Rd inserto ra2019

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STORIA DI UNA CANDIDATURA

LUNGA | PARTECIPATA | DIFFUSA | INNOVATIVA Supplemento a


Marzo 2012 > Settembre 2013

Prove tecniche

TRANSMISSIONS Ravenna

PIAZZE DI CINEMA Cesena

NUOVO Faenza

RIOT FESTIVAL Massa Lombarda

CLIC CIAK Cesena

SANTARCANGELO FESTIVAL Santarcangelo, Longiano, Rimini

NON-SCUOLA Ravenna MOSAICO D’EUROPA FILM FEST Ravenna PUERILIA Cesena NOTTE VERDE EUROPEA Forlì CORTI DA SOGNI FESTIVAL Ravenna FÈSTA+BANCHINE CON VISTA Ravenna COMPLEANNO MUSEO CARLO ZAULI Faenza ALLEGRO MOSSO XI EUROPEAN YOUTH MUSIC FESTIVAL Ravenna e Cesena ESERCIZI IN DARSENA NUTRIMENTI PER LA CRESCITA Ravenna EVENTI A PALAZZO LETTIMI Rimini FESTA DELLA REPUBBLICA Lido Adriano-Ravenna FESTIVAL DELLE CULTURE Ravenna LUPO. RICERCHE PERFORMATIVE Forlì OPENING ERICAILCANE PGR 2019 Ravenna

IL CINEMA IN CINQUE TRACCE + EFFETTI COLLATERALI Ravenna NELL’ARENA DELLE BALLE DI PAGLIA Cotignola LUGO CONTEMPORANEA Lugo ARGILLÀ ITALIA Faenza CORPOSAMENTE Filetto - Ravenna ARTORNE ME FUTUR DIES IRAE Rimini RAVENNA PER DANTE Ravenna

ALAN TURING CENTENARIO Cesena

FESTIVAL NAZIONALE TEATRO SCOLASTICO Ravenna

IL TEATRO DELLA MEMORIA Rimini

LORENZO MATTOTTI. FAVOLE E MISTERI Rimini

GIALLOLUNA NERONOTTE Ravenna

OFF-SET Ravenna

BACKSTAGE FILM FESTIVAL/ CLIKCIAK Cesena

58° PREMIO FAENZA Faenza

SETTIMANA DEL BUON VIVERE Forlì SUPERSOUND Faenza SEDICICORTO FILM FESTIVAL Forlì LE VOCI DELL’ANIMA Rimini MÀNTICA Cesena SETTIMANA DEL CONTEMPORANEO Faenza FESTIVAL DEL CIBO DI STRADA Cesena ROMAGNA EXPRESS 2019 Ravenna, Faenza, Forli, Cesena, Rimini

COMPLEANNO LA DARSENA CHE VORREI Ravenna

BACK TO THE NEW FUTURE Ravenna

AMMUTINAMENTI Ravenna

KOMIKAZEN Ravenna

CICLI INDECISI Forlì LIBRINCHIOSTRO FIERA DELL’EDITORIA INDIPENDENTE ITALIANA Lugo SONHOS N.2 AZIONI, PAROLE, MUSICA, PENSIERI Russi CRISALIDE Forlì SI FEST Savignano

NOTTE D’ORO + EFFETTI COLLATERALI Ravenna RAVENNA FUTURE LESSONS Ravenna CONVEGNO INTERNAZIONALE SULLE CITTA’ GIARDINO Cervia 80 MESH LA FORMA DEL SUONO Ravenna NIGHTMARE FILM FESTIVAL Ravenna

IL ROF Forlì

LA POETICA DEI TONI GRIGI Rimini

AMARCORT Ravenna

WAM Faenza

IPERCORPO Folrì

OLD SCHOOL NIGHT Ravenna

PANTANI DI MARCO MARTINELLI Ravenna CRITICA IN ARTE Ravenna GIOVANNI PASCOLI CENTENARIO Cesena SALUTI DA RAVENNA Ravenna LA FORMIDABILE MEMORIA DI UN DANZATORE CALVO Faenza SELVATICO Alfonsine, Bagnacavallo, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda PUPPETS AND FOLK TALES FROM EUROPE ORAL TRADITION CITY NETWORK Ravenna LIBRI MAI MAI VISTI Russi HOMUNCULUS Ravenna LA LIBERTÀ È UNA CASA Faenza, Forlì, Ravenna PER NON MORIRE DI TELEVISIONE DOCUMENTARI D’AUTORE Ravenna NUOVO. LA CURA, L’ATTENZIONE, LA GRAZIA Faenza FAHRENHEIT 39 Ravenna

PARADOXES: SHRIMP K Ravenna CHI HA LETTO IL DECAMERONE? Cesena PRIMAVERA ERETICA Ravenna

SALUTI DA COTIGNYORK Cotignola TOTALLY LOST/ATRIUM Forlì DRAMMI COLLATERALI Cervia CAFFÈ LETTERARIO Lugo

NUOVE ROTTE DELLA CULTURA Ravenna

INCHIOSTRI SIMPATICI Faenza

AGORÀ 2019 Ravenna

FAI FEST! Traversara - Bagnacavallo

ARTEBEBÈ 2013 Ravenna

ADRIATIC COAST TO COAST Ravenna

NEL SENIO DELLA MEMORIA Cotignola E Alfonsine RAVENNA JAZZ Ravenna FESTA DELL’EUROPA Ravenna URBAN KNITTING Faenza IPERCORPO FESTIVAL Forlì IL GRIDO DELLA FARFALLA Ravenna FRATTALE Ravenna BEACHES BREW Marina di Ravenna

MARE DI LIBRI Rimini 800 E 1 IMPAZZA LA PIAZZA Forlì MUNDUS – PROGETTO BUCO BIANCO Ravenna FESTA ARTUSIANA Forlimpopoli POPOLI POP CULT FESTIVAL Bagnara di Romagna BORGO INDACO Cesena CARTOON CLUB FESTIVAL Rimini

FU.MO. FUTURISMO MORCIANESE Morciano di Romagna CASOLA È UNA FAVOLA Casola Valsenio ERANO ARIANI Ravenna WORLD MASTER SCULTURE DI SABBIA Cervia SAGRA MUSICALE MALATESTIANA Rimini SINFONIA DAL NUOVO MONDO Rimini AVVENTURE NELLO SPAZIO DELL’ARTE Faenza RAM, GIOVANI ARTISTI A RAVENNA Ravenna CONVEGNO NAZIONALE DEGLI ECOMUSEI Villanova di Bagnacavallo IL RESPIRO DELLA NATURA Faenza I VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE Ravenna ANATOMIE DELL'EFFIMERO Bagnacavallo BLOG FEST Rimini PRIVATO/PUBBLICO Faenza

I DIRITTI DEI BAMBINI ALL’ARTE E ALLA CULTURA Ravenna

IO BALLO LISCIO Ravenna SAXART FESTIVAL Faenza, Russi, Tredozio

FESTIVAL OCCIDENTE NEL LABIRINTO Forlì

PROGETTO AUSA Rimini

I TRATTATI AGRARI DELLA MALATESTIANA Cesena

UNO SCATTO PER GIORGIO REGNOLI Forlì

DONNE VERSO IL MARE APERTO Ravenna (Lidi)

PORTUALI DOCUMENTARIO Ravenna

VISIONI DI ETERNO Ravenna

FESTA IN DARSENA Ravenna

III FESTIVAL DI MUSICA CONTEMPORANEA ITALIANA Forlì

BUONANOTTE SUONATORI Forlimpopoli

JAN FABRE, DRUGS KEPT ME ALIVE Rimini

I 100 ANNI DI MILANO MARITTIMA Cervia


SIMBOLI

Contemporaneo urbano È ormai diventato un simbolo stesso della candidatura, il wall painting firmato da Ericailcane, una candidatura che vuole mettere al centro la contemporaneità, i linguaggi artistici anche “non convenzionali”, che punta sulla trasformazione urbana e che ha nella riqualificazione della Darsena, dove campeggia il mostro marino, uno dei suoi elementi centrali.

Editoriale Ravenna Capitale. Sono due parole che siamo abituati ad associare da sempre, che risuonano familiari e comuni a tutti. Due parole che sono sempre state cruciali per raccontare la storia della città e che hanno sicuramente giustificato un certo orgoglio e sensazione di unicità. Ma è da qualche anno che le parole Ravenna Capitale hanno assunto un nuovo significato perché, per la prima volta, vengono usate per raccontare un’ambizione, per guardare al futuro, per individuare una meta da raggiungere. Ravenna vuole tornare capitale, ma questa volta Capitale Europea della Cultura, nel 2019. Per quell’anno infatti è previsto che venga assegnato il titolo a una città italiana dall’Unione europea. E la città che già fu capitale nella storia, la città dei gioielli bizantini si è candidata investendo energie e risorse crescenti negli anni. Una scommessa che sta accompagnando questi anni di crisi in cui abbiamo visto anche la nostra città pesantemente colpita sul piano delle risorse locali e nazionali, sul lavoro, sugli investimenti. La candidatura è stata ed è una spinta a guardare avanti nel nome della cultura, nonostante tutto, una spinta che è entrata nel senso comune, nel discorso quotidiano. Alle redazioni di tutti i giornali arrivano decine, se non centinaia, di lettere e commenti che iniziano o finiscono così: “Se vogliamo diventare

capitale della cultura…” che si parli di buche nelle strade, servizi di accoglienza turistica, piani del traffico o parcheggi. Il logo Ravenna 2019 campeggia in piazza, su volantini e materiali promozionali delle iniziative più disparate. Tutti gli studenti universitari fuori sede, così come tutti gli artisti che sono passati da Ravenna in questi anni e sicuramente moltissimi turisti sanno che siamo candidati. Ravenna&Dintorni ha cercato fin dall’inizio di raccontare e documentare i momenti salienti di un percorso durato anni che ora sta per giungere a un passaggio fondamentale. Il nostro settimanale ha tentato di offrire un contributo al dibattito ospitando numerosi interventi di varie personalità culturali della città, alcune delle quali sono poi entrate a far parte del Comitato Artistico-Organizzativo, quasi tutte poi, in un modo o nell’altro, chiamate a costruire la candidatura. Un passaggio fondamentale, dicevamo, perché a settembre sarà presentato il dossier sulla base del quale, entro l’anno, saranno scelte le città che avranno superato la prima fase di qualificazione. Così abbiamo accolto volentieri la richiesta dello staff di Ravenna 2019 di realizzare una pubblicazione che documenti questo lavoro, per fare il punto sullo stato dell’arte, raccogliere le idee, per contribuire a individuare nuovi obiettivi futuri. Uno dei “mantra” che abbiamo sentito ripetere da ospiti, istituzioni e promotori è stato che, nella candidatura, più importante della meta è il percorso. Li prendiamo in parola e così, intanto, quel percorso, proviamo a raccontarlo.

Supplemento a Ravenna&Dintorni dell’ 11 Luglio 2013

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Introduzione


SIMBOLI

La meta Ma cosa significa esattamente essere Capitale Europea della Cultura? In breve, significa essere insigniti del titolo dopo aver passato una selezione che tiene conto di vari criteri, proponendo un programma e una serie di progetti. Progetti che non devono essere solo culturali nel senso stretto del termine, ma in senso più generale possono (e anzi devono) riguardare anche riqualificazione urbanistica, coesione sociale, dialogo intergenerazionale e interculturale, tanto per citare alcuni aspetti fondanti del vivere urbano. Tutti però devono tendere all’idea di uno sviluppo della città incentrato sulla cultura – che sia essa arte visiva, scrittura, teatro, musica, cinema – intesa come motore di sviluppo e di crescita collettiva. Nell’anno in cui una città diventa capitale viene organizzato un ricco cartellone di eventi che coinvolgono la cittadinanza e la città diviene, in genere, meta turistica privilegiata proprio in virtù dell’offerta culturale che è in grado di offrire grazie a risorse economiche aggiuntive a quelle ordinarie. Non si tratta, si badi bene, di una pioggia di milioni dalla Ue da distribuire. Da Bruxelles è ragionevole aspettarsi una cifra di fatto esigua, non superiore al milione e mezzo (poca roba, se pensate che il bilancio del Comune di Ravenna per la cultura si aggira sugli otto milioni di euro l’anno), ma in grado di fare da detonatore per risorse istituzionali da convogliare sulla città e, soprattutto, da grimaldello per sollecitare i privati del territorio. Perché la “capitale della cultura” è la prova tangibile che una comunità più colta e più consapevole può affrontare meglio anche le sfide della crisi mondiale. Perché la cultura diffusa fa bene a tutti. E le città che sono state capitale per un anno non sono mai più tornate come prima. Il segno è rimasto profondo, l’esperienza ha modificato il loro Dna, i loro abitanti non hanno più saputo rinunciare all’arte, alla musica, allo stare insieme. E il beneficio che ne hanno tratto non si è certo esaurito in un anno.

Il percorso in quattro parole chiave

Lo spazio europeo Le impronte di un astronauta hanno accompagnato i primi passi della candidatura, dove lo spazio da esplorare e “conquistare” è, innanzitutto, l’Europa.

Ecco, posto che alla meta arriverà solo una delle tante contendenti, il percorso per tentare di raggiungerla era invece a disposizione di chi volesse tentare l’impresa. E ogni contendente ha scelto una propria strada. Quella per cui ha optato Ravenna, a questo punto, è possibile raccontarla, e noi abbiamo deciso di farlo attraverso quattro parole, o meglio concetti, chiave che ne descrivono i tratti salienti. Se qualche anno fa erano caratteristiche che venivano annunciate dai promotori come un’intenzione, ora, a sei anni dall’inizio, possiamo dire che questi quattro obiettivi sono lì, raggiunti. Si può discutere se fossero davvero gli aspetti da privilegiare di più, se non sarebbe stato meglio prediligere altre modalità, se non si sia stati comunque un po’ troppo timidi. Ma di certo non si può negare che, a oggi, questa candidatura abbia avuto una lunga durata, sia stata partecipata, abbia coinvolto il territorio dell’intera Romagna e sia stata home-made, realizzata in casa, consultando esperti esterni, ma senza affidare incarichi onerosi a guru che promettono un progetto chiavi in mano.

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Introduzione


SIMBOLI

Giovani alla ribalta La festa per l’Europa che si è svolta nel maggio 2013 ha coinvolto tantissimi ragazzi delle scuole ravennati che hanno dato vita a una suggestiva coreografia in Piazza del Popolo proprio nel nome della Candidatura a capitale.

