R&D 05 03 2020

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FREEPRESS n. 852

5-11 MARZO 2020

CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT •

Prezzo € 0,08 COPIA OMAGGIO ISSN 2499-9460

ANTICO E FUTURO Dalla Rocca alla nuova piscina: recuperi, restauri e nuovi progetti

Una veduta aerea della Rocca Brancaleone a Ravenna, interessata da un progetto di copertura per rendere l’arena più fruibile


2 / VOCI

RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

PERIODICO DI INFORMAZIONE MULTICULTURALE a cura di Associazione Onnivoro in collaborazione con il Comune di Ravenna

Una settimana di azioni contro il razzismo Il 12 marzo proiezione e dibattito in collaborazione con l’Università

A marzo si svolge la settimana d’azione contro il razzismo. Il 21 marzo 1960 a Sharpeville forze dell’ordine sudafricane spararono sui manifestanti che protestavano contro l'Urban Areas Act, che imponeva ai sudafricani neri di esibire uno speciale permesso, se venivano fermati nelle aree riservate ai bianchi. Furono uccise 69 persone. Le Nazioni Unite condannarono duramente il massacro e nel 1966 istituirono il 21 marzo come la Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale. Nel mese di marzo in tutto il mondo si organizzano campagne ed iniziative per ricordare una delle pagine più sanguinose dell’apartheid in Sudafrica e sensibilizzare l’opinione pubblica. In Italia l'Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali (Unar) promuove la Settimana di azione contro il razzismo.Molte le iniziative organizzate in questo senso a Ravenna. Ve ne segnaliamo alcune che consigliamo. Giovedì 12 marzo alle 18 al Cinema Corso in via di Roma si terrà la proiezione del film: Stranger in paradise di Guido Hendrikx (Paesi Bassi 2017, 72’). In un’aula scolastica in Sicilia, alle porte della Fortezza Europa, dei rifugiati recentemente sbarcati assistono alla lezione di un insegnante dal comportamento decisamente scostante: prima li redarguisce, poco dopo si placa e gli dà il benvenuto. Al confine tra documentario e finzione, il film indaga i rapporti di potere tra Europa e migranti. L’Europa è rappresentata dall’insegnante, che porta all’esasperazione la classe prima con dichiarazioni provocatorie, poi con un benvenuto carico di complessi di colpa, e un atteggiamento frutto del compromesso tra i due estremi. Stranger in Paradise è un implacabile saggio sui meccanismi attraverso i quali l’Europa affronta la ricerca di felicità dei rifugiati. Il regista racconta: "Ho cercato di guardare alla Terra come dall’alto, evitando qualsiasi giudizio morale. In Sicilia incontrai alcuni dei migranti appena sbarcati, ed i loro sogni pieni di speranza per il futuro sembravano scontrarsi con un’Europa che aveva molto poco da offrirgli. Mi aveva colpito come chi è "felice" tratta il desiderio di felicità degli altri, ho sempre voluto rendere questo rapporto di potere non solo visibile, ma percepibile". Girato in Sicilia, in 3 atti che si svolgono in un'aula, in una situazione claustrofobica, che enfatizza/ accentua quel rapporto di forza. I protagonisti sono migranti, arrivati da alcuni giorni o da poche settimane. Dopo il film seguirà il dibattito con Virginia Costa (Servizio centrale SIPROIMI), Umberto Curi (Università di Padova), Carlo Galli (Università di Bologna) e Massimo Veneziani (Tg3-Rai). L’evento è organizzato da Università di Bologna, dipartimento di scienze giuridiche, campus di Ravenna e Comune di Ravenna, assessorato all'immigrazione.

INCONTRI Maraini, Hakuzwimana Ripanti, Lacey e Quirico: tornano le “Scritture di frontiera” Torna Scritture di Frontiera la rassegna di ScrittuRa festival e l’Assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna curata da Matteo Cavezzali per discutere con grandi autori e intellettuali come sta cambiano il mondo. Ad aprire sarà la grandissima Dacia Maraini, mercoledì 11 marzo alle 15.30 alla Biblioteca Classense, con un incontro in cui ripercorrendo i suoi libri racconterà la sua vita. Mercoledì 18 marzo alle 18 alla Classense sarà ospite Esperance Hakuzwimana Ripanti una delle più promettenti nuove intellettuali di seconda generazione. L’afroitaliana nata in Ruanda negli anni del genocidio ha scritto “E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana” (People). Sabato 21 marzo ore 18 al Mercato Coperto l’autrice americana che si è fatta notare come una delle voci più innovative della nuova letteratura d’oltre oceano: Catherine Lacey. Partendo dal suo ultimo romanzo “A me puoi dirlo” (SUR) l’autrice parlerà della letteratura americana ai tempi di Trump con Martina Testa, intellettuale, traduttrice ed esperta di letteratura americana. Mercoledì 1 aprile ore 18 alla Biblioteca Classense sarà ospite Domenico Quirico, inviato de La Stampa, che parlerà de “La sconfitta dell’occidente” (Neri Pozza). Tra i governi e il ceto politico dell’Occidente, emerge con chiarezza l’incapacità di affrontare il nuovo tipo di violenza organizzata del Ventunesimo secolo, in cui la distinzione tra guerra, crimine organizzato e violazione dei diritti umani contro le persone singole si è diluita e spenta.

IL PROGETTO AAA cercasi volontari per insegnare l’italiano a cittadini stranieri Il Comune di Ravenna e il Centro Provinciale per l'istruzione degli adulti cercano volontari per insegnare la lingua italiana agli stranieri. È sufficiente il diploma di maturità. Possono candidarsi studenti, pensionati e tutti i cittadini che vogliono impegnarsi nel volontariato. Il corso per i volontari, suddiviso in 16 ore su due mesi, parte in aprile presso la sede della Casa delle Culture in Piazza medaglie d'Oro a Ravenna. Per l’iscrizioni e informazioni : www.cpiaravenna.edu.it, sezione dedicata alla ricerca dei volontari oppure info@cpiara.it oppure tel. 0545.34199. Tale azione è complementare ai corsi già esistenti con insegnanti professionali del Cpia e di altri enti gestori di Fami. Purtroppo con i nuovi schemi di capitolato, in conseguenza del decreto sicurezza, l'insegnamento della lingua italiana non è più previsto per i centri di accoglienza dei richiedenti asilo. Inoltre esistono tante situazioni che richiedono interventi di poche ore, per poche persone, per le quali non si possono attivare i corsi di 50 ore con una partecipazione standard minima. È quindi un'azione che punta a completare l'offerta formativa complessiva, non si sostituisce assolutamente ai corsi esistenti, ma è funzionale a renderli più capillari ed efficaci. In attesa del ministero che deve decidere se modificare i capitolati per i Cas, reinserendo i corsi di italiano e ripristinando le risorse connesse. Intervento previsto dal progetto “SMART Sistema per il Miglioramento dell’Accoglienza sulla Rete Territoriale” nell’ambito dell’Avviso/invito prot. n. 13808 del 29/10/2018 relativo alla presentazione dei progetti finanziati dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione, di cui il Comune di Ravenna è Ente Capofila, partner: C.P.I.A. Ravenna, Università di Bologna – Dipartimento di Scienze Giuridiche, Comune di Bologna; Azienda Pubblica Servizi Alla Persona Cesena Valle Savio e soggetti aderenti: Azienda USL Romagna, Regione Emilia-Romagna, ANCI Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Comune di Parma, Comune di Russi, Questura di Ravenna, IOM International Organization for Migration, UNHCR United Nations High Commissioner for Refugees.


PUNTI DI VISTA / 3 5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

SOMMARIO

L’OPINIONE

L’OSSERVATORIO

4 POLITICA INTERVISTA A LIVERANI, COMMISSARIO DELLA LEGA

Sorpresa: nel mondo del lavoro ci sono troppe disparità di Federica Angelini

Non c’era bisogno del coronavirus per accorgersene, ma di certo l’emergenza ha acceso un riflettore su quello che normalmente è lì, ma rimane in ombra, ormai accettato come fosse una fatalità: la disparità dei trattamenti dei lavoratori. Nella scuola, ossia nel servizio pubblico, di cui ci siamo occupati la scorsa settimana e di cui si è occupata la politica, è quanto mai plastica: le scuole chiudono per ragioni di forza maggiore, i dipendenti statali o comunali non vanno al lavoro e ricevono il proprio stipendio come se ci andassero, educatori e altri lavoratori invece non svolgendo il proprio lavoro non possono essere pagati. Perché il datore di lavoro, tanto più se pubblico, non può pagare prestazioni non godute per non incorrere in un danno erariale. Dov’è lo scandalo? Lo scandalo è a monte: è nel fatto che quei lavoratori non siano internalizzati. È nel sistema dell’appalto di servizi di fatto sociali che però fa tanto comodo e ha fatto tanto comodo a tutti per tenere basse le tariffe, per garantire assistenza a costi ragionevoli, forse fin troppo ragionevoli. Perché poi a pagarli, di fatto, sono stati appunto in primis i lavoratori, naturalmente. Ma in questo caso specifico, in questa crisi trasversale che sembra non risparmiare nessuno, perché bisognerebbe curarsi più degli educatori, per dire, che degli interpreti di conferenza a cui è saltato il convegno? O dei musicisti che non hanno potuto suonare? E le guide turistiche? Certo, con gli educatori sappiamo da chi andare a bussare, ossia il Comune, che paga il servizio e che, in un gioco dei paradossi, rischia di risparmiare denaro dalla chiusura delle scuole per la mancata erogazione di servizi previsti (non solo quelli degli educatori, naturalmente). Soldi che sicuramente potranno servire ad alleviare gli effetti di questa crisi (per esempio alle famiglie non sarà chiesto di pagare servizi di cui non si è potuto usufruire). Ecco allora che nella complessità di una situazione senza precdenti, emergono in modo più netto tutte le contraddizioni, le fragilità, le ingiustizie del sistema di un lavoro fatto di subappalti, contratti a termine, prestazioni occasionali. Una realtà che riguarda il pubblico e il privato e soprattutto il mondo legato all’intrattenimento, alla cultura e al turismo, linfa vitale per il nostro territorio. La grande sfida che ci lancia il coronavirus forse sta anche qui: ripensare a tanti meccanismi che non sono in grado di reggere nemmeno il minimo (figuriamoci il massimo) imprevisto.

5 ECONOMIA IL PROGETTO ENI PER STOCCARE CO2

8 PRIMO PIANO PROGETTI E RECUPERI PER LA CITTÀ

14 SOCIETÀ MISURE E CONTROMISURE PER IL CORONAVIRUS

19 CULTURA

di Moldenke

Tra gli effetti di questa emergenza mai vista di coronavirus ce ne sono alcuni che, tanto per cercare di tirarci su il morale a vicenda, hanno qualcosa di tragicomico. - In Emilia-Romagna ha appena contratto il virus l’assessore alla Salute che ogni giorno ci aggiorna(va) sulla diffusione del virus. - Al pronto soccorso ci sono il 30 percento degli accessi in meno, la qualità dell’aria è migliorata e se ancora non siete convinti che tutta questa emergenza abbia anche dei lati positivi a Venezia pare vi offrano pure lo spritz.

LA DIVINA COMMEDIA ILLUSTRATA IN 100 METRI

- Le scuole in Emilia-Romagna sono chiuse ma i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, continuano ad allenarsi, anche nelle palestre di quelle stesse scuole che al mattino sono chiuse.

26 INSERTO

- Dopo le mascherine e l’Amuchina, il must del momento è girare con in tasca un metro, per tenere a distanza gli altri clienti in bar e ristoranti.

da pagina

Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Autorizzazione Gianluca Achilli, Maria Cristina Tribunale di Ravenna Giovannini (grafica). n. 1172 del 17 dicembre 2001 Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Anno XIX - n. 852 Galeati, Iacopo Gardelli, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Editore: Guandalini, Giorgia Lagosti, Fabio Edizioni e Comunicazione srl Magnani, Alessandro Montanari, Enrico Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Serena Simoni. Fotografie: Massimo Direttore Generale: Claudia Cuppi Argnani, Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Pubblicità: tel. 0544 408312 Illustrazioni: Gianluca Costantini. commerciale1@reclam.ra.it Area clienti: Denise Cavina tel. 335 Redazione: 7259872 - Amministrazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 Alice Baldassarri, redazione@ravennaedintorni.it amministrazione@reclam.ra.it Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. Stampa: Centro Servizi Editoriali srl 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) Stabilimento di Imola art. 1 comma 1 DCB

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Ridere per non piangere

- Anche a Ravenna hanno riaperto i musei, ma con precauzioni. Al Mar e a Classis, per esempio, gli ingressi sono contingentati. Nel senso che è tutto uguale a prima. (La tomba di Dante invece ha riaperto, giusto il tempo di richiudere per restauro) - La ragazza che è stata contagiata (per seconda) in provincia di Ravenna ha fatto sapere alla stampa che non è la fidanzata della prima persona contagiata (il calciatore di Lugo), come scritto dai quotidiani, ma soltanto l’ex fidanzata. Sono rimasti talmente in buoni rapporti, evidentemente, che al momento del contagio pare stessero scambiandosi saliva. - Il governo invita gli over 75 a restare a casa: sospiro di sollievo del sindaco che potrà finalmente smetterla di rispondere in consiglio comunale alle domande di Alvaro Ancisi.


4 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

L’INTERVISTA

Liverani: «Nella Lega manca la classe dirigente sui territori, ma a Faenza vinceremo noi» Il faentino, rieletto in consiglio regionale, è commissario del Carroccio in Romagna nel passaggio al nuovo partito chiamato Lega Salvini Premier. Al lavoro per le amministrative nella sua città a maggio: «Abbiamo la candidata»

Confermato con 3.045 voti in consiglio regionale lo scorso gennaio, risultando il più votato della Lega in provincia, il faentino Andrea Liverani è da qualche settimana anche commissario della Lega Nord Romagna ed è ora chiamato a gestire la partita delle amministrative nella sua città, mentre il partito sta affrontando una sorta di transizione verso un nuovo nome e un nuovo logo, Lega Salvini Premier. A maggio infatti Faenza, dove la Lega è storicamente molto forte, andrà al voto per rinnovare consiglio comunale e sindaco, dopo i dieci anni di Giovanni Malpezzi. Ad oggi ancora non c’è il nome di nemmeno un candidato. Consigliere Liverani, a che punto siamo con il passaggio verso il nuovo partito? Cosa ne sarà della «Si tratta di un passaggio delicato anche dal punto di vista burocratico ma stiamo procedendo. La Lega Nord continuerà ad esistere come soggetto a parte (anche per pagare i debiti, ndr.), ora stiamo lavorando sulla transizione al nuovo soggetto politico chiamato Lega Salvini Premier.». Ma nella nuova Lega ci saranno congressi, nuovi incarichi? La sensazione ultimamente da queste parti è che non siano mancate le divisioni interne… «Non appena il passaggio da vecchio a nuovo movimento sarà concluso, si avvierà la stagione dei congressi comunali, provinciali e regionali, così come previsto dallo statuto. Questo non è il momento delle divisioni e non voglio alimentarne, anche il nostro segretario Salvini ci ha chiesto compattezza. Le divisioni interne esistono ovunque, l’importante è procedere insieme

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Il consigliere Andrea Liverani

con un fine comune, scardinare un sistema di potere consolidato negli anni nel nostro territorio». A proposito di divisioni, il consigliere ravennate Gianfilippo Rolando è stato attaccato anche dagli altri esponenti del centrodestra e della Lega per la sua dichiarazione in cui equiparava la disforia di genere alla “disforia di specie”. Lei cosa ne pensa? «Credo che Rolando si sia espresso male e che abbia sbagliato, ma allo stesso tempo ha immediatamente chiesto scusa. Non credo ci fosse il bisogno di tornare sulla vicenda e di ingigantirla in questa maniera». Ha paura che qualcuno possa non condividere la scelta di cambiare nome al partito? «Personalmente credo tantissimo nel progetto di Matteo Salvini e nella nuova Lega, ma allo stesso tempo è normale che qualcuno storca il naso. Credo sinceramente che ci fosse il bisogno di cambiare e di slegarsi da alcune tematiche anacronistiche. Se qualcuno non se la sentirà di seguire questo progetto, mi dispiace, ma si guarda avanti.» Veniamo a Faenza. Cinque anni fa avete sfiorato l’impresa. Quest’anno siete più o meno forti di allora? «Siamo certamente più forti di allora, i dati delle ultime elezioni parlano chiaro. Ma è vero che cinque anni fa abbiamo fatto una corsa in solitaria come Lega e quindi prendere le decisioni o scegliere una linea era molto più facile e veloce. Pur con pochi mezzi a disposizione, 5 anni fa abbiamo sfiorato l’impresa, a oggi con una Lega forte e con un’alleanza ampia ce la possiamo fare. Credo però che sia necessaria anche la presenza del mondo civico all’interno della coalizione, perché solo tutti insieme, possiamo portare il cambiamento in città». Quando sapremo il candidato o la candidata? «Da parte della Leg, un nome c’è, ma per ora ce lo teniamo per noi. È una donna sotto i quaranta, con una grande esperienza lavorativa e una grande combattente. Abbiamo ancora un paio di passaggi da fare sia all’interno del partito che con gli alleati, dopo di che renderemo noto il nome». Una donna giovane, come Lucia Borgonzoni, che però alle Regionali ha perso… e ha perso soprattutto anche a Faenza. La preoccupa? «Partiamo dal presupposto che Lucia è un profilo politico, diverso da quello della candidata che ho in mente per Faenza. Durante le Regionali, ero convinto che ce l’avremmo fatta e invece sappiamo come è andata. Sono sicuro invece, che la nostra candidata su Faenza, potrà raccogliere molti consensi in maniera trasversale.» L’anno scorso nello stesso giorno la Lega ha vinto le Europee e perso le Amministrative in città come Cervia, Lugo e Russi… «Credo che all’interno della Lega manchi una vera e propria classe dirigente sui territori. Ora, anche grazie al passaggio da 7 a 15 consiglieri in Regione, avremo modo e possibilità di aumentare la presenza sul territorio e formare quindi una forte classe dirigente per il futuro, e tutto ciò è assolutamente positivo. Ultima cosa, ed è un consiglio che esprimo da sportivo, è che manca in tante persone la voglia di vincere.» Tornando a Faenza. Lì è forte Forza Nuova. È un mondo a cui in qualche modo vi rivolgete? «Cinque anni fa a Faenza Forza Nuova prese molti voti grazie al suo candidato sindaco, Mirco Santarelli, il quale pur avendo posizioni forti e spesso estreme che non condivido, è una brava persona, e ciò ha consentito alla sua lista di fare incetta di voti. Noi non ci rivolgiamo a Forza Nuova, noi chiediamo incondizionatamente a tutti di riporre in noi la loro fiducia, sia che siano di destra o di sinistra. Poi starà a loro decidere se votarci o meno, ma non ci sono e non ci saranno accordi.» Federica Angelini


