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Cucina di carne e pesce fra tradizione e innovazione. Pane e dolci fatti in casa CHIUSO SABATO A PRANZO

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Settimanale di informazione FREEPRESS

Giovedì 8 ottobre 2015 n.647

RAVENNA&DINTORNI

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RINNOVO LOCALI DAL RISTORANTE CHE NASCE AL POSTO DI UNA BANCA AL MERCATO COPERTO. COSÌ CAMBIA IL CENTRO

POLITICA

GUSTO Rubriche e appuntamenti per il buon mangiare e il buon bere a pagina 24

SALUTE Le rubriche con i consigli degli esperti per un benessere a 360° gradi alle pagine 25-26

da pagina 4

A destra prove tecniche per il candidato unico La Lega Nord Romagna va al congresso e Ancisi (Lpr) è pronto per l’alleanza

EVENTI

SOCIETÀ

a pagina 7

Sentinelle in piedi e contromanifestazione MOBILITÀ

a pagina 13

I commercianti uniti chiedono meno Ztl ARTE

a pagina 17

Torna il fumetto di realtà con Komikazen

a pagina 6

Concerti, mostre, spettacoli La Notte si tinge d’oro

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MUSICA

GIORNALE INTERCULTURALE

a pagina 18

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Riapre il Bronson all’insegna di True Detective

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CONAD GALILEI E LA FONTANA

LE AZIENDE INFORMANO

Anche al supermercato la varietà e la qualità di vinidi un’enotecaa prezzi sempre convenienti In un Paese che vanta una delle più grandi capacità di produzione vinicola e di biodiversità di coltivazione viticola del mondo, sta crescendo notevolmente la varietà e la qualità dei vini nazionali in commercio ma anche, in molti consumatori, una nuova cultura del buon bere. Una cultura che parte magari dal rito dell'aperitivo o dalla scelta di un vino da abbinare al menù al ristorante, ma sempre di più emerge nella scelta di un'etichetta originale e di qualità per la degustazione domestica, magari da stappare in una cena conviviale a casa, fra amici e parenti. «Quella del buon bere a tavola è una passione che ci accomuna ai nostri clienti più esigenti e più in generale alla proposta di prodotti alimentari di qualità e sani che è alla base della filosofia Conad – esordisce Paolo De Lorenzi, titolare dei supermercati di via Galilei e vicolo Tacchini a Ravenna – Ma nel caso del vino, proprio in virtù di una lunga esperienza non solo commerciale ma anche di conoscenza diretta dei vitivinicoltori e dei loro prodotti, abbiamo ritagliato nel nostro superstore di via Galilei uno spazio “speciale”, una vera propria enoteca dove poter scegliere fra un'ampia varietà tipologica e regionale, una bottiglia di qualità a prezzi convenienti». Fra le corsie del supermercato questo spazio ha anche un’aspetto confortevole e rilassante, ma soprattutto “amichevole“ da frequentare, con le bottiglie ben ordinate e distinte fra tipologie (rossi, bianchi, spumanti, passiti...) e per origine di provenienza regionale. Si va dai grandi vini di Friuli e Veneto, di Piemonte e Toscana fino ai tipici del Sud, dalla Puglia alla Sicilia, la cui fama sta da tempo crescendo. E da qualche tempo uno spazio particolare è dedicato anche ai vini di Romagna, in consistente ascesa sul piano qualitativo, con Sangiovese doc, Albana docg, Trebbiano, pregevoli uvaggi e alcuni vitigni autoctoni, come l’ormai celebre Bûrson. Sono disponibili vini di cantine romagnole blasonate ma anche di piccoli produttori, che seppure minori sul piano della notorietà, non mancano di originalità e valore enologico. «La nostra passione è anche questa – puntualizza De Lorenzi (che ha un passato professionale nel mondo del vino e competenze da sommelier ndr) – grazie all’esperienza, proporre al consumatore vini poco noti,

non riescono a distribuirli adeguatamente sul mercato. Per la nostra enoteca al Conad, abbiamo pensato che valesse la pena consigliare e proporre sui nostri scaffali anche eccellenze del genere». «Per questo viaggiamo letteralmente sul campo, per aziende e cantine fra le colline del Faentino, del Cesenate, del Riminese per contatti e assaggi, alla ricerca di qualche sconosciuto vignaiolo capace di tenere alto il valore della produzione vinicola romagnola – conclude il titolare Conad –. Abbiamo scoperto così dei veri e propri fuoriclasse ma sono piccole cantine che non trovano sbocchi sul mercato. Noi abbiamo provato a costruire con loro un'alleanza che consenta di avvicinare, all'insegna della qualità i produttori e i consumatori. Una filiera cortissima che ci consente di fissare un rapporto qualità prezzo il più equilibrato e corretto possibile. È una scelta che rientra, come valore aggiunto, nella filosofia di Conad indirizzata ad un consumatore più evoluto e consapevole. E che in certi segmenti, come questo del vino, continua a fare convivere la varietà e la qualità come in un negozio specializzato di vicinato. O se si vuole come in una vera e propria enoteca».

Negli scaffali un ricco assortimento di etichette regionali fra rossi, bianchi, spumanti e passiti. Con uno spazio particolare dedicato ai vini romagnoli, anche con fuoriclasse di piccoli produttori se non sconosciuti, ma di ottimo livello e ad un costo sostenibile. Pero questo può nascere solo da un contatto diretto con i produttori, nei luoghi dove lavorano, nelle vigne e nelle cantine dove possiamo verificare l'impegno e la sapienza con la quale realizzano un vino artigianale, tanto buono quanto autentico». «Spesso trascuriamo la Romagna che è una terra che offre buoni vini – continua Paolo De Lorenzi – e vi sono vignaioli che realizzano prodotti eccezionali con un amore e una capacità encomiabile ma poi

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OPINIONI L’ EDITORIALE

Come ti distinguo la lista civica

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TUTTO D’UN TRATTO

L’ OSSERVATORIO

di Gianluca Costantini

Piazza Kennedy, siamo in buone mani di Moldenke

di Federica Angelini

Eccola la vera sfida che potrebbe attendere l’elettore ravennate nel 2016: lo slalom tra le liste civiche in soccorso del partitone. Perché se fortuntamente il Pd ravennate ci ha risparmiato lo spettacolo delle finte primarie visto altrove, non pare altresì orientato a risparmiarci quello delle finte liste civiche, dove per finte si intende che siano operazioni esclusivamente elettorali nate al precipuo scopo di portare voti al partito politico che qui governa da decenni mettendosi al suo servizio, ma con la pretesa magari di non fare nemmeno politica o (addirittura) di chiedere discontinuità rispetto al passato. Che questa fosse la strategia del Pd era noto: aprirsi alle esperienze civiche. E qualora non ci fossero, crearle (ok, questo per la verità non è mai stato detto, ma non bisogna essere fini strateghi per capirlo). Ed ecco i primi passi. Pasta pensare a Daniele Perini, consigliere comunale di lunghissimo corso tra le fila del Pd, che lancia il suo soggetto civico (e «non politico») davanti agli anziani di Amare Ravenna riuniti. Si parla poi anche di una lista civica dei giovani. E poi chissà, quella degli imprenditori, degli sportivi, degli archeologi per gli scavi in piazza Kennedy, ma perché non delle signore di mezza età o delle mamme lavoratrici? E c’è da scommettere che accanto a queste ne nasceranno anche di quelle che ammetteranno di essere politiche (ma anche civiche) ma con una distinzione di collocazione rispetto al Pd, chessò nel pertugio a sinistra della sinistra del Pd ma a destra della destra di Sel. E magari quella a destra dei cattolici del Pd ma a sinistra di Ancisi. Chi avrà i voti per eleggere alla fine? Chissà, ma intanto si sarà fatto un po’ di disturbo, si sarà mostrato che a candidarsi è una coalizione e non un partito solo (anche se non è chiarissimo perché questo dovrebbe essere un bene). Ma poiché non vogliamo mica escludere che possa davvero nascere una vera lista civica a sostegno del Pd, ecco qualche consiglio per orientarsi: insospettitevi se la lista che si dice civica conta membri appartenenti a un partito solo (soprattutto se si parla dei cosiddetti “front men”), dubitate della sua ponteneità quando nasce su suggerimento di un candidato sindaco, privilegiate magari quelle nate da un’esperienza precedente i sei mesi dalle elezioni (forse eviterà di sciogliersi nei sei giorni successivi) e sì, accertatevi che non abbia già accordi per eventuali posti in giunta o zone limitrofe. Infine, nel dubbio, ricordate che se il Pd vi piace, potete sempre votare Pd. Se non vi piace, potete anche guardare altrove che a questo giro l’opposizione pare particolarmente variegata, anche di liste (più o meno) civiche.

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A Ravenna non c’è nessuno che non abbia una propria convinzione su piazza Kennedy e i reperti ritrovati della chiesa di Sant’Agnese. Così, tutti hanno già la loro soluzione in tasca. Il sindaco Fabrizio Matteucci: «Valorizzeremo i reperti. La prossima settimana inconterò l’architetto Calatrava per capire se è possibile farlo sopra Sant’Agnese, ‘sto cazzo di ponte». Il vicesindaco Giannantonio Mingozzi: «Sono reperti risalenti all’unità d’Italia. Propongo di portare tutto al museo del Risorgimento e di farci un parcheggio a due piani». L’assessore ai Lavori pubblici, nonché candidato sindaco del Pd, Enrico Liverani: «Gran botta di culo per me. Cioè, volevo dire, ci impegneremo a valorizzare i reperti senza rallentare i lavori del cantiere, votatemi! Cioè, volevo dire, credetemi!». Il presidente dell’Autorità portuale Galliano Di Marco: «O si scava fino a 14 metri e mezzo oppure me ne torno in America». Alvaro Ancisi: «Ricordo che solo Lista per Ravenna si oppose alla costruzione di Sant’Agnese, non rispettava le regole del piano regolatore dell’anno 415. Ora lo capiranno i ravennati che è ora di cambiare chi ci governa da secoli?». Il Movimento 5 Stelle: «Ora scaviamo in tutto il centro di Ravenna alla ricerca dei reperti. Ravenna Capitale, col turismo puoi campare!». Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001

Anno XIV nr. 647 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48100 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it; tel. 0544 408312 - 392 9784242 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872 Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola

Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Gianluca Achilli, Maria Cristina Giovannini (grafica). Collaboratori: Roberta Bezzi, Andrea Casadio, Matteo Cavezzali, Fabrizio Cilindro, Francesco Della Torre, Nevio Galeati, Giorgia Lagosti, Sabrina Lupinelli, Maria Giovanna Maioli, Fabio Magnani, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni. Fotografie: Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: Gianluca Costantini, Flavio Montelli. Redazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA

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Vittorio Sgarbi: «Perché non mi ha ancora chiamato nessun giornalista da Ravenna per chiedermi cosa ne penso?». Il vero Umarell (uno dei vecchietti all’ennesima alba davanti al cantiere): «Ma quando asfaltano tutto, rcamadona?». Il ragazzetto al bar il giorno dopo la Notte d’Oro: «Minchia ragà, che figata, stanotte ho pisciato su quelle quattro pietre, oh, ma l’avete visto che buco?».


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POLITICA CRONACHE ROMANE

Una settimana politica all’insegna della moderazione e del buon gusto di Andrea Casadio

Gran bella settimana politica, all’insegna della moderazione e del buon gusto. Venerdì 2 ottobre, ore 17. Sono al Senato. Riprende l’esame del Ddl Boschi, le famose riforme. Si discute l'art 2. La senatrice Barbara Lezzi, del M5S, prende la parola e critica il Governo. Il senatore Lucio Barani, uno che va sempre in giro con un garofano rosso all’occhiello in memoria del suo eroe Bettino Craxi, ex socialista e ora membro del gruppo Ala - Alleanza Liberalpopolare per le autonomie di Denis Verdini - si alza dal seggio, richiude la mano destra a ombrellino e la avvicina ripetutamente al cavallo dei pantaloni, a invocare una servizievole fellatio, quindi chiude la stessa mano destra ad avvolgere una immaginaria verga virile e la avvicina ritmicamente al proprio orifizio orale, a rimimare una fellatio, cioè un pompino. Scoppia la bagarre. La grillina Paola Taverna urla: «Porco maiale» a Barani. Il senatore Vincenzo D’Anna, anche lui verdiniano, irrigidisce i due avambracci e le due mani a formare una V e ritmicamente avvicina dette mani e avambracci a V al pube dimodoché il vertice della V sia il pene, un gesto che in Sicilia significa un perentorio “suca!”, ovviamente il cazzo. Un invito a un ulteriore pompino, una grande hit erotica tra i verdiniani. Il presidente del Senato Pietro Grasso sospende la seduta. "D'ora in poi il rigore sarà assoluto", annuncia. Barani lascia l'aula ma si difende dicendo che il suo gesto è stato frainteso: "Con la mano rivolta verso il mio stesso volto invitavo quanti impedivano l'intervento del senatore Falanga ad ingoiare i fascicoli che tanto veementemente stavano sventolando" spiega. Ah, pompino è ingoiare fascicoli. Bisogna dirlo a Cicciolina. A me pareva un pompino. Insomma, tra pompini e facezie, la maggioranza Renzi-Verdini vince. E difatti i due festeggiano. Cinguettano. Il premier parla a Rai3 (In Mezzora), Denis Verdini, padre ricostituente e leader di Ala, a Sky. Inizia Renzi: “Sulle riforme c’è un gruppo di persone che fa una scelta utile per l’Italia”. Risponde Verdini: “Col premier non ci siamo scelti, ma in questo scenario le coalizioni servono”. Renzi: E’ ingiusto porre un problema ai senatori di Verdini, dire che non devono votare le riforme. È allucinante. I senatori di Verdini le riforme le avevano già votate. L’incoerenza è di chi ha cambiato idea. Verdini non è il mostro di Lochness”. Verdini: “Gli amici del Pd che dicono che i nostri voti puzzano devono stare tranquilli. Con il Pd non abbiamo nulla a che spartire. Al di là dello sbraitare, al Senato non c'è una maggioranza”. Poi il sublime Verdini comincia a cantare: “La maggioranza sai... è come il vento e rischia di finire in Migliavacca quando Gotor si sveglia e s'incazza… ” sull’aria de La Lontananza di Modugno. Alfredo D’Attorre, bersaniano, commenta: “Verdini che vota le riforme è la distruzione del centrosinistra.” E Pier Luigi Bersani: “Sembra che valori, ideali e programmi di centrosinistra si sviliscano in trasformismi, giochi di potere e canzoncine”. Cari bersaniani, cari ipocriti, leggete qui: "Avevo sempre messo in luce l'esigenza di larghe intese tra gli opposti schieramenti su scelte di interesse generale, da quelle relative a garanzie di equilibrio istituzionale alla riforma del sistema politico-costituzionale”. Sapete chi lo disse? L'ex presidnete della Repubblica, Giorgio Napolitano. Fu lui a volere le larghe intese tra Pd e Forza Italia, dove militava anche Verdini. Verdini votò tutte le leggi proposte dal Governo Letta, da voi sostenuto. Perché non avete detto a Napolitano che distruggeva il centro-sinistra? Magari è stato lui a sfasciarlo, non Renzi. E anche voi avete chiesto i voti a Verdini. Su, tenetelo a mente.

CENTRODESTRA

Lega e LpRa più vicini all’alleanza per il 2016 Non sarà a Ravenna, come inizialmente annunciato, ma a Forlì e si svolgerà il 10 ottobre, con circa un mese di ritardo rispetto a quanto si pensava ad agosto, ma infine il congresso nazionale della Lega Nord Romagna si svolgerà segnando la fine del segretariato di Gianluca Pini, oggi deputato. Le consegne, salvo clamorose sorprese, passeranno a Jacopo Morrone. Ma da Ravenna si guarda con particolare attenzione all’assise leghista in vista delle amministrative del 2016. C’è chi si aspetta che proprio a ridosso del congresso sarà fatto il nome del candidato a sindaco, ma Pini, contattato telefonicamente, ci dice: «Potrebbe essere fatto al congresso, ma anche in un altro momento. La cosa importante è che nelle ultime settimane abbiamo avuto incontri con tutte le forze di opposizione di Ravenna, a eccezione dei 5 Stelle con cui non è possibile pensare ad alcun tipo di accordo, per dar vita a una coalizione che possa davvero vincere le elezioni, al primo o al secondo turno». Pini conferma di aver più volte parlato con Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna e di aver condiviso riflessioni su valori, principi, progetti futuri per una città che definisce «ferma» da troppo tempo. E se questo sembra al momento l’asse principale di una futura coalizione, Forza Italia difficilmente potrebbe sfilarsi da un’ipotesi di accordo che nasce dal territorio. «È chiaro come in questi dieci anni – prosegue Pini – le uniche iniziative siano arrivate dal mondo

A sinistra Gianluca Pini, a destra Alvaro Ancisi

imprenditoriale e non da quello dell’amministrazione che, se non ha fatto disastri, ha fatto davvero poco». Ed è infatti al mondo imprenditoriale che la Lega guarda per le eventuali candidature. «Noi da luglio abbiamo un nostro nome, che non è mai venuto fuori, e che potrebbe essere il candidato dell’intera coalizione ma che potrebbe anche restare a disposizione del progetto senza correre per la carica di sindaco, qualora si decidesse insieme per un altro nome con caratteristiche analoghe». Il profilo dunque è quello di un persona che non abbia mai rivestito incarichi di rilievo in politica e che tuttavia conosca bene la macchina amministrativa e i principali snodi di un’amministrazione

locale, di un’età compresa tra i 45 e i 65 anni. Il Corriere Romagna ha fatto filtrare il nome dell’imprenditore Elio Bagnari sul quale Pini si limita a dire «non commento nomi che non ho fatto», ma non esclude che possa essere «un buon candidato di sintesi». Il punto è, secondo Pini, che prima di parlare di nomi – «ne sono stati fatti diversi, le personalità ci sono» dice – si tratta di capire se davvero ci sono le condizioni per abbandonare il piano A, che, sul modello Faenza, prevedeva la Lega da sola e con una lista civica d’appoggio, per passare all’ipotesi ampia coalizione. «E io credo che queste condizioni al momento ci siano. Sarà quello che dirò al congresso, il quale dovrà decidere.

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POLITICA

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CONSIGLIO COMUNALE

AGENDA UNA

MAURIZIO BUCCI SI DIMETTE DA FORZA ITALIA ED ENTRA NEL GRUPPO MISTO: «IL PARTITO HA PERSO SPINTA ED ENTUSIASMO, LAVORERÒ PER IL CENTRODESTRA UNITO» Qualche mese fa ha fondato un’associazione culturale, La Pigna, come laboratorio di idee anche in previsione delle amministrative. Ora Maurizio Bucci, imprenditore in consiglio comunale nelle file di Forza Italia, sembra pronto al passo successivo: dimettersi dal partito di Berlusconi per iniziare a lavorare alla nascita di una vera lista civica (mentre La Pigna rimarrà come realtà associativa e culturale), una realtà politica, che potrebbe chiamarsi La Pigna per Ravenna e che vuole lavorare per l’unione del centrodestra in città. Un argomento questo decisamente non nuovo per Bucci che nelle ultime settimane ha cercato di animare il dibattito e smuovere appunto le acque dell’opposizione. «Da alcuni mesi – spiega – rivendico la necessità di “cambiare il passo” con maggiore forza, coraggio e decisione. Non è infatti ormai più possibile pensare di andare, come sempre successo in passato, divisi e slegati. Sarebbe una responsabilità grave nei confronti di tutti coloro, soprattutto cittadini, che desiderano il cambiamento della maggioranza attraverso un’alleanza politica che esprima un candidato a sindaco credibile e autorevole, senza provenire dalla tradizione di funzionario politico e sindacale e quindi politico “di professione”, che invece ci propone ancora una volta come minestrone vecchio e inadeguato il Pd». Bucci ricorda che il suo appello di qualche giorno fa ha ricevuto la disponibilità chiara e netta della Lega Nord e anche quella della lista civica rappresentata da Alvaro Ancisi. «Da parte dei vertici di Forza Italia non vi è stata – continua – purtroppo, alcuna presa di posizione né privata né tanto meno pubblica a sostegno di questa iniziativa. Pertanto, nonostante il grande lavoro, impegno e serietà mostrata dal capogruppo Alberto Ancarani in questi anni in consiglio comunale, ritengo che Forza Italia abbia smarrito quella spinta ed entusiasmo per aggregare, dare linfa, forza e vitalità per dare vita ad un progetto in grado di battere finalmente il Pd nella nostra città. Nell'intento di continuare il percorso che da anni contraddistingue la mia attività politica, in contrapposizione alla egemonia delle sinistre nel nostro Comune che hanno portato ad una crisi economica e sociale davvero inaudita e grave, con delusione e dispiacere, alla luce del silenzio totale di Forza Italia, comunico la mia uscita immediata dal gruppo consiliare di Fi per approdare al gruppo misto». Bucci assicura tuttavia il suo impegno «affinchè anche Forza Italia decida di intervenire nell’alleanza che sta nascendo al fine di portare il candidato comune dell’alleanza politica e civica che occorre individuare e indicare al più presto alla cittadinanza per arrivare alla vittoria finale alle elezioni comunali del 2016».

Spetterà poi al mio successore portare avanti le scelte strategiche e tattiche». Alvaro Ancisi conferma: «Ci siamo sentiti e, se il congresso della Lega Nord conferma l’intenzione del percorso condiviso, credo si potrà iniziare a lavorare su una piattaforma programmatica condivisa per Ravenna. Certo se dovesse uscire un nome dal congresso della Lega per noi non ci sarebbero spazi ulteriori, perché Lista per Ravenna non va a rimorchio di nessuno, né pretende che nessuno vada a rimorchio di Lista per Ravenna». Anche perché di una cosa è convinto (e forse non a torto) Ancisi: «Chiunque voglia portare il Pd al ballottaggio ha bisogno di Lista per Ravenna». Ma Lista

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per Ravenna sta guardando per caso anche al Movimento 5 Stelle? In questi giorni circola, anche sulla pagina del Movimento di Ravenna, un appello ai vertici del Movimento stesso affinché

Il Carroccio

a congresso il 10 ottobre. Ancisi: «Pronti a parlare, ma senza andare a rimorchio di nessuno»

esca dall’isolamento politico proprio per permettere a Ravenna l’alleanza con la Lista di Ancisi. Ma Ancisi, cosa ne pensa? «Dico una cosa ovvia: se si presentasse un candidato con i simboli del Movimento 5 Stelle e di Lista per Ravenna avrebbe la vittoria in tasca, ma non l’ho mai ritenuta un’opzione praticabile proprio per questa loro presa di posizione. Se dovesse cadere questo divieto, come è caduto quello del non andare in tv, potremmo parlarne. Ma ormai il tempo stringe. E comunque sono tanti a sapere che gran parte dei temi del Movimento 5 Stelle in realtà siamo noi a portarli avanti sul territorio...». Federica Angelini

GIORNATA DI STUDI DEDICATA A BULOW

Maurizio Bucci

Con una giornata di studi intitolata “Dalla liberazione alla cittadinanza” il Comune di Ravenna e l’Istituto storico della Resistenza venerdì 9 ottobre ricordano il centenario della nascita di Arrigo Boldrini. La giornata sarà suddivisa in due sessioni: la mattina al Teatro Alighieri alle 10, rivolta in particolare alle scuole superiori, sarà aperta dal sindaco e proseguirà con la lectio magistralis di Carlo Galli sulla figura di Bulow. Nel pomeriggio, a partire dalle 15, con il patrocinio della Provincia di Ravenna, i lavori, presieduti dall’avvocato Riccardo Sabadini presidente dell’Istituto Storico, continueranno alla sala Nullo Baldini (via Guaccimanni 10), con la relazione di Luciano Casali, già docente ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Bologna, sulla stag ione partigiana di Bulow, il ricordo di Achille Occhetto, gli interventi di Edmondo Montali, della Fondazione Di Vittorio, autore di una biografia su Boldrini di prossima pubblicazione, di Niccolò Da Lio, ricercatore dell’Università del Piemonte orientale, sul contributo di Boldrini alla politica.

AL MUSEO DEL SENIO PER PARLARE DI DONNE E POTERE Anpi Alfonsine organizza martedì 13 ottobre l'incontro sul tema "Donne che non corrono coi lupi. Dialoghi sul rapporto tra donne e potere", con Elena Montecchi, politica, la giornalista Bia Sarasini e l’autrice ravennate Elettra Stamboulis. L’appuntamento è alle 20.30 all’Auditorium Museo del Senio di Alfonsine.


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SOCIETÀ PIAZZA DEL POPOLO

TEATRO RASI

PALAZZO DEI CONGRESSI

Radio Studio Delta e Giuliano Palma live

Ivano Marescotti e la poesia di Baldini

Moni Ovadia e la Grecia del passato

La Notte d’Oro si aprirà alle 18 di sabato con la musica di Radio Studio Delta in piazza del Popolo dove alle 22.30 è atteso Giuliano Palma in concerto. Diversi i momenti musicali organizzati dal Comune: nella Basilica di San Vitale alle 18 “Note d’oro in preghiera” con i Cantori di San Vitale e alle 22 il concerto d’organo “Tessere veneziane”; al Museo d’arte della città alle 19 Enri Zavalloni “Italo con organo tour”. Altri live nei locali del centro fino a notte.

Al teatro Rasi serata dedicata al poeta Raffaello Baldini, nel decennale della sua scomparsa: alle 20.30 lo spettacolo "Dalla Romagna alla Liguria... in un respiro" ispirato agli autori Raffaello Baldini e Fabrizio De Andrè. Sul palco l’attore Ivano Marescotti con la Bandeandrè e Cristiano Colinelli (voce narrante).Parte dei fondi raccolti con i biglietti di ingresso sarano destinti alla Ammp per la ricerca scientifica sulle malattie rare polmonari.

Sarà Moni Ovadia l’ospite di RavennaPoesia (alle 21 al Palazzo dei Congressi, ingresso libero). Dal celebre attore e musicista uno sguardo sui poeti ellenici della contemporaneità e una riflessione su che cosa è stata la Grecia del lontano passato, faro della cultura per quella che sarebbe diventata l’Europa. Tra mondo yiddish, Shoah, rivisitazioni shakespeariane e l’impegno politico e civile, Ovadia promette uno spettacolo in equilibrio cultura e intrattenimento.

MOVIDA

Musica, mosaico, racconti: la Notte d’oro suona la nona Il 10 ottobre strade e piazze del centro animate da concerti e spettacoli. Monumenti aperti e mostre. Al museo i figuranti garibaldini Dalle 18 del 10 ottobre all’alba successiva Ravenna festeggia la sua notte bianca: si tratta della nona edizione della Notte d'oro, l’evento che offre come da tradizine decine e decine di attrazioni fra arte, musica, teatro, gastronomia e letteratura nelle piazze e nelle vie del centro e fino alla darsena di città (dove all’ex tiro a segno si terrà una serata sui progetti di riuso di spazi abbandonati, vedi pagina accanto). L'edizione 2015 ha in serbo alcuni nomi noti al grande pubblico (vedi box in alto). Come sempre arte e mosaico avranno un ruolo di primo piano con undici inaugurazioni di mostre e il festival biennale internazionale di mosaico contemporaneo “Ravenna mosaico” (vedi pagina 17). Poi visite guidate (vedi elenco al centro), mercatini, e decine e decine di concerti per quanti sono i locali pubblici che anno dopo anno contribuiscono ad animare questa lunga notte autunnale. Sarà anche l’occasione per visitare i monumenti con aperture speciali

VISITE GUIDATE L’ANTICO

PORTO DI

L’ORO

CLASSE

CLASSE

Alle 17, 19, 20 e 21 all’antico porto di via Marabina 7 (Classe), senza prenotazione, 5 euro/persona (gratuito fino a 6 anni). DI

Alle 18 all’antico porto di via Marabina 7 (Classe), itinerario agli scavi con particolare riferimento a tutti gli oggetti in oro, argento e altri metalli, costo 8 euro (incluso biglietto).

DANTE ALIGHIERI

E LA

VIA

ALLA DOMUS

TAPPETI

DEI POETI

Alle 17.15 allo Iat di piazza Caduti, prenotazione obbligatoria 0544.482838/35404, costo 6 euro/persona (gratuito fino a 10 anni). DEI

DI

dalle 20 alle 24 del Mausoleo di Teodorico, il battistero degli Ariani, il museo nazionale e la basilica di Classe, mentre la basilica di San Vitale resterà aperta dalle 20 alle 22 e dalle 23 alle 24. Dalle 10 alle 24 saranno aperti anche tutti i siti di RavennAntica (l’antico porto di Classe, la domus dei Tappeti di Pietra, Tamo, Cripta Rasponi e giardini pensili). Da segnalare anche il mercatino “Fatto ad arte” tra i portici di piazza Caduti e via Ricci, la fiera degli artigiani in piazza XX Settembre, via Mazzini che si trasformerà nella via degli Artisti e l’apertura straordinaria del museo del Risorgimento di via Baccarini con figuranti garibaldini. Due appuntamenti con il festival internazionale del fumetto di realtà Komikazen (vedi pagina 17): dalle 19 alle 23 nelle cantine di palazzo Rava incontri con i disegnatori greci e performance dal vivo; dalle 22 alle 2 apertura della galleria Mirada di via Mazzini 83. Per tutti i dettagli aggiornati www.lanottedoro.it.

PIETRA

Via Barbiani, ingresso chiesa Sant’Eufemia. Alle 21 “Una domus aurea nell’età d’oro di Ravenna”, senza prenotazione, costo 5 euro.

LA

BIBLIOTECA DELL’ARCHITETTO

MORIGIA

Alle 18 all’aula magna della biblioteca Classense: visita guidata alla mostra, ingresso gratuito.

TESORI

DISCO ALL’APERTO IN

PIAZZETTA SI BALLA COL

NASCOSTI ... AL MUSEO NAZIONALE

Alle 21 al museo nazionale di via San Vitale 17, prenotazione obbligatoria entro venerdì 9 ottobre: pmero.munazionale-ra@beniculturali.it.

