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FREEPRESS n. 809
4-10 APRILE 2019
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BENEFATTORI Storie di aziende solidali che contribuiscono alla spesa sociale, con modalità vecchie e nuove
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2 / VOCI Foto Marco Parollo
RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
Testi Matteo Cavezzali
PERIODICO DI INFORMAZIONE MULTICULTURALE a cura di Associazione Onnivoro in collaborazione con il Comune di Ravenna
Paul, immigrato (da Parigi) per amore «L’impatto culturale è stato complesso. La differenza linguistica è uno scoglio enorme da sormontare. Non riuscire a comunicare ti fa sentire come dentro una bolla» IL PROGETTO Il racconto di una città oltre gli stereotipi
Paul Gerard Jean-Fernand Didier François Bompart con la sua famiglia
Per entrare in casa ci si toglie le scarpe. Le si lascia fuori dal portone, in fondo alle scale. Ancora non siamo entrati e già si marca una piccola differenza di tradizione. La burocrazia europea ha scisso i migranti per bande. Ci sono i migranti economici, i perseguitati politici, i richiedenti asilo, gli esuli. In nessuna carta però si parla di migranti per amore. Eppure Paul è venuto in Italia per Chiara, e per crescere i loro figli in una città meno caotica di quella in cui si erano conosciuti: Parigi. Paul è un diminutivo, il suo nome per intero è Paul Gerard Jean-Fernand Didier François Bompart. «I vostri nomi così corti mi suonano un po’ ridicoli», confessa. Paul non ha avuto problemi di permessi di soggiorno o visti, perché è cittadino francese, eppure l’impatto culturale è stato complesso. «La differenza linguistica è uno scoglio enorme da sormontare. Non capire le persone che parlano e non riuscire a comunicare con loro ti fa sentire come dentro a una bolla. Dovevo chiedere “per favore potete parlarmi in inglese”, oppure “può parlare lentamente”. Ora parlo bene italiano, ma ho ancora un modo di pensare francese. Mi pareva che gli italiani fossero molto scortesi perché non chiedevano mai per favore, invece poi ho capito che è normale». Interviene Chiara: «Se a cena gli chiedevo di passarmi il sale, voleva che dicessi ogni volta: “scusa, potresti gentilmente passarmi del sale, per favore?” ». «Beh, “passami il sale” sembra aggressivo? No?». «No, si deve ancora abituare». «E poi i modi di dire… Secondo me fanno finta di non capirli. Per esempio se dico “oggi ho la testa nel culo” si capisce cosa intendo, no?». «No». «Per niente?».
Con questo numero iniziamo un viaggio dentro alcune “storie meticce” della città. L’associazione Onnivoro ha deciso infatti di raccogliere il testimone lasciato da Città Meticcia, l’associazione che con la propria redazione per tanti anni ha raccontato il mutare del territorio con l’arrivo di nuovi cittadini dal mondo, ma che ora ha deciso di concentrarsi maggiormente sulle sue attività più direttamente a contatto con le persone, soprattutto bambini e donne, sua mission originaria. Ma il racconto non si è certo esaurito e oggi più che mai c’è tanto da narrare, c’è tanto da scoprire dietro gli stereotipi, persone da conoscere, abitudini, difficoltà, differenze e soprattutto somiglianze. A Matteo Cavezzali, che con Città Meticcia collabora e ha collaborato ed è fondatore di Onnivoro il compito di proseguire e innovare questo lavoro, ogni primo giovedì del mese su R&D e online sul sito di informazione www.ravennaedinorni.it, grazie al contributo del Comune di Ravenna - Assessorato all’Immigrazione.
«Affatto». «Beh, è un modo di dire francese che significa quando ti senti intontito, mezzo addormentato. Pensavo che si capisse… Non ho ancora sviluppato una personalità italiana. Anche le battute non riesco a farle in italiano». «È vero, è molto simpatico in francese, mentre in italiano è noiosissimo». Il primo figlio, Arturo, è nato a Parigi e ha cinque anni, il secondo invece, Benjamin, ne ha tre ed è nato a Ravenna. Il maggiore parla bene sia francese che italiano, mentre il piccolo per ora parla solo francese. «Io e Chiara tra noi parlamo francese, perché ci siamo “conosciuti in francese”, quindi a casa lui sente solo francese, quando andrà a scuola imparerà anche l’italiano». Tra le differenze culturali che hanno reso difficile l’inserimento o cose che gli sono apparse strane di Ravenna, Paul cita le seguenti: «Un problema è stato che non mi piace la pasta, e qui è tutta pasta. Io sono cresciuto in Occitania e per me esistono solo formaggi e ostriche, cose che qui faccio fatica a trovare. Un’altra cosa che mi è parsa strana è che le donne da dietro sembrano tutte giovani e belle, poi si girano e magari hanno settanta anni. Però di schiena sembrano delle trentenni: capelli curati, vestiti alla moda. Per me è una cosa molto strana. Un’altra cosa è che le persone non hanno pazienza di capire chi non parla italiano. Se fai la spesa o sei in un ufficio per chiedere informazioni non vogliono perdere tempo, e diventano sbrigativi». La strada dell’integrazione è lunga e accidentata, anche per chi condivide uno stile di vita europeo, «ora ho trovato un ristorante che fa ottime ostriche nel Borgo San Rocco, dopo un po’ ho scoperto i segreti delle città!».
INTRO / 3 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
SOMMARIO
IL COMMENTO
6 Il nuovo corso del Mar, alla ricerca di un’identità di Luca Manservisi
Con l’inaugurazione il 14 aprile della mostra di Oliviero Toscani, il Mar, il Museo d’Arte della città di Ravenna, dà il via a una primavera dedicata alla fotografia (con altre due esposizioni che inaugureranno a fine aprile e inizio maggio) a cui auguriamo un enorme successo, perché è un modo per aprire il museo a pubblici nuovi (per quanto la fotografia sia stata ormai da anni “sdoganata”, perfino a queste latitudini) e continuare a farlo vivere un po’ tutto l’anno (come accade comunque da ormai un po’ di tempo). Ma a proposito di successo vale la pena tracciare un piccolo bilancio del nuovo corso ideato per il Mar dalla giunta del sindaco De Pascale, che in campagna elettorale si era impegnato ad aumentare i contributi del Comune per le grandi mostre. Impegno mantenuto – d’altronde si partiva da una sorta di azzeramento voluto dalla precedente giunta, in parte compensato dall’impegno della Fondazione della Cassa di Risparmio – senza però ottenere i risultati sperati in termini di ritorni numerici di visitatori, checché ne dica lo stesso sindaco cercando di difendere il nuovo Mar dagli attacchi. Gli stessi che riceveva l’ex curatore Claudio Spadoni quando veniva accusato di fare mostre solo “belle” ma poco attrattive. Mostre che in media hanno attirato però circa il triplo dei paganti di quella chiusa pochi mesi fa, la prima del nuovo corso, con incassi dimezzati rispetto alle ultime di Spadoni, realizzate con budget similari, quando non perfino inferiori. Ma senza voler tornare alle polemiche su numeri e costi, un ragionamento più complessivo dovrebbe partire dalla constatazione che la scelta di puntare sulla Biennale del mosaico a discapito della “grande mostra” – la prossima sarà nel 2021 –, è stata probabilmente controproducente, perché allontana ancora di più il Mar dal circuito dei musei da visitare per gli appassionati d’arte. Senza dubbio ci sarebbe stato il margine per decidere di fare entrambe le cose, la biennale e la grande mostra. Ma è mancata la volontà politica di investire con decisione sul Mar per farne un grande museo (forse anche per l’arrivo, nel frattempo, è arrivato un altro museo in città), a partire dalla (non) scelta di fare a meno di un vero direttore (al momento lo gestisce il dirigente della Cultura, Maurizio Tarantino, più orientato per qualifiche professionali verso la biblioteca Classense, su cui ha fatto in effetti un gran lavoro in questi anni secondo un po’ tutti gli addetit ai lavori). Non che la scelta dovesse essere per forza quella di confermare Spadoni come proponevano i nostalgici: dopo tanti anni un ciclo si può (e forse si deve) chiudere. Però se ne sarebbe dovuto aprire un altro, con un concorso internazionale per trovare almeno una figura di spicco in grado di puntare ancora più in alto e dare un’identità chiara al museo. Ma bisognava volerlo, appunto. Intanto, più prosaicamente, non sarebbe male partire allungando gli orari del museo in occasione degli eventi temporanei, che la mostra di Oliviero Toscani che chiude alle 18 non è un bel biglietto da visita...
ECONOMIA TRAFFICO PORTUALE, ANCHE IL 2019 INIZIA IN CALO
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I-IV
PRIMO PIANO LE AZIENDE CHE DIVENTANO SOLIDALI
IMMIGRAZIONE ORA SI POSSONO OSPITARE A CASA PROPRIA I RIFUGIATI
SPORT VOLLEY, IL BILANCIO DELLA CONSAR DOPO LA SALVEZZA
LIBRI SCURATI A RAVENNA CON IL BESTSELLER SU “M” E IL FASCISMO
INSERTO CENTRALE I “PARLAMENTI” DELLE ALBE SU TEATRO E CINEMA
DANZA ATERBALLETTO CHIUDE LA STAGIONE DELL’ALIGHIERI da pagina
32 INSERTO DI ANNUNCI IMMOBILIARI E NOTIZIE SUL MONDO DELLA CASA QUALITÀ DELLA VITA RAVENNA DODICESIMA IN ITALIA SECONDO IL QUOTIDIANO “AVVENIRE”
RD &
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001
Anno XVIII - n. 809
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VENERDÌ 5 APRILE Great Queen Rats - GQR Dopo il successo di Bohemian Rhapsody vogliamo regalarvi una serata dedicata interamente ai QUEEN, con la cover band Great Queen Rats - GQR, emozione pura!
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POLITICA I CANDIDATI DEI 5 STELLE A LUGO E CERVIA
PRENOTAZIONI: +39 0544 215206 info@mariani-ravenna.it
Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Gianluca Achilli, Maria Cristina Giovannini (grafica). Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Galeati, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Guandalini, Giorgia Lagosti, Sabrina Lupinelli, Fabio Magnani, Alessandro Montanari, Enrico Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni. Fotografie: Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: Gianluca Costantini. Redazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 redazione@ravennaedintorni.it
Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA
QUEEN TRIBUTE BAND
4 / PUNTI DI VISTA RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
LETTORI
FULMINI E SAETTE “L’apparenza” (Ravenna) di Adriano Zanni
La redazione risponde
LE MIE DIMISSIONI DAL PARCO DI DANTE Beppe carissimo, sono a confermare e a formalizzarti ufficialmente le mie dimissioni da Presidente del Parco Letterario Terre di Dante e da Presidente del Comitato Scientifico del Parco stesso [...]. È stata per me un'esperienza bellissima e ti sono e sarò grato di avermi affidato tale incarico. Ho tuttavia compreso in questi due anni di non essere la persona giusta a svolgerlo. Attorno alle attività del Parco si è infatti concretizzata una frequenza negativa di interventi “autorevoli”, fino a non dichiarabili intimidazioni esterne miranti a indurre componenti del Comitato Scientifico a uscirne. Nel dubbio sulle cause di tali interventi (impropri ma purtroppo efficaci), il mio primo dovere morale è attribuirle a me. Anche se ci sarebbe da chiedersi se a Ravenna si conosca il principio della “sussidiarietà orizzontale” in base al quale la società, nelle sue varie forme autonome, è chiamata a concorrere al bene comune. Va da sé che, essendo stato io personalmente (su tuo mandato) a nominare il Comitato Scientifico del Parco, con queste mie dimissioni viene da me contestualmente revocato il Comitato Scientifico stesso assieme a ognuno dei suoi componenti. [...] Mi auguro che questo mio piccolo sacrificio, produca un miglioramento nei rapporti istituzionali della tua generosa e coraggiosa missione dantesca. Ivan Simonini, già Presidente del Parco Terre di Dante
A queste dimissioni ha risposto a stretto giro di posta Giuseppe Chicchi, cui la missiva era diretta, sottolineando il rammarico per la decisione di Simonini e rivendicando il buon lavoro fatto date le condizioni. E scrive testualmente: «Altro si sarebbe potuto fare se non si fosse presentato, qua e là, l’antico vizietto del “non t’intro-
mettere”, del “non faccio alleanze”, del “ghe pensi mì” che già, mi pare, aveva creato problemi in precedenti vicende ravennati». Insomma, pur parlando di Dante con il settecentenario in arrivo, pare di capire che all’occhio riminese dello scrivente Ravenna resti innanzitutto e per sempre città di bizantinismi. Sarà vero?
LO SGUARDO DELLO PSICOLOGO I giudici Galanti e Schiaretti descrivono il sentiero della legalità di Enrico Ravaglia *
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A Castel Bolognese c’è un percorso che si chiama il Sentiero della Legalità. È una passeggiata dove si incontrano installazioni, panchine con frasi di Martin Luther King e Paolo Borsellino. Ma il Sentiero della Legalità è anche un percorso partecipativo promosso dal Comune per raccogliere idee sulla realizzazione del parco tematico. In quest’ottica si è svolto di recente a Castel Bolognese un incontro con chi oggi amministra la giustizia nel nostro territorio. Ha condotto la serata Damiano Giacometti, già assessore di Castel Bolognese, e sono intervenuti Debora Galassi, coordinatrice di Libera Ravenna, Andrea Galanti e Corrado Schiaretti, giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Ravenna ma forse più noti al grande pubblico per essere stati i due giudici togati del processo Cagnoni. Nella serata c’è stato modo di riflettere su aspetti della giustizia a cui spesso noi cittadini non prestiamo attenzione. Galanti ha affermato che fare il giudice è un’esperienza difficile ma fattibile. Soprattutto tenendo conto di insegnamenti appresi nel corso degli anni dai giudici più anziani, degni di stima. Allora gli ho chiesto quali fossero i preziosi consigli. Galanti ne ha elencati tre. Uno: prima di essere giudice degli altri, essere giudici di sé stessi. Pieno rispetto delle norme, ma attenzione all’eccessivo rigorismo. Due: leggere la norma, leggerla bene, in ogni sua singola parola, conoscere dove stanno anche le virgole. Insomma, comprenderla davvero ed appieno. Tre: pure nella consapevolezza di avere un incarico delicato dove si è soli, non rinunciare, anzi promuovere il confronto con i colleghi. Evitare la presunzione di pensare di saperne più degli altri. Schiaretti ha ribadito l’importanza di decidere in coscienza; di decidere nel modo corretto. Questa frase mi ha fatto pensare, e l’ho detto nel corso della serata, che se io fossi un giudice non so se effettivamente garantirei questa correttezza: come psicologo psicoterapeuta ascolto i vissuti profondi delle persone. Apprendo come le storie transgenerazionali influenzino il presente. Rilevo meccanismi psicologici, spesso inconsapevoli e involontari, che vanno a costruire i comportamenti. Insomma il libero arbitrio è spesso condizionato da tante dinamiche. E quindi, probabilmente, sarei troppo clemente. La replica di Schiaretti è stata generosa. Il Giudice ha parlato del concetto di colpevolezza fino ad arrivare alla valutazione. È difficile sintetizzare il tutto in poche righe. Posso però dire che mi si è chiarito quanto quello del giudice sia un mestiere che si gioca su più piani, tra livelli di coscienza e piani fortemente tecnici. E commentare una sentenza, operazione che facciamo quando leggiamo un giornale, non è affatto semplice, diversamente da quanto istintivamente ci appaia. *Psicoterapeuta psicoanalitico – postadelcuore@ravennaedintorni.it
PUNTI DI VISTA / 5 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
L’OSSERVATORIO
TUTTO D’UN TRATTO di Gianluca Costantini
Forza Giangi, votate la sua canzone! di Moldenke
Questa settimana sfrutto questo spazio per un appello che ritengo importante. Per prima cosa iniziate a seguire la pagina Facebook “Giangi Live Official”, riattivata pochi mesi fa dopo quasi quattro anni di pausa, un buco nero che ancora fa sentire i suoi effetti. Poi gustatevi i video caricati, con calma e attenzione. E soprattutto, alla fine, andate a votare il brano di Giangi “È vero o non è vero” al concorso “Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty”, come chiede tra l’altro lo stesso Giangi ai suoi fan. Ah, Giangi è naturalmente Gianandrea Baroncini, ex segretario comunale del Pd (oggi in Mdp) e attuale assessore del Comune di Ravenna con deleghe a Decentramento, Affari generali, Affari istituzionali, Servizi demografici, Volontariato, Protezione civile, Ambiente, Verde pubblico, Diritti degli animali. Da sempre appassionato di musica, i suoi fan hanno temuto che gli impegni istituzionali lo avessero spinto ad abbandonare per sempre la carriera da cantautore. Ma per fortuna non è stato così. Ed ecco allora il video della canzone in concorso, dove Giangi si dimostra anche un ottimo interprete, tra De Gregori e Vasco Rossi, con gli occhi spiritati, i pugni sbattuti sul petto, una sorta di ola con le mani in alto nel ritornello, l’assolo di chitarra mimato con le mani verso il finale, una commozione che gli si legge nel volto, in particolare quando canta l’originale passaggio “non ci sia mai distinzione/né razza o religione/né di lingua né di opinione”. Il tutto nella sua cameretta (o almeno mi piace pensarlo) con alle spalle la bandiera de L’Unità e un termosifone. Per fortuna di video ce ne sono anche altri, come quello della sua “Discorso inopportuno”, di stretta attualità. “Vi manca un esame, quello di coscienza/l'unica crisi sarà d'astinenza dall'umanità/e allora…Resistenza!/e tu Gucci e io Guccini/io Pavese tu i tuoi pavesini/e Salvini lascia in mare i bambini/viva l'Italia e il prima gli italiani/ qui c'è un'aria da manganello/io ho la mia pacchia di Tavernello/per una sbronza di bassa lega/in un modo o nell'alcool ma che te ne frega…/passerà”. Brividi. Forza Giangi!
6 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
AMMINISTRATIVE/1 AGENDA INCONTRI
Arrivano due candidati 5 stelle A Lugo Gasperoni con il centrodestra In due città decisive per il voto del 26 maggio corrono anche i grillini Nella città di Baracca con Solaroli c’è l’ex presidente di Confesercenti a Ravenna
Essere partigiani: un errore? Incontro con Recchioni Sabato 6 aprile, a partire dalle 16.30, Anpi Ravenna, Sezione Luigi Fuschini, ospiterà, presso la Sala Buzzi in Via Berlinguer 11, il ricercatore storico e scrittore Massimo Recchioni. L’evento, dal titolo “L’errore di essere partigiani?”, prendendo spunto da stralci del docufilm “Noi sempre lotterem” e dal libro di Massimo Recchioni dedicato alla travagliata storia di Francesco Moranino (Francesco Moranino, il comandante Gemisto – un processo alla Resistenza), cercherà di approfondire il significato di Resistenza e di lotta partigiana sia prima, sia durante, ma soprattutto dopo la guerra di Liberazione combattuta tra il 1943 ed il 1945. Tra i relatori Annalisa Ercolani (Scuola Mario Montanari) e il Partigiano Silvano Saporetti, per un collegamento all’attualità dei temi trattati.
Le due facce della Resistenza al salone estense di Lugo
Da sinistra Gianluca Gasperoni e Davide Solaroli con la proposta di brand per Lugo e il candidato a Cervia del M5Stelle Pierre Bonaretti
In vista delle elezioni amministrative di fine maggio, ecco arrivare sulla scena due tra le candidature più attese: i 5 Stelle a Lugo e Cervia, due dei tre comuni al voto che in Provincia di Ravenna superano i 15 mila abitanti e quindi possono contemplare la possibilità di ballottaggio (l’altro è Bagnacavallo). Per gli altri 11 al voto, invece, diventerà sindaco chi conquisterà più voti degli altri. La scacchiera si sta dunque ampliando, anche se mancano ancora tasselli importanti. A Lugo, dove Davide Ranalli corre per la conferma in una coalizione di centrosinistra, è già nel pieno della campagna elettorale anche Davide Solaroli, candidato di tutto il centrodestra, che sabato ha presentato il responsabile del programma economico Gianluca Gasperoni, molto noto come imprenditore del settore del commercio e in quanto ex presidente comunale di Confesercenti Ravenna. Gasperoni spiega in particolare la strategia per rilanciare turismo e cultura: «Abbiamo pensato a un brand – annuncia Gasperoni – un marchio del territorio coi due simboli di Lugo: la bandiera tricolore e il Cavallino di Baracca. Dall’unione nasce il Cavallino Tricolore». L’altra proposta di Gasperoni è puntare sul turismo di nicchia: il turismo culturale (Museo Baracca, Casa Rossini, il futuro museo della città, Pavaglione, Rocca) e il turismo cinematografico con Lugo trasformata in set di film e sceneggiati in modo da attirare turisti e attingere a professionalità, artigiani e commercianti locali per la produzione. E ancora: «Il turismo naturalistico e sportivo – specifica Gasperoni - con una rete di ciclabili per le oasi naturali, una bike economy per la Romagna Estense e la valorizzazione di eventi come la granfondo Città di Lugo e il Giro di Romagna; il turismo legato a eventi e festival (il wellness ad esempio), il turismo enogastronomico di qualità, il turismo camperista e i trekking urbani con percorsi storico-architettonici». E sempre a Lugo, ecco svelato anche il nome del candidato grillino: si tratta del presidente della pro loco Mauro Marchiani. Personaggio molto noto, è stato presidente della Contesa
Estense di Lugo. Durante la sua presentazione ha criticato piuttosto duramente l’attuale amministrazione. «Ho fatto questa scelta perchè ritengo che l’attuale amministrazione non abbia risposto adeguatamente alle necessità dei cittadini, e che a Lugo ci sia necessità di un cambio». Intanto a Cervia, Massimo Medri che ha vinto le primarie del Pd ha presentato la sua coalizione che comprende anche la presenza di Gianni Grandu attuale assessore e suo sfidante alle primarie (finite con un manciata di voti di scarto). Ci sarà anche una lista di sinistra che unisce Possibile, Prc, Pci e Sinistra Italiana e che punta su Gianluca Gattamorta. Lunedì 1 aprile è arrivata inoltre l’ufficializzazione del nome del Movimento 5 Stelle: si tratta del trentenne Pierre Bonaretti. Originario di Monza, si è trasferito a Cervia dopo la laurea in comunicazione e didattica dell’arte all’Accademia di Brera. Attualmente lavora in
un’azienda a gestione famigliare nel campo dell’abbigliamento. «Scrivo anche racconti su Cervia – ha rivelato su Facebook –, ambientati in un piccolo bar, che potere leggere sulla pagina Facebook “Bar Ziria – Pierre Bonaretti”. Bonaretti rivela poi come abbia cominciato a frequentare il meetup 5 Stelle di Cervia dallo scorso autunno «e, in maniera del tutto spontanea, ci siamo trovati a mettere insieme idee per una visione nuova di città». Il programma, annuncia, parlerà di turismo, «in un’ottica nuova»; di riqualificazione dei luoghi storici; di ambiente ed ecosostenibilità; di commercio e sostegno a imprese e famiglie». Manca ancora all’appello il candidato del centrodestra. Così come a Bagnacavallo dove al momento, come noto, a correre sono solo Eleonora Proni, sindaca uscente del Pd in cerca di una riconferma, e il candidato della lista di sinistra Paolo Vigilanti.
AMMINISTRATIVE/2
GRAZIANO DELRIO PER ANGELA ESPOSITO A BRISIGHELLA L’8 aprile a Brisighella si tiene una serata per lanciare ufficialmente la campagna elettorale di “Insieme per Brisighella” con la candidata sindaca Angela Esposito e la presentazione dei candidati al Consiglio Comunale, e con la partecipazione dell’ex-ministro Graziano Delrio. Appuntamento alle 20.30 presso la sala polivalente Cicognani.
Domenica 7 aprile alle 10.30 nel salone Estense di Lugo si tiene l’incontro dal titolo “La resistenza sconosciuta. Le due anime della guerra partigiana”. All’incontro partecipano alcuni esponenti di Forza Italia come Galeazzo Bignami (commissario regionale del partito di Berlusconi), Alberto Ancarani (capogruppo in consiglio comunale a Ravenna e vicecommissario regionale), il discusso storico Gianfranco Stella e il suo collaboratore Stefano Perucci.
