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6-12 GIUGNO 2019
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TROPPI COMPITI? Si fa largo una petizione per abolirli Il parere di insegnanti, educatori e medici
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2 / VOCI
RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
PERIODICO DI INFORMAZIONE MULTICULTURALE a cura di Associazione Onnivoro in collaborazione con il Comune di Ravenna
Festival delle culture: una fiumana di eventi I DIBATTITI Immigrazione zero con Lerner, Mancuso, Allievi
L’immagine scelta per l’edizione 2019 del Festival delle culture che avrà il titolo “Immigrazione zero”. Cosa succederebbe se gli stranieri improvvisamente sparissero?
Il “racconto” più meticcio di Ravenna è quello che ogni anno si svolge in Darsena quando per tre giorni sapori, ritmi, parole si intrecciano dando vita al Festival delle culture, voluto e finanziato dal Comune di Ravenna ma che coinvolge tante realtà. Pubblichiamo quindi in breve il programma, a cominciare qui dagli spettacoli: un viaggio intorno al mondo dentro l’Almagià (se non diversamente specificato). 7 giugno: ore 17 (piazza S.Francesco) Fiumana Atto X, apertura della XIII edizione del Festival delle Culture con la parata inaugurale fino alla Darsena con performance teatrali, danze, capoeira e parkour. Alle 19.45 Africantolatissimi, spettacolo con i gruppi di danza afro romagnoli. Alle 20.15, I’m not a label, pensieri, poesie, danza tribale contemporanea, chitarra e percussioni. Alle 20.30 spettacolo di Capoeira. Alle 21.45 concerto dei Muddy Trucks. Alle 22.30 spettacolo di AcroYoga. Alle 23 SuREALISTAS in concerto con tre argentini, tre toscani, due siciliani e un sogno in comune. 8 giugno: alle 18.30 Danza della pace dei bambini. Alle 19 Intrecci danzanti spettacolo di musica e danza africana. Alle 19.45 Kunawoloi, trio di percussionisti con ritmi e suoni dall'Africa occi-
Accanto allo spettacolo, in Darsena per il Festival delle culture ci saranno momenti di confronto e dibattito, organizzati in collaborazione con l'Università di Bologna. 7 giugno, 20.30: consegna del Premio Intercultura Città di Ravenna 2019 a Daniela Di Capua, del Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati. Alle 21: Immigrazione zero: Economia con Gad Lerner (giornalista), Stefano Palombarini (professore di macroeconomia, Università di Parigi 8), Chiara Tronchin (ricercatrice Fondazione Leone Moressa), Chris Richmond Nzi (fondatore della startup Mygrants), modera Eva Giovannini. 8 giugno, 10.30: “ Le prospettive di una società "sicura" che non accoglie ” con Luca di Sciullo (direttore Idos), Paolo Fasano (Comune di Ravenna), Antonio Luordo (del sindacato SGB di Ravenna). Modera Barbara Gnisci. Ore 21: Immigrazione zero: cultura con Eraldo Affinati (scrittore e insegnante), Vito Mancuso (teologo), Francesca Mannocchi (reporter), modera Rosa Polacco. 9 giugno, 21: Immigrazione zero: Società con Gianumberto Accinelli (etnomologo), Stefano Allievi (professore di sociologia all'Università di Padova), modera Pietro Del Soldà.
dentale. Alle 20.15 Ciuleandra – Danza delle melerbe, antico rituale originario dei popoli dell’attuale Romania. Alle 21.45 Egungun, libera danza tradizionale Yoruba in Masquerade di buon auspicio. Ore 22.30 Appindre/Tnt/Wpyotre con danze dalla Costa d'Avorio. Alle 23 Baro Drom Orkestar in concerto Il quartetto, nato con la passione per le ritmiche infuocate dell’Est Europa e per le melodie del Mediterraneo, ha negli anni sviluppato un proprio linguaggio originale. 9 giugno: alle 10 (Giardini Pubblici) Insieme Danzando, laboratorio aperto a tutti di percussioni e danze africane con Dioma. Alle 18, Jam di Contact Dance Improvisation con musica dal vivo. Alle 19.45 Antiche radici, danze da Sri Lanka, Filippine, Nigeria, Bulgaria. Alle 20.30 In-Con-Tra, Elogio dei confini: coreografie, musica e parole per richiamare insieme le diverse forme rituali con cui si celebra nel mondo l'unione tra due persone. Alle 20.40 Abalualu, spettacolo sul matrimonio interculturale con un'esibizione di ballot cultural e masquerade nigeriani. Alle 22 concerto della Banda della Darsena oggi guidata da Thiam Baye Farai. Alle 23 Bko Quintet in concerto, dal Mali.
E tutti i giorni laboratori, cibo, suq e stelle Un’atmosfera allegra, una piazza in cui incontrarsi, cibi e sapori dal mondo, un mercatino e laboratori per bambini. Il festival delle culture è anche questo: uno spazio di libera aggregazione colorato e vivace dove ritrovarsi, prima dopo a margine degli eventi. Ecco allora che i più piccoli ci sono di meditazione, spazi creativi per grandi e piccoli di collage e decoupage, esplorazione grafica ed espressiva accanto a quelli di scultura e creta e ai giochi da tavolo del lontano oriente, spettacoli di burattini ed uno spazio per il rilassamento “MediTiAmo Festival”. Sarà attivo il MediaLabStore corner mediatico per realizzare delle video cronache in diretta e delle interviste ai protagonisti e al pubblico, il 7 e l’8 dalle 21 con gli astrofili del Planetario si potrà osservare la volta celeste. Tutti i giorni il suq con prodotti di artigianato africano, asiatico, sudamericano, ma anche autoctono, prodotti equosolidali, libri, stand delle associazioni di volontariato e il gazebo della pesca di beneficenza. E naturalmente i ristoranti in riva al canale con specialità caraibiche, sudamericane, mediorientali, indiana e srilankese, camerunensi. Visitabili tutti i giorni sono anche le mostre: al circolo Dock 61 “Linee di confine” dell'Aps Parole Nuove e l’installazione artistica “Al di à dei muri” che coinvolge i bambini delle scuole.
I NOMI Un festival di tutta la città e davvero partecipato, ecco da chi Il Festival delle Culture, che nasce ogni anno da un percorso condiviso, è partecipato da: Acer, Acr Ass. Camerunesi Romagna, gruppo AcroYoga, Admi Ass. Donne Mozambicane in Italia, Ass. Afesan Comunity, Airp, gruppo Afrodanza Ravenna, Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Alleanza Tunisina, Ass. Alma Rebelde, Ass. Amadia, Anpi Sezione Fuschini, Arci, Arcigay Ravenna, As.Ra Associazione Senegalesi di Ravenna, Auser, Ass. Bulgari di Romagna, Coop. CIDAS, Casa Dunya e Casa Maria della Coop. società Dolce, Ass. CEM, Ass. Cittadini del Mondo, Ass. Cittadini del Pianeta, CittAttiva, Ass. Terra mia, Comunità dei Nigeriani di Ravenna, Emergency Ravenna, Gullinsieme, Housing first, Ass. Ika Unions, Ass. Il russo per tutti, Ass. Italia-Cuba, Italia Chama Brazil, Ass. Ivoriani Ravenna e Provincia, Lampedusa siamo noi, Coop. Libridine, Liceo Classico Dante Alighieri, Life onlus, Avvocato di strada, Forum tunisino solidarietà e sviluppo, Line Level, Ass. LinguaMadre, Lucertola Ludens, Ass. italo-filippina Mabuhay, Ass. Ucraina Malva, Moschea La pace, Ass. Noi per Voi, Ass. Oodua Progressive Union, Ass. Parole Nuove, Ass. Polonia, Ass. Ravennate Astrofili Rheyta, Refugees Welcome Italia, Rete Civile contro il razzismo, Ass. RibellArt, Romagna Canapa, Ass. Romania Mare, Ass. Sahaja Yoga Ravenna, Ass. Saperi e Sapori, Scuola di danza aerea di Fornace Zarattini, gruppo capoeira Coquinho Baiano, scuola Rayna Knyaghinya, Scuole Medie di Ravenna e Russi, Servizio Civile Regionale e Nazionale, Shine parkour, Ass. Sri-Lanka, Ass. Speranza, Startup dispenso-la scarana project, Acsd Takadum, Teatro due Mondi di Faenza, Therme, Coop. Terra mia, Associazione Terzo mondo, Ass. Maratona di Ravenna, Università di Bologna-Campus di Ravenna.
PUNTI DI VISTA / 3 6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
IL COMMENTO
TUTTO D’UN TRATTO
L’OSSERVATORIO
di Gianluca Costantini
Le virtù (e i rischi) di una città Capitale
Breve dialogo triste tra uccellini in via Maggiore
di Fausto Piazza
di Moldenke
Che effetto fa per una città, ma si potrebbe allargare il termine a “comunità di cittadini”, diventare una Capitale, per di più internazionale? Beh, sicuramente un vantaggio: banalmente una capitalizzazione, nel senso economico, sociale e di benessere per chi ci abita e lavora. Questo sta accadendo a Matera – quest'anno nel pieno del riconoscimento di Capitale Europea della Cultura – che ho avuto modo di visitare recentemente, anche se fugacemente, con inevitabile rimando a Ravenna, fra le città italiane che si sfidavano per questo titolo, pochi anni fa. L'effetto notorietà di cui oggi gode Matera è evidente, com'è evidente la straordinaria e perturbante bellezza dei Sassi, cuore millenario della città, raro esempio di fusione fra natura e civiltà, ingegno dell'uomo e ambiente primordiale. Con tanto di status, ottenuto nel 1993, di patrimonio mondiale Unesco. Ma chi è stato a Matera venticinque (o anche solo tre) anni fa, oggi resta stupito dall’affollamento di turisti di ogni età e provenienza e di “servizi” a loro dedicati che stipano le vie del centro storico e vicoli della monumentale area rupestre: resort e b&b, ristoranti, osterie, baretti, negozietti di souvenir e delicatessen locali. Un caos vivace, variopinto, in certi momenti una calca, vista con soddisfazione e gestita con calma e cortesia (l’ho sperimentato) dai materani che se ne occupano, mettendo a frutto la crescente fama di un luogo meraviglioso e accogliente. Il dubbio, rispetto a questo boom del turismo di massa, spesso mordi e fuggi – peraltro non proprio originale visto che riguarda altri “gioielli” del Bel Paese, da Venezia a Firenze – , è se a lungo andare porterà autentici vantaggi, sarà governato e troverà un equilibrio sostenibile. Per il resto, l’immagine di Capitale culturale europea non è che proprio sia esaltata, nella Matera di questo inzio estate 2019: promozione e segnaletica “minimalista” del titolo, calendario di eventi rarefatto, interventi strutturali e infrastrutturali quasi assenti, o perlomeno poco valorizzati. Forse non è proprio così ma la percezione è quella. A parte una ricca, inedita e assai ben curata mostra sul “Rinascimento visto da Sud” e l’emozionante Purgatorio del Teatro delle Albe che proprio a Matera ha trovato uno scenario straordinariamente potente (Ravenna, va sottolineato, è l’unica città fra le vecchie sfidanti, chiamata a collaborare con questo spettacolo, per il programma della Capitale culturale 2019), tutto si concentra e sembra ritornare al paesaggio incantatore dei Sassi. Ma forse è presto per cogliere quel “Open Future” che è la cifra della Capitale materana, e valutare se la città diventerà mai un nuovo polo culturale, artistico, di ricerca del Meridione d’Italia. Come si propone. Certamente per chi non ha mai visto Matera, questa è un’ottima occasione per visitarla: bisogna sobbarcarsi un lungo viaggo fra strade perennemente cantierate e una stazione ferroviara che ancora non c’è, ma molte cose stanno cambiando e ne vale la pena. Così come è valsa la pena per Ravenna partecipare alla sfida culturale del 2019: l’ha persa ma d’altra parte Capitale lo era già stata e a suo modo lo è tuttora.
«Cip Cip» («Ciao Ciao») «Cip» («Ciao») «Ciip cip ciip» («Ma cos’è ‘sto casino oggi laggiù?») «Ciiip cip ciiip cip Santarella cip» («Sono i manifestanti convocati dalla Santarella per difendere il nostro albero») «Cip Santarella cip» («Chi è la Santarella?») «Cip cip cip cip cip» («Una del Movimento 5 Stelle») «Ciiiiiiip» («Ah ah») «Cip cip cip ccciip» («E da cosa lo difende il nostro albero?») «Cip». («Il Comune lo vuole abbattere perché è in condizioni critiche ed è pericoloso per gli umani, poi le radici rompono il cazzo, se hai le gambe o guidi una macchina»). «Cip cip cip ciiip ciiiiip» («Sicuro che hai detto questo con un solo “cip”?»). «Ciiiiiiip». («Certo. E comunque si vede che non hanno niente di meglio da fare, i manifestanti. Ma a Ravenna non succede proprio nulla? Vengono a protestare per sette pini da abbattere? Hanno un mucchio di alberi in questa città, hanno fatto pure un parco nuovo, ne faranno un altro, l’ho letto su Ravenna&Dintorni»). «Cip cip cip cip cip ciiiip cippppp» («Sei bravissimo a spiegarti con poche parole. Comunque sì, infatti, ci trasferiremo con il nostro nido nel pino qui di fianco») «Cip cip ciiiip cip cip» («E poi se sono così preoccupati per noi uccellini della minchia, che inquinino di meno, anche i grillini»). «Cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip cip». («Infatti»).
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001
Anno XVIII - n. 818 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: commerciale1@reclam.ra.it; tel. 0544 408312 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872 Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl Stabilimento di Imola
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4 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
POST ELEZIONI DONNE Incontro con Ileana Montini e la sua autobiografia
A Cotignola e Massa le prime giunte dopo il voto I due sindaci della Bassa, Piovaccari e Bassi, entrambi al secondo mandato hanno già presentato gli assessori, tra conferme e novità
Dopo la tornata elettorale delle Amministrative in 14 comuni della Provincia, che ha visto la riconferma di tutti i candidati al secondo mandato, la vittoria al primo turno dei candidati del centrosinistra nei tre comuni sopra i 15mila abitanti e la sola Brisighella passare al centrodestra, sono arrivate le prime giunte. Il sindaco di Massa Lombarda Daniele Bassi, rieletto con il 70,72% dei voti, l’1 giugno ha confermato nel ruolo di vicesindaca Carolina Ghiselli, che continuerà ad occuparsi di Politiche sociali, abitative, educative e Pari opportunità. Anche Laura Avveduti sarà ancora assessore ai Lavori pubblici, alla Mobilità sostenibile e all'Ambiente, mentre Stefano Sangiorgi proseguirà il proprio impegno con le deleghe a Comunicazione e ascolto, Informatizzazione e Semplificazione amministrativa, Politiche del personale, Gemellaggi, Forum delle associazioni e Protezione civile. I due nuovi ingressi in giunta sono Paolo Gherardi ed Elisa Fiori. Il primo è ingegnere meccanico e si occuperà di Edilizia privata, Sanità e Igiene pubblica. A Fiori, designer, sono state assegnate le deleghe alle Politiche e ai Servizi culturali, Politi-
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che giovanili e Associazionismo culturale. Il sindaco ha tenuto per sé le deleghe al Bilancio e Patrimonio, Ordine pubblico, Politiche per la sicurezza, Polizia municipale e amministrativa, Politiche per lo sviluppo economico e territoriale, Urbanistica, Attività produttive, Sport, Affari generali e Diritti dei cittadini. Prima di Bassi, il 31 maggio, anche Luca Piovaccari, riconfermato sindaco di Cotignola con il 78,45% dei voti, ha nominato la sua giunta tra conferme e novità (nella foto): Pier Luca Baldini sarà ancora vicesindaco e avrà le deleghe a Lavori pubblici, Urbanistica e Edilizia privata, Mobilità, Ambiente, Protezione civile, Polizia locale. Barbara Nannini sarà assessora a Politiche sociali e per la salute, Pari opportunità e diritti, Accoglienza e inclusione, Politiche abitative, Europa e Gemellaggi. A Federico Settembrini vengono affidati Cultura e turismo, Scuola e servizi per l'infanzia, Politiche giovanili, Informatica, Comunicazione. Laura Monti avrà Bilancio, Tributi e Patrimonio. Il sindaco ha tenuto per sé le deleghe ad Attività produttive, Agricoltura, Sport, Personale, Legalità e sicurezza.
Tutte le sere ristorante con menu di pesce e carne • MENU’ MANGIA-VELOCE • PIZZERIA CON FORNO A LEGNA • BAR • GELATERIA • BOMBOLAIA • PESCA A PREMI • SPAZIO BIMBI • ARENA SPETTACOLI INGRESSO OFFERTA LIBERA DALLE 21,OO Sottoscrizione a premi
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MARTEDI 11 Ore 21 sul palco ORCHESTRA Piano Bar
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MERCOLEDI 12 ORE 20 ) (' #*+# - !%')# $ . ) & ' ,( &!/ Al ristorante Ore 21 sul palco ORCHESTRA
Piano Bar
Piano bar LUNEDI 10 Ore 21 sul palco orchestra
Piano bar
Ore 21 sul palco
SABATO 15 ore 21 sul palco orchestra
Piano Bar Piano Bar GIOVEDI 13 Ore 21 sul palco orchestra
DOMENICA 16 Ore 21 21 sul palco esibizione
Al ristorante (su pren. tel. 349 7895277)
VENERDI 14
Al ristorante Piano Bar
Piano Bar
Giovedì 6 giugno alle 18, alla Casa delle donne di Ravenna, in via Maggiore, si tiene l'incontro con Ileana Montini dal titolo "Racconti di vita e di politica", titolo dell’autobiografia pubblicata da Il ponte vecchio. Nata nel 1940 a Pola da genitori romangoli, la sua storia si snoda tra ll’Istria e le foibe del 1943, l’arrivo degli “alleati” in un paese del Friuli e la prima elementare nel paese emiliano della nonna. A Ravenna avviene la prima formazione culturale e nella Chiesa post conciliare, gli incontri con alcuni tra i protagonisti: padre Ernesto Balducci, la teologa eremita Adriana Zarri, il piccolo fratello Carlo Carretto. La Democrazia Cristiana attrae l’impegno militante di una ragazza inquieta, affascinata da personaggi come Benigno Zaccagnini ed Ermanno Gorrieri. Nel Movimento Femminile nascono amicizie per sempre con donne straordinarie come Tina Anselmi e Rosa Russo Jervolino. Abbandonerà il partito per il gruppo del Manifesto e saranno altri legami: come quello con Rossana Rossanda e, nell’ambito del movimento femminista, quello con Dacia Maraini. Infine, la partecipazione al movimento ambientalista dei Verdi.
RESISTENZA/1 Presentazione e proiezione del film “La Buca” a Mezzano Venerdì 7 giugno alle 20.45 al centro sociale “Il Salice” (via Malatesta 22) a Mezzano, l’Anpi, con il Comune, l’Istituto storico per la resistenza e l’associazione Percorsi organizza la presentazione e proiezione del film La buca di Valerio Montemauro che racconta la storia di Elviro e Celso, sotto l’argine del Reno, nel rigido inverno del ‘44-’45, e della lotta partigiana. Saranno presenti Ivano Artioli, presidente Anpi provinciale, Giuseppe Masetti, Direttore Istituto storico per la Resistenza, il regista, l’attore protagonista Eliseo Dalla Vecchia (nella foto).
