Rd cult 2018 06

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FREEPRESS n.40

GIUGNO 2018

MUSICA • TEATRO • LIBRI • ARTE • CINEMA • GUSTO • RUBRICHE

Prezzo €AGG 0,08IO PIA OM CO ISSN 2499-0205

FESTIVAL E SOGNI A RAVENNA TRA CENTO CHITARRE E MARTIN LUTHER KING

Luca Nostro, tra i protagonisti della rassegna sulle chitarre del Ravenna Festival 2018


Fornace Zarattini Ravenna - Via Faentina 218s - tel. 0544 463621 www.ravennainterni.com www.facebook.com/RavennaInterniM


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MUSICA INDIE TRA “X FACTOR” E SANREMO: PARLA LO STATO SOCIALE

COPERTINA IL RAVENNA FESTIVAL TRA CONCERTI E TEATRO

FESTIVAL TORNANO I BUSKER IN PIAZZA A PENNABILLI

CINEMA IL RITORNO IN SALA DELL’ODISSEA DI KUBRICK

ARTE NELLA BASSA LA PRIMA RASSEGNA DI LAND ART

LIBRI GIUSEPPE CATOZZELLA A RIMINI: L’INTERVISTA

BIBLIOTECHE A CASTEL BOLOGNESE, TRA LE CARTE DEGLI ANARCHICI

GUSTO ALLA SCOPERTA DELLA SALICORNIA (E DELLE SALINE)

MUSICA ELETTRONICA NELL’EX MAGAZZINO E NELL’EX DISCOTECA Quarta edizione di Modulo Fest, il festival nato con l’obiettivo di riqualificare luoghi simbolo della riviera romagnola tramite musica sperimentale e arte contemporanea. L’appuntamento è per il 15 e il 16 giugno al Magazzino Darsena di Cervia e il 17 giugno (dalle 17) all’ex discoteca Woodpecker (nella foto scattata durante l’edizione 2017) con l’electro-industrial della spagnola (ma ormai berlinese d’adozione) Silvia Jiménez Alvarez, in arte Jasss. Tra i protagonisti della due giorni al Darsena: la techno di Kangding Ray (nome d’arte del producer e architetto francese David Letellier); il tedesco Robert Lippok, fondatore dei To Rococo Rot e tra i nomi storici e più autorevoli della scena elettronica berlinese; l’artista tedesco (di origini turche) Nene H.; la dance elettronica della svedese Sissel Wincent; la dj spagnola, di stanza in Francia, Laura BCR e gli italiani Holy Similaun, Weightausend e Krolik. Info e programma: www.magma.zone.

R&D Cult nr. 40 - giugno 2018

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1427 del 9 febbraio 2016 Editore: Edizioni e Comunicazione srl Via della Lirica 43 - 48124 Ravenna - tel. 0544 408312 www.reclam.ra.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: direzione@reclam.ra.it tel. 0544 408312 Area clienti: Denise Cavina tel. 335 7259872

Amministrazione: Alice Baldassarri, amministrazione@reclam.ra.it Stampa: Centro Servizi Editoriali srl Stabilimento di Imola - Via Selice 187/189 - 40026 Imola (Bo) Direttore responsabile: Fausto Piazza Redazione: Federica Angelini (coordinamento redazionale), Luca Manservisi, Serena Garzanti (segreteria), Maria Cristina Giovannini, Gianluca Achilli (grafica). Collaboratori: Erika Baldini, Roberta Bezzi, Alberto Bucci, Matteo Cavezzali, Bruno Dorella, Francesco Farabegoli, Iacopo

Gardelli, Sabina Ghinassi, Enrico Gramigna, Giorgia Lagosti, Linda Landi, Filippo Papetti, Guido Sani, Serena Simoni, Elettra Stamboulis. Redazione: tel. 0544 271068 redazione@ravennaedintorni.it Poste Italiane spa Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. di legge 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB C.R.P.- C.P.O. RAVENNA


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il personaggio

POPPONI Il Decameron del pop, limitatamente a quel che succede il mese prossimo in un raggio di 30 km

Young Signorino, perché le iene adesso sono dappertutto

di Francesco Farabegoli

È stato o non è stato rinchiuso in un ospedale psichiatrico, è andato o non è andato in coma per overdose di psicofarmaci, è o non è il figlio di Satana?

Poi qualcuno ha guardato una protesta di piazza e ha detto “cazzo, guarda in quanti sono, chissà quanta sete hanno, porta giù una lattina di Sprite a testa”. L’idea di repressione implementata negli anni ottanta aveva pagato bene: la gente comprava la lacca e faceva a gara con gli amici a chi aveva l’orologio più figo, ma a un certo punto era diventato abbastanza chiaro che qualcuno non la beveva più. E lì, più o meno è iniziata. L’idea era geniale: allestiamo un palcoscenico per le forze antisistema all’interno del sistema, alla peggio tiriamo su due soldi con lo stand gastronomico. È stato un processo lungo e graduale, ci ha messo un po’ a partire, ma adesso funziona a meraviglia. Nel 2018, per dire, puoi mettere in evidenza su Facebook un post di condanna a Facebook. Anzi: se vuoi che qualcuno ti legga, devi farlo. È un meccanismo delicato, ha a che fare con certe scale di valori, non si può passare alla cassa immediatamente, bisogna oliare tutto l’ingranaggio. Esempio: quasi nessuno ama essere censurato, ma quasi tutti amano auto-censurarsi. Oggi l’adulto occidentale medio non mette mai in discussione i capisaldi del sistema, un po’ per scarsa lungimiranza ma più che altro per disinteresse. Alcuni sono straconvinti di essere al di sopra del sistema, di essere riusciti a piegarlo ai propri scopi, ma di solito imbrogliano se stessi o lo fanno per la figa. Ma del resto come si fa a non vivere dentro il sistema? Uno può anche comprare una fattoria a Culonia (BZ), allevare le caprette, bere il latte appena munto e se butta male tosarle e cuocerle (nella prima stesura c’era un riferimento zoofilo ma poi ha prevalso l’autocensura). Voglio dire, non è forse anche questa una resa al sistema? Molto più sensata l’alternativa più frequentata: uscire di melone. Prendete ad esempio Christopher Wylie, il tizio che ha progettato Cambridge Analytica: ha passato un’infanzia e un’adolescenza come minimo complicate. Bullismo subito, dislessia, DDA, roba simile. A sedici anni era stato buttato fuori da scuola, a diciassette lavorava per un ministro canadese. C’è questa specie di legame a doppio filo tra disagio psichico e capacità di operare all’esterno dei flussi del reale, credo sia una cosa che viene da certi brutti film di fantascienza e che a un certo punto ha travallato nel mondo vero. Da qualche anno a questa parte mi trovo spesso a pensare che l’unica musica ancora interessante sia realizzata da gente matta, ritardati e generici drop-out. Se non sei in grado di vivere nel mondo che hai attorno, magari è perché vedi il codice sorgente. Qualche settimana fa ho visto per la prima volta Numero Zero, il documentario sul rap italiano negli anni novanta. Non mi è piaciuto. O meglio, è carino e tutto, ma all’atto pratico si risolve in un elenco di dischi che già conoscevo e nel racconto romanzato di una storia che sembra ricicciata dagli articoli di un redattore mediobasso di Aelle. Certo, ci sono due accenni alle posse e a certi CSA mitici dei primi ‘90, ma il mondo in cui quelle realtà nascevano resta molto sullo sfondo. Così tocca dare certe cose un po’ per scontate e prendere per buono il racconto di base: i pionieri della scena erano quasi tutti dei transfughi del punk delusi dalla routine e in cerca di un nuovo livello di scontro, contro cosa non è ben dato saperlo. I miei primi contatti col rap, nella Cesena

Dal vivo a Villa Villacolle Sabato 2 giugno il cesenate Young Signorino sarà per uno showcase alla “Festa brutta” di Villa Villacolle, agriturismo nelle colline cesenati (zona Sorrivoli).

dell’epoca, non s’avvicinano a questo racconto manco per il cazzo. Dalle mie parti s’era iniziato a parlare di rap in relazione a qualcos’altro: Jovanotti, Willy il principe di Bel Air, “Tocca Qui” degli Articolo 31, Dj Flash e simili corbellerie. Magari in mezzo c’erano anche le varie “Stop al panico”, ma era poco più che un caso. Compravi vestiti al negozio per rapper (la parola streetwear arrivò anni dopo) e uscivi conciato come Vanilla Ice. L’hardcore, la consapevolezza, l’impegno politico, lo skill e tutta quella roba sono arrivati dopo, ad uso e consumo di una nicchia di illuminati, quando di essere rapper all’adolescente cesenate medio non fregava più nulla. Oltre a questo, la Cesena degli anni ’90 non ha mai prodotto espressioni di disagio e degrado suburbano degni di questo nome – non sono mai entrato in una crackhouse in provincia di Forlì, insomma. E così nella mia testa il lato pagliaccesco del rap si è mangiato le implicazioni sociali. Del resto l’assioma hip hop is something you live ha implicazioni piuttosto pesanti una volta che lo si carica di connotazioni religiose, e magari lo si mette in mano a persone meno equilibrate della media. Un po’ come il metal, del resto, il che ci porta ai matti del paese vestiti oversize. Se mettete tutto insieme ottenete il cosiddetto LOLrap. È un fenomeno che in Italia parte più o meno dal successo della seconda ondata hip hop, dal botto di Fibra in poi; l’estetica del successo ostentato esibita dalla nuova scuola, unita a una musica non più così fissata con la competenza formale del dj/produttore, ha colmato il gap tra DIY e star

DISCOTECHE Mostri sacri della techno al Cocoricò di Riccione: da Richie Hawtin a Carl Craig In giugno al Cocoricò di Riccione una passerella di producer e dj di fama mondiale. Si parte venerdì 1 con il canadese Richie Hawtin, tra i più noti esponenti della minimal techno (noto anche con lo pseudonimo Plastikman) per poi proseguire il 9 con il tedesco Marcel Dettmann, considerato tra i nomi più influenti della techno contemporanea; il 16 con l’ex modella belga, astro nascente della techno europea, Amelie Lens; il 23 con l’house dell’inglese Nic Fanciulli e il 30 giugno con l’americano Carl Craig, mostro sacro della techno di Detroit.

“Una sorta di Azealia Banks dei poveri senza un decimo del talento di cui già l’Azealia originale è priva”

system, perlopiù riempiendolo di scappati di casa più o meno attendibili. Da Spitty Cash si è passati a Trucebaldazzi, e poi ai vari LilAngel$/BelloFigoGU fino a quella specie di gangsta-boyband che è la Dark Polo Gang. Da qualche parte nel processo hanno iniziato a fioccare i soldi. Young Signorino arriva a questo punto. Di lui non si sa praticamente nulla fino all’inizio del 2018: i video prima di allora sono carne da cannone per gli ultrafanatici di tutta la roba che sfonda il confine tra trash e disagio mentale – beat pedestri da giovane produttore trap mischiati a filastrocche rap senza alcun senso compiuto. Poi esce un video intitolato “Mmh Ha Ha Ha”, e due giorni dopo è nato un caso. Qualche critico DOC lo condivide come a dire “qui dentro c’è più cognizione di causa di quanto sembri”: il testo ha qualcosa di certi esperimenti con la voce tardi anni settanta, la musica sembra puntare a certi pezzi interlocutori del Richard D. James Album. Su Soundwall, un posto che ama molto le mezze misure, esce un articolo intitolato “l’Aphex Twin della trap italiana”, (ovviamente) un bait a cui (ovviamente) abbocchiamo tutti (Soundwall è la gioconda coi baffi dello scrivere di musica su internet in Italia nel 2018). Da qui in poi Young Signorino diventa materia accademica, il suo video sfonda abbondantemente i dieci milioni di hit e s’inizia a parlarne in contesti di alta barberia. Il profilo artistico di YS non è molto diverso da quello di tanti rapper di nuova generazione ossessionati da benzodiazepine e narcolessia, roba che oggi va piuttosto forte (cose come Lil Xan o il defunto Lil Peep, per dire). Il suo profilo commerciale sembra essere legato a qualcuno che lo manovra e a un certo punto ci concederà di fare capolino dall’ombra. Al momento ci sono molti indizi che sembrano indicare un caso di circonvenzione d’incapace, e quindi Young Signorino è stato intervistato da Chiambretti a Matrix (un video in cui fa la figura di un Demone Scimmia coi tatuaggi sul viso). Che il giro sia grosso è evidente dal fatto che il suo ultimo video è prodotto musicalmente da Fish.

C’è un’ostentazione di disagio a cui la musica è funzionale, c’è la volontà esplicita di fare una cosa talmente brutta da fare il giro

La particolarità di YS è che è rivolto ad un pubblico adulto, costruito ad arte per scatenare una reazione (positiva, negativa, raramente neutra) in persone con un bagaglio musicale piuttosto ampio. Non ho idea se le cose che sappiamo di Young Signorino siano vere o no: per la maggior parte si tratta di roba dichiarata da lui, e lui non è affidabile. È stato, o non è stato, rinchiuso in un istituto psichiatrico per un certo periodo di tempo; è andato, o non andato, in coma per overdose di psicofarmaci; è, o non è, figlio biologico di Satana. Altre cose carpite qui e là: si chiama Paolo Caputo, viene dal cesenate e probabilmente dal canto suo non sta facendo finta. Poco importa, in fondo. Il meccanismo alla base è minato comunque: c’è un’ostentazione di disagio a cui la musica è funzionale, c’è la volontà esplicita di fare una cosa talmente brutta da fare il giro, l’idea che si possa fare un sacco di soldi mettendo in cassaforte le monetine che ti tirano durante i live (e Young Signorino per le sue puntate dal vivo sembra preferire contesti snob, come il purtroppo defunto Radar Festival o la serata con Bugo al Monk a cui non s’è presentato last minute). Ha qualcosa di intimamente cesenate, almeno per quel che riguarda la visione hip hop e il mio modo di reagire ad essa: si mischia con l’unto, prospera in una dimensione di ridicolo, non ha nessuna intenzione di pagare il biglietto d’ingresso e cerca di farla franca abbassando il livello. Posso anche rispettarlo, ma voglio prima essere sicuro che non ci vada di mezzo un ragazzino.


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giugno 2018

l’intervista Il programma del We Reading Festival e della Notte del Liscio Domenica 3 giugno alle 21 al Lavatoio di Santarcangelo Lodovico Guenzi e Alberto Guidetti de Lo Stato Sociale leggono Calvino e Tondelli (la sera prima, sempre al Lavatorio, Lorenzo Kruger e Giacomo Garaffoni saranno alle prese invece con Gianni Rodari) come evento conclusivo del festival We Reading. Lo Stato Sociale sarà protagonista in giugno in Romagna anche alla Notte del Liscio, manifestazione con più di 20 appuntamenti dal 7 al 10 giugno che vedrà giovedì 7a Castrocaro un’anteprima con lo spettacolo per i 90 anni dell’Orchestra Casadei; venerdì 8 a Cesenatico gemellaggio fra Notte del Liscio e Notte della Taranta e il jazz, con Paolo Fresu, Raoul Casadei e Orchestra Popolare La Notte della Taranta; sabato 9 a Gatteo Mare gli Extraliscio con Lo Stato Sociale e domenica gran finale in Piazza a Cesena, con l’omaggio al Maestro Vittorio Borghesi (tutto il programma su www.notteliscio.it).

Lo Stato Sociale (a sinistra Lodo Guenzi)

Lo Stato Sociale: «Indie per noi significa libertà La vecchia che balla? Abbiamo cercato su Google...» Parla Lodovico “Lodo” Guenzi, cantante del gruppo bolognese che sarà in Romagna per due eventi in giugno Con la loro “vecchia che balla” sono stati di fatto i veri vincitori (pur arrivando secondi) dell’ultimo Festival di Sanremo, che li ha fatti scoprire anche a chi ancora non conosceva questa band dal nome strano, l’approccio scanzonato, le melodie a presa rapida e testi tra il sarcastico e il demenziale, nata a Bologna ormai quasi dieci anni fa. Lo Stato Sociale arriva in Romagna in giugno per partecipare prima come lettori al We Reading, poi come ospiti sul palco della Notte del liscio (vedi box in alto), in una collaborazione con gli Extraliscio di Mirco Mariani. Abbiamo intervistato il cantante, Lodovico “Lodo” Guenzi, quando ancora sembrava essere quasi certo il suo ingresso nella nuova giuria di X Factor al posto di Manuel Agnelli degli Afterhours. Notizia invece smentita proprio poco prima di andare in stampa, con la conferma ufficiale di Agnelli. Ma cosa ne pensano Lo Stato Sociale di X Factor? «Nella band abbiamo cinque teste diverse e cinque pensieri diversi. Io penso che i talent siano un contenitore in cui è possibile fare delle cose belle. Penso agli artisti che sono “rimasti” dopo i talent e mi vengono in mente esempi come Mengoni, Emma, cantanti che hanno avuto successo perché sono stati in grado di creare una forte identificazione con i loro fan. Penso che Manuel abbia fatto un bel lavoro e abbia sicuramente aperto i talent a un tipo di sensibilità che magari prima era un po’ meno considerata. Poi sono di parte perché Manuel è un amico e una persona che stimo moltissimo». Come vi ha cambiato Sanremo? O, meglio, cosa è cambiato nel pubblico o nella gente che incontrate per strada? «Prima di Sanremo le persone che ci fermavano per chiedere foto o autografi dicevano “posso farmi una foto con te?”. Adesso siamo entrati in una fase in cui le foto sono “per mia figlia” “per mia nonna” o per “mia nipote”. Insomma nessuno vuole più una foto per sé ma solo per parenti. Oltre a farmi sorridere questa cosa mi fa pensare che forse davvero siamo arrivati a persone a cui non eravamo mai arrivati». Come vi è venuto in mente di portare davvero a Sanremo la “vecchia che balla”? «L’idea di avere con noi Paddy Jones e Nico Espinosa è nata per gioco, il testo diceva “una vecchia che balla” e ci piaceva l’idea di avere questo simbolo di spensieratezza e volontà di seguire i propri sogni. Abbiamo cercato su Google e loro due sono il 13esimo risultato… Pensa cosa devono essere i 12 che sono usciti prima!». Siete stati probabilmente tra i primi a mischiare “indie” con “mainstream”, e avete pagato tutto questo anche con stroncature clamorose in ambito alternativo. Quali erano le vostre reali intenzioni? Che rapporto avete con la critica musicale e quanto la tenete in considerazione? Cosa ne pensate dell’indie? «Oggi l’indie è una categoria commerciale delineata dalle playlist di Spotify. Non esiste una sonorità “indie” . Noi abbiamo sempre e solo fatto quello che ci sentivamo di fare. Scrivia-

mo perché abbiamo voglia di scrivere qualcosa non per ottenere un risultato specifco. L’indie per noi ha qualcosa a che vedere con l’essere liberi; liberi di non avere un ritornello, avere troppe parole, dire le parolacce; insomma liberi di dire quello che uno pensa. Per quanto riguarda le stroncature, quelle ci sono ed è giusto che sia così. Alla fine ognuno ha un suo gusto e noi siamo felici che sia così, ci mancherebbe! Quando sono poste in modo costruttivo e educato noi siamo felici e magari dialoghiamo cercando di spiegare le nostre scelte». Quali sono le vostre ispirazioni, musicali ma anche letterarie, visto che partecipate anche a festival letterari... Cosa state ascoltando o leggendo, in questo momento? «Anche qui siamo tutti molto diversi; Bebo è un malato di Raymond Carver, Albi di Nick Hornby e Checco di Paul Auster.

«Prima di andare a Sanremo le persone ci fermavano per farsi una foto con noi, adesso invece ce ne chiedono solo per i loro parenti...»

