FREEPRESS n. 803
21-27 FEBBRAIO 2019
DISINFESTAZIONI www.legnamiradis.it
CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT •
Prezzo € 0,08 COPIA OMAGGIO ISSN 2499-9460
PASSIONE ARTIGIANA Viaggio nel mondo della birra di casa nostra, tra nuovi impianti e storie
LE AZIENDE INFORMANO
RENOVA CONSULENZA
La giusta formazione per chi vuole rendere il proprio lavoro qualcosa di unico Forte di una lunga esperienza nel settore, Serena Rontini ha fondato l’azienda ravennate che da più di due anni fornisce una consulenza specializzata nella preparazione professionale. Fiore all’occhiello, la formazione per gli insegnanti finalizzata alla preparazione dei concorsi di abilitazione, con percorsi formativi online accreditati dal Miur Ha appena festeggiato i primi due anni di attività, Renova Consulenza di Ravenna che si occupa di offrire la giusta formazione a chi desidera fare della propria professione qualcosa di unico. Dopo essersi occupata a lungo di formazione di professionisti per un’azienda di Lugo, la titolare Serena Rontini ha realizzato il sogno di aprire un’attività tutta sua, in linea con i propri valori e la propria etica. «Il nostro fiore all’occhiello è la formazione degli insegnanti – spiega –. Loro hanno un ruolo di grande responsabilità perché è a scuola che crescono gli adulti del domani. In tal senso, ci preme dar loro una mano, offrendo corretti strumenti di gestione. Nessuno meglio di un docente conosce l’importanza dell’apprendimento come processo continuativo che proseguirà per tutta la vita. Perché di imparare, si sa, non si finisce mai, soprattutto se lo si fa nel giusto modo e con l’aiuto delle persone giuste». «La nostra formazione agli insegnanti – aggiunge Rontini – vuol essere uno strumento in più per rappresentare il senso profondo della propria funzione, per rapportarsi ai propri alunni come educatori e accompagnarli nel loro percorso di crescita, rendendoli in grado di prendere in mano
il proprio futuro e coglierne tutte le possibilità in piena coscienza». Nel dettaglio, Renova Consulenza offre – anzitutto – ai docenti ancora non di ruolo, che aspirano a un’assunzione a tempo indeterminato, la giusta preparazione ai concorsi di abilitazione che escono ogni anno. Per esempio al concorso a cattedra – 24 Cfu, in collaborazione con l’Università Telematica Pegaso, per acquisire i crediti formativi necessari ad accedere al concorso pubblico nazionale e quindi al percorso Fit e al ruolo nell’insegnamento. Sono proposti inoltre, al personale docente e al personale Ata, percorsi formativi online accreditati al Miur e fruibili comodamente da casa 24 ore su 24, che consentono di adempiere al proprio obbligo formativo, oltre che di aumentare il punteggio per migliorare la propria posizione. A chi desidera avere più possibilità, ampliando le materie di insegnamento, è poi garantito un aiuto nel seguire master e corsi di laurea online. Al riguardo, Renova Consulenza è partner Ecp dell’Università Telematica Pegaso e di Ei-Point dell’Università Mercatorum, che propongono una formazione online comoda, flessibile e alla portata di tutti, al termine della quale sono rilasciati titoli
«In poco tempo siamo diventati un punto di riferimento per i docenti che hanno bisogno di una guida nel sempre più complicato mondo della scuola» riconosciuti dal Miur. Svolge infatti l’attività di segreteria e frontoffice per gli allievi, e un sostegno nella preparazione degli esami che avvengono poi nelle sedi più vicine di Bologna, Lugo e Rimini. «La più grande soddisfazione – conclude Rontini – è di essere diventati, già in così poco tempo, un punto di riferimento per gli insegnanti che hanno bisogno di essere guidati nel sempre più complicato mondo della scuola. Prima tutti si rivolgevano a enti di formazione e sindacati, ora molti vengono da noi e questo ci inorgoglisce molto».
PER LE AZIENDE Ai professionisti Renova Consulenza offre anche servizi di comunicazione web, marketing e graphic design Oltre che di formazione, il secondo grande ramo d’azione di Renova Consulenza è il marketing e graphic design. «Un servizio – spiega Serena Rontini – che si rivolge ai professionisti e alle aziende che aspirano a crescere e a far conoscere la propria attività. Una specialità che desideravo mantenere, in virtù delle mie precedenti esperienze anche nell’ambito della comunicazione. Mettiamo a disposizione una rete di professionisti che si occupano di costruzione di siti web, di visibilità online e di grafica in generale». Avere una vetrina virtuale per mostrare al mondo esterno cosa si offre è importante, così come un certo investimento nella pubblicità sul web, attraverso ottimizzazione e posizionamento (Seo), campagne marketing, newsletter/Dem, social media marketing e content management. Senza contare la necessità costante di far conoscere il proprio brand attraverso volantini, brochure, manifesti, rollup, totem, biglietti da visita, gadget e tanto altro. Tutti servizi che Renova Consulenza è in grado di proporre e di gestire nel minor tempo possibile.
INTRO / 3 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
SOMMARIO
IL COMMENTO
6 Se l’incognita politica rischia di minare l’istituzione di Fausto Piazza
È certamente desolante, e per certi versi anche un pò vergognosa la “sospensione” di un festival musicale di alto livello artistico e di gran parte della programmazione di uno storico palcoscenico della provincia di Ravenna, fra i gioielli del sistema teatrale romagnolo, per questioni logistiche. Stiamo parlando del teatro Rossini di Lugo che, a quanto pare (non ci sono ancora notizie ufficiali certe), per gli adeguamenti di legge alle normative antisismiche sarà costretto nel 2019 a chiudere i battenti, almeno fino alla fine dell’anno. Le conseguenze sono un cartellone probabilmente “ridotto” a pochi spettacoli della stagione musicale e di prosa, nei primi mesi del 2020, e la cancellazione di fatto della quarta edizione del festival della musica barocca “Purtimiro”, che dal 2016 si è svolto in autunno sul palco del Rossini sotto la prestigiosa direzione artistica del maestro Rinaldo Alessandrini. Sospendere una manifestazione di tale portata internazionale, che necessita di una ideazione e preparazione almeno annuale, significa di fatto decretarne l’estinzione prematura (anche se spero di sbagliarmi). Al di là che fosse un festival “di nicchia”, e che agli esordi non fosse ancora “decollato” sul piano dell’adesione del pubblico, e quindi criticabile sul piano dei tanto di moda bilanci costi/benefici, è sempre triste assistere alla dipartita di eventi di innegabile valore culturale. Ed è imbarazzante privare dei lughesi buona parte dei concerti e degli spettacoli delle rassegne più tradizionali. Nel campo delle istituzioni e della pianificazione culturale sarebbe auspicabile una certa continuità e tenacia di intenti per ottenere certi risultati educativi e di consenso, nel rispetto dei cittadini fruitori. Questo dovrebbe valere per chi governa una comunità e per chi si oppone o ne critica l’iniziativa, che in virtù dell’alternanza democratica potrebbe prenderne il posto e responsabilità. Per il bene della città. Fa specie che nel 2019 (cioè voglio dire nel 2018) non sia sia stato possibile prevedere, calendariare, parcellizzare e velocizzare certi lavori edilizi per evitare tali guasti nella frequentazione di un teatro cittadino, ma a quanto pare tutto il mondo è Paese, compreso Lugo di Romagna. Però in città fra qualche mese ci sono le elezioni comunali ed è probabile che lo scontro politico incerto e certe tattiche politiche e propagandistiche abbiano messo in secondo piano sia il destino del teatro municipale che quello del festival “Purtimiro”, su cui si era investito molto in termini economici e di immagine. Così fan tutti in tempo di elezioni: non si decide, si vive sospesi, si crea il “vuoto”, si procrastina, sperando in tempi migliori. Intanto si vota, poi c’è sempre tempo per metterci una pezza. E dire che il trentenne Davide Ranalli, sindaco uscente che ora si ricandida per il secondo mandato, era apparso anche a livello nazionale come un grande sostenitore del valore della cultura e del “suo” teatro, immortalato sul palcoscenico del Rossini, e appena cinque mesi fa aveva tuonato contro chi criticava il carattere elitario del festival “Purtimiro”: «intanto che faccio il sindaco io questo progetto va vanti, non si tocca!».
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POLITICA LE TRE CANDIDATURE ALLE PRIMARIE DEL PD DEL 3 MARZO
ECONOMIA IN REGIONE IL 90% DELLE AZIENDE SCEGLIE ALTRI PORTI
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PRIMO PIANO LA PASSIONE PER LA BIRRA ARTIGIANALE IN PROVINCIA
LAVORI PUBBLICI 200MILA EURO PER UN CAVALCAVIA CHE ARRIVA NEI CAMPI
SERVIZI COME CAMBIA LA RACCOLTA DEI RIFIUTI NEL FORESE
SPORT LE AMBIZIONI DEL BASKET A SANT’AGATA
L’INTERVISTA PARLA LA GRANDE SCRITTRICE BELGA AMÉLIE NOTHOMB da pagina
LIRICA LE NOZZE DI FIGARO IN SCENA SUL PALCO DELL’ALIGHIERI
36 INSERTO DI ANNUNCI IMMOBILIARI E NOTIZIE SUL MONDO DELLA CASA SICUREZZA DOMESTICA: CRESCE IL MERCATO DELLA VIDEOSORVEGLIANZA “CASALINGA”
RD &
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Anno XVIII - n. 803
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4 / PUNTI DI VISTA RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
LETTORI
FULMINI E SAETTE “Cicatrici” (Porto San Vitale) di Adriano Zanni
La redazione risponde
LAVORI A PUNTA MARINA, POLVERE E DISAGI Scrivo alla vostra cortese redazione in riferimento al cantiere da poco aperto a Punta Marina per il ripristino del manto stradale di via delle Americhe. Credo che il cantiere sia uno dei più surreali riscontrabili negli ultimi anni. L'anomalia che risulta subito è l'immensa nube di polvere che in ogni momento della giornata avvolge il tratto del viale interessato dai lavori, avvolgendo tutte le case che vi si affacciano e chiunque vi si avventuri. La nube è dovuta al materiale di riporto usato per chiudere i tanti tagli effettuati nell'asfalto, materiale di colore rossastro, depositato su cancellate, siepi, finestre. Ho visto un uomo cercare di spazzare via dalla strada la distesa di ghiaia sparsa davanti a casa sua, nell'epico e vano tentativo di ridurre la polvere. Inoltre il cantiere che riduce da due ad unica carreggiata dedicata ai due sensi di marcia, non segnala in alcun modo questo restringimento e non presenta segnali di divieto di sosta. Come se non bastasse, le macchine operatrici escono dal cantiere segnalato in alcuni punti da dei semplici triangolini di plastica, per movimentare materiali, invadendo a loro volta lo spazio dedicato al transito dei veicoli. I lavori in esecuzione sono importantissimi, e la soluzione per rendere più sicuro e salubre il cantiere e le case abita-
te adiacenti è semplicissima! Si chiude momentaneamente ma completamente il tratto di strada interessato dai lavori e dagli scavi, in questo modo: le macchine operatrici sono libere di muoversi; le auto non sollevano più la polvere; si lascia un passaggio per i pedoni, oggi non
contemplato. Probabilmente nessuno dei responsabili ha visionato quanto sta accadendo, lo faccia al più presto. Lettera firmata Gentile lettore, i lavori di cui parla sono iniziati a fine gennaio e dovranno realizzare una nuova pista
ciclabile larga 3 metri che completerà il collegamento tra quella proveniente dalla città e quella esistente sul lungomare, nuovi marciapiedi e la sistemazione di quelli esistenti. È previsto anche il potenziamento dell’illuminazione in corrispondenza dei tre attraversamenti pedonali più utilizzati. L’investimento
ammonta a 1,2 milioni di euro. Fin qui le informazioni ufficiali di cui disponiamo dal Comune. Per quanto riguarda i disagi di cui parla ci auguriamo che la pubblicazione della sua lettera possa raggiungere chi è competente per la questione e si possa eventualmente porre rimedio in qualche modo.
Potrai scegliere di dare un contributo in questi ambiti:
PUNTI DI VISTA / 5 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
L’OSSERVATORIO
TUTTO D’UN TRATTO di Gianluca Costantini
Quando le donne mi fanno venire il voltastomaco di Moldenke
Quando le donne parlano di tattica, allo stadio Benelli o sui giornali commentando le partite del Ravenna, «mi viene il voltastomaco». (Va beh, non mi pare di averne mai sentite né lette, di donne che parlano di tattica, a Ravenna. Pericolo scampato). Quando le donne guidano uno dei nostri bellissimi autobus a metano in giro per il centro storico mettendone a repentaglio le bellezze o ancor peggio si trovano al volante del navetto mare che porta così tanta gente (anche bambini) su e giù dalla spiaggia, «mi viene il voltastomaco». (Va beh, non mi pare ce ne siano, anche in questo caso. O forse una, massimo due. Pericolo quasi scampato). Quando le donne pensano di poter comandare, di decidere le sorti della città, di fare il sindaco di Ravenna, o le presidenti di Regione, di Provincia, di importanti società pubbliche, sul serio ragazzi, «mi viene il voltastomaco». (Ah, mi dicono dalla regia che anche in questo caso il pericolo, al momento, pare scampato). Quando le donne pensano di poter lavorare al porto, insomma, che vadano a fare le scaricatrici, no? Quando le donne pensano di poter capire di porto, pensano sia normale che lavorino nel mondo del porto, ecco, «mi viene il voltastomaco». (Incredibile, mi dicono che ce ne sia veramente qualcuna). Ma quando le donne organizzano incontri per sole donne per parlare di donne, quando la Casa delle Donne si lamenta per il maschilismo della società durante una rievocazione storica, quando le donne scrivono articoli di genere su casi di cronaca credendosi giornaliste migliori, ecco, mi viene da dare ragione a Collovati. Che poi, pensandoci bene, la ragione ce l’ha da vendere; passi pure che parlino di calcio, ma di tattica? Potranno mai capire di tattica le donne?
6 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
PRIMARIE PD/1
PRIMARIE PD/2
Mozione Zingaretti: «Dobbiamo parlare agli elettori delusi del M5S»
Mozione Martina: «Ci rivolgiamo a chi non vuole né abiure né nostalgie»
Fabio Sbaraglia del comitato per il governatore del Lazio Capolista il sindaco Michele de Pascale
Elisa Vardigli è capolista per l’ex ministro dell’Agricoltura In corsa anche il segretario provinciale Barattoni
Superfavorito alle primarie Pd del 3 marzo dopo la tornata nei circoli (a livello nazionale ha preso il 47,38% e a livello provinciale il 50,64%), Nicola Zingaretti si presenta sotto lo slogan “Prima le persone” e per il comitato in suo sostegno ha risposto alle nostre domande Fabio Sbaraglia, capogruppo Pd in consiglio comunale a Ravenna e candidato nella lista per l’assemblea nazionale dopo il sindaco Michele de Pascale, Milena Barzaglia, il consigliere regionale Mirco Bagnari e l’assessora Ouidad Bakkali. Nicola Zingaretti Una candidatura nata nele Fabio Sbaraglia l'estate, quando ancora non c'era una data per il congresso. A chi vi siete rivolti all’inizio e a chi vi rivolgete adesso? «Nella prima fase abbiamo provato a scardinare i rigidi schieramenti che negli ultimi anni avevano tenuto in ostaggio il Pd. Su un progetto di discontinuità, innanzitutto da queste logiche, abbiamo raccolto un consenso largo intorno alla candidatura di Zingaretti che supera trasversalmente le appartenenze storiche. Ora ci rivolgiamo a tutti gli italiani che, in netto contrasto alle politiche di questo Governo, credono in un’idea larga di centrosinistra e di un Pd rinnovato, più aperto, inclusivo e in dialogo con la società». Se vince Zingaretti, dicono gli avversari, torneranno nel partito anche Bersani e D’Alema. Un bene o un male? Non sarebbe un ritorno al passato? «Questo lo dicono loro! Io credo che né al Pd, né a nessun altro, né soprattutto al Paese, serva riproporre schemi del passato e di certo la candidatura di Zingaretti non punta in quella direzione. La verità è che se avessimo la lucidità per liberarci dall’ossessione dei nomi e osservassimo quel che succede nella maggioranza delle città e delle Regioni in cui governiamo, vedremmo che lo facciamo dentro coalizioni unite e costruite sulla base di una comune visione di lungo periodo». Che rapporti deve tenere il Pd con i 5 Stelle? A livello nazionale, ma anche e soprattutto locale? «Pd e M5S sono alternativi. Una prospettiva con chi blocca le estrazioni e le infrastrutture e condivide le posizioni della Lega in materia di immigrazione non è possibile. Quello che vedo è che anche a livello locale in quel movimento iniziano a prevalere logiche tipicamente partitiche. Presto anche in Consiglio Comunale a Ravenna chi si rifà alle posizioni dei 5S dovrà esprimersi politicamente sul decreto Salvini, per esempio. Vedremo come voteranno. Non si può ignorare però che oltre alla dirigenza di quel movimento c’è un elettorato che in buona fede, magari per mancanza di credibilità delle alternative, ha dato fiducia a loro e che a distanza di pochi mesi è deluso o disorientato. Non possiamo permetterci di non cercare un dialogo con queste persone». Cosa vi convince meno nella candidatura di Martina e in quella di Giachetti? «Proprio sabato Marco Minniti a Ravenna ha detto una cosa semplice e secondo me molto giusta: un grande partito quando perde così tanto in termini di consenso vuol dire che ha perso contatto con le persone, e allora deve riflettere e cambiare. Ecco, davanti a queste due oggettive necessità Martina mi sembra troppo debole sul fronte del cambiamento. Giachetti su entrambe». Voi vi proponete come discontinuità, ma tra chi vi appoggia ci sono pezzi da novanta della passata stagione come Gentiloni e, appunto, Minniti. «Non sono mai stato animato dal sacro fuoco della rottamazione. Se esponenti stimati nel Partito appoggiano Zingaretti credo sia solo indice della credibilità della sua proposta. La discontinuità che proponiamo non è un’abiura di tutto quello è stato fatto, si riferisce innanzitutto al modo in cui il Partito deve aprirsi alla società e ai bisogni delle persone». Che cosa si salva dell'esperienza di Renzi e cosa va cambiato? «Va salvato tanto del lavoro dei nostri governi a partire dagli interventi in materia fiscale, di diritti civili, beni culturali, terzo settore, lotta al caporalato, l’esperienza dell’accoglienza diffusa in materia di integrazione. Invece è più severo il giudizio sulla guida del Partito. In questi anni il Pd si è limitato a fare la claque al Governo, rompendo i rapporti con interi settori della società e isolandosi nella scena politica del centrosinistra». Con la recente uscita del suo nuovo libro, Renzi sta dando una mano al congresso o lo sta sottilmente boicottando? «Non credo stia boicottando. Credo che responsabilmente abbia colto che una stagione è finita, che sia necessario aprirne una nuova e che in questo momento il cambiamento non possa passare attraverso una sua presenza forte in campo. Renzi è e resta un patrimonio importante per il Pd e mi auguro non sia in discussione la sua permanenza».
La seconda candidatura per le primarie del Pd (in ordine di arrivo e anche di voti presi) è quella di Maurizio Martina (al 36,1 percento a livello nazione e al 32,77 percento ib nprovincia). Il suo slogan è “#fiancoafianco - Cambiare il Pd per cambiare l’Italia”. Ha risposto alle nostre domande Elisa Vardigli, capolista nel Ravennate, seguita dal segretario provinciale Alessandro Barattoni (in lista anche il senatore Stefano Collina). Martina si presentò in tandem con Renzi all’ultimo congresso ed è stato ministro negli ultimi governi Pd, ossia è stato protagonista nella stagione in cui il Pd ha registrato la più pesante debacle elettorale della sua storia. Peraltro da segretario reggente non è stato particolarmente celere a convocare il congresso che alcuni chiedevano. Perché mai, avendo fatto parte del problema, adesso dovrebbe rappresentare una soluzione? «Il congresso è arrivato con tempi lunghi in base ad una scelta condivisa praticamente all’unanimità in Assemblea Nazionale. Pensare di cavarsela con il semplice avvicendamento della classe dirigente è troppo semplicistico, dobbiamo avere le lenti giuste per leggere la società di oggi e provare a restare uniti per elaborare politiche che facciano sentire i cittadini protetti e fiduciosi nel futuro. Il problema della sinistra riformista è riuscire a sconfiggere i governi di destra che praticamente governano ovunque in Europa indicando nemici e alimentando paure». Cosa non vi convince nelle candidature di Zingaretti e Giachetti? «Pur essendo entrambe candidature autorevoli vedo che Giachetti non è disposto a mettere in discussione nemmeno gli aspetti degli ultimi anni che evidentemente non hanno funzionato, alla luce del risultato delle Politiche. Dall’altro lato credo che Zingaretti sia stato troppo severo rispetto all’esperienze dei governi a guida Pd e mi chiedo come potrebbe conciliare il buono ma gravoso lavoro come presidente della Regione Lazio con l’eventuale incarico di segretario nazionale». I renziani sono divisi tra Martina e Giachetti. Renzi stesso si dice sia più vicino a Giachetti. Qual è quindi il vostro elettorato di riferimento? «Chiunque non sia interessato ad abiure o nostalgie ma voglia riprogettare e aprire il Pd. La mozione di Martina può essere utile a tenere insieme, in modo plurale Elisa Vardigli con e inclusivo, le energie positive per Maurizio Martina guidare con obiettività e concretezza la nostra comunità verso il futuro, con l’obiettivo di rappresentarne l’alternativa forte e nuova al Governo giallo-verde». Che cosa si salva dell'esperienza di Renzi e cosa va drasticamente cambiato? «Insieme a Martina rivendichiamo con forza le politiche riformiste e la stagione dei diritti civili avviate dagli esecutivi Pd pur comprendendo di aver governato in anni di crisi economica profonda e consapevoli che si poteva e doveva fare meglio rispetto alle politiche sociali e del lavoro. La ripresa economica è stata avvertita da pochi, le disuguaglianze non sono diminuite abbastanza e oggi non si sente in difficoltà solamente chi non lavora ma ci sono forti sofferenze legate al reddito anche fra lavoratori e pensionati». Con la recente uscita del suo nuovo libro, Renzi sta dando una mano in vista del congresso o lo sta di fatto sottilmente boicottando? «Renzi, come tanti altri, è una risorsa di questo partito, la nostra comunità politicasta portando avanti un dibattito che non dipende dalle azioni di un senatore». Se la Lega è agli antipodi, è ancora possibile un dialogo con i 5 Stelle? Magari anche a livello locale? «Dalle urne è uscito un governo gialloverde che in pochi mesi è diventato sempre più verde a causa di diverse promesse non mantenute. Questo perché su temi ambientali, della legalità e della giustizia per esempio hanno rinnegato la loro ragion d’essere. Il quadro politico locale è mutevole, non sappiamo ancora in quanti Comuni i 5 stelle si presenteranno alle elezioni. Noi siamo disponibili a instaurare un confronto aperto e sincero, senza pregiudizi con l’umiltà di chi vuole ricostruire un legame vero con tutti i cittadini che credono che un’Italia diversa da questa a trazione leghista sia possibile. L’elettorato dei 5 Stelle che riconosce ora in loro una forza sempre più lontano dagli ideali di centro sinistra, è rappresentato da persone che si aspettano anche da noi una proposta alternativa forte e vicina ai loro bisogni».
