UNA PRODUZIONE
Comune di Ravenna
VIENI A GIOCARE CON NOI? di Albert Bucci*
IL CAPOLAVORO
«Per voi il cinema è spettacolo. Per me è quasi una concezione del mondo» (Vladimir Majakovskij)
The Shining: quando l’orrore è fatto di luce
Il Nightmare apre il suo secondo decennio di vita con qualche novità. Molti noteranno che diversi film non sono specificamente horror: i più evidenti Outrage Beyond di Takeshi Kitano e Moebius di Kim Ki-Duk, oltre ad alcune opere del concorso. Non si tratta però di un rinnegare la storia del festival, bensì di allargarne l'orizzonte e forse anche di ritrovarne l'origine fin dal nome: Nightmare, ovvero il lato scuro del cinema. Perché l'horror si innesta sempre più in altri generi affini quali crime e noir, fantascienza e fantastico; ed è sempre più diffuso come elemento non di semplice paura in sala, bensì di emozione perturbante che costringe a ri-
Le gemelline di The Shining di Stanley Kubrik. A sinistra, Jack Torrance (Jack Nicholson)
Dal 26 ottobre al 2 novembre alla sala Corso di Ravenna le proiezioni dell’XI edizione del festival internazionale del cinema horror. Oltre 20 film in programma fra concorso, retrospettiva ed eventi speciali flettere sulla nostra condizione umana. E questo elemento perturbante è quello che caratterizza, al di là delle etichette, il cinema Nightmare. Perché il Nightmare è sempre stato il luogo prediletto del nostro modo di “vedere” il cinema. In dieci anni abbiamo cercato i film uno per uno, come magici elementi di un piatto che ogni anno doveva cambiare ingredienti e conservare sempre lo stesso sapore. Poche regole che continuiamo a seguire: una vocazione speciale, nel concorso, per il cinema indie e le sue grandi espressioni che abbiamo contribuito a rendere note non solo in Italia, ma anche all'estero; retrospettive che sapessero sorprendere nel loro paradossale elemento di riscoperta di opere memorabili; la cura nel cercare gli ultimi capolavori dei grandi maestri e le più recenti novità del cinema di genere. Sì, cinema di genere. Che per molti è solo spettacolo e adrenalina. Ma che per noi è una concezione e una filosofia del mondo. Perché è Arte che privilegia e tocca sfere emozionali profonde e ancestrali. Arte come quella di The Shining di Stanley Kubrick: grandissimo film al quale si ispira tutto il festival di quest'anno. L'impegno per il futuro rimane lo stesso dei dieci anni già trascorsi: scavare l'arte che esiste nel cinema di genere e costruire un evento che sappia sopravvivere nella memoria di tutti i partecipanti. Forse qualcosa cambierà, inevitabilmente, nel corso del tempo; ma il sapore del festival rimarrà sempre identico. Così come le parole che accompagneranno ogni film in sala: Welcome to the Nightmare. *direttore artistico Ravenna Nightmare Film Festival
MUSICA E CINEMA - L’EVENTO SPECIALE
Il Golem suonato dagli Stearica «Esperienza forte per noi e il pubblico» Gli STEARICA (tutto maiuscolo, come ha consigliato loro un redattore della rivista The Wire) sono un trio torinese di rock sperimentale. Saranno protagonisti a Ravenna a uno degli eventi speciali del Nightmare Film Fest, venerdì 1 novembre, quando sonorizzeranno dal vivo Der Golem di Carl Boese e Paul Wegener, il film espressionista del 1920 considerato la prima pellicola horror della storia. Ne abbiamo parlato con il chitarrista Francesco Carlucci. Come siete arrivati a musicare il Golem? «Essendo fondamentalmente strumentale, l’impianto della nostra musica si è mostrato sempre particolarmente adatto a veicolare le emozioni ritratte nelle immagini. Così abbiamo accolto con gran piacere la proposta della direzione artistica del Festival MiTo di Torino che due anni fa ci ha invitato a