Palcoscenico 2018-2019

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EDIZIONI E COMUNICAZIONE

Musica Il talento al piano di Filippo Gorini Tecnica del suono ecco BH Audio

Teatro Claudio Casadio Il Churchill di Gabardini L’amica geniale riletta da Fanny&Alexander Giorgina Pi e Bluemotion Spettatori adolescenti Politica in scena

ISSN 2499-0213

prezzo € 0,10

Opera/Danza Il moderno Figaro di Artemis Aterballetto e Bach Paolo Olmi sul podio di Romeo et Juliette di Gounod

Guida alle stagioni dei teatri di Ravenna e provincia


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INTRODUZIONE

Se i teatri si rinnovano e si aprono Per chi si occupa di teatro, lo ama, lo pratica, lo frequenta quest’anno ha portato buone notizie, anzi ottime. Finalmente sono arrivati fondi regionali che, raddoppiati dai Comuni, permetteranno di mettere mano a lavori attesi da tempo in alcuni dei teatri più importanti del territorio. In primo luogo, anche per ragioni di budget, va citato il fatto che finalmente sarà rinnovato il teatro ottocentesco di Brisighella, oggi chiuso al pubblico. Il progetto ambizioso, di cui avevamo parlato anche in queste pagine un paio di anni fa, prevede di trasformarlo in qualcosa di mai visto, un “Teatro del Gusto” che però non dovrà tradire le proprie origini. E poi il Goldoni di Bagnacavallo recupererà il suo Ridotto, un nuovo spazio per la cultura e sappiamo bene come i “ridotti” possano essere preziosi, basti guardare la programmazione musicale nella sala Corelli a Ravenna o di teatro al Masini. Fondi arriveranno anche per interventi importanti all’Alighieri dove si interverrà sul golfo mistico, ma anche sulla platea che diventerà più confortevole per il pubblico. Infine, la grande sfida del Teatro Rasi, per immaginare uno spazio “europeo”, un teatro sempre aperto, modulare, con una platea che possa cambiare letteralmente forma per ospitare spettacoli di ogni genere. E Ravenna Teatro intende farlo tramite una sorta di “chiamata pubblica” alla cittadinanza e alle imprese. Insomma, i teatri anche intesi come luoghi fisici si rinnovano, si aprono, si trasformano per restare quei templi laici delle nostre comunità di cui abbiamo sempre più bisogno per vivere e leggere la dimensione globale che ci circonda.

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1428 del 9 febbraio 2016

Direttore responsabile: Fausto Piazza Hanno collaborato alla redazione: Federica Angelini, Erika Baldini, Roberta Bezzi, Chiara Bissi, Iacopo Gardelli, Serena Garzanti, Enrico Gramigna, Linda Landi, Guido Sani, Serena Simoni, Elettra Stamboulis, Maria Cristina Giovannini (grafica), Gianluca Achilli (grafica) Nella foto di copertina: Una scena da Le nozze di Figaro © Fondazione Festival dei Due Mondi Spoleto - foto ML Antonelli Editore: Reclam Edizioni e Comunicazione srl www.reclam.ra.it viale della Lirica 43, 48124 Ravenna tel. 0544 408312 - info@reclam.ra.it Direttore generale: Claudia Cuppi Stampa: Grafiche Baroncini srl – Sede di Imola www.grafichebaroncini.it

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INTRODUZIONE

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SOMMARIO

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I PROTAGONISTI

Claudio Casadio racconta i suoi quarant’anni con Accademia Perduta

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PROSA

Intervista a Carlo Giuseppe Gabardini autore del Churchill con Battiston

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STAGIONI/1

A teatro con gli adolescenti per conoscerli meglio

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STAGIONI/2

Va in scena la politica: in tanti spettacoli di questa stagione più che mai

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LO SPETTACOLO

I Fanny&Alexander rileggono L’amica geniale di Elena Ferrante

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CONTEMPORANEO

I Bluemotion, tra il Settimo cielo e l’Angelo Mai

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DANZA/1

Un moderno Figaro per Artemis Danza e Monica Casadei

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DANZA/2

La tensione verso l’infinito del Bach Project di Aterballetto

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OPERA LIRICA

Paolo Olmi sul podio di Romeo et Juliette di Gounod

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MUSICA CLASSICA

Filippo Gorini: da Russi un giovane talento del pianoforte

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TEATRO RAGAZZI

Danilo Conti dei Tanti Cosi Progetti e le parole che creano squarci

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DIETRO LE QUINTE

Invisibile ma essenziale: BH Audio e il ruolo dei tecnici del suono

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GENIUS LOCI

Quell’ex magazzino della stazione trasformato nel Teatro Binario a Cotignola

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I PROTAGONISTI

Claudio Casadio e un teatro di passione, emozione e responsabilità verso il pubblico Parla l’attore, autore e regista ravennate tra i fondatori di Accademia Perduta di Federica Angelini

Nel 2019 Accademia Perduta compie i suoi primi quarant’anni. La realtà con sede a Forlì che oggi gestisce sei teatri e produce spettacoli per ragazzi e di prosa che girano per l’Italia e l’Europa fu infatti fondata nel 1979 da Ruggero Sintoni e dal ravennate Claudio Casadio. Da allora se Sintoni si è occupato più della parte organizzativa, Casadio è stato anche attore, regista, autore teatrale e cinematografico. Ora è in procinto di debuttare con un nuovo spettacolo. E da qui cominciamo la nostra chiacchierata, dall’ultima impresa di questa lunga e ricca carriera. Dopo Oscura immensità e Il mondo non mi deve nulla di Massimo Carlotto, eccola di nuovo sul palco con un testo contemporaneo. Cosa dobbiamo aspettarci da questo La Classe? «Si tratta di un testo molto bello di Vincenzo Manna che parla della condizione giovanile. L’ambientazione è quella di un corso di recupero per studenti difficili, che hanno ricevuto provvedimenti disciplinari e le dinamiche tra di loro si intrecciano con la presenza degli stranieri che vivono ai margini della città. È un testo che fa capire che i giovani devono essere interessati, trovare obiettivi per cambiare il mondo, non lasciarsi andare all’indifferenza che oggi è tanto diffusa. Noi eravamo forse più passionali perché le nostre famiglie venivano dalla guerra; oggi i giovani sono più soli ed è importante che la scuola sia in grado di educare all’interesse, altrimenti, senza la voglia di conoscere, istruire rischia di essere come un battere un ferro freddo». Come in Mar del Plata è in scena con molti giovani attori. Qual è il suo personaggio e com’è? In quello spettacolo era davvero spietato... «Sì, lavorare con i giovani mi piace moltissimo. Ci sono veri e propri talenti, come il figlio di Michele Placido e tanti altri, mi piace accompagnarli sul palcoscenico, il loro entusiasmo sarà la forza dello spettacolo. E poi la regia di Giuseppe Marini, sono convinto che La Classe rappresenti una bella proposta. Io sono il preside, è un personaggio che mi piace. È un ex professore, un po’ deluso e disincantato, che ha una sua poesia più intima». Il tema affronta anche l’argomento degli stranieri che vivono nella periferia nel cosiddetto “zoo”, che ricorda la “jungle” sorta vicino a Calais. Si può dire che anche in questo caso ci sia un elemento di impegno civile? «Ci sono elementi tratti dalla realtà, ma la città è inventata. Teatro civile? Sì, penso di sì anche se è una commedia che parla della condizione giovanile in sé. Si ride anche molto. È un teatro che fa pensare, ma non è un pugno nello stomaco come lo era Mar del Plata. È un po’ teatro civile, un po’ un gioco di teatro. Nell’insieme è uno spettacolo giovane, in tutti i sensi».

L’autore teatrale, regista e attore Claudio Casadio

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«Il nostro è un piccolo tentativo di rinnovamento con autori e testi nuovi. È un’operazione difficile, ma che ha incontrato il favore del pubblico»


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Pensato anche per un pubblico giovane? «Noi lo faremo anche per le scuole, abbiamo avuto il benestare del Ministero della Pubblica Istruzione. In generale sì, ci aspettiamo che un pubblico giovane possa riconoscersi, anche perché il testo nasce da dati di osservazione reale della condizione dei ragazzi di oggi». A proposito di pubblico e giovani, come vede oggi la situazione soprattutto qui in Romagna dal suo punto di vista privilegiato? «Io devo dire che sono molto contento del pubblico. Accanto a quello storico, c’è anche un un rinnovamento degli spettatori. E tutti gli ultimi lavori che abbiamo portato in scena sono stati accolti con grande favore e questo mi fa piacere. Perché io ho molto rispetto per chi va a teatro da 50 anni e ha visto passare grandi attori, grandi testi, grandi registi, è uno spettatore che sa riconoscere la qualità di ciò che gli viene proposto per quanto riguarda interpretazione, regia, allestimenti. Allo stesso tempo, noto un desiderio di testi nuovi rispetto magari all’ennesima messa in scena di un Pirandello...» Da Oscura Immensità a questo La Classe, la sua sembra una scelta in effetti ben netta in questo senso, come attore e, in generale, anche di Accademia Perduta come centro di produzione teatrale. «Di certo come attore avevo voglia di confrontarmi con questo tipo di sfida e sì, anche dal punto di vista della produzione, possiamo dire che il nostro è un piccolo tentativo di rinnovamento con autori e testi nuovi, portati in scena da giovani attori, e che magari un giorno potranno essere riproposti da altre compagnie. È forse un’operazione più difficile che prendere un testo classico e reinterpretarlo per adattarlo all’oggi. Devo dire che però abbiamo girato molto con questi spettacoli, trovando ovunque un’ottima accoglienza. Questo ci incoraggia molto». Quindi non le interessa professionalmente misurarsi con un grande classico del teatro? «In realtà la tentazione ce l’ho, in particolare ho in mente un lavoro su Brecht, un grande testo, molto forte: Madre Coraggio». Restiamo in un lavoro di impegno sociale, se non politico... «Il teatro che voglio fare io e che sentiamo la responsabilità di dover fare come centro di produzione è un teatro che ha un fondamento nell’attualità e nelle dinamiche che viviamo, senza essere barboso. Il teatro deve far ragionare le persone, senza per questo essere pedante. Noi sentiamo la responsabilità verso il pubblico, non mi interessa adesso fare spettacoli di puro intrattenimento, devono avere un peso e un senso, penso ad esempio a quello che abbiamo co-prodotto di Davide Enia, L’abisso, sul tema dei migranti». Ma cosa significa responsabilità verso il pubblico oggi? «Noi abbiamo sempre usato il teatro con una grande responsabilità, penso a quando portammo Dario Fo in cima alle colline, quando inventammo la rassegna “Casola è una Favola” (oggi organizzata dal Teatro del Drago, ndr.). Abbiamo sempre sentito la responsabilità di creare eventi in spazi che non sono nostri, ma dell’intera città. E oggi che siamo più grandi la sentiamo anche di più, con 6 teatri e 30 persone che lavorano per noi. I prossimi dieci anni saranno fondamentali». E sempre a proposito di Romagna, come stiamo oggi in fatto di teatri? «Direi molto bene, mi sento molto fortunato, ma credo che la situazione attuale sia frutto anche di un bel lavoro svolto negli anni. Abbiamo la fortuna di avere tantissimi teatri, e sono tanti gli artisti che scelgono di debuttare qui o di venire a fare le prove. Un peso la Romagna ce l’ha per pubblico, presenze, cartelloni, produzioni, coordinamento in rete. Spero che questo lavoro posso continuare. Immagino che magari un giorno Accademia Perduta scomparirà con me e Ruggero, ma spero che Romagna Teatri possa invece continuare a lavorare». Come nacque quel nome? Accademia Perduta? «Fu una sfida. Eravamo quattro ragazzi che frequentavano l’Accademia Antoniana a Bologna e non potevamo lavorare, pena

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Una scena da “Oscura Immensità”

«Il teatro deve far ragionare le persone, ma senza essere pedante. Sentiamo la responsabilità verso il pubblico, non ci interessa fare spettacoli di puro intrattenimento» l’espulsione. E noi invece abbiamo da subito cominciato a cercare dove esibirci. Avevamo 18 anni e facevamo performance nelle discoteche e nelle Case del Popolo… Eravamo molto determinati e intraprendenti. Ma se ci avessero scoperti, avremmo “perduto” l’Accademia...». Da allora, a quale spettacolo è più legato? E anche, cosa resta dell’emozione del palco dopo tanti anni? «L’emozione c’è sempre, non puoi trasmettere emozione se non la provi. Oscura immensità per me ha rappresentato un passaggio importante ed è stato un grande piacere, mi ero preparato moltissimo. Pollicino inoltre è uno spettacolo fondamentale che anche di recente, in Francia, ripassavo a memoria prima di tornare in scena, dopo centinaia e centinaia di repliche. Con gli anni acquisisci tecnica e mestiere, ma non basta per coinvolgere davvero il pubblico».

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I PROTAGONISTI


DE STEFANI PAG PAL.qxd:RFM 25/10/18 12.59 Pagina 1


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I PROTAGONISTI segue da pagina 9

Claudio Casadio in scena con “Pollicino”

«Per fare l’attore ci vorrebbero due vite, una per il teatro e l’altra per il resto. Quando uno spettacolo ti piace non smetteresti mai di portarlo in scena» Non ci si stanca mai di replicare un testo? Di recitare ogni sera in un posto diverso? «Per fare l’attore ci vorrebbero due vite, una per il teatro e l’altra per il resto. Quando uno spettacolo ti piace non smetteresti mai di portarlo in scena, dopo tre anni de Il mondo non mi deve nulla non eravamo affatto stanchi, avremmo continuato a farlo ogni sera per sempre. Ma è vero che a volte il fatto di stare lontani da casa può entrare in conflitto con la vita privata e questo può portare a momenti di riflessione e perplessità, ma non certo perché ci si stanca del palcoscenico». E il set? Con L’uomo che verrà ha ottenuto molti riconoscimenti. «Ultimamente ho avuto due delusioni forti che mi hanno fatto capire che il cinema non fa per me, non adesso. Girano troppi soldi e gli interessi prendono il sopravvento. Il teatro è più artigianale e ti tradisce meno. A me interessa lavorare ai progetti, che possono anche durare anni, non avere o meno una parte. Non sono un attore da provini io». Torniamo allora al teatro: cosa manca a quello italiano oggi? Cosa non trovate, nel costruire i cartelloni, che invece secondo voi servirebbe? «Per noi costruire le stagioni è sempre un martirio, ci ragioniamo tantissimo e ci mettiamo tantissimo tempo perché cerchiamo sempre di avere il meglio che c’è sulla base delle nostre disponibilità economiche. In generale direi che mancano forse un po’ i grandi registi in questo momento, come Corbelli o Strehler, per capirci, che già sapevi ti avrebbero dato una grande emozione. E nelle compagnie, tra gli attori, è un momento di ricambio, dove il teatro è molto ragionato, ci sono meno istrioni. E ci sono molti attori che vengono dal cinema, ma non è detto che se sei capace su un set, tu lo sia anche sul palco». Accanto all’attività di produzione e organizzazione di spettacoli di prosa, continuate ad affiancare il tema del teatro ragazzi, da sempre centrale nella vostra attività. Com’è il pubblico dei più giovani?

«Molto più esigente di quello degli adulti. Loro se si annoiano, non perdonano. Ed è fondamentale non considerarlo un lavoro si serie B, non sono spettacoli per ragazzi e basta. Bisogna quindi lavorarci con rispetto. Noi produciamo moltissimi spettacoli tra teatro d’attore, d’oggetti, di narrazione con diverse realtà (tra cui Tanti Cosi Progetti , Il Baule Volante, ndr) e ci sono attori che sono molto cresciuti». E però a differenza del teatro per gli adulti, qui sembrate privilegiare spesso la rilettura dei grandi classici, delle fiabe. «Vero, noi italiani siamo sempre più orientati verso le fiabe, sono storie che fanno parte di noi, che sono resistite nel tempo piene di significati e doppi sensi». Crede che il teatro per ragazzi serve anche per “educare un futuro pubblico di adulti”? «Sinceramente non credo. Il teatro è propedeutico per sviluppare la fantasia, il senso critico, per emozionare, ma non necessariamente chi va a teatro alle materne o alle elementari ci tornerà da grande, sono questioni separate. Ciò non toglie che credo che per i bambini sia fondamentale vivere la magia del teatro, vedere qualcuno dal vivo, con te, al buio, che ti porta in una storia. Io continuo a stupirmi ogni volta del fatto che in Pollicino, giunto ormai a più di 1500 repliche, i bambini possano ancora emozionarsi ed esclamare di meraviglia quando accendo un cerino in scena. Un cerino, nel mondo delle play station…». Di Pollicino lei è interprete, ma è stato anche regista di tanti spettacoli. In quale ruolo si sente meglio e in quale si immagina in futuro? «Io faccio quello che faccio in base a ciò che serve al progetto di Accademia Perduta. Fare l’attore mi piace molto, nel futuro non mi dispiacerebbe anche la regia per adulti e poi sogno una scuola d’attore qui in Romagna, credo che potremmo farlo. Sono quarant’anni che lavoriamo ma abbiamo ancora così tante cose che vorremmo fare e così tanti progetti da realizzare!».

«Il pubblico dei ragazzi è molto più esigente di quello degli adulti. E non è da considerare lavoro di serie B»


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PROSA

di Iacopo Gardelli

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Uno spettacolo (in prima nazionale) su Churchill per parlare dell’oggi

«È stato il campione della politica con la P maiuscola»

Winston Churchill è uno dei personaggi più ingombranti della storia europea contemporanea. Caposaldo morale della resistenza britannica, protagonista assoluto della ricostruzione del Dopoguerra, Churchill è una figura che trascende i confini nazionali per ergersi a vero padre fondatore dell'Europa – o meglio di un'idea di Europa che oggi sembra sempre più sfuocata. Difficile resistere al fascino di Churchill: perfettamente inglese nel suo humour, maestro dell'understatement dal viso perennemente imbronciato; ma anche portatore di una biografia complessa, segnata dai vizi e dagli orrori della guerra. L'interpretazione del Primo Ministro per eccellenza ne L'ora più buia è valsa quest'anno l'Oscar a Gary Oldman come miglior attore; speriamo porti altrettanto bene a Giuseppe Battiston, protagonista di Churchill, spettacolo scritto da Carlo Giuseppe Gabardini in cartellone all'Alighieri di Ravenna dal 10 al 13 gennaio. L'attore di Udine, classe '68, premio Ubu e più volte premiato ai David di Donatello, si cimenterà in questa difficile interpretazione diretto dalla regista Paola Rota, nell'adattamento teatrale che debutterà in anteprima nazionale proprio a Ravenna. Ne abbiamo parlato col drammaturgo, autore ed attore eclettico, conosciuto dal grande pubblico per la sitcom Camera Cafè e per le sue comparse al cinema, ma radicato profondamente al cuore del teatro italiano. Il pubblico la conosce principalmente come attore comico. Ma a quando risale la sua attività come drammaturgo? «Direi a molto indietro. Mi sono diplomato alla Paolo Grassi: mi bocciarono come attore, ma mi chiesero di rimanere come drammaturgo. Forse scrivere per il teatro è stato il mio primo vero amore. Ho scritto per Paolo Rossi, Sabina Guzzanti, Enrico Bertolino, Maurizio Crozza. Insomma ho scritto parecchio!» Cosa l'ha colpita del personaggio di Winston Churchill? «Il punto di partenza nasce assieme a Giuseppe Battiston e Paola Rota, la regista. Insieme ci siamo chiesti se fosse una buona idea fare uno spettacolo su di lui, e dopo averlo studiato penso assolutamente di sì, per diversi motivi». Quali? «È importante parlare di Churchill per parlare dell'oggi, ma non si tratta di fare una lezione di storia. Churchill è stato il campione della politica con la “p” maiuscola, di cui oggi non si parla più. Oggi dire “politico” equivale a dire un insulto. In realtà la politica è un'arte nobilissima, è l'arte di rendere possibile. Inoltre, Churchill aveva anche un lato comico e ironico, faceva un sacco di battute straordinarie; ma lo aveva in aggiunta al suo essere politico, non in esclusiva. Oggi sembra invece che l'unica cosa importante sia comunicare, twittare e fare battute. Ma Churchill ci insegna anche l'utilità della politica come tramite per prendere delle decisioni».

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Intervista a Carlo Giuseppe Gabardini, autore del testo interpretato da Giuseppe Battiston


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PROSA segue da pagina 13

Cosa intende? «Si dimentica spesso che, siccome dobbiamo metterci d'accordo su cosa fare e, d'altro lato, siamo sempre di più numericamente, è ovvio che serve un tramite. Non possiamo limitarci all'alzata di mano o a un voto online. Le cose non si possono decidere così: serve qualcuno che le cose le conosca davvero. Poi si discute, certamente». Mi pare di aver notato una vena d’ironia nei confronti dei 5 stelle. È un Churchill antidoto all’anti-politica, il suo? «Direi un antidoto nei confronti della politica tutta, in questo momento. Se i 5 Stelle se ne escono con delle follie come “abbiamo abolito la povertà per decreto”, non è che gli altri siano da meno. Dappertutto noto un certo populismo, la voglia di cavalcare le paure. Bisogna recuperare il senso alto della politica. Infine, un altro aspetto secondo me centrale in Churchill è la sua attenzione per l'Europa. Già nel 1930 Churchill tenne un incontro intitolato “Gli Stati Uniti d'Europa”». Molto prima di Altiero Spinelli e di Ventotene. «E soprattutto prima della seconda guerra mondiale. Oggi abbiamo l'idea di un'Europa come uno spazio di pace, ma in realtà, storicamente, è stata un gigantesco campo di battaglia. Ci siamo massacrati, e l'Europa si è messa assieme proprio per smettere di farsi la guerra. Bisogna fare gli europei prima dell'Europa, per questo dobbiamo riscoprire la figaggine di essere europei, se mi passi la parola. Siamo i migliori per la maggior parte della cose. Nello spettacolo, a un certo punto il mio Churchill dice: “Tu sei nella squadra che ha Shakespeare, Verdi, Dante, Garcia Lorca, Kant, Hegel, e invidi la squadra che ha Hemingway? Abbiamo il vinto il nobel tutti e due, ma io per primo!”». Come ha fatto a condensare in drammaturgia una vita così ingombrante? Nella descrizione dello spettacolo si abbozza un Churchill che ci parla da un “presente onirico”. L'ha immaginato come un nostro contemporaneo? «No, è contemporaneo per ciò che dice, ma non ha il telefonino in mano, non è stato clonato. Churchill ci parla dai suoi anni, a fine carriera, quando ha già superato da un pezzo l'ottantina. E la memoria può fare anche degli scherzi: ci saranno piani diversi di narrazione. In questo senso parlo di “presente onirico”. Ma il testo non è ancora finito, e qualsiasi cosa io dica potrebbe essere smentita e modificata. Le vere prove cominceranno a dicembre». Qual è il suo legame con Giuseppe Battiston? «Beppe lo conosco da molto tempo. Al provino della Grassi mi fecero passare la prima selezione dicendomi: “Assomiglia tanto a un attore bravissimo”. Parlavano di Battiston, che si era appena diplomato. Spesso mi hanno fatto i complimenti per Pane e tulipani, scambiandomi per lui. La mia rivincita però è stata quando hanno fatto i complimenti a lui per uno spettacolo dov’ero in scena io! Scherzi a parte, abbiamo spesso lavorato assieme in cinema, ad esempio in Si può fare di Giulio Manfredonia. Insomma, la voglia di collaborare e fare uno spettacolo c'era da molto tempo. La mia passione per Churchill mi ha aiutato». Immagino che durante la decisione del soggetto, la potenza e la fisicità di Battiston abbiano giocato un ruolo fondamentale per la resa di un personaggio così complesso. «Esatto, soprattutto per la sua potenza attoriale. Non è tanto interessante per me un'operazione di mimesi. Beppe è giusto per il grado di profondità di pensiero che riesce a regalare senza perdere l'ironia. Questo è il suo valore. Proprio come Churchill, che riesce ad essere terribilmente lirico per poi smorzare tutto con una battuta e, subito dopo, commuoverti di nuovo. Churchill era un grande attore, secondo me». Il suo testo prevede anche la presenza di discorsi originali, o è frutto di una totale riscrittura? «Sì, ci sarà una parte di un suo discorso e alcune formidabili battute originali. Ma Churchill parlerà come Churchill: avendo lui scritto tantissimo non è stato difficile catturare il suo tono. Prima mi ponevi la questione della condensazione del personaggio: ecco, io non credo si possa fare per questo personaggio. Non si tratta di dire tutto, ma di dire le parti giuste, il cuore». Dal punto di vista registico, come pensate di agire questo spettacolo sulla scena? «Su questo faccio fatica a risponderti, è giusto che lo faccia Paola. È un gioco di equilibri, come sai: io scrivo un testo che contiene qualche indicazione sulla messa in scena, ma sono il primo a sostenere che Paola debba fregarsene. Quello è il suo lavoro, ma chiaramente ci sarò anche io a dicembre. Non sono un autore defunto, come nel 96% dei casi a teatro». Noto una lieve polemica. «In Italia si fa pochissima drammaturgia contemporanea. Si teme di non avere abbastanza pubblico perché si pensa che gli abbonati vadano a vedere solo i classici e che le scuole non portino gli studenti. Ma questo secondo me è uno spettacolo adatto anche alle scuole, oltre ad essere stato scritto da un drammaturgo vivente, una specie di animale raro a cui non siamo abituati. Paola e Beppe ogni tanto parlano di me come se fossi morto. Perciò va dato merito alla casa di produzione Nuovo Teatro, che si è fidata di questo lavoro». Qual è stata, secondo lei, la migliore qualità dell'uomo Churchill? «Churchill non si è mai arreso. La tenacia, e soprattutto l'insistenza di Churchill, mi hanno colpito».

«Beppe è giusto per il grado di profondità di pensiero che riesce a regalare senza perdere l’ironia. Questo è il suo valore»

Un ritratto dell’attore Giuseppe Battiston


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STAGIONI

Degli adolescenti non si sa niente, quindi portiamoli a teatro Qualche suggerimento per un cartellone provinciale che parla di scuola, amore, famiglia, amicizia tra grandi classici, comici e anche di danza

di Elettra Stamboulis

Dei bambini non si sa niente, era il titolo del coraggioso romanzo d'esordio di Simona Vinci: parafrasandolo potremmo dire, degli adolescenti non si sa niente. E va bene così, perché è proprio nella tana, sotto il velo, nel segreto che si comincia a crescere. Non ne sappiamo quindi molto, anche se sono oggetto di molti discorsi pubblici, però possiamo aiutarli, pur stando nel proprio rifugio segreto, a riconoscersi attraverso il teatro, ad accettare anche questo prezioso mistero che sono anche per se stessi. Le occasioni nei cartelloni della provincia non mancano. Partiamo con Il Vangelo secondo Lorenzo, un viatico teatrale sull'importanza dell'uso della parola attraverso la parabola della vita di Don Milani. Oltre alla mole di volumi e articoli apparsi nel giro di 50 anni sulla figura del parroco di Barbiana, è interessante osservare quanto egli attiri l'attenzione degli “evangelizzatori” del teatro. Già l'anno scorso avevamo visto Lorenzo Milani della Bottega degli Apocrifi. C'è in tournée anche Cammelli a Barbiana sempre sul medesimo piccolo rivoluzionario cristiano. Quest'anno al Rossini di Lugo approda la lettura più pedagogica dell'esperienza della scuola, con otto piccoli attori in scena. Un'occasione per fare incontrare i ragazzi con il tema più scottante della loro vita, insieme all'amore. E proprio sull'amore il travolgente Bulgakov può colpire l'organo più malamente esteso del corpo con il suo Maestro e Margherita nella versione riletta da Letizia Russo con Michele Riondino al Teatro comunale di Russi. Perché è proprio quell'amore lì, quella sottile lama tagliente che ti sfiora la giugulare: «L’amo-

Sopra, Michele Riondino ne “Il maestro e Margherita”, a pagina 18 un’immagine del “Concerto straordinario” e a pagina 19 del “Romanzo d’infanzia” (foto di Dario Bonazza)

continua a pagina 18

«Il travolgente Bulgakov racconta quell’amore lì, quella sottile lama tagliente che ti sfiora la giugulare»


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STAGIONI

«Da non perdere il “Concerto straordinario” inserito nel Guinness di primati» re ci si parò dinanzi come un assassino sbuca fuori in un vicolo, quasi uscisse dalla terra, e ci colpì subito entrambi. Così colpisce il fulmine, così colpisce un coltello a serramanico!». Consigliato in particolare per giovani colpiti da quella lama. E per rimanere in tema russo da non perdere anche il Concerto straordinario delle marionette di Obraszov: inserito nel Guinness dei primati, è uno spettacolo che ci ricorda che il teatro di figura non è affatto un teatro infantile in senso stretto. Riconciliarsi con quella parte che ha necessità del feticcio, della bambola, e che alberga in ciascuno di noi è un ottimo modo per placare l'ansia della crescita. Sempre a Russi. A Bagnacavallo (e a Cervia) sempre in tema di scuola c'è La classe con un gruppo di giovani attori con i quali ci si può immedesimare. Ma al Goldoni soprattutto c'è Teresa Mannino, la simpaticissima attrice siciliana che coniuga ironia con unghie di gatto e intelligenza. Nello spettacolo Sento la terra girare c’è un po’ tutto: comicità, leggerezza, ma anche riflessione senza veli sulle emergenze ambientali, sullo shopping e il consumismo, sul senso di un vivere senza senso. E il fatto che legga la Szymborska ci conferma quanto può essere piena di neuroni al lavoro il lavoro del comico. Saranno entrambi anche al Masini di Faenza, dove peraltro c'è una bella selezione di teatro comico che può essere adatta a tutti i gusti ed età. Ma anche il linguaggio della danza contemporanea non è estraneo al codice morse adolescente. La Compagnia Abbondanza Bertoni con Romanzo d'infanzia parla della relazione tra genitori e figli, quel rapporto che all'im-


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«Romanzo d’infanzia parla della relazione tra genitori e figli, tra lo scappare e il tornare» provviso da Mulino Bianco si tramuta in Mezzogiorno e mezzo di fuoco. Pensato proprio per un pubblico trasversale, sul palco la coppia di danzatori alterna i ruoli padre – figlio, madre – figlia, sororale. Ma soprattutto alterna, perché alterna è la vita, il subire e il ribellarsi, lo scappare e il tornare. A Ravenna all'Alighieri sicuramente stordirà anche i più ostili all'arte teatrale Marco Paolini, una specie di incantatore di serpenti di menti distratte e distraibili. Con i suoi monologhi riesce a far concentrare anche i parameci. E Tecno-Filò parla proprio di questo, di questa crisalide come lui stesso la definisce, nella quale tutti viviamo. Filò è un po’ il nostro trebbo, quel tempo del racconto comunitario che un po' manca a tutti, anche a coloro che non l'hanno conosciuto. L'aberrante contemporaneo, lo sgarro al nostro tempo dell'uomo medio, viene messo alla berlina da New Magic People Show, una sorta di cabaret vorticoso che ci riporta ad uno specchio deformante e deformato in cui si ride molto, spesso di se stessi. Uno spettacolo catartico, a cui i moralisti under 25 si appassioneranno senza remore. Certo c'è anche L'amica geniale, che parla proprio a loro, che sono appena usciti da quella zona d'infanzia oscura e luminosa. Il romanzo della Ferrante, ora anche in versione fiction televisiva per cui veramente mainstream, ha avuto un successo globale proprio perché, a prescindere dal contesto sociale e storico in cui sono posizionate le vicende, ci attira nel gorgo della nostra vita, delle paure che sono state, dell'amica che abbiamo perso e che non sappiamo mai più ritrovare.

