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C’è chi lo chiama Cuei e chi preferisce Brda ma al di lĂ che il termine usato sia in lingua friulana o in sloveno, poco importa, alla fine il Collio è sempre territorio di grandi emozioni oltre che terra di grandi vini bianchi. Infatti, stiamo parlando di una delle zone del Friuli piĂš rinomate per la produzione di vini bianchi di qualitĂ che si distinguono per la particolaritĂ insita in questa tipologia di produzione. Difficile trovare un vino del Collio uguale. Lo troverete simile, forse, ma uguale è difficile. Troverete similitudini con i bianchi alsaziani o di Borgogna ma il Collio è unico. La zona si trova in provincia di Gorizia tra l’Isonzo, la Slovenia e i Colli Orientali. Uno sviluppo prevalentemente collinare, eccezion fatta per il territorio di Farra di Isonzo, con una forma a “mezza lunaâ€? dal clima mite grazie alle correnti dell’Adriatico a Sud e alla naturale protezione delle montagne a Nord e dove i paesi di San Floriano, Cormòns e Capriva rappresentano il cuore palpitante della produzione viticola. I vigneti, a un’altezza media di 200 metri, inabissano le radici nella ponka, uno strato arenaceo- marnoso, alla ricerca di minerali preziosi o nelle “terre rosse acideâ€?, raritĂ presenti solo in pochissime zone, sempre in provincia di Gorizia. Il quadro generale della produzione vinicola è vario. Come si diceva non troverete mai un vino uguale a un altro perchĂŠ nel Collio gli uvaggi, le percentuali d’uso e la tipologia dei vitigni ammessi danno molteplici possibilitĂ di espressione e interpretazione del territorio da parte dei vignaioli. Vitigni internazionali s’intrecciano con uve autoctone traendo vantaggio reciproco. I produttori mettono il loro estro viticolo utilizzando le piĂš svariate tecniche di vinificazione e atteggiamento in vigna. Macerazioni sulle bucce a volte al limite dell’impossibile, fermentazioni in acciaio, in
di Fabio Magnani Giornalista, selezionatore vini con collaborazioni nazionali e internazionali. Consulente di importatori, piattaforme commerciali, ristorazione e aziende vinicole
TERRE DA VINO
Inconfondibili bianchi del Collio Alla scoperta del territorio goriziano che offre grandi prodotti enologici e intense emozioni DENOMINAZIONI IL TOCAI FRIULANO E IL FURMINT UNGHERESE, UNA DIATRIBA E UN PALESE EQUIVOCO PER DUE DIVERSI VITIGNI EUROPEI Come molti sapranno, oggi il tocai italiano non può essere chiamato in questo modo per via della diatriba legale persa dall’Italia con l’Ungheria che ne rivendicava l’origine del nome. Il fatto però è che il nostro tocai non ha nulla a che vedere con il “tokaji AszĂş, tipico dei Magiari. Questo, intfatti, nasce da uve “furmintâ€?, che non sono “tocaiâ€?, cosĂŹ come non lo sono nemmeno tutti gli altri vini prodotti nella zona del “tokaji AszĂşâ€?. Analisi dettagliate del dna hanno confermato che le uve di questi vini non hanno nulla a che fare con il “tocai friulanoâ€?. La storia, tra l’altro, è testimone di un curioso incontro che avvenne nel 1200 quando il re Bela IV ricevette visite da gente arrivata dal Friuli che in dono portavano viti di un’uva poi piantata in terra ungherese. Quest’uva prese il nome da un torrente che rappresentava la regione e dove, appunto, le prime viti furono piantate. Le carte e le mappe dell’epoca confermano che il torrente simbolo dell’incontro storico si chiamava “Toccaiâ€?. Le carte dell’epoca raccontano addirittura una cosa ancor piĂš importante e intrigante. Le talee portate dai friulani e messe a dimora dagli ungheresi si chiamavano “furmintâ€?. Esattamente lo stesso vitigno che oggi in Ungheria è conosciuto come “tocajiâ€? o “tocaiâ€? e che nulla ha a che vedere con l’italiano tocai che ora porta il nome di “friulanoâ€?. Siamo di fronte, quindi, a un doppio errore che vede contrapporre al vero “tocai friulanoâ€? il “furmintâ€? che oltre a essere un altro vitigno è stato portato in Ungheria proprio dagli stessi friulani. Curioso vedere come un gesto di amicizia si sia trasformato secoli dopo in un clamoroso errore di valutazione. Rimane comunque il fatto della assoluta differenza tra questi due protagonisti storici e dell’assoluta originalitĂ del “tocai friulanoâ€? che oggi trovate in etichetta col solo nome di “Friulanoâ€?.
