RD 11 03 21

Page 1

FREEPRESS n. 898

11-17 MARZO 2021

CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT •

NEL BIDONE I ritardi nella raccolta differenziata, i progetti per la discarica, i rifiuti nei fiumi e nel mare

Prezzo € 0,08 COPIA OMAGGIO ISSN 2499-9460


da giovedì 11 a domenica 21 marzo 2021

ARANCIA DI RIBERA D.O.P. SAPORI & DINTORNI CONAD confezione 1,5 kg

2,50 €

€/kg 1,67

1,79 €

PERE WILLIAM categoria 1a, sfuse

al kg

0,99

FINOCCHI CONAD PERCORSO QUALITÀ categoria 1a, sfusi

al kg

15,90 €

SPECK ALTO ADIGE IGP SAPORI & DINTORNI CONAD

al kg

Stagionatura minima

14 mesi! CULATA EMILIA SAPORI & DINTORNI CONAD

23,90 €

al kg

FIORENTINE CON OSSO DI BOVINO ADULTO SCOTTONA LIMOUSINE CONAD PERCORSO QUALITÀ

13,50

PETTO DI POLLO A FETTE CONAD PERCORSO QUALITÀ allevato senza uso di antibiotici, 250 g

al kg

1,99

MONTASIO MEZZANO DOP SAPORI & DINTORNI CONAD

FETTINE SCELTE DI BOVINO ADULTO SCOTTONA LIMOUSINE CONAD PERCORSO QUALITÀ

€/kg 7,96

8,90 €

al kg

12,90 €

al kg

12,90

GORGONZOLA DOP SAPORI & DINTORNI CONAD al cucchiaio

BRANZINI FRESCHI CONAD PERCORSO QUALITÀ

al kg

10,90

2,89

al kg

POLPA EXTRA IN SVIZZERE DI BOVINO ADULTO SCOTTONA LIMOUSINE CONAD PERCORSO QUALITÀ

MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA DOP SAPORI & DINTORNI CONAD take away, 250 g

8,90 €

al kg

13,90

€/kg 11,56

MACINATO SCELTO DI BOVINO ADULTO SCOTTONA LIMOUSINE CONAD PERCORSO QUALITÀ

al kg

al kg

3,90 €

CAPPESANTE ATLANTICHE FRESCHE 1/2 GUSCIO

7,90 €

CARPACCIO SAPORI & IDEE CONAD di salmone, di tonno, 100 g

€/kg 39,00


PUNTI DI VISTA / 3 11-17 marzo 2021 RAVENNA&DINTORNI

L’OPINIONE

SOMMARIO

L’OSSERVATORIO

5 POLITICA SCUOLE CHIUSE E INCOERENZE DA COVID

Il sindaco “forestale” per una città più verde di Fausto Piazza

Riprendo il filo del discorso accennato su questa pagina qualche settimana fa, in cui riflettevo come Ravenna avrebbe potuto attuare quella “transizione ecologica” di cui tanto si parla nei palazzi delle politiche europee e del nuovo governo nazionale. Ovviamente, anche in prospettiva delle elezioni comunali che ora sappiamo si terrano “solo” fra più di sei mesi, in autunno. Ci ritorno sopra perché mi ha sorpreso positivamente un passaggio sul tema, per l'appunto ecologico, della lunga intervista di fine mandato (e anche sulla sua ricandidatura), al sindaco De Pascale, pubblicata sullo scorso numero. Abbiamo scoperto un sindaco “forestale”, intenzionato, una volta riconfermato a Palazzo Merlato, a «ricreare ettari di boschi e pinete che abbiamo perso negli anni». Insomma, a rimediare a quegli sfregi che ha subito per decenni il territorio naturale ravennate – fra pinete, zone umide, fascia costiera – sotto la pressione dello sviluppo economico. E anche una certa indifferenza e incuria dell’amministrazione pubblica, a cui si è aggiunta l’inefficienza gestionale di alcune istituzioni pubbliche (in primis la struttura di governance del Parco del Delta). «La gestione delle aree naturali è uno dei punti su cui serve una discontinuità forte rispetto a quanto fatto» ha affermato De Pascale e – citando il nuovo piano urbanistico generale che in questo campo sarebbe «rivoluzionario e ambizioso» – ha espresso la necessità di «riportare a uno stato boschivo aree che oggi sono agricole ma di bassa produttività per la vicinanza al mare… Le pinete ravennati erano storicamente un tutt’uno da nord fino a Cervia. Poi la prima guerra mondiale, l’agricoltura e il deforestamento hanno ridotto le aree pinetali a un quarto. La nostra volontà è di ripristinare ettari e ettari di bosco, vorremmo fare cento volte quello che è stato fatto con la cintura verde della città». Nel luglio 2017 avevo scritto – sull'onda anche emotiva di una notevole catastrofe metereologica che aveva falcidiato a Ravenna migliaia di alberi – un commento dal titolo «Il sindaco che pianta alberi». Certo non posso pensare che quell’auspicio - esortazione, possa avere influenzato De Pascale (ha sicuramente le sue idee, consiglieri e strategie in proposito) ma sentire dichiarazioni del genere per una città e un territorio da far rinascere restituendole il verde perduto, mi ha impressionato favorevolmente, soprattutto come cittadino. Mi sembra un buon viatico anche se lo ritengo arduo e, manco a dirlo, “intricato“. È una scelta intelligente, forse visionaria ma generosa verso le nuove generazioni. Sicuramente una bella promessa, purché non resti solo tale, come promozione elettorale. Vedremo se ci convinceranno i particolari di questo piano di recupero ambientale, che sicuramente farà parte del programma politico amministrativo della sua ricandidatura a primo cittadino.

7 ECONOMIA CMC, INDAGINE SUI CONTI NEL 120ESIMO COMPLEANNO

di Moldenke

Come dite, siamo in lockdown? Non proprio. Ecco quello che si può ancora fare, in realtà, in una tranquilla giornata di zona rossa.

14 SANITÀ I DATI DEI MORTI E I VACCINI ANTI VIRUS

16 SOCIETÀ UN APPELLO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

18 CULTURA DADINA E REVIATI AL LAVORO INSIEME: L’INTERVISTA

Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Autorizzazione Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Tribunale di Ravenna Maria Cristina Giovannini (grafica). n. 1172 del 17 dicembre 2001 Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Anno XX - n. 898 Galeati, Iacopo Gardelli, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Editore: Guandalini, Giorgia Lagosti, Fabio Edizioni e Comunicazione srl Magnani, Enrico Ravaglia, Guido Sani, Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna Angela Schiavina, Serena Simoni, tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Adriano Zanni. Fotografie: Massimo Direttore Generale: Claudia Cuppi Argnani, Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Pubblicità: tel. 0544 408312 Illustrazioni: Gianluca Costantini. Progetto commerciale1@reclam.ra.it grafico: Gianluca Achilli, Area clienti: Denise Cavina tel. 335 Redazione: 7259872 - Amministrazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 Alice Baldassarri, redazione@ravennaedintorni.it amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl Stabilimento di Imola

Una tranquilla giornata tipo in “zona rossa”

Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB

Puoi uscire alle 8 per andare a comprarti un caffè d’asporto da bere mentre cammini verso la libreria più vicina, perché i libri sono stati considerati beni essenziali dal Governo, che quando lo ha deciso si deve essere distratto. Con il libro sotto mano puoi uscire per andare da Tiger, tipo, hai presente? O comunque in un negozio con “articoli per il tempo libero”, ti serve un antistress, magari, essenzialissimo. Da qui puoi ovviamente salire in macchina e andare a fare benzina, passando magari dalla tintoria, per farti togliere quella macchia di caffè che ti sei procurato prima inciampando sul marciapiede. E poi puoi andare dritto al supermercato a fare la spesa. Cazzo, in macchina ti rendi conto di esserti dimenticato la carbonella per la griglia di domenica? Tranquillo, anche i ferramenta sono considerati servizi essenziali e sono aperti. Ah, le sigarette. Ovvio, quelle si potevano comprare anche durante il vero lockdown. Prima di tornare a casa, poi, fai ancora in tempo a fermarti in cartoleria a comprare una matita, non si sa mai, e poi dal fiorista a prendere una rosa per tua moglie, che l’altro giorno ti sei pure dimenticato di farle gli auguri per la Festa della Donna. Ah, intanto che ci sei, ma sì, perché non esagerare, vai in profumeria e comprale anche un rossetto nuovo (sempre beni essenziali, naturalmente). E non dimenticarti di passare in concessionaria, che è appena uscita una macchina che tanto non comprerai mai. E vuoi non andare a vedere una bicicletta? Si è fatta una certa, e allora meglio fermarsi a comprare un hamburger d’asporto, poi un altro caffè, stando attento alla camicia stavolta, e nel pomeriggio c’è ancora il tempo per comprare un gioco di società, o un gattino, o una macchina fotografica, o un occhiale da sole. Tutti aperti. Solo i negozi di abbigliamento, ecco, quelli no, lì si prende il Covid, devono restare chiusi. O il barbiere: no, niente barbiere. E poi, mi raccomando, guai a fare una passeggiata per i cazzi tuoi in pineta, quello è proprio grave, rischi una multa da 400 euro.


4 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 11-17 marzo 2021

AMMINISTRATIVE EMERGENZA COVID L’opposizione contro De Pascale per non essersi opposto alla zona rossa di Bonaccini: «Ora metta mano al portafoglio» La scelta del presidente della Regione Bonaccini di rendere tutta la Romagna zona rossa a partire da lunedì 8 marzo (e quindi fino ad almeno domenica 21), nonostante la decisione della Cabina di regia nazionale di lasciare la regione in zona arancione, ha alzato il consueto polverone. Tra i primi a contestare la decisione è stato il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, che invita Bonaccini ad assumersi «tutta la responsabilità» dei «danni forse irreversibili» all’economia romagnola che provocherà il passaggio in zona rossa. A livello locale l’imputato invece è il sindaco Michele de Pascale, secondo un po’ tutto il centrodestra colpevole di non essere riuscito a opporsi alla decisione di Bonaccini. E così Veronica Verlicchi (La Pigna) chiede al sindaco di «mettere mano al portafoglio», prevedendo sin da subito sgravi sui tributi comunali e aiuti a sostegno di attività economiche, famiglie e ravennati in difficoltà. Alberto Ancarani di Forza Italia parla di una scelta di «una gravità inaudita» che «non può essere subìta a capo chino». «L’incapacità di gestire un contact-tracing efficace, di organizzare un sistema di terapia domestica strutturato a causa di una medicina territoriale lasciata per troppo tempo allo sbando, sono responsabilità proprio della Regione retta da Bonaccini - scrive Ancarani - che ora, dopo aver compromesso l’istruzione e la formazione delle nuove generazioni attraverso una didattica a distanza singhiozzante e non risolutiva, e aver messo sul lastrico la gran parte degli esercizi commerciali, evidentemente non pago infligge ai romagnoli il colpo del ko istituendo una zona rossa assolutamente non necessaria». Anche Mauro Bertolino, coordinatore regionale di Alleanza di Centro per i territori, trova «gravissimo che il sindaco Michele De Pascale non si sia opposto con forza all’ordinanza regionale del governatore e compagno di partito Bonaccini» e chiede «forme di indennizzo concrete per le aziende e a fondi importanti per le famiglie messe in ginocchio dalla didattica a distanza».

LA GAFFE

L’ASSESSORA E QUEL FUORI ONDA SUI VIGILI: LA LEGA ORA CHIEDE LE DIMISSIONI Bufera a Faenza sull’assessora alla Scuola Martina Laghi. Mentre l’assessore alla Sicurezza interviene in commissione su polizia locale e controlli anti assembramenti, infatti, lei parla con la vicina di “banco” senza accorgersi che il microfono è ancora acceso. «C’è da dire che noi abbiamo dei vigili, ragazzi miei... Se dici loro di andare a destra, quelli vanno a sinistra...», si sente nella registrazione della seduta. Lega e Fratelli d’Italia attaccano, chiedendo le scuse pubbliche e perfino le dimissioni. L’assessora è intervenuta in una nota, chiedendo scusa per «una frase detta come battuta in privato».

Le elezioni di Ravenna rinviate a dopo l’estate a causa della pandemia Il centrodestra ancora alla ricerca del candidato

Il Governo ha ufficializzato quanto era nell’aria già da settimane: le elezioni amministrative in programma in primavera sono rinviate causa Covid a dopo l’estate, in un periodo che al momento oscilla tra il 15 settembre e il 15 ottobre. In provincia di Ravenna si sarebbe dovuto votare a fine maggio nel comune capoluogo, con il sindaco uscente Michele de Pascale che si candida per il seconod mandato, dopo la vittoria al ballottaggio nel 2016. Il rinvio dà così tempo alla coalizione di centrodestra di riorganizzarsi e trovare con - relativa - calma un nome in grado di poter vincere per la prima volta anche a Ravenna. Si parla di un “civico” che deve essere in grado di rappresentare tutti i partiti, ossia Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, con il suo capogruppo in consiglio comunale che ha già dato eventualmente la propria disponibilità, nel caso non si trovasse un nome più trasversale. La lista civica La Pigna, sempre nell’opposizione di centrodestra, correrà invece da sola, con Veronica Verlicchi che ha già annunciato da settimane l’intenzione di candidarsi a sindaco. Le incognite maggiori sono quindi rappresentate dal Movimento 5 Stelle (si parla con insistenza di un ingresso nella coalizione di centrosinistra, ma niente è scritto, anzi) e da tutte quelle liste a sinistra del Pd, che in consiglio comunale corrispondono al nome di Ravenna in De Pascale nel giorno del suo Comune, tra voglia di insediamento, cinque anni fa andare ancora da soli e desiderio invece di sostenere De Pascale per spostare a sinistra l’azione di govenro cittadino. Ma ci sarà tempo per parlarne, in una campagna elettorale che entrerà dunque nel vivo la prossima estate, quando si spera che il virus potrà allentare la sua morsa.

LA PROTESTA

IL 14 MARZO ANCORA IN PIAZZA (KENNEDY) CONTRO LA DAD ANCHE UNA PETIZIONE ORA CHIEDE LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE In tanti hanno manifestato domenica 7 marzo contro la didattica a distanza e la chiusura delle scuole (nella foto di Massimo Argnani). E il gruppo “Persone contro la Dad” dà ora appuntamento anche a domenica 14 marzo, sempre a Ravenna, ma in piazza Kennedy, dalle 16. Sarà l’occasione anche per raccogliere le firme per la petizione lanciata in questi giorni e rivolta al sindaco De Pascale, a cui i manifestanti chiedono di portare le proprie istanze a chi di dovere per arrivare alla riapertura delle scuole in presenza.


