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FREEPRESS n.760

15-21 MARZO 2018

CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT •

AL MERCATO DEL LAVORO Numeri e dati sulla disoccupazione, corsi di formazione e colloqui: l’incontro (difficile) tra domanda e offerta Foto di Adriano Zanni

Prezzo € 0,08 COPIA OMAGGIO ISSN 2498-9495



INTRO / 3 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

SOMMARIO

IL COMMENTO

7 Mentre ridete del Sud, ricordatevi che i 5 Stelle sono primi anche qui di Luca Manservisi

Anche ai Caf di Ravenna pare siano arrivate richieste per il tanto chiacchierato reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle e un giornale locale ha provato a montare il caso pure qua. Cavalcando la notizia-non notizia delle presunte file fuori dai Caf del Sud-Italia già il giorno dopo le elezioni vinte (si fa per dire) dai 5 Stelle, senza però ancora neppure in lontananza un Governo 5 Stelle. Con tanto di titoloni ovviamente facilmente strumentalizzabili (e poi strumentalizzati) da tutti gli altri partiti. Detto che poi, dopo qualche verifica, pare che in realtà non fosse esattamente gente in fila per il reddito di cittadinanza (con tanto di smentita dei Caf che parlano invece dell’alta richiesta per il reddito di inclusione già varato dal precedente Governo Gentiloni), l’occasione era comunque assai ghiotta per farci dell’ironia 2.0, sui cafoni del sud, quei poveracci che non hanno voglia di fare nulla e che corrono a chiedere l’assegno dello Stato dal partito per cui hanno appena votato. Un momento davvero triste in cui in particolare radical-chic di sinistra che di solito si indignano (e pure giustamente) per qualsiasi rutto di Salvini hanno fatto a gara a fare battute impregnate (più o meno esplicitamente) di razzismo nei confronti dei meridionali, inutile nasconderlo o far finta di niente. Sotto lo sguardo soddisfatto di chi è stato il più grande sconfitto dell’ultima tornata elettorale, il Pd, che in qualche modo doveva giustificare la debacle. Facile, quindi, dare la colpa al Sud e ai meridionali che (nella migliore delle ipotesi, quando non si scomodano le mafie) avrebbero abboccato fin troppo facilmente alle promesse elettorali irrealizzabili dei tanto odiati 5 Stelle (come d’altronde grossomodo dichiara anche in un’intervista poche pagine più avanti il neo-rieletto senatore faentino del Pd Stefano Collina). Fossi in loro, negli sconfitti, non ne sarei così sicuro. Innanzitutto anche solo perché il Movimento 5 Stelle, qualcuno forse dovrà farglielo nuovamente notare, è il primo partito anche in Emilia-Romagna e lo è diventato pure nella rossa Ravenna. In una regione – anche questo andrà ricordato – che ha da poco introdotto il reddito di solidarietà (e tra “solidarietà”, “inclusione” e “cittadinanza” è facile confondersi e quindi fare le file per chiedere lumi al Caf, anche prima delle elezioni) e in una provincia dove a richiederlo sono state solo nei primi quattro mesi circa mille famiglie. Ecco, forse non è stato il reddito di cittadinanza a fare la differenza. Forse un partito di sinistra dovrebbe semplicemente essere in grado di fare una seria autocritica e cercare di capire come riuscire di nuovo a “parlare” con chi è costretto a chiedere sussidi, piuttosto che ridere di loro e trovare una giustificazione alle proprie sconfitte elettorali.

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L’INTERVISTA CAVINA NELLA SUA CASOLA DOVE VINCE LA DESTRA

POLITICA IL DOPO VOTO SECONDO IL SENATORE COLLINA

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COPERTINA DATI E ANALISI SUL MERCATO DEL LAVORO

INIZIATIVE TEATRO, ARTE E SPORT CONTRO IL RAZZISMO

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SPORT PALLAVOLO: VERSO I PLAYOFF, INTERVISTA AL GRANDE EX

TEATRO IL MACBETH IN SARDO CHE HA VINTO IL PREMIO UBU

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I-XII

LIBRI IN ARRIVO DAVID SZALAY CON LA SUA EUROPA D’OGGI

INSERTO CENTRALE ANTEPRIMA DEL RAVENNA FESTIVAL MAGAZINE

da pagina

32 INSERTO DI ANNUNCI IMMOBILIARI

RD &

Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Gianluca Achilli, Maria Cristina Giovannini (grafica). Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Galeati, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Guandalini, Giorgia Lagosti, Sabrina Lupinelli, Fabio Magnani, Alessandro Montanari, Enrico Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni. Fotografie: Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: Gianluca Costantini. Redazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 redazione@ravennaedintorni.it

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001

Anno XVII - n. 760

Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: commerciale1@reclam.ra.it; tel. 0544 408312 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872 Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola

Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA

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4 / PUNTI DI VISTA RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

LETTORI

FULMINI E SAETTE

La redazione risponde

“Nessun vero riparo” (Casalborsetti) di Adriano Zanni

LA SINISTRA È ORMAI LONTANA DALLE PERSONE A una settimana dal voto scrivo da semplice cittadino che così vuol pensare e dire. Soprattutto a chi dovrà dare forma a un governo o a chi dovrebbe assumersi la responsabilità, a chi ha già governato e a chi ha sperato in una sinistra che non c’è. Anche a livello locale il M5stelle è il primo partito eppure non ha referenti locali, quasi un paradosso. E la sinistra dov’è? Distante dalla vita delle persone e persa nello snobismo irriverente del non sentire vicino chi è debole e discriminato. Lo dico al Pd, ma anche a Leu e anche a Potere al Popolo. Racconto di vita di due persone deboli: mia madre Loredana per una visita oculistica ha aspettato 7 mesi. Ha tanti mali diversi e si deve comprare spesso medicine e prende nel complesso 700 euro di pensione e paga nelle case popolari 106 euro di affitto. Sinistra che non aumenta le pensioni, che dice che la sanità pubblica e il welfare funzionano, che dà in mano ai privati la sanità, che non rispetta le persone. Anche io sono un working poor, 7 mesi per un’ecografia all’addome, medicine a mio carico e poi o paghi le visite intramoenia o hai il medico che capita e i migliori spesso sono dai privati. La sinistra lascia soli gli anziani e nella nostra città prolificano case famiglia, fa appalti per far scontrare i lavoratori tra loro e mette i servizi all’asta al ribasso. E il suo “popolo” è distante, lontano, disilluso, amareggiato e arrabbiato. Ivano Mazzani, Ravenna

Gentile Ivano, la sua analisi è quella fatta da molti commentatori per spiegare la debacle della sinistra e di certo è un elemento da tenere in considerazione. Quanto questa distanza sia effettiva o percepita poco cambia, di certo ciò che abbiamo scoperto in queste elezioni è che c’è voglia di un cambiamento per-

ché è diffuso un malessere che colpisce larghe fasce della popolazione che si sono trovate più povere e sole e arrabbiate, appunto. Ed era difficile pensare che il cambiamento potesse arrivare dal partito al governo, o da una realtà come Leu che dentro aveva chi era stato al governo o dal piccolo Pap, peraltro sconosciuto ai più.

LA POSTA DEL CUORE L’innamoramento? Come guidare una Ferrari in curva... di Enrico Ravaglia *

Caro dottore, sono una donna di trent’anni, credo di essere una ragazza piacente e fino ad oggi nelle relazioni che ho avuto ho prevalso io. Mi spiego meglio, ho sempre avuto la sensazione di mantenere il controllo, di essere io a dare le carte. Devo contemporaneamente riconoscere che non sempre queste storie hanno suscitato in me un grande trasporto emotivo, ma questa mia condizione di forza ha favorito il mio voler continuare la storia. Oggi ho iniziato una nuova relazione, dalla quale mi sento molto coinvolta, ma la mie sensazioni di forza e controllo sono venute meno. Mi sento entusiasta ma al tempo stesso destabilizzata. Rimpiango la sensazione di sicurezza che provavo nelle storie precedenti, anche se il coinvolgimento era quello che era. Lettera firmata La prima immagine a cui mi portano le sue parole è una Ferrari attuale. Ricca di supporti tecnologici: dal controllo di trazione, alla possibilità di regolare la potenza del motore. C’è un dispositivo che interviene se una curva è presa a un velocità eccessiva, evita alla macchina di sbandare. Sono tutti dispositivi che consentono di vivere l’esperienza di guidare una Ferrari. Ma al prezzo di privarsi di quelle emozioni che si potrebbero provare avendo il coraggio di rinunciare a questi dispositivi. Serve sì coraggio, ma anche capacità di guida, altrimenti si va fuoristrada alla prima curva. Portiamo il paragone alla sua vicenda. Ma prima mi consenta una premessa. Tra le caratteristiche dell’innamoramento c’è l’affidarsi all’altro, l’accettare di dipendere e consegnare molto potere. Le cito direttamente un passaggio di Freud «L’io (il concetto di “io” è davvero articolato e complesso, ma per forzatamente sintetizzare qui una definizione, possiamo dire che per io si intende la parte cosciente della persona in questione, in questo caso Lei che mi scrive) diventa sempre meno esigente, più umile, l’oggetto (il ragazzo di cui si è innamorata), sempre più magnifico, fino a impossessarsi da ultimo dell’intero amore che l’io ha per sé». È quindi comprensibile che la persona si metta in guardia. Rischia molto ed allora il coraggio citato all’inizio, nell’esempio della macchina sportiva, qui significa coraggio alla rinuncia di una condizione di sicurezza (intesa come meccanismo di protezione contro le minacce dell’ambiente) e la “capacità”, che prima riguardava l’abilità di fare un buon controsterzo, qui si misura nella resilienza e nella capacità che abbiamo di tollerare la potenziale ferita narcisistica. * Psicoterapeuta Psicoanalitico - postadelcuore@ravennaedintorni.it


PUNTI DI VISTA / 5 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

L’OSSERVATORIO

TUTTO D’UN TRATTO di Gianluca Costantini

Cose che succedono a Ravenna nel 2018 di Moldenke

Ravenna, fatti realmente accaduti nell’anno del Signore 2018 Improvvisamente nella via più trafficata alle porte della città si apre una voragine profonda due metri. Io (me medesimo, Moldenke) l’avevo previsto la settimana scorsa, per fortuna però non ha inghiottito nessuno. Ha fatto solo un gran caos di gente che si è fermata a fotografarla e chilometri di coda. Hera (a provocarla è stata la rottura di un tubo delle fogne) e il Comune ci dicono che può capitare, che non si può prevenire. Io l’ho risolta, da quel giorno, toccandomi le palle prima di salire in auto, non so voi. Una 40enne non è stata assunta in una struttura ricettiva del nostro litorale perché a un colloquio di lavoro ha rivelato l’intenzione di sposarsi e non ha escluso la possibilità di fare pure figli entro i prossimi quattro anni. ‘Sta zoccola. A ogni pioggia di particolare intensità nella zona artigianale di Solarolo si bloccano collegamenti telefonici e internet. E se stai lavorando, insomma, sono cazzi tuoi. Un rosario itinerante lungo la via Emilia, contro la prostituzione. È successo a Faenza, in occasione della festa della donna, con tanto di sindaco in prima linea. Alle donne incontrate lungo il percorso è stata offerta una mimosa. In fondo non c’è niente di male, l’ho messa solo per collegamento mentale con la notizia qui sotto. Una cinquantina di persone si è ritrovata di fronte al teatro per un “santo rosario di riparazione per le offese al cristo crocifisso” dello spettacolo Delitto e castigo andato in scena all’Alighieri di Ravenna. «Consideriamo quanto avviene in questo spettacolo gravemente lesivo della dignità di tutti i Cristiani e un indegno e volgare atto di propaganda antireligiosa», scrivevano, senza avere naturalmente visto lo spettacolo, quelli del Popolo della Famiglia, che poi «in risposta a questo attacco» hanno quindi invitato tutti di fronte al teatro. «Al termine del Santo Rosario – annunciavano –, rafforzati e ristorati, rientreremo silenziosamente ed in pace nelle nostre famiglie». Dove, notizia dell’ultimora, si sono finalmente fatti una scopata.

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6 / ECONOMIA RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

PORTO/1

PORTO/2

Arkas Line attracca al Tcr Collegamenti settimanali con Turchia, Libano, Egitto, Siria

IRREGOLARITÀ A BORDO NAVE FERMATA IN USCITA Arrivata da Capodistria con un carico di acciaio

Il 10 marzo la portacontainer Natalia A da 1.200 teus ha inaugurato il nuovo servizio sulle banchine del terminal controllato da Sapir

Con l’attracco della motonave Natalia A, portacontainer da 1.200 teus, è iniziato il 10 marzo il servizio della compagnia armatoriale Arkas Line che offrirà collegamenti settimanali dalla banchina di Tcr (società controllata al 70 percento da Sapir e per il restante 30 da Contship) per i porti di Istanbul, Gemlik, Pireo, Izmir, Beirut, Mersin, Aleksandria, Lattakia. «Siamo molto soddisfatti che un operatore dell’importanza di Arkas Line abbia deciso di puntare sul terminal container di Ravenna per sviluppare i propri traffici, offrendo importanti connessioni con Turchia, Libano, Egitto, Grecia e Siria», hanno dichiarato Giannantonio Mingozzi e Riccardo Sabadini, presidenti di Tcr e Sapir. I due dirigenti hanno sottolineato che «continua l’azione sinergica di Tcr e dei propri azionisti, te-

sa ad aumentare giorno dopo giorno la capacità di offrire servizi portuali competitivi e migliorare i risultati nel settore del traffico container, confortati in questo dalla recente approvazione del progetto Hub portuale da parte del Cipe, che rappresenta un riferimento essenziale nella prospettiva di un nuovo terminal container in penisola Trattaroli». Nei prossimi giorni sarà in visita al terminal Eugenio Domicolo, general manager di Arkas Italia, con cui valutare le prospettive di questa nuova collaborazione: «Per noi rappresenta un’importante occasione di sviluppo ed un ulteriore stimolo per il miglioramento delle nostre attività, rivolte alla competizione internazionale sul mercato dei container che ci vede attivi e fiduciosi», ha detto Milena Fico, ad di Tcr.

Uscendo dal porto di Ravenna è emerso un problema tecnico che ha determinato l’arresto del motore principale di una nave battente bandiera portoghese rendendo necessario l’accosto a una banchina e i successivi controlli da parte della capitaneria di porto – come disposto in caso di eventi del genere dalle norme, nazionali ed internazionali, in materia di sicurezza della navigazione – hanno consentito di rilevare numerose carenze soprattutto negli impianti ed apparati situati in sala macchine. Nei confronti della nave è stato pertanto adottato un provvedimento tecnico di detenzione che manterrà i propri effetti fino all’eliminazione di tutte le mancanze riscontrate. La nave era arrivata a Ravenna da Koper (Capodistria) con un carico di acciaio. Terminate le operazioni commerciali, dopo aver imbarcato un pilota e con l’assistenza di un rimorchiatore, aveva iniziato la navigazione nel canale portuale dirigendosi verso l’uscita, quando – per effetto di una perdita di acqua di raffreddamento dalla testata del motore – si è verificato il suo arresto. Il pilota che si trovava a bordo, con l’ausilio del rimorchiatore, ha immediatamente proceduto ad ormeggiare la nave in banchina. La sala operativa ha diretto e coordinato le attività di assistenza di tutti i servizi tecnico nautici intervenuti, assicurando le operazioni.

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La Mecnavi, 31 anni dopo e “Il mestiere della sicurezza” A Ravenna il seminario formativo dedicato ai rappresentanti della sicurezza nazionale e territoriale

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Il 13 marzo si è svolta la cerimonia commemorativa per i 31 anni dalla tragedia della Mecnavi, che si consumò a bordo della motonave gasiera Elisabetta Montanari, nei cantieri del porto di Ravenna, e che costò la vita a 13 lavoratori rimasti asfissiati. La celebrazione proseguirà venerdì 16 marzo, dalle 9 alle 13, nella sala D’Attorre, in via Ponte Marino 2, dove si terrà il seminario formativo dedicato ai rappresentanti della sicurezza nazionale e territoriale (RLS-RLST-RLS di sito), sul tema “Il mestiere di RLS alla ricerca dell’efficacia del ruolo”, inteso a riflettere sull’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro e, in particolare, sulle azioni dei rappresentanti per la sicurezza e degli organismi coinvolti.


POLITICA / 7 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

IL DOPOVOTO

La vittoria del centrodestra a Casola secondo Cristiano Cavina: «Per chi vive qui non è stata una sorpresa» Il noto scrittore casolano commenta il voto: «È la democrazia, siamo una nazione di anziani a cui mancano i “bei vecchi tempi”» A Casola Valsenio, il paese di qualche migliaio di anime noto anche come “città della accoglienza” la candidata della Lega per il centroedestra ha superato quello del Pd all’uninominale nel centrosinistra, un dato in controtendenza rispetto al resto del territorio dove invece, nel complesso, ha prevalso il candidato di centrosinistra (che è infatti stato eletto), ma in linea con il trend nazionale. Il tutto in un paese tradizionalmente a sinistra e a solida guida Pd da tempo. Ne abbiamo parlato con la persona che ha reso Casola un luogo non solo fisico, ma anche letterario, facendola di fatto conoscere a tutta Italia: lo scrittore-pizzaiolo Cristiano Cavina, autore di una serie di romanzi ambientati proprio nella terra di Oriani (il suo ultimo libro, per esempio, è ambientato a Ca’ Malanca durante la seconda guerra mondiale e parla di Resistenza). Alla domanda su cosa abbia votato ci ha risposto «Saragat», ma sul resto ci ha detto cose decisamente più interessanti. Cristiano, ti aspettavi un risultato così della Lega? «Per chi viveva qui non è stata una sorpresa. Da due anni c’è un centro di accoglienza per migranti che ha sollevato molte polemiche. A gestirlo peraltro è mio zio, lo stesso che è proprietario della pizzeria in cui lavoro, quindi noi Cavina abbiamo vissuto tutta la questione in prima persona… » A livello familiare questo vi ha colpito direttamente? «Quando lo zio ha accettato di aprire il centro per i richiedenti asilo, tutta la famiglia è stata attaccata molto duramente da alcune persone del paese che non volevano questa struttura. Non è stato un bel momento. Abbiamo vissuto anni da reietti. Gente che ci ha tolto il saluto, petizioni, la pizzeria deserta… poi le cose si sono appianate». Quindi la vittoria della Lega è una cosa allarmante secondo te? «È la democrazia. Siamo una nazione di anziani a cui mancano “i bei vecchi tempi”. Chi ha paura è giusto che voti in base alla propria paura. Io, personalmente, ho paura solo del Padreterno. Ma non mi ritengo per questo migliore degli altri. Anche io probabilmente quando sarò vecchio cambierò idea, perché ti senti spaesato, non riconosci più la gente, le facce nuove. Vivi a stretto contatto con la televisione che dice che va tutto male e alla fine te ne convinci. Senti continuamente: “non si arriva a fine mese”, “la crisi”, “le banche”, pensi che tutti siano sull’orlo del suicidio, poi intanto in giro è pieno di Audi. Si vede che non arrivano a fine mese con l’Audi… » Quindi non si sta così male come dicono? A me fa ridere: sono riusciti a far passare l’Italia e l’Emilia-Romagna per un inferno in terra. È stato un capolavoro. Con i dati del crimine in calo, i furti in calo, gli omicidi in calo. Ho letto ieri che l’economia in Emilia-Romagna ha lo stesso tasso di crescita di quella cinese… Insomma sono stati bravi nel mettere paura alla gente. Alla fine si sta bene, ma viviamo all’inferno. Tutti sono convinti di vivere nel Bronx. Esistono paesi in cui c’è un inferno vero: la Siria, le Filippine, ci sono bambini che sopravvivono mangiano gli avanzi ad Haiti. Certo ci sono cose si possono migliorare anche qui, come ovunque, ma credo che viviamo in un grande paese. Se ci pensi in Italia non ci sono materie prime, è piccola, siamo un po’ cialtroni eppure siamo nel primo mondo. Per questo dobbiamo dimostrarlo. A Casola è pieno di persone che quando si stava male andavano di nascosto in Svizzera, per lavorare. Adesso che qui si sta bene dovremmo esserne orgogliosi, anziché impauriti. Per me lamentarsi degli immigrati è come lamentarsi della marea, c’è, non puoi fermarla anche se non la vuoi. Poi se a uno gli

«Qui a Casola mio zio ha aperto un centro per richiedenti asilo e non è stato un bel momento: gente che ci ha tolto il saluto, petizioni, pizzeria deserta. Poi le cose si sono appianate. I ragazzi immigrati giocano a cricket in palestra...»

La percentuale di voti presi a Casola dalla candidata leghista Andrea Cintorino

35 %

La percentuale ottenuta dal candidato del Pd Marco Di Maio per la Camera

30 %

stanno sulle palle, si regola di conseguenza…» Casola non è più una città dell’accoglienza quindi? «Un’altra cosa buffa è che in realtà con gli immigrati i casolani non hanno nessun problema. All’inizio la pizzeria ha perso tutti i clienti, poi però, un po’ alla volta la cosa è diventata normale. I ragazzi immigrati del centro giocano a cricket in palestra, non gozzovigliano o fanno casino in giro». In paese cambierà qualcosa? «A livello locale non credo che cambierà molto. Amministrare un paese di tremila abitanti non è complesso come gestire una nazione». Ora cosa speri che succeda a livello nazionale? «Il Movimento 5 Stelle e la Lega sono stati i due partiti che hanno preso più voti. Faranno un governo loro. La democrazia funziona così, altrimenti cosa votiamo a fare? Io spero che quelli che ho votato io non si alleino con i 5 stelle, altrimenti avrei votato loro. Se non trovano accordo i 5 Stelle e la Lega taglieranno l’Italia in due e se ne terrà un pezzo per uno… A Nord la Lega e a Sud i 5 Stelle: così sono tutti contenti». Matteo Cavezzali


8 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

IL DOPOVOTO

Il renziano Collina: «Ripartiamo dal Lingotto, nessuna corsa per la leadership» Rieletto nell’uninominale, il Senatore faentino spiega così la sconfitta: «Paghiamo gli strascichi della crisi Il voto ai nostri avversari è stato di “reazione”. Ma non credo che le loro proposte siano realizzabili» di Federica Angelini

Scampato alla debacle elettorale del Pd, il faentino Stefano Collina è stato riconfermato al Senato per il secondo mandato nel collegio uninominale di Ravenna (correva peraltro senza paracadute nel proporzionale). Renziano della prima ora si troverà ora in Parlamento in una fase a dir poco complicata per il partito. Lo sentiamo all’indomani della direzione del Pd che ha deciso di affidare la guida al vice di Matteo Renzi – dopo le dimissioni del segretario – Maurizio Martina fino all’assemblea prevista per aprile. Senatore, si aspettava un risultato così risicato? «Il risultato generale è stato sicuramente inferiore alle attese, e dunque aver raggiunto l'elezione in un simile contesto è sicuramente importante. Detto questo, non è che noi abbiamo preso zero voti, abbiamo una base importante da cui ripartire». Per andare dove? «Va portata avanti l’idea di un partito moderno, vanno trovate risposte nuove a problemi nuovi, non dobbiamo perdere la spinta all’innovazione». Ma dunque, questa spinta non c’era nel Pd? Per cosa vi hanno punito gli elettori? «In tutta Europa c’è stato un terremoto politico, dalla Brexit del Regno Unito alla scomparsa dei socialisti in Francia fino al risultato tedesco con la Spd penalizzata e lacerata e alla situazione della Catalogna in Spagna. Noi siamo

arrivati per ultimi e, come dicevo, si tratta sicuramente di una sconfitta, ma non di un azzeramento. Credo che abbiamo pagato anche noi i lunghi anni di crisi». Insomma, siete stati penalizzati dal fatto che eravate al governo. «Diciamo che guardando anche a chi ha vinto, mi è sembrato un voto di reazione. Noi abbiamo fatto proposte concrete e realizzabili, ma anche se non mi sembra sia stato altrettanto vero per gli altri, non abbiamo convinto gli elettori a proseguire per la strada che abbiamo tracciato». Quindi ci conferma che va in Parlamento per fare l’opposizione? «Non vedo l’ora di metterli alla prova per vedere come il reddito di cittadinanza sia di fatto irrealizzabile, così come la flat tax proposta dal centrodestra». Quindi è tra coloro convinti che a spostare il voto sul Movimento 5 Stelle sia stato proprio il tema del reddito di cittadinanza? «Basta vedere la mappa del voto...» Ma non è che al Sud semplicemente non hanno ritenuto voi efficaci e piuttosto che votare Lega abbiano preferito dare fiducia al Movimento? «Il divario tra Nord e Sud in Italia non è certo di oggi ed è dovuto a cause strutturali. Noi avevamo fatto una proposta per dare omogeneità al Paese, la riforma costituzionale che