RESISTENZA/2 A Castel Bolognese inaugura il monumento alla staffetta L’Anpi di Castel Bolognese aveva lanciato a dicembre una raccolta fondi per ottnere i 6mila euro necessari a realizzare un monumento alle staffette e donne partigiane e per l’8 giugno è prevista l’inaugurazione. Appuntamento in piazza Fanti alle 10 per il taglio del nastro con Carlo Ghezzi, della segreteria nazionale Anpi, Luca della Godenza sindaco appena eletto, Lucio Borghesi, presidente Anpi Castelbolognese, Sauro Bacchi, coordinatore Anpi territorio faentino, Alberto Mingotti, autore dell’opera e Andrea Soglia, storico locale. Sarà presente anche la banda “Valle del Senio”. «Il monumento – scriveva l’Anpi a dicembre – sarà composto da una base in pietre e cemento, su cui verrà collocata una statua in bronzo di 80 cm di altezza, raffigurante una staffetta partigiana». Nella foto il progetto sulla base del quale sono stati raccolti i fondi.
ECONOMIA / 5
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RAVENNA
6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
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GUARDIA DI FINANZA
Caporalato in due case di riposo: arrestati i gestori, sono moglie e marito Cinque lavoratori sfruttati e malpagati: orari massacranti senza riposi per non più di 900 euro al mese (in parte in nero) Chi faceva i turni di notte aveva solo un divano per stendersi. I dodici anziani ospiti stanno bene di Andrea Alberizia
Quando la guardia di finanza è entrata nelle due case di riposo, con un mandato di perquisizione, alcuni degli operatori erano talmente esausti che c’è voluto un po’ per ricordare da quanti giorni consecutivi erano in servizio, senza riposi e senza aver mai lasciato le strutture dove avevano solo un divano per stendersi nelle ore notturne. Sfruttati da mesi con turni di lavoro massacranti per assistere dodici anziani 24 ore su 24 in cambio di circa 900 euro al mese, una parte percepiti in nero. Questo lo scenario che il 29 maggio ha portato all’arresto di una coppia di Lugo: la 43enne Antonella Michela Tassinari, titolare delle case famiglia “La Reale” a Mezzano e “Il Filo di Arianna” a Bagnacavallo, e suo marito Denis Gualandi (45) che non figura come socio o dipendente ma dagli inquirenti è considerato amministratore di fatto. L’uomo risulta assunto da una cooperativa. Le manette sono scattate in flagranza di reato per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, quello che nel gergo comune viene definitivo caporalato. Che fa la sua comparsa in un settore economico diverso da edilizia o agricoltura, tradizionalmente feudi di queste condotte illecite. I lavoratori tenuti in condizioni di presunto sfruttamento erano cinque, su otto totali: quattro donne e un uomo sulla trentina che si occupavano di tutte le mansioni operative, dalla pulizia alla preparazione dei pasti, tutti stranieri di varie provenienze (Senegal, Polonia, Romania, Marocco, Bielorussia) con situazioni personali difficili per varie ragioni che li rendevano vulnerabili, in condizioni di bisogno estremo di lavorare con il timore di perdere l’unica fonte di reddito. Una circostanza che ha colpito positivamente gli investigatori è che, nonostante i ritmi di lavoro così estenuanti, non risultano vessazioni ai danni degli anziani ospiti che sono stati trasferiti in altre strutture solamente perché non
Una ex dipendente che invece si è licenziata, perché incapace di reggere quel clima, si è rivolta alla Finanza fornendo un quadro che da subito agli investigatori è apparso circostanziato e grave. Non solo la durata dei turni. Ma anche la mancanza di spazi dove potersi coricare, di uno spogliatorio per il personale, il divieto di utilizzare la cucina per preparare i propri pasti e la condivisione dei servizi igienici con gli ospiti (non è escluso che anche l’Ausl possa individuare elementi irregolari). Quando le Fiamme Gialle hanno bussato in via Reale e in via Chiusa non hanno trovato nessuno che ha tentato di coprire i gestori: tutti i lavoratori si sono aperti svelando un mondo di pressioni continue. Dopo la convalida dell’arresto l’1 giugno, in udienza i due indagati sono rimasti in silenzio, il gip ha accolto la richiesta della difesa (avvocata Cristina Bernardo) e attenuato la misura restrittiva iniziale dei domiciliari: i due coniugi hanno l’obbligo di dimora nel comune di Lugo e obbligo di firma per tre volte a settimana. La procura (pm Monica Gargiulo) affiderà un accertamento tecnico irripetibile sui computer e sui cellulari dei coniugi sequestrati dalle Fiamme Gialle. Anche se, come detto, in questo caso non risultano vessazioni e maltrattamenti nei confronti degli ospiti, i casi di Mezzano e Bagnacavallo riportano al centro della cronaca ravennate presunte gravi irregolarità nel mondo delle case famiglia, strutture private per l’accoglienza di anziani. Era successo un anno fa a Sant’Alberto e a settembre in centro a Ravenna. Dall’opposizione erano arrivate richieste di interventi urgenti e decisivi. Il sindaco Michele de Pascale aveva manifestato l’intenzione di assegnare maggiori poteri alla polizia municipale. Un nuovo regolamento comunale è stato approvato il 4 giugno dal consiglio comunale.
c’era più personale in grado di accudirli. Insomma i lavoratori non sfogavano lo stress sugli anziani indifesi. L’attività delle due case di riposo è partita a fine 2018. I lavoratori avevano una assunzione con un contratto ma, secondo l’ipotesi accusatoria, le pretese del datore di lavoro si sarebbero spinte ben oltre. Agitando lo spettro del licenziamento, con rapida sostituzione con altre braccia, come contromisura drastica di fronte alle lamentele. Atteggiamento tenuto anche quando una delle lavoratrici finì al pronto soccorso per un malore da stress e le vennero dati 7 giorni di riposo: o torni a lavorare o ti licenziamo, le dissero.
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8 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
L’INSEGNANTE/1
La maestra che non dà compiti a casa: «Le vacanze servono per oziare e rigenerarsi» Un’insegnante di scuola elementare da cinque anni ha cambiato metodi per i suoi alunni: «A scuola si impara e nel tempo libero ognuno fa quello che vuole, così evito anche di creare disuguaglianze» di Andrea Alberizia
Da cinque anni ai suoi alunni non dà compiti a casa. Simona, che preferisce non esporsi e chiede di utilizzare un nome di fantasia, fa l’insegnante in una scuola primaria di Ravenna e non ha dubbi: «Se si lavora in classe non c’è bisogno di stare sui libri anche dopo». La maestra fa parte dell’associazione Movimento cooperazione educativa (Mce), nata nel 1951, che a Ravenna conta una decina di docenti: «Non siamo una setta, ci ispiriamo solo a pratiche di pedagogia che si diffondono» Simona, da quanto insegna e quando ha deciso di dire basta ai compiti? «Insegno dal 2001, quando avevo 24 anni. Anche se inesperta già pensavo che le famiglie non potessero farmi da complemento. Però devi fare i conti con il contesto, io avevo le mie titubanze e attorno le colleghe più anziane mi consigliavano di fare come si è sempre fatto perché è più facile». Ma ha deciso di non seguire la strada più facile… «Sono arrivata alla posizione attuale perché mi sono documentata. Il primo spunto è arrivato dalla lettura del libro “La pedagogia della lumaca” di Gianfranco Zavalloni. Da lì ho continuato a informarmi, anche sulle situazioni all’estero: in Francia i compiti sono vietati, ad esempio». Per non dare compiti a casa bisogna modificare i metodi in aula? «In questi anni ho cambiato il modo di lavorare, ho cambiato il setting e lo spazio dove possono e devono lavorare i bambini. La lezione frontale con la maestra in cattedra rivolta ai banchi è molto medioevale. I bambini hanno bisogno di essere ascoltati, di parlare e imparare fra loro». Nemmeno un minuto di lezione frontale? «Un quarto d’ora in cui do indicazioni. Poi li faccio lavorare e io li accompagno. Adotto il metodo di lavoro di gruppo o cooperative learning. Ho modificato lo spazio in aula: ci sono le isole di banchi con 4-5 bambini e la cattedra di tutti per appoggiare le cose. Ho costruito delle piccole cassettine in legno per ogni isola di banchi dove teniamo matite, colori, forbici: tutto materiale comune perché tutti vorrebbero la proprietà ma se devi costruire una comunità allora deve essere chiaro che tutto appartiene a tutti». E con gli astucci firmati come la mettiamo? «Non ci sono astucci di Barbie per le bambine o Spiderman per i bambini, nel nostro piccolo combattiamo un po’ anche gli stereotipi di genere. I quaderni sono monocolore e il bambino li sceglie in base al gusto del colore». Con i colleghi o con i dirigenti c’è il confronto su queste scelte? «Il mio è un percorso educativo che ho lanciato dopo essermi documentata. Ho lavorato con colleghe meravigliose che mi hanno apprezzato ma so anche che altri non approvano. Io non faccio campagne di convincimento, non è il mio ruolo». Si chiede se saranno pronti per affrontare la scuola media senza l’abitudine dei compiti a casa? «È una critica che sento spesso. Io credo che i bambini abbiano una grande agilità mentale e quando incontreranno la novità sapranno come destreggiarsi, sanno adattare le capacità intellettuali». L’altra critica di solito riguarda la mancanza di autonomia… «L’autonomia non si crea con i compiti, anzi si creano dei mostri. C’è un rinvio all’ineguaglianza sociale perché gli ambienti familiari non sono tutti uguali: ci sono genitori con formazioni diverse, genitori semianalfabeti. Facciamo tutto a scuola con collaborazione e condivisione, impariamo tutti e a casa facciamo quello che vogliamo. Io consiglio sempre la biblioteca».
I genitori come prendono questa linea? «Sono stata anche contestata ma non ho avuto paura. Ho spiegato le ragioni della scelta». Se eliminiamo i compiti non è che poi il tempo che si libera finisce ai videogiochi? «Lo so che i bambini usano i videogiochi ma a casa io non ci sono. Ma anche se dessi i compiti c’è sempre quello più
bravo che li fa in dieci minuti e poi va sui videogiochi, oppure quello che non li fa affatto». Nessun ripensamento nemmeno per l’estate? «No, mai compiti. Se si chiamano vacanze, il loro senso è vacare, oziare, rigenerarsi, ritemprarsi, avere tempo libero. Poi ognuno è libero di fare i suoi compiti. Non assegnargli non corrisponde a vietarli».
L’INSEGNANTE/2
«Serve buonsenso, la formula giusta è il tempo pieno, ma le medie sono un vero calvario» La testimonianza di una mamma e maestra: «Non dare nessun compito per la pausa estiva credo sia controproducente, i bambini perdono il ritmo...». I compiti a casa e durante le vacanze estive? Basterebbe usare il buonsenso. È la semplice ricetta di un'insegnante di una scuola elementare, che ci parla nella duplice veste di maestra e mamma, con anni di esperienza. «Sono convinta che i compiti, se non dosati, siano un'arma a doppio taglio. Possono diventare uno strumento per creare dei divari tra i bambini e ragazzi. Per quelli che possono essere seguiti in un certo modo a casa diventano un vero consolidamento, anche giusto e utile. Mentre mettono in ulteriore difficoltà quelli che invece non possono godere delle stesse condizioni sociali e culturali, che, senza che nessuno abbia colpe, a casa sono praticamente abbandonati a se stessi dal punto di vista scolastico». «Io – continua la maestra – ho iniziato insegnando in una scuola a tempo pieno e se l’insegnante è dotata di senso della misura il compito in quel caso non lo deve dare, se non qualche lettura o lo studio nel weekend nel secondo ciclo. E sono sempre stata convinta che sia quella la formula giusta, che l'insegnante quello che deve fare lo debba fare a scuola, seguendo chi è in difficoltà. Il problema è che andrebbe sanato e rivisto tutto l’impianto scolastico e quando si arriva alle medie, da genitore, ti rendi conto che invece è un'utopia. Le medie rappresentano una sorta di calvario, i bambini vengono massacrati con i compiti, almeno in alcune realtà ravennati. Non potevo crederci, quando l'insegnante di mio figlio in prima media gli diede 40 pagine da studiare: senza il mio aiuto non ce l'avrebbe mai fatta. In questo modo è impossibile per i ragazzini coltivare altre passioni, sport o altro, e arrivo a capire chi fa petizioni per chiedere basta compiti. Ma non per questo credo che bisogna adeguarsi alle elementari per "abituarli", come invece capita. In quel modo tu, insegnante, rubi l'infanzia ai bambini, precludi loro la possibilità di crescere serenamente. Credo che noi insegnanti dovremmo semplicemente avere più buonsenso e che i compiti vadano bene, ma sia giusto darne un pochino. Stesso discorso per le vacanze estive in arrivo: non dare nulla, come fanno alcune colleghe, credo sia controproducente, perché i bambini perdono il ritmo, perdono certe competenze. Preferisco nel mio caso dare un libro facile, che non rovini le vacanze...». (lu. ma.)
PRIMO PIANO / 9 6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
L’INSEGNANTE/3
«Per matematica, contate le stelle e addizionate i baci dati a babbo e mamma» Tina De Rosa è l’unica docente in provincia che figura tra i firmatari della petizione “Basta compiti” Per una vacanza di Pasqua il compito di matematica assegnato ai suoi alunni era stato contare le stelle di una notte serena e addizionare i baci dati al babbo con quelli dati a mamma. Per una vacanza di Natale la consegna era stata di visitare la propria città luccicante e esagerare con gli abbracci senza paura di sembrare piccoli. Tina De Rosa insegna alla scuola primaria “Martiri di Cefalonia” a Faenza e con i compiti a casa tradizionali ha detto basta da un po’. La maestra originaria di Ischia, con 40 anni di carriera in aula di cui venti a Faenza, aderisce al movimento “Basta Compiti” nato come gruppo Facebook per iniziativa di un docente ligure circa cinque anni fa e oggi diventato una petizione online con 35mila firmatari che chiedono di “superare una pratica inutile e dannosa”. «Non sono mai stata una grande sostenitrice dei compiti a casa – spiega De Rosa – e un certo punto tramite social sono venuta a conoscenza di questo movimento di cui condivido le idee. Insegno matematica in un tempo pieno e i bambini che escono alle 16.30 non possono avere compiti a casa, è impensabile. Cerchiamo di fare le cose in classe». Al massimo qualche incarico al venerdì: «Mi consulto con la mia collega e faccio in modo che non siano mai cose pesanti». Ma ora si avvicina l’ultima campanella dell’anno scolastico. Niente compiti nemmeno nei tre mesi abbondanti di pausa estiva? «La mia collega di italiano ha intenzione di dare un piccolo eserciziario. Io penso che darò dei consigli di
lettura visto che tutti i bambini hanno la tessera della biblioteca. O magari qualche gioco che porti i bambini a fare i calcoli ma divertendosi. Un quaderno dove annotare le loro emozioni per le esperienze vissute. Di sicuro nessun tomo spaventoso e sarà tutto facoltativo: gli alunni devono fare le cose con la voglia di farle e non per la paura di essere sgridati per non averli fatti». Il nome di Tina è l’unico della provincia di Ravenna che compare nell’elenco dei docenti “a compiti zero” che si può consultare sul sito www.bastacompiti.it: «Conosco altri docenti che la pensano come me ma forse non conoscono il movimento». Quando De Rosa ha scelto di schierarsi e per la prima volta ha deciso di dare compiti alternativi ha voluto prima informare la dirigente: «Le ho fatto leggere il bigliettino che avevo preparato per bambini e genitori e non ci sono stati problemi». Un testo scritto di suo pugno per una delle vacanze pasquali: “Ho pensato di non assegnare compiti tradizionali ma proposte un po’ diverse. Fate passeggiate, incontrate amici, ascoltate musica e leggete un libro, sfogliate i quaderni di scuola e concludete ciò che è rimasto incompleto, disegnate, dipingete, passate più tempo con le persone care come i genitori, giocate con loro, preparate sorprese per quando tornano dal lavoro, apparecchiate e sparecchiate, fate lunghe dormite, respirate i profumi delle pietanze e assaggiatele”. E poi in allegato, a uso e consumo dei genitori, la Carta dei diritti dell’infanzia. (and. a.)
«Malsani, impropri, prevaricanti» Il testo integrale della raccolta firme Il testo della petizione on line “Basta compiti” che raccoglie l’adesione anche di numerose autorevoli associazioni, intellettuali, figure del mondo della scuola e non, testualmente recita: «Chiediamo che i compiti a casa siano aboliti, nella "scuola dell'obbligo", perché: sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche...) hanno durata brevissima: non "insegnano", non lasciano il "segno"; dopo pochi mesi restano solo labili tracce della faticosa applicazione; sono dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio; sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l'ingiustizia già sofferta; sono prevaricanti: ledono il “diritto al riposo e allo svago” (sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo) riconosciuto a tutti i lavoratori - e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante: si danno anche nelle classi a tempo pieno, dopo 8 ore di scuola, persino nei week end e “per le vacanze”; sono impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare (spesso devono sostituire anche i figli, facendo loro i compiti a casa); sono limitanti: lo svolgimento di fondamentali attività formative (che la scuola non offre: musica, sport...), oltre gli orari delle lezioni, che richiedono tempo, energie, impegno, esercizio, sono limitate o impedite dai compiti a casa; sono stressanti: molta parte dei conflitti, dei litigi (le urla, i pianti, le punizioni...) che avvengono tra genitori e figli riguardano lo svolgimento, meglio il tardivo o il mancato svolgimento dei compiti; quando sarebbe invece essenziale disporre di tempo libero da trascorrere insieme, serenamente; sono malsani: portare ogni giorno zaini pesantissimi, colmi di quadernoni e libri di testo, è nocivo per la salute, per l'integrità fisica soprattutto dei più piccoli, come dimostrato da numerose ricerche mediche. Dalla Carta internazionale dei diritti dell’infanzia, art 31: “Gli Stati membri riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…”».
