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FREEPRESS Periodico di cultura e spettacoli n.1 ottobre-novembre 2014 supplemento di RAVENNA&DINTORNI

R O M A G N A & D I N T O R N I

Foto di Ilaria Scarpa dello spettacolo Us della compagnia ravennate Fanny&Alexander al festival teatrale di Santarcangelo e in scena per la Notte d’Oro

LA SFIDA DELLA ROMAGNA IN ATTESA DEL VERDETTO PER IL 2019, UN PERIODICO DI CULTURA PER LE TRE PROVINCE ALL’INTERNO musica • teatro • libri • arte • gusto • junior • eventi

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GIO 0,08 PIA OM€AG COPrezzo



R&DCULT N.1 2014

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SOMMARIO • EVENTI La notte d’oro di Ravenna ........pag. 4 • MUSICA Da Kusturica a Battiato.............pag. 6 • TEATRO Inizia la grande prosa ..............pag. 10 • LIBRI La Romagna di Falco ...............pag. 20 • ARTE La fotografia in mostra............pag. 23 • GUSTO Il cibo nella storia ....................pag. 26 • JUNIOR Famiglie a teatro .....................pag. 30 Un fotogramma del film Frankenstein che sarà proiettato con l’accompagnamento sonoro dal vivo degli Ovo durante la dodicesima edizione del Nightmare Film Festival a Ravenna dal 25 ottobre all’1 novembre. Si tratta del più importante festival del cinema horror e fantastico italiano e si compone di varie sezioni: concorso, anteprime, retrospettive, ospiti e incontri. Per il programma completo: www.ravennanightmare.it.

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001 R&D Cult nr. 1 supplemento a

R&D anno XI nr. 599 del 2-10-2014

L’ EDITORIALE

Romagna: lo sguardo oltre il campanile Questo giornale nasce a Ravenna, ma vuole parlare di tutta la Romagna e a tutta la Romagna, con l’ambizione di contribuire a un'unità e una vicinanza sempre maggiore di un territorio che condivide un'identità profonda e antica ed è chiamato, sempre più, a diventare un tutt'uno per meglio affrontare i cambiamenti di un mondo sempre più globale. Parliamo di cultura un po’ perché è quello che siamo abituati a fare da più di dieci anni nella nostra provincia, un po' perché attraverso la cultura si può parlare in realtà di tutto, perché il teatro, la musica, l'arte, i libri da sempre sono serviti a creare ponti e a interpretare meglio la realtà che ci sta intorno. Quello che ci piacerebbe fare, nel tempo, è tentare di allargare il significato della parola cultura anche all'economia, all'impresa, alla società. Perché senza cultura non ci possono essere né crescita né sviluppo. Ed è per quello che da anni, da qui, da Ravenna, seguiamo il percorso di candidatura della nostra città a Capitale europea della cultura 2019, un percorso che ha coinvolto tutta la Romagna e che riguarda anche Rimini, Forlì, Cesena. Il 17 ottobre arriverà il verdetto finale, ma comunque vada questi anni di lavoro sono serviti a costruire molto in città e fuori. Sono serviti a realizzare eventi, stringere rapporti, immaginare scenari e anche, appunto, ad allargare lo sguardo, a ragionare un po' di più in ottica della cosiddetta “area vasta”. Si tratta di una conquista che andrà coltivata comunque, a prescindere dalla vittoria, di una delle eredità più preziose che la candidatura potrebbe lasciarci nel lungo periodo se sapremo occuparcene con cura. Il nostro vuole essere un piccolo e imperfetto contributo in questo senso. È un inizio. Vorremmo raccontare ai lettori di Rimini cosa accade a Ravenna o Forlì e viceversa, raccontare cosa accade nella Romagna di oggi sul fronte delle produzioni, delle stagioni, delle idee, spaziando dal contemporaneo al classico, senza dimenticare i grandi appuntamenti popolari, la tradizione enogastronomica e anche i momenti dedicati alle famiglie. Sappiamo già che non potremo essere esaustivi e che saremo parziali e incompleti, talvolta inconsapevolmente altre volte per scelta. Qui non troverete tutto ciò che accade. Troverete qualche appuntamento da non perdere, qualche consiglio, qualche voce e qualche riflessione che speriamo possano essere interessanti. Il tutto in un cartaceo free-press, perché questa è la nostra tradizione e la nostra mission: la cultura può e deve essere democratica e accessibile a tutti, ovunque. Questo è un primo numero ed è un po' come un numero zero, un piccolo esperimento di un work in progress che procederà nei prossimi mesi: siamo qui per ricevere e accogliere suggerimenti e anche critiche. Il nostro obiettivo è costruire uno strumento di informazione riconosciuto e riconoscibile, utile ai lettori e anche a chi deve farsi conoscere fuori dai confini della propria città. Ci sembra che i tempi siano maturi per allargare lo sguardo oltre il proprio campanile e scoprire quanta Romagna c’è nel futuro di tutti di noi.

Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872 Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it

Guido Sani, Angela Schiavina, Serena Simoni.

Stampa: Galeati srl (Imola) - www.galeati.it Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48100 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it tel. 0544 408312 - 392 9784242

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EVENTI

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LE IMMAGINI

DAL TRAMONTO

GUIDO GUIDI

La Notte è d’Oro, per l’ottava volta A Ravenna l’11 ottobre si tira fino a tardi: concerti, spettacoli, mostre, recital Dal tramonto del sabato a notte fonda, decine di appuntamenti nei luoghi all’aperto più suggestivi del centro storico, nei locali pubblici, nei teatri, nei musei e in edifici storici e sportivi: l’11 ottobre a Ravenna l’ottava edizione della Notte d’Oro. Che avrà tra i suoi eventi più importanti il concerto in piazza del Popolo alle 23 con Alex Britti, il recital “L’amore ai tempi di Boccaccio” con Davide Riondino al palazzo dei congressi di Largo Firenze alle 21, la rappresentazione teatrale “Il tennis come esperienza religiosa” realizzata dalla compagnia Fanny & Alexander al Pala Costa alle 19.30. Come sempre l’intenzione degli organizzatori è quella di muoversi tra spettacolo e cultura. Oltre ai nomi di richiamo, l’offerta di molteplici e numerosi appuntamenti sparsi per la città, accanto a quelli organizzati in bar e ristoranti, potrà soddisfare tutti i gusti e persone di ogni età. Per l’edizione 2014 il panorama degli eventi si ispira a quattro temi: Immagini, Gioco, Musica e Racconto. A ciascuno dei temi è abbinato un percorso con svariate iniziative. Per tutti i dettagli aggiornati www.lanottedoro.it.

E

KOMIKAZEN

BURATTINI, NARRAZIONI PER I PIÙ PICCOLI

La Notte è d’Oro anche per i più piccoli. Diversi gli appuntamenti pensati per i bambini. Alle 17.30 all’Almagia “Le arti della marionetta”: festa della nuova stagione teatrale e presentazione delle attività del museo La Casa delle Marionette (ingresso libero). Proprio al museo (vicolo Padenna) fino alle 18 “La piccola bellezza”: laboratori di disegno a cura dell'artista David "Diavù" Vecchiato (ingresso libero). Alle 18 agli antichi Chiostri Francescani (via Alighieri) la Trafila Garibaldina: narrazioni per bambini di Vladimiro Strinati (età minima 6 anni, ingresso libero). Alle 20 in piazza Einaudi “Burattini gran varietà”: spettacoli di burattini di Massimiliano Venturi (ingresso libero). Alle 18.30 al Domus dei Tappeti di Pietra (via Barbiani) “Una danza sull’acqua”: visita guidata dedicata ai bambini con Silvia Togni (ingresso 5 euro).

Dalle 18:00 alle 3:00

MUSICA SOUL JAZZ E BLUES con Andrea dj Cena con scelta di piatti misti a 5€ Ore 24 BOMBOLONI CALDI!

Alex&Paul via A. De Gasperi, 11, Ravenna Tel.

0544 34713 Facebook: Alex & Paul

EVENTI E SPETTACOLI CULTURALI nella piazzetta Unita d'Italia. Con la Notte d'Oro si inaugura la stagione di feste in collaborazione con l'associazione Kartoffel.

11 ottobre 2014

Notte d’Oro

MAR

Protagoniste di quest’anno le immagini: proiezioni video, mostre, installazioni fruibili fino a notte tarda. Al Mar alle 18 le inaugurazioni delle mostre “Guido Guidi – Veramente” e “Komikazen 2014” (vedi pagina 24). Alle 22 “Visioni di Eterno” negli antichi chiostri vrancescani con le video proiezioni in 3d di quattro monumenti Unesco, realizzati da Andrea Bernabini (Galla Placidia, Teoderico, Sant’Apollinare Nuovo, Battistero degli Ariani). Altre esposizioni: Dock61 (via Magazzini Posteriori 61), Emilia (Fabio Bonetti); Le Cantine di Palazzo Rava (via di Roma 117), Geographical Institute of Unconventional Drawing Art; galleria Mirada (via Mazzini 83), incontro con Ugo Bertotti e H.R. Vassaf intervistati da Tahar Lamri e a mezzanotte mostra delle tavole originali di Gord Hill 500 anni di resistenza.

JUNIOR MARIONETTE,

AL

Il bar della piazza principale di Ravenna per la Notte d'Oro aggiunge al famoso APERITIVO A BUFFET i sapori della porchetta romagnola.


EVENTI

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5 LA MUSICA

VISITE GUIDATE

Alex Britti live in piazza

RAVENNA LETTERARIA DANTE, FATALE L’AMBASCERIA?

La Notte d’Oro si aprirĂ alle 18 di sabato con la musica e le dirette di Radio International in piazza del Popolo dove alle 23 è atteso il cantautore romano Alex Britti. Diversi i concerti organizzati dal Comune di Ravenna: nella Basilica di San Vitale alle 18 “Tra luci e coloriâ€? con i Cantori di San Vitale e alle 22 il concerto d’organo Labirinto Organistico; al Museo d’arte della cittĂ alle 19 i Kisses from Mars in concerto; alla sala Corelli del teatro Alighieri dalle 17.30 il coro lirico Calamosca Mariani. Altri live, come detto, nei diversi locali della cittĂ .

Alle 17.15 all’ufficio Iat (via Salara 8), prenotazione obbligatoria 0544.482838-35404, 5 euro/persona.

AUREA RAVENNA TRA I REPERTI DEL PERIODO AUGUSTEO

Alle 18 al museo nazionale (via San Vitale), prenotazione obbligatoria sbap-ra.museonazionale@beniculturali.it, ingresso gratuito.

IMPERIITURO LA CITTÀ NELL’EPOCA CAROLINGIA E OTTONIANA Alle 19 alla biblioteca Classense (via Baccarini), prenotazione obbligatoria 0544.482116, ingresso gratuito.

BACCO, TABACCO E VENERE LUOGHI DI RITROVO E DIVERTIMENTO DALL’ANTICHITÀ A OGGI

IL RACCONTO

Boccaccio con Riondino David Riondino è l’ospite di RavennaPoesia per la Notte d’Oro: l’attore, cantautore e scrittore fiorentino avrĂ una serata tutta sua con “Alatiel: L’amore ai tempi di Boccaccioâ€?, spettacolo tra parole e musica in cui rivivranno i personaggi boccacceschi: la bellissima, irresistibile Alatiel, gli uomini che se la contendono, il sultano di Babilonia. Appuntamento alle 21 al palazzo dei Congressi in Largo Firenze. Alla Biblioteca Classense aperta fino alle 22 la mostra didattica Imperiituro che illustra il ruolo di Ravenna nell’epoca carolingia. Tante le visite guidate (vedi altro articolo a lato).

Alle 20.15 e 22.15 a Porta Adriana (via Cavour), prenotazione obbligatoria 339.4040578, 6 euro/persona.