BBK

I due locali del litorale ravennate, Matilda e Bbk, uniscono le forze per la Notte d’oro e portano la discoteca in centro a Ravenna, nella piazzetta dell’Unità d’Italia (adiacente la centralissima piazza del Popolo), presso il Caffè Nazionale che organizza l’evento. Dalle 19 parte l'aperitivo con le sonorità di Matteo Manzoni, mentre dopo la mezzanotte si terrà la tradizionale Kuduro Night del Bbk, con Mauro Catalini & Hot Boys. C'è anche la possibilità di prenotare tavoli. Infoline: 338 6509800.

ONORIO BRAVI: RAVENNA FANTASTICA

Alle 21 sala Manica lunga della biblioteca Classense di via Baccarini 3a, visita guidata alla mostra.

LA

COMPAGNIA DEI NUMERI PRIMI

Alle 21 e alle 23 di fronte alla Domus dei Tappeti di Pietra di via Barbiani, itinerario cabalistico legato ai numeri della città, costo 8 euro.

RAVENNA

A SCATOLA CHIUSA

Alle 21 e alle 23 in largo Chartres (angolo con via De Gasperi), itinerario a sorpresa in sette punti semi nascosti e poco conosciuti di Ravenna e legati a fatti e persone della città, costo 8 euro.

JUNIOR ANIMAZIONI

E NARRAZIONI PER I PIÙ PICCOLI

Diversi gli appuntamenti pensati per i bambini. Alle 18 all’Almagia “Le arti della marionetta”: festa della nuova stagione teatrale (ingresso libero). Alle 20.30 agli antichi Chiostri Francescani (via Alighieri) narrazioni di Vladimiro Strinati. Alle 17.30 alla Domus dei Tappeti di Pietra (via Barbiani) visita guidata dedicata ai bambini con Silvia Togni (ingresso 5 euro). In via Antica Zecca animazioni per bambini dalle 17 alle 19. Dalle 18 all’1 al piccolo museo di Bambole e altri Balocchi “Caramelle e cioccolatini a tutti i bimbi” (ingresso 2,50 euro).


Crescioni, arancini, supplì e molto altro

SOCIETÀ

NOTTE D’ORO Aperto fino alle 3

7

Viale Newton, 52 - RAVENNA - Cell. 333 7430096

GIARDINI SPEYER

PIAZZE LONTANE

IN STRADA CON IL PRANZO AL SACCO

L’arcobaleno Lgbt e le Sentinelle

PER STRINGERE I LEGAMI TRA VICINI DI CASA E CONOSCENTI

LA MOSTRA

La darsena a lezione da Dublino e Marsiglia Dublino, Marsiglia e Ravenna sono le tre città europee protagoniste di Tèmoignages, temporanea mostra internazionale sulla riattivazione urbana allestita dall’associazione Meme Exchange in collaborazione con l’associazione sportiva dilettantistica Tiro a segno di Ravenna: appuntamento il 10 ottobre alle 18 alla sede storica del tiro a segno affacciata sulla banchina sud del canale Candiano. Si tratta di una retrospettiva su diverse realtà portuali che, mediante differenti percorsi di riattivazione, hanno mutato le loro funzioni e sono ritornate ad essere attrattori sociali e culturali. Lo spazio è allestito con video installazioni e performance artistiche, che raccontano i differenti approcci metodologici per la riattivazione del patrimonio industriale in disuso. Le tre associazioni: The fumbally exchange di Dublino, Collectif Cocotte Minute di Marsiglia e Meme exchange di Ravenna, da tempo collaborano in modo sinergico e durante la serata racconteranno le loro esperienze di riattivazione. Nello stesso spazio è presente la collezione temporanea “Mankugian e il popolo degli Ancorini” (vedi foto in alto).

RAVENNA &DINTORNI 8/10 2015

Arriva ai giardini Speyer di Ravenna la festa dei vicini. Il 10 ottobre alle 12 appuntamento in via Carducci 14 alla sede dell’associazione Cittattiva: un momento conviviale di vicinato con l’obiettivo di conoscere e intessere relazioni con i propri vicini di quartiere coi quali spesso ci relazioniamo solo nei piccoli momenti in cui ci si incrocia. L’invito è aperto in particolare a tutti gli abitanti della zona stazione ma non solo: chiunque abbia voglia di trascorrere un pomeriggio in compagnia potrà scendere in strada con il proprio pasto e la volgia di conoscersi e stare insieme. Le sedie saranno messe a disposizione dagli organizzatori. Per informazioni e partecipazioni è possibile contattare il numero 335-1802940 o la pagina Facebook di Cittattiva. In caso di maltempo l’evento si svolgerà comunque sotto i portici.

PIAZZA SAN FRANCESCO TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA TRASMETTONO IN TEMPO REALE

24 ORE SU 24 AI VIGILI URBANI

È in funzione da alcuni giorni un nuovo impianto di videosorveglianza in piazza San Francesco a Ravenna. Costato 15mila euro e finanziato con fondi comunali, è costituito da tre telecamere che controllano gli spazi pubblici della piazza, comprese via Santi e l’area del Quadrarco di Braccioforte, incluso il percorso pedonale che collega via Da Polenta con la piazza. Un provvedimento che rappresenta un dietrofront del Comune, dopo che in primavera il Pd aveva bocciato (senza però escluderlo a priori) un ordine del giorno della Lega Nord che chiedeva l'installazione delle telecamere, non ritenendole necessarie alla luce del miglioramento della situazione di degrado. Le telecamere sono in funzione 24 ore su 24; garantiscono la visione notturna grazie agli infrarossi. Le immagini riprese arrivano in tempo reale alla centrale operativa della polizia municipale.

Manifestazioni opposte per diritti omosessuali e famiglia naturale Distano solo 250 metri di strada una dall’altra ma il pomeriggio dell’11 ottobre piazza del Popolo e piazza San Francesco a Ravenna saranno agli antipodi per il senso dei messaggi lanciati dalle manifestazioni che ospiteranno: da una parte le Sentinelle in piedi per «la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna», dall’altra il gruppo Over the rainbow con «la lotta per il riconoscimento dei diritti omosessuali e le tutele per i figli delle famiglie omogenitoriali». In piazza San Francesco l’appuntamento è alle 16 con le Sentinele in piedi. Il format è quello ormai noto dal 2013 quando per la prima volta fecero la loro comparsa sulla scena pubblica: «In rigoroso silenzio – si legge dal sito internet –, a due metri di distanza l’uno dall’altro, leggendo un libro in segno della formazione permanente di cui tutti abbiamo costantemente bisogno, rivolti nella stessa direzione che è quella di un futuro migliore. Vegliamo nelle piazze italiane di fronte ai luoghi di potere, con la nostra presenza numerosa e silenziosa ribadiamo che non è possibile zittire le coscienze di chi ha gli occhi aperti». L’iniziativa nacque per manifestare contro un progetto di legge ritenuto lesivo della libertà di opinione, il cosiddetto Ddl Scalfarotto (ormai insabbiato da tempo) sull’omofobia. Testimoni di un’idea di famiglia tradizionale, basata sul matrimonio tra uomo e donna e a favore di una legislazione che continui a negare la parificazione dei diritti di coppie eterosessuali e omosessuali, in particolar modo in tema di adozioni: «Ma non si tratta di una posizione di retroguardia – disse a maggio il ravennate Mirko de Carli, coordinatore nazionale dei circoli “Voglio la mamma” di Mario Adinolfi e collaboratore del quotidiano La Croce che ha partecipato alla veglia della sentinelle in piedi – né specificatamente cattolica, perché è la natura che ci dice che per fare una famiglia ci vogliono un uomo e una donna, e questo è un dato addirittura precristiano». In piazza del Popolo invece più o meno nello stesso orario arriveranno i partecipanti all’iniziativa messa in piedi dal gruppo costituito a Lugo nei mesi scorsi da Francesco Tessadri e Diego Corazza. Tra le 16 e le 17.30 verranno distribuiti biscotti a forma di cuore, spillette con il logo “Over the Rainbow”, volantini: «Il messaggio che verrà lanciato con tanti cartelloni colorati è semplice ma più che mai urgente: “Esistiamo, siamo in tanti, siamo anche noi famiglie: non abbiate paura dell’uguaglianza”. I bambini che parteciperanno potranno disegnare il loro concetto di amore e famiglia su fogli messi a disposizione per l’occasione». È attesa la partecipazione dell’assessore Valentina Morigi. La manifestazione è sostenuta da varie realtà cittadine (tra cui Arcigay, Casa delle Donne, Un secco no Forlì, Coming Out Cesena) e sarà preceduta da un momento istituzionale: alle 14.30 alla sala Muratori della Biblioteca Classense (via Baccarini 3) il convegno “Chi ha paura dell’arcobaleno? Tipiche famiglie omo-romagnole” con la giornalista Silvia Manzani che intervisterà alcune mamme del territorio, che porteranno la propria testimonianza sulla vita delle famiglie omogenitoriali e la testimonianza delle ravennati Barbara Domenichini e Carla Baroncelli, costrette a sposarsi all’estero nell’impossibilità di legalizzare la loro unione in Italia.


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PRIMO PIANO IL LOCALE-BOTTEGA DI FRONTE A SAN VITALE IL PUNTO RISTORO (E COCKTAIL) DI SPADONI

Eccola, un’altra data storica per il centro di Ravenna. Il 19 ottobre 2015, a pochi mesi da quello di piazza Kennedy, aprirà il cantiere del mercato coperto. I dettagli definitivi del progetto verranno resi noti il giorno stesso nel corso di un incontro con la stampa ma come ormai noto la struttura di piazza Costa tornerà a nuova vita, su due piani, con punti ristoro annunciati molto innovativi, una birreria e una cioccolateria artigianale, prodotti tipici, spazi per eventi culturali e un piccolo supermercato per un investimento di diversi milioni di euro da parte di Coop Adriatica, affiancata nel progetto dall’imprenditore Leonardo Spadoni dell’omonimo Molino. Una vicenda di cui si parla da anni e che prende avvio ufficialmente nel 2010, quando Coop (da unica partecipante) si aggiudica il bando pubblico per la riqualificazione della struttura, ottenendola in concessione per 35 anni. L'anno dopo la cooperativa presenta in municipio la bozza del progetto, che allora aveva come modello l’Ambasciatori di Bologna, con tanto di libreria su due piani, ora invece non più prevista. Solo

IL CANTIERE

Mercato coperto, si parte Lavori dal 19 ottobre e inaugurazione nel 2017 nel giugno 2013 viene però approvato il progetto preliminare e le saracinesche si abbassano nel settembre dello stesso anno, con gli storici operatori che avevano già deciso da tempo (firmando una buonuscita nel settembre del 2012) di non partecipare al progetto, a causa soprattutto degli orari di apertura richiesti (il nuovo mercato coperto dovrebbe restare aperto tutti i giorni e anche di sera). Si arriva così a una nuova presentazione pubblica nell'aprile del 2014, mentre il pro-

getto definitivo viene presentato a fine anno e l’ultimo via libera della giunta del Comune di Ravenna arriva la scorsa primavera. È di pochi giorni fa, a fine settembre, l’avvio dei lavori preparatori (vedi box) mentre il cantiere vero e proprio aprirà dunque, come ci rivela l’assessore ai Lavori pubblici Enrico Liverani, il 19 ottobre. I lavori sono sempre stati stimati in circa 14 mesi ed è quindi probabile che il nuovo mercato coperto aprirà i battenti a inizio 2017.

Aprirà entro l’anno di fronte a San Vitale, in centro a Ravenna, una nuova Casa Spadoni, punto vendita e ristoro a cura di Leonardo Spadoni, l’imprenditore che sarà anche il protagonista del nuovo mercato coperto (vedi articolo in questa pagina). Il locale secondo le intenzioni avrebbe dovuto aprire già la scorsa primavera ma una «burocrazia da manicomio», per usare le parole di Spadoni, ci ha messo come al solito lo zampino. «Sarà un punto di ristoro veloce ma di qualità, con i piatti messi a punto da Marco Cavallucci, chef con due stelle Michelin, ma dal costo popolare – spiega Spadoni –, proporremo anche cocktail per un target di giovani all’aperitivo, restando aperti anche di sera, anche se ancora dobbiamo decidere gli orari definitivi. Sarà poi anche un nostro punto vendita con salumi, formaggi e prodotti da forno, anche senza glutine».

IL LOCALE CON DUE VOLTI

E vicino al teatro apre un’osteria-pizzeria al posto di una banca A pranzo sarà Bizantino, storico self-service Camst. A cena diventerà Gustavo: servizio al tavolo e impasti a scelta Il ristorante self-service “Bizantino”, al mercato coperto di Ravenna, era una sorta di istituzione in città. Da oltre vent’anni svolgeva fin quasi un ruolo sociale, con i pensionati che vivono soli che passavano a ritirare il loro pranzo d’asporto a pochi euro, gli universitari che potevano trovare qualcosa per le loro tasche e i lavoratori che avevano a disposizione una pausa pranzo veloce e completa in centro storico. Ai tempi in cui il mercato coperto era ancora funzionante arrivava a servire in media circa 400 persone al giorno. Dal giugno del 2013, quando il mercato coperto ha chiuso, il ristorante ha proseguito la propria attività, continuando a servire in media 250 pranzi al giorno. Fino a pochi giorni fa, quando ha chiuso i battenti in concomitanza con l’avvio dei lavori preparatori al cantiere del mercato coperto, dove però inizialmente sembrava dovesse restare anche in futuro. «Poi sono cambiati i piani di Coop – ci racconta al telefono Roberto Finocchiaro di Camst, la storica società cooperativa che gestisce il Bizantino – ma noi abbiamo deciso di mantenere la nostra presenza in centro, per salvaguardare in primis l’occupazione e poi anche il nostro ruolo sociale. Così abbiamo trovato un locale adatto a soli 400 metri di distanza dalla nostra storica posizione...». Si tratta dell’ex banca (vedi foto) di fianco al teatro Alighieri, su via Mariani. Circa 350 metri quadrati dove verrà riproposto il solito format del Bizantino, ossia il self-service, a pranzo, ma con in serbo una grossa novità: l’apertura serale con servizio al tavolo e un locale del tutto differente. Si chiamerà “Gustavo”, in memoria del fondatore di Camst, Gustavo Trombetti. Anzi, in maniera estesa, “Gustavo, il vero impasto”, nome programmatico per quella che sarà una pizzeria, piadineria e osteria con la caratteristica principale, unica probabilmente a Ravenna, di poter ordinare pizza e piadina di qualsiasi tipo di impasto: dal kamut ai cereali, dall’integrale a quello senza glutine. In accompagnamento taglieri di affettati esclusivamente emiliano-romagnoli, con alcune eccellenze come la mora. «Sarà un locale del tutto differente dal Bizantino – continua Finocchiaro –, innovativo, con interni in legno progettati da un grosso studio di architetti (quello di Giovanni Cenni di Cattolica, ndr) –, aperto tutti i giorni, domenica compresa». A pranzo fra settimana self-service Bizantino, di sera e a pranzo il sabato e la domenica, Gustavo. Oltre alle 10-12 persone che lavoravano al ristorante del mercato coperto, Camst assumerà altre 4-5 figure per via dell’ampliamento del servizio. L’apertura a pranzo è in programma il 19 di ottobre (data in cui inizieranno i lavori al mercato coperto, vedi articolo in alto), mentre il servizio serale partirà qualche giorno dopo, il 23 ottobre. Luca Manservisi


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PRIMO PIANO

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MOVIDA E RESIDENTI

MOVIDA E LAVORI PUBBLICI

Da Gamba7 a 7Seven Il bar cambia nome e fa tardi nel weekend

Il locale davanti al cantiere: «Fate presto, incassi dimezzati»

È finito più volte al centro dell’attenzione dei giornali locali per la difficile convivenza con i residenti della via. Ora il Gamba7, nell’omonima via in centro storico, dopo aver chiuso i battenti a inizio 2014 ed essere ripartito con una nuova gestione quasi un anno fa, cambia di nuovo. A partire dal nome, 7Seven. E poi gli orari: non sarà più un pub aperto dal tardo pomeriggio, ma un vero e proprio bar attivo dalle 7 del mattino e poi ininterrottamente (con proposte per la pausa pranzo e gli aperitivi) fino alle 22.30 circa, almeno dal lunedì al giovedì, così da non infastidire i residenti di via Gamba, già di nuovo sul piede di guerra, o quasi. Nel weekend invece i nuovi gestori (Carlo Lombardi del Bed&Breakfast “A casa di Paola” con il figlio Federico, affiancati da Giorgia Pavel, barista con anni di esperienza) cercheranno di sfruttare anche la notte, visto che il locale può restare aperto fino alle 2. «Cercheremo di sensibilizzare i nostri clienti, che saranno comunque di un target leggermente diverso rispetto alle precedenti gestioni, per cercare di ridurre il rumore in orari notturni», assicura Giorgia che annuncia anche l’intenzione di organizzare frequentemente eventi, tra musica e performance teatrali. Il nuovo locale è stato inaugurato poco prima di andare in stampa con il nostro giornale, mercoledì 7 ottobre.

Il Fellini ha riaperto, anche per pranzo, ma aspetta di poter sfruttare piazza Kennedy I REPERTI SI SCAVERÀ FINO A 4 METRI CERCANDO L’ANTICA CHIESA

Dopo alcuni lavori di ristrutturazione ha riaperto a metà settembre il Fellini Scalinocinque, locale con alle spalle ormai oltre dieci anni di attività e che, come noto, si ritrova proprio di fronte al cantiere più chiacchierato della storia recente del centro storico di Ravenna, quello di piazza Kennedy. E il Fellini ha riaperto i battenti con una novità, quella dell’apertura già dalla mattina per la (seconda) colazione e poi il pranzo. «Vogliamo abituarci e abituare la gente in modo da trovarci pronti alla fine del cantiere, quando potremo sfruttare parte della piazza con dehor e tavolini», spiega il titolare, Giuseppe Pietropaolo, che al momento, pur senza fare alcun tipo di polemica, non può che constatare il calo di fatturato. «Al momento posso parlare di un calo del 50 percento, inevitabile, non essendoci più il parcheggio, e soprattutto nei giorni feriali e di maltempo. Devo però ringraziare i nostri clienti abituali che continuano a venire nonostante il cantiere. Noi continueremo a proporre eventi per rinnovare l’interesse tra i frequentatori del locale, così come faremo con la nuova piazza per animarla...». Intanto, a pochi metri dall’ingresso del Fellini, sono spuntati i reperti archeologici (vedi box). «Sono belli e sarebbe bello valorizzarli e lasciarli visibili nella nuova piazza Kennedy – commenta Pietropaolo – ma non possiamo accettare ritardi nei lavori. Il Comune ha assicurato che rispetteranno i tempi (la nuova piazza dovrebbe essere inaugurata attorno al prossimo giugno, ndr) e vogliamo crederci. Almeno chiediamo che rendano la piazza disponibile nei tempi concordati, magari continuando i lavori di recupero dei resti archeologici in quella piccola porzione». (lu.ma.)

L'obiettivo è raggiungere il pavimento individuando il perimetro dell'edificio del quinto secolo: gli scavi in piazza Kennedy, nell'ambito del cantiere partito tre mesi fa per la trasformazione da parcheggio a zona pedonale, scenderanno fino a una profondità di 4-4,5 metri all'angolo tra Palazzo Rasponi e Palazzo del mutilato per far riaffiorare la chiesa di Sant'Agnese i cui primi resti sono emersi a un metro e venti di profondità. La decisione di scavare ancora è stata presa il 5 ottobre in occasione di un incontro a tre tra Comune, Soprintendenza archeologica e Fondazione del Monte. I tre soggetti coinvolti nel cantiere (finanziato dalla Fondazione con 1,2 milioni di euro) si rivedranno fra un mese circa per sciogliere il prossimo nodo sul tavolo: cosa fare dei reperti dissotterrati? Le possibilità sono due, che richiedono risorse e tempi diversi: la valorizzazione sul posto lasciando i reperti visibili a cielo aperto, il trasferimento in un contesto museale. Escluso l'interramento per un eventuale futuro nuovo dissotterramento. L'altro dettaglio importante è sui tempi: il Comune non intende sforare la tempistica annunciata che prevede il completamento dei lavori a giugno.


PRIMO PIANO

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IL CIRCOLO

L’ENOTECA

IN DARSENA/1

Lo storico Aurora riparte tra concerti e incontri letterari

Dal teatro al bancone Con il “benvenuto” di uno dei residenti...

C’è un ristorante sulla motonave «Cuciniamo pesce di Cesenatico e poi musica fino all’1 nel privé»

Il benvenuto gliel’ha dato uno dei residenti della zona in un biglietto anonimo il giorno dopo l’inaugurazione. «Con voi ora è finita la pace...». Neanche il tempo di partire che in centro di Ravenna per un’attività notturna iniziano i problemi. «Ma in realtà gli altri residenti della zona sono stati tutti molto carini», racconta Francesco Antonelli, noto a Ravenna in un certo ambiente per la sua attività con il Teatro delle Albe. Poi, da alcuni anni ha seguito un’altra passione, che l’ha portato ad aprire un locale tutto suo, aiutato dai suoi famigliari, e in particolare dalla sorella sommelier. Il locale si chiama Baldovino ed è la piccola La nuova presidente Jessica Cavina davanti enoteca di via Tombesi dall’Ova aperta (tutti i giorni dalle 17.30 a mezzanotte, tranne il lunedì che è gioral circolo Aurora Sotto, il Baldovino no di chiusura) da metà settembre al posto dell’osteria Cavalli. «Tutto è nato grazie Nuova vita al circolo Aurora, la storica casa socialialla mia passione sopratsta inaugurata il 1° maggio del 1904. Il locale di via tutto per il vino – ci racGhibuzza, nel cuore della parte vecchia del borgo San conta Francesco – e l’oBiagio, in centro a Ravenna, riapre i battenti dopo un biettivo era quello di dare paio di mesi di chiusura con un nuovo presidente di vita a una vera enoteca, circolo, la fotografa Jessica Cavina, e un nuovo consicon etichette ricercate e glio direttivo, composto da Luigi Distaso e Silvia anche la possibilità di fare Ghiberti. un aperitivo o una piccola Il Nuovo Aurora sarà un vero circolo – assicurano i cena intrigante dal punto soci – inteso come «luogo di transito di idee ed espedi vista culinario, con affettati e formaggi selezionati e rienze», uno «spazio di aggregazione» che ospiterà anche alcune sorprese, nel limite delle nostre possibianche un ricco calendario di eventi culturali, realizzalità (non c’è uso cucina, ndr) come la tartarre di carne to grazie anche alla collaborazione con l’attrice e scrittrice ravennate Francesca Mazzoni. al coltello». In programma una rassegna letteraria (con anche In arrivo anche eventi culturali di poco impatto una declinazione al femminile), letture, concerti, dj-set (acustico), un progetto a cura del cantautore Gianluca e serate dedicate al cinema o al teatro. L’obiettivo – Viscuso sulla parola e il racconto. (lu.ma.) spiegano dall’Aurora – è quello di valorizzare le realtà artistiche e culturali del territorio, con tanto di apertura assoluta a idee e progetti dal basso. A BOTTEGA L’inaugurazione è in programma venerdì 9 ottobre, dalle 19, alla presenza anche del vicesindaco Giannantonio Mingozzi. Dopo il tradizionale buffet, l’appuntamento è subito con la musica dal vivo e in particolare (alle 20.30) con il concerto dei ravennati Spacepony con il loro pop-rock psichedelico. Il programma di eventi di ottobre, appena presentato, proseguirà il 14 ottobre con una serata sul cinema in comÈ stata un po’ la sorpresa dell’estate, in centro pagnia del regista ravennate Gerardo Lamattina mena Ravenna: una bottega dove poter fare un apetre la rassegna letteraria partirà il 21 ottobre con ritivo o una cena veloce (senza servizio o cucina Cristiano Cavina, scrittore casolano di fama nazionale. ma solo con la possibilità di consumare sul posto Il Nuovo Circolo Aurora resterà aperto il mercoledì i prodotti in vendita) che sta tra le tapas spagnole e i cicchetti veneziani. Siamo in via Pasolini, e giovedì dalle 19 alle 24 e il venerdì e il sabato dalle 19 vicino all’incrocio con la centralissima via all’1 con anche piccola ristorazione, tapas, degustazioCavour, in una zona dove mai erano sorti locali ni e cene a tema (o private, su richiesta). L’ingresso è aperti anche di sera. Qui a metà luglio ha inauriservato ai soci Aics. gurato l’Acciughino, una piccola filiale dell’osteria l’Acciuga, sempre su iniziativa del ristoratore Matteo Salbaroli e del fratello e con la collaboraL BAR zione di tutto il suo staff. A gestire quella che, in estrema sintesi, è una bottega alimentare senza possibilità di effettuare la somministrazione (con tanto però di tavolini lungo la strada) è anche un’amica di Salbaroli, l’architetto Elisa Il 31 luglio dopo alcuni anni di attività ha chiuso i battenti il bar sotto i portici di via Gordini, a pochi passi dalla tomba di Dante. Neanche due Bocchini, appassionata di vino e di gastronomia, mesi dopo, però, L’Alighieri ha riaperto con una nuova gestione, a cura di che si è buttata in questa nuova avventura Mirko Colanzi, da anni impegnato in questo settore. «Ho voluto metterci (senza lasciare la sua principale professione). del mio – ci racconta al telefono – e questa zona del centro di Ravenna mi L’esperimento ha avuto successo e al momento è sempre piaciuta: il bilancio delle prime settimane è senza dubbio positil’Acciughino apre già molto presto la mattina (alle 7.30) per dare la possibilità ai genitori di vo, ora stiamo programmando la stagione invernale, pensando ad eventi comprare i panini per la merenda dei bambini fissi come concerti acustici all’interno e poi anche all’esterno con l’arrivo che frequentano la vicina scuola elementare, per della primavera». E durante la Notte d’oro di sabato 10 ottobre l’appuntapoi chiudere un paio d’ore e riaprire per il pranmento è alle 21 con il live di Sara Zaccarelli e Rita Girelli. Per quanto riguarda l’attività ordinaria, il bar non osserva giorni di zo, staccare nuovamente e tornare nel pomerigchiusura e resta aperto dalla mattina alle 21 (almeno) fra settimana, fino gio fino a circa le 22 «per non disturbare troppo la quiete del luogo...». Caratteristica della propoa tardi invece nel weekend. A pranzo è in funzione l’attività di ristoraziosta è la ricercatezza dei prodotti, con l’acciuga ne con cucina mentre alla sera la proposta è quella dei «mangiarini», naturalmente cavallo di battaglia ma anche forcome li chiama Colanzi, sorta di versione romagnola delle tapas spagnole maggi, salumi (anche dalla Spagna o dal e dei cicchetti veneziani. Con gli alcolici venduti «al valore di bottiglia» e Portogallo) e vini di qualità. la possibilità di bere un calice di Sangiovese, per esempio, a 3 euro.