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Il teatro occidentale nasce politico. In barba a coloro che ancora ogni tanto ventilano l’ipotesi che la cultura possa essere neutra, se poi questa parola è applicabile a qualsivoglia forma dello spirito, fatta eccezione per il Ph. Dunque nasce politico nell’Atene che inventa un nuovo sistema che avrà successo solo molti secoli dopo, rivisto e corretto, ovvero la democrazia. È un atto rituale, è connesso alle festività del dio Dioniso, però anche se religioso o forse proprio perché religioso, il teatro è anche parte costitutiva del discorso pubblico della polis. Colpisce, mostra, interroga la contemporaneità parlando d’altro. Oppure portando, come faceva Aristofane, direttamente in scena personaggi del tempo che rispondono al nome di di Elettra Stamboulis Socrate. La politica è quindi un elemento costitutivo della scena, anche quando sembra muoversi intorno al privato, nel momento in cui si mostra, accade sotto gli occhi degli spettatori, acquisisce immediatamente una costituzionalità di tipo politico. Difficile quindi usare questo termine come unico filo conduttore di un ipotetico cartellone individuale nella nostra provincia teatrale. Però ci proviamo, usando la parola “politica” in senso un po’ stretto. Partiamo quindi dalla rappresentazione del politico tout court, che abbiamo già visto recentemente sugli schermi ne L'ora più buia, Da Pasolini a Brecht, passando per Leogrande interpretato da Gary Oldman, ovvero Churchill, questa volta interpretato da Battiston e scritto da Gabardini. Pieno di difetti caratteriali e anche di abitudini discutibili nell'epoca del politically corVeronica Pivetti è rect, ci ricorda quanto fragile può essere la politica vera, quella protagonista di “Viktor und della democrazia. Una prima nazionale per tutti a Ravenna dal Viktoria” al Masini di Faenza 10 al 13 gennaio. Sempre nella città bizantina ecco un altro titolo che si associa con automatismo al termine politica, ovvero Ragazzi di vita, diretto e riscritto da Popolizio con Lino Guanciale come narratore – guida in questo viaggio nella poesia e nella ferocia della periferia di Pier Paolo Pasolini. A febbraio vedremo all'Alighieri questo furore corale, che riporta proprio alle origini del teatro greco, dove il coro faceva le veci della voce della città, al centro di una sintesi dionisiaca dell'opera letteraria dell'intellettuale più apertamente politico del '900 italiano. Criticato da Asor Rosa, Salinari, Cecchi, rifiutato ai premi letterari, accusato di oscenità perché parlava apertamente di prostituzione maschile (che solo le donne si sa...), il romanzo ebbe un successo popolare seguito anche da questa trasposizione teatrale che ha avuto a Roma 15.000 spettatori. Vediamo se Ravenna, che era la patria del padre di Pasolini, gli tributerà la stessa attenzione. Ma per tornare al tormentato contemporaneo, sappiamo bene che il tema che divide al momento non è alleati o asse, ma piuttosto accoglienza o respingimenti. Chi vogliamo essere oggi allo specchio è tutto sommato in questa dicotomia. E così il Cantiere Teatrale Koreja fa del reportage del giornalista recentemente scomparso, Alessandro Leogrande, il libretto di un'opera musicale realizzata per la Biennale di Venezia. Un'operazione che ricorda proprio quelle della grande opera italiana, che non si accontentava della mera ripetizione del bel canto, ma attraverso la mestatura di quanto era nell'aria al momento, attraverso gli scambi, restituiva agli spettatori dell'epoca la loro immagine. E veniamo ora a Faenza dove ritroviamo l'instancabile Lino Guanciale, questa volta alle prese con un adatammento di un famoso film degli anni '70, La classe operaia va in paradiso. Riadattato da Paolo di Paolo, presentato come esito di un progetto teatrale per giovani interpreti l'anno scorso, ora si presenta al Masini nella veste più ufficiale e ci conferma l'interesse del teatro a queste operazioni transmediali, dal film al teatro in questo caso. Lo stesso si può dire di Viktor und Viktoria, un classico del cinema sull'identità sessuale, questa volta sulla polvere del palcoscenico. Legato alla storia del cinema (l'opera maestra è quella di Reinhold Schünzel nel 1933, anno cruciale per il cambiamento della Germania e del mondo, che però conosciamo maggiormente per la versione americana di Blake Edwards con la fantastica Julie Andrews. Riuscirà Veronica Pivetti a farci dimenticare la fascinazione del grande schermo e ricondurci a questo tema, assolutamente politico, dell'identità sessuale? E poi ovviamente la scuola: con La Classe scritto da Vincenzo Manna, a se-

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Teatro e politica: un legame inscindibile


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Una foto dallo spèettacolo “La cena delle belve” in scena a Bagnacavallo

guito di un lavoro di ricerca condotto su 2.000 interviste a ragazzi tra i 16 e i 19 anni, affronta senza mediazioni il tema dell'integrazione e dell'incontro. E si torna nuovamente in mare, questa volta guidati dalla narrazione di Davide Enia, che nato in teatro e cittadino della letteratura negli ultimi anni, non ha resistito al richiamo delle sirene della tavola di legno. Così dai suoi Appunti per un naufragio editi da Sellerio, che tanti adolescenti in provincia hanno letto l'anno scorso nel corso degli incontri nelle scuole, ha tratto questo spettacolotà verità, questo reportage agito. Per chi lo perde a Faenza, lo può recuperare a Cervia o Bagnacavallo. Qui al Goldoni troviamo di nuovo una proposta che ci riscaraventa nell'Italia anni '60 – '70. La governante di Vitaliano Brancati ebbe infatti una lunga censura, tanto lunga che lo stesso autore non la potè mai vedere rappresentata a teatro: la sua prima rappresentazione fu nel '63 a Parigi e l'anno dopo in Italia, ma Brancati era morto nel '52. Pietra dello scandalo? L'omosessualità femminile, anche se l'autore sosteneva che la storia era tutta sulla menzogna. «Moralità? La moralità italiana consiste tutta nell’istituire la censura. Non solo non vogliono leggere o andare a teatro, ma vogliono essere sicuri che nelle commedie che non vedono e nei libri che non leggono non ci sia nessuna delle cose che essi fanno e dicono tutto il giorno disse in modo caustico Bonivaglia. Ora la vedremo con una grande attrice che esordì qualche anni più tardi, nel 1969 a soli 14 anni, e che ha accompagnato molto del cinema italiano, ovvero Ornella Muti. Da segnalare anche il riallestimento de La cena delle belve, una delle due opere teatrali dello scrittore, sceneggiatore e giornalista franco-armeno Vahè Katcha. Khatchadourian (questo il suo vero nome, come Aznavour lo tagliò per renderlo agevole ai francesi), era nato a Damasco ed era cresciuto in Libano. Giunto a 17 anni esule a Parigi, diventò presto uno scrittore e sceneggiatore prolifico e poliedrico. Quest'opera, interpretata da Gianluca Ramazzotti, Maurizio Donadoni e Marianella Bargilli, si svolge però simbolicamente in Italia nell 1943, durante l’occupazione tedesca. La rappresaglia che fa seguito all'uccisione di alcuni nazisti, porterà il gruppo riunito a cena a competere per la sopravvivenza, in un crescendo che ricorda da vicino la frase di Maus di Spiegelman: “Amici? Tuoi amici? Se chiudi loro insieme in una stanza senza cibo per una settimana... allora tu vedi cosa è amici”. Molti i titoli interessanti anche per adulti nella cosiddetta zona ragazzi, ma torniamo all'italianità con Filumena Marturano a Lugo a novembre. La piece più rappresentata all'estero di Eduardo, è sicuramente una di quelle che ha contribuito maggiormente a diffondere anche una certa visione dell'italianità all'estero. La vicenda della “madre coraggio” alla napoletana, ben diversa da quella di Madre coraggio e i suoi figli di Brecht scritta qualche anno prima, non ha mai smesso di mettere d'accordo tutti, concentrati sulla storia d'amore più antica del mondo... Ma il vero tema è quello dei figli di NN, espressione abolita in italia solo nel 1995. Per la regia di una grande del cinema italiano, Liliana Cavani. A Russi invece è proprio difficile districarsi e operare scelte, che tutte le proposte potrebbero ricadere anche nella maglia più stretta che ci siamo dati. Sicuramente Hamlet Solo, tratto da Shakespeare, che è un'azione politica nella sua messa in atto, oltreché per il testo di partenza. Per l'anniversario della Legge Basaglia, si è voluto rendere visibile il lungo lavoro del teatro come strumento di benessere psichico e crescita. Così, grazie a un'operazione istituzionale di raccordo tra cartelloni e istituzioni, potremmo vedere l'attrice Barbara Voghera, con sindrome di down che dal 1999 costruisce con la sua voce e la sua presenza questo straordinario lavoro. Infine, ma solo ultimo per chiudere il cerchio, vi segnaliamo lui, Brecht, condannato ad essere Cassandra dei nostri tempi con L'anima buona del Sezuan con Elena Bucci e Marco Sgrosso. Dislocato quasi distopicamente in Cina, questo epico racconto costruisce un'allegoria aperta, meno dichiarata di altre opere del grande drammaturgo tedesco.

Dalle origini il teatro colpisce, mostra, interroga la contemporaneità parlando d’altro


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LO SPETTACOLO

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L’amicizia gemellare e simbiotica di Elena e Lila secondo i Fanny di Serena Simoni

La narrazione teatrale amplifica lo scambio di personaggi e voci

Fiorenza Menni e Chiara Lagani in “Storia di un'amicizia” (foto di Enrico Fedrigoli)

In scena lo spettacolo tratto da L’amica geniale della Ferrante Chiara e Fiorenza in scena da sole in abiti chiari, talvolta simili ma mai sovrapponibili, si muovono continuamente sul fondo scuro dello spazio teatrale: i loro gesti – ripetitivi come in una piéce di Trisha Brown degli anni '70 – si raddoppiano identici per sfalsarsi impercettibilmente con piccole sovrapposizioni. È da questi due potenti corpi attoriali – Chiara Lagani e Fiorenza Menni – che nasce la coppia protagonista de L’amica geniale, il lungo romanzo di Elena Ferrante che costituisce lo stimolo narrativo del lavoro dei Fanny&Alexander realizzato per la drammaturgia da Chiara Lagani e la regia da Luigi De Angelis, in scena al Rasi il prossimo febbraio. Gli appassionati del libro potrebbero rimanere delusi dalla distanza del lavoro teatrale che attraversa la narrazione ma supera lo sviluppo narrativo, i numerosi personaggi, i rivoli secondari. Del resto, non poteva esserci altra scelta che concentrarsi su Elena e Lila, sulla loro amicizia gemellare sorta nell'infanzia in un rione popolare e suburbano di Napoli. È la Ferrante a indicare in un testo come La frantumaglia la via, quando si dice interessata alle emozioni primarie che si impongono al corpo, a una scrittura che diventa un «avvicinarsi, accorciare le distanze, abolirle, sentire le vene pulsanti dei corpi vivi sulla pagina». Come la narrazione della scrittrice rende conto di gesti fluidi e quasi impensati che svelano, senza descriverle, le oscurità che muovono i personaggi, così la scrittura teatrale di Chiara si orienta su quei nuclei agiti, in grado di attrarre con prepotenza. Credo che il processo di identificazione con i personaggi della storia si basi su questi sentimenti oscuri difficilmente in grado di salire alle labbra: gettare la bambola dell'amica nel buio di un sottoscala è un gesto a cui si risponde con un atto immediato, gettando anche la seconda bambola. Le due amiche saranno costrette a unirsi nel tentativo di ritrovare i loro doppi affrontando un uomo-orco, misurandosi nel coraggio, nella sfrontatezza, nella lucidità delle scelte. La scena primaria che dà inizio al libro e allo spettacolo nutre il rapporto di amore-odio fra le due bambine, diventate poi donne e anziane, unite da amicizia, amore e stima che spesso lasciano enormi varchi a sentimenti affioranti e mai esplicitati come invidia, solidarietà, cattiveria o protezione. Sono i gesti inattesi e gli oggetti a caricarsi delle emozioni come le due bambole, protagoniste di un atto del lavoro teatrale: come in un altro breve racconto della Ferrante – La spiaggia di notte –, il destino di questi feticci animati da emozioni oscure è segnato da un viaggio che si conclude a fine spettacolo con la testimonianza della loro sopravvivenza. La narrazione teatrale amplifica lo scambio di personaggi e voci: la mancanza di demarcazione fra le identità individuali delle due amiche viene reso dall’automatismo apparente dei gesti similari, dalla specularità di azioni-gesti, scelte dal regista per evidenziare la complessità della loro relazione simbiotica. Lila ed Elena respirano e parlano la stessa lingua in un gioco di scambi di parole, proprie e di altri personaggi. L'espediente drammaturgico è ancora una volta aderente al testo della Ferrante nella sua apparente infedeltà: lo sviluppo narrativo passa solo attraverso i corpi delle due donne e la loro percezione di tutto ciò e di chi le circonda. L'immagine fotografica di Lila – un altro nucleo narrativo oscuro di grande potenza narrativa – è il raccordo su cui si impernia il terzo atto. Segno di obbedienza alla volontà del marito ma anche di autodeterminazione quando il ritratto fotografico viene presentato in modo frammentario e autodistruttivo, l'immagine si aggiunge al numero degli oggetti-feticcio carichi di un valore semantico aggiunto. In scena, le proiezioni di altre immagini – tratte dagli archivi familiari selezionati dalla regista Sara Fgaier – aumentano l'idea della centralità delle due figure femminile e della loro oscurità sullo sfondo di una Napoli ormai scomparsa. Il mistero che nutre i sentimenti è il medesimo che inarca le azioni di Lila-Elena, lo stesso che chiude spettacolo e libro con la scomparsa della figlia di Lila che entra nel buio di una giornata normale per mai più comparire. È lo stesso destino delle bambole con cui tutto era iniziato.


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CONTEMPORANEO

Il settimo cielo dei Bluemotion: «non normale, non rassicurante» di Iacopo Gardelli

Parla Giorgina Pi, della compagnia che da anni lavora sui testi di Caryl Churchill e porta avanti la battaglia per l’Angelo Mai

Da più di tre anni la regista romana Giorgina Pi porta avanti un percorso di riscoperta e valorizzazione del lavoro di Caryl Churchill, tra le più importanti drammaturghe britanniche viventi. Se in patria la Churchill, classe '38, è considerata quasi l'erede di Pinter, in Italia si è dovuto aspettare il lavoro della compagnia Bluemotion per poter vedere qualche suo spettacolo. Così è accaduto per Settimo cielo, adattamento dell'originale Cloud 9, uno dei lavori più “estremi” e importanti della Churchill, che è stato adattato in italiano per la prima volta dalla compagnia romana e ha debuttato lo scorso febbraio. Al Rasi di Ravenna arriverà nella primavera del 4 maggio. Ma i Bluemotion (nei quali milita anche il nostrano Marco Cavalcoli) sono conosciuti anche per il loro impegno civile: da anni portano avanti la battaglia per tenere aperto lo spazio occupato dell'Angelo Mai, una ferita aperta e mai sanata nel panorama artistico capitolino. Settimo cielo è una tappa del progetto “Non normale, non rassicurante”, dedicato a Caryl Churchill. Che cosa vi ha colpito della sua opera, al punto da spingervi a dedicare gran parte del vostro tempo all'adattamento dei suoi testi? «Sì, Settimo Cielo fa parte di questo progetto, pensato dalla studiosa di teatro inglese Paola Bono insieme all’Angelo Mai. Il titolo del progetto è una definizione che la Churchill diede della scrittura drammaturgica e riassume i motivi della nostra passione. Ci troviamo di fronte a testi che impongono continue riflessioni sul presente, all’interno però di una fantasia sfrenata, imprevedibile. La Churchill è stata infatti definita the mother of reinventions per la sua capacità proteiforme nel cambiare di testo in testo ambientazioni, costruzioni temporali, esperimenti sul linguaggio. Abbiamo trovato nei suoi lavori una politica visionaria, femminista, ambientalista, attenta ai diritti degli ultimi e alle ferite della storia». Settimo cielo, che prima della vostra messa in scena non era mai stato rappresentato in Italia, è stato scritto nel 1979 ed è considerato il capolavoro della Churchill. Ci può raccontare in breve che cosa racconta? «In Settimo cielo, grazie ad una contrazione del tempo, i personaggi vivono prima in epoca vittoriana, nell’Africa coloniale; poi nel 1979, nella Londra swinging della rivoluzione sessuale. Protagonista è una famiglia e il suo entourage: parenti, amici, conoscenti e amanti. Nel primo atto la Churchill usa il cross casting – un uomo interpreta una donna e viceversa, un bianco un nero. Questa prima parte è un girotondo di adulteri commessi e fantasticati, un intreccio di passioni che mette in ridicolo l’ideologia patriarcale e imperiale che li anima. Si ironizza sull’ipocrisia della censura vittoriana

Una foto di scena dello spettacolo “Settimo cielo”

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«Abbiamo trovato in questi lavori una politica visionaria, attenta ai diritti degli ultimi e alle ferite della storia»


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dei riferimenti sessuali, che aveva l'effetto collaterale di riempire la letteratura di sottotesti erotici. Si arriva a smentire il carattere trasgressivo dei rapporti omosessuali, incarnati da interpreti di sesso diverso, e a problematizzare quelli eterosessuali, affidati a interpreti dello stesso sesso». E nel secondo atto? «Il cambiamento è la cifra del secondo atto, cercato attraverso la sperimentazione e l’interrogazione di sé. Coinvolge soprattutto quei soggetti che nel primo erano socialmente repressi: le donne e gli omosessuali. In una situazione in cui le concezioni di femminilità e mascolinità cominciano a non essere più rigidamente codificate e sono diventati legittimi orientamenti sessuali diversi, i personaggi si muovono incerti ma pronti a mettersi in questione e reinventarsi nelle relazioni. Soprattutto quelli che, invecchiati di soli 25 anni, portano in loro il vissuto delle norme vittoriane. Più consapevoli, si trovano ancora a dover fare i conti con la naturalità di ruoli, comportamenti e inclinazioni dipendenti dal sesso biologico, del colore della pelle, della cultura in cui si è nati». Dall'Africa coloniale del 1879 alla Londra punk del 1979. Che cosa collega questi due universi così distanti? «La Churchill scrisse questo testo nel 1979 e fin da principio voleva ambientarne una parte nella sua contemporaneità. Volendo denunciare in Settimo cielo la pervasività del colonialismo, inteso come esercizio mai estinto di potere storico e patriarcale, scelse di cominciare il racconto con l’Africa Vittoriana. Le sembrò efficace muovere la vicenda un secolo prima, per racconta-

re come ben poco fosse cambiato». Per questo ha definito Settimo cielo un'opera di “decolonizzazione”? «Gli uomini e le donne di questa storia sono dei transfughi, nei secoli e nei luoghi. Soggettività escluse, “impreviste”, per dirla con Lonzi e Fanon, che tentano tra un atto e l’altro un processo di liberazione dal colonialismo imposto sulle loro vite». Uno dei temi fondamentali di quest'opera è la ridefinizione dei ruoli sociali e delle identità personali. Oggi la politica europea sembra pervasa dalla retorica identitaria, che contrappone un noi a un loro, l'autoctono allo straniero. Come ci parla oggi il testo della Churchill? «Risuona ancora più potente forse, come le opere dei pensatori a cui fa riferimento: Frantz Fanon e Jean Genet. Quarant’anni dopo resta intatta l’ossessione di controllare i corpi, sempre e violentemente. Resta intatta l’urgenza di difendere la libertà di vivere come si vuole e non come si può. Le politiche del sesso sono tornate centrali per sciogliere ingiustizie di classe e condizionamenti di vita inaccettabili; con esse, le lotte delle donne e uomini dei movimenti Lgbtiq (lesbiche, gay, bisex, transgender, queer, intersessuali, n.d.r.). Il rapporto tra sesso e potere attraversa ancora i nostri giorni, molto più di quello tra sesso ed espressione felice di sé. Ciò ci rende autori di quest’opera: del terzo atto, quello mai scritto». Ha dichiarato che un aspetto dell’attualità del vostro lavoro sulla Churchill risiede nella possibilità di riflettere sul rapporto fra drammaturgia scritta e drammaturgia scenica. Come si esplicita questa riflessione?

«Gli uomini e le donne di questa storia sono transfughi nei secoli e nei luoghi»

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CONTEMPORANEO

FinchÊ l’Angelo Mai sarà trattato come una questione patrimoniale e non culturale sarà difficile risolverla

ÂŤPer noi i testi della Churchill restano sempre una griglia di partenza sulla quale lavoriamo attraverso molte improvvisazioni, ipotesi, scarti e rimontaggi. Un lavoro che a tratti mette da parte il testo per poi riprenderlo e affondare nei suoi meandri. Il testo diventa un oggetto che apre porte e non ne chiude; non limita, ma anzi stimola la creazione. Nei testi della Churchill molto spesso è previsto l’uso di musica e canzoni di cui lei stessa scrive i testi. Considerando che il nostro collettivo è composto da attori e musicisti, questa diventa un’ulteriore condizione di slancio creativoÂť. Ăˆ d'obbligo affrontare la cronaca culturale recente. Ăˆ di qualche giorno fa la notizia del provvedimento di sgombero degli spazi occupati dell'Angelo Mai, che il Consiglio di Stato non ha sospeso. Il 20 settembre “la Repubblicaâ€? ha pubblicato una lettera aperta scritta dal vostro collettivo all'amministrazione Raggi, che chiedeva, molto direttamente: ÂŤCosa ci resta da fare?Âť. Immagino che in questi anni si sarĂ fatta un'idea delle ragioni profonde di questa cecitĂ istituzionale nei confronti di una realtĂ cosĂŹ viva. Lo metto giĂš brutalmente: perchĂŠ non vi permettono di lavorare? ÂŤPerchĂŠ Roma è da molto tempo il centro di un potere acefalo e corrotto. Ciò significa che finchĂŠ l’Angelo Mai verrĂ trattato tecnicamente come una questione “patrimonialeâ€? – mi riferisco alle tensioni burocratiche sullo stabile – e non come una questione culturale, sarĂ molto difficile risolverla. Non si può far rientrare un luogo di cultura in ragionamenti sulla rendita immobiliare. Questo devia la questione. L’Angelo Mai fa parte di un patrimonio “indisponibileâ€? del Comune di Roma, dunque quell’edificio non potrĂ mai servire a fare cassa. Dieci anni fa quello stabile è stato ristrutturato dall’amministrazione con destinazione Angelo Mai. Sono stati spesi soldi pubblici a quello scopo: perchĂŠ sprecarli? PerchĂŠ tornare indietro quando abbiamo svolto con grande serietĂ la funzione che ci veniva richiesta?Âť.

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Tutta la modernità di Figaro, da “factotum” a “problem solver” dei nostri tempi Monica Casadei e Artemis Danza a Russi con la rivisitazione del classico rossiniano: «Ci insegna a non prenderci troppo sul serio» di Linda Landi

Una foto di scena de “Il Barbiere di Siviglia” di Artemis Danza

Se il concetto di compagnia di danza desse ancora a qualcuno l’idea di un micromondo impermeabile alla realtà – sicuramente vero in moltissimi casi – intriso di poetica astrazione, refrattario alla atra cura quotidiana e di conseguenza ai creativi e a volte prosaici antidoti che ogni giorno ci costruiamo, Monica Casadei sarebbe la persona che questo qualcuno dovrebbe incontrare. Perché la mente e la guida originale di Artemis Danza è una promanazione di energia creativa e senso pratico allo stesso tempo, così calata nel flusso temporale ed emotivo del presente, da non lasciarsi sfuggire nulla del sentire comune – dei nostri affanni – che anche solo nel privilegio di poterci parlare, riesce ad avere risvolti lenitivi quasi taumaturgici. E lei un po’ filosofa lo è davvero, da molto presto, stando alla tesi di laurea su Platone e la danza e allo studio di discipline orientali come l’aikido che, insieme alla sua vita internazionale a Londra e Parigi – dove fonda a metà Anni ’90 la compagnia oggi trentennale di cui è al timone, oggi in residenza stabile al Teatro Comunale di Bologna dopo venti lune al Teatro Due-Teatro Stabile di Parma e Reggio Emilia – l’hanno resa quel che è: un’ispiratrice naturale, non solo nella danza. Allieva di Pierre Doussaint e Isabelle Doubouloz, così come del maestro André Cognard Hanshi So shihan, Casadei ci ha raccontato il dietro le quinte del suo ultimo lavoro – Il barbiere di Siviglia (che il 14 marzo 2019 sarà al Teatro Comunale di Russi) di cui ha creato insieme ai suoi danzatori anche scene e luci, con una grande cura e attenzione per le musiche di Gioacchino Rossini rivisitate da Luca Vianini e i costumi dell’artista Daniela Usai. Monica, Il barbiere di Siviglia prosegue il filone delle rivisitazioni di opere celebri come Traviata, Tosca X e Carmen K: come si colloca rispetto agli altri lavori? «Come una bellissima “prima volta”: dopo aver riflettuto sul tema della donna con grandi protagoniste al pari di Anna Bolena e la Lucia di Lammermoor, trattando temi seri e importanti come la violenza, questa è la prima opera comica che ha per protagonista un uomo. Amo gli anniversari e l’occasione è arrivata con il 150esimo anniversario della morte di Rossini, come in precedenza era stato per Wagner e Verdi. Così, dopo le grandi eroine-vittime dei lavori precedenti, ho voluto realizzare un focus su un tema differente, sempre seguendo il filone delle riattualizzazioni di opere storiche, con lo stesso obiettivo: non essere didascalici e lineari nel raccontare queste storie. Questa è la grande libertà bella e pericolosa dell’autore». In che senso il suo Figaro è attuale? «Nell’opera originale era un factotum, quindi mi sono chiesta come sarebbe oggi una figura di questo tipo, nella vita e nel mondo del lavoro. Sicuramente sarebbe ancora qualcuno sempre a disposizione per risol-


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DANZA

vere ogni tipo di problema. Ho intervistato a lungo i danzatori con cui collaboro per capire il loro punto di vista: ne emerso che Figaro sarebbe un po’ quella figura che oggi tutti cercano ai colloqui di lavoro: flessibile, veloce, capace di fare tutto e velocemente, anche di accattivarsi amicizie per i propri interessi, senza per forza essere una figura negativa. Per il barbiere di una volta era più semplice: oggi invece si devono avere mille vite e forse questa figura è in realtà un’utopia, perché ci sarebbe invece bisogno di una squadra di pronto intervento, per riuscire a fare quello che si richiede ad una persona sola. La vera domanda allora diventa: esiste davvero questo factotum?». Com’è riuscita a rendere questa ricerca affannosa della persona giusta? «Con un’audizione, una sfilata di uomini e donne che vorrebbero essere tutti un Figaro con il dono dell’ubiquità. E qui diventa centrale il tema della maschera, per cui fondamentale è stata anche l’attenzione data ai costumi. In particolare mi sono affidata al lavoro di un’artista di origine sarda, Daniela Usai e ad A.N.G.E.L.O. che ha fornito dei gilet vintage molto belli e pressoché introvabili, che poi sono stati rivisitati. Poi ci sono le cravatte: un oggetto feticcio, un simbolo moderno, polifunzionale, che rende l’idea di lavoro, di dinamismo, senza avere accezioni buone o cattive». Sembra comunque un tema molto serio, quello del lavoro: in che senso allora lo spettacolo ha risvolti comici? «C’è un momento comico quando i fantasmi dei vecchi Figaro,

«Figaro sarebbe un po’ quella figura che oggi tutti cercano ai colloqui di lavoro: flessibile, veloce, capace di fare tutto e velocemente» con i veri costumi di scena delle rappresentazioni storiche, cominciano a “uscire dalle pareti”: è divertente il ritmo dinamico, il contrasto tra i tempi velocissimi del presente, in cui tutti vorrebbero essere il problem solver perfetto ed efficiente e i tempi anacronistici del passato in cui tutto era molto più lento e basato su istanti diluiti. In pendant, anche le musiche di Rossini sono contrappuntate da sonorità contemporanee. Quel che ne scaturisce è un po’ un monito a non prendersi troppo sul serio: dover essere sempre di corsa è anche una triste realtà, ma siamo soddisfatti quando riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi». Il suo sembra davvero un lavoro orchestrale, dai temi, alle coreografie, fino alle scenografie d’arte, alle luci, ai costumi: come avete collaborato insieme per creare e montare lo spettacolo? «Tutti sono coinvolti: mi piace molto integrare nel lavoro della compagnia anche artisti del territorio. I danzatori poi sono i miei eroi, abituati a risolvere tutto: lavorano sui social, vanno a comprare oggetti di scena, insomma i miei veri problem solver sono loro. Sono anche molto orgogliosa di produrre i lavori di alcuni di loro che ora sono diventati coreografi e Artemis li sostiene. L’esperienza umana del maestro vissuta in maniera aperta e in ascolto è qualcosa di indescrivibile, uno stile di vita in cui ci si trasmette tutto». Altri progetti? «Un lavoro molto forte su Madama Butterfly a Pisa, e uno su Fellini a Rimini, che mi tocca anche biograficamente: erano amici di famiglia… La prima volta che andai al circo mi ci portò Giulietta Masina ed entrai anche nella roulotte di Nando Orfei. Un mondo che ricordo con grande affetto».

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DANZA

Bach Project: tensione verso l’infinito e l’energia della vita Un’indagine sulla relazione tra danza e musica grazie al genio di Jiří Kylián

di Linda Landi

È il neon a ricreare la spettacolare non dimora dei danzatori

Nella foto di Lorenza Daverio la coreografia “Domus Aurea”

Generazioni di artisti a confronto, sguardi che abbracciano diverse latitudini di pensiero e creazione, mai esaurito ponte tra classico e contemporaneo: Bach Project di Aterballetto (a Ravenna il 6 e 7 aprile) indaga la relazione tra danza e musica sulle tracce immortali del compositore tedesco appellandosi al genio di Jiří Kylián e alla fame creativa del giovane Diego Tortelli. A guidare quest’ultimo – già strepitoso danzatore ancora fortemente ambito dalle compagnie internazionali, che partito da Brescia è passato dall'Accademia Nazionale di Danza di Roma e infine dalla Scala, conquistando poi la Valencia del Ballet de Teatres, fino alla compagnia Luna Negra Chicago – nella ricerca come coreografo è la musica intesa come fonte prima di ispirazione del movimento, in questo caso imprescindibilmente eseguita dal vivo con la partecipazione dell’ensemble Sentieri Selvaggi, grazie alla collaborazione di Torinodanza festival e Teatro Stabile di Torino. Tortelli muove infatti dalle suggestioni delle note per orientare con decisione la sua ricerca coreografica nella direzione della ricerca a tutto campo, dalla rivisitazione dei classici all’architettura di nuove costruzioni astratte. La Domus Aurea è il precipitato di questa visione unita alle alchimie dell’artista visivo Massimo Uberti che merita due parole a parte, perché il suo lavoro null’altro oltre la luce contempla e richiama in questo quell’idealità delle città immaginate dagli utopisti. La rinuncia alla dimensione “solida”, concretamente tangibile, diventa dichiarazione programmatica di tensione all’infinito e all’energia della vita, che si mantiene sempre in equilibrio sul bilico tra reale e immaginato, tra il virtuale e l’esistente, seppur composto di una materia fantasmatica che sconfina col mentale. L’opera d’arte così definisce lo spazio scenico grazie al solo utilizzo della luce: è infatti il neon a ricreare la spettacolare non dimora dei danzatori, perseguendo una perfezione (aurea) che si concretizza «attraverso un continuo intreccio tra il razionale e l’irrazionale. Questa è la condizione che viviamo dentro di noi, sempre in bilico tra certo e incerto, spinti dal desiderio di cambiamento e dall’utopia di poter almeno sfiorare la perfezione e la libertà. Che forse, oggi, appartengono soltanto all’arte». Arte che l’immenso Jiří Kylián, l’altro grande protagonista di Bach project, pratica con un sentore di epico anche nella versione meno ammiccante delle sue dissonanze coreografiche (che di ammiccante hanno pur sempre ben poco, e non ne hanno affatto bisogno) come questo lavoro che arriva dagli Anni ’90 e ci porta anche spigoli, interruzioni, gesti bloccati, poetiche sgradevolezze: il suo Sarabande parte dalle note di Bach per costruire una partitura fatta di componenti molto eterogenee. Coreografia onirica ispirata ai flashback, ai contrasti tra suono e musica, alle ovvietà del quotidiano, fondata sulla prima domanda che fanno i bambini e su di una risposta che non si troverà mai – perché? –. Sarabande è un’opera che, partendo da presupposti prettamente intellettuali, si trasforma via via in un incalzare emotivo, spingendo su pungenti bicromie in bianco e nero che richiedono uno sguardo aperto e non distratto da parte di ogni tipo di pubblico. Inserito nel contesto storicizzato delle “coreografie in bianco e nero” che il grande artista ceco, direttore del Nederlands Dans Theatre, realizza una trentina d’anni or sono, questo lavoro si accomuna agli altri quattro per via delle suggestioni cromatiche, distinguendosi però per la scelta delle musiche: Sechs Tanze (1986) e Petit mort (1991) sono infatti legati alle note di Mozart; No More Play (1988) e Sweet Dreams (1990) a Webern; Sarabande s’è detto a Bach, mentre Falling Angels (1989) utilizza musiche a percussioni dai riti religiosi del Ghana. La tensione all’infinito c’è sempre, dimostrata anche, nella vita, dalla scelta artistica di fondare una compagnia per danzatori over 40: per dirla con le parole di Pina Bausch, «Dance, dance, otherwise we are lost».


