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Personaggi in cerca di storie, amori e… sapori

Sotto: Barbara d’Urso; a destra Al Bano e Romina Power

A cura di SANDRO NOBILI un tuffo nei favolosi, ruggenti e folkloristici Anni ’60. Il libro “Personaggi in cerca di storie, amori e sapori” di Ranuccio Bastoni, è una lunga carrellata nel mondo della musica del teatro, dell’arte e della cultura negli anni entrati nell’immaginario collettivo di quanti di quel periodo ricordano con languore e nostalgia il clima irruento e immaginifico della vita. Tutti sospinti dalla voglia di fare e dal boom economico che proiettò l’Italia, appena uscita dalla guerra e dalle distruzioni, alla conquista del mondo. Decine di nomi noti del cinema, della canzone e della cultura, incontrati dal giornalista e autore Bastoni, inviato speciale per alcune riviste a grandissima tiratura, intervistati e fotografati, dei quali racconta aneddoti inediti e pubblica numerose e rare fotografie. Con questo libro viene inaugurato anche un modo nuovo e originale di pubblicare le proprie opere. Grazie alla società di crowdfounding

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ÈEppelà di Lucca, è stata indetta una grande campagna per finanziare le spese di stampa e distribuzione dell’opera. È possibile aderire alla campagna per avere una copia del libro autografata dall’autore e, volendo, anche una gigantografia inedita, numerata, stampata su tela di uno dei personaggi a scelta (www.eppela.com/projects/852). L’originalità del volume sta nella caratteristica di questi incontri che, come si può arguire dal titolo, sono molto spesso finiti… in gloria, cioè davanti alla tavola apparecchiata per pranzi privati, nelle case di questi personaggi. Nei loro incontri gastronomici costoro hanno così rivelato le segrete preferenze culinarie. Piatti legati all’infanzia, preparati dalla mamma o dalla nonna, legati quasi sempre al territorio, al paese d’origine, alle sue tradizioni culinarie. Si può anche fare un divertente tour d’Italie, seguendo il fil rouge dei piatti e dei personaggi.

A destra in senso orario: Mina con Giorgio Gaber; Patty Pravo; Fabrizio De André con Dori Ghezzi

IN LIGURIA CON GINO PAOLI

Gino Paoli, il cantautore più amato dagli innamorati per i suoi straordinari versi e le musiche di canzoni come “La gatta”, “Sapore di sale” o “Il cielo in una stanza”. Beh, Gino, ligure, amante del mare e pescatore egli stesso, ha un piatto del cuore, una ricetta legata alla tradizione ed ai sapori della sua terra: “Stocchefisce accomodou”, ovvero lo stoccafisso in umido. Questo piatto viene preparato da centinaia d’anni. Si può gustare in tutta la Liguria, da Levanto nelle Cinque Terre dove 45 anni fa il cantante gestiva un locale con ristorante, bar e sala per spettacoli.

OLTREPÒ PAVESE CON MEMO REMIGI

Il cantautore degli innamorati è un appassionato cultore e conoscitore del riso. Nell’Oltrepò Pavese va alla ricerca del “riso Carnaroli” a suo dire il migliore per i risotti e per le sue spettacolari insalate di riso estive. Ogni anno infatti, appena può, salta in macchina e vola verso le risaie del vercellese per procurarsi una scorta della sua passione, il primo riso dell’anno. Durante una di queste trasferte vercellesi confessò che il suo piatto del cuore era l’insalata di riso, ma da quando frequentava le risaie, aveva scoperto una leccornia: la “Panissa”, che può essere vercellese o novarese e allora in quel caso prende il nome di “Paniscia”. Da non confondere mai, soprattutto se parlate con un genovese, con la “panissa” ligure che col riso non ha niente a che fare ed è a base di farina di ceci. «Questo piatto - ci spiega - è a base di riso, fagioli borlotti, cotenne di maiale e “salam d’la duja”, che è un insaccato speciale, spesso d’oca, conservato nello strutto». I due piatti in gara sono la “Paniscia novarese”, il piatto dell’Oltrepò e la “Panissa vercellese”, che ha fra i suoi ingredienti riso arborio (quello dei minestroni), fagioli teneri di Saluggia, salamino, salsiccia e cotenne di maiale.

I MOSCARDINI CARI A MINA

In Versilia la vita notturna e quella diurna si alternano senza soluzione di continuità. Giorno e notte ristoranti, pizzerie, grand gourmet richiamano folle di nottambuli e di degustatori. Molti che furoreggiavano negli Anni ’60 oggi non ci sono più; altri hanno cambiato nome. Però certe raffinatezze sono rimaste. Frequentando il ristorante di Carlo Lemmetti, lo “Squalo Charlie”, Mina scoprì alcune ricette di pesce, semplici ma saporitissime, come la “Zuppa di piccoli moscardini”. Piatti che, quando in piena notte, dopo i suoi spettacoli, si fermava a cena, chiedeva a Carlo di prepararglieli. E per finire, alle tre della notte, le interminabili partite a “scala 40” che spesso si svolgevano nel salone dell’albergo Savoia proprio davanti al ristorante “Lo Squalo”, si concludevano con due “spaghettini” aglio e olio che Carlo le faceva trovare al dente, pronti nel piatto. Lo ha confermato Carlo in un libro di aneddoti e ricette raccolti nel suo ristorante. Oggi la “zuppa di piccoli moscardini” la si può gustare a Viareggio, in pieno centro, dallo chef e gourmet Romano, dello stellato ristorante omonimo.

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