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Dalla merenda per bambini all’aperitivo insolito

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L’Alighieri lancia i «mangiarini»

Ristorante di pesce, cocktail bar, dj in consolle: tutto a bordo di una barca attraccata in darsena di città, a Ravenna. La motonave New Ghibli ha legato gli ormeggi alla banchina in testa al Candiano e dal giovedì alla domenica sarà ristorante aperto a pranzo e cena con novanta coperti al primo piano e sopra un locale con musica fino all’1 di notte. «Se davvero il Comune cercava qualcuno che portasse una novità in darsena, adesso l’hanno trovato», sorride Franco Gardini, l’imprenditore che insieme al socio Alessandro Sintini N DARSENA/2 ha lanciato questa idea. Obiettivi ambiziosi: E IN PRIMAVERA ARRIVA ANCHE IL LOCALE «Abbiamo i permessi per GALLEGGIANTE SULLA CHIATTA DA 400 MQ dodici anni ma puntiamo a restare qua anche venti». Il 50enne Gardini, fondatore nel 1996 del pub Buddy’s di recente trasformato nel ristorante Alchimia affacciato sul vicino piazzale Moro, ha avuto l’idea un anno fa. Poi c’è voluto il tempo per preparare tutto e ottenere i permessi: «Avevamo già la barca, stava a Cesenatico e veniva usata per escursioni in mare. Abbiamo avuto l’idea di trasformarla in un locale Dal 20 settembre l’S-Cub Spirit (il bar-ristorante affacciato in una location bellissima sul Candiano gestito dallo staff del bagno Singita) ha lancome la darsena. Ci sono ciato l’aperitivo domenicale “Darsena beat” e il battito volute le autorizzazioni da della Darsena si farà ancora più forte la prossima primatutti: Comune, Autorità porvera, quando ai due locali già presenti (oltre allo stesso Stuale, Capitaneria di porto». Club ora c’è da pochi giorni la motonave di cui parliamo La dimensione economica nell’articolo qui a fianco) sulla banchina in destra canale si dell’investimento preferisce aggiungerà anche quello galleggiante di cui avevamo non dirla ma oggi che il proparlato nei mesi scorsi, gestito dallo stesso titolare del getto è realtà, Gardini se lo Fellini di piazza Kennedy insieme ad altri due soci. Si tratgode: «Non ho annunciato ta di un bar-ristorante su una chiatta di circa 400 metri niente prima di farlo perché quadrati (vedi rendering qui sopra) che verrà posizionata volevo parlare solo a cose a dieci metri dalla banchina (come una vera e propria fatte». isola) con cui sarà collegata da un pontile che partirà dalla Il test finale è stato in riva sud del Candiano, all’altezza circa dell’Almagià, tra la occasione del raduno naziomotonave e l’S-Club. Inizialmente l’obiettivo era quello di nale dei marinai d’Italia a apire già in questo mese di ottobre ma come spesso maggio. La New Ghibli era capita la burocrazia ci ha messo del suo e ora i gestori ormeggiata poco distante da sperano di riuscire a inaugurare il locale in primavera. dove si trova ora e ha fatto da ristorante per tutta la settimana dell’evento: «Ha funzionato bene, è stato un incoraggiamento in più e adesso siamo qua a tutti gli effetti. Cuciniamo a bordo il pesce che ci arriva da Cesenatico ogni giorno e al piano superiore sistemeremo salottini e un piccolo privè». Dal lunedì al mercoledì la barca è a disposizione di chiunque voglia prenderla in affitto: «È uno spazio utilizzabile, oggi ad esempio abbiamo ospitato la presentazione di un giocatore di pallavolo. Chi vuole prenderla per una festa può farlo, l’equipaggio c’è e si può anche uscire in mare». Al varo, venerdì 2 ottobre, c’era anche il sindaco Fabrizio Matteucci: «Ha detto che la prossima riunione di giunta potrebbero farla a bordo, noi siamo pronti ad ospitarli». Andrea Alberizia

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AUTOTRASPORTO

LE AZIENDE INFORMANO

Il Consar oltre la crisi punta su porto e logistica Ne parlano il presidente del consorzio ravennate Veniero Rosetti e il responsabile del settore logistico e distribuzione Fulvio Boschi Presidente Rosetti come valuta l’attuale bilancio del Gruppo Consar? «Nel 2014 i conti hanno rispecchiato ancora una fase di crisi, di anni difficili: fatturato stabile, utile di appena 100mila euro. E il trend 2015 non si discosta molto da questi dati». C'è qualche comparto che soffre più di altri? «Più di tutti il settore legato alle opere edili. Un tempo era una divisione che creava valore aggiunto. Con la crisi delle costruzioni e la carenza di grandi lavori pubblici è un tipo di attività in grande sofferenza. Comunque stiamo andando avanti»... In generale le imprese consorziate come se la stanno cavando? Vanno bene le cisterne, sul versante chimico e anche alimentare, legate al polo chimico e al porto. Il settore di per se fattura 27 milioni di euro. Ma con il sempre più incisivo evolversi dei mercati e dei flussi delle merci è necessaria un’accelerazione nella crescita delle dimensioni delle imprese di autotrasporto. La forma monoveicolare ha dei limiti di fronte al cambiamento degli scenari dell’autotrasporto e si fa sempre più fragile. Ma chi riesce a sopravvivere invece? «Certo è difficile... Servono investimenti in mezzi sempre più affidabili e sofisticati, aumentano i costi di gestione, di manutenzione e quelli indiretti della burocrazia. In Europa perdiamo competitività a livello di sistema: la velocità media commerciale in Italia è di 40 kmh, in altri paesi del continente di 7o kmh. Certo ci sono problemi infrastrutturali ma anche molti colli di bottiglia burocratici che dovremmo assolutamente snellire se non vogliamo restare sempre più indietro. Poi c’è chi, per stare sul mercato, rischia la china dell’illegalità. E questo è uno dei costi più grandi e pericolosi a cui è sottoposto il sistema nazionale dell’autotrasporto». Quindi verso quali prospettive state indirizzando il gruppo Consar? «Intanto abbiamo iniziato ad ampliare nostri orizzonti con l'apertura di filiali su un territorio più esteso: Bologna, Ancona, Verona, che andremo a consolidare. Per il futuro stiamo valutando altre opportunità in regione e fuori regione. Siamo di fronte a delle sfide molto difficili: il mercato globale sta cambiando sia la cultura contrattuale sia la forma di gestione delle merci. La nostra azienda consortile è molto legata alle prospettive del porto di Ravenna che ha riflessi molto importanti sui nostri bilanci e sull’economia complessiva del territorio. Purtroppo il porto sta vivendo una situazione difficile, non solo per ragioni congiunturali, ma strutturali, e manca l'armonia necessaria fra tutti gli attori del sistema portuale». Lei fa parte del Comitato Portuale, cosa teme e cosa si aspetta? «Auspico che ci sia la volontà di tutti gli operatori e le istituzioni ravennati di ricomporre un fronte comune

per sostenere il progetto di adeguamento e rilancio dell'infrastruttura dello scalo. Il presidente dell’Autorità Portuale ha rivisto questo progetto che a breve attende un’approvazione. Mi auguro ci sia una convergenza di tutti sul piano proposto e che si riprenda con determinazione un approccio risolutivo ai problemi, innanzitutto quello rendere più accessibile il porto di Ravenna». A proposito di interventi infrastrutturali, cosa ne pensa dell'intenzione manifestata dalla Regione di abbandonare definitivamente il piano dell'E55? «Se da una parte abbiamo accolto con favore l'intenzione della Regione di occuparsi in modo prioritario del nostro porto, dall’altra riteniamo un grave errore avere stralciato dai piani infrastrutturali futuri la nuova Romea. Il rischio è quello di isolare il porto di Ravenna dal Nord Est. Spero proprio che ci sia un ripensamento. Peraltro non è per nulla chiaro ne definito quali siano le alternative a quell’arteria, sia sul versate stradale che ferroviario». Intanto, come pensa si dovrebbe intervenire per favorire i collegamenti e i trasporti? «Sulle infrastrutture stradali prima di tutto ci sono delle urgenze da risolvere, soprattutto sulla parte di circonvallazione ravennate che serve il porto. Andrebbe subito risistemata e messa in sicurezza. Certo andrebbe ripensato tutto l'anello, anche se sono piani a medio termine. Oggi dovremmo concentrarci su interventi a breve termine, rendere più efficiente l'esistente, intanto progettare percorsi futuri». C'è però una buona notizia che dopo tante indiscrezioni e ipotesi di revisione del sistema delle autorità portuali il governo ha detto che Ravenna manterrà la sua autonomia...

CONSAR E GRAR IN NUMERI Dati aggregati delle due imprese • FATTURATO: 101milioni e 849mila euro • UTILE D‘ESERCIZIO: 82mila euro • MEZZI: 750 • SOCI: 350 • DIPENDENTI: 158 • SOCIETÀ CONTROLLATE E PARTECIPATE: 21

«Si sta prefigurando una buona riforma. L'impostazione data dal ministro Delrio mi convince soprattuto per i riflessi che potrebbe avere sul ruolo del Comitato Portuale che oggi rischia di essere solo un organo di ratifica. Invece, al suo interno dovrebbero giocare un ruolo di primo piano le massime istituzioni del territorio, lasciando agli operatori una funzione consultiva». Torniamo alle strategie di Consar che guardano avanti, oltre la crisi dell’autotraposto... «Un investimento strategico è quello della piattaforma logistica che abbiamo rilanciato alle Bassette ed è strettamente intrecciata agli sviluppi del porto. Credo che una parte importante del futuro del Consar si concentrerà su questa struttura». Fulvio Boschi, visto che lei è il responsabile del settore logistica e distribuzione del Consar ci spieghi come nasce e si sta sviluppando la piattaforma delle Bassette? «Il Consar ha avuto, in tempi ancora favorevoli, il van-

taggio di diversificare le attività, avviando all’inizio del 2000 la costruzione e la gestione di una struttura logistica. In sostanza, si tratta di magazzini in cui scaricare partite di merci, immagazzinarle e poi distribuirle a destinazione. Gran parte dell’attività, per una decina di anni, si è svolta attorno ad un unico grande cliente, la Whirlpool, che trattava elettrodomestici. Poi nel 2012 ci siamo trovati a dovere ripensare le funzioni della piattaforma, dopo l’uscita di scena di questa grande azienda produttrice e la crisi generaledegli ultimi anni. Così abbiamo puntato sulla vicinanza dello scalo, e quindi su un tipo di logistica retroportuale, capace di intercettare quei traffici e quei flussi di merci. Componenti containerizzati, stoccaggio di prodotti per conto terzi, servizi di trasporto e di magazzino per la filiera della produzione e della distribuzione delle merci finite, anche per la grande distribuzione. Abbiamo così trasformato i magazzini secondo le nuove esigenze del mercato per renderli funzionale e flessibile al maggior numero possibile di attività. Ad esempio, in una parte della piattaforma possiamo operare in regime di dogana semplificato per conto di importanti spedizionieri del territorio. Questo ci ha permesso di riavviare e rilanciare l’impresa che ora per quanto riguarda gli spazi lavora a pieno regime, su 30mila metri coperti, e 15 mila posti per pallet, ormai tutti saturi. Ci siamo anche riservati un’area libera per la merce alla rinfusa, per muovere pezzi fuori misura o più pesanti e dare una risposta all’industria meccanica che si serve dei vettori marittimi verso i paesi del Mediterraneo. Nella piattaforma logistica è integrato anche un servizio trasporto, in particolare per la componentistica che poi viene sistemata in container e spedita a destinazione. Il controllo della movimentazione si avvale di un sofware dedicato e particolarmente avanzato che ci consente di mantenere il massimo ordine e la massima tracciabilità delle merci immagazzinate». Possiamo dire è la più grande struttura logistica di Ravenna? Direi proprio di sì, oltre ai 40mila metri complessivi attivi e funzionanti, possiamo aggiungere altri 10mila metri gestiti da una società costituita da Consar e Terrenmerse, ben distinti dagli altri spazi della piattaforma, dove si movimenta prodotti chimici per l’agricoltura con sistemi di lavorazione, data la pericolosità delle sostanze, che per garantiscono la massima sicurezza. Anche questa lavora a pieno regime»... Ma se è quasi tutto saturo quali sono le prospettive di sviluppo? «Adesso la sfida principale è quella di rendere la piattaforma il più produttiva possibile. I magazzini devono essere sempre saturi, ma di prodotti nuovi. In campo logistico è fondamentale la rotazione delle merci e che si muova in modo efficiente tutto il sistema, visti anche i costi elevati della struttura, dei mezzi e del personale».


ECONOMIA

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PIANO DEL TRAFFICO URBANO

«Ztl aperte dalle 12 alle 24 e sosta gratis dalle 13 alle 14» di categoria propongono nuovi orari per facilitare l’accesso al centro ma anche nuovi parcheggi di concentrazione L’obbiettivo di medio-lungo periodo è ancora da considerare l’ampio piazzale interno del complesso della Caserma Dante Alighieri ma nel frattempo «occorre progettare e programmare l’ampliamento di parcheggi come via Cura, via Renato Serra, via De Gasperi, via Beatrice Alighieri, Orto Siboni». Secondo le rappresentanze di commerciati e attività artigiane occorre avviare quanto prima una discussione sulla rimodulazione di orari e tariffe della sosta a pagamento: «Stop al pagamento della sosta dalle 18.30; apertura intervallo nel pagamento della sosta tra le 13 e le 14 in modo da favorire la permanenza in orario di pausa pranzo di chi si reca in centro per lavoro; abbonamenti o tariffazioni con pagamento forfettario della mezza giornata o della giornata intera». A monte di tutto ciò dovrebbe esserci un miglioramento delle indicazioni stradali per raggiungere le aree di sosta. C’è poi il capitolo dedicato alle due ruote e alla mobilità sostenibile. L’auspicio è quello di migliorare le piste ciclabili e incentivare l’utilizzo di moto, scooter e ciclomotori: «Occorre che con i mezzi a due ruote ci si possa avvicinare con maggiore facilità al centro storico, vi sia una sufficiente capacità di parcheggi, e che questi ultimi siano protetti, con barriere fisiche (panettoni, paletti) da urti e utilizzi impropri da parte degli autoveicoli». Infine attenzione ai pedoni. «Pensiamo sia giusto investire nella bellezza e sicurezza dei percorsi pedonali, partendo da quelli strategici per il collegamento con le aree di sosta e i principali percorsi turistico culturali». Gli esempi riguardano via Salara, via Maggiore, piazza Resistenza e piazza Kennedy, via Girolamo Rossi.

Piangipane via del sagittario 12

DA GIOVEDÌ 8 A MERCOLEDÌ 14 OTTOBRE Aperto dal lunedì al sabato orario continuato dalle 7:30 alle 19:30 La domenica aperto dalle 8:00 alle 12:30

Cisa, l’87 percento dei lavoratori approva l’accordo per 130 esuberi I lavoratori della Cisa di Faenza hanno approvano con 369 voti favorevoli sui 425 votanti (497 i dipendenti) e una percentuale dunque superiore all'87 percento, l’ipotesi d’accordo firmata il 30 settembre scorso al ministero. «L’accordo raggiunto rappresenta un punto di equilibrio nell’interesse di tutte le parti coinvolte - ha dichiarato Lucia Veiga Moretti, presidente Allegion, la multinazionale che controlla la storica azienda metalmeccanica faentina –. Desidero ringraziare il Mise, i sindacati e le istituzioni locali per il loro costante impegno. Insieme costruiremo il futuro di Cisa». L'accordo prevedeva, in sintesi, il ritiro dei licenziamenti e il ricorso alla mobilità volontaria e incentivata per un massimo di 130 lavoratori a Faenza (dove erano stati annunciati inizialmente esuberi per circa 240 persone) e 20 allo stabilimento di Ascoli (dove l'accordo è stato votato con una percentuale di favorevoli del 93 percento) e un piano industriale di 17 milioni di euro complessivi.

Le associazioni

Sperimentare l’apertura degli accessi alla Ztl in via Guaccimanni e via di Roma dalle 12 a mezzanotte e la chiusura 0-24 in via Gordini poi ampliare cinque parcheggi di concentrazione già esistenti (Beatrice Alighieri, Orto Siboni, Santa Teresa, Renato Serra, Cura) cambiando gli orari della sosta con il pagamento fino alle 18.30 (non più le 20) e un intervallo gratuito tra le 13 e le 14. Sono alcune delle proposte avanzate dalle quattro principali associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna) al Comune di Ravenna a proposito del piano generale del traffico urbano (Pgtu). Ztl e Sirio. «L’obiettivo della Ztl è quello di ostacolare l’attraversamento di traffico improprio. Il principio seppur condivisibile si è trasformato nella sua implementazione in un taglio netto ed indiscriminato delle opportunità di accessibilità al centro storico». Per via Baccarini le associazioni propongono la pedonalizzazione del primo tratto con realizzazione di arredo urbano, sino all’incrocio con via Rondinelli, e riaprire la seconda parte di via Baccarini «in quanto i risultati della chiusura hanno testimoniato l’inutilità della ztl, con l’unico effetto di portare alla chiusura le attività presenti». Per via Guaccimanni e via di Roma la proposta è la sperimentazione di un’apertura dalle 12 alle 24 «facilitando l’accesso al parcheggio di largo Firenze». Contestualmente si propone di estendere la chiusura 0-24 di via Mariani/Gordini perché «attraversa il pieno centro storico tagliando in due la zona pedonale di Ravenna. No a nuove Ztl in via Paolo Costa, via Rossi e via Pascoli. Per i parcheggi la proposta punta sulla «concentrazione della sosta in aree ben raggiungibili e fruibili 24 ore su 24».

FAENZA

PETROLCHIMICO

Eni vuole cedere Versalis? I sindacati chiedono chiarimenti Eni potrebbe cedere Versalis a un fondo americano? I sindacati Cgil, Cisl e Uil di Ravenna chiedono chiarimenti all’azienda per sgombrare il campo dalle voci che stanno allarmando i lavoratori dello stabilimento ravennate nel distretto della chimica. La cessione di Versalis significherebbe l’uscita di Eni dal settore della chimica, una mossa che i sindacati giudicano inaccettabile. Anche per questo le rappresentanze sindacali chiedono un incontro con il governo e i vertici di Versalis per fare chiarezza. Da tempo i sindacati accusano Eni di volersi disimpegnare dal settore della chimica, concentrandosi esclusivamente sulle attività di estrazione di petrolio e gas naturale, e mettendo il resto in mani magari straniere. Il parlamentare ravennate Giovanni Paglia (Sel) ha presentato un’interrogazione al Mise e al Mef «perché Eni non può trattare Versalis come un ramo secco».


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COOPERAZIONE

REPORT

IL DIBATTITO

«È ora di premiare il merito» Il ministro Poletti ospite di Legacoop e Generazioni al teatro Socjale

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Economia, lavoro, giovani: è stato un incontro a tutto campo quello con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ospite il 2 ottobre del convegno “Dove comincia il futuro”, organizzato dal network dei giovani cooperatori Generazioni e da Legacoop Romagna al teatro Socjale di Piangipane dove è arrivato dopo aver visitato il porto di Ravenna. «Siamo partiti dal concetto – ha detto Poletti durante il dibattito moderato dal giornalista di Teleromagna Ludovico Luongo – che la relazione col lavoro non può più essere costruita con l’orologio, ma con il risultato. Per questo la parola chiave della riforma del lavoro è “attivazione”: noi aiutiaRudy Gatta (responsabile dei mo la responsabilità individuale, giovani cooperatori non la sostituiamo. E in Italia è ora romagnoli) e Giuliano Poletti di premiare il merito e abbandona(ministro del Lavoro) re certi atteggiamenti per cui chi ha successo, magari dopo essersi preso qualche rischio, viene guardato con sospetto». Il ministro ha PPUNTAMENTI concluso il dibattito con una promessa: «Questo Governo toglierà le IL 16 OTTOBRE INCONTRO ALLA RAVIPLAST tasse sulla casa perché serve per CON IL PRESIDENTE DELL’EMILIA ROMAGNA ridare fiducia ai cittadini. Le costruzioni sono crollate, bisogna Il ciclo di incontri “Dove comincia il futuro”, nato dal lavoro organizche gli italiani tornino a investire, zativo congiunto del network Generazioni e di Legacoop Romagna, e senza fiducia l’economia non prosegue a Ravenna con il presidente della Regione Emilia può ripartire”. Romagna Stefano Bonaccini (il 16 alla Raviplast) e il ministro delle Ad aprire i lavori era stato il Politiche Agricole Maurizio Martina (il 9 novembre alla Fruttagel di responsabile dei giovani cooperaAlfonsine). Incontri aperti al pubblico, per informazioni e prenotiatori romagnoli, Rudy Gatta, che zioni contattare il numero 0544-509512 oppure la mail nelle ore precedenti aveva accomsegreteria@legacoopromagna.it. pagnato Poletti al porto ospite della cooperativa Ormeggiatori e aveva incontrato una delegazione delle cooperative sociali. Al Socjale introducendo la presidente di Legacoop Romagna, Ruenza Santandrea, e il portavoce di Generazioni Luca Stanzani, Gatta ha riassunto la finalità dell’incontro inserito in una serie di tre appuntamenti: «Abbiamo scelto questo palco ricco di storia della cooperazione – ha detto Gatta – perché i luoghi sono importanti e noi da qui vogliamo fare ripartire il dialogo tra i giovani le istituzioni». E infatti di giovani e di responsabilità ha parlato Stanzani: «Noi accettiamo la sfida della responsabilità individuale ma occorre che anche la Pubblica Amministrazione si sforzi di premiare di più il merito e che lo Stato scommetta sui giovani. In questo Paese esiste ancora un forte problema di ricambio generazionale». La presidente di Legacoop Romagna ha insistito sulla necessità di creare maggiori opportunità per l’occupazione, sottolineando il lavoro che Legacoop sta svolgendo a supporto delle start-up di giovani e dei workers buyout, ovvero le aziende in crisi che vengono rilevate da cooperative di ex-dipendenti: «Per competere sul mercato le nostre associate stanno lavorando con convinzione sulle sinergie e sull’integrazione in rete. Ma occorrerebbero incentivi specifici per chi sceglie questa strada».

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REPORT COOPERAZIONE

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15 GRANDE DISTRIBUZIONE

I 15mila soci votano al 99 percento per il sì Da coop Adriatica si passa a coop Alleanza 3.0

In 77 assemblee territoriali svolte nei primi ventiquattro giorni di settembre, quasi 15mila soci di Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Coop Estense hanno approvato a larga maggioranza (il 99 percento) la fusione delle tre grandi cooperative del Distretto Adriatico e lo Statuto che disciplina la nuova coop. Si tratta di un momento molto importante nella cooperazione in Italia: la fusione dà vita a Coop Alleanza 3.0, che sarà operativa dall’1 gennaio 2016 e che con 2,7 milioni di soci, quasi 5 miliardi di fatturato (oltre 2,22 miliardi di euro di patrimonio), oltre 22mila dipendenti, è la più grande cooperativa del Paese e, per numero di soci, di tutta Europa. In queste cifre sono incluse unicamente le società controllate operanti nel core business, con esclusione di controllate e partecipate attive in altri settori (finanziario e assicurativo, turismo, comunicazione, librerie e immobiliare). Presenza capillare sul territorio nazionale: 419 punti vendita, di cui 56 ipermercati, diffusi da Nord a Sud (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata e, tramite società, Trentino, Lazio, Campania e Sicilia), per un totale di 12 regioni. La struttura di governo prevede tre amministratori delegati, ognuno con una delega specifica, che opereranno in piena sinergia: Adriano Turrini avrà la delega ai servizi centrali e alle politiche sociali e sarà anche il presidente; Massimo Ferrari avrà la delega alla gestione caratteristica; Paolo Cattabiani avrà la delega a finanza e sviluppo. «Per garantire rinnovamento – si legge nella nota diffusa per comunicare l’approvazione della fusione – il presidente potrà restare in carica non più di tre mandati triennali consecutivi. Equilibrio e trasparenza saranno garantiti da organismi individuati dal nuovo Statuto, come la Commissione Etica, il Collegio Sindacale e la Commissione Elettorale».

COOP SOCIALI NASCE “LIBERA

IL TEMPO ”, PROGETTO DEDICATO AI DISABILI

Una proposta ludica destinata a ragazze, ragazzi e giovani adulti con disabilità, promossa dalla Bottega dei Servizi (via Cassino 79 a Ravenna) in collaborazione con le cooperative sociali Progetto Crescita e La Pieve. Obiettivo del progetto quello di supportare i famigliari anche in orari in cui, normalmente, non è possibile affidare i propri ragazzi a strutture scolastiche o centri diurni: «Il progetto “Libera il tempo” è realizzato con gli educatori delle nostre cooperative sociali che già operano quotidianamente con ragazze e ragazzi disabili raccontano i soggetti promotori -. Crediamo che questa proposta possa inserirsi bene nel contesto territoriale fornendo, ai ragazzi e alle loro famiglie, un’opportunità in più per divertirsi in modo sicuro, flessibile e organizzato». A seconda degli orari e delle richieste si organizzeranno attività in palestra o in piscina, ballo, giochi da tavolo ma anche cinema, pizzeria, pub e bowling. Nel dettaglio le attività verranno definite nelle specifico sulla base delle richieste e delle singole esigenze.

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LETTORI detti e contraddetti

CONSUMATORI CONSAPEVOLI a cura di Fausto Piazza

detti e contraddetti

Le lettere, le opinioni e i commenti a cui si riserva di rispondere il direttore di Ravenna&Dintorni Fausto Piazza, vanno indirizzate alla email redazione@ravennaedintorni.it oppure al fax 0544 271651 o all’indirizzo viale della Lirica 43, 48124 Ravenna.

PERCHÉ DON BRUNELLI VIENE SPOSTATO DALLA CARITAS?

Apprendiamo ufficialmente dalla stampa locale che Don Alberto Brunelli non sarà più il Direttore della Caritas diocesana per andare come parroco nella Parrocchia del Redentore che, strana coincidenza, ospita da anni la Consulta e il Centro di servizio per il volontariato nel consueto pranzo di Natale per le persone sole. Don Alberto è stato, e ci auguriamo possa restare, un punto di riferimento per il volontariato ravennate sia cosiddetto laico che cattolico. È stato Presidente della Consulta, rappresenta il volontariato romagnolo in un importante organismo come il Comitato di gestione per il volontariato dove si suddividono i fondi destinati appunto ai Centri di Servizio. Senza entrare nel merito delle scelte che sono state compiute perchè non spetta a noi, vogliamo però affermare che Don Alberto ha contribuito a rendere più forte il volontariato, ha contribuito con il suo pensiero e le sue azioni a fare sistema con tutta la città, con le Istituzioni, con tutte le organizzazioni sindacali, imprenditoriali e del terzo settore. Ha reso la Caritas un interlocutore credibile e sempre presente nei tavoli sia istituzionali che nei gruppi di lavoro, senza far mancare il suo apporto con discrezione ma sempre con grande intelligenza contribuendo, molte volte, a mediare tra posizioni diverse. Non capiamo le ragioni della scelta che è stata fatta. Ci auguriamo che Don Brunelli possa rimanere nel mondo del volontariato con gli incarichi che lo stesso volontariato (eleggendolo) gli ha affidato ponendo in lui stima, fiducia e un grande ruolo di rappresentanza. Siamo sicuri che svolgerà al meglio il suo nuovo incarico. Ci auguriamo che il prossimo Direttore della Caritas sia in grado di continuare a fare rete con tutto il variegato mondo del terzo settore e che la Caritas di Ravenna continui ad essere un interlocutore apprezzato e stimato da tutta la comunità come, dal suo arrivo come Direttore ad oggi, è stato grazie a Don Brunelli. Ha costruito, in questi

#INSTAGRAM

Autunno al mare di @danielepompignoli Pubblichiamo in questa pagina una foto dal nostro territorio postata su Instagram, noto social network fotografico, con l’hashtag #instaravenna. Questa è stata scattata dall’utente @danielepompignoli e immortala la spiaggia di Marina di Ravenna nei pressi del bagno Donnarosa.

anni, una squadra che ci dà sicurezza di continuità dal punto di vista operativo. Speriamo che il suo successore segua la strada che è stata tracciata. Consulta del volontariato Centro di servizio del volontariato

MANCANO INFRASTRUTTURE

DA CIRCA MILLE ANNI Sul dibattito infrastrutture a Ravenna, va precisato che siamo in condizioni emergenziali da poco dopo il periodo Ottoniano; sono passati mille anni, giorno più giorno meno. In primo luogo le infrastrutture ferroviarie, il corridoio Adriatico Baltico, così come il raddoppio di binario della Bologna-Ravenna, sono indispensabili se vogliamo guardare al trasporto futuro, che certamente sarà prevalente su ferro; per non par-

lare di linee veloci in direzione RiminiAncona, Bologna-Firenze, FerraraVenezia. Necessita inoltre una Stazione Centrale assistita da uno Scalo periurbano aggiuntivo al Cinema City e relativa piattaforma logistica di scambio, modello Mestre-Venezia, un raccordo breve a raso sul Candiano che congiunga il Porto San Vitale con lo scalo Baiona. Serve poi la terza gamba del sistema logistico acqua, ferro, gomma, la Ravenna-Venezia o Popilia Nord, con un nuovo tracciato concordato e una rinaturalizzazione compensativa di aree, con una pavimentazione di salvaguardia dei valori ambientali esistenti, con pannelli fotovoltaici lungo tutto il tracciato, in barriere antirumore sul modello olandese, con l’ avvio di processi di sperimentazione del controllo remoto; ciò serve per togliere inquinamento da particolato fine nei paesi attraversati dall’ attuale Via Romea, questione a dir poco emergenziale se unita a rumore, incidenti, code, buchi; serve per tornare almeno a quanto avevamo in dotazione trasportistica in epoca Romana, una Via Popilia Nord e Sud, per ricostruire un rapporto stretto con Venezia, valido in se, nonché porta aperta per i paesi dell’ ex Jugoslavia. Questa viabilità assorbirebbe fra l’ altro gli inerti da scavi portuali rigenerati, dei prossimi 10 anni. Con un gap del 50 percento di sofferenza trasportistica verso i nostri competitors sulla via Emilia, con 10 milioni di turisti che arrivano “come possono”, il Porto di Ravenna che è la più grande azienda della Regione, è bloccato di fatto. Ho indicato una soluzione da fare oggi, senza aspettare tempi e giochi della politica, ma bisogna ne siano convinte almeno le associazioni imprenditoriali, il partito di governo locale. Non può essere Ravenna sola, la testa di ponte del buonsenso, ma un rassemblement di tutti i Comuni della Romagna che guarda al mare, racchiusi in una Città Metropolitana della Costa. Svegliamoci da questo perdente lungo letargo. Daniele Vistoli, architetto

La legge Bersani c’è ma qualcuno fa il furbo a cura di Carlo Benelli - Codici Ravenna La legge 40/2007, anche detta Legge Bersani, consente di passare ad un nuovo operatore senza alcun aggravio di spesa ad eccezione di un piccolo contributo dal costo di pochi euro. Molti utenti si servono di tale possibilità come indicano varie statistiche diffuse in campo nazionale. Dal 14 giugno 2014 nessun contratto telefonico è valido se non è accompagnato da quello cartaceo o telematico con chiare indicazioni di spesa da restituire controfirmato. Ma le eccezioni rimangono a danno dei cittadini consumatori che si trovano spesso in un ginepraio di obblighi a cui per legge non sono tenuti. Una prima indicazione che la nostra Associazione fornisce è quella di inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno alla sede legale dell’operatore che si vuole lasciare e di attendere l’attivazione del servizio in continuità. Una nostra associata ha cambiato per due volte operatore telefonico e dall’11 novembre 2014 è passata a nuovo operatore, di cui a tutt’oggi usufruisce del servizio. Tuttavia sia il primo che il secondo non si sono accontentati delle fatture regolarmente pagate, ma continuano ad inviare richieste di pagamento per canoni non dovuti. Addirittura il primo gestore richiede un pagamento di risoluzione contratto di 53,93 euro ben superiore ai costi effettivamente sostenuti e la richiesta è avvenuta ben due anni dopo il passaggio al secondo operatore e in una situazione di scomparsa dalla presenza sul mercato per assorbimento da altra Società. La richiesta attuale di canoni dopo la disdetta nella data indicata è attribuita al mancato invio della lettera raccomandata, ma la disdetta è stata di fatto accettata in quanto il codice di migrazione è stato inviato su richiesta dell’attuale operatore ed il servizio è immediatamente cessato con la conseguente risoluzione del contratto. La nostra Associazione date le difficoltà che si incontrano nel cambio di operatore, invita ad osservare sia le regole di cessazione del servizio sia le modalità di stipula del nuovo contratto soprattutto riguardo ai nuovi impegni di spesa. A Ravenna l’associazione Codici è in via Ignazio Sarti 5 (0544-35183) Tutti i giovedì dalle 10 alle 12 il consulente Carlo Benelli riceve su appuntamento (carlobenelli@alice.it)


G i o r n a l e i n t e rc u l t u ra l e

Anno 13 Numero 55 Ottobre 2015 Redazione c/o Casa delle Culture piazza Medaglie d’Oro 4 48122 Ravenna c.meticcia@racine.ra.it www.cittameticcia.it

Profughi, questi sconosciuti Chi sono, quanti sono, come funziona l’accoglienza tra Prefettura e Comuni

A l l ’ i n t e r n o

¬ GLI OPERATORI Persone in movimento: la coop che lavora con i profughi a pagina III ¬ LA TESTIMONIANZA/1 In fuga dall’Afghanistan, oggi è ristoratore a pagina IV ¬ LA TESTIMONIANZA/2 Ivoriano scappato dalla Libia: «Voglio trovare un lavoro» a pagina V ¬ L’APPROFONDIMENTO Terra e donne: è questa la chiave per far rinascere l’Africa a pagina VI ¬ DIARIO DI VIAGGIO Ritorno in Bosnia, tra ricordi di famiglia e futuro pagina VII

Il dilemma degli arrivi via terra ¬ FOTOGRAFIA Intervista a Giampiero Corelli, autore del progetto Dante esule a pagina VIII ¬ RUBRICHE Border Line: vi racconto la storia di uno sbarco, uno dei tanti a pagina V Anime creole: Quel delitto di “lesa umanità” alle frontiere europee a pagina VII

La domanda ancora senza risposta è: perché qui, perché proprio Ravenna? Perché in questa città, a differenza di quanto accade per esempio nelle vicine Forlì o Ferrara, quasi ogni giorno, da qualche mese a questa parte arrivano profughi soprattutto pakistani che si rivolgono direttamente alla questura per poter presentare domanda d’asilo? Si tratta di persone che quando arrivano hanno ovviamente bisogno di un riparo, sono senza soldi e spesso anche senza documenti. Qualche settimana fa, con la collaborazione del Comune, sono state allestite le tende già impiegate in passato per l’emergenza freddo e che ora ospitano ancora una ventina circa di profughi in attesa di entrare nei progetti di accoglienza, ma saranno smantellate appena gli ultimi ospiti attualmente accolti nelle tende se ne andranno e non ne saranno ammessi altri: la soluzione delle tende non può che essere temporanea. Il problema però è che nuovi accessi diretti alla questura arrivano quotidianamente, o quasi. E se anche adesso possono subito compilare la richiesta di asilo (fino a qualche tempo fa veniva dato loro un appuntamento e dovevano attendere anche alcuni mesi prima di poter anche solo inoltrare domanda d’asilo), altrettanto automatico non è l’ingresso nei progetti di accoglienza che sono invece collegati con Mare Nostrum, il progetto che prevede la distribuzione dei profughi attraverso hub (per Ravenna è quello di Bologna). Lo snodo potrebbe essere, ed è la soluzione che auspicano un po’ tutti da queste parti, quello di far passare comunque tutti appunto dall’hub di Bologna in modo da avere una “contabilità” unica degli arrivi e degli ingressi, rendendo il tutto più facile da gestire. Ma finché questo non avverrà a Ravenna resterà una realtà di profughi che di fatto si trovano a essere temporaneamente “senzatetto” e che finiscono per rivolgersi ai servizi come la mensa della Caritas per mangiare o ai dormitori (quando non sono pieni) per dormire. Della loro particolare situazione si sta occupando in città in particolare l’associazione Avvocati di strada. Si tratta di persone che teoricamente hanno tutti i diritti di chi sbarca a Lampedusa ma che, avendo saltato i passaggi del progetto Mare nostrum, rischiano di subire un’involontaria discriminazione rispetto a chi arriva sui barconi in Sicilia.