Confronto sull’Europa (e cena a tema) con Mfe Il movimento Federalista Europeo, sezione di Ravenna, organizza giovedì 11 aprile (dalle 19) un confronto fra il parlamentare europeo romagnolo Damiano Zoffoli (nella foto) e le categorie produttive del territorio (industria, artigianto, commercio agricoltura, credito, formazione professionale, sindacati dei lavoratori e terzo settore) per discutere sulle esperienze delle passate politiche strutturali e sulle prospettive di crescita economica e sociale in una nuova Europa. Sono previsti anche gli interventi dei rappresentanti dell'Mfe locale, Angelo Morini e Gabrile Scardovi, sul tema dell'Europa Federale. Per l'occasione, dalle 20, è in programma la cena a tema “L'Europa federale a tavola” con prodotti e ricette continentali proposte dai cuochi stellati di CheftoChef (35 euro, info: mfe.ravenna@gmail.com).
LA MANIFESTAZIONE Presidio pacifista delle Donne in Nero per il disarmo Le Donne in Nero di Ravenna organizzano un presidio sul sagrato di San Domenico, in via Cavour a Ravenna, venerdì 5 aprile alle 17.20 in occasione dei 70 anni della Nato per chiedere una politica di disarmo e l’eliminazione di tutte le armi nucleari.
ECONOMIA / 7 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
PORTO/1
Traffico merci: il 2019 inizia in negativo
OFFSHORE
Con l’iniziativa “Energie aperte” Eni apre le porte dei propri siti italiani al pubblico per raccontare le proprie attività: i prossimi 7 e 14 aprile, 5 e 26 maggio, 9 e 16 giugno, 7 e 14 luglio sarà possibile partecipare a visite guidate sulla piattaforma Garibaldi C nelle acque al largo di Ravenna. Obiettivo dell’iniziativa, come dichiara il Cane a sei zampe in un comunicato, «è mostrare come le attività Eni siano improntate al rispetto per l’ambiente e alla sicurezza, e per una parte sempre più importante all’economia circolare». Le visite della durata di circa due ore e mezza si terranno dalle 9 alle 13.30 circa. In caso di maltempo la visita si farà alla centrale di Casal Borsetti. Il 12 maggio invece è prevista la visita al sito della Versalis nell’area del petrolchimico.Per motivi di sicurezza le visite sono a numero chiuso e per poter partecipare occorre prenotarsi sul sito www.eni.com e compilare il modulo di iscrizione nella sezione “energie aperte”. Si richiedono scarpe comode. Bambini e ragazzi solo se maggiori di 14 anni e accompagnati.
Nei primi due mesi calo del 5,8 percento I dati del traffico container non migliorano nemmeno nel 2019. La movimentazione totale segna un calo dell’1,2 percento: in flessione sia i pieni, -1,4 percento, sia i vuoti, in calo di mezzo punto percentuale. Dopo un 2018 negativo, il traffico merci in contenitori continua ad essere in difficoltà anche se c’è qualche distinguo da sottolineare: l’import dei contenitori pieni è in leggera crescita +6,6 per cento ma è affossato dall’export che cala dell’8,5 per cento. Nei primi due mesi dell’anno sono stati movimentati 32.710 Teu contro i 33.140 dello stesso periodo del 2018. Non una differenza abissale ma bisogna ricordare che lo scorso anno, per quanto riguarda i container, è stato un anno piuttosto negativo. Per ora, peraltro, nemmeno il resto del traffico portuale è nel suo periodo migliore. Nei primi due mesi del 2019 le merci sono infatti in calo del 5,8 percento: si parla di 237.404 tonnellate in meno, rispetto, concentrate soprattutto sulle rinfuse liquide. Le derrate alimentari liquide hanno subito un crollo del 46 percento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (meno 108mila tonnellate). In calo anche le merci secche (-2,5 percento) e in particolare i prodotti agricoli (-26,9 percento), i combustibili minerali (-63,1 percento), i concimi (-9,2 percento). Il calo è però un po’ in tutti i settori: si salvano, tra i traffici principali, soltanto i prodotti metallurgici (+5,8 percento). (al.mo.)
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PORTO/2
Escavo fondali, c’è la firma per il mutuo da 120 milioni di euro da Banca europea investimenti L’Autorità portuale di Ravenna e la Banca europea degli investimenti (Bei) hanno sottoscritto l’1 aprile il contratto di mutuo da 120 milioni di euro di finanziamento per l’escavo dei fondali. Tale finanziamento era già stato deliberato, e dunque da tempo era considerato una delle fonti di copertura finanziaria del Progetto Hub ma con la stipula del contratto, si è conclusa la procedura che lo vede definitivamente assicurato. Grazie alla firma sono stati blindati anche i 40 milioni di euro che l'Ue ha destinato, riconoscendone l’importanza quale investimento strategico per la rete logistica europea. Ai 60 milioni già deliberati dal Cipe si aggiungono dunque in maniera definitiva 160 milioni. Il progetto, come noto, prevede l’approfondimento dei fondali in avamporto e lungo tutto il Canale Candiano, l’adeguamento (per oltre 6,5 km) ed il potenziamento delle banchine, oltre alla realizzazione di una nuova ban-
COSTRUZIONI
CONCORDATO CMC: I SOCI APPROVANO IL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE. ORA TOCCA AL TRIBUNALE Previsto il pagamento integrale fino ai fornitori strategici Saranno emessi strumenti finanziari partecipativi L’assemblea dei soci della Cmc, nella riunione del 30 marzo, ha approvato all’unanimità il piano concordatario in continuità aziendale elaborato a seguito della presentazione del concordato in bianco al tribunale di Ravenna lo scorso 4 dicembre. La proposta sarà depositata in tribunale entro l’8 aprile. «Il piano concordatario – fa sapere la cooperativa di Ravenna – consentirà la soddisfazione integrale dei creditori in prededuzione, dei creditori privilegiati e dei fornitori strategici (chirografari appartenenti alla Classe 1), nonché la soddisfazione parziale e non monetaria degli altri creditori chirografari. Questo avverrà in continuità aziendale e attraverso la generazione dei relativi flussi di cassa, il recupero dei claims e degli altri crediti, alcune dismissioni (in particolare immobiliari) ed una consistente datio in solutum». Il piano prevede che la società continui l’attività in modo da generare flussi di cassa positivi (compresi quelli relativi alle commesse in corso) in eccesso rispetto alle necessità finanziarie della gestione corrente, «assicurando la miglior soddisfazione dei creditori».
china della lunghezza di un km e la realizzazione di aree destinate alla logistica in ambito portuale per circa 200 ettari. L'investimento previsto per il Progetto è di 235 milioni di euro.
10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
BUONE PRASSI
Tutti i benefattori del 2018
Crescono le aziende solidali che finanziano i progetti sociali Iniziativa avviata dal Comune di Ravenna ormai otto anni fa. L’assessore: «Per noi è a costo quasi zero e in questi anni ha fatto crescere la cultura della responsabilità d’impresa»
Di “responsabilità sociale di impresa” si parla da qualche anno e nonostante la crisi qualche passo avanti si sta facendo anche da queste parti. La prima cartina di tornasole è l’aumento ogni anno delle aziende che aderiscono all’invito del Comune di Ravenna “Adotta un progetto sociale, diventa un’azienda solidale”. «L’idea nacque ormai otto anni fa – racconta Massimo Cameliani, assessore alle attività produttive a Palazzo Merlato oggi come allora – insieme a Giovanna Piaia (allora assessora ai Servizi sociali e Volontariato, ndr) e devo dire che ha funzionato. Ce lo inventammo di sana pianta perché in giro non esisteva nulla di simile. È stato un modo per coinvolgere le imprese in una logica di responsabilità diffusa». Il meccanismo di fondo è semplice: ogni anno entro settembre le onlus e associazioni di volontariato possono presentare uno o più progetti di carattere sociale in vari ambiti, dalla salute alla disabilità, dai diritti degli animali all’infanzia, che vengono poi comunicati alle aziende che hanno deciso di aderire perché possano scegliere se e quale sponsorizzare. «Abbiamo consigliato anche alle associazioni come redigere i progetti, in modo sintetico e accattivante, e soprattutto abbiamo suggerito, e questo si è rivelato essenziale, di sviluppare progetti piccoli, con cifre modeste ed eventualmente modulare quelli più corposi. Que-
I donatori dell’ultima edizione sono stati Andrea Frontali in memoria della moglie Sonia Brusi (la prima volta di un privato cittadino), Banca Credito Cooperativo (l’unica banca), Bunge, Caviro, Cmit-Europe Ltd, Collegamenti 3.0, Concessionaria Ghetti, Consar, Cral Comune di Ravenna, Deco, Ferrari Srl, Immobiliare Simone, Pet Village, Profumerie Sabbioni, Progra, Quality Test, Romagna Acque, Rosetti Marino, Safari Ravenna, Sapir, Se.Fa, Start Romagna, Tozzi Green Spa, Traghetti & Crociere, Circolo Velico Ravennate.
Ogni anno il 13 dicembre il sindaco De Pascale ringrazia in Municipio chi ha partecipato all’iniziativa
sto perché ci rivolgiamo ad aziende del territorio, in gran parte piccole e medie imprese che non possono pensare a investimenti più consistenti. Certo, resta molto da fare, ma non possiamo che essere soddisfatti perché le aziende continuano a crescere e spesso si instaura un rapporto con le associazioni di cui vengono scelti i progetti». In tutto sono stati 44 nel 2018, per l’ottava edizione, per una cifra complessiva di 64mila euro e 25 donatori, quasi tutte aziende, che hanno partecipato. Un dato appunto in crescita rispetto ai 40mila euro del 2017 che avevano sostenuto 23 progetti. «Bisogna anche tene-
re in considerazione – dice Cameliani – che non sono coinvolte le Fondazioni bancarie e che a Ravenna tante aziende già versano e costrinuibuiscono a importanti manifestazione culturali». Complessivamente, sono stati 335mila euro i soldi donati attraverso questo meccanismo in questi anni, che pure sono stati anche anni di forte crisi economica. E il tutto con i benefici di legge per le aziende in termini di deduzioni e a costo zero per il Comune, fatto salvo per il lavoro svolto internamente dagli uffici di contatto e rapporto con aziende e imprese. «Abbiamo provato anche tra-
mite le associazioni di categoria, ma abbiamo visto che dà più risultato il contatto diretto. Diciamo che questo progetto è un di più, il Comune naturalmente spende moltissimo sul sociale per ciò che lo riguarda, questi sono piccoli progetti che altrimenti non potrebbero essere realizzati». Ma allora, perché c’è bisogno di Palazzo Merlato? L’idea nacque proprio su sollecitazione anche delle onlus che avevano difficoltà a entrare in contatto con possibili finanziatori. Ora il Comune fa un po’ da garante, vaglia i progetti (per esempio perché non abbiano contenuti discriminatori, ma a oggi non ne è mai stato
BUONE PRASSI/LE TESTIMONIANZE Tra i donatori anche Concessionaria Ghetti e Cofra per la mensa di San Rocco
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Un mezzo per il trasporto di cibo alla mensa della fraternità della parrocchia di San Rocco e una cella frigorifera per la conservazione degli alimenti. Sono le due donazioni che la Concessionaria Ghetti e la Cofra hanno fatto alla parrocchia di San Rocco e all’Associazione di volontariato San Rocco all’interno del progetto “Adotta un progetto sociale, diventa un’azienda solidale”. In particolare la concessionaria Ghetti ha adottato il progetto proposto dalla parrocchia di San Rocco per il comodato d’uso di un Fiat Doblo idoneo al trasporto in sicurezza di alimenti derivanti dalle eccedenze di mense scolastiche e altre attività e destinati alla mensa della Fraternità, che annualmente fornisce circa 100mila pasti gratuiti all’anno alle persone in difficoltà, grazie all’impegno di oltre 30 volontari. La Cofra si è impegnata nell’acquisto di una cella frigorifera per la stessa mensa, gestita dall’associazione volontariato San Rocco, che oltre ad occuparsi delle persone che consumano il pranzo e la cena nei locali di via Renato Serra, prepara i pacchi da consegnare alle famiglie bisognose. La cella frigorifera consente di conservare i cibi nelle condizioni igieniche secondo le disposizioni sanitarie. «È la seconda volta che aderiamo con entusiasmo a questo progetto – ha affermato Gian Luca Ghetti – che riteniamo abbia un importante significato solidaristico e arricchisca le esperienze di chi riceve, ma soprattutto di chi dona. Penso che un’azienda del territorio debba stare vicina alle situazioni difficili della comunità in cui opera. La nostra concessionaria d’auto, unica a Ravenna autorizzata per la vendita dei marchi del gruppo Fiat, si è sentita coinvolta in questa donazione e la consideriamo un valore aggiunto per tutto il nostro staff». «Cofra è una cooperativa attiva da più di quarant'anni nella provincia di Ravenna – ha spiegato il presidente, Celso Reali –. È una realtà che dà occupazione a oltre 250 dipendenti nei sette negozi a marchio Conad presenti in alcuni dei comuni del territorio. Da sempre ci contraddistingue il forte radicamento nelle nostre comunità e nei territori nei quali operiamo: per noi la collaborazione con realtà del mondo dell'associazionismo locale è un impegno quotidiano, sia attraverso il recupero di derrate alimentari ancora buone che vengono destinate a strutture come la mensa di San Rocco, sia con il sostegno ai progetti nel campo dello sport giovanile, della cultura, della salute».
PRIMO PIANO / 11 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
BUONE PRASSI/IL DONATORE La primaria Pasini è più tecnologica grazie alla generosità di un privato cittadino Per la prima volta nel 2018 anche il nome di un privato cittadino compare nell’elenco dei donatori, si tratta di Andrea Frontali che ha deciso di effetture la donazione in memoria della moglie. In particolare, grazie proprio al suo contributo, da qualche settimana nella scuola primaria Bruno Pasini, in via Caorle 24 a Ravenna, quartiere Darsena, sono stati installati display Digiquadro. «Un ringraziamento sincero al signor Frontali – ha dichiarato il sindaco Michele de Pascale all’inaugurazione – che oltre compiere un nobile gesto a favore della collettività, donando alla scuola un supporto educativo tecnologicamente innovativo, ha offerto ai nostri piccoli e piccole cittadine un esempio concreto di generosità». I display sono supporti interattivi multi touch completi di software lavagna e interazione con i dispositivi della classe, sia tablet che PC. Accanto ad ogni lavagna è stata installata una targa alla memoria di Anna Brusi.
escluso nessuno e a sceglierli sono comunque le singole aziende) e le caratteristiche di chi fa domanda (non può naturalmente essere un soggetto che fa impresa). A questo punto li sottopone alle aziende che sono libere di scegliere quello che vogliono sostenere. Un meccanismo appunto semplice in cui Cameliani crede molto. «Ne parlo sempre con le aziende che mi capita di incontrare e la cosa interessa. Sono stato molto felice per esempio che la multinazione cinese CmitEurope che è appena arrivata a Ravenna abbia deciso di devolvere ben 10mila euro». Differenze tra chi dona più o meno, tra coo-
I numeri del 2018
FONDI
64MILA EURO PROGETTI
44
DONATORI
25
BENEFICIARI
32
perative e srl o spa? «Direi di no, abbiamo grosse cooperative del territorio che partecipano, ma soprattutto aziende private, oltre a qualche partecipata del Comune. La buona notizia è che una volta che iniziano, poi non smettono se non, come la Cmc, per problemi economici». Intanto a oggi non tutti i progetti riescono a essere finanziati, l’anno scorso per esempio ne sono stati esclusi tredici tra quelli presentati per mancanza di risorse. C’è dunque solo da augurarsi che, situazione economica permettendo, il trend delle aziende solidali continui a crescere. Federica Angelini
BUONE PRASSI/PROGETTI Nei finanziamenti tanta attenzione ai bambini, alle donne e alle scuole Tra le associazioni che hanno saputo beneficiare di “Adotta un progetto sociale” c’è LineaRosa, che da sempre si occupa di donne maltrattate, un fenomeno che appare in costante crescita. Ecco allora che la Profumerie Sabbioni insieme a Bunge e a un cittadino privato di nome Andrea Frontali (vedi box a fianco) permetteranno in particolare all’associazione di fornire supporto psicologico e sostegno economico per le necessità primarie in particolare ai figli di queste donne vittime del partner in un progetto dal titolo “Un sogno per ogni bambino”. All’infanzia e in particolare al mondo delle scuole sono dedicati anche i progetti “Did@ttica digit@le” finanziato Traghetti e Crociere o “Marinando sbarca a scuola” grazie a Deco, che partecipa anche, insieme a Se.Fa, Rosetti Marino e Sapir alle borse di studio “Knowledge on the road” proposte da Associazioni Amici di Enzo. Ci sono poi progetti per l’abbattimento delle barriere architettoniche, per la disabilità in genere, per gli anziani. I progetti sono tutti consultabili sul sito del Comune.
BUONE PRASSI/LA CURIOSITÀ Il meticcio Maverick potrà proseguire la rieducazione grazie a un benefattore Nell'ambito dell'iniziativa "Adotta un progetto" del Comune di Ravenna per l'anno 2018 è stato accolto anche il piano di rieducazione, proposto da Enpa Ravenna, di un cane meticcio, maschio, taglia media, di 6 anni, ospite del canile comunale, di nome Maverick, grazie alla T.&C. Traghetti e Crociere Srl di Ravenna. Il cane in questione è entrato 5 anni or sono al canile municipale e fin dall'inizio ha dimostrato un carattere ombroso e poco incline al contatto umano. Già dalle prime sedute con l'educatrice ed in presenza di un veterinario comportamentista, il soggetto ha mostrato un miglioramento nei suoi rapporti con le persone, fatto che lascia ben sperare in previsione di altre sedute che dovranno proseguire anche presso l'abitazione dell'adottante, almeno per il completamento del percorso programmato.
12 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
IL PROGETTO
Tricon, la multinazionale che pensa all’Alzheimer e punta sui suoi runners in vista di Zurigo Un’innovativa forma di crowdfunding è quella trovata dall’azienda che ha l’unica sede in Italia a Ravenna
Non c’è solo la donazione tra gli strumenti che un’azienda può scegliere per sostenere progetti di utilità e valenza sociale sul territorio. Può infatti per esempio farsi promotrice di un vero e proprio progetto di raccolta fondi. come ha scelto di fare Tricon Dry chemical LLC, multinazionale del settore chimico, che ha il quartier generale a Houston in Texas e sedi un po’ in tutto il mondo. In Italia la Tricon è in via Corrado Ricci, a Ravenna. Ed è qui che è arrivata dagli Stati Uniti, come in tutte le altri sedi, l’indicazione, per il biennio 2018-2019, di concentrarsi come attività sociale sul tema dell’assistenza e della ricerca sull’Alzheimer. In particolare sono state scelte sei maratone nel mondo a cui parteciperanno runners dalle diversi sedi. Per Ravenna quella di riferimento è a Zurigo a fine aprile, ma l’associazione che si sta occupando della raccolta fondi è locale. Perché la filosofia dietro le attività sociali di Tricon è proprio quella di avere un’ottica globale e insieme locale. «L’idea – ci spiega Sara Salucci, Italia Area Sales Manager – è naturalmente quella di restituire ai territori qualcosa di ciò che riceviamo e che ci permette di crescere». Ecco allora che da Ravenna è partita la ricerca di una realtà che si occupasse del tema e si è arrivati ad Amici di Casa Insieme con sede a Mercato Saraceno e a Cesena che da tempo si occupa pro-
I due runner ravennati che parteciperanno per Tricon alla maratona di Zurigo allo scopo di raccogliere fondi per l’assistenza e la ricerca sull’Alzheimer: Eugenio e Stefano
Ogni anno da Houston arriva un tema comune e le singole sedi scelgono poi come agire sul locale
CONFCOOPERATIVE RAVENNA - RIMINI
prio di assistenza ai malati di Alzheimer e di ricerca. Per Tricon Ravenna, l’associazione si occupa in particolare di gestire la sponsorizzazione ai due runner solidali che parteciperanno alla gara di Zurigo, ossia Eugenio, dell’ufficio logistico di via Ricci, e Stefano, cliente dell’azienda, entrambi impe-
gnati in queste settimane anche nella preparazione atletica. «Da parte nostra – dice ancora Salucci – sollecitiamo con mail clienti, fornitori e aziende con cui abbiamo a che fare. L’obiettivo per Tricon è raggiungere 500mila dollari nel mondo, per noi a Ravenna è arriva-
LE AZIENDE INFORMANO
10mila euro in borse di studio per i figli dei lavoratori soci Continuano le azioni di welfare della cooperativa faentina Gemos. Alla cerimonia di consegna anche Marco Bonitta, direttore generale Porto Robur Costa Sono stati premiati il 30 marzo scorso i 27 giovani studenti meritevoli, figli dei lavoratori soci Gemos, che per il buon rendimento scolastico registrato nell’anno 2017/2018 si sono aggiudicati le borse di studio erogate dalla cooperativa di ristorazione. 10mila euro il premio totale del bando diviso in 18 borse di studio da 250 euro per i ragazzi delle scuole superiori e 9 borse di studio da 500 euro destinate agli universitari. «Anche questa iniziativa si inserisce nel programma strutturato di welfare aziendale che Gemos ha messo in piedi ormai da 2 anni al fine di sostenere i nostri soci e le loro famiglie in particolar modo con azioni volte al sostegno del reddito, alla prevenzione, alla mobilità, alla formazione ecc. – racconta la presidente della cooperativa faentina Mirella Paglierani –. Il progetto di welfare è un percorso in divenire, al quale si aggiungono dei tasselli importanti volta per volta, cercando di essere sempre al passo con i bisogni e le necessità dei nostri soci. Questo delle borse di studio è l’ultimo progetto in ordine di tempo che arricchisce la proposta di quelli già attivi e che abbiamo deciso di riconfermare anche per l’anno scolastico 2018/2019 con le stesse modalità». La cerimonia di consegna delle borse di studio è stata anche occasione per ascoltare una gran-
de esperienza di sport e di vita grazie alla testimonianza di Marco Bonitta, direttore generale del Porto Robur Costa di Ravenna con alle spalle una lunga carriera da allenatore di pallavolo. «Abbiamo voluto dare ai ragazzi l’opportunità di godere di un momento formativo importante – ha concluso Paglierani –, che potesse essere loro di aiuto sia per la carriera scolastica e lavorativa che li attende sia per i momenti e le scelte di vita quotidiani». Articolo a cura di Confcooperative Ravenna - Rimini
PRIMO PIANO / 13 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
L’ESPERTA
L’INGEGNERE CHE HA CAMBIATO VITA PER IL FUND RAISING Roberta Osti dopo un master a quarant’anni ora si dedica alla raccolta fondi per il terzo settore
re a 5mila euro per runner. Siamo molto soddisfatti di questa modalità e questa collaborazione, perché in questo modo non siamo noi direttamente a chiedere i fondi, ma mostriamo ai donatori dove effettivamente vanno a finire, a un’associazione che opera sul territorio nell’assistenza e nella ricerca su questa malattia. Si tratta di una modalità ancora piuttosto nuova per l’Italia e poco diffusa, forse per questo riusciamo a raccogliere meno dei nostri colleghi nel mondo». Al momento dunque Tricon non mette risorse proprie nel progetto, ma fa da eco per il crowdfunding e anche in questo sta la novità del progetto. Non manca tuttavia l’invito a Ignacio Torres, a capo di Tricon, a partecipare a una maratona Alzheimer, quella che Casa di Amici Insieme organizza proprio nel cesenate da otto anni a settembre, di cui tutti i proventi vanno alla ricerca sull’Alzheimer. Ed è a questa iniziativa che i sette dipendenti di Tricon Italia devolveranno le ore di volontariato che l’ufficio Risorse Umane di Houston chiede ai dipendenti di dedicare ad attività sul territorio a loro scelta. Un altro modo, questo, di fare attenzione al locale e che si aggiunge alle donazioni fatte negli ultimi due anni al reparto di pediatria del Santa Maria delle Croci di Ravenna. Federica Angelini
Roberta Osti (nella foto) è un’ingegnere Civile che a quarant’anni ha deciso di cambiare vita e carriera e reinventarsi nel terzo settore. «L’ambiente e la situazione in cui mi trovavo mi avevano stancato e così mi sono guardata intorno e ho deciso di intraprendere una strada che mi era sempre interessata ma che non avevo pensato prima potesse diventare una professione». Ecco quindi che qualche anno fa si è iscritta al Master di fund raising a Forlì che prevedeva anche un tirocinio, nel suo caso a Padova. E dopo quell’esperienza si è riavvicinata a casa, trovando lavoro all’associazione Amici di Casa Insieme dove si occupa anche di sostenere e organizzare i “runner solidali” (vedi articolo a sinistra). «Si tratta di un modo nuovo di coinvolgere le persone, perché l’atleta si mette in gioco in prima persona e attiva la sua rete di conoscenze. In questo modo si instaura un rapporto di fiducia molto forte tra chi dona e chi invece “ci mette le gambe”». Roberta ci parla del crowdfunding, strumento di raccolta fondi on line ancora non molto diffuso in Italia al contrario che nel resto del mondo, e della piattaforma che Amici di Casa Insieme sta utilizzando, Rete del Dono, specifica per il crowdfunding “sportivo” in cui i runner possono diventare “solidali”. Inoltre ci ricorda tutte con le donazioni, le aziende possono godere di una deduzione fino al 10 percento del fatturato prima delle imposte mentre le persone fisiche possono scegliere tra deduzione e detrazione. Infine, in stagione da dichiarazione dei redditi, da non dimenticare il 5 per mille da devolvere all’associazione che si vuole sostenere. «Sono soldi altrimenti che andrebbero allo Stato, è di fatto una donazione a costo zero per il contribuente». (fe. an.)
