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FREEPRESS n.778
19-25 LUGLIO 2018
Chiuso il lunedì
CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT •
Prezzo € 0,08 COPIA OMAGGIO ISSN 2499-9460
25 ANNI DOPO Il 23 luglio 1993 moriva Raul Gardini: la sua incredibile parabola, tra racconto e ricordi
INFOPROM
NOVA GELATERIE
Da tredici anni il gelato BUONO e gustoso realizzato con le migliori materie prime, frutto della più genuina artigianalità Nova Gelaterie festeggia il compleanno con una nuova sede a Ravenna in Circonvallazione al Molino 88/A, vicino a Giovannini. «Grazie ai nuovi locali più ampi – racconta il titolare Giulio Bertozzi – il menù sarà arricchito arrivando a ben 42 gusti, con rotazione settimanale». Confermati anche gli innovativi servizi di consegna a domicilio in tutta la provincia di Ravenna e catering.
Un gelato buono e genuino, realizzato con le migliori materie prime e utilizzando solo coloranti naturali, frutto della migliore artigianalità. Si può riassumere così la filosofia di Nova Gelaterie di Ravenna che, negli anni, si è fatta conoscere per l’ampia varietà di gusti, per la grande disponibilità di servizi, fra cui l’innovativo servizio di consegna a domicilio riservata a privati, e le forniture per ristoranti, gestori di bar, stabilimenti balneari, etc. La gelateria Nova nasce nel 2005 da un’idea di Giulio Bertozzi, dopo anni di esperienza nel settore. «La passione per il gelato – racconta – mi è venuta sin da ragazzino, restando incantato a guardare i miei genitori che avevano un bar-gelateria stagionale a Lido Adriano a partire dal 1983. A 21 anni ho deciso di aprire un’attività tutta mia e mi sono messo in proprio con l’aiuto di mio padre». Nova Gelaterie festeggia il tredicesimo compleanno con una nuova sede, rinnovata e allargata, in Circonvallazione al Molino 88/A, di fianco alla concessionaria Piaggio Giovannini. Rispetto ai locali precedenti, in particolare quello di viale Randi, lo spazio è praticamente raddoppiato per consentire da un lato alla clientela di potersi muovere con maggiore agio e dall’altro ai gelatieri di poter organizzare al meglio il lavoro in costante crescita. La nuova strada ha inoltre il vantaggio di poter “intercettare” nuove persone, in particolare turisti, che
spesso – per arrivare in centro a piedi o in bicicletta – percorrono proprio alcune vie limitrofe. Una posizione, dunque, più strategica perché meno isolata e in prossimità di altre attività, con un ulteriore vantaggio: l’esposizione che garantisce più ore di ombra, un requisito importante in estate per chi si occupa di produzione di gelato. Il nuovo laboratorio è stato dipinto di verde, in omaggio al colore del loro pistacchio salato, il gusto per cui tutti hanno imparato a conoscere Nova Gelaterie. «Ho sempre amato il pistacchio, consumato soprattutto come frutta secca salata – spiega Bertozzi –. Per questo motivo, anni fa, ho pensato di creare un gusto che conservasse quel particolare sapore. All’inizio c’è chi mi ha criticato, ma poi è stato un crescendo di richieste, fino a diventare un tratto distintivo del mio lavoro. Grazie ai nuovi locali, porterò il menù dei gusti a 42, con la nostra classica rotazione settimanale». Molto apprezzati sono anche il bacio, la ricotta stregata, il pinolo allo spiedo. Numerose le novità in arrivo, considerando che Bertozzi sta studiando nuovi gusti “vegetariani”, un incrocio fra frutta e verdure, ma anche i cosiddetti gelati “gastronomici”, una golosa alternativa ai tradizionali gusti, sempre più richiesti anche nel mercato della ristorazione. Un gelato rivoluzionario, dunque, frutto di ricerca e innovazione. Nova Gelaterie, in particolare, amplierà i gusti a base di olio, soia e riso, una linea senza lattosio per chi soffre di intolleranze. Fiore all’occhiello dell’attività è il servizio di consegna a domicilio che si è molto sviluppato – in questi ultimi tre anni – principalmente grazie al passaparola. «Qualcuno ci aveva già provato in passato ma senza successo – ricorda Bertozzi –. Così, ho fatto delle prove cercando di capire quali fossero gli errori da evitare. Considerando che Ravenna non è una metropoli, l’unico modo per riuscire a “sostenere” tale servizio è estendere la zona di riferimento. Il risultato? Siamo in grado di coprire tutto il territorio provinciale, con un piccolo esborso per le località più lontane, mentre in città il servizio è persino gratuito. Diversamente da come si sarebbe più portati a pensare, le consegne crescono in inverno, quando le persone che hanno voglia di gelato sono però più restie a uscire di casa». Oltre al gelato, Nova propone a privati e operatori vari un notevole assortimento di prodotti: torte, semifreddi, ghiaccioli, frappè, brioches farcite, biscotti, stecchi gelato, crepes, pancakes, waffel, yogurt semplici o decorati alla frutta, centrifughe. In occasione delle varie ricorrenze, ad esempio Natale, San Valentino, la festa della mamma e delle donne, sono realizzati dolci a tema, con decori ad hoc. E per chi lo richiede, per matrimoni e feste bimbi, la gelateria Nova è anche catering, con un simpatico banco gelato con gusti a scelta.
INTRO / 3 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
SOMMARIO
IL COMMENTO
6 Il nuovo museo, senza un vero dibattito di Luca Manservisi
E così in dicembre a Ravenna (nell’ex zuccherificio di Classe) apre un nuovo museo. Una bella notizia per la città, senza se e senza ma. Ed ebbene sì – come ha ripetuto sarcasticamente l’assessora in queste settimane – i musei costano un sacco di soldi e non fanno (quasi mai) utili. Ma hanno ricadute sul territorio, dal punto di vista sociale e anche da quello economico. Quindi speriamo davvero che una volta aperto, tutti i soggetti remino dalla stessa parte, cercando di fare in modo che il museo possa funzionare al meglio, valorizzando addirittura anche gli altri, come ci hanno detto essere uno degli obiettivi. Anche i giornali, ovviamente, saranno tenuti a informare adeguatamente sulla presenza di questa nuova attrazione cittadina e su queste colonne in particolare non ci faremo certo pregare, vista l’attenzione costante che dedichiamo da sempre agli eventi culturali di questa città (e un po’ di tutta la Romagna). Detto tutto questo, gli stessi giornali, sono tenuti a fare il loro lavoro anche quando è il momento di informare i cittadini su un grosso investimento pubblico, cercando di mettere nero su bianco i numeri e anche le contestazioni. E così stonano un po’ alcune reazioni stizzite registrate in queste settimane, reazioni che sembrano un po’ nascondere anche la classica coda di paglia. Perché sarà anche vero che non saranno poi così tanti, oltre 22 milioni di euro, per un museo, ma si tratta comunque della più importante scelta strategica della storia recente di Ravenna in ambito culturale (e probabilmente non solo), per un progetto, va detto, in ritardo di quasi 20 anni, che difficilmente potrà nascere quindi così innovativo come lo sarebbe stato dieci anni fa. E comunque di un museo (senza volerne mettere in discussione il valore) che non avrà “pezzi” in grado da soli di attirare turisti, per esempio. E così fanno un po’ sorridere i paragoni con cui i promotori sembra stiano cercando di rendere più digeribili agli scettici i milioni di euro spesi, paragoni con investimenti a Lisbona, Parigi, Torino, ma da contestualizzare appunto in realtà ben diverse da Ravenna che possono contare su investimenti analoghi anche per altri interventi. A Ravenna è stata invece fatta una scelta ben precisa: quella di concentrare la parte più consistente di fondi pubblici e indirizzare quelli privati della fondazione bancaria in un solo progetto, sostenendo con fondi extra anche l’attività della fondazione creata appositamente per la sua realizzazione e mettendo la sua presidente a fare l’assessora alla Cultura. Una scelta legittima, ma piuttosto netta che credo sia giusto sottolineare. E che qualcuno credo possa pure permettersi di contestare (e non sto parlando della solita opposizione cattiva, parlo dei tanti operatori culturali che lo dicono sotto voce quando ti incontrano per strada), pensando magari che sarebbe stato meglio investire quei milioni in un museo di arte contemporanea, in un contenitore culturale in Darsena, nella riqualificazione del Mar e via dicendo. Chiacchiere da bar, penserà qualcuno. Sarebbe già un passo in avanti, almeno qualcuno ne discuterebbe. Anche se dubito che i ravennati ne parlino davvero, al bar.
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POLITICA MAESTRI (POSSIBILE) «NOI ALTERNATIVI A SALVINI E AL PD»
ECONOMIA ACMAR, PROCEDE IL PIANO DI RISANAMENTO
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COPERTINA RAUL GARDINI, 25 ANNI DOPO LA MORTE
TEMPO LIBERO A SANT’APOLLINARE FUOCHI D’ARTIFICIO SUI LIDI RAVENNATI
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SPORT LA GIOVANE STELLA DELLA SPADA
RAVENNA FESTIVAL IL GRAN FINALE CON BOLLE: L’INTERVISTA
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L’ARENA DA CELESTINI A CAROTONE TRA LE BALLE DI PAGLIA
JUNIOR I BURATTINI E GLI SPETTACOLI PER FAMIGLIE
da pagina
36 INSERTO DI ANNUNCI IMMOBILIARI
RD &
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001
Anno XVII - n. 778
Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: commerciale1@reclam.ra.it; tel. 0544 408312 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872 Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola
BORGO FAINA, VIA DISMANO IMMOBILIARE "IL CASOLARE"
Direttore responsabile: Fausto Piazza Collaborano alla redazione: Andrea Alberizia, Federica Angelini, Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Gianluca Achilli, Maria Cristina Giovannini (grafica). Collaboratori: Roberta Bezzi, Matteo Cavezzali, Francesco Della Torre, Nevio Galeati, Giovanni Gardini, Enrico Gramigna, Simona Guandalini, Giorgia Lagosti, Sabrina Lupinelli, Fabio Magnani, Alessandro Montanari, Enrico Ravaglia, Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni. Fotografie: Paolo Genovesi, Fabrizio Zani. Illustrazioni: Gianluca Costantini. Redazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 redazione@ravennaedintorni.it
Poste Italiane spa - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA
Progetto Isole Verdi “Colibrì”
A pochi chilometri dalla città, nuovo complesso residenziale in fase di costruzione, composto da VILLETTE e APPARTAMENTI con struttura in LEGNO, METODO X_LAM con giardini di proprietà. Un progetto moderno, innovativo ed ecosostenibile, realizzato in classe energetica A4 Spazi personalizzabili all’interno • Pompa di calore • Alta innovazione per il raffrescamento Fotovoltaico 3,0KW • Ventilazione meccanica controllata (VCM) • Ampio giardino • Finestre in PVC a 6 camere triplo vetro • Pavimenti in legno nella zona notte • Tapparelle in alluminio motorizzate • Porta blindata elettronica • Predisposizione allarme • Portone garage sezionale motorizzato “Hormann”
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4 / PUNTI DI VISTA RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
LETTORI
FULMINI E SAETTE “Fake news” di Adriano Zanni
La redazione risponde
SULLA DISPERATA SITUAZIONE DI VIA TRIESTE Leggendo il Vostro giornale, nel numero del 12-18 luglio, trovo alcuni articoli molto interessanti. Il primo riguarda il commento di Andrea Alberizia, in merito al noto problema d’insabbiamento del Terminal Crociere e la conseguente rinuncia di alcuni armatori ad attraccare a Ravenna. Anche in questo caso, nonostante quanto stia succedendo è di una gravità incredibile, credo che la richiesta “AAA cercasi responsabile” sia destinata a rimanere senza una risposta degna di tale nome. Poi leggo quanto scritto a riguardo del ponte mobile, dei suoi difetti e sulla diatriba legale tra Cmc e il consigliere Ancisi. La sentenza respinge le richieste di danni (danni???) avanzate da Cmc anche sulla base dei vizi riscontrati in questi anni. Nella stessa pagina vi è un richiamo all’incontro tra Fusignani e Cameliani con i vertici del Tcr, dove si è discusso sulle prospettive future, soprattutto per quelle legate alla logistica, sia stradale che ferroviario. Ora, mi preme riproporre alcune mie riflessioni e le conseguenti domande che ne derivavano sulla “disperata” situazione che si vive in via Trieste, nel tratto di strada fra la rotonda della Sva e il ponte sulla Classicana il cui manto stradale, dalla liberalizzazione del ponte, è sottoposto a maggiori carichi. Le domande erano e sono semplici, ma purtroppo non ho mai visto
risposte in merito. Ho letto che nel 2019 dovrebbero riasfaltare questo tratto di strada. Nel frattempo mi sembra che dovremo continuare a essere quelli che vengono tirati in causa solo quando ci sono le elezioni. Cordiali saluti Roberto Mingozzi
Gentile lettore, grazie per l’attenzione nei nostri confronti. Avremo sicuramente modo di tornare sul complesso tema viabilità di via Trieste in occasione dei lavori di rifacimento e forse, chissà, anche per il bypass sul Candiano che, ricordiamolo, il sindaco in campagna elettorale ha promesso di realizzare.
LA POSTA DEL CUORE Che belli i mondiali senza tifo, tra simpatia e leggerezza di Enrico Ravaglia *
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Detrazione affitto studenti fuori sede 2018, le novità della manovra Nella legge di Bilancio del 2018 sono presenti importanti novità anche per gli studenti fuori sede, anche nel caso in cui l'Università sia ubicata in un comune appartenente alla stessa provincia di residenza, purché i due comuni siano distanti almeno 100 km. E anche nell'ipotesi in cui l'Università sia ubicata in un comune di residenza distante almeno 50 km, se gli studenti sono residenti in zone montane o disagiate. Le agevolazioni sono concesse per i periodi d'imposta in corso al 31 dicembre 2017 e al 31 dicembre 2018, con un tetto di spesa massima di 2.633 euro l'anno. Ravenna Viale Galilei 81/83 - tel. 0544 470102 - fax 0544 470075 info@asppi.ra.it - www.asppi.ra.it Faenza Via Cavour, 25 - tel. 0546 25807 - faenza@asppi.ra.it Lugo Via Manfredi, 41 - tel. 0545 33356 - lugo@asppi.ra.it
Sono un lettore della sua rubrica, non vorrei essere impopolare ma devo dire che questi mondiali di calcio li ho vissuti meglio rispetto agli altri, quando ha sempre giocato anche l’Italia. Ho guardato le partite in modo più rilassato. Ho seguito il mondiale in modo nuovo, per quanto mi è stato possibile ho guardato molte partite più partite di prima, apprezzando il gioco senza lo stress da tifoso coinvolto. Mi sembra quasi impossibile ma a quanto pare la partecipazione dell’Italia, insieme alla contentezza mi produceva anche una certa ansia. Lettera firmata Più persone mi hanno espresso con altre parole quanto lei mi ha scritto. Credo anche che gli ascolti televisivi rinforzino questa tesi. Mediaset è stata premiata da ascolti ottimi in tutte le fasi del mondiale. La gente seguiva molto di più rispetto al passato tutte le partite. Non c’era l’apoteosi di ascolti di quando giocava l’Italia, ma un si è manifestato un continuo e vasto interesse verso tutte le nazionali. Hanno registrato ottimi ascolti le partite della sera ma anche quelle del pomeriggio. Gli italiano si sono serenamente sparpagliati a simpatizzare per le varie squadri. Non a tifare, a simpatizzare, ci tengo a ribadirlo. Chi perché, ad esempio, trovava nella tal squadra giocatori che normalmente militano nella squadra di club italiano di cui è tifoso, chi perché gli era simpatica una determinata popolazione. Ma tutto in leggerezza. Anche le trasmissioni sportive, non essendoci l’Italia, hanno dato un taglio meno polemico, meno concentrato sui contrasti, meno focalizzato sul “loro” e sul “noi”. Il divertimento, le dinamiche cameratesche caratterizzavano i programmi post partita. Poi, caso della sorte, ha voluto si svolgesse un mondiale inaspettato, democratico e popolare, dove la Russia escludeva la Spagna, una delle favorite. E in un giorno solo sono tornati a casa i super campioni Messi e Ronaldo. Una sorta di rivincita dei più deboli, che non può che suscitare simpatia, come a dire ad ognuno di noi che può avere fiducia. È venuta meno la dinamica del tifoso. Non per niente prima ci tenevo a precisare che in questo mondiale credo che sia più giusto parlare di simpatia piuttosto che di tifo. Non sarebbe male se andasse sempre in questo modo, ovviamente anche con l’Italia partecipante. * Psicoterapeuta Psicoanalitico - postadelcuore@ravennaedintorni.it
PUNTI DI VISTA / 5 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
L’OSSERVATORIO
TUTTO D’UN TRATTO di Gianluca Costantini
Sindaco, vicesindaco e gli appelli sul web di Moldenke
Il sindaco di Cervia, là dove di turismo se ne intendono, ha strigliato gli operatori: basta postare foto di maltempo sui social network. «Purtroppo si moltiplicano foto e video di nuvoloni neri in arrivo che magari non scaricano neanche, acquazzoni in corso, vento – è stato il suo appello –. Queste foto rimangono sui social e per giorni danno l’idea che piova e che sia brutto, vanificando anche gli sforzi di promozione che tutti facciamo». Non fa una piega no? Piuttosto, postiamo tutti sui social cose che possono attirare turisti, facciamo loro capire, per esempio, che qui, in effetti, si scopa in spiaggia, come il video hard che circola in rete che pare essere stato girato proprio a Lido di Dante, pensa che culo. Ma no, invece, non vanno bene neppure i video porno, perché ecco che arriva la strigliata questa volta del vicesindaco di Ravenna. «Sta girando in rete un video volgare e ambiguo che invita a frequentare Lido di Dante. Premesso che le scene potrebbero non essere state riprese nel nostro bellissimo lido, resta tutta la gravità del danno d’immagina che ne determinano», ha scritto il vicesindaco nel corso di una riunione in cui pare che insieme al suo staff abbia rivisto il video decine e decine e decine di volte per cercare di capire se quella fosse proprio la spiaggia di Lido di Dante. Meglio ha fatto senza dubbio il sindaco di Ravenna, che per andare sul sicuro ha festeggiato su Facebook con due lettere e un numero scritti in bianco su sfondo nero l’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juve, metti caso che ci siano anche turisti che scelgono la meta delle vacanze sulla base del tifo del Primo cittadino. Ma non si vive solo di social, e nel frattempo i sindaci di Cervia e Ravenna in carne e ossa, insieme agli assessori, hanno firmato un protocollo d’intesa (un protocollo d’intesa) per la valorizzazione di Savio (la valorizzazione di Savio) alla sagra dello strozzaprete (alla sagra dello strozzaprete). Alla fine, ancora una volta, mi sa che ha vinto la Lega, che a Pontida invece, «tra gazebo, piadina con la salsiccia e il nostro Matteo Salvini» ha lanciato con uno striscione poi postato su Facebook la festa nazionale della Lega Nord Romagna dal 3 al 7 agosto a Cervia-Milano Marittima. Questa sì che è promozione turistica, altro che i protocolli d’intesa...
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6 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
L’INTERVISTA L’INIZIATIVA Potere al popolo in festa al parco Teodorico
L’alternativa di Possibile: «Questo Pd non è uscito dal guado E a Ravenna è ostaggio del Pri»
Il 25 luglio al parco Teodorico a Ravenna si svolge la festa di Potere al Popolo (la formazione di sinistra nata prima delle scorse elezioni politiche). Alle 20 “cena popolare”, alle 20.30 interventi di lavoratori, sindacalisti e “realtà di lotta”, alle 22.30 concerto della band folk-punk irish Alehound. Prenotazioni cena al: 346 4986697.