Io leggo un po’ di tutto ma in questo momento confesso che fra prove per il tour e impegni vari sono fermo. Riprenderò presto. Per quanto riguarda le ispirazioni musicali te ne potrei dire duecento. Elio e le storie tese, Decibel, Jannacci, Skiantos, Lucio Dalla ma and LCD Soundsystem: sono tutti gruppi (insieme a tanti altri) che ci ispirano o quantomeno sono stati un riferimento nella crescita di questa band». Come nascono le vostre canzoni, la parte musicale ma soprattutto i testi? «Noi scriviamo con dei Google Drive, dove tutti mettono qualcosa. È una forma di scrittura davvero inconsueta ma con le canzoni “contenitore” si presta abbastanza. Poi naturalmente capita che alcuni testi sono scritti più da uno in particolare, ma è tutto molto “democratico”». Luca Manservisi

RISTORANTE TAKE AWAY VEGETARIANO VEGANO

mercoledì del cuore Forlì

La Granadilla propone con il patrocinio del Comune di Forlì

mercoledì 6 giugno 2018 SOUS LE CIEL DE PARIS (DUO) Nicoletta Fabbri voce Gabriele Zanchini pianoforte

mercoledì 13 giugno 2018 FE_MALE CHARACTERS Laura Avanzolini pianoforte e voce

mercoledì 20 giugno 2018 BRAZILIANPROJECT Sarah Jane Ghiotti e Simone Migani Nelle serate dei concerti dalle ore 20

Aperitivo e Cena vegana biologica

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UN DISCO AL MESE

giugno 2018

indie-rock/1

Uno scatto di Francesca Sara Cauli dalla passata edizione di Beaches Brew

La popstar tunisina, una predestinata dal fascino oscuro di Bruno Dorella *

Emel Mathlouthi - Ensen (2017) Per la seconda volta in poco tempo mi trovo a parlare di un disco che viene più o meno dalla Tunisia. Più o meno, perché Emel, al secolo Emel Mathlouthi, mi risulta vivere molto più comodamente a NYC. Ciononostante, è diventata famosa perché un paio di sue canzoni sono diventate inni della cosiddetta “Primavera Araba” o “Rivoluzione dei Gelsomini” del 2011, partita proprio da Tunisi. Canzoni dai titoli che in italiano suonano come “Povera Tunisia” e “La Mia Parola è Libera”. Da lì una carriera in ascesa rapidissima: suona al Nobel per la Pace nel 2015, si procura una bella pubblicità quando le autorità israeliane le impediscono di suonare a Ramallah, e quindi arrivano i più importanti festival di world music, dal Womad in giù. Questo secondo album Ensen, però, rilancia in qualche modo. Intendiamoci, siamo sempre ben piantati nel pop, nella world music da classifica. Però, la produzione elettronica (che lei ha sempre usato, ispirandosi dichiaratamente a Bjork) questa volta ha un che di gradevolmente oscuro, che fa pensare all’indimenticabile Spear Into Hooks di Meira Asher (israeliana, ironia della sorte), o a certi momenti di FKA Twigs. Basti ascoltare “Lost” o l’iniziale “Instant”. Poi certo, il singolo “Ensen Dhaif” è più facile, ma è comunque una signora canzone, così come “Layem”, in perfetto equilibrio tra tradizione e contemporaneità. Arrivano anche gli episodi più world, come “Thamlaton”, che però risuonano di quel lato inquietante della musica tunisina di cui ho già scritto qualche mese fa parlando degli Ifriqiyya Electrique. Ma qui non siamo davanti a un fenomeno di nicchia, bensì a una popstar che con soli due album è già finita su documentari (The Rough Guide to Arabic Revolution), ed è corteggiatissima dal mondo della moda. Il fatto che molti dei suoi pezzi siano in tunisino le fa onore, e fa pensare che comunque tutto l’attaccamento sbandierato alla sua patria, anche prendendo posizioni politiche forti, sia sincero. Se poi, come dicono, sarà la nuova Fairuz (il mito intoccabile della canzone araba, insieme a Oum Kalthoum), lo vedremo. Intanto pare una predestinata, e in tempi di instant stars mi sembra già molto..

* Batterista di Bachi Da Pietra e OvO, chitarrista di Ronin e Tiresia, factotum come Jack Cannon, membro della Byzantium Experimental Orchestra, del GDG Modern Trio e dei Sigillum S, ex discografico, orgoglioso ravennate d'adozione.

Beaches Brew, la spiaggia internazionale della Romagna Settima edizione per il festival del bagno Hana-Bi che porta a Marina di Ravenna artisti da tutto il mondo, tra psichedelia, jazz, elettronica e suoni anche esotici La settima edizione di Beaches Brew, il festival di Bronson Produzioni (ideato e curato in sinergia con un team internazionale di curatori di base in Olanda) va in scena da lunedì 4 a giovedì 7 giugno a Marina di Ravenna. Anche quest’anno saranno le rilassate atmosfere da spiaggia dell’Hana-Bi – lo stabilimento balneare di Bronson, sede del festival – a fare da cornice a un’esperienza musicale unica nel suo genere: una quattro giorni completamente gratuita in un piccolo paradiso dell’Adriatico a pochi minuti dal Ravenna (e ad appena un’ora di auto da Bologna), tra sole, sabbia e surf. Un’esperienza unica nel suo genere, che ogni anno è capace di rinnovare l’atmosfera di totale condivisione per una comunità aperta di appassionati (circa 15.000 le presenze complessive della scorsa edizione, di cui quasi oltre il 40 percento dall’estero) in un contesto che rimane uno dei più affascinanti a livello internazionale. La line up di Beaches Brew 2018 coniuga perfettamente tradizione e innovazione, ospitando moltissime tra le nuove proposte già entrate nel radar delle principali riviste internazionali. L’opening del festival (lunedì 4 giugno) si terrà anche quest’anno al Molo Dalmazia di Marina di Ravenna e vedrà protagonisti, oltre ai live, l’ormai tradizionale Garage Sale dedicato agli appassionati di arte, musica e design, oltre alle pescherie del territorio che proporranno per l’occasione il meglio delle loro specialità. Il nome di punta della prima giornata è probabilmente quello dei Liima, band di synth-pop sperimentale formata dal percussionista finlandese Tatu Rönkkö e da Mads Brauer, Casper Clausen e Rasmus Stolberg, membri dei danesi Efterklang. A completare il cartellone della serata al molo gli americani Omni (post-punk con modelli come Wire e Devo), gli olandesi Amber Arcades (tra krautrock e pop) e Tobjah, il progetto solista del veronese Tobia Poltronieri, fondatore del collettivo folk C+C=Maxigross. Martedì 5 giugno il festival entra nel vivo al bagno Hana-Bi (dove sarà allestito anche un palco in spiaggia libera, oltre al classico sotto la tettoia) e il nome da tenere maggiormente d’occhio probabilmente è quello di The comet is coming, conceptband guidata dal sassofonista Shabaka Hutchings, figura chiave della nuova scena jazz inglese (qui contaminato anche con dosi di elettronica e psichedelia) ma promettono di regalare sorprese anche un personaggio come Hailu Mergia, 72 anni, leggendario pianista, tastierista e fisarmonicista tra i fautori negli

Tra i nomi di punta Tune-Yards, Jlin Ezra Furman, Liima e Khruangbin

anni settanta del cosiddetto ethio-jazz; e la ventiquattrenne Britney Parks da Cincinnati, in arte Sudan Archives, con il suo mix di sperimentazione elettronica e fiddle (musica tradizionale basata su violino e strumenti a corda) africano. Ad aprire la seconda serata il progetto solista del “nostro” Bruno Dorella (qui a fianco il suo “disco del mese”), in arte Jack Cannon, e l’elettronica “jazzata” dell’emiliano Machweo. Mercoledì 6 giugno l’attesa è per artisti americani, in primis il cantante-compositore Ezra Furman (tra i preferiti di Pitchfork) e poi il trio texano Khruangbin (ispirato da surf rock e colonne sonore alla Tarantino), il punk-rock dei Downtown Boys e la cantautrica Mattiel (rock e soul). Ad aprire la terza serata la new wave dei forlivesi Havah. Infine, il festival si chiude con la serata più “elettronica” e due nomi di punta della scena mondiale come Tune-Yards, la creatura nata dall’ispirazione dell’eclettica cantautrice statunitense Merril Garbus, e Jlin (aka Jerrilynn Patton), una delle più importanti producer dell’elettronica contemporanea. Ma giovedì 7 giugno saliranno sul palco dell’Hana-Bi anche Flohio, una delle protagoniste della recente new wave del rap nel Regno Unito, la cantante e compositrice egiziana Nadah El Shazly (tra folk e jazz, elettronica e canto melodico arabo), il producer siriano Rizan Said (fautore della cosiddetta dabke dance”) e, in ultimo, una presenza fissa di Beaches Brew, l’inglese Dj Fitz. Info: beachesbrew.com.

Al bagno del Bronson anche i Bellrays, L.A. Witch e Steve Shelley dei Sonic Youth Oltre a Beaches Brew sempre in giugno all’Hana-Bi da segnalare, tra gli altri, il 12 giugno il garage-rock dei francesi J.C.Satàn, il 19 il rock’n’roll delle californiane L.A. Witch e il 21 la tappa del tour della cantautrice italiana Emma Tricca (tra folk, blues e jazz), accompagnata per l’occasione da Jason Victor (chitarrista dei The Dream Syndicate) e Steve Shelley (batterista dei Sonic Youth). Il 23 giugno tra elettronica e forma canzone con Makai, nome d’arte del producer pugliese Dario Tatoli; il 24 torna il rock con gli inglesi/neozelandesi Night Shades e il 26 serata garage con i newyorkesi The Mystery Lights. Infine, sabato 30 giugno all’Hana-Bi tornano gli americani Bellrays, ispirati dalla musica di Stooges, MC5 e James Brown, in grado di combianre le due anime di Detroit, quella più punk e underground e quella black della Motown. Concerti alle 21, la domenica alle 18.


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LA ROMAGNA IN CUFFIA

indie-rock/2

Il nuovo equilibrio dei Comaneci di Luca Manservisi

GLI EELS A CESENA PER L’UNICA DATA ITALIANA Sabato 23 giugno inizia ufficialmente a Cesena la rassegna rock “acieloaperto” con l’unica data italiana di uno dei nomi storici della scena alternativa americana, gli Eels del carismatico frontman E (nome d’arte di Mark Oliver Everett, nella foto). L’appuntamento è alla Rocca Malatestiana. Presenteranno il loro The Deconstruction, nuovo album a distanza di 4 anni dal precedente.

FESTIVAL/1 A Mercato Saraceno Ros e Giuda

FESTIVAL/2 Al parco di Forlì tre giorni con la canapa Sul palco anche Finardi e i Real Rockers

Il 2 giugno al centro sportivo di Mercato Saraceno va in scena il “Big Fish Day“ con motoraduno, stand gastronomico e soprattutto concerti (dalle 17.30 e poi dalle 21). Sul palco si alterneranno i Ros (foto), trio power-pop direttamente da X Factor, i romani Giuda (glam rock) e i bresciani Slick Steve & the Gangsters (rock’n’roll).

Dall’8 al 10 giugno al parco urbano di Forlì appuntamento con il Canapa Festival, evento che vuole informare e sensibilizzare i cittadini sugli innumerevoli utilizzi di questa pianta, con più di 90 espositori e relatori di fama. Eventi clou saranno anche i concerti: venerdì 8 giugno dalle 21 il cantautore torinese Giuvazza e a seguire un nome storico della musica italiana come Eugenio Finardi. Sabato 9 dalle 20 serata tra hip hop e reggae con i veneti 16 Barre, gli emiliani Inna Cantina Sound e i Real Rockers, collettivo con “pesi massimi” come Ensi, Madkid e Moddi che porteranno sul palco suoni della tradizione jamaicana misti ad anthem del rap americano.

avant

C’era attesa per questo nuovo disco dei Comaneci, piccolo progetto portato avanti da ormai 15 anni dalla cantante e cantautrice ravennate Francesca Amati che già dopo poco tempo era riuscito a ritagliarsi un discreto spazio nella scena cosiddetta alternativa italiana. Partito all’insegna di una sorta di “folk-pop da cameretta” caratterizzato da voce suadente e atmosfere malinconiche e confortanti, con il passare degli anni (e in particolare con la nuova dimensione in duo, completato a partire dal 2009 dal cesenaticense Glauco Salvo) il tutto si è fatto più cupo e meno lineare, alla ricerca di una formula molto personale di folk se non sperimentale – come l’hanno definito in molti – sicuramente meno rassicurante. Formula che raggiunge il suo massimo equilibrio con questo Rob a Bank, quarto album lungo uscito (a sei anni dal precedente) il 18 maggio per la veneta Tannen Records (con tanto di suggestivo artwork a cura di Mara Cerri, che va ad aggiungersi alla lista di illustratori con cui i Comaneci hanno collaborato in passato, tra cui anche Ericailcane). La differenza la fa probabilmente la presenza in pianta stabile di un batterista/percussionista, l’imolese Simone Cavina (Junkfood, Ottone Pesante, Yuppie Flu...), che dà più compiutezza a quelli che in passato potevano anche sembrare a volte più che altro bozzetti, per quanto riusciti, di Amati e Salvo. Siamo sempre dalle parti di un blues-folk a tinte scure, venato da fremiti di elettronica “povera” che ne rappresentano spesso un valore aggiunto, con riferimenti l’America di Califone o Michael Gira (delizioso il banjo che fa capolino qua e là) ma anche suoni più contemporanei come quelli delle scene di Bristol o Berlino, nei momenti più astratti, senza disdegnarne altri più immediati e canzoni dal sapore perfino bucolico (la parte finale di “Plainsong”), fino ad arrivare a una sorta di violenza repressa in uno degli apici dell’album, “Cocoon”. La voce probabilmente non è mai stata così centrata, a volte quasi difficile da riconoscere (in un pezzo etereo e sospeso come “The Lake”, per esempio), in quello che è in definitiva un ottimo punto di (ri)partenza verso obiettivi in futuro ancora più ambiziosi, considerando le potenzialità. I Comaneci suoneranno il 15 giugno all’Hana-Bi di Marina di Ravenna

GLI ZU ALL’AREA SISMICA Al via una mini rassegna di concerti in giardino (con tanto di cena) all’Area Sismica di Ravaldino in Monte. Si parte domenica 24 giugno dalle 20 con i romani Zu (con il loro mix di noise, punk-jazz e math rock) in formazione originale che ospitano il sassofonista svedese Mats Gustafsson (nella foto).

RADIO MELODY A Marina di Ravenna interviste e live in spiaggia con Ginevra Di Marco e i Dunk dei fratelli Giuradei Dopo le prime tre fortunate edizioni, il bagno Peter Pan di Marina di Ravenna torna a proporre la formula di una radio dal vivo nei mercoledì d’estate per scoprire i grandi nomi della musica italiana d’autore. La radio è la storica Radio Melody con i suoi dj. In particolare a Luigi Bertaccini è affidato il ruolo di “padrone di casa” in un vero e proprio salotto sulla spiaggia dove gli ospiti si raccontano in un’intervista, intervallando interventi musicali dal vivo. Si comincia il 20 giugno con Ginevra Di Marco (nella foto) che racconterà gli esordi con i Csi e il passaggio verso una raffinatissima ricerca verso la canzone popolare internazionale, mentre il 27 giugno protagonista sarà il nuovo progetto dei fratelli Giuradei con Luca Ferrari dei Verdena e Carmelo Pipitone dei Marta sui tubi: i Dunk.

P R O D O T TI N ATU R A L I B IO - G IA R D IN AG G IO ORI A C C E S S O R I P E R F U M AT e pr of es si on al it à à et ri se n co e em si in ni an 14 Da de ll a ca na pa do on m l su o li eg m il vi ar li pe r co ns ig


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suoni CONSIGLI D’AUTORE

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anniversari&ritorni I CASINO ROYALE E I 20 ANNI DI CRX A SAVIGNANO Fa tappa il 9 giugno a Savignano, in piazza Borghesi (nell’ambito del Festival “Il rock è tratto”), il tour della storica band milanese Casino Royale, che porterà live il doppio cd CRXX uscito a fine 2017, in occasione del ventennale del loro CRX, considerato ai tempi tra i più innovativi album italiani, tra crossover, trip hop e drum & bass.

Dischi da ascoltare: da Frahm a Dorella a cura di Luca Maria Baldini *

Che cosa accomuna i NOFX, i Beatles, Jon Hopkins, i Wilco, i Motorpsycho, the War on Drugs, Nicholas Jaar, Johann Johannson e Four Tet? Beh sicuramente parte della storia dei miei ascolti e probabilmente anche quella di molti di voi che leggeranno. Devo dire grazie a mio padre e ai miei fratelli maggiori per l'iniziazione! Il resto si è scritto poi da solo. Sono le 6 del mattino, dopo i primi giorni di caldo estivo, il fresco di quest'ora si apprezza già molto. Qui, fra Porto Fuori e Ravenna c'è una lieve nebbiolina, gli uccellini isterici ripetono a loop che c'è l'alba e come spesso accade in questo periodo in cui ho diversi progetti musicali in ballo, ho dormito solo 4 ore. Ah giusto, poi ieri il nostro Presidente del Consiglio per un giorno, ha dato le Luca Maria Baldini sue dimissioni e qualche giorno fa Young Signorino non si è presentato al suo primo live a Roma. Potrei scrivere dei 10 dischi da ascoltare sotto l'ombrellone, ma non sono uno che ha l'ombrellone quindi mi limiterò a quelli che sto ascoltando in questo momento e che consiglio di ascoltare in diversi momenti, ognuno in condizioni diverse. Johann Johannsson - Orphée Questo disco ci ricorda che poche note possono portarci in una profondità incredibile se fatte con una certa consapevolezza e gusto. Da ascoltare all'alba di fronte a un campo o sdraiati in terra sul pavimento, guardando il soffitto. Jon Hopkins - Singularity A quest'uomo è stato detto di portare messaggi importanti dal cosmo, di trasformarli in emozioni musicali e farli ballare a 125 bpm. Singularity rappresenta un percorso di ricerca che va oltre la musica e che ancora una volta conferma Jon Hopkins nell'olimpo di quegli artisti di inestimabile valore. Da ascoltare in autostrada a tutto volume in direzione Modena o Milano. Nils Frahm - All Melody Un album nato dalla libertà di esprimersi di un artista, che arrivato a questo punto della sua carriera, può semplicemente chiudersi in studio senza preconcetti e far nascere magia. Da ascoltare al tramonto in spiaggia sorseggiando un Moscow Mule o una birra locale. Nick Cave, Warren Ellis - The assassination of Jesse James Lo stile è qualcosa che difficilmente si impara, o lo si ha oppure no. Due musicisti incredibili che insieme hanno fatto diversi capolavori, fra cui questa colonna sonora. Da ascoltare mentre si fa l'amore. Murcof, Erik Truffaz - Being Human Being Quando nella sperimentazione si riesce a esprimere emozione come nelle canzoni, succede che nascono dischi così. Recentemente mi sono ispirato a questo album per creare parti di una sonorizzazione di un film muto. Vi consiglio di andare su Youtube e iniziare a guardare pezzi di film muti degli anni 20 con questo disco in sottofondo, vi accorgerete che è la colonna sonora perfetta per quasi tutti, come se fosse stata creata apposta. Da ascoltare seduti davanti ad un camino spento. Machweo - Primitive music Fortunatamente molti artisti italiani ci ricordano che non sempre bisogna andare oltre i confini per trovare musica di grande valore. Sono curioso di vederlo al Beaches Brew (vedi p. 6, ndr). Un disco da ascoltare a casa a piedi nudi. Cornelius - Drop Cosa succede se prendiamo una band punk con un sentimento incredibile, la registriamo a click insieme ai Flaming Lips e una band brasiliana folk e la diamo in mano a un laboratorio di chimici giapponesi? Non conosco il processo creativo dietro a questo capolavoro senza tempo, ma sarebbe interessante saperlo. Un disco da ascoltare in spiaggia scalzi mentre si gira su se stessi a braccia aperte. Beach House - 7 Tutti abbiamo bisogno di malinconia e i Beach House soddisfano questa esigenza con il loro inconfondibile sound, consolidato album dopo album (non tutti riuscitissimi). Un disco da ascoltare mentre si fa una di quelle camminate raccomandate dai medici, a passo svelto con gli auricolari. Jack Cannon - 1:4"/XLR Questo album credo sia il romanzo sonoro di una carriera musicale che è in continua crescita e non ha paura di cambiare, di evolversi, di accettarsi. Bruno Dorella per noi ravennati rappresenta un punto di vista sulla bellezza che abbiamo e che solo un occhio esterno riesce a cogliere e farci guardare ogni volta. Un punto di riferimento per la nostra (e non solo) scena musicale che riesce a mettere insieme realtà ed elementi che solo un forestiero senza preconcetti può fare. Da ascoltare seduti in terra sul pavimento, sorseggiando un thè fresco o un whisky. Nicolas Jaar - Nymphs Anche quando sembra che tutto sia già stato fatto e che non ci sia spazio per qualcosa di nuovo arriva un artista come Nicolas Jaar e ci ricorda che c'è sempre spazio per la creatività e l'innovazione se nella musica c'è emozione, gusto e stile. Da ascoltare andando in bicicletta. * Ravennate, classe 1985, Luca Maria Baldini (In Between, Kisses From Mars e Simona Gretchen) è stato selezionato recentemente dal progetto Soundtracks per la sonorizzazione di film muti: il 21 giugno al Supercinema di Modena presenterà la sonorizzazione de L'uomo meccanico, il 30 luglio quella di Moon ai Magazzini Darsena di Cervia.

