ha casa in San Frediano
di Laura Antoniniuando nel 1970 venne realizzato lo specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass, oggi richiestissimo da influencer che amano fotografarsi riflessi nell'emblema del design radicale italiano,fu un incredibile flop. Poca fortuna aveva riscosso anche il primo divano senza scocca, Superonda ideato dai fiorentini di Archizoom. Lo specchio, esposto all'edizione meneghina di Eurodomus, tra le prime mostre che sperimentavano la sinergia tra design arredo e arte, venne stroncato a tutta pagina con un cubitale «NO QUESTO NO» dalla rivista di settore Abitare; il divano in appiccicoso pvc esposto
al Salone del Mobile nel 1967 venne ignorato dai più, anche se catturò l'attenzione di Elio Fiorucci che fece il suo ordine.
A credere in queste folli creazioni artigianali c'era l'imprenditore e designer Sergio Cammilli che nel 1957 ad Agliana (Pistoia) aveva dato vita al suo sogno chiamato Poltronova. L'azienda, benedetta dalla direzione artistica (fino al 1973) di Ettore Sottsass, realizzava prodotti all'avanguardia. Un mondo onirico proiettato nel futuro che a cavallo tra gli anni Novanta e il nuovo millennio rischiava di perdere la sua identità. A prendere le redini del marchio dopo non pochi passaggi di mano, nel 2005 è arrivata Roberta Meloni, architetto
fiorentino allieva di Gianni Pettena, storico amico di Sottsass. Con un'operazione inversa rispetto al normale modus operandi di qualsiasi imprenditore Roberta ha anteposto la storia del prodotto al prodotto stesso. Già dal 2000 assieme a Francesca Balena Arista, studiosa di settore e docente del Politecnico, ha recuperato nei capannoni di Agliana i documenti originali, progetti ma anche, stoffe, cataloghi e prototipi firmati per Poltronova da Gae Aulenti, Giovanni Michelucci o Angelo Mangiarotti, e da quei nuovi gruppi di progettisti (Archizoom e Superstudio) che nati nel clima della contestazione nella Facoltà di architettura di Firenze, sognavano un nuovo modo di vivere lo spazio.
Ne è nato un ricco archivio storico dichiarato di interesse pubblico e notificato dal Ministero per i Beni culturali nel 2013 e oggi, su prenotazione, può essere visionato da studiosi e appassionati nella nuova casa di via Lorenzo Bartolini 2. È qui nel cuore della San Frediano artigiana che Roberta Meloni ha voluto portare la fantasia operosa di Poltronova e la sua storia. Nelle grandi stanze che un tempo ospitavano i telai, i cartoni e i disegni dell'Antico Setificio Fiorentino (oggi al civico attiguo)c'è il Centro Studi Poltronova. D neon rosa di Ultrafragola risplende e il divano Rumble (1967) di Gianni Pettena, già parte della collezione permanente del Centre Pompidou, troneggia nella.
nistero per i Beni culturali nel 2013 e oggi, su prenotazione, può essere visionato da studiosi e appassionati nella nuova casa di via Lorenzo Bartolini 2. E qui nel cuore della San Frediano artigiana che Roberta Meloni ha voluto portare la fantasia operosa di Poltronova e la sua storia. Nelle grandi stanze che un tempo ospitavano i telai, i cartoni e i disegni dell'Antico Setificio
Fiorentino (oggi al civico attiguo)c'è il Centro Studi Poltronova. Il neon rosa di Ultrafragola risplende e il divano Rumble (1967) di Gianni Pettena, già parte della collezione perrhanente del Centre
Pompidou, troneggia nella versione rosso fuoco. Prototipi originali e poi ritagli di giornale, stampe, modellini e progetti da cui Roberta attinge per arricchire il catalogo: «Solo 20 pezzi all'anno». Ad
affiancarla un team di appassionati professionisti. C'è il direttore artistico Donatello
D'Angelo, anche docente Ied Firenze, la responsabile d'archivio anche lei docente Elisabetta Trincherini e Francesco
Toselli a capo del delicato processo produttivo dei pezzi «che oggi per essere realizzati e venduti devono seguire una serie di protocolli e direttive».