POLITICA / 5 11-17 marzo 2021 RAVENNA&DINTORNI

PARADOSSI DA COVID

Dai bus che aspettano studenti inesistenti agli allenamenti nelle palestre delle scuole chiuse Il passaggio in “zona rossa”, con la conseguente didattica a distanza, ha portato anche ad alcune incoerenze: prosegue l’attività giovanile di basket e pallavolo, così come resta in vigore l’orario scolastico del trasporto pubblico

In questi giorni hanno fatto piuttosto scalpore sui social due articoli pubblicati sul nostro quotidiano on line (www.ravennaedintorni.it), che hanno entrambi a che fare con la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, imposta ora dalla cosiddetta zona rossa (fino almeno a domenica 21 marzo) e già in vigore dal 2 marzo, quando l’intera provincia di Ravenna passò in “arancione scuro”. Scuole chiuse, così come i centri sportivi, ma con qualche eccezione. Mentre sono stati bloccati per esempio gli allenamenti (all’aperto) di bambini e ragazzi del calcio (con la possibilità di continuare solo per alcune categorie delle società professionistiche), possono proseguire invece quasi tutte le annate di basket e pallavolo. Al chiuso, nelle palestre di quelle stesse scuole che al momento non possono invece frequentare tutti gli altri coetanei, costretti alla didattica a distanza. Sono le rispettive federazioni sportive, infatti, ad aver considerato di “preminente interesse nazionale” anche piccoli atleti non selezionati, come nel caso di una parte di quelli del Basket Ravenna o della Teodora: i nati fino al 2009 per quanto riguarda la pallacanestro e fino agli under 13 (con possibilità di aggregare nati fino al 2010) per quanto riguarda la pallavolo. A Ravenna sono alcune centinaia i bambini, le bambine, i ragazzi, le ragazze che tra basket e volley stanno proseguendo ad allenarsi anche in zona rossa, al chiuso di una palestra, senza ma-

Pasticceri dal 1981

Un autobus pubblico di Start Romagna aspetta studenti che non arriveranno mai, in viale Farini, a Ravenna, il 9 marzo. Dietro, un mezzo di una ditta privata, che lo seguirà lungo tutto il tragitto: entrambi resteranno vuoti

scherina (il protocollo la prevede solo all’ingresso e all’uscita, oltre a vietare le docce). A Faenza l’Amministrazione con l’irrigidimento delle misure ha invece invitato le società sportive del territorio a fermarsi, nonostante il via libera delle federazioni. Tornando alle scuole, il grande nodo ai tempi dell’apertura era quello del trasporto pubblico, con gli affollamenti alle fermate delle

prime settimane e le conseguenti “aggiunte” di mezzi di compagnie private che hanno consentito di risolvere temporaneamente il problema. Tanto che ora è emerso il problema opposto: ci sono ancora i bus, ma ovviamente non ci sono più gli studenti. A mercoledì 10 marzo compreso (giorno in cui andiamo in stampa) non erano stati infatti modificati gli orari scolastici, né annullato i cosiddetti “bis”,

Pasqua con noi La Pasticceria Al Duomo è aperta anche in zona rossa per ASPORTO e CONSEGNE A DOMICILIO Scegli tra le nostre delizie pasquali: colombe artigianali classiche, cioccolato, pistacchio e uova di nostra produzione. Telefonaci per prenotare e ti portiamo tutto a casa, oppure vieni direttamente da noi a ritirare

Ravenna, via della Lirica 13 Tel. 0544 408841 www.alduomoravenna.it

ossia i pullman privati aggiuntivi (che saranno invece eliminati solo a partire dall’11 marzo, comunica Start Romagna il giorno dopo la pubblicazione sul web del nostro articolo). Con l’esilarante - si fa per dire - effetto di ritrovarsi davanti a colonne di autobus vuoti, in attesa di studenti che non arriveranno mai. Autobus che partivano in coppia, uno pubblico e subito dietro uno privato, che sarebbe dovuto essere lì, però, solo per caricare gli studenti di troppo nell’altro (costretti come sono i bus a girare al 50 percento di capienza). E con gli autisti di Start Romagna obbligati pure a fare gli straordinari, per poter rispettare i turni scolastici. Una situazione, come detto, paradossale, a cui sta facendo fronte l’Agenzia della Mobilità della Romagna, il cui amministratore unico Guido Guerrieri ci dice che già il 33 percento delle corse sarebbe stato cancellato. Ma che il servizio non può interrompersi, perché ci sono alunni con disabilità o “bisogni speciali”, oltre ai professori, che hanno il diritto di frequentare le scuole in presenza e potrebbero averne bisogno. E che ci sono anche i lavoratori da tutelare, come quelli neoassunti da aziende private per i pullman aggiuntivi che si potrebbero ritrovare a casa senza neppure la cassa integrazione. A questo punto l’auspicio non può che essere il solito, quello di vedere il prima possibile riaprire per davvero le scuole, in sicurezza. Luca Manservisi


6 / ECONOMIA RAVENNA&DINTORNI 11-17 marzo 2021

LA PROTESTA

Estetisti e parrucchieri in coro: «Non ha senso chiuderci, così aumenterà l’abusivismo» E Cna denuncia anche il ritardo dei rimborsi Cna Benessere e Sanità di Ravenna ha riunito d’urgenza il suo consiglio territoriale e in una nota inviata alla stampa dichiara di ritenere sbagliata la scelta fatta nell’ultimo Dpcm di escludere i servizi alla persona (acconciatura, estetica e similari) dalla possibilità di rimanere aperti anche in zona rossa. I risultati dell’ultima indagine Inail – sottolineano da Cna – confermano «che centri e saloni non sono mai stati una fonte diretta di contagio e gli stessi titolari sono andati incontro volontariamente a enormi spese aggiuntive – non riconosciute sufficientemente nei decreti di ristoro – per garantire il lavoro e la sicurezza di dipendenti e clienti». «Il tema della lotta alla pandemia è stato e sarà sempre per noi prioritario – afferma Roberto Zattini presidente di Cna Benessere e Sanità Ravenna – e nonostante i numeri ci diano ragione, non viene riconosciuto questo sforzo; per questo appare incomprensibile e priva di motivazioni oggettive l’esclusione dei servizi alla persona dal novero dalle attività di servizio aperte anche in zona rossa». «Oltre a una chiusura che non ha reali ragion d’essere siamo molto arrabbiati – continua Vilma Capriotti, portavoce dell’estetica – per il ritardo enorme che sta avendo il meccanismo dei rimborsi, ancora fermi da quasi un anno. Non riusciamo a capire come sia possibile che ad un calo verificabile di fatturato non corrisponda immediatamente almeno un parziale ristoro o sostegno che potrebbe basarsi su un meccanismo automatico e non su procedure da rivedere ogni volta». «Vogliamo lanciare anche un fortissimo grido d’allarme, insieme alle altre Associazioni del settore – concludono Zattini e Capriotti – perché la chiusura delle attività, che rischia già di mettere in ginocchio le imprese, non porti con sé il boccone avvelenato della nascita di nuovo lavoro nero e attività abusiva da parte di persone non qualificate che si recano nelle case senza alcuna forma di sicurezza. Contrastare questi fenomeni è importante perché queste attività rischiano di causare ulteriori contagi e alimentare la pandemia. Per questo facciamo appello alle forze dell’ordine perché venga fatto uno sforzo straordinario di controllo e repressione».

BIANCHERIA UOMO, DONNA, BAMBINO 0-16 BIANCHERIA PER LA CASA MATERASSI SU ORDINAZIONE Prodotti MADE IN ITALY

E CON I SALDI

SCONTI

30% al 5 0 %

dal

SU TUTTI GLI ARTI COLI INVERNALI

CONSEGNA A DOMICILIO Via G. Rasponi 12/A - RAVENNA CENTRO Tra P.zza Kennedy e P.zza Dell’Aquila

tel. 0544 1883563 - sandrina747@gmail.com

LA LETTERA Tagiuri (Confesercenti): «Basta, non si capisce la logica delle chiusure» Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Mauro Tagiuri, presidente di Confesercenti Ravenna. «È trascorso un anno dall’inizio del primo lockdown. Il 10 marzo 2020 l’Italia fu chiusa una prima volta per combattere la pandemia da Coronavirus. Un anno di sacrifici, di lutti, di sconforto che ha coinvolto l’intera popolazione. Per una larga fetta di cittadini, insieme al timore per la salute, la pandemia ha significato una gravissima crisi economica e finanziaria. È avvilente prendere atto che dopo un anno non abbiamo avuto nessun miglioramento sul piano sanitario mentre l’economia è al collasso. Le imprese commerciali sono allo stremo. Turismo e commercio sono a pezzi. In una situazione così difficile si è disposti a subire ulteriori limitazioni solo se ne vediamo la reale necessità. Già la zona arancione scuro prevede limitazioni fortissime. Ora si è scelto di precipitare Ravenna e la Romagna in zona rossa. Ma proprio perché stanchi, delusi e sicuri che la misura sia ormai colma, chiediamo: è necessario? Chiudere orefici, parrucchieri, negozi di abbigliamento e calzature, gli unici beni ritenuti non di prima necessità (mutande sì, pantaloni no: è l’effetto dello smart working?), tutto il resto aperto. Quanto incide nel prevenire flussi e assembramenti? La risposta è implicita. Non incide affatto. Si alimentano tensioni e divisioni fra le categorie del commercio. Non si capisce la logica di queste scelte. Zona Rossa. Non ha una sicura influenza sulla salute pubblica, ma sicuramente è una scelta iniqua per imprese già provate da un anno impossibile: quindici giorni di chiusura, con i magazzini già pieni di merce primaverile. Un inizio di stagione su cui si contava per arginare anche se marginalmente la profonda crisi in cui ci ha gettato un anno di pandemia. Una categoria non contemplata, ingiustamente, dai ristori del Governo. Vogliamo riaprire subito, in sicurezza, così come sono aperte tantissime tipologie di esercizi commerciali (vedi box a fianco): i fioristi, le ferramenta, le profumerie, i negozi di articoli sportivi, i negozi di casalinghi, gli ottici, le concessionarie d’auto, i negozi di biancheria, i negozi di telefonia, i negozi di elettrodomestici, i negozi di abbigliamento per bambini, le edicole, le cartolerie, le librerie, eccetera, eccetera. Fateci riaprire! Ne va dell’esistenza delle nostre imprese!»

Zona rossa fino al 21 marzo: ecco tutti i negozi che possono restare aperti Da lunedì 8 marzo e fino almeno a domenica 21, l’intera provincia di Ravenna è in zona rossa, con i divieti agli spostamenti che ne conseguono. Restano aperti bar e ristoranti, esclusivamente con servizio di asporto (i bar fino alle 18) e domicilio. Sono chiusi i negozi, parrucchieri ed estetisti, ma sono tante le deroghe. Per quanto riguarda i servizi alla persona, restano aperte: lavanderie e pulitura di articoli tessili e pelliccia; lavanderie industriali; tintorie; servizi di pompe funebri. Per quanto riguarda il commercio al dettaglio, restano aperte le attività: - in esercizi non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande - di prodotti surgelati - in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici; - di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati (codici ateco: 47.2); - di carburante; - di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT); - di ferramenta, vernici, vetro piano e materiali da costruzione (incluse ceramiche e piastrelle) in esercizi specializzati) - di articoli igienico-sanitari; - di macchine, attrezzature giardinaggio specializzati; - di libri in esercizi specializzati; - di giornali, riviste e periodici in esercizi specializzati; - di articoli di cartoleria e forniture per ufficio; - di confezioni e calzature per bambini e neonati; - di biancheria personale; - di articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero in esercizi specializzati; - di autoveicoli, motocicli e relative parti ed accessori; - di giochi e giocattoli in esercizi specializzati; - di medicinali in esercizi specializzati; - di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati; - di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in esercizi specializzati; - di fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; - di animali domestici e alimenti per animali; - di materiale per ottica e fotografia; - di combustibile per uso domestico e per riscaldamento; - di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini; - di articoli funerari e cimiteriali; - dettaglio ambulante di: prodotti alimentari e bevande; ortofrutticoli; ittici; carne; fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; profumi e cosmetici; saponi, detersivi ed altri detergenti; biancheria; confezioni e calzature per bambini e neonati; - di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, per televisione, per corrispondenza, radio, telefono; - per mezzo di distributori automatici.


ECONOMIA / 7 11-17 marzo 2021 RAVENNA&DINTORNI

COSTRUZIONI

Compleanno amaro per la Cmc: inchiesta sui bilanci, quattro indagati La cooperativa ha compiuto 120 anni. La guardia di finanza esamina i conti presentati per ottenere il concordato con due miliardi di passività. Chiusa l’asta per l’area della sede

Compleanno amaro per la Cmc. La Cooperativa muratori cementisti di Ravenna, in regime di concordato per una passività di quasi due miliardi di euro, ha compiuto 120 anni il 7 marzo e negli stessi giorni ha visto recapitare quattro avvisi di garanzia a suoi dirigenti, a partire dal presidente, per un’indagine sui bilanci passati. La guardia di finanza, secondo quanto riportato dal Corriere Romagna, ha perquisito gli uffici e le abitazioni degli indagati. Era il 7 marzo 1901 quando 35 muratori fondarono la “Società anonima cooperativa fra gli operai, muratori e manuali del Comune di Ravenna”. Da circa due anni la coop sta affrontando una dolorosa ristrutturazione: «I piano concordatario – scrive l’azienda in una nota inviata ai giornali prima delle notizie di stampa sull’indagine – è stato approvato dai creditori a larghissima maggioranza ed omologato dal Tribunale di Ravenna lo scorso 29 maggio. La sua gestione è stata affidata ad un nuovo amministratore delegato, Davide Mereghetti». Quest’ultimo è un manager del mondo bancario con una lunga carriera negli istituti di credito: la sua figura rappresenta quindi un elemento di fiducia per le banche verso cui l’esposizione è elevata. Nel mirino della procura ci sarebbero proprio le fasi che hanno portato al concordato. L’ipotesi degli inquirenti è che dentro alla Cmc ci fossero persone che hanno taciuto lo

stato di insolvenza dell’azienda per arrivare a ottenere l’approvazione del concordato. Il canovaccio delle accuse ricalca quello che spesso viene ipotizzato in questi casi: presunti crediti in parte o del tutto inesistenti creati per ottenere l’approvazione dalla maggioranza dei creditori. Oltre al presidente nel registro degli indagati figurano il direttore ge-

nerale, il procuratore speciale e il responsabile dei servizi amministrativi. L’omologa del concordato quasi un anno fa sembrava aver spianato la strada della coop verso il risanamento. Nei mesi scorsi l’azienda è stata sconvolta anche da un grave attacco hacker con richiesta di riscatto. Per un mese le reti aziendali hanno lavorato a ritmo ridotto. In parallelo a queste vicende si è snodata la question della vendita della sede. Di fronte all’offerta della Conad – 12,5 milioni per gli immobili e la commessa per l’esecuzione dei lavori nell’area tra via Trieste e il Candiano – la Cmc aveva deciso di aprire una sorta di procedura pubblica per trasparenza ed eventualmente individuare offerte migliori che avrebbero giovato ai creditori. Scadenza per la presentazione di proposte il 9 marzo. I vertici di Cmc hanno rifiutato di comunicare se e quante buste fossero arrivate, anche se la procedura si è chiusa. «La cooperativa ha attraversato negli ultimi due anni una crisi senza precedenti ma, a dispetto di tutte le previsioni, è ancora qui. – dichiarava il presidente Alfredo Fioretti nel comunicato del 7 marzo –. Ci aspettano sicuramente momenti ancora molto impegnativi, ma li affronteremo con quella determinazione che ci caratterizza da 120 anni, guardando al futuro con fiducia, per salvaguardare e rilanciare Cmc, un’impresa patrimonio del nostro Paese».