Sono diventati ormai parte del discorso quotidiano comune, ma non sempre sappiamo bene di quale fenomeno stiamo parlando. Profughi da accogliere, profughi da allontanare, da curare o da rinchiudere. L’argomento in mano alla politica è diventata un’arma per pontificare pro o contro l’Europa, il governo, i sindaci. Le parole si confondono e vengono usate come sinonimi quando sinonimi non sono, a seconda della convenienza di chi parla, le scelte dei governi appaiono spesso a dir poco contraddittorie. Nemmeno il nostro territorio è immune dal fenomeno ma come spesso accade l’informazione nazionale e quella locale si mescolano e sovrappongono generando più di un fraintendimento che non aiuta a capire cosa sta accadendo. Capirlo invece diventa importante, tanto più in una città come Ravenna che sta per affrontare una campagna elettorale dove i candidati saranno chiamati a esprimersi su questi temi e che sarebbe bello fossero interrogati da cittadini consapevoli. Noi di profughi ovviamente ci siamo occupati più volte, torniamo a farlo in questo numero con testimonianze e racconti che speriamo possano essere utili anche al dibattito pubblico. E cominciando dal mettere in fila alcune informazioni fondamentali grazie alla collaborazione della Prefettura.


II

n.55 ottobre 2015

Città Meticcia

la panoramica

I numeri

Il vademecum dell’accoglienza I passaggi fondamentali del percorso, dall’arrivo alla commissione Ecco il nostro breve vademecum: ciò che non si può non sapere su accoglienza e gestione profughi nel Ravennate. Da dove vengono Siriani qui non se ne vedono. Sono in larghissima parte africani, ma ci sono anchem olti pakistani e qualche bengalese. Vengono soprattutto da Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Mali, Senegal, Eritrea, Somalia. Data la tipologia di alloggi disponibili per lungo tempo in provincia di Ravenna sono arrivati soprattutto singoli, spesso uomini (mentre per esempio nel forlivese ci sono molte donne), ma da qualche tempo sono iniziate ad arrivare anche famiglie e di recente sono nati due bambini all'ospedale di Ravenna. Al momento sono due le famiglie con cinque bambini piccoli accolte nel ravennate. L’arrivo Possono arrivare a Ravenna dopo mesi o dopo pochi giorni dallo sbarco, tutti passano però dall’hub di Bologna che riceve le persone dalla Sicilia e le distribuisce in regione sulla base della popolazione: a Ravenna spetta circa un dieci percento. Ogni giorno possono quindi arrivare qui da un minimo di cinque persone fino a un massimo di venti. Tutte le persone che arrivano vengono sottoposte a visite mediche e tutte a Rx toracico dopo che sono stati riscontrati alcuni casi di tbc. Tra gli aspetti più delicati c’è senza dubbio quello dell'assistenza psicologica, perché queste persone hanno tutte un vissuto drammatico alle spalle, quando non tragico. Alcuni manifestano apertamente i sintomi, altri sviluppano forme depressive nel medio periodo, tutti, ci dice chi lavora quotidianamente con loro, hanno bisogno di parlare e raccontare di sé. Una parte dunque del lavoro di assistenza consiste proprio nell’aiuto psicologico da fornire a persone duramente provate. Le strutture che li accolgono Per anni il riferimento è stato lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), un servizio diffuso nelle città che aderirono alla rete, e specificamente pensato proprio per le esigenze e la complessità della situazione dei richiedenti asilo e prevede assistenza psicologica, formazione, avviamento al lavoro. Oggi tuttavia questo programma risulta gravemente sottodimensionato e, pur se ampliato di recente, riesce ad assorbire sì e no il 10 percento degli arrivi. Il 90 percento degli arrivi va instrutture private reperite tramite bandi, che per partecipare devono organizzare una collaborazione con una cooperativa o un’associazione per la parte relativa all'assistenza degli ospiti. Fino a oggi a farsi avanti sono stati soprattutto alberghi, ma al momento in città è aperto il dibattito sull’opportunità di trovare soluzioni diverse che evitino in particolare il rischio di un’alta concentrazione di richiedenti asilo in un’unica struttura. Le ragioni di questo orientamento vanno cercate nella convinzione diffusa che minori concentrazioni possano migliorare la convivenza ed evitare dannosi conflitti aperti con il vicinato. Quanto costano Per ogni richiedente lo Stato è disposto a spendere 35 euro al giorno, in alcuni casi, grazie ai bandi che prevedono un ribasso per aumentare il punteggio, si arriva anche

Le foto Le foto di questo numero sono tratte dal progetto “Dante esule” di cui l’autore, il fotografo ravennate Giampiero Corelli, illustra i contenuti nell’intervista a pagina VIII.

ai 34. Di questi due euro e mezzo sono a disposizione del profugo (il quale riceve anche all'arrivo una ricarica telefonica da 15 euro), il resto viene suddiviso in un accordo tra privati rispetto al quale la prefettura non ha alcun titolo per entrare tra struttura ospitante e cooperativa. Per esempio è stato reso pubblico che a Cervia dei restanti 32,5 euro, 30 andavano all'albergo che dovrebbe garantire così vitto, alloggio e anche l'abbigliamento. In alcuni casi sono state rilevate storture da parte delle strutture ospitanti che chiedevano ai profughi una partecipazione alle spese sia sanitarie, sia di abbigliamento. In questi casi, rilevati ai controlli della Prefettura, sono state applicate penalità crescenti e in caso di reiterazione si può arrivare alla rescissione del contratto come è appunto capitato di recente a Cervia. Ci sono davvero profughi in hotel a quattro stelle? Sì, è il caso di Casola Valsenio, ma alla Prefettura costa esattamente come un due stelle. Il bando e il ruolo dei comuni La Prefettura sta sempre più chiedendo la collaborazione dei comuni in questa gestione per varie ragioni. La prima è che, soprattutto con gli enti più piccoli, questi possono evitare la gara europea e andare addirittura a trattativa privata in alcuni casi con la possibilità quindi di scegliere i propri interlocutori e soprattutto di evitare eccessive concentrazioni dei profughi che possono dare adito a preoccupazioni nella popolazione residente (vedi Casola). Tra i pochi comuni che hanno aderito ci sono al momento Russi, Castelbolognese e soprattutto Cervia. Quest'ultimo comune è riuscito in questo modo a distribuire su più struttu-

re i 50 profughi che gli spettavano e segue da vicino le situazioni, anche facendo ricorso ai servizi sociali. Il 1 ottobre è giunta peraltro notizia che abbia rescisso il contratto con una struttura inadempiente che aveva, peraltro, in passato chiesto ai profughi di contribuire alle spese che avrebbero invece dovuto coprire. Il Comune di Ravenna per ora ha risposto picche, anche perché date le grandi dimensioni potrebbe vedersi costretto comunque a gestire il bando secondo le modalità della gara europea, ma il sindaco sta comunque cercando di fissare paletti (vedi articolo a p. 3). I tempi di permanenza I richiedenti asilo restano in struttura in attesa della commissione che dovrà vagliare il loro specifico caso e decidere se abbiano diritto a qualche forma di protezione internazionale o meno. Se fino a circa un anno fa l'unica commissione per tutta la regione era a Bologna e l'attesa era in media di un anno, da qualche mese è attiva anche la sottocommissione di Forlì e i tempi si sono dimezzati. Una volta passate in commissione, attendono l'esito e qualora ottengano uno status di protezione possono restare in struttura altri venti giorni per prepararsi all'uscita. In caso di diniego possono far ricorso e restare in struttura fino alla sentenza definitiva del tribunale di Bologna. Chi ottiene la protezione internazionale Al momento la media è di circa la metà e può riguardare persone provenienti da diversi paesi, ma va ricordato che lo status è un riconoscimento che viene concesso al singolo individuo e non vi sono automatismi in base alla provenienza. È il caso ad esempio dei nige-

Quanti e dove sono Al 30 settembre i profughi in accoglienza nel Ravennate erano 524 di cui 454 da Mare Nostrum e 70 accessi diretti alla questura di Ravenna. 213 nella Bassa Romagna divisi tra 10 strutture la più grande delle quali è l’Albergo Gemelli di Bagnacavallo con 61 persone. Nel Ravennate c’erano 144 persone di cui 113 da Mare Nostrum con la maggiore conentrazione a Piangipane (31 persone). Nel Faentino in tutto c’erano 114 persone di cui 108 da Mare nostrum e 40 all’Antica Corona di Casola Valsenio. Infine, a Cervia c’erano 50 persone (di cui 41 da mare nostrum). A questi numeri, la cui accoglienza è coordinata dalla Prefettura, vanno inoltre aggiunti i 78 posti del progetto Sprar del Comune di Ravenna.

riani provenienti dalla regione del Boko Haram, ma anche di chi viene dal Gambia, paese confinante con il Senegal ma ex colonia inglese oggi oppresso da una feroce dittatura, ma anche chi viene da alcune regioni del sud del Senegal stesso, tanto per fare qualche esempio che magari non ci si aspetta. Naturalmente ottengono asilo gli eritrei e i somali. Ma anche a tanti afgani e pakistani viene concesso, a seconda della zona da cui arrivano. Un dato: tra gli arrivi ci sono moltissimi omosessuali che in patria sono perseguitati o in alcuni casi (come in Pakistan appunto) incoraggiati dalle famiglie ad allontanarsi. A oggi dalle strutture di Ravenna non si è dovuto procedere ad alcuna espulsione per rigetto della domanda perché, a parte qualche caso di qualcuno che si è “reso irreperibile”, chi non ha avuto il riconoscimento dello status ha fatto ricorso ed è in attesa di essere chiamato a Bologna. E in più di un caso il Tribunale competente ha dato ragione al migrante e torto alla commissione che aveva negato lo status di rifugiato. Mare nostrum e il rischio di profughi “fantasma” La macchina di Mare nostrum con l'hub a Bologna sta consentendo di gestire i flussi ed evitare picchi di arrivi in un giorno fino a 64 persone, come è accaduto nel 2014. Tuttavia Ravenna è una di quelle città (poche per la verità) che vede anche un considerevole afflusso di persone che si rivolgono direttamente alla questura locale e dunque non “passano” da Bologna. Ai primi di settembre, per esempio, erano 70 persone su 520 e oltre cinquanta erano in attesa di essere ricevute negli uffici di via Berlinguer nelle settimane a seguire, un’attesa che impedisce loro di ricevere immediata accoglienza nelle strutture. Ora la situazione è cambiata: i profughi possono in effetti presentare immediatamente domanda in questura ma l’ingresso in accoglienza deve comunque seguire un iter che può richiedere settimana. Il tentativo di Prefettura e questura è far sì che anche questi accessi diretti passino di fatto dall'hub di Bologna per sveltire le pratiche e perché siano inseriti nel conteggio nazionale fin da subito, cosa che oggi non accade e può quindi capitare che a Ravenna risultino al ministero fino a cinquanta persone in meno di quelle realmente ospitate nelle strutture. Ma anche a Bologna i tempi di attesa sono lunghi e paradossalmente per chi arriva da est via terra la trafila può essere più lunga e complicata di chi sbarca a sud. Tra chi chiede di presentare domanda qui ci sono soprattutto pakistani e bengalesi e anche ucraini arrivati spesso con un visto turistico. Federica Angelini


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n. 55 ottobre 2015

III

gli operatori

Un’équipe per percorsi personalizzati Come lavora la cooperativa Persone in movimento con rifugiati e richiedenti asilo I l

d i b a t t i t o

La moral suasion del sindaco e il ruolo della politica «Non più di dieci persone nella stessa struttura, si può fare ne sono convinto, e lavori di pubblica utilità per gli ospiti». Il sindaco Fabrizio Matteucci ribadisce la linea, spiegando: «Si tratta di una scelta dettata da due fattori. Il primo è l’esigenza di accogliere queste persone, ammassare sessanta profughi assomiglia più a segregazione che ad accoglienza. Il secondo è che simili assembramenti provocano allarme nei cittadini». Il modello a cui pensa il Primo Cittadino, dunque, è quello dello Sprar, con appartamenti gestiti da cooperative del settore, nessun albergatore chiamato in causa, a meno che non si accontenti di dieci presenze perché, ribadisce Matteucci: «Quello dei profughi non è e non può essere un business». Le dichiarazioni pubbliche sono arrivate all’indomandi dell’esito di una richiesta di manifestazione d’interesse da parte della Prefettura per trovare ulteriori trecento posti i provincia, in parte per coprire quelli che stanno andando in scadenza, in parte in previsione di nuovi arrivi stimati in 200 persone. Tra le disponibilità era emersa, per oltre settanta persone, quella del Mare Pineta a Marina di Ravenna. L’albergo tuttavia è stato subito dopo messo sotto sequestro nell’ambito di un’indagine che riguarda la morte sospetta di un anziano ospite della struttura, la quale funge anche da casa di riposo. E ora in Prefettura si sta lavorando a una nuova richiesta di manifestazione d’interesse o bando che dovrebbe arrivare a breve. In ogni caso, l’offerta del Mare Pineta aveva sollevato dure critiche politiche sia da parte dell’opposizone (Alvaro Ancisi in testa che ha anche incontrato il prefetto Francesco Russo con una delegazione di LpRa), ma anche da parte del sindaco Fabrizio Matteucci. Quello del primo cittadino è al momento una sorta di tentativo di moral suasion visto che la gestione del bando e quindi l’inserimento di eventuali vincoli dipendono dal Prefetto. Sulle ragioni per cui il sindaco preferisce non accettare l’invito appunto della Prefettura a gestire direttamente i bandi. «Date le dimensioni del nostro Comune – dice il Sindaco – non potremmo comunque procedere tramite affidamenti diretti e dovremmo fare comunque bandi europei. Non cambierebbe nulla». Di fatto il braccio di ferro è chiaro: la Prefettura vorrebbe che fosse il Comune a giocare un ruolo più attivo, l’Amministrazione vuole evitare di prendersi direttamente in carico una patata bollente che peraltro richiede un dispendio in termini di personale. Ma tra le ragioni del no di Palazzo Merlato c’è anche il fondato timore che la gestione diretta dell’accoglienza da parte del Comune finirebbe per fornire quotidianamente argomenti al dibattito politico con l’altissimo rischio di strumentalizzazione, soprattutto in questa fase pre-elettorale. La gestione diretta da parte di un’istituzione pubblica super partes come la Prefettura potrebbe, si spera, in qualche modo garantire anche un maggior senso della misura rispetto a un tema incandescente. (fe. an.)

di Veronika Rinasti

Persone in movimento è una cooperativa ravennate attiva dal 2008 che si occupa di accoglienza e tutela dei migranti. Abbiamo parlato con Valentina Bellotti (vicepresidente e psicoterapeuta) e Linda Chaka (responsabile accoglienza). Entrambe le cooperanti curano diversi aspetti dei progetti in cui è impegnata la cooperativa (Lunatica, InVisibile, SPRAR, tanto per citarne alcuni). Come sono e dove si trovano le strutture in cui ospitate i richiedenti asilo? «Noi collochiamo beneficiari appartenenti a diversi progetti. Abbiamo richiedenti asilo e rifugiati politici, che hanno già lo status per il progetto Sprar. Ci occupiamo del progetto profughi della prefettura e abbiamo anche vittime di tratta e sfruttamento sessuale lavorativo. Queste categorie di persone vengono ospitate in appartamenti di 2, 5 o 7 unità. Crediamo molto nella filosofia della micro accoglienza, metodologia che secondo noi favorisce le politiche di integrazione. Ravenna ha sposato questo tipo di progetto fin dal 2000: gli appartamenti sono in città, dalla prima periferia, alla zona Gulli a quelle più centrali. Fare micro accoglienza in un condominio significa favorire l'integrazione, il rapporto con la diversità e la riduzione dello stereotipo». Quante persone ospitate al momento? Da dove arrivano principalmente? «Al momento gestiamo circa 120 persone spalmate su tre progetti. Non siamo quasi mai a pieno regime perché le persone non rimangono con noi per periodi di tempo standard. Ognuno ha bisogni differenti. Grazie alla micro accoglienza, l'impatto con l'emergenza e la sensazione di essere invasi vengono ridimensionati. Questo è un elemento importantissimo perché viviamo in un momento di grande stress mediatico che favorisce il razzismo. I nostri ospiti arrivano da Africa centrale, Senegal, Bangladesh, Pakistan. Ultimamente, a causa dei mutamenti politici, arrivano molte persone dal Gambia. In questo caso si tratta di un nuovo tipo di immigrazione. Anche i nigeriani sono diventati numerosi: dopo una prima ondata migratoria in Libia, al momento sono diretti in Italia». Quanti operatori lavorano con voi? Sono sufficienti a coprire il numero di ospiti che accogliete? «La cooperativa è strutturata in aree di competenza integrate. Ognuna di esse segue il beneficiario dal momento in cui arriva a quello in cui esce dal progetto. Il percorso di una persona all'interno dell’accoglienza deve prevedere momenti diversi che spaziano dall'ambito psicologico, pratico (alfabetizzazione o gestione della casa ad esempio), fino all'occupazione (capire se l'ospite aveva una professionalità nel paese di provenienza). Non tutti gli ope-

ratori hanno le stesse competenze, ma grazie al lavoro di equipe si possono personalizzare i progetti. Per quanto riguarda l’accoglienza, il rapporto è un operatore per una ventina di beneficiari, i quali non sono tutti allo stesso livello di autonomia, per cui gli operatori non sono concentrati allo stesso modo su tutte le persone». Come si svolge il lavoro dell’operatore che si occupa di accoglienza? «Gli operatori vanno quotidianamente negli appartamenti ma non rimangono con gli ospiti 24 ore su 24. Ognuno è libero di gestire il proprio tempo, il proprio cibo. L’operatore supervisiona la struttura e fa da collante in caso di conflitti con i condomini. Si tratta di un lavoro di mediazione sociale, svolto a un livello doppio in cui si educano le due parti (beneficiario e condomini) per evitare conflitti. Grazie a questo lavoro, non abbiamo mai riscontrato forti episodi di razzismo». Riuscite a fornire i generi di prima necessità a tutti in tempi congrui? Rimborsate a tutti e per intero le spese amministrative e le spese mediche? «I beni di prima necessità vengono forniti subito. Il “kit di benvenuto” con biancheria e lenzuola è un bel modo per accogliere chi arriva da condizioni di viaggio difficili. Noi ci assumiamo la responsabilità di tutte le spese mediche e del rinnovo dei documenti. L’assistenza sanitaria viene fornita attraverso il sistema sanitario nazionale e non è un servizio erogato perché siamo “buoni” nei confronti dei migranti, ma perché l'Italia ha scelto di avere un sistema di sanità pubblico. Se l'ospite lavora (tirocinio o borsa lavoro), contribuisce alle spese e smette di essere completamente a nostro carico. Le spese vengono rimborsate al 100 percento. Spesso gli ospiti anticipano la somma da spendere, ma questo rientra in un processo educativo e di responsabilizzazione della persona». Quanto costa davvero un richiedente asilo? «Bisogna abbandonare la mentalità del soldo e dell'individualismo. Con i “famosi” 35 euro si mette in piedi un sistema di accoglienza che costa. La casa, l'alfabetizzazione, la mediazione culturale hanno un valore. Noi offriamo servizi, non soldi, ai beneficiari. Come cittadini dobbiamo avere il senso dell’appartenenza e capire che quel denaro investito per l'accoglienza ritorna alla società attraverso la partecipazione dei richiedenti asilo alla vita sociale. Vorrei aggiungere che questo sistema crea occupazione. Quindi dobbiamo considerare anche gli stipendi degli operatori. Facciamo business? Beh, in un certo senso sì. Se voglio immigrati capaci di inserirsi nel nostro paese, ho bisogno di persone preparate che lavorano in questo campo. Ovviamente non diventiamo ricchi: siamo una cooperativa sociale che rispetta i contratti nazionali e offre l'opportunità di lavorare».


IV

n. 55 - ottobre 2015

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la testimonianza/1

Da profugo a ristoratore: la storia di Naser Arrivato in Italia dopo un viaggio di sei mesi, fuggendo dalla guerra in Afghanistan. Oggi aiuta i nuovi arrivati Taccuino internazionale

di Monika Poznanska

«Quanti anni hai Naser?» «Sono vecchio». «Ma quanti anni hai?» «Ho 30 anni». «Ma cosa dici? Sei giovanissimo!» «Non è così. Quando cresci in un paese dove conosci solo la guerra, ogni anno della tua vita vale per due. Mi porto addosso il peso di tutti questi anni». Kooshki Naser è nato in Afghanistan un paese dove la guerra civile è iniziata nel 1978 ed è tuttora in corso. Un luogo definito il peggiore al mondo per viverci se sei una donna o un bambino e dove i diritti delle persone vengono violate ogni giorno. Per questo motivo migliaia di afghani scappano dal proprio paese chiedendo asilo politico in altri stati, Naser è uno di loro. In Afghanistan si è laureato all’accademia militare e per nove anni ha prestato servizio nell’esercito. «Sono stato ferito diverse volte durante delle operazioni contro i talebani, ma l’ultima volta che mi hanno sparato mia madre mi ha pregato di andare via, non voleva che morissi perchè durante la guerra avevamo già perso mio padre e mio zio. Così ho deciso di lasciare l’Afghanistan». Oggi Naser vive a Ravenna ed è proprietario del ristorante “Kebab Centrale” nei pressi della stazione. Come è stato il tuo viaggio verso la salvezza? «Il mio viaggio è stato lungo e pericoloso ed è durato quasi 6 mesi. Ho attraversato diversi paesi: Iran, Turchia, Bulgaria e Grecia. Il confine tra l’Iran e la Turchia l’abbiamo superato a piedi lungo sentieri montuosi nel bel mezzo della guerra tra curdi e l’esercito turco. Eravamo in tre più un Curdo che ci faceva da guida, durante il giorno ci nascondevamo e di notte camminavamo. Ricordo il terrore di essere fermati dalla polizia, la sete, la fame e il freddo. L’ultima tappa del viaggio dalla Grecia all’Italia l’ho fatta nascondendomi in un camion frigo. Oggi a volte mi chiedo come ho fatto ad arrivare sano e salvo». Dopo tanti mesi di viaggio arrivato in Italia cosa hai provato? «Ricordo due momenti molto importanti della mia vita: quando ho capito che finalmente ero in Italia e ho provato un’immensa sensazione di felicità e l’altro segnato dalla disperazione perche poco dopo il mio arrivo sono stato fermato dalla polizia a Roma e ho dovuto fare la richiesta asilo politico in Italia. Allora ero disperato perché il mio viaggio sarebbe finito qui e non avrei più potuto raggiungere l’Inghilterra dove abita mio zio e dove progettavo di vivere». Poi sei stato accolto dal progetto Sprar a Ravenna… «Era il 2009. Sono stato collocato in una struttura a Piangipane molto decentrata insieme ad altre persone. Ricordo che usavo la bicicletta per venire a Ravenna a frquentare i corsi di italiano. Avevo capito che tutto dipendeva da me e che se non mi aiutavo io, nessuno mi poteva aiutare, quindi ogni momento libero lo dedicavo alla ricerca di un lavoro o di una formazione. Ho frequentato un corso da idraulico e in seguito il progetto Sprar mi ha aiutato a trovare un lavoro part-time». Da idraulico part-time a ristoratore, un bel cambiamento… «La mia passione per la cucina è nata qualche anno fa, quando ho conosciuto lo chef Matteo Salbaroli titolare di un ristorante in centro e ho iniziato lavorare con lui. Quell’esperienza è stata molto importante per me, non solo perché ho potuto imparare molte cose, ma anche perché ho conosciuto una persona gentile e generosa. Sono rimasto tre anni a lavorare nel suo ristorante. Poi a luglio dell’anno scorso ho deciso di mettermi in proprio e acquistare il ristorante Kebab da un amico che partiva per l’Inghilterra». E oggi le cose come vanno? «Vanno bene, ma per arrivare a questo risultato ho dovuto superare tante difficoltà, ora gestisco il mio locale, ho un dipendente e stiamo molto bene assieme, ci capiamo perche abbiamo avuto esperienze simili». Oggi quando vedi tanti immigrati che arrivano in Italia cosa pensi? «Penso che per loro sarà ancora più difficile rispetto a quello che ho vissuto io. È normale che se uno viene da un paese che si trova a 8mila chilometri, con una cultura diversa, dove da 40 anni c’è una guerra e non conosce la lingua italiana dovrà affrontare diverse difficoltà. Molti ragazzi che arrivano adesso non hanno nemmeno avuto la possibilità di studiare, spesso sono analfabeti o semi analfabeti, per loro qua sarà veramente dura. Per questo ci tengo molto ad aiutarli, insegno loro un mestiere e cerco un lavoro per loro. Sono giovani e stanchi della guerra. La gente di qua non conosce la situazione in Afghanistan, solo noi sappiamo come stanno le cose». Se ci fosse più conoscenza diffusa, ci sarebbero meno pregiudizi?

Accordi europei per ricollocare 120mila richiedenti asilo Nella seduta del 17 settembre il Parlamento Europeo ha dato parere favorevole alla proposta urgente della Commissione Europea del 9 settembre di ricollocare 120mila richiedenti asilo provenienti da Italia e Grecia verso altri Stati membri dell'UE. Il trasferimento avverrebbe in base a quote che tengono conto della popolazione degli Stati riceventi, del Pil e, in misura minore, del tasso di disoccupazione e della media delle domande di protezione ricevute negli anni precedenti. In questo modo la maggior parte delle persone verrebbe ricollocata in Germania (31.000), Francia (24.000), Spagna (15.000) e Polonia (9.000). La proposta riguarderebbe solo le nazionalità che nell'Ue vedono in media un riconoscimento della protezione almeno del 75% (in particolare quindi Siria, Eritrea, Somalia ed Iraq). Gli Stati che partecipano al sistema di ricollocamento riceverebbero 6.000 euro per persona accolta. I nuovi trasferimenti si sommerebbero ai 40mila già approvati dal Consiglio dei Ministri il 14 settembre, proposti dalla Commissione a maggio. Si tratta di 24mila persone dall'Italia e 16mila dalla Grecia che siano arrivate dal 15 agosto 2015 al 16 settembre 2017. Ad ora i Ministri degli interni dell'UE si sono accordati sulla delocalizzazione di 32.256 persone (oltre un terzo delle quali andranno in Germania e Francia).