ECONOMIA / 5 5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

LA PROSPETTIVA

Il progetto green di Eni per stoccare CO2 Descalzi: «A Ravenna una opportunità unica» L’Ad del colosso dell’energia ha spiegato come il riutilizzo di giacimenti esauriti potrebbe anche compensare i contraccolpi occupazionali legati alle limitazioni delle estrazioni di gas confermate dal Milleproroghe

I giacimenti di metano esauriti sotto al fondale del mare Adriatico al largo di Ravenna potrebbero diventare serbatoi per il contenimento di anidride carbonica prodotta dall’attività industriale, il cosiddetto processo di Descalzi a Ravenna cattura e stoccaggio per far fronte alla crenello scorso ottobre scente concentrazione in atmosfera di CO2 che concorre all'attuale riscaldamento terrestre. La prospettiva è stata delineata da Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni che il 28 febbraio ha presentato il piano strategico di lungo termine al 2050 che punta a una massiccia decarbonizzazione della produzione del Cane a Sei zampe. Tra le azioni per la riduzione dell’impronta carbonica del gruppo vanno quindi considerati «progetti per la cattura della CO2 – si legge in un documento di sintesi – per oltre 10 milioni di tonnellate annue al 2050, con un primo pro- sentendo inoltre il parziale riutilizzo delle tubazioni già getto allo studio per l’hub di Ravenna, dove sarà possibi- esistenti. Eni conta di terminare gli studi tecnici e le necessarie le convogliare nei campi a gas ormai esauriti dell’offshore adriatico la CO2 catturata dai limitrofi insediamenti verifiche del quadro regolatorio per il 2025 e poi passare all'esecuzione. Ma il progetto non si ferma a Ravenna: industriali e di generazione elettrica da gas». Secondo Descalzi a Ravenna c’è un’opportunità unica «Sulla base dell’esperienza di questi progetti italiani e di perché le possibilità di stoccaggio sono enormi, tra 300 e altre iniziative in corso nell’Unione europea e nel Regno 500 milioni di tonnellate, e la distanza dagli impianti che Unito, passeremo a progetti a livello mondiale per puntaemettono è ridotta permettendo così di mantenere costi re alla riduzione del'impronta di carbonio della nostra competitivi. Il tutto permetterebbe in teoria di compen- produzione gas. E l’obiettivo è quello di riiniettare dalle sare i contraccolpi occupazionali legati alle limitazioni ulteriori iniziative internazionali più di 5 milioni di tondelle estrazioni di gas decise nel Paese (il decreto Mille- nellate di CO2 l'anno per una capacita generale da 10 proroghe ha esteso la moratoria per le trivellazioni di al- milioni di tonnellate l’anno». Andrea Alberizia tri sei mesi dopo i diciotto che scadranno ad agosto), con-

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La cattura del diossido di carbonio per contrastare l’effetto serra La cattura e stoccaggio del diossido di carbonio (in inglese carbon capture and storage, Ccs) è un processo di confinamento geologico dell'anidride carbonica (CO2) prodotta da grandi impianti di combustione per far fronte alla crescente concentrazione in atmosfera di CO2 di origine antropica, un gas ad effetto serra che concorre all'attuale riscaldamento del globo. Una volta catturata attraverso diverse metodologie, la CO2 può essere trasportata, solitamente allo stato liquido, e iniettata in una trappola geologica che possa contenere tale gas per un periodo di tempo dell'ordine delle centinaia di anni. Di solito il sito geologico identificato come adatto allo stoccaggio è o un vecchio giacimento di idrocarburi ormai esaurito. Oppure la CO2 viene iniettata in un giacimento petrolifero (al posto di acqua o gas naturale) ripressurizzando il giacimento permettendo agli idrocarburi di risalire in superficie rimanendo, al contempo, intrappolata nel giacimento. Questa applicazione è stata una delle prime ad essere usata in Norvegia nei campi petroliferi del Mare del Nord. I rischi connessi alla possibilità offerta dalla tecnologia di confinamento della CO2 sono principalmente di due ordini: il rilascio imprevisto di massicci quantitativi di CO2 in seguito ad eventi geologici o altre modificazioni delle strutture di contenimento con il pericolo di asfissia per gli organismi in prossimità; una graduale e silente fuoriuscita in atmosfera prolungata nel tempo che renderebbe vano lo scopo dell’operazione stessa.

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8 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

LA POLEMICA

L’INTERVISTA

Gli architetti contro il Comune: «Per trasformare gli spazi pubblici servono i concorsi»

Rocca, piscina, ex caserma, stadio, uffici comunali, palasport: parla il sindaco

Le critiche dal presidente dell’ordine, dopo quelle degli Ingegneri: «Senza coinvolgere professionisti esterni, i risultati sono poveri...»

De Pascale sulle polemiche e le principali opere pubbliche attese a Ravenna

Un rendering della nuova Rocca Brancaleone, progetto criticato dal presidente dell’ordine degli Architetti e contestato anche dagli Ingegneri per la decisione del Comune di non aver bandito un concorso di progettazione. A destra il sindaco e rappresentanti delle istituzioni davanti alla Rocca nei giorni della presentazione del progetto

A due anni dalle polemiche sul nuovo palasport (di cui parliamo a pagina 11), torna d’attualità a Ravenna il dibattito sulla progettazione delle grandi opere pubbliche. E il tema su cui si interrogano i professionisti è sempre lo stesso, ossia, in estrema sintesi: perché il Comune non fa i concorsi? L’occasione è il progetto di recupero della Rocca Brancaleone, di cui si è parlato nelle scorse settimane, con 5 milioni di euro in arrivo dallo stato per la sua ristrutturazione e in particolare una “copertura” dell’arena al momento utilizzata per il cinema. Un progetto firmato dall’architetto Emilio Agostinelli della Soprintendenza e realizzato in collaborazione anche con i tecnici comunali, quindi (così come successe con il palazzetto) senza avvalersi di progettisti esterni. Una scelta che ha fatto già storcere il naso all’Ordine degli Ingegneri, che ha inviato al nostro giornale una lettera pubblicata sul numero scorso, e criticata ora anche dal presidente dell’ordine degli architetti ravennati, Luca Frontali, che in una nota parla di una «lodevole iniziativa guastata dall’assuefazione ad un metodo praticato dall’amministrazione ravennate (l’affidamento in house dei servizi di architettura evitando le procedure di concorso ad evidenza pubblica), che ha già dimostrato di produrre progetti poveri non nei proponimenti ma nel processo compositivo, all’interno del quale dovrebbero primeggiare, e competere, le qualità tecniche ed intellettuali di chi si cimenta quotidianamente con il progetto di architettura». Entrando nel merito del progetto della Rocca, secondo Frontali a non convincere è «l’enfasi, anche ingenua, riservata ad una atopica e convenzionale rappresentazione virtuale di una proposta di intervento ambiziosa». L’Ordine, infine, «in particolare nei processi di trasformazione e riqualificazione degli spazi pubblici della città», sostiene nella nota «la centralità del progetto di architettura (la cui rappresentazione non è necessariamente quella di un’opera d’arte, ma è tecnica ideativa e quindi composizione) ed ha avviato una serie di attività finalizzate a promuovere il concorso di progettazione quale strumento più idoneo per valorizzarlo e renderlo riconoscibile». Al coro si aggiunge infine Emilio Rambelli, di Nuovostudio, uno degli architetti più noti della

nostra provincia, da noi interpellato sul tema. «A parlare è la storia: per realizzare le più importanti opere pubbliche nel mondo si è sempre fatto un concorso, che è lo strumento che permette di scegliere “il migliore” tra i tanti. È un'ovvietà, ribadita anche recentemente dall'ordine nazionale degli architetti che promuove il cosiddetto concorso “in due gradi”, in cui la prima fase di selezione è aperta a tutti e premia il talento, un'idea, mentre la seconda dà la possibilità ai migliori di strutturarla. È una modalità anche piuttosto rapida e che permette di ricevere molte proposte , anche da giovani, e quindi di elevare la qualità complessiva. Con il nostro studio per esempio nei giorni scorsi abbiamo consegnato un progetto per il concorso in due fasi per la nuova sede dell'Agenzia delle Entrate di Bologna, all'ex caserma Perotti». Perché allora, il Comune di Ravenna, preferisce fare in casa? « Posso capire il sindaco, che ha voglia e magari fretta di fare, e forse vuole tenere le cose più sotto controllo. In realtà però si tratta di una scorciatoia, facilmente criticabile. Con un concorso pubblico di progetto, invece, tu, politico, sei inattaccabile: se fai scegliere a una giuria di chiara fama il migliore tra tanti arrivati, poi non potrà mai essere “colpa” tua. Senza considerare il fatto che si alimenterebbe un dibattito sul tema della progettazione che è sempre proficuo, e si premierebbe il merito». Secondo Rambelli, infine, l'ufficio dei Lavori pubblici di un Comune dovrebbe lavorare in primis «per gestire la città, non per fare grandi progetti, che andrebbero affidati a grandi progettisti. Forse dovrebbe piuttosto controllare i servizi e la manutenzione di una città, mettendo a disposizione le proprie capacità tecniche ed esperienza. Se poi vogliono fare “grandi” progetti anche loro, partecipino come tutti ai concorsi». (lu.ma.)

E Rambelli (Nuovostudio) rincara la dose: «L’ufficio Lavori Pubblici dovrebbe controllare servizi e manutenzione, non fare grandi progetti»

Abbiamo contattato il sindaco Michele de Pascale per una panoramica sulle principali opere pubbliche e sulle polemiche relative alla loro progettazione, di cui parliamo su questo numero del giornale. Sindaco, come l’avevano già contestata un paio d’anni fa per la decisione di far progettare internamente, agli uffici del Comune, il nuovo palazzetto dello sport, gli ordini provinciali degli ingegneri e degli architetti la stanno nuovamente criticando per aver deciso di non affidare a progettisti esterni, tramite concorso, un’altra importante opera pubblica, in questo caso la ristrutturazione della Rocca Brancaleone... «Il progetto della Rocca si basa su un finanziamento ministeriale di 5 milioni di euro che l’Amministrazione comunale ha potuto ottenere a fronte di una co-gestione dell’intera procedura fra Amministrazione e Soprintendenza, che di fatto finanzia l’opera (la Soprintendenza è come noto un organo periferico del ministero stesso, ndr) e quindi condivide anche il progetto, che per ora è solo a livello preliminare. In generale, sui concorsi, le esperienze sono variegate. Potrei per esempio citare la vicenda del palazzo dei Diamanti di Ferrara (dove è divampata la polemica sul progetto che ha vinto il concorso internazionale per un intervento nel giardino, con petizioni e conseguenti ritardi, ndr)... Noi abbiamo sempre sostenuto che in alcuni casi la progettazione è meglio affidarla a esterni, come abbiamo fatto per gli stradelli retrodunali (su cui però c’è stata un’ulteriore polemica per i soli due progetti arrivati, secondo i professionisti a causa della complessità del concorso, ndr) in altri crediamo sia più sensato utilizzare strutture di progettazione interna. L’unica convinzione che ho in questo campo è che chi realizza il progetto preliminare deve portarlo fino all’esecutivo». Tornando al nuovo palazzetto dello sport, avete da poco assegnato la gara, ma hanno partecipato solo due aziende, se lo aspettava? C’è chi dice che era un bando poco allettante... «Sicuramente non si è “largheggiato” nel capitolato, come invece si accusa spesso l’ente pubblico. Io vorrei che partecipassero sempre tante aziende ma evidentemente in questo caso non abbiamo sperperato denaro pubblico...». Siete in linea con i tempi? «Sono in corso di ottenimento le ultime autorizzazioni formali, forse questa fase si è prolungata più del previsto, ma siamo pienamente in linea con le previsioni (che sono quelle di inaugurare nel marzo del 2021 in tempo per l’Omc, ndr)». Ad aggiudicarsi i lavori è la stessa azienda che sta prolungando da alcuni anni il cantiere per i nuovi uffici comunali di via Berlinguer che avrebbero dovuto inaugurare un paio d’anni fa, ci sono rischi di trovarsi di fronte a nuovi intoppi? «Assolutamente no. In via Berlinguer a pesare sono state situazioni venutesi a creare in corso d’opera: da una parte le varianti al progetto; dall’altra i pagamenti, che le passate Amministrazioni avevano definito in parte in contanti e in parte in permute. La crisi economica ha pesato nella fase di definizione dei terreni da permutare e c’è stato uno stallo dovuto appunto ai pagamenti. Ma i lavori ora stanno proseguendo regolarmente e il 2020 sarà finalmente l’anno dell'insediamento degli uffici comunali in via Berlinguer». Altro tema caldo è quello della piscina. Il nuovo progetto (di cui parliamo a pagina 10) è stato presentato in Comune? «In questa fase non siamo autorizzati a dare informazioni su project financing, quello che ribadiamo è che abbiamo chiesto integrazioni al progetto presentato nel 2018 da Arco Lavori. Se i progetti saranno di più faremo, come prevede la legge, una comparazione per scegliere il migliore che poi sarà messo a gara per i lavori e la gestione, all’insegna della massima trasparenza. I progetti devono partire, come abbiamo detto, dalla realizzazione di una nuova vasca nell’area adiacente che abbiamo acquisito recentemente, per evitare chiusure all’attività durante il cantiere». I tempi? «Quando abbiamo stoppato il precedente progetto ci eravamo detti che era meglio metterci di più ma farlo bene, accontentando tutti. Diciamo che l’obiettivo ora è aprire il cantiere entro la legislatura (che termina nella primavera del 2021, ndr)». Nel frattempo, Ravenna potrebbe avere addirittura un nuovo stadio... «Diciamo che con il palasport e la piscina portiamo a compimento investimenti attesi da decenni. Lo stadio completerebbe un “trittico” inaspettato, ma al momento di-


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LA CURIOSITÀ

Il cantiere dei nuovi uffici comunali in via Berlinguer, a Ravenna, che secondo il sindaco verranno inaugurati quest’anno

IL PROGETTO DI PAOLO BOLZANI, PROGENITORE DELLA “COPERTURA” DELLA ROCCA E l’architetto escludeva un eventuale «ripristino filologico» L'attuale progetto di “copertura” della Rocca Brancaleone firmato da progettisti della Soprintendenza e del Comune di Ravenna ha una sorta di progenitore concepito nel 1991 per la sua tesi di laurea, dall'architetto ravennate Paolo Bolzani. Del progetto è stato realizzato anche un plastico (nella foto) che per diversi anni è stato custodito e visibile nella sede organizzativa del Ravenna Festival. Ecco come descrive Bolzani il suo lavoro, in un articolo apparso proprio su queste pagine nel maggio 2002, poi revisionato per il volume dello stesso autore Cronache e racconti architettura (edizioni Reclam, 2012). «Fin dal primo sguardo la Rocca appare come un’architettura di pura struttura, massiccia, in cui la prematura obsolescenza funzionale e ingenti prelievi […] hanno contribuito a creare un volto sfigurato, parzialmente attenuato dai restauri della Soprintendenza ai beni architettonici (1972 – 80), che è quello in cui il monumento mutilato sembra già un rudere archeologico. […] Si tratta in definitiva di un complesso monumentale che ha perduto l’immagine originaria [...] della quale sembra per lo meno avventuroso e scientificamente poco fondato un ripristino filologico (come invece pare sia orientato il nuovo progetto, ndr)». A questo proposito Bolzani progettava «una copertura a vela sospesa (3.200 metri quadrati coperti permanentemente, per una spesa di 3 miliardi di lire) rivolta a conservare le murature interne del manufatto e a proteggere dalla pioggia e dal sole le persone… L’idea è quella di aggiungere con rispettoso distacco accanto all’opera antica una “macchina” pensata per essere “al servizio” del monumento cui si accosta. Il linguaggio adottato usa un tipo strutturale “leggero”, high tech, che rivela immediatamente il suo essere “altro” dall’esistente, senza occultarne la vista. La Corte interna è intesa come una nuova piazza coperta […], destinata per eventi e attività a carattere contemporaneo in prevalenza di tipo teatrale, flessibili, partendo dalla rilettura del tipo di teatro elisabettiano, a galleria porticata perimetrale e con palcoscenico che si estende verso il centro della corte».

pende tutto dal Bologna, che sta facendo le proprie valutazioni. Vero è che, Bologna o non Bologna, nella prossima legislatura il tema andrà affrontato comunque, parametrato alle esigenze sportive (come noto il Bologna sta pensando di ristrutturare lo stadio di Ravenna per usarlo come alternativa in cui giocare durante i lavori per rifare il Dall’Ara, un intervento che potrebbe essere preludio a una collaborazione più stretta tra i club, ndr)». Infine, un accenno a un altro progetto di riqualificazione atteso da anni, quello dell’ex caserma Alighieri. I lavori per il parco sarebbero dovuti partire a fine 2019... «L’appalto è stato assegnato e i lavori inizieranno a giorni, grazie a un investimento da 3 milioni di euro (di cui metà in arrivo dalla Regione, per la bonifica dell’area e la realizzazione di un parco pubblico, ndr). Abbiamo poi contatti assidui con la Cassa depositi e prestiti (Spa controllata dal ministero dell’Economia, ndr) che ha effettuto un primo studio di fattibilità per la realizzazione dell’hotel nella parte “nobile” e a breve cercherà il partner a cui affidarsi per la gestione». Luca Manservisi

«I ritardi di via Berlinguer non sono dovuti all’azienda: quest’anno il cantiere finirà Sul palazzetto siamo in linea con i tempi previsti, i lavori per la nuova piscina partiranno entro la legislatura»

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10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

IMPIANTI SPORTIVI/1 Dieci società attaccano il sindaco Dieci società sportive del nuoto che svolgono attività in piscina a Ravenna hanno inviato una lettera al sindaco per chiedere un incontro urgente in cui avere chiarimenti sui tempi per rifare l’impianto, lamentando il silenzio dell’amministrazione dopo l’incontro avuto un anno fa: «La nostra voce non riesce ad arrivare nelle sale decisionali ». La lettera è stata divulgata dalla consigliera comunale Veronica Verlicchi (Pigna): «Queste realtà meritano le scuse di De Pascale»

