FREEPRESS n.767
3-9 MAGGIO 2018 www.legnamiradis.it
CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT •
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PANE NOSTRO Tradizioni, sentenze, affari, ricette: il mondo attorno alla piadina, dai chioschi ai prodotti industriali
PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE
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2 / VOCI RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
Cosa è e come funziona lo Sprar nell’accoglienza
LA STORIA
Tesfay Afeworki, pizzaiolo: «Qui ho realizzato il mio sogno» In fuga dall’Eritrea, dopo il tirocinio, grazie al progetto Sprar, lavora alla storica Naif «Ricordo che quando sono arrivato vedevo questo locale con tanta gente dentro...» L’Italia è un paese la cui identità ha pochi punti fermi. In questo stivale lungo e stretto si parlano dialetti diversi, si mangiano cibi diversi, ci sono abitudini diverse. Uno dei pochi capisaldi dell’italianità è la pizza. La pizza mette tutti d’accordo. Se per avere la cittadinanza italiana mettessero una prova sul “come si fa la pizza” Tesfay Afeworki sarebbe più italiano di molti. «In Eritrea abbiamo una cosa che chiamiamo pizza, ma ti assicuro che non c’entra niente con la vostra». Racconta Tesfay arrivato in Italia nel 2012 e oggi pizzaiolo di Naif, storico locale di Ravenna. «Da noi si mangia molto piccante. Però ci sono alcuni piatti italiani, o meglio con nomi italiani, derivati dal colonialismo. Ci sono le lasagne, la pasta al forno, e siamo praticamente l’unico paese dell’Africa in cui si usano forchetta e coltello. Insomma partivo avvantaggiato» dice riedendo. Ha una risata contagiosa Tesfay, è impossibile ascoltarlo senza farsi contagiare dalla
sua positività. «Quando sono arrivato a Ravenna passavo molte volte davanti a questa pizzeria, c’era sempre tanta gente, e sognavo di poter lavorare qui un giorno». Tesfay è fuggito dall’Eritrea sette anni fa. «Avevo fatto il servizio militare obbligatorio. Doveva durare un anno, ma poi lo stato ha deciso di non lasciarci più. Continuavano a prorogami la leva di anno in anno. L’Eritrea confina con l’Etiopia, uno stato molto più grande e c’è molta paura di una possibile invasione. Così ci tenevano lì, lungo il confine, tutti vestiti da militari, con i fucili ben in vista. Io però volevo farmi una vita, così dopo sei anni di non-vita da soldato di nascosto ho abbandonato il fucile in un fosso, mi sono tolto la divisa e ho attraversato quel confine che dovevo presidiare. Ho disertato. Sono finito in un campo profughi in Etiopia, dove però eravamo visti come nemici. Di lì la mia fuga non ha avuto fine finché non sono arrivato in quel inferno che è la Libia e finalmente in Italia».
«Dentro la pizza non ci sono solo io di immigrato: il pomodro arriva dall’America, la lievitazione dall’Egitto e la lavorazione della mozzarella dalla Siria. L’importante è che sia buona!»
Dopo aver attraversato diverse città è finito nel progetto Sprar che la coop Camelot gestisce per conto del Comune di Ravenna. Lì ha iniziato un percorso di inserimento, ha imparato l’Italiano, ha iniziato a studiare e alla fine Camelot gli ha trovato un tirocinio come pizzaiolo a Naif. «Claudio – il gestore della pizzeria – è stato il mio maestro. Lui mi ha insegnato tutti i segreti del mestiere e quando il tirocinio è finito mi ha detto che mi voleva accanto a lui e così mi ha assunto. Per me è stato un sogno che si avverava poter lavorare in quel luogo che avevo osservato tante volte dalla strada con grande fascino». Tesfay porta così avanti la tradizione della pizza, la più importante delle identità italiane. Gli chiedo cosa pensa quando sente in televisione dire che gli stranieri vengono a danneggiare l’identità italiana, lui scoppia a ridere con una delle sue risate suadenti. «Beh non solo la pizza è fatta da un immigrato, ma anche dentro ha tanti immigrati: il pomodoro non cresceva in Europa è stato portato dall’America, la lievitazione è stata inventata in Egitto, il metodo di produzione dei formaggi come la mozzarella è nato in Siria. Come vedi non sono l’unico immigrato di questa storia. Ma la cosa più importante è un’altra». Ah sì? Qual è? Gli chiedo. «Assaggia quanto è buona! Questa è l’unica cosa che conta».
Tesfay Afeworki, il protagonista della storia raccontata da Matteo Cavezzali, è entrato a far parte del progetto Sprar, ossia il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che esiste dal 2001, anno della sua nascita, quando ancora si chiamava Piano Nazionale Asilo. Lo Sprar è un’iniziativa nazionale che ha come obiettivo l’accoglienza, la tutela, e l'integrazione dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria o umanitaria. Gestito dall'Anci (l’Associazione nazionale comuni di Italia), lo Sprar si avvale del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo messo a disposizione dal Ministero dell'Interno. Ravenna è stata da subito una delle cinquanta città che ha aderito al progetto che è andato con il tempo ampliandosi. Nel triennio 2014-2016 lo Sprar poteva contare su 415 amministrazioni coinvolte per oltre 19.000 posti su tutto il territorio nazionale. Con il proprio progetto il Comune di Ravenna, in collaborazione con la cooperativa sociale Camelot, garantisce l'accoglienza temporanea a 78 persone che, oltre al vitto e all'alloggio, possono contare su una serie di attività che definiscono dei progetti di autonomia individuale, che partono dall'apprendimento della lingua italiana fino alla formazione professionale e ad azioni per facilitare l'inserimento lavorativo. Dal 2001 sono state accolte oltre 500 persone. I richiedenti asilo, i rifugiati e i titolari di protezione sussidiaria o umanitaria non sono migranti come tutti gli altri. Sono cosiddetti "migranti forzati", persone che sono costrette a lasciare il proprio paese a causa di conflitti o perché rischiano di subire persecuzioni individuali di natura politica, etnica, razziale, religiosa, sessuale. Purtroppo i posti disponibili non sono stati sufficienti a far fronte alle richieste crescenti degli ultimi anni e quindi il Ministero si è attivato con i cosiddetti Cas, ossia Centri di accoglienza straordinaria, che dal 2018 a Ravenna sono passati sotto la gestione diretta del Comune (pur essendo completamente finanziati dal governo centrale, cioé senza risorse locali). Lo scopo più volte dichiarato dall’Amministazione è stato quello di far avvicinare i Cas il più possibile al modello di servizi offerto dallo Sprar che continua a funzionare regolarmente. Questa pagina è a cura dell’associazione Città Meticcia ed è resa possibile dal contributo dell’Assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna. Seguiteci anche sul nostro blog ospitato in www.ravennaedintorni.it.
INTRO / 3 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
SOMMARIO
IL COMMENTO
7 Lo smarrimento dei renziani della seconda e della terza ora di Federica Angelini
Se c'è un ruolo ingrato di questi tempi dev'essere quello del segretario provinciale del Pd in una federazione come quella di Ravenna. Questa volta l’impressione è che sarà ancora più difficile tenere insieme i pezzi, anche qui dove sempre ci si è vantati di poter comporre le diversità, dove si è celebrata l'unitarietà, dove si sono scansate le primarie ogni volta che è stato possibile, dove sono stati distribuiti i posti tra renziani e non. Un po’ perché comunque non è facile capire ormai cosa possa unire davvero il presunto popolo “democratico”, nemmeno da queste parti. Il 25 aprile la piazza del Popolo a Ravenna, nonostante il bello spettacolo portato in scena da una ventina di ragazzi a rinnovare un cerimoniale altrimenti stantio, non era certo stracolma, l’1 maggio ai Giardini è ormai diventata una festa dai contenuti scabrosi per il Pd (il jobs act ha tracciato un solco profondo tra il principale partito del centrosinistra e il principale sindacato italiano e sicuramente locale, la Cgil), mentre a riempire le pagine dei giornali locali c’è stato l’elmo di Negau con una comunità in rivolta perché si sente defraudata del proprio tesoro. Una vicenda che dice (anche) quanto l'Amministrazione dem non sia stata capace di preparare adeguatamente il terreno, di come il partito che esprime l'amministrazione e che vanta un presunto radicamento sul territorio non sia più in grado di fare da cuscinetto, di mediare, di sondare e prevenire. Del resto dal 4 marzo il primo partito è il Movimento 5 Stelle. In questo contesto Barattoni, il segretario provinciale dai modi pacati con un stile d'antan nonostante la giovane età, firma un documento non proprio snello insieme ai colleghi di Modena e Reggio dove si chiede collegialità, l’apertura di una discussione, si rifiuta l'idea dell'Aventino. Firmato il 27 aprile, appena due giorni prima della celeberrima intervista di Renzi da Fazio a cui sono seguite le reazioni scandalizzate di tutti gli altri perché ai più è parso che avesse bruciato l’imminente direzione (anche se i numeri della direzione erano a suo favore prima e lo restano dopo l’intervista di Fazio). Prima di Barattoni, il sindaco aveva rilasciato dichiarazioni molto nette di critica a Renzi e al suo entourage. Insomma, i renziani della seconda e della terza ora, quelli che Renzi andava bene soprattutto perché vinceva, adesso sono pronti a mollarlo, ma non è chiarissimo per cosa. La sensazione di smarrimento è quanto mai forte, lo spettro di nuove elezioni politiche imminenti aleggia mentre incombe quello delle prossime amministrative 2019. Qui quasi tutti i sindaci Pd terminano il primo mandato. Si candideranno per il secondo? O sceglieranno la strategia di Deborah Serracchiani? Non si è ricandidata in Friuli per il secondo mandato da presidente per andare poi il giorno dopo la sconfitta dem in tv a dichiarare: «Abbiamo perso probabilmente anche perché, non ricandidandomi, non ho potuto valorizzare la bontà del lavoro fatto».
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ECONOMIA CAMERA DI COMMERCIO: BANDI PER LE AZIENDE
COPERTINA LA PIADINA IGP, TRA CHIOSCHI, RICETTE E INDUSTRIA
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ARCHEOLOGIA LE PREVISIONI (PASSATE) SUL MUSEO DI CLASSE
TURISMO LE PROSPETTIVE DEL TERMINAL CROCIERE
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DIRITTI UMANI CON AMNESTY UN INCONTRO PER GIULIO REGENI
SPORT VOLLEY: TEMPO DI BILANCIO PER LA CONAD TEODORA
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I-IV
MUSICA IL RAVENNA JAZZ FESTIVAL COMPIE 45 ANNI
INSERTO CENTRALE QUATTRO PAGINE DEDICATE ALLO SCRITTURA FESTIVAL
da pagina
39 INSERTO DI ANNUNCI IMMOBILIARI
RD &
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001
Anno XVII - n. 767
Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: commerciale1@reclam.ra.it; tel. 0544 408312 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872 Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola
E D I Z I O N E
Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Gianluca Achilli, Maria Cristina Giovannini (grafica). Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Galeati, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Guandalini, Giorgia Lagosti, Sabrina Lupinelli, Fabio Magnani, Alessandro Montanari, Enrico Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni. Fotografie: Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: Gianluca Costantini. Redazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA
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DAL 24 MAGGIO IN TUTTI GLI SPETTACOLI, IN TUTTA LA ROMAGNA
4 / PUNTI DI VISTA RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
LETTORI
FULMINI E SAETTE “Sembrava in ordine” (Casalborsetti) di Adriano Zanni
La redazione risponde
LA MAPPA ARCHEOLOGICA AGLI ARCHEOLOGI Caro direttore, sono un vostro appassionato e fedele lettore, considero “R&D” l'unico giornale locale che non abbia ancora abdicato al prorio ruolo di informazione e critica. Sono un archeologo professionista e mi ha quindi fatto estremamente piacere il risalto che avete dato recentemente alle tematiche relative ai Beni Culturali [...]. Le scrivo in particolare dopo la lettura del commento a pagina 3 del numero 765. [...] La missione dell'Università è principalmente quella di fare ricerca e formazione, scopi che per essere raggiunti devono necessariamente passare anche attraverso cantieri e progetti che si avvalgono del lavoro, ovviamente non retribuito, degli studenti. Ma la realizzazione di una carta archeologica ha bisogno di professionalità e competenze già formate e che già esistono sul territorio: gli archeologi professionisti. La nostra categoria è già troppo bistrattata, sfruttata, sottopagata e del tutto priva di tutele, assediata da archeologi improvvisati, tuttologi e volontari che pur di realizzare il sogno di “fare l'archeologo” sono disposti a farlo gratis. Il rapporto e la collaborazione scientifica con le strutture universitarie sono per me fondamentali, ma il loro ingresso nel mondo del lavoro è da valutare con attenzione se non si vogliono ridurre ancora di più le già scarse offerte (retribuite) per i lavoratori del settore.. Michele Fait
Gentile Michele, la ringraziamo per i complimenti ma soprattutto a farci molto piacere è quando un nostro commento diventa materia per riflessione con addetti ai lavori delle tematiche che trattiamo. La sua richiesta di attenzione alle conseguenze che possono avere interventi gratuiti in certi settori è pienamente con-
divisibile. Lei porta l’esempio di chi sogna di “fare l’archeologo” ed è comprensibile – del resto le assicuriamo che vale anche per chi sogna di “fare il giornalista” e purtroppo per molti alti lavori e in generale si potrebbe allargare il tema al rapporto lavoro/volontariato in senso lato, argomento che ci è peraltro capitato spesso di
trattare negli anni. Ma nel caso del commento del nostro giornalista che ha curato il primo piano dedicato ai beni archeologici (n. 761 del 22 marzo), l’intenzione era più che altro quella di mettere in mostra un paradosso forse troppo trascurato: una città come Ravenna con quello che sa di avere nel sottosuolo dovrebbe trattare
con cautela quella storia sepolta. Oppure i suoi amministratori abbiano il coraggio di dire che la carta archeologica è qualcosa che non vogliono. Finora il risultato è di aver speso dei soldi (pubblici) per restare a metà del guado. E stiamo pur sempre parlando di una città in cui la cementificazione è stata tutt’altro che timida.
Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale Sezione Provinciale Ravenna - ONLUS
Giornata Nazionale di lotta all'ictus cerebrale "ASCOLTA IL TUO CUORE PER SALVARE IL TUO CERVELLO"
Ravenna, domenica 20 maggio 2018 ore 8,30 - 12,30 Ambulatori Medicina - Presidio Ospedaliero di Ravenna Ingresso da Via Missiroli - 1° piano scala verde - scala gialla E' necessario prenotare telefonando al numero 331 1304368 dal lunedì al venerdì dalle ore 12.00 alle 14.00 e dalle ore 18.00 alle 20.00 I cittadini interessati alla prevenzione di questa patologia verranno sottoposti a prelievo di sangue, misurazione della pressione con ricerca di eventuale aritmia cardiaca al fine di calcolare il "rischio" individuale di ictus. Sarà disponibile materiale informativo. Non è necessario essere a digiuno. Coloro che presentano un alto rischio, eseguiranno l'ecodoppler delle carotidi. I risultati degli esami ed il calcolo del rischio di malattia cerebrovascolare verranno consegnati immediatamente.
A.L.I.Ce. Sezione provinciale di Ravenna-ONLUS con sede presso la Casa del Volontariato in Via Sansovino n.57, è una associazione di volontariato costituita per esclusivi fini di solidarietà sociale allo scopo di prevenire e limitare i danni e le sofferenze causate dall’ictus cerebrale. Fondamentale è la collaborazione con l’Unità Operativa di Neurologia del Presidio Ospedaliero di Ravenna e la collaborazione con il reparto di Cardiologia. Punto di Ascolto per pazienti e famigliari Ospedale S. Maria delle Croci - Rep. Neurologia Ogni mercoledì dalle 18,30 alle 19,30 Per informazioni telefonare al 389 0977365
Se desidera donare all'Ass.ne A.L.I.Ce. il 5 x mille: C.F. 92065250398 Per donazioni e atti di liberalità è possibile eseguire un bonifico utilizzando i seguenti codici:
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PUNTI DI VISTA / 5 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
L’OSSERVATORIO
TUTTO D’UN TRATTO di Gianluca Costantini
Cronaca vera: il bus, la Madonna, la capra e il gregge di Moldenke
Ogni tanto a parlare per me sono le notizie. Ecco i titoli di alcune delle principali pubblicate nell’ultima settimana dai quotidiani che ovviamente non avrete letto, visto che leggete solo Ravenna&Dintorni. Precisazione per evitare altri casi di psicosi: il titolo tra virgolette è reale e citato testualmente, quello che ho scritto tra parentesi potrebbe invece pure essere frutto della mia fantasia. «Il bus sbaglia manovra e rimane incastrato» (È successo vicino al duomo di Ravenna, dove pare siano tremate le pareti in seguito a quanto proferito in quei concitati momenti dall’autista). «Ritrovata una Madonna» (E non era una di quelle dell’autista di cui sopra, in questo caso si tratta di un dipinto rubato recuperato dai carabinieri). «Ridateci la messa della Madonnina» (Non nel senso che era una bella messa ma non proprio della Madonna, ma nel senso proprio che si faceva nella cappella dove c’è una piccola statua di Madonna. E io che pensavo che a Punta Marina la priorità fosse aprire un chiosco che faccia cocktail alcolici al parco...). «Insulti al sindaco su Facebook, faranno 15 ore di volontariato» (Accordo raggiunto tra il sindaco di Faenza Malpezzi e i genitori dei ragazzi che lo hanno insultato in febbraio per aver deciso di mantenere le scuole aperte anche con la neve: se la caveranno ripulendo con la lingua la merda dai marciapiedi). «Mio figlio colpito da una capra» (La denuncia di Sgarbi. No, scherzo, è successo veramente al parco di Cervia, dove la testa della capra è stata mozzata e appesa come monito per le altre davanti ai cancelli della fattoria). «Gregge al pascolo davanti alla Coop, multato il proprietario degli ovini» (Mimetizzata, è stata ritrovata tra il gregge anche la capra che ha incornato il bambino di cui sopra, poi lasciata impiccata all’ingresso del parco di Cervia per far capire alle famiglie che non succederà mai più). «Serata di gala per il giornalismo al Palace» (Padrino della manifestazione era Massimo Giletti). «Sorprende i ladri nella casa dei vicini. Ma viene pestato a sangue» (E con questa è finita la gloriosa esperienza dei gruppi di vicinato di Whatsapp...).
AN N U NCI E OFFE RTE D I L AVO R O D E LLE AZ I E N D E D E L TE R R ITOR I O
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6 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
PALAZZO MERLATO/1
PALAZZO MERLATO/2
«Rischio clinico per mancanza di medici all’ospedale»
STRADELLI E PALASPORT: L’INTERROGAZIONE DI ALBERGHINI Il consigliere d’opposizione solleva le questioni trattate in un servizio di R&D
Cambierà e Forza Italia raccolgono la denuncia del personale di Medicina
I consiglieri di opposizione del Comune di Ravenna Alberto Ancarani (Forza Italia) e Samantha Tardi (CambieRà) pongono al Sindaco un question time di indiscutibile rilevanza. Spiegano infatti di essere entrati in possesso di una lettera firmata da tutti i medici del reparto medicina dell’Ospedale Santa Maria delle Croci con timbro 26 Aprile 2018 nella quale emergono criticità tali per cui i firmatari parlano esplicitamente di «rischio clinico e gestionale elevatissimo correlato al numero di medici nettamente sottodimensionato…», evidenziano la presenza di un solo medico di guardia in turno notturno, specificano, riportano i consiglieri nel question time «quanto sia divenuto insostenibile e dunque a quali rischi possano essere esposti i pazienti, il lavoro dentro il citato reparto». Il reparto è tuttora retto da un facente funzione e, dicono anora Ancarani e Tardi «deve essere in ogni caso riconosciuto il merito a questo personale che si è distinto per il coraggio della denuncia e per il lavoro “in trincea” che pur in condizioni criticissime ha posto in essere in questo periodo». Nel documento i due evidenziano inoltre come «Il Comune di Ravenna per il tramite del Sindaco sia in quanto Assessore alla Sanità, sia in quanto componente della Conferenza socio sanitaria non può mettere la testa sotto la sabbia di fronte ad un problema così grave» e lo interroga per sapere « Quali siano i suoi intendimenti per risolvere le criticità denunciate; con quali tempi egli intenda imporre ad Ausl Romagna la soluzione a dette problematiche; se non ritenga gravissimo essere giunti fino ad oggi senza che venisse data risposta ad esigenze già esistenti e che si sono ulteriormente acuite». La risposta è attesa nel consiglio comunale convocato per il 3 maggio.
PALAZZO MERLATO/3
LE MAESTRE NON LAUREATE CHE RISCHIANO IL POSTO IN CONSIGLIO COMUNALE La questione dei Diplomati Magistrali approda in Consiglio Comunale a Ravenna il 3 maggio. Una delegazione del Comitato Diplomati Magistrali ha incontrato il 2 febbraio il Sindaco De Pascale e l’Assessore all'Istruzione Bakkali per chiedere un intervento che impegnasse il Sindaco e la Giunta ad adoperarsi presso tutte le sedi istituzionali, affinché si trovasse una soluzione definitiva per tutelare i lavoratori, gli allievi, le famiglie e l'intera comunità educante attraverso la salvaguardia dei contratti stipulati a tempo indeterminato e la tutela dei diritti dei docenti in possesso del diploma magistrale ante 2002 attraverso un'idonea procedura che tuteli la dignità e i diritti quesiti di questi insegnanti. Sono 60mila, denunciano dal Comitato, i maestri che verranno licenziati ed esclusi dalle graduatorie. A Ravenna sono circa 585 gli insegnanti che perderanno il posto di lavoro. Nella foto un momento di una manifestazione dello scorso inverno sullo stesso tema.
Dopo i nostri servizi che riportavano anche le critiche di addetti ai lavori mosse all’Amministrazione per la scelta di affidarsi agli uffici comunali per la progettazione del nuovo palazzo dello sport e anche sul bando per il rifacimento degli stradelli retrodunali, Massimiliano Alberghini (Lega Nord) interroga il Sindaco su questi temi e in particolare «sulle motivazioni che hanno portato ad escludere il coinvolgimento dei giovani progettisti nello sviluppo e nel futuro del nostro territorio, definendoli di fatto non idonei e con idee e proposte suggestive e non concrete, e se non ritiene azzardata tale scelta; se non ritiene eccessiva l’affermazione che la parte estetica di un progetto non debba rivestire un fattore determinante (affermazione riportata proprio dal nostro settimanale e dal nostro sito); a quanto ammonta l’eventuale compenso aggiuntivo commisurato ai tecnici comunali per gli incarichi conferiti; sul motivo per il quale il bando degli stradelli non è stato effettuato seguendo le nuove procedure attuative in uso oggi e cioè due fasi progettuali : una prima fase per selezionare le idee migliori, snella, semplice ed aperta a tutti, una seconda fase a selezione che approfondisca quelle idee in un progetto a scala più dettagliata e se con riferimento al futuro “Pala Fagnani” (Alberghini ironicamente definifisce così il futuro palazzetto fortemenete voluto dall’assessore allo sport Roberto Fagnani, ndr.), è stato effettuato un adeguato studio che motivi la reale necessità per la città di tale struttura , sia in funzione di eventi sportivi , sia in funzione di altri eventi e dei futuri costi di gestione di una struttura cosi imponente.
ECONOMIA / 7 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
CAMERA DI COMMERCIO
VITICOLTURA
Nuovi bandi per il sostegno allo sviluppo delle piccole imprese Stanziati 600mila euro per il 2018
CAVIRO, VERSATI 7,4 MILIONI PER UNA QUESTIONE FISCALE Il gruppo ha risolto una controversia che durava da vent’anni in Portogallo
Domande dal 2 maggio per creazione di nuove aziende, partecipazione a fiere e adeguamento dei sistemi di sicurezza Dal 2 maggio le imprese della provincia di Ravenna possono presentare alla Camera di Commercio le richieste di contributo a fondo perduto, a fronte di investimenti finalizzati alla creazione di nuove imprese, alla partecipazione a fiere all'estero o a progetti di internazionalizzazione, all'adeguamento dei sistemi di sicurezza e videoallarme e all'ottenimento di certificazioni ambientali e sociali. Già attivo dall'inizio dell'anno scolastico 2017-2018 invece il bando per sostenere le imprese che ospitano studenti in alternanza scuola-lavoro. Si attiverà sempre il 2 maggio anche il bando 2018 per il sostegno alla competitività di imprese e territorio, al quale potranno partecipare soggetti pubblici e privati per la realizzazione di iniziative di valorizzazione del territorio che riguardino gli ambiti di intervento per l'ente. I fondi dell’ente camerale ravennate a disposizione delle imprese per l'anno 2018 ammontano complessivamente a 600mila euro. La Camera di Commercio di Ravenna, che ha avviato nelle scorse settimane il processo di accorpamento con quella di Ferrara, ha confermato anche per quest'anno di transizione il proprio impegno nel sostegno al mondo dell'imprenditoria, con finanziamenti a fondo perduto pari al massimo al 50 percento delle spese ammissibili. Anche per il 2018 priorità alle imprese che possiedono il rating di legalità, indicativo del rispetto della legalità e di comportamenti etici in ambito aziendale. «Gli interventi a sostegno delle imprese sono stati confermati per il 2018 – precisa il presidente Natalino Gigante – dopo una attenta analisi sulla loro coerenza con le nuove funzioni camerali individuate dal decreto di riforma. Anche in vista del futuro accorpamento, ci attende una sfida importante, quella di ridisegnare le nostre competenze in maniera sempre più efficace e utile allo sviluppo economico del
Nuovi bandi per il 2018 dalla Camera di Commercio di Ravenna: i testi delle gare su www.ra.camcom.gov.it
nostro territorio e delle nostre imprese». Per tutti i bandi attivati sarà obbligatoria la presentazione in via telematica, attraverso la piattaformaWebtelemaco. Per ogni approfondimento su requisiti di partecipazione, spese ammesse, ammontare del contributo, valutazione delle domande, si rinvia ai testi dei bandi, sul sito camerale www.ra.camcom.gov.it.