POLITICA / 7 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
PRIMARIE PD/3 SEMINARIO Ravenna in Comune si incontra per fare il punto di metà mandato
Mozione Giachetti: «Ci riconosciamo in questo Pd ma se lo statuto cambiasse...»
Domenica 24 febbraio dalle 9.30 alle 18 al Circolo “Casablanca” di Villanova di Bagnacavallo si svolge un seminario del gruppo consiliare di sinistra e di opposizione a Palazzo Merlato Ravenna in Comune. L’obiettivo dichiarato è «valutare il proprio bilancio dell’esperienza fin qui portata avanti e tracciare il percorso che ci vedrà impegnati nei prossimi due anni». La mattina ci sarà una sessione plenaria coordinata da Bettina Chiadini e Pippo Tadolini, con interventi di Massimo Manzoli (consigliere) e l’ex candidata sindaco Rafaella Sutter, mentre nel pomeriggio ci saranno gruppi di lavoro su lavoro, sicurezza, territorio. L’obiettivo è anche mettere a fuoco alcune iniziative da mettere in campo da qui al 2020.
Antonio Lazzari e Manuela Fantinelli sono capilista del candidato più renziano e “radicale” Roberto Giachetti è al momento terzo (11,13 % i voti presi nei circoli a livello nazionale e 13,99 a livello provinciale) ma può contare su molti renziani della prima ora e (si dice) anche su Renzi stesso. Il suo slogan è #SempreAvanti e da subito si è candidato in ticket con Anna Ascani. I capolista locali e animatori del comitato sono Antonio Lazzari e Manuela FantinelDa sinistra Manuela Fantinelli con Anna li, che hanno risposto alle nostre Ascani, Roberto Giachetti e Antonio Lazzari domande. La candidatura di GiachettiAscani è nata all’ultimo minuto. Ce n’era davvero bisogno? Non si contribuisce così a creare un’ulteriore frattura in un partito già lacerato al suo interno? «La candidatura Giachetti-Ascani nasce a seguito del ritiro di Minniti, quando la quasi totalità dei parlamentari renziani decide di confluire su Martina. Roberto e Anna non condividono l’idea di aderire ad una mozione che non ha una posizione chiara e netta a difesa del riformismo che il Pd rappresenta in maniera strutturale. Un altro punto che li ha spinti a farsi avanti è stata la mancanza di chiarezza sulle eventuali alleanze future con i 5 stelle e i fuoriusciti, che non possono essere nemmeno prese in considerazione a nostro avviso. La candidatura si rifà realmente ai valori costitutivi del Pd, al suo statuto, al suo progetto». Cosa vi convince di meno di Martina e cosa di Zingaretti? «Martina ha fatto una scelta di mediazione e di difesa, senza proposte chiare e nette. Anche durante il Congresso non si è mai sbilanciato, ma l’unità si crea con il coraggio del confronto, testando la validità delle idee. Invece a Zingaretti manca il coraggio. La sua mozione parla e propone chiaramente un Pd minoritario e subalterno ai 5S, guardando a Leu ed Mdp come possibili interlocutori. Coloro che più di tutti hanno massacrato il Pd in questi anni. E propone di stravolgere lo statuto del Pd per preparare il terreno al rientro dei vecchi transfughi e al M5S». Ma perché insistere con la “ricetta renziana” che rivendicate quando l’elettorato vi ha così pesantemente puniti? «Insistiamo sull’essere orgogliosi del lavoro fatto dal governo riformista del Pd. Quel governo che ha dato all’Italia il Rei, la legge sul Dopo di Noi, ha fatto crollare gli sbarchi dell’80%, la disoccupazione è calata del 10%... un Paese che aveva il segno meno nel Pil è stato portato al segno più. Certo non è stato abbastanza, sono stati fatti errori, alcune macroscopici, ma chi fa sbaglia e noi vogliamo ripartire per fare di più e di meglio». Ma senza cambiare, come può il Pd sperare di tornare a vincere? «Il Pd torna a vincere solo col riformismo e cambiando le modalità di amministrazione dei territori. Lo abbiamo visto in Abruzzo. Inutile giocare con le cifre. Il Pd ha fatto il 31%, ma ha avuto meno consiglieri dei 5S con poco più del 20%. Le ammucchiate non funzionano e non servono. Il Pd deve uscire dagli schemi del partito ditta, che oramai perde ovunque. I cittadini sono stanchi di questa modalità “a filiera” che va avanti da decenni e penalizza sempre più i territori . Lo vedremo, temo, nelle prossime tornate elettorali anche qui in Emilia-Romagna. Spero di sbagliarmi, ma le alchimie senza idee e con persone di apparato non funzionano più». Cosa farete se perderete il congresso e Renzi dovesse fondare un nuovo partito? Il Pd sarà ancora casa vostra? «Renzi dice costantemente che il Pd è il suo partito, lo dice anche Giachetti. lo diciamo tutti noi. Il Pd descritto nello statuto: un partito che vuole unire i progressisti di tutte le aree, un partito con vocazione maggioritaria, con primarie aperte, che guarda oltre agli iscritti, con un’unica figura come segretario e candidato alla guida del governo, un segretario con il mandato forte di essere rappresentantivo della sua gente. Ecco se venisse meno uno di questi punti il Pd sarebbe un’altra cosa. Quindi bisogna chiederlo a Zingaretti se questo è ancora il suo partito. Se dovesse diventare segretario e volesse trasformare il Pd nell’Ulivo o nei Ds andando contro la storia e contro il tempo, allora noi non attaccheremmo il Pd, non avremmo il comportamento di altri, ma con il coraggio della coerenza toglieremo il disturbo». Con la recente uscita del suo nuovo libro, Renzi sta dando una mano in vista del congresso o lo sta di fatto boicottando? «Renzi sta promuovendo il suo libro. Punto. In parlamento sta lottando contro questo governo come senatore PD. Ha detto che non si sarebbe occupato del congresso e non si sta occupando del congresso. Però vedo che rimane un’ossessione per tante persone… Il problema del Pd non è Renzi, ma la mancanza di ricette alternative a quelle di questo governo. Se Renzi mette sul piatto le sue idee è un problema, se non le mette è un problema».
IL LIBRO Al Dock 61 aperitivo per Mediterannea e il volume Il capitale disumano Al circolo Arci Dock 61, in via Magazzini Posteriori 61, venerdì 22 febbraio alle 19.30 sarà presentato il volume dal titolo Il capitale disumano - Salvini e l’odio per decreto (People Pamphlet) dall’avvocato Andrea Maestri, uno dei curatori con Giuseppe Civati, Stefano Catone e Giampaolo Coriani, insieme a Massimo Manzoli, consigliere di Ravenna in Comune. La serata sarà dedicata alla piattaforma Mediterranea con un aperitivo di raccolta fondi a favore di questa esperienza di resistenza umana.
Le interviste ai rappresentanti dei tre comitati che si sfideranno il 3 marzo per le primarie del Pd sono a cura di Federica Angelini
VERSO LE AMMINISTRATIVE A Russi Cambia Ross presenta il proprio candidato sindaco Sabato 23 febbraio alle 11.30 allo Ziggy Bar di via Ungaretti n.70 a Russi, all'interno del centro commerciale "I Portici" si terrà la presentazione del candidato sindaco e del simbolo con cui la lista civica "Cambia Ross" concorrerà alle elezioni amministrative di Russi cercando di attirare elettori a sinistra del Pd.
Sul prossimo numero di R&D in distribuzione dal 28 febbraio
SPECIALE
SALUTE E BENESSERE INSERTO DI 8 PAGINE dedicato al pianeta salute e alle tematiche inerenti il benessere, con consigli di esperti e professionisti su servizi sanitari, farmaci, nutrizione e pratiche psicofisiche. Inoltre, interviste e curiosità sul trattamento e la bellezza del corpo.
10 / ECONOMIA RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
PORTO/1
Il 90 percento delle aziende in regione non sceglie Ravenna per spedire container Studio di Srm-Contship su un campione di 400 imprese tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto E negli ultimi 12 anni sul Candiano i contenitori sono cresciuti del 32 percento, a Trieste del 210 percento di Alessandro Montanari
Ravenna è lontana dall'essere il porto di riferimento dell’Emilia-Romagna per quanto riguarda i container. A dirlo non sono soltanto i numeri che certificano un traffico di merci unitizzate che non cresce e, anzi, perde quote di mercato da due anni: i dati che trovate nell'articolo in basso riguardanti il 2018 (-3,16 percento) arrivano dopo un 2017 in cui era già stata registrata una flessione del 4,8 percento. A queste cifra si aggiunge ora uno studio realizzato da Srm, società specializzata nelle ricerche di settore, in partnership con Contship. Studio presentato nel dicembre scorso che rivela quanto poco sia utilizzato il porto romagnolo dalle aziende della regione che preferiscono, sia per l'import sia per l'export, affidarsi agli scali liguri e toscani. La ricerca prende in considerazione il triangolo nord occidentale italiano: Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna: attraverso le interviste ad un campione di aziende (400 in tutto) è stato studiato il modo in cui queste utilizzano il vettore del container per i loro traffici (l'89 percento del campione spedisce un contenitore a settimana). La quota di mercato del porto di Ravenna è molto risicata. In termini percentuali sceglie di spedire dallo scalo romagnolo soltanto il nove percento delle aziende dell'Emilia-Romagna intervistate. Nessuna azienda della Lombardia né del Veneto, che pure sono vicine, prende in considerazione l’opzione ravennate. Dalla no-
stra regione le merci in container vengono spedite soprattutto da Genova (68 percento), La Spezia (37 percento) e Livorno (20 percento). Il totale delle percentuali è superiore al cento per cento perché alle aziende è stato chiesto di indicare i primi due porti utilizzati. Opzione che, se vogliamo, rende ancora più evidente il gap ravennate rispetto ai porti del Tirreno. Lo stesso discorso vale per l'import. In questo caso la quota ravennate è leggermente più alta e ar-
riva all'11 percento. Il resto del traffico è diviso equamente tra Genova e La Spezia. Lo scarso utilizzo del porto ravennate non trova spiegazione nei luoghi di destinazione o di partenza delle merci: l'Asia è infatti il secondo continente di destinazione dopo il Nord America. All'Oriente è destinato infatti il 44 percento delle merci. La percentuale si alza però al 68 percento se si considera l'export. Dato che l'Asia è uno dei mercati di riferimento del porto ravennate, almeno secondo quanto si sente ripetere spesso, è evidente che il problema non sia tanto nella posizione geografica all'interno del Mediterraneo quanto, probabilmente, in altri fattori di debolezza. Ad esempio il fatto che le merci delle aziende emiliano-romagnole viaggiano soprattutto su strada (nel 79 percento dei casi per quanto riguarda l'export, nel 63 percento dei casi sull'import) e arrivare a Ravenna non è semplice da questo punto di vista. Le infrastrutture secondo lo studio sono del resto giudicate il terzo fattore di importanza (dopo servizi e costi) a cui si guarda quando si valuta lo scalo da scegliere. Il rapporto mostra anche l'andamento dei principali porti nei 12 anni intercorsi tra il 2005 e il 2017. Emerge in tutta evidenza la perdita di competitività sui container di Ravenna rispetto al resto dei porti italiani dell'Alto Adriatico. Nel 2005, infatti, Ravenna movimentava 168.590 teu. Una cifra inferiore ma non troppo lontana da quella di Venezia
(289.860 teu) e Trieste (198.310 teu). Nel 2017 nella città romagnola il traffico container ammontava a 223.369 teu (cifra che, come sappiamo, si è contratta nell'ultimo anno) per una crescita del 32 percento. Incremento che impallidisce rispetto alle performance di Venezia e Trieste. La prima nel 2017 è arrivata a 611.383 teu (+110 percento) mentre il capoluogo del Friuli-Venezia Giulia ha toccato quota 616.516 teu, con un incremento del 210 percento. Per la cronaca, nel 2018 Trieste è arrivata a 750mila teu. Gli incrementi sono arrivati dopo cospicui investimenti fatti negli ultimi anni. Ravenna aspetta ancora l'approfondimento del canale Candiano e il nuovo terminal container. Proprio su questi ritardi, lo scorso anno, aveva puntato il dito Cecilia Eckelmann Battistello, presidente di Contship Italia. La stessa azienda, che ha commissionato questo studio, è socia del Comune in Terminal Container Ravenna ed è probabile che i dati emersi riguardo all'utilizzo del porto ravennate non gli giungano nuovi. Resta da vedere se per invertire la rotta sui container basterà l'escavo del porto o se si dovrà investire anche sulla logistica e sui collegamenti. Inoltre secondo molti addetti ai lavori l'approfondimento non risolverà uno dei problemi principali del porto ravennate: la curva all'ingresso, in corrispondenza di Marina di Ravenna, che limita lo spazio di manovra alle navi di grosse dimensioni.
PORTO/2
TRAFFICO MERCI, 2018 AMARO SULLE BANCHINE: MOVIMENTATE 26,6 TONNELLATE (+0,64 PERCENTO) Le merci unitizzate invece registrano un calo del 3,16 percento. Giù anche i trailer-rotabili (5,39 percento) La Casadei & Ghinassi srl, agenzia marittima e casa di spedizioni di Ravenna è in attività dal 1978. Il core-business è curare gli interessi dei clienti in tutti gli aspetti operativi e documentali perimbarchi, sbarchi, sdoganamenti, assicurazioni, magazzinaggi, noleggio navi da e per tutti i porti italiani per ogni tipo di commodity, in particolare merciin containers fcl/lcl, prodotti siderurgici, project cargo e heavy lift. Come agenzia marittima sono offerti servizi ad oltre 300 navi/anno di qualsiasi stazza e tipologia dicarico. Si garantiscono le stesse mansioni in altri porti italiani grazie alla rete di corrispondenti e sub-agenti.
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Il porto di Ravenna segna il passo sui container. Rispetto al 2018 la quota di mercato persa sui contenitori, considerando solo i “pieni”, è pari al 2,69 percento. Il dato positivo riguarda l’export (+5,25 percento) mentre l’import perde l’8,02 percento. In totale nelle banchine ravennati sono stati movimentati 4.496 teu in meno rispetto allo scorso anno, quando si era arrivati a quota 168.459 container “pieni”. Considerando anche i container vuoti movimentati per motivi logistici, il dato è addirittura peggiore: -3,16 percento (pari a 7.049 teu di differenza. In generale il 2018 è stato un dato di stallo per il porto di Ravenna. I dati diffusi da Autorità portuale che tracciano il bilancio dello scorso anno contano 94 navi in meno arrivate e un traffico totale in linea con quello del 2017: una movimentazione pari a 26,684 milioni di tonnellate (+0,64 percento rispetto al 2017). Oltre ai container, ha sofferto anche la merce movimentata con trailerrotabili (-5,39 percento). Positivo invece il dato delle merci secche (+1,48 percento) e delle rinfuse liquide (+1,68 percento). Tra i prodotti in crescita nel 2018 c’è l’agricoltura (12,61 percento), i prodotti metallurgici (+4,98 percento) e i combustibili solidi (+37,12 percento ma si parla di un traffico che vale meno di centomila tonnellate). Male, invece, l’alimentare: il dato è in calo del 5,65 percento. L’alimentare funziona invece sul fronte delle rinfuse liquide dove oli e similari sono in crescita del 9,89 percento. I materiali da costruzione segnano una flessione del 4 percento. I crocieristi sono calati del 64 percento: 18.068 passeggeri contro i 50.133 del 2017. Le toccate delle navi da crociera, a causa dell’insabbiamento nell’avamporto di Porto Corsini, sono passate da 48 a 34. Facendo una media matematica, è come se fossero andati persi 2.290 turisti per ogni nave. (al.mo.)
LE AZIENDE INFORMANO
L’ANNIVERSARIO
I 20 anni di esperienza Acquatech a Ravenna e in Romagna, fra innovazione tecnologica e soddisfazione del cliente Ne parla il titolare Flavio Cassani che – assieme al socio Marco Coralini – nel 1999 ha fondato l'azienda di vendita e assistenza di apparecchiature per la climatizzazione affiliata al marchio Daikin, casa di produzione specializzata di fama mondiale Acquatech è a Ravenna e in Romagna sinonimo di esperienza e affidabilità nel campo della climatizzazione, con alle spalle vent'anni di esperienza in un settore che ha conosciuto una notevole evoluzione, anche in virtù del marchio mondiale Daikin, per il quale da tempo opera come Centro Autorizzato. Si è trattata di una crescita in sintonia con le esigenze di un pubblico alla ricerca di un migliore confort domestico, che ha visto una forte e progressiva innovazione in campo tecnologico e, in anni recenti, una crescente sensibilità per il risparmio energetico nella gestione della casa. Ma non è sempre stato così. Quando è nata Acquatech, nel lontano 1999, in una città di provincia come Ravenna, la climatizzazione ma potremmo definirla semplicemente il commercio e l'installazione di “condizionatori d'aria” era un'impresa quasi pionieristica, non è vero? «Diciamo che fu una sorta di intuizione – racconta Flavio Cassani, titolare e fondatore assieme a Marco Coralini dell'azienda, che quest'anno compie per l'appunto 20 anni di attività – nata in occasione della fiera commerciale della Festa dell'Unità nel 1998, dove mi occupavo di vendita e installazione di apparecchiature termoidrauliche a marchio Riello. Era la fine di una estate particolarmente calda, ricordo che nel nostro stand erano esposte quasi solo caldaie, anché perché in quel periodo c'era un grande interesse del pubblico per i sistemi di riscaldamento. C'era un'unico “split” per il condizionamento, quasi nascosto. Ma, guarda caso, numerose persone chiesero informazioni proprio su quell'apparecchiatura, al punto che la mettemmo in bella vista per tutto il periodo della fiera. Di lì capimmo che qualcosa, in quel segmento di mercato, stava cambiando…». Ma allora com'era considerato dal grande pubblico il condizionatore d'aria? «L'informazione era scarsa e c'era anche una certa diffidenza, sia sull'utlità e il funzionamento ma anche per i prezzi che allora erano ancora notevoli per una installazione residenziale. Però era evidente che un certo interesse per i condizionatori stava maturando. In occasione di quella fiera raccogliemmo molti nomitavi di persone per fare sopralluoghi, dimostrazioni e preventivi gratuiti. Così ha mosso i primi passi l'impresa di Acquatech, che nasce il 17 gennaio del 1999». Insomma, avevate intuito che stava crescendo l'attenzione per un nuovo tipo di benessere domestico… «Certo e lo slancio che caratterizzò l'avvio dell'azienda si fondava anche sulla consapevolezza che i prodotti per il condizionamento erano un'opportunità non solo occasionale, legata alla stagionalità, ma stavano diventanto un'esigenza da progettare e da pianificare. Se il tema del condizionamento fino ad allora era limitato solo al periodo estivo, si apriva la possibilità che fosse considerato tutto l'anno dotarsi di uno strumento stabile per migliorare la qualità della vita nella propria abitazione».
Nella foto (al centro) l’Ad di Daikin Italia festeggia gli ottimi risultati dell’azienda affiliata Acquatech di Ravenna, con i soci titolari Marco Coralini (a sinistra) e Flavio Cassani (a destra)
Agli esordi della vostra impresa che tipo di apparecchiature e servizi eravate in grado di offrire? «La consulenza e la progettazione, la vendita, l'installazione e naturalmente la manutenzione. Ma all'inizio eravamo multimarca e ci affidavamo a diversi prodotti sul mercato. La decisione di puntare sul marchio internazionale Daikin è avvenuta poco più tardi, quando abbiamo capito che era questo leader mondiale del settore il fornitore più conveniente, affidabile e avanzato tecnologicamente, in grado di intraprendere grandi investimenti in ricerca e marketing». A proposito di Daikin, come nasce e si sviluppa il rapporto di fiducia e collaborazione fra una piccola azienda territoriale con un gigante multinazionale del settore? «La collaborazione con Daikin è stata quasi “naturale”, perché noi abbiamo puntato subito sulla specializzazione. Siamo un negozio specializzato che riporta anche la sigla “Casa del condizionatore Daikin”. D'altra parte, fin dai primi anni 2000 abbiamo iniziato a fare dei “numeri” considerevoli con la vendita di apparecchiature di questa marca e la Daikin ha cominciato, per così, dire a “tenerci d'occhio” e ad apprezzare il nostro lavoro. Di lì è nata una collaborazione sempre più stretta che si è consolidata nel 2005 quando a livello nazionale Daikin ha costituito una rete capillare di negozi specializzati a cui affidare il suo marchio, e che sono un loro punto di riferimento. E questo è un vantaggio anche per noi, per quanto riguarda la costante innovazione tecnologica, la disponibilità dei pezzi di ricambio e le tecniche di manutenzione…». Ma nel corso del tempo com'è cambiato il mercato? «Sintetizzando, possiamo dire che le apparecchiature per il condizionamento domestico sono diventate sempre più
potenti e versatili, affidabili, facili da usare e, in relazione alle prestazioni, meno costose, anche in termine di gestione e di consumi. E d'altra parte si è allargata notevolmente la platea di persone che installano in nuove case, o dopo una ristrutturazione, oppure anche in vecchie abitazioni, un impianto di climatizzazione. Perché serve per vivere meglio e nella gran parte dei casi è conveniente. Certo, dopo la crisi, in termini numerici una contrazione del mercato c'è stata. Ma per quanto ci riguarda, come negozio specializzato, abbiamo visto consolidarsi una fascia medio alta di consumatori che puntano sempre più all'innovazione tecnologica e ad un lavoro ben progettato ed eseguito a regola d'arte». Che ruolo ha giocato e sta giocando il progressivo miglioramento dell'efficienza dei condizionatori? «Appunto, oggi come Acquatech, non vendiamo più tanto dei condizionatori ma un progetto di benessere quotidiano, offriamo quella professionalità e il know how che consente di realizzare impianti tecnologici avanzati e flessibili, come le pompe di calore di nuova generazione, che raffrescano ma possono anche riscaldare a consumi contenuti e iniziano già a rappresentare il cuore del sistema climatico di una casa. Già da tempo con gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico, i nuovi impianti di climatizzazione restituiscono valore alle abitazioni e alla qualità della vita dei residenti. E il futuro è appena cominciato, anche in senso ecosostenibile, visto che fra pochi anni saranno disponibili macchine con cui potremo realizzare impianti a consumo quasi zero, alimentati da energie rinnovabili, che potranno definitivamente soppiantare gli impianti termici a gas o altri combustibili onerosi e inquinanti».