Il futuro della piscina ancora incerto Arriva un altro (olimpionico) progetto Una società propone due vasche coperte da 50 metri. La Federazione: «Il top in Italia» Arco sta valutando se proseguire con la proposta: «Le critiche violente non invogliano» C’è un nuovo progetto per rifare la piscina comunale di Ravenna. Alla fine del 2019 un’impresa privata ha presentato al comitato dell’Emilia-Romagna della Federazione italiana nuoto (Fin) – l'organo di governo delle discipline natatorie affiliato al Coni – l’ipotesi di un project financing per rifare la “Gambi” in via Falconieri con la realizzazione di due vasche da 50 metri (dieci e otto corsie) al posto delle attuali da 50 e 25. «Sarebbe un impianto al top nel nostro Paese come quelli che oggi sono solo a Roma e Torino», spiega Pietro Speziali, presidente della Fin regionale, che ha visionato le carte. Non ci sono conferme ufficiali che il progetto sia stato già depositato negli uffici comunali per avviare l’iter verso il bando di gara. L’assessore ai Lavori pubblici e allo Sport, Roberto Fagnani, risponde così: «Al momento non siamo in grado di commentare. Se ci sono più progetti per noi è un fatto positivo che ci permette di valutare poi il migliore». Il riferimento è all’altra ipotesi, sempre in regime di project financing, proposta dal consorzio Arco Lavori a novembre 2018: la procedura si impantanò tra le polemiche politiche e fu il sindaco Michele de Pascale a intervenire in prima persona per sospendere il dibattito in consiglio comunale in attesa di avere da Arco un aggiornamento della proposta. Del nuovo progetto non si hanno molti dettagli. Si sa che il 15 gennaio scorso Speziali ha inviato alla società proponente una lettera protocollata su carta intestata Fin per testimoniare la sua piena promozione di quanto ha potuto visionare: «Un design moderno con una luminosità altissima – scrive il dirigente –, con minore dispersione energetica, con conseguente ridotto impatto sulle spese di gestione». Speziali si riserva un controllo dei particolari non desumibili dalla bozza ma da quanto gli è stato possibile esaminare si spinge a dire che «l’impianto potrà sicuramente ottenere l’omologazione da parte della federazione per manifestazioni di livello regionale, nazionale e internazionale». Il contenuto della lettera è stato divulgato dall’ex presidente del Csi Nuoto a Ravenna, Ernesto Randi, il 29 febbraio in occasione di una conferenza stampa. Ma né Randi né Speziali,

contattato telefonicamente, forniscono ulteriori dettagli sulla società che propone il progetto, sulla dimensione economica, su eventuali spazi ricreativi annessi, sui tempi di realizzazione e sui periodi di chiusura per il cantiere. Viene detto solo che le due vasche sarebbero realizzate affiancate, con le più moderne tecnologie: pontili mobili permetterebbero di dividerle in quattro vasche da 25 metri a seconda delle esigenze con la possibilità di modificare la lunghezza anche delle singole corsie. La struttura permetterebbe agli atleti di riscaldarsi in acqua fino a pochi minuti prima delle gare, una particolarità molto apprezzata dagli addetti ai lavori. Come detto il progetto di Arco per rifarla occupò l’agenda pubblica della politica per alcune settimane un anno fa. Spazi acqua invariati rispetto a oggi ma l’inserimento di una palestra fitness e un ristorante. In totale 13,5 milioni di euro. Il Comune annunciò che la giunta aveva approvato lo studio di fattibilità ritenendo l’opera di pubblica utilità. L’iter prevede che si passi in commissione consiliare e in consiglio comunale (fase in cui scoppiarono le polemiche un anno fa) per arrivare alla stesura del bando di gara aperto a chiunque. Se il promotore non risulta aggiudicatario può esercitare il diritto di prelazione se dichiara di impegnarsi ad adempiere alle obbligazioni contrat-

tuali alle medesime condizioni offerte dall’aggiudicatario. La modalità del project financing prevede che il privato realizzi l’opera a sue spese e in cambio dalla proprietà pubblica ne ottiene la gestione per un certo periodo in cui rientrare dei costi e maturare guadagni (nel caso di Arco la durata era di 25 anni). All’epoca dei fatti molte delle 14 società sportive che oggi convivono nell’acqua della “Gambi” – impianto che conta circa 170mila ingressi all’anno – lamentarono di non essere state coinvolte nella fase preliminare ma a scatenare la sollevazione fu soprattutto lo scenario ipotizzato di una chiusura di sei mesi per necessità di cantiere: in pochi erano disposti a credere che si possano rispettare i tempi. E così la giunta decise di metterci una pezza. Il Comune ha acquisito i quattromila mq di terreno che separano l’impianto da viale Alberti da utilizzare per costruire una vasca da 50 metri. Una volta messa in funzione quella, si interverrà sull’abbattimento del vecchio involucro per arrivare al completamento. L’amministrazione, come previsto dalla normativa, chiesa ad Arco di riformulare la sua proposta tenendo conto di questa indicazione. Da un punto di vista progettuale la modifica è già stata elaborata: «Abbiamo pensato a un edificio unico a forma di “C” rivolta verso il campo di atletica con un’area verde di relax –

Il terreno di 4mila mq tra la piscina e viale Alberti acquisito dal Comune per la realizzazione di una vasca da 50 metri che dovrà consentire di non interrompere l’attività di nuoto per rifare tutta la struttura. In alto a sinistra l’ingresso principale della piscina comunale, a destra gli accessi alla tribuna della vasca da 50 metri

spiega l’architetto Emilio Rambelli di Nuovostudio di Ravenna che segue la pratica per Arco –: sul lato di viale Alberti ci sarebbe la nuova vasca da 50 metri, su viale Falconieri invece la parte fitness e ristorante. Al posto dell’attuale vasca da 50 ne verrebbero realizzate due minori per tutta l’attività in acqua che non è agonistica». Il progetto teorico c’è. Vanno fatti tornare i conti: «La nostra proposta iniziale era basata su una struttura con spazi sportivi e di intrattenimento in una configurazione che ci sembrava realizzabile ed economicamente equilibrata – spiega Emiliano Battistini, direttore generale di Arco –. Il Comune ha chiesto delle modifiche e stiamo facendo le nostre valutazioni perché è uno stravolgimento importante: lo spazio acqua aumenta molto, quindi i costi di gestione sono diversi e dobbiamo capire se le modifiche consentono la sostenibilità dell’attività». Battistini non fa mistero che nella decisione finale avrà un peso non solo il criterio imprenditoriale: «Non ci aspettavamo di essere travolti da critiche così pesanti nella nostra città. Abbiamo visto una reazione molto aggressiva: facciamo opere in tutta Italia e non ci era mai capitato un clamore del genere per un progetto che non è particolarmente complesso. Resta il fatto, e lo dico anche da cittadino, che la questione piscina in qualche modo andrà risolta dal Comune perché la struttura ha bisogno di interventi». Del nuovo più recente progetto, ancora avvolto nell’ombra, Battistini non sa nulla: «Ognuno è libero di presentare le sue proposte e la decisione spetterà alla politica». Intanto Arco è di fatto nella gestione della piscina. Lo scorso agosto la società Pool 4.0, controllata al 51 percento dal consorzio, ha vinto il bando per un anno (prorogabile a due). L’altro 49 percento è di Davide Gilli che si occupa di piscine da trent’anni ed era nella società Nuova Sportiva che aveva la gestione fino a luglio: «Per l’idea che mi sono fatto dalla lettura dei giornali, credo che la differenza tra il progetto di Arco e quello annunciato di recente sia nella vocazione. Quello di Arco tiene in considerazione l’agonismo ma è più focalizzato su un uso della piscina per la comunità, pensando al nuovo come attività per il benessere e la salute. L’altro mi pare che punti quasi esclusivamente a dare spazi all’attività agonistica di alto livello ed è quindi comprensibile che abbia riscosso l’entusiasmo così esplicito della Federazione. Tutto legittimo ma sono impostazioni diverse. Io ricordo due numeri: gli atleti agonisti sono circa il 7 percento di chi entra in una vasca che a loro volta sono il 7 percento della popolazione attiva». Ora a condurre le danze sarà il Comune che sa di dover rifare la struttura risalente alla fine degli anni Settanta (vedi l’intervista al sindaco a pagina). Andrea Alberizia


PRIMO PIANO / 11 5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

IMPIANTI SPORTIVI/2

Nuovo palazzetto dello sport: in cantiere è il momento di piantare 900 pali di fondazione Solo due domande per il bando da 15 milioni, lavori aggiudicati alla Passarelli che sta facendo anche gli uffici comunali in via Berlinguer Il cantiere per la realizzazione del nuovo palazzetto dello sport nell’area del Pala De Andrè a ridosso di via Canale Molinetto – un’arena per eventi sportivi e concerti capace di variare la capienza fino a seimila posti – è operativo da alcuni mesi. Al momento sono in corso le attività di movimentazione terra e a fine mese inizierano le operazioni per piantare circa novecento pali di fondazione. Ad aggiudicarsi l’appalto per un totale di circa 15 milioni di euro (1 dalla Regione, 2 dallo stato, 3 dalla Camera di Commecio, il resto dal Comune) è stata la ditta Passarelli Spa, la stessa che sta completendo le palazzine per i nuovi uffici del Comune e di Arpae alle spalle del Palazzo degli Affari in viale Berliguer, nei pressi della questura. La busta consegnata dalla ditta di Napoli è una delle due che sono arrivate all’ufficio gare del Comune entro i termini (ne parliamo con il sindaco a pagina 8). Come mai solo due offerte per il bando di una gara così importante? Lo chiediamo a Emiliano Battistini, direttore generale di Arco che ogni anno partecipa a decine di concorsi in Italia. Il consorzio ravennate che riunisce 450 soci e fatturo 130 milioni all’anno ha appena presentato il progetto per la piscina di Ravenna (vedi pagina accanto), ha rifatto una piscina a Ferrara ma non si è presentato alla gara del palazzetto: «Di solito per appalti di questo tipo ci si aspetta più di due partecipanti, è vero. Noi abbiamo fatto uno studio tecnico-economico sulla base delle richieste fissate dal Comune e non lo abbiamo ritenuto di nostro interesse. Abbiamo fatto una valutazione: per un cantiere di quelle dimensioni a quei prezzi abbiamo pensato che fosse più opportuno investire il nostro tempo in altri progetti». Il manager entra nel detta-

Rendering del progetto elaborato dal Comune per il nuovo palazzetto dello sport di Ravenna

IMPIANTI SPORTIVI/3

IL VECCHIO BENELLI SOGNA DI RINASCERE CON IL BOLOGNA Lo stadio del 1966 potrebbe essere riqualificato dai rossoblù senza casa Nella mappa degli impianti sportivi della città di Ravenna quello che sicuramente presenta più di altri gli acciacchi del tempo è lo stadio di calcio inaugurato nel 1966. Il Benelli negli anni ha subito diversi interventi di ampliamento che ne hanno modificato la struttura di base in cemento con tribune in metallo. La capienza teorica è di 12mila posti ma attualmente è omologato solo per cinquemila, il minimo necessario per la serie C, perché alcune parti non sono più ritenute agibili visto la perdurante assenza di manutenzione specifica. Ora il vecchio Benelli potrebbe conoscere una nuova vita. Il Bologna Fc ha presentato il progetto per rifare il Dall’Ara nel capoluogo e ha bisogno di una casa provvisoria per le partite di serie A per almeno sei mesi di cantiere. Tra le ipotesi c’è proprio la migrazione a Ravenna dove la tifoseria locale è gemellata con i rossoblù (Cesena, Modena e Ferrara sono escluse per rivalità tra tifoserie). Ma servirebbe arrivare a 16mila posti di capienza, più altre strutture. Costo circa 8 milioni di euro. Ci penserà il Bologna? La trattativa è in corso, al tavolo si discute anche di un possibile ingresso del presidente del Bologna nella compagine societaria del Ravenna trasformando i giallorossi in un club satellite degli emiliani.

glio: «La committenza richiede una tempistica molto rigida perché l’opera deve essere pronta per la prossima edizione di Omc (la fiera dei petrolieri dal 24 marzo 2021, ndr) e questo è molto vincolante. Un intervento così importante vuol dire impiegare risorse professionali in maniera quasi esclusiva e le aziende possono ritenere di non volerlo fare. Non sempre, soprattutto in tempi recenti, crescere è un bene per un’impresa di costruzioni perché poi va gestito l’aspetto finanziario». (and.a.)

IMPIANTI SPORTIVI/4 Entro fine anno potrebbe partire il cantiere per una piscina da 25 metri a San Giuseppe Il rifacimento della piscina “Gambi” agita il mondo sportivo e politico ravennate ma in parallelo procede l’iter per la realizzazione di un’altra piscina in città. Entro il 2020 infatti dovrebbero arrivare i permessi dal Comune per la costruzione di un impianto con vasca da 25 metri (e altri spazi più piccoli a scopo ricreativo o educativo) al quartiere San Giuseppe, nei pressi dell’area sportiva adiacente a viale Mattei. Si tratta di una convenzione stipulata tra alcuni privati e il Comune ormai quasi 15 anni fa nell’ambito di uno dei cosiddetti “articoli 18” pianificati quando ancora l’edilizia sembrava non conoscere crisi. Il comparto è diviso in tre blocchi: spazi privati di interesse pubblico (soprattutto per il welfare), spazi più commerciali e un po’ di residenziale. In questo vasto progetto rientra la piscina dal costo di circa 3-4 milioni di euro, un extraonere che le imprese accettarono di realizzare per poi cederne la proprietà al pubblico. L’investimento è di Epi srl, Magnolia Immobiliare, Carburanti del Candiano (la società nata nell’ambito del gruppo Setramar per il progetto di un impianto a biodiesel a Porto Corsini, mai però decollato) e in piccole quote anche Acmar e Gruppo Nettuno. «Abbiamo predisposto il progetto preliminare – spiega il geometra Enrico Conti che segue una parte delle opere –. Ci auguriamo che l’ok al definitivo arrivi prima della fine dell’anno. Per la realizzazione della piscina dovrebbe bastare un po’ più di un anno. Ammesso che il Comune decida di proseguire: potrebbe anche valutare di chiederci un altro tipo di impianto al suo posto». La struttura sportiva doveva fare parte di una ambiziosa cittadella dello sport con campi da gioco, strutture, foresteria, spazi per universitari. Tutto dimenticato.

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12 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

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Chiesti (e ottenuti) i permessi per il cantiere di Villa Callegari, un recupero atteso da decenni

SANTA MARIA DELLE CROCI, UNO SPAZIO DA RECUPERARE Il Comune ha deciso di ridiscutere la convenzione per combattere l’incuria

Spazi di ristorazione e culturali. L’assessore: «Per la prima volta vediamo la buona volontà di un imprenditore su questo progetto» Oggetto di infinte dispute e da decenni in stato di abbandono, potrebbe finalmente conoscere nuova vita Villa Callegari, in via Faentina a Ravenna. La prudenza è d’obbligo, visto le tante delusioni che si sono succedute negli anni. L’amministrazione comunale, proprietaria del bene, l’aveva infatti data in concessione pluridecennale a una società di privati che però non aveva mai svolto i lavori di ripristino promessi e stabiliti dall’accordo. Nel 2017 finalmente una nuova società era subentarata nella concessione, ma ai primi del 2019 dei tre soci ne rimase uno soltanto, situazione che aveva lecitamente destato nuove preoccupazioni. Fortunamente, però, l’imprenditore rimasto, del settore costruzioni, non sembra voler recedere e anzi sembra intenzionato a procedere. «Abbiamo avuto anche una riunione di recente – ci racconta l’assessore Massimo Cameliani che da anni segue questa complicata vicenda ereditata dal passato – e l’imprenditore ci ha confermato l’intenzione di procedere. Certo è che fino a oggi nessuno aveva mai chiesto il permesso per iniziare i lavori di ristrutturazione e invece ora finalmente il permesso è stato chiesto e ottenuto». Del resto già a occhio nudo si vede che qualcosa si sta muovendo, il parco è stato ripulito e in effetti sembra che un cantiere potrebbe finalmente partire a breve. Per farci cosa? «Il piano originario e principale è quello della ristorazione – conferma Cameliani – e al piano di sopra di un centro culturale. Però nel parco c’è anche un chiosco che peraltro non è soggetto a vincoli (al contrario della villa, ndr.) e che può sicuramente essere utilizzato come bar o per somministrazione bevande. Se sono fiducioso? Diciamo che è la prima volta che vedo davvero la buona volontà di un imprenditore per il recupero della struttura. Speriamo sia la volta buona». La Villa è stata infatti al centro di molte vicissitudine e più volte portata all’attenzione pubblica dall’opposizione, in particolare da Lista per Ravenna. (fe. an.)