Lunga, anzi lunghissima

Un percorso partecipato

Il primo annuncio risale addirittura alla campagna elettorale di Fabrizio Matteucci a sindaco, nel 2006. Da allora si comincia a parlare di 2019, e all’inizio si sprecano le battute. Una prospettiva di tredici anni è davvero troppo per i nostri tempi sincopati, per obiettivi che, in campagna elettorale, non possono superare i cinque o al massimo dieci anni. Nemmeno sappiamo chi potrebbe essere sindaco nel 2019 a Ravenna. E invece, invece fin dall’anno successivo si capisce che si farà sul serio. Che questo è davvero il progetto che più di ogni altro potrebbe caratterizzare questi anni. Come non bastasse, nel corso del tempo emerge che in caso di vittoria il traguardo non si fermerebbe al 2019 e non solo perché i benefici della candidatura si protrarrebbero nel tempo. No, anche perché si ha intenzione di legare gli eventi per il 2019, che avranno ovviamente anche Dante come elemento centrale, al 2021, ovvero al settecentenario della morte del Sommo Poeta proprio qui, dove ancora ne custodiamo le ossa. E c’è già un progetto triennale proprio sulla Divina Commedia che potrebbe fare da ponte tra le due fatidiche date.

Chiunque avesse una proposta da fare o qualcosa da suggerire ha potuto trovare una situazione in cui presentare la propria idea. Il che non significa che sarà automaticamente accolta, ovviamente. Criticare i percorsi di partecipazione è facile e capire esattamente come e chi alla fine tirerà le fila decisionali è sempre un passaggio delicato. Ma è innegabile che in questi anni sono state tentate e sperimentate varie modalità, dai working group convocati su invito per temi a operatori di vari settori (ma aperti a chi eventualmente si fosse voluto aggiungere), alla cosiddetta Open Call, ossia una sorta di “sportello” telematico dove qualsiasi cittadino, associazione, società privata poteva presentare il proprio progetto e la propria idea, fino all’Ost ( open space technology ) utilizzata anche per altri percorsi partecipativi che intanto attraversavano la città, in particolare quello riguardante la progettazione della Darsena di città (uno dei temi che peraltro continua a intrecciarsi a doppio filo alla candidatura). Alla fine, da questa partecipazione sono nate reti e collaborazione e una mole di idee e progetti che basterebbe per candidare quattro città. Un giacimento prezioso che resta a disposizione di Ravenna.

Una candidatura diffusa

Un metodo innovativo

A candidarsi è una città, ma certo il sostegno del territorio circostante può essere fondamentale. Innanzitutto per non avere concorrenti dirette, e poi anche per poter esprimere un progetto più ampio. Collaborare per poter poi condividere gli eventuali vantaggi. Certo, collaborare. Ma con chi? Qui la scelta è stata piuttosto naturale. Il territorio di riferimento di Ravenna è lì, messo a disposizione dalla storia. Si chiama Romagna. Quella cosa che amministrativamente per lungo tempo abbiamo per qualche misteriosa ragione chiamato Area Vasta in sanità e che poi per un attimo fugace è parso dovesse diventare addirittura una provincia unica. Quel territorio delimitato grosso modo da un dialetto dal ceppo comune, da una piadina con infinite varietà di ricette e preparazioni, quelle tre province, Ravenna, Rimini e Forlì, con annesse Cesena, Faenza, la bassa lughese, su cui sono stati scritti decine di saggi per stabilire se abbiano davvero o meno una radice culturale comune. Il dibattito è aperto, ma di certo l’adesione incondizionata a questa candidatura fa pensare che forse siano maturi i tempi per superare il campanilismo imperante. E anche questo potrebbe essere un effetto collaterale di questa candidatura a cui dare l’importanza che merita.

Se l’adesione al progetto e all’idea di Ravenna Capitale della Cultura 2019 è stato praticamente unanime, qualche critica è nata rispetto alla scelta di come gestire e percorrere questa strada. La decisione presa dall’Amministrazione è stata quella di utilizzare forze interne e locali con uno staff guidato dalla persona che per prima ha avuto l’idea e che per quindici anni è stato assessore alla cultura del Comune. Alberto Cassani è coadiuvato da uno staff scelto appunto tra forze ravennati e anche il Comitato Artistico Organizzativo riunisce operatori e persone, molte giovani, che negli anni hanno lavorato in città e fuori città. I contatti con gli esperti sono stati tanti, gli scambi, i viaggi, ma le decisioni e la stesura del documento più importante, il dossier, sarà fatto in casa. Non tutte le città candidate hanno fatto questa scelta. Si potevano cercare esperti esterni, consulenti, coinvolgere figure di alto profilo che offrono le proprie prestazioni in cambio ovviamente di onerosi cachet. Cachet che qui sono stati invece distribuiti tra più collaborazioni, come spiega il coordinatore Alberto Cassani nella nostra intervista. Una scelta forte, che in caso di buon esito potrà essere rivendicata come ricchezza aggiunta, che in caso di sconfitta sarà sicuramente additata come la prima causa. Resta il fatto che intanto, in questo tempo, sono cresciute professionalità che potranno mettere a disposizione di questa città un bagaglio di competenze che prima, semplicemente, non c’erano.

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Introduzione


CONTENUTI

Quel viaggio iniziato in Francia quasi 10 anni fa È il maggio del 2004. La compagnia ravennate di teatro contemporaneo Fanny&Alexander ha appena debuttato con il suo Ardis II al Kunsten Festival Des Arts di Bruxelles e si sta apprestando a portare lo spettacolo anche a Roubaix, nell’agglomerato urbano di Lille, che in quell’anno è Capitale europea della cultura. Sempre a Roubaix viene presentato in quei giorni anche Ravenna viso-in-aria, la pubblicazione dedicata alla scena teatrale ravennate curata da Luigi De Angelis dei Fanny&Alexander e da Marco Martinelli di Ravenna Teatro. Alla presentazione del libro partecipa anche l’assessore alla Cultura del Comune, Alberto Cassani, a cui in quei pochi giorni di permanenza nella città francese viene l’idea, quell’idea che potrebbe cambiare una città intera. «Ricordo che ne parlammo insieme a lui al teatro di Roubaix in un pomeriggio prima dello spettacolo – dice Marco Cavalcoli, attore dei Fanny – Cassani cominciò subito a dar corso all’idea raccogliendo alcune informazioni anche in sede istituzionale a Lille, e lì è incominciato il viaggio». La storia, dunque, inizia così, ormai quasi un decennio fa. Il 2019 entra poi prepotentemente nel linguaggio del futuro sindaco Fabrizio Matteucci già nel corso della campagna elettorale del 2006; diventa un obiettivo del suo programma di mandato e nel febbraio del 2007 il primo cittadino scrive una lettera all’allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi, e ai vertici dell’Unione Europea. Niente di clamoroso, solo una dichiarazione di intenti, ma quella lettera ufficializza la candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura nel 2019.

Destinazione: il contemporaneo John Cage in treno a Ravenna nel 1978. Nel 2012, alla stazione di Ravenna, all’artista sarà dedicata una serata al termine di uno degli eventi clou della candidatura: il treno Romagna Express che tocca tutte le città che sostengono Ravenna capitale. La scelta di John Cage non è casuale: il tema del contemporaneo e della sperimentazione artistica accompagna tutta la candidatura.

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Una lunga candidatura


LUOGHI

Cinque teatri speciali Le Cinque tracce, i primi eventi che hanno tracciato i temi su cui si muovono i progetti, si sono svolte in cinque luoghi diversi, ognuno tassello fondamentale del territorio culturale cittadino: il teatro Socjale di Piangipane, simbolo delle nostre radici, costruito dai braccianti come luogo di emancipazione culturale nei primi del Novecento, il teatro Rasi, casa del teatro di ricerca (e di molto altro), il teatro “nobile” Alighieri, quello dell’opera, della classica e della prosa, l’Almagià, contenitore multiforme per i linguaggi sperimentali, esempio di archeologia industriale recuperata e il palazzo dei congressi, dove ha sede anche l’Università e dove nascerà la “casa del cinema” .

I primi passi: gli obiettivi, il metodo, la squadra Il percorso di candidatura entrerà nel vivo con i cosiddetti Stati generali della cultura di fine 2009, dopo mesi e mesi passati tra presentazioni con istituzioni, cittadini, svariate realtà del territorio e incontri tecnici a livello internazionale, da quelli al Parlamento europeo fino a quelli con le città che Capitale lo sono state o che negli anni successivi lo saranno veramente. Ma è con gli Stati generali della cultura, appunto, convocati al teatro Alighieri, che si fa il punto della situazione e i rappresentanti delle istituzioni ravennati si ritrovano per la prima volta tutti (o quasi) insieme per parlare della candidatura. Ne escono alcuni punti fermi, come che il nostro patrimonio monumentale non basterà, che la storia della città non sarà sufficiente, che bisogna coinvolgere i cittadini e puntare sull’innovazione, che il contemporaneo (un po’ in ogni ambito) sarà grande protagonista e infine viene sottolineato che «il percorso – come si dice in questi casi – dovrà essere importante quanto il traguardo finale». La candidatura, insomma, dovrà essere come nuova

linfa per la scena culturale ravennate e creare un valore aggiunto per tutta la città, indipendentemente da come andrà a finire. Naturalmente all’Alighieri, quel giorno, si parla anche della Darsena, il nuovo quartiere da creare lungo il canale Candiano che per molti dovrà essere il simbolo della Ravenna che cambia e che vuole diventare capitale della cultura, ed è qui, per esempio, che il sindaco lancia ufficialmente il suo appello all’archistar Santiago Calatrava, mentre Cristina Muti, la signora del Ravenna Festival – che forse conta un po’ più di tutti gli altri – chiede a gran voce di puntare sull’acqua, di farla arrivare e di farla “sentire” fin nel cuore della città. Il tutto in attesa del nuovo Palazzo della Cultura di piazza Kennedy (il Rasponi delle Teste attualmente in ristrutturazione), annuncia sempre il sindaco, che dovrà diventare uno dei simboli di questa candidatura. Archiviati gli Stati generali (che verranno riconvocati qualche mese più tardi), nel 2010 ecco i primi atti ufficiali: innanzitutto l’insediamento del

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Una lunga candidatura


LE CINQUE TRACCE

Cinque momenti di confronto A fine 2011, le Cinque tracce hanno portato in città intellettuali di caratura internazionale come Hanif Kureishi (prima foto) e Marc Augé, sono state occasioni per installazioni artistiche come “Maelström” di Antonio Marchetti (all’Almagià, nella foto al centro). Ma sono state soprattutto l’occasione per far parlare le realtà locali, tracciare i temi e gli ambiti entro cui si sarebbe poi mosso il lavoro di progettazione vero e proprio.

Comitato Promotore, presieduto da una firma di eccellenza del giornalismo come Sergio Zavoli, e che rappresenterà l’organo di indirizzo politico, quello che testimonia prima di tutto come si tratti di una candidatura allargata a tutta la Romagna, essendo composto – oltre che da Comune e Provincia di Ravenna e dai Comuni di Cervia, Lugo, Faenza, Area Faentina, Bassa Romagna e Russi – anche da Regione Emilia Romagna e dai Comuni capoluogo della Romagna, Cesena, Forlì e Rimini. Nel corso dell’anno si riunirà anche il Comitato Consultivo (che raccoglie i rappresentanti del mondo economico e della società civile) e verranno coinvolte le associazioni di volontariato, mentre a lavorare alle linee programmatiche che dovranno finire in quello che viene definito come il “dossier di candidatura” – il documento sulla base del quale Ravenna verrà giudicata dall’Unione Europea tra il 2013 e il 2014 – inizieranno in primo luogo i nove esponenti del mondo della cultura scelti in ottobre per formare il cosiddetto Comitato Artistico-Organizzativo. Tra questi, alcuni nomi noti in città, perlomeno in ambito culturale, come gli scrittori Tahar Lamri e Alessandro Fabbri, il direttore artistico del Ravenna Festival Franco Masotti, il critico teatrale Lorenzo Donati e il manager di Bronson Produzioni (che in questi anni ha avuto il merito di portare Ravenna nella mappa internazionale della musica dal vivo)

Christopher Angiolini. Questi ultimi due, in particolare, entreranno un paio d’anni dopo con compiti organizzativi di primo piano nello staff di Ravenna 2019, che nasce nel 2011, archiviata la campagna elettorale e nominata la nuova giunta del Comune, della quale non fa più parte Alberto Cassani, colui che come assessore alla Cultura ha lanciato il progetto e che ora è nominato coordinatore dello staff di Ravenna 2019 (creato nell’ambito della direzione generale del Comune e composto anche dalla project manager Nadia Carboni, dalla responsabile della comunicazione e produzione eventi Marcella Montanari e dalla responsabile dell’amministrazione Cristina Calandrini). Nel frattempo la città avrà fatto in tempo a scoprire, chi più chi meno, cosa succederà nel 2019, grazie a una massiccia campagna di comunicazione per la diffusione del logo, che ora campeggia su totem o manifesti in giro per la città e che viene utilizzato dal Comune per il proprio materiale informativo (oltre che da numerosi mezzi di informazione).

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Una lunga candidatura


EVENTI

Ericailcane Qualche scatto del wall painting di Ericailcane che dal 2011 svetta in Darsena. Primo segno tangibile della candidatura. Fu girato anche un video del making of di quest’opera che ha fatto, ovviamente, molto discutere i ravennati e che campeggia sul muro di una fabbrica dismessa.

I primi effetti (non collaterali): le cinque tracce Ma i primi passi concreti verso il 2019 vengono compiuti a fine 2011, quando, sulla base delle riflessioni compiute nei mesi precedenti in stretto contatto da Comitato Artistico Organizzativo e staff vengono indicati i cinque macrotemi che saranno portanti nel processo di candidatura, tramite le cosiddette Cinquetracce. Si tratta di una serie di eventi in cui artisti, scrittori, filosofi, intellettuali, esperti europei, operatori culturali, tutti insieme, incontrano la città per sviluppare, attraverso un lavoro collettivo, visioni, idee, progettualità per la Ravenna del futuro. Oltre 60 ospiti hanno animato le cinque giornate ravennati, impreziosite dalla presenza di personaggi di calibro internazionale come lo scrittore britannico di origini pakistane Hanif Kureishi, l’antropologo francese Marc Augé, il professore croato Predrag Matvejevic e l’economista Irene

Tinagli. Una sorta di laboratorio nel corso del quale attraverso dialoghi, testimonianze e interventi performativi (coi quali le esperienze del territorio si sono aperte ad un respiro internazionale) sono stati sviluppati i temi e le parole chiave del programma di candidatura. Senza tralasciare i consigli (uno su tutti, la partecipazione e la condivisione del progetto con i cittadini) di esperti al lavoro per altre città candidate o già capitali. Ed eccoli, dunque, i temi su cui Ravenna si giocherà il futuro, racchiusi in evocativi titoli: si va dall’ospitalità e la diversità culturale della traccia “Di soglia in soglia”, allo studio del conflitto e delle sue possibili composizioni de “La danza dei contrari”, dal rapporto con l’acqua e le relazioni con l’esterno di “Verso il mare aperto”, alla creatività e le nuove tecnologie al centro di “Immaginare l’immaginario”, fino alle trasformazioni e

il fare insieme (che è poi quello della cooperazione, nata da queste parti e che giocherà un ruolo nella candidatura) di “Trasformo, dunque siamo”. Partendo da questi macrotemi, dopo il successo delle Cinquetracce arriva il momento di raccogliere ed elaborare le idee, le visioni e gli spunti progettuali che dovranno dare corpo alla candidatura di Ravenna attraverso il percorso di partecipazione che raccontiamo nel secondo capitolo e il coinvolgimento del territorio dell’intera Romagna che raccontiamo invece nel terzo.