anfora o solo in legno, differenti tipi di rovere e di capienza delle stesse botti, ossigenazione forzate o riduzioni ricercate, appassimento in pianta, potature mirate... Tutto questo e non solo, permette all’appassionato di scoprire interpretazioni personali e terri-
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DICEMBRE
toriali che fanno capo a quello che oramai possiamo definire “Collio styleâ€?. Uno stile che non è moda come si potrebbe pensare ma, bensĂŹ, uno “stile di vitaâ€? intriso di passione per la vigna. Un confine sottile, quasi invisibile, tra passato e futuro. Difficile dire
dove finisce il territorio e comincia l’arte del vignaiolo perchĂŠ qui tutto si fonde tra giochi ossidativi, ritorni aromatici, freschezze fruttate e ricami floreali; dove le sbavature sono una testimonianza della terra e i giochi olfattivi in “chiaro scuroâ€? lasciano ammirati, mentre, la mineralitĂ gioca sottile al palato tra mille contrasti. I vigneti e i vini del Collio non saranno mai di moda perchĂŠ sono una certezza, una necessitĂ per molti appassionati e consumatori. Non saranno mai delle meteore del mercato perchĂŠ fondamenta necessarie della cultura enologica. E poi è difficile essere
Il terreno del Collio
moda quando si ha un passato importante. Dogi, imperatori austriaci, sovrani e perfino lo Zar di Russia erano a conoscenza della bontà dei vini provenienti da queste zone. Il Collio non è moda è uso autentico.
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DELLA AZIENDA AGRICOLA ,IVON
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VINCITORE PER SEI ANNATE DEL 4RE "ICCHIERI DEL 'AMBERO 2OSSO :ONA DI PRODUZIONE #OLLIO 'ORIZIANO
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6ITIGNO #HARDONNAY 3AUVIGNON 0ICOLIT -OSCATO 'IALLO
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,A VENDEMMIA EFFETTUATA INTERAMENTE A MANO IN CASSETTE CON MACERAZIONE A FRED DO DELLA DURATA DI ORE ,A FERMENTAZIONE AVVIENE IN BARRIQUES A TEMPERATURA CON TROLLATA PER POI MATURARE PER ALTRI MESI
,A VENDEMMIA Ă’ MANUALE E SIA LA VITICOL TURA CHE LA TRASFORMAZIONE DELL UVA SONO ANCORA DI ANTICA TRADIZIONE
3I ABBINA CON PRIMI PIATTI A BASE DI PESCE E SECONDI DI PESCE DI BUONA STRUTTURA CERNIA PESCE SPADA BACCALĂŒ
3I ABBINA CON PIATTI DAL SAPORE DELICATO COME UNA FRITTURA O UNA ZUPPA DI PESCE DELICATA
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SODALIZIO
Collio Vitae, cinque vitivinicoltori friulani uniti dall’amore per il territorio fra tradizione e innovazione
I cinque vitivinicoltori friulani dell’associazione Collio Vitae
LO STAPPATO
Venezia Giulia Kaplja di Damian, intensitĂ d’aromi e contrasti In tema “Collio Vitaeâ€? assaggiamo l’Igt Venezia Giulia bianco Kaplja dell’azienda “Damianâ€?. Ottenuto da uve Chardonnay, Friulano e Malvasia Istriana si presenta con il colore giallo/arancione. Il naso è “bucciosoâ€?, con odori di confettura di pera e albicocca, con riflessi di china, bergamotto e un piacevole finale affumicato. La bocca è fresca, intensa, l’allungo sapido non perde mai ritmo. Ricco di contrasti aromatici. Pepe, miele di castagno, tonalitĂ calde di agrumi e legno di sandalo si intrecciano a ricordi di alloro e vaniglia. Un vino bianco particolare da abbinare a piatti di carne bianca e crostacei. Il mio personale suggerimento è quello di godervelo cosĂŹ, nell’intensitĂ dei suoi aromi e la forza dei suoi contrasti.