I 55 ANNI DEI NOMADI E LE CANZONI DI VECCHIONI NELLA DARSENA DI RIMINI I Nomadi tornano dal vivo con un doppio concerto-evento alla Nuova Darsena di Rimini, il 22 e il 23 giugno per presentare “Nomadi 55 - Per tutta la vita”, il nuovo progetto in uscita venerdì 22 giugno (nella foto la copertina), un doppio album che celebra i 55 anni di carriera della band più longeva d’Italia, con canzoni reinterpretate da Yuri Cilloni (nuova voce dal 2017). Sempre in Darsena la rassegna di grandi concerti di artisti italiani prosegue il 29 con Roberto Vecchioni e le sue “Canzoni per i figli” come il titolo del suo ultimo album che raccoglie vecchi successi rivisitati.

GLI AVION TRAVEL RIPARTONO DAL TEATRO SOCJALE Il Teatro Socjale ospiterà il 15 giugno la “data zero” del nuovo tour degli Avion Travel. La band (che si muove tra jazz e canzone d’autore) sarà a Piangipane (Ravenna) per tutta la settimana che precede il concerto per allestire e provare la tournèe che seguirà. La “piccola orchestra” di Peppe Servillo (alla voce), Mario Tronco (tastiere), Duilio Galioto (piano e tastiere), Peppe D’Argenzio (sax), Ferruccio Spinetti (contrabbasso) e Mimì Ciaramella (batteria) ha pubblicato il 18 maggio Privé, quattordicesimo album in studio ma primo di inediti dal 2003.



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musica classica I concerti di musica sacra e da camera del Festival

Anche l’Orchestra del Mariinskij sul palco del Pala De André La grande sinfonica del Ravenna Festival vedrà inoltre in giugno la Cherubini diretta da Wayne Marshall e Dennis Russell Davies. Al piano atteso David Fray Wayne Marshall

Dall’1 giugno al 22 luglio va in scena la XXIX edizione di Ravenna Festival con oltre 50 giorni di programmazione, un centinaio di appuntamenti (info e programma su ravennafestival.org) e un migliaio di artisti coinvolti per un mosaico di suggestioni e temi a partire dal titolo We Have a Dream e dal ricordo di Martin Luther King. In scena, come al solito, anche i grandi protagonisti della sinfonica. Ecco gli appuntamenti del mese di giugno. L’esordio (4 giugno al Pala De André) è con l’Orchestra Cherubini, diretta da Wayne Marshall che propone al pubblico tre pezzi di Ravel (Alborada del Gracioso, Le Tombeau de Couperin, La Valse) e Three Dance Episodes dal musical On the Town di Bernstein e il celebre An American in Paris di Gershwin. Un altro omaggio a Leonard Berstein a 100 anni dalla nascita lo offre il Maestro Dennis Russell Davies, sempre sul podio dell’Orchestra Cherubini con l’esecuzione della Sinfonia n. 2 The Age of Anxiety e, nella seconda parte, in prima nazionale, la Sinfonia 11 del minimalista Philip Glass (il 16 giugno al Pala De André). L’8 giugno, invece, l’Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo diretta da Valerij Gergiev eseguirà un programma di matrice russa con influenze francesi. Proprio l’apertura sarà affidata a una delle composizioni simbolo dell’Ars Gallica, il Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy, a cui seguiranno i Quadri di un’esposizione, capolavoro del più feroce sostenitore musicale dell’identità nazionale russa, Modest Mussorskij, nell’elaborazione orchestrale di Maurice Ravel. A chiudere il programma le Danze sinfoniche op.45 di Sergej Rachmaninov, composte dal musicista nel suo esilio statunitense. Due tra i compositori più noti della storia saranno infine i pilastri del concerto del 26 giugno che vedrà il pianista David Fray interpretare (anche come direttore) insieme all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini due concerti per tastiera di Johann Sebastian Bach (BWV 1052 e 1055) e il concerto K491 di Wolfgang Amadeus Mozart, composizione tra le più drammatiche del musicista salisburghese. Spettacoli del Ravenna Festival anche alle pagine 12 e 13.

minimalismo

MUSICA CONTEMPORANEA

L’invasione delle chitarre elettriche, tra Ravenna, Russi e valli di Comacchio

RIVIVE IN C DI TERRY RILEY Il 12 giugno alle 21.30 all’Almagià il Ravenna Festival omaggia uno dei capolavori del cosiddetto minimalismo, l’album In C di Terry Riley, che verrà riproposto in versione “per ensemble” a cura di Tempo Reale (Francesco Canavese e Francesco Giomi maestri concertatori) con la partecipazione degli allievi delle scuole musicali di Ravenna, Faenza e Forlì.

Ravenna Festival si prepara a una settimana di eventi dedicati allo strumento principe della popular music, la chitarra elettrica: dal 19 al 24 giugno, tra soli ed esibizioni di massa va in scena We Sing the Body Electric, progetto realizzato con la partecipazione di PMCE - Parco della Musica Contemporanea Ensemble, in collaborazione con Fondazione Musica per Roma e Rockin‘1000. Si parte con gli appuntamenti alle Artificerie Almagià del 19, 20 e 21 giugno con musiche firmatre, tra gli altri, da Ennio Morricone e Steve Reich, Alessandro Ratoci e Christopher Trapani, Steve Mackey dei Pulp e Bryce Dessner dei The National. Alla chitarra - ma anche al basso e contrabbasso - solisti (tra cui anche il “nostro” Bruno Dorella) e piccoli ensemble che si esibiranno anche in composizioni appositamente commissionate e in prima mondiale. Venerdì 22 giugno “In a Blink of a Night” vedrà invece a Palazzo San Giacomo, a Russi, l’invasione delle 100 chitarre elettriche: un’imponente orchestra che si esibirà sul tempo cangiante e ossessivo dei bas-

si e sull’immancabile pulsazione di una batteria, diretta da Tonino Battista e con Luca Nostro e Giuseppe Marino rispettivamente chitarra e batteria solista. Per misurarsi con una scrittura “sinfonica” - incluse nuove composizioni firmate da Elliot Cole, il compianto Glenn Branca e Michele Tadini, quest’ultimo con una partitura ispirata al tema musicale di “Siamo soli” di Vasco Rossi - il Festival ha esteso l’invito a tutti i chitarristi del territorio (ma anche oltre) attraverso la collaborazione con Rockin’1000. Sabato 23 poi il progetto si sposta a Porto Garibaldi all’insegna del Blues del Delta prendendo spunto dalle esperienze di contaminazione bluesMediterraneo di Antonio Gramentieri. Tra i protagonisti Eugenio Finardi e Bobby Solo e il batterista romagnolo Vince Vallicelli. Infine domenica 24 giugno un altro percorso si snoda lungo il Delta del Po e le Valli di Comacchio: il concerto trekking (e quest’anno anche bike) dalle tinte blues, realizzato in collaborazione con Trail Romagna. Info: www.ravennafestival.org.

L’edizione 2018 del Ravenna Festival propone tanti approfondimenti declinati anche in chiave sacra, a partire dai “Vespri” nella Basilica di San Vitale, concerti in programma tutti i giorni alle 19 dall’1 giugno al 5 luglio. La seconda rassegna nella rassegna di musica sacra, invece, sarà In Templo Domini, interamente dedicata alla liturgia nelle basiliche ravennati: il 10 giugno sarà la Basilica di Sant’Apollinare in Classe a ospitare l’Ensemble Voces Suaves sulle note di Monteverdi, Marenzio e Gesualdo, tre astri del periodo Cinque-Seicentesco. Guillaume Dufay sarà il protagonista del secondo appuntamento, il 17 giugno, quando il gruppo vocale fiammingo Graindelavoix farà risuonare a San Vitale i grandi capolavori del compositore più famoso d’Europa del Quattrocento. Dall’Estonia proviene l’Ensemble Heinavanker che, il 24 giugno a San Vitale, oltre ad animare la liturgia con musiche del più celebre compositore della seconda generazione della scuola fiamminga, Johannes Ockeghem, porterà a Ravenna la musica popolare estone. Continuando ad analizzare la programmazione di giugno si potrà individuare una particolare attenzione del Festival verso la spiritualità declinata secondo l’antico e il moderno. Il 9 giugno ancora l’Ensemble vocale Voces Suaves, nella Basilica di San Francesco, eseguirà un florilegio di brani legati all’approfondimento testuale e semantico dei mondi ultraterreni della Divina Commedia: tra i compositori eseguiti non mancheranno Merulo, Monteverdi e Marenzio, ma anche la contemporanea Joanne Metcalf. Al fiammingo Jean Hanelle e alla tradizione musicale cipriota si vota il concerto che il 17 luglio vedrà sempre i Graindelavoix valorizzare, nella cornice della Basilica di San Vitale, il repertorio che il compositore nato intorno al 1380 seppe valorizzare nell’isola mediterranea. Grande attesa ci sarà per il gruppo inglese The Sixteen che il 20 giugno nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe darà voce a musicisti attivi in circostanze contrarie alle loro idee religiose o politiche, dal Cinquecento ad oggi. Sarà invece il 24 giugno che l’Ensemble Heinavanker, a San Vitale, celebrerà il primo centenario della rivendicazione dell’autonomia estone. Per quanto riguarda la musica da camera, da sempre stato uno dei fiori all’occhiello di Ravenna Festival, domenica 10 giugno il Quartetto del teatro alla Scala si cimenterà in un percorso che dalla Boemia di Dvořák, volerà oltreoceano verso le sonorità di Barber prima di ritornare nell’Europa estone di Pärt. Sarà, invece, completamente statunitense l’incontro, il 17 giugno nel Chiostro della Biblioteca Classense, tra i pianisti Dennis Russell Davies e Maki Namekawa che vedrà, oltre all’esecuzione di musiche di Jarrett e Glass, la lettura in chiave pianistica del genio di Stravinskij. La musica da camera è anche sperimentazione e l’incontro tra l’arpa di Xavier de Maistre e le nacchere di Lucero Tena getterà una luce nuova alla musica spagnola grazie alla fusione di due mondi così lontani eppure affini, il 25 giugno nel Chiostro della Biblioteca Classense. Lo stesso luogo, il 27 giugno, sarà teatro del più tradizionale l’appuntamento col Quartetto Klimt che eseguirà musiche di Schubert, Mahler, Schnittke e Schumann racchiudendo tra di esse una composizione contemporanea dell’italiano Corghi, come legame tra il passato e il futuro.


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jazz MUSICA POPOLARE Torna il busker festival della scuola di Forlimpopoli Torna sabato 2 giugno la festa di fine anno della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli. Si parte alle 21 alla Rocca con Banda Raminga, progetto di musica d’insieme proposto dalla Scuola ArtMusique di Perugia e diretto da Stefano “Ciuma” Delvecchio. Dalle 21.30 “La repubblica della musica”: nove punti spettacolo distribuiti fra torrioni della rocca, sala mostre, teatro, museo e sala del Consiglio verranno impegnati da oltre 80 fra allievi e maestri della Scuola di Musica Popolare in quello che, esperienza unica in Italia, si configura come un vero e proprio Busker Festival organizzato in autonomia da una Scuola di Musica. Il finale dalle 23 con L’Orchestrona della Scuola di Musica Popolare, gruppo di musica d’insieme della Smp riconosciuto per il suo repertorio di danze internazionali (ospite Paola Sabbatani). In caso di maltempo rinvio a domenica 3 giugno.

Dal grande batterista Billy Hart fino a Enrico Rava e Danilo Rea al festival dedicato all’Artusi Cinque giorni di concerti a Forlimpopoli dal 26 al 30 giugno

ravenna festival Billy Hart

L’ORCHESTRA (UNICA AL MONDO) DI PIAZZA VITTORIO Il 23 giugno a Palazzo San Giacomo di Russi nell’ambito del Ravenna Festival concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio, storico progetto di Mario Tronco, tastierista degli Avion Travel. Tra musiche tradizionali, rock, pop e reggae, si tratta della prima e sola orchestra che ha creato posti di lavoro e relativi permessi di soggiorno per musicisti provenienti da tutto il mondo, costituendo anche un mezzo di recupero e di riscatto per artisti stranieri che vivono a Roma talvolta in condizioni di emarginazione.

Il grande batterista americano Billy Hart, con il suo quintetto che divide con lo spagnolo Jorge Rossy (al vibrafono), aprirà la decima edizione del festival Artusi Jazz, in programma dal 26 al 30 giugno a Forlimpopoli. L'appuntamento è alle 22 di martedì 26 alla corte di Casa Artusi, anticipato alle 19 dalla presentazione del nuovo libro dedicato a Miles Davis del musicologo Enrico Merlin. Il giorno dopo al Cortile di Berta e Rita di via Saffi appuntamento con Roots Magic, progetto romano dedicato al blues d'avanguardia con i fiati di Alberto Popolla (clarinetti) ed Errico De Fabritiis (sassofoni), accompagnati da Gianfranco Tedeschi (contrabbasso) e Fabrizio Spera (batteria). Giovedì 28 alle 21.30 in piazza Pompilio suoneranno i Latin Five: sul palco sax, tastiere, chitarra e basso con Gaspare Pasini, Bruno Cesselli, Ares Tavolazzi, Alberto Negroni e Massimo Manzi tra i percorsi contaminati del cuban jazz e della bossa nova, fino ad approdare all'acid jazz. Per

l’occasione il sassofonista Gaspare Pasini verrà insignito del premio “Frampuljazz 2018”, per essere stato uno dei “generatori” iniziali della rassegna musicale forlimpopolese. La serata di venerdì 29 sarà, invece, scandita da due concerti: il primo è in programma alle 21.30 al Teatro Verdi che si trasformerà in un tempio dell’avanguardia newyorchese con l’acclamato pianista Aaron Parks e il chitarrista Greg Tuohey, accompagnati da DJ Ginyard al basso e Tommy Crane alla batteria. Alle 23.45 ci si sposterà nell’adiacente museo Aldini dove Simone Zanchini si esibirà con la sua fisarmonica. Doppio appuntamento anche per la serata conclusiva del festival: sabato 30 giugno alle 20.40, infatti, all’interno della corte di Casa Artusi si esibiranno Marco Benny Pretolani (sax), Luca Bonucci (piano) ed Eugenio Primo Saragoni (batteria) ossia, The indians. A chiudere con il botto, alle 22.20 sempre all’interno della corte di via Costa 23, saranno due giganti del jazz italiano come il trombettista Enrico Rava e il pianista Danilo Rea.


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ravenna festival/prosa

L’Islam visto da dentro in uno spettacolo “epistolare” Il regista Giorgio Sangati parla di “Lettere a Nour” che sarà presentato in prima nazionale al teatro Alighieri il 14 giugno con Franco Branciaroli e Marina Occhionero di Iacopo Gardelli

Giorgio Sangati, classe 1981, è il regista di Lettere a Nour, primo adattamento teatrale italiano dell'omonimo libro di Rachid Benzine, islamologo franco-marocchino. Come vuole la migliore tradizione letteraria francese, si tratta di un romanzo epistolare, incentrato sulla storia di un padre, intellettuale islamico progressista, e di sua figlia, Nour, che giovanissima scappa in Iraq per combattere nello Stato Islamico. Uno scontro allo stesso tempo religioso e famigliare, che ci aiuta a scavare più a fondo per comprendere le ragioni di una scelta incomprensibile ai nostri occhi di occidentali blasé. Abbiamo chiesto al regista veneto il suo sguardo per prepararci alla prima nazionale dello spettacolo, ospitata dal Ravenna Festival (il 14 giugno al Teatro Alighieri), che vedrà in scena Franco Branciaroli e Marina Occhionero. Il testo di Rachid Benzine non è stato ancora tradotto in italiano. Come l'ha incontrato? «Il punto di partenza è la visione da parte di Claudio Longhi, direttore di ERT, della messa in scena francese ad Avignone. Da lì è nata l'idea che si potesse trattare di un materiale interessante anche per il pubblico italiano». Cosa l'ha colpita di questo testo? «Il testo ha il pregio di affrontare il problema all'interno dell'Islam. I due protagonisti non sono di religioni diverse e per di più hanno punti di vista che difficilmente prenderemmo in considerazione. Siamo abituati a parlare di orrore da una parte e ragione dell'altra: il testo ci mette in una posizione più scomoda come spettatori, perché ci fa superare l'etichetta dell'incomprensibile». Una visione meno manichea del fenomeno. «Assolutamente. Questo anche perché il testo affronta la Storia attuale attraverso una storia famigliare. Le vicende personali, nel rapporto fra padre e figlia, non sono secondarie rispetto alle scelte che portano Nour a partire. La biografia diventa il grimaldello per parlare di una questione spinosa». La sinossi dello spettacolo mi ha ricordato, mutatis mutandis, American Pastoral di Philip Roth. «Il riferimento a Roth è giustissimo: allarga la questione dal punto di vista religioso a quello generazionale. Il padre ha cresciuto Nour proteggendola dal dolore e dalla sofferenza. Quando Nour arriva ad avere un'autonomia, ha l'esigenza di rompere questo meccanismo di rimozione; e lo fa come spesso succede a quell'età, andando alla ricerca dell'opposto, buttandosi nella vita – e quindi nel dolore, nella morte. Tutto ciò ha una valenza generazionale». In che senso? «Questa nuova generazione cerca un coraggio, un'azione che la generazione precedente aveva cristallizzato per motivi sociali ed economici. Il padre di Nour era giovane quando l'Europa era in costruzione, in piena espansione economica. Il mondo di oggi ha perso questa stabilità: è diventato anacronistico averne fiducia. Nour, al contrario, si butta nella mischia».

A sinistra Giorgio Sangati, a destra Franco Branciaroli

Lettere a Nour è un romanzo epistolare. Come ha adattato questa forma al teatro? «Le lettere non hanno forma dialogica, sono come piccoli monologhi. Occorre capire che differenza c'è fra i due scriventi, in che modo ricevono queste lettere. Il flusso di comunicazione non è bilanciato. Il mio lavoro è consistito nella ricostruzione di uno spazio interiore: mi piace pensare che queste lettere siano come delle visite, momenti di una grande intimità, che addirittura supera quella del dialogo diretto. Le lettere lavorano di sponda: non dicono tutto quello che vorrebbero comunicare, e ciò le rende ancora più vere. L'obbiettivo è portare sulla scena questo effetto narrativo». Lo spettacolo affianca un mostro sacro come Branciaroli con una giovane promessa, la Occhionero. Come ha lavorato su questa coppia? «La differenza fra i due diventa calzante per questo testo. Branciaroli è davvero un mostro sacro, ha un'esperienza incredibile sui palcoscenici. Dall'altra abbiamo un'attrice promettente, ma che ha calcato molte meno scene.

