FREEPRESS n.762
29 MARZO-4 APRILE 2018
CRONACA • SOCIETÀ • POLITICA • ECONOMIA • OPINIONI • CULTURA • SPETTACOLI • GUSTO • SPORT •
IL PROCESSO Omicidio Ballestri: la difesa, il pubblico, le prove, gli esperti e l’imputato Cagnoni in tribunale
Prezzo € 0,08 COPIA OMAGGIO ISSN 2498-9495
INTRO / 3 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
SOMMARIO
IL COMMENTO
6 I sogni sfumati di Leu anche da queste parti di Federica Angelini
Non è chiaro che in questo caso il mal comune sia stato mezzo gaudio o meno, ma certo il male della sconfitta non ha riguardato solo il Pd. Perché tra i risultati più disastrosi delle ultime elezioni figura sicuramente quello di Leu, la formazione politica guidata da Grasso e che metteva insieme tre simboli: Possibile, Sinistra Italiana e Mdp, cioé i fuoriusciti del Pd, gli scissionisti. E il tonfo inaspettato dai più l’hanno fatto soprattutto qui, dove hanno ottenuto pocho di più della media nazionale, appena il 4,3 percento, incapaci di fatto di intercettare i fuoriusciti dal Pd andati evidentemente al Movimento 5 Stelle. Eppure qui, a Ravenna, c’erano le tv nazionali a riprendere l’addio ai democratici di Vasco Errani, e sono tornate per quello che doveva essere un incontro decisivo tra lo stesso Errani e Bersani e Pisapia (che finì invece in una farsa in effetti poco promettente). Qui il segretario comunale del Pd, ora assessore, Gianandrea Baroncini lasciò il partito per aderire alla nuova avventura. Una parte di Sinistra per Ravenna ha aderito. Qui Sinistra Italiana aveva come riferimento il parlamentare Giovanni Paglia, candidato alla Camera, e Possibile il parlamentare Andrea Maestri (candidato però in Umbria). Hanno fatto una campagna “vecchio stile”, con mille incontri, volantinaggi, iniziative, cene come vuole la vecchia macchina rodata di scuola ex Ds. Eppure. Eppure, schiacciati sul locale da una campagna nazionale a base di dosi quotidiane di D’Alema e Bersani, nelle urne hanno raccolto i voti utili a mandare in Parlamento solo Vasco Errani da Ravenna (blindatissimo al Senato). Giovanni Paglia, 40enne, della sinistra del partito, non l’ha spuntata nella conta dei voti e alla fine ad andare a Roma è stato Bersani. Nessuna speranza nemmeno per quella che qui era la capolista Cecilia Guerra. Per non parlare di Maestri, che era dall’inizio quello nella posizione più complicata. E la sinistra ha riconfermato che quando si sommano le sigle, i voti si sottraggono. Nel frattempo ha dato l’impressione di avere come obiettivo soprattutto quello di mandare in Parlamento uomini (Boldrini a parte) di una certa età ed esperienza che hanno già avuto numerose occasioni per governare, in primis la nostra regione. Rinnovamento neanche a parlarne. Quanto hanno gioito quelli del Pd? Sicuramente un po’, almeno in un primo momento. In un secondo momento, però, anche da queste parti, devono essersi resi conto che in questo modo non basterà nemmeno più fare alleanze con gli ex per vincere le elezioni. Quelle belle coalizioni ampie come a Ravenna rischiano di non bastare più, con le liste civiche peraltro sempre più marginali. E gli ex Pd che speravano di poter diventare determinanti e andare a trattare proprio in vista di amministrative e regionali hanno poco o nulla da mettere sul banco. Anche perché al prossimo giro, ammesso e non concesso che Leu esista ancora, quel 4,1 percento rischia di calare ancora.
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POLITICA LE NOMINE DEI CDA DELLE FONDAZIONI CULTURALI
ECONOMIA L’AUMENTO DELLA TASSA SUI RIFIUTI
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COPERTINA CAGNONI A PROCESSO PER UXORICIDIO
TEMPO LIBERO COSA FARE A PASQUA TRA CITTÀ E COLLINA
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SPORT CALCIO: L’ATTACCANTE DEL REALITY TORNA A CERVIA
LIBRI DOPO IL SUCCESSO NEGLI USA, ECCO CHIARA BRANZINI
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MUSICA RAP IN FESTIVAL CON IL CISIM AL BRONSON
GUSTO BIO TUTTI I SEGRETI DEL TUBERO TOPINAMBUR
da pagina
35 INSERTO DI ANNUNCI IMMOBILIARI
RD &
Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001
Anno XVII - n. 762
Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: commerciale1@reclam.ra.it; tel. 0544 408312 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872 Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola
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4 / PUNTI DI VISTA RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
LETTORI
FULMINI E SAETTE
La redazione risponde
“Per ultimo” (Lido di Classe) di Adriano Zanni
LA STATUA DAL MARINAIO RESTI DOV’È Come associazione impegnata nella valorizzazione della Darsena di città, ci preme intervenire nel dibattito riguardante lo spostamento della statua del Marinaio che si trova all’altezza del cimitero monumentale. Crediamo che il professor Marcello Landi abbia ragione: dopo anni di incuria, spostare il monumento di Giannantonio Bucci in diga a Porto Corsini, esposto agli agenti atmosferici, significherebbe condannarlo alla rovina. Pensiamo invece che la scelta più saggia sia lasciare il monumento nel luogo in cui si trova. La zona, peraltro circondata da una bella pineta, si presta a essere una meta di arrivo di un circuito ciclabile già allo studio in partenza dalla Darsena. Un itinerario con uno sguardo sull’acqua e un altro sull’archeologia industriale, fino all’ideale punto di arrivo: una statua a metà strada tra il mare e la terra esattamente dove lo scultore l’aveva voluta. Investire risorse “in loco” risulterebbe un’azione meritevole restaurando l’opera e riqualificando l’area circostante. Inoltre nell’ambito del collegamento marittimo di prossimo avvio tra Ravenna e Marina di Ravenna, il Marinaio sarebbe ben visibile e valorizzato anche dal punto di vista turistico a differenza dell’improbabile attenzione dei crocieristi intenti a salire sugli autobus in partenza per le diverse destinazioni dell’entroterra. Paolo Monduzzi, presidente Ass. Naviga in Darsena
Siamo perfettamente d’accordo con lei, signor Monduzzi, la statua sta benissimo dov’è e l’idea di un percorso ciclabile che la renda meta di una bella pedalata ci sembra particolarmente interessante. Anche perché, al visitatore curioso, si potrebbe consigliare di approfittarne per fare una tappa anche nel vecchio cimitero monumentale di
Ravenna che, se opportunamente manutentato, può rappresentare sicuramente un motivo di interesse per la memoria collettiva e la storia della città. Non sarà il Père Lachaise o il cimitero di Highgate, ma certo può esercitare molto fascino, così come la statua al Marinaio che gli sorge nelle vicinanze.
LA POSTA DEL CUORE Tra vocazione e sublimazione, la severa richiesta della castità di Enrico Ravaglia *
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RIASSETTO SPIAGGE
Caro dottore, ho ascoltato una storia che mi ha molto colpita: una donna sposata ha avuto una relazione extraconiugale, l’amante era un prete. Non mi interessano tanto riflessioni sul tradimento, ma mi suggestiona la figura del sacerdote. È giusto e tollerabile chiedere a un sacerdote di rinunciare ad avere rapporti sessuali? A me sembra contro natura e che nei migliore dei casi, – quando non succede di peggio – non mi sorprende che questi si trovi un’amante. Maria S. Cerco di risponderle concentrandomi solo sull’aspetto psicologico, di mia competenza. Sulla dimensione spirituale e sul tema della vocazione, non mi sento preparato al punto da esprimere giudizi. Sono d’accordo con lei. Aldilà delle ragioni teologiche, non c’è dubbio che la chiesa chieda molto ai sacerdoti. La castità, ma aggiungerei io, la richiesta, forse ancora più pesante, di non instaurare un rapporto di tipo affettivo, amoroso con una persona è un richiesta davvero severa. Dico severa ma è un eufemismo, perché forse l’aggettivo più adatto è incongrua, se non addirittura incompatibile rispetto a quella che è la natura umana. In psicologia si parla di relazioni oggettuali, di oggetto. Cosa sono? Un oggetto, inteso in senso psicologico è qualsiasi cosa che entra in relazione con la persona. Può essere un oggetto inanimato come una tavolo, ma anche un costrutto mentale, oppure un’altra persona. Poi per relazioni oggettuali si intendono appunto i rapporti che un individuo ha con tutto ciò che non è sé stesso, con il mondo esterno. Per farla breve. Al sacerdote è richiesto di rinunciare a tutto un fronte delle relazioni oggettuali. Quelle che hanno a che fare con la relazione affettiva amorosa, alla sessualità, intesa, oltre che come normale e naturale esigenza fisiologica, anche come scambio relazionale. O meglio, gli è richiesto, se non di reprimerli, e posso certificare che la nostra mente va poco d’accordo con la repressione, di sublimarli. Cioè trasformarli in qualcosa d’altro. Per sublimazione si intende «quel meccanismo che sposta la pulsione sessuale verso altre mete non sessuali, e tendenzialmente è qualcosa di alto, nobile, dal forte valore simbolico», non a caso deriva dal tardo latino “sublimàre” che significa appunto elevare in senso morale. Una dinamica che cerca appunto di dissinnescare la dimensione da cui arriva, appunto la pulsione sessuale. In breve, ripeto che non conosco il potere della vocazione, ma conosco i limiti della sublimazione. E non stupiscono neppure me i fatti a cui lei ha fatto riferimento nella sua lettera. * Psicoterapeuta Psicoanalitico - postadelcuore@ravennaedintorni.it
PUNTI DI VISTA / 5 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
L’OSSERVATORIO
TUTTO D’UN TRATTO di Gianluca Costantini
Rassegna stampa Vero o falso? di Moldenke
Breve rassegna stampa dai quotidiani locali, che a comprarli siete sempre meno, a quanto pare. Il bello è che tra questi titoli ce ne sono alcuni veri, stampati su carta, e altri inventati da me. Provate a indovinare. - Barolo, il micio che ama le carezze (Vero. Mi piace soprattutto il nome e l’aver scoperto che quindi esistono mici a cui non piacciono le carezze. Buono a sapersi). - Ottantenne pizzicato con la prostituta sull’Ape (Vero. Ma vorrei tranquillizzarvi: il vecchio non è stato pizzicato nel senso di punto da un’ape o da una vespa mentre stava scopando, no, è stato solo multato dai carabinieri mentre era su un’Apecar). - Ruota panoramica, si vola (Vero. Però niente paura: è una ruota panoramica normale, anzi, anche piuttosto bassa, non c’è il rischio di volare veramente). - «Lasciate la statua dove si trova» (Vero. In città si è davvero aperto un dibattito sulla statua del marinaio. Se non ne sapete nulla, come il sottoscritto e come giusto che sia, potete comunque iniziare dalla lettera nella pagina qui a fianco). - L’allarme del parroco: «Occhi aperti. Qualcuno benedice al posto mio» (Vero. Mi piace pensare che ci sia un eroe che lo fa così, giusto per goliardia, con urina di gatto al posto dell’acquasanta, ma credo che sia solo una truffa, purtroppo). - Il fascino del tramonto sulla Mille Miglia (Vero. Pare sia una frase rubata all’ex vicesindaco Mingozzi, mentre ci stava provando con una dipendente comunale). - Nuovi atti di crudeltà: riccio dato alle fiamme (Vero. E ora che ci penso non l’ho mai sentito un riccio ai ferri, poteva essere l’occasione buona). - Prendono defunto dalla camera ardente e se lo caricano in auto (Vero. E non si parla del Pd o di Vasco Errani). - «Lo trovai zappando nel ‘72, con quei soldi ripianai i miei debiti» (Vero. Il signore trovò esattamente una botta di culo, ossia un elmo etrusco per cui lo stato gli diede qualcosa come 2,5 milioni delle vecchie lire). - Resiste ai carabinieri: «Attenti, chiamo Salvini» (Vero. Avranno arrestato Gianfilippo Nicola Rolando, Duca di San Bernardino? Se non sapete chi sia, cercate su Google). Ebbene sì, erano tutte vere. Ma non iniziate per questo motivo a comprare i giornali. Di cazzate ne scrive pure anche R&D, in fondo...
6 / POLITICA RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
CDA
Le critiche della lista La Pigna
Fondazioni culturali: tutte le nomine del Comune Nuovi presidenti per Mar, dove entra l’avvocato Mauro Brighi, e biblioteca Classense con l’ex dirigente scolastica Patrizia Ravagli
Il Comune di Ravenna ha nominato nei giorni scorsi i suoi rappresentanti in enti e fondazioni della città che si occupano di cultura in diversi ambiti. Il sindaco ha ringraziato «tutti coloro che, mettendo a disposizione la loro professionalità, hanno partecipato alla selezione. L’insieme dei componenti dei cda contempla il giusto mix tra ricercatori universitari, di prestigio nazionale e internazionale, personalità della vita culturale e associativa della nostra città, professionisti e nuovi protagonisti della scena culturale, tutte figure che saranno per l’amministrazione comunale un supporto fondamentale per gli impegni dei prossimi anni». Nel dettaglio a seguire le nomine per ogni ente. Ravenna Manifestazioni A Ravenna Manifestazioni, la fondazione che organizza il Ravenna Festival e la stagione di Opera e balletto, entrano nel cda Livia Zaccagnini, ex presidente della biblioteca Classense, e Mario Salvagiani, a lungo sovrintendente della fondazione stessa, «per la pluriennale esperienza gestionale acquisita quale presidente/vicepresidente di rilevanti Fondazioni e Associazioni finalizzate alla promozione della cultura e spettacolo». Nell'assemblea della fondazione entrano inoltre Claudia Giuliani (ex direttrice della Classense), Adriano Maestri, già presidente di alcuni istituti di credito, l'architetto Patrizia Magnani, la stilista Cristina Rocca e il notaio Eraldo Scarano. Fondazione Casa Oriani Nella fondazione Casa Oriani, che gestisce l'omonima biblioteca e l’omonima casa natale dello studioso a Casola Valsenio (nota come “Il Cardello”), il comune ha nominato nel cda il docente e ricercatore universitario Andrea Baravelli e Sandro Rogari, docente all'Università di Firenze e autore di numerose pubblicazioni storiche,
Mar - Museo d’arte della città L’avvocato Mauro Brighi è stato scelto come nuovo presidente del Mar «per la qualificata esperienza maturata nell’esercizio della libera professione, per l’esperienza gestionale maturata quale tesoriere della Fondazione Forense Ravennate e quale componente del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Monte di Bologna e Ravenna». Accanto a lui nel cda siedono Paola Babini, docente all'Accademia di Belle Arti, l’architetto Paolo Bolzani e Lanfranco Gualtieri, già presidente della Fondazione Cassa. Infine una giovane laureanda in lettere moderne: Maria Vittoria Baravelli. Biblioteca Classense L'ex preside del liceo classico Patrizia Ravagli è stata scelta per presiedere il cda della biblioteca Classense in virtù della «qualificata esperienza manageriale e gestionale acquisita quale dirigente scolastico di importanti Istituti di istruzione di Ravenna, per l'esperienza acquisita quale presidente di importanti associazioni culturali e umanitarie». Il Comune ha nominato inoltre Gian Mario Anselmi, docente di Letteratura Italiana, insieme all'ingegner Ernesto Giuseppe Alfieri, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Fulvia Missiroli, autrice di varie pubblicazioni, e la professoressa dell'Università di Bologna Claudia Sebastiana Nobili. Ravennantica A Ravennantinca, la fondazione che si occupa di varie realtà archeologiche in città tra cui la Domus dei tappeti di Pietra e il museo Tamo, in sostituzione di un membro del cda dimissionario, entra Claudia Zama, commercialista con particolare attenzione per l'analisi e controllo di bilanci, valutazione dei fabbisogni finanziari, operazioni di costituzione, trasformazione, scorporo, perizie e valutazioni patrimoniali.
Dall’alto verso il basso: il teatro Alighieri, uno scorcio del Mar, la biblioteca Classense
Il mondo politico ravennate ha accolto senza commentare le nuove nomine – peraltro tutte a titolo gratuito – eccetto la lista civica di opposizione La Pigna, molto critica sulla gestione, in particolare, di Ravennantica e che non perde l’occasione di puntare il dito contro l’assessore alla cultura Elsa Signorino che, dicono, a vrebbe avuto «la mano pesante» nelle recenti nomine dei cda delle istituzioni culturali e delle Fondazioni. Secondo quanto si legge nel comunicato, firmato dalla capogruppo e unica consigliera Veronica Verlicchi, diverse nomine arrivano dall’Associazione Amici di Ravennantica di cui fanno parte la stessa Signorino e il direttore della omonima Fondazione, Sergio Fioravanti. Tra di loro si trovano infatti Patrizia Ravagli (indicata come presidente della Classense) e – continua la Pigna – «Fulvia Missiroli, Claudio Zama, Ernesto Giuseppe Alfieri che proviene direttamente dalla Fondazione Ravennantica, di cui è consigliere, nonché presidente della Fondazione Cassa di Risparmio». Molti elementi vicini alla Signorino, secondo La Pigna, anche al Mar: «Lanfranco Gualtieri, per anni vice presidente, e Paolo Bolzani». «Il peso politico della Signorino in costante crescita ha influenzato anche la scelta di incrementare la quota annuale elargita dal Comune a favore della Fondazione Ravennantica, di cui la Signorino continua ad essere consigliere di amministrazione. Quota passata dai 400mila euro per il 2017 ai 600mila euro per il 2018 (+50%) per coprire preventivamente le perdite della gestione» (va specificato che entro il 2018 Ravennantica prevede l’apertura del Museo di Classe, ndr.).
BUONA
ECONOMIA / 7 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
CAROVITA
Tassa rifiuti: in arrivo aumenti per le famiglie Il Comune di Ravenna: «Incide 6 euro all’anno in un nucleo di tre persone» La giunta di Cervia non esclude azioni legali contro Atersir
La prima a segnalare la cosa è stata la consigliera comunale Veronica Verlicchi (La Pigna): «La Tari, tassa sui rifiuti, è aumentata del 2,3 percento nel 2018. Un regalo dell’amministrazione ai cittadini ravennati». Il sindaco Michele de Pascale precisa che l’aumento è dovuto ad una maggiore produzione dei rifiuti. Per il primo cittadino si tratta di un effetto indotto della ripresa economica che influisce sull’aumento delle attività produttive e dei consumi. Di recente la riunione congiunta delle commissioni consiliari 4 “Ambiente, sanità pubblica, qualità della vita” e 5, “Bilancio, partecipate, personale, patrimonio”, ha esaminato la proposta di delibera relativa alla determinazione delle tariffe Tari per il 2018, che dovrà essere poi discussa e votata dal consiglio comunale entro il termine di legge del 31 marzo. Le commissioni hanno esaminato anche la proposta di delibera relativa all’affidamento del servizio di riscossione spontanea della Tari ad Hera, che prevede le seguenti rate di scadenza dei versamenti: 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre. Le tariffe saranno calcolate su un montante complessivo di circa 31 milioni di euro, che comprende il costo del servizio rifiuti risultante dal Piano economico finanziario (Pef) approvato da Atersir e specifiche poste ulteriori ai sensi di legge (costo della riscossione, scontistica, ecc..). «Come per gli anni precedenti, – scrive il Comune –, sono stati utilizzati tutti gli elementi di flessibilità consentiti dalla legge per contenere la ricaduta sulla Tari degli effetti dell’incremento dei costi del servizio, dovuto in parte prevalente all’aumento di quantità di rifiuti raccolta e smaltita dal gestore Hera. Grazie ad una incisiva azione di contrasto all’evasione condotta negli ultimi anni, che ha portato ad un incremento significativo delle superfici tassabili, a fronte di un aumento del costo del servizio certificato da Atersir nella misura del 3,5 percento, l’incremento tariffario medio (per famiglie e imprese) è contenuto al 2,3 percento, in linea con gli anni scorsi. Per dare un’idea, per una famiglia residente composta di 3 persone, l’incremento si traduce in circa 6 euro in più all’anno rispetto al 2017». Cifre che valgono anche nel comune cervese dove però la reazione della maggioranza, sempre a guida Pd, è stata assai diversa: «La Giunta sta valutando di avviare azioni formali, non escluse le vie legali, nei confronti di Atersir che, nel determinare i costi del servizio, non ha fornito tutti gli elementi informativi e dati numerici richiesti riguardo agli aumenti».