MARATONA SOLIDALE/1 Corsa “green” tra le saline di Cervia e i suoi main sponsor Una corsa “green” tra mare, pineta e saline; un evento pilota europeo - progetto “Zero Waste Blue” - all’insegna della sostenibilità e dell’inclusione. Cervia e i suoi ambienti naturali sono teatro della IV Ecomaratona Internazionale del Sale, in programma il 6 e il 7 aprile, con partenza dalla spiaggia del Fantini Village. In particolare ci sarà una sezione dedicata ai bambini e ai ragazzi delle scuole della provincia grazie alla partecipazione di alcune aziende private con due corse. Entrambe le iniziative si svolgeranno sulla spiaggia davanti al Fantini Club dove Atlantide nello stesso pomeriggio organizzerà laboratori ludico didattici. Sono previsti premi individuali, alle classi e alle scuole più numerose sia in gite scolastiche che in buoni acquisto di materiale scolastico ecologico. Questo progetto vede insieme il Patrocinio della Provincia di Ravenna, del Comune di Cervia e del Comune di Ravenna nonché la partecipazione di alcuni main sponsor, e in particolare Atlantide, Centrale del latte di Cesena, Infinity Bio e Deco Industrie.
MARATONA SOLIDALE/2 Camminate sul Lamone insieme Coop Alleanza 3.0 Il 14 aprile si svolgerà, con partenza da Russi, la 43° edizione della Marataona del Lamone con diverse novità. Tra le conferme, per il secondo anno ci sarà l’iniziativa “La solidarietà in corsa” in collaborazione con Coop Alleanza 3.0. Le Camminate podistiche a seguito della Maratona su percorsi di 4, 8 o 12 km (al via alle ore 9) sono tutte inserite nel pacchetto delle Camminate della salute e della solidarietà, finalizzate quest’anno a raccogliere fondi per sostenere il progetto dello Ior “La scuola a casa” dedicata ai pazienti dell’Oncologia pediatrica che per affrontare la malattia non possono recarsi a scuola. Chi paga l’iscrizione di 2 euro partecipa alla camminata e riceve come omaggio una confezione di piadina; chi paga un’iscrizione di 5 euro, partecipa alla camminata, riceve una confezione di piadina e un gadget offerto dalla Coop e aderisce al progetto di solidarietà.
14 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
LA NOVITÀ
Euro Company fa sul serio: «Le aziende devono cambiare, non esiste solo il profitto» L’impresa alimentare di Godo ha modificato lo statuto: ora è una società benefit e il 10 percento degli utili di ogni anno andrà a iniziative per diffondere la sana alimentazione. Nelle scuole fumetti e incontri con nutrizionisti
Le imprese tradizionali esistono con l’unico scopo del profitto, le società benefit integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto che rimangono, lo scopo di un beneficio comune condiviso. Euro Company di Godo di Russi, azienda di riferimento in Italia nel settore della frutta secca e dei frutti disidratati, ha completato la trasformazione a fine 2018 e ha deciso che dal bilancio che si chiuderà il prossimo 30 giugno il 10 percento degli utili verrà utilizzato per finanziare progetti per il benessere della collettività. La società ha deciso di quantificare la percentuale anche se non è richiesto dalla normativa. Al momento non è ancora possibile fare stime numeriche ma nel bilancio 2018 avrebbe significato circa 400mila euro. La forma giuridica di società benefit è stata introdotta a partire dal 2010 negli Usa, dal 2016 riconosciuta anche in Italia. Non sono previsti incentivi di tipo economico o fiscale. Servono tre passaggi: la modifica dello statuto aziendale, la registrazione con atto notarile e la notifica alla camera di commercio. Quando Euro Company ha completato il percorso nel nostro Paese erano circa duecento le imprese di questa natura, nessuna del settore alimentare con dimensioni come la realtà ravennate (fatturato 2018 a quota 112 milioni di euro, oltre 340 dipendenti). «Le dichiarazioni d’intenti non bastano più – spiegava il direttore generale Mario Zani a suo tempo –. Adesso la nostra visione, la nostra mission, i nostri valori sono formalmente dentro una nuova ragione sociale, Euro Company Srl Sb, attraverso 5 punti principali: promuovere la cultura del benessere fisico e spirituale, attraverso una sana e corretta alimentazione; fondare le nostre relazioni commerciali sulla sostenibilità economica, sociale e
La copertina del fumetto “Capitan Bananas” realizzato dalla Nuts for life per la diffusione nelle scuole
ambientale; sostenere la comunità scientifica e le associazioni di volontariato; creare un ambiente di lavoro in cui crescere ed essere felici; diffondere condividere tutto quanto possa portare un beneficio tangibile alle persone e al pianeta».
Inevitabile chiedersi “perché farlo?”. Risponde il responsabile marketing Andrea Liboa: «È una spinta che nasce da Mario Zani. Da tempi non sospetti va dicendo che il ruolo dell’azienda deve cambiare, non più orientata solo al profitto. È più facile che una scelta del genere avvenga in una azienda familiare, perché le logiche di una multinazionale non si conciliano con questo approccio». La convinzione nell’etica dell’impresa si manifesta anche nella volontà di ottenere la certificazione Bcorp: «Abbiamo intrapreso il percorso verso il riconoscimento di standard precisi come “benefit corporate”». Quel 10 percento di utili servirà a coprire anche iniziative già in essere o avviarne di nuove: «Sosteniamo ad esempio la casa editrice Nuts for Life per realizzare il fumetto Capitan Bananas, distribuito nelle scuole per parlare di corretta alimentazione e stili di vita sani. Ci saranno poi incontri con nutrizionisti per spiegare alle nuove generazioni l’importanza dei cibi che si mangiano». Liboa ci tiene a sottolineare un dettaglio: «Non troverete da nessuna parte il nome Euro Company, non cerchiamo un ritorno commerciale». Tutto questo non avrà impatto sugli investimenti in azienda e sul welfare: «al punto 4 dello statuto aziendale c’è la felicità dei dipendenti. Abbiamo condotto un’analisi di clima e uno dei punti di forza è proprio l’orgoglio di fare parte di Euro Company e la coerenza tra dichiarazioni e fatti». Del resto per il personale non manca il welfare aziendale: dai corsi gratuiti anche per i familiari per smettere di fumare, a quelli per la corretta alimentazione, all’acqua microfiltrata e il caffè gratuito. A luglio poi in via Faentina a Godo inaugurerà il nuovo centro polifunzionale: palestra, campo da gioco, area showcooking, area verde relax. (gu.sa.)
LA SPONSORIZZAZIONE
Conad nella pallavolo con la Teodora: «Con il vivaio aiutiamo le famiglie» Paolo De Lorenzi è titolare di due punti vendita e presidente della società sportiva: «Ammiro questo sport perché è una disciplina con dei valori» «È difficile misurare con un numero il ritorno della sponsorizzazione: garantisce visibilità ma c’è soprattutto la consapevolezza di fare qualcosa nell’interesse dei giovani e quindi indirettamente per le famiglie che sono il nostro target. Quindi qualcosa per la collettività». Da cinque anni Paolo De Lorenzi (nella foto), titolare di due punti vendita Conad a Ravenna (Superstore Galilei e La Fontana), ha schierato il celebre marchio della margherita sotto rete affianco della Teodora nella pallavolo femminile, dalle giovanili alla prima squadra. La scelta è stata dettata da più fattori: «Prima di tutto c’è una passione personale, la pallavolo mi piace molto. A Ravenna raccoglie molti appassionati e la Teodora ha una storia importante». E poi ci sono i valori: «È uno sport sano, mi piace come disciplina sportiva, una delle poche in cui vedo ancora il rispetto delle regole come concetto fondamentale. La pallavolo insegna ad accettare le
sconfitte con la volontà di rialzarsi, questo forgia il carattere». Una filosofia che riguarda tutto il brand Conad: «Non a caso abbiamo coinvolto anche altri negozi del gruppo in città».
L’obiettivo, di questa come di altre sponsorizzazioni, è raggiungere veicolare un messaggio positivo all’opinione pubblica: «Per esperienza personale posso dire che tra i tanti interessanti alle sorti di una squadra poi
nasce una simpatia verso l’azienda che la sostiene economicamente. Non può che farci piacere ma non c’è solo questo». La prima squadra in A2, in corsa per accedere ai playoff promozione, garantisce visibilità ma l’aspetto più sociale della sponsorizzazione è nel vivaio: «Non nascondiamo che il sogno è di tornare in A1 ma anche perché la prima squadra diventa uno stimolo per 250 ragazze da dieci anni in su che giocano nelle formazioni giovanili: possono praticare un’attività sportiva con la consapevolezza che le più capaci possono giocare ai massimi livelli italiani. Succederà il prossimo anno quando in rosa metteremo un paio di ragazze del settore giovanile. Alle spalle di quelle ragazze ci sono delle famiglie e la nostra mission aziendale è dare a loro qualcosa, non solo nei negozi ma anche fuori». Il rapporto di collaborazione tra Conad e Teodora ha significato anche l’entrata di De Lorenzi tra i ranghi della società sportiva: «Non è facile fare il presidente. A volte si ragiona più con il cuore e meno con la testa e non dovrebbe essere così. Ma quando una cosa la fai per passione poi è inevitabile». Oltre alla pallavolo, Conad sostiene anche altre iniziative e realtà: «Da tempo siamo affianco alla maratona di Ravenna, perché lo sport è un veicolo formidabile. Ma diamo un contributo da tempo anche allo Ior per la sua preziosa attività nel campo della salute». (and.a.)
PRIMO PIANO / 15 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
LE INIZIATIVE
HERA PREMIA LE ELEMENTARI E PROGETTA NELLE SUPERIORI I programmi in corso della multiutility pensati per gli studenti delle scuole
Con la fine del quadrimestre arriva anche la classifica delle prime venti scuole vincitrici di Digi e Lode, il progetto promosso per il secondo anno consecutivo da Hera con l’obiettivo di contribuire alla digitalizzazione delle scuole sul territorio, che si sono aggiudicate 50.000 euro dei 100.000 complessivamente in palio nel corso dell’anno scolastico 2018/2019 e che si vanno ad aggiungere ai 100.000 euro già erogati nella scorsa edizione. Un’ulteriore classifica sarà pubblicata al termine del secondo quadrimestre. Tra i Comuni sopra i 50.000 abitanti, in questa classifica sono presenti tre scuole di Ravenna, fra cui la scuola primaria Morelli di via Mons. Morelli 2, che si è aggiudicata 2.500 euro (foto). Sempre Hera, nelle scuole superiori ha al momento in corso la 14esima edizione di “un Pozzo di Scienza”, il programma di educazione ambientale gratuito che nell’arco di due mesi coinvolgerà 2700 studenti del ravennate, impegnati nell’affrontare le sfide di sostenibilità ambientale per sviluppare una “Mente ecologica”, tema al centro di questa edizione. Un percorso fatto di incontri interattivi, workshop, laboratori, dibattiti e game conference. Torna in veste totalmente rinnovata e digitale il concorso “Click Day”, e per il gioco finale orienteering sulla sostenibilità. Il progetto va avanti fino al 13 aprile con l’ultima tappa a Faenza. I primi interventi in classe si t sono tenuti invece nelle aule dell’Itis N. Baldini di Ravenna, in cui si parla delle nuove professioni: Il disaster manager. In tutto sono coinvolte 108 classi di 8 istituti scolastici.
L’INCONTRO A Faenza si parla di economia sociale Si svolgerà a Faenza nella mattinata di sabato 6 aprile, a partire dalle ore 9, alla Sala S. Carlo di Piazza XI Febbraio 10, il convegno dal titolo “I nuovi orizzonti dell’economia sociale: prospettive, sfide e opportunità per il terzo settore”. La mattinata intende rappresentare un’occasione di approfondimento su a una tematica di stretta attualità: la riforma del terzo settore. Durante la mattinata interverranno il Prof. Stefano Zamagni (Il Terzo Settore del dopo Riforma: cosa è lecito attendersi per il futuro prossimo), il Dott. Federico Amico (Terzo Settore: valori, scenari, ibri-dazioni), la Dott.ssa Teresa Marzocchi (Chiesa, ETS e Pubblica Amministrazione: un'esperienza di cooperazione e di successo), il Senatore Edoardo Patriarca (Territorio e comunità: la responsabilità condivisa e la pratica della sussidiarietà) e il Dott. Gianluca Galletti (Il punto di vista di Ucid). Il convegno verrà aperto dal Sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi, e chiuso da Mons. Mario Toso, Ve-scovo di Faenza-Modigliana. Modera Everardo Minardi.
LA RACCOLTA In corso il crowdfunding per il festival teatrale Polis È un crowdfunding rivolto a cittadini e aziende quello che è in corso in questi giorni per contribuire alla realizzazione del festival di teatro Polis, in programma dal 16 al 26 maggio a Ravenna. Un festival che vuole favorire l’incontro tra il teatro e la società attraverso molteplici azioni partecipative, portando in città grandi nomi come Ascanio Celestini, Valter Malosti, G.U.P. Alcaro, Silvia Pasello, Ares Tavolazzi, nonché di ospiti speciali quali Marco De Marinis e Guido Viale. I fondi raccolti con il presente crowdfunding verranno utilizzati per realizzare alcune iniziative innovative di carattere sociale e partecipativo come i “biglietti sospesi” per lo spettacolo di Celestini, lo “Sguardo in opera. Laboratorio di scrittura critica e creativa e il libro d’artista Spectator, con i ritratti fotografici degli spettatori che durante Polis 2018 hanno partecipato all'atto fotografico partecipativo di Marzia Bondoli Nielsen.
16 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
IMMIGRAZIONE
Ora si possono accogliere i rifugiati a casa propria Arriva anche a Ravenna il progetto di cittadinanza attiva: le info utili Arriva a Ravenna l’accoglienza in famiglia per i rifugiati. I cittadini che lo vorranno potranno aprire le porte di casa a un immigrato. Parte ufficialmente in città il progetto di cui il Comune di Ravenna è partner con l’assessorato all’Immigrazione e ai Servizi Sociali: all’interno di una rete nazionale guidata dall’associazione Refugees Welcome Italia, che dal 2015 promuove su tutto il territorio nazionale l’accoglienza in famiglia, secondo una metodologia di lavoro rigorosa e puntuale. Dal sito dell’organizzazione che cura l’iniziativa si apprende che al momento sono 18 le città interessate in Italia e 124 le convivenze avviate. L’iniziativa – finanziata dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) del ministero dell’Interno – si rivolge a tutti i migranti con regolare permesso di soggiorno che sono in uscita dai tradizionali percorsi di accoglienza, ma che ancora non sono completamente indipendenti. Il funzionamento è semplice: tutte le persone – famiglie, pensionati, single, studenti – che hanno a disposizione una camera libera e desiderano utilizzarla per ospitare un rifugiato, possono registrarsi sul sito www.refugees-welcome.it. Sarà poi il gruppo locale di Refugees Welcome – di concerto con i servizi sociali del Comune di Ravenna – ad occuparsi di selezionare le famiglie, i rifugiati, di individuare l’abbinamento migliore e garantire un accompagnamento costante durante tutta la convivenza. Per le famiglie ospitanti, saranno previsti anche dei momenti di formazione e tutoraggio. Sempre sullo stesso sito dell’associazione, è possibile presentare la propria candidatura per diventare volontario di Refugees Welcome Italia: una chiamata rivolta ai cittadini che non possono ospitare ma desiderano comunque offrire il proprio aiuto. Per ulteriori informazioni rivolgersi all’unità operativa del Comune per le politiche per l’immigrazione, via Oriani 44, ai numeri 0544 485301/482568.
ECONOMIA Un incontro sull’altra faccia della moda
DIPENDENZE Due incontri sullo shopping compulsivo
Una semplice maglietta può incentivare sfruttamento, inquinamento, migrazioni, riscaldamento climatico. Se ne parla mercoledì 10 aprile dalle 17 alla sala Don Minzoni del seminario di Ravenna (in piazza Duomo) durante l’incontro “L’altra faccia della moda” con Kalpona Akter, sindacalista e attivista per i diritti umani e lavoratori del settore tessile. Saranno presenti Manuela Trancossi della Cgil Ravenna, Elena Fiero della Femca Cisl Romagna e Riberto Neri della Uil Ravenna.
Nasce a Ravenna il progetto “Non uno di meno”, nell’ambito del quale si inseriscono gli incontri sul tema “Dipendenze comportamentali: shopping compulsivo ed altro...”, a cura del comitato cittadino Antidroga. Gli incontri saranno due e si terranno presso la Casa del Volontariato di Ravenna, in via Oriani 44. Il primo dal titolo “Dipendenze comportamentali: shopping compulsivo ed altro” sarà organizzato il 6 aprile dalle 10 alle 12 e tenuto da Massimo Cecchi. Il secondo, “Gruppi di auto - aiuto, dipendenze e sindrome da acquisto compulsivo” si terrà il 18 maggio dalle 10 alle 12 e verrà presentato da Francesca Focardi.
DONNE All’Almagià lo spettacolo del laboratorio di teatro Sabato 6 aprile alle 21 alle Artificerie Almagià in via Dell'Almagià 2, nell’ambito delle iniziative per la Giornata internazionale della donna, si terrà lo spettacolo teatrale Tete-a-tete che conclude il laboratorio di teatro e autobiografia al femminile. Regia di Anita Guardigli e Carla Scala.
Un corso di scrittura autobiografica sull’esperienza di essere mamma “Le parole delle madri” è il titolo del laboratorio di scrittura autobiografica che si svolgerà nella saletta della Fraternità San Damiano, in via Oberdan 76, a Ravenna. Quattro gli appuntamenti previsti: 27 aprile, 4-8-11 maggio dalle 15 alle 18. L’obiettivo è quello di “esplorare” la narrazione e la scrittura di sé per condividere vissuti ed esperienze legate all’ essere mamma. Il laboratorio sarà condotto da Annalisa Marinoni, medico psicoterapeuta con formazione in terapia familiare e psicoterapia della Gestalt. È previsto un numero di massimo di partecipanti pari a 15 persone: le iscrizioni andranno comunicate, pertanto, entro il 13 aprile al 338/7130143 o ad annalisamarinoni@yahoo.it.
LADY GODIVA TEATRO E LE “BICICLETTE PARTIGIANE” Con Biciclette partigiane la compagnia Lady Godiva Teatro torna a raccontare la Resistenza. Lo fa con una narrazione in forma di spettacolo, scritta e diretta da Eugenio Sideri, che vede sul palco Enrico Caravita, Celeste Pirazzini, Matilde Pirazzini e Carlo Garavini (nella foto). La nuova produzione di Lady Godiva dedicata alle storie dei partigiani andrà in scena il 9 aprile in mattinata a Riolo Terme (in una data mattutina riservata agli studenti dell’Isituto Alberghiero Artusi) e ad Alfonsine nella stessa sera al Cinema-Teatro Gulliver (ore 21). Un’altra rappresentazione è in programma per il 17 aprile al Teatro Socjale di Piangipane, ore 21.
RESISTENZA/2 Al Mama’s pomeriggio di canti partigiani Domenica 7 aprile alle 17 al Mama’s di Ravenna un evento fuori programma: concerto-spettacolo del Bella Ciao Trio Vintage con in repertorio i canti partigiani.
UNIVERSITÀ
Firmato un accordo per poter ospitare studiosi e docenti internazionali a Ravenna Si tratta dell’unico campus romagnolo ad aver attivato la convenzione
È stata Ana Konestra, ricercatrice dell’Istituto di Archeologia di Zagabria, con una lectio magistralis dal titolo “Paesaggi produttivi della Dalmazia settentrionale”, ad aprire le porte del Campus di Ravenna ai Visiting professor, studiosi internazionali che potranno essere ospitati nell’insediamento universitario ravennate per svolgere attività didattica e di ricerca. L’evento è stato l’occasione per presentare la convenzione
RESISTENZA/1
che prevede questa opportunità, stipulata tra Istituto di Studi Avanzati, Scuola Superiore di Studi sulla Città e il Territorio, e Fondazione Flaminia. In base all’accordo, finalizzato alla promozione della mobilità scientifica nel Campus di Ravenna, i ricercatori e docenti dei corsi di laurea ravennati potranno invitare, per ogni anno di vigenza della convenzione, due studiosi di riconosciuta qualificazione scientifica, a fermarsi per un periodo da uno a tre mesi a Ravenna, e qui dare il loro apporto culturale e scientifico. Queste figure terranno infatti lezioni, seminari e conferenze e daranno quindi un respiro internazionale all’offerta culturale e formativa del Campus di Ravenna. In questo primo anno di attivazione, accanto ad Ana Konestra, saranno ospiti Frank Vermeulen, docente di Archeologia romana e Metodologia archeologica alla Ghent University, e Alireza Askari Chaverdi, professore associato di Archeologia presso l’Università di Shiraz (Iran). Il Campus di Ravenna è l’unico campus romagnolo ad aver attivato la convenzione.
UNIVERSITÀ/2 Il libro di Mancini sul diritto tributario Il 5 aprile alle 15 alla sala Cavalcoli della Camera di Commercio di Ravenna sarà presentato il volume Diritto penale tributario del Procuratore della Repubblica di Ravenna, Alessandro Mancini. Accanto all’autore, interverranno Roberto Alfonso, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Milano e Alessandro Melchionda, ordinario di diritto penale nell'Università di Trento; coordinerà i lavori Désirée Fondaroli, ordinario di diritto penale nell'Università di Bologna e direttore del master in Diritto penale dell'impresa e dell'economia.
SPAZIO
LA LUNA TRA LIBRI E MOSAICO abato 6 aprile alle 11.30 alla biblioteca Classense verrà presentato il libro di Stefano Cavina Men on the Moon - An American History (Edizioni Moderna, 2018), nel quale si celebrano i 50 anni dell'allunaggio. Sarà presente il Console degli Stati Uniti in Italia e verrà consegnato il mosaico “Ravenna e la luna” da parte dell'associazione "Disordine". Alle 11 al Private Banking della Cassa di Piazza del Popolo verrà presentata la mostra “La grande avventura”, a cura dello stesso Cavina.
