








Ne parla il fondatore Gianfranco: «Un anniversario che non vuole essere solo un ricordo, ma un messaggio di prospettiva per il futuro, un impegno a mantenere saldi i nostri ideali: la professionalità, la competenza, l’attenzione al cliente»
L’Ortopedia Spadoni compie nel 2025 il suo 50esimo anno di attività, celebrando una storia famigliare di impegno e crescita legata al tessuto stesso della città: «Una data da ricordare, che presenta una vita dedicata al settore» commenta Gian− franco Spadoni, fondatore e amministratore dell’ortopedia. L’attività, consolidata nel tempo e insignita di due medaglie d’oro per il progresso economico dalla Camera di Commercio di Ravenna, nasce nel 1975 dal sogno dei coniugi Spadoni, Giovanna e Gianfranco (all’epoca universitari) che, passeggiando per Firenze, si resero conto della quasi assoluta mancanza di sanitarie a Ravenna: «All’epoca, infatti, chi soffriva di problematiche ortopediche era portato a recarsi fuori città, in particolare all’istituto Rizzoli di Bologna. Noi abbiamo voluto offrire un’alternativa in provincia, con l’idea di affiancarci, in modo più modesto, alla storica istituzione bolognese» racconta Spadoni. È stata proprio la risposta a questa esigenza cittadina a valere all’Ortopedia la prima medaglia d’oro della Camera di Commercio, assegnata dopo “soli” dieci anni di attività, invece dei 25 normalmente richiesti. La seconda invece, consegnata anni dopo, ha voluto premiare la fedeltà al lavoro e il progresso economico dell’impresa. Il primo negozio fu inaugurato in via Giuseppe Pasolini, nel cuore della città, corredato presto dall’apertura di alcune succursali. La gestione dell’attività è sempre rientrata in una dimensione familiare, con Gianfranco e Giovanna alla guida dell’attività e Danilo Spadoni (fratello di Gianfranco) a occuparsi del laboratorio ortopedico. Nel ‘94 il trasferimento nel la sede attuale, in Viale Alberti, con un restyling completo degli ambienti nel 2016 curato dall’architetto Elisa Bassi, capace di coniugare al meglio l’aspetto commerciale, operativo e produttivo dell’Ortopedia. «Gli ampi spazi di viale Alberti ci hanno permesso di accentrare tutte le succursali in un’unica sede, con un’importante area dedicata al laboratorio tecnico artigianale - commenta il fondatore -. Tra i motivi del trasferimento però ci fu anche e soprattutto la volontà di fornire un servizio migliore ai nostri clienti, spesso anziani o fragili, rinunciando alla centralità in favore dell’accessibilità, garantendo un ampio parcheggio e un accesso più funzionale». Oggi l’azienda guarda al cambio generazionale, con il conso-
lidamento delle figure di Francesco e Ester Spadoni, figli di Gianfranco, che si occupano rispettivamente del laboratorio tecnico e dell’ambito commerciale dell’Ortopedia, mentre il padre ne gestisce l’aspetto amministrativo. «Questo cinquantesimo anniversario non vuole rappresentare solo il ricordo storico della nostra attività, ma anche un messaggio di prospettiva per il futuro che mantenga saldi i nostri ideali, come la professionalità, la competenza, l’attenzione al servizio e alla clientela - commenta Spadoni -. Inoltre, vuole essere un messaggio di speranza per i più giovani, come i miei figli, che devono confrontarsi con un futuro ormai sempre più incerto e variabile».
Guardando indietro, invece, è bello ricordare gli albori della professione, coerente nei valori con la dimensione attuale ma molto diversa nelle dinamiche: «Si è passati da un lavoro meramente artigianale, realizzato su misura da abili sarte e calzolai, a una procedura via via sempre più qualificata. All’attento lavoro manuale si è sostituito un bagaglio di conoscenze tecniche e tecnologiche, che ha portato con sé anche lati positivi, come una maggiore specializzazione della professione, accessibile oggi solo con una laurea dedicata - ricorda Gianfranco Spadoni -. Dal canto mio, posso dire di aver assistito a questi cambiamenti da un osservatorio privilegiato, con tre grandi esperienze che hanno rafforzato e caratterizzato la mia “vita da bottegaio”».
Le prime sono il rapporto di collaborazione con l’istituto Rizzoli e la docenza nella scuola di ortopedia dell’Usl di Bolo gna: «Tre anni di specializzazione che univa l’aspetto teorico a quello pratico e che mi ha permesso di entrare in contatto con generazioni di giovani studenti e di stringere uno stretto rapporto tra la nostra azienda e le officine ortopediche Rizzoli, realtà a cui ci siamo ispirati proprio per la nostra attività» prosegue Spadoni. Infine, la lunga esperienza sindacale che ha accompagnato la carriera del tecnico ortopedico ravennate portandolo ai vertici di rappresentanza di categoria a livello regionale e nazionale: «Un impegno che ho sempre ritenuto necessario, nell’interesse e nella difesa della nostra professione. Ho sempre cercato di non guardare solo alle pareti della mia attività ma di fare rete, promuovendo la collaborazione tra
strutture e professionisti anche nell’interesse medico e sociale del nostro lavoro, battendomi contro l’abusivismo e per il riconoscimento giuridico della categoria».
Per quanto riguarda il rinnovo dell’approccio professionale invece, uno dei fiori all’occhiello dell’Ortopedia Spadoni è l’affiancamento della parte commerciale con dispositivi medici e sanitari, noleggio di ausili e apparecchi elettromedicali al la boratorio ortopedico artigia nale, dotato di macchinari di ottimo livello e capace di unire le tecnologie più moderne all’arte del “saper fare” manuale, con risultati di grande rilievo.
L’idea negli anni ‘70: «All’epoca chi soffriva di problemi ortopedici doveva andare a Bologna»
Il primo negozio in via Pasolini, nel 1994 il trasferimento nell’attuale sede di viale Alberti
«Tirando le somme di questi cinquant’anni - conclude Gianfranco Spadoni -. penso di dover ringraziare innanzitutto la mia famiglia, perché tutto questo non sarebbe stato possibile senza di loro. A partire da mia moglie Giovanna, che è stata un pilastro per la mia vita e per la mia attività, mio fratello Danilo, un vero maestro tecnico-ortopedico, e i miei figli Ester e Francesco che mi accompagnano da vent’anni e che ora proseguiranno in questo cammino gestendo un avviato passaggio generazionale con lo sguardo rivolto al futuro e il cuore ancorato alla tradizione. Ci siamo sempre mossi in una cornice di valori incredibilmente seri, a livello deontologico e etico della professione, agendo sempre nel rispetto del paziente e promuovendo una sana collaborazione tra le istituzioni, la classe medica e le realtà di settore. Sono sicuro che questi valori verranno tramandati nel tempo con competenza e rigore».
La festa del 25 aprile e il racconto dai conflitti in corso. Intervista a Tugnoli, premio Pulitzer
Dal 1975 Tecnici Ortopedici al servizio della città
Viale L. B. Alberti, 100-106 - RAVENNA
4 ATTUALITÀ
COMMOZIONE E PREGHIERE PER PAPA FRANCESCO
di Federica Angelini
Già di suo, questo 25 aprile, ottantesimo della Liberazione dal Nazifascismo, non si presentava semplice, nemmeno da queste parti. Sono bastati pochi decenni perché i valori che si pensavano unitari di gran parte del popolo italiano, così unitari non lo fossero più. E non solo perché ci sono i nostalgici del regime, non solo perché parte di chi governa oggi l’Italia fatica a pronunciare parole chiare di elogio ai Partigiani, ma soprattutto perché quei valori sono continuamente s dati, reinterpretati alla luce di ciò che accade oggi in Italia e nel mondo. E così, oggi, tra coloro che stavano dalla parte di Zaccagnini e Bulow corrono spaccature apparentemente sempre più profonde che hanno a che fare con la guerra, il riarmo, l’Ucraina e la Palestina. Accusare qualcuno che ama de nirsi “semplicemente” paci sta di essere loputiniano (quindi non interessato alla democrazia) o antisemita (il marchio ovviamente più infame per chi da sempre ha condannato le leggi razziali) signi ca accusarlo di rinnegare le fondamenta stessa dell’antifascismo. Ma il dileggio, la delegitimazione dell’avversario è di per sé un metodo che ci riporta al fascismo. In tutto questo, orientarsi è sempre più dif cile, mentre vediamo - come forse mai prima - quanto può essere subdola la propaganda, quanto l’informazione diventata ormai liquida e multiforme sia un ginepraio in cui è dif cile non perdere la bussola. Per questo dare spazio in questo numero del nostro settimanale alle tante iniziative sul territorio che invitano a ri ettere in modo libero e davvero consapevole ci è sembrata una scelta opportuna, auspicabilmente utile. Si tratta di iniziative forse non per caso concomitanti con il 25 aprile che qui, già da tempo, è diventato un’occasione per coltivare la memoria senza grigiori retorici. Come abbiamo avuto già occasione di dire, la s da non era facile, ma è almeno in parte vinta. Grazie a quella straordinaria manifestazione che è il Senio della Memoria, grazie a Ca’ Malanca e pedalate e concerti e spettacoli, tra storia, natura, convivialità. A questo punto la domanda è ovviamente se saranno abbastanza sobrie per gli standard di questo governo che ha deciso il lutto nazionale per cinque giorni per la morte di Papa Francesco. Un uomo che no all’ultimo giorno di vita ha invocato il disarmo, che è stato in effetti più volte accusato di essere loputiniano e che il governo di Israele non ha voluto omaggiare nemmeono dopo la morte (mostrando peraltro più coerenza di altri, si potrebbe aggiungere). Ecco, in questo scenario dove sempre meno li sembrano unirci, l’auspicio è di ritrovare un po’ di lucidità, attenzione e profondità di pensiero celebrando chi allora seppe tenere insieme le istanze più diverse per riconoscere valori comuni e combattere per principi che vanno, ottant’anni dopo, ancora difesi ogni giorno e che forse, speriamo, ci uniscono più di quanto a volte non sembri.
6 POLITICA
RAVENNA TROPPO CARA? RISPONDONO I CANDIDATI
16
LO STRANO CASO
DELL’ORTAZZO-ORTAZZINO
24 CULTURA
IL DEBUTTO DA ROMANZIERE DI GIANFRANCO TONDINI
26 GUSTO
L’ECOSISTEMA VIGNETO PER LA VIA DEL COLLE
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Anno XXIII - n. 1.093
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Il centrosinistra contro il centrosinistra
di Moldenke
Alcune dichiarazioni sparse che vi riporto testualmente, da queste prime settimane di campagna elettorale: - «Bisogna rivedere tutto il sistema dei servizi socio sanitari [...] declinare politiche ef caci [...] ride nire in modo più razionale e calzante le riposte ai bisogni delle fasce sociali più fragili attraverso stanziamenti congrui».
- «L’impegno da parte nostra è di sostenere una battaglia in ogni ambito istituzionale per la salvaguardia dei volontari e del volontariato in piscina [...] Sarà quindi necessario e urgente per il nuovo consiglio comunale lavorare e produrre atti per migliorare e adeguare il bando per la gestione e l’af damento dell’impianto sportivo di via Falconieri, in modo da non perdere la possibilità di continuare ad avere un tessuto sociale volontario così pro cuo».
- «Con la certi cazione della lista confermiamo il nostro impegno fatto di ascolto, partecipazione e una visione alternativa all’amministrazione attuale [...] C’è voglia di cambiamento, ma anche di concretezza. Stiamo lavorando con determinazione per offrire a Ravenna un progetto amministrativo basato su trasparenza, diritti, sostenibilità e giustizia sociale».
- «Voglio ribadire la nostra posizione contro le fonti fossili e per dire “no” a progetti che si legano a doppio lo alle lobby dell’energia “sporca”, a Ravenna in particolare»
- «La situazione di Ravenna dimostra come la strada da fare sia ancora lunga e le ricette arrivate dall’Omc siano in realtà ricette superate, che impoveriscono i cittadini e comportano maggiori costi energetici per le imprese, in cambio di guadagni nanziari enormi per aziende che lasciano sul territorio briciole e danni ambientali e in salute».
Naturalmente non possono che essere dichiarazioni di partiti di opposizione, no?
No, sono dichiarazioni in ordine sparso di Movimento 5 Stelle, Ama Ravenna, Alleanza Verdi Sinistra e Repubblicani, tutti insieme appassionatamente nella stessa coalizione di centrosinistra che governa la città e che in queste dichiarazioni invece contestano. Forse perché il Pd, magari, si sta rinnovando? No, basta considerare che in lista con il Pd ci sono gli assessori uscenti Sbaraglia, Molducci, Moschini, Del Conte (oltre a Cameliani, già assessore e presidente del Consiglio comunale). Il rinnovamento, in fondo, può aspettare. Tanto gli alleati si alleano comunque...
RAVENNA&DINTORNI 24-30 aprile 2025
l ricordo di hizzoni il cordoglio del omune di er ia che ogni anno dona tradizionalmente il sale al onte ce De Pascale: «Per il settecentenario di Dante volle sottolineare il valore universale dell’opera del Sommo Poeta»
La morte del Ponte ce ha suscita grande emozione e commozione anche in città. L’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni, ha in particolare ricordato l’ultima volta che gli ha parlato di persona, in occasione della “visita ad limina” del febbraio dell’anno scorso, assieme ai vescovi dell’Emilia-Romagna. «Anche in quell’occasione Papa Francesco è stato “un pastore”. Abbiamo parlato con lui di tutto, ha dato consigli e suggerimenti» spiega Ghizzoni, che ha celebrato la messa in suffragio del Ponte ce il 23 aprile a Ravenna in un duomo gremito. «Era vicino ai problemi pastorali delle chiese locali. Aveva una gran memoria, per i volti delle persone e dei vescovi. Io gli ho parlato del tema degli abusi e della rete che con il Servizio Tutela minori abbiamo fatto crescere, coinvolgendo laici e donne. Lui in quell’occasione disse che è importante coinvolgere le donne in questa realtà. È stato un Papa che ha dato un impulso importante per costruire una Chiesa missionaria, “ospedale da campo”», ha detto ancora monsignor Ghizzoni. «Un pastore missionario e riformatore della vita della Chiesa di cui si sentiva grande bisogno. La missione per lui era verso tutti, con un’apertura che abbracciava “tutti tutti tutti” come ha detto più volte. Un messaggio molto sentito dalle persone, un cambiamento importante per la Chiesa». Ma naturalmente, come tutti gli riconoscono, Papa Francesco ha saputo più di altri parlare anche al mondo non cattolico e numerosi sono stati i messaggi di cordoglio anche dal mondo politico e istituzionale a tutto tondo. Tra i legami più antichi e diretti tra il Ponte ce e questa terra c’è naturalmente quello che passa attraverso il sale e quindi anche il
Comune di Cervia ha immediatamente espresso il proprio cordoglio mondiale per la scomparsa di Papa Francesco, ricordando come da tempo Cervia abbia «instaurato con la Santa Sede un legame particolare con la consegna del Sale al Papa e questo ci fa sentire ancora più forte la sofferenza e la perdita. Un uomo di condivisione e unione – continua la nota del Comune di Cervia – che no alla ne ha por-
A
in duomo a Ravenna durante il rosario che i ce e rato i a ri e er i ontefice
tato il suo messaggio evangelico di fede e speranza con un impegno esemplare e uno sguardo amorevole rivolto ai deboli, agli af itti, ai tormentati. Papa Francesco è stato e continuerà ad essere un faro di umanità e di pace a cui il mondo guarderà per non perdere la strada verso un futuro più luminoso». Parole in sintonia con quelle dell’attuale presidente della Regione (anche lui cervese nonché ex
A cura di Federica Angelini
sindaco di Ravenna) De Pascale: «Con grande dolore apprendiamo la notizia della scomparsa di Papa Francesco. Una gura che ha saputo parlare al mondo intero, non solo alla comunità cattolica, con parole e gesti di disarmante semplicità e immenso signi cato. Una guida e una voce forte sui grandi temi dell’umanità: la giustizia sociale, la lotta alle disuguaglianze, l’accoglienza, il rispetto per il pia-
Il 22 aprile alla banchina della Fabbrica Vecchia di Marina di Ravenna è avvenuto l’ennesimo sbarco di naufraghi, in questo caso sono state 82 le persone soccorse il 17 aprile dalla Life Support di Emergency nelle acque internazionali della zona Sar libica. Sono tutti africani, soprattutto da Eritrea e Etiopia; tra loro c’erano anche 27 minori quasi tutti non accompagnati e una donna incinta. I soccorritori hanno raccontato di aver raccolto testimonianze drammatiche di persone in fuga da guerre e persecuzioni e in particolare dalle terribili prigioni della Libia. Ravenna si è fatta come sempre trovare pronta, così come sarà pronta la Regione ad accogliere tutte le persone sbarcate, ma resta il nodo politico, sollevato nuovamente anche da Emergency. L’assegnazione di porti così lontani dal punto di recupero impedisce alle Ong di operare per ulteriori salvataggi per giorni. Nei cinque giorni decisi dal governo di lutto nazionale per la morte del Papa può non essere super uo ricordare come il Ponte ce abbia spesso rivolto un pensiero ai migranti condannando politiche di chiusure da parte dei governi.