Andrea Maestri, avvocato e cosegretario nazionale del partito fondato da Civati, su ordinanze, opposizione a Salvini ed elezioni di Federica Angelini
Le recenti ordinanze del sindaco De Pascale che impongono, tra le altre cose, l’obbligo di chiusura alle 20 (invece delle 24) per un negozio di via Gulli e rese possibili da un decreto dell’ex ministro Marco Minniti non hanno trovato critiche dagli avversari politici in consiglio comunale, De Pascale non si è sentito chiamare “sceriffo” come era capitato al suo predecessore, ma c’è comunque chi ha reagito. Un avvocato che è anche un politico e ora che non è più parlamentare sembra tornato alla sua professione con maggiore assiduità. Andrea Maestri, ex Pd, ex deputato di Possibile, oggi cosegretario del partito fondato da Pippo Civati, difende infatti il negoziante di via Gulli. Per capire chi è Maestri basti dire che ha scritto un libro dal titolo L’uomo nero (ossia Minniti) e che sabato scorso era a Roma con Alex Zanotelli per protestare contro le politiche del Governo in tema di migranti. Lo sentiamo mentre sta andando alla festa dell’Arci a Firenze a parlare di immigrazione. Maestri, farete ricorso per il negoziante di via Gulli? A che punto siamo? «Abbiamo fatto istanza di accesso agli atti al Comune per capire su quali elementi di valutazione abbiano agito, ma a tutt’oggi non ci è stata data risposta. L’ordinanza peraltro è a tempo e scade il 10 agosto, potrebbero non esserci i tempi tecnici per fare ricorso. Se invece dovesse essere prolungata, ci batteremo perché si tratta di un provvedimento inspiegabile, che va a colpire il negozio più tranquillo e più utile di quella zona, senza toccare altre attività limitrofe. Sembra davvero un’ordinanza ad personam». Lei difende anche un venditore abusivo multato in spiaggia... «Certo. Nella smania di fare i fenomeni, hanno beccato forse l’unico “abusivo” che non lo è affatto perché titolare di regolare licenza commerciale. Quello che il ragazzo senegalese non poteva fare era esporre merci sul demanio, cosa per cui bisogna avere un’autorizzazione specifica. Si tratta al massimo di una violazione a
metà. Anche su quel fronte però dal Comune tutto tace. Ma la cosa non mi sorprende, la risposta per il ricorso che facemmo per il violinista tedesco che suonava in strada arrivò dopo tre anni (un caso quello che si concluse a favore dell’assistito di Maestri, ndr)». Maestri, lei è avvocato, ma anche politico. Ravvisa in questi due casi il segno di una linea precisa dettata dall’Amministrazione? «Sì, esistono le questioni giuridiche che affronteremo nella sede appropriate, ma esiste anche una linea politica di un Pd che è ostaggio di una parte della maggioranza, il Pri, e anzi direi della parte più arretrata del Pri nel concepire una società moderna, libera, multietnica. Basti pensare agli annunci sul nuovo regolamento della polizia urbana, spero proprio che il sindaco prenderà le distanze...» Ha assicurato che sarà improntato al rispetto delle persone. E va detto che il sindaco rivendica che queste scelte di rispetto dell’ordine pubblico e delle regole vanno di pari passo a una politica che favorisce l’accoglienza degli immigrati sul territorio. Almeno questo è disposto a riconoscerlo? «Assolutamente sì, sul tema dell’accoglienza non ci sono rilievi particolari da fare, soprattutto in un contesto nazionale poco premiante che privilegia l’emergenza rispetto a progetti strutturati come lo Sprar che a Ravenna funziona da anni. Sono poi orgoglioso che a Ravenna si faccia il Festival delle culture, che ha ormai una rilevanza nazionale se non internazionale, che ci siano esperienze di “controinformazione” come Città Meticcia, tante cooperative e associazioni che si occupano di accoglienza, c’è un pluralismo e un attivismo che non dipende dalle istituzioni ma a cui l’Amministrazione è abbastanza sensibile». Passando dal locale al nazionale, lei ora è cosegretario di Possibile, che dopo le elezioni si è sfilata immediatamente dal-
Andrea Maestri, con la maglietta rossa divenuta simbolo di accoglienza verso i migranti
l’esperienza di Leu, la forza politica nata alla vigilia delle elezioni con i bersaniani e Sinistra Italiana, che ora dovrebbe diventare un partito. «Sì, in maniera chiara e irrevocabile». Ma non sarebbe proprio questo il momento di unire il più possibile le forze a sinistra contro quello che voi stessi considerate il “Moloch” Salvini? «Certo, bisogna unire le forze di buona volontà e lavorare per un campo largo aperto e progressita a livello nazionale e anche europeo, visti gli appuntamenti elettorali del prossimo anno. E per noi questo significa lavorare su temi specifici, è questa la cifra culturale di Possibile. Promuoviamo campagne, studiamo a fondo ed elaboriamo proposte, per esempio sul tema del salario minimo, sulla giusta paga ai
riders, ci occupiamo di amianto proponendone la sostituzione con coperture fotovoltaiche». State anche raccogliendo firme per sfiduciare il Ministro dell’Interno... «Sì, è una petizione su change.org molto articolata, in cui spieghiamo nel dettaglio quali gravi violazioni abbia posto in essere il ministro da quando è al Viminale. Abbiamo già raccolto 100mila firme, andando ben oltre le nostre aspettative, e speriamo possa diventare uno strumento di pressione forte nei confronti dei parlamentari perché votino una mozione di sfiducia per Salvini. E stiamo pensando anche un’azione giudiziaria...». Per istigazione all’odio razziale? «I dettagli saranno resi pubblici a breve». Ha accennato alle europee del 2019, ma contemporaneamente ci saranno anche amministrative in 14 comuni della provincia. Sarete della partita? «Noi ci siamo, abbiamo comitati in tutta la Romagna, parteciperemo alle amministrative cercando di costruire nei territori un campo largo e aperto di forze progressiste ecologiste costruendo un’alternativa di governo alle realtà amministrative». Lavorerete contro al Pd anche se il rischio è far vincere Lega e Movimento 5 Stelle? «Noi siamo ferocemente ostili alla destra, ma anche alternativi a questo Pd che non è uscito dal guado. Per noi si tratta di una questione di coerenza: non possiamo pensare di lavorare con chi ha preparato il terrendo all’avvento del Salvinismo, almeno finché non si dissocia nettamente da tutto questo». Poche sere fa a Ravenna c’era Nicola Zingaretti, candidato alla segreteria del Pd. La convince? «Con il massimo rispetto per la sua storia, mi sembra una mano di vernice fresca su un muro vecchio e scrostato, un restyling che non risponde alla necessità sostanziale per il campo progressista di ristrutturarsi dalla base».
ECONOMIA / 7 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
COSTRUZIONI
Acmar, bilancio 2017: mezzo milione di risultato ante imposte Approvato il secondo consuntivo dopo il concordato che ha evitato il fallimento La cooperativa oggi conta 400 soci e un fatturato di 54 milioni
Fatturato di 54 milioni di euro e un risultato ante imposte di mezzo milione: sono i numeri principali del bilancio 2017 approvato all’unanimità dall’assemblea dei soci della coop edile Acmar nella riunione del 14 luglio. L’esercizio trascorso è il secondo dopo l’ok al concordato preventivo – in buona sostanza un accordo con i creditori per la ristrutturazione del debito con pagamenti in percentuali concordate e il proseguimento dell’attività aziendale – che ha evitato il fallimento. La coop conta oggi oltre 400 soci di cui cento lavoratori e ha un patrimonio netto di 12 milioni e un capitale sociale di 10 milioni. Ad aprire i lavori dell’assemblea è stato il presidente Roberto Guerrini con una dettagliata relazione. Ha proseguito il direttore generale Ruggero Rosetti, dando evidenza dei dati di preconsuntivo del 2018, per il quale si confermano i risultati del 2017. La cooperativa ha acquisito il contratto con Autostrade per l’Italia per i lavori di adeguamento di una galleria sull’autostrada A1 Bologna-Firenze e l’ampliamento di “Mirabilandia Beach” con la realizzazione del nuovo “Parco Ducati” alla Standiana. Sono stati inoltre mantenuti e rinnovati tutti i principali contratti con i clienti industriali storici. Mentre proseguono le importanti commesse nelle zone colpite dal terremoto nell’Italia centrale e nell’Emilia, Rfi ha confermato gli interventi sui fabbricati di tutta la Campania, che proseguiranno fino a metà 2019, estendendo l’importo contrattuale di oltre 30 milioni. Per la fine del 2018 è previsto l’inizio dei lavori per l’Autorità Portuale di Ravenna, della banchina Eurodocks. «Alla chiusura dell’assemblea – si legge in un comunicato – i vertici si dicono certi che ci siano i presupposti per mantenere l’occupazione dell’attuale forza lavoro e proseguire nel rilancio della coop, si sono rivolti ai giovani soci confidando nel loro senso di appartenenza e responsabilizzandoli per dare continuità ad una cooperativa storica del territorio».
PORTO
SCANNER E VIDEOCAMERE AL VARCO DOGANALE DI TCR I conducenti degli autoarticolati possono espletare le previste formalità doganali restando a bordo del proprio mezzo, semplicemente inserendo in un lettore ottico il documento di viaggio che scorta le merci e interagendo a distanza, mediante un videocitofono, con i Finanzieri addetti alla vigilanza. Da qualche settimana è operativa al varco doganale di Tcr un’innovativa sala controllo a disposizione della guardia di finanza che consente alle Fiamme Gialle di monitorare in modalità automatizzata i traffici commerciali in entrata e in uscita. Un’importante novità tecnologica a servizio dei militari del secondo Nucleo Operativo in servizio di vigilanza doganale.
NAUTICA
CON ROSETTI LO YACHT SI GUIDA DA TERRA Presentato il sistema di controllo remoto Grazie alla comprovata esperienza di Rosetti Marino Group nel campo delle costruzioni navali, dell’innovazione tecnologica e delle soluzioni di navigazione all’avanguardia, la Rosetti Superyachts di Ravenna sta lavorando per trasferire la tecnologia del Remote Control dal settore commerciale a quello dello yachting. Utilizzando una console remota installata in un ufficio a terra, lo yacht può essere manovrato utilizzando gli stessi strumenti che si trovano sul ponte di comando. La tecnologia di controllo remoto è un vantaggio per l’armatore durante i lunghi trasferimenti, poiché garantisce una maggiore sicurezza nella navigazione e può consentire di ridurre i costi di management e di assicurazione. «Alcune imbarcazioni commerciali senza equipaggio – si legge in una nota diffusa dalla società – potrebbero essere attive prima della fine del decennio, quindi la logica conclusione è che anche i superyacht presto seguiranno la stessa strada». È possibile governare a distanza il rimorchiatore Giano Tug ovunque si trovi, controllando il sistema video, i parametri di navigazione, la propulsione e l’automazione: la presentazione è avvenuta a Marsiglia dal 25 al 29 giugno con una dimostrazione pratica. È possibile impostare una rotta e “trasportare” lo yacht alla sua destinazione finale, monitorando l’avanzamento.
SULLA COSTA/1 Marina di Ravenna, gli ultimi 700 metri della diga foranea sud chiusi fino a ottobre
SULLA COSTA/2 Venduto all’asta il Grand Hotel di Cervia Aggiudicato a Pari per 3,4 milioni di euro
Tutta la diga foranea sud a Marina di Ravenna, lunga 2,8 km, resterà chiusa completamente per cinque giorni a partire da dopo il 23 luglio (le date esatte devono ancora essere fissate) per lavori di asfaltatura e messa in sicurezza. Dopo i cinque giorni resteranno interdetti al transito pedonale fino a ottobre solo gli ultimi 700 metri all’estremità per lavori non rinviabili.
Il Grand hotel di Cervia è stato aggiudicato il 16 luglio scorso all’asta (per 3,4 milioni di euro) all’albergatore cervese Nicola Pari. La base d’asta era di 1,8 milioni e Pari, già titolare del vicino albergo Il Nettuno, ha avuto la meglio sugli offerenti. La precedente asta, con cifra base di 2,5 milioni, era andata deserta. Il complesso necessita di una radicale ristrutturazione
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10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
LA RICOSTRUZIONE
La breve storia dell’impero di Raul Gardini, vero erede di Serafino Ferruzzi La vertiginosa parabola del Corsaro che da Ravenna fu protagonista dell’economica mondiale per tredici anni: il subentro al suocero, la scalata alla Montedison, l’inchiesta Mani Pulite, il declino e la morte 25 anni fa di Vincenzo Benini *
La storia di Raul Gardini, dall’ascesa fino alla morte arrivata il 23 luglio di 25 anni fa, non è solo quella di un uomo, della sua famiglia e del suo gruppo industriale. È il romanzo di poco più di tredici anni del nostro Paese, in un periodo di enorme fermento dal punto di vista finanziario. Anni caratterizzati dal boom della Borsa di Milano che ha consentito la costruzione di una delle più grandi realtà private italiane. Anni che permisero la nascita di un sogno, per un breve spazio di tempo addirittura sfiorato con un dito. Un sogno che però non si avverò per l’opposizione di una parte della famiglia e di quasi tutto l’establishment politico ed economico italiano. Gardini prende il timone da Serafino Nato nel 1933 a Ravenna e sposato nel 1957 con Ida Ferruzzi - da cui ha avuto i figli Eleonora, Ivan Francesco e Maria Speranza Gardini fu tra i primi industriali all’inizio degli anni Ottanta a prevedere e a sfruttare l’esplosione dei mercati azionari. Salì al timone del gruppo fondato dal Serafino Ferruzzi (morto a Forlì il 10 dicembre del ’79 in un incidente aereo) superando sia la concorrenza esterna, con le “dimissioni” del dirigente genovese Giuseppe De André, sia quella interna, con il cognato Arturo che preferì defilarsi, concentrandosi su alcune attività agricole secondarie. Cominciò così a gestire il gruppo “a modo suo”, interrompendo l’opera diplomatica che il defunto suocero aveva avviato quando era venuto a conoscenza di essere gravemente malato (aveva un tumore alla gola). Spezzate le alleanze che Serafino stava intavolando con Gianni Agnelli e le Assicurazioni Generali e incassata la totale fiducia da parte dei familiari, con passo sicuro cambiò la strategia nel settore del trading, trasformando il gruppo da primo importatore europeo di derrate agricole a primo esportatore della CEE. La “rivoluzione verde” e il controllo della Beghin-Say Il suo primo grande successo fu la “rivoluzione verde”, l’introduzione della coltivazione della soia in Italia a larghissima scala nell’81, consentendo all’Italia di coprire nell’86 circa il 30 percento del fabbisogno. Nell’85, invece, partì il “progetto etanolo”, che prevedeva la produzione di benzina verde (bioetanolo) utilizzando le enormi eccedenze di cereali, ma l’opposizione delle compagnie petrolifere, tra cui l’Eni, nell’87 bloccarono l’iniziativa in Italia. Nel frattempo Gardini si tuffò a capofitto nel settore dello zucchero, riuscendo a conseguire nell’86 il controllo della francese Beghin-Say attraverso Eridania, facendo diventare il gruppo il primo produttore saccarifero di Europa. L’anno successivo fallì, per l’opposizione della Commissione antimonopoli inglese, l’acquisizione della British Sugar. La scalata alla Montedison Proprio l’esperienza appresa nei complicati mercati finanziari e azionari gli consentì di attuare una clamorosa scalata alla Montedison. Approfittando delle operazioni in Borsa
fuori che sia il giudice Curtò, che ordinò il “fermo temporaneo”, sia il custode provvisorio nominato, Vincenzo Palladino, fecero entrambi il lavoro “sporco” a favore dell’ente statale). Pochi giorni dopo l’Eni fissò in 2.805 miliardi di lire il prezzo per acquisire l’intero colosso, un costo troppo alto per Gardini, che fu così costretto a cedere la sua quota. In realtà avrebbe voluto comprare, ma l’opposizione della famiglia e le “raccomandazioni” di Cuccia lo costrinsero a desistere dall’intento: deluso e arrabbiato, il giorno stesso della cessione (il 22 novembre ’90) lasciò tutte le cariche ricoperte in Italia nel gruppo Ferruzzi. Il tradimento della famiglia Il voltafaccia dei familiari si trasformò presto in “tradimento” nel ’91: Gardini era intenzionato a spostare dall’Italia alla Francia il centro degli interessi del gruppo, ma incontrò la resistenza in particolare di Alessandra Ferruzzi e del marito Carlo Sama. L’11 giugno, nel corso del consiglio di amministrazione della cassaforte di famiglia, la Serafino Ferruzzi, Gardini (che non si presentò) fu destituito da Arturo, che ne diventò presidente. Lo strappo era ormai inevitabile e portò alla separazione: il 1° agosto Arturo, Franca e Alessandra acquisirono la quota di Ida e “liquidarono” il cognato, il tutto al costo di 505 miliardi di lire.
Fu tra i primi industriali a sfruttare l’esplosione dei mercati finanziari
Il progetto Enimont era l’ultima carta per rilanciare la chimica italiana
di Mario Schimberni, stringendo un accordo con l’imprenditore Carlo De Benedetti e “rastrellando” sul mercato una grande quota di azioni, nel giro di pochi mesi diventò il padrone del colosso chimico italiano, per una spesa di circa duemila miliardi di lire. A suggello di tutto ciò, il 4 dicembre dell’87 diventò presidente della Montedison. Il prezzo dell’operazione fu però molto alto, in quanto il gruppo dovette entrare nella sfera di influenza del sistema bancario italiano, subendo così il pesante condizionamento di Cuccia e di Mediobanca.
12mila miliardi di lire all’anno. Il progetto “Enimont”, considerato come l’ultima carta per rilanciare su scala mondiale l’industria chimica italiana, ricevette anche il placet del governo il 24 febbraio ’88 e nel gennaio dell’89 venne varata la fusione. Esasperato dalla lentezza dell’iter burocratico a riguardo degli sgravi fiscali promessi dal governo, manifestò la sua intenzione di prendere le maggioranza di Enimont: il 24 febbraio del ’90 Gardini dichiarò in un convegno a Padova la celebre frase «la chimica italiana sono io». Di contro, il presidente dell’Eni, Gabriele Cagliari, rifiutò la proposta di un aumento di capitale, aggravando lo scontro tra pubblico e privato. Le tensioni diventarono sempre più forti e il 9 novembre del ’90 la magistratura, accogliendo la richiesta dell’Eni, stabilì il sequestro delle azioni Enimont (nel corso delle inchieste della magistratura, nel ’93, verrà però
Il “progetto Enimont” Gardini aveva in mente un grande piano, di cui la Montedison rappresentava solo il primo passo. La sua intenzione era quella di unire il colosso privato a quello statale, l’Eni, creando un polo unico con un fatturato di almeno
Una nuova avventura di successo Con i soldi di questa enorme buonuscita il “Contadino” mise in pratica da solo il progetto proposto ai familiari, quello di spostare i propri interessi in Francia, facendo entrare nell’agosto del ’91 la neonata società Gardini Srl nel capitale della Société Centrale d’Investissment. Non si fermò qui, però, fondando in breve tempo la Gea (holding nel settore agroalimentare), la San Diego (creata per allacciare accordi con gruppi industriali messicani), la Isa (servizi e consulenze per la piccola e media impresa) e la Garma (polo alimentare che diventa il maggiore produttore di acque minerali in Italia). In poco più di un anno e mezzo, così, Gardini costruì un nuovo grande gruppo con circa 2.700 miliardi di lire di fatturato. Il crack del gruppo Ferruzzi Le cose non andavano però altrettanto bene per il gruppo Ferruzzi, con Sama intenzionato a ridurre le dimensioni dell’azienda e il numero di attività industriali a causa delle enormi difficoltà economiche emerse nei conti a fine ’92. Nel maggio del ‘93, in due distinti incontri, Sama e Arturo Ferruzzi chiesero a Gardini di ritornare nell’azionariato della Serafino Ferruzzi, ricevendo però un rifiuto. Bocciato il progetto di ristrutturazione, il salvataggio del gruppo passò nelle mani delle banche creditrici, che fecero il loro ingresso anche nella Serafino Ferruzzi, diventandone azioniste di maggioranza. La famiglia di fatto venne estromessa dalla gestione operativa, con il riordino finanziario e strutturale attuato direttamente da Mediobanca: il 18 giugno ’93 la gestione del risanamento industriale fu
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Da sinistra Raul Gardini, Gianni Agnelli e Silvio Berlusconi in uno scatto dell’estate 1989 a Porto Cervo, pubblicato sul settimanale Epoca l’anno dopo. Nella foto in basso Serafino Ferruzzi e un giovanissimo Raul Gardini. Nella pagina accanto: Raul Gardini nel 1992
Lo smembramento del gruppo L’ultimo capitolo di quello che sembra untragico romanzo, ma che invece è realtà vera, riguardò il “salvataggio” del gruppo Ferruzzi, che in definitiva si trattò di uno smembramento. Sotto la regia di Cuccia e delle banche creditrici il piano di risanamento attuato da Rossi e Bondi operò una manovra combinata su tre fronti: dismissioni, aumenti di capitale a cascata, riduzione dell’indebitamento. Tutto quello che era stato conquistato dalla famiglia ravennate tornò così ai “legittimi” proprietari, con i dovuti interessi. Fu un grande scippo, come confermato dopo qualche anno, nel ’97, in un documento redatto dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato della Banca d’Italia, dal titolo “Indagine conoscitiva sui servizi di finanza aziendale”: il gruppo Ferruzzi era sì in difficoltà, ma poteva essere salvato grazie a una serie di dismissioni delle attività collaterali.
Il gruppo Ferruzzi fu smembrato sotto la regia delle banche assegnata a Enrico Bondi, mentre come garante fu posto Guido Rossi. Il 23 giugno Gardini fece pubblicare da Il Sole-24 Ore una lunga lettera in cui respingeva ogni responsabilità sul crack, mentre qualche giorno dopo manifestò la sua disponibilità a essere ricevuto dai magistrati per fornire le proprie conoscenze sui conti del gruppo. La magistratura indaga In quei mesi, inoltre, partì l’inchiesta delle procura di Roma e di Milano sui presunti illeciti avvenuti nel periodo compreso tra la costituzione e lo scioglimento dell’Enimont. Il 13 luglio venne arrestato a Ginevra l’ex presidente di Montedison, Giuseppe Garofano, che nel primo interrogatorio svelò ai magistrati tutti i meccanismi con cui venivano create le disponibilità extracontabili per pagare le tangenti a favore dei partiti di governo, coinvolgendo Gardini e Sama. I responsabili della realizzazione di queste ingenti somme di denaro erano Giuseppe Berlini e Sergio Cusani. Detenuto da più di quattro mesi nel carcere di San Vittore, il 20 luglio l’ex presidente dell’Eni, Cagliari, si suicida. Il “suicidio” di Gardini Nonostante le sue continue richieste, Gardini non era ancora stato ancora ascoltato dai magistrati milanesi, fino a quando, il 22 luglio, il giudice per le indagini preliminari Italo Ghitti firmò l’ordine di arresto. La sera stessa l’imprenditore disse ai suoi avvocati di essere pronto a raccontare tante cose ai magistrati, ma la mattina seguente fu trovato morto nella sua stanza da letto della sua residenza milanese a Palazzo Belgioioso: la versione ufficiale fu quella del suicidio. Una versione che fin dal primo momento lasciò tanti dubbi e interrogativi ancora irrisolti: non è stata chiarita con esattezza l’ora del decesso, il cadavere fu rimosso prima dell’arrivo della polizia scientifica, nessuno sentì il rumore dello sparo della pistola, non è stato stabilito chi abbia spostato la pistola, trovata lontana dalla scena del suicidio, il bossolo fu rinvenuto sul pavimento a tre metri di distanza e la ricerca di eventuali impronte sull’arma in oggetto ha dato esito negativo. La “maxitangente Enimont” Seguirono giorni, settimane e mesi di fuoco, iniziati con l’arresto di Sama per passare con
le rivelazioni di Giuseppe Berlini, uomo di fiducia del gruppo, e i conti che non tornano nei bilanci del gruppo Ferruzzi (scoperti altri “buchi”), finendo con la ricostruzione della cosiddetta “maxitangente Enimont”. Due i processi: il primo con Cusani unico imputato, che cominciò il 28 ottobre ’93, mentre il secondo (inizio il 24 maggio ’94) vide alla sbarra dirigenti del gruppo Ferruzzi e della Montedison (Garofano e Sama), intermediari (su tutti Bisignani), politici (tra gli altri Craxi, Forlani e Cirino Pomicino) e loro collaboratori. I reati di cui gli imputati vennero prima accusati e poi condannati erano false comunicazioni sociali, illeciti finanziamenti ai partiti, appropriazioni indebite (per un totale di oltre 152 miliardi).