I SIMBOLI PERDUTI UN PERCORSO TRA ESOTERISMO E MISTERO Alle 20.15 e 22.15 a Porta Adriana (via Cavour), prenotazione obbligatoria 339.4040578, 6 euro/persona.

DENTRO IL MOSAICO I MONUMENTI UNESCO SAN VITALE E GALLA PLACIDIA Alle 20, 20.30, 21 e 21.30 al portale di San Vitale (via San Vitale), prenotazione obbligatoria 0544.35404, 8,50 euro/persona (residenti gratis)

DOMUS

DEI TAPPETI DI PIETRA

Alle 19.30, 20.30 e 21.30 alla chiesa di Sant’Eufemia (via Barbiani), 5 euro/persona (biglietto valido anche per Cripta Rasponi, Giardini Pensili, museo Tamo).

IL GIOCO

Fanny&Alexander e Agassi Non mancheranno i momenti ludici nella Notte d’Oro, rivolti non solo ai bambini. La rappresentazione teatrale “Il tennis come esperienza religiosaâ€? realizzata dalla compagnia Fanny & Alexander al Pala Costa alle 19.30 e dedicata alla figura di Andre Agassi. In piazza San Francesco “Ravennopoliâ€? per scoprire i segreti di Ravenna muovendo le pedine viventi: il celebre Monopoli si trasforma in salsa ravennate con Imprevisti e ProbabilitĂ ideate su misura sulla vitta cittadina. Al Museo Tamo invece ci si sfida a colpi di quiz: Dr. Why gioca con Talking Ravenna, il gioco a quiz per scoprire insieme la nuova App da telefonino per Ravenna.

LA CRIPTONITE DELLA CRIPTA MISTERI ARCHITETTONICI Alle 18 a piazza San Francesco. Segue visita al laboratorio Anna Fietta e aperitivo. Prenotazione obbligatoria 328.6152405, 12 euro/persona.

GIARDINI PENSILI DA ROMANTICO LUOGO INIZIATICO A PINCETTO Alle 21 a piazza San Francesco, 1 euro/persona.

AMORI PERDUTI DA PAOLO E FRANCESCA A BYRON

E

TERESA

Alle 22 al museo Tamo (via Rondinelli 2), prenotazione obbligatoria 0544.482838-35404, 10 euro/persona (biglietto valido anche per Cripta Rasponi, Giardini Pensili, museo Tamo).

Per la Notte d'oro aperto fino alle ore 3.00

Notte d’oro 11 ottobre 2014 dalle h.17,00

Premietti

a tutti i cagnolini che visiteranno il negozio e la toelettatura (potranno entrare anche i loro amici umani)

RAVENNA, Via P. Matteucci, 2 - Tel. 0544 30904 info@vinerianuova.it

CORSO CAVOUR 79, RAVENNA, ITALIA TEL 0544.39459

lunedĂŹ 15,00 -19,00 mar-mer-ven- sab 10,00-19,00 orario continuato GIOVEDĂŒ CHIUSO


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MUSICA

L’EVENTO KUSTURICA A RICCIONE Il 25 ottobre al palasport di Riccione evento di caratura internazionale con il chitarrista (e regista cinematografico) Emir Kusturica e la sua No Smoking Orchestra, gruppo fondato a Sarajevo nel 1980 nel quale, oltre a suonare, Kusturica cura la parte estetica e scenografica dei concerti. Il giorno precedente l’appuntamento è al teatro Turismo di San Marino

CLASSICA/1

CLASSICA/2

Dall’Ottocento a Cage al Masini di Faenza con “Erf in Winter”

Tra rigore e leggerezza a Rimini con la Sagra Musicale Malatestiana

Al via “Erf in Winter”, la nuova stagione di concerti Nell’ambito della 65esima Sagra Musicale Malatestiana tornaorganizzata dall’Emilia Romagna Festival al teatro Masini no “I Concerti della Domenica”, cinque appuntamenti musicali di Faenza. Si parte a ottobre per esplorare l’universo sonoin programma dal 9 novembre al 14 dicembre. Un’edizione che si ro della musica da camera, guidati dalle note del pianoformuove tra il rigore dell’esecuzione “classica” e la capacità di te – e del fortepiano – attraverso le epoche e i continenti, intrattenimento di abilissimi esecutori. Il primo appuntamento con la rassegna di musica da camera dalla musica classica agli azzardi artistici contemporanei. alle 21 al teatro degli Atti di Rimini con una performance musiLa stagione s’inaugura lunedì 20 ottobre alle 21 con l’ecale d’eccellenza “La Viole du Roi Soleil”: Jordi Savall (viola da sibizione di Giuseppe Albanese – pianista italiano richiegamba) Luca Gustissimo in tutto il mondo – che presenterà il glielmi (clavicembalo) nuovo album su Deutsche Grammophon, LASSICA/3 e Rolf Lislevand, (tiordedicato al fascino della fantasia, forma ba e chitarra), eseguomusicale resa celebre dai grandi autori I CONCERTI DELLA DOMENICA DI RAVENNA no musiche di Ortiz, dell’800. Lunedì 27 ottobre è la volta di Sanz, Dowland, Cor Fabrizio Ottaviucci, eclettico pianista e comMentre è in corso (fino al 30 di ottobre) la rassegna dedicata reas, Correa de Arraupositore noto per la sua ricerca musicale, con ai giovani talenti incentrata sui grandi compositori dell’Ottocento, l’associazione musicale Angelo Mariani ha xo, Valente, Froberger, un programma dal titolo Scelsi e Cage: la rivogià presentato anche i tradizionali “Concerti della DomeAbel, Bach, de Visée e luzione della musica contemporanea. nica”: dal 26 ottobre al 22 dicembre, alla sala Corelli del teaUn omaggio al grande compositore franMarais. tro Alighieri di Ravenna sette appuntamenti che manderanno cese Francis Poulenc intimo amico di Domenica 16 noin scena musicisti già affermati e vincitori di importanti premi, Cocteau, vedrà sul palco lunedì 3 novembre vembre sempre al impegnati in programmi musicali variegati che spaziano dal ore 21 quattro interpreti importanti: Bruno teatro degli Atti (ma barocco alla musica del novecento. L’apertura sarà affidata al alle ore 17) sale sul Canino, tra i più grandi pianisti a livello interchitarrista Marco Battaglia che si esibirà su chitarre appartepalco per un’esibinazionale, Gordana Josifova, la “raffinata nute a Giuseppe Verdi e a Francesco Balilla Pratella. Quindi zione solista il pianipoetessa dell'oboe”, Fulvio Florio, primo flauin novembre si susseguiranno i concerti dell’Ensemble sta Alexander Roto con numerose orchestre italiane ed euroDelfico, gruppo che suona con strumenti originali e dedito manovsky. In propee, e Claudio Mansutti, celebre clarinettista alla musica del periodo compreso tra il classicismo e la nascigramma pagine e direttore artistico friulano. ta del romanticismo (2 novembre), del duo formato dal venmusicali di Brahms Protagonista indiscusso del concerto in tiseienne violinista Fabrizio Falasca, considerato da Salvatore e Schubert. programma lunedì 10 novembre sarà l’antiAccardo uno dei migliori giovani violinisti italiani della sua Il 23 novembre co strumento del fortepiano – padre dell’ogenerazione, in duo con il pianista ravennate Cesare Pezzi (9 (sempre alle 17, al dierno pianoforte che aprì nuovi orizzonti novembre), del Kaleiduo composto da musicisti con lunga teatro degli Atti) è in agli artisti della seconda metà del Settecento esperienza alle spalle il flautista Yuri Ciccarese e il fisarmonicalendario il concerabilmente suonato da Marco Farolfi. cista Gianni Fassetta (23 novembre), e il recital del pianista to del Quartetto Lunedì 17 novembre il flauto di Massimo Luigi Tanganelli, vincitore del Concorso Internazionale Prometeo, con muMercelli incontra il pianoforte del grande Schumann (30 novembre). siche di Beethoven e Ramin Bahrami per l’ultimo appuntamento Schumann. della stagione: Il flauto di Bach.

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ELETTRONICA LA TECHNO DI RROSE AL CLUB ADRIATICO Sabato 18 ottobre (dalle 23) torna Club Adriatico, la serata dedicata alla musica elettronica e al clubbing all’Almagià, in zona Darsena, a Ravenna. L’appuntamento della prima serata è (oltre che con i dj resident) con il live dell’americana Rrose, all’insegna di una techno oscura e mentale. Il secondo appuntamento è in programma

AVANGUARDIA DA JOE MCPHEE AGLI HENRY COW

ALL’AREA

SISMICA

Primi concerti della stagione dall’Area Sismica, il circolo Arci di Ravaldino in Monte (Modigliana) che propone un programma di altissimo livello in particolare per la musica di avanguardia. Si parte il 12 ottobre con gli americani Joe McPhee (gigante del jazz statunitense – nella foto –, sax e tromba) e Chris Corsano (batteria). Il 19 ottobre il violoncello della coreana Okkyung Lee all’insegna dell’improvvisazione; domenica 2 novembre alle 18 il trio brasiliano free jazzrock Chinese Cookie Poetsn per la sua unica data italiana; il 16 novembre Konk Pack, progetto del membro fondatore degli Henry Cow (poi in concerto al teatro Fabbri di Forlì il 23 novembre) Tim Hodgkinson (chitarra el, clarinetto, elettroniche) insieme a Thomas Lehn (campionatore, sintetizzatore analogico) e Roger Turner (batteria). I concerti iniziano alle 18.


CHI SIAMO E COSA FACCIAMO Reclam Edizioni e Comunicazione Srl, editore di è il più importante editore locale di giornali e riviste free press. Reclam nasce nel 2002 dall’esperienza del Gruppo Editoriale L’Espresso e diventa in poco tempo un’importantissima realtà indipendente. Produce mezzi di informazione di alta qualità, diffusi gratuitamente e capillarmente su tutto il territorio ravennate e sull’area vasta. Sul sito www.reclam.ra.it è possibile sfogliare e scaricare tutte le nostre testate e consultare tutti i servizi di marketing forniti dalla nostra azienda, dalla distribuzione di materiale pubblicitario al web marketing. Reclam è l’editore di settimanali, quotidiani e riviste tematiche dedicate alla cultura e all’abitare. È media partner ufficiale di Ravenna Festival, di Ravenna Teatro (Stagione di Prosa del Teatro Alighieri), del Teatro del Drago (Le Arti della Marionetta), dell’Accademia del Musical, di Cinemaincentro, di Cinemadivino.