Se esiste il Collio esiste anche l’associazione Collio Vitae. Il Collio è una zona viticola importante se pensiamo alla qualitĂ dei vini, una istituzione se consideriamo il consorzio, è un territorio se riflettiamo sulle varietĂ d’espressione. Allora Collio Vitae è tutto questo ma anche di piĂš. Prima di tutto amicizia. Infatti, il sodalizio nasce e si compone per volontĂ di cinque produttori amici che hanno deciso di mettere assieme le forze per far conoscere i loro vini e il territorio. Qualcuno li chiama i “fantastici cinqueâ€?, ironizzando su un famoso fumetto americano della Marvel Comics, aggiungendo un personaggio naturalmente. Un’associazione privata dedicata al Collio, che cattura l’attenzione di giornalisti stranieri e nazionali col solo scopo di comunicare al mondo il proprio territorio e la passione di un nobile mesetiere. Fondamentalmente tutto questo fa parte della natura friulana di fare le cose con tenacia al di lĂ di ogni ostacolo. Forse è stato l’amore per queste terre che ha unito le aziende “Keberâ€?, “Damijanâ€?, “Colle Dugaâ€?, “Raccaroâ€? e “PiecĂŠchâ€?. Sono stato con loro per tre giorni dividendo momenti importanti. Una totale immersione nel loro territorio aiutato dall’amore che questi signori hanno per ciò che fanno. Percorsi sensoriali si sono alternati ad assaggi alla scoperta e comprensione dei loro vini. Cinque stili diversi, nessuno compete giacchĂŠ sono tutti interessanti nella loro diversitĂ . Ogni produttore col suo “credo produttivoâ€?. Damijan Podversic ama le macerazioni sulle bucce e alza gli occhi al cielo per scrutare i movimenti delle stelle perchĂŠ il suo ritmo è quello della natura stessa. Dario Raccaro crede nel tocai, nella malvasia e nella storia dei vitigni autoctoni friulani. Roberto Piecech esplora l’inconsueto, la particolaritĂ , e cerca di trasmettere il suo carattere di forza e disponibilitĂ ai vini che produce. Keber, dice che ha un unico vino: il Collio. E questa è la sua via di ricerca: la profonditĂ del territorio stesso. Infine, Colle Duga che unisce innovazione e tradizione, in una ricerca che non avrĂ mai fine.
CON LE RADICI PIANTATE NELLA “PONKAâ€? La ponka altro non è che un terreno caratteristico del Friuli orientale di origine eocenica, stratificazioni di marne e arenarie che tra le mani si sbriciolano con facilitĂ lasciando intravedere dei fossili. Questa tipologia di terreno detta anche flysch dona ai vini finezza, mineralitĂ e sapiditĂ . I vini del Collio sono ottenuti dall’unione di vitigni internazionali e autoctoni secondo la libera interpretazione del produttore che decide in indipendenza vinificazione e affinamento.
TANTI VINI ECCELLENTI ANCHE FRA I ROSSI Il Friuli è sempre stato sinonimo di vini bianchi ma la produzione di questi ultimi sono superiori di poco alla metà . Una prevalenza del 52% di produzione, anche se di qualità , non mette in secondo piano le belle espressioni dei vini rossi. Lo standard qualitativo della produzione vinicola friulana è di altissima qualità come alta è la proporzione tra quantità di produzione e la presenza di doc e docg. Il Piccolit, ottenuto dalle omonime uve, e il Ramandolo da uve verduzzo sono le denominazioni garantite che aprono la strada a una serie di doc che nascono da uve friulano, un tempo conosciuto come tocai, sauvignon, ribolla gialla, pinot bianco e grigio, chardonnay e malvasia. Tra i rossi merlot, cabernet, carmenere, refosco dal peduncolo rosso e la ribolla nera che da origine al vino chiamato Schioppettino. Per non parlare dei distillati di vino, con uno straordinario repertorio di grappe che però meritano... un capitolo a parte.
UNA GASTRONOMIA RICCA DI TIPICITĂ€ Il Collio, come il resto della regione, non è solo zona da vino o limitata da una produzione “monotematica“. ll Friuli è uno scrigno di sapori se pensiamo ai prodotti tipici a alla sua gastronomia. Prosciutti, formaggi, insaccati, pesci di lago e di mare, funghi, cacciagione, fanno parte di una cucina varia e ricchissima. Senza dimenticare che in Friuli ci sono anche importanti acetaie come quelle di “Sirk della Subidaâ€?che fa parte dell’associazione “Amici Acidiâ€?, nata per dare un respiro piĂš ampio alla passione dell’aceto che unisce questi amiciproduttori.