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12 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
LA NOVITÀ/1
Due foto degli interni del Darsenale scattate il 18 febbraio. A destra il proprietario dell’immobile, Daniele Baldini, davanti alle vetrate da cui si potrà osservare la produzione
Il primo brew pub di Ravenna, dove si potrà bere affacciati sul canale Il Darsenale aprirà «nella seconda metà di marzo» di fianco alla torre Zucchi in un ex magazzino costruito un secolo fa per materiali inerti: verrà servita la Birra Bizantina prodotta sul posto in otto tipologie È decisamente uno dei progetti più attesi tra i ravennati, in grado di conciliare temi molto sentiti come il tempo libero e la riqualificazione della darsena di città. Sarà anche il primo “brew pub” di Ravenna, così come vengono definiti dagli addetti ai lavori i locali dove è possibile consumare la birra lì prodotta, un modello nato in nord Europa e ormai diffuso anche in Italia. Si tratta del Darsenale, il nuovo locale che aprirà «nella seconda metà di marzo» (è l’obiettivo dei titolari) affacciato sulla banchina in destra canale, a fianco della colorata torre residenziale di Cino Zucchi. Un imponente intervento (il progetto architettonico è di Nuovostudio, gli interni della designer Monica Poletti) in un edificio di archeologia industriale – il primo che si ricordi dai tempi dell’Almagià –, un ex magazzino per la produzione e lo stoccaggio di materiali inerti sorto negli anni Venti su iniziativa della Società Interconsorziale Romagnola e ribattezzato “Area T”. Uno spazio di duemila metri quadrati dei quali circa 500 allestiti per ospitare i clienti della birreria per circa duecento coperti all’interno a cui si devono aggiungere quelli esterni del “beer garden” attualmente in allestimento. E per la prima volta in darsena ci si potrà accomodare su una pedana rialzata lungocanale, sorta di prolungamento ideale della passerella in legno che dovrà rivitalizzare l’intera area ma che terminerà poco prima. Basta farci un giro in questi giorni di cantiere per rendersi contro dell’importanza dell’investimento. La riqualificazione dell’Area T d’altronde era stata iscritta anche nel dossier comunale (da cui è stata poi stralciata) presentato per ottenere i finanziamenti statali del Bando Periferie. Nel documento era previsto un investimento da 1,5 milioni di euro a carico dei privati. Si tratta in primis della famiglia Baldini, con Daniele che è un nome storico dell’imprenditoria cittadina, da decenni alla guida di Tavar e da anni interessato alla riqualificazione del quartiere sull’acqua di Ravenna, proprietario dell’immobile, che ha così facilitato il sogno dei suoi figli (Giovanni, Francesco, Roberto), tra i sei soci che gestiranno il nuovo locale. Mirko Miserocchi e la moglie Chiara Tramonti si sono aggiunti recentemente ai tre fratelli Baldini e a Fabio Mambelli, titolari quest’ultimi (Mambelli ne è anche tra i fondatori) del marchio da cui è partito tutto nel 2013: Birra Bizantina. La prima birra artigianale ravennate, prodotta finora attraverso un “beer firm”, ossia da altri in conto terzi, e che finalmente con il Darsenale potrà invece nascere direttamente in Darsena (dove fino a poco tempo fa era presente con un locale, ora ceduto a nuovi gestori, la Tabeerna in via Magazzini Posteriori). Nella nuova casa Birra Bizantina verrà prodotta in otto tipologie (il birraio sta lavorando a tre nuove versioni, oltre alle cinque già presenti sul mercato), degustata di fronte a grandi vetrate dove si potrà ammirarne la produzione, accompagnando piatti che tipicamente vengono proposti nelle birreria del centro-nord Europa o degli Stati Uniti, dagli hot dog agli hamburger, senza tralasciare alcune particolari paste fatte in casa e proposte per vegetariani. Il locale sarà aperto dall’ora dell’aperitivo fino a notte, con possibilità di ospitare eventi musicali e non solo. Luca Manservisi
In arrivo anche un “giardino” e una pedana rialzata sul Candiano
Altre tre foto scattate il 18 febbraio: qui sopra il Darsenale in primo piano (con una delle ancore di Daniele Baldini in bella mostra), sotto a sinistra una veduta dal canale (di fianco alla torre Zucchi) e a destra i lavori per la nuova pedana che ospiterà i tavolini lungo il Candiano
PRIMO PIANO / 13 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
LA NOVITÀ/2 Birrifici o beer firm? Il quadro in provincia Sono circa 120 i soggetti che producono birra artigianali in Emilia-Romagna. Tra questi è bene suddividere tre categorie: i birrifici veri e propri, ossia impianti realizzati appositamente e dove viene effettivamente prodotta la birra; beer firm, sorta invece di birrai senza impianto di produzione propria ma che realizzano la loro birra, secondo la loro ricetta, presso terzi; e i brew pub, locali dove viene servita la birra prodotta in loco dal birrificio. Primo esempio di brew pub in provincia di Ravenna sarà quello di cui parliamo nella pagina qui a fianco, il Darsenale che aprirà in marzo in darsena a Ravenna (e che nasce dall’esperienza invece “beer firm” di Birra Bizantina). I birrifici (stando anche a un elenco considerato il più completo sul web, dal sito www.microbirrifici.org) sono invece quattro: l’Icb a Ravenna, La Mata a Solarolo, il Valsenio a Casola Valsenio (di cui parliamo nelle pagine sequenti) a cui si è aggiunto da poche settimane quello del Molino Spadoni a Reda, di cui parliamo in questa pagina. E a questi quattro si potrebbe aggiungere in futuro il Bajon di Porto Corsini (attualmente “beer firm”, vedi p. 14). A completare l’elenco altre due “beer firm” nate in provincia, la Beerson di Bagnacavallo e la Monkey Beer Company di Ravenna.
A Reda è già nata la nuova birra del mercato coperto di Ravenna «Arriverà fresca più volte al giorno» Non verrà realizzato un impianto interno come annunciato inizialmente ma da pochi mesi il Molino Spadoni ne ha avviato uno per fornire il locale
Il cantiere del mercato coperto di Ravenna, in fase di riqualificazione in attesa di riaprire completamente rinnovato «entro l’estate». Al suo interno non ci sarà più un birrificio come annunciato, ma una birreria con la birra prodotta da Molino Spadoni nel nuovo impianto di Reda
Il birrificio previsto all’interno del nuovo mercato coperto di Ravenna non si farà più. Troppo complicato, in un cantiere già rallentato da complicazioni di vario tipo. Così Molino Spadoni – l’azienda che come noto si sta occupando degli spazi interni dedicati all’enogastronomia della storica struttura affidata dal Comune in concessione a Coop Alleanza 3.0 che sta ultimando i lavori di riqualificazione – da qualche mese ha fatto partire la produzione in un nuovo impianto, realizzato appositamente a Reda, con una capacità di 20 ettolitri per cotta, in uno spazio che sta per essere ampliato
fino a 3mila metri quadrati. «La birra verrà poi portata più volte al giorno al mercato coperto, dove verrà servita fresca, appena fatta, essendo non pastorizzata – ci dice al telefono il patron del gruppo, Leonardo Spadoni –. La stiamo già testando e abbiamo iniziato a servirla sfusa nei nostri locali, sta piacendo molto». In futuro, poi, verrà anche etichettata per diventare un nuovo marchio Spadoni, così come annunciato negli anni scorsi: «la birra del mercato coperto di Ravenna». Ne approfittiamo per chiedere al noto imprenditore novità sull’apertura del mercato coperto, annunciata, dopo l’ennesimo rinvio, «entro l’estate». «Non siamo noi a dover indicare i tempi – continua Spadoni ma direi che saranno quelli. Per quanto riguarda gli spazi interni, il nostro obiettivo è di sorprendere i visitatori con spazi in continua evoluzione e vivi in ogni ora del giorno e della sera. Per quanto riguarda la proposta enogastronomica come detto sarà dato ampio spazio alla birra, con un locale caratteristico e tavoli ispirati alle birrerie scozzesi». E poi, dice Spadoni, «ci saranno due bar a sorpresa, che riveleremo più avanti, punti ristoro di pesce, anche crudo, sorta di sushi alla romagnola, e una gelateria, una focacceria, le selezioni dei nostri formaggi di Brisighella» e naturalmente spazio alla carne, in particolare alla “mora” romagnola allevata dal gruppo, un po’ sullo stile di Casa Spadoni a Faenza. «Punteremo in particolare su una grande e scenografica griglia, per trattare al meglio carne di qualità». (lu.ma.)
«Ci saranno tavoli in stile scozzese E poi focacce, una grande griglia e sushi romagnolo»
14 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
IL BIRRIFICIO/1
L’azienda agricola che “coltiva birra”: «Tra i pochi in Italia a fare tutto in casa» A Solarolo dal 2010 da un’ex stalla esce la Mata, fatta con luppolo e orzo di produzione propria, e arriva fino ai tavoli della pizzeria gourmet “'O Fiore Mio”. Tra gli esperimenti quella alle pesche nettarine
“Coltiviamo birra”, è scritto orgogliosamente nel materiale promozionale. E in effetti il birrificio La Mata è l'unico in provincia di Ravenna e uno dei pochi in Italia a produrla grazie a una filiera che parte e si conclude all'interno della stessa azienda. Un'azienda agricola nelle campagne di Solarolo, dove Marco Tamba (dalle sue iniziali è nato il nome del birrificio, che gioca anche con il dialetto romagnolo) coltiva infatti oltre all'orzo anche il luppolo. «Una coltivazione abbastanza complicata – ci dice al telefono –, ma con i dovuti accorgimenti sto ottenendo ottimi risultati». Ex informatico, Tamba ha iniziato a studiare il progetto per il suo birrificio nel lontano 2007 per poi decidere di lasciare il proprio lavoro e aprire l’impianto nel 2010, sfruttando l’azienda agricola di famiglia e riadattando allo scopo la vecchia stalla. «A quei tempi la birra non era neppure considerata un prodotto agricolo – ricorda –: con l'uva potevi fare il vino, con il latte il formaggio, con la frutta le marmellate, ma con l'orzo no, non era considerata la birra. Questo ha portato una serie di complicanze burocratiche e a vedermi sbattere in faccia alcune porte, senza poter contare su finanziamenti o agevolazioni, poi introdotti». Tamba ha così potuto conta-
IL NON-BIRRIFICIO A Porto Corsini, dove nasce la Bajon Potrebbe sembrare un nome esotico ma la Bajon in realtà è la birra della Baiona, la strada che finisce in via Volano, a Porto Corsini, dove nasce tutto. Almeno nella testa del suo ideatore, Simone Bedeschi, fondatore l’anno scorso di uno dei casi di "beer firm" esistenti in provincia di Ravenna. Si tratta in buona sostanza di un modo di produrre birra senza birrificio: l'autore si procura gli ingredienti, compone la ricetta e sceglie l’impianto in cui produrla per conto terzi. «Per tanti anni ho lavorato e fatto esperienza in birrifici in giro per l'Italia e così ho iniziato a produrre una birra mia – ci racconta Bedeschi –, che ho fatto sentire in giro e che è piaciuta molto». Così la decisione di aprire un proprio marchio, il birrificio-non birrificio Bajon, che produce al momento due tipologie di birre, la Dune (sempre per celebrare il territorio dove nasce questa chiara di ispirazione angloamericana) e la Anto, un’ambrata invece che è un omaggio al padre della Vienna lager, Anton Dreher. Bedeschi le testa nel suo impianto pilota casalingo da 50 litri – dove al momento sta studiando anche una terza e una quarta linea, rispettivamente una birra bianca e una scura – prima di passare poi alla produzione vera e propria in birrifici fuori provincia. E in futuro l'obiettivo è quello di realizzare un piccolo impianto direttamente a Porto Corsini, ma il progetto è ancora in una fase preliminare.
re solo sulla grande voglia di fare di una passione il proprio lavoro, puntando tutto sulla tradizione e il legame con la terra, utilizzando solo «acqua, orzo, luppolo e lieviti, niente Co2, nient’altro è presente nei nostri prodotti». «Abbiamo nove tipi di birra – continua Tamba – accomunati dal fatto che sono tutte Ale (le birre ad alta fermentazione, ndr), il metodo, di influenza angloamericana, più classico e tradizionale. Mi diverto anche a sperimentare, in passato ho provato a inserire le pesche nettarine che coltivavamo in azienda, o più recentemente i mosti d'uva, ma al momento commercializziamo solo le proposte più classiche, già di per sé di nicchia rispetto alla birra industriale». La Mata produce dai 400 agli 800 ettolitri all'anno di birra e il suo mercato principale è formato da locali e ristoranti di tutta la Romagna, spesso anche di alto livello, come la pizzeria gourmet 'O Fiore Mio di Faenza, o popolarissimi come il Cz di Conventello. Per il pubblico è possibile comprare le birre della Mata anche direttamente allo spaccio in azienda agricola, dove con la bella stagione Tamba organizza anche serate conviviali e visite guidate con degustazioni. Luca Manservisi
Marco Tamba del birrificio La Mata. Qui sotto il luppoleto nella sua azienda agricola di Solarolo
IL BIRRIFICIO/2
Là dove la bionda è certificata “bio” E (a sorpresa) anche senza glutine La storia del Valsenio che quest’anno festeggia i dieci anni di attività
Davide Finoia e le birre del Valsenio
È stato il primo birrificio ad aprire in provincia di Ravenna, nel 2009 a Casola Valsenio. Dieci anni dopo il Valsenio continua a produrre birra «e a coprire i debiti», scherza Davide Finoia, fondatore e uno dei due soci dell’azienda. «Ho cominciato facendo birra più che altro per me – ci racconta al telefono –, mi piaceva e ho cercato di andare avanti, approfondire, studiare, fino a pensare a un progetto più strutturato». Facendo quindi di un hobby la sua professione (Finoia in precedenza lavorava nel comparto edilizio), grazie anche ai contributi statali per l’autoimpiego, così come raccontò nel 2011 anche in un’intervista al Sole 24 Ore, ancora rintracciabile in rete. Quello stesso anno il birrificio ha ottenuto i certificati per poter marchiare la propria birra come “Bio”. «Abbiamo recentemente fatto analizzare la nostra birra biologica – ci rivela Finoia – ed è risultata senza glutine, quindi a breve la metteremo in commercio anche con questa certificazione, così anche le persone celiache potranno gustare una birra senza additivi chimici...». Attualmente sono in produzione otto linee, distribuite (l’anno scorso ne sono stati prodotti 360 ettolitri) direttamente dall’azienda in particolare tra la Romagna e le province di Bologna, Ferrara e Firenze, in agriturismi, ristoranti, negozi e locali «in cerca di prodotti di qualità». «Rispetto a quando abbiamo iniziato – ricorda Finoia – oggi attorno alla birra artigianale c’è molta più attenzione e consapevolezza, ma è aumentata anche a dismisura la concorrenza». Il 12 maggio Valsenio festeggerà i dieci anni di attività con una festa nella propria sede di Casola.
PRIMO PIANO / 15 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
IL BIRRIFICIO/3
Due scatti dall’interno e l’esterno del birrificio di Torri di Mezzano e, al centro, l’imbottigliamento delle nuove linee di birra
Nella campagna di Mezzano c’è uno degli impianti più grandi d’Italia Il caso dell’Italian Craft Brewery della famiglia Delise che invita i cittadini nella propria azienda per visite guidate e degustazioni, aspettando di poter organizzare feste della birra in stile bavarese L’obiettivo è quello di organizzare una sorta di Oktoberfest ravennate. E in effetti lo spazio c’è: circa 10mila quadrati di terreno all’aperto, in un ex cementificio in mezzo alla campagna, a Torri di Mezzano. È dove la famiglia Delise ha scelto di avviare due anni fa il birrificio di famiglia, ribattezzato Icb Italian Craft Brewery e che vede al timone i fratelli Monica e Michele, supportati in tutto e per tutto dal padre, protagonista di un investimento sicuramente importante e che ci mostra con orgoglio (facendoci assaggiare le ultime novità) un impianto da 1.200 metri quadrati all’avanguardia – ci assicura – rispetto agli standard. «Siamo il quinto birrificio più grande di tutta Italia per potenzialità – ci racconta Monica Delise –, con “cotte” giornaliere da 5mila litri e una capienza di stoccaggio da 650 ettolitri». Potenzialità industriali al momento non certo ancora sfruttate. «Dobbiamo ancora farci conoscere bene, ma il pro-
dotto piace e l’investimento è rivolto al futuro». La scelta strategica è chiara: puntare sulla qualità ma anche sui numeri scegliendo come principale canale di vendita la grande distribuzione, in particolare i punti vendita Coop e Conad dell’Emilia-Romagna. «Il nostro grande impianto ci permetterebbe nel lungo periodo di abbattere i costi e le nostre birre hanno il giusto equilibrio tra prezzo e qualità». Sugli scaffali al momento tre tipologie (bionda, rossa e weiss, ma sono appena state etichettate le nuove Ipa e Apa) della Deli.Ra, un nome che unisce il cognome della famiglia a Ravenna, omaggiata anche con i mosaici stampati sulle etichette delle bottiglie. «A differenza della maggior parte delle birre artigianali, noi siamo specializzati nella bassa fermentazione (le cosiddette lager, ndr). Seguiamo tutto il processo, dalla macinazione dei malti fino all’imbottigliamento. Purtroppo non possiamo ancora produrre le materie prime ma l’obiettivo è quello di
aprire in futuro anche una filiera agricola, creando un luppoleto. Al momento cerchiamo per quanto possibile di sostenere le aziende del territorio e siamo per esempio in attesa delle certificazioni per poter utilizzare il luppolo proveniente dalla vicina Grattacoppa...». La birra resta però figlia tipicamente della Baviera, da dove arrivano i lieviti, anche da qui l’idea di organizzare feste proprio sullo stile tedesco. E la famiglia Delise già sta cercando di invitare più gente possibile a far visita al proprio birrificio di Torri di Mezzano, dove è presente un punto vendita (con confezioni con prodotti locali e anche i biscotti d’orzo realizzati con la stessa materia prima utilizzata per la birra) e dove sono in programma anche visite guidate con degustazioni. La prossima è fissata per la mattina di sabato 23 febbraio (info e prenotazioni sulla pagina Facebook “ICB Italian Craft Brewery” o alla mail info@craft-brewery.it). (lu.ma.)
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16 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
IL PROGETTO
LA TESTIMONIANZA
«Il birrificio all’ex macello? Ancora non ci sono le condizioni ma è un sogno che resta» La famiglia Poggiali aveva comprato all’asta l’immobile che è ancora però in stato di abbandono
IL BIRRAIO GIRAMONDO CHE LAVORAVA AL PORTO: «LA PROSSIMA TENDENZA SARÀ LA GRAPE ALE» Esperienze in Australia e Malta per il 34enne Marco Mignola, con una laurea in Scienze Politiche nel cassetto, ora alla Plb
Giovanni Poggiali del gruppo portuale Setramar è anche il responsabile del Podere La Berta che oltre a produrre vini (sulle colline di Brisighella) dal 2015 ha aperto anche un birrificio in Toscana (nell’articolo qui a fianco intervistiamo il birraio ravennate che ci lavora), premiato anche alla recentissima fiera internazionale di Rimini. Ma un birrificio, Poggiali, in tempi non sospetti avrebbe voluto aprirlo anche in pieno centro a Ravenna, nell’ex macello di sua proprietà, al momento ancora desolatamente abbandonato. Un progetto che prevedeva appunto un luogo di produzione della birra accanto a uffici e spazi per gli universitari. «Nel 2003 (quando la famiglia Poggiali acquisto all’asta l’ex macello, ndr) facevo già birra in maniera casalinga e l’idea del birrificio era perfino in anticipo sui tempi – ci dice Poggiali al telefono –, poi non ci sono state le condizioni per investire e per noi è stato più conveniente farlo in Toscana. Anche oggi non è il momento di investire a Ravenna, ma il progetto di riqualificazione dell’ex macello resta un sogno che mi piacerebbe realizzare...».
CORSI Entro l’11 aprile le iscrizioni per diventare Ambasciatore di birra L’Accademia del Gusto di Ravenna organizza il corso “Ambasciatore di Birra”, in collaborazione con il prestigioso Istituto tedesco Doemens e Arte-Bier. Tre giornate intensive e consecutive (i prossimi 14, 15 e 16 maggio) per esplorare le principali tematiche e criticità della filiera della produzione della birra, con lezioni teoriche e pratiche che si focalizzano sulle materie prime e i suoi processi produttivi. Il corso che si svolgerà presso la sede di via del Pino, 102/104 (Ravenna) ha un costo di 885 euro Iva esclusa a persona ed è a numero chiuso per un massimo di 16 partecipanti. Info e iscrizioni entro l’11 aprile: tel. 0544 515772 e info@accademiadelgusto.ra.it.