I principali prodotti editoriali di Reclam, oltre al sito www.ravennaedintorni.it sono:

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MUSICA

8 DAL VIVO GLI ALTERNATIVI Il Bronson di Ravenna (Madonna dell’Albero) riapre i battenti all’ìnsegna della storia del rock il 17 ottobre con l’alternative metal degli americani Helmet in tour per i 20 anni del loro album più sperimentale (e probabilmente bello), Betty (nella foto a destra la copertina). A sinistra invece una foto d’epoca dei Sebadoh, band icona dell’indie-rock mondiale, al Bronson il 25 ottobre. Tra gli altri concerti di questa prima parte di stagione l’alt-rock degli Strand Of Oaks (18 ottobre) e il folk scuro dei Timber Timbre (3 novembre)

L’APPROFONDIMENTO di Luca Manservisi

Prima di tutto ci era piaciuto quel nome, Marlene Kuntz, che solo qualche anno dopo avevamo scoperto che si pronunciava Cànts e che pare voglia dire letteralmente “fighe”, tra l’altro. Una assurda doppia citazione, un doppio omaggio, alla Dietrich, come si poteva prevedere, e ai Butthole Surfers. Gruppo di culto loro, proprio come i Marlene dell’inizio. E non solo grazie a quel nome. Furono per esempio quelli che portarono in Italia e di fronte a un pubblico più vasto le chitarre dei Sonic Youth e che cercarono di farle combaciare con la forma canzone e, cosa non comune all’epoca, addirittura “canzone” con i testi in italiano. Interpretandoli un po’ come un primo Nick Cave. Mica male. Il noise rock da una parte e testi colti o presunti tali, utilizzando spesso parole desuete e citazioni radical chic. A chi l’ha vissuta in diretta o quasi, la parabola dei Marlene

I Marlene Kuntz, vent’anni dopo La band in tour per celebrare il disco d’esordio, pietra miliare del rock in italiano dei Novanta

Cristiano Godano, il leader dei Marlene Kuntz che saranno in concerto per i 20 anni del loro album di debutto, “Catartica”, l’11 ottobre al Velvet di Rimini e il 12 dicembre al Bronson di Ravenna

CLUB DALL’EX ULAN BATOR

AL METAL SCANDINAVO

Dando un’occhiata ai club della Romagna, oltre al Bronson già citato qui in alto, il Velvet di Rimini dopo i Marlene Kuntz ospita gli ex Prozac+, da alcuni anni dietro ai Sick Tamburo (18 ottobre), mentre nella vicina Poggio Berni, al circolo dei Malfattori, da segnalare la serata del 25 ottobre con una leggenda del grindcore italiano, i Cripple Bastards. Passando a Cesena al Vidia, tra gli altri, da segnalare il rock italiano dei Blastema (17 ottobre), l’industrial-metal degli svedesi Deathstars (24 ottobre) e l’alternative rock degli inglesi Deaf Havana (31 ottobre); e al Magazzino Parallelo domenica 12 ottobre Amaury Cambuzat membro fondatore della band di culto francese di art-rock, Ulan Bator, presenterà, in versione acustica tutti i brani che hanno segnato la storia del gruppo. Nella vicina Savignano, invece, si sta facendo sempre più largo nel panorama nazionale la programmazione del Sidro Club: i due appuntamenti di ottobre sono il 15 con il duo rock’n’roll americano The Ghost Wolves e il 22 con la psichedelia dei tedeschi Vibravoid. Infine, al Rock Planet di Pinarella di Cervia, due serate all’insegna del rock pesante l’11 ottobre (con gli americani New Years Day e Escape The Fate e gli inglesi Glamour Of The Kill) e il 14 novembre (con il metal scandinavo di Dark Tranquillity e Amoral).


MUSICA

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9 DAL VIVO NAZIONALPOPOLARI Claudio Baglioni (nella foto) sarà al Pala De André domenica 26 ottobre, ma per chi ama i “concertoni” l’appuntamento è al 105 Stadium di Rimini: il 31 ottobre con Cesare Cremonini, il 14 novembre con il supergruppo Fabi-Silvestri-Gazzè e il 21 novembre con Emma Marrone.

I MAESTRI Franco Battiato (a sinistra), presenterà il suo ultimo progetto (e disco) il Joe Patti Experimental Live Group il 31 ottobre al Carisport di Cesena. L’ex ministro della cultura brasiliano Gilberto Gil, storico esponente del movimento tropicalista, sarà invece al teatro Verdi, sempre a Cesena, il 28 ottobre.

Kuntz era di quelle che erano in grado di trasformare una band in un gruppo di piccoli guru (capitanato dal carismatico Cristiano Godano, voce e chitarra, ma con i coretti del pubblico spesso diretti anche all’altro chitarrista e fondatore, Riccardo Tesio), con i fan devotissimi, di quelle cose quasi religiose, live che ogni volta erano delle celebrazioni (e dove addirittura si po-ga-va, ricordate?) e l’eredità dei Cccp appiccicata alle spalle. Per un po’ c’è da dire che il posto dei Cccp l’avevano preso davvero. Diciamo fino al duetto con Skin, forse. Fino a che non

Acerbo nei suoni,

Catartica contiene alcuni veri e propri inni generazionali per gli “alternativi” di quei tempi

hanno legittimamente pensato di fare del pop d’autore e anche dei soldi, se si poteva. Che poi non ci sarebbe neppure niente di male. Però la magia si è persa e i dischi non sono più stati al livello del passato. L’apice d’altronde l’hanno toccato senza mai più avvicinarcisi ancora nel secolo scorso, con Il Vile e Ho ucciso paranoia, probabilmente. Ancor più che con il debutto di Catartica, che ora stanno celebrando ed è il motivo per cui scrivo queste righe, ma ancora acerbo nei suoni, rispetto ai suoi immediati successori. Acerbo, d’accordo, ma con

forse i pezzi più noti, veri e propri inni per una buona fetta di giovani o meno giovani che negli anni Novanta si dicevano alternativi in Italia. Le grida di “Sonica, so-so-sonica”, l’attacco al fulmicotone, “Complimenti per la festa! Una festa del cazzo”, per non parlare del crescendo da pelle d’oca, che «è certo un brivido averti qui con me in volo libero sugli anni andati ormai e non è facile, dovresti credermi, sentirti qui con me perchè tu non ci sei. Mi piacerebbe sai, sentirti piangere, anche una lacrima, per pochi attimi”. Va beh. Sono passati vent’anni da quel disco e ora

dopo varie ripubblicazioni i Marlene, maturi, vanno in tour (anche al Velvet di Rimini l’11 ottobre e al Bronson di Ravenna il 12 dicembre) a rifare Catartica, che in generale ascoltato oggi, a parte un paio di episodi invecchiati male (l’iniziale Mk in particolare), resta devastante, per chi almeno l’aveva ascoltato e amato ai tempi. Non un capolavoro come Hai paura del buio, celebrato sempre quest’anno dagli Afterhours nonostante i “soli” 17 anni di età, ma a suo modo anche Catartica una pietra miliare del rock in italiano degli anni Novanta.


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TEATRO L’AUTORE

«In punto di morte vado verso un gran forse, che è un luogo che nessuno ha visto, di cui molti parlano senza averlo visto. Ma allora cosa conta, tanto vale andar giù a vedere, andar giù di persona a vedere cosa c’è, cosa succede, in che cosa consiste questo luogo». Avrebbe compiuto novanta anni il 24 novembre, Raffaello Baldini. Invece se ne è andato via prima, per vedere quel luogo di cui tutti parlano senza averlo mai visto. Perché non bisognerebbe mai parlare di ciò che non si è mai visto. Nelle sue poesie aveva dato voce alla gente che vedeva tutti i giorni, persone comuni che palavano così come erano, non tenevano pretenziosi comizi, ma facevan dal ciacri, come si intitola una delle sue raccolte di poesie. Parole quotidiane che messe in fila diventano poesia. Non quella poesia fatta di chiari di luna, di sospiri e di sguardi, ma una poesia che è il sapersi meravigliare della semplicità. Una anziana donna di Massa Lombarda dopo una lettura di poesie di Baldini fata da Ivano Marescotti si avvicinò all’attore e gli disse: «Queste poesie sono così belle, che non sembrano neanche poesie». Ed è proprio questo il significato delle parole di Baldini, arrivano dirette senza artifici. Per questo Baldini sceglie il dialetto, perché, come ha raccontato più volte, era la lingua che si parlava lì al bar sotto casa, a Santarcagelo, fin da quando era bambino. Il dialetto è la lingua di un mondo ben definito. Lo spiegava con queste parole Baldini intervistato da Ennio Cavalli «Il dialetto ha dei confini, cioè certe cose non ha le parole per dirle, ma il fatto è che anche nella testa di coloro che parlano in dialetto ci sono dei confini, cioè certe cose non le pensano, quindi non hanno bisogno di parole per esprimere quello che non pensano, è un piccolo mondo autonomo che è andato avanti, in questa autonomia, a lungo, fino a quando non sono cominciate ad arrivare delle cose da fuori». Mentre il mondo cancellava i dialetti per far largo all’italiano televisivo e all’inglese internazionale in Baldini lòv non è mai diventato l’amore anglosassone, ma “la golosità” della profonda Romagna. In quello che chiamava “e mi mònd” non si dice “ti amo”, che è una frase talmente sentita da non avere più senso, in questo mondo ci si accontenta di termini meno roboanti, ma proprio questo più sinceri. In ste mònd l’amore si dice semplicemnte at voi beh. Baldini in vita non era stato famoso e amato come il concittadino Tonino Guerra, che aveva dalla sua parte il cinema di Fellini che lo fece conoscere ai quattro angoli del pianeta, era però già un autore riconosciuto e

Il poeta delle parole quotidiane Un anno di eventi dedicato al grande Raffaello Baldini, da Ravenna a Santarcangelo

Una veduta di Santarcangelo, paese natale di Raffaello Baldini

le sue poesie erano edite da Einaudi. Ed è proprio Einaudi, casa editrice che ha pubblicato i più grandi poeti della letteratura mondiale, che oggi lo ricorda affermando che «è stato uno dei più grandi poeti italiani dell'ultimo mezzo secolo». Negli ultimi anni la fama di Baldini sta crescendo e tra il 2014 (novanta anni dalla nascita) e il 2015, quando ricorreranno i dieci anni della morte, si terranno molte iniziative in suo onore. La prima sarà un incontro al teatro Alighieri di Ravenna l’8 novembre seguito dallo spettacolo La fondazione interpretato da Ivano Marescotti. Seguiranno nei mesi successivi numerosi convegni per discutere sulla sua opera da Bologna a Milano. è prevista inoltre la pubblicazione di un quadruplo CD audio con le poesie lette dallo stesso poeta, un documentario per la regia di Silvio Soldini, una mostra itinerante e reading teatrali. A chiudere le celebrazioni sarà il Festival di Santarcangelo Matteo Cavezzali

LO SPETTACOLO

Ivano Marescotti porta in scena “La Fondazione” all’Alighieri Il testo, tra il tragico e il comico, fu regalato al noto attore dall’autore stesso

A Ravenna, Rudy Gatta, inteprete delle poesie di Raffaello Baldini, ha curato l’edizione E mònd (Danilo Montanari Editore), un volume il cui ricavato andrà interamente devoluto alla Fondazione "Dopo di noi" di Torri di Mezzano che si prende cura dei ragazzi disabili dopo la scomparsa dei genitori. Sempre a Ravenna e sempre dedicato a Baldini è stato inoltre realizzato un dvd con il corto E diveri (testo di Raffaello Baldini, regia di Silvia Bigi con Rudy Gatta, musiche Luca Maria Baldini) in concorso all’undicesima edizione di Sedicicorto international Film Festival in corso a Forlì dal 3 all’12 ottobre, info: www.sedicicorto.it.

La stagione di prosa del teatro Alighieri di Ravenna prende il via venerdì 7 novembre con un’opera tutta romagnola: l’attore Ivano Marescotti porta infatti in scena un testa del poeta santarcangiolese Raffaello Baldini La fondazione (fino al 9 novembre). Un testo che l’autore in persona ha donato all’attore con la consegna di rappresentare l'immagine tenera e feroce di un individuo tanto attaccato alle cose da rinunciare a vivere nel presente. E l’attore di Villanova onora questo prezioso lascito con un’interpretazione che spazia dal comico al tragico, restituendo con la forza evocativa del dialetto romagnolo in un'efficace mescolanza linguistica con l'italiano, quella nostalgia per l’innocenza perduta che permea i testi teatrali di Baldini. In scena troviamo un uomo bizzarro che colleziona ossessivamente i più assurdi oggetti del passato e coltiva l’idea di dar vita a una Fondazione che tenga viva la memoria delle cose più sfuggenti e dei pensieri, quelli che vengono a tutti noi in qualche momento della giornata e che sembrano tanto acuti ma che poi spariscono nel flusso degli eventi.

Marescotti ne La Fondazione



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TEATRO

12 CESENA

CATTOLICA

IL CAPPOTTO DI GOGOL AL BONCI Un’immagine dallo spettacolo Orchidee in scena al Novelli di Rimini

Al teatro Bonci di Cesena la prosa prende il via il 13 novembre (fino al 16) con lo spettaccolo Il Cappotto, liberamente ispirato all’omonimo racconto di Gogol’ per la regia di Alessandro D’Alatri con Vittorio De Franceschi, Umberto Bortolani, Marina Pitta.

