RAVENNA&DINTORNI Settimanale FREEPRESS
Giovedì 20 ottobre 2016 n.695
www.ravennaedintorni.it
LINEABLÙ 40 ANNI CON VOLVO SERATA DI GALA PER LO STORICO TRAGUARDO DELLA CONCESSIONARIA • Redazione tel 0544 271068 • redazione@ravennaedintorni.it • Pubblicità tel. 0544 408312 • info@reclam.ra.it
infoprom GGIO € 0,08 PIA OMA COPrezzo
40 ANNI DI
Alcuni momenti della serata di festa alla concessionaria Lineablù
I primi quarant’anni di Volvo e Lineablù Parla Enrico Benelli, che sta portando avanti il percorso avviato dal padre al timone della concessionaria di Fornace Zarattini: «È stata una festa emozionante. I nostri punti di forza? Service, semplicità e prezzi» Avevano poco più di vent’anni a testa e la coraggiosa intraprendenza dei giovani, non avevano molti soldi ma erano pronti a sporcarsi le mani. I fratelli Sante, Corrado e Bruno Benelli si misero in società nel 1971 e aprirono a Ravenna un’officina di riparazioni auto: cinque anni dopo sarebbe diventata la prima concessionaria Volvo in provincia, la stessa che ha appena festeggiato il quarantesimo compleanno con il terzo posto in Italia nella graduatoria del marchio svedese per quote di mercato e soddisfazione dei clienti. Partita come piccola azienda a conduzione familiare, l’azienda è cresciuta nel tempo: nel 1998 ha raggiunto Imola e in seguito anche Forlì e Cesena. Oggi Lineablù, a Fornace Zarattini, vende i marchi Volvo, Mazda (dal 2004), Seat e Skoda (dal 2014) e conta 50 dipendenti. Al timone c’è Enrico Benelli, figlio di Sante. L’officina di suo padre e dei suoi zii è nata nel 1971, lei è nato nel 1972. Due strade parallele che a un certo punto si sono incontrate… «L’attività dell’azienda è sempre stata molto presente nei discorsi della famiglia anche fuori dai luoghi di lavoro. Siamo sempre stati coinvolti tutti. Mi ricordo da bambino che accompagnavo mio padre alle riunioni o alle sagre paesane. Ho sempre vissuto l’azienda anche prima di iniziare a lavorarci e non ho mai avuto dubbi che sarebbe stata anche la mia vita. Non
ho mai avuto pressioni ma è stata una mia scelta che è venuta naturale». Cosa le hanno raccontato degli inizi? «Mio zio Corrado faceva già il meccanico e ebbe l’idea di mettersi in proprio con i fratelli. Per cominciare fecero i debiti, dimostrando un po’ di quella incoscienza necessaria per tentare certe imprese. Lavoravano sette giorni su sette: fino a 8-10 anni mi ricordo di aver visto poco mio padre a casa, la domenica pomeriggio mia madre mi portava in officina per passare un po’ di tempo con lui». Com’è cominciata l’avventura con Volvo nel ’76? «All’inizio cominciarono vendendo le Daf, auto olandesi che oggi non sono più in produzione. Poi la Volvo comprò il marchio e chiese di restare concessionaria. Poi nel tempo a Lineablù sono arrivati i marchi Mazda, Seat e Skoda per stare sul mercato. Oggi mio cugino Alessandro gestisce la concessionaria Peugeot e mio cugino Davide gestisce l’Opel». In quarant’anni quante auto hanno messo in moto dal vostro salone? «Direi non meno di 15mila. A pensarci così è un bel numero, no?». Il 13 ottobre nello showroom rinnovato di Fornace Zarattini avete spento quaranta candeline con una serata evento. Che ricordo resta? «Da mesi stavamo organizzando la serata per fare qualcosa di bello. Devo dire che siamo sod-
