto più nitido delle altre, rivelando la presenza di un ferro nuovo. – Fin qui sembra abbastanza semplice – osservai – ma che mi dice circa la statura dell’uomo? – In nove casi su dieci la statura di una persona può essere determinata dalla lunghezza del suo passo. Un calcolo relativamente semplice, ma non vale la pena che io l’annoi con delle cifre. Le impronte dei passi dello sconosciuto apparivano sia all’esterno, sul terreno argilloso, che all’interno, sulla polvere del pavimento; ho poi avuto modo di controllare i miei calcoli.

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COMPRENDO • Sherlock Holmes è: una persona comune una persona dotata di grandi capacità logiche e deduttive • Sherlock Holmes vuole: presentare delle verità oggettive accusare la signora Rache


il racconto giallo

Quando una persona traccia una scritta sul muro è istintivamente portata a scrivere al di sopra del livello degli occhi. E quella scritta era appunto a poco più di un metro e ottanta dal pavimento. Elementare. – E per l’età? – chiesi. – Be’, se un uomo può compiere passi da un metro e mezzo senza il minimo sforzo, ovviamente non può essere né vecchio né malandato. Sul viale del giardino c’è una pozzanghera larga appunto un metro e mezzo, che quel tipo ha evidentemente scavalcato. Non c’è assolutamente niente di misterioso. Non facciamo altro che applicare qualche regola di osservazione e deduzione. Altre domande? – Le unghie – suggerii. – La scritta sul muro era tracciata dal dito indice di un uomo, intinto nel sangue. La lente mi ha permesso di osservare che, nello scrivere, aveva lasciato dei leggeri graffi sull’intonaco, il che non sarebbe successo se avesse avuto le unghie corte. È proprio in questi particolari che un abile investigatore si distingue da tipi come Gregson e Lestrade. Mi passai la mano sulla fronte. – La mia mente è confusa – dissi. Il mio compagno ebbe un sorriso. da A. Conan Doyle, Uno studio in rosso, Newton Compton

Metto a fuoco

lessico

Gli indizi

• Gli indizi elencati nel testo sono: ipotesi fantasiose osservazioni attente da cui ricavare deduzioni • Sottolinea nel testo gli indizi su cui si è basato Sherlock Holmes per definire l’identikit dell’omicida. Poi completa la tabella. Deduzioni alto più di un metro e ottanta nel fiore degli anni piedi piccoli e stivali pesanti unghie della mano destra lunghe

Indizi

• Leggi il significato del termine “deduzione” e completa quello del suo contrario, cioè “induzione”. Deduzione: procedimento logico che consiste nel trarre, da un complesso di fatti generali, delle conclusioni particolari. Induzione: procedimento logico che consiste nel trarre, da osservazioni ed esperienze ........................................, dei principi ............................................. .....

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il racconto giallo

Evviva i Classici

Dieci piccoli indiani La faccia di Rogers, il maggiordomo, faceva paura. Le mani gli tremavano e il dottor Armstrong ne fu scosso. – La prego, vorrei parlarle. Ma in casa, signore – disse il maggiordomo. Il dottore entrò. Rogers lo seguì e richiuse la porta. – Ebbene, che c’è? – Succede qualcosa che non capisco, signore. Sono quelle statuine, signore. Le statuine di porcellana. Erano dieci. – Sì, dieci. – Ecco, ieri sera, mentre sparecchiavo, ce n’erano solo nove. E ora, signore, è successo di nuovo. Stamattina, non ci ho fatto caso quando ho apparecchiato. Ma adesso, signore, ce ne sono solo otto! Non capisco come mai... Solo otto! Armstrong uscì pensoso sulla terrazza e incontrò il suo amico investigatore Lombard, ex capitano. – Abbiamo bisogno di una spiegazione plausibile per due decessi che si sono susseguiti così rapidamente – esclamò Lombard. – Forse posso aiutarla a trovare quella soluzione! – e Armstrong gli riferì quanto gli aveva detto Rogers circa la sparizione delle due statuine di porcellana. – Già, i negretti... Ce n’erano dieci, ieri sera, a pranzo. E adesso ce ne sono otto... L’investigatore Lombard sogghignò e gettò via la sigaretta. – Non è una semplice coincidenza la sparizione dei due negretti e le due morti... Dobbiamo indagare! – Sì, dobbiamo proprio indagare – ribadì Amstrong – e si mise a recitare:

Dieci piccoli indiani Titolo originale Ten little niggers = Dieci piccoli negri Anno di pubblicazione 1939 Curiosità sull’autore Agatha Mary Clarissa Miller, nota in tutto il mondo con il nome di Agatha Christie, pare abbia deciso di scrivere romanzi gialli anche per una sorta di scommessa con sua sorella, la quale riteneva che Agatha non sarebbe mai riuscita a diventare una scrittrice di gialli.

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Evviva i Classici Dieci poveri negretti se ne andarono a mangiar: uno fece indigestione, solo nove ne restar. Nove poveri negretti fino a notte alta vegliar: uno cadde addormentato, otto soli ne restar. I due uomini si guardarono. Philip Lombard sogghignò e gettò via la sigaretta. – Collima troppo bene perché sia una semplice coincidenza! Antony Marston è morto ieri sera dopo cena e la signora Roger ha dormito troppo, indiscutibilmente. – E allora? – chiese Armstrong. Lombard non esitò un’istante. – E allora, ecco un altro negretto da scoprire. Un negretto in soprannumero... il signor Owen. Uno sconosciuto, un pazzo in circolazione sull’isola. – Certo – rispose Amstrong – non ci avevo pensato! Noi ospiti siamo dieci in tutto e di certo non giochiamo ad ammazzarci tra noi. Owen, il proprietario dell’isola, è il colpevole. Dobbiamo scoprire dove si nasconde! – Quest’isola è praticamente una nuda roccia. Non ci metteremo molto a frugare ovunque. E non tarderemo a scovare il nostro signor Owen. Il dottor Armstrong annuì: – Sarà pericoloso. Philip Lombard rise. – Pericoloso? Chi ha paura del lupo cattivo? Io sarò pericoloso quando gli avrò messo le mani addosso – fece una pausa e aggiunse – sarà bene parlarne a Blore e dirgli di aiutarci. Meglio non dir nulla alle donne. Quanto agli altri, il generale è definitivamente rammollito e la specialità di Wargrave è una magistrale inerzia. Noi tre soli possiamo occuparci della cosa. da A. Christie, Dieci piccoli indiani, Mondadori

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

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Per costruire le competenze

Un falso alibi 5

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L’ ispettore Martini entrò nell’elegante appartamento alle 9 in punto: il commissario Giani e il medico legale lo aspettavano nella lussuosa camera dove era stato trovato il cadavere. Giani iniziò il rapporto al suo superiore: – La governante è arrivata alle 8. Ha preparato la colazione per l’ingegnere e gliel’ha portata in camera alle 8.30. Subito ha visto il cadavere e ha chiamato il 118. Ha detto anche di aver chiamato l’unico parente della vittima, il nipote. Dovrebbe arrivare a minuti. Martini si rivolse al medico legale: – E lei, dottore, cosa mi dice? – La vittima deve aver lottato con il suo assassino e, durante la colluttazione, è stato colpito al capo – rispose il dottore. Martini osservò il cadavere dell’uomo: l’ingegnere, un facoltoso imprenditore sulla sessantina, indossava un elegante smoking, la cui giacca era ancora appesa all’armadio. L’orologio da sera di platino, il cui vetro si era rotto durante la lotta, era fermo all’ora dell’aggressione: circa le 22. – Si stava certamente preparando per andare a un ricevimento – osservò il commissario Giani, ma fu interrotto da un agente che annunciava l’arrivo del nipote della vittima. Martini gli andò incontro. – La domestica mi ha telefonato circa mezz’ora fa. Ho fatto prima che ho potuto... – sembrò scusarsi – povero zio! È inutile nascondervi che fra noi non correva buon sangue, lo scoprirete subito visto che, essendo l’unico erede del suo patrimonio, svolgerete indagini su di me. Comunque vi risparmio la fatica: ieri sera fra le 21 e le 23 ero a casa della mia fidanzata a guardare la finale di coppa in televisione. Martini guardò negli occhi il giovane. In fondo era un pericoloso assassino... da Il settimanale dell’enigmistica, Hachette Rusconi

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2. Indica il ruolo di ciascun personaggio, scegliendo tra quelli proposti: sospettato - ispettore - vittima commissario - testimone - Martini = .................................................................... - Giani = ........................................................................ - ingegnere = ............................................................. - nipote = ..................................................................... - governante = .......................................................... 3. Chi arriva per ultimo a esaminare il cadavere è: il commissario Giani il medico legale l’ispettore Martini 4. La vittima: non ha reagito ha gridato “aiuto” non ha visto l’assassino ha lottato con il suo assassino 5. Le 22 indicano l’ora: dell’inizio delle indagini dell’aggressione dell’arrivo del nipote della soluzione del caso 6. Il sospettato è: uno dei parenti della vittima l’unico parente della vittima un testimone la governante

Il racconto Verso l’invalsi giallo

1. Il crimine commesso è: un furto un omicidio un sequestro di persona

7. Il modo di dire “non correre buon sangue” (riga 25) significa: non avere buoni rapporti con qualcuno adirarsi offendersi provare una paura improvvisa 8. Il colpevole è il nipote perché: egli non ha una fidanzata la fidanzata abita nella sua stessa casa egli conosce l’ora del delitto non ha nessun alibi 9. Il movente dell’omicidio è: l’orologio l’invidia l’eredità la vendetta 10. Riordina con i numeri le sequenze. Ascolto dei presenti Arrivo dell’ispettore Interrogatorio del nipote Scoperta dell’assassinio Esame del cadavere 11. La vicenda è ambientata: in una camera d’albergo in una camera di un elegante appartamento in una sala da ricevimento a casa della fidanzata del nipote 12. Segna con una x gli elementi del racconto giallo presenti nel testo: una vittima un movente un falso alibi un interrogatorio degli indizi la ricostruzione del un furto caso un investigatore

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0...

come come

ONESTÀ

Per un mondo migliore servono uomini che conoscono il valore dell’onestà.

Il dilemma di Tommi Domenica mattina, quarta giornata di campionato, Champignon, l’allenatore della mitica squadra delle Cipolline, raccomanda: – Importante è che giochiate uniti, tutti in amicizia: un fiore prima che petali separati! Così le squadre entrano in campo: Cipolline contro Diavoli Rossi. Appena dieci minuti dalla fine del secondo tempo Tommi, il capitano, segna il gol che fa vincere le Cipolline, ma... nessuno si è accorto che Tommi ha segnato di mano, perché ha tenuto il pugno molto vicino alla testa. Solo Titti, portiere dei Diavoli Rossi, che stava proprio davanti a lui, ha visto il fallo e corre a protestare dall’arbitro, che però torna deciso verso il centro campo. – Mi spiace, io ho visto un colpo di testa. È gol! Le Cipolline sono una montagna di abbracci... Titti non si arrende, corre in panchina da Champignon: – Signore, le giuro che il suo numero 9 ha fatto gol con la mano! Non è giusto! Champignon si liscia il baffo sinistro e cammina verso il centro del campo. – Può aspettare un attimo, signor arbitro? – chiede il mister, che poi si avvicina al capitano delle Cipolline per parlargli sottovoce. – Tommi, hai segnato di testa o di pugno? – Di pugno... credo.

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l’educazione alla cittadinanza

promuove il senso dell’onestà e del rispetto della comunità in cui si vive.


Champignon si rivolge all’arbitro: – Il mio capitano ha una cosa importante da dirle. Tommi confessa: – Credo di aver fatto gol con il pugno. L’arbitro stringe la mano al numero 9: – Bravo, ragazzo, averlo ammesso è un gesto da vero sportivo. Così però la partita si è fermata sul pareggio: 1 a 1. Il pomeriggio, al parco Forlanini, Tommi, seduto da solo sulla riva del laghetto, sta tirando delle pallottole di pane ai suoi amici pesci. Solo loro possono aiutarlo a capire se ha fatto bene o male a confessare di aver segnato con la mano. “Lo so, non si dicono mai bugie” pensa Tommi “però esistono bugie particolari che fanno più bene che male. Con quel gol, i miei amici delle Cipolline probabilmente sarebbero andati in finale e invece, per colpa mia, non ci andranno. Hanno faticato in allenamento per tutto l’inverno, con la pioggia, la neve... La mia bugia non avrebbe fatto male a nessuno e avrebbe fatto felici tutti noi, compreso Champignon, che ha sacrificato tanto tempo per farci giocare ed è quello che merita più soddisfazioni”. I pesci rossi, saliti in superficie per piluccare la mollica, sembrano portare a Tommi questa risposta: “E ai Diavoli Rossi non pensi? Avrebbero rischiato di perdere il campionato a causa del tuo gol irregolare. Anche loro si sono allenati sotto la pioggia, la neve e al gelo, come le altre squadre. Per questo tutti hanno diritto a un torneo leale. E Titti ha diritto di subire gol segnati in modo regolare. È vero, non può vincere il campionato, però prendere un solo gol in casa delle Cipolline per lei vale quasi uno scudetto. Con una bugia le avresti tolto questa gioia. Hai ragione, Champignon merita molte soddisfazioni, ma la più grande che puoi dargli è giocare in modo corretto, comportandoti con i tuoi compagni nel modo migliore. È per questo che ha fondato le Cipolline ed è per questo che ieri, Tommi, hai fatto la scelta giusta”.

• Tommi si è trovato di fronte a due possibilità: vincere in modo disonesto o perdere onestamente. Non è stato facile per lui scegliere... Tu, con sincerità e consapevolezza, rifletti su come affronteresti una situazione simile. - Credi che per te sarebbe: una scelta facile una scelta difficile

-P renderesti in considerazione: i tuoi interessi i vantaggi della situazione i sentimenti degli altri

da L. Garlando, Sognando la finalissima, Piemme

educazione alla cittadinanza

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o...

come come

ONESTÀ

L’onestà... in persona! Sandro Pertini, un uomo di valore

• ONESTÀ - LIBERTÀ - GIUSTIZIA sono parole ricorrenti nel discorso di Sandro Pertini. Sei sicuro di conoscerne il significato e il valore? • Completa le frasi poi confrontale con quelle dei tuoi compagni. - Onesto come ....................................... .................................................................. .................................................................. .................................................................. - Libero come ......................................... .................................................................. .................................................................. .................................................................. - Giusto come ........................................ .................................................................. .................................................................. ..................................................................

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educazione alla cittadinanza

Sandro Pertini è stato uno dei presidenti della Repubblica italiana più amato dalla gente. Eletto a ottantadue anni, l’8 luglio del 1978, a stragrande maggioranza con ottocentotrentadue voti su novecentonovantacinque votanti, egli è ancora oggi considerato da tutti, indipendentemente dalle idee politiche, un esempio di onestà, di coerenza, di forza delle idee, di giustizia e di libertà, che ha perseguito in ogni situazione della sua vita. Queste sono le parole da lui pronunciate in un discorso ufficiale: «L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della Terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire. Da noi deve partire l’esempio di onestà e di rettitudine, perché il popolo italiano ha sete di onestà. Su questo dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo che la corruzione è nemica della libertà. Bisogna essere degni del popolo italiano. Non è degno di questo popolo colui che compie atti di disonestà e deve essere colpito senza alcuna considerazione. Guai se qualcuno dovesse sostenere gli uomini corrotti e difenderli. In questo caso la solidarietà, l’amicizia con qualcuno di loro, diventa complicità e omertà. Deve essere dato, ripeto, il bando a tutti i disonesti perché offendono il popolo italiano. Offendono i milioni e milioni di italiani che pur di vivere onesti impongono gravi sacrifici a se stessi e alle loro famiglie. Per me, libertà e giustizia sociale camminano sempre insieme, perché non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale. Nella vita a volte è necessario saper lottare onestamente, non solo senza paura, ma anche senza speranza.»


Le parole dell’onestà HO TROVATO UN PORTAFOGLIO SUL MARCIAPIEDE, VADO A PORTARLO ALLA STAZIONE DEI CARABINIERI!

Il vocabolario definisce così la parola ONESTÀ:

Onesta: qualitaà morale di chi rispetta gli altri e agisce lealmente verso il prossimo. • Sottolinea le parole che possono essere considerate sinonimi di ONESTÀ:

furbizia

rettitudine lealtà

rispetto

sincerità correttezza

• Quali di questi ragazzi pronunciano parole oneste? Indicali con una x.

NON DARE LA COLPA A LUCA, SONO STATa IO A FARTI CADERE, SCUSAMI, L’HO FATTO in UN MOMENTO DI RABBIA. POSSO METTERMI IN TASCA QUESTO GIOCO, TANTO NESSUNO MI STA GUARDANDO!

SAMUELE MI HA chiesto DI NON SVELARE A NESSUNO IL SEGRETO CHE MI HA CONFIDATO, DI NON TRADIRE LA SUA FIDUCIA, MA TANTO NON MI sente MICA...

• Segna tra le seguenti forme di disonestà quelle che ritieni più gravi. r ubare tradire la fiducia mentire corrompere incolpare ingiustamente altri . ....................................... • Confronta le tue scelte con quelle dei tuoi compagni.

educazione alla cittadinanza

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Metto a fuoco...

IL RACCONTO storico Le mie domande COSA narra un racconto storico?

DOVE si svolgono i fatti narrati?

QUANDO si svolgono?

CHI sono i personaggi?

COME è strutturato un racconto storico? Quale linguaggio usa?

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Alessandro Magno Alessandro Magno stava guidando l’esercito alla conquista dell’Egitto e aveva deciso, tra lo stupore dei suoi soldati, di rendere omaggio al più importante tempio di Amon-Ra. Tale notizia era arrivata anche agli Egizi e li aveva colpiti più delle armi, dei carri e dei cavalli. In questa decisione vedevano un segno divino: se un re straniero affrontava un impossibile viaggio nel deserto per recarsi dal loro dio più potente - si dicevano significava che era benvoluto e chi è benvoluto da Amon-Ra lo è anche dagli Egizi. – Gli Egizi sanno che il viaggio è quasi impossibile. Se riusciremo nell’impresa, guadagneremo la loro ammirazione e, forse, il loro appoggio. Gli Egizi tengono in gran conto la religione e i loro dèi – disse Alessandro. Così l’indomani un convoglio di un centinaio di uomini, più vari animali, tra cui due elefanti, si mise in cammino alla volta del deserto. Durante la marcia ogni tanto qualche soldato cadeva, così si decise di fermare il convoglio e aspettare la notte. Quando mancavano ancora due giorni di cammino e l’acqua stava finendo, a un tratto soffiò un vento fortissimo e venne giù una pioggia violenta. – È un segno del dio Amon-Ra – dissero a gran voce le guide, a cui non sembrava possibile una simile benedizione – se ci manda la pioggia, vuol dire che la nostra spedizione gli è gradita, sire! – Oh dèi onnipotenti! – gridò Alessandro levando le mani al cielo e piangendo di gioia – Io vi ringrazio per questo dono meraviglioso! da M. Menghi, Alessandro, faraone d’Egitto, Mondadori


Le risposte COSA Il racconto storico narra vicende storiche reali, rivissute con l’immaginazione, o avvenimenti inventati, ma sempre basati su un fondo di verità storica, in seguito all’attenta documentazione da parte dell’autore. DOVE I fatti storici narrati si svolgono nei luoghi reali in cui sono accaduti. Ma anche per i fatti inventati, l’ambiente storico scelto viene ricostruito in modo molto fedele alla realtà del tempo (descrizione dei paesaggi, delle attività, degli usi e costumi degli uomini...).

QUANDO Il tempo del racconto storico ha sempre una collocazione ben precisa, riferita a un’epoca passata.

CHI I personaggi possono essere figure storiche realmente esistite, oppure inventate dall’autore in perfetta verosimiglianza con la società antica: uomini e donne comuni, nobili, guerrieri, schiavi...

COME

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag 220

Il racconto storico, generalmente, è strutturato nei tre momenti: inizio - svolgimento - conclusione. Il linguaggio usato si avvale di molti termini specifici della storia. Anche la nomenclatura dell’abbigliamento, dei cibi e degli usi e costumi del tempo è molto curata.

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IL testo narrativo

Ragazzo etrusco Metto a fuoco

Il luogo e il tempo • Dove avvengono i fatti? ............................................................. • Si tratta di una città: realmente esistita inventata dall’autore Sai dove si trova? Per rispondere puoi consultare il tuo sussidiario. • I fatti narrati avvengono in un preciso momento storico: durante la civiltà etrusca durante l’impero romano d urante la civiltà villanoviana Sottolinea la frase del testo che te lo fa capire. • Nel racconto trovi particolari della vita quotidiana del tempo? Sottolineali. Segna con una x a cosa si riferiscono: all’abbigliamento all’alimentazione all’istruzione al commercio all’artigianato alla religione

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Il cielo cominciava appena a schiarirsi sulle alture della città di Veio e già il piccolo Vel era sveglio e infilava i piedi negli zoccoletti di legno tirando forte i lacci nei ganci. Non erano eleganti come i calcei del suo amico Larth Matumna, che avevano la suola di cuoio e la punta leggermente arrotondata in alto, ma erano comodi e solidi e Vel ne andava fiero. Vel si bagnò il naso e gli occhi appena con un dito, l’acqua usciva fredda dal rubinetto, e loro non erano abbastanza ricchi da permettersi un impianto che la scaldasse. Ma Vel non si lagnava, stava benone così e non gli mancava niente. Si buttò in spalla la tebenna di lana per nascondere le macchie che si era fatto la sera prima modellando l’argilla nella bottega del padre. Vel ripensò a quel momento, quando il padre non aveva brontolato vedendo che dalle sue piccole mani era venuta fuori una figurina anziché una ciotola. Lo aveva invece lodato, Velthur il vasaio: – Tu non sei destinato a finire qui i tuoi giorni, piccolo Vel, te lo dice tuo padre! – Davvero, padre? – aveva chiesto Vel alzando il capo, mentre il cuore gli batteva forte. – Aspetta che finisca questo maledetto assedio e vedrai – aveva confermato Velthur e non aveva aggiunto altro. Ma aveva preso il piccolo soldato modellato dal figlio e aveva promesso di cuocerlo all’indomani. Questo voleva dire che era proprio ben fatto. Chissà, aveva pensato Vel prima di addormentarsi, se suo padre aveva voluto dire che intendeva mandarlo alla scuola del grande scultore Vulca quando avesse compiuto i dodici anni. Allora sarebbe diventato un artista e le sue statue avrebbero adornato i templi di tutte le dodici città etrusche della Lega. da T. Buongiorno, Ragazzo etrusco, Piemme


IL raccontO storico

Cesare e Cleopatra Cleopatra è seduta sulla vasca di fiori di loto con un’espressione triste e preoccupata. – Mi resta un’ultima speranza: Cesare, il grande generale romano. Le mie spie mi hanno riferito che è di ritorno con le sue navi da una spedizione in Oriente e attualmente fa tappa nel golfo di Canopo per approvvigionarsi. – Questo generale romano sarebbe disposto ad aiutarci? – domanda Cleo. – L’Egitto è ricco. In cambio gli offrirei oro. Molto oro! Domani andrò nel golfo di Canopo per incontrare Cesare. – E se le sue navi fossero già ripartite? – si preoccupa la ragazzina. – In quel caso lo troverei sulla mia rotta – la rassicura la regina – Stavolta mi sposterò con la mia grande nave reale. A un tratto, giunge trafelata Iros, l’ancella. Cleopatra capisce subito che è accaduto qualcosa di molto grave. – I pirati... – balbetta Iros – Stanno entrando nel porto! – Adesso io devo restare a fianco dei miei soldati per difendere Alessandria. Non posso più andare da Cesare. – Pensate che impedirebbero anche a degli innocui ragazzini di andare a pescare? – domanda Cleo. – Andreste voi al mio posto a chiedere aiuto ai Romani? – Sì! – esclama Cleo. – Non potete permettervi una scorta – dice Cleopatra desolata – Attirerebbe l’attenzione su di voi. – Siamo in grado di remare lungo la costa – le dice la ragazzina e aggiunge – ma che aspetto ha Cesare? La regina ritrova allora un sorriso di speranza. – Non l’ho mai visto, ma lo immagino alto, forte e bello... da A. Surget, Chi è Cesare?, Editrice Piccoli

Metto a fuoco

Il personaggio e il fatto storico

• Chi sono i personaggi del brano? Completa con i nomi propri. - personaggi inventati dall’autore → .......................................................... - personaggi storicamente esistiti → .......................................................... • Perché Cleopatra vuole incontrare Cesare? • Segna con una x il fatto storico a cui fa riferimento: l’alleanza tra Roma e l’Egitto il primo triumvirato di Cesare

lessico • Trova un sinonimo per ciascun termine. - approvvigionarsi: ......................... - rotta: ................................................ - trafelata: .......................................... - innocuo:.......................................... - desolata:..........................................

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IL testo narrativo

Diamo inizio ai giochi 5

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Quello era davvero un giorno speciale: c’era l’apertura dei giochi del circo e Fortunato volle mostrarli al figlio, così Marco si ritrovò lì a bocca aperta per la meraviglia: l’arena era tutto uno sfolgorio di luci e di colori. Girando attorno lo sguardo, l’occhio si fermava sulle toghe candide dei magistrati, sulle sete trasparenti delle ricche matrone, sui tessuti sgargianti dei mercanti, sulle tuniche esotiche dei liberti. Le armature dei soldati e le trombe dorate emettevano bagliori metallici che illuminavano l’arena di lampi improvvisi. – Fai attenzione, Marco, arriva la processione! – sussurrò a un certo punto Fortunato al figlio. Un solenne corteo di persone entrò dall’ingresso principale e cominciò a sfilare davanti al pubblico ritto sulle gradinate. Alcuni uomini trasportavano le immagini delle divinità ufficiali e le sculture raffiguranti gli imperatori defunti che, in pompa magna, facevano il giro dell’arena e arrivavano alla loggia che le ospitava. Le statue degli dei e degli imperatori passarono sotto gli occhi sgranati di Marco, mentre il pubblico applaudiva entusiasta. A un tratto un urlo più alto si alzò dalle gradinate e le tribune del circo cominciarono a vibrare da far paura: il pubblico stava battendo i piedi in modo frenetico per manifestare il suo entusiasmo. Stavano entrando nell’arena i cavalli e gli aurighi che, allineati sulla pista coperta di sabbia, aspettavano il segnale d’inizio delle gare. Poi nell’arena scese il silenzio. Dall’alto della tribuna apparve, splendente come una visione, il magistrato che presiedeva ai giochi. Sulla tunica ricamata portava un manto di porpora di Tiro. Mentre la folla pareva trattenere il respiro, l’uomo alzò la mano che reggeva un fazzoletto bianco, poi di colpo lo lasciò cadere a terra. A quel segnale i cavalli scattarono velocissimi e la folla riprese a urlare. L’arena era di forma ellittica ed era attraversata, per tutta la sua lunghezza dalla spina, un muretto

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SCRIVO •R iordina le sequenze e usale per riassumere il testo sul tuo quaderno. Un uomo grasso scommette su Artemidoro. Artemidoro perde la gara. F ortunato porta il figlio Marco ai giochi del circo. L’uomo grasso è disperato perché ha perso il suo denaro.