Nella metafora teatrale i due traslano a un altro livello lo scontro generazionale raccontato nel libro». Per quanto riguarda le musiche? «Sul palco, in scena con gli attori, ci sarà un trio ravennate, i Mothra di Fabio Mina, Peppe Frana e Marco Zanotti, che si muove sul confine tra sonorità occidentali e orientali. L'idea è che si crei una scenografia sonora: raccontare l'esperienza di Nour attraverso una vibrazione musicale, contrapposta a un silenzio occidentale che sa di morte». Dice che il testo parte da un punto di vista interno all'Islam, ma mi pare che si possa dire che è anche interno all'Europa. «Esatto. Noi occidentali non siamo diversi dal padre, che non si smuove dalla sua posizione culturale e geografica. Nour gli chiede di avvicinarsi, di vedere coi suoi occhi: questo rifiuto alla comprensione è analogo quello che commettiamo noi europei. Nour dice che la sua volontà è quella di realizzare ciò che il padre le ha insegnato – il testo fa spesso riferi-

IL MAGAZINE La rivista ufficiale di Ravenna Festival L’intervista in questa pagina è solo uno delle decine di articoli contenuti nel Ravenna Festival Magazine, la rivista ufficiale del festival edita da Reclam. In distribuzione in tutta la Romagna, la rivista rappresenta una guida alla manifestazione con approfondimenti su ogni spettacolo del vastissimo programma che si snoderà per tutto il mese di giu gno fino a fine luglio (con un’anticipazione sulla trilogia d’Autunno). Interviste, recensioni, riflessioni sui temi e gli artisti per accompagnare i lettori nei meandri della più ricca manifestazione artistica e culturale della Romagna.

mento ad una teologia della liberazione islamica che aveva avuto un certo successo politico negli stati arabi. Sappiamo come è andata». Come mai il padre non parte mai alla ricerca della figlia? «È una bellissima domanda a cui temo di non avere una risposta. Dal testo di evince che non lo fa e non lo prende mai in considerazione, a riprova del fatto che non si salva nessuno, nemmeno il padre, figura sicuramente più vicina all'autore. Questo dimostra la grande raffinatezza intellettuale di Benzine, un teologo aperto, che non difende le sue posizioni ad oltranza». Secondo lei perché non parte? «Credo che sia una critica all'eccessiva razionalità occidentale. Viviamo una scissione fra il parlare della vita e viverla. Nour la vive, in modo drammatico e discutibile. Il padre si protegge, si costruisce una torre d'avorio: quella protezione, che potrebbe sembrare puramente passiva, è in realtà un'aggressione alla figlia. Fare del bene, paradossalmente, può nascondere azioni molto violente; e viceversa, azioni violente possono nascondere un atteggiamento liberatorio». Cosa intende? «L'Occidente, come il padre, pensa di salvarsi proteggendosi dall'irrazionalità. Ma non c'è nessuna salvezza nella rimozione. Censurarla significa farla emergere in forme violente». Un approccio del genere non rischia di deresponsabilizzare la scelta dei foreign fighters? «No. Non c'è un giudizio esterno sul percorso di Nour. È lei stessa a rendersi conto che il movimento a cui ha aderito, lungi dall'essere un moto di liberazione e di rinnovamento, è corrotto alla radice. Una frase del testo dice: «L'Occidente e lo Stato Islamico non sono che due facce della stessa medaglia». È un'epifania di Nour, che arriva solo alla fine di un percorso drammatico che modificherà la sua esistenza». Comprendere non significa giustificare. «Esatto. Comprendere significa rompere uno stereotipo e avere il coraggio di prendere un punto di vista diverso. È la grande qualità del teatro; le risposte le darà il pubblico».


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AGENDA Il Festival e il sogno di Luther King Martedì 5 giugno alle 18 alla biblioteca Classense è in programma nell’ambito del Ravenna Festival la conferenza del professor Paolo Naso sul tema “Il sogno e la storia. Il pensiero e l'attualità di Martin Luther King”, al centro anche di questa edizione della rassegna ravennate. Il 4 aprile di cinquant’anni fa Martin Luther King veniva assassinato da un suprematista bianco. "I have a dream", ma cosa resta oggi di quel sogno?

ravenna festival/musical

RAVENNA FESTIVAL/DANZA Torna in scena Erodiade La grande danza torna al teatro Alighieri di Ravenna con il Ravenna Festival e la nota formula messa a punto da Marinella Guatterini per il progetto Ricci che riporta in vita le grandi coreografie contemporanee anni 80/90, grazie a Erodiade. Fame di Vento (18 giugno). Fedele alla ripartizione in sei scene che ricalca l’opera letteraria, la produzione si deve alla fiorentina e allora neonata Compagnia XE di teatrodanza che, tra spiriti maligni e benigni, angeli e tormenti interiori, mette in scena la metamorfica catarsi nella solitudine di Salomé (chiamata da Mallarmé con il nome della madre, Erodiade) aprendo la narrazione dal preludio al dramma, per portarla fino ai momenti successivi alla decollazione del Battista accompagnata dalla carismatica voce di Gabriella Bartolomei sulla intensa partitura musicale, tra gli altri, di Paul Hindemith.

KISS ME KATE, UN METATEATRO TRA BARDO E COLE PORTER Dal 7 al 9 giugno al teatro Alighieri di Ravenna arriva l’Opera North con Kiss me, Kate su musiche di Cole Porter. Si tratta di un riallestimento di uno dei musical che cambiarono la storia del teatro musicale, nel 1948. In scena una compagnia che deve allestire La bisbetica domata di Shakespeare su un palco diviso tra backstage e palcoscenico, un’opera di metateatro che mette in risalto la modernità del Bardo inglese e insieme di Cole Porter.

RAVENNA FESTIVAL/CONTEMPORANEO Sinfonia Beckettiana con Nerval Teatro e al pianoforte Matteo Ramon Arevalos Sinfonia Beckettiana di Nerval Teatro è un viaggio nell’immaginario di Samuel Beckett e Alberto Giacometti ideato da Maurizio Lupinelli e Elisa Pol con in scena i ragazzi diversamente abili con cui lavorano continuativamente da oltre dieci anni. Lupinelli, per anni figura di riferimento del teatro ravennate, oggi ha spostato la sede del suo lavoro a Castiglioncello, in Toscana. Lo spettacolo andrà in scena il 21 giugno alle 21 al teatro Alighieri con le musiche di Arvo Pärt e Valentin Silvestrov suonate al pianoforte da Matteo Ramon Arevalos e al violino da Stefano Grullo. Gli attori sono Paolo Faccenda, Gianluca Mannari, Francesco Mastrocinque, Federica Rinaldi, Cesare Tedesco.

L’Apparizione di Greco e Scholten I coreografi Emio Greco e Pieter C. Scholten con il Ballet National de Marseille portano quest’anno al Ravenna Festival la prima parte di un dittico dedicato al tema dell’infanzia: Apparizione (nella foto) con la partecipazione del Coro Infantil De La Sociedad Coral De Bilbao. In scena alle 19 e alle 22 del 29 giugno al teatro Alighieri.


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scene

IL FESTIVAL/1 Dal Cirque Bidon alla dub di Adrian Sherwood: è di nuovo tempo di “Artisti in piazza” a Pennabilli

giugno 2018

BAEDEKER

Guida teatrale per spettatori nomadi

Per chi, d’estate, non si accontenta della commedia umana della spiaggia di Iacopo Gardelli

Il magnifico borgo di Pennabilli torna a ospitare il festival degli artisti di strada dal 14 al 17 giugno. Una manifestazione consolidata che ogni anno vede decine di compagnie esibirsi nei suggestivi angoli del paese. Quest’anno tra gli appuntamenti clou da non perdere dall’11 al 16 giugno ci sarà anche il Cirque Bidon. Dopo il successo del 2016, la mitica carovana del circo poetico torna in Romagna, con un nuovo spettacolo e nuovi numeri, per incantare lungo il cammino tutti coloro che vorranno entrare nel suo magico mondo. Testimone di una scelta di vita controcorrente, vissuta con libertà, passione, fatica e solidarietà, la compagnia guidata da François Rauline (detto François Bidon) porterà in scena, o meglio "in pista", lo spettacolo Entrez dans la danse!, un viaggio in cui il teatro si mescola alla danza, al circo, e la comicità alla poesia. Venerdì 15 giugno sarà la volta invece di Adrian Sherwood, produttore discografico e beatmaker britannico, che comporrà il suo intricato live “dub show” costruendo il suo studio sul palco per una selezione di tracce della storica etichetta On-U Sound mixate a nuovi e rari pezzi dub.

IL FESTIVAL/2 Tornano a danzare e contaminarsi le culture che abitano Ravenna

Dodicesima edizione per il Festival delle Culture a Ravenna che coinvolge le associazioni di ravennati di origine straniere in una tre giorni di contaminazioni artistiche e riflessioni. Come sempre si apre con la parata inaugurale, denominata “Fiumana”, come l'acqua di un fiume che scorre fino alle artificerie Almagià, in Darsena, dove si svolgerà il festival vero e proprio da venerdì 8 a domenica 10 giugno. Mostre, stand gastronomici con i sapori dal mondo, mercatino, faranno da corredo a un palco dove si alterneranno musica, spettacoli e incontri con performance di teatro-danza contemporanea/africana con percussioni dal vivo, scene di lotta tradizionale senegalese tra le più antiche dell’Africa, nata come esercizio preparatorio dei guerrieri di etnia Serere, danze Abisssa, una danza tipica della terra degli Akan, una delle etnie che risiedono in Costa d'Avorio nella regione di Bassam in riva all'oceano. E ancora coupé décalé, una danza moderna di ispirazione tradizionale, o l’esibizione di tamburi eseguita dai ragazzi ivoriani con sottofondo di Dj Eme. Si potrà scoprire poi la “Sezatoarea”, un’usanza delle famiglie contadine che si riunivano per condividere il tempo in compagnia recitando poesie e indovinelli o cantando “ballade” che coinvolgevano tutte le generazioni. Un programma vastissimo consultabile su: www.festivaldelleculture.org. Tra gli incontri da non perdere quello con i giornalisti Eva Giovannini e Gabriele del Grande, alle 21 di sabato, e Riccardo Iacona che incontra le seconde generazioni di Ravenna la sera della domenica.

Giuseppe Cederna in Da questa parte del mare

Forse non è del tutto vero che d'estate i teatri chiudono. In Romagna migrano sulle spiagge, assieme alle miriadi di attori inconsapevoli che si portano dietro sui palchi sabbiosi. I bagnanti: questi personaggi comici, o più spesso involontariamente tragici, protagonisti di vere e proprie messe in scena sotto gli ombrelloni. C’è la famiglia che litiga dalle 8 di mattina, attorno alle borse frigo e ai dinosauri di plastica; ci sono quelle signore solitarie e condite di olio abbronzante, che celano vite misteriose, mezze nude sulla battigia. È una commedia umana lo spettacolo più affascinante della nostra estate. Ma se siete in cerca di spettacoli tradizionali, il piatto piange: ecco la non selezione degli unici spettacoli praticabili questo mese. Partiamo da Rimini: il 10 giugno, al teatro degli Atti, va in scena Da questa parte del mare, per la regìa di Giorgio Gallione. Sulla scena Giuseppe Cederna (in molti lo ricorderanno per il soldato esile e gentile protagonista di Mediterraneo) interpreta un monologo ispirato all'ultimo libro dell'amico cantautore Gianmaria Testa, pubblicato postumo nel 2016 da Einaudi. Storie di migranti, di culture lontane, ma allo stesso tempo storie di radici, di tradizioni contadine, ibridate dalle parole di intellettuali impegnati come Marco Revelli e Alessandra Ballerini e, naturalmente, dalla musica di Testa. A Forlì, ospitato dal Félix Guattari, è stato rinviato al 22 e al 23 giugno lo spettacolo dei Masque di cui avevo già parlato nello scorso Baedeker, Tesla Reloaded. Colorado Springs Notes. Lorenzo Bazzocchi ed Eleonora Sedioli indagano l'archetipo del fulmine, intrecciando la performance alla biografia di Nikola Tesla, che di elettricità ne sapeva lunga. Chiudiamo col Ravenna Festival, che ospita due anteprime nazionali concentrate nel mese di giugno, entrambe all'Alighieri.

Il 14 debutta Lettere a Nour, dell'islamologo franco-marocchino Rachid Benzine, per la prima volta tradotto in italiano (vedi pagina 12). Giorgio Sangati, allievo di Luca Ronconi, guida Franco Branciaroli e Marina Occhionero nell'interpretazione di questa vicenda famigliare nera, sullo sfondo di una Francia sfregiata dallo jihadismo. La protagonista di questa storia, che nasce come romanzo epistolare, scappa dal padre mussulmano, occidentalizzato e progressista, per raggiungere lo sposo in Iraq e combattere a fianco dello Stato Islamico. Una riflessione per tentare di capire quel fenomeno, apparentemente assurdo, che ha portato tanti giovani europei ad abbracciare i fucili in nome di una fede che sembra emergere dal passato più antico e feroce. In controluce, ricordi di Roth e della sua American Pastoral, che ultimamente abbiamo visto in funzione anche nell'ultima fatica di Fausto Paravidino: Zeitgeist? Ad accompagnare gli attori, la musica del trio ravennate dei Mothra: Fabio Mina, Marco Zanotti e Peppe Frana. Il 21 giugno è la volta di Sinfonia Beckettiana, di Nerval Teatro. Elisa Pol e Maurizio Lupinelli lavorano da anni con attori diversamente abili; questa volta hanno deciso di affrontare con loro un gigante della drammaturgia contemporanea come Beckett, affidando i flussi incontrollabili dei suoi testi alla sensibilità di questi interpreti leggeri e stralunati. Fuoco dello spettacolo, un'indagine per approfondire il legame fra l'irlandese e lo svizzero Alberto Giacometti, amici nella vita nonché spiriti poeticamente affini. Come vuole la tradizione del Festival, imprescindibile anche qui l'aspetto musicale, che vede il piano di Matteo Ramon Arevalos e il violino di Stefano Gullo alle prese coi brani del classico Arvo Pärt e dell'ormai classico Valentin Silvestrov.



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visioni

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i film da non perdere

CONTROCINEMA Esplorazioni atipiche dentro le nuove forme del cinema

Da Kubrick a Ėjzenštejn, la storia del cinema torna in sala

di Albert Bucci

Direttore artistico del Soundscreen Film Festival e consulente alla selezione del Ravenna Nightmare, è stato docente di Sceneggiatura alla Iulm di Milano, e produttore esecutivo di spot pubblicitari.

Tra le nuove uscite di giugno invece Il sacrificio del cervo sacro di Lanthimos e La stanza delle meraviglie di Todd Haynes

A sinistra una delle immagini simbolo di 2001 Odissea nello spazio, a destra La corazzata Potemkin. Sotto un fotogramma da Il sacrificio del cervo sacro

Il mese di giugno inizia con la Storia del cinema. 50 anni fa, era il 2 aprile del 1968, irruppe sugli schermi 2001: Odissea nello spazio, di Stanley Kubrick. Film epocale, su cui tutti hanno scritto, del quale non è utile che io aggiunga molto di più, se non che è il massimo capolavoro della fantascienza e della filosofia nel cinema, una di quelle esperienze che dimostrano che il cinema è arte, filosofia, emozione, «Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film. Io ho tentato di rappresentare un’esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell’inconscio» (Stanley Kubrick). Cercatelo in una sala con lo schermo grande, perché in 2001 occorre immergersi e viaggiare, come Ulisse nel mare.

per imparare le lingue straniere; le geometrie visive, dai movimenti di macchina alle scenografie, ricordano il cinema matematico di Kubrick e la narrativa di Ballard ossessionata dal primitivo che emerge nella modernità: e come per i maestri citati, anche per Lanthimos ogni perfetta equazione genera mostri, dall'Alex di Arancia Meccanica al super computer Hal 9000, dalla morte estetizzata di Crash ai killer di Un gioco da bambini. Altro film che potrete vedere è La stanza delle meraviglie di Todd Haynes, con Julianne Moore, tratto dall'omonimo romanzo di Brian Selznick. L'autore raffinato di Velvet Goldmine, Io non sono qui e Carol, ritorna con un magico film di mondi paralleli. Una bambina sorda nel 1927 che scappa dall'oppressione familiare per rincorrere la sua attrice preferita; e un bambino sordo nel 1977, orfano di madre e in cerca del padre. Storie distanti nel tempo ma nella stessa città, New York, che si echeggiano e si intersecano, tra il bianco e nero muto degli anni '20 e il colore chiassoso degli ani '70. Todd Haynes mostra che nella metafisica esiste, oltre al pensiero, anche la dolcezza di corpi umani fragili e deboli, che sopravvivono nella reciproca e simbiotica empatia.

La corazzata Potëmkin sarà proiettata nell’ambito del Ravenna Festival con la sonorizzazione del collettivo Edison Studio

E il rimando a Kubrick è evidente anche in una nuova uscita del mese: Il sacrificio del cervo sacro, horror psicologico irlandese ma del regista greco Yorgos Lanthimos, con un cast d'eccezione: Colin Farrell e Nicole Kidman. In un'Irlanda contemporanea e metafisica, il cardiologo Steven è sposato con la bellissima Anna, e con due figli. Steven si vede spesso con Martin, un ragazzo adolescente, figlio di un suo ex paziente ora morto. Ma il mistero di questo legame dovrà emergere e sfociare nella crudeltà umana... Ricorderete The Lobster, il precedente film di Lanthimos sempre con Colin Farrell, fantascienza distopica in cui gli esseri umani erano costretti al matrimonio forzato. Questo sembra l'evoluzione della stessa storia. Steven e Anna sono sposati, e vivono nello stesso limbo matrimoniale di Eyes Wide Shut; le conversazioni sono surrealmente perfette e ricordano le famiglie inventate dei libri di testo

Concludo ricordando un altro grande classico capolavoro del cinema. Il Ravenna Festival proporrà la proiezione de La corazzata Potëmkin di Sergej Ėjzenštejn, sonorizzata dal vivo dal collettivo Edison Studio, il 13 giugno al Teatro Rasi. Anche qui, cos'altro aggiungere? Il film più antico e di avanguardia della storia, reinterpretato da un tracciato musicale e sonoro di sicura potenza.

LA RASSEGNA Storie di migrazioni nel chiostro a Cesena

Un fotogramma da Mediterranea Nel Chiostro di San Francesco a Cesena dal 19 giugno prende il via la rassegna Migrarti. Here we are. Cinema e storie di migrazioni, sempre alle 21.30 e sempre a ingresso libero. Si comincia con Per un figlio (Italia/2016) di Suranga D. Katugampala (74’) che sarà presente e incontrerà il pubblico. Sarà proiettato inoltre il corto La consegna del regista. Giovedì 21 giugno, sarà invece proiettato Mediterranea (Italia-FranciaGermania-USA/2015) di Jonas Carpignano (107’). Precede la proiezione il corto L’incontro di Michele Mellara e Alessandro Rossi che saranno presenti alla serata. Martedì 26 giugno sarà la volta di Hotel Splendid (Italia/2016) di Mauro Bucci (90’) che sarà presente e incontrerà il pubblico. Precede il corto Magic Alps di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi. Giovedì 28 giugno l’ultimo appuntamento è con Human (Francia/2015) di Yann Arthus-Bertrand (191’). Precede il corto La recita di Guido Lombardi.