10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
MODELLI ALTERNATIVI/1
La scuola è senza zaino, ma non senza lavoro a casa: «Massimo un’ora al giorno»
MODELLI ALTERNATIVI/2
A PIEVE CESATO SI VA A LEZIONE DI ORTO «E I COMPITI SONO UN PREMIO...» Attività all’aria aperta e manuali alla base del progetto nato dalla volontà di alcuni genitori, che lo finanziano
La referente Rita Gentili: «Nelle vacanze estive nessuno dovrebbe pensare allo studio prima di Ferragosto» La scuola elementare di Classe è senza zaino ma non senza compiti. La primaria dell’istituto comprensivo Randi da alcuni anni ha abbracciato la filosofia lanciata da Marco Orsi a Lucca nel 2002 per un modello scolastico diverso da quello tradizionale: «Nella nostra quotidianità in aula – spiega Rita Gentili, insegnante e referente del progetto – i bambini lavorano molto insieme, a coppie o in gruppo, sfruttiamo il tutoring reciproco, e quindi c’è la necessità che a casa facciano un lavoro individuale. Semplici esercizi che permettono anche al genitore di rendersi conto di cosa stiamo facendo». Oggi l’organizzazione delle classi è mista con uno o due rientri pomeridiani in caso si vada o meno a scuola il sabato mattina: «Nei pomeriggio in cui sono a casa i bambini hanno sempre qualcosa da fare, non più di un’oretta di lavoro, tutte cose già viste in aula e fattibili dal bambino in autonomia perché nascono proprio con questo intento». L’organizzazione scolastica è fatta in modo che gli insegnanti si accordino per non essere più di due al giorno a dare compiti, «è il lavoro di comunità che è alla base di questo progetto e così, come vuole la nostra filosofia, basta portarsi a casa due quaderni e un libricino». E le vacanze estive? «Da quando sono insegnante cerco di non dare compiti. Secondo me ha senso solo dopo a Ferragosto a riprendere a leggere, scrivere e fare di conto. Certe volte è difficile trovare l’appoggio dei genitori». Con che occhi si guarda a un movimento come “Basta compiti”? «Nel nostro modello di scuola i bambini costruiscono il loro sapere in classe e diamo i compiti perché il pomeriggio è un momento di riflessione individuale insieme ai genitori. Ma se mi dicessero di togliere i compiti non mi preoccuperei più di tanto. In un modello di scuola più tradizionale mi pare inevitabile dare compiti perché dopo ore di lezione frontale, seguita dai bambini in condizione di passività, a casa serve qualcosa di attivo da fare altrimenti non ti resta nulla. Vale il detto cinese che per noi è una specie di filosofia: “Se ascolto dimentico, Se guardo ricordo, Se faccio imparo”». Ma com’è l’impatto con le medie? «I prof che hanno in classe alunni usciti dalla nostra scuola dicono che emerge la loro capacità di organizzarsi, non stanno con le mani in mano, sanno capire la consegna». In provincia di Ravenna solo due scuole sono senza zaino: San Bernardino di Lugo oltre a Classe. Ci sarà mai una sperimentazione alle medie? «In Italia ne esistono. A Ravenna alcuni docenti delle medie della Randi avevano seguito un corso di formazione proprio con Orsi ma poi non si è fatto nulla ma credo che ci sarebbero le potenzialità per riprovarci». (and.a.)
via Agnello Istorico 6 - Ravenna centro cell. 370 3360807
C’è una scuola dove i compiti sono una sorta di premio, che i bambini chiedono, forse per non sentirsi troppo in colpa nei confronti degli amici che ce li hanno veramente, tutti i giorni. L’unica in tutta la provincia (si trova a Pieve Cesato, tra Faenza, Russi e Cotignola) e tra le poche in Italia che in realtà, dal punto di vista burocratico, non è una scuola. Si tratta invece di una Aps (associazione di promozione sociale) nata da un comitato di genitori che gestisce la Soffitta di Bastiano – citazione dal film La storia infinita – progetto educativo per bambini e bambine dai 3 ai 14 anni e che si divide tra "giardino d'infanzia" e, dai 6 anni, in vera e propria "scuola". Una scuola nata sei anni fa da un gruppo di genitori che cercavano una forma di istruzione diversa, che predilige l’attività pratica e all’aria aperta a quelle didattiche comunemente intese. Dove i bambini durante le ore di "lezione" accudiscono gli animali (asini, pecore, polli, gatti) e curano un orto, escono in giardino con qualsiasi condizione meteorologica, si arrampicano sugli alberi, fanno cucito, ricamo, maglia, falegnameria, modellaggio, dipingono… Ce ne parla Valerio Donati, psicologo e pedagogista, da vent'anni nel mondo della scuola e coordinatore del progetto di Pieve Cesato. A cui chiediamo innanzitutto se i bambini, banalmente, imparano anche le materie canoniche, a scrivere, leggere o far di conto. «Domanda legittima, ma per rispondere bisogna partire da quale idea si ha del bambino. Se è ritenuto una scatola da riempire soprattutto da un punto di vista cognitivo, la scuola fa un ottimo lavoro. Se l’idea è un’altra, ossia che il bambino sia un corpo con emozioni, se pensiamo a lui con un’idea più globale, l’attività fisica, manuale, artistica risultano fondamentali…». A frequentare la scuola sono 7 bambini di età diverse (provenienti da tutta la provincia e anche dal resto della Romagna), con i più grandi che quest’anno frequentano la sesta, che equivarrebbe alla prima media. A questi si aggiungono 26 bambini sotto i sei anni, iscritti invece al Giardino d’infanzia. «Poi i genitori solitamente un po' si spaventano e preferiscono intraprendere un percorso tradizionale nelle scuole. Quello che posso dire è che quest'anno per questioni logistiche due bambini che hanno frequentato la nostra scuola stanno facendo la prima media in scuole normali e i risultati didattici sono in linea con quelli dei compagni. E ci sono studi su scuole simili alle nostre nel resto d'Italia su performance scolastiche dei ragazzi alle superiori». Insomma, si gioca di più ma si impara lo stesso, a quanto pare. «Ovviamente imparano con tempi diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati e senza bisogno di dare loro un voto. Crediamo che si corra troppo nell'insegnamento tradizionale e non si rispetti la crescita dei bambini, che nella nostra scuola entrano alla mattina entusiasti, con la voglia prima di tutto di giocare». E i compiti? «Non diamo compiti, specie nei primi anni. Poi dalla terza, quarta classe iniziano a chiederli i bambini. E cerchiamo di accontentarli e di rendere la cosa più regolare man mano che crescono. Ma crediamo che ci siano le occasioni per imparare a scuola, grazie anche ai numeri bassi dei bambini partecipanti, a fronte comunque di 7-8 educatori. L'età diverse dei bambini a volte può essere un problema, ma cerchiamo di dividerli quando possibile e a volte questa differenza facilita addirittura l'apprendimento, come succedeva ai tempi delle famiglie numerose, con i fratelli più grandi che offrivano una mediazione ai più piccoli della lettura del mondo adulto». Si è svolto da poco l'open day di presentazione del progetto (sostenuto unicamente dalle rette dei genitori, in linea con quelle di una scuola privata) e già un paio di bambini si aggiungeranno ai sette frequentanti. Per informazioni è possibile contattare i responsabili direttamente dalla pagina Facebook La soffitta di Bastiano oppure scrivendo alla mail segreteria@iltelaio.org. Luca Manservisi
PRIMO PIANO / 11 6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
L’ALLENATORE/1
«Chi salta gli allenamenti per i compiti di scuola è perché non ha passione» Squarzoni da 42 anni è coach nelle giovanili della pallavolo con la Teodora ed ex insegnante Da 42 anni Mauro Squarzoni allena nel settore giovanile della pallavolo femminile della Teodora e ha imparato una cosa: «Se l’adolescente ha passione, non esiste impegno scolastico capace di tenerlo lontano dallo spogliatoio». Insomma l’esperienze di Squarzoni sembra dire che i compiti non sono un ostacolo all’attività giovanile: «In tanti anni quando qualcuno ha lasciato lo sport con motivazioni scolastiche è sempre stato perché non aveva maturato una passione particolare e ha fatto altre scelte. Qualche caso in cui qualcuno ha saltato qualche allenamento per studiare è capitato ma sempre cose molto saltuarie, la mia esperienza dice questo». Squarzoni ha potuto vivere la situazione anche dalla parte opposta della barricata perché è stato insegnante di educazione fisica: «Conosco il mondo scolastico e quello sportivo. Posso dire che entrambi dovrebbero capire di più l’importanza dell’altro e invece questo spesso manca». Quando un giovane atleta decide di lasciare lo sport, che può fare l’allenatore? «Poco, alziamo le mani davanti alle decisioni delle famiglie». L’allenatore-insegnante si concentra su una pratica che fa incontrare i due mondi: i tornei sportivi scolastici. «Troppo spesso vengono snobbati e invece sono una risorsa importantissima perché nelle squadra scola-
stiche è inevitabile che trovino spazio studenti che non avrebbero le stesse opportunità a livello agonistico. E così anche il giocatore mediocre si trova parte di un meccanismo dove il suo ruolo è fondamentale. Questo crea degli stimoli che nessuno può dimenticare». (and.a.)
L’ALLENATORE/2
«A SCUOLA MANCA LA CULTURA DELLO SPORT» E UNO SU CINQUE ABBANDONA L’ATTIVITÀ FISICA Saggese segue i baby calciatori del Fornace Zarattini: «Spesso è un alibi, i genitori così non aiutano i ragazzi» Il tema dei compiti è strettamente legato anche a quello della pratica sportiva, con un dibattito che a livello nazionale si riaccende ciclicamente, alla luce anche dei dati Istat che vedono in particolare nell'età di passaggio tra le medie e le superiori abbandonare lo sport oltre il 20 percento dei ragazzi che lo praticano. E la conferma arriva dalle società dilettantistiche della zona di calcio, lo sport più diffuso. Dove non passa quasi un allenamento, in quelle età critiche, senza almeno un'assenza “causa compiti”. Abbiamo chiesto un'opinione alla Polisportiva Fornace Zarattini, realtà in crescita del territorio con quasi duecento baby calciatori tesserati. «Genitori che giustificano l’abbandono sportivo dei figli con i troppi compiti di fatto non li aiutano – commenta Andrea Saggese, allenatore delle categorie Primi Calci ed Esordienti –, dando un alibi in qualche modo allo scarso rendimento scolastico: vai male per colpa degli allenamenti e non perché è tua responsabilità, questo è il messaggio deleterio che passa, allontanando un ragazzo da un ambiente sano senza risolvere il problema. Ma la colpa è anche della scuola, in Italia manca completamente una cultura sportiva e le conseguenze sono lampanti, a partire dall’alto tasso di abbandoni giovanili che nel tempo crea inattivi e più malati a carico di tutta la comunità». Saggese sottolinea poi un altro aspetto: «Oggi le famiglie hanno spesso troppe aspettative rispetto ai risultati sportivi dei figli. O in altri casi vivono il campo o la piscina al pari di un servizio di baby-sitteraggio. Senza contare che anche tra gli allenatori c’è chi spinge troppo sul risultato e poco sulla crescita psico-fisica dei ragazzi. Come possiamo pensare di cambiare le cose? innanzitutto capendo che nello sport si acquisiscono abilità trasferibili in altri ambiti della vita, come porsi un obiettivo o gestire le emozioni. E che chi fa sport ha capacità di apprendimento migliori rispetto a chi non lo pratica. Purtroppo spesso è però lo sport a essere preso sotto gamba rispetto ai mille altri impegni e poi finisce che "oggi mi scoccia, voglio stare a casa" e danno la colpa ai compiti per passare magari invece due ore davanti alla PlayStation». (lu. ma.)
12 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
LA SPECIALISTA
«Oggi i ritmi sono più incalzanti e i bambini spesso in affanno» Valeria Savoia, direttrice della Neuropsichiatria infantile dell’Ausl su stress scolastico e compiti: «Devono essere gestibili autonomamente dall’alunno»
Abbiamo parlato di stress scolastico, compiti e tempo libero in età scolare con Valeria Savoia, direttrice di Neuropsiachiatria infantile a Ravenna per avere anche un commento medico sul tema. Esiste lo stress scolastico per bambini e adolescenti? «Cominciamo chiarendo che lo stress è stato definito come risposta aspecifica dell’organismo agli stimoli: non esiste una risposta univoca, la rosa dei sintomi alla pressione dello stress può essere delle più varie. Una adeguata dose di stress aiuta la persona ad attivare una serie di competenze che permettono di fornire una prestazione più elevata». Il giusto fa bene, troppo diventa pericoloso. Come capire quando la dose è eccessiva? Quali segnali vanno osservati? «La resistenza è un fattore individuale. Lo stress crea preoccupazione e un bambino eccessivamente preoccupato può fare più fatica a stare attento. Se allunga i tempi in cui sta sui libri questo può essere un segnale. Poi ci sono gli altri che conosciamo anche negli adulti: irritabilità, nervosismo,
un calo della voglia di fare ciò che si fa abitualmente. Oppure manifestazioni come il pianto, il non voler più andare a scuola, i famosi mal di pancia di scuola o mal di testa per bambini più grandi che indicano una somatizzazione». Quando bisogna coinvolgere un medico? «Se un adulto vede cambiare l’atteggiamento di un bambino non solo verso l’attività didattica ma nelle attività in generale, la prima cosa da fare è capire se è solo un momento di stanchezza o se c’è qualcosa più profondo. Sono convinta che i genitori abbiano gli strumenti necessari per affrontare autonomamente le crisi più leggere: un eccesso di medicalizzazione dei problemi dei bambini non è mai una cosa giusta. Anche l’insegnante può fare molto: prendere da parte un alunno e parlargli dimostra che c’è un interesse verso quel bambino e questo può già avere un effetto in un certo senso terapeutico». A chi rivolgersi per il primo consulto medico? «Penso che il pediatra di libera scelta possa avere un ruolo impor-
PSE
& SO CI AL IST I DEMOCRATICI
RAVENNA
tante come sostegno al genitore perché conosce il bambino nella sua progressione di sviluppo e conosce il contesto familiare». La scuola è sempre stata fonte di stress o il fenomeno si è accentuato? «La scuola da sempre richiede prestazioni a chi la frequenta. È però ovvio che la scuola di oggi si
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«C’è sicuramente una correlazione tra l’alto rendimento scolastico e i disturbi alimentari» Il servizio di neuropsichiatria infantile dell’Ausl segue la popolazione da zero a diciotto anni, a Ravenna alla fine del 2018 (ultimo dato disponibile) aveva poco meno di 4.300 utenti in carico. Tra fenomeni in aumento, ci spiega la dottoressa Savoia ci sono disturbi del comportamento alimentare: «A Ravenna abbiamo una 60ina di casi in carico e, anche se in percentuali ancora molto basse, ci sono anche maschi». Disturbi che in un certo senso si ricollegano anche al tema dello stress scolastico: «Nel profilo della persona con un disturbo del comportamento alimentare ci sono spesso livelli cognitivi alti, la frequenza di scuole superiori piuttosto impegnative con risultati eccellenti, spesso ottenuti anche nelle attività extrascolastiche. Sono ragazze che ci tengono tantissimo ad andare bene a scuola, hanno la tendenza al perfezionismo». La scuola tra le cause? «Non credo ma c’è sicuramente una correlazione tra l’alto rendimento scolastico e i disturbi alimentari. Per questo quando capita di seguire una ragazza con problemi di questo tipo ci mettiamo subito in contatto con la scuola per capire come modulare gli impegni, dobbiamo lavorare in sinergia».
muove su tempi più rapidi, i bambini devono tenere un ritmo più incalzante. Quando parliamo con i bambini si ha l’impressione che siano sempre un po’ in affanno». Quali sono i momenti più difficili? «La terza elementare perché segna un cambiamento nel metodo di apprendimento. E poi l’ingresso alla scuola media». Sulla questione compiti a casa si sta sviluppando un dibattito con una spaccatura fra pro e contro. Fanno bene o fanno male? «Possono esistere a patto che siano autonomamente gestibili dallo scolaro sia in termini di contenuti che di tempo. È necessario che l’attività a casa faccia riferimento a quanto già ampiamente svolto nel contesto scolastico senza pretendere che l’ambiente familiare debba farsi carico di completare e integrare gli argomenti proposti. Nella confusione di ruoli che si può creare tra genitori e insegnanti, facilmente possono nascere conflitti». La sua scuola ideale è senza compiti? «No, un po’ di compito fa bene, il bambino deve abituarsi alle responsabilità. Però se i compiti richiedono al bambino di stare sui libri fino alle 10 di sera, allora facciamoci qualche domanda». Cosa pensa di esperienze come “Scuola senza zaino” o della petizione “Basta compiti”? «Hanno richiamato l’attenzione sul problema cercando di restituire allo stesso alunno l’onere di un autonomo rapporto con la scuola, senza un’ingombrante presenza della famiglia». In base al vostro osservatorio, ci sono elementi che generano ansia più di altri? «In questi tempi stiamo assistendo a un aumento dei casi di disturbi specifici di apprendimento, i cosiddetti Dsa. È una tendenza nazionale. In provincia all’anno abbiamo 6-700 richieste di valutazioni e un centinaio di relazioni di colleghi privati da esaminare in
commissione. Sono numeri importanti e il bambino quando arriva nei nostri ambienti, per quanto cerchiamo di farli sentire a proprio agio, percepiscono la peculiarità della situazione e questo li può mettere in difficoltà». Il discorso fatto per la scuola come attività che aggiunge dosi di stress vale anche per le attività extrascolastiche, dagli allenamenti sportivi ai corsi di lingua? «Dipende come vengono vissuti. Per molti l’attività extrascolastica è fonte di quella gratificazione che a scuola non trovano, per la loro autostima è fondamentale continuare. Ma l’odierna organizzazione della vita sociale e familiare può arrivare ad impedire ai ragazzi di gestire autonomamente anche il tempo interno alla famiglia, per cui le diverse attività che i ragazzi svolgono nell’orario extrascolastico rischiano di perdere in parte il significato di svago e di puro divertimento che dovrebbero avere e finire per diventare ulteriori oneri. Ritengo che in questi ultimi tempi si sia perso il senso del valore positivo della sensazione di noia, che comporta l’attivazione autonoma di fantasie, desideri e creatività. Fare nulla permette alla mente di pensare, di inventare, di fantasticare: non è sbagliato fare nulla». La scuola si interroga su questi argomenti? Cerca il confronto con specialisti come voi? «Il confronto c’è. Ognuno deve rispondere a obiettivi diversi che non sempre si coniugano: noi diamo una lettura olistica del bambino e ce ne occupiamo in modo globale, la scuola anche ma deve portarlo ad acquisire un certo bagaglio di competenze. Scherzando a volte dico ai bambini che si può diventare adulti sereni anche senza imparare le tabelline nel senso che la riuscita scolastica pur importante non può e non deve essere il metro di valutazione della positività di una persona». Andrea Alberizia
PUNTO DI DIFFUSIONE CONTINUA
SOCIETÀ / 13 6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
RAVENNA via Faentina, 118/A
SPETTACOLO
Quel tendone giallo di Paniko che gira il mondo, tra acrobazie e comicità La storia del collettivo in scena a Faenza dal 7 al 16 giugno «Il nostro circo contemporaneo, lontano dai teatri...» La grande ispirazione è il Cirque Bidon, «ma loro sono organizzati in modo gerarchico, il nostro è un vero collettivo orizzontale». A parlare è Andrea “Biondo” Niccolai, tra i fondatori del Circo Paniko – atteso dal 7 al 16 giugno al complesso Ex Salesiani di Faenza – tra le prime compagnie di circo contemporaneo a essere nate in Italia, «la prima con il tendone», ci assicura. Un tendone da circo giallo con cui girano il mondo in un gruppo che va da un minimo di 10-15 persone, fino alla trentina di partecipanti alle riunioni plenarie. «Non siamo famiglie di giostrai, non siamo abituati a vivere in viaggio; lo facciamo, con circa 120 repliche in 12 città all’anno, ma capita spesso che qualcuno si fermi per poi raggiungere il gruppo in un altro momento o che qualcun altro faccia figli che poi quando crescono lo costringono a fermarsi un po’...». Tutto è nato in maniera molto spontanea, «per cercare di fare altro piuttosto che lavorare o studiare all’università», nel 2009, da due gruppi di artisti di strada: «Uno ha fatto un viaggio in India su un ex autobus di linea appositamente “camperizzato”, da Perugia fino a New Delhi; l’altro in Grecia facendo un po’ di acrobatica sulle navi. Al ritorno abbiamo incontrato un artista francese che vendeva la sua tenda gialla e da lì tutto è cominciato, con il primo spettacolo a Barcellona, sull’onda dell’entusiasmo che in quel momento c’era all’estero attorno al mondo del cosiddetto circo contemporaneo». Il collettivo Paniko unisce infatti numeri acrobatici, comicità e musica dal vivo, «ma da autodidatti, in maniera naif, con un taglio quasi sociale e l’obiettivo di riempire le piazze, lontano dai teatri dove invece si sta rinchiudendo oggi il circo contemporaneo, sempre più vicino al teatro contemporaneo, un po’ snob e altezzoso. Ecco, quello che ci differenzia dai colleghi è proprio ancora il nostro spirito piratesco, la tendenza a puntare più sull’atmosfera che sui virtuosismi tecnici, mantenendo poi una delle caratteristiche del circo, dove