Un dettaglio dell’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di Ravenna
DATI
NEL 2017 ESPORTAZIONI IN CRESCITA DELL’11,5 PERCENTO I numeri certificati dalla Camera di Commercio sopra la media regionale Nel 2017 le esportazioni della provincia di Ravenna si attestano a 4.003,5 milioni di euro con un incremento di 415,4 milioni rispetto al 2016, pari al +11,6% in termini relativi. Un incremento a doppia cifra certificato dai dati della Camera di Commercio. Anche a livello regionale e nazionale il 2017 vede un incremento delle vendite all’estero più significativo rispetto all’anno precedente, ma meno intenso rispetto alla nostra provincia. L’aumento è del 6,7% per l’Emilia-Romagna, del 7,4% per l’Italia. Nel periodo considerato, con lo 0,89% dell’export nazionale, Ravenna occupa il 38° posto nella graduatoria nazionale delle province esportatrici, guadagnando 5 posizioni rispetto alla media del 2016; nella graduatoria regionale Ravenna si colloca in sesta posizione. Le principali destinazioni La Germania rimane il paese più importante per le imprese ravennati, assorbendo da solo il 13,7% delle esportazioni provinciali. Seguono la Francia con il 10,2%, la Spagna (7,2%), la Polonia (5,4%) e gli Stati Uniti (4,8%). determinare la ripresa dell’export ravennate nel 2017 hanno contribuito prevalentemente il settore della chimicai (+96,8 milioni, pari al +13,6%), quello dei prodotti metallurgici (+95,4 mln, +17,4%) e delle apparecchiature elettriche (+92,1 mln, +39,0%).
LAVORATORI I sindacati del commercio proclamano lo sciopero per il giorno di Pasqua e il 2 aprile: «Lavorare nei festivi non può essere un obbligo» Nelle giornate festive pasquali, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil regionali proclamano sciopero per il giorno 1 aprile e astensione dal lavoro per il 2 aprile invitando i lavoratori del commercio e gli addetti di tutte le attività svolte all’interno dei centri commerciali ad aderire astenendosi dal lavoro nelle festività. «La disponibilità al lavoro festivo è una scelta libera e autonoma di lavoratrici e lavoratori. Recenti sentenze confermano questa nostra impostazione – scrivono i rappresentanti dei lavoratori del commercio – secondo la quale il datore di lavoro non può imporre al dipendente di lavorare in una giornata festiva e definisce illegittima l'eventuale sanzione disciplinare a punizione del rifiuto al lavoro festivo, se non vi sia stato preventivamente un assenso di quest’ultimo». I sindacati auspicano inoltre che si riapra sul tema una discussione in Parlamento che riveda le decisioni assunte nel 2011. «Le liberalizzazioni sono sbagliate, non aiutano la crescita economica, non creano nuova occupazione, producono dumping tra piccola e grande distribuzione, svendono le festività, svuotano i centri storici delle città a favore delle cittadelle del consumo, sviliscono la qualità del lavoro spezzettando la prestazione lavorativa e costringendo i dipendenti ad orari ben poco concilianti con le necessità di riposo».
PASQUA
10 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
IL PROCESSO
Omicidio Ballestri, tutte le prove: dal bastone alle impronte di mani e scarpe In corte d’assise il dibattimento che vede alla sbarra il noto dermatologo Cagnoni, marito della vittima Tra gli elementi portati dall’accusa e respinti dalla difesa anche due cuscini sporchi di sangue di Andrea Alberizia
Da sei mesi in tribunale a Ravenna si sta celebrando il processo di primo grado per l'omicidio di Giulia Ballestri, 39enne ravennate. Il cadavere è stato trovato dalla polizia nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 settembre 2016 in una villa disabitata in via Padre Genocchi di proprietà della famiglia del noto dermatologo Matteo Cagnoni, oggi 53enne, con cui la vittima era sposata da dodici anni e con cui ha avuto tre figli. Il coniuge è il principale sospettato dagli inquirenti sin dal primo momento ma continua a dichiararsi innocente, è in carcere in custodia cautelare dalla mattina successiva al ritrovamento del corpo e ora davanti alla corte d'assise è imputato con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà: rischia da trent'anni all'ergastolo se verranno riconosciute le circostanze aggravanti. Le ricerche della donna erano scattate nel pomeriggio del 18 a seguito della denuncia di scomparsa presentata in questura dal fratello Guido e da Stefano Bezzi, una conoscenza giovanile con cui da circa un anno Giulia portava avanti una relazione extraconiugale, circostanza scoperta da Cagnoni poche settimane prima assoldando un investigatore privato che la pedinava e intercettava. La donna voleva il divorzio ed erano già iniziati gli incontri con gli avvocati. Da giovedì 15 nessuno dei familiari aveva più sue notizie. L'ultimo contatto con l'amante è la buonanotte con un messaggio nella chat di Instagram, usata perché convinti che non potesse essere intercettata. L'autopsia fissa l'orario della morte nella mattinata di venerdì 16. Il corpo della Ballestri è stato trovato supino sul pavimento di una stanza senza luce in cantina. Le fratture alle ossa del volto, i calcinacci tra i capelli, un dente a terra e il sangue su una parete portano gli inquirenti a sostenere che l'assassino abbia scatenato la sua furia omicida facendo sbattere la testa della donna più volte contro lo spigolo di un muro poco distante e abbia poi trascinato il corpo agonizzante nella stanza dove è stata trovata. Nel resto della villa, soprattutto sulle scale, sono evidenti segni di ripulitura con tracce circolari come il passaggio di stracci. Le telecamere della pasticceria Le Plaisir in viale Newton mostrano i coniugi che fanno colazione a un tavolino tra le 8.23 e le 9.07 del venerdì, dopo aver portato i figli a scuola. Le telecamere della caserma della guardia di finanza all'angolo tra via Genocchi e via Alberoni mostrano la coppia che scende dalla loro Mercedes davanti alla villa alle 9.15. Un'ora e 49 minuti dopo si vede una sola persona risalire e partire. I sopralluoghi della scientifica sulla scena del delitto, nella casa familiare, nella casa a Marina Romea, nella villa dei genitori di Cagnoni a Firenze (dove l'imputato è arrivato venerdì 16 e dove è stato arrestato all'alba di lunedì 19) hanno permesso di raccogliere una serie di reperti che nel corso delle deposizioni degli ottanta testimoni finora ascoltati in venti udienze sono diventati per l'accusa prove della colpevolezza, per la difesa elementi spiegabili in altro modo.
L'ARMA DEL DELITTO Il reperto 13 trovato dalla polizia sul pavimento al primo piano della villa del delitto è un bastone di legno, una porzione di ramo di circa 58-60 centimetri di lunghezza e 8-10 di diametro con sangue di Giulia e altri due dna: una parte consistente della famiglia Cagnoni e tracce minime di qualcun altro. La perizia botanica dice che è compatibile con la catasta di
legna nel garage dell'abitazione coniugale in via Bruno, composta da alcuni rami dei pini domestici abbattuti nell’aprile 2016 nel giardino della casa a Marina Romea. L’imputato in aula si è difeso così: «Il mio dna può esserci perché ho fatto il trasporto della legna con l'auto. Però non ho portato il bastone in via Genocchi, forse l’aveva portato Giulia in precedenza come strumento di difesa perché le dicevamo che
LA PROVA REGINA
L’IMPRONTA PALMARE SUL MURO CON IL SANGUE DELLA VITTIMA La prova regina di questo processo sono due impronte attribuite dalla procura a Cagnoni con il sangue della vittima rilevate nello scantinato della «mattanza», come la chiama il pm. Sono note come “palmare muro” (mano destra) e “palmare frigo” (mano sinistra). La prima è su un muro grezzo a 90 cm di altezza, sullo spigolo dove più in basso l’omicida ha fatto sbattere più volte il volto della donna per il massacro finale. La seconda è sulla parete di un vecchio frigorifero poco distante. Il laboratorio di dattiloscopia della polizia scientifica di Bologna e il consulente della parte civile hanno lavorato su questi rilievi individuando le cosiddette minuzie: in buona sostanza i punti delle creste cutanee che rendono unica quell’impronta digitale. Una volta individuate si procede al confronto con il campione preso al sospettato. La giurisprudenza italiana stabilisce che la corrispondenza di 16 punti fra due impronte consente una base statistica talmente elevata da considerare quelle due impronte appartenenti alla stessa persona perché si è nell’ordine di un caso ogni 4-5 miliardi di individui. Si tratta comunque di una convenzione italiana per alzare l’asticella della qualità: nella vicina Svizzera, ad esempio, ci si ferma a 8. Ebbene, per il caso specifico del processo in corso le cose stanno così: nella palmare muro il consulente di parte civile Salvatore Musio ha individuato 26 minuzie corrispondenti e la scientifica 20 (16 sono in comune), nella palmare frigo Musio ne ha individuate 20 e la polizia 28 (16 in comune). Come le spiega Cagnoni? Non le spiega: «Posso solo dire che non sono mie perché io in quella cantina non ci sono stato e non ho ucciso Giulia».
in quella casa poteva trovare malintenzionati». La procura invece pensa che Cagnoni l'abbia portato apposta nei giorni precedenti, mostrando quindi una premeditazione. I CUSCINI VERDI DELLA VILLA In una cantinetta della casa dei genitori dell'imputato a Firenze vengono trovati due cuscini verdi che provengono dalle poltrone del salotto della villa del delitto e sono sporchi di sangue di Giulia. Le telecamere di videosorveglianza mostrano il dermatologo che li scarica dall'auto al suo arrivo in Toscana venerdì 16. La difesa di Cagnoni: «Erano nel baule da giorni, l'8 settembre ero andato nella casa con Giulia e lei mi fece notare che avevano delle macchie». E lui avrebbe deciso di portarli ai genitori perché fossero loro a farli lavare sapendo quanto tenevano a quell'arredamento disegnato dall'architetto Arata. E il sangue di Giulia? «So che lei andava là dentro, forse con altre persone. E forse erano stati usati come materasso per consumare un rapporto sessuale con qualcun altro, non necessariamente violento ma magari nel periodo del ciclo». La domenica Cagnoni li caricò nell’auto del padre prima di partire con lui per Bologna e poi li scaricò di nuovo al rientro a casa: «Li avevo lasciati dietro una siepe e li volevo mettere al coperto prima di partire ma mio padre aveva fretta e me li fece mettere in auto per non perdere tempo». Il carico in auto avvenne alle 10.47, la partenza per Bologna alle 15.52. IL SANGUE SUI JEANS Nella villa di Firenze sono stati sequestrati un paio di jeans dell’accusato con tracce di sangue della vittima. Sarebbero l’involontaria conseguenza di un piccolo infortunio. A luglio del 2016 a Marina Romea la donna si sarebbe tagliata un dito ferendosi in un vetro: «Il taglio aveva raggiunto un arteriola e zampillava – sono le parole di Cagnoni –. Qualche goccia arrivò sui pantaloni miei ma non così tanto da sembrare sporchi e così finirono nell'armadio come stavano e magari spostati a Firenze in uno dei viaggi». In quella stessa circostanza si sarebbero anche sporcati gli scarponcini Timberland del padre trovati a Firenze e, secondo Matteo, indossati dal genitore a Marina Romea quando lo aiutò a suturare il dito della consorte. Nei pantaloni anche una scheggia di legno compatibile con il bastone, sporca di sangue. I VESTITI E LA CHANEL DI GIULIA Il cadavere di Giulia aveva addosso solo il reggiseno slacciato. A terra una scarpa. Gli altri vestiti e accessori che indossava la mattina del 16 settembre, come si vedono nelle telecamere ad alta definizione della pasticceria, non sono mai stati trovati. Nei filmati delle telecamere di Firenze si vede l'imputato che trasporta in giardino un oggetto bianco con forma trapezoidale che le perizie della polizia ritengono compatibile con la borsetta Chanel che la donna aveva quella mattina. «No – dice l’imputato –, era un cuscino bianco a fisarmonica che si chiude con un bottone e ha un laccetto. È stato buttato via». Dei vestiti e della borsetta si è parlato anche nella deposizione della madre della
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LA DIFESA /1 «Giulia è tornata da sola nella casa di via Genocchi e ha trovato dei ladri acrobati strafatti di cocaina che l’hanno colpita a bastonate» Nell'interrogatorio del 23 marzo l’imputato ha fornito la sua versione di come potrebbero essere andate le cose venerdì 16: «Siamo usciti dalla casa di via Genocchi insieme. Io presi la macchina e lei decise di tornare a casa a piedi passando attraverso i giardini. Forse Giulia aveva dimenticato il telefono nella casa e più tardi è rientrata da sola perché non aveva paura e l'aveva già fatto. Ma dentro ha trovato dei ladri, più di uno. Che possono essere entrati dalla porta aperta sulla terrazza (vedi box in basso, ndr) perché esistono bande capaci di arrampicarsi fino a quelle altezze senza bisogno di scale o corde, li chiamano ladri acrobati e ci sono stati casi a Ravenna. È possibile che Giulia li abbia aggrediti per prima con il bastone che aveva portato nella casa, è qualcosa che può starci con la sua indole, ma questo ha scatenato la reazione dei ladri che hanno usato il bastone contro di lei. Per essere così violenti dovevano per forza essere strafatti di cocaina». Moglie e marito sarebbero andati là per fotografare dei quadri del pittore Nicola Samorì che Cagnoni voleva vendere. La Ballestri aveva accennato ai familiari che Cagnoni voleva essere accompagnato per fare le foto.
LA DIFESA/2 «Vidi Giulia sotto casa nostra in via Bruno alle 12 del 16 settembre 2016» L’imputato Matteo Cagnoni sostiene che verso mezzogiorno del 16 settembre 2016 avrebbe incrociato la moglie sotto casa in via Giordano Bruno (per la procura a quell’ora Giulia era agonizzante nello scantinato). Lui aveva appena fatto una doccia, aveva le valigie e stava andando a prendere i figli a scuola per andare a Firenze dai genitori: «Le mi confermò che non sarebbe venuta con noi e che si sarebbe organizzata per conto suo nel weekend. Io interpretai le sue parole come la volontà di passare il fine settimana con l’amante, non necessariamente il Bezzi perché sono convinto che avesse anche un altro. Mi disse che stava per andare a fare la spesa e le allungai cento euro». Poi salì in auto.
Uno dei due cuscini verdi così come è stato ritrovato dalla polizia nella cantinetta della villa dei genitori dell’imputato. Proviene dal salotto della casa dell’omicidio e ha tracce di sangue di Giulia. Per l’imputato potrebbe averlo usato in passato per un rapporto sessuale con un amante nel periodo del ciclo
LA DIFESA/3 «La polizia mi cercava ma era notte e volevo un consulto da un avvocato» Ventinove minuti dopo la mezzanotte tra domenica 18 e lunedì 19 Cagnoni da Firenze chiamò l’avvocato Giovanni Trombini, che oggi è il suo difensore e un amico d’infanzia. «La polizia mi cercava al telefono (non è ancora arrivata la pattuglia in villa, ndr) e insisteva perché andassi subito a Ravenna. Ero stanco e non me la sentivo, sarei andato al mattino. In quel momento credevo volessero solo la mia firma sulla denuncia di scomparsa fatta da mio cognato. Ho chiesto un parere a Giovanni. Mi ha detto di aspettare una convocazione formale ma io decisi lo stesso che sarei andato. Stavo per comunicarlo al poliziotto che mi aveva telefonato ma arrivarono gli agenti nel mio giardino». Poi però la vista dei poliziotti gli avrebbe scatenato un attacco di panico che lo portò all’1.29 a fuggire da una finestra. La morte di Giulia dice che verrà a saperla solo alle 5 del mattino del 19 quando rientra nella villa e un poliziotto lo ferma: «Mi disse “se te non c’entri con l’omicidio di tua moglie io mi faccio prete”». La domenica pomeriggio Cagnoni era stato a Bologna dall’avvocato in compagnia del padre Mario «perché anche se mi vergogno oggi ad averlo pensato, in quel momento ero convinto che ci fosse un abbandono del tetto coniugale e volevo un consulto da un avvocato che è un amico per valutare se cambiare la strategia nel divorzio». Nella trasferta bolognese i Cagnoni andarono anche all’aeroporto: per la procura pensava a una fuga, l’imputato dice per cercare un orologio per il figlio.
Reperto 18: una scheggia di corteccia di 1,5 cm per 0,7 con tracce di sangue della vittima, trovata nella tasca di un paio di jeans di Matteo Cagnoni sequestrati a Firenze. Per i consulenti dell’accusa è dello stesso tipo del bastone. Per l’imputato sarebbe finita nei pantaloni sedendosi nel baule della vettura dove trasporto della legna da Marina Romea a Ravenna
Reperto 13: un bastone lungo 58-60 cm trovato sul pavimento al primo piano della villa dell’omicidio, dove sarebbe partita l’aggressione. Ci sono tracce ematiche di Giulia Ballestri e dna maschile della famiglia Cagnoni. Per gli esperti di botanica della procura è compatibile con la catasta di legna nel garage della casa coniugale in via Bruno. L’imputato pensa che l’avesse portato in passato la moglie come arma di difesa
vittima, Rossana Marangoni: «Mia nipote (figlia di Giulia e Matteo, ndr) andò a pranzo con il nonno paterno e gli ha chiesto dove erano i vestiti e la borsetta di mamma. Lui le ha risposto di averli buttati via con il padre». Su questa circostanza Mario Cagnoni, padre dell’imputato, in aula ha spiegato diversamente: «Ho detto a mia nipote di non poter escludere che siano stati buttati via perché non so altro». LE IMPRONTE DEL MARCHIO HOGAN Non si trovano nemmeno un paio di scarpe Hogan di Cagnoni. Si vede che le indossa in pasticceria e sul pavimento della casa dell'omicidio c'è un'impronta in cui secondo la polizia si vede il logo della marca. Dove sono? «A Firenze, ricordo di averle caricate in auto ai piedi del sedile passeggero quando sono partito dalla casa di Ravenna. Saranno ancora là, se potessi andarci sono convinto che le ritroverei». La polizia non è riuscita a trovarle. Nella casa dell’omicidio ci sono anche impronte che per la scientifica vanno ricondotte allo scarponcino
Timberland già ricordato per via di una particolare usura della suola dovuta a una leggera zoppìa del padre. L'impronta in questo caso è di polvere su sangue, a significare che sarebbe stata impressa dopo l'omicidio. IL KILLER MANCINO L’impronta palmare sul muro è una mano destra. Questo fa pensare che sia dovuta all’appoggio dell’assassino mentre usa la sinistra per il massacro. Quindi un killer mancino, circostanza compatibile con Cagnoni che per venti udienze ha preso appunti in aula con la mano sinistra: «Ormai sono destrimano a causa dell’artrite psorisiaca che mi permette solo di scrivere con la sinistra ma non di stringere o di prendere qualcuno e sbatterlo al muro come pensate voi». L’ACQUA DISTILLATA In via Padre Genocchi viene trovata una tanica di acqua distillata della stessa marca e dello stesso lotto di produzione di una nel garage
di via Bruno. Secondo l'accusa è stata portata là da Cagnoni in precedenza apposta per essere usata per pulirsi e pulire le tracce. No, dice l'imputato: «Un giorno entrammo nella casa e trovammo due topi morti. Per pulire il pavimento ho usato quello che avevo a disposizione e cioè una tanica di acqua distillata trovata in auto. Poi è rimasta là». LE TELEFONATE FANTASMA Alle 13.43 e alle 15.59 di sabato 17 settembre 2016 partono due telefonate dal fisso della casa Cagnoni-Ballestri in via Bruno a Ravenna al fisso di casa Cagnoni a Firenze. Chi le fece? «Non io – dice l’imputato – perché stavo dormendo sul divano a Firenze. Forse saranno partite da sole». Tra le due telefonate le telecamere di via Genocchi inquadrano un Chrysler Voyager scuro compatibile con quello abitualmente usato dalla Ballestri: «Non sono l’unico ad avere quel veicolo». La procura sospetta che Cagnoni quel giorno sia tornato sulla scena del delitto, forse a ripulire.