URBANISTICA Ridotti gli extraoneri per le opere pubbliche in darsena di città Nella seduta del 2 marzo il consiglio comunale ha approvato all’unanimità la riduzione del contributo aggiuntivo o extraonere per opere pubbliche di sostenibilità alla Darsena. Il contributo passa da 75 euro a metro quadro a 26,25 con una riduzione del 65 perceto. L’assessora Federica Del Conte (Urbanistica) ha evidenziato che la riduzione dell’importo è stata possibile anche grazie alle politiche attuate in questi anni, tese a sollecitare e ottenere investimenti statali con i quali sono state finanziate opere determinanti come la realizzazione di una quota consistente di rete fognaria bianca e nera, la passeggiata lungo il Candiano e il cablaggio per la fibra ottica. La quota dovuta dovrà essere garantita con apposita fideiussione, da prodursi in sede di convenzione Pua con la possibilità di essere svincolata in caso di sopravvenuti finanziamenti pubblici destinati alla realizzazione del medesimo intervento di sostenibilità ambientale cui corrisponde il contributo. L’importo garantito dovrà essere versato dai soggetti attuatori (o dal soggetto garante) all'Amministrazione comunale in occasione dell'approvazione e del finanziamento di un progetto pubblico di bonifica totale o parziale del canale Candiano.


8 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 11-17 marzo 2021

AMBIENTE/1

Hera: «La pandemia ha ridotto i rifiuti Da fine 2021 il porta a porta in città» Il punto della situazione a un anno dall’aggiudicazione del bando da un miliardo per 15 anni Differenziata ancora in ritardo sugli obiettivi: «La provincia sarà in pari nel 2022»

Il Covid ha ridotto la produzione di rifiuti. Al momento Hera non può ancora divulgare i dati definitivi della raccolta 2020 – si dovrà attendere l’assemblea dei soci prevista per fine marzo – ma le stime della multiutility per la provincia di Ravenna indicano un calo di qualche punto percentuale rispetto al 2019, effetto probabilmente delle chiusure nei periodi di lockdown e in generale delle restrizioni a molte categorie di attività. «Sulla raccolta differenziata invece ci attendiamo una crescita percentuale rispetto all’anno precedente», ha detto Andrea Bazzi, responsabile dei servizi ambientali dell’area di Ravenna. I dati della differenziata del 2019 – gli ultimi disponibili – mostrano i ritardi noti da anni per tutti i comuni della provincia rispetto all’obiettivo fissato dalla Regione (79 percento). Ravenna così è nelle posizioni peggiori delle classifiche, non solo su base regionale. Anche lo stesso sindaco Michele de Pascale, nell’intervista pubblicata su R&D del 4 marzo, ha riconosciuto la mancanza parlando di «10 punti percentuali sotto l’obiettivo» e ha inserito la questione tra quelle per cui nel prossimo mandato servirà un cambio di passo. «Il territorio di Ravenna e Cesena è il primo della regione e fra i primi a livello nazionale ad avere in concessione il servizio di gestione rifiuti urbani conforme a quanto previsto dalle nuove normative in materie di affidamento di pubblici servizi in piena trasparenza e con l’espletamento di una procedura aperta con bando di gara europeo. Per seguire correttamente tutte le norme da applicare, la procedura è stata lunga e articolata: attivata nel 2015 con l’emanazione del Piano d’Ambito provinciale per la gestione dei rifiuti della Provincia di Ravenna (definizione dei modelli di raccolta), la raccolta dei dati puntuali di servizio e la definizione degli standard; l’emanazione del bando di gara a fine 2017; l’analisi della congruità della documentazione e la conclusione delle procedure di gara a fine 2019 e l’avvio a gennaio 2020 del nuovo affidamento, il cui contratto prevede un

periodo transitorio per portare l’intera provincia di Ravenna ai livelli di raccolta differenziata conformi con quanto previsto dal Piano regionale dei rifiuti. Confidando in una remissione dell’attuale emergenza sanitaria, considerando la complessità del territorio, con importanti variazioni stagionali per la vocazione turistica, e la necessità di comunicare bene e coinvolgere i cittadini sui cambiamenti previsti, si stima di completare l’iter previsto per tutta la provincia entro il 2022». Dall’aggiudicazione del bando alla Rti HeraCiclat-Formula Ambiente è passato poco più di un anno. A Bazzi chiediamo cosa è stato fatto finora per implementare il servizio di raccolta. «Innanzitutto l’ampliamento degli orari delle stazioni ecologiche, ora aperte anche il sabato pomeriggio e tre ore la domenica: questo ha mitigato le difficoltà di accesso, che tuttora in parte permangono, dovute alle procedure per ridurre la diffusione del coronavirus. Sono stati portati avanti alcuni progetti di modifica dei servizi di raccolta, in particolare nei quartieri di frangia di Ravenna: a Borgo Montone-Classe e Ponte Nuovo è stato attivato il porta a porta misto (indifferenziato e organico), mentre a Fornace Zarattini e Porto quello integrale, che riguarda tutti i tipi di rifiuti. Sono state rimodulate le attività di alcuni porta a porta già attivi, ad esempio nel forese di Ravenna e a Castiglione. Nelle frazioni del forese di Cervia (Savio, Montaletto, Visdomina, Tantlon, ecc.) è stato attivato il porta a porta misto, mentre nelle case sparse del forese di Cervia quello integrale». Nelle forese ovest del comune di Ravenna è cambiato il sistema di raccolta un anno e mezzo fa. Il nuovo sistema porta a porta misto riguarda circa 14mila utenze: «La risposta è stata subito molto positiva – commenta Bazzi –, con una percentuale superiore all’80 percento raggiunta in un paio di mesi dalla attivazione dei nuovi servizi, che sfioreremo anche nel 2020 nonostante l’emergenza sanitaria».

Con la raccolta a domicilio nel forese ovest il recupero è salito all’80 percento

WEB È online il nuovo sito del gruppo Contenuti diretti per gli stakeholder È online il nuovo sito internet del gruppo Hera all’indirizzo www.gruppohera.it. Il nuovo portale è stato progettato per valorizzare il modello multiutility di Hera, abbracciando tutte le attività delle società con contenuti e percorsi specifici per ogni tipo di stakeholder (cittadini, clienti, istituzioni, imprese, azionisti, dipendenti), business e territorio servito. Va così “in pensione” il precedente portale, nato nel 2014, che ha registrato nel solo 2020 circa 3,4 milioni di visite. Tra le nuove sezioni lo spazio “Insieme”: un contenitore simile a un magazine per raccontare le iniziative di Hera per il territorio e per scoprire comportamenti responsabili e sostenibili.

E a proposito di porta a porta, l’estensione di questo servizio sarà la sfida più impegnativa per Hera. Nella Bassa Romagna, nella Romagna Faentina e a Russi il passaggio a sistema di raccolta domiciliare si prevede possa proseguire entro quest’anno, a Milano Marittima entro l’estate. Nei quartieri residenziali di Ravenna partirà da fine anno, mentre nella restante parte del comune di Cervia, nei lidi ravennati e nel centro storico di Ravenna l’anno successivo. «I nuovi servizi di porta a porta – conclude Bazzi – richiedono una maggiore partecipazione dei cittadini e risulta quindi necessario un buon coinvolgimento delle persone che sono chiamate a modificare un po’ le proprie abitudini quotidiane. Come ogni cambiamento è necessario comunicarlo in modo chiaro e per tempo, in modo da evitare fraintendimenti, per affrontare e risolvere eventuali specificità e partire tutti “con il piede giusto”».

Cambia il servizio nella Bassa Romagna In primavera partirà la raccolta porta a porta integrale per i cittadini delle zone del forese e artigianali/industriali dei comuni di Alfonsine, Bagnacavallo (solo zona artigianale/industriale), Bagnara d, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda (solo zona forese) e Sant’Agata. Il nuovo servizio riguarderà tutti i tipi di rifiuti; organico, carta/cartone, plastica, lattine, vetro e indifferenziato. In totale saranno coinvolte circa 5.500 utenze fra domestiche e non domestiche. A fine 2019 le percentuali di differenziata andavano dal 55 di Bagnara al 71 di Massa.

I numeri di Hera nel Ravennate

Le utenze servite da Hera nel 2019 in provincia di Ravenna

239.229

Le utenze domestiche raggiunte dal servizio di raccolta rifiuti di Hera

212.219

Gli occupati dalla multiutility per raccogliere i rifiuti nei 18 comuni ravennati

650

I mezzi utilizzati da Hera per la raccolta dell’immondizia e il conferimento

400

Le stazioni ecologiche attive in provincia. A San Pietro in Vincoli una nuova in arrivo

28


PRIMO PIANO / 9 11-17 marzo 2021 RAVENNA&DINTORNI

AMBIENTE/2

Un anno fa lo spegnimento dell’inceneritore, ora si lavora per ampliare la discarica L’impianto di via Romea sarà smantellato La nuova area ospiterà 500mila tonnellate di materiali Il 2020 è stato il primo anno in cui il camino dell’inceneritore di rifiuti di Ravenna è rimasto spento. Il 31 dicembre del 2019, con un anno di ritardo rispetto alle prime promesse, si è fermato il termovalorizzatore. «Sono terminate le attività di messa in sicurezza, pulizia e bonifica della sezione impiantistica dedicata all’incenerimento – fanno sapere da Hera – e prossimamente è previsto il suo smantellamento. Una parte del personale ha continuato ad operare per il presidio delle lavorazioni effettuate nella sezione impiantistica residua dell’ex termovalorizzatore. Il restante personale è stato invece ricollocato all’interno del gruppo, o ha volontariamente valutato opzioni alternative alla ricollocazione professionale». Gli occupati diretti erano trenta. Come confermato di recente, è previsto un ampliamento della diåscarica in via Romea. È in corso la Valutazione di impatto ambientale (Via) sul progetto: si tratta della realizzazione di un nuovo settore destinato ad ospitare complessivamente circa mezzo milione di tonnellate di rifiuti speciali opportunamente trattati e stabilizzati. «L’iniziativa rappresenta una risposta al fabbisogno di trattamento dei rifiuti speciali che, ad esempio, in Emilia Romagna è dell’ordine di 400mila tonnellate all’anno. Si inserisce in un comparto impiantistico dedicato ed altamente specializzato, ovvero dotato di tutte le infrastrutture necessarie ad ospitarla, senza occupazione di nuovo suolo ed in continuità con la vocazione dell’area impiantistica di via Romea. Riceverà in via prioritaria i rifiuti prodotti dall’impianto di inertizzazione già presente ed operativo sul posto comportando un’ottimizzazione logistica ed una riduzione del traffico veicolare».

AMBIENTE/3

PER IL 2023 UN NUOVO IMPIANTO PER TRATTARE I RIFIUTI SPECIALI NELL’AREA INDUSTRIALE Investimento di 20 milioni di euro sostenuto da Hera e Eni Avrà una capacità di 60mila tonnellate all’anno Entro il 2021 è previsto l’avviamento dell’iter autorizzativo per un impianto di pretrattamento e trattamento di rifiuti speciali nell’area industriale di Ravenna. L’investimento è sostenuto da una nuova società costituita fra Eni e Hera, attraverso le controllate Eni Rewind e Herambiente. L’accordo firmato il 20 novembre scorso prevede di realizzare una piattaforma polifunzionale in una porzione del sito “Ponticelle” di proprietà di Eni Rewind. «L’iniziativa ha l’obiettivo di dare un contributo concreto alla strutturale carenza di impianti per la gestione dei rifiuti speciali in Italia e di massimizzare il recupero di materia e di energia. La realizzazione della piattaforma è prevista entro il 2023, comporterà un investimento di circa 20 milioni di euro e gestirà fino a 60mila tonnellate/anno di rifiuti prodotti dalle attività ambientali e dalle attività produttive, comprese quelle del territorio, in un’ottica circolare e in linea con le direttive europee del “Pacchetto Economia Circolare” recepite dall’Italia nel settembre scorso. La piattaforma polifunzionale sarà dotata delle migliori tecnologie disponibili e andrà in sostituzione di quella già esistente di Herambiente, integrandone potenziandone ulteriormente la già ricca dotazione impiantistica dedicata ai rifiuti prodotti dalle aziende». Particolare attenzione, assicura Hera, sarà rivolta alla tracciabilità dei rifiuti a garanzia della correttezza e della piena trasparenza di tutte le fasi gestionali. Per lo sviluppo ed esercizio dell’impianto Eni Rewind sarà responsabile del processo di approvvigionamento dei servizi di trattamento dei rifiuti solidi e liquidi, mentre Herambiente gestirà operativamente l’impianto.


10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 11-17 marzo 2021

AMBIENTE/4

Legambiente: «I cassonetti stradali non aiutano la differenziata, si poteva innovare il servizio già da anni» L’associazione ha assegnato il premio “Sacco Nero” al Comune: «Così diventa inutile spegnere l’inceneritore» Il Comune di Ravenna ha ricevuto un Oscar che non ha festeggiato nessuno. L’Ecoforum Emilia-Romagna – promosso da Legambiente, Nuova Ecologia e Kioto Club – tre mesi fa ha assegnato il premio “Sacco Nero” a Palazzo Merlato per i peggiori risultati in regione nella raccolta differenziata dei rifiuti. Il riconoscimento poco ambito tiene conto dei dati 2019: percentuale provinciale ferma al 59,3 e 314 kg pro capite inviati a smaltimento in discarica, ultima posizione in classifica per entrambe le categorie. «Tra i vari gestori operativi in Emilia-Romagna – spiega il segretario regionale di Legambiente, Lorenzo Mancini – Hera è quello che ha alcuni territori con i risultati peggiori. Se escludiamo Ferrara che ha avuto dei miglioramenti, i numeri del suo bacino di riferimento sono immobili da tempo. A nostro avviso questo si può ricondurre a una scarsa innovazione nel servizio di raccolta. Di solito la replica è che solo nel 2020 è arrivata l’aggiudicazione del nuovo bando con tutti i paletti definiti. Ma bisogna ammettere che i problemi hanno origini più datate dei due-tre anni spesi per concludere la procedura di gara. Qualcosa si poteva fare già da prima». Secondo l’associazione ecologista la via maestra per migliorare quei numeri può passare solo dal porta a porta integrale: «Deve essere il centro del sistema, non solo qualche spot in un sistema che si basa sulle isole ecologiche di base. Con il cassonetto stradale non si possono avere risultati sopra una certa soglia perché è accessibile a tutti. Il passaggio a domicilio è l’unico modo per approdare alla tariffazione puntua-

le per singolo nucleo familiare». Questo vorrà dire, in un futuro al momento non ancora collocabile nel calendario, bidoni che conteggeranno il numero di sversamenti del residuo solido urbano e quindi delle quantità che ogni cittadino manda in discarica. In regione la prima della classe è Parma dove sono già stati raggiunti gli obiettivi fissati dal Piano dei rifiuti: 79 percento di differenziata entro il 2020 (è in fase di avvio la consultazione per arrivare alla stesure del nuovo piano). «Anche il capoluogo di Ferrara e Reggio Emilia sono in linea. Se tutta la regione viaggiasse ai livelli di Parma avremmo una riduzione del residuo indifferenziato tale da consentire lo spegnimento di altri due inceneritori». Per ora il camino disattivato è quello di Ravenna. Ultimo giorno di lavoro il 31 dicembre 2019. Una buona notizia? Mancini guarda al risvolto della medaglia: «Era nei piani ed è stato fatto. Ma accanto allo spegnimento non c’è stato un miglioramento della differenziata e questo porta più rifiuti in discarica che verrà ampliata». I dati del 2020 ancora non sono disponibili, ma l’anno di pandemia vissuto da tutti permette qualche ipotesi: «I lockdown e le restrizioni hanno tenuto più gente a casa e questo ha fatto aumentare la produzione di rifiuti domestici. Le norme di sicurezza hanno costretto molte attività ad aumentare la produzione di alcuni rifiuti: pensiamo agli imballi per alimenti per il delivery della ristorazione, ai camici e protezioni di parrucchieri e altri artigiani, alle mascherine che tutti abbiamo dovuto indossare, alle monoporzioni delle mense scolastiche. Forse sul fronte industriale c’è stata qualche riduzione per le attività che si sono fermate».