IL raccontO storico verso l’invalsi

• Indica quali elementi del testo fanno capire che la storia narrata avviene in un tempo diverso dal tuo. Metti una x per ogni riga. FA CAPIRE

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adornato di statue, colonnine, obelischi e di sette delfini di bronzo, che venivano rivoltati a ogni nuovo giro di pista. I carri potevano prendere la curva troppo stretta e allora si correva il rischio di fracassare il cocchio; se il giro invece veniva preso troppo largo, si perdeva terreno e soprattutto si rischiava di entrare in collisione col cocchio che seguiva. A un tratto il grassone seduto al fianco di Marco cominciò ad agitarsi al quarto giro di pista. – Corri, Artemidoro, lazzarone infame! – gridava – Corri o quando scendi da quel cocchio, ti farò correre io davanti alla mia frusta! Nonostante la mole gigantesca, l’uomo si dimenava e si contorceva tutto, sventolando un enorme fazzoletto bianco. – Corri! – continuava a urlare sempre più eccitato – Hai vinto più di cinquecento corse nella tua misera vita! Hai voglia di dormire proprio oggi che ho avuto fede in te? Inconsapevole degli incitamenti del grassone, la quadriga di Artemidoro continuava a perdere terreno, mentre il carro degli Azzurri sembrava trascinato da mani invisibili verso il trionfo. L’uomo si lasciò cadere pesantemente, asciugandosi il sudore col fazzoletto. – La mia paga di un mese ci ho giocato! – disse sconsolato alla fine – E proprio oggi quel miserabile ha deciso di perdere! da N. Vittori, Tre cuccioli imperiali, Raffaello

b

c d

NON FA CAPIRE

Marco si ritrovò lì a bocca aperta per la meraviglia. Le statue degli dei e degli imperatori passarono sotto gli occhi sgranati di Marco. Stavano entrando nell’arena i cavalli e gli aurighi. Poi nell’arena scese il silenzio.

• Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). - I giochi del circo erano presieduti da un magistrato. - Ai giochi non potevano assistere le donne. - Il fatto narrato può essere accaduto. - Nell’arena si svolgevano corse di cavalli. - Non era consentito scommettere sui cavalli. - Il fatto narrato si riferisce alla vita nell’antica Roma.

V F V F V F V F V F V F

• La frase presente nel testo: “E proprio oggi quel miserabile ha deciso di perdere” (righe 65-66) si riferisce al fatto che rtemidoro perde la gara A Artemidoro ha voluto fare uno scherzo all’uomo Artemidoro si è ridotto in miseria un pover’uomo ha giocato e ha perso tutto

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LEGGE L’ INSEGNANTE UTTO SUO... T O R IB L N U da

Imparo ad ascoltare

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco

Essere in gamba

Il racconto di oggi si intitola: 1. Il titolo mi fa pensare che... ...il protagonista sarà: un atleta un eroe una persona sensibile

...la storia narrerà: un gesto di generosità un atto di coraggio un’avventura di guerra

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 2. Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). Metastasio, Orazio e Libero sono italiani. La targa della moto davanti alla bettola è tedesca. Il fatto narrato può essere accaduto. Il soldato tedesco è triste. Il barista corre dietro al tedesco. Metastasio uccide il tedesco. Il fatto narrato si riferisce alla Seconda Guerra Mondiale.

V V V V V V V

F F F F F F F

3. Collega ogni frase al personaggio corrispondente. entrò nella bettola era triste

Metastasio si guardava le mani il tedesco

raggiunse i compagni 4. Secondo te, Metastasio non uccide il tedesco perché: l’uomo scappa ha paura e non trova il coraggio lo vede come un uomo e non come un soldato i compagni glielo impediscono

5. La frase presente nel testo: “È questo che voglio imparare” si riferisce al fatto che: Metastasio vorrebbe avere il coraggio di uccidere un nemico Metastasio vuole imparare a comprendere lo stato d’animo dei tedeschi Metastasio vuole imparare a rubare le moto Metastasio vuole imparare a rispettare i comandi dei compagni

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5.

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Testo audio e in guida

Indice di gradimento


laboratorio del lessico

Il cielo non ha muri! Era la mattina del 13 agosto 1961, a Berlino. Helena aprì la porta di casa e rimase di stucco. Un’alta recinzione, intervallata da pali di metallo a distanza di qualche metro l’uno dall’altro, attraversava tutta la città tagliandola in due. Ai suoi piedi giacevano gli alberi e le piante che erano stati abbattuti e sradicati per fare posto al muro. Dall’altro lato del muro erano finite parecchie case, fra cui quella di Adrian. Moltissime persone si erano radunate da entrambi i lati, contemplavano la barriera con l’espressione amareggiata e gli occhi tristi. Quando Helena arrivò a scuola, notò che Adrian non c’era e mancavano anche diversi suoi compagni. Nel pomeriggio, Helena tornò di corsa al grande prato. Dopo un po’ vide Adrian che si avvicinava attraversando il prato dall’altro lato della recinzione. I due rimasero immobili davanti al filo spinato, turbati dal trovarsi tanto vicini senza poter correre o giocare insieme come al solito. Dovettero accontentarsi di intrecciare le dita attraverso le maglie della recinzione, in silenzio, parlandosi solo con gli occhi. Adrian, con voce afflitta, le spiegò quello che stava succedendo nel suo quartiere: – La gente ha paura. Questa rete circonda le nostre case e ci separa dal resto della città, noi possiamo attraversarla soltanto dalle aperture sorvegliate da venticinquemila uomini della polizia. È come trovarsi in un carcere enorme. – Perché lo fanno? – chiese. – Mio padre dice che, forse, è perché abbiamo la pelle più scura. O perché frequentiamo chiese diverse... – Che stupidaggini! – esclamò Helena, irritata da quelle che considerava motivazioni assurde – A chi possono importare delle cose del genere? – Non lo so – osservò Adrian alzando le spalle – Mamma dice che in qualche modo questo muro già esisteva, solo che non ce n’eravamo accorti perché era invisibile. La prima volta che l’ha detto, mi sono messo a ridere, ma adesso credo che abbia ragione. da A.F. Paz, Il cielo non ha muri, Piemme

etimologia La parola MURO deriva dal latino murus = costruzione per difendere, per fortificare. Infatti i Romani indicavano con la voce murus la muraglia costruita in difesa delle città, per distinguerla dal termine paries = parete, riferita ai muri di una casa o di qualunque edificio.

il logogrifo È un gioco di parole con cui si formano altri vocaboli usando alcune lettere di una parola di partenza. Prova tu a trovare altre parole partendo dalle seguenti. - pareti → reti, arte .................................. ....................................................................... - barriera → bar, birra ............................. ....................................................................... - separazione → ape, sparo .................. .......................................................................

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Per costruire le competenze

Per le strade di Roma 5

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I due schiavi posarono la portantina e aiutarono Sisifo, Flavia e Nubia a scendere. Sisifo esclamò: – Ecco l’ottava meraviglia del mondo! – È il più grosso edificio che io abbia mai visto. È colossale! – osservò Flavia. – Per la barba di Nettuno! Che cos’è? – domandò Nubia. – È il nuovo anfiteatro di Vespasiano – rispose Sisifo – tra pochi mesi ci saranno i giochi dei gladiatori, le naumachie, cioè le battaglie navali, e le cacce agli animali feroci... Flavia era stupefatta. Pochi minuti più tardi, la loro lettiga si fermò di nuovo davanti a una lunga fila di colonne alte e imponenti. – A Roma esiste più di un foro, ma quando la gente dice “il foro romano” intende questo – spiegò il greco. Flavia guardava a bocca aperta i palazzi intorno. Non aveva mai visto tante colonne in un posto solo. Le statue erano dipinte con colori vivaci e si notavano inserti abbaglianti in oro su quasi tutti gli edifici. Ma c’era una cosa che non aveva previsto: il foro era quasi vuoto. – Com’è deserto, però. Pensavo che Roma fosse piena di gente – disse Nubia. Sisifo annuì. – Di solito lo è, ma ascolta... Le ragazze si immobilizzarono e udirono una specie di tuono soffocato giungere da lontano. Nubia si coprì le orecchie, ma, appena il primo carro si avvicinò, dimenticò il baccano e si sporse in avanti. – Ma è Tito! – gridò. – Sì, oggi è l’ultimo giorno della festa, perciò la parata d’onore è guidata dall’imperatore in persona – spiegò Sisifo. Tito era sopra un carro dorato tirato da due magnifici stalloni bianchi. Nubia si sporse dalla transenna. Stavano arrivando i vari equipaggi. Ogni squadra era composta da quattro cavalli che scalpitavano fieri e scuotevano la criniera come se si gustassero l’adulazione della folla. Ciascun carro era addobbato con i colori della squadra. Il circo era invaso dalle acclamazioni. da C. Lawrence, L’imperatore è un pericolo, Piemme

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7. Il termine “acclamazioni” (riga 34) significa: contestazioni applausi fischi risate

2. Durante il giro per la città, Flavia è: spaventata dal grande baccano preoccupata di non vedere gente stupefatta per la grandezza e bellezza degli edifici stanca per il lungo cammino

8. Il fatto si svolge in un luogo: del passato che non esiste più del passato che ancora esiste immaginario non ben precisato

3. I tre giovani per spostarsi da un luogo all’altro utilizzano: un cavallo ciascuno un carro trainato da due magnifici cavalli una nave una portantina sollevata da due schiavi 4. Il foro è quasi vuoto perché: sono tutti alla parata d’onore in città c’è sempre poca gente la gente assiste alle naumachie sono iniziati i giochi dei gladiatori 5. Scegli la sequenza che indica il percorso dei protagonisti: anfiteatro, foro romano, porto anfiteatro, foro romano, circo circo, foro romano, anfiteatro foro romano, anfiteatro, circo 6. La parola “adulazione” (riga 33) può essere sostituita con: maldicenza elogio offesa biasimo

Il racconto storico

1. Sisifo definisce “l’ottava meraviglia del mondo” (riga 3): il foro romano il circo il nuovo anfiteatro di Vespasiano la città di Roma

9. Il fatto si svolge al tempo: dell’antica Grecia di Roma imperiale dell’antico Egitto dei Fenici 10. Tito, citato nel brano, è: una persona comune una divinità un personaggio immaginario un personaggio storicamente esistito 11. I protagonisti della storia sono: gli schiavi Nubia e Tito Sisifo, Flavia e Nubia Tito e i gladiatori 12. Segna con una x gli elementi del racconto storico presenti nel testo: avvenimenti storici ambientazione storica personaggi storici realmente esistiti personaggi storici verosimili

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L ...

come come

LEGALITÀ

L’assenza di regole renderebbe impossibile la convivenza e favorirebbe solo i furbi e i prepotenti.

La Costituzione italiana La Costituzione italiana è composta da centotrentanove articoli suddivisi tra Principi fondamentali, Diritti e Doveri di ogni cittadino e l’Ordinamento della Repubblica. In questa pagina leggerai alcuni dei Principi fondamentali: essi rappresentano i valori di riferimento per tutti noi cittadini italiani.

1 L’Italia una repubblica dem

ocratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo , che la esercita nelle forme e nei limiti de lla Costituzione.

iale za e sono eguali davanti alla legge, sen gua, distinzione di sesso, di razza, di lin di di religione, di opinioni politiche, condizioni personali e sociali. ere gli È compito della Repubblica rimuov iale, che, ostacoli di ordine economico e soc uaglianza limitando di fatto la libertà e l’ug dai cittadini, impediscono il pieno l’effettiva sviluppo della persona umana e i partecipazione di tutti i lavorator mica e all’organizzazione politica, econo sociale del Paese.

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e e garantisce sc o n o c ri a c li b me La Repub ll’uomo, sia co e d i il b la io v ove i diritti in azioni sociali rm fo e ll e n a de singolo, si nalità, e richie o rs e p a su la bili di si svolge veri inderoga o d i e d to n e ciale. l’adempim conomica e so e , a c ti li o p tà solidarie

nità soc 3 Tutti i cittadini hanno pari dig

9 La Repubblica pr omu

ove lo sviluppo della cu ltura e la ricerca scientifica e tecn ica. Tutela il paesaggio e il pa trimonio storico e artistico della naz ione.

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l’educazione alla cittadinanza

ento di la guerra come strum ia ud rip lia ta L’I 11 i altri popoli e come offesa alla libertà degl lle controversie mezzo di risoluzione de te, in condizioni di internazionali; consen i, alle limitazioni di parità con gli altri Stat un ordinamento che sovranità necessarie a tizia fra le nazioni; assicuri la pace e la gius le organizzazioni promuove e favorisce a tale scopo. internazionali rivolte

promuove la costruzione del senso di legalità e la conoscenza della Costituzione italiana.


2 giugno 1946 Due giugno quarantasei il popolo italiano vota per la repubblica non vuole più un sovrano. Vota il popolo intero finalmente anche le donne. L’Italia repubblicana è nata con le gonne. Democrazia vuol dire popolo che decide che pensa, sceglie, elegge chi sono le sue guide. L’Italia da oggi unita alza la sua bandiera col bianco rosso e verde ride alla primavera. da A. Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori

La legge è uguale per tutti Nel corso dei secoli e ai quattro angoli della Terra, l’uomo è stato considerato il “sesso forte”: dato che era l’unico a poter guadagnare con il suo lavoro, provvedeva lui ai bisogni della famiglia ed esercitava autorità e potere sulla moglie e sui figli. La donna, invece, apparteneva tradizionalmente al “sesso debole”, doveva occuparsi della casa e mettere al mondo i figli: questo era considerato il suo compito principale. Restare nubile o, peggio, avere dei bambini senza essere sposata era fuori dalle regole. L’uguaglianza tra uomini e donne è un’idea recente. Soltanto verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, infatti, fu fatta la legge che avrebbe permesso alle donne di votare il 2 giugno 1946. E nel 1948 la Costituzione stabilì il principio dell’uguaglianza tra maschi e femmine nel mondo del lavoro e davanti alla legge. da C. Louart, Ragazze e ragazzi. La parità a piccoli passi, Motta Junior

• Conosci gli elementi dell’emblema della Repubblica italiana? Collega ciascuno a ciò che rappresenta. - la ruota dentata gloria - la stella lavoro pace - l’alloro luce sulla patria - l’ulivo • Credi che la distinzione tra “sesso forte” e “sesso debole” sia oggi completamente superata oppure no? Sai motivare la tua risposta?

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LEGALITÀ

La legalità… in persona Falcone e Borsellino

Papà fece scattare ancora il comando delle portiere. Click. Come una pistola che fa cilecca invece di sparare. È un rumore che da quel giorno non sopporto più. – Andiamo – disse. Guardai la collina, poi il cartello con il nome di Giovanni e di tutti quelli che sono morti nell’attentato del 23 maggio 1992. Feci un lungo respiro verso il mare e risalii in macchina. Papà non tornò verso Palermo, ma guidò fino all’aeroporto di Punta Raisi. – Poche settimane dopo la morte di Giovanni, il “mostro” fece fuori anche Paolo. – Il suo grande amico? – Sì, quello che era in squadra con lui contro la mafia, il compagno con cui andava più d’accordo e che continuò la battaglia di Giovanni dopo la strage di Capaci. Ma la continuò solo per un paio di mesi. Era una domenica pomeriggio, una domenica di luglio. Paolo arrivò con cinque uomini della scorta in via D’Amelio, dove abitava sua mamma. Era passato per salutarla. Non fece caso alla piccola macchina che era posteggiata davanti al cancello: una 126. Quella macchina era imbottita di tritolo come un panino. Lo stesso esplosivo usato per Giovanni, più o meno alla stessa ora. Sono le 16.55 quando Paolo e la sua scorta s’incamminano nel vialetto del palazzo di via D’Amelio. Fanno solo pochi passi, poi la 126 esplode.

Falcone e Borsellino sono due uomini che hanno pagato con la vita la loro difesa della legalità. • Avevi già sentito parlare della strage di Capaci e di quella di via D’Amelio? Sai perché Falcone e Borsellino sono stati uccisi? Documentati chiedendo notizie a un adulto o ricercandole su internet.

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– Hanno usato anche lì un radiocomando a distanza? – Sì. Per Paolo e la sua scorta non c’è nulla da fare. I loro corpi bruciano come pezzi di legno in un camino. Leggi là sopra... Eravamo arrivati a Punta Raisi. Papà aveva fermato la macchina. Lessi la scritta sul tetto: “Aeroporto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. – È giusto così! – spiegò papà – Chi arriva a Palermo deve saperlo subito: questa non è la città della mafia, questa è la città di Giovanni e di Paolo. Non disse più nulla fino alle porte di Palermo. Ci guardammo soltanto quando ripassammo davanti al cartello di Capaci. Osservai un’altra volta la collina e cercai di immaginare le ultime cose che aveva visto Giovanni prima di chiudere gli occhi per sempre: il verde dei campi, i tronchi dei vecchi olivi, il mare là in fondo, verso l’orizzonte. Una specie di cartolina della sua Sicilia, che amava tanto. Una bella cartolina. Papà dice che Giovanni non ha fatto neppure in tempo ad accorgersi della bomba, perciò ha chiuso gli occhi con un sorriso. Credo. da L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, Rizzoli

La parola MAFIA indica un’organizzazione criminale basata sulla legge dell’omertà e della segretezza. La parola OMERTÀ indica il comportamento di persone che coprono le colpe altrui per salvaguardare i propri interessi o per evitare di essere coinvolti in indagini spiacevoli e pericolose. • Esprimi il tuo pensiero scrivendo Sì oppure No a fianco di ogni affermazione. - Anche nella vita di classe si possono verificare episodi di omertà. - Omertà è sinonimo di vigliaccheria. - Chi per paura non protegge un compagno preso di mira da un “bullo” si comporta da vigliacco. - Per opporsi alle prepotenze di vario genere ci vuole tanto coraggio. - Chi si oppone all’illegalità è degno di stima. Confronta il tuo pensiero con quello dei compagni e riflettete su questo argomento così importante.

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LEGALITÀ

La Convenzione dei diritti dell’infanzia Anche tu, insieme agli altri bambini del mondo, sei un cittadino portatore di diritti e di doveri, come gli adulti. Questi diritti sono stabiliti nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia approvata nel 1989. Essa stabilisce quali sono gli obblighi degli Stati nei confronti dell’infanzia. In questa pagina trovi alcuni dei suoi principali articoli. Articolo 1 I bambini sono esseri umani di età inferiore ai diciotto anni. Compiuti i diciotto anni, sei adulto e hai gli stessi diritti dei tuoi genitori, degli insegnanti o dei vicini di casa. Esistono Paesi dove i bambini ricevono i diritti degli adulti prima dei diciotto anni.

Articolo 2 uguali. Divieto di discriminazione. Tutti i bambini sono i momento i I governi si impegnano a garantire in qualsias diritti a tutti i bambini, anche se: - provengono da un altro Paese; - hanno un altro colore di pelle; - parlano un’altra lingua; un Dio; - credono in un altro Dio o non credono in ness diverse; - appartengono a famiglie con idee politiche - hanno qualche disabilità.

Articolo 3 Anzitutto i bambini. trattati o I genitori divorziano, i bambini vengono mal ti devono commettono reati. In questi casi, i magistra itori, i trovare una soluzione collaborando con i gen ente tanto bambini o altre persone, tenendo sempre pres zione è i bambini stessi quanto il loro futuro. Una solu bini. giusta solo se va bene prima di tutto ai bam no parchi Quando si costruiscono case nuove, si realizza ono sempre gioco e si pianificano strade, i progettisti dev pensare ai bisogni dei bambini. rti. Il paese nel quale vivi si impegna a protegge Ad esempio Che possono fare i governi per proteggerti? mettere scrivere le leggi a tutela dell’infanzia. Oppure one che a disposizione strutture nelle quali ci sono pers gli asili-nido, possono aiutare i bambini: i servizi sanitari, i… le scuole, i centri di consulenza per i genitor

• Leggi con attenzione gli articoli qui riportati e colora quello che ritieni il più importante.

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educazione alla cittadinanza


la

Stelle sulla Terra

LEGALITÀ

in un film

Trama

Ishaan Nandkishore Awasthi è un bambino indiano di otto anni, che incontra grandi difficoltà a scuola: pieno di gioia di vivere, dotato di grande creatività e talento nel disegno, non riesce a studiare, non è molto coordinato... In accordo con gli insegnanti, i genitori decidono di iscriverlo in un collegio, pensando che i suoi problemi derivino da una scarsa volontà e mancanza di impegno. Anche nel nuovo istituto, però, il bambino non riesce a fare progressi, si isola dagli altri bambini e si chiude in se stesso fino all’arrivo di un nuovo maestro di arte, il quale si accorge della profonda infelicità di Ishaan e si rende subito conto che in realtà lui è affetto da dislessia. Da quel momento l’insegnante insegnerà a leggere e scrivere a Ishaan e organizzerà anche una gara di pittura in cui il bambino otterrà ottimi risultati e riacquisterà fiducia in se stesso e nelle proprie possibilità.

• Completa tu la scheda del film. Il titolo della locandina è in lingua originale sulla e significa “Stelle sulla Terra”. - Titolo: ................................................................................. - Il regista è ................................................................................................... - Le parole-chiave del film sono: ......................................................... ......................................................................................................................... - Il voto che assegni al film è:

stelle terra

scarso

bello

super

• Completa, in base alle tue riflessioni, queste frasi. - Ishaan all’inizio è un bambino con un carattere .............................. - 2Il padre con lui ha un atteggiamento ................................................. - 2La mamma lo tratta con .......................................................................... - 2Ishaan viene deriso perché .. ................................................................... - 2Il maestro d’arte con lui è molto ........................................................... - 2Ishaan mostra talento per ....................................................................... • Tu come avresti raffigurato la locandina del film? Realizzala nel riquadro a fianco e, se lo ritieni opportuno, puoi scegliere anche un altro titolo.

educazione alla cittadinanza

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verso l’invalsi

Il cavaliere che non c’è 5

10

15

20

25

30

35

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Sotto le rosse mura di Parigi era schierato l’esercito di Francia. Carlo Magno doveva passare in rivista i paladini. Già da più di tre ore erano lì; era un pomeriggio di prima estate, un po’ coperto, nuvoloso; faceva molto caldo: nelle armature si bolliva come in pentole tenute a fuoco lento. Non è detto che qualcuno in quell’immobile fila di cavalieri già non avesse perso i sensi o non si fosse assopito, ma l’armatura li reggeva impettiti in sella tutti a un modo. D’un tratto, tre squilli di tromba: le piume dei pennacchi sussultarono nell’aria ferma come a uno sbuffo di vento. Finalmente ecco, lo scorsero che avanzava laggiù in fondo, Carlo Magno, su un cavallo che pareva più grande del naturale, con la barba sul petto, le mani sul pomo della sella. Regna e guerreggia, guerreggia e regna, dài e dài, pareva un po’ invecchiato, dall’ultima volta che l’avevano visto quei guerrieri. Fermava il cavallo a ogni ufficiale e si voltava a guardarlo dal su in giù. – E chi siete voi, paladino di Francia? – Salomon di Bretagna, sire! – rispondeva quello a tutta voce, alzando la celata e scoprendo il viso accalorato. – E voi? – il re era giunto di fronte a un cavaliere dall’armatura tutta bianca; solo una righina nera correva torno torno ai bordi; per il resto era candida, ben tenuta, senza un graffio, sormontata sull’elmo da un pennacchio cangiante d’ogni colore dell’arcobaleno – E voi lì, messo su così pulito... – disse Carlo Magno che, più la guerra durava, meno rispetto della pulizia nei paladini gli capitava di vedere. – Io sono – la voce giungeva metallica da dentro l’elmo chiuso – Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildeverni, cavaliere di Selimpia Citeriore! – Aaah... – fece Carlo Magno e dal labbro di sotto, sporto avanti, gli uscì anche un piccolo strombettio, come dire: “Dovessi ricordarmi il nome di tutti, starei fresco!”. Ma subito aggrottò le sopracciglia. – E perché non alzate la celata e non mostrate il vostro viso? Lo strano paladino rispose: – Perché io non esisto, sire. – O questa poi! – esclamò l’imperatore – Adesso ci abbiamo in forza anche un cavaliere che non esiste! Fate un po’ vedere. Agilulfo parve ancora esitare un momento, poi con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L’elmo era vuoto, dentro l’armatura bianca non c’era nessuno. – Mah, mah! Quante se ne vedono! – fece Carlo Magno – E com’è che fate a prestar servizio, se non ci siete?


verso l’invalsi

40

45

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55

– Con la forza di volontà – disse Agilulfo. – Ben detto, è così che si fa il proprio dovere. Per essere uno che non esiste, siete in gamba! La tromba suonò il segnale del “rompete le righe”. I cavalieri scendevano di sella, muovevano le gambe per sgranchirsi, gli scudieri portavano via i cavalli per la briglia. Poi, i paladini formarono capannelli per dar sfogo alla forzata immobilità di quelle ore con scherzi e bravate. Agilulfo fece qualche passo per mischiarsi a un capannello, poi senz’alcun motivo passò a un altro, ma non si fece largo e nessuno badò a lui. Restò un po’ indeciso dietro le spalle di questo o di quello, senza partecipare ai loro dialoghi, poi si mise in disparte. All’imbrunire si riscosse e, di gran passo, si diresse verso gli stallaggi. Giunto là, trovò che il governo dei cavalli non veniva compiuto secondo le regole, sgridò gli staffieri, ridistribuì le mansioni ai paladini spiegando minuziosamente a ciascuno come andavano eseguite. Aveva sempre ragione e i paladini non potevano sottrarsi, ma non nascondevano il loro malcontento. Agilulfo era certo un modello di soldato; ma a tutti loro era antipatico. da I. Calvino, Il cavaliere inesistente, Mondadori

1 Dove era schierato l’esercito di Francia?

A. B. C. D.

Nel centro di Parigi. Sotto le mura di Parigi. Sopra le mura di Parigi. Nel nord della Francia.

2 I paladini dovevano

A. B. C. D.

presentarsi a Carlo Magno salire a cavallo duellare tra loro scendere da cavallo

207 117


verso l’invalsi

3 “ Era un pomeriggio di prima estate” indica in modo esplicito il tempo della storia. Rileggi il testo dalla riga 1 alla 8 quale altra espressione conferma la stagione in cui svolge la storia?

A. B. C. D.

“Sotto le rosse mura di Parigi”. “Faceva molto caldo; nelle armature si bolliva come in pentole tenute e fuoco lento”. “Un po’ coperto, nuvoloso”. “Le piume dei pennacchi sussultarono nell’aria ferma”.

4 Da quanto tempo i paladini stavano sotto le mura?

A. B. C. D.

Da un’intera giornata. Da meno di tre ore. Da tre ore esatte. Da più di tre ore.

5 “ Nelle armature si bolliva come in pentole tenute a fuoco lento. Non è detto che qualcuno in quell’immobile fila di cavalieri già non avesse perso i sensi o non si fosse assopito” (righe 4-6). Questo stato dei cavalieri è determinato da

A. paura B. noia C. caldo eccessivo D. emozione

6 Se “l’armatura li reggeva impettiti in sella tutti a un modo” (riga 6), si deduce che i paladini

A. B. C. D.

non portavano tutti l’armatura portavano tutti l’armatura erano robusti erano disciplinati

7 In base a quanto hai letto dalla riga 1 alla 12, puoi ipotizzare che Carlo Magno fosse

118

A. B. C. D.

un imperatore un paladino un guerriero un nobile parigino


verso l’invalsi

8 Qual è lo scopo dei “tre squilli di tromba” (riga 7) che si odono d’un tratto?

A. B. C. D.

Annunciare che Carlo Magno sta per partire. Raddrizzare le piume dei pennacchi. Annunciare l’arrivo di Carlo Magno. Fermare i cavalli.

9 In base al testo come si presenta Carlo Magno ai paladini? Metti una x per ogni riga. Sì a

chiuso nella sua armatura

b

su un cavallo che pareva più grande del naturale

c

con il volto coperto dall’elmo

d

con la barba sul petto

e

con una spada nella mano destra e l’elmo nella sinistra

f

con le mani sul pomo della sella

g

un po’ più invecchiato

h

con il suo sguardo battagliero

No

10 Indica il significato della parola “celata” (riga 15) ricavandolo dalla frase in cui si trova.

A. Elmo. B. Specie di visiera. C. Specie di pennacchio. D. Armatura.

11 A chi si riferisce “voi” nella frase “– E voi? – il re era giunto di fronte a un cavaliere dall’armatura tutta bianca” (riga 17)?

A. B. C. D.

Ai paladini di Francia. A Salomon di Bretagna. A Carlo Magno. Al cavaliere dall’armatura tutta bianca.