La versione ufficiale sulla sua morte fu quella del suicidio ma lasciò tanti dubbi
La condanna di Cusani Il primo dei due processi terminò il 28 aprile ’94 con la condanna di Cusani a otto anni di carcere. Nello stesso dispositivo di sentenza i giudici di Milano scrissero che Cusani spinse Gardini a delinquere e nel corso della requisitoria Di Pietro disse, riferendosi all’imputato: «Ai politici andarono solo il tozzo di pane, il malloppo è rimasto nelle sue tasche. Ha tradito i politici, Sama, il gruppo, la famiglia Ferruzzi. È stato traditore anche con Gardini, che quella sera, prima di uccidersi, voleva venire a parlare con noi ma era disperato perché lui gli aveva dato i rendiconti. Ha il dovere, nel rispetto di chi è molto suicida, di darci spiegazioni su dove sono finiti la gran parte di quei soldi».
*autore del libro Trenta denari per Raul, edizioni del Girasole, 2003).
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LA TESTIMONIANZA/1
Leo Porcari, l’ombra di Gardini: «L’hanno ammazzato per non farlo parlare» L’ex carabiniere è stato responsabile della sicurezza dell’imprenditore per cinque anni, non ha dubbi su cosa accadde 25 anni fa a Milano e assicura: «Raul non era massone e non sarebbe mai entrato in politica» di Andrea Alberizia
«Non ha premuto lui il grilletto». È passato un quarto di secolo, Leo Porcari oggi ha 80 anni e resta saldo sulla posizione presa subito dopo la morte di Raul Gardini per cui aveva lavorato nei cinque anni precedenti: «È stato un omicidio ma ha fatto comodo a tutti che passasse come suicidio». Per capire chi è Porcari, oggi investigatore privato, vale la definizione che si porta dietro da allora e che ripete lui stesso: «Sono stato la sua ombra. Vivevo con lui, quello che non mi diceva lo sapevo perché lo vedevo e quello che non vedevo lo sentivo». Eravate amici? «No, amici no. Eravamo una coppia che viaggiava in simbiosi nell’interesse comune. Gardini non poteva fare a meno di me e viceversa, come una droga. Io lo chiamavo dottore e gli davo del lei, lui mi dava del tu. Dopo sei mesi che lavoravo per lui avemmo una discussione e gli dissi che se da me voleva sentirsi dire solo sì come facevano i suoi amici ravennati allora aveva capito male perché ho una testa per pensare. Per tre giorni non mi parlò poi mando la segretaria a chiedermi se ero ancora incazzato ma in realtà non lo ero mai stato». Umanamente, che esperienza è stata stargli accanto? «Le faccio un esempio: la sera a casa sua in via D’Azeglio preparavamo il programma del giorno dopo. Poi lo salutavo e in 5 minuti a piedi arrivavo a casa mia. Appena entravo suonava il telefono fisso ed era lui: “Porcari, è già a
letto? Se non dorme torni qua che facciamo due chiacchiere”. È stata una bella esperienza per l’uomo non per l’importanza della mia carica: ero alle stelle ma non mi sono mai sentito un superuomo e lui apprezzava questa semplicità e umiltà». Quante ore di lavoro in una giornata? «A Gardini bastavano tre ore di sonno, il resto era lavoro. Alle 5 era in piedi e alle 6 era operativo».
Perché la famiglia si è barricata in una riservatezza assoluta? «Non lo so ma ne ho discusso anche con loro. Posso capire non volerne parlare per non rivangare un dolore, ma non l’hanno nemmeno Leo Porcari con Raul Gardini. L’ex carabiniere difeso dagli attacchi. Una volta la figlia Eleonooriginario del Lazio ha lavorato con ra mi disse che non poteva mettersi contro sua l’imprenditore ravennate negli ultimi cinque madre». anni di vita. Si conobbero nel 1988 quando La passione per la barca e per il mare è Porcari già lavorava per Montedison cosa nota. Ne aveva altre? «La caccia senza dubbio. Poi gli piacevano le auto veloci: ricordo una Mercedes Amg di seimila di cilindrata che una volta guidai io e mi ritrovai ai 300 senza accorgermene…». In auto sedeva abitualmente davanti quando guidava l’autista… «Sì, sempre. E io dietro. Una volta fece una battuta dicendo che negli attentati alle auto di solito sparano ai finestrini dietro ma non credo fosse questo il motivo». Era scaramantico? «Durante la Coppa America portava dei calzini rossi ma nient’altro di particolare». Restava tempo per gli affetti personali? Chi l’avrebbe ucciso? «Era molto innamorato della moglie anche «Chi conosce i fatti sa che si era creato molti se non si faceva mai accompagnare a nessun nemici. In particolare tre filoni: l’economia, la evento. Non vedeva l’ora di tornare a Ravenna politica e una parte della famiglia». dalla famiglia. Spesso quando atterravamo a Perché ammazzarlo? Forlì mi faceva chiamare la figlia Maria Spe«Quel giorno era noto che sarebbe stato arranza e andavano a mangiare un piatto di riso restato dalla procura di Milano nell’indagine da Saporetti a Marina. Era molto legato alle fiMani Pulite e sarebbe stato interrogato dai pm. glie, meno al maschio che era più attaccato alIl suo avvocato aveva già concordato che poi la gonna della madre». sarebbe andato ai domiciliari. Erano in tanti che avevano paura di cosa sarebbe andato a raccontare». Bastava accontentarsi per Leo Porcari oggi nel restare vivo? suo studio, dove «Gardini faceva l’imprenditore, lavora come andava dove c’era da fare impreninvestigatore privato ditoria e guadagnare soldi. Non ha preso la Montedison per lo sfizio di andare contro Cuccia ma perché era lo strumento per una chimica a livello mondiale. Poi si è messo nell’operazione con Eni dove aveva le mani troppa gente». Gardini avrebbe mai fondato un suo partito? «Mai. Non amava i politici. Al varo del Moro per la Coppa America avrò ricevuto decine di telefonate di politici che volevano essere invitati ma lui diceva no a tutti». Nessuno gli chiese di entrare in politica? «Gli proposero il ministero dell’Industria nel Governo De Mita e rifiutò». Nella morte di Gardini qualcuno legge dei segnali lasciati a uso e consumo degli affiliati alla massoneria. Gardini era un massone? «No, né massoneria né Gladio. Lo posso dire perché ero amico del capo della polizia Parisi che consoceva le cose. La massoneria avrebbe voluto coinvolgerlo ma lui non aderì». Chi sarebbe oggi Gardini se fosse vivo? «Uno degli imprenditori più in vista del mondo, uno che aveva vinto la Coppa America».
«Era molto innamorato della moglie. Non vedeva l’ora di tornare dalla famiglia»
PRIMO PIANO / 13 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
LA TESTIMONIANZA/2
Il pilota del Falcon 900 del Contadino: «In volo leggeva e pensava, l’avventura lo interessava più dei soldi»
Raul Gardini con il cognato Carlo Sama: il marito di Alessandra Ferruzzi (sorella di Ida) era uno dei 16 dirigenti dell’impero che avevano a disposizione gli aerei per gli spostamenti di lavoro
Giambattista Morigi ha lavorato per la flotta privata del gruppo Ferruzzi Di Pietro era convinto che avesse trasportato parte della maxi tangente Per quasi otto anni Giambattista Morigi è stato uno dei piloti dell’aereo che ha portato Raul Gardini nei cieli del mondo. Due volte è stato chiamato a testimoniare in tribunale a Milano al processo Enimont perché qualcuno in procura era convinto che a bordo avesse trasportato anche le valigette con i miliardi della maxi tangente. «Anni dopo incontrai Di Pietro al bar dell’aeroporto di Linate e gli ricordai chi ero. Quando gli dissi che avevo preso un podere di terra e facevo il contadino, lui si mise a ridere e mi disse “ecco dove era finita la valigetta che mancava”. Ma io gli ricordai che anche lui faceva l’agricoltore…». In effetti il 74enne Morigi, originario di Bagnacavallo e noto ai più come Gianni, coltiva un appezzamento di otto ettarI a Castiglione di Cervia da quando ancora volava: «A 60 anni la legge imponeva di smettere e con mia moglie avevamo già investito per avviare un’azienda agricola». Entrò nel gruppo Ferruzzi-Montedison perché affascinato da quel Contadino – soprannome poco amato da Gardini – che stava emergendo nell’imprenditoria italiana: «Lavoravo per la compagnia privata Gitanair del cavaliere Attilio Monti e cominciai a sentir voci su Gardini. Le sue idee mi piacevano, era in anticipo sui tempi: parlava di futuro e di agricoltura e di ambiente, temi vicini a me che sono laureato in Geologia». Una prima impressione poi confermata dalla conoscenza: «Prima degli anni ’90 mi disse che l’acqua sarebbe diventata l’oro del futuro». Nel periodo di massima espansione la flotta privata del gruppo contava sei aerei, due elicotteri e uno staff di 49 persone: «Eravamo 19 piloti, poi gli amministrativi che faceva-
no i turni per coprire le 24 ore, i tecnici e le hostess anche se Gardini non le gradiva molto a bordo». Base operativa e logistica all’aeroporto di Forlì. Reperibilità costante: «C’erano 16 dirigenti che potevano disporre degli aerei e qualcuno pronto a partire dove esserci sempre. A volte il preavviso era solo di un paio di ore quindi si viveva con una borsa in auto». L’aereo usato da Gardini era un Falcon 900 che all’epoca costava 35-40 milioni di dollari: «Paragonato al mondo delle auto era l’equivalente di una Mercedes super accessoriata. Serviva per comodità di spostamenti ma anche come messaggio da mandare alla concorrenza». Di solito a bordo il tycoon passava il tempo impegnato nel lavoro: «Leggeva e pensava. È sempre stato un sognatore con la mente proiettata in avanti, mi affascinava vedere che era più attirato dal gusto dell’avventura che dai soldi». Sempre pronta la battuta in dialetto romagnolo «ma a volte facevo fatica a capire se scherzasse, come quella volta che mi disse che votava per i Verdi. Sarà stato vero? Non l’ho mai saputo». Tra gli ospiti frequenti a bordo c’era il cane Tod – «Andammo in Scozia a prenderlo in aereo ma era di un dirigente dell’agricoltura e credo che oltre al cane fosse una scusa per parlare di affari» – ma anche colleghi o imprenditori: «In quel caso pranzi con ogni lusso. Se era da solo l’ho visto più di una volta prendere tagliere e coltello e affettare del salame o formaggio Grana». Solo uno dei tanti aneddoti vissuti da Morigi. Come quel giorno che «il dottore» – così lo chiamava a differenza dI altri colleghi più spacconi che osavano un
«Dovevamo essere sempre reperibili, a volte il preavviso era solo di due ore»
confidenziale Raul – salì a bordo e ordinò di tornare a casa: «Ci dirigemmo a Forlì e solo all’arrivo mi disse che intendeva a casa a Venezia. Poco male, ci girammo e in 10 minuti eravamo a Venezia». L’ultimo volo con I-Mtde – la targa che stava per ItaliaMontedison e contrassegnava il jet – fu un rientro dalla Francia all’Italia, la settimana prima della morte: «Sul piazzale dell’aeroporto di Parigi lo vidi molto amareggiato ma non chiesi niente. Non l’ho più rivisto». Il 23 luglio di 25 anni fa Morigi era in Svizzera con uno degli avvocati di Gardini: «Stavano cercando di recuperare materiale per consentire al dottore di essere interrogato dai magistrati». La tesi del suicidio per Morigi regge: «Non mi ha stupito. L’ho sempre visto come uno di quei romagnoli di una volta, orgoglioso e galantuomo, come l’aveva chiamato il cavaliere Monti, che non voleva farsi danneggiare da un’accusa grave. Ci sono però tanti modi per spingere qualcuno a spararsi». (and.a.)
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14 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
IL PROGETTO PER LA CITTÀ
Alle origini del sogno di una nuova Darsena: come nacque Marmarica L’ingegnere Antolini, all’epoca direttore Cmc: «Pensai che fosse una zona da riqualificare, ne parlai con Gardini e insieme fondammo una spa di cui facevano parte anche Iter e Cepra»
«Se oggi possiamo dire di avere alle spalle i momenti più recenti della crisi, se sul piano conUn rendering del progetto Marmarica giunturale possiamo affermare di avere superatratto dal volume Il mare dentro - la to la curva inferiore del ciclo economico, non darsna di Ravenna 1988-2008 di Fabio possiamo però dimenticare che permangono alPoggioli (Danilo Montanari editore) cuni elementi di debolezza strutturale che penalizzano Ravenna e la Romagna». Queste parole suonano attuali ma sono state in realtà scritte il 9 giugno del 1989. Quasi trent’anni fa, per tutti gli amanti dei corsi e ricorsi. A pronunciarle era l’allora direttore di Cmc, l’ingegner Adriano Antolini, in occasione della presentazione del progetto Marmarica che diede l'avvio alla riflessione sulla riqualificazione della Darsena. Gli anni Ottanta a Ravenna, fatta eccezione per il gruppo Ferruzzi, non erano stati favolosi come a Milano, trainata dall'esplosione del terziario. La città – riassumiamo sempre dalla relazione di Antolini – rischiava di rimanere indietro a causa di un sistema produttivo ancorato al passato e a imprese troppo piccole per competere. Il progetto Marmarica sindaco di allora, Mauro Dragoni, e fondammo la Marmarica nacque per dare una scossa alla città, creando moderne aree po- Spa a cui partecipavano anche Iter e Cepra». Il progetto prevedeva un ponte mobile sul canale (come quellifunzionali. In fondo, è ancora di questo che si parla oggi. L’idea era sostenuta da Raul Gardini che aveva dato mandato a Loren- lo realizzato nel 2010), una stazione ferroviaria che affrontasse zo Panzavolta di seguirla con la Calcestruzzi, azienda della hol- il problema della cesura rappresentata dai binari e fungesse da snodo intermodale, la creazione del centro direzionale del porto, ding Ferruzzi. Ventinove anni dopo quel convegno, Antolini siede nel suo uf- una zona museale attorno alla tomba di Teodorico, parchi verdi ficio in Darsena. Dalla Cmc è uscito nel 1990 e ha continuato e nuovi quartieri. Infine l'Università: «Era la prima volta – sorricon successo la professione di ingegnere. Sulla scrivania ha an- de Antolini – che si parlava della possibilità di portare l’Alma cora le carte del progetto: «Vedevo la Darsena tutti i giorni dagli Mater in Romagna». La spesa venne quantificata in mille miliaruffici e pensavo che fosse una zona da riqualificare, ne parlai con di di lire. Molte di quelle idee sono poi finite nel Prg del '93. Il proGardini, a cui l'idea piacque molto. Trovammo il sostegno del getto Marmarica – che aveva durata decennale e prendeva il no-
me da una vecchia nave che faceva servizio passeggeri tra Ravenna e i lidi – non si è però mai realizzato nelle dimensioni immaginate da Antolini e Gardini. I motivi per l'ingegnere sono semplici: «Io lasciai la Cmc, Gardini morì nel 1993 e i sindaci subito dopo Dragoni non avevano interesse a portarlo avanti». Antolini aveva conosciuto Gardini qualche anno prima: «Lo contattai perché avevo progettato la realizzazione di un quartiere dedicato alle imprese italiane a Mosca. Tra le aziende che mi sarebbe piaciuto portare c'era anche la Ferruzzi». Da allora è nata, se non un'amicizia, un bel rapporto lavorativo che culminò alla fine del 1992 quando Gardini proposte ad Antolini di diventare direttore di una holding immobiliare a cui stava pensando: «Dissi di sì, poi le cose andarono come sono andate...». L'ingegnere oggi non pensa che Gardini sia stato ucciso: «Credo sia suicidato. Uno come lui non poteva sopportare che venisse fuori la questione della maxi-tangente». Tra gli aneddoti ricordati dal professionista anche una chiacchierata fatta al ristorante “Saporetti” di Marina, punto di riferimento per cene di lavoro e di svago di Gardini e soci: «Ci trovammo a chiacchierare e mi disse che aveva dovuto sopportare diverse richieste per evitare ritorsioni. Lui però era un imprenditore serio e corretto, un uomo con una grande visione del futuro». Alessandro Montanari
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STILE E PATRIMONIO
Luoghi, miti e riti della grandeur ravennate dell’impero Ferruzzi Lussuosi palazzi per uffici, residenze in antiche dimore nobiliari, flotte di auto e velivoli, il mecenatismo artistico: i simboli del potere economico di Raul Gardini e parenti Pala De André, grandioso, bello e... impossibile
di Fausto Piazza
A un certo punto Raul Gardini, dopo la scomparsa del suocero Serafino Ferruzzi da cui ereditò il comando di un vasto impero economico dove non tramontava mai il sole, lo definirono il Contadino. Un epiteto efficace – visto che i suoi principali affari riguardavano terreni, prodotti agricoli e derrate alimentari di primaria importanza – ma che rappresentava solo in parte il profilo manageriale e umano di Gardini. Come Serafino era un capitano d'industria pragmatico, un decisionista, ma non aveva la sua ombrosa riservatezza, la ritrosia ad apparire. Raul era diversamente ambizioso, un estroverso, con un ego granitico che perseguiva la vittoria e il primato di ogni partita in cui si metteva in gioco. Era uno che se partecipava voleva emergere e lo dimostrava in modo spregiudicato. Questo carattere volitivo – negli anni del frenetico sviluppo economico e finanziario del Gruppo Ferruzzi sotto la sua guida – gli valse rispetto, aperta ammirazione e simpatia. Soprattutto fra i ravennati che non disdegnavano, per l'appunto, quel soprannome Contadino che lo avvicinava alla loro schiatta terragna. Così Raul – in una mitografia ormai inossidabile – era quel padrone bonario che aveva con le sue aziende creato lavoro per migliaia di concittadini. Era quello che, nonostante gli affari da curare in tutto il mondo, tornava sempre nella sua città e andava a prendere le pastarelle alla pasticceria Al Duomo o il caffé in Piazza del Popolo, come un ravennate qualunque. Quello che se lo salutavi per strada contraccambiava con un cenno o un sorriso. Per molti era l'ex compagno di classe, di gite al mare, veleggiate o scampagnate, uno che si era “fatto da solo”, un emblema di successo dell'alacrità romagnola. Un'adorabile personalità. Fra gli anni '80 e i primi ‘90, sicuramente Gardini lasciò a Ravenna diversi segni di una grandeur imprenditoriale e domestica quando perseguì l'idea che gli interessi economici internazionali dei Ferruzzi si potevano e dovevano governare dalla sua città. Così tanti cittadini comuni (per non parlare di quasi tutti i notabili, ovviamente interessati a tale intraprendenza) si convinsero che dopo 1500 anni Ravenna, grazie a Raul, ritornava ad essere la capitale di un impero. Con buona pace e a vantaggio di tutti, compresi i governanti comunisti della città. I simboli di questa grandiosa rinascita non furono solo edifici e residenze ma anche interventi per la cultura e lo sport (vedi altre pagine del servizio) e pure un certo stile di vivere e della comunicazione assai più mondani e appariscenti rispetto alla discrezione e al riserbo di impronta provinciale del patriarca Serafino. A quelli che erano i due spazi nevralgici delle imprese: il Palazzo Pompili (nell'ex via XIII Giugno – ora proprio intitolata a Serafino Ferruzzi – che era anche l'abitazione dell’anziano magnate e della moglie Isa Fusconi) e quello degli uffici della Olii e Risi e Calcestruzzi spa in via Guerrini (il cosiddetto “Palazzo di vetro” progettato dall'architetto Roberto Evangelisti), si aggiungono presto alcune lussuose residenze delle famiglie della dinasty e altri edifici per attività direzionali. Infine, a tempo di record viene edificato un “tempio pubblico” a servizio della città: il monumentale Palazzo delle Arti e dello Sport (vedi box a destra), intitolato a Mauro De André, dirigente del gruppo Ferruzzi e fratello del cantautore, scomparso prematuramente in quegli anni.