Sul prossimo numero di R&D in distribuzione dal 12 marzo

Anteprima

Ravenna Festival Magazine 2020

Quando si parla di patrimonio pubblico, di spazi culturali e della loro carenza rispetto alla molteplicità delle istanze proposte da tanti soggetti culturali di Ravenna, andrebbe evidenziato lo stato di incuria e sottoutilizzo in cui si trova da qualche tempo la chiesa sconsacrata di Santa Maria delle Croci in via Guaccimanni. Il suo aspetto attuale, quasi sempre chiuso e desolato, e le iniziative che ha ospitato negli ultimi anni non sono certo all’altezza delle sue potenzialità e di quello che ha rappresentato in passato come attivo e creativo spazio collaterale del Mar e delle attività espositive pubbliche fin dagli anni '90 (vedi ad esempio la pregevole serie di mostre di artisti contemporanei “No Border”, curate da Serena Simoni e Maria Rita Bentini). In anni recenti, la struttura è stata affidata dal Comune in concessione all’attiguo Liceo Artistico con eventi espositivi spesso “sconosciuti” al pubblico, e con esiti non proprio eclatanti. Peraltro lo spazio – che a quanto pare non ha problemi strutturali – avrebbe bisogno di una manutenzione per renderlo decoroso quanto merita, magari con semplici opere di rinasamento, stuccature e ritinteggiature, neppure tanto costose. L’assessorato comunale alla Cultura ha deciso di ridiscutere la concessione per rilanciare la qualità delle attività culturali in Santa Maria delle Croci, non solo a cura della scuola d’arte ma anche per altri soggetti e progetti. È noto, ad esempio un progetto presentato al Comune dall'attivissima associazione culturale Dis-ordine per la realizzazione di laboratori dimostrativi e incontri culturali. come avvenuto in occasione della Biennale del Mosaico 2019 . Vedremo se questo pregevole spazio (peraltro a due passi dalla zona dantesca) troverà nuove energie e risorse per tornare a risplendere. Fausto Piazza

INSERTO SPECIALE DI 12 PAGINE Anticipazioni e approfondimenti sugli eventi della prossima edizione della grande manifestazione artistica internazionale


PRIMO PIANO / 13 5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

CONSELICE

CERVIA

VILLA VERLICCHI TORNA A SPLENDERE COME CENTRO CULTURALE E DI AGGREGAZIONE L’edificio ottocentesco e il circostante parco oggetto di un restauro scientifico. Il 21 marzo l’inaugurazione Si chiamerà Dart (acronimo di “Domus delle Arti, delle Relazioni e del Turismo”) e avrà sede nell’ottocentesca Villa Verlicchi a Lavezzola il nuovo spazio culturale del Comune di Conselice. Per lanciare questi nuovi ambienti il Comune ha commissionato un apposito logo, ideato dal visual designer Jona Sbarzaglia. La riqualificazione dell’edificio sarà presentata al pubblico durante l’inaugurazione che si terrà sabato 21 marzo (salvo impeditmenti dovuti alle misure di contenimento del coronavirus) con una serie di eventi che rappresentano le anime delle diverse componenti del nuovo hub culturale: si darà spazio a musica, pittura, disegno, scultura, poesia nei vari momenti della giornata. Dentro la struttura al piano terra, oltre all’ampio spazio centrale disponibile per le esposizioni e le iniziative pubbliche sarà allestito il Museo del libro d’artista (Caba) e un infopoint turistico. Il primo e il secondo piano dell’edificio saranno un centro polivalente di La vista di come sarà servizi culturali e l’androne al piano terra con ospiteranno il spazio accoglienza e info point progetto artistico di Crac (Centro in Romagna Ricerca Arte Contemporanea), associazione che realizzerà un progetto culturale innovativo incentrato principalmente sull’arte contemporanea. L’associazione avrà la sede e propri spazi al secondo piano, mentre al primo piano sarà possibile organizzare mostre ed esposizioni artistiche temporanee aperte al pubblico. La villa, di proprietà del comune dal 1975, di origine Ottocentesca e che nel corso del tempo ha svolto più funzioni, era inutilizzata dal 2008 ed è stata appunto oggetto di un «restauro scientifico» dell’architetto Cristina Bucchi. Nel documento che ne spiega le caratteristiche si legge che «il progetto affronta il recupero e la valorizzazione dell’impianto architettonico della Villa, comunque ben conservato e ancora riconoscibile, cercando di coniugare le esigenze delle nuove funzioni con la conservazione delle peculiarità caratteristiche della fabbrica. Se da un lato gli interventi che nel corso del tempo hanno modificato profondamente i sistemi di orizzontamento, solai, dall’altro il sistema distributivo presenta ancora una forte connotazione, eccetto l’inserimento avvenuto per il vano ascensore. Il progetto quindi vuole definire attraverso l’attualizzazione degli spazi il sistema a salone passante della villa, riproponendo quelle logiche distributive tipiche dei sistemi di impianto di fine ottocento in cui le funzioni si diversificano e assumono valenze diverse in base al livello in cui ci si trova». Un importante lavoro di ripristino ha inoltre riguardato il parco in cui la villa è immersa che era stato lasciato in stato di abbandono e che invece sarà centrale anche per molte attività ricreative, ludiche e sportive.

UN CANTIERE COPERTO PER IL MAGAZZENO DARSENA Al via il cantiere del Magazzeno Darsena di Cervia in questi giorni, con un occhio all’estetico: l’edificio è stato in fatto coperto da grandi teli che tentano di minimizzare l’impatto estetico dei lavori in corso per riqualificare l’edificio che dovrà diventare una sorta, si legge nel sito del Comune di Cervia, «di grande piazza coperta con molteplici attività aperte tutto l'anno: benessere-spa, mercato coperto ed enogastronomia, show room e boutique, spazi culturali e per eventi, musica, spettacoli e concerti utilizzando anche il palco sull'acqua della darsena». I lavori devono terminare entro i primi mesi del 2021.

BAGNACAVALLO Interventi al palazzetto dello sport: il Comune si scusa per il ritardo nella progettazione Inizieranno a metà marzo i lavori di adeguamento sismico e di ampliamento dei servizi, in particolare gli spogliatoi, del Palazzetto dello Sport “Egisto Zattoni” di Bagnacavallo. Il valore complessivo dell’intervento è di 1.150.000 euro, di cui 930mila da contributo regionale e 220mila. «Progettazione e affidamento dei lavori – si legge in una nota del comune – data la complessità e l’importanza dell’intervento e alcune complicazioni legate all’affidamento stesso, hanno richiesto un tempo superiore a quello stimato. L’Amministrazione comunale si scusa del ritardo per i disagi arrecati alle scuole, ai ragazzi e alle loro famiglie e alle numerose società sportive che usufruiscono della struttura».

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FAENZA Slitta in autunno il completamento dei lavori nel palazzo del Podestà Non sarà il sindaco Giovanni Malpezzi a tagliare il nastro del ripristinato Palazzo del Podestà di Faenza, come invece aveva sperato di fare. I lavori di ripristino, in particolare del grande Salone dell’Arengo da anni in stato di abbandono, resi possibili grazie a un fondo europeo di 780mila euro, hanno subito ritardi. La complessità dell’intervento ha fatto sì che le diverse ditte coinvolte nei vari stralci abbiano bisogno di più tempo per concludere l’intervento che a questo punto potrebbe giungere nell’autunno del 2020.

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14 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

CORONAVIRUS/1

Crisi Covid-19: riaprono i musei ma non i teatri, lezioni sospese fino a metà marzo Molti istituti stanno sperimentano la didattica online in streaming. I visitatori dei beni culturali e i clienti di bar e ristoranti devono restare a una distanza di almeno un metro per evitare il rischio contagi. Ancora annullati gli eventi

Seconda settimana di chiusura delle scuole, dei cinema, dei teatri, seconda settimana di annullamento di concerti, presentazioni di libri, partite e di eventi che possano a qualsiasi titolo richiamare pubblico. Il 29 febbraio il governo in accordo con le regioni più colpite dall’epidemia di Covid-19, trasmessa dal nuovo coronavirus, tra cui appunto l’Emilia-Romagna, ha stabilito nuove drastiche misure in vigore, almeno al momento in cui andiamo in stampa, fino all’8 marzo. Rispetto a quelle in vigore nella settimana dal 23 all’1 marzo ci sono state alcune modifiche e alcuni allentamenti, ma i divieti e le limitazioni sono rimasti importanti. Il 4 marzo poi un ulteriore giro di vite: le lezioni di università e scuole restano sospese fino a metà marzo. Molte scuole superiori in città stanno supplendo con attività online e videolezioni o lo studio individuale con i compiti, anche per gli allievi delle scuole elmentari, inviati sui registri elettronici. Si attende la riapertura per lunedì 9 marzo, ma come era già stato deciso saranno comunque vietate le visite d’istruzione e qualsiasi evento che possa comportare per esempio la presenza di genitori o pubblico, come recite o lezioni aperte, fino al 15 marzo. E fino a quella data sarà necessario anche il certificato medico per essere riammessi a scuola dopo un’assenza superiore ai cinque giorni. Restano chiusi, come si diceva, i cinema, i teatri, le discoteche. Sono quindi annullati gli spettacoli e i concerti per la seconda settimana di fila con un grave danno economico per gli organizzatori e gli artisti coinvolti. In alcuni casi sono annullati, in altri rimandati a data da destinarsi. Da martedì 3 marzo sono invece stati riaperti i monumenti e i musei. In particolare a Ravenna l’annuncio è stato dal sindaco che ha simbolicamente riaperto la Tomba di Dante. L’indicazione è quella di garantire ingressi contingentati per poter assicurare almeno un metro di distanza tra le persone, la distanza minima per impedire un eventuale contagio. Ed è la distanza che dovrebbe essere tenuta anche nei luoghi aperti al pubblico come bar e ristoranti. Per questo c’è stato anche chi, come Maurizio Bucci ai Passatelli, ha deciso di togliere qualche tavolo.

CORONAVIRUS/3 Due casi in provincia: un atleta di 21 anni e un’amica 18enne, sono clinicamente guariti Il 28 febbraio si è registrato il primo caso di Covid-19, la malattia causata dal nuovo coronavirus Sars-Cov-2, in provincia di Ravenna. Si tratta di un 21enne residente a Lugo ma domiciliato fuori regione. Nei giorni precedenti da tale domicilio, si è spostato in pullman verso il luogo in cui si è tenuta una competizione sportiva, anch’essa fuori regione. Al rientro all’indomani della gara un altro ragazzo presente sul pullman con il lughese, e a sua volta residente fuori regione, presentava sintomi ed è poi risultato positivo al test da nuovo coronavirus. Anche il 21enne ha sviluppato i sintomi, febbre e tosse: senza accedere né al presidio ospedaliero di Lugo né all’ambulatorio di medicina generale, il giovane sportivo è stato messo in contatto telefonico con l’Igiene Pubblica la quale, svolto il colloquio, l’ha identificato come caso sospetto. L’Ausl ha attivato il 118 inviando una ambulanza al domicilio. È stato poi centralizzato agli infettivi di Ravenna col percorso 118 condiviso che prevede in questi casi l’esclusione del passaggio in pronto soccorso. Il ragazzo sta bene. Al momento in cui andiamo in stampa si è registrato solo un altro caso, una ragazza, contagiata dallo sportivo lughese. Entrambi i giovani sono da considerarsi clinicamente guariti.

A sinistra il sindaco Michele de Pascale riapre simbolicamente la Tomba di Dante. A destra una foto all’osteria I Passatelli dove sono stati tolti alcuni tavoli per garantire la distanza di almeno un metro consigliata per limitare i contagi

CORONAVIRUS/2

Tasse locali posticipate a dopo l’estate Il sindaco: «Pronti a fare la nostra parte» L’Amministrazione ha incontrato tutte le associazioni economiche e sindacali per capire come intervenire per arginare i danni economici dall’emergenza sanitaria Il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, insieme al cosa si intende fare per quello che riguarda la Tari e l’Ipresidente della Camera di commercio Giorgio Guberti, mu dovute dalle imprese. «Per quel che riguarda l’Imu ha riunito tutte le associazioni economiche e sindacali – dice il Sindaco – è chiaro che per alcune imprese sarà per fare il punto sulle misure contro il coronavirus indi- un beneficio mentre per altre, quelle che sono in affitto, cate dal Decreto della presidenza del consiglio dei mini- non lo sarà. Per questo mi faccio promotore di un apstri. «Ritengo che la coesione e la collaborazione tra pello ai proprietari che, come gesto di solidarietà e coetutti gli attori coinvolti – ha dichiarato De Pascale – sia rentemente alle proprie possibilità, concedano proroun elemento molto prezioso in questa situazione com- ghe almeno di pari importo ai loro affittuari». Inoltre è sempre il primo cittadino ad anplessa. È evidente che il danno econunciare che l’Amministrazione nomico diventa ogni giorno semContributi per gli affitti: sta lavorando per le rateizzazioni pre più significativo. Non abbiamo, di Ravenna Entrate per permettere per ora, elementi per capire se la siprorogata la scadenza eventuali congelamenti del rateo tuazione in essere sarà protratta o su richiesta. «Sul tema del credito se le misure prese dal Governo saPer evitare affollamenti negli uffi– termina il sindaco – sappiamo ranno modificate. C’è tutta la dici, i Comuni di Ravenna e Cervia che l’Abi si è già mossa, anche nei sponibilità da parte dell’Amminihanno reso possibile presentare confronti del Governo, per quanto strazione comunale a valutare indomanda di contributo per il pariguarda interventi sui mutui. Sogamento dei canoni di locazione sieme le azioni locali da mettere in nel mercato privato anche oltre la no a disposizione a fare incontri campo e sollecitare quelle di caratscadenza inizialmente prevista con gli istituti di credito per conditere regionale e nazionale». del 28 febbraio. videre informazioni e analizzare E così il primo cittadino ha anLa Regione consente di raccosituazioni territoriali. Nell’ambito nunciato alcune misure. Per Tosap gliere le domande anche oltre il della promozione turistica è ime Icp (tassa di occupazione del suotermine naturale, registrando coportante intervenire con azioni di lo pubblico e pubblicità permanenmunque la data di presentazione, promozione su vasta scala, alle ti), scadute il 31 gennaio, si sta vain attesa che la nuova giunta, la quali la Regione sta già pensando, lutando la possibilità di posticipare cui prima seduta sarà il 9 marzo, che però vanno messe in campo il termine ordinario di pagamento decida formalmente la nuova danel momento in cui si è in grado di almeno a dopo la stagione estiva, ta di scadenza del bando. rendere il territorio completamencosì come per le altre tasse locali te fruibile». maturate prima dell’estate. Stessa


SOCIETÀ / 15 5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

CORONAVIRUS/4

Scuola: per i lavoratori delle coop si spera nella cassa integrazione A rischio gli stipendi degli educatori. Se la chiusura dovesse protrarsi si valuta l’ipotesi di interventi a domicilio delle famiglie con ragazzi con handicap

Cosa succederà a quei lavoratori che non hanno potuto lavorare a causa della chiusura delle scuole per l’emergenza coronavirus? Ce ne eravamo occupati già la scorsa settimana e la questione martedì 3 marzo è arrivata in consiglio comunale grazie a due question time. Il tema riguarda in particolare gli educatori che lavorano per le cooperative che non hanno potuto appunto lavorare e che il Comune paga in base ai servizi erogati, secondo quanto previsto dall’appalto. In consiglio comunale sindaco e assessora all’istruzione hanno ribadito l’interesse del Comune di fronte a questa «debolezza del sistema». «Stiamo cercando di attenutare tutto quello che sta arrivando da un'emergenza senza precedenti - ha specificato Bakkali - Si tratta di chiusure che non si erano mai viste e che hanno peraltro un grande punto interrogativo in prospettiva. Abbiamo partecipato a tavoli con enti gestori del sistema integrato e sindacati di categoria e siamo tutti d’accordo che la strada maestra resta la cassa integrazione in deroga proprio per i lavoratori colpiti dall’emergenza coronavirus. Dobbiamo quindi ottenere che il decreto venga approvato e preveda queste misure. Inoltre, nel caso fossimo di fronte a ulteriori chiusure stiamo pensano a intervenire per andare anche in aiuto della famiglie, a partire da quelle che hanno minori con handicap, con interventi degli educatori a domicilio, stiamo valutando nuove progettualità». Sempre sollecitata su

questi temi, Bakkali specifica anche che non è all’ordine del giorno un’eventuale riduzione del contributo alle scuole cattoliche private convenzionate. «La nostra è una compartecipazione che è lungi da coprire il costo per bambino. Un’eventuale riduzione aprirebbe un problema nella tenuta del rapporto di coesione e anche nei confronti dei loro lavoratori». Il Comune quindi non intende lavarsi le mani dei lavoratori della scuola delle cooperative a cui ha appaltato pezzi di servizio (e che, ha specificato il sindaco, sarebbe impossibile internalizzare anche volendo per i vincoli rispetto al personale degli enti locali), ma nemmeno farsene direttamente carico almeno al momento. E la speranza, come per gli altri, resta nel decreto e nelle risorse statali e regionali. (fe. an.)

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CORONAVIRUS/5

LE FAMIGLIE NON PAGHERANNO LE RETTE DI NIDI E MENSE I servizi non goduti per la chiusura delle scuole non saranno addebitati L’amministrazione comunale di Ravenna informa che, per quanto riguarda nidi comunali e ristorazione di scuole infanzia statali e comunali, i servizi non fruiti dalle famiglie a causa della chiusura delle scuole per i recenti provvedimenti di Regione Emilia-Romagna e Governo nell’ambito delle azioni di contenimento della diffusione del Coronavirus, non dovranno essere pagati. Il Comune di Ravenna ha quindi stabilito al momento di sospendere la fatturazione di febbraio relativa a tali servizi, in quanto di propria diretta competenza, che riguardano 2.800 famiglie, mentre cerca di capire come rendere effettiva la decurtazione di quanto non dovuto. Come noto infatti la mensa delle scuole per l’infanzia, a differenza di quanto accade nelle primarie, è pagata con una quota mensile. Il Comune sta inoltre incontrando i soggetti gestori dei servizi educativi privati, per individuare le possibili misure volte a non fare gravare sulle famiglie costi per servizi non fruiti e sarà chiesto a Stato e/o Regione di intervenire con contribuzioni a sostegno delle famiglie e degli operatori economici interessati. Per quanto riguarda i servizi comunali che prevedono pagamenti forfetari annuali, le eventuali misure saranno valutate anche alla luce dei provvedimenti governativi che saranno previsti.

ORARI: Dal Lunedì al Sabato: Mattina: dalle 9:00 alle 13:30 - Pomeriggio: dalle 16:00 alle 19:30 Domenica chiuso


16 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

WELFARE

SPETTACOLO

PARTE LA PREVENDITA PER GLI APPUNTAMENTI DEL RAVENNA FESTIVAL Oltre sessanta appuntamenti tra il 3 giugno e il 19 luglio Giovedì 5 marzo si aprono le prevendite per tutti gli spettacoli del calendario estivo della XXXI edizione di Ravenna Festival, che anche quest’anno propone un programma ricco di oltre sessanta appuntamenti tra il 3 giugno e il 19 luglio, senza contare le rassegne quotidiane. I biglietti saranno disponibili alla Biglietteria del Teatro Alighieri, sul sito www.ravennafestival.org e attraverso la rete di prevendite ufficiali attiva presso tutte le filiali della Cassa di Ravenna, gli uffici Iat e i punti del circuito nazionale Vivaticket.

Una “via d’uscita” al gioco d’azzardo Uno sportello offre gratis consulenza e sostegno Un centinaio i casi seguiti dal Sert Il gioco d’azzardo patologico (Gap) in Italia è in crescita e coinvolge fasce sempre più estese e varie della popolazione: sono infatti in aumento le donne, gli anziani e gli adolescenti seguiti dai servizi specialistici. Si tratta di un fenomeno diventato una vera e propria piaga sociale, che investe non solo i singoli ma di conseguenza anche le famiglie. Nel comune di Ravenna sono un centinaio le persone seguite dal Sert, mentre la popolazione di giocatori problematici o patologici si aggirerebbe attorno alle 1.500 unità. A Ravenna è stato attivato da febbraio un nuovo sportello sociale (uno dei primi in regione) che, gratuitamente, offre orientamento, consulenza e sostegno ai giocatori d'azzardo e ai loro familiari. Si chiama Esc, per indicare metaforicamente una via d’uscita, si trova in via Venezia 26, è aperto tutti i giovedì, dalle 15 alle 18, ed è possibile accedervi su appuntamento. Da aprile è prevista l’apertura negli stessi orari anche il martedì.«È un servizio importante per tutti coloro che sono vittime del gioco d'azzardo – spiega in una nota il Comune –: i giocatori compulsivi possono arrivare a dilapidare i risparmi di una vita, a compiere azioni illegali e a rovinare le relazioni familiari e amicali. I familiari sono coinvolti in queste situazioni e spesso hanno l'esigenza di tutelarsi legalmente, di aiutare il giocatore, di avere sostegno legale e psicologico». Entrando più nel dettaglio lo sportello fornisce: «orientamento sociale, un ascolto privo di giudizi delle esigenze del giocatore e/o della famiglia; motivazione al cambiamento, orientamento ai servizi di cui usufruire; supporto psicologico, incontro con una psicologa per prendere consapevolezza di sé e delle ragioni che inducono al gioco e per contrastare la dipendenza; consulenza legale, confronto con un avvocato per affrontare i problemi legati ai debiti di gioco e tutte le questioni legali in cui il giocatore/il familiare può essere coinvolto». Il progetto è ideato e progettato dal Servizio sociale associato dei Comune di Ravenna, Cervia e Russi, in collaborazione con il Sert di Ravenna e con il dipartimento di Scienze Giuridiche dell’università di Bologna ed è co-finanziato dalla Regione EmiliaRomagna. Per informazioni e contatti sportelloesc@comune.ra.it oppure chiamare o scrivere al numero 342.7454232, inviare un messaggio alla pagina facebook di Esc.