LA DIFESA/4 «In terrazza c’era una porta lasciata aperta in agosto» L’accusa sostiene che la villa dell’omicidio abbia un unico accesso dall’entrata principale. E la porta è stata trovata chiusa. «Non solo io avevo le chiavi», dice l’imputato. Che fa riferimento a un altro possibile ingresso: una porta in terrazza in cima alla casa, a una decina di metri di altezza. Cagnoni dice che la spalancarono lui e la moglie in agosto per far sfiatare la puzza di topi morti. Nel video girato dalla scientifica non è filmato il momento in cui viene aperto il chiavistello, questo fa pensare che in effetti fosse aperta. Ma dall'ingresso a scendere non ci sono tracce di passaggi evidenti. E non ci sono scale o corde fuori.
12 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
PROCESSO CAGNONI
Già raccolte 80 deposizioni in aula Ora i testi della difesa: 66 in lista Le testimonianze sofferte del fratello e della madre della vittima, le ricostruzioni impietose dei medici legali. Il 6 aprile tra gli interrogati l’ex vicesindaco Mingozzi
L'interrogatorio a Matteo Cagnoni, che ha parlato in totale per nove ore spalmate su due udienze tra il 23 e il 26 marzo, segna il giro di boa del processo. Nelle sedici udienze precedenti sono stati ascoltati circa ottanta testimoni chiamati dall'accusa, dal 6 aprile si torna in aula con i testi della difesa e serviranno probabilmente altre quattro o cinque udienze. I nomi ammessi sono 66 ma dieci sono già stati sentiti perché erano in comune con la lista della procura. Dei 56 che rimangono, sette sono in veste di consulenti di parte: tre medici legali, un esperto informatico, uno psicologo per un profilo dell'imputato, un ex poliziotto per la dattiloscopia e un esperto di botanica per le perizie sul bastone. Per il resto si tratta nella maggior parte di amici e conoscenti della coppia che verranno a deporre per ricostruire i rapporti fra i due nel tentativo di mostrare che la crisi c'era ma la relazione non era così tesa. Tra i testimoni chiamati in aula già venerdì 6 ci sarà anche Giannantonio Mingozzi, ex vicesindaco di Ravenna e oggi presidente di Tcr (nel 2011 Cagnoni era tra le cento personalità cittadine che lo sostennero nella campagna elettorale). Per quanto riguarda chi è già stato interrogato invece vanno contati una ventina di appartenenti alle forze dell'ordine, soprattutto polizia. Della questura di Ravenna che ha condotto le indagini, della questura di Firenze che ha eseguito l'arresto, della scientifica di Bologna e dello Sco di Roma che hanno svolto le perizie sulla scena del crimine, sulle videocamere, sull'arma del delitto. Poi i medici legali con gli esiti dell'autopsia che fissa l'orario della morte partendo dalla quantita di caffeina trovata nello stomaco sapendo che a colazione la Ballestri aveva bevuto un caffè. Le testimonianze cruciali sono state proprio quelle degli esperti di dattiloscopia che hanno esaminato le impronte.
Mario Cagnoni, 87 anni, professore di medicina: il padre dell’imputato era stato inizialmente indagato e poi archiviato
Il momento più duro senza dubbio quando il sostituto commissario Stefano Bandini ha mostrato il video girato la notte del ritrovamento del cadavere. Particolarmente toccanti le deposizioni della madre e del fratello della vittima. Con il padre e il fratello dell'imputato si sono vissuti momenti opposti, il primo che ha cercato di essere più convincente possibile nel dare una versione utile al figlio e il secondo che in alcuni momenti non ha potuto mascherare l'imbarazzo. Particolarmente drammatica la testimonianza di Roberto Nannini, anatomopatologo con oltre 400 consulenze in
L’ALIBI DELL’AMANTE Mentre Giulia veniva uccisa Bezzi andava in Trentino Per la procura di Ravenna Giulia Ballestri è stata uccisa la mattina del 16 settembre 2016. Anche se si è presentato in questura per denunciare la scomparsa insieme al fratello della vittima, gli inquirenti nelle prime battute hanno passato al setaccio anche la posizione di Stefano Bezzi, l’uomo con cui la 39enne aveva una relazione extraconiugale da circa un anno prima della morte. I due si erano frequentati per amicizie comuni negli anni passati e ultimamente si erano riavvicinati ritrovandosi genitori di alunni della stessa scuola. Per l’intera giornata dell’omicidio Bezzi ha un alibi. Quel giorno andò a Rovereto a prendere il fratello minore dimesso da una clinica. Lo caricò davanti all’ospedale in compagnia di un altro paziente appena dimesso per accompagnarlo in stazione e poi rientrarono a Ravenna nel tardo pomeriggio dopo una sosta a Bologna per un acquisto in centro. I caselli autostradali, le fatture del negozio bolognese e le celle agganciate dal telefonino durante la giornata confermano il racconto dell’uomo. Che è stato in aula in ogni udienza successiva alla sua deposizione, senza mai scomporsi di fronte alle accuse dell’imputato e della difesa.
carriera per le procure e consulente di parte civile per la famiglia Ballestri. L’aggressione a Giulia sarebbe durata 30-40 minuti prima della definitiva violenza contro il muro. E a quel punto la donna agonizzante e in stato di incoscienza è stata lasciata a terra e il decesso sarebbe arrivato non prima di almeno 15 minuti per trauma cranico, emorragia acuta e ridotta capacità respiratoria per inalazione di sangue. Secondo il medico prima di essere massacrata contro il muro poteva ancora essere salvata. (and.a.)
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PRIMO PIANO / 13 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
I PROTAGONISTI
Da sinistra il pubblico ministero Cristina D’Aniello, l’imputato Matteo Cagnoni e l’avvocato difensore Giovanni Trombini
L’ombra della massoneria
Cagnoni in aula, tra superbia e cadute Il dermatologo non ha mancato alcuna udienza: insulti alla suocera, ammiccamenti alle tv, look ricercati e il crollo a terra dalla sedia davanti alle immagini della scena del crimine È stato presente in aula per tutte le venti udienze celebrate finora chiedendo e ottenendo, come da prassi, di sedere accanto ai propri legali (avvocati Giovanni Trombini e Francesco Dalaiti). Ad ogni comparsa di Matteo Cagnoni nella gabbia degli imputati, accompagnato dal carcere dalla polizia penitenziaria, le teste del pubblico fanno come i girasoli nel campo e lo seguono. Porta con sé sempre una cartellina rossa piena di fogli e mentre gli altri parlavano ha sempre preso appunti al tavolo. Nei momenti di pausa invece, tra un colloquio e l’altro con i suoi legali, si è anche divertito a giocare con i giornalisti lanciando occhiate e invitando qualcuno a leggere il suo labbiale
mentre in altre occasioni si nascondeva dietro “La Repubblica” spalancata per non farsi fotografare. Ha avuto bisogno di qualche udienza, e qualche richiamo della corte, per capire che non era il caso di intervenire e correggere i testimoni. Ci è voluto un po' perché si mettesse in riga come uno scolaro diligente al banco. Fino a venerdì 23 marzo, giorno della sua deposizione, è sempre stato in aula in abiti scuri. Giacca e camicia oppure giacca e maglione, a volte la cravatta. Poi quando è stato il suo giorno è arrivato in colori primaverili, uno spezzato chiaro e una cravatta perla. Abbigliamento identico indossato il lunedì per la secon-
da parte dell’interrogatorio. E per uno che aveva appena detto di amare cambiarsi d’abiti spesso, anche a metà giornata per il puro gusto dell’eleganza, non deve essere stato facile scendere a compromessi con le esigenze carcerarie. Del resto per quattro volte ha chiesto i domiciliari per la sofferenza della detenzione – non certo per questioni di look ma di salute – ma i giudici hanno sempre respinto le richieste. È caduto a terra dalla sedia per un presunto mancamento mentre veniva proiettato il video girato dalla polizia scientifica nella cantina del massacro, lasciando più di una perplessità tra il pubblico sulla genuinità della cosa. E non ha apprezzato che qualcuno non gli abbia credu-
Il 15 dicembre è stato ascoltato Fabrizio Gradassi, notaio e amico da trent’anni di Cagnoni. È lui che ha redatto l’atto con cui l’imputato a marzo del 2016 si spogliò del suo patrimonio immobiliare cedendolo al fratello Stefano per una cifra ridottissima (nell’ottica di guadagnare una posizione favorevole in una eventuale causa di divorzio). Queste le ultime battute dell’interrogatorio. Pm: «Sa cos’è la loggia La Pineta?». FG: «Sì, una loggia massonica di Ravenna». Pm: «Lei fa parte di questa loggia?». FG: «No». Pm: «E l’imputato fa parte di questa loggia?». FG: «All’epoca mi diceva di sì». Pm: «Non ho altre domande».
to: lo ha detto anche nella sua deposizione. È stato capace di rivolgere beceri insulti a voce sguaiata contro la suocera, che aveva appena concluso la sua testimonianza, per poi scusarsi genericamente della sua intemperanza, mettendoci una pezza che è sembrata peggio del buco visto che si è premurato di sottolineare che i suoi insulti non erano rivolti al pubblico ministero, ma non ha sentito il bisogno di usare parole di scuse verso la madre della vittima. Nell’interrogatorio si è preso la scena nel primo giorno mostrando grande sicurezza, decisamente meno esuberante nella seconda sessione. Di una cosa è sicuro: «Non sono il mostro». (and.a.)
ALLO SHOW DELLA GIUSTIZIA
Il popolo dei fedelissimi, in tribunale con il cane «Meglio che in tv, come le corse delle auto» Tra il pubblico un’ex giudice popolare del caso Valpiani (2008): «Lui presuntuoso» La coppia di Alfonsine affascinata dal lavoro della Scientifica C'è anche un cane tra il pubblico del processo a Matteo Cagnoni. Accompagna la padrona e si è perso poche udienze sfidando i rigori invernali con un cappottino, non ha mai fiatato né durante le testimonianze né durante le pause. Sono invece decisamente più rumorose le suonerie dei cellulari che ogni tanto fanno da sottofondo alle deposizioni. E quando capita è spesso in fondo alla borsa. Oppure c'è il signore che risponde e poi tocca parlare a voce alta perché in aula c'è poco campo e di là c'è Katia che non sente. «Aspetti pubblico ministero, si fermi, non vorrei che disturbassimo la telefonata del signore», l'elegante sarcasmo del presidente della corte. Che nel tanto atteso giorno della deposizione dell'imputato, il 23 marzo, davanti a trecento persone e gente in piedi è stato costretto a chiedere «religioso silenzio». C'è gente che non ha perso una puntata, piazzata sempre sulla stessa sedia. «Io sono una dello zoccolo duro, come scrivete voi giornali», sorride la signora che coltiva un interesse per le cronache giudiziarie da quando dieci anni fa venne estratta come giudice popolare per l'Assise di Davide Valpiani. Sulla premeditazione ha qualche dubbio - «Il bastone magari l'ha davvero portato lei...» ma sulla figura dell'imputato nessuno: «Mi pare un pre-
suntuoso». Moglie e marito di Alfonsine hanno saltato le prime udienze «ma da quando abbiamo iniziato non ne perdiamo una». La trascinatrice è lei: «Sono una fan di Quarto Grado, di Storie Maledette e di tutte le altre trasmissioni. Non eravamo mai stati in tribunale ed è emozionanRessa al processo, te». Lui si è dovuto ricredere: «All'inizio sono venuto per ac32 auto multate compagnarla e poi mi sono fatto prendere. È inutile, è come una Il 23 marzo per l’interrogacorsa di auto: in televisione la torio di Cagnoni oltre trevedi meglio ma dal vivo è più cento persone in aula, con emozionante. E poi mi sono fatto gente che ha seguito l’uuna cultura di polizia scientifidienza in piedi per mancanza di posti. I primi erano già ca». Non erano in aula quando in fila davanti ai cancelli venne mostrato il video del sochiusi del tribunale alle pralluogo con l'ispezione cada7.15, un’ora prima dell’averica: lui non è così dispiaciuto, pertura. L’affluenza ha scalei avrebbe voluto vedere «fino a tenato la sosta selvaggia che punto si può arrivare». Due nel parcheggio del palazzo amiche di Bagnacavallo invece di giustizia: risultato 32 ausono lì da poco e si augurano che to multate per divieto di arrivi l'ergastolo per dare giustisosta (28,70 euro), tra cui zia a Giulia, «perché c'è un femanche quella degli avvocati minicidio ogni giorno». Hanno dell’imputato. casa al mare a Marina Romea e vanno allo stesso bagno dell'amante di Giulia, ma non lo conoscevano di persona: «Vedere i testimoni è stato emozionante, non come in tv». E poi ci sono altre due che mentre ti fermi a parlare con un collega ti chiedono di spostarti altrimenti non vengono nelle fotografie dei reporter. «Stavamo scherzando, eh». (and.a.)
14 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
LO PSICOLOGO/1 LO PSICOLOGO/2 Lo psicoterapeuta Stupiggia: «Una coppia fragile incapace di tollerare trasformazioni» «Vedevo una donna alla ricerca di una sua identità in un momento di grande trasformazione e un uomo che mi sembrava molto preoccupato da questo». Maurizio Stupiggia è uno psicoterapeuta che insegna alla Statale di Milano e tra fine 2015 e inizio 2016 aveva avviato una terapia di coppia con Giulia Ballestri e Matteo Cagnoni. Non più di 4-5 sedute, cominciando su suggerimento dello psicologo che li stava seguendo. Non diedero spiegazioni: «Lui cancellò l’appuntamento successivo già fissato e io pensai che forse era una coppia fragile incapace di tollerare la trasformazione della donna». Quando si presentarono nello studio forlivese di Stupiggia entrambi concordavano su uno stato di crisi della relazione. Ma lo vivevano in modo diverso: «Matteo attribuiva la crisi di coppia a una fase depressiva di lei, Giulia ammetteva di non stare bene perché si sentiva oppressa. Insomma lei diceva sono depressa perché lui mi invade e lui diceva devo occuparmi di te perché sei depressa». Nella sua testimonianza in aula il professionista ha anche illustrato quello che era il suo progetto terapeutico per i coniugi: «C’era da lavorare sull’autostima della donna, dovevo aiutarla a prendere più energia e spazio, dicevo loro che dovevamo lavorare sull’empowerment della donna senza paura di sbagliare. Mi pareva che lei volesse mettere in pratica le mie indicazioni, lui molto meno». Ascoltato dalla polizia a ridosso dell’omicidio li definì una coppia all’antica contraddistinta da una dinamica up-down: «Lui sopra, lei sotto. Come in un rapporto tra soggetto e oggetto. Mi resi conto che dovevo andare cauto con lui».
«Giulia aveva una passività marcata, Matteo ha sempre mostrato un disturbo della personalità» Tadolini ha seguito i due coniugi separatamente fino all’inizio del 2016 e del marito dice che «la perdita dell’immagine era vissuta come un fatto drammatico» Lei aveva un quadro orientato in senso depressivo ma più come un atteggiamento di passività piuttosto marcato, lui ha sempre mostrato un disturbo della personalità con uno sfondo narcisistico. Sono i profili tracciati dallo psicologo Giovanni Tadolini, che ha seguito i coniugi Cagnoni-Ballestri, nel corso di un'udienza del processo. Il 67enne bolognese ha conosciuto Cagnoni prima del matrimonio: «Si presentò da me perché riteneva che da una terapia ne avrebbe acquistato in sicurezza e serenità. Abbiamo avuto sedute con cadenze regolari per un paio di anni poi i rapporti sono diventati più radi ma non si sono mai interrotti e nel tempo ci siamo trovati anche ad essere colleghi nello stesso poli-ambulatorio bolognese». La moglie invece incontra lo psicologo verso la fine del 2015. Fu il marito a chiedere a Tadolini di seguire Giulia: «Accettai perché pensavo che avrei avuto solo un ruolo di supporto». «Giulia aveva qualche patologia?», è la domanda esplicita del pubblico ministero che porta Tadolini a sviscerare la figura della donna: «Avevo notato una marcata passività nei confronti della situazione matrimoniale che non gradiva, diversi aspetti le risultavano pesanti e lo diceva in maniera esplicita manifestando la sua incapacità di reagire. A Giulia pesava molto che Matteo fosse molto condizionante nell’organizzazione della vita. Diceva che era un rompipalle ma diceva anche che
Matteo Cagnoni e Giulia Ballestri sono stati sposati per 12 anni e hanno avuto tre figli. Si erano conosciuti perché lei era una sua paziente
aveva paura di perderlo perché per lei era stato un grandissimo punto di riferimento». Tadolini seguiva Giulia ma altrettanto faceva con Matteo, in parallelo: «La possibilità della separazione lo angosciava molto, mi chiamava spesso per lenire la propria angoscia. Pur vedendolo addolorato lo invitai a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi che non era da vedersi per forza come un fallimento. Ricordo un confronto piuttosto energico con lui al telefono in cui mi misi a urlare perché mi aveva infastidito la sua ostinazione nel voler continuare un rapporto molto dolente per entrambi».
Sotto le domande della pubblica accusa, Tadolini amplia il profilo dell’imputato: «Nella sua personalità c’è un antico stato di insicurezza e frustrazione, nell’infanzia probabilmente le attenzioni al bambino non erano sufficienti. Matteo mostra una personalità con elementi di insicurezza trasformati in bisogno a volte eccessivo di comparire ed essere visto anche nella vita professionale. Per lui la perdita dell’immagine era vissuta come un fatto drammatico. In questo quadro non è quindi insolito che mostrasse aggressività e vendicatività ma chiesi a Giulia se mai era arrivato a reazioni violente e mi disse di no». (and.a.)