Palazzo Pompili, sede originaria dell’impero economico dei Ferruzzi, a ridosso di piazza del Popolo
Così, nella fase di ascesa aziendale, alla sede storica di Palazzo Pompili, sono affiancati gli altri palazzi sullo stesso lato della strada, fino alla Torre Comunale, connessi funzionalmente fra loro e da un tunnel sotto il vicolo Casa Matha. A qualche centinaio di metri di distanza da questo originario sistema direzionale, in via Diaz, il gruppo acquisisce un moderno palazzo che aveva ospitato attività commerciali per dare spazi di prestigio alla Ferfin, la holding finanziaria del gruppo. L'edificio, ristrutturato dall'architetto Carlo Maria Sadich – lo stesso progettista del Pala De André – è blindato come un bunker ma all'esterno, sotto i portici del corso, è installata una doppia serie di monitor televisivi che comunicano il senso di potenza economica globale dell'impero, come fosse una Sala Borsa o una redazione “all news”. Nelle vetrine invece sono esposti i pannelli di un ciclo pittorico “metafisico” sull'immagine di Ravenna commissionato al pittore Arduino Cantàfora, tramite l'architetto Francesco Moschini, lo stesso che aveva convinto per conto di Raul, il celebre artista Alberto Burri a realizzare in fregio al Pala De André la possente scultura Grande Ferro R. In effetti, lo stesso Burri stava realizzando una serie di grandi opere intitolate “Nero e Oro” proprio per valorizzare artisticamente la sede della Ferfin ma a Ravenna non se ne fece nulla, anche se il ciclo di quadri – bellissimi – fu creato, ora visibile al museo dell'artista a Città di Castello. Il che dimostra come il Contadino avesse una certa visione privilegiata anche nel campo dell'arte contemporanea. Sempre nel cuore di Ravenna, Gardini decide di trasformare lo storico (quanto decaduto) albergo Cappello, di chiara impronta veneziana quattrocentesca, in una confortevole foresteria dove ospitare e riunire i suoi manager sparsi ovunque in Italia e nel mondo. Fa predisporre camere e suite lussuose, un ristorante e una sala conferenze nel sottottetto (si mormorò innalzato un metro e rotti in più dell'originale, in barba ai dettami della Soprintendeza). Per i pavimenti ai piani viene sperimentato anche un avveniristico (per l'epoca) parquet plastico della Montedison. A Ravenna si concentrano anche le nuove residenze dei Gardini/Ferruzzi. Raul e famiglia trovano casa nel settecentesco Palazzo Prandi che si affaccia su via d'Azeglio con un sontuoso porta-
le in pietra d'Istria, all'interno uno splendido cortile quadrilatero e un ampio hortus conclusus (con piscina). Di fronte e all'angolo con via Pasolini si insediano in una palazzina nobiliare anche i soci e cognati Alessandra Ferruzzi e Carlo Sama. Gardini prende possesso anche dell’abbandonata tenuta Monaldina (lungo la via Canale Molinetto che mena al mare, a pochi passi dal Pala De André) per sistemarla come buen retiro cittadino. La villa è un piccolo “casino di campagna” nobiliare, ma vanta un largo parco, una pinetina e, in particolare, un grande casone di servizio dove Raul fa dipingere sul muro una gigantografia del leone simbolo del Moro di Venezia. Lì va a meditare le sue strategie imprenditorail e velistiche. Non a caso il parco è dotato di un eliporto ma anche di un galoppatoio contrassegnato da una grande scultura stilizzata in tubi di acciao di un testa di cavallo, già esposta nel 1993 ai Giardini della Biennale di Venezia. Questa plastica ostentazione di immobili e decori ha un costo esorbitante, anche perché sono acquisiti, pur di averli subito, con constistenti sopravvalutazioni sul prezzo di mercato, e ristrutturati lussosamente senza badare a spese. Lo stesso per gli “accessori” della mobilità: decine di berline Mercedes al top di gamma (250 milioni di lire cadauna), jet executive (di stanza a Forlì) ed elicotteri che atterrano e decollano dalla Monaldina e dal Pala De André. E un esercito di inservienti: autisti, piloti, guardiani, guardie del corpo, segretari, camerieri... sempre tutti in riga e con un certo stile. Come i giornalisti del “Messaggero” che, a fine anni ‘80, piombano in Romagna come alieni, alcuni reclutati a suon di compensi extra dalle redazioni del “Resto del Carlino” che fra Rimini, Forlì e Cesena sono quasi “svuotate”, eccetto i cronisti ravennati che restano al loro posto con il caporedattore di allora Uber Dondini. Cosi anche i Ferruzzi, come i più importanti industriali italiani, possono vantare la proprietà di un quotidiano con pagine locali. E se lo stile non è acqua, questi professionisti dell’informazione li vedi sempre in “divisa d’ordinanza”: giacca, cravatta, camicia bianca, in giro coi taxi, ben pasciuti dai ricchi “buoni pasto” al Gallo o al Caminetto di Milano Marittima. Ma l’edizione romagnola del quotidiano di Roma non decolla più di tanto, no-
Il Palazzo delle Arti e dello Sport Mauro De André, realizzato dal gruppo Ferruzzi nel 1989 su progetto dell’architetto Carlo Maria Sadich, è forse la testimonianza più importante per grandezza e funzione lasciata a Ravenna dall’impero economico guidato da Raul Gardini. E dopo 25 anni resta l’unico rilevante edificio di architettura contemporanea realizzato in città e in particolare nell’area della Darsena ancora in gran parte da riqualificare. Peraltro l’impianto è sorto “velocemente” grazie all’intervento privato più di quanto fosse, negli stessi anni, l’intenzione del Comune di realizzare un palasport pubblico firmato dal celebre architetto Renzo Piano. Che quindi non fu mai edificato. Oggi di proprietà comunale, concesso in gestione alla società Metrò, il Pala De André è capace di ospitare fino a 3800 spettatori, funzionale a match sportivi di pallavolo e basket, ben attrezzato per fiere e convention, si è rivelato più problematico come sala concerti, soprattuto per un’acustica difficile da controllare. Ideato anche come parco urbano (con alcune opera d’arte in fregio allo spazio: dal Grande Ferro R di Burri, ai mosaici di Elisa Montessori al Danteum), oggi è fruibile solo durante gli eventi. Ma il suo vero “difetto” sono gli eccessivi costi di gestione e manutenzione (erano di due miliardi lire all’anno all’epoca della proprietà Ferruzzi). Tanto che il Comune è intenzionato a costruire un nuovo e più funzionale palazzetto polivalente in quell’area.
nostante l’ordine di servizio per tutti i dipendenti del gruppo Ferruzzi di presentarsi la mattina al lavoro con il “loro” giornale in mano. In questo i ravennati non si fanno proprio sedurre e continuano la vecchia abitudine di leggere il Carlino. Raul Gardini si impegna anche nel mecenatismo culturale cittadino, musicale in particolare, grazie all’amicizia con Riccardo Muti e Cristina Mazzavillani. Favorisce gli esordi del Ravenna Festival sponsorizzando la seconda edizione del 1991 con un miliardo di lire indirizzato proprio a sostenere due esibizioni del Maestro Muti. Un’adesione al festival ravennate che non verrà a mancare neppure dopo la separazione dal gruppo Ferruzzi, quando con i propri marchi finanzierà (e presenzierà) sempre due concerti del grande direttore d’orchestra nel 1992 e i primi di luglio del ‘93, pochi giorni prima della tragica fine. Già, la fine di Gardini e il crack dei Ferruzzi, che segna anche la repentina decadenza della grandeur imperiale. Assediati da sequestri e pignoramenti dei tribunali e dallo “spezzatino” del vasto raggruppamento di imprese messo in atto dai commissari e liquidatori di Mediobanca, in pochi mesi i simboli più appariscenti di quella che sembrava il volto di una nuova capitale, diventano evanescenti in una Ravenna livida, preoccupata per tanti lavoratori a rischio e divisa dal rimpianto di un luminoso sogno improvvisamente oscurato da enormi debiti, fallimenti, reati. Oggi, dopo 25 anni, restano i sopravvissuti, modestamente riservati e silenziosi, l’unico che “rivive” al di là della grandeur perduta è il mito del Contadino e capitano coraggioso, tenace e indomito. Ma si tratta, appunto, solo di un simbolo.
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SPORT
La fulminea e accecante impresa del Moro che nel 1992 sfiorò la Coppa America
IL CIMELIO
Appassionato velista, il Contadino non amava sponsorizzare le squadre cittadine, il Messaggero Volley vide in prima linea il cognato Carlo Sama IL MORO VERSO IL TRASLOCO IN TESTA AL CANDIANO Protagonista per più di dieci anni delle vicende finanziarie del nostro Paese, Raul Gardini è noto al grande pubblico di appassionati dello sport per l’epopea del Moro di Venezia, l’imbarcazione che il 30 aprile del 1992 riuscì a compiere una delle più grandi imprese mai realizzate nella vela italiana: vincere la Louis Vuitton Cup. Come il capostipite Serafino Ferruzzi, che a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta rifiutò di dare una mano alla locale squadra di calcio giallorossa, anche il “Contadino” non amava sponsorizzare le società sportive. La felice e breve parentesi del Messaggero Volley, che nei primi anni Novanta vinse tutto sia in Italia, sia nel mondo, vide in prima linea in particolare il cognato Carlo Sama, a cui era affidato il settore della comunicazione. In contemporanea il marito di Alessandra si tuffò anche nel basket, diventando presidente della società che aveva base a Roma e sulle cui maglie campeggiava il nome del giornale, senza però conquistare gli allori della squadra di pallavolo costruita dal dirigente Brusi, allenata dal tecnico Ricci e condotta in campo dai vari Vullo, Gardini, Kiraly e Timmons. Il Pala De André , (vedi p. 15) diventò così la “casa” della pallavolo, teatro delle grandi vittorie sia della formazione maschile, ma anche della Teodora di Alfa Garavini e Sergio Guerra, sempre in orbita gruppo Ferruzzi. A differenza del suocero, però, che faceva girare tutta la sua vita attorno alla crescita del gruppo, Gardini amava lo sport, praticandolo in prima persona. I suoi elementi base erano la terra, le sconfinate tenute in Argentina dove si dedicava alle battute di caccia, ma soprattutto l’acqua, il mare. Faceva poca differenza se fosse la riva dell’Adriatico, nei pressi del Circolo velico ravennate dove spesso si divertiva a giocare con uno dei suoi cani, o l’azzurro immenso dell’o-
Il Moro di Venezia che è esposto dal 2013 sul piazzale dell’Autorità portuale in darsena di città a Ravenna – varato il 15 aprile 1991 a San Diego, terzo dei cinque voluti da Raul Gardini per la Louis Vuitton Cup del 1992 – potrebbe entro l’anno traslocare. Ap lo comprò per 700mila euro nel 2008 e ora, in concomitanza con un necessario intervento di manutenzione, sta pensando di spostarlo in testa al Candiano, più visibile a tutti.
Raul Gardini con Paul Cayard, lo skipper del Moro alla Coppa America
ceano Pacifico, sulle coste della California. D’altronde la stessa Ida, sua moglie, disse che da giovane fu “conquistata” dai suoi splendidi tuffi dalla diga di Marina di Ravenna. Raul, inoltre, amava in particolare la vela, di cui fu un ottimo interprete in tante gare disputate da ragazzo. Fu per questo motivo che, una volta uscito dal gruppo nel ‘91, decise con passione di portare avanti l’avventura del Moro di Venezia. Sostenuto dall’impegno finanziario e tecnologico della Montedison, l’armatore bizantino aveva infatti dato vita nel 1989 a un progetto tanto ambizioso, quanto visio-
nario. In poco meno di due anni furono costruite cinque imbarcazioni, l’ultima delle quali, il Moro di Venezia V, fu varata a San Diego il 16 dicembre del 1991 e fu scelta poco più di un mese dopo per competere alla Louis Vuitton Cup. Giunto terzo al termine della fase a Round Robin, lo scafo condotto da Paul Cayard sorprese in semifinale i partecipanti francesi e giapponesi, eliminandoli, per poi sconfiggere 5-3 nella serie finale, disputata dal 25 febbraio al 30 aprile 1992, i favoritissimi neozelandesi di New Zealand Challenge. Raggiunto un obiettivo così importante l’imprenditore ravennate non si voleva fermare sul più bello e correre certo il rischio di ricoprire il ruolo di comparsa nella Coppa America, ma la Montedison gli tagliò i finanziamenti. E così, mentre mezza Italia faceva le ore piccole la notte per guardare la finale della Coppa America, arrivò una sconfitta scontata contro la corazzata America 3, con la soddisfazione però di vincere una regata. Il resto è storia, dalla morte di Gardini il 23 luglio 1993 fino al restauro, al termine degli anni Novanta, della barca, che nel 2006 è stata messa in vendita su Ebay, non lasciando quasi più traccia di quella che fu un’accecante quanto fulminea impresa. Vincenzo Benini
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PICCOLO SCHERMO
IL CONCERTO
Lo sceneggiatore di Sky: «Quella dei Ferruzzi è un’epopea da serie tv»
L’OMAGGIO DEL MAESTRO ALL’ULTIMO IMPERATORE Lunedì 23 luglio a teatro (e su uno schermo in piazza)
Il ravennate Fabbri è tra i creatori di “1993”, la fiction su Tangentopoli con (anche) Gardini: «Si è suicidato, voleva andarsene a testa alta» di Luca Manservisi
Raul Gardini si è suicidato anche in “diretta” tv. Alla fine della quarta puntata della fiction 1993, interpretato da Roberto Bocchi, dopo aver letto su un quotidiano lo scoop sul suo probabile arresto. Non cede a complottismi la seconda stagione della serie tv di Sky su Tangentopoli, nata da un’idea di Stefano Accorsi ma scritta (insieme a Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo) dallo sceneggiatore ravennate Alessandro Fabbri. Anzi, “creata da”, come recitano i titoli di testa, essendo Fabbri e i suoi colleghi probabilmente i primi a svolgere in Italia un ruolo da “showrunner” all’americana, ossia sceneggiatori che partecipano a tutte le fasi di creazione della serie, non solo alla scrittura, scegliendo registi e attori e seguendo le riprese come sorta di tutori del senso della narrazione. Lo abbiamo intervistato a pochi giorni dall’inizio delle riprese di 1994, ultimo capitolo della trilogia, in cui naturalmente Gardini non sarà presente. «Secondo quanto posso aver intuito del suo carattere, non ha voluto smettere di ruggire, se ne è voluto andare a testa alta, senza finire in un vortice senza fine di inchieste: non credo alle dietrologie, secondo me si è suicidato». È vero che stai pensando a un’intera serie su Gardini? «Non esiste nessun progetto concreto, ma continuo a pensare che l'epopea dei Ferruzzi si presterebbe bene a essere raccontata in una serie». In 1993 invece Gardini ha un ruolo quasi marginale... «Sicuramente avrebbe meritato più spazio, ma serviva un certo equilibrio, c'erano tante cose da raccontare e solo otto episodi a disposizione. Abbiamo allora cercato almeno di evidenziare lo shock che la sua morte ha causato anche ai magistrati che stavano indagando su di lui. Il suo suicidio è comunque quello che spezza a metà la stagione, portando a sviluppi inaspettati...». Dal 2005 vivi a Roma, quanto ti sembra che sia ancora noto Gardini fuori Ravenna? «Per chi ha almeno un minimo seguito la storia d'Italia, sia già
adulto e abbastanza consapevole, è un uomo rimasto nella storia. Chiaramente nella nostra città Natale il ricordo è più vivo». Tanto che da queste parti si rischia la beatificazione... «Le beatificazioni sono sempre sbagliate, ci sono luci e ombre su tutto. In questo caso si tratta di un capitolo su cui la memoria collettiva, storica e politica non si è ancora pacificata: per alcuni i magistrati sono stati degli eroi, per altri dei forcaioli. In generale i politici attiravano in quel periodo un odio smodato mentre Raul Gardini era riuscito a mantenere un profilo diverso, forse anche perché si era fin da subito dimostrato pronto a collaborare». Cosa resta oggi delle prime due stagioni di una serie tv su Tangentopoli? Ci sono state reazioni che ti hanno colpito? «Ci siamo resi conto che è stata un'epoca molto viva, incasinatissima certo, ma oltre che di tragedie e di misteri, piena di speranza, cosa che invece manca oggi. Si sentiva nell'aria la chance di una rivoluzione. E sembra l'altro ieri, tanto che più di 20 anni dopo molte dinamiche della nostra società e della nostra politica non sono cambiate. L'altra cosa che ci ha colpito è stato l'interesse che ci è stato all'estero, per una serie partita per essere molto specifica nei confronti del pubblico italiano e che invece è stata venduta in più di cento paesi, generando grande interesse. L’Italia non ne è consapevole, ma godiamo ancora di grande credito all'estero». Hai un ricordo personale di Gardini? «Ho frequentato per tanti anni il Circolo Velico Ravennate, da bambino, e ricordo quando Raul veniva a tenere i suoi discorsi, l’aura di rispetto che emanava e l’importanza che aveva in città. Era un uomo fuori dal comune, che si impegnò in sfide e imprese fuori dal comune, un vero personaggio, che si trovò a gestire un potere forse inaspettato, in modo anche spregiudicato».
Lunedì 23 luglio alle 21 al teatro Alighieri Riccardo Muti offrirà a Ravenna un concerto in ricordo dell’amico Raul Gardini, a 25 anni dalla scomparsa. Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta su uno schermo collocato in Piazza del Popolo grazie al sostegno della famiglia Gardini dopo che sono andati esauriti in poche ore i biglietti omaggio per il teatro e anche per il Palazzo dei Congressi (sul cui schermo era già prevista la diretta da teatro). Muti guiderà la “sua” Orchestra Cherubini in un programma che è un ritratto dello stile strumentale praticato dagli operisti italiani nella seconda metà dell’Ottocento (musiche di Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Catalani, Martucci, Verdi) e il concerto sarà preceduto dalla proiezione di un breve estratto dal documentario L’ultimo imperatore, curato da Giovanni Minoli e Massimo Favia. Una testimonianza che si conclude con il ricordo di Gardini appassionato velista e del suo Moro di Venezia, vincitore della Louis Vuitton Cup e finalista nella Coppa America del 1992, regate rimaste nella memoria e nel cuore di tantissimi ravennati. L’appuntamento è organizzato da Ravenna Festival con la collaborazione del Comune di Ravenna e dell’Autorità di Sistema Portuale (che cureranno restauro e collocazione del Moro di Venezia) e della Fondazione Flaminia, memore della laurea honoris causa conferitagli in Scienze Agrarie dall’Università di Bologna nel 1987.
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LA CURIOSITÀ
Icarus, quello strano ibrido tra giornalismo e romanzo
«Raul si è fatto una plastica facciale e vive in Brasile»
Icarus (Minimum Fax) è un libro “ibrido” che unisce al racconto documentato e documentabile della parabola di Raul Gardini altre parti più autobiografiche dell’autore Matteo Cavezzali, un ravennate di nemmeno 35 anni nonché nostro storico collaboratore, che ha lavorato alla stesura del volume, uscito il 5 luglio scorso, per ben sei anni. Un libro innanzitutto di gradevolissima lettura, appassionante per la vicenda, perfettamente orchestrato nella struttura che sta riscuotendo successo.
Tra aneddoti e complottismo, uno spaccato dei ricordi della gente sull’imprenditore raccolto dall’autore del recente volume Icarus di Matteo Cavezzali
Da molti anni la storia di Raul Gardini mi ossessiona per la sua vertiginosa unicità. Un uomo che tocca le stelle con la punta delle dita e poi precipita nell’abisso. Pensavo che pubblicare “Icarus. Ascesa e caduta di Raul Gardini” (Minimum fax) sarebbe stato il mio modo di congedarmi da questa vicenda e chiudere i conti con Raul. Avevo sbagliato i calcoli. Da due settimane sto girando l’Italia per presentare il libro, e dopo ogni incontro c’è sempre qualcuno che mi si avvicina per raccontarmi storie su di lui. Ecco alcune delle storie che questi lettori mi hanno raccontato: «Con un gruppo di operai ho lavorato al restauro di Ca’ Dario, il palazzo che Gardini aveva comprato a Venezia. Visto che da molti anni era disabitata, per via della tetra leggenda che la circondava, c’era molto da fare. Mentre sistemavamo gli stucchi al piano terra, all’ultimo piano c’era Gardini. All’ora di pranzo presi la schiscetta - che era di metallo rosso - e mi sedetti a terra assieme agli altri. In quel momento si aprì la porta ed entrò lui. Subito ci alzammo, ma lui ci fece cenno di rimanere comodi, e aggiunse che era venuto per pranzare con noi. Ci aveva portato ogni ben di Dio. La cosa ci stupì, ma lui disse che essendo a casa da solo preferiva stare in compagnia, e cominciammo a parlare. A un certo punto indicò la mia schiscetta e fece: ‘bello quel rosso, come si chiama’? Io gli dissi la tonalità e gli chiesi il motivo di quella domanda. Lui rispose: “voglio costruire una barca e non so di colore far-
la”. Quando vidi il Moro di Venezia del colore della mia schiscetta mi venne un colpo». «Buonasera e complimenti per il libro, però c’è una cosa che ha scritto che mi pare un po’ esagerata. A un certo punto dice che a Ravenna hanno dedicato una strada a Raul Gardini. Beh, non è molto credibile che intitolino una strada all’uomo che è passato alla storia per la tangente più grande mai pagata in Italia, poi in una città “rossa” come Ravenna. Comunque bel libro». «In quegli anni ero un’impiegata della Ferruzzi con una piccola scrivania in fondo a un corridoio. Gardini l’ho visto solo due volte nella mia vita, e la seconda volta mi chiamò per nome. Mi ha reso veramente felice. In mezzo a tante centinaia di impiegati si ricordava il mio nome. Penso che ricordasse i nomi di tutti. Tanto basta a capire che tipo fosse». «Io lavoravo per Serafino Ferruzzi. Ora lei deve scrivere un libro su Serafino Ferruzzi. È lui il vero eroe della storia, quello che ha creato un impero dal niente. Aveva iniziato facendo il birocciaio ed era diventato più ricco di Agnelli! Gardini è quello che in poco tempo ha distrutto tutto. L’anno prossimo saranno i 40 anni dalla morte di Ferruzzi, voglio vedere quanti concerti gli dedicheranno». «Atterrava in cortile in elicottero. Mi ricordo che
Campbell. Negli anni ’80 era famosissimo. Gli ha fatto una faccia nuova di zecca. Irriconoscibile. Da allora vive in Brasile. Lo sa che in Brasile tutte le macchine vanno a bioetanolo, nessuna a benzina. Esattamente come avrebbe voluto Gardini, crede che sia una coincidenza? E poi ne sono certa perché una mia amica è andata in vacanza a Bahia e lo ha visto con i suoi occhi!». Via Raul Gardini è stata inaugurata nel 2003 in centro a Ravenna
in quegli anni c’era un via vai di elicotteri che sembrava di essere a New York. Si diceva che nella sua villa in via D’Azeglio ci fosse anche una piscina olimpionica. Adesso con la visione satellitare di google maps finalmente ho controllato. La piscina c’è, ma non è proprio olimpionica, sarà al massimo 15 o 20 metri». «Io so la verità. Non l’ho mai detta a nessuno, perché avevo paura, ma a lei la posso dire. Raul Gardini non è morto. Hanno fatto trovare il corpo di un poveraccio qualsiasi e lo hanno fatto sparire. È scappato in Brasile. Si è fatto una plastica, lo ha operato il famoso chirurgo plastico Ivo Pitanguy, se lo ricorda? Quello che rifece Niki Lauda e Naomi
Chi si è trasferito per certo tra Brasile e Paraguay è invece Carlo Sama, che alcuni giorni fa ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Sama, ormai cieco da un occhio, ha voluto raccontare la sua inedita verità. Ha rivelato che lui e Gardini avevano fatto pace, prima che morisse. Secondo Sama fu lui stesso ad avvicinarlo dicendogli: «Raul, non ci divertiamo più se non stiamo insieme». Ed ha aggiunto che Gardini era un «uomo straordinario». L’intervista si conclude con un passaggio memorabile. Sama spiega che se Gardini non fosse morto, oggi in Italia non ci sarebbero gli immigrati. Gardini, infatti, era in procinto di rendere coltivabile la fascia mediterranea del Maghreb. E quel progetto avrebbe dato lavoro a tutti gli africani e nessuno sarebbe più partito per tentare la fortuna in Europa. Credo che non riuscirò mai a smettere di scrivere questa storia.