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«Sono sempre stato un appassionato di birra ma l’avvicinamento al mondo della produzione l’ho avuta a Salonicco, in Grecia». Marco Mignola, 34enne ravennate, racconta così l'inizio dell'esperienza che lo porta, oggi, a essere il birraio di “Plb Craft Beer”, il progetto di birra artigianale di Podere La Berta. Il birrificio si trova in provincia di Siena (a Castelnuovo Berardenga) ma ha le radici ben piantate in Romagna visto che l'azienda fa capo al gruppo Poggiali, nota famiglia di imprenditori di Ravenna. A Salonicco Mignola si trovava per un bando europeo a cui aveva partecipato dopo un’esperienza di lavoro al porto di tre anni, con in tasca una laurea magistrale in Scienze Politiche. «Un collega mi parlò di questo corso di alto apprendistato per mastri birrai che si teneva a Pollenzo, in provincia di Cuneo, e ho deciso di provare. La passione per la birra artigianale ce l’avevo già così ho deciso di crearmi questa nuova opportunità di lavoro, cambiando radicalmente rispetto a quanto prospettato solo qualche anno prima». Mignola si iscrive al corso nel 2015. Più che il titolo, però, sono preziosi i due tirocini formativi connessi al master: «Il primo l’ho svolto vicino a casa, al birrificio La Mata di Solarolo (vedi p. 14, ndr)». Per il secondo Mignola vola dall'altra parte del mondo, atterrando nella costa est Australiana: «Ho lavorato a Byron Bay, l'etichetta si chiama Stone&Wood. Ho avuto la fortuna di fare questa esperienza internazionale grazie a Slow Food. Devo ammettere che se dovessi dire in che momento ho fatto il salto di qualità indicherei proprio questa esperienza, senza nulla togliere alle altre». Dopo qualche mese in Australia l’aspirante birraio torna a Pollenzo, dove si laurea. A quel punto trova il primo impiego a Malta, in un piccolo birrificio. «Qui ho imparato come si gestisce la logistica interna di un impianto completando in qualche modo la mia formazione». A novembre del 2016 Mignola torna in Italia e trova lavoro al Podere La Berta, trasferendosi così in Toscana. «Avevano fatto un grosso investimento sulla birra e sono stato assunto. Ora siamo in due a seguire la linea che produce circa 500 ettolitri all'anno. Abbiamo una decina di etichette, di vario tipo. Una delle prime birre che ho prodotto è stata quella della mia prova finale a Pollenzo, poi mi sono spostato verso i sapori della birra belga». Per fare una birra occorrono dai 30 ai 45 giorni, per la cotta serve un lavoro di otto-nove ore. Nel periodo di attesa «la birra va assaggiata quasi tutti i giorni, l'ho capito lavorando su impianti grandi. Solo così si capisce se il prodotto sta andando verso la direzione che si desidera». Mignola oggi è molto soddisfatto del suo lavoro: «Mi sto togliendo qualche soddisfazione dopo anni di sacrifici e ora sto studiando le birre grape ale, che uniscono il mosto della birra a quello dell'uva. Questa sarà la prossima tendenza e si può dire che sia la prima che nasce in Italia». Mignola però non sa se consiglierebbe ad altri di fare il suo stesso percorso: «Gli spazi di lavoro si stanno riducendo: gran parte dei birrifici artigianali è composto da piccolissime imprese, se non addirittura da aziende unipersonali. Diciamo che ci sono state tre ondate: la prima è quella dei pionieri, dal 1996; la seconda è quella degli imprenditori e la terza è la mia, dove si lavora come dipendenti». Non esiste un contratto nazionale da birrai: si è inquadrati come artigiani o come lavoratori agricoli e il precariato è ancora alto. Soprattutto «oggi le imprese cercano l'esperienza. Diciamo che io ho centrato il momento buono ma credo che al momento i posti di lavoro liberi nel settore non siano tantissimi». Alessandro Montanari
PRIMO PIANO / 17 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
IL SETTORE CURIOSITÀ DAL MONDO BIRRA La “bionda” al Sale di Cervia che ha conquistato il resto d’Italia
Uno scatto dal Beer Attraction di Rimini
La birra è in continuo fermento: «Consumi in crescita del 41 percento»
Dal celebre vino di Bagnacavallo, ecco la Beerson
I dati emersi dalla fiera internazionale di Rimini Conferme da Errebi (distributori): «Buoni segnali anche dall’artigianale» «Dopo un periodo di stagnazione, ormai già da alcuni anni il mercato della birra è in crescita, forse complice anche il fermento del settore artigianale». A parlare è Andrej Castellucci, amministratore delegato di Errebi, principale azienda di distribuzione di bevande in provincia di Ravenna. «In Italia la crescita ha portato a raggiungere i 32 litri pro capite di consumo di birra all’anno (record storico, ndr), con il Nord-Ovest che cresce più del Nord-Est ma la nostra zona che è caratterizzata da una peculiarità importante rappresentata dal turismo nei mesi estivi». Castellucci cita poi un altro dato importante per comprendere l’importanza del settore: la birra rappresenta infatti il 24 percento dei “liquidi” consumati nei bar, ristoranti e in generale nei locali prettamente “diurni” (a farla da padrone probabilmente gli stabilimenti balneari nel periodo estivo). La vitalità del mondo della birra è stata certificata anche dal successo della quinta edizione della Beer
Tra le particolarità nel mondo della birra locale spicca senza dubbio il marchio Salinae, la birra ideata ormai quasi dieci anni fa da Christian Donini, quando era impegnato nella distribuzione di vini e bevande con la società Mister Drink. La particolarità sta nella presenza, in aggiunta al malto e al luppolo, di un ingrediente caratterizzante come il sale dolce di Cervia. La birra dopo una serie di prove è stata testata e poi prodotta (in un birrificio fuori provincia) ottenendo successo anche fuori regione. Oggi Salinae è distribuita in tutta Italia, in 70-80mila bottiglie l’anno.
Attraction, la fiera internazionale andata in scena in questi giorni a Rimini. Tra le imprese presenti anche quattro della provincia di Ravenna, anche se non tutte operative direttamente nel settore come la Caviro di Faenza, la Golfera di Lavezzola e l’Eurocompany di Godo, a cui si aggiunge l’Herrnbrau Italia, azienda che importa la celebre birra bavarese e che ha sede a Roncalceci. In fiera è intervenuto anche Michele Cason, presidente di AssoBirra, l’associazione confindustriale rappresentativa di più del 90 percento della produzione nazionale e del 71 percento di birra immessa al consumo nel nostro Paese. «Il comparto – ha dichiarato – sta registrando un andamento positivo anche in Emilia Romagna, sia da un punto di vista produttivo che dei consumi, che hanno fatto registrare una crescita del 41 percento negli ultimi cinque anni stando alle rilevazioni dell’istituto di ricerca AstraRicerche contenute in un’indagine da noi commissionata».
I primi test sono partiti ormai dieci anni fa, con la collaborazione del birraio Davide Finoia del birrificio Valsenio (vedi p. 14) e poi nel 2013 è arrivata la registrazione del marchio. E Bagnacavallo, già diventato celebre grazie all’uva Longanesi a al vino Bursôn, ora può vantare anche una birra. Realizzata appunto con i lieviti che vengono utilizzati per il Bursôn e ribattezzata Beerson, grazie a un’idea di Daniele Longanesi, dell’azienda agricola omonima, e Maurizio Bragonzoni, ex proprietario dell’osteria di Piazza Nuova, ora agente di commercio e che si occupa personalmente della distribuzione della birra (di cui se ne producono circa 60 ettolitri l’anno), ormai nota anche al di fuori della Romagna, di pari passo (o quasi) con il più celebre Bursôn. Si tratta di un “beer firm”, ossia, come già spiegato in queste pagine di approfondimento, di una ricetta che viene prodotta per conto terzi, in questo caso alla Fabbrica della Birra Tenute Collesi, nelle Marche, e da poco anche in collaborazione con Icb, a Torri di Mezzano (vedi p. 15).
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18 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
INFRASTRUTTURE
Duecentomila euro per il guardrail del cavalcavia che finisce nei campi Via dei Granatieri a Fornace Zarattini parte dalla Faentina e scavalca l’A14 Dir: il ponte degli anni Settanta serve un solo residente e i fondi agricoli. Spesa a carico del Comune
Il cavalcavia di via dei Granatieri a Fornace Zarattini sopra l’A14: il Comune spende 200mila euro per sostituire i guardrail
VEN
22 FEB VEN
1 MAR
GREG AND MAX PIRONE’S FAT BONES & BURLESQUE SHOW Show swing comico / Jazz
ARS NOVA NAPOLI LA MORTE DI CARNEVALE Musica Napoletana
Teatro Anteprima Nazionale SAB
2 MAR Programma
FEBBRAIO - MARZO
THIORO
UN CAPPUCCETTO ROSSO SENEGALESE
DEM DIKK AFRICA AFRICA ANDATA E RITORNO
VEN
8
OLIVIA SELLERIO
CANTA MONTALBANO MAR Musica d’autore
PIANGIPANE Via Piangipane, 153 Circolo ARCI Ingresso Riservato ai Soci
www.teatrosocjale.it Cell. 327 6719681 Facebook: Teatro Socjale
SAB
9 MAR
Teatro
MARIA PIA TIMO DOPPIO BRODO SHOW
Come da tradizione, ad ogni evento i “MITICI” CAPPELLETTI DEL SOCJALE
T E AT R O I n i z i o s p e t t a c o l i o r e 2 1
ta il tracciato stradale di via dei Granatieri – si legge nel progetto di manutenzione – fu modificato a seguito dei lavori del tronco di diramazione dell'A14”. Progetto che richiedeva l'attraversamento di diverse strade comunali fra le quali anche via dei Gra-
MUSICA Inizio spettacoli ore 22
Una strada bianca che serve un solo residente e qualche fondo agricolo: questa è via dei Granatieri. La stradina si trova a Fornace Zarattini e ha la particolarità di scavalcare sia l'autostrada grazie ad un cavalcavia sia i binari della tratta Ravenna-Godo grazie ad un cavalcaferrovia (vedi box a lato), entrambi costruiti solo a servizio del residente e degli agricoltori. Due ponti ai lati di via Faentina ma che, una volta attraversati, portano al percorso non asfaltato: via dei Granatieri, appunto, che ha infrastrutture degne di strade ben più importanti. Una di queste ora costringe il Comune ad investire e non poco: la delibera approvata in giunta lo scorso dicembre per la manutenzione del cavalcavia sulla A14 prevede un appalto da ben duecentomila euro. I soldi finiranno nella sostituzione del guardrail di protezione del ponte. Palazzo Merlato dovrà sostituire quelli attuali con altri che rendano più sicura la circolazione sul ponte. Traffico che, come si potrà immaginare, non è troppo intenso e consiste nel passaggio di un unico residente che risulta abitare nella strada e dei mezzi diretti alle attività agricole presenti in zona. È probabile che se l'autostrada fosse stata costruita oggi non si sarebbe pensato ad un ponte studiato appositamente per una via di questo genere. Quarant'anni fa, però, la situazione era diversa: “Negli anni Settan-
natieri. Furono pertanto realizzati sia il cavalcavia con struttura mista in ferro e cemento armato per sormontare l'autostrada sia le relative nuove rampe di accesso. Il ponte è in parte di proprietà di Società Autostrade ma una convenzione stabilisce
Il cavalcaferrovia dall’altro lato Il cavalcaferrovia di via dei Granatieri, sul lato opposto di via Faentina rispetto al ponte sull’autostrada, è figlio di un contratto di concessione dell’inizio degli anni Novanta tra Cmc e Ferrovie Italiane. L’opera rientrava nei lavori per il raddoppio della linea ferroviaria Ravenna-Russi e doveva eliminare il passaggio a livello. Ne è venuto fuori un ponte a otto campate. Una decina di anni fa si era ipotizzato che via dei Granatieri potesse diventare una nuova circonvallazione con un collegamento attorno alla città tra via Faentina e la zona del centro Iperbarico.
che tutti i cavalcavia che attraversano l'A14 Dir siano gestiti dal Comune per quanto riguarda la segnaletica e i sistemi di protezione. Sarà a carico di Autostrade invece il rifacimento dei cordoli. Ad essere “particolarmente deteriorata” è la situazione dei pannelli della rete metallica che andrà ora sostituita con guardrail più sicuri. Oltre a costare una bella cifra, il cantiere del ponte sarà particolarmente impegnativo perché – pur servendo i campi – il traffico non può essere interrotto: “I lavori – si legge ancora nel progetto – dovranno essere svolti senza la chiusura totale del tratto di strada in argomento, al fine di consentire il transito all'unico residente e alle attività agricole presenti in zona, a meno della fase di montaggio della barriera bordo ponte che necessità la chiusura totale della carreggiata per la presenza dei mezzi di sollevamento per la posa in opera”. Un bell'impegno, per una strada bianca. Alessandro Montanari
IMPIANTI SPORTIVI Dal Comune 200mila euro per la copertura della piastra in via Fabbri, partiti i lavori I lavori per la copertura della piastra polivalente a servizio del centro sportivo di Fornace Zarattini in via monsignor Fabbri cominciano lunedì 18 febbraio e hanno una durata prevista di 90 giorni. La struttura consentirà lo svolgimento delle attività sportive al coperto, in modo particolare durante la stagione invernale: alta 10 metri, sarà realizzata con arcate in legno lamellare, ricoperta con una membrana in tessuto poliestere in pvc, composta da due pareti laterali scorrevoli e quattro porte a un’anta. La piastra polivalente già esistente, in calcestruzzo industriale, presenta una pianta di 40m X 20m, potrà essere utilizzata per il pattinaggio, calcio, ciclismo. Il costo complessivo dei lavori ammonta a 200 mila euro sostenuti dal Comune.
MOBILITÀ Il Comune annuncia 290 nuovi posti auto a Milano Marittima entro Pasqua Entro Pasqua, o entro maggio in caso di maltempo, Milano Marittima avrà 290 nuovi posti auto in più e nel biennio 2020-21 arriveranno altri 250 posti e ulteriori parcheggi scambiatori. È l’annuncio del Comune di Cervia che ha presentato alle associazioni di categoria il potenziamento del piano sosta. Il nuovo incremento si andrà a sommare ai quattrocento posti del Palacongressi. Nel dettaglio per il 2019 sono previsti interventi al parcheggio Mantova in viale Forlì (60 nuovi stalli), nella traversa di via Gora al Circolo Tennis (circa 80 posti auto), al parcheggio stadio (aumento stalli di circa 50 posti), in via Gora (sistemazione e segnalamento dei posti auto posti lungo la per circa 100 posti auto), al parcheggio scambiatore del centro congressi con realizzazione di area destinata a camper.
SOCIETÀ / 19 21-27 febbraio 2018 RAVENNA&DINTORNI
AMBIENTE
Rifiuti: in 42 centri abitati del forese via i cassonetti per l’indifferenziata Per tredicimila famiglie e mille attività da maggio raccolta con sistema misto: porta a porta e isole ecologiche. L’obiettivo è il 70 percento di differenziata nel 2020, oggi è al 56
Per circa tredicimila famiglie residenti in 42 centri abitati delle circoscrizioni a nord e sud del forese di Ravenna – chi vive entro i cartelli stradali bianchi che indicano la località, tanto per intenderci – da maggio cambierà il servizio di raccolta rifiuti gestito da Hera. Sarà adottato un sistema misto che prevede la raccolta domiciliare di indifferenziato (un passaggio settimanale) e organico (due passaggi settimanali) e per tutto il resto (carta, plastica, vetro e vegetali) verranno realizzate isole ecologiche di base con tutti i tipi di cassonetto (tranne ovviamente quelli della tipologia per cui è previsto il porta a porta) in un unico punto distante non più di duecento metri per nove case su dieci e nei restanti casi non oltre 400 metri. La stessa riorganizzazione coinvolgerà anche un migliaio di attività commerciali e artigianali. Nelle abitazioni più distanti dei medesimi territori – le cosiddette “case sparse rurali” con circa settemila utenze già servite dal porta a porta integrale che prevede il ritiro a domicilio di tutte le tipologie di rifiuti – sarà invece introdotta una novità: il controllo del volume del rifiuto indifferenziato, il residuo non riciclabile, che andrà inserito in un unico sacco da 40 litri a settimana (quantità considerata per le famiglie fino a quattro persone), o in un bidoncino sempre da 40 litri ritirabile gratuitamente dai titolari Tari nelle stazioni ecologiche. Le nuove misure riguarderanno complessivamente 21mila utenze che, sommate a quelle
Sconti in bolletta con il terriccio fai da te Per chi vive in zone rurali e ha spazi verdi di pertinenza come giardini o orti, si potrà richiedere a Hera la fornitura della cosiddetta compostiera: un contenitore in cui collocare i rifiuti organici per la macerazione e la trasformazione in terriccio fertilizzante. La compostiera va richiesta a Hera, viene rilasciata gratuitamente e prevede uno sconto in bolletta di 5 euro all’anno per ogni componente della famiglia. Chi realizza invece una concimaia, sempre in collaborazione con Hera, lo sconto sale a 10 euro.
già servite in altre zone del comune, portano a 35mila il totale delle utenze coinvolte in qualche modo da una forma di differenziata su 104mila totali nel comune capoluogo. Si parte dal 6 maggio gradualmente per arrivare a regine entro fine giugno. La riorganizzazione è finalizzata a raggiungere nel comune entro il 2020 il 70 percento di raccolta differenziata – obiettivo fissato dal piano regionale – che a fine 2017 era del 56,2 per-
cento su un totale di 123mila tonnellate di rifiuto raccolto, la percentuale più bassa tra le nove province dell’Emilia-Romagna. Inoltre il nuovo sistema di raccolta mira a ridurre la quantità di rifiuto urbano residuo (indifferenziato) a meno di 150 kg annui per abitante. L’amministrazione comunale e Hera hanno inviato una lettera a tutti i cittadini e le attività coinvolte per informarli del calendario dei passaggi e invitarli agli incontri sul territorio. Ve-
Ecco l’elenco delle località coinvolte Questi i centri abitati coinvolti suddivisi per circoscrizione. Castiglione: Ca’ Bevano, San Zaccaria, Savio, Serraglio. Mezzano: Ammonite, Borgo Masotti, Mezzano, Savarna, Conventello, Grattacoppa, Torri. San Pietro in Vincoli: Borgo Sisa, Campiano, Carraie, Ducenta, Gambellara, Massa Castello, Osteria, San Pietro in Campiano, San Pietro in Vincoli, Santo Stefano. Piangipane: Camerlona, Piangipane, San Michele, Santerno. Ravenna Sud: Fosso Ghiaia, Madonna dell’Albero, San Bartolo, San Marco, Villanova. Roncalceci: Coccolia, Filetto, Ghibullo, Longana, Pilastro, Ragone, Roncalceci, San Pietro in Trento. Sant’Alberto: Mandriole, San Romualdo, Sant’Alberto, Sant’Antonio
nerdì 22 febbraio a Santo Stefano alle 20.45 alla biblioteca Valgimigli si terrà il primo. Poi il 25 al centro polivalente di San Pietro in Trento, il 26 alla Pioppa di Savarna, il 27 al Salice di Mezzano, il 28 alla sala Tamerice di Castiglione (calendario completo sul nostro sito internet). Per la consegna del materiale informativo e del kit di raccolta (ove è presente il porta a porta), da marzo in poi, tutor incaricati e formati da Hera si recheranno presso tutte le utenze (abitazioni e attività): gli operatori saranno dotati di un tesserino nominativo e non chiederanno mai né di entrare in casa né denaro (per essere certi che si tratti di un incaricato Hera è possibile chiamare il Servizio Clienti Hera al numero verde gratuito 800.862.328 disponibile anche per ogni altra informazioni sulle novità della raccolta).
INCONTRO/1 Libera comincia il percorso verso il 21 marzo a Lugo si parla del business della droga Parte da Lugo il 22 febbraio il percorso “100 passi verso il 21 marzo” organizzato da Libera Ravenna. Alle 20.45 nella sala estense in piazza dei Martiri 1 l’incontro “Droghe, un business mafioso tra Ravenna e l’Emilia-Romagna”. Intervengono il giornalista del Corriere Romagna e l’Espresso Alessandro Cicognani, il responsabile del Sert di Ravenna Giovanni Greco e una rappresentanza della polizia di Stato. Modera l’incontro Enza Leggieri di Libera Ravenna. L’evento è realizzato con il patrocinio dell’Emilia-Romagna e Unione dei Comuni della Bassa Romagna. Nella serata si affronterà il tema del traffico di droga anche alla luce delle recenti operazioni sul territorio.
Serata raccolta fondi
INCONTRO/2 Savini presenta il suo libro al Mama’s con la Uaar: “Non c’è più religione?”