Filippo Timi e il suo monologo Skianto

FORLÌ IL SERVO DEI DUE PADRONI DI FAVINO Dal 27 al 30 novembre si apre il sipario della prosa anche a Forlì, al teatro Diego Fabbri, con Servo per due (One Man, Two Guvnors) di Richard Bean tratto da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni con Pierfrancesco Favino e 13 attori del gruppo Danny Rose e musicisti scene Luigi Ferrigno, costumi Alessandro Lai, musiche Musica Da Rispostiglio, coreografie Fabrizio Angelini, luci Cesare Accetta regia Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli produzione Gli Ipocriti.

RIMINI

Domenica 16 novembre, il Teatro della Regina di Cattolica apre la nuova stagione di prosa con uno spettacolo di e con Filippo Timi dal titolo Skianto, alle 21.15. L’attore sarà accompagnato da Andrea Di Donna, a voce e chitarra, in una produzione firmata Teatro Franco Parenti, Teatro Stabile dell’Umbria. Scritta in dialetto umbro, Skianto è un monologo che mescola rabbia e dolore all'esilarante ironia pop che caratterizza gli spettacoli di Filippo Timi che di questo lavoro ha detto: «Skianto è la bocca murata. È il racconto di un ragazzo disabile che ha il cancello sbarrato. Io spalanco quella bocca in un urlo di Munch. Gli esseri umani sono disabili alla vita. E siamo tutti un po' storti se ci confrontiamo alla grandezza della Natura. Esiste una disabilità non conclamata che è l'isolamento, l'incapacità di fare uscire le voci».

Dal comico al contemporaneo passando per i classici: il novembre del Novelli Novembre è un mese quanto mai ricco per il teatro Novelli di Rimini dove ci sono spettacoli davvero per tutti i gusti. Dal comico Giuseppe Giacobazzi con Un po’ di me. Genesi di un comico il 5 e il 6 novembre a Monica Guerritore e Giovanni Nuti che il 9 novembre porteranno in scena Mentre rubavo la vita, una spettacolo basato sui testi di Alda Merini per la regia di Mimma Nocelli. Dal 14 al 16 novembre sarà invece la volta di Tullio Solenghi in Amadeus pièce teatrale di Peter Shaffer resa nota dall’omonimo film di Milos Forman che mette in scena i tentativi di Salieri (interpretato da Solenghi) di distruggere la reputazione del rivale Mozart (interpretato da Aldo Ottobrino). Il 19 novembre, data unica per Orchidee della compagnia Pippo Delbono che incrocia i linguaggi del teatro con quelli della danza e del cinema per raccontare questa epoca in cui come per le orchidee “si fatica a distinguere il vero dal falso”. Si torna alla prosa più classica con Il mercante di Venezia di Shakespeare intepretato da Silvio Orlando in scena con la Popular Shakespeare Kompany (dal 25 al 27 novembre), mentre il mese si chiude lo spettacolo con cui Silvia Gallerano ha vinto il premio The Stage for Acting Excellence il 29 novembre: La merda. Spettacolo che ha sfidato la censura e scioccato e meravigliato pubblici di tutta Europa negli ultimi due anni. Si tratta di una produzione di Cristian e Marta Ceresoli realizzata in collaborazione con, tra gli altri, Summerhall (Edimburgo), Soho Theatre (Londra), Gorki Theater (Berlin) e Teatro Valle Occupato (Roma).

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TEATRO

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13 MELDOLA

BAGNACAVALLO

CALIFORNIA SUITE AL DRAGONI

Due anteprime con Flamenquevive e I Musicanti

Michele Placido in scena nei panni di Re Lear

La nuova Stagione di Prosa del Teatro Dragoni di Meldola inizierà con la brillante commedia California Suite di Neil Simon interpretata, nei ruoli principali, da Gianfranco D’Angelo e Paola Quattrini (domenica 23 novembre alle ore 21).

RAVENNA AMORE E ANARCHIA VULKANO

A

Due le anteprime nazionali al Goldoni di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna. La compagnia Flamenquevive di Gianna Raccagni ha infatti scelto il Teatro Goldoni per provare ed allestire lo spettacolo TerrAdentro. Accompagnata da straordinari musicisti, la compagnia presenta una straordinaria combinazione di musica e danza di due terre del sud: Spagna e Italia, con tutti i loro sentimenti, contraddizione ed espressioni. Un insieme di folklore e moderne visioni che mai dimenticano la loro terra d’origine (venerdì 7 novembre alle ore 21). Immediatamente dopo, il Teatro ospiterà le prove dei talentuosi Musicanti di San Crispino che, domenica 16 novembre alle ore 21, presenteranno il loro nuovissimo progetto teatrale Allegro con sputo.

LUGO E FAENZA

Il Re Lear di Michele Placido apre la prosa del Masini e del Rossini Il Re Lear di Shakespeare interpretato da Michele Placido e Gigi Angelillo, per la regia dello stesso Placido e di Francesco Manetti, aprirà sia la stagione di prosa del teatro Rossini di Lugo, sia quella del teatro Masini di Faenza. Nella città manfreda andrà in scena dal 28 al 30 ottobre, mentre a Lugo ci sarà dal 7 al 9 novembre. Dunque il noto attore e volto anche cinematografico calca il palco nei panni di uno dei più complessi e affascinanti personaggi shakespeariani. In Re Lear Shakespeare sembra assorbire il sentimento terrorizzante dell’uomo di fronte al Cosmo, di cui in quegli anni le teorie di Keplero e Galilei stavano iniziando a rivoluzionarne la conoscenza, per restituirci questa immensa metafora della condizione umana. All’inizio del dramma Lear rinuncia al suo ruolo, consegna il suo regno nelle mani delle figlie, si spoglia dell’essere Re, pilastro e centro del mondo, per tornare uomo tra gli uomini. Ma questa scelta viola le regole che organizzano l’universo, e quel che ne segue sono “azioni innaturali che generano tormenti innaturali”: figli contro padri, follia, violenza, nel contesto di una natura sconvolta e tutt’altro che benigna. Una tragedia che parla dell’impossibilità di tradurre in parole il sentimento d’amore filiale di Cordelia verso il padre.

Fino a martedì 21 ottobre proseguono allo spazio Vulkano di San Bartolo (Ravenna) le repliche dello spettacolo Amore e anarchia, storia di uni mostra una coppia di anarchici ravennati vissuti a fine Ottocento. Testo di Luigi Dadina (attore che è anche in scena) del Teatro delle Albe assieme all’autrice Laura Gambi. Con Dadina, sul palco anche l’attrice Michela Marangoni in una collaborazione di Teatro della Albe e Drammatico Vegetale, sono infatti di Pietro Fenati e Elvira Mascanzoni le scene e le luci. Posti limitati, consigliata la prenotazione al 0544 36239 o 333 7605760.

b p t m R E c S



PROGETTI I

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PROTAGONISTI/1

David Byrne per la sonorizzazione degli otto monumenti Unesco

Vinicio Capossela per una rassegna di musica e danze popolari

Il maestro Riccardo Muti punta a aprire una scuola per direttori e cantanti

CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA/1

Capossela, Byrne, Wenders: ecco il programma per il 2019 Festival, concerti, incontri, performance: 67 iniziative e 7 grandi eventi spalmati su dodici mesi coinvolgendo tanti big della cultura Cosa succederà se Ravenna dovesse diventare capitale europea della cultura? Il dossier presentato al ministero dallo staff ravennate entra nel dettaglio dei progetti più importanti e di certo in quel caso nel 2019 non ci si annoierà. L’evento inaugurale è in programma il 18 gennaio 2019, si chiamerà Il contagio e vedrà tutta la provincia omaggiare il liscio romagnolo con quello che viene definito come «il virus del ballo di coppia» dal mattino fino a notte fonda. La giornata sarà suddivisa in un momento di ballo corale con «coreografie impossibili» culminando di sera con i fuochi d’artificio. A coordinare il tutto (per un budget complessivo di 800mila euro) anche Enrico Gabrielli, nome di punta della scena musicale underground italiana ed esperto di musica orchestrale. Scorrendo il programma delle iniziative (67 le “tessere” elencate nel dossier, con 7 grandi eventi), si va dalla mostra itinerante tra Rimini, Faenza, Forlì e Ravenna sugli artisti viaggiatori (con anche opere di Gustav Klimt) al festival dei quartieri interculturali di Lido Adriano (e in Darsena), dal monumento di arte pubblica da realizzare in omaggio delle persone Lgbt e contro l’omofobia fino all’archivio di immagini dei Fanny&Alexander; dalla sonorizzazione degli otto monumenti Unesco di Ravenna in collaborazione con club del Nord Europa (e per coordinare il tutto si vorrebbe coinvolgere addirittura l’ex leader dei Talking Heads, David Byrne, anche in questo caso potendo contare su un budget di 800mila euro) fino a un lavoro approfondito sulla propa-

L’inaugurazione sarà

un omaggio al liscio Un giorno intero di balli

Lido Adriano ospiterà il festival dei quartieri interculturali

ganda (“dal fascismo al fascino”) che culminerà con una parata (l’evento conclusivo del programma 2019) coordinata anche dall’artista visivo (e musicale) Nico Vascellari. E ancora: dai concerti itineranti anche nelle altre città finaliste con le orchestre sperimentali coordinate da Bruno Dorella (musicista ormai ravennate d’adozione di gruppi alternative noti anche fuori dai confini nazionali, come Ronin, OvO e Bachi da Pietra) al progetto culturale sui venditori abusivi della spiaggia che vede coinvolto anche lo scrittore Valerio Evangelisti; dalle vie dell’Amicizia del maestro Riccardo Muti (che punta anche ad aprire una scuola per direttori d’orchestra e cantanti a Ravenna) all’archivio fotografico sulle due sponde dell’Adriatico da realizzare anche grazie alla collaborazione del festival di Savignano; dalla

LE DATE IL 17

OTTOBRE IL VERDETTO

Il verdetto con l’assegnazione del titolo di capitale europea della cultura 2019 è atteso per il 17 ottobre: da Roma la giuria internazionale, al termine di tre giorni di audizioni con le delegazioni delle sei finaliste, decreterà la città italiana che condividerà la vittoria con Plovdiv (il titolo 2019 è assegnato a Italia e Bulgaria). Per il 13 ottobre invece a Ravenna la visita di alcuni giurati che vedranno in prima persona i luoghi principali coinvolti dai progetti pianificati nel dossier.

rassegna di musica e danze popolari “Fronte del porto” che vedrà come curatore Vinicio Capossela, e che si terrà in Darsena, a un percorso tra arte e piste ciclabili lungo il Senio. E poi sarà protagonista lo scrittore Eraldo Baldini tra le ispirazioni del Carnevale dei mostri che si terrà nel settembre del 2019, ma anche per il festival che trasformerà per qualche giorno San Pancrazio in una città delle fiabe; confermato poi il mosaico solare di cui si era già parlato nei mesi scorsi, mentre tra le novità c’è una navetta a forma di astronave dedicata a Jules Verne che girerà l’Europa e la prima biennale del graphic design,

oltre ai progetti dedicati a Dante che coinvolgeranno 5mila adolescenti attraverso le scuole e anche fumettisti europei, tramite l’associazione Mirada. Incentrato su Dante sarà anche quello che probabilmente è l’evento più ambizioso e importante del lotto (con un budget da quasi 2 milioni di euro), la messinscena integrale della Divina Commedia con spettacoli in tre anni a cura di Marco Martinelli del Teatro delle Albe che coinvolge mostri sacri del teatro italiano, da Elio De Capitani ai Motus, da Virgilio Sieni all’Odin Teatret da Alessandro Gassman a Toni Servillo. L’estate del 2019 sarà poi ricordata in caso di vittoria per la più grande cena di vicinato mai tentata, con tavole lungo la battigia per 90 chilometri della costa romagnola mentre per concludere la nostra rapida panoramica sugli eventi in programma, da segnalare gli incontri nei capanni, il nuovo spettacolo di Romeo Castellucci della Socìetas Raffaello Sanzio in esclusiva per Ravenna2019, il festival internazionale del riuso temporaneo in Darsena, l’approfondimento su Deserto Rosso che darà vita a un documentario e che vedrà protagonista per convegni e incontri anche il regista di culto Wim Wenders; e ancora la Borsa europea del lavoro culturale, il picnic urbano nei cortili, una sorta di serie televisiva per il web girata tra Bulgaria e Romagna e il progetto tra arte, turismo e storia di Erano Ariani, che ricostruisce la cultura goto-ariana connettendo Ravenna, Bulgaria, Svezia e Germania. Luca Manservisi