«Seppure a tutti gli effetti dalla parte della ragione, abbiamo deciso di chiudere una controversia fiscale che andava avanti da vent’anni in Portogallo versando la somma di 7,4 milioni di euro in un’unica rata. Un’enorme perdita per il nostro patrimonio ma abbiamo archiviato una minaccia potenzialmente mortale per l’intero gruppo». Così il direttore generale di Caviro, Simonpietro Felice (nella foto), in occasione dell’assemblea di bilancio svoltasi il 27 aprile ha riassunto una delle questioni che hanno segnato il 2017 del consorzio di vitivinicoltori di Faenza. Questi i numeri del bilancio 2017. Il valore della produzione del gruppo è in crescita e supera i 328 milioni di euro. Positivo anche il margine operativo lordo (Ebitda) che raggiunge la cifra di 24,7 milioni di euro mai toccata prima. Un altro segno più il gruppo lo registra nell’export, che per il solo settore vino passa dal 32 percento al 34,4 sul totale dei ricavi B2C (Business to Consumer). Sul fronte dei ricavi l’incidenza del vino sul totale passa dal 73 percento al 70, diminuisce anche l’area Distilleria (dal 22 al 21 percento) mentre cresce il ramo Energia e Ambiente, che passa dal 5 al 9. Per quel che concerne le vendite dell’intero Gruppo in Italia passano dal 73 al 71 percento a vantaggio dell’export, incluso quello di Caviro Distillerie, che tocca il 29 percento contro il 27 dell’anno precedente.
10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
LA SENTENZA Dop e Igp: ecco i prodotti della provincia di Ravenna Dop (Denominazione di Origine Protetta) e Igp (Indicazione Geografica Protetta) sono marchi di qualità rilasciati dall’Unione Europea. La differenza sta nel fatto che per i prodotti Dop tutto ciò che concerne l’elaborazione e la commercializzazione del prodotto ha origine nel territorio dichiarato; mentre per il prodotto Igp il territorio conferisce al prodotto le sue caratteristiche peculiari, ma non tutti i fattori che concorrono all’ottenimento del prodotto provengono dal territorio dichiarato. In provincia di Ravenna l’unico prodotto Dop è l’Olio extravergine di oliva di Brisighella, mentre per quanto riguarda gli Igp la Piadina Romagnola nel 2014 – come raccontiamo nell’articolo principale di questa pagina – è andata ad aggiungersi alle Pere e alle Nettarine dell’Emilia Romagna, allo Scalogno di Romagna e allo Squacquerone di Romagna.
«La piadina romagnola va prodotta in Romagna» Il tribunale europeo “conferma” l’Indicazione Geografica Protetta «La piadina romagnola, industriale o artigianale, va prodotta in Romagna». Lo ha stabilito nei giorni scorsi il tribunale Ue con una sentenza che ha respinto il ricorso avanzato dall’azienda modenese Crm per una vicenda che va avanti dal 2013 e che è strettamente legata al marchio Igp, ottenuto non senza polemiche (per usare un eufemismo) dalla “piadina romagnola” quello stesso anno. La domanda di registrazione era stata proposta alle autorità italiane nel 2011 dal Consorzio per la promozione della piadina, nato in quegli anni a Rimini e di cui fanno parte soprattutto aziende che la producono in forma industriale (vedi articolo a fianco). Una richiesta che portò alle proteste dei produttori artigianali dei tradizionali chioschi, preoccupati per il fatto che le loro piadine potessero venire di fatto equiparate, ai fini dell’Igp, a quelle industriali. A fine 2012 le autorità italiane depositarono comunque in Commissione europea la dichiarazione di registrazione, impugnata appunto l’anno seguente dalla modenese Crm (che produce, oltre a tigelle e molto altro, anche piadina, fuori dalla Romagna) di fronte al Tar che ne aveva accolto inizialmente il ricorso, ignorato però di fatto dalla stessa Commissione e poi annullato nel 2015 dal Consiglio di Stato. Nel frattempo, la Crm ha portato il ricorso al Tribunale europeo che ora ha respinto definitivamente l’istanza. Lo storico riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (Igp) è arrivato invece ufficialmente nel 2014 e secondo i promotori rappresenta «la giusta tutela di un prodotto patrimonio di tutta la Romagna, da decenni alle prese con numerosissimi tentativi di imitazione e contraffazione». Dal 2014 quindi si può chiamare “piadina romagnola/piada romagnola, anche nella variante alla riminese”, solo quella prodotta e confezionata esclusivamente nel suo luogo di origine, la Romagna. Solo i produttori che la producono secondo il disciplinare approvato possono commercializzare la “piadina romagnola Igp”. Nessun altro. Compresa la stragrande
maggioranza dei chioschi tradizionali che, non avendo aderito al Consorzio Igp, dovranno continuare a chiamarla solo piadina, pena una multa (come capitato negli anni scorsi alla Fattoria La Rondine, per un caso finito addirittura davanti alle telecamere di Report). Tassello fondamentale nel riconoscimento Igp è stata l’approvazione del Disciplinare che recepisse tutti gli elementi patrimonio della piadina romagnola: caratteri storici, tradizioni, confini geografici, materie prime del prodotto. Quattro gli ingredienti base ammessi dalla Ue: farina di grano tenero; acqua (quanto basta per ottenere un impasto omogeneo partendo da un kg di farina); sale (pari o inferiore a 25 grammi); grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi). Il disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti lievitanti (carbonato acido di sodio, difosfato disodico, amido di mais o frumento, fino a 20 grammi), con il divieto assoluto di aggiungere conservanti, aromi e/o altri additivi. Dopo l’impasto e la porzionatura in pani o palline, il passo successivo è la laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. Infine, la cottura su un piano cottura che varia da 200 a 250°C con un massimo di 4 minuti. Per potersi fregiare dell’Igp la piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite, immediatamente a seguito del raffreddamento postcottura, anche nel caso del prodotto congelato; sono consentiti, nella sola fase di confezionamento, l’impiego dell’atmosfera modificata e/o l’aggiunta di alcool naturale, nella misura massima del 2% in peso espresso in sostanza secca (termini massimi di conservazione 60 giorni con refrigerazione, 90 a temperatura ambiente, 12 mesi in caso di congelamento) . Il disciplinare presenta la piadina al consumo in due tipologie: quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm).
Il caso è legato al marchio Igp, ottenuto nel 2014 dopo le polemiche: quasi nessun chiosco lo sfrutta. Ecco cosa prevede il disciplinare
IL CONSORZIO IGP
«E ORA AL LAVORO PER FARLA DIVENTARE PATRIMONIO UNESCO» Il presidente dell’ente che raggruppa 16 aziende da 85 milioni di euro
Naturalmente soddisfatto per la sentenza del tribunale europeo Alfio Biagini, il presidente del Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola, nato a Rimini allo scopo di richiedere il certificato Igp, poi ottenuto nel 2014 come ricordiamo nell’articolo principale. Scopo del Consorzio è quello in primis di controllare sia rispettato il disciplinare tra le aziende associate e che non ci siano sul mercato prodotti che sfruttano il nome “piadina romagnola” senza esserne autorizzati. «Abbiamo agenti che vigilano – ci dice Biagini, contattato al telefono –, sia su internet che nei supermercati, e grazie alla nostra attività siamo riusciti a risolvere diversi casi, contattando direttamente le aziende prima di arrivare alla denuncia, che potrebbe portare a multe anche da 40-50mila euro». L’altro compito del Consorzio è quello di promuovere la piadina Igp, attraverso per esempio anche la partecipazione a fiere, come l’imminente Cibus di Parma. Certo che una grossa mano la potrebbe dare un riconoscimento mondiale come quello Unesco “Patrimonio dell’umanità”, a cui la piadina pare ambire dopo l’idea lanciata alcuni mesi fa dal ministro Franceschini. «In Regione abbiamo già chiesto informazioni sul percorso da seguire, ma stiamo aspettando un nuovo Governo, per approfondire – continua Biagini –, ma di certo facciamo sul serio. La piadina rappresenta un popolo, un territorio, ed è anche entrata nel cuore di tutti quelli che in Romagna sono passati». Sì, ma quale piadina? In passato il marchio Igp ha portato anche a grandi polemiche per la sorta di uniformazione tra la cosiddetta piadina industriale e quella artigianale, dei chioschi. Il marchio è stato fortemente voluto dai produttori di quella industriale, che la esportano fuori dalla Romagna e dall’Italia e sono loro (tranne poche eccezioni) ad aver fondato e ad essere associati al Consorzio (sono 16 gli aderenti in tutto, di cui 3 aziende proprietari di vari chioschi, per un fatturato complessivo che nel 2017 ha superato gli 80 milioni di euro, a fronte di 500 occupati). «La piadina industriale e quella dei chioschi è sempre piadina, solo che una viene mangiata al momento e l’altra viene confezionata. Ma il sistema di lavorazione è lo stesso, anche molti chioschi usano l’impastatrice, per esempio, e per loro il marchio Igp può essere un “plus” da esibire, senza per questo smettere di produrre, indicando le differenze, anche la loro piadina con varianti rispetto al disciplinare approvato dalla Ue. Abbiamo predisposto per loro un percorso agevolato, praticamente gli unici costi sono quelli per l’ente certificatore, 100 euro l’anno».
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3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
L’AZIENDA
Là dove si fanno 30mila piadine all’ora E si vendono anche in Australia Il caso di Deco Industrie, con 18 milioni di confezioni inviate in un anno nei supermercati di tutto il mondo: «Con il marchio Igp abbiamo fatto chiarezza ed eliminato prodotti falsi»
Immaginatevi 30mila piadine. Una per ogni residente di Lugo, più o meno. Trentamila piadine, negli stabilimenti di Deco Industrie, vengono sfornate in un’ora. E per 24 ore al giorno se necessario, ininterrottamente. Complessivamente in un anno sono circa 18 milioni le confezioni (da 3, 4 o 5 piadine tra tradizionali, al kamut, “light”, integrali, per una dozzina di tipologie in tutto) prodotte dal gruppo di Bagnacavallo, tra le realtà più importanti che hanno fondato il Consorzio di promozione che ha promosso e ottenuto (vedi pagina a fianco) la certificazione Igp. Un marchio di qualità di cui si può fregiare ovviamente anche una delle varie tipologie prodotte da Deco (quella che rispetta il disciplinare approvato dall’Unione europea) della ormai celebre “Loriana”, dal nome della signora che, insieme al marito Eolo aprì un laboratorio artigianale a Forlì negli anni sessanta. Nel decennio successivo da quel laboratorio nasce la società Vera Romagna che, confezionata a peso, inizia a commercializzare la piadina a marchio Loriana fuori dai confini regionali, per poi proseguire la propria espansione grazie anche agli spot degli anni novanta con il sottofondo della musica di Casadei, fino all’acquisizione all’inizio degli anni duemila da parte di Deco, che continua a produrla negli stabilimenti di Forlì, su una superficie di 2.500 metri quadrati, occupando (solo per le piadine) oltre cinquanta persone. A parlarcene è il responsabile Paolo Emilio Schiavetti, che ha vissuto il passaggio tra la “bottega” e quella che oggi è «un’industria tecnologicamente molto avanzata». «Noi pensiamo che tutti possono contribuire a migliorare la visibilità e far conoscere la piadina in Italia e nel mondo – ci dice tornando al marchio Igp fortemente voluto da Deco – e che la certificazione abbia fattto chiarezza e possa
contribuire a togliere dal mercato tanti prodotti all’estero che non avevano né arte né parte ma che erano venduti come piadina romagnola. Riteniamo che la piadina industriale non abbia niente da invidiare a una di un chiosco e che le due attività debbano collaborare per far accrescere il successo di questo prodotto che noi otteniamo per esempio da una farina di filiera di grani romagnoli, tracciati, che seminiamo insieme a un consorzio di sementi e a Terremere in determinati terreni facilmente individuabili». E la produzione vera e propria? Come si produce una piadina industriale? «Rivisitando i procedimenti manuali e storici in chiave industriale – continua Schiavetti –: a mano si impasta un chilo di farina in dieci minuti, con le nostre macchine impastatrici riusciamo invece a fare circa 400 chili di pasta in venti minuti. Poi viene porzionata e stesa, cotta su forni a fiamma diretta che vanno a ricalcare l’idea della piastra e del testo, raffreddata e poi confezionata». Verso supermercati e, in particolare, verso il resto dell’Italia e del mondo. Perché solo una piccola percentuale viene venduta in Romagna. «Difficile essere profeti in patria – sorride Schiavetti –, i nostri mercati principali sono Lombardia e Veneto ma guardando i flussi di vendita ci sono anche molte sorprese, come la Puglia, nonostante abbia tanti prodotti nel campo della panificazione, o il resto d’Europa fino alle vendite negli Stati Uniti e in Australia, grazie in particolare a colonie di italiani espatriate». Secondo Schiavetti il segreto della piadina è insito nella Romagna, e in particolare nella Riviera. «Chi, almeno tra gli italiani, non è mai stato in vacanza in Romagna? Ecco, io credo che con la piadina le persone cerchino anche di rivivere il ricordo di quella vacanza, una volta tornati a casa...». (lu.ma.)
Nel Consorzio Igp anche Orva e Gastone Deco Industrie, di cui parliamo in questa pagina, è solo una delle imprese ravennati che aderiscono al Consorzio Piadina Romagnola Igp. Da segnalare anche la presenza di altre due grosse realtà della piadina cosiddetta industriale come l’Orva di Bagnacavallo (che produce 400mila piadine al giorno, oltre ad altri svariati prodotti da forno) e Gastone srl di Ravenna (con quasi 1 milione di farina lavorata in un anno, con 19 dipendenti) e La Piadina del Mare, azienda con alcuni chioschi e locali non industriali nel Cervese.
Uno scatto dagli stabilimenti della Deco dedicati alla piadina
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LA PANORAMICA
Oltre duecento piadinari in provincia: un chiosco può valere anche mezzo milione In sette casi su dieci l’attività è portata avanti da un’impresa famigliare e femminile A Cervia e Milano Marittima affitti fino a 40mila euro all’anno. Concessioni “sold out” nelle zone più urbanizzate di Luca Manservisi
Sono oltre duecento i chioschi di piadina in provincia di Ravenna, di cui ben oltre la metà solo nei comuni del capoluogo e di Cervia. Per il 70 percento dei casi – secondo una stima Cna – si tratta di imprese famigliari (in genere composte da due persone) prettamente femminili. Ma con la recente possibilità di ampliare i chioschi anche oltre i 20 metri quadrati (i più piccoli e tradizionali non superavano i 10) non è raro che vi lavorino anche 4-5 persone. Difficile stimare il giro d’affari, anche se alcuni dati possono rendere l’idea. A inizio aprile per esempio è stato pubblicato sui siti specializzati un annuncio di vendita di un chiosco lungo la statale Adriatica, nel Cervese, a 250mila euro. Stando a quanto ci hanno dichiarato alcuni addetti ai lavori, un chiosco in centro a Cervia o Milano Marittima può invece superare come valore stimato anche il mezzo milione di euro, con fatturati annui tra i 250 e i 300mila euro. E affitti che possono arrivare anche a 40mila euro all’anno. A Ravenna, un chiosco di medie dimensioni è stato da poco trattato per cifre attorno ai 150mila euro, a fronte di fatturati che possono superare anche i 200mila euro, ma che in molti altri casi, nel capoluogo, non arrivano a 100mila euro. La differenza, oltre che la qualità della piadina, la fa la posizione. Che al momento però non è possibile scegliere, non essendoci concessioni disponibili su aree pubbliche, almeno nelle zone maggiormente urbanizzate o turistiche (i chioschi di piadina rientrano nella famigerata direttiva Bolkestein e recentemente tanti, tranne qualche raro caso, sono stati riassegnati tramite avviso pubblico). Abbiamo chiesto a Jimmy Valentini, responsabile settore Alimentare della Cna della provincia di Ravenna, come sia finita la diatriba di qualche anno fa legata al marchio Igp, che aveva visto i chioschi schierarsi contro la certificazione che, di fatto, ha uniformato la loro piadina a quelle industriali (come spieghiamo a pagina 10 e 11). Anzi, a oggi, possono chiamare la loro “Piadina romagnola” solo i 4 chioschi sugli oltre 200 di tutta la provincia aderenti al consorzio che tutela l’Igp. «Semplicemente – risponde Valentini – ci siamo resi conto che questo nella stragrande maggioranza dei chioschi non era un problema perché non utilizzavano la dicitura “piadina romagnola”: basta la parola “piadina” e magari neanche quella, qui in Romagna, dove i chioschi hanno già una loro
Un chiosco di piadina in una foto di Adriano Zanni
Valentini (Cna): «Nessun conflitto con il Consorzio del marchio Igp Per i chioschi non è importante scrivere “piadina romagnola”: avevano già una loro identità senza la certificazione» identità. Che siano a strisce bianco-rosse (come a Cervia, ndr), bianco-verdi (come in particolare a Ravenna, ndr) o bianco-azzurre (in alcune zone del mare, ndr), poco cambia. Si sa che lì puoi trovare la piadina romagnola. Al momento, come Cna, abbiamo un rapporto positivo con il Consorzio Igp che prevede per quei chioschi che lo vogliano un percorso di certificazione a costi minori e con meno burocrazia. Anche per i chioschi, infatti, l’Igp potrebbe comunque essere un valore aggiunto alla propria attività». Notizia di questi giorni è anche la sentenza del tribunale europeo che ribadisce come “piadina romagnola Igp” debba essere prodotta (e confezionata) solo in Romagna. «La sentenza ha ribadito un'ovvietà – dice Valentini –, nel senso che il regolamento Igp europeo è una caratteristica di protezione territoriale, e se ci fosse stata una sentenza diversa sarebbe probabilmente crollato tutto
il “castello” di tutte le protezioni europee: per questo credo che sia stato azzardato anche solo far arrivare a giudizio la vicenda. Piuttosto mi colpisce e mi dispiace che il ricorso sia arrivato dall’Italia (e in particolare un’azienda modenese, vedi pagina 10, ndr), che con il marchio Igp invece può essere tutelata all’estero». Una questione da sempre aperta è quella legata ai regolamenti, tra consumo sul posto e somministrazione. «Al momento con i Comuni di Ravenna e Cervia la situazione è abbastanza chiara e soddisfacente – continua Valentini –: oggi si è raggiunto un equilibrio tra la tradizione del chiosco, l’esigenza di mettere a sedere la gente e quella di non danneggiare bar o altri locali vietando la somministrazione di caffè o vino, per esempio, o vincolando Ravenna e Cervia a proporre solo piadine e crescioni, senza fare diventare i chioschi dei bazar (caso a parte è
quello di Faenza, dove i chioschi sono di tutt’altro genere e vendono anche pizze e altri generi alimentari, ndr)». Particolarmente soddisfatto per l’atteggiamento del Comune è il responsabile per Confartigianato di Cervia, Raffaele Biguzzi. «Negli ultimi anni l’Amministrazione ci è venuta incontro su suolo pubblico e ampliamento dei chioschi. D’altronde in questi anni la nostra attività (Biguzzi ha un chiosco a Pinarella, ndr) ha continuato ad espandersi, andando incontro alle esigenze dei turisti e delle famiglie che, con la crisi, potevano, e possono, consumare un pasto completo a 20 euro per due adulti e due bambini, all’aria aperta. La nostra clientela – termina Biguzzi – è di tutti i generi e negli ultimi anni ci siamo organizzati per intercettare anche i clienti musulmani, con piadine senza strutto, che per motivi religiosi non possono mangiare, ma con l’olio d’oliva...».
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IL GASTRONOMO
Graziano Pozzetto
«L’identità della Romagna è nei chioschi, non nella piadina industriale»
NEL TEMPIO DELLA PIADINA: «IL NOSTRO SEGRETO? RISPETTARE LE TRADIZIONI» Rita Mazzillo della Ca' de Vèn: «Mai cambiato ricetta. E i turisti apprezzano»
Graziano Pozzetto contro il marchio Igp: «Solo un’operazione di marketing» «L’identità romagnola è nei chioschi di piadina che ti accolgono appena entrato in Romagna, non certo in quella industriale, che ne è solo una scimmiottatura». Parlare della recente sentenza del tribunale europeo (vedi pagina 10) è come riaprire una ferita per Graziano Pozzetto, noto scrittore (nel 2005 ha dedicato un intero libro alla piadina romagnola), gastronomo e ricercatore di San Pietro in Campiano, fra i fondatori storici del movimento Slow Food con cui ha raccolto qualche anno fa migliaia di firme contro la certificazione Igp della “piadina romagnola”. «Si è trattato solo di un’operazione di marketing sulla pelle della migliore tradizione, di un patrimonio di tutti i romagnoli». Il riferimento è alla piadina cosiddetta industriale, quella confezionata e venduta nei supermercati i cui produttori sono stati tra i proponenti della richiesta e sono tuttora per la maggior parte i membri del consorzio che detiene il marchio. Marchio, quello di “Piadina Romagnola Igp”, che non è invece utilizzabile dai chioschi di piadina (tranne quei pochissimi che hanno deciso di aderire) ma ad appannaggio dei produttori industriali che la esportono fuori dalla Romagna e anche dall’Italia. «Il Mediterraneo ne esce a pezzi, l’Europa di fatto non sa distinguere tra un prodotto industriale, ora nobilitato dall’Igp, e uno invece veramente tipico». Secondo Pozzetto la prima discriminante è fin quasi banale. «La vera piadina si mangia entro 60 secondi, non entro 90 giorni come c’è scritto nelle confezioni delle altre, che sono precotte e utilizzano materie prime di tutto il mondo. L’impa-
IL LOCALE STORICO
sto della piadina tradizionale, poi, va lasciato maturare, il bravo piadinarolo lo prepara il giorno prima, senza la scorciatoia furbastra dei lieviti. Altre differenze sono che si usano le mani, naturalmente, e che l’impasto viene steso con il mattarello rugoso, più grosso e più corto di quello tradizionale. Le ricette sono decine e decine, le varianti possono essere 60 o 70 ed è questa un’altra ricchezza della piadina autentica, tradizionale, mentre quella industriale Igp deve attenersi a un rigido disciplinare che ne priva di poesia». E la farcitura migliore, secondo Pozzetto? «Essendo un pane neutro ci sono due possibilità: abbinamenti delicati, come lo squacquerone o ancor meglio il raviggiolo, o saporiti, che possono andare dalla salsiccia alla pancetta, fino ai sardoncini in graticola e a gli affettati come la coppa di testa, che adoro ma che purtroppo pochi chioschi hanno, preferendo abbinamenti molto commerciali. E poi detesto l’impossibilità di potersi bere in un chiosco un bicchiere di vino (in molti casi vietato, essendo somministrazione, dai regolamenti comunali, ndr), a favore invece di beveraggi all’americana». «Per fortuna – termina Pozzetto – ci sono anche posti che nel tempo sono rimasti dei templi della piadina, la vera Romagna come le Ca' de Vèn o Ca’ de Bè. Ma il ruolo dei chioschi resta fondamentale nell’accogliere gli ospiti della nostra riviera e poter mangiare cibo di strada tradizionale con pochi euro, alla faccia di chi esce dal supermercato con una confezione di piada precotta...». Luca Manservisi
«Deve essere consumata entro 60 secondi, non 90 giorni. L’impasto deve riposare 24 ore e le varianti sono una ricchezza»
«Il nostro segreto? La tradizione. Se non segui la tradizione non vai avanti: è la base della nostra cucina». A dichiararlo è Rita Mazzillo della Ca’ de Vèn, vera e propria istituzione ravennate citata anche qui a fianco da Pozzetto come uno dei pochi “templi” della piadina ancora oggi attivi in Romagna. «I turisti ci dicono che la nostra è diversa dalle altre, e lo è solo perché non abbiamo accettato il diktat del Consorzio (il disciplinare da seguire per ottenere il marchio Igp, a cui la Ca' de Vèn non ha aderito, ndr), mantenendo la nostra antica ricetta della signora che per la prima volta faceva la piadina qui, eliminando solo un po’ di strutto rispetto ad allora. A fare la differenza è anche la farina, del Molino Benini, e l’assenza del lievito, ci mettiamo solo un po’ di bicarbonato, con l’impasto che viene fatto riposare 24 ore. Ora continua a farla una “ragazza” di 57 anni, che è alla Ca’ de Vèn da 33 anni e da pochi mesi ad aiutarla in cucina c’è anche una giovane avvocatessa che ha preferito abbandonare la sua professione per “rilassarsi” a fare piadine...». Di lavoro, certamente, alla Ca’ de Vèn non manca, se è vero che negli ultimi tre giorni, ci dice Rita al telefono, abbiamo fatto quasi 4 quintali di impasto, «e se consideri che per una piadina ne servono 100-110 grammi...». E i turisti cosa chiedono? «Si affidano a noi per assaggiare la vera piadina tradizionale, che è quella con prosciutto e formaggio, oltre al crescione con le erbe. In molti tornano da città del nord e ci dicono che vogliono portarsi la piadina a casa...»