FOTOGALLERY DELLA FESTA In queste due pagine alcune immagini (foto di Cristina Bagnara) dalla serata di gala di giovedì 13 ottobre nella rinnovata sede di Lineablù di via Braille, a Fornace Zarattini, in occasione dei 40 anni della concessionaria. Una serata a cui hanno partecipato oltre 700 persone, tra cui anche il sindaco di Ravenna Michele de Pascale (a sinistra) e i campioni di nuoto Filippo Magnini e Fabio Scozzoli (in basso a sinistra)
disfatti, anche tenendo conto delle reazioni dei nostri clienti e dei tanti amici che abbiamo invitato e sono passati a salutarci per fare parte di un momento che volevamo condividere. Ho l’onore e l’onere di portare avanti il percorso avviato da mio padre e per me è stato molto emozionante il ricordo della sua scomparsa dieci anni fa. Ma altrettanto emozionante, anche se in maniera diversa, è stato ritrovarmi sul palco per una foto di gruppo con tutte le persone che lavorano per noi». L’azienda è legata alla vostra famiglia da sempre? Lavoro e affetti si sposano sempre bene? «Per la nostra esperienza posso dire che è stata una delle nostre forze. C’è continuità aziendale, i miei zii sono ancora in azienda con ruoli defilati e intanto siamo subentrati noi cugini. Siamo coesi, abbiamo lo stesso universo di valori pur avendo ognuno le sue caratteristiche». Com’è è cambiato il concessionario di auto? «Si è stravolto tutto completamente, anche da noi come in tanti altri settori è stato internet a modificare le cose. Con il web l’accesso alle informazioni è più facile, non esiste più il cliente che entra a chiedere il depliant: oggi viene gente già molto preparata su questioni tecniche ed economiche. Internet poi ha ampliato l’orizzonte commerciale che non è più solo locale». E allora come si conquista il cliente? «Per noi i punti di forza sono tre. Prima di tutto
il service: tanti nostri clienti hanno scelto di rimanere con noi in Volvo per la fiducia nel servizio post vendita. Secondo un approccio molto facile del venditore: cerchiamo di semplificare le cose, filosofia molto spiccia. E terzo ovviamente il prezzo: devi essere competitivo con le promozioni e la scontistica sull’usato altrimenti puoi essere anche il più simpatico ma vanno altrove». Con quarant’anni di esperienza alle spalle si possono fare le carte al mercato… «Non siamo ancora a fasti splendidi ma rispetto a tre anni fa c’è una discreta ripresa. Negli anni d’oro si arrivò a vendere 2,5 milioni di auto in Italia, ora stiamo risalendo da 1,2 milioni a cui eravamo arrivati. Quest’anno dovremmo chiudere a 1,8. I tempi d’oro non torneranno più». Nel matrimonio con Volvo c’è anche una condivisione di valori? «Dal 1998 al 2005 ho lavorato in Svezia alla Volvo. Ho conosciuto di persona quella cultura e quell’ambiente che già avevo conosciuto tramite mio padre. A tenerci uniti c’è una condivisione di certi valori che si vedono anche nel profilo del nostro cliente. Siamo un marchio di prestigio, il cliente sceglie noi non per avere qualcosa da ostentare come succede per altre case automobilistiche ma lo fa per premiare se stesso e la sua famiglia, non per esibizione del lusso».