Un monumento di arte

pubblica da realizzare in omaggio al mondo Lgbt

La cena di vicinato

più grande mai tentata Tavola lunga 90 km

I

Toni Servillo tra gli attori che metteranno in scena la Divina Commedia in tre anni

Il regista Wim Wenders protagonista degli incontri sul cinema

Con lo scrittore Valerio Evangelisti un progetto sui venditori abusivi in spiaggia

PROTAGONISTI/2




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PROGETTI

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CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA/2

2019, la rincorsa partì nel 2007 Il percorso di Ravenna che ha coinvolto tutta la Romagna A sinistra il Mausoleo di Teodorico nell’installazione di Andrea Bernabini: l’artista ha fatto tappa sui principali monumenti di Ravenna. A destra il cinema in piazza del Popolo a Ravenna in quindici notti nelle ultime estati

In basso ottobre 2012: l’atrio della stazione ferroviaria di Ravenna ospita un happening dedicato a John Cage come tappa di arrivo del Romagna Express, treno storico che ha collegato le città coinvolte nella candidatura

Sopra staff e volontari di Ra2019 in darsena di città, il cuore dei progetti di candidatura

A sinistra il momento decisivo della consegna del dossier finale al ministero dei Beni culturali a Roma l’8 settembre 2014. A destra le danzatrici in occasione della festa in darsena per celebrare la consegna del primo dossiero il 20 settembre 2013

A sinistra l’arena delle balle di palla di Cotignola che ogni estate anima la campagna della Bassa.Sotto uno dei simboli di Ra2019: il murales Pgr di Ericailcane realizzato all’ex mangimificio Martini sulla sponda nord del canale Candiano in darsena di città. L’edificio diventerà uno spazio polivalente in caso di vittoria

In grande la festa dell’Europa in piazza del Popolo con una coreografia realizzata da bambini per riprodurre il logo Ravenna 2019. A destra un momento di Agorà



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20

LIBRI

NARRATIVA

Cervia (e la Romagna) nel romanzo di Falco La gemella H racconta (anche) della Milano Marittima che cambia dagli anni Cinquanta Segnalato da molta critica come uno dei migliori romanzi italiani dell’anno, criticato da altri La gemella H di Giorgio Falco (Einaudi) attraversa il Novecento raccontando la storia della famiglia Hinner dal punto di vista di una delle due gemelle che nascono da una giovane coppia che vive nell’immaginaria Bockburg, a mezz’ora da Monaco, nel momento dell’ascesa del nazismo. Il padre è direttore di un giornale che sposa la nuova dottrina. La vicenda si snoda fino ai giorni nostri raccontata con una voce misurata e controllata, uno stile fatto spesso per apposizioni, un racconto infarcito di silenzi che narra la storia di un secolo, e per narrare le trasformazioni del dopoguerra Giorgio Falco sceglie come ambientazione Milano Marittima e Cervia descritte con cura e abbondanza di dettagli, dai nomi delle vie al Duomo rivolto verso il mare. Una parte del volume più trascurata dalle recensioni della critica e che ci ha inevitabilmente molto incuriositi. Falco sarà a Lugo, ospite della rassegna di incontri Il caffé letterario, il 7 novembre all’hotel Ala d’oro. Giorgio, come e perché conosci così bene questa località? «Frequento da molti anni la zona. Cerco sempre di unire la finzione romanzesca a materiale biografico, qualcosa che mi riguardi». Perché l'hai scelta a simbolo di un'Italia che attraversa i decenni del boom economico? «In realtà l’estate più importante è quella del 1951, quando la famiglia Hinner, protagonista del romanzo, decide di aprire un albergo a Milano Marittima, l’Hotel Sand. Quindi qualche anno prima dell’inizio di ciò con cui comunemente identifichiamo il boom economico. Mi interessava il fatto che fosse sull’Adriatico, quasi una sentinella della “guerra fredda”, ma al tempo stesso, l’emblema della vita spensierata, del consumo, del tempo libero». Bockburg è una località inventata. Passate le Alpi invece arriviamo prima a Merano, poi Milano e Milano Marittima Cosa c'è dietro questa scelta? «Ho scelto di inventare Bockburg così come avevo inventato Cortesforza, il luogo del mio libro precedente, L’ubicazione del bene, uscito sempre per Einaudi. Ho disegnato anche una piantina molto dettagliata della cittadina inesistente, la tenevo sulla scrivania durante la scrittura. Bockburg nel libro risulta credibile e vera tanto quanto i luoghi realmente esistenti». A Milano Marittima e Cervia vediamo un luogo tra mare e campagna che si trasforma, assistiamo alla nascita del grattacielo. La famiglia Hinner partecipa a questo cambiamento, ma la sua ricchezza viene dall'inganno e dalla collusione con il nazismo. Ci dobbiamo vedere qualcosa di simbolico rispetto al boom economico italiano? «Molto dopoguerra si è basato sulla

Giorgio Falco, ospite al Caffé letterario di Lugo (vedi pagina 22) il 7 novembre

rimozione, soprattutto in Italia, delle proprie responsabilità storiche e politiche. Un hotel al mare, con il suo andirivieni di turisti immemori, mi è sembrato il luogo ideale. Così l’albergo diviene un monumento a questa rimozione di tedeschi e italiani». Proprio all'Hotel Sand si svolge un altro momento cruciale che assicura la svolta nella vita di molte persone e che si basa su un inganno e una menzogna che vede vittima una povera e onesta lavoratrice locale. Senza inganno non c'è possibilità di crescita, sia nella storia che nella vita individuale? «La scena a cui alludi si svolge in un ambito lavorativo. Molte dinamiche dei totalitarismi novecenteschi si sono spostati dall’ambito politico a quello lavorativo. Lì sono quasi accettati, perché relegati al cosiddetto “mondo del lavoro”. Ma quel che accade lì, è pur sempre la vita». Vediamo addirittura l'epoca dello sballo con i giovani ubriachi degli happy hour che spaventano una delle protagoniste ormai anziana. Cosa ci possiamo vedere in quei giovani? Ribellione? Riscatto o piuttosto inconsapevole decadenza? «Sono inconsapevoli e pericolosi proprio per questo: possono subire qualsiasi cosa dal potere che li manovra, ma possono anche fare qualsiasi cosa. Non vedo alcuna ribellione, solo un conformismo aggressivo, che si accontenta. L’inconsapevolezza si capisce anche dal fatto che, quanto accerchiano l’auto di Helga e del cane Blondi, chiamano il cane Rex, secondo una logica televisiva, fuori da ogni dimensione storica». A Ravenna arriviamo solo per ammirare le ciminiere e i fumi del polo chimico e accompagnare uno dei protagonisti a prostitute. Anche questo, per chi qui vive da sempre, è un'immagine molto potente. Ravenna la conosci? «Sì, la conosco, soprattutto i dintorni. Comunque a una zona di Ravenna dedico alcune pagine del mio nuovo libro. Si intitola Condominio Oltremare, nella collana fuoriformato, curata da Andrea Cortellessa. È un romanzo particolare, in cui si innestano sessanta fotografie di Sabrina Ragucci, un’artista milanese che ha lavorato spesso a Ravenna e dintorni». Un'ultima domanda, visto che sei stato al centro, nei mesi scorsi, di un acceso dibattio sulle pagine del Corriere della sera: cosa pensi dello stato di salute della narrativa italian a e della critica? «Lo stato di salute della letteratura italiana mi pare buono; quanto alla critica è appena uscito il monumentale La terra della prosa, edita da L’orma e curato da Andrea Cortellessa. Riguarda trenta autori e gli ultimi quindici anni di narrativa italiana. Un’opera imprescindibile per conoscere e comprendere la letteratura di questi anni». Federica Angelini


LIBRI

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21 NARRATORI

Tomaso Montanari

Ugo Cornia

Stefano Piedimonte

RAVENNA E’ in corso, ogni mercoledì al Caffé Letterario di via Diaz a Ravenna (in pieno centro storico) la fortunata rassegna di incontri con autori “Il tempo ritrovato” organizzata dalla Associazione Culturale Onnivoro giunta alla seconda edizione con un successo crescente. Tra i prossimi appuntamenti da segnalare quello di mercoledì 15 ottobre alle 18.30 con l’autore faentino esordiente per Isbn Claudio Panzavolta e il suo L’ultima estate al bagno Delfino, un libro ambientato in un non precisato luogo della riviera romagnola dove lo stabilimento balneare diventa un microcosmo in cui si intrecciano storie diverse, un romanzo di formazione convincente e avvicente. Mercoledì 22 ottobre (sempre alle 18.30) è invece la volta di Ugo Cornia con il suo Animali (Feltrinelli). Il modenese Ugo Cornia è uno degli autori più originali e divertenti del panorama letterario contemporaneo. Dopo aver raccontato le dissaventure di un professore precario

Il tempo ritrovato per incontrare gli autori La fortunata rassegna con gli scrittori che vedrà, tra gli altri, Cornia e Piedimonte ne Il professionale torna con Animali ambientato in una casa di famiglia, sull'Appennino bolognese. Mercoledì 29 ottobre sarà di scena la poesia con Alessandro Giovanardi e il suo Del terrore dell’Angelo (o della Bellezza). La poesia di Rainer Maria Rilke e Cristina Camp Alessandro Giovanardi è docente e storico dell’arte dell’Università di Rimini specializzato in arte sacra. Mercoledì 5 novembre alle 18.30 arriverà invece Stefano Piedimonte con il suo romanzo L’assassino non sa scrivere (Guanda) in cui lo scrittore napoletano riesce nell’impresa di ridere della Camorra. Il 12 novembre ecco invece Marco Vichi e i suoi Fantasmi del passato edito sempre da Guanda.

LUGO IL

L’incontro al Caffé letterario di Ravenna con Antonio Moresco, nella primavera scorsa

CAFFÉ LETTERARIO

Si chiama Caffé letterario la rassegna di incontri che si svolge a Lugo. Tra i prossimi appuntamenti, quello del 15 ottobre alle 21 al Salone Estense della Rocca di Lugo con Roberto Matatia e il suo I vicini scomodi. Il 20 ottobre alle 21, alla sala Conferenze Hotel Ala d'Oro, lo scrittore ravennate Eraldo Baldini parlerà della sua Tenebrosa Romagna con Giuseppe Bellosi mentre il 31 ottobre (sempre alle 21 sempre all’Hotel Ala d'Oro) si parlerà di Carlo Lizzani e Luciano Bianciardi La vita agra: un libro, un film con Maria Jatosti, Francesco Lizzani e Roberto Chiesi. Il 7 novembre sarà la volta di Giorgio Falco (vedi p. 20) mentre il 13 novembre al Salone Estense della Rocca ci sarà Tomaso Montanari e il suo apprezzato Istruzioni per l'uso del futuro.