Stefano Collina

avrebbe rivisto la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, ma come noto è stata bocciata con il referendum del 4 dicembre. Ora sta ad altri governare e vedremo quello che saranno capaci di fare». Cosa si immagina che accadrà in Parlamento? «Molto si capirà da come si formeranno i gruppi parlamentari, anche nel 2013 nacquero gruppi che non erano presenti alle elezioni». C’è chi dice che questo potrebbe succedere anche con il Pd. C’è chi dice che Renzi sia pronto a fare il suo partito. «Mi pare che abbia chiaramente chiuso con queste ipotesi dicendo che non andrà da nessuna parte. Bisogna ripartire dal Lingotto, dalla fondazione del Pd come partito che parla al paese e al futuro, oltre i singoli passaggi elettorali che possono anche essere negativi. Ora dobbiamo esercitare discernimento su come attivare nel concreto nuovamente quella visione». Ma secondo lei Renzi potrebbe tornare a competere per la leadership del partito? Magari più avanti, dopo un periodo di guida Delrio? «Si è appena dimesso, non mi pare sia questo il tema al momento attuale. Resterà sicuramente una risorsa del partito, ma da questa fase dobbiamo uscirne insieme, non dobbiamo sciupare questa occasione di discussione che ci viene offerta anche dal fatto di trovarci all'op-


POLITICA / 9 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

5 STELLE

PALAZZO MERLATO L’ex civico Alberghini nel gruppo Lega Nord

NEL 2011 CANDIDATO SINDACO, NEL 2018 ESCLUSO DALLE PRIMARIE: VANDINI LASCIA IL MOVIMENTO

Dopo aver mancato per una manciata di voti l’elezione in senato per il centrodestra come civico, Massimiliano Alberghini, il commercialista che da “civico” aveva guidato la compagine di centrodestra alle ultime amministrative portando De Pascale al ballottaggio, entra nel gruppo della Lega Nord a palazzo Merlato.

posizione. Non dobbiamo correre sulla scelta della leadership perché conosciamo gli orientamenti e le sfumature di pensiero presenti, dobbiamo ragionare di più su come ripartire. Poi arriverà anche il momento della scelta della leadership che ciascuno riterrà migliore, per il futuro». Eppure i giornali parlano di faide interne e regolamenti di conti... «Le saghe fanno vendere più copie, ormai si sa, e quale saga migliore del Pd che fornisce ogni giorno nuovi materiali? Ma ripeto, ora serve lavoro di condivisione e confronto. Anche perché abbiamo visto che chi ha fatto la scelta di abbandonare il Pd non è stato certo premiato». In effetti, se c’è qualcuno che è andato peggio di voi sono sicuramente gli ex di Leu, spera che torneranno nel Pd? «Il Pd è un partito ampio e plurale che ha sempre parlato al Paese, ma, pur nella diversità bisogna anche avere basi condivise che, come dicevo, non possono certo essere quelle di una visione ante-Lingotto, anche perché abbiamo visto che non dà riscontri positivi nelle urne. Ne abbiamo avuto la controprova. E noi, per quanto sconfitti, siamo ancora il secondo partito del paese». Ma lei si definisce ancora renziano? «Non certo nel senso, deteriore, con cui è stato usato il termine, cioè come un’obbedienza fideista al leader. Matteo Renzi ha incarnato e

Il 4 marzo ha annullato la scheda. «Proprio chi fa della democrazia un caposaldo, nei fatti si muove all’oscuro»

incarna una forte voglia di cambiamento della sinistra, supportata dalla dimensione della concretezza per affrontare le mutazioni di una società post-industriale, digitale, complessa, unita anche a una grande passione per l’Italia. In questo senso sono ancora renziano. Le leadership sono questo, uomini in grado di dar forma a idee, ma è successo sempre in passato con personalità che tutti ricordiamo essere stati leader dei grandi partiti». Come giudica il fatto che non si sia presentato alla prima Direzione del partito dopo la sconfitta elettorale? «Un gesto che non è una resa perché ha chiarito che resta nel Pd, ma che invece vuole aprire una fase di discussione sgombrando definitivamente il campo da valutazioni personalistiche che troppo spesso hanno fatto scudo al vuoto di sostanza di molte critiche». Tornando a Roma, il primo appuntamento è con l’elezione dei presidenti della Camere. Sarebbe pronto eventualmente a votare Calderoli, che sembra sia il candidato della Lega? «Io credo che noi come Pd faremo le nostre proposte perché abbiamo persone di valore che possono sicuramente essere candidati a quelle cariche. E mi immagino che, non avendo i numeri, non otterremo l’elezione. Ma noi voteremo il nostro candidato. Mi sentirei di escludere strane alchimie per quanto ci riguarda, saranno gli altri eventualmente a trovare accordi».

Aveva i requisiti richiesti e si è presentato alle parlamentarie grilline ma non è stato ammesso tra i candidati senza una spiegazione, in cabina elettorale il 4 marzo ha annullato la scheda per il rinnovo del Parlamento e il 7 marzo, ha cancellato la sua iscrizione al Movimento 5 Stelle: Pietro Vandini lascia i pentastellati dopo quasi dieci anni in cui è stato capogruppo in consiglio comunale a Ravenna nella passata legislatura dopo la candidatura a sindaco nel 2011. «Ho preso atto che il Movimento non mi ritiene utile per i suoi scopi. Non posso fare altro che comportarmi di conseguenza e andarmene». La richiesta di essere ammesso alle parlamentarie voleva essere un banco di prova concreto: «Volevo misurare la reazione degli iscritti locali attraverso una votazione online che negli ultimi due anni non è mai stata utilizzata. Penso ad esempio al 2016 quando c’erano due liste sul territorio che chiedevano il simbolo per le amministrative di Ravenna e invece di far scegliere gli iscritti, si è deciso di non dare il simbolo a nessuno». Due anni fa Vandini era tra i promotori di una delle due liste, quella che poi si presentò come Cambierà con la candidatura di Michela Guerra. Ma Vandini ha avuto risposte ancora prima di confrontarsi con il giudizio degli elettori: «Non mi hanno fatto candidare, è stato sufficiente per capire qual era la situazione». A lasciare l’amaro in bocca è anche la modalità con cui sono state fatte le cose: «Proprio chi fa della democrazia un caposaldo della proprio linea politica poi nei fatti si muove all’oscuro. Ogni volta in cui c’è stata la sensazione che dando la parola agli iscritti sarebbe venuta fuori una scelta non gradita ai vertici del movimento si è scelto di non far partecipare gli iscritti». Da candidato sindaco a reietto del Movimento in sette anni. Cosa è successo? «Negli anni in cui ho avuto un ruolo non mi sono mai adeguato alla modalità del silenziatore. Se credo nella squadra in cui sono mi adeguo ai bisogni ma non resto zitto quando ci sono questioni da affrontare, sono fatto così anche nell’ambito lavorativo. Invece mi sono reso conto che si preferisce gente che tace e dice sempre sì. In questo non vedo molta differenza dall’atteggiamento di altri partiti». Andrea Alberizia




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LAVORO Occupati o disoccupati, le definizioni

Cala la disoccupazione provinciale Mai così bassa da cinque anni Dati Istat: 7,2 percento nel 2017, era al 9 nel 2016 e al 2,9 nel 2007. Migliora in particolare quella femminile che scende dall’11,2 al 7,5. Nel Ravennate 13mila persone senza impiego di Andrea Alberizia

L’Istituto nazionale di statistica (Istat) il 13 marzo ha diffuso gli ultimi dati sul mercato del lavoro in Italia: le cifre aggiornate alla fine del 2017 dicono che tra i maggiori di 15 anni in provincia di Ravenna il tasso di disoccupazione è il 7,2 percento (in calo dell’1,8 rispetto all’anno precedente) e il tasso di occupazione nella popolazione 1564 anni è 65,8 percento (in calo dello 0,9 rispetto al 2016). A livello nazionale il tasso di occupazione sale al 58,1 e la disoccupazione raggiunge l’11. In numeri assoluti nel Ravennate la popolazione over 15 è 338mila unità (163mila maschi e 175mila femmine): gli occupati sono 167mila e i disoccupati 13mila, il primo numero è in leggera diminuzione rispetto ai dodici mesi precedenti (167.496) e il secondo è sceso di 3.600 unità. Per trovare un tasso di disoccupazione provinciale più basso di quello 2017 bisogna andare indietro fino al 2012 quando si fermo toccò il 6,9 percento. Dieci anni fa era fermo al 2,9. È interessante osservare la dinamica di genere che mostra una diminuzione consistente sul fronte femminile: nel 2017 siamo al 7,5 percento per le donne e 6,9 per gli uomini, nel 2016 eravamo rispettivamente a 11,2 e 7,2. Torna a calare anche la disoccupazione giovanile: nella fascia d’età 15-24 la percentuale del 2017 è 33,8 mentre era 34,7 un anno prima: cifre lonta-

ne dai picchi del biennio 2013-2014 quando si viaggiava a cavallo del 40 percento. Un altro dato da prendere in esame è il tasso di inattività che mostra la percentuale di chi non lavora o per scelta, come casalinghe o studenti, o perché troppo anziani e quindi ritirati dal lavoro. In provincia siamo al 28,9 percento (23,2 per i maschi e 34,5 per le

Il mercato del lavoro in provincia di Ravenna a fine 2017 (fonte Istat) L’Istituto nazionale di statistica diffonde le cifre su occupati e disoccupati in Italia. Il 13 marzo ha reso noto l’ultimo aggiornamento che riguarda il quarto trimestre del 2017

Tasso di occupazione (15-64) Tasso di disoccupazione Disoccupazione femminile Disoccupazione giovanile (15-24) Tasso di attività (15-64) Tasso di inattività (15-64) Tasso di inattività femminile

65,8 % 7,2 % 7,5 % 33,8 % 71,1 % 28,9 % 34,5 %

femmine), in crescita dopo che si era mantenuto tra 26 e 26,9 dal 2010 in poi. Le forze di lavoro sono invece la somma di occupati e disoccupati. Il loro rapporto con la corrispondente popolazione di riferimento indica il tasso di attività: a Ravenna nel 2017 siamo scesi al 71,1 dal 73,4 del 2016 e dopo essere stati sopra al 73 senza interru-

Per le statistiche dell’Istat gli occupati comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento: a) hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura; b) hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente; c) sono assenti dal lavoro per ferie o malattia (se l’assenza non supera tre mesi). I disoccupati comprendono le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che: a) hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive oppure inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento.

zioni dal 2010. Vale la pena evidenziare che i tassi provinciali di occupazione e disoccupazione sono migliori rispetto alla media nazionale ricordata in apetura ma peggiori se si guarda il territorio circostante: in Emilia-Romagna la disoccupazione è al 6,5 (6,3 nel nord-est) e l’occupazione al 68,6 (67,4 nel nord-est).

LA STORIA

Valeria, disoccupata a 51 anni: «Mi sentirei male a ricevere il reddito di cittadinanza» Dopo 33 anni era finito l’entusiasmo in ufficio, ha mollato il posto fisso per seguire il progetto di un amico: sei mesi più tardi è stata licenziata L’ultima volta che Valeria è entrata in ufficio era il 12 dicembre 2016. Ha preso le sue cose: la foto dei figli in spiaggia che teneva sulla scrivania, la vignetta che le aveva disegnato un collega per il suo compleanno in cui era ritratta mentre urlava al telefono, un piccolo pupazzetto a forma di rana trovato negli ovetti kinder che teneva accanto alla tastiera. Poche cose, accumulate in trentatrè anni di lavoro. Era stata assunta che era una ragazza, ora ha 51 anni. Il clima in ufficio era molto cambiato negli anni, non ce la faceva più. Il lavoro era diventato sempre più monotono, i rapporti con i colleghi e il direttore si erano logorati, e così, appena le si era presentata l’occasione non ci ha pensato due volte. L’aveva chiamata un amico, la sua azienda andava bene, gli ordini crescevano e cercava qualcuno per l’ufficio commerciale. Era la sua occasione per ricominciare, aveva pensato Valeria, e così si era licenziata ed era entrata nel nuovo ufficio. Aveva una paga migliore, colleghi simpatici e faceva un lavoro più stimolante. Sono stati sufficienti sei mesi però perché quel sogno si spezzasse. L’azienda ha avuto un brusco arresto. Un grosso cliente è saltato e così a luglio Valeria si è ritrovata da un giorno all’altro senza lavoro. «Inutile dire che l’amicizia è finita male» racconta. «Mi aveva convinto a seguirlo e solo sei mesi dopo mi ha lasciato a casa. Sono

stata troppo istintiva, ma nel vecchio ufficio non riuscivo più a resistere, non credo sarei durata ancora molto». Valeria è una donna ottimista e tenace. «Non è semplice trovare lavoro per una madre di 51 anni, però ho molta esperienza e spero che qualcuno se ne accorga». Ha fatto diversi colloqui in questi sei mesi. «Ho incontrato anche i responsabili del personale di aziende che non stanno facendo nuove assunzioni, ma che intanto mi hanno conosciuta e magari un giorno si ricorderanno di me». Sul versante economico per il momento si sente tranquilla. «Sto prendendo la disoccupazione regolarmente, e ancora per un po’ sarò coperta. Ho poi dei risparmi messi da parte negli anni. Certo, questa estate avevamo in programma di andare in Messico per i diciotto anni di Marco, il mio figlio più grande, e questo sogno lo abbiamo per il momento rimandato, però spero che riusciremo tra qualche anno a recuperare». Le chiedo delle elezioni e ci come vive questi momenti: «Sono delusa della scomparsa della sinistra. Non credo che ci daranno mai il reddito di cittadinanza, e anche se fosse mi sentirei male a vivere di quello senza trovare un lavoro. Mi auguro che si riesca a fare qualcosa per creare nuovi posti di lavoro, piuttosto che alimentare la falsa speranza di poter guadagnare soldi senza fare niente». Matteo Cavezzali


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PRIMO PIANO / 13 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

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IL SINDACATO/1

Cgil: «Cala anche il tasso di occupazione, c’è una fetta di popolazione che ha smesso di cercare» Il segretario Ricci: «Le aziende non trovano lavoratori? Se a un laureato offri un tirocinio da 400 euro al mese magari preferisce andare all’estero...» La disoccupazione è in calo ma non è l’unico numero a cui guardare per leggere lo stato di salute del mercato del lavoro sul territorio. Così ci dice il segretario provinciale del sindacato Cgil, Costantino Ricci: «Ad esempio io noto che sono in calo anche il tasso di occupazione e il numero assoluto degli occupati. Non c’è stato un corrispondente calo della popolazione e allora mi viene da dire che c’è una fetta di popolazione che non cerca più lavoro e questo mi preoccupa». E poi guardando ai vicini di casa c’è poco da stare allegri: «Il dato ravennate è comunque peggiore del dato regionale». Infine le imprese: «Se facciamo base cento nel 2008, prima della crisi, per le imprese attive registrate alla Camera di Commercio di Ravenna, oggi vediamo che quelle manifatturiere e minerarie sono 73, nell’agricoltura sono 76 e nella logistica sono 69. Insomma non vedo dei segnali che autorizzino a parlare di inversione di tendenza. Segnali importanti di miglioramento sì ma andrei piano a festeggiare». Tra i dati sicuramente positivi ci sono i 529 dipendenti che usufruivano di ammortizzatori sociali al 31 dicembre 2017: «Si può dire che sia un numero fisiologico, siamo ben lontani dai picchi di 7.700 nel 2008 e 7.900 nel 2013. Però è anche vero che con le modifiche di legge sono diminuite le aziende che possono richiedere la cassa integrazione». C’è poi da tenere in considerazione la differenza tra attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro, di qualunque tipo e durata: al terzo trimestre del 2017 il saldo era negativo di 64. «Non può essere un dato incoraggiante se si chiudono più contratti di quanti se ne aprono. E nei prossimi mesi arriveremo alla fine dei tre anni di incentivi per le nuove assunzioni, questo avrà effetti sui numeri». Eppure ogni tanto si sente dire di aziende che non trovano lavoratori. Ricci sorri-

de: «Ho qualche difficoltà a capire che cosa si intenda. Se pensiamo di retribuire certe professionalità offrendo a un giovane laureato un tirocinio formativo a 400 euro mese poi dobbiamo mettere in conto che se ha qualche offerta diversa all’estero preferisca quella». E così una risorsa su cui ha investito lo Stato finisce per entrare nel mercato del lavoro altrove: «Siamo un Paese senza politica industriale. Se vogliamo davvero impostare una formazione finalizzata alle assunzioni in Italia occure decidere oggi che industria avremo fra tre-quattro anni per dare un indirizzo ai percorsi di studio». E a proposito di formazione, il sindacalista non risparmia critiche al mondo aziendale: «Non c’è più la propensione di un tempo a formare i proprio lavoratori. Cercare personalità già formate sul mercato del lavoro dopo otto anni di crisi forse non è così facile». (and.a.)

IL SINDACATO/2

UIL: «73 AZIENDE SU 100 HANNO FINO A 5 DIPENDENTI» I dati nella relazione di Neri, rieletto segretario generale Al 17esimo congresso della Uil di Ravenna, il 9 marzo è stato rieletto Riberto Neri a segretario generale, carica che ricopre da metà degli anni Duemila. Durante la sua relazione ha fornito dati che fotografano con efficacia il sistema produttivo provinciale nel 2016 spiegando che «10.348 risultano essere le aziende del settore privato, escluse le aziende agricole, e occupano in totale 86.077 dipendenti. Di

queste 7.547, pari al 72,9 percento sono aziende che hanno una dimensione fino a 5 dipendenti per un totale di 16.458 occupati. 1.918 aziende pari al 18,5 percento del totale hanno una dimensione che va da 6 a 15 dipendenti per un totale di 17.980 occupati pari al 20,9 percento. 836 aziende (8,1 percento del totale) impiegano tra i 16 e i 200 dipendenti per un totale di 32.583 lavoratori occupati, pari al 37,9 percento del totale. Infine 47 aziende pari allo 0,5 percento hanno una dimensione che va oltre i 201 dipendenti. Per quanto riferito al settore agricolo sono 2271 le aziende operanti di cui 1.822 di coltivatori diretti». Tra gli elementi sottolineati anche il numero di pensionati: le posizioni previdenziali sono 171.529, per un importo medio annuo per posizione pari a 12.584 euro che dovrebbero corrispondere, secondo Neri, a circa 165mila pensionati, ossia il 43 percento dell’intera popolazione residente.

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14 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

RICERCA LAVORO

Nei centri per l’impiego la ripresa non si vede: «Ai giovani propongono soprattutto tirocini» Parla il responsabile del servizio: «Difficoltà enormi, molti decreti attuativi del Jobs Act non sono stati portati a termine. In Italia c’è un operatore ogni 250 disoccupati, in Germania il rapporto è di uno ogni 22» Un sito per chi cerca e offre lavoro

Spesso evocati anche in campagna elettorale, per anni tra i servizi cruciali della Provincia oggi invece, con la recente riforma dell'ente, divenuti di competenza regionale, i centri per l'Impiego, dove lavorano una cinquantina di persone tra le sedi di Ravenna, Lugo e Faenza, sono o dovrebbero essere il punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro e soprattutto il servizio pubblico che più di ogni altro ha il polso della situazione per quanto riguarda il mercato del lavoro. Abbiamo chiesto ad Andrea Panzavolta, Dirigente dei Servizi per il Lavoro di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, di aiutarci a capire di più. Quante persone sono iscritte al momento ai Centri per l’impiego della provincia di Ravenna? «Il dato di flusso relativo a chi ha rilasciato nel 2017 la Did (Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, ndr) e quindi è stato registrato come disoccupato è pari a circa 10 mila persone. Si tratta di circa 4mila persone in meno rispetto al 2016, ma è un calo dovuto unicamente ad aspetti tecnici, legati ai conteggi dell’Inps e possiamo dire che, nei fatti, il numero non è sostanzialmente mutato e la situazione è stabile. Per avere un’idea dell’andamento della disoccupazione è opportuno fare riferimento ai dati Istat, che che confermano variazioni positive, ma con valori non particolarmente rilevanti». Come è cambiato il profilo degli iscritti? E quali sono quelli più difficili da collocare? Giovani? Over 40? Donne? Uomini? «Tra un anno e l’altro le variazioni sono modeste ma, come trend complessivo, vediamo una aumento dei disoccupati più avanti negli anni. Le persone che più faticano in questa fase sono certamente coloro che hanno più di 50 anni. Per loro, a meno che non possiedano competenze particolari, è difficilissimo rientrare nel mondo del lavoro. Ma occorre dire che anche la condi-

zione dei più giovani non è particolarmente felice: molto spesso non vengono loro proposti contratti di lavoro ma solo tirocini, anche per attività a basso contenuto formativo e anche a persone che già hanno un'esperienza consolidata». Qual è il titolo di studio più spendibile ? «In generale e in estrema sintesi direi i diplomi tecnici e in particolare quelli legati al sistema industriale». Quanti reali incontri domanda/offerta siete riusciti a effettuare nell’ultimo anno? «Sotto il profilo dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro il 2017 è stato per i nostri servizi un anno positivo e di crescita: le aziende che si sono rivolte a noi sono state 1346, mentre nel 2016 erano state 1227, mentre i posti di lavoro richiesti sono stati quasi 4000, a fronte dei circa 3200 del 2016. Naturalmente le caratteristiche in termini di tipologia di contratto e di profili professionali sono molto diversificate e in grande prevalenza si tratta di contratti a termine e soprattutto nel settore dei servizi, tuttavia dalle nostre verifiche sappiamo che circa il 50% delle richieste che raccogliamo sono soddisfatte attraverso il nostro servizio quindi stimiamo che circa 2mila persone abbiamo trovato un lavoro grazie alla nostra attività. Va detto però che la nostra attività principale continua a essere quella di sostenere le persone nella ricerca di un lavoro. Sotto questo profilo posso dirle che nel 2017 abbiamo realizzato quasi 17milla colloqui di orientamento individuale, che 1.600 persone hanno partecipato a gruppi informativoorientativi da noi organizzati e in 175 hanno partecipato a brevi corsi di formazione, che sono stati fatti 1.354 colloqui a persone disabili e 224 colloqui di orientamento specialistico nell’ambito del programma “Garanzia Giovani”».