ognuno fa un po’ di tutto e tutto è autocostruito, dai costumi agli attrezzi...». Difficile tracciare un identikit del collettivo, con ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero («c’era un argentino, adesso ci sono una franco-spagnola, un danese, una ragazza dall’Uruguay...»), con Bologna che è forse la città in cui più spesso il gruppo fa base. Un po’ ovunque, invece, il successo è (quasi) assicurato. «In realtà facciamo date anche piuttosto sfigate – sorride Niccolai – però sì, solitamente abbiamo il tendone pieno e la gente entusiasta. Cerchiamo di coinvolgere i cittadini al nostro arrivo suonando come una banda in piazza prima degli spettacoli, facendo gli strilloni, con i volantini, ma a funzionare crediamo sia molto il passaparola». Come finanziamento, invece, solo il cappello a fine spettacolo. «Non partecipiamo a bandi pubblici, campiamo solo grazie alla gente e, a volte, al cachet dei festival che ci invitano, cercando di lasciare l’ingresso libero per far avvicinare tutti (anche se c’è una sorta di tariffario consigliato, ndr) e anche per questo motivo siamo forse la compagnia che meno lavora sulla creazione in senso stretto, siamo più legati all’improvvisazione perché principalmente non abbiamo tempo, troppo impegnati a cercare di campare con quello che raccogliamo, o a mettere via i soldi... In questo modo però il vantaggio è che lo spettacolo cambia molto da replica a replica, sulla base anche del pubblico». E qual è il pubblico di riferimento? «Tendenzialmente facciamo quello che piace a noi ma sempre cercando di rendere lo spettacolo accessibile. Quando siamo fortunati lo spettacolo è
In alto il tendone del Circo Paniko, sotto una scena da “Panikommedia”, spettacolo che il collettivo porterà anche a Faenza insieme al “Cabaret Paniko”
per tutti, proprio perché non è per nessuno...». Una vita on the road è senza dubbio anche piena di aneddoti... «Mi viene in mente Pantelleria: avevamo portato per la prima volta un circo sull’isola e mentre stavamo smontando il tendone una donna eccentrica ci invitò a fare uno spettacolo privato per lei e i suoi ospiti, nella sua villa con piscina. Al momento di pagare però finì in acqua con tutti i contanti, che ci diede poi fradici. Li mettemmo ad asciugare stesi con le mollette, sembrava di essere veramente in un film di Kusturica...». A Faenza il Circo Paniko porterà anche due nuove proposte: «Per la prima volta due ragazzi del collettivo porteranno uno spettacolo teatrale sotto la tenda, sul tema migranti. E poi ci sarà una collaborazione con Cinéma du Désert, progetto che porta il cinema nei paesi poveri, con proiezioni sul camion. Noi porteremo il monitor dentro e proietteremo documentari di viaggio, sempre sui migranti ma anche sul mondo dell’arte e del circo». Info e prenotazioni sulla pagina Facebook o al 333 6298118. Luca Manservisi
APPUNTAMENTI MUSICALI PRIMAVERA-ESTATE
19 GIUGNO ore 21 Funny Valentine 24 LUGLIO ore 21 A.ER.A. 28 AGOSTO ore 21 AlmAcustica 11 SETTEMBRE ore 21 Old Stories
RAVENNA Via Agnello 1/A (angolo via Uccellini) Info: 0544 38135 Seguici sui social
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SALUTE e BENESSERE
SPECIALE / I 6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
OSPEDALE
RISCHIO CONTAGIO
Lotta senza quartiere alle zanzare, dalla prevenzione alla sorveglianza Operativo da maggio il piano regionale, condiviso da Comuni e Ausl, di contrasto delle arbovirosi trasmesse dagli insetti: Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile La lotta alle zanzare quest’anno è partita un mese prima del solito, a maggio. Ma si anticipa anche la sorveglianza dei casi sospetti, cioè di quelle persone che potrebbero essere state vittime della trasmissione, sempre per colpa delle zanzare, dei virus Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile. Lo ha deciso la Regione Emilia-Romagna, in condivisione con Enti locali e Aziende sanitarie, per prevenire quelle malattie, anche gravi, che possono essere veicolate attraverso la puntura della zanzara tigre e della zanzara culex. Il piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi in atto prevede innanzitutto più controlli da parte dei Comuni, sia per la prevenzione che in caso di epidemie. E poi una serie di indicazioni precise per la gestione delle aree che vengono periodicamente allagate (ad esempio alcuni tipi di coltivazioni agricole) in modo da ridurre la proliferazione delle zanzare. E un campionamento straordinario di nuove specie di uccelli, come stormi e piccioni, per verificare se abbiano o meno un ruolo nella circolazione virale. Per attuare queste iniziative è stato deliberato un aumento delle risorse assegnate (200mila euro in più) che ogni anno la Regione Emilia-Romagna destina ai Comuni per le attività di disinfestazione: un sostegno finanziario che, per il 2019, sale complessivamente a 1 milione e 200mila euro. Per i virus, “veicolati” dalla zanzara tigre, si lavora su due fronti: la sorveglianza umana e quella entomologica con la novità di un ampliamento del periodo di verifica dei casi sospetti, ampliata quest’anno di ben due mesi (1° maggio-30 novembre. Per la sorveglianza degli insetti, viene confermato l’utilizzo di ovitrappole (attivate ogni 15 giorni) nei Comuni capoluogo, che quest’anno hanno rilevato un maggiore adattamento della zanzara tigre alle nostre latitudini, anche se sembre probabile un posticipo stagionale della piena attività della zanzara-vettore. Per quanto riguarda il virus West Nile, veicolato invece dalla zanzara comune (culex), si opera su di una sorveglianza integrata: umana, entomologica e veterinaria che prevede: la ricerca dell’agente patogeno in qualunque caso di persona ricoverata che presenti febbre e manifestazioni neurologiche; l’uso di trap-
DUE NUOVI ECOGRAFI HI-TECH DONATI AL SERVIZIO DI SENOLOGIA DALLO IOR E DALLA FONDAZIONE LUCÈ
pole che catturano campioni di zanzare ogni 15 giorni, per verificare la presenza del virus West Nile (in caso positivo scatta il segnale di circolazione virale); sul fronte veterinario, viene confermata la sorveglianza su tutti quegli uccelli che possono avere un ruolo nel ciclo di trasmissione del virus sul territorio dell’EmiliaRomagna, mentre continua anche l’osservazione sui cavalli che manifestano i sintomi della malattia. Il piano regionale ha disposto anche una regolamentazione sull’uso dei prodotti antizanzara adulticidi. È previsto un obbligo di comunicazione preventiva (cinque giorni prima), al Comune e all’Ausl, da parte del privato (cittadini, amministratori di condominio, vivaisti, gommisti, titolari di imprese con aree verdi annesse, e così via), nel caso in cui si vogliano effettuare, tramite aziende specializzate, disinfestazioni con prodotti adulticidi. La comunicazione va inviata con una motivazione tecnica allegata: ciò allo scopo di consentire all’Ausl una valutazione sulla reale necessità dell’impiego di questi prodotti, che potrebbero essere nocivi per l’uomo e gli animali. Infine, sarà realizzata anche quest’anno, e presentata a breve, una specifica campagna di comunicazione della Regione: pieghevoli, locandine, opuscoli distribuiti da Aziende sanitarie e Comuni, ma anche un utilizzo sempre maggiore dei social per informare, sensibilizzare e dare consigli pratici ai cittadini.
Ancora un gesto di vicinanza e solidarietà, da parte della società civile, nei confronti dell’Ospedale “Santa Maria delle Croci” di Ravenna. Questa volta è il Centro di Prevenzione Oncologica Senologica a ricevere una importante donazione tecnologica, del valore di circa 100mila euro. Si tratta di due ecografi – donati dall’Istituto Oncologico Romagnolo e dalla “Fondazione Lucè Onlus” di Ravenna – che rappresentano il top di gamma rispetto a queste specifiche apparecchiature per la senologia. Le apparecchiature di ultima generazione, dotate di sonde lineari multifrequenze, sono dedicate in maniera specifica alla ecografia senologica. Alla cerimonia di consegna (nella foto) hanno partecipato il sindaco di Ravenna De Pascale, il presidente dell'associazione “Volontari e Amici dell'Istituto Oncologico Romagnolo" Mario Pretolani, la presidente della “Fondazione Lucè Onlus” Laura Ruocco, il direttore medico del presidio ospedaliero Paolo Tarlazzi e la responsabile della Prevenzione Oncologica Senologica di Ravenna Patrizia Bravetti, il dottor Alessandro Berselli della ditta fornitrice delle macchine General Electric. I due nuovi ecografi vanno a sostituirne altri due già presenti presso il reparto, ma che non erano a questo livello di innovazione e tecnologia, e si integrano perfettamente con il terzo ecografo presente, anch’esso più recente ed avanzato. In questo modo tutti e tre le apparecchiature per la diagnostica senologica, presenti presso l’ospedale di Ravenna, offrono un livello ottimale di prestazioni, consentendo una altissima qualità nella diagnostica per le pazienti. Grazie al servizio di Senologia dell’Ospedale di Ravenna vengono effettuate, annualmente, circa 16mila ecografie e, conseguentemente, circa 1.500 interventi di ago-aspirato e circa 400 microbiopsie. Sono circa 250 l’anno le nuove neoplasie che vengono diagnosticate.
SALUTE e BENESSERE
II / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
RIMEDI FARMACEUTICI
I benefici del “Rusco composto” per l’apparato circolatorio Ce ne parla la dottoressa Giorgia Giorgini della Farmacia Comunale 8 di Ravenna Il rusco, meglio conosciuto come pungitopo, è un arbusto cespuglioso noto sin dall’antichità per abbellire giardini e come ornamento natalizio, veniva impiegato anche per tener lontano topi e roditori dalle provviste. I romani lo utilizzavano come talismano, piantandolo intorno alle abitazioni per allontanare malefici ed energie negative. Oggi il rusco è noto soprattutto per le sue notevoli proprietà vasoprotettici, flebotoniche, antinfiammatorie, astrigenti e diuretiche che lo rendono un rimedio prezioso per il benessere dell'apparato circolatorio. A parlarne è la dottoressa Giorgia Giorgini della Farmacia comunale N. 8 di Ravenna. A cosa si devono le molteplici virtù di questa pianta? «Alla presenza di saponine steroidee (ruscogenina, neoruscogenina), olio essenziali e resine nel suo fitocomplesso. Proprio per queste sue proprietà e per la sua notevole tollerabilità, il laboratorio della comunale 8 allestisce un preparato galenico in capsule che ha il rusco come “protagonista” denominato “Rusco composto”». A chi è consigliato il rimedio naturale del “Rusco composto”? «Alle persone che necessitano di favorire e proteggere la circolazione venosa, soprattutto durante la stagione estiva, e prevenire le emorroidi. Grazie all'azione flebotoniche, antinfiammatoria e diuretica è quindi un ottimo aiuto in caso di edema e in generale per il trattamento e la cura di tutti i disturbi del microcircolo. Va bene anche per chi soffre di insufficienza venosa cronica, poiché contrasta i sintomi quali crampi notturni, prurito, gonfiore e pesantezza alle gambe». Quali altri fitoterapici, che ne potenziano e coadiuvano l’azione, sono presenti nel vostro preparato galenico? «Il mellito che, grazie alla presenza delle cumarine, promuove il drenaggio linfatico e migliora la capacità contrattile dei vasi sanguigni. Il mellito svolge inoltre un’azione vasoprotettiva sulle pareti delle vene, aumentandone la permeabilità. C’è anche l’ippocastano, noto per le sue proprietà antiedemigene e vasocostrittrici dovute principalmente al suo principio attivo più importante che è l’escina, in grado di ri-
durre l’attività di alcuni enzimi facendo riacquistare ai vasi sanguigni la loro normale resistenza e permeabilità. Anche l’hamamelis, grazie ai tannini, è un utile rimedio per il trattamento di disturbi correlati alla circolazione venosa. La formulazione del “composto” è completata dalla presenza dell'olivo, ottimo antiossidante e diuretico, in grado di ridurre il danno ossidativo a livello epatico e renale». Quali altri prodotti a uso topico, da associare anche al “rusco composto” capsule, produce il vostro laboratorio nel trattamento venoso? «Il centella “composto” crema: un preparato a base di centella, ippocastano e ginkgo, fitoterapici con notevoli proprietà flebotoniche. E anche un preparato in schiuma, a base di betulla-centella-ippocastano, utile alternativa alla crema per chi gradisce una maggiore sensazione di freschezza per alleviare la pesantezza di gambe». Consigli d’utilizzo? «Sia la crema che la schiuma vanno applicate con un mas-
saggio alle gambe partendo dalla caviglia e salendo verso la coscia. Per facilitare il ritorno venoso è sempre meglio tenere le gambe a 45 gradi. Alla Comunale, i farmacisti possono dare utili consigli su come risolvere le varie problematiche e consigliare i prodotti più adatti». Roberta Bezzi
MALATTIE DEL CUORE Il Maria Cecilia Hospital centro chirurgico per la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva La cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva è una rara malattia del cuore di natura genetica. Ogni anno in Romagna vengono trattati in media 20 pazienti adulti (ne sono affetti circa 15 pazienti per milione d’abitanti). Chi soffre di questa patologia ha ora come punto di riferimento il Maria Cecilia Hospital di Cotignola: l’ospedale, accreditato con il SSN, è stato infatti individuato come centro di coordinamento in Romagna per il trattamento chirurgico della cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva in età adulta. La diagnosi di questa patologia richiede esami specifici e multidisciplinari, e il follow-up dei pazienti affetti si avvale della collaborazione di un gruppo di specialisti quali cardiologi, radiologi, genetisti e cardiochirurghi. Nel reparto operativo di Cardiorurgia dell’ospedale di Cotignola, diretto dal dottore Alberto Albertini, vengono utilizzate apparecchiature dedicate di diagnostica, come l’Ecocardiografia e la Risonanza Magnetica cardiaca. Infine viene tracciato un profilo genetico del paziente, utile per seguire l’ereditarietà della patologia, che colpisce più persone dello stesso ramo famigliare. Le tecniche chirurgiche utilizzate a Maria Cecilia Hospital per i casi ostruttivi di cardiomiopatia ipertrofica sono con accesso chirurgico mininvasivo per permettere al paziente una più rapida ripresa della quotidianità.
INFOPROM
SANITARIA ORTOPEDIA
Collezione costumi mare 2019 Finalmente il tanto atteso caldo è arrivato, dando inizio alla stagione del mare. Ed è arrivato il fatidico appuntamento con la prova costume, che molte donne temono. Ma l’importante è saper scegliere quello che si adatta alle proprie esigenze oltre che ovviamente alle proprie forme. Alla Sanitaria Ortopedia di Elena Tazzari a Bagnacavallo è possibile trovare un ricco assortimento di costumi adatti a tutte le esponenti del gentil sesso, dalle più giovani alle più mature. Ci sono infatti costumi contenitivi per tutte le taglie e tutte le età, dalle linee giovani che arrivano fino alla taglia 48 a quelle più comfort, fino alla taglia 60, perfetti anche per Big Cup. Grazie a speciali dettagli appositamente studiati, tutti i costumi della collezione mare Anita modellano sapientemente il corpo, mettendo in risalto con il funzionale effetto “shaping” solo le curve “giuste”. C’è poi il marchio Rosa Faia che propone una coloratissima collezione “Mix&Match”, assoluta-
mente pratica e divertente, oltre che un’ampia offerta di bikini, costumi interi e alcuni modelli dedicati alle coppe importanti. In entrambe le linee, lo “Special Big Cup Support” garantisce il massimo sostegno e una vestibilità eccezionale anche alle silhouette più abbondanti. Sono disponibili anche abiti e copricostumi per sentirsi a proprio agio e completamente libere nei movimenti anche in spiaggia o in piscina! Info: Sanitaria Ortopedia, via Matteotti 22 Bagnacavallo - tel. 0545 60641 - FB Sanitaria Ortopedia - www.sanitariaortopediatazzari.com
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SALUTE e BENESSERE ALIMENTAZIONE NATURALE
6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
UTILIZZO E RICETTE
La portentosa acetosella, aspra ma rinfrescante, tonica e depurativa Ricca di vitamina C stimola svariate reazioni metaboliche salutari per l’organismo Chiamata anche “pane degli angeli”, “pancuculo” o “trifoglio acetoso”, l’acetosella (nome scientifico Oxalis acetosella) è una piccola pianta spontanea che cresce in habitat montani e submontani, boschivi e in zone umide. È facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche foglie basali trilobate (attenzione a non confonderle con quelle del trifoglio comune!) e per le infiorescenze di colore rosa tenue, giallo, fucsia o bianco. A livello gustativo invece, possiede un particolare sapore aspro e acidulo che ricorda molto quello dell’aceto (da cui deriva il nome) e proprio per questo è utilizzata sin dal Medioevo come condimento per insalate, verdure e minestre. Venendo ora alle sue proprietà, i medici del ‘500 e del ‘600 le attribuivano proprietà quasi miracolose nella cura delle infezioni, delle febbri, dello scorbuto e nei casi di avvelenamento alimentare. Oggi, gli studi erboristici confermano che si tratta certamente di un’erba diuretica, rinfrescante, febbrifuga, stimolante dell’appetito, lassativa, depurativa, tonica e vermifuga. E per la sua alta concentrazione di vitamina C anche antiscorbutica e indispensabile per svariate reazioni metaboliche del nostro organismo. Ancora, dona beneficio e sollievo nei casi di emorroidi, di ulcere della bocca e del retrobocca. Radici e i semi sono poi particolarmente indicati contro la diarrea, i dolori addominali, le coliche e la dissenteria. In uso esterno, come decotto o trasformata in pomata, l’acetosella è ottima nella cura di alcune malattie della pelle quali l’acne e le dermatiti squamose (ha potere decongestionante e antinfiammatorio). Per ciò che riguarda invece le sue controindicazioni, il consumo di questa pianta non è adatto ai sofferenti di disturbi renali, epatici ed ai gottosi: ciò per il suo contenuto di ossalato acido di potassio che, ad elevate dosi, può causare calcolosi, intossicazioni e gravi lesioni renali. Ed essendo questo acido anche un forte anti-nutrien-
SPECIALE / III
Igiene domestica e sostituto del limone
Grazie alla presenza dell’acido ossalico, in passato l’acetosella veniva impiegata per l’igiene domestica: trovava applicazione nella lucidatura degli oggetti in rame, serviva come smacchiatore per gli indumenti con tracce di inchiostro o di ruggine e fissava i colori. Ancora, in cucina tendeva ad essere usato in sostituzione del limone. Infine, i contadini attribuivano alla pianta la capacità di preannunciare le condizioni meteorologiche in base alla chiusura della foglie di sera così come all’arrivo di pioggia o forte vento.
Ricetta: zuppa di spinaci e acetosella
te, un elemento cioè che ostacola la digestione e l’assorbimento di ferro, calcio e magnesio, si consiglia una assunzione moderata in termini di quantità. Comunque, è bene sapere che la pianta, se essiccata, perde tutte, o quasi, le sue proprietà organolettiche. Per finire qualche cenno al valore simbolico, di origine arcaica, di questa pianta che presenta due diverse accezioni nel linguaggio dei fiori: in primo luogo, viene identificata con l’amore materno e in senso più ampio col concetto di protezione. Come secondo significato simbolico invece, mutuato dal fatto che la fioritura dell’acetosella avviene sempre prima del bel tempo, troviamo la fine delle preoccupazioni. Giorgia Lagosti
Ingredienti: 2 litri di brodo di verdura, 2 piccole zucchine, 2 coste di sedano, 1 porro, 3 mazzi di acetosella, private dei gambi, 1 mazzo di spinaci novelli, 2 cucchiai di prezzemolo tritato, sale marino integrale, il succo di mezzo limone, 1 grattata di noce moscata, pepe macinato al momento, olio extravergine di oliva. Preparazione: in una pentola capiente dal fondo spesso far appassire con qualche cucchiaio di olio il porro fatto a rondelle sottili insieme alle coste di sedano ridotte a dadini. Poi unire anche le zucchine. Ora aggiungere il brodo e far cuocere il tutto fino a che le verdure non saranno diventate tenere. Serviranno circa 30/35 minuti di leggero bollore. A questo punto porre nella pentola anche le foglie di acetosella e di spinaci e il prezzemolo. Proseguire la cottura per altri 3 minuti e spegnere. Regolare di sale e condire con pepe, succo di limone e noce moscata e ridurre in crema con un frullatore ad immersione. Servire con un filo di olio a crudo.