Gli ecologisti premiano Parma: «Ha raggiunto i livelli fissati dalla Regione»

CARBURANTI L’olio della frittura diventa biodiesel Raccolte 95 tonnellate all’anno Il gruppo Hera e Eni a fine 2020 hanno potenziato l’accordo per trasformare l’olio vegetale esausto in olio vegetale idrotrattato (Hvo), un biocomponente per il gasolio. Nel comune di Ravenna sono stati collocati oltre 60 contenitori stradali. I quantitativi di olio conferiti sono passati dalle quasi 95 tonnellate del 2019 alle 102 attese per il 2020. Dall’inizio di gennaio la multiutility mette in palio 2.500 euro per l’area territoriale che avrà differenziato il maggior quantitativo di oli esausti pro-capite. L’importo è incrementabile di 1000 euro ogni 20 tonnellate di olio in più rispetto a quanto raccolto nell’intero comune nei 12 mesi precedenti.

FLOP

In piazza Costa l’isola ecologica interrata si blocca e il salottino del centro diventa una discarica L’edicolante: «Due o tre volte a settimana qualcosa non funziona o qualcuno introduce rifiuti non idonei, chi arriva dopo lascia all’esterno». Anche il nuovo mercato coperto non gradisce... Con la riapertura del mercato coperto a dicembre 2019, dopo un cantiere durato quattro anni, piazza Costa a Ravenna doveva diventare un nuovo salottino in centro storico e invece capita spesso di trovarla più assomigliante a una mini discarica a cielo aperto. Lo sa bene Marcello Muzi, vera e propria sentinella sul posto dal bancone della sua edicola all’angolo con via Cavour. «Due o tre volte a settimana si formano cataste di immondizia attorno alle colonnine per il conferimento dei rifiuti all’isola ecologica interrata». Dal 2009 infatti, per eliminare i cassonetti stradali dalla vista, sono stati installati dei compattatori di rifiuti sotto alla pavimentazione della piazza. In superficie spuntano solo le cosiddette bocche di conferimento: sportelli da aprire a mano per introdurre i rifiuti che cadono nelle vasche sotterranee poi prelevate dai camion della raccolta. «Sono in edicola tutti i giorni e ho un osservatorio diretto su quello che accade – dice Muzi –. Il problema si verifica quando il meccanismo si blocca per qualche motivo. A volte è perché qualcuno ha spinto rifiuti di dimensioni eccessive, oppure per qualche imperfezione del compattatore che forse è troppo delicato e sofisticato. Poi la gente che arriva dopo trova la colonnina tap-

pata e invece di portare i rifiuti in un altro cassonetto come farebbe una persona civile, li abbandona a terra. Così formano le cataste. Con liquidi che colano, cattivi odori e scarsa igiene. Io segnalo la cosa a Hera o ai tecnici e qualcuno interviene. A meno che non capiti di domenica...». L’edicolante è quello che subisce più di altri il disagio perché proprio accanto al suo chiosco è posizionata la colonnina di indifferenziata e cartone, le due tipologie più utilizzate e più spesso bloccate. Per il cartone – materiale che abbonda in centro per gli imballi dei negozi – è previsto un servizio di raccolta porta a porta nei giorni dispari: «Ma molti non aspettano e portano all’isola ecologica. Vedo gente con scatoloni enormi...». Pandemia e limitazione alla circolazione hanno ridotto gli afflussi turistici, ma tutti si augurano che prima o poi si torni a viaggiare. E cataste di rifiuti, che restano per ore, non sono certo un gran biglietto da visita. «Qualcuno dal mercato coperto si sta muovendo per fare fronte comune tra i commercianti della piazzetta e chiedere la chiusura delle isole ecologiche. In teoria fra non molto dovrebbe arrivare il porta a porta in centro, chissà se in un modo o nell’altro si risolverà qualcosa». (and.a.)


Cooperativa Facchini Faenza opera da oltre 60 anni e fin dalla sua fondazione si è sempre evoluta, diventando un’azienda di servizi legati alla logistica. Grazie ad una meticolosa gestione ed all’attenzione rivolta allo sviluppo aziendale, sono stati fatti molti investimenti in attrezzature, automezzi e nella formazione del personale, sia socio che dipendente, permettendo alla Cooperativa di certificarsi HACCP, ISO 9001, ISO 14001, ISO 18001, SA 8000. La ditta può dunque mettere a vostra disposizione un vasto parco automezzi, per svolgere ogni tipo di trasporto, e personale qualificato per rispondere a qualsiasi attività.

Ormai non esiste più la figura del facchino generico, pertanto si è cercato di attuare anche un ampliamento delle mansioni, dando spazio a nuovi operatori dotati di una preparazione specifica, quali ad esempio falegnami, montatori, meccanici, carrellisti, magazzinieri, manovratori ferroviari, addetti in quota, autisti. Tale evoluzione ha consentito di operare con personale sempre più qualificato e adatto a rispondere alle crescenti richieste di una clientela attenta ed esigente, permettendo alla Cooperativa Facchini Faenza di diventare un punto di riferimento nel settore.

Via Galileo Galilei 35 - Faenza (RA) - Uff. 0546.21155 - Amm. 0546.687602 - info@cffcoop.it - www.cffcoop.it


12 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 11-17 marzo 2021

AMBIENTE/5

Dalle plastiche create vent’anni fa alle nuove mascherine: i rifiuti trovati in mare I risultati di un progetto pilota condotto dal Cestha nelle acque ravennati in collaborazione con 12 pescherecci Recuperate 4,5 tonnellate di immondizia in 86 giornate: nelle reti anche pneumatici e uno scaldabagno

Tra i rifiuti che inquinano le acque dell’Adriatico al largo di Ravenna sono arrivate le mascherine anti-Covid. Si aggiungo a sacchetti e bottiglie di plastica, pneumatici, un rossetto e uno scaldabagno. E tanta attrezzatura da pesca. Immondizia galleggiante o sui fondali, riportata a terra nell’ambito di “Pescami” (acronimo di Pescatori amanti dei mari), progetto pilota per contrastare il fenomeno dei rifiuti in mare finanziato dal Flag Costa dell’Emilia-Romagna e realizzato dal Centro per l’innovazione di Fondazione Flaminia (Cifla), in collaborazione con Cestha, centro sperimentale per la tutela degli habitat. L’esito dell’iniziativa, svolta in 86 giornate distribuite tra marzo e dicembre del 2020, è stato illustrato da Simone D’Acunto, direttore del Cestha, in un webinar tenuto nelle scorse settimane. Grazie alla partecipazione volontaria di 12 pescherecci – alcuni definitivi “virtuosi” perché già svolgevano questo compito spontaneamente – è stato possibile indagare 15 siti marini di fronte alla costa ravennate e cervese: ai 35 pescatori coinvolti è stato chiesto di riportare a terra i rifiuti trovati per una catalogazione scientifica. In totale ne sono state raccolte 4,5 tonnellate. Tre le tipologie di pescatori partecipanti: pesca da con reti ferme in acqua che hanno intercettato rifiuti trascinati dalla corrente marina, pesca a strascico che ha raccolto materiale dai fondali e pesca artigianale subacquea fatta a mano. Tra i materiali galleggianti la maggior parte è rappresentata da retìne di mitilicoltura da allevamenti di cozze: «È un problema noto – spiega D’Acunto – e ci sono studi per eliminarlo.Vale più la pena sottolineare che un quarto dei rifiuti ha provenienza civile: bottiglie e sacchetti

soprattutto, ma in generale materiale dalla nostra vita quotidiana. Tra cui anche le mascherine: una ventina quelle recuperate». Alcune curiosità. Un palloncino di Valentino Rossi a sei miglia dalla riva. Di 35 oggetti è stato possibile ricostruire la provenienza dall’estero, più di una cinquantina di pezzi avevano un’età superiore a vent’anni: «Addirittura abbiamo trovato la calandra di un motore di una ditta fallita 30 anni fa». La chicca emersa dal fondale invece è uno scaldabagno. E poi pneumatici in abbondanza. Ma anche le attrezzature da pesca: «I cogolli utilizzati per la cattura delle seppie vengono posizionati in primavera e recuperati

in estate. Se arrivano mareggiate i cogolli si spostano e i pescatori non riescono più a recuperarli. Questi rimangono in mare e alimentano la cosiddetta pesca fantasma con pesci e crostacei che restano impigliati e muoiono». «Grazie al supporto del Flag Costa dell’Emilia Romagna – spiega Antonio Penso di Flaminia – “Pescami” si pone come una esperienza di successo, una buona prassi che Cifla, insieme ai partner di progetto, mette a disposizione come punto di partenza per una nuova sperimentazione su scala territoriale più vasta, in grado di coinvolgere tutta la costa di pertinenza del Flag, e di confrontarsi con analoghe esperienze di livello nazionale e internazionale». (and.a.)

PORTO

E INTANTO NELLA PIALLASSA IL RELITTO BERKAN RESTA ABBANDONATO. M5S: « INQUINAMENTO» Interrogazione di Cinque Stelle alla giunta regionale Associazioni ambientaliste chiedono un commissario Il relitto della motonave Berkan B è ancora semiaffondato a ridosso della banchina alla penisola Trattaroli e da più parti, partiti politici e associazioni, arrivano segnalazioni per rischi di inquinamento. La nave si è spezzata durante le operazioni di demolizione e ne è nata un’inchiesta che si trascina da due anni con avvisi di garanzia già recapitati ai vertici del porto per reati ambientali. Pochi giorni fa alcune associazioni naturalistiche hanno richiesto un intervento della protezione civile con la nomina di un commissario straordinario che affronti la situazione. «Nell’area dove si spezzò la nave – informa la capogruppo 5 Stelle in Regione, Silvia Piccinini – da anni si assiste a uno sversamento di veleni e olio combustibile denso non rimosso dai serbatoi: sostanze che alle basse temperature si depositano sui fondali contaminandoli in modo irreversibile». La consigliera interroga la giunta Bonaccini per sapere se intenda sostenere la richiesta avanzata dalle associazioni.


PRIMO PIANO / 13 11-17 marzo 2021 RAVENNA&DINTORNI

AMBIENTE/6

«Ogni anno il Lamone trasporta fino a 10-15 tonnellate di immondizia» La startup Seads sa come pulirlo Un ingegnere di Lugo tra gli inventori di un sistema di barriere che intercetta i materiali nei fiumi: «Contatti per installarlo a Giacarta e Montpellier» Dalla sorgente in Toscana fino alla foce a Marina Romea sono circa 90 km: è il percorso del fiume Lamone che, secondo alcune stime ottenute dall’incrocio di algoritmi e osservazioni dirette, potrebbe portare a mare ogni anno fino a 10-15 tonnellate di rifiuti, soprattutto plastiche. Il dato è segnalato da Fabio Dalmonte, ingegnere lughåese che vive a Londra: insieme a un collega è la mente dietro a un’invenzione che potrebbe ridurre quel flusso di immondizia galleggiante. Si tratta di barriere di dimensioni ridotte – da installare sugli argini con sistemi poco impattanti che non danneggiano la conformazione delle rive, non ostacolano la vita dei pesci e non bloccano il decorso delle acque – in cui restano intrappolati gli scarti trasportati. Dopo i test con la vasca di simulazione nei laboratori dell’università di Firenze, due anni fa è stata fatta una sperimentazione proprio sul Lamone all’altezza di San Romualdo in un punto dove la larghezza è 25 metri. «Ottimi risultati – dice Dalmonte –. Abbiamo messo in acqua dei campioni di rifiuti di varie forme, ovviamente tenendoli bene sotto controllo per evitare che andassero dispersi, e tutti sono stati intercettati dal nostro prototipo. Anzi, nelle 48 ore in cui è stato in funzione abbiamo raccolto anche 30-35 rifiuti trasportati dall’acqua». Se sale la piena le barriere si possono aprire e non ci sono rischi. Il costo di una installazione è di circa 150-160mila euro per un

corso del fiume largo circa 50 metri: «Però a fronte di queste cifre vanno considerati i benefici ambientali da non sottovalutare». Il Covid ha rallentato i piani della Seads – questo il nome della startup – ma non manca nulla per vedere il primo all’opera in maniera fissa. Potrebbe essere proprio il Lamone, dove già sono stati fatti i test, ma nel frattempo la startup dei due ingegneri ha preso contatti con diverse altre amministrazioni, non solo in Italia. Sono ben avviati i rapporti con Montpellier

1970

L’AZIENDA Euro Company fornisce borracce ai 400 dipendenti e cambia packaging Prendendo in considerazione il secondo semestre 2019 e il primo 2020, all’Euro Company di Godo sono state ridotte di oltre il 28 percento le tonnellate di rifiuti da imballaggi misti rispetto all’anno precedente. L’azienda che si occupa di prodotti alimentari è da sempre particolarmente attente alle tematiche ambientali e da poco ha presentato la seconda Relazione di Sostenibilità relativa al biennio 2019-2020. La riduzione di rifiuti è stata possibile pur avendo aumentato i propri volumi di produzione. «Ottimizzando il packaging il cui peso è stato anche limitato del 10 percento – si legge in una nota dell’azienda –. Considerando che Euro Company produce oltre 150 milioni di confezioni all’anno, il vantaggio per l’ambiente è davvero rilevante. Inoltre, nell’ultimo anno è stata avviata la progettazione di un packaging riciclabile e operato un cambio nel materiale di confezionamento. Il 90% del packaging attualmente utilizzato presenta l’etichetta Fsc mix, attestante che la carta della confezione proviene esclusivamente da materiale di riciclo e recupero, mentre il restante 10% reca l’attestazione Fsc recycled, che assicura che la carta all'interno del prodotto proviene da materiale riciclato e/o legno controllato». Altra iniziativa green è stata dotare ognuno dei circa 400 dipendenti di una borraccia in acciaio personalizzata che può essere riempita nelle fontanelle di acqua microfiltrata presenti in azienda: «Si sono risparmiate oltre 100mila bottiglie di plastica all’anno, ossia più di tre tonnellate».

e con Giacarta. L’installazione nella capitale dell’Indonesia era prevista per lo scorso novembre poi è stata inviata. È proprio là che nata l’idea di tutto. Dalmonte si trovava là cinque anni fa per un studio nell’ambito di un master dell’università di Scozia: «Le stime dicono che circa l’80 percento delle plastiche negli oceani arriva dall’entroterra, quindi portata dai fiumi. E a Giacarta questo l’ho visto bene». Nei rapporti con le amministrazioni pubbliche per portare avanti i progetti, Dalmonte ha

50°

2020

ANNO

CARPENTERIA METALLICA INFERRIATE CANCELLI - RECINZIONI SCALE - INFISSI PIANGIPANE (RA) Via dell’Abbondanza 17 Tel. 0544 417462 - info@asmar.it

www.asmar.it

avuto modo di notare i diversi approcci: «In Europa la propensione è più evidente. In Indonesia l’approccio è diverso. A Giacarta ad esempio ci è stato chiesto di fornire una soluzione per il successivo smaltimento di quello che viene tolto dai fiumi. Rientra pienamente nella nostra visione e abbiamo avviato rapporti con altre imprese. In questo modo per le comunità locali si può trarre un ritorno economico dal riciclo dei rifiuti». Andrea Alberizia


14 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 11-17 marzo 2021

COVID/1

«L’idrossiclorochina è pericolosa, i vaccini sicuri: un medico non può dire certe cose, l’Ordine che fa?» L’intervento di Andrea Casadio, giornalista e dottore, dopo la nostra intervista a Luca Graziani, il camice bianco che non indossa la mascherina e rifiuta la somministrazione del siero di Andrea Casadio