AMBIENTE

M’ILLUMINO DI MENO: DUE MOSTRE SUGLI ALBERI La biblioteca “Fabrizio Trisi” di Lugo celebra M’illumino di meno, la festa nazionale del risparmio energetico che quest’anno è dedicata alla possibilità di aumentare il numero degli alberi e delle piante. Dal 5 al 31 marzo è aperta l’esposizione bibliografica “Ci vuole un albero per salvare una città”, rivolta ai ragazzi, sugli alberi. Dal 6 marzo al 4 aprile è invece visitabile la mostra documentaria e fotografica “Natura geniale”, che prende il nome dal titolo del libro di Barbara Mazzolai su “Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il pianeta”. L’esposizione segue diversi percorsi: scientifici, botanici e fotografici.

L’edizione 2020, presentata a dicembre, si è nel frattempo arricchita del programma completo dei 100Cellos, che, guidati da Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi, dal 10 al 13 giugno invaderanno Ravenna con blitz musicali in tutta la città per poi dedicare una grande festa-concerto al progressive rock con la partecipazione della PFM e di Martin Barre dei Jethro Tull. Annunciato anche il calendario di “Per l’alto sale - Il Trebbo in musica 2.0”, la rassegna creata ad hoc per Cervia. Il cielo che Dante descrive nel Purgatorio - e che forse aveva ammirato nella volta di mosaici di Galla Placidia - è l’ispirazione per la XXXI edizione del Festival per esplorare quell’Oriente la cui storia è così profondamente intrecciata a quella dell’Occidente e di una città quale Ravenna. Il lato oscuro di quest’immagine luminosa è un Oriente non più da favola, ricordato nel concerto Le vie dell’Amicizia diretto da Riccardo Muti “Per la Siria” con la partecipazione di artisti italiani e siriani. Il tema-titolo offre inoltre l’occasione per riflettere sulle minacce al nostro “paradiso terrestre”, magistralmente ritratto nell’inno ambientalista di Koyaanisqatsi: il capolavoro di Philip Glass e Godfrey Reggio apre il Festival con una proiezione accompagnate dalle musiche originali eseguite live dal Philip Glass Ensemble. Chiuderanno quest’edizione l’esclusiva italiana dei Carmina Burana della compagnia catalana Fura dels Baus e un gala omaggio ad Alicia Alonso. Nel firmamento danza anche la prima mondiale del Don Juan che Johan Inger ha creato per Aterballetto, il Balletto delle Fiandre con un trittico di coreografie e la Hofesh Shechter Company con l’iconico Political Mother in versione unplugged. Salgono sul podio - oltre a Muti, impegnato anche per un secondo concerto con la Cherubini e il violoncello di Wiener Tamas Varga - Ivan Fischer con la Budapest Festival Orchestra e Valery Gergiev con l’Orchestra del Mariinsky per un doppio appuntamento. Eclettismo è la parola d’ordine per ospiti italiani quali Vinicio Capossela, Stefano Bollani, Neri Marcorè, mentre le basiliche ospitano concerti di musica sacra, compreso uno dei due appuntamenti con i Theatre of Voices di Paul Hillier e i quotidiani Vespri a San Vitale delle 19 (si rinnova anche la rassegna Giovani artisti per Dante alle 11 di mattina nei Chiostri Francescani). Gli appuntamenti a teatro testimoniano invece la vitalità della ricerca di compagnie del territorio: Fanny & Alexander, Menoventi, Teatro delle Albe e ErosAntEros. Info. 0544 249244 – tickets@ravennafestival.org.

SPORT Alessandro Mamoli di Sky presenta il suo libro sul basket americano Giovedì 12 marzo al Bronson Cafè di Madonna dell’Albero un “Viaggio on the road tra luoghi e leggende del basket Usa”, come recita il sottotitolo del libro Basketball Journey (ed. Rizzoli) che verrà presentato a partire dalle 21. Sarà presente l’autore Alessandro Mamoli, ex cestista e oggi noto giornalista, conduttore tv per Sky Sport, dove commenta la Nba e la Ncaa. È stato coautore del best seller di Marco Belinelli “Pokerface” (2015).



18 / SPORT RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

ARTI MARZIALI

La 19enne di Lavezzola che combatte per l’Esercito e sogna le Olimpiadi Martina Corelli, giovane stella del taekwondo italiano: «Tutto è partito con il karate...» di Vincenzo Benini

Di sicuro piace bruciare le tappe a Martina Corelli, diciannovenne di Lavezzola che in poco più di un anno è passata dalla piccola Polisportiva Voltana al gruppo sportivo dell’Esercito italiano, ideale trampolino di lancio verso futuri successi. Questo grazie a un mix di agilità e forza che la vedono tra le migliori interpreti di uno sport poco conosciuto ma in grande ascesa come il taekwondo, arte marziale coreana basata soprattutto sulle tecniche di calci. Una disciplina sportiva olimpica, adatta soprattutto per l’autodifesa, che la ragazza nata a Lugo il 27 agosto del 2000 ha cominciato a praticare da giovanissima proprio per questo motivo. «Avevo otto anni – racconta – quando i miei genitori volevano che provassi un’arte marziale. Tentai innanzitutto con il karate, ma il marito della mia allenatrice di ginnastica artistica mi consigliò di fare qualche lezione da lui, visto che insegnava taekwondo. Mi è piaciuto molto, non ho più smesso e adesso è il mio lavoro». È stato immediato il passaggio dalle scarpette alla corazza protettiva? «In realtà no, in quanto ho continuato a praticare entrambi gli sport per un po’ di tempo. Poi, attorno ai 12-13 anni, è arrivata spontanea la scelta di dedicarsi solo al taekwondo. Mi appassionava e stimolava di più, perché era meno statico, c’erano più gare e progredivo in maniera più veloce». Come è stata la tua carriera giovanile? «Il taekwondo è composto da due discipline: il combattimento vero e proprio e le forme. Ho iniziato con queste ultime, in pratica una serie di movimenti a vuoto che simulano le gare. Siccome stavo ottenendo dei buoni risultati mi sono spostata sul combattimento, più dinamico e anche più divertente». Quando sono arrivate le prime vittorie? «In età di Cadette e Junior, sia nei campionati nazionali, sia in Coppa Italia. Da qui le prime convocazioni in azzurro in alcune competizioni internazionali, seguite dalle prime medaglie. Nel 2016 sono giunta terza al Mondiale Junior,

categoria 46 kg, il mio piazzamento migliore a livello giovanile». Considerati gli ottimi risultati, qual è stato il passo successivo? «Il trasferimento dalla Polisportiva Voltana all’Edera Forlì, avvenuto nel 2018 qualche mese dopo la vittoria del campionato italiano Senior, è stato quasi obbligato. Non era però facile far convivere lo sport con gli studi, sia perché per ogni allenamento dovevo percorrere, tra andata e ritorno, circa due ore in automobile, sia perché spesso dovevo rispondere alle convocazioni in nazionale. Alla fine però sono arrivate altre soddisfazioni, come le due medaglie di bronzo in gare internazionali che mi hanno spinto a passare nella categoria 49 kg. olimpica. Nel 2019 ho partecipato al mio primo mondiale da “grande”, dove sono stata sconfitta nelle eliminatorie dalla vincitrice della competizione (la thailandese Wongpattanakit, ndr), e al Grand Prix di Roma, dove sono giunta ai quarti di finale». Come hai fatto a entrare nell’Esercito? «Attraverso un concorso pubblico per atleti. Svolti le visite atletiche e l’esame, sono stata scelta. È stata una enorme gioia per me, anche perché qui sono seguita in modo adeguato (il responsabile tecnico del gruppo sportivo è Armando Narciso, ndr)». È stata dura trasferirsi da una piccola località come Lavezzola a una città enorme come Roma? «Di sicuro è tutto molto più caotico e, considerato che devo ancora prendere la patente, non è facile viaggiare con i mezzi pubblici per andare al centro olimpico dell’Acqua Acetosa. È chiaro che il cambiamento si avverte molto, ma già mi ero un po’ abituata con i frequenti spostamenti dalla Romagna alla capitale. A Roma mi trovo bene e mi piace la vita in caserma, dove sto

Martina Corelli (in rosso)

sempre in compagnia degli altri atleti». Lo sport non ti ha fatto trascurare lo studio: lo scorso ottobre, infatti, sei stata nominata Alfiere del lavoro per meriti scolastici… «La scuola per me è molto importante. Mi sono diplomata nel 2019 al Liceo Scientifico di Argenta, andando molto bene (voto 100, il massimo, grazie alla eccellente media di 9.66, ndr), e adesso mi sono iscritta all’Università “Tor Vergata” di Roma, dove frequento il primo anno di Matematica. È chiaro che, essendo questo un anno olimpico, mi sto concentrando più sul taekwondo, ma i libri li ho messi tutt’altro che da parte». Come sta andando la tua esperienza all’Esercito? «Mi sto riprendendo da un infortunio a una mano riportato agli ultimi campionati italiani di dicembre. Nello scorso weekend sono tornata in pedana, vincendo un argento in

Diplomata con una media di 9,66, è stata nominata Alfiere del lavoro

una gara in Svezia valevole per il ranking mondiale. Siccome avevo male per una botta, ho preferito non disputare la finale. Adesso mi sto preparando per il torneo di qualificazione all’Olimpiade, che si svolgerà in primavera». Speri di essere convocata? «Sì, mi piacerebbe molto. Vengo da una bella gara, mi sento in forma, so che posso giocarmi le mie carte. Solo due ragazze, però, possono essere chiamate, e quindi c’è grande concorrenza. I ritmi di allenamento sono molto intensi e ci sto mettendo tutto il mio impegno. Questa è l’ultima chiamata per Tokio e tra l’altro sarà durissima: solo i primi due classificati per categoria si qualificano ai Giochi». Sarebbe un sogno partecipare all’Olimpiade? «Sì, quello più grande, ma preferisco vivere alla giornata, guardare un allenamento alla volta. Gara dopo gara ci avviciniamo sempre di più ed è ovvio pensarci. Ci credo. Voglio provarci». Vincenzo Benini

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CULTURA / 19 5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

ARTE

La Divina Commedia illustrata lunga (quasi) cento metri Enrico Mazzone e la sua opera monumentale sul capolavoro dantesco, un lavoro durato 5 anni che sarà esposto a Ravenna per il Settecentenario di Simona Guandalini

È in un pomeriggio buio e freddo dell’ottobre 2015, sotto una coltre di conifere profumate e circondato da una coperta di neve, che Enrico Mazzone viene pervaso da un’idea: solo, a Rauma, in una città finlandese per lo più a lui sconosciuta, immagina che gli alberi possano parlare e raccontargli delle storie e così, quasi di incanto, si trova nella selva dei suicidi del XIII canto dell’Inferno dantesco, tra i sussurri e i lamenti dei dannati deturpati senza sosta dalle Arpie. È un attimo, lungo quanto basta per capire come avrebbe utilizzato il rotolo di carta di 97 metri di lunghezza per 4 di altezza donatogli dalla cartiera locale Upm: sarebbe diventato il prezioso supporto su cui “incidere”, attraverso la tecnica del puntinismo, la sua Divina Commedia. Sono passati cinque anni da quella corsa epifanica in mezzo al bosco, anni che Enrico ha trascorso, con un intervallo di vari mesi vissuti in Islanda, letteralmente sdraiato sul lungo lenzuolo di carta, dal lunedì al venerdì, per dieci o dodici ore al giorno, a tu per tu non solo con gli spettri e le visioni paradisiache del Sommo Poeta: l’opera che il trentasettenne torinese si è accinto a portare a termine è una vera e propria «impresa», in cui l’artista si è depurato, calandosi in una sorta di «percorso iniziatico» dove ha potuto scoprire e accettare i propri «limiti» – afferma Mazzone – «ed esprimerli in qualcosa che non riprende pedissequamente la Commedia o le note miniature di Doré, ma è una vera e propria miscellanea di emozioni, reinterpretazioni di situazioni vissute che incarnano ciò che è successo anche a Dante». Il processo creativo dell’opera, a ora unica al mondo, ricorda un viaggio, dove agli spazi di lavorazione – prima un’aula di liceo, poi un deposito autostradale, infine una piccola casetta di legno – si alternano stati d’animo e situazioni non sempre idilliache, che l’artista ha trasmesso al disegno attraverso tenacia, testar-

daggine, fermezza ma soprattutto – asserisce – «ripetizione e noncuranza, anche del mio aspetto esteriore». Oltre al disegno, a riprova dell’immane viaggio dantesco di Enrico, rimangono i mozziconi conservati delle ben 6.240 matite utilizzate sinora per 66 metri, che si stima all’“arrivo” diventeranno circa 10.000. La scelta del puntinismo non è casuale: «mi dà l’idea di un’incisione» afferma l’autore «tecnica che non ho potuto imparare all’Accademia di Torino». Le litografie tardo medievali e gotiche, il loro compendio di esseri e bestiari «mi hanno sempre causato» continua «un grande impatto estatico, un fascino che aumenta non appena rifletto sulla pazienza, la meticolosità, la sintesi perfetta che si celano dietro l’opera». Se a livello immaginifico l’approccio è più circolare, poiché, a detta di Mazzone, «interagisco in maniera, per così dire, naïf e non limitativa con la creazione della storia nella storia», lo stile non iperrealista e la poetica visionaria e iconografica risentono decisamente dell’influenza di artisti nordici quattro e cinquecenteschi, come Jan van Eyck, Hieronymus Bosch, Albrecht Dürer e Lucas Cranach. Un posto speciale lo occupa certamente Gustave Doré, perché è grazie al più noto illustratore litografico della Commedia se Enrico, tra i 5 e 6 anni di età, ha conosciuto l’opus magnum di Dante, ammaliato dal mondo di immagini chiaro-scure che si sono sedimentate in lui per ritornare oggi in parte nel linguaggio visivo della sua opera. È quindi evidente come Mazzone abbia cercato e cerchi tutt’ora di creare una connessione personale ma allo stesso tempo universale con la Commedia, a partire dalla traduzione in un «alfabeto visuale» del corpus di centinaia di fogli su cui ha annotato i suoi quotidiani stati d’animo e dalla continua ricerca e riosservazione dell’aspetto iconografico del viaggio dantesco, «per ritrovarlo e ricrearlo in un mondo, quello contemporaneo,

Sarà una sfida anche trasportare il rotolo cartaceo di 300 kg dalla Finlandia e trovare il luogo adatto per metterlo in mostra Nella foto l’artista Enrico Mazzone al lavoro

in cui le visioni possano ritornare a spiegare la realtà e, osservando il mio disegno, le persone possano ritrovare quelle stesse visioni in approcci di vita abbastanza quotidiani». Ai momenti bui e difficili, in cui l’opera e l’operato dell’artista non sono stati presi nell’adeguata considerazione, sono subentrati tempi migliori: l’interesse per la Divina Avventura – così pensa di chiamare la sua creazione – aumenta di giorno in giorno, tra le crescenti interviste e la partecipazione a mostre in varie località finlandesi, come l’importante fiera d’arte presso il Messukeskus di Turku del 14 e 15 marzo, dove per la prima volta verranno esposti i 66 metri compiuti. Al pari di tanti suoi connazionali all’estero, Mazzone si sta organizzando per tornare in patria e approdare proprio a Ravenna; sulle orme del Sommo Poeta, che nella città polentana compose gli ultimi canti del Paradiso, entro la fine del 2020 intende disegnare la terza cantica proprio nell’“ultimo rifugio”, ponendo fine alla sua Divina Avventura. L’esposizione del-

l’opera è prevista per il 2021: l’evento costituirà una sorta di appendice straordinaria a Dante Plus, la mostra sui volti di Dante ideata e curata da Marco Miccoli, riferimento fondamentale per il sostegno concreto e morale dato a Mazzone. Non solo sarà una sfida trasportare un rotolo cartaceo di 300 kg dalla Finlandia all’Italia, avventura che Miccoli vorrebbe documentare come viaggio nel viaggio, ma anche trovare il luogo adatto e la struttura per esporlo una volta concluso. «Mi piacerebbe portare il disegno in giro per l’Italia e all’estero, ma sarei sicuramente più che onorato e felice di esporlo in modo fisso proprio a Ravenna, la mia Firenze, che mi ha colpito per l’aspetto più umano, sincero e autentico» afferma Enrico. Poter vantare tra le proprie meraviglie anche la più grande rappresentazione al mondo della Commedia non è certo un’occasione da lasciarsi sfuggire: l’onere pecuniario necessario verrebbe di certo ripagato dal numero di persone che accorrerebbero per ammirarla dal vivo.


20 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

ARTE/1

TEATRO A Ravenna salta l’opera lirica Annullato anche il balletto del 21 e 22 marzo

ALLA MOLINELLA UN OMAGGIO A TONINO GUERRA Aperta il 4 marzo, prosegue fino al 16 marzo (ogni giorno dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19) alla galleria comunale d’arte Voltone della Molinella 2, a Faenza, “100 anni di Tonino Guerra. Tracce indelebili nelle Romagne”. Poeta, scrittore e sceneggiatore di fama internazionale, Guerra è nato il 16 marzo 1920 a Santarcangelo di Romagna, dove è scomparso il 21 marzo 2012. In questa mostra – curata da Rita Ronconi – si potrà toccare con mano la professionalità di diversi artisti artigiani del territorio che hanno collaborato fattivamente con Guerra e che con le loro opere esprimono il suo spirito.