SOCIETÀ / 17 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
NATURA
PATRIMONIO
MODA
“RESTITUITO” A BAGNACAVALLO IL RIDOTTO DEL TEATRO GOLDONI
Riapre il Cubo Magico di Savio: escursioni a piedi e in barca Da sabato 6 aprile riapre le porte il Cubo Magico Bevanella, a Savio, che sarà in seguito aperto tutti i sabati, le domeniche e i festivi come punto informazioni, servizio di noleggio bici, binocoli e canoe e punto di partenza di numerose escursioni guidate a piedi e in barca, condotte da guide ambientali escursionistiche. Sabato 6 alle ore 15.30 partirà la passeggiata delle erbe, un’escursione a piedi per tutti dedicata alla scoperta delle erbe spontanee. Domenica 7 aprile alle 10 un itinerario guidato in barca elettrica nelle acque del torrente Bevano porterà per circa 2 ore tra i paesaggi di Ortazzo, Ortazzino e Pineta di Classe. Il Centro fornisce la possibilità di prenotare un cestino da picnic curato dall’agriturismo La Casina che si troverà pronto al rientro e si potrà consumare negli ampi spazi verdi. Domenica 7, sempre dal Cubo Magico, alle ore 15 partirà un’escursione guidata in canoa lungo le acque del torrente Bevano.
Il Podere Pantaleone festeggia trent’anni Terminata la chiusura invernale, riapre al pubblico domenica 7 aprile il Podere Pantaleone di Bagnacavallo, che quest’anno festeggia il suo trentesimo anniversario. Di proprietà del Comune, l’oasi – acquisita nel 1988 – divenne infatti Area di Riequilibrio Ecologico nel 1989 per poi essere riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria nel 2006. In occasione dell’anniversario sono stati stampati nuovi pieghevoli a colori, in carta riciclata, che vengono distribuiti presso il podere e nell’ambito di diversi eventi in tutta la regione e sono state realizzate magliette e originali gadget. All’ingresso dell’oasi è stato poi installato un nuovo pannello con una mappa maggiormente dettagliata. Grande circa 9 ettari, al suo interno si trovano la flora e la fauna tipiche della Pianura Padana fino al dopoguerra. Il Pantaleone resterà aperto fino a domenica 6 ottobre tutte le domeniche e i giorni festivi nei seguenti orari: aprilemaggio e settembre-ottobre 14.3018.30; giugno 15.30-19.30. Sarà visitabile anche a Pasqua e il Lunedì dell’Angelo.
Il 7 aprile porte aperte con mostra fotografica Dal 9 al via un programma di eventi La restituzione alla città di Bagnacavallo del Ridotto del Teatro Goldoni sarà celebrata con un intenso programma di eventi che, da domenica 7 aprile a domenica 19 maggio, porterà negli spazi appena restaurati dodici appuntamenti di teatro, musica, poesia, letteratura e spettacolo. Il programma, curato dal Comune e da Accademia Perduta/Romagna Teatri, consentirà ai cittadini di vivere per la prima volta gli spazi del Ridotto posti al terzo piano del teatro bagnacavallese, fin dagli inizi del ventesimo secolo sede di uffici pubblici e ora, nell’ambito di una riorganizzazione logistica generale, restituiti alla loro funzione originaria. Gli eventi inizieranno domenica 7 aprile con Porte aperte al Ridotto, due ore (dalle 10 alle 12) in cui si potranno ammirare gli spazi ristrutturati e la mostra con oltre trenta ritratti realizzati dal fotografo Paolo Ruffini ai protagonisti del Teatro Goldoni dal 1992 a oggi. Per quanto riguarda i lavori di recupero del Ridotto, la rimozione di diverse tramezzature e gli interventi di ristrutturazione hanno reso fruibile il grande locale rettangolare centrale, che ospiterà rappresentazioni con il pubblico, mentre le tre stanze adiacenti potranno essere utilizzate per eventi espositivi. Le opere, per un importo complessivo di circa 650.000 euro (finanziati per metà da un bando regionale e poi dal Comune attraverso anche lo strumento dell’Art Bonus sostenuto da Romagna Acque-Società delle Fonti), hanno poi compreso la realizzazione di un ascensore che collega la biglietteria del teatro al Ridotto e il rifacimento degli impianti del Ridotto e del Teatro. Il programma di eventi prenderà il via ufficialmente martedì 9 aprile con una serata in collaborazione con l’associazione culturale bagnacavallese La Bottega dello Sguardo: La fabbrica del sonetto, fra gioco e tradizione, a cura di Renata Molinari con la partecipazione di Riccardo Tabilio e il contributo dell’Archivio Storico Comunale.
A LUGO TORNA IL FESTIVAL DEL VINTAGE Capi d’abbigliamento, oggettistica, vinili in centro a Lugo con il Vintage Festival sabato 6 e domenica 7 aprile (dalle 9 alle 19 il mercatino). Tante le novità in programma come diverse iniziative dedicate al mondo delle pin up mentre torna l’evento forse di più successo “Le mani nel sacco” da Angelo. Info e programma: vivilugo.it.
ARCHEOLOGIA David parla di fiumi e “monumenti scomparsi” L’associazione Nuovi Scariolanti organizza un ciclo di conferenze al Circolo Ravennate e dei Forestieri tenute da Massimiliano David, docente di archeologia alle università di Bologna e di Roma La Sapienza. Martedì 9 aprile il tema è “Prima dei Fiumi Uniti. Ravenna e i suoi fiumi”. Il 16 aprile invece “Chi l’ha visto? Alla ricerca dei monumenti scomparsi di Ravenna”. Dalle 18.15. Seguirà aperitivo.
STREET ART
AL MOOG UN VIAGGIO TRA I MURALES Sabato 6 aprile alle 18 al Moog di Ravenna (vicolo Padenna 5) si parla di street art con i ravennati Mirko Dadich (artista e organizzatore di eventi) e Antonella Perazza (docente di storia dell’arte e curatrice di mostre). Un’esplorazione del panorama dell’arte urbana in Italia, dai grandi festival agli eventi non istituzionali, con immagini, video e documenti.
SAGRE A Traversara la Festa della Primavera in Fiore Giunge alla 37esima edizione la Festa della Primavera in Fiore a Traversara di Bagnacavallo, che da venerdì 5 aprile e per due fine settimana consecutivi proporrà spettacoli, mostre, cultura, svago e sport.
Domenica 21 aprile menù di Pasqua Menù di carne Aperitivo della casa Affettati nostrani, bignè farcito e uova mimosa Lasagna ai quattro formaggi Costolette di agnello e spiedino di manzo ai ferri con patate arrosto Gelato alla crema con fragole
EURO 32,00 a persona (vino, acqua, caffè, servizio e coperto inclusi)
Menù di pesce Aperitivo della casa Tiramisù ai gamberi, polipo con patate e flan di zucchine Lasagna di mare Trancio di spada con pomodorini e olive Assaggio di fritto Gelato alla crema con fragole
EURO 36,00 a persona (vino, acqua, caffè, servizio e coperto inclusi)
Madonna dell'Albero (Ra) via Henri Matisse - Tel. 0544 271381 Cell. 347 3703598 APERTO ANCHE A PRANZO chiuso il lunedì
SPECIALE / I 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
GLI IDEATORI
GLI INCONTRI
«Teatro e cinema sono esperimenti di comunità, l’affidarsi all’inatteso»
LA SCENA E LO SCHERMO, DUE MONDI CREATIVI A CONFRONTO
Abbiamo incrociato l’attenzione di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, fondatori e fulcro delle Albe, fra una tournée a Pavia e un viaggio di lavoro in Romania, per sondare secondo la loro esperienza e sensibilità lo stato di confine delle arti di teatro e cinema, tema da loro ideato per animare i dialoghi ravennati dei Parlamenti di Aprile 2019. Ecco le risposte dei due artisti con unica voce Da decenni promuovete e create un teatro vitale, sanguigno e incendiario, in un stretto legame empatico e immediato, qui e ora, con gli spettatori,come vi confrontate con il cinema che a partire dalla scansione della ripresa, dalla tecnica del montaggio fino al simulacro dello schermo pone inevitabilmente una serie di “filtri” e mediazioni rispetto al pubblico? «Il cinema è un desiderio che si coltivava da anni. Con Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, lo abbiamo realizzato. È come aver scalato una montagna dopo aver solcato per decenni il mare. Entrambi esperienze di “viaggio”, con le immagini, con le parole, con i suoni, con il proprio bagaglio di studio quotidiano, con tanti compagni di lavoro. Per quanto segnati dalle personalità degli autori, teatro e cinema sono entrambi esperimenti di comunità. Sempre a quello si mira, filtri o non filtri: creare visioni condivise, creare pensiero. Affidarsi all’inatteso». Che differenza c’è fra l’ideare, lo scrivere – un conto è una drammaturgia un conto una sceneggiatura – e soprattutto il recitare, nel teatro rispetto al cinema? «Le tecniche sono per certi aspetti simili, per altri molto diverse. Riguardo allo scrivere, come in teatro anche nel cinema ogni parola deve farsi carne dell’attore, sapendo che il cinema si gioca su un paradosso spiazzante: che quella carne non c’è, è un simulacro sullo schermo. Non c’è, eppure deve trasformarsi in presenza viva, in qui e ora. Darcene l’illusione. Riguardo al recitare, l’attore gioca insieme allo spettatore, che fa anch’egli il suo lavoro, insieme compiono l’opera, e l’attore recita con questa consapevolezza. Sullo schermo l’attore è già compiuto, e non può che affidare la propria ombra al lavoro dello spettatore, a uno sguardo postumo, al tempo. Questa consapevolezza della differenza di linguaggi, muta inevitabilmente l’operare dell’attore». Come avete lavorato per la vostra prima prova cinematografica dedicata alla Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi che era già andata in scena? Si è trattato di un adattamento al linguaggio cinematografico, di una trasposizione per dire “documentaria” dello spettacolo teatrale, oppure c’è stato un ripensamento che ha creato sul piano estetico un’opera autonoma? «Vita agli arresti è una restituzione: straborda di teatro, è come se dentro ci fossero tutti i nostri 40 anni di palcoscenico. Ci sono gli attori delle Albe, e i tecnici e le organizzatrici della compagnia, ci sono amici come Edoardo Sanchi e Sonia Bergamasco e Elio de Capitani e i Punta Corsara e Jacopo Quadri, ci sono tante bambine emblema della non-scuola. Ma non è teatro filmato: è un salto di codici, è puro cinema, anche là dove si ispira allo spettacolo teatrale». C’è qualche opera con le radici nel mondo teatrale che secondo voi è rinata in modo importante e memorabile
nel campo del cinema? «Tutto il cinema di Carmelo Bene ha le radici nel suo teatro. Ma non dimentichiamo Peter Brook, Arianne Mnouckine e il suo Molière, Laurence Olivier e i suoi Shakespeare». Oltre all’attività artistica, anche solo come spettatori, quali sono i film o i registi cinematografici che vi hanno segnato, emozionato, ispirato o influenzato il vostro percorso intellettuale? «Oh, tanti. Quelli che del cinema han fatto poesia: Pasolini, Fellini, Kaurismaki, Paradžanov e altri ancora. L’elenco è molto lungo». Secondo voi è un’osmosi naturale, un intreccio fecondo, sia sul piano creativo che professionale, il passaggio con un certo eclettismo, di scrittori, attori e registi, dal teatro al cinema (anche serial tv) e viceversa? O si tratta solo di necessità di mestiere e di mercato artistico? «Perché nel Rinascimento gli artisti erano al contempo architetti, scultori, pittori? Si parte da una visione d’arte, da una cellula di immaginazione che cerca la sua “forma”, il suo spazio vitale: il mercato viene dopo. Nel nostro caso poi, il mercato non c’entra proprio». Dopo l’esperienza di Vita agli arresti… siete ancora interessati all’arte del cinema o avete progetti cinematografici da realizzare nel prossimo futuro? «In autunno debutterà a Nairobi, e poi in Italia, The sky over Kibera, un mediometraggio prodotto dalla Ong AVSI di cui firmiamo insieme il soggetto e Marco la regia: è la reinvenzione dell’esperienza fatta nel più grande slum del Kenia, Kibera, dove abbiamo messo in vita la Divina Commedia con 150 bambini e adolescenti che di Dante Alighieri non sapevano nulla. Un’esperienza esaltante: abbiamo imparato tanto, da loro, su cosa siano “inferno, purgatorio e paradiso” in una condizione estrema come quella. Anche qui, non si tratta di “teatro filmato”: è cinema che si articola nella vita, tra un palcoscenico di sabbia e le viuzze con le baracche di lamiera, girato tra mille difficoltà in quattro giorni. Come in trincea». Fausto Piazza
Lo stato delle arti secondo Ermanna Montanari e Marco Martinelli
Immagine dal film “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi” (foto Claire Pasquier) Sopra, Ermanna Montanari e Marco Martinelli (foto Cesare Fabbri)
Riflessioni, dialoghi e testimonianze al teatro Rasi dal 9 al 12 aprile C’è un sottile filo rosso tematico che lega i “Parlamenti d’Aprile 2019” dedicati ai rapporti tra il teatro e il cinema e che lega nei quattro giorni, dal 9 al 12 aprile, gli ospiti che interverranno per raccontare il loro contributo e la loro testimonianza tra i due mondi creativi e artistici e fornendo suggerimenti e un sentiero di connessioni poco indagato e prezioso per linguaggi e modalità produttive e estetiche. I Parlamenti – incontri sottoforma di seminario, amichevoli e informali che, dal 2013 intrecciano il pellegrinaggio teatrale delle Albe con sentieri filosofici, teologici, critici e operativi marchiati dalla scena, dalla parola, dalla consistenza delle nuvole (per usare le parole di Ermanna Montanari) – riuniscono annualmente, nella saletta Mandiaye N’Diaye del Teatro Rasi. filosofi, artisti, studiosi intorno a nodi di pensiero e di azione che il Teatro delle Albe propone di condividere a partire dal proprio percorso artistico ed esistenziale. Ogni mese di aprile, in un grappolo di giornate consecutive, ci si trova il pomeriggio in un cerchio di sguardo e ascolto, con intensa partecipazione attiva di tutti i presenti. Un gruppo di giovani ricercatori universitari – detti “extraparlamentari” – segue gli incontri attivando un controcanto di quesiti e osservazioni. Tutti gli incontri sono a ingresso libero.
II / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
IN PROGRAMMA Incontri al via il 9 aprile dedicati al saggio Teatro e cinema che indaga relazioni controverse
“Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman
IL CRITICO TEATRALE
«Teatro e cinema hanno vissuto un rapporto d’amore complicato» Parla il critico teatrale Oliviero Ponte di Pino, che da tempo si occupa del tema, e degli “anfibi”, artisti che si trovano a loro agio in entrambi i mezzi creativi I “Parlamenti d'Aprile” verranno inaugurati con un incontro dedicato al tema che percorre sotterraneo tutte le quattro giornate della rassegna, il rapporto fra teatro e cinema. Come si è articolato nella storia il rapporto fra questi due generi fratelli? Come si sta delineando nella scena italiana contemporanea? A parlarne, martedì 9 aprile alle 16, sarà uno dei più importanti critici teatrali italiani, Oliviero Ponte di Pino. Torinese classe '57, Ponte di Pino ha un lungo passato di lavoro nell'editoria (Ubulibri, Rizzoli, Garzanti) ed è oggi uno dei promotori della bellissima kermesse milanese “Bookcity”. Accanto al ruolo di agitatore culturale, Ponte di Pino è apprezzato anche per la sua attività teorica. L'incontro al teatro Rasi partirà dalla discussione di un volume da lui curato e uscito la scorsa estate, per i tipi di Franco Angeli, nell’ambito della collana “Le Buone Pratiche”, intitolato Teatro e cinema. Un amore non (sempre) corrisposto. Ne parleranno, assieme a lui, il critico cinematografico milanese e direttore del “Festival FilmMaker”, Luca Mosso, il produttore (tra teatro e cinema) e fondatore di Teatri Uniti, Angelo Curti (che nell’ambito delle “Buone Pratiche 2015”, dedicate al tema suggerì il termine “anfibio” per coloro che riescono a vivere tra teatro e cinema), Marina Fabbri (studiosa e critico cinematografico e co-direttrice del “Noir In Festival”), Pasquale Mari (tipico esempio di anfibio, light designer in teatro e direttore della fotografia per molti registi cinematografici e anche del film di Marco Martinelli, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi), Laura Mariani, storica del teatro e docente al Dams bolognese. Sarà la Mariani, già curatrice del volume dedicato a Ermanna Montanari (Ermanna Montanari. Fare-disfare-rifare nel Teatro delle Albe, Titivillus, 2013), a legare questa riflessione attorno al film Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, prima incursione delle Albe in ambito cinematografico. A Oliviero Ponte di Pino ho chiesto qualche assaggio dell'incontro. Partiamo dalla domanda più ovvia: qual è il rapporto fra teatro e cinema, secondo lei? «È un rapporto di amore complicato che ha vissuto diverse fasi. C'è stata una prima fase di appropriazione, quando il cinema ha cercato di rubare tutto quello che poteva al teatro. Appena nato, è naturale che un nuovo medium si appoggi a quello più antico. Nella seconda fase invece il cinema cerca il suo linguaggio specifico – a partire soprattutto dal montaggio. Con Griffith ed Ejzenštejn il cinema diventa autonomo rispetto al teatro». E intanto che faceva il teatro? «In teatro si cerca una specificità per distinguersi: si
rifiuta qualunque filtro tecnologico e si lavora sulla compresenza fra attore e spettatore. È proprio questa importanza del pubblico che sta tornando oggi anche nel cinema». Come? «Il cinema è ridiventato un evento. Non è più un'esperienza quotidiana, come negli anni '50 e '60: la concorrenza delle televisioni e delle web series ha eroso il grande pubblico. Per ricostruirlo bisogna eventizzare il cinema. Senza contare che il panorama mediatico è completamente cambiato, e i linguaggi tendono a ibridarsi sempre di più». Il teatro non ha mai copiato dal cinema? «Certo. Il teatro ha cercato negli ultimi decenni di appropriarsi e riutilizzare delle tecniche del cinema, come il montaggio appunto. Ma a ben vedere già Shakespeare lavorava sul montaggio drammaturgico – per questo i suoi drammi funzionano così bene nel cinema». Si può parlare di rincorsa del teatro dietro al cinema? «C'è stata, sì. Pensiamo al lavoro di Luca Ronconi, o all'importanza del montaggio per Eugenio Barba. C'è stato un grande recupero teatrale del linguaggio cinematografico». Il teatro lo ha fatto per svecchiarsi e infoltire un pubblico sempre più esiguo? «Semplicemente, per attirare un pubblico più abituato a quel linguaggio. Ma come dicevo, si tratta solamente di riscoprire tecniche che il teatro usa da sempre». Gli “anfibi”, come scrive lei, sono sempre esistiti, ma non sapevano di esserlo. «Neanche adesso lo sanno! Gli anfibi di cui parliamo sono quegli artisti (attori, registi, sceneggiatori) che si trovano a loro agio su tutti e due i mezzi, teatro e cinema. Pensiamo a Bergman, per citare un classico». Nel panorama italiano contemporaneo questi artisti sono piuttosto rari. «No, ce ne sono. Penso a Mario Martone, Roberto Andò: loro vanno in questa direzione anfibia. Poi ci sono registi teatrali che anche quando fanno cinema conservano una forte teatralità, come Pippo Delbono. O al contrario, registi di cinema che ogni tanto si contaminano col teatro, ma restano sostanzialmente cinematografici, come Mimmo Sorrentino». Al Rasi presenterà un volume dedicato a questo tema. Com'è nato? «Con l'associazione culturale Ateatro abbiamo fatto un percorso di due anni dedicato al rapporto teatro-cinema, a partire dall'intuizione dell'anfibio, di Angelo Curti. Abbiamo interpellato una serie di personalità per
Gli incontri dei Parlamenti si aprono martedì 9 aprile (ore 16) attorno a un volume intitolato Teatro e cinema. Un amore non (sempre) corrisposto, a cura di Oliviero Ponte di Pino, in libreria dalla scorsa estate per le edizioni Franco Angeli, nell’ambito della collana “Le Buone Pratiche”. Il volume indaga il rapporto complesso e fecondo tra teatro e cinema, che dura da oltre un secolo tra avvicinamenti e allontanamenti, innamoramenti e abbandoni, prestiti, furti e ispirazioni. Un rapporto che investe temi e aspetti ancora tutti da scandagliare tra estetica, economia, ricerca e sperimentazione. Il volume composto da più capitoli storici (con contributi di Rosalba Ruggeri) affronta il tema dell’anfibio – ovvero di coloro che riescono a vivere sia sulla scena che sullo schermo – secondo la definizione data da Angelo Curti negli incontri “Buone Pratiche” dedicati ai linguaggi e alle modalità espressive tra teatro e cinema nel 2015 (Roma, teatro Argentina; Festival di Venezia – “Giornate degli autori”). Il volume è arricchito da testimonianze di numerose personalità “anfibie“ che vivono sul confine tra i due mondi, senza mai rinunciare alla loro identità, componendo una costellazione di sguardi e prospettive che aiutano e aprono sentieri di ricerca sulla possibilità di fare cinema con la stessa intensità del teatro e, viceversa, fare un teatro che abbia la stessa capacità visionaria e immediata del cinema. All’incontro partecipano assieme al critico teatrale Oliviero Ponte di Pino, altri critici, storici, studiosi e artisti di scena come Angelo Curti, Luca Mosso, Marina Fabbri, Laura Mariani e Pasquale Mari.