INFORMAZIONE PROMOZIONALE
Parla il presidente di Volvo Italia: «Il futuro è il nostro»
I ricordi: «Quando portavamo le auto direttamente a casa...» La quarantennale esperienza di Lineablù nella vendita di Volvo, nel salone da poco rinnovato in via Braille a Fornace Zarattini (Ravenna), è un traguardo di cui tutti i dipendenti della concessionaria si sentono soddisfatti e partecipi. Elisa è in Lineablu fin dal primo giorno. È una colonna portante della azienda e ne è anche la memoria storica: «La caratteristica che ci distingue da sempre è la semplicità. Ci sono clienti con cui siamo legati fin dagli anni ‘70 e abbiamo visto cambiare auto dopo auto. Ricordo quando abbiamo iniziato e portavamo noi le macchine in campagna a casa di chi le aveva ordinate, spesso ci accoglievano con cassette di pesche o una crostata, c’era un bello spirito che va oltre al rapporto commerciale. Abbiamo fatto in modo che quello spirito rimanesse». Massimo lavora da molti anni in azienda e ora segue il magazzino: «Una volta era grande e complesso da gestire, oggi grazie al servizio di magazzino di Volvo riusciamo a ordinare solo i pezzi necessari che vengono consegnati con una velocità impressionante. Se li chiediamo la mattina, alle 10.45 sono già arrivati. Così riusciamo a restituire la macchina riparata ai nostri clienti in giornata». Michele e Alessandro lavorano in officina dove c’è un bel clima di amicizia tra colleghi. Michele racconta: «Dopo il lavoro andiamo spesso a giocare a calcetto o a mangiare assieme. Siamo un gruppo affiatato con cui si lavora bene e questo è importate per essere efficienti». Alessandro aggiunge: «È un piacere lavorare qui anche perché abbiamo la possibilità di confrontarci con automobili che sono gioielli della tecnologia come la nuovissime V90 e S90 che confermano il nuovo corso intrapreso da Volvo in termini di
design e di tecnologia d’avanguardia iniziato con XC90, già un successo globale in termini di apprezzamento di pubblico e di vendite. Entrambi i modelli vantano caratteristiche tecnologiche da primato per quanto riguarda sicurezza, interfaccia uomo-macchina e guida assistita. Alla base del nuovo corso, la piattaforma modulare Spa e una gamma di motori “Drive-E”». Daniele ha messo piede in Lineablù nel 1999: «Avevo 26 anni facevo il commesso in un negozio di abbigliamento e volevo cambiare: andai a portare il curriculum e lo prese personalmente Sante Benelli che non sapevo fosse il titolare. Mi fece entrare in ufficio e cominciammo a parlare. La sua disponibilità a dare fiducia ai giovani mi ha conquista subito». Insomma, sintonia a prima vista. Poi confermata nel tempo: «Sante era uno che ti dava la carica giusta ogni mattina, le sue capacità di formare i dipendenti credo sia stata un punto forte di questa attività. Nel figlio Enrico (vedi intervista nella pagina a fianco, ndr) io vedo alcune caratteristiche che aveva Sante». Se Daniele è ancora tra le fila di Lineablù c’è un motivo: «Non credo potrei vendere auto per un’altra concessionaria, qui c’è un clima che facilità le cose». E un venditore sereno è un venditore che fa numeri: «La clientela è cambiata. Oggi arrivano persone già molto decise, che hanno raccolto informazioni prima grazie soprattutto a internet. Una volta un bravo venditore era quello che chiudeva un contratto ogni cinque o sei persone che entravano in concessionaria, oggi per essere uno forte bisogna fare uno su tre. In gran parte è una questione psicologica, un ambiente di lavoro che ti mette a tuo agio è fondamentale».
Foto di gruppo della squadra Lineablù al termine della grande festa
«Lineablù e la famiglia Benelli a Ravenna sono un'istituzione, non mi sorprende il grande successo della serata». C'era anche Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Italia, alla festa per i 40 anni di Lineablù, andata in scena a Ravenna lo scorso 13 ottobre e di cui parliamo in queste due pagine di speciale. «La loro attenzione nei confronti del marchio è straordinaria – commenta Crisci –: non per niente sono al terzo posto, sul podio delle aziende italiane Volvo, per quote di mercato e una serie di parametri che calcoliamo per misurare le performance delle nostre concessionarie, come la soddisfazione dei clienti per esempio». Crisci ha partecipato alle celebrazioni di Lineablù presentando anche una nuova automobile, la station wagon V90, che insieme alla berlina S90 