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Come è cambiata la religione negli ultimi decenni? Qual è il sentimento prevalente, tra chi si dichiara religioso, ma vive in una società secolarizzata dove la scienza e la tecnologia hanno portato grandi miglioramenti nelle condizioni di vita? E come affrontano i credenti il tema dei diritti civili? Questi e molti altri i temi che affronta Vittorio Savini nel saggio “Non c’è più religione?” con il ricorso ampio a citazioni di altri autori, in genere piuttosto critici verso la visione cristiana: l’autore sarà ospite della Uaar in occasione di un incontro pubblico al circolo Mama’s di via San Mama il 21 febbraio alle 21. Modera l’incontro Domenico Gavella (ingresso gratuito con tessera Arci).
per l’acquisto di un Ecografo da donare al Centro di Prevenzione Oncologica presso l’Ospedale di Ravenna
Fondazione Lucè per informazioni e vendita cell. 366.4916411 Biglietteria Teatro Alighieri 0544.249244 Orario: dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 giovedì dalle 16.00 alle 18.00
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SPORT / 21 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
PALLACANESTRO SERIE D
La Selene non si nasconde: «Vogliamo arrivare ai playoff» Colombi è presidente della squadra di Sant’Agata sul Santerno da 25 anni, affiancato dalla figlia La quarta forza provinciale lavora in collaborazione con le società più grandi per svezzare giovani talenti di Vincenzo Benini
In una cittadina dove nello sport la parte del leone è per tradizione ricoperta dal calcio, la Selene Sant’Agata sul Santerno si è ritagliata nel tempo sempre più spazio, facendosi largo a spallate e a suon di canestri. Il piccolo comune inserito tra Lugo e Massa Lombarda (nella provincia di Ravenna ultimo per estensione del territorio e terzultimo per numero di abitanti, circa 3mila) al momento può contare sulla quarta maggiore realtà cestistica del territorio in virtù della partecipazione della Copar Servizi al campionato di Serie D. Più in alto della formazione di Dalpozzo, infatti, ci sono solo in A2 l’OraSì Ravenna e in B la Rekico Faenza e l’Orva Lugo, e di conseguenza cresce la voglia da parte dei dirigenti di formare nei prossimi anni un piccolo settore giovanile. Da 25 anni al timone della Selene c’è il presidente Edoardo Colombi, ex allenatore a Lugo negli anni Novanta, affiancato nei compiti amministrativi dalla figlia Roberta. «Siccome nel ’94 il gruppo guidato da mio padre non aveva sbocchi – racconta la dirigente responsabile – si è deciso di fondare una nuova società a Sant’Agata, inizialmente anche in collaborazione con Lugo. Poi il club è andato avanti con le sue gambe, riuscendo a conquistare la promozione in D in tre occasioni. L’ultima volta che ce l’abbiamo fatta è successo nella passata stagione, durante la quale da neopromossi siamo riusciti a raggiungere la finale del Trofeo Marchetti (la Coppa Emilia Romagna, ndr) e siamo arrivati settimi in campionato, sfiorando i playoff». Quinta della classe in virtù anche del fresco successo sulla Stella Rimini, la Copar in questo torneo è intenzionata a raggiungere uno step superiore a quello attuale. «Nonostante i numerosi infortuni, quest’anno stiamo andando bene. L’obiettivo minimo è quello di partecipare ai playoff, anche se non sarà facile. Noi abbiamo cambiato un po’ la nostra filosofia, cominciando a puntare su giocatori più giovani e i risultati sono sotto i nostri occhi, con due elementi come Scaccabarozzi e Bergantini, provenienti nell’ordine da Ravenna e Forlì, che stanno crescendo tantissimo. La nostra idea è quel-
la di collaborare con le società più grandi, cercando di raccogliere i migliori prospetti del territorio. Ci piacerebbe in futuro costruire un roster espressione di un mix di giocatori esperti, come possono essere i vari Mastrilli, Baldrati e Rubbini, assieme ad altri di belle speranze». Avere un club in una località piccola come Sant’Agata sul Santerno di certo non aiuta a reclutare i giovani del territorio. «Da noi c’è un bacino molto limitato e quei pochi bambini che fanno sport puntano al calcio. Nonostante questo c’è il progetto di costituire un settore giovanile nel giro di due anni, coinvolgendo anche la vicina Massa Lombarda, con cui abbiamo ottimi rapporti. L’intenzione è quella di formare un gruppo di mini-basket, per poi farlo crescere nel tempo. Abbiamo la fortuna di poter contare su un coach come Dalpozzo, che da sempre è coinvolto nei settori giovanili, cosa che continua a fare anche ad Argenta. Adesso in prima squadra sta allenando molti giocatori cresciuti con lui: per noi lavorare con Daniele rappresenta un valore aggiunto». Lontano dal mondo professionistico, non è certo semplice portare avanti una società nel difficile mondo della pallacanestro. «Con l’aiuto di altri collaboratori e dirigenti, tra cui Riccardo Sabadini, che si occupa di comunicazione e di rapporti con il Basket Ravenna, cerchiamo di tener vivo il nostro progetto, ovviamente senza alcun fine di lucro. Abbiamo formato un gruppo molto unito, sia fuori sia dentro al campo, e a ripagarci dai tanti sforzi e dal tempo dedicato a questa attività sono le soddisfazioni che riceviamo giorno dopo giorno. Il motore che ci spinge è la passione e alla fine posso dire che ne vale la pena. In più per fortuna esistono anche dei sostenitori che ci danno una mano, facendo fronte comune con loro». Se da una parte è fondamentale andare d’accordo con le società “grandi”, dall’altra per sopravvivere è obbligatorio stringere amicizie con le realtà piccole. «Abbiamo avviato una collaborazione con il Fusignano Basket, che sta facendo benissimo in Promozione e con cui abbiamo formato la squadra Under 20, necessaria per essere iscritti alla D. Un’altra delle no-
Dal baby playmaker Dalpozzo (16 anni) all’esperienza di Mastrilli (33): ecco il roster rossoblù Roster: Emmanuele Scaccabarozzi (22 anni, guardia/ala), Lorenzo Spinosa (24, guardia), Fabio Bergantini (21, playmaker), Gianmarco Rubbini (30, ala), Filippo Vignudelli (27, guardia), Francesco Carlotti (21, playmaker), Alberto Mastrilli (33, guardia/ala), Luigi Totaro (27, pivot), Edoardo Caprara (25, pivot), Umberto Baldrati (27, ala/pivot), Riccardo Camorani (29, ala/pivot), Luca Tarroni (19, guardia/ala), Matteo Dalpozzo (16, playmaker). Allenatore: Daniele Dalpozzo. Viceallenatore: Marco Valli.
stre idee è quella di aiutarsi a vicenda con altre realtà simili alla nostra, cercando di darci una mano per continuare ad andare avanti. Negli ultimi anni, a causa degli alti costi imposti anche dalla Federazione, sono numerosi i piccoli club che hanno chiuso la loro attività». Un appoggio importante per la Selene arriva dall’amministrazione comunale, che garantisce l’utilizzo di una struttura ben organizzata come il palazzetto “Giorgio Gadoni”. «Si tratta
di una palestra di costruzione abbastanza recente, fabbricata a inizio anni Novanta in occasione dei Mondiali di calcio in Italia, in cui vengono svolti continui lavori di manutenzione. È tenuta molto bene, con un parquet nuovo, e noi abbiamo ampia disponibilità di utilizzo. Si tratta di un impianto che potrebbe essere omologato anche per la C Gold, quindi possiamo guardare senza grandi preoccupazioni al futuro».
IL PROGRAMMA DEL WEEKEND
Volley femminile A2: la Conad non può fallire con Martignacco Calcio C: Ravenna sabato al Benelli per ripartire dopo il ko È un menu molto gustoso quello proposto dal prossimo weekend dal punto di vista degli appuntamenti sportivi. Si parte al solito di sabato, il 23 febbraio, con la Conad che nella Pool Promozione di Serie A2 di pallavolo femminile ospita al PalaCosta (ore 18) le friulane del Martignacco. Nell’anticipo le biancorosse sono chiamate a conquistare l’intera posta in palio contro il fanalino di coda per tenere accesa la speranza di qualificarsi ai playoff. Nella stessa giornata, quasi in contemporanea, al “Benelli” (ore 18.30) scende in campo il Ravenna nel campionato di Serie C di calcio. Reduce dal ko di Salò, la formazione di Foschi va all’assalto del Teramo con l’obiettivo di difendere la sua buona settima posizione. Domenica 24 febbraio, invece, è il turno della Consar nella Superlega di volley, con Goi e compagni che al Pala De André (ore 18) se la ve-
dono con il Sora, intenzionati a centrare un successo che potrebbe avvicinarli alla zona playoff. Unica realtà ravennate a giocare in trasferta è, nel torneo di A2 di basket, l’OraSì, che a Mantova (ore 18) affronta la rivale diretta Pompea, in virtù dei soli due punti di vantaggio sui lombardi. A completare il programma, restando nella pallacanestro, in B maschile sabato 23 febbraio l’Orva fa visita a Olginate (ore 21), in provincia di Lecco, alla Gordon, mentre il giorno dopo la Rekico ospita al “Cattani” (ore 18) la pericolosa Tramarossa Vicenza. In A2 femminile le faentine dell’InfinityBio sempre domenica (ore 18) scendono nelle Marche, dove incrociano la Feba Civitanova. Chiude il Classe (calcio Serie D), il 24 febbraio a Calvisano, nel bresciano, contro il Calvina (ore 14.30). (vi.be.)
22 / CULTURA / RUBRICHE RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
VISIBILI E INVISIBILI
CARTOLINE DA RAVENNA
La favorita: un film di confine che può accontentare tutti? O forse il contrario?
Il campanaro insolente
Francesco Della Torre
mittente Giovanni Gardini
cinica che vede i signori della corte come (nel La favorita (di Yorgos Lanthimos, 2018) migliore dei casi) dei buffi burattini di un teatrino Sono un grandissimo fan di Yorgos Lanthimos, dai di posa, con il racconto teso a sbeffeggiare tutti i tempi del suo primo, inedito, Dogtooth fino al presuoi protagonisti. Lanthimos quindi non mostra cedente Il sacrificio del cervo sacro, film che a oggi affetto né per questi personaggi, né per le tre prosono anche le sue due opere migliori. Il successo ha portato il regista greco a cimentarsi con grandi produzioni e purUn fotogramma da La favorita troppo a non avere più al suo fianco il suo fedele sceneggiatore, Efthimis Filippou, con cui ha scritto le bizzarre e geniali opere citate. All’inizio del Settecento, la regina Anna d’Inghilterra, anziana e acciaccata, al destino del suo paese preferisce allevare i suoi 17 conigli, ognuno dei quali rappresenta un figlio morto. Le sorti del regno sono saldamente in mano alla “favorita” Lady Marlborough, tesoriera del regno e autentica “lady di ferro” ante litteram. L’arrivo a corte della cugina Abigail, decaduta ma ambiziosa come nessuna, porterà scompenso tagoniste, che le mostra in tutta la loro antipatia nella corte inglese, sia a livello politico che sociale. mettendo lo spettatore in una posizione di divertiIl film narra l’incontro/scontro tra due donne ta neutralità, pur senza perdere l’interesse per la forti e estremamente attratte dal potere, con una vicenda e soprattutto per conoscere la vincitrice di regina relegata a donna oggetto (anche sessuale), questo giochino al massacro, non così violento e non all’altezza di tali personalità. Quando si assicome il termine ci suggerisce, ma sicuramente ste a un film in costume del Settecento, con l’agnon privo di ferite e feriti. Candidato a ben 10 giunta dell’ambientazione caratterizzata soltanto premi Oscar, per quasi tutte le categorie principadalla luce naturale delle candele, non può che li, è considerato un outsider. Un buonissimo film venire in mente Barry Lyndon del Sommo Kubrick, che ha il limite di non uscire dalla canonicità del generando così paragoni impietosi e ingiusti. genere, visto che a girarlo c’è un regista che ci ha Lasciando perdere lo scomodo paragone, La favoriabituato a prove più estreme; di contro, pur senza ta vive di luce propria grazie soprattutto alla fare rivoluzioni, ci troviamo di fronte a un’opera messa in scena, caratterizzata da piani sequenza, che fatica a stare dentro questi canoni e che lanazzeccati ralenty e inquadrature fisse realizzate cia continui segnali di voler sovvertire il genere, con l’uso del grandangolo (il cosiddetto “fishpur di fatto non riuscendoci. Un film di confine eye”), e alla recitazione, perché Emma Stone, che può accontentare tutti, o forse il contrario? La Raquel Weisz e la sontuosa Olivia Colman formaverità sta nel mezzo perché ci troviamo davanti a no un perfetto triangolo del male, costituito da un altro importante tassello di quest’ottima stacattiverie e conflitti. Pur nel suo ritmo compassagione cinematografica, da gustare grazie a questo to e nella sua durata importante (due ore), il film film ancora nelle sale. scivola via piuttosto agilmente nella sua visione
Fu nell’estate del 1821 che il filosofo, poeta e scrittore inglese Percy Bysshe Shelley, venne a Ravenna a trovare l’amico, nonché cognato, George Byron. Della città Shelley ebbe modo di apprezzare le antiche basiliche - «sono andato a visitare le antichità di questo luogo che sono notevoli», scriverà alla moglie Mary - molto meno l’ambiente ravennate, come avrà modo di confidarle: «Ravenna è un posto triste; la gente è barbara e selvaggia e la loro lingua il più infernale patois che si possa immaginare». Forse, un giudizio così negativo, si deve anche all’incontro non certo idilliaco con il campanaro del Duomo, che gli negò l’accesso alla basilica… Questo episodio irritò profondamente Lord Byron che, in difesa dell’amico, scrisse al conte Giuseppe Alborghetti, perché di questa spiacevole vicenda fosse informato l’Arcivescovo: «Gentile Signore, a un gentiluomo inglese, mio amico, è stato oggi impedito l’accesso al Duomo da parte del campanaro, con maniere a dir poco insolenti. Dato che non ho l’onore di conoscere personalmente l’Arcivescovo, vi sarei grato se gli faceste presente da parte mia che, di qualunque natura siano i suoi sentimenti nei miei confronti, spero che non incoraggi i suoi dipendenti a insultare gli stranieri, soprattutto perché io non ho mai incoraggiato i miei dipendenti a comportarsi in questo modo (…). Se l’Arcivescovo provvederà a punire l’insolenza del suo dipendente, bene, in caso contrario, troverò io ad ogni costo il mezzo di farlo pentire».
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CULTURA / RUBRICHE / 23 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
TUTTA UN’ALTRA MUSICA
LETTI PER VOI
Il dibattito sulla musica italiana e la grandezza dei Massimo Volume
Il diario dell’estinzione un’avventura in qualche modo magica
di Luca Manservisi
di Nevio Galeati *
cata dal fatto che erano passati sei anni dall’ultiA proposito di musica italiana, cercando di ma volta e nove dal ritorno dopo lo scioglimenlasciare perdere le polemiche di Sanremo, è to, con quel Cattive abitudini che resta forse l’apisenza dubbio interessante, nella sua follia, il ce di un’intera carriera, partita all’inizio degli dibattito che ha scatenato la proposta della Lega anni novanta. Senza piĂš il secondo chitarrista che vorrebbe imporre alle radio di trasmettere Stefano Pilia, i MV sono rimasti in tre (i fondatoalmeno un terzo di canzoni italiane. PerchĂŠ nesri Clementi e la batterista Vittoria Burattini, suno si pone neppure il problema di quali canzoaccompagnati alla chitarra dall’altro membro ni dovrebbero passare le radio. Ci fosse un regostorico, Egle Sommacal) e suonano ancora piĂš lamento in grado di imporre una sorta di par asciutti e la tensione nell’aria è ancora piĂš evicondicio che possa permettere a ogni disco itadente. Forse hanno perso qualche sfumatura liano in uscita di avere la stessa visibilitĂ del tormentone di turno, saremmo tutti pronti a firmare per la Lega, I Massimo Volume con Sara Ardizzoni, che li accompagna in tour ovviamente. Ma visto che non si tratta di questo, meglio concentrarsi sulla musica e fregarsene della radio, che poi in fondo ÂŤun mondo con i Massimo Volume primi in classifica sarebbe un orroreÂť, parola di Emidio Clementi degli stessi Massimo Volume, semplicemente, probabilmente, la piĂš grande band italiana. Ogni loro disco è emozione pura, cosĂŹ uguali a se stessi eppure diversi, senza bisogno di cambiare minimamente formula o cercare di stupire. Come un nuovo romanzo, ecco. O, ancora meglio, una nuova raccolta di (che tornerĂ nei concerti dal vivo quando saranracconti. Cosa sono, d’altronde, se non racconti no accompagnati dalla seconda chitarra di Sara (fin troppo facile in questo caso il riferimento Ardizzoni, giĂ nella band di Cesare Basile; l’unialla poetica post-moderna, quando il titolo delco appuntamento in regione è in programma il l’album e la title-track sono espliciti omaggi a 22 marzo a Savignano) ma non hanno perso un John Cheever) musicati, le canzoni dei Massimo briciolo del loro fascino. E cosĂŹ dall’inconfondibiVolume? Per chi non li conoscesse (ma davvele apertura di “Una voce a Orlandoâ€?, passando ro?), caratterizzate da un post-rock tirato, teso, per la struggente storia famigliare di “La ditta di chitarra-basso-batteria, e dallo spoken word di acqua mineraleâ€? fino al capolavoro in rallenty di Clementi che recita appunto, non canta, i suoi “Fredâ€? o la divertente “Mia madre e la morte del testi di spessore letterario, essendo non a caso gen. JosĂŠ Sanjurjoâ€?, sono solo brividi e ognuno anche giĂ autore di svariati romanzi e racconti. potrĂ scegliere il proprio racconto preferito. Io L’ultimo album è uscito per 42 Records a inizio invece, alla fine, tutto quello che vorrei fare è solfebbraio, si chiama appunto Il nuotatore come il tanto abbracciarli forte, i Massimo Volume. racconto di Cheever ed è la solita botta, amplifi-
Ăˆ il 27 dicembre 1831 quando il “Beagleâ€? salpa da Davenport per la circumnavigazione della terra. Il brigantino è comandato dal ventiseienne Robert FitzRoy, nobile inglese, successivamente cartografo, governatore della Nuova Zelanda e pioniere della meteorologia. Nel viaggio imbarca un giovane naturalista, Charles Darwin: saranno quei sei anni di navigazione e “scopertaâ€? del mondo che porteranno quest’ultimo a scrivere il saggio L’origine della specie. Con il passare degli anni FitzRoy diventa vittima di attacchi di depressione e, dopo il fallimento di alcune suoi progetti appunto sulla previsione del tempo e per dissesti economici, si toglie la vita a 60 anni, tagliandosi la gola con un rasoio. Fin qui, in estrema sintesi, è storia vera. Com’è davvero esistito l’ammiraglio Bartholomew Sulivan che, prima di ottenere quella carica, è aiutante di FitzRoy sul “Beagleâ€?. Ma, come va succedendo a volte con esiti molto interessanti, la storia ha anfratti e angoli non indagati che possono essere ricostruiti‌ anche osando, letterariamente, molto. Ăˆ il caso de Il diario dell’estinzione, ultimo romanzo di Maico Morellini (Watson Edizioni), che passa dagli intrecci fantascientifici e post apocalittici (nel 2010 ha vinto il Premio Urania), a una vicenda in cui la ricerca storica serve da solido supporto a una trama fantastica molto efficace. Ormai vecchio, Sulivan incarica due inve-
llo! e b è o l e i c il oi! n n o c o l i r scop VenerdÏ 22, ore 21 "Speciale Luna 2019" ..un film al Planetario
Countdown introduzione di
Paolo Morini e Davide Vukich (ingresso libero - posti limitati) Il Planetario di Ravenna dispone anche di un’ampia
BIBLIOTECA TEMATICA!
stigatori di Scotland Yard, Buckingham e Lefebvre, di indagare sulla morte dell’amico FitzRoy: alcune lettere trovate per caso gli fanno pensare che la versione del suicidio non sia attendibile. La coppia di poliziotti a cui chiede collaborazione non è normale: sono esperti in esoterismo, mesmerimo, ipnosi; non hanno timore di avventurarsi “oltre i confini della realtĂ â€?. L’ammiraglio ha forse capito per primo con chi ci si deve confrontare: l’avversario, o il deuteragonista, Caleb Cavendish, è potente e pericoloso: studioso di arti occulte e seguace di Darwin, ha ripercorso il tragitto del “Beagleâ€?, ha perso una mano tra i ghiacci artici e, al suo posto, ha innestato il frammento di uno strano metallo che dimostra poteri difficili da controllare. E che gli fanno progettare piani terribili. CosĂŹ la ricerca della veritĂ sulla morte di un uomo si trasforma in un’impresa piĂš oscura, che può riguardare il futuro dell’umanitĂ . In un’Inghilterra che assomiglia a quella della serie tv Netflix L’alienista (e del romanzo omonimo di Caleb Carr a cui è ispirata), fra manicomi, antichi manieri e caverne, ci si trova immersi in un’avventura in qualche modo magica. Maico Morellini ha una scrittura che riesce a visualizzare anche le scene piĂš immaginifiche, creando ansia e tensione pur nella apparente pacatezza dei toni narrativi. *direttore GialloLuna NeroNotte
Sabato 23, ore 16:30 "Speciale Luna 2019 for kids"
Amalia Persico: Le impronte sulla Luna (attivitĂ adatta a bambini da 6 anni)
MartedĂŹ 26, ore 21
Ada Grilli: Viaggio al centro delle aurore boreali tra scienza, letteratura, arte e mito Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura
Info e prenotazioni: Planetario di Ravenna, Viale S. Baldini, 4/a - 48121 Ravenna tel. 0544.62534 LunedĂŹ-VenerdĂŹ 8.30-12.30, MartedĂŹ e VenerdĂŹ anche 20.30-22.30 www.planetarioravenna.it - email: info@arar.it - Ingresso intero â‚Ź 5, ridotto â‚Ź 2 - Prenotazione consigliata
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24 / RUBRICA RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
L’INTERVISTA
Amélie Nothomb: «Il cliché è marmo, scrivere è scultura, creare è togliere» L’autrice belga per la prima volta a Ravenna al Palazzo dei congressi il 28 febbraio alle 10
Amélie Nothomb è una donna di poche parole. Scrittrice di culto da milioni di copie vendute in tutto il mondo, vive senza alcuna tecnologia. Non ha cellulare, non ha computer. Farle un’intervista a distanza non è cosa semplice. Le domande vengono stampate, consegnatele a mano, e le risposte arrivano scritte a penna, con una calligrafia elegante e spigolosa. Non sono molti gli autori che usano scrivere i loro libri a mano, lettera dopo lettera, come gli antichi amanuensi, ma anche come ognuno di noi ha imparato a fare a scuola. Con pazienza. Sulla pagina bianca ogni errore è un segno indelebile, ogni correzione una cicatrice. Forse in questo è debitrice al Giappone, dove è cresciuta, in cui la calligrafia è un’arte al pari della pittura. Con un tratto di penna prendono vita i romanzi di Amélie Nothomb e allo stesso modo ha preso il via la nostra conversazione, che anticipa la sua presenza – per la prima volta a Ravenna – per l’anteprima di Scrittura festival/Il Tempo Ritrovato il 28 febbraio alle 10 a Palazzo dei Congressi (la sala della Biblioteca Classense pensata inizialmente si è rivelata non abbastanza capiente viste le moltissime lettere che abbiamo ricevuto di persone che verranno a sentirla da diverse città d’Italia). Così abbiamo iniziato il dialogo che proseguiremo dal vivo il 28, partendo dal suo
ultimo romanzo appena uscito, I nomi epiceni edito, come sempre, da Voland e tradotto da Isabella Mattazzi. Nei suoi romanzi i dialoghi hanno un peso molto rilevante. Sono asciutti e diretti. Cosa sono per lei i dialoghi? «È il momento del combattimento. Costruisco i miei dialoghi come una partita a scacchi». Che rapporto hanno le sue storie non autobiografiche con la realtà? «Sono ancora più reali dei miei racconti autobiografici: raccontano la mia vita inconfessabile!». Da sempre si tiene a distanza dalla tecnologia, senza computer e cellulare. Negli ultimi anni la società si è completamente assuefatta alla tecnologia. Perché ha deciso di tenersene fuori? «Per indifferenza». Che difficoltà e che vantaggi ha la sua scelta? «Difficoltà: quando perdo il treno. Vantaggi: tutto il resto». I titoli dei suoi romanzi sono sempre molto evocativi. I nomi epiceni, detti più comunemente nomi misti, possono essere sia maschili che femminili, a cosa si riferisce questo titolo? «A una doppia vendetta». Il rapporto tra padre e figlia che de-
Amélie Nothomb. Nella pagina accanto le sue risposte autografe alle nostre domande
scrive nel libro è molto duro e privo di pathos. Anche in questo voleva sfidare qualsiasi forma di cliché? «Sì, la figlia reagisce non per il dolore ma per l’odio o il desiderio di uccidere». L’amore in questo suo libro, come
C O M U N I T À
nei precedenti, è al di fuori del concetto tradizionale di “romanticismo”. Crede che il romanticismo sia una menzogna? «Il romanticismo non funziona». C’è molta ironia anche nel parlare
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CULTURA / 25 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
«Sono come un serial killer quando scrivo: ho un modus operandi che si ripete»
del “matrimonio”, il più tradizionale e raccontato dei sacramenti, visto dai suoi personaggi come “soluzione a” o “causa dei” propri problemi. Cosa ne pensa? «Il matrimonio è la migliore soluzione per risolvere i problemi che non si avrebbero se non si fosse sposati». I luoghi comuni, che nei suoi libri sovverte, sono però essenziali per suscitare l’ironia verso la normalità dissimulata in cui viviamo. Cosa sono per un’autrice come lei i luoghi comuni? Un nemico o un’opportunità narrativa? «Il cliché è il marmo. Quello che scrivo, la scultura: creare è togliere!». Nostalgia in occidente è malinconia, in Giappone è la felicità di rivivere il passato, come raccontava nel suo precedente romanzo: che rapporto ha con il passato? «Cerco di diventare una nostalgica giapponese. È molto difficile. Di natura, sono più fitzegeraldiana». Pubblica un romanzo ogni anno, come è cambiato il suo modo di scrivere rispetto agli esordi? «Si è notevolmente ripulito». In questi anni ha trovato una “modalità di lavoro” che si ripete? «Sì. Sono come una serial killer, ho un
modus operandi che si ripete». Che significato hanno per lei queste routine? «Si tratta di essere il più efficaci possibili, come Bach». Da dove inizia una nuova storia? «Dal distruggerla». Per sua scelta i suoi libri escono in Francia sempre a fine agosto, c’è anche un momento dell’anno in cui è più propensa a iniziare la scrittura? «No. Inizio di continuo». Quali sono stati i libri più interessanti che ha letto quest’anno? «Grace di Paul Lynch. Elogio del gatto di Stéphanie Hochet». Ha passato l’adolescenza in molti paesi: Giappone, Cina, Stati Uniti e Bangladesh. Come ha influito il suo entrare in contatto con modi così diversi di intendere il mondo in una fase di formazione così importante della vita? «Mi ha reso maniaca della sola cosa sta-
«Ammiro tantissimo i migranti che oggi arrivano in Europa: non so come facciano»
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bile della mia vita: la lingua». Lei è cittadina belga, eppure è arrivata a vivere in Europa quando aveva 17 anni, e ha raccontato di sentirsi estranea e aver avuto difficoltà a reintegrarsi, anche se non aveva difficoltà economiche né linguistiche. Cosa ne pensa dei migranti che giungono in Europa? Come li vede dagli occhi della sua esperienza? «Li ammiro tantissimo, non so davvero come facciano». Si considera più europea (luogo dove vive e di cui è originaria), giapponese (luogo dell’infanzia e della formazione), apolide o cittadina del mondo? «Cittadina del mondo». Matteo Cavezzali
26 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
OPERA
Le Nozze di Figaro all’Alighieri terza tappa della trilogia con Festival di Spoleto e Teatro Coccia
DANZA
La coproduzione di Ravenna Manifestazioni in scena il 22 e 24 febbraio
Un gioiello senza tempo, ma anche una folle giornata che sviluppa brillantemente le potenzialità comiche offerte dal conflitto fra servi e padroni e dalla satira sulle classi privilegiate. Le nozze di Figaro sarà sul palcoscenico del Teatro Alighieri di Ravenna venerdì 22 e domenica 24 febbraio (rispettivamente alle 20.30 e alle 15.30), per coronare il percorso della trilogia Mozart/Da Ponte in collaborazione con il Festival di Spoleto e il Teatro Coccia di Novara. Dopo Così fan tutte e Don Giovanni presentate nel corso delle precedenti Stagioni, Le nozze - la prima delle tre opere italiane del compositore su testo dapontiano - conclude il progetto che ha visto impegnati da una parte il regista e direttore del festival spoletino Giorgio Ferrara, affiancato dai pluripremiati Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo alle scene e da Maurizio Galanti ai costumi, dall’altra l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” in quest’occasione diretta da Erina Yashima. Composta fra il 1785 e il 1786 e in scena per la prima volta al Burgtheater di Vienna, l’opera inaugura la collaborazione fra Mozart e Lorenzo Da Ponte.