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Una lunga candidatura


PROVE TECNICHE

Un treno da capitale Nel 2012 il treno Romagna Express ha toccato tutte le città coinvolte dalla candidatura coinvolgendo centinaia di ragazzi delle scuole.

Prove tecniche di candidatura: viva il contemporaneo Nel corso del 2012 viene inoltre realizzato per la prima volta un cartellone unico di eventi di ambito romagnolo, denominato “Prove tecniche di 2019” che raccoglie azioni di accompagnamento verso la candidatura. In concreto, si tratta di iniziative culturali e sociali già esistenti oppure create per l’occasione, per la promozione di un percorso culturale coerente con le tematiche già abbracciate dalle Cinquetracce. E anche un modo per lanciare un messaggio forte, essendo un calendario molto improntato sulla contemporaneità. I cinque macrotemi della candidatura di Ravenna tornano protagonisti dal 23 al 27 luglio sempre dello stesso anno con la centralissima piazza del Popolo che per la prima volta ospita “Il Cinema in Cinque Tracce”: cinque serate durante le quali sono stati proiettati film di culto, ognuno legato a uno dei temi individuati. Le proiezioni vengono accompagnate da una serie di iniziative culturali

denominate “Effetti collaterali” con lo scopo di animare in maniera innovativa e inusuale piazza del Popolo e le zone limitrofe: si va dalla break dance fino alle installazioni per bambini e l’effetto spiazzante regala una manciata di giorni da ricordare. L’ultima, ma anche la più significativa, prova tecnica del 2012 è il “Romagna Express 2019”, un vero e proprio convoglio ferroviario storico che dall’8 al 12 ottobre 2012 ha collegato le principali città della Romagna, portando sul territorio i contenuti e i temi della candidatura. Più di 500 studenti delle scuole superiori della Romagna hanno viaggiato sul treno, mentre decine sono stati gli eventi artistico-culturali che hanno animato le città di Ravenna, Forlì, Faenza, Cesena e Rimini, a fronte di un pubblico che ha superato ampiamente il migliaio di persone, anche all’interno delle stazioni ferroviarie, per esempio, e anche per eventi apparentemente di nicchia come l’omaggio a John Cage nell’atrio della stazione di Ravenna.

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Arriviamo quindi al 20 novembre, data fatidica in cui viene pubblicato il bando del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che apre ufficialmente la competizione italiana per il titolo di Capitale Europea della Cultura: 10 mesi di tempo per consegnare alla giuria internazionale un dossier di 80 pagine in risposta a quanto richiesto dal bando. Inizia quindi nel 2013 la stesura vera e propria del dossier di candidatura attraverso un’opera di sintesi e sistematizzazione del lavoro svolto in questi anni dal coordinamento di Ravenna 2019 e dal territorio, attraverso le progettualità raccolte grazie all’open call e ai working group attivi a Ravenna e nelle città della Romagna. A supporto del percorso di elaborazione del dossier, collabora con lo staff l’esperto internazionale Neil Peterson, artefice del successo di Liverpool 2008. E intanto in marzo viene siglato l’accordo di collaborazione con la città di Matera, anche essa candidata, e tra le favorite, al titolo di Capitale Europea

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Una lunga candidatura


PROVE TECNICHE

Un grande schermo in piazza Nel 2013 si svolge la seconda rassegna di Cinema in piazza. Anche in questo caso sono cinque i film in visione, cinque classici, ognuno dei quali collegato ai temi individuati dalle cinque tracce, come era accaduto per la prima edizione, nell’estate 2012, quando l’iniziativa richiamò centinaia di persone davanti al grande schermo di piazza del Popolo. La sera, prima di ogni visione, verranno proiettati alcuni video che compongono il ravenna visual hub (vedi pagina 17).

della cultura. Fra i contenuti dell’intesa ci sono iniziative congiunte, nei rispettivi territori, per dare più visibilità alle candidature; in particolare, le due città si impegnano a coprodurre o scambiare spettacoli teatrali, concerti, rassegne cinematografiche; a intensificare gli scambi di visite d’istruzione per studenti delle scuole superiori e delle università; a ospitare una mostra fotografica sul terremoto che ha colpito l’Abruzzo; a organizzare un evento a Bruxelles, per far comprendere l’importanza della cultura quale motore di coesione sociale e di sviluppo economico nell’Unione Europea. Nei mesi successivi vengono firmati accordi di cooperazione culturale anche con le città bulgare candidate sempre nello stesso anno (tra le quali Sofia e Plovdiv) mentre l’evento di maggiore rilevanza di questo 2013 è senza dubbio Agorà 2019, la parola alla cultura: tre giorni per fare il punto sulla cultura in Romagna e presentare la candidatura di Ravenna e del territorio. Ora, mentre prosegue il cartellone di

prove tecniche per tutta l’estate, si attende il 20 settembre, data entro la quale dovrà essere presentato il dossier: i progetti verranno esaminati da una Commissione formata da 13 membri, sei esperti italiani e sette nominati dalle istituzioni europee. La Commissione opererà una prima selezione di città (la cosiddetta short list, obiettivo minimo ormai dichiarato per Ravenna) che avranno poi qualche mese per sviluppare e approfondire il programma, arrivando alla presentazione di un fascicolo dettagliato che una seconda riunione della Commissione selezionerà in via definitiva. Presumibilmente alla fine del 2014 avverrà la scelta e il Consiglio dei Ministri dell’Unione designerà ufficialmente la città che porterà il titolo per l’Italia per il 2019.

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Aprile 2012: tutte le concorrenti insieme all’Almagià Aprile 2012: per la prima volta tutte (o quasi) le città in procinto di partecipare alla sfida europea partecipano a un convegno in cui si possono confrontare a carte scoperte. L’occasione è il convegno "Capitale Europea della Cultura: quale modello per l’Italia e per l’Europa?”, organizzato per un’intera giornata all’Almagià di Ravenna e nel corso del quale si parla di temi, modelli, percorsi e caratteristiche della competizione per il titolo, alla presenza di esponenti del Governo italiano e autorità ed esperti europei. In quell’occasione è già possibile iniziare a delineare una sorta di griglia di partenza tra le città in gara per diventare capitale, in cui Ravenna, a detta delle stesse avversarie, pare posizionarsi in prima fila, insieme a Matera, altra città che sta lavorando al progetto da anni, e il Nord-Est, con Venezia in testa. Altre candidature forti, in quel periodo, e poi confermate con il passare dei mesi, sembrano quelle di Siena e Perugia-Assisi.

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Una lunga candidatura


LUOGHI

L’importante è partecipare Il percorso scelto ha coinvolto migliaia di persone e associazioni

Darsena, molto più di un quartiere Nessun luogo più della Darsena si è intrecciato al percorso di candidatura, la darsena che guarda il mare, la darsena multietnica, la darsena da trasformare attraverso la partecipazione. In questo quartiere, non a caso, si sono svolte molte prove tecniche ed è stato protagonista di un processo di partecipazione che ha incrociato in più punti quello della Candidatura.

Lo hanno detto tutti, e un po’ in tutte le lingue. Non uno dei vari esperti e project manager che in questi anni sono passati da Ravenna per approfondire i temi sulla candidatura ha trascurato di sottolinearlo con forza: un elemento cruciale in fase di valutazione da parte della commissione riguarda la capacità di coinvolgere la cittadinanza nel percorso verso l’obiettivo Capitale. Insomma, bisogna ricorrere a quella delicata parola che tante cose racchiude e che negli ultimi anni ha assunto significati sempre più specifici: partecipazione. Oppure, più in generale, di capillare coinvolgimento. Ma come si coinvolge la cittadinanza? Questo il vero dilemma. Ravenna 2019 ha scelto una modalità che si potrebbe definire concentrica. Il primo atto infatti fu la nomina di un coordinatore e di un Comitato Promotore che in pratica racchiude le istituzioni che promuovono il progetto, ossia la politica. Il passaggio successivo, dopo la composizione di uno staff tecnico, fu la creazione del cosiddetto Comitato ArtisticoOrganizzativo, primo passo della candidatura al di fuori dei cosiddetti palazzi del potere. A farne parte entrano persone che già operano in vari settori della cultura cittadina e che hanno anche il compito di fare innanzitutto da tramite, antenne in grado di assicurare la comunicazione più diffusa possibile e rappresentano ognuna un ambito culturale cittadino, teatro, arti visive, cinema, intercultura. Contestualmente, vengono convocati con un nome un po’ altisonante gli Stati Generali della cultura, ossia vengono chiamati tutti i soggetti che operano nel mondo culturale cittadino e territoriale a un momento di confronto. Un consesso molto ampio, da cui non può nascere una vera discussione. Siamo nel 2010 e intanto nel corso dell’anno sono organizzati diversi incontri pubblici: il 21 maggio si riunisce il Comitato consultivo (che raccoglie i rappresentanti del mondo economico e della società civile), il 25 giugno si svolgono per la seconda volta gli Stati Generali della Cultura, il 15 novembre viene organizzato un primo incontro con le associazioni di volontariato. Si tratta di momenti che hanno lo scopo di diffondere soprattutto il senso e il significato che si vuole dare al percorso della candidatura, di far conoscere il progetto, ma che di per sé non produrranno contenuti. Del resto non è quello il loro fine e mancano anni alla stesura del dossier. È infatti con l’avvicinarsi di questa scadenza che prende forma un percorso vero e proprio di partecipazione più articolato, strutturato e decisamente produttivo che prevede i working group, l’open call, il momento di sintesi di agorà. Da lì verranno quasi tutti i progetti che saranno riassunti nelle ottanta pagine di dossier, davvero non sufficienti per raccontare il giacimento di idee che questo percorso partecipato ha prodotto per Ravenna.

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Una candidatura partecipata


PROVE TECNICHE

Tre giorni di sintesi La tre giorni di Agorà, ad aprile 2013 (con un secondo appuntamento a luglio), ha rappresentato un momento di sintesi del percorso intrapreso con i working group e l’open call.

I working group

L’open call

Agorà

Sono sedici e sono tematici. Nel corso del 2012, vi sono chiamati a partecipare persone che operano nei vari ambiti, professionisti riconosciuti, giovani che si affacciano al mondo culturale e produttivo cittadino con le prime proposte, organizzatori di eventi culturali, artisti, intellettuali. Ci sono gruppi a cui partecipano anche decine di persone per volta, altri più ridotti. La struttura è flessibile per permettere la più ampia partecipazione possibile. E poiché la sfida a capitale è vasta e non riguarda solo la cultura in senso stretto, i gruppi di lavoro saranno anche improntati a tematiche sociali o economiche. Ecco dunque che abbiamo il gruppo arti visive, turismo, sport, ambiente, spettacolo e cinema, parità di genere, letteratura e giornalismo, università e ricerca, dimensione europea, infrastrutture, musei e biblioteche, intercultura, istruzione e infanzia, economia, welfare e volontariato. In tutto sono centinaia le persone coinvolte, chiamate a dare il proprio contributo alla causa. Se da un gruppo come quello relativo alle questioni di genere emerge una “visione” più che un progetto e la necessità che tutto il percorso di candidatura, a cominciare dal linguaggio, sia attento alla questione femminile con modalità e sensibilità nuove, da quello dell’infanzia nasce invece un progetto già strutturato per portare la psicologia in luoghi non convenzionali. All’insegna della condivisione e trasversalità che ha sotteso tutto il percorso, i vari working group sono stati riuniti anche in sessioni comuni per incrociare e intrecciare temi e idee.

«Il rischio è che si facciano avanti i meno preparati» ammoniva Trevor Davies a fine 2011 (vedi pagina 16). In effetti, più che un rischio è stato un auspicio, visto che l’open call a Ravenna accompagnava di fatto un processo di partecipazione più articolato di cui questa modalità era un tassello, importante, ma non unico. Open call, ossia letteralmente “chiamata aperta”, è un sistema di coinvolgimento diretto e senza filtri a cui hanno accesso tutti, dai semplici cittadini alle realtà più strutturate. Per quasi tutto il 2012 è stato attivo uno sportello virtuale a cui chiunque poteva scrivere presentando la propria idea, più o meno articolata, per la capitale. Sono stati in centinaia a rispondere. Si richiedeva che i progetti avessero un respiro europeo e si collocassero in qualche modo all’interno di uno degli ambiti di senso individuati dalle cinque tracce a fine 2011. A parte qualche (fisiologica) proposta “fuori tema” e qualche idea che è apparsa più come una mera richiesta di fondi senza alcuno dei requisiti minimi, questa mole di idee è stata poi elaborata e in qualche modo “fusa” con quanto uscito dai working group nella tre giorni di Agorà. Da tessere insieme ci sono 400 proposte giunte in otto mesi, di cui il 40 percento da singoli cittadini e il 60 da associazioni e organizzazioni culturali, sociali ed economiche. Oltre mille le persone coinvolte.

Oltre 500 presenze, 16 tavoli di lavoro, 8 assessori fra regionali e del territorio, decine di volontari impegnati nella preparazione e nello svolgimento: sono alcune cifre di “Agorà 2019. La parola alla cultura” la tre giorni che si è svolta ad aprile 2013 e che si proponeva come un tentativo di sintesi di quanto emerso dai processi partecipativi che ha aggiunto un tassello importante. Questo è stato possibile anche grazie al coordinamento dei lavori delle ultime due giornate, da parte del Villaggio Globale, la stessa cooperativa che sta intanto gestendo la partecipazione nel progetto “La Darsena che vorrei” che, come detto, incrocia e si sovrappone in più punti proprio al percorso di candidatura. In quei tre giorni hanno parlato amministratori, artisti, ma soprattutto tanti cittadini, referenti dei working group, in un lavoro di scambio e di conoscenza reciproca che ha cercato di essere anche sintesi. Il 4 luglio si è svolto un nuovo incontro, alla sala D’Attorre, per “tenersi in contatto”, staff organizzativo e cittadini, e rendere noto come si sta effettivamente procedendo nella stesura del dossier e cosa finirà effettivamente nel fondamentale documento.

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Una candidatura partecipata


PROGETTI

PROGETTI

Un spettacolo teatrale lungo tre anni Dal 2019 al 2021, tre anni per mettere in scena, mescolando linguaggi e compagnie, l’intera Divina Commedia. È il progetto nato da un’idea del Teatro delle albe, inventore e promotore anche della non-scuola (nella foto uno spettacolo) che da anni coinvolge i ragazzi in progetti di teatro di ricerca, senza dubbio uno dei settori in cui Ravenna può vantare molti fiori all’occhiello.

Da Lido Adriano ai quartieri multiculturali Il Cisim di Lido Adriano, uno degli ultimi cuori pulsanti culturali nati nel ravennate. E l’intera località, la più multiculturale per composizione residenziale, dovrebbe diventare protagonista di un progetto di scambio con altri quartieri “meticci” di altre città europee.