«Aumentano gli iscritti più avanti negli anni, per gli over 50 difficilissimo ritrovare lavoro»

Cosa non funziona ottimamente o cosa rende compliIl sito (www.lavoro.ra.it), cato il lavoro degli operatori strumento dei Centri per dei centri per l’impiego? l’impiego per pubblicizzare «I problemi sono tantissimi e e trovare lavoro nel 2017 è le difficoltà quotidiane degli opestato visitato da 375 mila persone e ha avuto oltre 7 ratori sono enormi. C’è un promilioni di visualizzazioni di blema di complessità amminipagina. strativa, di una molteplicità di soggetti istituzionali che intervengono e di sistemi informativi che non dialogano. I decreti attuativi del Jobs Acts hanno avviato un percorso di riforma del sistema dei servizi al lavoro, per diversi aspetti non sono stati portati a termine. La variabile che comunque continua ad essere dirimente riguarda la dotazione di personale. In questi ultimi anni, il blocco delle assunzioni imposto alle province ha determinato un sistematica riduzione del personale. Rispetto a Francia o Germania in particolare, il numero di addetti nel nostro paese è 10 volte di meno. In Germania c’è un operatore ogni 22 disoccupati, in Italia un operatore ogni 250. A ciò si aggiunga che con la crisi economica i Centri per l'Impiego hanno dovuto fronteggiare carichi di lavoro crescenti mentre si riducevano le opportunità di lavoro offerte delle imprese. Se in questi anni così difficili l’impianto dei servizi ha retto l’urto della crisi e dei grandissimi numeri di utenti è stato grazie al senso di responsabilità di tutti gli operatori, alla loro dedizione e al loro elevato livello di professionalità. Credo che meritino il ringraziamento di tutta la comunità ravennate». Esistono forme di collaborazione con altre agenzie per il lavoro anche private ? «Sì, nel nostro territorio abbiamo costruito da molto tempo un raccordo strutturale con le agenzie per il lavoro private e queste possono direttamente inserire offerte di lavoro sul nostro sito (vedi box). Da qualche mese le persone disoccupate possano ottenere servizi di sostegno alla ricerca di lavoro anche da soggetti privati accreditati. Questi ultimi prendono in carico le persone sulla base della scelta fatta dai lavoratori stessi e ottengono una remunerazione solo se riescono a collocarli presso un’azienda. Cosa succede se una persona oggi rifiuta un lavoro proposto dal Centro per l’impiego ? «In realtà attualmente, se si eccettua la sperimentazione condotta nel 2017 dell’Assegno di ricollocazione, i Centri per l’impiego non operano segnalando una sola persona disoccupata ad un’azienda ma, di solito una rosa di possibili candidati ovvero pubblicizzando le offerte e lasciando che siano i lavoratori stessi a candidarsi se disponibili. Non vi è quindi un legame univoco tra lavoratore e offerta vacante per il quale si possano poi generare effetti diretti. È allo studio a livello ministeriale e inter-regionale una disciplina su questo tema (cioè sulla cosiddetta “offerta congrua”) ma le difficoltà a tradurla operativamente a mio avviso sono molte e difficilmente superabili. D’altra parte obbligare un lavoratore ad accettare un’offerta che non gradisce non mi pare neppure un grande affare per l’impresa che dovrebbe assumere un lavoratore non interessato. Credo che l’impresa stessa preferirebbe rivolgersi ad altre persone per le quali quel lavoro risulti appetibile. E, aggiungo, questa è una fase nella quale la fame di lavoro è molta e non sono tante le offerte che restano inevase». Alcune indagini statistiche rivelano che la “rete di relazioni”, un po' quelle che il ministro Poletti

«Il ministro Poletti con “l’apologia del calcetto” metteva in luce un aspetto diffuso e radicato»


ECONOMIA PRIMO PIANO //157 18-24 gennaio 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

Il 2017 del centro per l’impiego

ISCRITTI

AZIENDE

OPERATORI

COLLOQUI

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In questa pagina l’esterno del Centro per l’impiego di Ravenna in via Teodorico, a pagina 14 uno scorcio dell’interno

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aveva suggerito di coltivare giocando a calcetto, resta il principale strumento per trovare lavoro. Come invertire questa tendenza? «Il Ministro Poletti può risultare o meno simpatico ma “l’apologo del calcetto” metteva in luce un aspetto strutturale del mercato del lavoro italiano. Anche i servizi per l’impiego, con formule più tecniche e professionali sostengono le persone a muoversi in questo contesto sviluppando le tecniche di ricerca attiva che in parte si traducono anche in capacità di accrescere le proprie relazioni. Mi astengo dall’esprimere un giudizio sul fatto che il nostro mondo sia bello o giusto e mi limito a prendere atto che la situazione è questa. Il problema è che i sistemi di ricerca del lavoro in Italia continuano spesso a fondarsi sui criteri delle relazioni e delle conoscenze personali e dirette. Le ragioni sono di carattere socio-culturale e socio-economiche, legate alla ridotta dimensione aziendale e alla cultura di impresa molto spesso fondata su una dimensione familiare. Molto spesso le variabili considerate prioritarie nel lavoratore da assumere sono riferite all’affidabilità e in qualche modo alla “fedeltà” e solo in un secondo luogo ad elementi riferibili alle competenze professionali. Dall’altra parte vi è un sistema di servizi pubblici tradizionalmente non efficiente e che non gode generalmente di buona fama presso la pubblica opinione e un sistema privato sorto da non molti anni

e non sempre ritenuto affidabile. Questo insieme di fattori determina che la quota di lavoratori assunti tramite canali formalizzati è largamente inferiore al 10 % del totale. Per invertire la tendenza occorrerebbe lavorare sulla cultura di impresa e aumentare la qualità dei servizi di intermediazione, anche se, con riferimento al servizio pubblico e ai numeri del personale di cui ho dato conto prima, mi pare un’impresa assai ardua… » Ma perché, in un simile contesto, si dovrebbe investire in servizi per il lavoro? «Credo che i servizi per il lavoro, pubblici o privati, siano molto importanti perché da una parte sollecitano le imprese ad assumere personale sulla base delle competenze delle persone e non sulla base delle semplici conoscenze contribuendo a fare crescere il sistema produttivo nel suo complesso e dall’altra rendendo per le persone più fluido il percorso per l’ottenimento di un nuovo impiego tuttavia non c’è dubbio che la soluzione alla mancanza di lavoro della quale continuiamo a soffrire in modo patologico sta nella crescita del sistema economico. È solo lo sviluppo che produce nuovi posti di lavoro». Eppure, ci diceva, che non si stanno registrando variazioni significative, nonostante indicatori di crescita del Pil. «Il lento processo di recupero di competitività delle nostre aziende è la fonte di crescita della quantità di lavoro

«Stimiamo che 2mila persone abbiano trovato lavoro grazie ai Centri per l’impiego nel 2017»

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Il mio papà è un Boss! Il 19 marzo ricorre la Festa del Papà e quale migliore occasione di questa per regalargli un momento di bellezza personalizzato? Infatti, che sia uno sportivo, un vanitoso, un cultore della barba o un campione della tv sul divano, a ogni papà piace essere coccolato. In prima battuta, ti suggeriamo un evento a cui non potrà mancare se segue l’attuale tendenza un po’ nostalgica del ritorno di barba e baffi. Domenica 18 marzo dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, presso la profumeria Sabbioni del Centro Commerciale Esp, un barbiere metterà la propria abilità a servizio dei clienti, per definire il loro look e dispensare consigli sulla cura di barba e baffi. I partner ufficiali dell’evento, Barberia Bolognini e Hipsteria, sono due marchi italiani che ogni appassionato del settore dovrebbe conoscere. I loro prodotti troneggiano sugli scaffali delle Profumerie Sabbioni così come nello Shop Online. Barberia Bolognini offre vasta scelta di articoli, da quelli dedicati alla detersione come shampoo, sapone artigianale e balsamo, a quelli per lo styling, come cera e olio, spazzole e pettini. Immancabili i prodotti per la rasatura e, per i veri cultori il cofanetto Che barba! che tra le altre cose contiene un manuale per la manutenzione di barba e baffi. Hipsteria invece, brand giovanissimo, si rivolge per l’ap-

richiesta e quindi di occupati. In realtà,però, assistiamo a fenomeni per i quali alla crescita di fatturato e di produzione non corrisponde una crescita della quantità di posti di lavoro richiesti nella misura che eravamo abituati a conoscere nella fase precedente la crisi. Altrettanto problematici sono gli aspetti collegati alla stabilità del lavoro: la competizione internazionale e la difficoltà a orientarsi nel tempo colloca le strategie aziendali in un orizzonte di breve termine e di conseguenza le imprese sono meno propense a investire in assunzioni a tempo indeterminato». Sul fronte della formazione, come e quali corsi vengono attivati e con quale ricaduta sull’effettiva occupazione? «Da alcuni anni, a seguito della riforma istituzionale che ha accentrato in regione la programmazione dell’offerta formativa che prima era gestita dalle province si è un po’ perso il legame costruito sui territori tra formazione e servizi per il lavoro e nel 2017 le uniche attività di formazione cui si poteva accedere direttamente passando dai Centri per l’impiego riguardavano iniziative di breve durata molto apprezzate dalle persone ma sulle quali è difficile esprimere una valutazione in termini di immediata efficacia occupazionale. Al momento sta prendendo il via un’altra iniziativa analoga che vede un’offerta molto ampia di corsi di breve durata rivolta a persone disoccupate e incentrata sui temi della formazione informatica e linguistica nonché delle competenze comunicative e relazionali per stare nelle organizzazioni del lavoro». Fderica Angelini

punto all’uomo hipster, di cui la barba è carattere distintivo, talvolta accompagnata da eccentrici baffi. Anche questo marchio offre una vasta scelta di articoli per la detersione, styling e rasatura, vari cofanetti regalo e, idea pratica e simpatica, salviettine one click, per una barba al top in ogni occasione. Tuttavia, Profumerie Sabbioni non pensa soltanto agli amanti di baffi e barba. Diverse promozioni attendono i clienti: dal 10 al 31 marzo 2018 per ogni 50 euro di spesa verrà consegnato un coupon da 25 euro utilizzabile dal 1 al 22 aprile 2018 su una spesa di 50 euro. Inoltre, dal 16 al 19 marzo per chi possiede Ethos Card sono previsti sconti dal 30% su cofanetti e fragranze. Potrai scegliere in tutta tranquillità il profumo preferito di tuo papà o regalargli nuove fragranze da sperimentare. Altre sorprese sono riservate a chi compra un profumo con la propria Ethos Card: dal 12 al 25 marzo sull’acquisto di una fragranza Kenzo si riceverà in omaggio una Trousse Kenzo con body lotion mentre dal 5 al 18 marzo 2018 chi acquista una fragranza BOSS, parteciperà all’estrazione immediata di uno dei dieci premi in palio, cioè un’Apple Tv da 64 GB e una Gift Card Netflix da 100 euro. In definitiva, hai l’imbarazzo della scelta! Scegli il regalo perfetto nelle Profumerie Sabbioni e dona al tuo papà il suo momento di bellezza.

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EX INTERINALI

«Lavoro in somministrazione, in un anno richieste aumentate del 35 percento» I dati provinciali di Umana che ricerca personale per le aziende: «Il metalmeccanico sta trainando. Si cercano montatori, elettricisti e tecnici tra 18 e 27 anni» Il manifatturiero ravennate mostra segni di risveglio. O almeno è così che Umana, agenzia per il lavoro (evoluzione di quelle note come agenzie interinali) con due filiali in provincia, legge la variazione su base provinciale delle ricerche di personale avanzate dalle aziende nell'ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo di un anno fa: aumento del 35 percento. Il 40 percento delle ricerche attivate sono per posizioni cosiddette junior (da 18 a 27 anni). A fornire i dati è l'ufficio stampa dell'agenzia: «Il lavoro in somministrazione ben rappresenta la soluzione per l’impresa in questo contesto economico che accoglie con fiducia la ripresa, ma attende segnali più consolidati per prevedere nuove risorse stabili in azienda». Nel 2017 Umana ha impiegato «alcune centinaia di lavoratori nel Ravennate». La somministrazione a tempo determinato (da considerate come lavoro dipendente perché il lavoratore è di fatto assunto dall'agenzia e collocato in missione nell'azienda che ha sottoscritto l'accordo commerciale) rappresenta in termini generali e in tutta Italia circa il 2 percento del mercato del lavoro. «Attualmente in provincia di Ravenna il settore che traina la ripresa è il metalmeccanico: montatori meccanici, operatori di macchinari Cnc, elettricisti industriali e impiegati tecnici sono i profili più ricercati. Più tiepida la ricerca di personale dell’oil & gas che fatica a riprendere fiato dopo alcuni anni di pesante crisi. In crescita anche il settore Alimentare che in provincia ricerca prevalentemente personale dedicato alla produzione e alla logistica». L'osservatoro Umana dice che «oggi le aziende ricercano in prevalenza giovani diplomati o laureati in area Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), dunque con un profilo tecnico, meccanico, informatico. L’industria 4.0 è oramai una realtà diffusa e dunque la capacità di padroneggiare il mon-

IL PROGETTO Un aiuto ai giovani che vogliono diventare imprenditori Confcommercio, Cassa di Risparmio di Ravenna e Fondazione Flaminia danno vita a una nuova iniziativa, rivolta ai giovani che decidono di diventare imprenditori. L’iniziativa si rivolge, in particolare, a chi ha finito il percorso di studi (maturità o università) da non oltre tre anni e ha un’idea imprenditoriale o intende avviare una libera professione (non da ordini professionali). Confcommercio Ravenna affiancherà i giovani nell’evoluzione dell’idea imprenditoriale fino alla costituzione dell’impresa. E verrà offerta consulenza e sconti su servizi e quota associativa. Agevolazioni e sostegno nei conto correnti sono poi offerte dal partner dell’iniziativa, la Cassa di Risparmio di Ravenna. Info: 0544 515611.

LA NOVITÀ Uno spazio per favorire l’incontro tra domanda e offerta anche su R&D

do dell’innovazione con competenze tecniche è un’ottima chiave per accedere al mondo del lavoro». Per la maggior parte dei casi si richiede un impiego a tempo pieno, con un primo contratto a tempo determinato della durata media da tre a sei mesi e, per quanto riguarda, la retribuzione, spiega Umana: «Si fa riferimento ai livelli e categorie di inquadramento e alle retribuzioni previsti dai rispettivi Ccnl».

Il fatto che le aziende cerchino persone e fatichino talvolta a trovarlo è certamente segno di una ripresa che da tempo si aspettava anche se forse la auspicavamo in termini più netti. Tuttavia, è altrettanto evidente che nessuna azienda può davvero pensare di crescere se non può fare affidamento su dipendenti e collaboratori di valore, competenti e preparati. Proprio per favorire questo incontro e contribuire quindi alla crescita economica dell’intero sistema, a favore di aziende e lavoratori, Reclam, l’editore di R&D - Ravenna&Dintorni, ha deciso di aprire uno spazio sul giornale dedicato proprio alla ricerca di personale e alle opportunità di formazione, convinti che tra i nostri lettori ci possono essere proprio le persone che le imprese stanno cercando e tante persone, più o meno giovani, desiderose di attrezzarsi per affrontare un mondo del lavoro in continuo mutamento.


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PRIMO PIANO / 17 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

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FORMAZIONE

«Una banca dati per i Neet: così riqualificheremo i giovani che non studiano né lavorano» I corsi per l’ingresso nel mercato del lavoro sono molti, ma spesso non si raggiunge il numero minimo dei partecipanti. Bergonzoni (Ecipar) propone un database dedicato di Alessandro Montanari

Difficile trovare una porta di ingresso al mercato del lavoro più efficiente di un buon corso di formazione. Oltre al classico percorso scolastico, sono tanti gli enti che formano i lavoratori nel tentativo di incrociare la richiesta delle imprese con i profili professionali sul mercato del lavoro. Gli enti di formazione sul territorio sono molti, spesso hanno target diversi e non sempre riescono ad intercettare i giovani e a riempire le classi. A essere quasi in sovrannumero è però l'Engim. Circa 500 studenti ogni giorno entrano nelle sedi dei corsi che si tengono tra Ravenna e Cesena, la cui dirigente è Rina Giorgetti. È lei a fare il quadro della situazione: «Ci rivolgiamo innanzitutto agli studenti che abbandonano la scuola prima di ottenere il diploma. Giovani che sarebbero pronti per il mercato del lavoro ma che necessitano di un percorso formativo». C’è poi il tema dell'inclusione sociale e delle fragilità. «In quest’ambito ci rientrano gli over 50, le donne con i figli a carico, le persone in difficoltà economica». La porta d’ingresso verso questi corsi sono i centri per l’impiego, a cui è dunque importante iscriversi se si è in cerca di un'occupazione. Oltre a giovani e persone in difficoltà economiche, l'Engim prepara al lavoro anche le persone diversamente abili (per le quali le aziende hanno un obbligo di assunzione) e gli stranieri. «Trovare le persone disposte a frequentare i corsi – dice Giorgetti – non è difficile, anzi. Ci sono anche diverse aziende che assumono. Il problema vero è fare arrivare alla fine dei corsi questa utenza, che è molto fragile». Fondamentale è il sostegno della Regione che ha avviato ad esempio il progetto “Just in time” dedicato ai giovani tra i 18 e i 24 anni che non sono riusciti a ottenere il titolo di studio. I corsi dell'Engim sono diversi: agroalimentare; meccanica; cure estetiche; grafica; gestione di punto vendita e operatore del verde, dedicato questo agli adulti e reso possibile grazie all'acquisizione dell'azienda Marani. A tutt'altra utenza si rivolge Il Sestante, l'ente di formazione di Confindustria Romagna. Il direttore, Enrico Tedaldi, vede il bicchiere mezzo pieno: «La grande difficoltà è trovare addetti alla meccanica, il settore che con la ripresa sta andando meglio ed è tornato ad assumere. Il lato positivo è naturalmente dato dalla buona fase dell'economia, quello negativo dai pochi candidati ad un impiego in questo ambito». I motivi? Per Tedaldi sono almeno tre. Il primo è da ricercare nelle scelte degli studenti dopo le medie: «In pochi scelgono gli Istituti tecnici, preferendo i licei». A questa prima riduzione della platea si aggiunge un aumento congiunturale dei posti di lavoro: «Fortunatamente si torna ad assumere, così le persone disposte a frequentare i corsi sono meno. Inoltre le aziende molto spesso non hanno il tempo di aspettare i mesi necessari per la formazione e preferiscono avviare i progetti con personale giovane, assunto come apprendista, anche senza esperienza». Il terzo fattore della scarsità di iscritti, secondo Tedaldi, è dato dall'aumento della stessa offerta formativa: «Con la crisi i corsi si sono moltiplicati, così si fatica a raggiungere il numero minimo necessario. Noi stessi abbiamo avviato, dopo averlo rimandato per alcune settimane, solo pochi giorni fa il percorso dedicato all'automazione». Difficile trovare studenti anche per Ecipar, l'ente di formazione della Cna. La situazione è illustrata dal direttore Flavio Bergonzoni: «In questo momento mettiamo a disposizione dei disoccupati corsi professionalizzanti fondati sull’impegno delle aziende ad assumere – spiega -. Per questi corsi finanziati dalla Regione Emilia Romagna, che portano all’ inserimento in azienda, purtroppo non troviamo disoccupati in possesso delle competenze trasversali richieste dalle imprese per candidarsi alle selezioni, a cui far seguire

dere alle Istituzioni presenti se si possa prevedere un’anagrafe completa di tutti coloro che non studiano, perché dobbiamo fare in modo di raggiungere tutti i Neet e gli altri disoccupati perché conoscano le opportunità che offriamo per entrare al lavoro, a partire dai corsi di formazione finanziati». Perché il nodo è tutto qui: c’è la formazione, ci sono le imprese disposte ad assumere, mancano i candidati adeguati. E poi ci sono anche le opportunità di Alta Formazione offerte dall’Its, il percorso formativo biennale che porta alla qualifica di impiantista per le reti energetiche e che consente anche a persone diplomate più mature che hanno perso il lavoro di riqualificarsi ottenendo un titolo molto ricercato sul mercato del lavoro. «Si tratta di una grande opportunità per entrare in azienda in ruoli tecnici con prospettive di carriera importanti – riprende Bergonzoni – e di recente mi è capitato di proporla personalmente a due giovani diplomati Neet, uno disoccupato, l’altro fuori corso all’Università, che hanno preferito non sfruttarla e aspettare». Allora, secondo Bergonzoni, emerge una prima urgenza: in attesa di un’anagrafe pubblica che permetta di collegare chi ha bisogno di lavoro con le opportunità, è necessario che le famiglie, gli educatori, gli insegnanti, gli specialisti di orientamento professionale facciano comprendere ai giovani che non si può stare ad aspettare l’occasione perfetta, ma occorre cogliere al volo ogni opportunità disponibile per rendersi autonomi attraverso il lavoro.

«Non troviamo disoccupati in possesso delle competenze trasversali richieste» il necessario approfondimento specialistico. I giovani diplomati, specialmente di indirizzo tecnico, riescono molto spesso ad entrare al lavoro dopo il diploma e quindi cerchiamo i Neet– giovani che non studiano e non lavorano censiti dalle statistiche – ma al momento non riusciamo ad entrare in contatto con loro». Sono giovani che, dopo il diploma, hanno provato gli studi universitari o percorsi di inserimento al lavoro, senza ottenere i risultati sperati, assumibili in Italia con i contratti di apprendistato, dopo periodi di formazione in aula o in tirocinio. «Oggi ho partecipato al convegno di presentazione dell’Agenzia per il Lavoro costituita da Cna ed Ecipar a livello regionale – dice Bergonzoni - e sono intervenuto per chie-

Confindustria: «È molto difficile individuare addetti nella meccanica, in pochi scelgono gli istituti tecnici»

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18 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

CITTADINANZA

AMBIENTE AGENDA

I linguaggi dell’arte, dello sport e del teatro contro il razzismo

Torna in darsena a Ravenna la ruota panoramica

Spettacolo alla Classense per la chiusura della mostra Touroperator

Torna la “settimana antirazzista” organizzata dalla Rete civile contro il razzismo e la xenofobia (a cui aderiscono associazioni, sindacati e molti altri soggetti) insieme a Casa delle Culture, Comune di Ravenna e Regione EmiliaRomagna. Molti gli appuntamenti che affrontano il tema della convivenza, tornato quanto mai di attualità nell’ultima campagna elettorale. Per la verità, il programma ha preso l’avvio già il 24 febbraio alla Classense con la mostra Touroperator di Massimo Sansavini (per un approfondimento la nostra intervista su www.ravennaedintorni.it) che ha realizzato sculture e pannelli utilizzando come materiale il legno delle barche utilizzate fino a qualche anno fa dai migranti per raggiungere Lampedusa (e lì sequestrate dalle autorità). La mostra rimarrà aperta fino al 18 marzo giorno in cui, alle 16, proprio alla Manica Lunga della Classense, si terrà lo spettacolo Le voci di un’eco, performance teatrale musicale sull'immigrazione di Alberto Bedeschi con Alberto Bedeschi, Ismael Fousseini e Isabella Superbi (musiche di Umberto Rinaldi e Gianluigi Tartaull, (organizza il Circolo Arci Scintilla). Fousseni è un giovane migrante del Benin, che dopo un viaggio lungo e pericoloso, per terra e per mare, è approdato a Faenza. Ma prima, venerdì 16 marzo alle 15.30 alla Casa delle culture in Piazza Medaglie d'Oro 4, si tiene l’evento di apertura del laboratorio artistico “I mille volti di Ravenna” a cura dell'associazione RibellArti rivolto a profughi, rifugiati e ravennati creativi (conduce l'artista Abra Degli Esposti). Sabato 17 marzo alle 14.30 l’antirazzismo parlerà invece il linguaggio delle sport, al centro sportivo Dribbling di via Antica Milizia 50 si svolgerà infatti la quarta edizione del torneo multietnico di calcetto “Un calcio al razzismo” organizzato da coop Camelot, associazione Islamic Relief, Alleanza delle associazioni dei tunisini in Italia, associazione Cittadini del Mondo. Profughi e rifugiati, minori non accompagnati e ravennati si incontrano in campo. Altri eventi sono poi quelli alla biblioteca Classense per la rassegna “Scritture di frontiera”, di cui parliamo a pagina 28, e proseguiranno fino ad aprile.

CONTRO LE MAFIE/1

Il Treno di Legambiente sarà al binario 2 della stazione di Ravenna dal 15 al 17 marzo

Il Treno Verde fa tappa a Ravenna La campagna di Legambiente per energia pulita e mobilità sostenibile Energia pulita, reti elettriche “intelligenti”, efficienza e mobilità sostenibile sono i temi al centro del viaggio del Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, giunta alla 30esima edizione, che sarà a Ravenna (al binario 2 della stazione) dal 15 al 17 marzo. A bordo del Treno Verde una mostra didattica e interattiva, aperta dalle ore 8.30 alle 14 per le classi scolastiche prenotate e dalle 16 alle 19 di venerdì e sabato per tutti i cittadini. Anche a Ravenna, al centro della giornata inaugurale (il 15 marzo alle 11.30), ci saranno le esperienze virtuose locali, protagoniste della transizione energetica verso un modello democratico e sostenibile, che Legambiente premierà come “I RinnovABILI”. A seguire, a bordo della IV carrozza, sarà organizzata una degustazione di cibi di qualità prodotti con energia 100% E domenica si pulisce rinnovabile autoprodotta, provenienti dal territorio emiliano romagnolo. la Foce del Bevano Con l’arrivo del Treno Verde, Legambiente presenterà inoltre l’edizione regionale di Comuni In vista dell’ormai imminente Rinnovabili, realizzato grazie al contributo di chiusura delle zone “Blu” della Enel Green Power, il rapporto che da 12 anni foriserva naturale delle dune cotografa lo sviluppo delle fonti rinnovabili nei terstiere ravennati e foce del Beritori italiani. L’appuntamento è il pomeriggio vano per l'inizio della stagione della nidificazione (dal 1 aprile) sempre del 15 marzo, a partire dalle ore 14, alla e vista l’enorme quantità di risala D’Attorre nell’ambito del convegno “Attuare fiuti, Legambiente Ravenna orla transizione energetica: politiche, strumenti e ganizza una giornata di pulizia buone pratiche”. e rimozione dei rifiuti nell’area La novità che quest’anno sta accompagnando relativa alla zona nord del Beil convoglio di Legambiente è Civico 5.0, un movano in prossimità della torretnitoraggio scientifico incentrato sui temi dell’efta di osservazione, per la giorficientamento energetico in edilizia e della shanata di domenica 18 marzo. Il ring economy condominiale. In occasione della ritrovo per associazioni e cittappa del Treno Verde saranno mostrati i risultatadini è alle 9.30 presso la ti della analisi termografiche e i dati sui consumi sbarra di accesso della Pineta elettrici raccolti dai tecnici di Legambiente che Ramazzotti a Lido di Dante. sono entrati nei condomini e nelle case delle famiglie di Ravenna.

IL GENERALE PELLEGRINI E LA FINANZA A RAVENNA CON EMILIA ROMAGNA CONCERTI In occasione della Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, Emilia Romagna Concerti a Ravenna propone due iniziative. Alle 18 alla sala Corelli del teatro Alighieri ci sarà la presentazione del libro Noi gli uomini di Falcone del generale Angiolo Pellegrini, al comando della sezione Anticrimine dell'Arma dei Carabinieri di Palermo negli anni '80, tenuta sotto scacco dalla mafia siciliana (presenta Anna De Lutis e introduce il Procuratore Capo Alessandro Mancini, a ingresso libero). Alle 21 nella sala principale dell’Alighieri ci sarà invece il concerto della Banda Musicale della Guardia di Finanza, diretta da Leonardo Laserra Ingrosso, con la partecipazione del flautista Andrea Griminelli, che interpreterà la Fantasia sulla Carmen di Bizet, accompagnato dalla Banda.

Con l’arrivo della primavera ritorna a Ravenna la ruota panoramica che già lo scorso anno era stata collocata nella Darsena di città. Dal 17 marzo al 6 maggio cittadini, turisti, adulti e bambini avranno la possibilità di osservare dall’alto il canale Candiano e ammirare lo skyline del centro storico. Sabato 17 marzo alle 15 è in programma l’inaugurazione di quella che al momento è in Italia la più grande ruota semi-movibile in circolazione. Gestita dalla ditta Giocopremio di Forlì di Manuel Rambelli, la ruota, alta 40 metri, si compone di 20 gondole (più 1 speciale per persone disabili) e ha una capienza massima di 127 persone. L’attrazione, a costo zero per l’amministrazione comunale, sarà aperta nei giorni prefestivi e festivi dalle 10 alle 24 con orario continuato; tutti gli altri giorni dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 20. I biglietti saranno venduti al prezzo di 5 euro (ridotti 4 euro).