Rimedio terapeutico: il decotto
Per sfruttare al meglio le proprietà terapeutiche dell’acetosella si usa soprattutto il decotto di foglie. Per uso interno, il decotto di foglie si prepara con 1 manciata di foglie fresche per ogni litro d’acqua (da bollire 10-15 minuti). Per uso esterno invece si usano 2 manciate di foglie nella stessa quantità d’acqua. Meno frequente l’uso del decotto di radici e semi: 1 pezzetto di radice e 3 pizzichi di semi da bollire in 1 litro d’acqua. Una tazza al giorno per uso interno.
INFOPROM
CENTRO ESTETICO SOLIDEA
Thai Foot Massage una coccola drenante e rilassante Da questa settimana al Centro estetico Solidea in anteprima il nuovo massaggio plantare Thai ottimo per la circolazione linfatica e per staccare la spina dallo stress quotidiano. Un vero e proprio rituale che favorisce il benessere di tutto il corpo Il Thai Foot Massage è una coccola per tutti, dalla forte azione drenante e rilassante. Chi desidera sperimentarlo può rivolgersi al Centro estetico Solidea di Ravenna che lo propone in anteprima, a partire da questa settimana. «Questo nuovo trattamento – racconta la titolare Rita Fabbri – è eseguito da personale altamente qualificato nell’ambito di un recente corso di formazione intensivo. Il Thai Foot Massage consente di staccare la spina dallo stress quotidiano, apportando numerosi benefici per la circolazione linfatica. Dunque è ottimo per chi soffre di gonfiore agli arti inferiori, oltre che ovviamente essere valido per chiunque desideri semplicemente regalarsi un momento di benessere». Il trattamento inizia con un vero e proprio rituale: un pediluvio agli oli essenziali, scelti fra quelli più adatti, con sale himalayano e compresse di erbe dall’effetto drenante. Dopodiché, la cliente si
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sdraierà su un lettino per il massaggio, inizialmente manuale e poi con l’ausilio di bastoncini di legno. Si basa sulla riflessologia plantare, pertanto sono effettuate manipolazioni dolci e sicure su zone specifiche, riuscendo a equilibrare l’energia degli organi collegati ai punti trattati. L’azione sui punti riflessi, attraverso il bastoncino di legno, porta beneficio agli organi interni e ripetuto periodicamente favorisce il benessere generale. Il Thai Foot Massage è fantastico per i piedi stanchi, ne migliora la circolazione e il movimento della linfa, nei piedi e nelle gambe, e ne migliora la flessibilità. Adatto a chi sta molto in piedi, è efficace dopo una lunga camminata, rilassa la mente e risolve le fastidiose tensioni. Il trattamento dura circa un’ora, l’ideale è una frequenza settimanale da uno a due mesi oppure al bisogno. Il Centro estetico Solidea propone questo nuovo trattamento al prezzo di 55 euro e una serie di vantaggiosi pacchetti. Possibilità di provare il Thai Foot Massage a partire da questa settimana, da Solidea, aperto dal martedì al giovedì dalle 10 alle 18 (orario continuato), venerdì e sabato dalle 9 alle 18 (chiuso il lunedì). Info e prenotazioni: 0544 456554 e www.centroesteticosolidea.it
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SALUTE e BENESSERE
IV / SPECIALE RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
MALATTIE MENTALI
“Contenzioni meccaniche” a quota zero Obiettivo raggiunto nel biennio 2017/18 (e riconoscimenti) per gli operatori del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura di Ravenna, diretto da Roberto Zanfini Nell’ambito della recente giornata di studi intitolata “La salute mentale in Romagna”promossa dall’Ausl, il Coordinamento Regionale delle Associazioni dei Familiari (Urasam) e le associazioni ravennati “Porte Aperte”, “A.M.A. La Vita” e “A Testa Alta”, hanno conferito un riconoscimento agli operatori del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Ravenna, diretto dal dottor Roberto Zanfini (nella foto), che nel biennio 2017/18 hanno raggiunto l’obiettivo di zero “contenzioni meccaniche”. Un ulteriore riconoscimento è stato attribuito al Centro di Salute Mentale di Ravenna e alla Polizia Locale di Ravenna per il contributo mirato al raggiungimento di questo obiettivo di evitare costrizioni di tipo fisico ai pazienti in cura. L’importante riconoscimento coincide con un significativo traguardo raggiunto dal Servizio
INCONTRO “La salute sostenibile”, dibattito con Marco Geddes da Filicaia Il 14 giugno a Ravenna (ore 17, sala Muratori della Biblioteca Classense) l’associazione “Libertà e Giustizia” promuove la presentazione del libro La salute sostenibile di Marco Geddes da Filicaia, medico, con una lunga esperienza a capo di importanti istituzioni sanitarie nazionali. Il volume, che spiega «perché possiamo permetterci un servizio sanitario equo ed efficace», sarà presentato e discusso dell’autore e dalla giornalista Daniela Minerva. Farà seguito un confronto a più voci in cui diversi relatori (a partire dagli stessi Geddes e Minerva, ma anche esperti ed operatori locali come Stefano Falcinelli, Roberta Mazzoni, Federico Cappuzzo e Livio Ronconi) risponderanno ad una precisa domanda di interesse sanitario generale posta dal dottore Maurizio Marangolo.
Psichiatrico di Ravenna che da anni mette in atto azioni per superare il ricorso alla contenzione meccanica, l’ultima delle quali è avvenuta il 16 agosto del 2016. Gli interventi attuati sono stati sia di tipo strutturale – creando un ambiente di cura simile più a quello di un domicilio che di un ospedale con un alto numero di stanze singole – sia di tipo clinico-organizzativo. Per questi ultimi, oltre ad eseguire diversi protocolli con le cosiddette “interfacce” (Polizia Locale e Pronto Soccorso) si sono progressivamente incrementati piani di trattamento individuali consistenti in percorsi di cura che non riguardano solo i trattamenti farmacologici ma una presa in carico a tutto campo. Infatti nel corso degli anni sono state incrementate le competenze degli operatori al fine di poter eseguire anche trattamenti sia di tipo psicologico che psicosociale. Gli interventi sono stati poi rivolti non solo alla persona ma anche, quando possibile, al contesto socio-ambientale. In tal modo attraverso l’individuazione di trattamenti individuali – farmacologici, psicologici e psicosociali – basati più che “fare al paziente” al “fare con il paziente” e definiti in base agli obiettivi del ricovero, è stato possibile creare un ambiente di cura più umanizzato e confortevole con il conseguente miglioramento del clima di reparto e la riduzione di comportamenti critici e disfunzionali da parte dei pazienti.
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LO SGUARDO DELLO PSICOLOGO di Enrico Ravaglia*
Catarsi, psicologia e pratica teatrale Ogni lavoro ha le sue caratteristiche. Il mio prevede di incontrare, settimana dopo settimana, le persone con cui ho in corso una psicoterapia. Alcuni giorni fa dopo alcune sedute ho fatto una pausa. Sono andato in un bar vicino allo studio a bere un caffè. Non ero solo. C’erano altre persone. Nel bar c’era allegria. O meglio, vivacità, ma le persone mi sembrava un po’ “la raccontassero” e se la raccontassero. Avevo come l’impressione che celassero dei sentimenti privatamente malinconici. D’altronde è anche ovvio che nel sociale si tenga una sorta di facciata per non mostrare il proprio privato, a tutela di se stessi e del prossimo. Ma quel giorno l’atteggiamento di circostanza delle persone al bar mi suonava di finzione. A sera sono andato al cinema. Ho visto “Il campione”, il nuovo film con Accorsi. È la storia di un giovane calciatore fenomeno che incontra un professore per preparare privatamente la maturità. Anche questi due personaggi hanno una dimensione pubblica, dove va apparentemente tutto bene. Hanno relazioni con gli altri, fanno la loro vita. Il calciatore soprattutto. Ma hanno anche un fronte di solitudini che tengono nascoste agli altri, ed a se stessi. Questi pensieri mi hanno accompagnato qualche giorno. Mi sono chiesto quale potesse essere un contesto sociale dove poter integrare aspetti personali che di solito restano nascosti. La risposta l’ho trovata in un gruppo di appassionati che una sera provavano il loro spettacolo a teatro. L’attività teatrale ha una potenza socializzante ed aggregante molto importante e permette di vivere un’esperienza liberatoria e catartica del proprio vissuto e mondo interiore. Non tutti sanno che il termine catarsi deriva dal greco katháirein, "purificare". Concetto introdotto da Aristotele per esprimere il peculiare effetto che il dramma greco aveva sui suoi spettatori e sugli attori che recitavano i personaggi. Teatro e psicologia sono quindi discipline molto vicine. Pur avendo metodi diversi e diversi obiettivi sono ambedue forme di conoscenza del mondo umano e sono modi per entrare in relazione con l’altro e provocare un cambiamento. *Psicoterapeuta psicoanalitico dottenricoravaglia@gmail.com
PUNTO DI DIFFUSIONE CONTINUA
SOCIETÀ / 15
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6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
L’EVENTO
E se di colpo sparissero gli immigrati? La provocazione del Festival delle culture Dal 7 al 9 giugno in Darsena la XV edizione della manifestazione interculturale di Ravenna tra spettacoli, gastronomia e dibattiti organizzati insieme all’Università Tra gli ospiti anche Lerner, Affinati e Mancuso Il calendario dei dibattiti organizzati dal festival in collaborazione con l’Università prevede il 7 giugno alle 21: “Immigrazione zero: Economia” con Gad Lerner (giornalista), Stefano Palombarini (professore di macroeconomia, Università di Parigi 8), Chiara Tronchin (ricercatrice Fondazione Leone Moressa), Chris Richmond Nzi (fondatore della startup Mygrants), modera Eva Giovannini. L’8 giugno alle 10.30 “Le prospettive di una società "sicura" che non accoglie” con Luca di Sciullo (direttore Idos), Paolo Fasano (Comune di Ravenna), Antonio Luordo (del sindacato SGB di Ravenna). Modera Barbara Gnisci. Ore 21: “Immigrazione zero: cultura” con Eraldo Affinati (scrittore e insegnante), Vito Mancuso (teologo), Francesca Mannocchi (reporter), modera Rosa Polacco. 9 giugno, ore 21: “Immigrazione zero: Società” con Gianumberto Accinelli (etnomologo), Stefano Allievi (professore di sociologia all'Università di Padova), modera Pietro Del Soldà.
“Immigrazione zero” potrebbe sembrare il programma dell’attuale ministro dell’Interno, l’obiettivo da raggiungere. A sentire alcuni numeri potrebbe essere un grave problema, invece. Pochi giorni fa l’ex presidente dell’Inps Tito Boeri spiegava come il saldo positivo degli stranieri è pari a 7 miliardi per l’ente previdenziale. E i dati parlano anche di un 9 percento di Pil realizzato grazie agli immigrati. Ecco allora che suona già meno provocatorio questo “Immigrazione zero” scelto come titolo per la XV edizione del Festival delle culture di Ravenna, promosso dal comune, organizzato attraverso un complesso percorso partecipato e da quest’anno in ancora più stretta e diretta collaborazione con il Campus dell’Università locale. La direzione scientifica infatti dei dibattiti che affronteranno questo tema sotto il profilo economico, culturale e sociale è affidata a Francesca Curi, del Dipartimento di Scienze giuridiche. «Confesso che all’inizio il tema suggerito dall’assessora Valentina Morigi mi aveva lasciata perplessa, ma in realtà alcuni interessanti studi recenti si sono concentrati proprio su questi aspetti e quindi mi sono dovuta ricredere». Ne dibatteranno personalità di spicco note anche al grande pubblico come Gad Lerner, di recente bersaglio degli attacchi di Matteo Salvini e da poco tornato con un nuovo programma in tv, o Vito Mancuso ed Eraldo Affinati, insieme a docenti universitari ed esperti del tema, tra cui un rappresentante della Fondazione Moressa a cui si devono studi e analisi recenti proprio sull’argomento “Immigrazione Zero” (per il programma vedi box). Tutte le sere alle 21 infatti in una tensostruttura in Darsena si svolgeranno gli incontri moderati da giornalisti del panorama nazionale. «Per noi si tratta di partecipare alla vita del territorio - ha spiegato Elena Fabbri, presidente del Campus ravennate - e dare il nostro apporto perché qualsiasi argomento possa essere conosciuto e dibattuto anche da un punto di vista scientifico e culturale». Anche l’assessore Morigi ha insistito sul fatto che il festival vuole sempre più essere non solo un’importante occasione di aggregazione sociale, ma anche uno strumento per «indagare il contemporaneo». Un punto di arrivo, quello di quest’anno, frutto di una collaborazione tra Amministrazione e Università, partita tre anni fa e che ha portato a dibattiti su temi come lo ius soli, la civil card, la cittadinanza. E che oggi ci porta a indagare le estreme conseguenze di ciò che vorrebbe chi appunto sogna un paese “puro” senza stranieri». Certo, dal Festival delle culture è facile immaginare che arriveranno risposte piuttosto univoche in questo senso. Il festival stesso è un fenomeno che da quindici anni anima la Darsena (una delle prime realtà ad abitare una zona di Ravenna che sta finalmente acquistando una vita autonoma) e che senza immigrati non potrebbe esistere, basti dire che delle 54 associazioni che partecipano ben 31 sono di stranieri. Ma a essere coinvolti sono anche singoli invdidui e ben 49 classi delle scuole medie ravennati grazie al lavoro della Casa delle culture. Un percorso, ha spiegato la responsabile Antonella Rosetti, che ha portato alla realizzazione di una serie di “opere” che faranno parte di un allestimento artistico dal titolo “Il varco nel muro”, con riferimento anche ai 6mila km di muri che sono stati costruiti nel mondo negli ultimi anni. Ma arte e bellezza e spettacolo (all’interno dell’Almagià) saranno come sempre protagonisti di un evento unico nel suo genere che non trascura – e come potrebbe? – anche l’aspetto dell’enogastronomia con i cibi da tanti paesi dal mondo lungo il canale, i laboratori per i bambini e non, le danze, la musica, le mostre (al Dock 61). Intanto si parte, come ormai tradizione, dal centro della città, venerdì 7 alle 17 con la fiumana di danze e spettacoli che attraversa il centro cittadino in un colorato e vivacissimo corteo fino in Darsena. Per il programma nel dettaglio delle giornate vedi pagina 2 (a cura di Storie Meticce) e www.ravennaedintorni.it. Federica Angelini
IL PREMIO A Ravenna Daniela Di Capua, direttrice (dimissionaria) dello Sprar Il XV premio Intercultura Città di Ravenna sarà consegnato venerdì 7 giugno alle 20.30 a Daniela Di Capua, nella tensostruttura allestita per i dibattiti. Si tratta della direttrice dimissionaria dello Sprar, il sistema di accoglienza diffuso oggi su 600 comuni che è stato recentemente stravolto dalle nuove normative del Ministro Salvini e che per anni ha rappresentato un’eccellenza in tema di accoglienza e integrazione di rifugiati e anche richiedenti asilo.
16 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
BELLE ARTI
Open day all’Accademia con il meteorite dell’artista Giorgia Severi Appuntamento il 7 giugno per visite guidate e il dialogo con la giovane talento
Venerdì 7 giugno dalle 10 alle 21, l’Accademia di Belle Arti apre le porte al pubblico e invita la città a conoscere come si fa arte oggi, contaminando la sua vocazione musiva con tutti i linguaggi visivi, tra tradizione e contemporaneità. Un’occasione speciale per visitare i laboratori di Mosaico, Design del gioiello, Pittura, Scultura, Decorazione, Plastica ornamentale, Tecniche pittoriche, Incisione, Informatica, Applicazioni digitali per le arti visive, Fotografia. In mostra nelle aule e in Galleria si potrà ammirare la poliedrica creatività dei suoi giovani artisti, mentre nel Tec Lab si vedrà come arte e tecnologia possono combinarsi con risultati eccellenti, utilizzando il 3D. Alle 17.30, Conversazione d’artista con Giorgia Severi ”Intorno alla creazione”, giovane artista che lavora tra Romagna e Australia su un progetto alquanto originale legato a un meteorite caduto quattromilasettecento anni fa con la velocità di 40.000 chilometri orari, la meteorite Henbury, nell'Australia centrale, creando nell'impatto alcuni crateri il più grande dei quali è profondo 15 metri e largo 180. Severi è appena rientrata dall’ ultima residenza d'artista australiana col nuovo progetto visivo About (Landscape) Creation. La relazione tra il meteorite e la stella starà nel racconto per immagini dell’artista, nella sua avventura creativa che va dal Mosaico alla natura, dal Restauro al paesaggio. È esattamente questo il percorso di Giorgia Severi che dal restauro della tessera è arrivata al restauro della sempre più fragile natura. All’Accademia si racconterà, in dialogo con Graziano Spinosi e Maria Rita Bentini. In visione all’Accademia, in anteprima, i nuovi video “Can’t See the Forest for the Trees”, “Mulga Tree” e “Dancing Trees”.
LA MOSTRA 60 anni di Palio del Niballo a Faenza Nella ricorrenza dei 60 anni del Palio di Faenza la Deputazione per il Niballo offrirà alla città una mostra intitolata “Un bersaglio cercato da secoli – 1959 fu l’inizio del Palio del popolo di Faenza”, per raccontare come è nato il Palio dell’epoca moderna. La mostra sarà inaugurata venerdì 7 giugno alle ore 18 al Palazzo delle Esposizioni Corso Mazzini, 92 Faenza, e sarà aperta al pubblico dal 9 giugno al 26 giugno, tutti i giorni tranne il lunedì, dalle ore 17 alle ore 20. Per prenotazioni di gruppi e per visite guidate è possibile contattare il numero 3394308411.
INCONTRI/1
ARCHITETTURA TRA ‘800 E ‘900 Per il ciclo di incontri “Cultura e Società tra Ottocento e Novecento” nell’Aula Magna della Casa Matha (piazza A. Costa, 3) a Ravenna, lunedì 10 giugno alle 18.30 il ravennate Alberto Giorgio Cassani , docente di storia dell’architettura all’Accademia di Belle Arti di Venezia, terrà la conferenza “L’ostile provinciale, l’architettura a Ravenna tra fine ’800 e inizi ’900”.
TEMPO LIBERO Corsa colorata in Darsena per la fine dell’anno scolastico
INCONTRI/2 A Cervia si parla di chiese, restauri e saline
«Color4fun» è il nuovo appuntamento lanciato da Ravenna Runners Club, associazione che già organizza la Maratona di Ravenna Città d’Arte del prossimo Novembre. Venerdì 7 giugno ci si trova alla Darsena di Ravenna per festeggiare l’ultimo giorno di scuola insieme a tutte le famiglie. Un’idea nata da Ravenna Runners Club per animare questo periodo dell’anno e miscelare sport e, musica e festa, prendendo come riferimento un format già proposto in altre città con grande successo come quello delle «corse colorate», ovvero appuntamenti podistici ludico-motori nei quali i concorrenti, che indossano la maglia della manifestazione, vengono fatti oggetti di lanci continui di colori durante il percorso. Il programma di venerdì prevede il ritrovo in zona Darsena Pop Up alle ore 18, Dj Set con Marco Santoro e B2B Phil G. e Dany Gattelli vocalist che animeranno la serata. Alle 19.30 il via alla gara. Il percorso di meno di 5 km si snoderà interamente nella zona circostante e sarà adatto a tutti. Arrivo davanti alla Darsena Pop Up dove dalle 20.30 circa avrà inizio la festa con musica, dj set, tornei ed esibizioni sportive.