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ARTE

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23

Silvia Camporesi, Interno 1 (2014, inkjet print, cm 100x70)

È possibile che il pensiero prenda forma in immagini? Proviene da studi filosofici l’artista Silvia Camporesi, protagonista insieme a Valentina Accardi a Rimini del progetto “Vie di dialogo”. Silvia, classe 1973, è sicuramente una delle artiste della nostra regione su cui tenere gli occhi puntati: per il rigore del lavoro, per la ricerca formale e intellettuale alla base di ogni progetto che usa la fotografia come mezzo puramente artistico. Quando si è consumato il tuo incontro con la fotografia? Come soprattutto si è consumato questo incontro... «Ero verso la fine dell'Università dove studiavo Filosofia e ho incontrato alcuni fotografi che mi hanno insegnato la tecnica in maniera molto basilare, stampando in camera oscura. Quando ho cominciato a fotografare ho capito subito che non era solo documentazione, ma uno strumento con cui potevo inventare dei mondi. E quindi ho subito inserito un aspetto più filosofico nella ricerca». Quindi per te questi due aspetti sono allineati, in dialogo, filosofia e fotografia. Raccontaci come è possibile questo incontro... «Per me la fotografia non è lo scatto, ma anche tutto il lavoro che precede e segue. Se tratto per esempio il paesaggio, faccio miei alcuni concetti filosofici che affrontano questo tema e poi cerco di tradurli in immagini. Magari non letteralmente. Ma quel tipo di ricerca nasce per aver letto Foucault o Perec. Non uso la fotografia per documentare, ma la uso per raccontare un’idea. Lo scatto è l’ultimo atto di un processo molto lungo». Il percorso che è cominciato alla fine dell'Università come si è svolto, come sei arrivata all'oggi: luci ed ombre... Non avevo ovviamente i riferimenti tipici di chi fa un’Accademia. Ho cominciato a studiare, vedere, curiosare da sola. E partecipando a dei concorsi. Parlo di un’epoca in cui erano uno strumento molto valido, prima che la parola “crisi” diventasse la porta che chiude tutto. In Italia e soprattutto in Emilia Romagna per i giovani artisti c'erano molte opportunità. E quindi per anni sono andata avanti vincendo concorsi...» Come per esempio il premio Guercino a Bologna... «Esatto. Potevano essere sostegno economico o mostre. Così comunque ho conosciuto i galleristi che hanno cominciato ad espormi».

L’INTERVISTA

Silvia Camporesi, che traduce la filosofia in immagini L’artista forlivese in mostra a Rimini con la foto dei luoghi abbandonati nella nostra regione

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Per me la fotografia non è lo scatto, ma anche tutto il lavoro che precede e che segue

Le foto sono in bianco e nero e io le ricoloro a mano con dei colori innaturali, molto morbidi

E oggi? «Mi sembra che la situazione sia scivolata in maniera tragica. Finché non passa questo periodo terribile... non so, ho poca fiducia». Cosa si dovrebbe fare? «Non certo formarsi! Un artista deve poter lavorare, esporre, produrre». Questa mostra di Rimini che cosa presenta? «È un progetto che è in corso, un viaggio in Italia a tappe. Sto visitando tutte le Regioni italiane e fotografo i paesi abbandonati per un libro che poi uscirà all'inizio dell'anno prossimo per Corraini. Nella mostra di Rimini ho esposto la tappa Emilia Romagna. Per cui il lavoro sui paesi, i luoghi abbandonati nella nostra Regione». Sei affascinata quindi dall’abbandono? «Mi interessano soprattutto i luoghi poco noti, quelli che non sono compresi nel classico immaginario del sistema Italia. E ora con questo progetto, avendo ricevuto il sostegno di 15 collezionisti che finanziano la ricerca, ho potuto scandagliare visivamente questo aspetto. Mi interessa di questi luoghi la loro fragilità. Il fatto che quando li vado a fotografare sono in un momento della loro storia

che li vede in un processo di cambiamento repentino, perché di lì a poco crollano, oppure saranno ristrutturati». È un po’ la malia della vertigine, del precipizio, vedere la prima della fine. La tua opera non è documentaria, può essere intesa come di salvaguardia di un luogo o comunque il flusso delle cose prevede la sparizione? «La questione della memoria non mi interessa in particolare, a me interessa soprattutto la loro condizione dei luoghi in quel momento. Lì ci sono state persone e quindi perchè se ne sono andate. Sfuggo quindi alla documentazione anche perchè c’è un intervento massiccio di post produzione: le foto sono in bianco e nero e io le ricoloro a mano con dei colori innaturali, molto morbidi. Inusuale». Sei come tornata alle origini della fotografia... «È anche un’azione concettuale, l’idea di colorarli è dedicare tempo e cura a qualcosa che sta sparendo». Della nostra Regione quali sono i luoghi che ti hanno colpito di più?

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INFO Si può vedere il progetto sui luoghi abbandonati in Regione a Vie di dialogo/4 con Silvia Camporesi/ Valentina D’Accardi, A cura di Claudia Collina e Massimo Pulini al Museo della Città di Rimini, Ala Nuova, fino al 26 ottobre; orario 10-13 / 16-20 / lunedì chiuso. ingresso libero

«Sicuramente il teatro di Novi, chiuso prima del terremoto e poi ulteriormente danneggiato dal sisma. Oppure paesi abbandonati come Formignano sopra Cesena. S. Antonio sopra Modena. Discoteche del riminese lasciate alla natura... di posti ce ne sono tantissimi. Li ho scelti anche in base alla loro estetica». Hai anche gallerie che ti seguono oltre ai collezionisti? «Sì, la Photographica Fine Art di Lugano e la Z2O di Roma». E con la galleria di Lugano hai fatto anche un progetto internazionale? «Sì, con loro ho potuto proseguire un lavoro sul paesaggio che avevo iniziato a Venezia, facendo un'indagine sull'Armenia. Ovviamente il collegamento era dato un filo come S. Lazzaro degli Armeni che segna anche topograficamente due luoghi apparentemente così distanti». Elettra Stamboulis


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ARTE

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FOTOGRAFIA/1

FOTOGRAFIA/2

Savignano e dintorni: le mostre del SiFest aperte anche dopo il festival

Veramente Guido Guidi Al Mar la mostra dedicata al grande artista cesenate

CESENA Per gli amanti di fotografia che si sono persi il SiFest di Savignano, che si è svolto nel primo week end di ottobre, c’è una buona notizia: alcune delle mostre sono ancora visitabili. Dall’11 al 19 ottobre sono infatti aperte il sabato (ore 15-19) e la domenica (ore 10-13 / 1519). Nel dettaglio la mostra Atlante.it (35 giovani collettivi italiani, spazio ex Mir Mar – San Mauro Pascoli) sarà aperta l’11 e il 12 ottobre negli stessi orari sopra indicati, mentre la mostra Presente Infinito (visitabile alla Fondazione Tito Balestra di Longiano) resterà allestita fino al 30 novembre seguendo i seguenti orari: da martedì a domenica ore 10-12 / 15-19. Presente Infinito è un progetto di sei fotografi che hanno scelto di condividere un percorso comune e di presentarsi attraverso immagini che potessero essere esplicative dello spirito e delle sensibilità che li accomunano.

Foto di scena in biblioteca, al cinema e a teatro Ci sono le foto del film Oscar La grande bellezza di Sorrentino, opera di Gianni Fiorito, e quelle de L'arbitro, opera prima di Paolo Zucca, eseguite da Francesco Piras fra gli scatti vincitori di Cliciak 2014. Il concorso nazionale per fotografi di scena promosso dal 1998 dal Centro Cinema Città di Cesena vivrà la sua fase finale nel mese di ottobre quando alla Biblioteca Malatestiana si potrà visitare la mostra della sua 17° edizione. Una mostra distribuita anche nell'atrio del Cinema San Biagio e nel foyer del Teatro Bonci. La mostra di CliCiak rientra quest’anno tra le iniziative collaterali del SI Fest di Savignano sul Rubicone. Le mostre di CliCiak in Biblioteca Malatestiana resteranno allestiste fino 2 novembre.

Dall’ 11 ottobre fino all'11 gennaio 2015 il Museo d'Arte della Città di Ravenna ospita una grande mostra di Guido Guidi, maestro indiscusso della fotografia italiana, la cui storia è profondamente legata alla città di Ravenna, dove dal 1989 è docente di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti. Guido Guidi è nato nel 1941 a Cesena, dove vive e lavora. Dal 1956 è a Venezia dove studia prima Architettura allo IUAV e successivamente Disegno industriale, seguendo i corsi di Bruno Zevi, Carlo Scarpa, Luigi Veronesi e Italo Zannier. Nel clima vivace del periodo veneziano decide di dedicarsi con continuità alla fotografia Dalla fine degli anni sessanta realizza importanti ricerche personali, indagando il paesaggio e le sue trasformazioni e sperimentando al contempo il linguaggio fotografico stesso. Le sue opere sono state esposte in istituzioni italiane e internazionali - tra le quali il Fotomuseum di Winterthur, il Guggenheim e il Withney Museum di New York, il Centre Pompidou di Parigi, La Biennale di Venezia – e sono state oggetto di numerose pubblicazioni. La retrospettiva, intitolata Veramente, è curata da Agnés Sire, direttrice della Fondation Henri Cartier-Bresson, e ripercorre attraverso le fotografie e i libri i quarant’anni di carriera del fotografo, dagli esperimenti degli anni settanta in bianco e nero, alle serie a colori come In between cities, A new map of Italy o Preganziol.

FUMETTO

Komikazen, quando la realtà è autobiografica Tra gli ospiti della decima edizione Eddie Campbell e Gipi, mostre, incontri, seminari e workshop Dal 9 al 12 ottobre si terrà la decima edizione di Komikazen, il festival del fumetto di realtà organizzato dall’associazione Mirada a Ravenna. Moltimissmi gli incontri e le inaugurazioni e gli appuntamenti con ospititi di fama internazionale come Eddie Campbell e Gipi. Il tema centrale di quest'anno è l'autobiografia e la biografia. Raccontare se stessi, rappresentarsi, disegnarsi: dal selfie ai numerosi progetti di ricerca delle neuroscienze e scienze mediatiche che si occupano di egomania, il racconto autobiografico e le differenti visioni che gli autori hanno di sé e del sé in rapporto alla propria storia e al proprio vissuto è tornato alla ribalta nell'epoca dei social network. Numerose esposizioni, workshop per professionisti (uno per tutti quello con Eddie Campbell) e per bambini, approfondimenti e incontri con gli autori. Tra gli artisti presenti ci sono anche Gord Hill, Hamid-Reza Vassaf, Ugo Bertotti, Roberto Recchioni, Giuseppe Palumbo, Tuono Pettinato, Rocco Lombardi, Marina Girardi, David Vecchiato, Liliana Salone, e tanti altri. Per il programma completo delle mostre (visitabile quella al Mar dal titolo “Il tradimento delle immagini” fino al 2 novembre mentre 500 Anni di Resistenza - Esposizione di Gord Hill alla galleria di Mirada chiuderà il 26 ottobre. Programma completo: www.komikazenfestival.org.