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GUSTO
il piatto RASSEGNA ENOLOGICA Giovinbacco nei ristoranti del territorio Cucina, Bar, Tabacchi, Bottega
Fricandò Filetto di maiale su restrizione di sangiovese
Ravenna, Via Maggiore 7 Tel 0544.212176 - Cell. 338.3759167 www.ristorantefricando.it
Osteria del
Tempo Perso Filetto di tonno arrostito alle erbe aromatiche su spinaci e salsa al sangiovese € 12,00 Ravenna - Via Gamba 12 Tel. 0544.215393
In alto i calici per il GiovinBacco fra sangiovese e albana di Romagna
Come ormai tradizione, all’insegna del sangiovese e dell’albana si festeggia il Giovinbacco, la più importante rassegna enologica nazionale dedicata ai due vini tipici, doc e docg, del territorio romagnolo. La fiera, seguita con attenzione dagli addetti ai lavori e molto appprezzata dagli appassionati di vino, prenderà il via al Pala De André di Ravenna, venerdì 7 novembre (inaugurazione alle 17) e sarà aperto al pubblico fino alle 22 di domenica 9. Al centro della manifestazione, come di consueto, i banchi di degustazioni dei rossi e dei bianchi di Romagna: sangiovese riserva e superiore, il novello, l’alba-
ppuntamento A al Pala De André da venerdì 7 novembere a domenica 9. Ospite d’onore l’Isola del Giglio con i suoi prodotti tipici
www.osteriadeltempoperso.it
Trattoria
Taberna Boaria Strozzapreti con salsiccia e scalogno saltati al sangiovese Tagliata di lombata di vitellone al sangiovese su misticanza di radicchio di campo Pera al sangiovese € 25 (minimo 2 persone) Ravenna, Via Mentana 33 Tel. 0544.215258 - Cell.345.4016131 www.tabernaboaria.com
na, e altri vini prodotti da uve di vitigni autoctoni proposti dalle oltre 60 cantine presenti. Allestito anche un banco vendita a scopo benefico della migliore produzione di sangiovese di Romagna, a cura del Lions Club Ravenna Bisanzio. Vasta anche la scelta gastronomica con l’Osteria del Gran Fritto di Stefano Bartolini che propone menù di terra e di mare di grande qualità e le proposte del ristorante La Frasca di Milano Marittima e dell’osteria Passatelli 1962 del
Mariani. Presente anche la piadina con due chioschi e l’angolo degli stuzzichini allestito dai panificatori e pasticceri di Confcommercio. Infine, nello Spazio Slow Food – gestito dalle condotte di Ravenna e di Godo – sarà disponibile un’importante selezione della migliore produzione di pane e di salumi italiani. Un’altra sezione della rassegna è dedicata al “Mercatino del Gusto”, stand di esposizione e vendita di prodotti gastronomici e artigianali d'eccellenza della Romagna da parte di circa 40 aziende: salumi, formaggi, olio, liquori, dolci, confetture, e tanto altro, fra cui anche alcune creazioni dell’artigianato artistico locale. Importante novità di questa edizione il gemellaggio enogastronomico fra Ravenna e l’Isola del Giglio, all’insegna del recupero da parte di Micoperi della Costa Concordia. L’isola toscana sarà ospite d’onore di GiovinBacco sabato 8 novembre con uno spazio di degustazione dei suoi prodotti caratteristici e d'eccellenza: il vino Ansonaco, la tonnina gigliese con pomodoro e cipolla e il panficato. Diversi anche i concorsi e riconoscimenti. Venerdì 7 novembre una giuria decreterà la migliore piadina romagnola 2014 preparata dagli artigiani locali (il trofeo particolarmente ambito, è alla sesta edizione), con una cerimonia di premiazione alle ore 20, presentata dal comico di “Zelig”, Giampiero Pizzol. Due i premi dedicati ai vini: per la miglior Riserva di Romagna sangiovese 2011 e la miglior albana docg 2013; il responso sarà affidato in parte al pubblico e in particolare a una giuria qualificata guidata dal-
GRAN FINALE TRE
CHEF AI FORNELLI IN ONORE DEL BRODETTO
l’esperto Stefano Giavedoni. Spazio infine al tema dei prodotti natuarali e biologici con un convegno, promosso da Cna e condotto dal giornalista e scrittore Alfredo Taracchini Antonaros, dove i produttori presenti racconteranno i loro prodotti e li porteranno in degustazione. GiovinBacco è a cura di Slow Food e Tuttifrutti, in collaborazione con il Comune di Ravenna e la Camera di Commercio. Info dettagliate su programma, orari e biglietti sul sito web: www.giovinbacco.it
il piatto Giovinbacco
GiovinBacco propone l’evento finale “In onore del Brodetto” con importanti chef che interpretano la cucina del territorio. L’iniziativa conclude il programma della manifestazione come di consueto durante la serata di lunedì 10 novembre, al ristorante Ventura di Marina di Ravenna. Gli chef che onoreranno il brodetto di pesce del mare Adriatico saranno Matteo Salbaroli dell'osteria L'Acciuga di Ravenna, Irvin Zannoni del ristorante La Capannina sul Mare di Casalborsetti e Franco Lelli del ristorante Ventura di Marina. Nel corso della serata sarà consegnato il premio “Pidocchio d'Oro” allo scrittore Eraldo Baldini, «come riconoscimento per la sua opera in qualità di alfiere della cultura della nostra terra».