neta, la pace – prosegue De Pascale -. Resterà viva in me la memoria della visita apostolica in EmiliaRomagna e delle udienze papali concesse nel 2019 all’Unione province d’Italia e nel 2020 alla delegazione di Ravenna, in occasione del settecentenario della morte di Dante Alighieri. Quest’ultima in particolare fu un momento intenso, in cui Papa Francesco volle sottolineare il valore universale dell’opera dantesca. L’annuncio in quella sede della futura lettera apostolica su Dante, poi pubblicata nel 2021, fu il segno concreto di un’attenzione profonda alla cultura come ponte tra popoli, tempi, luoghi e fedi diverse». In occasione di quella visita, Bergoglio benedì la croce donata nel 1965 da Paolo VI, in procinto di essere riapposta nella tomba di Dante e ricevette in dono dal sindaco la copia originale del progetto della Tomba di Dante. Dalla provincia di Ravenna, come dal resto d’Italia e non solo, sono organizzati pullman per i fedeli che sabato 26 aprile vorranno prendere parte alle esequie a Roma, mentre al momento in cui andiamo in stampa (mercoledì 23 aprile) non sono arrivate notizie in merito ad eventuali annullamenti delle celebrazioni per il 25 aprile. Come noto il governo ha infatti decretato ben cinque giorni di lutto nazionale (in genere erano tre) chiedendo una non meglio speci cata sobrietà per i festeggiamenti degli Ottant’anni della Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo. Ma c’è da scommettere che da qualsiasi piazza un ricordo e un pensiero andranno anche al Papa che più di altri ha saputo parlare anche di libertà, pace, disarmo, accoglienza, salvaguardia dell’ambiente. Temi che almeno in parte si intrecciano proprio a quelli della festa nazionale italiana per come viene celebrata oggi da molti.
Continua la nostra rubrica in vista del voto di maggio: a tutti la stessa domanda e lo stesso spazio per le risposte, che questa settimana si sono concentrate sull’emergenza abitativa
BARATTONI (PD E CSX)
«Un osservatorio comunale per i prezzi al consumo»
Le politiche dei redditi sono strettamente dipendenti dalle scelte fatte a livello nazionale e negli ultimi anni si è deciso di colpire i poveri anziché la povertà. I salari e gli stipendi non sono cresciuti e non è stato fatto nessun tentativo per sterilizzare l’inflazione, né si è pensato a politiche socioeconomiche in favore delle fasce più deboli.
Si è invece scelto di lasciare sole le famiglie, senza contrastare l’aumento dei costi dell’energia, del carburante, nè della spesa alimentare, anzi è stato abolito il reddito di cittadinanza e sottofinanziato il fondo per le morosità senza predisporre strumenti alternativi. Ecco perché, per far fronte ad un costo della vita che si conferma tra i più alti in Italia, tra i primi interventi che metteremo in campo ci sarà l’istituzione di un osservatorio comunale per i prezzi al consumo.
Allo stesso tempo col nuovo Pug prevederemo nuove abitazioni Ers e Erp e inseriremo la gratuità per alcuni servizi di trasporto, per spazi creativi e di socialità. Sarà fondamentale anche continuare a investire affinché Ravenna rimanga una città capace di attrarre lavoro di qualità e affinchè mantenga una formazione secondaria e universitaria di rilievo.
MORGESE (DC)
Quarta puntata della rubrica che ci accompagnerà durante la campagna elettorale per le amministrative di Ravenna in programma il 25 e 26 maggioe che segneranno in ogni caso l’inizio di una nuova fase per la città, dopo il doppio mandato di Michele de Pascale. Stiamo cercando di toccare temi trasversali per mettere a confronto le opinini e le proposte dei sei candidati sindaci in campo a cui abbiamo concesso uno spazio limitato e uguale per tutti. Ecco la domanda di questa settimana. «Ravenna è una città molto cara e dove i prezzi crescono più che altrove. Ed è una città dove trovare un af tto a prezzi abbordabili si fa sempre più dif cile. In EmiliaRomagna le famiglie a rischio povertà sono raddoppiate negli ultimi anni. Quali strumenti concreti può mettere in atto il Comune?»
IANNUCCI (RIC-PAP-RC-PCI)
«Un piano di edilizia pubblica e di autorecupero abitativo»
Ravenna sta diventando una città sempre più cara e inaccessibile. Negli ultimi cinque anni gli affitti sono aumentati del 64,5%, superando addirittura quelli di Milano. Questo aumento non è casuale, ma frutto di precise speculazioni immobiliari che lasciano vuote circa 30.000 abitazioni, mentre sempre più famiglie non riescono a permettersi una casa. Ad aggravare il quadro, crescono la precarietà e la povertà lavorativa, che mettono in difficoltà migliaia di persone. Il Comune deve intervenire subito e con decisione: occorre bloccare immediatamente il consumo di suolo e vietare nuove costruzioni finché le case già esistenti restano inutilizzate. Serve inoltre regolamentare severamente gli affitti turistici brevi per restituire gli appartamenti ai residenti e avviare un censimento completo delle abitazioni sfitte, introducendo incentivi fiscali per chi affitta a prezzi calmierati. Ravenna ha urgente bisogno di un grande piano di edilizia pubblica e di autorecupero abitativo per affrontare davvero l’emergenza. La casa deve tornare a essere un diritto per tutte e tutti, non una merce da lasciare nelle mani della speculazione. Solo così costruiremo una città realmente giusta, solidale e inclusiva.
«Sussidi e incentivi. E la rigenerazione della Darsena»
La casa non può essere un privilegio riservato a pochi, ma deve tornare a essere un diritto garantito per tutti. La Democrazia Cristiana è pronta a intervenire con misure concrete e realizzabili. Innanzitutto, ci impegneremo a utilizzare ogni strumento disponibile per la manutenzione e riqualificazione del patrimonio di edilizia pubblica. In secondo luogo, puntiamo con forza sulla rigenerazione dell’area della Darsena, dove vogliamo realizzare una cittadella universitaria e nuovi alloggi popolari. Oltre alla questione strutturale, crediamo sia fondamentale aiutare concretamente le famiglie in difficoltà. Proporremo: sussidi e sostegni economici per chi non riesce a sostenere il costo della vita; pasti gratuiti o a prezzi calmierati per chi è in condizione di bisogno; servizi di assistenza e supporto alle famiglie vulnerabili, grazie anche alla collaborazione con cooperative e terzo settore. Siamo anche convinti che per rilanciare gli affitti servano incentivi; proponiamo: agevolazioni fiscali come sconti sull’Imu per i proprietari che affittano a lungo termine; sconti sulla Tari per chi paga regolarmente l’affitto; un sistema più sicuro e vantaggioso per affittare. l dialogo con l’università, il coinvolgimento degli attori sociali e l’uso intelligente delle risorse del PNRR saranno la chiave per trasformare questa visione in realtà.
VERLICCHI (LA PIGNA)
«Assegno di inclusione sociale e “reddito alimentare”»
Tra i primi atti della nostra giunta ci sarà l’adozione di un piano per il contrasto alle povertà. Oggi a Ravenna si contano oltre 200 alloggi popolari non assegnati perché in attesa di manutenzione: pungoleremo la Regione perché stanzi i fondi necessari e solleciteremo Acer ad appaltare i lavori cosi da recuperare in tempi stretti la disponibilità di questi alloggi. Daremo vita al Patto per il contrasto alle nuove povertà, coinvolgendo associazioni, enti e fondazioni economiche e sociali. Verranno erogati contributi aggiuntivi finalizzati a ridurre il caro bollette, per sostenere l’attività sportiva dei giovani, per attivare tirocini lavorativi e/o percorsi di inserimento lavorativo. Prevediamo poi l’istituzione dell’Assegno di inclusione sociale, food policy cittadine, sperimentazione del reddito alimentare e estensione delle agevolazioni per la riduzione delle imposte comunali e per la fruizione del trasporto pubblico e scolastico. L’obiettivo è quello di non fermarsi alla sola logica assistenziale ma di mettere in campo azioni concrete volte a favorire l’uscita dalla condizione di povertà. Parallelamente, occorre prevenire l’aumento dei casi di povertà, attraverso un articolato sistema di servizi, contributi e agevolazioni.
GRANDI (FDI-FI-VIVA RA) «Un censimento di tutte le abitazioni s tte»
Premetto che io non condivido assolutamente l’idea di realizzare un osservatorio su prezzi e consumi (come propone invece Barattoni, ndr): la trovo uno spreco di tempo e denaro. Se la nostra coalizione avrà l’onore di governare questa città, proporrà un censimento di tutte le abitazioni sfitte - con indicazione del numero delle camere, delle metrature e delle condizioni di manutenzione - che possono rispondere all’esigenza abitativa sempre più pressante. Inoltre, come amministrazione offriremo delle incentivazioni sugli affitti, con il pagamento di una quota percentuale della tariffa.
L’emergenza abitativa, però, si può risolvere anche in altri modi, che trascendano l’edilizia popolare. Prendendo spunto da soluzioni virtuose di paesi nordici quali l’Olanda, ad esempio, si possono prevedere soluzioni di co-housing o di case modulari in legno. Un altro esempio virtuoso che ci ha colpito, senza bisogno di allargare lo spazio oltre i confini comunali, è quello dello studentato che nascerà in via Suzzi (ex sede della Banca Popolare di Ravenna): un privato sta dando il via a una soluzione abitativa per studenti riqualificando e riadattando un edificio dismesso.
ANCISI (LEGA-PDF-LPRA)
«Vendere gli alloggi Erp e riattivare l’edilizia sociale»
A Ravenna il diritto alla casa è riconosciuto solo alle famiglie danarose. Occorre perciò: vendere gli alloggi dell’edilizia popolare (ERP) agli affittuari in grado ormai di acquistarli, per sostenere la costruzione di nuovi edifici popolari e sfoltire così liste; riformulare i bandi di assegnazione degli alloggi ERP per consentire ai cittadini più bisognosi che pagano da sempre le tasse di avere un tetto; riattivare l’edilizia sociale (ERS), colpevolmente affossata da 15 anni, per offrire alle famiglie non indigenti, ma che non possono pagare affitti a prezzi di mercato, appartamenti con canoni agevolati; una politica di forti agevolazioni per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie, incentivando allo scopo ristrutturazioni edilizie con alloggi a loro destinati; raddoppiare almeno lo scarso finanziamento dei contributi economici rivolti a sostenere il pagamento degli affitti da parte delle famiglie povere, effettuando severi controlli incrociati per evitare gli abusi dei furbetti; promuovere forme associative per riqualificare aree in cui sottrarre piccoli lotti edificabili alla speculazione, soprattutto nel forese e nelle campagne, dove, attraverso lotti minimi su cui costruire alloggi ad uso diretto delle famiglie, si incentivino i cittadini a non abbandonare quei paesi.
alazzo Merlato giusti ca l ordinanza con l allerta meteo gialla e annuncia l intenzione di ar per enire al tri unale le controdeduzioni
«Il Comune ha emanato un’ordinanza di divieto di transito per tutti i veicoli e i pedoni e divieto di sosta per tutti i veicoli nel tratto di viale Romagna compreso tra via Massalombarda e via Meldola e tra via Modigliana e via Meldola, a Lido di Savio, dove sono presenti le alberature che avrebbero dovuto essere abbattute questa mattina, considerate a rischio di estremo cedimento». È stata questa, formalmente, il 22 aprile, la reazione di Palazzo Merlato dopo l’ultimo “colpo di scena” sulla vicenda dei pini che secondo il Comune devono essere abbattuti per ragioni di sicurezza, una scelta contestata dal comitato di cittadini nato per la salvaguardia gli alberi che non condivide le perizie fatte realizzare dall’Amministrazione. In particolare, a far sorgere sospetti sulle vere ragioni del Comune è, come noto, il fatto che l’abbattimento degli alberi fosse stato previsto n dalla stesura del Parco marittimo a Lido di Savio. La scorsa settimana l’assessora Federica Del Conte ci aveva confermato l’intenzione di procedere per motivi di sicurezza, ma senza rivelarci che l’abbattimento dei primi sei alberi era già previsto per il 22 aprile. Tanta segretezza non è però bastata a tenere all’oscuro del fatto gli agguerriti comitati che hanno dato vita a una serie di ash mob nei giorni precedenti, a cui hanno preso parte anche cinque dei sei candidati sindaci (ossia tutti eccetto quello del centrosinistra, Alessandro Barattoni). Poi, il giorno successivo
a Pasquetta si sono puntualmente ripresentati a Lido di Savio (nella foto) e sono riusciti a ottenere un decreto di sospensione dell’ordinanza di abbattimento da parte del Tar. Una vittoria, almeno momentanea, a cui è seguita l’ordinanza di chiusura della strada. Al momento solo no al 24 aprile, in concomitantza con l’allerta gialla per il maltempo in vigore. Roba da brividi se si pensa che durante le recenti allerte rosse la strada è rimasta invece aperta con grave rischio quindi per la popolazione. E ora? L’Amministrazione rende noto che «nei prossimi giorni il Comune farà pervenire al Tribunale Amministrativo Regionale le proprie controdeduzioni, speci cando le ragioni che avevano portato alla prescrizione urgente di abbattimento». I comitati che hanno per il momento impedito l’abbattimento sono infatti consapevoli di aver vinto forse una battaglia, ma di non aver ottenuto un risultato de nitivo. Scrivono infatti: «Non c’è nulla da festeggiare, perché la partita non è ancora nita e, vista l’ostinazione, c’è da ritenere che verranno fatte, ci si perdoni la licenza, “carte false” pur di giungere all’esecuzione dei pini e del progetto Parco Marittimo su cui il Comune di Ravenna non ha mai avanzato alcun ripensamento e ascolto delle istanze di 3.000 rme. I cittadini non chiedono di fermarlo, ma di realizzarlo salvando i pini di viale Romagna, vanto di Lido di Savio». l ar pe e l a a i e ei pi i a i i a i e il e i e la ra a
Non aspettare l’ultimo momento e risolvi subito con una STUFA o un CAMINO a Pellet!
VERSO LE AMMINISTRATIVE/1
I candidati sindaco a confronto sui giovani alla sala Ragazzini
Il 29 aprile alle 18 alla Sala Ragazzini in Largo Firenze si terrà un incontro pubblico promosso dai due gruppi giovanili di nome Light e Turbe Giovanili con i sei candidati sindaco alle amministrative di Ravenna: Alessandro Barattoni (Pd, M5s, Avs, Pri, Progetto Ravenna, Ama Ravenna), Nicola Grandi (FdI, Fi, Viva Ravenna), Alvaro Ancisi (Lega-LpRa-PdF), Marisa Iannucci (RiC, Pap, Pci e Prc), Giovanni Morgese (Dc) e Veronica Verlicchi (La Pigna). Durante l’incontro, i candidati discuteranno temi di particolare interesse per le nuove generazioni, tra cui Università e formazione: proposte per migliorare l’offerta formativa e le opportunità per gli studenti; sicurezza urbana: strategie per garantire la sicurezza nei quartieri frequentati dai giovani; movida e spazi aggregativi. L’incontro è aperto a tutta la cittadinanza.