207 119


verso l’invalsi

12 Carlo Magno si rivolse al cavaliere dall’armatura tutta bianca (righe 17-22)

A. B. C. D.

per rimproverarlo per conoscere il suo nome per complimentarsi della pulizia dell’armatura per ammirare la righina nera sui bordi dell’armatura

13 Carlo Magno aggrottò le sopracciglia perché Agilulfo

A. B. C. D.

aveva un nome troppo lungo aveva un nome difficile da pronunciare aveva la celata sporca non aveva alzato la celata per mostrare il volto

14 Come si giustificò il paladino di fronte al re?

A. B. C. D.

Affermò di non esistere. Disse che non voleva mostrare il viso. Non disse nulla. Rispose che la celata era guasta e non si alzava.

15 In realtà, l’armatura bianca

A. B. C. D.

era vuota conteneva un uomo che non era un paladino conteneva uno scudiero era tutta sigillata e non si apriva

16 L’espressione “Mah, mah! Quante se ne vedono!” (riga 36) indica tutte le cose strane che succedono; in questo caso Carlo Magno fa riferimento in particolare

120

A. B. C. D.

alla presenza di un cavaliere che non esiste alla presenza di un cavaliere con un nome troppo lungo all’armatura candida e ben tenuta del cavaliere al fatto che il cavaliere non aveva subito mostrato il volto all’imperatore


verso l’invalsi

17 Qual è la dote che consente ad Agilulfo di prestar servizio?

A. B. C. D.

La pazienza. La forza di volontà. Il coraggio. La tenacia.

18 Che cosa fece Agilulfo all’ordine di rompere le righe? Metti una x per ogni riga. Vero Falso a

scense da cavallo e si sgranchì le gambe

b

portò il cavallo nella scuderia

c

si sfogò con scherzi e bravate con gli altri paladini

d

passò da un capannello all’atro senza essere visto da nessuno

e

chiacchierò con tutti

f

andò alle stalle

g

si complimentò con gli staffieri per il loro buon lavoro

h

ridistribuì le mansioni ai paladini

19 Rileggi il testo dalla riga 45 alla 55. In base a quello che sai su Agilulfo, puoi dedurre che egli risulta antipatico a tutti perché

A. B. C. D.

era diventato il prediletto dell’imperatore controllava e rimproverava gli altri e aveva sempre ragione non visto poteva controllare tutti si vantava di sapere tutto

20 Che tipo di testo è quello che hai letto?

A. B. C. D.

Un racconto realistico. Un racconto di fantascienza. Un racconto storico. Un racconto fantastico.

207 121


Sorprenditi con

La POESIA IL TESTO POETICO

usa le parole in modo speciale: il poeta le sceglie per il loro suono, per il ritmo che creano e per la capacità di esprimere le emozioni attraverso immagini suggestive che mirano dritte al cuore

esistono

POESIE MODERNE

usano il linguaggio in modo libero attingendo anche dal parlato, i versi sono in rima, ma anche sciolti

122

POESIE CLASSICHE

sono state scritte nel passato ma la loro bellezza le ha rese immortali, cioè lette e apprezzate nonostante il trascorrere del tempo; hanno spesso versi in rima perfetta e un linguaggio “arcaico”, “antico” con parole che non si usano più


CAPIRE UNA POESIA significa

COMPRENDERNE IL CONTENUTO

nascosto tra le figure retoriche e la musicalità dei versi. Soprattutto nel caso di poesie scritte in epoche passate in un linguaggio non moderno, può essere utile farne la parafrasi, cioè trasformarle in prosa usando parole più semplici, proprie del linguaggio quotidiano.

COGLIERNE IL TEMA

cioè capire di quale idea, sentimento o valore il poeta vuole parlare. In questo modo è più facile comprendere il messaggio, cioè i pensieri e i sentimenti che la poesia vuole suscitare nel lettore.

Metto a fuoco In questa sezione scoprirai: - POESIE MODERNE - POESIE CLASSICHE

123


Metto a fuoco... La POESIA

Le mie domande

COSA è una poesia?

La RIMA è presente? Di che tipo?

Le poesie nuove Le poesie nuove scendono, farfalle pensose, sbucano, lucertole curiose, giocano con la luce frullando e guizzando su specchi d’acque quiete e acque mosse, e levano un piccolo vento d’aria bagnata e polvere, che dà lacrime agli occhi e, alla gola, tosse. da R. Piumini, Che meraviglia, un ponte, Einaudi Ragazzi

COME è strutturata una poesia?

Quale LINGUAGGIO usa la poesia?

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Le risposte COSA La poesia è un testo con forma e linguaggio speciali, che presenta i più svariati contenuti, filtrati attraverso la sensibilità dell’autore, il poeta, allo scopo di comunicare le proprie emozioni, di trasmettere un messaggio o di testimoniare esperienze umane e sociali. RIMA I versi di una poesia possono essere liberi o in rima. La rima è perfetta quando i suoni finali dei versi sono identici (tristezza - bellezza), è imperfetta quando invece le parole che concludono i versi hanno solo suoni simili (sole - amore). Ricordi? La rima può essere di tre tipi: BACIATA (A A B B) ALTERNATA (A B A B) INCROCIATA (A B B A) COME La poesia è composta da versi raggruppati o meno in strofe, che possono essere libere o avere lo stesso numero di versi. LINGUAGGIO Ricordi? Il poeta usa il linguaggio in modo speciale creando effetti sonori e immagini suggestive: si tratta delle figure retoriche. Alcune le conosci già: - SIMILITUDINE, un confronto tra due elementi introdotto da “come, sembra...” -M ETAFORA, un paragone basato sull’associazione di idee, senza le parole “come, sembra...” - PERSONIFICAZIONE, attribuzione di caratteristiche umane a elementi della natura e a cose

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag 221

Quest’anno conoscerai nuove figure retoriche: -A NAFORA, la ripetizione di una o più parole di solito all’inizio di più versi, per dare importanza a un concetto o conferire musicalità alla poesia - ONOMATOPEA, la riproduzione di suoni e rumori -A LLITTERAZIONE, la ripetizione di suoni uguali all’inizio o all’interno di parole vicine

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IL testo poetico

A scuola a piedi Io la mattina mi vesto da sola poi la mamma mi porta a scuola. Siamo le prime ad arrivare anche se lei non sa guidare. Le amiche mi chiedono stralunate “Non hai la macchina? E come fate?” Andiamo a piedi senza aver fretta ci supera anche una bicicletta. L’inverno con sciarpa e cappello se piove prendiamo l’ombrello d’estate l’acqua da bere: lei la bottiglia io il bicchiere. Compriamo i biscotti dal fornaio poi salutiamo il macellaio a volte trovo una margherita mi sembra quasi di fare una gita. Io con la mamma vado lontano non sa guidare, ma mi tiene per mano! da R. Lipparini, C’è un posto accanto a me, Mondadori

COMPRENDO Metto a fuoco La rima e la struttura • Da quanti versi è composta la poesia? • I versi sono raggruppati in: una sola strofa cinque strofe di quattro versi ciascuno quattro strofe della stessa lunghezza e una di due versi

• I l poeta sostiene che senza l’automobile la vita può diventare: difficile più bella Perché? ................................................................ ................................................................................. .................................................................................

• I versi sono:

in rima

liberi

racconto DI ME

• Le rime sono:

perfette

imperfette

• Tu come arrivi a scuola? Con lo scuolabus, l’automobile o vai a piedi? Sei soddisfatto di questa scelta o vorresti cambiare? Perché?

• Seguono lo schema: A BAB A ABB Quindi si tratta della rima ..........................................................

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IL TESTO Poetico

Giorno libero

Metto a fuoco

La rima

Mentre la maestra mangia latte e cereali ripassa i verbi e i numeri ordinali.

• Sottolinea con colori diversi le coppie di parole che rimano fra di loro.

Al supermercato si mette a far l’appello vede cosa manca riempie il suo carrello.

• Le coppie di parole che hanno la rima imperfetta sono: cinque quattro una

Calcola l’area del lenzuolo di sotto con il compasso disegna un biscotto. Stira il perimetro dei fazzoletti li divide in colonna li ripone nei cassetti. Corregge cento compiti ripete i numeri primi si addormenta pensando a ventidue bambini.

• Le coppie di parole che hanno la rima perfetta sono: cinque quattro una

• La rima è imperfetta per: la vocale la consonante • In questa poesia le rime: seguono lo schema AABB seguono lo schema ABAB seguono lo schema ABBA non seguono uno schema preciso Motiva la tua scelta.

COMPRENDO • S egna con una x solo le affermazioni vere. - La maestra ha un giorno libero. - La maestra pensa sempre alla scuola. - La maestra pensa solo ad argomenti di matematica. - La maestra non beve latte. - La maestra pensa ai ventidue bambini della sua classe. - La maestra corregge cento compiti.

da R. Lipparini, C’è un posto accanto a me, Mondadori

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IL testo poetico

Preferisco Preferisco il cinema. Preferisco i gatti. Preferisco Dickens a Dostoevskij. Preferisco avere sottomano ago e filo. Preferisco il colore verde. Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio. Preferisco una bontà avveduta a una credulona. Preferisco i Paesi conquistati a quelli conquistatori. Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine. Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie. Preferisco i cani con la coda non tagliata. Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri. Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale. Preferisco molte cose che qui non ho menzionato. Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando. da W. Szymborska, La gioia di scrivere, Adelphi

Metto a fuoco L’anafora • Quale parola della poesia è ripetuta? .......................................................... • In che punto del verso è ripetuta? ................................................................ • Quante volte è ripetuta? .................................................................................. • In questa poesia, la poetessa ha utilizzato l’anafora per: creare giochi di parole evidenziare ciò che le piace

SCRIVO • Rifletti sulle cose che ti piacciono di più e scrivi sul quaderno la tua poesia. Preferisco...

COMPRENDO • U nisci i versi alla loro spiegazione.

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Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.

Preferisco essere buono in modo attento, non ingenuo.

Preferisco una bontà avveduta a una credulona.

Preferisco un tempo breve ma intenso a uno infinito.

Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri.

Preferisco chi è diverso da me.


IL TESTO Poetico

Sono curioso Sono curioso. Come Galileo che curiosando scoprì, in poche parole, che non era la Terra a stare ferma ma era lei che girava intorno al Sole. Sono curioso. Come Marco Polo che in Cina, in mezzo a un mare di persone, capì che non c’è una sola storia e raccontò tutto quanto nel Milione.

Odio

Sono curioso. Come quel Meucci che senza fili riuscì a telefonare ed è anche grazie a lui se per Natale ho avuto in regalo il cellulare. Ho scoperto che fare il ficcanaso delle volte è un dono benedetto. Per gli inventori, i bambini e gli scienziati la curiosità non è mai un difetto.

Odio le felpe senza cappuccio. Odio chi mi scarabocchia l’astuccio. Odio i bottoni nelle magliette. Odio le maniche troppo strette. Odio le scarpe con i lacci uguali. Odio che devo portare gli occhiali. Odio gli zaini senza le scritte. Odio i disegni con le righe dritte. Odio il pesce senza patate ...e le zanzare in estate!

da J. Carioli, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac

da J. Carioli, L’alfabeto dei sentimenti, Fatatrac

Metto a fuoco La struttura e l’anafora • Collega ogni affermazione al titolo della poesia a cui corrisponde. - I versi sono in rima baciata. - È divisa in tre strofe. Sono curioso - È formata da sedici versi. - Non è divisa in strofe. Odio - Presenta l’anafora all’inizio di ogni verso. - Presenta l’anafora all’inizio di ogni strofa. - L’anafora evidenzia che è importante interessarsi alle cose. - L ’anafora sottolinea ciò che non piace al poeta.

dico la mia •C onosci Galileo, Marco Polo, Meucci? Quanto è importante, secondo te, guardare al mondo con occhi curiosi? È necessario avere questo atteggiamento per diventare inventori o scienziati?

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IL testo poetico

I suoni di Cappuccetto Trick trick trick trick trick trick... sono i passi che nel bosco fa Cappuccetto. Aaahhh... aaahhh... aaahhh... è il respiro che fa il Lupo mentre parla a Cappuccetto. Pfufff pfufff pfufff pfufff pfufff pfufff è il fiato grosso del Lupo affannato che corre dalla Nonna col passo affrettato. Gnamm gnamm gramm gnamm gnamm gmamm e zumm e zumm e zumm è il rumore che fa il Lupo mentre divora la Nonna e poi in fretta indossa la sua gonna.

Metto a fuoco

L’onomatopea • Sottolinea nel testo tutti i suoni onomatopeici e il suono che riproducono.

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Toc toc toc! fa la porta della Nonna quando bussa Cappuccetto. – Che bocca grande hai! è ancora Cappuccetto che parla con il Lupo travestito a letto. – È per mangiarti meglio! lo grida a Cappuccetto il Lupo e gnamm e gnamm e gnamm la mangia spataslamm!!! Pammm! È lo scoppio che fa il fucile del Cacciatore. Zak e zak e zak! è il rumore della lama del coltello che non si sbaglia e la pancia al Lupo taglia. Smucc smucc smucc! è il suono dei bacetti che si danno la Nonna e Cappuccetto fuori dalla pancia del Lupo poveretto mentre felici se ne vanno via a braccetto. da P. Formentini, C’era, c’è e ci sarà, Nuove Edizioni Romane


IL TESTO Poetico

A

Foresta fischiona Il vesto soffia suona foglie e flauti nella foresta frugano sei puffi mentre fate e folletti un poco incauti fra le farfalle e i fiori fanno tuffi. da G. Pontremoli, Ballata per tutto l’anno..., Nuove Edizioni Romane

B

Tempaccio

Metto a fuoco

L’allitterazione

Goccia a goccia a goccia a goccia a gocce gocciola la pioggia. Piove pioviggina piove pioviggina sulla finestra punti e lentiggini.

• Attribuisci a ogni affermazione il titolo della poesia a cui corrisponde scrivendo nei quadrati A o B.

Schizzi spruzzi e gatti zuppi un suono un tonfo un tuono. Ombrello ombrello ombrello e acqua a catinelle.

- Le allitterazioni usate creano l’effetto del vento.

Sciacqua galoscia, sciacqua galoscia sguscia sguiscia scivola via Pozza un saltello pozza un saltello pozza un balzello polla un balziccio scivolo e sguazzo pozza pasticcio! da E. Merriam, Tante rime per bambini, Mondadori

- Le allitterazioni sono create dalla ripetizione del suono “f”.

- Presenta allitterazioni e parole onomatopeiche. - È divisa in strofe. - È la mia preferita. • Riesci a sentire il ritmo e la musicalità creata dalle allitterazioni e onomatopee? Sì No

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IL testo poetico

Fulmine Fulmine firma di fuoco. Tuono che ulula roco. Fulmine fredda ferita. Pioggia che picchia le dita. Fulmine frangia di fiamma. Bimbo tra braccia di mamma. da C. Carminati, Poesie per aria, Topipittori

Metto a fuoco

La metafora e la personificazione • Completa. Nella prima poesia si dice che il fulmine è: - una ............................................................................... - una ............................................................................... - una ............................................................................... Il poeta ha usato la figura retorica della .......................................................................................... • Nella seconda poesia le nuvole e il vento compiono azioni umane? Sì No Se le hai individuate, completa. - nuvole: ......................................................................... .......................................................................................... .......................................................................................... - vento: .......................................................................... .......................................................................................... ..........................................................................................

Nuvole Le nuvole sono fantasmi di uccelli son lente ladrone dei giorni più belli nascondono il sole, cancellano il blu arrivano piano e non partono più. Il vento le spinge, le strizza, le afferra son stracci del cielo da dare per terra. Inventano viaggi volando a vapore e viaggiano gli occhi a guardarle per ore ventagli leggeri alle noie d’estate son bestie al galoppo, meringhe assonnate mutanti figure di panna e velluto le nuvole sono il mio cinema muto. da C. Carminati, B.Tognolini, Rime chiaroscure, Rizzoli

• Sottolinea tutti i paragoni relativi alle nuvole. • Collega i titoli alle figure retoriche presenti in ciascuna poesia. Fulmine Nuvole metafora personificazione similitudine

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SCRIVO • Trasforma sul quaderno le metafore presenti nella poesia Fulmine in similitudini.


laboratorio del lessico

Chi vuole le parole Chi vuole le parole, quelle nuove, quelle appena fiorite nel giardino mentale? Le parole farfalle sbrucate poco fa? Quelle dalle radici nel fitto della terra e dallo stelo vivo, coi petali nel cielo? Le parole libellule sullo stagno mondiale? Quelle parole rondini che vanno in volo libere fra nuvole e tra viole? Chi vuole le parole? da R. Piumini, Che meraviglia, un ponte, Einaudi

etimologia Il termine PAROLA, che noi usiamo continuamente, deriva dal greco parabolè, che è stato trasformato dal latino in parabŏla, poi alterato in paràula nell’italiano volgare. Il significato originario indica un insegnamento, un discorso, poi si è esteso a indicare ogni concetto espresso con la voce. Rifletti e... completa! - la parola che hai imparato per prima: ............................................................................................................................. - la tua parola preferita: .......................................................................................................................................................... - una parola che odi: ............................................................................................................................................................... - una parola incomprensibile: ............................................................................................................................................... - una parola da adulto: ........................................................................................................................................................... - una parola che ti fa paura: .................................................................................................................................................. - una parola che ti fa addormentare: .................................................................................................................................. - una parola-arma: ................................................................................................................................................................... - una parola divertente: .......................................................................................................................................................... - la parola “più italiana” di tutte: ............................................................................................................................................ - la parola più usata nella tua giornata: ..............................................................................................................................

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IL testo poetico

Alla sera Forse perché della fatal quïete tu sei l’imago a me sì cara vieni o sera! E quando ti corteggian liete le nubi estive e i zeffiri sereni, e quando dal nevoso aere inquïete tenebre e lunghe all’universo meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni. Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme che vanno al nulla eterno; e intanto fugge questo reo tempo, e van con lui le torme delle cure onde meco egli si strugge; e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirito guerrier ch’entro mi rugge. Ugo Foscolo

COMPRENDO

Metto a fuoco

La poesia classica • La poesia è divisa in strofe? Sì No • I versi sono in rima o liberi? Nel primo caso completa lo schema delle rime. • Il linguaggio usato da Ugo Foscolo è: (puoi segnare più di una risposta) usato ancora oggi ricco di parole che non si usano più difficile da comprendere, ma bello difficile e noioso

lessico • Collega i termini arcaici con il loro significato attuale. - imago - aere - meni - cor - meco

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aria immagine porti con me cuore

Per capire meglio il significato di una poesia puoi ricorrere alla parafrasi procedendo così: • sostituisci le parole difficili o quelle che non si usano più con altre di uso comune; • cambia l’ordine delle parole, cioè trascrivi una frase mettendo di solito prima il soggetto, poi il verbo e infine i complementi; • aggiungi parole per tradurre le espressioni poetiche. • Completa la parafrasi della poesia di Ugo Foscolo, inserendo le parole al posto giusto. gradita - leggeri - cuore - nuvole - notti - calma battagliero - riposo - desiderata - scorre via Forse perché assomigli al ................................ della morte, sei per me così ...................... o sera! Sia quando sei accompagnata dalle .......................... estive e da venti ........................., sia quando, dal cielo che promette neve, porti sulla terra ........................ lunghe e burrascose, per me scendi sempre ......................... e penetri nelle più nascoste e intime vie del mio ........................... Mi fai pensare all’eternità e intanto ....................... questo tempo difficile e fuggono con lui tutte le preoccupazioni, con le quali anche il presente si consuma con me; così mentre io contemplo la .......................... della sera, lo spirito ..........................., che si agita dentro di me, si placa.


IL TESTO Poetico

L’infinito Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare. Giacomo Leopardi

COMPRENDO

• I ndividua nella poesia i versi a cui si riferiscono le seguenti espressioni parafrasate e trascrivili a fianco.

Metto a fuoco

• La poesia è divisa in strofe? ......... • I versi sono in rima o liberi? .........

Mentre sto seduto e contemplo, immagino oltre la siepe spazi infiniti, un silenzio sovrumano e un’immensa calma. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... Mi viene in mente l’eternità, le età trascorse e il tempo attuale che risuona di vita. .......................................................................................................................... .......................................................................................................................... • S crivi sul quaderno la parafrasi della poesia, usando anche le espressioni date.

• Il linguaggio per te è: troppo difficile comprensibile

racconto DI ME • Hai anche tu un luogo in cui ritirarti in solitudine per pensare? Per te ha un valore restare in silenzio da solo? Possono farlo solo gli adulti o anche i bambini?

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IL testo poetico

Oggi bambino uomo domani Ti guardo, oggi bambino occhi di luce, corpo di vento. Ti ascolto, oggi bambino lacrime dolci, rabbie leggere. Ti immagino, domani nel mondo mente fiorita, aperta, curiosa. Ti vedo, domani nel mondo mani oneste, attente, generose. Ti sogno, oggi bambino uomo domani seme di allegria frutto di coraggio fiore di rispetto radice di un mondo migliore. P. Ceccarelli

Metto a fuoco

Il messaggio della poesia

• Quale affermazione, secondo te, definisce meglio il significato della poesia? Ogni bambino sarà un uomo. Ogni bambino è la radice di un uomo migliore. • Colora il riquadro che contiene il messaggio della poesia. Un adulto guarda un bambino e spera che diventi un uomo capace di migliorare il mondo. Un uomo osserva un bambino, lo ascolta e la notte sogna come diventerà da adulto.

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SCRIVO •P rendi spunto dalla poesia e scrivi in versi liberi. Oggi bambino/a ...................................................................... ...................................................................... domani uomo/donna ...................................................................... ......................................................................


IL TESTO Poetico

Niente da imparare Tu che disboschi l’Amazzonia intera e in auto non allacci la cintura. Tu che con il cane, se nessuno vede lasci tutto sul marciapiede. Tu che butti la carta del gelato e dici a me che son maleducato. Tu che le regole le rispetta il fesso e consumi tutto il mondo adesso. Tu che abbandoni il gatto a ferragosto per andare in vacanza a ogni costo. Ti senti forte, grande furbo e sveglio ma io da uomo sarò molto meglio perché anche se comandi e sai parlare io da te non ho niente da imparare. da J. Carioli, Anche i bambini hanno un cuore, Feltrinelli

COMPRENDO

• Completa colorando la parola adatta.

La poetessa nei suoi versi fa parlare un adulto un bambino che si rivolge agli adulti ai bambini e li incoraggia accusa . • Sottolinea il verso che ti fa capire chi è che parla. • Quali sono i propositi di chi parla? Esprimilo con parole tue.

come la penso • Secondo te, i comportamenti denunciati nella poesia sono da considerare: g iustificabili legittimi incivili Motiva la tua scelta.

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Per costruire le competenze

Pioggia estiva Tic-tac, la pioggia picchia come un beccar di uccelli contro i vetri. Nascosti tra le foglie 5 i passerotti ravvolti nelle penne gonfian come batuffoli 10 di lana; sulle foglie l’acqua scoppietta pare un tizzone verde. Tic-tac: la pioggia. 15 Il tuono rumoreggia,

lampi squarciano il cielo come incendi. da A. Nardi, Osteria e altri versi, Rebellato

Il vento nell’isola Il vento è un cavallo senti come corre per il mare, per il cielo. Vuol portami via: senti 5 come percorre il mondo per portarmi lontano. Nascondimi tra le tue braccia per questa notte sola, mentre la pioggia rompe 10 contro il mare e la terra la sua bocca innumerevole. Senti come il vento mi chiama galoppando per portarmi lontano. P. Neruda

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Il vento nell’isola

1. I versi della poesia sono: in rima baciata in rima alternata in rima incrociata liberi

1. La poesia è composta da: quattordici versi raggruppati in cinque strofe quattro versi raggruppati in quattordici strofe quattordici versi raggruppati in quattro strofe dodici versi raggruppati in quattro strofe

2. L’espressione “tic-tac” (verso 1 e 14) è: una personificazione un’onomatopea un’anafora un’allitterazione

2. “Il vento è un cavallo” (verso 1) è: una metafora una personificazione una similitudine un’anafora

3. In alcune parole si ripetono gli stessi suoni creando: una personificazione un’onomatopea un’anafora un’allitterazione 4. Le similitudini presenti in questa poesia sono: due tre quattro zero 5. La pioggia che cade sui vetri assomiglia a: un tuono un orologio un beccare di uccelli uno scoppiettio 6. L’espressione “batuffoli di lana” (versi 8-10) si riferisce: alla pioggia alla neve ai passerotti alle foglie

Il testo poetico

Pioggia estiva

3. “Il vento mi chiama galoppando” (versi 12-13) è: una personificazione una similitudine una metafora un’anafora 4. L’espressione “la sua bocca innumerevole” (verso 11) si riferisce: alla pioggia alla terra al mare al vento 5. Nell’espressione “nascondimi tra le tue braccia” (verso 7) il poeta si riferisce: a una persona cara al cavallo al mare al vento 6. Scegli la frase che riassume il significato della poesia. Il poeta cavalca un cavallo veloce come il vento. Il poeta vuole andarsene via con il vento. Il poeta chiede protezione a una persona cara per non lasciarsi portare via dal vento. Il poeta si nasconde perché ha paura del vento e della pioggia.

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Sorprenditi con

La descrizione IL TESTO descrittivo

aiuta a “vedere” una persona, un animale o un luogo, presentandone le caratteristiche e le qualità con le parole, per darne un’immagine chiara ed efficace al destinatario

può avere lo scopo di

COINVOLGERE EMOTIVAMENTE

in questo caso è soggettivo-espressiva: delinea il soggetto intrecciando i suoi elementi reali con le sensazioni che esso suscita, creando così un’atmosfera particolare

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INFORMARE

in questo caso è oggettivo-informativa: fornisce dati precisi con un linguaggio specifico

PERSUADERE

presenta le caratteristiche positive di oggetti, luoghi, avvenimenti, per influenzare i gusti del lettore


STRUMENTI PER DESCRIVERE l’autore per descrivere raccoglie le informazioni attraverso i cinque sensi

RICCHEZZA LESSICALE

INDICATORI - temporali - spaziali

DATI

- sensoriali - statici - dinamici

- figure retoriche - aggettivi - sinonimi

MODO

- descrivere in modo oggettivo o soggettivo - descrivere da una posizione fissa o mobile

Metto a fuoco In questa sezione troverai vari aspetti della descrizione: - la DESCRIZIONE DI ANIMALI, PERSONE, AMBIENTI - la DESCRIZIONE INSERITA NEI RACCONTI

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Metto a fuoco...

LA DESCRIZIONE Le mie domande

Quali sono i SOGGETTI della descrizione?

In quale MODO può essere descritto un soggetto?

Quali DATI si usano nella descrizione di un soggetto?

Quale ORDINE si segue per descrivere?