Una passeggiata in pineta per una “solidarietà fattiva” Domenica 18 marzo passeggiata ludico motoria e solidale nella pineta di Punta Marina. Si tratta di un evento organizzato dal Lions Club Ravenna Romagna Padusa, con il patrocinio del Comune, a sostegno dell’associazione “Per una solidarietà fattiva onlus”, costituita nel 1997 da un gruppo di famiglie di ragazzi disabili, che si occupa prevalentemente di promuovere attività riabilitative e terapeutiche. L’evento è organizzato in collaborazione con il Cai sezione di Ravenna e Trail Romagna. L’appuntamento è alle 9.30 al parcheggio scambiatore, tra Marina e Punta. Sarà possibile pranzare, anche in caso di maltempo (al coperto).

Un corso con psicoterapeuti sui legami di coppia Sta per iniziare la nuova edizione del corso condotto da psicoterapeuti e rivolto a donne e uomini dal tema “I legami di coppia, sogni e bisogni” che si terrà nella Casa del volontariato di Ravenna, a partire da mercoledì 21 marzo. Saranno proposti esercizi, filmati, lezioni teoriche e confronto in gruppo. Info e iscrizioni: eddaplazzi@hotmail.com.

CONTRO LE MAFIE/2 A Cervia la mappa degli indicatori-spia Lunedì 19 marzo dalle 18.15 ai Magazzini del Sale di Cervia si terrà l'iniziativa "Il cane non ha abbaiato" per comprendere come si muove la criminalità organizzata sul territorio e cercare di contrastarla. Sarà presentato il 5° Dossier del portale “Mafie Sotto Casa” curato da Gaetano Alessi e Rebecca Righi dell’associazione “La Banda” e "Il gruppo dello Zuccherificio". Il sito (mafiesottocasa.com), ha tracciato una mappa dell’Emilia Romagna costellata d’indicatori-spia che invitano a tenere alta la guardia.


INSERTO SPECIALE / I 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

ANTEPRIMA Edizione 2018

IN COLLABORAZIONE CON

www.ravennafestival.org

INTORNO AL TEMA

INTERVISTA

Ideali, utopie e avanguardie artistiche nel segno della libertà

«OGNUNO DI NOI HA UN SOGNO PERSONALE O COLLETTIVO...» Conversazione con la presidente del Festival Cristina Mazzavillani Muti

Con il titolo “We Have a Dream” il Festival continua ad esplorare eventi epocali e icone del ‘900 come Martin Luther King. Ne parla il direttore artistico Franco Masotti I have a dream è il titolo del discorso tenuto da Martin Luther King il 28 agosto 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili nota come “Marcia su Washington per il lavoro e la libertà”: in esso il reverendo King – con una cadenza da profeta biblico e rimandi a Lincoln e Gandhi – espresse la speranza che un giorno la popolazione di colore avrebbe goduto degli stessi diritti dei bianchi. Fra i più famosi discorsi del XX secolo, I have a dream è diventato simbolo della lotta contro il razzismo non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo, compendio di quella vita che il reverendo King dedicò alla libertà e all’uguaglianza nel credo della non violenza, e che si concluse drammaticamente con il suo assassinio il 4 aprile 1968 a Memphis, cinquant’anni fa. We Have a Dream prosegue il percorso iniziato dal Festival con l’edizione 2014, dedicata alla scoppio della Grande Guerra, con il quale si esplorano eventi cruciali e personaggi del secolo scorso. Ne abbiamo parlato con Franco Masotti, uno dei direttori artistici del festival. Da dove nasce l’idea di questo titolo ispirato a Martin Luther King? «Ci eravamo ripromessi di cogliere al volo l’occasione offerta dal centenario di Leonard Bernstein, un grandissimo direttore e compositore che ha unito popular music multietnica e musica “alta”; vittima oltretutto della caccia alle streghe maccartista negli anni '50, di conseguenza bandito dalle sale americane più prestigiose per le sue posizioni politiche. Assieme a lui volevamo ricordare i cinquanta anni dalla scomparsa di Martin Luther King. Abbiamo deciso negli ultimi anni di dedicarci a icone del recente passato come Nelson Mandela e ora King, entrambi simboli della lotta non violenta per l'uguaglianza e i diritti umani». Matteo Cavezzali > continua a pagina III

Il compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein (foto Allan Warren) In alto: Martin Luther King

Il programma del Festival 2018 è, come i precedenti, ricco di eventi che sviluppano due percorsi: il titolo principale, “We have a dream”, richiama le parole di Martin Luther King, rafforzate dal romagnolo A j ò fat un sogn, mentre l’altro tema che si alterna e si incontra a tratti con il primo è “Il canto ritrovato della cetra”. Cristina cosa ne pensa? «Sì, i due temi si intrecciano. Il sogno di Martin Luther King fu gridato nel 1963, quando partecipò alla marcia per i diritti civili del popolo di colore. Aveva preparato un intervento ma, la sua amica, la cantante gospel Mahalia Jackson gli urlò di parlare del sogno, quello che aveva per il suo popolo, King buttò via i fogli e parlò a braccio. Nessuno poteva immaginare che le sue parole sarebbero diventate un messaggio universale. One man. One march. One speech. One dream. Perché, ognuno di noi ha un sogno, personale o collettivo». Anna De Lutiis > continua a pagina XII

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Edizione 2018

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15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

Un ritratto del compositore Terry Riley, fra i maestri del minimalismo musicale. Il suo capolavoro “In C”, del 1964, sarà eseguito al Festival (12 giugno) dall’ensemble Tempo Reale

Il dietro le quinte di Kiss me, Kate musical capolavoro di Cole Porter Non poteva mancare un musical, nato e creato per Broadway, nell’edizione 2018 del festival dedicata alle vene creative dell’America. E quale se non il capolavoro datato 1948 di Cole Porter Kiss me, Kate. Uno spettacolo che è teatro nel teatro, dove la finzione si intreccia con i retroscena di una messa in scena shakespeariana. Kiss me, Kate diventà così un gioco di specchi e “delle parti” dinamico e brillante che segna uno spartiacque della commedia musicale della prima metà del Novecento con canzoni cameo come “Another Opening Another Show” e “So in Love”. A Ravenna il musical di Porter arriva in prima nazionale (dal 7 al 9 giugno al teatro Alighieri) nell’allestimento della compagnia britannica Opera North con un cast di orchestrali, coro, e attori-cantanti-ballerini di notevole caratura artistica.

Sonorità, visioni, parole che sono fluite “nelle vene dell’America” INTERVISTA A FRANCO MASOTTI > segue dalla prima In questi tempi, anche in America, pare che la lezione del reverendo King sia stata dimenticata… «Credo che proprio in questo momento sia importante guardarsi indietro e capire cosa non ha funzionato. Visti i tempi, la lotta contro il razzismo non ha nulla di simbolico o retorico ma torna ad essere purtroppo necessaria e di stringente e inquietante attualità. I diritti che parevano definitivamente raggiunti sono messi in forte crisi». È tornato con questa edizione a occuparsi di una delle sue grandi passioni da sempre: l’America che dagli anni ’50 a oggi è stata una fucina culturale a cui l’Europa ha guardato con grande interesse... «Sì, tra gli anni ’50 e ’70 è stato assolutamente così. Lì sono nati il jazz, la modern dance con Martha Graham, Merce Cunningham e Trisha Brown, l'espressionismo astratto, l'elettronica e le chance operations di John Cage e tantissimo altro ancora, da Miles Davis a Frank Zappa, da Dylan ai Talking Heads... Da lì sono arrivate molte delle novità più rivoluzionarie degli ultimi cento anni, al di là delle tante contraddizioni di quel Paese. A Berkeley nasce anche la contestazione studentesca a un certo tipo di potere, prima ancora che nel '68 arrivi in Francia e poi in Italia e Germania». Le “Vie dell’Amicizia” raggiunge quest’anno Kiev: Riccardo Muti sarà sul podio dell’orchestra Cherubini e di musicisti ucraini per il doppio concerto che unirà Ravenna a una delle più antiche città dell’Est Europa. C’è un legame con il tema del Festival? «Certamente. Al di là della comune storia bizantina, c'è da dire che fino a qualche tempo fa l’Ucraina era un pezzo importante di Unione Sovietica. Ci è piaciuto anche evocare in qualche modo la contrapposizione tra Russia e Stati Uniti durante la Guerra Fredda. Gli Stati Uniti si proponevano in quegli anni come luogo libero che appoggiava le espres-

sioni artistiche che erano invece pesantemente censurate in Urss. Così presentiamo un grande compositore ucraino come Valentin Silvestrov, che non ha certo avuto vita facile fino alla caduta del muro di Berlino. Non vuole essere una contrapposizione netta, sia ben chiaro. Ma è significativa e deve anche far riflettere su altre situazioni oggi ancora esistenti di oppressione sulle arti e la cultura». Il cartellone del Festival 2018 è vastissimo con un centinaio di eventi, di cui entreremo via via nel merito. Intanto però c’è uno spettacolo a cui tiene particolarmente, su cui vuole porre l’accento? «Un concerto che balza agli occhi è quello di David Byrne. Non sapevamo ancora il titolo che avrebbe dato al nuovo disco e al tour, che nella sua parte italiana si aprirà proprio a Ravenna, ma quando abbiamo scoperto che era American Utopia la cosa ci è molto piaciuta. È un artista con una coerenza artistica e etica senza compromessi e da molti anni non veniva in Italia. Credo sia uno degli autori americani più rappresentativi. E poi quella da molti considerata la più grande commedia musicale di sempre: Kiss Me, Kate di Cole Porter che è di una bellezza devastante come musica e testi. È un modo per riportare idealmente a Ravenna Cole Porter, che venne in città ben due volte e dove, secondo la leggenda, concepì la sua Night and Day. Poi celebreremo il minimalismo – a partire da Terry Riley – e la chitarra elettrica, lo strumento per eccellenza della musica del ‘900, nata appunto negli Usa. Tanto altro avrebbe potuto esserci ma con questo omaggio, sia pur inevitabilmente limitato, si potrà davvero entrare e fluire “nelle vene dell'America”.

Fra gli omaggi all’arte made in Usa quello al minimalismo e al mito della chitarra elettrica

CONCERTI

IL MITO AMERICANO DIRETTO DA MARSHALL, DAVIS E CONLON Sul podio delle orchestre Cherubini e Rai e musiche di Bernstein, Gershwin, Glass Grandi orchestre, direttori di vaglia e un repertorio di composizioni del ‘900 che spaziono fra autori statunitensi e omaggi alla cultura e al mito della frontiera americana, segnano la sezione del Festival intitolata per l’appunto alle “Nelle vene dell’America”. L’esordio (4 giugno al Pala De André) è con l’Orchestra Cherubini, diretta da Wayne Marshall che propone al pubblico il fascino della nostalgia e di mondi perduti che permeano tre pezzi di Ravel (Alborada del Gracioso, Le Tombeau de Couperin, La Valse), Three Dance Episodes dal musical On the Town di Bernstein e il celebre An American in Paris di Gershwin. Un omaggio a Leonard Berstein a 100 anni dalla nascita lo offre il Maestro Dennis Russel Davis, sempre sul podio dell’Orchestra Cherubini con l’esecuzione della Sinfonia n. 2 The Age of Anxiety e, nella seconda parte, in prima nazionale, la Sinfonia 11 del minimalista Philip Glass (il 16 giugno al Pala De André). Sempre Davis, con Maki Namekawa, in duo pianistico (il 17 giugno alla Classense), si cimenta in brani di Keith Jarret (Ritual, inedito in Italia), Glass (Mishima) e Stravinskij (Le sacre du printemps). Infine sul podio dell’Orchestra Nazionale Rai, il direttore James Conlon esegue l’ouverture da Candide di Bernstein, il Cantus in memoriam Benjamin Britten di Arvo Pärt, la Sinfonia da Requiem op. 20 di Britten e la Sinfonia n. 9 in mi minore Dal Nuovo Mondo (il 7 luglio al Pala De André).

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IV / Anteprima

Edizione 2018

RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

ARTE E CONFLITTI

Quando il canto ritrovato della cetra riesce a toccare il cuore dell’uomo Il direttore artistico Angelo Nicastro parla delle nuove sensibilità musicali oltre le crisi del ‘900 Fra gli eventi in programma un omaggio al compositore ucraino Valentin Silvestrov Il tema del Ravenna Festival con il We have a dream evoca i sogni di riscatto e libertà, che si palesano anche attraverso la creazione artistica, ma esistono purtroppo i sogni infranti dai conflitti e dalla tirannia del potere, e in tal caso anche il tacere dell’arte. La riflessione nasce da una conversazione con uno dei direttori artistici del Festival Angelo Nicastro, a proposito della sezione del programma intitolata “Il canto ritrovato della cetra”, di cui si è occupato da vicino. «Il tema del rapporto controverso fra arte e potere era stato già toccato anche lo scorso anno a proposito delle tormentate vicende di Shostakovich a confronto con il regime stalinista, e del rischio del tacere della musica e del canto di fronte allo strazio delle ingiustizie, dei massacri e dell’esilio – commenta Nicastro –. L’immagine è quella biblica, ripresa nel Nabucco di Verdi, della “cetra appesa ai salici”, o quella del canto schiacciato dall’oppresione degli invasori nei versi del poeta Quasimodo. Anche Adorno aveva scritto che dopo Auschwitz il bello non aveva più cittadinanza. Peraltro, nell’ambito dell’evoluzione culturale del Novecento è stata più volte evidenziata la tendenza della musica moderna, in particolare col linguaggio del serialismo, a una certa afasia concettuale, all’isolamento, all’incomunicabilità». Insomma, una crisi non solo estetica ma profondamente culturale e umana di fronte alle tragedie del Secolo Breve «Certo, ma c’è sempre un risveglio, una rinascita e, per l’appunto, come abbiamo inti-

Il gruppo vocale The Sixteen

EVENTI Gli splendori di Aleppo e le tre fedi un solo dio Intorno al tema del “Canto ritrovato della cetra” si dispiegano diversi appuntamenti concertistici come Lo splendore di Aleppo con canti di amore e lode delle comunità sirio-cristiana, armena, musulmana e giudaica); i Vespri Ciprioti con musiche di Jean Hanelle e della tradizione dell’isola di Cipro; il gruppo The Sixteen in Super Flumina Babylonis con musiche di Part, Byrd, de Monte, Tallis, Taverner; il duo De Maistre (arpa) - Tena (nacchere) con musiche di vari compositori iberici, il Quartetto Klimt con musiche di Schubert, Mahler/Schnittke, Corghi e Schubert; il Duo Gazzana con musiche di Silvestrov, Bach, Ysaye e Mozart; Tre fedi un solo dio con musiche della chiesa maronita d’Oriente, della tradizione ebraica sefardita, della tradizione sufi e ispirate alle poesie di Hildegard von Bingen.

Liturgie domenicali, Vespri e giovani artisti per Dante Nel cartellone dell’edizione del Ravenna Festival 2018 trovano conferma alcune rassegne collaterali agli eventi principali che si presentano con appuntamenti praticamenti quotidiani. Oltre le tradizionali Liturgie domenicali con l’esecuzione di partiture sacre nelle più importanti chiese ravennati, ogni sera alle 19 – dall’1 giugno al 5 luglio in San Vitale – l’appuntamento è con i Vespri e un ricco cartellone di concerti di musica sacra e antica proposta da eccellenti gruppi e solisti. Sempre dai primi di giugno ai primi di luglio, gli antichi Chiostri Francescani ospitano spettacoli (fra teatro, musica, danza e multimedia) selezionate di giovani artisti che si sono ispirati alla figura e alla letteratura dantesca, in particolarew alla Commedia. Tutte le mattine alle ore 11.

tolato “il canto ritrovato della cetra”, che soprattutto nei paesi dell’est europeo ha ripreso da tempo un percorso di notevole espressività e la capacità di toccare con la musica il cuore ancora prima della mente. Dietro questa risorgenza c’è una componete mistica e religiosa, ma più semplicemente un ascolto della tradizione, l’uso di strumenti e sonorità arcaiche, una sensibilità comunicativa più aperta e profonda che passa attraverso nuovi linguaggi musicali, spesso minimalisti». Chi sono i protagonsiti del “canto ritrovato”, di tali nuove capacità espressive attraverso i linguaggi musicali? «Nel programma del Festival abbiamo dato spazio a varie testimonianze musicali che comprendono compositori e strumentisti di varia estrazione culturale, etnica e religiosa, provenienti come si diceva dall’Est europeo ma anche dal Mediterraneo e dal Medio Oriente. Un approfondimento e un omaggio particolare riguarda, attraverso due concerti e un incontro, la personalità e l’opera musicale del pianista e compositore ucraino Valentin Silvestrov».

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/V

15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

CONCERTI

IL MAESTRO

MUTI TENDE LA MANO A KIEV PER IL CONCERTO DELL’AMICIZIA Da sinistra: il direttore Valerij Gergiev; Ottavio Dantone e Accademia Bizantina

Da Gergiev a Fray e Accademia Bizantina Gli appuntamenti con la grande musica sinfonica e quella cameristica In cartellone anche il Quartetto della Scala, Simply Quartet e Pezzi/Auskelyte Come ogni anno, l’estate ravennate si preannuncia intensa per l’importanza degli appuntamenti che Ravenna Festival proporrà agli appassionati che potranno godere di una programmazione talmente diversificata da soddisfare ogni palato. Sarà interessante ascoltare, l’8 giugno, come l’Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo diretta da Valerij Gergiev eseguirà un programma di matrice russa con influenze francesi. Proprio l’apertura sarà affidata ad una delle composizioni simbolo dell’Ars Gallica, il Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy, a cui seguiranno i Quadri di un’esposizione, capolavoro del più feroce sostenitore musicale dell’identità nazionale russa, Modest Mussorskij, nell’elaborazione orchestrale di Maurice Ravel. A chiudere questo programma franco-russo le Danze sinfoniche op.45 di Sergej Rachmaninov, composte dal musicista nel suo esilio statunitense. L’indagine sonora dei mondi ultraterreni danteschi sarà il tema dell’appuntamento del 9 giugno quando l’Ensemble vocale Voces Suaves proporrà un ventaglio di brani composti tra l’Umanesimo e il primo Barocco. Diamanti tra le gemme saranno i brani di Jacques Arcadelt, Luca Marenzio, Claudio Monteverdi e Carlo Gesualdo da Venosa. Degno di nota l’accostamento di queste musiche con quelle composte dalla contemporanea Joanne Metcalf. Il 10 giugno il Quartetto del Teatro alla Scala offrirà una lettura di brani di ipnotica introspezione. Forse il più famoso dei brani di Arvo Pärt, Fratres, è paradigma della tintinnabulazione, teorizzata proprio dal compositore estone, mentre il Quartetto op.11 di Samuel Barber deve la sua fortuna all’arrangiamento per orchestra del secondo tempo, l’Adagio. Chiuderà il Quartetto n.12 op.96 Americano di Antonín Dvořák, commistione del mondo folk-

loristico statunitense e boemo. Due tra i compositori più noti della storia saranno i pilastri del concerto del 26 giugno che vedrà il pianista David Fray interpretare insieme all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini due concerti per tastiera di Johann Sebastian Bach (BWV 1052 e 1055) e il concerto K491 di Wolfgang Amadeus Mozart, composizione tra le più drammatiche del musicista salisburghese. Le sonate per violino e pianoforte di Johannes Brahms verranno eseguite l’8 luglio dalla violinista Justina Auskelyte e dal pianista Cesare Pezzi. Il duo, attivo da diversi anni nonostante la giovane età dei componenti, ha di recente visto pubblicare l’incisione delle composizioni per violino e pianoforte di Balys Dvarionas. Quello che si può definire il testamento, se non spirituale, quantomeno intellettuale di Johann Sebastian Bach sarà eseguito il 10 luglio. L’Arte della Fuga è vertice della capacità compositiva del maestro tedesco e la sua composizione racchiude diversi misteri, dalla destinazione strumentale alla sua incompiutezza: sarà missione dell’Accademi Bizantina e Ottavio Dantone sciogliere i veli che ammantano questa vertiginosa opera speculativa. Il 13 luglio vedrà esibirsi il Simply Quartet, vincitore del I premio al 7° Concorso Internazionale di Musica da Camera Joseph Haydn: saranno protagoniste proprio le note di un quartetto (op.33) del compositore austriaco al quale il concorso è dedicato, con il noto La morte e la fanciulla di Franz Schubert. A Bela Bartok è attribuita la frase «le gare sono per i cavalli, non per i musicisti»: forse per sfatare quest’idea sarà proprio un quartetto del compositore ungherese a chiudere l’esibizione di questo gruppo di talenti. Enrico Gramigna

Al Festival sul podio della Cherubini e del Maggio Musicale Fiorentino Sono tre gli eventi del Festival 2018 che vedono protagonista Riccardo Muti alla guida della “prediletta“ Orchestra Cherubini e della “storica” compagine del Maggio Fiorentino. Innazitutto la nuova e ulteriore tappa del progetto internazionale dei “Viaggi dell’Amicizia”. Quest’anno il Maestro tende la mano per il “ponte di fratellanza attraverso l’arte e la cultura” a Kiev e al popolo ucraino, fondendo come di consueto, per l’occasione di due concerti gemelli, a Kiev e a Ravenna (1 e 3 luglio) i musicisti dell’Orchestra Giovanile Cherubini con quelli dell’Orchestra e coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina. Ancora in divenire il programma musicale ma sembra non mancheranno pagine verdiane. Un secondo appuntamento sancisce un legame lungo 50 anni fra Muti e l’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino che vedrà il Maestro e la formazione toscana impegnati nell’esecuzione in forma di concerto del Macbeth di Verdi (il 15 luglio al Pala De André) dopo il debutto al festival di Firenze. L’opera verdiana sarà anche tema di studio della IV edizione della Muti Italian Opera Accademy in programma fra la fine di luglio e i primi di agosto. Infine (il 18 luglio al Pala De André) l’omaggio al grande virtuoso americano del violino Ruggiero Ricci. Sul podio della Cherubini col violinista dei Wiener Philharmoniker Wilfried Hedenborg, Muti eseguirà pagine musicali di Paganini, Rossini e Beethoven.