IL DEBUTTO Orazione epica al Rasi Debutta giovedì 21 febbraio alle 21 al Rasi di Ravenna il nuovo spettacolo diretto da Eugenio Sideri, il recital concerto Orazione epica un testo composto da 482 versi che si fanno suono della voce e della batteria. I protagonisti sono Filottete e Ulisse, e con loro l’eco della guerra di Troia. Le loro vicende, la loro fabula,viene dal Filottete di Heiner Müller che ha sua volta aveva attinto dal mito e dalla tradizione antica. In scena Enrico Caravita (che ha collaborato al progetto) e Manuel Zappaterra alla batteria.
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BALLANDO SCHUBERT E GERSWHIN Venerdì 22 febbraio alle 20.30 al Rossini di Lugo va in scena la danza contemporanea con Mm Contemporary Dance Company che presenta due coreografie. Si comincia con Schubert Frames (nella foto di Tiziano Ghidorsi) per la coreografia di Enrico Morelli su musiche del grande compositore. A seguire Gerswin Suite per la coreografia di Michele Merola per l’adattamento musicale e recomposing di Stefano Corrias. Interpreti in scena Emiliana Campo, Angelo D’Aiello, Paolo Lauri, Fabiana Lonardo, Lorenza Matteucci, Giovanni Napoli, Miriam Re, Cosmo Sancilio, Nicola Stasi, Gloria Tombini, Lorenza Vicidomini.
LO SPETTACOLO fratello+sorella per la non-scuola Il 26 febbraio alle 17.30 al teatro Rasi di Ravenna la compagnia Kronoteatro porta in scena, quasi un prologo all’imminente stagione della non-scuola, lo spettacolo fratello+sorella liberamente ispirato a Hänsel e Gretel dei fratelli Grimm. La conosciuta storia di Hänsel e Gretel, fiaba iniziatica per eccellenza, viene in questa messinscena contaminata con altri racconti per bambini dei fratelli Grimm, nelle quali ricorrono temi, simboli ed immagini comuni.
CULTURA / 27 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
COMICO/1
SHOW
MIMI Dall’Est Europa le Anime leggere del quartetto Dekru
SWING E BURLESQUE CON GREG AL SOCJALE
DAGLI EQUIVOCI AL CABARET: MI PIACE
Venerdì 22 febbraio al teatro Socjale di Piangipane, serata di carnevale (il pubblico è invitato a presentarsi mascherato) con lo spettacolo Fat Bones & Burlesque show di Greg and Max Pirone. Uno spettacolo che nasce proprio dalla passione di Claudio Gregori e Max Pirone per i swing show americani degli anni '60. Il concerto si sviluppa tra i grandi successi dei crooners USA come Frank Sinatra, Nat King Cole, Dean Martin e Bobby Darin e sketch umoristici. La band secondo la tradizione tipica americana presenta un quartetto di tromboni e durante la serata non mancheranno alcuni momenti di spettacolo burlesque.
Viviamo tutti per un Like, in Italiano Mi piace. Su questo presupposto parte il nuovo monologo che il comico Gabriele Cirilli presenterà al Teatro Masini di Faenza lunedì 25 febbraio alle 21. Lo spettacolo, che vede la partecipazione sul palco di Umberto Noto, è scritto dall’attore con la collaborazione di Maria De Luca, Giorgio Ganzerli, Gianluca Giugliarelli e Alessio Tagliento ed è diretto da Claudio Insegno. «Quello che propongo – dice Cirilli – è uno spettacolo che attraversa tutti i generi del teatro comico: dalla commedia degli equivoci al cabaret, attraverso monologhi, canzoni e balletti che mi impegnano in una prova d’attore completa e sfaccettata».
MUSICAL Al via il Binario Off con “Ti amo! No Grazie!” Al teatro Binario di Cotignola, ad affiancare la stagione di Sipario 13, si apre la rassegna Sipario Off dedicata alle giovani compagnie del territorio e suddivisa in tre appuntamenti tra il 24 febbraio e il 15 aprile. Un cartellone che spazia nei toni e negli stili. Il 24 febbraio ad aprire il sipario della seconda edizione sarà il musical “Ti amo! No Grazie” proposto dal Gruppo Genesi di Cesena, per poi proseguire sabato 14 aprile con il monologo di Baricco “Novecento” proposto dai Blue Lemon Company, con musica dal vivo. In chiusura, domenica 15 aprile, la comicità dei Magazzino FS, compagnia cotignolese, in un “Ab-surdus” fatto di situazioni surreali e cori nonsense. La biglietteria del teatro Binario sarà aperta un’ora prima di ogni spettacolo. Per informazioni e prenotazioni ai singoli spettacoli: 373 5324106 oppure www.cambiobinario.it oppure sulla pagina Facebook di Cambio Binario. Il Teatro Binario si trova in Viale Vassura 18/a Cotignola.
COMICO/2 Una “Massa” di risate con Dondarini e Dalfiume
VENERDÌ 1 MARZO
CANZONISSIMA Una serata interamente dedicata alla musica italiana attraverso un repertorio elegante e frizzante dal sapore retrò. Miss Cecily & Her Hot Strings: Cecilia Ottaviani (voce) Davide Tardozzi (chitarra) Nicola Nieddu (violino) Cristiano Costa (pianoforte)
Via Ponte Marino 19 • Ravenna Centro Tel. 0544 215206 www.mariani-ravenna.it info@mariani-ravenna.it
Tappa italiana per il quartetto dei Dekru, pluripremiati artisti ucraini maestri del teatro fisico ed eredi del grande Marcel Marceau, che sabato 23 febbraio alle 21 sono protagonisti al Teatro Comunale di Conselice con lo spettacolo Anime leggere. L’arte del mimo e l’eleganza del movimento del corpo sono l'essenza dello spettacolo di Liubov Cherepakhina con gli artisti Bogdan Svarnyk, Inna Turik, Mykyta Cherepakhin, Yevhenii Nechyporuk, prodotto da Circo e Dintorni. In Anime Leggere non ci sono elementi scenografici, sul palco solo i corpi dei quattro artisti, che con movimenti eleganti e sinuosi danno vita a un linguaggio semplice e diretto, ma al tempo stesso leggero che incanta tutto il pubblico, coinvolto dalla ricercatezza poetica e dalle improvvisazioni del quartetto, che sa catturare gli spettatori grazie al suo metodo unico di rappresentazione mimica. Una performance spontanea e divertente di teatro fisico e mimo che gioca sull'improvvisazione e sull'immaginazione.
Cena con menù alla carta - Inizio spettacolo ore 21.30
PRENOTAZIONI: +39 0544 215206 info@mariani-ravenna.it
Penultimo appuntamento della rassegna “Una massa di risate” venerdì 22 febbraio alle 21 alla Sala "Al Carmine" di Massa Lombarda con il nuovo spettacolo Chi ce l'ha fatto fare? del duo Marco Dondarini - Davide Dalfiume. Il duo nato per caso nel 2014 grazie agli autori della trasmissione televisiva Zelig 1 che li hanno voluti accoppiare e successivamente hanno fatto parte del cast della trasmissione Eccezionale Veramente su La7, sono maturati artisticamente nel corso di questi anni. Una comicità che mantiene un legame con la grande tradizione comica italiana.
28 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
LA VERNICE
L’INCONTRO
I luoghi ultimi di Andrea Chiesi in mostra a Palazzo Rasponi: quaranta dipinti a olio su lino Una sezione dell’esposizione è dedicata al lavoro dell’artista all’Accademia delle arti. All’inaugurazione sarà presente Giovanni Lindo Ferretti Inaugura sabato 23 febbraio alle 18 a Palazzo Rasponi dalle Teste, in piazza Kennedy 12, la mostra di Andrea Chiesi. Nell’occasione si terrà l’incontro con l’artista e Giovanni Lindo Ferretti, artista e già cantante di gruppi storici come Pgr, Cccp, Csi e la presentazione della monografia I luoghi ultimi edita da Silvana editoriale con un’ intervista di Franco Fanelli, uno scritto dello stesso Giovanni Lindo Ferretti e un testo di Maria Grazia Calandrone. “I luoghi ultimi” sono quelli dipinti alla fine di un’era, sospesi nel tempo, in attesa di rinascere in nuova forma e vita. Le sale di Palazzo Rasponi delle Teste di Ravenna ospiteranno una selezione di circa quaranta dipinti a olio su tela di lino realizzati a partire dai primi anni 2000 fino a oggi, molti dei quali inediti. La mostra include anche lavori a inchiostro, disegni a pastello, taccuini, e le copertine di dischi disegnate dall'artista modenese negli anni ’90. Da quasi 30 anni Chiesi si ispira al paesaggio contemporaneo, disegna e dipinge luoghi abbandonati, fabbriche, periferie, ma anche corridoi, archivi, biblioteche, misteriosi interni di abitazioni. ANel percorso espositivo è presente un video documentario realizzato da Andrea Nocetti e Giulia Caverni dedicato alla vita, al lavoro e allo studio dell’artista. Alcuni dipinti sono ispirati alle fotografie del compagno di esplorazioni Roberto Conte. Chiesi insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e ha voluto omaggiare la città che lo ospita dedicandole alcuni lavori, in particolare alla Darsena, nelle cui vicinanze si trova la sede dell’istituzione. All’Accademia è dedicata una sezione all’interno della mostra, realizzata in collaborazione con Paola Babini e Paolo Trioschi.
LA BATTAGLIA DI RAVENNA AL TEATRO RASI Lunedì 25 febbraio nuovo appuntamento con il ciclo “Storie di Ravenna” al teatro Rasi alle 18: sei incontri, sei carotaggi nella storia della città, composti in forma di mappe narranti a cura di un attore, uno studioso d’arte e uno storico. Il prossimo argomento porta il titolo di “1512 La battaglia di Ravenna” con Alessandro Luparini (storico e direttore della Fondazione Casa Oriani, Giovanni Gardini (Museo Diocesano di Faenza-Modigliana), Serena Simoni (storica dell’arte). Come ogni volta, per chi vorrà ci sarà anche un momento conviviale in questo caso curato da Radicchio Rosso. Ingresso unico 3 euro, menù 7 euro. Informazioni e prenotazioni Ravenna Teatro tel. 0544 36239 info@ravennateatro.com. Biglietteria Teatro Rasi aperta il giovedì dalle 16 alle 18 e da un’ora prima degli spettacoli tel. 0544 30227
DISEGNO Inaugura la mostra Marcella Carlotta Magalotti al Bronson Café di Madonna dell’Albero
Al Bronson café di via Cella 50 a Madonna dell’albero, Marcella Carlotta Magalotti inaugura venerdì 22 febbraio alle 18.30, nella “White Room” la sua mostra personale. Marcella Magalotti, cesenate classe 1987, dopo la laurea in Belle Arti si specializza in fotografia alla Bauer di Milano. Dal 2011 si divide tra il suo lavoro di fotografa (moda/musica) e quello di assistente nell’ambito del fotogiornalismo. Da sempre affascinata dal ritratto, lo esplora attraverso diverse tecniche, tra cui il disegno, che le permette di giocare con i volti modificandone proporzioni e colori. La mostra resterà aperta fino all’8 marzo.
CULTURA / 29 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
CINEMA
AAA Cercasi attori per Il drago di Romagna, film sul mah jong Domenica 24 febbraio i casting del documentario
Ravenna sarà set del film documentario Il Drago di Romagna, diretto dal ravennate d’adozione Gerardo Lamattina. Le riprese in città inizieranno ad aprile (la data di uscita è prevista per inizio 2020), dopo aver concluso i casting per la protagonista e i co-protagonisti italiani e cinesi, che si terranno presso Palazzo Rasponi domenica 24 febbraio dalle 12.30 alle 19.30. Il film che ripercorre la singolare diffusione del gioco del Mah Jong, in Romagna diventato per tutti “E magiò”, vede l’alternarsi di parti di finzione a quelle di documentario e ha già ottenuto il sostegno della Regione Emilia-Romagna e il patrocinio del Comune di Ravenna; è prodotto dalla bolognese POPCult, casa di produzione indipendente a cui si è aggiunta recentemente come co-produttore la società di comunicazione cinese Micromedia Communication Italy che si occuperà di realizzarne la versione con sottotitoli in cinese nonchè di distribuire il film in Cina e sulla piattaforma Weishi Italy. Per partecipare al casting del si può scrivere una mail a popcultdocs@gmail.com con oggetto “casting” oppure chiamare il 333 7746283.
DANTE/1 Purgatorio: terzo incontro per la chiamata pubblica delle Albe Terzo incontro, domenica 24 febbraio alle 17, per la chiamata Pubblica per la Divina Commedia di Dante Alighieri di Marco Martinelli e Ermanna Montanari al Palazzo del Cinema e dei Congressi – Ravenna. Come noto si tratta della seconda parte del progetto La Divina Commedia: 2017-2021, una coproduUna chiamata pubblica zione Ravenin occasione dell’Inferno na Festivaldue anni fa Teatro Alighieri e Fondazione Matera-Basilicata 2019 in collaborazione con Teatro delle Albe-Ravenna Teatro, che sarà in scena nel programma del Festival dal 25 giugno al 14 luglio 2019. Tutti i cittadini, senza limiti di numero, lingua o preparazione specifica, sono invitati a partecipare alla realizzazione della messa in scena con mansioni diverse (canto, danza e movimento, recitazione corale, collaborazione alla costruzione di scene e costumi). Ognuno può dare la disponibilità di tempo che desidera. Informazioni tel. 0544 36239 cantieredante@ravennateatro.com.
Nella Sala Consiglio a Castiglione di Ravenna sono organizzati due incontri con altrettanti autori. Giovedì 21 febbraio alle 21 Marina Mannucci presenterà il suo Vite non conformi (edizioni Fernandel). L’autrice dialogherà con Cristina Ambrogetti. Mercoledì 27 febbraio sarà invece la volta dell’autore e attore Roberto Mercadini che presenterà il suo primo libro Storia perfetta dell’errore (edito da Rizzoli).
Il diavolo suona il blues a Liberamente Sabato 23 febbraio alle 18 alla libreria Liberamente, in viale Alberti a Ravenna, Enrico Cetta, in compagnia di Michele Raggi, parlerà del suo nuovo romanzo: Il diavolo suona il blues. Enrico Cetta è nato a Faenza (ra) nel 1979.
Venerdì 22 febbraio alle 18 nella sala Muratori della biblioteca Classense per il ciclo di incontri del Centro relazioni culturali sarà ospite Enrico Malato con il suo libro Per una nuova edizione commentata della Divina Commedia edito da Salerno editrice. Sarà l’assessora alla Cultura Elsa Signorino ad aprire l’incontro dedicato a Dante e alle nuove prospettive di studio che emergono dal lungo lavoro del progetto Necod (Nuova edizione commentata delle opere di Dante), di cui è fondatore Enrico Malato, editore e decano dell’Università di Napoli. Introdurrà il progetto Luca Azzetta, docente di filologia dantesca all’ Università di Firenze. Il testo della Commedia costituisce, com'è noto, uno dei problemi più ardui e di più difficile soluzione della filologia italiana. Perduto ogni autografo dantesco, leggiamo tutte le opere di Dante in copie più o meno tarde, più o meno fortunosamente tramandate, con aggravanti di vario tipo per le modalità della trasmissione del testo.
Convegno di studi all’Oriani sul primo dopoguerra in Romagna Si terrà sabato 23 febbraio, alla Biblioteca di Storia contemporanea “A. Oriani” di Ravenna, il convegno di studi “Dopo la Grande Guerra. Il 1919 in Romagna”, con la partecipazione di autorevoli studiosi. I lavori, introdotti dai saluti dell’Assessora alla Cultura del Comune di Ravenna, Elsa Signorino, saranno presieduti da Alessia Morigi, presidente della Società di Studi Romagnoli, e Sandro Rogari, presidente della Fondazione Casa di Oriani. Interverranno Matteo Troilo, Alessandro Luparini, Giancarlo Cerasoli, Giustina Manica, Maurizio Tagliaferri, Elena Papadia, Dino Mengozzi; Massimo Baioni, Paolo Cavassini.
Il generale e l’uomo Armando Diaz secondo Raffaele Riccio Venerdì 22 febbraio, alle 21 nella Sala Conferenze dell’Hotel Ala d’Oro, si parla di storia al Caffè Letterario di Lugo con Raffaele Riccio e il suo libro Armando Diaz. Il generale e l’uomo edito dalle Edizioni dell’Ippogrifo. A introdurre la serata, che si concluderà con il consueto brindisi finale offerto a tutti i presenti dalle cantine Cevico, sarà Paolo Franceschelli.
Venerdì 22 febbraio alle 20 (e poi venerdì 1 marzo sempre alle 20), nella sala dell’airone a Villa Inferno (via Beneficio n. 12), si tiene l’incontro con Ezio Strada dal titolo “Non ce l’hanno raccontata giusta” sulle ultime scoperte sulla storia del territorio cervese.
Mannucci e Mercadini a Castiglione
DANTE/2 Una nuova edizione della Commedia commentata
AGENDA STORIA
Le ultime scoperte sul territorio di Cervia a Villa Inferno
AGENDA NARRATIVA
libri di seconda mano e foto d’epoca
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30 / CULTURA
KARAOKE con la fede
RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
MUSICA CLASSICA/1 MUSICA CLASSICA/2 Alla sala Corelli per Mikrokosmos il Quartetto Maas tra Schumann e Shostakovich Continua la rassegna della scuola di musica Mikrokosmos, alla domenica mattina alla sala Corelli del teatro Alighieri di Ravenna. Domenica 24, alle 11, sul palco il Quartetto Maas, col pianista Andrea D’Alonzo: i cinque musicisti, tutti studenti dell’Accademia Pianistica Internazionale di Imola, proporranno i quintetti di Schumann e Shostakovich.