Riceviamo e pubblichiamo una replica al dottor Luca Graziani, da noi intervistato settimana scorsa (vedi box), da parte di Andrea Casadio, giornalista, reporter e autore televisivo, che può vantare anche una laurea in Medicina a Bologna, con dottorato in Neuroscienze, grazie ai quali ha insegnato e fatto ricerca alla Columbia University di New York. Quando ho letto l’intervista al dottor Luca Graziani sul Covid, sono saltato sulla sedia: quel medico ha messo in fila una sequenza di affermazioni sgangherate, approssimative e false, contrarie a quel che dice la scienza, che sarebbero ammissibili se dette da qualcuno che non sa, ma che sono inaccettabili da un uomo di scienza quale lui dovrebbe essere. Il dottor Graziani afferma che “solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono”. Allora lo confesso, sono un imbecille, perché sono certo di una cosa: mi fido di quel che dice la scienza, la quale offre una conoscenza e una verità che si costruisce passo dopo passo, esperimento dopo esperimento, e diventa sempre più piena. E qual è la verità sul Covid? Le cose sono state chiare fin dal primo momento. Fin dal primissimo articolo scientifico sul COVID-19, dal titolo “Caratteristiche cliniche dei pazienti infettati dal nuovo coronavirus del 2019 a Wuhan, in Cina”, scritto dai medici cinesi che avevano osservato e curato i primi malati al mondo, e pubblicato a gennaio 2020 sulla prestigiosa rivista scientifica inglese Lancet, è stato ben chiaro quale sia il meccanismo d’azione del virus, come si sviluppi la malattia e come si possa curare. Difatti, i medici cinesi scrivono nero su bianco che il “nuovo coronavirus del 2019” (che poi avrebbe preso il nome di SARS-Cov-2) entra nel nostro organismo per via aerea attraverso il naso e la bocca, arriva nei polmoni e qui, ora sappiamo, attraverso la sua proteina

spike (spina) si lega ai recettori ACE-2 sulla membrana delle cellule dei nostri alveoli polmonari, penetra dentro di esse, si replica generando nuove copie del virus che riempiono la cellula fino a farla scoppiare, poi i nuovi virus prodotti invadono la cellula vicina, e così via, distruggendo a poco a poco le pareti degli alveoli. Questo danno cellulare progressivo richiama nei polmoni un gran numero di cellule immunitarie, denominate macrofagi, che cominciano a secernere sostanze chiamate citochine, le quali attirano in loco altri macrofagi che fagocitano cellule morte e virus, che rilasciano altre citochine le quali richiamano altre cellule, e così via. Nei casi più gravi i macrofagi secernono una “tempesta di citochine”, che provocano una super-infiammazione polmonare – in pratica gli alveoli si riempiono di siero, quel liquido trasparente che fuoriesce anche dalle nostre ferite -, i polmoni smettono di ventilare, così il sangue nei polmoni ristagna, e se il sangue ristagna si innescano fenomeni di coagulazione, cioè si formano trombi all’interno dei vasi polmonari. Questo dicevano i medici cinesi, e suggerivano che per curare questa nuova malattia bisognava somministrare farmaci antinfiammatori come l’ibuprofene o il cortisone nei casi più gravi, per smorzare la super infiammazione polmonare; anticoagulanti come l’eparina per prevenire la trombosi; e tanto tanto ossigeno, anche intubando i pazienti se necessario, perché questi pazienti respirano male. Questa è la cura per il COVID-19, descritta fin dal primo articolo pubblicato al mondo. Da allora non abbiamo cambiato ma solo raffinato la terapia. Studiando le epidemie in corso, si è capito che ogni 100 infetti di CoVID-19 circa 50 restano asintomatici, ma sono portatori del virus, gli altri 50 si ammalano e di questi 15 devono andare in ospedale, 5 finiscono in terapia intensiva e 1 o 2 ogni 100 muoiono, so-

prattutto i vecchi. Mentre i pazienti con sintomi più lievi – una febbriciattola e poca tosse – possono essere curati con tachipirina e ibuprofene, e guariscono praticamente da soli, i casi più gravi necessitano di una terapia più massiccia con cortisone e intubazione, ma qualcuno nonostante tutto muore. Questa è la cura. Migliaia e migliaia di scienziati e di medici di tutte le università e gli ospedali del mondo hanno pubblicato ricerche scientifiche sempre più accurate e perfezionato questa terapia. Ed ecco che arriva il dottor Luca Graziani, from Ravenna, che sostiene di aver trovato lui la vera terapia che le grandi case farmaceutiche ci nascondono, a base di idrossiclorochina, vitamine e ossigeno, e mi raccomando niente tachipirina. A parte che l’ossigeno lo si usa fin dal primo momento, che la tachipirina si usa solo nei casi più lievi per abbassare la febbre, vorrei fare notare al dottor Graziani che l’idrossiclorochina – un farmaco usato per la cura della malaria molto tossico e che possiede anche blande proprietà antinfiammatorie e per questo era stato proposto per la cura del Covid da un simpatico medico francese, Didier Raoult, poi espulso dall’ordine dei medici perché aveva barato sui dati – ormai è dimostrato che non fa nulla contro il Covid, anzi ne aumenta la mortalità. Le vitamine contro il Covid

Una storia di successo che racconta il territorio e il mercato immobiliare nel tempo e la sua evoluzione

2005

2010

2012

2021 2015

2017

Ravenna, Viale della Lirica 43 - tel. 0544 408312 cell. 335 6610982- direzione@reclam.ra.it

www.reclam.ra.it


SOCIETÀ / 15 11-17 marzo 2021 RAVENNA&DINTORNI

COVID/2

COVID/3

Nel 2020 in provincia il 12,4% in più di morti rispetto alla media dei cinque anni precedenti Uno su dieci positivo al coronavirus

VACCINI, SI PARTE CON GLI OVER 75 Dal 15 marzo anche i più “vulnerabili” La campagna di vaccinazione contro il Covid-19 in EmiliaRomagna fa un altro passo avanti: da lunedì 15 marzo, due nuove importanti categorie di cittadini potranno accedere alle somministrazioni. Si tratta delle persone di età compresa tra i 75 e i 79 anni e di coloro che rientrano nella categoria degli “estremamente vulnerabili”, così definita a livello nazionale in relazione a determinate problematiche di salute: i primi dovranno prenotarsi, i secondi saranno invece presi direttamente in carico dalle Aziende sanitarie di riferimento, che provvederanno a contattare i pazienti a mano a mano che arriveranno i vaccini. Per prenotarsi non serve la prescrizione medica: bastano i dati anagrafici – nome, cognome, data e comune di nascita – o, in alternativa, il codice fiscale. Le persone tra i 75 e i 79 anni (circa 210mila in tutta la regione) potranno farlo secondo i canali già noti. Dunque, recandosi agli sportelli Cup; online attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico, l’App ER Salute, il CupWeb ; oppure telefonando al numero 800 002255l.

sono solo acqua fresca. Graziani sostiene che nessuno dei pazienti da lui curati è morto, e mi viene il sospetto che lui abbia curato solo persone che sarebbero guarite da sole, che fortunatamente col Covid ci sono. Un’altra affermazione del dottor Graziani è francamente ridicola: lui sostiene che le mascherine fanno male perché ci fanno respirare l’anidride carbonica tossica che espiriamo e ci alterano il microbiota. Se fosse vero, i nostri poveri chirurghi che indossano anche otto ore al giorno le mascherine dovrebbero operare indossando maschera e bombole ad ossigeno come un sub, perché è noto che ogni giorno decine di chirurghi muoiono asfissiati, accasciandosi sui pazienti che stanno operando. Per non parlare poi del fatto che, inalando batteri intestinali, i chirurghi convivono per tutta la loro vita con una noiosa cacarella cronica, la famosa “diarrea del chirurgo”. Poi il dottor Graziani dice che non si fida, finché non facciamo le autopsie su pazienti non sappiamo di che cosa sono morti. Ora, dato che ogni malato grave di polmonite da Nella provincia di Ravenna, che conta circa 400mila abitanti, nel Covid vomita per giorni un liquido nerastro composto di sie2020 sono morte 5.299 persone, 585 in più rispetto alla media dei cinro, muco e sangue coagulato, e poi muore, direi che non c’è que anni precedenti. L’aumento è del 12,4 percento (15,6 a livello natroppo bisogno di fare un’autopsia per capire di che cosa è zionale). morto. Ma forse lui non ne ha mai visto uno. E poi si dà il caL’istituto nazionale di statistica (Istat) è la fonte dei dati (utilizzati anso che io conosca bene il medico che ha effettuato decine di che dalla redazione R&D per elaborare il grafico che trovate in questa autopsie sui morti da Covid di Bergamo, e anche lui non ha pagina, che non prende in considerazione i primi due mesi dell’anno, in dubbi. cui non c’erano stati decessi con Covid). Inoltre, il dottor Graziani dice che non si vaccina e proPer il 9,7 percento dei decessi (514 persone) risulta il Covid come caununcia la solita litania sui vaccini che non sono sicuri che sa di morte, percentuale che sale all’11,6 percento se escludiamo i primi sono stati sperimentati troppo in fretta che non sappiamo due mesi. Nell’ultimo periodo dell’anno, in corrispondenza della fase più che cosa contengono. Tutte boiate. Con uno sforzo senza acuta della seconda ondata, il peso del Covid sulle morti in provincia è precedenti i nuovi vaccini contro il Covid sono stati svilupstato molto più consistente: tre casi su dieci in novembre, quattro su diepati e sperimentati in breve tempo su decine di migliaia di ci in dicembre. persone, e gli studi scientifici pubblicati dimostrano che sono sicuri ed efficaci, il tutto rigorosamente documentato. Se volete vi posso forniIl presidente re una ricchissima bibliografia scientifica. Infine, una questione di metodo. I medici codell’ordine dei medici me il dottor Graziani sostengono di essere delle non commenta specie di Galileo che hanno scoperto una verità contraria al dogma. Ebbene, in scienza funzioHa fatto molto scalpore in città na così: se hai una teoria prima devi mostrare l’intervista che abbiamo puble prove che la confermano, e poi puoi aprire blicato sull’ultimo numero del bocca. Invece questi medici dicono: “le manostro giornale al dottor Luca scherine fanno male e uccidono”, oppure “i Graziani, medico che tra le alvaccini sono inutili”, ma non hanno una sola tre cose ha dichiarato di non prova di quel che dicono. Galileo sosteneva che volersi vaccinare e che è stato la Terra girava attorno al sole e aveva le prove, multato senza mascherina, che mentre la Chiesa sosteneva che era il Sole a considera dannosa. Alle critiruotare attorno alla Terra, ma non ne aveva. In che ricevute per la pubblicaquesta storia i veri Galileo sono gli scienziati zione, rispondiamo sempliceche fanno ricerca e che scoprono i vaccini, inmente ribadendo che si tratta di una persona qualificata, che vece i medici come il dottor Graziani sono come fa questo lavoro da trent’anni, la Chiesa medievale, che si basava sulla fede e che l’intervista è stata anche cieca e non sulla verità sperimentale. un modo per rendere pubblica E qui, mi spiace, ma faccio un appello: se è vequella che riteniamo essere ro che la medicina è una scienza che si basa sul una notizia. metodo sperimentale e non una fede, un mediE a riprova di questo, segnaliaco non può esprimere “opinioni” senza fondamo che l’Ordine dei medici mento scientifico e pericolose, non può sostedella provincia di Ravenna nere che nessuno muore di Covid, basta saper«farà quanto gli compete nei lo curare, perché questa è una frase offensiva modi, nelle forme e nei tempi per tutti quelli che di Covid sono morti vomiprescritti alle norme vigenti». tando il loro sangue; non può invitare le persoCe lo dice il presidente Stefano ne a non indossare le mascherine perché queFalcinelli, presidente dell’Ordisto mette in pericolo la vita di molti; e non può ne che, da noi interpellato al invitare a non vaccinarsi, perché questa non è telefono, non ha però voluto rilibertà di scelta, ma fideismo oscurantista. spondere ad alcuna domanda, Madonna dell’Albero (RA) Via Henri Matisse L’Ordine dei Medici deve prendere posizione e né commentare le dichiarazioni intervenire. Sennò, non si capisce bene cosa ci Tel. 0544 271381 - Cell. 347 3703598 di Graziani. stia a fare.

APERTO VENERDÌ, SABATO E DOMENICA Consegna ad asporto e/o domicilio a pranzo e a cena fino alle ore 22:00 Seguici su


16 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 11-17 marzo 2021

IL DELITTO DI FAENZA

«MI HA PROMESSO 20MILA EURO E UN’AUTO PER UCCIDERE LA SUA EX MOGLIE» Il killer ammette l’omicidio di Ilenia Fabbri, mentre l’ex marito si difende: «Gli avevo dato 2mila euro, ma solo per spaventarla» La vita di una persona può valere ventimila euro e un’autovettura? Per quell’ingaggio si può commettere un omicidio su commissione? Da Faenza sembra che la risposta sia sì. Almeno è questo che sta emergendo dalle indagini sul delitto di Ilenia Fabbri, la donna di 46 anni ammazzata nella sua abitazione di via Corbara all’alba del 6 febbraio. La settimana scorsa su queste pagine avevamo riportato la notizia dell’arresto dell’ex marito Claudio Nanni e di un suo amico, Pierluigi Barbieri. Il primo sarebbe il mandante, il secondo l’esecutore materiale. Dagli interrogatori di garanzia davanti al gip sono arrivate la confessione piena di Barbieri e parziali ammissioni da Nanni. L’ex coniuge ha detto di aver fornito una copia delle chiavi di casa della donna perché entrasse e la spaventasse al fine di interrompere la causa civile con richiesta di centomila euro di mancate retribuzioni per il periodo in cui lei lavorava nell’officina del compagno. Barbieri invece dice che la missione ricevuta era ben altra: non uscire dall’abitazione di Fabbri lasciando la donna viva. E il compenso pattuito sarebbe stato appunto ventimila euro e una vettura. Nanni invece afferma che aveva pagato solo duemila euro per minacciare la donna. Come noto, la variabile imprevista nel piano dei due sospettati, è stata la presenza in casa di un’altra persona che non doveva esserci. La figlia infatti era uscita due minuti prima delle 6 per salire nell’auto del padre e raggiungere la Lombardia dove ritirare un’auto comprata da poco. In casa era rimasta la fidanzata della figlia che si era fermata per la notte dopo aver festeggiato il terzo anniversario della loro relazione. Nanni e Barbieri non ne sapevano nulla. Ed è stata l’ospite a dare l’allarme, a vedere un uomo di spalle che scendeva le scale, a sentire Ilenia gridare. Barbieri ha confessato di essere entrato nell’abitazione con l’obiettivo di sorprendere Fabbri ancora addormentata e strangolarla. Invece la 46enne era già sveglia e ha reagito, ha tentato di fuggire, si è divincolata e l’aggressore ha messo fine alla sua vita afferrando un coltello Claudio Nanni con l’ex moglie Ilenia. Nel riquadro Pierluigi Barbieri trovato in cucina.