A Cervia, in piazzale Maffei davanti alla Torre, si susseguiranno il giovedì sera vari incontri culturali a partire dalle 21. Il 6 giugno si parlerà di S. Maria del Suffragio (1722), chiesa in corso di restauro a cui sono dedicate due opere: Pierre Laurent Cabantous Un Don Camillo a Cervia (Itaca Edizioni, Castel Bolognese, 2019) e AA.VV. La nostra seconda casa il Suffragio (Stilgraf, Cesena, 2019). Relatore Don Pierre Laurent Cabantous. A seguire si parlerà di “Teodorico Borgognoni (1205-1298), un vescovo di Cervia precursore della moderna chirurgia” con Annafelicia Zuffrano e Lorenza Iannacci. Il 13 giugno protagonisti saranno invece la storia e l’ambiente della Salina di Cervia con Oscar Turroni e Guerrino Gori e la Presentazione di Renato Lombardi. Ci saranno anche priezioni di di suggestive immagini storiche e d’ambiente. In via straordinaria l’incontro si svolge nella prima navata del Magazzino del Sale Torre.
SPORT / 17
PUNTO DI DIFFUSIONE CONTINUA
6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
RAVENNA via Ravegnana, 4 - Borgo S. Rocco
CALCIO
«Con il Cesena c’è più Romagna in serie C, il Ravenna merita più supporto dalla città» Il presidente giallorosso Alessandro Brunelli traccia un bilancio positivo della stagione conclusa ai play-off e guarda al futuro: «La gente deve rendersi conto di cosa stiamo facendo per questi colori» di Vincenzo Benini
Va in archivio una stagione del tutto positiva per il Ravenna Fc, capace di ritagliarsi uno spazio di rilievo in una Lega Pro sempre più difficile e competitiva. Con una delle formazioni più giovani del girone i ragazzi di Foschi si sono classificati al sesto posto finale con la ragguardevole quota di 55 punti, alla pari del Sudtirol. A dieci anni di distanza dalla loro ultima partecipazione, i giallorossi sono così riusciti a qualificarsi ai playoff, da cui sono stati estromessi al secondo turno per mano del FeralpiSalò (ma senza perdere). In casa ravennate non si sta però con le mani in mano e, in vista della prossima stagione che dovrebbe riportare la partecipazione alla Coppa Italia maggiore (il raduno è previsto attorno al 15 luglio), il presidente Alessandro Brunelli parla del passato, del presente e soprattutto del futuro della società bizantina. Bilancio stagione «Chiudiamo un’annata che ci ha riempito di soddisfazioni e che ha creato i presupposti per continuare a muoversi su determinati percorsi. E dire che la stagione era iniziata un po’ in sordina, con un po’ di scetticismo e anche con qualche timore perché avevamo cambiato tante cose, dallo staff tecnico fino a gran parte dei giocatori. Il bilancio è stato però già chiaro fin dai mesi di febbraio e marzo, quando abbiamo deciso di confermare l’allenatore Foschi, che fa parte di questo progetto. Noi vogliamo andare avanti con queste persone che ci hanno consentito di vivere una stagione oltre alle più rosee aspettative». “Romagnolità” Lega Pro «Ci tengo a fare i complimenti all’amico Grassi per la salvezza del Rimini, all’Imolese per la partecipazione ai playoff e al Cesena per il ritorno in C. Mi piace sottolineare che la Romagna è il cuore pulsante della Lega Pro. Sarà una situazione molto bella e affascinante, quella che andremo ad affrontare». Scommessa futura «Siamo consapevoli che dovremo confrontar-
Da sinistra Tommaso Lelj, il presidente Alessandro Brunelli, Alfonso Selleri e il diesse Matteo Sabbadini
«Abbiamo rimesso in piedi il settore giovanile ma servono strutture adeguate in Darsena» Nella nostra intervista il presidente Brunelli ha toccato anche il tema del settore giovanile e di conseguenza quello del centro sportivo Darsena (l’ex ippodromo di Ravenna), dove si allenano i ragazzi. «Il discorso sulla struttura della Darsena va di pari passo con quello del settore giovanile da far crescere – sono le sue parole –. Il nostro sogno è quello di portare nell’impianto anche la prima squadra, ma tutto ciò dipende anche dalla qualità dei campi che ci saranno. In due anni abbiamo rimesso in piedi da zero il settore giovanile e c’è sempre più necessità di strutture adeguate, in quanto tra quella di Glorie e quella della Darsena esiste ancora tanta differenza». Nella foto i Pulcini 2008 vittoriosi nel weekend al torneo internazionale di Lugo, “Stuoie Kids Foot”, con anche società professionistiche come Bologna, Cesena, Pescara e Sassuolo e squadre da Albania, Francia, Romania e Ungheria.
E D I Z I O N E
ci sia con l’ambiente esterno sia con quello interno. La piazza di Ravenna è sempre esigente in termini di richieste, ma non è altrettanto prodiga di partecipazione. Questo è l’unico neo che mi sento di evidenziare. In un’annata come questa in cui, a detta di tutti, la squadra ha giocato a calcio e ha dato anche spettacolo, si meritava di sicuro un seguito più importante. Questa è l’altra sfida che dobbiamo affrontare e che speriamo di vincere. Far conoscere alla gente della città che anche qui c’è una squadra di calcio bella da vedere, che fa divertire e può far nascere una passione». Consolidamento società «Il nostro è un metodo di lavoro che ci consente di pianificare con un certo anticipo. La cosa bella di questo meccanismo è il non dipendere da un unico soggetto economico. Tante realtà fanno sì che il Ravenna possa gestire la situazione di bilancio come stiamo facendo da tempo. Siamo alla ricerca di nuove entrate, nuove figure, che abbiano delle caratteristiche precise: oltre a ricoprire il ruolo di sponsor, noi auspichiamo che abbiano anche delle competenze e la voglia di partecipare al progetto con passione». Costruzione della nuova squadra «Vogliamo gente che venga da noi non perché non ha trovato altre collocazioni, ma perché ha il “fuoco” dentro, perché deve diventare un calciatore. È chiaro che ci vuole qualche “vecchio”, qualche chioccia, ma è altrettanto chiaro che chi viene deve avere grandi motivazioni di indossare questa maglia». Nascita del “modello” Ravenna «Il nostro esempio è apprezzato tantissimo fuori dai confini del comune, soprattutto dalle realtà più grandi. Questo ci dà la forza di andare avanti sempre più propensi a continuare così. Ci piacerebbe che i nostri sforzi fossero riconosciuti anche all’interno della città, però noi non vogliamo premi, ma partecipazione. Se la gente si rendesse conto di quello che dei ravennati stanno facendo per la propria città, avrebbe un approccio diverso alla squadra».
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18 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
LIBRI/1 LIBRI/2 Il femminicidio Ballestri secondo Carla Baroncelli
La coppa degli immortali: Sacchi ospite a Lugo
Lunedì 10 giugno, alle 21, nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, l’ex allenatore del Milan e della Nazionale di calcio Arrigo Sacchi presenterà al Caffè Letterario di Lugo il suo libro La coppa degli immortali edito da Baldini e Castoldi. A introdurre la serata sarà Giovanni Barberini. Ingresso libero. «Ho sempre pensato che il calcio non fosse un fatto solo difensivo o solo offensivo. Il calcio era saper fare tutto». Nel calcio di Arrigo Sacchi conta lo spettacolo, non il risultato a ogni costo. Anche se ciò comporta rischiare qualcosa di più. Con questa filosofia e modo di intendere il football, il «profeta di Fusignano» è entrato nella storia del calcio e l’ha cambiata, introducendo princìpi e concetti mai visti prima, diventati scuola preziosa per la maggior parte dei suoi successori. Nel 2017 è stato nominato dall’Uefa fra i 10 allenatori più influenti nell’evoluzione calcistica, e nel 2019 da «France Football» fra i 50 migliori di tutti i tempi (terzo assoluto e primo fra gli italiani).
Sabato 8 giugno (e nelle successive del 15 e 29) Palazzo Milzetti a Faenza sarà eccezionalmente aperto anche in orario 18.30-21.30, offrendo così la possibilità di essere visitato a chi incontra difficoltà durante la giornata.
di Martina Babini - @igers_ravenna
Torna la rassegna di incontri con gli autori in piazza a Russi ogni mercoledì di giugno alle 21.15 in piazza Dante a cura di Eraldo Baldini. Dopo l’apertura con Ivano Marescotti il 5 giugno, il secondo appuntamento, il 12 giugno, vedrà protagonista la giornalista Carla Baroncelli che presenta il suo libro dedicato all’omicidio, avvenuto a Ravenna, di Giulia Ballestri per cui al momento il marito Matto Cagnoni, noto dermatologo, sta scontando l’ergastolo a cui è stato condannato in primo grado. Nel libro, partendo dalle sedute del processo, Baroncelli ricostruisce la vicenda del femminicidio con uno sguardo di genere. Durante le serate sarà possibile cenare, usufruire del servizio bar, cantina e gelateria e acquistare libri grazie alla collaborazione fra il Bar Gelateria Centrale, la gastronomia Delithia e la libreria LibriMi.
L’allenatore di Fusignano al “caffè letterario” con il suo nuovo volume
MUSEI/1 Palazzo Milzetti aperto anche la sera del sabato
ARTISTIPEDIA Giorgia e Antonio, autori di scatti che esprimono amorevole bellezza
LIBRI/3 Miriana Trevisan ricorda gli anni in tv
Appuntamento con Miriana Trevisan al Caffè Letterario di Ravenna. L’ex valletta e protagonista negli anni novanta di “Non è la Rai” presenta il suo romanzo La donna bonsai (Baldini e Castoldi) martedì 11 giugno alle 18.30, in un dialogo con Ilaria Bonaccorsi. Con questa sua prima prova narrativa Trevisan parla degli anni in tv, ma con una nuova, a tratti dolorosa, consapevolezza.
Questa settimana vi presentiamo Giorgia e Antonio, due ragazzi che condividono oltre l’amore che provano l’uno per l’altra, anche la stessa passione, per la fotografia. Proprio per questo hanno deciso di aprire uno studio di fotografia, TAGG PHOTOGAPHY, a Lugo, in cui si dedicano principalmente a servizi maternity e family, ma non mancano anche al mondo del wedding. Grazie alla loro professionalità hanno vinto diversi premi internazionali tra cui il primo premio nella categoria portrait al WPPI Awards 2018, uno dei più importanti concorsi di fotografia al mondo. Basta guardare il loro profilo per capire l’amore con cui svolgono il proprio lavoro, riuscendo a trasmettere una miriade di emozioni semplicemente con uno scatto. Sono su instagram con il nickname @taggphotography.
MUSEI/2 Aperitivo e visita alla mostra di Toscani al Mar Al Mar di Ravenna il 7 giugno alle 18 è possibile partecipare a un aperitivo seguito dalla visita guidata alla mostra di Oliviero Toscani “50 anni di magnifici fallimenti” (su prenotazione ). Info: 0544 482487.
llo! e b è o l e i c il oi! n n o c o l i r scop Venerdì 7 e Sabato 8, ore 21 Osservazione della Volta stellata Festival della Culture - Darsena di città (Ingresso Libero - Cielo Permettendo)
Martedì 11, ore 21
Serena De Franco, Carlo Albani Alla scoperta del Cielo estivo (in collaborazione con il Liceo Scientifico "A. Oriani")
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Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura
Info e prenotazioni: Planetario di Ravenna, Viale S. Baldini, 4/a - 48121 Ravenna tel. 0544.62534 Lunedì-Venerdì 8.30-12.30, Martedì e Venerdì 20.30-22.30 www.planetarioravenna.it - email: info@arar.it - Ingresso intero € 5, ridotto € 2 - Prenotazione consigliata
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CULTURA / 19 6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
L’INTERVISTA
Lilly, l’influencer e youtuber che sogna di esporre accanto a Dalì La giovane artista sarà ospite al Mag in Darsena a Ravenna il 7 giugno, quando dalle 15 incontrerà i suoi fan. Sue opere in mostra fino al 22
Lilly Meraviglia, giovane youtuber e influencer di Roma con un larghissimo seguito di follower, sarà al Mag di via Magazzini Posteriori per una mostra-evento curata da Alice Lonardi che inaugura il 7 giugno e sarà visitabile fino al 22. Le abbiamo chiesto di raccontarsi, soprattutto alla generazione degli over 40. Lilly sarà a Ravenna in giorno dell’inaugurazione dalle 15 per incontrare i suoi fan. Lilly, presentati a tutti quelli che non sanno bene cosa sia uno youtuber… «Mi chiamo Livia, ho 21 anni e sono seguita da più di 400mila persone su Instagram e oltre 800mila su Youtube; i miei follower hanno dai 3 ai 50 anni; sono apprezzata per la mia personalità e perché pubblico contenuti divertenti. Sin da piccola ero appassionata di arte, ho frequentato il liceo artistico e sono anche tatuatrice. Nel 2017 ho curato e organizzato due mostre, una a Milano e una a Roma, occupandomi di tutti gli aspetti, dalle opere, ai testi fino alla sponsorizzazione e agli allestimenti». Come sei diventata quella di oggi, quando hai pubblicato la prima volta sul web? «Quando avevo 14-15 anni seguivo molti youtuber. Tutto è nato per caso: un giorno mi annoiavo, ho provato a condividere e mi sono resa conto che piacevo alle persone». Anche i tuoi colori di capelli sono diventati famosi… «Me li sono tinti di tutti i colori, tranne il verde che non mi piace». Ma è vero che ti fai mandare vestiti dalla Cina per provarli e realizzare dei tutorial? «Mi piace realizzare tutorial che nessuno ha mai fatto, come il trucco da drag queen, oppure cose dissacranti come utilizzare un kit pensato per fare la scultura della mano dei genitori che tengono quella dei figli - divenuto molto popolare sui social - per realizzare la forma del mio dito medio». Come gestisci le tue attività? «Generalmente alcuni giorni sono dedicati ai tatuaggi e altri a Youtube. Ma non è sempre tutto pianificabile: a volte resto indietro con i contenuti che voglio pubblicare, per cui accade che prima vada al lavoro e poi arrivi a casa e mi metta in pari con le pubblicazioni».
Chi viene tatuarsi da te? Sono gli stessi tuoi fan sui social? «Sì, sono contenta perché molti vengono apposta da fuori Roma. Lo studio con cui collaboro è un posto che già conoscevo; io stessa ho iniziato a tatuarmi da quando avevo 16 anni e mi sono detta “Perché non provare? Mi piace disegnare…”». La tua famiglia ti ha sostenuta? «Mio padre è medico e mia madre maestra. All’inizio non erano molto d’accordo, ma poi hanno visto che poteva essere una professione, perché sono diventata economicamente indipendente e stavo realizzando qualcosa di concreto». Ci racconti l’esperienza di StraFactor? «Ho cantato la mia canzone, Osceno, ed è piaciuta a Pupo. Non lo rifarei, perché si tratta di una competizione basata sul canto e io non aspiro a questo tipo di carriera. Sto preparando altre canzoni in vista dell’estate, ma preferisco lavorare senza modalità imposte dall’esterno». Qualcosa sulla mostra Brainstorm che porterai a Ravenna? «Una “tempesta di cervelli” che ha invaso prima Roma, con la mostra precedente. Ho scelto il tema del cervello perché è qui che nascono il pensiero e la creatività. Parte dei quadri sono stampe fotografiche: lavoro con l’i-pad e poi li stampo. Poi durante l’evento di apertura verranno realizzate anche una tavola con la texture del cervello, un’immagine che si “animerà” utilizzando un’app, e magliette stampate in diretta». Piani per il futuro? «Continuare a essere artista, a diffondere quello che penso: vestiti, disegni, video, tatuaggi. Avere due gatti. Vivo il presente, non mi faccio troppe domande». Un museo in cui assolutamente vorresti esporre o un artista del passato a cui vorresti fossero accostate le tue opere? «La GNAM di Roma perché la frequento da tanto. Sarebbe bello se le mie opere fossero accostate a quelle di Dalì o Magritte. In particolare quest’ultimo sembra aver lavorato con Photoshop anche senza usare il computer». Linda Landi
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MOSTRE/1 Diamanti nascosti per Fabrizio De André Giovedì 6 giugno alle 18 viene inaugurata alla presenza di Dori Ghezzi, nelle sale di Palazzo Rasponi dalle Teste a Ravenna, la mostra “Fabrizio De Andrè-Diamanti nascosti”. La mostra propone un omaggio fatto di immagini, colori e forme della poetica e del pensiero di Fabrizio De André attraverso suoi oggetti d’uso comune, spartiti, strumenti musicali o copertine di LP originali autografati dal cantautore per ricordare, a vent’anni dalla sua scomparsa, la sua opera artistica e il suo contributo intellettuale. Una sezione è dedicata a una serie di opere create per questo momento speciale dai giovani e dai docenti del Liceo Artistico ravennate, assieme a un omaggio degli artisti Mauro Bartolotti e Sergio Staino. La mostra resterà visibile fino al 30 giugno con i seguenti orari: 10-12 e 18-21.30. Chiuso il lunedì. Ingresso libero.
“Oltre a noi”: le opere dei bambini ispirate a Iris A Palazzo Rasponi dalle Teste di piazza Kennedy a Ravenna, alle 11 di sabato 8 giugno inaugura la mostra “Oltre a noi” da un’idea di Alessandra Serafini e promossa da Arci e ispirata alla storia di Iris Grace, bambina inglese con disturbo autistico. Fino al 30 giugno Palazzo Rasponi ospiterà dunque la mostra delle 100 opere, più le tre tele di gruppo realizzate nei laboratori, “Cinema a colori” (tela elaborata da Alessandra insieme ai suoi figli) e l’opera “Arcobaleno nello spazio”, realizzata dalla 2ª B della scuola “G. Pascoli”, con ispirazione a Iris al libro di testo “Ti regalo la Luna”, in occasione del cinquantesimo anniversario dello sbarco.
MOSTRE/2 Alfredo Pavone a Punta Marina Nuovo appuntamento con l’arte contemporanea alla Galleria Espositiva “Arte & Vacanze” al Terme Beach Resort di Punta Marina. Curata dal direttore artistico Andrea Petralia, fino al 30 giugno è in corso la mostra “I passaggi del cuore” del pittore Alfredo Pavone.