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Giacca e cravatta Mi ero addormentato sfinito in un angolo del castello. Il silenzio, forse, mi svegliò. Sopra di me la pioggia aveva smesso di picchiettare sulle tegole. I tuoni erano cessati e con essi ogni altro rumore. La luna piena risplendeva in un cielo sgombro di nubi, su una natura di nuovo quieta, dove uomini e bestie non avevano più peso. Su ogni cosa la pace regnava, così profonda che non osai rimettermi le scarpe e me ne andai a sbirciare il panorama in calzini, scivolando via come un pellerossa sui suoi mocassini. Raggiunsi la torre più alta del castello. Nella tenera luce della luna il paesaggio era imponente. Sotto di me, molto più in basso, i giardini si sposavano al lago, incastonato in una corona di montagne. Alla vista della Stella Polare compresi che la facciata del castello, che dava sul lago, era volta a nord. A est c’erano le cime massicce dei monti Grampians, ma il rilievo si addolciva un poco nelle altre direzioni, dove i tetti di qualche raro villaggio lasciavano una macchia più pronunciata sui verdi prati bagnati dalla luna. Da lassù dominavo tutta la contea! Mi sentivo il padrone del mondo. da H. Monteilhet, Di professione fantasma, Piemme


Le risposte SOGGETTI Le descrizioni riguardano tutta la realtà che ci circonda: - persone (presentazione generale, aspetto fisico, carattere, comportamenti ed emozioni...) - animali (presentazione generale, aspetto fisico, comportamento...) - luoghi interni o esterni MODO Ogni soggetto può essere descritto: - i n modo soggettivo, quando prevalgono i sentimenti di chi descrive, che riporta osservazioni personali - in modo oggettivo, quando si presentano con obiettività solo le caratteristiche del soggetto della descrizione -d a una posizione fissa o mobile, come quella dell’autore che nel testo a fianco descrive il paesaggio dall’alto della torre DATI Per descrivere in modo completo, raccogliendo tutte le informazioni, si usano: - i dati sensoriali forniti dai cinque sensi (dati visivi, uditivi, olfattivi, gustativi e tattili) - i dati dinamici - i dati statici ORDINE

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 222

La descrizione può seguire un ordine: - logico, cioè dalle informazioni generali ai dettagli, o viceversa - s paziale, dal vicino al lontano, dall’interno all’esterno, da sinistra a destra, dal basso verso l’alto... o viceversa, con l’uso degli indicatori spaziali - temporale, dal prima al dopo, dal presente al passato... o viceversa, con l’uso degli indicatori temporali

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IL testo Descrittivo

Estate nei campi La primavera si immerse lentamente nei lunghi, caldi, assolati giorni d’estate tutti canori di cicale, stridule ed eccitate che facevano vibrare l’isola con i loro gridi. Nei campi il granturco cominciava a gonfiarsi. Sulle viti l’uva pendeva in piccoli grappoli macchiettati e caldi. Gli ulivi sembravano piegarsi sotto il peso dei loro frutti, tra i quali esplodeva il coro delle cicale. Negli aranceti, tra le foglie scure e lucenti, i frutti cominciavano a colorirsi, come se una vampata di rossore si spandesse sulle loro verdi pelli. Sulle colline, tra gli scuri cipressi, sciami di farfalle volavano e volteggiavano come coriandoli sospinti dal vento, fermandosi ogni tanto su una foglia per deporre le uova. Le cavallette e le locuste emettevano versi acuti sotto i miei piedi e volavano ubriache, con le ali che scintillavano al sole. Verso sera, quando cominciava a fare più fresco, le cicale smettevano di cantare; le sostituivano in quel compito i grilli bruni e le verdi raganelle, appiccicate sulle foglie dei limoni accanto al pozzo. Quando il sole calava c’era un breve crepuscolo e l’aria si faceva più fresca e si impregnava dei profumi della sera. Il mare era liscio, caldo, e scuro come velluto nero, senza una sola increspatura sulla superficie. da G. Durrel, La mia famiglia e altri animali, Bompiani

Metto a fuoco

La descrizione di ambienti

• L’ambiente descritto è: interno esterno • Viene descritto in modo: oggettivo soggettivo • L’autore utilizza: dati visivi dati uditivi dati olfattivi dati tattili dati gustativi

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• Gli elementi descritti sono: granoturco viti mare aria

aranceti insetti

farfalle osservatore

• Completa con gli aggettivi usati per descrivere i vari elementi. I giorni d’estate sono .............................., ............................... e ................................ Le cicale sono ................................... e ................................ I grappoli d’uva sono ..............................., ................................. e .............................., le foglie degli aranci sono ........................... e ............................, i cipressi sono ............................. I grilli sono ............................., le raganelle .................................. Al crepuscolo l’aria è ..........................., il mare è ............................, ............................ e ................................


IL TESTO Descrittivo

E nel bosco

lessico

Una selva d’abeti. Un sentiero la attraversava serpeggiando con grazia sorridente, quasi maliziosa, e io lo seguii compiaciuto. La strada e il terreno boscoso somigliavano a un tappeto. Là dentro c’era silenzio come in un’anima felice, come in un tempio, in un castello fatato o in un fantastico palazzo di fiaba: c’era ombra come nel castello di Rosaspina, dove tutto dorme e tace da centinaia di lunghi anni. Io mi addentravo sempre più e forse adopero troppo belle parole, ma mi pareva d’essere un principe dai capelli d’oro chiuso in un’armatura guerriera. Tutto nella selva era così solenne che nell’animo del sensibile viandante sorgevano, come spontanee, mirabili immaginazioni. Quel dolce silenzio della foresta quanto mi rendeva felice! Di quando in quando un lieve rumore veniva a rompere la solitudine, la cara, deliziosa oscurità: un tonfo, un fischio o qualche altro sussurro, la cui risonanza lontana non faceva che rendere più percepibile la profonda quiete dominante, che aspiravo a pieni polmoni, bevendo e assaporando la sua virtù. Qua e là nell’aria silenziosa, da qualche nascondiglio incantevole e arcano, un uccello faceva udire la sua voce chiara come acqua di ruscello.

• Completa le similitudini presenti nel testo. - La strada e il terreno .................... ............................................................... - La sua voce chiara ........................ ...............................................................

da R. Walser, Passeggiata, Adelphi

Metto a fuoco

La descrizione di ambienti

• Dove si trova il protagonista? ............................................................................

• La descrizione della selva è: oggettiva soggettiva

• Il suo punto di osservazione è: mobile fisso

Sottolinea nel testo le parti che te lo fanno capire e motiva la tua scelta.

• La sua descrizione procede: dall’esterno all’interno del bosco dalla sinistra alla destra del sentiero

• L’autore usa solo dati: uditivi e olfattivi visivi e gustativi

uditivi e visivi visivi e olfattivi

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IL testo Descrittivo

Il mondo di Amacem C’è un mondo, lassù, che si chiama Amacem. Non è più grande o più piccolo del nostro pianeta: è diverso. Su Amacem le sorgenti sono in basso, i fiumi salgono, le montagne sono di mare e nelle montagne nuotano pesci che possono uscire dall’acqua e volare nel cielo, perché le loro pinne sono anche ali. Tra i fiumi che salgono a formare le montagne, si stendono boschi e prati. Gli alberi, grandi e senza tronco, stanno sospesi a circa dieci metri dal suolo e non perdono mai le foglie, perché, mano a mano che le vecchie cadono, ne nascono di nuove. I pesci-uccello si posano spesso sui rami degli alberi a riposare. Quando su Amacem soffia il vento, e soffia di frequente, gli alberi si muovono rotolando e mescolandosi in cielo da un orizzonte all’altro. Non ce n’è uno che non abbia fatto più volte il giro del mondo, sopra la terra erbosa. A volte sfiorano i fianchi delle montagne, leccando l’acqua con la punta delle foglie. A volte bastano le gocce che gli uccelli-pesce, posandosi, lasciano cadere sui rami. Qualche volta gli alberi si uniscono a gruppi di due, quattro, al massimo dieci e restano insieme per qualche tempo, come villaggi mobili e vegetali. Poi torna il vento, i piccoli boschi si sciolgono e altri se ne formano. Sotto, su prati verdissimi, simili ai nostri pascoli di montagna, ma molto più estesi, ci sono fiori di fuoco profumato, che

Metto a fuoco

Gli ambienti e i personaggi

• Nel testo prevale: la descrizione del mondo di Amacem e degli Amacemi la narrazione di una storia che avviene ad Amacem • Completa. Per primo viene descritto in generale .................................................. Poi sono descritti nei particolari ............................................................. .......................................................................................................................... • La descrizione, quindi, segue un ordine: logico spaziale temporale

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come la penso • Ti piace il mondo di Amacem? Il modo in cui viene descritto dall’autore ti sembra efficace? Ti ha aiutato a “entrare” in questo mondo immaginario?


IL TESTO Descrittivo

brillano di notte, fino a quando il piccolo sole bianco di Amacem, che si chiama Giglon, spunta all’orizzonte. Non nasce a est, come da noi, ma a ovest, ma questo non fa una grande differenza. Non ci stanno solo uccelli-pesce, fra i rami: gli Amacemi, gente quieta e leggera, vivono su quegli alberi in movimento. Non sono molto diversi da noi, soltanto un po’ più magri, leggeri e chiari: alcuni di pelle azzurrognola, altri rosa, altri arancione. Dipende dal tipo di frutti o fiori di cui si nutrono, proprio come i canarini terrestri. Gli Amacemi non hanno capelli, ma una piccola nuvola mobile e rossa, che è la loro mente. Quando due di loro vogliono parlare o giocare, si avvicinano fino a mescolare le nuvole in una sola, più grande, rossa e mobile. Gli Amacemi possono parlare, perché hanno lingua e orecchie simili alle nostre, ma usano la voce solo per cose di poco conto, per quelle importanti preferiscono mescolare le menti. Sanno anche volare, ma stanno volentieri fra i rami del loro albero, limitandosi ai voli necessari. Spostandosi da un albero all’altro, si scambiano visite e pensieri, si fanno festa e compagnia. Dal momento in cui nasce, un Amacemo pensa e fa quello che vuole e, se non si trova bene sull’albero in cui è nato, vola a cercarne un altro o un nuovo amico. Ma succede di rado: quasi sempre un Amacemo, almeno per qualche tempo, resta dove è nato a parlare, giocare, volare con gli amici sui prati o verso le montagne, mescolando le nuvole. da R. Piumini, Seme di Amacem, Einaudi Ragazzi

SCRIVO • I mmagina anche tu di approdare in un mondo fantastico e prova a descrivere l’ambiente e i personaggi che lo abitano.

COMPRENDO • S egna con una x solo le affermazioni vere. L’autore inizia con la descrizione di ciò che ad Amacem è diverso dalla Terra. N el testo c’è una lunga descrizione degli alberi di Amacem. Tutti gli alberi hanno compiuto almeno una volta il giro del mondo. Gli Amacemi non sanno parlare. Nel testo non si dice di cosa si nutrono gli Amacemi. La parte centrale e finale del brano sono dedicate alla descrizione degli Amacemi.

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IL testo Descrittivo

Mina

Metto a fuoco

Le emozioni e gli stati d’animo • Colora il riquadro che descrive meglio lo stato d’animo di Mina. Mina è incantata dalla notte e dalla luna piena. Mina è spaventata dal buio della notte. • Che cosa adora Mina della notte? ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... • Quali reazioni ha Mina contemplando la luna? ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... • Quali dati sensoriali sono usati in questo testo? .....................................................................................

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Mi chiamo Mina e adoro la notte. Tutto sembra possibile di notte, quando il resto del mondo dorme. La casa è buia e silenziosa, ma se tendo l’orecchio sento il “tum tum tum” del mio cuore. Sento gli scricchiolii della casa. E il respiro leggero della mamma, che dorme nella stanza accanto. Scivolo giù dal letto e mi siedo al tavolo vicino alla finestra. Apro la tenda. In mezzo al cielo c’è la luna piena. Inonda il mondo della sua luce argentata. Splende su Falconer Road, sulle case e sulle strade, sui tetti e sulle guglie della città, sulle colline e sulle brughiere lontane. Splende nella stanza e su di me. Dicono che bisogna distogliere lo sguardo dalla luna piena. Dicono che faccia impazzire. Io invece la guardo e rido. E sento una gioia sorridente scendere in me. È come un brivido caldo che mi attraversa il corpo. Scruto la notte. Vedo gufi che planano, pipistrelli che saettano davanti alla luna. Là fuori, da qualche parte, il gatto Bisbiglio scivola nell’ombra. Chiudo gli occhi ed è come se quelle creature si muovessero dentro di me, quasi anch’io fossi una specie di strana creatura, una bambina che si chiama Mina, ma anche qualcosa di più di una bambina che si chiama Mina. Sul tavolo, nel chiaro di luna, giace un quaderno vuoto. È lì da una vita. Dico sempre che voglio tenere un diario. Bene, comincerò adesso: apro il quaderno e scrivo le prime, primissime parole: «Mi chiamo Mina e adoro la notte». da D. Almond, La storia di Mina, Salani

racconto DI ME • E tu che rapporto hai con la notte? La adori come Mina o ti fa paura?


IL TESTO Descrittivo

La donnola La donnola ha una codina corta e mal riuscita, tanto che non so a che cosa le serva; certe orecchie larghe e mozze, che c’è da vergognarsi a portarle. Ma essa si crede bellissima; bellissima e padrona del mondo. Il bosco, lo sterpeto, le sodaglie sono sue, e anche le buche nelle prode, col paleo giallo e secco. Quando si accovaccia, non sembra essa stessa un ciuffo di paleo secco, con quel pelame giallo-rossiccio? Non è davvero un colore distinto questo suo bruno cannella; ma a lei serve per mimetizzarsi, cioè confondersi col colore del terreno, delle pietre e dell’erba secca. Così, senza essere veduta, può comodamente aggredire chi passa. Stamattina ha distrutto due nidi di uccelli divorandone i piccini implumi. Ma eccola, eccola che viene a gran salti. Certamente ha veduto quel leprotto che si trastulla fra l’erba... Salvati leprotto, salvati! Ahi, poveretto! Colto così a tradimento... Avete notato? Con un balzo improvviso gli è arrivata addosso e se il leprotto non fosse fuggito l’avrebbe ucciso! Quello è il suo sistema: aggredire alle spalle e mordere alla nuca. Così può vantarsi di atterrare bestiole assai più grosse di lei. Le atterra e poi si dice: “Come sono brava!”. Topi e arvicole dovrebbe mangiare, per sua legge. Ma non se ne accontenta e vuole uccelli, galline, leprotti, scoiattoli. E non è mai sazia. E se sopraggiunge l’uomo, inebriata di superbia e di audacia, si rivolta e si difende, petulante e tenace, anche contro di lui.

lessico sterpeto = è un luogo pieno di arbusti secchi e spinosi sodaglie = sono terreni incolti • Ora con l’aiuto del vocabolario spiega tu il significato delle seguenti parole: prode - paleo - arvicole

da P. Reynaudo, Lo scricciolo tra le nevi, Giunti

Metto a fuoco

La descrizione di animali

• La donnola viene descritta in modo: oggettivo soggettivo • Segna con una x gli aspetti dell’animale che trovi nella descrizione: l’ambiente in cui vive aspetto fisico abitudini atteggiamento nei confronti dell’uomo un episodio caratteristico

• Il linguaggio usato è: vivace e personalizzato imparziale, scientifico • Il testo comunica: l e caratteristiche scientifiche delle donnole le particolarità, le abitudini e il temperamento della donnola

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IL testo Descrittivo

Metto a fuoco

I dati statici e dinamici • Sottolinea nel testo i verbi riferiti a Nerone. • Si tratta di verbi che indicano: movimento, azione, dinamismo quiete, immobilità, modo di essere • L’autore ha usato prevalentemente: dati di movimento dati statici

SCRIVO •O sserva bene un animale se ne hai la possibilità oppure scegli una persona, poi scrivine una descrizione dinamica, cioè che ritragga il soggetto in pieno movimento.

Benedetto corvo! Io sono Anita e questo che vedete è il bel Nerone, dagli occhi luminosi come due piccole braci. Quand’era un minuscolo batuffolo di piume, è caduto dal nido e la zia lo ha raccolto. Da allora vive in casa, ma ne combina di tutti i colori! Ha una vera passione per i sacchetti dell’immondizia: li becca, poi tira fuori dai buchi la spazzatura e la sparge per tutta la casa. Quando il cane della zia dorme, gli si avvicina di soppiatto e gli becca la coda. Se trova il tubetto del dentifricio, lo riduce come un colabrodo. E non è divertente usare un tubetto che schizza dentifricio da tutte le parti. Quando riesce a mettere il becco nel giornale dello zio, lo fa a brandelli. A volte prende i pezzetti di carta e li nasconde negli angoli più impensati della casa. La cosa peggiore, comunque, sono le cacchine molli che lascia cadere dove gli capita! – Che porcile! – brontola lo zio. Nerone adora la zia e la segue saltellando per tutta la casa. Quando la zia si siede sulla poltrona, lui le svolazza sulle ginocchia, allunga il collo e sta lì ad aspettare le coccole. La zia gli liscia le piume con un dito e lui gongola beato, con gli occhi socchiusi. È così tenero e affettuoso che si fa perdonare qualunque marachella. da J. Kelly, L’evoluzione di Calpurnia, Salani

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Imparo ad ascoltare

L’ INSEGNANTE LEGGE IL TESTO NARRATIVO da UN LIBRO TUTTO SUO...

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

Camping Blu

1. In quale ambiente immagini che si trovi il campeggio?

2. Ti aspetti di ascoltare: una descrizione all’interno di un racconto solo la descrizione del campeggio allo scopo di attirare turisti

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Indica la risposta giusta. - La bambina non vede l’ora che termini la scuola per: andare dalla nonna trasferirsi a vivere in campeggio andare al mare dormire fino a tardi - Tra i seguenti soggetti non si chiama “Blu”: la bambina la mamma la nonna il camping

- Il camping si trova: in una pineta vicino al mare in una radura ai piedi della montagna in una radura ai piedi della collina alla periferia di una grande città - L’elemento che non viene nominato nella descrizione è: la lavanderia la cucina la vegetazione il bar

4. Riporta con parole tue la descrizione di un punto del campeggio. ..................................................................................................................................................................................................... 5. Nel market si vende “dall’ago alla vaporiera” significa che: si possono acquistare solo cibi e bevande si possono acquistare gli aghi e le vaporiere si possono acquistare solo quotidiani e giornali si può acquistare tutto ciò che serve 6. Perché i turisti si stupiscono del nome del campeggio? .....................................................................................................................................................................................................

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Testo audio e in guida

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IL testo Descrittivo

La rubamamma Certi giorni mi va tutto storto. Succede quando arriva lei: la strega che ogni tanto trascina la mamma al cinema o a fare compere, lasciando a casa con papà una bambina furibonda e col muso lungo. La rubamamma è alta, con i capelli neri, lunghi e ricci. Ha i cerchi d’oro alle orecchie. La bocca rossa rossa. Gli occhi sono colorati di celeste o di viola. Le signore che incontro non somigliano per niente alla rubamamma. Quelle che vedo al supermercato hanno cappotti neri o marroni, gonne né lunghe né corte, scarpe nere o blu. Invece gli abiti della rubamamma sono tutti speciali: gonne corte corte, golfini stretti stretti e giacche di pelle nera. D’inverno porta un cappotto rosso o un impermeabile, che sembra d’oro, ma è di plastica luccicante. I capelli non li lega mai, li porta sciolti e tutti per aria. A me, Martina, le donne truccate non piacciono. E lei si trucca sempre, con quel rossetto scuro e la riga intorno agli occhi. Ci ho fatto caso: mette sempre le scarpe con i tacchi alti e la punta aguzza e, in estate, i sandali aperti (con i tacchi alti, naturalmente), così si vedono le unghie rossissime. Appena quella lì arriva, mamma si chiude svelta nel bagno. E quando esce è tutta allegra. Ha la bocca rossa rossa, anche lei! E si è colorata gli occhi di verde e rosa. Mette gli orecchini che luccicano, prende la borsa e la giacca e quell’insopportabile rubamamma se la porta via. da P. Zannoner, La rubamamma, Mondadori

Metto a fuoco

La descrizione di persone

• La descrizione del personaggio privilegia: il carattere l’aspetto fisico il comportamento gli stati d’animo • La rubamamma è descritta da un punto di vista: soggettivo oggettivo • La rubamamma viene descritta come una persona: insignificante e banale stravagante e originale Sottolinea le espressioni del testo che te lo fanno capire.

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COMPRENDO •C hi è il narratore di questo testo? .................................................................... • Al narratore la rubamamma: piace non piace Sottolinea nel testo le frasi che te lo fanno capire. • Perché il narratore prova antipatia nei confronti dell’amica della mamma?


IL TESTO Descrittivo

Rodolfo Se per caso non avete una sorella maggiore, state tranquilli: non vi perdete niente. Tanto per darvi un’idea, la mia non dice una cosa gentile da quando aveva sei anni... e adesso ne ha quattordici. In più è anche somara, visto che prende ripetizioni di matematica, perché non ha idea di cosa siano le “potenze”. Io a dire il vero preferisco Rodolfo, perché non mi rompe mai le scatole, invece mia sorella sempre. E poi la stanza di Roddy è sempre fantastica per via del disordine micidiale (che però deve rimanere così, se no lui non trova più nulla) e delle foto sul muro: da una parte una band rock e dall’altra un sacco di monaci vestiti di rosso, che scappano davanti a poliziotti armati, in un posto lontano che si chiama Tibet. Rodolfo non sembra un fratello, ma un attore da telefilm: ha lo sguardo scintillante e la mascella quadrata e porta jeans molto vecchi e un giubbotto di finta pelle nera, perché lui è animalista e antivivisezionista, cioè di quelli che non ammazzano gli animali e neppure li tagliano a fette quando sono ancora vivi, o gli strappano via il cuoio per farci scarpe e giacche. Gira con una bicicletta tutta scassata e io lo vedo pochissimo, perché sta sempre fuori. Dice che studia dagli amici. Nessuno, però, capisce bene che cosa studi, perché all’università non si è mai iscritto! da S. Fabri, Adesso che sono grande, Giunti

COMPRENDO •R ispondi sul quaderno. - Il brano è scritto in prima o in terza persona? - Che cosa pensa l’autore di sua sorella? - Chi è Rodolfo? - Perché viene preferito alla sorella? - Quali caratteristiche fisiche lo fanno somigliare a un attore? - In quali temi sociali è impegnato?

SCRIVO • Tu hai fratelli o sorelle? Quale rapporto hai con loro? Raccontalo in un testo descrivendo anche il loro aspetto fisico, il carattere, il comportamento e quali sentimenti vi legano. Se non hai fratelli, descrivi un amico.

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IL testo Descrittivo

Bianca “dituttiicolori” Bianca è una ragazzina dai capelli biondi come le spighe del grano, ma per fortuna più morbidi e meno pungenti di una spiga di grano e, sempre per fortuna, poco adatti a far farina, altrimenti Bianca sarebbe già restata da un pezzo con la zucca pelata. Bianca, poi, ha due occhioni azzurri come il mare. Si dice sempre così, quando qualcuno ha gli occhi come i suoi, anche se io non ho mai visto un mare azzurro come gli occhi di Bianca. Bianca ha anche due belle labbra rosse, che sembra si sia appena pappata due cucchiaiate della marmellata di fragole della nonna. Bianca indossa sempre abiti a pallini. A volte è una gonna con pallini rossi su fondo giallo, altre una maglia con pallini blu su fondo verde oppure violetti su fondo arancione... I vestiti cambiano ma i pallini non mancano mai. Le scarpe di Bianca sono sempre del colore dei pallini, quindi cambiano quando cambia il vestito. Questa è una fissa della mamma e Bianca, pur di non sentirla borbottare, non protesta. Un giorno ho provato a disegnare il ritratto di Bianca in un grande cartoncino. È venuto davvero bene, solo che alla fine avevo esaurito tutti i miei magnifici pastelli colorati, perché Bianca si chiama sì Bianca, ma di bianco non ha davvero niente! Sono giunto alla conclusione che è proprio per questo che si chiama così. Del resto “Dituttiicolori” sarebbe un nome troppo strano e troppo lungo da dire e, soprattutto, da scrivere sulla carta d’identità. da A. Valente, Chissà perché, Gallucci Edizioni

lessico • Nel testo sono presenti numerose similitudini: sottolineale e riscrivi qui sotto quella che ti piace di più. ..................................................................................... ..................................................................................... .....................................................................................

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laboratorio del lessico

Cosa provo? Per rendere più interessante e originale una descrizione, spesso l’autore si avvale del linguaggio figurato: similitudini, metafore, modi di dire, sono utili per descrivere emozioni e sentimenti in modo efficace.

PAURA ...............................................

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Tavola lessicale Sono giù di corda. Sono rosso come un pomodoro. Sono felice come una Pasqua. Tutto va a meraviglia. Ho i capelli dritti dalla paura. Ho un diavolo per capello. Mi tremano le gambe. Mi sento sprofondare. Ho il cuore in gola. Ho il morale in cantina. Piango come una fontana. Tocco il cielo con un dito. Sono a terra. Ho i nervi a fior di pelle. Faccio il diavolo a quattro.

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...............................................

LINGUAGGIO FIGURATO • Scrivi sotto ogni foto il sentimento provato dal soggetto, poi collegalo ai modi di dire corrispondenti. • Scegli un modo di dire dalla tavola lessicale e utilizzalo per arricchire la descrizione dell’emozione che hai provato in una situazione particolare.

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IL testo Descrittivo

Anna e Bruno Anna era arrivata nella nostra scuola per la prima volta all’inizio della quarta elementare. Il signor Salvani, il maestro, l’aveva fatta entrare nell’aula e aveva detto: – Ecco la vostra nuova compagna. Si chiama Anna Valesca. Siate gentili con lei. È qui solo da sei mesi. Prima viveva coi genitori in Polonia. Anna era proprio buffa. Non indossava dei jeans, ma una veste lunga e fuori moda. Aveva una sola treccia, anch’essa troppo lunga. Era pallida, magra e respirava con un certo affanno. Qualche compagno cominciò a ridacchiare. – Un po’ di contegno! – ammonì il signor Salvani. Fece sedere Anna in un banco accanto a Caterina e subito Caterina si scostò ostentatamente da lei, che però fece finta di niente. Accanto a Caterina sedeva Bruno, un ragazzino con una lunga frangia liscia e nera e la bocca sempre aperta in un sorriso che scopriva denti larghi e radi. Bruno trovò che Anna sembrava fuori posto in classe e tornò a squadrarla attentamente. Allora lei sollevò la testa e gli dette una sbirciata. Per Bruno fu come una scossa elettrica. La ragazza aveva due immensi occhi nocciola, enormemente tristi. Lui non aveva mai visto due occhi così. Nei giorni seguenti nessuno si interessò di Anna, anche se il maestro esortava gli alunni a non essere scortesi. A sentire Caterina, Anna era proprio disgustosa: – Puzza – diceva – e non sa neppure scrivere in modo corretto: a dieci anni! Bernardo obiettava: – Forse sa scrivere in polacco.

Metto a fuoco

La descrizione nella narrazione

• Dividi il testo in sequenze e sottolinea quelle descrittive. • Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). - Nella narrazione sono inserite alcune descrizioni. - Le descrizioni riguardano le persone e la scuola di Anna. - Viene descritto il carattere di Anna, di Caterina e di Regina. - Viene descritto anche Bruno. - Le descrizioni inserite sono indispensabili per comprendere il testo. - Le descrizioni inserite rendono il testo più chiaro e piacevole.

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V V V V V V

F F F F F F


IL TESTO Descrittivo – Sfido – replicava Caterina – è proprio una polacca, mica è una di noi. – Forse non le hanno permesso di restare in Polonia – suggerì Bernardo. – A causa di quella puzza senza fine – insisté Caterina per rincarare la dose. Era troppo! Bruno afferrò la compagna per un braccio e gridò: – Smettila una buona volta! Sei tu che puzzi. Caterina si svincolò e urlò a sua volta in modo da farsi sentire da tutti: – Difende Anna. Bruno è innamorato di Anna! Bruno si gettò allora su Caterina premendole la mano sulla bocca mentre lei si dibatteva, rossa in viso. – Lasciala! – intervenne Regina – Non vedi che non ce la fa più a respirare! Regina era la più assennata della classe e anche la più alta: sovrastava di un palmo tutti gli altri, aveva gambe forti e lunghissime, che le facevano vincere ogni gara di salto, e non sopportava che qualcuno subisse un’ingiustizia. Nessuno di loro si era accorto che il maestro era fermo sulla porta dell’aula e già da un pezzo li stava ascoltando. – Bruno lascia andare Caterina! – Il signor Salvani era terribilmente in collera. Gli si leggeva in faccia, mentre ordinava a tutti di tornare ai loro posti. Di colpo calò sulla classe un silenzio profondo. E poiché non volava neppure una mosca, tutti sentirono i singhiozzi di Anna. Lei cercava di soffocarli, ma non ci riusciva. Le lacrime le scorrevano giù per le guance. Se le asciugava e riasciugava senza posa e il suo respiro si faceva affannoso. Il maestro si accostò al banco di Anna e ordinò a Caterina di cambiare posto con Regina. A Regina disse: – Forse tu puoi aiutare Anna. Poi tenne un discorso. Parlava tra i denti e avrebbe volentieri urlato. – Può succedere a ognuno di voi di trasferirsi in un’altra città e in un’altra scuola. E ognuno di voi all’inizio sarebbe un estraneo. Per Anna la situazione è ancora più complicata. Lei è cresciuta ed è andata a scuola in un altro Paese. Là parlava soltanto la sua lingua. Poi i suoi genitori hanno ottenuto il permesso di emigrare nel nostro Paese e adesso sono qui. Vorrebbero sentirsi a casa loro. Anche Anna lo vorrebbe, ma voi glielo rendete difficile. da P. Hartling, Piccolo amore, Nuove Edizioni Romane

facciamo

SQUADRA

“Può succedere a ognuno di voi di trasferirsi in un’altra scuola e di sentirsi un estraneo”. Riflettete su questa affermazione e confrontate, con sincerità, le vostre opinioni.

lessico • Sottolinea i due aggettivi che non sono sinonimi di terribile. tremendo - orribile - brutto insopportabile - gradevole - piacevole

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IL testo Descrittivo

Evviva i Classici

Il Paese dei Balocchi

Pinocchio Titolo originale Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino Anno di pubblicazione 1883 Curiosità sull’autore Carlo Lorenzini scelse di pubblicare i suoi libri con lo pseudonimo di “Collodi”, che in realtà è il nome del paese della madre. In quel paese, oggi, c’è un parco dedicato a Pinocchio, molto interessante e divertente da visitare.