PRIMO PIANO / 15 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
L’OPINIONE/1
«CAGNONI FA DA CALAMITA PER LA NOSTRA AGGRESSIVITÀ LATENTE» Lo psicologo Enrico Ravaglia segue le udienze e concentra l’attenzione su imputato e pubblico Enrico Ravaglia, psicologo psicoterapeuta (autore della nostra rubrica settimanale “La posta del cuore”), è tra coloro che stanno seguendo ogni venerdì o quasi le udienze del processo. Dottor Ravaglia, perché segue il processo? «Per osservare e cercare di capire. Forse con l’eccezione, rispetto ad altre persone in aula, che il mio sguardo non si ferma a Cagnoni. Mi interessano anche le dinamiche del pubblico, quanto mormora a bassa voce durante le udienze e che poi esplicita dopo, nelle pause. Frasi trattenute con fatica a causa del “religioso silenzio” che giustamente il presidente Schiaretti tenta di imporre ad un pubblico poco capace di trattenere un giudizio immediato». Secondo lei, perché suscita tanto interesse in tante persone? «Ci sono più ragioni. Credo purtroppo che le meno abbiano a che fare con la vittima, con sentimenti di vera vicinanza nei suoi confronti. Per il pubblico il protagonista è Cagnoni, non Giulia, è brutto dirlo, ma mi pare di percepire questo. Il voyerismo è sicuramente tra le ragioni che contribuiscono a riempire l’aula. Faccio un esempio che sembra distante ma penso pertinente alla situazione: quando c’è un incidente in strada le code si formano soprattutto perché le persone rallentano a guardare, protette dall’abitacolo della propria auto integra, dettaglio non marginale. Poi il pubblico, prevalentemente femminile, ha eletto Cagnoni fin dall’inizio come “uomo del male” a sintesi e rappresentazione delle proprie esperienze negative, più o meno importanti, con il genere maschile che ogni donna ha inevitabilmente vissuto nella propria vita. Ad oggi gli elementi che indirizzano alla colpevolezza dell’imputato sono molti ma questa dinamica compariva già della prima udienza. Cagnoni ha anche un’altra funzione: fa da calamita per la nostra aggressività latente». Si è fatto un’idea del profilo psicologico della vittima, sulle basi delle testimonianze? «Una persona normale. Desidero esprimere tutta la solidarietà possibile per quanto è successo alla signora Ballestri, ma se vogliamo dare un giudizio obbiettivo non dobbiamo cadere in quella dinamica per cui le persone morte diventano sempre migliori rispetto a quanto erano in vita. Probabilmente era una donna che cercava di conciliare il suo ruolo di madre con le proprie esigenze affettive ed identitarie. Si ritrovava a dover mediare tra un uomo con cui non voleva più stare, il desiderio di una nuova realtà affettiva e l’affermazione di un proprio ruolo autonomo. Ma anche una donna sofferente e spaventata, perché “fabulante”, come la definisce Cagnoni in aula, o meno, inviava messaggi disperati e pieni di terrore». E dell’imputato? «È certamente un uomo complesso e dalle molte sfaccettature. Stiamo con quanto si è visto in aula per essere i più neutrali possibile. Cagnoni è lo stesso che si è sentito dire dall’avvocato Scudellari, legale per la famiglia Ballastri “lei scrive molto bene e parla ancora meglio”, ma è anche quello che ha dato della “vacca”, in un’altra udienza, alla madre di Giulia. È quello che in un’aula strapiena di persone, tutte per ascoltarlo con attenzione estrema, a partire dai giudici e dal pm, situazione che avrebbe intimorito chiunque, chiede di togliere il microfono dall’asta e inizia a parlare con una padronanza superiore a quella di un giornalista televisivo. Ma è anche quello che fugge dalla finestra, quello che soffre di attacchi di panico, di momenti di irragionevole paura. Sicuramente il carcere non piace a nessuno, ma probabilmente Cagnoni lo sopporta peggio degli altri. Non so se le tante lettere scritte dalla cella agli amici siano state un tentativo per depistare, credo certamente servissero per mantenere un percepito legame, anche se virtuale, con il “mondo di prima”. E, seppur nella drammaticità della questione, mi sono fatto l’idea che il venerdì, il giorno dell’udienza, possa essere per lui un giorno gradito, dove può indossare i vestiti eleganti che vestiva prima, dove è indiscusso protagonista, e dove, più che parlare con un altro carcerato, si può confrontare con una serie di persone di alto livello, a partire dal pm, anche se questi argomenta per convincere la corte a dargli l’ergastolo». I rei di femminicidio che tratti psicologici hanno in comune? «Li accomuna il fallimento della metafora. La tensione emotiva di queste persone non può essere più padroneggiata e gestita con la metafora, cioè il simbolico. È come che venga a mancare un apparato capace di metabolizzare e mentalizzare. L’agito violento diventa quindi l’unica alternativa». (gu.sa.)
L’OPINIONE/2
«Sarà difficile smentire la prova regina» La criminologa Flaminia Bolzan collabora con Rai e Sky: «Solo un esperto di dattiloscopia potrà fornire elementi scientifici contro le impronte» «Se dovesse arrivare una sentenza di condanna sarebbe un segnale importante contro lo stereotipo del femminicidio come qualcosa che matura solo in contesti sociali più bassi, invece è qualcosa di trasversale». Flaminia Bolzan è una criminologa, specialista in psicologia clinica, che presta consulenze a trasmissioni televisive Rai e Sky. Si è interessata al caso Cagnoni-Ballestri proprio per l'elemento del contesto in cui è maturata l'accusa di omicidio. Per una riflessione sul caso l'esperta si concentra su un episodio del recente passato dell'imputato, già emerso in un procedimento parallelo: «Quella animata discussione con i vigili urbani per una multa in un certo senso è anche un segnale di una persona che aveva già manifestato l'incapacità di controllare gli impulsi in certi momenti. Ci vedo un aspetto distonico in un personaggio che si presenta davanti alle telecamere. Forse era un campanello d'allarme?». A Bolzan chiediamo un commento sulla linea difensiva di semplice negazione di fronte alle impronte sul sangue della vittima: «Stiamo parlando degli esiti del lavoro della polizia scientifica. A questo punto solo il consulente di parte potrà portare degli elementi altrettanto validi per opporsi ma se dal principio la difesa ha provato a eliminare la prova regina dal fascicolo puntando su una questione procedurale, la strategia mi pare chiara...». Prendendo per buona la tesi accusatoria, vorrebbe dire che un omicidio premeditato e due giorni di vantaggio tra la morte e l'inizio delle ricerche non sono sufficienti per il delitto perfetto? «Non c'è un tempo preciso. È solo questione di pianificare meticolosamente il post». (and.a.)
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16 / PRIMO PIANO RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
PARTI CIVILI
«Non tutte le parti coinvolte nel processo stanno usando un linguaggio rispettoso di Giulia» L’Unione donne in Italia è in aula con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sulle parole usate in un processo per presunto femminicidio Tra le ragioni per cui l’Unione donne in Italia (Udi) si è costituita, per la prima volta a Ravenna, parte civile del processo per l’uccisione di Giulia Ballestri c’è anche quella di tenere alta l’attenzione sui linguaggi utilizzati sia dentro sia fuori dall’aula di tribunale in un processo per presunto femminicidio. A questo punto del procedimento abbiamo chiesto a Lia Randi, rappresentante legale di Udi Ravenna, un’opinione su questo aspetto. Vi sembra che le parti coinvolte in aula stiano usando un linguaggio consono nel parlare, in particolare, della vittima? «No, non mi sembra che tutte le parti coinvolte usino un linguaggio consono o meglio rispettoso». E la stampa, locale e nazionale, come sta facendo il proprio mestiere? Trovate un eccesso di spettacolarizzazione? «In genere mi sembra che la stampa locale, tranne qualche momento di caduta, sia stata abbastanza corretta se non altro perché non ha usato toni sensazionalistici, espressioni decisamente sbagliate come crimine della follia, raptus o abusato del termine amore. Carla Baroncelli, una nostra amica, giornalista e scrittrice, scrive ogni settimana il suo “Ombre di un processo” leggibile nei blog della Casa delle donne e dell'Udi. Carla ci mette le parole, belle, intense, profonde: è attentissima a quello che nel processo si dice e a come lo si dice, coglie le sfumature, le contraddizioni, le allusioni. Coglie lo stereotipo sessista anche quando sembra non esserci, nei luoghi comuni, nelle battute che appaiono normali. Penso dunque che una rilettura e riscrittura del processo siano già in atto e che tocchi a noi, una volta raggiunta la sentenza, prendere in mano questo bel lavoro, farlo conoscere, ragionarci su e tradurlo con l’aiuto di altre
Da sinistra Maddalena Introna e Sonia Lama, avvocati rispettivamente dell’associazione Dalla parte dei minori e dell’Unione Donne in Italia, tra le parti civili del processo
operatrici della giustizia in obiettivi che possano proporsi di cambiare anche le aule dei tribunali». Il pubblico, sempre molto numeroso, è composto prevalentemente da donne. Come ve lo spiegate? «Certamente incide la curiosità per un processo che, fortunatamente, non è frequente in una piccola città come la nostra. In secondo luogo conta il fatto che al centro ci siano famiglie conosciute e “importanti”; c'è però, soprattutto, evidente in molte donne, lo sgomento per una uccisione così crudele ed efferata. Non è raro infatti, sentire pronuncia-
NEL DETTAGLIO
IL PATRIMONIO IMMOBILIARE SVENDUTO AL FRATELLO A marzo 2016 Matteo Cagnoni si è liberato di un patrimonio stimato tra 1,6 e 1,9 milioni di euro (tra fondi di investimento e immobili) vendendolo o donandolo al fratello per un totale di appena 160mila euro. L’imputato dona il 50 percento della nuda proprietà di un villino a Marina Romea al fratello Stefano che già deteneva l’altra metà: nell’atto viene indicato un valore di 54mila euro per l’immobile ma l’osservatorio immobiliare fa una stima che oscilla tra 330mila e 430mila. Il 100 percento dell’abitazione di via Giordano Bruno, quella in cui vivevano i coniugi con i tre figli, è vautata tra 300mila e 450mila euro dallo stesso osservatorio ma viene venduta per 30mila euro al fratello che poi lo concede in affitto all’odierno imputato per 250 euro al mese. Infine il medico cede il 50 percento di due studi in via Cattaneo: uno è stimato tra 47mila e 72mila euro e viene venduto per 40mila e l’altro è stimato tra 188mila e 277mila ma viene venduto per 60mila. Il totale di 130mila euro è da pagare entro il 2021. Il secondo atto è del 23 marzo e contiene la cessione del 50 percento della nuda proprietà di un appartamento con garage a Cortina d’Ampezzo. L’altro 50 percento è già del fratello Stefano. La cifra pattuita è 30mila euro, l’osservatorio immobiliare fa una stima dell’immobile tra 1,4 milioni e 1,6. Pagamento entro il 2023. La difesa ha chiesto è ottenuto, in corso di dibattimento, la revoca di questi atti. re dalle donne presenti parole di vicinanza e compassione, non commiserazione, per Giulia. Ci sono anche molti studenti e soprattutto molte studentesse, per le quali evidentemente questo processo costituisce anche un importante “caso di studio”. Incide poi, senz'altro, anche la costituzione di parte civile da parte di associazioni fra cui la nostra e del Comune di Ravenna. Sicuramente ci sarà pure la presenza di persone attirate da una curiosità un po’ morbosa, ma francamente mi sembra abbastanza contenuta, non particolarmente significativa». (gu.sa.)
PRIMO PIANO / 17 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
I GIUDICI DEL PROCESSO CAGNONI
LA CORTE
Negli ultimi dieci anni nove sentenze per omicidio in Assise: quattro ergastoli Nel 2016 fine “pena mai” per Merendi che uccise la madre e per l’ex infermiera Poggiali (assolta in Appello)
I TOGATI: SCHIARETTI PRESIDENTE, GALANTI A LATERE E SEI POPOLARI: UNO È STATO SOSTITUITO IN CORSO D’OPERA L’età media è 56 anni, quattro donne e quattro uomini, sette su otto sono sposati, tre hanno la licenza media e uno solo è laureato, un pensionato e una casalinga, due residenti a Ravenna e gli altri sei nel Faentino: è il profilo sommario degli otto giudici popolari che affiancano i due togati (presidente Corrado Schiaretti a destra nella foto, a latere Andrea Galanti) nella corte d’assise del processo per l’omicidio di Giulia Ballestri cominciato il 10 ottobre scorso con il marito Matteo Cagnoni alla sbarra. Questi i singoli profili più dettagliati (nomi e foto non sono pubblicabili): una casalinga 50enne con diploma di scuola superiore, una 46enne metalmeccanica con licenzia media, un’infermiera 57enne, una 60enne laureata che lavora nel campo amministrativo, un artigiano di 64 anni con diploma di superiori, un 55enne diplomato all’Alberghiero che lavora nel turismo, un pensionato di 63 anni con licenza media e un 54enne artigiano con licenza media. Uno è residente a Ravenna, due a Castel Bolognese, due a Faenza, uno a Solarolo e uno a Brisighella. Siedono tutti al banco della corte ai lati dei togati, indossando una fascia tricolore, ma due di loro solo in veste di supplenti: hanno seguito tutte le udienze come da prassi e a un certo punto è stata necessaria la sostituzione di uno dei sei inizialmente estratti (la sostituzione è poi diventata definitiva).
Quella che si sta celebrando per il delitto di Giulia Ballestri è la decima corte d’assise per omicidio volontario a Ravenna nell’ultimo decennio (altri omicidi hanno imboccato percorsi giudiziari diversi con riti alternativi). Procedendo a ritroso l’ultima è quella di Secondo Merendi, accusato di aver ucciso la madre 81enne Maria Pia Rossini nell’aprile 2015 a Cotignola perché aveva scoperto che usava la sua pensione per i debiti di gioco. La sentenza di primo grado è arrivata a dicembre 2016: fine pena mai (conferma in appello). Risale invece a due anni fa, marzo 2016, la sentenza di primo grado per Daniela Poggiali: l’ex infermiera fu condannata all’ergastolo per l’uccisione della 78enne paziente Rosa Calderoni nell’ospedale di Lugo nel 2014 (assoluzione in appello, a metà luglio la Cassazione). Nel giugno del 2014 il tribunale di Ravenna infligge 21 anni (in appello riduzione a 17 anni) a Patrizia Pisella per aver sgozzato il compagno a Bagnacavallo nel 2012 al termine di una lite. Sempre nel 2014, ma a febbraio, era arrivata la sentenza per gli albanesi Artionil Binjakaj e Andi Feneraj: evitarono l’ergastolo e incassarono ventisei e ventitrè anni per l’omicidio del connazionale Kleant Sulkja nel 2012 a Ca-
stel Bolognese in strada con un colpo di pistola al culmine di un diverbio. A dicembre del 2012 l’Assise ravennate assolse Marco Cantini dall’accusa di aver ucciso la moglie cubana Yanexy Guevara Gonzales e gettato il corpo in un pozzo a Passagatto nel settembre 2008 (di recente la Cassazione, al quinto processo in dieci anni, ha confermato la definitiva condanna a 23 anni e mezzo). Andando ancora più indietro con la memoria si arriva al maggio del 2011: ergastolo per il tunisino Hamadi Rezeg per l’omicidio di un connazionale in una questione di debiti di droga, il cadavere fu trovato alle Bassette nel 2009. La tedesca Cindy Brussow Kaufamm invece evitò la condanna nel 2010: non fu complice del marito nell’omicidio del pensionato Lino Ronconi a Lido di Savio nel 2008 a scopo di rapina. I fratelli Vertone in primo grado nel 2009 evitarono l’ergastolo per l’omicidio a coltellate di Andrea Tartari a Porto Corsini nel 2008 dopo una lite per un parcheggio. E infine nel 2008 l’ergastolo a Davide Valpiani, ritenuto l’autore dell’omicidio del cognato Vincenzo Di Rosa nel 2005 per intascare una polizza assicurativa. Andrea Alberizia
Nel 2008 condanna per Valpiani: sparò al cognato per l’assicurazione
V i a le d e l la L i r i c a , 1 3 - R A V E N N A te l. 0 5 44 4 0 8 8 41 Fra pochi giorni è Pasqua e come da tradizione la pasticceria Al Duomo aggiunge alle sue preparazioni abituali i dolci tradizionali e le uova di cioccolato. C’è solo l’imbarazzo della scelta fra le colombe pasquali appena realizzate da Maurizio, pasticciere a Ravenna dal 2001, nel laboratorio artigianale di via della Lirica: se rispetti la tradizione puoi gustare la colomba classica realizzata rigorosamente con lievito di pasta madre, oppure puoi sceglierla al cioccolato o al cioccolato bianco, ma se ami i sapori antichi e credi nel valore dei grani meno raffinati puoi provare la colomba realizzata con la farina di farro. E se la vuoi freschissima ricordati di ordinarla almeno 2 giorni prima. Le uova di cioccolato sembrano quasi opere d’arte per le loro bellissime decorazioni. Possono essere realizzate con il cioccolato fondente, al latte o bianco, in tutte le misure, e possono essere arricchite con sorprese personalizzate. Le sorelle Maria Teresa e Patrizia si occupano delle confezioni con una cura speciale e tanta passione, per una Pasqua golosa all’insegna della buona pasticceria.
18 / SOCIETÀ RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
TEMPO LIBERO/1
RIEVOCAZIONI
MUSICA
Con Bell’Italia un viaggio tra i prodotti tipici delle regioni italiane Dal 30 marzo al 2 aprile in centro a Ravenna un grande salone del gusto
Young Musicians European Orchestra: tre concerti da Camera ERConcerti ha programmato tre Concerti da Camera per il 29 e il 31 marzo alle 17.30 al Museo Nazionale e il 30 marzo, sempre alle 17.30 nel Ridotto dell’Alighieri. Si esibiranno giovani musicisti legati alla Young Musicians European Orchestra: il mezzosoprano Maria Josè Alcazar; il violinista Luca Blasio; Agnese Contadini e Chiara Cattani.
LA VIA CRUCIS VIVENTE A ZATTAGLIA CON 40 FIGURANTI Con tanto di spogliazione e crocifissione su una collina
Stabat Mater a Faenza e Mozart a Ravenna con LaCorelli Da venerdì 30 marzo a lunedì 2 aprile torna a Ravenna “Bell’Italia”, un percorso sensoriale partito nel 2006 alla scoperta dei sapori dei prodotti tipici provenienti da tutte le regioni d’Italia (a organizzare la tappa ravennate Confesercenti e la società Explicom). La manifestazione ha l’obiettivo di promuovere la cultura enogastronomica italiana, in questo caso trasformando la storica piazza del Popolo e la nuova piazza Kennedy in un “unico, grande salone del gusto” attraverso degustazioni, mostre mercato e spettacoli, quest’anno coinvolgendo anche piazza XX Settembre, dove aziende locali proporranno la loro produzione. Con Bell’Italia partirà anche un piccolo circuito gastronomico nei ristoranti e negozi del centro storico tra cui in particolare l’Osteria dei Battibecchi, Il Roma, il Fellini Scalinocinque e La Luna di Pane. Fra gli stand della manifestazione ci sono poi altre attività locali come Aglio Nero Fermento, Birreria DeliRA, piadineria Denise, il food truck di Vino al Vino e Naturalmente Burger. Media partner della manifestazione sarà Radio Studio Delta, con una diretta radio in piazza Kennedy sabato 31 marzo dalle 15 alle 19. Tra gli eventi collaterali lo chef Pierpaolo Spadoni offrirà una lezione speciale e una ricetta che eseguirà nel laboratorio, il tutto accompagnato dalla spiegazione di provenienza, tipicità e qualità dell’alimento.
Doppio appuntamento con LaCorelli. Il 30 marzo sarà eseguito lo Stabat Mater alla Pinacoteca di Faenza alle 20.30, mentre l’1 aprile, alle 16, nella chiesa di San Giovanni Battista a Ravenna sarà la volta di un programma dedicato a Mozart, di cui verranno eseguiti il Concerto per violino n.3 in Sol Kv.216 (solista: Roberto Noferini) e l'Exultate Jubilate Kv.165 (Soprano: Giorgia Paci).
TEMPO LIBERO/2 A Cervia la “primavera marittima” comincia con il Capodanno Thai Torna l’appuntamento con Primavera Marittima, che da Pasqua e per tutto il mese di aprile vede il centro di Cervia cambiare volto ogni weekend, in particolare viale Roma e la piazza. Cinque sezioni riempiranno il calendario di aprile, ognuna con un tema specifico e con spazi dedicati all’arte, allo spettacolo e alla cultura. Novità 2018 è anche l’Area Bimbi in Piazza Garibaldi, con animazione dedicata, stand di dolciumi, due casette in legno dove giocare. L’Area Bimbi sarà aperta in tutte le date di Primavera Marittima. Anche quest’anno, inoltre, sarà presente in Piazza un angolo dedicato al gusto, dove varie attività locali si avvicenderanno per far scoprire le proprie proposte. Si comincia dal 30 marzo al 2 aprile con il Capodanno Thai metterà in rilievo vari aspetti di cultura e arte Thailandese con momenti dedicati alla danza, alla tradizione dei monaci, agli usi e i costumi del paese dell’estremo oriente .
Venerdì 30 marzo a Zattaglia, frazione di Brisighella, va in scena la Via Crucis Vivente. Il ritrovo è alle 20.30 alla chiesa parrocchiale del Ss Cuore di Gesù e vedrà impegnati una quarantina di figuranti. La rappresentazione è frutto di una tradizione che risale agli anni venti del secolo scorso. La processione parte alle 20,30 con i primi tre quadri animati. Il percorso con tanto di torce delle 14 stazioni tradizionali attraversa il paese e si conclude su una collina con la visione del Gòlgota. Qui la rappresentazione della crocifissione e morte di Cristo (quest'anno impersonato da Andrea Dolcini) è presentata dagli organizzatori nella forma più reale possibile, compresa la spogliazione di chi rappresenta Gesù (incuranti del tempo, a volte inclemente) e il dialogo con i due ladroni, anch'essi sulla croce.