E quindi, cosa è venuto fuori dalla partecipazione? Ecco qualche esempio Una mole impressionante di materiale. Un bagaglio di idee da cui attingere, da sintetizzare e riordinare, per riuscire a stare nelle ottanta pagine. E così, un po’ come su un diagramma, lo staff ha optato per un sistema che tiene conto di due variabili concettuali per dare forma e raccontare alla commissione il frutto di questo ampio lavoro di partecipazione: le cinque tracce incrociate a ben diciotto nuclei tematici. Dunque per quanto il coordinamento e lo staff artisticoorganizzativo precisano di non volersi sottrarre alle proprie responsabilità, non si può propriamente dire che siano stati, a questo punto, selezionati alcuni progetti e ne siano stati scartati altri. Perché quasi tutto il materiale elaborato è stato sintetizzato, magari accennato, magari non pienamente sviluppato ma lasciato in bozza nella speranza che i prossimi anni offriranno l’occasione per sviscerare ogni idea, declinare gli stimoli, incrociare le suggestioni e dare forme e linguaggi (i più svariati) a contenuti che hanno tutti come denominatore comune Ravenna e che, in modo più o meno esplicito, guardino all’Europa. Sono stati infatti incoraggiati tutti i progetti che potessero avere qualche peculiarità del territorio come punto di partenza. Una garanzia di originalità, unicità e non riproducibilità. Un modo anche per

riempire di contenuto il “comandamento” kennediano applicato alla candidatura impartito da Ulrich Fuchs, direttore artistico di Marsiglia Capitale Europea della Cultura 2013, ospite a Ravenna nel 2011: «chiedetevi cosa può dare Ravenna all’Europa, di cosa l’Europa nel 2020 potrebbe essere fiera». Allora, difficile non partire da cosa, innanzitutto già si è dato. Per esempio, Ravenna ha dato esito e accolto uno dei più grandi intellettuali di ogni tempo e spazio. E dunque, rileggere Dante, dargli nuova vita è stato il pensiero che ha attraversato tantissimi progetti fino a diventare, piuttosto naturalmente, un nucleo tematico attorno a cui sono articolati vari progetti. Il più imponente e impegnativo è senza dubbio quello sviluppato dal Teatro delle Albe e Marco Martinelli, regista e autore della storica compagnia di teatro contemporaneo che ha inventato, tra le altre cose, la nonscuola, a sua volta perfetto esempio di cultura in grado di uscire dai confini tradizionali. Si tratta di un progetto di carattere teatrale: mettere in scena tutti e cento i canti della Divina Commedia nell’arco di tre anni, dal 2019 al 2021, settecentesimo anniversario della morte del Sommo poeta. In ballo ci sarebbero

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linguaggi diversi, ma soprattutto compagnie teatrali diverse che dovranno coinvolgere non solo la scena locale o territoriale ma appunto espandersi a quella europea. Il tutto in un sistema complesso e ramificato che vedrebbe lavorare sottodirettori responsabili di progetti ad hoc all’interno di questo enorme contenitore. Una Commedia che entra nei teatri, nelle piazze, nelle case private, nelle scuole, nei parchi, ovunque, che rinasce in tutta la sua potenza per pervadere la modernità ed esserne a sua volta pervasa, a partire dalla città dove una parte dell’opera fu scritta, attorno alle ossa di un rifugiato politico che qui ha trovato approdo. E se questo è uno dei progetti condivisi dal gruppo del teatro, dall’open call ne arriva un altro su Dante. Si tratta dell’idea di un singolo, Stefano Bon, che ha partecipato all’open call, ma anche al gruppo di lavoro della parola scritta, e che ha presentato un’idea che si intreccia anche con quello dedicato all’infanzia e al mondo della scuola. Sì, perché l’intenzione è quella appunto di coinvolgere classi delle superiori della Romagna e di Europa, cento classi in tutto perché ognuna adotti un canto, a partire già dal 2015. Nel 2019 si potrebbe così avere una sorta di enorme kermesse dantesca affidata a studenti di lingue diverse, a cui viene affidata una nuova vita

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Una candidatura partecipata


PROGETTI

PROGETTI

Dante e gli studenti

Un porto da riscoprire

I ragazzi delle scuole non solo stati coinvolti già in molti progetti, ma sono protagonisti di molte proposte che confluiranno nel dossier di candidatura, come quella che vorrebbe coinvolgere cento classi tra Ravenna e l’Europa per far adottare a ognuna un canto della Divina Commedia.

Tra le proposte emerse dal processo di partecipazione c’è anche quella di riscoprire, studiare e raccontare la realtà portuale, perché la Candidatura vuole far diventare la cultura un mezzo per leggere e sviluppare l’intera città, compreso il suo sistema economico.

della Commedia. Due progetti che incrociano il nucleo dantesco, dunque, con la traccia “Immaginare l’immaginario” (Per le cinque tracce vedi pagina 9). Per “Di soglia in soglia”, invece, si sta elaborando uno dei primi progetti per la candidatura che è nato in modo informale e ha preso consistenza all’interno del working group dedicato all’intercultura. Si tratta dell’idea di un gemellaggio tra quartieri interculturali europei. Da Lido Adriano verso Skopie, Berlino, Bilbao, Sofia (alla Bulgaria bisogna dedicare un occhio di riguardo essendo l’altra nazione che ha diritto a una capitale europea nel 2019 e proprio alla Bulgaria è dedicata l'idea che Andrea Mordenti ha presentato all’Open Call e che prevede la creazione di "tubi tecnologici" per collegare Ravenna e l'altra città bulgara che si aggiudicherà il titolo), con l’idea di dar vita a un primo festival dedicato a queste realtà foriere di nuovi linguaggi, di meticciati che stanno forgiando una nuova identità europea fatta dai nuovi europei, figli di africani, asiatici, sudamericani, figli del mondo. Festival dedicati soprattutto alle arti urbane in grado di modificare dal basso i volti delle città, dal parkour ai graffiti, dalla musica alla danza. E legato alla trasformazione della città, questa volta in senso urbanistico, nasce uno dei progetti legati alla traccia “Trasformo dunque siamo”, per rimettere al centro della vita urbana ravennate il porto, recuperarne l’identità storica anche attraverso il racconto delle aziende che vi operano, e visite guidate. Perché la candidatura è anche economia. E in questo caso, guarda soprattutto al

bisogno di recuperare un rapporto con uno degli elementi trainanti del nostro territorio. Un’idea questa concentrata sul locale, ma che riguarda la porta di collegamento di questo territorio con il mondo, tra terra e mare. E al di là del mare guarda invece l’idea di avvicinare Ravenna a un progetto, a Savignano, dedicato alla fotografia, “Adriatic Coast to Coast”. Perché tra gli obiettivi ambiziosi della candidatura c’è anche quello di restituire peso e importanza ai linguaggi inspiegabilmente più trascurati negli anni in città, come la fotografia appunto. Un lavoro che si sta facendo con giovani realtà locali come l’Osservatorio Fotografico, con collaborazioni di livello internazionale e cercando di riannodare un rapporto con i grandi talenti della fotografia ravennate sparsi nel mondo. Immagini, suoni. Dentro la traccia la “Danza dei contrari” ci sta invece un lavoro giocato sul contrasto silenzio/rumore, una riflessione che nasce da musica futuristica e cinematografia che tocca Deserto Rosso e che lavora sul soundscaping a cui guarda già la compagnia Fanny&Alexander, con il suo recente Mundus. Ma che sarà anche un tentativo di far dialogare i contrasti della modernità della musica d’ambiente contemporanea con i luoghi del silenzio per eccellenza della città: i monumenti paleocristiani e non solo. Decisamente più “pop” invece il progetto emerso da Agorà dedicato al cibo, al km 0, alla cultura dei sapori e dei territori. Magari da riscoprire durante trebbi da organizzare nei capanni, altro tratto caratteristico da valorizzare a metà

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tra tradizione e riscoperta dell’ambiente naturalistico. Ecco, sono questi assaggi di quanto prodotto fino a oggi in termini di idee, orizzonti, progetti concreti, lavori già avviati a prescindere dall’esito ma scaturiti proprio dalla suggestione della capitale. Il 2012 è stato una sorta di brainstorming collettivo in cui tutti coloro che volevano far sentire la propria voce hanno potuto trovare un luogo in cui farlo, più o meno istituzionale, più o meno strutturato. C’è naturalmente chi, anche tra le realtà culturali della città, al momento ha preferito restare a guardare, riservandosi di mettersi in gioco quando la meta sarà un po’ più vicina. Ma intanto il lavoro di rete e conoscenza reciproca fatto in questo 2012 è di per sé un valore e un avvenimento senza precedenti nella città bizantina dove la creatività non è mai mancata, ma di certo troppo spesso ognuno ha badato al proprio orticello. Anche il mondo culturale è attraversato da invidie e campanili. Già essere riusciti ad abbatterne qualcuno, a collegare qualche realtà esistente, a mettere insieme energie, mescolandole a quelle nuove e fresche emerse proprio grazie a Ravenna 2019. Anche le gerarchie tradizionali sono state rimesse in discussione e i linguaggi del contemporaneo sono diventati la bussola per riscrivere e ripensare anche il passato. Comunque vada, oltre a un database di idee sterminato o quasi, oltre a una riflessione durata un anno e mezzo sulle prospettive possibili di questo territorio nell’ambito europeo, la scena ravennate già oggi non è più la stessa di quella che era appena un anno e mezzo fa.

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Una candidatura partecipata


PERCORSI

EVENTI

La Darsena che vorrei Partecipazione è una parola che negli ultimi anni è entrata prepotentemente nel lessico ravennate. Mentre infatti si lavorava alla candidatura in modo partecipato, un processo molto strutturato e complesso veniva attivato per la progettazione del quartiere Darsena di città. La cooperativa Villaggio Globale (che collaborerà anche alla candidatura) avviava a un progetto chiamato “La darsena che vorrei” che ha previsto momenti di incontro, passeggiate nel quartiere, momenti di elaborazione e sintesi. Molte delle suggestioni e delle proposte venute da questo processo sono poi confluite nel Poc, ossia il documento di progettazione comunale, per il quartiere. E molto di queste proposte sono intrecciate a doppio filo a loro volta con Ravenna 2019 visto che si immaginano spazi polifunzionali vocati proprio all’arte e ai giovani. Nell’immagine una delle cartoline realizzate per l’anniversario del percorso partecipativo.

Il festival con la direzione partecipata Tra le prove tecniche è entrato già dal 2012 anche il Festival delle Culture che nel 2013 ha visto prendere definitivamente corpo una direzione totalmente partecipata e condivisa da una cinquantina di soggetti associativi. Nella foto, un’installazione di un’edizione passata della manifestazione.

L’esperto Davies: I rischi dell’open call Nel novembre 2011, invitato a parlare in città proprio da Ravenna 2019, l’esperto danese Trevor Davies (fautore della vittoria di Copenaghen nel 1996 e project manager per Aarhus per il 2017) disse: «L'open call è la strada più semplice e per questo più praticata, ma a mio avviso può essere disastrosa perché dà una falsa rappresentazione della partecipazione. Il rischio è che si facciano avanti di fatto le persone meno preparate sull'argomento e che si racimolino idee destinate poi a non portare da nessuna parte. La vera sfida, dunque è quella di partire da un foglio bianco e mettere tutti a collaborare, a costruire progetti comuni, dove l'io diventa “noi”». Progetto sicuramente suggestivo per cui, dice Davies è necessario «sovvertire le gerarchie anche del mondo culturale, sfidarle. Nessuno deve potersi considerare su un piano di vantaggio per ciò che ha fatto in passato o ha rappresentato per la città». Evidentemente il messaggio è stato raccolto visto il lavoro di messa in rete “alla pari” di realtà più o meno strutturate, più o meno esperte, attraverso un coinvolgimento capillare e articolato.

Il paradosso della partecipazione «Un consiglio per Ravenna? Non si affidi ai mosaici, quelli da soli non bastano, e sia capace di mostrare, pur con l’orgoglio della propria città, il bisogno che ha di questa candidatura». Ha proprio parlato di “need” l’esperto Hanns-Dietrich Schmidt che ha curato la candidatura della Ruhr nel 2010, ospite a Ravenna per una delle Cinque tracce. Qual è il bisogno di Ravenna? Certo, c’è bisogno di far rinascere la darsena. C’è il bisogno di mettere in rete esperienze. C’è il bisogno di riscoprire e valorizzare linguaggi trascurati come la fotografia. C’è il bisogno di far dialogare le generazioni, le provenienze, di promuovere i linguaggi della tecnologia, c’è bisogo di creare interconnessioni anche strutturali e superare l’isolamento… Solo che, paradossalmente, proprio questo processo partecipativo ha messo in luce le enormi potenzialità che già la città ha, ha fatto emergere come già su tutti questi fronti ci sia la consapevolezza di dove agire, ci siano idee ed energie per farlo. Il rischio, insomma, è che alla fine Ravenna risulti una città a cui certo il titolo di capitale farebbe un gran bene, ma di cui forse non ha uno stringente bisogno.

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Una candidatura partecipata


MATERIALI

STAFF

Candidatura per bambini Sponsorizzata dalla Cna e realizzata dalla Panebarco & Co., è in distribuzione una guida alla candidatura dedicata ai bambini con protagonisti buffi personaggi verdi.

Giovani, carini e molto occupati Una foto del gruppo di giovani volontari che hanno fino a oggi collaborato ai principali eventi della Candidatura e che hanno dato vita a un’associazione che promuove anche eventi culturali in autonomia.

Quanti volontari: Vira2019 A settembre 2011 fu lanciato un bando di reclutamento di volontari rivolto a giovani tra i 18 e i 30 anni. In meno di tre settimane raccolse 84 adesioni, soprattutto tra studenti e neolaureati, soprattutto ragazze. Ad aprile 2012 è nata l’associazione “V!RA2019”, acronimo di “Volontari per Ravenna 2019”, per continuare a supportare lo staff nelle attività propedeutiche alla candidatura. L’iniziativa coinvolge 13 membri fondatori che si occupano di gestire e organizzare le azioni di sostegno agli eventi che si realizzano nell’ambito della candidatura, come le Prove Tecniche di 2019 che hanno la produzione di alcune nuove iniziative promosse dallo Staff e dal Comitato Artistico-Organizzativo, come il “Cinema in Piazza” e il “Romagna Express 2019”. Varie inoltre le iniziative autonome organizzate proprio da Vira2019 come la mostra fotografica dal titolo “Silenzi Assordanti” di Andrea Rambelli (2012) e la “Nuove Rotte della Cultura: Artisti all’opera” che si è svolta il 12 aprile 2013 all’Almagià che ha visto la partecipazione di street artist, pittori, scultori, mosaicisti, visual artist e musicisti colti nel momento della creazione. Per info: www.vira2019.it.