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15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

TEATRO

Una scena da “Maryam” del Teatro delle Albe (foto Enrico Fedrigoli). A destra: Chiara Lagani e Fiorenza Menni in “Storia di un’amicizia”

Dalle amiche di Fanny & Alexander alla dolente Maryam delle Albe In scena anche altre nuove produzioni: la Sinfonia Beckettiana di Nerval Teatro e Lettere a Nour con il grande Franco Branciaroli Che sogno e teatro abbiano molto in comune è un'intuizione che attraversa la cultura occidentale almeno da quando, in piena epoca barocca, un mondo antico ritenuto eterno non cominciò a sfaldarsi, stingendo come un sogno nel mattino. I personaggi di Calderón e di Shakespeare, di Cervantes e di Bruno, furono gli attoniti testimoni di questa rivoluzione, a bocca aperta davanti a mondi nuovi che si svelavano allora per la prima volta, come Miranda alla fine de La tempesta. Il teatro s'imparentava al sogno: due metafore dell'esistenza umana, in bilico fra due crinali di nulla. D'altra parte, lo stesso Freud, in un altro secolo di crisi, chiamerà il sogno “dramma onirico”: la rappresentazione allestita dall'inconscio per dar corpo alle nostre pulsioni più profonde. Tutto ciò per dire che il titolo dell'edizione del Ravenna Festival di quest'anno, “I have a drem - A jo fat un sogn”, intende molto più di quanto non si potrebbe immaginare a tutta prima, promettendo una programmazione teatrale di tutto rispetto. Si parte il 14 giugno all'Alighieri con un'anteprima assoluta, Lettere a Nour. Scritto nel 2016 dall'islamologo franco-marocchino Rachid Benzine, questo libro ricostruisce un dialogo epistolare fittizio fra un padre, filosofo mussulmano e progressista, e la figlia Nour, che decide di raggiungere in Siria l'uomo che ama, un jihadista dell'Isis. Com'è possibile che la stessa fede possa giustificare due vite tanto differenti? Questo è il doloroso pun-

golo alla base dell'opera, portata a teatro per la prima volta dal regista Giorgio Sangati, che vede la partecipazione di un mostro sacro del teatro italiano, Franco Branciaroli, e una giovane promessa, Marina Occhionero. Si continua con la Sinfonia Beckettiana di Nerval Teatro, la compagnia di Elisa Pol e Maurizio Lupinelli, in scena il 23 giugno all'Alighieri, che omaggia due grandi del Novecento europeo: Samuel Beckett e Alberto Giacometti. Amici e collaboratori, i due artisti sono accomunati da poetiche per molti aspetti vicine: i personaggi tentennanti del primo sembrano rispecchiarsi nelle statue del secondo. Cinque attori diversamente abili, provenienti dai laboratori che da anni Nerval Teatro porta avanti con l'associazione Armunia, saranno accompagnati da un valente musicista come Matteo Ramon Arevalos, che interpreterà le musiche di Arvo Pärt e Valentin Silvestrov. Sara quindi la volta di due compagnie ravennati, che presenteranno per la prima volta ai loro concittadini due nuove produzioni. Parliamo di Fanny & Alexander, in scena il 5 luglio all'Alighieri con Storia di un'amicizia. Dirette da Luigi de Angelis, Chiara Lagani e Fio-

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renza Menni saranno le due protagoniste della fortunatissima saga L'amica geniale di Elena Ferrante, Lenù e Lila. L'autrice più chiacchierata del nostro paese troverà per la prima volta un adattamento teatrale. Dal 6 al 7 luglio all'Alighieri sarà in scena Maryam, monologo dello scrittore Luca Doninelli scritto per il Teatro delle Albe. Ermanna Montanari darà voce a tre donne palestinesi, colpite dalle atrocità della guerra in modo diverso ma accomunate dalla loro preghiera a Maryam, la Maria dell'Islam. Portatrice del dolore di tutte le madri del mondo, Maryam diventa corpo per un nuovo dialogo fra culture diverse. Il dolore di una donna sarà al centro dell'ultimo spettacolo, in scena il 10 e l'11 luglio all'Antico Porto di Classe. Elena Bucci e Marco Sgrosso, de Le Belle Bandiere, nel loro Antigone Quartet Concerto affronteranno un classico senza tempo della drammaturgia occidentale. L'Antigone sofoclea è l'eroina della contraddizione che passa fra morale e diritto: in mezzo al suggestivo parco archeologico i due attori di Russi interpreteranno tutti i personaggi della tragedia, accompagnati dalle musiche di Raffaele Bassetti e Dimitri Sillato. Iacopo Gardelli

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RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

DANZA/1

Erodiade e Tango Glaciale, coreografie “ricostruite” dagli anni ‘80 e ‘90 Grazie al progetto Ric.Ci, ideato e diretto da Marinella Guatterini, rivivono i memorabili spettacoli firmati da Julie Ann Anzilotti e Mario Martone Un postmoderno che sa essere ancora preveggente e l’eleganza fatale di un conturbante dramma biblico raccontato da Mallarmé: protagonisti del progetto Ric.Ci (Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni ’80/’90) ideato e diretto da Marinella Guatterini, che dal 2013 ha riportato sulle scene anche a Ravenna l’eccellenza creativa di una delle più prolifiche stagioni della coreutica contemporanea italiana, sono Tango Glaciale Reloaded (1982-2018) e Erodiade - Fame di Vento (1993-2017). Il Tango Glaciale Reloaded – un riallestimento a cura di Raffaele di Florio e Anna Redi dello storico progetto con la regia di Mario Martone – è una prima nazionale che promette di non soffrire il passaggio di ben 36 anni: Martone la definisce icasticamente «una macchina del tempo» che naturalmente e senza forzature accoglie «tre giovani danzattori» non ancora venuti al mondo ai tempi della prima stesura collocata agli albori dei sovrabbon-

danti Eighties, quando sul palco, a cambiare il corso della scena italiana, c’erano Andrea Renzi, Tomas Arana e Licia Maglietta del collettivo Falso Movimento. Una produzione suggellata dalla collaborazione blasonata di Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini e Fondazione della Danza/Aterballetto che a quanto pare ci porta, attingendo al passato della ricerca firmata Artaud, un sapore fresco di futuro: una pioggia di rimandi, dalla new wave ad altri frutti squisitamente figli dell’epoca, con la media di un cambio di scena ogni cinque minuti, racconta infatti i movimenti dei tre inquilini di una stessa casa. Li seguiamo mentre si spostano in dodici diversi ambienti – cucina, salotto, bagno, piscina, tetto… – in una vera e propria avventura domestica in continuo, febbrile mutamento che rende questo Tango Glaciale Reloaded tutto fuorché un’operazione passatista. Per Erodiade - Fame di Vento (1993-2017) ispirato al

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A sinistra: “Erodiade - Fame di vento” (foto Alberto Calcinai); sopra: “Tango Glaciale Reloaded” (foto Mario Spada)

poema incompiuto Hérodiade di Stéphane Mallarmé con le coreografie di Julie Ann Anzilotti, un doveroso inciso è da dedicare alle eleganti scenografie, che hanno la firma del grande artista concettuale Alighiero Boetti. Realizzato a solo un anno dalla sua morte, il prezioso fondale rosso con sipario, dà un’efficace prova del felice clima di scambio creativo e collaborazione tra diverse arti che permane in salute all’inizio degli Anni ’90 e che riporta quasi tutti “i protagonisti che furono” anche nel riadattamento di oggi. La produzione si deve alla Compagnia XE e, tra spiriti maligni e benigni, angeli e tormenti interiori, mette in scena la metamorfica catarsi nella solitudine di Salomé (chiamata da Mallarmé con il nome della madre, Erodiade) dal preludio al dramma, fino ai momenti successivi alla decollazione del Battista, accompagnata dalla intensa voce di Gabriella Bartolomei sulla partitura di Paul Hindemith. «Ho voluto seguire la scansione del poema non rinunciando però a portare il dramma fino a quel punto di liberazione che forse anche lo stesso Mallarmé aveva intravisto nel suo finale sospeso, quando scrive ‘urtando l’aldilà con il balzo del pensiero» spiega Anzilotti definendo la “fame di vento” della protagonista che – come le suggerì un’intuizione dello stesso Boetti – «vuole e ottiene qualsiasi cosa, ma poi resta più sola e vuota di prima, ancora alla ricerca di qualcosa che le dia un po’ di pace». Linda Landi

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15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

DANZA/2

Fra apparizioni e corrispondenze le creazioni di Greco e Bill T. Jones In scena il Ballet National de Marseille con le luci “disegnate” da Pieter Scholten e l’Arnie Zane Company sulle intime visioni dettate in A letter to my nephew Emio Greco con Pieter C. Scholten, Bill T. Jones e Roberto Bolle. Sono questi i “big” della danza attesi all’edizione 2018 del Ravenna Festival per soddisfare anche i palati più raffinati degli appassionati dell’arte coreutica. Il primo appuntamento in cartellone è fissato per il 29 giugno (alle 19 e alle 22) quando, nella cornice del Teatro Alighieri, il sipario si alzerà sulla prima nazionale di Apparizione con il Ballet National de Marseille & Ick, prima parte di un dittico che prende spunto dai Canti dei bambini morti di Mahler per indagare il fanciullino che è in noi, le cui doti di spontaneità, innocenza e curiosità sono state dissipate. Le coreografie sono a cura di Emio Greco e Pieter C. Scholten la cui collaborazione nel tempo si è trasformata in una diade artistica, dove i confini tra l’intervento del danzatore brindisino e quello del light designer olandese non sono più distinguibili. Alla ricerca dell’intuizione sensoriale perduta, l’opera è modulata dai paesaggi sonori di Franck Krawczyk, ancora una volta a fianco di Emio e Pieter, in una partitura visionaria per sette danzatori, un pianista, voci di bimbi e tecnologia digitale. Da segnalare, la partecipazione del Coro Infantil de La Sociedad Coral de Bilbao. La seconda data da “appuntarsi” per celebrare la danza è quella dell’11 luglio (alle 21.30), con l’arrivo – al Palazzo Mauro De André – dell’Arnie Zane Company che dà vita alle coreografie di Bill T. Jones, in A letter to my nephew. Dopo aver debuttato in Francia nel 2015, lo spettacolo è poi approdato negli Stati Uniti lo scorso ottobre e ora sarà presentato in prima italiana a Ravenna. L’ultima creazione del coreografo americano è un collage intimo per nove danzatori, è un ritratto dedicato al nipote Lance T. Briggs – ex danzatore che ha combattuto malattia e dipendenza – sullo sfondo politico del nostro presente. Costruita come una serie di cartoline spedite a casa da

una leggendaria Europa liberale, il lavoro mostra diversi aspetti della figura di Briggs mentre lui giace in un letto d’ospedale: la danza vogue, una vista mozzafiato, una scena di immigrazione forzata. Accompagnato dalle suggestive proiezioni di Janet Wong, dalla coinvolgente partitura originale di Nick Hallett e dal baritono Matthew Gamble, A Letter to My Nephew è un mix toccante ed evocativo di immagini, danza e musica. In giro per il mondo, lo spettacolo viene rimodulato con echi del luogo e del momento in cui questo si svolge. La chiusura a passi di danza del Festival è affidata all’attesissimo Roberto Bolle and Friends, il 22 luglio alle al Pala De André, che è già praticamente “sold out”. Per l’étoile dei due Mondi è un ritorno in città dopo aver incantato il pubblico nel 2007, al fianco di Alessandra Ferri per il suo farewell tour. Questa volta sarà protagonista assoluto e di certo farà faville con il suo galà che ha girato, e tuttora gira, trionfante tra i luoghi più belli e significativi d’Italia e non solo. La sua è stata un’intuizione di successo con sui ha aperto nuovi orizzonti e possibilità, conquistando piazze e teatri, portando la danza dove non c’era mai stata. C’è ancora riserbo sul cast e il programma che lo stesso Bolle sta preparando, ma come sempre l’étoile della Scala, nonché principal dancer dell’American Ballet Theatre di New York, non mancherà di coinvolgere alcuni tra i nomi più importanti del panorama tersicoreo internazionale per offrire al pubblico una serata di danza al suo massimo livello. Roberta Bezzi

E il gran finale del festival è con Roberto Bolle & Friends

Dall’alto: “A letter to my nephew” (foto Jim Coleman); “Apparizione” (foto A. Poiana); Roberto Bolle and Friends

Menù di Pasqua 2018

Menù di Pasquetta 2018

Antipasto Salmone marinato da noi profumato al gin-tonic Tonno salato con panna acida e polvere di capperi Piccolo gratinato di mazzancolle, scampi e capesante Primo Risotto “Acquarello tenuta Colombara” alla marinara Secondo Filettino di pescato del giorno con asparagi e tartufo nero Dolce-dessert Crumble al cioccolato, crema di ricotta profumata all’arancia, salsa al pistacchio In abbinamento ½ bottiglia a testa Mionetto Vivo Extra dry Falerio Pecorino “Gale” d.o.c. Al prezzo totale di euro 35,00

Antipasto Insalata di mazzancolle tiepide, misticanza, mango e avocado Seppioline novelle con spuma di squacquerone Primo Cappelletto ripieno di pavarazze della nostra sfoglina Secondo Polpo in graticola con vellutata di asparagi Dolce-dessert Semifreddo alla nocciola con crema di pistacchio e vaniglia In abbinamento ½ bottiglia a testa Pignoletto “Cure’na” d.o.c. Trebbiano “Casticiano” d.o.c. Al prezzo totale di euro 35,00

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/ XI

15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

IL CONCERTO

CONTEMPORANEA

L’INVASIONE DELLE CENTO CHITARRE, DA STEVE REICH AL MISSISSIPPI Una settimana con l’ensemble del Parco della Musica di Roma Tra gli appuntamenti più curiosi della prossima edizione del Festival da segnalare l’invasione delle 100 chitarre elettriche, una settimana di soli ed esibizioni di massa con protagonista il Pmce (Parco della Musica Contemporanea Ensemble), progetto nato e cresciuto nel corso delle diverse stagioni di musica contemporanea della Fondazione Musica per Roma presso l’Auditorium Parco della Musica e che si è sviluppato sotto forma di un gruppo modulare di musicisti da tutta Europa chiamati di volta in volta a eseguire progetti diversi. Al Festival l’ensemble sarà protagonista in particolare giovedì 21 giugno all’Almagià con musiche di Riccardo Nova, Steve Reich e Christopher Trapani. Il direttore Tonino Battista e il chitarrista solista del Pmce, Luca Nostro, saranno anche il giorno dopo a Palazzo San Giacomo di Russi per il culmine dell’invasione, “le 100 chitarre in concerto”, per cui è aperto anche una sorta di casting sul sito del Festival. Il programma sarà completato il 19 e 20 giugno sempre all’Almagià con concerti in solo dello stesso Nostro, di Massimo Ceccarelli (basso e contrabbasso) e un omaggio a Bryce Dessner, fino al “fuori porta” del 23 giugno sul porto canale di Porto Garibaldi con una serata dedicata al blues del Mississippi.

David Byrne al Pala De André con il suo live «più ambizioso»

MUSICHE DAL MONDO

Il fondatore dei Talking Heads chiude il Festival presentando il 19 luglio il suo nuovo disco solista American Utopia

Il Brasile secondo Stefano Bollani Fa tappa il 13 luglio al Pala De André, nell’ambito del Ravenna Festival, il nuovo tour di Stefano Bollani. Tour di presentazione del disco in uscita in maggio, Que Bom, con cui il pianista (accompagnato da Jorge Helder al contrabbasso, Jurim Moreira alla batteria, Armando Marçal e Thiago da Serrinha alle percussioni) torna al suo grande amore per le sonorità brasiliane.

Il tour di presentazione del nuovo album di David Byrne, American Utopia, farà tappa il 19 luglio anche a Ravenna, al Pala De André, come sorta di gran finale del Ravenna Festival 2018. Uscito il 9 marzo per Todomundo/Nonesuch Records, si tratta del primo lavoro solista del grande artista dal 2004. Registrato per la maggior parte a New York nello studio di casa di Byrne, American Utopia vede la collaborazione dell’amico di lunga data Brian Eno, del produttore Rodaidh McDonald (anche di altri nomi di primo piano della scena rock ed elettronica mondiale come The XX, King Krule, Sampha, Savages) e di artisti quali Daniel Lopatin (aka Oneohtrix Point Never), Jam City, Thomas Bartlett (produttore di St. Vincent, aka Doveman) e Jack Peñate. Il tour di presentazione metterà in scena quello che lo stesso Byrne ha definito come «lo spettacolo più ambizioso che abbia mai fatto dai concerti che furono ripresi per Stop Making Sense (il film concerto to dei Talking Heads del 1984, diretto da Jonathan Demme, ndr)».

L’unicità dell’Orchestra di Piazza Vittorio Al Ravenna Festival quest’anno anche una realtà unica come l’Orchestra di Piazza Vittorio, la prima e sola orchestra nata con l'auto-tassazione di alcuni cittadini che ha creato posti di lavoro e relativi permessi di soggiorno per gli eccellenti musicisti provenienti da tutto il mondo che la compongono. Mario Tronco è il capitano della band, intento “a temperarne gli umori variabili in miscele esotiche e irresistibili”, fatte di oud e flicorni, flauti andini e chitarre. Appuntamento il 23 giugno a Palazzo San Giacomo, a Russi.

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Produttore discografico, fotografo, regista, autore, oltre che musicista e artista, americano di origine scozzese, David Byrne ha lasciato un segno nella storia della musica attuale fondando i Talking Heads, band d’avanguardia in grado di combinare musica bianca e musica nera, costituendo una delle colonne portanti della new wave americana. Successivamente – e conteporaneamente – ai Talking Heads, ha intrapreso dal 1981 una lunga carriera solista, collaborando con artisti del calibro di Brian Eno, Ryuichi Sakamoto (con il quale ha vinto l’Oscar, il Golden Globe ed il Grammy negli anni 1988-1989 per la colonna sonora del film di Bertolucci L’Ultimo Imperatore), St. Vincent (con la quale ha pubblicato l’album Love This Giant nel 2012). La sua passione per la world music lo ha portato a fondare la Luaka Bop, la rinomata etichetta di Os Mutantes, Jim White, Los De Abajo, Atomic Bomb Band. Dal 2002 il nome di Byrne è inserito nella Rock and Roll Hall of Fame. (lu.ma)


XII / Anteprima

Edizione 2018

RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

Un ritratto di Cristina Mazzavillani Muti durante audizioni al teatro Alighieri

Energie creative under 18: audizioni aperte a fine maggio

INFO E PRENOTAZIONI EVENTI In biglietteria, su internet e social network

Le audizioni “Alla scoperta delle energie creative della Romagna” sono riservate a ragazze/i dagli 8 ai 18 anni, singoli o in gruppo (fino a 5 persone). Sono ammesse arti dello spettacolo e multimediali e può iscriversi anche chi ha già partecipato nel 2017. Le iscrizioni, solo via e-mail, sono aperte fino a venerdì 20 aprile. Info: 0544 249219; www.ravennafestival.org. Le audizioni – aperte a tutto pubblico – sono in programma al teatro Alighieri dal 21 al 29 maggio

Per gli spettacoli in cartellone è possibile avere informazioni e prenotare posti alla biglietteria del Festival (teatro Alighieri, via Mariani 2), tel. 0544 249244, tickets@ravennafestival.org, www.ravennafestival.org e attraverso le prevendite ufficiali attive presso tutte le filiali della Cassa di Risparmio di Ravenna, rete Viva Ticket, uffici Iat di Ravenna e Cervia. Esclusivamente alla biglietteria del Festival continua anche la possibilità di sottoscrivere abbonamenti a 7 spettacoli o di acquistare il Carnet Open (4, 6 oppure 8 spettacoli). Info aggiornate, immagini sugli eventi e notizie di servizio sul sito www.ravennafestival.org e anche sulle pagine dei social network del Festival: Facebook, Twitter e Youtube.

«Le “Vie dell’Amicizia” un sogno realizzato, e ora largo alle energie dei più giovani» INTERVISTA A CRISTINA MUTI > segue dalla prima «È il sogno che ci spinge a riemergere dopo aver “toccato il fondo”, a seguire lo spiraglio di luce che ci fa sperare nel futuro. L’altro tema è “Il canto ritrovato della cetra” e anche qui è un risollevarsi dalle sconfitte della vita: «E come potevamo noi cantare / con il piede straniero sopra il cuore» scriveva Quasimodo. Ecco, dopo il dolore e le sconfitte si torna a sognare, a cantare, a fare poesia. Questo cercheremo di raccontare con il Festival». Lei hai sempre desiderato coinvolgere la città, il pubblico, con particolare attenzione ai più giovani... «Ho cercato di uscire spesso dai luoghi “addetti“ allo spettacolo, negli ultimi anni abbiamo invaso pure strade e piazze con violoncelli, violini e in questa edizione con le chitarre elettriche, per far sì che il maggior numero di person siano coinvolte, anzi avvolte, dalla musica. E anche quest’anno ci dedicheremo alla scoperta delle energie creative della Romagna: incontreremo giovani in età da 8 a 18 anni per scoprire le loro potenzialità in tutte le arti che abbiano una componente artistica. Torno a sottolineare che non si tratta di selezioni ma di audizioni. Lo scorso anno molti ragazzi sono stati coinvolti nella Trilogia operistica e in quella circostanza abbiamo scelto quelli che si adattavano al ruolo, non i più bravi. Non facciamo promesse, è vero, ma è probabile che capiti per necessità di aver bisogno delle loro potenzialità». Ravenna Festival, in questa edizione, raggiungerà

Kiev. Ancora una volta una meta lontana verso cui lanciare un ponte di amicizia con la musica. «Ecco, anche questo è un sogno che si è realizzato in questi anni. Sono state superate le barriere di lingua, religione, etnia, anche se all’inizio è stato un grido, una richiesta di aiuto che veniva da Sarajevo a dare il via a un viaggio che non si è più fermato. Una città martire che voleva rinascere e ha cercato di farlo partendo dalla musica. Rivedo ancora l’interminabile fila di gente che venne al concerto, procedendo fra case e strade distrutte di una città fantasma». Parliamo della “Trilogia d’Autunno”. Ancora Verdi: Nabucco, Rigoletto, Otello. Si aspettava il successo che ha avuto il progetto fin dalla prima edizione? «Sinceramente no, però ci speravo, perché sono ottimista, e oggi ne ho la prova. Ma non intendo gli applausi, piuttosto la partecipazione di un pubblico sempre più numeroso. Ero convinta che la Trilogia avrebbe portato anche turisti a Ravenna, in un periodo non proprio vivace. Infatti, già ora registriamo numerose prenotazioni di stranieri che a Ravenna troveranno musica ma anche splendide basiliche. Per questo la Trilogia deve proseguire e va sostenuto lo sforzo per realizzarla. Non sono facili da allestire queste opere ma sono spinta, ad esempio nel Nabucco, da quel grande sentimento di patria, quella sospesa atmosfera biblica che vi si sente. È l’opera con cui Verdi ritrova la voglia di vivere e di comporre dopo i momenti drammatici della sua vita: la morte della moglie Margherita e dei figli».

CONCERTO TREKKING

A PIEDI E IN BATTELLO NELLE VALLI DI COMACCHIO Il Concerto Trekking del Festival – ormai classico mix di percorsi in natura (a piedi o in bici) e musica ideati da Trail Romagna – dopo aver esplorato pinete, zone umide, calanchi e foreste (nella foto, il concerto al bosco della Lama dell’edizione 2017), domenica 24 giugno fa tappa alle Valli di Comacchio proponendo un itinerario bike con partenza da Ravenna fino a Comacchio e/o una passeggiata ad anello che tocca le antiche saline e la Torre rossa, punto d’osservazione privilegiato del paesaggio vallivo. A seguire, in battello, si approda ai casoni di pesca delle anguille per ascoltare un concerto di chitarre blues. Gran finale nell’affasciante Bettolino di Foce, come sempre con un momento conviviale dedicato alla tradizione gastronomica del territorio.


SPORT / 19 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

PALLAVOLO

Il grande volley torna al Pala De Andrè Questa volta Recine è con gli altri... Gara2 playoff scudetto: il ravennate è il direttore tecnico della corazzata Perugia ed era dirigente a Ravenna nel 1997, l’ultima volta di uno spareggio nel tempio del Messaggero di Vincenzo Benini

Il ritorno al Pala De André dei playoff per lo scudetto della pallavolo, atteso ormai da ventuno anni perché nel 2015 Ravenna giocò le gare casalinghe a Forlì, offre tutti gli ingredienti giusti per assistere a un grande spettacolo. Domenica 18 marzo (inizio ore 18) gara2 dei quarti di finale tra la Bunge e la corazzata Sir Safety Conad Perugia (3-1 all’andata): tra gli umbri ci sarà la presenza di due ravennati molto amati, l’ex Fabio Ricci in campo e il dirigente Stefano Recine in tribuna. Proprio quest’ultimo, direttore tecnico del club umbro, è il primo ad applaudire quanto fatto dalla Bunge in questa stagione. «Quest’anno a Ravenna – inizia Recine – è stato effettuato un lavoro egregio, straordinario. Sono stati tesserati giocatori di grande valore come Buchegger, tra l’altro trattato anche da noi, e azzeccato tutte le scelte, ricostruendo da zero un gruppo molto competitivo. I centrali, tutti giovani, stanno facendo benissimo, come i due martelli Poglajen e Marechal, e in più c’è un Orduna che sta dimostrando di valere una squadra di alto livello». A inizio stagione si sarebbe aspettato di incrociare proprio la Bunge nei playoff ? «Di sicuro c’erano formazioni più accreditate, come Monza, Latina e Vibo Valentia, che alla fine sono arrivate dietro. È stato premiato l’enorme lavoro di Bonitta e della società, capace di fare il massimo con un budget limitato. Inoltre si è potuto contare sulla grande spinta del pubblico del Pala De André. In regular season non è stato facile battere in casa sua la Bunge e penso che in gara2 dei playoff ci sarà da soffrire. Tornare a giocare in quel palazzetto è stata una scelta giustissima». Passando a Perugia, è soddisfatto di come sta andando la vostra stagione? «Abbiamo vinto i primi trofei della nostra storia, la Supercoppa e la Coppa Italia, per la prima volta abbiamo chiuso in testa alla classifica e siamo in corsa per le finali della Champions League. Meglio di così finora non si sarebbe potuto andare. È un premio meritato per il nostro pubblico, lo staff tecnico e i giocatori». Da ravennate, la partita di domenica la sente come un derby personale? «Direi di no. Io sono e resto un amico della società, di cui tra l’altro figuro anche tra i soci fondatori. È da tanti anni che però sono lontano da Ravenna per motivi professionali e non mi considerò più un ex. Comunque mi fa sempre molto piacere venire in quella che è casa mia». Oltre che giocatore, è stato anche dirigente a Ravenna. Cosa ricorda? «Sono stato direttore sportivo dal ’94 al ’97, con l’amico Brusi direttore generale. Ci siamo divertiti tantissimo, ci siamo tolti grandi soddisfazioni, tra cui vincere una Coppa Cev. Finiti i fasti del Messaggero, avevamo poche risorse, ma tanto sale in zucca. In quegli anni sotto la guida di Skiba e Bonitta stava crescendo un gruppo davvero interessante di giovani, molti dei quali avrebbero costruito una grande carriera. In più abbiamo azzeccato tutti i pochi stranieri che ci potevamo permettere. Infine mi

Al centro Stefano Recine festeggia con la sua Sir Safety Conad Perugia: quest’anno la squadra ha già vinto Supercoppa e Coppa Italia

piaceva il fatto che comunque Ravenna fosse sempre temuta da tutti gli avversari». Dopo dove andò? «A Macerata, dove sono stato tredici anni, vincendo tutto. È stato un periodo molto lungo e bello». E a Perugia come si trova? «Benissimo. È una società di alto livello, con una grande organizzazione e un pubblico stupendo. Spero di stare qui ancora per tanto tempo. A me non piace cambiare spesso». Come si vivono le pressioni per le re-

«La Bunge ha fatto un lavoro egregio, bravo Bonitta»

sponsabilità di dirigere il mercato di club come questi? «Io le pressioni le cerco. Nei cinque-sei mesi che sono stato fermo stavo molto peggio… Questo è un lavoro che faccio da 26 anni, con grandissima passione». In famiglia si continua a mangiare sempre pane e pallavolo? «Sì, mia moglie (Beatrice Bigiarini, ndr) da atleta ha fatto una grande carriera, molto più bella della mia. Ha giocato a Ravenna e Reggio Emilia e vestito tante volte la maglia della nazionale. Entrambi i miei figli hanno fatto parte delle nazionali giovanili, una grandissima soddisfazione per noi. Adesso Martina si sta dedi-

Esordio da giocatore in A1 con la Casadio Nato a San Candido, in provincia di Bolzano, il 18 aprile del 1957, ma residente a Ravenna fin da giovanissimo, Stefano Recine è stato uno dei pallavolisti italiani più importanti degli anni Settanta e Ottanta, avendo giocato in Serie A1 per 17 stagioni consecutive. Il debutto nella massima categoria avviene nell’annata 1975-76, con la maglia della Casadio Ravenna, squadra dove resta per cinque campionati di fila, formando un bel gruppo con i vari Bendandi, Ricci, Venturi, Rambelli, Errani e Carmé. Poi Modena (una Coppa Cev), Parma (Coppa dei Campioni), Bologna (Coppa delle Coppe) e Milano (Mondiale per Club). In nazionale fa l’esordio nel ’76 a Turku, in Finlandia (UngheriaItalia 3-1), e totalizza ben 67 presenze. Nel ’92 comincia la carriera da dirigente nel Volley Gonzaga Milano, per poi tornare a Ravenna dal ’94 al ’97. Seguono le esperienze sulle scrivanie di Ferrara (’97-98), Palermo (’90-2000) e Modena (2000-2002), per poi approdare a Macerata nel 2003, dove resta tredici anni, fino al 2016. Nel 2017 inizia la collaborazione a Perugia dove è direttore tecnico.

cando più agli studi, mentre Francesco gioca in A2 nel Club Italia». Che consigli dà ai suoi figli? «Sono ragazzi molto responsabili, con in più la fortuna di avere una grande mamma. Sono molto autonomi, ma comunque sono felice di aver trasmesso loro l’amore per la pallavolo». Augurandole di restare a Perugia almeno altri 11 anni, quando avrà terminato la sua esperienza le piacerebbe tornare da dirigente a Ravenna? «Adesso sto bene qui e il mio desiderio è quello di chiudere in Umbria la mia carriera. A Ravenna, invece, largo ai giovani, che stanno facendo cose incredibili».