cercare di capire cosa sta succedendo in Italia in questo ambito e inserire queste riflessioni in un contesto storico-teorico più strutturato. La cosa che mi ha colpito è che tutti parlano di questo rapporto, ma la bibliografia sul tema è molto scarsa». Come se lo spiega? «Probabilmente ci sono mode culturali che vanno e vengono. Oppure è un tema su cui tutti credono di sapere un sacco di cose. La mia impressione è che ci siano poche riflessioni teoriche di valore. Pensiamo anche che oggi il cinema è diventato molto poco costoso, somigliando ancora di più al teatro: il senso della riflessione cambia anche per questo motivo». Un cinema sempre più diffuso. «Pippo Delbono è andato ai festival con film fatti con un telefonino. Vuol dire che con 700 euro di telefonino buono e un programma di montaggio scaricabile sul pc, puoi montare un film come se fossi Fellini. Ma questo è un caso estremo di guerriglia». Stiamo andando verso un futuro dai linguaggi sempre più ibridati? «Cinema e teatro si legheranno sempre di più al video e a internet. La cosa interessante è che il teatro e la liveness si inseriscono in questo scenario e ci fanno capire tante cose». Liveness, ovvero la compresenza del pubblico nell'opera? «Esatto. Questa compresenza di attore e spettatore ci fa capire meglio come le cose stanno cambiando. Illumina una rivoluzione profondissima che è avvenuta negli ultimi 15 anni – pensiamo all'effetto della Rete sulla politica. Il teatro è una sonda molto potente per capire cosa sta succedendo, per non rimanere preda di questi meccanismi. Non è un caso che tante forme di teatro partecipato usino media audio-video: la dialettica tra il fisico e il digitale è diventata di importanza cruciale». E lei come vive il rapporto fra teatro e cinema? «Per motivi professionali vado spessissimo a teatro e vado troppo poco al cinema. Purtroppo». Iacopo Gardelli
SPECIALE / III 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
IL DOCUMENTARIO
L’OMAGGIO
«È bello che i linguaggi si mescolino, potersi contaminare arricchisce»
IMMAGINI E TESTIMONIANZE INTORNO A CARMELO BENE
Montatore per grandi registi, autore di film come il recente “Lorello e Brunello”, Jacopo Quadri segue anche la casa editrice Ubu, fondata dal padre Franco È il montatore di fiducia dei più grandi registi italiani contemporanei. Jacopo Quadri, milanese classe '64, figlio d'arte (suo padre era Franco, critico teatrale patron della Ubulibri), ha lavorato con i migliori: Bertolucci, Sorrentino, Rosi, Virzì, Martone e molti altri. Il suo sguardo attento ha contribuito alla nascita dei film di questi maestri e dal 2015 si è volto al mondo del documentario. Lorello e Brunello è l'ultima fatica di Quadri regista: uscito nel 2017, il documentario segue la vita di due fratelli contadini a Pianetti di Sovana, borgo dimenticato nella Maremma più profonda. Giovedì 11 aprile, alle 19, il documentario verrà proiettato gratuitamente al teatro Rasi. Ho parlato col regista per prepararmi alla visione. Perché ha sentito il bisogno di raccontare quella campagna? «Perché è un luogo che conosco. Sono persone che conosco da tanti anni, volevo stare con loro, filmarli e raccontarli. Capire io stesso il loro lavoro, come si svolge e soprattutto perché lo fanno. Come fanno a lavorare sempre, giorno e notte, senza alcuna pausa». Si è parlato di “vite invisibili”. «Esatto. Noi cittadini arriviamo alla sera e stacchiamo. Abbiamo qualcosa che ci dà sollievo, che dà un altro senso alle tante fatiche. Loro no, non hanno altra scelta se non dormire, perché sono stremati. L'idea della vacanza, dello svago, semplicemente non c'è». È riuscito a capirci qualcosa? «No! Non c'è una risposta filosofica nel film. Ma almeno mi sono avvicinato a questa realtà, che noi di solito sfioriamo in molto molto superficiale. Questo film è un mezzo per conoscere meglio chi lavora con la terra e con gli animali, per mettere in comunicazione due mondi diversi». Come hanno risposto al film i suoi protagonisti? «Lorello, Brunello, Ultimina: tutte le persone del documentario sono state molto rispettose del nostro lavoro. Non hanno mai voluto vedere immagini prima, si sono fidati di noi. Quando l'abbiamo visto tutti assieme la prima volta erano contenti. I gemelli in modo abbastanza distaccato e sobrio; Ultimina si è emozionata. Temeva di vedersi, ma alla fine si è divertita. Addirittura vuole continuare a lavorare con noi: lei è più diva rispetto agli altri due». Quando si parla di campagna si tende a usare molta retorica. Ha sentito questo pericolo mentre girava il film? «Non ho sentito mai pericoli del genere. Il nostro sguardo è molto lontano dalla retorica, dalla televisione. Mi interessava quel tipo di campagna perché è al di fuori dal cliché della toscanità e della campagna “buona”. Non c'è nulla di biologico nel documentario. Loro stessi non hanno niente di eccezionale». Che cosa intende? «Spesso si fanno ritratti di persone che lo meritano perché hanno inventato qualcosa, o fanno il pane in un certo modo, e così via. O, al contrario, si fanno ritratti di personaggi particolarmente ignoranti o burberi. Loro non sono così. Parlano italiano, non dialetto, sono istruititi. Sono persone normali. Mi piaceva che ci fosse un'identificazione più facile fra loro e gli spettatori. Così ti spogli di qualsiasi romanticismo o di retorica. Qualcuno ha detto che questo non è un film per vegani: è vero». Lei parla di uno sgretolamento dell'identità contadina, minacciata dai grandi gruppi agricoli. «Più che sgretolamento, si rischia la desertificazione. Non c'è più gente che vive e lavora lì. I protagonisti non hanno figli. Quelli che li hanno, come Ultimina, rimangono soli. I più vecchi muoiono e verranno rimpiazzati o dai turisti, o dai grandi latifondisti, o più semplicemente i luoghi verranno abbandonati. Il futuro non è brillante, insomma. Mancano le persone che continuino questo lavoro: e per come siamo fatti in Italia, se anche trovassimo persone dall'estero, non li vorremmo». Lei ha masticato fin da giovane il teatro, grazie a suo padre, e ha collaborato con i più grandi registi italiani. Dal suo punto d'osservazione, ci sono differenze fra “registi puri” e “registi teatranti”? «Non saprei rispondere. Quando lavoro, indipendentemente
IN PROGRAMMA Giovedì 11, focus su un lavoro di confine fra montaggio, docufilm e i libri dell’Ubu Giovedì 11 aprile (ore 16), un filo rosso collega il “premio Franco Quadri 2017”, Enrico Ghezzi, al lavoro di Jacopo Quadri, tra cinema e teatro fino alla Ubu, la casa editrice fondata da Franco Quadri che affonda nei temi della critica e della scoperta e approfondimento di temi e nuovi testi. Jacopo Quadri, Giacomo d’Alelio e Leonardo Mello presenteranno uno degli ultimi volumi della casa editrice Tiezzi secondo Quadri, a cura di Leonardo Mello. La presenza di Natalie Cristiani, montatrice del film delle Albe, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi (con la supervisione di Jacopo Quadri), offre ancora la possibilità di aprire orizzonti sul tema del lavoro “anfibio” e delle infinite possibilità di dialogo e scoperta di linguaggio. Alle ore 19 la proiezione di docufil di Quadri, Lorello e Brunello.
dal regista, non mi pongo questa domanda. Penso a Martone, Andò, Delbono: sì, fanno spettacoli teatrali, ma quando monto non ci penso. Credo che dipenda dal regista, a livello individuale. In generale però è una bella cosa che i linguaggi si mescolino. L'idea che si possa passare dal teatro al cinema più facilmente, che i compartimenti siano meno stagni: questo è bellissimo. Potersi contaminare arricchisce – ecco, mi interessa questo, quando uno spettacolo diventa un film». Come per Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, il primo film – tra teatro e cinema – delle Albe. «Esattamente. O come per Paolo Rosa di Studio Azzurro, un videomaker che ha fatto un film con Sandro Lombardi. O Mario Martone, che ha chiamato Carlo Cecchi come protagonista per Morte di un matematico napoletano. Fu un grande azzardo, non solo perché era il suo debutto, ma anche perché non fu una cosa totalmente alternativa al teatro: Martone cercava di contaminare i linguaggi». Questa contaminazione sta avvenendo di più solo per motivi economici – fare film costa sempre meno – o si può parlare di moda culturale? «Credo che il cinema sia sempre meno confinato. Si possono sperimentare più linguaggi diversi, meno commerciali, proprio perché quando un film esce da logiche di costi alti è più semplice sperimentare. Durante i momenti più avanzati di una cultura è più facile mettersi in connessione e mischiarsi. Più ci si apre meglio è. Bisogna rompere le regole che il cinema italiano aveva in passato: le sue gavette e la sua Cinecittà dove, una volta, nessuno riusciva ad entrare». Iacopo Gardelli
Incontro mercoledì 10 aprile, con Enrico Ghezzi e proiezioni dei repertori CB Mercoledì 10 aprile (ore 16) il pomeriggio dei Parlamenti sarà dedicato alla figura di Carmelo Bene e alla definizione di “attore totale” ccon cui ha giocato la sua vita \non vita fino in fondo cambiando per sempre il concetto di interpretazione: «tu attore non sei che la vittima, sbarazzati di te stesso, fatti male. Tu attore fatti danno !». (C. B., Pinocchio, Casa Usher, 1981). A comporre un ricordo \ ritratto obliquo e intimo saranno squarci di vita vissuta, letture, immagini e testimonianze parziali e molto personali di Luisa Viglietti, che ha accompagnato Carmelo Bene negli ultimi anni e collaborato alla cura degli ultimi lavori (dai costumi alle pubblicazioni), e di Marco Sciotto, giovane studioso di teatro e filosofia, che si occupa di temi legati all’irrappresentabile nelle arti e nell’estetica contemporanea. L’incontro vede anche la partecipazione di Enrico Ghezzi che con la sua presenza comporrà una sorta di antologia “carmelobeniana” di suggestioni e suggerimenti evocativi. «Critico cinematografico o “ri-autore”, come lui stesso si è definito, è artefice di un lungo detour che attraversa il cinema, la filosofia, il teatro, la musica, la letteratura. Padre di programmi televisivi rivoluzionari per lo statuto di spettatore, sul finire degli anni Ottanta – nella pioniera Rai 3 diretta da Angelo Guglielmi – ha inventato linguaggi che hanno sabotato il meccanismo televisivo (da Blob a Schegge a Fuori Orario) facendo propria la “regola del gioco” del montaggio analogico. Ha ideato architetture di festival che hanno scandito il passaggio tra il Novecento e il Duemila festeggiando il cinema come “magnifica ossessione”. E, soprattutto, ha fatto conoscere a generazioni di spettatori e artisti e critici l’unicità di autori “mai visti”, alimentando instancabilmente i nostri sogni notturni attraverso una galleria di specchi senza fine. Dobbiamo al Ghezzi “minatore” la scoperta degli universi remoti di Paradžanov e Pelešjan, Wakamatsu e Kitano, Ioseliani e Tarr, Monteiro e Garrel. Al Ghezzi “captatore”, l’aver intercettato i mondi visionari e scomodi di Ciprì e Maresco e di Rezza e Mastrella, come di Alberto Grifi e Tonino De Bernardi. Al Ghezzi del teatro i cut dell’Otello televisivo di Carmelo Bene, come alcuni ispirati montaggi dagli spettacoli di Ronconi, e le maratone nelle connessioni tra teatro e cinema da Welles a Castellucci. Cartografo di atlanti che rigenerano la forza emotiva ed elettrica delle immagini, gli si riconosce un agire in armonia con le leggi della patafisica, proprie anche del Patalogo Ubulibri – l’annuario dello spettacolo realizzato da Franco Quadri tra il 1979 e il 2009 – che ha potuto contare sulla sua collaborazione, negli anni Ottanta, ai nove volumi dedicati al cinema».
IV / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
IL REGISTA
«Raffaello Baldini racconta a tutti, la sua poesia in fondo è universale» Silvio Soldini parla di come ha scoperto e trattato la figura e l’opera del grande autore santarcangiolese. Nonostante il dialetto «Ch'or el? Lé terd!». E le risate del pubblico. Ivano Marescotti, fiero e diretto, con la sua comicità esplosiva, che recita in dialetto Raffaello Baldini. La folgorazione di Gigio Alberti che lo porta in scena in italiano, ammettendo di aver trovato “qualcosa che parla anche di me”, la stralunata e surreale Lucia Vasini, Ermanna Montanari quando dice che i suoi personaggi sono «battiti di farfalle...». È stato proprio Marescotti, capace di comprenderne a pieno l’opera, a spingere verso il teatro Raffaello “Lello” Baldini, poeta tra i maggiori del secondo '900, ancora sconosciuto ai più, che scriveva dello spaesamento e delle nevrosi dell'uomo moderno con pungente ironia e un tocco di malinconia, nella materna lingua di Santarcangelo di Romagna. Parole, dalla carta alla scena, allo schermo: Silvio Soldini, pluripremiato regista, autore di film memorabili come Un'anima divisa in due o Pane e Tulipani, schivo e misurato, raffinato osservatore sia del lato tragico che di quello comico della vita – come lo stesso Baldini – torna dietro la cinepresa. Lo fa con Treno di parole - Viaggio nella poesia di Raffaello Baldini, un documentario prodotto da TVM Digital Media e Fondazione Cineteca Italiana. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nel 2018, è il ritratto di un artista gentile, costruito con materiali d'archivio e soprattutto con le parole di chi bene lo ha conosciuto, parenti e amici: da Ermanno Cavazzoni a Vivian Lamarque, dalla figlia Silvia, fino agli attori e registi che lo hanno portato sul palco. Il 12 aprile – nel corso di “Parlamenti di Aprile 2019”, il ciclo di incontri e seminari ideati dal Teatro delle Albe – Soldini presenterà il film al Teatro Rasi di Ravenna. E così ce ne parla. Soldini lei ha più volte dichiarato che l'obiettivo di questo film è quello di far conoscere a più persone l'opera di Raffaello Baldini, spingere la gente a leggere le sue poesie. Dal Festival di Roma ad oggi, può dirsi raggiunta questa meta? «Non credo. Nel senso che lo hanno visto troppe poche persone, ancora non è passato in tv. Nel suo piccolo si, molta gente che è entrata al cinema e lo ha visto è uscita con la voglia di scoprirlo, di leggere le sue opere. Però il problema è che è poca gente. È prevista una distribuzione televisiva, certo. Si andrà da qualche parte, ci stiamo lavorando. Anzi ci stanno lavorando, non l'ho prodotto io. Mi piacerebbe che girasse di più ovviamente». Com'è nata l'idea del documentario, lei come ha conosciuto la poesia di Baldini? «Il lavoro è nato per volontà di Martina Biondi (ideatrice e co-sceneggiatrice, ndr), è lei che ha avuto l'idea di fare un film su Raffaello. Originariamente doveva essere un film per celebrare il decennale della sua scomparsa, ma non siamo riusciti a montarlo produttivamente in tempo e quindi è stato fatto solo quando abbiamo trovato un produttore, i soldi per farlo. Credo di essere stato tra i pochi che lo conoscevano. Non sono in tanti a conoscere Baldini, ma non perché io sia più intelligente! Ivano Marescotti, con cui ho fatto nel '90 la mia opera prima L'aria serena dell'ovest quando mise in scena Zitti Tutti! – il primo monologo scritto da Baldini e che Ivano ha contribuito a far scrivere – mi ha invitato a vederlo a Milano. Mi ha molto affascinato, anche se avevo capito ben poco devo dire. Poi però ho letto la traduzione, mi hanno lasciato il libro edito da UbuLibri. Quindi sapevo chi era, avevo letto qualche poesia. Certo non avevo approfondito come ho fatto ora col film». La psicoterapeuta Anna Fabbrini, tra gli interlocutori del documentario, dice che i romagnoli tra loro si fiutano, la Romagna è un luogo mitico. Quando Marescotti recita Baldini per molti romagnoli è subito casa: il linguaggio dei nonni, l'infanzia in paese, il bar della piazza. Ma cosa dice a lei, nato a Milano, cittadino metropolitano, cosa rac-
IN PROGRAMMA
VERSI, DRAMMATURGIE E UN FILM CHE RIEVOCANO IL MITO ROMAGNA Venerdì 12 aprile, visione e presentazione di “Treno di parole” con Silvio Soldini
Ivano Marescotti nel monologo teatrale “Zitti tutti!”. Sopra, il poeta Raffaello Baldini
conta Baldini a un non-romagnolo? «Credo che Baldini possa parlare a tutti. Racconta a tutti, è molto universale la sua poesia. Per lui la Romagna è un luogo mitico, il luogo della sua poesia. Lui ha vissuto per la maggior parte della vita a Milano, ma è rimasto là, nel luogo della sua creatività, dove avvenivano queste cose, coi suoi personaggi, che probabilmente derivano dalla sua infanzia. Il problema non è quello che racconta. Il problema è il come: il dialetto scritto non è un veicolo semplice per farsi conoscere. Ma a lui in fondo non importava neanche tanto di essere conosciuto. Addirittura nei sui libri, le poesie non sono col testo a fronte in italiano, per facilitare la lettura a chi non è romagnolo. Il testo italiano è in fondo alla pagina piccolo piccolo. Non è uno scherzo per noi comuni mortali leggerlo (ride)». C'è qualche poesia, testo di Baldini che ha orientato il suo lavoro? «No, non ho preso spunto da una in particolare. Le poesie che abbiamo messo nel film sono di una certa lunghezza: non potevamo permetterci una poesia di 5 minuti. Sono tutte poesie abbastanza brevi, volevamo fare un film snello, che avesse un suo ritmo, che corrispondesse alla musicalità della poesia di Raffaello e quindi che avesse quella sua leggerezza. La sua poesia, nonostante i temi pesanti, è leggera, con un'ironia tutta sua. La cosa principale per me era tenere questa sua visione del mondo. Anche nel mio lavoro. Se si fosse fatto un documentario “pesante” che trattava di Baldini... beh sarebbe stata la cosa più sbagliata». Un ritmo leggero, che viene anche dalla colonna sonora...
Venerdì 12 aprile (ore 16), giorno conclusivo dei Parlamenti, il tema delle connessioni tra cinema e teatro si sposta su un luogo importante della regione, Emilia Romagna, fondamentale per il panorama nazionale e internazionale per tutta la gamma delle sue attività di ricerca e esaltazione e conservazione dei patrimoni della settima arte – la Cineteca di Bologna – con la testimonianza di Gian Luca Farinelli e la presenza di studiosi e operatori culturali come Martina Biondi, Franco Calandrini, Maria Martinelli fino al regista Silvio Soldini, che a sua volta aveva toccato il confine tra cinema e teatro con il film dal monologo teatrale Deliro amoroso con Licia Maglietta (2005). Per l’occasione dei Parlamenti presenta il suo ultimo lavoro documentario Treno di parole-viaggio nella poesia di Raffaello Baldini (alle ore 19 la proiezione del film). «Si, c'è la parte musicale della questione. Baldini era un grande conoscitore musicale. Sapevamo che gli piaceva Mozart, in particolare “La tartine de beurre” al piano solo, quel pezzettino molto semplice che Mozart ha scritto quando era molto giovane. Lo aveva portato molte volte in radio quando era stato intervistato. Siam partiti da li, con qualche informazione in più sui suoi gusti abbiamo cercato di tirar fuori una colonna che lui avrebbe apprezzato, in sintonia con quello che si diceva prima sulla sua poesia». Tra le tante testimonianze raccolte, tra i ricordi stanati, quale è quello che più l'ha colpita? «Uno in particolare no. Se fosse così, sarebbe squilibrato il documentario. Ognuno porta il suo apporto. A secondo di chi è e di come lo ha conosciuto. Quello che posso dire è il modo in cui abbiamo scelto le persone. Erano tante, troppe. Continuavo a dire a Martina “non possiamo mettere 40 persone che parlano nel film!”. Quindi abbiamo dovuto fare una scelta, abbiamo ascoltato anche molti altri non inseriti nel documentario. Ho scelto persone che comunicavano delle emozioni, non solo delle informazioni. Attraverso questo incontro, ricordando Raffaello, possono farlo rivivere con noi, per capirlo un pochino anche umanamente. Ognuno porta un piccolo tassello di questo grande mosaico». Erika Baldini
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20 / SPORT RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
VOLLEY/1
La Porto Robur Costa è già in vacanza Coach Graziosi fa il bilancio: «Soddisfatto» La Consar è rimasta fuori dai playoff e fino a settembre non avrà impegni L’allenatore era all’esordio in Superlega: «La salvezza è sembrata tranquilla, ma non era così alla vigilia»
Quest’anno, in anticipo rispetto alle passate stagioni, sulla Consar si sono già spente le luci del Pala De André. Lo scorso 24 marzo, con la sconfitta al tiebreak a Siena, è terminato il campionato della formazione ravennate, che a differenza del recente passato non sarà impegnata nei playoff. Orfani delle emozioni post season che hanno caratterizzato sia il 2018, con l’allora Bunge capace di vincere una gara dei quarti contro i tricolori di Perugia, sia il 2017, quando fu staccato il pass per partecipare alla competizione europea, è quindi già tempo di bilanci, in gran parte positivi, per i ragazzi di Gianluca Graziosi. Coach, che effetto fa aver già chiuso la stagione? «In realtà, dopo una settimana di riposo, buona parte del gruppo ha ripreso ad allenarsi al Pala Costa e lo farà fino a Pasqua. Abbiamo salutato gli stranieri, che iniziano la loro attività internazionale, e alcuni dei ragazzi. A riprendere a lavorare in palestra sono stati Raffaelli, Argenta, Lavia e Russo, tutti e quattro nel giro della nazionale azzurra, ma anche Goi, Saitta e Marchini. È chiaro che così in pochi non riusciremo a svolgere degli allenamenti completi, ma sarà comunque un modo per tenersi preparati». Peccato dover aspettare fino a settembre per tornare a pensare alla Superlega… «A mio avviso è assurdo dedicare solo sei
mesi al campionato. È vero che adesso ci sono i playoff, ma per noi e altre cinque squadre non ci sarà più l’opportunità di mettersi in mostra. Questo calendario è da rivedere, bisogna dare più spazio alla Superlega a discapito di alcuni eventi internazionali minori». Tornando alla stagione appena conclusa, c’è soddisfazione per il decimo posto finale? «Direi proprio di sì. La nostra bravura è stata quella di far passare per tranquilla una salvezza che all’inizio del torneo non era per nulla scontata. Non dimentichiamo che in estate gli addetti ai lavori ci davano quasi per spacciati. Siamo stati bravi a smentire tutti, con un organico che presentava tanti debuttanti nella serie maggiore. Allenatore compreso». Come è stata conquistata questa salvezza? «Grazie soprattutto a un girone di andata dove abbiamo sfruttato al meglio tante occasioni, vincendo tutti gli scontri diretti, in casa e fuori, e togliendoci anche lo sfizio di battere Milano. Anche il ritorno non è stato male, con le vittorie su Monza e a Latina, ma poi, una volta raggiunto il traguardo prefissato, qualcosa si è inceppato. Ci è mancata la “fame”, la cattiveria agonistica necessaria, per alzare l’asticella. Comunque, a parte la sconfitta con Sora, abbiamo sempre espresso una buona pallavolo». Brucia non aver conquistato nemme-
Gianluca Graziosi, coach del Porto Robur Costa
no un punto contro le prime quattro della classe? «Non tanto, se si considera che la stessa Modena ha perso tutti i match contro le prime tre e che anche le formazioni al nostro livello hanno fatto davvero poco con le cosiddette “corazzate”. Brucerebbe di sicuro di più se avessimo fatto brutte figure, ma in realtà abbiamo giocato alla pari sempre contro tutti, senza subire umiliazioni». Ogni anno a Ravenna dal cilindro di
Bonitta salta fuori un “crack” inatteso: l’anno scorso fu Buchegger, quest’anno Rychlicki… «In un certo modo Kamil ha sorpreso anche noi. Fino a una settimana dall’inizio del campionato è stato utilizzato da schiacciatore-ricevitore, poi al “Lobietti” è nata una opportunità che da provvisoria si è trasformata in definitiva. Argenta e Smidl erano indisponibili, quindi abbiamo provato una soluzione che si è dimostrata fin da subito azzeccata».
SPORT / 21 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
VOLLEY/2
BRUSI E BENELLI NELLA HALL OF FAME La Federazione italiana della pallavolo ha inserito i ravennati Manuela “Manù” Benelli e Pietro Brusi nella “Hall of fame” del volley nazionale, il progetto con cui la Fipav vuole ribadire la storia, il senso di appartenenza e i valori del grande movimento pallavolistico di casa. Brusi (nella foto) è stato l’artefice a livello dirigenziale della creazione della Teodora vincitutto – di cui Manù è stata la regista e capitana in campo – ma anche la mente del rilancio del volley maschile ravennate e del grande ciclo del Messaggero. Ravenna ha portato a casa anche il riconoscimento allo storico allenatore della Robur, Angelo Costa, uno dei tre riconosciuti padri fondatori della pallavolo italiana.