nei ristoranti del territorio
Agriturismo
Ristorante
Osteria
Ristorante
La Ravegnana
Invespa
Passatelli
Antica Maremma
Tagliata al sangiovese con funghi porcini + calice di sangiovese
Risotto allo squacquerone con riduzione al sangiovese €11,00 Filetto al sangiovese con uva all'uscita € 18,00 Semifreddo al sangiovese € 5,00
Strozzapreti con salsiccia al sangiovese € 8,00
Ravenna, Via Ravegnana 497 Tel. 0544.497246 www.agriturismolaravegnana.com
Tagliata di bovino romagnolo con riduzione al sangiovese e scalogno romagnolo € 18,00
Lo Stracotto al sangiovese
Marina Romea, Viale delle Palme 8/A tel. 0544.446620
Ravenna, Via Ponte Marino 19 Tel. 0544.215206
Faenza, Via xxxxxx Tel. 0546.41805
www.ristoranteinvespa.it
www.mariani-ravenna.it
www.ristorantesyrene.it
GUSTO
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SFIDA CULINARIA
COSE BUONE DI CASA
Ecco la torta di Lodi, deliziosa come la celebre “sbrisolona” di Angela Schiavina - www.angelaschiavina.it
Recentemente ho mangiato una torta buonissima simile alla celebre “sbrisolona” (che, lo ricordo, sarebbe una specialità mantovana) invece poi ho scoperto che questa delizia era una Torta di Lodi. Differisce sostanzialmente dalla sbrisolona perché fra gli ingredienti manca la farina gialla. Ingredienti: 150 gr. di mandorle da pelare (tuffatele in acqua bollente per pochi minuti, togliete la pellicina e tostatele in forno, poi tritatele grossolanamente), 300 gr. di farina, 150 gr. di burro sciolto a bagnomaria, 150 gr. di zucchero, scorza di limone grattugiata, 1 tuorlo d’uovo, zucchero a velo, una teglia rotonda di circa 26 cm. di diametro. Preparazione: in una ciotola mettete tutti gli ingredienti e impastate: il composto risulterà granuloso. Rovesciatelo nella teglia che avrete foderato con carta da forno e premete l’impasto con le dita. Accendete il forno a 120 gradi e, quando è a temperatura, infornate per circa 60 minuti. La torta deve assumere un bel colore dorato. Servitela fredda, spolverata con lo zucchero velo. Si deve spezzare con le mani. Potete accompagnarla con un buon vino passito.
NOTIZIE SLOW MASTER VINO: QUATTRO LEZIONI DALLA VIGNA ALLA TAVOLA IN PROGRAMMA A NOVEMBRE A BAGNACAVALLO Le condotte Slow Food di Ravenna e Godo promuovono in collaborazione il master “Vino 1”, primo approccio al complesso mondo della produzione del vino. È una sorta di percorso ideale dalla vigna alla tavola. Il tutto visto sotto l’imprescindibile lente della degustazione, momento importante di conoscenza e di verifica – per un attento e consapevole consumatore – della bontà e dell’efficacia dei passaggi precedenti. Alla pratica della degustazione vengono dedicate tutte le 4 lezioni, da una prima e generale introduzione all’approfondimento successivo dei tre momenti fondamentali: l’esame visivo, olfattivo e gustativo. Le lezioni si svolgeranno all’ Osteria di Piazza Nuova a Bagnacavallo dalle 21 alle 23 del 4, 11, 18 e 25 novembre e saranno tenute dal docente Master of Food Edoardo Duccio Armenio. Il 29 novembre dalle 10 alle 12 sarà data la possibilità di effettuare una visita ( facoltativa ) all’azienda di un produttore locale, con illustrazione delle vigne e dei processi produttivi e degustazione dei vini dell'azienda. La quota di partecipazione è di 130 euro (120 per i giovani under 30) e comprende: il corso completo di 4 lezioni, la visita facoltativa al produttore, un ingresso gratuito a “GiovinBacco” ( pala De Andrè 7-8-9 novembre ), il materiale didattico, il libro “Il Piacere del Vino”, la borsa con 5 bicchieri da degustazione. Per informazioni e prenotazioni chiamare Carlo 3355906758 (serata) oppure scrivere a ccontuzzi@libero.it oppure a slowfoodravenna@gmail.com. Entro il 27 ottobre.