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Lucignolo disse a Pinocchio che sarebbe partito. – E dove vai? – Vado ad abitare in un paese che è il più bel paese di questo mondo: una vera cuccagna! – E come si chiama? – Si chiama il “Paese dei Balocchi”. Perché non vieni anche tu? – Io? No davvero! – Hai torto, Pinocchio! Credilo a me che, se non vieni, te ne pentirai. Dove vuoi trovare un paese più sano per noialtri ragazzi? Lì non vi sono scuole: lì non vi sono maestri: lì non vi sono libri. In quel paese benedetto non si studia mai. Il giovedì non si fa scuola: e ogni settimana è composta di sei giovedì e di una domenica. Figurati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo di gennaio e finiscono coll’ultimo di dicembre. Ecco un paese come piace veramente a me! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi civili! – Ma come si passano le giornate nel Paese dei Balocchi? – Si passano baloccandosi e divertendosi dalla mattina alla sera. La sera poi si va a letto, e la mattina dopo si ricomincia daccapo. Che te ne pare? Vieni anche tu? Pinocchio si lasciò convincere, partì con Lucignolo e la mattina, sul far dell’alba, arrivarono felicemente nel Paese dei Balocchi. Questo paese non somigliava a nessun altro paese del mondo. La sua popolazione era tutta composta di ragazzi. I più vecchi avevano quattordici anni, i più giovani ne avevano otto appena. Nelle strade, un’allegria, un chiasso, uno strillìo da levar di cervello! Branchi di monelli da per tutto: chi giocava alle noci, chi alle piastrelle, chi alla palla, chi andava in velocipede, chi sopra un cavallino di legno; questi facevano a mosca-cieca, quegli altri si rincorrevano, altri, vestiti da pagliacci, mangiavano la stoppa accesa; chi recitava, chi cantava, chi faceva i salti mortali, chi si


Evviva i Classici divertiva a camminare colle mani in terra e colle gambe in aria, chi mandava il cerchio, chi passeggiava vestito da generale coll’elmo di foglio e lo squadrone in cartapesta, chi rideva, chi urlava, chi chiamava, chi batteva le mani, chi fischiava, chi rifaceva il verso alla gallina quando ha fatto l’uovo; insomma un tal pandemonio, un tal passeraio, un tal baccano indiavolato, da doversi mettere il cotone negli orecchi per non rimanere assorditi. Su tutte le piazze si vedevano teatrini di tela affollati di ragazzi dalla mattina alla sera e su tutti i muri delle case si leggevano scritte col carbone, delle bellissime cose come queste: «viva i balocci (invece di balocchi)»; «non vogliamo più schole (invece di scuole)»; «abbasso Larin Metica (invece di l’aritmetica)» e altri fiori consimili. Pinocchio, Lucignolo e tutti gli altri ragazzi, che avevano fatto il viaggio coll’omino, appena ebbero messo il piede dentro la città, si ficcarono subito in mezzo alla gran baraonda e, in pochi minuti, come è facile immaginarselo, diventarono gli amici di tutti. Chi più felice, chi più contento di loro? In mezzo ai continui spassi e agli svariati divertimenti, le ore, i giorni, le settimane, passavano come tanti baleni. – Oh! Che bella vita! – diceva Pinocchio tutte le volte che per caso s’imbatteva in Lucignolo. – Vedi, dunque, se avevo ragione? – ripigliava quest’ultimo – E dire che tu non volevi partire! E pensare che ti eri messo in capo di tornartene a casa dalla tua Fata, per perdere il tempo a studiare! Se oggi ti sei liberato dalla noia dei libri e delle scuole, lo devi a me, ai miei consigli, alle mie premure, ne convieni? Non vi sono che i veri amici a rendere di questi grandi favori. – Anima grande! – esclamava Pinocchio, abbracciando affettuosamente l’amico e dandogli un bacio in fronte. da C. Collodi, Le avventure di Pinocchio, Piemme

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Curiosità che mi spinge a conoscere meglio l’autore

Interesse che mi spinge a leggere tutto il libro

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Per costruire le competenze

La zia Maria 5

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Voi non conoscete la mia zia Maria! Era un vero personaggio, nel senso che era strana e non comune. Mia zia si tingeva i capelli di grigio metallizzato virato al violetto, portava gli occhiali, gli orecchini di perle e da quando era giovane faceva la camiciaia. Lo so, è un mestiere che quasi non esiste più: oggi le camicie si comprano più spesso nei negozi, nei grandi magazzini e sui banchi del mercato, ma un tempo le facevano soprattutto le sarte che cambiavano anche colletti e polsini, quando erano consumati. Con quel mestiere zia Maria aveva tirato su due figlie, tra asole e colletti, tra pentole di ragù e panni stesi, in giornate scandite dal ticchettare scivolante della macchina da cucire a pedale. Fuori, oltre il mobiletto della vecchia Singer sempre in movimento, oltre le finestre troppo piene di spifferi, c’erano i campi, qualche orto e una discesa sterrata che portava al centro di Ancona e che nei giorni di pioggia si riempiva di fango. La zia non si fermava mai. Cuciva, spennava galline, impastava tagliatelle, tirava sberle alle figlie, la sera diceva il rosario e pregava Santa Rita. Faceva tanto e rideva poco. Era difficile farla sorridere anche quando, la sera prima di addormentarmi, la convincevo a raccontarmi una storia e lei mi ripeteva quella di Bocio, che avrebbe fatto morire dalle risate chiunque, ma non lei, che alla fine, come se divertirsi fosse una cosa stonata, ordinava: – Adesso forza, dormi e basta con queste stupidaggini! Quando arrivava la Pasqua impastava la pasta di pane e ci modellava un pupazzo, anzi una pupazza: una donnina che in pancia, al posto di un bimbo, portava un uovo sodo ed era tutta colorata di minuscole palline di zucchero. La portava poi in tavola dentro un cestino di vimini coperto con il tovagliolo orlato di pizzi, che aveva fatto lei con le sue mani. D’estate mi portava al Passetto, il mare di Ancona, la spiaggia di città. Insieme scendevamo la grande scalinata a picco sull’Adriatico e arrivavamo alle Grotte, rimesse di barche scavate nella roccia e riadattate a rifugi estivi dove, tra nasse e canne da pesca, negli anni Cinquanta cominciavano a fiorire piccole cucine perfettamente attrezzate, frigoriferi e tavolini per i pranzi in riva al mare. Lì facevo il bagno e giocavo con gli altri bambini, mentre la zia Maria restava a riva a chiacchierare. Quelli erano i suoi rari momenti di riposo! da N. Barbiero, G. Reali, Il nonnolibro, Salani

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una cuoca una contadina

2. Lavorava: in fabbrica nella sua casa in campagna in un negozio nella sua casa al mare 3. La “vecchia Singer” (riga 12) è: una bicicletta un’aspirapolvere una macchina da cucire un’automobile 4. La zia Maria non si fermava mai perché: non aveva tempo aveva tante cose da fare tra la casa, il lavoro e le figlie lavorava sempre cucinava molto 5. In estate la zia: insegnava al nipote a cucire andava con il nipote al mare si occupava della campagna lavorava e cucinava 6. L’autore ti fa capire che: nutre antipatia per la zia ha solo ricordi vaghi della zia ricorda con indifferenza la zia è molto affezionato alla zia 7. La zia è descritta in modo: oggettivo soggettivo Perché? ......................................................................

Il testo descrittivo

1. La zia Maria era: una pasticciera una camiciaia

8. All’inizio del testo come definisce l’autore sua zia? ......................................................................................... .........................................................................................

Indica gli aggettivi che si addicono alla zia Maria, leggendo il resto del brano: pigra e timida energica e attiva vanitosa ed elegante scontrosa e taciturna 9. Sottolinea nel testo con il rosso la descrizione dell’aspetto fisico della zia, con il blu quella del suo carattere. 10. Indica gli elementi che non vengono descritti: l’aspetto fisico della zia la casa della zia ciò che si vede dalla casa della zia la macchina da cucire le abitudini della zia il mare di Ancona la città di Ancona 11. La descrizione si avvale soprattutto di: dati statici dati di movimento dati olfattivi dati gustativi 12. “Cominciavano a fiorire piccole cucine...” (riga 33) è una: similitudine metafora personificazione

207 161


I...

come come

IMPEGNO CIVILE

Ogni volta che compiamo un atto di civiltà rendiamo migliore il mondo.

Il gioco dell’oca del cittadino

5

• Dividetevi in piccoli gruppi in modo da riuscire a giocare tutti. Scegliete un piccolo oggetto per segnare la vostra posizione, lasciate il dado e seguite i comandi a ogni casella.

PARTENZA Siete dei bravi cittadini?

1

Ogni individuo merita rispetto.

3

4

Fino a che età la scuola è obbligatoria? Se non lo sai ritorna indietro di una casella.

Abbraccia almeno due compagni di gioco.

Esponi a voce la tua carta d’identità.

7

Rispetta i diversamente abili, vai alla casella successiva.

6

SOLIDARIETÀ

AMICIZIA

2

• Se non hai un dado per giocare, puoi riprodurre su un cartoncino questo schema, ritagliarlo e costruirne uno.

8 9

Di’ il nome del Presidente della Repubblica italiana.

REPUBBLICA

10

Indica due diritti dei bambini. Se giusto, avanza di due caselle, se sbagliato resta fermo un giro.

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l’educazione alla cittadinanza

11

NO ALLA PREPOTENZA

promuove la partecipazione alla vita sociale e la conoscenza dei valori che la sostengono.


20

Avete commesso un furto quindi andate in prigione.

Quando fu introdotto in Italia il voto alle donne? Se lo ricordi avanza di uno, altrimenti resta fermo un giro.

19

21 25

Indica due azioni per tenere pulito il parco della scuola o quello pubblico.

18

Elenca tre gravi problemi ecologici.

17

23

Come ti comporti se trovi un oggetto prezioso che è stato smarrito?

27 IMPEGNO Pericolo razzismo! State fermi un giro.

AMBIENTE

16 12

ONESTÀ

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DIRITTI E DOVERI

22

Cosa puoi fare per risparmiare l’acqua?

NO AI SOPRUSI

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Indica la tua opinione sul problema dei migranti.

15

Resta fermo un giro per concederlo al compagno più indietro.

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COLLABORAZIONE

13

Sei in prigione: resta fermo un giro.

FRATERNITÀ

14

Canta le prime strofe dell’inno di Mameli.

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ARRIVO! Siete dei bravi cittadini! da M. Speraggi, in Rivista Dada, Artebambini

educazione alla cittadinanza

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I...

come come

IMPEGNO CIVILE

L’impegno civile… in persona! Rigoberta Menchiú

Rigoberta Menchiú ha dedicato la vita alla lotta in difesa dei poveri e degli emarginati e ha sostenuto tante battaglie per ristabilire i diritti civili in Guatemala, suo Paese di origine. Ha ricevuto il premio Nobel per la pace nell’anno 1992. Documentati su di lei e sul Guatemala, consultando siti internet e libri, come La bambina di Chimel..., scritto da lei stessa.

164

educazione alla cittadinanza

«C’era una volta una bambina che si chiamava Rigoberta...» Mi piacerebbe cominciare così questa favola, come facevano una volta i nonni per dare inizio alle storie vicino al fuoco, mentre i ciocchi di legno piano piano diventavano rossi, le fiamme illuminavano i visi di tutti e le scintille scoppiettavano nell’aria, e il calore si diffondeva nell’ambiente. Forse, se la cominciassi così, tornerei anche bambina e mi troverei di nuovo nel villaggio in cui sono nata. Mi chiamo Rigoberta. Il mio villaggio si chiama Chimel, quando è grande, e Laj Chimel, quando diventa piccino. Perché il mio villaggio a volte è grande e a volte è piccolo. Nei periodi buoni, quando c’è il miele e le pannocchie di granoturco con il loro peso piegano le piante, quando le orchidee di tutti i colori (gialle, verdi, violetto, bianche, screziate) fioriscono, sfoggiano il loro splendore, allora il mio villaggio diventa grande e si chiama Chimel. Nei periodi difficili, quando il fiume si secca, i pozzi stanno nell’incavo della mano e uomini malvagi distruggono la terra, quando ormai la tristezza è insopportabile, allora diventa piccino e si chiama Laj Chimel. Ora mi ricordo di Chimel... Una volta, don Benjamin Aguaré, un vecchio saggio del villaggio, mi disse: – Con la nostra Madre Terra siamo un tutt’uno. C’erano molti vecchi saggi a Chimel. C’erano, perché adesso non ci sono più. Tra questi c’era mio nonno. Mio nonno arrivò al villaggio cento anni fa. Veniva a piedi da un posto molto lontano. Mio nonno camminò e camminò. Che cosa andava cercando? Non si sa. Lui le strade se le divorava lasciandosi alle spalle una scia di canzoni da cardellino. Che cosa andava cercando? Una montagna che cambiasse colore, forse. Un fiume che cambiasse corso, forse. Terre dalle quali spuntassero fiori e alberi robusti e grandi pannocchie di granturco. Forse... da R. Menchú, La bambina di Chimel. Una favola vera nella terra dei Maya, Sperling & Kupfer


l ’ IMPEGNO

Il sale della terra

CIVILE

in un film

Trama

In questo film documentario sono raccolte le fotografie scattate in quarant’anni dal fotografo Sebastião Salgado attraverso i continenti, sulle tracce di un’umanità, che viene così invitata al rispetto della Terra. Il grande fotografo si lancia alla scoperta di territori inesplorati e grandiosi, per incontrare la fauna e la flora selvagge in un grande omaggio alla bellezza del pianeta che abitiamo. La sua vita e il suo lavoro ci vengono rivelati dallo sguardo del figlio, Juliano Ribeiro Salgado, che l’ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi.

e

Il sal della

terra • Completa tu la scheda del film. - Titolo: ........................................................................................................... - Il regista è .................................................................................................. - Le parole-chiave del film sono: bellezza, rispetto, natura ........................................................................................................................... ........................................................................................................................... - Il voto che assegni al film è: scarso

bello

super

• Tu come avresti raffigurato la locandina del film? Realizzala nel riquadro a fianco e, se lo ritieni opportuno, puoi scegliere anche un altro titolo.

educazione alla cittadinanza

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Sorprenditi con

L’informazione IL TESTO Informativo

trasmette ai lettori informazioni e spiegazioni su qualsiasi materia di studio e su argomenti di interesse pubblico

ha lo scopo di

far apprendere, studiare o approfondire un argomento; ciò avviene con i sussidiari scolastici, le enciclopedie, i saggi e le riviste divulgative

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aggiornare sulle notizie di cronaca e attualità; questo è l’obiettivo degli articoli di cronaca nei quotidiani


Lo scorso anno hai conosciuto il testo informativo nella sua STRUTTURA e negli STRUMENTI USATI

ESPOSIZIONE

dell’argomento che può essere: - suddivisa in paragrafi, ognuno incentrato su un aspetto specifico - presentata sotto forma di elenco

SUPPORTI GRAFICI

il testo è accompagnato da: - fotografie con didascalie - evidenziazioni di parole-chiave - schemi, mappe, tabelle - cartine

LINGUAGGIO SPECIFICO dell’argomento trattato

seguendo un ORDINE - cronologico - logico - logico-causale

Metto a fuoco In questa sezione scoprirai: - testi INFORMATIVI di vario argomento - la CRONACA GIORNALISTICA - il QUOTIDIANO

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IL testo informativo

Dormire dormire Perché dormiamo? Il nostro cervello ci obbliga a dormire... ma per quale ragione? Per riposarsi? Certamente. In realtà durante il sonno è vero che alcuni organi rallentano la loro attività, ma altri, invece, si attivano. Ad esempio nei bambini e negli adolescenti è proprio durante il sonno che viene secreto in maggior quantità l’ormone della crescita. Per eliminare lo stress? Durante la notte i nostri muscoli si rilassano e anche la psiche si riprende dalle fatiche quotidiane. Per consolidare quanto si è imparato durante la giornata? In effetti, gli studenti, quando rileggono un’ultima volta la lezione prima di addormentarsi, ottengono al mattino risultati migliori... Notturno o mattiniero? Andare a letto presto, andare a letto tardi, alzarsi presto, alzarsi tardi... siamo veramente liberi di scegliere? Tutti possediamo, nascosto nel cervello, un “orologio biologico” che ci induce il sonno quando viene il buio e ci risveglia la mattina, dopo che abbiamo dormito abbastanza. Alcuni certamente più sensibili ai cambiamenti di luce hanno un orologio che “va avanti” e tendono ad andare a dormire e ad alzarsi presto. Altri, invece, hanno un orologio che “va indietro” e li porta a posticipare il momento di andare a letto e quello della sveglia. Tale orologio è “tarato” geneticamente e quindi non rispettare i ritmi non è molto facile, significa andare contro natura. L’orologio biologico compie spontaneamente un giro in ventitré, venticinque ore a seconda degli individui, ma si regola quotidianamente sulle ventiquattro ore, grazie all’alternanza giorno-notte percepita dai nostri occhi. da Centre de Vulgarisation de la Connaissance, Perché?, edizioni Dedalo

Metto a fuoco

La struttura

• In quanti paragrafi è suddiviso il testo? Da che cosa lo capisci? ..................................................................................................... • I paragrafi sono in ordine: d’importanza cronologico

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logico-causale

logico


IL TESTO informativo

L’aquila dalla testa bianca L’aquila di mare dalla testa bianca è una delle specie più grandi del genere. Il maschio e la femmina non si distinguono perché il piumaggio è simile nei due sessi. I giovani vestono un primo abito di colore bruno scuro, che viene sostituito dal piumaggio definitivo solo al quarto anno di età. Costruisce il nido di solito su un grande albero, in modo che l’atterraggio e il decollo avvengano senza difficoltà. In assenza di alberi nidifica sulle scogliere e si accontenta di imbottire il nudo suolo con qualche piuma e con qualche fuscello. La femmina depone due o tre uova bianche e le cova per circa trentacinque giorni. I giovani aquilotti restano nel nido per dieci o undici settimane, poi si calcola che l’ottanta per cento di loro sia già in grado di volare. L’alimentazione di questa specie è a base di pesce. Altre prede (come lupi di piccole dimensioni) compaiono nella sua dieta, soprattutto quando il ghiaccio preclude la possibilità di cacciare in acqua. Particolarmente insidiati sono gli uccelli acquatici, come le strolaghe e le anatre, che possono sfuggirle solo alzandosi in volo o tuffandosi sott’acqua. In tal caso il rapace resta a volteggiare in alto e costringe la preda a immergersi in continuazione, finché il volatile, stremato, si trattiene in superficie qualche attimo di troppo. L’aquila di mare dalla tesa bianca è diffusa in buona parte del continente nordamericano. da F. Petretti, Maestà, permette una domanda..., Rai-Eri

Metto a fuoco

COMPRENDO

La struttura

•Q ual è l’argomento trattato dal testo che hai letto? ................................................................................................ • È presentato attraverso: il racconto di un’esperienza vissuta una leggenda una descrizione dettagliata • Il testo può essere suddiviso in paragrafi. Segnali con una barra a lato del testo. • Attribuisci un titolo a ciascun paragrafo. ................................................................................................ ................................................................................................ ................................................................................................

• Il testo ha lo scopo di: parlare delle aquile dare informazioni sull’aquila dalla testa bianca convincere chi legge che l’aquila è un animale protetto • Rileggi il testo e segna se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). - Il maschio dell’aquila ha il piumaggio diverso da quello della femmina. - L’aquila nidifica sugli alberi o sulle scogliere. - L’aquila si ciba di piccoli lupi nei periodi di gelo. - L’aquila è diffusa nel continente nordeuropeo.

V F V F V F V F

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IL testo informativo

La mano, un organo fondamentale ...........................................

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Metto a fuoco

La parola-chiave • Individua le PAROLE-CHIAVE e scrivile nei tratteggi. • Utilizza le parole chiave per esporre l’argomento in modo ordinato.

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Darsi la mano è un saluto comune a molte civiltà: anticamente si dimostrava in questo modo di non nascondere armi e che, quindi, si veniva in pace. La stretta di mano è antichissima: è testimoniata già nei geroglifici egizi, come simbolo del patto siglato fra l’uomo e gli dei. Ma la mano è molto di più: è uno degli organi fondamentali del corpo umano, quello che ci permette, forse più di ogni altro, di entrare in contatto con il mondo che ci circonda. Nella mano ci sono ventisette ossa: ben quattordici solo nelle dita, tra falangi, falangine e falangette. Le mani col pollice opponibile permettono di afferrare gli oggetti e maneggiare utensili: oltre a noi esseri umani, le hanno così solo le scimmie, i lemuri del Madagascar e i tarsi, piccoli primati arboricoli dagli enormi occhi, che vivono nelle Filippine. Su ogni mano ci sono circa ventimila recettori tattili: cento per centimetro quadrato sulla punta delle dita, circa venti, trenta per centimetro quadrato sul palmo. Le dita della mano sono lunghe e sottili, con poco spazio per i muscoli. Per muovere le mani usiamo i muscoli dell’avambraccio a cui sono collegate da lunghi tendini, che le controllano come 
i fili una marionetta. Le unghie della mano crescono da 1,8 a 4,2 mm al mese: un po’ più di giorno e d’estate, meno di notte e d’inverno. Nella mano destra la crescita è più veloce, perché la maggiore attività dei muscoli fa affluire più sangue. Nei mancini è il contrario. I fossili dimostrano che lo stiloide della mano, la protuberanza ossea che stabilizza il polso quando si afferrano oggetti piccoli, è comparso dopo l’invenzione, da parte dell’uomo, dei primi utensili. Sarebbe la prova che l’anatomia dell’uomo si è evoluta per adattarsi a una nuova tecnologia. da www.focusjunior.it


laboratorio del lessico

L’abbigliamento etrusco Sono ancora una volta le immagini recuperate dagli archeologi e i testi latini a informarci in merito all’abbigliamento etrusco, che si ricollega strettamente a quello greco. I tessuti preferiti erano la lana, generalmente molto colorata, e il lino usato nel suo colore naturale. Fin dal periodo orientalizzante si notano tra gli Etruschi abiti unisex: uomini e donne, specie se avanti negli anni, indossavano indifferentemente lunghe tuniche decorate a scacchi e losanghe, talvolta abbinate a un mantello. Le donne portavano pure un chitone di lunghezza intermedia, con lunghe maniche; si trattava di una veste ben diversa dai modelli greci e quindi quasi sicuramente di creazione etrusca. Soltanto più tardi, intorno al 530 a.C., apparve il chitone di lino di tipo ionico (dal nome della regione greca della Ionia) nel vestiario maschile e femminile, con la sua variante corta denominata “chitonisco” e usata esclusivamente dai giovani e dagli atleti. Tra i manti va segnalata la tebenna, che avrà un successo notevole e ispirerà la toga dei Romani. Veniva usato anche, su ispirazione greca, un mantello rettangolare conosciuto in due versioni: ampia (himation) e ridotta (chlaina). La tebenna e la chlaina saranno utilizzate in seguito soltanto dagli uomini. Gli Etruschi mostrarono un interesse particolare per le calzature, realizzate in cuoio o in stoffa ricamata. Le donne, ma anche gli uomini, impreziosivano l’acconciatura e l’abito con gioielli di raffinata fattura (diademi, orecchini, collane, braccialetti, anelli e fibule, simili nell’uso alle nostre spille da balia). da AA.VV., Ciao Etruschi, Fatatrac

etimologia La parola ABITO deriva dal latino habitum = aspetto esteriore, a sua volta derivato da habere = possedere. • Sottolinea nel testo i nomi degli abiti etruschi. Tutti questi termini appartengono al linguaggio specifico: della moda della storia della tecnologia

• Scegli un elemento dell’abbigliamento contemporaneo e prova a ricostruirne la storia, aiutandoti anche con una ricerca su internet. Se puoi, verifica l’etimologia della parola o qual è il legame tra la parola e ciò che rappresenta.

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IL testo informativo

La Grande Barriera Corallina La Grande Barriera Corallina è un vasto complesso di barriere coralline che si trova nell’Oceano Pacifico e si snoda lungo la costa orientale dell’Australia, dal Tropico del Capricorno alla Nuova Guinea. Le formazioni 5 coralline si estendono per ventimilaventisette chilometri lungo la linea costiera formando una barriera posta fra le acque del litorale e il mare aperto. Tra la scogliera e la costa appare una laguna azzurra, cristallina, dalla quale emergono alcune isole, vette di una catena sommersa. 10 Le isole si alternano agli atolli: anelli ovali, coperti dalla vegetazione tropicale e circondati da candide spiagge.

La Grande Barriera Corallina vista dall’alto appare come un’infinita diga di color turchese, percorsa da venature grigie, che contrasta con il blu notte del Pacifico. La schiuma bianca prodotta dal frangersi delle onde borda il mare aperto.

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Conformazione della barriera corallina I coralli non sono rocce, ma animali: quindi la Grande Barriera Corallina si può considerare la più grande 15 struttura vivente sulla Terra. Molte specie di corallo assomigliano a piante, in realtà le formazioni coralline sono composte da minuscoli animaletti colorati, detti “polipi”. Un banco di corallo è costituito da milioni di questi organismi che vivono in 20 colonie. Il polipo corallino ha un corpo molle, protetto da un duro scheletro calcareo che lo avvolge. Nel corpo dei polipi corallini albergano minuscole alghe, che richiedono la luce del sole per crescere e per produrre nutrimento per se stesse e per i coralli. È questo il 25 motivo per cui l’ambiente ideale per lo sviluppo delle


IL TESTO informativo verso l’invalsi

• La Grande Barriera Corallina si trova nell’Oceano tlantico, lungo la costa est dell’Australia A Indiano, lungo la costa orientale dell’Australia Pacifico, lungo la costa est dell’Australia Pacifico, lungo la costa occidentale dell’Australia

barriere coralline è costituito dalle acque basse che lasciano filtrare la luce. Le alghe sono inoltre in gran parte responsabili della colorazione dei coralli: la Grande Barriera 30 Corallina ospita quattrocento diverse specie di coralli, dai più svariati colori, forme e dimensioni. I coralli ai margini esterni della barriera sono più robusti, perché devono resistere alla costante azione delle onde; 35 nelle acque più calme si trovano, invece, le formazioni più delicate. Un delicato equilibrio La Grande Barriera offre rifugio, nutrimento e ossigeno ad altre forme di vita: si contano 40 oltre millequattrocento specie di pesci, nonché calamari, polipi e migliaia di specie di molluschi. Le numerose forme di vita animale e vegetale che prosperano nei pressi della Grande Barriera Corallina costituiscono un ecosistema 45 estremamente delicato, il cui equilibrio potrebbe essere sconvolto con estrema rapidità. Negli anni Sessanta e poi negli anni Ottanta, vaste porzioni della barriera sono state divorate dalle stelle marine della specie “corona 50 di spine”. Attualmente le stelle marine sono presenti in numero inferiore, ma alcuni tratti della Grande Barriera Corallina potrebbero impiegare centinaia di anni per riformarsi.