522mila persone nei primi nove mesi dell’anno «Qualche tempo fa sono stato invitato in una scuola per parlare della vita in Afghanistan ed è stata un’esperienza significativa. I ragazzi devono conoscere la verità, le persone devono conoscere. È importante che si sappia che noi siamo scappati dalla guerra. Oggi se vivi in Afghanistan hai solo due prospettive, o combatti insieme ai talebani o lasci tutto e scappi più lontano che puoi. Non esiste un’alternativa. E ti assicuro che anche quando ti trovi lontano e sei salvo, i talebani continuano a perseguitare la tua famiglia. Queste cose la gente non le sa. Come potrebbero sapere che anche se si ha la possibilità di aprire un negozio, si rischia che il giorno dopo venga bruciato dai talebani? Come si può immaginare che l’istruzione è un optional e se decidi di frequentare l’università diventi un pericolo per il sistema e allora ti possono ammazzare?» Aiutare gli altri è diventata la tua missione… «Sì. Sono cresciuto circondato dalla distruzione e dalla sofferenza della gente. Tutti i giorni donne, bambini, anziani morivano a causa della guerra senza avere nessuna colpa. Una famiglia va a dormire e non sa se si sveglierà più perché potrebbe essere sepolta dalle macerie della propria casa crollata sotto una bomba. Un bambino saluta la mamma per andare a scuola, ma un missile in ogni momento può colpire l’edificio. Mio fratello di 14 anni è stato ferito cosi. Questo è la vera guerra: paura, incertezza, rassegnazione, sofferenza e morte. Per questo io voglio aiutare la gente che ha bisogno, durante la mia esperienza ho capito cosa vuol dire ricevere un aiuto quando hai bisogno e ho saputo ad apprezzarlo veramente, non sto parlando di soldi ma di attenzione, di una buona parola, un consiglio, un suggerimento. Il senso di umanità è l’aiuto di cui tutti abbiamo bisogno.

Un’altra immagine di Giampiero Corelli dal progetto “Dante esule”

Secondo dati forniti da Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, da gennaio a settembre i migranti arrivati via mare nell’Unione Europea sono stati 522mila (280mila in tutto il 2014). Sono state ben 2.892 le persone morte nel Mediterraneo. In Italia ne sono arrivate 111mila. Nel, a fine giugno, erano circa 82.000 i migrant,i presenti nelle varie strutture d, si legge cheoglienza, rispetto ai 70.000 che risultavano a fine 2014. Lo si legge nel Rapporto sulla protezione internazionale 2015 presentato a Roma il 22 settembrrse province sono coordinati dalle Prefetture. L'accoglienza ordinaria del Sistema di protezione per Richiedenti asilo e Rifugiati (Sprar), gestita da Anci, può contare invece su 430 progetti in tutta Italia per 21mila posti disponibili. Altre 10 mila persone risultavano ospiti di centri collettivi di ampie dimensioni come i Cpsa, i Cda e i Cara. Le domande di protezione internazionale presentate in Italia al 1° giugno erano state 25mila, mentre il tutto il 2014 64.886. In tutta l'Unione Europea sono state circa 400mila (600mila in tutto il 2014).


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la testimonianza/2

2015

V

Border Line - cronache dal confine siciliano

Dauda, studente e lavoratore Ivoriano, cacciato dalla Libia. «Non voglio vivere di carità» di Marco Fucci

L’immigrazione non è solo una questione di flussi, di progetti di accoglienza, di eserciti e filo spinato schierati alle frontiere, o l’argomento per uno sguaiato berciare nei talk show politici. E’ soprattutto un fiume di storie che entrano nella nostra quotidianità, portando ansie, speranze, drammi personali e collettivi, che spesso ignoriamo. Questa è una di quelle storie. «Mi chiamo Dauda, sono Ivoriano ed ho 23 anni». Come mai sei qui? «È una storia un po’ lunga. Nel 2002, quando ero bambino, nel mio Paese è scoppiata una guerra civile, che ha visto scontrarsi gruppi del nord e del sud della Costa d’Avorio. Mio papà, dopo aver insegnato per diversi anni, è entrato in politica e, nel 2010, lo hanno ucciso. Io sono rimasto con mia madre e mia sorella, che all’epoca era molto piccola. Decisi di partire, altrimenti avrebbero ucciso anche me. Dopo una lunga traversata nel Mali e del Niger, un po’ a piedi ed un po’ in macchina, arrivai in Libia». E qui, hai proseguito il viaggio? «Inizialmente no. Arrivato in Libia, in mezzo al deserto, siamo stati assaliti da un gruppo di persone armate, che mi hanno rubato tutto, soldi, documenti, telefono e vestiti. Quando siamo arrivati in una piccola città, ho provato a cercare un lavoro, e l’ho anche trovato! Nonostante non avessi documenti o altro, ho iniziato a lavorare come operaio in un cantiere di un’azienda cinese». E poi, cosa è successo? «Eh, sembrava che la guerra mi seguisse. Nel 2011 anche in Libia è scoppiata la guerra civile: i soldati ammazzavano, i ribelli ammazzavano e la popolazione locale aveva iniziato ad attaccare noi stranieri, dicendo che avevamo portato noi la guerra, che era tutta colpa nostra. Quindi, di nuovo in fuga. Sono scappato verso nord, poi, insieme ad altri, siamo stati catturati e rinchiusi. Ci hanno portato via tutto e, dopo diversi tentativi di partenza andati a male, ci hanno messi su una nave e spediti in mezzo al mare». E sei arrivato in Italia… «Sì, a Pozzallo, dopo quattro giorni in mezzo al mare, e un incidente nel quale due persone che erano con me sono morte. Da Pozzallo ci hanno mandato in aereo a Rimini, e da lì sono arrivato a Ravenna». E a Ravenna? Sei qui da quasi quattro anni ormai, cosa fai? «Prima sono stato mandato all’Opera San Giovanni, a Piangipane, poi sono venuto in città. Ho ottenuto il permesso per protezione sussidiaria, e sono potuto andare a scuola: prima il corso di lingua italiana, poi la licenza media, la patente ed ora, quando finisco di lavorare, frequento i corsi serali alla scuola Ginanni, per diventare ragioniere». Quindi studi e lavori? «Sì. Arrivato a Ravenna, avevo fatto un corso da saldatore alla scuola Pescarini, e ora faccio un tirocinio formativo alle Bassette. Per questo vado a scuola la sera». Ti dai da fare, mi sembra… «Beh, sì. Non son venuto qui per vivere di carità. Sono giovane, voglio lavorare e fare la mia parte». Come ti trovi qui? Vorresti rimanere? «Vorrei rimanere qui, se ci riesco, anche se mi mancano molto mia madre e mia sorella, che sono ancora in Costa d’Avorio. A volte è difficile, sono in un Paese molto diverso dal mio, e non sempre integrarsi è facile. Qualche episodio di razzismo mi è capitato, ma mi sembra che, tutto sommato, Ravenna sia una città accogliente». In bocca al lupo. «Anche a te».

n. 55 ottobre

Un’altra immagine di Giampiero Corelli dal progetto “Dante esule”

Storia di uno sbarco di Giovanna Vaccaro

Quello che segue è il racconto dell’arrivo di una nave che è giunta nel porto di Palermo, con a bordo centinaia di migranti soccorsi a largo delle acque libiche, lo scorso agosto.Come spesso accade, la nave non ha riportato sulla terraferma solo i superstiti soccorsi in mare ma vi hanno viaggiato anche i corpi senza vita di chi è morto durante le operazioni di soccorso. Assistere a questi arrivi è ormai insostenibile, al limite della sopportazione. Vere e proprie scene di guerra, in cui scendono superstiti stremati e vengono scaricate le casse delle vittime sacrificate per sempre dalle politiche securitarie della Fortezza Europa, le quali rimettono il destino di queste donne e uomini nelle mani di trafficanti di esseri umani. È con l’auspicio e, insieme, appello per l’immediata apertura di canali umanitari che scrivo e condivido questo racconto. Palermo 6 agosto 2015 Si attende a lungo la nave ferma al porto. È dalla mattina che si ha notizia del suo arrivo. Si tratta di una nave militare messa a disposizione dal governo irlandese. Arriverà al porto di Palermo nel primo pomeriggio, carica di migranti partiti dalla Libia.Si sa anche che, insieme ai vivi, arriveranno i corpi senza vita di coloro che sono morti durante le operazioni di salvataggio, mentre circa duecento sono finiti in fondo al mare. La nave attracca. È silenzio e sospensione. La vicinanza della nave permette di delineare i volti dei superstiti, incontrarne gli sguardi, vederne i vestiti (o ciò che ne resta).Tutti fermi e calmi, stanchi. In attesa. Arriva finalmente il momento di scendere.Si formano le file. Prima donne, bambini e anziani. Seguono i giovani. File di piedi scalzi, sguardi fermi, pelle nuda. In banchina, la schiera di giornalisti è pronta, telecamere e microfoni in azione, si accendono i riflettori su “l’ennesima tragedia in mare”. Le istituzioni e autorità presenziano la scena e rilasciano le prime interviste. Carri funebri e volanti della polizia sono in posizione. I volontari distribuiscono i viveri ai profughi disposti sotto le tensostrutture, le pettorine di organizzazioni umanitarie sono in movimento. I corrispondenti iniziano le loro cronache e sui diversi microfoni ridondano le stesse parole, in lingue diverse. Si sentono, a ripetizione, la descrizione dello sbarco, la dinamica del rovesciamento del gommone, le dichiarazioni delle prefettura sui trasferimenti di vivi e morti.Tutto si muove in un’atmosfera di sospensione. Sono scesi i vivi, ma si attende che vengano scaricate le 25 salme delle vittime recuperate. In questa attesa, che tiene ancora l’attenzione di tutti su quella nave, spiccano le sagome di corpi umani completamente bardate da un involucro bianco che le copre fino alla testa e scende sul viso, solo l’orbita oculari è libera dalla stoffa ma protetta da una maschera. La sagoma è l’unica cosa di umano che rimane appeso in quelle tute bianche in cui è sigillata l’umanità, dissimulata la compassione, risucchiata l’identità di chi le indossa. Si muovono, guardano e si lasciano guardare, si passano il caffè e attendono. Guanti, cappuccio, occhiali, tute e stivali. Corpi umani ridotti a barriere al cospetto di altri corpi umani, cesure tra il noi e loro, i soccorritori e i soccorsi… I sani e potenziali malati. Un corpo a corpo di frontiere. Sono i membri dell’equipaggio militare, coloro che hanno soccorso il barcone. Al momento, si limitano a osservare cosa accade in banchina e aspettano ordini. Presto avranno un ultimo ruolo da ricoprire in questa surreale scena. Si vedono alcuni dei profughi, scesi precedentemente, venire riaccompagnati sulla nave. Non c’è dubbio, sono i parenti delle vittime. È il momento di dare l’ultimo saluto ai corpi freddi dei loro cari che avevano iniziato il viaggio con loro. Fa manovra il furgone dell’agenzia di pompe funebri, si gira e si dispone davanti allo scalo della nave, iniziano ad uscire casse da morto in compensato che vengono portate a poppa da altre tute bianche, sotto le quali, ora ci sono gli addetti dell’agenzia funebre. Guardo una donna siriana che è risalita sulla nave e che ora ha raggiungo la parte posteriore dell’imbarcazione. È qui che giacciono i corpi che vengono man mano riposti nelle casse. È qui che c’è il corpo senza vita di suo figlio. Il capo della donna è coperto e fermo come il suo sguardo. Vicino a lei, il marito che l’ha raggiunta ora appoggia la fronte sul bordo di un gommone di salvataggio, appeso alla sua altezza e se ne sta lì, così, per minuti interi. Non parlano. Ora entrambes i muovono e riscendono seguendo la cassa in cui c’è il corpo del loro bambino. I militari coperti dalle tute bianche scendono a terra per fare il picchetto d’onore a quella vita spezzata. Faranno così davanti ad ogni salma, per poi sciogliere la posa, tornare sulla nave mentre un altro corpo viene disposto in un’altra cassa prima di scendere nuovamente a terra, per un altro picchetto d’onore. Tutto è insostenibilmente sospeso... anche il movimento di un respiro pare azzardato. Come si può accettare la morte, anche di una singola persona, quando poteva essere evitata? È una scena di guerra. Si piangono i morti di una battaglia, quella dei confini contro la salvezza di essere umani. Si piangono i cari che si sono persi. Si piangono le vittime dell’ingiustizia perché vincono i confini.


VI

n. 55 ottobre

2015

Città Meticcia

l’approfondimento

Il futuro dell’Africa? Nelle donne e nella terra La parità tra i generi tra gli obietti dell’Onu per sconfiggere la povertà che porta tanti a emigrare di Natalie Nkembuh

In tutto il mondo le donne hanno un minor controllo delle terre rispetto agli uomini, anche laddove siano loro a coltivarle. Questo è vero in particolar modo in Africa, dove le donne producono l'80% del cibo, ma posseggono solo l'1% della terra. La Namibia è stata testimone di grandi cambiamenti negli ultimi anni. Gran parte della popolazione rurale vive su terreni comunali di proprietà dello Stato e abitualmente assegnati ai membri della comunità da capi tradizionali. In base al diritto consuetudinario pre-indipendenza, l'accesso delle donne alla terra avviene in primo luogo attraverso i loro mariti, padri o tramite qualche altro parente maschio. Ai sensi del Communal Land Reform Act del 2002, non ci sono ostacoli alla parità di genere nell'assegnazione dei terreni comunali, ma non vi è neanche l'articolazione diretta del principio di non discriminazione, così come non compaiono esempi di azioni positive nei confronti delle donne. Così la terra continua a essere assegnata dai capi tradizionali. In Zambia, mentre le donne e gli uomini possono acquisire il titolo registrato di un terreno in base al Lands Acts, le terre appartenenti per tradizione alle comunità indigene sono amministrate da corti locali che rispettano il convincimento per cui è il marito che si occupa del mantenimento della famiglia, per cui non vi è alcuna necessità per una donna di acquisire un terreno a suo nome. Di conseguenza, è improbabile che alle donne sposate venga assegnato un terreno senza la previa approvazione del marito. Per quanto riguarda la Sierra Leone, i principali problemi sono legati ai ritardi nell'adozione di politiche fondiarie e alla mancanza di misure per aiutare le donne di zone rurali rispetto all’acquisizione di terreni da parte delle multinazionali minerarie, che spesso si traducono in sgomberi forzati che producono sfollati interni. Inoltre, nelle zone rurali esistono pratiche dannose come i matrimoni precoci e costumi tradizionali persistenti che limitano l'accesso delle donne alla terra e all'eredità. Secondo un discorso pronunciato dal presidente del World Bank Group (WBG) Jim Kim nel mese di ottobre 2014, è stato stimato che 450 milioni di persone in Africa sub-sahariana si svegliano ogni giorno in situazione di povertà. Fra le strategie previste per raggiungere gli Obbiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite contro la povertà per il 2015, vi sono quelle di individuare come priorità la necessità per le donne e per le ragazze di avere parità di accesso ai servizi finanziari, nonché la parità nell'accesso femminile alla terra e ad altri beni materiali. Ciò darebbe un grande contributo alla lotta contro la riduzione della povertà per migliorare gli standard di vita che, insieme ad altri effetti moltiplicatori, potrebbe frenare la migrazione di massa che è diventato il più grande motivo di preoccupazione nel mondo di oggi,

dopo la crisi finanziaria del 2008 che ha colpito le economie della maggior parte dei paesi europei. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) sono oltre 50mila i migranti che hanno già raggiunto le coste italiane nei primi sei mesi del 2015, 1.850 quelle che non ce l'hanno fatto e hanno perso la vita in alto mare. Molte di queste persone fuggono da guerre e da dittature, ma molte altre fuggono dalla povertà estrema nel tentativo di migliorare il proprio tenore di vita. Oggi, “Il futuro dell'umanità è sempre più africano”, dice l'ultimo rapporto dell'Unicef per l'Africa. È il secondo continente più popoloso al mondo, con una popolazione stimata di 1 milardo e 33 milioni di persone. Ma soprattutto è un continente particolarmente grande e ricco di risorse. Una soluzione a questa crisi delle migrazione può venire solo dall'Africa, che con 54 stati sovrani riconosciuti, 9 territori e 2 stati indipendenti di fatto, rimane un continente relativamente vuoto. Esso copre un quarto delle terre emerse del globo, ma ospita solo il 15% della popolazione con 39 persone per chilometro quadrato, rispetto all'Asia, il continente più densamente popolato, che dispone di 137 persone per chilometro quadrato. Sicuramente, lo spazio (e le risorse) a disposizione non mancano. Se non si interviene, questo continente, nelle cui mani è riposto il futuro dell'umanità, con grandi ricchezze naturali e nessuno da sfruttare, diventerà vuoto in un futuro più prossimo. La migliore ricetta potrebbe essere quella di coinvolgere le donne nel

perseguimento della sicurezza alimentare e della stabilità economica. Migliorare l'accesso delle donne al controllo della terra è visto da molti come un elemento cruciale per rafforzare la loro posizione all'interno della famiglia e nella società ed economia africana più in generale. La parità di genere deve essere parte della strategia di ciascun paese per sradicare la povertà, oltre ad essere un fine in sè stesso che porterebbe allo sradicamento di altre forme di povertà umana. Quasi tutti i paesi sopra citati hanno sperimentato una qualche forma di insicurezza nel corso degli anni, da guerre civili a disordini politici, le cui cause principali risiedono nell'impossibilità di accedere a beni di prima necessità come l'alimentazione, l’acqua e i servizi igienico-sanitari. È stato dimostrato nel corso degli anni che le donne hanno una maggiore capacità nel garantire la sicurezza alimentare. Se dunque alle donne venissero date maggiori possibilità di possedere e gestire direttamente le terre che usano per la coltivazione, sarebbe possibile ridurre la povertà della metà entro i prossimi 10 anni. Un popolo che ha accesso a beni di prima necessità, saprà lottare meglio per la pace. E se questa è completata da maggiore equità e dall’accesso alla giustizia, allora verranno meno le cause che generano le migrazioni. La concessione alle donne di un maggiore accesso alla proprietà e al controllo del territorio è quindi una soluzione importante per i maggiori problemi del mondo, una opportunità che deve essere sfruttata. [ 2- fine]

Un’altra immagine di Giampiero Corelli dal progetto “Dante esule”

Dal Parlamento

Una legge sulla cittadinanza con ius soli temperato È in discussione alla Camera dei Deputati la proposta di legge di riforma sulla cittadinanza che è stata licenziata dalla Commissione Affari Costituzionali con diverse modifiche volute da Nuovo Centro Destra e da Scelta Civica. Secondo il nuovo testo verrà introdotto uno ius soli sempre più temperato, in quanto sarà cittadino italiano solo il bambino nato in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno titolare di permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo (per ottenere il quale serve, tra i vari requisiti, la presenza regolare in Italia da almeno cinque anni e un reddito minimo annuo). Altrimenti, così come i bambini nati all'estero e arrivati in Italia entro i 12 anni, dovranno prima frequentare con successo almeno un ciclo scolastico per minimo 5 anni (il cosidetto ius culturae). I ragazzi arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni potranno diventare italiani solo dopo sei anni di residenza regolare e dopo averconcluso con successo un ciclo scolastico oppure un percorso di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale. Per ora il testo non prevede norme transitorie per le migliaia dei ragazzi nati o cresciuti in Italia che intanto sono diventati maggiorenni. Nessuna novità inoltre per quanto riguarda gli adulti: i requisiti rimarrebbero quelli del reddito e dei 10 anni di residenza per i cittadini non comunatari, che diventano 5 per gli apolidi e per i rifugiati e 4 per i cittadini comuntari.


Città Meticcia

n. 55 ottobre 2015

VII

Diario di viaggio

Bosnia, tra disfatte, inerzie ma anche voglia di ricostruire di Anida Poljac

Un Paese percorso dalla sindrome post traumatica da stress,

che si snoda tra le rive dei numerosi fiumi locali, come la gelida Neretva, la bellissima Buna o la fiera Bosna, dove anche la natura racconta delle disfatte del recente passato, delle inerzie odierne, ma anche delle voglie di ricostruzione e di ripartire da dove si è smesso. Il viaggio è incominciato dalla mia città d’origine, Derventa, prima tappa fissa di qualsiasi mio viaggio in Bosnia; in questa città collocata vicino al confine croato nel nord della Bosnia, dove il tessuto sociale è stato stravolto e dove i tasselli della popolazione sono stati invertiti, rigirati, plasmati come in un cubo di Rubik, da una maggioranza di croati e musulmani si è passato a una maggioranza di popolazione serba, come in quasi tutte le città facenti parte della odierna Repubblica serba di Bosnia, l’entità che insieme alla federazione croato-musulmana tracciò il nuovo assetto del Paese proclamato con la pace di Dayton nel 1995. Ora la bellezza del mosaico, della rete sociale ha ceduto il passo a due entità, due “aree ghetto”, in cui la popolazione è distribuita a macchia di leopardo, ciascuno “dai suoi”a rivendicare ciò che si è ottenuto e a rimpiangere, forse, ciò che è andato perduto.

Anime

creole

-

la

parola

allo

Ma oggi è una giornata estiva, quando gran parte della diaspora bosniaca torna a ripopolare le case ben agghindate, ma lasciate a se stesse; la città si riempie di risa, di volti entusiasti e sereni nella triste illusione che nulla fosse stato, per gioire ancora una volta di quello stare insieme. C’è un concerto di musica dal vivo in un locale centrale, c’è una danza folkloristica tipica e c’è la presentazione del libro di una mia zia, un libro scritto a quattro mani, lei “bosgnacca” (musulmana) e lui serbo (ortodosso) di Bosnia. La saletta piccola del kulturni centar inizia a riempirsi come una volta, tant’è che bisogna trasferirsi in quella adiacente, la vecchia sala costruita negli anni ’70 sotto il regime socialista. La cornice ideale per le parole dei due scrittori “Unità e fratellanza”, anzi “ Umanità e fratellanza” a fare da filo conduttore a un testo scritto in un format innovativo, il primo dopo la guerra scritto a quattro mani, lui che scrive da sinistra a destra come nella Bibbia, lei da destra a sinistra, come nel Corano e si incontrano a metà; il leitmotiv del libro è “Con i sogni risvegliare gli svegli”, ossia “siamo abbastanza svegli in quanto esseri umani?”. Belma e Sreto si interrogano su quanti di noi hanno la possibilità di vedere che per le singole azioni risponde l’individuo a prescindere da chi è e che appartenenza sociale ha, che non c’è nulla di più grande che andare a letto con la coscienza

psicoterapeuta

Lesa umanità ai confini, con quale diritto? di José Aguayo*

L'immagine apparsa nei media del corpicino del piccolo Aylan, il bambino siriano annegato davanti alla spiaggia di Bodrum alcune settimane fa, ci ha riportato all'altro volto dell'immigrazione, quello che spesso dimentichiamo o che non vogliamo ricordare: quello di famiglie intere – ma anche bambini soli – che scappano da condizioni di vita divenute insostenibili. Un’immagine che ci ha ricordato come di rado le persone scelgono liberamente di trasferirsi in un altro paese lasciando ciò che c’è di più caro nelle loro vite: i loro affetti, il loro senso di appartenenza. Nel caso dei bambini, sono sicuramente i genitori che hanno deciso così, perché vanno alla ricerca di condizioni di vita migliori, libere da quelle paure che fanno riferimento a eventi traumatici, che terrorizzano, che danno insicurezza e che segnano per tutta la vita. Quello dei genitori è un gesto di amore supremo nei confronti dei propri figli o l’espressione di un’incoscienza irresponsabile? Di quale tipo di vissuto avremmo noi bisogno per intraprendere un viaggio così, all'ignoto? È un comportamento quello dell’adulto che agisce in questo modo insensato o eroico, dal momento in cui si assume la responsabilità di decidere di fare intraprendere al proprio figlio un viaggio pericolosissimo e pieno di incertezze? Ma ce lo siamo chiesti se al loro posto avremmo fatto lo stesso? Per quanto anche solo porci questa domanda è un lusso in sé, ma pur utile per non cadere nell’atteggiamento semplicistico di chi sa solo giudicare guardando narcisisticamente solo il proprio ombelico. Ma bisognerebbe altresì chiedersi in nome di quale diritto è giutificabile che dall'altra sponda (quella della salvezza), ci siano governi nazionali che si arroghino il diritto di non permettere a coloro che arrivano di veder concretizzate speranze e sogni fermandoli alle frontiere? Non reggono gli allarmi e le urle isteriche su ipotetici rischi di infiltrazioni terroristiche con cui si pretende di giustificare un tale abominio di lesa umanità; esiste in proposito da una parte la storia dell'evoluzione dei popoli e dall'altra le cronache giornalistiche, che testimoniano quanto concreti siano invece gli effetti benefici che ogni immigrazione comporta per il paese di accoglienza. Mi piace pensare che quelle immagini mostrate nella televisione nei tg, di famiglie e gente comune che accoglievano l'arrivo di altrettante famiglie e gente comune nei diversi punti di approdo e lungo le autostrade europee, rappresentino la contraparte dell'Europa che accoglie, umana e sensibile. A partire da questa premessa di fratellanza fra i popoli, la politica e l'economia devono essere in grado di costruire soluzioni, di essere all'altezza dei tempi che viviamo. *psicologo psicoterapeuta

Un’altra immagine di Giampiero Corelli dal progetto “Dante esule”

pulita. Il serbo Sreto scrive di fede, amore e speranza e il filo conduttore delle due narrative è l’acqua; l’acqua nella quale siamo immersi nel ventre materno essendo la madre la fonte di ogni valore per Sreto. La bosgnacca Belma, invece, scrive una serie di racconti sulla gente del fiume, sulle origini del quartiere del fiume a Derventa, della loro semplicità, di come gente allora non istruita e non ricoperta da titoli accademici riuscisse a condurre una esistenza all’insegna dei principi di bontà, onestà con i quali educare i figli. Belma traccia una parentesi rosa, parla dei valori della donna bosniaca, della saggezza delle madri, delle suocere. Un racconto del libro narra dell’innocenza dei bambini quando si parla di sentimenti e religione e del rispetto delle differenze; tutto dipende dall’educazione ricevuta e Sreto e Belma ne sono il vivido esempio. L’esempio di come la tolleranza e i valori possano prevalere sugli egoismi post bellici. Dopo questo inizio toccante i miei compagni di viaggio e io abbiamo proseguito per la costa croata, dove a parte la bellezza della natura abbiamo dovuto fare i conti con la disorganizzazione dei trasporti del Paese. Per fare 200 km da Gradac alla capitale bosniaca Sarajevo abbiamo dovuto cambiare tre autobus e pure tre valute con le quali pagare il biglietto. Un po’ triste considerato che fino a qualche decennio fa si trattava dello stesso Paese. A Sarajevo quest’anno ho casualmente fatto coincidere i tempi della mia permanenza al SFF (Sarajevo Film Festival), periodo dell’anno in cui la città fa da calamita internazionale per i cinefili e per i turisti. Nella capitale, a parte i tanti luoghi di aggregazione giovanile come università o biblioteche, ho trovato una vita notturna degna delle capitali europee. Ce n’è per tutte le età e per tutti i gusti, dal localino nel quartiere turco del “Stari grad” (città vecchia) dove si fuma narghilè e non si vendono alcolici, ai concerti nei club e pub notturni, dove si fanno le ore piccole, e pure sul palco allestito in occasione del SFF su uno dei ponti principali della città, il ponte progettato da Gustave Eiffel, sopra il fiume Miljacka, piccolo affluente del Bosna, che attraversa tutta la città dividendola in due sponde. La città stessa è fonte di aggregazione sociale. La mentalità bosniaca è già fonte di aggregazione sociale. Ho lasciato mio fratello da solo in un baretto e dopo una mezz’ora gli stavano offrendo da bere già per la seconda volta. Immancabile l’incontro con alcuni italiani al Kino Bosna, ex teatro, ora pub e cornice di concerti e performance artistiche, italiani di Firenze a zonzo per i Balcani. A Sarajevo trovi davvero di tutto, come è facile intuire dai differenti costumi che si vedono passeggiando per la città, dalla donna velata alla ragazza in minigonna. Retaggio della convivenza di culture e tradizioni molto differenti nel corso dei secoli, che si sono fuse in un sostrato di cultura comune. Per il resto «la mentalità e la cultura sono piuttosto simili a quella italiana» mi ha detto un fotografo di Brescia, trasferitosi a Sarajevo per lavoro e per amore. La sera del mio compleanno in un pub davano un concertino. Tra la folla ad assistere c’era anche Sasa Losic, cantante del celebre gruppo pop rock “Plavi Orkestar”. Il mio istinto è stato quello di avvicinarmi o chiedergli l’autografo. Guardo le mie amiche di Sarajevo; lo notano, ma nessuna batte ciglio. Come ho potuto dimenticare che qua siamo a Sarajevo-Rajvosa (nello slang locale), dove la gente è tutta uguale, retaggio del socialismo e dove non c’è spazio per frivole venerazioni? Nemmeno per il premio nobel Ivo Andric; si narra, infatti, che dopo la premiazione nel 1961, per strada venne salutato con una pacca sulla spalla e un «Come va premio nobel?». Anche quest’anno ho sentito storie di guerra di ogni genere, ma la cosa che continua a stupirmi e emozionarmi di questa città è lo spirito dei suoi abitanti, che oggi si ritrovano tra ortodossi, cattolici e musulmani attorno ai tavolini dei pub e nelle piste da ballo a offrirsi da bere e a sentirsi prima di tutto cittadini di Sarajevo e solo in un secondo momento ortodossi, cattolici e musulmani. Basta pensare alla storia di quella donna ortodossa sposata a un musulmano che nel 1992 venne ucciso da un cecchino cetnico (termine che indica i serbi aderenti alla ideologia fascista). La donna emigrò in Repubblica Ceca per pentirsene qualche mese dopo: «Non potevo stare là continuando a guardare il telegiornale seduta su una comoda poltrona di Praga». Decise così di fare ritorno a Sarajevo coi due figli piccoli e nel bel mezzo dell’assedio. Così anche quest’anno me ne ne vado con la consapevolezza che proprio ciò che origina le difficoltà politiche ed economiche di questo Paese ne è al tempo stesso la fonte della ricchezza culturale.