TEMPO LIBERO/3 Da Sant’Alberto a Comacchio: a Pasqua in pulmino, a Pasquetta in bicicletta
SCUOLA DI CUCINA
CORSO BBQ Daniele Merli Docente:
Iscrizione obbligatoria
3 APRILE PESCE 24 APRILE VEGETARIANO 15 MAGGIO GRILLING E PIZZA 29 MAGGIO PESCE
c/o Darsena PopUP - via dell’Almagià Ravenna Info e prenotazioni: Rosella tel. 348.1539975 - rosella.mengozzi@hotmail.it Per tutti gli appuntamenti seguici su scuola di cucina Saperi e Sapori
Un weekend di Pasqua ricco di prosposte nel programma “La natura a due passi” del Museo NatuRa di Sant’Alberto. Oltre alla festa per i più piccoli del 31 marzo (vedi p. 31), il giorno di Pasqua, l’1 aprile, alle 15 parte dal Museo NatuRa il tour in pulmino in un’escursione guidata in pulmino attraverso la porzione meridionale delle Valli di Comacchio. Per partecipare è necessaria la prenotazione (12 euro per l’intero, 10 euro per il ridotto). Il lunedì di Pasqua, 2 aprile, invece, alle 10 e alle 15, partono dal Museo i percorsi in bicicletta alla scoperta dei fenicotteri attraverso le Valli Meridionali di Comacchio. I partecipanti vengono forniti di bicicletta e binocolo individuale e il percorso prevede il passaggio sul caratteristico traghetto del fiume Reno. Possibilità di prenotare un cestino per chi, al rientro, volesse fermarsi a fare un picnic nel giardino del Museo. Per partecipare è necessaria la prenotazione (10 euro comprensivo di noleggio bici, 9 euro con bici propria, gratuità per i bambini sul seggiolino). Prenotazioni: Museo NatuRa 0544 528710 natura@atlantide.net.
Week end alla scoperata della Grotta del Re Tiberio e della Rocca di Riolo Domenica 1 aprile, e straordinariamente anche lunedì 2 aprile, alle 10 e alle 15, è possibile visitare il tratto storico della Grotta del Re Tiberio alla scoperta degli aspetti archeologici, naturalistici e ambientali della grotta più famosa della Vena del gesso Romagnola. L’escursione, della durata di 1 ora e 30 minuti, è semplice e adatta a tutti. La prenotazione è obbligatoria entro il venerdì e il costo è di 6 euro a partecipante. Inoltre, lunedì 2 aprile la Rocca di Riolo fa apertura straordinaria dalle 10 fino alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30. Alle 15, nell’ambito dell’iniziativa “Alla corte di Caterina”, si possono visitare le sale della Rocca in compagnia di un’insolita guida, Caterina Sforza “in persona”. La visita guidata ha un costo di 5 euro a partecipante ed è consigliata la prenotazione. Per info e prenotazioni: 0546 77450 - roccadiriolo@atlantide.netw.atlantide.net/roccadiriolo.
SOCIETÀ / 19 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
MOBILITÀ
LA CURIOSITÀ
Ecco gli autobus satellitari: dialogheranno con i semafori per trovare il verde Un sistema di Gps permetterà ai regolatori di traffico di dare la priorità ai mezzi pubblici, riducendo tempi di percorrenza e attesa
APE ROMAGNA TUR: IN SEI PER TRE GIORNI SULLE TRE RUOTE È in programma per il 30 marzo il primo “Ape Romagna Tur”(sic) che si terrà in tre giorni. La partenza sarà alle 9 da Passogatto di Lugo, per poi procedere con un percorso fatto di venti tappe, che toccheranno tutti gli estremi della Romagna. Sono sei le Apecar partecipanti, condotte da Francesco Leoni, Stefano Leoni, Ivo Menegazzo, Vittorio Piva, Vittorio Tavaniello, Lorenzo Vetricini.
L’ANTICIPAZIONE Un cartellone unico di eventi per la Bassa Romagna con la grande novità del Festival della Land Art “Terrena”
Rendere più agevole muoversi coi mezzi di trasporto pubblico è l’obiettivo di un nuovo progetto al quale sta lavorando il Comune di Ravenna, in collaborazione con l’agenzia per la mobilità romagnola. In questo modo l’agenzia intenda rendere più scorrevole, e quindi veloce, la circolazione degli autobus, mediante l’installazione di rilevatori satellitari che monitorano la posizione del bus e tramite Gps vengono connessi con i regolatori semaforici intelligenti in grado di “vedere” l’avvicinarsi dell’autobus modificando la fasatura dei tempi semaforici dando la priorità ai bus e riducendo quindi i tempi di percorrenza e di attesa per gli utenti. Al momento i dispositivi necessari sono stati installati su tutti gli autobus del trasporto pubblico e su otto impianti semaforici. A breve inizierà la fase di sperimentazione del sistema. «Puntiamo molto sulle nuove tecnologie – afferma l’assessore alla Mobilità, Roberto Fagnani – per rendere la mobilità all’interno della nostra città sempre più sostenibile, attraverso azioni che incentivino l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico in alternativa all’auto privata, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro».
La Bassa Romagna si racconta attraverso i grandi eventi del 2018. Un nuovo modo di promuovere il territorio che fa leva sul valore delle esperienze legate all’identità e autenticità del territorio grazie a un cartellone unico di eventi in una sorta di vero e proprio catalogo illustrato. La nuova strategia di comunicazione è stata illustrata dal presidente dell'Unione dei Comuni Luca Piovaccari, il sindaco con delega al Turismo dell’Unione Nicola Pasi e la diriDa sinistra: Nicola Pasi, Luca gente del Servizio Promozione territoriale, GoverPiovaccari, Nadia Carboni nance e Comunicazione Nadia Carboni. Nei prossimi mesi i nove Comuni ospiteranno infatti diversi appuntamenti. Tra gli eventi in programma, spicca la novità della prima edizione del Festival della Land Art che si terrà dal 21 giugno al 28 luglio. “Terrena” è il titolo e la visione artistica del festival che attraverserà il territorio nel periodo estivo con installazioni e appuntamenti culturali e musicali che nascono dall’incontro tra arte e paesaggio.
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20 / SPORT RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
CALCIO
Bondi e quel Cervia più famoso del Real «Preferivano foto con noi che con Ronaldo» Il 37enne attaccante emiliano da quattro anni è tornato in gialloblù, ancora in Eccellenza come nella stagione 2004-05 con il reality di Mediaset e Ciccio Graziani in panchina di Vincenzo Benini
«Mi ricordo che in cinque-sei andammo a Torino ad assistere alla partita di Champions League tra Juventus e Real Madrid. A fine match eravamo nell’ingresso degli spogliatoi, a dieci metri dai vari Figo, Ronaldo e Zidane. C’era anche Ciro Ferrara, che disse a suo figlio se voleva un autografo degli spagnoli. Il bambino, invece, chiese di fare una foto con noi…». Matteo Bondi, con orgoglio misto a nostalgia, racconta così un episodio della sua esperienza a “Campioni, il sogno”, mostrando quanto il reality show di Mediaset fosse riuscito a raggiungere un enorme successo, facendo diventare un gruppo di giocatori dilettanti delle autentiche “stelle” del pallone. Oggi, a quattordici anni di distanza, l’attaccante veste ancora la maglia del Cervia, rappresentando in pratica l’unico legame tra quella stagione d’oro e il campionato attuale, con le luci dei riflettori ormai spente da tanto tempo. Bondi, da Cervia a Cervia. Dov’è stato nel frattempo? «Sono tornato da quattro anni, dopo essere stato a Mezzolara, Comacchio e Ribelle. Nella stagione del mio ritorno siamo stati promossi dalla Promozione e adesso siamo al terzo campionato di fila in Eccellenza. Per me è stata una grande gioia vestire di nuovo la maglia gialloblù». Cosa l’ha spinta a questo ritorno? «Un po’ perché Cervia mi è rimasta sem-
pre nel cuore, un po’ per ragioni personali. Quattro anni fa, quando con la Ribelle è stato fatto il salto in Serie D, ho preferito andare via perché quel campionato richiedeva un impegno che il lavoro e la famiglia non mi avrebbero permesso». Che effetto le fa giocare oggi allo “Stadio dei Pini”? «È sempre bello, mi sento di casa, anche se io sono originario della provincia di Reggio Emilia. Il torneo sta andando un po’ al di sotto le attese: al momento siamo in zona playout e il nostro obiettivo è la salvezza». Se la cava ancora in area di rigore?
«Rifarei senza dubbi quell’esperienza, ma alcune cose le gestirei in modo diverso. Con gli altri compagni abbiamo una chat Whatsapp»
«Da “vecchietto”, penso di sì. Finora ho segnato dieci gol, mi sento ancora in forma». Riavvolgendo il nastro della sua vita, cosa si ricorda di “Campioni”? «È stata un’esperienza bellissima, di cui ricordo quasi tutto. Era un mondo nuovo per il calcio, perché c’era la possibilità di partecipare a un programma televisivo. Sempre sotto i riflettori, sono stato consapevole fin dall’inizio che non si trattava solo di calcio, ma comunque speravo in un trampolino di lancio anche dal punto di vista sportivo». Cosa che però per la stragrande maggioranza di voi non è successo… «È vero, a parte Arrieta, che ha giocato anche nel maggiore campionato statunitense, non c’è stato il riscontro che ci si aspettava in termini di carriera. Il problema è che non venivamo presi sul serio. Siamo stati etichettati più come uomini di spettacolo che calciatori». Quali sono state le soddisfazioni più grandi? «Di sicuro vincere il campionato, ma anche avere la possibilità di entrare nei più importanti stadi di Serie A, sia da spettatori, sia da protagonisti in una serie di amichevoli. Anche dal punto di vista umano è stata una bellissima esperienza: abbiamo un gruppo Whatsapp, dove ci mandiamo
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SPORT / 21 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
Tre presenze in B con il Cesena, in D con Baracca Lugo e Ravenna Nato a Sassuolo, in provincia di Reggio Emilia, il 5 giugno del 1980, Matteo Bondi cresce nel Carpi, vestendone la maglia nel ’98-99 in C1 (due gol), per poi trasferirsi nella stagione 1999-2000 al Cesena, dove esordisce in Serie B: tre le presenze in totale in un campionato che però registra la retrocessione del club bianconero. L’attaccante passa al Castel San Pietro (C2) e nella stagione successiva scende in D, dove giocherà nel Baracca Lugo (’0102), nel Ravenna (’02-03) e nel Carpi (’03-04). Nell’estate del 2004 il tesseramento nel Cervia di “Campioni, il sogno”, in Eccellenza. L’anno successivo si trasferisce al Mezzolara, in D, e poi al Comacchio, in Eccellenza. Nel 2007 va alla Ribelle, in Prima Categoria, con cui sale in Promozione. Nel 2009 il primo ritorno a Cervia, per una stagione in Eccellenza, categoria in cui giocherà per quattro tornei di fila ancora nel club di Castiglione di Ravenna. Conquistata una storica promozione in D, nel 2014 decide di fare ancora ritorno a Cervia, in Promozione. Salito subito in Eccellenza, Bondi è alla sua quarta stagione in maglia gialloblù. Amico di Vigor Bovolenta e Federica Lisi, è uno degli organizzatori del “Bovelix”, evento creato in ricordo dello sfortunato pallavolista che come tradizione anche quest’anno si terrà al bagno Obelix di Marina di Ravenna il 16 e il 17 giugno.
dei messaggi tutti i giorni». Secondo lei, cosa provocò il declino di “Campioni” dopo la prima stagione che era decollata? «Il primo errore fu cambiare quasi tutta la squadra, la gente si era affezionata al gruppo della promozione. In più i costi di produzione della trasmissione erano folli. Il gioco non valeva più la candela». Lo rifarebbe? «Sì, certo, senza dubbi. Anche se alcune cose le gestirei in modo diverso». Come mai non partecipò alla seconda edizione?
SANITARIA ORTOPEDIA
«Perché non furono mantenute le promesse. Gli autori mi chiesero di restare, ma io lo volevo fare alle mie condizioni e alla fine non fu trovato un accordo. Quindi cambiai squadra, andando a Mezzolara». Tornando a oggi, la prossima stagione la rivedremo in maglia gialloblù in ogni caso? «Se sto bene come adesso, direi di sì. In ogni caso il Cervia resta nel mio futuro: già adesso ricopro un ruolo dirigenziale, occupandomi di faccende amministrative. Mi piacerebbe che il calcio restasse nella mia vita, anche se non so in quale veste».
INFOPROM
Un schiena dritta e in salute a cura di Elena Tazzari Una schiena curva o ingobbita provoca dolori che possono peggiorare con il passare del tempo. Come non ricordare quando a scuola la maestra o a casa i genitori, quasi urlavano a bambini e ragazzini: «Stai dritto!». Un saggio consiglio… Per questo, è molto importante sforzarsi di mantenere la schiena in posizione eretta, in modo da ridurre la gravità del problema da anziani. Il primo passo consiste nell’imparare a conoscere una buona postura. Per migliorare la propria postura, basta semplicemente sapere cosa si deve osservare in se stessi. Come si sa, le spalle devono essere all’indietro, l’addome contratto e il petto in fuori. Può essere d’aiuto mettersi di profilo davanti a uno specchio e controllare se si riesce a formare una linea retta che va dal lobo dell’orecchio fino al centro della caviglia attraversando la spalla, l’anca e il ginocchio. Per quanto riguarda testa e collo, bisogna verificare che la testa sia ben dritta, verso l’alto sopra le spalle. Molte persone tendono a portare la testa in avanti. Se si vede che le orecchie sono allineate con la parte anteriore del torace, si deve spostare la testa indietro. Occorre poi allineare correttamente spalle, braccia e mani. Le braccia e le mani devono cadere ai lati del corpo. In questo modo, le spalle
assumono una buona postura. Se si nota che le braccia tendono a rimanere verso la parte anteriore del torace, occorre portare indietro le spalle. Per quanto concerne infine i fianchi, è bene trovare un giusto equilibrio tra una posizione arretrata e avanzata del bacino. Per chi avesse bisogno di un “aiutino”, la Sanitaria Ortopedia di Elena Tazzari a Bagnacavallo propone il “Raddrizzaspalle” che permette di raggiungere una corretta posizione, migliorando notevolmente il portamento e la figura. Ritrovare la naturale postura sarà più facile anche grazie alla pratica regolazione dei tiranti. Il raddrizzaspalle, infatti, si modella sul corpo senza fastidiosi sfregamenti. Efficace e discreto, è disponibile dalla taglia small fino alla xlarge a seconda della circonferenza del torace. Elena Tazzari vi aspetta alla Sanitaria Ortopedia via Matteotti 22 - Bagnacavallo (RA), apertura dal lunedì al sabato ore 8.30-12.30 e 15.30-19 Info: tel. 0545 60641 - Facebook Sanitaria Ortopedia ww.sanitariaortopediatazzari.com
LE PARTITE DEL WEEKEND
VOLLEY, LA BUNGE SI AVVICINA ALLA SUPER SFIDA DI CHALLENGE CUP Il 4 aprile in casa contro l’Olympiacos Pireo la prima finale. A Pasqua playoff a Padova Sarà una Pasqua all’insegna degli appuntamenti sportivi, quella delle formazioni ravennati più importanti. CALCIO Il Ravenna Fc, carico per le quattro affermazioni di fila che l’hanno spinto lontano dalla zona playout adesso distante ben nove punti, sabato 31 marzo (ore 16.30) andrà a Basket: l’Orasì deve vincere fare visita alla seconda della contro Treviso per i playoff classe Sambenedettese. Ma l’attività dei ragazzi di Antonioli non si ferma qui, in quanto mercoledì 4 aprile (ore 16.30) scenderanno in campo in occasione di un’altra trasferta, in terra lombarda, recuperando il match del 3 marzo con il FeralpiSalò, a suo tempo rinviato per neve. La salvezza diretta resta sempre il traguardo principale da raggiungere, ma la decima posizione che significa playoff è lontana solo tre lunghezze. VOLLEY La Bunge il giorno di Pasqua (ore 18) sfiderà in trasferta la Kioene Padova nell’andata dei quarti di finale dei playoff per il quinto posto. Invece mercoledì 4 aprile assalto al Pala De André (ore 20) dell’Olympiacos Pireo nel primo capitolo dell’atto conclusivo della coppa Challenge. In A2 femminile la Conad è obbligata lunedì 2 aprile, al PalaCosta (inizio alle 17), a battere le riminesi del San Giovanni in Marignano per tenere viva la possibilità di qualificarsi ai playoff. Un obiettivo difficile da raggiungere: le biancorosse a due turni dalla fine della regular season sono undicesime, con due punti di ritardo dal nono posto. BASKET Risucchiata ai limiti della zona playoff l’OraSì non può più permettersi passi falsi e il giorno di Pasquetta alle 18.30 ospita al Pala De André un Treviso in grande ascesa. I veneti infatti hanno vinto quattro delle ultime cinque gare mentre i giallorossi se ne sono aggiudicate solo due, scendendo all’ottavo posto, ultimo utile per poter partecipare alla post season. Si ferma invece la Serie B, con la Rekico Faenza e l’Orva Lugo che potranno ricaricare le pile in vista del rush finale del campionato. (vi.be.)