È quello del Molinetto il miglior cappelletto in brodo della Romagna 2014
il piatto Giovinbacco nei ristoranti del territorio Ristorante
Syrenè Strozzapreti al sangiovese, radicchio, noci e guanciale croccante € 8,00 Faenza, Via Stecchetti 15 Tel. 0546.41805 www.ristorantesyrene.it
È andata al ristorante Molinetto di Punta Marina Terme, la zuppiera in ceramica di Faenza (disegnata a suo tempo da Lo chef del Molinetto, Tonino Guerra), che assegna nel corso dell’anno il valore al vincitore della merito del locale che ha preparato il miglior cappelletto della disfida del Romagna, nel corso della disfida culinaria a colpi di sfoglia, cappelletto. Sotto, con ripieno e brodo. Il premio della sesta edizione del concorso fra Angela ristoratori romagnoli, promosso dalla condotta Slow Food di Ceccarelli e Ravenna al ristorante Radicchio Rosso è stato decretato da Mauro Zanarini della un folto pubblico di assaggiatori che ha degustato sei propocondotta ste del capolavoro (rigoSlow Food di rosamente in brodo) Ravenna della tradizione culinaria romagnola. Sei erano i cuochi (e i ristoranti) in lizza per il riconoscimento. Con proposte ravegnane per tradizione, visto che nonostante le differenze di formato, consistenza della sfoglia e sapidità del brodo, tutti i cappelletti in gara avevano un composto esclusivamente “magro”, costituito solo da formaggio e aromi. Tipico, per l’appunto, della zona di Ravenna. Il trofeo, che resterà appannaggio del ristorante Molinetto fino alla prossima, settima ed ultima, tornata della sfida da qui a un anno, verrà definitivamente assegnato nel 2016, quando gareggeranno i sette vincitori di tutte le precedenti edizioni (con preparazioni – va detto – che nel ripieno contemplano anche l’utilizzo di varie carni).
il piatto Giovinbacco
nei ristoranti del territorio
Ristorante
La Pescheria Baccalà arrostito con crema di patate al rosmarino e ristretto di sangiovese riserva. €15 Ravenna, Via Romea Sud 1 Tel. 0544.240113 - Cell. 339.2811609 lapescheriaravennacentro@gmail.com
Ristorante
Il Labirinto del Gusto Cosciotto di agnello arrostito su pavé di patate, ristretto di sangiovese ed erbe aromatiche Ravenna, Via Mentana 23 Tel. 0544.1824017 Cell. 391.4656462
Ristorante
Ristorante Albergo
Ristorante
Wine bar, ristorante, enoteca
La Gardela
Cappello
Le Favole
La Vineria Nuova
Tagliolini al radicchio trevigiano appassito al sangiovese
Tagliata di manzo con riduzione al sangiovese di Romagna servita su un letto di radicchio con pinoli e pera cotta al vapore - €18
Filetto di spigola di Arbatax con funghi spontanei freschi e sangiovese di San Patrignano
Ravenna, via Ponte Marino 3 tel. 0544.217147
Ravenna, Via IV Novembre 41 Tel. 0544.219813 - Fax 0544.219814
Bagnacavallo (RA), Via Ca' del Vento 20 Tel. 0545.62470
Ravenna, Via Pellegrino Matteucci 2 Tel. 0544.30904
www.ristorantelagardela.com
www.albergocappello.it
www.ristorantelefavole.com
info@vinerianuova.it
Moscardini brasati al ristretto di sangiovese di Verucchio con fagioli borlotti Tagliolini con baccala, porri e sangiovese
Gnocchi di patate con salsiccia, zucca, salvia e riduzione di sangiovese € 9,00
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TENDENZA BIO ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO
COMUNE DI RIOLO TERME
A RIOLO TERME
L’INTERVISTA
Vegetariano o vegano? Le (profonde) differenze spiegate da Paola Mazzanti di Ravegan
DOMENICA 19 OTTOBRE 2014 Ore 10:00 Ore 10:00 Ore 12:00
(fino alle ore 15:00); Ore 14:30
25° Premio Valle Senio
Ore 15:00
Un vegano non è un vegetariano, e se a un vegetariano può capitare di frequentare locali per vegani alla ricerca di qualche prelibatezza tutta di origine vegetale, non necessariamente accade il contrario. Ci sono infatti vegani che non frequentano locali dove vi sia una commistione e dove vengano utilizzati anche prodotti di origine animale per ragioni di coerenza. Ecco perchÊ Paola Mazzanti, che ha da poco inaugurato Ravegan in via Galilei a Ravenna, ci tiene a precisare che la sua è una rosticceria rigorosamente ed esclusivamente vegana. A lei quindi chiediamo di spiegare un po’ meglio ai profani cosa significhi esattamente vegan. Che cosa distingue un vegano da un vegetariano? La differenza principale sta nel fatto che i vegani non consumano nÊ utilizzano prodotti di origine animale. Se parliamo di cibo, per esempio, non mangiamo uova, formaggio, latte o miele, al contrario di quanto fanno i vegetariani. Ma questo riguarda anche gli altri aspetti della nostra