LE PARTITE DEL WEEKEND

Calcio, il Ravenna cerca la terza di fila con Mestre Basket, l’Orasì rigenerata dal derby va a Verona Nel volley femminile la Conad è tornata in zona playoff e per restarci dovrà superare il Club Italia. Pallacanestro B: è arrivato il giorno dello scontro tra Orva e Rekico Ecco il programma dei più importanti appuntamenti sportivi del weekend. CALCIO La vittoria di Bergamo contro il quotato AlbinoLeffe ha dato linfa vitale ai giallorossi in vista del match casalingo in programma il 18 marzo alle 16.30 contro un Mestre in buona forma, in virtù di tre affermazioni di fila, l’ultima delle quali sul Pordenone. Il campionato di Serie C continuerà poi il 21 marzo ma la squadra di Antonioli starà ferma per osservare il secondo e ultimo turno di riposo. VOLLEY Per la Bunge domenica 18 gara2 dei playoff contro Perugia (vedi articolo principale). Tre giorni dopo, mercoledì 21 marzo (ore 16.30 italiane), la formazione di Soli disputerà invece il ritorno della semifinale di Challenge Cup, andando a fare visita i turchi del Maliye Piyango Ankara. In A2 femminile la Conad, tornata con prepotenza in zona playoff, scende invece sul taraflex rosa di sabato, re-

candosi il 17 marzo al centro federale Pavesi di Milano (inizio ore 17) per affrontare le baby del Club Italia. BASKET Grande periodo di forma anche per l’OraSì, che esaltata per il meraviglioso successo sulla leader Fortitudo Bologna (il terzo in stagione), domenica 18 marzo (ore 18.30) andrà in terra veneta per cercare di fare lo sgambetto alla Tezenis. Si tratta di uno scontro diretto molto delicato, con i veronesi appaiati in classifica ai ragazzi di Martino, intenzionati a tenere a distanza le formazioni che insidiano la sua sesta posizione. In Serie B è tempo infine di derby, con il sentito match tra Rekico e Orva che andrà in scena al PalaCattani di Faenza domenica 18 marzo (ore 18). Pesantissimi i due punti messi in palio: per i manfredi, che vogliono diventare quarti solitari in classifica, e per i lughesi, che cercano di uscire dalle sabbie mobili dei playout. (vi.be.)


20 / CULTURA / RUBRICHE RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

VISIBILI E INVISIBILI

CARTOLINE DA RAVENNA

Una delle migliori commedie degli ultimi anni su uno dei film più disastrosi della storia

Il servo misterioso mittente Giovanni Gardini

di Francesco Della Torre

prima cinematografica del film, letteralmente da The Disaster Artist (di James Franco, 2017) lacrime agli occhi nel vedere le grasse risate del pubSan Francisco, 1998. Greg Sestero, un giovane aspiblico in un film di intenzioni drammatiche. The rante attore, rimane affascinato dall'incontro con lo Disaster Artist non ha difetti nel suo genere, perché stravagante Tommy Wiseau, che durante le lezioni di ha un cast incredibile, un lavoro di regia attentissimo teatro mostra una certa libertà emotiva nell'espria riproporre la cosiddetta “poetica” dell'autore, ha mersi. I due stringono amicizia e si trasferiscono a una colonna sonora che ci restituisce alcuni pezzi Los Angeles in cerca di fortuna che però stenta ad arrivare; nasce così la geniale rock memorabili, ha dialoidea di scrivere la sceneggiatura ghi brillanti e un ritmo di un film: The Room vedrà la come già detto incalzante. luce nel 2003 e sarà considerato La curiosità di vedere il film il più brutto film della storia del originale diventa obbligo cinema (o giù di lì). L'idea di parquando i titoli di coda ci lare di registi (?) disastrosi non è raccontano prima le (scarnuova, perché nel 1994 ci aveva se) fortune di The Room, per già pensato Tim Burton, racconpoi mostrare in split screen tando in maniera geniale e indi(schermo diviso) i paralleli menticabile Ed Wood e la storia tra film originale e finzione, del suo film penoso Plan 9 From in alcune scene. The Tommy Wiseau davanti alla Outer Space, ma non è certo un Disaster Artist è una delle locandina del film che parla di lui problema. Il film inizia con una migliori commedie degli serie di interviste ad attori e regiultimi tempi, ha come unico difetto quello di essere irrimediabilmente cinesti molto famosi in patria ma non da noi visto che il filo, si mangia a colazione tutti i candidati agli Oscar cinema “neanche troppo indipendente d'autore di quest'anno, va assolutamente visto e soprattutto americano” qui non viene più distribuito; gli intervifa venire una voglia matta di vedere il peggior film stati (tra tutti si riconosce il Kevin Smith di Clerks) si della storia del cinema. Voglia che mi sono tolto lasciano andare a lodi a Wiseau, tra il serio e il faceimmediatamente: to, riconoscendone però tutti l'originalità e il coragThe Room (di Tommy Wiseau, 2003) gio di una produzione tra l'altro costosissima. La Ambientato in un ipotetico condominio, il film vede famiglia Franco (James regista e protagonista, il fraJohnny, tradito dalla futura moglie Lisa, che ha una tello minore Dave co-protagonista) adatta per lo relazione col migliore amico Mark. Oltre a non avere schermo il romanzo autobiografico di Sestero (scritto nessuna idea di regia né di annoverare nel suo cast con Tom Bissell) che narra dell'amicizia tra i due e anche solo un'idea di recitazione, è una sequenza di della realizzazione dello scellerato ed esaltante proscene senza senso, di personaggi che sbucano fuori getto che è The Room. Lo fanno con un cast incredida non si sa dove e di situazioni tutte irrisolte tranne bilmente zeppo di piccole apparizioni che evidentela vicenda dei protagonisti, che si concluderà tragicamente vogliono omaggiare il coraggiosissimo “automente. La comicità involontaria del film ad altissimi re”: oltre ai citati colleghi iniziali, si gustano i cameo livelli, le numerose scene “cult” senza alcun signifidi Melanie Griffith, Sharon Stone, Kristen Bell, Judd cato, lo pongono giustamente al vertice più basso Apatow, Seth Rogen, Zac Efron e, ciliegina sulla torta, mai riscontrato al cinema, molto peggio di Ed Wood degli originali Tommy Wiseau e Greg Sestero. Il film è o di certe cose Made in Italy. Da vedere, indiscutibiluna cavalcata esilarante dell'insieme delle stravamente, perché le parole non rendono nulla a questo ganze di Tommy, che non ha un minuto fuori posto e incredibile festival dell'orrido. si conclude trionfalmente nella lunga sequenza della

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Nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, la prima delle scene cristologiche della parete destra, raffigura l’ultima cena, un’immagine che si colloca tra le primissime rappresentazioni di questo passo evangelico. Il Cristo siede nel posto di onore, speculare a lui è l’apostolo Giuda. L’intera scena è dominata da un intenso gioco di sguardi che si fissano su Gesù e su Giuda ad indicare il tempo del tradimento: tre dei discepoli più vicini al Signore hanno lo sguardo saldo su di lui, mentre gli altri otto puntano gli occhi sul traditore. Anche Giuda guarda il Signore e si viene così a chiudere un cerchio ideale, suggerito anche dalla disposizione dei discepoli serrati nei loro abiti bianchi, stretti gli uni accanto agli altri. Sulla mensa sono sette pani e due grossi pesci a richiamare il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Stranamente, un disegno di Felice Kibel presenta alle spalle di Cristo un servo che porge una brocca. Il Ricci, sostenendo l’infondatezza di questa figura, tenta di dare una risposta a questo bozzetto: «Può pensarsi che, precipitato in antico quell’angolo estremo di mosaico, come infatti mostra la tarda ripresa, il vano fosse tardi riempito d’intonaco e dipinto, se pure, essendoci la lacuna, non fu idea e proposta dello stesso Kibel quella di riempirla con tale figura e la indicò in quei disegni. Certo non se ne ha altra notizia né storica, né grafica». Disegno di Felice Kibel tratto da C. Ricci, Tavole Storiche, Fasc. IV.

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CULTURA / RUBRICHE / 21 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

FIORI MUSICALI

NdL (Nota del Lettore)

Cosa succede sul podio del direttore che prende per mano l’orchestra

I contrasti di Robecchi e le ombre di Manzini

di Enrico Gramigna

di Federica Angelini

Una delle domande che più spesso viene rivolta ai musicisti dagli appassionati di musica riguarda la figura del direttore d’orchestra e la funzione che esso svolge nell’economia dell’esecuzione. Vista da fuori, certamente, appare una domanda più che legittima: il direttore sembra uno stregone che agita le mani senza un apparente nesso logico, ma non è così. Egli conduce letteralmente l’orchestra, la prende per mano, quasi come se essa fosse né più né meno che uno strumento, fatto non di corde e tasti, ma di musicisti che su essi operano. Non è, dunque, facile il mestiere del direttore, il quale, limitandosi a fender l’aria coi suoi gesti, deve indirizzare il lavoro di altri musicisti. Vi è, inoltre, un compito al quale il maestro non può sottrarsi, la concertazione. Questa è certamente sia un onere sia un onore. Concertare un brano, sia esso di Monteverdi o di Maderna, di Haydn o di Respighi, significa lavorare durante le prove affinché gli orchestrali, spesso non consapevoli dell'interezza dell’opera, suonino la loro parte rispettando le indicazioni del compositore e l’interpretazione che ne dà il direttore, responsabile delle idee musicali. È però nell’opera lirica che la figura del maestro acquista un’importanza cruciale. In questo genere di spettacolo egli ha un compito supplementare: è, infatti, l’anello di congiunzione tra il palcoscenico e la buca, tra cantanti e orchestra, due gruppi che storicamente non sono mai andati molto d’accordo. In questo delicato equilibrio, negli ultimi decenni si è inserita pure la figura del regista e mediare tra esigenze sceniche e musicali è una dote che non tutti i direttori hanno. Non esiste una ferrea codificazione dei gesti e

questa libertà ha dato la possibilità a molti direttori di comunicare non solo con le mani, ma anche solo con lo sguardo (per esempio, sulla rete spopola da qualche anno un video nel quale Bernstein dimostra di dirigere con la sola mimica facciale).

Oltre ai bravi direttori che calcano le scene, i quali riempiono d’idee le esecuzioni delle orchestre di cui sono a capo, ve ne sono tanti (troppi), però, che per mancanza di profondità di lettura, puntano tutto sul virtuosismo e sulla velocità di esecuzione e proprio questi, uniti a coloro che dirigendo non solo non trasmettono nulla, ma anzi, confondono loro stessi, mistificano il ruolo stesso del maestro sul podio, nato come punto di riferimento e, invece, trasformato troppo spesso in una narcisistica marionetta avulsa dall’esecuzione musicale.

Un nuovo romanzo di Alessandro Robecchi con i personaggi che abbiamo imparato ad amare, un Carlo Monterossi coinvolto in un inizio di relazione e un caso che ancora una volta mette insieme volti nascosti della sua Milano. La vicenda si snoda tra l’ambiente di una malavita spicciola che si insinua nelle pieghe della crisi che ha colpito anche la borghesia e la Milano bene e il mondo scintillante dell'opera (da cui il titolo Follia maggiore), della vita in una suite di un hotel di lusso. Ma i contrasti in gioco nel romanzo sono anche quelli dell’età, di un ricco anziano bizzarro che conta le settimane che gli mancano alla fine e la giovinezza delle ventenne a cui fa da mecenate. E c'è una passione, profonda e travolgente, anche se passata (e no, non è quella di Monterossi che è invece nella fase “siamo due adulti consenzienti, ma meglio se non dormi a casa mia...”). Ritroviamo la solita scrittura carica di ironia ed eleganza, le solite comiche gag con la devotissima signora che si occupa dei rifornimenti luculliani per il frigorifero dell'autore televisivo e ritroviamo la Divina, la star televisiva del trash che Monterossi ha finalmente abbandonato ma che continua a tormentarlo, forse come mai prima. Ma, ed ecco un altro contasto, ci immergiamo in una vena malinconica profonda, che sembra emergere con più nettezza rispetto al passato, perché insomma, gli anni cominciano ad aumentare anche per Monterossi che si trova più che mai in questa vicenda a fare da spettatore di ciò che accade, un po’ come se venisse a sedersi dalla parte di noi lettori.

Zona di grande passaggio e grande visibilità

Per informazioni: 347

1477602

Il tutto mentre il 15 marzo esce finalmente il nuovo romanzo di Alicia Giménez Bartlett con la sua Pedra Delicado. Un’altra serie di detective stories d'eccellenza per Sellerio. Se non si chiamassero già gialli, forse bisognerebbe iniziare a chiamarli blu.

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E la vena malinconica e il tema del tempo che passa, del punto di non ritorno, del passato che impedisce di guardare a un nuovo futuro è ricorrente anche in un altro libro, uscito nel 2017, che ha certo qualcosa in comune con Robecchi: è un personaggio seriale, è un giallo, è edito da Sellerio. Il libro è Pulvis et umbra (anche questo non proprio un titolo gridato, per restare alle analogie), ultima avventura di Rocco Schiavone, quanto mai fascinoso e scazzato all'inizio del libro, tenerissimo con il vicino adolescente e con la cagnolina Lupa, intento a stare lontano da possibili rischi sentimentali (leggi Caterina) con esiti ambivalenti, alle prese con una vicenda che muove piani molto in alto e alle prese anche con la propria vicenda personale, lasciata in sospeso dai libri precedenti (sì, è vero in generale per tutti ma per Manzini forse più di altri, leggere i libri in sequenza può essere effettivamente una buona idea). Resta la comicità di alcuni personaggi, l'ingresso di una nuova responsabile della Scientifica molto divertente, ma questo è un libro cupo, sofferente, dove Schiavone viene messo a dura prova ed è costretto a far cadere la maschera di protezione, diventare più fragile, meno superman.

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22 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

SHAKESPEARE/1

Otello, tra xenofobia, moralismo, sessuofobia e “altro da sé” A Rossini di Lugo il teatro dell’Elfo porta il classico del Bardo inglese

SHAKESPEARE/2 Al Masini il Macbeth in sardo che ha vinto l’Ubu Vincitore del prestigioso Premio Ubu 2017 quale “migliore spettacolo dell’anno”, giunge al Teatro Masini di Faenza Macbettu, uno spettacolo di Alessandro Serra. La pièce è co-prodotta da Sardegna Teatro e Compagnia Teatropersona ed è tratta dal Macbeth di William Shakespeare. Sipario mercoledì 21 marzo, alle ore 21, al teatro Masini, anche se fa parte della rassegna “Il ridotto”. Il Macbeth di Shakespeare recitato in sardo e, come nella più pura tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini. L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia. I suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti. Uno spazio scenico vuoto, attraversato dai corpi degli attori che disegnano luoghi ed evocano presenze. Pietre, terra, ferro, sangue, positure di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche.

RAGAZZI

Carroll, Aristofane ed Euripide per la non-scuola Proseguono i debutti al Rasi dei laboratori delle Albe nelle scuole medie e superiori con allievi della Montanari, di Castiglione e del Liceo Classico Dal 16 al 18 marzo, al teatro Rossini di Lugo (spettacoli alle 20.30, domenica anche alle 16), va in scena l’Otello di Shakespeare, interpretato da Elio De Capitani, Federico Vanni, Emilia Scarpati Fanetti per la regia dello stesso De Capitani e Lisa Ferlazzo Natoli, per uan produzione del teatro dell’Elfo. Un nuovo allestimento, dunque, per il grande classico del Bardo inglese che è per antonomasia la tragedia della gelosia e del sesso, dei rapporti inter-razziali e culturali, del dubbio e della potenza manipolatoria delle parole. «Mettere in scena Otello oggi – dicono i registi – è un modo per fare i conti con la singolare attrazione che la vicenda del Moro esercita in tutti noi, come un congegno misterioso messo lì per “innescare” una risposta emotiva sui presupposti ideologici e i fantasmi dell'inconscio collettivo con cui una società costruisce i propri parametri proiettando “fuori di sé”, sullo straniero, tutto ciò che ha di inconfessabile: moralismo puritano, voyerismo sessuale e sessuofobia, per dare fondamento e giustificazione alla propria xenofobia, alla misoginia e alle tante forme d'intolleranza sociale e privata di cui si compone».

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Proseguono i debutti della non-scuola, il progetto del teatro delle Albe che coinvolge studenti di varie scuole medie e di tutte le superiori a Ravenna. Al teatro Rasi (sempre alle 21), venerdì 16 marzo è la prima volta della media Montanari con Alice. Dalla Montanari al paese delle caramelle magiche ispirato a Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll con Anys Abassi, Soraya Ali, Federico Baldini, Celeste Bevilacqua, Andrea Bruni, Maria Cecere, Sara Ciarlantini, Valentina Corica, Noemi De Cesare, Aurora De Cesare, Robert Crivignanu, Bianca Iulia Filip, Fabio Finelli, Daniele Gaudenzi, Mila Ghetti, Gaia Grossi, Olimpia Isola, Erika Kertuska, Andrea Lacché, Sofia Lama, Riccardo Manaresi, Rebecca Mauro, Filippo Mazzini, Denise Meta, Anastasia Mihailovska, Viola Pasini, Maria Ludovica Piazza, Genny Pirini, Giorgia Policarpo, Kira Esther Radut Michilot, Susanna Raffoni, Asia Ravaioli, Agnese Ravaioli, Lara Rossetti, Giovanni Selvaggio, Helmer Sulemanski, Angelica Ulivini, Fara Valentini, Sara Valeriani, Adele Zauli con le guide di Tonia Garante, Giusy Mingolla, Davide Sacco. Il 17 marzo il laboratorio di Castiglione di Ravenna propone la rivisitazione delle Baccanti di Euripide con con Anita Bartolini, Lucas Berti, Oreste Vincenzo Chianese, Leonardo Coari, Alessandro Di Ticco, Chiara Ferrini, Matteo Ferrini, Letizia Giglio, Gessica Gaudenzi, Francesca Magliano, Francesca Malta, Viola Marzocchi, Valentina Massi, Alessandro Melandri, Giulia Melandri, Alessia Mengozzi, Fernanda Moschini, Agnese Papa, Asia Pasini, Melissa Pletto, Valentino Ortolani, Martina Ragonesi, Giada Ravagli, Giorgia Ravagli, Giovanni Maria Serra, Maria Eugenia Serra, Lucia Siboni, Valentina Sorrentino, Arianna Cristina Stasiaczek, Filippo Trerè, Giulia Trombini, Enola Ugolini, Viola Vecchi, Akemi Villa, Giulia Zavatta, Elsa Zoli e le guide Antonio Maiani, Simone Marzocchi. Il 21 marzo le ragazze del liceo Classico rivisitano Aristofane ne Donne al Parlamento con Sofia Babini, Giada Bona, Francesca Casali, Beatrice Cortesi, Sofia Costa, Adam Failla, Matilde Grieco, Anna Maria Magnani, Asia Masoli, Martina Montigiani, Gemma Moregola, Amelia Natali, Teresa Ravaioli, Bianca Ricci, Federica Santandrea, Matilde Sforza, Anna Sitta, Amin Tir, Giorgia Trincossi, Sara Zoli (le guide sono Greta Mini, Laura Redaelli).

“La morte non è l’opposto della vita, ma parte di essa” HARUKI MORAKAMI


CULTURA / 23 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

IL MONOLOGO

I “VIRUS” LINGUISTICI PORTATI IN SCENA DA MARESCOTTI

ANTICIPAZIONE Dal cinema al palcoscenico: Parenti serpenti al Masini

DANZA/1

La lingua neolatrina a Bagnacavallo L’attore in scena anche a Fusignano Con il divertente monologo La lingua neolatrina, Ivano Marescotti sarà protagonista, venerdì 16 marzo alle ore 21, del palcoscenico del Teatro Goldoni di Bagnacavallo. La pièce è scritta da Maurizio Garuti appositamente per le qualità mattatoriali di Ivano Marescotti. L’argomento sono le parole virali che pronunciamo compulsivamente a ogni ora del giorno. Da “un attimino” a “piuttosto che”, da “mi fa morire” a “non me ne può fregare di meno”. Un repertorio satirico dei tic e delle mode che infestano i linguaggi popolari. Marescotti affronta ogni parola-virus e mette in scena frammenti di parlato, politichese, invettiva da bar, si esibisce nello slang televisivo e giornalistico, chiosa il turpiloquio. In contemporanea con lo spettacolo, esce un volumetto con i testi di scena (Pendragon editore). E Marescotti sarà in scena anche per il debutto al Teatro Moderno di Fusignano, domenica 18 marzo alle 21, degli allievi aspiranti attori della sua scuola di teatro, Tam-Teatro Accademia Marescotti, con lo spettacolo Olio su tela.

La commedia divertente e amara Parenti serpenti chiuderà, da giovedì 22 a sabato 24 marzo alle 21, la stagione di prosa del Teatro Masini di Faenza. Lo spettacolo, tratto dall’omonimo film di Mario Monicelli, è scritto da Carmine Amoroso e vedrà protagonisti del palcoscenico Lello Arena (foto di Nicolò Beardo) e Giorgia Trasselli, insieme a un numeroso cast composto da Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa e Fabrizio Vona. La regia è di Luciano Melchionnna.

DA SAN PIETROBURGO I CLASSICI RUSSI La serata riservata alla danza della stagione teatrale del Comunale di Russi vedrà in scena Capolavori del Balletto Russo lunedì 19 marzo, spettacolo di danza classica della Compagnia Yacobson di San Pietroburgo che si esibirà in alcune delle più grandi opere del balletto russo quali Lo Schiaccianoci, Les Sylphides, Il lago dei cigni.

DANZA/2

TEATRO MUSICA Un musical ispirato alla favola di Tim Burton: Nightmare before Christmas Il 15 marzo, alle 21 all’Alighieri di Ravenna, sarà rappresentato il terzo spettacolo della rassegna Teatro Musica promossa da Capit Ravenna. L’appuntamento è con il musical Jack and the Nightmare before Christmas, lo spettacolo è prodotto da La Fenice – Compagnia Musical Opera Studio e si avvale e ispirato al noto film di Tim Burton.

La danza delle libellule alla stagione di operette di Faenza Nuovo appuntamento, domenica 18 marzo alle 16, con la rassegna di Operette al Teatro Masini di Faenza. La compagnia Teatro Musica Novecento, insieme all’Orchestra Cantieri d’Arte diretta dal M° Stefano Giaroli, presenterà lo spettacolo La danza delle libellule di Franz Léhar e Carlo Lombardo. La regia è di Alessandro Brachetti.

ATERBALLETTO ALL’ALIGHERI CON BLISS E WORDS AND SPACE La compagnia Aterballetto sarà in scena il 17 (alle 20.30) e 18 (alle 15.30) marzo al teatro Alighieri di Ravenna con due coreografie: Bliss dello svedese Johan Inger, ispirato dalla musica di Keith Jarrett, e Words and Space del ceco Jiri Pokorny, coreografia su musiche del repertorio barocco che rivela la vulnerabilità e autenticità dell’esperienza individuale.