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la novità

La bassa Romagna scopre la land art con Terrena, dal solstizio d’estate I nove comuni dell’Unione, nel Lughese, coinvolti in un unico cartellone tra esperienze consolidate e novità, all’insegna di un’espressione estetica che dialoga con il territorio di Sabina Ghinassi

Era il 1968 e gli Stati Uniti erano nel bel mezzo di una rivoluzione: manifestazioni per i diritti civili, il movimento per la liberazione delle donne, proteste contro la guerra in Vietnam, attivismo ambientale. Quello stesso anno la Virginia Dwan Gallery di New York allestì una mostra rivoluzionaria e radicale nelle intenzioni e nei contenuti: “Earthworks”. Non c’erano opere, ma solo progetti e documenti fotografici. Tra gli artisti visionari di Earthworks c’erano Robert Smithson, Walter De Maria e Michael Heizer. Più tardi li avrebbero definiti “The Troublemakers”, cioè i facinorosi, poiché si ribellarono ai confini tradizionali della pittura e della scultura per intervenire su laghi e deserti, montagne e pianure, spazi sterminati del sud-ovest americano, usando la condizione effimera della natura come materia per le loro opere. “The Troublemakers” misero in atto una protesta radicale rifiutando le forme, le pratiche artistiche e i dogmi commerciali del sistema museo-galleria, creando opere invendibili di grandi dimensioni in grado di sfidare le convenzioni dell’arte e di trasformare la consapevolezza del nostro rapporto con la natura e il paesaggio. «Il paesaggio è parte dell’estetica. Anche se il paesaggio non è una forma o un colore, è una componente integrale», ha detto Heizer in una delle sue rare interviste. Realizzati con materiali naturali come roccia, terra, sabbia e acqua - a volte combinati con materiali industriali come cemento, metallo e asfalto - molti dei primi “Earthworks” furono realizzati dalla fine degli anni ’60 all’inizio dei ’70 nelle zone desertiche degli States. Giocavano con la luce e lo spazio, con la percezione e lo scorrere del tempo, citavano Stonehenge, le piramidi, i tumuli dei nativi americani e le linee di Nazca in Perù, ma erano anche vicini all'arte minimalista, a quella concettuale. Nel 1969 il californiano Michael Heizer convinse la mecenate e gallerista Virginia Dawn a finanziargli l’opera “Double Negative”: due lunghi solchi profondi 15 metri, larghi 9 m e lunghi 457 m, che, scavati con le ruspe, formavano due canyon artificiali in asse tra loro, solcati nel mezzo dal declivio naturale del terreno nel deserto del Nevada. Land artist era anche Robert Smithson, creatore dell’evocativa “Spiral Jetty”, la grande spirale di terra, cristalli di sale e basalto nel Great Salt Lake che, imprevedibilmente, è sottoposta a continui mutamenti: dalle alghe che ne cambiano il colore da grigio a rosso, dal livello dell’acqua che alle volte la nasconde per poi rivelarla. Un’altra opera iconica è, nel New Mexico, il “Lighting Fields” di Walter De Maria, un campo di circa 3 chilometri quadrati con 400 pali metallici conficcati nel suolo che, nelle intenzioni dell’artista, richiamano i fulmini, creando una straordinaria installazione che mette in scena la bellezza sublime del cielo e della terra. In Europa la land art si sviluppò nello stesso periodo con sfumature diverse, intrecciandosi profondamente con Arte Povera, Concettuale e Process Art. «In Europa il paesaggio è un prodotto dell’uomo. Quello che si vede è un paesaggio antropomorfo. L’uomo è natura ed è il paesaggio che ha prodotto la cultura», ha detto l’artista Giuseppe Penone. L’inglese Richard Long iniziò a camminare attraverso la campagna inglese, lasciando come tracce delle installazioni silenti di sassi e materiali reperiti sul posto e documentando le sue azioni attraverso la fotografia. Intanto Christo a Parigi stava già impacchettando e invadendo gli spazi urbani con happening rivoluzionari, mentre in Germania la coppia Bernd-Becher mappava con la fotografia la bellezza struggente del paesaggio agrario e industriale in abbandono. In Italia Penone univa scultura e natura in un abbraccio armonico e il nomade Joseph Beuys continuava la sua produzione “sciamanica” intrisa di valori fortemente ecologici, politici e sacri. Dopo più di quattro decenni parlare di land art oggi significa quindi confron-

Il bacino di laminazione a Lugo, una delle nuove location scelte per il festival Terrena

tarsi con una costellazione di linguaggi e poetiche profondamente connessi, stratificati e sedimentati. In questo orizzonte, ricco di esperienze significative anche a livello espositivo (Humus Park a Pordenone, Arte Sella a Borgo Valsugana, LandartalFurlo), si colloca con una sfumatura fieramente vernacolare e legata al nostro territorio, il nuovo festival “Terrena - Tracciati di land art in Bassa Romagna” dal 21 giugno al 28 luglio ritrovata «geografia sentimentale che esplora e traccia, per la prima volta, una piccola ma preziosa costellazione di luoghi, poco conosciuti, silenziosi e nascosti, della Bassa Romagna, tra file di campi, frutteti e isolati boschetti, prati, capanni e poderi, fiumi e argini, canali e bacini, pievi e campanili, labirinti e sentieri». Coordinato da Nadia Carboni, dirigente della Promozione Territoriale Governance e Comunicazione dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, il festival mette in rete progetti già consolidati, arricchendoli con altri interventi. È iniziato lo scorso 20 maggio a Cotignola con la preview “Dal Museo al Paesaggio”, progetto diffuso di street art curato e ideato da Massimiliano Fabbri. Otto street artist internazionali ( Zosen Bandido & Mina Hamada, Gola Hundun + Tellas, Nicola Alessandrini, Martoz, Gio Pistone, Hyuro) prendono per mano il pubblico e lo conducono, di muro in muro, da una narrazione visiva all’altra, all’Arena delle Balle di Paglia, contribuendo a creare un luogo dell’arte diffusa. L‘opening di Terrena è invece il 21 giugno, data del Solstizio d’estate, in vari luoghi e con eventi che uniscono arte, gastronomia, musica e workshop: all’agriturismo Massari di Conselice dalle 18.30 con “ Tra Terra e Cielo” ( sino al 27 giugno), pensato dall’Associazione Crac, grazie alle installazioni e alle performance di Alessia Agnoletti, Rosa Banzi, Fausto Ferri, Marcello Di Camillo, Collettivo Instabile Morelli Mazzesi e Loretta Zaganelli, e al Giardino della Rocca di Ba-

gnara di Romagna alle 20,30 con la presentazione della scultura “Madre Terra”–Popoli, della bolognese Daniela Romagnoli. Si prosegue il 26 giugno alle 20 con l’inaugurazione dell’installazione “ La muta della Dea Serpente” di Laura Rambelli al Podere Pantaleone di Bagnacavallo e il 27 e il 29 giugno alle 21 con Luigi Berardi e l’ambiente sonoro creato dalle due arpe eoliche site specific collocate alla Pieve di Campanile di Santa Maria in Fabriago di Lugo. Il Festival continua il mese prossimo con un altro intervento di Luigi Berardi (6 luglio, Sentiero Geomantico Parco Vatrenus di S.Agata sul Santerno), il 7 luglio con la connessione con il progetto Magma grazie ai dj set e all’installazione di Enrico Minguzzi nel Bosco di Fusignano, con i laboratori di intreccio di salice e l’installazione “ La Ca de Mazapègul” al Museo delle erbe Palustri e al Parco Pubblico Culture Parallele di Villanova guidati dall’artigiano e designer catalano Joan Farré (12-17 luglio), con il workshop di stampa 3D con materiali naturali e a basso impatto ambientale di WASP Shamballa Technology Park a MassaLombarda (13 luglio), per poi concludersi in quel luogo magico ormai diventato landmark che è l’Arena delle Balle di Paglia a Cotignola, curata e ideata come sempre dall’Associazione Primola, dal 18 al 24 luglio. Menzione speciale come evento off al Labirinto Effimero di Carlo Galassi ad Alfonsine, dove Luigi Berardi accompagnerà il pubblico dentro la voce di “Meridia - Paesaggio sonoro delle terre liberate dal labirinto degli uomini” ( 22-23 settembre).

L’opening è il 21 giugno a Conselice all’agriturismo Massari con l’installazione “Tra terra e cielo” di Crac


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immagini MATERIA OSCURA

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E Fellini sognò Picasso: legame onirico tra pesi massimi del Novecento di Linda Landi

È proprio vero che ognuno sceglie i propri numi tutelari. Per non parlare di quando li trova direttamente in sogno, pronti a indicare una via che sembrava smarrita nei momenti di inceppo esistenziale: è andata così a Federico Fellini, il regista che ha ridefinito Rimini e la storia del cinema con le sue indimenticabili pellicole intrise di nostalgico lirismo. Tre volte ha sognato Picasso, pelle abbronzata da un sole internazionale, bicchiere di vino e fiasco sulla tavola come nelle vecchie osterie in cui si fa ancora amicizia con i locali. E tre volte il pittore di Màlaga lo ha “risollevato” dall’empasse come solo i maestri sanno fare. Ché poi «Fellini non ha mai riconosciuto maestri, a parte Rossellini e Picasso. E anche se nella vita reale non incontrò mai davvero il secondo, lo conobbe attraverso un saggio di Jung, lo sognò come un amico, poi come un fratello maggiore, e infine proprio come maestro» - osserva Marco Leonetti, curatore insieme a Nicola Bassano e ad Alessandra Bigi della mostra a Castel Sismondo in calendario per la Biennale del Disegno. E così, nella maestosa costruzione voluta da Sigismondo Pandolfo Malatesta, il superstizioso signore di Rimini che consultava gli astrologi prima delle decisioni importanti, fino al 15 luglio si può ammirare la traccia disegnata da Fellini di questo singolare rapporto onirico tra due geni assoluti del Novecento. Nel ’62, quando Fellini è alle prese con la faticosa gestazione di 8½ e Picasso appare per la prima volta durante il suo sonno, è un amico rassicurante, che chiacchiera al tavolo con lui e Giulietta Masina all’alba di quello che sarebbe stato un film dalla portatata totalmente rivoluzionaria. Lo sogna poi tra il 1966 e il ’68, quando abbandona il progetto del film Viaggio di G. Mastorna (che sarà definito “il film non realizzato più famoso del mondo”) e infine negli ‘Anni ’80, quando spiega sempre Leonetti - il regista riminese è travolto dalle polemiche di matrice femminista su La città delle donne e il pittore malagueño è ormai già morto. Una sintonia, quella dell’autore de La strada per l’artista del periodo blu che si ritrova sicuramente nei temi del circo, nella rappresentazione caricaturale (ma mai volgare) della donna, nell’uso dei colori saturi e non ultimo dell’erotismo in chiave comica e grottesca: esemplificativo in questo senso, anche un nucleo di 42 disegni inediti che rappresenta vari tipi di uomo in dialogo con il proprio organo sessuale ingigantito, da Napoleone al Bobby inglese, concepito negli anni ’70 durante la realizzazione di Casanova e regalato all’amico Tonino Guerra. Il cosiddetto ciclo dei “Prick” nome dalla traduzione facilmente intuibile scorrendo le immagini che, insieme al Libro dei Sogni rappresenta un raro esempio di corpus unitario felliniano. Un’altra chicca che si può vedere in mostra è i carillon a forma di uccello meccanico che Casanova azionava durante le sue performance amatorie che, insieme ai disegni inediti, testimonia bene come anche i grandissimi del secolo scorso, letti e riletti, studiati e citati possano ancora oggi avere qualcosa di oscuro da raccontare. Uno dei disegni di Fellini del cosiddetto ciclo dei “Prick”

VERSO LA CHIUSURA LA GRANDE MOSTRA DI FORLÌ Chiude il 17 giugno la grande mostra ai Musei San Domenico di Forlì dedicata al periodo che va dal Rinascimento al Barocco, ossia il periodo che intercorre tra il compimento del Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina (1541) e la breve affermazione a Roma di Michelangelo Merisi da Caravaggio, che è per la storia dell’arte uno dei più avvincenti e stimolanti. La pittura della Maniera aveva messo in campo le ragioni di un’“arte per l’arte”, in cui a prevalere erano il capriccio e la “licenza”, ovvero una sorta di trasgressione che stesse dentro alla regola: un’arte colta, rivolta a una ristretta élite in grado di compiacersi del gioco di sottili rimandi ai grandi modelli di Raffaello e di Michelangelo, sentiti come insuperabili. Orari: da martedì a venerdì 9.30-19; sabato, domenica e festivi 9.30-20.

FINISSAGE/2 Ultimi giorni per visitare le fotografie di Alex Majoli al Mar Chiude il 17 giugno la grande mostra del fotografo ravennate Alex Majoli allestita al Mar di Ravenna e che segue un percorso temporale dal 1985 fino al 2018 in cui Majoli indaga l’animo umano e gli elementi più oscuri della società. Un viaggio che si conclude con Scenes, sezione curata da Diane Dufour, direttrice del Museo Le Bal di Parigi, David Campany uno dei massimi curatori a livello mondiale di allestimenti fotografici e Cyrill Delhomme (Le Bal di Parigi). Si tratta di un'esplorazione della teatralità presente nella quotidianità, in cui si confondono i confini tra vita reale e finzione. Orari: 9-18 dal martedì al sabato, domenica 11-19.

IN BIBLIOTECA L’estate in Classense inizia con “Ascoltare bellezza” e l’opera di Giovanni Frangi Secondo appuntamento, alla biblioteca Classense di Ravenna, con “Ascoltare bellezza”, una rassegna che presenta ogni giorno dell’inizio della stagione un’opera che interagisce con l’affascinante e ancora poco conosciuta Sala del Mosaico. Dopo la mostra “primaverile” di Daniela Alfano, dal 21 giugno arriverà quella di Giovanni Frangi (fino al 21 agosto). L’artista, nato a Milano nel 1959 e formatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha da sempre messo al centro del proprio lavoro l’osservazione della natura nei suoi molteplici aspetti: cieli, boschi, sassi, cascate, piante e ninfee; da questo rapporto arriva a installazioni create appositamente per il luogo in cui vengono esposte, in interazione con l’ambiente. Vanta un’intensa attività espositiva sia in Italia che all’estero (Los Angeles, Barcellona, Pechino, Marsiglia, Francoforte), collaborando con storici dell’arte come Giovanni Agosti, Achille Bonito Oliva, Giovanni Testori e Vittorio Sgarbi. Accanto ai critici, molti poeti e scrittori si sono occupati del suo lavoro; da Piero Bigongiari, a Luca Doninelli e ad Alda Merini.


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ARTEAM CUP ALLA FONDAZIONE ZOLI IL 16 GIUGNO PREMIAZIONE E FINISSAGE 65 gli artisti finalisti con le loro opere di cui sedici Under 30 L’Arteam Cup 2018, concorso riservato ai soci dell’Associazione Culturale Arteam di Albissola Marina, è visitabile fino al 16 giungo alla Fondazione Dino Zoli di Forlì. In esposizione le opere dei 65 artisti finalisti (16 Under 30 e 49 Over 30), articolate lungo un percorso che si concentra attorno a quattro nuclei principali: la natura e gli elementi naturali; l’uomo, con tutte le sue sfumature sociali, fisiche, mentali ed emotive; i linguaggi dell’astrazione e del colore; gli ambienti umani e architettonici, con opere fotografiche ed installazioni. All’interno della rosa dei finalisti, la commissione giudicatrice individuerà il vincitore assoluto della quarta edizione del concorso, che sarà reso pubblico sabato 16 giugno, alle ore 18, in occasione del finissage, contestualmente all’attribuzione di numerosi premi speciali, residenze e premi tecnici. La Fondazione Dino Zoli (viale Bologna n. 288, Forlì) è aperta al pubblico da martedì a giovedì con orario 9.30-12.30, da venerdì a domenica ore 9.3012.30 e 16.30-19.30, chiuso il lunedì. Ingresso libero. Catalogo Vanillaedizioni. Per informazioni: 0543 755770, info@fondazionedinozoli.com, www.fondazionedinozoli.com.

LATIN LOVER E MOSTRI MARINI IN MOSTRA Fino al 19 agosto a Villa Mussolini, a Riccione, è possibile visitare la mostra site-specific “Sirene, latin lover e altri mostri marini”, a cura di Umberto Giovannini, in collaborazione con la Biennale del Disegno di Rimini, dedicata a narrazioni e storie illustrate che rievocano ambienti sottomarini, cartoline di spiaggia e “fauna da balera”. A plasmare questo immaginario rivierasco sono stati chiamati tre illustratori: Nick Morley, William Davey (Inghilterra) e Ignacia Ruiz (Cile),

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Foto di Cristina Patuelli

LE STATUE DI PANE DI MATTEO LUCCA Fino al 24 giugno il Palazzo del Monte di Pietà di Forlì (in corso Garibaldi, 37) ospiterà l'ultima mostra del progetto "Materia" con l’evento dedicato alla ricerca sulla figura umana condotta da Matteo Lucca, intitolato “Aish”, che in lingua araba significa sia “pane” che “vita”. Il forlivese Lucca e l'artista siriana Nourhan Sondok rappresentano se stessi come figure di pane. Alla mostra, non a caso, sono associati anche due incontri: mercoledì 6 giugno, alle 20.30, con Giovanni Gardini sulle "Storie di grano", ovvero sulla simbologia e l'immaginario narrativo del grano stesso, e giovedì 21 giugno, sempre alle 20.30, con Agostina Bua su "Pane da mangiare, pane da guardare. Letture e visioni antropologiche sui simboli e i significati del pane".


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l’intervista IL PROGRAMMA Tre giorni di eventi per “Mare di libri”

Catozzella, l’autore che scrive romanzi per cambiare il mondo

L’edizione di Mare di Libri 2018, festival di letteratura per adolescenti, prende il via il 15 giugno (dopo un’anteprima del 14) con una serie di eventi prenotabili in parte on line, tra cui l’incontro con Catozzella (vedi intervista), ma mentre andiamo in stampa alcuni sono già in via di esaurimento. Ecco gli eventi principali:

Lo scrittore che ha firmato il best seller Non dirmi che hai paura sarà a Rimini con il suo nuovo volume E tu splendi

Venerdì 15 giugno Alle 14.30 al Teatro degli Atti, incontro con Cecilia Strada intervistata da Fabio Geda su teatri di guerra, tra Siria, Afghanistan, Israele. Alle 16.30, al Museo della Città, Giuseppe Festa è intervistato dai ragazzi coordinati da Andrea Vico e Fabio Geda. Alle 16.30, al Cinema Fulgor “Dieci libri per leggere il femminismo” Incontro con Michela Murgia e Francesca Manzoni. Alle 18.30, alla Biblioteca Gambalunga incontro con Allan Stratton intervistato da Chiara Codecà. Alle 18.30, Museo della Città, dentro il libro La misura eroica, incontro con Andrea Marcolongo intervistata da Beatrice Masini.

di Erika Baldini

Lui le storie non le sa solo scrivere, le sa anche raccontare. Ha una bella voce Giuseppe Catozzella. Avvolgente. Il pubblico presente nella sala Dantesca della Biblioteca Classense, all'interno degli appuntamenti letterari di ScrittuRa, ascolta attento, rapito il giovane scrittore. Sabato 15 giugno promette di fare lo stesso effetto al pubblico più giovane di Mare di Libri, quando sarà intervistato da Fabio Geda alle 9.45, al Museo della Città. Milanese, laurea in Filosofia, poeta con un passato da emigrato in Australia, consulente editoriale per Mondadori ed editor per Feltrinelli, Catozzella si è imposto con forza all’attenzione della critica con il romanzo-inchiesta Alveare (2011) da cui stati tratti spettacoli teatrali e il film tv L’assalto. Il successo di pubblico però è arrivato nel 2014 con Non dirmi che hai paura , caso editoriale che ha venduto più di 200mila copie in Italia e quasi 500mila nel mondo e Il grande futuro. A marzo è uscito un nuovo libro: E tu splendi (Feltrinelli), titolo preso da una famosa frase di Pasolini. L'autore, come ci spiega, voleva capire i meccanismi di rifiuto verso lo straniero, l'altro, «mettere in scena quello che succede dentro di noi quando troviamo in casa qualcuno di non invitato» e farlo sfidandosi come scrittore: «Volevo sperimentare il registro tragicomico. La chiave era il costante stato di struggimento. Per questo il personaggio di Pietro (il protagonista) è orfano, piccolo. Diventerà grande affrontando il tema della Morte». Ma soprattutto questa è la storia del «momento esatto in cui smettiamo di essere bambini. Il racconto dell'attimo in cui perdiamo l'innocenza. A splendere non ci insegna nessuno, siamo noi che dobbiamo decidere di splendere, diventare quello che siamo. Un momento doloroso ma essenziale, il primo passo verso la vita adulta». Giuseppe, leggendo i tuoi romanzi non si può fare a meno di notare la tua estrema sensibilità verso l'infanzia, verso temi come l'immigrazione e la paura dello straniero, il disagio di sentirsi tale. Da dove viene questa urgenza di raccontare? «Secondo me è proprio una questione biografica mia. Sono figlio di genitori meridionali immigrati al nord, a Milano, e da quando sono bambino sono abituato a sentirmi straniero a casa perché i miei amici, o comunque il gruppo in cui ero ero immerso, mi ci facevano sentire. Non passava giorno – e i bambini, si sa, a volte possono essere cattivi – in cui anche i miei migliori amici, quelli con cui facevo tutto, non segnassero questa distanza, questa estraneità. Non solo differenza, ma vera e propria inferiorità. Questa cosa mi ha marcato in qualche modo, mi ha fatto sviluppare questa affinità col tema dello straniero, dell'altro. Ognuno di noi è straniero all'altro, ma anche straniero a se stesso». Hai incontrato molti ragazzi visitando scuole, sia come insegnante (come docente di letteratura italiana e di scrittura creativa collabora con l'italiana Scuola Holden e con l'Università di Miami e la Seton Hall University di New York, ndr) e sia come ambasciatore per l'Unhr. Come li vedi questi giovani, hanno voglia di leggere?

Uno scatto di Eleonora Rapezzi allo Scrittura Festival di Ravenna, mentre Giuseppe Catozzella firma le copie di E tu splendi

«Se devo essere onesto, il mio punto di vista, per quello che vedo andando in giro per scuole, è che c'è una maggioranza di ragazzi che non ha voglia di fare quella fatica che è la lettura. Leggere è una fatica, si, ma come tutte le cose belle che valgono, richiede impegno, costanza. Credo che la maggir parte dei più giovani non abbia più voglia. Però fortunatamente ce ne sono anche tantisimi che questa fatica la fanno e sono grandissimi lettori. Il discorso è lungo e complesso: dovremmo dare gli strumenti ai ragazzi, la scuola dovrebbe intervenire, lo Stato, i genitori, far capire ai più giovani che la lettura è una cosa figa, non una cosa da sfigati... » A giugno parteciperai al festival riminese “Un Mare di Libri”, festival di letteratura in Italia dedicato agli adolescenti... «I festival aiutano tantissimo, sono uno stimolo potente. Un Mare di Libri funziona davvero molto perché è un festival che viene dai ragazzi, fatto dai ragazzi per i ragazzi».