Madonna dell'Albero (Ra) via Henri Matisse Tel. 0544 271381 Cell. 347 3703598
APERTO TUTTI I GIORNI PRANZO E CENA
20 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
RAVENNA FESTIVAL/1 RAVENNA FESTIVAL/2 Ai chiostri francescani i ragazzi del liceo artistico e giovani danzatori
Un lungo viaggio nel ritmo, tra Argentina e techno Gli eventi della rassegna “100 percussioni”, dal 6 al 15 giugno: dagli omaggi di Scaioli al concerto trekking, dal video-romanzo al pala congressi fino alla “regina della m’bira”
Dal 6 al 15 giugno il Ravenna Festival rende omaggio a strumenti onnipresenti in tutte le culture musicali del pianeta, in ogni genere e stile, sin dall’alba dei tempi, con il progetto “Le 100 percussioni” in una serie di appuntamenti organizzati in collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana, fra le più antiche e importanti istituzioni musicali. Si parte con una conversazione a cura del critico musicale Francesco Martinelli dedicata al “ravennate a Parigi” Franco Manzecchi, pioniere della batteria jazz moderna (6 giugno dalle 18 nel Chiostro della Biblioteca Classense) seguita da Harmograph, trittico di omaggi firmati da Matteo Scaioli: Igor Stravinsky, Egisto Macchi e Giusto Pio saranno celebrati in tre concerti dal 7 al 9 giugno, tutti nella Sala del Refettorio del Museo Nazionale (alle 21). Le “100 percussioni” incontrano il concerto trekking, in collaborazione con Trail Romagna, che domenica 9 giugno accompagnerà il pubblico con un percorso musicale e gastronomico (grazie alle stazioni curate dagli chef stellati di CheftoChef) tra argini, capanni e la foce dei Fiumi Uniti (dove si terrà anche la discesa in canoa rinviata a questa data a causa del maltempo delle scorse settimane). Tra gli incontri del percorso – lungo sette km – le poesie dialettali di Nevio Spadoni, i racconti di pesca dello scrittore Fabio Fiori, la scanzonata opera dedicata alle avventure di Colombo del trio Al Caravèl, ma anche le percussioni sciamaniche di Vince Vallicelli con Don Antonio per “Musica senza argini”, i ritmi trascinanti di Alejandro Oliva e Marco Zanotti, i suoni ammalianti e delicatissimi della regina della m’bira, Stella Chiweshe, dallo Zimbabwe, protagonista anche il giorno prima (sabato 8 dalle 18.30) di una conversazione con lo stesso Zanotti al Cisim di Lido Adriano. Vulcanico inizio di settimana con ben tre appuntamenti in programma per lunedì 10 giugno. Si comincia nel tardo pomeriggio da Piazza del Popolo con le prove aperte dell’Officina del Ritmo: conexión Buenos Aires con l’ensemble di percussioni diretto da Alejandro Oliva e coordinato da Marco Zanotti. A Palazzo dei Congressi il concerto serale (ore 21) è L’umiliazione delle stelle che vedrà percussioni, strumenti a fiato ed elettronica dell’ensemble Ars Ludi accompagnare il video-romanzo scritto e recitato da Mauro Covacich, autore finalista del premio Strega. Infine, dalle 23, Nihiloxica all’Almagià: la
Officina del Ritmo
techno incontra le percussioni ugandesi. Martedì 11 giugno è tempo di scoprire un tesoro nascosto quale Occam Ocean - Occam XXVI di Eliane Radigue, eseguito da Enrico Malatesta nel Refettorio del Museo Nazionale (dalle 18). Al Teatro Rasi invece doppio programma (a partire dalle 21): mentre l’ensemble Ars Ludi (Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri) si esibisce in Ostinato di Giorgio Battistelli, il Chigiana Percussion Ensemble, guidato da Antonio Caggiano e spalleggiato dal soprano Silvia Lee, dal contralto Chiara Tavolieri e dall’ottavino di Manuel Zurria, si misura con il capolavoro assoluto del minimalismo Drumming di Steve Reich. Mercoledì 12 giugno Officina del Ritmo fa tappa alla Darsena Pop Up (ore 21), un’esperienza guidata dai codici gestuali de “La Bomba de Tiempo”, creata nel 2006 da Santiago Vázquez con l’obiettivo di rappresentare genuinamente tutte le influenze della sfaccettata e vivace cultura di Buenos Aires. La rassegna nella rassegna proseguirà giovedì 13 giugno a Forlì e poi con le serate finali di venerdì 14 e sabato 15, quando al Pala De André andrà in scena il concerto finale per cento percussioni (il programma sul prossimo numero del giornale).
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Giovedì 6 giugno nell’ambito del Ravenna Festival parte anche la rassegna “Giovani artisti per Dante” con spettacoli ogni mattina alle 11 ai Chiostri Francescani (ingresso a 1 euro). A inaugurarla sarà L’amore degli angeli (repliche fino all’8 giugno), spettacolo del liceo artistico che parte dall’omonimo gesso dello scultore ottocentesco Giulio Bergonzoli, oggi custodito all’Accademia di Belle Arti ma a lungo parte della collezione del Liceo stesso (una copia in marmo è stata immortalata in una scena di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick). Dal 9 al 15 giugno un’altra collaborazione si rinnova: è infatti grazie al dialogo con Cantieri Danza che il Festival figura fra i partner di Sedimenti, sezione del progetto dedicato al rapporto fra uomo e natura nell’ambito di Matera 2019. Ravenna diventa così sede di una delle residenze creative per giovani coreografi e danzatori del Mediterraneo (gli italiani Olimpia Fortuni e Leonardo Maietto, il libanese Bassam Abou Diab, il nigeriano residente in Spagna Yeinner Chicas) e la rassegna ai Chiostri si farà vetrina per gli sviluppi della creazione Who Cares?, in vista del debutto a Matera. Al centro dell’attenzione il Mediterraneo, “mare tra le terre”.
RAVENNA FESTIVAL/3 I “Vespri” alla basilica di San Vitale, anche con live electronics Rassegna nella rassegna del Festival anche i Vespri a San Vitale, concerti di musica sacra in programma ogni giorno alle 19 alla basilica (biglietti a 1 euro). Dal 6 al 10 giugno, come anticipato, l’appuntamento è con l’opera in forma di sacra rappresentazione: …e immediatamente diventai sapiente sull’universo intellettuale e spirituale di Hildegard von Bingen. Sabato 8 giugno appuntamento unico con Domus supra petram, il concerto del LiberaVox Ensemble, costituitosi nel 1990 a Roma e diretto da Luigi Taglioni. Dall’11 al 13 giugno ecco invece Salmi, la performance per live electronics di Maurizio Alfonsi. Frammenti di canti gregoriani, beneventani, romano-antichi, milanesi vengono elaborati seguendo un flusso costante, in dialogo fra forme vocali arcaiche e concetti attuali. Fra gli “strumenti” di Alfonsi – già consulente musicale del Centro Ricerche Musicali di Roma – algoritmi, controller digitali, oltre a campioni audio prelevati da chiese e luoghi di culto.
CULTURA / 21
PRONTO INTERVENTO E INTERVENTI D’EMERGENZA:
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RAVENNA FESTIVAL/4
RAVENNA FESTIVAL/5 Il quintetto di ottoni che suona al porto...
IL GRANDE VIRTUOSO KAVAKOS ALLA GUIDA DELLA CHERUBINI Sarà il tema del viaggio quello che l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini si troverà ad affrontare il 12 giugno (alle 21 al Pala De André) agli ordini di uno dei più importanti virtuosi viventi, il greco Leonidas Kavakos (foto) in veste di violino solista e direttore. In programma due pagine mozartiane assai note: il Concerto per violino e orchestra n.3 in sol maggiore KV 216 e la Sinfonia n.31 in re maggiore KV 297, nota come “Parigi”. A concludere, la Sinfonia n.1 in do minore op.68 di Brahms.
LIRICA Bagnara omaggia Pietro Mascagni A Bagnara di Romagna gli "Amici della Lirica" tengono viva la tradizione dei concerti per omaggiare Pietro Mascagni di cui il paese vanta un Museo a lui dedicato e un carteggio di 4600 lettere che vanno dal 1910 al 1945, anno della morte del grande livornese. Domenica 9 giugno alle 16.30 nell'Auditorium parrocchiale organizzano un concerto lirico con Federica Nicotra (soprano), Virginia Eleanor McIntyre (mezzosoprano), Giorgio Caruso (tenore), Matteo Jin (baritono), Luciano Andreoli (basso). Al pianoforte il Maestro Enrico Zucca, presenta Valentina Faziani. Info e prenotazioni 3339979488, 0545-76131. Ingresso 15 euro.
6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
PREVENTIVI GRATUITI
Il Quintetto di Ottoni dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini venerdì 7 giugno dalle 19 si esibirà nella Corte Interna del Centro Direzionale Sapir, al porto di Ravenna, per un concerto il cui programma spazia da David Short e Duke Ellington a Debussy, Morricone, Lennon e McCartney. E per festeggiare la comparsa di questo nuovo luogo di spettacolo nella mappa del Ravenna Festival, Sapir ha messo a disposizione un servizio navetta gratuito in motobarca. Sarà comunque possibile per chi non è riuscito a prenotarsi (lo si poteva fare via Facebook dal 31 maggio) raggiungere il Centro (in via Zani 1) autonomamente; il concerto è a ingresso libero.
RAVENNA FESTIVAL/7
DANZA E MUSICA ROCK CON MICHA VAN HOECKE E PINK FLOYD LEGEND Dal felice connubio creativo fra il coreografo e regista russo-belga Micha van Hoecke, il corpo di ballo Compagnia Daniele Cipriani e l’acclamata tribute band Pink Floyd Legend (foto), nasce lo spettacolo “Shine! Pink Floyd Moon”, proposto all’edizione 2019 del Ravenna Festival in prima assoluta. Sarà questo mix tra rock psichedelico e balletto a dare l’avvio della sezione Danza, sabato 8 giugno alle 21.30, nella cornice del Palazzo Mauro De André.
Ravenna, via E.Pazzi 59 cell 339 1575663 stefano.siboni@libero.it
www.dittasibonistefano.it
RAVENNA FESTIVAL/6
SE LA MUSICA ENTRA ANCHE IN CARCERE Gli eventi tra ospedali luoghi di cura e recupero “La Musica senza barriere”, iniziativa avviata quest’anno parallelamente al Ravenna Festival in sinergia fra l’orchestra in residence Cherubini e varie associazioni di volontariato, segue le tracce del maestro Riccardo Muti che nell’agosto scorso portò la lirica nella Casa Circondariale. «La musica non è solo un fatto estetico, ma anche etico», disse Muti a chi gliene chiedeva ragione. Quest’anno la Giovanile Cherubini ha fatta propria la lezione del suo mentore, sdoppiandosi in gruppi che vanno dal solista all’ottetto con strumenti ad archi e a fiato. Con essi porta nei luoghi di raccolta di malati, reclusi, anziani e inabili brani musicali di vari compositori, da Bach a Mozart, da Rossini a Nino Rota, in forme classiche o in divagazioni più moderne, nella consapevolezza che la musica, comunque declinata, è una forma di terapia dell’anima. Le richieste di numerose associazioni di volontariato hanno dato luogo a un programma di 22 concerti in 13 luoghi di città e provincia destinati alla cura al recupero delle persone. Domenica 2 giugno alle ore 21 c’è stato il primo appuntamento, significativamente nel cortile della Casa Circondariale a cui faranno seguito il concerto del 13 giugno, del 5 e del 20 luglio. Quattro concerti sono in programma all’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna: il 6 e il 10 giugno, il 10 e il 20 luglio. Grazie alle proposte vagliate da Carla Delfrate e coordinate dall’Isp.re Leandro Nannini, concerti saranno all’associazione Alzheimer e alla Caritas, all’Associazione Volontariato S. Rocco, al Centro Sociale S. Rocco Baronio, al Centro Sociale Le Rose, all’Associazione Letizia. In provincia ci saranno concerti al Centro Sociale Abbondanza di Bagnacavallo, al Centro Sociale Porta Nova di Russi, al Comitato cittadino per l’Anziano di Alfonsine, al Coordinamento del Volontariato e alla Casa Residenza Anziani Busignani di Cervia.
roccacinema
22 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
sabato 8
domenica 9
IL VERDETTO
BOHEMIAN RHAPSODY
di Richard Eyre
di Bryan Singer
ROCK/1 BLACK & JAZZ
Gli olandesi The Ex per il gran finale del festival Beaches Brew Sul palco dell’Hana-Bi anche americani e turchi
I Savana Funk al bagno Polka di Marina Romea Sabato 8 giugno dalle 18.30 al bagno Polka di Marina Romea concerto dei Savana Funk, trio bolognese (per l’occasione accompagnato dal tastierista Nicola Peruch) che propone un viaggio sonoro tra funk, afro, desert blues, richiami anglosassoni, sempre più noto e apprezzato.
Al Quevida di Porto Corsini il reggae di Sista Ila Domenica 9 giugno dalle 18 al bagno Quevida di Porto Corsini concerto reggae con i Sista Ila & The Navigators, band marchigiana di cinque elementi.
Tra funk e musica brasiliana al Finisterre con i Coco Manhattan Gran finale giovedì 6 giugno (concerti dalle 19.30) per Beaches Brew, il festival rock sulla spiaggia del bagno Hana-Bi di Marina di Ravenna. In cartellone due ospiti statunitensi – l’icona della scena footwork di Chicago Rp Boo, per l’occasione in trio con Gabriel Ferrandini al sax e Pedro Sousa alla batteria; e il duo Prison Religion, tra i nomi più interessanti della scena hardcore-rap internazionale –; la band leggendaria del combat rock olandese, The Ex (foto), tra anima punk, improvvisazioni jazz e influenze afro; da Istanbul, il virtuoso del clarinetto gipsy Cüneyt Sepetçi; i Cucoma Combo, nuovo progetto tutto romagnolo diviso tra afrobeat e tropical music. Come da tradizione la manifestazione si chiuderà con il djset di Dj Fitz, uno dei principali divulgatori di suoni dal mondo, molto apprezzato da David Byrne, che ha chiamato l’irlandese a comporre un mixcloud per la sua webradio. All’Hana-Bi da segnalare anche il dj-set dell’americano Ron Gallo (domenica 9 giugno dalle 18) e il concerto di martedì 11 (dalle 21.30) della band strumentale romana La Batteria.
MUSICA LEGGERA Mal dei Primitives (e il suo sosia) al Mariani Venerdì 7 giugno all’osteria Passatelli del Mariani di Ravenna un grande nome della musica leggera italiana, Mal dei Primitives, per una data unica nel suo genere. Guest star della serata sarà infatti Piermichele Germanò, sosia “ufficiale” che duetterà con Mal in alcuni dei suoi grandi successi. Prenotazione obbligatoria.
I Nomadi alla cena-concerto del Monte Brullo Mercoledì 12 maggio prosegue la rassegna “Cena & Concerto“ al Monte Brullo dell’Hotel Cavallino di Faenza con un altro nome che ha fatto la storia della musica italiana, i Nomadi, ancora impegnati nel tour per la festa dei loro 55 anni.
Musica jazz in spiagga con la rassegna del bagno Finisterre di Marina di Ravenna che parte venerdì 7 giugno. Dalle 21, a ingresso gratuito, i Coco Manhattan trio, con un mix di soul, jazz, latin brazilian e funk. La formazione è composta dal noto sassofonista ravennate Alessandro Scala, Mecco Guidi (organo hammond e tastiere) e la batteria di Luca Florian.
ROCK/2
I Mau Mau alla radio sulla spiaggia del Peter Pan Ai concerti del sabato invece Slavi Bravissime Persone Nati nell’ormai lontano 1990, i Mau Mau sono tra i nomi che hanno fatto la storia della cosiddetta scena alternativa italiana. La band torinese, che unisce il folk alla world music, sarà a Marina di Ravenna in formazione originale (il trio formato dal chitarrista e cantante Luca Morino, dal fisarmonicista e tastierista Fabio Barovero e dal percussionista Bienvenu Tatè Nsongan) per partecipare alla seconda serata della rassegna “Peter Pan in 3d”, mercoledì 12 giugno. L’appuntamento è dalle 20 con la diretta radiofonica di Radio Melody. Alle 22 prenderà la parola il curatore della rassegna, lo storico deejay Luigi Bertaccini, per l’intervista ai Mau Mau, intrammezzata da alcuni live in acustico della band. Per quanto riguarda invece i concerti tradizionali del Peter Pan, l’appuntamento è come sempre all’aperitivo del sabato pomeriggio: l’8 giugno sul palco i romagnoli (a dispetto del nome) Slavi Bravissime Persone, con membri di Nobraino, Supermarket e Duo Bucolico e una proposta che unisce canzone d’autore e musica balcanica.
Non perdere il prossimo numero di R&D in distribuzione dal 13 giugno
SPECIALE
CINEMA D’ESTATE
INSERTO DI 4 PAGINE DEDICATO AL CINEMA ALL’APERTO CON TUTTA LA PROGRAMMAZIONE DELLE ARENE ESTIVE DELLA PROVINCIA
lunedì 10
martedì 11
mercoledì 12
UN AFFARE DI FAMIGLIA
TROPPA GRAZIA
IL COLPEVOLE
di Gianni Zanasi
di Gustav Möller
di Kore'eda Hirokazu
giovedì 13 MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA' di Daniele Luchetti
venerdì 14
CAFARNAO
CULTURA / RUBRICHE / 23
di Nadine Labaki eLucky Red
6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
LETTI PER VOI
L’attualità lo richiede: tre film dall’Estremo Oriente
Evitare fischi e urla belluine è segno di rispetto verso l’individuo
Silvia Di Giacomo per “young adult”
di Francesco Della Torre
di Enrico Gramigna
di Nevio Galeati *
Edizione straordinaria della rubrica dedicata all’estremo oriente, ce lo chiede l’attualità. Al Festival di Cannes ha trionfato Parasite di Bong Joon-Ho, regista sudcoreano che in questa rubrica è già comparso ben due volte, tra un visibile e un invisibile: con lo splendido, visionario e fantascientifico Snowpiercer, uscito in sala da noi e con l’inedito (in sala, perché è uscito in streaming e in disco) e divertentissimo The Host, campione di incassi in patria, horror alla Godzilla che è piaciuto pure in Corea del Nord per lo sfondo politico decisamente non a stelle e strisce. Attendiamo quindi Parasite in sala, probabilmente dopo l’estate perché è stato in ogni caso acquistato per essere distribuito. Il secondo titolo, estremamente invisibile, sull’onda dei biopic rock ma uscito nel 2005 Linda Linda Linda (di Nobuhiro Yamashita), il cui titolo è riferito a un noto pezzo punk del gruppo The Blue Heart, una sorta di Ramones giapponesi, che di “Linda” nel titolo ne ha solo due (tutti a cercarlo in rete, forza!). Il film narra la storia fittizia di un gruppo rock composto da quattro ragazze che frequentano il college che, a pochi giorni dalla partecipazione a un festival, perdono la loro cantante e decidono di rivolgersi a una ragazza sudcoreana (e il cerchio si chiude già) che mal digerisce la lingua nipponica. Il film è divertente, fresco, rockettaro e naturalmente inedito, con l’unica possibilità di reperire sottotitoli in rete, anche perché non sarebbe stato possibile e neanche immaginabile un doppiaggio. Il terzo film del giorno è un cartone animato, forma d’arte che ha da sempre messo il Giappone al centro del mondo, in questo caso con 5 cm al secondo, film del 2007 di Makoto Shinkai, in patria considerato tra gli eredi di Hayao Miyazaki. Film costituito da tre episodi con al centro tematiche quali amore e distacco. Doveroso non dire di più se non per segnalare la delicatezza e la classe della messa in scena, non solo dal punto di vista grafico (classica), ma soprattutto da quello del racconto. Uscito in sala a maggio per pochi giorni si spera che l’estate ritrovata ci faccia trovare questa chicca nelle Arene di zona (prossimamente su queste pagine). In ogni caso si trova in streaming sottotitolato. Chiosa finale: qualcuno dei miei venticinque lettori mi chiede perché in questa rubrica manchino molti dei film (o telefilm) più attesi, dai supereroi di turno alle spade. La risposta è molto semplice, perché è proprio nel fatto che siano già attesi che non c’è alcun bisogno, per la vostra visione, che io li citi, e tantomeno che io li giudichi, visto che il parere del singolo lascia il tempo che trova.
Il teatro è un luogo strano dove su un palco si esibiscono artigiani di sé stessi, persone che hanno speso (tanto) tempo a piallare il proprio fisico e a cesellare le proprie idee per dar forma a una interpretazione efficace dal punto di vista tecnico e coinvolgente dal lato emotivo. Molto spesso questi due aspetti non vengono, però, percepiti dal pubblico – spesso lontano anche dall’immaginare la quantità di tempo e fatica impiegati dagli interpreti per giungere a certi risultati – il quale di frequente decreta il successo o il fiasco di uno spettacolo quasi per inerzia. Ciò che in primis occorre affermare è che, attualmente, si è molto annacquato il senso critico generale del pubblico e ciò che diversi anni fa non sarebbe stato tollerato, oggi è ampiamente sdoganato. Le cause di questo disinteresse sono molteplici e coinvolgono anche il divario, che nel Novecento si è ampliato notevolmente, tra palcoscenico e platea, ergendo il primo a vate per la seconda e giustificando, così, una sospensione del giudizio estetico da parte dell'uditorio. Questa deresponsabilizzazione di chi assiste agli spettacoli ha come diretta conseguenza l’appiattimento delle reazioni che il pubblico ha al termine di uno spettacolo: si innesca, quindi, una dinamica di gregge. Ciò comporta che, molto più facilmente ci saranno reazioni positive che negative, proprio per non entrare in conflitto con la massa. Va da sé che, quindi, le opportunità di sentire fischi e bu è molto calata. Rimangono alcune sacche di resistenza (per esempio alla Scala di Milano e al Regio di Parma) che sono legate però perlopiù a dinamiche di tifo che a veri e propri moti di disapprovazione. Non è, tuttavia, così malsana l’idea di non fischiare più certe interpretazioni poiché, molto spesso, ci si dimentica che dietro una qualsiasi esibizione non vi sono altro che ore e ore di impegno e fatica: se il panettiere fa un pessimo pane, assai difficilmente si ritorna in quel forno per fischiarlo, ma è più probabile che si cambi panificio. Evitare i fischi e gli urli belluini si trasforma, quindi, un atto di rispetto verso l'individuo prima che verso l'artista. Sospendere la messa in pratica di questi atteggiamenti svilenti è sintomo di civiltà e rispetto, tuttavia questo gesto non implica il decadimento del senso critico, del quale il mondo moderno è sempre più privo.