I ravennati dai 3 ai 19 anni raccontano la città all’Europa Tra i progetti che hanno coinvolto studenti e ragazzi in questi anni, c’è stato anche un concorso di idee rivolto alle scuole, di Ravenna e provincia. Si tratta di “Ti racconto la mia città nel 2019 – immagini e parole per l'Europa”, una proposta rivolta ai cittadini dai 3 ai 19 anni con vari premi in palio. Tra i premiati la 5ª A della scuola “Burioli” di Savio di Ravenna con il poster fotografico del Mausoleo di Teodorico realizzato attraverso un mosaico di fotografie scattate dai bambini con le loro famiglie.

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Una candidatura partecipata


MATERIALI

MATERIALI

Una mappa dell’Italia Immagini e parole Il visual realizzato con un’immagine di Bonaccorsiart.com per Agorà, tappa cruciale del processo di partecipazione.

Emilio Macchia ha realizzato l’immagine che pubblicizzava il convegno tra le varie città candidate all’Almagià. Con questa immagine è stata realizzato anche una borsa portadocumenti. Tra gli altri gadget realizzati negli anni ci sono spillette e shoppers di stoffa con il logo.

Una grafica “aperta” Se non partecipata, almeno allargata, comunque aperta. La grafica che ha accompagnato a oggi la candidatura è stata curata dall’agenzia Pagina di Ravenna, artefice anche del logo che campeggia un po’ ovunque. Ma, come si vede bene dalla parte visuale di questa stessa pubblicazione che raccoglie tutti i materiali prodotti negli anni, per ogni evento si è cercata e trovata una cifra stilistica autonoma. Perché per ogni evento la creazione dell’immagine è stata affidata a un artista, un illustratore, un graphic designer diverso, mentre per documentare ciò che accade si chiede la collaborazione di giovani fotografi ravennati. Ecco allora che gli astronauti delle cinque tracce sono firmate per esempio da Gianluca Costantini, mentre il visual per il convegno con le altre candidate è di Emilio Macchia. Enrico Rosso, dell’agenzia Pagina, ha in più di un’occasione spiegato che questa è «una modalità di lavoro non scontata ma che crediamo sia l’ideale per un percorso che vuole appunto essere aperto anche nell’aspetto della comunicazione».

Residenze d’artista Se c’è un elemento che emerso con grande ricorrenza ad Agorà come frutto di idee nate sia dall’Open call che dai working group che dai territori è quello della “Residenza d’artista”. Una pratica già molto frequente per esempio a Faenza, grazie al museo Carlo Zauli, che si sta affermando in questi tempi a Ravenna con progetti come Offset, ma che, questa l’idea, dovrebbe sempre più coinvolgere tutte le discipline e vedere quindi la città luogo ospitale per artisti, che siano attori o registi, filmmaker, scrittori, traduttori o pittori. Un modo per trasformare Ravenna non solo in un grande palcoscenico di avanguardia, ma come luogo della creazione stessa.

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Una candidatura partecipata


MATERIALI

MATERIALI

Il primo uomo sulla candidatura

Immagini per il cinema Le immagini delle due edizioni della prova tecnica del cinema in piazza, entrambi i visual sono stati realizzati da Alessandro Randi con espliciti riferimenti alle pellicole in programma.

L’illustratore Gianluca Costantini ha dato vita all’astronauta che ha fatto conoscere le prime attività della candidatura. Anche questi materiali, come gli altri presenti nella pagina, sono stati realizzati dall’agenzia ravennate Studio Pagina.

VisualHub Un progetto decisamente innovativo, quello elaborato dall’associazione Ravenna Cinema – grazie al sostegno di Ravenna 2019 – e che rientra nelle azioni messe in campo per la candidatura della città a Capitale Europea della Cultura. Si chiama VisualHub e si concretizza in quindici opere video realizzate da molti artisti di Ravenna o del territorio romagnolo che sostiene la candidatura, con la direzione del film-maker Gerardo Lamattina. Quindici sguardi differenti su Ravenna e il percorso di candidatura.

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Ravenna2019 per il mondo in bici L'hanno chiamata "Magio Bike Tour", l’avventura che i ciclisti Marco Meini e Giovanni Gondolini stanno compiendo: Il giro del mondo in bicicletta, attraverso cinque continenti, lungo 100mila chilometri di strade, per lunghi cinque anni. Da Ravenna a Ravenna, prima verso oriente, poi in Australia, quindi risalendo il sud est asiatico fino all'America del Nord, poi verso l'America meridionale e infine l'Africa da dove rientrare in Europa. Fino a casa. Ad accompagnarli, il logo di Ravenna 2019. Data di rientro prevista: 2019. Per seguire l’avventura, www.ravennaedintorni.it.

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Una candidatura partecipata


PROVE TECNICHE

Il perimetro: la Romagna Dal 2011 il percorso di candidatura si è ampliato alle città della Romagna annettendo al nucleo ravennate gruppi di lavoro delle altre città. Così Faenza, Forlì, Cesena, Rimini, i comuni della Bassa Romagna e Cervia si sono uniti in un progetto che avrà un respiro internazionale. I gruppi delle varie città sono stati scelti dagli assessorati alla cultura per competenza. Una volta formatisi si sono raccordati con il Comitato ArtisticoOrganizzativo di Ravenna e hanno iniziato a creare idee progettuali per il dossier di candidatura. Dal marzo 2012 è iniziato un percorso di azioni comuni. La prima è stata l’utilizzo del logo, “per Ravenna2019”, recepito dalle varie amministrazioni. Il secondo passo è stata la condivisione delle programmazioni in un unico cartellone: Prove tecniche di Ravenna2019. Il primo evento a coinvolgere direttamente tutte le città è stato il Romagna Express 2019, un treno storico che ha fatto tappa nelle principali città della Romagna, portando sul territorio i contenuti e i temi della candidatura. Ogni città ha approfondito uno o più elementi che la caratterizzano, sviluppando in particolare il dialogo con l’Europa e la contemporaneità e contribuendo a tratteggiare un nuovo quadro della Romagna attuale, con una serie di incontri pubblici, mostre fotografiche, produzioni video, arte pubblica nelle piazze, concerti e tanto altro ancora. Il Romagna Express 2019 è stato un modo per collegare le città in maniera fisica, ma soprattutto simbolica. I passeggeri del treno sono stati studenti che hanno così conosciuto da vicino le città coinvolte nel progetto di collaborazione alla candidatura. Oltre a questo evento si sono svolti numerosi incontri pubblici in tutte le città per spiegare ai cittadini il percorso di candidatura. Nella tre giorni di Agorà (vedi pagina 13), una parte importante dell’incontro è stata dedicata proprio agli amministratori e alle persone che nelle altre città stanno seguendo la candidatura e dalle quali è emerso in modo unanime che questo processo ha di fatto facilitato un dialogo e lavoro in rete sempre più necessario (anche per il calo di risorse) e sempre più proficuo.

Un treno di giovani idee Il treno Romagna Express, tra le prove tecniche del 2012, racchiude simbolicamente molti elementi del percorso di candidatura ed è sicuramente quella che più di ogni altra ha visto collaborare le varie città che sostengono la candidatura di Ravenna. In questa foto un dettaglio dell’immagine usata per pubblicizzare l’evento realizzata da Alessandro Randi.

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Una candidatura diffusa


PROVE TECNICHE

PROVE TECNICHE

Infanzia cibo cinema Tra teatro e Innovazione Sono stati molte le attività culturali a Forlì comprese nelle prove tecniche. Tra le tante citiamo i festival di teatro contemporaneo Ipercorpo e Crisalide, S-Legami, la due giorni di eventi e spettacoli sull’innovazione responsabile, il Rof, festival itinerante di arte, musica e danza.

Anche Cesena partecipa alla Prove Tecniche. In programma è stato inserito il festival per l’infanzia Puerilia (nella foto lo spettacolo Bestione), organizzato dal Teatro Bonci e dalla nota compagnia teatrale Sociètas Raffaello Sanzio, il festival europeo delle scuole di musica Allegro mosso che ha attraversato l’Emilia-Romagna, il festival di cinema all’aperto Piazze di Cinema, il weekend della cultura e il Festival del cibo di strada.

Forlì

Cesena

«Forlì aderisce alla candidatura proprio per contribuire allo sviluppo di una progettualità culturale a livello romagnolo. – spiega Patrick Leech Assessore alla Cultura di Forlì – Aldilà del risultato, lo strumento della candidatura costituisce un’opportunità unica di incontrarsi, discutere e progettare insieme. Una sfida entusiasmante che ci permette di sviluppare una nuova visione del territorio». Il Comitato Artistico-Organizzativo di Forlì ha promosso la costituzione di working groups su cinque temi che il Comitato ha ritenuto strategici alla candidatura. Il primo è la Green Economy, ovvero la prospettiva di creare sinergie attive in ambito culturale e turistico, per fare del bacino territoriale un distretto infrastrutturale green che guardi al futuro. Il secondo tema è la Cooperazione, i luoghi della cooperazione, il loro riutilizzo. La prospettiva è pensare un’alternativa culturale attraverso la cooperazione quale carattere distintivo della nostra regione. L’idea guida è che l’esperienza e la cultura in questo campo possono essere considerati come occasione per pensare un modello di sistema e fruizione culturale partecipato, democratico e condiviso. Il terzo tema ha come oggetto i Patrimoni nascosti, il sistema del lavoro culturale in Romagna La prospettiva è mettere in luce e sfruttare al meglio le potenzialità culturali del territorio che spesso rimangono in ombra. Si tratta dunque di portare alla luce luoghi e aspetti di un mondo culturale decentrato e diffuso, a partire dal lavoro e dalle competenze delle persone. Il quarto tema ha il titolo: Porta dell’Oriente, cittadinanza e identità. L’Europa federalista deve recuperare l’idea romana di concordia, intesa come necessità dell’altro, per la costruzione di un’identità comune. L’idea guida è sollecitare una capacità di ripensare l’Europa aprendosi alle culture dell’oriente del continente o mediterranee. La musica tradizionale europea è il nucleo del quinto tema. Il working group sulla musica tradizionale europea punta a radunare gli artisti e operatori culturali attivi in questo campo sul territorio romagnolo per operare una riflessione collettiva sul futuro della crescente sensibilità alle diverse tradizioni musicali nostrane e dei popoli europei che caratterizza il comprensorio.

Il percorso di Cesena a sostegno della candidatura si è dipanato attorno a due macro tematiche: le agri/culture e la scrittura. Per “agri/culture” si è partiti dal paesaggio, vera espressione fisica e materiale della cultura di un popolo, della sua identità, qui definito da una tradizione di intervento e utilizzo agrario del territorio: è un paesaggio che ha vissuto una modificazione rilevante in epoca recente ma ha conservato i tratti di una lunga vicenda di coltivazione e trasformazione. Questo nucleo è articolato in diversi fronti costituendo percorsi di approfondimento storici, ambientali, tecnici, culturali, gastronomici, simbolici e del benessere mentale. Questa tematica ha portato all’elaborazione di un progetto sul design e la grafica applicata all’agricoltura. L’altro macro tema sono “le scritture”, sia come mezzo di comunicazione scritta, come strumento di trasmissione dell'informazione, che riguarda quindi allo stesso modo le arti, le letterature, lo spettacolo, le scienze, quindi tutti gli autori (artisti e intellettuali), tutti gli scrittori, tutti coloro che elaborando un testo usano materie per lasciare un segno organizzato della propria creazione. Il fulcro naturale di questo progetto non poteva che essere la Biblioteca Malatestiana, che entro il 2013 inaugurerà una nuova ala negli spazi dell'ex Liceo Classico "Monti". A coronare il progetto sulle scritture sarà un festival. Non un festival della letteratura d’autore però, ma un festival della letteratura falsificata, la letteratura anonima, quella senza un autore determinato, dagli antichi manoscritti falsi custoditi alla Malatestiana, fino alla scrittura 2.0 del web. Attorno a questa forma di scrittura si svilupperanno una serie di eventi organici circoscritti in un periodo di tempo determinato, in grado di assicurare l’interrelazione tra la Biblioteca Malatestiana e il tessuto vivo delle istituzioni che si occupano di teatro, musica e cinema, ben presenti a Cesena con il Conservatorio, il Teatro Bonci, il Centro Cinema, e con i centri di produzione culturale e informativa, non solo della città ma di un territorio vasto quanto la Romagna, a cominciare proprio dal variegato catalogo degli editori/galleristi/gruppi teatrali/centri culturali che animano e frequentano Cesena e le altre città romagnole.

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PROVE TECNICHE

PROVE TECNICHE

Non solo ceramica Da Santarcangelo ai Cartoon Il Cartoon Club, il festival del cinema d’animazione e del fumetto, Il Festival di Santarcangelo, fiore all’occhiello del teatro di ricerca, La mostra Favole e Misteri dell’illustratore e fumettista Lorenzo Mattotti alla FAR-Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Rimini, questi alcuni degli eventi delle Prove Tecniche del territorio riminese.

Ogni mese a Faenza ci sono eventi che rientrano nello spirito della candidatura. Nell’ambito di Kart 2013, si è da poco svolto WAM!, un festival sulle arti performative contemporanee (5-7 luglio). Di dimensione europea è anche Argillà, il festival biennale dedicato alla ceramica che nell'edizione 2012, ha ospitato anche un incontro con rappresentanti di Marsiglia e Aubagne (Capitale Europea della Cultura nel 2013) e con un ceramista finlandese (Turku, in Finalndia, è stata Capitale Europea della Cultura nel 2011). Tra contemporaneità e tradizione Cheers, un calendario di eventi nel mese di dicembre che coinvolge arti visive, del teatro, del design e della musica.

Rimini

Faenza

Il comitato di Rimini, formato dallo stesso gruppo che cura il piano strategico per lo sviluppo culturale della città, sta lavorando a una serie di progetti collegati agli stimoli forniti dalle Cinque Tracce. Con il progetto “Transforming Heritage: luoghi della cultura, luoghi della città” le biblioteche, i musei e i teatri della Romagna, in rete con i rispettivi partner internazionali, organizzeranno dibattiti, workshop e laboratori sperimentali sul tema di come i luoghi tradizionali del sapere possono oggi rivestire un ruolo nuovo e attivo nei confronti della cittadinanza. Un altro progetto è “Romagna piazza d’Europa! Settimana Europea della Cultura Temporanea” che sviluppa una riflessione attiva sui cambiamenti dei consumi culturali e sui loro riflessi nel modo di generare e di vivere eventi e luoghi della cultura e del tempo libero come opportunità e momenti di aggregazione comunitaria, di creatività e scambio interculturale, di coesione sociale. Dopo una fase di preparazione, di attivazione della rete di partner internazionali e di coinvolgimento allargato dei cittadini (gennaiosettembre), nell’ottobre 2019 la Romagna ospiterà una sette giorni in cui, in tutto il territorio, soggetti culturali, organizzazioni sociali e loro partner organizzeranno eventi di vario genere dedicati alla cultura temporanea (dalle mostre alle performance di strada, dalle feste di quartiere ai laboratori di artigianato tradizionale, dalle parate enogastronomiche alle applicazioni tecnologiche per la cultura), rivitalizzando i quartieri e i luoghi urbani (anche dimenticati), i luoghi della tradizione culturale romagnola, la spiaggia e i borghi dell’entroterra in una grande manifestazione collettiva, inclusiva e comunitaria. Un vero “welcome” della Romagna ai suoi cittadini e a tutta Europa. Un terzo progetto è “Artisti europei in Emilia-Romagna” una mostra che raccoglie un’antologia delle migliori personalità artistiche europee che si sono poste in relazione col nostro idioma culturale e con le forme della nostra memoria da Durer ai fiamminghi presenti a Ferrara, da Denis Calvaert a Gustav Klimt. La mostra, ripartita in due sezioni, sarà integrata da un programma di conferenze pubbliche aperte alla cittadinanza e di laboratori didattici organizzati con le scuole di tutto il territorio romagnolo.