PRIMO PIANO / 19 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
L’INTERVISTA IMPOSSIBILE
«Mi hanno impedito di terminare ciò che stavo facendo»
Raul Gardini in un ritratto firmato dall’illustratore Gianluca Costantini
Come in un divertissement letterario abbiamo immaginato di poter parlare oggi con l’imprenditore scomparso 25 anni fa
Non è stato facile contattarlo, ma come sempre si è mostrato molto disponibile. Raul Gardini non rilasciava più interviste dal giorno della sua morte. La sua voce è sempre la stessa, decisa e profonda, anche se è via da 25 anni non ha perso il suo forte accento romagnolo. Buongiorno signor Gardini, la ringrazio della sua disponibilità. So che non è facile per lei tornare a parlare con la stampa dopo così tanto tempo. «Se fosse stato un giornale qualsiasi non avrei risposto, ma per un giornale di Ravenna sì, i ravennati sono gli unici ad aver capito davvero chi ero». Come le sembra l’Italia di oggi? «Ora vedo le cose con più distacco, però mi pare che l’Italia sia sempre la stessa. A voi 25 anni paiono tanti, ma non sono nulla. Continuo a vedere lo stesso modo di fare, identico. Le persone sono un po’ cambiate, ma la modalità è sempre la medesima». Scusi se arrivo subito al punto, ma non vorrei che si interrompesse il segnale. La mattina che è morto doveva testimoniare a Di Pietro sulla maxi tangente Enimont, cosa gli avrebbe detto? «Se non ci sono arrivato c’è un motivo. Non posso certo dirlo a lei ora». Ha seguito il processo di Mani Pulite? «Hanno detto tante menzogne, hanno fatto soffrire molte persone. Però ne è valsa la pena no? Sono riusciti a debellare completamente in
fenomeno della corruzione in Italia. Dopo il 1993 infatti non ci sono mai più stati politici corrotti e imprenditori collusi. Non è così?» In quegli anni è finita la Prima Repubblica, in questi mesi si dice che stiamo assistendo al passaggio alla Terza Repubblica, cosa ne pensa? «Prima, Seconda, Terza, Quarta Repubblica. I politici sono tutti uguali. Dicono tutti di essere delle verginelle, ma alla fine sono come vitelli attaccati alla poppa dello Stato e succhieranno finché non gli toglieranno anche il sangue». Cosa manca all’Italia di oggi? «Una visione internazionale. Parlate continuamente dell’Italia come se fosse un paese a sé stante. Il mondo è troppo grande per passere il tempo guardandosi l’ombelico. Io facevo affari dagli Stati Uniti al Sud America, alla Russia, quando muoversi e comunicare era ancora molto complicato. Oggi i governi italiani potrebbero dare un impulso a rendere l’Italia importante nel mondo, invece…» Oggi tutti parlano di energie rinnovabili, lei fu il primo. La rende felice il fatto di aver precorso i tempi? «Negli anni ’80 erano tutti concentrati sul consumismo sfrenato e l’inquinamento non era un problema per nessuno. Le mie idee trovarono molti oppositori, soprattutto tra i petrolieri e gli industriali del mondo dell’auto, anche in Italia. Oggi tutti si stanno riconvertendo alle energie rinnovabili, ma ormai è
troppo tardi, il danno è fatto, e l’Italia è ormai fuori dai giochi e non può fare altro che rincorrere gli altri. In Brasile tutte le auto funzionano a bioetanolo, nessuna a benzina, lo sapeva?» I suoi detrattori la accusano di aver rovinato la Ferruzzi che era una dei gruppi più importanti d’Italia riempiendola di debiti, come risponde? «Per fare molti soldi bisogna fare molti debiti, funziona così il mercato. Chi mi accusa non sa di economia. Mi hanno impedito di terminare quello che stavo facendo, altrimenti non sarebbe colato tutto a picco». Ha rimpianti o rimorsi? «Le cose vanno come devono andare. Certo potevano andare meglio, mi sarebbe piaciuto evitare i veleni, le accuse, avrei potuto fare scelte diverse. Ma che senso ha piangersi addosso? Ho sempre fatto quello che mi pareva meglio in quel momento». Cosa le manca di più della vita terrena? «La mia famiglia, e poter passeggiare per Ravenna, anche se ormai molte delle persone che conoscevo mi hanno raggiunto qui. Mi manca il mare, ogni tanto quando c’è la nebbia scendo
a Marina di Ravenna e faccio di nascosto un giro in barca. Non si potrebbe ma sono sempre stato allergico alle regole». A Ravenna è ricordato ancora con molto affetto. Il Maestro Muti le dedicherà un concerto magnifico… «Mi fa molto piacere. La sua musica sale fino a qui e ci allieta. Pensi che anche Verdi lo stima molto. Lasci però che le dica una cosa: il fatto che ai morti faccia piacere essere ricordati dai vivi è una credenza che si ha da vivi. Mi importa di essere ricordato da chi ho conosciuto, ma la fama pubblica è una cosa molto terrena». Guido Sani
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20 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
CASO BALLARDINI
AMBIENTE
Morì a 19 anni per overdose, scarcerati i quattro amici
SVERSAMENTO NEL BEVANO, VIETATO FARE IL BAGNO AL MARE
Fu abbandonato in un parcheggio. Due ai domiciliari con l’accusa di omicidio, gli altri sono liberi perché indagati per omissione di soccorso
Per due è rimasta l’accusa di omicidio volontario aggravato con dolo eventuale e per due invece l’accusa è stata derubricata a omissione di soccorso. Così hanno deciso all’inizio di luglio i giudici di Bologna pronunciandosi sui ricorsi presentati dagli avvocati dei quattro giovani lughesi, tra 22 e 27 anni, indagati per la morte per overdose da metadone del 19enne Matteo Ballardini il 12 aprile 2017 (di cui scrivemmo sul numero del 21 giugno). Al tribunale bolognese era stata avanzata richiesta di scarcerazione: accolta per tutti ma per i due su cui pendono le accuse più gravi si è trattato solo di un alleggerimento della misura cautelare, non più in cella ma ai domiciliari. In buona sostanza il quadro indiziario più grave è quello a carico di Beatrice Marani e Leonardo Morara. Lei è l’amica di “Balla” che gli portò il metadone la sera dell’11 aprile e ha trascorso con lui tutta la notte assistendo al peggioramento delle sue condizioni fino allo stato di incoscienza. Lui è il ragazzo che alle 8 del 12 ha lasciato il 19enne sul sedile passeggero dell’auto che gli aveva prestato la madre ed è tornato a vederlo verso mezzogiorno trovandolo ancora vivo ma non chiamò i soccorsi.
Gli inquirenti al lavoro sulla scena del crimine in via San Giorgio a Lugo. Con la portiera aperta la Polo di Matteo Ballardini: il 19enne è morto sul sedile del passeggero
Gli altri due invece, Simone Palombo e Ayoub Kobabi, fecero parte della comitiva che passò una decina di ore insieme a Ballardini incosciente nella speranza che si riprendesse senza bisogno di assistenza medica (evitando quindi di fornire spiegazioni sulla provenienza del metadone e di altre droghe di cui i ragazzi fecero uso in quella notte). Palombo in particolare se ne andò poco dopo le 2 di notte una volta fatto uno spuntino in un bar. Kobabi rimase fino all’alba ma con un ruolo secondario. (and.a.)
Balneazione interdetta alla foce del torrente. Indagini di Arpae e procura Un ingente sversamento di materiale di origine organica utilizzato come fertilizzante in agricoltura (digestato) che, secondo gli accertamenti svolti da Arpae e resi noti dalla stessa, sarebbe avvenuto in un’azienda che gestisce due impianti di digestione anaerobica a San Pietro in Campiano, ha portato il Comune di Ravenna a emettere il 12 luglio scorso un divieto di balneazione per un tratto di costa di un chilometro a cavallo della foce del torrente Bevano, tra Lido di Dante e Lido di Classe. Al momento di andare in stampa il divieto è ancora in vigore: Arpae fa sapere che la scarsità di acqua proveniente dai canali e dal torrente da un lato e la risalita della marea dall’altro (oltre alla conformazione del Bevano, che in quell’area ha una serie di anse), di fatto determinano una difficile dispersione del digestato in mare rendendo difficile ipotizzare i tempi di risoluzione del problema ambientale. Gli accertamenti delle autorità avrebbero stabilito che il digestato si è riversato nel canale Erbosa e da qui nel canale Acquara Alta, che alimenta un reticolo di altri canali e confluisce poi nel Bevano, causando una colorazione scura e cattivi odori. Il materiale immesso nei corsi d’acqua ha causato anche una consistente moria di pesci, anche di grosse dimensioni (carpe, anguille, cefali, passere) lungo tutta l’asta del torrente. Sul caso è stato presentato un question time in consiglio comunale da Alvaro Ancisi (Lpr) e una interrogazione alla giunta regionale dall’M5s: i grillini avanzano dubbi sull’accidentalità dell’accaduto o quantomeno sottolineano la spiacevole frequenza con cui questi episodi si sono verificati nei periodi estivi causando un danno di immagine ed economico per il turismo che deve fare i conti con i divieto di balneazione. Della vicenda intanto si starebbe interessando anche la procura della Repubblica.
SPIAGGIA Anche a Marina Romea e Lido Adriano si può andare in spiaggia con Fido: ora 4 aree per i cani sui 9 lidi
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Da sabato 21 luglio sarà possibile portare i propri cani in spiaggia anche a Lido Adriano e a Marina Romea. Sono stati infatti individuati dal Comune di Ravenna, in via sperimentale, altri due tratti di spiaggia libera dove consentire l’accesso agli amici a quattro zampe durante questa estate: quello a Marina Romea, di circa 100 metri, si trova tra il campeggio Reno e il campeggio Romea, l’altro a Lido Adriano, di circa 80 metri, è situato a nord dello stabilimento balneare Oasi. L’utilizzo di tali aree, definito dall’apposita ordinanza, è consentito dall’alba al tramonto fino al 30 settembre. Diventano così quattro i tratti di spiaggia libera dove i cani possono trovare ospitalità: gli altri due, accessibili già dal mese di maggio, si trovano a Casalborsetti, nel tratto di spiaggia libera della lunghezza di circa 100 metri a sud dello stabilimento balneare Overbeach, che è stato ampliato di 30 metri rispetto alla stagione 2017, e a Lido di Classe, nel tratto di spiaggia libera della lunghezza di circa 30 metri a nord della scogliera trasversale alla foce del fiume Savio. Potranno accedere alle spiagge esclusivamente i cani regolarmente iscritti all’anagrafe canina – citiamo dall’ordinanza – «dovranno essere mantenuti al guinzaglio, non dovranno arrecare disturbo al vicinato, non dovranno manifestare aggressività verso gli altri soggetti contemporaneamente presenti; potranno fare il bagno in mare nello specchio acqueo antistante i tratti di spiaggia sopraindicati e devono essere esenti da infestazioni di pulci, zecche o altri parassiti. È interdetto l’accesso ai cani femmina in calore. Il proprietario dovrà essere munito di paletta/raccoglitore per le deiezioni del proprio animale da riporre nei contenitori installati nell’area». Le due aree non sono dotate di ombreggio, acqua e servizio di salvataggio, per cui – sottolineano dal Comune – “sarà sempre cura del proprietario, per il benessere dell’animale, creare zone d’ombra e provvedere alla fornitura di acqua per l’abbeverata e la docciatura”. Le infrazioni saranno punite con sanzioni pecuniarie. Spetterà ad Hera effettuare periodici interventi di pulizia e di risanamento dell’arenile.
SOCIETÀ / 21 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
L’EVENTO
LIDO DI CLASSE
“Salici diamanti” e “farfalle”: tornano i fuochi di artificio su tutti i lidi per il patrono Alle 22.30 del 22 luglio con sette punti di lancio sincronizzati Anche tre giorni di concerti per celebrare Sant’Apollinare Tornano i fuochi d’artificio in occasione della festa del patrono di Ravenna (Sant’Apollinare, 23 luglio) su tutti i lidi ravennati in contemporanea. Lo spettacolo comincerà alle 23.30 di domenica 22 luglio, con fuochi artificiali suddivisi in più di 20mila effetti studiati appositamente per l'evento. Le centraline sincronizzeranno i vari punti sparo per rendere unico e armonico lo spettacolo su tutta la costa. Ci saranno effetti come il “Salice Kamuro” made In Italy che disegna una vera e propria palma d’oro in cielo e le “farfalle con spuma bianca” sempre made in Italy, un disegno che riproduce degli effetti bianchi in movimento simili ad una farfalla. Dal Giappone le nuove “Hidranga”, “Spring Rain” e la “peonia a scomparsa”. Per concludere il nuovo “salice diamante” e il “salice Multiflasch” con una miriade di stelle bianco-intermittente. Un team di 18 pirotecnici professionisti installeranno lo spettacolo sui vari punti sparo collegandoli via wireless in un'unica postazione di regia. I punti di lancio saranno a Casalborsetti, Marina Romea, Porto Corsini, Punta Marina, Lido Adriano, Lido di Dante e Lido di Classe. Oltre allo spettacolo pirotecnico, sempre per Sant’Apollinare, sono previsti anche diversi concerti. Gli appuntamenti iniziano il 20 luglio alle 21.15 in piazza San Francesco con “L’Incanto della Lirica” (Giuliano Ansalone tenore, Thomas Vacchi tenore, Domingo Stasi tenore, Susie Georgiadis soprano. Al pianoforte: Andrea Bicego). Il tutto a cura di Amare Ravenna. Il 23 luglio (alle 21) nella basilica di Sant’Apollinare Nuovo si terrà il concerto per il Santo Patrono di Ravenna con la Berkshire Youth Orchestra diretta da Jonathan Burnett. Musiche di Britten, Brahms. Sempre lunedì in piazza San Francesco (alle 21.15) ci sarà il concerto della banda cittadina che suonerà un ampio repertorio di musiche da film.
RIOLO TERME Settima edizione per la fiera del libro romagnolo
BRISIGHELLA Una notte vintage tra stili diversi
La settima edizione della “Fiera del libro romagnolo” organizzata dalle locali sezioni di Avis e Aido di Riolo Terme, si terrà dal 20 al 22 luglio, durante la Fiera dello Scalogno di Romagna (vedi p. 34). Nella fiera ci saranno anche alcuni momenti di approfondimento: il 20 alle 19 si tiene la presentazione del libro Due soldi di Ida Sangiorgi. Alle 21 “Romagna Slang” mini serie di detti romagnoli a cura dell’associazione "Friedrich Schürr" illustrati e presentati da Gilberto Casadio, lo studioso che in una collana promossa dall’Associazione ha pubblicato nel 2008 un Vocabolario Etimologico Romagnolo. Sabato 21 alle 21, “Pagine Romagnole”, letture scelte e proposte da alcuni soci de I Cultunauti, un’associazione culturale senza scopo di lucro costituitasi nel comune di Solarolo.
Sabato 21 luglio si svolge l’appuntamento con “Brisighella Vintage”, la Notte Fucsia del Sogno d’estate brisighellese: una serata glam dove vintage diventa un divertente modo per assemblare stili diversi. Per tutto il centro storico, dalle 19.30, cene open air, degustazione di vini, e mercatino del vintage. In piazza Marconi le musiche dei Nadimobil per in un viaggio tra melodie popolari dell’Italia dagli anni ‘30 fino al boom economico degli anni ‘60. In via Fossa, invece, il gruppo La Cura del Soul proporrà un repertorio soul, R&B e funky, aspettando il concerto-dance anni ’70 dei Joe di Brutto che si esibiranno nella centrale piazza Carducci per far ballare tutto il paese.
TORNA IL FESTIVAL NATURAE TRA FILM, CONCERTI E INCONTRI Dal 23 al 29 luglio va in scena a Lido di Classe l’undicesima edizione del Festival Naturae: una manifestazione che fin dall’esordio ha scelto di unire eventi di vario genere legati dal comune obiettivo della valorizzazione dell’ambiente naturale. Organizzato dall’Associazione Culturale Solaris, con il contributo del Comune e la collaborazione di decine di soggetti che operano sul territorio, il Festival propone sette giornate dense di eventi tra proiezioni di film e documentari all’aperto, escursioni, concerti, laboratori, mostre e degustazioni, spesso in location “naturali” e assai affascinanti. Prologo al festival, il 19 alle 18.30, davanti all’Arena del Sole: il concerto con il quartetto Fleurs. Ed è con un concerto all’alba, lunedì 23, che prende il via anche la settimana clou: alle 6, alla spiaggia 30 di viale Caboto, con Roma Amor in “Le prime luci dell’amore”. Poi, dal pomeriggio il programma quotidiano di eventi che si possono trovare nel dettaglio sul sito www.festivalnaturae.it. Per chiudere ancora in riva al mare, con un altro concerto in programma nel pomeriggio di domenica 29, alle 17.30, alla foce del fiume Bevano, l’unica foce “libera” dell’Adriatico settentrionale, priva di strade asfaltate o insediamenti abitativi.
SAGRE
APPUNTAMENTO A “RÒNCAZÌS” TRA REVIVAL, CIBO E SFILATE CANINE Torna dal 20 al 22 luglio la festa del comitato cittadino nell’area parrocchiale Con il patrocinio del Comune di Ravenna nell’ambito della programmazione Bellestate, anche quest’anno torna la consueta festa “Apuntament a Rôncazìs”, rinnovata nell’organizzazione e nei contenuti dopo il cambio dei componenti del comitato cittadino avvenuto lo scorso anno. La festa si terrà nell’area parrocchiale e vede la partecipazione dell’associazione “Cuore e Territorio” che farà sensibilizzazione sulla prevenzione cardiologica e fornirà un servizio gratuito di screening sulla fibrillazione atriale. Farà da cornice alla manifestazione una mostra itinerante fotografica “Forese d’epoca” con luoghi e persone del tempo che fu. Venerdì 20 la prima serata vedrà sul palco uno storico gruppo ravennate, I Kriptoniani, con un concerto di revival anni ’60 e ’70; sabato 21 l’apertura della manifestazione sarà dedicata agli animali: dalle 18.30 l’associazione Clama organizza una sfilata canina “Son cane Son bello Son fotomodello” con cani già adottati ed altri in cerca di adozione (info al numero 349 6123736). A seguire, sabato sera alle 21, concerto di Sonia Davis Trio. Domenica 22 dalle 18,30 “serata a sei zampe” con giochi, mobility, trick e agility dog (info al 339 7442399). Sul palco dalle 21 Maria Grazia Pasi e Gigi Bondioli dalla trasmissione “Vado a Liscio” per una serata dedicata a liscio romagnolo, melodico italiano ed evergreen internazionali. Dalle 19.30 tutte le sere apre lo stand gastronomico con il piatto forte che sarà ancora una volta la porchetta con fagioli. In programma anche una lotteria con primo premio un fine settimana di vacanza. Anche quest’anno la festa del comitato cittadino di Roncalceci aderisce alla campagna promossa dal Comune di Ravenna “Feste amiche dell’ambiente” con l’impegno di ridurre al minimo la produzione di rifiuti e di provvedere alla raccolta differenziata. La manifestazione si svolgerà anche in caso di maltempo. Info al numero 333 1514585 o alla pagina facebook Comitato Cittadino Roncalceci.
SPORT / 23 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
INTERVISTA
Pizzini, la stellina della scherma: la passione è nata davanti alla tv Deve ancora compiere 17 anni l’atleta del Circolo ravennate della spada già campionessa italiana Giovani: «È uno sport mentale. Sogno una Olimpiade in pedana» di Vincenzo Benini
A diciassette anni ancora da compiere è una delle speranze della scherma italiana. Alessia Pizzini, nata l’8 settembre Alessia Pizzini, di spalle: è nata a Ravenna nel del 2001 a Ravenna, è una delle “millennials” d’oro della 2001. Frequenta il liceo linguistico. Tra i suoi nostra provincia, capace di bruciare le tappe e di inserirsi modelli in pedana Daniele Garotto e Mara Navarria nel gruppo delle migliori spadiste italiane, non solo della sua categoria, ma anche a livello assoluto. A bocce ferme, in estate l’attività agonistica osserva infatti una breve pausa, il giovane talento del Circolo ravennate della spada può un attimo tirare il fiato e, tra un allenamento e l’altro, guardare con soddisfazione la stagione conclusa da poco. A partire dalla vittoria centrata ai campionati italiani Giovani. «Ero reduce da un infortunio – inizia a raccontare – e non mi aspettavo di raggiungere un simile risultato. La mia intenzione era solo quella di presentarmi in pedana e provare a superare i gironi. Invece gara dopo gara sono andata sempre meglio, acquisendo sicurezza un colpo alla volta, togliendomi una enorme soddisfazione. Per me è stato il coronamento di un piccolo sogno». Dove e quando è nato l’amore per la scherma? «A casa mia, guardando l’Olimpiade di Londra del 2012 in televisione assieme a mio padre. È uno sport che mi appassionava e ho voluto provarci al Circolo. Mi sono trovata fin da subito bene e, pur iniziando tardi avendo già undici anni, ho recuperato in fretta il tempo perduto. Grande merito di questo va ai miei allenatori, che mi hanno seguito con grande attenzione, dal maestro Pavlo Putyatin a Michela Mancinelli, Emanuele Rocco e Alessandro Mucciarella». È dura praticare questo sport? «In questo periodo faccio quattro allenamenti a settimana, tra preparazione fisica e attività in pedana. È un momento di stacco, ma non bisogna fermarsi. Poi in autunno diventa ancora più dura». Cosa ha la scherma in più di altre discipline? «È uno sport completo, dove si deve utilizzare tutto il corpo e non solo una parte di esso. Inoltre non è solo fisico, ma anche mentale. Non ci si può permettere cali di concentrazione e di attenzione». Come è stato misurarsi con le atlete più grandi nei campionati assoluti? «Un’esperienza molto positiva, anche se non ero al top della forma sempre a causa di un problema alla caviglia. Nella fase a gironi sono andata molto bene, vincendo cinque incontri su sei. In seguito ho sfiorato la qualificazione tra le migliori sedici, ma la concorrenza era davvero forte e purtroppo non ci sono riuscita. È stato comunque bello cimentarsi con alcune delle avversarie migliori». Quali sono gli appuntamenti principali della prossima stagione? «A settembre si comincia con il ritiro in nazionale Under 20 in preparazione alla prima gara di Coppa del Mondo, categoria Giovani. Seguiranno altre 6/7 tappe, intervallate dagli impegni sia a livello giovanile, sia a livello assoluto, come le tre prove nazionali». E le aspettative? «Prima di tutto spero di essere convocata in azzurro per partecipare agli Europei e ai Mondiali Giovani. Inoltre la mia aspirazione più a lungo termine è quella di entrare a fare parte in uno dei corpi sportivi: ho raggiunto l’età per poter partecipare ai concorsi». Come riesci a fare convivere la scherma e la scuola? «Sono iscritta al quarto anno del Liceo Linguistico e non è facile riuscire far tutto al meglio. Per fortuna vengo aiutata molto sia dalla società, sia dai professori. La scuola per me è molto importante e in futuro mi piacerebbe frequentare il corso universitario di Scienze e tecnologie della comunicazione». Hai un modello da seguire? «Anche se tira di fioretto, mi piace tantissimo Daniele Garotto, per l’atteggiamento che ha in pedana. Dal punto di vista tecnico, invece, ammiro Mara Navarria. Ho avuto la fortuna di allenarmi con lei e un giorno mi piacerebbe sfidarla in gara». In cosa pensi di dovere e potere migliorare? «Di sicuro a livello fisico e atletico, in modo da affrontare al meglio la nuova categoria di età. Dal punto di vista mentale, invece, devo mantenere costante la concentrazione: quando sono in vantaggio spesso tendo a pensare al prossimo incontro, correndo il rischio di essere rimontata. Da quello tecnico, infine, devo migliorare nelle parate». Qual è il sogno più grande? «Di sicuro partecipare a un’Olimpiade. L’ho vista da fuori, ma il mio desiderio più grande è viverla da dentro. Darò il massimo per realizzare questo sogno».