ARTE/2 Mostra di incisioni di Samuel Moretti alla Bottega Bertaccini Sabato 7 marzo alle 18, alla Bottega Bertaccini di Faenza inaugura la mostra di incisione di Samuel Moretti dal titolo “Spazi del silenzio” che resterà aperta fino al 31 marzo. Samuel Moretti nasce ad Argenta il 6 giugno 1980. Parlando di sé, il giovane artista dice: «Il mio lavoro parla di un territorio di difficile comprensione, ma con un forte impatto visuale ed emozionale rivolto all’occhio dell’osservatore attento. Il paesaggio in cui ci si trova immersi è caratterizzato da grandi spazi a perdita d’occhio, con un perpetuo susseguirsi di enormi distese d’acqua, canne, terra e boschi. Il “silenzio” e la “luce” sono i due elementi predominanti in cui ci si trova immersi».

Annullati per il coronavirus anche tutti gli spettacoli in programma fino all’8 marzo al teatro Alighieri e al teatro Rasi di Ravenna, compreso il terzo e ultimo appuntamento con la stagione d’opera in programma il 6 marzo, Lucrezia Borgia. Nel frattempo è stato però annullato anche il Don Chisciotte del Balletto Yacobson, in programma al Teatro Alighieri sabato 21 e domenica 22 marzo nell’ambito della Stagione Danza: la compagnia di San Pietroburgo, a seguito della decisione del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa e del Comitato per la Cultura di San Pietroburgo, ha rinunciato alla propria trasferta sul territorio italiano in considerazione dell’attuale situazione epidemiologica. Al posto del rimborso dei biglietti già venduti, è possibile chiedere in cambio biglietti (dal valore superiore) per il prossimo Ravenna Festival.

Tutti gli spettacoli rinviati (e il nuovo calendario) a Faenza, Bagnacavallo e Cervia In seguito ai provvedimenti messi in campo contro la diffusione del cosiddetto coronavirus, anche gli spettacoli programmati da Accademia Perduta/Romagna Teatri sono annullati fino a domenica 8 marzo compresa. Altri spettacoli in programma a partire dal 9 marzo sono però già stati rimandati per precauzione. Al Masini di Faenza: - Storia di un oblio con Vincenzo Pirrotta previsto per la rassegna Contemporaneo al Ridotto del Teatro il 25 febbraio andrà in scena lunedì 27 aprile alle ore 21; - La vedova allegra con Elena D’Angelo previsto per la rassegna Operetta il 1° marzo andrà in scena domenica 26 aprile alle ore 16; - Andy & Norman con Gigi e Ross previsto per la rassegna Comico il 4 marzo andrà in scena in data da definire; - in via precauzionale, lo spettacolo Chi vive giace del Teatro Biondo di Palermo previsto per la rassegna Prosa il 10, 11 e 12 marzo andrà in scena mercoledì 15 (Turno A), giovedì 16 (Turno B) e venerdì 17 aprile (Turno C) alle ore 21. Al Goldoni di Bagnacavallo: - in via precauzionale, lo spettacolo Chi vive giace del Teatro Biondo di Palermo previsto per il 9 marzo andrà in scena lunedì 20 aprile alle ore 21. Al Chiari di Cervia: - Nel mezzo del casin di nostra vita con Maurizio Lastrico previsto per la rassegna Comico il 3 marzo andrà in scena giovedì 23 aprile alle ore 21; - Valentina vuole di Progetto g.g. previsto per la rassegna Favole il 7 marzo andrà in scena sabato 28 marzo alle ore 21; - in via precauzionale, lo spettacolo Chi vive giace del Teatro Biondo di Palermo previsto per la rassegna Prosa il 13 e 14 marzo andrà in scena sabato 18 (Turno A) e domenica 19 aprile (Turno B) alle ore 21.


CULTURA / 21 5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

LA RASSEGNA

Da Dacia Maraini a Quirico, ecco la nuova edizione di “Scritture di frontiera”

CARTOLINE DA RAVENNA Mittente Giovanni Gardini

Profeti in refettorio

In attesa di conferma per l’emergenza corona-virus

Con l’auspicio che per allora sia terminata ogni emergenza coronavirus e si possa riprendere la normale programmazione degli incontri con gli autori che è stata invece sospesa fino all’8 marzo compreso dall’ordinanza governativa (che sembra però possa essere prorogata fino a metà marzo), torna “Scritture di Frontiera”, la rassegna di Scrittura Festival e l’assessorato all’Immigrazione del Comune di Ravenna curata da Matteo Cavezzali per discutere con grandi autori e intellettuali come sta cambiano il mondo. «È importante in questo momento ricordarsi che i nostri destini sono tutti collegati gli uni agli altri, a prescindere dalle frontiere – sottolinea Cavezzali -. Le nuove tecnologie nella comunicazione e la facilità di spostarsi hanno reso il mondo più piccolo, per questo è importante capire cosa sta succedendo, ricordare cosa è già successo nel passato o provare ad immaginare cosa ci attenderà nel futuro». Ad aprire, secondo il programma originario, sarà la grandissima Dacia Maraini, mercoledì 11 marzo alle 15.30 alla Biblioteca Classense, con un incontro in cui ripercorrendo i suoi libri racconterà la sua vita. Durante la seconda guerra mondiale fu internata in un campo di concentramento in Giappone, dove viveva con la famiglia. Poi viaggiò attorno al mondo assieme al compagno Alberto Moravia, riscoprendo il valore della diversità. Molte le opere fondamentali della Maraini: “La lunga vita di Marianna Ucrìa”, “Bagheria”, “Corpo felice”. I grandi temi sociali, la vita delle donne, i problemi dell'infanzia sono da sempre al centro del suo lavoro. Mercoledì 18 marzo alle 18 alla Classense sarà ospite Esperance Hakuzwimana Ripanti una delle più promettenti nuove intellettuali di seconda generazione. L’afroitaliana nata in Ruanda negli anni del genocidio ha scritto “E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana” (People). Sabato 21 marzo ore 18 al Mercato Coperto l’autrice americana che si è fatta notare come una delle voci più innovative della nuova letteratura d’oltreoceano: Catherine Lacey. Partendo dal suo ultimo romanzo “A me puoi dirlo” (Sur) l’autrice parlerà della letteratura americana ai tempi di Trump con Martina Testa, intellettuale, traduttrice ed esperta di letteratura americana. Mercoledì 1 aprile ore 18 alla Biblioteca Classense sarà ospite Domenico Quirico, inviato de La Stampa, che parlerà de “La sconfitta dell’occidente” (Neri Pozza). Tra i governi e il ceto politico dell’Occidente, emerge con chiarezza l’incapacità di affrontare il nuovo tipo di violenza organizzata del Ventunesimo secolo, in cui la distinzione tra guerra, crimine organizzato e violazione dei diritti umani contro le persone singole si è diluita e spenta.

Merita attenzione il portale ligneo della sala dantesca della Biblioteca Classense, già refettorio del monastero camaldolese, opera della fine del XVI secolo di Giovanni Vincenzo e Mario Peruzzi. Su di esso sono incastonate due formelle, ambientate entrambe in un’angusta grotta, incentrate sul racconto biblico di Daniele gettato nella fossa dei leoni e del suo straordinario incontro con il profeta Abacuc. Quest’ultimo, protagonista della formella sinistra, è raffigurato con una folta e lunga barba mentre regge nella mano destra un canestro finemente intrecciato nel quale è il cibo che aveva preparato per i mietitori e che ora, per ordine divino, porta a Daniele. L’angelo di Dio, secondo quanto narrato nel testo veterotestamentario, lo afferra per i capelli e lo conduce nella fossa di morte alla quale era stato condannato Daniele. Nella formella destra il giovane profeta compare in una posa inconsueta se paragonata alla tradizionale iconografia paleocristiana nella quale è costantemente rappresentato come orante, in piedi, con le braccia alzate e le palme delle mani rivolte al cielo, in un atteggiamento di totale fiducia in Dio. Qui egli è raffigurato seduto su una roccia, un panno gli cinge i fianchi e lo sguardo, al pari della mano destra, è rivolto verso l’alto, idealmente teso verso Abacuc venuto a recargli il conforto divino. Sopra di lui, insinuato tra le rocce, compare un piccolo serpente, probabile allusione a quel drago venerato dai Babilonesi che egli aveva ucciso.

Tremila modi di dire dialettali (in Romagna) di Gianni Quondamatteo Galeati, 1973 Ninne nanne, filastrocche, indovinelli, canzoni. Una vera e propria miniera per scoprire la ricchezza del dialetto nostrano. Bellissimo!

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22 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

MUSICA CLASSICA/1

JAZZ

Parte da Faenza il nuovo festival “barocco” di Accademia Bizantina Il 9 marzo con il contralto Delphine Galou

Al via un nuovo festival a cura di Accademia Bizantina, dedicato alla musica del Seicento e Settecento. Si chiama “Humana Follia” e il primo dei tre concerti in programma si terrà il 9 marzo alle 21 al teatro Masini di Faenza (alle 20 al bar del teatro aperitivo di presentazione con il musicologo Bernardo Ticci). Il primo appuntamento vedrà protagonista insieme ad Alessandro Tampieri e la stessa formazione di Accademia Bizantina, il contralto Delphine Galou. “La porta del Paradiso” - come è stato battezzato il concerto – è un percorso attraverso il ‘600 e ‘700 strumentale e vocale. Grazie a un programma che spazia dal Concerto per archi, la Sonata, il mottetto per Voce sola e Basso, arie tratte da musica sacra e oratori, vengono toccati quasi tutti i generi propri della musica barocca.

CROSSROADS, TRA RINVII E L’OMAGGIO A DJANGO REINHARD Anche il festival jazz itinerante “Crossroads” in questi giorni è condizionato dal coronavirus, con i concerti originariamente programmati il 5 marzo a Fusignano (Kinga Glyk) e l’8 marzo a Massa Lombarda (Andrea Motis) rinviati rispettivamente a data da destinarsi e al 20 maggio. Al momento confermato invece il concerto del 12 marzo all’Oratorio dell’Annunziata) dedicato al jazz manouche di Django Reinhard, con il trio del chitarrista tedesco Joscho Stephan (nella foto).

MUSICA CLASSICA/3

IL CONCERTO DI PASQUA ALL’ALIGHIERI CON IL MAESTRO OLMI In vendita i biglietti per mercoledì 8 aprile

MUSICA CLASSICA/2 Rinviato il concerto fuori programma dell’associazione Mariani alla sala Corelli L’associazione musicale Angelo Mariani comunica che il concerto del duo Raffaello Bellavista (pianoforte) e Matteo Marabini (marimba e vibrafono), previsto per martedì 10 marzo al teatro Alighieri, sarà rinviato a data da destinarsi, a fronte dei noti provvedimenti di sicurezza disposti dal decreto governativo per il contenimento della diffusione del Coronavirus.

ROCK Alt-folk dalla Svizzera il 9 marzo al Moog Lunedì 9 marzo alle 21.30 al Moog di Ravenna concerto alt-folk di Black Sea Dahu, nuovissimo progetto ideato dalla songwriter svizzera Janine Cathrein.

Confermato anche nel 2020 il tradizionale “Concerto di Pasqua” ideato e organizzato dalla cooperativa ravennate Emilia Romagna Concerti nell’ambito della stagione Musicale “Capire la Musica”. L’ppuntamento è per mercoledì 8 aprile, alle 21 al Teatro Alighieri, con la Young Musicians European Orchestra e il Coro NovoCanto di Innsbruck, diretti dal maestro Paolo Olmi. Il progetto nasce dalla collaborazione con il Comune di Ravenna, il Comune di Forlì e il Teatro Municipale di Piacenza, ed è reso possibile anche attraverso i fondi del bando ministeriale Boarding Pass, vinto recentemente da Emilia Romagna Concerti insieme a Emilia Romagna Festival e Romagna Musica. Mentre a Forlì e Piacenza (rispettivamente il 7 e il 9 aprile) il programma prevede l’esecuzione del Requiem di Mozart, il pubblico ravennate potrà ascoltare, sempre di Mozart, la Messa della Incoronazione in do maggiore K 317, scritta a Salisburgo nel 1779, con la partecipazione dei solisti Sara Rossini, Daniela Pini, Manuel Amati e Francesco di Matteo. La prima parte del concerto ravennate avrà invece un carattere meno “sacro” con il Concerto in la Maggiore per violino e orchestra K219 di Mozart e le “Variazioni” di Paganini sulla Preghiera del Mosè di Rossini; questi due celebri brani vedranno come protagonista il giovanissimo violinista Gennaro Cardaropoli, allievo di Salvatore Accardo. I biglietti per il Concerto di Pasqua – in vendita al teatro Alighieri e su teatroalighieri.org sono già disponibili con un costo che varia da 5 ai 35 euro, con sconti per studenti e over 65.

8 marzo Festa della Donna il ristorante Canto del Mare propone

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CULTURA / RUBRICHE / 23

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5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

PREVENTIVI GRATUITI

LIBRI DA BABELE

Contagion, visione quasi obbligata e assolutamente liberatoria

Un altro grande disco di un alieno di nome King Krule

Letture in tempo di coronavirus

di Francesco Della Torre

di Luca Manservisi

di Matteo Cavezzali*

Contagion (di Steven Soderbergh, 2011) Attenzione: la lettura dell’articolo di questa settimana è fortemente sconsigliata a coloro che sono affetti da psicosi da Coronavirus. In Contagion è la protagonista Beth (Gwyneth Paltrow) a morire immediatamente (non è uno spoiler) poco dopo essere tornata da un viaggio d’affari a Hong Kong, crollando a terra con i sintomi iniziali di una banale influenza. Il nuovo virus che l’ha colpita è estremamente contagioso e letale, e si è già diffuso nella popolazione mondiale, provocando una mortalità altissima. Mentre la sanità mondiale si prodiga alla ricerca di un argine iniziale per poi studiare un vaccino, un blogger cerca di lucrare sul panico collettivo diffondendo la notizia di una falsa cura omeopatica. Dimenticate il cinema catastrofista di Hollywood perché il grande Steven Soderbergh non è certo tipo da film di genere: dopo un inquietante, incalzante e magistrale quarto d’ora iniziale dove la regia focalizza non tanto sulle persone ma sui veicoli di contagio, il film ignora i canoni dello spettacolo occupandosi in prima linea dello studio del virus, quasi come se il film stesso fosse un organo di informazione. Non ci troviamo certo davanti a un documentario, ci sono storie legate ai protagonisti del film, ma è il virus e soprattutto il suo contagio a costituire sempre l’elemento centrale dell’opera. Scott Z. Burns, lo sceneggiatore del film, aveva previsto tutto? Le somiglianze col Coronavirus sono talmente tante da risultare inquietanti, la differenza principale è (per fortuna) che il “nostro” virus è meno potente e la mortalità è decisamente più bassa (20% contro 2%). Ma è lo stesso scrittore a svelarci la vera e grande assonanza tra finzione e realtà, e cioè “la risposta sociale e la diffusione della paura e gli effetti a catena di tutto ciò”. L’America di Contagion non è diversa dal nostro paese, diffondeva la paura in modo leggermente diverso (in 9 anni sono cambiate tante cose), ma guardando il film la sensazione di trovarcisi dentro è drammaticamente inquietante. Il regista non gira un thriller, ma svela nella bellissima e orrorifica scena finale come si è diffusa la malattia; rinuncia allo spettacolo per immergerci completamente nella visione medica e politica, grazie a un uso magistrale della colonna sonora che, quando presente, inquieta, e quando non presente significa morte. Certo, un film così non è facilmente fruibile, può anche risultare noioso (quando uscì a Venezia lo trovai esattamente così), ma è una visione quasi obbligata e assolutamente liberatoria. Soderbergh è un grandissimo regista e vedrete una parata di star sopravvivere e morire per lui, ma soprattutto vedrete voi stessi. Il film è disponibile in streaming e in dvd.

Se l’apocalisse coronavirus sta falcidiando la programmazione di concerti un po’ in tutto il nord Italia, c’è una cosa che non ci potrà mai togliere, l’ascolto casalingo di un disco, vero o virtuale che sia. E ce n’è uno, uscito in questi giorni, che è perfetto per questo periodo, da ascoltare in cuffia, da soli, lontani da chiunque e da qualsiasi fonte di contagio. Così come tutto da solo (fatta eccezione per il sassofonista Ignacio Salvadores e pochi altri) ha fatto King Krule in questo Man Alive!, 14 tracce per 41 minuti di musica, pubblicato lo scorso 21 febbraio. Uno degli album più attesi dell’anno dalla critica tutta, essendo l’autore quello che molto efficacemente è stato ribattezzato, tra le altre cose, come l’Anticristo del cantautorato britannico contemporaneo. Un modo piuttosto efficace per definire le sua musica fuori dagli schemi, che rifugge da strofe e ritornelli pur restando ampiamente dentro la forma canzone. Archy Marshall, da Londra (ora trasferitosi vicino a Manchester) ha 25 anni e il suo terzo album a nome King Krule arriva a due anni dall’uscita dell’acclamato The Ooz (disco del 2017 per distacco per il sottoscritto, e chissenefrega, ma anche per molte riviste internazionali, nominato perfino ai “commerciali” Mercury Prize) e a uno dalla nascita del suo primo figlio. Un momento cruciale per un nome cruciale di tutta la scena musicale inglese, che ne esce sempre senza alcun compromesso, senza cercare di ampliare il suo vasto ma non enorme culto, confermando invece di essere probabilmente il migliore della sua generazione. Un disco per nulla immediato, lo si sarà capito, e accolto a dire la verità con un po’ di freddezza, forse perché manca quell’effetto wow che qualcuno si sarebbe aspettato a questo punto. Man Alive! è invece un lavoro che richiede attenzione e più ascolti per entrare nel mondo di un artista che toglie piuttosto che aggiungere e che è in grado di creare un’atmosfera personalissima e sempre coerente unendo influenze disparate, che vanno dalla new wave al free jazz, dall’industrial alla psichedelia, dal blues alla ballata scheletrica fino all’hip hop. Un altro grande disco di un alieno, in un mondo, anche quello che si autodefinisce alternativo, sempre più omologato. La speranza, per una volta, è che possa restare sempre così.