Nel 2011 Faenza ha risposto alla “chiamata” di Ravenna, costituendo un gruppo di coordinamento formato da Paola Casta, Valentina Caggio, Daniela Lotta e Livia Fagnocchi. Uno dei nuclei del lavoro faentino è Kart, un contenitore di eventi e progetti legati al contemporaneo nato per permettere e promuovere lo sviluppo di “progetti di arte contemporanea”, organizzati all'interno di un sistema di rete, con il contributo e la partecipazione diretta di artisti e di professionisti. Il percorso faentino di partecipazione è partito con la creazione dei gruppi Arti visive/Ceramica e Design, a cui hanno aderito quaranta artisti e operatori. I due gruppi si sono poi uniti nel ragionare su “cosa manca a Faenza”. Da questi incontri sono nati due progetti per il dossier di candidatura. Il primo è Transiti, un centro culturale alla “europea”, dedicato al contemporaneo e aperto a tutti, che ha come obiettivo quello di incrementare la partecipazione anche dei non addetti ai lavori, aperto a residenze di artisti/designer e agli studenti del territorio. L’idea è quella di creare un luogo fisico che sia teatro di una serie di relazioni, incontri, passaggi, scambi: per questo è stato utilizzato come nome provvisorio Transiti, proprio per sottolineare la ricchezza di contenuti e di relazioni che si vogliono realizzare all'interno del contenitore, che sarà un luogo nel centro storico della città (sul quale la riflessione è ancora in atto). L’altro progetto è il Temporary Faience. L’obiettivo è promuovere la conoscenza e l’utilizzo della ceramica come materiale artistico, tenendo conto della specificità di questo linguaggio per rivitalizzarlo e avvicinarlo ai cittadini attraverso laboratori in cui possano lavorare insieme scuole, botteghe ceramiche e artisti provenienti da tutta Europa. Le Prove Tecniche e il coordinamento con Ravenna e le altre città sono state anche per Faenza un’occasione per promuovere la rete e la conoscenza tra operatori culturali faentini e del territorio. La rete che si è creata e le idee resteranno sul territorio, anche se Ravenna non dovesse risultare la città vincitrice.

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PROVE TECNICHE

PROVE TECNICHE

A Massa lombarda il Riot Fest Tra gli eventi che si svolgono nella Bassa Romagna e che sono entrati nelle prove tecniche per Ravenna 2019 c’è anche il Riot Fest di Massa Lombarda giunto nel 2013 alle decima edizione e che per l’occasione ospita artisti del calibro di Eugenio Finardi e Garland Jeffreys.

Sapori di sale Non poteva che esserci il sale al centro del progetto cervese di adesione a Ravenna 2019, insieme alla celebrazione del centenario di Milano Marittima.

Bassa Romagna

Cervia

L’Unione intercomunale della Bassa Romagna unisce nove comuni con una popolazione complessiva di oltre 100mila abitanti: una sorta di piccola città diffusa che riunisce paesi con storie diverse, che riconoscono una comunità culturale. In particolare, la promozione dello spettacolo, la diffusione della lettura, il sostegno alla creatività e il confronto fra culture sono considerate opportunità di crescita per l’Unione che proprio per questo ha accettato di buon grado la sfida di unirsi alla candidatura di Ravenna 2019. La Bassa Romagna è partita per questo percorso coinvolgendo gli operatori culturali delle varie città e i luoghi di cultura meglio riconosciuti, ovvero i teatri, gli auditorium, i musei e le biblioteche, ma considerando come luoghi di cultura anche le piazze e i centri di aggregazione giovanile. L’impegno è sviluppare questi luoghi del sapere con infrastrutture digitali all'avanguardia, come la rete a banda larga, in grado di garantire tanto la rapida riproduzione/fruizione di eventi, quanto la socializzazione delle produzioni locali e i momenti formativi più utili. I Teatri di Lugo e di Fusignano hanno già preso parte alla condivisione sperimentale, tramite la banda ultralarga, dei migliori spettacoli musicali che hanno avuto luogo nei maggiori teatri dell'Emilia-Romagna. Un’altra realtà nata per la creatività giovanile è “Radio Sonora”, una radio web creata dai Comuni dell'Unione per i giovani. Il Festival “Periferia Cre-Attiva” vedrà interagire la dinamica locale con quella internazionale. La musica e le arti saranno al centro dell'iniziativa, si svilupperanno scambi e Masterclass di approfondimento, laboratori e mostre d'arte che verranno interessati, oltre alla comunità romagnola, studenti, operatori culturali, artisti e accademie della città partner europee e non solo. Essi saranno ospitabili, in primo luogo, presso un'adeguata struttura di disponibilità pubblica, come il grande ex Convento di San Francesco in Bagnacavallo, che contiene un ostello con 90 posti, sale per convegni e grandi spazi espositivi, da mettere in rete con le varie Scuole d'arte e Istituti Musicali, come il Malerbi di Lugo, presenti all'interno dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna.

Anche la città delle saline non poteva mancare all’appello di Ravenna2019. Cervia per il suo ruolo ha puntato su MuSa, il museo del sale di Cervia, dal 2004 riferimento culturale della città, e l’ecomuseo del sale come risorsa e punto di coordinamento per una rete romagnola dei musei sulla filiera dell’alimentazione, punto di forza della cultura romagnola. Un altro progetto è quello di Smart and livable city in cui Cervia si configura come possibile modello della transizione verso la moderna sostenibilità della smart city fungendo da punto di riferimento per una serie di ricerche e di applicazioni da utilizzare in tutte le città della Romagna. Nell’ambito di Prove tecniche di 2019 Cervia ha inserito in cartellone “Milano Marittima 100. Paesaggi ed architetture per il turismo balneare”, un convegno internazionale di architettura e turismo balneare fra passato e futuro dalle prime città giardino ai progetti contemporanei svoltosi nell’ottobre 2012. A questo convegno (a cura di Comune di Cervia, Università di BolognaFacoltà di Architettura di Cesena) è collegata la mostra “Milano Marittima 100. Le architetture e la città” esposizione dedicata all’architettura e al paesaggio di Milano Marittima tra passato, presente e futuro che fino a novembre è allestita al Magazzino del sale “Torre”. Per il Centenario di Milano Marittima al MuSa sono state esposte le immagini di un percorso fotografico sulle architetture e sugli ambienti naturali della rinomata località balneare. Per quanto riguarda il teatro contemporaneo, musica e arti visive il festival Drammi Collaterali alla sua prima edizione che si è svolto in diversi luoghi della città. L’evento dell’estate delle Prove Tecniche di Cervia è il World Master Cervia, la 16° edizione del Campionato del mondo di sculture di sabbia con scultori professionisti provenienti da ogni parte del mondo.

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IDENTITÀ

«Ravenna 2019 è un progetto innovativo, coinvolgente, partecipato e un investimento di straordinario valore» Il coordinatore Alberto Cassani spiega le strategie e le risorse in campo per la candidatura

Dato il suo compito di coordinatore, ma ancora prima di ideatore e promotore della candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura nel 2019, ci spiega gli obiettivi politici e culturali e le strategie di fondo che hanno fondato questo ambizioso progetto, ora in dirittura d'arrivo? «Quello che caratterizza in profondità il progetto Ravenna 2019 è un impegno strategico perseguito fin dal primo istante: fare in modo che la candidatura fosse di tutta la nostra città e poi delle città del territorio romagnolo che ci sostengono. Ci siamo mossi coerentemente per mesi e anni in questa direzione: promuovere e favorire la partecipazione, il coinvolgimento vero degli operatori culturali, in primo luogo, del vasto ambito dell'associazionismo, del mondo economico e imprenditoriale e, in varie forme, di tutti i cittadini». È quali sarebbero le ragioni di questa scelta "partecipativa" rispetto ad un progetto più "decisionista", magari affidato ad un professionista più esperto in concorsi internazionali?

Agire locale pensare globale Dalla consapevolezza di una forte identità storica, artistica e culturale nasce una autonomia organizzativa e creativa che agisce localmente, per la città e il territorio, ma pensa globalmente, con idee e relazioni internazionali. Staff e gruppi di lavoro che istruiscono la candidatura di Ravenna 2019, sono indigeni ed emergono “dal basso”, elaborando progetti che scaturiscono in loco ma guardano al mondo. Nella foto, il totem che promuove la candidatura in piazza San Francesco, uno dei luoghi emblematici della Ravenna città d’arte che rievoca Dante Alighieri, una delle icone culturali internazionali della città.

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«Questo coinvolgimento di ampi strati culturali e sociali della nostra comunità era la garanzia maggiore perché la candidatura potesse avere una sostanza, creasse una forza non effimera, in grado appunto di giocare un ruolo nei

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I PROMOTORI

Il coordinatore Alberto Cassani Ravennate, classe1965, laureato in Lettere e Filosofia all’Università degli Studi di Firenze, dal 1990 al 1997 ha diretto le attività del Circolo Gramsci di Ravenna; dal 1993 al 1997 è stato consigliere comunale e presidente della Commissione Cultura e Istruzione. Nel 1997 è nominato assessore comunale con delega alle istituzioni culturali e spettacolo. Nel 2001 viene riconfermato con delega alla cultura e all’istruzione superiore e formazione professionale. Dal 2006 a maggio 2011 ricopre il ruolo di assessore alla cultura con deleghe al bilancio, patrimonio, relazioni con enti e organismi partecipati nella giunta del sindaco Fabrizio Matteucci. Nel giugno 2011 assume il ruolo di coordinatore dello staff di Ravenna 2019. Nella foto a destra, Cassani con il sindaco Fabrizio Matteucci in occasione dell’esposizione dei mosaici antichi di Ravenna al parlamento europeo di Bruxelles. Matteucci è il primo e più autorevole sostenitore sul piano politico e istituzionale del progetto di candidatura per la capitale europea della cultura, la più importante delle iniziative messe in campo nei suoi due mandati da Sindaco.

processi di trasformazione della città e lasciasse una traccia anche nella lunga durata. Ribadisco, è stata una scelta strategica per cui abbiamo anche allargato il perimetro della candidatura a tutto il territorio romagnolo e poi abbiamo lavorato perché in tutte le città ci fosse un movimento vero di sostegno, il più ampio arco possibile di adesioni alla candidatura. Per cui oggi, a fine percorso, abbiamo quasi 200 realtà organizzate che sostengono la candidatura solo nell'area ravennate, e altre decine sparse per tutta la Romagna. Abbiamo prodotto oltre 300 iniziative in tutto il territorio che hanno visto la partecipazione di migliaia di persone. Così abbiamo reso capillare questo processo di partecipazione e di coinvolgimento». Passiamo dalla strategia all'economia. Avremo un saldo positivo? Qual è il valore, cioè il costo, di questo progetto di candidatura e quali potrebbero essere i vantaggi presenti e futuri dell'operazione Ravenna 2019, soprattutto nel caso si vincesse la sfida? «Nel dossier di candidatura naturalmente presenteremo un'ipotesi di budget stimando l'impegno finanziario di Comune, Regione, Stato, delle altre città romagnole, degli sponsor, necessario a sostenere il nostro progetto. Si tratta di una previsione,

ancora da definire e perfezionare. Ciò che si può dire è che la città che vince ha ottimi ritorni rispetto alle risorse impiegate. Secondi studi compiuti su questo aspetto fra decine di città che hanno ottenuto il titolo di capitale europea, è stato calcolato che per ogni euro investito tornano alla città, dal punto di vista di finanziamento di eventi, opere infrastrutturali, indotto turistico, dai 6 agli 8 euro. Una notevole remunerazione, a beneficio della collettività, a testimonianza di come puntare sulla capitale della cultura sia una forma di investimento sul futuro di straordinario valore. Accertato che il nostro percorso è finalizzato a vincere il titolo, e quindi a beneficiare di questi vantaggi, però va anche sottolineato che attorno al progetto lavorano tante persone e in qualche modo già il percorso di candidatura produce nuovo reddito. E non sto parlando solo di staff organizzativi più o meno allargati. Bisogna tenere conto che ogni iniziativa svolta mette in campo delle competenza e delle prestazioni professionali. Insomma è lavoro».

stimola buone prassi in termini di costruzione di reti di collaborazione e di sviluppo di iniziative aperte alla collettività. La realtà è che la candidatura è diventato un volano, un catalizzatore di progettualità, un moltiplicatore di opportunità. Le risorse che mobilita provengono per i due terzi da Fondazioni bancarie, sponsor e altri enti che non sono il Comune, sono aggiuntive rispetto alla spesa storica sulla cultura e in buona parte vengono reinvestite per sostenere iniziative culturali e per promuovere la città. Quindi anche se non si vincesse, ne sarebbe valsa la pena. Se poi si vince è probabile un ritorno di diverse decine di milioni di euro. Le sembra poco di questi tempi?»

D'accordo, però, a fronte di prospettive incerte, non si potrebbe obiettare che sono occupazioni professionali indotte, nell'ambito di un'organizzazione che rischia di diventare solo un nuovo centro di costo nel sistema pubblico? «Intanto sarebbe comunque un centro di costo che produce progetti per il futuro della città e

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LO STAFF

La project manager Nadia Carboni Dottore di ricerca in Scienza Politica, dal 2000 svolge attività di ricerca e insegnamento presso le Facoltà di Scienze Politiche ed Economia dell’Università di Bologna, cattedre di Scienza dell’Amministrazione e di Organizzazione Aziendale, dal 2011 è ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Esperta di amministrazione pubblica, di politiche pubbliche e studi europei ha collaborato come consulente e ricercatore con la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento della Funzione Pubblica), l’Osservatorio Sociale Europeo di Bruxelles, il Centro di Ricerca sulle amministrazioni pubbliche “Vittorio Bachelet” della LUISS, il Centro di Formazione e Studi della P. A. Formez, la Fondazione Associazione Nazionale Comuni Italiani, l’Istituto Carlo Cattaneo di Bologna, l’Istituto per la Ricerca Sociale di Bologna. Ha pubblicato diversi saggi e articoli su riviste specializzate e in volumi collettivi. È autrice di un saggio su “Il Circolo Virtuoso del Controllo Politico: concetti, variabili e modelli della relazione tra politica e amministrazione in Italia e in prospettiva comparata”. Dopo un percorso di selezione, nel giugno 2010, entra a far parte dello staff di Ravenna 2019 come project manager.