IL WEEKEND SPORTIVO
CALCIO: AL BENELLI ARRIVA LA CAPOLISTA VOLLEY FEMMINILE: ULTIMA CHIAMATA PER LA TEODORA A CACCIA DEI PLAYOFF E al Pala De André torna il basket di A2
I giocatori del Ravenna Fc
Una soluzione che alla fine si è rivelata la migliore, giusto? «Sì, perché in un certo momento della stagione, quando ho capito che la salvezza era ormai cosa fatta, ho provato a schierare Rychlicki di banda e Argenta opposto. Purtroppo però non abbiamo trovato i giusti equilibri, perdendo a Padova e a Vibo Valentia. Questo era un tentativo che bisognava fare, in modo da non avere nessun dubbio sulle nostre potenzialità». Come è stata l’esperienza da debuttante in Superlega? «Se è andato tutto bene, è perché la società e i dirigenti mi hanno messo a disposizione un ambiente tranquillo, familiare, dove si può lavorare nel modo migliore possibile. E poi devo ringraziare i ragazzi per come mi hanno aiutato, facendomi sentire la loro fiducia». Con un altro anno di contratto, quale sarà la Consar targata 2019-2020? «Il mio desiderio è quello di avere a disposizione gran parte del gruppo di questa stagione, ma conosco anche le dinamiche del volley-mercato e prevedo quindi che ci saranno delle cessioni. Questo significa anche
che abbiamo fatto un buon lavoro, che speriamo di ripetere anche in futuro, cercando di continuare a valorizzare i giovani». E che Superlega sarà? «Mi aspetto un campionato ancora più duro. Ci sarà una squadra in meno, ma resteranno due retrocessioni. Inoltre è possibile che torni in Superlega una piazza ambiziosa come Piacenza. Il livello, quindi, diventerà ancora più alto». I programmi dell’estate? «La Federazione mi ha chiesto di guidare ancora la nazionale “B”, che quest’anno disputa le Universiadi, ma non so ancora se è possibile avere il doppio incarico in panchina. La mia speranza è quella di continuare questa esperienza e, se non sarà così, mi terrò comunque aggiornato e a disposizione del Porto Robur Costa. Da maggio torno nella mia Falconara, pronto a venire in qualsiasi momento a Ravenna». Vincenzo Benini
Rychlicki il “crack” di quest’anno: «Ha sorpreso anche noi»
Nel prossimo weekend tutte e tre le formazioni bizantine giocano in casa praticamente in contemporanea, nel pomeriggio di domenica 7 aprile. Si parte alle 16.30 con il Ravenna Fc che al “Benelli” ospita la capolista Pordenone in occasione della 34esima giornata del campionato di Serie C di calcio. Reduci dal pareggio di Pesaro, i giallorossi provano a rallentare la marcia dei friulani per avvicinare la quinta posizione occupata dal duo Sudtirol-Monza. Mezzora esatta più tardi, alle 17, è il momento della Conad, in piena lotta per staccare il pass per i playoff della pool promozione di A2 femminile di volley. Dopo due sconfitte di fila, davanti al proprio pubblico del PalaCosta le biancorosse sono obbligate a vincere contro Caserta, rivale diretto assieme a Orvieto nella corsa per il settimo posto. A due turni dalla fine, in pratica è l’ultima chiamata per le ragazze di Caliendo. Chiude il trittico l’OraSì: al Pala De Andrè alle 18 assalto alla De’ Longhi Treviso, seconda forza del girone Est di Serie A2 di basket, per staccare i “cugini” dell’Imola nella volata per accedere ai playoff. Completa il programma del weekend l’InfinityBio Faenza (basket A2 femminile), che il 6 aprile ospita al “Bubani” (ore 20.30) le pistoiesi dell’Orza Rent Nico. Passando alla B maschile, sempre nella stessa serata l’Orva a Lugo (ore 20.30) chiede strada ai brianzoli del Lissone Bernareggio, mentre domenica la Rekico è di scena a Crema (ore 18). Chiude il Classe (calcio D), che il 7 aprile ospita i piacentini della Vigor Carpaneto (ore 15). (vi.be.)
22 / CULTURA / RUBRICHE RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
VISIBILI E INVISIBILI
CARTOLINE DA RAVENNA
Il nuovo Von Trier come una mostra d’arte contemporanea: film senza tempo e senza voto
Una singolare iscrizione
Francesco Della Torre
mittente Giovanni Gardini
La casa di Jack (Lars von Trier, 2019) Siamo a cavallo tra gli anni sessanta e i settanta e Jack è un serial killer intellettuale. Uccide per necessità personale, ma lega ogni suo “incidente” (così vengono chiamati nel film) a una o più opere d'arte, nonchè alla costruzione ipotetica di una casa sua e del suo pensiero filosofico. Jack racconta e giustifica il tutto a Verge e ai suoi giudizi, un signore sconosciuto al quale il protagonista sembra affidare ogni sua singola azione, pensiero e le costruzioni ideologiche conseguenti. Diviso in 5 capitoli che narrano 5 omicidi, chiamati come detto “incidenti”, mostrati in maniera molto diretta e forte, grazie a quel realismo da macchina da presa a mano che da sempre contraddistingue il maestro danese; le vittime sono caratterizzate molto bene e in maniera diversa, come ad esempio l’odiosa Uma Thurman del primo capitolo. Il film poi completa ogni suo atto con una serie di pensieri non particolarmente semplici e connessi da parte del protagonista che partono da ciò che si è appena compiuto, passano per arte e filosofia, fino ad arrivare al più completo esistenzialismo. Il sesto atto, finale, è chiamato “catabasi” ed è la summa e il compimento della poetica di Von Trier legata a questo
lungo e complesso film di due ore e mezza, tagliato dai lungimiranti distributori italiani nella nostra versione (evviva), e rendendola ovviamente non degna dell'opera del regista. Von Trier, credo e spero, lo conosciamo tutti: la sua opera è un fiume di pensieri girati con camera a mano, composta da scene bizzarre e da continui colpi di scena non necessariamente narrativi, sicuramente frutto della complessa e geniale mente del regista. La casa di Jack non è un film di semplice intrattenimento, non è un horror sui serial killer, non è un’opera ad alta ricerca di realismo e non è neanche una tesi sul senso della vita e dell’esistenza stessa di ogni uomo. O, probabilmente, è un pochino di tutto questo marchiato dalla pesante impronta del regista, che regala nel bene e nel male un film unico nel suo genere. Due ore e mezza sono tante e sicuramente troppe, le digressioni dialettiche si seguono a volte con fatica e rompono la tensione che si crea durante gli “incidenti” del film, che hanno davvero un sapore di paura e disgusto piuttosto marcati. Ma Von Trier va oltre, e un po’ come Lynch nell’ultimo Twin Peaks sacrifica in qualche modo la linearità della trama per mostrarci un teatro degli orrori che vuole essere di fatto una mostra d’arte contemporanea, ci porta in un viaggio che porterà il suo protagonista oltre ogni più reale destinazione e che rimescolerà tutte le carte in gioco per costruire in noi e in lui un vero e proprio tempio di vita e di morte da consegnare alla storia della comunicazione visiva. Un film fluviale, imperfetto, lungo, ostico e a tratti noioso, che non ha paura di parlare il suo linguaggio e comunicarlo senza alcun filtro. Difficile che un giovane o un non avvezzo a un certo cinema riesca ad appassionari a La casa di Jack, difficile che una mente abituata a riflettere davanti a uno schermo non tragga spunti per la propria carriera di “visionatore”. Un film senza compromessi, senza tempo, senza linearità, senza voto. Da vedere in versione originale e integrale.
Le quattro absidiole del battistero Neoniano recano iscrizioni musive ispirate a passi sia dell’antico sia del nuovo Testamento, testi pesantemente restaurati da Felice Kibel (1861-1862). Corrado Ricci, commentando questi restauri, deprecava il lavoro del Kibel che aveva distrutto «lettere antiche, integre o parziali», oltre ai monogrammi e agli ornati inferiori. Le Tavole storiche, colorando di arancione le parti rifatte, rendono bene l’ampiezza - ahimè - dell’intervento ottocentesco. Tra queste iscrizioni bibliche la più singolare è quella tratta dal Vangelo di Giovanni: «Quando Gesù depose il mantello, mise acqua nella brocca e lavò i piedi ai discepoli», un testo che potrebbe evocare, anche a Ravenna, la prassi della lavanda dei piedi connessa alla liturgia del battesimo. A Milano, nel IV secolo, questo gesto era collegato al rito battesimale come spiega lo stesso vescovo Ambrogio: «Sei risalito dal fonte. Che cosa è avvenuto poi? Hai ascoltato la lettura. Il vescovo, raccolte le vesti (…) ti ha lavato i piedi. Che cos’è questo mistero? Hai udito certamente che il Signore, dopo aver lavato i piedi agli altri discepoli, giunse a Pietro, e Pietro gli disse: Tu, mi lavi i piedi?, cioè: tu, il Signore, lavi i piedi al servo? (…). Non ignoriamo che la Chiesa romana non ha questa consuetudine, sebbene noi ne seguiamo, in tutto, il modello e la norma. Tuttavia non ha questa consuetudine di lavare i piedi. Rifletti: forse l’ha tralasciata per il gran numero di neofiti».
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CULTURA / RUBRICHE / 23 4-10 marzo 2019 RAVENNA&DINTORNI
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di Luca Manservisi
di Nevio Galeati *
Scusate l’aneddoto personale, ma inquadra bene il tema. Mio figlio di quasi 10 anni ha iniziato ad ascoltare in semi-autonomia musica su Spotify e la sua curiosità lo porta spesso nella playlist delle “30 songs” più ascoltate. Ce n’è una in particolare che nelle scorse settimane ha voluto far sentire a me, a tutta la famiglia, agli amici. «È stranissima, non c’è la musica», dice. E in effetti devo confessare che all’inizio non credevo fosse davvero in una playlist delle 30 canzoni più ascoltate. La musica, sì, praticamente non c’è. Solo o quasi una batteria elettronica e un canto a mezza voce, a volte sussurrato, qualche lampo di elettronica, tutto molto minimale e anche, con mio sommo stupore, abbastanza figo. Il pezzo si chiama “Bury a friend” ed è di Billie Eilish. Il nome, in tutta sincerità, fino a un paio di settimane fa non mi diceva assolutamente nulla, nonostante abbia poi letto che un suo pezzo è diventato virale già nel 2016. Quando Billie Eilish aveva 15 anni. Oggi ne ha 17 (diciassette) e il 29 marzo è uscito il suo album di debutto, When We All Fall Sleep, Where Do We Go?, che secondo gli addetti ai lavori (il dato al momento di andare in stampa essendo settimanale è ancora ovviamente in fase
di elaborazione) arriverà al primo posto di vendite sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna al termine della prima settimana, mentre quello che già è certo è che il giorno della pubblicazione del disco Billie Eilish è stata l’artista donna più ascoltata sul web al mondo con 55,92 milioni di stream, circa il doppio del record precedente di Ariana Grande. Che è un prodotto televisivo, per quanto rivalutato anche dalla critica, così come sono in qualche modo un “prodotto commerciale” anche tutti gli altri fenomeni del pop di questi anni, anche quelli musicalmente più evoluti. Billie Eilish, invece, è qualcosa che sembrerebbe essere nato dal basso, una teenager che scrive delle ansie e delle paure della sua generazione, utilizzando un computer e poco altro, nella cameretta con il fratello. E se è solo quello che vogliono farci credere, sicuramente la musica in questo senso è convincente. Canzoni che non ti aspetteresti possano arrivare prime in classifica e che invece ci arrivano grazie probabilmente a molti suoi coetanei che si sentono finalmente rappresentati da una ragazza dai capelli colorati che si veste con enormi pantaloncini da basket senza per questo fare rap. E così di lei si accorge anche la critica, a partire dalle cinque stelle su cinque del Nme fino ad arrivare perfino in Italia, con titoli del tipo: “L’album d’esordio di Billie Eilish cambia le regole del gioco”. In effetti quella che secondo gli addetti ai lavori doveva essere “il futuro del pop” (per citare altri titoli) in realtà non fa pop. E nemmeno rock (come pare abbia invece dichiarato Dave Grohl, paragonandola addirittura ai suoi Nirvana). Fa un po’ di tutto ma a modo suo, senza regole, una sorta di fai-date anno 2019, quindi con l’aiuto dell’elettronica, passando dal cantautorato al dubstep, dalla black ad atmosfere jazz, dall’electro-pop al dark, da suoni trap all’ukulele, mantenendo inalterate atmosfere malinconiche e molto minimali, quando non del tutto cupe. Alla faccia del music business, con la benedizione del music business. Mettendo da parte i gusti personali, se non è il disco dell’anno questo...
«Credo che il mondo sarà sempre un casino. E io stesso sarò sempre un casino. Forse lo siete anche voi». Ma «il problema non è che il mondo sia un casino, ma che noi ci aspettiamo il contrario». Molti lettori, soprattutto fra quelli cosiddetti forti, sanno come i libri possano salvare la vita; aiutare ad affrontare ostacoli e difficoltà con occhi diversi; contribuire a elaborare lutti e assenze in generale. Vita su un pianeta nervoso di Matt Haig (edizioni e/o; traduzione di Silvia Castoldi) ne è un esempio caloroso, brillante ed empatico. Ho già proposto in questa rubrica la lettura di un’opera di questo strepitoso scrittore e giornalista britannico (il 30 settembre 2018, Come fermare il tempo) ed è piacevole trovare la stessa verve in questa specie di manuale di sopravvivenza alle paure e alle ansie di questi anni. Matt Haig parte dalla propria situazione di stress, dopo anni di attacchi di panico, ansia e spaesamenti, per proporre un percorso su come rimanere sani di mente nonostante questo mondo faccia di tutto per disorientare e destabilizzare. In realtà, e di questo tutti dovrebbero essere consapevoli, è proprio l’uomo ad aver accelerato la vita, generando continue ansie, da prestazione e non solo. Così, affrontando le situazioni che a lui hanno provocato maggiori disagi, Haig offre un punto di vista salvifico; e parte dall’analisi del reale. Fra gli esempi, vale la pena leggere il capitolo “Dove finisce l’ansia e cominciano le notizie?”: dopo uno sguardo sintetico e chiaro sul sensazionalismo catastrofista, conclude (corsivi e a capo sono ripresi dal testo originale): «I notiziari imitano senza rendersene conto il modus operandi della paura: si concentrano sugli aspetti peggiori, sul catastrofismo, e forniscono un flusso incessante e ripetitivo di informazioni sullo stesso, preoccupante argomento. Perciò oggi può essere difficile stabilire dove finisce il vostro disturbo d’an-
sia e dove iniziano le notizie vere. E quindi dobbiamo tenerlo a mente: Non è una vergogna non guardare le notizie. Non è una vergogna non andare su Twitter. Non è una vergogna scollegarsi». Il libro è poi un poderoso attacco ai social media che, dice l’autore, possono danneggiare la salute mentale come droghe e alcol. Proprio per il carico di semplificazione e solitudine che portano in sé; al contrario di quello che vorrebbero far credere. Ed è, vale la pena ripeterlo, un manuale umoristico e affettuoso per sopravvivere su questo pianeta nervoso: «Tutto ciò che siamo è sufficiente. Non abbiamo bisogno di una barca più grossa per affrontare gli squali invisibili che ci circondano. Siamo noi la barca più grossa». Perdonate un’ultima citazione, dalla quarta di copertina. Commenta Stephen Fry: «Assumere Vita su un pianeta nervoso due volte al giorno, prima o dopo i pasti». E l’attore londinese ha perfettamente ragione. * direttore GialloLuna NeroNotte
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24 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
LO SPETTACOLO
L’ANNIVERSARIO
CONTINUA LA FESTA PER I 40 ANNI DEL TEATRO DUE MONDI A Faenza uno spettacolo che ne celebra la carriera e incontri a tema
Un viaggio nella complessità della Maria di Alda Merini
Una foto di Stefano Tedioli del progetto sulla vicenda dell’Omsa di Faenza del Teatro Due Mondi
Al Rasi di Ravenna il “Magnificat” della compagnia Anagoor Sabato 6 aprile torna al teatro Rasi la stagione dei teatri di Ravenna. Dalle 21 l’appuntamento è con il Magnificat della compagnia venete Anagoor che, con alle spalle quasi vent’anni di attività, l’anno scorso ha vinto il Leone d’Argento per il Teatro alla Biennale di Venezia. Si tratta di un omaggio ad Alda Merini, secondo la compagnia una delle esponenti più incisive della poesia italiana e più significative per il proprio percorso. Già materia di studio o di vera e propria messinscena intersecata con altre scritture contemporanee, i versi della poetessa occupano in Magnificat
una dimensione di esclusiva concentrazione. Con la versatilità tonale che la distingue, Paola Dallan presta la voce a un lungo poemetto e alla sua protagonista: Magnificat, uno dei più recenti componimenti della Merini che ne testimonia la fase mistica. In esso, senza biografismi, né agiografia, l'autrice restituisce la complessità di Maria, la madre di Gesù: una creatura di luce e carne, fragile, smarrita, spaventata e perdutamente innamorata di Dio. La regia è di Simone Derai, in scena Paola Dallan, “disegno del suono” Mauro Martinuz.
AGENDA TEATRO Al Binario di Cotignola un “Ritratto di donna araba”, riflessione su migrazione e scontri tra culture
Il Teatro Due Mondi di Faenza continua i festeggiamenti in questo 2019 per i suoi quarant’anni di attività. «Anni trascorsi a fianco delle persone, con un’idea di teatro popolare, aperto a tutti, per le strade e nei teatri, fra la gente», si legge sul loro sito. Dal 6 al 20 aprile è in programma una seconda tranche di appuntamenti celebrativi, alla Casa del Teatro di Faenza (in via Oberdan 7/a), acura di Angela Pezzi e Maria Donata Papadia. In particolare sabato 6 aprile alle 21 e domenica 7 alle 17 (in replica poi anche il weekend successivo agli stessi orari) è in programma “Visita guidata ai nostri 40 anni”, uno spettacolo summa del lavoro dei Due Mondi, riservato a 30 spettatori (solo su prenotazione, ai numeri 0546 622999 oppure 331 1211765), con offerta libera all’uscita. A seguire, domenica 7 aprile, dalle 19 è in programma l’incontro con Federica Zanetti dell’Università di Bologna sul tema “Un teatro per una comunità plurale”. Un nuovo incontro, in questo caso sul tema “Storia del teatro materiale. I cinque continenti del teatro” è in programma al termine dello spettacolo di domenica 14, sempre dalle 19, con lo storico del teatro Nicola Savarese.
CINEMA
In arrivo al Teatro Binario di Cotignola, come ultimo appuntamento della Rassegna Sipario 13, venerdì 5 aprile alle 21, Ritratto di donna araba che guarda il mare. Con questo testo l’autore teatrale Davide Carnevali, nel 2018 Premio Hystrio alla Drammaturgia, ha vinto il Premio Riccione per il Teatro. Si tratta di uno spettacolo sulla condizione della donna e sul potere dell'uomo. Una riflessione non scontata su migrazione e scontri tra culture, e allo stesso tempo un’esplorazione della possibilità del tragico nella contemporaneità. In scena la compagnia milanese Lab 121, guidata dalla regia di Claudio Autelli, che ha già portato questa produzione sull’ambito palcoscenico del Piccolo di Milano. Prevendita biglietti: la sera dello spettacolo dalle ore 20, info e prenotazioni: 373 5324106 oppure www.cambiobinario.it oppure pagina Facebook di Cambio Binario.
A Russi Umberto Orsini è “Il costruttore Solness”, la storia di chi vorrebbe fermare lo scorrere degli anni Martedì 9 aprile (ore 20.45) termina la stagione di prosa del teatro comunale di Russi con Il costruttore Solness. Capolavoro della maturità di Ibsen, è la storia di un uomo, che vorrebbe fermare l’inesorabile scorrere degli anni e avere una nuova occasione di felicità, ma resta vittima della propria ambizione e del senso di colpa. «È la storia di tanti assassinii – spiega Umberto Orsini (nella foto), interprete del protagonista –. Giovani che uccidono i vecchi spingendoli ad essere giovani e vecchi che uccidono se stessi nel tentativo di raggiungere l’impossibile ardore giovanile». «Solness si nutre della vita delle donne che lo circondano – spiega invece il regista Alessandro Serra –. Ma la giovane Hilde, che decide di fare irruzione con una energia sottile e implacabile, gli sarà fatale e lo accompagnerà, amandolo, fino al bordo del precipizio».
LA NUOVA RASSEGNA “YOUTH IN THE WORLD” VA ALLA SCOPERTA DI M.I.A. Entra nel vivo a Ravenna la nuova rassegna di cinema “Youth in the World”, con appuntamenti tutti a ingresso gratuito e legati da un filo conduttore preciso: le proiezioni si rivolgono innanzitutto a un pubblico di adolescenti e parlano di temi che li riguardano da vicino. Il prossimo appuntamento è in programma lunedì 8 aprile al cinema Jolly (ore 21) con M.I.A. La cattiva ragazza della musica di Steve Loveridge (Uk/Sri Lanka 2018, miglior documentario Sundance 2018): da figlia di rifugiati dello Sri Lanka, fino a diventare una delle pop star più famose del pianeta, è la vita della rapper M.I.A Mathangi (nella foto). Giovedì 11 aprile si passa invece al circolo Abajur di Ravenna, sempre dalle 21, con “Festival tout court”: cortometraggi francofoni, proiettati in lingua francese con sottotitoli italiani.
CULTURA / 25 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
STORIA
AGENDA LIBRI Alla Classense tra il brigantaggio e il grande spettacolo del cielo Continuano gli incontri letterari del Centro Relazioni Culturali di Ravenna. L’appuntamento è per venerdì 5 aprile alle 18 alla sala Muratori della Biblioteca Classense con Enzo Ciconte e il suo La grande mattanza. Storia della guerra al brigantaggio (edito da Laterza), la storia della repressione perpetrata in Italia contro banditi e briganti dal Cinquecento ai primi decenni postunitari. Si prosegue poi martedì 9 aprile (stessa ora e stesso luogo) con Marco Bersanelli e il suo saggio scientifico Il grande spettacolo del cielo, sulle visioni dell’universo dall'antichità ai nostri giorni.
A Liberamente le leggende di mare di Baldini e il nuovo romanzo di Angela Bianchi
SCURATI CON IL SUO “M - IL FIGLIO DEL SECOLO” ALL’EMEROTECA DI RAVENNA Sabato 6 aprile si apre la rassegna “Riscrivere la storia”, progetto di Scrittura Festival in collaborazione con Fondazione Casa Oriani e Assessorato all’Istruzione del Comune. L’appuntamento è alle 11 ai chiostri dell’emeroteca, Biblioteca Oriani di Ravenna (via Da Polenta 4), con il primo incontro sul tema “L’ascesa del fascismo”. Protagonista è uno degli scrittori del momento, in Italia, Antonio Scurati, autore di “M – il figlio del secolo” (Bompiani), tra i favoriti per il Premio Strega e in procinto di diventare una serie tv. Si tratta del primo romanzo sul fascismo raccontato attraverso Benito Mussolini: “il figlio di un secolo che ci ha reso quello che siamo”. L’autore ne parlerà con lo storico Alessando Luparini e Matteo Cavezzali.
Alla libreria Liberamente di Ravenna venerdì 5 aprile alle 18.30 il noto scrittore ravennate Eraldo Baldini parlerà del suo nuovo libro pubblicato per Ponte Vecchio, il saggio “Romagna misteriosa. Storie e leggende di mare e di costa”, che si occupa di un universo poco conosciuto e affascinante, per la prima volta, relativamente alla Romagna, indagato e raccontato ampiamente e nel suo insieme. Presenterà Vania Rivalta. Il giorno dopo, alle 18, Liberamente ospita invece Angela Bianchi che presenterà il suo nuovo romanzo “Scelgo me” (Curcio Editore).
TEATRO E CINEMA Anche Enrico Ghezzi ai Parlamenti del Teatro delle Albe
Al Caffè Letterardio di Lugo Piero Dorfles parla (anche) di Pinocchio
Dal 9 al 12 aprile tornano al Rasi di Ravenna i “Parlamenti di aprile”, seminari che riuniscono filosofi, artisti, studiosi intorno a nodi di pensiero e di azione che il Teatro delle Albe propone di condividere a partire dal proprio percorso (ideazione di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, con la collaborazione di Rosalba Ruggeri). Si parte martedì 9 aprile, tra teatro e cinema, con Oliviero Ponte Di Pino, Angelo Curti, Luca Mosso, Marina Fabbri, Laura Mariani, Pasquale Mari; mercoledì 10 Enrico Ghezzi, Luisa Viglietti, Marco Sciotto. Approfondimenti e programma nell’inserto centrale di questo giornale.
Proseguono gli incontri letterari del Caffè Letterario di Lugo. Venerdì 5 aprile alle 21 all’Hotel Ala d’Oro l’appuntamento è con il noto autore Piero Dorfles che presenta il suo “Le palline di zucchero della Fata Turchina” (Milano, Garzanti, 2018), in cui vuole dimostrare come in fondo non possiamo fare a meno di Pinocchio perché in lui ci riconosciamo, perché è il simbolo del nostro essere stati giovani, monelli e incoscienti. Lunedì 8 aprile, sempre alle 21 all’Ala d’Oro, l’appuntamento è invece con Eva Cantarella e “Gli amori degli altri” (Milano, La nave di Teseo, 2018): trenta storie d’amore per conoscere meglio i greci e romani, e per capire meglio i nostri rapporti con gli “altri”.
LIBRI
IL CHIRURGO VALERIA TONINI PRESENTA LA SUA STORIA D’AMORE Venerdì 5 aprile alle 17.30 al Museo Nazionale di Ravenna verrà presentato il primo romanzo di Valeria Tonini, noto chirurgo con oltre settemila interventi alle spalle, ricercatrice e docente alla scuola di specializzazione in Chirurgia d’urgenza al Policlino Sant’Orsola di Bologna. Si tratta di L'iphone di Amélie (Pendragon), una storia di amore e ribellione al potere accademico ambientata a Parigi. A parlarne con l’autrice per l’occasione anche il noto attore Ivano Marescotti (insieme a Tonini nella foto).