VIII n. 55 ottobre

2015

Città Meticcia

l’intervista

«Fotografo l’esule che c’è in ognuno di noi» Giampiero Corelli ha scattato immagini sulle tracce di Dante intrecciandole con quelle dei profughi di Franck Viderot

Giampiero Corelli è fotoreporter e vive a Ravenna da diversi anni ma, ci tiene a precisarlo, è originario di Sant’Alberto. Fa questo mestiere da ormai 30 anni e, ci dice, «quello che mi piace di più del mio lavoro è la curiosità, il fatto di andare a cercare situazioni particolari». Lo incontriamo per parlare del suo progetto Dante esule che è stato in mostra a Palazzo Rasponi delle Teste per quasi tutto settembre, il mese che Ravenna tradizionalmente dedica al Sommo Poeta, e che potrebbe approdare addirittura al parlamento europeo di Bruxelles. Perché la fotografia come modo di espressione e perché il fotoreporter? «Perché sono figlio di fotografo. Ho visto da piccolo mio padre (oggi ottantenne) trascorrere tante notti nella camera oscura. Lui fotografava matrimoni. Per me è stato naturale intraprendere questa strada, in più, sono uno che di carattere non riesce a stare dentro quattro mura e fare il fotoreporter ti permette di essere all’aperto il più possibile, di viaggiare tanto». Nel tuo ultimo lavoro sembri accostare Dante ai profughi che sbarcano sulle coste italiane. Un parallelo ardito. Perché? «Sì, hai ragione però tengo a precisare che non parlo solo dei profughi e di immigrazione (sarebbe troppo facile), vado oltre. Parlo prima di tutto del profugo esule che c’è dentro ognuno di noi, dei profughi delle nostre città, delle nostre periferie. Questo è stato un lavoro sulla vita di Dante, la sua condizione di esule, poeta profugo. Le foto sono state scattate tra Firenze dove nacque Dante 750 anni fa, Ravenna, la città dove ha trovato rifugio, dove vivo e lavoro anch’io e la Sicilia precisamente ad Augusta, terra dove sbarcano oggi centinaia di persone in fuga da guerre e miseria. Quindi parto da Dante, della sua vita da rifugiato politico per inserire le immagini dei profughi contemporanei. In realtà ho la percezione che stiamo andando verso un mondo di esuli: come vengono altri in Italia, gli italiani se ne vanno anche loro altrove. Ho cercato di collegare il tutto». Come sei riuscito a realizzare un tale progetto? Ti sei rivolto alla politica? (Ride)«Guarda, non sono iscritto a nessun partito. Quando Un’altra immagine di ho avuto l’idea ho chiesto aiuto a Lina Taddei, avvocato Giampiero Corelli dal ravennate, responsabile provinciale Immigrazione per il progetto “Dante esule” Partito Democratico. So quanto conosce l’argomento e so che ha un rapporto stretto con l’ex Ministro, attuale parlamentare europea, Cécile Kyenge. A Lisa l’idea è piaciuta e mi ha aiutato nella realizzazione di questo progetto». A volte ho l’impressione che tanti fotografi occidentali si sforzino di fotografare popoli lontanissimi, cercando l’esotico a discapito del quotidiano dei nostri centri urbani, delle nostre periferie. Che ne pensi? «È proprio quello che ho cercato di non fare io. Gli scatti di questa mostra sono semplici: una famiglia con la bambina in carrozzella, due immigrati cinesi che si tengono per mano, un padre pakistano che abbraccia il figlio, un gruppo di ragazzi della periferia di Firenze apparentemente incazzati che passeggiano, donne detenute del carcere di Ravenna, un transessuale con la signora anziana con cui vive … semplicemente la nostra quotidianità. Sono d’accordo con te che c’è tanto da raccontare anche qui». Il digitale ha reso la fotografia più accessibile in termini di tempo e di costi un po’ per tutti. Si tratta di una cosa positiva o di un danno per il tuo mestiere? «Io penso che ognuno è libero di fare quello che vuole ma ho cinquant’anni e vengo della vecchia scuola, quella dell’analogico. Oggi anch’io uso il digitale ma rimango amante dell’analogico. Il mondo di oggi ha molta fretta e tutto scompare così come arriva. Ma prima e dopo di tutto ci sono le fotografie, che parlano e dicono come sono state realizzate. Questa mia mostra, con tutta modestia, mi piace».

Solidarietà

Un concerto al teatro Rasi per Lampedusa Il comitato "Lampedusa siamo noi" di ravenna, in collaborazione con il Comune di Lampedusa, ha organizzato, per venerdi 9 ottobre alle 21 al Teatro Rasi un concerto per autofinanziare un progetto relativo ad una struttura per persone con handicap presenti sull'isola siciliana. Il concerto, del maestro chitarrista Giandomenico Anellino. Il biglietto costa 7 euro per gli adulti e 5 euro minori di 16 anni. Prevendite a Ravenna: Casa delle culture in piazza Medaglie d'oro (tel 0544-591876) e Casa del Volontariato (0544 401135). A Lugo in via Matteotti, Casa dei Popoli. Stampa

Direttore anche senza cittadinanza italiana Per la prima volta in Italia una giornalista non comuntaria può essere direttrice responsabile di una testata giornalista. Il Tribunale di Roma all'inzio di agosto ha accolto la domanda di registrazione del periodico on line dell'Associazione Carta di Roma (cartadiroma.org) con Domenica Canchano, peruviana, direttrice responsabile. Domenica Canchano, cronista del quotidiano il Secolo XIX e tra i fondatori dell'Ansi (Associazione Nazionale Stampa Interculturale), aveva già visto recentemente il rifiuto di iscrizione ad un altro periodico con lei direttrice responsabile da parte del Tribunale di Torino, che aveva applicato l'art. 3 della Legge sulla Stampa del 1948 che richiede il requisito della cittadinanza italiana per ricoprire tale ruolo. Questo nonostante un parere dell'Unar del 2011 che ha dichiarato tale norma discriminatoria e addirittura un parere positivo dal parte Ministero della Giustizia del 2014 affichè i cittadini non comunitari potessero ricoprire tale ruolo.

Progetto editoriale:Associazione di Volontariato Città Meticcia, via Campania 14, 48121 Ravenna. Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1165 del 23 aprile 2003. Questo numero di Città Meticcia esce come supplemento di Ravenna&Dintorni n. 647 dell’ 8 ottobre 2015. Città Meticcia fa parte della rete Mier, Media interculturali dell'Emilia Romagna, e aderisce al Protocollo regionale Comunicazione interculturale. Direttore responsabile: Federica Angelini. Coordinamento della redazione: Federica Angelini, Francesco Bernabini In redazione:Aftab Ahmed, Elisabetta Borda, Paolo Fasano, Marinella Gondolini, Tahar Lamri, Angelica Morales, Monika Poznanska, Elena Starna, Meho Sulemanski, Raffaella Sutter, Mustapha Toumi, Franck Viderot. Si ringraziano: José Aguayo, Giampiero Corelli, Marco Fucci, Natalie Nkembuh, Anida Poljac, Veronika Rinasti, Giovanna Vaccaro. Il giornale è stato realizzato grazie al contributo di: Comune di Ravenna. Redazione: c/o Casa delle Culture, Piazza Medaglie d’Oro 4, 48122 Ravenna; Tel. 0544 591876; fax 0544 423869; e-mail c.meticcia@racine.ra.it; sito: www.cittameticcia.it. Progetto grafico: Habanerosrl.com Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola Pubblicità: Reclam Edizioni & Comunicazione srl www.reclam.ra.it; tel. 0544 408312.


ARTE

CULTURA

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FUMETTO DI REALTÀ

MOSAICO

Al festival Komikazen anche una mostra dedicata a Sievewright. Tra gli ospiti Ted Rall

Biennale al Mar e a Palazzo Rasponi fino a novembre

Tra crisi greca e matite “verdi”

di Sabina Ghinassi

Per cinque giorni, dall’8 al 12 ottobre, Ravenna si trasforma nella capitale italiana del fumetto di Realtà grazie all’edizione 2015 di Komikazen, il primo festival interamente pensato intorno al reportage e alla riflessione sociale, politica e narrativa attraverso il fumetto e le immagini, progettato e organizzato dall’Associazione Mirada di Ravenna. Quest’anno il focus è sulla crisi greca vista da cartoonist e vignettisti greci grazie all’ampia sezione espositiva allestita alle cantine di Palazzo Rava di via di Roma che disegna la mappa e le interpretazioni di questo momento drammatico attraverso le opere di cinquantacinque artisti diversi pubblicate dal quotidiano Efimerida ton Syntakton per cinquantacinque settimane di seguito: una sorta di cahier de vie tragico, ironico e fulminante nelle intuizioni e nella lucidità narrativa. Da non perdere, tuttavia, sono anche le altre presenze che, in qualche modo, disegnano la linea di una crisi contemporanea più globale che coinvolge le libertà civili e l’idea stessa di libertà come valore: Komikazen, quest’anno, ha scelto di porsi sul confine delle criticità del mondo Occidentale per raccontare, attraverso molti esempi e incontri (non soltanto espositivi, ma spesso anche formativi), una visione critica, ma anche costruttiva, di assunzione di responsabilità etica per il possibile cambiamento nel mondo. Un cambiamento tracciato sul filo di una, dieci, mille matite, più sovversive di una bomba e della violenza e di centinaia di ideologie. Attraverso una pluralità di voci diverse racconta la stessa sovversione, che è in fondo quella stessa della matita di Wolinski e degli altri di Charlie Hebdo, perché ora una matita è diventata più pericolosa di un dibattito televisivo. Incide la coscienza collettiva più in fretta e in modo permanente, come un tatuaggio che resta per sempre sulla pelle. Di questi tatuaggi Komikazen è pienissimo nell’edizione 2015. Si parte dal libro Architetture resistenti della disegnatrice Marta Gerardi che, con Filippo Pambianco dell’Archibiotico e ad Alberto Giorgio Cassani, dialoga intorno alla domanda: un’architettura può essere militante, contro la barbarie della speculazione edilizia, l’invasione di stupidità estetica e cemento del nostro orizzonte?. In seguito, passando dal vignettista, scomodissimo e acclamatissimo negli Usa, Ted Rall che farà anche un workshop a numero chiuso, si arriva ai greci Ghiannis Ioannou e Soloup, insieme al sudanese esiliato in Qatar, Khalid Albaih. Il 10 ottobre, sempre alle Cantine di Palazzo Rava, la curatrice Elettra Stamboulis intervisterà intorno all’idea di graphic journalism Gary Embury, Augusto Paim, Kara Sievewright e Pietro Scarnera; poi, Tahar Lamri parlerà con Khalid Albaih, Cem Dinlenmis, la reporter Laura Silvia Battaglia; ci saranno anche incontri con il disegnatore e attivista brasiliano Carlos Latuff, Soloup, Ghiannis Ioannou, Ghiannis Michailidis e Ghiannis Koukoulas. A Kara Sievewright è invece dedicata Decolonial Love, la seconda delle mostre di Komikazen, alla Galleria Mirada di Via Mazzini. Sievewright è una scrittrice, artista, designer e attivista canadese che vive nelle isole Haida Gwai, un arcipelago nel nord del Pacifico dove risiedono le comunità indigene Haida, Tingit e Tsimshian, rivendicato negli ultimi centocinquanta anni dallo stato canadese. Le opere in mostra raccontano la lotta disegnata dell’artista per il popolo Haida, per la natura incontaminata e per le molte specie protette minacciate dall’uomo che vivono nell’arcipelago. Si tratta di narrazioni e immagini bellissime, forti e raffinate, dalle quali emerge con profondità lirica una sensibilità ecologica e antropologica al tempo stesso, tracciata sul filo di una matita “verde” che ancora una volta segna una dichiarata e innegabile assunzione di responsabilità attiva nei confronti del mondo.

IL PROGRAMMA Ecco il programma completo con gli orari. Dove non diversamente indicato, gli incontri si svolgono nelle Cantine di Palazzo Rava in via Roma 117 a Ravenna. Giovedì 8 ottobre: pre 21, Architetture Resistenti: la disegnatrice Marta Gerardi e Filippo Pambianco dell'Archibiotico dialogano con Alberto Giorgio Cassani, architetto e docente dell'Accademia di Venezia e Ravenna. Venerdì 9 ottobre: ore 17, La linea della crisi, i vignettisti greci Ghiannis Ioannou e Soloup insieme a Khalid Albaih, disegnatore sudanese in esilio in Qatar, saranno intervistati da Carlo Gubitosa. Ore 19: Decolonial Love - personale di Kara Sievewright, Galleria Mirada via Mazzini 83. Ore 21: Come il colore della terra (via Magazzini posteriori 61), Presentazione del libro, incontro con gli autori Nicola Gobbi e Marco Gastoni e inaugurazione della mostra. Sabato 10 ottobre: 10 -12, Rappresentare l'Islam (Biblioteca Classense) Khalid Albaih, Cem Dinlenmiş e la giornalista freelance Laura Silvia Battaglia, corrispondente dallo Yemen per diverse testate giornalistiche, saranno intervistati da Tahar Lamri. Ore 15: Giornalismo a fumetti (Cantine di palazzo Rava) Intervista a Gary Embury, Augusto Paim, Kara Sievewright e Pietro Scarnera. Ore 17, Fumetti e web (Cantine di palazzo Rava) Ted Rall, Carlos Latuff, coordinati da Matteo Stefanelli. A seguire inaugurazione della mostra, cena e incontro con gli autori greci. Ore 24: Tradizionale brindisi. Domenica 11 ottobre, 10-12 (Cantine di palazzo Rava) Yoga a fumetti, due sessioni gratuite di yoga con maestri della città. Ore 18, I disegni per dirlo (Casa delle donne, via Maggiore 120) con Lucia Biagi e Alessia Di Giovanni.

Clement Miteran, Continge nces, cm 60 x 56,5, 2015

Il primo Festival Internazionale di Mosaico contemporaneo, RavennaMosaico, arriva alla quarta edizione dal 10 ottobre all’8 novembre. La manifestazione è è realizzato dal Comune di Ravenna in collaborazione con l’Associazione Internazionale di Mosaicisti Contemporanei e i due principali nuclei espositivi nell’edizione 2015 sono al Mar Museo d’Arte della Città e Palazzo Rasponi dalle Teste. In particolare, il museo di via Roma ospiterà le opere selezionate per la terza edizione del Premio Gaem, Giovani Artisti e Mosaico, ed una mostra documentale in omaggio ai 20 anni dalla realizzazione in mosaico della Chambre Turque di Balthus, opera firmata dall’autore ed in questi mesi prestata dal Museo a Expo 2015. Tutti gli spazi espositivi di Palazzo Rasponi saranno invece occupati da mostre ed installazioni, tra le quali la ormai tradizionale Opere dal Mondo, una selezione di quarantuno opere di artisti soci di Aimc: francesi, tedeschi, lituani e norvegesi, ma anche egiziani, russi, giapponesi ed israeliani. Una delle caratteristiche che accomuna alcune opere di questa edizione è il lavoro collettivo, che unisce il sapere di artisti diversi che hanno deciso di comporre insieme un’opera per il Festival: è il caso di Un mare di mosaico, progetto di Officine Bizantine Riunite, che dopo Expo 2015 sarà presentato a Palazzo Rasponi, di Signs, della tedesca Caroline Jung e del progetto olandese Social Sofa che sarà presente al Mar, a Palazzo Rasponi ed anche in Darsena. RavennaMosaico 2015 sarà arricchito da incontri, presentazioni, conferenze, grazie anche al progetto di internazionalizzazione delle imprese sostenuto dalla regione Emilia Romagna, con focus speciali sulla Russia e la Turchia già a partire da domenica 11 ottobre, quando si ritornerà al Mar per un workshop dal titolo Making Mosaics, a Contemporary Practice.


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CULTURA

MUSICA

ROCK

AGENDA

Tra True Detective e punk svedese: al via la stagione del Bronson Sabato 12 ottobre, dopo l’anteprima di settembre con gli americani Parquet Courts, parte ufficialmente la stagione del Bronson, club di Madonna dell’Albero che nel corso degli anni ha portato Ravennna nella mappa che conta del rock alternativo mondiale. L’appuntamento del 12 ottobre è con la storica band americana The Handsome Family, duo dark-folk dell’Illinois che torna al Bronson dopo otto anni, forte del successo ottenuto grazie alla loro canzone (la spettrale ballad del 2003 “Far from any road”) utilizzata come sigla della prima stagione della serie televisiva di culto True Detective. The Handsome Family è un progetto che in realtà esiste dal 1993, nato da un’idea di Brett e Ronnie Sparks e che si distingue per le atmosfere cupe e desolanti tra country, bluegrass e le murder ballad di stampo Americana. I coniugi Sparks presentaranno il nuovo album in uscita per Loose Records (biglietti a 15 euro alla cassa, 12 in prevendita al Fargo Cafè di via Girolamo Rossi). I concerti di caratura internazionale al Bronson continueranno già pochi giorni dopo, giovedì 15 ottobre, per una serata già vicina al sold out con i Refused, storica band hardcore punk svedese riformatasi nel 2012 dopo 14 anni, a Ravenna per una delle due date italiane del tour del primo album postreunion, “Freedom”. I Refused nascono nel 1992 a Umeå da un’idea di Dennis Lyxzén e David Sandström (entrambi ancora in formazione insieme a Kristofer Steen e Magnus Flagge). Politicamente schierati su posizioni di estrema sinistra e musicalmente discepoli di Nation of Ulysses e Rise Against hanno segnato l’immaginario collettivo del genere con album quali “This Just Might Be… the Truth” (1994), “Songs to Fan the Flames of Discontent” (1996) e “The Shape of Punk to Come” (1998). Biglietti (i pochi ancora disponibili) a 25 euro. Info: 333 2097141.

Il riconoscibilissimo frame finale della sigla della prima stagione della serie tv di culto “True Detective”: al Bronson il 12 ottobre gli autori della canzone di sottofondo

JAZZ

AL

MARIANI

COL SASSOFONISTA IONATA

Proseguono i concerti jazz del dopocena del venerdì all’osteria Passatelli del Mariani, in via Ponte Marino a Ravenna. Venerdì 9 ospite d’eccezione della rassegna sarà il sassofonista Max Ionata, special guest del Luca di Luzio Quartet per una reinterpretazione degli standard che hanno fatto la storia del jazz degli ultimi 60 anni. Il giorno prima, giovedì 8, concerto dell’Orchestra Sinfonico Honolulu, riconosciuta come la maggior orchestra italiana di ukulele.

BRUNO CANINO

AL TEATRO DI

RIOLO TERME

Sabato 10 ottobre alle 21 al teatro comunale di Riolo Terme il maestro Bruno Canino, pianista di fama internazionale, accompagnato dalla violinista Ksenia Milyavskaya omaggia Otello Garavini con un concerto tra Ludwig van Beethoven, Franz Schubert, Sergei Prokofiev, Piotr Ilich Tchaikovsky e Pietro Mascagni.

IL ROCK STRUMENTALE DEGLI OPEZ AL MOOG Giovedì 15 ottobre alle 21.30 al Moog di vicolo Padenna, in centro a Ravenna, concerto degli Opez, duo romagnolo di musica strumentale che trae ispirazione dai suoni latini e desertici e dal rock americano.

CLASSICA/1

SPERIMENTALE

I giovani e la Parigi impressionista Prosegue la rassegna della Mariani al ridotto del teatro Alighieri Entra nel vivo “Giovani in Musica”, la rassegna organizzata alla sala Corelli del teatro Alighieri di Ravenna dall’associazione Mariani dedicata ai giovani concertisti dell’area romagnola, che nell’XI edizione dal titolo “Tra Impressionismo e Simbolismo” si confronteranno col repertorio musicale europeo a cavallo tra ‘800 e ‘900.

CLASSICA/2 ACCADEMIA BIZANTINA, TRA RAVENNA E BAGNACAVALLO

Naldi e Lami da Lilith Venerdì 9 ottobre alle 21 (con prenotazione alla mail lilithstudiogallery@gmail.com o 333 9437600) allo studio Lilith di via di Roma 82Y, a Ravenna, concerto “privato” (per 25 persone) di Mise En Abyme, nuovo progetto a quattro mani del chitarrista Cristian Naldi (FulKanelli e Ronin) e Giovanni Lami, sound artist e musicista attivo nella ricerca elettroacustica e nella sound-ecology.

Continuano le rassegna alla riscoperta della musica antica di Accademia Bizantina. Domenica 11 ottobre alle 11 alla sala Corelli del teatro Alighieri di Ravenna appuntamento su Beethoven, Farrenc e il fortepiano con il concerto del quintetto Il Tetraone. Lo stesso giorno, ma alle 17 alla chiesa di San Girolamo di Bagnacavallo, ultimo appuntamento con l’ensemble Lira Celeste. Il soprano Laura Folli, accompagnato dalla viola da gamba di Cristiano Contadin, dall’organo di Francesco Baroni e dalla tiorba di Tiziano Bagnati, eseguirà musiche di Couperin e de Lalande.

Abbiamo i numeri per garantirvi grande visibilità

Dopo l’appuntamento di giovedì 8 ottobre con l’Ensemble Tempo Primo diretto da Jacopo Rivani impegnato nell’esecuzione di composizioni di Ottorino Respighi, lo sguardo si sposta a Parigi, in quei decenni fervido luogo d’incontro e di scambi culturali tra artisti, poeti, compositori. Lunedì 12 ottobre tre giovanissimi musicisti dell’Ensemble “G. Sarti” di Faenza proporranno un’accattivante scelta di brani di alcuni dei massimi compositori d’oltralpe del periodo. Sul palco il sedicenne clarinettista bolognese Michele Fontana in duo con il pianista faentino Alceste Neri e poi anche la violinista ventitreenne Theresia Herrmann. Giovedì 15 ottobre sul palco prenderanno posto invece il violinista Simone Castiglia, la violoncellista Francesca Bongiorni e il pianista Francesco Villa. Il trio darà modo al pubblico di raffrontare due composizioni scritte per il medesimo organico da due geni della musica francese Claude Debussy e Fauré. La rassegna – con appuntamenti dalle 17 – nella seconda parte del pomeriggio prevede la conversazione con il critico letterario Stefano Colangelo.

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CULTURA

RAVENNA &DINTORNI 8/10 2015

MUSICA • ARTE

L’ANTICIPAZIONE

Il soprano Anna Netrebko, protagonista al concerto di Forlì del maestro Muti

Il Ravenna Festival dedica la sua trilogia a Puccini E il maestro Muti torna a Forlì Sarà dedicata a Giacomo Puccini e al suo capolavoro più amato, La Bohème, la nuova trilogia d’autunno che chiude di fatto il Ravenna Festival 2015, su cui si aprirà il sipario del teatro Alighieri il 9 dicembre (repliche 12 e 14). Dopo le due trilogie dedicate a Verdi, andrà in scena questo “progetto per Bohème” incentrato su un altro dei grandi operisti italiani cui il teatro musicale del Novecento è debitore. La vicenda della fragile Mimì, dell’amore che travolge lei e Rodolfo, e dei sogni disillusi dei giovani e scapigliati artisti che li circondano torna sul palcoscenico ravennate nella nuova produzione ideata da Cristina Mazzavillani Muti. Forte della collaborazione con il collaudato team creativo che la affianca – composto da Vincent Longuemare per le luci, Davide Broccoli video programmer e Alessandro Lai per i costumi, ai quali si aggiunge l'innovativo videomaker David Loom – Cristina Muti continua a percorrere le strade dell’high tech: scene virtuali e proiezioni capaci di immergere il pubblico nei colori e nelle atmosfere di paesaggi visionari, in questo caso ispirati all’onirica fantasia dell’opera pittorica di Odilon Redon, uno dei principali protagonisti del movimento simbolista. La partitura sarà affidata all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e ad un giovane cast vocale (frutto di un lungo percorso di audizioni) diretti da Nicola Paszkowski. A completare il progetto dedicato a Puccini, farà seguito un “divertimento alla bohémienne”, dal titolo Mimì è una civetta, in calendario il 10 e 13 dicembre. La nuova produzione, in prima assoluta, è una rivisitazione dei temi pucciniani che il Festival ha commissionato al giovane e versatile musicista Alessandro Cosentino, di formazione classica, ma capace di muoversi ai confini tra rock, jazz e folk. Si avvale per questo di una band (in palcoscenico) a cui si aggiungerà le partecipazione straordinaria di un virtuoso della fisarmonica come Simone Zanchini e l’eclettismo jazz della tromba di Fabrizio Bosso. Un’opera dai toni brillanti affidata alla regia e alle coreografie del newyorkese Greg Ganakas, figura carismatica nonché didatta e divulgatore del musical theatre americano. Venerdì 11 dicembre a Forlì (PalaCredito di Romagna) il terzo appuntamento della trilogia è un unicum in senso assoluto: il maestro Riccardo Muti, a vent’anni esatti dallo storico concerto realizzato con Luciano Pavarotti a sostegno della Comunità di Sadurano, dedicherà al suo fondatore don Dario Ciani, recentemente scomparso, un nuovo evento presentando al pianoforte alcune pagine tratte dalle più celebri opere di Puccini assieme al soprano Anna Netrebko (una delle più acclamate cantanti liriche dei nostri giorni) e al tenore Yusif Eyvazov. Per il concerto forlivese e per i “carnet trilogia” (3 spettacoli) prevendite già attive dall’8 ottobre, info: 0544 249244 o tickets@ravennafestival.org.

OPERA E DANZA ECCO

LE STAGIONI

2015/16,

VIA AGLI ABBONAMENTI

L'oramai collaudata formula delle trilogie autunnali di Ravenna Festival (vedi articolo principale) costituirà la prima parte della stagione d’opera 2015-2016 del teatro Alighieri di Ravenna. L’anno nuovo si aprirà il 9 e 10 gennaio con un titolo d’opera raramente rappresentato, secondo l'attitudine espressa dal nostro teatro in questi anni di ricercare a proporre titoli desueti, L'amico Fritz di Mascagni. La nuova coproduzione realizzata con Fondazione Teatro Piacenza, Teatro Comunale di Modena e Teatro Rendano di Cosenza vedrà la regia di Leo Nucci e la direzione di Donato Renzetti alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, costante presenza che costituirà il perno di tutte le produzioni d'opera della stagione. Il 5 e 7 febbraio seguirà Il turco in Italia di Rossini (dirige Giovanni Di Stefano mentre la regia è firmata da Federico Bertolani). Ancora il marchio di Ravenna Festival in chiusura di stagione: l’8 e il 10 aprile sarà l’occasione per rivedere il Macbeth di Giuseppe Verdi prodotto nell’ambito della trilogia Verdi & Shakespeare del 2013. La stagione di danza presenta cinque titoli che rappresentano un ventaglio di diverse forme della danza attuale. Aprirà il 30 e 31 gennaio lo Spellbound Contemporary Ballet con Pa|Ethos, ultima opera del celebre coreografo cinese di etnìa tibetana Sang Jijia. Il 21 febbraio il secondo appuntamento è con l'irresistibile quanto inconfondibile presenza - unica compagnia al mondo nel saper unire la forma più rigorosa del balletto classico al gioco irriverente dell'ironia e del divertimento - de Les Ballets Trockadero De Monte Carlo, compagnia formata da soli uomini, eccellenti ballerini classici, che dal 1974 si diverte a mettere in scena in modo scherzoso il balletto tradizionale, pur nel pieno rispetto delle sue regole canoniche, presentandolo in parodia e en travesti. Di sapore popolare è invece Mediterraneo, in programma il 5 marzo, una ‘festa danzata’ presentata dalla Compañia Española de Danza “Miguel Ángel Berna”. Il 12-13 marzo calcherà per la prima volta il rinnovato palcoscenico dell’Alighieri il Balletto di Toscana Jr., una delle compagnie giovanili più dinamiche e interessanti nel panorama europeo per la bravura degli interpreti e per la qualità del repertorio affidato agli autori di punta della danza contemporanea. La compagnia, fondata e diretta da Cristina Bozzolini, presenterà una nuova versione di Romeo e Giulietta. La stagione dell’Alighieri si concluderà il 16 e 17 aprile con la Cenerentola, firmata da Thierry Malandain per il Malandain Ballet Biarritz. Dall’8 ottobre rinnovi e nuovi abbonamenti per le due stagioni, info: 0544249244.

LA RASSEGNA Ancora un ottobre tra mostre e cinema dedicato al Giappone Al via la tredicesima edizione dell’Ottobre Giapponese, la manifestazione organizzata dall’associazione per gli scambi culturali fra Italia e Giappone (Ascig). Si parte venerdì 9 ottobre alle 17.30 con l’inaugurazione delle mostra di opere ceramiche di Tomo Hirai al Caffè delle Rose di Faenza (fino al 14 novembre), a cui fa da contraltare a Ravenna (dal 10 ottobre al 7 novembre) l’esposizione allestita al laboratorio di Koko Mosaico di via di Roma di mosaici dedicati ai personaggi dei film di Miyazaki e del leggendario Studio Ghibli (info kokomosaico.com e 0544 465190), realizzati da Arianna Gallo. Il 14 e 15 ottobre (entrambi i giorni a partire dalle 21) ecco invece al cinema Mariani di via Ponte Marino, in centro a Ravenna, una mini rassegna dedicata ai cortometraggi di giovani registi emergenti, dal Giappone e non, a cura di Marco Del Bene e Luisa Pretolani. Sui prossimi numeri del giornale gli altri appuntamenti, in calendario fino al 4 novembre (programma completo su www.ottobregiapponese.it, info: 329 0295275).

Una delle opere di Arianna Gallo ispirate a Miyazaki in mostra da Koko per l’Ottobre Giapponese

FOTOGRAFIA MOHAMMADREZA MIRZAEI

A

MYCAMERA

Sabato 8 ottobre dalle 18.30 alle 21 alla galleria MyCamera di via Pasolini, in centro a Ravenna, si terrà l’inaugurazione della mostra del fotografo e scrittore iraniano Mohammadreza Mirzaei. In esposizione – fino al 31 ottobre – 17 fotografie per una personale dal titolo “A presto”. Con la collaborazione di Osservatorio Fotografico.