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OPERA LIRICA

La storia d’amore più famosa del mondo. Così è stata definita la vicenda narrata da William Shakespeare ambientata a Verona. Romeo e Giulietta rientra a pieno titolo nel novero delle più importanti tragedie dello scrittore inglese tanto che la sua celebrità non ha conosciuto soste. In ambito musicale sono stati molti i compositori che si sono cimentati nella trasposizione sonora della storia tra i quali è doveroso ricordare Bellini, Bernstein, Čajkovskij, Prokof'ev e, non ultimo, Charles Gounod. Proprio l’opera del compositore francese sarà eseguita nell’inverno prossimo all’interno della stagione operistica del Teatro Alighieri di Ravenna sotto la direzione di un’importante bacchetta, ravennate d’adozione, quella del Maestro Paolo Olmi. Maestro Olmi, per lei questo appuntamento segnerà il suo debutto come direttore operistico sul palco della sua città. «Sì, davvero, è la prima volta che dirigo un’opera in forma scenica; ne avevo diretta già un’altra, però, in forma di concerto, l’Aida di Verdi, con una produzione che vide protagonisti, tra gli altri, i London Philharmonic & Choir. In quell’occaIn scena al Teatro Alighieri il 18 e 20 gennaio sione portammo in giro l’opera a Londra, Parma, Forlì e proprio di Enrico Gramigna Ravenna. Negli ultimi anni ho avuto contatti con il direttore del teatro di Ravenna per salire sul podio dell’Alighieri. Ne abbiamo parlato a lungo per individuare il titolo più adeguato. Portare opere monumentali è assai complicato su un palco come quello di Ravenna, tuttavia vista la mia lunga esperienza sul repertorio francese, mi sarebbe piaciuto portare una parte della mia esperienza nella mia città». Quindi cos’è stato che l’ha spinta a scegliere Roméo et Juliette? «Volevo una storia che fosse facile da raccontare. Pensavo ai bambini delle scuole, volevo che fosse possibile poter spiegare facilmente la trama e, nell’ambito delle opere francesi, quella che a mio parere rispondeva di più a questi requisiti era proprio questa perché la sceneggiatura dell’opera di Gounod ne fanno un vero e proprio capolavoro, facilmente sintetizzabile. Quando la diressi a Hong Kong mi colpirono i grandi manifesti sotto cui campeggiava la scritta “la più famosa storia d’amore del mondo”. Oltre la frase da cioccolatini, è vero, la conoscono proprio tutti!». Chi saranno gli interpreti di questa rappresentazione ravennate? «Ravenna non ha un’orchestra stabile, né un coro. A questo punto, guardandomi attorno, ho pensato di creare un legame con la prossima capitale europea della cultura (titolo sfuggito per il 2019 a Ravenna e assegnato a Matera, ndr) cioè la croata Rijeka: sarà, infatti, la prima manifestazione internazionale di Rijeka come capitale europea della cultura 2020 e sarà in collaborazione con la nostra città. Bisogna aggiungere che l’Orchestra e il Coro del Teatro Nazionale Croato Iva Zajc sono a nostra disposizione ad libitum per quel che riguarda le prove, permettendoci così di uscire dalla dinamica mordi e fuggi che imperversa nel teatro moderno». Quali sono a suo avviso le particolarità di quest’opera? «Ritengo che la partitura sia incredibilmente sfaccettata, sono state colte, infatti, particolarità paragonabili solo alla forza e sottigliezza del testo di Shakespeare. Vi sono quadri molto ben concatenati tra di loro e ognuno di essi ha una sua autonomia fortissima. C’è sempre il rischio che nelle scene chiuse non ci sia consequenzialità drammaturgica, cosa che ritengo ampiamente scongiurata in quest’opera. L’inizio, per esempio è affidato al coro a cappella che racconta la storia e lo fa con uno stile di musica antica come a sottolineare l’ambientazione della vicenda. Non va poi sottovalutata la centralità della celebrazione del matrimonio dove il prete usa le parole precise del rito cattolico». In alto, il Maestro Dato il fascino che ha l’opera, come mai non la vediamo in Italia? Paolo Olmi sul podio

Con Romeo et Julette di Gounod Paolo Olmi “debutta” a Ravenna

Il maestro ravennate per la prima volta dirige in città un’opera in forma scenica con il coro e orchestra del Teatro Nazionale Croato di Rijeka, capitale europea della cultura nel 2020


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OPERA LIRICA «Purtroppo non gode di grande fortuna, ha avuto un po’ di spazio grazie a Krauss, ma ahimè non si rappresenta quasi mai. Forse anche per un motivo di verosimiglianza. Sono dell’idea che i protagonisti debbano essere abbastanza giovani in modo da non discostarsi troppo dall’età reale dei personaggi e, infatti, per questa produzione abbiamo cercato cantanti in tutta Europa e sono molto contento di ritrovare la bravissima Tiziana Tramonti che sarà la nutrice Gerturude». Si percepisce dalle sue parole quanto coinvolgimento le provochi questo titolo. Quanto le piace quest’opera? Non esagero, è sicuramente nei miei primi dieci titoli preferiti. La forza di questa partitura sta anche nell’incredibile dominio che Juliette ha nella vicenda, è lei la vera protagonista dell’opera, lasciando a Roméo solo la parte dell’omicidio di Tybalt. Lei è molto attento alla ricezione della musica da parte dei giovani. Come sono i rapporti tra le nuove generazioni e il teatro d’opera? «Non è facile. Certamente questo esercita il suo fascino, io ricordo che i grandi appassionati d’opera di un tempo raccontavano del loro primo incontro con il teatro mentre frequentavano le scuole dell’obbligo. Ora è più difficile, anche perché certe logiche operistiche sono difficilmente attualizzabili. È difficile appassionare i giovani, ma una volta conquistati sono innamorati devoti. Un’ultima domanda, quali sono i suoi progetti futuri? «In primis i progetti con la YMEO: quest’anno sarà diretta da due direttori giovanissimi, lo spagnolo Ruiz e l’italiano Parmeggiani e in seguito con me andrà, a Natale, in Terrasanta per eseguire il Gloria di Vivaldi. Quest’anno andremo anche in Egitto a eseguire lo Stabat Mater di Rossini e saremo là anche per dare un segnale sul caso Regeni. Ritornato in Italia dirigerò il Requiem di Mozart con il Munchen Bach Chor e la Passione secondo San Marco di Perosi. Proprio in questa occasione ci sarà anche il neonato coro regionale dell’Emilia-Romagna, formato da 120 persone, che ci accompagnerà nel 2020 a Londra per il Requiem di Verdi».

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Trilogia d’Autunno del Ravenna Festival

Verdi, sempre Verdi fra Otello, Rigoletto e un nuovo Nabucco La Trilogia d’Autunno del Ravenna Festival, ancora una volta sceglie di indagare il genio di Giuseppe Verdi, trasformando il palcoscenico dell’Alighieri in una vera e propria “fabbrica dell’opera”, capace di dare corpo e voce a tre diversi momenti del suo percorso artistico. Non poteva che essere Nabucco (1841) ad aprire la Trilogia destinata a ripercorrere la straordinaria parabola creativa di Verdi. È in quella partitura che si gettano le basi del successo irresistibile di Rigoletto (1851), primo tassello del trittico “popolare” e tra tutte l’opera prediletta dall’autore. E, in fondo, anche dell’estremo rinnovamento che in Otello (1887) germoglierà dal verbo shakespeariano, approdo inevitabile della “parola scenica” verdiana. La Trilogia d’Autunno di quest’anno affianca così una produzione inedita – il Nabucco (nella foto una scena) – alla rilettura di lavori già presentati (dal “repertorio” che la formula autunnale già può vantare). Cristina Mazzavillani Muti sarà alla regia, affiancata dal light designer Vincent Longuemare, il visual designer Paolo Miccichè, il visual designer e video programmer Davide Broccoli e Alessandro Lai per i costumi. In buca i ragazzi dell’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”, guidati da Pietro Borgonovo per Nabucco, da Hossein Pishkar – che è stato fra gli allievi della terza edizione dell'Italian Opera Academy di Riccardo Muti – per Rigoletto, da Nicola Paszkowski per Otello.


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MUSICA CLASSICA

Filippo Gorini, giovane talento pianistico incantato da Brahms, Beethoven e Bach Solista nel concerto conclusivo di “Ravenna Musica” l’8 maggio di Enrico Gramigna

Un grande talento, riconosciuto da critica e pubblico, è quello di Filippo Gorini, giovane pianista già in grado di conquistare le più prestigiose sale mondiali tra le quali quelle di Berlino, Lipsia, Parigi, Buxelles, Londra e Mosca. Lodato per «il raro intelletto e immaginazione vivida», il 23enne virtuoso della tastiera, le cui origini affondano nella romagnola Russi, sarà protagonista del concerto conclusivo di “Ravenna Musica 2019”, rassegna concertistica curata dall’Associazione Angelo Mariani, mercoledì 8 maggio al teatro Alighieri di Ravenna. Sul palco con il nostro solista al piano ci sarà l’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi”, diretta da Claus Peter Flor. Maestro Gorini, lei è stato vincitore di molti concorsi, tra i quali il “Telekom-Beethoven” di Bonn nel 2015. Cosa ne pensa di queste competizioni musicali? «Il mio rapporto con i concorsi è un po’ particolare, a tratti difficile. Ritengo che siano un ottimo punto di partenza, soprattutto in giovane età, poiché così è possibile ricevere giudizi e consigli da persone autorevoli. D’altro canto, però, c’è la sofferenza per dover essere il migliore, ma chi decide poi la graduatoria? Anche giudicare, in questo caso, non è così scontato perché ci sono troppi parametri soggettivi in ballo e quando si parla di differenze minime, stilare un elenco di merito è complicato». Certo dipende da tanti aspetti, non ultimo la capacità di essere a proprio agio su repertori e minutaggi obbligati. Lei come viveva quei momenti? «Nei concorsi le prove eliminatorie molto spesso constano di programmi obbligatori di una ventina di minuti. In quel breve periodo di tempo per me è sempre stato complicato esprimermi al meglio, ho sempre prediletto prove più lunghe, magari aperte al pubblico. Al Beethoven, per esempio, già dalla prima prova si poteva suonare con un pubblico di tre-quattrocento persone un programma di circa tre quarti d’ora, un vero e proprio concerto». A Ravenna salirà sul palco dell’Alighieri per suonare il Concerto n.2 op.83 di Brahms. Che rapporto ha con questa composizione? «Non voglio sembrare retorico, ma il secondo di Brahms è davvero il mio concerto per pianoforte preferito. È vero che è noto per la difficoltà tecnica e di tenuta fisica e mentale ma, ciò che mi affascina maggiormente, è la ricchezza dell’orchestrazione e la grande interazione tra il solista e l’orchestra. Al classico “botta e risposta” si alternano momenti nei quali queste due entità agiscono contemporaneamente, creando sonorità nuove molto intriganti. Suonare questo concerto in pubblico è sempre un’esperienza meravigliosa. In passato ho suonato le Fantasien op.116 e la Sonata op.108, ma vorrei addentrarmi più a fondo nella letteratura di Brahms: egli prende spunto da Beethoven e crea un linguaggio più romantico, velato di una tristezza differente da quella beethoveniana». Da ciò che dice e dalla sua storia, in lei si manifesta un amore per due titani dell’Ottocento, Beethoven e Brahms. Come legge la loro opera per il suo strumento? «La loro scrittura pianistica è molto differente, si parla di due colonne portanti della composizione per questo

Ventitre anni, originario di Russi, ha già inciso varie composizioni e suonato in prestigiosi teatri europei. Prossimamente sarà in tournée in Nord America

Nella foto in alto, il pianista Filippo Gorini (foto di Tom McKenzie); nella pagina a fianco, ritratto da Dan Hannen


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MUSICA CLASSICA strumento. È evidente che Beethoven si sia formato nel mondo classico, mentre Brahms è uomo del romanticismo – tipici sono i lunghi arpeggi e il classico “3 contro 2” delle due mani–. Una caratteristica che li differenzia è il modo di utilizzare la totalità della tastiera, Brahms lavora per addizione, occupando tutti i registri dal basso all’acuto senza soluzione di continuità, mentre Beethoven predilige svuotare il centro e lasciare l’acuto e il grave a fronteggiarsi come simbolo di opposizione. Vi è, inoltre, un modo di vivere gli stati d’animo, in Brahms, molto più introspettivo rispetto a Beethoven, che, invece, manifesta una visione meno disperante del mondo». Per ogni musicista, in particolare per i tastieristi, non si può prescindere dall’avvicinarsi a Bach. Che rapporto ha lei con le composizioni del musicista tedesco? «Da ragazzino mi ci avvicinavo con una certa insofferenza, poi mi conquistò. Ho studiato diversi contrappunti dell’Arte della Fuga, sarebbe bello poter continuare a studiarli. Bach è l’autore che m’impegna maggiormente poiché la sua scrittura è densa ed è difficile trovare una via personale senza seguire idee altrui. L’unico modo che trovo corretto, al netto delle interpretazioni più o meno informate, è quello di familiarizzare da dentro, cioè di trovare un significato durante l’approfondimento stesso dello studio». La moda di oggi è di avere letture storicamente informate. Lei come si approccia alle opere bachiane e cosa pensa a questo riguardo? «Bach è un compositore che si presta a molteplici letture; nel corso del tempo ci sono stati grandi musicisti che hanno interpretato sul pianoforte i suoi brani con approcci filologici. Io ritengo, però, che usare il pianoforte come se non fosse tale non ha senso: a quel punto tanto varrebbe utilizzare il clavicembalo o l’organo. Tra tante registrazioni, quelle di Glenn Gould sono un unicum inimitabile, ma io sono stato

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conquistato dalle interpretazioni di Fischer». Dopo il disco con le Variazion Diabelli di Beethoven per l’etichetta Alpha Classics, quali sono i prossimi impegni in sala di registrazione? «Nel futuro c’è un disco monografico, sempre con Alpha, per il prossimo autunno. Registrerò due delle sonate beethoveniane che più frequento, l’op.106 e l’op.111. In futuro, però, vorrei ampliare gli orizzonti registrando anche opere di Brahms. Ci sono poi altri due autori che attirano i miei interessi. Il primo è Bach e la sua Arte della Fuga, che mi piacerebbe portare a termine entro il 2021, il secondo è Schumann: di questo autore sono tanti i brani che mi stuzzicano tuttavia sento che, oltre ai più noti Sonata n.1 op.11, Kreisleriana op.16 e Gesänge der Frühe op.133, vorrei cimentarmi nelle Geistervariationen WoO 24, molto raramente eseguite e che, invece, ritengo meriterebbero maggior fortuna». A suo avviso Schumann è trascurato dai programmi nelle sale da concerto? «Trascurato forse no, tuttavia si ascoltano sempre gli stessi brani, invece la produzione schumanniana meriterebbe un’attenzione maggiore in tutta la sua integralità. La capacità di questo compositore di portare il materiale sonoro ai propri limiti verso il caos è la manifestazione di un’incredibile grandezza». L’appuntamento ravennate sarà solo uno dei prossimi appuntamenti. Dove potranno vederla i suoi estimatori? Quest’anno debutterò in Nord America, in Canada, a Vancouver, e negli Stati Uniti, a Seattle, accostando alle sonate di Beethoven (op.110-111, ndr) alcune composizioni del Novecento, di Bartók e Stockhausen. Questo programma mi rappresenta molto, unisce le due anime che sono in me. Sono dell’idea che sia giusto frequentare e promuovere la musica contemporanea perché è espressione del nostro tempo, poi, personalmente la trovo molto affascinante. Però non trascurerò uno dei miei amori, Beethoven, di cui porterò in Inghilterra il Concerto n.3 op.37.

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TEATRO RAGAZZI

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«La parola deve creare squarci per mostrare ciò che non è in scena» di Erika Baldini

Intervista all’artista Danilo Conti di Tanti Cosi Progetti

Nella foto, Danilo Conti in scena nello spettacolo “La gallinella rossa”

Danilo Conti è tante cose, per noi che lo guardiamo incantati sul palco: è attore, danzatore, regista, curatore di progetti artistici e pedagogici, creatore ed interprete di spettacoli memorabili. È fondatore, assieme ad Antonella Piroli, del gruppo Tanti Cosi Progetti con cui realizzaa, co-prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri, spettacoli che segnano la storia del Teatro per Ragazzi in Italia, come i pluripremiati Un castello di carte e I tre porcellini. TCP è tra i fondatori della Casa delle Arti per l’Infanzia e realizza progetti teatrali con le scuole di Faenza e Ravenna. Attualmente Danilo è in tournée con gli spettacoli Zuppa di Sasso e La Gallinella Rossa, mentre ad inizio febbraio è previsto il debutto del suo nuovo lavoro Chi ha paura di Denti di Ferro? Danilo quali sono i progetti di cui va più fiero ad oggi? «La realizzazione di uno spettacolo o di un progetto richiede tempo durante il quale per riuscire a trattenere quanto di buono riesci a fare devi sacrificare molto. Per questo non riesco a dire a quale lavoro sono più legato. Ogni percorso ha lasciato tracce importanti. Nell'arte teatrale, ma credo in qualsiasi ambito artistico, non vi è mai un punto di arrivo, tutto si trasforma di continuo, e ciò che rimane dietro le quinte poi torna in scena». Le recensioni dei suoi spettacoli lodano le sue doti di narratore e affabulatore. Da dove viene il gusto del raccontare? Quali storie le piaceva ascoltare da bambino? «Credo che la parola a teatro debba creare delle immagini, delle suggestioni. Deve aprire finestre, creare squarci attraverso i quali lo spettatore vede quello che sulla scena non c'è. E anch'io vedo quello che dico. Nel corso del tempo il testo prende una connotazione musicale e lo spartito offre non solo significato o senso, ma soprattutto ritmo, oscillazioni. Credo che raccontare sia per me una forma di comunicazione innata che ho potuto allenare nel tempo con il teatro. Mi piaceva dipingere da bambino. Mio babbo aveva un libro, L'Uomo che ride di Hugo e sull'immagine di quella copertina ogni giorno ci passavo almeno cinque minuti. I miei nonni avevano un'edicola e quindi Mister No, Tex, Corriere dei Piccoli, SuperEroica, Blek Macigno, Diabolik, Topolino, Kriminal! A case le fiabe sonore con il disco introdotto dal Quartetto Cetra e il libro per seguire. Poi sono arrivati Calvino, i Grimm, Perrault, Andersen, ma anche Genet, Hesse, Bulgakov, Cechov, Boll, Hugo, Tolkien, Dahl... » Dal lavoro sul corpo come attore e danzatore, come è giunto alla relazione con pupazzi, burattini e figure? «Potrei dire che i pupazzi, gli oggetti, le figure hanno trovato me. All'inizio degli anni '90 ho fatto un incontro importante, ho conosciuto Sonia Gonzalez e il suo lavoro di artista di teatro di figura, poetessa e drammaturga. Insieme abbiamo realizzato spettacoli importanti come Angelo, tra i finalisti ai premi ETI Scenario e Stregagatto, e iniziato la collaborazione con Accademia Perduta. Attraverso le varie tournée ho iniziato il dialogo con oggetti, pupazzi. La figura, il pupazzo, la forma indefinita, in simbiosi con il corpo, di cui è prolungamento. Sono nati in questo modo i vari Lupi. L'esperienza di danza con la compagnia di Monica Francia e la collaborazione con la coreografa Francesca Proia ha sicuramente arricchito questo percorso. Perché è importante recitare e far recitare i ragazzi, i bambini? «Recitare implica una esplorazione, una conoscenza del proprio corpo, del suo stare sulla terra, in uno spazio, condividerlo con altri corpi, con altre forme. Crea un'attitudine a rispettare se stessi, a scoprire i propri punti di forza e le proprie debolezze. A porre accenti e indirizzare energie. A creare relazione con gli altri, con lo spazio, gli oggetti. Scoprire la musicalità del corpo, del respiro e dei suoni attraverso la spontaneità e la tecnica. Diventare più forti, di un'energia che sappia assorbire e riflettere; una forma ecologica di mettere il corpo al centro dell'indagine e cercare di salvarlo».


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DIETRO LE QUINTE

«Il nostro obiettivo? Sparire» Il ruolo del tecnico nel suono Intervista a Massimo Carli di BH Audio di Roberta Bezzi

Da anni al “fianco” di Ravenna Festival e del Teatro Alighieri di Ravenna, per i concerti, le produzione d’opera e i “Viaggi dell’Amicizia”, BH Audio – con sede a San Giuseppe di Comacchio – è una delle realtà più importanti a livello internazionale nel settore del service audio professionale. L’azienda è stata fondata nel lontano 1979 e vanta attualmente cinque soci: oltre a Dino Carli e Franco Felisatti, gli ideatori ora in pensione, Massimo Carli, Marco Selvatici ed Enrico Dall’Oca che, con passione e competenza, portano avanti questa attività ad alto livello tecnologico. Dopo aver maturato esperienza a tutto campo, BH Audio ha concentrato le energie verso quegli ambiti in cui la qualità è l’unico vero elemento discriminante. Va da sé, quindi, che la musica “colta” rappresenti l’ambito operativo prevalente, senza trascurare comunque altre forme musicali e di spettacolo. Il service audio si occupa infatti di musica classica, contemporanea e jazz e di tutte le realtà sonore e artistiche affini che, negli aspetti dell’amplificazione audio, si sono dovute per troppo tempo accontentare di una qualità non sempre ottimale, confinate a un pubblico numericamente ristretto. Massimo Carli, in quasi quarant’anni di attività, qual è stato il cambiamento più significativo nel vostro lavoro? «Da un punto di vista tecnico, certamente l’arrivo del digitale che ha comportato nuove modalità operative e un evidente miglioramento qualitativo del suono. Un esempio che rende l’idea? Una volta, si potevano collegare al massimo trenta microfoni a un mixer grande quanto una stanza. Oggi, basta un piccolo computer per gestire fino a 500 postazioni. In passato era più difficile lavorare in ambito classico dove lo spettatore è estremamente attento e il massimo della qualità si raggiunge in acustico». L’utilizzo di microfoni e amplificatori può inevitabilmente modificare l’acustica. Quanto incide anche il luogo dove si svolge il concerto? «Moltissimo. Ci sono sale più predisposte e altre che lo sono molto meno. Il nostro obiettivo è portare l’amplificazione senza che il pubblico se ne accorga. Per esempio, a Ravenna, mentre al Teatro Alighieri non serve amplificazione per un’evento musicale, al Pala De André è assolutamente necessaria per consentire a tutti gli spettatori un ascolto omogeneo e qualitativo. Tutto deve funzionare alla perfezione e noi dobbiamo “sparire”… Siamo pionieri in questo tipo di lavoro che definiamo di amplificazione trasparente, possibile grazie alle ultimissime tecnologie. Poi chiaramente per dare input ai macchinari serve orecchio!». Durante i “Viaggi dell’Amicizia” del Ravenna Festival in giro per il mondo, vi siete spesso trovati in luoghi per così dire “estremi”. Quali sono state le difficoltà maggiori? «Di recente siamo stati a Kiev dove il concerto si teneva all’aperto e quindi esposto a qualsiasi tipo di intemperie, ma tutto è filato liscio. Fondamentale è stabilire una buona sinergia con aziende locali perché, nel viaggio in aereo, è possibile portarsi dietro al massimo 8-10 quintali di materiali tra microfoni e mixer. Come è capitato durante la trasferta a Nairobi, sempre con il Ravenna Festival, probabilmente la più dura mai affrontata. Una settimana prima del concerto, abbiamo mandato un collaboratore che ha selezionato il materiale meglio funzionante e che ha montato in anticipo l’impianto di diffusione, visto che noi siamo arrivati solo tre ore pri-

«Attualmente, siamo l’unica azienda al mondo ad utilizzare processori tecnologicamente avanzati in grado di produrre effetti innovativi in 3D. Perciò siamo invitati ovunque»

In alto una suggestiva veduta di un’orchestra dalla postazione dei fonici. A destra: Massimo Carli con Cristina Mazzavillani Muti durante il “Concerto dell’Amicizia” a Kiev


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DIETRO LE QUINTE ma dell’evento dopo un viaggio rocambolesco. Il problema piĂš grande è che sul posto non c’era tecnologia dei giorni nostriÂť. Lei lavora a stretto contatto con tanti artisti di fama internazionale. A partire dal maestro Riccardo Muti di cui è il fonico‌ ÂŤSĂŹ. Il maestro non fa mai la prova del suono, ma predilige quella di assestamento che dura qualche minuto, ma a volte anche un’ora. Per capirsi al volo con lui è indispensabile avere un’esperienza frutto di tanti anni di lavoro nel settore e, in questo, BH Audio è imbattibile. Riusciamo a fare anche un concerto senza prove, come è capitato proprio una volta con la Chicago Symphony Orchestra diretta da Muti, per mancanza di tempoÂť. Tra gli artisti stranieri, ha un rapporto consolidato con la cantate e attrice tedesca Ute Lemper dal 1987. Può svelare qualcosa? ÂŤCon lei si è creato un bel legame, perchĂŠ è un’artista che ama far sentire il gruppo di musicisti e tecnici con cui lavora come una grande famiglia. Nel tempo, è nata anche un’amicizia e mi è capitato spesso di essere suo ospite con la mia famiglia a New York dove lei vive e, viceversa, di ospitarla quando viene lei in ItaliaÂť. Ci saranno certamente artisti maniacali e con cui al contrario è piĂš arduo lavorare. Può citarne uno? ÂŤMi viene subito in mente il pianista, clavicembalista e compositore statunitense Keith Jarrett. Ha una personalitĂ complicata e ha molte fissazioni. Per esempio, per poter lavorare con lui bisogna aver smesso di fumare da almeno sei mesi. Prima di un concerto, controlla sempre la temperatura del palco, affinchĂŠ sia quella da lui desiderata. Ricordo che a un evento allo Sferisferio di Macerata, richiese dei “funghiâ€? ter-

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mici per riscaldare il palco‌ In luglio! Com’è lavorare con lui? Molto freddo e impersonale, non vuole un rapporto diretto con i tecnici. Una volta ero a cinque metri da lui e, anzichĂŠ rivolgersi a me per chiedermi di alzare il contrabbasso, ha chiamato il suo manager che poi lo ha comunicato a me. Ormai, credo faccia pochi concerti dal vivo, perchĂŠ ha un rapporto molto controverso anche con il pubblicoÂť. BH Audio è impegnato anche nella â€?Trilogia d'Autunno 2018â€? del Ravenna Festival. Quali novitĂ c’è da aspettarsi? ÂŤStimolati da Cristina Mazzavillani Muti, molto sensibile all’uso della tecnologia nell’opera, per la prima volta utilizzeremo un impianto 3D, non piĂš in via sperimentale, insieme al giovane sound designer Alessandro Baldassarri. Quando siamo in teatro, infatti, diventiamo il mezzo creativo per trasformare alcuni effetti un tempo eseguiti dai rumoristi, tipo tuoni, lampi, strepitii e quant’altro, inseriti nella partitura. Alessandro creerĂ i rumori con delle “sintesiâ€?, ossia ricorrendo a degli algoritmi che creano gli effetti a partire dalle note, senza quindi limitarsi a riprodurli come normalmente si è abituati a fare. Il pubblico apprezzerĂ certamente la differenza perchĂŠ, grazie all’impianto 3D, si sentirĂ effettivamente dentro lo spettacoloÂť. L’audio 3D è un altro dei vostri fiori all’occhiello‌ ÂŤSĂŹ. Attualmente, siamo l’unica azienda al mondo ad avere tanti processori tecnologicamente avanzati in grado di produrre tali effetti. Siamo invitati ovunque, anche grazie all’intermediazione della casa madre di questi sistemi digitali che è tedesca, per spiegare il nostro modo di lavorare. Possiamo dire, quindi, di essere antesignani e di esportare la cultura innovativa del nostro settore nel mondoÂť.

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Quel deposito su un binario morto diventato un teatro

GENIUS LOCI

Un binario morto, un deposito ferroviario in disuso rappresentano non la fine ma l’inizio di una storia ambientata a Cotignola. Lì come nel resto della Romagna i teatri sono considerati luoghi irrinunciabili per la comunità, siano costruiti secondo i dettami della tradizione impostasi a partire dal Settecento, oppure trovino A Cotignola uno spazio recuperato spazio in antiche chiese o in siti della produzione industriale poi rigenerati. Nel 2006 l’idea di Maurizio Casadio, oggi presidente con vani tecnici e foyer dell’associazione “Cambio Binario” e allora assessore alla cultura in due vagoni dismessi diventa realtà e l’intera area del deposito merci viene trasformata in un luogo per le attività teatrali grazie all’intervento del Comune e il progetto di recupero di Pao Atelier d’arte e di architettura. Stedi Chiara Bissi fania Altieri anni dopo firma, inoltre, un secondo progetto per il recupero di due vagoni ferroviari per la realizzazione di servizii allo spazio teatrale. Un’avventura emozionante che ha visto nel tempo alternarsi nella gestione del teatro due realtà, fino al 2011 “Teatro Vivo” e poi l’associazione di volontari “Cambio Binario” che conta 26 soci fondatori e si definisce un «gruppo di amici». Così per arrivare agli 82 posti a sedere attuali con annessi e connesi, i progettisti di Pao Atelier lavorano sugli elementi urbani esistenti, ovvero vagoni, binari, deposito e piazzale. Vengono «presi a prestito e utilizzati come partitura spaziale per la nuova composizione drammaturgica che – scrivono i responsabili del progetto – si manifesta con le programmazioni teatrali che di volta in volta verificano possibilità differenti dell’uso dello spazio riutilizzato». E ancora: «Un altro elemento che il progetto ha individuato è la creazione degli “spazi verdi”, ovvero dei luoghi della sosta e dello svago, creati attraverso la proposta dell’utilizzo di materiali verdi come la sequenza di alberature e siepi, o la scelta di differenti tipi di materiali di calpestio. Il deposito ferroviario e il suo spazio antistante stimolano una riflessione riguardo l’uso della scena teatrale, e così, nell’immaginario del progetto il luogo dell’azione scenica viene proiettato all’esterno del deposito e raddoppiato e triplicato con nuove strutture leggere e sequenza di spazi scenici all’aperto, al coperto e al chiuso, tra loro connessi e comunicanti. La successione dei volumi e dei vuoti esistenti diventano i luoghi dove attori e pubblico, scena e edifici si confrontano e si confondono come luoghi della vita e della finzione». L’ex deposito viene dotato di elementi strutturali in grado di garantire la massima flessibilità, il pavimento in legno di pioppo, caratterizza lo spazio scenico e la zona per il pubblico con sedute inserite su praticabili mobili a tribuna, realizzati con struttura in ferro e piani orizzontali in legno. Sono stati inoltre riaperti tutti i In questa pagina: l’esterno sei varchi di passaggio, alcuni dei quali erano chiusi: le due aperture sul lato ovest servono da collegamendel teatro. Nella pagina to con i vani tecnici e con i camerini, ricavati anch’essi all’interno di un vagone ferroviario. Particolare rilieaccanto: in alto la platea; vo viene dato alla cura e al disegno delle aree verdi per rendere gradevole la permanenza all’aperto nel corin basso i camerini so degli eventi estivi.