L’APPELLO

Lo dice chi è riuscita a salvarsi: «Educate figli e nipoti a rispettare sempre le donne» Nel 2007 Agnese Paci scampò al massacro di Capo Verde: «Ogni volta che leggo di una vittima di violenze, mi trema tutto»

Agnese Paci, in una foto recente

Agnese Paci aveva 17 anni quando, nel 2007, scampò al massacro di Capo Verde. Le sue due amiche, la ravennate Dalia Saiani e la veronese Giorgia Busato, furono violentate e uccise; lei riuscì a sopravvivere solo perché venne ritenuta morta dagli aggressori. Riceviamo e volentieri pubblichiamo una sua testimonianza, che è un appello al rispetto delle donne, non solo l’8 marzo. «Ci si riesce ad abituare a tutto, o quasi tutto, a nuovi ritmi di vita, a stare soli, a stare in compagnia, a nuovi amori, a tante altre cose, ma ogni volta che sento la notizia di un’altra donna uccisa o ferita o violentata mi trema tutto dentro. A questo non posso abituarmi e non dovrebbe farlo nessuno. Non possono essere notizie come tutte le altre, che scorrono nella barra inferiore del televisore durante i vari telegiornali. Ogni volta sto male. Sì! E deve far star male tutti. Sono passati tanti anni, ma non cambia nulla, ogni volta è impossibile non tornare con la mente a quella notte. Quella esperienza resterà lì, dentro di me, ma non voglio che le bambine che stanno crescendo oggi possano mai capire questo dolore. Non può essere così, non deve essere così, non dovete abituarvi a queste notizie. Basta. Insegnate ai vostri figli che non può essere una battuta o un modo di dire “ti do una botta in testa”, che espressioni simili non devono fare parte del nostro linguaggio mai e per nessun motivo. Dobbiamo sempre avere chiaro cosa c’è sotto, cosa significano. Non ci si può abituare a queste parole e non si può farle diventare comuni, o peggio ancora accettabili, perché poi si trasformano anche in gesti comuni.

Non dovete abituarvi, non può entrare nella normalità, non dovete accettarle e non permettete a nessuno di dirle, nemmeno ai vostri amici ridendo e scherzando. Così come bisogna smettere di sentire dire: “È la donna che deve far i lavori di casa”, “La donna cucina, io non faccio niente”, “La donna deve obbedire e star zitta”, e così via. Basta. Tutti, uomini e donne, dobbiamo essere sullo stesso livello. Non esistono giustificazioni: “Non sapeva cosa stava dicendo o facendo”, “Non era in sé”, “Era ubriaco/a”, “Era drogato/a”. No, non deve succedere e basta. Dovete educare i figli, i nipoti, le sorelle, i fratelli, gli amici, e anche i genitori. Ogni donna che ognuno avrà accanto, per amore, amicizia o lavoro deve essere rispettata, dalle semplici parole ai gesti che le vengono rivolti. Insegnate a mettersi sempre nei panni degli altri. Ogni donna che avranno davanti e a cui non si porta rispetto potrebbe essere la propria mamma, figlia o sorella a cui qualcun altro potrebbe non star portando rispetto. Dovete capirlo prima che succeda alla vostra amica, figlia o sorella. Dobbiamo intervenire tutti. Insegnate alle ragazze a non accettare nulla di tutto questo. Educate e pensate sempre che ogni parola, seppur detta con superficialità, si può trasformare in uno schiaffo, in una coltellata, in un sasso tirato in testa. Non basta regalare una mimosa per l’8 Marzo, bisogna ricordare questi concetti anche tutti gli altri giorni dell’anno». Agnese Paci

«Non si ci può abituare a certe notizie: basta! Dalle parole ai gesti: insegnate a mettersi nei panni degli altri»


TEL. 334

3218031

CULTURA / 17

SERVIZI DI PULIZIA - PRONTO INTERVENTO E EMERGENZE PULIZIE E SANIFICAZIONE AMBIENTI, UFFICI E ABITAZIONI TRATTAMENTO PER ZANZARA TIGRE GIARDINAGGIO

11-17 marzo 2021 RAVENNA&DINTORNI

INCONTRI ONLINE/1

INCONTRI ONLINE/2 Si parla di sport e discriminazione di genere con (anche) una calciatrice

ALLA SCOPERTA DI LUNA, SOLE E MARTE NELLA GIORNATA DEI PLANETARI

Il 15 marzo alle 18 con l’evento online dal titolo “A partire dal corpo - Riconoscere le differenze e promuovere una diversa cultura del rispetto nell’ambito sportivo” parte il percorso di sensibilizzazione “Si può giocare alla pari? Sport e contrasto alla discriminazione di (ogni) genere”. L’evento di lancio è coordinato dalla giornalista Silvia Manzani e interverranno gli assessori del Comune di Ravenna Ouidad Bakkali e Roberto Fagnani, la campionessa olimpica ed ex senatrice Josefa Idem, la calciatrice del Ravenna Woman Alice Greppi, il calciatore del Ravenna Matteo Tomeo, la responsabile Uisp per la cultura di genere Manuela Claisset. L’obiettivo del progetto è quello di riconoscere, fare indagine e intervenire nelle questioni di genere che ostacolano l’accesso con pari opportunità alle attività motorie/sportive, mettendo in discussione gli stereotipi, facilitando una concezione di promozione del benessere psicofisico, dell’inclusione. L’appuntamento successivo è in programma il 24 marzo, con il coinvolgimento di docenti universitari. Iscrizione obbligatoria, info: www.femminilemaschileplurale.it.

RACCOLTA FONDI

Il 13 marzo l’inaugurazione della Camera Prisma, il giorno dopo collegamenti e laboratori Due eventi on line organizzati dal planetario di Ravenna. Il 13 marzo alle 11 l’appuntamento è con l’inaugurazione della Camera Prisma, alla presenza di Elsa Signorino e di personalità del mondo scientifico e culturale. In diretta sul canale YouTube del Planetario di Ravenna-Arar. Il Progetto Prisma (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera) è promosso dall’InafOsservatorio Astrofisico di Torino e consiste nella realizzazione in Italia di una rete di camere cosiddette all-sky, in grado di fotografare tutto il cielo in una sola immagine fish-eye. Le camere possono consentire l’osservazione da più punti di meteore brillanti (bolidi), per determinarne l’orbita e, con buona approssimazione, il punto di caduta di eventuali frammenti (meteoriti). Un progetto che l’Arar - associazione che gestisce il planetario ha portato avanti coinvolgendo i ragazzi del liceo scientifico di Ravenna. Il 14 marzo, invece, in occasione della Giornata Internazionale dei Planetari, si partirà alle 10.30 con una serie di collegamenti web che si protrarranno fino alle 22. Verrà presentata la nuova iniziativa Binocular Classroom, lezioni di Astronomia all’aperto con l’ausilio di binocoli; ci sarà un collegamento dalla Svezia con lìastronoma Daria Dall’Olio, che fornirà le ultime notizie su Marte (foto); e ancora, si terrà una lezione/laboratorio su Luna e Sole, adatta anche a bambini; verrà osservata la Luna in diretta e infine, in collegamento con “Passione Astronomia”, verrà spiegato cosa sono e come funzionano i Planetari.

OBIETTIVO 5MILA EURO PER ARREDARE IL CORTILE DELLA BIBLIOTECA Generare nuovi spazi, idee e occasioni di confronto con “Il richiamo del cortile”. Questo il progetto di crowdfunding ideato da cinque giovani e promosso dalla Biblioteca Cardinale Cicognani del Seminario di Faenza (viale Stradone 30) attraverso la piattaforma Idea Ginger (ideaginger.it). L’obiettivo è raggiungere in quaranta giorni, con le donazioni degli utenti, la cifra di 5mila euro per dotare il cortile del Seminario vescovile di uno spazio all’aperto dedicato ai giovani acquistando nuovi arredi esterni per il chiostro. I lavori per renderlo accessibile stanno per essere ultimati, ma occorre ora attrezzare l’area verde. Aprendo il cortile interno sarà a disposizione un’area relax che permetta non solo di rendere più silenziosi gli spazi interni, ma anche di offrire un luogo di studio e di scambio per i giovani. La Biblioteca ha attivato da due anni un servizio di aule studio aperte al pubblico fino a sera che, rispettando le norme di distanziamento anti-Covid, offrono 76 postazioni.

FARMACIE DI TURNO + APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30 DALL’11 AL 14 MARZO MONTANARI via Mattei 30 tel. 0544 451401; COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; DANTE via Tono Zancanaro 169 (Lido Adriano) - tel. 0544 496826. DAL 15 AL 21 MARZO ACABA via dei Poggi 82 tel. 0544 61383; COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; GUERRINI piazza Garibaldi 7 (S. Alberto) - tel. 0544 528110.

+ APERTURA TUTTI I GIORNI DELL’ANNO, FESTIVI COMPRESI, 24 ORE AL GIORNO

servizio diurno 8 - 22.30 servizio notturno a chiamata 22.30 - 8 COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514. + Per info www.farmacieravenna.com

FIDO IN AFF

IDO

La tua ERBORISTERIA DI FIDUCIA

MIA Mia è dolce e affettuosa, non ha mai avuto problemi con altri cani da quando è ospite del canile di Ravenna. Con i suoi nove anni ben portati rientra nella categoria dei “diversamente giovani” e per questo motivo chi la adotterà potrà usufruire dei benefit previsti dal Progetto Adotta un Nonno dell’Associazione Clama. Per informazioni: 349 6123736

ADOTTAM ICI FRATELLINI La mamma umana di questi tre gattini è mancata improvvisamente, ora vivono soli nella grande casa che li ha visti felici insieme; il cibo è assicurato ma è la vita familiare che a loro manca. Si chiamano Timmy, Lilly (nati nel 2017) e Taffy (classe 2018), sono tutti sterilizzati. Un'adozione speciale di gruppo sarebbe davvero un sogno... Per conoscerli chiamate il 339 8952135

FLACONCINI

BUSTINE

Ravenna, via Brunelleschi 117 - Tel./fax 0544 402666 www.erboristeriagirasole.it

366 9816493


18 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 11-17 marzo 2021

L’INTERVISTA

Metti un attore, un fumettista e un musicista: «Siamo tutti figli dell’Anic, come immigrati» Dadina e Reviati parlano del nuovo spettacolo a cui stanno lavorando con Giampaoli: «Ci sarà una persona chiusa in casa...» di Iacopo Gardelli

Luigi Dadina, per tutti Gigio, tra i fondatori del Teatro delle Albe, e Davide Reviati, fumettista e disegnatore, mi sorridono dagli schermi. «Ancora non c'è un titolo», «non sappiamo bene cosa verrà fuori». Da qualche mese stanno lavorando a uno spettacolo che, per la prima volta, li vedrà in scena assieme con Francesco “Checco” Giampaoli, musicista e fondatore dell'etichetta Brutture moderne; spettacolo che, se tutto va bene, dovrà debuttare fra un anno. Nell'attesa, ho fatto quattro chiacchiere con loro per capirci qualcosa. Partiamo dalla genesi di questo progetto, Gigio. Quand'è arrivata l'ispirazione a collaborare con Reviati? «A rispondere in modo banale potrei dirti che era già scritto che saremmo arrivati qui. Ma se vuoi il momento preciso è stato al Cisim, durante una delle ultime repliche de I fatti, poco prima del lockdown. Lanfranco Vicari invitò Davide per un incontro dopo lo spettacolo: meno di una settimana dopo gli mandai una mail per chiedergli di lavorare insieme, e lui accettò subito». Perché dici che era scritto? «Io, Davide e Checco siamo tutti e tre figli di persone che hanno lavorato all'Anic per tutta la vita. Può voler dire qualcosa o può non significare niente. Con Davide ci siamo incrociati più volte, guardandoci amorevolmente da vicino almeno dagli anni '90. Con Checco Giampaoli il rapporto è iniziato ai laboratori di Lido

Un’illustrazione inedita di Davide Reviati

Adriano alla fine del 2000. Lo spettacolo nasce da questo lungo percorso fatto di radici e sradicamento: essere figli dell'Anic, in questa città, vuol dire essere immigrati». Che ruolo avrà la musica di Francesco Giampaoli? «La sua entrata, come immaginavo, ha contribuito profondamente allo spettacolo. Checco è un vero autore: scrive, come scrivono le immagini di Davide. Nel tempo Checco ha sviluppato un immaginario musicale assolutamente ricco ed eccentrico, e questo gli consen-

te di dire delle cose come pochi altri musicisti si possono permettere». Cosa dobbiamo aspettarci da questo lavoro? Sarà un teatro di narrazione come ci hai abituato in questi anni? «Se parliamo di stile, mi sentirei di rifiutare questa etichetta. Certamente raccontiamo delle storie, non si tratta di una performance; ma, come sempre ahimè, non riesco mai a raccontare una cosa dall'inizio dalla fine, mi perdo in mille rivoli. Definire cosa sarà è ancora prematuro, adesso ogni elemento influenza l'altro.

Musica, testo, attore, immagini: tutto è sullo stesso piano. Ci vuole ancora tempo». Racconterete la vita al Villaggio Anic? Gigio: «No. Questo è il racconto di cinque giorni, in un futuro prossimo che è quasi presente. Raccontiamo di una persona chiusa in casa, piena di manie. Forse non è mai uscita dalla sua stanza – non lo so, perché non l'abbiamo ancora finito. Ha l'ossessione di registrare tutto ciò che vede e che gli passa per la testa: una relazione continua e morbosa con la memoria. La fabbrica c'è, ma sullo sfondo». Davide: «Lo spettacolo parla della difficoltà di fare i conti con le proprie contraddizioni, e lo farà attraverso un personaggio e la sua storia: quella di un immigrato che si chiude nell'isolamento e, per paradosso, diventa intollerante nei confronti del diverso». Com'è, per un disegnatore, lavorare a teatro? Davide: «Sono abituato a lavorare da solo. Collaborare assieme allevia la solitudine della creazione. Qui tutto si condivide, ogni scelta. Una cosa impagabile, pur con le sue contraddizioni: bisogna discutere, approfondire, trovare una visione comune. E con Gigio mi sono ritrovato in questo stile, quello di non voler chiudere subito tutto, di lasciarsi distrarre e tenere le porte aperte perché possa entrare aria e vita. E molta ansia». Gigio: «Per questo ringrazio Laura Gambi, che ci affianca nella stesura della storia fin dal-


CULTURA / 19 11-17 marzo 2021 RAVENNA&DINTORNI

LO SCRITTORE In arrivo una nuova edizione de I superflui L’appello: «Celebrare il centenario di Dante Arfelli»

STREAMING

Sulla base degli accordi intercorsi con la famiglia e con le Edizioni del Girasole di Ravenna, la casa editrice romana rfb (reader for blind) ripubblica I superflui, capolavoro di Dante Arfelli a oltre settant’anni di distanza dalla prima edizione. Nato nel marzo 1921 a Bertinoro (città che custodisce il suo archivio), vissuto a Cesenatico (città che custodisce la sua tomba) è morto nel dicembre 1995 a Ravenna (città che lo ha ospitato nella vecchiaia). Ivan Simonini, editore del Girasole, ne approfitta per lanciare un appello alle istituzioni dei tre comuni coinvolti per organizzare almeno una giornata pubblica di celebrazione del primo centenario della nascita.

l'inizio, assecondando le nostre deviazioni ma mettendoci anche in ordine, ogni tanto». Lo spettacolo ha dei testi di riferimento? Gigio: «L'ultimo nastro di Krapp di Beckett, naturalmente. Qualsiasi testo teatrale che abbia a che fare con le registrazioni deve partire da lì. Ho un debito nei confronti di questo testo». Davide: «Ci sono molti libri che abbiamo usato e fatto nostri. Le poesie di Papusza, poetessa rom, e di Mariella Mehr, continuano a guidarci. Ma anche canzoni, quelle di Bob Dylan». Che significato ha per voi l'isolamento di questo personaggio? Gigio: «Difficile trovarne uno solo. C'è la condizione di immigrato, come abbiamo detto. C'è un dato generazionale: si parlerà di droga ed eroina, storie che noi, per ragioni anagrafiche, abbiamo conosciuto da vicino. Ma c'è anche la nostalgia per delle madri mitiche e antichissime: le poetesse zingare, appunto. Ed è una nostalgia incoerente, perché spesso questo personaggio dimostra razzismo e intolleranza. E poi forse è anche una riflessione sull'essere artista. Prendiamo la sua mania di conservare la memoria: le Muse sono figlie di Mnemosyne, la dea della memoria, e questo qualcosa vorrà pur dire. In una frase, questo isolamento è il sintomo di una non adeguatezza al mondo».