Non è facile raccontare storie di adolescenti, avendo davanti come “lettore ideale” una ragazza o un ragazzo che sta attraversando quella fase della vita. D’altra parte quello di oggi è un mondo in cui tanti (troppi?) adulti vivono come adolescenti; e altrettanti ragazzini si atteggiano o vivono esperienze del tutto “da adulti”. Nel bene, per necessità; ma anche nel male. Il marketing editoriale aveva inventato il filone “young adult”, con testi che raccontavano i problemi dei giovani di fronte ai “riti di passaggio” a colpi di metafore e amplificazioni, scegliendo la struttura narrativa del fantasy. In alcuni casi con risultati di qualità. Molto spesso con banalità senza fine. Il panorama oggi ha anche altri profili e le fragilità dell’adolescenza sono proposte con storie più realistiche, che affrontano temi difficili ma urgenti: bullismo e razzismo, la discriminazione di fronte a omosessualità e disabilità; l’uso di sostanze che mettono a rischio la salute. Il tutto usando una scrittura, come dire, impegnata, che non dimentica però il ruolo di intrattenimento che un romanzo deve avere. Silvia Di Giacomo, con L’amico virtuale (Lisciani Libri, collana “I romanzi della Black List”; illustrazioni di Cristiano Catalini), ha scelto questa strada, dimostrando di saper gestire alla perfezione i meccanismi del noir; parla agli adolescenti senza scimmiottare linguaggi e atteggiamenti; e alterna tensione, azione e pensieri “giovani” con bravura. La protagonista Martina racconta in prima persona le ansie di un gruppo di amici che vive in un quartiere periferico degradato. All’improvviso Maya, la bella della compagnia, sparisce; e si scopre come altre ragazzine siano scomparse prima di lei. Insieme a Tommy e Andrei, Martina inizia a cercare l’amica scomparsa: sono certi che sia stata rapita. Inaspettatamente vengono aiutati da un amico virtuale, che fa avere loro, di nascosto, un telefonino con il quale comunicare. Silvia Di Giacomo dipana un’indagine che può richiamare i grandi dell’horror, senza mai slittare in effetti splatter; e spiega le “radici del male” dando voce al sequestratore in pagine che rivelano un’ottima conoscenza del mondo dei sentimenti e delle paure. Fino al doppio finale, che non si limita a chiudere la traccia “nera”, ma aggiunge un’altra dichiarazione di speranza nei confronti dei giovani. Altri temi, ma analoga sensibilità Silvia Di Giacomo li aveva mostrati nel romanzo Lo stato di Dio (Foschi, 2017), distopia di grande intensità sul crollo dell’Italia repubblicana. *direttore di GialloLuna NeroNotte
“L’invocazione” di Adriano Zanni
FIORI MUSICALI
FULMINI E SAETTE
VISIBILI E INVISIBILI
24 / JUNIOR RAVENNA&DINTORNI 6-12 giugno 2019
L’EVENTO LETTURE Tornano i giovedì nella piazzetta Pisacane a Cervia Con l’inizio dell’estate torna l’evento “junior” dei giovedì cervesi, La Piazzetta dei Bambini, un evento organizzato dalla libreria Bubusettete e dalla cooperativa Koinè in piazzetta Pisacane. A inaugurare la rassegna sarà il libro di Bacchilega Junior “Il sogno di Ditino”, lettura dolce e delicata fotoillustrata dedicata ai più piccoli firmata da Elisa Mazzoli e Marianna Balducci. Giovedì 6 giugno a condurre il viaggio, ad ingresso libero e gratuito, saranno l’autrice e l’illustratrice con un evento-laboratorio per tutte le età a partire dalla fascia 0-3 cui è dedicato l’albo. Seguiranno tanti altri appuntamenti ogni giovedì sempre alle 21. Il 13 giugno è il turno de “Lupo di mare o di terra” con Cristina Petit.
LABORATORI ESTIVI/1 Lettere, arte, cucina a Casa Vignuzzi
Entra nel vivo Cotignyork con gli spettacoli disegnati
Tornano i laboratori creativi estivi a Casa Vignuzzi a Ravenna, per tutti i bambini della scuola primaria. L'iniziativa è organizzata dall’assessorato al Decentramento, in collaborazione con le associazioni Fatabutega e “Quelli del Ponte”. Ecco il programma: da lunedì 24 a venerdì 28 giugno - dalle 9.15 alle 12 “Scrivere e disegnare al tempo di Dante” (per bambini da 9 anni in su), da lunedì 1 a venerdì 5 luglio - dalle 8.30/9 - alle 12 “Giardininfiaba”, da lunedì 8 a venerdì 12 luglio - dalle 8.30/9 alle 12 “Un circo in valigia”, da lunedì 26 a venerdì 30 agosto – dalle 8.30/9 alle 12 “Gustibus”, da lunedì 2 a venerdì 6 settembre - dalle 8.30/9 alle 12 “Lettere di ieri e di oggi”. La quota di partecipazione è di 15 euro per ogni settimana. Per iscrizioni e informazioni: Ufficio decentrato di via Berlinguer 11, tel. 0544-482815 / 16.
Laboratori, concerti, mostre e il campeggio fino al 9 giugno Cotignyork, il festival dedicato ai bambini a Cotignola, entra nel vivo nel fine settimana a partire da giovedì 6 giugno con mostre, laboratori, mercatini fin dal pomeriggio. Alle 21 nel cortile di Casa Varoli teatro disegnato con Gek Tessaro. Venerdì 7 giugno si comincia con i laboratori alle 16.30 a Casa Magnani (via Roma 10) e si prosegue fino a sera a Casa Varoli con spettacoli di Tanti Cosi Progetti, letture fino alle 22.30 con un altro spettacolo disegnato, il dal titolo “Cinque giorni della vita di B”, con Stefano Ricci (disegno e suoni), Emilio Varrà (pianoforte), Ettore Dicorato (riprese video). Sabato 8 giugno sarà la giornata più densa di eventi: tutti gli appuntamenti in programma avvengono dentro ai parchi Zanzi e Bacchettoni e dintorni, ossia alla Scuola arti e mestieri, a Casa Varoli, nel suo giardino e nelle vie Roma, Cairoli e Rossini.
Tra gli spettacoli, alle 21.30, il teatro di figura “Verdi!”, teatro medico ipnotico del burattinaio Patrizio Dall’Argine. Nel cortile di Casa Varoli alle 22.30 un nuovo concerto disegnato, questa volta con i Comaneci, accompagnati ai disegni da Beatrice Pucci e Marino Neri. Dalle 15 di sabato 8 alle 12 di domenica 9 giugno grande festa e campeggio di Cotignyork, nel cortile della scuola media di Cotignola. Un ultimo appuntamento sarà domenica 9 giugno alle 10 in via Cairoli, con un laboratorio di assemblaggio e decorazione per realizzare grandi farfalle più o meno volanti fatto da Alice Iaquinta. Contestualmente, al parco Bacchettoni, “torneo di pallonefutbolclub”, squadre miste fatte da bambini e adulti quale appuntamento conclusivo della festa. Durante le serate di iniziative sarà attivo anche uno stand per cenare.
LABORATORI ESTIVI/2 Storia, arte, archeologia e mosaico con Ravennantica Dal 10 giugno al 13 settembre, tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, la sezione didattica di RavennAntica organizza presso LaRa a Ravenna e MdT – Museo Didattico del Territorio a San Pietro in Campiano, giornate o settimane di divertimento e gioco al Museo. Sono proposte attività ludiche ed educative per avvicinare i bambini alle tecniche artistiche, alla storia, all’archeologia, al mosaico. A Tamo l’ingresso è dalle 8.30/9 e l’uscita tra le 12 e le 13.30 ed è riservato a bambini nati tra il 2008 e il 2013. A Campiano, gli orari sono 8/9 e uscita 12/13 per bambini dal 2007 al 2013. Info e prenotazioni (obbligatorie): al tel. 0544.213371 (int. 1).
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GUSTO / 25
PUNTO DI DIFFUSIONE CONTINUA
6-12 giugno 2019 RAVENNA&DINTORNI
RAVENNA Piazza Paul Harris, 8
SAPORI DI MARE
La cozza fa festa nel Borgomarina di Cervia
AGENDA
COSE BUONE DI CASA
Festa della birra a Massa Lombarda
A cura di Angela Schiavina
Da giovedì 6 a domenica 9 giugno nell’area Wasp di via Castelletto 104, a Massa Lombarda, ci sarà la festa della Compagnia della birra. Tutte le sere sarà possibile degustare diverse tipologie di birra e mangiare piatti tipici tirolesi allo stand gastronomico, aperto tutti i giorni dalle 19 e la domenica solo a pranzo. Non mancherà l’intrattenimento musicale. L’ingresso all’area della festa è libero. L’iniziativa è organizzata da Compagnia della Birra -Associazione per Massa con la collaborazione del Comune di Massa Lombarda.
Dal 6 al 9 giugno anche mercatini e animazioni tra i Magazzini e la Torre
Vino artigianale e naturale a Bagnacavallo Sabato 8 e domenica 9 giugno il vino e il cibo di qualità artigianale e naturale saranno nuovamente protagonisti nel chiostro del convento di San Francesco, a Bagnacavallo, per la sesta edizione di Vinessum, la wine experience ideata da Andrea Marchetti e realizzata in collaborazione con il Comune e l’associazione Bagnacavallo fa Centro.
Al via “Oriolo di sera” con vini e piatti locali
Ravenna, viale Farini 60 - tel. 0544 35538 La Stazione del Gelato
Vi propongo un altro classico della mia vita gastronomica, su richista dei lettori. Ecco la ricetta per i biscotti di parmigiano e mandorle. Ingredienti: 200 g di parmigiano reggiano stagionato grattugiato (Almeno 24 mesi), Farina 00 g 300, Burro g 300 a temperatura ambiente. Per decorare: mandorle pelate,un uovo per pennellare. Noce moscata macinata al momento 1/2 cucchiaino da caffè . Preparazione: impastate tutti gli ingredienti (parmigiano, burro, farina, noce moscata), fate un panetto avvolgetelo nella pellicola e lasciate in frigorifero per almeno due ore. Sul tagliere appiattite l’impasto ad uno spessore di 4/5 mm. Con un coppapasta rotondo di circa 5 cm di diametro preparate i biscotti che appoggerete su una placca rivestita con foglio di carta forno. Pennellate i biscotti con l’uovo sbattuto mettete al centro una mandorla e ripennelate. Cuocete in forno caldo a 160/170 gradi per circa 15 minuti.forno statico. Serviteli a temperatura ambiente. Potete, quando sono freddi, congelarli.
LO STAPPATO A cura di Fabio Magnani
Dal 12 giugno al 28 agosto torna la rassegna “Oriolo di sera” alla Torre di Oriolo, che propone concerti, camminate guidate e degustazioni per un’estate all’insegna del divertimento e dei buoni sapori. Sedici gli appuntamenti in cui saranno protagonisti i prodotti e i vini del territorio: per tutti la possibilità di cenare con piatti e golosità artigianali dalle ore 20 alle 24, partecipare a visite guidate al castello al chiaro di luna, godersi un concerto ogni volta diverso e far divertire i più piccoli grazie alle animazioni di Tata Fata. Nella serata inaugurale si esibiranno i Grooviglio con un repertorio rock e pop.
Torna nel Borgomarina di Cervia, tra piazzale Salinari, i Magazzini del Sale e la Torre San Michele la sagra dedicata alla cozza, in collaborazione anche con Slow Food, che promuove un approccio “buono, sano, pulito e sostenibile” anche ai prodotti del mare. Dal 6 al 9 giugno si potrà gustare la specialità di mare secondo le diverse preparazioni, provarla all’ora dell’aperitivo e godersi le animazioni e i mercatini che animeranno la zona di Cervia fino a tarda sera ogni giorno. Inoltre, fino al 13 giugno, una serie di ristoranti proporranno menù a tema, tra questi la motonave Ghibli, il bagno Corallo Beach, Micro, Osteria del Gran Fritto, Ristorante Felix e Officine del Sale.
Biscotti di parmigiano con mandorle
Buona l’idea per lo spumante... Mi ritrovo nel calice uno spumante metodo charmat, quindi più semplice rispetto a un classico, da uve Moscato. A produrre il “Cuvée dei Fiori Extra Brut” è Federico Ferrero dall’omonima azienda agricola. Ottimo il perlage alla vista mentre il naso esprime piacevoli sentori aromatici assieme a profumi di frutta e fiori bianchi. Una sottile linea verde di foglie di alloro ed erbe aromatiche. Al palato è secco dall’evidente acidità. La carbonica severa. Amarognolo la chiiusura che sbilancia un po’ la beva. Buona l’idea, comunque, di Federico per questo spumante che ha ottime possibilità di miglioramento ulteriore. Per formaggi freschi o salumi grassi.
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RAVENNA&DINTORNI 6 giugno 12 giugno 2019
VERDE URBANO/1
Una petizione contro la scuola al posto del parco I residenti del quartiere Nullo Baldini di Ravenna protestano, sostenuti da Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna Il gruppo di opposizione in Consiglio Comunale Lista per Ravenna ha presentato in questi giorni la petizione: “Salviamo il parco verde del quartiere Nullo Baldini” indetta dal gruppo whatsapp composto da 84 famiglie del posto e firmata in poche ore da oltre cento persone. La petizione aperta dalle firme dall’amministratore del gruppo, Roberto Romagnoli, è integrata da una relazione approfondita del consigliere Ancisi, che tocca i vari punti della questione: il contestato progetto comunale di nuovo utilizzo dell’area verde, la salvaguardia del parco, le norme urbanistiche e le alternative possibili ai piani disposti dell’amministrazione. «Il Comune di Ravenna intende realizzare nel 2019 l’opera denominata “Nuovo Polo scolastico 0-6 in Via Talamone”, inserita, col finanziamento di un milione e mezzo di euro, nel piano triennale degli investimenti – scrive Ancisi nella sua relazione –. L’area, di proprietà comunale, pari a mq 5.748, situata tra le vie Talamone, Nizza e del Vascello, confinante sul lato ovest con lotti edificati abitativi, è occupata dal parco denominato “di via Nizza”, composto di 60 rigogliosi alberi, alcuni alti oltre venti metri, tutti risalenti al 1974, anno della sua origine, o addirittura preesistenti, alcuni settantenni. Dunque, un polmone verde, che offre respiro, vivibilità, ristoro e ricreazione insostituibili all’intero quartiere Nullo Baldini. Il progetto risale al 2010, quando era
destinato alla costruzione di un nuovo asilo nido, allora necessario per scarsità di posti. La relazione attuale del progetto, redatta nel 2015, riconosce però che “a seguito del calo delle nascite e della popolazione scolastica”, questa esigenza è stata largamente superata. L’opera è stata perciò trasformata in un “Polo scolastico”, che però conterrebbe appena due sezioni di nido (0-3 anni) e due sezioni di scuola dell’Infanzia (3-6 anni), e non perché ci sia bisogno di più posti bimbo, ma per “qualificare” un “polo” esistente, non si sa quale. Su ciò, il territorio interessato non è stato consultato e neppure informato. Tuttavia, i cittadini non contestano l’opera, quanto la sua collocazione, ritenendo che il parco debba essere non solo salvato, bensì dovutamente recintato, arredato, fornito di panchine e di giuochi per i bambini, com’è stato nel passato e come non è oggi, cosicché sia fruito pienamente dalla popolazione dell’intero quartiere». A sostegno del parco la petizione si appella alle norme del Regolamento comunale del Verde, ampiamente riportate nella relazione di Ancisi, che si richiamano all’ art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana, tra cui quelle che dispongono di rispettare “la vegetazione, in ogni sua manifestazione… elemento di identità del territorio locale e come fattore determinante per la qualità della vita degli abitanti”, di “considerarla nelle
scelte di trasformazione territoriale come elemento irrinunciabile per il paesaggio urbano”, di “mantenerla quanto più possibile integra” Nella relazione allegata alla petizione Alvaro Ancisi propone, per la salvaguadia del parco, anche delle alternative precise. «L’alternativa principale indicata all’amministrazione consiste nella vicina area di via Palestro, dove già esiste la scuola per l’Infanzia “Felici insieme” e lì accanto il rudere abbandonato di una scuola elementare, poi diventata scuola infermieri, che l’AUSL non sapendo più che farsene, ha messo in vendita. La proposta è di demolirla, edificando lì ”Nuovo polo scolastico” su una superficie utile di circa 3.000 metri quadrati più che sufficiente. Insieme a “Fe-
lici Insieme” e al nido SI.RA, posto a venti metri di distanza, si costituirebbe il vero Polo scolastico infantile a servizio del quadrante nord-ovest della città. Ma il vantaggio enorme è di non stuprare parte ulteriore del raro suolo urbano vergine, bensì di utilizzare un’area già edificata, come si fa in tutto il mondo civile avanzato. In subordine, la seconda e la terza alternativa sono poste tra le vie Cicognani, Cavina e Dradi». I cittadini che fossero intenzionati a firmare la petizione possono rivolgersi all’ufficio del gruppo consiliare di Lista per Ravenna, presso la residenza municipale di Piazza del Popolo, sia di persona, che per telefono (0544-4822225) o via mail (grulistara@comune.ra.it).
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RAVENNA&DINTORNI 6 giugno 12 giugno 2019
VERDE URBANO/2 Manifestanti in strada per salvare gli alberi, ma i sette pini di via Maggiore verranno abbattuti
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I lavori di abbattimento dei pini di via Maggiore, a Ravenna, è stato «solo rinviato di alcuni giorni per garantirne lo svolgimento in condizioni di massima sicurezza». Lo scrive il Comune in una nota dopo che lunedì 4 giugno, un drappello di manifestanti (nella foto) – guidati da Francesca Santarella, che a nome di Italia Nostra ha anche inviato una diffida formale – si è presentato in strada per protestare contro l’abbattimento. Pare comunque che non servirà a molto. Da Palazzo Merlato confermano infatti che «i lavori annunciati nei giorni scorsi di messa in sicurezza del manto stradale e dei marciapiedi in via Maggiore, resi sconnessi dalle radici degli alberi, sono e rimangono necessari, ivi compresi gli abbattimenti dei sette alberi che, a seguito di una verifica da parte di un agronomo incaricato, sono risultati in condizioni critiche e rientrano, appunto, nella classe di rischio per la quale è necessario l’abbattimento». L’intervento riguardante i lavori di sistemazione di un tratto di strada, sottostrada e marciapiedi «era stato preceduto da una attenta e scrupolosa fase di progettazione, valutazione e comunicazione». Per la centralità di via Maggiore, l’alta densità di traffico, la pericolosità e il conseguente tasso di incidentalità «questo cantiere rappresenta un passo avanti necessario per il tanto atteso miglioramento complessivo della fruibilità, anche ciclabile e pedonale, dell’area. Le scelte dell’amministrazione sono prioritariamente orientate a tutelare la sicurezza dei cittadini».
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