24/ CULTURA / RUBRICHE RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
VISIBILI E INVISIBILI
CARTOLINE DA RAVENNA
La porta sul domani di Soderbergh, il Vanzina degli anni Ottanta e le “arene” da non perdere
Pettegolezzi bizantini
di Francesco Della Torre
Unsane (Steven Soderbergh, 2018) Il prolifico, ricco, che gioca giustamente a fare l'indipendente, Soderbergh prende un iPhone7 (e 1 milione e mezzo, poco) e ci gira un thriller psicologico più teso di una corda di violino. Sawyer si è trasferita perché vittima di stalker, e in preda alle paranoie si dirige a un istituto che somiglia molto a un manicomio. Dove vede (forse) il suo persecutore. Unsane visivamente è una bomba, si vede che è in mano a un esperto, ed è un trionfo di colori e luci; ma ciò che stupisce nel film è una sceneggiatura a 360° che col mezzo del thriller descrive una società a pezzi e uno dei problemi più gravi dei nostri tempi, con rarissima efficacia e realismo, visto che ormai siamo in tanti a guardare il mondo tramite uno smartphone. Siamo nel futuro o lo stesso presente è il futuro che ha bussato alle nostre porte? A una domanda così vacua non so rispondere, se non affermando con forza che Unsane è proprio una delle porte ormai aperte verso il domani. Tematiche e immagini forti. In sala, ma pare non qui. I classici di R&D: Sapore di mare (di Carlo Vanzina, 1983) Certo che dopo Kubrick e Hitchcock nelle scorse settimane, parlare del povero Vanzina appare alquanto ingeneroso, o schizofrenico, dipende da come la si vuol vedere; ma la scomparsa di un’icona della risata facile impone una riflessione sul suo cinema e il successo. I primi film non solo leggevano la società degli anni ’80, ma come nel caso
di Sapore di mare rispondevano con efficacia alla voglia di revival di quei tempi. Il film ha una colonna sonora talmente perfetta, invadente e potente da farlo quasi sembrare un musical, grazie anche al ritmo incalzante, la regia semplice e al servizio delle battute (semplici) confezionano un g r a d e vo l i s s i m o tuffo nel passato remoto, compiuto nel passato prossimo. Nostalgia al quadrato, e sguardo finale nel 20 anni dopo tra la Suma e Calà da cinema vero. Interessante che l’anno dopo fecero un brutto sequel Dal film Unsane avendo già raccontato il destino dei personaggi. Raccogliendo questa sindrome, due anni dopo, uscì Ritorno al futuro. Ma forse non è andata proprio così. Arene, settimana dal 19 al 25 luglio. Venerdì 20 luglio alla Rocca c'è I segreti di Wind River, è il film più bello dell'anno, insieme con Tre manifesti (24 e 25 a Bagnacavallo) e Un sogno chiamato Florida, anche quest'ultimo sempre il 20, sempre a Bagnacavallo, quindi tirate una monetina: in ogni caso, tutti al cinema senza dire altro. Arena Borghesi lunedì 23, gratuito e in lingua sottotitolato propone una commedia talmente bella che non si può perdere, Uno, due, tre di Billy Wilder, che nel 1960 racconta la storia d'amore berlinese tra un rivoluzionario dell'est e la figlia del direttore della Coca Cola dell'ovest. E il giorno dopo c'è il cartone cult Akira. Per concludere, beviamo Ca' di Sopra domenica 22 per Cinema Divino al Prato dell'Osservanza di Brisighella in compagnia di Hotel Gagarin di Simone Spada.
o! l l e b è o l e i c il noi! n o c o l i r p o c s Martedì 24, ore 21:00 Speciale Opposizione di Marte
Paolo Alfieri: La grande opposizione di Marte Da Schiaparelli alle ultime missioni
Lunedì 30, ore 10:30 Marco Garoni: In gita sulla Luna
re 21 venerdì 27 o NE OSSERVAZIIO TALE O T S IS DELL’ECL A LUNA DELL
IANO SUD MOLO GURD o) RAVENNA tend et rm pe o MARINA DI el ero - ci (ingresso lib
(attività adatta a bambini a partire da 6 anni)
Martedì 31, ore 21:00 Agostino Galegati. Suggestioni di una notte stellata
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Il pettegolezzo è un’arte antica quanto il mondo e, di essa, Procopio è maestro indiscusso. Nelle Storie segrete la sua penna tagliente non risparmiò nessuno, tantomeno Giustiniano. L’imperatore nello straordinario mosaico della Basilica di San Vitale incede solenne mentre offre il dono del pane per la celebrazione mai nessuno oserebbe pensare male di lui - eppure Procopio ne traccia un ritratto assai poco devoto: «Sembrava nutrire salde convinzioni su Cristo, ma anche queste per la rovina dei sudditi (…). Poiché gli premeva ricondurre tutti a una sola dottrina su Cristo, sopprimere gli altri uomini non era un problema per lui: anche questo egli faceva con la scusa della religione (…). Di Giustiniano le convinzioni erano più leggere della polvere; sempre soggetto a chi volesse manovrarlo a suo piacimento, purchè non vi fossero questioni di umanità e di disinteresse (…). Era inaffidabile in tutto, disumanità esclusa, insieme all’avidità, dalla quale ultima nessuno mai potè staccarlo (…). Per un lucro illegale, davvero, non disdegnava affatto di promulgare apposite leggi, né d’abrogarle. Amministrava la giustizia non secondo le leggi che promulgava ma in base alle prospettive di guadagno che gli apparissero più splendide e rilevanti (…). Nulla restava saldo e fisso, ma la bilancia della giustizia oscillava da ogni parte, per abbassarsi, infine, là dove maggiore era il carico d’oro». Opera di Sara Vasini, Abolire il principe azzurro II, inchiostro su pergamino argenteo, 2018.
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CULTURA / RUBRICHE / 25 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
FIORI MUSICALI
LA BIBLIOTECA DI BABELE
Perché una città come Ravenna non investe in un vero auditorium?
Sacks, Darwin e quella lezione sull’evoluzione che dovremmo studiare tutti
di Enrico Gramigna
di Matteo Cavezzali*
Il Ravenna Festival 2018 si avvia ormai verso la conclusione. Come da ventinove anni a questa parte, ha portato alla ribalta nazionale e internazionale la vita musicale della città di Sant’Apollinare. L’importanza di questo festival è palesata non tanto (o non solo) dagli ospiti che tutti gli anni si esibiscono sui palchi della città, ma proprio dalla continuità che in questi anni ha permesso di creare un contesto nel quale la cultura musicale non è più sentita come un belletto superfluo, ma come un’esigenza intima imprescindibile, soprattutto se praticata lontano dai dischi e vissuta respirando le originali vibrazioni degli spettacoli dal vivo. Al fine di godere appieno di questa emozione irripetibile che è l’esibizione pubbliIl Pala ca, manca ancora un picDe andré colo ma significante tasseldurante un lo nel panorama ravennate: una sede adeguata. concerto Roma, Milano, Torino, del Ravenna Bologna, solo per citarne Festival alcune, sono città che fanno della cultura musicale una bandiera proprio come Ravenna, e che dispongono di un auditorium con più di mille posti. Il motivo per cui anche la città romagnola dovrebbe valutare di avere una sede adeguata per l’ascolto della musica è presto detto. In questi anni è stato utilizzato il Pala de André, bellissima struttura pensata però più per lo sport che per la musica: purtroppo questo limite è davvero castrante per godere appieno degli interessanti spettacoli che sono sempre di scena al suo interno. Si ricorre sempre ad amplificazioni che mistificano il suono ora regalando forti inimmaginabili, ora azzerando completamente il volume. La contraffazione della sonorità originaria poi
rende le sonorità simili a quelle che si trovano nei dischi, quindi si perde molta parte della magia. Va detto, infine, la delocalizzazione della percezione sonora è adatta a una sala cinematografica, non certo a un concerto di musica classica. Vero è che il costo di queste opere architettoniche non è tra i più economici, ma, riprendendo il concetto espresso dal Maestro Riccardo
Muti durante la celebrazione del 50° dal suo debutto alla guida del Maggio Musicale Fiorentino, l’Italia «ha bisogno di più orchestre, di aprire altri teatri». Sarebbe bello se la città che ha accolto il Maestro (fresco vincitore del prestigiosissimo Praemium Imperiale), raccogliesse quindi il suo appello e si prodigasse al fine di dare una cornice adeguata alla musica classica, magari investendo in cultura e creando, perché no, anche un’orchestra stabile che possa riempire con sempre maggior frequenza questa nuova casa, non dimenticando, però, il tempio già esistente, il bellissimo Teatro Alighieri.
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Ci sono quattro autori, scomparsi negli ultimi anni, di cui non mi rassegno al fatto che non potrò più leggere e ascoltare nulla di nuovo: il sociologo Zygmunt Bauman, Philip Roth (anche se non scriveva da anni speravo sempre che sarebbe tornato a farlo), David Bowie e lo psichiatra Oliver Sacks. Di quest ultimo, fortunatamente, è uscito da qualche mese un libro di saggi inediti intitolato Il fiume della coscienza, edito come sempre da Adelphi. In questo testo sono raccolti dieci saggi del medico e psichiatra britannico scomparso l’estate di tre anni fa, in cui fa i conti con i suoi tre maestri: il biologo Charles Darwin, il padre della psicanalisi Sigmund Freud e il filosofo William James. Sacks guarda al mondo animale e vegetale per trarre conclusioni generali. Anche dalle piante, con cui condividiamo il 70% del patrimonio genetico, possiamo capire meglio la natura di quella scimmia che indossa i vestiti, chiamata “uomo”. Per fare solo un esempio, dei molti che si potrebbero fare, Sacks ripercorre la scoperta di Darwin sulla riproduzione dei fiori. Negli
anni in cui Darwin si appassionò agli esperimenti sulle primule era diffusa la convinzione che i fiori si autofecondassero. Avendo organi riproduttivi maschili e femminili allo stesso tempo si riteneva che la fecondazione avvenisse sempre spontaneamente. A Darwin questa idea non convinceva. «Se si fecondano da soli come mai esistono tanti tipi e colori diversi e non uno solo? Come può evolvere una specie se non si mescola?» Dai suoi studi sulle primule e sulle orchidee lo scienziato dedusse che in effetti non era così. I fiori si mescolavano, eccome. Ma visto che non potevano muoversi per entrare in contatto gli uni con gli altri, la natura aveva fornito loro delle ali, quelle delle api. Erano le api a muoversi al posto loro, portando i pollini da un fiore all’altro. Solo quando razze e tipologie si mescolano si può evolvere, altrimenti si è destinati all’estinzione, sentenziò Darwin. Una lezione che può dirci molto anche oggi, e che dovrebbero studiare non solo biologi e scienziati, ma anche i politici. *Direttore Scrittura Festival
26 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
RAVENNA FESTIVAL
Bolle, l’étoile dei due mondi per un gran galà da tutto esaurito Intervista al celebre ballerino, atteso il 22 luglio al Pala De André: «Essere un modello per tanti giovani è una gioia immensa, ma anche una grande responsabilità che porto avanti con serietà e orgoglio» di Roberta Bezzi
È un ospite d’eccezione come Roberto Bolle a chiudere, quest’anno, il cartellone del Ravenna Festival (se si eccettua il fuori programma del concerto dedicato a Raul Gardini, vedi p. 17) con uno spettacolo che ha girato – e gira tuttora – trionfante tra i luoghi più suggestivi d’Italia. L’appuntamento con il galà “Roberto Bolle and Friends” è per domenica 22 luglio alle 21.30, al Pala De André di Ravenna, ma i biglietti sono andati esauriti a poche ore dall’annuncio del suo ritorno a a Ravenna. L’étoile dei due Mondi, come è stato da molti definito per essere al contempo étoile del Teatro alla Scala di Milano e principal dancer dell’American Ballet Theatre di New York, è già stato sul palcoscenico del festival, nel 2007, quando al suo fianco c’era Alessandra Ferri per il suo farewall tour. In questo caso, il miglior ambasciatore della danza italiana coinvolgerà alcuni tra i nomi più importanti del panorama tersicoreo internazionale, per offrire al pubblico una serata di danza al suo massimo livello. Roberto Bolle, cosa rappresenta la danza per lei? «La danza è la mia vita, e non potrebbe essere diversamente per tutto ciò che mi ha dato. Guardo il mondo intero come fosse una danza, con un suo ritmo, una sua armonia, una sua coreografia». Per molti lei è l’incarnazione della “Danza“ ed è un bel modello, un mito, per tanti giovani. Una bella soddisfazione… «Sì, e una gioia immensa. Ma anche una grande responsabilità che porto avanti con serietà e tanto orgoglio». Lei stai facendo tanto per “sdoganare” la danza classica, per farla diventare popolare e apprezzare dal grande pubblico, come dimostrato anche dal recente ”Danza con me” in tv su Rai Uno. Qual è il segreto per arrivare al cuore di tutti? «Credo che per raggiungere il pubblico più vasto possibile, sia necessario dare spazio alla danza di qualità che ha in sé il potenziale per incantare tutti. Quello che cerco di fare io è di liberarla da quella etichetta di “arte di nicchia” che le è stata imposta e portarla alla gente, senza per questo “abbassarla”. Galà in piazza, spettacoli in televisione e anche con “OnDance” (una festa della danza che si è svolta a Milano dall’11 al 17 giugno, ndr.) . L’intento è quello di offrire una visione della danza moderna e contemporanea in grado di parlare e interagire con l’attualità». Durante la sua lunga e ricca carriera, ha avuto l’opportunità di interpretare tanti ruoli e di ballare in
scena con numerosi ed eccellenti artisti. Qual è il ruolo che più l’emoziona e con quali partner ha un feeling maggiore? «Sono molti i ruoli a cui sono legato emotivamente. Prediligo i ruoli interpretativi e drammatici come Onegin o Des Grieux, ma non nego che una delle emozioni più intense e speciali della mia vita l’ho provata interpretando un ruolo senza storia: Bolero di Béjart. Oggi ci sono molte colleghe con le quali coltivo una bellissima intesa, a cominciare da Alessandra Ferri e Svetlana Zakharova, due ballerine divine. Poi ci sono Polina Semionova e Melissa Hamilton che amo molto e che ho chiamato anche nel mio programma televisivo. Ricordo anche Nicoletta Manni, la bellissima prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano e tutto un nuovo gruppo di giovani danzatori scaligeri che cerco di coinvolgere in tutti i miei progetti: da Timofej Adrjashenko a Nicola Del Freo, a Gioacchino Starace e altri».
Ha avuto l’occasione di conoscere tante celebrità a livello mondiale, di qualsiasi ambito. Quale personaggio tra quelli che ha incontrato le è rimasto più nel cuore? «Tanti. Da Papa Giovanni Paolo II a Lady Diana, passando da Sting che quest’anno ha sospeso un tour per venire a raccontare insieme a me nel programma la bellissima storia di Ahmad Joudeh… e poi tanti, tanti altri. Sono stato fortunato, la mia arte mi ha permesso di conoscere umanità uniche e preziose». Cosa le piacerebbe fare fra dieci anni? Dirigere una grande compagnia, fondarne una propria? Roberto Bolle è già un brand… «Rimarrò sempre nell’ambito della danza, questo è sicuro. Mi piacerebbe lavorare coi giovani e mettere a frutto l’esperienza che questo mio percorso incredibile mi ha permesso di sviluppare. E poi continuare nella mia missione di promuovere l’arte della danza ovunque».
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CULTURA / 27 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
COTIGNOLA
I volontari in una foto di gruppo la mattina del 14 luglio, dopo la costruzione dell’Arena. Nella foto accanto uno scorcio notturno
Celestini, Carotone, Basile tra gli ospiti delle Balle di paglia Il programma delle serate tra musica, teatro, film. Attesa anche l’orchestra Afrobeat Iniziato il 14 luglio con la costruzione e inaugurata mercoledì 18, entra nel vivo la programmazione dell’Arena delle Balle di Paglia, a Cotignola, luogo magico ed effimero che si raggiunge solo a piedi (l’auto si può lasciare in paese, nel parcheggio del centro sportivo, servizio navetta per mobilità ridotta al 333 4183149) attraverso i campi e che ospita una cinquantina di eventi tra arte, musica, teatro e letteratura nell’arco di una settimana circa. Il 19 luglio, come già anticipato su queste pagine, sarà protagonista tra gli altri il Teatro delle Albe con il cappuccetto rosso Senegalese Thioro e il debutto de I fatti con Luigi Dadina e Francesco Giampoli. Venerdì 20 luglio alle 20.30 La compagnia dell'Atelier delle figure, scuola per burattinai e cantastorie di Faenza, presenta Il barbiere dei morti”nell’Arena bambini. Alle 21 la cantautrice Eloisa Atti con la sua band presenta il suo album Edges (country, folk, blues, deviazioni jazz). Alle 21.30 lo spettacolo Bifolchi: dagli argonauti ai cow boys, da Vico a Leopardi. Storie di butteri, mandriani e altri perfetti zoticoni. Una lezione filosofica in forma di narrazione teatrale di e con Davide Grossi, Giordano Agrusta, Davide Checchi. Ingresso libero. Alle 22 i “narratori delle riserve del blues”, due concerti che a tratti sono uno, con Cesare Basile & i Caminanti e Don Antonio. Alle 23 nella Casa di Chiara concerto dei cinque Aldi dallo spazio. Per la serata di venerdì, il contributo minimo richiesto è di 5 euro.
Il 21 luglio si comincia con la colazione all’alba, dalle 6.30 alle 9, con suoni e venti jazz mediterranei del Trio Mezcal. Alle 20.30 nell’Arena bambini Gaspare Nasuto, scultore e burattinaio, intrattiene sulla paglia chi vorrà conoscerlo. Alle 21.30 la Classica Orchestra Afrobeat rende omaggio a Fela Kuti, il più grande genio musicale e ribelle politico africano della storia recente. “Shrine on you” è il titolo del concerto eseguito da un'insolita orchestra classica e popolare. Sempre alle 21.30, ci sarà la proiezione de L’Atalante, film del 1934 diretto da Jean Vigo, con Michel Simon e Dita Parlo. Alle 22.30 il rap incontra la filosofia con il concerto del prof. Murubutu e di Moder. Il contributo alla serata è di 3 euro. Domenica 22 luglio alle 19 lungo la carraia di ingresso di via Cenacchio lezione magistrale d'orto dedicata al cocomero, con l'ortolano Stefano Savini. Alle 20.30 Noi siamo il suolo, noi siamo la terra, monologo per una cittadinanza planetaria di e con Roberto Mercadini. Alle 21 Resurrection, la rivisitazione elettronica della Symphonie n. 2 di Gustav Mahler a cura di Martux_m. Alle 21 Giovanni Strocchi, poeta di Barbiano, interpreta le sue poesie con il violoncello di Francesco Cellini e le percussioni di Andrea Para. Alle 21.30 la proiezione de La morte corre sul fiume, film del 1955 diretto da Charles Laughton, alla sua prima e unica regia. Il contributo richiesto è di almeno 5 euro. Grande protagonista di lunedì 23 luglio sarà Ascanio
La casa delle fotografia e le opere d’arte Anche quest’anno sarà allestita alle Balle di Paglia la casa della fotografia: tutte le sere 19.30 Daniele Casadio e Stefano Tedioli con l'aiuto di Alessandro Carnevali, preparano un set fotografico di ritratti d'Arena. Gli iscritti a Primola Cotignola potranno chiedere i ritratti scattati. Ricco anche l’universo delle opere d’arte di terra e di fiume che si possono trovare all’Arena: ci saranno i tabernacoli campestri di Claudio Ballestracci e Stefano Brienza, le Cupole sonore per il silenzio e le piramidi di canne di bambù con i covoni di grano di Luigi Berardi, il rifugio dell'artista Oscar Dominguez, le maschere di cartapesta della Scuola arte e mestieri di Massimiliano Fabbri, il sonno profondo di Laura Rambelli, il museo dei sentimenti della famiglia Ercolani, gli Universi sensibili e la Giostra delle meraviglie di Antonio Catalano, la casa all'ombra delle acacie di Chiara Prodi, la fontana nel Canale Emiliano Romagnolo di Gianfranco Patuelli, il nuovo bar delle acacie di Quelli di Primola.
Celestini, che alle 22 presenta il suo spettacolo La ballata dei senza tetto: una cassiera del supermercato, un magazziniere, la periferia, un grande magazzino, un supermercato, due parcheggi. L’ingresso per lo spettacolo è di 5 euro. Alle 20.30, nell’Arena bambini lo spettacolo Sganapino e i doni del mago della terra del burattinaio Stefano Giunchi. Alle 21 a Casa Ercolani “Mi arrendo alle fragole”: poesie, discorsi inutili, narrazioni, piccoli riti, gesti, sussurri, balbettii, con la famiglia Ercolani, di e con Antonio Catalano. Alle 23 concerto cantautorale senza elettricità per “imparare a salvare i maglioni dalle tarme”, con Brace (voce e chitarra classica) e Ryan Spring Dooley (sax). Il 24 luglio alle 20.30 nell’Arena bambini le favole di Romagna del fulèsta Sergio Diotti. Alle 21 I am within/Io sono dentro, spettacolo di danza e teatro di Dewey Dell, con Gioia e Alma Pascucci. Spettacolo in due tempi: nel Bosco dei briganti di Fusignano (17 luglio) e a Casa Ercolani. seguire, il concerto jazz degli Oligo, con Enrico Ronzani (pianoforte), Giacomo Scheda (batteria) ed Henrique Molinario (contrabbasso). Il palco principale dell’Arena ospiterà invece, per la grande festa finale, Tonino Carotone, cantautore spagnolo innamorato della musica italiana che troverà la sua casa naturale sulle balle di paglia di Cotignola. A seguire, la consueta e ironica asta delle balle di paglia. Il contributo richiesto per l’ingresso alla serata è di 2 euro.