E per te, Davide? «L'isolamento è la trasfigurazione di una deriva del mondo. Un mondo privilegiato, che tuttavia contiene disagi e contraddizioni a cui non riesce a far fronte. La stanzetta in cui è rinchiuso il protagonista è il nostro mondo, che tende a escludere tutto ciò che non capisce. Lui stesso, vittima di un attaccamento narcisistico alla memoria, è anche carnefice, e se ne deve assumere la responsabilità». Pensate che ci sia un significato filosofico alla base di questo personaggio? Gigio: «Direi di sì. Finché penseremo che possiamo acquistare o possedere la terra, saremo nei guai. Siamo nati nomadi e non possiamo che rimanerlo. Tutto questo è evidente, eppure continuiamo con questa presunzione del “radicamento”. Come insegna Dino Campana: non si tratta di possedere la terra, ma di essere in relazione con essa, di esserne figlio e amante. Se lo dimentichiamo, siamo destinati a finire in quella stanzetta, buco di isolamento e odio».

PER CONTATTI E PREVENTIVI

«Si parlerà di eroina, ma anche di madri, di razzismo e di arte Siamo nati nomadi: finché penseremo che possiamo possedere una terra, saremo nei guai»

TEL: 0545 33557 FAX: 0545 32846

NASO D’ARGENTO, DALLE FIABE DI CALVINO NUOVA PRODUZIONE DI ACCADEMIA PERDUTA Prosegue, domenica 14 marzo alle ore 17, il progetto con cui il Centro di Produzione Accademia Perduta/Romagna Teatri presenta al pubblico i suoi nuovi spettacoli di Teatro per Ragazzi in live streaming gratuito sulla piattaforma YouTube. Lo spettacolo in scena e trasmesso sarà Naso d’argento, interpretato da Consuelo Ghiretti e Francesca Grisenti della compagnia Progetto gg. La pièce è una co-produzione di Accademia Perduta e Solares Fondazione delle Arti – Teatro delle Briciole ed è tratta da una fiaba della tradizione popolare, raccolta da Italo Calvino in Fiabe Italiane. Lo spettacolo si propone di indagare il tema della bugia. Per assistere allo spettacolo collegarsi al canale YouTube di Accademia Perduta (www.youtube.com/accademiaperduta). Il link diretto è disponibile anche sul sito e pagina facebook di Accademia Perduta.

LUGO (RA) Via dell’Artigianato 3 comag@comag-lugo.it - www.comag-lugo.it


20 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 11-17 marzo 2021

MUSICA

LIBRI

“Transmissions” arriva (anche) online con tre giorni di concerti e dj-set L’inaugurazione in diretta dal Rasi Sorta di anteprima del festival del Bronson, su Dice.fm

In programma da venerdì 12 a domenica 14 marzo 2021, la prima edizione di Transmissions Waves nasce come format inedito, prendendo spunto dall’omonimo festival targato Bronson Produzioni e dedicato alle più innovative frontiere della musica internazionale: autentico spin-off della manifestazione (rimandata a novembre), che da 13 anni richiama a Ravenna il meglio della ricerca da tutto il mondo e appassionati da tutta Italia, Transmissions Waves presenta un palinsesto digitale di live, dj set e spettacoli che vedrà protagonisti 11 artisti e band da Stati Uniti, Brasile, Cina, Messico, Kenya e Italia. Protagonisti dei 6 live in programma, tutti trasmessi in diretta attraverso la piattaforma digitale Dice.fm, gli americani Mamiffer, progetto firmato Faith Coloccia e Aaron Turner (SUMAC, Isis) che esplora i dispositivi della ripetizione e dell'incantesimo; i brasiliani Deafkids,tra percussioni poliritmiche, canti ipnotici e punk siderale; l’elettronica minimale e la trance avvolgente della producer messicana J. Zunz (aka Lorena Quintanilla, metà del duo Lorelle Meets The Obsolete); la giovanissima musicista e sound designer italo/berlinese Marta De Pascalis; l’«esploratrice musicale del regno delle ombre» Masma Dream World, da New York con il suo ambient drone, butoh e black music; i romagnoli San Leo, tra kraut-rock, psychedelia, metal e elettronica. Ad arricchire il programma dei live (tutti e tre i giorni dalle 21), oltre al palinsesto radiofonico curato da Radio Raheem (tutti e tre i

Masma Dream World

giorni dalle 13), lo speciale opening in diretta dal Teatro Rasi con Canto Primo: MIASMA - ARSURA, performance realizzata in occasione delle celebrazioni dantesche che vede l’inedita collaborazione tutta ravennate tra Gruppo Nanou (una delle realtà più interessanti della ricerca teatrale italiana) e OvO (duo di culto della scena indie noise rock e rumorista europea). I biglietti possono essere prenotati in modalità “up to you” su Dice.fm: una volta effettuato l’acquisto, lo spettatore riceverà via mail il link per seguire il live, che resterà valido 48h dalla prima messa in onda, per l’eventuale differita.

scarica MOLINETTO RISTORANTE gratuitamente da GOOGLE PLAY o da APP STORE APPLE semplicemente inquadrando con la fotocamera del tuo smartphone il QR code riportato qui a fianco

C’È UN FAENTINO TRA I PRIMI SCRITTORI IN LIZZA PER LO “STREGA” Enrico Deaglio ha proposto Al passato si torna da lontano di Claudio Panzavolta C’è anche quello del faentino Claudio Panzavolta tra i 62 titoli proposti dagli Amici della Domenica per la LXXV edizione del Premio Strega, il riconoscimento letterario più importante d’Italia. Si tratta di Al passato si torna da lontano (Rizzoli), libro proposto da Enrico Deaglio, che nella sua motivazione lo definice «per lo stile – le parole e il ritmo di Fenoglio sono così vicini –, per la capacità dell’autore di maneggiare passioni come ghiaccio bollente, per l’originalità delle invenzioni letterarie [...] un sorprendente romanzo di modernità italiana». Parole che riempiono d’orgolio lo stesso Panzavolta, che sui social ha anche commentato: «L’emozione è tantissima. È un onore essere stato proposto al Premio Strega, ma anche un sogno che si realizza». Spetta ora al Comitato direttivo del premio scegliere i dodici titoli che si disputeranno l’edizione 2021. I dodici candidati saranno annunciati lunedì 22 marzo.

CARTOLINE DA RAVENNA Mittente Giovanni Gardini

Ravenna città d’arte

Nel 1970 Giuseppe Bovini, Direttore dell’Istituto di Antichità ravennati e bizantine dell’Università di Bologna, dava alle stampe per le Edizioni Longo un volume intitolato Ravenna città d’arte, un’opera che era stata pensata non solo per il turista, ma anche per chi desiderava un approccio più consapevole allo studio dei monumenti ravennati. La pubblicazione, come si può leggere nella premessa al testo, «non ha il solo scopo di servire da guida-itinerario per la visita ai monumenti di Ravenna, ma intende costituire altresì un libro-ricordo, nel quale anche le persone colte possano trovare registrate le principali teorie che i numerosi studiosi che si sono occupati di Ravenna hanno avanzato sia per quanto riguarda l’interpretazione delle scene figurate, sia per quanto si riferisce all’inquadramento cronologico dei singoli monumenti». Essendo anche un testo per il visitatore «per meglio raggiungere lo scopo di servire da guida, il volume presenta i monumenti riuniti per gruppi con criterio di vicinanza topografica, tralasciando di conseguenza il criterio della successione cronologica». Dopo un’ampia premessa sulla storia della città, venivano indicati quattro percorsi urbani oltre ai quali ne era suggerito uno extraurbano che teneva conto del Mausoleo di Teodorico e della Basilica di Sant’Apollinare in Classe. Bellissime le foto, soprattutto quelle in bianco e nero, che restituiscono uno sguardo quanto mai interessante sul modo di osservare i monumenti e le opere d’arte.


CULTURA / RUBRICHE / 21 11-17 marzo RAVENNA&DINTORNI

NdL - Nota del Lettore

Un “teen movie” che parla di diritti femminili

Sul concetto di intonazione Non per tutti...

Il racconto di un vuoto, un libro avvincente

di Francesco Della Torre

di Enrico Gramigna *

di Federica Angelini

Girl Power - La rivoluzione comincia a scuola (di Amy Poehler, 2021) Vivian è una ragazza introversa che vive con la madre (la stessa regista Amy Poehler) e frequenta, non senza disagio, il terzo anno della scuola superiore, passando spesso il tempo solo con la sua migliore amica Claudia. Il liceo Rockport è una rigida e tradizionale scuola della peggiore tradizione americana, con gli uomini nelle vesti di atleti e giudici supremi del comportamento altrui, e le donne relegate a cheerleaders o ancor peggio a figurine ornamentali. L’arrivo a scuola della combattiva Lucy, che sbeffeggia immediatamente le gerarchie esistenti, mette a fuoco tutti i problemi dell’istituzione, giustamente tacciata di maschilismo e di cui la Preside risulta esserne complice; la situazione fa scattare una molla in Vivian che, cercando una “causa che le stia a cuore” (compito di storia), fonda segretamente Moxie, una fanzine femminista che sarà la miccia in grado di accendere il fuoco di una vera e propria rivoluzione. Appena passata la Festa della Donna, parliamo dei diritti femminili attraverso un teen movie che nasce come tanti altri ma che tratta con pudore e delicatezza temi delicati e di attualità, mantenendo la leggerezza che contraddistingue le commedie ambientate nel mondo della scuola. Il genere negli Stati Uniti è trattato ai limiti dell’inflazione, mentre da noi sta vedendo la luce solo negli ultimi anni grazie alle piattaforme in streaming, dopo anni di ingiustificata sottovalutazione che ha portato a distribuzioni col contagocce. Il genere contiene sempre un messaggio edificante e il linguaggio degli adolescenti dovrebbe avvicinare questi ultimi sia al mondo del cinema, sia a tematiche che qui sono mediate tramite un paio d’ore scarse di divertimento. In definitiva, Girl Power è una commedia molto semplice, con personaggi nel suo complesso stereotipati e attori complessivamente nella media, anche se il trio protagonista, composto anche dal belloccio e misogino Patrick Schwarzenegger (certo, figlio d’arte); il film è però trascinato da un’energica colonna sonora punk rock delle Bikini Kill e dai manifesti delle Riot Grrrl, protagonisti della scena femminista degli anni novanta negli USA, che infondono una grinta che fa guardare oltre la storiella liceale e che pur non avendo la pretesa di essere un apologo sulla parità di genere o un grande dramma sui diritti, intrattiene il pubblico lasciando (si spera) più di una domanda nella testa di coloro che questo film dovrebbero davvero guardarlo: gli adolescenti.

Stando a Google Trends, nella scorsa settimana la parola autotune ha avuto un picco negli andamenti delle ricerche. Vediamo di definire bene il concetto: auto-tune (con la lineetta) è un software che permette ai musicisti di correggere piccole imperfezioni, specialmente, come denunciato dal nome, d’intonazione. Cosa si può dire intonato, però, non è così semplice come si crede. Banalizzando si può dichiarare che le note sono 12 (sì, non sono 7, è una dura realtà che prima o poi andrà affrontata) e che, a seconda del temperamento utilizzato, esse hanno delle altezze ben definite. Queste altezze altro non sono che delle frequenze (in fisica si indicano con la lettera greca ν) espresse in Hertz (Hz), ossia cicli al secondo: più semplicemente è il numero di creste che l’onda sonora produce in un secondo. Ogni nota ha, quindi, la sua peculiare frequenza. Nel temperamento equabile ormai sdoganato da un paio di secoli e utilizzato dalla gran parte del mondo musicale (sono esclusi solo gli esecutori storicamente informati e coloro che praticano musica popolare, specialmente quella non europea) si prende come riferimento il La4 che ha ν=440 Hz (anche qui con dei distinguo che valgono più per la musica “classica” che per quella “leggera”). In base a questo riferimento si sviluppano le frequenze di tutte le altre note. Ora sia chiaro che, però, nessun musicista conosce con esattezza la frequenza della tal nota o della tal altra a memoria (anzi, la stragrande maggioranza di essi ignora anche i calcoli per poter trovare questi valori), tuttavia queste 12 note vivono di rapporti che il nostro orecchio, la nostra coclea, sembra progettato per comprendere senza difficoltà. Accettando quanto detto, quando si parla di stonatura, quindi, si dice implicitamente che la nota in questione è stata prodotta in maniera imprecisa e che la sua frequenza reale diverge da quella ideale, frutto dei suddetti rapporti. Una delle più basilari attività di studio del musicista è quella di perfezionare al massimo grado la capacità di “centrare” (o quanto meno avvicinarsi molto) l’intonazione perfetta senza dover applicare correzioni. Ciò detto, la settimana passata sono stati in pochi ad accorgersi di dover correggere... * musicista e musicologo

È il racconto di un vuoto, di un abisso che si apre in una città marcescente, invasa da topi, immondizia e gabbiani. Dove la cocaina scorre di notte attraverso locali e festini in casa, dove una generazione di giovani di buona famiglia schifa i mezzi pubblici e si muove in taxi. Dove in borgata si può avere una doppia vita, fidanzato e operaio di giorno, marchettaro di notte. La città dei vivi di Nicola Lagioia (Einaudi) ricostruisce uno dei più truci omicidi degli ultimi anni, quello del 23enne Luca Varani, per mano di due quasi trentenni di buona famiglia, Manuel Foffo e Marco Prato. Un omicidio tanto efferato perché privo di qualsiasi movente e aggravato dalla crudeltà delle torture che i due, dopo tre giorni di alcol e cocaina, hanno inflitto al ragazzo. Perché Lagioia scrive questo libro? Per ragioni personali, ce lo rivela lui stesso. Direttore del Salone del libro, premio Strega con La Ferocia, Lagioia si fa letteralmente ossessionare dalla vicenda (del 2016) e inizia un lavoro di indagine che gli richiede anni. Parla con i testimoni, gli amici dei responsabili, sfogliando carte giudiziarie in un lavoro di ricostruzione giornalistica che diventa però da subito, fin dalla scelta dell'incipit, letteratura. Con un gioco sapiente di costruzione delle scene, di squarci personali e di panoramiche sulla città commissariata, Lagioia costruisce innanzitutto un libro avvicente, da cui è impossibile staccarsi pur conoscendone benissimo l'epilogo. A tenere lì il lettore è il piacere della lettura, lo spunto offerto dalle tante riflessioni, ma anche la speranza che, alla fine, Lagioia sappia offrire una spiegazione a quel vuoto, riesca a metterci davvero nei panni non tanto della vittima, quanto dei carnefici, ci faccia capire come davvero sia potuta accadere una cosa simile. Come accade spesso nei gialli migliori. Ma Lagioia non ne fa un romanzo, non va a colmare ciò che la cronaca e le testimonianze non spiegano fino in fondo. Difficile farsi convincere che davvero possa esistere una correlazione tra la città e quell'episodio, come sembra volerci suggerire. Poteva succedere altrove? Forse è più facile pensare che non sarebbe potuto succedere in un'altra epoca: Foffo e Prato sembrano figli di questo tempo, un coacervo di ambizioni e fragilità, tensioni verso il futuro e il presente in cui sembrano invischiati. Lagioia mette insieme i tanti puzzle di una storia incredibile e lascia a noi il compito di trovari gli incastri. Ma la sensazione, è che comunque, alla fine, per quanto si possano tentare combinazioni, la risposta non si trovi. Né dentro il libro, né forse altrove. E alla fine, un po' paradossalmente, dopo centinaia di pagine guidate da un occhio attento e mai giudicante, alla ricerca di un'umanità in ognuno dei protagonisti di quel fatto atroce, ci troviamo al punto di partenza: come è stato possibile? Dobbiamo forse pensare che il male in quanto tale esista davvero?