VERSO LE AMMINISTRATIVE/2
Aprono le sedi elettorali tra centro e forese
L’appuntamento con Alessandro Barattoni per l’inaugurazione della sua sede elettorale è sabato 26 aprile in via Antica Zecca 33 alle 12. Come noto, Barattoni è il candidato della coalizione di centrosinistra che include Pd, M5Stelle, Progetto Ravenna, Ama Ravenna, Avs e Pri. Martedì 29 aprile l’appuntamento è invece alle 11.30 per l’inauguazione della sede elettorale della neorinata Dc che candida Giovanni Morgese a sindaco (e Mauro Bertolino a vicesindaco) in via Maggiore 119.
Nelle settimane scorse erano state inaugurate le sedi della Pigna (candidata sindaco Veronica Verlicchi) a San Pietro in Vincoli in via Gambellara 4, di fronte alla Chiesa Parrocchiale, ulteriore dimostrazione, fanno notare dalla lista civica, «che l’interesse per questa importante area del territorio comunale è sempre maggiore». È invece in via Rasponi 4 il comitato elettorale della lista Lega-PdF-Lista per Ancisi Sindaco inaugurata alla presenza dei leader delle varie forze politiche.
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Romano, 60 anni, laureato in Economia e docente universitario
Si attende solo la nomina dal ministro Salvini
Manca l’uf cialità istituzionale, ma ormai è deciso che Francesco Benevolo sarà il nuovo presidente dell’Autorità portuale di Ravenna. Originario di Roma, laureato in Economia e Commercio, il 60enne è direttore operativo di Rete Autostrade Mediterranee (Ram) dal 2005 (società del ministero), esperto di logistica e trasporti, docente universitario e già consulente per diverse istituzioni pubbliche.
Il nome di Benevolo è sulla scrivania del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. La nomina spetta al ministro, previa intesa con il presidente della Regione interessata e sentito il parere delle commissioni parlamentari competenti. Secondo le informazioni trapelate nei giorni scorsi, l’intesa fra le parti è già stata raggiunta e per l’uf cialità della nomina è solo questione di giorni.
PORTO/3
Gli economisti del Pri parlano dei dazi Usa
Benevolo andrà a prendere la poltrona di Daniele Rossi, il cui secondo incarico è già scaduto da diverse settimane e sta proseguendo nel proprio lavoro come commissario.
Benevolo è una gura tecnica di rilievo nazionale. Il suo nome circolava da settimane come uno dei favoriti, insieme a quello di Paolo Ferrecchi, direttore generale della Direzione Cura del Territorio e dell’Ambiente della Regione Emilia-Romagna.
Il circolo Endas di San Michele (via Faentina 324) ospita Giacomo Rabboni e Giorgio La Malfa il 24 aprile alle 18 per un incontro sui dazi Usa. Rabboni è consigliere nazionale del Pri e membro del programma Future Leaders dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale Ispi, La Malfa è esponente di rilievo del mondo repubblicano ed economista.
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Unica offerta presentata al bando di gara per la controllata che possiede le aree da cui partono i traffici ro-ro
Il gruppo Grimaldi, multinazionale italiana attiva nell’ambito della logistica e dei trasporti marittimi di merci e passeggeri con ventimila dipendenti e 5 miliardi di fatturato nel 2023, attraverso la controllata Euromed ha presentato un’offerta di acquisto da 25 milioni di euro per la società Traghetti&Crociere (T&C) di Ravenna controllata al 100 percento dall’Autorità portuale. La proposta è stata accettata. La delibera di aggiudicazione è stata da poco pubblicata dall’ente di via Antico Squero dopo l’approvazione dal comitato di gestione.
T&C è proprietaria delle aree di piazzale, locate alla Logiport del gruppo Grimaldi, immediatamente retrostanti i 26mila mq di banchina di cui Grimaldi è successivamente divenuto concessionario e su cui operano le linee ro-ro con Brindisi (ro-ro è acronimo di “roll-on, roll-off”, un tipo di nave da carico che trasporta veicoli su ruote, come auto, camion e macchinari, senza doverli caricare con gru).
Grimaldi aveva presentato un’offerta lo scorso gennaio. I 25 milioni di euro proposti superavano il valore della perizia di Ap (23,5 milioni), ma Ap ha comunque proceduto a indire una gara pubblica che si è conclusa con l’unica offerta di Grimaldi. L’importo derivante dalla cessione sarà destinato esclusivamente al nanziamento degli investimenti in corso del progetto hub portuale che vale quasi 280 milioni di euro. Altri due terminalisti di Ravenna, Pir e Sapir, hanno provato a ostacolare la vendita. L’istanza cautelare è andata a vuoto in sede di giudizio monocratico del Tar dell’Emilia Romagna, ma i due ricorrenti, nel proporre motivi aggiunti al ricorso originario (impugnando cioè la delibera di aggiudicazione oltre agli atti di indizione della procedura competitiva), hanno ottenuto dal tribunale, per la “sussistenza delle proprie ragioni”, il dimezzamento dei termini per la trattazione delle domande cautelari e la conseguente ssazione della camera di consiglio al prossimo 30 aprile.
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La rassegna di Confcooperative in programma dal 29 aprile al 4 maggio
Tutto pronto per la tradizionale Festa della Cooperazione di Confcooperative Romagna che quest’anno si svolgerà da martedì 29 aprile a domenica 4 maggio a Bagnacavallo, allo stabilimento di Agrintesa in via Boncellino.
Quest’anno in programma ci sono due approfondimenti che riguardano il mondo dell’agroalimentare e il mondo del sociale. Martedì 29 aprile alle 18.30 nella sala assemblee di Agrintesa si svolgerà “Quale impatto delle politiche green sulla nostra agricoltura” con interventi di Aristide Castellari, presidente Agrintesa, Davide Vernocchi, presidente Apoconerpo, Paolo Tassani, presidente Agrofarma, Stefano Boncompagni, dirigente regionale settore Fitosanitario, Raffaele Drei, presidente Fedagripesca Confcooperative, e conclusioni di un rappresentante dell’amministrazione regionale all’Agricoltura; l’evento è rivolto ai delegati e ai consiglieri di Agrintesa, Agrisol e Propar e delle cooperative agroalimentari aderenti a Confcooperative Romagna.
Venerdì 2 maggio sarà invece la volta del secondo approfondimento dal titolo “Il futuro dei servizi per la non autosuf cienza tra invecchiamento
della popolazione e persone con disabilità”, con interventi di Gianluigi Bovini, demografo, Mirca Renzetti, vicepresidente Confcooperative Romagna, Alberto Alberani, portavoce Forum Terzo Settore, Isabella Conti, assessora al Welfare Regione EmiliaRomagna e Antonio Buzzi, presidente Federsolidarietà Confcooperative Emilia Romagna nel ruolo di coordinatore. Le conclusioni del dibattito saranno a cura di Manuela Rontini, sottosegretaria alla presidenza della Regione Emilia Romagna.
Giovedì 1° Maggio, giornata di punta della Festa, si inizia alle ore 10 con la messa celebrata da don Ugo Facchini, arciprete di Bagnacavallo. A seguire la benedizione delle macchine agricole e il pranzo della cooperazione (solo su prenotazione). Nel pomeriggio, dalle 14.30, aprono gli stand delle cooperative, le mostre e l’intrattenimento (pesca di bene cenza, spettacoli degli sbandieratori del Rione Verde di Faenza e dei Diavoli della frusta, giochi per bambini, musica e pizza della cooperazione).
Per visionare il programma completo: www.romagna.confcooperative.it
FAENZA
Riaprono i termini per il contributo straordinario del Comune per le alluvioni del 2023 e 2024
Il Comune di Faenza ha deciso di riaprire i termini per presentare domanda di contributo straordinario a sostegno dei nuclei familiari colpiti dalle due alluvioni verificatesi nel maggio 2023 e nel settembre 2024 (si tratta di un sostegno straordinario erogato dal Comune, distinto da Cis e Cas». Possono presentare domanda i nuclei familiari con abitazione al piano terra colpita da allagamenti il 18 e 19 settembre 2024, già residenti nella stessa unità abitativa al 15 maggio 2023 e percettori del Cas o Cis 2023 per un contributo fino a 10mila euro. Le famiglie residenti in appartamenti al primo piano, ma con locali di servizio (cantine, ingressi esclusivi, tavernette) allagati per un contributo fino a 3mila euro. Altresì, potranno chiedere il contributo le famiglie a cui è stata richiesta la restituzione del Cas 2023, che abbiano subìto entrambe le alluvioni, mantenuto la residenza e non abbiano già percepito il contributo straordinario; in questo caso potranno ricevere fino a mille euro, pari alla somma oggetto di restituzione. Le domande dovranno essere presentate entro il 31 maggio. Le spese rendicontabili devono essere state sostenute tra il 18 settembre 2024 e il 30 settembre 2026. Tra le spese rimborsabili: cure mediche, bollette, premi assicurativi, mutui, mezzi di trasporto (biciclette, auto), dispositivi elettronici, arredi e elettrodomestici, spese tecniche, interventi di pulizia e ripristino.
RIQUALIFICATE LE CASE ACER: 1,5 MILIONI DI EURO
Sono terminati i lavori alle Case Acer di viale Europa 120-122 e 124-126 a Lugo. L’intervento, inserito nel programma “Sicuro, verde e sociale. Riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica”, ha portato alla riqualificazione energetica e al miglioramento sismico dei due fabbricati, uno composto da dieci alloggi e l’altro da ventiquattro, tutti serviti da vani scala comuni. L’importo dei lavori è pari a 1.460.989,87 euro, in parte finanziati attraverso il Fondo complementare e in parte con risorse del Comune di Lugo.
CERVIA I vertici del calcio per la “cittadella” di Milano Marittima
Lunedì 28 aprile, alle ore 17, al Palace Hotel di Milano Marittima, si terrà il convegno “Milano Marittima Città dello Sport”, con focus la presentazione del progetto di mandato che può creare una destinazione turistica all’avanguardia. I lavori promuoveranno un’intesa tra Comune di Cervia, Regione e Figc finalizzata alla realizzazione di un centro federale e allo sviluppo di una cittadella dello sport che vuole diventare un punto di riferimento per la crescita del calcio giovanile e la promozione di tutte le discipline sportive. Tra i partecipanti il presidente della Regione Emilia Romagna Michele de Pascale, l’assessora allo Sport e al Turismo dell’Emilia Romagna Roberta Frisoni, il presidente Figc Gabriele Gravina, il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete, il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori Umberto Calcagno, il presidente del Settore Giovanile e Scolastico della Figc Vito Tisci, il Presidente del Crer Figc Lnd Simone Alberici, il presidente Aics e Csit Bruno Molea, il presidente del Coni regionale Andrea Dondi e il vicepresidente Anci Stefano Locatelli. Ospiti d’onore Alberto Zaccheroni, Davide Cassani, Antonio Cabrini, Arrigo Sacchi, Renzo Ulivieri. L’ingresso è libero.
RAVENNA&DINTORNI 24-30 aprile 2025
In queste pagine, da sinistra: “Nel Senio della memoria”, una foto del Pavaglione bombardato di Carlo Visani, in mostra a Lugo; la festa a Ca’ Malanca in epoca Covid e la liberazione di Ravenna in una foto d’epoca
Tanti gli appuntamenti più o meno istituzionali per ricordare la Resistenza nei luoghi sim olo tra pic-nic concerti spettacoli teatrali cinema e installazioni
Per l’ottantesimo della Liberazione dal nazifascismo gli appuntamenti in provincia si moltiplicano con alcune conferme che sono ormai diventate moderne tradizioni. Tra queste c’è sicuramente la grande camminata sugli argini del Senio “Nel Senio della memoria” che torna venerdì 25 aprile e a cui, per la prima volta, partecipano tutti e nove i Comuni della Bassa Romagna. Il programma vede in scena diversi protagonisti che come ormai da tradizione animeranno le tappe della camminata (otto in tutto, nei luoghi che hanno segnato la storia del fronte sul Senio in Bassa Romagna) tra narrazione, musica, spettacolo e cultura della memoria. Saranno tre le partenze a scelta: da Cotignola ritrovo alle 9 nella piazzetta Gino Zoli, concerto di iosonomoka, “bracciante musicale” di Castellarano. Da Alfonsine sempre alle 9 ritrovo davanti al museo della Battaglia del Senio con storie di partigiani, di preti e di memoria che va con Eugenio Sideri ed Enrico Caravita; visita alla mostra “Ingredienti per un quadro: Giulio Ruf ni e la meta sica della dittatura”. Per chi vuole pedalare, invece, alle 10.30 ritrovo a Masiera (incrocio di via Con ni a nord con via Sotto ume), accompagnati dall’associazione culturale Wartime Friends. Alle 10 circa il gruppo partito da Cotignola raggiungerà il cippo dei Martiri del Senio, sul ponte della San Vitale a Lugo. L’Anpi di Lugo ricorda il partigiano Plac, Pietro Valentinotti, scomparso a 99 anni il 15 gennaio 2025. Seguirà il concerto con Daniele Di Bonaventura e il suo bandoneon, con Benedetta Tonnarelli che legge una lettera al babbo Sergio, venuto a mancare recentemente e che per tanti anni ha partecipato alla realizzazione della camminata. Proseguendo, lungo l’argine di San Potito, ritorna il racconto in immagini del fronte, con la mostra di manufatti di riuso da oggetti bellici “Dal fronte al focolare” al centro civico, a cura dell’associazione Amici di San Potito. Lungo l’argine inoltre le staffette partigiane della compagnia Magazzino Fs, installazioni di Luigi Berardi, megafoni di pace che sussurrano poesie di Claudio Ballestracci e le casette per le lettere di Lino Benini. Alle 12 i gruppi si ricongiungeranno a Borgo Pignatta, presso il cippo che ricorda le vittime della strage del 23 dicembre 1944 per l’orazione “Lettere dal ume ribelle”, di e con Elena Bucci accompagnata da Marco Zanotti. Dalle 13 ci si sposterà al vicino parco di Masiera per il pranzo conviviale (per cui è necessario aver già effettuato la prenotazione), accompagnato dalla musica dei gruppi della scuola “Arcangelo Corelli” di Fusignano. Al parco anche le bancarelle solidali di Anpi, Emergency, Aido, associazione Italia Cuba, Demetra, Libera, Ruota libera, associazione Un mosaico di idee. Dopo pranzo il gruppo si rimetterà in cammino per raggiungere alle 15.15 il punto in cui le truppe alleate attraversarono il Senio, presso Fusignano, per il concerto contro le dittature con Paola Sabbatani, Daniele Santimone, Maurizio Piancastelli, Roberto Bartoli, Tiziano Negrello. Alle 17 arrivo a Rossetta nel giardino del centro civico ci sarà il concerto «Capitoni Resistenti» con Daniele Sepe, Sabba, Alessandro Morlando, Paolo Zamuner. Alle 18 merenda al parco offerta dalla popolazione di Rossetta e dall’associa-
zione Amici di San Potito. Al termine, i partecipanti saranno riportati in corriera nel luogo di partenza; fermate ad Alfonsine, Bagnacavallo, Cotignola, Fusignano, Lugo. Il servizio navetta è gratuito. In caso di pioggia la camminata viene posticipata al primo maggio. È inoltre organizzata una festa nel parco di Masiera che si terrà da giovedì 1 a domenica 4 maggio, con appuntamenti e gastronomia tutte le sere; sabato 3 maggio alle 16.30 il concerto di Giancane. Info: 389 0003321, mail info@primolacotignola.it.