Qual è il tuo lettore, tipo? Cosa intendi provocare nel tuo lettore? «Non ho in testa un lettore tipo, le volte che mi son fatto domande in questo senso ho scritto le cose peggiori. In realtà più che voler suscitare qualcosa nel lettore, la mia è una missione ancora più folle, più alta, cioè cambiare il mondo. Un poco almeno. Attraverso chi legge i miei libri modificare deteminati aspetti. Far cambiare al lettore il suo modo di vedere, smartellare i suoi pregiudizi, metterlo in crisi, cambiargli la visione degli aspetti che ho deciso di trattare scrivendo. I miei libri trattano d'immigrazione, Non dirmi che hai paura ad esempio è riuscito a fare immedesimare un lettore in un migrante, pensa che roba assurda, un salto incredibile, i migranti noi li consideriamo sempre gli altri, invece se tu leggi e se anche solo per un minuto ti immedesimi con la protagonista, ecco il miracolo! Il migrante sono io, si ribalta il punto di vista sul mondo, cadono certe dinamiche e preconcetti. E cambi il mondo».

«Bisogna far capire ai ragazzi che la lettura è una cosa figa, non da sfigati»

L’INCONTRO Davide Morosinotto e i suoi Grandissimi Lunedì 4 giugno alle 17, in corte Cavour a Ravenna, ultimo appuntamento del festival ScrittuRa con uno dei migliori autori per ragazzi dell’ultima generazione: Davide Morosinotto. In questo incontro, intervistato da Federica Angelini di R&D Cult, l’autore del celeberrimo, nonché premio Andersen, Il catalogo di Walker&Down e del recente (altrettanto be llo) La sfolgorante luce di due stelle rosse parlerà soprattutto dei suoi lavori per la collana di E/Elle I grandissimi per cui ha già scritto la biografia di Leonardo Da Vinci, Marie Curie e Mozart.

Sabato 16 giugno Alle 9.45, al Teatro degli Atti, Guido Sgardoli è intervistato dai ragazzi coordinati da Elena Giacomini. Alle 11.30, al Museo della Città dentro il libro Petrademone, incontro con Manlio Castagna intervistato da Christian Mascheroni. Alle 11.30, al Cinema Fulgor, evento speciale in omaggio a Siobhan Dowd con Pam Smy, Robin Stevens e Sante Bandirali. Alle 15 al Teatro degli Atti, Davide Morosinotto intervistato dai ragazzi coordinati da Filomena Grimaldi. Alle 16.30, alla Gambalunga dibattito sul razzismo con Igiaba Scego, Christian Raimo e Laeticia Ouedraogo. Alle 16.30, al Museo della Città dentro il libro Thornhill, incontro con Pam Smy intervistata da Lorenza Ghinelli. Alle 18.30, al Cinema Fulgor, Eoin Colfer intervistato dai ragazzi coordinati da Matteo Biagi. Alle 18.30, Museo della Città, dieci libri per leggere di con Isabella Ferretti e Wu Ming 4. Alle 21, al Teatro degli Atti, buio in sala per Mary e il mostro, dedicato a Mary Shelley, spettacolo di e con Alessia Canducci. Al Cinema Fulgor, invece, Wonderstruck, proiezione del film ispirato al libro La stanza delle meraviglie di Brian Selznick. Alle 23 nel Cortile della Biblioteca Gambalunga Reading di poesie con Chiara Carminati. Domenica 17 giugno Alle 9.45, al Museo della Città, dentro il libro Io e te come un romanzo, incontro con Cath Crowley intervistata da Lodovica Cima, al Teatro degli Atti dentro il libro Omicidi per signorine, incontro con Robin Stevens intervistata alle 11.30, Cineteca Comunale dibattito sulla scuola con hristian Raimo e Giusi Marchetta, modera Marco Magnone. Alle 15, al Museo della Città, tutto sull’autore Jordi Sierra i fabra, alle 15, al Teatro degli Atti dieci libri per leggere d’amore Incontro con Paolo Di Paolo e Merende Selvagge, alle 16.30, allaGambalunga Incontro con Patrick Bard intervistato da Simonetta Bitasi mentre al Cinema Fulgor Daniela Palumbo intervistata dai ragazzi del gruppo. Alle 18.30, al Museo della Città Incontro con M.T. Anderson intervistato da Beatrice Masini e al Fulgor Incontro con Laura Pusceddu Abis sul rock. Infine alle 21.30, al Teatro degli Atti Musica e parole contro la guerra, incontro con Hamid Sulaiman.


SALINA DI COMACCHIO 2 e 9 GIUGNO alle ore 10:00 8 e 15 GIUGNO alle ore 17:30

ESCURSIONI IN TRENINO

con accompagnamento del personale della Salina Costo: € 6,00 adulti - Gratuito per scolaresche, bambini 0-3 anni e disabili - Ridotto € 4,00 per bambini da 3 a 13 anni e per gli over 65. Punto di ritrovo al cancello d'ingresso raggiungibile dalla Strada Romea, all’altezza della rotonda del Lido degli Estensi, agli orari e nei giorni di apertura prestabiliti. Per gruppi organizzati è possibile accedere anche in altre date, con l’accompagnamento del personale della Salina. Per info e prenotazioni e per consultare tutte le date di apertura: www.salinadicomacchio.it

Eventi speciali in programma

CONCERTI IN SALINA 29 giugno Cisalpiper folk irlandese 6 luglio Musica di Corte tra 500 e 600 13 luglio Moderatamente solo vibrafono 20 luglio Joyspell Choir gospel 27 luglio 2 Bow in a Row violoncello e contrabbasso 3 agosto Marea tango flamenco Ritrovo alle ore 18:00 all’ingresso e transfert con trenino; il concerto inizia alle ore 18:30, a seguire buffet e rientro a piedi.

LIDO DI SPINA

CASA MUSEO REMO BRINDISI

Tutti i GIOVEDÌ sera dal 21 giugno al 30 agosto, alle ore 21:30 VISITE GUIDATE A TEMA, comprese nel costo del biglietto d’ingresso Tariffe: intero € 4,50 – ridotto € 2,50 per 11-18 anni, over 65 gruppi di 20 pax, gratuito per minori di 11 anni accompagnati. Tutti i MARTEDÌ dal 19 giugno al 24 luglio presso il giardino di museo dalle 18:00 alle 20:00 LABORATORI ARTISTICI PER BAMBINI per stimolare la loro creatività, costruendo scatole porta ricordi, giochi cinematografici e da tavolo, diari segreti pieni di storie, di fantasia e di arte. Prenotazione obbligatoria Tutti i MERCOLEDÌ sera, dal 18 luglio al 29 agosto, alle ore 19:30 APERITIVO CON BRINDISI: visite guidate con aperitivo della tradizione Tariffe: intero € 20,00 – ridotto € 15,00 (11-18 anni, over 65 gruppi 20 pax) Gratuito per minori di 11 anni accompagnati dai genitori.

Info e prenotazioni: 0533 333656 iatlidospina@comune.comacchio.fe.it

2 Giugno - dalle ore 15:30 Comacchio Gran

Premio 11 Ponti

Gara podistica per le strade ed i ponti cittadini. Info: tel. 0533 81924 – 347 0763303 www.comacchio.it

8 e 9 giugno Spiaggia libera di Porto Garibaldi

Comacchio Beach Festival

Grande evento di animazione musicale con grandi artisti di fama internazionale, dj set e tanto divertimento.

9 e 10 Giugno - dalle ore 15:30 Volania Sagra

del Salame

Stand gastronomico, giochi e tanta allegria Info: 335 8223221

13 Giugno - ore 21.15 Lido di Pomposa Piazza Ballardini

Teatri sull’Acqua

Le farse di Fagiolino e Sganapino. Spettacolo di burattini tradizionali dell’Emilia-Romagna Tel: +39 349 0807587 www.comacchioateatro.it

13 e 15 giugno

16 Giugno - dalle ore 20.30

Comacchio centro storico

Comacchio

Festival Street Art

Anteprima "Caccia alla Street Art" Opere dell'artista Marco Mei inserite nel paesaggio urbano

Dal 15 Giugno al 14 settembre tutti i venerdì dalle dalle 19:00 alle 21:00 Porto Garibaldi Mercato Ittico

Aperitivo con il Pescatori

Racconti, ricordi narrazioni sull’esperienza di pesca e sulla memoria del borgo marinaro; recupero di specialità culinarie e antiche ricette legate al pescato locale. Durante l’incontro di potranno degustare assaggi di pescato locale.

15 Giugno - dalle ore 15 Comacchio Palazzetto dello Sport La Bottega degli Artisti organizza l'evento:

Comacchio In Danza

Stage di Modern, con la ballerina e coreografa Veronica Peparini (canale 5). Info ed iscrizioni: Sara Parmiani cell.3206053662. Instagram comacchioindanza

Loggia del Grano - Bar Ragno Il Gruppo dei 10 presenta

Tutte le direzioni

in Summertime 2018 - Concerti Info: ilgruppodei10@gmail.com Prenotazioni: infobarragno@gmail.com info@barragno.it – tel. 0533 81284

Dal 22 giugno al 30 Settembre Comacchio - Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Bellini

Centenario della nascita di Remo Brindisi Remo Brindisi. Le inquietudini di un secolo Inaugurazione mostra 22 giugno alle ore 18,00 Aperta dal lunedì al sabato 9,00-12,00 e 15,00-18,00 - Ingresso gratuito

23 e 24 giugno Porto Garibaldi e Comacchio Nell’ambito del Ravenna Festival:

Le 100 chitarre elettriche 23 giugno - Porto Garibaldi ore 19:00 in zona portocanale Guitars in Blues - momenti musicali con chitarre elettriche in solo o a gruppi ore 21:30 via Caduti del mare, zona Bagno Paradiso Don Antonio plays Sunset Adriatico Blues - ingresso libero 24 giugno – Valli di Comacchio ore 15:30 – partenza del trekking dal Bettolino di Foce alle antiche Saline ore 18:00 al Casone e tabarra Serilla Concerto trekking & Bike I Blues dei Delta. Dal Mississippi al Po (e viceversa) - Ingresso a pagamento info: tel. 0544/249211 info@ravennafestival.org prenotazioni: tel. 0544/249244 tickets@ravennafestival.org

29 Giugno - ore 21:15 Comacchio

Comacchio by Night Eventi, racconti, musica ed esperienze. Info: ferraraincoming@ascomfe.it tel. 0533 311111

30 Giugno Comacchio Sognando una parata di barche in festa

Carnevale sull’acqua estivo

Una magica serata dedicata ai turisti con le spettacolari barche del Carnevale sull’acqua che sfileranno sui canali del centro storico. Musica, balli, esibizioni, divertimento e per concludere spettacolo pirotecnico. COMUNE DI COMACCHIO Provincia di Ferrara Turismo, Cultura e Pubblica Istruzione Piazza Folegatti 15 - Comacchio (FE)  0533/310111  0533/310269 www.comune.comacchio.fe.it Email: urp@comune.comacchio.fe.it


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parole

giugno 2018

il festival/1

Tre giorni di “bellezza” con le parole dei grandi autori

IL POETA PARLANTE Monologhi (e un romanzo in uscita) per Roberto Mercadini

A Cesena anche Giordano, Zamboni, Marcolongo e Paolo Nori in versione Onori Il 2 giugno a partire dalle 18 inizia la rassegna “Orti d’autore” alle Cantine di Villa Nellcôte a Cesena con la serata degli Epigrammi romagnoli con Roberto Mercadini e Lorenzo Bartolini. Mercadini sarà inoltre a Villa Torlonia a San Mauro Pascoli con il suo Orlando Furioso alle 21,mentre a Forlì il 15 giugno dalle 20.30 nella sala Donati in corso Diaz 11 (oppure in via Primavera 12 in caso di bel tempo) porterà il monologo sull’immigrazione e l’integrazione Odissee Anonime, in un evento organizzato dal centro Parole diverse. Infine sarà (vedi articolo principale) a Cesena per presentare il suo romanzo in uscita.

Da sinstra: Donatella di Pietrantonio e Tiziano Scarpa

Dall’8 al 10 giugno torna con la sesta edizione a Cesena il festival “La bellezza delle parole” sotto la direzione artistica di Emiliano Visconti. Si comincia venerdì 8 giugno alle 18, al Chiostro di San Francesco con Paolo Giordano, in dialogo con l’editore Angela Rastelli, sul suo ultimo romanzo Divorare il cielo. Lo scrittore Premio Strega, a dieci anni dal suo amatissimo La solitudine dei numeri primi, torna al tema della giovinezza. Sabato 9 giugno alle 11, alla Biblioteca Malatestiana, si parlerà del libro che ha vinto l’ultimo Campiello: L’arminuta con l’autrice Donatella Di Pietrantonio. Alle 17.45, sempre in biblioteca sarà invece la volta di Resto Qui di Marco Balzano, uno dei casi letterari del momento. Alle 18.30, al Chiostro di San Francesco si terrà l’incontro con l’autore di culto Tiziano Scarpa per un momento dedicato alle poesie. Scarpa, già Premio Strega 2009, è al suo quarto libri di versi con Le nuvole e i soldi, che verrà pubblicato proprio in quei giorni. Li alternerà alla lettura di pagine del suo ultimo ro-

manzo, Il cipiglio del gufo, in cui il telecronista di calcio più famoso d'italia affronta lo spauracchio peggiore per uno come lui: perdere l'uso della parola a causa di una malattia. Alle 21.15, sempre al chiostro, sarà il momento di scoprire il libro di Roberto Mercadini appena pubblicato da Rizzoli (e in libreria dal 4 giugno) Storia perfetta dell’errore, un romanzo che tiene insieme storia, letteratura, filosofia, fisica e teatro. Domenica 10 giugno alle 11.30 si torna alla Biblioteca Malatestiana, per un incontro con l'autrice Andrea Marcolongo, che dopo il best seller di La lingua geniale, torna a esplorare ancora la Grecia Calssica attraverso il mito degli Argonauti. Alle 17 sarà la volta di Paolo Onori con Fare pochissimo e no, non è refuso: Paolo Onori è Paolo Nori. Alle 18.30, al Chiostro di San Francesco, Kafka e Berlino un reading di Massimo Zamboni: il novecento in un racconto di musica e parole. Si chiude alle 21.15 a Corte Zavattini il recital de I libri di Oz con Chiara Lagani e Mara Cerri a cura di Cristallino Festival.

CAFFÈ LETTERARIO A Lugo dalla storia della musica alla giornata dedicata a Joyce Concluso Scrittura, il Caffé letterario di Lugo prosegue con i suoi appuntamenti fino all’estete. Il 4 giugno alle 21, all’Hotel Ala d’Oro, Giovanni Bietti presenta Lo spartito del mondo (Bari, Laterza, 2018) sulla storia multiculturale degli ultimi cinquecento anni in musica. Mercoledì 13 giugno, stessa ora stesso posto, Valeria Roncuzzi e Piero Deggiovanni con “Francesco Baracca e l’ideale eroico” (Bologna, Minerva, 2018), introduce Daniele Serafini. Sabato 16 giugno, alle 21, in via Quarantola, 32/1, si svolgerà “Bloomsday” con Patrizio Esposito. Sabato 23 giugno, alle 20.30, una serata conviviale con la maratona letteraria “I racconti dello Yiddishland” (necessaria la prenotazione).


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il festival/2

Scrittori, regista, attori per raccontare tutti i volti del viaggio A Rimini dall’8 al 10 giugno il Lonely Planet Ulisse Fest con il fondatore della nota collana di guide turistiche Marco Malvaldi, Giuseppe Cederna, Boban Marković Orkestar, Omar Souleyman, Paolo Giordano, Niccolò Ammaniti, Tash Aw, James Nestor, Giuseppe Culicchia, Cristiano Cavina, Alessandro Vanoli sono alcuni dei nomi che saranno ospiti alla seconda edizione di Lonely Planet UlisseFest - la Festa del viaggio (Ulissefest.it), a cui parteciperà anche Tony Wheeler, fondatore di Lonely Planet. Dall’8 al 10 giugno saranno oltre 60 gli appuntamenti con 120 ospiti impegnati in dibattiti, testimonianze, spettacoli, musica, film e cibi da tutti i continenti tra centro storico e lungomare, in particolare cinema Fulgor, Grand Hotel e piazzale Kennedy. Non mancheranno nemmeno appuntamenti per bambini. Tema di questa seconda edizione del festival è “Al di là del mare”: che è un invito a prendere il largo, a navigare verso l’ignoto e riflettere su ciò che accade intorno, vicino e lontano da noi. E poi il mare come metafora, come confine anche mentale da superare. E, ancora, un omaggio a Rimini capitale turistica, ma anche città romana e rinascimentale, affacciata sull’Adriatico. Tra i temi principali ci saranno i viaggi slow, la fotografia, la scrittura, i viaggi estremi, il viaggio filosofico e quello umanitario. Tra gli appuntamenti clou quello, sempre molto amato, con Parole Note, a cura di Radio Capital, incontro tra viaggi, musica e poesia, con Maurizio Rossato e Giancarlo Cattaneo. Tra dj, chef, blogger ci saranno anche grandi appuntamenti con il cinema e il teatro. In Rinascere in india lo scrittore Niccolò Ammaniti (nella foto) racconterà l’esperienza che lo ha portato a vestire i panni del documentarista e a portare sullo schermo, nel documentario The Good Life, le vite di italiani che hanno ritrovato se stessi lungo il Gange. E un altro scrittore sarà protagonista del reading Breviario mediterraneo night: Paolo Di Paolo leggerà pagine straordinarie di Predrag Matvejević, in spiaggia, nell’ora del tramonto. A chiudere anche in modo simbolico il festival, appuntamento con lo spettacolo Da questa parte del mare di Giuseppe Cederna, tratto dal libro omonimo di Gianmaria Testa, un racconto degli ultimi vent’anni, un viaggio per storie e canzoni attraverso le migrazioni umane (biglietti 12,50 euro, prevendite e prenotazioni su ulissefest.it, dove si può consultare anche il programma completo).

il festival/3

DAI BIG DATA ALLA ’NDRANGHETA FINO AI 5 STELLE: A RICCIONE IL GRANDE GIORNALISMO D’INCHIESTA Dall’1 al 3 giugno tre giornate fitte di proiezioni, laboratori, incontri, talk e spettacoli per indagare la realtà Parte la nuova edizione del Dig Festival Riccione, appuntamento con il giornalismo d’inchiesta in programma dall’1 al 3 giugno. Tre giornate con la presentazione di alcune delle inchieste più interessanti dell’informazione internazionale, talk, seminari, anteprime video, e tre sere di spettacoli (tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero). Tema portante di questa edizione è la “guerra dei dati”. I momenti di approfondimento inizieranno già l’1 giugno alle 9.30, quando Federico Nejrotti (Motherboard/Vice) svelerà i segreti di Facebook, inaugurando il primo dei numerosi seminari. Durante il festival, Philip Di Salvo (Osservatorio europeo di giornalismo) si interrogherà invece sulle fughe di dati sensibili, soffermandosi sulle relazioni tra hacker, media e politica, mentre gli esperti reporter dell’Irpi (Investigative Reporting Project Italy) rifletteranno sulle insidie dell’informazione online. La riflessione sulla sicurezza digitale toccherà anche casi come le fughe di dati dalla piattaforma Rousseau. Sulla discussa creatura della Casaleggio Associati il festival presenterà in anteprima il documentario-inchiesta La scelta, all’interno di un appuntamento più ampio dal titolo “L’utopia di Rousseau. Dentro il sistema operativo del Movimento 5 Stelle” (sabato 2 giugno alle 16). In un evento unico in collaborazione con Sky Italia (1 giugno, 20.30), Luigi Pelazza presenterà in anteprima la prima puntata della sua docuserie Il mio nemico (dal 3 giugno su Sky Atlantic): due anni vissuti pericolosamente nella Libia dilaniata dalla guerra e dall’Isis. Altri due appuntamenti da non perdere accendono i riflettori sull’attualità. Il primo racconta le storie di Daphne Caruana Galizia e Ján Kuciak, i due giornalisti uccisi nell’ottobre 2017 e nel febbraio 2018. Tra gli altri appuntamenti di spicco il 3 giugno (11.30) Alberto Nerazzini e la criminologa Stefania Crocitti discuteranno con il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri per fare il punto sulla ’ndrangheta, e 18.30, il direttore de “L’Espresso” Marco Damilano riavvolgerà il nastro della memoria fino al 16 marzo 1978, il giorno del rapimento di Aldo Moro, Un ruolo centrale verrà riservato ai DIG Awards, il concorso internazionale di DIG dedicato al giornalismo d’inchiesta video con 18 opere selezionate. Per quanto riguarda lo spettacolo, la serata inaugurale è affidata a Morgan con La canzone perfetta. Domenica sera sarà la volta di Escobar. El Patrón: con i disegni dal vivo di Giuseppe Palumbo, la voce di un testimone oculare impersonato da Dany Marco Damilano Greggio, e la musica live degli Amycambe.

