Eurovision 2022, il primo da 30 anni in Italia, inizia il 10 maggio a Torino: un’occasione per ricordare che l’interior design ha il potere di proiettare chi ascolta nella visione di un artista


Con l’Italia detentrice dell’Eurovision, la kermesse musicale torna nel Belpaese dopo 30 anni, ospite del capoluogo sabaudo dove, tra il 10 e il 14 maggio, 40 artisti si contenderanno il titolo.

















L’interior design come veicolo iconografico



Non è solo l’arte ad impreziosire i video musicali. L’interior design è infatti strumento essenziale per definire ed accentuare l’immaginario ricercato dagli artisti.


Nel videoclip per la hit My Type dei Saint Motel, sono gli interni di una raffinata villa mid-century alla Frank Lloyd Wright contribuiscono ad evocare l’eleganza neo-lounge ricercata dal brano.
I divani Superonda degli Archizoom, prodotti da Poltronova, sono invece strumentali a illustrare il concept della traccia Superstudio, con cui i milanesi Calibro 35 propongono un’interpretazione sonora, tra jazz e funk cinematico, delle utopie degli architetti e designer radicali italiani.
Ancora, la nostalgia per i Settanta, nelle luci al neon e le atmosfere soffuse di un night a scandire il pop decadente spruzzato di disco dei Baustelle e della loro Amanda Lear, un inno all’effimeratezza dei sentimenti che tanto incarnano le superfici specchiate alla Nanda Vigo e le sedute in velluto del locale.
Un setting che sembra strizzare l’occhio a un altro nightclub che ha fatto la storia dei videoclip: quello di Common People dei Pulp - eletto inno del Britpop dagli ascoltatori di BBC Radio 6 Music in un sondaggio del 2014, a vent’anni dalla nascita del genere. Nel video, il dancefloor retroilluminato - a sua volta un richiamo di quello de La Febbre del Sabato Sera, stilema indiscusso della discoteca per tutti gli anni ‘80 - assumeva quasi il ruolo di una scacchiera su cui si muovevano i personaggi narrati con precisione sociologica e humor britannico dal cantante della band Jarvis Cocker.

Sempre in ambito Britpop, impossibile non pensare alle atmosfere kubrickiane citate dai Blur nel video di The Universal, richiamo tanto al design sci-fi di 2001: Odissea nello Spazio, quanto al total white dei drughi di Arancia Meccanica e del loro amato Latte+ servito al Korova Milk Bar


Poco più di dieci anni prima, addirittura, la band ska dei Madness aveva basato attorno alla dimensione domestica e vernacolare della casa inglese l’intero concept per il testo e l’identità visiva del singolo Our House, uno dei più loro grandi successi.