La Cappella Musicale della Basilica porta Bach e Vivaldi a San Francesco Domenica 24 febbraio alle 18.30 alla basilica San Francesco di Ravenna secondo appuntamento con la rassegna “Musica e Spirito”, alla riscoperta della spiritualità e della bellezza del periodo Barocco. In programma musiche di Bach, Vivaldi, Lotti, Tarsia, Albinoni. Protagonisti solisti, coro e orchestra della Cappella Musicale della Basilica di San Francesco di Ravenna, direttore Giuliano Amadei.
Il grande Stefan Milenkovich al teatro Alighieri con l’Orchestra di Perugia L’artista serbo nel doppio ruolo di violino solista e maestro concertatore, tra Mandelssohn e Beethoven Il violinista Stefan Milenkovich tornerà a calcare il palcoscenico del teatro Alighieri martedì 26 febbraio (ore 21, biglietti da 4 a 30 euro), di nuovo ospite del cartellone “Ravenna Musica” dell’associazione Mariani. Originario di Belgrado, Milenkovich ha iniziato lo studio del violino all'età di tre anni, dimostrando subito un raro talento che lo ha portato a soli sei anni a esibirsi come solista con orchestra e a intraprendere una brillante carriera con concerti in tutto il mondo. Nella serata ravennate avrà il doppio ruolo di violino solista e maestro concertatore dell’Orchestra da Camera di Perugia. La compagine nasce dalla collaborazione di giovani musicisti sorta all’interno del progetto “Musica per crescere” della Fondazione Perugia Musica Classica, uniti dalla volontà di creare un complesso di archi e fiati che possa impegnarsi attivamente nella dif-
fusione musicale. L’esito è una formazione di alto profilo che può contare su professionalità consolidate grazie all’esperienza maturata dai suoi componenti in alcune della migliori orchestre italiane. Accattivante il programma, con il suggestivo Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64 di Mendelssohn, composto nel 1844, uno dei brani evergreen dei repertori internazionali, e la Sinfonia in si bemolle maggiore n. 4 di Beethoven, scritta tra il 1806 e il 808, caratterizzata dall’eleganza composta delle linee, dalla freschezza dell'invenzione tematica e l'agilità della struttura formale. Il concerto sarà preceduto da un incontro di introduzione all’ascolto: sabato 23 febbraio alle ore 11 alla Sala Multimediale degli Antichi Chiostri Francescani il musicologo Enrico Gramigna illustrerà i brani in programma.
JAZZ Al Rossini di Faenza musica brasiliana e manouche con Francesca Ajmar e Giò Belli Giovedì 21 febbraio la stagione musicale del Rossini Jazz Club di Faenza (in piazza del Popolo) presenta il concerto del Francesca Ajmar Quintet feat. Hector "Costita" Bisignani. Il quintetto guidato da Francesca Ajmar, considerata una delle maggiori interpreti di musica brasiliana in Italia, presenta il nuovo lavoro "Estrada do Sol". Ospite prestigioso al sax tenore di Hector "Costita" Bisignani. Il quintetto affronta un repertorio dove i temi originali si intrecciano ai brani celebri di grandi autori come, ad esempio, Tom Jobim, Johnny Alf, Carlos Lyra e Edu Lobo. L’appuntamento successivo al Rossini Jazz Club di Faenza è per giovedì 28 febbraio con il concerto del Giò Belli Jazz Manouche Trio per una serata all’insegna del cosiddetto gipsy jazz e degli strumenti a corda.
All’Auditorium di Fusignano i nuovi “Landscapes” di Roberto Bartoli Venerdì 22 febbraio alle 21 all’Auditorium di Fusignano verrà presentato il nuovo lavoro discografico del contrabbassista Roberto Bartoli, “Landscapes”. Poesia e grande senso melodico sono i tratti salienti di quest’opera, acclamata come una delle più interessanti uscite discografiche dell’anno passato in ambito jazz e impreziosita dall’apporto di Daniele Santimone alla chitarra, Achille Succi al clarinetto e Stefano Bedetti al sax (che accompagneranno Bartoli anche venerdì sera a Fusignano). Ingresso 8 euro.
La prossima settimana insieme a R&D sarà in distribuzione
+ CULTURA + SPETTACOLI + EVENTI sul mensile DELLA ROMAGNA&DINTORNI edizione di MARZO M USICA • TEATRO • LIBRI • ARTE • CINEMA • GUSTO • RUBRICHE
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CULTURA / 31
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METAL
21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
ROCK/1 Dal Belgio ecco i Crayon Sun, tra Nick Cave e Lanegan, al Moog e al Clandestino Arriva anche in provincia di Ravenna il tour italiano dei Crayon Sun, la nuova creatura di Big Dave e Aldo Struyf della band belga Millionaire. Abituati a dividere il palco con mostri sacri quali Queens Of The Stone Age e The Jesus & Mary Chain e già backing band dei tour europei di Mark Lanegan, il loro album di debutto – si legge nella cartella stampa – “è una combinazione di voodoo, blues psichedelico e rock del deserto”, abbinato ad una voce che ricorda Nick Cave o lo stesso Lanegan. L’appuntamento in provincia è per venerdì 22 dalle 21.30 al Moog di Ravena (che il giorno prima, giovedì 21, ospita il folk sperimentale dei Comaneci) e sabato 23 dalle 23 al Clandestino di Faenza.
I Gomma presentano “Sacrosanto” al Bronson Nome molto caldo della scena alternative italiana, i campani Gomma saranno in concerto sabato 23 febbraio (dalle 22) al Bronson di Madonna dell’Albero. Si tratta di una data del tour di presentazione di “Sacrosanto”, il loro nuovo album, uscito a tre anni di distanza dal disco d’esordio “Toska”. Un concerto per appassionati di postpunk, influenzato dai suoni degli anni novanta.
L’UNICA DATA ITALIANA DEI CALIFORNIANI BUCKCHERRY I californiani Buckcherry (hard rock/alt-metal), nominati due volte ai Grammy Awards per le loro hit “Crazy Bitch” e “Lit Up”, fanno ritorno in Italia per un'unica data sabato 23 febbraio al Rock Planet di Pinarella di Cervia. Ad accompagnarli nel loro tour europeo, due ospiti d'eccezione come gli americani Adelitas Way e gli italo-americani Klogr.
POPOLARE Musica dai Balcani al Mama’s Sabato 23 febbraio al Mama’s di Ravenna (altro live nel box qui a fianco) dalle 21.30 concerto di Tartakut, progetto nato a Bologna nel 2010 dalla ricerca etnomusicale sui paesi dell'area balcanica e dell'ex Impero Ottomano.
ROCK/2
CANTAUTORI Giacomo Scudellari ed Enrico Farnedi insieme per una sera “al bar” Oltre al tradizionale appuntamento con la musica popolare (vedi box qui a sinistra), il Mama’s di Ravenna questa settimana propone anche un concerto con cantautori romagnoli di fama nazionale come il ravennate Giacomo Scudellari e il cesenate Enrico Farnedi. L’appuntamento è per venerdì 22 febbraio dalle 21.30, tra “storie fatte di bar, desideri, folk e leggerezza”.
Caso (con band) presenta “Ad ogni buca” a Ravenna
BLUES Sound americano al Mariani Venerdì 22 febbraio dalle 21.30 al Mariani di Ravenna concerto tra country, blues e rock’n’ roll dei bolognesi Gigowatt.
Giovedì 28 febbraio (dalle 21.30) al Moog di Ravenna il cantautore lombardo Andrea Casali, in arte Caso, presenta il suo nuovo album con “full band”. Si tratta di Ad ogni buca, tra folk e indie-rock anni novanta, con testi personali, tra ironia e nostalgia.
L’EX AFTERHOURS CICCARELLI AL CIRCOLO ABAJUR Venerdì 22 febbraio al circolo Abajur di Ravenna concerto (dalle 22) del cantautore Giorgio Ciccarelli, nome noto della scena rock alternativa italiana per aver fatto parte di gruppi come Sux!, Colour Moves ma soprattutto Afterhours (per quindici anni, a partire dal 1999). A Ravenna presenterà il suo secondo album da solista, “Bandiere”
8 marzo Festa della Donna il ristorante Canto del Mare propone
Via H. Matisse - Madonna dell’Albero (RA) Tel. 0544 271381 - Cell. 347 3703598 Aperto a pranzo sabato, domenica e festivi Chiuso il lunedì
PIZZA A SCELTA BEVANDA MEDIA DESSERT E COPERTO
15NA
Nella sala al piano superiore MUSICA DAL VIVO con
Nico
A PERSO
e un OMAGGIO DELLA DIREZIONE PER TUTTE LE SIGNORE
Al primo piano possibilità di cenare alla carta
32 / CINEMA
(2018) di P. Farrelly Candidato a 5 Premi Oscar 2019 Vincitore di 3 Golden Globe 2019
RAVENNA&DINTORNI 21-27/2/2019
• Cinemacity • Ravenna
TELEFONA E PRENOTA IL TUO POSTO IN SALA!!!
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“2DAYS CULT MOVIE”
“IL CINEMA RITROVATO”
(2018) di Olivier Assayas
(1963 ) di Alfred Hitchcock VERSIONE RESTAURATA
(2018) di Alfonso Cuarón Leone d'oro Venezia 2018 sab. 23: ore 21.00 dom. 24: ore 17.15 lun.25-mar.26: ore 18.30 mer. 27: ore 21.00
ven. 22: ore 21.00 lun.25-mar. 26: 21.15 sab. 23: ore 19.00 mer. 27: ore 18.30 gio. 21: ore 21.00 dom. 24: ore 21.00 Via Ponte Marino 19 • Ravenna Centro • www.cinemamarianiravenna.com • Cinema Mariani - Ravenna
Dragon Ball Super: Broly Il film di Tatsuya Nagamine mer.: p.u. 20.30
Tintoretto Un ribelle a Venezia di Giuseppe Domingo Romano, Pepsy Romanoff da lun. a mer.: 17.40-20.20
A Star is Born
di Bradley Cooper lun.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano, per la rassegna “Oscar Movies 2019”)
BlacKkKlansman
di Spike Lee lun.: p.u. 18 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano, per la rassegna “Oscar Movies 2019”)
Vice
di Adam McKay lun.: p.u. 18 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano, per la rassegna “Oscar Movies 2019”)
Copia originale
di Marielle Heller fer. (escluso lun.): 17.45-20.20-22.50; sab. e dom.: 15.05-17.45-20.20-22.50; lun.: 20.20-22.50; gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano)
The Lego Movie 2 Una nuova avventura
di Mike Mitchell, Trisha Gum fer. (escluso lun.): 17.40-18-20.30; sab. e dom.: 14.50-15.25-17.40-1820.30; lun.: p.u. 17.40
Un uomo tranquillo
di Hans Petter Moland gio. e ven.: 17.40-20.15-22.55; sab. e dom.: 15.30-17.40-20.15-22.55; da lun. a mer.: 20.15-22.55
Modalità aereo
di Fausto Brizzi fer. (escluso lun. e mer.): 17.40-20.1520.35-22.40; sab. e dom.: 15.10-17.4020.15-20.35-22.40; lun. e mer.: 17.4020.15-22.40
Alita - Angelo della battaglia
di Robert Rodriguez fer. (escluso lun.): 17.40-20.45-22.40; sab. e dom.: 14.50-17.40-20.45-22.40; lun.: 20.45-22.40
Crucifixion - Il male è stato invocato (v.m. 14)
• Cinema Mariani •
Rex - Un cucciolo a palazzo
di Alfred Hitchcock gio.: p.u. 21 (per la rassegna “Il Cinema Ritrovato”)
di Xavier Gens fer. (escluso lun.), sab. e dom.: p.u. 22.50 di Ben Stassen fer.: p.u. 17.50; sab. e dom.: 15.20-17.50
Un’avventura
di Marco Danieli fer. (escluso lun.), sab. e dom.: p.u. 20.15
La paranza dei bambini (v.m. 14)
di Claudio Giovannesi gio. e lun.: p.u. 17.40; fer. (escluso gio. e lun.), sab. e dom.: 17.40-20.25-22.55
Il corriere - The Mule
di Clint Eastwood fer.: 17.40-20.20-22.55; sab. e dom.: 15-17.40-20.20-22.55
10 giorni senza mamma
di Alessandro Genovesi fer.: 17.45-20.20-22.45; sab. e dom.: 15.20-17.45-20.20-22.45
Green Book
di Peter Farrelly fer. (escluso lun.): 17.45-20.45-22.55; sab. e dom.: 14.50-17.45-20.45-22.55; lun.: 17.45-20.45; lun.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano, per la rassegna “Oscar Movies 2019”)
Dragon Trainer Il mondo nascosto
di Dean DeBlois gio. e ven..: 17.40-20.10; sab. e dom.: 15.10-17.40-20.10; da lun. a mer.: p.u. 17.40
La Favorita
di Yorgos Lanthimos fer. (escluso lun.), sab. e dom.: p.u. 22.55; lun.: p.u. 18 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano, per la rassegna “Oscar Movies 2019”)
Bohemian Rhapsody
di Bryan Singer sab. e dom.: p.u. 14.50; lun.: p.u. 20.40; lun.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano, per la rassegna “Oscar Movies 2019”)
Ravenna
Gli uccelli
Green Book
di Peter Farrelly ven. e dom.: p.u. 21; sab.: p.u. 19
Roma
di Alfonso Cuarón sab.: p.u. 21.15; dom.: p.u. 17.15; lun. e mar.: p.u. 18.30; mer. e gio. 28/2: p.u. 21
Ralph spacca internet
di Rich Moore, Phil Johnston sab.: p.u. 17; dom.: p.u. 15 (per la rassegna “Cartoon Kids”)
Il gioco delle coppie
di Olivier Assayas lun. e mar.: p.u. 21.15; mer.: p.u. 18.30 (per la rassegna “2Days Cult Movie”)
ven.: 17.45-19.45; sab. e dom.: 15.30-17.45-19.45
• Cinema Italia •
Un uomo tranquillo
Il corriere - The Mule
di Hans Petter Moland fer. (escluso ven.): 20.20-22.45; ven., sab. e dom.: 17.50-20.20-22.45
di Clint Eastwood gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano)
Modalità aereo
Modalità aereo
di Fausto Brizzi fer. (escluso ven.): 20.25-22.40; ven.: 17.40-20.25-22.40; sab. e dom.: 15.20-17.40-20.25-22.40
La Favorita
di Yorgos Lanthimos fer. (escluso ven.): p.u. 21; ven., sab. e dom.: p.u. 21.45
Alita - Angelo della battaglia
di Robert Rodriguez fer. (escluso ven. e mer.): 20.15-22.45; ven.: 17.45-20.15-22.45; sab. e dom.: 15.15-17.45-20.15-22.45; mer.: p.u. 22.45
Crucifixion - Il male è stato invocato (v.m. 14) di Xavier Gens gio., ven., sab. e dom.: p.u. 22.45
• Cinema Jolly • Ravenna
Il corriere - The Mule
Parlami di te
di Hervé Mimran gio., ven. e mar.: p.u. 21; sab.: 18.30-21.15; dom.: 16-18.30-21
Per un figlio
di Suranga Deshapriya Katugampala mer.: p.u. 20.30 (ingresso libero, a seguire incontro con il regista)
• Cinedream • Faenza
Dragon Ball Super: Broly Il film di Tatsuya Nagamine mer.: p.u. 20.30
Tintoretto Un ribelle a Venezia
di Clint Eastwood fer. (escluso ven.): 20.20-22.40; ven.: 17.40-20.20-22.40; sab. e dom.: 15.15-17.40-20.20-22.40; mar.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale per la rassegna “English Movie”)
10 giorni senza mamma
di Alessandro Genovesi fer. (escluso ven.): 20.40-22.45; ven.: 17.50-20.40-22.45; sab. e dom.: 15.40-17.50-20.40-22.45
Dragon Trainer Il mondo nascosto
di Dean DeBlois fer. (escluso ven.): p.u. 20.20; ven.: 17.4020.20; sab. e dom.: 15.20-17.40-20.20
Green Book
di Giuseppe Domingo Romano, Pepsy Romanoff da lun. a mer.: p.u. 21
di Peter Farrelly fer. (escluso mar.): 20.10-22.45; sab. e dom.: 15.20-20.10-22.45
The Lego Movie 2 Una nuova avventura
Rex - Un cucciolo a palazzo
di Mike Mitchell, Trisha Gum
Faenza
di Ben Stassen ven.: p.u. 17.40; sab. e dom.: 15.20-17.35
di Fausto Brizzi ven., sab., mar. e mer.: p.u. 21; dom.: 17-19-21
Ralph spacca internet
di Phil Johnston, Rich Moore sab.: p.u. 17; dom.: p.u. 15
La donna elettrica di Benedikt Erlingsson lun.: p.u. 21.15
• Cinema Sarti • Faenza
Copia originale
di Marielle Heller fer.: p.u. 21; sab.: 18.30-21; dom.: 1618.15-21; gio. 28/2: p.u. 21 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano)
• Cinema Europa • Faenza
La vita in un attimo
DA GIOVEDÌ 21 A MERCOLEDÌ 27 FEBBRAIO
• Cinema di Palazzo Vecchio • Bagnacavallo
Compromessi Sposi
di Francesco Miccichè ven., sab. e dom.: p.u. 21.15
Tintoretto Un ribelle a Venezia di Giuseppe Domingo Romano, Pepsy Romanoff mar. e mer.: p.u. 21.15
• Cinema Jolly • Russi
Non ci resta che il crimine di Massimiliano Bruno dom.: p.u. 21
• Cinema Gulliver • Alfonsine Cold War
di Pawel Pawlikowski gio.: p.u. 21
Il corriere - The Mule
di Clint Eastwood ven., sab., dom. e lun.: p.u. 21
• Cinema Moderno • Fusignano Vice
di Adam McKay sab. e dom.: p.u. 21
di Dan Fogelman gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale inglese sottotitolata in italiano); mer.: p.u. 21
• Cinema Moderno •
Parlami di te
Il gioco delle coppie
di Hervé Mimran ven. e sab.: p.u. 21; dom.: 17-19-21; gio. 28/2: p.u. 21 (proiezione in lingua originale francese sottotitolata in italiano)
Michelangelo - Infinito di Emanuele Imbucci lun.: p.u. 20.30
• Cinema San Rocco • Lugo
Parlami di te
di Hervé Mimran ven. e mer.: p.u. 21; sab.: 20.30-22.30; dom.: 17-19-21
Castel Bolognese di Olivier Assayas gio.: p.u. 21
L’agenzia dei bugiardi di Volfango De Biasi sab.: p.u. 21; dom.: 17.30-21
Dragon Trainer
di Dean DeBlois sab.: p.u. 17.15; dom.: p.u. 15.15
• Cinema Sarti • Cervia
Green Book
di Peter Farrelly sab. e lun.: p.u. 21; dom.: 17-21
Le birre DELÌRA nascono nel cuore della campagna romagnola a Ravenna. Sono birre semplici che rispettano la ricetta nell’autenticità e genuinità dei propri ingredienti. Acqua, malto d’orzo, lievito, luppolo e un pizzico di follia rappresentano l’essenza delle birre DELÌRA. La DELÌRA bionda è un omaggio alla birra più diffusa di sempre, adatta a qualsiasi momento della giornata, dissetante, dal sapore asciutto, secco ed equilibrato, con una schiuma fine e persistente. La generosa luppolatura arricchisce le classiche note d’amaro che caratterizzano le birre Pilsner. La DELÌRA rossa è una birra dal carattere unico, realizzata con una miscela di 3 malti che le conferisce un colore ambrato scuro e un aroma dal corpo deciso, ben bilanciato, da cui spicca un intenso retrogusto di caffè, dovuto alla particolare tostatura di uno dei malti utilizzati.
JUNIOR / 33
cena con i bimbi e le bimbe "
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21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
TEATRO/1
Dalla nonna di Cappuccetto a Becco di rame: tre spettacoli per il pubblico delle famiglie Gli appuntamenti di domenica 24 febbraio tra Faenza, Russi e Lugo
Domenica 24 febbraio alle 16 al teatro Rossini di Lugo nuovo appuntamento per le famiglie con il Teatro del Buratto che propone il suo spettacolo di animazione per bambini dai 3 agli 8 anni Becco di rame. Lo spettacolo nasce da una storia vera, quella di un’oca tolosa maschio di otto chili, che vive nella fattoria di Alfredo e Gisella, a Figline Valdarno. Una storia a lieto fine, attraverso la quale si può raccontare l’importanza di rialzarsi davanti alle difficoltà e la bellezza di ri-innamorarsi della vita, ogni giorno, nonostante tutto. Il linguaggio è quello di pupazzi e oggetti, che vengono mossi attraverso la particolare tecnica dell’“animazione su nero”. Spettacolo anche al Comunale di Russi, sempre alle 16 con la Compagnia del sole che porta in scena uno spettacolo “astronomico” dal titolo L’universo è un materasso e le stelle un lenzuolo. A Faenza, invece, è la Casa del Teatro di via Oberdan che, sempre alle 16, ospita la storica compagnia L’asina sull’isola con il loro spettacolo La vera storia della nonna di Cappuccetto Rosso, un progetto artistico di Katarina Janoskova e Francesca Bettini
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TEATRO/2 Incontri, letture e spettacolo al Rasi Per i giovedì dei piccoli, al Rasi di Ravenna, il 21 febbraio alle 17.30 va in scena Che sì che no della Drammativo Vegetale (adatto a bambini da 2 a 6 anni). Il 28 febbraio invece ci sarà alle 15.30 l’incontro “Teatro su nero” con Nadia Milani, Matteo Moglianesi, Serena Crocco, attori e animatori del Teatro del Buratto per il ciclo “Siamo asini o maestri?” rivolto a genitori, educatori e insegnanti, mentre alle 17.30 ci saranno le “letture a teatro” a cura della libreria Dante (dai 2 ai 6 anni, gratuito su prenotazione).
CARNEVALE
I CARRI SFILANO PER IL CENTRO DI RAVENNA Domenica 24 febbraio dalle 14.30 su via di Roma e via Santi Baldini torna il tradizionale Carnevale dei ragazzi della città di Ravenna a cui partecipano varie parrocchie e associazioni con i propri carri. Anche quest’anno al carnevale (che replica poi al mare il 3 marzo) sono associati una lotteria e un concorso fotografico.