vita, come l’abbigliamento o l’arredamento, tanto per fare un esempio. PerchÊ si diventa vegani? Per ragioni etiche, perchÊ si crede che sia giusto lasciare gli animali vivere la propria vita in pace senza sfruttarli. Ci sono anche ragioni di rispetto ambientale piÚ in generale: un vegano ha un impatto sul pianeta fino a dieci volte inferiore a quello di un onnivoro. Poi c’è anche un aspetto che riguarda la nostra salute, l’ho sperimentato personalmente. Quando è diventata vegana lei? Una quindicina di anni fa, prima ero vegetariana e poi sono diventata vegana per ragioni di principio e coerenza. Ma mi sono anche accorta che effettivamente questo tipo di alimentazione mi faceva stare meglio anche dal punto di vista della salute. Eppure l’uomo è un animale onnivoro, come altri animali
sono carnivori. In fondo, anche l’uomo è un animale‌ In realtà , in origine l’uomo era un animale frugivoro, cioè che si nutriva di frutti e bacche e sementi. Non è vero che l’uomo ha bisogno di mangiare carne o derivati animali e ci sono sempre piÚ medici che lo sostengono. Ma è possibile quindi crescere anche un bambino vegano? E il latte? Come può il latte di mucca, che in sei mesi serve a far crescere un vitello, essere adatto all’essere umano? L’unico latte adatto a un mammifero è quello materno. E una pediatra come Michela Depetris sostiene da tempo che si possano svezzare i bambini con una dieta vegana e crescerli perfettamente sani. La lavorazione dei prodotti animali ha una storia e una tradizione alle spalle, basti pensare ai cappelletti. Mai un rimpianto? Io in realtà preparo cappelletti, tagliatelle e lasagne con seitan, tofu e
latte di soia e altri ingredienti totalmente vegetali e sono buonissimi. Certo, il sapore può essere un po’ diverso, ma ci si abitua in fretta e anzi io adesso trovo disgustoso l’odore di uova e carne, per esempio, il gusto stesso cambia. Per quanto riguarda la tradizione credo che di fronte a ciò a cui stiamo assistendo in termine di distruzione dell’ambiente si debba capire che, appunto, ci sono cose piÚ importanti e quindi no, non ci sono rimpianti. Il vegan Lifestyle, come viene chiamato da molte riviste, si sta diffondendo, una moda? in questo momento di crisi in italia due cose sono in crescita, il biologico e il veganesimo. Immagino ci siano anche persone che si avvicinano perchÊ vedono tante altre farlo e quindi, in questo senso, ben venga la moda. Ma la mia impressione è che in realtà si tratti di una sempre maggior consapevolezza delle persone sulle questioni etiche che riguardano il benessere animale e l’ambiente.(fe. an.)
Orario continuato
dalle 11.30 alle 21 .00 chiuso il martedĂŹ
PIADINE E CRESCIONI
Tutti i venerdĂŹ sera APERICENA vegetariano dalle 18.00 alle 21.00
Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.30 Domenica chiuso Via Mura San Vitale, 11, Ravenna Tel. 0544 188 0354 La Reverie
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RAVENNA &DINTORNI 16/10 2014
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PRODUZIONE PROPRIA I locali di Pizza Evolution
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Anche il pesce al mercato contadino, che si sdoppia
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L’arte della pizza? A km 0, vegan a casa e da asporto Fare una pizza è un’arte. Lo sanno bene Luca Maria Baldini e Juliano Dhembi che – nella vita sono anche musicista il primo e visual artist il secondo – quando si sono messi in proprio appena ventenni con Pizza Evolution in via D. Baroncelli 11 a Ravenna. Il prossimo 11 aprile la pizzeria da asporto a domicilio festeggerà i primi dieci anni di attività. La loro non è mai stata una pizzeria come le altre e ora, da trentenni con un po’ più di esperienza, hanno ulteriormente rafforzato la vena creativa e la voglia di sperimentare. Nella loro pizzeria, per esempio, si può anche mangiare sul posto. Molte novità riguardano poi le proposte in menù che, da tre anni a questa parte, comprendono anche pizze a km zero, realizzate con verdure dei contadini della zona e mozzarella di un vicino caseificio. Ma anche pizze biologiche al 100 per cento, realizzate con farine integrali e di kamut, con pomodoro e mozzarella bio, oltre ad alcune specialità vegane quali hot dog e hamburger, ma anche pizze con formaggio di soia. Pizza Evolution, come dice il nome stesso, dimostra di essere al passo coi tempi e di saper soddisfare al meglio le nuove esigenze della gente che fa sempre più attenzione a ciò che mangia.