Taglie comode dalla 44 alla 58 Venerdì e sabato 20% di sconto su tutta la collezione autunno inverno 2015/2016 RAVENNA - via Boccaccio 10 (di fronte al Teatro Alighieri) Tel. 0544 216038

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Orari: 09.30-12.30 e 16.00 - 19.30


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CULTURA

LIBRI

L’INTERVISTA

LA BUSTINA DI MELPOMENE

Pincio tra social, editoria e linguaggi Lo scrittore: « La fusione Mondadori-Rcs? Un passo di conservazione e non di innovazione» Il futuro è un luogo incerto. Sul social network Pandora si condividono idee, si conoscono persone e può anche capitare di innamorarsi, ma di chi? Chi si cela dietro le identità che ci creiamo per “vivere” su internet? Tommaso Pincio conosce bene la mistificazione della realtà. Il nome d’arte con cui firma i suoi romanzi è a metà tra Thomas Pynchon e il colle Pincio di Roma. Il protagonista di Panorama (NN editore) Ottavio Tondi ama la vita isolata, quella della lettura, ma anche quella del social network Panorama che considera come un libro in continuo aggiornamento. Sarà a Ravenna, alle 18.30, “Il tempo ritrovato” a Palazzo Rasponi mercoledì 14 ottobre. Tommaso, i social possano avere un valore letterario? «È presto per capire se siano un luogo di letteratura, ma stanno sviluppando linguaggi autonomi e nuovi. Il linguaggio scritto presupponeva un lettore passivo e distante, qui il lettore entra in dialogo o in contrasto con il testo. Il lettore-commentatore contribuisce alla percezione del testo e alla sua formazione. Non c’è più un lettore e uno scrittore. Questo cambia il modo in cui intendiamo il testo. Il libro non è più un luogo protetto e inviolabile. Scripta manent è un detto che non funziona più». Nel romanzo tratti dell’amore nato online, un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più, quanta importanza ha la conoscenza e quanta l’immaginazione in amore? «L’investimento di fantasia che uno fa nei riguardi delle persone è sempre stato fondamentale. Una volta vedevi una ragazza di sfuggita tutti i giorni sull’autobus. Cercavi di capre chi era dai vestiti o dall’ atteggiamento, ora cerchi di capirlo da brevi messaggi scambiati in chat». Che ruolo ha la menzogna in tutto questo? «Non cambia la possibilità di mentire, con una differenza: le menzogne nel mondo reale sono più camuffabili. La verità non ha bisogno di essere verosimile, la finzione sì». Tu hai pubblicato i tuo libri con grandi editori come Einaudi e Mondadori, ma anche con editori indipendenti come NN e Minimum Fax… come vedi la fusione di Mondadori e Rizzoli? Schiaccerà la piccola editoria? «Le cose sono già cambiate da tempo. Si cerca di resistere ai cambiamenti del mondo. Non sono scettico davanti a questo cambiamento, ma all’idea che si possa fermare con una mano una marea che avanza, o che si possa mandare indietro le lancette di un orologio mi fa sorridere. Di fatto i grandi editori non esistono più. Sono diventati piccolo editori anche loro… c’è del patetico in questo. Capisco che le strutture per sopravvivere debbano fare dei passi, ma queste fusioni sono passi di conservazione, non di innovazione. È un settantenne che cerca di tenersi in forma prendendo il viagra. Quella editoria ha fatto il suo tempo…» Cosa è venuto a mancare ai grandi editori? «Basta guardare i numeri delle copie vendute. I grossi editori vendono come quelli piccoli. I best seller non vendono più milioni di copie. I giornali non contano più nulla per vendere i libri. Una bella recensione su Repubblica non fa la differenza come un tempo. La distribuzione in libreria è quasi irrilevante perché i libri si comprano online. Il mio primo libro lo pubblicai nel 1999 con Cronopio: ha venduto 98 copie. Più grosso insuccesso della storia della letteratura. L’ultimo l’ho pubblicato con un altro piccolo editore: NN, ed ha esaurito prima tiratura. Certo sono più nono come autore, ma non è questo il fatto perché per Cronopio faceva gli stessi numeri di vendite anche Philip Dick. Oggi molti lettori non comprano più i libri alla Feltrinelli. Lettori forti non vanno più lì. Ormai le catene con Feltrinelli sono fatte per vendere un paio di best seller, puzzle, giochi ai bambini e mappe di Roma ai turisti. Non fanno più scoprire libri ai lettori». Matteo Cavezzali

Tommaso Pincio

a cura di Maria Giovanna Maioli Sabato 10 ottobre, al Palazzo dei Congressi in Largo Firenze, Moni Ovadia, artista di fama internazionale, sarà il protagonista della 34esima edizione di RavennaPoesia, in programma per la Notte d’Oro 2015. Solo sulla scena, Moni ci narrerà che cosa è stata e che cosa è la Grecia dei poeti. “Se annotta / se albeggia / resta bianco / il gelsomino”, gli sussurra intanto il poeta Ghiorgos Seferis dalla pagina con dedica manoscritta “a Giovanna” da Giacomo Manzù. E ora la poesia scelta:

M.R. DI

AGENDA LETTERARIA AL CAFFÉ LETTERARIO SI PARLA DI ANARCHIA E TEATRO Venerdì 9 ottobre alle 18.30, al Caffè Letterario di via Diaz a Ravenna si parlerà di anarchia e teatro dal Living Theater fino al Teatro delle Albe con la docente del Dams Cristina Valenti, lo storico Massimo Ortalli, gli attori delle Albe Luigi Dadina e Michela Marangoni, la drammaturga Laura Gambi e il giornalista Matteo Cavezzali.

CLAUDIO MAGRIS OSPITE A SALA D’ATTORRE Venerdì 9 ottobre alle 18 Claudio Magris sarà ospite della rassegna del Centro relazioni culturali (sala D’Attorre in via ponte Marino a Ravenna) per presentare Ti devo tanto di ciò che sono. Carteggio con Biagio Marin, (Garzanti). Colloquia con Magris Arnaldo Benini.

GHIORGOS SEFERIS

Il giardino coi suoi zampilli alla pioggia tu lo vedrai soltanto dalla finestra bassa di là dai vetri torbidi. Rischiarirà la stanza solo la vampa del camino e talora, nel lampo di folgori lontane, appariranno le rughe alla tua fronte, vecchio Amico. Il giardino coi suoi zampilli ch’erano alla tua mano ritmo dell’altra vita, oltre gl’infranti marmi, di là dalle colonne tragiche, danza fra gli oleandri presso le nuove cave di pietrame, un vetro appannato l’avrà reciso dai tuoi giorni. Tu non respirerai: terra e umore di piante si lanceranno dalla tua memoria a picchiare su questo vetro, ove picchia, dal mondo di fuori, la pioggia. (da Poesie, a cura di Filippo Maria Pontani, Mondadori, Milano 1967) Ghiorgos Seferis, uno dei maggiori poeti greci, è nato a Smirne nel 1900. Premio Nobel 1963 per la letteratura, si è spento ad Atene nel 1971.

L’INCONTRO

MAGGIANI E IL SUO ROMANZO DELLA NAZIONE A LUGO

LA VOCE COMICA DI ERALDO BALDINI AL MOOG CON I SUOI RACCONTI

Lunedì 12 ottobre alle 18 per la rassegna Il caffé letterario, all’Ala d’oro di Lugo alle 21 l’ospite sarà Maurizio Maggiani che parlerà della sua ultima fatica letteraria: Il Romanzo della Nazione (Feltrinelli, 2015). Lo introduce Eleonora Conti.

Venerdì 9 ottobre alle 19 secondo appuntamento con la rassegna di libri al Moog di vicolo Padenna (a Ravenna), alle 19 l’ospite sarà il noto scrittore Eraldo Baldini che presenterà in particolare la sua raccolta di racconti umoristici e comici Fra l’Adriatico e il West uscita per l’editore Fernandel la scorsa primavera.

Cervia (RA) Via G. di Vittorio, 5 - tel: 0544 977144 orari: da lun. a sab. 9:30/12:30 e 16/19:30 dom. 16/19.30

Ravenna

(zona Pala De Andrè) Via Medulino, 3 - tel: 0544 455666 orari: dal mar. al sab.10/12:30 e 15/19 domenica e lunedì chiuso

Ravenna

(zona Ponte Nuovo) Via Dismano, 118 A - tel: 0544 470268 orari: dal mar. al sab.10/12:30 e 15/19 domenica e lunedì chiuso


CULTURA

RUBRICHE

RAVENNA &DINTORNI 8/10 2015

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FULMINI E SAETTE

TUTTA UN’ALTRA MUSICA

di Adriano Zanni - Cronache e visioni dal Deserto rosso - tutti i giorni su www.ravennaedintorni.it

La rivoluzione di Kid A. E poi? di Luca Manservisi

Qualcosa rimane - Marina Romea VISIBILI E INVISIBILI

Aspettando il Sopravvissuto, due piccoli gioielli da recuperare di Francesco Della Torre

Questa settimana si dovrebbe parlare del Sopravvissuto – The Martian, secondo film più visto per spettatori dietro solo allo schiacciasassi (e sonnellini) Inside Out. Ma non potendo giudicare un film senza prima vederlo, qui si può solo scriverne una presentazione. Il regista è Ridley Scott, un mito nel bene e nel male. Nel bene quando si parla di Alien, I duellanti, Blade Runner e Thelma & Louise. Nel male per quasi tutto il resto, contando che l'ultimo film molto bello ha 24 anni. Certo, Il gladiatore non è da buttare e alcuni altri film sono accettabili (Google, please), oltre al fatto che Prometheus di un paio d’anni fa, che voleva essere un prequel di Alien, aveva qualcosa di buono. Bisogna aver fiducia in Scott, speranze in Matt Damon (è la terza volta che è da salvare, dopo Ryan e Interstellar), e molta pazienza, visto che il film dura 2 ore e 10 minuti. Resterà in sala ancora qualche settimana, per gli appassionati di fantascienza è un film da vedere. Sunshine (di Danny Boyle, 2007) A proposito di fantascienza, per non lasciare il lettore a secco di recensioni, spendo volentieri qualche riga su un piccolo grande film che quando uscì passò quasi inosservato. Sunshine parla di una spedizione non su Marte, bensì sul Sole, che si stava spegnendo. La missione rappresenta un secondo tentativo dopo che la nave precedente ha fatto perdere le proprie tracce. Boyle è un regista bravo ed eclettico, che passa dagli eroinomani di Trainspotting agli zombie di 28 giorni dopo, passando per l'Oscar di The Millionaire e il James Franco di 127 ore. Forte dei suoi primi successi, il regista prova, riuscendovi, a

cimentarsi nella fantascienza realizzando una sorta di thriller che omaggia i grandi classici del genere, soprattutto 2001 e Solaris. Molto bello e suggestivo l'impianto scenico e perfettamente curata la narrazione; ciò che lascia leggermente perplessi è l'espediente narrativo legato alla missione precedente che da un lato serve a dare un po' di movimento a un film altrimenti troppo lineare e statico, ma che dall'altro banalizza la trama stessa. Bene il cast, bene la durata di un'ora e tre quarti, nell'attesa della nuova missione su Marte, Sunshine è un piccolo classico da riscoprire. Time Lapse (di Bradley King, 2014) La bomba della settimana è un film inedito, manco a dirlo. E pure di fantascienza, anche se incentrato soltanto sui paradossi temporali, come Predestination, uscito e recensito a ridosso dell'estate. Tre ragazzi scoprono che il defunto vicino ha inventato una macchina del tempo puntata sulla loro finestra che alle 8 in punto di sera scatta una foto del loro appartamento ambientata però alle 8 del giorno dopo. I tre decidono sia di rispettare lo scatto suggeritore, ricreando le situazioni, sia di trarne ovvi vantaggi economici. L'opera prima del talentuoso King è in realtà una commedia nera che del paradosso temporale ha solo l'impianto scenico; ben presto la vicenda si trasforma in un accumularsi di tensioni tra i personaggi dalle conseguenze impensabili. Un film appassionante ed estremamente teso, imprevedibile ed appassionante, grazie a un giovane team di attori e autori, la cui perfetta intesa traspare ed è la chiave del successo del film, che ovviamente non ha una distribuzione italiana (sottotitoli in rete). Unico neo, Time Lapse manca un po' di originalità: se i paradossi temporali sono abusati, la vicenda ricorda tanto Piccoli omicidi tra amici, il primo film dell'appena citato Danny Boyle, e il paradosso qui si chiude.

Ricordo ancora chiaramente la confezione che si apre, il compact disc che entra nell’impianto professionale di mio padre e poi il disorientamento dopo aver spinto il tasto play. Minuti interi trascorsi a cercare quella voce tanto cara che era come se fosse sparita. Fino almeno al quarto pezzo. Ricordo poi l’emozione una volta terminato il cd e la voglia di riascoltarlo subito per capire meglio. Perché poche volte è successo nella storia che una rock-band – per quanto atipica e intellettuale e aggiungete voi l’aggettivo che preferite – all’apice del successo si avventurasse in qualcosa del genere. Un disco che sperimenta con i suoni, cerca di allontanarsi dalla tradizionale forma canzone, utilizza l’elettronica ma anche gli archi o gli ottoni, un disco compatto e sempre coerente con se stesso che sembra più destinato a un museo che ai supermercati, ma che miracolosamente riesce a restare comunque popolare. Un disco che ascoltato oggi – ad anni, confesso, dall’ultima volta – suona sicuramente meno rivoluzionario di allora ma non per questo meno gigantesco. Tanta enfasi per dire quello che hanno già notato quasi tutti in questi giorni: Kid A dei Radiohead ha appena compiuto 15 anni. Uscito il 27 settembre del 2000, a tre anni di distanza dal successo interplanetario, appunto, di Ok Computer, rappresentò uno spartiacque per la carriera della band e in generale per certa musica rock. Ecco, inutile davvero qui analizzare un album considerato in maniera piuttosto unanime dalla critica (a parte alcuni burloni e simpatici revisionisti che si divertono a provocare gli animi) tra i migliori (se non il migliore) degli ultimi vent’anni; più divertente invece cercare di capire quali, oltre a Kid A, possano essere i dischi usciti nel nuovo secolo ad aver almeno un pochino scritto la storia della musica rock (in senso lato). Che non è come dire i più belli, ma quelli che sono riusciti ad aggiungere “qualcosa”. L’ultimo di Kendrick Lamar probabilmente (come mi ha risposto in una recente intervista Eddy Cilìa, tra i critici musicali più autorevoli d’Italia), con la sua nuova sintesi di decenni di musica black e rap. Forse il Kanye West di My Beautiful Dark Twisted Fantasy per restare in tema. E poi magari l’hip-hop bianco e malato dei Clouddead, la svolta che i Wilco hanno impresso alla canzone americana tradizionale con Yankee Hotel Foxtrot, la psichedelia del nuovo secolo degli Animal Collective, l’epoca del dubstep in particolare di Burial e Shackleton. E poi? Di nomi appuntati ne avevo parecchi altri. Ma in grado di competere con i Radiohead di Kid A, a ben pensarci, forse no.


RAVENNA &DINTORNI 8/10 2015

22 Programmazione dei film in sala

CINEMACITY Ravenna

Magic Mike XXL

di Gregory Jacobs mar.: p.u. 21 (film in lingua originale)

Suburra

di Stefano Sollima mer.: 17.30-20.15-22.55

Inside Out

di Pete Docter Proiezione in 2D fer. (escluso mar.): 20.45-22.45; sab. e dom.: 15.30-16.45-17.40-20.45-22.45

Hotel Transylvania 2

di Genndy Tartakovsky Proiezione in 3D fer., sab. e dom.: p.u. 17.45 Proiezione in 2D fer.: 18.10-20.20-20.35-22.30-22.45; sab. e dom.: 15.45-16-18.10-20.20-20.3522.30-22.45

DA GIOVEDÌ 8 A MERCOLEDÌ 14 OTTOBRE in esclusiva:

Poli opposti

MUCH LOVED

Nabil Ayouch gio 8: 21.15 • ven 9 - sab 10: 20.30 - 22.30 dom 11: 17.00 - 19.00 - 21.15 lun 12 - mar 13: 21.15 (CinemaDays €3,00)

di Max Croci fer.: 17.45-20.35-22.40; sab. e dom.: 15.40-17.45-20.35-22.40

Reversal La fuga è solo l’inizio

di José Manuel Cravioto fer.: 17.45-20.35-22.40; sab. e dom.: 15.40-17.45-20.35-22.40

Telefona e prenota il tuo posto in sala

fer.: p.u. 17.50; sab. e dom.: 15.40-17.50

di Scott Cooper fer.: 17.40-20.20-22.50; sab. e dom.: 15.30-18-20.20-22.50

CINEMA MARIANI Ravenna Much Loved

Sopravvissuto - The Martian

di Nabil Ayouch gio., lun. e mar.: p.u. 21.15; ven. e sab.: 20.30-22.30; dom.: 17-19-21.15

di Ridley Scott Proiezione in 3D fer., sab. e dom.: p.u. 22.55 Proiezione in 2D fer. (escluso mer.): 17.30-20.10; sab. e dom.: 16.20-20.10; mer.: p.u. 20.10

di F. Gary Gray fer. (escluso mer.), sab. e dom.: p.u. 22.45

Padri e figlie

di Gabriele Muccino fer.: 17.55-20.20-22.45; sab. e dom.: 15.35-17.55-20.20-22.45

APPuntamento con l’@more

Cinema Mariani - Ravenna

Via Ponte Marino, 19 • Ravenna Centro • Tel. 0544 216077 www.cinemamarianiravenna.com

Black Mass L’ultimo gangster

Straight Outta Compton

Minions

di Pierre Coffin, Kyle Balda

Pixels

Ravenna

La vita è facile a occhi chiusi di David Trueba gio., ven., lun. e mar.: p.u. 21; sab.: p.u. 21.15; dom.: 16-18.30-21

CINEMA ITALIA Faenza

Proiezione in 2D sab. e dom.: p.u. 15

di Maria Sole Tognazzi

CINEMA EUROPA Faenza

Io e lei

Non essere cattivo

di Chris Columbus sab.: p.u. 17.30; dom.: p.u. 15

di Claudio Caligari gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale sottotitolata in italiano); ven., sab. e mer.: p.u. 21; dom.: 17-19-21

Ottobre Giapponese

cortometraggi, film e incontri con autori e registi giapponesi mer. e gio. 15/10: p.u. 21

CINEMA ASTORIA Ravenna

gio., ven., lun., mar. e mer.: p.u. 21.15; sab.: 18-20.30-22.30; dom.: 16-18.15-21.15

Giselle

in diretta dal Teatro Bolshoi di Mosca dom.: p.u. 17

di Max Nichols fer., sab. e dom.: p.u. 20.30

Everest

di Baltasar Kormákur Proiezione in 2D fer.: 17.55-20.25-22.50; sab. e dom.: 15.30-17.55-20.25-22.50

Magic Mike XXL

di Gregory Jacobs fer. (escluso mer.), sab. e dom.: p.u. 20.20

Sicario

di Denis Villeneuve fer., sab. e dom.: p.u. 22.40

Inside Out

di Pete Docter

CINEDREAM Faenza

Arcade Fire: The Reflektor Tapes

di Stefano Sollima mer.: 20-22.40

Suburra

Hotel Transylvania 2

di Stefano Sollima mer.: p.u. 21

gio., ven., sab. e mar.: p.u. 21.15; dom.: 17-18.45-21.15

The Program

Suburra

di Stephen Frears fer. (escluso lun.): p.u. 21.10; sab. e dom.: 18.25-21.10

di Stefano Sollima

di Genndy Tartakovsky Proiezione in 2D fer. (escluso lun.): p.u. 20.35; sab. e dom.: 18.10-20.35

The Program

Janis

di Amy Berg gio.: 20.20-22.40

Inside Out

Minions

Sopravvissuto - The Martian

di Pete Docter Proiezione in 2D fer. (escluso lun.): p.u. 20.35; sab. e dom.: 18.05-20.35

mer.: p.u. 21.15

Padri e figlie

di Chris Columbus sab.: p.u. 17; dom.: p.u. 15

CINEMA JOLLY

Everest

di Baltasar Kormákur

di Stephen Frears fer., sab. e dom.: 20.30-22.45

Life

di Pierre Coffin, Kyle Balda Proiezione in 2D

CINEMA GULLIVER Alfonsine

di Scott Cooper fer.: 20.20-22.45; sab. e dom.: 15.20-17.45-20.20-22.45

di Anton Corbijn fer. (escluso lun.): p.u. 21.15; sab. e dom.: 18.20-21.15

Io e lei

di Genndy Tartakovsky Proiezione in 2D fer.: 20.40-22.40; sab. e dom.: 15-15.30-16.50-17.40-18.4020.40-22.40

Black Mass L’ultimo gangster

di Amy Berg fer. (escluso lun.): p.u. 21.10; sab. e dom.: 18.40-21.10

di Maria Sole Tognazzi fer. (escluso lun.): p.u. 21.15; sab. e dom.: 18.35-21.15

di Jonathan Demme sab. e dom.: p.u. 21

di Max Croci fer.: 20.40-22.40; sab. e dom.: 15.30-17.50-20.40-22.40

Janis

Proiezione in 2D fer.: 17.45-18.05-18.25-20.20-20.35-22.35-22.45; sab. e dom.: 15.35-15.50-16.15-17.45-18.0518.25-20.20-20.35-22.35-22.45

Dove eravamo rimasti

Poli opposti

Hotel Transylvania 2

di Gabriele Muccino fer. (escluso lun. e mer.): p.u. 21; sab. e dom.: 18.30-21

Life

di Anton Corbijn ven. e mar.: p.u. 21; sab.: 20.30-22.30; dom.: 17-19-21

CINEMA TEATRO MODERNO Fusignano

Suburra

di Kahlil Joseph mer.: p.u. 21

CINEMA SAN ROCCO Lugo

Pixels

Per amor vostro

di Giuseppe M. Gaudino lun.: p.u. 21.15

CINEMA SARTI Faenza Life

di Anton Corbijn

di Ridley Scott Proiezione in 2D fer. (escluso mar.): 20-22.45; sab. e dom.: 15-17.45-20-22.45

Padri e figlie

di Gabriele Muccino fer. (escluso gio.): 20.25-22.40; sab. e dom.: 18.45-20.25-22.40

Everest

di Baltasar Kormákur Proiezione in 2D fer. (escluso mer.): 20.20-22.45; sab. e dom.: 15.25-17.50-20.20-22.45

ven., sab., dom. e lun.: p.u. 21

CINEMA MODERNO Castelbolognese Mia madre

di Nanni Moretti gio.: p.u. 21

Jurassic World

di Colin Trevorrow sab.: p.u. 21; dom.: 17.30-21

SALA SARTI Cervia Padri e figlie

di Gabriele Muccino sab. e lun.: p.u. 21; dom.: 17-21

INFOCINEMA Cinemacity Ravenna, via Secondo Bini 7, tel. 0544 500410 Cinema Mariani Ravenna, via Ponte Marino 19, tel. 0544 215206 Cinema Corso Ravenna, via di Roma 51, tel. 320 9022548 Cinema Jolly Ravenna, via Serra 33, tel. 0544 478052

Cinema Astoria Ravenna, via Trieste 233, tel. 0544.500410 Cinedream Multiplex Faenza, via Granarolo 155, tel. 0546 646033 Cinema Italia Faenza, via Cavina 9, tel. 0546 21204 Cinema Sarti Faenza, via Scaletta 10, tel. 0546 21358

Cinema Europa Faenza, via S. Antonio 4, tel. 0546 32335 Cinema San Rocco Lugo, corso Garibaldi 118, tel. 0545 23220 Sala del Carmine Massa Lombarda, via Rustici 2, tel. 0545 985890 Cinema Teatro Moderno Fusignano, corso Emaldi 32, tel. 0545 954194

Cinema Gulliver Alfonsine, piazza della Resistenza 2, tel. 377 7081999 Cinema Moderno Castelbolognese, via Morini 24, tel. 0546 55075 Sala Sarti Cervia, via XX settembre 98/A, tel. 0544 71964


JUNIOR LA MOSTRA

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CORSI

GIOCHI

UNA

Alla scoperta del mare al centro commerciale Esp

SCUOLA DI MUSICA AL

TEATRO SOCJALE

Ripartono i corsi della scuola di musica “Arte Teatro Socjale” diretta dal polistrumentista e compositore Christian Ravaglioli, in programma nella suggestiva cornice dello storico teatro Socjale di Piangipane. Da quest’anno, oltre a corsi per principianti di svariati strumenti (pianoforte, tastiere, canto, chitarra, fisarmonica, sax, oboe, batteria e insegnamenti di propedeutica e musica d’insieme) si terranno anche corsi proffessionali di alto livello. Tra i docenti, oltre allo stesso Ravaglioli, musicisti professionisti come Marco Bovi, Antonio Montanari, Piero Odorici, Daniela Peroni e Diego Sapignoli. Quest’anno è in programma anche un workshop di “dizione/parla bene” e di “gestione delle emozioni”, a cura dell’attrice e docente Alessandra Frabetti, coadiuvata da Maria Chiara Giordani. Info e iscrizioni: 347 3300184, 339 4888856 e arteteatrosocjale@gmail.com. La scuola è presente anche con una pagina su Facebook.

Biglie: torneo di Big Ring al Teodorico

Inaugrata il 7 ottobre, resterà aperta fino a domenica 25, nella galleria del centro commerciale Esp di Ravenna, la mostra “Mall for Sea“, una rassegna per divertirsi e imparare il valore delle risorse e dell'ecosistema marino. L'allestimento è stato realizzato in collaborazione con l’Acquario di Genova, la Costa Edutainment, la Capitaneria di Porto di Genova, con la partecipazione del Mas, il Museo Nazionale delle Attività Subacquee di Marina di Ravenna. Il percorso espositivo offre scenografie a tema, totem, oggetti museali, riproduzioni di pesci, pannelli informativi sui vari tipi di fauna del nostro mare, video hd e touch screen con giochi interattivi che accompagneranno il pubblico alla scoperta del variegato universo marino e insegneranno come utilizzare in modo sostenibile le sue risorse per “nutrire il pianeta”. L'iniziativa è rivolta a tutto il pubblcio, adulti e bambini, con momenti specifici dedicati alle scuole del territorio, invitate a partecipare a visite guidate preparate appositamente per alunni e insegnanti, messe a disposizione gratuitamente da Esp. E per l'ccasione non mancheranno piccoli omaggi e gadget per i bambini. Sono in programma visite guidate e presentazioni con il seguente calendario: dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19.30; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. La partecipazione è gratuita ed è sufficiente recarsi all’area “Mall for Sea” all’interno del centro commerciale e informarsi dagli operatori della mostra.

RAVENNA &DINTORNI 8/10 2015

Prosegue al parco Teodorico di Ravenna la rassegna “Un bigliodromo per la città”. L’appuntamento è per domenica 11 ottobre a partire dalle 15.30 con il torneo (partecipazione gratuita) di Big Ring, il gioco di biglie più giocato al mondo. Si gioca con biglie di vetro o terracotta su un campo di gioco circolare, allestito per l’occasione, del diametro di un metro e mezzo. Al centro vengono posizionate delle biglie di posta, bersaglio dei partecipanti, i quali andranno a spaccare al centro tentando di far uscire una o più biglie. Questa modalità di gioco è particolarmente diffusa nel mondo anglosassone, con lo svolgimento di numerosi tornei dalla lunga tradizione (nella foto d’epoca qui sopra un torneo in Inghilterra del 1937).

BENEFICENZA PARTE LA PREVENDITA PER LA RASSEGNA CANORA DELL’UNICEF Domenica 18 ottobre alle 15.30 si terrà al teatro Alighieri di Ravenna la 18esima edizione della rassegna canora “I bimbi per i bimbi”, organizzata dal comitato provinciale Unicef di Ravenna. La manifestazione ha lo scopo di raccogliere fondi per la realizzazione dei progetti Unicef nel mondo: all’apertura del sipario, come sempre, verrà proiettato il video esplicativo del progetto per cui si raccoglieranno fondi. Il costo del biglietto, tutto assolutamente donato ai progetti Unicef, prevede l’ingresso gratuito per i bambini fino ai 5 anni, 10 euro dai 6 ai 10 anni in qualsiasi settore, 10 euro per i posti di IV ordine, galleria e loggione, 15 euro per i posti di platea e posti di palco di I, II, III ordine. La prevendita dei biglietti avrà inizio l’8 ottobre alla biglietteria del Teatro Alighieri di Ravenna.

WORKSHOP

L’ANNIVERSARIO

BAMBINI DAI 6 ANNI CON L’ILLUSTRATORE NICOLA GOBBI

Domus Nova e Bimbi, sette giorni di eventi per tutte le famiglie

Venerdì 9 ottobre al circolo Arci Dock 61 di via Magazzini posteriori (di fronte all’Almagià), a Ravenna, è in programma un workshop dedicato ai bambini (minimo 6 anni, armati di colori) nell’ambito del festival del fumetto Komikazen. L’appuntamento è dalle 17.30 alle 19 con l’illustratore Nicola Gobbi. Per info e prenotazioni 370 3218567o 3336170022.

Il nido Domus Bimbi compie dieci anni e per festeggiare la cooperativa “L’Albero” che lo gestisce propone iniziative ed eventi (anche in collaborazione con la casa di cura Domus Nova) per una settimana intera, aperti a tutta la cittadinanza. Si parte giovedì 8 e venerdì 9 quando medici ed educatori risponderanno a domande e curiosità sulla pagina Facebook di Domus Nova. Sabato 10 ottobre, invece, è in programma la festa di Domus Bimbi: dalle 16 “Pompieropoli”, alle 16.30 e alle 17.30 Gym Mom, ginnastica per le mamme in gravidanza (è necessario portare un tappetino); alle 17.30 lettura animata. Alle 16 (per bimbi tra i 7 e i 10 anni) e alle 17 (tra i 2 e i 6 anni) ci sarà invece un laboratorio di lingua francese (posti limitati, consigliata la prenotazione all’indirizzo nidodomusbimbi@libero.it). Domenica 11 ottobre dalle 10 alle 12 alla Domus

Bimbi propone “Il gioco dello scambio”: chi lo vorrà potrà scambiare liberamente vestiario e giocattoli per bimbi sotto i dieci anni. Nelle giornate del 12, 13 e 14 ottobre i genitori, scrivendo a eventi@domusnova.it, potranno accedere a consulenze gratuite in ambulatorio con gli specialisti, che risponderanno alle domande sui propri figli. L’ultimo appuntamento è in programma giovedì 15 ottobre alle 18 con l’evento “Bimbi che mordono”: gli specialisti della Domus Nova risponderanno alle domande dei genitori e affronteranno argomenti quali: mordere quale atto di nutrizione, espressione emotiva, gioco, crescita, fisicità, esplorazione dell'ambiente. È gradita la prenotazione alla mail eventi@domusnova.it. Al termine verrà offerto un buffet ai partecipanti.


