di Anna Guerrieri
Esperimenti
editoriale
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Il bisogno di informazioni e di aiuto sono in genere i “motori” che spingono le persone ad avvicinarsi ad associazioni di famiglie come Genitori si diventa. Solo dopo si scopre “il fare rete”, “il crescere” in un cammino di introspezione condivisa, solo dopo si scopre che essere famiglia per adozione ha anche un profondo impatto sociale. Ci si avvicina prima di adottare per cercare di sapere e di capire meglio anche semplicemente “come fare” per arrivare per davvero a incontrare i propri figli. Ci si avvicina dopo aver adottato per cercare di scoprire come si cresce da “genitore” adottivo, forse un po’ anche per non “sbagliare” troppo. Ci si avvicina, talvolta, quando i figli sono adolescenti perché si ha decisamente bisogno di un aiuto. Tutti motivi legittimi e da non sottovalutare, tutti motivi che determinano una grande molteplicità di istanze e richieste che vengono poste ad un’associazione come la nostra. E’ per questo che è necessario trovare il modo di sperimentare sempre e al tempo stesso di non farsi travolgere mai, perché solo nel saper ascoltare e nel sapersi fermare a riflettere, nel non aver paura di “provare” e nel saper dire “sin qui posso fare, oltre no” sta la possibilità di stare accanto alle famiglie anche nei momenti più critici. E di momenti critici ce ne stanno, ce ne stanno eccome. Ce ne sono quando ci si sente frastornati, proprio all’inizio, e non si sa che strada prendere (adozione nazionale/internazionale/enti/costi/paesi ecc ecc). Ce ne sono tantissimi quando si inizia ad andare oltre le informazioni più immediate, le scelte più burocratiche e si inizia a comprendere che si attende un bambino vero, una bambina reale, qualcuno con una storia critica sul serio, qualcuno che alle sue spalle ha seriamente un passato altro, che dentro ha un altrove con cui si dovranno fare i conti. Ce ne sono durante i momenti degli abbinamenti (e di quanti abbinamenti “saltati”, di quanti bambini a cui si “dice no”, di quanti incontri che non funzionano si potrebbe parlare, si dovrebbe parlare). Ce ne sono nelle fasi iniziali quando si ha a che fare con i figli appena arrivati, quando