28 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
IL FESTIVAL CONCERTI JAZZ / ROCK / COUNTRY
A Spiagge Soul arriva la musica di New Orleans
Eloisa Atti presenta “Edges” a Faenza La rassegna Strade Blu prosegue sabato 21 luglio dalle 20.30 al rinnovato podere di San Bernardino, poco fuori dal centro di Faenza, con la cantautrice bolognese Eloisa Atti. Presenterà dal vivo il suo ultimo album “Edges” tra country, folk, blues e deviazioni jazz.
Serata western al centro sociale La Quercia
Il programma dal 19 al 26 luglio con artisti da tutto il mondo Il festival itinerante di musica black e dintorni sui lidi ravennati, Spiagge Soul, entra nel vivo con l’arrivo, direttamente da New Orleans, della Soul Brass Band guidata dal veterano Derrick Freeman (cantante, pianista, percussionista e compositore) che si esibirà nel corso della rassegna in varie formazioni diverse. Il primo appuntamento è al bagno Peter Pan di Marina alle 22 di giovedì 19 luglio (stesso giorno stessa ora per i veneti Brown Style al Mowa, in centro a Marina di Ravenna), prima di lasciare la scena il 20 luglio sempre dalle 22 al Peter Pan (in apertura dalle 20 il blues di Herman & The Holy Fellas del chitarrista milanese Ermanno Fabbri), agli inossidabili Bunna e Madaski degli Africa Unite, che dal 1981 propongono il loro suono fatto di reggae, dub ed elettronica ma stavolta lo reinterpretano in una nuova veste tra dj-set ed esibizione live, col loro progetto Africa Unite System of a Sound. Lo stesso giorno al Bacino Pescherecci di Marina (dalle 21.30) arriva una regina del soul americano, da Atlanta: Lola Gulley. Sabato 21 luglio dalle 21 al bacino Pescherecci di Marina showcase acustico in compagnia delle chitarre di Marco Chiarabini (aka Montefeltro Red) e Francesco Plazzi (aka King Frisko) e a seguire il trio soul ravennate Upside Band. Sempre sabato, ma dalle 22 al Peter Pan ecco i Café Touba (progetto italiano con musicisti africani e internazionali in cui la radice africana si mescola a reggae, samba, funk, jazz e dub), mentre da domenica 22 partono cinque giorni di approfondimento delle sonorità di New Orleans, in tutte le sue sfaccettature. Apre (dalle 18 al bagno Kuta) l’inglese Dom Pipkin and the Iko’s (“piano from London, soul from
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Lunedì 23 luglio alle 21 al centro sociale La Quercia di piazza Medaglie d’Oro a Ravenna concerto dei romagnoli Country Owls, trio di matrice acustica che esegue country, western e bluegrass.
Surf music con i Molokai Cocktail
New Orleans” il claim dell’artista, atteso anche il 23 al Sanmarinocafè di Casal Borsetti, il 25 al bagno Tarifa di Porto Corsini e il 26 al ristorante La Rotonda di Lido Adriano, sempre dalle 22) e la New Orleans Street Parade con la Soul Brass Band per le strade di Marina di Ravenna (dalle 22). La stessa sera dalle 22 alla trattoria I Pescatori di Porto Corsini appuntamento invece con uno dei più noti bluesman italiani, Paul Venturi. Le atmosfere di New Orleans ritornano nella mostra sviluppata assieme al New Orleans Jazz Museum, nei pranzi musicali dedicati alla città della Louisiana (dal 23 al 26 luglio compresi, alle 13 al Marlin di Punta Marina) e nell’omaggio all’immenso Louis Armstrong del grande trombettista Leon “Kid Chocolate” Brown (al Marlin di Punta Marina il 23 luglio alle 22). Ma cis ono anche l’esibizione di sassofonisti protagonisti della scena di New Orleans, James Martin (il 24 luglio dalle 22 al bagno Kuta) e Khris Royal (il 25 dalle 22 al party R&B del Finisterre di Marina di Ravenna) prima di continuare col concerto scatenato della band franco-statunitense The Buttshaker (26 luglio, dalle 22 al Marlin; in contemporanea Derrick Freeman con la sua soul band al Mowa di Marina). Sul prossimo numero il programma degli ultimi giorni del festival, che termina l’1 agosto. Info: spiaggesoul.it.
Domenica 22 luglio dalle 18.30 al bagno Tarifa di Porto Corsini concerto dei Molokai Cocktail, gruppo ravennate interamente strumentale che ripercorre le atmosfere della California degli anni sessanta, ispirato dalla musica surf. La band sarà poi in concerto anche giovedì 26 in piazza Unità d’Italia, in centro a Ravenna, dalle 21.
I Maroones Spa al Sanmarino Cafè Sabato 21 luglio dalle 21 al Sanmarino Cafè di Casal Borsetti concerto tra rock, pop, country, blues, funk e un tocco di “demenzialità” con i Maroones Spa, band fuori dagli schemi con musicistii con alle spalle una lunga esperienza.
Musica irlandese al bagno Caesar Sabato 21 luglio dalle 17 al bagno Caesar di Lido Adriano concerto di musica folk irlandese dei folivesi The Mad Boggers.
Al Quevida tra didgeridoo e reggae Il 22 luglio alle 18 fa tappa al Quevida di Porto Corsini il tour degli australiani MoreDidge Brothers, band di didgeridoo e folk acustico. Il 25 invece al Quevida torna “A cena con qualcuno” con il concerto dalle 21.30 degli Afreak, band romagnola di roots e reggae.
A Brisighella swing con Double Tower Stompers Il 20 luglio alle 21.15 in piazza Carducci a Brisighella concerto della Double Tower Stompers, swing band di Bologna, nata per ricreare le atmosfere del Cotton Club e dei locali da ballo della prima metà del Novecento.
CONCERTONI
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IL RAPPER COEZ E I TENORI DE IL VOLO IN PIAZZA A CERVIA !
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Continuano i concertoni in piazza a Cervia. Il 21 luglio dalle 21.30 l’appuntamento è con il rapper e cantautore romano Coez (nella foto), reduce dal successo del suo disco (di “platino”) Faccio un casino. Giovedì 26, sempre in piazza Garibaldi, sarà invece la volta dei tre tenori “pop” de Il Volo, con alle spalle anche una vittoria al Festival di Sanremo.
CULTURA / 29 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
L’EVENTO
INDIE-ROCK All’Hana-Bi il cantautore britannico Dan Owen e il folk dell’americano Ryley Walker Venerdì 20 luglio al bagno Hana-Bi di Marina di Ravenna concerto del giovane cantautore britannico Dan Owen, «indubitabilmente uno degli artisti più interessanti del momento», ha scritto la Bbc. Martedì 24 invece all’Hana-Bi appuntamento con uno dei più chiacchierati nuovi progetti della scena indie italiana, quello del milanese Luca Galizia (foto), in arte Generic Animal (chitarrista dei Leute dal 2014). Il suo disco d’esordio si muove tra folk, soul, hip hop, trame jazz e falsetti r’n’b. Giovedì 26 invece sarà la volta di uno dei nomi di punta del cantautorato contemporaneo americano che torna in Italia per presentare il suo quinto album “Deafman Glance”. Ryley Walker incarna come pochi il gusto folk e country americano degli anni ’60 e ’70. Nel suo stile tanti i rimandi a grandi nomi come Tim Buckley, Nick Drake, John Martyn, Bert Jansch e Van Morrison.
DAVID BYRNE ARRIVA AL PALA DE ANDRÉ DI RAVENNA È partito da Milano (nella foto di Francesco Prandoni al teatro degli Arcimboldi) il 16 luglio il mini tour italiano di David Byrne che il 19 luglio tocca come noto il Pala De André nell’ambito del Ravenna Festival (per poi proseguire il 20 a Perugia e il 21 a Trieste). Uno spettacolo ambizioso e anche molto divertente (stando a quanto si legge in rete) quello dell’ex frontman dei Talking Heads che è impegnato a presentare il suo ultimo album solista “American Utopia”.
CONCERTI ROCK Tra electro-swing e Giacomo Toni al bagno Polka Sabato 21 giugno dalle 18.30 al bagno Polka di Marina Romea concerto di Farrapo & The Swinging Junkie, electro-swing band bolognese che si muove tra jazz, New Orleans, funk, ritmi africani ed elettronica. Al Polka tornano poi i concerti “indie” del martedì sera: il 24 dalle 21.30 la cantautrice bolognese Elisa Genchini e a seguire il cantautore forlivese Giacomo Toni.
I vicentini Derozer al Rock Planet di Pinarella Fa tappa il 21 luglio al Rock Planet di Pinarella di Cervia il tour estivo dei vicentini Derozer, ormai storica band punk-rock che lo scorse febbraio ha fatto registrare il sold out anche a Berlino. Sul palco una scaletta di sole hit, a quasi trent’anni dall’esordio.
Riccardo Amadei e Les Pastìs a Gambellara Il cantautore riminese Riccardo Amadei sarà in concerto con i suoi “Les Pastìs” il 25 luglio (dalle 19.30) nel cortile dell’osteria del Pancotto di Gambellara.
ROCK ITALIANO
GLI STELLA MARIS A RADIO MELODY Mercoledì 25 luglio al bagno Peter Pan di Marina di Ravenna tornano le serate di Radio Melody con interviste e piccoli live sulla spiaggia a protagonisti della scena rock italiana. L’appuntamento è con gli Stella Maris, nuova band (“in stile anni ottanta inglesi”) di Umberto Maria Giardini (ex Moltheni - nella foto) e Ugo Cappadonia, con Gianluca Bartolo (Il Pan del Diavolo), Emanuele Alosi (La banda del Pozzo) e Paolo Narduzzo (Universal Sex Arena). Dalle 20 la diretta radio, dalle 22 l’intervista e il live.
CANTAUTORI All’antico porto d Classe la francese Emmanuelle Sigal, Giacomo Scudellari e i Camillas Tornano i concerti all’Antico Porto di Classe. Martedì 24 luglio (in collaborazione con il teatro Socjale) si parte alle 21 con il cantautore ravennate Giacomo Scudellari che presenta il suo disco “Lo stretto necessario”; a seguire la francese Emmanuelle Sigal presenta “Table Rase” (dalle 19 vino e aperitivo gourmet a cura di Vino al vino) per una serata tra folk, pop e canzone d’autore. Il giorno dopo, mercoledì 25 luglio, l’appuntamento, in collaborazione con il Moog, è dalle 20.15 con I Camillas, duo indie-pop “surreale” noto anche per la partecipazione nel 2015 a Italia’s Got Talent (dalle 19 birre artigianali e stuzzicherie).
30 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
JAZZ/1
CLASSICA/1
Uri Caine apre nel chiostro Lugocontemporanea
I luoghi dello spirito tra Voltana e Castiglione
Il pianista americano dà il via alla 14esima edizione della rassegna GIOVANI TALENTI NEL FAENTINO CON ERF Oltre all’appuntamento tra le Balle di paglia di Cotignola (vedi pagina 27), Emilia Romagna Festival prosegue in provincia all’insegna dei giovani interpreti con la rassegna Primo Premio! che mette in vetrina giovani artisti premiati a prestigiosi concorsi. Il 23 luglio, al Museo Carlo Zauli di Faenza, sarà la volta del Milton String Quartet (foto), vincitori dello scorso Fischoff. Il 24 luglio al cortile La Rocca di Castel Bolognese toccherà invece all’originale duo Taddei-Nicolardi, composto da un sassofonista e un pianista, già premiati più volte in prestigiosi concerti.
Uri Caine
In centro storico a Lugo dal 26 al 28 luglio si terrà la 14esima edizione di Lugocontemporanea, la rassegna diretta da John De Leo, Franco Ranieri e Monia Mosconi che unisce poesia, teatro, danza, arte e cinema. Il titolo di questa nuova edizione è “Input Rossini”, una chiara dedica ispirata dal grande musicista nel centocinquantesimo anniversario della sua morte. Il format prevede due spettacoli per ogni sera, alle 21.15 e alle 22.15, alternati tra il Chiostro del Carmine (ingresso in via Garibaldi 16) e il Chiostro del Monte (via Garibaldi 11). La serata di giovedì 26 luglio sarà concentrata al chiostro del Carmine di Lugo: alle 21.15 è in programma il concerto per pianoforte di Uri Caine, geniale alchimista che compone in modo originale ripartendo dal passato prossimo del grande jazz come da quello più remoto della musica classica, capace di rileggere i repertori di ogni epoca con intelligenza, cultura, humour. La sua musica è una miscela di musica classica, rock ed elettronica. Alle 22.15 ci sarà “Comica finale”, un concerto di Guido Facchini (pianoforte) e Franco Beat Naddei (manipolazione del suono, live electronics) seguito da un dibattito a cura di Paolo Petroncelli; già membro del consiglio di amministrazione del Teatro dell’opera di Roma e della Fondazione Accademia musicale chigiana di Siena. Sul prossimo numero del giornale (e su www.ravennaedintorni.it) il programma delle altre due giornate di venerdì e sabato.
JAZZ/2 Russ Peterson alla tre giorni dedicata al sassofono tra Russi e Faenza La seconda parte del SaxArts Festival, giunto alla sua ventesima edizione, si terrà dal 19 al 21 luglio e avrà come protagonista il celebre sassofonista statunitense Russ Peterson. Si comincia giovedì 19 con American Funky Pants. Il concerto, in programma al Giardino della Rocca di Russi, vedrà Russ Peterson impegnato con la ritmica formata da Alessandro Altarocca alle tastiere, Marcello Sutera al basso e Filippo Mignatti alla batteria. Si prosegue poi a Faenza, venerdì 20 luglio, con il concerto in programma presso la Bottega Bertaccini, in una serata dal titolo Pictures from New York. Saranno di scena i musicisti del SaxArts Ensemble promosso da Marco Albonetti che avranno l’onore e la responsabilità di confrontarsi con un solista della levatura di Peterson. La formazione presenta quest’anno una particolarità molto intrigante: nel suo organico saranno presenti tutti i componenti della famiglia del saxofono, dal sopranino al basso, passando per i più “abituali” soprano, alto, tenore e baritono. L’ultimo concerto del SaxArts Festival è in programma sabato 21 luglio al Palazzo Fantini di Tredozio per una serata dedicata alla musica americana. Tutti i concerti avranno inizio alle ore 21.15 e sono a ingresso gratuito.
FILETTO (RA) Via Roncalceci 127 Tel. 0544 568546 Dal lunedì al venerdì 8.30-12.30 / 15.00-19.00 Sabato mattina 8.30-12.30 Pomeriggio Chiuso
CLASSICA/2
Giovedì 19 luglio inaugura a Voltana di Lugo la XXIII edizione del festival “I luoghi dello spirito e del tempo”. Per l’occasione la settecentesca chiesa di San Giuseppe di Chiesanuova ospita, alle 21, l'ensemble Voz Latina con “Le caravelle della musica”, dedicata alla poesia in musica nel secolo d’oro, il periodo, situato generalmente tra il 1492 e il 1681, di grandezza economica e prestigio politico della monarchia cattolica spagnola. Il festival – organizzato dal Collegium Musicum Classense – prosegue a Castiglione (Palazzo Grossi) il 26 luglio con un viaggio nelle tradizioni musicali dell'antica Romania a cura del Codex Ensemble (dalle 20 introduzione storico-artistica a cura di Anna Rusticali).
A Lido di Classe brani di Schumann e Brahms Venerdì 20 luglio alle 21, nella Chiesa di Lido di Classe, la Cooperativa Emilia Romagna Concerti organizza un concerto del violoncellista Enrico Mignani e del pianista Samuele Piccinini. Il programma prevede musiche di Schumann e Brahms.
TEATRO A Bagnara da “Medea” al ritratto di Mussolini A Bagnara di Romagna prosegue Muse, la rassegna estiva che unisce teatro e musica, alla Rocca sforzesca, in collaborazione con il prestigioso Plautus Festival di Sarsina. Venerdì 20 luglio si torna ai classici con Medea, nella versione di J. A. Benda, con Clara Galante. Martedì 24 luglio, a “settantacinque anni meno un giorno” dalla caduta del Fascismo del fatidico 25 luglio del 1943, ci sarà lo spettacolo “Gran Consiglio (Mussolini)” con Tom Corradini, un ritratto grottesco e storicamente documentato del dittatore.
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CULTURA / 31 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
L’AUTORE
CERVIA OMAGGIA IL CONCITTADINO GUARESCHI Iniziative per i 50 anni della morte nella cittadina diventata seconda casa Cervia celebra Giovannino Guareschi (nella foto), lo scrittore che aveva scelto la città come sua seconda casa, dove trascorrere le vacanze e dove è terminata la sua vita il 22 luglio di cinquant’anni fa. Quest’anno l’Amministrazione comunale ha deciso di ricordare questo cittadino onorario, noto per essere il padre letterario di Don Camillo e Peppone. Sabato 21 luglio in occasione dell’annullo postale sarà presente anche Marco Antonioli sindaco di Roccabianca, paese natale di Guareschi. Ma intanto dal 20 luglio (inaugurazione alle 18) al 30 agosto sul Lungomare Gabriele D’Annunzio ci sarà la mostra “Uno sguardo in bianco e nero, Giovannio Guareschi fotografo” a cura di Giuseppina Benassati e sempre dal 20, ma fino al 27 luglio nel palazzo comunale (orari 20.30 - 23), sarà visitabile la mostra “Va pensiero” a cura di Marina Mingori. Il 21 luglio, in piazzale Quinto Ascione (viale Roma) alle 21.30 incontro con Egidio Bandini e il suo volume Don Camillo. Un pastore con l’odore delle pecore. Il 22 luglio alle 10 “Guareschi a Cervia”, immagini del fotografo cervese Sante Crepaldi, alle 10.30 al palazzo comunale intervento di Giorgio Vittadini, presidente del comitato Guareschi 2018. Il 26 luglio, in piazzale Maffei alle 21, una serata in ricordo di Guareschi con Renato Lombardi, Roberto Zalambani, Gianfranco Miro Gori, Laura Fano e Franco Gabici. Parallelamente anche una rassegna cinematografica che prende il via il 19 luglio alle 21 a Montaletto, Scuola Buonarroti e poi in altre varie sedi fino al 9 agosto.
LA RASSEGNA Tra gli autori della “spiaggia ama il libro” anche Massimo Moratti
AGENDA LIBRI
Prosegue la rassegna “Cervia, la spiaggia ama il libro” con una serie di incontri. Giovedì 19 luglio (ore 21.30 v.le Ravenna – Milano Marittima) la scrittrice e voce radiofonica di RTL 102.5 Valeria Benatti racconta il suo Gocce di Veleno – ed. Giunti. Venerdì 20 luglio (ore 21.30 v.le Ravenna – Milano Marittima) la giornalista, scrittrice e comunicatrice scientifica italiana Eliana Liotta presenta il suo L’ età non è uguale per tutti – ed. La Nave di Teseo. Il tema del libro è stato affrontato dall’autrice in collaborazione con i medici e i ricercatori dell’ospedale universitario Humanitas, punto di riferimento mondiale per gli studi su infiammazione e sistema immunitario. Un caso ancora pieno di misteri quello della morte di Marco Pantani: domenica 22 luglio sarà Roberto Manzo, l’ultimo legale che ha assistito “Il Pirata”, a svelare alcuni retroscena della vicenda giudiziaria e umana di Pantani contenuti nel volume Chi ha ucciso Marco Pantani – ed. Mondadori (ore 21.30 Piazzale Pascoli a Cerva). Un approfondimento su comunicazione e marketing è in programma per la serata di lunedì 23 luglio (ore 21.30 v.le Ravenna – Milano Marittima) con Roberto Olivi, direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione di BMW Italia S.p.A. dal 2014, autore de La comunicazione è un posto dove ci piove dentro. Perché i libri salveranno il marketing. Prefazione di Lorenzo Jovanotti – ed. La Nave di Teseo. Martedì 24 luglio il critico d’arte, docente dell’Accademia Albertina di Torino, racconta il suo libro Canzoni d’amore – ed. Mondadori (ore 21.30 V.le Ravenna – Milano Marittima). Mercoledì 25 luglio è in programma poi il primo Salotto letterario dedicato all’Inter. Saranno presenti il giornalista e scrittore Italo Cucci e il Presidente onorario dell’Inter Massimo Moratti (nella foto) per presentare il volume Moratti Inter Album di Famiglia – ed. Bertani & C. L’evento si svolgerà alle ore 21.30 a Cervia P.le Maffei antistante la Torre San Michele.
Prosegue la rassegna tra musica e libri “Un mare di solidarietà” curata da Livia Santini. Mercoledì 25 luglio alle 21 protagonista sarà il libro Mio nonno e il drago con l’autore Stefano Mellini. Appuntamento all’Hotel La Tavernetta di Marina Romea.
Mio nonno e il drago a Marina Romea
Una serata sulla vitalità del dialetto Prosegue la rassegna “Romagna Viva” organizzata da Capit Ravenna in piazza San Francesco con inizio alle 21.15 a ingresso libero. Martedi 24 luglio la serata sarà intiolata Il dialetto è giovane: il dialetto romagnolo sarà interpretato in diverse sfumature con le voci narranti di Marco Grilli e Carlo Falconi e le incursioni della fisarmonica del maestro Erick Scalini.
Le spose sepolte di Marilù Oliva al bagno Perla Per la rassegna “Perle di libri sulla spiaggia” al bagno Perla di Punta Marina, lunedì 23 luglio sarà ospite la scrittrice Marilù Oliva con il suo ultimo romanzo dal titolo Spose sepolte, edito dalla “nuova” casa editrice Harper Collins. Appuntamento come sempre alle 21.