completa l’aggiornamento partito quest'anno con il fuoristrada Xc90 della gamma più alta della casa, quella contrassegnata appunto dal numero 90, in attesa nei Il presidente di Volvo prossimi anni delle nuove Italia Michele Crisci serie 40 e 60. (a sinistra) con Enrico Crisci sottolinea come i conBenelli di Lineablù e la nuova V90 tenuti principali delle nuove serie 90, con un design totalmente rinnovato ed elegante in maniera minimalista, siano da ricercare nella «tecnologia applicata alla sicurezza, con equipaggiamenti che rappresentano il massimo di quanto è possibile avere oggi al mondo». A partire dalla guida assistita, ossia la possibilità di lasciare che sia l'auto in maniera automatica a sterzare il volante, accelerare o frenare. «Non una guida autonoma, perché ancora non esiste a causa anche della mancanza di infrastrutture stradali adeguate, ma una funzione straordinaria, utilizzabile fino a 130 km e che ho sfruttato proprio per venire a Ravenna in autostrada: una grande comodità. Ma è bene sottolineare che non si tratta di una introduzione tecnologica fine a se stessa o con finalità divertenti, bensì un nuovo investimento che dovrà concorrere a raggiungere l'obiettivo che ci siamo dati in passato, e cioè di eliminare entro il 2020 danni da incidenti stradali per tutti gli occupanti di una Volvo. Evitando i contatti poi sarà anche più facile alleggerire i metalli delle auto e passare a motori sempre più efficienti, favorendo l'introduzione definitiva dell'elettrico». La serie 90 lanciata quest'anno sta già ottenendo risultati importanti. «La Xc90 vende più dei tedeschi – rivela Crisci –, si tratta di un modello d'avanguardia e siamo diventati un punto di riferimento, tanto che molte case automobilistiche ci stanno chiedendo i parametri costruttivi». Come stanno reagendo i clienti Volvo a queste novità e quali sono le caratteristiche del “volvista”? «Di fronte a un cambiamento c’è sempre un po’ di preoccupazione. Il cliente Volvo si è evoluto ma è anche molto legato alla tradizione. Quello storico e tradizionale è molto razionale nella sua scelta, compra l'auto perché ne ha un bisogno specifico, ha necessità di viaggiare molto e di avere tanto spazio e riconosce standard di sicurezza di livello assoluto in Volvo. Il nostro, generalmente, è un cliente poco modaiolo, molto meno attratto dal numero dei cavalli rispetto ad altri, si tratta di una persona che non va al bar a far vedere la nuova macchina agli amici e che non la usa come autoaffermazione o per dimostrare il suo stato sociale. È anche un cliente molto fedele, che compra Volvo fin dagli anni settanta, come alcune testimonianze portate proprio da Lineablù. Ora però – continua il presidente Volvo – stiamo attirando anche un cliente nuovo, che ama alcuni parametri come il design molto raffinato, aspetto che in passato non era molto curato in Volvo, con le sue storiche auto squadrate; un cliente che ama la tecnologia, i motori, l'elettronica. E al momento sta aumentando il mercato delle flotte aziendali, delle partite Iva, verso cui le nuove auto si prestano moltissimo. Sono mezzi di alta gamma con cui sapevamo di poter perdere un po' di privati, che contiamo invece di guadagnare nei prossimi anni con il lancio delle nostre “piccole”». A partire da quello nei primissimi mesi del 2017 della Xc60. Come se la passa il mercato italiano? La crisi è finita? «L'Italia è uno dei mercati a livello europeo più importanti per Volvo, dopo Svezia, Germania e Inghilterra, ed è il settimo-ottavo al mondo. Un'importanza per i volumi di vendita certo, ma anche soprattutto come ruolo che ha l'Italia, spesso sottovalutato, nel determinare un trend sociale, soprattutto nel campo del design e del buon gusto. Per quanto riguarda la crisi, certo, abbiamo sofferto meno rispetto ai marchi che fanno auto di bassa gamma, però le sofferenze ci sono state e siamo passati da 20mila macchine vendute all’anno alle 13-14mila dal 2011 al 2014. A differenza di altri che hanno perso anche il 30-35 percento delle aziende, noi ci siamo messi in testa di difendere con forza la nostra rete commerciale, perdendo solo il 3-4 percento delle nostre imprese a causa della crisi e ora siamo risaliti, nel 2016, a una vendita stimata di 18mila vetture, in crescita del 7-8 percento rispetto al 2015, con piani futuri molti importanti, in grado di farci tornare attorno alle 25mila unità in Italia».