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CENNI STORICI
Da pane povero a pasto del giorno di festa: la tradizione della piadina Nasce azzima e unta. In passato si cuoceva anche sulla graticola. Con la farina di mais si preparava il “piadotto”. Il diametro del disco si restringe spostandosi dal sud al nord della Romagna di Giorgia Lagosti
Come per qualsiasi altra ricetta legata alla tradizione, anche per la piadina romagnola possiamo trovare moltissime varianti, locali, addirittura familiari. Non esiste una ricetta autentica rispetto alla quale le altre siano sbagliate ma semplicemente diverse linee di pensiero, varie versioni che cambiano da zona a zona. Oggi, in linea di massima, le variazioni sul tema giocano sul dosaggio degli ingredienti e sullo spessore del “disco” ma in passato le “possibili” piadine erano molteplici ed erano tutte dettate dalla stagionalità, dalla storia della famiglia e del luogo, dalla situazione economica e dall’uso che se ne doveva fare. Ma partiamo dalla sua origine che certamente è da ricercare molto indietro nel tempo e sulle tavole della povertà: azzima, salata e possibilmente unta, era il sostitutivo del pane quando non ce lo si poteva permettere o nel momento in cui finiva quello della “cotta” settimanale. Solitamente era priva di componenti dolci tranne qualche eccezione per il miele, soprattutto nella zona del Ravennate e del Cervese: qui la piadina che veniva preparata per il consumo “del giorno dopo” era mantenuta morbida e fragrante proprio attraverso l’utilizzo di questo dolcificante naturale che le donava anche un colore dorato e invitante. Ancora oggi ci sono molte famiglie che conservano questa tradizione. Dalla costa ci spostiamo ora verso la collina, territorio più povero della pianura e all’interno del quale era necessario fare di necessità virtù. Qui, spesso, la piadina veniva prepara utilizzando la farina di castagne, decisamente poco costosa e reperibile con grande facilità. Oggigiorno se ne trovano versioni analoghe in alcune delle quali viene aggiunta anche l’uva passa a fare di questa piadina quasi un dolce, perfetto da intingere nel latte alla mattina. Poi non vanno dimenticati i macinati di orzo, di farro, di avena, di
ceci e di legumi. E nemmeno la farina di mais con la quale si preparava il “piadotto”, antica ricetta codificata già da Spallicci. A onor del vero questa versione non aveva una buona reputazione: i romagnoli non hanno mai amato il mais perché costava molto meno della farina di grano e veniva usato per preparazioni povere. Il “piadotto” era quindi considerata la piadina della fame. Insomma, da quanto detto, è facile dedurre che l’appellativo piadina rappresentava un impasto semplice, abbastanza neutro che doveva neces-
sariamente dare un grande senso di sazietà, una preparazione dalla forma a disco fatta con una farina, qualunque fosse la sua provenienza, il sale, un grasso e un liquido per impastare. E proprio a proposito di liquidi, oggi come allora, possiamo trovare chi utilizza solo acqua, chi miscela metà acqua e metà latte, che opta per il solo latte. Qualcuno aggiunge addirittura vino bianco. E la cottura? Se pensiamo che da sempre la piadina venga cotta sulla teglia, ci sbagliamo. Poteva infatti accadere che fosse cotta sulla graticola o anche sulla arola del camino. In questi casi spesso veniva arricchita con i ciccioli e la si lasciava più spessa. Altra variante, dopo gli ingredienti, riguarda lo spessore. Ecco un breve excursus di stili: partendo dalla costa riminese, dove la piadina è sottile sottile e si chiama solitamente piada, e procedendo verso il cesenate e il forlivese, e a nord sulla costa verso Ravenna, e ancora da qui verso l’interno, fino a salire sulle colline e poi sulle montagne, la piadina, senza perdere la sua friabilità, diventa grossa. Circa invece la grandezza del disco, altra caratteristica distintiva, la troviamo più larga nel sud della Romagna, più stretta salendo a nord. Veniamo infine agli accompagnamenti: tanto o poco che fosse, insieme alla piadina si mangiava di tutto. Secondo la stagione, il territorio o la ricchezza, le si accostavano erbe di campo, di orto o di pineta, lessate o soffritte in padella con aglio, cipolla o scalogno e con pancetta, lardo o strutto. Poi i formaggi, freschi o stagionati, i salumi del “caro” maiale, gli arrosti e le grigliate. Ancora, la potevamo trovare a “fare scarpetta” per intingoli unti e sugosi, il più delle volte ricchi di verdure e poveri di carni. Non tralasciamo infine il nostro pesce, quello azzurro, quello dell’Adriatico che con sarde, sardoncini, sgombri, zanchetti, zuppe e brodetti, rendeva la piadina un pasto da giorno di festa.
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CURIOSITÀ/1
CURIOSITÀ/2
Quelli che hanno esportato la piadina romagnola...
I MIGLIORI RISTORANTI DI RAVENNA? LE PIADINERIE...
A Barcellona un ristorante ha varato anche la versione catalana e la piada-burger Nei mercati di Bruxelles un furgone propone “Il sapore della Dolce Vita”
Aperto nel 2015 nel barrio gotico di Barcellona, in questi anni è diventato un punto di riferimento per i tanti romagnoli che vivono nella città catalana e per gli spagnoli che vogliono gustare la cucina italiana. Anzi, la cucina romagnola. Il ristorante si chiama infatti esplicitamente “Ro.Magna” e propone vere e proprie istituzioni della cucina locale, dal cappelletto al ragù fino naturalmente alla piadina, proposta (a circa 8 euro a porzione) in varie versioni: dalla classica prosciutto, squacquerone e rucola a quella catalana (con salsa romesco, melanzane, radicchio, formaggio di capra e cipolla caramellata) fino alla piada-burger. «Ma la piadina fa più fatica a entrare tra le abitudini degli spagnoli, che rappresenatno la maggior parte dei nostri clienti; abbiamo avuto più successo con i cappelletti e in generale la pasta fatta in casa». A parlare è il ravennate Gianluca Grilli, tra i soci del locale che però, di fatto, gestisce a distanza. «Inizialmente cercavo di andare ogni weekend, ora vado più di rado e la problematica maggiore è proprio quella della gestione a distanza, affidandosi a chi è sul posto». «Fondamentalmente – continua Grilli – l’idea era di realizzare un vero e proprio progetto culturale oltre che eno-gastronomico, un’esportazione del nostro territorio, con tanto di punto vendita degli articoli più disparati, a partire dai racchettoni. Ora è diventato più che altro invece un ristorante, molto attivo come take-away». Quella di Ro.Magna non è certo l’unica esperienza nel campo dell’esportazione della piadina romagnola, per citare la celebre canzone di Samuele Bersani: tra i casi più curiosi da segnalare l’avventura imprenditoriale delle ravennati Clara Fori ed Elisabetta Saporetti, partite otto anni fa da Bologna, dove hanno studiato all'università e hanno lasciato i loro lavori di educatrice e assicuratrice per vendere la piadina romagnola a Bruxelles. Con il loro furgone (ribattezzato “Il sapore della Dolce Vita”) lavorano nei vari mercati della capitale belga, dove propongono una sorta di aperitivo all'italiana.
Gianluca Grilli (sopra a destra) nel ristorante Ro.Magna di Barcellona; qui sotto il furgone delle ravennati a Bruxelles
Sono 5 nei primi 6 secondo le recensioni di TripAdvisor Dando un'occhiata a Ravenna sul più celebre contenitore di recensioni on line, il discusso TripAdvisor, balza all'occhio una particolarità. Tra i primi sei ristoranti preferiti dagli utenti (su 547 complessivi, considerando tutte le fasce di prezzo e di tipologie), cinque sono piadinerie (e l'altro è una pizzeria d'asporto). Al primo posto (aggiornato al 2 maggio) c'è il “Lokalino” di via Nigrisoli, non un chiosco ma una piccola gastronomia dedicata alla piadina in zona ospedale, con 138 recensioni di cui 122 con il massimo dei voti. Al terzo posto assoluto (dopo appunto la Pizzeria del Gladiatore) “Profumo di piadina” nella centralissima via Cairoli, con 512 recensioni di cui il 96 percento tra eccellente e molto buono. A seguire con grossomodo lo stesso numero di recensioni (e anche di percentuali positive) “La Piada di Ale” di via della Lirica (nella foto il titolare proprio con il certificato di TripAdvisor), davanti a “La Farcita”, chiosco di Porto Fuori e, infine, in sesta posizione, “La Piadina dello Chef ”, nei pressi del mausoleo di Teodorico. Per la “cronaca”, il primo ristorante vero e proprio è solo al settimo posto (ed è La Rustica di via D’Azeglio).
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16 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
L’ANALISI
«Il nuovo museo di Classe costerà oltre mezzo milione di euro l’anno» Il Piano economico del 2013 (ora in in fase di aggiornamento) mostra le spese, le previsioni di incasso e la ricaduta sul tessuto delle imprese turistiche di Federica Angelini
Un passivo di 380mila euro per una ricaduta complessiva di quasi 2,3milioni in più in termini di spesa diffusa nell’indotto turistico l’anno. Sono queste le due cifre chiave del rapposto intitolato “Strategia, Piano economico finanziazio e Analisi di impatto” per il nascituro Museo del Territorio a Classe che RavennAntica ha affidato al Cles S.r.l. (centro Richerche e Studi per i problemi del Lavoro, dell'Economia e dello Sviluppo), realizzato sotto la consulenza scientifica di Paolo Leon e curato da un gruppo di lavoro composto da Elena Alessandrini, Alessandro F. Leon e Valerio Tuccini ormai anni fa. E infatti la premessa è d'obbligo: il documento è datato 2013 e immagina l'apertura del Museo nel 2015. Ci è stato possibile visionarlo grazie al consigliere comunale di Ravenna in Comune Massimo Manzoli che ne ha fatto formale rischiesta prima all’Amministrazione e poi alla Fondazione, da cui ha ricevuto pronta ed esaustiva risposta. Alla stampa invece non era mai stato fornito perché, ci era stato più volte ripetuto che il documento era in fase di aggiornamento. E certamente quando sarà resa pubblica la versione aggiornata, sicuramente a breve, ne daremo ampia informazione, potendo confrontarlo con quello originario. Il museo del territorio di Classe è un investimento importante per la comunità ravennate in termini di risorse e cruciale, secondo gli Amministratori, per lo sviluppo turistico della città. In queste ultime settimane è stato peraltro al centro del dibattito per il trasferimento dell’elmo di Negau dal Centro didattico di San Pietro in Campiano in vista dell'apertura più volte, come noto, rinviata e ora indicata genericamente come tardo autunno del 2018. E già su questo, alcuni discostamenti da quanto prevedeva il piano li si possono osservare, e non solo semplicemente per lo slittamento delle date. Ma andiamo con ordine. Si tratta di un documento di una novantina di pagine e quindi molto articolato che parte da un'analisi dell'esistente, elabora un piano (anzi due) economico, indica alcune strategie per la valorizzazione e restituisce una previsione sull'indotto economico complessivo che il museo potrebbe attivare concludendo dunque che si tratta certamente di un investimento conveniente in termini di redditività. Tanto più conveniente, quanto più ci si investirà. La situazione di partenza Oltre all'analisi dei flussi e dei numeri, il Piano rileva come criticità esistenti la dispersione dell'enorme offerta culturale cittadina sopratutto in termini di promozione e anche di bigliettazione e considera il museo motore di una maggiore sinergia. Rispetto ad allora, se la situazione non è cambiata per quanto riguarda
Turisti, crocieristi, scolaresche: chi (e quanti) saranno i visitatori In una tabella elaborata tenendo conto della domanda potenziale, dei flussi turistici, delle presenze registrate, degli ingressi ai monumenti di Ravenna e a quelli in particolare di RavennAntica, emerge la seguente ipotesi di domanda potenziale del Museo Archeologico di Classe nel breve e medio periodo (anno “a regime”, 2022): 24mila turisti culturali; 10 mila scolaresche; 8mila residenti; 20mila escursionisti (cioé turisti che alloggiano altrove per le vacanze, soprattutto in riviera), 2.500 crocieristi (su una previsione però di un flusso previsto per il 2013 di 180mila arrivi l’anno che in realtà non si è mai verificato). In totale 66mila visitatori l’anno.
Il passivo previsto A regime, quindi, il fabbisogno di risorse pubbliche per coprire il passivo, cioé lo scarto tra i costi di funzionamento e gli introiti, si aggirerebbe intorno ai 350mila (e fino a 450mila in alcuni esercizi per le necessarie attività culturali quali le mostre e i convegni). I ricavi infatti coprirerebbero circa il 40% della spesa con un performance definita molto buona per questo tipo di attività, che in genere si attestano tra il 15 e il 30 percento. Inoltre, Il Piano immagina anche una proiezione in un orizzonte di 15 anni per cui si stima un passivo complessivo di 4,8 milioni di euro. Del resto, l'accordo con la Curia proprietaria dei monumenti di maggior richiamo, RavennAntica gestisce ora invece i bookshop e la biglietteria dei siti nazionali tra cui, fondamentale, quello della basilica di Sant'Apollinare in Classe. Nel frattempo peraltro ha inaugurato il Porto Antico di Classe nel 2015. I due anni precedenti l'apertura Il Piano immagina un importante investimento in termini di comunicazione e preparazione all'evento, prevedendo un importo di 600mila euro per il lancio. Al momento, a circa sei o sette mesi dall'inaugurazione per la verità non è ancora noto il nome. Va però ricordato che nel 2015 fu realizzata un'opera di grande impatto e che portò molti ravennati sul sito: l'onda di Mosaico (vedi foto). I costi previsti a regime Nell’analisi dei costi, nel documento, si specifica innanzitutto che non sono computati tra quelli di gestione le funzioni di direzione e programmazione strategica perché di fatto già esistenti e funzionanti in RavennAntica. Un vantaggio economico quantificato grosso modo in 140mila euro l’anno, pari a un terzo del complessivo che già oggi RavennAntica spende per questi ruoli. Sul breve periodo sono quindi contati i costi aggiuntivi di 8 addetti ai servizi, 1 conservatore, 4 addetti alle attività didattiche (non full time), 3 addetti alle pulizie, 2 responsabili sorveglianza notturna, 1 responsabile tecnico per la manutenzione per un totale di 338.500 euro l'anno (cifra che curiosamen-
Il budget immaginato per i Il costo stimato per il due anni precedenti l’apertura personale all’anno. Nella cifra per il lancio non è considerata la direzione
600.000 EURO 338.500 EURO
te rimane costante nella previsione fino al 2022, senza quindi immaginare, par di capire, aumenti salariali). A questi vanno aggiunti 91.954 euro di utenze, verde, illuminazione, ascensori, acqua e riscaldamento. Inoltre, vanno calcolati 71.296 euro per il costo complessivo di gestione dei laboratori e 100mila euro l'anno (a regime) di spese di promozione ed eventi temporanei. Un totale di 530mila euro che diventa 601mila con i laboratori e arriva a 701mila negli anni delle mostre. Va specificato che nelle ultime interviste il presidente di RavennAntica non ha al momento confermato nuove assunzioni ad hoc, avendo la Fondazione assorbito anche il personale che prima gestiva bookshop e biglietterie dei siti statali. Gli introiti previsti a regime e il numero di visitatori Biglietti, guide, affitto dei locali, laboratori, ecco le tre voci di entrata su cui secondo lo studio potrà contare il museo. La tariffa era fissata ad appena 2,70 euro, per restare in linea con quelle cittadine e per incoraggiare l'affluenza. La stima a regime di circa 66mila ingressi l'anno (cifra più alta nei due anni di avvio) potrebbe portare a 171mila euro circa di incassi che salirebbe a quota 246mila circa se sommati ai 12mila di affitto locali (per eventi privati, feste, convegni), ai poco meno di 50mila del bookshop, a 8.623 euro di audioguide e 5.412 di visite guidate a due anni dall'avvio (nei primi due anni si dovrebbero invece superare i 290mila euro).
Il costo del biglietto che si immagina inserito in un circuito più ampio
2,70 EURO
Le ricadute economiche in termini positivi Partendo dal presupposto che il museo anche nella forma detta di “mantenimento” allungherà la permanenza dei turisti di una mezza giornata e porterà comunque più visitatatori, calcolando la ricaduta della spesa sulla base della tipologia del turista (dai 51 euro del crocierista ai 32 dello studente delle scolaresche fino ai 10,86 euro dei turisti residenti nelle zone limitrofe), il Piano calcola una ricaduta totale complessiva annua pari a 2,3 milioni euro per attività connesse al turismo a cominciare dai servizi come bar e ristorazione. Nei quindici anni i benifici arriverebbero a 35milioni di euro di spesa aggiuntive per consumi, cifra che secondo gli estensori del piano giustificherebbe quindi non solo l'esborso annuo per il passivo del museo, ma anche gli 20milioni spesi prima della sua apertura. Lo scenario di sviluppo Accanto allo scenario di “mantenimento”, inoltre, il Piano immagina uno scenario di “sviluppo” con eventi biennali in grado di far aumentare il numero dei visitatori. In questo scenario calcolando maggiori costi e anche maggiori ricavi, il passivo aumenterebbe di circa 114mila euro l’anno sul medio lungo periodo. Il passivo complessivo nei 15 anni in questo caso salirebbe a 6,3milioni. Ma salirebbe anche l'indotto arrivando a toccare i 4milioni di euro di spesa aggiuntiva all'anno, in totale circa 60milioni nell’arco dei quindici anni.
Gli introiti a regime tra biglietti, L’indotto che porterebbe il affitti, guide, pari al 40 Museo al sistema turistico nei percento dei costi complessivi quindici anni dopo l’apertura
246.000 EURO 35 MILIONI
SOCIETÀ / 17 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
TURISMO
«Sogno un treno storico che porta i crocieristi in città. Binario già pronto» Il direttore del terminal al lavoro per un nuovo collegamento. Il 2018 chiuderà con 50mila sbarchi, in linea con gli ultimi 4 anni: «Ne serviranno 100mila per il pareggio economico» di Andrea Alberizia
C’è un sogno nella mente di Antonio Di MonLA POESIA DI MSC te, direttore del terminal crociere di Ravenna: «Un treno storico tra Porto Corsini e la stazione centrale o anche oltre. Il binario c’è già: ai crocieristi piacerebbe e aiuterebbe a risolvere i problemi di collegamento dello scalo». Il manager non fa mistero dei limiti di collegamento con cui lo scalo in avamporto convive sin dalla sua inaugurazione (2011, prima le navi attraccavano alla penisola Trattaroli in piena area industriale) e resta perplesso di fronte a certe scelta (non) fatte finora: «Mi chiedo come mai non si sia pensato a una pista ciclabile tra la città e il terminal». E intanto pensa alla via ferrata: «C’è un binario che serve la zona industriale in destra Candiano. Arriva a due km dal terminal. Non è pensabile di allungarlo ma un servizio shuttle con navette come quelle degli aeroporti sarebbe fattibile. Servirebbe solo una mini stazione. Ci stiamo lavorando». Direttore, parliamo di numeri. Nel 2011 il record di sbarchi con156mila pasUN GIGANTE CHE PORTA 3.500 PERSONE A BORDO seggeri, nel 2015 il record negativo con 39mila, nel 2017 sono stati 50mila. Dal Ha fatto scalo il 29 aprile al terminal crociere di Porto Corsini la nave Poesia della flotta Msc. È stata 2018 cosa vi aspettate? la prima volta che il gigante da 2.500 passeggeri e mille membri di equipaggio ha toccato il porto di «Circa 50mila, molto al di sotto delle nostre Ravenna (non farà altri attracchi nel 2018). In occasione della prima toccata si è tenuta a bordo la cepotenzialità, ne siamo consapevoli. Contiamo rimonia del “maiden call” con scambio di crest tra il comandante Raffaele Russo e i rappresentanti che i lavori di dragaggio possano dare una spindelle autorità locali, alla presenza di ospiti istituzionali e addetti ai lavori. Arrivata da Venezia è riparta. Le compagnie pianificano con due anni di tita nel pomeriggio per il Montenegro. Lunga 294 metri, larga 32 e alta 60 metri, con una stazza loranticipo. Ci auguriamo di presentarci alla fiera da di oltre 92 mila tonnellate, la Msc Poesia ha 16 piani di cui 13 per i passeggeri e può viaggiare fidi settore di Miami nella primavera del 2019 no a 23 nodi di velocità (42 kmh): è la nave più grande che arriverà quest’anno a Ravenna. potendo dire che sono partiti i lavori in modo da vedere nel 2021 una crescita dei numeri». A quali numeri puntate? «Il punto di pareggio con costi fissi e variabili è a circa 400mila euro che equivalgono a 100mila passeggeri all’anno». In media che percentuale dei passeggeri a bordo scende a terra? «Siamo attorno al 90 percento, a meno che non siano scali che offrono poche opportunità ma non è il nostro caso. Proprio l’ampia offerta di attrazione è uno dei motivi che possono trainare Ravenna una volta che avrà nuovi fondali in cui potranno attraccare navi meno moderne che hanno bisogno di pescaggi maggiori a parità di capienza rispetto a quelle più moderne». In che modo l’offerta a terra può incidere sul destino del terminal? «La vendita dei pacchetti ai turisti viene fatta direttamente dalle compagnie, al momento della vendita del viaggio prima della partenza oppure a bordo della nave giorno per giorno.Una meta in si cui può scegliere tra monumenti Unesco, spiaggia, enogastronomia, visita a Fico o escursione nella motorvalley può diventare un motivo per scegliere una crociera che tocca quel porto piuttosto che un’altra. E di conseguenza poi le compagnie privilegiano uno scalo o un altro perché sulla vendita dei servizi a terra fanno più del 50 percento dei ricavi». Sapete cosa sceglie di fare il turista che scende dalla nave? «Abbiamo preparato un questionario con cui vogliamo studiare i loro comportamenti. Stiamo cercando un partner per realizzare questa parte statistica nel modo più vantaggioso possibile». Il crocierista che scende a terra in media quanto lascia sul territorio? «Ci sono vari studi al riguardo, fatti in diverse località. Diciamo che facendo una media generale il crocierista in transito lascia tra i 30 e i 40 euro. Ma vanno tenuti in considerazione anche gli equipaggi: la Msc Poesia che è arrivata domenica 29 aprile ha circa mille membri. Non tutti scendono ma molti hanno del tempo libero e hanno esigenze specifiche. Faccio un esempio: a Catania abbiamo fatto uno studio ed è emerso che la parte femminile del personale vorrebbe trovare più centri estetici e beauty farm a disposizione addirittura per fare una lampada perché pur lavorando su una 346 2867253 - 342 0097471 nave da crociera c’è gente che resta sempre al chiuso». css@campanasicurezza.com Sono previsti investimenti sul terminal? «La struttura è dell’Autorità di sistema portuale in concessione alla società RavenVia Isaac Newton, 30 - Ravenna na Terminal Passeggeri fino al 31 dicembre 2020. Sono previsti interventi nella parte a monte: oggettivamente come si mostra oggi, deserta e abbandonata, non è un bel Tel. e Fax 0544 472246 biglietto da visita. Verranno realizzati spazi verdi più accoglienti. Ma credo che un’awww.campanasicurezza.com rea dove passano migliaia di turisti all’anno vada pensata con una vocazione diversa. Dovranno essere fatte valutazioni con l’Ap in vista della scadenza della concessione».
LA SICUREZZA PER I TUOI EVENTI
Società di gestione in mano ai turchi Dalla fine del 2016 la società Ravenna Terminal Passeggeri (Rtp) che gestisce l’attracco delle crociere nell’avamporto a Porto Corsini, in concessione dall’Autorità portuale, è controllata al 51 percento dalla società turca Global Ports attraverso una società di diritto italiano (il restante 49 è diviso fra Ap, Comune, Camera di Commercio, l’aeroporto di Bologna e il il terminal passeggeri di Venezia). Catania e Cagliari sono gli altri due terminal italiani nella rete di Global Ports. Il direttore generale è Antonio Di Monte. Insieme a lui c’è Diego Quintavalle, responsabile del coordinamento. Sono loro due le figure fisse di Rtp (Di Monte si occupa anche degli altri due scali ricordati). Che per la conduzione del terminal si affida a personale esterno a seconda delle esigenze. Ad esempio quando ha attraccato la nave Msc Poesia erano impiegate altre 7-8 persone per l’attività del terminal, altrettante per i servizi tecnico-nautici di rimorchio, pilotaggio e ormeggio. A completare l’indotto mosso dallo sbarco vanno conteggiati gli autisti dei mezzi che hanno collegato il terminal alla città e per le escursioni (17 pullman) e chi era impegnato all’infopoint e al noleggio bici.
SERVIZI DI SICUREZZA PER IL PUBBLICO SPETTACOLO
ANTINCENDIO E PRIMO SOCCORSO
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18 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
MOSTRA
Classense, tra botanica e mappe
NON SOLO SPORT
LA RASSEGNA
A RAVENNA SI CORRE BENDATI PER AIUTARE I NON VEDENTI Iniziativa promossa dall’associazione dell’atleta paralimpico Loris Capanna
Dal 5 maggio l’anteprima di “Meraviglie segrete” L’associazione Giardino e Dintorni, nell’ambito della manifestazione Meraviglie segrete che svela al pubblico spazi verdi pubblici e privati spesso inaccessibili, presenta la mostra “Giardini, vigne orti e altri spettacoli”. Testi e immagini della biblioteca Classense e dell’archivio storico comunale esposti nell'aula magna della biblioteca in via Baccarini dal 5 al 13 maggio 2018. Il percorso espositivo sarà articolato in diverse sezioni. Una, a carattere generale, sarà incentrata sulla botanica e proporrà erbari a stampa e i lavori di illustri studiosi come Fuchs, Mattioli e Aldrovandi. Per la parte relativa alla grafica e all'illustrazione verranno esposte raccolte di vedute e incisioni, alcune delle quali ordinate in bellissimi album dall'architetto Morigia. Il tema del giardino e dell’agricoltura sarà ulteriormente approfondito con le edizioni dell’opera di Bussato e Carroli. Dall’Archivio Storico Comunale giungerà l'apporto di mappe topografiche realizzate a Ravenna tra XVI e XVIII secolo. Si tratta di rappresentazioni del territorio che pongono in evidenza il tipo di coltivazioni per lo più presenti nel nostro territorio e l'estensione ed i confini dei boschi cittadini ovvero delle pinete ravennati. Una visita guidata alla mostra è prevista per sabato 12 alle 17 (prenotazioni allo 0544482116 o inviando una mail a segreteriaclas@classense.ra.it).
ALLA SCOPERTA DI LUPO, ORSO E LINCE CON IL CAI L’8 maggio inizia la rassegna organizzata dal Club Alpino Italiano (Cai) di Ravenna alla sala D'Attorre di Casa Melandri. Alle 21 Davide Berton, referente nazionale Gruppo Grandi Carnivori Cai, racconterà «Il ritorno di Lupo, Orso e Lince. Perché si sono estinti, perché stanno tornando, come affrontare questa sfida, chi sono e come comportarsi in caso di incontro». Conferenza e proiezione.