Dal Decameron ai Promessi sposi il diffondersi delle epidemie ha lasciato tracce nella letteratura. Riferimento storico, ma anche simbolo di decadimento, di pericolo, e delle paure più inconfessabili dell’uomo. Sono ben tre i premi Nobel per la Letteratura ad aver scritto di pestilenze. La peste di Albert Camus del 1947 è ambientato nella città algerina di Orano che negli anni ’40 viene isolata per via della peste. C’è poi L’amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez del 1985, in cui prevale la positività e il fiabesco in un amore che travalica ogni ostacolo. Infine non può mancare Cecità del portoghese José Saramago del 1995 che parla invece della quarantena di un gruppo di persone colpite da un’epidemia che rende cechi. Anche la fantascienza è stata influenzata dal fascino oscuro dell’epidemia. Per citare solo due dei capisaldi proponiamo La nube purpurea di Matthew Phipps Shiel del 1901 in cui Adam Jeffson è l’ultimo sopravvissuto al mondo. Adam passa le giornate dando fuoco a città deserte, in attesa di un segno di vita. Un altro capolavoro del post-apocalittico è La peste scarlatta di Jack London del 1912, romanzo a cui si ispirerà Cormac McCarthy per La strada. Per concludere vi consiglio la lettura del più terrificante di tutti, si intitola Spillover (Adelphi trad Luigi Civalleri), un’inchiesta del giornalista di National Geographic David Quammen. Il libro del 2012 racconta di come nascono e si propagano i virus moderni. Spiega come gli esseri umani vengano contagiati dagli animali – solitamente scimmie, topi, scoiattoli, maiali, pecore, cavalli, ma soprattutto pipistrelli - fenomeno chiamato appunto spillover. «Non dobbiamo scoprire se ci sarà una nuova epidemia, ma quando sarà» scrive profeticamente Quammen. Dalla sua ricerca sul campo emerge chiaramente come ogni virus abbia caratteristiche diverse, che mutano nel tempo. Sono necessari diversi mesi di studio prima di riuscire a identificarne il comportamento. Ci sono virus altamente letali come l’influenza aviaria che però si diffondono lentamente; altri che invece hanno contagi veloci e anche se il tasso di mortalità è basso possono fare gravi danni, come la cosiddetta influenza spagnola (nata in realtà in Francia) che nel 1918 fece quasi cento milioni di morti. La spagnola aveva un tasso di mortalità attorno al 2%, ma era molto contagiosa (sulla spagnola vedete anche 1918 La pandemia che cambiò il mondo di Laura Spinney). Spillover è una lettura che non tranquillizza, ma fa capire molte cose. Difficilmente dopo aver letto questo libro vi lamenterete se le scuole o i cinema sono stati chiusi per un'altra settimana.

“Quarantena” (Piallassa Baiona) di Adriano Zanni

TUTTA UN’ALTRA MUSICA

FULMINI E SAETTE

VISIBILI E INVISIBILI


24 / JUNIOR RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

L’EVENTO NATURA/1 Una passeggiata nella pineta San Vitale

A Ravenna il primo festival del gioco e dell’educazione Raccolta fondi sul web

Domenica 8 e domenica 15 marzo il museo Natura organizza una passeggiata naturalistica (di 2 ore) all’interno della Pineta San Vitale. A tutti i partecipanti sarà fornito un binocolo per le osservazioni. Ritrovo alle 11 al parcheggio di Cà Vecchia, via Canale Fossatone n 3. Bambini fino a 5 anni gratis. Info: 0544 528710.

L’idea della cooperativa La Pieve: «I giochi da tavolo si sono dimostrati efficaci su vari livelli di apprendimento» C’è tempo fino all’8 aprile per partecipare al crowdfunding lanciato dalla cooperativa La Pieve sulla piattaforma www.ideaginger.it per la realizzazione di Zuga Zuga, il primo “festival del gioco e dell’educazione”, che si terrà a Ravenna sabato 18 e domenica 19 aprile. La cooperativa si è posta come obiettivo il raggiungimento della cifra di 2.500 euro (a 36 giorni dal termine ne erano già stati raccolti circa 1.600), alla quale si può contribuire con un’offerta libera o scegliendo uno degli importi già presenti su Ideaginger (dai 10 ai 500 euro) e per i quali sono previsti gadget e ringraziamenti speciali. La BCC ravennate, forlivese e imolese si impegnerà a donare il 20 percento dell’importo totale una volta raggiunto l’80 percento dell’obiettivo. «Zuga Zuga è un nuovo tassello del progetto Tuttingioco al quale la nostra cooperativa lavora da diversi anni - afferma Christian Rivalta, vicepresidente La Pieve - e che ci vede impegnati nell’utilizzo del gioco come strumento educativo. Tutto è nato dall’intuizione di un nostro socio ed educatore che ha iniziato a utilizzare i giochi da tavolo nel suo lavoro quotidiano con i bambini e i minori affetti da autismo. I giochi da tavolo, con le loro regole e le sfide, si sono dimostrati efficaci su vari livelli di apprendimento. Visto il successo dell’iniziativa abbiamo deciso di esportarla all’esterno del mondo della disabilità e, grazie alla collaborazione con professor Cobblepot Games e Consorzio Solco Ravenna (al quale siamo associati), abbiamo dato vita alla figura dell’Educatore ludico: una nuova professionalità che utilizza il gioco da tavolo come strumento educativo in ogni contesto, dalle scuole agli oratori, fino alle carceri. Un festival dedicato a questo argomento ci consentirà di far conoscere a più persone possibili la potenza educativa del gioco». La prima edizione del festival si terrà all’interno del Salo-

NATURA/2 Il parco di Cervia riapre il 15 marzo Il Parco Naturale di Cervia, meta primaverile per molte famiglie della zona nonché di turisti, riaprirà il 15 marzo. Tra le attrazioni anche una fattoria didattica in cui è possibile accarezzare gli animali.

FOTOGRAFIA A Cervia un corso gratuito per imparare a “scattare” Inizierà lunedì 9 marzo “Super Zoom”, il nuovo laboratorio fotografico gratuito per ragazzi della Sala Malva Nord di Cervia, organizzato in collaborazione con Informagiovani. Il laboratorio si svilupperà ogni lunedì pomeriggio dalle 16 (in via dei Papaveri 43), in uno spazio polifunzionale perfetto per la trasmissione dei primi rudimenti della fotografia. Se l’utilizzo dell’immagine è parte integrante della vita quotidiana dei ragazzi, ciò che i partecipanti matureranno sarà una consapevolezza all’uso di essa, guidati da Valentina Levrini, giovane fotografa emergente che ha all’attivo diverse mostre in contesto nazionale e non solo. I posti sono limitati e riservati a ragazzi e ragazze tra i 13 ed i 16 anni di età. Per iscriversi è necessario inviare una mail con i dati personali ed un recapito telefonico all’indirizzo informagiovani@comunecervia.it, oppure telefonare al numero 0544979265.

ne delle Feste di via Faentina 248 a Ravenna e prevede un programma incentrato sul connubio tra gioco, educazione e cultura, rivolgendosi a famiglie, insegnanti ed educatori. «Allestiremo un’enorme ludoteca con diversi tavoli in cui giocare gratuitamente con giochi da tavolo, di carte e di ruolo e verranno ospitate realtà nazionali, case editrici e associazioni specializzate», conclude Rivalta. Oltre al gioco ci saranno dei momenti di approfondimento, in particolare sabato 18 aprile, dalle ore 9 alle ore 11, la conferenza “Giocando si educa! Più educatori ludici per tutti”, a cura di Gabriele Mari, e dalle ore 11 alle ore 13 l’intervento di Andrea Ligabue “Didattica Ludica - dal Play Modena alle aule”.

8 Marzo Auguri a tutte le Donne

FIDO IN AFF

IDO

MATLEY Matley è un dolcissimo esemplare di setter inglese. Affettuoso e socievole, farebbe la gioia di chiunque sappia meritarselo. Nato nel 2010, rientra nel progetto dell’Associazione Clama “Adotta un nonno”, che prevede agevolazioni e sconti per cure e cibo per gli adottanti. Per conoscerlo chiamate: Canile di Ravenna tel. 0544 453095

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San Michele (RA) - Via Faentina 270 Tel. 0544 461039 • Fax 0544 500980

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Questo bel gatto formato king size cerca con molta urgenza una nuova famiglia! Salvato dalla strada, aveva trovato rifugio presso un’umana di cuore, che però non potrà più accudirlo. Ha sei anni, è sterilizzato e affettuoso. Adora le coccole e dormire nel lettone, ma non ama molto i suoi simili... Chiamate per adottarlo! Per info: cell. 338 3932532

FARMACIE DI TURNO + APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30 DAL 5 ALL’8 MARZO PORTA NUOVA via Cesarea 25 tel. 0544 63017; COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; S. PIETRO via Garzanti 74 (S. Pietro in Trento) - tel. 0544 495434; BASSETTE via Grandi 4 tel. 0544 1697080. DAL 9 AL 15 MARZO SANTA TERESA via De Gasperi 71 tel. 0544 33054; COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 - tel. 0544 402514; BOATTINI via Ravegnana 815 (Coccolia) - tel. 0544 569060; REALE via Reale 17 (Mezzano) tel. 0544 520941.

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GUSTO / 25 5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

ESCURSIONI Torna la Pedalata del Cappelletto, da Cervia a Ravenna Sabato 14 marzo torna la Pedalata del Cappelletto, tra Cervia e Ravenna. La partenza è fissata alle 9 del mattino, con ritrovo al centro visite delle saline in via Bova 61. Una guida esperta accompagnerà i partecipanti attraversando pinete e zone umide con soste per l’osservazione dell'avifauna. L’arrivo è a Ravenna in Darsena Pop Up, per un pranzo a base di cappelletto romagnolo. Quota partecipazione 45 euro (con noleggio bici). Info: 0544 973040.

SCUOLE

I RAGAZZI DELL’ALBERGHIERO CHIEDONO SOLDI PER UNA TEMPERATRICE PER IL CIOCCOLATO I ragazzi della 5a A dell’Istituto Alberghiero di Cervia hanno lanciato una raccolta fondi per dotare la scuola di una macchina temperatrice per il cioccolato (strumento indispensabile per rendere perfetta la consistenza e la preparazione dei cioccolatini). A fronte di una piccola donazione (su ideaginger.it) i ragazzi faranno assaggiare i loro cioccolatini o inviteranno i “benefattori” a un pranzo o una cena. C'è tempo fino al 17 marzo, l’obiettivo è 7.000 euro.

LABORATORI Una serata alla scoperta della fermentazione all’Osteria della Sghisa L’Osteria della Sghisa di Faenza dedica una serata alla fermentazione dei cibi, una tecnica antichissima ma anche molto moderna, attraverso cui ottenere alimenti dalle spiccate qualità nutrizionali e organolettiche. Mercoledì 11 marzo, alle 20 si terrà un workshop per imparare a fermentare le verdure, con Giulia Pieri, chef specializzata in cucina vegetale, integrale e probiotica. Durante il laboratorio i partecipanti impareranno a produrre verdure fermentate utilizzando due metodi diversi, con salatura a secco e con la salamoia, e potranno portarle a casa per continuare a seguire in autonomia la loro fermentazione. La serata prevede anche una degustazione con assaggi di cibi fermentati preparati dalla chef. Per partecipare al workshop è obbligatoria la prenotazione; ogni iscritto dovrà portare da casa un coltello, un tagliere, una ciotola capiente, una grattugia a fori larghi. Il costo è di 45 euro a persona (comprensivo di un gadget). Il corso si terrà con un minimo di 10 partecipanti e con un massimo di 20 persone. Per maggiori informazioni: 0546 668354.

COSE BUONE DI CASA A cura di Angela Schiavina

Gnocchi di patate con fonduta Una ricetta gustosa per questi giorni particolari: gnocchi di patate un fonduta di parmigiano. Ingredienti per gli gnocchi: 1 kg. patate; 150 gr. farina debole; 120 gr. di fecola; 50 gr. di uova; 20 gr. di tuorli; noce moscata, sale e pepe quanto basta. Ingredienti per la fonduta di parmigiano: 40 gr. di tuorli; 300 gr. di panna; 120 gr. di parmigiano reggiano; sale e pepe quanto basta. Preparazione: per fare la fonduta in un tegame versare la panna, quando bolle aggiungere il parmigiano grattugiato, il pepe e se necessario il sale. Mescolate velocemente fino a quando la crema sarà liscia. Poi aggiungere il tuorlo. Mescolare ancora e tenere in caldo. Per gli gnocchi: lavare le patate e poi cuocerle a vapore (potete usare la pentola a pressione). Dopo averle cotte, lasciarle raffreddare per 10 minuti poi passarle allo schiacciapatate (la buccia rimarrà nel cestello). Mettere tutto sul tagliere, fare un cratere e mettere al centro tutti gli ingredienti, impastare velocemente. Fare dei filoncini poi tagliare dei pezzetti,ripassarli sul retro della grattugia così prenderanno la forma di conchiglia. Lasciare raffreddare. Cuocerli in abbondante acqua salata, quando l’acqua bolle versarli dolcemente e mescolare con delicatezza. Quando verranno a galla scolarli con un colino e metterli in padella dovete avrete la fonduta, mescolate dolcemente e rovesciateli nel piatto di portata. Se vi piace potete mettere delle gocce di aceto balsamico, ma quello buonissimo!

LO STAPPATO A cura di Fabio Magnani

Un piacevolissimo spumante brut Cominciamo il mese di marzo assaggiando un piacevolissimo spumante ottenuto da uve Schiava. Il “Brut” dell’azienda trentina “Giulio & Mauro” ha un bel colore rosa salmone e un naso pulito, di buona intensità e persistenza. Ricordi di piccola frutta rossa, pesca, mirto ed erbe aromatiche. Un leggero origano fresco fa eco a ricordi di pepe bianco. Al palato è secco con bolla fine e decisa. Il passo di bocca è ritmato da freschezza acida e sapidità. Chiusura amarognola con un ritorno aromatico di fragoline di bosco e prugne selvatiche. Per una deliziosa merenda con salumi artigianali.


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SPECIALE Rigenerazione e Ristrutturazione

RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

STRUTTURE DOMESTICHE

L’importanza dei controlli periodici dello stato del tetto e delle grondaie Opere di pulizia e manutenzione sono fondamentali per preservare la copertura e il drenaggio della casa. Parla l’esperto Salvatore D’Accursio dell’impresa R.G. Prendersi cura costantemente della propria casa, ossia provvedere ai controlli di legge e alle manutenzioni di routine, significa preservare il più a lungo possibile il valore di uno dei beni più preziosi. E si sa, la buona salute di un’abitazione parte dal tetto. «Un tetto ben costruito deve durare almeno trent’anni – afferma Salvatore D’Accursio, titolare di R.G. Srl Impresa Edile di Ravenna (con sede alle Bassette, in via Giulio Pastore 12) –. Per questo suggeriamo di procedere a controlli periodici almeno ogni due anni, visto che con una spesa minima si possono sostituire le tegole rotte ed eventualmente pulire le grondaie, in modo da prevenire infiltrazioni e intasamenti. Con i recenti cambiamenti climatici a cui abbiamo assistito, in particolare con le frequenti tempeste, sono state modificate le tecniche di posa, prevedendo più punti di fissaggio rispetto al passato. In sostanza, ormai, si seguono un po’ ovunque le indicazioni che un tempo si applicavano solo a città come Trieste dove soffia il forte vento di bora. Avere una buona copertura, poi, serve anche in caso di neve. Tutti ricordiamo i danni verificatesi nel 2012, l’anno del “nevone”, quando tanti tetti hanno sofferto fortemente». Anche se quello in corso è, tutto sommato, un inverno mite sotto il profilo delle temperature, non per questo bisogna dimenticarsi del lattoniere. Bisogna, per esempio ricordarsi, la manutenzione delle linee vita che sono un insieme di ancoraggi in quota sulle coperture a cui si agganciano gli operatori tramite imbracature e relativi cordini di sicurezza. Sulle coperture dei nuovi edifici sono installate in modo stabile e serve una manutenzione. «In genere – spiega D’Accursio –, dopo averle installate, si fa un primo controllo dopo un anno, mentre si può procedere al collaudo da parte di un ingegnere dopo quattro anni. Va ricordato che, dal febbraio 2017, le linee vita sono obbligatorie per legge».

quello della fioritura dei pioppi che causa intasamento delle condutture. Anche aghi di pino, piccioni e colombi, sono agenti che possono mettere a rischio il buon funzionamento delle grondaie, dei pluviali e di tutti i canali di scarico delle acque meteoriche. Se non si provvede a pulirle per tempo, al primo acquazzone estivo, arrivano inevitabilmente i danni, anche ingenti». Rivolgersi a professionisti d’esperienza può certamente levare da qualsiasi impaccio. La storica R.G. Srl Impresa Edile, azienda che ha rilevato nel 2017 il noto marchio Ravenna Grondaie, è specializzata nella manutenzione e rifacimento di tetti e grondaie. Grazie a un organico altamente specializzato e alla disponibilità di materiali adeguati e macchinari tecnologicamente avanzati, è in grado di realizzare qualsiasi tipo di elemento in lattoneria, standard o secondo le specifiche necessità del cliente. Avendo a disposizione una moderna attrezzatura, l’azienda si occupa nello specifico del montaggio di coperture metalliche e rivestimenti di facciate eseguiti anche con la tecnica della doppia aggraffatura; installa e sostituisce grondaie pluviali, converse, lucernai, cappelli per camini e tutto ciò che riguarda la lattoneria. Un altro punto di forza è lo smaltimento amianto, con un processo di bonifica a 360 gradi: dalla fase del sopralluogo a quella di rimozione e smaltimento dell’amianto. Roberta Bezzi

C’è poi il capitolo grondaie: al riguardo, è opportuno prevedere una pulizia una o due volte l’anno, all’inizio della primavera o alla fine dell’autunno. L’intento, infatti, è quello di evitare un loro intasamento che poi è causa di ingressi e ristagni di acqua nelle strutture edilizie. Le grondaie sono una componente fondamentale del tetto, svolgendo un duplice ruolo, sia estetico, di cornice della copertura, che funzionale. Sotto il profilo funzionale, va detto che tutta l’acqua che cade in copertura deve essere correttamente smaltita verso il basso. Il mancato corretto deflusso dell’acqua può provocare danni molto seri alla struttura dell’edificio: infiltrazioni, degrado di pareti, soffitti e pavimenti, formazione di muffa, danneggiamento delle fondazioni. «Un momento molto delicato – ricorda D’Accursio – è

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RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