RAVENNA &DINTORNI 8/10 2015

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GUSTO

CORSI FRA VINO E ERBE TUTTO SUL VINO, DALLA VITE ALLA TAVOLA, IN TRE LEZIONI ALL’ENOTECA REGIONALE

COSE BUONE DI CASA

Ecco la scottiglia casentinese, detta anche caciucco di terra di Angela Schiavina - www.angelaschiavina.it

Si intitola “Il vino: dalla vite alla tavola” il ciclo di tre appuntamenti che Enoteca Regionale Emilia Romagna organizza alla Rocca Sforzesca di Dozza, nelle serate di martedì 13, 20 e 27 ottobre, dalle 20.30 alle 23. Accompagnati dal sommelier Vittorio Pasini e dal responsabile della mostra permanente dell’enoteca Maurizio Manzoni, i partecipanti avranno modo di scoprire tutta la filiera produttiva: dalla coltura della vite al processo di vinificazione e affinamento, fino alla conservazione in cantina e alle tecniche di degustazione. Ogni serata prevede l’approfondimento di alcuni elementi della tecnica di assaggio e la degustazione guidata di tre vini: il frutto del terreno, del clima e dell’annata si rivelerà all’occhio, al naso e al palato. La quota di partecipazione è di 95 euro; il corso è a numero chiuso e non è ammessa l’iscrizione alle singole serate. Info e prenotazioni tel. 0542.678089 info@enotecaemiliaromagna.it.

FRA GLI ORTI DI RADISA A SANTERNO ALLA SCOPERTA DELLE ERBE SPONTANEE L’azienda agricola Radisa di Santerno (via Ammonite) organizza, sabato 10 ottobre, alle ore 10, in collaborazione con la condotta Slow Food di Godo e Bassa Romagna, una visita negli orti dell’azienda alla scoperta delle erbe spontanee autunnali, come portulaca, amaranto, etc. Il percorso si avvarrà della guida di Gabriella Francesconi che parlerà delle caratteristiche e delle proprità nutritive e salutari delle piante. La visita è gratuita ma è consigliato comunicare l’adesione. Info tel. 3474524084 - 338 3829583 - slowfoodgodo@gmail.com.

Vi propongo una ricetta toscana che ho assaggiato recentemente a Firenze. È una delle tante versioni della scottiglia casentinese o caciucco di terra. Le quantità e la varietà degli ingredienti sono approssimative ed a discrezione (o gusto) di chi prepara il piatto, ma ci devono essere non meno di 7 tipi di carne. Si ricorda, però, che la selvaggina ha un gusto particolare e non a tutti piace. Ingredienti: 1,5 kg di carni miste (vitello, manzo, pollo, coniglio, maiale, faraona, piccione, anatra, tacchino, oca, agnello e chi più ne ha, più ne metta), cipolle, sedano e carote, 2 spicchi d'aglio tritato, basilico, prezzemolo, 3 cucchiai di olio evo, 2 peperoncini, il succo di 2 limoni, 2-3 bicchieri di vino rosso, 500 gr. di passata di pomodoro, brodo di carne, fette abbrustolite di pane toscano, sale e pepe. Preparazione: tagliate a pezzetti le verdure e tritate uno spicchio d'aglio. Mettere l’olio in un tegame di coccio e soffriggervi lentamente il tutto, insaporendo con il peperoncino intero. Fare appassire il soffritto poi togliere il peperoncino e aggiungere tutte le carni disossate e tagliate a pezzetti. Rosolare bene il tutto rigirando spesso. Bagnare con il vino rosso, lasciar sfumare poi versare la salsa di pomodoro, lasciar cuocere per almeno due ore aggiungendo brodo bollente, salare e pepare. Lasciare addensare il sugo, terminando così la cottura. Aggiungere il prezzemo e il basilico tritati. Strofinare le fette di pane tostate con uno spicchio d'aglio, e bagnarle con il succo di limone, disporle in un vassoio e versarvi sopra la scottiglia. Secondo il mio parere si potrebbe servire anche con fette di polenta abbrustolita.

LO STAPPATO

Blanc de Morgex Brut 2013, ottime bollicine dalla Valle d’Aosta di Fabio Magnani - glistappati@gmail.com

SAGRA IN COLLINA A CASOLA L’AUTUNNO DEI FRUTTI DIMENTICATI Sabato 10 e domenica 11 ottobre (dalle 10 di mattina alle 8 di sera) torna in centro storico a Casola Valsenio la “Festa dei Frutti Dimenticati”: un fine settimana in collina per scoprire, assaggiare e acquistare, nel variopinto mercatino, mele cotogne, giuggiole, sorbe, nespole, pere volpine, azzeruole da tempo assenti nei mercati e nelle dispense. In vendita anche marmellate e liquori rcavati dai frutti, oggetto pure di un concorso. Frutti dimenticati e altre specialità autunnali del bosco rientrano anche nei menù proposti per l’occasione da stand e ristoranti casolani. L’appuntamento continua anche il 17 e 18 ottobre, sempre con i frutti ma anche con i marroni di Casola.

Rare volte vi scrivo dei vini della Valle d’Aosta, regione spesso dimenticata un po’ da tutti. Ma i vini prodotti da quelle parti posso garantirvi, sono di recente ritorno, sono davvero interessanti. Stappiamo quindi lo spumante dell’azienda “Cave du Vin Blanc” e assaggiamo il “Blanc de Morgex et de la sale Brut” 2013. Si tratta di un metodo classico, rifermentato in bottiglia quindi, dal naso fine e piacevolissimo. Odori di lievito, crosta di pane e sale. Note verdi, fresche, di erbe aromatiche che ricordano la salvia e l’origano appena colto che si mescolano a odori di burro. La bocca è di piacevole freschezza acida e si trova corrispondenza col naso. Manca un po’ di proiezione e di compattezza. Carbonica fine anche se non particolarmente cremosa. Tende a frantumarsi con un po’di anticipo sul finale ma nulla che mini la gradevolezza del vino stesso. Sapidità appena salata con sfumature di gesso in chiusura. Un vino buono, piacevolissimo al naso e nel ritmo al palato, di facile abbinamento con piatti di pescato.

INFOPROM

Da Milk dolcezze bio e artigianali Tutti da provare i gusti autunnali, waffel, crêpe e cioccolate in tazza

Da Milk a Ravenna, in via Cavour 92, il gelato è completamente naturale perché realizzato con ingredienti biologici, dal latte alle uova, dallo zucchero di canna, e fino al cacao, alla vaniglia e al alcune puree di frutta. Un prodotto realmente artigianale, senza il ricorso a basi o preparati ed evitando scrupolosamente l’utilizzo di omogeneizzanti, grassi vegetali raffinati o idrogenati, coloranti, conservanti, aromi e ogm, per un gusto puro e unico. Proprio in virtù del rispetto della filosofia di qualità e genuinità, i gusti cambiano in base alla stagionalità. Tutte da provare sono le novità dell’autunno: la crema di marroni, il miele-noci, l’arachide salata, il melograno, il mirtillo e il cheese-cake alla cannella con cioccolato fondente e marmellata di arancio. E non finisce qui, in quanto – con l’arrivo della stagione più fredda – Milk propone anche waffle e crêpe con le marmellate e la nocciolata Rigoni bio. A breve saranno inoltre disponibili golose cioccolate calde che renderanno ancor più allettanti le passeggiate in centro.

Milk, via Cavour 92 Ravenna tel. 0544 200272 - www.gelatimilk.com

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da 60 anni

Dal 1955 il caseificio SICLA porta in tavola tanta allegria, energia e sapori che si abbinano piacevolmente con tutti gli altri alimenti. Antipasti, primi, secondi e dolci: il formaggio è un alimento completo, ricco di energia che si combina con tutte le pietanze della cucina 48018 Faenza (RA) mediterranea, per una alimentazione Via G. Verdi 27 Tel/Fax 0546.22051 equilibrata e moderna.

GELATERIA

Martedì 13 ottobre, ore 21

Sabato 24 ottobre, ore 16:30

Claudio Balella

...un pomeriggio al planetario

Decimo pianeta: dai sumeri ad oggi cosa c'è in fondo al sistema solare?

Marco Garoni: Le stelle d'autunno (attività a adatta a bambini a partire dai 6 anni)

Martedì 20 ottobre, ore 21

Domenica 25 ottobre, ore 10.30

Agostino Galegati: Il cielo dei Samurai

Osservazione del sole

(in collaborazione con A.S.C.I.G.)

(ingresso libero e cielo permettendo)

Venerdì 23 ottobre, ore 21

Martedì 27 ottobre, ore 21

Osservazione della volta stellata (ingresso libero e cielo permettendo)

Massimo Berretti La nebulosa Granchio

Info e prenotazioni: Planetario di Ravenna, Viale S. Baldini, 4/a - 48121 Ravenna tel. 0544.62534 Lunedì-Venerdì 8.00-12.30, Martedì e Venerdì 21-23 www.racine.ra.it/planet - email: info@arar.it - Ingresso intero€ 5, ridotto € 2 - Prenotazione consigliata


SALUTE RAVENNA FARMACIE

Malachite e rucola per la cosmesi dell’uomo La linea Mosaico appositamente pensata per le caratteristiche della pelle maschile Dopo aver pensato a una linea cosmetica per la donna, a base di ozonidi, acido ialuronico e principi attivi antiage vegetali, Ravenna Farmacie ha lanciato anche Mosaico Uomo, con prodotti facili da usare e a rapido assorbimento, non filmogeni, ed efficace, in grado di distendere lo sguardo, idratare e lenire la pelle irritata dalla rasatura. «L’uomo si avvicina sempre più al mondo della cosmesi – dice Lucia Cicognani, addetta al reparto cosmesi della farmacia comunale n. 8 – e lo fa recandosi personalmente alla ricerca del prodotto. Il suo è un approccio pragmatico postato a riconoscere valore a ciò che offre benefici reali ed evidenti. La pelle dell’uomo è strutturalmente piuttosto grassa o mista, più spessa di circa il 16 per cento rispetto a quella della donna, quindi più resistente, ferma e tonica. È vero dunque che l’uomo mantiene più a lungo un aspetto giovanile, ma va considerato che la rasatura quotidiana rappresenta un’aggressione importante che riduce il film idrolipidico di protezione, creando micro traumi, disidratazione, arrossamento e irritazioni. Considerando poi che molti sono anche sportivi, l’uomo cerca creme da giorno ad alta tollerabilità, che non brucino gli occhi, che non colino e siano resi-

Lucia Cicognani, in forze alla farmacia n. 8, con i prodotti della linea Moaico Uomo e Donna, entrambi con il packaging firmato Annafietta

stenti all’acqua». A livello di principi attivi, l’intera linea contiene l’estratto di malachite dalle riconosciute proprietà antibatteriche che agisce sulla proliferazione cutanea. È capace di inibire l’attività del radicale superossido al 95 per cento, rappresentando così un’ottima difesa della pelle. D’altra parte le pietre preziose, conosciute fin dall'antichità per le loro proprietà benefiche, sono spesso utilizzate come ingredienti nei

trattamenti di bellezza. I minerali sono indispensabili per la salute e la gioventù della pelle, in quanto apportano gli oligoelementi catalizzatori delle principali reazioni vitali delle cellule. I prodotti contengono anche l’estratto di rucola, ricco in isotiocianoidi che proteggono efficacemente la pelle dai radicali ossidativi. Mosaico Uomo comprende tre prodotti: l’esfoliante viso, il balsamo lenitivo e la crema contorno

«Tre prodotti

ipoallergenici con profumazione alla brezza di mare

»

occhi, borse e occhiaie. Il primo è un gel vellutato, dolcemente schiumogeno, che garantisce una pulizia della pelle istantanea, grazia alla dispersione omogenea di sferette di riso che levigano la pelle e asportano le impurità. La pelle è immediatamente asciutta, levigata e il sebo in eccesso rimosso. Il balsamo lenitivo è leggero e ad assorbimento immediato, lenisce dal fuoco della lama ma dà anche sollievo alla pelle che è rimasta troppo esposta al sole. L'utilizzo di questo prodotto evita la disidratazione rafforzando la barriera cutanea. Contro lo sguardo stanco e spento, contro le rughe marcate, c’è poi la crema contorno occhi che rende la pelle elastica e idratata attenuando borse e occhiaia, migliorando la microcircolazione. Tutta la linea è ipoallergenica, priva di priva di conservanti e parabeni, con una leggera profumazione che richiama la brezza di mare e la pineta. Molto curato anche il packaging: la confezione esterna è un mosaico creato appositamente dall’artista Anna Fietta, continuando così il cammino intrapreso per tutta la linea. È stato poi studiato un meccanismo che con un clic fornisce la giusta quantità per il trattamento del viso e del contorno occhi. Roberta Bezzi

RAVENNA &DINTORNI 8/10 2015

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SALUTE • BENESSERE

26 GYM ACADEMY

INFOPROM

Corsi di ginnastica ritmica dai principianti all’agonismo Gym Academy quest’anno dà il benvenuto alla nuova insegnante Nicoletta Vezzali, responsabile della Sezione Ritmica a Ravenna, in particolare insegnante del corso di agonismo e avanzato grande. Nicoletta è una ex ginnasta agonista con una esperienza lavorativa in questo campo da più di 10 anni. Per lei questo ruolo da responsabile è un’importante opportunità di crescita professionale. Nicoletta da quest’anno è affiancata da altre tre bravissime e qualificate insegnanti: Sara Sergi, insegnante della sezione avanzato piccole e aiutante della sezione agonistica, è specializzata in fisioterapia, nel settore posturale, è una preparatrice atletica e insegnante di danza. Sara è entrata da due anni nel mondo della ritmica e per lei è stato un rinnovarsi professionalmente e una crescita sulla conoscenza di nuove tecniche di espressività corporea con l’aiuto non solo del corpo ma anche di piccoli attrezzi. Antonella Montanari, insegnante della sezione avviamento (corso di base), laureata in scienze motorie, tecnico regionale di ritmica e artistica. Antonella ha sempre svolto questo lavoro e ha portato fino a 5 anni fa le ragazze in gara, ora che i suoi figli sono grandi è tornata per collaborare con Nicoletta e Sara. La più giovane Noemi Antonelli, aiuto insegnante della sezione avviamento insieme ad Antonella, è tutt’ora un’allieva agonista della sezione Ravenna Ritmica. Da due anni Gym Academy le ha assegnato questo ruolo per farla crescere sia professionalmente che caratterialmente. L’insegnamento in Gym Academy viene svolto con molta dedizione e passione, perché l’obiettivo è non solo far crescere le ragazze e bambine dal punto di vista fisico ed espressivo, ma anche creare tra atlete, insegnanti e genitori un ambiente armonioso. Le vere protagoniste di questo sport però sono le allieve, che con molto impegno e tanto sforzo fisico portano a casa risultati buoni e soddisfacenti. Per informazioni sui corsi di ritmica a Ravenna contattare l’insegnante Nicoletta al numero 342 9224733 oppure per informazioni sui corsi in generale contattare la segreteria al numero 0544 31371. www.gymacademy.ra.it

ARIETE

Scenari nuovi si aprono nel lavoro, anche economici, soprattutto se riuscirete a fronteggiare quel peso da un quintale legato agli zebedei che sono certi colleghi con il q.i. di una prugna sotto spirito. L’amore ripiglia vita, specie in fatto di sex, ma fate attenzione e non fate i fedifraghi.

TORO

Marte tornato amico vi fa scattare nel lavoro e porta incontri utili all’autostima e alle finanze. L’amore rassicura e il sudombelico ingolosisce, neanche fosse la versione suina di Obelix sempre in cerca di bocconcini prima di menar le mani. E non occorre specificare di quali bocconcini.

GEMELLI

I doveri vi trascinano da una parte all’altra, e gli ormoni sono animati da curiosità extraterritoriali. Mediate fra questi opposti richiami, per non cadere nell’isteria, dannosa anche per l’incolumità di chi vi sta vicino Qualche dubbio o preoccupazione potrebbe però risolversi nel fine settimana.

CANCRO

Godete degli ingredienti astrali giusti per una svolta positiva in ogni campo, ma soprattutto nel lavoro, che se pure richiede glutei cubiformi, porta soddisfazioni. Anche la vostra energia passionale gode di ottima salute. Approfittatene per guadagnare gli ormoni perduti con chi vi piace.

LEONE

Voi state all’organizzazione come i giudici di Masterchef alle polpette di piccione. E ciò vi fa ottenere ottimi risultati, specie nel lavoro, che arriva, si sblocca e vi fa guadagnare. Anche se qualcuno o qualcosa vi trifola gli zebedei, l’amore propone un menù a base di brasato di suino.

VERGINE

Come capacità di persuasione non vi batte nessuno. Il problema è la vostra tolleranza da sorella con le caldane di Terminator. Ammorbiditevi e tante relazioni, sociali e lavorative, vi premieranno di più. In amore è tempo di confetti. Lassativi. Tanto è l’effetto che vi fa il partner.

IL FARMACISTA RISPONDE

L’ESTETISTA RISPONDE

Un valido aiuto contro il raffreddore

Oxygen Days da Sina Estetica

a cura di Fabio Francesconi

a cura di Sina Monaco

Con l’arrivo dell’autunno, iniziano anche i primi malanni di stagione, raffreddore in primis. La natura può venire in aiuto: c’è, per esempio, il Pelargonium sidoides, una varietà di Geranio originaria della regione sudorientale del Sudafrica, che da tempo è considerata patrimonio della medicina tradizionale dei popoli indigeni, in quanto da loro impiegata per curare numerose patologie a carattere infettivo e non, come malattie respiratorie, disturbi gastro-intestinali, disturbi mestruali. L’interesse verso questa pianta iniziò all’inizio del ’900 dopo che lo studioso inglese Charles Henry Steven, mandato in sud Africa per curarsi dalla tubercolosi, guarì dopo pochi mesi grazie al consiglio dello sciamano zulù di assumere per due volte al giorno il decotto delle radici di Pelargonium sidoides. Esistono oggi più di venti studi clinici che confermano l’efficacia di tale pianta, in particolare sulla remissione dei sintomi tipici del raffreddore comune e di bronchiti, classificandola come un potente batteriostatico e immunostimolante. In particolare, è stato osservato che l’assunzione di preparati a base di Pelargonium sidoides, al primo esordio dei segni di infezione respiratoria, riduce o risolve i sintomi, riduce il rischio di complicanze causate da infezioni batteriche e permette un più rapido recupero dello stato di benessere, riducendo quindi l’impiego di altri farmaci, in particolare di antibiotici. Un altro vantaggio è poi che gli estratti delle radici sono ben tollerati dall’organismo e utilizzabili anche in età pediatrica. Ad oggi, in Italia, il Pelargonium sidoides è stato registrato come farmaco vegetale di uso tradizionale ed è utile non solo nel trattamento delle infezioni respiratorie di natura virale, ma anche come valido aiuto nella prevenzione delle malattie broncopolmonari croniche al fine di ridurre la carica batterica e potenziare le difese immunitarie. Per saperne di più e provarlo, basta rivolgersi al personale qualificato di FARMACHL.

Sina Estetica e Benessere consiglia di partecipare all’evento organizzato dal 12 al 24 ottobre per lanciare la nuova linea Oxygen di Diego Dalla Palma Professional, trattamento ossigenante che dona una sferzata di ossigeno e vitalità alla pelle del viso, allontanando le tossine e stimolando il microcircolo favorendo l’ossigenazione dei tessuti, restituendo freschezza e luminosità. Aderire avrà un doppio vantaggio: il trattamento a soli 25 euro più un buono da 25 euro da usare su un prodotto specifico consigliato o su l’acquisto di un pacchetto viso, da non perdere!

Il dott. Fabio Francesconi, farmacista, e il suo staff vi aspettano a FARMACHL via Rotta 65/A, Ravenna tel. 0544 452005, cell. 346 2347362 Facebook: Farmachl Ravenna Compra online www.farmachlravenna.com

Sina Monaco vi aspetta al Centro Sina Estetica e Benessere via Copernico 49 Ravenna (zona Galilei) Apertura lunedì e giovedì dalle 12 alle 20, martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 9 alle 18 Info e prenotazioni: cell. 391 3956064 sinaesteticaebenessere@hotmail.com Facebook: Sina Estetica e Benessere

BILANCIA

Le decisioni che prendete sembrano azzeccate. Forse perché avvertite una urgenza dentro di voi, che non sentivate dal primo Governo Berlusconi. Poi la faccia di glutei che vi caratterizza, vi fa infiltrare e ottenere. Anche in fatto di fornicazione. Solo in fatto di soldi permane un po’ di sfiga.

SCORPIONE

Il lavoro stressa e la famiglia vessa. Nonostante questo il periodo risulta proficuo anche se dovete farvi due glutei grandi come la Darsena di città. Consigliarvi di rallentare sarà come posare una tortorina davanti a un gatto. In compenso, l’amore raggiunge la sufficienza e l’ormone la lode.

SAGITTARIO

La triade Mercurio, Venere e Sole, riesce là dove il vostro pragmatismo latita. Così siete creativi, vivaci e colpite tante persone, utili non solo al vostro lavoro, ma anche ai vostri affari privati. Solo nel fine settimana fate attenzione a non restare in casa con il partner. Potreste annoiarvi a vicenda.

CAPRICORNO

Talvolta capire ciò che gli altri vogliono da voi è come rispondere al quesito di Amleto. Non azzannate safene e carotidi, siate disponibili a chiarire, soprattutto con voi stessi, e a mediare con gli altri. Il lavoro però sorprende e si espande e gli euro se non aumentano, neanche calano per le spese.

ACQUARIO

Le soste nelle piazzole della sfiga sono un ricordo, anche se qualcuno di voi continua a non accorgersene e applica su colleghi e collaboratori la stessa tolleranza di un alligatore addestrato dalla Gestapo. Per fortuna il fine settimana vi renderà più miti e disponibili nei rapporti.

PESCI

Chiarirsi è sempre meglio, ma se si sbaglia l’incipit, si mette subito l’altro sulla difensiva o, peggio, sull’offensiva. Ricordatelo, sia nel lavoro che in amore, e non dimenticate che la fiducia e la lealtà altrui è un bene deperibile e più rara di un politico che rinuncia al vitalizio da parlamentare.


INFOCITTÀ FIDO IN AFFIDO

FARMACIE

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QUALITÀ DELL’ARIA IQA dal 28 settembre al 5 ottobre 2015 Lun Mar Mer Gio Ven Sab Dom Area urbana di Ravenna

Legenda IQA Buona

Accettabile

Mediocre

Scadente

Pessima

L’IQA (Indice di qualità dell’aria) rappresenta sinteticamente lo stato complessivo dell’inquinamento atmosferico. Viene calcolato sulla base dei livelli di concentrazione degliinquinantipiùcriticidelnostroterritorio:particolatofine(PM10),biossidodiazoto ed ozono. Maggiori informazioni sull’indice e le previsioni regionali di qualità dell’aria sono consultabili al sito: http://www.arpa.emr.it/v2_aria.asp?idlivello=134&tema=previsioni. Le stazioni utilizzate per il calcolo dell’indice di qualità dell’aria di Ravenna sono quelle dell’area urbana: Rocca Brancaleone, Caorle e Zalamella. Infunzionedelsuo valore si individuano cinque classi di qualità dell’aria. I dati giornalieri di Qualità dell’Aria relativi alla Provincia di Ravenna sono consultabili al sito: http://service.arpa.emr.it/qualita-aria/bollettino.aspx?prov=RA. L’andamento giornaliero delle concentrazioni di polveri PM10 in Emilia-Romagna è consultabile al sito: http://www.liberiamolaria.it

A cura del Comitato UISP di Ravenna via G. Rasponi, 5 - RA tel. 0544.219724 - fax 0544.219725 E-mail: ravenna@uisp.it - www.uisp.it/ravenna

CORSI/1 PALLANUOTO NELLA PISCINA COMUNALE Se hai dai 7 ai 12 anni e cerchi un’alternativa ai corsi di nuoto, Uisp Ravenna promuove lezioni di pallanuoto in collaborazione con gli allenatori della squadra ravennate che milita in serie B. Lezioni tre volte a settimana, lunedì, mercoledì e venerdì presso la piscina comunale in via Falconieri dalle 15 alle 17. Prima ora dedicata ai giovani dai 7 ai 9 anni, mentre il secondo turno, dalle 16 alle 17, riservato ai ragazzi tra i 1012 anni. L’esperienza del nuoto Uisp incontra la tecnica e la conoscenza della pallanuoto. L’obiettivo del corso è avvicinare i giovani allo sport di squadra in modo professionale e divertente, insegnando le regole della pallanuoto passando dal gioco con la palla alla costruzione di una squadra. Informazioni e iscrizioni, ufficio Uisp Ravenna tel. 0544 219724

CORSI/2 FORMAZIONE PER OTTENERE IL BREVETTO DI PRIMO SOCCORSO Sabato 17 e 24 ottobre le prime date dei corsi di formazione BLS-D in collaborazione con il 118 di Ravenna. Lezioni di 5 ore per ottenere il Brevetto per interventi di primo soccorso e uso del defibrillatore. Dal 1° gennaio 2016 ogni responsabile di corso fitness, squadre agonistiche o attività motoria dovrà possedere il Brevetto BLS-D (Basic Life Support con Defibrillatore). Uisp in collaborazione con il 118 di Ravenna propone a tutti i soci e associazioni affiliate corsi di formazione per apprendere le manovre di primo intervento su vittima colpita da arresto cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico. La finalità del corso BLS-D è trasmettere un metodo che consenta di gestire le prime manovre in caso di vittima colpita da morte cardiaca improvvisa. Le prime date disponibili sono sabato 17 e sabato 24 ottobre presso la sede in via G. Rasponi 5. Due i momenti formativi nella stessa giornata: dalle 8.30 alle 13.30 e secondo turno dalle 14.30 alle 19.30. Quota soci euro 60,00 comprensiva di materiale didattico e brevetto. Informazioni e iscrizioni ufficio Uisp tel. 0544 219724

CALCIO

Il 26 ottobre scade il termine per presentare la denuncia dei redditi integrativa per recuperare le agevolazioni non dichiarate a luglio. Quindi fino al 26 ottobre è possibile inserire nella dichiarazione dei redditi presentata a luglio, le spese che danno diritto a sconti fiscali non inserite a luglio. Per le dimenticanze o le omissioni si può ancora correre ai ripari per aggiustare il conto col fisco. Limare qualcosa sull’importo dovuto al fisco per chi è a debito, o guadagnare un credito d’imposta maggiore per chi invece ha già pagato di più del dovuto. La scadenza di lunedì 26 per il 730 integrativo è una sorta di ultima chiamata soprattutto per chi ha dimenticato di inserire una spesa che dà diritto al bonus all’interno del modello. Le dimenticanze più comuni sono in genere gli anticipi ristrutturazioni o interessi passivi sui mutui più bassi di quanto effettivamente dovuto. Per chi invece ha situazioni diverse (un minor credito o addirittura un debito d’imposta) non sindacale resta che la strada di presentare Associazione piccoli proprietari il modello Unico. Un’ipotesi a immobiliari parte è rappresentata invece dal Ravenna V.le Galilei 81/83 730 rettificativo (scadenza il 10 tel. 0544 470102 0544 470075 novembre), utilizzabile quando fax info@asppi.ra.it gli errori nel modello già inviato www.asppi.ra.it non siano dovuti al contribuen- Faenza Via Cavour, 25 tel. 0546 25807 te, ma al soggetto che ha presta- faenza@asppi.ra.it to assistenza fiscale. Lugo Via Manfredi, 41 Asppi consiglia di fare una veri- tel. 0545 33356 lugo@asppi.ra.it fica della propria documentazione per le valutazioni del caso SERVIZI AI SOCI - Gestione contratti e in caso di dubbi di rivolgersi di locazione ad un Centro di Assistenza Fi- - Assistenza legale -Consulenza condominiale scale. ASPPI-CAF è un Centro fiscale autorizzato, le consulenze per gli associati sono gratuite.

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Terza edizione per il Campionato Lezioni serali categoria Amatori. Si parte il 10 a Ravenna e Savarna Sabato 10 ottobre al via il Campionato di calcio a 11 Uisp riservato alla categoria Amatori. La manifestazione, da quando è organizzata dall’unione delle Leghe Calcio di Ravenna, Lugo e Faenza-Imola ha raggiunto la terza edizione e attualmente coinvolge un migliaio di atleti e dirigenti appartenenti a 31 formazioni iscritte. Il Campionato Romagnolo 2015-2016 si disputerà sui campi di calcio affiliati Uisp della Romagna da ottobre a marzo con la formula a gironi e successivi play-off che termineranno nella stagione primaverile. La formula, quest’ anno, prevede tre gironi suddivisi con criteri di territorialità, giornata di gioco e, per la prima volta, anche con criteri di merito, infatti le prime 9 società classificate nello scorso campionato sono state suddivise equamente nei tre gironi per rendere il più possibile omogenee le forze in campo. Come nelle passate edizioni, vero punto di forza del campionato amatoriale sarà il lungo confronto durante i play-off, dove le squadre dei tre gironi si incontreranno fra loro per conquistare la coppa. Presente e pronta a difendere il titolo della scorsa stagione l’AC Bizzuno vincitrice della serie A.

Il Comitato Uisp di Ravenna promuove lezioni di Zumba, il fitness che “va di moda”. Corsi aperti a tutti, quattro volte a settimana a scelta presso le palestre di Ravenna e Savarna. Insegnanti qualificati e prezzi accessibili in puro stile Uisp. Dal 28 settembre oltre all’avvio dei corsi in piscina, marchio di fabbrica Uisp, sono iniziate le lezioni di Zumba, la ginnastica a corpo libero a ritmo latino-americano. Si svolgono presso le palestre Microkosmos in via Borghi 12 a Ravenna e al Palasport in via dell’Artiglio 19 a Savarna. Lezioni serali di un’ora, a Ravenna lunedì e mercoledì dalle 19, a Savarna martedì e giovedì dalle 20.30. Iscrizioni e informazioni ufficio Uisp via G. Rasponi 5 Tel. 0544 219724.


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inserto di Ravenna&Dintorni giovedì 8 ottobre 2015

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inserto di Ravenna&Dintorni giovedì 8 ottobre 2015

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