22 / CULTURA / RUBRICHE RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
VISIBILI E INVISIBILI
CARTOLINE DA RAVENNA
Un horror per parlare di razzismo da Oscar e la necessaria pausa per Black Mirror
Il parto della vita mittente Giovanni Gardini
di Francesco Della Torre
titolo Society The Horror, che il mitico Brian Yuzna ha Scappa – Get Out (di Jordan Peele, 2017) realizzato nel lontano 1986, con pochi soldi, grandi L'Italia cinematografica è un paese alquanto distratidee e un'enorme voglia di spiazzare anche il più to. Nel 2017 c'è stato un vero e proprio caso cinematenace degli appassionati. E se lo siete, datela un'octografico legato a questo film, un’opera prima a chiata a questo Society, che tra streaming e dvd si basso costo, presentato con successo al Sundance e dovrebbe trovare senza problemi. in altri prestigiosi festival indipendenti, per poi arriTornando a questo Scappa, tutto è apparentemente a vare a candidature a Bafta, Grammy e Oscar, per poi posto, dalla parte tecnica, passando per quella sonovincerne uno non qualsiasi, quello per la migliore sceneggiatura originale, ra, fino ad arrivare alla premio che negli anni è recitativa, con una andato a gente come splendida Allison WilTarantino, la Coppola, liams e un'inquietante Woody Allen e compaCatherine Keener. gnia bella. Questo Oscar A livello di trovata, mi è è meno influente dei parso un po’ debole premi maggiori, ma da l’uso dell’ipnosi, che sempre più libero nello nella storia ha una scegliere il meglio deldiscreta importanza, e l'anno. In Italia il film è un certo buonismo uscito il 18 maggio nella parte finale, men2017 e non è andato tre a mente fredda ci neanche così male grazie sono elementi interesUna scena da Scappa - Get Out ai passaparola, ma natusanti, su tutti l'utilizzo ralmente se ne è sentito cinematografico del tema del razzismo, finalmente originale e assolutaparlare ben poco. Jordan Peele è un attore da noi mente pungente soprattutto nel seminarlo nei gesti e poco noto e Scappa è il suo debutto dietro la macchinelle parole degli abbienti democratici. E mentre lo na da presa; il film ha un intento piuttosto originale, stupore per l'Oscar vinto cresce sempre di più, non visto che vuole parlare di razzismo tramite il genere posso che consigliare la visione soltanto agli appashorror. Chris è afroamericano e sta molto felicemensionati di horror, magari guardando il finale alternate da quattro mesi con Rose, bianca e di ottima famitivo che è su Dvd, certamente più coraggioso. Il film glia; arriva il fatidico giorno in cui i due andranno a oltre che su supporto, si trova anche in streaming. passare il weekend dai genitori di Rose, che vivono in una lussuosa villa fuori città, si dimostrano molto Black Mirror 4x06: Black Museum cordiali e votavano Obama ma i domestici, neri, semUltima recensione su Black Mirror breve e diretta: brano alquanto inquietanti. Il crescendo di situazioquesto è l'episodio conclusivo della serie che raccoglie ni strane sfocerà in una parte finale davvero… divertutto il buono seminato negli episodi precedenti e li sa da come uno spettatore se lo può immaginare, torna a rappresentare insieme per un finale che è un perché non ci si sente pronti. E non si capisce per mix di storie diverse ambientate in un museo giorni se si sia assistito a un film insolito, originale e alquanto stravagante. Non è forse l'episodio migliore, appassionante oppure a una totale sciocchezza. Chi ma è la più efficace chiusura di una stagione che ha vi scrive non ha ancora deciso. Anche se il protagoniavuto ancora molto da dire. Ora alla mia serie prefesta al telefono con l'amico parla di una festa in stile rita chiedo una pausa di riflessione e aggiornamento, Eyes Wide Shut, il riferimento cinematografico chiaro così da sorprenderci sempre e non stancare mai. e lampante è un horror di culto per appassionati dal
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Tra le scene cristologiche della basilica di Sant’Apollinare Nuovo è particolarmente interessante quella che mostra le donne recarsi alla tomba del Signore il mattino di Pasqua. Il sepolcro emerge al centro della composizione; alla sua sinistra un angelo dalla candida tunica siede su una roccia e annuncia alle donne che Gesù è risorto. Queste ultime, poste sulla destra, indicano la tomba vuota di Cristo, un gesto, il loro, che traduce lo sguardo al luogo dove il Signore era stato deposto. La prima delle due donne indossa un prezioso abito purpureo con decorazioni in oro, una veste che nell’iconografia rimanda a Maria, la madre di Gesù. Se i vangeli non raccontano mai della sua presenza al sepolcro del figlio, né sono concordi sul numero e sui nomi delle donne che vi si erano recate, l’interpretazione di questi antichi testi, talvolta, riconosce in queste donne proprio la figura di Maria. Ad esempio Pietro Crisologo, vescovo di Ravenna nella prima metà del V secolo, nei suoi Sermoni sulla Pasqua rilegge poeticamente questo passo evangelico e immagina che nel nome che accomuna queste donne, quello di Maria, sia da riconoscere la madre di Cristo creando così un parallelismo tra il suo grembo e quello della terra, tra la nascita e la risurrezione: «Maria, il solo nome della Madre di Cristo. Venne Maria al sepolcro. Venne all’utero della risurrezione, venne al parto della vita, perché Cristo nuovamente nascesse alla fede dal sepolcro, come era stato generato da un grembo di carne».
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CULTURA / RUBRICHE / 23 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
FIORI MUSICALI
NdL (Nota del Lettore)
Uno Stabat Mater fedele a Rossini diretto dal giovane (e bravo) Valentini
Una protagonista fuori dai cliché per un thriller molto psicologico
di Enrico Gramigna
di Federica Angelini
cantanti, anche se bisognosa di misurarsi Stabat Mater dolorosa: questo il primo verso con una vocalità più drammatica. La prodella celebre sequenza recitata durante il rito nuncia della mezzosoprano giapponese della Via Crucis. Schiere di musicisti si Nozomi Kato, invece, era la più precisa nonocimentarono, nel corso della storia della stante qualche aspirazione che ricordava da musica, con il celebre testo della preghiera vicino la gorgia fiorentina. Il tenore Giorattribuita a Jacopone da Todi, tuttavia in pochi raggiunsero risultati così mirabili quanto Giovanni Battista Pergolesi. Questo fu uno dei motivi per i quali Gioacchino Rossini si risolse molto tardi a cimentarsi in questo genere di composizione e solo nel 1841 il compositore permise la stampa di questa preghiera. Tuttavia la prassi esecutiva, in seguito, venne stravolta e raramente oggi si seguono alla lettera le indicazioni della prima stampa. Proprio questo genere di fedeltà alla scrittura rossiniana è stato il fondamento del concerto che ha visto l’Orchestra Sinfonica Rossini, il Coro San Carlo di Pesaro e il Coro Ludus Vocalis di Ravenna esibirsi sul palco del teatro Alighieri lunedì 26 marzo per la rassegna “Ravenna Musica”, organizzata dall’associazione Angelo Mariani. A condurre i tantissimi musicisti è Il maestro Nicola Valentini stato il bravo Nicola Valentini, bacchetta giovane ma già affermata. dano Lucà e il basso Pablo Ruiz risultano, Proprio il maestro ravennate, a inizio concerinvece, deboli nel registro grave tanto da to, si è speso in una breve e opportuna spieessere costantemente coperti anche da una gazione di ciò che il pubblico avrebbe avuto il soffice orchestra. I quattro solisti si sono piacere di ascoltare di lì a poco: un’ottima scontrati, poi, con una delle pagine più ardue sintesi dell’idea sacra dell’Ottocento alla luce della produzione rossiniana, quando, nel dell’importanza dell’opera lirica nel tessuto quartetto Quando corpus morietur nel quale il sociale del romanticismo italiano. compositore prescrive che i solisti cantino a Oltre ai cori, diretti da Salvatore Francavilla cappella, si sono palesati tutti i rischi del e Stefano Sintoni, che non sempre dimostracanto senza sostegno strumentale: imprevisti vano di aver trovato una stessa intenzione, i del mestiere che sicuramente Rossini aveva protagonisti sono stati i quattro solisti. La preventivato durante la composizione, da bella voce del soprano Elisa Balbo era sicurafine musicista quale era. mente la più interessante del quartetto di
Poiché dei finali dei libri non si può parlare mai e dei finali dei gialli ancora meno, basterà dire che metà delle ragioni per cui vale la pena leggere L'intruso di Tana French (Einaudi, traduzione di Alfredo Colitto) è proprio nelle ultime 50 pagine. Lì i fili si riannodano, tutto trova un posto e soprattutto la protagonista, la detective Antoniette Conway è costretta a rivedere un po' delle posizione assunte e date per buone durante il libro. Nel finale si scioglie una tensione accumulata per 624 pagine in un crescendo costante o quasi. Tutto inizia con quello che sembra un “caso domestico”, una ragazza ammazzata da un fidanzato per diventare un giallo vero e proprio su cui a indagare saranno appunto Antoniette, che narra in prima persona, e il suo partner Steve, nel cuore di una Dublino senza folklore irlandese, se non per qualche sortita nei pub. Personaggio sfaccetato e complesso, Antoniette è però un narratore interno, una prima persona, a tratti antipatica e fastidiosa perché tende a occupare tutta la scena e non sempre è affidabile, presa come è da vicende che in realtà tende a occultare. Nella sua freddezza, nel suo costante calcolo, nella sua quotidiana lotta contro il machismo e i crudeli soprusi e dispetti di tutti i colleghi (eccetto Steven Moran), contro il pregiudizio, in quell'alzarsi all'alba per andare a correre, in quei tailleur eleganti e in quella Audi 80 TT
sentiamo la fatica dell'essere una bella donna di colore nella squadra Omicidi della capitale irlandese. E il libro ha l'immenso pregio di non avere per una volta il detective amato segretamente da tutti, un po' brutto ma affascinante, scontroso ma in fondo dolce e via discorrendo, l'effetto è che a volte, durante la lettura, verrebbe voglia di riposarsi un po'. E soprattutto di far parlare qualcun altro, di far tacere il flusso di pensieri nella testa di Antoniette, di immedesimarsi, insomma, in un personaggio meno spigoloso. E questo è un indubbio merito che va riconosciuto a Tana French, la complessità della costruzione psicologica dei personaggi è accurata e verosimile e mai compiacente, anzi a tratti spigolosa e fastidiosa. Antoniette, il cui sogno era sempre stato quello di entrare nella Omicidi e diventare detective, ci spiega anche dall'interno il lavoro sui testimoni, sui presunti colpevoli, l'eccitazione del caso da risolvere. E la trama tiene, anche se forse potevano bastare qualche decina di pagina in meno, perché insomma, siamo lungi dai migliori Jo Nesbo, ma sicuramente nell'alveo dei thriller appassionanti dove pullulano sospetti, false piste, personaggi ambigui, ma il gioco degli incastri non diventa mai fine a se stesso (come nei peggiori Jo Nesbo). In Irlanda questo L'intruso è il secondo libro con Antoniette e Steve. E dal finale è facile capire che non sarà l'ultimo.
24/ CULTURA RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
PROSA
RICERCA
IL LABORATORIO Ragazzi in scena per la legalità
Miss Marple indaga al teatro di Russi Lo spettacolo in scena il 3 marzo con Maria Amelia Monti protagonisti
CECHOV SECONDO KEPLER-452 AL RIDOTTO DEL MASINI Dopo il recente debutto, arriva al Teatro Masini di Faenza, mercoledì 4 aprile alle 21, Il giardino dei ciliegi. Trent’anni di felicità in comodato d’uso della compagnia bolognese Kepler-452, una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione. Lo spettacolo nasce dall’incontro tra i componenti di Kepler-452 (Nicola Borghesi, Paola Aiello ed Enrico Baraldi) con due personaggi “immaginari” realmente esistenti, Giuliano e Annalisa Bianchi, ossia Ljuba e Gaev. Il centro del dramma è la scomparsa di un luogo magico, profondamente impregnato delle vite di chi lo abita, che in questa rilettura dell’opera di Čechov diventa il luogo della coppia.
Laboratori, incontri con vittime della criminalità organizzata, spettacoli teatrali: attraverso questi strumenti gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Ravenna fanno esperienza di legalità, giustizia e democrazia grazie al progetto “Ravenna contro le mafie” che viene proposto da 10 anni negli istituti scolastici del territorio ravennate e che quest’anno ha coinvolto 800 ragazzi. A conclusione di questo percorso sarà offerto alla città lo spettacolo dal titolo Shakespeare si scrive con l’H? con il quale venti ragazzi incontrano il drammaturgo inglese per parlare di mafie. Andrà in scena al Teatro Rasi giovedì 29 marzo alle 21 aperto gratuitamente alla cittadinanza. Lo spettacolo, il cui testo è realizzato e interpretato da studenti e studentesse del Liceo Classico Dante Alighieri, della Scuola Arti e Mestieri Angelo Pescarini, del Liceo Artistico Nervi Severini, è prodotto dal Comune di Ravenna, con la regia di Eugenio Sideri e Carlo Garavini e la collaborazione del GdZ.
INCONTRI Martedì 3 marzo, al Comunale di Russi, arriva Miss Marple, la più famosa detective di Agatha Christie intepretata da Maria Amelia Monti. Con lei, due attori di originale talento come Roberto Citran e Sabrina Scuccimarra, e un gruppo di giovani. Siamo negli anni ‘40, in una casa vittoriana della campagna inglese. Miss Marple è andata a trovare la sua vecchia amica Caroline e la sua famiglia allargata. Il gruppo è attraversato da malumori e odi sotterranei, di cui Miss Marple si accorge ben presto. Durante un tranquillo dopocena, ecco il delitto che toccherà a Miss Marple, in attesa dell'arrivo della polizia, risolvere, capendo che ciò che è successo non è quello che tutti credono di aver visto. Il pubblico è stato distratto da qualcosa che ha permesso all'assassino di agire indisturbato. Come a teatro. Come in un "gioco di prestigio", da cui il titolo dello spettacolo Giochi di prestigio. Adattando il romanzo, Edoardo Erba riesce a creare una commedia contemporanea, che la regia di Pierpaolo Sepe valorizza con originalità, senza intaccare l'inconfondibile spirito di Agatha Christie.
Al via i “Parlamenti di aprile” al teatro Rasi con Marco Belpoliti, Wlodek Goldkorn e Tahar Lamri Inaugura il 5 anche la mostra fotografica “Orlando” Nuova edizione per i “Parlamenti di aprile”, seminari che riuniscono annualmente nella sala Mandiaye N’Diaye del Teatro Rasi (e in altri luoghi della città, quest’anno la Biblioteca Classense) filosofi, artisti, studiosi intorno a nodi di pensiero e di azione che il Teatro delle Albe propone di condividere a partire dal proprio percorso artistico ed esistenziale. Si comincia il 5 aprile alle 16 al teatro Rasi con l’incontro dal titolo “Immagini e parole del contemporaneo” Marco Belpoliti (nella foto), Saggista e scrittore e curatore delle opere complete di Primo Levi e del “Meridiano” di Gianni Celati, dialogherà con Wlodek Goldkorn, giornalista di origini polacche, per molti anni responsabile del settore cultura del settimanale "l'Espresso" e Tahar Lamri, scrittore, intellettuale di origine algerina dal profilo multiforme e figura di riferimento molto attiva sui temi dello scambio tra culture e le trasformazioni che investono il Mediterraneo. I Parlamenti proseguiranno poi nelle giornate del 6 e
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CULTURA / 25 29 marzo - 4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
LIBRI Exit West Mohsin Hamid Einaudi Traduzione Norman Gobetti
Chiara Barzini e il suo Terremoto alla Classense
FOLCLORE
Il libro è stato pubblicato prima negli Usa dove ha riscosso grande attenzione
UNA SERATA SUL LISCIO TRA MUSICA E LIBRI Venerdì 30 marzo alle 21.30, al Mama’s Club di Ravenna si terrà una serata tra musica e libri dal titolo Romagna Mia... Prima del liscio. Eraldo Baldini e Susanna Venturi presentano il libro Prima del liscio e i balli nella vecchia tradizione della Romagna. Christian Ravaglioli con la sua fisarmonica, invece, presenta il disco Il respiro della mia gente – tutto è romagna mia (edizioni musicali Casadei Sonora) che mette insieme un repertorio di musiche che hanno dato vita al cosiddetto folclore romagnolo e che hanno plasmato una cultura e uno stile di vita. Accanto ad esse, l’artista ha inserito anche alcuni suoi brani originali. Saranno presenti ballerini folk legati alle tradizioni locali.
A chiudere il ciclo di incontri “Scritture di Frontiere”, arriva in bibliotca Classense il 4 aprile alle 18 Chiara Barzini con il suo romanzo rivelazione Terremoto (Mondadori). Il libro narra l’emigrazione della famiglia di Barzini da Roma a Los Angeles negli anni Novanta ed è stato pubblicato negli Stati Uniti con un enorme successo di critica e pubblica. Il “Publisher Weekly“ l’ha definito «Un debutto meraviglioso e cupo, difficilmente paragonabile nell'attuale panorama letterario», secondo la Bbc «Chiara Barzini ci consegna un romanzo di formazione sofisticato e trasgressivo» e il “New York Times“ rincara: «Una ragazzina italiana sbarca in California negli anni Novanta, eroina indimenticabile di un romanzo imprevedibile, intellettualmente astuto ma scritto col cuore». Eugenia, la protagonista, è una ragazzina attraverso i cui occhi, stupefatti, il lettore vede accumularsi l'amore, la droga e gli eccessi, le amicizie travolgenti e delicate, l'affiorare di una coscienza politica. Il primo ad accorgersi di questo libro è stato Gerry Howard, l'editore americano di David Forster Wallace: il primo a capirne la potenza innovativa definendolo "meravigliosamente vibrante". Una curiosità: l'autrice l’ha scritto prima in inglese (in cinque anni) e poi tradotto in italiano. Un'ispirazione severamente coltivata dunque, come un debutto deve essere. “Scritture di frontiera” è un progetto di Scrittura Festival e assessorato all'immigrazione del Comune di Ravenna.
AGENDA L’umorismo “inglese” di Tondini e il libro di Stefano Ravaglia Per la rassegna del giovedì al Grinder Coffee Lab curata da Ivano Mazzani, il 29 marzo sarà protagonista l’attore ravennate Gianfranco Tondini che presenta un eclettico progetto dedicato a The Accidents of Youth una raccolta di racconti “educativi” inglesi scritti nel 1819. Giovedì 5 aprile, Stefano Ravaglia presenterà invece il suo libro Chiaroscuri d’amore. Entrambi gli incontri sono alle 18.
Mingozzi, Mandorlini e Stacchini per il libro sulla vita di Bartolini Appuntamento dedicato al calcio nel programma del Centro relazioni culturali venerdì 30 marzo alle 18 nella sala D’Attorre, Giannantonio Mingozzi presenta il volume dedicato alla vita di Giorgio Bartolini, di cui ha curato la prefazione. Oltre a Giorgio Bartolini saranno presenti anche Andrea Mandorlini, dalla lunga esperienza di giocatore e allenatore, e la gloria juventina Gino Stacchini.
Clima e altre catastrofi nella storia di Romagna Giovedì 5 aprile, alle 20.45, a San Pietro in Vincoli, nella Sede Circoscrizione Comunale, Via Pistocchi 41, si terrà la presentazione del volume, appena dato alle stampe, Il fango, la fame, la peste. Clima, carestie ed epidemie in Romagna nel Medioevo e in Età moderna (edizioni Il Ponte Vecchio). Saranno presenti i due autori, Eraldo Baldini e Aurora Bedeschi.
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26 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
L’EVENTO/1
Apre la mostra antologica di Francesco Verlicchi a dieci anni dalla morte A Palazzo Rasponi delle Teste oltre quaranta opere del pittore tra ritratti, nature morte e paesaggi
A sinistra il ritratto della sorella Laura, a destra una foto dell’artista
I ritratti, le nature morte e i paesaggi di Francesco Verlicchi (1915 – 2008) alcuni dei quali finora mai esposti, sono esposti in una mostra che il Comune ha voluto dedicare all’artista a dieci anni dalla morte. L’esposizione sarà inaugurata venerdì 30 marzo alle 17, a palazzo Rasponi dalle Teste, alla presenza dell'assessora alla cultura Elsa Signorino e del dirigente delle politiche e attività culturali Maurizio Tarantino, e resterà aperta fino al 25 aprile (ingresso libero, nei giorni feriali apertura dalle 15 alle 18, il sabato e nei giorni festivi dalle 11 alle 18, lunedì chiuso). Con oltre quaranta opere, realizzate tra gli anni ’30 e ’90, la mostra su Verlicchi, che a Ravenna è stato docente all’Istituto d’arte per il mosaico a partire dal 1960, documenta appunto i tre generi pittorici praticati dall’artista nel corso della sua lunga attività: il ritratto, la natura morta e il paesaggio.
IN BIBLIOTECA La stanza della musica, una mostra dedicata a Rossini e ai musicisti lughesi È aperta nella sala Codazzi della biblioteca “Fabrizio Trisi” di Lugo la mostra “La stanza della musica. Musicisti lughesi nelle raccolte storiche della Biblioteca Trisi”, che raccoglie alcuni manoscritti musicali di Gioachino Rossini, e documenti relativi ad alcuni musicisti lughesi. Musica manoscritta e a stampa, libretti d’opera, programmi e locandine, carteggi, fotografie e pubblicazioni testimoniano il fermento musicale lughese dal XVIII al XX secolo. L’esposizione racchiude le memorie in campo musicale che la biblioteca custodisce nelle proprie raccolte librarie e documentarie. Il percorso espositivo in particolare rende omaggio ad alcuni musicisti lughesi che si sono distinti in ambito compositivo, didattico e strumentale. Tra questi il canonico Giuseppe Malerbi, che impartì i primi insegnamenti musicali al giovane Rossini durante il suo soggiorno a Lugo, dal 1802 al 1804. La mostra comprende alcuni manoscritti musicali dei canonici Giuseppe e Luigi Malerbi e documentazione riguardante Ambrogio Centolani, Dario Rambelli, Vincenzo Cicognani, Guido Gallignani, Giuseppe Maria Marangoni, Alceo Toni, Luigi Penazzi e Francesco Balilla Pratella. L’esposizione resterà aperta fino al 28 aprile e sarà visitabile negli orari di apertura della biblioteca: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19, il sabato dalle 9 alle 12.30. La mostra fa parte del calendario degli eventi in programma per le celebrazioni in occasione del 150esimo anniversario dalla morte del compositore Gioachino Rossini.
