Michelucci,il muro etrusco e illato umano dell'architettura
Neo-brutalismo
Chiesa di San Giovanni Battista o dell'Autostrada a Campi Bisenzio,al casello Al Firenze Nord (1960-1964)e, in piccolo, un disegno preparatorio (Archivio Fondazione Michelucci)
Una monografia racconta la vita straordinaria del grande progettista
Il ricordo di uno scrittore: così diedi un passaggio a un pezzo di Storia
di Gianni Biondillora l'aprile del 199o, ero uno studentello del Politecnico di Milano che si trovava a Firenze per l'inaugurazione del giardino dell'orto botanico progettato da Marco Dezzi Bardeschi, mio relatore di tesi che ebbe,a suo tempo, Giovanni Michelucci come professore alla facoltà di ingegneria a Bologna; fu proprio Dezzi Bardeschi, all'ultimo momento, ad invitare Michelucci a partecipare all'inaugurazione. Accettò di buon grado: era fatta! Bastava solo che qualcuno andasse a Fiesole a prenderlo. A disposizione c'era uno di quei grossi macchinoni blu con autista(credo fosse del sindaco); Dezzi mi incaricò di salire da Micheluc-
ci; con cartina alla mano mi indicò la strada: «Sali per questa strada, appena trovi sulla destra un muro etrusco fermati: quella è casa sua». Vi lascio immaginare l'ansia da prestazione: e se non avessi riconosciuto il muro etrusco, che figura ci facevo?
Trovai il muro etrusco(menomale!) ed entrai in casa. Nell'ingresso, accanto a una copia della pietà Rondanini, Michelucci, sorridente, asciutto, quasi rinsecchito, si stava aggiustando le scarpe.
Io ero emozionato come un idiota. Avevo difronte un punto di riferimento fondamentale per l'intera mia ricerca culturale, un pezzo di storia, anzi, avevo di fronte l'intera storia dell'architettura, lui era in quel muro etrusco,in quella copia michelangiolesca; aveva quasi cento anni, mi
guardava con la dolcezza di chi poteva guardare lontano oltre il tempo umano; col suo aspetto nodoso sembrava avesse realizzato su sé il progetto di un suo disegno del 1962, Uomo, albero, pilastro: era un grande vecchio, come un grosso antico ramo ancora fruttuoso, era l'architettura.
Sulla strada del ritorno chiacchierammo un po'. Ad un certo punto accennai al debito che Dezzi Bardeschi avesse nei confronti di un maestro come lui: «Nessun debito», mi riprese, «le doti dei miei allievi non hanno bisogno di me per esprimersi». Giunti a destinazione Michelucci non fu avaro di sé: salutò, si fece intervistare dalla televisione, strinse mani,abbracciò,sorrise alla gente che gli stava attorno, assistette all'inaugurazione paziente e finito il tutto venne riaccompagnato a casa.
Ripensai alle cose dette in macchina. Michelucci aveva torto, o di certo io mi ero spiegato male. Non era questo o quell'allievo ad avere un debito con lui, il debito l'avevamo (e l'abbiamo ancora oggi)tutti. Vecchie e nuove generazioni di architetti, uomini,che si sono imbattuti con le sue idee, i suoi disegni, le sue incredibili ma vere architetture.
Credo si debba continuamente fare i conti con tutta l'intera sua opera, un'opera spesso dimenticata, banalizzata,riassunta in una stazione (opera maestra, riconosciuta anche da Wright) nella quale lui stesso non si riconosceva, o per i più informati, in una chiesa (una tenda in pietra ai bordi dell'autostrada). Due capolavori basterebbero per entrare nella Storia. Ma Michelucci ci ha dato molto di
più. Non solo decine di opere confronti degli ultimi: i mala- nel suo nome il progetto di dobbiamo ancora imparare visionarie, ma anche il suo ti, i carcerati, gli esclusi. E una una nuova città. Quella che ad abitare. sguardo solidale,fraterno, nei Fondazione che porta avanti
Chi era
Giovanni Michelucci (1891-1990)è stato architetto e urbanista.La sua idea dl progetto mirava a perseguire un'architettura fatta di uomini, capace di soddisfare i bisogni,non solo materiali, della società.
La ricerca infinita
Giovanni Michelucci nel suo studio: morì due giorni prima di compiere 100 anni.Capacità di rinnovarsi e impegno etico caratterizzano la sua opera
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Il volume «Giovanni Michelucci(ed. Angelo Pontecorbi)è la monografia del grande architetto voluta dalla Fondazione Giovanni Michelucci e curata da Andrea Aleardi. II volume racconta con accuratezza scientifica ma con linguaggio divulgativo la vita dell'uomo, dell'intellettuale e dell'architetto. L'autore dell'articolo
Gianni Biondillo, romanziere, saggista e architetto è membro del Comitato scientifico della Fondazione
La stazione di Santa Maria
Novella e la chiesa dell'autostrada Ma ci ha dato molto di più diquesti due capolavori: lo sguardo verso gli ultimi
Aveva quasi cento anni,la dolcezza di chi vede oltre il tempo umano. L'aspetto nodoso realizzava il suo disegno «Uomo, albero, pilastro»
Linee eforme
Da sinistra,la stazione di Santa Maria Novella a Firenze(1933-35); la Cappella da campo a Caporetto (Slovenia,1916);la Sede della Cassa di Risparmio di Firenze(1953-57)e la chiesa dell'Immacolata concezione della Vergine a Longarone(1966-78)(foto Archivio Fondazione Michelucci)