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24 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

SCRITTURE DI FRONTIERA

Ritratto di un’Europa contemporanea in versione maschile Il noto autore David Szalay ospite in biblioteca Classense il 19 marzo

Un appuntamento davvero d’eccezione è quello di lunedì 19 marzo alle 18 alla biblioteca Classense di Ravenna dove arriva per il ciclo “Scritture di frontiera”, a cura di Matteo Cavezzali, l’autore David Szalay. Quella che racconta Szalay nel suo Tutto quello che è un uomo è un’Europa dalle frontiere fluide, dove gli uomini si spostano continuamente, si incrociano, non sembrano radicarsi in un luogo piuttosto che un altro (un po’ come è la sua stessa biografia, del resto: nato in Canada, vive in Ungheria). Un testo strutturato come il romanzo di una vita per episodi, dalla giovinezza all’età adulta, con protagonisti tuttavia sempre diversi. Sono tutti maschi, tutti in un momento di crisi della propria vita, tutti costretti a misurarsi con i propri limiti. Del resto, come dice l’autore stesso in una recente intervista rilasciata al nostro R&D Cult (pubblicata anche su www.ravennaedintorni.it) la letteratura parla di crisi dell’uomo dai tempi probabilmente di Omero. Questi invece sono uomini contemporanei e calati nel presente, che si misurano con le aspettative di carriera, con i dilemmi etici, con il sesso, le donne, l’amore, il desiderio di fuga. Un vero e proprio abbecedario dove i personaggi vengono come ripresi in un istante della loro vita e nell’osservare i loro comportamenti ci troviamo costretti a chiederci, spesso, se davvero quello è tut-

to ciò che è un uomo, perché non sempre ciò che vediamo ci entusiasma. Autore osannato dalla critica e pubblicato in Italia dalla prestigiosa Adelphi, candidato ai premi più blasonati, con la sua scrittura misurata e controllata, Szalay riesce nell’impresa non banale di scrivere un libro che sembra rappresentare un documento sulla contemporaneità, da lasciare ai posteri per capire i meccanismi fondativi di questa società e come questi abbiano agito nei comportamenti e nelle reazioni dgli uomini che si sono trovati ad attraversare questo tempo. Da notare anche che le donne compaiono sempre come comprimarie, ma finiscono spesso per prendersi la scena e mostrare tutti i limiti del maschile. (fe. an.)

Filosofi e narratori per parlare di convivenza, migrazioni e terrore Altri tre appuntamenti completano la rassegna Scritture di Frontiera alla Classense, in occasione della settimana antirazzista (vedi pagina 18) in collaborazione con l’assessorato all’Immigrazione. “Prendiamola con filosofia. Nel tempo del terrore: un'indagine su quanto le parole mettono in gioco” sarà il titolo dell’incontro del filosofo Ermanno Bencivenga (nella foto) con Paolo Taroni a proposito di libertà di espressione e rispetto per le fedi religiose, mercoledì 21 alle 18. Il giorno seguente, il tema sarà quello di “Terrore e Modernità” e se ne parlerà con Donatella Di Cesare, filosofa italiana, dal 2001 è docente al Dipartimento di Filosofia della Sapienza di Roma. Autrice di numerosi saggi e articoli ha lavorato per i programmi culturali della Rai. Collabora con “Il Corriere della Sera” e con numerose riviste e quotidiani. Infine, il 4 aprile, Chiara Barzini presenta il romanzo autobiografico Terremoto (Mondadori) ambientata in una Los Angeles dispersa e fluttuante nel suo disordine di strade, di persone, di fragilità sociale e politica, di natura selvaggia intorno alla città. È la storia della migrazione della sua famiglia verso gli Stati Uniti e un vero caso letterario oltreoceano.

AGENDA LIBRI Il romanzo di Chiara Montroni sulla Seconda Guerra mondiale

Con la presentazione di un romanzo prende avvio venerdì 16 marzo alle 18, al alla Sala D’Attorre per il ciclo del Centro Relazioni Culturali di Ravenna un ciclo di incontri dedicati al periodo della Seconda guerra mondiale. Sarà ospite Chiara Montroni Pranzini che ha firmato Un anno da dimenticare, primo romanzo rimasto nel cassetto per parecchio tempo.

Dai classici latini e greci alla Repubblica e alla maratona: gli appuntamenti a Lugo del Caffé letterario Tre gli appuntamenti in settimana con il Caffé letterario di Lugo. Si comincia venerdì 16 marzo alle 21, all’Hotel Ala d’Oro, dove Piero Boitani presenta il suo volume Dieci lezioni sui classici (Il Mulino, 2017). Domenica 18 marzo, alle 16.30, in via Quarantola, 32/1 sempre a Lugo maratona letteraria su Il libro di Giobbe, introdotta dal rabbino Luciano Meir Caro. Lunedì 19 marzo, si torna alle 21, all’Hotel Ala d'Oro per Giovanni de Luna e il suo La Repubblica inquieta (Milano, Feltrinelli, 2017). De Luna sottopone i primi anni di vita della Repubblica italiana a un'indagine acuta e rigorosa costruendo una narrazione corale.

Nevio Spadoni presenta le sue poesie alla Bottega Bertaccini

Ambiente familiare Per autosufficienti o parzialmente autosufficienti Assistenza 24 ore su 24 Brevi o lunghe degenze Servizi di trasporto Pasti personalizzati

Sabato 17 marzo, alle 17,30, alla Bottega Bertaccini di Faenza, il poeta, noto in particolare per i suoi versi in dialetto, Nevio Spadoni presenta il suo libro Poesie (1985-2017) (Edizioni Il Ponte Vecchio). Partecipa Federico Savini.

L’ultimo romanzo di Morozzi alla libreria Liberamente Sabato 17 marzo alle 18 sarà alla libreria Liberamente di viale Alberti a Ravenna, il noto scrittore bolognese Gianluca Morozzi per presentare il suo nuovo romanzo, pubblicato dalla casa editrice Tea dal titolo Gli annientatori. Dialogherà con l'autore, autore tra gli altri di successi come Blackout e L’era del porco, lo scrittore ravennate Massimo Padua.

TV in camera

Al Grinder si parla di rap com Moder e Max Penombra

RAVENNA via Zalamella 7 - info: 327.5336012 - natalia.padure@yahoo.it

Giovedì 22 marzo alle 18 riprendono gli appuntameti al Grinder Coffee Lab di via di Roma, la rassegna curata da Ivano Mazzani, dopo una breve pausa. Questa volta protagonista sarà il linguaggio del rap con due musicisti ravennate: Moder Lanfranco Vicari e Max Penombra Benini. La serata ha per titolo “Nelle pagine del rap, ovvero quello che abbiamo capito dell’hip hop”.


CULTURA / 25 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

GRANDE SCHERMO/1

TERZA EDIZIONE PER “CINEMA KM ZERO” DEDICATA A JACOPO QUADRI

ARTE E LETTURE La primavera inizia con Alfarano e Clementi

GRAFICA

La rassegna curata da Marco Muller al Pancotto di Gambellara

Torna a Gambellara, all’osteria del Pancotto, la terza edizione di “Cinema KM Zero”, rassegna cinematografica ideata e curata da Marco Müller che si presenta come una due giorni all’insegna di selezionate visioni cinematografiche di caratura internazionale e di buon cibo e bevande provenienti dall’intorno ravennate. Il programma si articola nel fine settimana del 17 e 18 marzo. Il focus dello sguardo “a chilometro zero” di questa edizione è dedicato a Jacopo Quadri, montatore e regista, figura eclettica della cinematografia italiana e internazionale. La rassegna è organizzata dal Pancotto in collaborazione con il Comune di Ravenna – Assessorato alla Cultura, Endas provinciale di Ravenna ed EProduction. Nell’arco dei due giorni di rassegna, saranno proiettati cinque film con la regia di Quadri, dalle prime opere Statici e Marisa (il 17 marzo), fino alle produzioni che intercettano il mondo del teatro con La scuola d’estate e Il paese dove gli alberi volano (il 18 marzo), dedicate rispettivamente a Luca Ronconi e Eugenio Barba, fino a Lorello e Brunello (foto, il 17 marzo), il film che all’ultima edizione del Torino Film Festival si è aggiudicato la Menzione Speciale della Giuria e il Premio Cipputi (il film è proiettato per la prima volta in Emilia Romagna), ed è stato selezionato in concorso all'ultima Berlinale. Sabato l’appuntamento è alle 19.30 per la cena a buffet con proiezione dalle 21, mentre domenica il pranzo a buffet è alle 13.30 proiezioni alle 15 e alle 17. 20 euro per cena o pranzo + proiezione, 5 euro la sola proiezione. Prenotazioni: 3920185087 – info@e-production.org.

Nella Sala del Mosaico della Biblioteca Classense di Ravenna, primo appuntamento con “Ascoltare Bellezza”: ogni giorno dell'inizio della stagione si aprirà con un omaggio alla natura attraverso l'arte. Nel 2018, quattro artisti contemporanei italiani salutano l'arrivo delle stagioni e si comincia con Daniela Alfarano martedì 20 marzo, primo giorno di Primavera. Alle 19 verrà inaugurato il primo allestimento del percorso, creato dall’artista. A curare la presentazione in sala, sarà Emidio Clementi (nella foto), che proporrà al pubblico una serie di letture dal vivo. L'allestimento sarà visibile fino al 20 maggio.

TEATRO E LETTERATURA Dino Campana in un monologo Venerdì 16 marzo alle 21.30 al Mama’s Club di a Ravenna va in scena L’ultimo primitivo, Vita orfica di Dino Campana in due atti, un monologo di Iacopo Gardelli e Elia Tazzari interpretato da Lorenzo Carpinelli. In questo spettacolo, frutto di un lungo lavoro di ricerca, scritto a quattro mani e mai messo in scena, lo spettro del grande poeta si racconta, mescolando lettere, poesie e prose originali.

GRANDE SCHERMO/2 Domenica pomeriggio all’Osteria del Tempo Perso tra cinema, vino e arte Dopo il successo dell’incontro su Stanley Kubrick, l’Osteria del Tempo Perso di via Gamba, a Ravenna, e il circolo Sogni Antonio Ricci danno appuntamento per una nuova domenica pomeriggio all’insegna del cinema e dell’offerta enologica dell’Osteria. Domenica 18 marzo, dalle 17, si terrà l’incontro, condotto dall’esperto di cinema Davide Vukich, “Il cinema e l’arte”. Attraverso immagini e filmati, si parlerà dei grandi registi e dell’ispirazione che hanno tratto dall’arte pittorica per realizzare i loro capolavori. Per chi volesse prenotare, scrivere a info@cinesogni.it. L’appuntamento coinciderà anche con l’avvio della nuova iniziativa a cura del circolo; sarà infatti presentata la prima “lotteria da Sogni” abbinata alla diciannovesima edizione del festival. I premi in palio sono tre dipinti realizzati dall’artista Walter Ricci. Le opere, visibili su www.cinesogni.it, saranno esposte al teatro Rasi di Ravenna dal 9 al 12 maggio nel corso della manifestazione Corti da Sogni.

NUOVI MEDIA A Massa Lombarda si parla di ebook e servizi digitali A Solarolo incontro sulle fake news Al centro culturale Carlo Venturini di Massa Lombarda, in viale Zaganelli 2, sono in programma tre incontri pubblici gratuiti sulle competenze digitali. Il 19 marzo il tema sarà “I servizi online di Scoprirete”; martedì 20 marzo “Leggere gli e-book”, come si scaricano sui propri dispositivi e il 22 marzo si parla di “L’edicola di Media Library online”. Tutti gli incontri si terranno alle 17. A Solarolo, invece, venerdì 16 marzo alle 21 all’Oratorio dell’Annunziata l’autrice Gabriela Jacomella presenterà il suo libro Il falso e il vero (Feltrinelli) sulle fake news: che cosa sono, chi ci guadagna, come evitarle.

VISITE GUIDATE ALLA MOSTRA SU LICALBE STEINER Tutti i sabati, fino al 31 marzo, alle ore 16.30 sono in programma visite guidate alla mostra Licalbe Steiner. Alle origini della grafica italiana (su prenotazione: 0544 482487; € 8 a partecipante) allestita al Mar. Il percorso espositivo è una panoramica sul lavoro di quello che è riconosciuto come uno dei sodalizi professionali e personali più fecondi della grafica italiana, ovvero quello Lica e Albe Steiner. A Albe Steiner si deve, tra le centinaia di sue realizzazioni, la progettazione del marchio originale Coop del 1963, tutta la grafica della Feltrinelli degli anni '60-'70 e le grandi campagne pubblicitarie per la Pirelli e La Rinascente. Martedì 20 marzo alle 17 l’incontro pubblico, al Mar, con la curatrice, la figlia Anna Steiner.

AGENDA ARTE Quaderni di viaggio con Camera Work: le foto di Chiara Pavolucci in mostra a Palazzo Rasponi 2 “Quaderni di viaggio: storie di percorsi, cammini, itinerari metaforici” è il tema scelto per la seconda edizione di Camera Work, il concorso riservato a giovani under 35 promosso dall’assessorato alle Politiche giovanili, in collaborazione con l’Università di Bologna. I vincitori, scelti da una giuria presieduta da Monika Bulaj, possono esporre le proprie fotografie nello spazio PR2 di via Massimo d’Azeglio alternandosi con mostre previste da marzo a settembre. Il primo appuntamento è la mostra dedicata a Chiara Pavolucci, terza classificata, fino al 18 marzo.

Vernice alla NiArt: le opere di Paola Babini in mostra fino al 31 marzo Sabato 17 marzo alle 18 inaugura alla niArt Gallery (via Anastagi, 4a/6) la mostra di Paola Babini dal titolo “Cielo di Piombo” con il testo in catalogo a cura di Giovanni Gardini che scrive «Leggere e impalpabili come le immagini riflesse sull’acqua, fugaci e come sospese nel riflesso di un vetro, vaghe e sfuggenti come il ricordo di un sogno al mattino sono le opere di Paola Babini. Dai suoi quadri emergono silenziose stratificazioni di tempi e di luoghi e le architetture dell’uomo si fondono e confondono con quelle della natura per dare vita a inediti paesaggi». Fino al 31 marzo, martedì, mercoledì 11-12,30 / giovedì, venerdì 17 – 19 / sabato 11-12,30 - 17-19.

Nel centenario della nascita, un’antologica di Giuseppe Tampieri alle Pescherie di Lugo Inaugura sabato 17 marzo alle 16.30 la mostra “Donazione Giuseppe Tampieri a Lugo” alle Pescherie della Rocca di Lugo. L’esposizione riunisce le opere del maestro Giuseppe Tampieri, recentemente donate dalla figlia Barbara alla comunità lughese. Nella mostra sono esposti dipinti, sculture e disegni dagli anni ’50 all’ultima fase di lavoro dell’artista, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. La mostra è visitabile fino all’8 aprile nei seguenti orari: il giovedì e il venerdì dalle 15.30 alle 18.30 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.


26 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

MUSICA CLASSICA/1

IL CONCERTO

JAZZ & DINTORNI

AL SOCJALE PEPPE SERVILLO TRA PIAZZOLLA E LUCIO DALLA

Al Mariani tra funk e soul con l’americana Waterstown

Al Teatro Socjale di Piangipane il 16 marzo dalle 22 va in scena un viaggio attraverso le musiche di Astor Piazzolla, Domenico Modugno, Lucio Dalla, Osvaldo Pugliese con la voce del noto cantante e attore campano Peppe Servillo (nella foto), accompagnata dal pianoforte di Natalio Mangalavite e dai sassofoni di Javier Girotto. Il gruppo presenterà l’ultimo progetto “Parientes”. Cappelletti nell’intervallo.

Al Mama’s la “festa” gitana dei Gipsy Caravan

RECITAL Accademia Bizantina con Delphine Galou

Prosegue la rassegna jazz del venerdì sera all’osteria Passatelli del Mariani di Ravenna che il 16 ospita la cantante americana (ora di stanza a Parigi) Shanna Waterstown con la sua voce ricca di inflessioni assorbite dalla musica gospel, dal funk, dal blues e dal Motown soul. Ad accompagnarla il trio con il chitarrista Carmelo Tartamella.

Silvia Chiesa omaggia Schumann La violoncellista al Masini di Faenza con il pianista Maurizio Baglini La stagione concertistica 2017/18 al teatro Masini di Faenza si chiude lunedì 19 marzo alle 21 con una grande violoncellista italiana richiesta in ogni parte del mondo, Silvia Chiesa, che accompagnata al pianoforte da Maurizio Baglini, presenterà un programma interamente dedicato a Robert Schumann. Dal 2005 Chiesa e Baglini formano un duo stabile che ha tenuto oltre duecento concerti su prestigiosi palcoscenici internazionali come la Salle Gaveau di Parigi, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Oriental Art Center di Shangai, la Sala Cecília Meireles di Rio de Janeiro, la Victoria Hall di Ginevra, dedicandosi al repertorio classico come a quello contemporaneo.

Al teatro Goldoni il gran finale di Bagnacavallo Classica sarà iI 22 marzo quando Accademia Bizantina e la cantante francese Delphine Galou (nella foto), diretti dal Maestro Ottavio Dantone, presenteranno dal vivo il nuovo album Agitata (uscito il 28 settembre scorso per Alpha Music).

MUSICA CLASSICA/2

Sabato 17 marzo al Mama’s di Ravenna concerto dei Gipsy Caravan, progetto che nascedall'esperienza di Gipsy Trash Party, festa a tema gitano organizzata a Bologna dai chitarristi Nicolò Scalabrin e Andrea Menabò. Il gruppo ripercorre le epoche e i viaggi della musica zingara, dalla Turchia alla Francia, passando per i Balcani: dalle melodie tradizionali dei paesi dell'est fino allo Musette francese e lo swing di DjangoReinhardt.

Pino Daniele rivive tra fusion e blues a Faenza Mercoledì 21 marzo allo Zingarò di Faenza concerto dei Vai Mo’ del chitarrista e cantante Nello De Leo. Il gruppo rilegge Pino Daniele e, in particolare, i suoi dischi che lo hanno visto collaborare con Tullio De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, Tony Esposito e Joe Amoruso. Una formazione capace di miscelare jazz, fusion e blues con la tradizione folkloristica partenopea e con lo spirito dell’improvvisazione.

A Solarolo per Crossroads il trio di Martin Tingvall GB Project, quartetto jazz romagnolo (Gilberto Mazzotti al piano, Alessandro Scala al sax, Michele Iaia alla batteria e Piero Simoncini al contrabbasso), presenta ufficialmente il suo ultimo lavoro Magip per l’etichetta Alfa Music records, con un concerto in programma venerdì 16 marzo alle ore 21 al ridotto del Teatro Alighieri di Ravenna. Ospite della serata il celebre fisarmonicista Simone Zanchini. Magip coltiva matrici etno/latin/ jazz che si fondono con sonorità funk e porta una visione d'insieme che scaturisce da musicisti di primo piano della scena del jazz Italiano.

Carusi e Laneri, pianoforte a quattro mani Domenica 18 marzo, alle 11, alla sala Corelli del teatro Alighieri di Ravenna prosegue la rassegna della scuola di musica Mikrokosmos con un inedito duo (pianoforte a 4 mani) formato da Nazzareno Carusi e Olaf John Laneri.

BLUES Da New Orleans fa tappa al Marlin Luke Winslow-King

FESTA DI SAN PATRIZIO I Morrigan’s Wake al Rione Verde

LABAROCCA A RAVENNA Accompagnato dal chitarrista Roberto Luti, il 17 marzo alle 21, al bagno-ristorante Marlin di Punta Marina, concerto di Luke Winslow-King, chitarrista, cantante, produttore e compositore di New Orleans. La sua musica è un eclettico mix che combina il delta blues del Mississippi, la musica folk, il jazz tradizionale e radici del rock and roll.

Giovedì 22 marzo sul palco dell’Alighieri per “Ravenna Musica” salirà l’Orchestra laBarocca, ultima creazione della Fondazione Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano, specializzata nella prassi esecutiva del periodo barocco. La voce sarà quella del contralto Sonia Prina (nella foto).

Torna la musica tradizionale irlandese e scozzese dei ravennati Morrigan’s Wake, in concerto a Faenza è per venerdì 16 marzo alle 20.30 nella corte del Rione Verde di Via Cavour 37, in occasione della festa di San Patrizio (ingresso libero).

Sunset Radio e Kuf ai Fanti Le rock band ravennati Sunset Radio e Kuf si esibiranno in acustico in strada in occasione della festa di San Patrizio in centro a Ravenna. L’appuntamento è per sabato 17 marzo dalle 21 ai Fanti dell’omonima via.


CULTURA / 27 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

CANTAUTORI CONCERTI ROCK I ravennati Rigolò e i francesi Les Lullies al circolo Abajur Al circolo Abajur di Ravenna venerdì 16 marzo (dalle 21.30) i ravennati Rigolò presenteranno in concerto il loro ultimo album, appena uscito, intitolato Tornado (folk-pop). Domenica 18, invece, all’ora dell’aperitivo all’Abajur sarà la volta dei francesi Les Lullies (garagepunk).

Tra Branca e Part con gli Arto al Clandestino. In arrivo anche i Cut

Succi e Murubutu al Cisim, Leoni al Kinotto A Lido Adriano doppio concerto con il leader dei Bachi da Pietra

Sabato 17 marzo (dalle 23) al Clandestino di Faenza concerto degli Arto, progetto italiano che vede coinvolti membri di Zeus e Fulkanelli e collaboratori di IOSONOUNCANE: presenteranno il loro primo lavoro discografico Fantasma, otto tracce spettrali “come se il Glenn Branca più rumoroso ed abrasivo si fondesse con la maestosità di Arvo Pärt”. Giovedì 15 al Clandestino l’appuntamento è invece con i Cut, storica rock band bolognese.

Al Moog l’elettronica italo-danese di Rome in Reverse Domenica 18 marzo dalle 19 al Moog di Ravenna concerto delle Rome in Reverse, progetto di elettronica (electro, ambient, trip-hop) portato avanti in particolare dalla campana Antonella Pacifico, ormai di stanza in Danimarca.

ARTE E ROCK A Madonna dell’Albero una mostra e il concerto di Jack Cannon

Giovanni Succi presenta il suo disco “Con ghiaccio” venerdì 16 marzo al Cism di L. Adriano

Venerdì 16 marzo dalle 21.30 al Cisim di Lido Adriano due concerti con protagonisti di primo piano delle scene rock e rap italiane. Sul palco l’emiliano Murubutu (noto per la sua commistione tra rap e narrativa) e il piemontese Giovanni Succi, artista colto ed eclettico, attivo sulla scena musicale italiana da circa un trentennio, protagonista di diversi progetti per i quali ha firmato l’intera discografia come autore (tra cui Bachi da Pietra e Madrigali Magri) e ora in tour col suo vero e proprio esordio solista, Con ghiaccio. E restando nel campo dei cantautori italiani poco allineati, il 17 marzo alle 21 al circolo Arci Kinotto di Borgo Masotti arriva il romano Lucio Leoni, che presenta il nuovo Il Lupo Cattivo (il giorno dopo, all’ora dell’aperitivo al Kinotto invece concerto folk-rock di Kitchen Implosion).

ROCK/1

Il nuovo Bronson Cafè di Madonna dell'Albero – il locale di fianco al Bronson – ospita “Rilievi, Vertebrae ed incubi minori”, la mostra di Marco Galeotti, in arte Gale, che sarà visibile fino al 7 aprile. E per il vernissage (giovedì 15 marzo dalle 18.15) ci sarà anche l’ospite speciale Bruno Dorella, che (dalle 21) presenta in concerto dal vivo il suo ultimo progetto solista, Jack Cannon.

POP-PUNK

LE L.A. WITCH AL BRONSON Al Bronson una serata dedicata a band femminili rock’n’roll. Dalla California tornano le L.A. Witch (foto), con il loro immaginario trasversale che parte dai maestri del garage degli anni ‘60 fino ai Gun Club e agli X. In apertura il duo di giovani sorelle ferraresi Frown.

I TEXANI WATERPARKS A PINARELLA Sabato 17 marzo al Rock Planet di Pinarella di Cervia una delle due tappe italiane del tour dei Waterparks, giovane band pop-punk di Houston diventata in pochi anni astro nascente della scena internazionale. Presenteranno il loro ultimo disco Entertainement. In apertura gli inglesi Dead!.

ROCK/2 Hernandez & Sampedro, tra Pearl Jam & Neil Young Il duo ravennate Hernandez & Sampedro (con alle spalle due album di inediti e una costante attivià live) omaggiano in un evento unico le loro maggiori fonti di ispirazione musicale, i Pearl Jam e Neil Young, di cui verranno proposte canzoni scelte dai due artisti romagnoli, accompagnati dalla band. L’appuntamento è per domenica 18 marzo alle 16.30 all’Auditorium Corelli di Fusignano.