Si può correre se si è ciechi? La risposta è sì come dimostrano le paraolimpiadi e domenica 6 maggio a Ravenna si svolgerà la podistica “Corri con gli occhi di Loris” dedicata a Loris Capanna, campione italiano non vedenti di maratona. L’iniziativa – promossa da Atmosphere Ayurvediche Asd con il patrocinio del Comune e la collaborazione della Uisp – prevede la partenza dal Pala de Andrè, alle 10. Il ricavato della corsa andrà all’associazione “Non ho paura del buio”. Alle 11.15 una corsa o una camminata simulando i non vedenti (bendati), accompagnati da atleta guida, con possibilità di cambiare ruolo. L’evento si svolgerà su anello di 500 metri piatto, asfaltato e riservato per garantire la massima sicurezza, aperto anche ai bambini accompagnati dai genitori. La quota di iscrizione è di 2,50 euro.
LIBRI La Classense insegna come si usa il suo catalogo online
INCONTRO Alimentazione e salute mentale: consigli
REPORTAGE Alla scoperta dei Balcani attraverso la lente del basket
L'Istituzione biblioteca Classense, per promuovere l'utilizzo del catalogo della rete bibliotecaria di Romagna e San Marino, organizza due incontri nelle giornate di martedì 22 e 29 maggio, dalle 15 alle 16. I partecipanti saranno guidati nella ricerca di risorse digitali, dalla lettura a testo completo dei maggiori quotidiani. L'iniziativa è gratuita ed è possibile partecipare con i propri pc portatili, tablet, smartphone. Prenotazione obbligatoria entro il 12 maggio a informazioni@classense.ra.it.
L’associazione “Porte aperte della Romagna”, che riunisce familiari di pazienti affetti da disturbi psichici, organizza un incontro il 4 maggio alle 16 sul tema “Alimentazione e Salute Mentale: approfondimenti e progetti a partire da buone pratiche” al Villaggio del Fanciullo in via del Pino 112 a Ponte Nuovo. L’evento è in collaborazione con il dipartimento di Salute mentale dell’Ausl.
“Bombe e bombaroli: sulle tracce storiche del basket dei Balcani”, è il titolo della videoproiezione che si terrà il 7 maggio alle 21 al ristorante Syrenè in via Naviglio a Granarolo Faentino per la serie "The Travel Club" curata da Roberto Cornacchia. Le foto proiettate sono parte del reportage di viaggio del fotografo romagnolo nelle regioni interne della ex-Jugoslavia, seguendo un percorso diverso dai percorsi più battuti, e con filo conduttore la pallacanestro.
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SOCIETÀ / 19 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
INTERVISTA
Il vicepresidente di Amnesty Italia: «Chiediamo ancora “verità e giustiza” per Giulio Regeni» Pignocchi a Ravenna per la proiezione del documentario realizzato da due giornalisti di Repubblica sul ricercatore ucciso in Egitto nel 2016
Dopo lo striscione sul municipio, dopo le manifestazioni in piazza, il 10 maggio a Ravenna ricorre un’altra occasione per ricordare Giulio Regeni, una battaglia per “verità e giustizia” portata avanti dalla famiglia, da varie associazioni per la difesa dei diritti umani, in primis Amnesty International. E infatti sarà proprio Paolo Pignocchi, vicepresidente di Ammesty Italia a presenziare, alle 19, all’incontro al circolo Arci Dock 61 in via Magazzini Posteriori a Ravenna, prima della visione del documentario 9 giorni al Cairo: tortura e omicidio di Giulio Regeni di Carlo Bonini e Giuliano Foschini (La Repubblica). Un documentario in cui si ricostruiscono appunto gli ultimi giorni di vita del giovane ricercatore italiano che nel gennaio 2016 fu trovato privo di vita, dopo essere scomparso per una decina di giorni, morto dopo aver subito torture. Si trovava in Egitto per una ricerca per l’Università di Cambridge e la convinzione di chi si è occupato del caso è che siano coinvolti i servizi segreti egiziani. Da allora i movimenti per i diritti umani denunciano la scarsa collaborazione delle autorità egiziane nelle indagini e non solo. Vicepresidente, perché continuare così ostinatamente questa battaglia? E con quale mezzi la state portando avanti? «Perché sono stati violati dei diritti umani e chiediamo verità e giustizia per Giulio Regeni e per tutti i Giulio Regeni che ci sono in questo momento in Egitto, un Paese dove si pratica la tortura. Grazie anche all’impegno di Repubblica , di altre associazioni e naturalmente alla famiglia di Regeni che continua a chiedere giustizia per il figlio, intorno a questa storia è nato una sorta di popolo giallo in grado di mobilitarsi ogni mese in tre date: il 3, che è il giorno in cui è stato ritrovato il corpo brutalizzato, il 14, quando ad agosto 2017 il nostro governo ha rimandato l’ambasciatore a Il Cairo, il 25 per ricordare l’ultimo sms inviato da Giulio». La scelta dell’Italia di far tornare l’ambasciatore in Egitto ha fatto molto discutere. Lo Stato italiano potrebbe fare di più per ottenere, appunto, “verità e giustizia”? «Ci avevano promesso che il cambio all’ambasciata avrebbe contribuito a chiarire la situazione, in realtà i risultati ottenuti sono molto insoddisfacenti. Non è arivato nulla di significativo. Noi dobbiamo sapere dallo Stato egiziano dove è morto, chi lo ha ucciso e il perché. Sappiamo che Giulio stava conducendo una ricerca sui sindacati egiziani. Sappiamo per certo che è stato torturato. Ora l’indagine si sposta anche su Cambridge: benissimo, ma noi continuiamo a dire che le risposte devono arrivare dall’Egitto, perché è lì che è morto Giulio». Quanto il caso Regeni è riuscito a uscire dall’Italia? «Non abbastanza, è una questione sicuramente italiana, ma anche europea e che dovrebbe riguardare l’Onu stessa perché il regime di Al-Sisi viola in modo costante i diritti umani. Sappiamo che centinaia di perdono la vita e la libertà in Egitto. Ma, a cominciare dall’Italia stessa, abbiamo spesso avuto l’impressione che prevalgano altre logiche». E cosa si risponde alle critiche di chi, anche nella nostra città, in qualche modo dice che “se l’è andata a cercare”? «Purtroppo si sente dire spesso, ma Giulio era andato a fare un dottorato di ricerca, come altri, con il patrocinio dell’Università di Cambridge, in un Paese che non era segnalato in una lista nera di pericolo. Tra l’altro, come si vede bene nel documentario, era un ragazzo molto attento». Esiste un rischio di strumentalizzazione politica? Di recente la madre di Giulio ha chiesto che non si ripeta l’episodio di un politico che si fa fotografare sulla sua tomba, come Martina del Pd... «Non so se sia stata strumentalizzazione, ma di certo è stato un incidente che si poteva evitare, peraltro da parte di chi appartiene a una forza politica che ha fatto parte di due governi che non sono stati particolarmente prodighi nella risoluzione del caso. Nessuno aveva mai visto prima la tomba di Giulio. Il punto è che Giulio non deve diventare di una parte e non di un’altra, dobbiamo tenerlo fuori dall’agone politico anche se i nostri interlocutori saranno comunque politici. Abbiamo apprezzato le parole della neovicepresidente del Senato che ha detto di volersi occupare del caso, indipendentemente dalla forza politica a cui appartiene, ossia il Movimento 5 Stelle. Alle nostre manifestazioni non ci sono mai simboli di partito». Senza arrivare all’Egittto, abbiamo anche in Italia un problema di violazione dei diritti umani? Il pensiero corre agli accordi con Turchia e soprattutto Libia per bloccare i migranti. «Abbiamo un problema molto importante sulla Libia. Sono calati gli sbarchi, ma non i flussi migratori: semplicemente queste persone si fermano prima di salpare in situazioni terribili dei centri di detenzione. A
questo si aggiunge la demonizzazione delle Ong e di fatto la scelta e il tentativo di lasciare le acque internazionali del Mediterraneo in mano alla guardia costiera libica. Peraltro su quella motovedetta che va a recupare i profughi non sappiamo “quale Libia” ci sia. In realtà l’Italia sta facendo accordi e sta finanziando Stati che potrebbero trovarsi a rispondere di crimini di Guerra davanti a un tribunale internazionale». Sempre per restare al tema della violazione dei diritti umani in Italia, la ferita di Genova 2001 non è stata mai sanata del tutto. Sono recenti nuove polemiche sui colpevoli. E però almeno è stata approvata una legge sulla tortura... «Noi sui fatti di Genova siamo intervenuti subito e prima ancora intervenimmo per Napoli e poi ci sono stati tanti casi singoli che hanno avuto quella triste sembianza, penso a Cucchi e Aldrovandi, tutti avvenuti in caserme dove non c’è accesso e che sono emersi grazie al coraggio di qualche famigliare e di qualche avvocato. Ciò per cui abbiamo lottato e continueremo a lottare è una legge adeguata sulla tortura. Rispetto a quella approvata nella scorsa legislatura diciamo “per fortuna che c’è”, ma non è la legge che volevamo. Abbiamo lavorato insieme ad altri per questa legge e ora è da modificare. Purtroppo c’è chi, tra le forze politiche, vuole farla passare come una legge contro le forze di polizia, ma non è così, dovremmo uscire da questo tunnel. Chiedere gli identificativi sulle divise di chi opera nell’ordine pubblico è a garanzia anche delle stesse forze dell’ordine, quei singoli che agiscono in violazione dei diritti umani devono sapere che non resteranno impuniti e tutti dobbiamo sapere che quella non è la polizia». Federica Angelini
Incontro al circolo Dock 61 il 10 maggio alle 19
Particolare di un ritratto di Giulio Regeni realizzato dal ravennate Gianluca Costantini, graphic journalist e attivista per i diritti umani tra i primi a occuparsi della vicenda che ha continuato a seguire negli anni
20 / INSERTO SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
ITINERARIO IN NATURA
Torna la Ravenna – Milano Marittima off-road, fra pinete, fiumi, valli e canali Certamente le Pinete sono gioielli che impreziosiscono la città di Ravenna, al pari dei suoi celeberrimi monumenti, rappresentandone forse il tratto paesaggistico più saliente e caratteristico. Correre e passeggiare nelle Pinete sono piaceri e privilegi che moltissimi ravennati ben conoscono. In ogni stagione brulicano di appassionati che ne percorrono i sentieri. Le Pinete di Ravenna si dividono in due grandi categorie: quelle storiche e quelle costiere demaniali. Al primo gruppo appartengono, procedendo da Nord a Sud, la Pineta di San Vitale, la Pineta di Classe e la Pineta Comunale di Cervia. Sono foreste di antico impianto (le prime attestazioni risalgono all’alto Medioevo), lunga storia e notevole estensione, seppure oggi sensibilmente ridotta rispetto al passato (attualmente circa 2500 ettari contro i 7500 alla fine del XVIII secolo). Le seconde invece costituiscono un lungo e stretto corridoio verde, affacciato sul mare: oltre 700 ettari che parte da Casalborsetti e scende, frammentato in vari settori, fino a Tagliata di Cervia. Diversamente da quelle storiche, sono boschi di origine molto più recente, frutto di rimboschimenti attuati su terreni alluvionali a partire dai primi anni del XX secolo. In passato le foreste assicuravano essenziali fonti di sussistenza (pinoli, erbe commestibili, legname, pascolo). Recentemente hanno assunto anche un valore anche ricreativo (per passeggiare, meditare, fare picnic, praticare attività sportive), un serbatoio, insomma, al quale attingere per nutrire anche lo spirito. La corsa in natura Ravenna-Milano Marittima off-road attraversa ben tre distinte pinete: quella di Classe, da dove la gara parte, al Parco I° Maggio, quella demaniale situata in prossimità di Lido di Classe e quella comunale di Cervia che abbellisce Milano Marittima. Oggi la Pineta di Classe, si presenta come un bosco misto di pianura, abitato da varie specie botaniche e faunistiche ma anche luogo di straordinarie suggestioni poetiche ed artistiche. Al suo interno si diramano e si intrecciano tantissime carraie, stradine, sentieri: decine di chilometri di con fondo in terra battuta oppure erboso. Contigua alla Pineta si presenta la Valle dell’Ortazzo zona umida estremamente
ricca di biodiversità, sede di svernamento degli uccelli acquatici, tappa di ristoro sulle rotte di migrazione e luogo di nidificazione. È caratterizzata da suoi ampli specchi d’acqua poco profondi arginati ed ornati da aree a canneto e giunchi. Al suo interno si allunga una penisola pinetata al termine della quale si trova un imponente edificio, ora dismesso, dove si lavorava il riso. Oltrepassato l’argine del torrente Bevano, punteggiato da caratteristici capanni da pesca e l’Idrovora Bevanella, ci si addentra in un’area privata, tuttora di proprietà di una società immobiliare di Roma, che negli anni 70 dello scorso secolo fu oggetto di un maldestro tentativo di cementificazione, per fortuna bloccato, testimoniato da alcune strade asfaltate che, anno dopo anno, la natura sta riconquistando, Tra questa area e la duna costiera, e tra la foce del Bevano e l’abitato di Lido di Classe, è incastonata la pineta litoranea demaniale, riserva naturale
Appuntamento domenica 6 maggio con tre percorsi L’evento Ravenna – Milano Marittima offroad, organizzata da Taril Romagna, è in programma domenica 6 maggio (ore 9.30) con tre distinti percorsi: una corsa in natura (trail running) di 18 km e un itinerario in bicicletta sulla stessa distanza di solo andata (partenza dall’idrovora di Fosso Ghiaia); un’escursione di 7 km per passeggiata naturale, nordic e fitwalking (partenza dall’idrovora della Madonna del Pino a Cervia). La manifestazione è aperta a tutti. Iscrizioni per i tre percorsi sul sito www.trailromagna.eu (contributo di 10 euro tutto compreso). Sabato 5 maggio iscrizioni dalle 9 alle 19 anche allo Chalet dei Giardini Pubblici di Ravenna
dello Stato. Tre chilometri di lunghezza e poche centinaia di metri di larghezza dove domina il pino marittimo, associato a una ricca vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea. L’ampia carraia centrale, in soffice terra battuta, piacevolmente ombreggiata ed odorante di resina, accompagna i partecipanti all’uscita del bosco. Un breve tratto cittadinobalneare, lo sguardo alla foce del Fiume Savio e tranquille carraie campestri preludono all’ultimo tratto boscato in percorso, ovvero la Pineta comunale di Cervia. che è per Milano Marittima ornamento, vanto oltreché richiamo turistico per vacanzieri dinamici. Fra le tante sue caratteristiche piace ricordare i suoi sentieri sabbiosi, battezzati col nome di uccelli ed alberi ed il canale immisssario delle saline che la attraversa e le numerose specie di orchidee che la colorano. Infine solo un sovrappasso ferroviario separa i concorrenti dalle Terme, sede di arrivo.
INSERTO SPECIALE / 21 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
PERCORSO STORICO
DI CORSA, IN CAMMINO, IN BICI PER VIVERE LE TRASFORMAZIONI DI UN TERRITORIO Al viaggiatore che fino ad un secolo fa giungeva a Ravenna per visitare i suoi tesori nascosti, il paesaggio si presentava completamente diverso. La Basilica di Sant’Apollinare in Classe, ad esempio, campeggiava a lato di un’estesa risaia. Un ambiente che insieme a valli e bassure allagate caratterizzava il territorio a Sud di Ravenna. Tra il 1917 e il 1918 furono costruite due imponenti idrovore – Fosso Ghiaia e Madonna del Pino –, impianti monumentali che hanno segnato l’inizio della bonifica meccanica tra Ravenna e Cervia e che consentono ancora oggi, di tenere all’asciutto vaste aree litorali. Trail Romagna coglie l’opportunità per celebrare questo anniversario secolare, un “pezzo“ di storia del nostro territorio, e riproporre uno degli eventi più amati dal pubblico della corsa in natura che si sviluppava proprio sulla linea costiera tra Ravenna e Milano Marittima. Sarà un’occasione per correre, camminare e seguire sulle due ruote la storia della nostra bonifica costiera: un tema quanto mai attuale in questi anni di antropizzazione e subsidenza. Dal Parco 1° maggio alle Terme di Cervia sarà disegnato un percorso che unisce i due “storici” insediamenti della bonifica, due monumenti di archeologia industriale ancora “vivi”; grazie a loro il sollevamento meccanico delle acque porta all’asciutto vaste aree litorali e dell’entroterra: lunghi e diritti canali, con chiaviche e portoni vinciani che attraversano campagne e pinete a monte e a valle degli impianti. Un affascinante itinerario in natura che attraversa la pineta di Classe, che si apre in larghe “stese” acquidose attorno al torrente Bevano per ritornare fra i pini, oltre il fiume, a Lido di Savio. L’ultimo tratto, a ridosso delle strutture turistiche di Milano Marittima, offre scorci di un paesaggio più abitato, ma non meno interessante, con lo sguardo che spazia dagli ampi “green” del Golf Club alla maestosità della pineta di Cervia, che precede l’idrovora “Madonna del Pino”. Dopo tante terre sottratte all’acqua il percorso terminerà con un bagno nelle acque benefiche delle Terme di Cervia
TESTIMONIANZE
Grandi idrovore, le sentinelle della bonifica Da Fosso Ghiaia a Madonna del Pino le meraviglie della tecnica idraulica A partire dagli inizi del Novecento fu intrapresa la terza fase della bonifica ravennate: il prosciugamento litoraneo con la costruzione di 7 impianti idrovori che, dal I Bacino a nord di Ravenna, arrivano sino al VII Bacino di Madonna del Pino. Il V Bacino di Fosso Ghiaia, entrato in funzione nel 1917 a seguito di una progettazione iniziata nel 1908, con le sue pompe centrifughe azionate da motori diesel ancora virtualmente funzionanti, rappresenta uno splendido esempio di archeologia industriale. Il vecchio impianto prosciugò la valle Standiana, compresa fra la pineta di Classe e la via Dismano, che all’inizio del XX secolo era in larga parte ancora paludosa. Questi terreni di bassa giacitura raccoglievano le acque di superficie le terre agricole delle Ville Unite, tramite la rete di scoli che ancora oggi si riversano nei cavi principali dell’Acquara e del Fosso Ghiaia. Continuamente potenziato per rispondere ai cambiamenti territoriali dovuti a urbanizzazioni e subsidenza, oggi l’impianto solleva meccanicamente l’acqua meteorica di oltre novemila ettari di territorio a sud dei Fiumi Uniti, che dalla via Cella arriva al mare, limitato a sud del torrente Bevano. L’impianto moderno che fiancheggia quello storico è dotato di 9 pompe che sollevano le acque raccolte di ben 4 metri e mantengono all’asciuttto sia il paese di Fosso Ghiaia che la Valle Standiana. L’impianto idrovoro consorziale di Madonna del Pino, uno dei più importanti gestiti dal Consorzio di bonifica della Romagna, raccoglie le acque di un territorio di 1.544 ettari, in parte agricolo (dalle Saline alla sponda destra del fiume Savio) ed in parte urbanizzato (come il quartiere “Malva Nord”
di Cervia). Un territorio che fu strappato alle paludi, a partire dai primi anni del ‘900 e che ancora grazie alla bonifica meccanica sarebbe in gran parte sommerso. Una fitta rete di canali porta le acque di drenaggio agricolo ed urbano ad una grande vasca, ove sono installate tre grandi pompe idrovore a motore elettrico che sollevano quasi 8.000 litri al secondo e la prevalenza – il salto di quota che le pompe fanno fare all’acqua sollevandola – è di oltre due metri. L’idrovoro mostra al visitatore la tecnologia moderna (pompe automatiche con gestione in telecontrollo, sgrigliatori automatici, gruppi elettrogeni etc.) e al contempo la storia della bonifica meccanica, essendo ancora perfettamente conservate, seppur in disuso, le prime meravigliose pompe Franco Tosi degli anni ’20, funzionanti a nafta e sopravvissute ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Le pompe sollevano l’acqua accumulata in vasca e la rilanciano in un grande canale artificiale, a quota elevata, che attraversa il Parco Naturale di Cervia e la pineta, fino a giungere al porto Canale di Cervia, che costituisce il recapito finale.
22 / SPORT RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
PALLAVOLO
Teodora, il presidente De Lorenzi: «Abbiamo sfiorato i playoff con un dito» Salvezza mai in bilico al primo anno in A2, è mancato solo un set nell’ultima partita per gli spareggi: «Ma dovevamo fare più punti con le piccole». Il futuro parte da coach Angelini di Vincenzo Benini
Terminata la regular season mancando di un soffio i playoff, è tempo di bilanci in casa Olimpia Teodora Conad. Nell’anno dello storico ritorno di Ravenna nella pallavolo che conta, in Serie A2, la società è stata capace di chiudere all’undicesimo posto. Un piazzamento che ha consentito alle biancorosse di tenere a grandissima distanza la zona retrocessione e di arrivare a un solo punto dalla nona posizione che avrebbe significato accedere agli spareggi per la promozione. Sorride, quindi, il presidente Paolo De Lorenzi (nella foto al centro accanto all’americana Haleigh Washington), quando ripercorre le tappe di un campionato che ha portato più gioie che delusioni: «Non possiamo che essere contenti per un bilancio finale in gran parte positivo. Sono state poste delle buone basi per il futuro, un punto di partenza per migliorare e crescere. La squadra ha disputato delle partite splendide, con un bel gioco corale e la giusta “cattiveria” agonistica. Vorrei che il nostro pubblico si ricordasse anche nei prossimi anni di questa stagione». Resta però un po’ di amaro in bocca per l’epilogo finale e per quel set in più non vinto in casa del Brescia? «È stato un peccato, perché ce la siamo giocata fino alla fine, in particolare nella terza frazione, persa per un soffio. Le ragazze hanno dato l’anima e mi è dispiaciuto vedere alcune di loro piangere al termine della partita. In un ambiente difficilissimo, contro un avversario che lottava per la promozione e che era spinto da tremila spettatori, è stato dato il massimo, toccando con un dito i playoff. Non era però quella la partita dove bisognava fare punti». Da dove vengono queste recriminazioni? «Dai tanti punti persi per strada in alcune sfide sulla carta più facili, come è successo contro Perugia e Olbia. Abbiamo brillato spesso con le big del torneo, mentre con le piccole non sempre ci siamo espressi al pari delle nostre possibilità. Saremmo dovuti arrivare all’ultimo match con qualche punto in più. Mi dispiace, perché avevamo le potenzialità per dire la nostra anche nei playoff, togliendoci di sicuro altre soddisfazioni. Non dimentichiamo però che la squadra è stata assemblata in poco tempo, che eravamo al primo anno di esperienza e soprattutto che l’obiettivo principale era raggiungere una tranquilla salvezza». Quali sono i programmi in vista della prossima stagione? «Per prima cosa dobbiamo fare un punto della situazione e vedere quali strade percorrere. Sarà di certo necessario essere più bravi a coinvolgere in modo maggiore Ravenna, provando a trasmettere la nostra passione per la pallavolo, con l’obiettivo di avere più gente al PalaCosta. Dopo il settore maschile, anche quello femminile deve tornare ai livelli che gli competono, senza però fare il passo più lungo della gamba. C’è una grave carenza di sponsor e bisogna cercare di coinvolgere altre aziende importanti». Dal punto di vista della squadra, da dove partirà la nuova Conad? «La nostra intenzione è quella di confermare molte delle giocatrici di quest’anno, in quanto
a mio avviso abbiamo a nostra disposizione una buona base di partenza. Il tecnico Angelini ha un altro anno di contratto, ha lavorato bene durante la stagione, e con lui tutto il suo staff, e perciò ci sono tutte le premesse giuste per valutare una sua conferma». Capitan Bacchi resterà a Ravenna? «Saremmo molto felici di confermarla. È stata immensa dentro e fuori dal campo, trascinando le compagne. Abita qui ed è diven-
tata una romagnola a tutti gli effetti. Ci piacerebbe ripartire da lei». Ci sono novità in vista a livello dirigenziale? «Ci siamo formati da poco e c’è ancora molto da costruire. Avremo bisogno di un direttore sportivo, che avrà il compito di formare la squadra del futuro. Dobbiamo rinnovare anche il Cda, inserendo un nuovo membro. Nel corso di quest’anno, iniziato in mo-
Società fondata nel 1965 Nata l’estate scorsa grazie alla fusione tra Teodora e Olimpia, il club ravennate ha alle sue spalle una storia gloriosa, fatta di tanti successi a livello nazionale e mondiale. Creata nel 1965 dalla professoressa Alfa Garavini, l’Olimpia Ravenna approda in Serie A nel 1976, per poi diventare in breve tempo una delle più importanti realtà pallavolistiche italiane. La società bizantina vince infatti ben undici scudetti di fila, dal 1981 fino al 1991: i primi due titoli tricolori sono targati Diana Docks, i successivi nove Gruppo Ferruzzi, con il marchio Olio Teodora, cambiando i colori sociali da biancoceleste a giallorossi. Per tutti gli Anni Ottanta la formazione guidata da Sergio Guerra domina in Italia, aggiudicandosi anche sei Coppe Italia, e si toglie enormi soddisfazioni a livello internazionale, grazie alla vittoria di due Coppe dei Campioni (1988 e 1992) e di una Coppa del Mondo per Club (1992). Terminato il periodo d’oro dei Ferruzzi, l’Olimpia continua a partecipare al massimo campionato fino alla stagione 2003-04, quando cede i diritti a Pesaro. Seguono anni di partecipazione in B1, poi di B2 e infine addirittura di C e D (nel 2011-12). Nel 2016-17 si iscrivono al torneo di B1 sia la Conad Teodora, sia la Olimpia Cmc, con entrambe le squadre che centrano la promozione in A2, per poi unirsi nel corso dell’estate in un’unica realtà.
do complicato, ci siamo conosciuti e apprezzati. Sarà più facile lavorare assieme e da tutte le parti c’è l’intenzione di remare verso la stessa direzione. Non dimentichiamo infine che a Ravenna c’è un grandissimo movimento pallavolistico, con tante ragazzine promettenti, e quindi un altro passo fondamentale che dobbiamo compiere è quello di costruire finalmente un settore giovanile unico, unito in tutto e per tutto».