RAVENNA via Faentina 172 (Primo piano) tel. 366 3766328
Storie e visioni calcistiche del collettivo Bidon al Bronson Café Martedì 9 aprile alle 21 al Bronson Cafè di Madonna dell’Albero verrà presentato "Chissà che l'utopia non vinca - Storie e visioni della stagione ciclistica 2018 (e non solo)", libro del Collettivo Bidon, dell’omonimo magazine dedicato al ciclismo. Presenta Diego Peraccini che intervista Filippo Cauz e Leonardo Piccione. Si tratta di una serie di storie e visioni sulla stagione ciclistica e oltre.
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26 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
DANZA MUSICA CLASSICA
Aterballetto alle prese con Bach sul palco del teatro Alighieri
A Lugo la Wunderkammer con il pianista Maletempo
La storica compagnia chiude la stagione di Ravenna sabato 6 e domenica 7 aprile. Ultimo appuntamento anche con i seminari
Venerdì 5 aprile ultimo appuntamento della stagione musicale del teatro Rossini di Lugo che ospita per la seconda volta quest’anno la pesarese Wunderkammer Orchestra che prosegue il progetto della riorchestrazione per ensemble dei cinque concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven, con la cadenza concertante di Lorenzo Pagliei. Solista Vincenzo Maletempo, grande pianista e musicista a 360 gradi. Verranno poi eseguite le “Kinderszenen – sei poemetti sinfonici per ensemble”, composizioni divertentissime risultato di una sperimentazione avviata da Paolo Marzocchi e Sonia Peana al Mast di Bologna sull’immaginazione musicale dei bambini, che ha riscosso un grande successo. Completano il programma le Deutsche Tänze di Schubert e l’Ouverture op.26 “Die Hebriden” di Mendelssohn (in prima esecuzione).
A Ravenna il Trio di Imola per Mikrokosmos
La dimensione musicale di uno dei più grandi compositori di tutti i tempi si intreccia a una visione intergenerazionale della creazione coreografica, capace di dare spazio tanto a maestri riconosciuti quanto a giovani talenti: sono queste le coordinate di Bach Project, l’attesissimo ritorno della prima compagnia di danza italiana sul palcoscenico del Teatro Alighieri di Ravenna. Aterballetto è in scena sabato 6 alle 20.30 e domenica 7 aprile alle 15.30 con un dittico dedicato a Johann Sebastian Bach: da una parte la nuovissima coreografia (ha debuttato ad autunno 2018) Domus aurea del giovane Diego Tortelli, che si misura con l’immortale Bach forte della riscrittura di Giorgio Colombo Taccani (musiche eseguite live dall’Ensemble Sentieri Selvaggi) e degli spa-
JAZZ/1
zi creati con la luce da Massimo Uberti; dall’altra Sarabande, un pezzo del 1990 del coreografo ceco Jiří Kylia’n, che si muove con un affascinante struttura circolare tra livelli musicali ed espressivi diversi. Bach Project è l’appuntamento conclusivo del percorso danza della stagione 2018/19. Ultimo appuntamento anche per “Seminaria”, il progetto che invita gli allievi di danza a lavorare sul palcoscenico dell’Alighieri con maîtres de ballet e ballerini delle compagnie ospiti (singolo appuntamento 15 euro), con la possibilità di assistere al riscaldamento al termine della lezione. In quest’occasione sarà Ivana Mastroviti di Aterballetto a guidare la masterclass in programma domenica 7 aprile, dalle 10 alle 12.30. Info: promozione@ravennafestival.org.
JAZZ/2
Il trio di Luca di Luzio al Salone dei Mosaici Continuano le serata jazz al Salone dei Mosaici di Ravenna: giovedì 4 aprile dalle 20.30 si esibirà la resident band del sassofonista Alessandro Scala; sabato 6 sempre alle 20.30 ecco il “Blue’s Room Trio” del chitarrista cesenate Luca di Luzio.
Ultimi due concerti al bistrò Rossini Ultimi due concerti al bistrò Rossini di Faenza. Giovedì 4 aprile sul palco The Latin Quarters, tra jazz e folklore latinoamericano. Giovedì 11 aprile la stagione si conclude con l’appuntamento affidato agli Allievi dei Corsi di Jazz della Scuola Sarti di Faenza. Concerti dalle 22.
A Ravenna da segnalare l’ultimo appuntamento della rassegna Mikrokosmi, la domenica mattina alle 11 alla sala Corelli del teatro Alighieri. Il 7 aprile il Trio di Imola (violino, violoncello e pianoforte, nella foto) sarà impegnato tra le armonie di Mozart e Brahms.
A Bagnacavallo Tiziano Bagnati e la sua tiorba “sola” Il 10 aprile (ore 21) la terza edizione di “Bagnacavallo Classica – Libera la Musica” si chiuderà al teatro Goldoni con Tiziano Bagnati, collaboratore storico degli organizzatori della rassegna di Accademia Bizantina. In programma un concerto dedicato a uno strumento particolare dal titolo “Caratteri e visioni: la tiorba sola”. Bagnati ha partecipato come solista e come continuista alla realizzazione di opere barocche allestite da enti lirici fra cui il Teatro alla Scala di Milano, il Comunale di Firenze, La Fenice di Venezia, nonché dai maggiori teatri europei.
Ultimi due concerti a Russi per la rassegna di musica sacra
A FUSIGNANO UN QUARTETTO CHE UNISCE L’ARGENTINA AL GIAPPONE I Gaia Cuatro saranno protagonisti del concerto che si terrà venerdì 5 aprile alle 21 all’Auditorium Corelli di Fusignano nell’ambito del festival Crossroads. Si tratta di un quartetto nel quale si fondono, con un tocco jazzistico, le espressioni musicali dell’Argentina e del Giappone.
Proseguono i concerti della seconda edizione della rassegna corale di musica sacra di Russi che si terranno nella Chiesa Arcipretale di piazza Farini: domenica 7 aprile, alle ore 17, si esibirà l’ensemble corale "Voceversa" di Biella; omenica 12 maggio chiude la rassegna il Coro del Duomo di Innsbruck.
CULTURA / 27 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
LA RASSEGNA Tornano i concerti (e le foto) nelle aziende della Bassa Romagna Mèsa e Indianizer per i primi due “Ingranaggi musicali” Parte venerdì 5 aprile la quinta edizione del progetto “Ingranaggi musicali”, che porterà anche quest’anno cinque concerti in altrettante aziende della Bassa Romagna (nella foto un momento dell’edizione 2018). Un filo conduttore sarà anche la fotografia, un collettivo di giovani fotografi (Cecilia Murgia, Roberta Casadei, Valentina Levrini, Matteo Cavina, Matteo Cicinelli, Nicola Baldazzi, Valerio Visani) ha esplorato le imprese durante i momenti di produzione e creato una mostra dedicata al lavoro. Il proggetto sarà affiancato dalle illustrazioni di Marco Nascosi. Gli eventi live, inoltre, saranno introdotti da “olio per ingranaggi”, brevi speech radiofonici realizzati dai giovani speaker di Radio Sonora. Il primo appuntamento è per venerdì 5 aprile al Maglificio Capelli di Bagnacavallo (via Caduti del lavoro 16) con Mèsa, musicista e cantautrice romana di origini siciliane. Venerdì 12 aprile ci si sposterà a Lugo, alla Centro Energia Edilizia di via Piratello 76. Per l’occasione si esibiranno i torinesi Indianizer, ispirati – si legge nella cartella stampa – “dai deliri selvaggi degli Animal Collective, dalle ritmiche tropicali dei Django Django, gli Os Mutantes e il movimento Tropicalia e il kraut-rock dei Can”. La rassegna proseguirà poi in maggio. Tutti i concerti sono a ingresso libero e iniziano alle 19.
ROCK
ANTICIPAZIONE
IL FESTIVAL DEI CIRCOLI ARCI Parte giovedì 11 aprile il festival “InfestArci”, progetto di Arci Ravenna che ha lo scopo di valorizzare i circoli Arci della provincia. Giovedì 11 la rassegna verrà presentata alle 17.30 alla Rocca Brancaleone di Ravenna, dove si terrà anche la performance artistica di Abra Degli Esposti dell’associazione Ribellarti. In serata, alle 21, al Brainstorm di Fusignano concerto rock con tre band locali note anche al di fuori dei confini provinciali come Cacao, Horseloverfat e Aldi dallo Spazio (nella foto).
ROCK & DINTORNI La chitarra sarda preparata di Paolo Angeli al Clandestino Concerti di caratura internazionale come sempre al Clandestino di Faenza che giovedì 4 aprile ospita gli australiani Vintage Crop (post-punk); sabato 6 invece arrivano i bolognesi Yonic South (garage, indie-rock). Appuntamento lontano dal rock quello di lunedì 8 aprile quando al Clandestino suonerà Paolo Angeli, musicista innovativo noto in tutto il mondo, inventore della sua chitarra sarda preparata, sorta di chitarra orchestra, per un viaggio tra jazz, folk, noise, pop minimale, post-rock.
Dagger Moth e Ginevra al Moog Continuano i concerti del Moog di Ravenna. Giovedì 4 aprile l’appuntamento è con Dagger Moth, progetto tra canzone e suoni sperimentali della chitarrista ferrarese Sara Ardizzoni, membro aggiunto dei Massimo Volume in tour. Giovedì 11, invece, concerto di Ginevra, cantante e cantautrice debuttante, nata a Torino, di stanza a Milano.
I SUNDAY MORNING E I TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI AL BRONSON Venerdì 5 aprile al Bronson di Madonna dell’Albero serata a ingresso gratuito per il “party” di uscita di Four, il nuovo album dei cesenati Sunday Morning (nella foto un dettaglio della copertina) pubblicato dall’etichetta dello stesso Bronson. Il loro è un alt-rock influenzato dagli Stati Uniti. In apertura i ravennati Yesterday Will Be Great. Il giorno dopo, sabato 6, al Bronson invece uno dei nomi storici della scena di rock alternativo italiana, i Tre Allegri Ragazzi Morti, in tour per presentare il loro ultimo album, Sindacato del sogno.
Poison Ivies, tra blues e ska al Cinetico Sabato 6 aprile al Bike Bar Cinetico di Montaletto di Cervia concerto dei Poison Ivies and the Steady, band emiliana che si muove tra New Orleans rhythm’n’blues e doo-wop oscuro, con un sapore jamaicano di matrice ska.
Al Dock 61 il concerto di Federico Ossani Sabato 6 aprile dalle 21 al circolo Arci Dock 61 di Ravenna concerto del debuttante faentino Federico Ossani, chitarrista e cantante folk/pop.
28 / CINEMA
“IL CINEMA RITROVATO”
RAVENNA&DINTORNI 4-10/4/2019
ven. 5 : ore 21 • sab. 6: ore 18.45 - 21 dom. 7: ore 16.45 - 18.45 - 21 (2018) di M. Heller lun. 8 - mar. 9: ore 18.30 gio. 4: ore 21.00 lun. 8 - mar. 9: ore 21.15 mer. 10: ore 21 mer. 10: ore 18.30 in lingua originale gio. 11: ore 21 in lingua originale gio. 11: ore 18.30 in lingua orig. sott. ital. sottotitolato italiano sottotitolato italiano Via Ponte Marino 19 • Ravenna Centro • www.cinemamarianiravenna.com • Cinema Mariani - Ravenna
• Cinemacity • Ravenna
“2DAYS CULT MOVIE”
(2018) di C.Eastwood gio. 4: ore 18.30 in lingua orig. sott. ital.
(2018) di Bill Holderman (1962 ) di F. Truffaut VERSIONE RESTAURATA
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Lo spietato
di Renato De Maria lun. e mar.: 17.40-20.20
Shazam!
di David F. Sandberg fer.: 17.45-20.40-21.15-22.55; sab. e dom.: 14.50-17.4520.40-21.15-22.55
Noi (v.m. 14)
di Rupert Wyatt fer., sab. e dom.: p.u. 17.40
gio.: p.u. 18.30 (proiezione in lingua originale)
Peppermint L’angelo della vendetta
sab. e dom.: 15.20-15.50-17.45-18.1020.25-22.45; lun., mar. e mer.: 20.25-22.45
• Cinema Jolly •
Bentornato Presidente!
di Pierre Morel fer.: p.u. 17.40; sab. e dom.: 15-18.40
A un metro da te
di Justin Baldoni fer.: 17.40-20.20; sab. e dom.: 15-17.40-20.20
Dolceroma
Instant Family
Ravenna
Il viaggio di Yao
di Philippe Godeau gio., ven. e mar.: p.u. 21; sab.: 18.30-21.15; dom.: 16-18.30-21
M.I.A. La cattiva ragazza della musica
di Fabio Resinaro fer.: 17.50-20.20-22.45; sab. e dom.: 15.05-17.50-20.20-22.45
di Sean Anders fer. (escluso lun. e mar.): p.u. 18; sab. e dom.: p.u. 16
di Stephen Loveridge lun.: p.u. 21 (ingresso libero)
Book Club Tutto può succedere
Il professore e il pazzo
• Cinedream •
Bene ma non benissimo di Francesco Mandelli fer., sab. e dom.: p.u. 17.45
Una giusta causa
di Mimi Leder fer.: p.u. 20.15; sab. e dom.: 14.50-20.15
Dumbo
di Tim Burton gio.: 17.40-18.30-20.15-22.45; fer. (escluso gio.): 17.40-18.30-20.1521.10-22.45; sab. e dom.: 14.50-15.1016-17.40-18.30-20.15-21.10-22.45
Bentornato Presidente!
di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi fer.: 17.50-20.20-22.40; sab. e dom.: 15.10-17.50-20.20-22.40
di Farhad Safinia fer.: p.u. 20.10; sab. e dom.: 17.25-20.10
Captain Marvel
di Anna Boden, Ryan Fleck fer. (escluso lun. e mar.), sab. e dom.: 20.15-22.55; lun. e mar.: p.u. 22.55
Noi (v.m. 14)
Ravenna
Jules e Jim
Dolceroma
di François Truffaut gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale per “Il Cinema Ritrovato”)
Il corriere - The Mule
di Clint Eastwood gio.: p.u. 18.30 (proiezione in lingua originale)
Book Club Tutto può succedere
Border - Creature di confine (v.m. 14)
Dragon Trainer Il mondo nascosto
Captive State
Il campione
di Leonardo D'Agostini lun.: p.u. 20.30 (anteprima)
• Cinema Mariani •
di Nicholas McCarthy fer., sab. e dom.: p.u. 22.55
di Ali Abbasi fer., sab. e dom.: p.u. 22.55; gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale svedese con sottotitoli in italiano)
Faenza
di Jordan Peele gio. e ven.: 17.40-20.20-22.45; sab. e dom.: 15.15-17.40-20.20-22.45; lun., mar. e mer.: 20.20-22.45
di Bill Holderman ven. e mer.: p.u. 21; sab.: 18.45-21; dom.: 16.45-18.45-21; lun. e mar.: p.u. 18.30; gio. 11/4: p.u. 21 (proiezione in lingua originale)
The Prodigy - Il figlio del male (v.m. 14)
APRILE
• Cinema Jolly • Russi
Non sposate le mie figlie 2
di Jordan Peele fer.: 17.40-20.15-22.55; sab. e dom.: 15-17.40-20.15-22.55
di Bill Holderman fer.: 17.45-20.15-22.40; sab. e dom.: 15.10-17.45-20.15-22.40
DA GIOVEDÌ 4 A MERCOLEDÌ 10
di Dean DeBlois sab.: p.u. 17; dom.: p.u. 15
Copia originale
di Marielle Heller lun. e mar.: p.u. 21.15; mer.: p.u. 18.30;
di Fabio Resinaro gio. e ven.: 17.50-19.50-22.45; sab. e dom.: 15.20-17.50-19.50-22.45; lun., mar. e mer.: 19.50-22.45
Book Club Tutto può succedere
di Bill Holderman gio. e ven.: 17.45-20.20; sab. e dom.: 15.20-17.45-20.20; lun., mar. e mer.: p.u. 20.20
Shazam!
di David F. Sandberg gio. e ven.: 17.35-20.10-22.45; sab. e dom.: 15-17.35-20.10-22.45; lun., mar. e mer.: 20.10-22.45
Una giusta causa
di Mimi Leder fer., sab. e dom.: p.u. 21.45
Dumbo
di Tim Burton gio. e ven.: 17.45-18.10-20.25-22.45;
di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi gio. e ven.: 17.45-20.35; sab. e dom.: 15.35-17.45-20.35; mar. e mer.: p.u. 20.35
• Cinema Sarti • Faenza
Book Club Tutto può succedere di Bill Holderman
di Philippe de Chauveron dom.: p.u. 21
• Cinema Gulliver • Alfonsine
Il professore e il pazzo di Farhad Safinia ven., sab., dom. e lun.: p.u. 21
The Prodigy - Il figlio del male (v.m. 14)
• Cinema Moderno •
A un metro da te
di Sebastián Lelio sab. e dom.: p.u. 21
Fusignano
di Nicholas McCarthy gio., ven., sab., dom. e mer.: p.u. 22.45
Gloria Bell
di Justin Baldoni gio., ven., sab. e dom.: 17.40-20.2022.45; lun., mar. e mer.: 20.20-22.45
• Cinema Moderno • Castel Bolognese
Captain Marvel
di Anna Boden, Ryan Fleck gio., ven. e mer.: p.u. 20.15; sab. e dom.: 15.20-20.15
La favorita
di Yorgos Lanthimos gio.: p.u. 21
Escape Room
di Adam Robitel fer. (escluso lun.), sab. e dom.: p.u. 22.45
A Star is Born
di Bradley Cooper lun.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano)
Il professore e il pazzo
di Farhad Safinia mar.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale per la rassegna “English Movie”)
fer. (escluso gio.): p.u. 21; sab.: 18.30-21; dom.: 16-18.15-21
• Cinema Europa • Faenza
Border - Creature di confine (v.m. 14)
di Ali Abbasi gio., ven., sab., dom. e mer.: p.u. 21; gio. 11/4: p.u. 21 (proiezione in lingua originale inglese con sottotitoli in italiano)
• Cinema Italia •
• Cinema San Rocco •
Il viaggio di Yao
Book Club Tutto può succedere
Faenza
di Philippe Godeau gio., ven., sab., mar. e mer.: p.u. 21; dom.: 17-19-21
Dragon Trainer Il mondo nascosto
di Dean DeBlois sab.: p.u. 17; dom.: p.u. 15
Gloria Bell
Lugo
di Bill Holderman ven. e mer.: p.u. 21; sab.: 20.30-22.30; dom.: 17-19-21
• Cinema di Palazzo Vecchio • Bagnacavallo
Domani è un altro giorno
di Sebastián Lelio lun.: p.u. 21.15
di Simone Spada ven., sab. e dom.: p.u. 21.15
Asterix e il segreto della pozione magica
di Alexandre Astier, Louis Clichy sab.: p.u. 17.15; dom.: p.u. 15.15
Momenti di trascurabile felicità di Daniele Luchetti sab.: p.u. 21; dom.: 17.30-21
• Cinema Sarti • Cervia
Ersilio Il cardinal Tonini, i media come pulpito di Roberto Vecchi gio.: p.u. 20.45 (ingresso libero)
Non sposate le mie figlie 2 di Philippe de Chauveron sab. e lun.: p.u. 21; dom.: 17-21
Tutto liscio
di Igor Maltagliati mar.: p.u. 20.45 (anteprima con la presenza del regista e alcuni attori)
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JUNIOR / 29 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
TEATRO/1 TEATRO/2 Alla Casa delle Marionette la leggenda di Azzurrina
La gallinella rossa va in scena per aiutare l’Enpa
Terzo appuntamento della minirassegna “Una primavera di burattini” alla Casa delle Marionette di vicolo Padenna 4. Sabato 6 aprile alle 16.30 va in scena Azzurrina, narrazione per attori e pupazzi per bambini a partire dai 6 anni, di e con Mariasole Brusa. Si tratta della storia della bambina Azzurrina di Montebello che da secoli affascina migliaia di persone e continua a far sospirare chi si avventura per i corridoio di pietra del castello in provincia di Rimini. Raccontata con delicatezza ma anche ironia con uno stile surreale a metà tra Tim Burton e Dalì attraverso l’uso di varie tecniche del teatro di figura (pupazzi, ombre cinesi, oggetti) e danza. Per prenotazioni e informazioni: biglietto unico bambini/adulti 5 euro, 392 6664211.
Domenica al Masini di Faenza la compagna Tanti Cosi Progetti
LA FESTA Al Museo NatuRa di Sant’Alberto un pomeriggio di giochi e laboratori Il Museo NatuRa di Sant’Alberto sabato 6 aprile dalle 14 alle 18 sarà animato dalla festa di primavera, un pomeriggio con passeggiate, cacce al tesoro e laboratori dedicato ai più piccoli. Dalle 14 alle 18 visite alle collezioni museali abbinando l’attività gioco “Ci metto il becco a primavera” rivolta a bambini dai 5 anni in su; alle ore 14.30 partirà dal Museo la passeggiata di primavera per andare alla ricerca di fiori, farfalle e uccelli lungo gli argini del fiume e delle Valli; alle 15 negli spazi del Museo si svolgerà un laboratorio creativo dedicato alla natura e ai colori della primavera rivolto a bambini dai 4 anni in su; dopo la pausa merenda delle ore 16.15 il programma terminerà con la caccia al tesoro di primavera delle ore 16.45. Per partecipare è necessaria la prenotazione. Per info e prenotazioni Museo NatuRa: 0544 528710 natura@atlantide.nettuiti.
Domenica 7 aprile alle 16 il Teatro Masini di Faenza ospiterà lo spettacolo per bambini e famiglie La gallinella rossa della compagnia Tcp Tanti Cosi Progetti. L’evento è organizzato per beneficenza in collaborazione con Enpa Faenza: il ricavato sarà infatti devoluto a favore del canile Rifugio del Cane di Faenza. Lo spettacolo, realizzato con pupazzi e oggetti musicali, è scritto e interpretato da Danilo Conti e narra il rapporto degli animali della fattoria con la gallinella che li sprona ad agire, e che, nonostante la loro indolenza e indifferenza, infine, li ritroverà uniti perché compresa la trasformazione a cui hanno assistito, sapranno mettere a frutto in modo collettivo l’esperienza che hanno vissuto. Prenotazioni telefoniche (0546 21306): tutti i giorni feriali dalle ore 10 alle ore 13. Il giorno di spettacolo la Biglietteria del Teatro Masini aprirà alle ore 15. Biglietti: 5 euro (posto unico, non sono previste riduzioni). Info: 0546 21306 e www.accademiaperduta.it
FIDO IN AFF
IDO
GREMLINS “La bellezza è negli occhi di chi guarda” non potrebbe trovare migliore espressione nel caso di questo scricciolo di nonnetto, col suo sorriso storto e il musetto imbiancato. Circa 13 anni, da sempre in canile, questo piccoletto va d’accordo con le cagnoline femmine, non ama essere troppo manipolato da chi non conosce ma ama tantissimo la compagnia umana. Chi lo adotterà potrà usufruire delle agevolazioni del progetto “Adotta un nonno”. Per conoscerlo e adottarlo, chiamate: cell. 349 6123736
ADOTTAM ICI SOFIA Sofia ha sei mesi è molto dolce e tranquilla, va d’accordo con altri gatti, cerca una famiglia che la accolga per sempre. Per conoscerla e adottarla, chiamate: cell. 339 8952135
IL CICLO Quattro incontri dedicati al difficile “mestiere” di genitore A partire da giovedì 4 aprile, alle 20.30, nella sala consiliare della sede decentrata di Piangipane, in piazza XXII giugno 1944, si terrà una serie di incontri dedicati al difficile “mestiere” del genitore. Con Valentina Lolli, psicologa e psicoterapeuta, verranno trattate tematiche attuali e spesso motivo di conflitto nel rapporto genitoriale, con l'obiettivo di fornire un supporto e gli strumenti di conoscenza, lettura e interpretazione dei comportamenti che accompagnano la crescita e lo sviluppo della personalità dei figli. Il calendario prevede i seguenti incontri, tutti programmati per le 20.30: giovedì 4 aprile - Come crescere figli imperfetti; giovedì 18 aprile - Ansia e timidezza nei bambini; giovedì 9 maggio - Educare alla non violenza; giovedì 23 maggio - Adolescenza e comportamenti a rischio. Gli incontri sono rivolti a tutti i genitori di bambine e bambini della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado e sono gratuiti; si può partecipare anche ai singoli incontri. Info: 0544/485750 bgentile@comune.ra.it.