• Quale fra i seguenti titoli attribuiresti al primo paragrafo? La costa orientale dell’Australia L’Oceano Pacifico La laguna cristallina Un vasto complesso di barriere coralline • I coralli ricevono nutrimento dai pesci dalle alghe dal plancton dalla luce del sole • Tenendo conto di quello che hai letto nel terzo paragrafo, puoi dire che la Grande Barriera Corallina è un ambiente difficilmente alterabile è un ecosistema molto delicato ospita poche specie di pesci impiega molti anni per riformarsi • Indica quali informazioni sulla Grande Barriera Corallina puoi ricavare dal testo. È la barriera corallina più grande del mondo. È lunga ventimilaventisette chilometri. Ospita il pesce pagliaccio. Ospita quattrocento specie diverse di coralli. È danneggiata dall’inquinamento. È stata inclusa come Patrimonio dell’umanità. • Questo tipo di testo non si può trovare in un’enciclopedia in una guida turistica in un racconto i n una rivista scientifica • Rispetto al testo l’immagine serve ad aggiungere informazioni da sistemare ultimo esercizio ad approfondire un’informazione già presente a distrarre il lettore a presentare un luogo di vacanza

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Metto a fuoco...

la cronaca giornalistica occhiello UN DIFFICILE MA GRATIFICANTE SALVATAGGIO

Le mie domande

titolo principale

Balena spiaggiata in Cile, città si mobilita per salvarla

Pescatori, bagnanti, polizia e marina hanno impiegato tre ore per trainare il cetaceo in mare aperto. Grande l’emozione quando la balenottera azzurra è stata vista nuotare al largo. sommario

COSA tratta un articolo di cronaca giornalistica?

Come è STRUTTURATA la narrazione dei fatti?

Come si presenta il TITOLO?

Quale LINGUAGGIO usa?

IQUIQUE, 30 dicembre 2015 Nel nord del Cile un’intera città si è mobilitata per salvare una balenottera azzurra lunga circa venti metri che si era andata a spiaggiare lungo la riva della città portuale di Iquique. Le operazioni di salvataggio sono durate circa tre ore. Nei video postati online si vedono bagnanti, surfisti, pescatori, oltre a polizia e marina, impegnati a rimorchiare il cetaceo per poi spingerlo nuovamente verso il mare aperto. I pescatori con l’aiuto di funi e corde e di un’imbarcazione sono riusciti a trainare la balena in acqua per cinque chilometri, per poi liberarla. Successivamente, l’animale marino è stato visto nuotare tranquillamente al largo, riempiendo di gioia i suoi salvatori. Il responsabile della marina di Iquique, Navio Gaston Guerrero, si è congratulato per lo sforzo congiunto di autorità, pescatori e popolazione: «È importante evidenziare il sostegno di autorità, pescatori e civili nel portare a termine questo difficile ma gratificante salvataggio, che ha mostrato come lavorando insieme sia possibile raggiungere importanti obiettivi». da La Repubblica, 30 dicembre 2015

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Le risposte COSA La cronaca giornalistica è un testo informativo che riporta una notizia di attualità. La narrazione dei fatti, di solito, è esposta in ordine cronologico. In base all’argomento trattato, la cronaca può essere: - cronaca bianca, quando affronta questioni sociali e amministrative cittadine (edilizia, alloggi, parcheggi, eventi culturali...) - cronaca nera, quando riporta fatti criminosi, incidenti, sciagure - cronaca rosa, quella incentrata su curiosità e pettegolezzi del mondo dei vip - cronaca giudiziaria, quando riporta i resoconti dei processi importanti - cronaca sportiva, quella che segue lo sport in tutti i suoi settori STRUTTURA La narrazione segue la regola delle 5 W + H, cioè risponde a cinque domande che iniziano in inglese con la W e a una con la H: - Who? (chi?) → indica le persone coinvolte (protagonisti e testimoni) - What? (che cosa?) → spiega e precisa il fatto accaduto - Where? (dove?) → informa sul luogo dove è avvenuta la vicenda - When? (quando?) → informa sul tempo in cui è avvenuta - Why? (perché?) → spiega le cause dell’avvenimento - How? (come?) → descrive le modalità di svolgimento del fatto Questa struttura non è rigida e il giornalista può disporre gli elementi delle 5 W + H in modo diverso. A volte inserisce un suo breve commento. TITOLO Il titolo dell’articolo è molto importante perché ne indica il contenuto ed è generalmente costituito da tre elementi: - occhiello → introduce l’argomento, è posto sopra il titolo - titolo principale → indica in mondo sintetico ed efficace la notizia - sommario → riassume il contenuto dell’articolo, è posto sotto il titolo LINGUAGGIO

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag. 223

Il cronista scrive in terza persona usando un linguaggio chiaro, sintetico e preciso per farsi comprendere da tutti i lettori. A volte usa termini specifici dell’argomento trattato o rende più sensazionale il linguaggio per invogliare il lettore.

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IL testo informativo TURISTA RISCHIA DI ANNEGARE

Il coraggio di due giovani salva una ragazzina NUMANA - Ha rischiato di annegare la quindicenne che ieri è stata salvata in extremis a Numana. Si trovava in vacanza nella Riviera del Conero quella ragazzina russa, si divertiva a giocare in spiaggia di fronte allo stabilimento balneare con un gruppetto di altri dieci connazionali, tutti minorenni, accompagnati da due animatori del posto. Il mare era molto mosso ieri mattina, ma la giovane si è tuffata lo stesso, rimanendo sempre nelle vicinanze. Non si è accorta però che la corrente la stava trasportando verso sud. Erano circa le 10.15 quando un’onda l’ha travolta e spinta sotto, trascinandola per oltre duecento

Metto a fuoco

metri fino a farla arrivare di fronte allo stabilimento attiguo. La quindicenne ha bevuto molta acqua e sabbia tanto da rischiare di soffocare e non riusciva a riemergere. Due giovani bagnini l’hanno vista mentre stava affogando con un braccio in alto per segnalare la sua presenza e si sono buttati in acqua per salvarla, Andrea Cardellini e Alessia Gava, entrambi studenti universitari alla Politecnica di Ancona. Trascinata a riva, la ragazza è stata caricata su un’ambulanza e portata all’ospedale anconetano, dove versa adesso in gravi condizioni ma non si trova in pericolo di vita. da Il Resto del Carlino, 1 agosto 2015

La regola delle 5 W + H

• L’articolo che hai appena letto è una: cronaca bianca cronaca sportiva cronaca nera cronaca giudiziaria • A quale W o H corrisponde ciascuna delle seguenti domande? Collega. Why? - Dove sono avvenuti i fatti? Where? - Quando? - Chi è il protagonista?

When? Who?

- Che cosa è successo? - Perché?

What?

- Come si sono svolti i fatti?

How?

• Rispondi a ciascuna domanda sul quaderno. • Il giornalista ha rispettato la regola delle 5 W + H: solo in parte interamente

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IL TESTO informativo CARTA D’IDENTITÀ ELETTRONICA: IL DECRETO NELLA GAZZETTA UFFICIALE

Chip e impronte: la svolta digitale della carta d’identità Ora le condizioni sono cambiate e la Cie fa parte di un più ampio quadro di riforme digitali. Dopo vent’anni potrebbe essere la volta buona. ROMA - Potremo avere tutti una carta d’identità elettronica, una tessera di plastica dotata di chip, con MILANO VIA ROMA, 75 informazioni nuove come le nostre impronte digitali 09.05.2010 e la volontà di donare gli organi. È il risultato di un decreto pubblicato dal ministero dell’Interno il 30 dicembre in Gazzetta Ufficiale. Il governo riprova quindi quella che finora è stata una “mission impossible”: sono circa vent’anni, infatti, che l’Italia tenta di dotarsi di una carta d’identità elettronica (Cie). Solo pochi Comuni l’hanno offerta, in via sperimentale, e negli ultimi anni molti hanno abbandonato il servizio. Il nuovo tentativo del governo mira in alto: rendere la carta disponibile in tutto il territorio nazionale. Sarà lo stesso ministero a pianificare i tempi di fornitura della nuova carta ai Comuni, in modo graduale (così si legge nel decreto). Un processo che potrebbe durare un paio d’anni per coprire l’intero territorio nazionale. Il cittadino potrà averla in sei giorni dalla richiesta, mentre le attuali carte d’identità resteranno valide fino a scadenza. «La nuova Cie avrà tre vantaggi per il cittadino» osserva Eugenio Prosperetti, avvocato docente di informatica giuridica alla Luiss di Roma «Primo: è qualcosa che l’Italia avrebbe comunque dovuto fare da tempo, per adeguarsi alla normativa europea, che impone di avere documenti d’identità dotati di chip. La nuova Cie sarà quindi di sicuro valida per viaggiare in Europa, a differenza di quella cartacea, che alcuni Paesi già faticavano ad accettare alla frontiera. Il secondo vantaggio è che la carta è più sicura contro i rischi di contraffazione, grazie appunto al chip, un po’ come avviene con le carte di credito, alla cui sicurezza s’ispira infatti la nuova carta d’identità. Terzo: la Cie conterrà informazioni aggiuntive a quelle classiche, come le impronte digitali (esclusi i bambini) e - solo per i maggiorenni - il dato (facoltativo) relativo alla volontà (o diniego) di donazione di organi o tessuti». da La Repubblica, 2 gennaio 2016

MILANO MARIA ROSSI MILANO 12.05.1985 45 557 399

F 185

09.05.2020 ITA MRASSI85D57B292R

Metto a fuoco

Il titolo • Sottolinea come indicato: il titolo principale l’occhiello il sommario • Rispondi con Sì o No alle seguenti domande. - Il titolo, secondo te, comunica in modo chiaro il contenuto dell’articolo? - L’occhiello e il sommario ti hanno aiutato a farti un’idea più chiara della notizia? - La lettura dell’articolo ha confermato l’idea che ti eri fatto dal titolo?

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IL testo informativo

Pennetta trionfa, gli Usa parlano italiano! Flavia Pennetta ha vinto il titolo degli US Open nella storica finale tutta italiana. NEW YORK - Flavia Pennetta ha vinto il titolo degli US Open. Nella finale tutta italiana, la brindisina ha battuto la tarantina Roberta Vinci in due set con il punteggio di 7-6, 6-2. Con questo risultato la Pennetta salirà all’ottavo posto del ranking Wta. Per la Pennetta è il primo torneo Slam in carriera, il secondo per il tennis azzurro femminile, dopo il Roland Garros conquistato da Francesca Schiavone nel 2010. Roberta Vinci non è riuscita a ripetere il miracolo riuscitole in semifinale contro la numero uno del mondo Serena Williams. È proprio la Vinci a partire nel modo migliore, tenendo il servizio a zero nel game di apertura; anche la corregionale risponde di par suo, concedendo all’avversaria un solo game. Il “pronti via” è comunque molto tattico, con le due azzurre che, conoscendosi alla perfezione, trovano il modo di attaccare i rispettivi punti deboli: il rovescio di Vinci e la risposta al servizio la Pennetta. Nel quinto gioco la Pennetta strappa il servizio all’avversaria dopo sedici punti e sei palle break e il buon momento della brindisina continua anche nel game

Metto a fuoco

da La Repubblica, 12 settembre 2015

Il linguaggio giornalistico

• Qual è l’argomento di quest’articolo? ............................................................................................ ............................................................................................ ............................................................................................ • Il linguaggio usato è quello: della geografia della meteorologia della fisica/astronomia dello sport

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successivo, in cui lascia l’avversaria a zero. Un paio di errori della Pennetta nell’ottavo game danno però coraggio alla Vinci, la quale realizza il controbreak e nel gioco successivo mette a segno il sorpasso. Si arriva così al tie break, che Flavia Pennetta riesce a vincere sul punteggio di 7 a 4 dopo un’ora esatta di gioco. Sulle ali dell’entusiasmo la Pennetta consolida il suo vantaggio e si porta subito sul 4 a 0, strappando per due volte il servizio all’avversaria. La Vinci non si arrende mai e infatti riesce con tanta grinta a ridurre lo svantaggio sul 4 a 2, ma poi l’avversaria è bravissima a tenere il servizio, anche con il primo ace della partita, portandosi sul 5 a 2. Si arriva così al game decisivo in cui la Pennetta si porta subito sullo 0-40 e al primo match point lo realizza, vincendo con il punteggio di 7-6, 6-2. Subito dopo l’ultima palla, le due italiane si abbracciano al centro del campo e poi Flavia festeggia con il suo allenatore e il fidanzato Fognini sugli spalti.

• Il giornalista scrive in: prima persona

terza persona

• Sottolinea come indicato: i termini specifici usati dal giornalista espressioni colloquiali del giornalista Sei riuscito a sottolineare entrambe le richieste? Secondo te, perché? ................................................................................................ ................................................................................................


La maestra le IL TESTO NARRATIVO gge da UN quotid ianO...

Imparo ad ascoltare PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi è un articolo di cronaca dal titolo:

Clochard salvato dal freddo

1. A quale figura associ la parola CLOCHARD?

2. Nell’articolo compariranno le seguenti parole: bar - condomini - palazzo - viale - tavolini Ti fanno pensare a un ambiente di ..............................................................................................................................

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Leggi le risposte alle 5 W + H e indica se sono vere (V) o false (F). - Who? → Nell’articolo di cronaca si parla di un clochard. - What? → La polizia ha chiesto l’intervento del 118. - Where? → Il fatto è successo a Milano. - When? → Il fatto è accaduto alla fine di novembre. - Why? → La polizia ha trovato il clochard infreddolito e senza documenti. - How? → Il clochard dormiva in un appartamento fino a quando un condomino ha chiamato il 118.

V V V V V

F F F F F

V F

4. Riscrivi in forma corretta le risposte false. ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................... 5. Il dramma del clochard porta alla luce un problema serio. Quale? La presenza in città di persone senza documenti. La condizione dei senzatetto. L’occupazione degli androni dei palazzi da parte dei clochard. 6. Colora la reazione che tale problema suscita in te: pietà

disagio

disprezzo

indifferenza

solidarietà

collaborazione

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Testo audio e in guida

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IL testo informativo

Sfogliamo un quotidiano I quotidiani sono giornali pubblicati su carta stampata ogni giorno. Infatti la parola QUOTIDIANO deriva dal latino cotidie = ogni giorno. Ogni giornale si inizia a sfogliare dalla prima pagina, che rappresenta un po’ la “vetrina” del giornale stesso, in quanto riporta le notizie più importanti.

Testata Nome del giornale.

Articolo di spalla Generalmente nella colonna destra, riporta la seconda notizia più importante della giornata.

Articolo di apertura Presenta la notizia più importante del giornale.

Civette o strilli Anticipano articoli che si trovano all’interno del giornale, riportandone solo il titolo.

Articolo di fondo o Editoriale Nella prima colonna a sinistra il direttore del giornale o un personaggio importante nel mondo della cultura (detto appunto “editorialista”) commenta un fatto del giorno o un tema di attualità particolarmente rilevante.

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Articoli di taglio Possono essere di taglio medio o basso in base al punto della pagina in cui si trovano. Riguardano notizie di minore rilievo.

Pubblicità Spazio pagato da inserzionisti, per reclamizzare il loro prodotto. Si trovano anche nella parte alta della pagina.


IL TESTO informativo

Il quotidiano online Tutte le testate giornalistiche hanno un sito internet in cui pubblicano le principali notizie con il vantaggio di aggiornarle continuamente, in tempo reale, con i fatti dell’ultima ora e di avvalersi di un linguaggio multimediale, mettendo a disposizione dell’utente anche video, musiche e collegamenti web. Una volta collegati a internet, si visualizza la home page, che corrisponde pressappoco alla prima pagina del quotidiano nella sua versione cartacea: con semplici click si possono leggere i vari articoli presentati. Il sito offre inoltre la versione online del quotidiano cartaceo completo, scaricabile a pagamento.

Metto a fuoco

Il quotidiano online

• Osserva questa prima pagina di quotidiano così come appare nel monitor del computer, individua cosa ti viene indicato e trascrivilo. - Data: ............................................................................................................................. - Ultimo aggiornamento: .......................................................................................... - Testata: ......................................................................................................................... - Titolo dell’articolo di apertura: .............................................................................. ........................................................................................................................................ - Titolo di un’altra notizia: .......................................................................................... ........................................................................................................................................ • Prendi un quotidiano, sfoglia le pagine interne e osserva in quali sezioni è suddiviso. Poi apri il sito e osserva quali notizie sono riportate anche sull’home page.

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IL testo informativo

Le pagine interne All’interno del quotidiano le pagine si diversificano in base all’argomento indicato nella testatina: - politica interna → notizie politiche importanti a livello nazionale - politica estera → notizie politiche importanti a livello internazionale - cronaca → articoli che narrano avvenimenti di vario tipo - scienza → articoli che trattano di biologia, medicina, fisica, astronomia, chimica, ecologia... - spettacolo → notizie legate al mondo del cinema, teatro, televisione - economia e lavoro → articoli sulla sfera economico-finanziaria - cultura → articoli di letteratura, arte, storia - sport → notizie sportive 1

BOOM DI VISITATORI A RECANATI NELLE MARCHE, GRAZIE AL SUCCESSO DEL FILM

Alla ricerca di Leopardi Così i turisti riscoprono, attraverso il Colle dell’Infinito, i versi di un autore molto attuale. Tutto esaurito negli alberghi. Il successo de Il giovane favoloso, il film di Mario Martone che racconta la vita di Leopardi (il poeta è interpretato da un grande Elio Germano), ha fatto della cittadina di Recanati (AN) una meta ancora più nota. Il film, presentato nel 2014 a Venezia, ha avuto grande successo nelle sale e ha ricevuto una lunga serie di premi (David di Donatello, Nastro d’Argento, Globo d’Oro). Da quel momento, lunghe file di visitatori in attesa si sono formate frequentemente davanti alla Casa Leopardi, che ospita gli appartamenti della famiglia, ma anche il museo (da visitare con guida) dove sono esposti i libri, i documenti e molti oggetti di

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vita quotidiana del poeta. C’è un grande afflusso di visitatori italiani e stranieri anche davanti alla statua di Giacomo nella piazza centrale (oggi Piazza Leopardi, ovviamente), tra i pini del Colle dell’Infinito e del Monte Tabor. E nel complesso di Sant’Agostino, con la Torre del Passero Solitario. Rileggere: «Sempre caro mi fu quest’ermo colle» o «E il naufragar m’è dolce in questo mare»(il primo e l’ultimo verso de L’infinito) è commovente per chi li ha letti e commentati a scuola. Da mesi, nei posteggi di Recanati, è difficile trovare un posto libero. Bar, ristoranti, negozi e bed&breakfast del centro storico fanno ottimi affari, e lo stesso vale per gli agriturismi della zona. «È bello vedere la nostra Recanati invasa, sono felice della crescente presenza di stranieri» commenta il sindaco Francesco Fiordomo. da Il Messaggero, 20 agosto 2015


IL TESTO informativo

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Carenza di vitamina D per 6 bambini su 10 L’allarme della Società italiana di pediatria. Si va dalle forme meno gravi al deficit severo. E la tendenza al ribasso riguarda tutti i Paesi: un problema globale. La carenza di vitamina D nella sua forma di deficit più estremo è la condizione responsabile del rachitismo carenziale, una patologia pediatrica storica, oggi rara, che deforma le ossa fino a provocare disabilità. Nei primi due anni di vita la vitamina D è essenziale non soltanto per la sua attività sullo scheletro (parliamo di una fase di crescita rapida), ma anche perché interviene nello sviluppo del sistema immunitario intestinale, proteggendo il bambino dalle allergie. A questo riguardo, diversi studi recenti suggeriscono che la vitamina D, oltre alla funzione scheletrica, svolge un’attività extrascheletrica. È stato osservato, infatti, che una concentrazione ottimale di D nell’infanzia si associa alla protezione da diverse malattie anche a distanza di tempo. È il caso dunque di aggiungere vitamina D come supplemento alla dieta dell’età evolutiva? Se sì, in quali casi? Il pediatra deve valutare caso per caso e con buon senso. Oggi la tendenza è di supplementare i lattanti, anche quelli allattati al seno, in quanto il latte materno è povero di vitamina D. Una seconda fase critica è l’adolescenza, quando le ossa sono ad accrescimento rapido. Supplementare o no, dipende dallo stile di vita del ragazzo: se non fa attività all’aria aperta, se non segue una dieta che prevede regolare assunzione di latte, latticini yogurt, potrebbe essere il caso. da La Repubblica, 10 dicembre 2015

COMPRENDO Metto a fuoco

Articoli di vario tipo

• Qual è l’argomento di ciascun articolo? 1 . ............................................................................................................... ................................................................................................................ 2 ................................................................................................................ ................................................................................................................ • Riporta il numero corrispondente a ogni articolo accanto alla pagina del quotidiano in cui li puoi trovare. pagina di cultura pagina di scienza

• Il primo articolo è stato scritto con lo scopo di: raccontare la vita di Giacomo Leopardi pubblicizzare la città di Recanati pubblicizzare un film su Leopardi • Il secondo articolo ha lo scopo di: far conoscere le malattie dell’infanzia presentare il lavoro del pediatra informare sull’importanza della vitamina D

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Per costruire le competenze

Tania a tre metri dal mito Mondiali di tuffi. La Cagnotto nuovamente in finale dopo l’oro di martedì. KAZAN - L’oro mondiale, quello che mancava nella sua preziosissima bacheca, Tania Cagnotto l’ha conquistato a Kazan nel trampolino da un metro. Ora la bolzanina ci riprova, stavolta da tre metri (dove ha già conquistato il pass per le Olimpiadi di Rio 5 ai recenti Europei di Rostock) e oggi, in finale, c’è da star sicuri che darà battaglia alle cinesi. L’azzurra si è qualificata per la finale con il quinto punteggio di semifinale (330,45), preceduta dalle cinesi 10 Shi Tingmao (381,90), He Zi (371,40), dalla canadese Jennifer Abel (353,90) e dall’australiana Qin Esther (345,75). Sarà con loro che la Cagnotto si darà battaglia: la gara decisiva inizia oggi alle 18.30 con 15 diretta come sempre su RaiSport 1. «Le medaglie saranno una lotta punto a punto con le cinesi avanti a tutte e Jennifer Abel forse più in forma di me e dell’australiana - spiega Cagnotto - Nei preliminari ho avuto dei problemini coi presalti che in semifinale ho risolto. Posso ancora migliorare. Proverò a cambiare passo. 20 Ho voglia di giocarmela anche se questo campionato mondiale è già andato più che bene. Cercherò di godermela senza timore e disputare una gara: o la va o la spacca». Già medaglia di bronzo a Montreal 2005, Melbourne 2007 e Roma 2009, quella di Kazan sarà la settima finale iridata della specialità in otto edizioni. L’unica volta che non è 25 riuscita a qualificarsi è stato a Barcellona 2003, quando è risultata la prima delle escluse in semifinale. Il podio dai tre metri è difficile, ma la trentenne Cagnotto ha promesso che proverà ad andare oltre le aspettative all’ultimo campionato mondiale della carriera per arricchire il suo palmares internazionale: otto medaglie iridate (un oro, tre argenti 30 e quattro bronzi) e venticinque europee (diciassette d’oro, quattro d’argento e quattro di bronzo) in quindici anni di Nazionale. da Il Resto del Carlino, 1 agosto 2015

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8. Colora la spiegazione giusta del modo di dire “o la va o la spacca” (riga 22). Meglio restare fermi piuttosto che rischiare di spezzare qualcosa.

2. La Cagnotto si tufferà dai tre metri: a Bolzano a Kazan a Melbourne a Roma

Essere determinati ad affrontare fino in fondo un’impresa rischiosa, decisi a concluderla sia il suo esito risulti positivo che negativo.

3. Ha già conquistato l’oro nel trampolino: da un metro da tre metri da due metri da quattro metri 4. Nelle semifinali la Cagnotto ha ottenuto: il quinto punteggio il quarto punteggio il terzo punteggio il sesto punteggio 5. Era preceduta da: due cinesi, una canadese, un’australiana due canadesi, una cinese, un’australiana quattro cinesi due cinesi e due australiane 6. Indica con una x se le seguenti informazioni sono vere (V) o false (F). - Tania Cagnotto proviene da Bolzano. V V - Ha già ottenuto due medaglie. - Quella di Kazan sarà la settima V finale iridata. - La Cagnotto ha gareggiato per V quindici anni in Nazionale.

Il testo informativo

1. Tania Cagnotto è una campionessa: di nuoto di atletica di tuffi di pallanuoto

F F

9. Nell’espressione “finale iridata” (riga 24) la parola sottolineata significa: che ha i colori dell’arcobaleno di un campionato del mondo variopinta 10. La testata del quotidiano da cui è tratto l’articolo è: La Stampa La Repubblica Il Messaggero Il Resto del Carlino 11. In questo articolo manca: il titolo l’occhiello il sommario 12. L’articolo è tratto dalla pagina di: economia sport cultura spettacolo

F F

7. La parola “preliminari” (riga 18) significa: eliminazioni momenti conclusivi prove pause

13. Sottolinea nel testo con colori diversi le risposte relative alle 5 W. 14. L’articolo ha lo scopo di: informare descrivere convincere divertire

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verso l’invalsi

Rifiuti e riciclo 5

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La gestione dei rifiuti è ormai un problema di rilevanza nazionale e non solo nel nostro Paese. L’urbanizzazione degli ultimi decenni e la conseguente crescita dei consumi hanno aumentato la produzione dei rifiuti, mentre diventa sempre più difficoltoso trovare delle zone disabitate in cui depositare o trattare i rifiuti. L’uso delle discariche non può essere considerato come una soluzione definitiva, anche perché così si rischia di creare grandi concentrazioni di rifiuti tossici con conseguenze nocive sull’ambiente e sulla salute pubblica. L’utilizzo dei termovalorizzatori è un accettabile ripiego, almeno per ora. Il loro funzionamento si basa sull’incenerimento dei rifiuti sfruttando la combustione, così ottenuta, per produrre energia elettrica. Il lato negativo è costituito dal fatto che il processo implica l’emissione, seppur limitata, di prodotti tossici come la diossina, mentre permangono le difficoltà legate alla gestione delle scorie in depositi permanenti. Sono questi i motivi che spesso inducono le comunità residenti nei pressi di un termovalorizzatore a protestare. Tutti sappiamo in che cosa consiste la raccolta differenziata: si ripongono i rifiuti in sacchetti diversi a seconda del materiale di cui sono composti. Facile no? Eppure, mentre in quasi tutta Europa la raccolta differenziata è ormai una realtà, in Italia questa pratica ecologica non è ancora pienamente entrata nelle consuetudini di tutti i cittadini. Un grande impulso alla raccolta differenziata potrebbe essere dato adottando comportamenti in linea col programma di minimizzazione dei rifiuti imperniato sulla strategia delle 5 R: 1 - riduzione all’origine dei rifiuti (carta, cartone da imballaggio, carta da ufficio...); 2 - potenziamento della raccolta differenziata; 3 - riuso degli oggetti tali e quali (ad esempio le bottiglie di vetro); 4 - riciclo dei materiali utili (vetro, carta e cartone, alluminio, ferro, plastica, compost...) nell’industria, nelle costruzioni e nell’agricoltura; 5 - recupero di energia contenuta nella frazione combustibile non valorizzabile dei rifiuti, tramite nuovi impianti di termovalorizzazione a minimo impatto ambientale. da AA.VV. La Costituzione raccontata (d)ai ragazzi, Palumbo

186


verso l’invalsi

1 Quali territori sono maggiormente interessati al problema dello smaltimento dei rifiuti?

A. B. C. D.

Quelli con una bassa densità di popolazione. Quelli con grandi spazi naturali. Quelli con un’alta urbanizzazione. Quelli vicini al mare.