SPECIALE Rigenerazione e Ristrutturazione

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INCENTIVI FISCALI

CASA DOMOTICA

LA “SMART HOME” SALE IN CIMA AI DESIDERI DI CHI VUOLE ABITARE IN MODO PIÙ CONFORTEVOLE, SICURO E CONVENIENTE Lo evidenzia una ricerca del Politecnico di Milano e Doxa sui consumatori del Nord Est italiano. Soprattutto per le nuove tecnologie di climatizzazione Nonostante negli ultimi anni i cambiamenti climatici abbiano reso l’inverno differente rispetto agli standard di qualche tempo fa, marzo rimane pur sempre un mese in cui il freddo si fa sentire. Ed è per questa ragione che ognuno di noi necessita di riscaldare e rendere più accogliente la propria abitazione, luogo in cui si è soliti trascorrere più tempo che nelle altre stagioni. Fondamentale risulta, quindi, avere a disposizione strumenti efficienti, rapidi ma soprattutto comodi da gestire. In quest’ottica che si colloca la Smart Home, un sistema pensato per una casa intelligente, con un impianto integrato di tipo domotico per migliorare il comfort, la sicurezza e i consumi di chi vi abita. Anche i sistemi di climatizzazione e riscaldamento possono essere parte di questa tecnologia in grado di semplificare la vita quotidiana. Il mercato della Smart Home è nel 2019 - come rivelato da una ricerca dell'Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, in collaborazione con Doxa – cresciuto in Italia: si tratta, infatti, di una tematica sempre più nota ai consumatori italiani (il 68% ne ha già sentito parlare) e il 42% di essi possiedono almeno un oggetto smart in casa. In particolare, per quanto riguarda il settore della climatizzazione e del riscaldamento, il 34% opta per soluzioni smart per un motivo di comodità, il 28% per tenere sotto controllo i propri consumi energetici e il 22% per controllare a distanza la temperatura della propria abitazione o dell’acqua calda. In particolare, il Nord – Est Italia è risultata l’area in cui ben il 74% del campione di intervistati ha dichiarato di aver già sentito parlare di “Smart Home”. Di queste, oltre il 16,5% ha acquistato un oggetto legato alla climatizzazione e al riscaldamento, dove ai primi posti figurano caldaie, climatizzatori e termostati. Inoltre, tra le persone intervistate nell’area, il 10,7% di esse utilizza le funzionalità di Smart Home Speaker per accendere o spegnere la caldaia o lo scaldacqua, nonché regolarne la temperatura. Significativa, inoltre, la propensione all’acquisto per il futuro di oggetti smart dove il 33,4% degli intervistati dichiara di voler optare per strumenti di questo tipo legati alla climatizzazione e al riscaldamento. Nella foto, una caldaia a condensazione Ariston Alteas One Net, del noto marchio Made in Italy, Ariston Thermo Group, concepita per un uso “smart” tramite un’applicazione web

BONUS FACCIATE: COME VERIFICARE SE LA PROPRIA ABITAZIONE RIENTRA NELLE ZONE DI RAVENNA A O B Nella legge di bilancio 2020 sono previste agevolazioni fiscali per coloro che volessero recuperare o restaurare le facciate esterne degli edifici di proprietà. Per avere diritto al bonus è necessario che gli edifici siano ubicati nelle zone A e B, così come è indicato nel decreto 1444/1968 del ministro dei Lavori pubblici o in zone a queste assimilabili in base alla normativa regionale e ai regolamenti edilizi comunali. Il comune di Ravenna, al fine di favorire la possibilità di accedere al beneficio, ha elaborato una guida per permettere a chiunque di verificare se la propria abitazione rientra o meno nelle zone A o B e dunque presentare richiesta di detrazione. Attraverso il portale online degli strumenti urbanistici del Comune è possibile individuare l’immobile e verificare, in modo autonomo, se la zona di Piano strutturale comunale trovata corrisponde a una zona A o B del decreto mediante la tabella A di equiparazione all’articolo 16 del PSC 5 - Norme tecniche di attuazione. Pertanto per l’individuazione della zona A o B non è necessaria la presentazione di alcuna modulistica o domanda agli uffici comunali. Di seguito il link del portale dove è possibile effettuare la consultazione: http://www.comune. ra.it /AreeTematiche/Ambiente-Territorio-e-Mobilita/Urbanistica/Progettazione-Urbanistica/Bonus-Facciate-2020.

RIMBORSO DANNI MALTEMPO Prorogati al 4 maggio i termini per fare domanda Sono stati prorogati al 4 maggio i termini per la presentazione delle domande di contributi economici ai privati cittadini e alle attività economiche e produttive, per i danni causati dagli eventi calamitosi di maggio e novembre 2019.

LE AZIENDE INFORMANO

PAVIMENTI IN LEGNO

Original Parquet: «Continua sempre il nostro studio e la ricerca di soluzioni innovative» L’azienda di Alfonsine ha investito in impianti ad alto livello tecnologico e controllo digitale, per elevare lo standard qualitativo dei prodotti e la sicurezza sul lavoro. Senza dimenticare l’accuratezza artigianale L'innovazione tecnologica e l'automazione, nel rendere più efficienti e sicuri i metodi di lavoro, sono i principali propulsori dello sviluppo delle aziende per la creazione di prodotti ad alto standard qualitativo. E sono un vantaggio, in particolare, nella competizione del commercio globale per l'export Made in Italy. Proprio per questo lo Stato italiano ha recentemente avviato un piano di incentivi – “Industria 4.0” – per stimolare il rinnovo tecnologico di impianti e sistemi produttivi delle imprese. «Da quando siamo nati non abbiamo mai smesso di studiare e ricercare tecniche, materiali e processi di produzione sempre più evoluti per affinare e diversificare le tipologie dei nostri pavimenti in legno – afferma Giovanni Ballardini, presidente di Original Parquet di Alfonsine, fra le aziende leader del settore in Italia e all'estero –. In tempi recenti abbiamo compiuto importanti investimenti per implementare e rinnovare i nostri impianti, proprio in conformità con la regolamentazione e gli obbiettivi di innovazione definiti dal piano statale “Industria 4.0”, che prevede anche una evoluzione nel controllo informatico di tutta la filiera di produzione».

Così oggi lo stabilimento di Alfonsine di Original Parquet può vantare un sistema di produzione e finitura di pavimenti in legno dalle caratteristiche “smart”, nel quale i macchinari di lavorazione sono interconnessi, comunicano fra di loro ed autonomamente effettuano analisi diagnostiche sul corretto funzionamento e una manutenzione preventiva.

Questo sistema tecnologico è monitorato e governato da una rete digitale aziendale, gestita da esperti informatici interni e in dialogo costante con specialisti esterni delle tecnologie e dei materiali utilizzati, per mantenere sempre elevato il livello di efficienza produttiva, lo standard qualitativo dei vari pavimenti in legno realizzati, e garantire la sicurezza sul lavoro. «D'altra parte, la nostra resta un'azienda legata sul piano dei prodotti alla massima cura artigianale – conclude Ballardini –. L'automazione e la gestione digitale della fabbrica sono fondamentali ma per noi è egualmente importante la verifica umana sui prodotti, nei vari passaggi della produzione. Un attento sguardo professionale che implica esperienza e passione per il proprio lavoro, e rappresenta il migliore connubio fra uomo e macchina».


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SPECIALE Rigenerazione e Ristrutturazione

RAVENNA&DINTORNI 23-29 gennaio 2020

ARCHITETTURA

Ritratti e disegni di Alvaro Siza al Magazzino del Sale di Cervia Una mostra sul progettista portoghese dal 6 al 22 marzo

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Ritratti e disegni di viaggio realizzati in oltre 60 anni dall’architetto portoghese Alvaro Siza (nella foto) sono i protagonisti della tappa romagnola del progetto itinerante â€œĂ lvaro Siza. Viagem sem Programaâ€?, che aaproda a Cervia, al Magazzino del Sale Torre (via Nazario Sauro) da venerdĂŹ 6 al 22 marzo. L’esposizione si inaugura il 6 marzo alle 18, acui seguirĂ una conferenza tenuta dai curatori Greta Ruffino e Raul Betti. L’iniziativa sarĂ seguita dalla proiezione del cortometraggio Viagem Sem Programa, intervista realizzata nel 2011 dai curatori della mostra nello studio di Siza e in alcuni luoghi per lui significativi di Porto e Lisbona. Infine, è prevista una visita guidata alla mostra. Le opere che compongono l’esposizione, 53 disegni, sono state selezionate personalmente dallo stesso architetto, tra i piĂš importanti del panorama internazionale, e l’esposizione sarĂ arricchita anche da un video-documentario e contenuti inediti. La mostra dedicata ai disegni di Ă lvaro Siza prevede infatti anche la video-installazione Viagem Sem Programa, oltre a un’ampia selezione di fotografie scelte tra centinaia di immagini scattate nel corso degli anni dai due curatori, da amici e appassionati, che raccontano la genesi del progetto fino ad oggi. Il progetto della mostra, nato dai numerosi incontri che i curatori Greta Ruffino e Raul Betti hanno avuto con Ă lvaro Siza nel suo studio di Porto, racconta la sua attivitĂ e la sua visione del mondo e dell’architettura. La mostra si addentra nella natura umana e nella cultura progettuale dell’architetto portoghese e della sua intensa capacitĂ di osservare. Nuove opportunitĂ di visita guidata alla mostra sono in programma per sabato 7 e 14 marzo, dalle ore 16 alle 18.30. L’ingresso alla mostra è gratuito. In ottemperanza al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri sul Coronavirus, la mostra assicurerĂ una modalitĂ di fruizione contingentata o comunque tale da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico. L’esposizione è visitabile dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 15.30 alle 19, il sabato e la domenica dalle 11.30 alle 20.30.

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5-11 marzo 2020 RAVENNA&DINTORNI

COSTRUZIONI INNOVATIVE

LE AZIENDE INFORMANO

RADIS: come edificare una casa in legno in tempi brevi, sicura e confortevole, per ottenere un importante risparmio energetico L’azienda ravennate fondata da Carlo Gelosi, leader nel settore del legno e dei suoi trattamenti, offre diverse soluzioni abitative all’insegna della resistenza, della durata e della sostenibilità. Delle convenienze ce ne parla il tecnico commerciale Marco Baroni Sono in tanti ormai ad apprezzare la bellezza, la sicurezza e l’efficienza energetica delle case in legno. Ne sa qualcosa Radis, azienda ravennate leader nel settore della vendita di legno e dei suoi elaborati – fondata da Carlo Gelosi – con una pluriennale esperienza nel trattamento dello stesso. A toccare con mano, ogni giorno, questo crescente interesse è Marco Baroni (nella foto), tecnico commerciale che – oltre a elaborare preventivi e offerte – segue passo passo i cantieri e le realizzazioni a 360 gradi. Quali sono le principali motivazioni di chi, al tradizionale mattone, preferisce il sistema di costruzione in legno? «Anzitutto la gente resta colpita dai più ridotti tempi di costruzione. Basti pensare che, in circa un mese, è possibile finire la struttura portante, e quindi il grezzo. In media, dall’inizio alla fine, ossia dalla costruzione delle fondamenta all’ingresso in casa, il processo richiede da un minimo di otto a un massimo di 18 mesi. Poi chiaramente, influiscono fortemente l’ottima resistenza del legno ai terremoti e la possibilità di avere evidenti risparmi sulle bollette». Quindi, una casa in legno è più economica di una in muratura? «I costi di costruzione sono pressoché simili. Ciò che fa davvero la differenza è l’opportunità di abbattere i costi energetici nel tempo. Per esempio, la casa in legno riesce a mantenere per diverse ore la stessa temperatura e questo non è un beneficio da poco. Un nostro cliente di Piangipane, con cui conserviamo un ottimo rapporto, ci ricorda spesso che riesce a mantenere in casa la temperatura di 19 gradi in inverno, anche senza riscaldamento acceso. Mentre in estate, è facile avere una casa fresca anche con 40 gradi fuori. Pertanto il legno ha un alto potere isolante tutto l’anno». È corretto dire che in Italia, rispetto ad altri Paesi, ci si sia avvicinati gradualmente alle costruzioni in legno per la paura dei sisma? «Di certo, le ripetute scosse sismiche di questi ultimi anni hanno fatto emergere con forza il problema della sicurezza. L’Italia è sempre stato un Paese a rischio sismico, questa non è una novità. Ma per la prima volta si è comincia-

to a pensare a come cautelarsi per il futuro. In generale, c’è una certa resistenza a staccarsi dal buon vecchio mattone. Ma le cose stanno cambiando velocemente, anche in virtù di una maggiore attenzione verso l’ambiente». Perché il legno è più resistente ai terremoti? «Ci sono molti studi compiuti in paesi ad alto rischio sismico come gli Stati Uniti e il Giappone, dove si costruisce abitualmente in legno. Il legno ha caratteristiche che lo rendono in grado di resistere alle forze telluriche e viene considerato un surrogato ideale dell’acciaio. Per fare capire ai clienti di cosa sto parlando, faccio vedere il video relativo al “progetto Sofie” che mostra cosa succede a un edifico di sette piani in caso di forte terremoto. La struttura in legno oscilla ovviamente ma non si formano crepe». A volte si tende a pensare che il legno abbia bisogno di maggiore manutenzione. È vero o si tratta di un luogo comune? «In realtà, è un luogo comune. Se la casa è stata ben progettata e costruita, può durare persino di più di quella in mattoni. Quali sono i principali accorgimenti? Trattare, anzitutto, il legno preventivamente per evitare che in futuro possa essere “attaccato” da fastidiosi animaletti. Poi, è sempre bene fare uno studio del terreno su cui si costruirà, per valutare il tipo di impermeabilizzazione più adeguato per evitare che l’umidità possa rovinare in legno». Quanto conta l’esperienza dei professionisti chiamati a montare una casa in legno? «Moltissimo. Da questo punto di vista Radis è una certezza perché può contare su personale altamente qualificato, anche nell’ambito di corsi ad hoc, oltre su una esperienza pluriennale che è fondamentale soprattutto nell’individuare le varie problematiche a cui si può andare incontro. D’altra parte è stato così anche per la muratura: ora un po’ tutti la conoscono, ma all’inizio non era di certo così». Personalmente, cosa l’ha convinta a credere e occuparsi da anni di case in legno? «Questo è un lavoro che amo moltissimo e che dà grandi soddisfazioni. Ciò che mi ha sempre affascinato delle case in legno è la qualità di vita che garantiscono: quando si è dentro si respira un’aria più salubre, viva. Sembra quasi di vivere in una bomboniera, in una baita di montagna, grazie anche alla buona fono-assorbenza. Le case in legno rappresentano il cuore della moderna edilizia».

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SPECIALE Rigenerazione e Ristrutturazione

EDIFICI PUBBLCI

RAVENNA&DINTORNI 5-11 marzo 2020

LAVORI PUBBLICI

In dirittura d’arrivo il recupero della Fabbrica Vecchia e del Marchesato a Marina

Impianti sportivi: approvati interventi straordinari per oltre 100 mila euro La giunta comunale ha approvato interventi straordinari di manutenzione e nuove dotazioni negli impianti sportivi ravennati per oltre 100 mila euro. Il primo intervento riguarda la manutenzione sulle coperture del palazzetto Angelo Costa (sala Judo) e del fabbricato spogliatoi e servizi del circolo Tennis Cesarea nonchè alcune opere sugli impianti termici del campo scuola comunale. La spesa ammonta a 48mila euro. Il secondo intervento è relativo al centro sportivo Zalamella per la sostituzione del boiler per la produzione di acqua calda e alla piscina comunale per la sostituzione di apparecchiature di automazione per il controllo e la regolazione del flusso e delle temperature dell’acqua insieme ad altri interventi vari di manutenzione per una spesa complessiva di 44.640 euro; infine è stata prevista l’implementazione della illuminazione del campo allenamento antistadio presso lo stadio Benelli per un importo di 8.680 euro. Tali opere sono mirate a migliorare lo stato degli impianti e a garantirne la funzionalitĂ e la sicurezza. Il costo totale degli interventi ammonta a 101.320 euro. L’inizio dei lavori è previsto nella primavera inoltrata.

Lista per Ravenna chiede al Sindaco di Ravenna se intende, come annunciato nel 2019, di insediarvi la sede portuale dei Vigili del Fuoco ÂŤL’11 febbraio 2019 è stata una giornata storica per la Fabbrica Vecchia e il Marchesato, per Marina di Ravenna, per il Comitato sorto nel 1979 a tutela di questi due edifici monumentali e per il suo instancabile presidente Giancarlo Bazzoni, ma anche per noi di Lista per Ravenna che del loro risanamento e recupero conduciamo da sempre un’energica battaglia politica – si legge in una nota del gruppo di oppozione in consiglio comunale di Ravenna –. Costruiti tra il 1762 e il 1781, il primo come Casone della SanitĂ , il secondo come magazzino e rivendita di prodotti alimentari di prima necessitĂ , situati oggi sulla sponda destra del canale Candiano presso l’imboccatura della pialassa Piomboni, rappresentando il piĂš antico insediamento dell’attuale moderno porto ravennate e insieme di Marina di Ravenna, giacciono da qualche decennio nel totale abbandono, circondati da pantano e degrado, ridotti a pezzi, recintati perchĂŠ a rischio di crollo. Il recupero degli edifici, spettante all’AutoritĂ portuale in base ad un accordo sottoscritto col Comune molti anni fa, era rimasto lettera morta, dovendosi innanzitutto trasferire all’ente portuale le quote di proprietĂ del complesso immobiliare in possesso del Comune stessoÂť. ÂŤDall’ultimo sollecito di Lista per Ravenna – continua la nosta firmata dal copogruppo ALvaro Ancisi –, rivolto al sindaco il 3 febbraio scorso con l’interrogazione intitolata: “Fabbrica Vecchia e Marchesato dissestati. Urgenti i lavori di ripristinoâ€?, è arrivata martedĂŹ 11 febbraio, nella seduta del consiglio comunale, tramite l’assessore al patrimonio Cameliani, la notizia agognata: la voltura catastale è finalmente avvenuta. Adesso l’AutoritĂ portuale può realizzare senza impedimenti burocratici il progetto prefigurato di restauro e ripristino della Fabbrica Vecchia e del

Marchesato affinchĂŠ siano destinati ad attivitĂ di interesse per il porto e per la localitĂ . La strada è diventata libera. Per partire, occorre definire gli obiettivi e i contenuti del progetto e dei lavori da mettere in appalto, materia su cui si incentra ora l’azione politica di Lista per Ravenna in affiancamento del Comitato che tutela i due edificiÂť. A questo proposito viene citato l’annuncio del sindaco De Pascale del marzo 2019: ÂŤRichiediamo massima celeritĂ nell’attuazione del progetto di ristrutturazione della Fabbrica Vecchia e del Marchesato, dove - oltre che il trasferimento della sede portuale - è in progetto la realizzazione di un nuovo polo addestrativo dei Vigili del fuoco che consentirĂ in futuro di concentrare in quell’area la massima parte anche delle basi logistiche, in modo tale da azzerare le criticitĂ e trasformare la presenza delle attivitĂ formative da un disagio in una opportunitĂ Âť. Il gruppo di opposizione quindi ha posto una interrogazione al Primo Cittadino per conoscere ÂŤla fattibilitĂ di questo annuncio, perchĂŠ da lĂŹ dipende il progetto intero di recupero della Fabbrica Vecchia e del Marchesato, che non si vorrebbe ulteriormente “incagliatoâ€? in lungaggini (in)decisionali. La domanda che Lista per Ravenna rivolge dunque al Sindaco è se intende far conoscere al consiglio comunale, e quindi alla cittĂ , quali siano le linee del progetto in questione a carico all’AutoritĂ portuale, partendo dall’ipotesi di insediarvi la sede portuale dei Vigili del FuocoÂť.

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