Un'emozione unica nelle oasi naturali del delta del Po Escursioni in barca alla foce del fiume, a bordo di piccole e silenziose imbarcazioni in partenza da Gorino e Volano… … ed escursioni in barca e in bicicletta nelle Valli di Comacchio, la dimora di fenicotteri, con visita agli antichi casoni da pesca. Per assaporare piatti tipici a base di pesce e di anguilla, vi aspettiamo nei nostri ristoranti nel cuore del delta e delle Valli di Comacchio.

Partenze giornaliere fino al mese di novembre PER INFO Tel./Fax 0533.81302 Cell 346.5926555 info@podeltatourism.it www.podeltatourism.it Facebook: Po Delta Tourism


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parole

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LA ROMAGNA IN PAGINA

Un ponte tra adulti e bambini: le storie (bellissime) di Stefano Bordiglioni di Federica Angelini

Antichi romani, greci, uomini primitivi, egiziani, barbari e dinosauri che inventano la lingua (una serie uscita per anni, semplicemente deliziosa), l’ultima fatica è un volume sulle Sette meraviglie del mondo. Come al solito raccontate per rapire i più piccoli, ricostruire davanti a loro ciò che ormai è andato perduto ma è rimasto nelle parole e in nuove, semplici e immaginifiche parole, torna così a vivere. La produzione di Stefano Bordiglioni è davvero vastissima ed è un motivo di orgoglio per Forlì, dove vive ormai da tantissimo tempo, dopo essere nato a Roma nel 1955. A Forlì, soprattutto, è stato maestro elementare per molti anni dopo la laurea in pedagogia a Bologna. E qui dimostra di averli conosciuto a fondo i bambini, di sapere cosa colpisce la loro immaginazione e di cosa hanno bisogno per farsi rapire da una storia. Una vera e propria fucina di storie, di temi che sembra inesauribile e che ha dato vita a una serie di long seller che sono ormai classici nell’infanzia, come il Diario di bordo di una quarta elementare, per citare uno dei più noti. E a proprosito di classici, per E/Elle, la casa editrice per cui pubblica da anni, tra le più prestigiose nell’ambito della letteratura per l’infanzia, ha riscritto anche molti classici e favole. A questa ha aggiunto appunto la produzione “storica”, ovvero storie di bambini ambientati in determinati periodi storici, dall’Antica Grecia all’Antico Egitto alla Preistoria, bambini che fanno cose plausibili per

quell’epoca (come i giochi a cui si dedicano o gli oggetti su cui scrivono), veri e propri romanzi e soprattutto racconti che nascono da un’accurata documentazione e dalla capacità di far calare i piccoli lettori in epoche remote con un racconto che inizia sempre in medias res, salta preamboli ed evita il rischio di diventare noiosamente didascalici. In una produzione letteralmente sterminata, in cui una parte importante è rappresentata anche da filastrocche e canzoni, fatta di storie originali accanto a riscritture, testi senza tempo accanto a storie da leggere in 5 o 10 minuti nate chiaramente su progetti editoriali ben definiti e commissionati, Bordiglioni ci ha regalato moltissime perle, tanti cosiddetti longseller. Tra queste spicca la lunga serie di Dinodino (personaggi tenerissimi) nota in particolare le sue raccolte di racconti brevi, uno più bello dell’altro, come Storie in ogni cosa (del 2009) o quel vero capolavoro che è Storie con il motore dove amore, amicizia, competizione, sconfitta e vittoria sono vissuti in un mondo fatto di auto, motorini, camion e gru in una ricchezza di situazioni da far impallidire Cars e tutta la Disney. Libri che i bambini possono leggere da soli ma che sono soprattutto un piacere da convidere in famiglia, tra genitori e figli, capaci di costruire ponti che resistono anche dopo la fine della storia e l’ultima pagina e che diventano facilmente lessico familiare e punto di riferimento.

RUSSI Da Macchiavelli a Simoni, quattro incontri in piazza Avrà luogo anche quest’anno, nelle serate dei quattro mercoledì del mese di giugno, col patrocinio del Comune di Russi, la rassegna di incontri letterari “Scrittori e libri in piazza”, che da qualche anno si tiene in piazza Dante a Russi, davanti al Bar Centrale, che è anche il promotore dell’iniziativa, la cui organizzazione è affidata allo scrittore Eraldo Baldini. Tutti gli incontri hanno inizio alle 21.15. Si comincia il 6 giugno con lo stesso Eraldo Baldini e Aurora Bedeschi e il loro saggio di antropologia scritto a quattro mani Il fango, la fame, la peste. Clima, carestie ed epidemie in Romagna nel Medioevo e in Età moderna, ed. Il Ponte Vecchio. Il 13 giugno sarà la volta di Loriano Macchiavelli con i suoi romanzi Tempo da elfi. Romanzo di boschi, lupi e altri misteri, scritto con Francesco Guccini e pubblicato da Giunti nel 2017; e Uno sterminio di stelle: Sarti Antonio e il mondo di sotto, edito nel 2018 da Mondadori. Conducono Nevio Galeati e Eraldo Baldini. Il 20 giugno sarà dedicata alla poesia con Nevio Spadoni che presenta la sua raccolta Poesie 1985-2017, edita da Il Ponte Vecchio. Conduce e recita Giuseppe Bellosi. Ultimo appuntamento il 27 giugno con l’auotre di best-seller Marcello Simoni, che presenta il suo romanzo storico Il monastero delle ombre perdute, ed. Einaudi. Conducono Nevio Galeati e Eraldo Baldini.


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la visita

Tra le “fragili carte” degli anarchici e la biblioteca dedicata a un socialista A Castel Bolognese oltre alla “Luigi Dal Pane” esiste anche quella libertaria, che raccoglie materiali e carteggi di Armando Borghi, personaggio che ha attraversato la grande storia

A sinistra alcuni utenti della biblioteca Dal Pane, a destra i fondatori di quella libertaria

Tra il 17 e il 18 marzo di ogni anno prima della Grande Guerra, a Castel Bolognese in piazza e sulla torre, venivano lanciate bandierine di carta rosse, “piantate su argilla ben manipolata”, cosicché per tutto il giorno successivo rimanessero come fiori attaccate al selciato. Tutto per ricordare la Comune di Parigi... Capiamo da questo rito laico quello che diceva Armando Borghi: «Fra Imola, socialista, e Faenza, repubblicana, Castelbolognese era centro di anarchici...». E a lui, al Borghi che è stato insieme a Forbicini (anche lui nato a Castelbolognese) uno dei riorganizzatori degli anarchici nel dopoguerra, è intitolata la Biblioteca anarchica e libertaria di Castello. Personaggio che ha attraversato la grande storia, da Mosca a Berlino, attivista capace di rivedere anche le proprie pratiche senza mai rinunciare alle proprie idee, Borghi rappresenta sicuramente uno di quei personaggi quasi leggendari che il '900 ci ha consegnato: le sue prigioni cominciano presto e attraversano anch'esse le geografie dell'esilio. Rifugiatosi negli Usa nel 1927, per esempio, viene nuovamente arrestato perché manifesta contro l’esecuzione di Sacco e Vanzetti. Ricercato sia dagli stalinisti che dai fascisti, è in Spagna durante la Guerra civile, dove il figlio è membro delle brigate internazionali, confermando l’aspetto di tradizione familiare che caratterizza la storia politica di questa enclave libertaria ai confini tra Emilia e Romagna. Riesce a rientrare in Italia solo nel 1945, e si trova a ricostruire dalle macerie il movimento anarchico. Se leggete Conferma anarchica (Due anni in Italia) potrete avere una radiografia degli anni dell'immediato dopoguerra e del dibattito politico da un vero insider. Borghi, nella sua vita avventurosa e intensa, ha sempre dedicato un ampio spazio alla cronaca e alla narrazione e costituisce una delle fonti primarie della ricostruzione della storia del movimento anarchico non solo italiano, e anche della microstoria del paese. Lui stesso nelle sue memorie racconta del ruolo avuto dalla biblioteca paterna, un mazziniano passato a Bakunin, nella propria formazione umana e politica. Ed è proprio una biblioteca la prima sede pubblica degli anarchici castellani, che nel 1916 abbandonano le osterie dove fino ad allora si ritrovavano, e si mostrano pubblicamente, in un circolo che

è anche custode dei libri. Ma ovviamente l'avvento del fascismo spegne questa prima biblioteca pochi anni dopo. Bisogna aspettare il 1985 perché, dopo una chiamata pubblica per raccogliere il materiale disperso soprattutto legato alla figura di Borghi, rinasca l'idea in forma nuova di una sede depositaria di una memoria che ancora genera curiosità e interesse, soprattutto nei più giovani. L'archivio è unico e contiene documentazione che oggi sarebbe finita in qualche cassetto familiare: il carteggio tra Borghi e Toscanini, che aveva conosciuto negli Stati Uniti, e che da convinto antifascista quale era sostiene il libertario castellano fino a eseguire una rivisitazione de L'Internazionale nell'anniversario della rivoluzione bolscevica, intere raccolte di riviste introvabili, ma anche il fondo dell'urbanista anarchico Doglio. Insomma, l'amore per le “fragili carte” degli anarchici, “che mai hanno bruciato un libro”, è confermato da questo luogo singolare, che oggi è aperto solo su appuntamento, ma è curato come un giardino. I soci, che tengono viva questa autonoma istituzione, organizzano un'attività instancabile di convegni, incontri, dibattiti: l'ultimo in ottobre su “Educazione e libertà” conferma un'altra delle questioni chiave dello spirito libertario che si fonda sul libro, ovvero l'educazione autoeducante. Durante questo convegno, a cui ha partecipato anche Thea Venturelli che ha raccontato dell'esperienza comunarda (sì, in Italia ci sono ancora delle Comuni...) di Urupia in Salento, ha tirato anche le orecchie agli organizzatori, come avrebbe fatto la compagna di Borghi, Virgilia D'Andrea: «E mi chiedo perché l'unica donna a parlare sono io, quando tutti e tutte sappiamo bene che nei progetti a noi cari il numero delle donne è preponderante»... E anche questa è Romagna. Quest’anno ricorrono i 50 anni della morte di Borghi, scomparso nel 1968, e a lui sarà dedicata una relazione dell'ampio convegno di studi in autunno sulle organizzazioni del movimento anarchico italiano dal dopoguerra ad oggi. Speriamo che qualche voce di donna possa parlare come faceva Virgilia, la compagna di Borghi, indefessa militante, maestra, poeta. Non lontana c'è anche la biblioteca comunale “Luigi Dal

Nell’archivio anche le lettere tra Toscanini, convinto antifascista, e il libertario castellano

Pane”, che per un paese di neanche 10mila abitanti è un fatto singolare e testimone del particolare clima culturale. Nata anch'essa di fatto negli stessi anni '80 e dedicata a un altro illustre cittadino, anch'esso passato dall'ambiente gretto e conservatore familiare al socialismo grazie a un prestito librario: fu infatti un seguace di Andrea Costa a donargli i tre libri di Labriola gli apparve «come un pensatore capace di schiudere gli orizzonti prossimi e lontani della realtà storico-sociale. Ma come si è intessuto il mio dialogo col Labriola? Fin dai miei primi anni Labriola passava le giornate con me in ispirito attraverso gli appunti delle sue lezioni che io avevo scoperto e salvato». In questo continua staffetta, tra affiliazioni socialiste, comuniste, anarchiche, studi scientifici, poesia e sogni rivoluzionari, il libro rimane al centro, oggetto passamano. Nel 2017 i prestiti della biblioteca Dal Pane sono stati 10814 (di cui 34% fascia 0-14) ovvero in numeri assoluti più di 1 a testa. Cuore della comunità che si ritrova a leggere ad alta voce, incontra autori, sperimenta nuove forme di socialità, mantiene la lettura sempre come centro. Elettra Stamboulis Biblioteca libertaria Armando Borghi - Via Emilia 93/95 I48014 Castel Bolognese (Ravenna) Italia. http://bibliotecaborghi.org/wp/ Apertura su appuntamento. Ampio materiale da scaricare sul sito. Biblioteca comunale Luigi Dal Pane, piazzale Simon Maria Poggi, 6, 48014 Castel Bolognese, tel. 0546.655827 - fax 0546.655831, biblioteca@comune.castelbolognese.ra.it orario di apertura invernale (apertura delle scuole): mercoledì, venerdì e sabato ore 8.30-12.45; da lunedì a venerdì ore 14.45-18.20. www.comune.castelbolognese.ra.it/


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sapori

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tradizioni

Salicornia, quella pianta “pioniera” tanto amata dai salinari In questo periodo è in corso la raccolta, che ricorda un antico rituale Cresce in ambiente salmastri e ad alta salinità. In dialetto è detta “grasèl”

Nelle saline di Cervia è da poco iniziata la raccolta della salicornia. Rigorosamente fatta a mano e praticata lungo i canali lontani dal traffico delle automobili, si tratta di un rituale che rievoca i tempi antichi, quando i salinari la cercavano con grande attenzione per poi utilizzarla per accompagnare piatti di carne, di pesce e per condire la pasta. Come ricorda qualcuno di loro, “era perfetta era anche per le insalate”. Spesso veniva messa sott’olio o in salamoia per averla disponibile tutto l’anno. Il suo sapore ricorda sia quello degli asparagi che quello degli spinaci e presenta una forte nota sapida dovuta alla presenza importante di sodio: per questo motivo i salinari sapevano bene di non dovere mai aggiungere sale alle preparazione che vedevano il suo Dal pescivendolo impiego. o al frutta e verdura Solo una cosa andava tenuta presente: alla salicornia Generalmente non è facile tromanca completamente la vare la salicornia fresca ma non parte acida e quindi era indiè da escludere che il nostro pespensabile condirla con aceto scivendolo di fiducia ce la poso succo di limone. sa reperire. Altra possibilità soStiamo parlando di una no ovviamente sono i negozio di frutta e verdura ben forniti. pianta alofila (cioè amica del sale) appartenente alla famiglia delle Chenopodiacae e si distingue in due biotipi: la Salicornia Europea e la Salicornia Glauca, molto simili tra loro e diffusi entrambi principalmente nel bacino mediterraneo, in ambienti salmastri ad alta salinità. Considerata una pianta “pioniera”, data la sua capacità di colonizzare ambienti ritenuti proibitivi per altre specie, cresce spontanea negli habitat salmastri lungo

i litorali e in prossimità delle lagune. Diffusa è, pertanto, la sua presenza ai margini dei bacini delle saline. È conosciuta anche come asparago di mare, per via dell’aspetto, allungato e sottile, rivolto verso l’alto e per il colore verde brillante. Ma riguardo il colore va detto che il verde

lo ritroviamo solo adesso, in primavera: man mano che la stagione avanza e che si avvicina il momento della fioritura (in agosto) si osserva un netto viraggio al rosso. Le proprietà nutrizionali della salicornia (in dialetto romagnolo “grasèl”) sono pregevoli: elevato è il contenuto di

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sapori / 27

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L’AMBIENTE Saline di Cervia, 820 ettari di suggestione e bellezza

Dai prugnoli alla vetriola di mare

Come preprarare l’asparago di mare sott’olio Ingredienti: salicornia (asparago di mare), aceto di vino bianco, olio extravergine d'oliva, aglio, prezzemolo. Preparazione: Le salicornie vengono tagliate a pezzetti e poste a bollire in acqua e aceto. Una volta raffreddate si dispongono in vasetti di vetro, si aggiungono aromi quali aglio e prezzemolo e si coprono con olio extra vergine d'oliva.

sali minerali, di vitamine del gruppo B e vitaminaC. Tali caratteristiche le conferiscono spiccate proprietà depurative e antiscorbuto, note già nell’antichità ai popoli Vichinghi che la utilizzavano durante le lunghe navigazioni. Il succo estratto dalla pianta, particolarmente ricco di io-

Prima di tutto è bene ricordare che in salina non crescono alberi perchĂŠ questi non sopportano l’acqua salata, pertanto la loro presenza in lontananza rappresenta il margine di questo ambiente estremo. Quello che troviamo invece sono piante basse e tutte conosciute per la loro spiccata bellezza e per le loro proprietĂ culinarie e medicinali. Oltre alla salicornia della quale abbiamo giĂ detto, c’è la vetriola di mare, la porcellana di mare, il limonio, l'astro di mare, il colchico autunnale, il fiordaliso, il cardo asinino, l'iperico, il caglio, la mentuccia, il latte di gallina, le artemisie e i prugnoli. Molto belle, soprattutto durante la fioritura, sono le tamarici presenti lungo il canale immissario.

dio, viene utilizzato nella cura dell’ipotiroidismo. Unica controindicazione per il suo consumo è il grande quantitativo di sodio che apporta: questo può essere dannoso per chi soffre di ipertensione. Giorgia Lagosti

# ! "

Le saline di Cervia sono circa 820 ettari di suggestione e bellezza, a non piĂš di un chilometro dal mare. Possiedono un labirinto di canali che si estende per ben 46 chilometri. Sono un gigantesco specchio d’acqua e sale, un intreccio di storia e cultura inscindibilmente legato alle tradizioni del luogo. Risalire alle loro origini non è semplice: sebbene siano antichissime e per secoli abbiano rappresentato un’enorme ricchezza economica rimangono un mistero. Ci sono numerosi ritrovamenti storici che risalgono all'epoca romana, in particolare una nave oneraria per il trasporto di merci e persone, ma pare che i primi a sfruttare il sale di Cervia furono i greci che fondarono il sito che un tempo si chiamava Ficocle. La ricchezza della fauna con 100 specie di volatili che qui hanno trovato condizioni ideali per nidificare, 2.000 fenicotteri oltre a migliaia di anatre, aironi, oche selvatiche e alcune specie rare di gabbiani e starne, rendono le saline un ambiente di elevatissimo interesse paesaggistico, naturalisticamente imponente tanto da essere stato inserito come Zona Umida di Importanza Internazionale nella convenzione di Ramsar. Dal 1979 il Parco è divenuto anche Riserva Naturale dello Stato di popolamento animale, un’area che costituisce un’importante zona per lo svernamento e la sosta di uccelli acquatici e per la nidificazione di specie coloniali. Nello specifico, si tratta quindi di un ambiente naturale che seleziona e specializza una flora e una fauna adattata a sopravvivere in condizioni estreme e che non ha uguali come estensione nell'alto Adriatico, se si considera la profonditĂ dell'acqua che prevalentemente non supera i pochi centimetri, l'alta concentrazione di sale (oltre il 150%) che permette la sopravvivenza di particolari forme di vita, perfettamente inserite in un unico ecosistema.