MAGAZZENO ART GALLERY Due giovani artisti forlivesi alla mostra evento di Pasquetta Magazzeno Art Gallery (via Via Magazzini Posteriori, 37) presenta per la prima volta a Ravenna l'artista Alessandro Turoni (Forlì, 1986) e il giovanissimo Gian Marco Battistini (Forlì, 1996), alla sua prima esperienza in galleria. Nella giornata di Pasquetta, il 2 aprile, i due artisti saranno presenti al Mag per incontrare il pubblico: non la solita inaugurazione, ma una mostra-evento per presentare, al mondo dell'arte e non, questi due artisti pronti a spiccare il volo. Dalle 18 alle 21. Nella foto: Giaguaro di Alessandro Turoni.
Incontro sulla street art di Invader e Blu con Daniele Torcellini e Marco Miccoli
Animali & Accessori
Sconti dal 10 al 50% su tutta la linea antiparassitaria ORARI: dal lunedì al sabato 9/12,30 - 15,30/19,30 - giovedì pomeriggio chiuso
Via Canneti 2 - Ravenna - Tel. 0544.240157 - www.ilgattoconglistivali-ra.it Seguici su
Giovedì 5 aprile sarà protagonista la street art a Ravenna: prima della proiezione al Mariani di Visages Villages, il film di Agnès Varda, al Magazzeno Art Gallery (via Magazzini Posteriori 37) si tiene un incontro con Daniele Torcellini e Marco Miccoli sui temi che riguardano quest'arte. Si parlerà soprattutto di Invader e di Blu, i quali hanno da poco prodotto rispettivamente due volumi: il primo è una raccolta dei lavori prodotti a Ravenna dallo stesso Invader; il secondo è una raccolta complessiva dei muri di Blu fatti finora. I volumi saranno visibili ed acquistabili in galleria. Modera il dibattito Alessandra Carini. Inizio alle 18.
DESIGN Ultimi giorni per visitare la mostra Licalbe Steiner Ultima settimana per visitare la mostra Licalbe Steiner. Alle origini della grafica italiana, che termina lunedì 2 aprile. Il percorso espositivo è una panoramica sul lavoro di quello che è riconosciuto come uno dei sodalizi professionali e personali più fecondi della grafica italiana, ovvero quello Lica e Albe Steiner. A Albe Steiner si deve, tra le centinaia di sue realizzazioni, la progettazione del marchio originale Coop del 1963, tutta la grafica della Feltrinelli degli anni '50-'60 e le grandi campagne pubblicitarie per la Pirelli e La Rinascente. Per il week end di Pasqua la mostra osserva il seguente orario: dal martedì al sabato 9 – 18, domenica 1 aprile, giorno di Pasqua e 2 aprile Lunedì dell'Angelo 2018: 11-19.
CULTURA / 27 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
ANTICIPAZIONE
JAZZ
IL RAVENNA FESTIVAL CERCA CENTO CHITARRISTI: DOMANDE ENTRO IL 16 APRILE Il nuovo progetto dal 19 al 24 giugno in collaborazione con il Parco della Musica, Rockin’1000 e Deco Per l’edizione che celebra lo straordinario contributo degli Stati Uniti alla musica come la conosciamo oggi nella sezione “Nelle vene dell’America”, Ravenna Festival si prepara a una settimana di eventi dedicati allo strumento principe della popular music: dal 19 al 24 giugno, tra soli ed esibizioni di massa, “We Sing the Body Electric” non è un revival, ma uno sguardo sul futuro della chitarra elettrica. Il progetto è realizzato con la partecipazione di PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble, in collaborazione con Fondazione Musica per Roma e Rockin‘1000. Torna inoltre ad affiancare il Festival, Deco Industrie, gruppo con oltre 70 anni di storia che nel settore alimentare ha fatto Il manifesto della qualità e del made in del Ravenna Festival Italy la propria missione e la propria forza; non a caso il supporto di Deco si lega a un progetto che – con appuntamenti musicali a Ravenna, Russi e Comacchio – ne riflette la vocazione al dialogo con più territori. L’avventura comincia con gli appuntamenti alle Artificerie Almagià del 19, 20 e 21 giugno: nell’ex-magazzino si consumerà il rito profano della chitarra elettrica in tre serate. In programma musiche, tra gli altri, di Ennio Morricone e Steve Reich, Alessandro Ratoci e Christopher Trapani, Steve Mackey dei Pulp e Bryce Dessner dei The National, la band vincitrice dell’ultimo Grammy per il miglior album di musica alternativa. Alla chitarra - ma anche al basso e contrabbasso - solisti e piccoli ensemble che si esibiranno anche in composizioni appositamente commissionate e in prima mondiale. Venerdì 22 giugno Palazzo San Giacomo sarà invaso dalle 100 chitarre elettriche, un’imponente orchestra che si esibirà sul tempo cangiante e ossessivo dei bassi e sull’immancabile pulsazione di una batteria, diretta da Tonino Battista e con Luca Nostro e Giuseppe Marino rispettivamente chitarra e batteria solista. Per misurarsi con una scrittura “sinfonica” – incluse nuove composizioni firmate da Elliot Cole, Glenn Branca e Michele Tadini, quest’ultimo con una partitura ispirata al tema musicale di Siamo soli di Vasco Rossi – il Festival ha esteso l’invito a tutti i chitarristi del territorio (ma anche oltre, senza limiti o confini) attraverso la collaborazione con Rockin’1000, la più grande rock band al mondo e community internazionale con base cesenate che ha già firmato alcuni dei più grandi eventi musicali collettivi degli ultimi anni, in concerto con That’s Live sabato 21 luglio a Firenze. Chi risponderà alla chiamata (al momento si sono già resi disponibili una cinquantina di chitarristi) e sarà selezionato non solo sarà parte di un grandioso affresco sonoro, ma accederà anche alla masterclass gratuita con Cesareo di Elio e le storie tese (domande entro il 16 aprile, www.ravennafestival.org). L’elettrizzante festa musicale si concluderà con un irresistibile medley di Led Zeppelin e Jimi Hendrix, per celebrare gli eroi che hanno reso leggendaria la chitarra elettrica. Il viaggio del Festival nelle vene dell’America non finisce qui: continua sulle sponde del Mississippi, o meglio su quelle del Po, per un ideale incontro fra i delta dei due fiumi. Sabato 23 giugno “Il Blues dei Delta” prende spunto dalle esperienze di contaminazione blues-mediterraneo di Antonio Gramentieri – Don Antonio su disco e palco – per una serata pensata su misura per Porto Garibaldi. Un’idea amplificata e allargata di blues, con profumi d’America, ma anche di Asia e Africa, in costante rimbalzo su due sponde dell’oceano e dei mari nostri. Aggiungi due grandi interpreti sempre in bilico fra Italia e America – Eugenio Finardi e Bobby Solo – e il crocevia fra Romagna, Africa e Mississippi rappresentato da Vince Vallicelli, ed ecco svelarsi una mappa di interventi musicali disseminati lungo il porto canale, fino al gran finale con vista mare e tutti i musicisti coinvolti. Infine domenica 24 giugno un altro percorso si snoda lungo il Delta del Po e le Valli di Comacchio: il concerto trekking (e quest’anno anche bike) dalle tinte blues, realizzato in collaborazione con Trail Romagna. In bici, a piedi e in battello fino alle antiche saline dove, fra fenicotteri rosa e casoni, si erge il posto di guardia estense, la cinquecentesca Torre Rossa da cui oggi lo sguardo può spaziare fino a scoprire il mare e Comacchio, le valli e le saline. Un concerto di chitarre attende il pubblico al casone Serilla, vero e proprio emblema della vita dei vallanti; al Bettolino di Foce invece l’immancabile momento gastronomico della tradizione.
IL CUBANO ALFREDO RODRIGUEZ A FUSIGNANO PER “CROSSROADS” Venerdì 30 marzo all’Auditorium Corelli di Fusignano fa tappa il festival itinerante di jazz e dintorni, Crossroads. L’appuntamento (dalle 21) è con il pianista cubano Alfredo Rodriguez, pupillo di Quincy Jones, uno dei più talentuosi giovani esponenti della sempre esplosiva miscela tra jazz e musica afrocubana.
JAZZ E DINTORNI Al Mariani la cantante Barbara O’Neil Venerdì 30 marzo dalle 21.30 all’osteria del Mariani di Ravenna concerto di Barbara O’Neil (all'anagrafe Barbara Truzzi), cantante e compositrice emiliana tra classici pop e standard.
Al Mama’s l’opera incontra il jazz Sabato 31 marzo al Mama’s Club di Ravenna appuntamento con alcuni tra i migliori musicisti jazz locali (Mecco Guidi al piano; Mauro Mussoni al contrabbasso; Alessandro Scala al sax; Marco Rosetti alla chitarra; Fabio Nobile alla batteria, con Gio DeLuigi alla voce) per il progetto “From Opera to jazz”, portato avanti con l'Istituto italiano di Cultura di New York e di Tokyo, che propone un arrangiamento in chiave jazz delle principali arie d'opera.
Al Sax Pub di Lugo il trio di Paola Fabris Venerdì 30 marzo dalle 22 al Sax Pub di Lugo serata jazz con Paola Fabris alla voce, Gilberto Mazzotti al piano, Marco Rossi al contrabbasso e Andrea Guerrini alla tromba.
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28 / CULTURA RAVENNA&DINTORNI 29 marzo-4 aprile 2018
HIP HOP
Il meglio del rap underground italiano per tre giorni al festival del Cisim Il clou della quinta edizione dell’Under Fest il 30 e il 31 marzo al Bronson con i live di Davide Shorty, Brain, Inoki e Colle der Fomento. Il programma completo di Filippo Papetti
Il week-end di Pasqua Ravenna si trasformerà nella capitale dell’hip hop in Italia con Under Fest, quinta edizione di uno dei più importanti festival di rap underground a livello nazionale, organizzato dai ragazzi del Cisim di Lido Adriano ma in scena al Bronson di Madonna dell'Albero, oramai collaudata location dell'evento. Il programma, senza sbilanciarsi troppo, è decisamente succoso, forse il migliore di sempre, con tre diverse generazioni di rapper – e non solo – provenienti da ogni parte d'Italia a dividersi il palco. Si parte giovedì 29 marzo con dj-set e aperitivo inaugurale al Palazzo dei Congressi di Ravenna, dove avrà anche luogo la prima delle due conferenze organizzate, quella in cui Willie Peyote, Godblesscomputers e Hyst – intervistati dai giornalisti musicali Federico Savini e da chi scrive – racconteranno la propria esperienza e dialogheranno tra loro e con il pubblico sulla tematica “Attualità, orizzonti e contaminazioni dell’hip hop italiano”. Venerdì 30 avrà inizio il festival vero e proprio in quel del Bronson, nella solita alternanza tra live veri e propri e quelli sul formato “Pass The Mic” , ossia uno showcase di gruppo, con tanti mc sul palco (Principe, Albe Ok, Leslie, Poche Spanne, Tmhh), che si passeranno il microfono e si esibiranno in maniera dinamica per alcuni brani a testa. Tra i concerti, invece, da segnalare quello del siculo-londinese Davide Shorty, uno dei protagonisti della nona edizione di X Factor, voce urban/nu-soul tra le più versatili in circolazione, e quello della crew Real Rockers, sound-system potentissimo composto da due pesi massimi del freestyle quali Ensi e Moddi Mc, e da due maestri del dubplate quali Paolino MadKid e Macro Marco. In serata salirà sul palco anche E-Green, pilastro del rap underground milanese, in un'inedito dj-set rappato.
ANTICIPAZIONI Veda Black al Fargo tra R&B e alt-soul Giovedì 5 aprile dalle 21 al Fargo di Ravenna concerto di Veda Black, cantautrice e producer di 23 anni nata e cresciuta a Londra. Con testi crudi (e intrisi di femminismo) e arrangiamenti sperimentali, la sua musica è un mix di R&B e alternative soul.
Amerigo Verardi al Moog con band I Colle der Fomento e, nel riquadro, un dettaglio della locandina realizzata dall’artista Lucia Bubilda Nanni
Sabato 31 la giornata partirà alle 18,45 al Caffè Letterario a Ravenna con il secondo incontro, intitolato “Stato dell'arte e prospettive giornalistiche dell'hip hop italiano”, con la partecipazione dei giornalisti Elia Alovisi, Damir Ivic e Antonio Dikele Distefano (scrittore di bestseller ravennate, nonché direttore di “Sto Magazine”). La sera, invece, main event del festival con tantissimi altri nomi coinvolti nel “Pass The Mic” (William Pascal, Lethal V, Zampa, Drimer e i MoonLoverz) e tre live davvero da non perdere: quello del bolognese Brain, uno degli ideatori della prima edizione dell'Under; quello di Inoki, nome oramai storico della scena italiana, oggi tornato in gran forma con il nuovo progetto Rap Pirata; e quello dei Colle Der Fomento, autentiche leggende del rap romano, in giro fin dai primi anni Novanta e ancora tra i migliori nel
rap dal vivo, a darci – speriamo – qualche anticipazione dal nuovo, attesissimo album di imminente uscita. Under Fest – con direzione artistica di Moder de Il Lato Oscuro della Costa, in collaborazione con Kenzie, che sarà il maestro di cerimonia delle serate – vuole essere un po' evoluzione di quello che negli anni Novanta sono state jam storiche quali il Juice o il Gusto Dopa Al Sole; quindi non solo una rassegna di concerti, ma un vero e proprio momento di aggregazione per tutti gli appassionati di hip hop in Italia, da tramandare. Menzione particolare per l’artwork: quest'anno infatti la classica mosca dell'Under – animale simbolo del festival – non è stata ridisegnata da uno street-artist, bensì dalla bravissima Lucia Bubilda Nanni, artista del ricamo ravennate. Info: www.ccisim.it.
E D I Z I O N E
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DAL 24 MAGGIO IN TUTTI GLI SPETTACOLI, IN TUTTA LA ROMAGNA
Giovedì 5 aprile dalle 21.45 al Moog di Ravenna appuntamento con uno storico cantautore di culto della scena italiana, il brindisino Amerigo Verardi. Per l’occasione si esibirà con band, l’Hippie Quartet.
CONCERTO-CABARET Al Kinotto Daniele Tinti e Aurora Borealo Sabato 31 marzo al Kinotto di Borgo Masotti serata (dalle 21) decisamente fuori dagli schemi. L’appuntamento è con l’attore romano Daniele Tinti per una performance di stand up comedy mentre l’appuntamento musicale è con Aurora Borealo, nuovo progetto de Il Culo di Mario: “musica pop stravagante e stonata”.
CULTURA / 29 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
ELETTRONICA
PUNK-ROCK
CONCERTI ROCK Gli Amycanbe al Bronson presentano il nuovo Ep Domenica 1 aprile dalle 21.30 al Bronson di Madonna dell’Albero concerto dei cervesi Amycanbe. La band (formata dalla cantante Francesca Amati, Mattia "Matta" Dallara, Mattia Mercuriali e Marco Trinchillo) con il suo songwriting sperimentale che sfugge alle definizioni presenta un nuovo ep, colonna sonora di uno spettacolo teatrale ispirato al fumetto Escobar. El Patron di Guido Piccoli e Giuseppe Palumbo. Il disco contiene versioni completamente rielaborate e riarrangiate dei brani della tradizione colombiana, dedicati al più famoso narcotrafficante della storia, Pablo Escobar, che ha ispirato la famosa serie televisiva Narcos.
Garage-pop all’Abajur con Miss Chain & The Broken Heels Venerdì 30 marzo al circolo Abajur di Ravenna concerto dei Miss Chain & The Broken Heels, band italiana che suona (e incide) anche all’estero, all’insegna di un power-pop con influenze garage e rock’n’roll.
Giacomo Toni in trio allo Zingarò di Faenza Mercoledì 4 aprile dalle 22 allo Zingarò di Faenza concerto del cantautore forlivese Giacomo Toni, per l’occasione in trio (accompagnato da contrabbasso e batteria) per un viaggio nel campo della migliore musica d’autore italiana, dalla scuola genovese al jazz sperimentale.
Al Magazzino Darsena il Modulo Fest tra luci e suoni Anteprima con gli Ortographe e i live di Tengrams e deella giapponese Kyoka
GLI STORICI SATANIC SURFERS A PINARELLA
Una suggestiva veduta dell’interno del Magazzino Darsena di Cervia
Il giorno di Pasqua, domenica 1 aprile, al Magazzino Darsena di Cervia è in programma l’anteprima della nuova edizione del Modulo Fest, rassegna che nasce con l’obiettivo di promuovere la sperimentazione musicale e l’arte contemporanea all’interno di luoghi emblematici della riviera romagnola. L’appuntamento clou è con il live set di Kyoka, musicista e compositrice di musica elettronica attiva tra Tokyo e Berlino. Il suo approccio musicale è eclettico e caratterizzato da un suono diretto e ruvido, ottenuto tra le altre cose da manipolazioni su nastro, broken beat e altre ritmiche dance di area house e leftfield. Ha collaborato direttamente con artisti come: Alva Noto, Byetone, Frank Bretschneider e Robert Lippok. In apertura, dalle 21.30 (porte aperte già dalle 20.30), Tengrams, progetto di Davide e Alessandro Piatto che vede riuniti sotto lo stesso pseudonimo praticamente quarant’anni di musica elettronica italiana. Ad “allestire” la serata il laser design dei ravennati Ortographe, progetto artistico del gruppo si muove tra performance teatrale, musica ed arti visive intrecciandone i linguaggi. All’interno degli spazi del magazzino darsena sarà presentata un’installazione nata dal lavoro di ricerca sui dispositivi ottici applicati alle arti visive.
Sabato 31 marzo al Rock Planet di Pinarella di Cervia appuntamento con una band storica della scena punk-rock mondiale. Si tratta dei Satanic Surfers, baciati da grande successo negli anni ’90, durante il periodo d’oro del revival punk. Insieme a Refused e Millencolin la band ha fatto conoscere il sound scandinavo in tutto il mondo, esplodendo anche al di fuori dei confini svedesi con tour in Europa, Canada, Giappone e Brasile. Il nome, molto particolare, è un omaggio a due dei loro artisti preferiti: i Misfits e gli Hard-Ons.