«Il rapporto con il pubblico qui è diretto, chi si esibisce è quasi in braccio agli spettatori della prima fila. Passano molto le emozioni»


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GENIUS LOCI

Nicoletta Ancherani responsabile della direzione artistica dell’associazione “Cambio Binario” racconta una realtà vivace, effervescente con un cartellone ricco di appuntamenti. «L’associazione è su base volontaria ma prima di tutto è un gruppo di amici a cui sta a cuore la visibilità e l’apertura del teatro. Scuole, teatro bimbi, musica... Tutto quello che fa tessuto sociale, che fa cultura trova posto al Teatro Binario. La programmazione viene pensata su misura, il rapporto con il pubblico qui è diretto, chi si esibisce è quasi in braccio agli spettatori della prima fila. Passano molto le emozioni. Così nel tempo abbiamo dato molto spazio ai monologhi, ma siamo in grado di percorrere tutti i generi fino al circo. Con sei titoli di prosa e un musical cerchiamo di spaziare. Nel 2019 avremo lo spettacolo Utoya dedicato alla strage norvegese avvenuta nel 2011. Lo spazio poi è frequentato anche da iniziative promosse dal Comune come Radici, rassegna di musica elettronica». Nel piccolo gioiello c’è posto anche per laboratori teatrali per ragazzi tenuti dal “Teatro La Bassa” e per un laboratorio per adulti tenuto da “Cambio Binario”. «C’è modo di venire a teatro spesso. Abbiamo il pubblico di Cotignola, 7 mila abitanti con le frazioni, ma anche uno che ha in tasca l’abbonamento a un teatro di tradizione. Perché al teatro Binario si può vedere un certo tipo di programmazione che altrove non si trova». Poi arriva d’estate la festa della musica e altri eventi in giardino e lì i numeri cambiano come le provenienze degli spettatori che si dilatano da tutta la Romagna per nomi come i Kataklò, Nicola Piovani, i Sonics e tanti altri. Il tema ferroviario appare spesso nella programmazione, dalla prima edizione di “Sipario 13”, rassegna avviata nel 2013, così come nel cartellone per le famiglie “Ciuf Ciuf” e nel laboratorio per adulti “Binario creativo”, a cura di Sandra Cavallini. Una piccola comunità si tiene stretta il proprio sogno e lo nutre con costanza, dedizione e pragmatismo per aprirlo al mondo. Nel sito dell’associazione “Cambio Binario” si legge infatti: «Il teatro nel tempo libero è un eccezionale mezzo espressivo e di benessere, di socializzazione, oltre che occasione di crescita e formazione culturale. Il teatro offre la possibilità di incontrare l’altro, di abbattere barriere e pregiudizi e di impegnarsi divertendosi. Il processo di creazione permette di esprimere la propria identità e i propri sogni».

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CARTELLONE RAVENNA

Teatro Alighieri via Mariani, 2 - tel. 0544 249244 Teatro Rasi via di Roma, 39 - tel. 0544 36239 Inizio spettacoli ore 21 Spettacoli domenicali ore 15.30

PROSA Tecno-Filò (Technology and Me)

Il giardino dei ciliegi

di e con Marco Paolini produzione Michela Signori per Jolefilm

ideazione e drammaturgia Kepler - 452 regia di Nicola Borghesi con Annalisa e Giuliano Bianchi, Paola Aiello, Nicola Borghesi, Lodovico Guenzi produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

Trent’anni di felicità in comodato d’uso

Questo narratore dall’incedere affettivo si sofferma sul maggiore mutamento che investe la nostra epoca, rendendola “un tempo crisalide”: l’avvento della tecnologia elettronica. Un universo di possibilità e illusioni, soluzioni e ostacoli, che ci riguarda tutti e che ci vede incontentabili, talvolta ridicoli, e non sempre consapevoli delle conseguenze delle nostre azioni. In scena all’Alighieri dal 29 ottobre all’1 novembre

Hanno condotto, con le pagine di Cechov in pugno, un’indagine sugli sgomberi a Bologna, entrando nelle vite di chi, come la famiglia Bianchi, perde un luogo dell’anima a causa di certe politiche abitative. E poi hanno concepito un lavoro teatrale in cui i protagonisti reali della vicenda, Annalisa e Giuliano, sono in scena con gli attori. In scena al Rasi il 16 novembre

Fedeli d’Amore polittico in sette quadri per Dante Alighieri ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari con Ermanna Montanari produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro con Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro Festival Italia e Ravenna Festival La nebbia di una notte ravennate del 1321, Dante Alighieri, profugo, è sul letto di morte, e la sua carne che si spegne è aggredita da visioni e lampi: il demone della fossa, un asino in croce, il diavolo del rabbuffo, l’Italia che scalcia se stessa, l’apparizione di Antonia – sua figlia – e l’intima certezza di una fine che non è una fine. Si omaggia Dante nell’abbracciare una sola salvezza: Amore è ciò che ci fa ribelli, è la forza che libera ed eleva. Musiche di Luigi Ceccarelli. Lo spettacolo fa parte del programma Trilogia d’autunno del Ravenna Festival. In scena al Rasi dal 27 novembre al 6 dicembre (eccetto il 29 novembre e il 3 dicembre, vedi pagina 91 per orari)

Il regno profondo. Perché sei qui?

Churchill

di Claudia Castellucci regia vocale di Chiara Guidi con Claudia Castellucci e Chiara Guidi produzione Societas

di Carlo G. Gabardini regia di Paola Rota con Giuseppe Battiston produzione Nuovo Teatro

“Perché sei qui?” è la prima di molte domande che due “luogotenenti” arroccate su un podio si scambiano. Sono domande elementari, di discorsi ancora più poveri, che entrano all’improvviso nel turbine di un dubbio radicale. La logica – cui le due figure si sottopongono – è captata da un’ironia che pretende onestà. Musiche di Scott Gibbons, Giuseppe Ielasi. In scena al Rasi venerdì 14 dicembre

Quasi una maschera: Winston Churchill per certi versi è il Novecento. Incarna il primato della politica e umanamente è un eccesso in tutto: tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta, ma senza mai arrendersi, fuma sigari senza sosta, tossisce; è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea. Battiston incontra la figura di Churchill, la porta in scena, la reinventa, indaga il mistero dell’uomo attraverso la magia del teatro, senza mai perdere il potente senso dell’ironia (vedi p. 13). In scena all’Alighieri dal 10 al 13 gennaio


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PROSA RAVENNA

New Magic People Show dal romanzo di Giuseppe Montesano messo in scena da Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi, Luciano Saltarelli produzione Teatri Uniti In uno spazio claustrofobico sfilano personaggi imbarbariti e mostruosi, schiavi dell’omologazione e delle mode. I quattro interpreti danno vita a un’umanità dolente e perduta, specchio dissacrante di una società alle prese con i falsi miti della ricchezza, del potere, della gioventù a tutti i costi. Cabaret postmoderno nel segno della tradizione dell’avanspettacolo. In scena all’Alighieri il 23 e 24 gennaio

Aminta di Torquato Tasso regia di Antonio Latella con Michelangelo Dalisi, Emanuele Turetta, Matilde Vigna, Giuliana Bianca Vigogna produzione stabilemobile con AMAT e Comune di Macerata È la vicenda del pastore Aminta e del suo amore per la ninfa Silvia. Lo stile evocativo dei versi fa del discorso un vero e proprio canto, e non è il sentimento non corrisposto il punto centrale, bensì la forma che l’Amore assume in ogni essere umano e la sua forza creativa, fonte di ispirazione assoluta. In scena all’Alighieri il 31 gennaio

Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo regia di Marco Tullio Giordana con G. Imparato, C. Rosi, N. Di Pinto, M. De Matteo, P. Fulciniti, G. Allocca, G. Cannavacciuolo, V. Forestiero, F. Altamura, A. Cioffi produzione Elledieffe - La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo Tra fantasmi interiori e apparizioni scomode, si tratteggia “l’allegria del naufragio” della Napoli del dopoguerra. Uno sguardo sulla città di Eduardo, in bilico tra un dolore che non l’ha mai abbandonata e l’anima gioiosa che la contraddistingue. In scena all’Alighieri dal 7 al 10 febbraio

Shakespeare / Sonetti versione italiana e adattamento Fabrizio Sinisi e Valter Malosti regia di Valter Malosti con Valter Malosti, Michela Lucenti, Maurizio Camilli, Marcello Spinetta, Elena Serra produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, TPE Teatro Piemonte Europa, Teatro di Dioniso Un fool contemporaneo, armato di microfono, e quattro danzatori incarnano i moti di un amore limpido e squilibrato, straziante e fuori asse; e mettono in scena il dissidio insanabile tra luce e ombra, delirio e realtà, amore e morte. Un dibattito per voce e corpi in cui si esaltano ugualmente parola, suono e movimento, grazie alle coreografie di Michela Lucenti. In scena all’Alighieri il 13 febbraio

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PROSA RAVENNA

Storia di una amicizia Le due bambole. Il nuovo cognome. La bambina perduta drammaturgia di Chiara Lagani regia, light design, spazio scenico di Luigi De Angelis con Chiara Lagani e Fiorenza Menni coproduzione Napoli Teatro Festival, Ravenna Festival, Eproduction in collaborazione con Ateliersi tratto dalla tetralogia L’amica geniale di Elena Ferrante, Lo spettacolo racconta la vicenda delle due amiche protagoniste e, insieme, di un pezzo di storia italiana (vedi p. 25). In scena al Rasi il 15 e 16 febbraio (vedi p. 93 per orari)

Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini, drammaturgia di Emanuele Trevi regia di Massimo Popolizio con Lino Guanciale e Sonia Barbadoro produzione Teatro di Roma-Teatro Nazionale Un palcoscenico nudo, pochi oggetti, diciotto “ragazzi di vita”, branco di anime orfane d’innocenza e aggrappate all’esistenza, povera ma genuina, delle borgate romane degli anni Cinquanta. La creazione corale si lascia trasportare dalla lingua pasoliniana – espressionista, sporca, impulsiva – mentre una presenza narrante al contempo osserva e partecipa, incalzando con passione il racconto. All’Alighieri dal 28 febbraio al 3 marzo

I Shakespeare: I Banquo, I Caliban di Tim Crouch, traduzione di Pieraldo Girotto regia di Fabrizio Arcuri I Banquo con Enrico Campanati e Matteo Selis produzione Fondazione Luzzati - Teatro della Tosse I Caliban con scena Fabrizio Croci produzione Accademia degli Artefatti, L'Uovo Teatro Stabile di Innovazione Onlus

Riconosciuto dall’Accademia Nazionale dei Sartori

Chi ha il potere di raccontare la verità su “come vanno le cose” in scena o nella Storia? E qual è il ruolo dello spettatore a teatro o nella vita? Nel testo di uno degli autori contemporanei inglesi tra i più spiazzanti alcuni personaggi di estrazione shakespeariana interrogano la convenzione teatrale, mettendola in crisi e verificandone con agilità la possibilità di parlare al presente. È il caso di Banquo, il generale dell’esercito scozzese di Re Duncan fatto uccidere da Macbeth nella sua corsa al trono; e di Calibano, essere informe, reso schiavo da Prospero, sulla propria isola, nella Tempesta. Foto di scena di Ilaria Costanzo. In scena al Rasi il 9 marzo


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PROSA RAVENNA

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Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello regia di Liliana Cavani con Geppy Gleijeses, Vanessa Gravina, Leandro Amato, Maximilian Nisi, Tatiana Winteler, Giancarlo Condè, Brunella De Feudis produzione Gitiesse Artisti Riuniti, Teatro della Toscana Attraverso il filtro di una regia intrisa di realismo magico, questo salotto borghese, luogo principe di ipocrisia e falsità, svela con la limpidezza di un paradosso la drammatica e ridicola difficoltà di essere se stessi. In scena all’Alighieri dal 28 al 31 marzo

Magnificat di Alda Merini regia di Simone Derai con Paola Dallan produzione Anagoor 2010 co-produzione Operaestate Festival Veneto, Centrale Fies Anagoor fa parte del progetto Fies Factory Una donna incendiata dalla poesia come Alda Merini scrive un componimento su Maria, la madre di Gesù, aprendo un nuovo varco nell’immagine di colei che “ha portato i coltelli della sapienza in grembo”. Al Rasi il 6 aprile

Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, adattamento di Francesco Niccolini regia di Alessio Boni, Roberto Aldorasi, Marcello Prayer con Alessio Boni, Serra Yilmaz, Marcello Prayer produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo

“Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che passa sotto il nostro tetto” (Anthelme Brillat-Savarin)

Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. In scena all’Alighieri dal 12 al 14 aprile (vedi p. 95 per orari)

Settimo Cielo di Caryl Churchill, traduzione di Riccardo Duranti regia di Giorgina Pi con Marco Cavalcoli, Sylvia de Fanti, Tania Garribba, Lorenzo Parrotto, Aurora Peres, Alessandro Riceci, Marco Spiga produzione Teatro di Roma in collaborazione con Sardegna Teatro, Angelo Mai/Bluemotion Essere quello che si vuole essere, non quello che si può. In un’atmosfera queer e punk si parla di sesso e potere, di violenza e ironia, attraverso la storia di una famiglia catapultata prima nell’Africa coloniale di fine Ottocento, poi a Londra alla fine degli anni Settanta. Un gioco tra identità reali e identità apparenti impregnato di comicità e satira, dentro cui sfrecciano dardi indirizzati al machismo omofobo, alla sottomissione degli indigeni, al patriottismo fuori luogo di ogni ideologia coloniale (vedi pagina 27). In scena al Rasi il 4 maggio

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PROSA RAVENNA

FUORI ABBONAMENTO Spettacoli che raccontano la realtà e “carotaggi” nella città Anche quest’anno, oltre alla ricca (e modulabile) offerta per gli abbonati, la stagione teatrale organizzata da Ravenna Teatro offre moltissimi eventi collaterali, appunto fuori abbonamento. Dopo lo spettacolo della nuova Olp e Saluti da Brescello a settembre e la nuova produzione diretta da Roberto Magnani Macbetto andato in scena anche in occasione di Fèsta a ottobre (in una coproduzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro, Menoventi/E-production, Masque Teatro) si prosegue al Rasi il 2 novembre con Gemma Carbone e il suo Gul sull’assassinio in Svezia, nel 1986, del premier Olof Palme. Il 7 novembre invece ci si sposta a Palazzo Rasponi dalle Teste per Lotta al terrore, ideazione e drammaturgia di Lucia Franchi e Luca Ricci nella produzione CapoTrave/Kilowatt. Il 17 gennaio al Teatro Rasi arriva Follìar di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli: due clown di beckettiana memoria si confrontano sul fallimento dell’arte e sulla sua inutilità rispetto alle vicende del mondo. E sempre al Rasi il 20 febbraio è la volta dei ravennati Lady Godiva Teatro / Eugenio Sideri con Kaninchen Viaggio nell’inferno di Dachau. Il giorno seguente è invece in scena Orazione epica, recital-concerto per voce, poesia e batteria sempre a cura di Eugenio Sideri, con Enrico Caravita in scena. Il 22 marzo ecco i forlivesi di Masque Teatro con Kiva, il nome che gli indiani Moki del Nuovo Messico danno al luogo delle iniziazioni, un luogo segreto, sotterraneo, nel quale si assiste alla “redenzione” del serpente. E a seguire In Your Face di e con Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, una performance che attinge dai loro profili Facebook, utilizzandone il linguaggio per la riscrittura dell’opera Trovarsi di Pirandello. Il 18 aprile il fuori abbonamento approda al Teatro Alighieri per Koreja Katër i Radës. Il naufragio opera da camera, musica Admir Shkurtaj, libretto Alessandro Leogrande (dal romanzo-reportage Il naufragio), regia Salvatore Tramacere (lo spettacolo fa parte del programma di Opera e Balletto di Fondazione Ravenna Manifestazioni, nella foto, vedi pagina 53). Infine, al teatro Rasi, lunedì 5 novembre, 17 dicembre, 28 gennaio, 25 febbraio, 25 marzo, 15 aprile (alle 18), Luigi Dadina, Giovanni Gardini e Alessandro Luparini sono protagonisti di “Storie di Ravenna - Racconti, visioni, cronache dalla fondazione a oggi” ossia sei carotaggi nella storia della città, composti in forma di mappe narranti a cura di un attore, uno studioso d’arte e uno storico.

APERTO TUTTE LE SERE PRENOTAZIONE CONSIGLIATA

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COMICO RAVENNA

L’Artusi, bollito d’amore di Roberto Pozzi regia Alessandro Benvenuti con Vito e Maria Pia Timo produzione Cronopios Siamo a Firenze sul finire dell’800, nella grande cucina di un Romagnolo illustre, in cui odori di soffritto, inchiostro e lumi a olio impregnano l’aria. Aneddoti, segreti, ingredienti, dosi e ricette sono racchiuse in un quaderno destinato a diventare uno dei libri piÚ venduti al mondo, La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene. Ma l’Artusi, come lo si chiama in famiglia, chi l’ha scritto? Lui, Pellegrino, o la sua governante Marietta? In scena all’Alighieri il 29 gennaio, a Conselice il 18 gennaio

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Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere tratto dal libro di John Gray con Debora Villa Il testo si basa su un pensiero tanto semplice quanto efficace: gli uomini e le donne vengono da due pianeti diversi. Debora Villa condurrà per mano il pubblico alla scoperta dell’altro sesso senza pregiudizi. In scena all’Alighieri il 12 febbraio

Mi piace

Trascendi e sali

di e con Gabriele Cirilli

di e con Alessandro Bergonzoni

La nostra vita è un continuo avere e dare un giudizio, sin dalla mattina quando ci alziamo e ci guardiamo allo specchio oppure quando scegliamo un vestito, gli amici da frequentare, quando ordiniamo al ristorante o quando scegliamo di andare in vacanza, i programmi tv da guardare, il film al cinema da vedere, il politico da votare, la musica da ascoltare o i libri da leggere, la dieta da fare, la squadra di calcio da tifare, le persone da seguire sui social. Riderne è fondamentale perchĂŠ la risata è un rimedio contro tutto il nero che ci opprime. In scena all’Alighieri il 19 marzo, anche a Faenza il 23 febbraio

Uno spettacolo del funambolo della parola, di un artista che gioca con il linguaggio e che qui il disvelamento segue e anticipa la sparizione, dove la comicitĂ non segue obbligatoriamente un ritmo costante. Trascendi e sali è un vettore artistico di tolleranza e pace, colmo di visioni che, magari, riusciranno a scatenare le forze positive esistenti nel nostro essere. In scena all’Alighieri il 9 maggio, anche a Faenza l’1 dicembre

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OPERA E DANZA RAVENNA

DANZA Wolfgang, Microburst, Ma Maison, Caught, Whirlaway

Parsons Dance direzione artistica di David Parsons coreografie di David Parsons e Trev Mcintyre musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Avirodh Sharma, Preservation Hall Jazz Band, Robert Fripp, Allen Toussaint & The Allen Toussaint Orchestra Punto di riferimento assoluto per la post modern dance – grazie a creazioni e performance che si distinguono per energia, positività, fisicità – la compagnia fondata e tuttora diretta da David Parsons torna a Ravenna con una collezione di cinque lavori, dal celeberrimo Caught (1982) su musica di Robert Fripp dei King Crimson a Microburst entrato nel repertorio della compagnia, su musica classica indiana; e poi Wolfgang su musiche mozartiane e Whirlaway su note di Allen Toussaint, influente artista di rhythm&blues. Indedito Ma Maison di Trey McIntyre, mix di prese da balletto, passi Charleston e street style, con costumi ispirati alle tradizioni funerarie di New Orleans. Al teatro Alighieri il 26 (ore 20.30) e 27 gennaio (ore 15.30)

Dance me Omaggio a Leonard Cohen Les Ballets Jazz de Montreal direzione artistica di Louis Robitaille coreografie di A. Foniadakis, A. Lopez Ochoa, I. Rustem direzione musicale di Martin Léon costumi di Philippe Dubuc scene di Pierre-Étienne Locas luci di Cédric Delorme-Bouchard Ispirandosi all’influente repertorio del leggendario cantautore-poeta Leonard Cohen, la compagnia canadese del Ballets Jazz de Montreal, diretta da Louis Robitaille ne offre un ritratto vibrante e sfaccettato, evocando “cinque stagioni” – o cicli dell’esistenza – in cui si intrecciano i temi ricorrenti e universali espressi nelle canzoni del musicista; a ogni stagione corrispondono diversi stati d’animo, colori, elementi naturali, luoghi fisici ricreati sulla scena anche attraverso proiezioni e video. In scena quattordici danzatori che intrecciano passi del balletto classico ad altri stili espressivi e dinamici di intensa sensualità. Al teatro Alighieri il 16 (ore 20.30) e 17 febbraio (ore 15.30)


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OPERA E DANZA RAVENNA

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Serata Leonid Yacobson Balletto Yacobson di San Pietroburgo direzione artistica di Andrian Fadeev Pas-de-deux dei grandi balletti classici russi del XIX secolo dal Lago dei cigni a La bella addormentata Miniature coreografiche di Leonid Yacobson: Pas de quatre, Valzer Viennese, Sestetto, Baba Yaga musiche di Vincenzo Bellini, Johann Strauss, Wolfgang Amadeus Mozart, Modest Musorgskij

bar - pasticceria ®

La celeberrima e intramontabile tradizione del balletto russo, è distillata nel Gala omaggio a Leonid Yacobson del Balletto Yacobson di San Pietroburgo, guidato dall’ex primo ballerino del Mariinskij, Andrian Fadeev. Si tratta di una pregevole antologia capace di racchiudere in un unico sfolgorante spettacolo due secoli di storia fra i virtuosismi dei pas-de-deux dei classici del XIX secolo e le miniature coreografiche di Yacobson del XX secolo. Nelle sue miniature (ne vanno in scena quattro: Pas de quatre, Valzer Viennese, Sestetto e Baba Yaga) il Maestro russo ha ampliato le possibilità di stile e plasticità della danza e portato soggetti nuovi nel balletto, attingendo a pittura e poesia, storia e mito, folklore e quotidiano. Al teatro Alighieri il 16 (ore 20.30) e 17 marzo (ore 15.30)

oltre 50 anni di esperienza

fra tradizione e innovazione Bach project Sarabande, Domus Aurea Compagnia Aterballetto direzione artistica Gigi Cristoforetti coreografie di Jirí Kylián e Diego Tortelli musiche di Johann Sebastian Bach (eseguite dal vivo da Ensemble Sentieri Selvaggi) scene di Jirí Kylián e Massimo Uberti costumi di Joke Visser luci di Jirí Kylián, Joop Caboort, Carlo Cerri Torna, sempre molto atteso, l’appuntamento con le nuove proposte coreutiche di Aterballetto oggi sotto la direzione artistica di Gigi Cristoforetti. A Ravenna, la prima compagnia italiana di danza porta il progetto Bach Project, tappa importante nell’esplorazione del rapporto tra coreografia e musica, tra la composizione classica e la sua ricreazione contemporanea. Due i quadri in programma, fondati sulle note di Bach: Domus Aurea, nuova creazione del giovane ballerino e coreografo Diego Tortelli – con le musiche eseguite dal vivo da l’Ensemble Sentieri Selvaggi – e Sarabande, pezzo del 1990, dotato di fascinosa struttura circolare, firmato dal geniale Jirí Kylián (vedi p.33). Al teatro Alighieri il 6 (ore 20.30) e 7 aprile (ore 15.30)

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OPERA LIRICA Romeo et Juliette Opera in cinque atti di Jules Barbier e Michel Carré, dalla tragedia Romeo and Juliett di William Shakespeare; musica di Charles Gounod; direttore Paolo Olmi; Orchestra e Coro del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Rijeka; regia di Marin Blazevic; scene e light design di Alan Vukelic; costumi di Sandra Dekanic. Nuovo allestimento del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Rijeka, in coproduzione con Teatro Alighieri di Ravenna A pochissimi giorni dal debutto a Rijeka (Fiume), approda anche da questa parte dell’Adriatico il nuovissimo allestimento dell’opera Romeo et Julette di Charles Gounod che il Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc coproduce con il Teatro Alighieri, riproponendo la celeberrima vicenda shakespeariana. La direzione di Orchestra e Coro del Teatro Nazionale di Rijeka è affidata al ravennate Paolo Olmi e la regia è firmata da Marin Blazevic, direttore dello stesso Teatro di Rijeka; il cast include artisti italiani e croati, mentre spiccano nei ruoli protagonisti il soprano lituano Margarita Levchuk e il tenore spagnolo Jesús Álvarez. Accolta con entusiasmo fin dal proprio debutto nel 1867 al Théâtre-Lyrique di Parigi, Romeo et Juliette è stata forse meno eseguita in Italia rispetto all’estero, riscoperta nel nostro paese in anni più recenti. Oltre ai quattro duetti fra i due amanti, l’opera include la brillante valse-ariette Je veux vivre con cui si sono misurati soprani di calibro assoluto. Al teatro Alighieri il 18 (ore 20.30) e 20 gennaio (ore 15.30)

OPERA E DANZA RAVENNA

Le nozze di Figaro opera lirica in quattro atti di Lorenzo da Ponte; musica di Wolfgang Amadeus Mozart; direttore Erina Yashima; Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, Coro San Gregorio Magno; maestro del coro Mauro Rolfi; maestro al cembalo Mirco Godio; regia, di Giorgio Ferrara; scene di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo; costumi di Maurizio Galante. Coproduzione Festival di Spoleto 59, Fondazione Teatro Coccia Novara, Teatro Alighieri di Ravenna Le nozze di Figaro conclude il percorso della trilogia Mozart/Da Ponte in collaborazione con il Festival di Spoleto e il Teatro Coccia di Novara. Dopo Così fan tutte e Don Giovanni presentate nel corso delle precedenti stagioni dell’Alighieri, la prima delle tre opere italiane del compositore di Salisburgo su testo dapontiano porta a termine il progetto che ha visto impegnati da una parte il regista e direttore del festival spoletino Giorgio Ferrara, affiancato dai pluripremiati Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo alle scene e da Maurizio Galanti ai costumi, dall’altra l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini”. Direttore sarà Erina Yashima, assistente direttore della Chicago Symphony Orchestra dopo la partecipazione alla prima edizione della Riccardo Muti Italian Opera Academy, che torna all’Alighieri dove ha già diretto la Cenerentola di Rossini. Al teatro Alighieri il 22 (ore 20.30) e 24 febbraio (ore 15.30)


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OPERA E DANZA RAVENNA

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Andrea Chenier

Katër i radës - Il naufragio

Dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica; musica di Umberto Giordano; direttore Giovanni Di Stefano; Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna, Coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena; maestro del coro Stefano Colò; regia di Nicola Berloffa; scene di Justin Arienti; costumi di Edoardo Russo; luci di Valerio Tibéri. Nuovo allestimento realizzato con Opéra de Toulon, coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione I Teatri di Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Alighieri di Ravenna, Fondazione Teatro Regio di Parma La Rivoluzione Francese è l’esplicito contesto in cui sono calate le vicende dell’Andrea Chénier di Umberto Giordano. In coproduzione tra i teatri di Ravenna, Modena, Reggio Emilia, Piacenza, Parma e la francese Opéra de Toulon, questo nuovo allestimento è affidato a Nicola Berloffa, fra i più promettenti registi della sua generazione e già molto attivo fra Italia e Francia, e a Giovanni Di Stefano alla guida dell’Orchestra dell’EmiliaRomagna. La più celebre delle opere di Giordano, fra le più rappresentative del Verismo, Andrea Chénier – come altre opere che a fine '800 tentarono di interpretare le tensioni al passaggio fra i due secoli – è negli ultimi anni oggetto di nuova, e più ponderata, attenzione critica. Al teatro Alighieri l‘8 (ore 20.30) e 10 marzo (ore 15.30)

Opera da camera di Alessandro Leogrande, dal romanzoreportage Il naufragio (commissione della Biennale di Venezia); musica di Admir Shkurtaj; direttore Caterina Centofante; compagnia teatrale Koreja; regia Salvatore Tramacere. Coproduzione la Biennale di Venezia - Koreja

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È il tentativo, attraverso un’opera in musica, di liberare l’universo umano di chi è andato incontro a una delle tante tragedie del Mediterraneo: quella di una piccola motovedetta albanese – la Katër I Radës per l’appunto –, stracarica di uomini, donne e bambini, affondata nel marzo del 1997 davanti alle coste italiane. Vi si affollano i sommersi e i salvati, chi è sopravvissuto e chi è scomparso, le loro voci, i loro pensieri, e soprattutto il loro viaggio verso il buio, pieno di grandi ansie e piccoli desideri, sogni e paure, digressioni, apparizioni, improvvise rammemorazioni. Il libretto è stato scritto (per la Biennale Musica di Venezia del 2014) da un giornalista d’inchiesta di rara intelligenza e sensibilità, Alessandro Leogrande, scomparso prematuramente, alla cui memoria la serata sarà dedicata. Le musiche sono del compositore albanese Admir Shkurtaj: giunto nel ’91 in Italia poco più che ragazzo, con le prime ondate di sbarchi, e formatosi musicalmente nel nostro paese, collabora oggi con diverse compagnie teatrali di ricerca con lo sguardo rivolto alle più autentiche tradizioni musicali balcaniche. Al teatro Alighieri il 18 aprile (ore 20.30)


TERME CASTROCARO PAG PAL.qxd:RFM 16/11/18 13.00 Pagina 1


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RAVENNA

RASSEGNE MUSICALI Orchestre e solisti di fama internazionale nel cartellone di “Ravenna Musica 2019” L’apertura della stagione dell’associazione Mariani, “Ravenna Musica” è di livello internazionale e affidata all’Orchestra Sinfonica Ungherese di Miskolc, con la pianista Gile Bae solista del Concerto in re maggiore di Haydn. A seguire nel cartellone di dieci concerti i Wiener Concert Verein con un programma dedicato a Beethoven, con Markus Schirmer solista. Da non perdere l’esibizione del 17enne pianista russo Alexander Malofeev (nella foto) impegnato su pagine di Beethoven, Ravel, Rachmaninov, Cajkovskij e Prokofiev. Stefan Milenkovich, quale violino solista e concertatore dell’Orchestra da Camera di Perugia, presenterà invece un concerto di Mendelssohn e la IV sinfonia di Beethoven. Il Coro Filarmonico “Maghini” di Torino proporrà la Petite Messe Solennelle di Rossini. Mentre all’interpretazione del Trio di Parma sono affidate composizioni da camera fra Haydn, Schumann e Brahms. In occasione dell’anniversario della nascita di Clara Wieck Schumann, pianista, compositrice e moglie del celebre Robert è previsto un omaggio all’artista con l’attrice Sonia Bergamasco e l’EsTrio. L’ensemble internazionale Festival Strings Lucerne si esibirà al fianco della violinista Arabelle Steinbacher nei concerti mozartiani K 218 e 219. Spazio al sax di Marco Albonetti, alle percussioni di Dane Richeson e al quintetto d’archi ModernStrings per presentare Terra Madre, concerto sulle ricchezze musicali dei popoli del mondo. L’Orchestra Sinfonica di Milano Verdi, diretta da Claus Peter Flor col giovane Filippo Gorini (solista nel 2° concerto di Brahms per pianoforte e orchestra) chiude la stagione con la Sinfonia n.4 in la maggiore Italiana di Mendelssohn. Dettagli su date e luoghi dei concerti nel calendario da pagina 90.