Spostandosi a Faenza, la giornata del 25 aprile si apre invece alle 9 con la funzione religiosa in Duomo. Alle 10, un momento al Faenza War Cemetery con il corteo e gli onori ai militari alleati caduti. Seguirà, alle 10.30, la celebrazione uf ciale al Monumento alla Resistenza, con orazioni istituzionali, l’installazione del Vector of Memory (Liberation Route Europe) e l’intervento dello storico Daniele Susini. Il corteo proseguirà no a piazza del Popolo, accompagnato dalla Brass Band Faentina, con conclusione a cura del Teatro Due Mondi - Laboratorio Senza Con ni, attraverso un’azione teatrale contro tutte le guerre. Nel corso della mattinata verrà inoltre reso omaggio ai cippi dei Caduti della Guerra di Liberazione del forese con tre momenti distinti. In ne, sempre il 25 aprile, l’Amministrazione comunale celebrerà anche l’Anzac Day (Australia and New Zealand Army Corps - festa delle forze armate australiane e neozelandesi), in onore delle truppe kiwis che liberarono Faenza nel dicembre del 1944. Alle 21, al Cinema Sarti, sarà proiettato il documentario Italian Victory 1944-45: le truppe neozelandesi nella Liberazione dell’Emilia-Romagna, a cura dell’Associazione Senio River 1944-1945.
A Solarolo, invece, la sera del 25 aprile nell’Oratorio dell’Annunziata ci sarà un momento di spettacolo organizzato, come il laboratorio in piazza del Popolo a Faenza, dal Teatro Due Mondi: alle 21 l’attore Denis Campitelli porterà in scena “Brisli. Briciole di poesia romagnola”. «Le mie briciole sono brevi racconti, poesie, aneddoti e detti tipicamente romagnoli fra gusto, cibo e miseria, scritti dagli autori più celebri della terra di Romagna - spiega Denis Campitelli -. Per la serata del 25 aprile aggiungerò alcune poesie, sempre in dialetto romagnolo, che trattano il tema della guerra, che sempre aggiunge miseria alla miseria...» (ingresso unico 5 euro).
Ma nel Faentino l’appuntamento clou resta quello di Anpi e Arci al Museo di Ca’ di Malanca con due giornate di eventi. Il programma si apre il 24 aprile, all’interno del progetto “Le Notti della Liberazione”, con un aperitivo conviviale insieme alla “Tribù di Fornazzano” (ore 19), seguito da “MANIFESTA AZIONE”, una traccia audio a cura di Gianni Farina (ore 21), della compagnia Menoventi, che trasformerà la pineta in un luogo di espressione collettiva attraverso un’installazione sonora. L’azione riprende l’esperienza del 25 aprile 2021, quando in piena pandemia Ca’ di Malanca fu attraversata da una manifestazione di voci e slogan inviati da casa (nella foto della pagina a anco). La serata si chiude con la maratona cinematogra ca “Le Notti della Liberazione” a a ala a al e i ella e ria li a a i alla i era i e
Walter Veltroni e la sua Iris in Municipio a Faenza
A Faenza, giovedì 24 aprile, alle 18.30, nella Sala Consiliare, si terrà la presentazione del romanzo Iris, la libertà (Rizzoli, 2025), alla presenza dell’autore Walter Veltroni in dialogo con Carmelo Domini del Corriere Romagna
Memorie resistenti all’Oratorio di Solarolo
Domenica 27 aprile Solarolo chiude il ciclo di eventi dedicati all’80° Anniversario della Liberazione all’Oratorio dell’Annunziata con la mostra collettiva dedicata alle interpretazioni dell’Antifascismo. Alle 16.30 si terrà la conferenza-spettacolo “Memorie Resistenti: dalla marcia su Roma al 25 aprile e al 2 giugno”, tenuta da Luca Rosetti.
I faentini caduti per la libertà al Museo del Risorgimento
Il 28 aprile alle 17.30 al Museo del Risorgimento e dell’Età contemporanea verrà presentato il libro I faentini caduti per la libertà. La ricerca e la pubblicazione sono state promosse dalla sezione Anpi di Faenza. Partecipano il presidente Alberto Fuschini, il sindaco Massimo Isola e l’autore Angelo Emiliani.
Alla Rocca di Riolo “La guerra in collina”
Martedì 29 aprile, alle 20.30 alla Rocca di Riolo Terme, si svolgerà la presentazione del libro La guerra in collina. Eserciti, civili e partigiani nell’Appennino faentino 1943-1945, volume di ricerca promosso dall’Unione della Romagna Faentina e curato dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea.
“Le valli della memoria”: graphic novel all’Alighieri
Mercoledì 30 aprile alle 10.30, al Teatro Alighieri di Ravenna si svolgerà la presentazione del graphic novel “Le valli della memoria” Una storia della liberazione di Ravenna, (Coconino press, 2025). Dopo i saluti istituzionali, l’autore Pietro Scarnera dialogherà con la storica Laura Orlandini e la scrittrice Benedetta Tobagi.
a cura del Cineclub Raggio Verde, che propone i documentari “Diventare Matteotti” e “Rino Dalla Negra, calciatore partigiano” (ore 22). È previsto il free camping. Giovedì 25 aprile si riparte alle 11 con “Cara mamma”, colazione poetica con letture tratte dalle lettere dei partigiani, a cura di So a Zoli. Segue il pranzo a cura della Pizzeria Girasole (senza necessità di prenotazione). Alle 14.30, l’alzabandiera e i saluti istituzionali, tra cui Giulia Bassani in rappresentanza dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina, precedono l’intervento di Vasco Errani. A seguire la presentazione del volume La guerra in collina (Istituto Storico della Resistenza di Ravenna), una pubblicazione che raccoglie testimonianze, documenti e ri essioni sulla Resistenza sull’Appennino romagnolo. Il pomeriggio si chiuderà con l’accompagnamento musicale del Duo Chiari, che propone un repertorio di brani popolari e canzoni della Resistenza rielaborati in chiave acustica.
A Castel Bolognese, domenica 27 aprile è organizzato il tour guidato “Castel Bolognese al tempo della guerra”, con partenza da Villa Rossi alle ore 14 e arrivo presso il Monumento ai Caduti per la Boni ca dei Campi minati alle ore 17 circa (5 km di percorso). Conclusione al Mulino Scodellino, dove seguiranno approfondimenti storici e proiezione di lmati d’epoca. Durante la visita guidata, curata da Marco Dalmonte dell’Associazione Senio River 1944-1945, saranno presentati i nuovi pannelli che ricordano il passaggio del fronte a Castel Bolognese. In caso di maltempo la visita è spostata a domenica 4 maggio. In questa seconda data l’incontro si terrà, indipendentemente dalle condizioni meteo alla Sala consiliare del Municipio. Spostandosi verso il mare, il 25 aprile sarà ovviamente celebrato an-
che a Cervia dove dalle 18 alle 23.30 sotto la Torre San Michele si svolgerà un momento di musica e di impegno sociale. Sul palco che verrà allestito in Piazzale Maffei sotto alla Torre S.Michele si alterneranno una serie di gruppi musicali, dagli Afreak a Radio Rage ai Green Flamingo. In apertura ci saranno interventi e testimonianze sulla Liberazione dal nazifascismo.Chiuderà l’evento il DJ set con Enrica P. In ne, numerose sono le iniziatvie anche nel capoluogo, Ravenna. In particolare venerdì 25 aprile si svolgerà la Pedalata della Liberazione –da Ravenna alla Pineta di Classe, lungo un itinerario che testimonia le azioni che, nel 1944, hanno contribuito alla liberazione di Ravenna. Il ritrovo è previsto alle 10 al giardino 9 novembre 1989 in via Keplero, retro del Conad Galilei (il costo dell’iscrizione è di 2 euro, che verranno devoluti al Comitato cittadino antidroga). All’arrivo, presso Ca’ Acquara (Pineta di Classe), i partecipanti saranno accolti da un ristoro offerto da ATCRa2 e dalle associazioni venatorie. Al termine Anpi Ravenna presenterà alcuni racconti sulla liberazione della città. Dedicato alla bicicletta anche l’evento del pomeriggio in zona stadio, con una gara ufciale e, dalle 14.30, un evento per bambini dalle 14.30 nell’area verde della parrocchia.
Alle 11, in Piazza del Popolo si terrà la deposizione di corone alla lapide dei partigiani caduti per la Liberazione dal nazifascismo; sono previsti gli interventi delle autorità e dell’Anpi provinciale e l’esibizione della Banda musicale cittadina e molti appuntamenti sono promossi anche nelle frazioni del forese. Sabato 26 aprile alle 17.30, nel Sacrario dei Caduti - via Baccarini, 7, ci sarà il concerto itinerante della Fanfara dell’Associazione nazionale bersaglieri.
A Lugo “Rovine e libertà” Alle Pescherie della Rocca di Lugo è in corso la mostra collettiva ideata da Massimiliano Fabbri “Rovine e libertà. Senio, 10 aprile 1945. Il fiume, la battaglia e i paesi feriti negli occhi degli artisti della Romagna bassa”, che fino al 18 maggio esporrà opere di Luigi Varoli, Aristodemo Liverani, Fioravante Gordini, Gino Croari, Anto Ricci, Anacleto Margotti, Carlo Visani, Paolo Guerra, Alfredo Giovannini, Francesco Verlicchi, Angelo Biancini e Giulio Ruffini.
“Famiglie in guerra” a Ravenna
Dal 5 al 25 maggio, sarà allestita la mostra “Famiglie in guerra. Il racconto delle vicende della Seconda guerra mondiale attraverso le lettere dalla prigionia”, nella Sala Farini della Biblioteca Classense di Ravenna.
Rasha Nahas live al teatro Rasi
Al via “Voci e musiche dalla Palestina”, una rassegna di quattro concerti con artisti della diaspora palestinese organizzata da Ravenna Festival in collaborazione con il Festival delle Culture.
Si parte il 24 aprile alle 21 al teatro Rasi con il concerto di Rasha Nahas. La musica dell’artista è una miscela di passato e presente che riflette contemporaneamente le profonde radici della sua famiglia nel villaggio palestinese di Tarshiha, la città costiera di Haifa dove è nata e cresciuta, e Berlino, dove attualmente vive. Dal 23 al 25 maggio, sarà invece il Teatro Alighieri a ospitare Kamilya Jubran, i 47Soul e Bashar Murad.
L’appello contro il riarmo europeo
L’Opposizione studentesca d’alternativa (Osa) di Ravenna lancia un appello rivolto a studenti, lavoratori, organizzazioni politiche, associazioni, collettivi, sindacati e partiti per una giornata di lotta contro le politiche di riarmo, il passaggio di armi nel porto di Ravenna, il rigassificatore e le politiche di devastazione ambientale.
L’invito è per le 10 del 25 aprile in piazza Caduti per la Libertà a Ravenna.
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Il tribunale ha confermato il sequestro di materiale bellico risaltente a febbraio
L’edizione in corso del Festival delle Culture – rassegna di eventi nata nel 2005 e dedicata al dialogo interculturale, alla coesione sociale e ai diritti umani – porta a Ravenna diverse iniziative legate al contesto palestinese e alle Resistenze dei popoli oppressi da conitti.
Dal 22 aprile per le vie della città sono af ssi i manifesti di “I grant refuge” (dall’inglese “Ti concedo rifugio”), una mostra fotogra ca diffusa che trasforma lo spazio pubblico in un luogo di ri essione collettiva sui diritti umani, sul dramma del con itto e sulla necessità di proteggere la dignità di ogni individuo. Una serie di 75 manifesti ( no a 6 metri per 3) lungo le principali strade della città, grazie alle foto scattate da sei fotoreporter palestinesi, racconta storie di resistenza, speranza e umanità a Gaza. Saranno interessate anche alcune sedi siche: 8 foto al teatro Rasi no al 30 aprile; no al 30 giugno invece 15 foto alla Casa delle Culture, 31 foto allo Sportello per migranti e altre nelle sedi Cgil di Ravenna, Lugo e Faenza. Il 29 aprile alle 10 in piazza del Popolo l’esposizione nale della Bussola della pace. Gli studenti degli istituti comprensivi concludono il percorso laboratoriale con l’evento Giochiamo alla Pace, a cura della Rete interculturale sui temi dell’immigrazione (Riti), in collaborazione con La Carovana dei paci ci.
Il 3 maggio alle 17 alla Classense il seminario “Dalla guerra di Spagna alla Resistenza in Romagna passando da Ventotene”, con partigiani ravennati.
Un gruppo di associazioni di varia natura appartenenti alla vasta galassia del mondo paci sta ravennate – tra cui Cgil, Anpi, Arci, Emergency, Casa delle Donne, Legambiente e Libera – ha inviato una lettera al presidente dell’Autorità portuale di Ravenna per chiedere un incontro urgente per fermare il transito di armi dal porto di Ravenna.
La lettera si rifà alle vicende di febbraio quando fu sequestrato un carico di 14 tonnellate di componenti di armi proveniente da una ditta di Lecco e diretto in Israele. La spedizione fu bloccata nell’area portuale poiché l’azienda produttrice non disponeva dell’autorizzazione a esportare materiale bellico. Pochi giorni fa il tribunale del Riesame ha convalidato il sequestro rigettando il ricorso dell’azienda, ribadendo che si trattava di carichi militari (pezzi di cannone) e che l’azienda non poteva non sapere.
«Come associazioni ravennati e non solo, aderenti alla campagna Fari di Pace, vogliamo sottolineare un altro aspetto preoccupante. Chi si occupa della sicurezza, compreso il controllo di armi o loro componenti in transito dal porto di Ravenna, è l’azienda Itway in partnership strategica con la società israeliana Radi ow, con sede a Tel Aviv, che vanta strette collaborazioni con le forze armate israeliane oltre a numerose presenze di ex-militari nello staff». Il timore è che il controllo sia poco imparziale quando si tratta di carichi militari diretti a Israele.
RAVENNA&DINTORNI 24-30 aprile aprile 2025
ella e i e a e e parla p e ale a e a l pie i all re ri a a e iari i al ri elle par i i a p
Il giornalista Luca Misculin (Il Post) racconta il periodo 1943-45 tra documenti e testimonianze Sarà ospite di una rassegna di incontri a Lugo per parlare anche di Mediterraneo e migranti
La Resistenza è forse l’argomento del dibattito pubblico e politico che più di tutti si porta appresso l’aggettivo “divisivo”. Ogni anno, puntualmente, si ripropone la contrapposizione fra schieramenti: tanti luoghi comuni, frasi fatte, ricostruzioni abbozzate e spesso piegate a proprio uso e consumo. «C’erano tutte le condizioni per realizzare un racconto divulgativo che cerchi di spiegare per bene le cose», dice Luca Misculin, giornalista de Il Post. Così è nato “Una Mattina”, un podcast di tre stagioni dedicato al movimento di massa che si sviluppò in Italia tra il 1943 e il 1945 per liberarsi dal nazi-fascismo. La prima stagione di cinque puntate - disponibile da venerdì 25 aprile - è sugli eventi del 1943. Di questo, ma anche del suo libro “Mare Aperto” dedicato al Mediterraneo, Misculin parlerà a Lugo il 26 aprile in occasione della seconda edizione di “Fratture”, la giornata di conversazioni organizzata dalla rivista Pandora (vedi box grigio a lato).
Misculin, come nasce l’idea di questo podcast?
«Ci pensiamo da un paio di anni, partendo dalla constatazione che ormai di Resistenza in Italia se ne parla poco e male. Sono rimasti pochi testimoni diretti di quei fatti ancora in vita. I meglio intenzionati che tengono viva la memoria poi spesso tendono a raccontare l’esperienza di partigiani e partigiane come se fossero vicende eroiche da piedistallo con un carico di retorica importante. E va detto che siamo immersi in un clima politico che non aiuta: ci sono ministri e ministre che preferirebbero ignorare il 25 aprile perché alle spalle hanno la storia di
PODCAST/2
chi uscì scon tto da quegli anni».
È un argomento che tocca anche le giovani generazioni?
«I più giovani ne hanno poca contezza perché è un argomento che arriva sempre a ne dei cicli scolastici e fatto spesso di fretta».
Perché la scelta del formato podcast?
«In parte proprio con l’obiettivo di arrivare a pubblici anche giovani. Ma anche perché c’è una vasta disponibilità di materiale audio e
La vicenda di “Zvan” di Filiteri da Massa Lombarda: arruolato per forza a Salò e poi spedito in un lager
Provò a entrare nella Resistenza dopo l’8 settembre 1943 e venne costretto ad arruolarsi nell’esercito di Salò, fece il soldato a Pesaro e venne incarcerato a Forlì per punizione e poi spedito in un lager vicino a Colonia. La storia di Giovanni Filiteri di Massa Lombarda, detto Zvan (il suo nome in dialetto romagnolo) e morto nel 2013, è al centro del podcast “La voce di un sopravvissuto” pubblicato su Rai Play Sound giovedì 24 aprile, nell’ottantesimo anniversario della Liberazione e nel centenario della nascita di Giovanni.