AVANGUARDIA Al Clandestino la band slovena tra folk tradizionale e post-rock Sabato 31 marzo al Clandestino di Faenza un’altra band fuori dagli schemi. Si tratta del trio sloveno Širom. Dopo un esordio che ha acceso i radar dell’etichetta Glitterbeat (una certezza in materie etniche), il gruppo ha allargato i propri orizzonti artistici con il secondo album "I Can Be a Clay Snapper", confermando l’originalità di un progetto capace di muoversi armoniosamente tra folk tradizionale, avanguardia contemporanea, jazz, psichedelia e post-rock.
in diretta dalla Royal Opera House mer.: p.u. 20.15
Tonya
di Craig Gillespie
Via Ponte Marino, 19 • Ravenna Centro • Tel. 0544 37148
Hostiles - Ostili
di Scott Cooper fer., sab., dom. e lun.: 20.05-22.55
sab.: 18.45-21; dom. e lun.: 16.45-18.45-21
Bigfoot Junior
di Jeremy Degruson, Ben Stassen sab.: p.u. 17; dom. e lun.: p.u. 15
Visages Villages di JR, Agnès Varda
Il sole a mezzanotte Midnight Sun
di Antonio Albanese fer. (escluso ven.): 20.30-22.45; ven.: 17.50-20.30-22.45; sab., dom. e lun.: 15.35-17.5020.30-22.45
Io c’è
di Alessandro Aronadio fer. (escluso ven.): 20.40-22.45; ven.: 18.10-20.40-22.45; sab., dom. e lun.: 15.40-18.1020.40-22.45
di Steven S. DeKnight Proiezione in Dolby Atmos fer. (escluso ven.): 20.20-22.45; ven.: 17.40-20.20-22.45; sab., dom. e lun.: 15.20-17.4020.20-22.45
Una festa esagerata
di Vincenzo Salemme fer. (escluso gio. e mer.): p.u. 20.20; sab., dom. e lun.: 18-20.20
Il sole a mezzanotte Midnight Sun
Peter Rabbit
fer.: 17.45-20.20-22.55; sab., dom. e lun.: 15-17.45-20.20-22.55 Proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano: gio. p.u. 21
di Will Gluck fer.: p.u. 17.40; sab., dom. e lun.: 14.50-15.40-17.40
di Scott Speer fer. (escluso ven.): 20-22.45; ven.: 18-20-22.45; sab., dom. e lun.: 15.40-17.40-20-22.45
Contromano
Maria Maddalena
di Garth Davis fer., sab., dom. e lun.: p.u. 17.50
Hostiles - Ostili
Molly Monster
di Ted Sieger, Matthias Bruhn, Michael Ekbladh fer. (escluso mer.): p.u. 17.45; sab., dom. e lun.: 15-16-17
Io c’è
Tomb Raider
di Roar Uthaug fer., sab., dom. e lun.: 20.20-22.55
Metti la nonna in freezer
di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi fer.: 17.50-20.25-22.45; sab., dom. e lun.: 15-17.50-20.25-22.45
Red Sparrow (v.m. 14)
di Francis Lawrence fer., sab., dom. e lun.: p.u. 22.55
La forma dell’acqua The Shape of Water
di Guillermo Del Toro fer., sab., dom. e lun.: p.u. 20.20
di Alessandro Aronadio fer.: 17.45-20.25-22.40; sab., dom. e lun.: 15.10-17.4520.25-22.40
• Cinema Mariani •
Un sogno chiamato Florida
Contromano
di Sean Baker fer.: p.u. 17.40;
di Gabriele Muccino dom. e lun.: p.u. 21
www.cinemamarianiravenna.com
Pacific Rim La rivolta
di Scott Speer fer.: 17.45-20.25-22.35; sab., dom. e lun.: 15.10-17.4520.25-22.35
di Steven Spielberg gio. e mer.: 17.45-18.45-20.40-21.35; fer. (escluso gio. e mer.): 17.45-18.4520.40-21.35-22.30; sab., dom. e lun.: 15-17.45-18.4520.40-21.35-22.30
Cinema Mariani - Ravenna
• Cinema Gulliver • sab., dom. e lun.: 15-17.40
di Steven S. DeKnight fer.: 17.40-20.20-22.50; sab., dom. e lun.: 15.05-17.4020.20-22.50
Ready Player One
APRILE
sab.31: 17.00 dom.1 - lun. 2: 15.00
TELEFONA E PRENOTA IL TUO POSTO IN SALA!!!
Pacific Rim -La rivolta
di Antonio Albanese fer.: 17.50-20.25-22.45; sab., dom. e lun.: 15.10-17.5020.25-22.45
A MERCOLEDÌ 4
(2017) regia J.Degruson, B.Stassen
gio. 29 - ven. 30: 21.00 sab. 31: 18.45 - 21.00 dom.1 - lun.2: 16.45 - 18.45 - 21.00 mar. 3 - mer. 4: 21.00
• Cinemacity • Macbeth
MARZO
(2018) di Antonio Albanese
RAVENNA&DINTORNI 29/3–4/4/2018
Ravenna
DA GIOVEDÌ 29
Rassegna ”Cartoon Kids
30 / CINEMA
Ravenna
di Antonio Albanese fer.: p.u. 21;
gio. 5/4.: p.u. 21
• Cinema Jolly • Ravenna Tonya
di Craig Gillespie gio., ven. e mar.: p.u. 21; sab.: 18.30-21.15; dom. e lun.: 16-18.30-21
• Cinedream • Faenza
Ready Player One
di Steven Spielberg Proiezione in Dolby Atmos fer.: 20-22.45; sab., dom. e lun.: 17.15-20-22.45 Proiezione in Dolby fer. (escluso ven.): p.u. 21.45; ven.: 17.45-21.45; sab., dom. e lun.: 15.15-21.45
Contromano
di Scott Cooper fer.: p.u. 20.15; sab., dom. e lun.: 18-20.15
Peter Rabbit
di Will Gluck ven.: p.u. 18; sab., dom. e lun.: 15.20-18
Tomb Raider
di Roar Uthaug fer.: 20.30-22.40; sab., dom. e lun.: 15.30-20.30-22.40
Metti la nonna in freezer
di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi fer. (escluso ven. e mar.): 20.35-22.45; ven., sab., dom. e lun.: 17.50-20.35-22.45
Rudolf alla ricerca della felicità di Mikinori Sakakibara, Kunihiko Yuyama sab., dom. e lun.: p.u. 16
Lady Bird
di Greta Gerwig
Proiezione in lingua originale: mar. p.u. 21
• Cinema Italia • Faenza Tonya
di Craig Gillespie gio., ven., sab., mar. e mer.: p.u. 21.15; dom. e lun.: 16.45-19-21.15 Proiezione in lingua originale: gio. 5/4 p.u. 21.15
Bigfoot Junior
Alfonsine
Chiamami col tuo nome
di Luca Guadagnino gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano)
Metti la nonna in freezer
di Giancarlo Fontana, Giuseppe Stasi ven., sab., dom. e lun.: p.u. 21
I primitivi
di Nick Park dom. e lun.: p.u. 16
di Jeremy Degruson, Ben Stassen sab.: p.u. 17; dom. e lun.: p.u. 15
Due sotto il burqa
• Cinema Sarti •
• Cinema Moderno •
Faenza
Contromano
di Antonio Albanese gio., ven., mar. e mer.: p.u. 21.15; sab.: 18.30-21.15; dom. e lun.: 16-18.15-21.15
• Cinema Europa • Faenza
Un sogno chiamato Florida di Sean Baker gio.: p.u. 21 (proiezione in lingua originale con sottotitoli in italiano)
L’ultimo viaggio
di Nick Baker-Monteys sab. e mer.: p.u. 21; dom. e lun.: 17-19-21
• Cinema San Rocco • Lugo
Contromano
di Antonio Albanese sab.: 20.30-22.30; dom.: 17-19-21; lun. e mar.: p.u. 21
• Cinema Moderno • Fusignano
A casa tutti bene
di Sou Abadi gio. 5/4: p.u. 21
Castel Bolognese
La forma dell’acqua The Shape of Water di Guillermo Del Toro dom.: 17.30-21; lun.: p.u. 21
• Cinema Sarti • Cervia
Lady Bird
di Greta Gerwig dom. e lun.: 17-21; mar. p.u. 21
• Cinema Jolly • Russi
Lady Bird
di Greta Gerwig sab. e dom.: p.u. 21
• Cinema Palazzo Vecchio • Bagnacavallo
Il filo nascosto
di Paul Thomas Anderson ven., sab., dom. e lun.: p.u. 21.15
Visages Villages
di JR, Agnès Varda mar. e mer..: p.u. 21.15
JUNIOR / 31 29 marzo-4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
ALL’ARIA APERTA
IL CONCORSO
A Cervia, tutto pronto per la riapertura del parco naturale Dal 29 marzo al via la nuova stagione Interventi nell’inverno per le basse temperature
PREMIATI I VINCITORI DI “UN POSTER PER LA PACE” “Il futuro della pace” è il tema dell’edizione 2018 del concorso internazionale "Un Poster per la Pace" organizzato dai club Lions di tutto il mondo dal 1988 e che a Ravenna, in questo anno scolastico, ha coinvolto 1.200 studenti di 9 scuole primarie di primo grado. Per ogni scuola sono stati selezionati i tre poster più significativi. Gli autori (nella foto) sono stati premiati sabato 24 marzo alle 9, al Centro congressi di Palazzo Corradini in Largo Firenze, nel corso di una cerimonia aperta al pubblico.
Il Parco Naturale di Cervia apre la nuova stagione giovedì 29 marzo. Durante l’inverno le condizioni meteo particolarmente rigide di fine febbraio e inizio marzo, hanno reso necessari ulteriori lavori di sistemazione dei recinti degli animali e di riqualificazione delle voliere di alcuni uccelli. Inoltre si sta lavorando per assicurare un completo assestamento delle condizioni ambientali e per favorire l’acclimatamento esterno degli animali più sensibili alle basse temperature. Tutti gli animali della fattoria comunque stanno bene e sono pronti ad accogliere gli ospiti primaverili che, complice il clima più mite, vorranno fare un’esperienza al Parco Naturale. Per tutte le novità: sito www.atlantide.net/parconaturale.
FARMACIE DI TURNO + APERTURA DIURNA 8.30 – 19.30 DAL 29 AL 31 MARZO DELL’AQUILA piazza XX Settembre 1 tel. 0544 30173; DEL CANDIANO via Trieste 1 tel. 0544 422590; SAN ZACCARIA via Dismano 587/a (San Zaccaria) - tel. 0544 554006. DALL’1 AL 7 APRILE BORGO S. ROCCO via San Mama 8 tel. 0544 212826; COMUNALE 6 via Giannello 3 (Fornace Zarattini) - tel. 0544 212835 ; DELLE ERBE via Babini 240/G (Roncalceci) - tel. 0544 534773; DANTE via Zancanaro 169 (Lido Adriano) - tel. 0544 496826.
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FIDO IN AFF
L’EVENTO/1 Terza festa di primavera al Museo NatuRa
L’EVENTO/2 Laboratorio per decorare le uova alla Rocca di Riolo
il 31 marzo dalle 14 alle 18 tra il giardino e il museo NatuRa a Sant’Alberto si tiene la terza edizione della festa di primavera. Per tutto il pomeriggio sono attive due cacce al tesoro all’interno del Museo. Dalle 14 alle 18 i clown di corsia della Cri animano il giardino con truccabimbi e palloncini. Alle 15 e alle 17 partono due laboratori compresi nel prezzo del biglietto d’ingresso al Museo. Alle 15.45 letture con Nati per Leggere. Alle ore 16.30 è prevista una pausa con merenda dolce e salata offerta a tutti dal Museo. Per partecipare alla festa è consigliata la prenotazione.
Sabato 31 marzo alle ore 15.00 la Rocca di Riolo diventa “Rocca Creativa” con il laboratorio per bambini dedicato, in occasione della Pasqua, alla decorazione delle uova pasquali. I bambini possono portare le uova e, insieme, dipingerle e decorarle seguendo la loro fantasia. L’attività è compresa nel biglietto di ingresso del museo ed è consigliata la prenotazione.Per info e prenotazioni: 0546 77450 roccadiriolo@atlantide.net; www.atlantide.net/roccadiriolo.
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Presso lo stand gastronomico Menù ricco di piatti a base di tartufo fresco di pineta alias “Tuber borchi” Bianchetto Durante la manifestazione saranno previste simulazioni di caccia al cinghiale con l’arco antico Per informazioni: Sagra del Tartufo: Ass. Tartufai Ravenna - Luigi Pelliconi tel. 339 3546640 Gare canine: Fabio Marocchi tel. 3485554767 Mercatino prodotti tipici: Servizio Ambiente del Comune di Ravenna tel. 0544 482233 In caso di maltempo ricordiamo che lo stand gastronomico è coperto e parzialmente riscaldato
32 / GUSTO RAVENNA&DINTORNI 29 marzo - 4 aprile 2018
Il topinambur in cucina
TENDENZA BIO
Dal momento che già al naturale ha un sapore gradevole e, contemporaneamente, mantiene intatte le sue proprietà nutrizionali, il consumo migliore è quello a crudo, per esempio tagliato a fettine e servito in pinzimonio, oppure come ingrediente di un’insalata mista, condita con olio extravergine di oliva, succo di limone e prezzemolo. Se invece lo si preferisce cotto, si può bollire o cucinare al vapore: in questi casi è bene sapere che il topinambur non andrebbe sbucciato bensì spazzolato dopo un lavaggio accurato sotto l’acqua corrente. Infine può essere fritto, arrostito al forno, ridotto in purea o saltato in padella.
CONSERVAZIONE Fresco, buio, asciutto
Per i tempi di cottura si faccia riferimento a queste indicazioni: • vapore o bollitura: 10-15 minuti • forno: 45 minuti • padella: 6-7 minuti.
LO STAPPATO Sagrantino passito, dolce ma ottimo con le carni di Fabio Magnani - glistappati@gmail.com
Sulla tavola pasquale, un’alternativa al solito abbinamento agnello e vino rosso è il “Sagrantino di Montefalco Passito”. Per cui assaggiamo il millesimo 2011 dell’azienda “Le Cimate”. Il colore rubino scuro fa eco a un naso concentrato e denso. Frutta matura e in confettura. Odori di more, mirtillo, visciole, prugne sciroppate, pepe nero, cioccolato, fieno greco e tabacco. Un po’ scomposto il finale. Un guizzo balsamico di foglie di eucalipto. Palato dolce, piacevole freschezza acida e tannino pronunciato. Affumicato il finale. È un vino dolce ma fidatevi, se lo abbinate a carni ovine avrete sicura soddisfazione. Nell’area di Montefalco, dove questo vino nasce, è tradizione accompagnare il Sagrantino passito alle carni.
Tobinambur, tubero saporito ricco di benefici salutari Conosciuto anche come rapa tedesca, tartufo di canna o carciofo di Gerusalemme, il topinambur (Helianthus tuberosus) è un tubero ancora poco utilizzato nella cucina di tutti i giorni ma davvero ricco di benefici. Visivamente assomiglia in parte alle patate e in parte alle radici di zenzero o curcuma: il colore può variare dal marrone, rosso-violaceo oppure nocciola chiaro. Il sapore, invece, richiama i sentori del carciofo. La pianta che lo genera è perenne e fiorisce a fine estate, colmandosi di fiori di colore giallo intenso che ricordano le margherite. A dire il vero esistono due varietà di topinambur, l’una chiamata bianca precoce che è disponibile da fine agosto, e l’altra più scura, tendente al rosso, tipica dei mesi invernali fino alla primavera inoltrata Da un punto di vista nutrizionale, il topinambur è ipocalorico, ricco di acqua di vegetazione e portatore di una grossa quantità di inulina, una fibra solubile simile all’amido che, però, non viene metabolizzata dagli enzimi digestivi,
Per conservare il topinambur è necessario riporlo in un luogo fresco, buio e asciutto, come per esempio in un sacchetto di carta nella parte bassa del frigorifero. In questo modo resiste per non più di 2 settimane. Interrarlo in un contenitore pieno di sabbia invece, ci consentirebbe di preservarlo fino ad un paio di mesi. Sbagliato invece è il congelamento perché l’ossidazione sarebbe inevitabile.
ma solamente nel colon. Questo è il motivo per cui il topinambur è un importante alimento prebiotico e regolatore delle funzionalità intestinali. Altra caratteristica importante è il suo basso indice glicemico (50) che lo rende un alimento adatto anche ai diabetici – giusto per fare un paragone, si tenga conto che l’indice glicemico delle patate è molto più elevato ed è pari a 117 per le patate cotte in forno, 93 per le patate cotte al vapore e 77 per le patate lessate. E sempre per chi ha problemi di glicemia è necessario sapere che riduce l’assorbimento degli zuccheri a livello intestinale contribuendo a ridimensionare questa grave patologia. Ancora, non va sottovalutato l’apporto di antiossidanti, di sali minerali e di vitamine, prevalentemente nel consumo a crudo. E cominciamo dalle vitamine A, C e E: queste sostanze, insieme a flavonoidi e carotenoidi, contribuiscono a contrastare l’azione dei radicali liberi e ci proteggono dalle infiammazioni e da forme virali come influenza e raffreddore. Poi il topinambur ci aiuta ad
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GUSTO / 33 29 marzo - 4 aprile 2018 RAVENNA&DINTORNI
Ricetta: risotto al topinambur e nocciole
SAGRA GOLOSA
Ingredienti: 500 grammi di topinambur, 300 grammi di riso Carnaroli o Arborio, 1 cipolla dorata, 2 litri di brodo vegetale, olio extravergine di oliva, sale marino integrale, 100 grammi di burro di centrifuga, 1 limone non trattato (bio), nocciole in granella per guarnire, 1 rametto di timo. Preparazione: Iniziare preparando il burro aromatico: lavare bene il limone, grattugiane la scorza e filtrane il succo. Ora unire 1 cucchiaio di succo, un pizzico di sale e pepe, le foglioline del rametto di timo e 50 grammi di burro ammorbidito a temperatura ambiente. Lavorare il tutto fino a ottenere un composto morbido e omogeneo. Conservarlo in frigorifero. Portare a bollore il brodo e tostare le nocciole tritate. Per il risotto, sbucciare i topinambur, tagliarli a tocchetti e metterli a bagno in acqua acidulata con il restante succo di limone. Rosolare lo scalogno tritato con metà burro e metà olio, unire il riso e farlo tostare. Poi sfumarlo con il vino bianco e aggiungere i topinambur. Ora portare a cottura il riso aggiungendo brodo poco per volta. A cottura quasi ultimata, spegnere il fuoco e mantecare con il formaggio, il burro aromatico. Impiattare e completare con le nocciole e qualche fogliolina di timo.
arricchire la nostra dieta di ferro e di folati: questi ultimi sono molto importanti durante la gravidanza per prevenire malformazioni nel bambino. Per ciò che riguarda i sali minerali, importante è l’apporto di potassio che riduce la pressione sanguigna Proseguendo, il topinambur contiene un principio attivo amaro che stimola la secrezione della bile e dei succhi gastrici durante la digestione ed è essenziale per la salute cardiaca dal momento che regola la frequenza del battito, sostenendo letteralmente il nostro cuore nella sua funzione vitale. Per concludere, una unica controindicazione: la presenza di inulina – in determinate condizioni – può provocare problemi in chi è soggetto a gonfiore addominale, produzione di gas e meteorismo. Giorgia Lagosti
Sua maestà il tartufo in degustazione al parco 1° Maggio della pineta di Classe Celebra i 40 anni la sagra primaverile dedicata al tartufo di pineta, come di cosuento in programma al Parco 1° Maggio della pineta di Classe, a Fosso Ghiaia. L’appuntamento è per i fine settimana del 7-8 e 14-15 aprile con la stand gastronomico (coperto e in parte riscaldato, aperto a mezzogiorno) dove poter degustare un menù di specialità a base di “bianchetto”, il tipico tartufo fresco di pineta. La sagra prevede anche eventi sportivi amatoriali, un raduno di moto d’epoca, gare e dimostrazioni con i cani da tartufo, simulazioni di caccia al cinghiale con l’arco antico.
COSE BUONE DI CASA In tavola a Pasqua, sardine in tegame con i carciofi di Angela Schiavina
Vi propongo un piatto che può ben allietare il pranzo pasquale – le sardine in tegame ai carciofi –, una ricetta già pubblicata nel marzo 1985 sulla rivista “Cucina Italiana”. Ingredienti (per 4 persone): 600 gr. di sardine fresche, 400 gr. di pomodori pelati, 30 gr. di burro, 4 carciofi, una piccola cipolla, una acciuga salata, aglio, prezzemolo, olio evo, vino bianco secco, limone, origano, sale, pepe in grani. Preprarazione: mondate i carciofi delle foglie esterne, delle punte, dei gambi e, dopo averli tagliati a metà, del “fieno“
interno, tagliateli quindi a fettine sottili e poneteli in acqua e succo di limone. In un tegame con il burro e tre cucchiai di olio fate appassire la cipolla. poi aggiungete l’acciuga lavata e diliscata e le fettine di carciofo. Fate cuocere dolcemente, versando di tanto in tanto il vino (mezzo bicchiere), sale e pepe q.b. Togliere testa, interiora e spine alle sardine, lavarle e asciugarle con carta assorbente. Fate un trito fine di aglio e prezzemolo e aggiungetene una parte ai carciofi. Quindi mettete metà dei carciofi nel fondo di una pirofila e posatevi sopra i pesci in un’unico strato. Salate, pepate e spolverate con un poco del trito aromatico, poi coprite con i restanti carciofi e, ancora sopra, con i pomodori pelati spezzettati. Cospargete ancora con il trito di aglio e prezzemolo, un pizzico di origano, un poco di sale e pepe appena macinato e un filo di olio evo. Infornate a 190 gradi e cuocete per 25 minuti. Servire subito.
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