Otto appuntamenti con musicisti e autori della classica per “Capire la musica” La rassegna “Capire la Musica”, organizzata da Emilia Romagna Concerti comprende 8 appuntamenti da13 novembre al 18 aprile nella Aala Corelli dell’Alighieri e in alcune basiliche ravennati. L’esordio è con l’asso del violino Roman Kim che accanto a Kreisler, Ysaye e al prediletto Paganini, eseguirà anche alcune suoi nuovissimi brani. Si continua con un altro "mago dell'archetto", il 20enne Gennaro Cardaropoli, allievo di Accardo. Il tradizionale Concerto di Natale sarà diretto da Ignacio Abalos Ruiz nella Basilica di San Francesco con sette solisti impegnati in brani di Vivaldi, Bach e Mozart. Torna anche il Concerto della Giornata della Memoria con la Young Musicians European Orchestra diretta da Matteo Parmeggiani (coi solisti Matteo Valerio, Dario Zanconi, Estelle Akta) mentre per la Giornata della Festa della Donna si esibirà un trio femminile con Laura Marzadori (primo violino alla Scala) con le sorelle Irene e Sara. L'Orchestra del Conservatorio Martini di Bologna si esibisce in occasione del concerto in ricordo delle Vittime della Mafia: in programma Schubert e Paganini con una delle violiniste in ascesa nel panorama mondiale: Maria Duenas (nella foto). Il Maestro Paolo Olmi sarà sul podio della YME Orchestra e di grandi formazioni corali per i due Concerti di Pasqua a Sant’Apollinare in Classe per eseguire Requiem di Mozart e la Passione secondo San Marco di Lorenzo Perosi. Dettagli su date e luoghi dei concerti nel calendario da pagina 90.

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Mikrokosmi in note fra artisti affermati e giovani talenti emergenti Organizzata dall’Associazione Culturale Mikrokosmos – direzione artistica Barbara Valli – anche l'edizione 2019 di “Mikrokosmi” ha l’obiettivo di unire linguaggi musicali diversi con artisti di caratura e di interesse anche per il pubblico più giovane. In programma 10 concerti da febbraio ad aprile alla Sala Corelli del Teatro Alighieri, domenica mattina alle 11. Il 3 febbraio apre la rassegna il soprano Romina Cicoli con Marco Santià al piano; poi il 10 febbraio il duo chitarra-pianoforte Eugenio Della Chiara e Alberto Chines e, il 17 febbraio il piano solo di Luna Costantini (nella foto), in collaborazione con l'Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola. Il 24 febbraio concerto del Quartetto Maas con Annie Hsu Feng e Simone Castiglia (violini) Marcello Salvioni (viola), Anna Montemagni (violoncello) e Andrea D’Alonzo al piano. Il 3 marzo si esibisce il giovanissimo (13 anni) pianista Antonio Alessandri; il 10 marzo è la volta di “Mikrokosmi Off”, concerto dei migliori allievi della masterclass di perfezionamento (Maestri Paola Leolini e Nazzareno Carusi) della scuola musicale Mikrokosmos. Il 17 marzo si tiene ”Il Tramonto della Luna” (a 50 anni dallo sbarco sulla Luna, in collaborazione col Planetario di Ravenna): recital su Chopin, Leopardi e la Luna con Pietrangelo Buttafuoco (voce recitante) e Nazzareno Carusi (pianoforte). Il 24 marzo ecco “Dans La Boîte De Claude”, omaggio a Debussy del pianista Paolo Dirani. Il 31 marzo suona il duo Angioletta Iannucci Cecchi (violino) e Marianna Tongiorgi (piano). In chiusura di stagione (7 aprile) concerto a 4 mani con i pianisti Nazzareno Carusi e Davide Cabassi (pianoforte).

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RAVENNA

RAGAZZI AL RASI Piccola cavalcata rossiniana

Luna

Drammatico vegetale

Teatro all’improvviso

Spettacolo che si snoda come un percorso musicale negli spazi del teatro Rasi nel 150° anniversario di Gioacchino Rossini per 50 minuti. Adatto a un pubblico dai 6 ai 10 anni. In scena il 6, 7 e 8 novembre alle 17.30

In 10 quadri dall’atmosfera lieve e surreale, attraverso il linguaggio della pittura e degli oggetti, un attore racconta le esperienze di Luna e l’insegnamento che offre ai suoi bambini. Adatto a un pubblico dai 5 ai 10 anni. In scena il 22 novembre alle 18

Uno, due, tre... Drammatico Vegetale

Il paese dove non si muore mai Tanti Cosi Progetti

Spettacolo adatto alla prima infanzia (dai 2 ai 6 anni), un affresco a tre dimensioni raccontato da due attori di poche, anzi pochissime parole. In scena il 17 gennaio alle 17.30

Leo delle meraviglie Drammatico Vegetale Mostra interattiva articolata in quattro sezioni-stanze ispirate agli elementi della natura: aria, acqua, terra e fuoco e liberamente ispirato alle opere grafiche di Leonardo dedicate alla natura e alla sua interpretazione. Al Mar - Museo d’Arte della Città l’1, 7, 8, 15, 19, 20, 21, 22, 26 e 27 febbraio dalle 9 alle 13.30 e il 3,10, 17 e 24 dalle 14 alle 18

Spettacolo di teatro d’attore, oggetti e pupazzi adatto a un pubblico dai 3 ai 10. La Strega Elisenda introduce il pubblico nel mondo simbolico delle fiabe, in cui troviamo una bimba in viaggio verso il paese dove non si muore mai. Durante il viaggio la piccola fa diversi divertenti incontri e chiede a tutti se sanno dove si trovi quel posto. Nessuno sembra poterla aiutare, ma lei prosegue il suo viaggio con decisione fino a raggiungere la meta. Sarà infine la stessa Elisenda – che appartiene a un’altra fiaba – a concludere con un canto il racconto, ispirato a quello omonimo contenuto nella raccolta Fiabe italiane di Italo Calvino dalla storica compagnia (vedi p. 39). In scena il 31 gennaio alle 17.30

La terra dei lombrichi Chiara Guidi/Societas Teatro d’attore e di drammaturgia tratto da Alcesti di Euripide. Lo spettacolo, nato all’interno della riflessione tecnica sul teatro infantile chiamato “Metodo errante”, è una forma teatrale aperta, ha cioè bisogno dei bambini per comporsi e per compiersi. In scena dal 12 al 14 febbraio

Che sì che no

Animali & Accessori

Drammatico Vegetale Spettacolo adatto dai 2 ai 6 anni: suoni, gesti, sguardi delle emozioni di Elvira, Koro e Piero, alle prese con la materia di cui sono fatti i sogni. Un colore che sporca una carta, una mano che fruga nella sabbia, un pezzo di legno che cade per terra e poche parole. In scena il 21 febbraio alle 17.30

LA NOVITÀ I giovedì per l’infanzia

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Oltre agli spettacoli citati in queste pagine, il giovedì pomeriggio il teatro Rasi ospiterà anche letture, laboratori e momenti diversi tutti dedicati all’infanzia e ai bambini secondo una nuova formula che spalanca le porte del teatro e amplia i linguaggi.


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Fiabe di Fedro

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EXTRA

Chiara Guidi/Societas Spettacolo per bambini dai 7 ai 9 anni con gli attori del Corso di Alta Formazione Il ritmo drammatico. In scena il 18 marzo alle 17.30

Genoma scenico Nicola Galli/Tir Danza Gioco interattivo e performance di danza in collaborazione con la rassegna Today ToDance. Adatto a un pubblico dagli 8 ai 12 anni. In scena il 21 marzo alle 17.30

Una disobbedienza straordinaria Centro Arti Integrate Iac Teatro d’attore e video teatro dai 10 anni che racconta la disobbedienza di una bambina ariana nella Germania nazista. In scena il 28 marzo

Zoo di Pinocchio Drammatico Vegetale Teatro d’attore, oggetti e pupazzi adatto a un pubblico dai 3 anni in cui si racconta la storia dal punto di vista dei tanti animali che popolano le pagine del libro di Collodi. In scena il 4 aprile alle 17.30

Spettacoli a primavera Tre spettacoli per la rassegna “Artebebè” dedicata ai più piccoli, a primavera. Si comincia il 12 maggio alle 11 al Rasi con Mamma Oca della Drammatico Vegetale adatto a un pubblico dai tre agli otto anni, lo stesso pubblico a cui si rivolge lo spettacolo in scena domenica 26 maggio: le ombre cinesi di Giorgio Gabrielli per Tra fossi e boschi. Ultimo appuntamento per bambini da due anni e mezzo con gli austriaci Toihaus Theater Salzburg e il loro Immer/Forever, teatro e musica dal vivo (sabato 1 giugno alle 19 e domenica 2 alle 11). Adatto a un pubblico dai tre anni la rassegna, tra primavera ed estate, sempre al Rasi, ma in giardino: “Dalle 7 alle 9”. Anche qui un cartellone di tre spettacoli, sempre dalle 19. Il 13 e 14 giugno sarà di scena il teatro di figura russo Mali Theater Novagorod con White Story, giovedì 20 e venerdì 21 giugno sarà riproposta dalla Drammatico Vegetale la Cavalcata rossiniana, mentre il 26 giugno chiude il classico Fagiolino di Mattia Zecchi. Come ormai di consueto, dopo ogni spettacolo è possibile consumare un picnic nel giardino del teatro.

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RAGAZZI ALL’ALMAGIÀ Alice Fratelli di Taglia Uno spettacolo ispirato al grande classico inglese di Lewis Carroll e portato in scena dalla ormai storica compagnia romagnola di teatro di figura. In scena il 21 ottobre alle 17

Teo ha le orecchie curiose con Roberta Colombo e Andrea Monticelli regia di Andrea Monticelli Oggetti fonosimbolici Luigi Berardi Spettacolo adatto ai piccolissimi, under 3. Teo è un piccolo coniglio con le orecchie grandi che ancora non parla. Gli piace ascoltare. Tutto, ma proprio tutto: il rumore del biscotto che viene mangiato, lo sciabordio delle onde, il cigolio dell’altalena. Ascoltare è il suo gioco preferito: gli scappa da ridere e alla fine della giornata prova a cercare la luce della luna prima di chiudere gli occhi e addormentarsi. In scena il 18 novembre alle 11 e alle 17

Il magico cerchio di Prospero Teatro del Drago Debutto nazionale per questo spettacolo liberamente ispirato a La Tempesta di Shakespeare e ispirato alle opere di Chagall. Regia di Roberto Prestigiacomo, che è anche coautore del testo con Mauro Monticelli. Si tratta di una coproduzione internazionale Attic Rp/Teatro del Drago. In scena il 25 novembre alle 18

Canto di Natale Teatro delle Marionette degli Accettella di Roma Una delle Famiglie d’Arte del Teatro Italiano porta in scena lo spettacolo tratto dal romanzo di Charles Dickens pubblicato nel 1843, utilizza le tecniche del teatro d’attore, del teatro delle marionette e di figura, ripercorrendo le atmosfere, le emozioni e i significati di uno dei racconti sul Natale più belli e commoventi della storia della letteratura contemporanea. In scena il 16 dicembre alle 17


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Assaggi di danza d’autore in collaborazione con Cantieri Danza Spettacolo inserito nella rassegna Today To Dance. Un pomeriggio di laboratorio nel quale si intrecciano assaggi di giovani coreografi. In scena il 20 gennaio alle17

Biancaneve e i sette nani I Guardiani dell’Oca/Abruzzo Tucur Sotto la regia di Benedetto Zenone, la celebre fiaba trascritta dai Fratelli Grimm rivivrà grazie ad una messa in scena molto attenta e tradizionale. Attori, pupazzi, canto dal vivo, costumi straordinari, e un’attenta caratterizzazione dei personaggi, in particolare della protagonista Biancaneve e dei sette nani, ognuno delineato a livello caratteriale. In scena il 10 febbraio alle 17

EXTRA Tra feste a tema e un museo Le giornate che uniscono spettacolo dal vivo, animazioni, installazioni e laboratori sono racchiuse nelle tre giornate speciali di Almagià in Festa: Halloween (31 ottobre) in versione Baby, under 6; la Festa della Befana (6 gennaio) con protagonista la maschera piemontese Gianduja in Gianduja e la notte della Befana, in cui il protagonista è incaricato di sostituire la Befana infortunata nella distribuzione dei doni a cavallo della scopa; la Festa di Carnevale (2 marzo) che concluderà la rassegna, con lo spettacolo Truciolo e il cavallo a dondolo della compagnia Teatro dei Burattini di Ivano Rota. A fianco del cartellone di spettacoli e feste si aggiunge l’attività del Museo La Casa delle Marionette, che ogni anno produce laboratori e visite guidate per le diverse fasce d’età con un’attenzione particolare per i più piccoli (visite guidate a 4 zampe), e che organizza workshop per adulti, e particolari progetti legati alla storia del teatro, alla conservazione del patrimonio, alla ricerca delle proprie identità culturali, e al ben-essere del cittadino (I lumini del Risorgimento, Educare ai diritti umani, Raccontar-ci). A partire dall’autunno il museo ospiterà inoltre eventi e laboratori tematici sia rivolti al mondo della scuola che al pubblico delle famiglie (info e prenotazioni: lacasadellemarioenette@gmail.com -392/6664211).

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CARTELLONE FAENZA

Teatro Masini piazza Nenni, 3 tel. 0546 21306 Inizio spettacoli ore 21

PROSA A testa in giù

La classe

di Florian Zeller regia di Gioele Dix con Emilio Solfrizzi e Paola Minaccioni Produzione di Roberto Toni per ErreTiTeatro30

di Vincenzo Manna regia di Giuseppe Marini con Claudio Casadio, Andrea Paolotti, Brenno Placido produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri, Goldenart e Società per Attori

Anteprima nazionale per questa commedia. Daniel invita a cena, contro il parere della moglie, Patrick suo migliore amico e la sua nuova partner Emma. Emma, giovane e carina, provoca una tempesta negli animi dei commensali, scuotendo le loro certezze, risvegliando gelosia e invidia. Una commedia originale in quanto il pubblico è testimone dei pensieri dei personaggi che parlano in disparte. Grande gioco di attori che svelano - con la tecnica del doppio linguaggio - una verità comica, crudele e patetica. In scena dal 5 al 7 ottobre anche a Russi l’8 febbraio

In una cittadina europea in forte crisi economica il quotidiano è fatto di disagio, criminalità e conflitti sociali. A peggiorare la situazione c’è lo “Zoo”, uno dei campi profughi più vasti del continente. E c’è un Istituto professionale dove viene assunto Albert, laureato in Storia con il compito di far recuperare crediti ai ragazzi per farli diplomare il prima possibile (vedi p. 7). In scena dal 28 al 30 novembre, anche a Bagnacavallo il 28 gennaio

Viktor und Viktoria versione originale di Giovanna Gra regia di Emanuela Gamba con Veronica Pivetti, Giorgio Borghetti, Yari Gugliucci e Pia Engleberth, Roberta Cartocci, Nicola Sorrenti produzione a.ArtistiAssociati in co-produzione con Pigra Commedia con musiche liberamente ispirata all’omonimo film di Schunzel, Viktor und Viktoria vedrà Veronica Pivetti protagonista del palcoscenico faentino. Berlino, 1930. Susanne Weber, attrice disoccupata e affamata, arriva in città. Condivide la sorte col collega Vito Esposito, che la convince a debuttare come il travestito Viktor und Viktoria. Scoperto dalla Baronessa Ellinor Von Punkertin, Viktor ha un successo immenso ma, suo malgrado, s’innamora del conte Frederick Von Stein. È l’inizio dei guai. In scena dal 18 al 20 dicembre

L’avaro di Molière adattamento e regia di Ugo Chiti con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Ciotti, Gabriele Gioffreda, Desirée Noferini produzione Arca Azzurra Teatro Alessandro Benvenuti vestirà i panni di Arpagone in una rilettura de L’Avaro di Molière diretta da Ugo Chiti di cui il Masini ospiterà la “Prima” del nuovo allestimento. Amaro e irresistibilmente comico, un’opera di bruciante modernità. L’avaro molieriano riesce a essere un classico immortale e nello stesso tempo a raccontarci il presente senza bisogno di trasposizioni. Arpagone, classica figura del vecchio taccagno incallito, protagonista della commedia, usa tutto e tutti, figli compresi, per accumulare e moltiplicare il denaro. L’adattamento di questa messinscena guarda L’avaro occhieggiando a Balzac senza dimenticare la commedia dell’arte, intrecciandone ulteriormente le trame amorose in un’affettuosa allusione a Marivaux. In scena dal 29 al 31 gennaio


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FAENZA

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Un momento difficile di Furio Bordon regia di Giovanni Anfuso con Massimo Dapporto produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Testo inedito e mai messo in scena di Furio Bordon, autore triestino conosciuto, apprezzato e rappresentato in Italia e all’estero, Un momento difficile racconta, con “profonda leggerezza” e tagliente ironia, i difficili istanti che precedono la morte della madre del protagonista. In scena dal 12 al 14 febbraio

L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde regia di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia con Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Luca Toracca, Nicola Stravalaci, Giuseppe Lanino, Riccardo Buffonini, Cinzia Spanò, Camilla Violante Scheller produzione Teatro dell’Elfo

Tradizione ed innovazione per strutture outdoor di qualità

Un testo ironico, caustico e brillante del grande Oscar Wilde che ha svelato la falsa coscienza della società inglese di epoca Vittoriana e che purtroppo non è affatto superata. In questo allestimento la fedeltà alla tradizione è rivisitata in chiave pop dalla regia e da scenografia e costumi che rendono l’epoca vittoriana molto più simile al nostro presente. In scena dal 22 al 24 marzo

La classe operaia va in paradiso dal film di Elio Petri (sceneggiatura Elio Petri e Ugo Pirro), regia Claudio Longhi con Lino Guanciale, Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

A quasi cinquant'anni dalla sua uscita sul grande schermo, La classe operaia va in paradiso approda in scena con la regia di Claudio Longhi, che ne esalta la forte componente ideologica, rendendola particolarmente attuale. Lo spettacolo diventa il punto di partenza per uno sguardo eterodosso sulla recente storia politica e culturale del nostro paese. Al Masini la prima del ri-allestimento. In scena dal 4 al 6 aprile

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FAENZA

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COMICO

PROTAGONISTI

Trascendi e sali

Quattro monologhi d’autore

di e con Alessandro Bergonzoni Uno spettacolo dove il disvelamento segue e anticipa la sparizione, dove la comicità non segue obbligatoriamente un ritmo costante. Il comico si interroga per confessare e chiedere; tornare a indicare quello che “sicuramente forse” lui vede prima degli altri. In scena l’1 dicembre, anche a Ravenna il 9 maggio

La lingua neolatrina di Maurizio Garuti con Ivano Marescotti Un monologo cucito su misura per le qualità attoriali di Ivano Marescotti dalla penna di Maurizio Garuti. L’argomento sono le parole virali che pronunciamo compulsivamente a ogni ora del giorno. Un repertorio satirico dei tic e delle mode che infestano i linguaggi popolari. In scena il 23 gennaio

Mi piace di e con Gabriele Cirilli Viviamo tutti per un Like. La nostra vita è un continuo avere e dare un giudizio, sin dalla mattina quando ci alziamo e ci guardiamo allo specchio oppure quando scegliamo un vestito, gli amici da frequentare. Riderne è fondamentale perché la risata è una medicina, un rimedio contro tutto il nero che ci opprime. In scena il 25 febbraio, anche a Ravenna il 19 marzo

Sento la terra girare di e con Teresa Mannino «Vivo chiusa in un armadio, per mesi, anni – racconta l’autrice e interprete comica Teresa Mannino – Un giorno decido di uscire, apro le ante e un piccolo raggio di luce artificiale mi acceca, esco e provo ad aprire gli occhi, li apro e leggo che il principe Harry si è sposato e che l’asse della terra si sta spostando. Mi butto stranamente sulla notizia meno glamour. Com’è possibile che l’asse terrestre stia variando? Finché sparisce la primavera, cambiano le stagioni, ma l’asse della Terra… Fuori dall’armadio scopro che il mondo va a rotoli. Decido di richiudermi nell’armadio, ma l’armadio non è più lo stesso». In scena il 9 marzo

Federico Buffa inaugurerà il cartellone “Protagonisti” dedicato a spettacoli contemporanei in forma di monologo con A night in Kinshasa in cui racconto un incontro epocale che va al di là della boxe, un incontro che parla, come spesso avviene con le storie di sport e come sempre avviene negli spettacoli di Buffa, di riscatto sociale, di pace, di diritti civili (19 ottobre ore 21). Impegnato in questa Stagione Teatrale nella sua prima tournée nazionale e frutto della co-produzione di Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Biondo Stabile di Palermo e Accademia Perduta/Romagna Teatri arriva al Masini L’abisso di e con Davide Enia. L’attore palermitano ha tratto questo nuovo spettacolo dal suo magnifico libro Appunti per un naufragio (Sellerio) in cui affronta il tema della traversata del Mediterraneo per tanti migranti facendo parlare pescatori, Guardie Costiere, residenti, medici, volontari dell’isola di Lampedusa (17 dicembre ore 21). Enzo Iacchetti presenterà poi a Faenza il suo nuovo spettacolo Libera Nos Domine. Solo in scena, Iacchetti è prigioniero dell’attualità e vuole liberarsi dai dubbi che lo affliggono su progresso, amore, amicizia, emigrazione, religione, offrendoci un’ultima ipotesi di rivoluzione. Iacchetti affronta con ironia e provocazione la sua prigionia (21 gennaio ore 21). La rassegna chiuderà con Simone Cristicchi e lo spettacolo Mio nonno è morto in guerra, un mosaico di memorie, canzoni e video-proiezioni, i cui protagonisti sono piccoli eroi quotidiani, uomini e donne attraversati da uno dei più violenti “terremoti” della Storia: la Seconda Guerra Mondiale. Testimonianze reali e inedite raccolte dall’autore, che ci trasportano tra le voci potenti di un’umanità nascosta tra le macerie (8 febbraio ore 21).


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FAENZA

RICERCA “AL RIDOTTO” Il misantropo di Molière - traduzione e adattamento di Francesco Niccolini regia di Tonio De Nitto produzione Factory Compagnia Transadriatica/Accademia Perduta «Mi avvicino a Molière – scrive il regista – e provo a raccontare la società in cui viviamo che stranamente non sembra molto diversa da allora. Il Misantropo, quanto mai attuale, è un testo che arriva stretto come un nodo alla gola: sembra un quadro perfetto del momento che stiamo vivendo, nella disillusione verso un mondo non meritocratico, dove la soluzione è sempre nel compromesso». In scena il 12 dicembre

Giobbe. Storia di un uomo semplice

Anfitrione

di Joseph Roth regia di Roberto Anglisani produzione Factory Compagnia Transadriatica/Accademia Perduta

dal testo di Plauto regia e adattamento di Teresa Ludovico compagnia Teatro Kismet

L’omonimo romanzo di Roth diventa un racconto teatrale tragicomico proprio come la vita, dove si ride e si piange, si prega e si balla, si parte, si arriva e si ritorna, si muore in guerra e si rinasce. Il racconto si sviluppa attraverso lo sguardo mite e sereno di un narratore misterioso e onnisciente, ricco di compassione che accomuna tutti i protagonisti di questa storia In scena il 26 gennaio

Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, il furto dell’identità, la perdita dell’identità garantita da un ruolo sociale, sono i temi che Plauto ci consegna in una forma nuova, da lui definita “tragicommedia”, perché gli accadimenti riguardano dei, padroni e schiavi. In scena il 5 marzo Anche a Cervia il 6 e il 7 marzo

FUNERALI A PREZZI CONTENUTI - LAVORAZIONE LAPIDI SERVIZI DA E PER L’ESTERO - TRASFERIMENTO SALME REPERIBILITÀ 24 ORE SU 24

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FAENZA

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DANZA Gold Days musiche di Tom Waits, Patti Smith, Keith Jarrett coreografie di Johan Inger compagnia Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto Lo spettacolo presenta due opere già note di Johan Inger, Rain Dogs e Bliss, legate tra loro da un nuovo breve assolo: Birdland che invitano lo spettatore a tuffarsi in due mondi distinti, pur mettendo in scena temi ricorrenti del lavoro di Inger come la perdita, il cambiamento e le loro conseguenze. In scena il 24 ottobre

LA CASA DEL TEATRO Una stagione popolare e i 40 anni dei Due Mondi

Dal profano al sacro musiche da Bizet e Heandel coreografia di Paolo Mohovich compagnia Eko Dance Project Uno spettacolo in cui il nucleo centrale è l’amore. Amore carnale e passionale che in Carmen poi perde quasi di corpo per trascendere in quello che è l’amore archetipico e mistico di Maria per Giuseppe e ancor più quello della Maddalena per Gesù. MessiaHeandel presenta invece alcune immagini della storia sacra come se fossero dei quadri in un’atmosfera caravaggesca di luci e ombre. In scena il 4 dicembre

Romanzo d’infanzia coreografie di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni compagnia Abbondanza Bertoni In scena 2 danzatori che si alternano tra essere genitori e figli e poi di nuovo padre e figlio e madre e figlia e poi fratelli, sì, soprattutto fratelli, e alternano il subire e il ribellarsi e difendere e scappare e tornare e farsi rapire per sempre senza ritorni. In scena il 25 gennaio

Phasmes coreografie di Fanny Soriano compagnia Libertivoir Gli artisti in scena moltiplicano le possibilità invertendo le forze naturali con giochi di equilibrio e simmetrie, in cerca di un comune centro di gravità. Sensuale e inquietante, brutale e fragile, Phasmes inventa nuovi linguaggi acrobatici, sviluppati dai corpi trasmutabili, per interrogarci su quale sia il posto degli esseri umani nella natura. In scena il 26 marzo

Nuova stagione di un teatro “popolare” alla Casa del Teatro di Faenza, grazie alla storica compagnia del Teatro dei Due Mondi che qui organizza seminari, laboratori, residenze artistiche, stagioni per grandi e bambini. Tra gli spettacoli in pogramma il 24 novembre alle 21 ci sarà il Teatro Borgobonò con In ogni caso nessun rimorso, spettacolo ispirato all’omonimo romanzo di Pino Cacucci che tratta memoria e impegno civile. L’8 dicembre invece saranno di scena I Teatri del Sacro, Associazione Musicali con il Piccolo canto di resurrezione, mentre il 15 dicembre il Teatro Due Mondi torna in strada, nel centro storico di Faenza con il suo spettacolo Fiesta, replicato più di 500 volte in più di 30 Paesi, tra Europa, Asia e Sud America e liberamente tratto da un racconto di Gabriel García Márquez. Il 16 torna invece in via Oberdan con Le nuove avventure dei musicanti di Brema alle 16. Altro appuntamento per ragazzi sarà poi quello del 20 gennaio (alle 15.30 e alle 17.30) del Teatro Rebis Cosa vien dopo? Un bestiario poetico fatto di sconcertanti rime da cui si origina uno sguardo capace di oscillare tra l’infanzia presente del bambino e quella remota dell’adulto. Sabato 9 febbraio alle 21 la Compagnia Dimitri Canessa presenta Hallo! I’m jacket!, uno sguardo ironico e dissacrante sul nostro mondo contemporaneo, con la sua rapidità da fast food mediatico, cultura usa e getta e ansia performativa. Sabato 24 febbraio alle 15 ancora spazio ai ragazzi con L’Asina sull'Isola e La vera storia della nonna di Cappuccetto Rosso, mentre il 17 marzo alle 16 i ravennati Teatro del Drago portano uno spettacolo che ha avuto un successo internazionale, il loro Pinocchio che prende spunto da 12 tavole a china realizzate dall’artista francese Alain Letort. Questo Pinocchio è fatto di quadri indipendenti, come in un collage che ripercorre visivamente la famosa storia di Collodi. Infine, sabato 6 e sabato 13 aprile alle 19 e alle 21.30, il Teatro Due Mondi propone “La visita guidata ai nostri 40 anni”, uno spettacolo per ripercorrere, fra costumi, oggetti e frammenti di scenografie, 40 anni di emozioni condivise nei teatri del mondo. E per questi quarant’anni molti altri eventi saranno in programma da marzo.


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FAENZA

RAGAZZI Il vecchio e il mare

Zuppa di sasso

compagnia I guardiani dell’Oca

di e con Danilo Conti compagnia Accademia Perduta/Tanti Cosi Progetti

Un viaggio alla scoperta dei segreti del mare, capace di farci vedere la vastità delle emozioni, della poesia e dei sentimenti che lo stesso mare evoca. In scena il 21 ottobre alle 16

La fiaba a cui è ispirato lo spettacolo si perde nelle trame del tessuto popolare fitto di storie, racconti, aneddoti. Risale a epoche in cui giramondo, vagabondi, soldati reduci da battaglie che tentavano di ritornare a casa, incontravano gli abitanti di villaggi sul loro percorso (vedi p. 39). In scena il 4 novembre alle 16

I love Frankenstein compagnia Eccentrici Dadarò Lei, lui, una carrozza, un cocchiere muto. Un viaggio di nozze da… romanzo. Ma piove. Piove da 200 anni su questa storia. Una storia che ha un titolo che fa venire i brividi. Forse per colpa di tutta questa pioggia. Ma Frankenstein è anche una grande storia d’amore, perché l’amore reclama il suo posto. E questa storia ci farà ridere, commuovere, pensare, raccontando, tra clownerie e colpi di scena, la storia della “Creatura” più famosa al mondo. In scena il 2 dicembre

Sogno tratto da Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare regia di Beatrice Ripoli compagnia Fontemaggiore Un’occasione per far conoscere anche ai più piccoli questo classico del teatro mondiale. La commedia del Bardo, facendo leva sul potere dell’immaginazione, che rende capaci di immedesimarsi senza perdersi in situazioni in cui i confini tra sogno e realtà sono sfumati, suggerisce che siamo noi e noi soltanto, a poter scegliere cosa sia reale e cosa non lo sia nell’atto di creare la nostra identità di fronte al mondo. In scena il 27 gennaio alle 16

L’albero di Pepe

La Regina delle nevi

compagnia Teatro Pirata

compagnia Giallo Mare Minimal Teatro

A raccontare la storia sono Pepe e Francone, suo fratello, in un flashback appassionante che racconterà le vicende incredibili di una bambina molto intraprendente. Una narrazione che si dipana tra palco e pubblico, tra cambi di scena e gioco di personaggi. Una favola contemporanea e senza tempo che parla della convivenza dell’uomo con la natura, della difficile integrazione del mondo adulto con quello dell’infanzia, dell’anarchica saggezza dei bambini e delle prove da affrontare per diventare grandi. In scena il 10 febbraio alle 16

La Regina delle Nevi ha come protagoniste due figure femminili: la sovrana che con i suoi poteri strega gli umani riducendoli ad automi privi di sentimenti e Gerda, una bambina che affronta mille peripezie per liberare il suo amico Kay, prigioniero della Regina. Questo è lo sfondo sul quale, come in un gioco di specchi, s’innesta la storia di Margherita, una ragazza che da bambina amava ascoltare la favola della Regina delle Nevi dalla voce della nonna… In scena il 3 marzo alle 16


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FAENZA

LA CASA DEL TEATRO La grande classica di Erf al Masini e non solo

Nuova Stagione Concertistica dell’Erf&TeatroMasiniMusica a Faenza, con un cartellone di levatura internazionale. La VII edizione, curata da Massimo Mercelli e da Donato D’Antonio si concluderà il 30 marzo dopo una serie di dieci concerti. Dopo l’inaugurazione il 12 ottobre con il noto violinista Uto Ughi, il secondo concerto vedrà un’altra star della musica classica: Ramin Bahrami, uno dei più interessanti e quotati interpreti di Bach. Per il terzo appuntamento, il 15 novembre il programma si sposta presso la Sala dei Cento Pacifici, al Ridotto del Teatro Masini, con “Debussy – Preraffaellita, Impressionista, Simbolista, Astrattista”, per i 100 anni dalla morte del compositore, un concerto della pianista sudcoreana Ilia Kim, introdotta al pubblico da Piero Rattalino, critico e musicologo tra i più pronti e preparati in Italia, che motiverà le ragioni di un programma tanto particolare. Domenica 2 dicembre sarà invece la volta del “Progetto Paolo Alberghi”, un evento unico in prima assoluta che avrà luogo nel Museo Internazionale delle Ceramiche. A seguire, due concerti fuori abbonamento: il 5 dicembre alla Chiesa di San Francesco un Concerto in ricordo di Padre Albino Varotti con l’Orchestra Arcangelo Corelli e il Coro Euridice diretti da Piero Monti; il 13 dicembre, invece, alla Chiesa di Sant’Ippolito, si svolgerà il concerto di Natale dedicato quest’anno alla restaurazione del Bassetto Manfredo – un piccolo contrabbasso del XVIII secolo, molto raro, quasi unico nella sua diversità strutturale da altri strumenti dell’epoca. A rievocare vividamente le atmosfere della Royal Music sarà la Camerata Accademica (nella foto) diretta da Paolo Faldi, ensemble strumentale e vocale composto da studenti e diplomati del Conservatorio di Padova. Il 15 gennaio si torna al Masini con “Rapsodia in Blue”, uno spettacolo che unirà le corpose sonorità del pianoforte a quattro mani del Duo Petrouchka alla danza di Valentina Caggio. Il 2 febbraio torna Bach al Ridotto del Teatro, con Quattro Sonate per violino e pianoforte, interpretate dalla violinista Ksenia Dubrovskaya e da Bruno Canino al pianoforte. Il cartellone prosegue l’11 marzo, sempre al Ridotto, con “Voci d’Amore”, progetto dedicato all’idea di amore nella musica, presentato dal pianista Francesco Prode e dall’attrice Diana Hobel. La stagione si conclude il 30 marzo con “Racconti al pianoforte” di Lorenzo Meo.