2 Secondo il testo, le discariche non possono essere una soluzione definitiva perché

A. B. C. D.

sorgono in zone disabitate si potrebbero creare grandi concentrazioni di rifiuti tossici non sono piacevoli da vedere non sono utili e danneggiano l’ambiente

3 N ella frase “L’utilizzo dei termovalorizzatori è un accettabile ripiego” (riga 9), la parola sottolineata significa

A. rimedio momentaneo B. soluzione definitiva C. decisione D. problema

4 “ Sono questi i motivi che spesso inducono le comunità residenti nei pressi di un termovalorizzatore a protestare” (righe 15-16). Questa informazione non può fare a meno di un’altra che la precede. Quale? A. “L’utilizzo dei termovalorizzatori è un accettabile ripiego.” B. “Il funzionamento dei termovalorizzatori implica l’emissione, seppur limitata, di prodotti tossici come la diossina, mentre permangono le difficoltà legate alla gestione delle scorie in depositi permanenti”. C. “Il loro funzionamento si basa sull’incenerimento dei rifiuti sfruttando la combustione, così ottenuta, per produrre energia elettrica”. D. “Si rischia di creare grandi concentrazioni di rifiuti tossici.” 5 Il testo quanti aspetti negativi presenta riguardo l’utilizzo dei termovalorizzatori?

A. Nessuno. B. Uno solo. C. Due. D. Quattro.

207 187


verso l’invalsi

6 Dalla prima frase si capisce che il problema della gestione dei rifiuti

A. B. C. D.

non riguarda i Paesi occidentali ha rilevanza nazionale, e non solo, e non è stato ancora risolto è pienamente risolto non potrà mai essere risolto

7 Rileggi il testo dalla riga 17 alla 21. Secondo il testo, la raccolta differenziata in Italia è

A. B. C. D.

praticata solo da pochi perché difficile molto conosciuta conosciuta da tutti ma non ancora pienamente praticata poco nota anche se molto facile

8 Quante sono le R fondamentali nel programma di minimizzazione dei rifiuti?

A. 4 B. 3 C. 5 D. 6

9 Nel testo sono elencati i punti del programma di minimizzazione dei rifiuti. Riscrivine due. 1. ............................................................................................................................................................................................

............................................................................................................................................................................................ 2. ............................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................

10 Indica con una x quali affermazioni relative alla raccolta differenziata si ricavano dal testo. A. Si ripongono i rifiuti in sacchetti diversi a seconda del materiale di cui sono composti. B. Attraverso la raccolta differenziata molti materiali possono essere riciclati, cioè recuperati, ripuliti e attraverso particolari procedimenti riutilizzati. C. Ci sono varie modalità di raccolta differenziata, ad esempio i cassonetti stradali, la raccolta porta a porta, il Centro di raccolta. D. Tutti gli imballaggi, prima di essere gettati negli appositi contenitori, devono essere puliti, svuotati e schiacciati.

188


verso l’invalsi

11 Il programma di minimizzazione dei rifiuti prevede che i cittadini

A. B. C. D.

non si preoccupino dei rifiuti. li inceneriscano. li mettano nelle discariche. riducano la produzione dei rifiuti e apprendano a riciclarli.

12 Che cosa significa l’espressione “a minimo impatto ambientale” (riga 33)?

A. B. C. D.

Nel massimo rispetto dell’ambiente. Poco adatto a qualsiasi ambiente. A contatto con l’ambiente. Per ambienti molto piccoli.

13 In base al testo, indica con una x quali sono i comportamenti positivi, che i cittadini dovrebbero mettere in atto, e quali sono quelli negativi. Sì a

Individuare nel tempo delle alternative alle discariche.

b

Costruire ovunque dei termovalorizzatori, anche nei parchi naturali.

c

Abituarsi a differenziare i rifiuti.

d

Aumentare la quantità dei rifiuti prodotti dalle persone.

e

Riciclare i materiali utili.

f

Favorire il riutilizzo industriale delle materie plastiche e dei metalli.

No

14 Qual è lo scopo del testo?

A. B. C. D.

Raccontare un fatto di cronaca. Spiegare come funziona un termovalorizzatore. Parlare del problema dei rifiuti. Insegnare a riciclare i vari materiali.

207 189


Sorprenditi con

i dibattiti

IL TESTO ARGOMENTATIVO

è un testo orale o scritto che sostiene con opinioni e informazioni un determinato argomento o prodotto, con lo scopo di convincere chi legge o ascolta

può essere

un TESTO VERO E PROPRIO in cui chi parla o scrive esprime una propria tesi, anche in contrasto con quella di altri, e la sostiene in modo adeguato

un MESSAGGIO PUBBLICITARIO con il quale si vuole persuadere all’acquisto di un prodotto o orientare verso un comportamento o un modo di pensare

questo tipo di testo si può trovare: - nei quotidiani - nelle riviste - nei libri e temi scolastici - nelle recensioni - nei saggi

questo tipo di testo si può trovare: - in supporti cartacei (giornali, riviste, depliant, manifesti...) - in radio e tv - in internet

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per convincere il lettore l’autore usa

ARGOMENTAZIONI

(nei testi argomentativi) cioè ragionamenti, dati, esempi... infatti ARGOMENTARE significa dimostrare la propria idea, il proprio punto di vista con argomenti, cioè prove

PAROLE e IMMAGINI (nella pubblicità) a volte si avvale anche della musica

Metto a fuoco In questa sezione scoprirai: - testi ARGOMENTATIVI veri e propri - la RECENSIONE - il DIBATTITO - la PUBBLICITÀ COMMERCIALE - la PUBBLICITÀ PROGRESSO

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Metto a fuoco...

IL TESTO ARGOMENTATIVO

Le mie domande

COSA tratta un testo argomentativo?

Come è STRUTTURATO?

Quale LINGUAGGIO usa un testo argomentativo?

Meglio essere ottimista o pessimista? Molti bambini hanno di fronte a ogni difficoltà un atteggiamento ottimista e pensano che andrà tutto bene, come dice il proverbio “Cuor contento, il ciel l’aiuta”. Ma è giusto o non è giusto essere sempre ottimisti? Educatori e psicologi sostengono la tesi del sì e dicono che l’ottimismo aiuta a vivere bene. Se l’ottimista fallisce in un compito o in un lavoro, non si scoraggia perché pensa subito che la volta successiva andrà meglio. Se l’ottimista vive un’esperienza negativa, non si rattrista, al contrario sorride pensando “Poteva andarmi peggio!”. Ma non tutti la pensano così: secondo altri, l’eccessivo ottimismo può danneggiare. Infatti nelle difficoltà chi fa delle previsioni troppo ottimistiche va più facilmente incontro a delusioni. Il pessimista invece, se le cose gli vanno bene, è contento, se gli vanno male, è più preparato ad accettarle. E allora qual è l’atteggiamento giusto? È necessario ricorrere al buon senso. Dobbiamo essere intelligenti: guardare al futuro con ottimismo, ma non con superficialità, trovare degli aspetti positivi anche nelle situazioni più difficili, senza dimenticare di fare attenzione e di impegnarsi. da G. Limentani, L’altra biblioteca, Lattes

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Le risposte COSA Il testo argomentativo esprime un’opinione su un tema o problema, di qualsiasi ambito, e la sostiene con ragionamenti, dati, prove ed esempi di vario tipo, allo scopo di convincere il lettore.

STRUTTURA La struttura del testo argomentativo si articola in: - tema, cioè l’argomento o problema esposto dall’autore - tesi, ciò che l’autore pensa e dichiara riguardo l’argomento trattato -a rgomentazioni a favore della tesi, cioè le prove che l’autore presenta a sostegno della sua tesi - antitesi, cioè l’opinione contraria a quella dell’autore -a rgomentazioni a favore dell’antitesi - conclusione, in cui l’autore riassume ed evidenzia la validità della propria tesi

LINGUAGGIO Il linguaggio comprende: - riflessioni - connettivi, che scandiscono le fasi dell’argomentazione (ma, anzi, al contrario, perché...) - espressioni particolari (a parer mio, secondo altri...)

cile Per imparare fa vai alla mappa a pag 224

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IL testo argomentativo

Una piccola rivoluzione La cartella (letteralmente “contenitore di carta”) rappresenta un problema spinoso per ragazzi, genitori, insegnanti: se ne lamentano tutti, per la difficoltà di tenerla in ordine, il peso, la cattiva abitudine di riempirla di cose inutili, il costo eccessivo. In proposito mi piacerebbe fare una specie di rivoluzione. Ma prima voglio richiamare un caro ricordo personale, risalente a quando frequentavo la seconda media e, per andare a scuola, dovevo prendere un tram e percorrere un lungo tratto a piedi: allora la mia cartella di cuoio, piena di libri e quaderni, era abbastanza pesante, ma la mamma mi diceva: “Chi è così grande e importante da frequentare la scuola media, deve portare la propria cartella da solo, con orgoglio!”. Così uscivo di casa prestissimo per arrivare in orario. Be’, il tram era quasi sempre pieno e si doveva stare attaccati sul predellino, sì, la cartella era pesante, ma dentro c’erano i compiti fatti e riuscivo ad arrivare in tempo. Tornando a oggi, io ritengo che si debbano usare zaini e astucci semplici e inserirvi solo il materiale necessario. Zaini e astucci Da noi si è diffusa la moda dello zaino costoso. Eppure nessuna scuola richiede lo zaino “firmato”! Per l’astuccio valgono considerazioni analoghe: costa ancora più dello zaino, è scomodo da usare, tanto che il semplice gesto di prelevare una matita comporta uno spreco di tempo. In molti Paesi europei usano zaini semplici, robusti e funzionali e scatolette di plastica al posto degli astucci. Tutti sono molto soddisfatti sia dal punto di vista della praticità, che da quello economico. Il materiale nello zaino In Italia, lo zaino, che dovrebbe contenere solo “carta” e gli strumenti da utilizzare durante l’orario scolastico, si riempie invece di ogni altro materiale, al punto che l’attrezzatura scolastica diventa un semplice optional.

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IL TESTO argomentativo Naturalmente nello zaino non devono entrare né il cellulare, né l’I-Pod. Almeno fino a tredici, quattordici anni i ragazzini non hanno bisogno del telefonino, mentre vanno e tornano da scuola, né tantomeno in classe, luogo dove sono controllati e sicuri. Durante le lezioni devono concentrarsi e non hanno certo il tempo per ascoltare musica. Nelle scuole che vietano questi “passatempi” non adatti alla vita scolastica e assolutamente fuorvianti, gli insegnanti notano maggiore attenzione e più impegno da parte degli alunni. Il materiale nell’astuccio In California e in diversi Paesi europei, l’astuccio è costituito da una semplice scatoletta di plastica che contiene gli strumenti necessari a scuola e che viene lasciata sotto il banco. Questo ha un duplice vantaggio: è un peso in meno nella cartella e non si rischia di dimenticarla. Per i compiti a casa si usano gli strumenti che si vogliono (che io suggerisco di riporre in una scatoletta di plastica identica a quella da tenere in classe). Perché non cominciare la rivoluzione proprio dall’astuccio? Si può distribuire un elenco del materiale necessario il primo giorno di scuola. Nell’elenco, a mio parere, basterebbe che figurassero: due matite, una biro blu o nera e una rossa, una gomma per matita, dodici matite colorate, dodici pennarelli a punta media, un righello, una colla stick, un paio di forbici con le punte arrotondate.

lessico • Il predellino è: na piccola preda u un piccolo gradino che serve per salire sul treno, sul tram o su altri veicoli • Un optional è: n elemento che u non serve un desiderio

da L. Rizzi, Fate i compiti!, Rizzoli

Metto a fuoco

La struttura

• Completa l’analisi del testo argomentativo che hai letto. Tesi: È bene usare zaini e astucci ................................... e inserirvi soltanto il ..................................................................... Argomentazioni a favore della tesi: - In altri Paesi europei l’uso di ................................... semplici, ............................................ e .................................................. e di ......................................................... come astucci, ha vantaggi pratici ed ...................................................................... - Nelle scuole che vietano l’uso di ................................................ e ................................................. gli insegnanti notano .............................................................................................................................................................................................................. - Una scatoletta di plastica con gli strumenti necessari che viene lasciata sotto il banco ha un duplice vantaggio: ......................................................................................................................................................................................... .............................................................................................................................................................................................................. • Nel testo è presente l’antitesi?

No

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IL testo argomentativo

Non solo libri di carta Oggigiorno si discute molto sui libri cartacei e digitali. Quali sono da preferire: quelli tradizionali o quelli moderni? Secondo me, i libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell’intensità e regolarità delle nostre letture. Si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto, salvo che per la cervicale. Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna, di cui fanno parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta... Dalla lettura su pietre, si è passati alla lettura su tavolette, poi su rotoli e infine su fogli rilegati, cioè su libri. Secondo alcuni sociologi, la strada che il mercato librario prenderà sarà quella di passare al digitale per diversi motivi. Utilizzando un eReader, cioè un lettore di testi digitalizzati, potremmo leggere qualsiasi libro. Non tutti la pensano come me.

COMPRENDO • S crivi le domande adatte alle risposte. - ........................................................................................................................................................................................................ Può provocare dolori alla cervicale. - ........................................................................................................................................................................................................ Il libro, la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta. - ........................................................................................................................................................................................................ Tra i cinquecento e i seicento grammi. - ........................................................................................................................................................................................................ Si ridurrebbero la produzione di CO2, l’abbattimento degli alberi e l’inquinamento delle falde acquifere.

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IL TESTO argomentativo L’eReader diventerà il nostro compagno di viaggio per le vacanze, trasferte di lavoro, spostamenti con i mezzi pubblici (aereo, treno, nave, metropolitana...). Portare nel marsupio un oggetto di cinque, seicento grammi, che possa contenere tutta la nostra biblioteca, è un indiscutibile vantaggio. E a scuola? Pensate a un eReader per tutti gli alunni delle scuole. Non avremo più ingombranti e pesanti zaini, ma un solo strumento in grado di comunicare con la rete della scuola, magari interattivo, che ci consente di seguire tutte le materie del corso. Ne trarrebbe giovamento anche l’ambiente. Niente più inchiostro, vernici e carta. Produzione di CO2 ai minimi, abbattimento di alberi azzerato e inquinamento di falde acquifere (per i solventi per le vernici) eliminato.

SCRIVO • Scrivi sul quaderno la tua conclusione. Puoi iniziare come segue. Sia la tesi che l’antitesi sono sostenute da argomentazioni convincenti, ma io sostengo che...

da U. Eco, La bustina di Minerva, Bompiani

Metto a fuoco La tesi e l’antitesi • Individua nel brano gli elementi che caratterizzano il testo argomentativo e completa lo schema. tema: ........................................................................................................................................................

tesi ............................................................................................... ...............................................................................................

antitesi ............................................................................................... ...............................................................................................

argomenti a favore della tesi ............................................................................................... ............................................................................................... ............................................................................................... ...............................................................................................

argomenti a favore dell’antitesi ............................................................................................... ............................................................................................... ............................................................................................... ...............................................................................................

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IL testo argomentativo

Si può mentire

Metto a fuoco

Il tema e lo scopo • Il tema affrontato è: dire la verità mentire mentire o dire la verità • Lo scopo del testo è:

c onvincere il lettore a dire sempre la verità convincere il lettore a mentire sempre dimostrare che è ammissibile mentire per non offendere gli altri

La nonna di Zaccaria gli ha regalato una tenda da indiani. È una tenda magnifica. Un solo piccolo problema: è il terzo Natale di seguito che la nonna gli regala una tenda da indiani. Zaccaria è molto deluso. Si aspettava un’altra cosa, soprattutto perché a Natale dell’anno passato le aveva detto che ne aveva già una, di tenda. Che fare? Dire la verità o mentire? Dire la verità e dare un dispiacere alla nonna, o mentire e non darle un dispiacere? Non è facile scegliere tra “Bisogna sempre dire la verità, mentire è molto male” e “Bisogna evitare di dare un dispiacere alla gente”. Zaccaria può scegliere tra dire la verità: “Nonna, mi hai già regalato due tende da indiani, questa è la terza, non mi fa piacere averne una terza, allora o tu te ne infischi di me o stai perdendo la memoria”. Mentire spudoratamente: “Grazie nonna, sei gentile a portarmi un regalo, questa tenda è molto bella, perciò sono molto contento”. Mentire a metà: “Grazie nonna, sei gentile ad aver portato un regalo; sai, il prossimo Natale, mi piacerebbe venire con te a sceglierlo”. Ognuno deve trovare ciò che può dire, ognuno deve trovare il posto che vuol dare alla verità. Zaccaria mente a sua nonna non per proteggere se stesso, non per evitare di essere punito o per far accusare qualcuno al suo posto. Mentire dicendo “No, non sono stato io a mangiare la cioccolata” è mentire per proteggere se stessi, è nascondere la verità per evitare di farsi sgridare. Ma mentire per proteggere qualcun altro, o nascondere la verità e non dare un dispiacere a qualcuno, non è la stessa cosa. In questo caso, dire una piccola bugia non è per forza una cattiva soluzione. Se Zaccaria fa un po’ di commedia nessuno gliene vorrà. È un po’ per finta, ma fa piacere. da B. Labbé, M. Puech, Per davvero e per finta, Ape Junior

COMPRENDO • C ompleta le frasi. Rifletti sull’uso dei connettivi. Zaccaria si aspettava un altro regalo soprattutto perché ................................................................................................. ............................................................................................................................................................................................................. Non gli fa piacere avere una terza tenda ma non sa se mentire per .............................................................................. ............................................................................................................................................................................................................. oppure dire la verità per ..............................................................................................................................................................

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IL TESTO argomentativo

Quale sport? Classe V C: l’insegnante introduce l’argomento di discussione. “È giusto che i genitori facciano praticare ai propri figli uno sport anche se a loro non piace?”

bruttissimo, soprattutto No, ci sono passato anche io ed è ti di farti un regalo. (Dario) se cercano di corromperti dicendo

No, se una cosa non ci piace la facciamo male e malinconicamente. (Chiara) Sì, loro sono più grandi di me e sanno ciò che fa bene; quindi se quello sport non mi piace lo pratico lo stesso. (Margherita)

per quattro anni, ico ist on ag o ot nu to ica at pr ho io Sì, iavo ma poi ho poi ho dovuto mollare, all’inizio lo od ) capito che mi serviva molto. (Otis

N o, perché ognuno ha diritto di vivere la propria infanzia felicemente, senza seguire le ambizioni dei genitori. (Annalisa)

Sì e no. Concludo io. I ragazzi devono ascoltare i consigli dei genitori e poi decidere autonomamente. (Giulia) da I diritti dei bambini, Mondadori

Metto a fuoco

facciamo

Il dibattito

Il dibattito è una discussione fra più persone che si scambiano opinioni su un certo argomento. Il dibattito è guidato da un moderatore che ha il compito di dare la parola ed evitare bisticci. • Sottolinea come indicato: i nomi dei ragazzi che sostengono la tesi del NON È GIUSTO i nomi di coloro a favore dell’antitesi È GIUSTO • Cerchia la conclusione. La condividi?

No

SQUADRA

•R ealizzate un dibattito in classe su uno degli argomenti proposti. - S ono utili i compiti per le vacanze? - È giusto dare il cellulare ai bambini piccoli? - È giusto tenere gli animali nei giardini zoologici?

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IL testo argomentativo

I romanzi di Harry Potter Metto a fuoco

La recensione La recensione è un testo che fornisce valutazioni e giudizi su ciò che si prende in esame: un libro, un film, uno spettacolo. • Sottolinea nella recensione il punto di forza dei libri di Harry Potter che ti convince di più.

come la penso •Q uale libro o film ti è piaciuto in modo particolare? .................................................. Esponine in classe i suoi punti di forza per presentarlo ai tuoi compagni e invogliarli a prenderlo in considerazione.

Harry Potter è un ragazzino di undici anni che, orfano dei genitori, vive con gli zii, gente comune e del tutto priva di fantasia, e un cugino, dal carattere opposto a Harry. Un giorno apprende la vera storia sulla morte dei suoi genitori, valenti maghi, uccisi dal terribile Valdemort. Destinato ad affrontare Valdemort, dovrà frequentare la Hogwarts, prestigiosa scuola di magia dove apprenderà come controllare i suoi poteri per sconfiggere il crudele mago, restituendo fiducia e sicurezza a tutta la comunità di esseri magici nascosti fra gli uomini. Inizia così per Harry una lunga educazione piena di pericoli e avventure e, per gli amanti del fantasy, un ciclo di letture appassionanti e sorprendenti. Harry cresce e da bambino timido e insicuro si trasforma in un ragazzino maturo e consapevole. Ogni adolescente può facilmente riconoscersi nelle incertezze, nei timori, nelle gioie di questo ragazzino e persino nei suoi primi rossori di fronte alla bellissima Hermione. La forza della storia di Harry e del suo successo sta tutta nei sentimenti che muovono i personaggi, tanto che alla fine della lettura si ha quasi l’impressione di essere “cresciuti dentro”. Hanno contribuito al successo anche la trasposizione cinematografica dei romanzi di Harry Potter e la scelta dell’editore di pubblicare i romanzi con due copertine diverse: una rivolta espressamente ai bambini e un’altra (più “seria”) per tutti quegli adulti che vogliono leggere le stesse storie in pubblico senza vergognarsi. da un’intervista con J.K. Rowling

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Imparo ad ascoltare

L’ INSEGNANTE LEGGE IL TESTO NARRATIVO da UN LIBRO TUTTO SUO...

PRIMA DELL’ASCOLTO mi incuriosisco Il racconto di oggi si intitola:

Pilota di linea

1. In base al titolo, ti aspetti di ascoltare una storia incentrata su:

2. Questi sono alcuni verbi che compaiono nel testo: annunciò - rispose - ribatté - canzonò - gridò - rimproverò - brontolò Ti fanno pensare a: un racconto di viaggi

una descrizione

una discussione

DOPO L’ASCOLTO comprendo e commento 3. Segna con una x la risposta giusta. - Il tema affrontato nel testo è: la guida di un aereo il lavoro preferito - Alla discussione non partecipa: il babbo la mamma - Joanna sostiene la tesi che: anche le donne possono pilotare un aereo di linea soltanto lei può diventare pilota di linea - Come argomento a sostegno della sua tesi, Joanna afferma che: le donne sono attente e prudenti le donne non si guardano allo specchio mentre lavorano

- Secondo l’antitesi, cioè l’opinione di Ned: solo gli uomini possono guidare un aereo una donna può guidare un aereo solo a fianco di un uomo - L’argomento che Ned porta a sostegno è: le donne sono troppo spericolate per poter pilotare un aereo le donne pensano solo a specchiarsi, invece di stare attente - E tu quale conclusione proporresti? Tutti i lavori possono essere svolti indifferentemente da uomini e donne. Soltanto gli uomini possono guidare mezzi di trasporto. Nessuno sa pilotare un aereo meglio delle donne.

Esprimiti colorando le faccine da 1 a 5. Indice di gradimento

Testo audio e in guida

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Per costruire le competenze

Eliminare i vecchi giocattoli? 5

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È giusto buttare i giocattoli vecchi dei figli senza che loro siano informati? Riflettiamo su di noi adulti: ci piace che qualcuno butti via a nostra insaputa i nostri ricordi: quella foto, quella collanina, quel foglietto stropicciato che conserviamo chissà dove, che non prendiamo mai in mano, ma che sappiamo esserci? Dai racconti che mi fanno i ragazzi, quasi sempre sbuca dolore e offesa per un diario, un disegno, un gioco che qualcuno, spesso la mamma, ha buttato via a loro insaputa. Il fatto è che i giocattoli e in generale le cose dei figli non si devono buttare via mai e soprattutto senza chiedere il permesso. Chi lo fa compie un furto, una mancanza di rispetto, una violazione della privacy, peggiore del curiosare tra i fogli del diario: è un tradimento. Un giorno viene in mente “quella cosa” che si crede di avere. La si cerca invano. Si chiede: “Sai dov’è?”. A questo punto le mamme, per non dire bugie, buttano fuori ciò che pensano: “Non ci sta tutta la roba che tieni!” e spiegano: “Guarda! Le cose vecchie nei cassetti e le cose nuove sparse qua e là”. Seguono da parte dei figli offese, delusione e un po’ di sfiducia: la casa non è quella fortezza riparata che si credeva. La sensazione è simile a quella che si prova dopo il passaggio dei ladri. Esagerato? No, perché c’è la violazione e la perdita è irreversibile. L’oggetto buttato via diventa all’improvviso importantissimo. “Non lo usavi più” può dire il genitore. Ed è un altro colpo: si usano nella mente, certe cose. Rappresentano una storia che nessun altro sa, né può sapere, sono una parte di noi. Quando non ci sono più, ci si rimprovera di non averle meglio custodite o nascoste e si prova rabbia contro chi le ha buttate. Pare di aver perso un tesoro, si teme che sbiadiscano i ricordi. Nessuno può rubare ciò che è dentro di noi. Ma fotografie e oggetti particolari ci permettono di non distaccarci mai completamente da eventi e persone. Quando la casa trabocca e riteniamo che sia arrivato il momento di regalare o buttare delle cose che appartengono ai figli, dobbiamo consultarli e far decidere a loro se vogliono o no privarsi di qualcosa. da F. Mormando, in Corriere della sera

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2. I ragazzi si sentono addolorati e offesi perché: hanno perso il diario non hanno più un gioco qualcuno ha buttato via i loro ricordi qualcuno ha nascosto un loro oggetto 3. L’espressione “a loro insaputa” (riga 8) significa: senza che i figli lo sappiano per dispetto dopo averli avvertiti senza di loro 4. Violare la privacy è peggio che: curiosare nel diario nascondere il diario gettare via il diario strappare il diario 5. Quando i vecchi oggetti non ci sono più, i ragazzi provano: riconoscenza verso chi li ha buttati desiderio di comprarne altri nuovi rabbia contro chi li ha buttati 6. Il verbo “sbiadire” riferito ai ricordi (riga 29) significa: perdere intensità di colore attenuarsi sbiancare rendere un colore più chiaro

7. Quali delle seguenti affermazioni non è vera? Sia ai ragazzi che agli adulti dispiace non ritrovare i vecchi oggetti. I vecchi oggetti rappresentano una storia personale che nessun altro sa. Quando non ritroviamo i vecchi oggetti ci pentiamo di non averli meglio custoditi. I ricordi non sono legati ai vecchi oggetti. 8. Qual è il problema di cui si parla nel testo? Buttare o non buttare i vecchi giocattoli. Giocare o non giocare con i vecchi giocattoli.

Verso l’invalsi Il testo argomentativo

1. Segna con una x quali sono i ricordi degli adulti elencati nel testo: foto, collanina, foglietto foto e foglietto collanina e foglietto foto e collanina

9. Colora con il rosso la tesi sostenuta dall’autore e con il blu l’antitesi sostenuta dalle mamme. Devono essere i figli a decidere se privarsi dei vecchi giocattoli.

Le cose dei figli si buttano quando occupano troppo spazio.

0. Sottolinea nel testo con il rosso una 1 argomentazione a favore della tesi e con il blu una a favore dell’antitesi. 11. Il testo è tratto: da un libro di narrativa da un giornale da un’enciclopedia 12. Completa la conclusione a cui giunge l’autore, inserendo le seguenti parole: ingombranti - loro - no - cose - buttarle Quando le .......................... vecchie dei figli sono troppe e ...................................................., si deve far decidere a ........................................... se regalarle, .............................................. oppure ..........................

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Metto a fuoco...

IL messaggio pubblicitario

Il manifesto pubblicitario Le mie domande

COSA è la pubblicità?

Come è STRUTTURATO un manifesto pubblicitario?

Quale LINGUAGGIO usa la pubblicità?