L’autore del podcast è Mattia Martini, giornalista della Tgr Emilia-Romagna che una ventina di anni fa fece raccontare a nonno Zvan la sua storia davanti alla telecamerina che di solito veniva impiegata per filmare le vacanze. La cassetta è stata dimenticata per molto tempo e quasi casualmente ritrovata alcuni mesi fa. Oltre alla storia di Zvan, nel podcast si raccontano anche quelle di altri membri della famiglia antifascista dei Filiteri (come il padre di Zvan, Paris, torturato e mandato al confino, e i suoi cugini partigiani Ilde e “Napoleone”) e del paese di Massa Lombarda, culla della frutticultura, tra i più importanti centri della Resistenza nella pianura della Bassa Romagna e fucina di staffette partigiane. La voce di Zvan è accompagnata da quella della sua unica sorella ancora viva, Milka, e da quelle di alcuni esperti.
usare la viva voce delle persone ha una forza enorme in questo tema».
I podcast sono diventati un prodotto giornalistico consolidato?
«Il Post li realizza da tempo. Si sposano bene con il nostro approccio al lavoro giornalistico, soprattutto per il linguaggio, sia perché richiedono attenzione alla scelta delle parole e sia perché richiedono un tono informale ma autorevole che ci ha sempre caratterizzato».
Questo sulla Resistenza parte già annunciando altre due stagioni che usciranno nel 2026 e 2027. Non è comune una piani cazione così a lunghissima scadenza…
«Dobbiamo ringraziare abbonati e abbonate. Oggi sono più di centomila (l’abbonamento annuale costa 80 euro, ndr) e ci consentono di fare lavori più approfonditi: nel mio caso ho potuto dedicare gli ultimi tre mesi quasi esclusivamente al podcast».
Qual è il taglio con cui avete affrontato il tema?
«Il solito approccio de Il Post: rimanere sulle cose concrete, af darsi e chi ne sa di più attraverso documenti o interviste, spiegare perché alcune persone hanno compiuto una scelta invece di un’altra, descrivere il periodo storico avvelenato dalla propagando fascista». Il “rigore postiano” impone una posizione obiettiva anche su un argomento che vede in campo valori così distanti fra le parti?
«Rigore non signi ca equidistanza. Abbiamo ben chiari i valori in cui ci riconosciamo, quelli di una società libera in cui c’è libertà di stampa. Diremo molto chiaramente che da una parte c’era un’Italia violenta e dell’altra un’Italia democratica. Ma senza dimenticare il contesto: per esempio, i giovani nati dopo il 1920 erano cresciuti in un ambiente imbevuto di propaganda senza aver mai conosciuto alternative. E questo va raccontato per capire le scelte delle persone».
Il 26 aprile 4 incontri sulle Liberazioni
Il chiostro del Carmine a Lugo, in piazza Trisi, il 26 aprile ospita la seconda edizione di “Fratture”, rassegna culturale promossa dal Comune di Lugo in collaborazione con la rivista Pandora (il 23 aprile un prologo con Pablo Trincia). Gli incontri sono dedicati alle “Liberazioni” con un collegamento tra passato e presente. Alle 16.30 il primo incontro con Alessandro Vanoli, storico, scrittore, giornalista e autore radiofonico. Alle 17.30 interverrà l’autrice radiotelevisiva Giada Messetti, esperta sinologa che parlerà di Cina e India in compagnia di Matteo Miavaldi. Alle 18.45 sarà la volta di Luca Misculin (vedi intervista accanto). Alle 21 la chiusura della giornata con l’editorialista di Repubblica Massimo Giannini. L’ingresso agli incontri è libero ma la prenotazione è consigliata sul sito https://www. pandorarivista.it/eventi/. In caso di maltempo gli eventi si terranno nella biblioteca Trisi. La rivista Pandora è un quadrimestrale cartaceo con una versione online.
«Oggi gli Stati con più autorevolezza internazionale non sono d’accordo su chi siano i cattivi della storia da condannare. Lo scenario è incerto, ancora di più dopo l’arrivo di Trump negli Usa».
«Le potenze mondiali di oggi non hanno ancora deciso chi sono i cattivi della Storia»
Interrogarsi su questioni di neutralità e oggettività del racconto dovrebbe essere l’Abc del giornalismo. Ma ha senso farlo se poi i giornali, di fatto, sono in concorrenza con tanti altri canali che non hanno obblighi deontologici e poi magari raggiungono pubblici molto più vasti?
«In un mondo in cui tutto sembra andare troppo veloce penso che offrire un racconto autorevole e credibile sia un valore importante. Purtroppo alcuni giornali hanno rinunciato a questo ruolo, nendo per avvelenare i pozzi per tutti. A Il Post siamo convinti che si veda se c’è un prodotto giornalistico solido e speriamo che sempre più persone lo apprezzino e quindi lo cerchino».
L’immagine che oggi abbiamo dei fatti di ottanta anni fa sembra dirci che a un certo punto le potenze più importanti del mondo si trovarono concordi nell’individuare il male da fermare. Una posizione così univoca non sta maturando sugli scenari attuali in Ucraina e in Palestina.
Se andiamo rileggere le pagine di molti giornali del 2022 con i primi commenti e analisi dell’invasione russa troviamo tante dichiarazioni invecchiate male. I media hanno sbagliato nella scelta delle fonti da interpellare o era inevitabile commettere errori? «A mio parere su una questione delicata come la guerra non è stato fatto un gran servizio dai media italiani, dando più spazio a chi la sparava grossa e scatenava l’emozione più forte. Tanti giornali sono sempre più interessati a coltivare un proprio pubblico, a schierarsi a favore di un racconto identitario piuttosto che uno fedele alla realtà. Ma è anche un sintomo di come funziona la società di oggi, sempre più divisa in tribù, dove siamo sempre più incattiviti e ci circondiamo solo di chi la pensa come noi».
Tra le conseguenze più drammatiche dei con itti ci sono spesso le migrazioni di popoli. Nel 2023 è stato 12 giorni nel Mediterraneo sulla nave Geo Barents di Medici senza frontiere. Oltre al podcast che ne è uscito, cosa le rimane di quella esperienza?
«Seguo i temi delle migrazioni da tempo. Prima di salire a bordo avevo avuto occasione di parlare con migranti e con operatori in servizio sulle navi. Ma quello che puoi vedere in prima persona è molto più complesso di qualunque spiegazione. E poi ricordo la terribile sensazione del mal di mare, dif cile non pensare a persone che si avventurano su barche di fortuna senza aver mai visto il mare prima in vita loro. Quella missione di soccorso sembrava destinata a nire con lo sbarco proprio a Ravenna e poi invece venne assegnato Bari come porto sicuro».
Andrea Alberizia
LA TESTIMONIANZA
Parla Kateryna Shmorhay, presidente dell’associazione Malva, da tre anni attiva per portare aiuto ai suoi conterranei
Tra le prossime iniziative la “Corsa sotto i castagni” per raccogliere fondi per l’ospedale di Kiev
«La Resistenza, nel mondo di oggi, è l’Ucraina». Non ha dubbi Kateryna Shmorhay, presidente dell’Associazione Malva - ucraini Ravenna, quando le viene chiesto cosa signi chi Resistenza nel 2025. «Quello che il mio Paese sta facendo da tre anni, così piccolo e debole davanti al grande aggressore, non può chiamarsi in altro modo. Resistiamo e continueremo a farlo per sopravvivere».
Shmorhay vive a Ravenna dal 2006 e nel 2015 fonda “Malva”, per fornire un aiuto concreto al suo popolo durante le prime occupazioni russe della Crimea. Nel 2024 si è candidata alle elezioni europee nella lista ta Stati Uniti d’Europa, a sostegno di Emma Bonino. Oggi gran parte della sua famiglia vive ancora in Ucraina: «In zone relativamente sicure – precisa – o almeno, lontane dai punti caldi del fronte. I miei genitori possono ancora coltivare l’orto, mia sorella va al lavoro e i miei nipoti vanno a scuola. Ma le lezioni sono intervallate dalle sirene antimissilistiche e dalle corse ai rifugi, e ogni notte si prega perché un drone non venga indirizzato sulla propria casa. Si continua a vivere, ma nella paura e senza progetti per il futuro». Nonostante tutto, molti cercano di restare: «Scappare sembra facile, ma per andare dove? E per lasciare la nostra terra a chi? Tra rifugiati, combattenti e morti, le risorse umane sono sempre più ridotte. Se non continuiamo a lottare scompariremo, e consegneremo alla Russia ciò che voleva dal primo giorno». Secondo l’attivista, la resistenza Ucraina non parla di un Paese, ma del mondo intero: «Se arriviamo al punto in cui chi è “più grande” o “più forte” può permettersi di fare quello che vuole, che prospettive possono esserci? I partigiani italiani hanno combattuto per impedirlo, ma oggi accade di nuovo. – commenta Shmorhay –. L’Europa si è dimostrata troppo debole. L’Onu, impotente: nessuna delle sue decisioni è mai stata rispettata dal Cremlino. E poi c’è la grande delusione americana.
Durante la domenica delle Palme, mentre Trump parlava di “cessate il fuoco” a Sumy stavano morendo 38 persone sotto i missili. Ma le preoccupazioni legate al nuovo presidente degli Stati Uniti sono più ampie: se il primo paese al mondo, che dovrebbe rappresentare la democrazia, si sta trasformando in questo, che destino avremo noi ucraini e che destino avrà l’Europa? Se anche chi è sempre stato dalla parte “buona” della storia decide di non esserlo più, su chi potremmo contare per la ritirata dell’aggressore?» Per tenere alta l’attenzione sul con itto, Malva ha recentemente allestito la mostra “Nove viaggi in Ucraina”, nell’ambito del Festival delle Culture, raccogliendo gli scatti del giornalista Pierfrancesco Curzi. «La città ha risposto bene all’iniziativa, soprattutto le studentesche – commenta Shmorhay – certo è che era una mostra triste. Perché la realtà della guerra è triste». La mostra si è conclusa il 23 marzo, ma sono in programma altri due appuntamenti di sensibilizzazione: domenica 25 maggio al Parco Teodorico ci sarà la “Corsa sotto i castagni”, omaggio alla tradizionale maratona di Kiev (che toccherebbe quest’anno la
32esima edizione, ma che è stata sospesa negli ultimi 3 anni a causa del con itto). La maratona si corre tradizionalmente l’ultima domenica di maggio (considerata l’anniversario della fondazione della città) e i ricavati vengono devoluti al reparto di cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale di Kiev. «Da quando la corsa non si può più fare a Kiev, viene ospitata dalle altre città del mondo. I ricavati andranno comunque all’ospedale Okhmatdyt, bla donazione quest’anno sarà ancora più importante, visti gli enormi danni subiti dal reparto pediatrico dopo il bombardamento dello scorso luglio». Il primo giugno invece, Giornata internazionale dei diritti del bambino, ci sarà una festa alla Rocca Brancaleone con laboratori e concerto dei bambini ucraini «Per portare all’attenzione il fenomeno dei migliaia di bambini ucraini rapiti dai russi - conclude Shmorhay - adottati o portati a in centri di rieducazione, per ricordare che l’infanzia va protetta e non bombardata».
Maria Vittoria Fariselli
RAVENNA&DINTORNI 24-30 aprile 2025
AMBIENTE
Acquistati dall’ente Parco 481 ettari da una società immobiliare, per 516mila euro
La quasi totalità della super cie dell’oasi naturale protetta Ortazzo-Ortazzino, che si estende nel comune di Ravenna sulla costa adriatica tra la foce del torrente Bevano e l’abitato di Lido di Classe, ora è di proprietà pubblica. Il 2 aprile è stato rmato il rogito tra l’ente del Parco del Delta del Po e la società immobiliare Miura Real Estate
L’Ortazzo-Ortazzino è un’area di pregio per l’elevata naturalità rappresentata dalla successione di spiagge, dune, pinete, macchie e stagni costieri.
Il Parco ha acquisito 481 ettari per 516mila euro, così ripartiti: 95mila euro dal Comune di Ravenna, 166mila dal Parco e 255mila dalla Regione. I 481 ettari sono la somma delle zone chiamate A e B, rispettivamente 70 e 411 ettari: nei regolamenti di tutela ambientale la prima è de nita “di protezione integrale” e la seconda “di protezione generale”. Una terza zona di circa 70 ettari, chiamata C, è “di protezione ambientale”: appartiene a Giorgio Valentini, imprenditore agricolo e titolare di un agriturismo.
È giusto ricordare che per il totale dei 560 ettari, anche prima della recente compravendita, valevano già vincoli rigidi che impediscono qualunque intervento di cementicazione
La zona C è fruibile a piedi, bici e cavallo e l’unica attività consentita è il foraggio. Questi infatti gli scopi per cui Valentini l’ha acquista-
Nel “Delta del Po” oltre 350 specie di uccelli
Il Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna è uno dei più importanti ecosistemi d’Europa, un territorio modellato dall’acqua che si estende per 55mila ettari tra le province di Ravenna e Ferrara. Istituito nel 1988, il Parco custodisce un patrimonio naturale straordinario, dove ambienti umidi, boschi planiziali, dune fossili e saline si intrecciano in un equilibrio unico, dando vita a una biodiversità eccezionale. Qui trovano rifugio oltre 350 specie di uccelli, accanto a circa 60 specie di pesci, 14 di anfibi e 16 di rettili. Anche la fauna terrestre è particolarmente ricca, con 61 specie di mammiferi. A testimoniare l’incredibile varietà ambientale del Parco, vi è infine la sua flora, che conta oltre mille specie censite.
ta per 250mila euro circa un anno fa: passeggiate per i clienti dell’agriturismo e foraggio.
In Regione è in corso una procedura per passare la classi cazione della zona da C a B. In quel caso, se in futuro dovesse esserci un nuovo passaggio di proprietà, il Parco potrebbe far valere un diritto di prelazione. La ragione principale dell’acquisizione di A e B da parte del pubblico è per poter intervenire a favore del mantenimento della biodiver-
sità, accortezza che non rientra tra gli obblighi di un proprietario privato. L’acquisizione consentirà ora di avviare interventi di miglioramento idraulico, necessari per garantire la funzionalità ecologica dell’area, e azioni di conservazione attiva previste dal Piano Territoriale del Parco e dagli strumenti di gestione del sito Natura 2000. Tra le priorità, la ristrutturazione del sistema idraulico, la tutela delle praterie umide e aride e la reintroduzione di
+APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30
DAL 24 AL 27 APRILE GHIGI via Cavour 78 - tel. 0544 38575; COMUNALE 8 via Fiume Montone Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; COMUNALE 7 via Bonifica 6 (Porto Fuori) - tel. 0544 433021.
DAL 28 APRILE AL 4 MAGGIO MODERNA via Bovini 11 - tel. 0544 218994; COMUNALE 8 via Fiume Montone Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; S. STEFANO via Cella 528/A (S. Stefano) - tel. 0544 563525.
+APERTURA TUTTI I GIORNI DELL’ANNO, FESTIVI COMPRESI, 24 ORE AL GIORNO servizio diurno 8 - 22.30 servizio notturno a chiamata 22.30 - 8
COMUNALE 8 via Fiume Montone Abbandonato 124 - tel. 0544 402514.
specie vegetali e animali per il riequilibrio ecologico. Serviranno circa 200mila euro. Per lo sfalcio dei prati, operazione che i tecnici del Parco de niscono necessaria per la conservazione della biodiversità vista l’assenza di animali erbivori che possano sostituire le macchine trincia-erba, verrà fatto un bando per individuare il gestore. Il mondo ambientalista teme usi turistici. Il direttore del Parco, Massimiliano Costa, fa
MAX
Max è un giovane pastore tedesco (classe marzo 2023), bellissimo e con pedigree. Docile e dinamico, ama giocare e impara in fretta; è abituato ai bambini (c’è cresciuto insieme), un po’ meno ai suoi simili che non è abituato a frequentare. Ama uscire in perlustrazione ed è già abituato al guinzaglio. Cerca adozione per sempre. Max verrà ceduto sterilizzato. Per informazioni contattate via messaggio il 349 6123736, sarete richiamati!