sonorizzare Der Golem, scelto per l’occasione da Stefano Boni del Museo Nazionale Del Cinema». Come avete lavorato? Che tipo di sonorizzazione sarà? «Non ci siamo limitati, ma abbiamo deciso di scrivere una vera e propria colonna sonora ad hoc. Il film ci è entrato sotto pelle nel periodo in cui ci siamo rinchiusi intenti a scriverne le musiche e debbo dire che queste sono nate in maniera spontanea, nel corso di lunghe improvvisazioni, in questo caso molto dinamiche perché decisamente dinamico è lo scorrere degli eventi nella pellicola. Lle sonorità si muovono essenzialmente tra rock, elettronica e elettroacustica con conseguente utilizzo di strumenti e
timbri anche distanti tra loro». Qual è stata la reazione del pubblico? «A Torino fu commovente, il cinema era completamente esaurito e, al termine del lungometraggio, ci ritrovammo di fronte la platea in piedi ad applaudire. Questo lavoro è davvero un’esperienza forte per ambo le parti, tanto per il pubblico quanto per noi». Cosa ne pensi della “musica da film”? Quali sono le tue colonne sonore preferite? «Sono innamorato del connubio tra musica e cinema: da Nino Rota a Badalamenti, sino ai più recenti Chris Butler e Jonny Greenwood, esiste una letteratura in materia che mi incanta». Luca Manservisi
Un fotogramma dal film Der Golem (1920)
La notte di Halloween del Nightmare è dedicata al film che più di tutti rappresenta il genere horror portato ad arte: The Shining di Stanley Kubrick. Per Kubrick, la verità del cinema è emozionale e non concettuale: deve agire sul subconscio sensitivo e non sull'inconscio razionale. Kubrick è tra i registi più “filosofici” del cinema. E il genere “horror” è per lui un pre-testo, in quanto il suo fine non è incutere paura negli spettatori, bensì affrontare la complessità della mente umana nel suo intricato incrocio di razionalità e bestialità. La dualità dell'uomo è sempre presente nei film di Kubrick: i tre ruoli di Peter Sellers nel Dottor Stranamore; l'evoluzione umana in 2001: Odissea nello Spazio; la cura Ludovico che deve “cambiare” Alex in Arancia Meccanica; il personaggio Barry Lyndon il cui nome è in realtà l'unione di due cognomi; il Joker pacifista di Full Metal Jacket; il doppio sogno di Eyes Wide Shut. E il doppio in The Shining: classico tema del fantastico, che Kubrick utilizza per sviluppare ed elaborare il suo pensiero, lavorando per coppie e simmetrie invertite rispetto alle convenzioni del genere. The Shining è un horror bianco. Il perturbante non è l'oscurità, ma la luce. Là dove normalmente ci sono oscure segrete che ricordano l'infantile paura del buio, Kubrick sceglie esterni dominati dalla neve (spaventosamente simile alla “bianchezza” del Moby Dick) e luci interne artificiali, gelide, “luccicanti” e accecanti, senza differenza tra giorno e notte, dove ogni nightmare è in effetti un daymare. Il doppio amico immaginario del figlio Danny si specchia nel doppio amico (immaginario?) di Jack, il precedente custode Delbert Grady che massacrò la famiglia. La pagina bianca, incubo di ogni scrittore, è ricoperta del mantra mortale «All work and no play makes Jack a dull boy». Il labirintico Overlook Hotel sembra la versione terrestre dell'astronave di 2001: Odissea nello Spazio: dove la “follia” del computer Hal 9000 anticipa quella di Jack Torrance e i percorsi logici e lineari in entrambi i film conducono al caos. Le catene dei doppi si allargano a tutta l'opera di Kubrick, con eco che ricorrono da film a film, fino ai rimandi più curiosi: Wendy Carlos, autrice della musica originale di The Shining, compose anche la musica per Arancia Meccanica: all'epoca si chiamava Walter Carlos, e avrebbe poi cambiato sesso. Albert Bucci