28 / CINEMA

di Renato Zero lun., mar. e mer.: 18-21

Petit Paysan Un eroe singolare di Hubert Charuel lun.: p.u. 20.20

Maria Maddalena

di Garth Davis fer.: 17.45-20.20-21.15-22.55; sab. e dom.: 15-17.45-20.20-21.1522.55 Proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano: gio. p.u. 21

Tomb Raider

di Roar Uthaug fer.: 17.45-20.20-21.30-22.55; sab. e dom.: 15-16-17.45-18.55-20.2021.30-22.55

Metti la nonna in freezer

di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi gio. e ven.: 17.50-18.30-20.20-22.3522.55; sab. e dom.: 15.15-17.50-18.3020.20-22.35-22.55; da lun. a mer.: 17.50-20.20-22.35-22.55

Rudolf alla ricerca della felicità

di Mikinori Sakakibara, Kunihiko Yuyama fer.: p.u. 18; sab. e dom.: 14.50-16.50

Pertini - Il combattente di Graziano Diana, Giancarlo De Cataldo fer. (escluso lun.): p.u. 20.30; sab. e dom.: 18-20.30

Benvenuti a casa mia

di Philippe de Chauveron fer.: p.u. 17.45; sab. e dom.: p.u. 15

The Lodgers Non infrangere le regole (v.m. 14) di Brian O'Malley fer., sab. e dom.: p.u. 22.35

Ricomincio da noi

di Richard Loncraine fer.: p.u. 17.50; sab. e dom.: p.u. 15

Il giustiziere della notte

di Eli Roth fer.: 17.50-20.20-22.45; sab. e dom.: 15.10-17.50-20.20-22.45

Nome di donna

di Marco Tullio Giordana

(2018) di Renato Zero

(2018) di Sergio Manfio

lun.19 - mar. 20 - mer. 21: 21.00

sab. 17: 17.00 dom. 18: 15.00

Golden Globe 2018 MIglior Film Straniero

gio.15- ven.16: 21.00 sab. 17: 18.45 - 21.00 dom. 18: 16.45 - 18.45 - 21.00

• Cinemacity • Zerovskij Solo per amore

Rassegna ”Cartoon kids”

in esclusiva per Ravenna - (2017) di Fatih Akın

RAVENNA&DINTORNI 15-21/3/2018

Ravenna

Rassegna ”2 Days Cult Movie”

TELEFONA E PRENOTA IL TUO POSTO IN SALA!!!

Via Ponte Marino, 19 • Ravenna Centro • Tel. 0544 37148

Cinema Mariani - Ravenna

www.cinemamarianiravenna.com

DA GIOVEDÌ 15 A MERCOLEDÌ 21 MARZO La lezione di Don Milani di Alessandro D’Alessandro gio.: p.u. 21

Il filo nascosto

fer.: p.u. 17.50; sab. e dom.: p.u. 14.50

Red Sparrow (v.m. 14)

di Francis Lawrence fer.: 20-22.55; sab. e dom.: 17-20-22.55

Lady Bird

di Greta Gerwig fer.: 20.25-22.40; sab. e dom.: 17.45-20.25-22.40

Puoi baciare lo sposo

di Alessandro Genovesi ven., sab. e dom.: 20.45-22.50

È arrivato il Broncio

di Andres Couturier fer.: p.u. 17.50; sab. e dom.: 14.50-16.55

Il filo nascosto

di Paul Thomas Anderson fer.: 17.45-20.10; sab. e dom.: 15-17.45-20.10

Belle & Sebastien Amici per sempre

• Cinema Jolly • Ravenna

Un amore sopra le righe

di Nicolas Bedos gio., ven. e mar.: p.u. 21; sab.: 18.30-21.15; dom.: 16-18.30-21

Fonderia 39

di Nico Guidetti lun.: p.u. 21

• Cinedream • Faenza

di Gabriele Muccino fer.: p.u. 17.50; sab. e dom.: p.u. 15.30

• Cinema Mariani • Ravenna

Oltre la notte

di Fatih Akin gio. e ven.: p.u. 21; sab.: 18.45-21; dom.: 16.45-18.45-21

Leo da Vinci Missione Monna Lisa di Sergio Manfio sab.: p.u. 17; dom.: p.u. 15

Zerovskij Solo per amore di Renato Zero lun., mar. e mer.: p.u. 21

Red Sparrow (v.m. 14)

di Francis Lawrence fer.: p.u. 21; sab. e dom.: 15.20-21

Puoi baciare lo sposo

Zerovskij Solo per amore

È arrivato il Broncio

di Renato Zero lun., mar. e mer.: p.u. 21

Chiamami col tuo nome

Maria Maddalena

A casa tutti bene

di Eli Roth gio., ven., lun. e mer.: 20.25-22.45; sab. e dom.: 18-20.25-22.45

di Steven Spielberg mar.: p.u. 20.30 (anteprima gratuita)

Black Panther

di Guillermo Del Toro fer.: p.u. 20.20; sab. e dom.: 17.30-20.20

Il giustiziere della notte

Ready Player One

di Luca Guadagnino lun.: p.u. 21 (per la rassegna “Da Oscar”)

La forma dell’acqua The Shape of Water

di Brian O'Malley gio., ven., sab., dom., lun. e mer.: p.u. 22.45

di Alessandro Genovesi gio. e mer.: 20.45-22.45; ven.: 17.50-20.45-22.45; sab. e dom.: 18.45-20.45-22.45

di Clovis Cornillac sab. e dom.: p.u. 19.05

di Ryan Coogler fer., sab. e dom.: p.u. 22.55

le regole (v.m. 14)

di Garth Davis fer. (escluso ven.): 20.20-22.40; ven.: 17.50-20.20-22.40; sab. e dom.: 15.20-17.40-20.20-22.40

Tomb Raider

di Roar Uthaug Proiezione in Dolby Atmos fer. (escluso ven.): 20.30-22.45; ven.: 18-20.30-22.45; sab. e dom.: 15.30-18-20.30-22.45

Metti la nonna in freezer

di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi fer. (escluso ven.): 20.35-22.45; ven.: 17.50-20.35-22.45; sab. e dom.: 15.40-17.50-20.35-22.45

Benvenuti a casa mia

di Philippe de Chauveron gio., ven., sab. e dom.: p.u. 20

Rudolf alla ricerca della felicità

di Mikinori Sakakibara, Kunihiko Yuyama ven.: p.u. 17.50; sab. e dom.: 15-16.50

The Lodgers Non infrangere

di Andres Couturier ven.: p.u. 18; sab. e dom.: p.u. 16

Il filo nascosto

di Paul Thomas Anderson sab. e dom.: p.u. 15.10

Belle & Sebastien Amici per sempre

di Clovis Cornillac ven.: p.u. 17.50; sab. e dom.: 15.15-17.30

La forma dell’acqua The Shape of Water

Zerovskij Solo per amore di Renato Zero lun., mar. e mer.: p.u. 21.15

• Cinema Sarti • Faenza

Petit Paysan Un eroe singolare di Hubert Charuel gio.: p.u. 21.15

Metti la nonna in freezer

di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi ven., lun. e mar.: p.u. 21.15; sab.: 18.3021.15; dom.: 16-18.15-21.15

Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan mer.: p.u. 21.15

Visages Villages

Lady Bird

di Greta Gerwig gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale); ven., sab., dom. e mer.: p.u. 21

Oltre la notte

Lugo

di Fatih Akin ven. e mar.: p.u. 21; sab.: 20.30-22.30; dom.: 17-19-21

• Cinema Italia •

• Cinema Moderno •

Oltre la notte

L’ora più buia

disponibili piantine da orto e fiori da giardino

Castel Bolognese Loveless

di Andrey Zvyagintsev gio.: p.u. 21

The Post

di Steven Spielberg sab.: p.u. 21; dom.: 17.30-21

Belle & Sebastien Amici per sempre

di Clovis Cornillac sab.: p.u. 17.30; dom.: p.u. 15.15

La forma dell’acqua The Shape of Water

Faenza

di Ryan Coogler gio.: p.u. 21.45; ven.: 17.50-21.45; sab. e dom.: 17.20-21.45 Proiezione in lingua originale: mar. p.u. 21

di Sergio Manfio sab.: p.u. 17; dom.: p.u. 15

• Cinema Moderno •

• Cinema Europa •

Black Panther

Leo da Vinci Missione Monna Lisa

di Luca Guadagnino gio. 22/3: p.u. 21

• Cinema Sarti •

• Cinema San Rocco •

di Fatih Akin gio., ven. e sab.: p.u. 21.15; dom.: 17-21.15

Chiamami col tuo nome

di JR, Agnès Varda gio. 22/3: p.u. 21.15

di Guillermo Del Toro fer. (escluso mar.): p.u. 20.20; sab. e dom.: 18-20.20

Faenza

di Paul Thomas Anderson ven., sab., dom. e lun.: p.u. 21

Fusignano

di Joe Wright sab. e lun.: p.u. 21

• Cinema Gulliver • Alfonsine

Barbiana ’65

Cervia

di Guillermo Del Toro sab. e lun.: p.u. 21; dom.: 17-21

• Cinema Jolly • Russi

La forma dell’acqua The Shape of Water di Guillermo Del Toro sab. e dom.: p.u. 21

Bigfoot Junior

di Jeremy Degruson, Ben Stassen dom.: p.u. 16

• Cinema Palazzo Vecchio • Bagnacavallo Sono tornato

di Luca Miniero ven., sab. e dom.: p.u. 21.15

Visages Villages

di JR, Agnès Varda mar. e mer.: p.u. 21.15

speciale antiparassitari per cani e gatti 14 aprile Frontline Day • 21 aprile Bayer Day 7 aprile Fipralone - Fiprotix - Parassikil Day


JUNIOR / 29 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

TEATRO/2

TEATRO/1

LABORATORI All’Ecomuseo bambini e babbi impastano insieme

ALL’INCIRCO, MARIONETTE A FILO NEL MUSEO In scena lo spettacolo Storie filanti domenica 18 marzo alle 11

AL BINARIO SI CHIUDE CON LA SONATA PER TUBI Ultimo appuntamento a Cotignola con la rassegna “Ciuf Ciuf” per famiglie. Sabato 17 marzo alle 20.45 la Compagnia Nando e Maila porta in scena la Sonata per tubi, arie di musica classica per strumenti inconsueti. Musica inconsueta o circo inedito? I due musicisti suonano noti brani del repertorio classico, con dei semplici tubi di plastica, mentre il circo alimenta la follia dei personaggi in contrappunto con hula hoop sonanti, clave che diventano sax e diabli sonori.

Nuovo appuntamento di spettacolo, organizzato dal Teatro del Drago/Famiglia d’Arte Monticelli al Museo La Casa delle Marionette di Ravenna: domenica 18 marzo alle 11 la giovane compagnia All’incirco è pronta a stupire il pubblico con marionette a filo realizzate e animate da Mariasole Brusa e Gianluca Palma. In Storie filanti buffi pagliacci, robot con una caffettiera al posto della testa, fantasmi canterini, sensuali ballerine, minuscoli artisti di legno. Tutto è costruito artigianalmente, con materiali di riciclo. Oggetti rotti, vecchie stoffe, scarti, prendono così nuova vita. All’incirco è un progetto d’arte di strada che mette in scena spettacoli poliedrici e versatili, pensati per unire arti diverse e complementari. Ne fanno parte Mariasole Brusa che produce e conduce da anni laboratori in cui l’espressività teatrale e il teatro di figura sono utilizzati come strumenti per affrontare con i bambini tematiche filosofiche e Gianluca Palma, scenografo, artigiano, trampoliere e attore che dal 2010 si dedica allo studio, progettazione e realizzazione di marionette a fili. Consigliata la prenotazione dal lunedì al venerdì allo 0544 509590 (dalle 10 alle 14) o al numero 392 6664211 (tutti i giorni dalle 10 alle 18), o ancora inviando una mail a info@teatrodeldrago.it.

FARMACIE DI TURNO + APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30 DAL 15 AL 17 MARZO SANTA TERESA via De Gasperi 71 tel. 0544 33054; COMUNALE 2 via Faentina 102 (Fornace Zarattini) tel. 0544 460636; BOATTINI via Ravegnana 815 (Coccolia) - tel. 0544 569060; AL MARE viale Mare 80 (Casal Borsetti) - tel. 0544 445019. DAL 18 AL 24 MARZO SAN DOMENICO viale Alberti 61 tel. 0544 401550; CLASSE via Classense 72 (Classe) tel. 0544 527410; COMUNALE 3 via Po 18 (Porto Corsini) - tel. 0544 446301.

+ APERTURA TUTTI I GIORNI DELL’ANNO, FESTIVI COMPRESI, 24 ORE AL GIORNO servizio diurno 8 - 22.30 servizio notturno a chiamata 22.30 - 8 COMUNALE 8 via Fiume Abbandonato 124 tel. 0544 402514. + Per info www.farmacieravenna.com

NATURA Riapre tra spettacoli e circo la Casa delle Farfalle Due giorni di spettacoli e divertimento, il 17 e il 18 marzo, per inaugurare la nuova stagione della Casa delle Farfalle di Milano Marittima con laboratori e spettacoli (sabato alle 17 il monologo di Roberto Mercadino, domenica alle 15 il Circo Keaton). Sabato alle 11 l’apertura ufficiale con la presentazione del video “I fili invisibili della natura” di Gianumberto Accinelli.

Al Sant’Alberto il papà entra gratis al museo Domenica 18 marzo il Museo Natura di Sant’Alberto dedica la propria giornata alla festa del papà: durante l’orario di apertura, dalle 9.30 alle 13 e dalle 14 alle 18, è prevista la gratuità per i padri che visiteranno il Museo con le figlie e i figli. Alle ore 15.30 è in programma inoltre un laboratorio da fare in famiglia per realizzare cassette nido in legno per ospitare nuove piccole famiglie. Per partecipare è necessario prenotare entro venerdì, il costo è di 10 euro a famiglia (info e prenotazioni 0544 528710, 529260).

FIDO IN AFF

Venerdì 16 marzo, in occasione della Festa del Papà, all’Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova di Bagnacavallo torna l’appuntamento con “Capricci in cucina”. A partire dalle 18 babbi e bambini, aiutati da mamme e azdóre, si divertiranno insieme con acqua e farina, giocando e sperimentando laboratori per fare la piadina, gli strozzapreti e impastando con l’antica grama, creando forme tradizionali o di fantasia con la pasta del pane. Al termine del laboratori, dopo aver cotto le proprie creazioni, si festeggerà tutti insieme, nella sala conviviale dell’Ecomuseo, con una cena dedicata alle famiglie. Il menu, pensato per adulti e bambini, prevede: strozzapreti al ragù, involtini di cosce di pollo con patate al forno, tris di dolci della nonna, vino, acqua e caffè. L’iniziativa, realizzata dall’associazione culturale Civiltà delle Erbe Palustri, si inserisce nel calendario degli incontri e dei laboratori a sostegno della genitorialità, proposti dal progetto “Con i Genitori”, promosso dai Servizi Educativi dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e dal Centro per le Famiglie. Quota di iscrizione: 15 euro adulti; 5 euro bambini fino a 8 anni. Prenotazione obbligatoria fino a esaurimento dei posti disponibili.

IDO

SISSY Sissy è uno spettacolo di cagnolina, una Jack Russel curiosa, affabile e affettuosa, abituata in casa e molto educata. Di taglia veramente piccola, sui cinque chili, ha circa nove anni portati benissimo. Per ragioni oggettive, la famiglia deve a malincuore trovarle un’altra casa. Sarebbe perfetta in una famiglia tranquilla ed educata come lei! Per conoscerla e adottarla, chiamate: cell. 339 8952135

ADOTTAM ICI TIGRO Questo bel gattino ha circa 4 anni, è molto affettuoso e tranquillo. Già sterilizzato, cerca una famiglia umana amorevole come lui. Per conoscerlo e adottarlo, chiamate: cell. 349 5383815

Apertura annuale - Costi competitivi - Flessibilità orari Rapporto privilegiato educatore/bambino

O P E N D A Y LU NEDÌ 26 MAR ZO dalle 17 alle 19

V i a B r a m a n t e 8 5 - R a v en n a - Zo n a V i a l e A l b e r t i All’evento sarà presente la dott.ssa Saula Cicarilli, psicologa e coordinatrice pedagogica del centro, esperta in progettazione e conduzione di laboratori 0/6 di educazione all’Arte, alla Musica e di promozione alla lettura.


30 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018

VINI DOLCI In centro a Russi il cioccolato artigianale con una piadina da Guinness

PRODOTTI TIPICI A Lugo le bancarelle di Bell’Italia

Arriva per la seconda volta a Lugo il tour di Bell’Italia. L’appuntamento è per sabato 17 e domenica 18 marzo in entrambe le giornate dalle 9 alle 21 in largo della Repubblica e piazza dei Martiri. Si tratta di una kermesse di sapori che propone due giornate all'insegna delle tradizioni alimentari e storiche del nostro paese attraverso la descrizione e degustazionii. L'obbiettivo degli organizzatori di Explicom è quello “di favorire la conoscenza, salvaguardare le tipicità oltre che favorire lo scambio di produttività e sinergie tra i vari operatori, organizzando anche vari incontri tra i produttori”. Nelle decine di stand presenti si potranno trovare i prodotti tipici di tutte le regioni italiane: dallo speck tirolese al pecorino sardo, dai cannoli siciliani alla piadina romagnola, dal lardo di colonnata al tartufo d’Alba.

Prima edizione per “Cioccopiada” – la rassegna organizzata dal Consorzio Russi Centro di Romagna e da ChocoMoments Fabbrica del Cioccolato – che porta a Russi sabato 17 (nel pomeriggio) e domenica 18 marzo (dalla mattina fino a sera) l'arte dei maestri cioccolatieri e la cultura del cioccolato artigianale. In programma in piazza Farini e in centro mostra-mercato, laboratori per bambini e adulti, cooking show e degustazione di piadina e cioccolato gratis per tutti (verrà anche realizzata una piadina al cioccolato con l’obiettivo di farla entrare nel Guinness dei primati). Sarà attivo un servizio di navetta gratuita dal Centro Commerciale "i Portici".

LO STAPPATO Il Trebbiano spoletino, vino di cui si parla poco di Fabio Magnani - glistappati@gmail.com

Questa settimana stappiamo un vino di cui poco si parla: il “Montefalco Bianco” 2016, ottenuto da 100% Trebbiano spoletino. È un vino prodotto in Umbria nella bellissima zona di Montefalco dall’azienda “Moretti Omero”. Di solito gli enoappassionati associano Montefalco al Sagrantino, grande rosso di cui presto vi parlerò. Nella stessa area, però, abbiamo anche ottimi vini noti per la loro lunga vita nonostante siano bianchi. Questo che ho nel calice ha un colore paglierino con riflessi d’orati. Al naso i sentori ricordano i fiori di campo, le margherite, le nocciole con sfumature erbacee. Accenni di mela e pera. Palato secco e leggero di corpo. La freschezza fa pensare a un vino giovane. Sapidità. Fine sia al naso sia al palato. Chiude con i tipici sentori del Trebbiano spoletino: la nocciola. Da abbinare a carni bianche o al pesce di lago.

Cento etichette da degustare Fiera-mercato il 17 marzo a Ravenna Assaggio libero, ingresso a 20 euro Sabato 17 marzo, dalle 17 alle 22, alla sala Strocchi di via Maggiore, a Ravenna, lo staff del gruppo web dedicato al vino “Di cantina in cantina” organizza l’evento “Cantine in città”, una fiera mercato aperta a tutti. Saranno presenti venti produttori (locali e del centro-nord Italia) che racconteranno al pubblico la loro passione e faranno degustare liberamente più di cento vini. Sarà per tutti l'occasione inoltre di acquistare bottiglie di vino non facilmente reperibili. Il biglietto di ingresso sarà di 20 euro e comprenderà la degustazione di tutte le etichette presenti, un calice, una tasca porta calice, un buono da 5 euro spendibile per l'acquisto di bottiglie di vino. Durante l'evento sarà attivo il bar del circolo con servizio di caffetteria e snack e per la cena sarà possibile ordinare i cappelletti della cucina del circolo.

AGRITURISMO

MASSARI

Ristorante agrituristico con degustazione dei piatti tipici tradizionali Cerimonie e banchetti - Cene aziendali - Fattoria didattica

Menù di Pasqua Antipasto sfizioso pasquale Lasagnetta fatta a mano agli asparagi Garaganelli al sugno di agnello (o al ragù) Costolette d'agnello ai ferri e agnello al forno con verdurine profumate (oppure carne alla griglia) Patate rustiche Colomba farcita al mascarpone e cioccolato Euro 30,00 cad. compreso acqua

Vendita al dettaglio e all’ingrosso

CONSELICE (RA) - via Coronella, 110 - Tel. 0545.980013 - Fax 0545.980035 agriturismomassari@virgilio.it www.agriturismomassari.it agriturismomassari


GUSTO / 31 15-21 marzo 2018 RAVENNA&DINTORNI

LOCALI/1

IL SALONE DEI MOSAICI INAUGURA IN MUSICA POI APRE ANCHE PER IL BRUNCH Inaugura ufficialmente venerdì 16 marzo, in centro a Ravenna, il Salone dei Mosaici con una visita guidata in programma dalle 18.30 alle 19.30 (per l'occasione suonerà il gruppo da camera dell'Istituto Superiore di Studi Musicali “Verdi”). Dalle 20 sarà possibile cenare tra i mosaici (posti limitati, esclusivamente su prenotazione) del salone affacciato su piazza Kennedy, riportato a nuova vita dall’imprenditore Maurizio Bucci. Da sabato 17 marzo il locale amplierà la sua offerta iniziale, diventando, oltre che sala da tè e da aperitivi, anche un luogo in cui poter consumare il brunch (aperto dalle 11 alle 21). Per info e prenotazioni: 366 9366252.

LA CURIOSITÀ

IL PANETTONE IN MARZO... Si vendono ancora panettoni allo spaccio aziendale di San Michele di Deco Industrie, l’azienda produttrice di biscotti e dolci da ricorrenza. «Da Natale non abbiamo mai smesso di venderlo – dice il responsabile Roberto Minotti –: i clienti hanno cominciato a gustare i dolci legati alle festività anche durante l’anno come prima colazione o dessert.

LOCALI/2 Riapre a Bagnacavallo lo storico Chiribilli Sarà un bistrò aperto dalla colazione fino a tarda sera

SAGRE La Festa del tartufo di Casola Valsenio

Riapre a Bagnacavallo lo storico locale Chiribilli. Sono Daniele Bavagnoli e Fabio Pirazzini i soci che stanno per intraprendere questa nuova avventura imprenditoriale. Il locale, il cui nome completo sarà Chiribilli Mise en Place Bistrò, si presenterà con una veste totalmente rinnovata, ispirata ai bistrò francesi, pur rimanendo presenti alcune caratteristiche di complementi d’arredo che lo hanno reso famoso ed unico nel tempo.« Accompagneremo i nostri clienti – scrivono i due soci – tutti i giorni della settimana, dalla colazione del mattino fino alla cena, passando per la pausa pranzo sino ad arrivare all’aperitivo, che alla domenica sarà speciale». L’inaugurazione è in programma venerdì 16 marzo alle 19 con un buffet, mentre il locale aprirà in modo ufficiale domenica 18 a partire dalla colazione fino al primo appuntamento ufficiale con la rassegna denominata Dj Sunday (dj-set di Enrico Baroncini & Simone Guerrai). Info e prenotazione tavoli: 0545 61149.

Dopo il rinvio per maltempo, si svolgerà domenica 18 marzo a Casola Valsenio la settima edizione della Festa del tartufo primaverile, organizzata dalla pro loco con la collaborazione dei tartufai casolani. L'iniziativa prevede un programma ricco di proposte, dal trekking alla gara di ricerca con i cani da tartufo, valevole per il campionato nazionale amatoriale di ricerca tartufo su ring. Immancabile lo stand gastronomico a tema.

COSE BUONE DI CASA Tagliatelle con spugnole, per salutare la primavera di Angela Schiavina

Morchella è un genere di funghi appartenenti alla famiglia delle Morchellaceae, volgarmente noti come “spugnole”. Toccasana per la salute, panacea per pelle ed ossa, le spugnole sono però tossiche da crude. Ecco una ricetta tipica della primavera, quando si possono raccogliere in pineta. Ingredienti (per due persone): tagliatelle fresche, un cucchiaino di prezzemolo, una decina di spugnole, sale e pepe, un quarto di cipolla biancha, un cucchiaio di olio extravergine d’oliva, una noce di burro, due cucchiai di panna fresca, due cucchiai di Parmigiano reggiano.

Preparazione: pulire le spugnole eliminando la parte finale più dura e raschiando la terra. Se sono particolarmente sporche (non gridate, puristi dei funghi) una passata veloce in una bacinella con acqua tiepida può agevolare. Tagliate a metà o in quarti i funghi a seconda della grandezza. Su una padella antiaderente soffriggere la cipolla con l’olio a fette sottilissime, fino a che non diventa trasparente. Poi aggiungete la noce di burro. Versare i funghi e coprire. Far andare piano fino a cottura ultimata, aggiungete i due cucchiai di panna fresca e – se serve – aggiungendo un filo d’acqua per non far attaccare. Salate e pepate. Ci vorranno una decina di minuti. Intanto preparate l’acqua bollente e salata dove tufferete le tagliatelle, fatele bollire pochi minuti, scolatele. Una volta pronte le tagliatelle, saltarle nel sugo aggiungendo se serve un po’ di olio e un pochino di acqua di cottura (tendono ad asciugarsi), oltre al prezzemolo fresco.


32 / RAVENNA&DINTORNI 15-21 marzo 2018 INSERTO DI ANNUNCI IMMOBILIARI E OFFERTE SUL MONDO DELLA CASA

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