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Felix è un bellissimo gattino dal manto bianco e nero, ha circa 1 anno ed è davvero adorabile. Cerca una casa per sempre! Contattate il 351 557 5151 per conoscerlo e innamorarvene!
Una foto di Wolfgang Bieck di una delle passate edizioni del festival Nel riquadro la cantante Marianne Mirage, protagonista il 30 aprile in centro a Cervia
Dopo l’anteprima con la mostra di Kadek Armika al Magazzino del Sale (visibile no al 4 maggio), parte il 24 aprile a Cervia “Artevento”, il Festival Internazionale dell’Aquilone, con oltre 200 ospiti provenienti da 50 Paesi e 5 continenti. Artisti del vento, professionisti di fama mondiale e interpreti delle diverse pratiche a tema offriranno al pubblico la più completa rassegna di aquiloni d’arte, etnici, storici, “giganti” e sportivi, in volo lungo un chilometro di spiaggia (a Pinarella). Per l’occasione, è stato allestito in riva al mare un ristorante di pesce «per promuovere e valorizzare la pesca locale dell’alto Adriatico con i sapori tipici della tradizione romagnola». La manifestazione prende il via uf cialmente il 24 aprile dalle 10 con il volo degli aquiloni, previsto no alle ore 18; la giornata iniziale si concluderà con lo spettacolo L’Uomo Calamita di una delle compagnie di circo contemporaneo più rinomate a livello internazionale Circo El Grito, in collaborazione con Wu Ming 2 (tutti i giorni no al 27 aprile al teatro comunale) per un lavoro che mischia illusionismo, musica e letteratura. Il 25 aprile, giornata di memoria collettiva, si aprirà alle 11 con la Cerimonia delle Bandiere, sancita dalla s lata delle delegazioni ospiti e dall’apertura della bandiera mosaico, composta dalle bandiere delle 128 comunità residenti sul territorio, con accompagnamento musicale dell’Orchestra Musical Mente. Alle 14, in memoria del grande artista e maestro del volo inglese Nick James, amico e partecipante al festival sin dagli esordi e a cui è dedicata questa 45esima edizione, si terrà il volo collettivo chiamato Nickelangelo’s party. A seguire, alle 17, l’attesa presentazione dell’opera eolica del Maestro Kadek Armika con performance di teatro danza della tradizione. Quest’anno, con l’Indonesia come ospite d’onore, particolare attenzione verrà data al mondo orientale: alle 17.30 è in programma l’appuntamento East meets West One Sky One World, il display collettivo che presenta l’opera delle delegazioni orientali. L’evento anticipa la consueta rassegna di esibizioni di volo acrobatico a ritmo di musica in solo, coppia e team chiamata Sport Kite Show, prevista alle 18.
LA FESTA
I carri di gesso s lano a Casola Valsenio
Torna La Festa di Primavera e dei Carri di Pensiero di Casola Valsenio, a cui si collega il tradizionale rogo della Vecchia e la Notte della Primavera. Due le date da segnare in agenda: venerdì 25 aprile (con la sfilata pomeridiana dei carri allegorici di gesso) e sabato 3 maggio (con la sfilata notturna). Il centro si animerà con musica, mercatini e stand gastronomici.
Alla Duna degli Orsi si pulisce la spiaggia e ci si conosce
La giornata di sabato 26 aprile avrà ospiti di grande rilevanza, primo fra tutti Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, che porta a Cervia la sua “Orchestra del Mare”. La “ otta” di strumenti musicali ad arco, realizzati dai detenuti del carcere milanese di Isola attraverso il recupero del legno delle imbarcazioni naufragate dei migranti, verrà suonata sulla spiaggia di Pinarella dai musicisti della ForlìMusica Orchestra. Mondadori sarà af ancato dal pescatore Vito Fiorino, cui si deve il salvataggio di 47 migranti durante la tragedia che il 3 ottobre 2013 costò la vita a 368 persone nelle acque di Lampedusa. Per l’occasione, una barca storica del Museo della Marineria di Cesenatico verrà attraccata con le vele al quarto davanti all’area delle esibizioni, diventando il simbolo della giornata. Partecipano inoltre a quest’atteso appuntamento Alessandro Metz, attivista e fondatore di Mediterranea, e il regista Alessandro Rocca, autore insieme a Davide Demichelis del doculm “A Nord di Lampedusa” dedicato all’esperienza di Fiorino attraverso il racconto del destino di alcuni dei naufraghi salvati, che sarà proiettato sulla spiaggia al calar del sole. Al termine di questo signi cativo appuntamento Artevento conferirà a Mondadori e Fiorino il Premio Speciale per Meriti di Volo. La giornata si concluderà con il primo volo notturno “Bussa al Cielo e Ascolta il suono”.
Per il settore sportivo, da segnalare il Campionato Italiano di Volo Acrobatico Cervia’s Cup, a cura di Stack Italia Federazione Volo Acrobatico, e l’enfant prodige Nils Guhl in arrivo dalla Germania, vincitore del 1° Campionato Mondiale di Volo Sportivo a Wei ng in Cina. Per le famiglie sono in programma corsi e spettacoli di circomotricità in spiaggia a cura dell’associazione Sottosopra di Arezzo.
L’aquilonismo è uno sport inclusivo e accessibile a tutti; per questo motivo sarà data grande visibilità al famoso campione americano Connor Doran, affetto da epilessia, nalista alla quinta edizione di America’s Got Talent come volatore di aquiloni sportivi 4 cavi indoor. Doran sarà ospite della giornata di domenica 27 aprile insieme alla delegata alle accessibilità del Comune di Cervia Samanta Farabegoli. Il festival proseguirà no al 4 maggio. Numerosi appuntamenti sono previsti anche per la giornata del 30 aprile, tra cui la travolgente incursione musicale serale nel centro storico di Cervia, una parata delle delegazioni ospiti accompagnata dal Dragone della tradizione cinese e dal toro meccanico dell’artista Doghead da Mutonia. Madrina d’eccezione della serata, la cantante Marianne Mirage, in concerto.
Il secondo e atteso volo notturno sulla spiaggia di Pinarella si svolgerà la sera di sabato 3 maggio, per uno spettacolo multidisciplinare accompagnato dal ritmo coinvolgente della Ganasa Guggen Band del Luganese. Il programma completo giorno per giorno è su artevento.com
Domenica 27 aprile è in programma una nuova giornata di pulizia organizzata da Legambiente in collaborazione con Turbe Giovanili, SeaChange, Pro loco e bagno Duna degli Orsi di Marina di Ravenna, dove è in programma il ritrovo alla ore 10 del mattino. A ogni partecipante verranno forniti guanti e sacchi per pulire la spiaggia, la pineta e la passerella pedonale. Tutto questo mentre si socializza e ci si conosce a vicenda, creando piccoli gruppi e cambiandoli di volta in volta, secondo il format del “Walk & Talk” di Turbe Giovanili. Al termine della camminata sarà offerto un ristoro a tutti i partecipanti e non solo (con sconti sulle bibite al bar e magliette e gadget in palio). Sempre all’insegna del rispetto per l’ambiente e per contenere l’inquinamento, sul gruppo Whatsapp di Turbe Giovanili (con oltre 180 membri) verranno organizzati passaggi in auto.
Tra francobolli, medaglie e cartoline in vicolo Ariani
Inaugurata nei giorni scorsi, resterà allestita fino al 4 maggio in centro a Ravenna (nella sala espositiva di vicolo Ariani 4/A) la mostra “Mosaico del collezionista”, organizzata dal Circolo filatelico numismatico Dante Alighieri di Ravenna in collaborazione con quello Vincenzo Monti di Alfonsine. L’iniziativa vuole essere non solo una celebrazione della passione per la raccolta, ma anche un invito alla scoperta della memoria, della storia, della creatività e delle emozioni che ogni collezione porta con sé. Il percorso espositivo si articola in sette sezioni tematiche che intrecciano storia, arte, società, spiritualità, economia, trasporti e tempo libero. Ogni sezione ospita una selezione di oggetti rappresentativi di diverse categorie collezionistiche: francobolli, cartoline, banconote, medaglie, figurine, giochi di carte, modellini, oggetti vintage e altro ancora. Dalla storia d’Italia all’iconografia sacra e profana, dalle cartoline illustrate di Ravenna alle figurine Panini, dalle banconote della lira ai gettoni telefonici, la mostra offre uno sguardo ampio e trasversale su cultura, passioni e stili di vita del passato e del presente. La mostra rimarrà aperta fino al 4 maggio tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. L’ingresso è gratuito.
24-30 aprile 2025
opo Marcotulli-Moroni il omunale di ussi per rossroads ospita la iccola rchestra guidata da eppe Ser illo
Dopo già numerose tappe nel ravennate, oltre che in tutta la regione, l’edizione 2025 del festival itinerante Crossroads arriva a Russi. Giovedì 24 aprile alle ore 21 il teatro comunale della cittadina romagnola accoglierà la presenza di Rita Marcotulli e Dado Moroni, due dei più blasonati pianisti del jazz italiano, per un duetto in cui tutto può accadere.
Mercoledì 30 aprile (ore 21) appuntamento di nuovo al Comunale di Russi, il cui palco ospiterà
POP
il concerto degli Avion Travel, ossia Peppe Servillo (voce), Mimì Ciaramella (batteria), Peppe D’Argenzio (sax), Ferruccio Spinetti (contrabbasso) e Alessandro Gwis (pianoforte, tastiere).
La storia degli Avion Travel (o meglio della Piccola Orchestra Avion Travel) inizia a Caserta nel 1980. Da allora, 45 anni vissuti tra rock, pop-jazz, new wave, ma anche attività in ambito teatrale e cinematogra co. Info: crossroads-it.org.
AL BRONSON CEMENTO ATLANTICO E CLAP! CLAP!
Mercoledì 30 aprile (ore 21.45) il Bronson di Madonna dell’Albero propone un viaggio del mondo tra field recording e campionamenti, con i live di Clap! Clap! e Cemento Atlantico. Cristiano Crisci, in arte Clap! Clap!, è un produttore e dj noto per il suo mix di musica elettronica e field recording provenienti da svariate parti del mondo. Le sue produzioni spaziano tra lap-top music e suoni etnici. Cemento Atlantico (nella foto) presenta live il suo secondo album per Bronson Recordings, Dromomania: irrefrenabile desiderio di viaggiare, la musica come tradizione rituale collettiva in una rete di linguaggi analogici e digitali. Info: bronsonproduzioni.com.
I toscani Mario Mario presentano il debutto discogra co al bagno Polka di Marina Romea
Venerdì 25 aprile (ore 17) il bagno Polka di Marina Romea ospiterà il concerto dei Mario Mario, gruppo etno-funk proveniente da Prato. Nati dall’incontro dei cinque componenti durante delle jam session, decidono di mettere nero su bianco la spontanea connessione raggiunta improvvisando insieme. A ottobre 2024 è uscito il loro primo ep, Aurelia, che porta l’ascoltatore in un viaggio musicale lungo la costa toscana, ispirato a luoghi iconici. Con un mix fresco di etno-funk e world music, il sound trasporta subito in un’atmosfera estiva. Ispirati da artisti come Nu Genea, Parcels e Calibro 35, i Mario Mario danno il meglio dal vivo: i pezzi del disco sono registrati in presa diretta ed esplodono in improvvisazione e sperimentazione di pura energia.
Lunedì 28 aprile (ore 21) la rassegna Ravenna Musica sarà al Teatro Alighieri, dove si esibirà il duo composto dal pianista Roberto Plano e dal violinista Domenico Nordio. Entrambi hanno iniziato la carriera giovanissimi, per poi fare incetta di premi e apprezzamenti in tutto il mondo. Plano è stato addirittura definito dal Chronicle il “Pavarotti del pianoforte” per il suo lirismo, considerato l’erede di Rubinstein e Horowitz, nonché uno tra i più grandi interpreti di Scriabin. Il programma della serata ruota attorno a tre compositori, protagonisti di una delle più romantiche vicende sentimentali della storia della musica: Robert Schumann, Clara Wieck, sua moglie nonché pianista di talento e impegnata in una intensa carriera concertistica, e Johannes Brahms. Saranno proposti 3 Romanze op. 22 di Clara Schumann, Scherzo in do minore per la Sonata F-A-E e Sonata n. 3 in re minore op. 108 di Johannes Brahms, Sonata n. 3 e 3 Romanze op. 94 di Robert Schumann. Info: angelomariani.org.
Da Taiwan i Mong Tong al Clan Destino di Faenza tra folklore, ambient e psichedelia
Venerdì 25 aprile (ore 22) il Clan Destino di Faenza ospita sul proprio palco il live dei taiwanesi Mong Tong. Si tratta di un gruppo composto dai fratelli Hom Yu e Jiun Chi. Le loro influenze si ritrovano nella “musica Dianziqin”, le colonne sonore di videogiochi, i suoni più psichedelici, unendo queste ispirazioni con il folklore taiwanese. Insomma, un sound eclettico – si spazia dalla psichedelia al tribal ambient, dall’hypnagogic pop all’elettronica – che ha trovato casa presso l’etichetta Guruguru Brain. Entrambi sono tornati a Taipei nel 2017, dopo aver terminato gli studi e in breve tempo hanno iniziato a esplorare la loro reciproca ossessione per l’arte taiwanese ispirata all’occulto e per l’immaginario superstizioso vintage, incanalandola attraverso la musica. Mong Tong significa molte cose in cinese, ma la traduzione che hanno scelto per adattarsi alla loro musica è “il lato orientale dei sogni”.
FOLK
Al Mama’s la musica celtica dei Morrigan’s Wake
Sabato 26 aprile (ore 21.30) al Mama’s Club arrivano in concerto i Morigan’s Wake. Il 2025 scandisce il 44° anno di attività del gruppo ravennate che può a ben diritto considerarsi tra i gruppi pionieri e più longevi nell’ambito della musica celtica in Italia. Il repertorio si è via via spostato, nell’arco di questi anni, dalla musica bretone a quella irlandese, passando attraverso incursioni nella musica popolare padana per poi approdare in modo più convinto alla musica scozzese. Oggi il loro concerto è un’alternanza di danze (jig, reel, polka), di ballate e di slow air arrangiate ora in maniera tradizionale ora dando sfogo a licenze compositive che comunque rimangono ancorate agli schemi della musica tradizionale dell’area celtica del nord-Europa. Morrigan’s Wake ha all’attivo sette album, una sorta di viaggio musicale che, partito dalla pianura Padana, approda in Scozia e in Irlanda per poi attraversare l’Atlantico e giungere in America, per poi ritornare in Europa. Info: mamasclub.it.
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Martedì 29 aprile doppio appuntamento a Piangipane
Martedì 29 aprile (ore 21) al Teatro Socjale di Piangipane – nell’ambito della rassegna Al Socjale organizzata da Ravenna Teatro – andrà in scena il lavoro di Lady Godiva Teatro/Epica dell’Acqua dal titolo OlmO. Io corro per vendetta, di Eugenio Sideri, interpretato da Enrico Caravita.
«Quando Alberto Marchesani, runner e inventore dell’Epica dell’acqua, mi ha parlato di queste competizioni, ho pensato che fossero dei matti. Chi te lo fa fare, mi dicevo, di correre nel deserto per sei giorni consecutivi? Nemmeno i premi, irrisori. La s da con se stessi? Con la Natura? Poi ho conosciuto Marco Olmo. E a lungo, con Alberto, ci siamo di nuovo confrontati. Forse ho capito. E ho iniziato a scrivere». È così che Eugenio Sideri – drammaturgo, scrittore e regista che da oltre trent’anni scrive per la scena e che ha fondato, nel 2001, Lady Godiva Teatro – descrive la genesi di uno spettacolo che ci porta a correre dentro noi stessi, nei nostri tracciati sotto pelle, in quella s da perenne con le nostre paure che solo noi possiamo affrontare e provare a superare. Dopo lo spettacolo, Sideri presenterà il suo libro dal titolo Kraugè. Tre tragedie moderne (Pendragon): in tempi come questi, dove lasciarsi il passato alle spalle è diventata una moda, l’autore decide di fare una scelta controcorrente, utilizzando il suo teatro in maniera politica e soprattutto sociale. Da questa consapevolezza nascono i tre spettacoli raccolti in queste pagine (kraugé, dal greco antico: il “grido”, che può essere lamento o anche protesta).