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CARTELLONE LUGO

LUGO

Teatro Rossini piazzale Cavour, 17 tel. 0545 38542 Inizio spettacoli ore 20.30 Spettacoli domenicali ore 16 e 20.30

PROSA Filumena Marturano di Eduardo De Filippo regia di Liliana Cavani con Mariangela D’Abbraccio, Geppy Gleijeses produzione GITIESSE – Artisti Riuniti Nel 1947 fu approvato l’articolo che stabiliva il diritto-dovere dei genitori di mantenere ed educare anche i figli nati fuori dal matrimonio. E qui di figli ce ne sono tre da proteggere. Tra Filumena Marturano, caparbia, accorta, ostinata contro tutto e tutti nel perseguire la propria visione del mondo, e Domenico Soriano, unico erede di un ricco pasticciere, amante delle corse e della bella vita, è guerra aperta. In scena dal 23 al 25 novembre

Dieci piccoli indiani... e non rimase nessuno di Agatha Christie regia di Ricard Reguant con Ivana Monti, Luciano Virgilio, Carlo Simoni produzione Ginevra Media Production Srl Scritto nel 1936 e pubblicato nel 1939, Dieci piccoli indiani è considerato ancora oggi il capolavoro letterario di Agatha Christie. Il regista spagnolo di questa versione, Ricard Reguant, nelle note di regia spiega: «Questa nuova versione teatrale si adatta ai tempi e all’estetica del momento facendo godere il pubblico nella ricerca dell’enigma preparato dalla Signora Agatha; questi dieci “piccoli indiani” bloccati nell’isola sono vittime o assassini? Sembra quasi una vendetta della stessa Christie verso la classe dirigente della società inglese del suo tempo. Una classe dirigente che vive agiatamente e dalla quale la scrittrice vuole evadere». In scena dal 14 al 16 dicembre

Sorelle Materassi libero adattamento di Ugo Chiti dal romanzo di Aldo Palazzeschi Regia di Geppy Gleijeses con Lucia Poli, Milena Vukotic e con Marilù Prati produzione GITIESSE - Artisti Riuniti Nella campagna fiorentina di inizio ‘900 tre zie nubili vivono accecate da un amore senile per il nipote, viveur e fannullone, che le porterà sul lastrico e finirà per abbandonarle. Dal capolavoro di intelligenza e ironia di Aldo Palazzeschi, una parodia un po’ grottesca del mondo aristocratico fatta anche di nonsense e giochi di parole. In scena dal 10 al 13 gennaio


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LUGO

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Misura per misura di William Shakespeare regia di Jurij Ferrini con Jurij Ferrini, Matteo Alì, Rebecca Rossetti produzione Progetto U.R.T. - Compagnia Jurij Ferrini in collaborazione con la Fondazione del Teatro Stabile di Torino

Commedia a tinte fosche dal ritmo veloce e compulsivo, con inganni e colpi di scena, Misura per misura ruota su se stessa rivelandosi il contrario di quel che appare: alla celebrazione della morale e della sua pubblica tutela contrappone il vizio e la licenziosità. Jurij Ferrini torna al grande autore inglese per indagare, ancora una volta, su etica, onestà, governo e sudditanza, mettendo in scena una delle più rigorose metafore teatrali sul potere. Misura per misura è un testo ambiguo, pilotato nell’ombra da un “Duca stravagante dagli angoli oscuri”, dove nessun personaggio è realmente limpido e dove alle dichiarazioni etiche si contrappongono sotterfugi e menzogne: questa è la parabola di un’opera che confonde il giudizio degli spettatori e dove il lieto fine ha il sapore amaro della mistificazione. In scena dal 14 al 17 febbraio

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Il vangelo secondo Lorenzo di Leo Muscato e Laura Perini regia di Leo Muscato con Alex Cendron, Giuliana Colzi, Andrea Costagli produzione Compagnia Elsinor/Arca Azzurra Teatro

Lo spettacolo ripercorre la storia di don Lorenzo Milani seguendo le due stagioni della sua breve vita (Vita da Cappellano e Vita da Priore), che segnano i confini territoriali ove iniziò, proseguì e concluse il suo apostolato sacerdotale: Cadenzano prima e Barbiana poi e ripercorre le fondamentali tappe di quella vicenda umana, sociale e spirituale. In scena dal 29 al 31 marzo

PISCINA

Voci nel buio

NOVITÀ

di John Pielmeier regia di John Pielmeier con Laura Morante produzione Centro d’Arte contemporanea Teatro Carcano / Ginevra Media Prduction Srl

AQUATIC FAMILY SPA

L’elettrizzante e sorprendente thriller di John Pielmeier, per la prima volta in Italia, incontra la qualità e il carisma di Laura Morante, per dare vita a uno spettacolo dove niente e nessuno sono come sembrano: uno spettacolo e una protagonista che terranno il pubblico col fiato sospeso fino all’ultimo secondo. In scena dal 12 al 14 aprile

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LUGO

DANZA Otello Musiche di Antonin Dvorak Light Designer Emanuele De Maria Coreografia e scene di Fabrizio Monteverde Balletto di Roma Nell’immaginario comune la figura di Otello è legata alla gelosia. Nella tragedia di William Shakespeare (1604) e nella coreografia di Fabrizio Monteverde è il personaggio di Iago ad insinuare il dubbio fatale del tradimento di Desdemona nei confronti del Moro e ad architettare la trama che condurrà quest’ultimo al folle atto finale. L’andamento dell’azione nelle due opere resta invariato, se non per il fatto che Monteverde trasporta in danza quello che fino a quel momento solo le parole erano riuscite a comunicare. In scena il 29 gennaio

Schubert Frames Gerswhin Suite musiche di George Gershwin, Stefano Corrias concept di Michele Merola e Cristina Spelti disegno luci e ideazione scenografie: Cristina Spelti coreografia di Michele Merola MM Contemporary Dance Company In Schubert Frames i brani di Schubert fanno da colonna sonora a un lavoro dedicato alle molte anime dell’uomo contemporaneo, dove l’amore lascia il posto al disinganno, il distacco alla condivisione, la passione al timore. La colonna sonora di Gershwin Suite, antologizza le più accattivanti pagine dell’autore e Merola sceglie la musica di Gershwin nelle sue varie sfaccettature anche quelle più romantiche e intime, sensuali e seducenti. In scena il 22 febbraio

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Gala - “Capolavori del balletto russo” coreografie di Leonid Yacobson, Marius Pepita e Lev Ivanov, Jean-Guillaume Bart, Vasilij Vajnonen, Konstantin Sergeev, Michail Fokin Balletto Yacobson di San Pietroburgo Il Balletto Yacobson di San Pietroburgo è stato fondato da uno dei più famosi coreografi del XX secolo, Leonid Yacobson, passato alla storia come il maestro delle miniature coreografiche, grazie alla sua inesauribile fantasia e originalità. Ad oggi la Compagnia continua a mantenere viva la tradizione del suo repertorio, proteggendo il lascito del suo fondatore, ma allo stesso tempo sviluppando una direzione più moderna. In scena il 14 marzo

Kafka sulla spiaggia tratto dall’opera di Murakami Haruki concept e regia Marisa Ragazzo coreografie e ricerca musicale di M. Ragazzo, O. Ighani Dacru

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Contaminazione tra hip hop theatre, danza contemporanea, house, jazz rock e breaking. Il progetto di un libro danzato è per i DaCru un privilegio: sono sempre accompagnati dalla misteriosa anima di Murakami che, geniale e illuminata, tra tanti incredibili personaggi, pone i gatti al centro dell’attenzione. In scena il 18 aprile


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LUGO

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RAGAZZI Pollicino

Leo, uno sguardo bambino sul mondo

Teatro del Piccione / Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

di Drammatico Vegetale Il mondo visto e interpretato con gli occhi curiosi di un bambino che diventa uomo e continua ad avere lo stesso sguardo bambino: così ci si immagina Leonardo da Vinci, sempre alla ricerca di ciò che non conosce per capire come la vita stessa funziona. Fascia di età: 5-10 anni. In scena il 10 febbraio alle 16

Becco di rame Teatro del Buratto

Questa è la storia di un bambino molto molto piccolo e dei suoi fratelli che una notte in mezzo al bosco scoprono di essere stati abbandonati. Tracce, sassi bianchi lasciati sulla strada. La strada percorsa per diventare ciò che sei. Pollicino è un invito a diventare grandi senza paura o, perlomeno, a dar voce alla paura sana, intrinseca in ogni distacco. Fascia d’età: 5-12 anni. In scena il 20 gennaio alle 16

Una storia vera e a lieto fine, attraverso la quale si può raccontare l’importanza di rialzarsi davanti alle difficoltà e la bellezza di ri-innamorarsi della vita, ogni giorno, nonostante tutto. Teatro di animazione su nero. Fascia d’età: 3-8 anni In scena il 24 febbraio alle 16


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LUGO

MUSICA Concerti al Rossini: arie liriche, canzoni del ‘900 e il fascino del tango La stagione musicale del teatro Rossini di Lugo si inaugura (20 dicembre) con la Filarmonica Arturo Toscanini di Parma diretta da Daniel Cohen per uno spumeggiante concerto di Natale. In repertorio le più celebri sinfonie da opere rossiniane (La Cenerentola, L'Italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia, Il signor Bruschino, Guglielmo Tell) e una classica miscellanea di valzer viennesi di Johann Strauss Junior. Il 26 gennaio debutto sul palcoscenico lughese Orchestra Senzaspine di Bologna, complesso sinfonico fondato dai Maestri Matteo Parmeggiani e Tommaso Ussardi, per l’occasione diretto da una delle migliori bacchette “al femminile”, la bolognese Nicoletta Conti, già allieva di Leonard Bernstein. In programma, per sola orchestra, la Serenata di Antonin Dvorak e Crisantemi di Giacomo Puccini, mentre per voce – quella del mezzosoprano Daniela Pini – e orchestra si potranno ascoltare il poemetto Il Tramonto di Ottorino Respighi, le 7 Canciones Popolares espanolas di Manuel de Falla, la Chanson Perpetuelle op. 37 per voce, orchestra d'archi e pianoforte di Ernest Chausson e la celebre canzone Non di scordar di me di Ernesto De Curtis. L’1 marzo è la volta della Wunderkammer Orchestra di Pesaro diretta da Carlo Tenan, con Paolo Marzocchi solista al piano, che propone pagine musciali di Gershwin, Bernstein e due nuove composizioni in prima esecuzione assoluta di Carlo Tenan e Cristiano Arcelli. A seguire nel cartellone (23 marzo), un recital pianistico interamente dedicato ad Astor Piazzolla, protagonista l'argentino Hugo Aisemberg (nella foto) che offrirà brani originali per pianoforte e originali trascrizioni dei capolavori di un maestro assoluto del tango. Chiude la stagione concertistica (5 aprile) ancora la Wunderkammer Orchestra, con la terza tappa dell’esecuzione integrale dei Cinque Concerti di Beethoven con rielaborazioni scritte da cinque diversi compositori contemporanei. Il programma della serata prevede il Primo Concerto in do maggiore op. 15 di Beethoven (orchestrazione di Paolo Marzocchi e cadenza concertante di Lorenzo Pagliei) Il concerto prevede anche l'Ouverture Le Ebridi di Mendelssohn (a cura di Paolo Marzocchi), le 18 Danze Tedesche di Schubert (elaborazione di Carlo Tenan) e del recente componimento Kinderszenen, sei poemetti sinfonici per ensemble firmati dal pesarese Paolo Marzocchi. Sul podio il Maestro Carlo Tenan, al pianoforte il virtuoso Vincenzo Maltempo.

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CARTELLONE BAGNACAVALLO

Teatro Goldoni piazza della Libertà, 18 tel. 0545 64330 Inizio spettacoli ore 21

PROSA La guerra dei Roses

La governante

di Warren Adler regia di Filippo Dini con Ambra Angiolini e Matteo Cremon produzione Valerio Santoro per La Pirandelliana

di Vitaliano Brancati regia di Guglielmo Ferro con Ornella Muti e Enrico Guarneri produzione Corte Arcana/Isola Trovata

Una commedia raffinata, comica e crudele. La storia, come nel film campione di incassi, narra della lenta e terribile separazione tra i coniugi Rose, lui ricco e ambizioso uomo d’affari, lei una moglie obbediente ma mai dimessa, che lo ha accompagnato nella sua brillante ascesa. Tutta la loro vita viene da lei reinterpretata, la sua presa di coscienza la sprona, con ferocia, a scagliarsi sul suo amato, in un crescendo di cattiveria, rabbia e reciproche atrocità. In scena il 9 dicembre

La vicenda è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma il cui patriarca, Leopoldo, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Caterina è considerata da tutti un modello d’integrità e vive in segreto la propria omosessualità. In scena il 9 gennaio

La cena delle belve

La classe

di Vahè Katcha regia associata di Julien Sibre e Virginia Acqua con Gianluca Ramazzotti, Maurizio Donadoni e Marianella Bargilli produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e Ginevra Media Production

di Vincenzo Manna regia di Giuseppe Marini con Claudio Casadio, Andrea Paolotti, Brenno Placido produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri, Goldenart e Società per Attori

“Prima” per il ri-allestimento di questo spettacolo nella versione italiana di Vincenzo Cerami. Nell’Italia del 1943, durante l’occupazione tedesca, un gruppo di amici festeggia il compleanno di uno di loro, per staccare la mente dalle tragedie della guerra. La stessa sera vengono uccisi due ufficiali tedeschi e per rappresaglia la Gestapo decide di prendere due ostaggi in ogni appartamento. Il comandante tedesco dell’operazione riconosce nel proprietario dell’appartamento il libraio dal quale spesso compra delle opere, e per mantenere un singolare rapporto di cortesia avverte che passerà dopo a prenderli, lasciando loro la scelta dei due. In scena il 20 gennaio

In una cittadina europea in forte crisi economica il quotidiano è fatto di disagio, criminalità e conflitti sociali. A peggiorare la situazione c’è lo “Zoo”, uno dei campi profughi più vasti del continente. E c’è un Istituto professionale dove viene assunto Albert, laureato in Storia con il compito di far recuperare crediti ai ragazzi per farli diplomare il prima possibile (vedi p. 7). In scena il 28 gennaio, anche a Faenza dal 28 al 30 novembre


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BAGNACAVALLO

L’abisso

Un momento difficile

di e con Davide Enia produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale, Teatro biondo stabile di Palermo e Accademia Perduta/Romagna Teatri

di Furio Bordon regia di Giovanni Anfuso con Massimo Dapporto produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Testo inedito e mai messo in scena di Furio Bordon, autore triestino conosciuto, apprezzato e rappresentato in Italia e all’estero, Un momento difficile racconta, con “profonda leggerezza” e tagliente ironia i difficili istanti che precedono la morte della madre del protagonista. In scena il 6 marzo anche a Faenza dal 12 al 14 gennaio

L’attore palermitano Davide Enia ha tratto questo nuovo spettacolo dal suo magnifico libro Appunti per un naufragio (Sellerio). Un quadro della Storia di oggi, tutt’ora in divenire, di fronte al mare di Lampedusa, in cui Enia dà voce a chi quella storia la vede con i suoi occhi, la vive sulla sua pelle: pescatori, Guardie Costiere, residenti, medici, volontari per raccontare dal vivo la traversata dei migranti del Mediterraneo. In scena a Bagnacavallo il 18 febbraio, anche a Cervia il 12 e il 13 dicembre e a Faenza il 17 dicembre

Sento la terra girare di e con Teresa Mannino «Vivo chiusa in un armadio, per mesi, anni – racconta l’autrice e interprete comica Teresa Mannino – Un giorno decido di uscire, apro le ante e un piccolo raggio di luce artificiale mi acceca, esco e provo ad aprire gli occhi, li apro e leggo che il principe Harry si è sposato e che l’asse della terra si sta spostando. Mi butto stranamente sulla notizia meno glamour. Com’è possibile che l’asse terrestre stia variando? Finché sparisce la primavera, cambiano le stagioni, ma l’asse della Terra… Fuori dall’armadio scopro che il mondo va a rotoli. Decido di richiudermi nell’armadio, ma l’armadio non è più lo stesso». In scena il 28 marzo anche a Faenza il 9 marzo

Perfetta di Mattia Torre con Geppi Cucciari una produzione ITC2000

via Boncellino, 170 Bagnacavallo (Ravenna) Tel. 0545 61610 - 345 7163615 www.palazzobaldini.it

Perfetta è un monologo che racconta un mese di vita di una donna attraverso le quattro fasi del ciclo femminile. Una donna che conduce una vita regolare, che come tutti noi lotta nel mondo. Con musiche originali di Paolo Fresu In scena il 4 aprile


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BAGNACAVALLO

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RAGAZZI La gallinella rossa compagnia Tanti Cosi Progetti con Danilo Conti produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri Una fiaba classica, giunta fino ai giorni nostri senza mai sbiadire il proprio ascendente nell’immaginario dei bambini di tutto il mondo. Non soltanto il racconto picaresco in cui un giovane sfortunato la spunta sui ricchi e i potenti, ma una storia che suggerisce come la parte istintiva che alberga in ognuno di noi abbia il potere di stupire e cambiare il corso della vita, a portarla in scena una storica compagnia (vedi pagina 39). In scena il 27 gennaio alle 17

L’arte pasticcera di qualità COLAZIONI (anche per celiaci)

WEDDING CAKE P E R S O N A L I Z Z AT E PA S T I C C E R I A A RT I G I A N A L E

Moby Dick liberamente tratto dal romanzo di Herman Melville adattamento scenico e regia di Zenone Benedetto compagnia I guardiani dell’oca Moby Dick è una storia fatta di continui cambiamenti, di vele issate o ammainate, di lanterne dalla fioca luce e di legni vissuti del ponte di una nave in costante movimento nei colori del mare. È una storia avventurosa dai dialoghi intensi, comici e a volte poetici, una storia fatta di attori, pupazzi, sagome e ombre, che interagendo, nel gioco narrativo, cercano un delicato equilibro affabulatorio. In scena l’17 febbraio alle 17

PA N E T T O N I E COLOMBE (anche con tipologie diverse di farina tra cui il farro)

Anche per vegani

Cappuccetto Rosso di Furio Bordon regia di Giovanni Anfuso compagnia La Baracca-Testoni ragazzi Cappuccetto Rosso della compagnia bolognese La Baracca – Testoni Ragazzi racconta di un lupo e una bambina o una lupa e un bambino? Cosa importa, l’importante è vivere la storia che tutti noi conosciamo e che ci sorprende sempre. Due attori in scena si raccontano la popolare fiaba, giocando ad interpretarne i personaggi e litigandosi il ruolo più ambito: quello del lupo. In scena il 10 marzo alle 17

Largo De Gasperi, 5 - Tel. 0545 63663 BAGNACAVALLO (RA)


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BAGNACAVALLO

MUSICA Da Accademia Bizantina al Trio eccentrico per “Classica III” Il cartellone di Bagnacavallo Classica III al Teatro Goldoni per il 2018 prende l’avvio giovedì 13 dicembre ed è affidata proprio ad Accademia Bizantina (che ne cura la programmazione) e alla cantante francese Delphine Galou, che, diretti dal Maestro Ottavio Dantone, presenteranno dal vivo l’album Agitata (fresco vincitore a Londra del premio Gramophone Awards 2018 nella categoria “Recital”), un programma di musica sacra, mottetti, cantate e stralci di oratori. Dal celeberrimo Agitata infido flatu tratto dall’oratorio di Vivaldi Juditha triumphans – qui contrappuntato da un’aria di un’altra versione della storia di Giuditta composta da Jommelli – fino alle Lamentazioni di Stradella e al magnifico mottetto di Porpora In procella sine stella. A seguire, il 29 gennaio 2019, l’Ensemble La Dafne proporrà un programma titolato “Il compositore ebraico nel barocco italiano”, che offre una panoramica del mondo sonoro che circondò il compositore mantovano Salamone Rossi, detto l’Ebreo, che lasciò un'impronta personale nella produzione strumentale, essendo tra i primi a sviluppare la tecnica della variazione e a trattare la “Sonata a tre”. Il 19 febbraio ecco il Trio Eccentrico (ossia Massimo Ghetti al flauto, Alan Selva al clarinetto e Javier Adrian Gonzalez al fagotto) con “Operisti a salotto” – musiche di Mozart, Mascagni, Rossini, Donizetti, Verdi e Puccini. Il 20 marzo arriva poi a Bagnacavallo il duo La Gioia Armonica, composto da Margit Übellacker (salterio) e Jünger Banholzer (organo e clavicembalo), impegnati nell’interessante programma “Strumenti perduti: il salterio”. Infine, il 10 aprile 2019, la III edizione di Bagnacavallo Classica – Libera la Musica si chiude con Tiziano Bagnati, protagonista del concerto dal titolo “Caratteri e visioni: la tiorba sola”. Bagnati è un collaboratore storico di Accademia Bizantina e ha partecipato come solista e come continuista alla realizzazione di opere barocche allestite da enti lirici fra cui il Teatro alla Scala di Milano, il Comunale di Firenze, il Comunale di Treviso, La Fenice di Venezia, nonché dai maggiori teatri europei. Informazioni sui programmi musicali e sui concerti. Accademia Bizantina 0545-61208 - dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16.30. Tutte le informazioni: www.accademiabizantina.it - info@accademiabziantina.it.

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CARTELLONE RUSSI

Teatro Comunale via Cavour, 10 tel. 0544 587641 Inizio spettacoli ore 20.45

PROSA Arlecchino, servitore di due padroni di Carlo Goldoni regia di Valerio Binasco con Natalino Balasso, Fabrizio Contri, Marta Cortellazzo Wiel, Michele Di Mauro produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale Valerio Binasco ama mettere in scena testi corali e di forte impatto, creando spettacoli che proiettano gli spettatori in una dimensione giocosa e leggera. In scena una coppia inedita di attori: Natalino Balasso e Michele Di Mauro. Una festa teatrale che celebra la potenza del teatro e la poesia di Carlo Goldoni. In scena il 16 novembre

Hamlet solo

L’anima buona del Sezuan

da William Shakespeare regia di Maria Federica Maestri creazione Francesco Pititto, Maria Federica Maestri traduzione, drammaturgia, imagoturgia Francesco Pititto con Barbara Voghera produzione Lenz Fondazione

di Bertolt Brecht traduzione Roberto Menin progetto, elaborazione drammaturgica e interpretazione Elena Bucci, Marco Sgrosso, coproduzione Ctb/Ert in collaborazione con Le Belle Bandiere

In questo Hamlet Solo si esplicita un dispositivo drammatico che rivela la natura orfana di Amleto; l’attrice con Sindrome di Down Barbara Voghera implode dentro gli altri personaggi, unico strumento “vivo” di una partitura visiva di spettri. In scena il 29 novembre

Una parabola antica e attuale, una favola divertente e amara, irta di domande intorno al sentimento del bene e del male, in cui Brecht trasforma in epica e poesia i grandi movimenti della storia, della politica, dell’etica. In un linguaggio sospeso tra canto, recitazione, musica e danza si intrecciano le composizioni originali eseguite dal vivo per disegnare la partitura di una vera e propria opera in musica. In scena il 12 dicembre

Il maestro e Margherita

A testa in giù

di Michail Bulgakov - riscrittura Letizia Russo regia di Andrea Baracco con Michele Riondino, Francesco Bonomo, Federica Rosellini produzione Teatro Stabile del’Umbria con il contributo speciale della Brunello Cucinelli Spa

di Florian Zeller regia di Gioele Dix con Emilio Solfrizzi e Paola Minaccioni Produzione di Roberto Toni per ErreTiTeatro30

Un eterogeneo gruppo di attori capitanato da Michele Riondino dà vita alle straordinarie, magiche e perturbanti pagine di Michail Bulgakov. «Faremo palpitare i nostri cuori dando corpo a una delle più strazianti e straordinarie storie d’amore della letteratura, quella tra il Maestro e Margherita e quel loro rimanere fatalmente impigliati, imprigionati quasi, l’uno nel corpo e nella mente dell’altra». (Andrea Baracco) In scena il 16 gennaio

Daniel invita a cena, contro il parere della moglie, Patrick suo migliore amico e la sua nuova partner Emma. Emma, giovane e carina, provoca una tempesta negli animi dei commensali, scuotendo le loro certezze, risvegliando gelosia e invidia. Una commedia originale in quanto il pubblico sarà testimone dei pensieri dei personaggi che parlano in disparte. Grande gioco di attori che svelano - con la tecnica del doppio linguaggio - una verità comica, crudele e meravigliosamente patetica. In scena il 30 gennaio anche a Faenza dal 5 al 7 ottobre


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RUSSI

L’abito nuovo

Riccardo III

di Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello regia, scene e luci di Michelangelo Campanale musiche Giuseppe Verdi produzione La Luna nel letto, Associazione Culturale Tra il dire e il fare

di Francesco Niccolini, ispirato al Riccardo III di W. Shakespeare e ai crimini di J-C Romand regia e interpretazione di Enzo Vetrano e Stefano Randisi produzione Arca Azzurra Produzioni e Ert

L’abito nuovo è una commedia scritta da Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello nel 1935, appartenente al filone della “Cantata dei giorni pari”. Rappresenta un adattamento di una novella dello stesso autore siciliano dal titolo omonimo. In scena l’8 febbraio

«Quando, insieme a Enzo Vetrano e Stefano Randisi – spiega l’autore Niccolini – abbiamo cominciato a ragionare sul nostro Riccardo, è stata fortissima l’esigenza di sottrarlo al medioevo inglese e capire come fargli abitare il presente. Come nell’originale il male si ammanta del fascino, qui il gioco è rendere quel male invisibile, scambiabile per il bene e viceversa». In scena il 20 febbraio

Un bès. Antonio Ligabue

Il barbiere di Siviglia

di e con Mario Perrotta regia Mario Perrotta produzione Teatro del’Argine

Compagnia Artemis Danza / Monica Casadei coreografia, scene, luci Monica Casadei musiche Gioachino Rossini elaborazione musicale e brani originali Luca Vianini

«Questo m’interessa oggi di Antonio Ligabue – spiega l’autore e interprete Mario Perrotta – la sua solitudine, il suo stare al margine, anzi, oltre il margine, oltre il confine, là dove un bacio è un sogno, un implorare senza risposte che dura da tutta una vita. Voglio avere a che fare con l’uomo Antonio Ligabue, con il Toni, lo scemo del paese. Mi attrae e mi spiazza la coscienza che aveva di essere un rifiuto dell’umanità e, al contempo, un artista, perché questo doppio sentire gli lacerava l’anima». In scena il 2 marzo

Il Tuo Negozio di Fiducia dal 1959

In occasione dei 150 anni dalla morte di Gioachino Rossini, Monica Casadei affronta uno dei titoli più celebri del maestro pesarese in uno spettacolo che Casadei ha immaginato come un avveniristico “balletto d’azione”. Ne risulta una performance d’azione, caratterizzata da un’atmosfera sospesa fra un passato-ombra e un presente lampeggiante e frenetico (vedi p. 30). In scena il 14 marzo

RAGAZZI Dai clown a Shakespeare

...gli artisti del salotto al vostro servizio...

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La stagione per i ragazzi inizia il 2 dicembre con il Concerto straordinario del teatro delle marionette di Obraszov, un Gala di brani in cui le marionette fanno la parodia di artisti dei generi più diversi: cantanti, ballerini, musicisti e prestigiatori. È stato presentato in oltre 40 Paesi e per questo è stato inserito nel “Guinness dei Primati” per il maggiore numero di spettatori al mondo, e ancora oggi riscuote grande successo. A dirigere il Concerto Straordinario è Edward Aplombov. Adatto a un pubblico dai 6 anni è l’appuntamento del 13 gennaio con Sogno, tratto da W. Shakespeare e messo in scena da Fontemaggiore teatro. Una messa in scena che mette in evidenza soprattutto gli aspetti magici della commedia shakespeariana e la contraddittorietà di situazioni ed emozioni vissute dai protagonisti. Il 3 febbraio è una data senza età con Tri quater!, spettacolo musicomico di e con Diego Carletti e Luciano Menotta. Due clown che nell’assenza di parole hanno trovato il loro linguaggio ideale. Un clarinetto e un organetto, danno vita a un concerto che fin dall’inizio non trova una posizione comoda. Si chiude il 24 febbraio con uno spettacolo adatto dagli otto anni: L’universo è un materasso e le stelle un lenzuolo diretto e e interpretato da Flavio Albanese. Uno spettacolo sulla storia del Tempo, dal Mito alla Meccanica Quantistica è divertente e utile. è un modo per divertirsi studiando, per imparare ridendo, e farsi le stesse domande che i più grandi filosofi e scienziati si sono posti nei secoli.


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RUSSI

Tempi nuovi testo e regia di Cristina Comencini con Ennio Fantastichini, Iaia Forte, Sara Lazzaro, Nicola Ravaioli produzione Compagnia Enfi teatro, Teatro stabile del Veneto

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MUSICA Dal jazz a Beethoven Tre gli appuntamenti con la musica al Comunale di Russi: il 18 ottobre con Clarice Assad, produttrice e musicista jazza, a voce e pianoforte insieme a Paolo de Stefano alla chitarra classica. Giovedì 8 novembre sarà di scena l’Ensemble dei salotti parmensi con musiche di J. Brahms e P. I. Tchaikovskije. Ultimo appuntamento il 22 novembre con il concerto del Quartetto Mirus e un repertorio di musiche di L. van Beethoven, A. Schnittke, F. Mendelssohn (inizio concerti ore 20.45).