Viaggi di studio e promozione Nella foto in alto Nadia Carboni, in uno dei viaggi di studio e promozione intrapresi come project manager di Ravenna 2019. Si tratta di un incontro alla Italian Academy di New York. Per l’occasione era presente una delegazione ravennate composta anche dal vicesindaco Giannantonio Mingozzi, dalla dirigente comunale Maria Grazia Marini, dal presidente dell’Autorità portuale Galliano di Marco e dal presidente di Confindustria Guido Ottolenghi.

Come sperimentare e mettere a sistema risorse umane, strumenti e strutture per (e con) il territorio I retroscena della costruzione della candidatura nell’esperienza della project manager Nadia Carboni Dato il suo ruolo di project manager, di direzione del progetto, cosa comporta costruire una candidatura per e con il territorio? «Significa mettere a sistema e in rete risorse umane, strumenti e strutture che producono un risultato. Questi tre elementi, nella nostra candidatura sono tutti presenti e appartengono al territorio. Perchè crediamo che la candidatura debba essere del territorio, e quindi come tale debbano essere utilizzate risorse locali siano esse persone, oppure strumenti che mettiamo in campo. Come abbiamo fatto, magari per la prima volta, sperimentandoli, perché quello della capitale europea della cultura è un percorso che va sperimentato. Esistono delle “buone pratiche“ in proposito, che abbiamo appreso grazie a incontri, confronti, visite di studio, a livello internazionale. Anche gli strumenti che sono stati di successo in altre realtà vanno però declinati su quelle che sono le peculiarità del territorio che decide di utilizzarli. Lo abbiamo fatto con l'open call. È vero che è stato utilizzato con successo dalle città di Riga e Turku, però noi abbiamo creduto che questo

strumento – per quanto fosse positivo nel garantire la democraticità del percorso – allo stesso tempo dovesse essere guidato, indirizzato. Così abbiamo organizzato 28 gruppi di lavoro sul territorio che, assieme all'open call, hanno prodotto le 400 idee che hanno dato corpo al progetto di candidatura. Questa, ad esempio è una "combinazione" originale sperimentata solo a Ravenna». Entriamo nel merito della sua esperienza e delle persone che compongono lo staff di Ravenna 2019... «Dal punto di vista delle risorse umane si è creata una squadra multidisciplinare composta da giovani che provengono dal territorio: alcuni si sono formati e sono cresciuti localmente, altri magari hanno avuto esperienze a livello nazionale e internazionale poi sono tornati a Ravenna portando nuovi approcci e nuove prospettive. Personalmente, mi sono formata professionalmente fuori Ravenna, con una esperienza prevalentemente in campo accademico ma anche come consulente, lavorando con il

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Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio a Roma e varie altre organizzazioni, in quanto esperta di amministrazione e politiche pubbliche. Poi ho avuto esperienze internazionali a Bruxelles di cooperazione con le istituzioni europee. Per me questo ruolo di project manager si rivela un'opportunità unica per mettere a servizio della mia città le esperienze e le competenze che ho maturato. Sono stata la prima persona che è stata reclutata attraverso un percorso di selezione, ad assumere il ruolo di gestione del progetto che è stato ed è tuttora quello di seguire il percorso di candidatura da un punto di vista strategico e metodologico, oltre a coltivare le relazioni internazionali. Molti degli strumenti che abbiamo utilizzato, come ad esempio l'open call e il sistema dei gruppi di lavoro sul territorio a cui si accennava prima, li ho studiati e progettati in prima persona, condividendoli poi con lo staff. Piuttosto della “chiamata aperta”, dei collettivi di lavoro e della condivisione, non era più semplice affidarsi ad un consulente dotato già di una certa esperienza sul campo?

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MATERIALI

L’infografica di un percorso ricco e articolato Il percorso ricco e articolato di cui parla la project manager nell’intervista e che noi abbiamo tentato di raccontare nel capitolo II è stato rappresentato in un’infografica di Giorgia Pizzola, presentata al pubblico al termine dell’open call in cui si riassumono una serie di dati e numeri relativi proprio al percorso di partecipazione.

«La scelta del consulente è una scorciatoia, veloce ma che rischia di essere sterile. Con il nostro percorso, certo più lungo e complesso, ci sono tante persone che stanno crescendo professionalmente e creativamente nel territorio e per la collettività. Affidare la candidatura ad un esperto esterno, come hanno fatto molti altri, è vero, può apparire più semplice, magari anche efficace nell’immediato, ma una volta svolto il suo lavoro il consulente è destinato ad andarsene. Magari resta qualche progetto, non certo le persone e gli strumenti formati e sperimentati per un obiettivo comune». Qual è stato il metodo di lavoro? «Credo che una delle nostre eccellenze metodologiche sia aver creato una squadra formata da saperi e competenze diverse cercando di integrarle. Da qui è nata una forza espressa anche in metodo di lavoro, faticoso ma fecondo, visto che tutte le decisioni e i passi più importanti devono essere condivisi e partecipati. Sicuramente il risultato finale è una

ricchezza e un patrimonio che sostiene tutto il nostro percorso di lavoro. La squadra ha lavorato sul territorio attraverso un dialogo permanente e quasi quotidiano con le molteplici realtà che lo costituiscono, non solo associazioni culturali, ma anche organizzazioni sociali, imprese... In questi mesi, come staff abbiamo fatto complessivamente più di mille incontri, ognuno, a seconda delle proprie professionalità e competenze, ha seguito una parte di queste organizzazioni per poi elaborare insieme un progetto congiunto, e dare corpo al programma artistico-culturale che presenteremo nel dossier. Si tratta veramente di un disegno collettivo. Un programma che a differenza di tante città concorrenti è autenticamente espressione del territorio con le sue potenzialità e tipicità». Adesso, con la stesura del dossier è giunto il momento della sintesi...

un programma artistico culturale sui generis composto di centinaia di progetti, il momento della sintesi diventa molto complesso. Anche perché Il documento finale dovrà essere un elaborato ristretto di 80 pagine, chiamato a rispondere a una quarantina di domande. Si tratta quindi di un dossier piuttosto schematico e ingabbiato. Tuttavia grazie alla forza del percorso e allo stretto rapporto con il territorio siamo riusciti a raggiungere una sintesi pregevole. Certo nella stesura del dossier c'è una supervisione mia per i principi metodologici fondamentali e del coordinatore Alberto Cassani, ma c'è anche una una parte consistente che raccoglie i contributi di più persone dello staff e del comitato artistico-organizzativo. È il frutto di un lavoro plurale, collettivo e partecipato che riflette pienamente le caratteristiche originali della nostra candidatura e ci contraddistingue nel panorama delle città italiane concorrenti».

«Disponendo di un percorso molto ricco e articolato che si rispecchia in

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I PROMOTORI

Il presidente Sergio Zavoli Ravennate, decano del giornalismo italiano, raffinato intelletuale, senatore della Repubblica e presidente della commicsione di vigilanza della Rai, nel maggio 2010 viene incaricato di presiedere il Comitato Promotore di Ravenna 2019, organo garante e di indirizzo del progetto, composto dalle istituzioni politiche che sostengono la candidatura: sindaci e assessori alla cultura della città sostenitrici (nella foto a sinistra). «Ora – ha dichiarato Zavoli a proposito della candidatura – è tempo di uscire all'esterno e dire al mondo la nostra volontà. È ora di metterci la faccia e promuovere Ravenna come punto di irradiazione di nuovi contenuti e valori». E ancora, rivolto ai membri del Comitato promotore: «Bisogna dimenticarsi dei "cascami crepuscolari" della nostra identità. È adesso il momento di capire l'importanza di mettersi insieme per rilanciare un'immagine della Romagna che non è solo un luogo accogliente, né solo i mosaici, ma qualcosa che mette insieme una ricchezza che non ha riscontri altrove. Dobbiamo unirci su qualcosa che va oltre la politica nella prospettiva di produrre insieme.

Lo staff, gruppo di lavoro compatto e ben affiatato Oltre a Cassani e Carboni, il nucleo operativo è composto da altre 6 persone che si occupano di organizzazione, relazioni, comunicazione e amministrazione Oltre ai già citati Alberto Cassani nel ruolo di coordinatore e Nadia Carboni in funzione di project manager, lo staff di Ravenna2019 si compone attualmente di altre sei persone. Quindi sono in tutto 8 i componenti del nucleo organizzativo ristretto. Si tratta di Marcella Montanari, approdata, come la project manager, nello staff dopo un percorso di selezione. Marcella, nata a Faenza nel 1979, si è laureata in storia dell’arte all’Università di Bologna. Dal 1998 al 2006 ha lavorato in qualità di organizzatrice per Teatrino Clandestino, una delle compagnie di riferimento della scena teatrale contemporanea. Ha coltivato e approfondito l’attività di ideazione, progettazione e organizzazione di eventi culturali collaborando a Bologna con il festival Homework, festival di arti e cultura digitali e a Ravenna con Meditaeuropa. Gestisce l'organizzazione degli eventi prodotti da Ravenna 2019, di cui è segretaria di produzione. La parte amministrativa e la verifica della sostenibilità economica delle iniziative è affidata a Cristina Calandrini, dipendente del Comune di Ravenna dal 1988, prima nella segreteria del Sindaco e poi per quasi 15 anni all’Assessorato alla Cultura.

Alberto Marchesani, nato ad Adria (Ro) nel 1977, è stato direttore organizzativo del Nobodaddy, la stagione di Teatro Contemporaneo, dal 2005 al 2011. Nel 2012 fonda l'agenzia di comunicazione TuCo specializzata nel promuovere eventi culturali. Per Ravenna2019 si occupa della comunicazione attraverso web, social e giornali. Lavorano per lo staff Lorenzo Donati e Christopher Angiolini. membri anche del Comitato Artistico Organizzativo di Ravenna. Lorenzo Donati, classe 1981, laureato al Dams, è studioso e critico teatrale. Collabora a diverse riviste di settore, pagine culturali e testate radiofoniche e ha scritto saggi per numerosi libri e pubblicazioni dedicate al teatro contemporaneo. Si dedica anche alla formazione teatrale. È tra i fondatori e i coordinatori del gruppo critico Altre Velocità (www.altrevelocita.it). Nato nel 1972, Christopher Angiolini è da sempre legato alla scena musicale del territorio. Musicista, dj, discografico, direttore artistico di rock club, ha fondato la Bronson Produzioni e dato vita a locali come il Bronson Live Club, l’Hana-Bi, a rassegne internazionali come “Transmission” e “Weird Tales” e a diverse collaborazioni con importanti festival e associazioni

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culturali della regione. Entrambi, per Ravenna2019 hanno tenuto incontri con cittadini e rappresentati di associazioni culturali e organizzazioni sociali sui temi della candidatura. Hanno partecipato e a volte diretto i lavori di numerosi tavoli ideativi (Donati, in particolare, per quanto riguarda lo spettacolo dal vivo e la “partecipazione, mentre Angiolini ha operato nel campo delle infrastrutture). Hanno elaborato personalmente alcune parti del dossier di candidatura. Affianca infine il lavoro dello staff Maria Grazia Marini, in virtù delle sue competenze e funzioni di dirigente comunale del settore turismo, delle attività culturali e responsabile del Piano di Gestione del sito Unesco di Ravenna.

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I COMITATI

Operatori culturali ed esperti per elaborare idee e strumenti Nella foto a sinistra, l’insediamento, nel 2010, del Comitato Artistico Organizzativo di Ravenna. A destra l’assemblea plenaria i Ravenna2109 con il Comitato Promotore, lo staff e i Comitati Artistico-Organizzativi di Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini e Faenza.

Comitato Artistico Organizzativo Il think-tank ravennate Sono nove i componenti del Comitato ArtisticoOrganizzativo di Ravenna 2019, costituito nell’autuno del 2010. Si tratta di un gruppo di operatori culturali che ha il compito di occuparsi delle principali linee programmatiche della candidatura e di elaborare, durante incontri periodici, strumenti e i progetti ideativi, suggestioni e suggerimenti legati alla loro esperienza professionale e ai mondi culturali di riferimento. Alcuni dei componenti del Comitato hanno anche curato e guidato gli incontri dell’iniziativa pubblica “Cinque Tracce”. Fanno parte tuttora del comitato Christopher Angiolini e Lorenzo Donati (citati nella pagina a fianco dedicata allo staff). Andrea Baravelli (1969) è uno storico dell’età contemporanea ed esperto di dinamiche sociali, economiche e politiche. Maria Rita Bentini (1959), docente di storia dell’arte all’Accademia di Bologna e di Ravenna, è critico d’arte, curatrice di mostre e saggista. Tahar Lamri (1958), scrittore, narratore, giornalista di origini algerine, per anni è stato direttore artistico del ravennate Festival delle Culture. Franco Masotti (1955), eclettico esperto di musiche di ogni epoca e latitudine, è critico musicale e curatore di rassegne e saggi sul mondo dei suoni e dell’arte contemporanea. Da anni è uno dei co-direttori artisti del Ravenna Festival. Marianna Panebarco (1976) è socia della Panebarco & C. dove lavora attivamente, prima come project manager i progetti sviluppati per il settore dei beni culturali, oggi come general manager. Esperta di nuove tecnologie digitali è presidente dei giovani imprenditori della Cna di Ravenna. Durante la prima fase hanno partecipato ai lavori del Comitato anche la giornalista Elisa Battistini e lo scrittore e sceneggiatore Alessandro Fabbri (entrambi oggi vivono a Roma).