«Siamo una squadra di persone entusiaste di poter portare di questa azienda e delle sue creazioni che ancora produciamo con artigiani vecchio stile». Camminando nello spazio si incontrano così pezzi cult ed esagerati come la poltrona Joe (De Pas, D'Urbino, Lomazzi), a forma di guantone da baseball, il divano Superonda con il pattern «farfalla» disegnato da Archizoom nel 1968 o Sofo (Superstudio) nella variante colore
rosa e verae e arancio e rosa che Dior ha voluto per arredare le sue vetrine nel mondo la scorsa stagione. «L'archivio di Poltronova continua Meloni — è vita. Non vuole essere un luogo che evoca un ricordo ma un attivatore di idee, di contemporaneità. Questi pezzi esagerati restano legati all'oggi, sono desiderabili da persone di diversa estrazione e cultura e quando sono in una stanza emanano energia. Penso alla lampada Saremo a forma di palma. La ideò Dario Bartolini nel 1968 e doveva essere parte dell'allestimento della cena del suo fidanzamento con Lucia Morozzi nel giardino marino di Roccamare. Venne prodotta per pochi anni e in tempi recenti ho deciso di riproporla sul mercato. Daniel Buren ne ha volute due per la sua dimora newyorkese». E poi la poltrona Mies
(Archizoom),le lampade Passiflora a fiori e la Gherpe (Superstudio) «una figura mobile in plexiglass rosso o trasparente che prende il nome racconta ancora Roberta da quello che secondo la tradizione popolare toscana è il mostro delle favole». Una specie di animale fantastico che si fa oggetto di design. L'archivio è scoperta continua. «Abbiamo ritrovato il progetto dei Superbox, mobili totem che Sottsass disegnò come documenta la pubblicazione di Domus in archivio nel 1966 per pubblicizzare un particolar tipo di laminato. Questi mobili non li realizzò mai. Nel 2003 proprio insieme a Ettore abbiamo deciso, a distanza di quasi quaranta anni, di produrli in edizione limitata. Un successo. E qualcuno di questi pezzi è ancora qua».
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versione rosso fuoco. Prototipi originali e poi ritagli di giornale, stampe, modellini e progetti da cui Roberta attinge per arricchire il catalogo: «Solo 20 pezzi all'anno». Ad affiancarla un team di appassionati professionisti. C'è il direttore artistico Donatello D'Angelo, anche docente led Firenze, la responsabile d'archivio anche lei docente Elisabetta Trincherini e Francesco Toselli a capo del delicato processo produttivo dei pezzi «che oggi per essere realizzati e venduti devono seguire una serie di protocolli e direttive».
«Siamo pna squadra di persone entu$iaste di poter portare avanti 14 creatività visionaria di questa azienda e delle sue
In breve
L'archivio storico di Poltronova con il Centro Studi si trova nel cuore di San Frediano in via Lorenzo Bartolini 2, nelle grandi stanze che ospitavano i telai dell'Antico Setificio Fiorentino
•L'archivio, dichiarato di interesse pubblico e notificato dal Ministero per i Beni Culturali nel 2013, può essere visitato da studiosi e appassionati su prenotazione
creazioni che ancora produciamo con artigiani vecchio stile». Camminando nello spazio si incontrano così pezzi cult ed esagerati come la poltrona Joe (De Pas, D'Urbino, Lomazzi), a forma di guantone da baseball, il divano Superonda con il pattern «farfalla» disegnato da Archizoom nel 1968 o Sofo (Superstudio) nella variante colore rosa e verde e arancio e rosa che Dior ha voluto per arredare le sue vetrine nel mondo la scorsa stagione. «L'archivio di Poltronova continua Meloni — è vita. Non vuole essere un luogo che evoca un ricordo ma un attivatore di idee, di contemporaneità. Questi pezzi esagerati restano legati al-
l'oggi, sono desiderabili da persone di diversa estrazione e cultura e quando sono in una stanza emanano energia. Penso alla lampada Saremo a forma di palma. La ideò Dario Bartolini nel 1968 e doveva essere parte dell'allestimento della cena del suo fidanzamento con Lucia Morozzi nel giardino marino di Roccamare. Venne prodotta per pochi anni e in tempi recenti ho deciso di riproporla sul mercato. Daniel Buren ne ha volute due per la sua dimora newyorkese». E poi la poltrona Mies (Archizoom), le lampade Passiflora a fiori e la Gherpe (Superstudio) «una figura mobile in plexiglass rosso o trasparente che prende il nome
Design Viaggio in Oltrarno nella sede del Centro Studi
Poltronova
•L'azienda, che opera nel settore del design e dell'arredamento, fu fondata nel 1957 ad Agliana
•Trai suoi pezzi cult, «Ultrafragola» e la poltrona «Joe»
racconta ancora Roberta da quello che secondo la tradizione popolare toscana è il mostro delle favole». Una specie di animale fantastico che si fa oggetto di design. L'archivio è scoperta continua. «Abbiamo ritrovato il progetto dei Superbox, mobili totem che Sottsass disegnò come documenta la pubblicazione di Domus in archivio nel 1966 per pubblicizzare un particolar tipo di laminato. Questi mobili non li realizzò mai. Nel 2003 proprio insieme a Ettore abbiamo deciso, a distanza di quasi quaranta anni, di produrli in edizione limitata. Un successo. E qualcuno di questi pezzi è ancora qua».
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In alto, da sinistra: Roberta Meloni, Donatello D'Angelo, Francesco Toselli ed Elisabetta Trincherini; sopra: lo specchiolampada «Ultrafragola»; a sinistra: «Superonda» di Archizoom (Ruggeri/Bestini)