LE PARTITE DEL WEEKEND Calcio, serie C: sfumato il sogno, il Ravenna già salvo chiude a Santarcangelo Baseball, serie A2: Godo ha bisogno di vincere per non restare ultimo Siamo ai titoli di coda per gran parte dei campionati dedicati agli sport di squadra. Ecco il programma del weekend del 5-6 maggio. CALCIO Sfumato il sogno playoff a causa della sconfitta casalinga con il Sudtirol (solo una incredibile catena di risultati consentirebbe la conquista del decimo posto), il Ravenna prova a chiudere al meglio il campionato. Nell’ultima giornata del torneo di Serie C, il primo dopo sei anni vissuti nei Dilettanti, il Ravenna sfida nel derby tutto romagnolo il Santarcangelo: il match in terra riminese è in programma domenica 6 maggio, alle 17.30. Se Lelj e compagni non hanno ormai più nulla da chiedere a quel che resta della stagione, per i padroni di casa gialloblù si tratta invece di una gara fondamentale per evitare i playout retrocessione, che in caso di vittoria saranno scongiurati. BASKET Sconfitta in gara1 dei quarti di finale dei playoff in terra toscana, la Rekico spera di giocare domenica 6 maggio l’eventuale “bella” contro il Montecatini Terme. La partita, prevista ancora in trasferta per le ore 18, si disputerà solo nel caso di un successo dei faentini in gara2 al PalaCattani. In caso di passaggio del turno i manfredi se la vedranno in semifinale con la vincente dello scontro tra Cento e San Giorgio su Legnano. In caso contrario, invece, la stagione sarà terminata. Chi scenderà di sicuro sul parquet è l’Orva, impegnata nello spareggio playout per evitare la retrocessione. Dopo la prima partita di martedì a Rimini, i lughesi vanno a caccia del successo nel ritorno in calendario sabato 5 maggio al Pala Banca di Romagna (ore 20.30), dove affronteranno la Nts Informatica. L’eventuale “bella”, da disputare nel caso di un’affermazione per parte, è prevista per martedì 8 maggio a Rimini (ore 20.30). BASEBALL Reduce dalla doppia sconfitta esterna con il Collecchio, il Baseball Godo torna a giocare sul diamante di casa, dove sabato 5 maggio se la vedrà con i Redskins di Imola nell’ultimo turno del girone di andata. Gara1 è prevista per le ore 15.30, gara2 per le 20.30. L’obiettivo è quello di conquistare almeno un successo per abbandonare l’ultimo posto in classifica di A2.
INSERTO SPECIALE / I 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
Grandi autori italiani ed europei tra piazze e teatri: ecco il programma completo Nuovi spazi, ospiti, laboratori e mostre per chi ama i libri e l’arte del racconto nella quinta edizione della manifestazione Ogni anno facciamo un piccolo passo in avanti. Ogni anno il programma è più ricco, e sempre più autori ci contattano perché vogliono tornare o perché altri gli hanno parlato bene del festival. È una grande soddisfazione, ma il merito non è mio e di chi mi aiuta a organizzare ScrittuRa festival, ma vostro, di tutti i ravennati e i lughesi che ogni anno si riversano nelle piazze per seguire gli incontri. Una comunità autentica e viva composta da lettori e spettatori attenti e dinamici, da bibliotecarie e libraie, da una amministrazione che coltiva le ricchezze del territorio, da insegnanti appassionate e studenti curiosi, da ristoratori ospitali e albergatori cordiali, da tanti cittadini che ci aiutano e sostengono con la loro presenza. Quest anno ci saranno anche tante novità: l’apertura ai territori di Bagnacavallo e Fusignano, le colazioni con gli autori a Lugo e nuovi laboratori a Ravenna. Ci saranno ospiti autori che ho amato alla follia da lettore: come la De Kerangal, Arriaga, Markaris e Dicker, altri a cui sono molto affezionato come Cavazzoni, Siti e Augias. Non si parlerà solo di libri ma anche di giornalismo con Sergio Rizzo e Paolo Di Stefano, di fotografia con il quattro volte vincitore del Word Press Photo Massimo Sirgusa, di teatro con Paolini e Baliani, di cinema con la meravigliosa energia di Laura Morante, ci sarà un ricordo particolare del ’68 a cinquanta anni di distanza con Mario Capanna, si parlerà di poesia con Bajani di filosofia con Magris e Necci, insomma saranno giornate in cui arricchirsi e riflettere. Matteo Cavezzali Direttore artistico di ScrittuRa Festival
Un blog degli studenti I ragazzi del liceo classico Dante Alighieri, coordinati da Monica Fabbri, curano tesseredinchiostro.wordpress.com, blog su cui sono pubblicate immagini, video e interviste agli ospiti del festival.
Un’immagine della piazzetta Unità d’Italia durante una delle passate edizioni di ScrittuRa
RAGAZZI Letture in bicicletta, musica e “Grandissimi” Numerose anche le iniziative rivolte ai bambini nei giorni di ScrittuRa Festival. Giovedì 11 alle 17 partirà dalla libreria Longo in via Diaz “Pedaleggiamo”: Letture animate in bicicletta per il centro città per bambini dai 4 ai 10 anni. Martedi 15 alle 17 Sibode Dj si esibirà in “La storia di Sibons”, musica fantastica e avventure mirabolanti (per bambini da 3 anni) presso libreria Dante di Longo. Mercoledì 16 alle 18 sempre alla libreria Dante ci sarà l’incontro “Nati per Leggere: una guida per genitori e futuri lettori”: Un percorso bibliografico tra i libri dedicati ai più piccoli per il Maggio dei libri a cura dell'Istituzione Biblioteca Classense. Infine, da mettere in agenda il 4 giugno alla Corte Cavour alle 17.30 Davide Morosinotto racconterà "I grandissimi": storie di uomini e donne che hanno cambiato il mondo.
“Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che passa sotto il nostro tetto” Via Ravegnana, 677 - RAVENNA C. 391 4736672 T. 0544 534418 alcircolinora@gmail.com
(Anthelme Brillat-Savarin)
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II / Edizione 2018 RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
IL PROGRAMMA/1
A sinistra lo svizzero Joel Dicker, a destra la francese Maylis de Kerangal, entrambi al Rasi il 14 maggio
scenza. De Kerangal dialogherà con Alberto Rollo, uno dei massimi esperti di letteratura europea, per anni direttore letterario di Feltrinelli, oggi consulente di Mondadori. Alle 21, sempre al Rasi, sarà la volta dell’autore svizzero Joel Dicker. Con La verità sul caso Harry Quebert ha venduto cinque milgioni di copie, ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Francaise 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012, ed è stato tradotto in oltre 35 paesi. Il suo ultimo romanzo è La scomparsa di Stephanie Mailer (La Nave di Teseo). L’autore dialogherà con Cristina Di Stefano, scrittrice e firma del Corriere della Sera.
Arriaga, Dicker, Catozzella: grandi autori sul palco e in biblioteca Dall’anteprima con il Leone d’oro spagnolo fino al giornalismo d’inchiesta: il programma della manifestazione a Ravenna dal 7 al 16 maggio L’edizione 2018 di ScrittuRa Festival comincia lunedì 7 maggio con una importante anteprima alle 18 a Palazzo dei Congressi a Ravenna. Gulliermo Arriaga, sceneggiatore del regista Premio Oscar Alejandro Inarritu (Amores perros, 21 grammi, Babel), Leone d'Oro come regista per The Burning Plain e Palma d'oro come miglior sceneggiatore, parlerà de “Il selvaggio” dialogherà con Ilide Carmignani tra le più importanti traduttrici dello spagnolo che ha curato, tra l’altro, l’opera di Roberto Bolaño e Luis Sepulveda, e tradotto Borges, Neruda, Corazar e García Márquez. Insieme parleranno del romanzo di Arriaga Il selvaggio (Bompiani). Domenica 13 sarà ospite il più grande scrittore di noir della Grecia: Petros Markarīs alle 18 a Palazzo dei Congressi. La sua “trilogia della crisi” (Prestiti scaduti, L'esattore e Resa dei conti) ha raccontato la frattura del suo paese al mondo. Sceneggiatore, amico e stretto collaboratore di Theo Angelopoulos, per cui scrisse la sceneggiatura, tra gli altri, di L’eternità e un giorno (Palma d’Oro a Cannes
nel 1988) torna ora con L’università del crimine (La Nave di Teseo), nuova impresa del commissario Charitos, intervistato da Matteo Cavezzali. Lunedì 14 si aprirà con la Maratona poetica in centro a Ravenna dalle 11 (partenza piazza del popolo) con i ragazzi dell’Ite Ginanni di Ravenna che, coordinati dall’insegnante Ilaria Cerioli, proporranno una performance dei ragazzi nelle principali vie del centro colorate da flash mob poetici. La giornata prosegue poi con due incontri che segnano la giornata più densa del festival che si svolgerà interamente al teatro Rasi di Ravenna. Alle 18 salirà sul palco Maylis de Kerangal, considerata una delle più importanti scrittrici francesi contemporanee. Con Feltrinelli ha pubblicato Nascita di un ponte (2013), Prix Médicis; Riparare i viventi (2015; Grand Prix RTL-Lire), Lampedusa (2016) e Corniche Kennedy (2018) adattato al cinema dalla regista Dominique Cabrera. Un potente, sensibile e sensuale atto d'amore per quel momento della vita in cui tutto è possibile: l'adole-
Martedì 15 sarà invece una giornata alla Biblioteca Classense. Alle 18 Gian Mario Villalta: scrittore, poeta e direttore artistico di Pordenonelegge, il suo ultimo romanzo è Bestia da latte (SEM) La storia di un bambino cresciuto in una fattoria del nord est negli anni 60 tra natura e violenza. Alle 21, sempre alla Classense, sarà ospite Giuseppe Catozzella, autore molto amato. Con “Non dirmi che hai paura” (Feltrinelli, 2014) ha vinto il Premio Strega Giovani. Nel 2017 ha pubblicato, sempre per Feltrinelli, Il grande futuro e nel 2018 E tu splendi. I suo romanzi sono tradotti in venti paesi. Mercoledì 16 alle 17.30 al teatro Rasi si terrà l’incontro “Avventure per nuovi mondi - Peripezie di eroi e antieroi contemporanei, a teatro e nel romanzo”. Una conversazione con Daria Deflorian, attrice, drammaturga e regista, Matteo Marchesini, critico letterario de Il Foglio e scrittore e Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro Passeggiate letterarie della Albe, a cura di Rossella Menna, critico teatrale e dramaSabato 19 maggio si svolgeturgo. Alle 21 ci si sposterà alla ranno due passeggiate letteraBiblioteca Classense con Sergio rie inserite nel programma del Rizzo, giornalista del Corriere Festival: la prima parte alle della Sera autore del celebre libro 14.30 dalla libreria Dante di inchiesta La Casta, che ha camLongo e ha il titolo “Donne rabiato il modo di vedere e racconvennati fra arte e scrittura” ed tare la politica in Italia. Rizzo parè a cura di Manuela Farneti. La lerà de Il pacco. Indagine sul grande seconda alle 17 si intitola “A imbroglio delle banche italiane (FelSpasso con Agnello!” ed è a trinelli) per scoprire come è stato cura di Giovanni Gardini.La imbastito il grande imbroglio prenotazione è obbligatoria che, con la collaborazione di istipresso la libreria (biglietto: 6 tuti finanziari di mezzo mondo, euro). ha rischiato di affossare un pezzo importante del nostro paese.
LABORATORI
DALL’EDITING AL CINEMA: TRE INCONTRI PER IMPARARE A SCRIVERE All’interno di ScrittuRa festival si terranno tre laboratori che esploreranno tre diversi aspetti della scrittura: come trovare la propria “voce”, come fare editing di un testo, e come scrivere per il cinema. Si svolgeranno tutti al Mar, il Museo della Città di Ravenna in via di Roma 13 dalle 10 alle 13. Il primo incontro sarà venerdì con Francesco Colombo editor di Einaudi Stile Libero. Colombo spiegherà come pubblicare, attraversando le diverse fasi da cosa succede a un manoscritto che arriva in una casa editrice al rapporto con l’editor. Sabato 19 il secondo incontro è intitolato “L’arte della voce: La parola letteraria - Immaginare e descrivere – Il silenzio e la bellezza” con Leonardo Colombati scrittore, direttore della scuola di scrittura Molly Bloom di Roma, direttore Nuovi Argomenti. L’ultimo incontro è domenica 20 maggio e si intitola “Scrivere per il cinema” con Alessandro Fabbri sceneggiatore che ha lavorato con Gabriele Salvatores, Giuseppe Capotondi e Stefano Accorsi. I laboratori sono a numero limitato. L’iscrizione costa 25 euro per singolo incontro o 50 per tutti e tre. Le prenotazioni si possono fare presso la libraria Dante di Longo o scrivendo a info@scritturafestival.com
Edizione 2018 / III 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
IL PROGRAMMA/2
Da sinistra: Marco Paolini, Marco Baliani, Ermanno Cavazzoni, Mario Capanna, tutti ospiti in piazza Unità d’Italia dal 17 al 20 maggio
Il salotto in piazza Unità d’Italia tra racconto, editoria e (anche) foto
la fotografia e di scrittura con Paolo Di Stefano, giornalista, scrittore e inviato del Corriere della Sera e Massimo Siragusa, fotografo siciliano vincitore di molti premi internazionali tra cui quattro volte il World Press Photo. Parleranno de Respirano i muri (Contrasto), ovvero il legame che unisce un uomo alla propria casa che è qualcosa di profondo e fondante dialogando con Maria Vittoria Baravelli.
Paolini, Baliani, Cavazzoni, Giordano tra i grandi nomi protagonisti nella tre giorni che è il cuore del festival Dal 17 al 20 maggio si torna nel luogo tradizionale del Festival, piazza Unità d’Italia. Giovedì 17 si comincia alle 18 con Leonardo Colombati, autore di moltissimi romanzi tra cui Rio (Rizzoli 2007), Il re su Giovanni Agnelli (Mondadori 2009) e 1960 (Mondadori 2014) e Estate (Mondadori 2018), fondatore della scuola di scrittura Molly Bloom, nonché direttore della prestigiosa rivista Nuovi Argomenti fondata da Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. Alle 21 sarà la volta di Paolo Giordano. A dieci anni dal libro cult La solitudine dei numeri primi, vero e proprio caso letterario da oltre due milioni di copie nonché vincitore del Premio Campiello Opera Prima e del Premio Strega 2008, Paolo Giordano torna a raccontare la giovinezza, poi l'azzardo di diventare adulti con Divorare il cielo (Einaudi). Venerdì 18 il calendario sarà ancora più fitto con, alle 17, Marco Baliani, attore, autore e regista in un incontro dal titolo “Ogni volta che si racconta una storia”. a proposito di narrazione, alle 18, Marco Paolini e Gianfranco
Bettin parleranno del loro libro Numero Primo: candido e saggio, un po' Pinocchio e un po' E. T., ultima invenzione del narratore di genti e storie Paolini, uomo di teatro e di parole e del sociologo ed ecologista Gianfranco Bettin. Il tema centrale del romanzo edito da Einaudi è il rapporto con l’innovazione tecnologica. Alle 21 l’originalissimo Ermanno Cavazzoni ci porterà ne La galassia dei dementi (La Nave di Teseo). Collaboratore di Fellini (La voce della luna era ispirato al romanzo Il poema dei lunatici), Cavazzoni insegna poetica e retorica all'Università di Bologna, è membro dell'OpLePo ed è stato co-direttore della rivista Il semplice (Feltrinelli, 1995-96). Trai suoi titoli più apprezzati anche Vite brevi di idioti (Feltrinelli) e Il pensatore solitario (Guanda) Sabato 19 alle 18 si parlerà di editoria italiana e straniera con Cristina Foschini, Group Rights and Acquisitions Director di GEMS - Gruppo Editoriale Mauri Spagnol a cui fanno capo gli editori Garzanti, Bollati Boringhiri, Guanda, Longanesi, TEA, Vallardi, Salani, Chiarelettere, Ponte alla Grazie, Corbaccio e diversi altri. Alle 21 invece il tema sarà
Domenica 20 ultima giornata ravennate, segnata da tre importanti appuntamenti. Alle 17 Vite che sono la tua in cui Paolo Di Paolo, scrittore e firma di Repubblica parlerà racconterà il fascino dei personaggi letterari da Tom Sawyer al giovane Holden, da Jane Eyre a Raskòl'nikov partendo dal suo ultimo libro edito da Laterza. Alle 18 si parlerà del rapporto tra autore ed editor con lo scrittore Marco Rossari – che recentemente ha curato una nuova edizione di Sotto il vulcano (Feltrinelli) di Malcolm Lowry – e Angela Rastelli editor Einaudi di autori come Paolo Cognetti, Domenico Starnone, Melania Mazzucco, Paolo Giordano e Donatella Di Pietrantonio. Alle 21 ci sarà un incontro particolare per i cinquanta anni del ’68. Mario Capanna, il leader studentesco che guidò le proteste di quel periodo infuocato racconterà in Noi tutti (Garzanti) come il Sessantotto sia un filo che collega il passato al futuro a cinquanta anni dalla quella rovente stagione politica. In caso di pioggia gli incontri saranno alla Sala D’Attorre, in via Ponte Marino 2, eccetto Marco Baliani, Marco Paolini e Gianfranco Bettin che si sposteranno ai chiostri francescani in via Dante Alighieri, 2.
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IV / Edizione 2018 RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
IL PROGRAMMA/3
IL PROGRAMMA/4 Due serate tra noir e fantasy a Fusignano e Bagnacavallo
Daria Bignari e Laura Morante, tra le grandi ospiti femminili di ScrittuRa Festival, entrambe a Lugo
Ravenna e Lugo saranno collegate, durante ScrittuRa Festival, da due serate tematiche a Bagnacavallo sulla fantascienza e a Fusignano sul noir. Martedì 22 maggio alle 21 al Chiostro del Convento di San Francesco a Bagnacavallo si parlerà de “Le visionarie: Fantascienza, fantasy e femminismo. Il meglio della narrativa fantastica declinata in chiave femminista raccontata da due voci importanti della narrativa italiana contemporanea: Claudia Durastanti e Veronica Raimo e musicata dalla violoncellista Jenny Burnazzi. Claudia Durastanti è una scrittrice e traduttrice italo-americana, il suo ultimo romanzo è Cleopatra va in prigione (Minimum fax), Veronica Raimo è scrittrice e sceneggiatrice. Il suo ultimo romanzo è Miden (Mondadori).
A Lugo si comincia con la colazione: tra gli ospiti Augias, Morante e Siti
Mercoledì 23 in pizza Corelli a Fusignano si terrà la Notte Noir con Stefano Tura storico invitato Rai a Londra, esperto del mondo britannico e del giallo che in quel paese è nato e Chiara Moscardelli.
Tra il Pavaglione e il Chiostro del Carmine gli incontri con i grandi nomi della letteratura, e al mattino alle 11 conversazioni tra etica e poesia Ancora una volta, dopo Ravenna, ScrittuRa Festival conquista Lugo. La prima giornata nella città di Baracca sarà giovedì 24 con, alle 18 al Chiostro del Carmine, Andrea Marcolongo, autrice del saggio best seller La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco (Laterza), parlerà de La misura eroica. Il mito degli argonauti e il coraggio che spinge gli uomini ad amare (Mondadori): l’amore ai tempi di Omero. Alle 21 al Pavaglione incanterà il pubblico Laura Morante con i suoi Brividi immorali. Attrice dal talento indomito esordisce giovanissima sul palco accanto a Carmelo Bene. Ha lavorato con Bernardo Bertolucci in La tragedia di un uomo ridicolo, Nanni Moretti in pellicole indimenticabili come Sogni d'oro, Bianca e La stanza del figlio, Mario Monicelli, Paolo Virzì in Ferie d’agosto e Pupi Avati. A Lugo presenta il suo primo libro, edito da La Nave di Teseo. Venerdì 25 sarà la volta di due grandi giornalisti televisivi e narratori. Daria Bignardi alle 18 ai Chiostro del Carmine parlerà di Storia della mia ansia (Mondadori): il racconto di una donna che capisce di non doversi più vergognare del suo lato buio, l'ansia. «“Sappiamo già tutto di noi, fin da bambini, anche se facciamo finta di niente” dice Lea, la protagonista della storia. Ho immaginato una donna che capisce di non doversi più vergognare del suo lato buio, l’ansia». Seguirà alle 21 l’incontro Corrado Augias al Pavaglione. Giornalista e autore amatissimo racconterà le bellezze del nostro paese in Questa nostra Italia. Luoghi del cuore e della memoria (Einaudi). Perché possiamo dirci italiani? A settant'anni dalla firma della Costituzione, Corrado Augias compie un viaggio nei luoghi della nostra memoria collettiva e in quelli del suo cuore. Una delle nuove iniziative di ScrittuRa 2018 sono le colazioni conviviali con gli autori, che il festival offrirà al suo pubblico nell’ultimo fine settimana di programmazione. La prima sarà sabato 26 alle 11 nel cortile dell’hotel Ala d’O-
In caso di pioggia l’incontro sarà all’auditorium Arcangelo Corelli.
ro di Lugo: Colazione poetica, con Andrea Bajani. Scrittore, drammaturgo e poeta ha scritto tra gli altri Un bene al mondo (Einaudi) e la raccolta poetica Promemoria (Einaudi). Ha collaborato con attori e musicisti come Giuseppe Battiston, Marco Paolini e Jovanotti. La giornata di sabato proseguirà alle 18 ai Chiostro del Carmine con Andrea Gentile, direttore editoriale de Il Saggiatore e scrittore presenterà I vivi e i morti (Minimum Fax): A Masserie di Cristo, lungo le pendici del Monte Capraro, nel cuore di un Sud viscerale, fantasmagorico e magico, i vivi e i morti s'incontrano, talvolta senza riconoscersi. Alle 21 al Pavaglione ci sarà uno dei più trasgressivi scrittori italiani, Antonio Moresco, per parlare delle fiabe. Le fiabe devono rassicurare o far paura? Cosa ci serve per crescere? Moresco attraversa la tradizione delle fiabe per scoprire cosa ci siamo dimenticati. I suoi ultimi libri sono Fiabe da (SEM) e L’adorazione e la lotta (Mondadori) in cui si confronta con opere di scrittori, poeti, filosofi. L’ultima giornata del festival, domenica 27 maggio, è dedicata al “male”. Si apre con la Colazione filosofica, assieme a Francesco Magris, docente ordinario presso l’Università François Rabelais di Tours e autore di Libertà totalitaria (La Nave di Teseo)e Paolo Nelli, docente del King’s College di Londra e autore di Trattato di economia affettiva (La Nave di Teseo) alle 11 nel cortile dell’hotel Ala d’Oro. Alle 18 ai Chiostri del Carmine sarà ospite Rosella Postorino, con il suo Le assaggiatrici (Feltrinelli). L’ultimo incontro sarà con uno dei grandi maestri della letteratura italiana: Walter Siti, che salirà sul palco del Pavaglione alle 21 per parlare di quale sia oggi il male assoluto. *In caso di pioggia tutti gli incontri si terranno al Salone Estense, tranne Daria Bignardi e Corrado Augias che saranno alla aula magna del Ricci Curbastro.
LA MOSTRA Log of per ragionare dei dispositivi virtuali e la nostra coscienza La mostra “LOG off” curata dal Centro Romagna Arte Contemporanea si svolgerà dal 12 al 28 maggio ai chiostri della Chiesa del Carmine a Lugo e a Il Granaio di Fusignano. Al centro della mostra il ragionamento sui dispositivi virtuali che tengono spesso distanti da contatti diretti con emozioni, relazioni, natura e realtà. Per non perdere l’orientamento e i punti cardinali della vita, la coscienza ci dice che è necessario prendersi il tempo per staccare la spina, disconnettersi dalla foresta delle passwords, dalle montagne di downloads, e- mail.
Titoli di coda: chi contribuisce a realizzare ScrittuRa Festival ScrittuRa festival è realizzato grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna e agli Assessorati alla Cultura dei comuni di Ravenna, Lugo, Bagnacavallo e Fusignano. È sostenuto inoltre dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e da coop Sole. Rai Radio3, Minima&Moralia e Ravenna&Dintorni sono i media partner. Hanno collaborato alla realizzazione del festival Istituzione Biblioteca Classense, Biblioteca Oriani, Biblioteca Trisi, Mar Museo della Città di Ravenna, Caffè Letterario di Lugo, Ravenna Teatro, Confesercenti, le librerie Dante di Longo, Alfabeta, Momo, Liberamente, Modernissima, Librerie Coop, Feltrinelli Ravenna e Gulliver e le scuole superiori: Liceo Classico Dante Alighieri che seguiranno il festival con interviste e foto e articoli sul blog Tessere d’Inchiostro, Liceo Scientifico A. Oriani e ITE G. Ginanni.