Il costruttore Solness di Henrik Ibsen regia di Alessandro Serra con Umberto Orsini e Lucia Lavia spettacolo nella rete artistica “Progetto Ibsen” Una famiglia è investita dai cambiamenti veloci e sorprendenti della nostra epoca: elettronica, mutamento dei mestieri e dei saperi, nuove relazioni. Un comico sconvolgimento cui nessuno può sfuggire. In scena il 20 marzo

«Impossibile pensare di mettere in scena il capolavoro di Ibsen senza aver trovato una giovane protagonista femminile e un regista sensibile e visionario. Sono certo di averli trovati in Lucia Lavia e in Alessandro Serra ed è questo che mi spinge con fiducia verso questa nuova avventura nella speranza di offrire al pubblico, un tassello quasi dimenticato della sua genialità». Parola del grande Umberto Orsini. In scena il 9 aprile

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CARTELLONE CERVIA

Teatro Valter Chiari via XX Settembre, 125 tel. 0544 975166 Inizio spettacoli ore 21

PROSA Pensaci, Giacomino di Luigi Pirandello regia di Fabio Grossi con Leo Gullotta e Liborio Natali, Rita Abela, Federica Bern, Valentina Gristina, Gaia Lo Vecchio, Marco Guglielmi, Valerio Santi e Sergio Mascherpa produzione: Compagnia Enfi Teatro - Produzione di Michele Gentile e Teatro Stabile di Catania Il testo del grande Pirandello nasce in veste di novella del 1915 per poi avere la sua prima edizione teatrale nel 1917. La storia racconta di una fanciulla che, rimasta incinta del suo giovane fidanzato, non sa come poter portare avanti questa gravidanza: il professore Toti pensa di poterla aiutare chiedendola in moglie e potendola poi così autorizzare a vivere della sua pensione, “per almeno cinquanta anni”, il giorno che lui non ci sarà più. Naturalmente la società civile si rivolterà contro questa decisione anche a discapito della piccola creatura che nel frattempo è venuta al mondo. Una tragedia civile che si configura, così, in tutta la sua morbosa veemenza. In scena il 28 e il 29 novembre

L’abisso

La governante

di e con Davide Enia produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale, Teatro biondo stabile di Palermo e Accademia Perduta/Romagna Teatri

di Vitaliano Brancati regia di Guglielmo Ferro con Ornella Muti e Enrico Guarneri produzione Corte Arcana/Isola Trovata

L’attore palermitano Davide Enia ha tratto questo nuovo spettacolo dal suo magnifico libro Appunti per un naufragio (Sellerio). Un quadro della Storia di oggi, tutt’ora in divenire, di fronte al mare di Lampedusa, in cui Enia dà voce a chi quella storia la vede con i suoi occhi, la vive sulla sua pelle: pescatori, Guardie Costiere, residenti, medici, volontari per raccontare dal vivo la traversata dei migranti del Mediterraneo. In scena il 12 e il 13 dicembre a Faenza il 17 dicembre, a Bagnacavallo il 18 febbraio

COMICO Vernia in prima nazionale e poi Ornano e Foer Tre gli appuntamenti del comico. Si comincia con l’anteprima nazionale del nuovo spettacolo di Giovanni Vernia Vernia o non Vernia, questo è il problema (2 dicembre). Il secondo appuntamento sarà con Antonio Ornano e il suo spettacolo Horny un’ode all’imperfezione che in chiave comica (26 gennaio). Il cartellone sarà chiuso da Drusilla Foer con il recital Eleganzissima, in cui la carismatica icona di stile già nota alle platee televisive dà vita a un racconto biografico punteggiato da canzoni e momenti musicali (1 marzo).

La vicenda è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma il cui patriarca, Leopoldo, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Caterina è considerata da tutti un modello d’integrità e vive in segreto la propria omosessualità. In scena il 10 e l’11 gennaio anche a Bagnacavallo il 9 gennaio

L’operazione scritto e diretto da Stefano Reali con Maurizio Mattioli, Nicolas Vaporidis, Antonio Catania produzione Teatro e Società La rassegna proseguirà con un trio d’eccezione composto da Maurizio Mattioli, Nicolas Vaporidis e Antonio Catania ne L’operazione scritto e diretto da Stefano Reali. Roma, estate 1990. In un ospedale romano si incontrano un 35enne, ricoverato per un intervento utile solo a farlo giocare ancora calcio, e un lungodegente “veterano” dell’ospedale che induce il giovane a riflettere sulla futilità del suo caso... In scena il 20 e il 21 febbraio


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CERVIA

Anfitrione dal testo di Plauto regia e adattamento di Teresa Ludovico compagnia Teatro Kismet Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, il furto dell’identità, la perdita dell’identità garantita da un ruolo sociale, sono i temi che Plauto ci consegna in una forma nuova, da lui definita “tragicommedia”, perché gli accadimenti riguardano dei, padroni e schiavi. In scena il 6 e il 7 marzo anche a Faenza il 5 marzo

Parenti serpenti di Carmine Amoroso regia di Luciano Melchionna con Lello Arena e Giorgia Trasselli, R. Ausiello, A. de Goyzueta, C. Ferraro, A. Ranieri, A. Vitolo, F. Vona produzione Teatro Cronaca VesuvioTeatro Spettacolo tratto dall’omonimo film di Mario Monicelli, racconta di un Natale in famiglia, pieno di ricordi e di regali da scambiare, in questo rito che resta l’unico appiglio possibile per tentare di ravvivare i legami famigliari. Uno sbarco di figli e parenti affettuosi e premurosi che si riuniscono per un crescendo di situazioni esilaranti e stridenti. In scena il 26 e il 27 marzo

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RAGAZZI Tre serate per altrettante favole Tre gli spettacoli che come sempre animeranno il teatro prima di Natale, sempre alle 21. Si inizia da Nico cerca un amico, uno spettacolo della compagnia Il Baule Volante. Tratto da un piccolo e poetico racconto di Matthias Hoppe, lo spettacolo è una riflessione sull’amicizia e sulla diversità. In scena due attori e pupazzi animati a vista (1 dicembre). Seguirà Il gatto con gli stivali, una produzione di Accademia Perduta/Romagna Teatri con la regia di Claudio Casadio, una storia che suggerisce come la parte istintiva che alberga in ognuno di noi abbia il potere di stupire, emergere nei momenti di difficoltà e cambiare il corso della vita (8 dicembre). Pinocchio. Viaggio tragicomico per nasi della Fondazione Aida chiuderà la rassegna. I due attori racconteranno la storia con l’ausilio di piccoli oggetti, maschere, nasi, pupazzi, rubandosi le parti, improvvisando e magari alla fine capiranno che, forse, a raccontarla in due ci si diverte il doppio (15 dicembre).

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CARTELLONE CONSELICE

Teatro Comunale via Selice, 125 tel. 348 7095919 Inizio spettacoli ore 21

PROSA La Bibbia raccontata nel modo di Paolo Cevoli di Paolo Cevoli regia di Daniele Sala una produzione Diverto La Bibbia, il libro dei libri, il best-seller dei best-seller da tutti conosciuto, anche se forse non da tutti letto. Il comico Paolo Cevoli rileggerà in scena quelle storie come una grande rappresentazione teatrale dove Dio è il “capocomico” che si vuole far conoscere sul palcoscenico dell’universo. In scena il 23 novembre

AGRITURISMO

MASSARI Ristorante agrituristico immerso nella natura con degustazione dei piatti tipici tradizionali di produzione propria

Cerimonie e banchetti Cene aziendali Fattorie didattiche

L’Artusi, bollito d’amore di Roberto Pozzi regia Alessandro Benvenuti con Vito e Maria Pia Timo produzione Cronopios Siamo a Firenze sul finire dell’Ottocento, nella grande cucina di un Romagnolo illustre, in cui odori di soffritto, inchiostro e lumi ad olio impregnano l’aria. Aneddoti, segreti, ingredienti, dosi e ricette sono racchiuse in un quaderno destinato a diventare uno dei libri più venduti al mondo, “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”. Ma l’“Artusi”, come lo si chiama in famiglia, chi l’ha scritto? Lui, Pellegrino, o la sua governante Marietta? Chi era il cuoco? Una commedia sulla nascita del libro che ha unito il gusto, la lingua e gli animi di una nazione intera. In scena il 18 gennaio, anche all’Alighieri il 29 gennaio

Dio arriverà all’alba di Antonio Nobili regia di Antonio Nobili con Antonella Petrone, Valerio Villa, Davide Fasano, Virginia Menendez, Sharon Orlandini, Alberto Albertino Produzione Teatrosenzatempo Lo spettacolo Dio arriverà all’alba - omaggio ad Alda Merini scritto e diretto da Antonio Nobili in memoria della celebre poetessa milanese a dieci anni dalla sua scomparsa è un testo poetico e vivace in cui Alda Merini, interpretata da Antonella Petrone, accoglierà il pubblico nel suo quotidiano più intimo e controverso. Alda Merini non si è lasciata fermare neanche dagli orrori della detenzione manicomiale, continuando a scrivere, a vivere e a offrirsi generosa. In scena il 26 gennaio

MUSICA Natale e Capodanno in teatro

CONSELICE (RA) - via Coronella, 110 Tel. 0545.980013 Fax 0545.980035 agriturismomassari@virgilio.it

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Spettacolo in prossimità del Natale, il 20 dicembre, con il concerto del coro Chorus Fantasy, una formazione nata a Ravenna e attiva da due anni, composta da trenta elementi, divisi tra soprani, contralti, tenori e bassi. È un coro polifonico, con solisti, il cui repertorio spazia dal mondo del Musical a quello del Pop e del Rock e diretto da Annalisa Gardella. Sempre per le feste, ci sarà anche “Specialissimo Capodanno a Cusèls” il 31 dicembre con un gruppo di 7 artisti che per l’occasione si impegneranno a rendere la serata divertente col buonumore e la partecipazione della formazione Microband, duo comico musicale. A mezzanotte si festegge con spumante e panettone insieme all’amministrazione Comunale.


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CONSELICE

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Anime leggere di Liubov Cherepakhina con Bogdan Svarnyk, Inna Turik, Mykyta Cherepakhin, Yevhenii Nechyporuk Compagnia Dekru Produzione Circo e Dintorni Anime Leggere è uno spettacolo di teatro di figure composto da tanti quadri molto suggestivi, con un pizzico di sottile umorismo. Fondato a Kiev nel 2010, il quartetto di bravissimi mimi è stato premiato al Festival Mondiale del Circo di Mosca e al Festival di Clown e Mimi di Odessa. Un linguaggio del corpo semplice che senza l’aiuto di elementi scenografici incanta tutto il pubblico, grandi e piccini, coinvolto dalla ricercatezza poetica e dalle improvvisazioni del quartetto, che sa catturare gli spettatori grazie al suo metodo unico di rappresentazione mimica. In scena il 23 febbraio

Belvedere Due donne per aria di Anna Mazzamauro regia di Luca Ferri con Anna Mazzamauro e Cristina Bugatty e con il musicista SasĂ Calabrese Produzione E20inscena Una terrazza. Un belvedere. Due donne velate di diversitĂ . Santa, pannosa figura che sembra uscita da una tela di Botero e Graziadio, una transessuale bellissima straziata e arricchita dalla sua duplice natura. Si incontrano e si scontrano in un prepotente bisogno di vivere come ordinaria quella che agli altri sembra violazione. Accanto a loro c’è Beethoven, musicista sordo ma che “senteâ€? ogni risata, una storia ai limiti tra la commedia e la poetica felliniana. In scena il 16 marzo

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La rivoluzione delle sedie di Matteo Nicoletta e Massimiliano Aceti con Massimiliano Aceti, Matteo Nicoletta e Maurizio Bousso Regia Barbara Alesse Produzione Milleluci Entertainment gruppoartigianiromagnoli.it

Come ci si comporta con un paraplegico arrogante e prepotente? Spettacolo sul tema della disabilitĂ e dell’immigrazione, attraverso un turbine di ritmo e divertimento, svela l’ipocrisia del senso di colpa dei normodotati nei confronti dei disabili e verso chi vediamo diverso da noi. Spettacolo vincitore del concorso “Teatri in cortoâ€? 2016 a Fiorenzuola d’Arda, vincitore del concorso “Autori nel cassetto, attori sul comò 2016â€?, Premio della critica e miglior attore (Matteo Nicoletta) al Teatro Lo spazio di Roma, Premio del pubblico alla rassegna di corti “Short Labâ€? diretta da Massimiliano Bruno. In scena il 30 marzo

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CARTELLONE COTIGNOLA

Teatro Binario viale Vassura, 20 tel. 373 5324106 Inizio spettacoli ore 21 (domenica 17.30)

PROSA La divina Commediola

Infanzia Felice. Una fiaba per adulti

di e con Giobbe Covatta

di e con Antonella Questa

Covatta ha reperito in una discarica il manoscritto di una versione “apocrifa” della Commedia, purtroppo solo l’Inferno, scritta da tal Ciro Alighieri che ha infatti immaginato l’inferno come luogo di eterna detenzione non per i peccatori ma per le loro vittime. Il Virgilio immaginato dall’antico poeta lo accompagnerà per bolge popolate da bambini depauperati per sempre di un loro diritto, di qualcosa che nessuno potrà mai restituirgli. Una personale versione della Divina Commedia totalmente dedicata ai diritti dei minori. Spettacolo in programma in occasione della Giornata Mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. In scena il 21 e 22 novembre

Una maestra un po’ rigida, un gatto parlante, dei bambini capricciosi e viziati, una preside dedita all’aperitivo, una madre in carriera e un principe con la coppola azzurra come il mare, sono solo alcuni dei protagonisti di questa originale fiaba per adulti. Un viaggio all’interno della famiglia e della scuola di oggi, cercando di capire dove affondino le radici della rabbia che anima la guerra tra genitori e insegnanti e che spesso spinge i nostri bambini verso il bullismo. Un modo per chiedersi cosa succeda oggi che le regole della antica “pedagogia nera” sono state ormai bandite sia in famiglia che a scuola.. In scena il 19 gennaio

Trovata una sega! Racconto su Livorno, Modigliani e lo “scherzo del secolo” di e con Antonello Taurino La leggenda la conoscevano tutti, a Livorno: nel 1909 Modigliani pare avesse gettato nel Fosso Reale alcune sue sculture. Per celebrarne i cent’anni dalla nascita, il Comune, nel 1984, ne azzarda il recupero, avviene la pesca di tre teste che porta davanti ai Fossi di Livorno le Tv di tutto il mondo. E subito i maggiori critici d’arte non hanno dubbi a sancire: “Sono di Modigliani!” Poi venne fuori che.. non eran proprio di Modigliani. Uno spaccato sociologico sull’Italia d’allora in quello che fu definito “lo scherzo del secolo”. In scena il 26 gennaio

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RAGAZZI L’elefante smemorato e il brutto anatroccolo Tra gli appuntamenti per i ragazzi al teatro Binario, il 16 febbraio alle 20.45 la compagnia Burambò porta in scena L’elefante smemorato e la papera ficcanaso, Spettacolo di marionette da tavolo e pupazzi in gommapiuma, mentre il 23 marzo, sempre alle 20.45, la Compagnia NATA propone la sua interpretazione di un grande classico per l’infanzia: Il brutto anatroccolo, spettacolo di teatro d’attore e figure.


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COTIGNOLA

Utoya di Edoardo Erba con la consulenza di Luca Mariani regia di Serena Sinigaglia con Arianna Scommegna e Mattia Fabris Teatro Atir Ringhiera

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Al servizio di cittadini e aziende

Di fronte a un inferno che è difficile ricondurre a contorni umani, Edoardo Erba si serve della drammaturgia come dell’unico filtro efficace per scavare in ciò che non è comprensibile e non è narrabile: se non si può analizzare la vicenda a freddo, a scavare dentro di essa saranno le voci e i ricordi dei suoi protagonisti, tre coppie coinvolte in tre modi diversi nella strage. Uno spettacolo realizzato con il patrocinio della Reale Ambasciata di Norvegia in Italia. In scena l’8 febbraio

“Ti amo! No grazie!” L’amore ai tempi del musical

U N A M I C O F O RT E

regia di Lorenzo Casadei e Sara Brunazzi Gruppo Genesi Musical Tutte le favole dovrebbero avere, o meglio vorrebbero, un lieto fine. Ma che accadrebbe se le romantiche idee di un “principe cerca moglie” si scontrassero con l’imbarazzo del primo appuntamento o, magari, con l’ansia da prestazione? Il Gruppo Genesi debutta con il nuovo spettacolo, raccontando nelle storie di tutti i giorni, tra cliché sempreverdi e fortunati equivoci, il tema più blasonato di tutti i tempi, in una chiave moderna, ritmata, comica: l’amore ai tempi del musical. In scena il 24 febbraio

Lettere di oppio di Antonio Pisu regia di Federico Tolardo con Tiziana Foschi e Antonio Pisu 1860: il Regno Unito è in guerra con la Cina. A Londra Margaret Wellington attende da diversi anni il ritorno dal fronte del marito George. A farle compagnia è Thomas, un cinico ma fidato maggiordomo che le leggendo la corrispondenza del marito in guerra. Quello che la signora Wellington ignora è che il marito è deceduto, ma Thomas, per paura di perdere il lavoro, le legge delle finte lettere scritte da lui stesso. In scena il 16 marzo

Ritratto di donna araba che guarda il mare di Davide Carnevali regia di Claudio Autelli con A. Conti, M. Di Giacomo, G. Ferraù e G. Viana Lab Centoventuno Un testo sulla condizione della donna e sul potere dell’uomo. Una lotta verbale che genera distanza e alimenta incomprensioni. Una riflessione non scontata su migrazione e scontri tra culture. Quello di Carnevali è un testo fortemente allegorico: l’uomo europeo e la donna araba portano con loro i valori di culture differenti ma accomunati dal fatto di affacciarsi sul Mediterraneo. Testo vincitore del 52° Premio Riccione per il Teatro. In scena il 4 aprile

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CARTELLONE COMACCHIO

Sala Polivalente di Palazzo Bellini via Agatopisto, 7 tel. 349 0807587 www.comacchioteatro.it Inizio spettacoli ore 21 Spettacoli per ragazzi ore 16

PROSA Venerdì 8 febbraio Fame mia Quasi una biografia di e con Annagaia Marchioro

nessun filo conduttore, in compenso c’è tanta comicità, il meglio di 10 anni di Balasso. Un concentrato di parole senza fronzoli, una carrellata di battute, monologhi tragicomici, modi di dire, ragionamenti sul filo dell’assurdo, riflessioni indignate contro il mondo e interpretazione dei difetti che appartengono a tutti noi. Più di due ore di zapping in puro stile Balasso concentrato in una performance unica.

Il re anarchico e i fuorilegge di Versailles di e con Paolo Rossi

Venerdì 22 marzo Laika Spettacolo comico e poetico che parla di cioccolato e di desideri, di cibo e di ossessioni, di accettazione e di denutrizioni. È liberamente ispirato al romanzo di Amélie Nothomb, di cui cita alcuni dei momenti più alti sfocandone i contorni, fino a farlo aderire a un’altra storia, quella dell’autrice attrice che la interpreta con la crudele ironia che caratterizza anche il linguaggio della Nothomb.

Venerdì 22 febbraio Recital con Dario Vergassola Una storia divertente e malinconica ambientata nella provincia italiana a Vergassola tanto cara. Le vicende hanno luogo nella periferia di La Spezia al bar Pavone, i cui frequentatori «nulla hanno da invidiare al bar di Guerre Stellari» e creano un microcosmo dove si riflettono tutti i pregi e i difetti dell’umanità. Popola il racconto una giostra di personaggi strani, buffi, a volte ridicoli ma anche molto realistici, pieni di paure, piccole e grandi manie, problemi quotidiani ed esistenziali.

Domenica 10 marzo Stand up Balasso

con Natalino Balasso Sulla scena solo un microfono vintage, ancora con il filo, la luce fissa di un occhio di bue e lui, il comico, in piedi, altrimenti non sarebbe uno “stand up”. Non c’è

di e con Ascanio Celestini Ascanio Celestini porta in scena, in maniera grottesca e ironica, un Gesù improbabile, che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo e si confronta coi propri dubbi e le proprie paure. Vive chiuso in un appartamento di qualche periferia. Dalla sua finestra si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Questa volta Cristo non si è incarnato per redimere l’umanità, ma solo per osservarla...

Venerdì 5 aprile Il malato immaginario

Il più imprevedibile e incisivo degli attori comici italiani, qui presente in veste di autore, regista e interprete, prosegue con la quarta e ultima tappa il lungo viaggio attorno al pianeta Molière. Paolo Rossi, capocomico per eccellenza, dirige una straordinaria compagnia di attori e musicisti e grazie a un’improvvisazione rigorosa, rende lo spettacolo nuovo ogni sera. Il re anarchico e i fuorilegge di Versailles è il racconto di un sogno, attraverso cui la compagnia arriva finalmente a destinazione, è un varietà onirico di diversi numeri e diversi livelli di espressioni artistiche, che spaziano dalla prosa alla musica. In scena venerdì 25 gennaio

RAGAZZI

Stivalaccio Teatro

Domenica 27 gennaio Cavoli a merenda

17 Febbraio 1673. La quarta recita de Il malato immaginario è a rischio, tra i lavoratori del Palais Royal si parla di annullare lo spettacolo, il Maestro non è dell’umore per andare in scena. Ma la compagnia dello Stivale non ci sta, ed irrompe nel teatro pronta a reclamare la paga giornaliera. L’insistenza dei tre commedianti è inarrestabile, Molière è costretto a cedere: lo spettacolo deve continuare! Prende il via la celebre ed esilarante storia del Malato Argante, vecchio ipocondriaco che, tra purghe e salassi, va dissipando la propria fortuna.

Aprile, data da definire Nuova produzione Briciole di Teatro Debutto esclusivo

Teatro alla Panna Il piccolo Ugo viene abbandonato nel bosco dal padre. Lì conosce il Genio dell’Aria, con cui farà amicizia, prima di essere rapito da un brigante nella cui prigione conoscerà Clotilde, figlia di un Re ottuso e prepotente. Quando tutto sembra compromesso, ci si metterà anche il Diavolo a complicare le cose, ma il prezioso aiuto del Genio dell’Aria porterà il lieto fine. Tensostruttura Parrocchiale (via Cella), Vaccolino

Domenica 10 febbraio Storie appese a un filo All’InCirco Un lavoro originale e divertente che vedrà protagonisti sulla scena strambi personaggi appesi al filo della fantasia: buffi pagliacci, robot con una caffettiera al posto della testa, fantasmi canterini, sensuali ballerine, minuscoli artisti di legno... Uno spettacolo poetico e di grande impatto comico, che sorprenderà lo spettatore di tutte le età. Palestra delle Scuole Medie (via Pastrengo 1), Porto Garibaldi

Domenica 10 marzo Storie di lupi Alberto De Bastiani Poveri lupi, bastonati e maltrattati, sempre evitati da tutti. Ma sono poi così cattivi? Qui finalmente anche il lupo potrà dire la sua! Burattini, pupazzi, narrazione e musica dal vivo sono gli ingredienti per parlare di rispetto della diversità. Teatrino Parrocchiale (piazza Rimembranza), S. Giuseppe

Domenica 17 marzo Le avventure di Fagiolino e Sganapino I Burattini di Massimiliano Venturi Arlecchino, Brighella e i personaggi della Commedia dell’Arte sono protagonisti assieme a Fagiolino, Sganapino, Sandrone, il dottor Balanzone e le altre maschere del teatro dei burattini, di una carrellata di farse sul solco della tradizione. Ex scuole elementari (piazza XXV aprile), Volania


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CARTELLONE TESTORI FORLÌ

Teatro Giovanni Testori via Amerigo Vespucci, 13 tel. 0543 722456 www.teatrotestori.it Inizio spettacoli ore 21 Spettacoli per ragazzi ore 16

PROSA Giovedì 15 novembre Una bestia sulla luna

della sua famiglia. Rimasto orfano, vuole continuare la sua discendenza in America, ricostruirsi una famiglia. Messo in scena in tutto il mondo e vincitore di cinque Molières in Francia, questo testo ci parla di esilio e di rifugiati, sul filo del dolore del passato e la speranza di un futuro da costruire.

Giovedì 6 dicembre I Promessi Sposi di Richard Kalinoski traduzione di Beppe Chierici con Elisabetta Pozzi e con Alberto Mancioppi, Fulvio Pepe e Luigi Bignone scene Matteo Patrucco luci e video Cesare Agoni costumi Ilaria Ariemme musiche Daniele D’Angelo regia Andrea Chiodi produzione Fondazione Teatro Due, CTB Centro Teatrale Bresciano Milwaukee, 1921. Aram Tomasian è fuggito dal genocidio Armeno in cui sono stati assassinati tutti i membri

con Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D’Addario, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, Michele De Paola produzione Elsinor Centro di produzione teatrale Per Michele Sinisi l’opera manzoniana è occasione per rintracciare le costanti di una Storia che è relazione tra umani, aggiungendo alla visione che Manzoni aveva del proprio tempo la consapevolezza di noi contemporanei. Un affresco realizzato con una nuova prospettiva, a dimostrazione che è classico ciò che è inesauribile, non cristallizzabile, mai completamente rischiarabile.

Qualcuno ha scritto che la rivoluzione non è un pranzo di gala, e perciò non ci può essere nemmeno un’orchestrina che intona melodie d’altri tempi. La musica rock ha saputo raccontare e incarnare i cambiamenti e le idee che hanno attraversato la cultura popolare a partire dagli anni del secondo dopoguerra. Lezione-concerto.

Mercoledì 27 febbraio Nessuna pietà per l’arbitro

Martedì 29 gennaio Occupy this music da Alessandro Manzoni adattamento e regia Michele Sinisi scrittura scenica Michele Sinisi e Francesco Maria Asselta

Canzone e protesta da Bob Dylan ai Rage Against The Machine

di Emanuele Aldrovandi con Filippo Bedeschi, Luca Mammoli, Federica Ombrato,

Sapori di Romagna C/O Mariani Lifestyle Via Ponte Marino, 19 • Ravenna Centro • Tel. 0544 215206 • www.mariani-ravenna.it • info@mariani-ravenna.it


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TESTORI FORLÌ Alessandro Vezzani regia Marco Maccieri e Angela Ruozzi scene Antonio Panzuto disegno luci Silvia Clai costumi Rosa Mariotti con la consulenza scientifica del prof. Marco Giampieretti produzione Centro Teatrale MaMiMò Spettacolo vincitore del Premio del pubblico Festival di Resistenza 2017 Spettacolo finalista InBox 2018 Spettacolo selezione Visionari Kilowatt Festival 2018 Una famiglia che vive per il basket. Una società post-ideologica, in cui sembra non riusciamo più a scegliere in base a principi di valore. Una partita rissosa, un fallo non fischiato e un braccio rotto. Attorno alla figura dell’arbitro la triade dei protagonisti si allea, si accalora, collabora, si accanisce trasformando le situazioni conflittuali in conflitti di natura etica ed esistenziale.

Scontro etico, sociale e culturale. Conflitto fra amicizia e amore. Lealtà e giustizia. Ancora una volta Shakespeare riesce a scavalcare il limite temporale e a fornirci materia per riflettere su di noi e sul nostro presente. In questa lettura, Venezia è l'epicentro di un terremoto morale, al cui nucleo è collocata la presunzione umana di credersi infallibili, l'inevitabile cortocircuito tra giustizia e giustizialismo, tra ordine e vendetta.

Mercoledì 10 aprile Platonov Commedia senza padri

Giovedì 21 marzo Il mercante di Venezia da William Shakespeare adattamento e regia Filippo Renda con Francesca Agostini, Sebastiano Bottari, Matteo Gatta, Mattia Sartoni, Beppe Salmetti, Irene Serini, Simone Tangolo

da Anton Cechov uno spettacolo di Il mulino di Amleto regia Marco Lorenzi

con Michele Sinisi e con Stefano Braschi, Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Barbara Mazzi Raffaele Musella, Rebecca Rossetti, Angelo Maria Tronca adattamento Lorenzo de Iacovo e Marco Lorenzi regista assistente Anne Hirth style e visual concept Eleonora Diana disegno luci Giorgio Tedesco costumi Monica di Pasqua coproduzione Elsinor Centro di produzione teatrale, Festival delle Colline Torinesi, TPE Teatro Piemonte Europa con il sostegno di La Corte Ospitale - progetto residenziale 2018 in collaborazione con Viartisti per la residenza al Parco culturale Le Serre “Platonov” esprime l’urgenza di mettere in scena la vita, cogliendone a pieno i più profondi meccanismi. Lo sforzo dell’autore, però, s’infrange contro l’impossibilità di raccontarla nella sua interezza in un testo teatrale. Ne rimane un grande e meraviglioso affresco incompiuto dell’animo umano: brandelli di scene e dialoghi, personaggi incerti, esistenze di uomini e donne resi fragili dal loro “voler essere” e che si scontrano inevitabilmente con ciò che sono nella vita reale.