MOSTRA

“VISIONI A ORIENTE” Comacchio - dal 13 al 28 ottobre 2014 Antica Pescheria (davanti ai Trepponti) aperto tutti i giorni dalle 14 alle 18 - INGRESSO GRATUITO

Se la prima attività artistica di Nicola Raimondi attraversa uno stile di espressione quasi all'eccesso nei toni di colore e nella pennellata improvvisa ed estremamente materica , la nuova concezione dell'artista mira al ritratto come ribellione dello spirito contro la materia. Qui è definita la matrice ad ispirazione essenzialmente espressionista, dove il pittore si mette in gioco aprendo lo sguardo sul mondo. Senza mezze misure e mediazioni poetiche dipinge a spada tratta la realtà che ha davanti. I colori forti, i lineamenti duri nei visi ritratti e lo sfondo privo di definizione spazio-temporale comunicano una visione non troppo ottimista della realtà. Un Oriente che cerca di raggiungere il primato nell'economia mondiale ma che è anche, e soprattutto, un universo di contraddizioni senza precedenti, inteso come meta turistica ma anche di esplorazione si rivela meraviglioso e ostile allo stesso tempo, portando con sé i segni dell'esotico fragile ma carico di orgoglio. Si mischiano i visi contratti di passanti nelle vie con espressioni non-

curanti di generazioni ormai estinte. La bellezza rimane dietro allo sguardo incallito di un uomo barbuto e si esprime nelle donne eteree d'oriente. Una serie di tele, supporti di legno e polistirolo, e sopra carta da disegno, dipinta con materiali vari e colori a base di cera, mischiati e tenuti insieme da colla e stucco. Le opere esposte comprendono un solo anno di intensa attività dell'autore. Il passato, il presente e il futuro si incontrano nella “Visone a Oriente”.

NICOLA RAIMONDI Nato a Piacenza il 26 marzo 1971, si trasferisce a Ravenna all'età di nove anni. I genitori aprono una serie di negozi pretà-porter e Nicola intanto intraprende gli studi universitari alla facoltà di giurisprudenza di Bologna. Conseguita la laurea nel 1997 decide di abbandonare la carriera giuridica per seguire le orme di famiglia e si specializza come stylist e vetrinista, maturando coscienza della propria attitudine creativa e artistica. Grazie al surf, che pratica costantemente da più di vent'anni, viaggia in ogni parte del mondo affacciata alla costa. Dall'America settentrionale e centro meridionale all'Asia e tutta l'Europa sull'Oceano Atlantico, con predilezione per l'Indonesia e tutto l'Oriente.


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GUSTO STORIA IN TAVOLA

«Le radici della cucina romagnola? Pranzi con tagliatelle già nel Medioevo» Conversazione sulla tradizione gastronomica con l’esperto Massimo Montanari

Lo storico dell’alimentazione Massimo Montanari

«Il mondo ipocrita non vuol dare importanza al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare del meglio», scriveva a metà Ottocento il letterato e gastronomo Pellegrino Artusi, e non è forse un caso che tale lungimiranza venisse proprio da un romagnolo. La Romagna infatti, coi suoi cappelletti, tagliatelle, lasagne e passatelli, è considerata infatti una terra del mangiar bene. Nella sua edizione inglese, la Lonely Planet (celebre guida britannica di viaggi) tra le dieci cose da non perdere in Italia, accanto a San Pietro e al duomo di Firenze, afferma che non può mancare una mangiata in Emilia Romagna. Come mai è così famosa questa cucina? E quando si è formata questa lunga tradizione? Lo abbiamo chiesto a uno degli eredi di Artusi, il noto docente dell’Università di Bologna Massimo Montanari, storico del Medioevo e autore per Laterza di molti importanti saggi sulla storia dell’alimentazione. La cucina romagnola in quale momento storico ha iniziato a costituire un’identità propria? «La cucina romagnola ha radici molto antiche. Fin dal medioevo era contrassegnata dal gusto per la carne di castrato, una tradizione molto diversa da quella emiliana per esempio. Questo era dovuto al fatto che era fortemente legata con la tradizione romana della carne di pecora, come ricorda anche il nome di Romagna che deriva appunto dal termine Roma, per ribadirne la stretta relazione. In Emilia, come in altre regioni del nord era arrivata già l’influenza sassone nell’alimentazione, mentre in Romagna sopravvissero molte tradizioni latine». E altri elementi dell’alimentazione come la pasta a che epoca risalgono? «La pasta esisteva già nell’epoca romana, ma il suo utilizzo era diverso da quello odierno, infatti veniva usata solo come parte per comporre alimenti più complessi come le zuppe. Nel medioevo si inizia invece a mangiare veri e propri piatti di pasta. Ci sono testimonianze a quell’epoca di pranzi con tagliatelle e anche delle lasagne. In questo periodo inizia pure la vendita e la conservazione di pasta secca». Qual è la differenza principale che distingue la cucina odierna da quella del medioevo, in cui iniziarono a connotarsi

Pieter Bruegel il Vecchio, Banchetto nuziale, 1568 ca.

le pietanze che oggi mangiamo? «Il gusto è sicuramente molto cambiato da allora. Oggi ci piace gustare i sapori in modo distinto, vogliamo che il pomodoro sappia di pomodoro, che le carote sappiano di carote, eccetera. Nel medioevo invece si preferiva una mescolanza di cibi che sottolineasse la trasformazione che il cibo aveva avuto nel passaggio dalla cucina. Piaceva insomma l’artificio, non la naturalezza, al contrario di oggi, si prediligevano alimenti complessi frutto di mescolanze». Ma in passato esisteva già la distinzione delle portate? «Non esisteva il concetto di primi, secondi, contorni per poi concludere con i dolci. Questa è stata una evoluzione ottocentesca. Nel Medioevo si servivano grandi banchetti, tutto era portato in tavola senza un ordine e ognuno si serviva nelle quantità e nelle dosi che preferiva. Oggi diremmo “a buffet”, con la differenza che si mescolavano i sapori. Il dolce e il salato si mangiava assieme... Si amava molto la combinazione dell’agro e del dolce, un gusto che col tempo, da noi, è tramontato». Questa mescolanza di sapori diversi era forse una esigenza per camuffare alimenti non sempre freschi? «No, questo è un pregiudizio moderno, spesso per cercare di comprendere un gusto molto lontano dal nostro. Ovviamente stiamo parlando di ceti alti, la povera gente mangiava poche cose e non aveva una cucina diversificata. L’aristocrazia invece amava questo tipo di portate, senza preoccuparsi della conservazione dei cibi, che poteva avere freschi senza i problemi che a volte si immaginano». Il gusto è cambiato moltissimo nei secoli. Lei che ha studiato ogni mutazione come prevede che sarà quello futuro?

«Negli anni ’60 del boom della industrializzazione alimentare si vedeva un futuro fatto di pillole e pastiglie. Credo che sarà l’esatto opposto. Si sta riscoprendo l’importanza della cucina e della tradizione culinaria, dell’importanza dei sapori, e credo che questo fenomeno andrà ad amplificarsi nei prossimi anni». Niente più, o meglio, meno McDonalds e fast food insomma?

«Esatto, si andrà sempre di più verso la riscoperta della tipicità gastronomica. Per tradizione non intendo il passato, ma come oggi viene rielaborato e vive in cucina quel passato. Non sarà il riproporre antiche ricette, ma dargli una versione odierna. Certo le catene e l’industria alimentare rimarranno, ma si darà sempre maggior valore al gusto». Matteo Cavezzali

BIOBIBLIOGRAFIA DAI CONVIVIO,

ANTICHI E MODERNI, AL

RIPOSO

DELLA POLPETTA

Massimo Montanari è docente ordinario di Storia medievale alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, dove insegna anche Storia dell'alimentazione e dirige il Master europeo "Storia e cultura dell'alimentazione". Insegna anche all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. È ritenuto, a livello internazionale, uno dei maggiori specialisti di storia dell'alimentazione. Due filoni di ricerca a cui si è dedicato, tra loro integrati: la storia agraria e la storia dell'alimentazione, intese come vie d'accesso preferenziali per una ricostruzione della società medievale – ma anche moderna e contemporanea – : strutture economiche e sociali (rapporti di lavoro, di potere, di proprietà), aspetti concreti e materiali della vita quotidiana, valori culturali e mentalità. Fra le decine di autorevoli pubblicazioni si segnalano: Gusti del Medioevo. I prodotti, la cucina, la tavola (Laterza, 2012); L'identità italiana in cucina (Laterza, 2010); Il riposo della Polpetta (Laterza, 2009); Il formaggio con le pere. La storia in un proverbio (Laterza, 2008); Il cibo come cultura (Laterza, 2004); Atlante dell'alimentazione e della gastronomia [con Françoise Sabban] (Utet, 2004); Il mondo in cucina. Storia, identità, scambi (Laterza, 2002); La cucina italiana. Storia di una cultura [con Alberto Capatti] (Laterza, 1999); Storia dell'alimentazione [con Jean-Louis Flandrin] (Laterza 1997); Il pentolino magico (Laterza, 1995); La fame e l'abbondanza. Storia dell'alimentazione in Europa (Laterza,1993); Convivio oggi. Storia e cultura dei piaceri della tavola nell'età contemporanea (Laterza, 1992); Nuovo convivio. Storia e cultura dei piaceri della tavola nell'età moderna (Laterza, 1991); Convivio. Storia e cultura dei piaceri della tavola dall'antichità al Medioevo (Laterza, 1989).



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GUSTO

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RICONOSCIMENTO

Premio Artusi a padre Enzo Bianchi A Forlimpopoli cerimonia dedicata al fondatore e priore della comunità di Bose «La nostra fame non è solo di pane ma anche di parole che escono dalla bocca dell’altro». Ipse dixit padre Enzo Bianchi, fondatore e priore della comunità monastica di Bose, a cui il Comitato Scientifico di Casa Artusi, ha deciso di conferire il “Premio Artusi 2014” con la motivazione: «...la cultura del cibo ha trovato un interprete nella duplice prospettiva del rispetto per il lavoro che l’uomo impiega a procurarlo e prepararlo, nonché della commensalità e della condivisione come dimensione specifica del gesto alimentare. Tali valori, propri anche del messaggio artusiano, sono importanti da sottolineare in un momento in cui il tema del cibo sembra talora imboccare la deriva dello star-system e dello spettacolo fine a se stesso». L’accostamento di padre Bianchi al celebre gastronomo romagnolo quindi individua una visione comune che interpreta il cibo non solo come nutrimento del corpo, bensì come elemento di riflessione sull’uomo, le risorse, la cultura, la commensalità. La cerimonia di premiazione è in programma sabato 11 ottobre (ore 17) a Forlimpopoli, nella Chiesa dei Servi, e per l’occasione è previsto un dialogo fra padre Bianchi e lo storico Massimo Montanari, professore all’Università di Bologna e presidente del Comitato scientifico di Casa Artusi. Punto di partenza della conversazione, Il pane di ieri, titolo di un fortunato libro dello stesso Bianchi, spunto di riflessione sull’importanza dei valori tradizionali della cura, del risparmio, dell’attenzione al cibo. Padre Bianchi nel volume ha posto la meditazione lontano anni luce dagli stereotipi del “cibo videocratico” imperante in questi tempi, per riportarla ai valori dell’uomo.«...Abbiamo bisogno che il pane venga da noi spezzato e offerto a un altro, che un altro ci offra a sua

ALBO D’ORO PREMIATI I PROTAGONISTI DI UN NUOVO RAPPORTO FRA UOMO E CIBO

Il “Premio Artusi”, è assegnato ogni anno dal Comitato scientifico di Casa Artusi a coloro che si distinguono a livello nazinale e internazionale per l’originale contributo dato alla riflessione sui rapporti fra l’uomo e il cibo. Il nome di Padre Enzo Bianchi, si aggiunge quest’anno a personaggi dello spessore di Wendell Berry (2008), Serge Latouche (2009), Don Luigi Ciotti (2010), Oscar Farinetti (2011), Andrea Segrè (2012), Mary Ann Esposito (2013). Padre Enzo Bianchi, (in alto) Pellegrino Artusi

«La nostra fame

non è solo di pane ma anche di parole che escono dalla bocca dell’altro

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volta il pane, che insieme possiamo consumarlo e gioire, abbiamo soprattutto bisogno che un Altro ci dica che vuole che noi viviamo, che vuole non la nostra morte, ma al contrario, salvarci dalla morte». Enzo Bianchi, classe 1943, piemontese dopo gli studi alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, alla fine del 1965 si reca a Bose, una frazione abbandonata nei pressi di Ivrea, con l’intenzione di dare inizio a una comunità monastica.