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24 / CULTURA / RUBRICHE RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
VISIBILI E INVISIBILI
CARTOLINE DA RAVENNA
Loro 1, un film non politico e al 100 percento Sorrentino
Umarell…
di Francesco Della Torre
mittente Giovanni Gardini
Loro 1 (di Paolo Sorrentino, 2018) Sergio Morra è un giovane figlio di imprenditore che nella sua Taranto preferisce, al mestiere del padre, l'affarismo a colpi di escort, droghe e festini. Ma per realizzarsi capisce che deve spostarsi dalla provincia a Roma e deve incontrare Lui, Silvio Berlusconi. Lo fa con l'aiuto di Kira, considerata “ape regina” di questo mondo proprio per via dei rapporti con Lui, che per tutta la prima parte aleggia come uno spirito nelle suonerie dei cellulari e… nei fondo schiena delle ragazze. Paolo Sorrentino dopo il Divo Andreotti torna a parlare della nostra storia più recente (la vicenda parte nel 2006) attraverso il personaggio politico più potente e più influente dei giorni nostri, senza scendere minimamente nell'analisi politica e sorvolando l'attualità come un naturale flusso di Una scena da Loro 1 tempo. Sorrentino torna, dopo La grande bellezza, a parlare della Roma decadente, di una società dall’apparire e del comprare con più leggerezza e ironia del capolavoro precedente. Il film parte lontano da Lui, per arrivare lentamente a quello che è il suo mondo, racconta Roma che è la vetta di un'Italia che conosciamo e che esiste ancora celando dietro nomi di fantasia alcuni dei personaggi più squallidi delle cronache prima rosa poi giudiziarie del nostro paese. Unici personaggi reali, chiamati per nome, sono Silvio, l'allora moglie Veronica (non viene però mai citato il cognome), il “menestrello” Apicella e a sorpresa l'allora giovanissima Noemi Letizia, ovviamente tutti interpretati da attori (l'unico personaggio reale che interpreta se stesso nel gustoso cameo finale lo lascio scoprire a voi). Si scopre subito come alcuni personaggi, a partire dal Morra interpretato da uno Scamarcio in grande
forma, siano facilmente riconducibili ai protagonisti reali, mentre altri costituiscono un abile mix “sorrentiniano”, tra i quali svetta il politico Santino (un grande Fabrizio Bentivoglio) che coniuga abilmente Bondi, Formigoni, Scajola e ha il look di Cirino Pomicino. Geniale. Ma Loro 1 oltre a non essere un film politico, è un marchio 100% del regista napoletano, che fin dalla prima inquadratura (protagonista un capretto) ricorda a tutti noi il suo stile. Ci sono tutti gli elementi del suo cinema e della sua poetica, e questa prima parte non si farà amare da chi già detesta il suo stile; una prima parte che è difficile da giudicare come opera a se stante perché presenta due storie che ancora non si sono incontrate e che troveranno il suo naturale continuo nella seconda parte. Questo forse è l'unico difetto di un film che in più di un'occasione ricorda l'episodio pilota di una serie tv: ci vorrà tutta l'abilità del regista nel trovare la quadra al termine delle due parti e trasformare, come penso, in opera completa questa ora e quaranta sempre geniale, finalmente divertente e pregna di cinema. Concludiamo con gli attori, perché oltre ai già citati assistiamo a prove di gran valore, a partire dall'ormai affermata Kasia Smutniak fino alla rivelazione di Euridice Axen (la Veronica di Elena Sofia Ricci ha grande potenzialità, vedremo a fine film). Tanti i camei, il più gustoso di tutti ci mostra Ugo Pagliai nei panni di Mike Buongiorno che conduce uno strano quiz che si vede alla tv in una scena onirica tra le più affascinanti del film. E il magnifico Toni Servillo è sempre lui, anzi Lui. Loro 1 piace molto a noi sorrentiniani, ci consegna una valigia piena di aspettative per la seconda stag… per il secondo episodio che siamo certi non andranno deluse.
o! l l e b è o l e i c il noi! n o c o l i r p o c s
Domenica 6, ore 10:30 Osservazione del Sole (ingresso libero - Cielo Permettendo)
Martedì 8, ore 21
Claudio Balella Decimo pianeta: dai sumeri ad oggi, cosa c'è in fondo al sistema solare
Sabato 12, ore 21 Incontriamoci su Giove ...alla scoperta del Gigante del sistema solare Ingresso Libero
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Il Museo Arcivescovile di Ravenna nasce come collezione lapidaria in seguito alla demolizione dell’antica Basilica Ursiana. Nell’opera Metropolitana di Ravenna è riportata un’ampia cronaca nella quale si racconta come furono rinvenute le lapidi e le iscrizioni che formarono il primo nucleo di questa raccolta museale: «Allora, che disfar si volle la cadente fabbrica della basilica Orsiana, cominciossi dal pavimento. Listato era questo in molte parti di lunghe, e larghe lastre di marmo greco, le quali abbandonate alla discretezza dei muratori, altre intiere, altre in pezzi venivano levate dal suolo, e ammassate. Volle la buona sorte, e certamente possiamo così chiamarla, che a questo dissotterramento de’ marmi presente si trovasse l’eruditissimo Domenico Vandelli, matematico modenese, il quale per affari del suo Sovrano tratteneasi da que’ tempi in Ravenna. Osservò egli fortunatamente, che nel luogo, donde cavansi le lastre di marmo, rimaneva impresso di caratteri il sottoposto terreno. Se ne avvide appena l’uomo letteratissimo, che ne comprese il mistero, e subito parlatone all’architetto, acciocchè ai muratori ne incaricasse la cautela, e avvertitone l’Arcivescovo Farsetti, lo innamorò di quelle preziose antichità, quali esse si fossero, e facilmente lo persuase a salvarle. Tali erano in fatti. Moltissime di quelle lastre scolpite in se portavano varie iscrizioni, quali idolatre, e quali cristiane». Così furono raccolte le iscrizioni per «formarne a pubblico benefizio un Museo».
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CULTURA / RUBRICHE / 25 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
TUTTA UN’ALTRA MUSICA
LETTI PER VOI
Quanto fermento in Romagna: una piccola mappa della scena rock locale
Ottimo esordio per Lino Busà (peccato però per l’editore...)
di Luca Manservisi
di Nevio Galeati*
Suona forse un po’ provinciale sottolinearlo ma è ormai diventato quasi necessario celebrare il fermento che agita la produzione musicale (in ambito rock e dintorni) della Romagna, con pochi paragoni nel resto d’Italia. Dischi locali che in realtà sono sempre più di caratura nazionale quando non internazionale, a partire da quelli di una sorta di microscena nella scena che parte dai Sacri Cuori (tra le colline forlivesi, Faenza e Ravenna), maestri nel contaminare nella loro musica strumentale tradizioni locali con quelle del resto del mondo, grazie anche a collaborazioni prestigiose nate sull’onda di un’altra eccellenza romagnola come il festival Strade Blu. Fanno parte dello stesso “giro” cantautori come il debuttante ravennate Giacomo Scudellari, una figura ormai di spicco da queste parti come il cesenate Enrico Farnedi (per non parlare di piccole icone come il battersita blues forlivese Vince Vallicelli e il suo recente progetto in dialetto romagnolo) o compositori come Christian Ravaglioli. A fare da collante anche la piccola famiglia (di cui fanno parte per esempio le cantautrici ravennati Mara e Ryf e tangenzialmente anche il rapper Moder) dell’etichetta Brutture Moderne di Francesco Giampaoli (dei Sacri Cuori), che ha peraltro appena dato vita al Gdg Modern Trio insieme a Bruno Dorella, personaggio di culto dell’intera scena underground italiana, ormai «orgogliosamente ravennate d’adozione» e che ha fatto diventare ravennati anche suoi vari progetti, tra cui Ronin e Ovo (con l’altra ravennate d’adozione Stefania Pedretti). Tornando alla Romagna rivisitata (in chiave rock-jazz caraibico), ecco poi il piccolo collettivo dei Supermarket che porta fino alla musica balcanica di Slavi Bravissime Persone e s un altro personaggio fuori dagli schemi come il cantautore forlivese Giacomo Toni. Tra la Romagna e i Caraibi, passando da New Orleans, da segnalare anche le band di artisti locali in qualche modo legate al festival Spiagge Soul diretto da Francesco Plazzi, mentre proget-
ti più “avventurosi” sono i Cacao (il lato cerebrale dei ravennati Actionmen, nome di rilievo internazionale in campo hardcore), tra le band preferite tra l’altro dei colleghi Ponzio Pilates, collettivo riminese che unisce ritmo alla psichedelia. Ma qui in Romagna non ci facciamo mancare neppure progetti di assoluto rilievo legati alla forma canzone, come quello acclamato pure in Inghilterra dei forlivesi Moro & Silent Revolution, i riccionesi Nobraino, l’omaggio all’indie-rock dei cesenati Sunday Morning, quello al folk-pop più intimista dei Rigolò o dei Jarred, The Caveman o ancora l’indie-pop elettronico degli Amycanbe della cantante ravennate Francesca Amati che sta per tornare (in grande stile) anche con i Comaneci. E a proposito di voci femminili aspettiamo con ansia il debutto vero e proprio di Giungla (da Solarolo) o i prossimi passi di una possibile pop-star come la forlivese Marianne Mirage, fino ad arrivare dalle predilette di Cristina Donà, le cesenati Io e La Tigre, che tra l’altro hanno da poco aperto la rassegna di concerti nelle aziende della Bassa Romagna che ora porta da queste parti anche il Duo Bucolico (nome ormai storico del riminese, tra pop e rock demenziale). Più derivativi, ma dal respiro (eccome) internazionale, in ordine sparso, i brit-rocker ravennati Doormen e i loro concittadini Sunset Radio (punk-rock melodico) e Schonwald (dark-wave) o, ancora, i forlivesi Havah (new-wave) e chissà quanti altri. Per concludere alcune eccellenze che fanno un po’ storia a sé: il forlivese Pieralberto Valli (che l’11 maggio registra dal vivo il nuovo disco a Santarcangelo), l’elettronica intelligente del lughese Godblesscomputers, la vocalità unica di John De Leo (sul palco del primo maggio insieme a un altro cantautore romagnolo da tenere d’occhio come Braschi), le sperimentazioni del “nostro” Adriano Zanni o di Giovanni Lami, i progetti del batterista Paolo Mongardi e, quasi per chiudere un cerchio, l’omaggio al liscio romagnolo di Mirco Mariani.
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«Malgrado il tempo passi veloce, le speranze, le illusioni e le miserie degli uomini si assomigliano sempre». Sono le ultime battute del prologo di “Vento di fuoco. Il romanzo di una generazione”, esordio letterario di Lino Busà, dirigente nazionale di Confesercenti, protagonista del movimento antiracket e antiusura ed ex consulente esterno della Commissione parlamentare antimafia. È la storia di un rapimento, nella Sicilia del 1944, attorno a Pasqua; sull’isola la guerra è finita, ma il ritorno alla normalità non è una cosa semplice. In un piccolo, immaginario paese in mezzo ai Nebrodi, Colle sull’Alcàntara, vive e lavora don Valerio; ha conquistato un quarto di nobiltà sposando donna Flavia, nobile, bella e decaduta. Ma continua a fare il massaro, come se tutta la terra che ha ottenuto sudando fosse ancora in mezzadria. Tornando a casa, con il profilo dell’Etna sullo sfondo, viene prelevato da due giovani e un vecchio, che chiederanno un riscatto. Vento di fuoco aggiunge e sovrappone un altro piano narrativo: racconta le speranze e gli entusiasmi di alcuni giovani che vedono nel Separatismo la soluzione ai problemi della propria terra. La passione, però, da sola non è sufficiente: servono soldi, chi ha lanciato il Movimento sa parlare, infiamma gli animi, ma non…
dà da mangiare. Così qualcuno supera il limite e infrange la legalità. Il vento di fuoco lo scotta, lasciando indenni (o quasi) i “teorici”. I disastri provocati dell’Esercito volontario per l’indipendenza della Sicilia, di Salvatore Giuliano e della mafia di Monreale, sono ancora lontani; eppure Lino Busà fa capire come sia nato quel fraintendimento e quel periodo di nuova criminalità organizzata, con una parte dello Stato già connivente con Cosa nostra. L’intreccio funziona, i personaggi sono credibili e le pagine emanano un fascino particolare, come se la Sicilia, così ben descritta anche nei riti religiosi, tanto teatrali da sembrare profani, fosse una terra esotica e non un pezzo d’Italia. Le poche frasi in dialetto muovono la scrittura e aumentato questa sensazione. E funziona anche il trucco letterario di fingere che la storia sia vera, e sia stata raccontata all’autore da un protagonista delle vicende, ormai vecchio e provato dalla galera, incontrato per caso durante una vacanza in Sicilia. Un ottimo esordio, quindi. Purtroppo non sorretto dall’editore – Neomediaitalia – che ha trascurato l’editing e la correzione finale, lasciando imperfezioni ed errori addirittura in quarta di copertina. Peccato. *direttore GialloLuna NeroNotte
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26 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
ROCK/1
L’INAUGURAZIONE Concerti e buffet al nuovo studio di registrazione di Gianluca Lo Presti a Filetto
ROCK/2
Sabato 5 e domenica 6 maggio è in programma l'inaugurazione del LotoStudio 2.0 del musicista Gianluca Lo Presti, un nuovo studio di registrazione professionale a Filetto. Saranno due giornate aperte al pubblico a partire dalle 11 fino a tarda sera con showcase organizzati da Area51. Sabato 5 dalle 18 concerti di Caron Dimonio e Carlo Martinelli; domenica 6, sempre dalle 18, il live dei Lebowski, a cui seguirà il dj-set di Madesi. Non mancheranno aperitivo e buffet di Am-Arcord L'ustarì ad Pachina e saranno presenti liutai e artigiani di Neptune Guitars.
I BUNUEL DI IRIONDO-CAPOVILLA AL BRONSON CON IL NUOVO ALBUM Sabato 5 maggio al Bronson di Madonna dell’Albero concerto dei Buñuel (foto), sorta di supergruppo dedicato al rock più massimalista nato da un’idea di Xabier Iriondo (Afterhours), Franz Valente e Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori) con alla voce l’americano Eugene S.Robinson degli Oxbow. Presentano il nuovo album “The Easy Way Out”. Il 10 maggio invece al Bronson gli americani Radio Moscow (rock psichedelico).
ROCK/3
AGENDA CONCERTI Il Duo Bucolico a Bagnacavallo per “Ingranaggi” Prosegue la quarta edizione del progetto “Ingranaggi musicali”, che porta la musica dal vivo (e mostre fotografiche) nelle aziende della Bassa Romagna. Venerdì 4 maggio dalle 19 l’appuntamento è a Bagnacavallo, presso la Caravita Recinzioni, in via Ca’ del Vento 37, con il concerto del riminese Duo Bucolico, tra rock demenziale e cantautorato.
Al Mariani una serata in stile New Orleans Venerdì 4 maggio dalle 21.30 all’osteria Passatelli del Mariani di Ravenna concerto blues dei Bayou Moonshiners, duo italiano – pianoforte, rullante e due voci – nato con lo scopo di portare lo stile di New Orleans in un vero e proprio never ending tour in tutta Europa.
PSICHEDELIA E POST-PUNK DALLA CALIFORNIA AL MOOG Due band americane in arrivo al piccolo Moog Slow Bar, in centro a Ravenna (concerti sempre gratuiti). Sabato 5 maggio sul palco i californiani (nella foto) Levitation Room (garage-rock psichedelico); giovedì 10 invece sonorità post-punk con un’altra band californiana, i Marbled Eye (ex Useless Eaters).
ROCK/4
Al Boca Barranca tra musica latina e i Ridillo Al Boca Barranca di Marina Romea venerdì 4 maggio concerto dei bolognesi Rumba de Bodas, tra funk, soul e musica latina. Il giorno seguente al Boca tornano i Ridillo, nome storico della scena italiana con il loro cocktail di funky, soul, jazz, afro-brasil, folk e lounge. Concerti dalle 23.
MARTA COLLICA AL CISIM CON LE RAVENNATI MARA E RYF Continua la rassegna “Deve ancora venire” in collaborazione con l’etichetta Brutture Moderne al Cisim di Lido Adriano. Martedì 8 maggio l’appuntamento è con due artiste ravennati, le cantautrici (rispettivamente al centro e a destra nella foto) Mara e Ryf (nome d’arte di Francesca Morello), che apriranno il concerto di un nome di caratura internazionale come quello di Marta Collica, catanese ma da anni in attività un po’ in tutto il mondo grazie anche a collaborazioni prestigiose come quelle con John Parish e Hugo Race.
Al Peter Pan folk-rock con Le Sigarette Sabato 5 maggio dalle 17.30 al bagno Peter Pan di Marina di Ravenna folk-rock con il duo romano LeSigarette, batteria, chitarra e voci.
New soul da Bologna al bagno Polka Domenica 6 maggio dalle 16.30 al bagno Polka di Marina Romea tra funk e black music con i Ya Nice, band “new soul” bolognese.
Gli Etilisti Noti al Quevida Domenica 6 maggio all’ora dell’aperitivo al Quevida di Porto Corsini concerto degli Etilisti Noti, gruppo folk-cantautorale forlivese.
UNA BERLINO SONORIZZATA E BAND SCOZZESE ALL’ABAJUR Venerdì 4 maggio (dalle 21.30) al circolo Abajur di Ravenna (via Ghibuzza) evento di sperimentazione in compagnia del batterista e compositore ravennate Stefano Calvano che sonorizzerà (in compagnia di alcuni musicisti “amici”) Berlino, sinfonia di una grande città, documentario d'avanguardia tedesco girato da Walter Ruttmann nel 1927. I concerti all’Abajur torneranno domenica 6 maggio all’ora dell’aperitivo con l’indie-rock degli scozzesi Spinning Coin (nella foto).
CULTURA / 27 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
IL FESTIVAL
Da Bosso a Sarah Jane Morris: al via il 45esimo Ravenna Jazz Aspettando Chick Corea e i Manhattan Transfer torna anche l’appuntamento con i giovani musicisti accompagnati da Fresu, Vittorini, Sparagna e Alien Dee
AGENDA CLASSICA “Star Wars & More” con la Corelli a Faenza Concerto il 4 maggio alle 20.30 al Masini di Faenza. Protagonista sarà l’Orchestra Arcangelo Corelli diretta da Jacopo Rivani, per “Star Wars & More”. In programma colonne sonore di Williams, Bernstein, Badelt, Zimmer, Conti, Mancini, Silvestri.
Al via il festival chitarristico con Davide Giovanni Tomasi Ravenna Jazz giunge al traguardo della quarantacinquesima edizione, un record nel panorama dei festival jazz italiani. L’appuntamento con la storica rassegna – organizzata da Jazz Network con la direzione artistica di Sandra Costantini – è in programma dal 4 al 13 maggio, per dieci giorni di musica itineranti tra vari luoghi. Gli ospiti più noti in ambito internazionale sono senza dubbio gli americani Manhattan Transfer e Chick Corea, i cui concerti sono in programma rispettivamente il 10 e il 13 maggio al teatro Alighieri e di cui parleremo sul prossimo numero del giornale. Il festival parte invece venerdì 4 maggio al Cisim di Lido Adriano con una band lombarda proveniente dalla scena rock, i Guano Padano, con il loro sound interamente strumentale che Joey Burns dei Calexico ha definito “colonna sonora ideale di un film girato a sei mani da Sergio Leone, Jim Jarmusch e Sofia Coppola”, un cortocircuito tra vintage e avanguardia, folk e punk. Il giorno dopo il festival entra nella sua casa principale, il teatro Alighieri di Ravenna, per il concerto del quartetto del trombettista Fabrizio Bosso, spalleggiato dalla Paolo Silvestri Orchestra. Sul palco quindi uno dei più grandi virtuosi di tromba mai prodotti dal jazz italiano; sui leggii un mostro sacro della tromba, Dizzy Gillespie, alla cui figura e al cui repertorio sarà dedicato il concerto. Fautore e simbolo del passaggio della musica jazz dalla sua classicità swing alla modernità del bop e dei suoi derivati, che ancora oggi costituiscono gli elementi fondamentali di questa musica, Gillespie è stato anche un solista di estremo virtuosismo ed estroversione: argomenti sui quali anche Bosso ha molto da dire. Domenica 6 l’appuntamento è invece al teatro Socjale di Piangipane con la trombettista e cantante spagnola Andrea Motis. Poco più che ventenne, si esibirà con un quintetto che ne metterà in luce il talento chiaro e precoce, appena suggellato dal primo disco per un’etichetta di riferimento come la Impulse!. Lunedì 7 si torna all’Alighieri (per l’occasione a ingresso gratuito) con “Pazzi di Jazz” Young Project, dedicato quest’anno a George Gershwin. Sul palco saliranno ben 250 giovanissimi esecutori affidati alle cure di luminari come il trombettista Paolo Fresu, il direttore e arrangiatore Tommaso Vittorini, l’organettista Ambrogio Sparagna e il beatboxer Alien Dee. In qualità di solisti e direttori affiancheranno l’enorme distesa di giovani allievi da loro stessi preparati nel corso di svariati mesi nell’ambito del progetto didattico “Pazzi di Jazz”. Martedì 8 l’appuntamento è al Mama’s Club di Ravenna: a fa-
re gli onori di casa il sassofonista (ravennate) Alessandro Scala, capace di esprimere gli impulsi più brillanti e coinvolgenti della grande scuola sassofonistica hard-bop e funk. Scala si esibirà con un quartetto impreziosito dalla presenza di Lorenzo Tucci, uno dei batteristi di riferimento del jazz italiano, e del chitarrista inglese Nigel Price, il cui stile ben radicato nel solco di Wes Montgomery crea il perfetto amalgama nel gruppo. Il 9 maggio di nuovo al teatro Socjale ma con una voce di culto del pop inglese, Sarah Jane Morris (Eurythmics, Communards), che sarà a capo di un quintetto co-diretto col suo chitarrista di fiducia, Antonio Forcione (9 maggio, Teatro Socjale). Confermati anche quest’anno i concerti “Aperitifs”: musica jazz in chiave informale, all’ora dell’aperitivo nei locali del centro di Ravenna. Si parte venerdì 4 maggio al Fresco Andrea Motis con il chitarrista e cantante brasiliano Rogerio Tavares che renderà omaggio alla sua terra; sabato 5 Al Cairoli, Luca Olivieri sarà “Solo con una fisarmonica”; domenica 6, ancora al Fresco, l’hammondista Emiliano Pintori rivelerà le sue “Organ Insights”; il pianista e cantautore Giacomo Toni ritorna agli Aperitifs lunedì 7 al Cabiria con il suo “Nafta Tour 2018”; martedì 8 a Casa Spadoni Fabio Petretti tratteggerà “Melodie Nude” coi suoi sax ed effetti; Lorenzo Pagani (pianoforte e voce) esplorerà il soul infine mercoledì 9 all’Osteria Passatelli del Mariani. Il programma dal 10 al 13 sul prossimo numero. Quello completo è già on line anche su ravennaedintorni.it.
VENERDÌ 11 MAGGIO
IRIS QUARTET
Via Ponte Marino 19 • Ravenna Centro Tel. 0544 215206 www.mariani-ravenna.it info@mariani-ravenna.it
Sabato 5 maggio inaugura la XXIII edizione del Festival Chitarristico Internazionale “Luigi Legnani” al Comunale di Cervia con Davide Giovanni Tomasi e un programma che va dal periodo barocco con la Ciaccona di Bach, al classico con Regondi e al romanticismo di Josè e di Castelnuovo-Tedesco.
Paradossi elettronici al Planetario di Ravenna Lunedì 7 maggio dalle 21.30 alle 22.30, al Planetario di Ravenna (viale Santi Baldini, 4/A, 48121 Ravenna), Orthographe organizza Paradoxes#39 in una serata dal titolo Sinergia Elettronica che si ispira alla grande lezione di Stockhausen, del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza.
Gala lirico per chiudere la stagione della Mariani
Gran finale di “Ravenna Musica”, la stagione curata dall’Associazione Mariani. Mercoledì 9 maggio (ore 20.30) sarà un galà lirico a chiudere il cartellone concertistico del teatro Alighieri. In programma ouverture e arie dalle più celebri opere di Bellini, Rossini, Donizetti, Verdi, Puccini. L’esecuzione sarà affidata all’Orchestra Città di Ferrara. La compagine affiancherà la triade dei cantanti, i giovani Giuliana Gianfaldoni soprano e Riccardo Gatto tenore, e il celebre baritono Bruno Praticò. Sul podio Massimiliano Caldi, direttore d’orchestra milanese.
Serata speciale con l’IRIS QUARTET, quartetto d’archi tutto al femminile (violini, viola, violoncello) per trasportarvi tra le pagine della musica d’autore! Tra classica, colonne sonore e successi rock pop. Cena con menù alla carta. Inizio spettacolo ore 21.30 PRENOTAZIONI: +39 0544 215206 - info@mariani-ravenna.it
28 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
CINEMA
Al via il nuovo festival Corti da Sogni: 67 lavori in concorso ed eventi speciali Inizia il 9 maggio la diciannovesima edizione della storica kermesse al Rasi con diverse novità. Il programma dei primi giorni Nicole’S Cage di Josef Brandl Dal 9 al 12 maggio si svolge la dician(Germania), uno dei novesima edizione del festival Corti da Sogni – Antonio Ricci organizzata dal circocorti in concorso lo Sogni in collaborazione con il Comune di Ravenna. Nell’arco di quattro giornate saranno proposti, oltre a numerosi eventi speciali, 67 cortometraggi in concorso provenienti da 30 nazioni, tra cui anche la Siria, e scelti tra gli oltre 1.850 cortometraggi giunti in selezione. Il festival proporrà opere in anteprima accanto a lavori che hanno già fatto incetta di riconoscimenti a livello internazionale. Tra gli interpreti sullo schermo si segnala anche la diva francese Catherine Deneuve. La manifestazione, dedicata alla memoria di Antonio Ricci, sarà ospitata come da tradizione al teatro Rasi ma per la prima volta proporrà anche un appuntamento alla sala Mariani di Ravenna. Le proiezioni prenderanno il via mercoledì 9 maggio alle 20. Si proseguirà al giovedì a partire dalla mattinata, alle 9.30, quando il teatro Rasi ospiterà gli alunni delle scuole elementari, che assisteranno all’incontro “I 90 anni di Topolino: viagCrowdfunding e biglietto gio nel cinema di animazione della Walt Disney”. Al pomeriggio le proiezioni riper compensare i tagli prenderanno alle 18, con i corti in concorso, e proseguiranno fino a sera. L'in«Il 2018 è anche l’anno dell’avvio della convenzione quinquennale con il Comugresso alle proiezioni di tutte e quattro le ne di Ravenna – assessorato alla Cultura – commentano gli organizzatori del fegiornate è gratuito (tesseramento in lostival Corti da Sogni – che permetterà di progettare su un orizzonte più ampio co per il circolo Sogni 5 euro). Tra le nodel singolo anno. Questa è un’ottima notizia, dopo 18 anni di progettazione anvità dell’edizione, il fatto che Sogni è no per anno, ora ragioniamo in una dimensione più ampia. Le risorse a nostra disposizione sono però diminuite, su più fronti. Questo avrebbe potuto mettepartner di Cna e Ecipar del corso “Tecnire a rischio “Corti da Sogni”, ma non ci siamo arresi: ecco allora il crowdfunding che di regia per la realizzazione di corti e la “Lotteria da Sogni” in cui l’artista Walter Ricci ha messo in palio tre suoi belcinematografici” che prevede la realizzalissimi dipinti. Le due iniziative da sole non sarebbero però state sufficienti; da zione di alcuni cortometraggi da parte qui la scelta di portare il costo della tessera del Sogni a 5 euro. La nuova tessedegli allievi guidati dal regista Edo Tara permetterà al nostro pubblico di seguire interamente le quattro giornate di gliavini, lavori che saranno presentati al proiezioni e di partecipare ai vari incontri, workshop e lezioni che il circolo sta festival. allestendo per i prossimi mesi». Prosegue inoltre a pieno ritmo l’attività del circolo Sogni nelle scuole che da quest’anno ha fatto partecipare alcune scuole elementari e le scuole medie sono state invece coinvolte nel progetto Mitici Critici in cui le ragazze e i NARRATIVA ragazzi sono chiamati a fare parte di una giuria e assegnare un premio. Per le scuole superiori prosegue l’esperienza del Grr, quest’anno divenuto un Premio all’interno del festival. I laboratori hanno portato alla realizzazione di un cortometraggio, realizzato dagli studenti dell’istituto tecnico Morigia-Perdisa sotto la supervisione del regista Edo Tagliavini, con la partecipazione dell’attrice Francesca Mazzoni. Per quanto riguarda il concorso, la cui premiazione è prevista come sempre per la serata di chiusura, sono sette le sezioni a cui si aggiunge una menzione speciale. Oltre ai premi dati dalle giurie di studenti, è previsto che il migliore cortometraggio europeo si aggiudichi l’European Sogni Award, mentre il miglior lavoro proveniente da oltre Europa sarà il vincitore della sezione Sogni d’Oro. La categoria Premio Giuseppe Maestri andrà al miARRIAGA ANTEPRIMA DI SCRITTURA FESTIVAL glior cortometraggio di animazione. Il miglior videoclip si aggiudicherà invece Frequenze in corto. Il premio MaGuillermo Arriaga, sceneggiatore della trilogia Amores Perros, 21 de in Italy, andrà al miglior corto italiano. Verrà infine grammi e Babel con la regia del premio Oscar Alejandro Iñárritu sarà assegnata le menzione Creatività in corto, per il lavoro ospite dell’anteprima di ScrittuRa lunedì 7 maggio alle 18 al Pala più originale. Sarà il pubblico in sala a decidere, nella seCongressi con il suo nuovo romanzo Il selvaggio (Bompiani) su cui rata finale, attraverso il voto a chi attribuire la menziodialogherà con Ilide Carmignani. L’intero programma del festival è ne. Infine per la prima volta in assoluto sarà assegnata la reperibile sull’inserto centrale di questo numero di R&D. menzione Crowdfunding Sogni.