ARCHEOLOGIA “Ti racconto Classis”, visite guidate al nuovo museo
GIOCHI DI RUOLO Guerrieri, druidi, maghi e chierici in biblioteca
A partire da sabato 23 febbraio fino a fine marzo, la sezione didattica di RavennAntica propone Classis for Kids, la rassegna dedicata ai più piccoli. Gli appuntamenti sono incentrati sul tema “Ti racconto Classis: il Museo che non c’era - Visite guidate animate”, con due percorsi. Uno è intitolato “Gli illustri personaggi di Classis” (appuntamento alla biglietteria del Museo, in via Classense 29, alle ore 15.30 di sabato 2 marzo, sabato 16 marzo e sabato 30 marzo), l’altro è “Classis e i suoi reperti archeologici” (alle 15.30 di sabato 23 febbraio, sabato 9 marzo e sabato 23 marzo). Le visite sono adatte a bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. prenotazione obbligatoria: 0544 - 473717. Tariffe: bambini 6 euro, genitori ridotto 5 euro.
Tre appuntamenti con il gioco di ruolo a Sant’Agata sul Santerno, dedicati ai ragazzi e alle ragazze delle scuole medie, promossi dall’associazione I Compagni della Scuola. Tra guerrieri, druidi, maghi e chierici, i giovani partecipanti potranno immergersi in mondi fantastici nei sabati 23 febbraio, 2 e 9 marzo, dalle 15 alle 19, nella biblioteca comunale “Loris Ricci Garotti”, in piazza Rambelli. Il gioco sarà condotto e guidato da quattro narratori (i “dungeon masters”) che descriveranno le ambientazioni e i personaggi con matite, dadi e immaginazione.
34 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 21-27 febbraio 2019
MONDO VINO
Reputazione popolare dei vini romagnoli A tu per tu, con persone comuni intervistate in giro, su valore e preferenze delle etichette territoriali di Fabio Magnani
LO STAPPATO Eccolo un Sangiovese di notevole levatura di Fabio Magnani - glistappati@gmail.com
Mi capita di assaggiare un Sangiovese del 2007 dell’azienda “ Torre San Martino” di Modigliana. Lo apro, lo decanto e aspetto. Il naso pulitissimo senza neanche una “macchia” che il tempo possa aver inflitto. Sentori di sottobosco, humus, fungo, tartufo, radici, spezie con note balsamiche sul finale. Mescole odorose che ricordano la frutta disidratata e a guscio con sfumature di arancia candita, ciliegia sottospirito, prugne sciroppate e more selvatiche. Leggere fragranze ossidative tra note di erbe aromatiche, foglie di tabacco e cacao. La bocca di piacevole freschezza acida, il tannino sapido, sottile, fitto. Allungato, teso e gustoso il passo di bocca. La chiusura sapida. Un vino non per tutti ma un esempio di quanto possa essere grande un Sangiovese di Romagna.
Tra queste pagine mi diverte raccontarvi di vino, di profumi, di vitigni della nostra terra. Va da sé che la mia opinione delle volte è condizionata dall’esperienza e dalla visione forse più completa rispetto ad altri. Assaggio un ottimo Sangiovese romagnolo e ve lo racconto su una base di comparazioni legate a centinaia di assaggi. Chi legge assaggia e se ne fa un’idea su mio stimolo. Per questo, ad un certo punto, mi è venuta la curiosità di sapere cosa pensa davvero “l’uomo della strada”, quello che beve vino tutti i giorni e, così, ho intervistato gente non esperta, amici, bevitori, casalinghe man mano che li incontravo nella mia quotidianità, chiedendo loro cosa pensavano dei vini romagnoli e cosa bevevano o proponevano loro quando vanno al bar. Ne è venuto fuori uno spaccato interessante sulle preferenze dei ravennati sui vini di casa propria e sul modo di proporre di alcuni bar della città anche se, visto il numero esiguo degli intervistati, non possiamo fare statistica assoluta ma solo una spassionata riflessione. Ve ne propongo alcune tra le più interessanti e, spero, utili anche per quelli operano dietro il bancone di un wine bar. Incontro Luca agente di commercio nel settore abbigliamento che mi dice «Amo bere Sangiovese prima di ogni altra cosa, mi piace il Barolo, il Barbaresco e detesto le bolle in genere ma nulla è meglio di un bel calice di Sangiovese e più è invecchiato meglio è. Al bar? Se voglio Sangiovese lo devo chiedere, nessuno me lo propone». Diversa l’opinione di Paolo, imprenditore milanese trapiantato a Ravenna: «Non credo che la Romagna sia all’altezza di altri grandi vini del Nord Italia. Troppo acidi e tannici, non ho ancora trovato un Sangiovese valido che possa darmi soddisfazione. Nei posti dove vado a bere mi conoscono e non si azzardano di certo a propormi vini di Romagna».
«Il Sangiovese di Romagna – dice Francesco titolare di una pizzeria di asporto – è un vino che non è da considerare né scarso né importante. I vini romagnoli non saranno mai nelle vette delle classifiche internazionali dei vini come lo sono i toscani, pagano lo scotto di anni di trascuratezza enologica e per riconquistare i mercati ci vuole tempo. Nei bar vedo qualche etichetta di zona ma alla fine mi chiedono se voglio bere Prosecco o qualche altro vino regionale...». Luisa, commessa in un negozio del centro di Ravenna preferisce bere romagnolo a tutte le ore perché afferma «io sono romagnola e credo sia giusto bere vini della nostra terra. Mi piacciono le bolle come la Rambela, altro che Prosecco, che se lo bevano i veneti, io sono romagnola e non esiste bere altro. Quando vado in vacanza in altre regioni, bevo i vini del luogo per conoscerli e per rispetto del posto dove mi trovo e anche per avere la conferma che i nostri vini sono i migliori in assoluto». La pensa allo stesso modo anche Gianmarco avvocato: «mi piace bere bene e ci sono aziende che fanno grandi Sangiovese e piacevoli bianchi fermi. In Romagna sono le bolle che mancano ma aspetteremo con pazienza nel frattempo berremo Champagne anche perché dove vado io a bere la sera mi propongono vini toscani o francesi». «Al bar è difficile che qualcuno mi proponga un vino romagnolo, fuorché non lo chieda esplicitamente – dice Letizia, casalinga e mamma a tempo pieno appassionata di vino da sempre – Manca la cultura, la voglia di fare ricerca da parte di chi propone. Trovi le solite cose, gli stessi vini eppure i grandi vini romagnoli ci sono. Sangiovese prima di tutto, e poi anche qualche Albana». Piergiorgio, commercialista, mi rivela che «se vuoi bere romagnolo bene a Ravenna devi andare alla Cà de Vèn. Ho bevuto dei bei vini romagnoli ma deve essere esperto chi te li pro-
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GUSTO / 35 21-27 febbraio 2019 RAVENNA&DINTORNI
Ma io dico che la Romagna dà buoni frutti di certo con Sangiovese e anche Albana Come molti di voi sapranno io penso che, invece, ci siano grandi vini romagnoli da uve Sangiovese. Si tratta di vini costosi, di piccole aziende che spesso non appaiono sugli scaffali per via del prezzo ma all’estero passano davanti a molti blasonati toscani. Non è un caso che molti operatori internazionali abbiano cominciato a guardare la Romagna del vino con occhio lucido. Adesso anche l’Albana comincia a farsi valere e sarà solo una questione di tempo. Per quanto riguarda gli operatori di settore non entro nel merito, ognuno a casa propria decide quello che vuole ma la curiosità rimane. Perché in città si fa fatica trovare chi ti propone vini locali? È un problema di preparazione, di crederci o meno, oppure di totale rassegnazione ad offrire quello che c’è?.
porne e ti aiuta a capire. Fuori da quel posto nessuno mi ha mai proposto qualcosa di autosctono, a parte i ristoranti». «Vini romagnoli? Lascia stare – sbotta Gianni, un amico meccanico – per trovarne uno buono diventi matto e non perché sono di bocca buona perché se vuoi bere un ottimo vino romagnolo devi spendere un sacco di soldi e a quel punto preferisco andare su un Sangiovese toscano che almeno mi diverto di più». Sulle circa quaranta persone intervistate a bruciapelo, si nota uno spaccato bilanciato sulla parte delle preferenze. C’è chi ama il Sangiovese chi l’Albana ma, in generale, il ravennate, beve volentieri il vino di “casa sua” se chi propone lo fa con esperienza o se c’è una etichetta blasonata o conosciuta. Quasi tutti però, tranne per quelli che frequentano i locali di paese e non quelli di città, hanno fatto notare che al bar, eccezion fatta per posti come la Cà de Vèn dove il vino romagnolo è cultura, non è consigliato loro il “nostro” vino. C’è chi mi ha detto che propongono spesso Prosecco, Merlot veneto, Sangiovese toscano, Cabernet, Ribolla e Nero d’Avola tanto per citare i nomi più conosciuti. Nei ristoranti pare ci sia più disponibilità a proporre vini del territorio mentre i bar sembra manchino di quest’attenzione. Anche in questo frangente ci saranno le eccezioni ma credo che una riflessione in proposito sorga spontanea. Se in altre regioni, da nord a sud, la tendenza è proporre sempre i vini del territorio prima di tutto, nei bar come nei ristoranti, mentre da noi questo non accade, forse è perché manca solo un po’ di fiducia nei vini di Romagna che, invece, si potrebbe cominciare far crescere.
RITI DI PRIMAVERA Con Slow Food, la festa dei Lòm a Mêrz all’insegna delle “donne romagnole” La condotta Slow Food di Ravenna organizza per giovedì 28 febbraio (inizio alle 19.30) una serata all’Agriturismo Martelli di Ravenna, a Borgo Montone (via Altiero Spinelli 10) una serta per festeggiare i tradizionali “fuochi magici” del Lòm a Mêrz. In programma, oltre all’accessione rituale delle focarine, un’aperitivo di benvenuto in veranda e a seguire una cena con prodotti di stagione di quattro portate, abbinate a vini autoctoni. Ospiti della serata, dedicata a celebrare le donne romagnole, due figure d’eccezione: Patrizia Ceccarelli, cantante di balera e fra le regine del liscio che racconterà la sua carriera artistica, accompagnata da musicisti e ballerini, e Anna Antonietta Amoroso della tenuta vitivinicola Uccellina di Russi che invece parlerà delle “donne del vino”, della loro passione e competenza. Costo della serata 33 euro per soci (38 per i non soci). Info e prenotazioni 335 375212 - maurozanarini@gmail.com.
Falò propiziatorio, racconti e giochi, canti e balli alla Torre di Oriolo dei Fichi Tradizioni senza tempo, sapori tipici e convivialità tornano protagonisti alla Torre di Oriolo di Faenza con i “Lòm a Mêrz”, in programma domenica 3 marzo dalle 12.30 alle 23. La giornata inizierà a fine mattinata con un punto di ristoro e un mercatino di prodotti tipici romagnoli. Alle 14 invece è prevista una passegggiata guidata alla scoperta delle erbe spontanee e un torneo non competitivo di giochi popolari della tradizione romagnola. Nel pomeriggio è in programma un incontro dedicato alla figura dell’azdora di campagna e a seguire canti e balli tradizionali con Quinzan. Al calar del sole, sarà acceso il grande falò propiziatorio intorno al quale si alterneranno racconti, canti e danze fino a notte.
COSE BUONE DI CASA Tipico piemontese, il delizioso intingolo della Bagna Cauda di Angela Schiavina
Questa settimana vi propongo di portare in tavola un classico della grande tradizionale culinaria regionale italiana. In particolare del Piemonte con la Bagna Cauda. Ingredienti: 100 gr. di acciughe salate; 4 spicchi d’aglio; 250 gr. di olio extravergine di olive; 50 gr. di burro; 1 tazza di latte; panna (facoltativa). Per le verdure da intingere: peperoni cotti e crudi, cardi,
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RAVENNA&DINTORNI 21 febbraio 27 febbraio 2019
SICUREZZA DOMESTICA
In crescita costante la videosorveglianza “fatta in casa” con le nuove tecnologie Il mercato in Italia arriverà nel 2019 a 150 milioni di euro, grazie anche ai prezzi sempre più bassi dei sistemi, coinvolgendo quasi il 50% della popolazione Cresce il desiderio di controllo e sicurezza nelle case degli italiani, soprattutto con i nuovi sistemi di videosorveglianza per così dire “casalinghi”, reperibili sul mercato, abbatsnza economici, semplici da installare e configurare e facili da gestire, anche in remoto con uno smartphone. Secondo i dati forniti dal Risco Group Italia (una multinazionale leader nel settore dei sistemi di sicurezza e allarme), circa il 48% degli italiani possiede già un impianto di videosorveglianza mentre il 18% è intenzionato ad acquistarlo nei prossimi 2 anni. Chi sta studiando le dinamiche commerciali del settore afferma che il mercato italiano nel 2018 valeva 130 milioni di euro e, in seguito alla progressiva diminuzione dei prezzi, è destinato a crescere nel 2019 di circa il 15% per un valore complessivo di 150 milioni di euro. I sistemi di sorveglianza “fai da te” sono i più vari e versatili, si possono “montare” in casa e far funzionare con un minimo di esperienza e forniscono molteplici prestazioni da quelle basilari e quelle più sofisticate, naturalmente in base al budget di spesa che si ha a disposizione. In genere le videocamere sono collegate e alimentate dalla rete elettrica di casa, ma possono essere anche a batteria ricaricabile, ad esempio tramite pannelli fotovoltaici. Un servizio di cui dispongono quasi tutte le telecamere
è l’invio di notifiche, attraverso mail o app, installate sullo smartphone o altri dispositivi digitali, in caso venga registrato un movimento sospetto. A questo proposito, gran parte dei produttori di questi sistemi dispongono di un portale sul quale è possibile controllare le riprese in tempo reale e offrono l’accesso ad altri servizi a pagamento: connessione 24 ore su 24 a una centrale operativa pronta a intervenire, la registrazione continua o la conservazione e visione dei filmati. Per le case smart esistono anche apparecchiature che consentono alla videosorveglianza di interagire con la domotica, la quale appena scatta l’allarme manda una segnalazione e fa partire un messaggio vocale. I vari modelli di ultima generazione outdoor resistono al maltempo, hanno risoluzione 4K e visione notturna, possono rilevare presenze fino a 15 metri di distanza o ruotare di 360 gradi in varie direzioni. In aggiunta questi modelli se collegati ad app (quasi sempre a pagamento) possono avvisare tramite foto, riconoscere volti, pacchi o veicoli e mandare avvisi personalizzati. I prezzi medi delle apparecchiature più avanzate oggi sul mercato variano dai 350 a 550 euro; per i servizi aggiuntivi e personalizzati le tariffe variano dai 3 ai 30 euro mensili FONTE LA REPUBBLICA
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RAVENNA&DINTORNI 21 febbraio 27 febbraio 2019
CENTRI STORICI
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PETIZIONE IN 10 PUNTI PER SALVARE DALL’ABBANDONO LE ATTIVITÀ COMMERCIALI DEL CUORE DI RAVENNA È stata lanciata recentemente da due consiglieri territoriali del centro urbano di Ravenna (Stefano Donati, LpR e Anna Greco, Lega Nord) una petizione popolare rivolta al sindaco De Pascale per risollevare, a loro parere, il centro storico della città “agonizzate”, per quanto riguarda in particolare «le numerose chiusure di negozi avvenute recentemente nelle vie e piazze di Ravenna, autentici pezzi di memoria storica, e almeno una decina cessazioni di attivita entro maggio 2019». Per questo i promotori della petizione propongono di sottoscrevere un vero e proprio decalogo di problemi su cui intervenire come pubblica amministrazione. Si tratta di: 1) Stop a nuovi centri commerciali che invece sono previsti nei nuovi strumenti urbanistici del Comune; 2) Canoni di affitto agevolati, che oggi invece si aggirano in media intorno ai 30.000 euro/annui; 3) Parcheggi con tariffe agevolate per i lavoratori del centro; 4) Potenziamento dei parcheggi scambiatori, collegati con il centro attraverso bus navetta elettrici frequenti, anche con l’istallazione di toilettes pubbliche, videosorveglianza e adeguata illuminazione; 5) Segnalazione delle situazioni di degrado da fronteggiare, magari con l’utilizzo pianificato di assistenti civici, cittadini volontari alcune delle cui formazioni già supportano la Polizia municipale; 6) Cura programmata e costante dell’arredo, della pulizia e delle aree verdi e inoltre incentivi e sostegni per l’installazione di nuove telecamere negli esercizi commerciali; 7) Installare nelle principali vie del centro urbano cartelli multilingua educativi per disincentivare gli atteggiamenti incivili più comuni che depauperano la qualità dei luoghi; 8) Strategie per la promozione dell’identità urbana e di grandi eventi, tramite una struttura comunale capace di interagire coi numerosi servizi che, avendo svariate competenze utili sono cronicamente incapaci di dialogare tra loro; 9) Ripensamento sulle distanze minime tra attività concorrenti con valutazioni adeguate le potenzialità del mercato per aree omogenee ed evitare il frequente fallimento di nuove imprese commerciali; 10) Rafforzare i requisiti di idoneità per la gestione di un’attività commerciale. L’esiguità dei requisiti richiesti è un’altra causa, non secondaria, di nuove imprese commerciali improvvisate, destinate al fallimento.
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RAVENNA&DINTORNI 21 febbraio 27 febbraio 2019
BORSINO IMMOBILIARE RAVENNA
CENTRI URBANI
Con il programma governativo “PrIMUS” incentivi alle città per la mobilità sostenibile Sono 12 le città della regione cofinanziate con un plafond nazionale di 15 milioni Cinque sono Comuni romagnoli sopra i 50mila abitanti fra cui Ravenna e Faenza Proprio nei giorni in cui in tutta la pianura Padana e gran parte delle citta dell’Emilia Romagna è scattata l’ennesima emergenza smog coi conseguenti limiti alla circolazione dei veicoli inquinanti, viene reso noto che ci sono anche cinque comuni della Romagna tra i 12 del territorio regionale a cui arriveranno fondi per il finanziamento di progetti di mobilità sostenibile. Si tratta di Cesena, Faenza, Forlì, Ravenna e Rimini. La buona notizia arriva dai parlamentari Jacopo Morrone, segretario Lega Romagna, e Elena Raffaelli, in qualli hanno illustrato che si sta avviando, a livello governativo, l’iniziativa denominata “Programma di Incentivazione della Mobilità Urbana Sostenibile (PrIMUS)”, con una dotazione di 15 milioni di euro, destinato a cofinanziare progetti presentati da Comuni con popolazione che ammonta a più di 50.000 abitanti. Il Programma punta a incentivare scelte di mobilità
Valori 2018 compravendite e affitti quartiere San Rocco/Stadio
Valori 2018 compravendite e affitti zona Vicoli/Baronio
urbana alternative, favorendo la diffusione di forme di mobilità a basso impatto ambientale e di condivisione dei veicoli, nonché la propensione al cambiamento delle abitudini e dei comportamenti dei cittadini in favore della mobilità sostenibile. Potranno essere finanziati, quindi, progetti che prevedono la realizzazione di nuove piste ciclabili in grado di rispondere alla domanda di spostamenti urbani casa-scuola e casa-lavoro, progetti di sviluppo della sharing mobility in ambito urbano e di sviluppo delle attività di mobility management presso le sedi delle amministrazioni dello Stato (sedi centrali e periferiche), delle amministrazioni territoriali, delle scuole e delle università. «Ancora nuove risorse e grande attenzione verso i comuni da parte del Governo – dichiarano i due parlamentari –. L’auspicio è che si tratti di progetti veramente utili e pensati a livello locale per soddisfare concretamente le esigenze di mobilità dei cittadini».
Valori 2018 compravendite e affitti Borgo Nuovo/Lirica/Alberti/Galilei
DAL SAN ROCCO A BORGO NUOVO I PREZZI SI ABBASSANO Secondo i dati raccolti nel “Rapporto 2018 del Mercato Immobiliare di Ravenna e provincia”, pubblicato da Fimaa/Confcommercio, dopo gli elevati valori di Centro Storico e San Biagio andando verso San Rocco, zona Vicoli e il Borgo Nuovo/direzionale i prezzi calano sensibilmente. Le quotazioni in tabella sono state elaborate dall’ufficio Studi Fimaa di Ravenna.
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RAVENNA&DINTORNI 21 febbraio 27 febbraio 2019
CONSUMATORI CONSAPEVOLI
Occhio all’offerta di artigiani “tuttofare”, soprattutto alla fattura dell’intervento Le nostre abitazioni necessitano spesso di interventi dovuti a rotture improvvise che richiedono l’opera di artigiani o di operai specializzati. Sarebbe opportuno che ognuno tenesse un’agenda aggiornata con l’indirizzo e il telefono di esperti nei vari settori: muratore, idraulico, elettricista, fabbro, falegname e così via. Non sempre però questi uomini di fiducia sono a disposizione con l’urgenza necessaria; inoltre tali attività vanno incontro ad una rarefazione che li rende preziosi, ma non sempre disponibili. È invalsa da un po’ di tempo l’abitudine di trovare nelle pagine pubblicitarie, nelle cassette postali o addirittura agli angoli delle strade l’offerta di “tuttofare” che indicano spesso solo un telefono. L’utente corre due rischi: o che la persona che si presenta non sia molta esperta di lavori, oppure che alla fine richieda un prezzo esagerato, addirittura in nero. Nel caso che il padrone di casa si serva di questa utenza è necessario adoperare alcuni accorgimenti: si richieda un preventivo e alla fine dei lavori una regolare fattura a tempo per verificare se l’opera è stata fatta a regola d’arte. La fattura è necessaria, oltre che per legge anche per richiedere eventuali rimborsi assicurativi o cancellazioni di bollette per fughe consistenti di acqua. Una fattura regolare può essere contestata se il preventivo non è giustificato ed appare esagerata. Un nostro associato dopo una perdita d’acqua in giardino ha prima messo allo scoperto il tubo interessato, poi ha interpellato una Ditta specializzata per l’individuazione e la riparazione della rottura. L’intervento si è risolto nello spazio di un’ora, ma è stato caricato come ore di attività il tempo necessario per raggiungere la sede del lavoro in modo abbastanza esagerato. È stato possibile mediante l’intervento dell’associazione Consumatori ridurre la fattura di circa il 50% con soddisfazione di entrambe le parti. Codici ricorda che ogni contestazione va fatta entro 30 giorni dal rilascio della fattura, che si rammenta ancora una volta deve essere assolutamente regolare. a cura di Codici Ravenna, consulente Carlo Benelli riceve su appuntamento il giovedì dalle 10 alle 12, via Sarti 5, tel 0544 33401 - carlobenelli@alice.it
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