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Le risposte COSA La pubblicità è un mezzo che comunica informazioni su un prodotto o su un determinato argomento con lo scopo di persuadere il destinatario. Si distingue in: -p ubblicità commerciale, quando ha per oggetto prodotti, servizi o luoghi da visitare; fa leva sui nostri bisogni e guida le nostre scelte, con lo scopo di vendere e realizzare profitti economici - pubblicità progresso, quando ha per oggetto problemi che interessano la collettività, come la pace, la salute, l’ecologia... è detta, infatti, anche “pubblicità sociale”; e ha lo scopo di far riflettere ed educare, promuovendo stili di vita corretti STRUTTURA Il manifesto pubblicitario presenta: - il testo, una descrizione informativo-persuasiva che evidenzia le caratteristiche positive del prodotto - l’immagine, fotografia o illustrazione che rafforza il messaggio trasmesso attirando l’attenzione del consumatore - lo slogan, frase breve e d’effetto, basata spesso su giochi di parole ed evidenziata graficamente nel manifesto (generalmente scritta con caratteri grandi e colorati) in modo da essere facilmente memorizzabile - l’emittente, cioè chi produce e promuove il prodotto LINGUAGGIO La pubblicità usa linguaggi diversi: - il linguaggio verbale si presenta ricco di aggettivi e figure retoriche, si avvale di rime, ritornelli e giochi di parole, in particolare negli slogan - il linguaggio visivo comprende fotografie, illustrazioni, video, sempre di grande effetto - il linguaggio musicale è costituito da suoni e melodie in sottofondo, spesso famose Il linguaggio pubblicitario cambia in base al mezzo di comunicazione su cui transita il messaggio: - linguaggio verbale e linguaggio visivo per i supporti cartacei (giornali, riviste, depliant, volantini, manifesti...) - linguaggio verbale e linguaggio musicale in radio - linguaggio visivo, verbale e musicale in tv e internet

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IL testo argomentativo

La vendita di aquiloni In tre giorni di lavoro preparammo la bellezza di settantacinque aquiloni. Quindi fu avviata una martellante campagna pubblicitaria e i passanti videro fiorire, sui muri e sui lampioni, alcuni manifesti scritti a pennarello con disegni e slogan. Infine arrivò il momento della vendita. Scelto con cura il marciapiede più frequentato, avevo teso il filo da bucato tra due lampioni e Pecorello ci aveva appeso tutti gli aquiloni, ordinati a distanza regolare. Sembravano disciplinati uccelli bianchi in attesa di spiccare il volo verso terre lontane. da M. Moschini, I rapatori di teste, Raffaello

SCRIVO Metto a fuoco

Lo slogan

• Gli slogan del testo presentano: metafore neologismi parole in rima allitterazioni personificazioni esagerazioni • In quale slogan le hai individuate?

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• Inventa uno slogan per pubblicizzare i seguenti prodotti. Puoi usare rime, metafore, parole inventate, allitterazioni, esagerazioni...

Un pallone: ............................................................................. ..................................................................................................... Un cioccolatino: .................................................................... ..................................................................................................... Una bicicletta: ........................................................................ .....................................................................................................


IL TESTO argomentativo

La pubblicità per cambiare Ecco la pubblicità promossa non da aziende produttrici, ma da chi porta avanti un impegno civile volto alle diverse problematiche della realtà. Questa pubblicità ti invita a riflettere su ciò che accade intorno a te e su come tu potresti migliorare il tuo comportamento nei confronti degli altri e dell’ambiente.

C

A B

lessico • La pubblicità progresso è definita anche “no profit”, un’espressione inglese che significa: nessun guadagno nessun problema nessun prodotto Motiva la tua risposta.

Metto a fuoco

La pubblicità progresso SQUADRA

• Scrivi qual è il messaggio di ogni manifesto.

facciamo

A . .............................................................................................................................. ............................................................................................................................... B . .............................................................................................................................. ............................................................................................................................... C . .............................................................................................................................. ...............................................................................................................................

• I nsieme ai tuoi compagni realizza un manifesto pubblicitario completo di ogni parte che invii questo messaggio: “Usa la bici in città”.

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verso la secondaria

Hai superato la grande avventura della quinta e ora ci siamo: la navigazione punta verso grandi orizzonti e una nuova sfida...

Un sacco di bei ricordi Adesso che ci penso, questi cinque anni sono proprio volati in fretta. Ma forse si dice così di tutte le cose che passano. Io però ho un sacco di ricordi belli. In questi anni ho ascoltato e letto tante di quelle storie, che mi hanno fatto innamorare dei libri. Ho conosciuto Giulia, ho conosciuto Mario e ho conosciuto i maestri. Adesso mi sembra ridicolo chiamarli “maestri” e basta. Io li ho sempre considerati uomini e donne che con i bambini ci sanno fare. La mia fortuna è stata che non mi hanno mai chiuso la bocca. E sì che io sono una che parla parecchio! Scommetto che mi ricorderanno come la più grande parlatrice della loro carriera. – Basta, Jessica! Adesso hai parlato troppo – erano le parole che mia madre mi ripeteva fino a poco tempo fa. – Avanti, Jessica, di’ fino in fondo quello che pensi – sono sempre state invece le parole della maestra. Fra qualche giorno, però, smetterà di dirmele, purtroppo. Io so che se andassi da lei e le dicessi “non ho voglia di andare alla Scuola Secondaria e preferirei rimanere con te”, lei non mi risponderebbe come fa mio padre: “Jessica, gli anni passano per tutti e tu sei cresciuta. Rassegnati!”. Come se crescere fosse un fatto come gli altri, che devi accettare a occhi chiusi. Come se rassegnarsi fosse cosa facile. Invece io credo che non bisogna rassegnarsi e che bisogna resistere con le unghie e con i denti, come dice la maestra. Lei è un tipo di donna che non mentirebbe mai a una bambina. Una volta mi disse: – Non dobbiamo permettere a nessuno di farci del male. Nessuno ha il diritto di ferirci! Io farò del mio meglio per non farmi ferire. Ma certo, con lei vicino era più facile. Ci vuole sempre qualcuno al quale puoi appoggiarti, quando ne hai bisogno. È questo che lei rappresenta per me. Non mi farò scrupolo di chiamarla se mi sentirò persa e non saprò dove sbattere la testa. da A. Petrosino, Jessica e gli altri, Sonda

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verso la secondaria

Primaria, addio! I compagni, i giochi, i quaderni, cinque anni di sveglie e merende sono finiti così all’improvviso che non sai quanta ansia mi prende. Tutto quanto il mio mondo sparisce come fosse calato il sipario e dovrò cominciare a riempire tante pagine nuove di un diario. È come lanciarsi dall’alto e sperare nel paracadute, però in fondo le cose lasciate non diventano cose perdute. È come tuffarsi a occhi chiusi: l’avventura non è una tragedia e ci son tanti amici da fare anche nella scuola media. da J. Carioli, Io cambierò il mondo, Mondadori

• Su quali aspetti si concentrano i tuoi ricordi più belli della Scuola Primaria? • Fai un elenco dei rimpianti e delle speranze che provi in questo momento di cambiamento.

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verso la secondaria

Arriva il gran giorno Il gran giorno è arrivato! Davanti alla scuola c’era una confusione indescrivibile: bambini che urlavano e che si cercavano, baci, abbracci e mamme nervose che parlavano fitto fitto tra di loro. Anch’io sono corsa vicino a quelli che già conoscevo, ho rivisto certi miei ex compagni della Primaria e della Scuola dell’Infanzia e ci siamo messi tutti vicini ad aspettare. A un certo punto ci hanno fatto ammucchiare in cortile ed è arrivato il dirigente della scuola, che ha urlato a tutti di stare zitti, perché doveva fare l’appello. Ha cominciato a pronunciare lentamente e forte i primi cognomi per ordine alfabetico della prima sezione e, ogni volta che veniva chiamato qualcuno, si sentiva un bisbiglio generale, una pausa e poi il nome successivo. Il mio nome non arrivava mai e io incominciavo ad avere paura di essere stata dimenticata. Ogni volta che le sezioni venivano completate, tutti se ne andavano in gruppetti dietro a un’ insegnante sconosciuta che li portava in un’aula altrettanto sconosciuta che li avrebbe inghiottiti per sempre, almeno così mi sembrava. Man mano che il dirigente continuava a fare l’appello, il cortile diventava sempre più vuoto e silenzioso. Mi tremavano le gambe, non c’era quasi più nessuno che conoscessi. Carlotta se n’era già andata nella sezione di tedesco, Simona nella B e fino all’ultimo momento avevo sperato che almeno Serena finisse in classe con me. E invece, disgrazia delle disgrazie, anche lei è finita in un’altra sezione! Finalmente nell’ultimissima sezione, ecco che ho sentito pronunciare il mio cognome! Ho salutato la mamma, sono salita in fretta per una lunga rampa di scale e sono entrata nell’aula grande, luminosa, con tanti banchi disposti in tre file.

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verso la secondaria Poi ho cominciato a guardarmi intorno un po’ sospettosamente. Che sorpresa! In fondo a sinistra c’erano due miei compagni della Primaria, Massimo e Michele. Ci siamo fatti grandi sorrisi d’incoraggiamento. La maestra... cioè, la professoressa, ha incominciato a parlare, a chiederci come ci chiamiamo, che cosa abbiamo fatto quest’estate, da quale scuola arriviamo e a farci l’elenco dei libri che dovevamo avere. All’inizio mi sembrava una specie di orchessa, ma poi, a poco a poco, mentre parlava e sorrideva, mi sembrava sempre più gentile e carina e finalmente mi sono sentita tranquilla. A quel punto mi sono guardata intorno con più attenzione. Seduta nel banco vicino a me c’era una bambina molto carina, con un faccino rosa come una pesca e i capelli corti e arricciolati. Poi ho scoperto che quella bambina non era l’unica ad avere una faccia carina e simpatica, anzi, c’era una certa D’Angelo che mi sorrideva sempre. Ce n’era una dietro di me con i capelli rossi, uno con gli occhiali fatti a ottagono, uno con la faccia lunga e buffa come un cavallo, uno che parla con la “evve”. A pensarci bene, i miei compagni non sono male e mi sono anche un po’ divertita quando ho scoperto che non ero l’unica a essere curiosa e imbarazzata, perché ci osservavamo tutti ridacchiando di nascosto. Poi è suonata la campanella e ci siamo scaraventati fuori in un baleno, praticamente volando dalle scale, e ci siamo ritrovati in mezzo a un caos rumorosissimo di mamme, papà, fratelli, sorelle, nonni. Tutti ci aspettavano, ci chiamavano, urlavano, ridevano e ci abbracciavano. C’era una meravigliosa atmosfera di festa, come se ci fosse stato un matrimonio importante, ma era molto meglio, perché i veri unici festeggiati eravamo proprio noi della prima classe della Scuola Secondaria. da G. Maldini, La mia seconda prima, Edizioni Elle

• Tu come immagini la Scuola Secondaria? Ti entusiasma o ti preoccupa? Confrontati con i tuoi compagni e scoprirai che ansie e paure condivise diventano più leggere!

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verso la secondaria

Verso il futuro La Scuola Primaria sta per concludersi: eri piccolo quando è iniziata cinque anni fa: quanti cambiamenti hai affrontato!

• Assegna un voto da 5 a 10 per valutare i traguardi che hai raggiunto.

Ho imparato che le regole sono necessarie e le rispetto, so di essere responsabile di ogni gesto che compio nei confronti degli altri e dell’ambiente.

Ho imparato a studiare, a memorizzare, a ripetere, a cercare notizie, ad appassionarmi alla conoscenza di ogni campo del sapere.

Sono più consapevole di quali “talenti” e attitudini possiedo, delle materie in cui riesco meglio e di quelle in cui incontro maggiore difficoltà.

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Ho imparato a conoscermi meg lio a scoprire tanti a , del mio caratterespetti della mia persona e lità.

Ho imparato a comunicare con i compagni, a spiegare le mie ragioni senza prepotenza, a sostenere le mie idee senza subire o farmi condizionare da quelle degli altri.

le reazioni Ho imparato a controllare osisco, di rabbia quando mi innerv la faccio, ce di delusione quando non lio, di paura di sconforto quando sbag a prova dura. un quando devo affrontare


verso la secondaria

Sogna, ragazzo sogna E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte, ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo. Chiudi gli occhi, ragazzo, e credi solo a quel che vedi dentro stringi i pugni, ragazzo, non lasciargliela vinta neanche un momento. Sogna, ragazzo sogna non cambiare un verso della tua canzone, non lasciare un treno fermo alla stazione, non fermarti tu... Sogna, ragazzo sogna, ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu. R. Vecchioni

• Se, come dice il cantautore, chiudi gli occhi e credi solo a ciò che vedi dentro, quali sono i tuoi sogni più grandi? Colorali con il rosso o scrivili tu.

Riuscire a portare più giustizia nel mondo. Diventare un grande scienziato.

................................................................. .................................................................

Viaggiare e conoscere il mondo. Avere una famiglia numerosa.

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e l i c a f e r a r a p m i Insieme per Come utilizzare gli schemi riassuntivi Gli SCHEMI RIASSUNTIVI che troverai nelle pagine seguenti ti aiuteranno a comprendere meglio i diversi argomenti facendo “ordine” nelle sequenze e nell’esposizione orale. Troverai PAROLE-CHIAVE: parole importanti che ti consentiranno di parlare in modo preciso di un contenuto; le troverai rosse e scritte in stampato maiuscolo. Leggi gli schemi più volte, poi prova a RISCRIVERLI seguendo le indicazioni e ripeti tante volte. Buon lavoro!


La BIOGRAFIA COSA

La biografia è un testo che racconta la VITA DI QUALCUNO. Può essere: • REALISTICA • ROMANZATA

DOVE

I fatti avvengono in LUOGHI REALI, quelli in cui è vissuto il PROTAGONISTA.

QUANDO

Gli avvenimenti si svolgono nel TEMPO PASSATO.

CHI

Il PROTAGONISTA è un PERSONAGGIO FAMOSO o NON FAMOSO del passato o del presente. Gli ALTRI PERSONAGGI sono persone che hanno vissuto con il protagonista.

COME

Chi racconta (l’autore) scrive in TERZA PERSONA e utilizza un LINGUAGGIO ACCURATO.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). La biografia è un testo che racconta ....................................................................................................................... Può essere: ................................................................ o ................................................................ I fatti avvengono nei .................................................... in cui è vissuto il ......................................................... Si svolgono nel.............................................................................................................................................................................. Il .............................................................. è un .................................................................................................................................. del passato o del presente, gli altri ........................................................... sono persone che hanno vissuto con il ............................................................... Chi racconta scrive in .......................................................................................................................................................... Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

207 215


Il racconto UMORISTICO COSA

Il racconto umoristico narra STORIE COMICHE o BIZZARRE che intendono FAR RIDERE chi legge.

DOVE

Può essere ambientato in luoghi: • REALI • VEROSIMILI • FANTASTICI

QUANDO

CHI

COME

Le storie possono svolgersi al tempo: • PRESENTE • PASSATO • FUTURO I PERSONAGGI sono INGENUI, PASTICCIONI o PERSONE COMUNI che si trovano in SITUAZIONI BUFFE. La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE Il LINGUAGGIO utilizzato contiene BATTUTE DI SPIRITO, SBAGLI o GIOCHI DI PAROLE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto umoristico narra ........................................................................... o ......................................................... che intendono ....................................................................................................................... Può essere ambientato in luoghi ......................................., ....................................... o .......................................... Le storie possono svolgersi al tempo ...................................., ................................... o .................................... I personaggi sono .........................................................., ................................................................. oppure persone .................................................................. che si trovano in .................................................................................................... Ciascun racconto è strutturato in: .............................................................................................................................. Il linguaggio contiene ............................................................................................................................................................ Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il racconto di FANTASCIENZA COSA

Il racconto di fantascienza narra STORIE IMMAGINARIE in cui la FANTASIA si fonde con la SCIENZA.

DOVE

Le vicende possono essere ambientate: • su PIANETI • in luoghi IMMAGINARI nello SPAZIO • in luoghi della TERRA immaginata nel FUTURO

QUANDO

CHI

COME

Le storie, di solito, sono al tempo FUTURO. Possono svolgersi anche al tempo PASSATO quando si narra di viaggi nel tempo. I PERSONAGGI sono: • REALISTICI (persone comuni, scienziati, tecnici) • FANTASTICI (robot, extraterrestri, androidi, cyborg) La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE Il LINGUAGGIO utilizza spesso TERMINI SCIENTIFICI.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto di fantascienza narra .................................................................................. in cui si fondono la ....................................................................... e la ....................................................................... Le vicende possono essere ambientate su .................................................................................., in luoghi ............................................................................ o in luoghi ............................................................... nel ................................ Possono avvenire nel ............................................................................ o ........................................................................... I personaggi sono ................................................................................. o ............................................................................... Ciascun racconto è strutturato in: .............................................................................................................................. Il linguaggio utilizza ............................................................................................................................................................... Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

207 217


Il racconto FANTASY COSA

Il racconto fantasy narra STORIE FANTASTICHE incentrate sulle sfide tra il BENE e il MALE.

DOVE

Le vicende possono essere ambientate in LUOGHI MAGICI CARICHI DI MISTERO (boschi, foreste incantate, grotte scure, città diroccate, fortezze...).

QUANDO

Le storie avvengono in un tempo INDEFINITO.

CHI

Il PROTAGONISTA è un UMANO predestinato a sconfiggere le forze del Male ed è affiancato da AIUTANTI o OGGETTI MAGICI. Gli altri PERSONAGGI, alleati o antagonisti del protagonista, sono CREATURE FANTASTICHE (gnomi, elfi, unicorni, draghi alati...).

COME

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto fantasy narra ........................................................................................................ incentrate sulle .................................................................................................................................................................................................................. Le vicende sono ambientate in .................................................................................................................................... Si svolgono in un tempo ..................................................................... Il protagonista è un ........................................................ predestinato a ............................................................... .................................................................................................. ed è affiancato da ................................................................ o ......................................................... Gli altri personaggi sono .................................................................................. Ciascun racconto è strutturato in: ...........................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il racconto GIALLO COSA

Il racconto giallo narra STORIE ricche di SUSPENSE incentrate su un CASO POLIZIESCO da risolvere.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI REALISTICI descritti in OGNI PARTICOLARE.

QUANDO

CHI

Il tempo è BEN DEFINITO: PASSATO o PRESENTE. Il PROTAGONISTA è un INVESTIGATORE privato o della polizia dotato di intelligenza e “fiuto” per risolvere il caso. Gli altri PERSONAGGI: • l’AIUTANTE • il COLPEVOLE • la VITTIMA

COME

• i SOSPETTATI • i TESTIMONI

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE Il RITMO è incalzante per creare suspense.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto giallo narra ..................................................................................................................................................... I fatti sono ambientati in ................................................................................................................................................. Si svolgono in un tempo ..........................................................: ...................................... o ......................................... Il protagonista è .............................................................., gli altri personaggi sono: .................................... .................................................................................................................................................................................................................. Ciascun racconto è strutturato in: ........................................................................................................................... Il ............................................................ è incalzante per creare ..................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Il racconto STORICO COSA

Il racconto storico narra VICENDE STORICHE REALI oppure INVENTATE ma sempre fondate su fatti storici.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI STORICI ricostruiti fedelmente alla realtà del tempo.

QUANDO

CHI

COME

Il tempo è BEN DEFINITO e riferito a un’epoca passata.

I PERSONAGGI sono FIGURE DELLA STORIA ESISTITE REALMENTE oppure INVENTATE dall’autore ma VEROSIMILI a uomini e donne delle società antiche.

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO 2. SVOLGIMENTO 3. CONCLUSIONE Il LINGUAGGIO utilizza TERMINI SPECIFICI della STORIA.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto storico narra .................................................................................. o ......................................................... Le storie sono ambientate in .............................................................................. ricostruiti fedelmente. Si svolgono sempre al ......................................................................................................................................................... I personaggi sono .................................................................................................................................................................... oppure ............................................................................................................................................................................................... Ciascun racconto è strutturato in: ........................................................................................................................... Il linguaggio utilizza ............................................................................................................................................................ Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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La POESIA COSA

La poesia è un TESTO SPECIALE, che comunica EMOZIONI e MESSAGGI del POETA.

RIMA

La POESIA è scritta in VERSI raggruppati o meno in STROFE (= insieme di versi).

COME

I VERSI possono essere LIBERI o in RIMA. La RIMA può essere: • BACIATA (AABB) • ALTERNATA (ABAB) • INCROCIATA (ABBA)

LINGUAGGIO

Nella poesia il linguaggio è usato spesso in modo speciale attraverso le FIGURE RETORICHE che creano immagini, come la: • SIMILITUDINE • METAFORA • PERSONIFICAZIONE Altre FIGURE RETORICHE creano effetti sonori e sono: • ANAFORA • ONOMATOPEA • ALLITTERAZIONE

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). La poesia è ........................................................................... che comunica .................................................................. e ..................................................................... del ............................................................................... È scritta in ...................................................... che possono essere .......................................................................... o meno in .............................................................. . I versi possono essere ........................................................ o in rima baciata, ..................................................... o .................................................................... Nella poesia si utilizzano le ................................................................................................................ che sono: ..................................................................... , ..................................................................... , .................................................................. , ..................................................................... , ..................................................................... e .............................................................. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

207 221


La DESCRIZIONE SOGGETTI

Le descrizioni hanno come soggetti: • PERSONE • ANIMALI • LUOGHI INTERNI o ESTERNI

MODO

Ogni soggetto può essere descritto: • in modo SOGGETTIVO • in modo OGGETTIVO • da una POSIZIONE FISSA o MOBILE

DATI

ORDINE

Nella descrizione si usano: • DATI SENSORIALI (visivi, uditivi, olfattivi, gustativi e tattili) • DATI DINAMICI • DATI STATICI

La descrizione può seguire un ordine: • LOGICO • SPAZIALE, con l’uso degli INDICATORI SPAZIALI • TEMPORALE, con l’uso degli INDICATORI TEMPORALI

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Le descrizioni hanno come soggetti: ....................................................................................................................... ....................................................................................................................................... Ogni soggetto può essere descritto in modo ................................................ , ................................................. o da una posizione ................................................................... o ........................................................................................ Per descrivere si usano dati ........................................... , ............................................ e .......................................... La descrizione può seguire un ordine ............................................................... , .................................................. usando gli ................................................................ spaziali, o un ordine ................................................................. usando gli ...............................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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La CRONACA GIORNALISTICA COSA

STRUTTURA

La cronaca giornalistica è l’ARTICOLO DI GIORNALE che racconta i FATTI che accadono, ritenuti importanti per tutti i lettori. Il fatto di cronaca è narrato seguendo la REGOLA DELLE 5W + H, cioè il GIORNALISTA (colui che scrive) risponde a sei domande: • WHAT? = CHE COSA? → spiega cosa è accaduto • WHO? = CHI? → indica le persone che hanno partecipato al fatto • WHERE? = DOVE? → indica in quale luogo è avvenuto • WHEN? = QUANDO? → indica in quale momento è avvenuto • WHY? = PERCHÉ? → spiega le cause del fatto • HOW? = COME? → descrive in che modo è avvenuto Il TITOLO indica il contenuto dell’articolo.

LINGUAGGIO

La cronaca è scritta in TERZA PERSONA. Il linguaggio è CHIARO e SINTETICO e a volte usa i TERMINI SPECIFICI dell’argomento trattato.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). La cronaca giornalistica è .................................................................................................................... che racconta .......................................... che ........................................................................................, importanti per tutti i lettori. Il giornalista narra il fatto accaduto rispondendo a sei domande: What (= cosa?), W........................................... (= .........................................), W............................ (= .............................), W.............................................. (= ..............................................), W.............................................. (= ..............................................), H........................................... (= ...........................................). Il ......................................................... indica il contenuto dell’articolo. La cronaca è scritta in ..................................................................................................... Il linguaggio è chiaro, ................................................. e usa ............................................................................................. dell’argomento trattato. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

223 207


Il testo ARGOMENTATIVO COSA

Il testo argomentativo esprime un’OPINIONE su un tema e l’“argomenta”, cioè DIMOSTRA che si tratta di un’idea giusta con RAGIONAMENTI, ESAMI, PROVE (= argomentazioni).

STRUTTURA

Il testo argomentativo è formato da: 1. TEMA = argomento 2. TESI = ciò che l’autore pensa 3. ARGOMENTAZIONI A FAVORE DELLA TESI 4. ANTITESI = opinione diversa da quella dell’autore 5. ARGOMENTAZIONI A FAVORE DELL’ANTITESI 6. CONCLUSIONE = conferma della validità della tesi

LINGUAGGIO

Il linguaggio utilizza RIFLESSIONI, CONNETTIVI ma anche ESPRESSIONI PARTICOLARI.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il testo argomentativo esprime .................................................................. su un tema e dimostra che è giusta con ........................................................................................................................................................................................... La struttura del testo è formata da: ........................................................, .................................................................., ..................................................................................................................................................., ......................................................................, ..................................................................................................................................................., ....................................................................... Il linguaggio utilizza .........................................................................................., ....................................................................... ma anche ............................................................................................ Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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Per attivare il M.I.O. BOOK Studente segui questi semplici passi

Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open

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È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

2

È “aperto” perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • la possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe.

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare la font trasformandola in MAIUSCOLO. Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

Coordinamento: Emilia Agostini Redazione: Francesca Bolognini Consulenza didattica: Tiziana Bartolucci, Maria Luisa Gagliardini, Paola Papalini (percorso di lettura); Raffaela Maggi (sezione Insieme per imparare facile) Grafica e impaginazione: Mauro Aquilanti Illustrazioni: Valentina Belloni, Chiara Bordoni, Funnybooks, Mariagrazia Orlandini, Elisabetta Travet Copertina: Mauro Aquilanti Illustrazione di copertina: Mariagrazia Orlandini Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, 123rf, Corbis, Fotolia, Thinkstock Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Bicicletta, che passione! INIZIO È SABATO, GIORNO DI VACANZA: PROPRIO LA GIORNATA IDEALE PER FARE ACROBAZIE IN BICICLETTA E CURVE SPERICOLATE. DA OGGI LINUS HA UN AUTENTICO MANUBRIO DA CORRIDORE SULLA BICICLETTA, GLIEL’ HA MONTATO SUO FRATELLO STEFAN, HA SOLO UN POCHETTINO DI RUGGINE. – È UN MANUBRIO DA PROFESSIONISTA – HA SPIEGATO STEFAN – E VA ANCHE BENE. CON UN MANUBRIO COME QUELLO, LINUS POTRÀ PIEGARSI TUTTO IN AVANTI, COME FANNO I CORRIDORI ALLA TELEVISIONE. MITICO!

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So P. C IS rp ecc BN r ar 97 esa elli 8- ! 5 - L 88 - . V -4 Le ec 72 t ci -2 tu 49 re 57 Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G ­ RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

5 letture

Grammatica

• Pagine di accoglienza • Percorsi per tipologie testuali • Verifica delle competenze • Percorso e prove modello INVALSI • Laboratori di ascolto • Laboratori del lessico • Percorsi di Cittadinanza • Pagine per imparare facile

• Mappe di sintesi • Verifica delle competenze • Giochi linguistici • Tavole dei verbi • Prove modello INVALSI • Eserciziario

Scrittura Linguaggi espressivi • Mappe-guida per la scrittura • Percorsi di produzione scritta per tipologie testuali • Spunti per la scrittura creativa • L’arte e la musica per scoprire le stagioni

patrizia ceccarelli - livia vecci

5

e inoltre... Le regole di italiano 4-5 Un fascicolo con le regole base per aiutare gli alunni a svolgere i compiti in autonomia

Io imparo facile

SE

• Breve guida “A scuola con un sorriso” con spunti di riflessione e suggerimenti pratici per la gestione del gruppo-classe • Guida al testo con programmazione, schede operative, suggerimenti ecc. •V ademecum BES con consigli, normative, schede operative ecc. • 3 cartelloni sulle tipologie testuali • 1 poster attivo di grammatica

I volumi sono in versione digitale M.I.O. BO OK, scaricabil i on-line e archivia bili su USB

IN DOTAZIONE CON LA GUIDA: il M.I.O. BOOK docente con la guida al testo, i percorsi multidisciplinari per la LIM spiegati passo passo, esercizi interattivi di italiano e di tutte le discipline, tante schede in PDF il M.I.O. BOOK studente

letture

PER L’INSEGNANTE E LA CLAS

A richiesta i volumi con i percorsi semplificati, di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line

letture Percorsi di Cittadinanza e Costituzione Mappe sulle tipologie testuali

I DVD si possono installare senza connessione a Internet

CD audio in formato MP3 con la versione audio di tutto il libro letto da speaker professionisti I S B N 978-88-472-2490-2

I S B N 978-88-472-2495-7

9

788847 224902

Codice per l’adozione e l’attivazione Sorpresa! - Pack 5 ISBN 978-88-472-2490-2

9

www.raffaellodigitale.it

www.grupporaffaello.it

788847 224957

Prezzo ministeriale

• Versione audio del libro • Carattere modificabile MAIUSCOLO/minuscolo • Traduzione in altre lingue


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