AGENDA LIBRI Fabrizio Silei alla biblioteca Lugi Varoli Giovedì 3 maggio alle 20.30 alla biblioteca comunale “Luigi Varoli” di Cotignola, in corso Sforza 24, ci sarà un incontro con lo scrittore e illustratore Fabrizio Silei. L’appuntamento, intitolato “Crescere con le storie: da Rosa Parks a Don Milani”, avrà come filo conduttore l’importanza della lettura nella formazione e nella crescita della persona. Il seminario, ad accesso libero, è aperto a genitori, insegnanti, bibliotecari, educatori e appassionati di letteratura per ragazzi. È consigliata l’iscrizione chiamando il numero 0545 908874, email varoli@sbn.provincia.ra.it.
Linda Traversi alla libreria Liberamente Venerdì 4 maggio alle 18 alla libreria Liberamente di viale Alberti a Ravenna, Linda Traversi racconterà il suo primo romanzo Esco un attimo, edito da LuoghInteriori, presentata da Massimo Padua.
Al via gli AperiTrisi con Bacchilega e Oliva Al via la terza edizione degli “AperiTrisi letterari”, rassegna organizzata dalla biblioteca comunale “Fabrizio Trisi” di Lugo. Tutti gli appuntamenti si svolgeranno alle 18 nella Sala Codazzi della biblioteca. Si inizia venerdì 4 maggio con la presentazione del libro La più odiata dagli italiani (Las Vegas Edizioni, 2017) di Davide Bacchilega, ambientato nel mondo del calcio. Si continua mercoledì 9 maggio con Le spose sepolte (HarperCollins, 2018) di Marilù Oliva.
Serata conviviale dedicata a Rino Gaetano Per Il caffé letterario di Lugo il 5 maggio, alle 20.30, cena con l’autore el volume Rino Gaetano, Matteo Persica, all’Hotel Ala d’oro con Matteo Persica autore d. Interventi musicali di Davide Lazzarini e Corrado Cacciaguerra. Prenotazione obbligatoria.
Fantasmi rossi al Mulner con Carloni Lunedì 7 maggio al Circolo dei Mulnèr in via Lametta 67 a Ravenna si terrà la presentazione del fotolibro Fantasmi rossi Enigmi arancioni di Pier Giorgio Carloni. Dopo una cena, dalle 21.45: proiezione del reportage dell’autore sulla Cambogia e presentazione del libro da parte di Nello Agusani.
Il grattacielo mai nato alla biblioteca Oriani Giovedì 10 maggio alle17.30 alla Biblioteca Oriani di via Corrado Ricci 26 si tiene la presentazione del volume edito da Il Girasole L’ala di Berardi. Storia di un grattacielo mai costruito a Lido Adriano di Saturno Carnoli, Cesare Albertano e Domenico Mollura. Oltre agli Autori, intervengono l’Architetto Domenico Luciani (già Presidente Fondazione Benetton), il Direttore Alessandro Luparini e il Presidente Pro Loco Lido Adriano Gianni De Lorenzo.
CULTURA / 29 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
TEATRO/1 TEATRO/2 Al Rossini uno spettacolo per ricordare Baracca
Thioro, Cappuccetto rosso attraversa la savana e incontra la iena tra Europa e Africa Una nuova produzione delle Albe in collaborazione con Ker Théâtre Mandiaye N’Diaye del Senegal Dopo alcune anteprime, arriva a Ravenna lo spettacolo Thioro, un Cappuccetto Rosso senegalese, lavoro nato in Senegal, nuova occasione di incontro del Teatro delle Albe con Diol Kadd e gli attori legati a Mandiaye N'Diaye. Come noto, l’attore cardine del Teatro delle Albe (scomparso nel 2014) ha fondato là l’associazione Takku Ligey coinvolgendo i giovani del villaggio e creando un’alternativa di lavoro e di vita. Lo spettacolo è inserito ne “La stagione dei teatri”, in “Ragazzi a Teatro” e in “Artebebè”. Sarà in scena al teatro Rasi venerdì 4 maggio (alle 21), sabato 5 maggio (alle 17), domenica 6 maggio (alle 11) e poi domenica 13 maggio (alle 17), sabato 19 maggio (alle 10). Sono inoltre previste repliche all’interno di alcune scuole. Lo spettacolo è una reinvenzione dal respiro africano di Cappuccetto Rosso, una delle fiabe europee più popolari al mondo: Thioro, un Cappuccetto Rosso senegalese evoca soltanto il popolare racconto della bambina che indossa un cappuccio rosso e che, mentre attraversa il bosco per portare provviste alla nonna, incontra un temibile lupo che la inganna. In realtà questo viaggio dal ritmo pulsante, grazie all’intreccio di diverse lingue, strumenti e immaginari, porta ogni spettatore alla scoperta non del bosco, ma della savana, e all’incontro non con il lupo ma con Buky la iena, in un viaggio immaginifico e bruciante attraverso l’Africa. Un lavoro che fa incontrare e mette in corto circuito la fiaba europea con la tradizione africana partendo dalla suggestione di come l’origine esatta di Cappuccetto Rosso continui a essere un’incognita, e narrazioni basate o ispirate allo stesso tema possano trovarsi non solo nel folklore europeo, ma anche nella tradizione del Lontano e Medio Oriente e in
Africa. Thioro, un Cappuccetto Rosso senegalese vede in scena Adama Gueye e Fallou Diop, attori e musicisti, e Simone Marzocchi, compositore e trombettista, che intrecciano parola e musica e che dialogano facendo incontrare suoni, strumenti e ritmi europei e africani. la regia è edi Alessanro Argnani a cui si deve anche l’ideazione insieme a Simone Marzocchi e Laura Redaelli. È una produzione Ravenna Teatro/ Teatro delle Albe – Accademia Perduta - Ker Théâtre Mandiaye N’Diaye. Prenotazioni Ravenna Teatro 0544 36239 da lunedì a venerdì dalle 10 alle 18, organizzazione@ravennateatro.com
La "squadra" di Thioro: Adama Gueye, Simone Marzocchi, Fallou Diop, Laura Redaelli, Moussa Ndiaye, Alessandro Argnani
Giovedì 10 maggio alle 21 al teatro Rossini di Lugo ci sarà lo spettacolo “Francesco Baracca: l’ala che volava incontro al sole”, un viaggio per immagini, musica e parole attraverso le lettere e i racconti di chi conobbe l’asso dei cieli lughese. Sul palco i fratelli Gianni e Paolo Parmiani daranno vita a una lettura a due voci, accompagnati al violino da Nicola Nieddu e al violoncello da Antonio Cortesi. Le proiezioni sono a cura di Stefano Verlicchi, mentre le ricerche e la consulenza storica sono state affidate a Mauro Antonellini. L’ingresso è gratuito con assegnazione di posti (fino a un massimo di 4 a persona); l’assegnazione posti e il ritiro biglietti verranno effettuati a partire da mercoledì 2 maggio presso la reception della biblioteca “Fabrizio Trisi” (piano terra), in piazza Trisi 19, tutte le mattine (domenica esclusa) dalle 9 alle 12.30; info allo 0545 38556. Lo spettacolo rientra nel calendario delle iniziative del centenario della morte di Francesco Baracca.
30 / CINEMA
in diretta via satellite dalla Royal Opera House di Londra gio.: p.u. 20.15
Earth Un giorno straordinario
di Richard Dale, Peter Webber, Lixin Fan mar. e mer.: 20.30-22.45
Cézanne Ritratti di una vita
di Phil Grabsky mar. e mer.: 20.40-22.45
Mark Felt The man who brought down the White House di Peter Landesman Proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano: gio. p.u. 21
Avengers Infinity War
di Joe Russo, Anthony Russo fer., sab. e dom.: 17.45-18.15-18.4020.30-21.10-21.40-22.15
L’isola dei cani di Wes Anderson
(2016) film-documentario di Danilo Monte e Laura D'Amore
(1976) di Bernardo Bertolucci
gio. 3: 21.00
lun. 7 - mar. 8: 21.00
ven. 4 - sab. 5: 21.00 dom. 6: 16.30-18.30-21
• Cinemacity • Manon
Rassegna ”Il Cinema Ritrovato. Al Cinema”
(2018) di Benoît Jacquot
RAVENNA&DINTORNI 3-9/5/2018
Ravenna
Rassegna ”Doc in Tour”
TELEFONA E PRENOTA IL TUO POSTO IN SALA!!!
Via Ponte Marino, 19 • Ravenna Centro • Tel. 0544 37148 fer., sab. e dom.: 17.45-20.30-22.50
A beautiful day
di Lynne Ramsay fer., sab. e dom.: p.u. 18
Escobar Il fascino del male
di Fernando León de Aranoa fer., sab. e dom.: 17.45-20.20-22.55
Loro 1
di Paolo Sorrentino gio., mar. e mer.: 17.45-20.20-22.45; da ven. a lun.: 17.45-20.20-21.30-22.45
Youtopia (v.m. 14)
di Berardo Carboni fer. (escluso gio.), sab. e dom.: p.u. 18
Tu mi nascondi qualcosa
di Giuseppe Lo Console gio.: p.u. 17.45; da ven. e mer.: 17.45-20.20-22.50
Rampage Furia animale
di Brad Peyton da gio. a lun.: 20.20-22.45; mar. e mer.: p.u. 18 di Taylor Sheridan da gio. a lun.: p.u. 17.50
di Ivan Silvestrini
di Craig Gillespie sab. e dom.: p.u. 21
www.cinemamarianiravenna.com di Wes Anderson gio., ven., sab., mar. e mer.: p.u. 21.15; dom.: 16.45-18.30-21.15
• Cinedream •
Game Night Indovina chi muore stasera?
Peter Rabbit
Faenza
Cézanne Ritratti di una vita di Phil Grabsky mar. e mer.: p.u. 21
Harry Potter e la pietra filosofale di Chris Columbus lun.: p.u. 21
Avengers Infinity War
di Joe Russo, Anthony Russo Proiezione in Dolby Atmos fer. (escluso ven.): p.u. 21; ven.: 18-21; sab. e dom.: 15-18-21 Proiezione in Dolby fer. (escluso ven.): 20-22.30; ven.: 17.20-20-22.30; sab. e dom.: 16.20-17.20-20-22.30 Proiezione in lingua originale: mar. p.u. 21
Loro 1
di Paolo Sorrentino
di John Francis Daley, Jonathan Goldstein fer. (escluso ven.): 20.25-22.40; ven.: 17.45-20.25-22.40; sab. e dom.: 15.20-17.45-20.25-22.40
Escobar Il fascino del male
di Fernando León de Aranoa gio.: 20.15-22.45; ven., sab. e dom.: 17.45-20.15-22.45
Rampage Furia animale
di Brad Peyton sab. e dom.: p.u. 15.30
Les Amoureux des Bancs Publics
Eva
Cosa dirà la gente
di Benoît Jacquot ven., sab. e mer.: p.u. 21; dom.: 16.30-18.30-21
di Iram Haq ven., sab., lun. e mar.: p.u. 21.15; dom.: 16.30-18.30-21.15
Novecento (Atto II)
Il settimo sigillo
Ravenna
L’isola dei cani di Wes Anderson
di Will Gluck
Ci vuole un fisico
di Gaia Vianello, Juan Martin Baigorria gio.: p.u. 21.15 (proiezione per la rassegna “Doc in Tour 2018”)
• Cinema Jolly •
di Raoul Peck
di Alessandro Tamburini fer.: p.u. 20.30; sab. e dom.: 15.30-20.30 (sabato sera incontro in sala con il regista)
Faenza
fer. (escluso ven. e mar.): 20.30-22.40; ven.: 17.40-20.30-22.40; sab. e dom.: 15.30-17.40-20.30-22.40
Il giovane Karl Marx
di Ivan Silvestrini fer. (escluso ven.): 20.35-22.45; ven.: 18.10-20.35-22.45; sab. e dom.: 16-18.10-20.35-22.45
di Danilo Monte, Laura D’Amore gio.: p.u. 21 (proiezione per la rassegna “Doc in Tour 2018”)
di Bernardo Bertolucci lun. e mar.: p.u. 21 (proiezione per la rassegna “Il Cinema Ritrovato”)
Alfonsine
Arrivano i prof
• Cinema Sarti •
Vita Nova
Arrivano i prof
Cinema Mariani - Ravenna
fer. (escluso ven.): 20.35-22.40; ven.: 17.40-20.35-22.40; sab. e dom.: 15.40-17.50-20.35-22.40
Ravenna
di John Francis Daley, Jonathan Goldstein fer., sab. e dom.: 18.10-20.25-22.45
MAGGIO 2°
Programmazione non pervenuta
• Cinema Mariani •
Game Night Indovina chi muore stasera?
ATTO
• Cinema Gulliver •
I segreti di Wind River
fer., sab. e dom.: 17.50-20.20-22.40
DA GIOVEDÌ 3 A MERCOLEDÌ 9
gio.: p.u. 21; sab.: p.u. 16.30 sab.: p.u. 17; dom.: p.u. 15 (per la rassegna “La Casa di Pinocchio”)
Novecento (Atto I)
di Bernardo Bertolucci lun.: p.u. 21.15 (proiezione per la rassegna “Il Cinema Ritrovato”)
• Cinema Europa • Faenza Wajib
di Anne-Marie Jacir gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale)
• Cinema San Rocco • Lugo
Wajib
di Ingmar Bergman mer.: p.u. 20.45 (Cineforum Torricelli)
di Anne-Marie Jacir ven., sab., dom. e mar.: p.u. 21
• Cinema Italia •
• Cinema Moderno •
Faenza
L’isola dei cani
Fusignano Tonya
Escobar Il fascino del male
di Fernando León de Aranoa ven., sab., dom. e lun.: p.u. 21
Loving Vincent
di Dorota Kobiela, Hugh Welchman gio. 10/5: p.u. 21
• Cinema Moderno • Castel Bolognese Hostiles Ostili
di Scott Cooper gio.: p.u. 21
10° Festival del cortometraggio
presentano Francesco Minarini e Elena Bollini ven.: p.u. 21
Il mistero di Donald C. di James Marsh sab.: p.u. 21; dom.: 17.30-21
Lovers
di Matteo Vicino mar.: p.u. 21
JUNIOR / 31 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
TEATRO
LABORATORIO
Artebebé tra spettacoli e una piccola cavalcata per i 150 anni di Rossini Giunge l’undicesima edizione della rassegna curata da Drammatico Vegetale per bimbi dai 2 anni
ARTE CON LE BOLLE AL DOCK 61 Nell'ambito delle iniziative a promozione della Festa del diritto al Gioco 2018_ Parco Manifiorite Ravenna che si svolgerà il 27 maggio, il circolo Arci Dock 61 in collaborazione con Arc Studio presentano la quarta edizione di Artingioco. Nel circolo di via Magazzini Posteriori sabato 5 maggio dalle 15.30 alle 18, si svolge un pomeriggio di sperimentazione per i più piccoli di pittura con la bolle.
MASSA LOMBARDA Una città per le bambine e i bambini con giochi inclusivi e Free Little Library Torna “Artebebè”, festival di arte e teatro dal 6 al 27 maggio per bambini da 2 a 12 anni a cura della compagnia Drammatico Vegetale tra Bagnacavallo, Lugo e Ravenna. Tra le novità di questa undicesima edizione, l’intreccio a Lugo, con la ricorrenza dei 150 anni della morte del compositore Gioachino Rossini,per cui la compagnia ideerà un’attività specifica, richiesta che ha dato vita al percorso musicale Piccola Cavalcata Rossiniana il 24 maggio nei giardini della Rocca. Intanto, gli spettacoli prendono il via domenica 6 maggio alle 16.30 a Palazzo Vecchio a Bagnacavallo con lo spettacolo della Drammatico Brum (dai 2 ai 6 anni). Il 12 maggio alle 17 appuntamento a Lugo, Sala del Carmine, con Principio Attivo Teatro per Hanà e Momò (dai 2 ai 6 anni) che sarà anche al Rasi di Ravenna il giorno dopo alle 11. Si torna a Lugo il 19 maggio alle 17 per Uno, due, tre… della Drammatico Vegetale (2-6 anni) in replica il giorno dopo alle 16.30 a Bagnacavallo dove il 27 maggio sarà allestito anche lo Zoo di Pinocchio (3-10 anni). Inoltre a Ravenna andrà in scena il cappuccetto senegalese Thioro. Prenotazioni spettacoli: Ravenna Teatro 0544 242365.
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Massa Lombarda si trasforma, ancora una volta, nella città dedicata alle bambine e ai bambini, l’iniziativa dedicata ai bimbi del nido e delle sezioni primavera, delle scuole dell’infanzia, elementari e medie. La prima giornata è lunedì 7 maggio al parco Piave, dove dalle 14.30 alle 15.45 l’Auser consegnerà agli alunni delle classi quinte delle scuole elementari Quadri e Torchi i patentini. Mercoledì 9 maggio in piazza Matteotti spazio ai laboratori con le scuole per l’infanzia. Sabato 12 maggio dalle 9.30 alle 11.30 scenderanno in piazza Matteotti le scuole medie con il laboratorio a cura della scuola “Salvo D’Acquisto” per i ragazzi delle classi prime. La Comunità Maria Immacolata presenta giochi all’aperto sul tema del riciclo. In programma inoltre “Scarabocchiamoci, pastellando, all’aria aperta”, a cura della Scuola comunale d’Arte e Mestieri “Umberto Folli”. In piazza Matteotti non mancherà la musica con “Una città che suona”, con la presentazione di strumenti classici e moderni e possibilità di provare a suonare sotto la guida degli insegnanti della Scuola comunale di musica “Antonio Ricci”. Infine, una vera e propria anteprima dell’iniziativa sarà la passeggiata al Parco Piave il 4 maggio quando, con partenza alle 16.30 presso la Scuola Quadri e arrivo al Parco, saranno presentati i nuovi giochi inclusivi e inaugurata la Little Free Library, con una lettura animata per bimbe e bimbi dai 5 ai 10 anni a cura della biblioteca.
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32 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
MONDO VINO
La Romagna nel calice regala soddisfazioni a Vinitaly Da un padiglione completamente rinnovato è arrivato un messaggio dai produttori di rossi e bianchi: la regione è pronta per dare battaglia a quelle più blasonate di Fabio Magnani
La Romagna, alla cinquantaduesima edizione di Vinitaly a Verona dal 15 al 18 aprile, si è distinta più di ogni altra regione. Non ho mai mancato un’edizione negli ultimi venticinque anni e direi che conosco abbastanza bene ogni retroscena della fiera più amata e discussa d’Italia. Ho vissuto la fiera come operatore alla ricerca di vini da selezionare, come “Brand Ambassador” per qualche cantina partecipante, operatore internazionale, e delle volte anche come semplice “turista” del vino alla ricerca di novità. Ho vissuto Vinitaly frenetici, deliranti e altre volte tranquilli e piacevoli. Quest’anno la fiera, però, sarebbe stata un po’ noiosa se non fosse stato per il padiglione numero uno. Il padiglione che da anni accoglie le aziende dell’Emilia-Romagna. Rinnovato in ogni aspetto, il “nostro” padiglione ha attratto per bellezza e senso di ampiezza. Sala stampa all’entrata con postazione di radio “Rcb”, dove Giorgio Menna, conosciuto per il suo format enogastronomico “Enogà”, trasmetteva in diretta le novità della fiera. Spalti dedicati a eventi e presentazioni. Angoli riservati alla cultura. Coloro che volevano approfondire potevano dedicarsi ad assaggi mirati e conoscere così tutta la produzione in ogni singolo vino prodotto in una determinata area. Nel padiglione Emilia-Romagna si è assistito a uno scatenarsi di degustazioni mirate, micro eventi, momenti culturali, spazi dedicati allo studio dei suoli emiliani e romagnoli con tanto di bacheche che contenevano i terreni delle varie aree in modo da poterli distinguere per tipologia, colore e comprendere meglio le differenze delle produzioni. Insomma, una svolta nella comunicazione di un territorio, il nostro, spesso declassato dagli operatori nazionali
e internazionali come un’area di produzione di seconda scelta. La Romagna e la regione tutta è stata in grado di trasmettere il senso dell’insieme che prima mancava. Produttori uniti che hanno saputo trasmettere la particolarità del territorio con le proprie produzioni coinvolgendo, così, tanti operatori. Molti gli stranieri, tanti i cinesi, e non sono mancati, come ogni anno, americani e importatori dei Paesi del nord Europa. L’impressione avuta al Vinitaly al padiglione Romagna è di un territorio coeso e pronto a dar battaglia a regioni notoriamente più blasonate. Quali potrebbero essere i motivi di tanto interesse? Di sicuro quanto visto è il risultato delle operazioni istituzionali svolte dagli enti predisposti: Enoteca Regionale e Consorzio dei Vini di Romagna. Mi permetto di aggiungere, grazie anche al tanto lavoro dei piccoli produttori che con la valigia in mano hanno passato molto tempo in viaggio per incontrare importatori internazionali. Negli anni, l’andirivieni di produttori romagnoli ha sicuramente contribuito a diffondere il messaggio che in Romagna si producono vini di qualità e non solo dozzinali. La mia impressione, avuta dai confronti con stranieri e operatori nazionali, è che il nostro territorio è destinato ad attrarre sempre più grazie anche alla riscoperta del Sangiovese romagnolo che nulla ha da invidiare, come spesso scritto su queste pagine, a quelli prodotti in Toscana. Il Sangiovese romagnolo è in grado di surclassare molte produzioni toscane. “In Toscana si va per i grandi nomi”, mi dice un operatore americano, “mentre in Romagna si viene per il rapporto qualità/prezzo e per avere qualcosa
Due immagini dall’ultima edizione di Vinitaly. Il padiglione dell’Emilia-Romagna si è presentato in una veste completamente rinnovata
di nuovo che possa fare la differenza”. Aziende romagnole come “Nicolucci”, “Tenuta la Viola” di Bertinoro, “Palazzona di Maggio”, “ Fattoria Monticino Rosso”, “ Celli”, “ Fattoria Paradiso”, “Villa Papiano”, “Casali”, “Braschi”, “ La Spinetta” e “Tenuta Uccellina” sono state tra le più visitate. Perché? I motivi sono diversi. Sono aziende che sono sempre andate all’estero per far conoscere i propri vini e si distinguono per l’innovazione e per la ricerca su vitigni autoctoni. La cosa ancor più interessante e curiosa di questo Vinitaly è che molti operatori sono venuti in Romagna non solo per i rossi ma anche per i vini bianchi. La produzione di vini bianchi in Romagna è sempre stata un calvario cui molti produttori non hanno mai potuto sottrarsi. Negli anni tante le sperimentazioni su Albana, Trebbiano e Pagadebit cui si è unita la “recente” Rambela da uve Famoso. Tanti i produttori che hanno fatto da “apripista” e diverse le aziende premiate anche per i bianchi nel corso della fiera. Dalle premiazioni emerge l’Albana, che finalmente sta avendo un ritorno d’interesse da parte di appassionati e operatori. In Romagna si possono trovare tante piccole e interessanti espressioni di questo vitigno da cui si comprende come ai nostri produttori non manchi inventiva, qualità e atteggiamento di ricerca.
coordinamento Franco Chiarini - gastronomo CheftoChef tecniche e concetti chef di RavennaFood e di CheftoChef: Matteo Salbaroli - coordinatore Mattia Borroni, Irvin Zannoni, Terry Giacomello, Marco Guerrini, Marco Cavallucci, Vincenzo Cammerucci Maria Cristina Garavelli, Andrea Montesi e Chiara Ruggiero - architetti produttori veri per prodotti vivi: imprenditori, viticultori, mugnai, orticoltori, allevatori, artigiani
i cuochi ravennati di cheftochef forniscono strumenti e per-corsi di formazione-lavoro tre giorni full immersion: concetti, piste di lavoro, strumenti ed esperienze per chi ha motivazioni per crescere nella contemporaneità gastronomica
prenotazioni tel. 340 8200839 con versamento del 50% dell’importo (non rimborsabile se non per cause di forza maggiore) al c/c IBAN IT82 R033 5901 6001 0000 0074 992 oppure tramite PayPal: kireco@paypal.com
Il costo delle tre giornate, a numero chiuso, è di 300,00 euro per prenotazioni entro il 5 maggio sconto del 18% 247,00 euro
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GUSTO / 33 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
SAGRE A Bastia torna la mostra del bovino di razza romagnola Torna a Bastia, nell’area rurale di via Petrosa 246, la mostra nazionale del bovino di razza romagnola giunta alla 27esima edizione: appuntamento dal 4 al 6 maggio, apertura dell’ottava edizione della sagra paesana che andrà avanti fino al 14 maggio. L’appuntamento è organizzato dal Comitato feste di Bastia e con la compartecipazione economica del Comune di Ravenna. Ritornerà anche nel 2018 la quarta mostra regionale del Cavallo agricolo italiano da tiro pesante rapido (caitpr), così come il meeting nazionale del cavallo bardigiano con circa 20 esemplari (12/13 maggio). Al concorso morfologico parteciperanno circa 40 cavalli caitpr. Si potranno inoltre ammirare (tutte le sere dal 4 al 14) altri esemplari di animali come pecore, capre, bovini, asini romagnoli, suini di razza mora, pony, zebù, un gruppo di alpaca e animali da cortile. Come da tradizione ci saranno carrozze con tiri storici di cavalli da tiro pesante rapido e altri cavalli, ma l’aspetto più interessante dal punto di vista storico culturale saranno i tiri da lavoro con attacchi di antichi attrezzi, tiri effettuati da caitpr e buoi romagnoli. Ci sarà inoltre una ricca esposizione di cavalli arabi e da Cisterna arriveranno i butteri con una ventina di cavalli maremmani che effettueranno uno spettacolo legato all’antico lavoro dei butteri. L’ingresso è a offerta libera. Info facebook.com/sagrapaesana.bastia.