I / speciale giugno 2018

un’estate piena di divertimento

marina di ravenna

TORNA AL PETER PAN RADIO MELODY CON NOMI CULT DELLA MUSICA ITALIANA. E IL SABATO CONCERTI LIVE Ospiti del dj Luigi Bertaccini Ginevra di Marco e i nuovi Dunk Dal due giugno esibizioni di band rock, blues, swing e folk Non solo i concerti del sabato pomeriggio, a giugno al Peter Pan di Marina di Ravenna torna anche “Radio Melody 3 D”, giunta alla quarta stagione. Il salotto sulla spiaggia dove lo storico dj Luigi Bertaccini accoglie i grandi nomi della musica italiana per una chiacchierata e qualche intervento musicale live. Prima e dopo l’intervista, la selezioni musicale e a cura dei grandi dj di Radio Melody in una serata a ingresso libero, come sempre, con la possibilità di cenare o bere qualcosa per chi lo desidera. I primi due appuntamenti danno già la cifra del parterre ancora una volta eccelso della rassegna: il 20 giugno si comincia con una voce storica come quella di Ginevra di Marco (nella foto sotto) mentre Il 27 giugno sta al nuovo progetto Dunk dei fratelli Giuridai con Luca Ferrari dei Verdena e Carmelo Pipitone dei Marta sui tubi. La rassegna proseguirà poi tutti i mercoledì fino all’1 agosto (per il programma completo: www.peterpan36). Intanto però, per tutto giugno non si ferma la rassegn “Vivi il vivo!“ all’ora dell’apertivo, alle 18 circa, ogni sabato. Si comincia il 2 giugno con una delle band più apprezzate della scena locale, i Ponzio Pilates. Il 9 giugno è la volta del vintage Jazz e Blues e Swing di Myss Myra & The Moonshinars, mentre il 16 torna il grande blues con Vincent Boat and the Bananas. Il 23 giugno l’appuntamento è addirittura doppio con due band: The Last Caveman e Lovespoon, mentre il mese si chiude sulle melodie d’Irlanda con i Folk Notes. Per un giugno indimenticabile, in attesa di un luglio e agosto ancora più ricchi di sorprese.

porto corsini

marina di ravenna

RITMI E NOTE SULLA SPIAGGIA DEL BAGNO QUEVIDA: DRINK E BALLI A SUON DI CUMBIA, FUNKY, SOUL, REGGAE, GIPSY

LUANA BEACH: RELAX E BONTÀ IN RIVA AL MARE

L’estate entra nel vivo in riva al mare a Porto Corsini e il Bagno Quevida si anima di tanti eventi per un’estate divertente all’insegna della musica dal vivo, degli aperitivi in spiaggia e della buona tavola. A partire da giugno il ristorante rimane aperto tutti i giorni a pranzo e a cena con gusti piatti di pesce e proposte vegetariane e vegane, non manca però la pizza, sempre fragrante e cotta nel forno a legna! Continuano gli appuntamenti del ciclo “A cena con qualcuno…”, mentre tutti i sabati relax e ottimi drink all’ora conviviale dell’aperitivo. Ma al Que vida non è solo il palato ad essere coccolato: anche chi ama la musica – un po’ per tutti i gusti – potrà trovare tanti appuntamenti godibili e interessanti con la rassegna ongi domenica di concerti dal vivo. Si comincia il 3 giugno con i ritmi latini e ballibili della cumbia con i Cumbia Power; si passa al 10 giugno con la band Silky 4tet, un esplosivo concentrato di funky, jazz e soul; si prosegue il 17 giugno con il potente reggae dei Sound of Sun; infine domenica 24 giugno si balla gypsy e swing con i Gaje (nella foto sotto)

Spazio anche ai più piccoli con le animazioni “Cre on the beach”

Tutto pronto per l’estate 2018 anche al Luana Beach, stabilimento di Marina di Ravenna punto di riferimento per famiglie, coppie e gruppi di amici che desiderano trascorrere un’estate all’insegna del divertimento, relax e buon cibo sulla spiaggia. Per i più piccoli ritorna l’appuntamento con “Cre on the beach”, il centro ricreativo estivo dedicato ai bambini dai 4 agli 11 anni, in programma dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 17 con varie possibilità di orario. Bimbi e ragazzi avranno l’opportunità di trascorrere l’estate seguendo corsi di avviamento allo sport, nuoto, danza e psicomotricità tenuti da insegnanti laureati in Scienze Motorie. Non solo sport ma anche laboratori ludico-ricreativi tra cui mosaico e musica e spazio dedicato allo svolgimento dei compiti delle vacanze. Tante le iniziative anche per gli adulti, al Luana ritorna infatti l’appuntamento con il gusto! Aperto tutti i giorni a pranzo e dal giovedì alla domenica anche a cena (con prenotazione consigliata), il ristorante del Luana Beach offre ai suoi clienti specialità di pesce e primi in perfetto stile romagnolo, a due passi dal mare. Novità della stagione sono le serate del Luana: tutti i mercoledì sera di giugno serate paella e sangri a a volontà al prezzo fisso di 15 euro (evento su prenotazione), tutti i giovedì sera serate a tema e tutti i venerdì, a partire dalle 19:30, aperitivo in spiaggia con buffet. Per gli amanti del divertimento da non perdere l’appuntamento con l’happy hour con musica live e Dj Set, sempre di domenica a partire dalle ore 17.30.


II

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marina romea

punta marina

SPORT SULLA SABBIA, BENESSERE, BUON GUSTO E CULTURA: SCATTA L’ESTATE DEL ROMEA BEACH

AL MIRAMARE C’È ANCHE IL GELATO ARTIGIANALE

Giugno ricco di eventi con tornei di beach tennis, vela, calcio sedute di yoga e reiki, degustazioni di piazza, paella e sushi

Oltre ai genuini piatti di mare, paste fatte in casa e pizza

Dopo le bellissime anticipazioni primaverili – “Motor & bike Passion” e “Buon compleanno Dante Alighieri”, che hanno richiamato centinaia di persone – l’estate entra nel vivo al Romea Beach di Marina Romea, con un giugno ricchissimo di eventi. Eventi sportivi, in primis: con i tornei di beach tennis del circuito “The Shark tournaments” (il misto Giallo nel pomeriggio di domenica 3, il maschile e femminile domenica 10); con il “Vela Day”, domenica 10 a partire dalle 11, una giornata con prove gratuite di Windsurf e Kite Surf in collaborazione con gli istruttori dell’adriatico Wind Club; e soprattutto con il “Kids Club summer Party” di sabato 16, ovvero la grande festa del settore giovanile del Bologna Football Club, che richiamerà centinaia di giovani calciatori e di tifosi rossoblu. Dallo sport al benessere: si infittisce la collaborazione con l’associazione Cammino di Luce, che proporrà trattamenti e iniziative di vario genere (energy yoga, stretching dinamico, reiki, riflessologia plantare e via dicendo) ogni martedì e giovedì pomeriggio, e da metà giugno anche al sabato, domenica e lunedì. Poi, gli appuntamenti con la buona tavola: venerdì 1 giugno paella valenciana di pesce, e tutti i martedì sera il classico “I love pizza”, degustazione continua di diversi tipi di pizza; a grande richiesta ritorna lo chef giapponese Saori con sushi e sashimi e il tempura, venerdì 22. Last but not least, la cultura: martedì 26, “A cena con l’autrice”. Rossana Pasi, presidente della Federazione Nazionale Associazioni Scuole di Danza, presenta il libo #Cittadine alla conquista del voto, testo nato per lo spettacolo #leggereperballare. Info e prenotazioni per tutti gli appuntamenti allo 0544 446081

Stabilimento centrale di Punta Marina che non smette mai di rinnovarsi ed il cui titolare dal 2013 fa del proprio lavoro un impegno quotidiano di qualità e cortesia al servizio dei clienti. Da qualche settimana oltre alla rinomata pizza, ai piatti di pesce, alle paste fatte in casa ed ai dolci sempre ricercati, è attiva anche la gelateria artigianale con produzione giornaliera sapientemente realizzata. Ogni occasione è buona per trascorrere un po’ di tempo al Bagno Miramare, sia per godersi il mare rilassandosi sotto l’ombrellone, sia per far giocare i bambini in piena sicurezza nelle aree a loro dedicate. Ad accogliere gli ospiti del bagno è uno staff sempre attento alle esigenze e due verande coperte capaci di riservare un’atmosfera tranquilla per ricorrenze intime o cene numerose. Ai più piccoli vengono dedicate due serate ogni settimana, il lunedì con laboratori artistici ed il giovedì con spettacoli e cene a tema.

casal borsetti

DAL MARE ALLA TAVOLA: I PRELIBATI PIATTI DI PESCE DEL RISTORANTE DEL BAGNO CALIPSO Da giugno il ristorante del Bagno Calipso a Casalborsetti sarà aperto tutti i giorni a pranzo e cena per accogliere chi già si gode il sole sotto l’ombrellone o chi vuole spezzare le giornate lavorative con una pausa in riva al mare. Il menu propone specialità di mare, pescato del giorno sempre freschissimo. Giugno da il via ufficialmente all’estate e ripartono i tornei sportivi: ogni giovedì sera l’appuntamento è con la sfida a racchettoni Sulla pagina Facebook del bagno potrete trovare presto le date dei tornei di Burraco e le novità sui “Concerti all’alba” che riprenderanno anche quest’anno da fine giugno.


III

giugno 2018

lido di dante

SARAGHINA BEACH: UN’OASI DI BENESSERE E PIACERI FRA PIATTI GUSTOSI E APERITIVI IN MUSICA Proposte smart e divertenti in spiaggia. E ora ombrellone e lettino si possono prenotare comodamente con una app sullo smartphone La stagione del Saraghina Beach and Restaurant di Lido di Dante è partita alla grande... Francesco e il suo staff sono instancabilmente alla ricerca continua di dettagli originali e nuove proposte per la soddisfazione dei loro clienti. A partire da giugno lo stabilimento si arricchisce di divertimento. Si inizia il 2 giugno con l’aperitivo in compagnia di un Dj Set (a partire dalle 17), per poi proseguire tutte le domeniche del mese. È in arrivo anche un ricco calendario di eventi che potrete scoprire restando collegati alla pagina facebook del Saraghina. Le novità non mancano anche in cucina. A partire dal mese di giugno viene infatti ampliato il menù che si arricchisce di nuove proposte per allietare i palati degli ospiti. Accostamenti originali, sapori inconsueti intrecciati alle tradizionali ricette dei grandi classici, il tutto condito da qualità e freschezza delle materie prime, alla base di ogni portata. Allora non vi resta che cedere alla tentazione di godervi una piacevole cena a due passi dal mare. Il ristorante del Saraghina è aperto tutti i giorni a pranzo e il sabato e la domenica anche a cena. A proposito di novità va segnalato che il Saraghina aderisce all’iniziativa “Click to beach”, un servizio innovativo che permette ai clienti di prenotare comodamente l’ombrellone e i lettini direttamente da un’app dedicata, mentre agli abbonati stagionali di segnalare quando non saranno presente in spiaggia e ottenere così uno sconto (per i dettagli www.clicktobeach.com). Una spiaggia smart, divertente, con tanta cura dei dettagli e una cucina di qualità, in una parola Saraghina!

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SULLA SPIAGGIA DELL’OVERBEACH ANCHE I PICCOLI AMICI A QUATTRO ZAMPE SI POSSONO GODERE SOLE E MARE L’ordinanza emessa dal Comune a fine maggio per regolamentare l’accesso dei cani in spiaggia ha stabilito che nella spiaggia libera adiacente lo stabilimento Overbeach i cani possono stare in spiaggia e fare il bagno senza restrizioni. Il tratto di spiaggia libera inoltre è stato ampliato da 100 a 130 mt. Lo stabilimento Overbeach, dog friendly da sempre, offre ai propri clienti la possibilità di stare in spiaggia con gli amici a 4 zampe, con la possibilità di avere uno spazio confortevole e tanti servizi tra cui una doccia dedicata (inclusa nell’affitto dell’ombrellone e della sdraio) per poter lavare il proprio cane all’occorrenza. L’area bar e il ristorante prevede spazi divisi da una passerella per accogliere rispettivamente chi è accompagnato da un cane e chi non lo è. Al ristorante si può pranzare e cenare scegliendo tra tante proposte di pesce freschissimo o una pizza cotta nel forno a legna. La cura per gli ospiti pelosi che si riscontra nello stabilimento balneare è la stessa che si può avere all’albergo ristorante Bella Romagna in cui i cani sono veramente ben accetti.

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CON LA PRO LOCO PARTE L’INTRATTENIMENTO DI LIDO ADRIANO ALL’INSEGNA DEL FOLK ROMAGNOLO E DEL BALLO LISCIO A partire dai primi di giugno si mette in moto la macchina organizzativa per l’animazione delle vacanze di cittadini e turisti della Pro Loco di Lido Adriano guidata dal presidente Gianni De Lorenzo. E si parte alla grande con l’intrattenimento gioioso del folklore romagnolo. Il fine settimana dall’8 al 10 giugno il lido ospita infatti la “Notte del Liscio”, tre serate in piazza Vivaldi (dalle ore 21) con orchestre e animazioni legate alla musica e al ballo tipici della Romagna: venerdi 8 si esibirà il mitico Moreno il Biondo con l’orchestra “Il Grande Evento”; sabato 9 sarà la volta dell’Orchestra spettacolo di Patrizia Ceccarelli; domenica 10 infine saliranno sul palco Maria Grazia Pasi e Gigi Bondioli; sia sabato che domenica il gruppo Malpassi Scuola di Ballo insegnerà al pubblico a ballare i classici del ballo liscio. Gli eventi sono a ingresso libero. Intanto dal 2 giugno inizia il tradizionale mercatino serale in viale Virgilio (dalle ore 18) che proseguirà nei tre venerdì del 15, 22 e 29


IV

giugno 2018

marina romea

PETERPAN

FINISTERRE BEACH

CONCERTI, SPETTACOLI, GIOCHI ANIMANO L’ESTATE DEL POLKA Live con ritmi esotici, eventi per bambini e famiglie, benessere in piscina ...e cucina

marina di ravenna

SUONI INEDITI E SPERIMENTALI FRA CANZONI ETNICA ED ELETTRONICA AL FINISTERRE Non solo musica in spiaggia ma anche cinema ed eventi per bambini, sempre accompagnati da delizie dello chef Il 3 giugno si apre ufficialmente la stagione di eventi del Finisterre Beach. Il primo della rassegna di musica live e aperitivi sulla spiaggia la “Sporca Estate” avrà come protagonisti i Progetto K con i loro particolari inediti di musica elettronica che verranno accompagnati dai drink e dalle tapas dello chef. Inizio concerto con aperitivo ore 18. Il secondo live si terrà invece venerdì 8 giugno, durante una ricca settimana di eventi dedicati alla musica indipendente a Marina di Ravenna, e si terrà sempre sulla spiaggia del Finisterre. Sarà possibile cenare al ristorante e poi godere delle vibrazioni dei Cacao, in apertura di serata alle 21, seguiti dalla band ravennate indie rock The Doormen che dopo aver calcato i palchi di Inghilterra e Francia riporta la sua musica in riviera. Le altre date di giugno: il 10 giugno (ore 18) Naddei presenterà il suo album di cover Mostri ovvero “canzoni che parlano di me scritte da altri”. I mostri di cui parla Naddei sono i mostri sacri del cantautorato italiano, tutti quelli che ha ricercato, ascoltato e di cui ha scelto le canzoni che raccontano una storia anche un po' “sua”. Domenica 17 giugno (ore 18) Capvuto presenta il disco Supernova: l'agonia turbolenta delle stelle. A tre anni da Migratory Birds è la nuova creatura di Capvuto, alter ego elettronico di Valeria Caputo, compositrice e performer italiana, una donna discreta quanto eclettica e ribelle. Il 24 giugno (ore 18) si esibiscono Mauna Loa Project con Messalina Fratnic (vox, effects, loops, ritual instrumets, synth) e Bubi Staffa (pandeiro, loops, effect): quando meno te lo aspetti, un canto lontano e soave si trasforma in un suono distorto, estatico e pulsante. Passato e presente, luoghi e persone, storie, voci e ritmi dai mondi. A giugno torna a grande richiesta anche “Finisterre Mon Amour Rassegna cinematografica al chiaro di luna”. Tutti i giovedì sera (da metà mese) sarà possibile gustare un menù speciale realizzato per l’occasione dallo chef Alberto Caprara ed assistere alla proiezione dei migliori film dell’ultimo anno. Il 12 giugno si terrà invece la prima serata di “Rimanere Grandi” Serate speciali per bambini e ragazzi alla fine del mondo”. Per l’occasione i bambini potranno cimentarsi nell’arte del mosaico in un laboratorio che consentirà loro di vivere un momento di gioco e di affinare le proprie abilità artistiche. In due ore di laboratorio bambini e ragazzi potranno creare il loro mosaico da portare a casa con materiali tipici e di qualità. Inizio evento ore 20. Nel frattempo i genitori potranno vivere una serata all’insegna del relax e della buona cucina. Gli altri appuntamenti di giugno di “Rimanere Grandi”: 19 giugno, Teatro Lunatico Invisible Emotion (La Spiaggia dei Piccoli); 26 giugno: Massimiliano Venturi con i suoi burattini. Da segnalare che il ristorante rimane il punto di riferimento piacevole del Finisterre e da giugno sarà aperto tutti i giorni a pranzo e a cena per una pausa lavorativa in pieno relax e raffinate cene a lume di candela.

L’estate è ormai entrata nel vivo e anche quest’anno al bagno Polka di Marina Romea ce n’è per tutti i gusti e le età. Partendo dalla musica, ogni sabato dalle ore 18.30, si inizia il 2 giugno con Brasil Cultura, batucada di samba e sambareggae, si prosegue poi sabato 9 con Savana Funk, un mix di funky, ritmi africani, e blues. Il 16 giugno è la volta dei The Shalalalas, alternative/indie, mentre il 23 arrivano Matu y Pandilla con la loro cumbia-forrò e folk latino. Si conclude poi il 30 giugno con i Gipsy Caravan all’insegna di swing e tradizione zigana. Per le famiglie, invece, torna la rassegna “Stradelli di sabbia”, performances artistiche imperdibili per grandi e bambini tutti i venerdì di giugno dalle ore 19. Si parte l’1 giugno con “Il Sogno”, bubble clown show a cura di Gambeinspalla teatro, si continua l’8 giugno con “Amami”, visual comedy show a cura di Mc Fois, il 15 tocca invece al Varietà Prestige, uno spettacolo in carne e legno (marionette) a cura di Francesca Zoccarato. Venerdì 22 giugno arriva lo street show “La corda” a cura di Gera Circus e il 19 lo spettacolo di burattini “Superchef ” a cura di Officine Duende. Per i piccoli clienti arriva, invece, il Polka dei bambini, il martedì e giovedì dalle 15 alle 18, con giochi, sport e divertimento di squadra con basket, calcetto, ping pong, giochi senza frontiere, calcio balilla, beach volley e castelli di sabbia in compagnia di un educatore. Sono previste poi lezioni di nuoto individuali e a piccoli gruppi. Il venerdì è il turno della gioco/lezione di beach tennis per gli under 6-8-10 (dalle 15.30 alle 17) e del corso per i ragazzi under 12-14 (dalle 17 alle 18.30). Ma non e finita qui: domenica 17 gare di biglie individuali, di velocità e a cronometro con la sfida Grand Prix, per bimbi e eternamente bimbi! Con l’arrivo di giugno tornano poi le numerose attività in piscina come l’acquagym (dal 2 giugno il sabato alle 11.15 e dal 12 giugno il martedì e il giovedì dalle 18.30), il nuoto neonatale per bimbi dai 4 ai 24 mesi (dal 30 giugno il sabato ore 9.30/10.20) e l’attività in acqua per gestanti (dal 30 giugno il sabato ore 10.20/11.10). Per i più scatenati arriva invece il corso di Zumba a partire dal 17 giugno (alle 9.45). Niente è lasciato al caso, neanche in fatto di gusto. Il Polka propone quest’anno cene originali e diverse tra loro, dove tradizione e innovazione si incontrano per creare piatti e abbinamenti sorprendenti. Tutto questo ogni mercoledì sera a partire dal 13 giugno, mentre tutti i giovedì sera, dal 14, “Kitchen Off ”, serata dedicata a sua maestà la grigliata con pescato freschissimo, scelto dalla vetrina e subito cucinato dai cuochi. Seguite la pagina facebook del Polka per scoprire i vari menù selezionati e non dimenticate di prenotare il vostro tavolo.

viale delle Nazioni 260 - bagno 36 Marina di Ravenna (RA) Tel. 0544 530402 FB: Bagno PeterPan www.peterpan36.com

viale delle Nazioni 242c - bagno 28 Marina di Ravenna (RA) Tel 0544 530970

LAUNA BEACH

viale delle Nazioni 80 Marina di Ravenna (RA) Tel 0544 531156 FB: Bagno Luana Beach

MIRAMARE

QUEVIDA

Piazza Saffi, 10 Punta Marina Terme (RA) Tel. 366 1146754 FB: Cristiano Bagno Miramare Email: info@miramarepuntamarina.it

via Teseo Guerra 29 Porto Corsini (RA) Tel. 340 4611262 FB: QueVida www.spiaggiaquevida.com

POLKA

viale Italia, 83 Marina Romea (RA) Tel. 0544 446606 FB: Polka www.polka50.com

ROMEA BEACH

viale Italia, 129 Marina Romea (RA) Tel. 0544 446606 FB: Romea Beach - Bagno Romea

OVERBEACH

CALIPSO

SARAGHINA BEACH AND RESTAURANT

via Ortolani, 1 Casal Borsetti (RA) Tel. 0544 445600 Email: info@overbeach.it via Ciceruacchio, 58 Casal Borsetti (RA) Tel. 0544 445400

viale Matelda, 2/a Lido di Dante (RA) Tel 392 0826915 FB: Saraghina-beach and restaurant Email: direzione@bagnosaraghina.it

PRO LOCO LIDO ADRIANO

viale Francesco Petrarca 434 Lido Adriano (RA) Tel. 0544 495353 FB: Proloco Lido Adriano



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