Referenti e membri dei Comitati territoriali della Romagna Tutte le città o la aree teritoriali che hanno aderito alla candidatura di Ravenna2019 hanno costituito nell’arco del 2011 un loro Comitato Artistico-Organizzativo, ognuno con un proprio referente che dialoga e si raccorda con il Comitato e lo staff di Ravenna. Il referente per Faenza è Paola Casta che coltiva da sempre la passione per l’arte la danza e la scrittura. Collabora con il Comune di Faenza per diversi progetti culturali, scrive per il Giornale dell'Arte ed ha avviato un'esperienza come assistente regista e di produzione cinematografica. La affiancano Valentina Caggio, Livia Fagnocchi, Daniela Lotta. Il referente per la Bassa Romagna è Giuseppe Masetti, dirigente di strutture espositive e di documentazione: prima del Museo Museo del Senio e del Centro Culturale di Alfonsine, poi dei Musei Civici, delle Cappuccine a Bagnacavallo e dell'Ecomuseo della Civiltà Palustre di Villanova. È responsabile del Settore Cultura e Giovani dell'Unione intercomunale Bassa Romagna. Inoltre è a capo dell'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea della provincia di Ravenna. Lo affiancano nel Comitato i rappresentanti istituzionali delle municipalità del territorio. Il referente per Forlì è Elisa Giovannetti, laureata in Scineze della Comunicazione si è specializzata in catalogazione e archiviazione del materiale fotografico. Ha lavorato presso la Cineteca di Bologna come catalogatrice e poi assistente alla direzione presso gli archivi extrafilmici e la biblioteca. È conservatrice e catalogatrice di archivi fotografici e cinematografici e curatrice di mostre fotografiche. Al Comitato forlivese partecipano anche Claudio Angelini, Valentina Bucchi, Matteo Lolletti, Andrea Panzavolta, Marie-Line Zucchiatti. Il referente per Cesena è Franco Pollini, già Dirigente del Settore Cultura del Comune di Cesena, è attualmente il direttore del Teatro Bonci. Di formazione filosofica e scientifica, fa il progettista e organizzatore culturale in ambito editoriale e teatrale. Ha curato decine di volumi e cataloghi e collabora con istituzioni e associazioni culturali. Fanno Parte del Comitato Silvia Bottiroli, Andrea Daltri, Andrea Donati, Francesco Giubilei, Dario Giovannini, Antonio Maraldi, Roberto Mercadini, Valentina Pagliarani, Andrea Pollarini, Roberto Serra, Isabella Tassani, Paolo Zanfini. La referente per Rimini è Valentina Ridolfi, laureata in storia dell'arte, opera sulla ricerca, formazione e progettazione nel campo dello sviluppo territoriale e della valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici. Ha lavorato presso l'Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, è stata coordinatrice delle attività espositive di Bologna 2000 Capitale Europea della Cultura, project manager ad Oikos Centro Studi ed ha co-fondato l'Associazione Heriscape-Heritage and Landscape Training & Consulting di Bologna. Lavora al Piano Strategico di Rimini e del suo territorio. L’affianca un nutrito gruppo di persone che stanno operando per il Piano Strategico di Rimini.

Supplemento a Ravenna&Dintorni dell’ 11 Luglio 2013

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Una candidatura innovativa


WEB

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Quanto è social la candidatura

Una pagina di cronache, idee e proposte

La storia, i passaggi fondamentali, le novità e l’aggiornamento continuo sulla candidatura si trova sul sito www.ravenna2019.eu. Naturalmente la candidatura è presente anche sui vari social come facebook, twitter e instagram. A questo proposito vale la pena ricordare come l’hashtag #ra2019 sia ormai diffusissimo e associato a ogni genere di foto.

Sul sito di informazione www.ravennaedintorni.it esiste una pagina dedcata esclusivamente a Ravenna 2019 dove sono raccolte le informazioni, gli approfondimenti e le cronache dei maggiori eventi realizzati dalla redazione in questi anni e dove, soprattutto, sono raccolte sotto forma di forum decine di interventi con idee, progetti e proposte pubblicate negli anni anche dal settimanale Ravenna & Dintorni.

«Il mosaico di culture tra i punti di forza»

Supplemento al numero 543 dell’11 luglio 2013 di

La parola all’esperto Neil Peterson, protagonista di Liverpool 2008 Neil Peterson è stato protagonista del successo di Liverpool 2008, è membro del Forum Eurocities Culture, e ha scelto di collaborare esclusivamente con Ravenna, fra le numerose città italiane candidate a capitale europea della cultura. Peterson ovviamente ha fatto questa scelta di “supporter” immaginando che Ravenna possa essere designata. Lo incontrammo durante una visita in città. Signor Peterson, a poco meno di un anno dalla sua ultima visita a Ravenna per riflettere sulla candidatura europea come ha trovato il team che sta preparando la sfida finale? «Ho trovato affiatamento, organizzazione e forte motivazione nello staff indirizzati positivamente verso l’obiettivo del 2019. Mi sembra azzeccato il punto di vista del “mosaico di culture”, fra presente e passato, tradizione e innovazione, come orientamento fondamentale del dossier di candidatura. Dati gli eventi, le relazioni, la comunicazione mediatica realizzata finora ritengo sia stato fatto anche un buon lavoro per dare visibilità al progetto». Crede che mettere in campo risorse locali, in particolare giovani operatori della cultura locale e volontari in alternativa all’ingaggio di un esperto manager esterno sia stata una scelta efficace per competere nella sfida?

«È un fattore positivo e vantaggioso. Perché la candidatura deve nascere e crescere nella città, e la comunità degli abitanti la deve percepire come una propria chance. Però la visione migliore sta nel mezzo, in equilibrio fra la prospettiva locale del progetto e una prospettiva esterna. Uno sguardo da fuori è sempre utile, può servire a stimolare il team che sta elaborando la candidatura. Questo è anche il ruolo della mia collaborazione con Ravenna». Quali sono i punti di forza e di debolezza di Ravenna 2019? «Come accennavo, è interessante lo schema del “mosaico di culture”, accompagnato dalle Cinquetracce, che parte dalle tradizioni storiche e artistiche della città ma ne prefigura un’evoluzione moderna, una prospettiva futura. Poi Ravenna, tra le città candidate, gode di stima e apprezzamenti a livello internazionale. È vantaggiosa l’alleanza con altre città della regione che sostengono la candidatura, ben note sul piano turistico come Rimini. Inoltre, la città ha infrastrutture culturali molto solide, con programmi forti. Bisogna lavorare ancora e fino alla fine sul coinvolgimento non solo ideale ma concreto di tutte le componenti della città. Nel lavoro ancora da fare bisognerà elaborare bene e accentuare il senso di necessità della candidatura, come opportunità, convenienza, investimento

sul futuro per tutta la comunità».

Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 1172 del 17 dicembre 2001

Liverpool e Ravenna hanno in comune l’essere città portuali, vista la sua esperienza vincente come sfrutterebbe da noi questa particolarità urbana?

Editore: Edizioni & Comunicazione srl Via della Lirica 43 - Ravenna Tel. 0544 408312 - info@reclam.ra.it

«A Liverpool ne abbiamo approfittato per rigenerare il centro urbano. Anche Ravenna ha questa chance di rivedere il perimetro della città collegando il vecchio porto al centro storico a favore di commercio, turismo, cultura e tempo libero. L’ultima volta che sono venuto a Ravenna ho passeggiato nella darsena di città e ho visto notevoli potenzialità. Potrebbe essere un elemento di forza, strutturale, che fa la differenza rispetto alle altre candidature italiane». Ritiene che la politica, oltre gli elementi di merito dei progetti di candidatura, possa influenzare il giudizio finale sulla città vincitrice? «Il presupposto di base dei processi di candidatura a capitale europea della cultura è che la giuria sia assolutamente indipendente. All’epoca della nomina di Liverpool il governo inglese scelse la strada di affidare il verdetto a una giuria autonoma, al di sopra delle parti.

Supplemento a Ravenna&Dintorni dell’ 11 Luglio 2013

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Direttore responsabile: Fausto Piazza Hanno collaborato: Gianluca Achilli (progetto grafico), Federica Angelini, Matteo Cavezzali, Luca Manservisi Immagini e fotografie: Renato Aguayo, Massimo Argnani, Alberto Bedeschi, Dario Bonazza, Luca Di Giorgio, Paolo Genovesi, Roberto Masotti, Andrea Rambelli, Antonella Salini, Fabrizio Zani Redazione: tel. 0544 271068 - Fax 0544 271651 redazione@ravennaedintorni.it www.ravennaedintorni.it Direttore Generale: Claudia Cuppi Pubblicità: Reclam Edizioni & Comunicazione srl Tel. 0544 408312 - info@reclam.ra.it www.reclam.ra.it Stampa: Galeati Industrie Grafiche www.galeati.it

Una candidatura innovativa


Hanno finora aderito Accademia Bizantina Accademia Italiana della Cucina Delegazione di Ravenna Accademia Perduta Romagna Teatri AGAT Associazione Geografica per l’Ambiente e il territorio Alexander Ristorante Angelo Mariani Associazione Musicale A.R.A.R. – Planetario Ravenna Arci Ravenna Associazione Arci Scintilla Mama’s Club A.S.D. Trail Romagna – Ravenna Associazione ‘Ilaria Alpi’ - Riccione Associazione Gemellaggi e Relazioni Internazionali ‘Adriano Guerrini’ Associazione Culturale e Musicale Bandeandrè Associazione Culturale “La Colonna” – Ravenna Associazione Culturale Norma Associazione Culturale Ravenna Cinema Associazione per i Gemellaggi con il Comune di Faenza Associazione Paguro – Marina di Ravenna Associazione Polifonica – Ravenna Associazione Studi Radiestesici Mosaico Associazione Tititom A.P.S. Associazione Volontari Aclisti per l’Accoglienza Turistica – Ravenna Atlantide Soc. Coop. Sociale p.a. Autorità Portuale Bambini srl – Marina di Ravenna Bezzi Commerciale Biometric Solutions srl di Maranello Modena Bronson Produzioni Bunge Italia S.p.A. Caffè Centrale – Live and More – Villanova di Bagnacavallo Ravenna Camera di Commercio Canterini Romagnoli Soc. – Ravenna Cantieri Danza Capit Ravenna Casa Artusi CCIAA Ravenna Centro Dantesco Onlus Centro Relazioni Culturali – Ravenna Centro Sociale Ca’ Vecchia – Voltana di Lugo (RA) CGIL Ravenna CIA – Confederazione Italiana Agricoltori - Ravenna Circolo Arci Brainstorm

Circolo Cooperatori Ravennati Circolo Fotografico Ravennate Circolo Ravennate e dei Forestieri Circolo Sogni Antonio Ricci Circolo Velico Ravennate Club Arti & Mestieri CMC Cooperativa Muratori & Cementisti CNA Ass.ne Prov.le Ravenna Collegio Geometri e Geometri Laureati Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati Compagnia del Buon Umore – Porto Fuori (RA) Compagnia Teatrale ‘Cvi dè Magazèn’ Confagricoltura Ravenna Confapi - Ravenna Confartigianato – Ravenna Confcommercio – Imprese per l’Italia – Provincia di Ravenna Confcommercio Territoriale Ravenna Confcooperative Ravenna Confesercenti Ravenna Confindustria Ravenna Consorzio del Parco Regionale del Delta del Po Consorzio Impresa Multisensoriale – Godo di Russi (RA) Consorzio Teodora Service Consulta del Volontariato - Ravenna Consulta di Decentramento Voltana Chiesanuova Ciribella Coop E Corriere di Romagna CTA Centro Turistico Acli Dante in Rete (Libera aggregazione di docenti) Direzione Didattica 2° Circolo - Cervia Direzione Didattica 2° Circolo – Ravenna Editrice ‘La Voce’ srl Edit Romagna Educazione all’Europa – Ravenna Effetto Clima srl Emilia Romagna Concerti soc. coop. A r.l. Ensemble Mariani – Orchestra Città di Ravenna Erosanteros Famiglia Romagnola - Roma Fanny & Alexander Associazione Culturale Fantariciclando Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna

Federmanager Ravenna Fernandel Fidapa Ravenna Fondazione Casa di Oriani Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Fondazione Flaminia Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo Fondazione RavennAntica – Parco Archeologico di Classe Fondazione Ravenna Manifestazioni FPF Impianti Panzavolta srl di Ravenna Gagarin Gairsa srl Galleria Amarte Gruppo Corale Pratella Martuzzi Gruppo dello Zuccherificio Gruppo nanou Gruppo Ravennate Archeologico Gruppo Setramar Holiday Chef – Ravenna ‘Il Teatro va a Scuola’ Ass. Culturale Istituto Biblioteca Classense Istituto Friedrich Schurr Associazione Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e Provincia Associazione Istituto Comprensivo Statale ‘M. Valgimigli’- Ravenna Istituto D’Istr. Superiore L.A.S. Nervi I.S.A. Severini - Ravenna Istituto Tecnico per l’Agricoltura Luigi Perdisa - Ravenna Istituto Tecnico per Geometri Camillo Morigia - Ravenna ITIS Nullo Baldini - Ravenna Jazz Network Lady Godiva Associazione Culturale La Piazza – Avvenimenti Le Belle Bandiere Associazione Culturale Lega Provinciale delle Cooperative e Mutue di Ravenna Liceo Classico Dante Alighieri - Ravenna Linea Rosa – Ravenna Lions Club Ravenna Bisanzio Lions Club Ravenna Host Mama’s Associazione Musicale MAR - Museo d’arte della città di Ravenna Marte Associazione Culturale Materiali Musicali – MEI Media News Soc. Coop. Di Giornalisti Menoventi Mikrokosmos Mirada Associazione Culturale Museo del Risorgimento Fondazione Museo La Casa delle Marionette Niart Gallery Associazione Culturale

OC Open Consulting Orchestra da Camera di Ravenna Associazione Ordine degli Architetti P.P.C. Di Ravenna Ordine degli Ingegneri della Provincia di Ravenna Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali - Ravenna Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili - Ravenna Ordine della Casa Matha Orthographe Associazione Culturale PA.GI.NE. Associazione Culturale Parco della Standiana srl – Mirabilandia Polvere di Stelle Associazione Culturale Poveri d’Arte Teatro Associazione Culturale Ravegnana Radio RavennArte Associazione Culturale di Volontariato Ravenna Ballet Studio ASD Ravenna City Sightseeing Srl Ravenna Giroscopica Ravenna Holding Spa Ravenna Poesia Ravenna Teatro Romagna Creative District Associazione Reclam Edizioni e Comunicazione Romagna Visit Card – Forlì Rosetti Marino Spa Rotary Club Ravenna Rotary Club Ravenna Galla Placidia Sapir – Porto Intermodale Scuola Secondaria 1° Damiano Novello Soroptimist International Club di Ravenna ST/ART scrl TCP Tanti Cosi Progetti Teatronnivoro Teatro del Drago Teatro Deluxe Teatro Due Mondi Teatro Socjale Club Circolo Teatro Socjale Fondazione Tecnodesign srl The International Propeller Club Port of Ravenna Touch snc Ufficio Diocesano per la Pastorale delle Comunicazioni Sociali Ufficio Scolastico Provinciale UIL Ravenna Unità C1 Università per Adulti Bosi Maramotti UST CISL Ravenna ‘Verso la Casa delle Donne a Ravenna’ Comitato Promotore V!RA2019 – Volontari per Ravenna 2019 05Quartoatto Associazione Culturale

Le realtà che esprimono il proprio sostegno a Ravenna 2019, si impegnano a promuovere sul territorio il progetto di candidatura, anche attraverso l’uso del marchio 2019, che dovrà essere applicato su tutte le iniziative che saranno messe in campo per Ravenna Città Candidata Capitale Europea della Cultura, quale simbolo identificativo di un progetto ad ampio respiro teso a valorizzare le eccellenze della produzione culturale di Ravenna.


Comune di Ravenna - Provincia di Ravenna - Regione Emilia-Romagna Comuni di Cesena, ForlÏ, Rimini Comune di Faenza e Comuni dell’Area Faentina Unione dei Comuni della Bassa Romagna Comuni di Cervia e Russi

Con il patrocinio di

Confartigianato Ravenna Confcommercio Ravenna Confesercenti Ravenna Confindustria Ravenna CNA Provinciale Ravenna


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