LO STAPPATO
COSE BUONE DI CASA
Un Sangiovese da bere anche fresco
Un fiore di semolino guarnito coi canditi
di Fabio Magnani - glistappati@gmail.com
di Angela Schiavina
Assaggio durante la fiera Vinitaly il “Sangiovese Superiore” 2016 dell’azienda “Tenuta la Viola” di Bertinoro. Un bel rosso rubino alla vista con piacevoli sentori di frutta fresca al naso. Si possono riconoscere odori di ciliegia, fragole, lampone con sfumature di spezie. Un tratto floreale e di erbe aromatiche sul finale. Al palato è secco, di medio corpo e subito di facile beva. Buona l’intesa tra morbidezza e ruvidità tannica che lascia un ricordo più incisivo in chiusura. Vino da bere anche fresco, da abbinare alle vostre grigliate estive.
Questa settimana voglio proporvi un dolce particolare che può regalare soddisfazioni a tavola. Ingredienti: un litro di latte, 100 gr. di burro, 200 gr. di zucchero, 240 gr. di semolino, 300 gr. di canditi a cubetti (cedro, arancio, ciliegie rosse), 6 uova, scorza di un limone bio (solo la parte gialla), un cucchiaio di zucchero a velo vanigliato, un bicchierino di rhum o Marsala secco, uno stampo a forma di fiore oppure uno stampo da budino con foro centrale, imburrato e infarinato. Preparazione: versare il latte in una casseruola e
aggiungere le scorze di limone, il burro e lo zucchero, mescolare e mettere a fuoco basso, mescolando affinché si sciolgano il burro e lo zucchero. Alzare la fiamma appena inizia a bollire, versare lentamente il semolino, continuare a mescolare fino a quando il composto non si staccherà dai bordi e dal fondo del tegame. Togliere le scorze di limone. Trasferire il composto in una ciotola e lasciar raffreddare poi aggiungere i canditi e i tuorli uno alla volta. Montare a neve ben soda gli albumi. Versare nell’impasto il bicchierino di liquore scelto. Poi aggiungere gli albumi mescolando delicatamente. Rovesciare il composto nello stampo e cuocere per circa 45/50 minuti in forno caldo a 200 gradi. Togliere dal forno, aspettare 5 minuti poi rovesciare su una gratella da pasticceria. Si può servire tiepido accompagnandolo con una crema inglese o con una pallina di gelato alla vaniglia o anche freddo. Spolverare con zucchero a velo vanigliato.
SPECIALE / 35 RISPARMIO ENERGETICO
CASA e ristrutturazione
manutenzione
3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
Nzeb: tutta l’efficienza degli edifici del futuro In regione, dal 2019, nuove costruzioni e ristrutturazioni dovranno seguire rigorosi criteri di consumo “quasi zero” Nzeb: sembra una parola aliena ma per l’edilizia significa la casa del prossimo futuro. Si tratta infatti di un acronimo della frase inglese Near Zero Energy Building, cioè Edifici a Consumo Energetico Quasi Zero. Si tratta di costruzioni che richiedono pochissima energia per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti, e questa minima energia utilizzata deve essere comunque ricavata da almeno il 50% di fonti rinnovabili. È il fondamento di una Direttiva Europea, emanata nel 2010, che dispone che, a partire dal 31 dicembre 2020, tutte le nuove costruzioni debbano essere edifici Nzeb. In Italia la direttiva è stata recepita nel 2013 con la legge 90, che ha previsto Nzeb per i nuovi edifici in ambito pubblico a partire dal gennaio 2019 e per tutti gli altri settori dal gennaio 2021. Va specificato però che la Regione Emilia Romagna ha anticipato queste scadenze di due anni: dal primo gennaio 2017 per gli edifici pubblici e dal 1° gennaio 2019, per gli edifici privati, nuovi e ristrutturati. Per per committenti, progettisti e addetti alle costruzioni si tratta di applicare un elenco di criteri estremamente specifici in fase di progettazione, anche nel caso di ristrutturazioni di edifici esistenti, attraverso l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, livelli di isolamento termico molto elevati, elementi passivi di riscaldamento e raffrescamento, sistemi di ombreggiamento e sistemi di illuminazione ad alta efficienza.
Di questi criteri e di esperienze avanzate in questo campo, viste le imminenti scadenze di legge se ne parlerà in un convegno promosso dalla Cna di Ravenna, nella mattinata di sabato 5 maggio, con esperti e tecnici del settore (vedi box a destra). Fra i relatori del convegno, Norbert Lantschner, riconosciuto esperto nel campo delle tematiche ambientali, ideatore e fondatore del progetto CasaClima, che afferma: «La buona notizia è che oggi abbiamo a disposizione know how, tecnologie, materiali e sistemi che ci permettono di realizzare case a consumo (quasi) zero. Senza dimenticare che case a consumo zero contribuiscono anche a migliore la qualità dell’aria che respiriamo. La brutta notizia, invece, è che le attuali progettazioni e costruzioni sono troppo spesso ancora lontano di ciò che possiamo definire l’imperativo socio-economico del tempo: vivere l’ambiente costruito nel massimo di comfort ma con un minimo di consumo di energia e risorse. L’altra notizia che deve preoccuparci è che non possiamo più perdere tempo per rispondere alla principale sfida della nostra epoca: il cambiamento climatico. Dobbiamo ridurre drasticamente i consumi e cosi le emissioni di CO2 se non vogliamo mettere a rischio ancora in questo secolo tutti gli esseri viventi ed ecosistemi della terra. La strategia clima ed energia dell’Europa ha posto le giuste direttive prescrivendo che in tutti gli stati membri potranno fra poco essere costruiti solo edifici Nzeb».
CONVEGNO Perché costruire in Nzeb? È il titolo del convegno promosso da Cna di Ravenna, in collaborazione con la Scuola Edili di Ravenna e con il collegio Provinciale dei Geometri di Ravenna, con l’obiettivo di analizzare l’evoluzione delle costruzioni nello scenario dei cambiamenti climatici e i requisiti minimi energetici previsti dalla Regione Emilia Romagna dal 2019. L’incontro – in programma sabato 5 maggio (ore 9.30) nella sede dell’associazione (viale Randi 90) – dopo i saluti del presidente Cna, Pierpaolo Burioli e dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Ravenna, Federica Del Conte, i lavori saranno aperti e condotti da Marco Marcatili, responsabile sviluppo Nomisma. Sono previsti gli interventi di Norbert Lantschner, presidente della Fondazione ClimAbita e di Stefano Stefani dell’Ervet spa in rappresentanza della regione Emilia Romagna. Sarà presentato anche un progetto in tema su Ravenna dai progettisti Silvia Sintoni e Bonfiglio Grandi. Il convegno è a ingresso libero.
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36 / SPECIALE
CASA • manutenzione e ristrutturazione
RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
Le tabelle a fianco e nella pagina a destra sono di Scenari Immobiliari. I dati con il segno * sono una previsione
MERCATO IMMOBILIARE
L’Emilia Romagna è la seconda regione in Italia per compravendite: +15,7% nel 2018 A Ravenna quest’anno sono previsti aumenti del 4,4% per gli scambi (a quota 2.350) e del 2,9% per il fatturato con 350 milioni di euro Nel 2018 in Emilia Romagna si prevede un incremento delle compravendite immobiliari del 15,7 per cento, corrispondente a circa 59mila unità , che porta la regione al secondo posto nella classifica italiana della crescita rispetto al 2017. Il mercato della casa prosegue la dinamica positiva avviata nel 2016, che ha visto un aumento delle compravendite del 13,3 per cento nel 2017, arrivando a 51mila transazioni nell’intera regione. Questi sono solo alcuni dei dati del Rapporto 2018 sul mercato immobiliare dell’Emilia Romagna, che analizza anche i trend dei singoli territori provinciali della regione, presentato a fine marzo da Scenari Immobiliari in
collaborazione con il gruppo Casa.it. Anche i prezzi medi nominali stanno iniziando un trend positivo. A partire dal 2016 il rialzo delle quotazioni, specie nei capoluoghi, è stato costante e in prospettiva dovrebbe aumentare fino a toccare i 6,2 punti percentuali nel 2020. La regione tornerà vicino ai livelli del 2007. I prezzi si sono stabilizzati nel 2017 a livello regionale, riportando lo 0,1 per cento in piÚ sul 2016. Migliora la prospettiva per il 2018, che è stimato in crescita dell’1 per cento. Gli aumenti piÚ consistenti delle quotazioni nel 2018 si avranno nei capoluoghi di provincia.
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A Ravenna, in particolare, si registra un incremento delle compravendite del 5,6 per cento nel 2017, con 2.250 unità transate, mentre l’offerta è aumentata del 2 per cento nello stesso periodo. Il fatturato è risultato in aumento del 3,2 percento circa, con 340 milioni di euro nel 2017. Per il 2018 sono previsti aumenti del 4,4 per cento per le compravendite, che arriveranno a quota 2.350, e del 2,9 per cento per il fatturato con 350 milioni di euro. Lieve rialzo sul fronte dei prezzi al metro quadro. Ravenna acquista circa il due per cento nelle zone di pregio nel 2017, e incrementi tra il 2,4 e il 2,9 per cento sono stati riscontrati in semicentro e periferia. Qui i prezzi hanno avviato la ripresa già tra il 2015 e il 2016, cosÏ che nel 2018 centro e semicentro si collocano ora in calo del quindici e del diciassette per cento rispettivamente sul 2008, distanziando la periferia di dieci punti percentuali. Le variazioni dei quartieri negli ultimi dodici mesi sono tutte positive, portando la media all’1,2 per cento in piÚ rispetto a marzo 2017. Le uniche eccezioni negative sono costituite da Ponte nuovo-Classe e Anic, che perdono oltre il due per cento a marzo 2018.
CASA • manutenzione e ristrutturazione / 37 3-9 maggio 2018 RAVENNA&DINTORNI
A Ravenna nel 2018 è previsto anche un lieve rialzo dei prezzi al mq.
POLITICHE ABITATIVE
Contributi fino a 25mila euro a giovani coppie per l’acquisto di un’alloggio La Regione stanzia 15 milioni complessivi anche per gli interventi di ristrutturazione funzionale con finanziamenti fino a 35mila euro Nel 2018 la Regione Emilia Romagna – con un investimento complessivo di 15 milioni di euro – mette a disposizione fino a 25mila euro per l’acquisto della prima casa e fino a 35mila euro nel caso l’immobile venga ristrutturato, come ausilio alle giovani coppie dell’EmiliaRomagna e ad altri nuclei famigliari che non riescono a trovare un appartamento adeguato alle proprie condizioni economiche. L’11esimo bando del programma regionale “Una casa alle giovani coppie” oltre a soddisfare più velocemente, e a condizioni migliori, la domanda di abitazioni di nuclei familiari che vogliono avviare o rafforzare un progetto di vita, rientra nella logica del recupero del patrimonio edilizio esistente alla base della nuova legge regionale sull’urbanistica, puntando anche a sostenere la ripresa del comparto edile, fra i più penalizzati dalla crisi. Dal 2010, primo anno di attuazione del programma regionale sono state 2.161 le famiglie che hanno potuto acquistare la prima casa con un contributo complessivo della Regione di quasi 52 milioni di euro. Il nuovo provvedimento prevede per l’acquisto prima casa di ottenere un contributo che va da 20mila a 25 mila euro, da scontare sul prezzo di vendita degli alloggi. Il beneficio è risevato alle giovani coppie, a nuclei composti da una sola persona o famiglie monoparentali o con più di tre figli (almeno uno sotto i 18 anni), nei quali un genitore abbia meno di 45 anni. Il reddito Isee massimo del nucleo famigliare deve essere compreso fra 41 a 55 mila euro annui. È possibile scegliere tra gli alloggi, distribuiti su tutto il territorio regionale, messi a disposizione da cooperative e imprese.
Per quanto riguarda le ristrutturazioni (qualità architettonica, efficienza sismica ed energetica degli edifici), cooperative e imprese di costruzione potranno vendere direttamente a coppie sposate e non, persone singole e famiglie con più di tre figli con un reddito massimo che varia da 41 a 55 mila euro di reddito Isee e di cui almeno un componente abbia un'età non superiore ai 40 anni. L'acquisto, scontato fino a 35 mila euro per ogni alloggio, può essere preceduto da un periodo di locazione di otto anni, alla fine del quale, però, l'alloggio deve essere ceduto allo stesso prezzo al quale era stato offerto in partenza. Per entrambe le linee di intervento, il valore degli alloggi non può superare i 300 mila euro per i comuni capoluogo di provincia o con più di 50 mila abitanti; 250 mila euro per tutti gli altri comuni. I cittadini potranno presentare domanda da luglio, dopo la pubblicazione degli elenchi degli alloggi disponibili (sul sito web della Regione)
CASA • manutenzione e ristrutturazione
«L’aspetto più evidente dal lato della domanda – dichiara Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – è l’aumento del numero di famiglie propense all’acquisto di un’abitazione, soprattutto nelle località di provincia, dove i prezzi sono ancora vantaggiosi rispetto ai capoluoghi. È un indicatore della ritrovata fiducia verso il mercato residenziale, dall’aumento dell’erogazione di mutui e dal crescente numero di nuovi progetti residenziali o di riqualificazione dell’esistente, che miglioreranno l’offerta. In dieci anni l’Emilia Romagna ha mantenuto un andamento parallelo all’Italia, superandola nel 2017 con un aumento delle compravendite più accentuato e pari al 23 per cento circa. Anche se la crescita segue attualmente ritmi più moderati, rimarrà stabile nel prossimo biennio. Lentamente i volumi dovrebbero tornare ai livelli pre-crisi, superando le 72mila compravendite nel 2020». «I dati misurati dal nostro portale Casa.it – commenta Luisa Crupi, Sales Manager del Gruppo Casa.it – rafforzano le prospettive di crescita a livello regionale indicate da Scenari Immobiliari. Infatti, nel corso del mese di febbraio 2018 le richieste degli utenti agli agenti immobiliari sono quasi raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, crescendo del +91%. Nei capoluoghi di provincia si registra un trend di crescita positivo: molto bene Ferrara con +135% di richieste generate, segue Reggio Emilia che registra un +125%, mentre Piacenza e Ravenna si attestano a pari merito a + 119%.
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38 / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 3-9 maggio 2018
A fianco la sezione delle componenti di un cappotto termico esterno Sotto, una posa in opera dei pannelli isolanti
Cappotto termico, un ausilio prezioso per l’isolamento esterno degli edifici La capacitĂ di questo intervento edilizio di migliorare l’efficienza energetica deriva dalla qualitĂ dei materiali e dall’esperienza di chi lo mette in opera Uno dei fondamentali sistemi oggi a disposizione in edilizia per rendere efficiente dal punto di vista energetico un edificio è isolare l’involucro esterno mediante un “cappotto termicoâ€?. A questo proposito è importante il ruolo giocato dall’esperienza di chi lo applica, con conseguenze dirette sulla sua durabilitĂ , sulla garanzia dell’opera e sui vincoli normativi che sottendono l’intervento. Secondo le normative vigenti per gli interventi di manutenzione delle facciate degli edifici – oltre la semplice pulizia o ritinteggiatura delle superfici – è obbligatorio ridurre le dispersioni termiche dell’involucro esterno, eliminando sprechi energetici e condizioni abitative e ambientale malsane. Per favorire la sostenibilitĂ economica degli interventi necessari e aiutare le famiglie tenute a tale adeguamento, nella legge di bilancio 2018 sono stati previste agevolazioni, in forma di detrazioni fiscali, comprese tra il 50% e fino all’85% dell’onere economico sostenuto. Per l'isolamento dell’involucro edilizio nella stragrande maggioranza dei casi si utilizza un sistema esterno “a cappottoâ€? in modo da risolvere anche i ponti termici che rappresentano uno dei punti maggiormente critici per le dispersioni e gli ammaloramenti. Il ponte termico può dar luogo esternamente alla costituzione di distacchi e rigonfiamenti in facciata e internamente alla presenza di condense e muffe sulle pareti degli appartamenti. Il cappotto termico è un sistema di isolamento che si applica direttamente sulle facciate, all’esterno, senza intervenire all’interno delle unitĂ abitative. Ăˆ una soluzione costituita da un pannello di materiale isolante di varia natura, sintetica come il polistirene oppure naturale come la lana di legno, che viene applicata alla parete di supporto mediante incollaggio e tassellatura. I pannelli sono posati in modo continuo su una facciata e sono sottoposti successivamente a rivestimento con rasatura di intonaco armata con una rete di fibra di vetro. Il rasante è posto in vari strati per rendere il piĂš complanare possibile la superficie esterna; la finitu-
ra potrĂ essere realizzata con la posa di un rivestimento (vernice) colorato, piuttosto che ceramico o lapideo. Questa procedura richiede una grande esperienza per essere posato a regola d’arte al fine di garantire tutti quei requisiti prestazionali richiesti dalle normative in vigore e una certa durata nel tempo. In commercio esistono numerosi materiali isolanti naturali o sintetici, sempre piĂš performanti e sottoposti a numerosi studi e sperimentazione. Diverse sono le condizioni indispensabili perchĂŠ un sistema di isolamento a cappotto venga eseguito a regola d’arte per soddisfare le aspettative dell’utente. Fondamentale è la certificazione dei materiali, unita alla garanzia per almeno 10 anni, sia per eventuale difetto del materiale, sia per possibili difetti dovuti alla posa in opera. Ăˆ importante che la certificazione non riguardi solo i singoli materiali impiegati, ma l’intero sistema utilizzato. Altra condizione fondamentale è il progetto tecnico che definisce gli spessori necessari dei materiali, con un’attenta verifica del valore di trasmittanza termica richiesta dalla legge, sia per essere conforme alle prescrizioni, sia per poter soddisfare i requisiti per accedere alle detrazioni fiscali. Il progetto di riqualificazione è completo solo se nella diagnosi energetica sono stati valutati tutti quei nodi critici che presentano gli edifici esistenti quali: solette in aggetto, balconi, parapetti ancorati alla facciata, etc. La corretta valutazione di tutti gli elementi che danno luogo a ponti termici e conseguenti dispersioni importanti concorre a determinare i requisiti prestazionali del sistema tecnologico piĂš idoneo per efficientare quel determinato edificio. Inoltre è importante lo studio preliminare e l’utilizzo di tecnologie che permettano alla nuova pelle isolante di relazionarsi al meglio con la composizione architettonica esistente. Una corretta applicazione del sistema isolante significa la massima cura nell’esecuzione delle singole fasi che concorrono a realizzare il cappotto termico al fine di ottenere il massimo risultato estetico e funzionale per l’edificio. L’ese-
cuzione dei lavori quindi deve essere ben programmata e molto accurata, e per garantire al committente una corretta applicazione e la cura dei dettagli, è necessario avere una notevole esperienza sui lavori da eseguire e una specifica conoscenza dei manufatti e delle tecniche di messa in opera. Per questo è necessario approfondire il livello di qualificazione, esperienza e garanzie fornite dalle imprese, nella comparazione delle offerte per l’affidamento dei lavori, oltre il valore del preventivo economico.
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Essere in regola col catasto Si è in regola col catasto quando sia le planimetrie catastali e la descrizione dell’unitĂ immobiliare presenti nella banca dati dell’Agenzia del Territorio corrispondono alla realtĂ e coincidono con quanto presente in Comune. Quindi ogni modifica che comporta una variazione della rendita catastale, va depositata al Catasto Edilizio Urbano entro trenta giorni dalla fine lavori. Ovviamente la dichiarazione al catasto va fatta per tutte le nuove costruzioni, per la demolizione degli edifici esistenti e per il miglioramento di impianti e finiture che comportano un aumento della rendita catastale. REALIZZAZIONE DELL’OPEN SPACE. Se si prevede l’accorpamento dei vani cucina, soggiorno e corridoio per ricavare un moderno open space, è necessario denunciare all’Agenzia del Territorio la modifica della planimetria dell’abitazione affinchĂŠ ci sia corrispondenza tra lo stato effettivo e la documentazione in banca dati. Il numero complessivo di vani potrebbe non diminuire se l’open space è molto ampio. COSTRUZIONE DI CABINA ARMADIO IN MURATURA. Nel caso si ricavi una cabina armadio in muratura all’interno della camera è necessario presentare la variazione catastale perchĂŠ si aggiunge uno spazio separato in piĂš rispetto alla casa. La cabina armadio aumenta il numero dei vani catastali come un terzo di vano, per cui si potrebbe avere un aumento della rendita oltre che una variazione della pianta. Se la realizzazione è con cartongesso o legno è bene informarsi da uno specialista perchĂŠ oggi si tende ad indicarla in planimetria. BAGNO SECONDARIO. Anche ricavare un secondo bagno comporta l’aumento di un terzo di vano della rendita catastale, a meno che non si tratti del solo rifacimento del bagno esistente, giĂ presente in catasto e senza modifiche alla posizione e alla dimensione delle porte e delle finestre. RECUPERO DEL SOTTOTETTO. Trasformare la soffitta in mansarda è un ampliamento dell’abitazione che comporta un aumento della rendita catastale, perchĂŠ la soffitta ha una rendita inferiore rispetto agli spazi destinati a civile abitazione. Eventuali porzioni di sottotetto con altezza inferiore a 150 cm non incidono sul valore catastale. LA VERANDA. La chiusura di spazi tramite il semplice montaggio di infissi vetrati per ricavare una veranda abitabile o un giardino comporta un aumento della rendita catastale, quindi occorre presentare la variazione perchĂŠ si amplia il volume dell’abitazione. Però se questo spazio è utilizzato come prolungamento della casa per ricavare un salotto o uno studio va inserito nei vani principali, mentre se è adibito a serra o giardino d’inverno è da censire come vano accessorio, con rendita inferiore. ABITAZIONE RURALE. Prima del recupero, meglio accertarsi che il fabbricato sia stato correttamente censito al Catasto Edilizio Urbano e deruralizzato in Comune, con pagamento dei relativi oneri. Questo tipo di irregolaritĂ catastale è assai diffusa nonostante il Decreto Legge 201/2011, cosiddetto “salva Italiaâ€?, avesse concesso di sanare, senza sanzioni, il mancato censimento dei fabbricati rurali entro il 30 novembre 2012.
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SAN ROCCO RIF B 19: appartamento in casa di 3 unità al p. terra con ingresso indipendente dalla corte di pertinenza, soggiorno, cucina abitabile, una matrimoniale, studio, bagno, ampio garage/ tavernetta con bagno e camino, cantina. Risc. aut., ACE G, EP tot. 243,52. € 152.000,00
TRE LETTO
DUE LETTO
LOFT
SAN BIAGIO RIF. B 8: In piccolo contesto senza spese condominiali, appartamento al primo piano con ingresso indipendente dal terrazzo, composto da soggiorno, cucina abitabile, 1 camera matrimoniale, studio, bagno. Riscaldamento autonomo. ACE G Ep. Tot. 295,36 €. 125.000,00
BORGO SAN ROCCO: Capannone di 120 mq all’interno di cortile riservato con possibilità di cambio d’uso in civile abitazione. €. 168.000,00
SAN ROCCO RIF. B 11: In casa di sole tre unità abitative senza spese condominiali, appartamento composto da soggiorno e cucina con balcone, disimpegno ampio armadiato, una matrimoniale con balcone, uno studio, bagno e ampio garage. Risc. aut., ACE G, EP 214 Kwh/mq. €. 140.000,00
NUOVE COSTRUZIONI SAN MARCO: Fabbricato al grezzo composto da tre unità immobiliari, una villetta cielo-terra composta da PT/ soggiorno, cucina abitabile, bagno, ampio giardino con posto auto; 1P/ tre camere ampie e bagno; un appartamento al piano terra con ingresso indipendente dal giardino di pertinenza, soggiorno con angolo cottura, camera e bagno; 1P/ appartamento con ingresso indipendente,
CENTRO STORICO RIF. C 12 A: In villa di sole 2 unità appartamento in ottimo stato, 1° ed ultimo piano: ingresso, soggiorno e cucina abit. con balcone, disimp. armadiabile, studio, 1 singola, 1 matrimoniale, 2 bagni, ampio garage, taverna e giardino. Risc. aut. Aria condizionata. ACE G, EP 478,32. €. 275.000,00
3-9 maggio RAVENNA&DINTORNI
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