RAGAZZI Domenica 11 novembre I Musicanti di Brema Kosmocomico Teatro

Domenica 25 novembre Il piccolo clown

Compagnia dei somari

Domenica 2 dicembre La bella e la bestia Stivalaccio Teatro


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AGENDA

AGENDA 2018-2019 AGENDA

AGENDA

Ottobre 2018

Novembre 2018

Martedì 2 Macbetto o La chimica della materia Trasmutazioni da Giovanni Testori in scena Roberto Magnani, Consuelo Battiston, Eleonora Sedioli Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna. Repliche fino al 20 ottobre, martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 21, domenica ore 16

Venerdì 5 A testa in giù di Florian Zeller con Emilio Solfrizzi e Paola Minaccioni e con Bruno Armando, Viviana Altieri regia di Gioele Dix Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 6 e 7

Venerdì 2 Gul di e con Gemma Carbone Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Domenica 4 Concerto di Oleksandr Semchuk - violino con Alessandro Tardino, pianoforte musiche di L. van Beethoven, M. Skoryk Ore 11, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

Lunedì 5 Le variazioni Goldberg Ramin Bahrami, pianoforte Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Mercoledì 7 La lotta al terrore

Venerdì 12 Note d’Europa

produzione CapoTrave/Kilowatt Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Uto Ughi, violino Andrea Bacchetti, pianoforte Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Giovedì 8 Ensemble dei Salotti Parmensi

Giovedì 18 Clarice Assad Clarice Assad, voce e pianoforte Paolo De Stefano, chitarra classica Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Venerdì 19 A Night in Kinshasa di e con Federico Buffa Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Mercoledì 24 Golden Days Aterballetto Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Lunedì 29 Tecno-Filò Technology and Me di e con Marco Paolini Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 30 e 31 ottobre e il 1 novembre

musiche di J. Brahms, P.I. Tchaikovskij Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Domenica 11 Ivan Krpan - pianoforte musiche di L. van Beethoven, F. Busoni, F. Liszt Ore 17.30, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

Martedì 13 Roman Kim - violino Jure Goručan, pianoforte musiche di T.A. Vitali, G. Fauré, E. Ysaÿe, F. Kreisler, R. Kim, N. Paganini Ore 21, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

Giovedì 15 Debussy preraffaelita, impressionista, simbolista, astrattista

Ilia Kim, pianoforte Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

Venerdì 16 Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni con Natalino Balasso Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Il giardino dei ciliegi Trent’anni di felicità in comodato d’uso ideazione e drammaturgia Kepler 452 (Aiello, Baraldi, Borghesi) regia di Nicola Borghesi in scena Annalisa e Giuliano Bianchi, Paola Aiello, Nicola Borghesi, Lodovico Guenzi luci Vincent Longuemare Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Domenica 18 Concerto di Maria Chiara Pizzoli - voce Marianne Gubri - arpa musiche di G. Rossini, I. Colbran, E. Parish Alvars Ore 11, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi Orchestra Città di Ferrara Lorenzo Bizzarri, direttore Coro “San Rocco” di Bologna maestro Marialuce Monari Corpo di ballo “Tersicore Artedanza Ravenna” regia di Alberto Umbrella Ore 17, Teatro Rossini, Lugo

Mercoledì 21 La Divina Commediola con Giobbe Covatta Ore 21, Teatro Binario, Cotignola. Replica il 22

Giovedì 22 Quartetto Mirus musiche di L. van Beethoven, A. Schnittke, F. Mendelssohn-Bartholdy Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Concerto per Santa Cecilia Gennaro Cardaropoli, violino Yevheniya Lysohor, pianoforte musiche di E. Grieg, J. Brahms,

N. Paganini, G. Petrassi, C. SaintSaens Ore 21, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

Venerdì 23 Nabucco Trilogia d’Autunno dramma lirico in quattro parti libretto di Temistocle Solera dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi musica di Giuseppe Verdi direttore Pietro Borgonovo regia e ideazione scenica Cristina Mazzavillani Muti Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” “DanzActori” Trilogia d’autunno direttore di scena Luigi Barilone Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 27 e 30

Filumena Marturano di Eduardo De Filippo con Mariangela D’Abbraccio, Geppy Gleijeses regia di Liliana Cavani Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 24 e 25 (ore 16 e 20.30)

La Bibbia raccontata nel modo di Paolo Cevoli di e con Paolo Cevoli Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Sabato 24 Rigoletto Trilogia d’Autunno melodramma in tre atti libretto di Francesco Maria Piave dal dramma Le roi s’amuse di Victor Hugo musica di Giuseppe Verdi direttore Hossein Pishkar regia e ideazione scenica Cristina Mazzavillani Muti Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” “DanzActori” Trilogia d’autunno direttore di scena Luigi Barilone Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 28 e il 1 dicembre

Domenica 25 L’Orchestrona Scuola di musica popolare di Forlimpopoli Davide Castiglia, direttore musiche tradizionali di Francia, Italia, Germania, Irlanda Ore 11, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

Otello Trilogia d’Autunno


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AGENDA

La cultura IN TUTTI I FORMATI

AGENDA

Dicembre 2018 Sabato 1 Trascendi e sali di e con Alessandro Bergonzoni Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Mensile romagnolo dramma lirico in quattro atti libretto di Arrigo Boito dalla tragedia Othello di William Shakespeare musica di Giuseppe Verdi direttore Nicola Paszkowski regia e ideazione scenica Cristina Mazzavillani Muti costumi Alessandro Lai Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” Coro di Voci Bianche Ludus Vocalis “DanzActori” Trilogia d’autunno direttore di scena Luigi Barilone Ore 15.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 29 (ore 20.30) e il 2 dicembre

Martedì 27 Fedeli d’amore Polittico in sette quadri per Dante Alighieri ideazione e regia di Marco Martinelli e Ermanna Montanari in scena Ermanna Montanari musica di Luigi Ceccarelli tromba Simone Marzocchi produzione Teatro delle Albe/Ravenna Teatro in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro Festival Italia e Teatro Alighieri Ravenna Ore 18, Teatro Rasi, Ravenna. Repliche il 28, 30 e 1 dicembre. Il 2, 4, 5, 6 dicembre ore 21

Mercoledì 28 La classe con Claudio Casadio, Brenno Placido Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 29 e 30

Pensaci, Giacomino! con Leo Gullotta Ore 21, Teatro Chiari, Cervia. Replica il 29

Giovedì 29 Hamlet solo da William Shakespeare creazione Francesco Pititto, Maria Federica Maestri Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Domenica 2 Ensemble Dolce Concento Lezione Concerto Mozart: un genio molto studioso! musiche di W.A. Mozart Ore 11, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

Progetto Paolo Alberghi Ensemble di Archi Giuseppe Sarti Marco Farolfi, clavicembalo Paolo Zinzani, direttore e violino solista musiche di A. Vivaldi, G.L. Gregori, C.P.E. Bach, P. Alberghi, G.F. Haendel Ore 18.30, MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza

Vernia o non Vernia: questo è il problema con Giovanni Vernia Ore 21, Teatro Chiari, Cervia

Martedì 4 Dal profano al sacro

musiche di G. Meyerbeer, L. Spohr, J.W. Kalliwoda, C. Kreutzer, F. Busoni, F. Liszt, F. Schubert Ore 11, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

produzione Societas Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

La guerra dei Roses

Alicia Galli, direttore Teresa Maria Federici, narratrice musiche di P.I. Tchajkovskij Ore 11, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

di Warren Adler con Ambra Angiolini e Matteo Cremon Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Mercoledì 12 Il Misantropo di Molière Factory Compagnia Transadriatica Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

L’abisso con Davide Enia Ore 21, Teatro Chiari, Cervia. Replica il 13

L’anima buona del Sezuan di Bertolt Brecht progetto, elaborazione drammaturgica e interpretazione Elena Bucci, Marco Sgrosso Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Giovedì 13 Agitata a Natale Delphine Galou, contralto Accademia Bizantina Ottavio Dantone, organo, clavicembalo e direzione musiche di G.L. Gregori, A. Vivaldi e P. Cafaro Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Eko Dance Project Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Royal Music: Purcell & Händel

Mercoledì 5 Concerto in ricordo di Padre Albino Varotti

Suite da The Fairy Queen e Water Music Camerata Accademica Paolo Faldi, direttore Ore 21, Chiesa di Sant’Ippolito, Faenza

Coro “Euridice” Orchestra “Arcangelo Corelli” musiche di A. Varotti, A. Vivaldi Ore 21, Chiesa di San Francesco, Faenza

Giovedì 6 Concerto di Natale Young Musicians European Orchestra Cori delle scuole di Ravenna Ignacio Abalos Ruiz, direttore musiche di A. Vivaldi, J.S. Bach, W.A. Mozart Ore 21, Basilica di San Francesco, Ravenna

Domenica 9 Il pastore sulla roccia Elisa Balbo, soprano Simone Nicoletta, clarinetto Davide Cavalli, pianoforte

Venerdì 14 Dieci piccoli indiani... e non rimase nessuno di Agatha Christie con Ivana Monti, Luciano Virgilio, Carlo Simoni regia di Ricard Reguant Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 15 e 16 (ore 16 e 20.30)

Il regno profondo. Perché sei qui?

Domenica 16 Ensemble Tempo Primo

Il viaggio di Roberto Un treno verso Auschwitz azione scenica musicale in un atto testo di Guido Barbieri musica di Paolo Marzocchi direttore Jacopo Rivani, Paolo Marzocchi regia di Alessio Pizzech Orchestra Arcangelo Corelli quartetto vocale Vittoria Magnarello soprano, Veronica Delorenzi mezzosoprano, Massimo Montanari tenore, Giacomo Contro baritono Coro “Libere Note” dell’Istituto Comprensivo Statale “Guido Novello” di Ravenna Ore 15.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Lunedì 17 Storie di Ravenna Racconti, visioni, cronache dalla fondazione a oggi a cura di Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Giovanni Gardini, Alessandro Luparini Ore 18, Teatro Rasi, Ravenna. Repliche il 28 gennaio, 25 febbraio, 25 marzo, 15 aprile

L’abisso di e con Davide Enia Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Martedì 18 Viktor und Viktoria con Veronica Pivetti Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 19 e 20

Giovedì 20 Filarmonica Arturo Toscanini Daniel Cohen, direttore musiche di J. Strauss jr, G. Rossini Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Dal musical al rock Chorus Fantasy diretto da Annalisa Gardella, arrangiamenti Orio Conti Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Lettura drammatica scritto da Claudia Castellucci regia vocale Chiara Guidi in scena Claudia Castellucci e Chiara Guidi musiche Scott Gibbons, Giuseppe Ielasi

Venerdì 21 The Harlem Spirit of Gospel Choir Anthony Morgan Ore 21, Teatro Masini, Faenza


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La cultura IN TUTTI I FORMATI

Giovedì 17 Follìar

Venerdì 25 Romanzo d’infanzia

di e con Alberto Astorri e Paola Tintinelli Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Compagnia Abbondanza Bertoni Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Venerdì 18 Romeo et Juliette

Settimanale di informazione della provincia di Ravenna AGENDA

Gennaio 2019 Mercoledì 9 La governante di Vitaliano Brancati con Ornella Muti e Enrico Guarneri Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Giovedì 10 Churchill di Carlo G. Gabardini con Giuseppe Battiston Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche l’11, il 12 e il 13 (ore 15.30)

Sorelle Materassi libero adattamento di Ugo Chiti dal romanzo di Aldo Palazzeschi con Lucia Poli, Milena Vukotic e con Marilù Prati regia di Geppy Gleijeses Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche l’11, 12 e 13 (ore 16)

La governante con Ornella Muti, Enrico Guarneri Ore 21, Teatro Chiari, Cervia. Replica l’11

Martedì 15 Rapsodia in Blue Duo Petrouchka Massimo Caselli e Alessandro Barneschi pianoforte a 4 mani Valentina Caggio, danza musiche di C. Debussy, E. Satie, G. Gershwin Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

Mercoledì 16 Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov con Michele Riondino, Francesco Bonomo, Federica Rosellini Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

AGENDA

opera in cinque atti di Jules Barbier e Michel Carré dalla tragedia Romeo and Juliet di William Shakespeare musica di Charles Gounod direttore Paolo Olmi regia Marin Blazevic scene e light designer Alan Vukelic costumi Sandra Dekanic Orchestra e Coro del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Rijeka Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 20 (ore 15.30)

L’Artusi, bollito d’amore con Vito e Maria Pia Timo regia di Alessandro Benvenuti Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Sabato 19 Infanzia felice. Una fiaba per adulti di e con Antonella Questa Ore 21, Teatro Binario, Cotignola

Domenica 20 La cena delle belve di Vahè Katchà con Gianluca Ramazzotti e Maurizio Donadoni Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Lunedì 21 Libera Nos Domine di e con Enzo Iacchetti Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Martedì 22 Orchestra sinfonica ungherese di Miskolc

Sabato 26 Parsons Dance direzione artistica David Parsons Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 27 (ore 15.30)

Dalla chanson alla serenata Orchestra Senzaspine Nicoletta Conti, direttore Daniela Pini, mezzosoprano musiche di A. Dvorak, O. Respighi, M. De Falla, G. Puccini, E. Chausson, E. De Curtis Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Giobbe Storia di un uomo semplice dal romanzo di Joseph Roth con Roberto Anglisani Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

Horny di e con Antonio Ornano Ore 21, Teatro Chiari, Cervia

Trovata una sega! Racconto su Livorno, Modigliani e lo “scherzo del secolo” di e con Antonello Taurino Ore 21, Teatro Binario, Cotignola

Dio arriverà all’alba scritto e diretto da Antonio Nobili per Alda Merini Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Lunedì 28 Concerto in memoria delle vittime dell’olocausto

Màtyàs Antal, direttore Gile Bae, pianoforte musiche di Z. Kodaly, F.J. Haydn, F. Mendelssohn Bartholdy Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Young Musicians European Matteo Panneggiani, direttore Dario Zanconi pianoforte, Matteo Cimatti violino, Estelle Akta oboe musiche di S. Barber, J.S. Bach, L. van Beethoven Ore 21, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

Mercoledì 23 New Magic People Show

La classe

dal romanzo di Giuseppe Montesano messo in scena da Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi, Luciano Saltarelli produzione Teatri Uniti Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 24

La lingua neolatrina con Ivano Marescotti Ore 21, Teatro Masini, Faenza

di Vincenzo Manna con Claudio Casadio, Brenno Placido, Andrea Paolotti Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Martedì 29 Otello Balletto di Roma musiche di Antonin Dvorak coreografia e scene di Fabrizio Monteverde Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

L’Artusi, bollito d’amore con Vito e Maria Pia Timo regia di Alessandro Benvenuti Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

L’avaro di Molière con Alessandro Benvenuti Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 30 e 31

Il compositore ebreo nel barocco italiano Ensemble La Dafne musiche di S. Rossi, M. Pesenti, A. Bertali, F. Cavalli Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Mercoledì 30 A testa in giù (l’envers su décor) di Florian Zeller con Emilio Solfrizzi, Paola Minaccioni Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Giovedì 31 Aminta di Torquato Tasso regia di Antonio Latella in scena Michelangelo Dalisi, Emanuele Turetta, Matilde Vigna, Giuliana Bianca Vigogna Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

AGENDA

Febbraio 2019 Venerdì 1 Wiener Concert-Verein Ernest Hoelzl, direttore Markus Schirmer, pianoforte musiche di L. van Beethoven Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Sabato 2 Bach: quattro sonate per violino e pianoforte Ksenia Dubrovskaya, violino Bruno Canino, pianoforte Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

Giovedì 7 Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo regia di Marco Tullio Giordana in scena la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche l’8, il 9 e il 10 (ore 15.30)

Venerdì 8


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AGENDA L’abito nuovo di Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello regia, scene e luci Michelangelo Campanale Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Mio nonno è morto in guerra Voci, canzoni e memorie della Seconda Guerra Mondiale di e con Simone Cristicchi Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Utoya di Edoardo Erba regia di Serena Sinigaglia Teatro Atir Ringhiera Ore 21, Teatro Binario, Cotignola

Lunedì 11 Concerto di Alexander Malofeev - pianoforte musiche di L. van Beethoven, M. Ravel, S. Rachmaninov, P.I. Čajkovskij, S. Prokof'ev Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Martedì 12 Gli uomini vengono da Marte, le donne vengono da Venere con Debora Villa Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Un momento difficile con Massimo Dapporto Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 13 e 14

Mercoledì 13 Shakespeare / Sonetti versione italiana e adattamento teatrale Fabrizio Sinisi e Valter Malosti regia di Valter Malosti in scena Valter Malosti, Michela Lucenti, Maurizio Camilli, Marcello Spinetta, Elena Serra coreografie Michela Lucenti Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Giovedì 14 Misura per misura di William Shakespeare con Jurij Ferrini, Matteo Alì, Rebecca Rossetti regia di Jurij Ferrini Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 15, 16 e 17 (ore 16)

Venerdì 15 Storia di un’amicizia Le due bambole. Il nuovo cognome. La bambina perduta tratto dalla tetralogia L’amica geniale di Elena Ferrante ideazione Chiara Lagani

e Luigi De Angelis drammaturgia Chiara Lagani regia, light design, spazio scenico, progetto sonoro Luigi De Angelis in scena Chiara Lagani e Fiorenza Menni Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna. Repliche il 16 ore 19.30 e ore 21

Sabato 16 Les Ballets Jazz de Montréal direzione artistica Louis Robitaille Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 17 (ore 15.30)

Lunedì 18 L’abisso di e con Davide Enia Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Martedì 19 Operisti a salotto Trio Eccentrico Massimo Ghetti, flauto Alan Selva, clarinetto Javier Adrian Gonzalez, fagotto musiche di W.A. Mozart, P. Mascagni, G. Rossini, G. Donizetti, G. Verdi e G. Puccini Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Mercoledì 20 Riccardo 3 di Francesco Niccolini molto liberamente ispirato al Riccardo III di William Shakespeare e ai crimini di Jean-Claude Romand regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi con Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Giovanni Moschella Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Kaninchen Viaggio nell’inferno di Dachau di Antonella Gullotta drammaturgia e regia Eugenio Sideri in scena Elio Ragno Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

L’operazione scritto e diretto da Stefano Reali con Antonio Catania, Nicolas Vaporidis, Maurizio Mattioli Ore 21, Teatro Chiari, Cervia. Replica il 21

Giovedì 21 Orazione epica Recital-concerto per voce, poesia e batteria di Eugenio Sideri in scena Enrico Caravita batteria Manuel Zappaterra Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Venerdì 22

Le nozze di Figaro opera lirica in quattro atti di Lorenzo da Ponte musica di W.A. Mozart direttore Erina Yashima regia di Giorgio Ferrara scene Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro San Gregorio Magno Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 24 (ore 15.30)

Schubert Frames / Gershwin Suites MM Contemporary Dance Company “Schubert Frames” musiche di Franz Schubert coreografia di Enrico Morelli “Gershwin Suite” musiche di George Gershwin, Stefano Corrias coreografia di Michele Merola Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

AGENDA

Marzo 2019 Venerdì 1 Eleganzissima di e con Drusilla Foer Ore 21, Teatro Chiari, Cervia

Wunderkammer Orchestra Paolo Marzocchi, pianoforte Carlo Tenan, direttore musiche di G. Gershwin, C. Tenan, C. Arcelli, L. Bernstein Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Sabato 2 Un bés. Antonio Ligabue

Sabato 23 Anime leggere

di e con Mario Perrotta Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Quartetto di mimi Dekru Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Rimbamband show

Domenica 24 Ti amo! No grazie! L’amore ai tempi del musical regia di Lorenzo Casadei e Sara Brunazzi Gruppo Genesi Musical Ore 17.30, Teatro Binario, Cotignola

di Raffaello Tullo Rimbamband Ore 21, Teatro Binario, Cotignola

Martedì 5 Anfitrione Teatro Kismet Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

Lunedì 25 Mi piace

Mercoledì 6 Anfitrione

di e con Gabriele Cirilli Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Teatro Kismet Ore 21, Teatro Chiari, Cervia. Replica il 7

Martedì 26 Orchestra da Camera di Perugia Stefan Milenkovich, violino e direttore musiche di F. Mendelssohn Bartholdy, L. van Beethoven Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Giovedì 28 Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini drammaturgia Emanuele Trevi regia di Massimo Popolizio in scena Lino Guanciale e Sonia Barbadoro, Giampiero Cicciò, Roberta Crivelli, Flavio Francucci, Francesco Giordano, Lorenzo Grilli, Michele Lisi, Pietro Masotti, Paolo Minnielli, Alberto Onofrietti, Lorenzo Parrotto, Cristina Pelliccia, Silvia Pernarella, Elena Polic Greco, Francesco Santagada Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche l’1 e il 2 marzo, il 3 marzo (ore 15.30)

Un momento difficile di Furio Bordon con Massimo Dapporto Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Giovedì 7 Concerto per la Festa della Donna Laura Marzadori violino, Sara Marzadori viola, Irene Marzadori violoncello musiche di L. van Beethoven, L. Sinigaglia Ore 21, Sala Corelli del Teatro Alighieri, Ravenna

Venerdì 8 Andrea Chénier dramma di ambiente storico in quattro quadri di Luigi Illica musica di Umberto Giordano direttore Giovanni Di Stefano regia di Nicola Berloffa Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna


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Coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 10 (ore 15.30)

Sabato 9 I Shakespeare: I Banquo, I Caliban di Tim Crouch traduzione Pieraldo Girotto regia di Fabrizio Arcuri I Banquo: in scena Enrico Campanati e Matteo Selis produzione Fondazione Luzzati, Teatro della Tosse I Caliban: in scena Fabrizio Croci produzione Accademia degli Artefatti, L’Uovo Teatro Stabile di Innovazione Onlus Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Sento la terra girare di e con Teresa Mannino Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Lunedì 11 Voci d’amore Diana Hobel, voce recitante Francesco Prode, pianoforte idea, regia, Promenades e Epilogo di Claudio Rastelli drammaturgia Diana Hobel e Claudio Rastelli musiche di R. Schumann, G. Mahler, W.A. Mozart, D. Šostakovič, F. Schubert, C. Debussy, L. van Beethoven, R. Wagner/F. Liszt Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

Mercoledì 13 Omaggio a Rossini

Coro Polifonico Ruggero Maghini della Rai Claudio Chiavazza, direttore Karin Selva soprano, Maria Russo mezzosoprano, Michele Concato tenore, Corrado Carmelo Caruso basso, Sergio Merletti e Andrea Turchetto pianoforti, Luca Benedicti armonium G. Rossini - Petite Messe Solennelle Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Giovedì 14 Gala - Capolavori del balletto russo Balletto Yacobson di San Pietroburgo coreografie di Leonid Yacobson, Marius Pepita e Lev Ivanov, JeanGuillaume Bart, Vasilij Vajnonen, Konstantin Sergeev, Michail Fokin Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Il barbiere di Siviglia Compagnia Artemis Danza / Monica Casadei coreografia, scene, luci Monica Casadei musiche Gioachino Rossini

Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Sabato 16 Balletto Yacobson di San Pietroburgo direzione artistica Andrian Fadeev Serata Leonid Yacobson Dai pas-de-deux dei grandi balletti classici russi del XIX secolo Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 17 (ore 15.30)

Lettere di oppio di Antonio Pisu Ore 21, Teatro Binario, Cotignola

Belvedere Due donne per aria di Anna Mazzamauro con Anna Mazzamauro, Cristina Bugatty e il musicista Sasà Calabrese Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Lunedì 18 Trio di Parma Alberto Miodini, pianoforte Ivan Rabaglia, violino Enrico Bronzi, violoncello musiche di F.J. Haydn, R. Schumann, J. Brahms Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Martedì 19 Mi piace di e con Gabriele Cirilli Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Mercoledì 20 Tempi nuovi testo e regia di Cristina Comencini con Ennio Fantastichini, Iaia Forte Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Strumenti perduti: il Salterio La Gioia Armonica Margit Übellaker, salterio musiche di F. Handel, A. Conti, C. Monza, P. Beretti Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Giovedì 21 Concerto in ricordo delle vittime della mafia Orchestra del Conservatorio Martini di Bologna Alberto Caprioli, direttore Maria Dueñas, violino musiche di N. Paganini, F. Schubert Ore 21, Basilica di San Francesco, Ravenna

Venerdì 22 In Your Face di e con Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi produzione Ateliersi Ore 19.30, Teatro Rasi, Ravenna

AGENDA Kiva di Lorenzo Bazzocchi in scena Eleonora Sedioli produzione Masque teatro Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

L’importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde Teatro dell’Elfo Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 23 e 24

Sabato 30 Racconti al pianoforte Lorenzo Meo pianoforte musiche di R. Schumann, F. Chopin, G. Deserti, F. Liszt Ore 21, Ridotto del Teatro Masini, Faenza

La rivoluzione delle sedie di Matteo Nicoletta e Massimiliano Aceti Ore 21, Teatro Comunale, Conselice

Sabato 23 Piazzolla secondo Aisemberg

AGENDA

Aprile 2019

Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Martedì 26 Phasmes Compagnie Libertovoire coreografia e regia di Fanny Soriano performers Voleak Ung e Vincent Brière musiche di Thomas Barrière Ore 21, Teatro Masini, Faenza

Parenti serpenti con Lello Arena, Giorgia Trasselli Ore 21, Teatro Chiari, Cervia. Replica il 27

Mercoledì 27 Dedicato a Clara Wieck Schumann nel 200° anniversario della nascita

EsTRIO Sonia Bergamasco, voce recitante Laura Gorna, violino Cecilia Radic, violoncello Laura Manzini, pianoforte Maria Grazia Calandrone, drammaturgia originale musiche di Robert e Clara Schumann Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Giovedì 28 Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello regia di Liliana Cavani in scena Geppy Gleijeses con Vanessa Gravina e Leandro Amato Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna. Repliche il 29, 30 e il 31 (ore 15.30)

Sento la terra girare di e con Teresa Mannino Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Venerdì 29 Il Vangelo secondo Lorenzo di Leo Muscato e Laura Perini con Alex Cendron, Giuliana Colzi, Andrea Costagli regia di Leo Muscato Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 30 e 31 (ore 16 e 20.30)

Martedì 2 Festival Strings Lucerne Daniel Dodds, direttore Arabella Steinbacher, violino musiche di O. Respighi, W.A. Mozart, E. Grieg Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Giovedì 4 La classe operaia va in Paradiso di Paolo Di Paolo liberamente tratto dal film di Elio Petri con Lino Guanciale Ore 21, Teatro Masini, Faenza. Repliche il 5 e 6

Perfetta di Mattia Torre musiche originali di Paolo Fresu con Geppi Cucciari Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Ritratto di donna araba che guarda il mare di Davide Carnevali Lab Centoventuno Ore 21, Teatro Binario, Cotignola

Venerdì 5 Wunderkammer Orchestra Vincenzo Maltempo, pianoforte Carlo Tenan, direttore musiche di F. MendelssohnBartholdy, P. Marzocchi, F. Schubert, L. van Beethoven Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

Sabato 6 Aterballetto Bach project direzione artistica Gigi Cristoforetti Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna. Replica il 7 (ore 15.30)


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AGENDA Magnificat di Alda Merini regia di Simone Derai in scena Paola Dallan disegno del suono Mauro Martinuz disegno vocale Paola Dallan, Simone Derai, Marco Menegoni Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Repliche il 13 e il 14 (ore 15.30 e ore 21)

Voci nel buio di John Pielmeier con Laura Morante Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo. Repliche il 13 e 14 (ore 16 e 20.30)

Martedì 9 Il costruttore Solness

Mercoledì 17 Concerto di Pasqua

da Henrik Ibsen regia di Alessandro Serra con Umberto Orsini e Lucia Lavia Ore 20.45, Teatro Comunale, Russi

Young Musicians European Orchestra Muenchener Bach Choir Paolo Olmi, direttore Arianna Vendittelli, soprano Victoria Yarovaya, mezzosoprano Manuel Amati, tenore Mirco Palazzi, basso Requiem di W.A. Mozart Ore 21, Basilica di Sant’Apollinare in Classe, Ravenna

Mercoledì 10 Caratteri e visioni: la Tiorba sola Tiziano Bagnati, tiorba musiche di H. Kapsberger, T. Bagnati Ore 21, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Venerdì 12 Don Chisciotte di Miguel de Cervantes Saavedra, adattamento di Francesco Niccolini regia di Alessio Boni, Roberto Aldorasi, Marcello Prayer in scena Alessio Boni, Serra Yilmaz, Marcello Prayer Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna.

Giovedì 18 Koreja | Katër i radës opera da camera commissione la Biennale di Venezia musica Admir Shkurtaj libretto Alessandro Leogrande regia Salvatore Tramacere direzione Caterina Centofante Ore 20.30, Teatro Alighieri, Ravenna

Kafka sulla spiaggia

Dacru, liberamente tratto dall’omonima opera di Murakami Haruki coreografie e ricerca musicale di Marisa Ragazzo, Omid Ighani Ore 20.30, Teatro Rossini, Lugo

AGENDA

Maggio 2019

Concerto di Pasqua Young Musicians European Orchestra Coro Giovanile Regionale dell’Emilia-Romagna Corale Quadriclavio di Bologna Accademia Corale Vittore Veneziani di Ferrara Paolo Olmi, direttore Mirco Palazzi, basso Maharram Huseynov, basso Stefano Rinaldi Miliani, basso Manuel Amati, tenore La Passione di Cristo secondo San Marco di L. Perosi Ore 21, Basilica di Sant’Apollinare in Classe, Ravenna

Sabato 4 Settimo cielo

Venerdì 26

Claus Peter Flor, direttore Filippo Gorini, pianoforte musiche di J. Brahms, F. Mendelssohn Bartholdy Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

Terra Madre

Marco Albonetti - Dane Richeson - Modern String Marco Albonetti, sax soprano Dane Richeson, percussioni etniche Modern String, quintetto d’archi musiche dal mondo Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

di Caryl Churchill regia di Giorgina Pi in scena Marco Cavalcoli, Sylvia de Fanti, Tania Garribba, Lorenzo Parrotto, Aurora Peres produzione Teatro di Roma in collaborazione con Sardegna Teatro, Angelo Mai/Bluemotion Ore 21, Teatro Rasi, Ravenna

Mercoledì 8 Orchestra Sinfonica “G. Verdi” di Milano

Giovedì 9 Trascendi e sali di e con Alessandro Bergonzoni Ore 21, Teatro Alighieri, Ravenna

V ia Canalazz o, 2/A - R avenna


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AGENDA 2018-2019

AGENDA

RAGAZZI

Novembre 2018 Domenica 18 Teo ha le orecchie curiose Teatro del Drago Ore 11 e ore 17, Almagià, Ravenna

Giovedì 22 Luna

Giovedì 17 Uno, due, tre... Drammatico Vegetale Ore 17.30, Sala N’Diaye del Teatro Rasi, Ravenna

Teatro all’Improvviso Ore 18, Teatro Rasi, Ravenna

Domenica 20 Pollicino

Domenica 25 Il magico cerchio di Prospero

Teatro del Piccione / Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse Ore 16, Teatro Rossini, Lugo

Teatro del Drago Ore 18, Almagià, Ravenna

CorpoGiochi Off

AGENDA

Dicembre 2018 Sabato 1 Nico cerca un amico Accademia Perduta/Il Baule Volante Ore 21, Teatro Chiari, Cervia

Domenica 2 I love Frankenstein Gli Eccentrici Dadarò Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Concerto straordinario Teatro delle marionette di Obraszov Ore 16, Teatro Comunale, Russi

Sabato 8 Il gatto con gli stivali Accademia Perduta/Romagna Teatri Ore 21, Teatro Chiari, Cervia

Sabato 15 Pinocchio Fondazione Aida Ore 21, Teatro Chiari, Cervia

Domenica 16 Il canto di Natale Marionette degli Accettella Ore 17, Almagià, Ravenna

AGENDA

Gennaio 2019 Domenica 6 Gianduja e la Befana Le Marionette Grilli Ore 16, Almagià, Ravenna

Domenica 13 Sogno Fontemaggiore Teatro Ore 16, Teatro Comunale, Russi

AGENDA

in collaborazione con Cantieri Danza Ore 17, Almagià, Ravenna

Domenica 27 Sogno Fontemaggiore Ore 16, Teatro Masini, Faenza

La gallinella rossa

Giovedì 28 Una disobbedienza straordinaria

Sabato 16 L’elefante smemorato e la papera ficcanaso

Centro Arti Integrate IAC Ore 17.30, Teatro Rasi, Ravenna

Compagnia Burambò Ore 20.45, Teatro Binario, Cotignola

Domenica 17 Moby Dick I Guardiani dell’Oca Ore 17, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Giovedì 21 Che sì che no Drammatico Vegetale Ore 17.30, Sala N’Diaye del Teatro Rasi, Ravenna

Giovedì 31 Il paese dove non si muore mai

Teatro del Buratto Ore 16, Teatro Rossini, Lugo

L’universo è un materasso e le stelle un lenzuolo Compagnia del sole Ore 16, Teatro Comunale, Russi

AGENDA

AGENDA

Febbraio 2019

Marzo 2019

Ore 20.45, Teatro Binario, Cotignola

Domenica 3 Tri quater! ICIRCONDATI 2010 Ore 16, Teatro Comunale, Russi

Domenica 10 Leo, uno sguardo bambino sul mondo Drammatico Vegetale Ore 16, Teatro Rossini, Lugo

L’albero di Pepe ATGTP Teatro Pirata Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Biancaneve e i Sette Nani I Guardiani dell’Oca Ore 17, Almagià, Ravenna

Martedì 12

Compagnia NATA Ore 20.45, Teatro Binario, Cotignola

Chiara Guidi / Societas Ore 17.30, Teatro Rasi, Ravenna. Repliche il 13, il 14 ore 15

Domenica 24 Becco di rame

Sabato 2 Titolo da definire

Sabato 23 Il brutto anatroccolo

La terra dei lombrichi

Tanti Cosi Progetti Ore 17, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Tanti Cosi Progetti Ore 17.30, Sala N’Diaye del Teatro Rasi, Ravenna

Sala N’Diaye del Teatro Rasi, Ravenna

Sabato 2 Truciolo e il cavallo a dondolo

AGENDA

Aprile 2019 Giovedì 4 Zoo di Pinocchio Drammatico Vegetale Ore 17.30, Teatro Rasi, Ravenna

Domenica 7 La gallinella rossa Tanti Cosi Progetti Ore 16, Teatro Masini, Faenza

AGENDA

Maggio 2019 Domenica 12 I racconti di Mamma Oca Drammatico Vegetale Ore 11, Teatro Rasi, Ravenna

Domenica 26 Tra fossi e boschi Giorgio Gabrielli Ore 11, Sala N’Diaye del Teatro Rasi, Ravenna

AGENDA

Giugno 2019

Teatro dei Burattini di Ivano Rota Ore 16, Almagià, Ravenna

Sabato 1 Immer / Forever

Domenica 3 La Regina delle Nevi

Toihaus Theater Salzburg (Austria) Ore 19, Teatro Rasi, Ravenna. Replica il 2 ore 11

Giallo Mare Minimal Teatro Ore 16, Teatro Masini, Faenza

Domenica 10 Cappuccetto Rosso La Baracca - Testoni Ragazzi Ore 17, Teatro Goldoni, Bagnacavallo

Lunedì 18 Fiabe di Fedro Chiara Guidi / Societas Ore 17.30, Sala N’Diaye del Teatro Rasi, Ravenna

Giovedì 21 Genoma scenico Nicola Galli / Tir Danza Ore 17.30,

Giovedì 13 White Story Mali Theater Novgorod (Russia) Ore 19, Teatro Rasi, Ravenna. Replica il 14

Giovedì 20 Piccola cavalcata rossiniana Drammatico Vegetale Ore 19, Teatro Rasi, Ravenna. Replica il 21

Mercoledì 26 Fagiolino Mattia Zecchi Ore 19, Giardino del Teatro Rasi, Ravenna


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EDIZIONI E COMUNICAZIONE

Musica Il talento al piano di Filippo Gorini Tecnica del suono ecco BH Audio

Teatro Claudio Casadio Il Churchill di Gabardini L’amica geniale riletta da Fanny&Alexander Giorgina Pi e Bluemotion Spettatori adolescenti Politica in scena

ISSN 2499-0213

prezzo € 0,10

Opera/Danza Il moderno Figaro di Artemis Aterballetto e Bach Paolo Olmi sul podio di Romeo et Juliette di Gounod

Guida alle stagioni dei teatri di Ravenna e provincia


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