FARMACIE DI TURNO + APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30 DAL 4 AL 6 APRILE PONTE NUOVO via Romea 121 tel. 0544 61068; COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; COMUNALE 5 viale delle Nazioni 77 (Marina di Ravenna) - tel. 0544 530507; BOSCHINI via Piangipane 293 (Piangipane) - tel. 0544 418868. DAL7 AL 13 APRILE SAN BIAGIO via Maggiore 6 tel. 0544 212684; COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; SAVARNA via Savarna 243 (Savarna) tel. 0544 533631; CAMERINI via Petrosa 381 (San Pietro in Campiano) - tel. 0544 576143.
+ APERTURA TUTTI I GIORNI DELL’ANNO, FESTIVI COMPRESI, 24 ORE AL GIORNO servizio diurno 8 - 22.30 servizio notturno a chiamata 22.30 - 8 COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 tel. 0544 402514. + Per info www.farmacieravenna.com
30 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 4-10 aprile 2019
VITIVINICOLTURA SCUOLA DI CUCINA A “Saperi e saperi” in Darsena Pop Up lezioni su tre specialità giapponesi, pesti e paste
VILLANOVA I cibi fermentati all’Ecomuseo
Questa settimana la scuola di cucina “Saperi e sapori”, guidata dalla maestra di cucina Rosella Mengozzi, a Darsena Pop Up, propone due suggestivi appuntamenti ai fornelli con lezioni e degustazioni. Giovedì 4 aprile, dalle ore 19.30, è in programma una serata all'insegna della “Cucina Giapponese, a cura dello chef Nuccio Brancato che insegnerà i partecipanti a realizzare piatti della tradizione orientale quali Ramen, Udon e Gyoza (costo per lezione, dispensa, attestato, e degustazione, 50 euro). Sabato 6 aprile, invece lezione pomeridiana a dalle ore 15.30, dedicata a “Pesti e paste, la primavera che arriva”, dove Rosella insegnerà a fare sfiziosi pesti con erbe e primizie, anche con materie prime di recupero, per condire paste fatte in casa di solo farina, acqua ed erbe aromatiche essiccate. Info e prenotazioni tel. 348 1539975
Proseguono i trebbi dedicati alla fermentazione all’Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova di Bagnacavallo. Si inizierà giovedì 4 aprile con “Spontaneo, selvatico e buono: a tavola con erbe e fiori”, per proseguire poi l’11 aprile con “Detergenti ecoenzimatici: riutilizziamo gli scarti vegetali” e concludere il ciclo il 18 aprile con “Ripasso in padella: riepilogo delle lezioni dei trebbi”. Le serate, con inizio alle 18, saranno condotte da Mariella Dalpozzo e Federico Scudellari. Mariella Dalpozzo è studiosa e membro di Ferment Academy e cofondatrice del progetto I pilastri della salute con Luce di Solara per diffondere le tecniche di fermentazione, mentre Scudellari è un giovane chef che collabora con Slow Food Bassa Romagna e altre realtà per proporre una cucina che parte dalle tradizioni con un accurato studio delle materie prime naturali e delle nuove tecnologie. «Il cibo fermentato, ricco di forza vitale e di nutrimento – spiegano gli organizzatori dei trebbi – è un vero toccasana per il corpo. Sapientemente accostato ai cibi che tradizionalmente portiamo in tavola, fa veramente la differenza in termini di gusto e soprattutto di salute, con grande attenzione da parte di medici e chef». Prenotazione obbligatoria: 0545-47122, erbepalustri.associazione@gmail. com.
Nuovi spazi ospitali a Tenuta Masselina
LO STAPPATO
Da un vecchio fienile ricavati anche una bottaia e un locale per le anfore
Dal Nebbiolo Dirupi al Moscato di Dogliotti di Fabio Magnani - glistappati@gmail.com
Questa settimana vi propongo uno stappato multiplo. Una serie di assaggi di alcuni vini che potete trovare nei locali di Ravenna. Partiamo con il “Nebbiolo della Valtellina Dirupi” 2016 dall’omonima azienda: un vino intenso nel frutto, impreziosito da leggere spezie con un palato severo ma molto legato al territorio. Interessanti i vini della cantina bolzanina “Castel Salleg”. A parte il Traminer, tendenzialmente troppo amaro, con il resto è difficile sbagliare dal Muller Thurgau fino al Pinot Nero si tratta di vini ben bilanciati che giocano sulla piacevolezza immediata. Un buon “Prosecco di Valdobbiadene Brut” è quello di“Gemin Spumanti”: floreale con un lieve tocco citrino e una bolla setosa a confortare il palato. Infine il “Moscato d’Asti dolce” 2018 dell’azienda “Dogliotti” intenso e pulito con piacevoli note di frutta matura e muschio.
Sono stati inaugurati recentemente nuovi spazi produttivi e aperti al pubblico alla Masselina, l’azienda vitivinicola di proprietà Terre Cevico. Sorge sulle colline di Castel Bolognese nel cuore della sottozona Serra su terroir fra i più vocati di Romagna nella produzione di Sangiovese. Nei suoi 16 ettari di vigneto tutto biologico, sono presenti vitigni autoctoni come Albana, Sangiovese, Trebbiano e Grechetto gentile (Pignoletto). Una tenuta con una forte identità territoriale che diventa racconto ed esperienza attraverso visite in cantina e percorsi nel vigneto, degustazioni ed eventi. La nuova struttura, che ha visto il recupero architettonico di un classico fienile romagnolo, è interamente realizzata con gli standard più evoluti di sostenibilità ambientale ed energetica è immersa nei vigneti e nel bosco. Per l’acqua calda e il riscaldamento viene utilizzato il calore captato da 14 pozzi geotermici e buona parte dell’energia elettrica è generata da pannelli fotovoltaici. Oltre agli spazi di accoglienza per i visitatori è stata realizzata anche la bottaia, un locale per la produzione dello spumante metodo classico ed ricavato uno spazio dedicato ai vini nelle anfore. Gli enoturisti potranno fruire dei servizi anche su prenotazione utilizzando l’apposito link dal sito www.masselina.it
AGRITURISMO
MASSARI
Ristorante agrituristico con degustazione dei piatti tipici tradizionali Cerimonie e banchetti-Cene aziendali-Fattoria didattica
Menù di Pasqua di Cristina e Silvia
APP Tre di Briscola
Cucina Romagnola
Via Petrosa, 164/a Campiano, Ravenna Tel. 0544 562063 Cell. 340 9741264 infotredibriscola@libero.it
Pasta fatta in casa, tagliatelle, cappelletti, ravioli, strozzapreti, passatelli, ravioli di zucca, tortelli alla lastra,
PIADINA pizza fritta, squacquerone e fichi e tanti altri piatti da scoprire
Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena dalle 11:30 alle 14:30 e dalle 18 alle 24
Chiuso il mercoledì sera È gradita la prenotazione
e Pasquetta
Antipasto pasquale Crespelle agli asparagi Strozzapreti al ragù di agnello e carciofi (o al ragù) Agnello al forno ed in umido oppure carne ai ferri (salsiccia, pollo, coppa e pancetta) Patate rustiche fritte Torta della nonna con confettura di ciliegie e mascarpone alle pesche Acqua compresa - € 30,00 cad. MENU BIMBI: Strozzapreti al ragù o al pomodoro Cotoletta o salsiccia ai ferri con patate fritte Mascarpone al cioccolato Acqua compresa - €10.00 cad. A TUTTI SARANNO OFFERTI LA GRAPPA E IL LIMONCELLO DELLA CASA
CONSELICE (RA) - via Coronella, 110 - Tel. 0545.980013 - Fax 0545.980035 agriturismomassari@virgilio.it www.agriturismomassari.it agriturismomassari
GUSTO / 31 4-10 aprile 2019 RAVENNA&DINTORNI
NUOVA GESTIONE
ROCCA BRANCALEONE, NEL PARCO UN COCKTAIL BAR-RISTORANTE «CHE PROFUMA DI LONDRA» Riaperto nelle scorse settimane il parco con la nuova gestione, inaugura sabato 6 aprile anche il bar della Rocca Brancaleone. Del tutto rinnovato grazie a Officina Meme, sarà – come lo descrivono i nuovi gestori sui social – “un cocktail bar e cucina con cocktail, birra, pizza e hamburger in un ambiente che profuma un po’ di Londra”. A gestirlo la “famiglia” di Akàmì Casa&bottega e del Bar Ristretto, i due locali che tanto successo stanno ottenendo in Darsena Pop Up. L’inaugurazione sarà un evento aperto a tutti: bambini, famiglie, appassionati della storia della Rocca e anche della movida. In programma infatti dalle 17 alle 19 iniziative per bambini in collaborazione con Muka Loca; alle 19 i saluti e l’apertura ufficiale e poi a seguire fino alle 22 dj set a cura di Club Adriatico.
CERVIA
POZZETTO ALLE AIE Proseguono gli appuntamenti promossi dall’associazione culturale Casa delle Aie di Cervia. Venerdì 5 aprile 2019, alle 21, nel Teatrino è in programma un incontro con Graziano Pozzetto, noto gastronomo e scrittore che ripercorrerà l’itinerario culturale alle spalle della trentina di opere che Pozzetto ha realizzato finora.
CENA/1 Al Felix una serata con Slow Food con l’alleanza dei cuochi
CENA/2 Al Salone dei Mosaici un delitto da risolvere
La condotta Slow Food di Ravenna organizza per il 12 aprile la cena dell’alleanza dei cuochi. Alle 20.30 al ristorante Felix di Milano Marittima l’appuntamento con la rete che riunisce cuochi di tutto il mondo impegnati a difendere la biodiversità, i saperi gastronomici tradizionali, le culture locali e i produttori che li preservano. Per l’appuntamento di Ravenna numero massimo di partecipanti 40, info e prenotazioni 335-375212 (Mauro Zanarini), contributo per i soci 48 euro (53 per gli amici).
Ritorna al salone al Salone dei Mosaici di Ravenna, in via IX Febbraio, la cena con delitto. Venerdì 5 aprile alle 20.30 un nuovo mistero da risolvere. Saranno i commensali ad aiutare il Commissario Boso a risolvere il giallo. Il tono della serata sarà frizzante, con ampie concessioni al comico. Per info e prenotazioni: 366-9366252.
COSE BUONE DI CASA Ecco i tordelli lucchesi dal ripieno succulento di Angela Schiavina
Ecco la ricetta per preparare il tordello lucchese un tipico piatto di pasta fresca ripiena della zona di Lucca e della Versilia, che vi consiglio per squisitezza Ingredienti per 4 persone: (sfoglia) 400 gr. di farina 00, 3 uova, 1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva, un pizzico di sale; (ripieno) 250 gr. di lonza di maiale in un solo pezzo, 350 gr. di polpa di manzo in un solo pezzo, 50 gr di mortadella, 150 gr. di salsiccia fresca toscana senza pelle, uno spicchio d’aglio, un ciuffo di pepolino (timo selvatico toscano), 100 gr. di pane toscano raffermo ammollato nel brodo e ben strizzato, 150 gr. di bieta già cotta con burro e aglio, olio evo, un rametto di rosmarino, 1/2 bicchiere di vino rosso, un bicchiere di brodo vegetale, 3 foglie di salvia, un pizzico di noce moscata, 80 gr. di pecorino toscano grattugiato, pepe, un rametto di prezzemolo; (ragù) una cipolla, una costa di sedano, 1/2 bicchiere di vino rosso toscano, una carota, uno spicchio d’aglio; olio evo, 500 gr. di carne macinata (manzo-maiale-salsiccia fresca), 3 foglie d’alloro, un pizzico di noce moscata, sale, pepe, 1/2 cucchiaino di cannella, 500 gr. di pomodori pelati. Preparazione: (ripieno) la sera precedente cucinate un arrosto
con le carni con aglio, abbondante pepolino, rosmarino, salvia, un filo d’olio d’oliva, vino rosso e brodo vegetale. Va messo in forno a 180° per circa 2 ore (se occorre aggiungete brodo durante la cottura). Una volta pronto togliete lo spicchio d’aglio e macinate la carne con gli aromi assieme al pane. Unite la mortadella, noce moscata, pecorino toscano, pepe, prezzemolo e la bieta cotta. Tritate tutto e mettete da parte; (sfoglia) su una spianatoia versate la farina a fontana ed inserite le uova, il sale e l’olio evo. Mescolate tutto prima con la forchetta partendo dal centroe, poi con le mani fino a formare una palla omogenea e compatta. Chiudetela nella pellicola e lasciatela riposare 30 minuti poi tiratela e coppatela con un tagliapasta circolare di circa 5 cm di diametro. Mettete un cucchiaino di ripieno al centro e chiudete i tordelli a mezzaluna e sigillate il contorno coi rebbi di una forchetta. Posizionate i tordelli ben distanziati su un vassoio di cartone spolverato di farina, in un luogo fresco; (ragù) tritate sedano, carota e cipolla e versate in un tegame con olio e alloro. Fate imbiondire un paio di minuti e poi unite le carni macinate. che devono rosolare bene, quindi sfumate a fuoco vivo col vino rosso. A fiamma bassa aggiungete le spezie e i pelati passati con un passaverdura. Regolate di sale e cuocete a fuoco lento con coperchio per 3 ore, aggiungendo di tanto in tanto, se necessario un pò d’acqua o brodo vegetale. Fate bollire i tordelli in abbondante acqua. Quando saranno cotti estraeteli con una ramina facendoli sgocciolare bene e conditeli con abbondante ragù ed un cucchiaio di parmigiano se gradite. I tordelli una volta preparati si possono congelare.
MENÙ DI PASQUA E PASQUETTA 2019 Menù di pesce Antipasto Salmone marinato da noi profumato al gin-tonic Tonno salato con panna acida e polvere di capperi Piccolo gratinato di mazzancolle, scampi e capesante Primo Risotto “Acquarello tenuta Colombarda” alla marinara Secondo Filettino di pescato del giorno con asparagi e tartufo Dolce-dessert Crumble al cioccolato, crema di ricotta profumata all’arancia, salsa al pistacchio In abbinamento ½ bottiglia a testa Mionetto Vivo Extra Dry Verdicchio Serra del Conte d.o.c. Al prezzo totale di euro 38,00
Menù di carne Antipasto Salumi "Podere Cadassa" con formaggio di Malga DOP Tortino di parmigiano con salsa con noci e spinacino Primo Cappelletto della tradizione con asparagi e tartufo Secondo Costolette di agnello fritte Faraona ripiena con guanciale iberico e porcini Dolce-dessert Crumble al cioccolato, crema di ricotta profumata all’arancia, salsa al pistacchio In abbinamento ½ bottiglia a testa Mionetto Vivo Extra Dry Sangiovese Le More di Castelluccio Al prezzo totale di euro 38,00
VIALE DELLE AMERICHE, 120 - Villaggio Teodorico - PUNTA MARINA TERME (RA) T. 0544 437166 / 331 6332089 - delizieazzurre@gmail.com - www.delizieazzurre.it servizio da asporto / no barriere architettoniche - CHIUSO IL LUNEDÌ - gradita la prenotazione
32
RAVENNA&DINTORNI 4 aprile 10 aprile 2019
ABITARE IL TERRITORIO
Nuova ricerca sulla qualità della vita: Ravenna al dodicesimo posto in Italia Si tratta dello studio reso noto dal quotidiano “Avvenire”, realizzato in collaborazione con la Scuola di Economia Civile, con parametri inediti. In testa Bolzano Ravenna è la dodicesima città in Italia come qualità della vita secondo una nuova ricerca del quotidiano “Avvenire”, realizzata in collaborazione con la Scuola di economia civile e con il supporto di Federcasse. Si tratta – è spiegato nell’introduzione alla ricerca – di una classifica del “Ben-vivere nei territori” che tiene conto di una complessità di fattori tra cui demografia e famiglia, salute, impegno civile, ambiente, turismo e cultura, servizi alla persona, legalità e sicurezza, lavoro, inclusione economica, capitale umano, accoglienza. Privilegiando gli aspetti che i recenti studi empirici su soddisfazione e senso della vita nelle aree urbanizzate dimostrano essere fondamentali. Ad esempio: la qualità dei servizi alla persona, la possibilità di realizzare e far crescere nuove iniziative economiche, l’offerta formativa, la salvaguardia dell’ambiente, la capacità di accogliere e tutelare la vita e il buon abitare nelle sue varie forme e articolazioni. I ricercatori dell’Università di Roma Tor Vergata e della Lumsa, Lorenzo Semplici e Dalila De Rosa – coordinati dai docenti Leonardo Becchetti, Luigino Bruni e Vittorio Pelligra – hanno quindi rielaborato i dati a livello
provinciale di Istat e altre istituzioni. In testa alla classifica Bolzano davanti a Trento. Ottimi risultati dell’Emilia-Romagna che vede (prima di Ravenna) Parma al quinto posto, Bologna all’ottavo e Modena all’undicesimo.
SPAZI COMMERCIALI Indagine Confcommercio: vetrine nei centri storici sempre più spente Continua lo stillicidio di chiusure dei piccoli e spazi commerciali nelle città del territorio. Meno 10 percento. A tanto ammonta il calo dei negozi nei centri storici della provincia di Ravenna. Al contrario sono cresciuti hotel, bar e ristoranti. Lo rivela un'indagine dell'Ufficio Studi di Confcommercio realizzata su 120 città, analizzando l’andamento dello stock degli esercizi al dettaglio di 13 categorie merceologiche (tra cui alimentari, rivendite tabacchi, farmacie, carburanti, computer, telefonia, libri, giocattoli, tessili, abbigliamento, ferramenta, mobili, commercio ambulante) e degli alberghi e delle attività di ristorazione. La riduzione dei negozi “di vicinato” è dovuto a scelte relative a scarsa redditività e competizione con e-commerce, centri commerciali, parchi e outlet e ad una ridotta accessibilità da parte dei consumatori. «Il crescente fenomeno dei negozi sfitti nelle aree urbane – si legge in una nota dell’associazione di categoria ravennate – trova le sue cause, ad esempio, nella modifica del comportamento di acquisto, nella mancata corrispondenza tra l’offerta commerciale e la mutata domanda del consumatore, problemi di vivibilità, accessibilità e declino urbano. Purtroppo, le normative esistenti dimostrano una debolezza e un’incapacità di offrire soluzioni adeguate. Governare la complessità urbana richiede uno sforzo collettivo e investimenti mirati a favore di nuove politiche e modelli di sviluppo».
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RIDUZIONE DEL 10 PER CENTO DEL COSTO D’AFFITTO PER 14 MILA PERSONE SOLE CHE VIVONO NELLE CASE POPOLARI DEL TERRITORIO REGIONALE I Comuni potranno ridurre del 10 per cento l’affitto alle quasi 14 mila persone sole, con un reddito inferiore a 17mila euro di Isee, che vivono nelle case di Edilizia residenziale pubblica (Erp) dell’Emilia-Romagna. Il provvedimento è stato assunto dalla Giunta regionale con l’obiettivo di dare una mano ai nuclei familiari unipersonali, in particolare alle persone anziane, considerato che nel 65% dei casi (9.057) risultano composti da over 65enni. I destinatari sono perlopiù inquilini di vecchia data a reddito basso: una fascia di cittadini che si è pensato avesse bisogno di maggior tutela dopo le nuove modalità di calcolo dei canoni di locazione adottate con la riforma regionale del 2016; una riforma che oltre alle fasce di reddito ha introdotto altri parametri per la determinazione del calcolo del canone come la metratura, le caratteristiche qualitative dell’appartamento, il comune ela zona in cui è ubicato. Lo sconto sul canone introdotto dal provvedimento può essere applicato a due fasce di riferimento dell’utenza degli alloggi Erp: di accesso agli immobili, per cui è necessario avere un Isee compreso tra i 7.500 e 17.100 euro, e di protezione, una sorta di canone sociale riservato alle famiglie più povere, cioè quelle con un Isee massimo di 7.500 euro. Il provvedimento sarà ora portato all’esame dell’Assemblea legislativa per l’approvazione definitiva entro il mese di aprile. Dall’attività di monitoraggio condotta sul totale delle assegnazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica gestiti dalle Acer nelle nove province emiliano-romagnole risulta che al 31 dicembre 2017 (ultimo dato disponibile) gli alloggi occupati sono 49.517, su un numero complessivo di 55.560 (parte dei quali in via di assegnazione o in ristrutturazione).
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La giunta comunale di Ravenna ha approvato recentemente due progetti di edilizia pubblica scolastica per interventi nella scuola d’infanzia “Il pettirosso” nella frazione di Porto Fuori e nella scuola primaria “Garibaldi” di via Rubicone a Ravenna. Nel primo caso si tratta del rifacimento del manto di copertura piana (tetto) che comporterà una spesa di 94mila euro, nel secondo caso sono previsti invece interventi di miglioramento sismico che interesseranno il rinforzo di alcuni elementi in cemento armato e il rifacimento del tetto dell’atrio della scuola per una spesa di 750 mila euro. I lavori nella scuola d’infanzia “Il pettirosso” saranno eseguiti durante la prossima estate.
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Con le quattro tabelle a fianco delle ultime frazioni di Ravenna, si conclude la pubblicazione dei valori immobiliari del territorio comunale secondo le quotazioni elaborate dall’ufficio Studi Fimaa di Ravenna, rese note nel “Rapporto Immobiliare Fimaa/Confcommercio 2018”
CONSUMATORI CONSAPEVOLI
Attenzione alle varie utenze domestiche: servono contratti firmati e controfirmati Le nostre abitazioni hanno la necessità di servizi erogati da operatori in modo specifico nel campo della energia elettrica, del gas, dell’acqua e della telefonia, che assai spesso fa da supporto ad un servizio internet collegato ad attività lavorative e a motivi di studio. Purtroppo la nostra Associazione deve intervenire per difendere i propri associati e molti cittadini da interventi poco corretti e da conseguenti richieste di pagamenti non giustificati. La cosiddetta liberalizzazione dei servizi si è risolta in una privatizzazione che comporta da parte delle Ditte meno corrette anche costrizioni legate alla necessità di usufruire di servizi soprattutto per persone anziane, bambini ed ammalati. La Legge 40/2007 consente di passare da un operatore all’altro senza penali e con una minima spesa; però constatiamo che alcune Società pretendono di vincolare contratti per periodi molto lunghi e di fare richieste di pagamento per tutta la durata del contratto. Ciò avviene specie quando viene fatta un’offerta e si pretende la differenza del prezzo teorico del consumo o dell’uso. Intanto rammentiamo che il Regolamento Europeo del 14/06/2014 dà valore ai contratti telefonici solo se seguiti da un impegno firmato e controfirmato, che rispecchi esattamente ciò che è stato pattuito per telefono. Ciò non avviene nella maggioranza dei casi constatati. Un nostro associato ha richiesto l’integrazione di una linea internet sul proprio telefono fisso. Gli è stato risposto che non era possibile se non avviava una nuova linea telefonica, addirittura intestata ad altro famigliare; la proposta è stata accettata con l’intesa di abolire l’altro contratto. Invece per lungo tempo gli sono state recapitate due serie di bollette e solo a fatica si è potuto annullare il vecchio contratto con una denuncia per appropriazione indebita. A questo punto l’Associazione Consumatori CODICI consiglia di fare nuovi contratti o di modificare quelli esistenti presso centri autorizzati e di evitare il più possibile contatti telefonici e visite a domicilio di persone in genere non responsabili della Società che affermano di rappresentare. Occorre anche controllare periodicamente i pagamenti dell’eventuale domiciliazione bancaria, che va interrotta ad ogni irregolarità di spesa.
a cura di Codici Ravenna, consulente Carlo Benelli riceve su appuntamento il giovedì dalle 10 alle 12, via Sarti 5, tel 0544 35183 - carlobenelli@alice.it
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