“L’INFANZIA
Lunedì 28 aprile (ore 18) la rassegna Storie di Ravenna prosegue al Teatro Rasi con l’appuntamento dal titolo L’”infanzia” di Ravenna. Educazione, socialità e assistenza dall’Unità agli anni Settanta. Dalle prime colonie estive agli asili nido, dagli istituti di beneficenza alle lotte per i servizi sociali, passando per la pedagogia di regime: una storia della città attraverso le politiche, l’immaginario, le speranze e le ideologie rivolte all’infanzia e all’educazione, lungo un ‘900 che ha vissuto trasformazioni radicali nella vita famigliare. Partecipano Giancarlo Cerasoli Giovanni Gardini, Fabio Lelli, Alessandro Luparini e Laura Orlandini. Regia di Alessandro Renda.
Insieme al regista, alla presentazione interverranno lo storico Andrea Baravelli, la giornalista di R&D Federica Angelini e gli attori di Lady Godiva Teatro Enrico Caravita e Carlo Giannelli Garavini. Info: ravennateatro.com.
LA RASSEGNA
Paolo Cavassini narra il regista Georg Pabst alla libreria Scattisparsi
Sabato 26 aprile (ore 18), alla libreria Scattisparsi di Ravenna si terrà un nuovo incontro della rassegna I sabati a Scattisparsi (curata da Ivano Mazzani), dal titolo Faust - Paracelso. Georg Wilhelm Pabst fra arte e potere, tecnica e barbarie. Stimolato dall’ultimo romanzo di Daniel Kehlmann (Il regista, Feltrinelli, 2023), affascinante puzzle narrativo che scava nei recessi più oscuri e drammatici della storia tedesca, Paolo Cavassini racconterà al pubblico la storia di questo “destino tedesco”, soffermandosi sul contesto politico-artistico e sui personaggi che gli fecero da cornice. La vicenda del regista George Wilhelm Pabst, Pabst “il rosso”, il regista di Westfront 1918, Lulu, La via senza gioia, il pigmalione di Louise Brooks e Greta Garbo, rappresenta probabilmente un unicum, un patto faustiano di un grande uomo di cinema (suo il capolavoro Paracelso) e umanista mitteleuropeo con il regime hitleriano.
In occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione, Accademia Perduta/Romagna Teatri presenta in anteprima nei teatri della Romagna, Mo i tira a te!, nuovo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Maurizio Casali, tratto dal suo omonimo romanzo.
Il lavoro, dopo Forlì, andrà in scena, sempre alle 21, sabato 26 aprile al Masini di Faenza, domenica 27 al Goldoni di Bagnacavallo e lunedì 28 al Comunale “Walter Chiari” di Cervia. Si tratta di una vicenda umana sullo sfondo della tragedia del ventennio fascista, tra spie, gerarchi spietati, improbabili partigiani, donne coraggiose, soldati disperati, in un susseguirsi di episodi comici e drammatici.
L’OMAGGIO
“Saturno, glio d’Anarchia” al Cisim
Sabato 26 aprile (ore 21) al Cisim di Lido Adriano va in scena Saturno, figlio d’Anarchia, di Cesare Albertano e Luigi Dadina, con in scena lo stesso Dadina e Paolo Baldini alle musiche (nella foto). Le illustrazioni sono di Davide Reviati, produce Albe/Ravenna Teatro. Lo spettacolo si pone com il ricordo di un intellettuale ravennate, Nino Saturno Carnoli, che ha speso la sua vita tra politica, arte, ricerca storica e insegnamento. Un rito della memoria, un cerchio unico per attori e spettatori, tutti immersi nella stessa luce. Info: ccisim.it.
L attore drammaturgo e regista teatrale alle prese con un racconto molto strati cato nel quale si individuano personaggi ispirati a conoscenti e luoghi legati alla “sua” Ravenna
D’emblée, il primo romanzo di Gianfranco Tondini (La spirale di Fermat, Fernandel), attore, drammaturgo e regista teatrale, è la storia di un fallimento amoroso – con possibile punto interrogativo nale lasciato all’immaginazione dei lettori. Ma questo è soltanto uno dei livelli di scrittura presenti nel testo. Un secondo, altrettanto importante e, per la sua estensione, certamente dominante, è quello che racconta che cosa sono, anche, il mondo e il mercato dell’arte. Ma vi sono pure altri livelli, che vedremo tra poco. Naturalmente anche il titolo e l’esergo sono importanti. La spirale di Fermat fu descritta dal francese Pierre de Fermat (1601-1665), consigliere al parlamento e avvocato, ma appassionato di matematica, che si occupò inoltre, come Blaise Pascal, del calcolo delle probabilità in problemi di giochi d’azzardo (e si vedrà, a proposito dell’episodio dell’opera di Brancusi, come l’azzardo c’entri molto col nostro romanzo). La spirale di Fermat è una spirale doppia di tipo archimedeo, conosciuta anche come spirale parabolica, i cui due bracci si sviluppano in direzioni opposte, senza mai intersecarsi. Come accade ai due protagonisti, Wainer e Sara: prima lui insegue lei, poi lei, lui, senza mai incontrarsi. E la spirale avrebbe segnato il cammino di avvicinamento all’opera di Land Art del grande artista Reinhard Bohrst, One Thousand Primordial In xions, protagonista assoluta del romanzo, che si sarebbe dovuta realizzare in cima a una collina, comprata per procura, ma coi suoi soldi, ahimè, da Waimer: una spirale «che salendo concentricamente lungo i anchi della collina avrebbe portato il pubblico no alla sua sommità e poi, grazie alla curva centrale del suo disegno, lo avrebbe ricondotto in basso, lungo un’analoga e parallela spira discendente», in una sorta di «rito collettivo che evocava ricorrenze binarie di armonie universali». Bohrst, nome ttizio, è, nella nzione del testo, uno dei più importanti artisti sulla scena internazionale, le
cui opere, «Debordanti dal genere della Land Art […] competevano con la natura».
Un altro livello di lettura è il fatto che molti dei personaggi del romanzo sono liberamente ispirati a persone e amici conosciuti dall’Autore. Alcucni ne escono bene – come Fausto Fori alias Marcello Landi –, altri un po’ meno; di altri posso supporre solo il camou age: chi sono, ad esempio, Riccibitti e la Trilussa?
Dalla galleria Ninapì all’Icom di Parigi, per un gioco tra fin ione e rea t
Anche alcuni luoghi – quarto livello – sono reali, legati alla città in cui l’Autore vive, Ravenna. Tra questi, in primis, la Galleria Ninapì, storico luogo d’incontro di artisti di tutto il mondo ospitati da quella straordinaria gura di proprietario che era Nando Randi; galleria messa in vendita dopo la sua scomparsa, acquistata, ristrutturata e riaperta nel 2021, come Fondazione Sabe per l’Arte, da Norberto Bezzi e da Mirella Saluzzo. O Palazzo Testoni, che un ravennate non fa molta fatica a identicare con Palazzo Rasponi dalle Teste. Un altro luogo citato è l’Accademia di Belle Arti di Ravenna, recentemente statalizzata, frequentata dalla giovane assistente di Wainer, Raniera. Un quinto livello di lettura sono i nomi di alcuni artisti e personaggi reali citati nel romanzo. Tra questi, John Surman, musicista jazz britannico, Reiner Ruthenbeck, artista tedesco, Ad Reinhardt, pittore U.S.A., Barbara Giorgis, artista, Mathieu Wilhelm, presentatore televisivo, Véronique Lamquin, cheffe du pôle Idées di «Le Soir», Louise Majorelle e André Sornet, entrambi designer francesi, i CaCO3, gruppo di artisti mosaicisti operanti a Ravenna: Âniko Ferreira da Silva, Giuseppe Donnaloia e Pavlos Mavromatidis, Margherita Chiarva, fotografa; appare persino una storica rivista musicale come «Muzak», fondata a Roma nel 1973 con primo direttore Giaime Pintor. Un gioco, dunque, tra nzione e realtà.
Quello di Wainer dovrebbe essere uno dei mestieri più difcili – ma fors’anche più belli – del mondo, dal momento che riunisce, in concordia discors, «due aspetti solo all’apparenza dif cilmente compatibili. Da una parte il commercio, guidato dal principio dell’azione e del possesso, e dall’altra il puro piacere della contemplazione, che si irraggia attraverso il passivo distacco materiale». Tondini ci spiega molto bene, dal punto di vista del funzionamento biologico del nostro organismo, che cos’è quest’ultima: «Durante la contemplazione estetica […] il cervello si dispone nel cosiddetto stato di riposo […] il Default Mode Network […] durante il quale è tutt’altro che a riposo, poiché l’aumento del metabolismo permette una particolare sincronia fra diversi gruppi neuronali. Ben cinque regioni cerebrali […] si accendono e attivano fra loro intense connessioni, le più utili a sollecitare […] l’elaborazione introspettiva. Gli impulsi all’azione sica si spengono e il cervello entra in una modalità di funzionamento chiamata ristoratrice, che grazie anche alla generosa erogazione di oppioidi endogeni, le endor ne, infonde all’atto della contemplazione un piacere appagante, unico […] il piacere estetico […], un piccolo Nirvana concesso a pochi». Così come anche la professione di Sara sarebbe invidiabile, essendo funzionaria presso l’ICOM (International Council of Museum) a Parigi, organismo dell’Unesco istituito per creare iniziative e relazioni diplomatiche fra i musei di tutto il mondo, con l’incarico di occuparsi delle complesse questioni riguardo alle restituzioni di opere rubate. Ma il lavoro, da solo, ci fa capire l’Autore, non basta se non c’è anche l’amore. Ed ecco, in cauda, una brevissima sinossi del romanzo. Apparentemente rovinato dall’improvvisa scomparsa di Bohrst, con tutto il peso di una collina, appena acquistata, sul groppone, Wainer, personaggio troppo ducioso degli altri e, perciò, in balia degli eventi, si trova tra le mani la possibilità di acquistare, giocando al ribasso e facendo nta di non riconoscerne l’autenticità, un’opera di Brancusi, uno dei più importanti scultori del Novecento. Wainer nirà per scoprire che anche questo tentativo di recuperare i soldi della collina non è altro che un fatale abbaglio. Sara, dal canto suo, per tentare di risolvere una brutta faccenda scoppiata a seguito del furto di due Rembrandt – uno dei quali, A Young Man, Perhaps the Artist’s Son Titus, era in realtà una copia che il museo proprietario aveva sempre esposto come vera e, svelarlo, avrebbe infranto «la credibilità dei musei, il loro capitale più prezioso» – nisce con l’essere scelta dai suoi capi per consegnare il denaro agli autori del furto. Tutto ciò, af ancato da una serie di altri eventi che vedono la comparsa di personaggi collaterali, come l’esilarante Johnny Potenza, fautore della corrente dell’arte imitativa, consistente nel riprodurre esattamente le opere di altri artisti, una sorta di borgesiano Pierre Menard. Wainer ha un disastroso incidente sulla sua collina, mentre Sara vive un altro tipo di disavventura, di natura espressamente femminile, quasi che entrambi dovessero attraversare il dolore per ottenere una liberazione catartica dai loro fallimenti. Wainer e Sara saranno destinati a un’eterna spirale di Fermat? A mai più incontrarsi? Chi leggerà, vedrà (forse…). Un’ultima cosa: essendo chi scrive un malato di architettura, ho apprezzato molto il passo in cui si cita la sede dell’ICOM, istituzione, come detto, per cui Sara lavora, collocato nella sede parigina dell’Unesco, un «edi cio celebre, brutalista, grande e incombente, scarsamente ingentilito dalla triplice facciata concava». Realizzato tra il 1955 e il 1958 su progetto di Marcel Breuer, Pier Luigi Nervi e Bernard Zehrfuss, l’edicio s’inserisce perfettamente in questo momento di riscoperta e celebrazione di un movimento architettonico, il Brutalismo, che solo gli esperti conoscevano, prima che un lm, eccessivamente osannato, lo rendesse noto al grande pubblico.
Che stupido, dimenticavo l’esergo di Nathan Shaham: «L’amore è egoismo esteso. | Le nostre azioni sono assurde. | I nostri fallimenti sono privi di senso». Con questo viatico, forse non vi è da sperare in un happy end
di Francesco Della Torre
American Gigolò (di Paul Schrader, 1980)
Ogni mese sarà compito di questa rubrica proporvi dei classici da rivedere in streaming, vuoi perché siano stati un po’ dimenticati, sottovalutati o rimasti nascosti; o più semplicemente in occasione di anniversari o ancor più banalmente per un legame rispetto a un articolo di cronaca. In questi giorni è stata ritrovata la foto originale che compare, ovviamente ritoccata, nella scena nale di Shining, ma del capolavoro di Kubrick (e della sua edizione più lunga) ne abbiamo parlato. La morte di Clem Burke, batterista dei Blondie, mi ha portato alla scena iniziale di un cult da riscoprire. Richard Gere alla guida di una Mercedes-Benz R107, proprio sulle note di Call Me dei Blondie, arrangiata da Giorgio Moroder, dà l’inizio al lm di Paul Schrader, già sceneggiatore dei capolavori di Scorsese Taxi Driver e Toro Scatenato. La storia è apparentemente molto semplice, e parla del gigolò Julian Kay, amato, bello e facoltoso, che incontra la bellissima moglie di un senatore, e, quasi contemporaneamente, apprende della morte violenta di una sua cliente, da una coppia depravata procurata da un magnaccia estremamente losco. L’evolversi delle indagini prende la direzione che Julian non vorrebbe, e presto appare palese che ci sia sotto un meccanismo atto a incastrarlo. Il lm si identi ca totalmente in Gere, attore “nuovo” solo al grande pubblico perché reduce da I giorni del cielo di Terrence Malick, anche se curiosamente per la parte del protagonista erano stati sentiti sia Christopher Reeve, sia soprattutto un John Travolta probabilmente ancora incollato al ruolo di Tony Manero, cardine in quegli anni. Tornando ad American Gigolo, i ritmi compassati con cui si sviluppa la storia donano un perfetto senso di inquietudine e incertezza che avvolgono un protagonista che nella prima parte è presentato come un immortale. Dopo quarantacinque anni esatti non possiamo non notare che i primissimi anni ottanta siano stati un periodo stilisticamente interlocutorio, perché il mondo nito degli anni settanta cede il posto all’estetica del nuovo decennio, a cui questo lm (involontariamente) contribuisce in maniera determinante. Anche gli arrangiamenti di Moroder, partendo dal pezzo di un’icona post-punk come Blondie, indugiano moltissimo su suoni metallici ed elettronici che diventeranno, da lì a poco, il marchio di fabbrica di un nuovo genere musicale, n lì in Italia quasi inesplorato. American Gigolò, mi si passi il volo pindarico, rappresenta un ponte tra Taxi Driver e i più cotonati e spensierati anni ottanta. Qui però si tratta di un ponte davvero indispensabile, sul quale restare a lungo. Curiosità: qualche anno fa venne realizzata una seriesequel, con nessuno degli autori e attori originali, interrotta dopo un’anonima prima stagione e prontamente nita nel dimenticatoio.
di Francesco Farabegoli
Neffa - Canerandagio Parte 1 (Numero Uno 2025) Come tutti quanti anche io ho avuto un periodo in cui ascoltavo una o due puntate del podcast di Alessandro Barbero al giorno, e quindi – come tutti quanti – sono affascinato all’idea di quanto poco ci si possa af dare, nello studio della storia, alle testimonianze di chi c’era. Prendete il caso di Neffa, che la scorsa settimana è tornato con un disco rap per la prima volta da 25 anni a questa parte. Da quando l’ha annunciato è partito un conto alla rovescia febbricitante in giro per i canali, alimentato da tutte le persone che sono cresciute con il mito di Neffa, dei Sangue Misto e di SxM: l’MC, il gruppo e il disco più importanti della storia dell’hip hop italiano, secondo molti appassionati del genere. Poi sono uscite interviste allo stesso Neffa, nei giorni a ridosso del disco, e la sua percezione di quel periodo così glorioso e seminale è tutta diversa: i dischi faticavano a vendere, i concerti erano mezzi deserti e la concorrenza vendeva dieci o venti volte tanto. Se lo chiedete a me, ho un altro ricordo: gente insospettabile innamorata di quel disco, la cassettina dei Messaggeri che girava da uno stereo all’altro, concerti belli pasciuti. Qual è allora la vera storia di quel periodo? Boh. Il nuovo disco di Neffa parla anche di questo. È il disco di una persona che ha deciso di tornare a fare il rap, ha deciso di farlo alle sue condizioni e di assumersene la responsabilità; è anche il disco di un pubblico che ha sempre pensato una cosa e ora forse non è pronto a pensare il suo opposto, e sono in tanti a mettere giù critiche che hanno in fondo una loro legittimità – il ow è arrugginito, le produzioni sono troppo spartane, ci sono troppi guest? Sì/no. I dischi vivono della percezione del loro pubblico: quelli che riescono a farsi capire riescono anche a farsi apprezzare, e diamo per scontato che l’obiettivo di chi fa musica sia di essere capito dalla gente che l’ascolta. Ma non è detto che debba essere così, giusto?, e se si riesce ad accettarlo forse si può iniziare a pensare la musica in un modo più astratto ed eccitante. È quello che mi succede quando rimetto su il nuovo disco di Neffa, che condivide con me un certo senso di spossatezza derivante da questo continuo pensare al tempo stando nel tempo e lottando contro il tempo – in questo, un disco stimolante come poche altre cose abbia ascoltato da mo’.