E-BUSINESS
Un universo ecologico per la famiglia “green” Se c’è un momento in cui tante persone scoprono uno stile di vita più “green” e biologico, e non solo a tavola, è quello che coincide con l’arrivo del primo figlio che si vuole proteggere da tutto ciò che può essere nocivo e inquinante. E forse anche perché, oltre alle questioni di salute, si pensa che, da grande, quel bimbo non deve vivere in un mondo di rifiuti. Non c’è quindi da stupirsi se un sito di vendite on line come Universo Ecologico nasce proprio dall’idea di una neomamma. Si tratta di Rachele Bonaldi, di Campiano a Ravenna, da sempre attenta al mondo del sostenibile (e anche operatrice di , tecniche naturali quali pranoterapia, massaggio olistico, riflessologia plantare e shiatsu). Sul suo sito di e-commerce è possibile trovare un’ampia gamma di articoli per bambini dalle tutine agli accessori ai giocattoli in fibre biologiche fino ovviamente ai pannolini lavabili, il prodotto da cui è iniziato tutto. A questo nel tempo si sono aggiunti altri prodotti che non impiegano materiali sintetici come i prodotti per la casa, che possono essere riutilizzati e quindi riducono i rifiuti come la mooncup e addirittura i prodotti per animali. Per visionare il catalogo ed effettuare ordini: www.universoecologico.it.
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ACQUISTO ONLINE CON CONSULENZA GRATUITA - NOLEGGIO Il mercato contadino che dal 2010 si svolge in piazza della Resistenza a Ravenna si sdoppia, si amplia e cambia. La novità principale consiste nel fatto che gli imprenditori agricoli dovranno vendere esclusivamente prodotti di loro produzione e per chi non rispetti tale obbligo è prevista la sanzione accessoria della sospensione dal mercato per trenta giorni. Sarà inoltre data la possibilità di vendere pesci e molluschi, anche in previsione della prossima istituzione di un nuovo mercato contadino sperimentale nella Darsena di città (anche i prodotti ittici dovranno essere stati pescati da chi li vende) che dovrebbe aprire entro fine novembre il martedì pomeriggio. In piazza delle Resistenza invece le giornate resteranno il lunedì e il giovedì pomeriggio, saranno previsti altri tre nuovi posteggi, in aggiunta agli attuali 27 e diventa definitiva la possibilità, precedentemente introdotta in via sperimentale, di effettuare il mercato anche nel mese di gennaio. Infine, fra i requisiti per l’assegnazione di un posteggio viene inserito anche l’eventuale possesso di certificazioni biologiche da parte delle aziende che propongono prodotti di tale tipologia.
Per i lettori di Ravenna&Dintorni SCONTO DEL 10% Esclusi i kit pannolini su tutti i prodotti presenti nello shop già scontati sul sito Situata in un antico palazzo del 1300, nel cuore del centro storico di Ravenna, la Taberna Boaria è un locale dedicato alla cultura del rustico e dei prodotti tipici del territorio. In un ambiente accogliente e curato dalla pittrice ravennate Noemi Zavoli. RISTORANTE - Con una cucina ristretta, ma con grande attenzione alla qualità degli ingredienti, propone piatti realizzati con prodotti artigianali locali e biologici. Pane e dolci fatti in Taberna. Il 90% dei vini della carta sono regionali. OSTERIA - Oltre al menu alla carta, la Taberna Boaria offre antipasti composti con salumi e formaggi prodotti in zona, confetture realizzate in Taberna e pizze fatte anche con l'impasto di farina integrale BOTTEGA - Il vino della taberna è niente di meno che lo sfuso del Podere La Berta di Brisighella, di agricoltura biologica, che può essere acquistato anche da asporto. A breve sarà possibile acquistare anche prodotti artigianali locali, alimentari e non.
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Oltre al richiesto hamburger di seitan di agricoltura biologica, il menù comprende hamburger con cotoletta di tofu e polpetta di falafel.
Le verdure sono acquistate in giornata e da agricoltura a km 0. Le patatine fritte sono fresche e tagliate a mano. Particolarità: pizza di farina di kamut e lievito madre.
MENÙ DI CARNE Carni presidio “Slow Food” sane e genuine. Gli animali sono dellʼAzienda Agricola Zavoli e vengono allevati come si faceva una volta. Lʼobiettivo è il benessere dellʼanimale rispettando i tempi che la natura richiede e i giusti spazi di crescita.