“Compra consuma” (Ravenna) di Adriano Zanni

FIORI MUSICALI

FULMINI E SAETTE

VISIBILI E INVISIBILI


22 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 11 - 17 marzo 2021

PROSPETTIVE GASTRONOMICHE

Un futuro assessore al cibo? Manifesto per una politica ravennate dell’alimentazione Tutto è cominciato con le politiche del recupero con EXPO 2015, dal “contrasto alla povertà alimentare” e alla salvaguardia ambientale di Papa Francesco, dal “cibo in Costituzione” dell’ex-ministro Bellanova, dalle citazioni del progetto Draghi sul terzo settore e sulle diseguaglianze, dall’economia civile del professore Stefano Zamagni. Insomma una politica del cibo, dell’alimentazione che in concreto sia tradotta a livello locale in una progettualità fra Comune, imprese, volontariato e nuove generazioni è un obiettivo ormai ineludibile. Una sorta di accreditamento reciproco per lavorare su tutte le dimensioni dell’alimentazione espresse in un manifesto di 10 punti da “ripensandoRavenna”, con in questo caso capofila Ravenna Food e Slow Food come gruppi culturali attenti in particolare a queste dimensioni gastronomiche. Il manifesto – che è pubblicato integralmente e consultabile sui siti di alcune delle associazione che aderiscono al progetto “ripensandoRavenna”: www.slowfoodravenna.it; www.trailromagna.it; www.ravennafood. com; www.cheftochef.eu – è conseguente anche alle numerose iniziative già condivise dal Comune, ma non ancora in modo sufficientemente coordinato, causa anche la perdurante situazione pandemica, perché possa incidere con evidenza per i cittadini e per i turisti sia a livello fisico con iniziative presenti e puntuali che come programmazione di lungo periodo. Si tratta di ideare un cartellone di eventi pluriennale con respiro quanto meno romagnolo per valorizzare le nostre identità e interventi strutturali come ad esempio quelli relativi alla rivitalizzazione del centro storico e dei borghi (ad esempio strade centrali da ripensare, il borgo San Rocco da riprogettare, l’area food attorno al Mercato Coperto da far decollare definitivamente...). Certamente con la scarsa legislazione di riferimento non

Nella foto, l’evento gastronomico “Di porta in porta” in borgo San Rocco

“RipensandoRavenna”: idee e progetti rivolte a istituzioni, imprese e società “ripensandoRavenna” propone un'idea progettuale da articolare in concrete proposte per le prossime venture amministrazioni comunali. Una lettera aperta alle istituzioni, alle associazioni di categoria, alle imprese, ai partiti, al terzo settore da parte delle realtà culturali a diverse vocazioni che costituiscono ripensandoRavenna: SlowFood Ravenna, Ecologia di Comunità, RavennaFood /cheftochefemiliaromagnacuochi, Trail Romagna, Dis-Ordine.

ro della nostra storia, del bello nel cibo come nelle architetture, nel design e nell’arredo, una nuova alleanza fra chi vuol bene a Ravenna nel suo centro storico, nelle periferie, nei paesaggi. Per “ripensandoRavenna” Matteo Salbaroli, Ravenna Food /cheftochefemiliaromagnacuochi Ermanno Spina, Slow Food Ravenna

SUSSIDI ALIMENTARI Ancora aperte le domande per i buoni spesa

è facile per il Comune agire in modo sistemico, ma senza un punto di vista politico-progettuale delle istituzioni è difficile costruire qualcosa di coinvolgente in una fase in cui l’innovazione è fondamentale per uscire positivamente dalla crisi. Ecco allora un appello alle imprese benefit, al volontariato culturale, al terzo settore anche aziendale, alle associazioni giovanili, a chi insomma crede che il momento centrato su una vera conversione al “verde”), sulla lotta agli sprechi, sulla revisione del sistema sanitario, sulla valorizzazione dei nostri eco-sistemi siano condizioni per un nuovo sviluppo che crei opportunità, ricchezza, maggiore eguaglianza, maggiore inclusione. Ma ad un tempo attenti al recupe-

È ancora possibile richiedere i buoni spesa da parte di coloro che si trovino in difficoltà per un peggioramento della propria condizione lavorativa o reddituale a causa del Covid-19. Le richieste saranno evase fino ad esaurimento delle risorse. Ad oggi sono pervenute oltre 2300 richieste di buoni spesa da erogare attraverso gli ultimi fondi statali per la solidarietà alimentare assegnati al Servizio sociale associato dei Comuni di Ravenna, Cervia e Russi. I fondi ammontano a oltre un milione e 50mila euro (per la precisione 832.519 euro per il Comune di Ravenna, 152.785 per quello di Cervia e 65.241 per quello di Russi). La fascia di età prevalente tra i richiedenti è quella tra i 40 e i 50 anni e per la maggior parte le domande riguardano nuclei familiari composti da due – tre persone. Per riuscire a fare fronte a tutte le esigenze è stata resa più semplice la modalità di presentazione delle domande e anche l’erogazione stessa dei buoni, che avviene attraverso l’accredito sulla tessera sanitaria. Alla pagina https://www.comune.ra.it/coronavirus/buoni-spesa/ si trovano il collegamento alla piattaforma e tutte le informazioni sui requisiti e le modalità per l’ottenimento dei buoni spesa.


GUSTO / 23 11 - 17 marzo 2021 RAVENNA&DINTORNI

COSE BUONE DI CASA A cura di Angela Schiavina

Risotto alle cozze con crema di limoni Questa settimana vi propongo un risotto con crema di limoni, cozze e pecorino, che ho preparato per la festa della donna con i limoni del mio giardino. Grazie ai consigli di Giorgia Chiatto, di “Cucinamica” scuola di cucina di Napoli, insegnante Aici. Ingredienti: 300 gr. di riso Carnaroli o Vialone nano, un kg. di cozze, prezzemolo tritato, uno spicchio d’aglio, ½ scalogno tritato, grani di pepe, sedano, carote, un bicchiere di vino bianco, 4 cucchiai d’olio extravergine, 20 gr. di burro, 40 gr. di pecorino (caciotta di pecora) semi stagionata grattugiato, 5 limoni bio, un litro d’acqua Preparazione delle cozze: pulite e lavate bene le cozze. Con l’acqua, sedano, carote e gambi di prezzemolo e un po’ di sale preparate un brodo e lasciatelo ridurre della metà. Versate nel brodo ridotto la buccia di limone e il pepe nero leggermente pestato. Lasciate sobbollire per 15 minuti. In una casseruola mettete un filo d’olio e lo spicchio d’aglio fatelo leggermente imbiondire e versate le cozze, sfumate con ½ bicchiere di vino bianco e una volta evaporato aggiungete metà del brodo bollente. Lasciate in infusione le cozze finché si aprono del tutto. Spegnete e sgusciate le cozze (lasciatene qualcuna per decorare) e filtrate molto bene il liquido. Della crema di limoni: lavate i 4 limoni e con un pelapatate togliete la buccia e raccogliete il succo dei limoni. Sbollentate la buccia per 3 volte. In una casseruola fate ridurre il succo dei limoni di un terzo e aggiungete la buccia, lasciate cuocere per 5 minuti e frullate. Del risotto: in una risottiera (o un tegame capiente) versate l’olio e fate soffriggere lo scalogno, aggiungete il riso e lasciatolo tostate per bene (il chicco è pronto quanto diventa lucido) sfumate con il restante vino e portate a cottura aggiungendo poco per volta il brodo di cozze. A metà cottura unite le cozze e se necessario, salate. A fuoco spento mantecate con qualche cucchiaio di crema di limone, burro e pecorino. Servitelo ben caldo con una spolverata di pepe nero, un filo d’olio e prezzemolo.

LO STAPPATO A cura di Fabio Magnani

Un Dolcetto d’Alba dal tono marziale

CIBI DI QUALITÀ

Aziende Informano

Alpine: quale regalo più gradito che un cesto di deliziosi prodotti tipici? Che c'è di più buono e apprezzato di una confenzione di specialità enogastronomiche quale regalo di compleanno o un anniversario festoso, per un'amica, un'amico, il papà, la mamma o qualche altro caro parente? Con i deliziosi prodotti tipici della nostra terra non si può sbagliare! Chi non gradirebbe? Parola di Sara Rossi e Cristiano Bacchi, titolari di Alpine, negozio di prodotti gastronomici genuini e selezionat in centro a Ravenna (via Cavour 43), proprio come la bottega alimentare di una volta. In questo periodo così difficile, in cui si è riscoperto il valore della buona tavola e della convivialità domestica, i cesti ricchi di prodotti freschi o conservati, vini e dolciumi, sono diventati uno dei doni più graditi per qualsiasi ricorrenza e un modo per mostrare alla persone quanto teniamo a loro e quanto bene le conosciamo. L’Italia è il Paese del Buongusto e il piacere di regalare cibi e vini di qualità, significa anche condividere un piccolo momento di felicità e benessere insieme a chi amiamo. Grazie alla varietà dell'offerta di Alpine si può lasciare libero spazio alla fantasia ed alla scelta dei prodotti per ogni tipo di confezione e di occasione. E naturalmente, farsi guidare dai consigli di Sara e Cristiano. Perché un “cesto gastronomico” può essere come un vestito su misura, che si adatta perfettamente alla personalità di chi lo riceve attraverso un delizioso percorso di bontà. L’impegno e la passione dei

titolari di Alpine è quello di affiancare sempre il cliente per comporre una confezione con i prodotti più adatti. Gli elementi perfetti per realizzare un cesto gastronomico sono pochi ma devono essere ben studiati. Dolci che portino gioia, vino che rechi allegria e cibo che infonda serenità e piacere. Infine, si può decidere se consegnare direttamente il dono o spedirlo. Alpine, infatti, offre anche la possibilità di consegne a domicilio nella zona di Ravenna e tramite corriere fuori Ravenna o all’estero. Ora non resta che entrare in negozio e dare sfogo alla fantasia ma, va sottolineato, anche per fare la spessa di tutti i giorni Info: tel. 0544 32594 alpineravenna@gmail.com e su Facebook

Nel calice degustiamo un “Dolcetto D’Alba Terra” 2019 della cantina piemontese “Clavesana”. Un bel colore rosso rubino con riflessi ancora violacei. Al naso è pulito, fine, fruttato e di buona precisione. A spiccare ciliegia, more, ribes tra leggere note di erbe aromatiche. Al palato è secco con una gradevole sensazione tannica. È un vino quasi marziale perché deciso, dinamico e risoluto. Chiude con un leggero ammandorlato. Un abbinamento ideale e territoriale è con un crudo carne di fassona battuta al coltello.

ACQUISTI E COLTIVAZIONI Anche in “zona rossa” nel ravennate restano aperti i mercati di prodotti alimentari e si possono curare gli orti L’amministrazione comunale specifica che fino al 21 marzo, anche se Ravenna si trova in “zona rossa” per l’emergenza sanitaria Covid, i mercati ambulanti del territorio comunale si svolgono nelle rispettive sedi, giorni e orari, con la presenza di alcune essenziali tipologie merceologiche fra cui i prodotti alimentari. Lo stesso vale per i mercatini dei contadini di Ravenna in viale Farini il martedì dalle 14 alle 18 e in piazza San Francesco (prodotti biologici) dalle 16 alle 20; in piazza della Resistenza lunedì e giovedì dalle 14 alle 18. Mentre a Marina di Ravenna, in piazza Marinai d’Italia, si svolge il lunedì pomeriggio. Inoltre, dopo i primi controlli della Polizia Locale, è stato chiarito che ci si può muovere per curare il proprio orto (anche se in gestione su canone da parte del Comune, come accade per molti anziani ravennati che coltivano “orti sociali”). La condizione, per l’appunto, è che siano utilizzati per autoproduzione e consumo personale e non a fini commerciali. Lo scrive in una nota stampa il consigliere comunale Alvaro Ancici che precisa come sia necessario dotarsi di un’autodichiarazione in cui scrivere di possedere un terreno agricolo produttivo di una determinata superficie, coltivato in proprio per uso personale non commerciale, indicando il percorso più breve tra l’indirizzo di partenza da casa e l’indirizzo di arrivo al terreno.

Piadina e Crescioni

anche con impasti senza lievito, strutto e latte

Si utilizzano farine locali e/o nazionali Pizza fritta, involtini, patatine fritte e tante altre proposte anche su vostra richiesta 0544.455709

CON VOI DAL 1998 ! 11.30

20.30


via Liguria 1 - BAGNACAVALLO (RA) - Tel. 0545.62637

ESPOSIZIONE - VENDITA - INSTALLAZIONE VISITACI SU W W W. E D I L B L O C K . I T

LE NOSTRE MIGLIORI OFFERTE DEL 2021 INSTALLAZIONI: FACCIAMO TUTTO NOI! COMPRESE CANNE FUMARIE INTERNE ED ESTERNE

AGEVOLAZIONE 1 Inserto a pellet ventilato completo di installazione € 3.400,00 Iva compresa. Rimborso entro 8 mesi direttamente nel tuo conto corrente di € 1.150,00. Costo pratica € 240,00 FIN

AME ANZI

TA

NTO

AGEVOLAZIONE 2 Inserto a legna ventilato completo di installazione € 2.300,00 Iva compresa. Rimborso entro 8 mesi direttamente nel tuo conto corrente di € 1.550,00. Costo pratica € 240,00 ZIA INAN

MENT

O

Ø O S S TA

SSO Ø

F

APERTI ANCHE IN ZONA ROSSA per ordini e consegne pellet, per installazioni e per manutenzione NOVITÀ PALAZZETTI

NOVITà 2021 LA STUFA A PELLET DEL FUTURO!

12 Kw Canalizzabili

iva compresa

€ 2.350,00

iva compresa

ILE IN B A G PA AT E

1 0 R TERESSI SENZA

IN

€ 880,00

iva compresa Fino ad esaurimento scorte

€1.590,00

RISCALDA OLTRE 100mq 2 CANALIZZAZIONI FINO A 14 metri lineari

RISCALDA OLTRE 75mq

L 48 P 49 H 96

€ 980,00 iva compresa

PUÒ FUNZIONARE TRE SETTIMANE DI SEGUITO SENZA ESSERE PULITA! FUOCO DIRETTO SENZA BRACIERE, RESIDUO CENERI DIMEZZATO E TANTE ALTRE NOVITÀ DA SCOPRIRE...

FINANZIAMENTO € 36 AL MESE SENZA INTERESSI RISCALDA OLTRE 50mq


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.