ALFONSINE
SPETTACOLO E CENA ALLA CASA DEL DIAVOLO LIDO ADRIANO In piazza Vivaldi L’ala di Berardi Mercoledì 25 luglio alle 21 in Piazza Vivaldi a Lido Adriano (subito prima del concerto di Frank David) avrà luogo una breve presentazione del libro di Saturno Carnoli, Cesare Albertano e Domenico Mollura L’Ala di Berardi. Saranno presenti Gianni De Lorenzo (Presidente Pro Loco), Carnoli, Albertano e l’editore Simonini.
Serata speciale alla Casa del Diavolo di Alfonsine (via Destra Senio 88) il 21 luglio con “Falci di luna in una notte d’estate”. Canto, racconto, danza in una serata di spettacolo con Luigi Berardi, Fabiana Monti e danzerini romagnoli. Lo spettacolo (10 euro) è alle 20.45 e in replica alle 22. Per chi desidera cenare, la cucina romagnola nell’aia è a cura di Santalbirra, necessaria la prenotazione al numero: 333 5266077 (cena + spettacolo 25 euro).
roccacinema
32 / CINEMA RAVENNA&DINTORNI 19-25/7/2018
gio. 19
LADY BIRD
• Cinemacity • Ravenna
Hereditary (v.m. 14)
di Ari Aster mer.: p.u. 21.05
di Greta Gerwig
ven. 20
sab. 21
segnala questa settimana:
dom. 22
I SEGRETI LA RAGAZZA C'EST LA VIE DI WIND RIVER NELLA NEBBIA di Eric Toledano di Taylor Sheridan
e Olivier Nakache
di Donato Carrisi
www.roccabrancaleonecinema.com
lun. 23
mar. 24
mer. 25
DOGMAN
TONYA
di Matteo Garrone
di Craig Gillespie
LA CASA SUL MARE
apertura ore 20.45, inizio proiezione 21.30 biglietti: interi € 6 - ridotti € 5
Jurassic World Il regno distrutto
• Cinedream •
di Larry Charles mer.: p.u. 21.10
di J.A. Bayona fer. (escluso mer.), sab. e fest.: p.u. 20.50
Bent Polizia criminale
• Rocca Cinema • Ravenna
di Rawson Marshall Thurber Proiezione in Dolby Atmos fer.: 20.30-22.45; sab.: 17.50-20.30-22.45; dom.: 15.30-17.50-20.30-22.45
di Julian Rosefeldt gio.: p.u. 21.30 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano)
Lady Bird
Le ultime 24 ore
di Greta Gerwig gio.: p.u. 21.30
Overboard
di Alice Rohrwacher ven.: p.u. 21.30
Io, Dio e Bin Laden
di Bobby Moresco mer.: p.u. 21.05 di Brian Smrz mer.: p.u. 21
Skyscraper
di Rawson Marshall Thurber fer., sab. e fest.: 20.30-21.15
Overboard
di Bob Fisher, Rob Greenberg fer., sab. e fest.: p.u. 21
A modern family
di Donato Carrisi sab.: p.u. 21.30
C’est la vie
di Eric Toledano, Olivier Nakache
di Nicolai Fuglsig fer.: 20.10-22.45; sab.: 17.35-20.10-22.45; dom.: 15.30-17.35-20.10-22.45
Giochi di potere
Chiudi gli occhi
di Phillip Noyce fer. (escluso mer.), sab. e fest.: p.u. 21.05
di Marc Forster fer.: 20.30-22.45; sab.: p.u. 22.45; dom.: 15.30-20.30-22.45
La prima notte del giudizio (v.m. 14)
di Christoph Lauenstein e Wolfgang Lauenstein fer., sab. e fest.: p.u. 20.25
Prendimi!
di Jeff Tomsic fer. (escluso mer.), sab. e fest.: p.u. 21.10
Jurassic World Il regno distrutto
dom.: p.u. 21.30
Dogman (v.m. 14)
di Matteo Garrone lun.: p.u. 21.30
Tonya
di Craig Gillespie mar.: p.u. 21.30
La casa sul mare di Robert Guédiguian mer.: p.u. 21.30
Figlia mia
di Laura Bispuri mer.: p.u. 21.30
• Cinema sotto i tre colli • Brisighella
The Greatest Showman
Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Ferdinand
di Carlos Saldanha, Cathy Malkasian, Jeff McGrath mar.: p.u. 21.30
Gatta Cenerentola
di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone mar.: p.u. 23
Brutti e cattivi
di Katsuhiro Ôtomo mar.: p.u. 21.30
Loro 2
di Paolo Sorrentino sab.: p.u. 21.30
di Jean-Michel Cousteau, Jean-Jacques Mantello lun.: p.u. 21.30
Wonder
Akira
di Paolo Sorrentino ven.: p.u. 21.30
Le meraviglie del mare
di Stephen Chbosky sab.: p.u. 21.30
di Billy Wilder lun.: p.u. 21.30 (ingresso gratuito, proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano)
LUGLIO
di Martin McDonagh dom.: p.u. 21.30
Lazzaro felice
Un, due, tre
12 Soldiers
di Sofia Coppola
Manifesto
Prendimi!
di Jeff Tomsic fer. e dom.: p.u. 21.45; sab.: 18-21.45
Rocca Cinema Ravenna
Faenza
di Cosimo Gomez dom.: p.u. 21.30
di David Gordon Green fer. e sab.: 20.15-22.45; dom.: 17.45-20.15-22.45
12 Soldiers
• Arena Borghesi •
di Gerard McMurray fer.: 20.30-22.45; sab.: 18-20.30-22.45; dom.: 15.30-18-20.30-22.45
Stronger - Io sono più forte
di Nicolai Fuglsig fer., sab. e fest.: p.u. 20.55
Luis e gli alieni
La prima notte del giudizio (v.m. 14)
La ragazza nella nebbia
di Jay Chandrasekhar fer., sab. e fest.: p.u. 20.45
di Marc Forster fer. (escluso mer.), sab. e fest.: p.u. 21
di Bob Fisher, Rob Greenberg fer.: 20.20-22.40; sab.: 18-20.20-22.40; dom.: 15.30-18-20.20-22.40
di Taylor Sheridan ven.: p.u. 21.30
Super Troopers 2
Chiudi gli occhi
Skyscraper
I segreti di Wind River
di Andrew Fleming fer., sab. e fest.: p.u. 21.10
di Gerard McMurray fer., sab. e fest.: p.u. 21.05
Faenza
di Robert Guédiguian
DA GIOVEDÌ 19 A MERCOLEDÌ 25
sab. e dom..: p.u. 21.15
Charley Thompson di Andrew Haigh mer.: p.u. 21.30
• Arena delle Cappuccine •
• Arena Mare •
Manuel
A casa tutti bene
Un sogno chiamato Florida
Jurassic World Il regno distrutto
Bagnacavallo
di Dario Albertini gio.: p.u. 21.30 (incontro col regista) di Sean Baker ven.: p.u. 21.30
Cosa dirà la gente di Iram Haq sab.: p.u. 21.30
A casa tutti bene
Milano Marittima di Gabriele Muccino gio.: p.u. 21.30
di J.A. Bayona ven.: p.u. 21.30
Loro 2
di Paolo Sorrentino sab.: p.u. 21.30
di Gabriele Muccino dom. e lun.: p.u. 21.30
• Arena Pinarella •
Hotel Gagarin
Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Deadpool 2
di Christoph Lauenstein e Wolfgang Lauenstein fer.: p.u. 20; sab.: 17.50-20; dom.: 15.40-17.50-20
• Arena in Massa •
• Arena del Sole •
Zootropolis
di Paolo Sorrentino gio. e ven.: p.u. 21.15
Loro 1
Chiamami col tuo nome
di J.A. Bayona fer.: 20.10-22.45; sab.: 17.35-20.10-22.45; dom.: 15.30-17.40-20.10-22.45
Luis e gli alieni
di Byron Howard, Rich Moore, Jared Bush sab.: p.u. 17.50; dom.: 15.30-17.45
di Michael Gracey ven. e sabato: p.u. 21.15 di Simone Spada dom.: p.u. 21.15
Massa Lombarda
L’inganno
di Martin McDonagh mar. e mer.: p.u. 21.30
Lido di Classe
di Luca Guadagnino gio.: p.u. 21.30
Loro 1
Pinarella di Cervia di David Leitch gio.: p.u. 21.15
La prima notte del giudizio (v.m. 14) di Gerard McMurray ven.: p.u. 21.15
Luis e gli alieni
di Christoph Lauenstein e Wolfgang Lauenstein ven.: p.u. 21.15
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JUNIOR / 33 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
TEATRO/1
TEATRO/2
Sganapino e Fagiolino superstar: le teste di legno sbarcano anche all’Antico Porto di Classe
PIUMETTO CHE AMA L’ARTE, PIERINO CHE TEME IL LUPO Gli spettacoli per ragazzi a Brisighella e Faenza
Il 26 luglio anche Sandrone nel sito archeologico per lo spettacolo del Teatro del Drago. Tutti gli altri numerosi appuntamenti con i burattini
I burattini sbarcano per la prima volta anche all’Antico Porto di Classe, lunedì 23 luglio alle 18, con Le avventure di Fagiolino e Sandrone, spettacolo di burattini della tradizione emiliano-romagnola del Teatro del Drago/Famiglia d’arte Monticelli, di e con Mauro e Andrea Monticelli. Ma davvero gli appuntamenti per chi ama le teste di legno non mancano in questa estate ravennate. Prosegue infatti a Lido Adriano la nuova rassegna Approdi-Ancoraggi di teatro, musica e picnic sul prato per fa-
FIDO IN AFF
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miglie con bambini e adolescenti al Cisim. Lunedì 23 luglio l’appuntamento è con i burattini di Massiliano Venturi per Sganapino apprendista contadino (dai 3 anni in su) e poi ancora il 26 luglio sarà invece la volta del Teatro del Drago con La mirabolante istoria di Fagiolino (dai 3 anni in su). Appuntamento alle 19 e al termine di ogni spettacolo, il pubblico è invitato a portare con sé un cestino per cenare in giardino, dove ci saranno anche giochi per i più piccoli, messi a disposizione da “Il sogno del bambino” di Ravenna. L’interno della baracca E i burattini sono protagodel Teatro del Drago nisti dell’estate dell’arena del Valtorto di Fornace Zarattini quando, il 19 luglio, alle 21.15 Massimiliano Venturi propone Sganapino Cosacco ma non troppo, mentre il 26 sarà protagonista il Teatro Medico Ipnotico con Racconto d’estate. Sempre alle 21.15, spettacolo anche al Coya Beach di Casal Borsetti con All'InCirco e il loro Ecomonsters Puppet Show. Sabato 21 luglio ancora Massimiliano Venturi in scena con Burattini in Fiaba nel Giardino delle ex scuole di Santerno che sarà anche il 24 luglio al Finisterre Beach di Marina di Ravenna (21.15) con il Gran varietà dei burattini.
Proseguono gli appuntamenti con il Teatro Ragazzi nell’arena di via Spada, a Brisighella. Venerdì 20 luglio alle ore 21.15 andrà in scena La fiaba di Piumetto, viaggiatore nell’arte (nella foto), uno spettacolo della compagnia Teatrino dell’Es, scritto da Cristina Pellegrini e diretto da Vittorio Zanella. La pièce si propone d’introdurre i bimbi (e non solo) al fascino dell’arte in ogni sua forma, classica, moderna, contemporanea. L’ingresso è gratuito. Lunedì 23 luglio alle ore 21.15 prosegue inoltre la rassegna Teatro Masini Estate in piazza Nenni/Molinella, a Faenza: ad andare in scena sarà la compagnia Il Baule Volante con la pièce Attento Pierino… arriva il lupo, tratta da Pierino e il lupo di Sergej Prokofiev (biglietto 4 euro).
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34 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 19-25 luglio 2018
SAGRE/1 SAGRE/2 Il tagliolino di Sant’Agata sul Santerno al parco dei Frassini Gastronomia, spettacoli e musica saranno i protagonisti della quarta edizione della “Sagra del Tagliolino” di Sant’Agata sul Santerno, in programma fino a sabato 21 luglio al parco dei Frassini (piazza XXV Aprile). Giovedì 19 luglio si esibiranno i Diavoli della frusta, mentre il 20 luglio è in programma il concerto dei Talamh de Focu. Il gruppo è composto da Valeria Magnani (voce e violino), Francesco Cimatti (chitarre) e Mauro Casadio (percussioni). Sabato 21 luglio gran finale con lo spettacolo delle Comete di Romagna. Gli spettacoli inizieranno alle 21. Tutte le sere a partire dalle 19.30 sarà allestito uno stand gastronomico con menù di carne e pesce. L’evento è organizzato dalla Pro Loco di Sant’Agata sul Santerno con il patrocinio del Comune. Per ulteriori informazioni, contattare il numero 347 5646853.
LO STAPPATO Un Tavernello corretto ed equilibrato al palato di Fabio Magnani - glistappati@gmail.com
Oggi parliamo di cose semplici e stappiamo il “Vino frizzante Rosato Tavernello”. Proprio così, parliamo del tanto discusso Tavernello. Amato e odiato allo stesso tempo rimane comunque tra i vini più venduti. Per curiosità ho stappato la versione rosata ma, attenzione, in bottiglia di vetro. Ed è abbastanza piacevole. Il naso è pulito e ha delicati profumi di fragole, ribes, ciliegia e qualcosa di floreale. Appena un po’ stucchevole sul finale. In bocca la sensazione è piacevole e ha giusta freschezza acida. Un vino equilibrato anche al palato. In tutta franchezza mi aspettavo peggio, invece, mi ritrovo con un vino corretto. Da bere molto freddo. Da portare sotto l’ombrellone senza vergogna.
Torna la festa per la scalogno Igp a Riolo Terme La XXVI edizione è la prima dopo la nascita del Consorzio Dal 19 al 22 luglio TRADIZIONI Dal 19 al 22 luglio torna una delle sagre più attese delle colline faentine, quella dedicata al piccolo bulbo dal colore vivace in cui si nascondono e si fondono tradizioni romagnole, benefici stupefacenti e un gusto unico e dai mille usi che sta ormai da tempo conquistando palati e cuochi di fama: lo scalogno di Romagna. La ventiseiema edizione della sagra di Riolo Terme arriva inoltre all’indomani del neonato Consorzio dello Scalogno di Romagna I.G.P. che naturalmente coglierà la ghiotta occasione per proporre, nel proprio stand gastronomico sito in parco Pertini, un vastissimo menù in cui questa prelibatezza sarà protagonista e accostata a prodotti locali di origine certificata per un menù completo. Non solo, la possibilità di gustare lo scalogno appena raccolto si estende a tutti i ristoratori riolesi che proporranno menu a tema. Inoltre, come sempre, a partire da giovedi 19 dalle 17 e domenica per tutta la giornata, per tutto il paese sarà allestita una mostra mercato di prodotti tipici e il mercatino tradizionale. Per l’occasione tornerà anche la fiera del libro romagnolo (vedi p. 21) e sempre per l’occasione sarà particolarmente ricco il programma alla Rocca di Riolo e alla grotta di Tiberio organizzato dalla cooperativa Atlantide: visite guidate in notturna, letture animate per per grandi e piccini, cacce fotografiche e introduzioni al Parco della Vena del Gesso. Per info e prenotazioni: 0546 77450.
DA TUTTA ITALIA PER IL PUBBLICO VOTO A BAGNARA Dal 26 al 29 luglio torna a Bagnara di Romagna la “Festa del pubblico voto”, che ospiterà spettacoli e gastronomie, animando le piazze e le vie del centro grazie alla collaborazione e all’esperienza in campo internazionale del Popoli Pop Cult Festival (foto). In particolare ad accompagnare la tradizionale festa ci saranno anche gli stand della gastronomia da diverse regioni italiane. Quella romagnola è divisa in tre stand (trattoria, cappelletto, piadina e porchetta); ci saranno poi le cucine ligure, campana, veneta e la novità "Regno delle due Sicilie", in cui verranno proposte alcune delle eccellenze delle regioni del Mezzogiorno.
GUSTO / 35 19-25 luglio 2018 RAVENNA&DINTORNI
INCONTRI
CLASSE Trent’anni tra danza, spettacolo e stand enogastronomici
Graziano Pozzetto a Pinarella con l’Enciclopedia della cucina romagnola Tra i “salotti letterari” organizzati nell’ambito della nota rassegna di incontri “Cervia, la spiaggia ama il libro” (vedi p. 31) c’è spazio naturalmente anche per l’enogastromonia e in particolare i cibi e i sapori della Romagna. Giovedì 26 luglio alle 18, a Pinarella, al Bagno Green Beach Bamby n. 93 in Viale Italia, sarà infatti ospite Graziano Pozzetto. Il giornalista, scrittore e gastronomo insignito dalla Giuria del Premio Bancarella Cucina del Premio Baldassarre Molossi 2011 alla carriera presenterà la sua Enciclopedia enogastronomica della Romagna - Volume 1 (ed. Il Ponte Vecchio).
All’Antico Porto di Classe si parla del gelato, per gli antichi romani Trentesima edizione per la Sagra paesana di Classe, all’ombra della meravigliosa basilica patrimonio dell’Unesco. Fino al 24 luglio una serie di eventi artistici e culturali, tra concerti e spettacoli, animeranno la località (in particolare sabato 21 luglio si svolgerà lo spettacolo di danza, moda e musica a cura della scuola “La soffitta delle arti”), ma non mancheranno naturalmente stand enogastronomici per gustare le prelibatezze del territorio tra primi e secondi a base sia di carne che di pesce.
All'Antico Porto di Classe proseguono le conversazioni e le degustazioni di pietanze dell'Antica Roma a cura di Claudio Cavallotti, cuoco ed esperto di cucina antica. Venerdì 20 luglio l'appuntamento al sito archeologico di via Marabina è dalle 20 con "Il gelato a Roma e la conversazione dei cibi".
COSE BUONE DI CASA
MEZZANO Che Sbirrata, con menù romagnolo e texano per la festa della birra
Acciughe ripiene al forno o fritte con ripieni alternativi
Al via a Mezzano martedì 24 luglio la festa “Che sbirrata” al centro sportivo Sabino DiNunno in via Reale 278/h. Fino al 29 luglio tutti i giorni sarà attivo uno stand con un menù che include cappelletti e strozzapreti, hamburger e carne alla griglia, ma anche piatti per vegetariani e i “piatti dello sbirrato” che possono essere di ispirazione romagnola o texana, e ovviamente l’immancabile piadina. Tutte le sere musica dal vivo con cover band dei Led Zeppelin, Ligabue, Muse, Ac/Dc e Queen. Area giochi per i bambini con i gonfiabili e ingresso a offerta libera.
di Angela Schiavina
Ecco come preparare acciughe squisite e forse insolite. Ingredienti: 40 acciughe fresche pulite, aperte a libro e diliscate, lavate e asciugate, 2 spicchi di aglio o un cucchiaio di scalogno tritato, 150 gr. di pane comune, 60 gr. di parmigiano reggiano grattugiato, 150 gr. di mortadella tritata finemente, un bicchiere di latte, un uovo, un rametto di timo fresco, sale e pepe. Preparazione: preparate il ripieno. Mettere il pane a pezzetti a bagno nel latte. Ammollatelo poi scolatelo e
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strizzatelo. Metterlo in una ciotola insieme al parmigiano, l’uovo, il timo tritato e la mortadella (assaggiare e se necessario aggiustare di sale). Amalgamate bene, spalmate un po’ di ripieno su mezza acciuga, chiudetele con l’altra metà e premete leggermente. Quindi mettetele in una teglia con un cucchiaio di olio evo e gli spicchi di aglio, salate leggermente e pepate con pepe bianco. Infornate a forno caldo per circa 30 minuti. Se volete friggerle, passatele invece nell’uovo sbattuto e poi nel pane grattugiato, prima di friggerle in olio di semi di arachidi. Si possono farcire anche con altre ripieni, eccone un esempio con pane ammollato e strizzato, capperi tritati, filetti di acciughe tritati, parmigiano, uovo, sale e pepe. Oppure si può preparare come il precedente ma mettendo al posto delle acciughe qualche foglia di spinacio tritata finemente.
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MEZZANO CENTRO In zona silenziosa e vicina ai servizi principali, si vende casa abbinata indipendente di oltre mq. 200 disposta su 2 piani, in parte ristrutturata al piano terra e ben tenuta; al primo piano 4 camere e bagno. Giardino e garage. Possibilità di creare 2 unità abitative, una a piano terra ed una al primo piano con ingresso in comune. Libera. Classe energ. G da 302 kwh/mq/anno. € 165.000,00
Rif. 0474
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MEZZANO
PORTO CORSINI
SANT’ALBERTO
Appartamento al 1° piano rialzato ed ultimo con lastrico solare al piano superiore, composto da: sogg. con zona cottura separata, 2 camere, bagno, 2 balconi, 2 posti auto in area privata di cui uno coperto, completamente arredato, termo autonomo, condizionatore.
Bellissima villa indip. di nuova costruzione, rifiniture alto livello, soggiorno, cucina abit., 3 bagni con finestra, cantina, garage doppio riscaldato ed attrezzato sfruttabile anche come tavernetta; 2 camere matrim., una doppia, una singola, camera hobby, guardaroba, ripost. nel sottotetto, giardino privato con irrigazione automatica, porte in lgno massello, inferiate di sicurezza, impianto allarme, tetto in legno ventilato.
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Rif: R-112
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Rif: R-047
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Comodo appartamento in villetta al primo ed ULTIMO PIANO con ingresso indipendente e corte privata, in contesto molto tranquillo e vicino a tutti i servizi e scuole, in ottimo stato, composto da loggia di ingresso, soggiorno con climatizzatore, cucina ampia con balcone, bagno, due camere da letto, sottotetto uso sgombero. Garage rifinito + posto auto. Riscaldamento autonomo. Classe energetica "D" ep: 185 kwh/mq/anno. € 135.000,00 Rif. 0470 Ulteriori informazioni in Agenzia
A 5 MINUTI DA RAVENNA Grande villetta di recentissima costruzione (2010), composta da soggiorno spazioso, cucina grande con corte, bagno e garage; primo piano con 3 camere da letto, terrazzi e bagno; mansarda grande, climatizzatore e zona lava/asciuga. Posto auto + un'area verde di 60 mq. ca. per orto o giardino. Da vedere, a Camerlona. SuperMarket alimentari a 100 mt. Cl. energ. "C" Ep tot. 68 kwh/mq./anno Rif. 0458 Rich. € 198.000,00
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