Cos’è Orbital ? Potremmo dire che è un oggetto volante non identificato. Non è un romanzo con una trama ordinaria, non è sicuramente un saggio, non è un libro di poesia anche se è a tratti molto poetico, è ambientato nello spazio ma non è un romanzo di fantascienza. Quindi che cos’è? Il romanzo scritto da Samantha Harvey e vincitore del Booker Prize, il più rilevante premio letterario britannico, è qualcosa di diverso dal solito. Forse proprio per questo sta piacendo a chi legge tanti romanzi. I libri, leggendone molti, possono a tratti somigliarsi gli uni con gli altri. Può capitare di pensare a una scena e chiedersi «dove l’avevo letta? Era in quel libro oppure in quell’altro?». Beh, questo sicuramente non succede con Orbital Il racconto ha come protagonisti sei astronauti su una stazione spaziale che ruota attorno alla Terra. Un tema molto affrontato nella letteratura di fantascienza. Qui però non ci sono misteriose minacce, alieni, imprevisti tecnici, intelligenze artificiali: niente di tutto questo. C’è solo la quotidianità di una vita lontana dal mondo, con una routine fatta di pasti liofilizzati e palestra per non perdere massa muscolare, ci sono i movimenti lenti e privi gravità e gli esperimenti scientifici al microscopio, c’è la nostalgia di casa, e la meraviglia di vedere il mondo scorrere sotto di loro, con i suoi oceani e i suoi deserti. La struttura circolare del romanzo – con le sue sedici orbite complete intorno alla Terra in un solo giorno –diventa metafora del tempo che scorre e si ripete, ma mai uguale. Ogni personaggio, pur nel silenzio e nella routine della vita in orbita, rivela un universo interiore complesso, fatto di memorie, desideri, paure e una nuova consapevolezza della bellezza terrestre. Harvey non cerca il realismo tecnico o la suspense, ma punta a un’introspezione profonda, quasi spirituale. Il linguaggio, misurato e musicale. La stazione spaziale diventa così un microcosmo di convivenza possibile, fragile ma reale. La scelta di far parlare i personaggi in modo sottile e spesso indirettamente accentua l’intensità delle emozioni. Orbital è, in definitiva, un inno silenzioso al pianeta terra, e a ciò che ancora possiamo imparare osservandola da lontano. Un atto d’amore per il piccolo e meraviglioso pianeta in cui ci siamo trovati a vivere. Perché in fondo «e in quei momenti arriva il pensiero: senza la Terra siamo finiti. Non potremmo sopravvivere un secondo senza la sua grazia, siamo tutti marinai su una nave in un mare scuro, profondo, impenetrabile». * scrittore
In degustazione (per voi): sangiovese Vedonero e albana in anfora Ultra
Tra i vini de La Via del Colle abbiamo scelto di degustare il Sangiovese Forlì Igt Vedonero 2020, e il Bianco Forlì Igt Ultra 2023. Il primo, imbottigliato solo nelle annate ritenute migliori, è una selezione di uve provenienti da una vigna di oltre 40 anni e, fin dall’etichetta un po’ joydivisiana, si pone come un vino ieratico, di gran classe, da meditazione ma pronto a sentirsi a suo agio anche in compagnia di una piada con formaggio. Bello il naso, con la tipica viola, ma anche prugna, frutti di bosco e una nota di tabacco. Il tannino è perfettamente integrato in un corpo solido e di gran tenuta, sontuosa la freschezza, che lo rende di grande beva. Siamo in presenza di un sangiovese che surclassa in scioltezza una gran fetta di suoi colleghi.
L’Ultra invece è l’albana che La Via del Colle fa maturare per sei mesi sulle bucce in qvevri, ossia l’anfora georgiana. Qui (dopo essersi trovati nel bicchiere un colore ramato molto invitante) è il naso a rivelarsi davvero uno sballo, con fiori e frutti gialli, anice stellato, erbe aromatiche, con un sentore di crosta di pane. Al palato è avvolgente – il mio consiglio è di berla non a bassissime temperature, 14-15 gradi –, c’è una tensione vibrante molto piacevole, data anche da una presenza alcolica importante (14%), equilibrio da manuale. (al.fo.)
cando di capire cosa mi piace di più e cosa meno, per cui il numero di referenze rispecchia un po’ questo bisogno di sperimentare, di capire e di lasciare andare. E comunque il limite è anche il vigneto stesso, visto che stiamo parlando di uve che di solito impiegano 10, 12 anni prima di diventare interessanti; ciò mi stimola a guardare avanti ma allo stesso tempo mi costringe a vini care alcune uve che non amo e che aveva piantumato mio padre in passato, quando magari c’era la moda degli internazionali».
Apriamo qualche bottiglia?
«Albana e sangiovese sono quelli che ci rappresentano di più. Provengono dallo stesso vigneto di
42 anni. L’albana si chiama Ultra, in due versioni, entrambe macerate e in anfora – una georgiana, l’altra toscana –. Il Vedonero, selezione di sangiovese, fa 18 mesi in cemento crudo, poi 6 mesi in anfora. Dagli altri vigneti produciamo i vini base e gli ancestrali».
A Ravenna dove si possono trovare i vostri vini?
«Da Campovinato e da Farcia. Sulla piadineria Farcia val la pena spendere due parole in più, perché è proprio grazie all’attenzione di persone come Mattia (Pulini, il gestore, ndr) che tutta la liera dei prodotti agricoli artigianali può farsi conoscere, dando vita a un circolo virtuoso».
Le migliori carni
A cura di Angela Schiavina
Ingredienti (per 12 sof oni). Per l’impasto: 2 uova medie; 1 tuorlo; 300 g di farina 00; 80 g di zucchero; 50 ml di olio Evo. Per il ripieno: 400 g di ricotta di pecora; 100 g di zucchero, 4 uova medie; 1 scorza di limone; zucchero a velo.
Preparazione. Ricordatevi di porre la ricotta di pecora in un colino a maglie strette e farla scolare per almeno 2 ore, af nché rilasci il suo siero. Dedicatevi quindi alla preparazione della pasta: prendete una ciotola capiente e versateci la farina, a cui andrete ad aggiungere lo zucchero, l’olio e le uova più il tuorlo. Impastate no ad ottenere un panetto liscio e sodo, che avrà una consistenza simile a quella della pasta all’uovo e che avvolgerete nella pellicola trasparente e lascerete riposare a temperatura ambiente per circa 30 minuti. Nel frattempo preparate la crema: grattugiate la scorza di un limone e mettetela da parte in una ciotolina. Dopodiché separate i tuorli dagli albumi, versateli nella tazza di una planetaria, unite lo zucchero e azionate no a ottenere un composto chiaro e spumoso. Se non possedete una planetaria, potete utilizzare uno sbattitore elettrico o una frusta a mano. Ora stendete la pasta no a che non raggiungerà uno spessore di circa 3 mm Dividete la sfoglia in 12 quadrati, che misureranno 10x10 cm e ungete con il burro uno stampo da muf n (o i pirottini di alluminio monoporzione) aiutandovi con un pennello. Dopo avere unto lo stampo, spolverizzatelo leggermente con la farina e iniziate a sistemare i quadrati di sfoglia all’interno degli spazi, assicurandovi di lasciare fuori i lembi. Quindi versate circa 60 g di crema dentro ogni quadrato di pasta. Dopo aver versato la crema, ripiegate i lembi verso l’interno, senza però sigillarli. Dopo aver riempito tutti e 12 gli stampi, infornate in forno statico già caldo a 180° per 30 minuti; una volta trascorsi i primi 30 minuti abbassate la temperatura a 160° e cuocete per altri 35 minuti (se usate un forno ventilato, cuocete a 160° per 20 minuti e poi abbassate la temperatura a 140° e cuocete per altri 25 minuti). Quando i sof oni risulteranno ben dorati, saranno pronti. Lasciateli intiepidire e sformateli. Spolverizzate i vostri sof oni abruzzesi con lo zucchero a velo e serviteli!
A cura di Alessandro Fogli
Visto che secondo me non ci siamo lontanti, vorrei citare l’Apocalisse. Conoscete il capitolo11, versetto 18? No? Ve lo cito io: “Dio porterà la rovina a coloro che distruggono la sua creazione”. Ecco, secondo me il nostro pianeta è una sua creazione, no? A buon intenditor... Rimanendo in tema, anche il rispetto della natura mi sembra una buona pensata di questi tempi, cosa che ad esempio fa l’imolese Ca’ dei Quattro Archi con i suoi vini. Il Ligrèza, per dirne uno, è artigianale n dall’etichetta, con l’anno della vendemmia (nel mio caso 2023) scritto a mano su ogni boccia. Siamo di fronte a un bianco da uve 85% Trebbiano di Romagna, 15% Malvasia e altre autoctone. Nemmeno un ettaro di vigna, macerazione sulle bucce, nessuna ltrazione. Bel naso fresco, al palato l’impatto è un po’ strong, poi diventa più docile. Mineralità? Oh sì. Da Campovinato.
Le macellerie propongono carni selezionate e una ricca scelta di preparazioni in aiuto a coloro che hanno poco tempo da dedicare alla cucina: hamburger, salsicce, mezzelune ripiene e spiedini classici di carne e verdure, o versioni più aromatiche e fantasiose di maiale marinato agli agrumi, o di castrato e preparazioni gastronomiche su prenotazione, come arrosti e pollo grigliati. La nostra proposta vuole catturare il gusto attraverso sapori sempre diretti e veraci e offrire un servizio in linea con i tempi. «Con la seconda apertura di Russi ho scoperto un luogo dove la vita sembra scorrere più lentamente rispetto ai ritmi frenetici di Ravenna e mi sono accorto che i cittadini, nella loro spesa quotidiana, ricercano prodotti di ottima qualità. Le compere si fanno al mattino, tra botteghe e mercato, il “Diavolo delle Carni” colloca qui la sua offerta in grado di coniugare la tradizione della spesa fresca giornaliera con la sicurezze del prodotto controllato e verificato della normativa di oggi». Diego Trombini
propria qualifica, il proprio ruolo e partecipare in modo attivo ai tavoli di discussione con le altre figure mediche e paramediche, in un’ottica di condivisione e trasversalità tra discipline sanitarie».
Guardando a questo 50esimo anniversa rio, quali sono le riflessioni sul passato e il presente della professione?
«Il settore è cambiato, questo è innegabile. ’avvento dell’e-commerce ha aperto una nuova forma di competizione globale, ma noi abbiamo ancora la fortuna di poter offrire una pratica manuale che nessun sito online potrà mai replicare. Il nostro settore nasce per abbinare un servizio a un prodotto. Il nostro punto di forza poi è la dimensione familiare. Noi da cinquant’anni mettiamo il nostro nome in quello che facciamo e credo che questo sia apprezzato dalla clientela».
E per quanto riguarda il futuro invece?
«L’idea è quella di mantenere saldi i principi che hanno impartito i miei genitori fin dagli albori dell’attività, continuando a offrire un servizio indispensabile alla città con la massima attenzione alla cura e al rispetto del cliente. Aver seguito la strada di nostro padre è sicuramente motivo
di orgoglio, ma comporta anche un grosso senso di responsabilità: essere “figli d’arte” è un vantaggio ma allo stesso tempo ti porta a mantenere sempre un livello alto della prestazione professionale e a preservare la dote morale e etica del lavoro. In un futuro passaggio di consegne l’idea è quella di individuare una figura professionale per la direzione generale, mentre io e Ester manterremo i nostri ruolo di tecnico e responsabile commerciale. Vogliamo garantire ai nostri clienti una continuità e un volto amico da incontrare in ortopedia. Dopo quasi trent’anni di specializzazione da tecnico poi, mi sembrerebbe assurdo reinventarmi come amministratore».
A completare il quadro dell’Ortopedia, ol − tre alla famiglia Spadoni, gli otto dipen denti dell’attività, alcuni dei quali mem bri dello staff fin dal loro primo giorno nel mondo del lavoro.
«Io e Ester siamo entrati in azienda in punta di piedi, integrandoci gradualmente con un gruppo di lavoro che conosceva i nomi dei clienti a memoria, che ha sempre dimostrato grande professionalità e competenza. È anche grazie a loro e al rapporto di fiducia che sono riusciti a instaurare con la città e la clientela che questo cinquantesimo anniversario è diventato realtà».
I servizi offerti dall’Ortopedia Spadoni
• Consulenza dettagliata alla vendita
• Esame baropodometrico computerizzato del piede e del passo (statico e dinamico)
• Servizio Tecnico Ortopedico a domicilio o presso strutture socio-sanitarie e ospedaliere
• Costruzione tutori elastocompressivi su misura per linfedema e lipedema
• Consulenza e riparazione ausili con eventuale servizio a domicilio
• Consegne a domicilio Noleggio di:
• kinetec per mobilizzazione passiva del ginocchio;
• letti elettrici e manuali;
• sollevamalati;
• sollevatori elettrici;
• ponde universali per letti:
• asta portaflebo;
• deambulatori;
• carrozzine pieghevoli;
• stampelle (adulto - bambino);
• magnetoterapia (accessorio materassino);
• tens;
• ultrasuoni;
• bilancia digitale per neonati.
Principali categorie merceologiche e prodotti trattati
• Calzature su misura, calzature anatomico mposanti, calzature per bambini, calzature predisposte al piantare
• Calzature per piede diabetico, reumatico o con deformità
• Plantari realizzati su misura (su calco gessato o su forma di serie, per piede diabetico, flebologici e riposanti, ad uso sportivo, per bambini, ecc.)
• Collari, presidi e tutori ortopedici
• Busti, corsetti, ausili per ernia, cinture post intervento
• Segmenti in lana: dr. Gibaud
• Articoli per gestanti, corsetteria pre e post parto
• Protesi mammarie e reggiseno per protesi
• Calze elastiche e tutori a compressione graduata: Flebysan, Medi, Venotrain, Sigvaris, ecc.
• Ausili per favorire la mobilità, l’autonomia e per il bagno
• Carrozzine e deambulatori
• Sistemi antidecubito
• Ausili per incontinenza: Tena
• Ausili per la riabilitazione
• Elettromedicali (tens, ultrasuoni, magnetoterapia, elettrostimolaton)
• Misurapressione e aerosol