Raggiunto nel ‘68 dai primi fratelli e sorelle, scrive la regola della comunità monastica ecumenica, di cui è a tutt’oggi Priore. La comunità conta un’ottantina di membri di diverse nazionalità ed è presente, oltre che a Bose, anche Ostuni, Assisi, San Gimignano, Civitella san Paolo (Roma) e Gerusalemme. La consegna del “Premio Artusi” a Casa Artusi di Forlimpopoli, fa parte della Settimana del Buon Vivere, in sostegno a Ravenna Capitale Europea della Cultura 2019.

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GUSTO

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29 SANT’AGATA FELTRIA

SFIDA AI FORNELLI

Tartufo bianco in piazza

Competizione a sette per il miglior cappelletto in brodo romagnolo

È la più importante mostra-mercato del tartufo bianco pregiato in regione, rinomata anche livelli nazionali la Sagra di Sant’Agata Feltria, borgo collinare del riminese, che si fregia del titolo di “Città del Tartufo”. In piazza e nelle vie del centro cittadino, per tutte le domeniche di ottobre, sono allestite bancherelle dove acquistare tartufo bianco e nero, castagne, funghi, miele e altri prodotti gastronomici e artigianali tipici della Valmarecchia. In passerella anche i tartufai coi loro cani. Non mancano gli stand gastronomici con numerose specialità a base di tartufo e funghi in esclusiva per la Sagra.

MARRADI

Il trionfo delle castagne La Sagra delle castagne di Marradi, la più conosciuta dell’Appennino tosco-romagnolo, è giunta alla sua cinquantunesima edizione e si svolge lungo le domeniche di ottobre, fino al 26. Ruolo da protagonisti avranno come sempre gli stand gastronomici che propongono menù e specialità a base del celeberrimo “Marrone di Marradi”. Ecco allora che i visitatori potranno gustare tortelli di marroni, torta di marroni, il castagnaccio, le marmellate di marroni ma anche i marrons glacés e i “bruciati” (più noti forse come caldarroste). In programma anche concerti, spettacoli, animazioni varie e mercatino dei prodotti tipici della collina.

Torna per la sesta edizione, promossa dalla condotta Slow Food di Ravenna, “Cappelletti a confronto”, competizione ai fornelli fra ristoranti per decretare il miglior cappelletto in brodo della Romagna. La gara gastronomica si tiene il 13 ottobre (ore 20.30) al Radicchio Rosso di Ravenna e vede in lizza sette ristoranti, quest’anno tutti del territorio ravegnano. A scegliere il miglior cappelletto proposto una giuria composta da 80 commensali. Al vincitore – come una sorta di coppa Rimet della cucina tipica – andrà in consegna per un anno, la zuppiera artistica di ceramica di Faenza, disegnata da Tonino Guerra, simbolo della competizione, che verrà assegnata definitivamente al miglior cappelletto in assoluto, in occasione della disfida finale prevista nel 2016, fra i ristoranti di Romagna vincitori delle sette precedenti edizioni. Quest’anno si cimenteranno ai fornelli “Il Trebbo” di San Pietro in Vincoli, “Molinetto” di Punta Marina Terme, “Passatelli 1962” di Ravenna, “Kolibrì” di Savarna, “Malabocca” di Bagnacavallo, “La Madia” di Granarolo Faentino, “Felix ” di Milano Marittima. Prima della premiazione è prevista una conversazione in tema con il gastronomo e ricercatore dei mangiari di Romagna Graziano Pozzetto. La serata oltre all’assaggio dei cappelletti prevede anche un antipasto, dolce finale e vini in abbinamento della serie “I Calanchi” delle Cantine Intesa di Modigliana. Prenotazione obbligatoria (tel. 335-375212 - maurozanarini@gmail.com). Il ricavato della serata servirà a contribuire alla realizzazione di un progetto, che la condotta Slow Food di Ravenna sta programmando, di educazione sensoriale rivolto ai giovani .

SAN CASSIANO

Tutti i sapori della polenta La Sagra della polenta di San Cassiano si svolge nelle prime tre domeniche di ottobre nella piccola frazione di Brisighella (Ravenna), sulla linea ferroviaria Faentina (Ravenna-FaenzaFirenze). Dal mattino alla sera la festa popolare offre degustazioni di polenta, abbinata a selvaggina, funghi, carni o baccalà, che è parte integrante della gastronomia locale. Per incentivare l’utilizzo della linea ferroviaria Faentina, chi raggiunge la sagra in treno riceverà in omaggio una porzione di polenta tradizionale al ragù, presentando il biglietto andata/ritorno (con indicata la destinazione “San Cassiano”) valido per il giorno della sagra.

Vivi un’esperienza unica nelle oasi naturali del delta del Po Escursioni in barca alla foce del fiume, a bordo di piccole e silenziose imbarcazioni in partenza da Gorino e Volano… … ed escursioni in barca e in bicicletta nelle Valli di Comacchio, la dimora di fenicotteri, con visita agli antichi casoni da pesca. Per assaporare piatti tipici a base di pesce e anguilla, vi aspettiamo al ristorante Bettolino di Foce, nel cuore delle valli.

Ogni giorno, fino al 2 novembre e su prenotazione nei mesi di dicembre, gennaio, febbraio

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JUNIOR

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A sinistra Romanzo d’infanzia, a destra Pinocchio

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RAVENNA

Famiglie a teatro tra favole, burattini e danza contemporanea Al via la nuova stagione de “Le arti della marionetta” all’Almagià in zona Darsena Il divertimento per grandi e piccini è assicurato durante la stagione di teatro “Le arti della marionetta” a Ravenna, che da ventisei anni a questa parte il Teatro del Drago offre ai ravennati, insieme al Comune. L’obiettivo resta quello di sempre: tessere un dialogo aperto con i bambini e i genitori, arricchendo il cartellone di spettacoli, eventi cinematografici, installazioni, incontri e feste. Teatro del Drago, erede della famiglia Monticelli, produce spettacoli di marionette dal 1840, e dal 1979 – con la nuova formazione sotto la direzione artistica dei fratelli Andrea e Mauro Monticelli – continua nella propria produzione, senza dimenticare mai la natura del “teatro di piazza”, dove la baracca di burattini convive sullo stesso piano dello spettatore e dove il dialogo fra l’attore-burattinaio e il pubblico è diretto e vivo per tutta la durata dello spettacolo. Molte le novità di questa stagione che – dal 25 ottobre al 1 marzo 2015 – propone 15 titoli per 19 spettacoli, nella cornice delle Artificerie Almagià (in darsena) e del Museo La Casa delle Marionette (in centro storico). Come è ormai tradizione la figura di Fagiolino, di origine

BAGNACAVALLO ECOLOGIA, AMICIZIA E I PERCHÉ DEL MONDO A TEATRO “CON MAMMA E PAPÀ” La tradizionale rassegna “A Teatro con mamma e papà”, programmata nelle domeniche pomeriggio al teatro Goldoni di Bagnacavallo, sarà inaugurata da Accademia Perduta/Romagna Teatri con Il bosco delle storie, scritto dal regista Claudio Casadio con Giampiero Pizzol, ed interpretato da Maurizio Casali, Mariolina Coppola e Alessandra Tomassini. Una fiaba ecologica raccontata dal punto di vista di chi, nel bosco, ci vive: animali, piante e, forse, anche… folletti! (domenica 9 novembre alle 17). Seguirà Nico cerca un amico, proposta da Il Baule Volante. Nico è un topolino felice, cui piace leggere, mangiare, giocare e a cui nulla manca nella sua casetta in riva al mare. Ma un giorno riceve un regalo, un libro con le figure di tutti gli animali del mondo e rimane stupito nel vedere quegli esseri che non conosceva, bellissimi e diversi tra loro. Comincia quindi a pensare: “mi piacerebbe tanto trovare un amico che non sia topolino, un amico diverso da me…!” (domenica 30 novembre alle 17). Terzo e ultimo appuntamento in cartellone sarà con Disegno In-segno della compagnia Giallo Mare Minimal Teatro. Tutto inizia da una finestra che si apre per la prima volta di notte: è il pretesto per cercare di gettare uno sguardo sul mondo, per cercare di spiegare questo mondo fin dalla sua nascita, da (domenica 14 dicembre alle ore 17).

bolognese ma ormai ravennate d’adozione, avrà un ruolo da protagonista. «La stagione – spiega Roberta Colombo che dal 1998 affianca i direttori artistici – sarà inaugurata da “I Pupi Casolani”, allestito e portato in scena dai ragazzi della scuola media di Casola Valsenio, vincitore del concorso regionale “Io amo i beni culturali”. Tra le novità, da segnalare lo spettacolo di danza contemporanea Romanzo d’infanzia della compagnia Abbondanza Bertoni, nell’ambito del festival Dance to Dance; la presenza di un ospite internazionale del calibro di Michel Poletti, le tre feste di Halloween, Epifania e Carnevale; un percorso sulla figura del clown; una mini rassegna dedicata ai piccolissimi; fiabe classiche come Pinocchio, Hansel & Gretel e Raperenzolo; racconti della grande letteratura, quali Pippi Calzelunghe e Robinson Crusoe; un’esperienza cinematografica». Tanti ingredienti dunque per una stagione che si preannuncia ricca, propositiva, giocosa e di grande livello culturale. Per averne un assaggio, sabato 11 ottobre alle 17.30, sarà possibile trascorrere un pomeriggio all’Almagià a parlare di teatro con alcuni protagonisti

FORLÌ UNA

DOMENICA PER SCOPRIRE QUATTRO MUSEI DELLA CITTÀ

Domenica 12 ottobre una giornata dedicata alle famiglie alla scoperta delle collezioni civiche e dei personaggi che le “abitano” con visite animate e laboratori gratuiti a Forlì, dove i quattro musei aderiscono alla Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo. Palazzo Romagnoli, il Museo Romagnolo del Teatro a Palazzo Gaddi e i Musei San Domenico aprono con orario continuato dalle 10 alle 18 con un fitto calendario di proposte per i più piccoli alla scoperta dei personaggi presenti nelle collezioni civiche. Inoltre nel pomeriggio sarà possibile visitare anche il Museo Ornitologico "F. Foschi" e partecipare ad un laboratorio naturalistico. La partecipazione ai laboratori è gratuita ma con prenotazione obbligatoria : Tel. 0543 712602 712629

della rassegna e tanti ospiti, fra cui Fagiolino Fanfan, il giullare di Corte Virgola e il giocoliere JF. Il mese di ottobre entra nel vivo il 26 ottobre con la ben nota produzione del Teatro del Drago, Pinocchio, che ha superato ad oggi le 1.100 repliche anche con tournée internazionali. Il 31, in occasione della festa di Halloween, sarà presentata in prima nazionale Il pentolino dell’acqua stregata, con la partecipazione di Ravenna Cinema. Dal 16 al 30 novembre si terrà la sezione “Le arti dei piccolissimi”, con tre spettacoli proposti in replica, insieme a Ravenna Teatro/Drammatico Vegetale. L’anno nuovo si apre con la sezione consacrata alla figura dei clown, con tre spettacoli e due stage condotti da Lorenzo Testardi e Gianfranco Vinci, dal 10 gennaio all’1 febbraio. Grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, si terranno diverse iniziative anche al Museo La Casa delle Marionette, dal 16 novembre al 21 dicembre: una rassegna di spettacoli, due laboratori a tema e La Pentola d’Oro. Info: www.teatrodeldrago.it e 392 6664211. Roberta Bezzi

FAENZA

Un nuovo Cappuccetto Rosso al Masini Prendono il via domenica 23 novembre alle 16 con lo spettacolo Ancora un Cappuccetto Rosso! del Teatro del Canguro, liberamente ispirato alla fiaba di Perrault, dei fratelli Grimm e ad altre versioni, più antiche e recenti di questo classico per l’infanzia, gli appuntamenti con il teatro per i ragazzi del Masini di Faenza.


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